ROMA CAPITALE MUNICIPIO ROMA I CENTRO
ROMA CAPITALE MUNICIPIO ROMA I CENTRO
DIREZIONE TECNICA Servizio Verde Pubblico e Scolastico
MANUTENZIONE STRAORDINARIA DELLE AREE LUDICHE NEI PLESSI SCOLASTICI DEL MUNICIPIO ROMA I CENTRO
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
Lotto 1 e 2 dei lavori
INDICE
1. PRESCRIZIONI GENERALI
2. A - OPERE EDILI – IDRAULICHE -LIGNEE
2A.1 - Opere Provvisionali 2A.2 - Realizzazione Opere 2A.21 Scavi
2A.22 Demolizioni edili e rimozioni 2A.23 Opere e strutture di muratura 2A.24 Opere e strutture di calcestruzzo 2A.25 Opere di impermeabilizzazione
2A.26 Pavimentazioni in masselli autobloccanti 2A.27 Opere idrauliche
2A.28 Opere lignee 2A.29 Strutture ludiche
2A.3 - Requisiti di accettazione di materiali e componenti
2A.4 - Norme di Misurazione delle Lavorazioni
3. B - OPERE A VERDE
3B.1 - Piantumazioni
3B.2 - Accettazione forniture 3B.3 - Modalità di esecuzione 3B.4 - Manutenzione
ALLEGATI
ALLEGATO 1: Cartello di cantiere
ALLEGATO 2: La tutela degli alberi nelle aree di cantiere per opere nuove o temporanee ALLEGATO 3: Scelta del materiale vivaistico, epoca e impianto, cura e gestione ALLEGATO 4: Scheda paesaggistica e alberi di pregio
1. PRESCRIZIONI GENERALI Accertamenti preliminari
L’Appaltatore è tenuto a presentare, congiuntamente all’OFFERTA, per un unico appalto integrale comprensivo del Lotto 1 e del Lotto2, la DICHIARAZIONE con la quale attesta di avere esaminato, oltre agli elaborati progettuali, i siti oggetto del presente appalto e di avere accertato la fattibilità delle opere previste, in funzione delle caratteristiche del sito, delle specifiche lavorazioni richieste, della necessità di coordinare le opere oggetto dell’appalto con altri lavori cui la Stazione appaltante ha dato corso. L’Appaltatore dovrà accertarsi che le forniture di acqua, da intendersi gratuite da parte della Stazione Appaltante, siano adeguate sia per quantità sia per qualità, e sufficienti alle necessità derivanti dalla realizzazione delle opere a verde in particolar modo per la messa a dimora delle piante e la loro manutenzione, in particolare art.20 ‘Condotta dei lavori’ comma
5 ‘…garanzia e attecchimento degli impianti’ nello Schema di Contratto. Qualora questa non fosse disponibile o sufficiente, l’Appaltatore dovrà provvedere con mezzi propri. La presentazione dell’offerta implica l’accettazione da parte dell’Appaltatore di tutte le disposizioni contenute nel presente Capitolato e negli Elaborati progettuali.
Forniture e Valutazione dei lavori
L’Appaltatore è tenuto a fornire materiali di prima qualità, come meglio precisato nell’Allegato 3 (Scelta del materiale vivaistico) del presente Capitolato, rispettare le prescrizioni di progetto e a eseguire i lavori a perfetta regola d’arte e secondo le migliori tecniche disponibili. Le operazioni di sistemazione a verde dovranno essere realizzate da personale qualificato, in numero sufficiente e con attrezzature adeguate al fine di assicurare il regolare e continuo svolgimento dei lavori. Tutte le opere che, a giudizio della Direzione Lavori, non siano state eseguite secondo le prescrizioni di progetto e a perfetta regola d’arte, dovranno essere rifatte a cura e a spese dell’Appaltatore, fatto salvo il diritto dello stesso di presentare le proprie riserve e controdeduzioni. L’Appaltatore non potrà, sospendere o rallentare lo sviluppo previsto dei lavori.
Criteri di valutazione
Il prezzo contrattualmente definito è accettato dall'appaltatore nella più completa ed approfondita conoscenza delle quantità e del tipo di lavoro da svolgere rinunciando a qualunque altra pretesa, di carattere economico, che dovesse derivare da errata valutazione o mancata conoscenza dei fatti per motivi legati ad una superficiale valutazione del progetto da parte dell'appaltatore.
Le eventuali varianti che comportino modifiche al progetto dovranno essere ufficialmente autorizzate dal direttore dei lavori, nei modi previsti dall'articolo 149 del DLgs 50 /2016 e successive modificazioni e contabilizzate secondo le condizioni contrattuali previste per tali lavori; non sono compresi, nella categoria delle variazioni in corso d'opera, i lavori di rifacimento richiesti per cattiva esecuzione o funzionamento difettoso che dovranno essere eseguiti, su richiesta del direttore dei lavori, a totale carico e spese dell'appaltatore.
Ponteggi e puntellazioni - Sono a carico esclusivo dell'Appaltatore. I ponteggi, relativi al lavoro che ne richieda l'installazione, di altezza sino a m 4,50 dal piano di posa si intendono sempre compensati con l’importo di realizzazione e messa in opera della struttura lignea. Ponteggi di maggior altezza, quando necessari, si intendono compensati a parte, una sola volta, per il tempo necessario alla esecuzione delle opere di riparazione, conservazione, consolidamento, manutenzione.
Trasporti - Sono a carico esclusivo dell'Appaltatore. I trasporti verranno valutati come definiti dall’analisi N.P. Qualora non sia diversamente precisato in contratto, sarà compreso il carico e lo scarico dei materiali ed ogni spesa per dare il mezzo di trasporto in piena efficienza.
Direzione tecnica di cantiere specialistica
L’Appaltatore, prima della consegna dei lavori, deve nominare un Direttore Tecnico di cantiere di comprovata capacità ed esperienza e di professionalità specifica per il tipo di lavoro da realizzare, il quale dovrà sovrintendere a tutte le fasi di realizzazione dell’opera e che s’interfaccerà con la Direzione Lavori. La Direzione Lavori potrà esigere in qualsiasi momento la sostituzione del personale operativo per dimostrata incapacità, indisciplina o gravi negligenze. Si dovranno rispettare in fase di cantiere le indicazioni come nell’Allegato 2 ( La tutela degli alberi nelle aree di cantiere..) del presente Capitolato.
Manutenzione delle opere
L’Appaltatore, prima dell’inizio dei lavori, dovrà assumersi l’onere di garantire per tutta la durata del cantiere, compresi gli eventuali periodi di sospensione dei lavori, adeguati interventi di manutenzione delle opere e in particolare degli elementi vivi (piante). L’ONERE DI MANUTENZIONE GRATUITO DEGLI ELEMENTI VEGETALI DELL’OPERA INIZIA CON LA CONSEGNA DEI LAVORI E TERMINA, CON IL CERTIFICATO DI ULTIMAZIONE DEI LAVORI DI REALIZZAZIONE DELLE OPERE A VERDE, PRIMA
DELL’INIZIO DEL PERIODO DI GARANZIA DI ATTECCHIMENTO PER 2 ANNI, come meglio indicato nell’art.20 dello Schema di Contratto compendio dell’Appalto. La Direzione lavori, nel caso giudichi gli interventi di manutenzione delle opere insufficienti, inadeguati o eseguiti in maniera non corretta, ha facoltà di provvedervi direttamente a spese dell’Appaltatore.
Sicurezza e salute
In materia di sicurezza e salute sul lavoro sono previsti a carico dell’Appaltatore i seguenti adempimenti riguardanti la
gestione e messa in sicurezza del cantiere:
a) il manutenzione del cantiere in condizioni ordinate e di soddisfacente salubrità;
b) la scelta dell'ubicazione di posti di lavoro tenendo conto delle condizioni di accesso a tali posti, definendo vie o zone di spostamento o di circolazione;
c) le condizioni di movimentazione dei vari materiali;
d) la manutenzione, il controllo prima dell'entrata in servizio e il controllo periodico degli apprestamenti, delle attrezzature di lavoro degli impianti e dei dispositivi al fine di eliminare i difetti che possono pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori;
e) la delimitazione e l'allestimento delle zone di stoccaggio e di deposito dei vari materiali, in particolare quando si tratta di materie e di sostanze pericolose;
f) l'adeguamento, in funzione dell'evoluzione del cantiere, della durata effettiva da attribuire ai vari tipi di lavoro o fasi di lavoro;
g) l’adozione delle misure conformi alle prescrizioni di sicurezza e di salute per la logistica del cantiere;
h) la predisposizione dell’accesso e della recinzione del cantiere con modalità chiaramente visibili ed individuabili;
i) la disposizione o l'accatastamento di materiali o attrezzature in modo da evitarne il crollo o il ribaltamento;
j) la protezione dei lavoratori contro le influenze atmosferiche che possono compromettere la loro sicurezza e la loro salute;
k) le condizioni di rimozione dei materiali pericolosi, previo, se del caso, coordinamento con il Committente;
l) il corretto stoccaggio e la corretta evacuazione dei detriti e delle macerie;
m) la verifica che, in caso di sub-appalto, tutte le imprese esecutrici presenti in cantiere si attengano, nell’esecuzione delle
opere, alle modalità riportate nel Piano di Sicurezza e Coordinamento predisposto dal Committente.
2. A - OPERE EDILI
2A.1 -OPERE PROVVISIONALI
Prima di iniziare qualsiasi procedura di intervento:
si renderà opportuno, prima di qualsiasi opera di intervento predisporre anche uno studio preventivo e razionale dell'impianto di cantiere. Comprenderà la distribuzione di tutti i servizi inerenti la costruzione e tendenti a rendere il lavoro più sicuro e spedito.
Ponteggi Metallici a struttura scomponibile: andranno montati da personale pratico e fornito di attrezzi appropriati. Si impiegheranno strutture munite dell'apposita autorizzazione ministeriale che dovranno comunque rispondere ai seguenti requisiti: gli elementi metallici (aste, tubi, giunti, basi) dovranno portare impressi a rilievo o ad incisione il nome o marchio del fabbricante; le aste di sostegno dovranno essere in profilati o in tubi senza saldatura; l'estremità inferiore del montante dovrà essere sostenuta da una piastra di base a superficie piatta e di area 18 volte maggiore dell'area del poligono circoscritto alla sezione di base del montante; i ponteggi dovranno essere controventati sia in senso longitudinale che trasversale, e ogni controventatura dovrà resistere sia a compressione che a trazione; i montanti di ogni fila dovranno essere posti ad interessi maggiori o uguali a m 1,80; le tavole che costituiscono l'impalcato andranno fissate, in modo che non scivolino sui travi metallici; i ponteggi metallici di altezza superiore a m 20 o di notevole importanza andranno eretti in base ad un progetto redatto da un ingegnere o architetto abilitato.
Tutti gli elementi metallici dei ponteggi dovranno essere zincati, e comunque non dovranno provocare colature di ossidi.
Puntelli: interventi provvisori Usati per assorbire le azioni causanti il fenomeno di dissesto dell'elemento strutturale, sostituendosi, sia pure in via provvisoria, a questo. Potranno essere realizzati in legno, profilati o tubolari di acciaio o multipli, a più elementi, formati, anche dalle strutture articolate.
L'impiego dei puntelli è agevole e immediato per qualsiasi intervento coadiuvante, permetterà infatti di sostenere provvisoriamente, anche per lungo periodo, qualsiasi parte della costruzione gravante su elementi strutturali pericolanti. I puntelli sono sollecitati assialmente, in generale a compressione e, se snelli, al carico di punta. Pertanto dovranno essere proporzionati al carico agente e ben vincolati: alla base, su appoggi capaci di assorbire l'azione che i puntelli stessi trasmettono; in testa, all'elemento strutturale da sostenere in un suo punto ancora valido, ma non lontano dal dissesto e con elementi ripartitori (dormiente, tavole). Il vincolo al piede andrà realizzato su parti estranee al dissesto e spesso alla costruzione.
I vincoli dovranno realizzare il contrasto con l'applicazione di spessori, cunei, in legno di essenza forte o in metallo.
2A.2 - REALIZZAZIONE OPERE
2A. 21 SCAVI
Gli scavi in genere per qualsiasi lavoro, a mano o con mezzi meccanici, dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto e la relazione geologica e geotecnica di cui al D.M. 11 marzo 1988, nonche' secondo le particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla Direzione dei lavori. Nell'esecuzione degli scavi in genere l'Appaltatore dovra' procedere in modo da impedire scoscendimenti e franamenti, restando esso, oltreche' totalmente responsabile di eventuali danni alle persone ed alle opere, altresi' obbligato a provvedere a suo carico e spese alla rimozione delle materie franate. L'Appaltatore dovra', inoltre, provvedere a sue spese affinche' le acque scorrenti alla superficie del terreno siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi nei cavi. Le materie provenienti dagli scavi, ove non siano utilizzabili o non ritenute adatte (a giudizio insindacabile della Direzione dei lavori) ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate fuori della sede del cantiere, alle pubbliche discariche, ovvero su aree che l'Appaltatore dovra' provvedere a rendere disponibili a sua cura e spese. Qualora le materie provenienti dagli scavi debbano essere successivamente utilizzate, esse dovranno essere depositate in luogo adatto, accettato dalla Direzione dei lavori, per essere poi riprese a tempo opportuno. In ogni caso le materie depositate non dovranno essere di danno ai lavori, alle proprieta' pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque scorrenti in superficie. La Direzione dei lavori potra' fare asportare, a spese dell'Appaltatore, le materie depositate in contravvenzione alle precedenti disposizioni. Qualora i materiali siano ceduti all'Appaltatore, si applica il disposto del 3° comma dell'art. 40 del Capitolato generale d'appalto (D.P.R. 16 luglio 1962, n. 1063).
Scavi di fondazione
Per scavi di fondazione in generale si intendono quelli incassati ed a sezione ristretta necessari per dar luogo ai muri o pilastri di fondazione propriamente detti. In ogni caso saranno considerati come gli scavi di fondazione quelli per dar luogo alle fogne, condutture, fossi e cunette.
Qualunque sia la natura e la qualità del terreno, gli scavi per fondazione, dovranno essere spinti fino alla profondità che dalla Direzione dei Lavori verrà ordinata all'atto della loro esecuzione. Le profondità, che si trovano indicate nei disegni, sono perciò di stima preliminare e la Stazione Appaltante si riserva piena facoltà di variarle nella misura che reputerà più conveniente, senza che ciò possa dare all'Appaltatore motivo alcuno di fare eccezioni o domande di speciali compensi, avendo egli soltanto diritto al pagamento del lavoro eseguito, coi prezzi contrattuali stabiliti per le varie profondità da raggiungere. E' vietato all'Appaltatore, sotto pena di demolire il già fatto, di porre mano alle murature o ai getti prima che la Direzione dei Lavori abbia verificato ed accettato i piani delle fondazioni.
I piani di fondazione dovranno essere generalmente orizzontali, ma per quelle opere che cadono sopra falde inclinate, dovranno, a richiesta della Direzione dei Lavori, essere disposti a gradini ed anche con determinate contropendenze.
Compiuta la muratura di fondazione, lo scavo che resta vuoto, dovrà essere diligentemente riempito e costipato, a cura e spese dell'Appaltatore, con le stesse materie scavate, sino al piano del terreno naturale primitivo.
Gli scavi per fondazione dovranno, quando occorra, essere solidamente puntellati e sbadacchiati con robuste armature, in modo da proteggere contro ogni pericolo gli operai, ed impedire ogni smottamento di materie durante l'esecuzione tanto degli scavi che delle murature.
L'Appaltatore è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e private, ivi inclusi i danni alle alberature presenti nell’area di lavoro, che potessero accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellazioni e sbadacchiature, alle quali egli deve provvedere di propria iniziativa, adottando anche tutte le altre precauzioni riconosciute necessarie, senza rifiutarsi per nessun pretesto di ottemperare alle prescrizioni che al riguardo gli venissero impartite dalla Direzione dei Lavori.
Col procedere delle murature l'Appaltatore potrà recuperare i legnami costituenti le armature, sempreché non si tratti di armature formanti parte integrante dell'opera, da restare quindi in posto in proprietà della Stazione Appaltante; i legnami però, che a giudizio della Direzione dei Lavori, non potessero essere tolti senza pericolo o danno del lavoro, dovranno essere abbandonati negli scavi.
Rilevati e rinterri
Per la formazione dei rilevati o per qualunque opera di rinterro, ovvero per riempire i vuoti tra le pareti degli scavi e le murature, o da addossare alle murature, e fino alle quote prescritte dalla Direzione dei Lavori, si impiegheranno in generale, nel rispetto delle norme vigenti relative tutela ambientale e salvo quanto segue, fino al loro totale esaurimento,
tutte le materie provenienti dagli scavi di qualsiasi genere eseguiti per quel cantiere, in quanto disponibili ed adatte, a giudizio della Direzione dei Lavori, per la formazione dei rilevati.
Quando venissero a mancare in tutto o in parte i materiali di cui sopra, si preleveranno le materie occorrenti ovunque l'Appaltatore crederà di sua convenienza, purché i materiali siano riconosciuti idonei dalla Direzione dei Lavori. Le terre, macinati e rocce da scavo, per la formazione di aree prative, sottofondi, reinterri, riempimenti, rimodellazioni e rilevati, conferiti in cantiere, devono rispettare le norme vigenti, i limiti previsti dalla Tabella 1 - Valori di concentrazione limite accettabili nel suolo e nel sottosuolo riferiti alla specifica destinazione d'uso dei siti da bonificare, colonna A (Siti ad uso Verde pubblico, privato e residenziale) e colonna B (Xxxx ad uso Commerciale ed Industriale) dell'Allegato 5 al Titolo V della Parte Quarta del d.lgs. 152/2006 e s.m.i. e il d.P.R. n.120/2017 "Regolamento recante la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo".
Per rilevati e rinterri da addossarsi alle murature, si dovranno sempre impiegare materie sciolte, o ghiaiose, restando vietato in modo assoluto l'impiego di quelle argillose e, in generale, di tutte quelle che con l'assorbimento di acqua si rammolliscono e si gonfiano generando spinte.
Nella formazione dei suddetti rilevati, rinterri e riempimenti dovrà essere usata ogni diligenza perché la loro esecuzione proceda per strati orizzontali di eguale altezza, disponendo contemporaneamente le materie bene sminuzzate con la maggiore regolarità e precauzione, in modo da caricare uniformemente le murature su tutti i lati e da evitare le sfiancature che potrebbero derivare da un carico male distribuito. Le materie trasportate in rilevato o rinterro con vagoni, automezzi o carretti non potranno essere scaricate direttamente contro le murature, ma dovranno depositarsi in vicinanza dell'opera per essere riprese poi al momento della formazione dei suddetti rinterri. Per tali movimenti di materie dovrà sempre provvedersi alla pilonatura delle materie stesse, da farsi secondo le prescrizioni che verranno indicate dalla Direzione dei Lavori.
Tutte le riparazioni o ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata od imperfetta osservanza delle prescrizioni del presente articolo, saranno a completo carico dell'Appaltatore.
2A. 22 DEMOLIZIONI EDILI E RIMOZIONI
La demolizione dovrà essere eseguita con oculata e prudente opera di scomposizione, con rimozione delle parti elementari di cui ciascuna struttura è costituita procedendo nell’ordine inverso a quello seguito nella costruzione, sempre presidiando le masse con opportuni mezzi capaci di fronteggiare i mutamenti successivi subiti dall’equilibrio statico delle varie membrature, durante la demolizione. La demolizione di opere in muratura, in calcestruzzo, ecc., sia parziale che completa, deve essere eseguita con ordine e con le necessarie precauzioni, in modo da non danneggiare le residue strutture, da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da evitare incomodi o danni collaterali.
Nelle demolizioni e rimozioni l'Appaltatore deve provvedere alle eventuali necessarie puntellature per sostenere le parti che devono restare e disporre in modo da non deteriorare i materiali risultanti, i quali devono ancora potersi impiegare nei limiti concordati con la Direzione dei lavori, sotto pena di rivalsa di danni a favore della Stazione Appaltante.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Quando, anche per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati, saranno ricostruite e rimesse in ripristino le parti indebitamente demolite, a cura e spese dell'Appaltatore.
Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della DL, dovranno essere opportunamente scalcinati, puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla Direzione stessa, usando cautele per non danneggiarli sia nello scalcinamento, sia nel trasporto che nel loro assestamento e per evitarne la dispersione. Detti materiali restano tutti di proprietà della Stazione Appaltante, la quale potrà ordinare all'Appaltatore di impiegarli in tutto od in parte nei lavori appaltati, ai sensi dell'articolo 36 del D.M. 145/2000 Capitolato Generale d'Appalto con i prezzi indicati nell'elenco approvato.
I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni dovranno essere trasportati dall'Appaltatore fuori dal cantiere nei punti indicati o alle pubbliche discariche.
E' obbligo dell'Appaltatore accertare con ogni mezzo e con la massima cura, nel suo complesso e nei particolari, la struttura di ogni elemento da demolire, disfare o rimuovere, onde conoscerne, con ogni completezza, la natura, lo stato di conservazione, le diverse tecniche costruttive, ecc., ed essere così in grado di affrontare, in ogni stadio dei lavori, tutte quelle evenienze che possano presentarsi nelle demolizioni, disfacimenti e rimozioni, anche se queste evenienze dipendano, ad esempio, da particolarità di costruzione, da modifiche apportate successivamente alla costruzione originaria, dallo stato di conservazione delle murature, conglomerati e malte, dallo stato di conservazione delle armature
metalliche e loro collegamenti, dallo stato di conservazione dei legnami, da fatiscenza, da difetti costruttivi e statici, da contingenti condizioni di equilibrio, da possibilità di spinta dei terreni sulle strutture quando queste vengono scaricate, da cedimenti nei terreni di fondazione, da azioni reciproche tra le opere da demolire e quelle adiacenti, da danni causati da sisma, ecc., adottando di conseguenza e tempestivamente tutti i provvedimenti occorrenti per non alterare all'atto delle demolizioni, disfacimenti o rimozioni quelle particolari condizioni di equilibrio che le strutture presentassero sia nel loro complesso che nei loro vari elementi.
La zona interessata dai lavori dovrà essere delimitata con particolare cura, sia per quanto riguarda il pubblico transito che per quello degli addetti ai lavori. In corrispondenza dei passaggi dovranno essere collocate opportune ed idonee opere per proteggere i passaggi stessi da eventuale caduta di materiali dall'alto; le predette protezioni dovranno essere adeguate
alle necessità e conformi alle prescrizioni dei regolamenti comunali locali.
Qualora il materiale venga convogliato in basso per mezzo di canali, dovrà essere vietato l'accesso alla zona di sbocco quando sia in corso lo scarico: tale divieto dovrà risultare da appositi evidenti cartelli.
Prima di dare inizio alle demolizioni dovranno essere interrotte le erogazioni agli impianti di elettricità, gas, acqua, ecc. esistenti nell'area dei lavori; a tal fine l'Appaltatore dovrà prendere direttamente accordi con le rispettive Società od Enti erogatori. Se necessario, i serbatoi e le tubazioni dovranno essere vuotati e dovrà essere effettuata la chiusura dell'attacco delle fognature. Dovranno essere interrotte le erogazioni agli impianti suddetti anche nelle demolizioni parziali o di limitata estensione; ciò data la possibile presenza di conduttori e canalizzazioni incassati od interrati. Le reti elettriche disposte per la esecuzione dei lavori dovranno essere bene individuabili ed idoneamente protette.
Tra i materiali di risulta dovranno sempre essere lasciati passaggi sufficientemente ampi, avendo cura che non vi sporgano parti pericolose di legno, ferro, ecc.; i chiodi lungo questi passaggi dovranno essere eliminati. I predetti passaggi dovranno essere tali che in ogni posizione di lavoro la via di fuga sia sempre facile ed evidente.
Premessa progettuale
Prima dell’inizio dei lavori di demolizione si procederà all’analisi ed alla verifica della struttura da demolire verificando in particolare: la localizzazione; la destinazione funzionale; l’epoca a cui risale l’opera; i materiali costruttivi dell’opera; la presenza di impianti tecnologici; la tipologia costruttiva dell’opera. Analizzate le opere del manufatto sarà necessario definirne l’entità della demolizione e le condizioni ambientali in cui si andrà ad operare, in base a: dimensione dell’intervento; altezza e dimensione in pianta dei manufatti da demolire; ambiente operativo; accessibilità del cantiere; spazio di manovra; presenza di altri fabbricati.
Demolizione manuale e meccanica
La demolizione dovrà avvenire con l’utilizzo di attrezzature e macchine specializzate: · attrezzi manuali, · macchine di piccole dimensioni adatte ad esempio per ambienti interni (demolizione manuale), macchine radiocomandate se in ambienti ostili (demolizione meccanica), macchine munite di appositi strumenti di frantumazione o taglio.
Tutti gli attrezzi e le macchine, a prescindere dal tipo di controllo (manuale o meccanizzato), dovranno essere in ottimo stato di efficienza e manutenzione e rispettare i requisiti di sicurezza richiesti dalle norme UNI di riferimento (UNI EN ISO 11148).
Beni culturali - Nel caso di appalti relativi al settore dei beni culturali, tutti gli interventi di demolizione dovranno essere preventivamente concordati mediante sopralluogo con la Direzione lavori e la competente Soprintendenza, essendo sempre inseriti in contesto storico tutelato e di complessa stratificazione. Qualora la Direzione lavori lo ritenga opportuno, saranno eseguiti ulteriori saggi stratigrafici e chimico-fisici sugli intonaci, sulle murature da demolire e sulle murature adiacenti, per orientare la correttezza operativa dell’intervento.
Ogni intervento sarà inoltre verificato preventivamente dalla DL e si darà inizio alle opere solo dopo specifica autorizzazione. Si concorderanno con la DL le aree dove le demolizioni dovranno essere realizzate
esclusivamente a mano. Sarà pertanto cura dell’impresa verificare i tracciati e segnalarli preventivamente. In prossimità
di eventuali ancoraggi da preservare si raccomanda particolare attenzione affinché non ne siano alterate le caratteristiche prestazionali.
Demolizione progressiva selettiva
La demolizione selettiva non sarà intesa come una unica fase di lavoro che porterà sostanzialmente all’abbattimento di un manufatto, edificio, impianto, ecc. e alla sua alienazione, ma dovrà essere pensata come un processo articolato che porti alla scomposizione del manufatto nelle sue componenti originarie.
Le fasi del processo di demolizione selettiva si articoleranno almeno come di seguito:
- Pianificazione: effettuare tutti i rilievi e le indagini necessarie a caratterizzare qualitativamente e quantitativamente i materiali presenti nel manufatto da demolire; · individuare i materiali potenzialmente pericolosi presenti e predisporre le fasi di lavoro per la rimozione sicura; individuare le componenti o gli elementi reimpiegabili con funzioni uguali o differenti da quelle di origine; individuare e quantificare le materie prime secondarie reimpiegabili come materiale uguale a quelli di origine dopo processi di trattamento ma con diversa funzione e forma; individuare e quantificare le materie prime secondarie diverse dal materiale di origine per forma e funzione, reimpiegabili dopo processi di trattamento come materiale diverso da quello di origine; organizzare il cantiere in funzione degli stoccaggi temporanei dei materiali separati per tipologia; pianificare le operazioni di trasporto dei materiali separati.
- Strip out (smontaggio selettivo): smontaggio elementi decorativi e impiantistici riutilizzabili; smontaggio di coperture e orditure in legno (se riutilizzabili); eliminazione di arredi vari; smontaggio e separazione di vetri e serramenti; smontaggio e separazione impianti elettrici; eliminazione di pavimentazioni in materiali non inerti (es. linoleum, resine, moquette), pavimenti sopraelevati e rivestimenti vari;
- Demolizione primaria
- Demolizione secondaria: deferrizzazione; riduzione volumetrica; caratterizzazione; stoccaggio e trasporto.
Rimozione di elementi
Laddove sia necessario si procederà alla rimozione o asportazione di materiali e/o corpi d'opera. La rimozione di tali parti di struttura potrà essere effettuata per de-costruzione e smontaggio. Alcuni materiali potranno essere reimpiegati nell'ambito dello stesso cantiere, se espressamente richiesto o autorizzato dalla Direzione Lavori, ovvero, previo nulla osta della Stazione appaltante, potranno essere messi a disposizione dell'appaltatore per altri siti.
Prescrizioni particolari per la demolizione di talune strutture
Per le demolizioni di murature si provvederà ad operare a partire dall’alto. Nella demolizione di coperture, operata, con ogni cautela, la dismissione del manto di copertura, l'Appaltatore potrà rimuovere la piccola, la media e la grossa orditura o comunque la struttura sia essa di legno, di ferro o di cemento armato.
Quando la quota del piano di lavoro rispetto al piano sottostante supererà i 2 m, l'Appaltatore avrà l'obbligo di predisporre un'impalcatura; se la presenza di un piano sottostante non portante o inagibile non dovesse consentirne la costruzione, dovrà fornire agli addetti ai lavori delle regolamentari cinture di sicurezza complete di bretelle e funi di trattenuta.
2A.23 OPERE E STRUTTURE DI XXXXXXXX
Le costruzioni in muratura devono essere realizzate nel rispetto di quanto contenuto nel D.M. 17 gennaio 2018 e relativa normativa tecnica vigente.
Malte per murature
L'acqua e la sabbia per la preparazione degli impasti devono possedere i requisiti e le caratteristiche tecniche di cui agli articoli "Norme Generali - Accettazione Qualità ed impiego dei Materiali" e "Acqua, Calci, Cementi ed Agglomerati Cementizi ". Le prestazioni meccaniche di una malta sono definite mediante la sua resistenza media a compressione fm.
La classe di una malta è definita da una sigla costituita dalla lettera M seguita da un numero che indica la resistenza fm espressa in N/mm² secondo la successiva Tab. 11.10.II del D.M. 17 gennaio 2018. Per l’impiego in muratura portante non sono ammesse malte con resistenza fm < 2,5 N/mm².
Per garantire la durabilità è necessario che i componenti la miscela rispondano ai requisiti contenuti nelle norme UNI EN 1008 (acqua di impasto), nelle norme europee armonizzate UNI EN 13139 (aggregati per malta) e UNI EN 13055 (aggregati leggeri). Le malte possono essere prodotte in fabbrica oppure prodotte in cantiere mediante la miscelazione di sabbia, acqua ed altri componenti leganti. Le malte per muratura prodotte in fabbrica devono essere specificate o come malte a prestazione garantita oppure come malte a composizione prescritta. La composizione delle malte per muratura prodotte in cantiere deve essere definita dalle specifiche del progetto.
Murature in genere: criteri generali per l'esecuzione
Nella costruzione delle murature in genere verrà curata la perfetta esecuzione degli spigoli, delle volte, piattabande, archi, e verranno lasciati tutti i necessari incavi, sfondi, canne e fori per: ricevere le chiavi ed i capichiavi delle volte: gli ancoraggi delle catene e delle travi a doppio T; le testate
delle travi (di legno, di ferro); le pietre da taglio e quanto altro non venga messo in opera durante la formazione delle murature; il passaggio delle canalizzazioni verticali (tubi pluviali, dell'acqua potabile, canne di stufe e camini, scarico acqua usata, immondizie, ecc.); il passaggio delle condutture elettriche, di telefoni e di illuminazione; le imposte delle volte e degli archi; gli zoccoli, dispositivi di arresto di porte e finestre, zanche, soglie, ferriate, ringhiere, davanzali, ecc. Quanto detto, in modo che non vi sia mai bisogno di scalpellare le murature già eseguite.
La costruzione delle murature deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfetto collegamento sia con le murature esistenti, sia fra le parti di esse. I mattoni, prima del loro impiego, dovranno essere bagnati fino a saturazione per immersione prolungata in appositi bagnaroli e mai per aspersione. Essi dovranno mettersi in opera con i giunti alternati ed in corsi ben regolari e normali alla superficie esterna; saranno posati sopra un abbondante strato di malta e premuti sopra di esso in modo che la malta rifluisca all'ingiro e riempia tutte le connessure.
La larghezza dei giunti non dovrà essere maggiore di otto né minore di 5 mm. I giunti non verranno rabboccati durante la costruzione per dare maggiore presa all'intonaco od alla stuccatura col ferro.
Le malte da impiegarsi per la esecuzione delle murature dovranno essere passate al setaccio per evitare che i giunti fra i mattoni riescano superiori al limite di tolleranza fissato. Le murature di rivestimento saranno fatte a corsi bene allineati e dovranno essere opportunamente collegate con la parte interna.
Se la muratura dovesse eseguirsi con paramento a vista (cortina) si dovrà avere cura di scegliere per le facce esterne i mattoni di migliore cottura, meglio formati e di colore più uniforme, disponendoli con perfetta regolarità e ricorrenza nelle connessure orizzontali, alternando con precisione i giunti verticali.
In questo genere di paramento i giunti non dovranno avere larghezza maggiore di 5 mm e, previa loro raschiatura e pulitura, dovranno essere profilate con malta idraulica o di cemento, diligentemente compresse e lisciate con apposito ferro, senza sbavatura.
Le sordine, gli archi, le piattabande e le volte dovranno essere costruite in modo che i mattoni siano sempre disposti in direzione normale alla curva dell'intradosso e la larghezza dei giunti non dovrà mai eccedere i 5 mm all'intradosso e 10 mm all'estradosso. All'innesto con muri da costruirsi in tempo successivo dovranno essere lasciate opportune ammorsature in relazione al materiale impiegato.
I lavori di muratura, qualunque sia il sistema costruttivo adottato, debbono essere sospesi nei periodi di gelo, durante i quali la temperatura si mantenga, per molte ore, al disotto di zero gradi centigradi. Quando il gelo si verifichi solo per alcune ore della notte, le opere in muratura ordinaria possono essere eseguite nelle ore meno fredde del giorno, purché al distacco del lavoro vengano adottati opportuni provvedimenti per difendere le murature dal gelo notturno.
Nel punto di passaggio fra le fondazioni entro terra e la parte fuori terra sarà eseguito un opportuno strato (impermeabile, drenante, ecc.) che impedisca la risalita per capillarità.
Elementi artificiali
Per gli elementi resistenti artificiali da impiegare con funzione resistente si applicano le prescrizioni riportate al punto 11.10.1 del D.M. 17 gennaio 2018. Gli elementi resistenti artificiali possono essere dotati di fori in direzione normale al piano di posa (foratura verticale) oppure in direzione parallela (foratura orizzontale) con caratteristiche di cui al punto 11.10. del D.M. 17 gennaio 2018. Gli elementi possono essere rettificati sulla superficie di posa.
Elementi naturali
Gli elementi naturali sono ricavati da materiale lapideo non friabile o sfaldabile, e resistente al gelo; essi non devono contenere in misura sensibile sostanze solubili, o residui organici e devono essere integri, senza zone alterate o rimovibili. Gli elementi devono possedere i requisiti di resistenza meccanica ed adesività alle malte determinati secondo le modalità descritte nel punto 11.10.3. del D.M. 17 gennaio 2018.
Paramenti per le Murature di Pietrame
Per le facce a vista delle murature di pietrame, secondo gli ordini della Direzione dei Lavori, potrà essere prescritta la esecuzione delle seguenti speciali lavorazioni: a) con pietra rasa e teste scoperte (ad opera incerta); b) a mosaico grezzo; c) con pietra squadrata a corsi pressoché regolari; d) con pietra squadrata a corsi regolari.
a) Nel paramento con "pietra rasa e teste scoperte" (ad opera incerta) il pietrame dovrà essere scelto diligentemente fra il migliore e la sua faccia vista dovrà essere ridotta col martello a superficie approssimativamente piana; le pareti esterne dei muri dovranno risultare bene allineate e non
presentare rientranze o sporgenze maggiori di 25 mm.
b) Nel paramento a "mosaico grezzo" la faccia vista dei singoli pezzi dovrà essere ridotta col martello e la grossa punta a superficie perfettamente piana ed a figura poligonale, ed i singoli pezzi dovranno combaciare fra loro regolarmente, restando vietato l'uso delle scaglie. In tutto il resto si seguiranno le norme indicate per il paramento a pietra rasa.
c) Nel paramento a "corsi pressoché regolari" il pietrame dovrà essere ridotto a conci piani e squadrati, sia col martello che con la grossa punta, con le facce di posa parallele fra loro e quelle di combaciamento normali a quelle di posa. I conci saranno posti in opera a corsi orizzontali di altezza che può variare da corso a corso, e potrà non essere costante per l'intero filare. Nelle superfici esterne dei muri saranno tollerate rientranze o sporgenze non maggiori di 15 mm.
d) Nel paramento a "corsi regolari" i conci dovranno essere perfettamente piani e squadrati, con la faccia vista rettangolare, lavorati a grana ordinaria, essi dovranno avere la stessa altezza per tutta la lunghezza del medesimo corso, e qualora i vari corsi non avessero eguale altezza, questa dovrà essere disposta in ordine decrescente dai corsi inferiori ai corsi superiori, con
differenza però fra due corsi successivi non maggiore di 5 cm. La Direzione dei Lavori potrà anche prescrivere l'altezza dei singoli corsi, ed ove nella stessa superficie di paramento venissero impiegati conci di pietra da taglio, per rivestimento di alcune parti, i filari di paramento a corsi regolari dovranno essere in perfetta corrispondenza con quelli della pietra da taglio. Tanto nel paramento a corsi pressoché regolari, quanto in quello a corsi regolari, non sarà tollerato l'impiego di scaglie nella faccia esterna; il combaciamento dei corsi dovrà avvenire per almeno un terzo della loro rientranza nelle facce di posa, e non potrà essere mai minore di 10 cm nei giunti verticali. La rientranza dei singoli pezzi non sarà mai minore della loro altezza, né inferiore a 25 cm; l'altezza minima dei corsi non dovrà essere mai minore di 20 cm. In entrambi i paramenti a corsi, lo sfalsamento di due giunti verticali consecutivi non dovrà essere minore di 10 cm e le connessure avranno larghezza non maggiore di un centimetro.
Per tutti i tipi di paramento le pietre dovranno mettersi in opera alternativamente di punta in modo da assicurare il collegamento col nucleo interno della muratura. Per le murature con malta, quando questa avrà fatto convenientemente presa, le connessure delle facce di paramento, dovranno essere accuratamente stuccate.
In quanto alle connessure, saranno mantenuti i limiti di larghezza fissati negli articoli precedenti secondo le diverse categorie di muratura.
In tutte le specie di paramenti la stuccatura dovrà essere fatta raschiando preventivamente le connessure fino a conveniente profondità per purgarle dalla malta, dalla polvere, e da qualunque altra materia estranea, lavandole con acqua abbondante e riempiendo quindi le connessure stesse con nuova malta della qualità prescritta, curando che questa penetri bene dentro, comprimendola e lisciandola con apposito ferro, in modo che il contorno dei conci sui fronti del paramento, a lavoro finito, si disegni nettamente e senza sbavature.
2A. 24 OPERE E STRUTTURE DI CALCESTRUZZO
Impasti di Calcestruzzo
Gli impasti di calcestruzzo dovranno essere eseguiti in conformità di quanto previsto dal D.M. 17 gennaio 2018 e dalle relative norme vigenti.
La distribuzione granulometrica degli inerti, il tipo di cemento e la consistenza dell'impasto, devono essere adeguati alla particolare destinazione del getto ed al procedimento di posa in opera del conglomerato. Il quantitativo d'acqua deve essere il minimo necessario a consentire una buona lavorabilità del
conglomerato tenendo conto anche dell'acqua contenuta negli inerti. Partendo dagli elementi già fissati il rapporto acqua- cemento, e quindi il dosaggio del cemento, dovrà essere scelto in relazione alla resistenza richiesta per il conglomerato. L'impiego degli additivi dovrà essere subordinato all'accertamento della assenza di ogni pericolo di aggressività e devono essere conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 934-2. L'acqua di impasto, ivi compresa l'acqua di riciclo, dovrà essere conforme alla norma UNI EN 1008.
L'impasto deve essere fatto con mezzi idonei ed il dosaggio dei componenti eseguito con modalità atte a garantire la costanza del proporzionamento previsto in sede di progetto. Nei calcestruzzi è ammesso l'impiego di aggiunte, in particolare di ceneri volanti, loppe granulate d'altoforno e fumi di silice, purché non ne vengano modificate negativamente le caratteristiche prestazionali. Le ceneri volanti devono soddisfare i requisiti della norma europea armonizzata UNI EN 450-1. Per quanto riguarda l'impiego si potrà fare utile riferimento ai criteri stabiliti dalle norme UNI EN 206 ed UNI 11104. I fumi di silice devono soddisfare i requisiti della norma europea armonizzata UNI EN 13263-1. Per i calcestruzzi preconfezionati si fa riferimento alla norma UNI EN 206.
Controlli sul Calcestruzzo
Per i controlli sul calcestruzzo ci si atterrà a quanto previsto dal D.M. 17 gennaio 2018. Il calcestruzzo viene individuato tramite la resistenza caratteristica a compressione secondo quanto specificato nel suddetto D.M. Il calcestruzzo deve essere prodotto in regime di controllo di qualità, con lo scopo di garantire che rispetti le prescrizioni definite in sede di progetto. Il controllo di qualità del calcestruzzo si articola nelle seguenti fasi: Valutazione preliminare della resistenza; Controllo di produzione; Controllo di accettazione; Prove complementari
Le prove di accettazione e le eventuali prove complementari, compresi i carotaggi, sono eseguite e certificate dai laboratori di cui all'art. 59 del d.P.R. n. 380/2001. Il costruttore resta comunque responsabile della qualità del calcestruzzo posto in opera, che sarà controllata dal Direttore dei Lavori, secondo le procedure di cui al punto 11.2.5 del D.M. 17 gennaio 2018.
2A.25 OPERE DI IMPERMEABILIZZAZIONE
Si intendono per opere di impermeabilizzazione quelle che servono a limitare (o ridurre entro valori prefissati) il passaggio di acqua (sotto forma liquida o gassosa) attraverso una parte dell'edificio (pareti, fondazioni, pavimenti controterra, ecc.) o comunque lo scambio igrometrico tra ambienti.
Esse si dividono in: impermeabilizzazioni costituite da strati continui (o discontinui) di prodotti; impermeabilizzazioni realizzate mediante la formazione di intercapedini ventilate.
Per la realizzazione delle diverse categorie si utilizzeranno i materiali e le modalità indicate negli altri documenti progettuali; ove non siano specificate in dettaglio nel progetto od a suo completamento si rispetteranno le prescrizioni seguenti: a) per le soluzioni che adottino membrane in foglio o rotolo si sceglieranno i prodotti che per resistenza meccanica a trazione, agli urti ed alla lacerazione meglio si prestano a sopportare l'azione del materiale di reinterro (che comunque dovrà essere ricollocato con le dovute cautele) le resistenze predette potranno essere raggiunte mediante strati complementari e/o di protezione ed essere completate da soluzioni adeguate per ridurre entro limiti accettabili, le azioni di insetti, muffe, radici e sostanze chimiche presenti nel terreno. Inoltre durante la realizzazione si curerà che i risvolti, punti di passaggio di tubazioni, ecc. siano accuratamente eseguiti onde evitare sollecitazioni localizzate o provocare distacchi e punti di infiltrazione; b) per le soluzioni che adottano prodotti rigidi in lastre, fogli sagomati e similari (con la formazione di interspazi per la circolazione di aria) si opererà, come indicato nel comma a) circa la resistenza meccanica. Per le soluzioni ai bordi e nei punti di attraversamento di tubi, ecc. si eseguirà con cura la soluzione adottata in modo da non costituire punti di infiltrazione e di debole resistenza meccanica; c) per le soluzioni che adottano intercapedini di aria si curerà la realizzazione della parete più esterna (a contatto con il terreno) in modo da avere continuità ed adeguata resistenza meccanica. Al fondo dell'intercapedine si formeranno opportuni drenaggi dell'acqua che limitino il fenomeno di risalita capillare nella parete protetta; d) per le soluzioni che adottano prodotti applicati fluidi od in pasta si sceglieranno prodotti che possiedano caratteristiche di impermeabilità ed anche di resistenza meccanica (urti, abrasioni, lacerazioni). Le resistenze predette potranno essere raggiunte mediante strati complementari e/o di protezione ed essere completate da soluzioni adeguate per ottenere valori accettabili di resistenza ad agenti biologici quali radici, insetti, muffe, ecc. nonché di resistenza alle possibili sostanze chimiche presenti nel terreno.
Durante l'esecuzione si curerà la corretta esecuzione di risvolti e dei bordi, nonché dei punti particolari quali passaggi di tubazioni, ecc. in modo da evitare possibili zone di infiltrazione e/o distacco. La preparazione del fondo, l'eventuale preparazione del prodotto (miscelazioni, ecc.), le modalità di applicazione, ivi comprese le condizioni ambientali (temperatura ed umidità), e quelle di sicurezza saranno quelle indicate dal Produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei Lavori.
La Direzione dei Lavori per la realizzazione delle opere di impermeabilizzazione opererà come segue. Nel corso dell'esecuzione dei lavori, con riferimento ai tempi ed alle procedure, verificherà via via che i materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle prescritte ed inoltre, almeno per gli strati più significativi, verificherà che il risultato finale sia coerente con le prescrizioni di progetto e comunque con la funzione attribuita all'elemento o strato considerato. In particolare verificherà i collegamenti tra gli strati, la realizzazione di giunti/sovrapposizioni dei singoli prodotti costituenti uno strato, l'esecuzione accurata dei bordi e dei punti particolari ove sono richieste lavorazioni in sito. Per quanto applicabili verificherà con semplici metodi da cantiere le resistenze meccaniche (punzonamenti, resistenza a flessione, ecc.) la impermeabilità dello strato di tenuta all'acqua, le continuità (o discontinuità) degli strati, ecc. A conclusione dell'opera eseguirà prove (anche solo localizzate) per verificare le resistenze ad azioni meccaniche localizzate, la interconnessione e compatibilità con altre parti dell'edificio e con eventuali opere di completamento. A cura e spese dell’appaltatore, dopo un periodo sufficiente a garantire il corretto intasamento dei giunti tra i singoli masselli; questo potrà essere favorito e velocizzato mediante spazzamenti manuale e raccolta della sabbia in eccesso.
La DL avrà la facoltà di richiedere alla ditta fornitrice del materiale tutte le certificazioni (analisi, esiti di prove di laboratorio, etc) occorrenti a dimostrare quanto specificato nella documentazione di progetto; nel caso in cui la ditta fornitrice non produca detta documentazione, la Direzione Lavori potrà richiedere all’appaltatore di effettuare a proprie spese lo svolgimento, da parte di un laboratorio analisi autorizzato, delle prove sufficienti ed
atte a dimostrare la rispondenza dei masselli forniti alle caratteristiche di cui alle norme di prodotto UNI 11241:2007 – Istruzioni per la progettazione e la posa di pavimentazioni realizzate con xxxxxxxx o lastre autobloccanti di calcestruzzo; Norma UNI EN 1338:2004 – Xxxxxxxx di calcestruzzo per pavimentazioni – Requisiti e metodi di prova. La DL avrà facoltà, previo avviso all’Appaltatore, di verificare la provenienza degli imballi prima che questi vengano disimballati, sia con verifiche presso il cantiere sia richiedendo copie dei documenti di trasporto dei materiali forniti.
2A.26 PAVIMENTAZIONI IN MASSELLI AUTOBLOCCANTI
Il pavimento sarà posato a secco su un sottofondo adeguatamente livellato e compattato e con strato di allettamento di sabbioncino o sabbia alluvionale o sabbia di frantumazione nello spessore variabile di 3-5 cm (questo massimo), disposti secondo l’effetto estetico richiesto. Saranno opportunamente tagliati con taglierina a spacco tutti i masselli che non potranno essere inseriti integralmente. I masselli posati come bordura avranno n sottofondo di magrone di calcestruzzo per
garantirne la stabilità meccanica. La pavimentazione, una volta posata, sarà successivamente battuta con apposita piastra vibrante e
cosparsa in superficie di sabbia fine vagliata (granulometria 0-2 mm), pulita e asciutta. La sabbia in eccesso dovrà essere dalla normativa vigente in materia.
2A. 27 OPERE IDRAULICHE
Materiali per impianti idrico-sanitari
Tutti i materiali, le componenti, gli accessori, le apparecchiature componenti gli impianti dovranno essere conformi alla normativa vigente e nello specifico a tutte le norme UNI. Sarà sempre possibile prelevare sui materiali approvvigionati in cantiere, campioni da sottoporre a prove e controlli da eseguirsi in laboratori di prova ufficiali, a spese dell'Appaltatore e nel numero che l'Amministrazione e la D.L. riterranno necessario, allo scopo di accertare se le caratteristiche dei materiali rispondano a quelle prescritte. L'esecuzione di tali prove dovrà rispettare la normativa UNI.
L'Appaltatore si impegnerà ad allontanare dal cantiere tutti quei materiali riscontrati non idonei a seguito degli accertamenti eseguiti, anche se già posti in opera.
Tubi e raccorderia - I tubi in acciaio, saldati o senza saldatura, la loro zincatura, dovranno sottostare alle prove prescritte oltre che alle norme UNI di riferimento (UNI 3824, 5754). I raccordi saldati e non saldati saranno di ghisa malleabile, forniti grezzi o zincati, dovranno rispondere alle grandezze dimensionali definite dalle norme UNI 5192 e 5212. I tubi in PVC dovranno corrispondere quanto stabilito nelle norme UNI 5443, 5444. I tubi di rame saranno della serie A UNI 6597, oppure B UNI 6597. Qualità del rame (Cu DHP UNI 549), dimensioni e spessore saranno rigorosamente conformi alle citata normativa UNI. Xxxxxxxxx e valvole - Rubinetterie, accessori, valvole, dovranno essere conformi alla normativa UNI di riferimento. In ogni caso dovranno avere in posizione di chiusura una resistenza alla pressione statica non inferiore alle 15 atm, mentre in posizione di apertura completa, sotto carico di 0,5 atm, dovranno assicurare una portata minima di 5 lt al minuto. Per le prove di collaudo si farà riferimento alle norme UNI 6884 e 7125. Per le prove di aderenza dei riporti galvanici e per il cromo duro alle norme UNI 6405-69P e UNI 5344-64, per gli spessori alla norme UNI 6163-68.
2A. 28 OPERE LIGNEE
Si intendono per prodotti a base di legno quelli derivati dalla semplice lavorazione e/o dalla trasformazione del legno e che sono presentati solitamente sotto forma di segati, pannelli, lastre, ecc.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura ed indipendentemente dalla destinazione d'uso. Il Direttore dei lavori ai fini della loro accettazione può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate.
Per le prescrizioni complementari da considerare in relazione alla destinazione d'uso (strutture, pavimentazioni, coperture, ecc.) si rinvia alle prescrizioni del progetto.
I legnami rotondi o pali dovranno provenire da vero tronco e non da rami, saranno diritti in modo che la congiungente i centri delle due basi non esca in alcun modo da palo.
Dovranno essere scortecciati per tutta la loro lunghezza e conguagliati alla superficie; la differenza tra i due diametri medi delle estremità non dovrà oltrepassare il quarto del maggiore dei due diametri.
I legnami grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, dovranno avere tutte le facce spianate, tollerandosi in corrispondenza ad ogni spigolo l'alburno e lo smusso in misura non maggiore di 1/5 della minore dimensione traversale dell'elemento.
I segati di legno a complemento di quanto specificato nel progetto o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti con le seguenti caratteristiche:
− tolleranze sulla lunghezza e larghezza: ± 10 mm;
− tolleranze sullo spessore: ± 2 mm.
I pannelli a base di fibra di legno oltre a quanto specificato nel progetto, e/o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti con le seguenti caratteristiche:
− tolleranza sulla lunghezza e larghezza: ± 3 mm; - tolleranze sullo spessore:± 0,5 mm;
− umidità non maggiore dell'8%;
− massa volumica: per tipo tenero minore di 350 kg/m³; per tipo semiduro tra 350 e 800 kg/m³; per tipo duro oltre 800 kg/m³, misurate secondo la norma UNI Vigente.
La superficie potrà essere:
− grezza (se mantenuta come risulta dalla pressatura)
− levigata (quando ha subito la levigatura)
− rivestita su uno o due facce (placcatura, carte impregnate, smalti, altri).
I pannelli a base di particelle di legno a compimento di quanto specificato nel progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti con le seguenti caratteristiche:
− tolleranze sulla lunghezza e larghezza: ± 5 mm;
− tolleranze sullo spessore: ± 0,5 mm; - umidità del 10 % ± 3 %;
− superficie: grezza ; levigata.
I pannelli di legno compensato e paniforti a complemento di quanto specificato nel progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono fornite con le seguenti caratteristiche:
− tolleranze sulle lunghezza e larghezza: ±5 mm;
− tolleranze sullo spessore: ± 1 mm;
− umidità non maggiore del 12 %.
Legno lamellare
Il Direttore dei lavori ai fini della loro accettazione può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate.
Le travature in legno lamellare dovranno rispondere alle seguenti caratteristiche:
- sarà utilizzata legname di abete rosso di prima scelta in base alle direttive delle norme DIN 4074;
- le lamelle saranno tagliate nel senso delle fibre e successivamente perfettamente piallate;
- le lamelle avranno un'umidità relativa del 9+-3% per ambienti chiusi e riscaldati, del 12+-3% per ambienti chiusi e non riscaldati e del 15+-3% per ambienti all'aperto, secondo le norme DIN 1052. Questo per permetterà una buona adesione della colla sulle superfici da incollare e per evitare tensioni interne che potrebbero dare luogo a deformazioni e fessurazioni;
- le lamelle saranno essicate ad alta temperatura al fine di distruggere i parassiti animali e le loro uova contenute nel legno per far loro acquistare maggiore resistenza e durezza. Le lamelle saranno quindi incollate su una faccia con una quantità di colle pari a 0.6 kg/mq, mediante incollatrice a fili, in modo da formare una superficie omogenea di colla sulla lamella;
- le lamelle saranno incollate di testa con giunto a pettine secondo le norme DIN 68140;
- la pressione sarà omogenea e di almeno 8.5 kg/cmq, secondo le norme DIN 1052;
- le colle impiegate saranno sintetiche con presa a freddo chimicamente neutre. Saranno resine ureiche per ambienti coperti, del Kaurit 234 o equivalente con indurente 70 della BASF o equivalente e resine alla resorcina formaldeide per strutture esposte agli agenti atmosferici, del Aerodux 185/P o equivalente con indurente HRP/155 della CIBA o equivalente. Le colle seguiranno le norme DIN 68141;
- la trave finita xxxx' protetta da vernice impregnante a protezione da insetti, funghi e muffe, del Xyladecor della Bayer o equivalente e secondo le norme DIN 68800;
- lo stabilimento di produzione dovrà essere in possesso della certificazione di tipo "A" attestante l'idoneità alla produzione del legno lamellare incollato per strutture di grande luce, rilasciato dall'F.M.P.A. rilasciato dall' Istituto XXXX XXXX dell' Università di Stoccarda (Germania) o equivalente;
- i chiodi, i bulloni e gli elementi zincati standard per la formazione dei giunti e dei collegamenti, seguiranno le norme DN 1052;
- il calcolo delle strutture seguirà le norme italiane ed in mancanza di norme specifiche quelle DIN 1052;
- il legno lamellare da conifere europee incollato dovrà avere flessione 140 kg/cmq trazione assiale 105 kg/cmq compressione assiale 110 kg/cmq compressione normale 20 kg/cmq taglio 9 kg/cmq.
Il modulo di elasticità e di taglio (per il legno essicato secondo le norme DIN 4074) saranno le seguenti:
- parallelamente alla direzione delle fibre E = 110.000 kg/cmq;
- perpendicolarmente alla direzione delle fibre E = 3.000 kg/cmq.
2A. 29 ATTREZZATURE LUDICHE
I materiali forniti devono essere conformi alle normative europee e soddisfare i seguenti requisiti:
Materiali lignei
Le parti lignee degli attrezzi da gioco e di arredo devono essere fabbricate a regola d’arte, realizzate in legno scelto e trattati per esterno in autoclave . Il legno deve essere privo di nodi cadenti, con piallatura anti-scheggia e con spigoli arrotondati e angoli smussati. La progettazione del manufatto deve escludere la possibilità che si formino ristagni d’acqua a seguito delle precipitazioni atmosferiche.
I pannelli colorati dovranno essere trattati con almeno tre mani di vernici ecologiche a base d’acqua, pigmentate e in grado di proteggere il legno anche dalle degradazioni chimico - fisiche esercitate dai raggi ultravioletti.
I montanti e travi cilindrici in legno devono avere un diametro minimo di 13 cm ed essere costruiti in legno lamellare a tre lamine fresato cilindrico, le teste dei montanti vanno arrotondate a semi-sfera.
I montanti e travi strutturali in legno a sezione quadrata devono avere una sezione di almeno 90 x 90 mm e vanno realizzati in legno bi-lama fuori cuore a sezioni contrapposte. Tutte le superfici devono essere levigate e gli spigoli arrotondati.
Parapetti e balaustre devono avere uno spessore di almeno 27 mm, realizzati con pannelli in legno lamellare (minimo tre strati) e colorati con vernici atossiche , non coprenti, che consentano di vedere le venature del legno in trasparenza, verniciatura con almeno almeno 3 mani composte da. 2 mani di impregnante ed una di finitura).
Assemblaggi
Gli assemblaggi devono essere bloccati e protetti con tappi e copri-dadi in polietilene riciclabile, in modo tale che non possano essere smontati da chiunque con semplici utensili o manualmente.
Elementi metallici
L’assemblaggio delle varie parti che compongono gli attrezzi, se non é attuato mediante incastri, deve avvenire mediante particolari staffe, squadre e barre in acciaio inox o zincato a caldo in conformità con le norme EN 1176, in modo da conferire alle attrezzature una notevole robustezza, garantendone, nel contempo, una permanente stabilità.
Il fissaggio deve essere ottenuto con viti e bulloni anch'essi in acciaio inox o zincato a caldo e dadi auto bloccanti che restano inseriti nel legno, in opportuni alloggiamenti. I metalli che producono ossidi tossici, che si sfaldano o che si scagliano dovranno essere dotati di opportune protezioni arrotondate in polietilene riciclabile.
Materiali sintetici
I materiali plastici o sintetici impiegati devono essere realizzati in polietilene riciclabile, resistenti ai raggi ultravioletti e rispettare le norme antincendio.
Fondazioni
Tutte le fondazioni dovranno essere installate e sagomate in modo tale da non creare fonte di pericolo. Su sottofondo morbido, come per esempio su sabbia, ciò può essere assicurato tramite un sotterramento delle fondazioni per un minimo di 400 mm sotto il piano di gioco o 200 mm in caso di plinti sagomati. Fanno eccezione quelle fondazioni che sono inaccessibili o protette da parti della struttura del gioco. Sarà a carico della Ditta appaltatrice l'onere di ripristinare il terreno nelle condizioni originali, nonché la rimozione di eventuali detriti e materiali residui delle lavorazioni.
Messa in opera
Tutti i giochi e le strutture dovranno essere assemblati a regola d’arte, rispettando le distanze di sicurezza consigliate. Non devono essere presenti spigoli o sporgenze pericolose. Per ogni struttura dovrà essere rilasciato una “Scheda di Collaudo” come da norma UNI EN 1176-7, sottoscritta dal produttore, dalla ditta installatrice e dal committente.
Inaccessibilità
Le modifiche introdotte alla EN 1176, entrate in vigore dal giugno 2009, classificano i giochi per bambini come “Accessibili” e “Non facilmente accessibili” e non più per fasce d’età d’utilizzo. Pertanto, i giochi collocati in aree non espressamente rivolte a bambini molto piccoli dovranno presentare tutte le caratteristiche che distolgano i bambini non in grado di affrontare qualunque tipo di gioco considerato “non accessibile”, dall’usarlo. I deterrenti possono essere costituiti da: spazio del primo gradino dal suolo, piattaforme distanziate, assenza di appoggi, ecc…
Intrappolamenti
All’atto della fornitura e dell’installazione di nuovi giochi, sarà verificata, la perfetta aderenza alla normativa EN 1176/2008 per quanto i parametri dimensionali a prevenzione delle situazioni d’intrappolamento nelle componenti dei giochi (corde, risalite, scale, balaustre, scivoli, ecc), respingendo in toto i prodotti non adeguati.
Corde, sartie e reti
Le reti d'arrampicata devono avere un diametro minimo di 16 mm ed essere realizzate in trefoli di materiale sintetico colorato con anima interna in acciaio, devono essere fissate alle strutture portanti mediante bullonatura passante incassata nel legno e protetta con tappi anti-infiltrazione ed antimanomissione. Le corde oscillanti (fissate ad un’estremità) non devono essere associate ad altalene nelle immediate vicinanze. Il diametro della fune deve essere compreso tra 25 e 45 mm.
Le corde di arrampicata (fissate alle due estremità, tipo sulle rampe) devono avere una distanza tra il punto di sospensione ed il livello della superficie, tale da evitare il pericolo di soffocamento (> 230mm). Il loro diametro deve essere compreso tra 18 e 45 mm.
Le reti di arrampicata non devono avere punti di schiacciamento o di torsione. Il diametro delle funi che le compongono deve essere compreso tra 16 e 45 mm.
Catene
Le catene utilizzate nei giochi devono essere in acciaio inox o zincate a caldo, con maglie dimensionate in modo che i bambini non possano infilarci le dita (max apertura delle maglie 8 mm, delle parti di congiunzione 12 mm).
Altalene sospese
Le altalene sospese devono essere dotate di catene in acciaio inox o zincate a caldo e a piccole maglie, possibilmente ricoperte di materiale sintetico e munite di seggiolini con profili smussati e trattati in superficie o da struttura immersa o inserita in caucciù, gomma o altri adeguati materiali morbidi e flessibili privi di spigoli rigidi, in modo da evitare traumi o pericoli di ferimenti in caso di cadute. I seggiolini adatti ai bambini portatori di handicap dovranno essere di tipo anatomico e muniti di cinghie o catenelle di sicurezza.
Le altalene dovranno inoltre avere sospensioni a doppia rotazione con cuscinetti a scorrimento o a sfera e boccole autolubrificanti. Tutti i fissaggi devono essere sicuri e con attacchi ben protetti.
Riguardo alle distanze tra i seggiolini e tra i seggiolini e le strutture, e le distanze dovranno essere rispettati tutti i parametri di cui alla norma UNI EN 1176/2. La distanza minima del seggiolino dal suolo (spazio libero) deve essere >= a mm 350 nel caso di altalene con due punti di sospensione, ovvero nel caso di altalene con cesto a nido >= a 400 mm
Scivoli
Dovranno essere rispettati tutti i parametri di costruzione di cui alla EN 1176/3.
Gli scivoli aperti dovranno essere muniti di sponde continue di altezza proporzionata alla struttura e alla sua inclinazione. Le piattaforme di partenza devono avere dimensioni adeguate, devono essere protette con sbarre e parapetti dimensionati alla classe d’età per cui sono consigliati. Gli scivoli costituiti da un unico blocco in vetroresina avranno protezioni alte e arrivo arrotondato: il materiale dovrà essere di buona qualità, non soggetto a screpolature o fenditure. Scivoli liberi (salita-discesa) L’accesso alla zona di partenza deve avvenire mediante una scala pioli e/o a gradini.
Altezza massima mm 2500, per quelli facilmente accessibili mm 2000+500 mm di sponda.
Gli scivoli in POLIETILENE devono avere uno spessore minimo di 5 mm, la superficie di scorrimento deve essere perfettamente liscia, senza abrasioni.
Gli scivoli in metallo devono essere realizzati interamente in acciaio INOX, la pista di scorrimento deve avere uno spessore minimo di 2 mm ed i tubolari delle sponde un diametro di almeno 38mm.
Gli scivoli combinati a una struttura devono essere dotati di parapetti opportunamente dimensionati, tutti gli scivoli posti al di sopra di 100 cm da terra devono comprendere una sbarra o corrimano orizzontale anti-caduta.
Gli scivoli a tunnel devono avere un diametro interno minimo di 75 cm (misurata perpendicolarmente) e devono essere
aperti nella zona prossima all’uscita.
L’arrivo degli scivoli, di qualsiasi tipologia, dovrà essere costruito in modo tale da rallentare gradualmente la corsa, evitando bruschi impatti sul terreno (in proporzione alla loro altezza e pendenza). La minima lunghezza della zona di scivolamento è di mm 300. L’altezza dal suolo minima è di 200 mm.
Ulteriori prescrizioni di sicurezza
Le molle devono essere costruite con meccanica collaudata e sicura contro lo schiacciamento di mani e piedi. I sedili dei giochi a molla devono essere provvisti di maniglie e di poggiapiedi saldamente inseriti e senza possibilità di rotazione.
I bilichi assiali devono essere muniti di maniglie, ammortizzatori anti-scoliosi e installati con protezioni atte ad evitare schiacciamento accidentale.
I parametri di sicurezza di tutte le attrezzature oscillanti devono essere ai sensi della EN 1176/6-2008.
Le scalette di accesso alle torri ed ai castelli devono essere dotate di parapetto e corrimano su entrambi i lati. I parapetti delle scale devono essere realizzati ad elementi verticali con spaziatura inferiore a 85 mm, per evitare l'intrappolamento del capo e la caduta dei bambini con età inferiore a 3 anni.
Le rampe curve o inclinate per la salita alle torri devono essere realizzate con profili cilindrici o semicilindrici per evitare eventuali traumi e facilitare la salita, e dotate di fune bloccata alle due estremità.
I componenti dei giochi e gli accessori come maniglie, pioli, tubi ecc…in materiale plastico, devono essere realizzati esclusivamente in polietilene riciclabile al 100%, i fissaggi degli stessi devono avvenire esclusivamente mediante bullonatura passante e dadi autobloccanti protetti con copri-dado o tappo incassato nel legno
Le parti metalliche devono essere realizzate in acciaio inox oppure zincato a caldo, la bullonatura deve essere incassata nel legno e protetta con tappi alettati in polietilene colorata, anti-infiltrazione ed antimanomissione.
Tutte le viti con testa “a vista” devono essere in acciaio INOX.
Le strutture devono essere dotate di targhette identificative fissate ad incasso riportanti i dati del fornitore, l’anno di costruzione, il codice articolo, l’età degli utenti, e l’indicazione della certificazione ISO – 9001: e TÜV.
Scheda di accompagnamento attrezzo
Ogni singolo prodotto installato dovrà essere corredato da una scheda di accompagnamento contenente i seguenti dati:
· una relazione descrittiva dell'attrezzo proposto, dove siano chiaramente indicati: le caratteristiche di tutti i singoli componenti, i sistemi di assemblaggio, la tipologia del materiali ed i riferimenti alla normativa richiesta; dimensioni del gioco proposto; disegni quotati in scala ove siano chiaramente rappresentate le piante e tutti i prospetti, nonché
un'assonometria., una prospettiva, o una fotografia che consenta inequivocabilmente la percezione formale
dell’attrezzatura; per ogni struttura va individuata l'area di sicurezza secondo le norme UNI EN 1176, deve inoltre
essere fornita la planimetria delle fondazioni e la scheda tecnica illustrata con piante prospetti ed assonometrie tridimensionali in opportuna scala; disegni relativi al sistema di fissaggio al suolo con dimensionamento dei plinti in C. A., dove questi siano necessari per il corretto posizionamento delle attrezzature.
All’atto della fornitura, da parte dei produttori, per ogni tipo di struttura a gioco deve essere indicato il programma di
manutenzione.
Collaudo
Quando l’area da gioco viene completata, una persona competente designata dalla ditta produttrice deve eseguire un’ispezione di collaudo e valutarne la conformità alle istruzioni di montaggio ed alle norme UNI EN 1176 in vigore. I risultati del collaudo devono essere registrati su apposito modulo con la presenza del responsabile della squadra installatrice ed il committente. Il documento va datato e firmato dalle tre parti.
Per collaudo si intende la verifica che tutti gli assemblaggi siano completati a regola d'arte ed in conformità alle istruzioni di montaggio fornite con il gioco, con particolare attenzione alle parti mobili ed oscillanti ed alle superfici ad assorbimento d'impatto. Tale documento potrà essere emesso anche da squadre di montatori esterni alla ditta produttrice, le quali potranno dichiarare che il montaggio è stato effettuato a regola d'arte tenendo conto delle istruzioni fornite dal fabbricante. Se le attrezzature non sono sicure, si deve impedire l’accesso al pubblico, seguono alcuni esempi di situazioni in cui le attrezzature non sono sicure: non è completa l’installazione in sicurezza delle attrezzature; la superficie ad attenuazione dell’impatto non è installata; la manutenzione non può garantire in livello di sicurezza costante.
Identificazione delle strutture
Le attrezzature da gioco fornite devono essere munite di targhette di identificazione fissate alla struttura, le quali riportano i dati del fabbricante, l’età di utilizzo consigliata, il codice alfa-numerico dell’articolo, l’anno di fabbricazione, ed il riferimento alla norma EN 1176.
Prescrizioni tecniche riguardanti le aree attrezzate
1) Conservazione delle piante esistenti nella zona La Ditta appaltatrice é tenuta alla conservazione delle eventuali piante esistenti sull’area o sulle aree interessate alla sistemazione. Si dovranno adottare tutti gli accorgimenti per evitare di infliggere rotture all’apparato radicale o ai rami.
2) Mantenimento dei tappeti erbosi. Grande attenzione dovrà essere posta per non danneggiare i prati. I mezzi di trasporto dovranno tassativamente essere parcheggiati su vialetti, piazzole o all’esterno delle aree verdi. Eventuali lavori di scavo dovranno essere segnalati alla D. L. comunale e dovranno essere seguiti da un adeguato ripristino delle zone circostanti.
3) Approvvigionamento di acqua L’Amministrazione comunale potrà consentire alla Ditta appaltatrice di approvvigionarsi
gratuitamente d’acqua o dall’apposita rete di distribuzione (se di esercizio) o da altra fonte in sito (se disponibile); in ogni caso declina qualsiasi responsabilità per mancata fornitura d’acqua o qualità della medesima.
4) Pulizia dell’area di cantiere Tutti i materiali di risulta (sassi, pietre e mattoni, filo metallico, scatole, legature, contenitori e sacchi vuoti, ecc.) e gli utensili inutilizzati dovranno essere rimossi per mantenere il luogo in sicurezza e in ordine.
Alla fine dei lavori, tutte le aree pavimentate e gli altri manufatti che siano stati imbrattati di terra o altro, dovranno essere accuratamente ripuliti.
Pavimentazioni antitrauma (normativa en 1177 – en71-3 atossica)
La pavimentazione anti trauma è obbligatoria per altezze di caduta >1 m. I materiali quali pietre, mattoni, calcestruzzo, manti
bituminosi, macadam e legno non sono ammessi nelle aree d’ impatto dei giochi.
Per altezze di caduta fino a 1 m, il gioco può essere collocato su prato o terreno naturale, a patto che il sottofondo sia in buono stato di conservazione e non sia compatto.
I materiali consentiti sotto i giochi per altezze di caduta superiori a 1 m sono: corteccia di conifere, trucioli di legno, sabbia, ghiaietto, tutti di almeno 30 cm di spessore per altezze di caduta fino a 3 (tre) metri, piastre in gomma, pavimentazione colata.
In tutti i casi indicati la fornitura e posa in opera del materiale richiesto dovrà fornire adeguata garanzia certificata di assorbimento di impatto, conforme alla normativa europea EN 1177, indipendentemente dallo spessore dello strato medesimo e dal sottofondo.
Pavimentazione in gomma antitrauma a piastre
Realizzata in granuli di gomma riciclata colorata, permeabile all’acqua la cui superficie inferiore è realizzata in modo da favorire lo scarico dell’acqua. Le piastre si fissano con spinotti a pressione formando un tappeto stabile ed uniforme opportunamente stabilizzato.
Pavimentazione antitrauma in corteccia
Pavimentazione per aree da gioco composta da uno strato di corteccia naturale sminuzzata a pezzatura 20-80 mm, conforme alle norme UNI EN-1176, posata direttamente sul terreno previo scotico e bordata con cordolo di contenimento in legno trattato. In corrispondenza dell'area di caduta del gioco lo spessore della corteccia dovrà essere di almeno 30 cm. Posa in opera, su terreni naturali, compreso lo scavo di sbancamento per 30 cm dove verrà gettata la pacciamatura. Pezzatura del materiale: 20 - 80mm; HIC: 300,0 cm confrome alla norma EN 1177
Pavimentazione antitrauma elastica alveolare in gomma riciclata
Fornitura e posa in opera di piastre elastiche di protezione cadute di spessore minimo mm. 22, realizzate in materiale riciclato e riciclabile, con forma alveolare che consenta la ricrescita del manto erboso e certificazione di conformità UNI EN 1177 con HIC > 180 cm. Mescola atossica, durevole, drenante, resistente ai raggi U.V., ignifuga con caratteristiche elastiche certificate da -30° a +60°. Posa appoggiata su terreno vegetale livellato, non costipato, con interposizione di rete para sassi, in materiale sintetico, fissaggio al suolo con picchetti in plastica a scomparsa, in numero adeguato al sottofondo come da indicazioni della D.L., i teli saranno uniti tra loro mediante con appositi risalti laterali o altro idoneo sistema.
Pavimentazione in sughero colato antitrauma
Pavimentazione antitrauma ecologica in conglomerato di sughero legato con resine poliuretaniche, altamente drenante, calpestabile, con bassa conducibilità termica, inattaccabile da muffe, insetti e roditori.
Certificato come pavimentazione antitrauma EN 1177:2018, con altezza di caduta mt. 1.90.
Pavimentazione composta da un doppio strato senza soluzione di continuità realizzata per colata a freddo e fabbricata in loco. Componenti: Granulato di sughero naturale biondo 70%; Fibre di rinforzo e resine poliuretaniche aromatiche (atossiche) 30%; Peso specifico: 26 kg/mq; Spessore: 80 mm (2 strati)
Strato di base (primario) composto da una miscela di sughero biondo naturale granulometria 4/8 ed EPDM granulometria 6/14 legati con binder sintetico. Spessore 50 mm
Strato superficiale (usura) composto da miscela di sughero biondo naturale granulometria 4/8 legato con binder sintetico e rinforzato con rete stabilizzatrice in fibra di vetro. Spessore 30 mm
Opere di sottofondo: scavo per formazione apertura di cassonetto eseguito con mezzo meccanico. Spessore cm. 12. Costipazione del fondo con battitrice meccanica fino a completo assestamento. Applicazione di diserbante naturale a base di salgemma e acido acetico in ragione di kg. 1,00/m². Applicazione di “tessuto non tessuto” in agugliato di polipropilene 100%, gr. 400/m², con funzione antivegetativa e stabilizzatrice al nuovo manto. Sottofondi idonei: terreno naturale non riportato, compattato e consolidato; stabilizzato calcareo; terre stabilizzate; sottofondo in cls drenante / massetto tradizionale; altri fondi non cedevoli.
Rimozioni e nuova posa di arredi e giochi di legno esistenti
Si intendono smontati e rimontati in nuovo luogo all’intero dell’area dei lavori, comprensivi di manutenzione per la nuova certificazione e di nuova finitura con smalto ad olio colorato, più resistente agli agenti atmosferici e non tossico;
Compresa la manutenzione degli elementi, la fornitura di piccole parti, ferramenta, eventualmente danneggiate e/o mancanti, la creazione del nuovo piano di posa e gli eventuali ancoraggi al suolo. Compresa la pittura delle parti in legno.
Verniciatura e trattamento delle superfici
I lavori di verniciatura saranno programmati in accordo e a completa discrezione della D.L. I tecnici della ditta Appaltatrice e il Direttore dei Lavori, congiuntamente, appronteranno un programma per la realizzazione degli interventi di verniciatura previsti nelle schede di progetto.
Le vernici impiegate dovranno essere certificate non tossiche si prediligono smalti ad olio colorati ed accompagnate dalla specifica di tutte le materie componenti le stesse. Le vernici e le colle utilizzate sui componenti gli arredi non devono contenere solventi organici. Per questi componenti è richiesto l’uso di vernici a base di acqua o ad indurimento ai raggi UV. Le vernici saranno esenti da piombo e cromo esavalente; il processo produttivo sara esente da prodotti contenenti CFC per la produzione di schiume cstituenti il prodotto finito; i prodotti ricoprenti i pannelli di legno non dovranno contenere solventi organici; in ogni caso i sistemi ricoprenti non devono contenere sostanze riconosciute come pericolose secondo la direttiva 67/548/CEE, né dichiarate molto tossiche, tossice, cancerogene, mutagene e teratogene.
Certificazioni
A Fine lavori l’impresa appaltatrice dovrà rilasciare alla Stazione Appaltante le seguenti attestazioni:
• Certificato di corretta installazione e di fine lavori riguardanti le attrezzature ludiche, le superfici da assorbimento di impatto e gli arredi, che indichi per ogni singolo elemento ludico modelli e codici della ditta costruttrice, nel rispetto della Normativa Europea UNI EN 1176-1177/2008, con data e luogo, firmato e timbrato da tecnico abilitato;
- Attestazioni di conformità dell’area ludica o del singolo modulo con relativo riferimento fotografico e relativa pavimentazione anti trauma a seguito della manutenzione ordinaria (specificare lavorazioni eseguite) e nel rispetto della normativa Europea UNI EN 1176-1177/2008
- Attestato del Tecnico abilitato riguardo la sicurezza dei parchi gioco, costruzione, installazione, manutenzione e ispezione
dell’area gioco UNI EN 1176 -1177, rilasciato da Ente Certificatore e accreditato a livello europeo.
2A.3 REQUISITI DI ACCETTAZIONE DI MATERIALI E COMPONENTI
Materiali in genere
I materiali occorrenti per la costruzione delle strutture lignee, nel caso di forniture legate alla installazione delle strutture che nel caso di forniture di materiali d'uso più generale, l'appaltatore dovrà presentare, adeguate campionature prima dell'inizio dei lavori o delle singole lavorazioni ottenendo l'approvazione del direttore dei lavori e nel caso se necessario degli eventuali organi competenti preposti alla tutela del patrimonio storico, artistico, architettonico e monumentale.
I materiali costituenti la struttura dovranno possedere le caratteristiche stabilite dalle leggi e dai regolamenti vigenti in materia, e che siano riconosciuti della migliore qualità esistenti in commercio e dovranno essere il più possibile compatibili con i materiali preesistenti, in modo da non risultare assolutamente in contrasto con i manufatti preesistenti nel plesso scolastico oggetto di intervento.
L’Appaltatore avrà l'obbligo, durante qualsiasi fase lavorativa, di effettuare o fare eseguire, presso gli stabilimenti di produzione c/o laboratori ed istituti di provata specializzazione, in possesso delle specifiche autorizzazioni, tutte le prove prescritte dal presente Capitolato o dalla D.L.
Tali prove si potranno effettuare sui materiali esistenti in siti, su tutte le forniture previste, su tutti quei materiali che si utilizzeranno per la completa esecuzione delle opere appaltate, materiali confezionati direttamente in cantiere o confezionati e forniti da ditte specializzate.
In particolare, sui, manufatti aggrediti da agenti patogeni, leggermente o fortemente alterati, comunque oggetto di intervento, sia di carattere manutentivo che conservativo, se gli elaborati di progetto lo prevedono, sarà cura dell'Appaltatore mettere in atto tutta una serie di operazioni strettamente legate alla conoscenza fisico materica, patologica degli stessi, secondo quanto prescritto negli elaborati progettuali, e comunque:
- determinare le caratteristiche dei materiali oggetto di intervento;
- individuare gli agenti patogeni in aggressione;
- individuare le cause dirette e/o indirette determinanti le patologie (alterazioni del materiale, difetti di produzione, errata tecnica applicativa, aggressione atmosferica, sbalzi termici, umidità, aggressione microrganismi, ecc.);
- effettuare in situ e/o in laboratorio tutte quelle prove preliminari in grado di garantire l'efficacia e la non nocività dei prodotti da utilizzarsi e di tutte le metodologie di intervento. Tali verifiche faranno riferimento alle indicazioni di progetto, alle normative UNI e alle raccomandazioni NORMAL recepite dal Ministero per i Beni Culturali con Decreto 11 novembre 1982, n. 2093.
Il prelievo dei campioni verrà effettuato in contraddittorio con l'Appaltatore e sarà appositamente verbalizzato. Sarà in ogni caso da eseguirsi secondo le norme del C.N.R.
Tutti i materiali che verranno scartati dalla D.L. dovranno essere immediatamente sostituiti, siano essi depositati in cantiere, completamente o parzialmente in opera, senza che l'Appaltatore abbia nulla da eccepire. Dovranno quindi essere sostituiti con materiali idonei rispondenti alle caratteristiche ed ai requisiti richiesti. Ad ogni modo l'Appaltatore resterà responsabile per quanto concerne la qualità dei materiali forniti anche se ritenuti idonei dalla D.L., sino alla loro accettazione da parte dell'Amministrazione in sede di collaudo finale.
Operazioni di protezione di materiali lignei
La salvaguardia del legno, dall’attacco di funghi o insetti, dovrà garantire la buona conservazione del materiale nel tempo; la protezione del legno avverrà mediante l’utilizzo di sostanze chimiche che lo renderanno tossico garantendone così la repellenza all’aggressione da parte di funghi, organismi marini e insetti. I protettivi da utilizzare saranno di vario tipo e potranno essere impiegati in base alla tipologia, l’esposizione e l’esercizio del manufatto da proteggere. Saranno, in ogni caso, da evitare applicazioni di prodotto in forti spessori, in quanto lo scopo dovrà essere quello di proteggere il legno e non isolarlo dall’ambiente.
I prodotti capaci di preservare i materiali lignei potranno essere; composti chimici semplici o miscele di diversi formulati come ad esempio, le sostanze sintetiche in solventi organici, i sali minerali solubili in acqua e i prodotti oleosi naturali.
Trattamento con olio di lino colorato
Questo tipo di protezione verrà realizzata previa ispezione puntuale della superficie al fine di rilevare eventuali anomalie (marcescenze, parti mancanti ecc.) o deterioramenti (attacchi di insetti) che se riscontrati dovranno essere opportunamente risolti; dopodiché si procederà con il lavaggio sgrassante della superficie (utilizzando soda o altro materiale basico) allo scopo di eliminare tracce di sporco, unto e grasso, ultimando l’operazione con un lavaggio così da asportare il prodotto sgrassante. La superficie verrà successivamente raschiata (con l’ausilio di raschietti al fine di eliminare residui di pitture in fase di distacco) e carteggiata (con carta abrasiva a secco grana 80) in modo da garantire una migliore aderenza al trattamento successivo; la stuccatura delle fessure (e dei bordi delle eventuali, parti ancora verniciate così da raccordare i dislivelli) potrà essere realizzata utilizzando stucco all’olio o, in caso di fessure considerevoli, con pasta di legno (polvere di legno e collante polimerico); dopo l’essiccazione dello stucco la superficie dovrà essere ulteriormente carteggiata allo scopo di togliere il materiale in eccesso.
Sul supporto verrà applicata una prima mano, mediante pennello, di primo fondo impregnate (a base di olio di lino e resine naturali) sulle parti di legno precedentemente preparate in modo da coprire uniformemente tutta la superficie assicurando la penetrazione all’interno delle venature del legno. Ad essiccazione avvenuta (circa dopo 2-6 giorni) previa verifica del suo stato (asciutta al tatto e ben aderente al supporto) si procederà alla levigazione della superficie mediante carteggiatura e la messa in opera del fondo di riempimento (olio di lino eventualmente pigmentato con minio di piombo nel caso si dovessero raccordare la superficie pitturata da quella al naturale) mediante pennelli o mini rulli stuccando con idoneo stucco le eventuali restanti parti lacunose; quando questo strato risulterà essiccato (2-6 giorni) e carteggiato, asciutto e pulito verrà applicata una prima mano di finitura (olio di lino eventualmente pigmentato con ossidi di ferro precipitati o terre naturali) con pennelli o mini rulli in modo da coprire tutta la superficie e, ad asciugatura avvenuta, una seconda mano facendo cura di proteggere le superfici dall’intemperie fino ad avvenuto essiccamento. Dopo circa 10-15 minuti dall’applicazione, l’eventuale eccesso di prodotto impregnante (non assorbiti dal supporto) dovrà essere rimosso con l’ausilio di panno morbido.
Avvertenze: l’applicazione del prodotto dovrà essere fatta con temperatura esterna compresa tra i +5°C e i + 35°C e, con un’umidità relativa non superiore al 70%, operando gli opportuni accorgimenti protettivi per superfici esposte al sole al vento.
Specifiche sui materiali: l’olio di lino è un prodotto naturale essiccativo ricavato dalla linum usitatissimun. Olio grasso essiccativo costituito per l’85-90% da gliceridi degli acidi grassi non saturi. In strato sottile si ossida e solidifica se esposto all’aria; al fine di migliorare il potere essiccativo ed accelerare la formazione della pellicola si potrà far subire all’olio un principio di cottura a 150-320 °C. L’olio di lino cotto, rispetto a quello crudo ha un colore giallo-bruno rossastro (contro il più o meno giallo di quello crudo) secca in tempi più veloci (circa 24 ore), è più solubile in alcool ma si presenta molto denso e vischioso.
Trattamento con sostanze antitarlo, antimuffa e antifungo
La superficie lignea in oggetto dovrà essere priva di macroscopiche anomalie che potrebbero provocare l’insorgenza di degradi a trattamento ultimato (marcescenze, parti mancanti ecc.) e priva di residui di precedenti vernici, cere grassi e polveri, che dovranno essere rimossi secondo le tecniche esplicate nell’articolo inerente la pulitura degli elementi lignei.
Prima di effettuare il trattamento preservante la struttura dovrà essere puntualmente ispezionata (per tutta la superficie in maniera puntuale) ricorrendo a strumenti come punteruolo, scalpello e martello al fine di saggiare la consistenza del legno asportarne piccole porzioni da analizzare in laboratorio e battere il materiale al fine di individuare le zone, eventualmente, attaccate dagli insetti o funghi; se necessario si potrà ricorrere all’uso della lente d’ingrandimento per osservare gli eventuali fori di sfarfallamento e il rosume riscontrati (elementi in grado di rivelare la specie d’insetto e se l’attacco è ancora attivo); attraverso l’igrometro elettrico da legno sarà possibile misurare il contenuto d’umidità in modo da poter determinare se esiste o è in atto un attacco fungicida mentre, per accertare il reale stato conservativo si potrà utilizzare la trivella di Xxxxxxxx che consentirà di effettuare piccoli carotaggi. È opportuno precisare che l’attacco da parte di insetti non sempre necessiterà di trattamento poiché alcuni di essi non depositano larve all’interno del materiale perciò, quando di queste specie (ad. es., i Siricidi) si riscontreranno i fori di sfarfallamento significa che la fuoriuscita è già avvenuta; inoltre occorre tenere conto della datazione del materiale, se l’attacco si riscontra su strutture molto antiche (oltre un secolo) spesse volte non risulterà più attivo. Eseguito, l’eventuale, consolidamento della superficie (stuccature, sostituzioni parziali ecc.) si potrà eseguire la procedura.
Il prodotto utilizzato per la protezione o disinfestazione dovrà presentare un bassissimo grado di tossicità, non dovrà formare una pellicola superficiale, produrre alterazioni cromatiche e dovrà consentire l’eventuale applicazione di una successiva verniciatura. L’applicazione del prodotto, potrà essere fatta a pennello o a spruzzo (in questo caso l’operatore dovrà ricorrere alle opportune protezioni per gli occhi e per le vie respiratorie) in modo da garantire una copertura uniforme della superficie; a tale riguardo potranno essere applicate più mani relazionandosi allo specifico prodotto utilizzato. Ad essiccazione del prodotto avvenuta (in media 4-6 ore) la parte trattata dovrà essere carteggiata (nel senso della venatura del legno ricorrendo all’uso di carta abrasiva di grana 100, 120) al fine di eliminare le eventuali, fibre legnose rialzate durante l’applicazione del prodotto. Nel caso in cui all’interno del materiale si dovesse riscontrare la presenza d’insetti si dovrà procedere alla disinfestazione puntuale.
Disinfestazione del legno
Dopo aver individuato con esattezza la tipologia d’insetto presente nel materiale si procederà con il trattamento disinfestante; questo dovrà essere fatto nel periodo di maggiore attività dell’insetto (generalmente primavera o inizio estate). I prodotti da utilizzare dovranno presentare una buona capacità di penetrazione all’interno del legno (tipo gli insetticidi disciolti in solvente organico), in modo da riuscire ad eliminare le larve e le crisalidi e, allo stesso tempo dovranno essere in grado di impedire la penetrazione di altri insetti, per questo il prodotto dovrà essere applicato anche in superficie; l’applicazione del prodotto potrà essere fatta a spruzzo o a pennello per la superficie mentre tramite iniezioni (ricorrendo a siringhe) per garantire la penetrazione all’interno dei fori creati dagli stessi insetti in modo da assicurare il trattamento anche in profondità; le iniezioni dovranno essere realizzate seguendo le indicazioni specifiche al riguardo dettate dalla D.L. Il trattamento varierà in relazione alla tipologia di insetto presente (Anobiidi, Termiti del legno secco, Cerambicidi ecc.); i disinfestanti utilizzabili al riguardo potranno essere diversi (impiegati, generalmente, in media 250/300 g/m2 di legno) tra i più comunemente usati si potrà ricorrere a quelli a base di naftalina clorurata, paradiclorobenzolo, ossido tributilico di stagno ecc. Nel caso di termiti sotterranee non sarà sufficiente limitare il trattamento alla struttura colpita ma dovrà essere interrotto il flusso degli insetti dal nido presente nel terreno dell’immobile; intorno a questo dovrà essere realizzata una barriera costituita da preservanti immessi direttamente nel terreno (dove non è possibile verranno realizzati dei fori nel pavimento più vicino al terreno) ricorrendo a prodotti a base di regolatori della crescita capaci di impedire la formazione della chitina in modo che le termiti sopperiscano al momento della muta. Per ovviare l’attacco del materiale da parte dei funghi le sostanze utilizzabili potranno essere miscele a base di floruri (miscele di floruri con sali arsenicati di sodio); sarà importante, inoltre, mantenere i valori di umidità tra il 10% e il 15% (l’attacco dei funghi si manifesta generalmente quando il legno raggiunge un’umidità superiore al 20%). L’efficacia della procedura di disinfestazione sarà, in ogni caso, vincolata dall’accuratezza della messa in opera e sopratutto dal reale sviluppo su tutta la superficie: i punti delicati saranno le sezioni di testa, le giunzioni, gli appoggi e in genere le alterazioni dovute ad incastri, tratti di sega, buchi per chiodi; in questi tratti sarà essenziale porre la massima attenzione affinché il trattamento li coinvolga completamente.
Se non diversamente specificato negli elaborati di progetto, ed in accordo con la D.L. si potrà operare nel seguente modo: s’inserirà tra le due superfici di contatto, oppure sulle sezioni di testa, una pasta al 50% da sale biocida (ad es. utilizzando una miscela composta da fluoruri e sali arsenicati di sodio) e 50% d’acqua (di norma il consumo di pasta sarà di circa 0,75- 0,80 kg/m2 di superficie) e si ripasseranno, infine, tutte le connessioni e/o sezioni di testa con la medesima soluzione salina. La procedura operativa dovrà essere seguita dopo 2 anni da un intervento a spruzzo con gli stessi sali, intervento che andrà ripetuto dopo 5 anni dal primo.
Trattamento con sostanze ignifughe
L’impiego di prodotti vernicianti di protezione dal fuoco, su strutture lignee, è previsto e normato dal DM 6 marzo 1992: “Norme tecniche procedurali per la classificazione di reazione al fuoco e omologazione dei prodotti vernicianti ignifughi applicati sui materiali legnosi”.
Il trattamento delle superficie lignee mediante l’applicazione di sostanze ignifughe avrà lo scopo di abbassare la velocità di penetrazione della carbonatazione: le vernici sottoposte alle temperature elevate, presenteranno, infatti, la caratteristica di espandersi generando una schiuma isolante ed incombustibile che creerà uno strato coibente intorno alla struttura trattata. Il tempo di protezione al fuoco (classe della pittura) sarà in rapporto alla natura del supporto e allo spessore applicato; di norma i prodotti utilizzati per una corretta ignifugazione saranno a base di silicati di sodio o di potassio miscelati a talco o caolino (rapporto 80:20), da applicarsi a pennello in 3 spalmature.
I supporti oggetto di trattamento dovranno essere preventivamente puliti, asciutti ed esenti da polveri, muffe, grassi parti
marcescenti; al fine di favorire l’aggrappaggio potrà rivelarsi utile irruvidire la superficie mediante leggere carteggiatura. Avvertenze: sarà necessario che le sostanze ignifuganti non emettano in caso di incendio gas tossici per l’uomo, che
assolutamente non corrodano eventuali parti metalliche e abbiano contemporaneamente una buona efficacia biocida.
2A.4 NORME DI MISURAZIONE DELLE LAVORAZIONI
La presente analisi di nuovo prezzo costituisce la descrizione della realizzazione della struttura lignea
Il prezzo riportato nella scheda analisi nuovo prezzo si riferisce a lavori eseguiti applicando la miglior tecnica, idonea mano d'opera e materiali di ottima qualità in modo che i manufatti, le somministrazioni e prestazioni risultino complete e finite a regola d'arte in relazione alle tavole progettuali ed alle migliori spiegazioni che la Direzione Lavori vorrà esplicitare.
Il prezzo riportato nella scheda analisi nuovo prezzo in base al quale, dedotto il ribasso contrattuale offerto, saranno pagati i lavori appaltati.
Il prezzo riportato nella scheda analisi nuovo prezzo assegnato a ciascun lavoro e/o somministrazione, comprende e, quindi, compensate ogni opera, materia e spesa principale e accessoria, provvisionale o effettiva che direttamente o indirettamente concorra al compimento del lavoro a cui il prezzo si riferisce sotto le condizioni di contratto e con i limiti di fornitura descritti.
Tutti i materiali saranno della migliore qualità nelle rispettive categorie, senza difetti e in ogni caso con qualità e pregi uguali o superiori a quanto descritto nel presente elenco. La provenienza dei singoli materiali sarà liberamente scelta dall'Appaltatore, purché non vengano manifestati espliciti rifiuti dalla Direzione Lavori.
I materiali forniti saranno rispondenti a tutte le prescrizioni dell’allegato progetto nonché a tutte le leggi vigenti in materia ovvero alle norme UNI in vigore al momento della fornitura.
Per la esecuzione di categorie di lavoro non previste si potrà provvedere in economia, con operai, mezzi d'opera e provviste fornite dall'Amministrazione.
L'Appaltatore sarà responsabile della disciplina del cantiere per quanto di sua competenza e si obbliga a far osservare dal suo personale tecnico e/o dai suoi operai le prescrizioni e gli ordini ricevuti. L'appaltatore sarà in ogni caso responsabile dei danni causati da imperizia e/o negligenza di suoi tecnici e/o operai.
Tutte le opere saranno eseguite dall'Appaltatore secondo le migliori Regole d'Arte e di prassi di cantiere nonché in perfetta conformità alle istruzioni impartite dalla Direzione Lavori.
L'Appaltatore si impegna a garantire assistenza tecnica e disponibilità alla esecuzione di lavori di qualsiasi tipo o natura anche in periodo di ferie o festivi.
Il direttore dei lavori potrà procedere in qualunque momento all'accertamento e misurazione delle opere compiute in contraddittorio con l'appaltatore o un suo rappresentante formalmente delegato; ove l'appaltatore o il suo rappresentante non si prestasse ad eseguire tali operazioni, gli sarà assegnato un termine perentorio di cinque giorni, scaduto il quale verranno comunque effettuate le misurazioni necessarie in presenza di due testimoni indicati dal direttore dei lavori.
Nel caso di mancata presenza dell'appaltatore alle misurazioni indicate, quest'ultimo non potrà avanzare alcuna richiesta per eventuali ritardi, nella contabilizzazione dei lavori eseguiti o nell'emissione dei certificati di pagamento, riconducibili a tale inottemperanza.
La misurazione e la verifica quantitativa dei lavori eseguiti andrà effettuata, dal direttore dei lavori o dai collaboratori preposti, in prima stesura sui libretti delle misure che costituiscono il documento ufficiale ed iniziale del processo di registrazione e contabilizzazione delle opere eseguite da parte dell'appaltatore ai fini della loro liquidazione. Tale contabilizzazione dovrà essere effettuata, sotto la piena responsabilità dello stesso direttore dei lavori, nei modi previsti Avrà cura di far aggiornare e raccogliere i disegni costruttivi unitamente alla descrizione e/o schede tecniche dei prodotti impiegati (specialmente quelli non visibili ad opera ultimata) e le prescrizioni attinenti la successiva manutenzione.
3. SEZIONE B – OPERE A VERDE
3B.1 PIANTUMAZIONI
3B.2 ACCETTAZIONE DELLE FORNITURE
3B.3 MODALITÀ DI ESECUZIONE
3B.4 MANUTENZIONE
3B.1 PIANTUMAZIONE
Analisi dei luoghi e delle piante
L’Appaltatore, anche al fine di una più corretta e consapevole applicazione della garanzia di attecchimento, ha il dovere di conoscere le esigenze delle specie da mettere a dimora e dovrà quindi eseguire un’attenta analisi delle condizioni agronomiche, pedologiche ed ambientali dei luoghi di piantagione e porre in essere tutte gli interventi necessari a favorire il miglior attecchimento e il miglior sviluppo vegetativo possibile, ossia garantire lo sviluppo ottimale delle radici della pianta, soprattutto riguardo al drenaggio, alla permeabilità, alla fertilità e all’attività biologica dei suoli.
E’ prerogativa dell’appaltatore sollevare obiezioni e riserve, che dovranno essere verbalizzate e controfirmate dalla Direzione Lavori, riguardo alla scelta delle specie e alle lavorazioni e forniture previste dal progetto. Eventuali riserve sulle scelte progettuali e sulla condizione dei luoghi da sottoporre al momento dell’offerta economica. Pertanto gli eventuali oneri per eseguire tutti gli interventi necessari s’intendono considerati nei prezzi unitari offerti. Per i requisiti di cui sopra l’Appaltatore deve disporre di competenze professionali, sia di tipo tecnico che operativo, tali da far emergere le eventuali criticità pedologiche durante tutte le fasi dei lavori. La Direzione Lavori può richiedere interventi specifici e questi interventi in nessun caso costituiscono onere per la Stazione Appaltante.
Condizioni di piantagione
Prima di procedere alla piantumazione l’appaltatore dovrà verificare la disponibilità delle fonti di approvvigionamento idrico e dei mezzi di distribuzione e la messa a dimora degli alberi e degli arbusti potrà avvenire solo dopo il completamento dei movimenti terra e terminate le operazioni di preparazione del terreno. Durante tutte le operazioni, i suoli devono essere asciutti. Il terreno delle aree da piantumare ed il terreno per il riempimento delle buche delle piante deve essere fertile e con componenti adeguati alle esigenze delle piante da mettere a dimora. Non si potrà utilizzare il terreno stesso dell’area d’impianto o comunque quello proveniente dal materiale di scavo della buca d’impianto. Il terreno vegetale utilizzato deve corrispondere alle seguenti caratteristiche agronomiche:
- Assenza di inquinanti o di elementi che limitano la fertilità
- Scheletro solo di tipo medio-fine (2.0-80 mm) in quantità non superiore al 40%. Va eliminato lo scheletro grosso superiore a 80 mm. Se il terreno di scavo proviene da strati molto costipati esso dovrà essere sostituito con terreno di riporto.
Il terreno di coltivo, se necessario, può prevedere interventi di correzione e miglioramento della tessitura e del contenuto di sostanza organica.
3B.2 REQUISITI DELLE FORNITURE
Tutti i materiali devono corrispondere alle specifiche di progetto, essere accompagnati da scheda tecnica e in ogni caso potranno sempre essere oggetto di verifica della Direzione Lavori. Come meglio indicato nell’Allegato3 del presente Capitolato.
La scelta del materiale vivaistico da impiegare nelle nuove piantagioni deve rispondere a standard di qualità elevata. Il materiale da utilizzare deve essere privo di difetti, alterazioni, lesioni, esente da fitopatie e attacchi parassitari al fine di offrire la massima garanzia di attecchimento e ideali condizioni di sviluppo. Le piante dovranno essere messe a dimora a regola d’arte, con buche o trincee di piantagione adeguatamente dimensionate, da effettuarsi nei periodi climatici favorevoli.
Terreno di coltivo
Il terreno di coltivo, proposto dall’Appaltatore, dovrà sempre essere approvato dalla Direzione Lavori, a tal fine l’Appaltatore ha l’obbligo di dichiarare alla Direzione Lavori il luogo di provenienza del terreno e di fornire un campione rappresentativo dello stesso. La Direzione Lavori ha facoltà di visitare preventivamente il sito di prelievo e di richiedere all’Appaltatore l’analisi del terreno, che dovrà essere eseguita secondo i metodi e i parametri normalizzati di prelievo e di analisi pubblicati dalla Società Italiana della Scienza del Suolo - S.I.S.S. Le spese dell’analisi sono a carico dell’appaltatore e quindi tali oneri s’intendono compresi nel prezzo di fornitura. Il terreno di coltivo nel caso sia di riporto dovrà provenire dagli strati superficiali del suolo, prelevato non oltre i primi 50-70 cm di profondità e dovrà essere privo di cotico. La terra da apportare per la sistemazione, deve essere chimicamente neutra (cioè presentare un indice pH prossimo al valore 7) o al massimo leggermente acida (pH < 7), deve contenere nella giusta proporzione e sotto tutti gli elementi minerali indispensabili alla vita delle piante nonché una sufficiente quantità di microrganismi e di sostanza organica (humus), deve essere esente da sali nocivi e da sostanze inquinanti.
Inoltre deve avere una tessitura definita come “medio impasto” contenente cioè una percentuale di sabbia (dal 35 al 55%) tale da permettere una buona circolazione idrica, una sufficiente ossigenazione ed una facile penetrazione delle radici; una percentuale di argilla (dal 10 al 25%) tale da mantenere un sufficiente grado di umidità nei periodi asciutti, di permettere la strutturazione e di trattenere i nutrienti.
Concimi minerali ed organici
Allo scopo di ottenere il miglior rendimento, l'Appaltatore userà per la piantagione contemporaneamente concimi minerali ed organici. Si richiede l’uso di fertilizzanti organici (letame maturo, residui organici di varia natura, ecc.) devono essere raccolti o procurati dall'Appaltatore soltanto presso luoghi o fornitori precedentemente autorizzati dalla Direzione Lavori. Poiché generalmente si incontrano difficoltà nel reperire stallatico, potrà essere convenientemente usato Humus di lombrico.
Pali di sostegno, ancoraggi e legature
Per fissare al suolo gli alberi e gli arbusti giovani di rilevanti dimensioni, l'Appaltatore dovrà fornire pali tutori, almeno 3, a costituire un castelletto di protezione con barre trasversali, nell’ambito della ZPR, ma nel rispetto della zolla radicale. adeguati per diametro ed altezza alle dimensioni delle piante che devono essere trattate. I tutori dovranno preferibilmente essere di legno di castagno, dritti, scortecciati, devono essere esenti da fratture, la parte appuntita dovrà essere resa imputrescibile per un'altezza di 100 cm. circa mediante bruciatura superficiale. Analoghe caratteristiche di imputrescibilità dovranno avere anche i picchetti di legno per l'eventuale bloccaggio a terra dei tutori.
Particolare attenzione va posta sul sistema di ancoraggio della pianta al palo, questo deve avvenire non sui montanti ma sulle barre trasversali e mediante cinghia in pelle o gomma a sezione piatta, e passante intorno al fusto al di sotto dell’impalcatura previo strato interposto di tessuto non tessuto o iuta in modo da evitare strozzature o tagli della stessa.
Acqua
L'acqua da utilizzare per l'innaffiamento e la manutenzione non dovrà contenere sostanze inquinanti e sali nocivi oltre i limiti di tolleranza di fitotossicità relativa. L'Appaltatore, se le sarà consentito di approvvigionarsi da fonti dell'Amministrazione Comunale, sarà tenuta, su richiesta della Direzione Lavori, a verificare periodicamente per mezzo di analisi effettuate secondo le procedure normalizzate della Società Italiana di Scienza del Suolo- S.I.S.S., la qualità dell'acqua da utilizzare e a segnalare le eventuali alterazioni riscontrate. Gli oneri relativi saranno a carico dell'Amministrazione Appaltante. In caso contrario l'Appaltatore provvederà a sua cura e spese al controllo periodico della qualità dell'acqua.
Materiale vegetale
Per «materiale vegetale» si intende tutto il materiale vivo (alberi, arbusti, sementi, ecc.) occorrente per l'esecuzione del lavoro. Questo materiale dovrà provenire da vivai specializzati che trattino germoplasma e piante autoctone, autorizzate dal Servizio Fitosanitario Regionale. L'Appaltatore dovrà dichiararne la provenienza alla Direzione Lavori. La Direzione Lavori si riserva comunque la facoltà di effettuare, contestualmente all'Appaltatore, visite ai vivai di provenienza allo scopo di scegliere le piante; si riserva quindi la facoltà di scartare quelle non rispondenti alle caratteristiche indicate nel presente Capitolato, nel Computo metrico e negli elaborati di progetto in quanto non conformi ai requisiti fisiologici e fitosanitari che garantiscano la buona riuscita dell'impianto, o che non ritenga comunque adatte alla sistemazione da realizzare.
Le piante che verranno fornite in contenitore devono aver trascorso, nel contenitore di fornitura, almeno una stagione vegetativa e aver sviluppato un apparato radicale abbondante in tutto il volume a disposizione. Non saranno accettate piante con apparato radicale a “spirale” attorno al contenitore o che fuoriesce da esso. Le piante fornite in zolla dovranno essere ben imballate con un involucro totalmente biodegradabile, rivestito con rete di ferro non zincato a maglia larga.
L’apparato radicale dovrà essere ben accestito, ricco di radici secondarie sane e vitali, privo di tagli con diametro superiore a 3 cm. Il terreno che circonderà le radici dovrà essere ben aderente e senza crepe
1. Apparato radicale: per le piante in contenitore la misura di riferimento è il volume del contenitore espresso in litri. Le piante non fornite in contenitore devono avere una zolla di diametro pari a 3 volte la circonferenza del tronco misurato ad 1 metro di altezza.
2. Circonferenza del tronco: è definita per piante monocormiche (ad alberetto), è misurata ad un metro da terra (colletto), ed è espressa in cm
3. Altezza del tronco: indicata per piante ad alberetto, è misurata a partire dal colletto ed espressa in cm.
4. Altezza e/o larghezza: è considerata per piante policormiche (con più fusti) e/o ramificate dal basso (es. piante fastigiate), è espressa in cm
L'Appaltatore dovrà far pervenire alla Direzione Lavori, con almeno 48 ore di anticipo, comunicazione scritta della data in cui le piante verranno consegnate sul cantiere. Per quanto riguarda il trasporto delle piante, l'Appaltatore dovrà prendere tutte le precauzioni necessarie affinché queste arrivino sul luogo della sistemazione nelle migliori condizioni possibili, curando che il trasferimento venga effettuato con mezzi, protezioni e modalità di carico idonei con particolare attenzione perché rami e corteccia non subiscano danni e le zolle non abbiano a frantumarsi o ad essiccarsi a causa dei sobbalzi o per il peso del
carico del materiale soprastante. Una volta giunte a destinazione, tutte le piante dovranno essere trattate in modo che sia evitato al loro ogni danno; il tempo intercorrente tra il prelievo in vivaio e la messa a dimora, definitiva dovrà essere il più breve possibile. In particolare l'Appaltatore curerà che le zolle e le radici delle piante che non possono essere immediatamente messe a dimora non subiscano ustioni e mantengano il tenore di umidità adeguato alla loro buona conservazione.
Alberi e arbusti
Gli alberi devono essere privi di deformazioni, ferite, grosse cicatrici o segni conseguenti ad urti, grandine, scortecciamenti, legature ed ustioni da sole, devono essere esenti da attacchi (in corso o passati) di insetti, di malattie crittogamiche o da virus; devono presentare una chioma ben ramificata, equilibrata ed uniforme; devono infine essere delle dimensioni precisate nelle specifiche di progetto. Si precisa in proposito che per «altezza di impalcatura» si intende la distanza intercorrente fra il colletto e il punto di emergenza del ramo maestro più basso, e che il diametro del fusto richiesto (o indicato in progetto) deve essere misurato ad un metro dal colletto; il diametro della chioma invece deve essere rilevato in corrispondenza della prima impalcatura per le conifere, a due terzi dell'altezza per tutti gli altri alberi e alla massima ampiezza per piante in forma cespugliata. Tutti gli alberi ad alto fusto devono essere forniti in contenitore o in zolla. I contenitori (vasi, mastelli di legno o di plastica, reti, ecc.) devono essere proporzionati alle dimensioni delle piante che contengono. Le zolle devono essere ben imballate con un apposito involucro biodegradabile rinforzato e l'apparato radicale deve comunque presentarsi sempre ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari fresche e sane.
Gli arbusti sono piante legnose ramificate a partire dal terreno. Quali che siano le loro caratteristiche specifiche (a foglia caduca o sempreverdi), non devono avere un portamento «filato», devono possedere un minimo di tre ramificazioni e presentarsi con un bon portamento. Il loro apparato radicale deve essere ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari; devono essere consegnate in contenitore o in zolla.
3B.3 MODALITÀ DI ESECUZIONE
L'Appaltatore, prima di procedere alla lavorazione del terreno, deve provvedere come da progetto, alla pulizia generale del terreno, al decespugliamento, alla eliminazione delle specie infestanti e ritenute a giudizio della Direzione Lavori non conformi alle esigenze della sistemazione, all'estirpazione delle ceppaie e allo spietramento superficiale e alla stesura e modellazione, con mezzo meccanico, di terra di coltivo (cappellaccio), accantonata in fase di realizzazione dell'opera.
Movimenti terra
Le operazioni di scavo, sbancamento, sterro, riporto e movimentazione della terra saranno eseguite dall’Appaltatore con mezzi idonei in relazione al programma lavori e alla tipologia e volumi degli scavi, rilevati e rinterri. L’Appaltatore durante i lavori di realizzazione dell’opera e fino all’emissione del certificato di regolare esecuzione dei lavori, è responsabile delle opere realizzate e della loro integrità; sono pertanto a suo carico e sotto la sua responsabilità tutti i lavori di manutenzione finalizzati a mantenere integre le opere realizzate. Qualora fossero eseguiti maggiori scavi rispetto a quanto previsto dal progetto e dalla documentazione contrattuale e non richiesti dalla Direzione Lavori, essi non saranno compensati all’Appaltatore. Il riempimento degli scavi dovrà essere eseguito lasciando sempre un leggero colmo superficiale che si assesterà nel tempo o con le successive lavorazioni. Inoltre l’Appaltatore dovrà tener conto dei cali dovuti all’assestamento del terreno. Restano a carico dell’Appaltatore tutti gli ulteriori sterri e riporti che si rendessero necessari per compensare assestamenti e/o rettificare le quote fino al raggiungimento delle quote di progetto anche con interventi ripetuti e successivi. Saranno tollerate differenze di +/- 5 cm rispetto alle quote di progetto ove si preveda siano facilmente compensate e rettificate con le operazioni di formazione dei livelli finali e le lavorazioni superficiali.
Tracciamenti e picchettature
Prima della messa a dimora delle piante e dopo le preliminari operazioni di preparazione del terreno, l'Appaltatore, sulla scorta degli elaborati di progetto, predisporrà la picchettatura di impianto, segnando la posizione nella quale dovranno essere collocate a dimora le piante individuabili come a sé stanti (alberi, arbusti). Prima di procedere alle operazioni successive, l'Appaltatore dovrà ottenere l'approvazione della Direzione Lavori. Inoltre a piantagione eseguita, l'Appaltatore, nel caso siano state apportate varianti al progetto esecutivo, dovrà consegnare una copia degli elaborati relativi con l'indicazione esatta della posizione definitiva delle piante e dei gruppi omogenei messi a dimora.
Trasporto del materiale vegetale
Durante lo spostamento delle piante dal luogo di produzione al deposito di cantiere e alla posizione definitiva, poiché si movimenta del materiale vivo, dovranno essere adottate tutte le precauzioni necessarie per evitare stress o danni alle piante. La movimentazione delle piante deve avvenire sempre con l’assistenza di personale esperto evitando di demandare tali operazioni a personale non specializzato. Nei casi in cui si debbano sollevare alberi tramite cinghie, queste dovranno agganciare la zolla o la parte basale del fusto, e dovranno avere una larghezza tale da non danneggiare la corteccia. Durante
la movimentazione i rami delle piante dovranno essere legati in modo da contenere la chioma ed evitare rotture. Per gli arbusti o piccoli alberi è auspicabile, e andrà richiesto al fornitore, l’uso di reti tubolari in plastica che dovranno avvolgere interamente tutta la pianta. Per evitare il disseccamento o la rottura di rami o radici da parte del vento e delle radiazioni solari, tutti i mezzi di trasporto dovranno essere coperti da teli. Le zolle delle piante, sia durante il trasporto che dopo essere state scaricate in cantiere dovranno essere mantenute umide. Il tempo intercorrente dal prelievo in vivaio alla messa a dimora definitiva dovrà essere il più breve possibile. Il deposito temporaneo in cantiere delle piante dev’essere evitato e comunque deve costituire un’eccezione.
Messa a dimora di alberi ed arbusti
La piantagione per quanto possibile si adeguerà alle regole del giusto periodo vegetativo come meglio specificato
nell’Allegato3 del presente Capitolato.
Prima di effettuare qualsiasi impianto o semina, l'Appaltatore, sotto la sorveglianza della Direzione Lavori, dovrà verificare che il terreno in sito sia adatto alla piantagione: in caso contrario dovrà apportare terra di coltura (terra vegetale) in quantità sufficiente ad ammendare i siti di piantagione.
Lo scavo delle buche dovrà essere eseguito con l'impiego di mezzo meccanico adeguato ed eventualmente rifinito a mano e dovrà essere effettuato in modo da recuperare, per riutilizzarlo per il riempimento delle buche stesse, l'eventuale strato superficiale di terreno vegetale. Il materiale proveniente dagli scavi, dovrà essere allontanato dalla sede del cantiere e portato alla pubblica discarica o su aree predisposte dall'Appaltatore a sua cura e spese. Le buche per la piantagione delle essenze vegetali dovranno avere larghezza e profondità almeno pari a due volte e mezzo il diametro della zolla, in modo tale da garantire un pronto sviluppo delle nuove radici della pianta messa a dimora. Il fondo della buca deve essere adeguatamente drenante. L'Appaltatore dovrà sempre assicurarsi che non ci siano condizioni di ristagno idrico nella zona in cui le piante svilupperanno le radici dopo gli interventi di messa a dimora. Se necessario l’Appaltatore dovrà porre in essere adeguate soluzioni previa autorizzazione della Direzione Lavori, quali l’aumento della quota di piantagione o la predisposizione di idonei drenaggi collegati alla rete scolante.
Alcuni giorni prima della piantagione, l'Appaltatore dovrà procedere al riempimento parziale delle buche già predisposte, in modo che, tenendo conto dell'assestamento della terra vegetale riportata, al momento della messa a dimora ci sia spazio sufficiente per la corretta sistemazione delle zolle e le piante possano essere collocate su uno strato di fondo di spessore adeguato alle dimensioni della zolla o delle radici delle diverse specie vegetali, e comunque non inferiore a 15 cm. La messa a dimora degli alberi e degli arbusti dovrà avvenire, infatti, avendo cura che le piante, in relazione alle quote finite, non presentino, una volta assestatesi il terreno, radici allo scoperto oppure risultino interrate oltre il livello del colletto. Al momento di essere collocati nella giusta posizione e prima del riempimento definitivo delle buche, gli alberi dovranno essere resi stabili per mezzo di pali di sostegno, ancoraggi e legature. Se le piante possiedono la zolla, per non correre il rischio di spezzarla, il palo di sostegno dovrà essere collocato in posizione obliqua rispetto al tronco, infisso nel terreno circostante (e non nella buca) per almeno 30 cm di profondità e fermato alla base da un picchetto. I pali di sostegno, sia verticali che obliqui, devono essere posizionati nei confronti delle piante in modo da tener conto della Direzione del vento predominante. Le piante dovranno essere fissate per mezzo di tre o più pali equidistanti fra loro e dal tronco, posti in posizione obliqua rispetto alla pianta, fermati al piede da picchetti e legati insieme all'estremità superiore (sistema a
«capra»), oppure per mezzo di altre analoghe strutture indeformabili. Nell'uso di questi sistemi complessi può essere necessario, se indicato dalla Direzione Lavori, inserire, fra il piede del palo e il terreno, una tavoletta che ripartisca meglio al suolo il peso della pianta ed eviti l'affondamento del palo stesso. L'Appaltatore procederà poi al riempimento definitivo delle buche con terra vegetale fine, costipandola con cura in modo che non rimangano assolutamente dei vuoti attorno alle radici o alla zolla. A riempimento ultimato, attorno alle piante dovrà essere formato, per facilitarne l'innaffiamento, una ‘tazza’ circolare di terra per la ritenzione dell'acqua. E' buona regola, non appena la buca è riempita, procedere ad un abbondante primo innaffiamento in modo da favorire la ripresa della pianta e facilitare il costipamento e l'assestamento della terra vegetale attorno alle radici e alla zolla.
Le piante a foglia caduca fornite con zolla o in contenitore dovranno essere messe a dimora durante il periodo di riposo naturale (dal mese di ottobre a quello di marzo circa), evitando i mesi nei quali vi siano pericoli di gelate o nevicate e il terreno sia ghiacciato. Nel mettere a dimora le piante con zolla è necessario fare molta attenzione affinché questa non si rompa. Per evitare questo inconveniente le piante dovranno essere calate nelle buche con le zolle ancora imballate oppure con cautela, immediatamente dopo averle estratte dal contenitore. L'imballo della zolla, se costituito da materiale deperibile (paglia, canapa, juta,ecc.) dovrà essere tagliato al colletto e aperto sui fianchi senza rimuoverlo da sotto la zolla, togliendo soltanto le legature metalliche ed il materiale di imballo in eccesso. Qualora la zolla fosse troppo asciutta è indispensabile che questa sia immersa per qualche tempo in acqua con tutto l'imballo al fine di facilitare l'assorbimento dei successivi innaffiamenti. Tutte le piante messe a dimora dovranno essere potate, rispettandone il portamento naturale e le caratteristiche specifiche, soltanto a piantagione e a palificazione avvenuta e sotto la supervisione della Direzione Lavori. I
tagli delle potature per l'alleggerimento e la formatura della chioma e per l'eliminazione dei polloni e dei rami secchi, spezzati o malformati, devono essere eseguiti con strumenti adatti, ben taglienti, puliti e disinfettati.
Le piante sempreverdi non devono essere potate; saranno eliminati, soltanto i rami secchi, spezzati o danneggiati.
Inerbimenti con macroterme e convolvulaceae
Prima di procedere alla semina e alla messa a dimora delle piante, occorre preparare il terreno eliminando i ciottoli più grossi e ammendandolo, con apporto di terreno vegetale, compost organico o Humus di lombrico. La semina può essere eseguita manualmente o con idonei mezzi meccanici, spargendo sul terreno umido un miscuglio standard di sementi selezionate. Se i semi sono piccoli e leggeri si può aggiungere al miscuglio sabbia o argilla e, contemporaneamente, fertilizzante organico (50 - 150 g/m ). Il periodo della semina dipende dalle condizioni pedoclimatiche del luogo, normalmente il più idoneo è quello compreso tra primavera e inizio autunno. La semina dovrà essere realizzata preferibilmente in autunno e/o in primavera.
Tutela della vegetazione esistente
Le piante limitrofe all’area di progetto dovranno essere opportunamente protette, a questo fine si richiede all’Appaltatore di provvedere a realizzare un’apposita protezione come meglio specificato nell’Allegato 2 del presente Capitolato, per non danneggiare gli arbusti e le piante erbacee esistenti e da conservare. Nel caso di operazioni da eseguirsi con macchine operatrici o attrezzature pesanti nelle vicinanze degli alberi l’Appaltatore dovrà porre la massima attenzione al fine di evitare danneggiamenti al tronco e/o alle branche.. In particolare, andrà di norma evitato il calpestamento, dovuto al passaggio dei mezzi meccanici e degli addetti ai lavori, delle zone da salvaguardare indicata di seguito e nelle tavole di progetto, nonché il deposito, anche se temporaneo, di materiale pesante e/o “potenzialmente inquinante” sulle stesse.
Inoltre l’Appaltatore dovrà porre particolare attenzione a tutte le operazioni che comportano degli scavi o altre operazioni potenzialmente pericolose nelle vicinanze delle piante da salvaguardare. A tale scopo si definisce Zona di Protezione Radicale (ZPR) un’area circolare attorno alla pianta da assoggettare a particolare tutela:
- Per specie di 1° grandezza (altezza a maturità > 18 m): area circolare di raggio 6 m
- Per specie di 2° grandezza (altezza a maturità 12-18 m): area circolare di raggio 4 m
- Per specie di 3° grandezza (altezza a maturità < 12 m): area circolare di raggio 2 m
Nella ZPR, come sopra definita, sono in generale vietati tutti gli interventi che possono causare deperimento o morte della pianta quali impermeabilizzazione del suolo, passaggio o parcheggio di mezzi meccanici anche automobili, deposito di materiali, sversamento di sostanze tossiche o dannose alla pianta (cemento, calce), scavi, sterri e riporti di terreno.
Danni causati alle piante
Qualora l’Appaltatore causi danni di lieve entità al tronco e ai rami o agli apparati radicali (scortecciamenti, rotture, etc.), che richiedano l'intervento di operatori specializzati per procedere a disinfezioni, ancoraggi, riduzioni di rami, ecc., l’Appaltatore risarcirà la Stazione Appaltante per un importo pari alla spesa sostenuta per l'intervento effettuato sulla pianta danneggiata applicando i prezzi correnti. Per danni consistenti e giudicati non recuperabili che causino, ad insindacabile giudizio della Direzione Lavori, la riduzione del valore ornamentale o la morte della pianta, si procederà al calcolo di un’indennità che l’Appaltatore risarcirà alla Stazione Appaltante pari al valore ornamentale e/o al danno biologico.
3B.4 ABBATTIMENTI
Abbattimento di alberi e arbusti
L’Appaltatore dovrà identificare le piante da abbattere, contrassegnandole sul tronco con modalità concordate con la Direzione Lavori. La Direzione Lavori successivamente procederà alla verifica delle piante contrassegnate e solo dopo approvazione della medesima l’Appaltatore potrà procedere agli abbattimenti. Se l’Appaltatore dovesse rilevare piante instabili o affette da patologie gravi o contagiose, e non già individuate dal progetto, ha l’obbligo di segnalarle alla Direzioni Lavori. Gli abbattimenti dovranno essere eseguiti in modo che la caduta della pianta o parti di essa non provochi danni a cose e persone, o alla vegetazione da salvaguardare. In seguito all’abbattimento di alberi o arbusti si dovrà provvedere a sradicare il ceppo e le principali radici di ancoraggio con l’uso di escavatore, solo in casi particolari, su autorizzazione della Direzione Lavori si potrà intervenire con la trivellazione con idonea macchina operatrice (fresaceppi. Al termine delle operazioni, se necessario, dovrà essere ripristinata la morfologia del sito anche con riporti di terreno vegetale livellato e compattato, inoltre dovranno essere allontanati tutti i residui della vegetazione, compreso gli inerti affiorati durante gli scavi, e smaltiti secondo la normativa vigente.
Limitazione della diffusione di fitopatie
Nel caso la pianta da abbattere sia affetta da patologie l’Appaltatore dovrà osservare tutte le precauzioni previste per limitare la diffusione del fitofago e/o patogeno e prescritte dal Servizio Fitosanitario Regionale. Gli attrezzi utilizzati per le operazioni di taglio dovranno essere disinfettati prima di riutilizzarli per operazioni di potatura su altre piante. Si dovrà aver cura di non disperdere il materiale proveniente dai tagli e nel caso di patogeni radicali si dovrà porre particolare attenzione a non diffondere porzioni di terra. Tutto il materiale ottenuto dalle operazioni di abbattimento dovrà essere immediatamente
smaltito secondo normativa vigente, provvedendo al trasporto con mezzi coperti. Saranno scrupolosamente rispettate le eventuali disposizioni dettate da specifiche norme di legge che regolano le operazioni di abbattimento e potatura nel caso di particolari patologie.
3B.4 MANUTENZIONE DELLE OPERE A VERDE
Manutenzione delle opere a verde per il periodo di garanzia fino alla consegna di lavori e Garanzia di attecchimento per i 2 anni successivi alla messa a dimora
La manutenzione delle opere a verde per il periodo di garanzia e per i 2 anni successivi deve prevedere:
1) irrigazioni; (per i primi DUE anni)
2) ripristino conche e rincalzo; 3)falciature, diserbi e sarchiature;
4) concimazioni;
5) eliminazione e sostituzione delle piante morte, CON IL CONSEGUENTE NUOVO PERIODO DI GARANZIA DI 2 ANNI.
6) difesa dalla vegetazione infestante;
7) sistemazione dei danni causati da erosione;
8) ripristino della verticalità delle piante;
9) controllo dei parassiti e delle fitopatie in genere.
La manutenzione delle opere dovrà avere inizio immediatamente dopo la messa a dimora (o la semina) di ogni singola pianta, e dovrà continuare fino alla scadenza del periodo manutentivo. Ogni nuova piantagione dovrà essere curata con particolare attenzione fino a quando non sarà evidente che le piante, superato il trauma del trapianto (o il periodo di germinazione per le semine), siano ben attecchite e siano in buone condizioni vegetative.
La gratuita manutenzione fino alla consegna dell’opera, l’Appaltatore durante l’esecuzione delle opere e fino all’emissione del certificato di ultimazione dei lavori delle opere a verde, ha l’onere di mantenere le opere a verde realizzate, in condizioni ottimali provvedendo alla rapida sostituzione delle piante morte o moribonde, alle necessarie irrigazioni, concimazioni, controllo delle infestanti, trattamenti fitosanitari e quant’altro necessario. Tali interventi sono a completo carico dell’Appaltatore che deve intervenire con tempestività. Tutti gli interventi di manutenzione dovranno essere eseguiti da personale qualificato. Nel caso in cui l’Appaltatore non intervenga tempestivamente, la Stazione Appaltante si riserva di provvedere direttamente a spese dell’Appaltatore.
Il certificato di ultimazione dei lavori di realizzazione delle opere a verde è emesso dalla Direzione Lavori secondo le modalità specificate.
Fase post impianto
Per tutto il periodo post-impianto e fino al completo attecchimento vegetativo si dovranno eseguire frequenti controlli sullo stato vegetativo e soprattutto sull’umidità del terreno in prossimità delle piante, anche alla presenza d’impianto d’irrigazione automatico. Si dovranno evitare sia situazioni di prolungata siccità sia di eccesso idrico. Le ‘tazze’ d’invaso dovranno essere mantenute per tutta la durata della fase di garanzia.
Si eseguiranno tutti gli interventi necessari per il controllo delle infestanti sia in prossimità del punto di piantagione degli alberi e degli arbusti. Gli interventi devono essere eseguiti quando possibile con la scerbatura manuale. La frequenza degli interventi dipende dalla condizione dei luoghi, dalla capacità competitiva delle piante.
L'Appaltatore è tenuto ad irrigare tutte le piante messe a dimora per il periodo di garanzia concordato e per due anni successivi. Le irrigazioni dovranno essere ripetute e tempestive e variare in quantità e frequenza in relazione alla natura del terreno, alle caratteristiche specifiche delle piante, al clima e all'andamento stagionali. Se la stagione estiva è particolarmente asciutta, dovranno essere tempestivamente eseguite irrigazioni supplementari.
Eliminazione e sostituzione delle piante morte
Le eventuali piante morte dovranno essere sostituite con altre identiche a quelle fornite in origine; la sostituzione deve, in rapporto all'andamento stagionale, essere inderogabilmente effettuata nel più breve tempo possibile dall'accertamento del mancato attecchimento. Per le piante sostituite si considereranno i 2 anni di garanzia a partire dalla nuova piantagione.
L'Appaltatore è tenuta al ripristino della verticalità e degli ancoraggi delle piante qualora se ne riconosca la necessità.
Controllo dei parassiti e delle fitopatie in genere
E' competenza dell'Appaltatore controllare le manifestazioni patologiche sulla vegetazione delle superfici sistemate provvedendo alla tempestiva eliminazione del fenomeno patogeno onde evitarne la diffusione e rimediare ai danni accertati. Gli interventi dovranno essere preventivamente concordati con la Direzione Lavori.
ALLEGATI
ALLEGATO 1: XXXXXXXX XX XXXXXXXX
XXXXXXXX 0: LA TUTELA DEGLI ALBERI NELLE AREE DI CANTIERE PER OPERE NUOVE O TEMPORANEE ALLEGATO 3: SCELTA DEL MATERIALE VIVAISTICO, EPOCA E IMPIANTO, CURA E GESTIONE
ALLEGATO 4: SCHEDA PAESAGGISTICA E ALBERI DI PREGIO PRESENTI NEI GIARDINI DELLE SCUOLE DI INFANZIA
A norma e per gli effetti degli articoli 1341 e 1342 del C.C. l'Appaltatore, con la sottoscrizione del presente atto, approva specificatamente tutti gli articoli del presente Capitolato Speciale.
ALLEGATO 1: CARTELLO DI CANTIERE
Ente appaltante:
UFFICIO COMPETENTE: DIREZIONE TECNICA.- MUNICIPIO ROMA I CENTRO
MANUTENZIONE STRAORDINARIA DELLE AREE LUDICHE NEI PLESSI SCOLASTICI DEL MUNICIPIO ROMA I CENTRO
PROGETTO ESECUTIVO APPROVATO CON N. DEL
PROGETTAZIONE:
COORDINATORE PER LA SICUREZZA:
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: arch. Xxxxx Xxxxxxxxxxxx SUPPORTO AL RUP:
Durata in giorni 60 naturali e consecutivi IMPORTO LAVORI: 154.940,00 euro
COSTI PER LA SICUREZZA: 6.197,60 euro IMPORTO TOTALE APPALTO: 171.000,00 euro
Gara in data , offerta di ribasso del % Impresa esecutrice:
con sede in:
Qualificata per i lavori delle categorie: , classifica
, classifica
, classifica
Direttore tecnico del cantiere:
ALLEGATO 2: LA TUTELA DEGLI ALBERI NELLE AREE DI CANTIERE PER OPERE NUOVE O TEMPORANEE
(Allegato 11- Regolamento del Verde e del Paesaggio Urbano di Roma Capitale)
Le attività che si svolgono in un cantiere possono essere devastanti per gli alberi interni all’area di lavoro e per
quelli nelle immediate vicinanze.
Le lesioni visibili, come branche rotte e ferite al tronco, sono solo una parte del danno. Nella maggior parte dei casi è
l’apparato radicale a subire il maggior danno e a causare la perdita/riduzione di vitalità dell’albero e di sicurezza.
Possibili danni alle alberature all’interno di cantieri:
• Lesioni al fusto ed ai rami;
• Compattamento del terreno nella zona esplorata dalle radici;
• Lesioni dell’apparato radicale (scavi) e lesioni alle radici superficiali (passaggio di mezzi meccanici);
• Innalzamento del terreno esplorato dalle radici (riporto di terra), interramento del colletto (zona di passaggio tra radici e fusto).
In caso di cantieri che abbiano al loro interno alberi di prima o seconda grandezza è richiesta un’analisi ambientale preliminare a firma di un tecnico abilitato, in cui siano descritte le misure per la tutela degli alberi durante tutta la durata del cantiere. Tale documento dovrà rimanere disponibile in cantiere. Anche nel caso di necessità di installazione di ponteggi che interferiscono con le chiome è necessaria la supervisione di un tecnico per la salvaguardia delle chiome.
In sede di collaudo l’Amministrazione accerta che non siano stati causati danni alla vegetazione presente. In caso di
danneggiamento la ditta si dovrà far carico dei possibili interventi di cura da eseguire sulla pianta danneggiata.
Nelle aree di cantiere è fatto obbligo di adottare tutti gli accorgimenti necessari ad evitare qualsiasi danneggiamento ovvero qualsiasi attività che possa compromettere in modo diretto o indiretto la salute, lo sviluppo e la stabilità delle piante. Sono vietate le attività di seguito elencate nelle aree sottostanti e circostanti le alberature (aree di pertinenza dell’albero APA art. 17 Regolamento) o sulle piante stesse:
a) il versamento o spargimento di qualsiasi sostanza nociva e/o fitotossica, quali ad esempio sali, acidi, olii, carburanti, vernici, ecc., nonché il deposito di fusti o bidoni di prodotti chimici;
b) la combustione di sostanze di qualsiasi natura;
c) l’impermeabilizzazione del terreno con materiali di qualsiasi natura (all’interno dell’aiuola dove vegeta la pianta);
d) causare ferite, abrasioni, lacerazioni, lesioni e rotture di qualsiasi parte della pianta;
e) l’affissione diretta con xxxxxx, cavi, filo di ferro o materiale inestensibile di cartelli e simili;
f) il riporto o asporto di terreno o di qualsiasi altro materiale nella zona basale a ridosso del colletto e degli apparati radicali,
l’interramento di inerti o di materiali di altra natura, qualsiasi variazione del piano di campagna originario;
g) il deposito di materiali. E’ vietato utilizzare le aree di pertinenza degli alberi e degli arbusti per depositi anche temporanei di materiale, strutture o allestimenti. Nelle aree di pertinenza degli alberi è vietato effettuare ricarichi superficiali di terreno o di qualsivoglia materiale putrescibile o impermeabilizzante. Può essere tollerato solo un parziale interramento nella misura massima di 15 cm con materiale altamente drenante. Sono vietati inoltre l’asporto di terriccio e gli spargimenti di acque di lavaggio di betoniere;
h) il transito di mezzi, costipamento e vibratura. In corrispondenza dell’apparato radicale delle piante è vietato il transito e la sosta di mezzi, fatta eccezione per i casi in cui il transito e la sosta avvengano su una superficie pavimentata. Il costipamento e la vibratura sono da evitare nelle aree di pertinenza degli alberi e così la compressione forte, con effetto battente-vibrante, praticata con rulli compressori vibranti o piccole macchine a compressione per asfaltare in zone di marciapiede. E’ vietato l’utilizzo di mezzi con cingoli metallici nella ZPR. In caso di costipamento del terreno nelle zone di protezione radicale, alla fine del cantiere, la ditta che ha eseguito il lavoro dovrà provvedere, a proprie spese, ai lavori di arieggiamento del terreno, ad esempio con tecniche che utilizzano aria compressa.
PROTEZIONE DEGLI ALBERI.
Gli alberi presenti nei cantieri devono essere obbligatoriamente protetti a cura e spese del conduttore del cantiere stesso sotto la supervisione di un tecnico abilitato. La protezione deve essere realizzata con una solida recinzione che consenta di evitare danni al fusto, alla chioma e all’apparato radicale. Nel caso risulti impossibile recintare il cantiere, per i singoli alberi la protezione dovrà interessare il fusto fin dal colletto attraverso l’impiego di tavole in legno o in altro idoneo materiale dello spessore minimo di 2 cm, poste intorno al tronco a formare una gabbia sull’intera circonferenza previa interposizione di una fascia protettiva di materiali cuscinetto (pneumatici o altro materiale similare). In caso di necessità deve essere protetta anche la chioma dell’albero, o preventivamente sottoposta a potatura, in particolare qualora nel cantiere si utilizzino macchine con bracci mobili in elevazione. Le protezioni dovranno essere efficienti durante tutto il periodo di durata del cantiere e dovranno essere rimosse al termine dei lavori.
Tutte le prescrizioni del presente allegato valgono per tutta la durata del cantiere dall’inizio dell’allestimento fino allo smontaggio; l’eliminazione della protezione delle alberature dovrà avvenire contestualmente alle ultime operazioni di pulitura dell’area di cantiere.
Alla fine delle operazioni di pulitura del cantiere le aree interessate dovranno risultare prive di residui.
A chiusura dei lavori il tecnico dovrà redigere una relazione relativa alla corretta esecuzione degli interventi a tutela delle
alberature e la valutazione complessiva dell’esemplare da un punto di vista biologico, fitosanitario e fitostatico.
Qualora lo scavo sia avvenuto in assenza di un tecnico abilitato, la stabilità delle piante deve essere certificata comunque
tramite l’utilizzo di analisi strumentali a discrezione del tecnico.
ACQUA DI FALDA
In caso di installazione di pompe aspiranti l’acqua di falda, l’intervento dovrà essere preventivamente valutata dal Dipartimento Tutela Ambientale che prescrive i provvedimenti idonei alla conservazione delle piante, ivi compresa l’irrigazione delle superfici al fine di garantire la costanza del bilancio idrico del terreno.
SCAVI IN PROSSIMITÀ DEGLI ALBERI
Gli scavi devono far riferimento al Regolamento Scavi e al presente Regolamento (vedi distanze art.17).
Gli scavi nella zona degli alberi non devono restare aperti più di 24 ore, salvo particolari autorizzazioni o condizioni climatiche (pioggia o neve). In caso di scavo aperto per un periodo maggiore le radici devono essere protette e mantenute umide. Se sussiste pericolo di gelo le pareti dello scavo nella zona delle radici sono da coprire con materiale isolante. Il riempimento degli scavi deve essere eseguito al più presto. I lavori di livellamento nell’area radicale sono da eseguirsi preferibilmente a mano.
Interventi agronomici specializzati quali potature, concimazioni, ecc. potranno essere necessari per la salvaguardia delle alberature e l’incolumità pubblica e dovranno essere eseguiti da imprese specializzate, acquisita l’autorizzazione da parte degli uffici competenti.
La posa di nuovi cavi o tubazioni è da eseguirsi come da Regolamento Scavi. I lavori di scavo nella zona delle radici sono da eseguirsi preferibilmente a mano, con aria compressa o con aspiratori e sempre alla presenza di un tecnico abilitato che assista la Direzione dei Lavori. Le radici accidentalmente danneggiate sono da tagliare in modo netto e disinfettate a regola d'arte sotto la supervisione di un tecnico abilitato che ha il compito di trovare soluzioni tecniche idonee in caso di presenza di radici. Radici più grosse sono da sottopassare con tubazioni senza ferite, e vanno protette contro il disseccamento (per esempio con juta o PVC).
In caso di scavi autorizzati, da eseguirsi in deroga alle distanze minime, o in caso di scavi da eseguire in urgenza (guasti ai sotto servizi o emergenze), tutte le lavorazioni eseguite in deroga alle distanze minime come da Regolamento scavi, devono essere supervisionate da un tecnico abilitato che assista la Direzione Lavori e che, a fine lavori, rediga una relazione di corretta esecuzione degli interventi in prossimità delle alberature.
Quanto descritto vale anche per scavi effettuati su suolo pubblico in prossimità di alberi siti in giardini privati.
Nella zona di protezione radicale non debbono essere depositati materiali terrosi poiché questo può causare marciumi radicali. Lì dove il progetto preveda un rialzamento del piano di campagna l’impresa dovrà definire la tipologia di sistemazione finale. In particolare la ZPR dovrà rimanere alla quota originaria prevedendo adeguato drenaggio.
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Lavori di livellamento del terreno nella zona della chioma sono da eseguire preferibilmente a mano.
COSTIPAMENTO
Analogamente come nella scheda del riporto di terreno, nella zona di protezione radicale non debbono essere depositati materiali terrosi poiché questo può causare marciumi radicali, soffocamento dell’apparato radicale.
In corrispondenza dell’apparato radicale delle piante è vietato il transito e la sosta di mezzi. Il costipamento e la vibratura sono da evitare nelle aree di pertinenza degli alberi e così la compressione forte, con effetto battente-vibrante, praticata con rulli compressori vibranti o piccole macchine a compressione per asfaltare in zone di marciapiede. E’ vietato l’utilizzo di mezzi con cingoli metallici nella ZPR. In caso di costipamento del terreno nelle zone di protezione radicale, alla fine del cantiere, la ditta che ha eseguito il lavoro dovrà provvedere, a proprie spese, ai lavori di arieggiamento del terreno, ad esempio con tecniche che utilizzano aria compressa.
ALLEGATO 3: SCELTA DEL MATERIALE VIVAISTICO, EPOCA E IMPIANTO, CURA E GESTIONE
(Allegato 5-Regolamento del Verde e del Paesaggio Urbano di Roma Capitale)
La città è un ecosistema inospitale e difficile per la sopravvivenza delle piante e in particolar modo degli alberi. La vita degli alberi in città è condizionata da numerosi conflitti che ne riducono la stessa aspettativa di vita e che influenzano anche il loro rischio di schianto. Una percentuale consistente degli schianti di alberi è associata a difetti strutturali che dipendono dalla forma dell’albero e che spesso risalgono alla fornitura vivaistica. L’impiego di piante in aree con caratteristiche stazionali troppo diverse da quelle di origine delle specie prescelte costituisce una delle cause di maggior insuccesso delle piantagioni, anche di carattere ornamentale, in ambiente urbano e periurbano. La scelta deve essere condotta avendo a disposizione una esauriente caratterizzazione della stazione derivante da un attento esame dei parametri climatici che condizionano fortemente la sopravvivenza delle piante.
La variabilità delle condizioni climatiche è desumibile dai dati climatici già elaborati sotto forma di indici climatici, climogrammi o classificazioni di facile interpretazione, disponibili presso Enti locali, Uffici pubblici o Enti di ricerca. In alternativa, valide informazioni possono scaturire da un esame sintetico della vegetazione presente nell’area, o nelle sue vicinanze, che permette di valutare indirettamente le caratteristiche ambientali. La conoscenza della vegetazione reale può già in parte garantire un buon risultato nel caratterizzare la stazione.
La scelta finale delle specie utilizzabili in un determinato contesto si opererà quindi tenendo conto, da un lato, dei parametri ambientali dell’area di impianto e, dall’altro, delle esigenze ecologiche e del temperamento della specie vegetale che si vuole introdurre. Seguendo l’approccio sintetico sopra indicato, si intende fornire un valido strumento per la scelta del materiale vivaistico da utilizzare, inteso come scelta delle specie, in base al contesto climatico nel quale le stesse saranno inserite. Negli elaborati progettuali e nelle scelte di gestione del verde cittadino dovranno essere considerati i seguenti parametri:
1. Scelta del materiale vivaistico;
2. Caratteristiche dell’impianto;
3. Epoca e modalità d'impianto;
4. Cura e gestione del verde.
Rapporto di altezza/diametro del tronco (indice di assottigliamento).
La certificazione degli standard vivaistici, in modo particolare sui trapianti e sulle cure colturali, costituisce una ulteriore garanzia di qualità del materiale impegnato in ambito pubblico, accrescendo il valore aggiunto alla produzione a garanzia del mercato. La Norma UNI EN ISO 22005:2008, che ha sostituito le norme nazionali di rintracciabilità di filiera (UNI 10939:2001) e di rintracciabilità aziendale (UNI 11020:2002), è un utile strumento per un’organizzazione operante nell’ambito della filiera e per soddisfare in modo efficace le aspettative del cliente. La Norma UNI EN ISO 22005 è finalizzata alla certificazione ed è applicabile sia ai sistemi di rintracciabilità delle filiere che a quelli delle singole aziende.
1. Caratteristiche dell’impianto
In linea di principio sono da preferire piante fornite in zolla o contenitore, allo scopo di ridurre la crisi da trapianto e consentire un migliore attecchimento. Qualora l'impianto richieda un pronto "effetto" (intendendosi con ciò l'utilizzo di piante di dimensioni ragguardevoli oltre a quelle normalmente utilizzate nelle realizzazioni a verde), dovranno essere comunque rispettate le seguenti indicazioni:
• privilegiare individui giovani, che hanno una risposta più rapida nel ristabilire un più equilibrato rapporto tra chioma e radici e riprendono la crescita in modo più rapido e vigoroso delle piante di maggiori dimensioni;
• Le dimensioni degli alberi in zolla da utilizzare negli impianti devono essere comprese preferibilmente tra 20- 25 cm e 40-45 cm di circonferenza del fusto;
• Occorre inoltre valutare opportunamente le distanze e i sesti di impianto in base ai limiti consentiti per legge
e all’habitus della pianta per consentirne un corretto sviluppo;
• Eseguire accorgimenti colturali di contrasto alle erbe infestanti e che limitino il consumo della risorsa idrica.
2. Epoca e Modalità d'impianto
Il periodo migliore per la messa a dimora è il periodo di stasi vegetativa: dall'autunno (dopo la caduta delle foglie) all'inizio della primavera (prima della schiusa delle gemme). Al fine di ottenere buoni risultati dal nuovo impianto è necessario:
• Le buche dovrebbero essere 2-3 volte più larghe della zolla, ma della stessa profondità. Scavando una buca per l’impianto sufficientemente ampia, il terreno circostante andrà lavorato con una fresatura in modo da fornire alle radici spazio per espandersi;
• Preparare in modo corretto e completo il terreno e il drenaggio nella buca;
• Collocare la pianta alla giusta profondità (lasciando il colletto a livello del terreno) e riempire correttamente la buca;
• Assicurare la pianta a tutori esterni o sotterranei;
• Pacciamare la base dell'albero con materiale comuni come la lettiera di foglie, aghi di pino, corteccia triturata, torba, trucioli di legno o compostati. È ideale creare uno strato di 5 - 10 cm. Uno strato superiore ai 10 cm può causare problemi di ossigenazione e di umidità;
• Mantenere il terreno umido, ma non allagato. Annaffiare gli alberi almeno una volta la settimana, se non piove, e più frequentemente durante il periodo caldo e in presenza di vento. Quando il terreno è asciutto sotto la superficie della pacciamatura è necessario annaffiare. Continuare fino a metà autunno, riducendo man mano che le temperature più basse richiedono annaffiature meno frequenti;
• Mettere in opera, se necessario o previsto, sistemi protettivi permanenti o temporanei.
Tutte le piante dovranno essere poste a dimora a regola d'arte, al fine di ottenere le massime garanzie di attecchimento e assicurare le condizioni ideali per lo sviluppo.
3. Cura e gestione del verde
La cura ordinaria, successiva a quella di garanzia, è fondamentale per la riuscita di un nuovo impianto di un’area a verde e consiste nell’esecuzione di tutti gli interventi indispensabili per il mantenimento e lo sviluppo nel tempo dell’idea progettuale, Una corretta scelta delle piante in base alle caratteristiche sopra enunciate faciliterà tale operazione.
La cura si configura come il complesso di operazioni il cui fine è la qualità dell’opera; per questo motivo è importante la
condivisione degli obiettivi e delle azioni da parte di tutti gli operatori coinvolti.
4. Scelta del materiale vivaistico
La selezione di materiale di qualità in vivaio garantisce i seguenti vantaggi:
• Ottimo attecchimento post-trapianto;
• Maggiore longevità;
• Crescita molto veloce;
• In relazione agli alberi, riduzione delle probabilità di schianti e rotture durante avversità meteorologiche.
La corretta scelta del materiale vivaistico dovrà tenere conto dei seguenti criteri:
• Metodo di coltivazione effettuato;
• Dimensioni massime all’impianto;
• Dimensioni della zolla;
• Posizionamento del colletto;
• Difetti delle radici e quantità delle radici assorbenti;
• Zolla radicale: calibro;
ALLEGATO 4: SCHEDA PAESAGGISTICA E ALBERI DI PREGIO
ROMA CAPITALE MUNICIPIO ROMA I CENTRO
Ufficio Tecnico Servizio Verde Pubblico e Scolastico
MANUTENZIONE STRAORDINARIA DELLE AREE LUDICHE NEI PLESSI SCOLASTICI DEL MUNICIPIO ROMA I CENTRO
SCHEDA PAESAGGISTICA E ALBERI DI PREGIO PRESENTI NEI GIARDINI DELLE SCUOLE DI INFANZIA LOTTO 1 e 2
SCHEDA PAESAGGISTICA
I lavori di MANUTENZIONE STRAORDINARIA delle aree ludiche riguardano l'ampliamento dell'offerta scolastica con la fornitura di giochi e arredi e l'adeguamento dei requisiti di sicurezza e di sostenibilità anche in conformità con le nuove regolamentazioni Covid-19 che prevedono un maggiore utilizzo delle aree esterne.
La situazione attuale esistente delle aree ludiche esterne delle scuole di infanzia è stata valutata con sopralluoghi di verifica dello stato dei luoghi, dei giochi e delle pavimentazioni, le criticità riscontrate risultano molto diversificate sia per lo stato di conservazione sia per la situazione ambientale del sito dove l'area ludica è ubicata.
La progettazione prevede la ricostruzione dei giardini storici delle scuole, propone di ridare vita a piccoli ecosistemi capaci di fornire benefici multipli ai fanciulli, di generare biodiversità e bellezza indispensabile alla riqualificazione ambientale e al potenziamento dei servizi ecosistemici (riduzione degli inquinanti acustici e dell’aria). Lo scopo è di dare/ridare alla scuola un ruolo di luogo privilegiato di incontro e di esperienza con la natura e di rendere lo spazio esterno alla scuola, un luogo con caratteristiche specifiche, necessario allo sviluppo di esperienze didattiche complementari a quelle che si svolgono al coperto.
Ci troviamo in area urbana consolidata, Centro storico e Patrimonio Unesco, le aree ludiche della scuola di infanzia sono quindi caratterizzate da elementi di valore identitario: storico, culturale e in alcuni casi anche naturalistico.
Queste aree hanno conservato nel tempo la loro riconoscibilità, sono rimaste integre nelle relazioni funzionali tra giardino e corpo scolastico costruito, nelle scelte visive e nella varietà di specie introdotte: principalmente Tigli con proprietà calmanti e Xxxx con proprietà balsamiche1, alberi da frutta e arbusti profumati. I caratteri paesaggistici si rilevano anche nel fatto che le aree ludiche delle scuole appartengono ad insediamenti storici riconducibili ad un sistema tipologico urbano riconoscibile nella relazione: strada, giardino e costruito, importanti filari perimetrali, viali di ingresso e boschetti. Inoltre questi luoghi posseggono indubbiamente una alta valenza simbolica: le prime scoperte di relazione e di conoscenza.
La presenza di numerosi alberi storici, anche di notevoli dimensioni, ha messo in evidenza la necessità di individuare le aree di rispetto delle alberature di pregio, per un tatale di 77, e di far apporre le relative indicazioni delle specie tramite una targa. Nelle scuole del LOTTO1 sono stati individuati 39 alberi di prima forza, 2 alberi da frutto, 2 arbusti, un boschetto di Banani e una Rosa banxiae. Nelle scuole del LOTTO2 sono stati individuati 26 alberi di prima forza, 3 palme e 3 alberi da frutto. Inoltre, per il prezioso contributo alla qualità dell’aria, si rileva in 4 scuole la presenza di gruppi di Pini.
Alcuni di questi alberi hanno bisogno di cure, in molti hanno vissuto potature non sempre rispettose della armonia e della struttura a questo si aggiunge l’arrivo di aggressori, quali negli Agrumi la Cocciniglia e nei Pini la Toumeyalla, che hanno creato uno stato di emergenza.
Per aumentare la consapevolezza del patrimonio arboreo su cui si andrà ad intervenire si ricorda che i lavori di MANUTENZIONE STRAORDINARIA, per le opere edili e a verde dovranno rispettare le aree di pertinenza (ZPR e APA) di tutti gli alberi e di tutti gli arbusti presenti nei luoghi, oltre ad attenersi alle regole indicate nel “REGOLAMENTO SCAVI” e nel “REGOLAMENTO DEL VERDE E DEL PAESAGGIO URBANO DI ROMA CAPITALE”.
nota 1:
Da oltre cinquant’anni si effettuano studi e ricerche sulle relazioni tra le piante e gli esseri umani, anche verificando con approccio scientifico antiche tradizioni. In Giappone dal 1982 l’Agenzia governativa delle foreste ha promosso pratiche di Shinrin-yoku (forest bathing) per verificare l’influenza delle piante sul benessere psicofisico umano. Xxxxx Xxxxxxxx e Xxxxx Xxxxx, ‘La terapia segreta degli alberi’ ed. Xxxxxxxx e Kupfer, 2017.
ALBERI DI PREGIO LOTTO 1
-7 alberi filare SCUOLA INFANZIA XXXXX XXXXXX
N.173-174-175-176-178-184-185 Platanus acerifolia (Platano) filare di alberi originario
all’edificazione dell'impianto scolastico ottocentesco.
-2 alberi NIDO I COCCETTI
N.134 Cedrus libani (Cedro del Libano) e un Rhamnus alaternus (Alaterno);
-4 alberi + pinetina SCUOLA INFANZIA XXXX XXXXXXX XXXXXX
N.443 Morus alba (Gelso), X.000 Xxxx xxxxxxx (Xxxxx), X.000 Eunymus (Evonimo) e una Rosa banksiae (Rosa rampicante sarmentosa sul gazebo), e il gruppo di perimetro N. 411-412-413-414- 422-428-430-431-432-433-434 Pinus pinea (Pino) di impianto della scuola.
La presenza di Conifere è importanti per la qualità dell’aria e l’emanazione di monoterpeni balsamici. In questa scuola oltre all'individuazione degli alberi di pregio, nel progetto si è posto particolare attenzione al ripristino dei viali di ingresso costituiti da Platanus acerifolia (Platano).
-5 alberi + pinetina NIDO IL MAGGIOLINO
N.202-203-204-205-206 Cupressuss sempervirens (Cipresso) nell'area scolastica, fanno parte di un filare rimasto parzialmente integro che prosegue fuori dell’area scolastica con altri 3 esemplari, lacerto di un antico percorso alle pendici di Monte Xxxxx. Questa alberatura, per dimensioni, qualità e storicità è da segnalare come MONUMENTALE.
Si segnala inoltre un’area di Conifere importante per la qualità dell’aria e l’emanazione di
monoterpeni balsamici indicata nei documenti come, Pinetina.
-2 alberi + pinetina SCUOLA INFANZIA XXXXXXX XXXXXXXX
N.642 Cupressuss sempervirens (Cipresso) e N.643 Morus alba (Gelso) di particolare bellezza. Per la loro bellezza e storicità da segnalare come MONUMENTALI.
Si segnala inoltre la presenza di una pineta di Pinus pinea e Pinus halepensis, la presenza di
Conifere è importante per la qualità dell’aria e l’emanazione di monoterpeni balsamici.
-8 alberi filare NIDO XXXXXXXX XXXXXX
N.1-2-207-208-209-2010-2011a-2011b Cupressuss sempervirens, filare di confine verso la città.
ALBERI DI PREGIO LOTTO 2
-9 alberi (6 filare) SCUOLA INFANZIA XXXXXXXX XXXXXXX
N. 1311-1312-1313-1314-1316-1318 Tilia cordata (Tiglio), filare di impianto scolastico, N.1321 Magnolia grandiflora, N.1322 Eriobotrya japonica (Nespolo del Giappone) particolare forma sinuosa del tronco e N.1326 Citrus reticulata (Mandarino), urgente liberare i colletti dal prato sintetico.
-6 alberi (4 filare) SCUOLA INFANZIA XXXXXXXX XXXXXXXXXX
N. 322-323-324-325 Cupressus sempervirens (Cipresso), filare di impianto scolastico, N.329 Cedrus deodora e N.332 Pinus pinea. La presenza di Conifere soprattutto Cedri e Pini è importante per la qualità dell’aria e l’emanazione di monoterpeni balsamici.
-2 palme SCUOLA INFANZIA XXXXXXXX XX XXXXXX
X.000-000 Xxxxxxx canariensis, esemplari originari all’edificazione dell’impianto scolastico.
-2 alberi SCUOLA INFANZIA XXXXXX XXXXXXXXXX
X.00-00 Xxxxxxxx acerifoglia (Platano), esemplari PRECEDENTI l’edificazione della scuola.
-2 alberi SCUOLA INFANZIA XXXXXXXX XXXXXXX
SENZA NUMERI- un Olea europea (Olivo) e un Corylus avellana (Nocciolo).
-1 albero SCUOLA INFANZIA XXXXXXXX XXXXXX
X.000 Xxxxx cordata (Tiglio), esemplare originario all’edificazione dell’impianto scolastico.
-1 albero SCUOLA INFANZIA XXXXXXXX
X.000 Xxxxx cordata (Tiglio), unico esemplare rimasto di un filare nel piazzale originario
all’edificazione dell’impianto scolastico.
-1 albero NIDO PINOCCHIO
N.151 Pinus pinea, di impianto scolastico, unico esemplare rimasto di un gruppo originariamente
esistente nell’area della scuola.
-4 alberi SCUOLA INFANZIA XXXXXXXXX XX XXXXXX
N.750-751-752-753 Platanus acerifolia (Platano), di impianto scolastico. Si segnala la particolare collocazione dei 4 esemplari ‘a boschetto’ non ‘a filare’. Purtroppo 2 esemplari sono particolarmente compromessi, sarà necessario programmarne la sostituzione mantenendo l’impostazione del disegno.
-1 palma NIDO COCCOLE
N.187 Phoenix canariensis, esemplare originario all’edificazione dell’impianto scolastico.
Inoltre, si segnala nel terrazzamento della scuola elementare XXXXXXX XXXXXXXXX, la presenza di un Olea europea (Olivo) ben sviluppato che necessità con urgenza di uno spazio adeguato allo sviluppo delle radici.