SCHEDA PROGETTO
SCHEDA PROGETTO
Avviso pubblico per il finanziamento di progetti di inclusione attiva a favore di persone in condizione di vulnerabilità e disagio
1. TITOLO DEL PROGETTO
VULNERABILITA’ - forme innovative di sostegno alle persone fragili
2. DURATA
Indicare la data di inizio e la data di conclusione previste. La data di inizio può coincidere con la data di approvazione dell’Avviso.
1/9/2020 – 31/12/2020
3. ANALISI DEL CONTESTO TERRITORIALE
Specificare in quali territori specifici/sub aree, all’interno dell’Area Territoriale di rifermento, vengono realizzati gli interventi di inclusione attiva in linea con il Programma di intervento, le relative idee progettuali e le indicazioni fornite da Regione Lombardia, a seguito dell’approvazione della graduatoria (di cui al DDS n. 7430/2020 e DDS 7854/2020).
(max 1 pag.)
L’aria territoriale di riferimento è quella degli Ambiti di Cinisello Balsamo e di Sesto San xxxxxxxx.
Più che zone specifiche si sono identificati target trasversali di soggetti vulnerabili e una metodologia comune.
4. OBIETTIVI DEL PROGETTO E RISULTATI ATTESI
Descrivere gli obiettivi dell’idea progettuale ed i risultati che si intendono conseguire attraverso la sua realizzazione, nonché la coerenza degli stessi con l’azione (9.2.2 – 9.2.1), il Programma territoriale di riferimento, le relative idee progettuali e le indicazioni fornite da Regione Lombardia in seguito alla manifestazione di interesse
(max 1 pag.)
1. costruire un sistema pubblico di programmazione degli interventi che coinvolga e valorizzi i corpi intermedi (3 e 4 settore) nella gestione delle attività progettuali, considerandoli autentici partner e non solo come delegati o fornitori di servizi.
Risultati attesi:
1.1. consolidare un modello di collaborazione interdisciplinare tra amministratori, professionisti ed operatori del sociale, appartenenti a diverse agenzie territoriali. Ciò al fine di facilitare la diffusione di conoscenze e di processi di apprendimento organizzativo che nel tempo possono migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi, ottimizzando così l’uso delle risorse disponibili.
1.2. sottoscrizione di protocolli operativi tra le diverse filiere operanti nel territorio che:
prevedano livelli differenti di integrazione
superino la logica settoriale e quindi strutturino risposte complesse di lungo periodo su più elementi deprivativi (casa, lavoro, formazione professionale, fiducia, progettazione ect).
2. Definire e validare un KIT di strumenti operativi e di approcci professionali funzionali all’inclusione sociale dei destinatari del progetto.
Risultati attesi:
2.1. migliorare la capacità/competenza di lettura dei bisogni in modo più flessibile;
2.2. migliorare la capacità di mobilitare le risorse formali, informali e di volontariato non facilmente utilizzabili in un sistema di servizi istituzionali;
2.3. facilitare l'accessibilità alla rete dei servizi, in una logica di prevenzione e di inclusione, sapendo costruire percorsi di accompagnamento dedicati e differenziati in funzione delle caratteristiche dei beneficiari.
5. TARGET DI DESTINATARI
Indicare i possibili destinatari (anche in termini numerici, indicandone le principali fasce d’età e la distribuzione per genere) che si intendono indirizzare e che riceveranno un beneficio dalla realizzazione di interventi, evidenziando i processi di innovazione sociale (es. personalizzazione) che favoriscono l’inserimento nel mercato del lavoro, anche rispetto alle caratteristiche del territorio di riferimento.
(max 1 pag.)
Un requisito per strutturare un sistema di contrasto alla vulnerabilità e al disagio sociale è l’individuazione specifica delle persone alle quali rivolgere le misure previste dal progetto, al fine di adeguare l’intervento a queste caratteristiche.
6.1. donne fragili in carico al centro Antiviolenza sovrazonale. Si tratta di donne, italiane e straniere con o senza figli minori in carico di età prescolare e scolare. Dal punto di vista emotivo relazionale sono donne che pur trovandosi fuori dalla fase di emergenza e di rischio reale per sé e i propri figli, mantengono una fragilità emotiva che le porta ad isolarsi o a continuare a dipendere dalle figure professionali del centro.
La maggior parte di loro non ha una rete parentale/amicale e fatica a fidarsi degli altri.
Infine dal punto di vista delle esperienze di formazione professionale e lavorative, molte risultano inoccupate e questo elemento di criticità si amplifica quando la donna è di nazionale straniera con comprovate difficoltà a comprendere la lingua italiana.
L’esperienza di percorsi di orientamento e ricerca del lavoro, appena conclusa all’interno del centro antiviolenza, ha dimostrato che questa tipologia di donne necessitano di un tempo medio lungo, rispetto ad altre categorie di persone, per ricominciare a fidarsi dell’altro e per ricostruire una propria identità di persona capace ed autonoma, prima di programmare misure specifiche previste dai percorsi classici del sistema dotale.
Infine per loro sarà necessario prevedere azioni che facilitino la conciliazione dei tempi di cura con quelli lavorativi. Si prevede di poter attivare percorsi di inclusione sociale/lavorativa per un numero di donne pari a 20.
6.2. giovani adulti, uomini e donne italiane e straniere, di età complessa tra i 18 e i 20 anni, con una condizione umana di “povertà” caratterizzata dalla privazione continua o cronica, di risorse, capacità, opzioni e sicurezze necessari per poter avere un tenore di vita adeguato.
Si tratta principalmente di:
giovani provenienti da famiglie in difficoltà che non costituiscono un valido punto di riferimento relazionale e sociale, di frequente possono invece essere causa delle loro stesse problematiche;
giovani già conosciuti dai servizi perché provenienti da comunità per minori per i quali è terminato il periodo di accoglienza avendo raggiunto la maggior età, o che hanno lasciato la struttura ospitante;
giovani provenienti da situazioni di disagio sociale, psichico e non, che hanno intrapreso percorsi di devianza o dipendenza da sostanze (alcool; stupefacenti ect) e presentano un livello medio di istruzione piuttosto basso, con difficoltà a reperire un impiego utile alla propria indipendenza.
Si prevede di poter attivare percorsi di inclusione sociale/lavorativa per un numero di persone pari a 70
6.3. disoccupati, uomini e donne over 40 anni, che hanno perso l’occupazione principale da non più di 12 mesi. Si tratta in genere di persone che non possiedono i requisiti di accesso al reddito di Cittadinanza,
Spesso sono persone con una storia lavorativa pregressa, caratterizzata da un basso profilo professionale e scolastico, che hanno negli anni precedenti svolto lavori che nell’attuale panorama produttivo non trovano un nuovo sbocco. Per molti di loro il periodo di disoccupazione è caratterizzato dalla ricerca di lavori precari e non regolari ma che permettono al nucleo familiare di sopravvivere.
Per le donne con figli minorenni un ulteriore vincolo è rappresentato dalla necessità di riuscire a coniugare il tempo richiesto dai percorsi di politica attiva del lavoro, con i tempi di cura anche per la mancanza di reti sociali.
Si prevede di poter attivare percorsi di inclusione sociale/lavorativa per un numero di persone pari a 50.
6. ATTIVITÀ CHE SI INTENDONO REALIZZARE
Descrivere le attività che si intendono realizzare, sulla base della lettura del bisogno del territorio di riferimento e del target di destinatari identificato.
(max 1 pag.)
AZIONE 1 definizione e avvallo del modello di governance del processo che interesserà i due ambiti territoriali di Cinisello Balsamo e Sesto San Xxxxxxxx, con capofila l’azienda speciale consortile “Insieme per il Sociale”:
costituzione dell’equipe multidisciplinare per la definizione di linee guida da adottare lungo l’intero processo progettuale e definizione del KIT di strumenti operativi (vedi punto 2)
definizione e costruzione della mappa delle risorse territoriali attivabili sui 6 comuni del Nord Milano per arrivare alla sottoscrizione di protocolli operativi
promuovere il piano di formazione ed aggiornamento per gli operatori coinvolti direttamente nella presa in carico delle persone
strutturare ed organizzare eventi pubblici di sensibilizzazione sul tema dell’inclusione sociale per le attività previste dal punto 7.4.
AZIONE 2. definizione di un piano operativo per l’attivazione di politiche attive del lavoro e della formazione professione (da sviluppare in coprogettazione con i soggetti selezionati con manifestazione d’interesse)
Strumenti specifici AZIONE 2:
1 la presa in carico di una persona avviene attraverso un patto finalizzato ad un percorso di consapevolezza delle proprie potenzialità e limiti, all’attivazione delle risorse personali e delle risorse offerte dalla rete territoriale;
2 impostare percorsi di inclusione sociale/lavorativa che si basino sulla fiducia reciproca mettendo in conto anche tempi che si possono dilatare nel tempo;
3 ipotizzare piani di lavoro, discussi e definiti nell’equipe multidisciplinare, riconoscendo il ruolo di case manager all’operatore che ha potuto stabilire la migliore relazione con l’interessato, definendo obiettivi praticabili, concordati con il soggetto e facilmente verificabili;
4 garantire la disponibilità dell’operatore ad accompagnare la persona verso i servizi e i luoghi che rappresentano gli obiettivi di cura e di risocializzazione;
5 richiamare sempre il soggetto alla sua responsabilità e libertà di scelta. Le verifiche degli obiettivi concordati insieme, vanno rese note anche come stimolo per ricordare quale meta si vuole raggiungere;
6 garantire un sistema di comunicazione e feedback continuo tra operatore di riferimento della persona e tutti gli altri servizi della rete che erogano prestazioni alla stessa;
7 definire e praticare livelli minimi di attivazione della persona, anche a bassa doglia, in funzione degli obiettivi;
8. strutturare percorsi formativi ad hoc a favore degli operatori al fine di sviluppare competenze in grado di affrontare la complessità, la multi disciplinarietà, il lavoro in equipe, il lavoro di rete e il coinvolgimento della comunità.
7. CALENDARIO DELLE ATTIVITÀ
La Tabella andrà compilata in coerenza con la durata del periodo di realizzazione degli interventi pari a 18 mesi.
DURATA DEL PROGETTO IN MESI | ||||||||||||||||||
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | |
Attività 1 coordinamento | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | ||
AZIONE 1 | X | X | X | X | ||||||||||||||
AZIONE 2 | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | ||
Attività 4 | ||||||||||||||||||
Attività 5 | ||||||||||||||||||
Attività 6 | ||||||||||||||||||
… |
8. MODALITÀ E STRUMENTI
Fornire una breve descrizione delle modalità e degli strumenti che il partenariato pensa di attivare per la realizzazione degli interventi personalizzati (ad es. azioni formative propedeutiche all’inserimento lavorativo; sostegno alla ricerca di occupazione; tirocinio socializzante e/o per l’occupazione; orientamento ai servizi offerti sul territorio, etc.), dando anche evidenza dell’incidenza di tali interventi sul territorio su cui insistono.
(max 1 pag.)
Il modello progettuale intende avvalersi di una strategia integrata capace di aggregare soggetti diversi dell’istituzione pubblica, del non profit e del profit, identificata in uno spazio e in un tempo definito (cabina di regia) che raccolga le energie e le risorse del territorio trasformandole in percorsi che si strutturino e si mantengano nel tempo.
1 costituzione di un’equipe territoriale tra operatori con competenze differenti e appartenenti a servizi pubblici e privati in grado di lavorare secondo
2. la presa in carico – da intendersi come l’attivazione coordinata di tutte le risorse professionali e culturali, formali ed informali, esplicite ed implicite che il territorio può mettere a disposizione della persona in difficoltà, a partire dalla relazione al fine di costituire un legame tra beneficiario ed operatore.
In questo specifico caso il soggetto della presa in carico è l’equipe multidisciplinare che include competenze sociali, educative, legali, sanitarie e psicologiche, transculturali ed organizzative, che si attivano sotto la regia dell’ente istituzionale intorno al bisogno manifestato da una persona in difficoltà, al fine di ristrutturare i percorsi di reinserimento sociale attraverso relazioni e prestazioni.
3 fasi del processo di accompagnamento.
3.1 accogliere la persona come unica e non come “caso da trattare”;
3.2. prendere coscienza del bisogno e delle possibilità reali di affrontarlo in termini di risorse personali, territoriali, comunitarie, formali ed informali;
3.3. studiare, formulare e sperimentare risposte che partano dalla concretezza del bisogno della persona e non dalla mera disponibilità di risorse esistenti nel territorio;
3.4. mettere in campo tempo, energie e competenze nella ricerca di soluzioni che valorizzino le persone;
3.5. coinvolgere ed utilizzare i servizi e la comunità intorno ai bisogni emersi;
3.6. attivare tutte le risorse disponibili, creando una rete di solidarietà, a partire da quelle delle persone;
3.7. accompagnare la persona nel percorso di ricerca delle soluzioni al suo bisogno, facendosi promotori del riconoscimento e della tutela dei suoi diritti, stimolandone la partecipazione attiva;
3.8. stimolare la partecipazione al progetto di presa in carico di tutti i servizi coinvolti, individuando ruoli e compiti specifici per ciascuno e verificando che tutti li svolgano effettivamente secondo le modalità concordate;
3.9. individuare gli spazi ed i tempi per i colloqui e, più in generare della presa incarico, seguendo quanto più possibile le esigenze e i percorsi della persona in difficoltà;
3.10. garantire agli operatori della presa in carico una formazione e un aggiornamento costante.
4 fasi del processo di coinvolgimento della comunità
4.1 mappare il territorio a livello micro per individuare potenziali risorse e spazi comunitari da attivare, in funzione della presa in carico,
4.2. programmare in modo stabile l’offerta alla comunità di momenti e spazi di esperienze ed eventi per sensibilizzare al tema dell’esclusione sociale ed innescare percorsi virtuosi di partecipazione;
4.3. sperimentare luoghi significativi mediante i quali le persone in carico, possono impiegare parte del loro tempo in attività di cura, manutenzione e presidio all’interno della comunità, dimostrando così la loro capacità di svolgere un ruolo positivo nella comunità (esempi: custodia diurna di luoghi socializzanti; pulizia di luoghi pubblici ect)
5. fasi per l’integrazione con i servizi socio-sanitari
Favorire processi di comunicazione, progettazione partecipata e governance congiunta tra servizi sociali territoriali pubblici e privati e servizi sanitari, siano essi di tipo ambulatoriale, diagnostico-terapeutico, ospedaliero al fine di impostare dispositivi socio-sanitari integrati.
9. STRATEGIA DI COMUNICAZIONE E DIFFUSIONE
Descrivere il modello di comunicazione e diffusione degli interventi attuati (max 1 pag.)
Una comunicazione è ritenuta efficace quando:
pianifica le attività a medio e lungo periodo;
crea un legame con gli stakeholder sin dall’inizio del progetto e facilita l’ingresso di nuove risorse nella rete
riduce il gap tra operatori del progetto e comunità
prevedere azioni di comunicazione interna che genera un flusso di informazioni in grado di far conoscere lo sviluppo del progetto fra tutti i partecipanti. Comunicazione rivolta all’esterno per mantenere viva l’attenzione della comunità;
prevedere mezzi di comunicazione più idonei a raggiungere i diversi target del progetto anche attraverso l’utilizzo di social media.
Inoltre con Città Metropolitana sono state programmate una serie di attività comunicative che si svilupperanno nel tempo durante tutta la durata del progetto.
Infine da settembre sarà attivo uno sportello diffuso di ambito ad accesso libero legato al fondo povertà che permetterà di agganciare e comunicare l’offerta del progetto Vulnerabili.
10. MODELLO DI GOVERNANCE
a. Identificazione dei soggetti coinvolti nel partenariato di progetto
Identificare tutti i soggetti che compongono il partenariato, le modalità organizzative, la rappresentatività ed il ruolo dei singoli soggetti e le modalità di integrazione nell’attuazione degli interventi, nonché l’individuazione motivata di eventuali nuovi partner, aggiunti anche nella nota integrativa al Programma di intervento territoriale.
(max 1 pag.)
L’elenco dei partner è il seguente:
Ufficio di piano dell’ambito di Cinisello Balsamo, Azienda Speciale Consortile Insieme per il Sociale
Ufficio di piano dell’ambito di Sesto San Xxxxxxxx,
Città Metropolitana di Milano,
Cooperativa Sociale Onlus A&I,
ASC Afol Metropolitana,
Lotta contro l’emarginazione Cooperativa Sociale Onlus,
Il Torpedone Società Cooperativa Sociale Onlus,
Progetto Integrazione Cooperativa Sociale a R. L. Onlus
L’assetto di governance verte intorno alla costituzione dell’equipe integrata e multidisciplinare, che sarà il primo passo progettuale e relativa definizione del piano operativo, già citato.
Ovviamente sarà costituito un tavolo di coordinamento con i funzionari dei comuni coinvolti e i referenti dei partner del privato sociale; i partner coinvolti oltre a un forte radicamento territoriale rappresentano un forte esperianza e know how sulle due linee operative: l’inclusione sociale e l’avvicinamento al lavoro.
b. Identificazione degli eventuali soggetti coinvolti nella rete di progetto
Identificare tutti i soggetti che compongono la rete, la rappresentatività ed il ruolo dei singoli soggetti nel garantire un valore aggiunto al progetto.
ASST NORD MILANO
Ufficio di Piano di Sesto San Xxxxxxxx Comune di Cinisello Balsamo Comune di Cormano
Comune di Xxxxxx Milanino Comune di Bresso
Per questione di opportunità nella gestione e nella rendicontazione gli enti elencati sono inseriti come soggetti di rete ma parteciperanno attivamente sia alla governance del progetto che alla stesura del piano operativo e se necessario alla presa in carico all’interno dell’equipe multidisciplinare.
c. Regia della partnership
Identificare le modalità di regia e coordinamento della partnership da parte del soggetto capofila
Ipis come ente capofila avrà compiti di coordinamento sia del tavolo di governance tramite l’UDP e di rendicontazione; si occuperà a livello metropolitano della monitoraggio e valutazione all’interno del costituendo gruppo di lavoro sotto l’egida di Città Metropolitana.
Il centro nevralgico del progetto sarà il protocollo operativo e l’equipe multidisciplinare che si integreranno con quelle già attive sul Fondo Povertà; che sono operative su target simili e con la stessa metodologia.
A settembre verranno identificate più precisamente le funzioni di coordinamento e i ruoli e i tempi della parte operativa.
d. Personale – Cariche Sociali
Indicare le eventuali risorse che ricoprono cariche sociali all’interno delle Organizzazioni di riferimento, in coerenza con il Piano dei Conti
Nome e cognome | Partner | Carica sociale | Ruolo nel progetto | Delibera |
ricoperta | del Consiglio Direttivo | |||
XXXXXXX XXXXXX A&i | A&i | MEMBRO CDA | COORDINATORE | |
Nome e cognome | Partner | Carica sociale | Ruolo nel progetto | Delibera |
ricoperta | del Consiglio Direttivo |
XXXXXX XXXXXX | PROGETTO INTEGRAZIONE | VICEPRESIDENTE COOP | SUPPORTO LEGALE E FORMAZIONE | VERBALE DI CONSIGLIO N43 |
XXXXXX XXXXXX SALERIO VERONICA | COOPERATIVA IL TORPEDONE | AMMINISTRATORI | COORDINATORE OPERATORE DI RETE | VERBALE DEL CONSIGLIO N161 |
e. Ripartizione delle risorse
Identificare i criteri di ripartizione del budget tra i soggetti del partenariato
(max 1 pag.)
I costi per IPIS e Città Metropolitana di Milano sono conseguenti al ruolo di coordinamento e supporto amministrativo; il resto del budget è stato diviso tra i partner del privato sociale cosi da tenere il più alto possibile la parte operativa. Motivo per cui gli altri enti pubblici coinvolti sono soggetti della rete pur partecipando attivamente al progetto.
All’interno della rete dei partner del privato sociale si è scelto di riconoscere la stessa parte ai due enti accreditati alla formazione (A&I e AFOL METROPOLITANO) con l’inserimento nella loro parte dei tirocinii programmati, stesso criterio per coop lotta contro l’emarginazione e torpedone che si occuperanno di sostegno educativo ed inclusione sociale; in ultimo una quota minore per Progetto Integrazione per le attività di mediazione culturale e sostegno amministrativo per persone straniere.
11. MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI RISULTATI
Descrivere le modalità di monitoraggio e valutazione interna delle realizzazioni e dei risultati in coerenza con gli obiettivi del POR FSE 2014/2020
(max 1 pag.)
L’impianto di valutazione è costruito coerentemente con il Piano di valutazione POR- FSE 2014-2020 approvato nel 2015 e recepisce pertanto le principali indicazioni europee in materia (cfr. Monitoring and Evaluation of European Cohesion Policy, Guidance document, August 2018).
Obiettivo dell’azione di monitoraggio e valutazione è fornire alla Cabina di regia del Programma e alle unità di coordinamento territoriali dati e metodi finalizzati all’analisi critica dell’implementazione del progetto.
Nello specifico il monitoraggio avrà la funzione di verificare il rispetto dei tempi e delle modalità di realizzazione delle attività previste dal progetto, l’efficace utilizzo delle risorse rispetto alle fasi di implementazione e la qualità e la quantità degli output prodotti. Saranno quindi osservati il numero e la tipologia di destinatari coinvolti nei progetti territoriali, le prestazioni e gli interventi erogati (ad esempio: numero di progetti individuali, tirocini attivati, corsi e laboratori realizzati…), gli enti della rete attivati. Inoltre il monitoraggio consentirà di individuare possibili criticità e rischi, individuando possibili soluzioni e strategie di mitigazione sia a livello di singolo progetto, sia a livello di Programma.
La valutazione si concentrerà invece sull’analisi dei risultati dei progetti rispetto al disegno originario e alla logica dei singoli interventi. In particolare, come sottolineato dal Rapporto intermedio di valutazione del POR-FSE per l’obiettivo 9.2, sarà analizzata: l’efficacia dei percorsi individuali rispetto alla capacità di inclusione e attivazione di soggetti a rischio emarginazione e vulnerabilità; il livello di integrazione dei diversi servizi (servizi per il lavoro, servizi sanitari, sociosanitari e sociali); la struttura delle reti territoriali coinvolte; l’accessibilità dei servizi e la replicabilità dei modelli di intervento proposti.
Durante la fase di definizione dei progetti, in accordo con i partner, saranno quindi definiti gli indicatori e gli strumenti per il monitoraggio degli output e degli outcome specifici per ciascun ambito e sarà costruito un sistema per la raccolta e la restituzione dei dati. Accanto agli indicatori di outcome specifici per ogni progetto, saranno poi proposti anche indicatori trasversali, comuni a più progetti territoriali. Ciò consentirà di operare una rilettura degli effetti degli interventi sui diversi target a livello di Programma, evidenziando buone pratiche e strategie da condividere. In questo senso appare importante che il percorso di monitoraggio e valutazione sia accompagnato dalla costruzione di momenti laboratoriali finalizzati al confronto tra i territori. Durante questi momenti laboratoriali
– costruiti sul modello delle comunità di pratiche – i territori potranno condividere gli apprendimenti maturati e elaborare risposte a domande e problemi comuni. I laboratori saranno quindi l’occasione per rianalizzare i casi concreti affrontati e stimolare la riflessività di tutti i sistemi territoriali di intervento, favorendo lo scambio di prassi e sperimentazioni.
DENOMINAZIONE SOGGETTO REFERENTE DI PROGRAMMA
Luogo e Data _
Il Legale Rappresentante o Soggetto delegato
[DEL PROGETTO]