Allegato A)
Allegato A)
Accordo di programma per l’approvazione del Piano di zona per la salute e il benessere sociale triennio 2018-2020 - comprensivo del Programma attuativo 2018 - dell’ambito distrettuale di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx.
TRA
L’UNIONE COMUNI DEL SORBARA – rappresentata dal Presidente xxxx. Xxxxxxx Xxxxxx, domiciliato per la sua carica presso l’Unione Comuni del Sorbara, il quale interviene nel presente atto in forza della delibera consiliare n. 15 del 27/07/2018, esecutiva.
L’AZIENDA USL di MODENA - rappresentata dal Direttore Generale, xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxxxxxxxx, di seguito denominata AUSL, giusta deliberazione della Giunta Regione Xxxxxx Xxxxxxx n. 40 del 27.02.2015;
Premesso che
- la Legge Xxxxxxxxx x. 0 xxx 00/0/0000 "Xxxxx per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”; riconosce la centralità delle comunità locali e la partecipazione attiva della società civile; assume il Piano Regionale degli interventi e servizi sociali integrato con il Piano Sanitario Regionale quale strumento di programmazione a livello regionale, individua nel Piano di zona per la salute e il benessere sociale lo strumento di programmazione sociale, sanitaria e socio-sanitaria triennale a livello distrettuale;
- la Legge Regionale n.29 del 29/12/2004 “Norme generali sull’organizzazione ed il funzionamento del Servizio Sanitario Regionale” definisce le modalità di raccordo tra la programmazione regionale e la programmazione attuativa locale, rafforzando il ruolo degli Enti locali che, nell’ambito della Conferenza territoriale sociale e sanitaria, sono chiamati a compartecipare alla programmazione delle attività ed alla verifica dei risultati di salute.
- la Regione Xxxxxx-Romagna con Delibera di Assemblea Legislativa n.120/2017 ha approvato Il Piano sociale e sanitario 2017 - 2019 definendo 3 obiettivi strategici trasversali alle diverse fasce di popolazione e fasi della vita: inclusione sociale e contrasto alla povertà, il distretto come nodo strategico della governance e dell’attuazione delle politiche integrate e nuovi strumenti e servizi di prossimità e di integrazione sociosanitaria. Con successivo atto di giunta (DGR 1423/2017) la Regione Xxxxxx-Romagna ha inoltre approvato le 39 schede attuative di intervento che discendono dagli obiettivi strategici del PSSR e rivestono carattere di indirizzo rispetto alla programmazione dei Piani di zona per la salute e il benessere sociale 2018-2020. Inoltre nel medesimo atto ha approvato un indice tipo del Piano di zona triennale. Successivamente con nota PG 194313 del 20/3/2018, ha
fornito indicazioni operative per la definizione dei Piani di zona per la salute e il benessere triennali, definendo nuovi strumenti e modalità di presentazione alla Regione dei suddetti Piani.
- il Decreto Legislativo n.147/2017 all’art.13 comma 2 lettera d) prevede che i “Comuni, coordinandosi a livello ambito distrettuale, adottino atti di programmazione ordinariamente nella forma di una sezione specificatamente dedicata alla povertà nel piano di zona di cui all’articolo 19 della legge 328/2000”.
- la Rete della protezione e dell’inclusione sociale il 22 marzo 2018 ha approvato Il Piano nazionale di contrasto alla povertà di cui all’art. 8 del D.lgs. 147/2017.
- la Regione Xxxxxx-Romagna con Delibera dell’Assemblea Legislativa n.157/2018 ha approvato il Piano regionale per la lotta alla povertà 2018-2020 che al punto 9) fornisce indicazioni relative alla sezione povertà da inserire nei piani di zona per la salute e il benessere sociale triennali e l’8 giugno 2018 ha approvato la legge regionale n. 7 “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 24/16. Misure di sostegno alla povertà e sostegno al reddito”, che all’art.2 ter prevede che “i finanziamenti regionali sono altresì destinati ai Comuni o alle loro Unioni per la realizzazione di interventi e servizi sociali a contrasto alla povertà, secondo le modalità previste dalla LR 2/2003”
Dato atto che:
Il Comitato di distretto, così come definito dalle leggi regionali n.19/1994 e n.29/2004, svolge il ruolo di governo delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie territoriali dell'ambito distrettuale, tramite l'esercizio delle funzioni di programmazione, regolazione e verifica, garantendo uno stretto raccordo con la Conferenza territoriale sociale e sanitaria della Provincia di Modena e avvalendosi dell'Ufficio di piano per quanto attiene la funzione tecnica istruttoria delle decisioni.
Con il trasferimento all’Unione delle funzioni inerenti i servizi sociali e socio – sanitari si è compiuta, cosi come previsto dalla L.R. 21/2012, la coincidenza dell’Ambito territoriale ottimale con il Distretto sanitario, nonché individuato il Distretto come nodo della governance locale e luogo della programmazione integrata, della sperimentazione di nuove configurazioni organizzative dei servizi nonché luogo di valorizzazione delle variabilità e delle differenze.
Il Comitato di Distretto, definito dalle Leggi Regionali n.19/94 e n. 29/04, svolge pertanto il ruolo di governo delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie territoriali e, a seguito del trasferimento delle funzioni, coincide con la Giunta dell’Unione; al Comitato di Distretto partecipa il Direttore del Distretto per concertare gli indirizzi in ambito sociosanitario e sanitario territoriale.
L'Ufficio di piano costituisce il nodo organizzativo per sostenere l’azione programmatoria e di governance
organizzativo gestionale del Distretto in merito alle funzioni dell’area welfare.
Il Piano regionale per la lotta alla povertà di cui alla DAL 157/2018- per quanto attiene la programmazione della sezione povertà nell’ambito dei piani di zona per la salute e il benessere sociale prevede che
l’articolazione distrettuale della RETE della protezione e dell’inclusione sociale sia rappresentata dal Comitato di distretto, coincidente con la Giunta dell’Unione Comuni del Sorbara, integrate da un referente del Centro per l’impiego e che l’Ufficio di Piano, in stretta interconnessione con il Centro per l’impiego, coordina tecnicamente l’azione programmatoria e organizzativo - gestionale dell’attuazione delle misure di contrasto alla povertà a livello distrettuale.
Rilevato che .
Dal mese di aprile 2018 si è dato xxxxx xxx xxxxxxxxx xx Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx all’attività di programmazione distrettuale per il triennio 2018-2020, comprensivo del Programma Attuativo 2018, declinando le priorità e le scelte strategiche regionali contenute nel Piano sociale e sanitario regionale e le schede attuative di intervento di cui alla DGR 1423/2017, secondo le peculiarità del territorio distrettuale di riferimento.
A tale attività hanno fattivamente e costruttivamente partecipato, oltre ai diversi livelli di governo politico e tecnico del distretto, i professionisti/operatori, i soggetti del Terzo Settore, le OOSS, singoli cittadini attraverso incontri locali/tavoli di programmazione orientati allo sviluppo di un welfare partecipativo ed inclusivo.
In particolare per la definizione del Piano di zona per la salute ed il benessere sociale triennale 2018-2010 si è adottato un percorso di programmazione partecipata connotato da una “dimensione marco”, si è infatti ritenuto di procedere, inizialmente, ad una ridefinizione generale dei problemi e dei destinatari ed a un ripensamento dell’intero processo di programmazione zonale di ambito sociale e socio – sanitario.
Sono stati individuati quattro ambiti tematici (Famiglie / Salute / Momenti difficili / Servizi) da affrontare con l’ottica della trasversalità, con l’obiettivo di affrontare dimensioni nuove e trasversali del disagio sociale che riguardano vaste fasce di età e gruppi sociali.
Tutto ciò premesso e considerato, tra le Parti si conviene e si stipula il seguente Accordo di Programma
Art. 1
La premessa è parte integrante del presente Accordo.
Art. 2 – Finalità
Con il presente Accordo le Parti approvano il “Piano di zona per la salute e il benessere sociale 2018 – 2020”, comprensivo del Programma attuativo 2018, frutto di un percorso di programmazione partecipata da soggetti pubblici, del privato sociale, dalle OOSS, dai cittadini attivi sul territorio.
Art. 3 – Piano di zona per la salute e il benessere sociale
Il “Piano di zona per la salute e il benessere sociale 2018-2020” costituisce lo strumento unitario di programmazione sociale, sociosanitaria e sanitaria territoriale. Esso rappresenta il punto di snodo e di
interconnessione distrettuale con le scelte di intervento nell’ambito di altre politiche che impattano su salute e benessere sociale e di raccordo con altri strumenti di programmazione locale.
Per il triennio 2018-2020 il Piano di zona distrettuale individua le seguenti priorità e scelte strategiche:
- implementazione dell’integrazione, istituzionale – gestionale – professionale, tra i servizi sociali e sanitari, del lavoro oltre che culturali ed educativi del territorio e nello sviluppo della prossimità intesa come nuovo approccio dei servizi, che si caratterizza dall’utilizzo di una metodologia comunitaria (dall’andare verso, essere nei luoghi di vita) trasversale a diverse istituzioni, soggetti e servizi, in particolare attraverso :
- il potenziamento dell’area dell’accoglienza, dell’ascolto e della valutazione del bisogno attivando maggiori sinergie tra i vari punti di accesso, in particolare dei servizi sociali e sanitari.
- lo sviluppo e l’implementazione dell’integrazione gestionale e professionale tra servizi sociali e sanitari da realizzarsi, prioritariamente nell’ambito delle attività della Casa della salute, attraverso il metodo della co - costruzione di un progetto di cura e di vita personalizzato sia per gli adulti ( multiproblematici, disabili, anziani..) che per i bambini e i giovani attraverso lo strumento dell’unità di valutazione multidimensionale tra servizi sociali e sanitari, potenziando in particolare l’integrazione gestionale e professionale a favore di bambini e adolescenti, attraverso lo sviluppo di equipè di territoriali e di secondo livello, che, cosi come previsto dalla legge regionale n.14/2018 “ “Norme in materia di politiche per le giovani generazioni, garantiscano presa in carico e progettazione individualizzata .
- il consolidamento dell’utilizzo del budget di salute, quale nuovo strumento di integrazione socio – sanitaria per progetti di cura e di autonomia )
- l’estensione dell’operatività dell’equipè multiprofessionale ( sociale – sanitaria – del lavoro), attivata con gli Accordi di Programma e i Piani integrati previsti dall’art. 4 della legge regionale n.14/2015, alla valutazione e presa in carico dei nuclei familiari destinatari di misure ( nazionali, regionali, locali ) di contrasto alla povertà
- lo sviluppo dell’integrazione tra i servizi sociali (SST) e sanitari ( Consultorio Familiare, Servizio di Neuropsichiatra dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Pediatria di comunità …) con i servizi culturali ed educativi del territorio in particolare per progettualità rivolte ai minori nei primi anni di vita ed a sostegno della genitorialità
- promozione di azioni di promozione della salute e di prevenzione, azioni che accompagnano il cittadino in tutte le fasi della vita, nei luoghi di vita e di lavoro.
- valorizzazione e potenziamento del lavoro con le reti e del lavoro di comunità, attraverso la costruzione di veri e propri “ patti di collaborazione” tra soggetti istituzionali, del mondo
imprenditoriale e sindacale e del terzo settore e sviluppo della responsabilità condivisa anche dai e con i cittadini, le famiglie e le associazioni del territorio
- qualificazione dei servizi, quale presupposto per garantire sia lo sviluppo dell’area dell’accoglienza, dell’ascolto e della valutazione.
Riporta le seguenti schede attuative di intervento, frutto della declinazione distrettuale delle schede attuative di intervento regionali di cui alla DGR 1423/2017:
n. | Titolo | Riferimenti schede regionali |
1 | Case della salute e medicina d’iniziativa | 1) Case della salute e medicina d’iniziativa |
2 | Riorganizzazione della rete ospedaliera | 2) Riorganizzazione della rete ospedaliera |
3 | Cure intermedie e sviluppo degli ospedali di comunità | 3) Cure intermedie e sviluppo degli ospedali di comunità |
4 | Budget di salute | 4) Budget di salute |
5 | Riconoscimento del ruolo del care giver | 5) Riconoscimento del ruolo del care giver |
6 | Progetto di vita indipendente e dopo di noi | 6) Progetto di vita indipendente e dopo di noi |
7 | Presa in carico del paziente e della sua famiglia nell’ambito della rete delle cure palliative | 7) Presa in carico del paziente e della sua famiglia nell’ambito della rete delle cure palliative |
8 | Promozione della salute in carcere | 8) Promozione della salute in carcere |
9 | Medicina di genere | 9) Medicina di genere |
10 | Contrasto all’esclusione sociale e sostegno all’inclusione attiva | 10) Azioni di contrasto all’esclusione sociale 22) Misure a contrasto della povertà 23) Avvicinamento al lavoro per le persone fragili e vulnerabili 24) La casa come fattore di inclusione sociale e benessere sociale |
11 | Equità in tutte le politiche | 11) Equità in tutte le politiche |
12 | Sostegno all’inclusione delle persone straniere e neo – arrivate | 12) Sostegno all’inclusione delle persone straniere e neo – arrivate |
13 | Promozione dell'equità di accesso alle prestazioni sanitarie. | 32) Promozione dell’equità di accesso alle prestazioni sanitarie |
14 | Promozione delle pari opportunità e contrasto alla violenza di genere | 14) Promozione delle pari opportunità – valorizzazione delle differenze di genere 25) Contrasto alla violenza di genere |
15 | I primi 1000 giorni di vita e il sostegno alla genitorialità . | 15) Potenziamento degli interventi nei primi 1.000 giorni di vita 16 ) Sostegno alla genitorialità |
16 | Progetto adolescenza | 17) Progetto adolescenza |
17 | Promozione della salute sessuale e riproduttiva in età fertile e prevenzione della sterilità | 18) Promozione della salute sessuale e riproduttiva in età fertile e prevenzione della sterilità |
18 | Prevenzione e contrasto al | 19) Prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico |
gioco d’azzardo patologico | ||
19 | Azioni per l’invecchiamento attivo e in salute e di tutela della fragilità dell’anziano | 20) Azioni per l’invecchiamento attivo e in salute e di tutela della fragilità dell’anziano |
20 | Innovazione della rete dei servizi per anziani nell’ambito del FRNA | 21 ) Innovazione della rete dei servizi per anziani nell’ambito del FRNA |
21 | Capirsi fa bene alla salute | 27) Capirsi fa bene alla salute |
22 | Valorizzazione delle conoscenze esperienziali e dell’aiuto tra pari | 28) Valorizzazione delle conoscenze esperienziali e dell’aiuto tra pari |
23 | Partecipazione civica e collaborazione tra sistema pubblico ed enti del terzo settore | 29) Partecipazione civica e collaborazione tra sistema pubblico ed enti del terzo settore |
24 | Riorganizzazione dell’assistenza alla nascita | 31) Riorganizzazione dell’assistenza alla nascita |
25 | Qualificazione del sistema di accoglienza e cura rivolto a bambini, adolescenti e neomaggiorenni con bisogni socio-sanitari complessi nell'ambito della protezione e tutela | 37) Qualificazione del sistema di accoglienza e cura rivolto a bambini, adolescenti e neomaggiorenni con bisogni socio-sanitari complessi nell'ambito della protezione e tutela |
26 | Miglioramento dell’accesso e dei percorsi in emergenza urgenza | 33) Miglioramento dell’accesso e dei percorsi in emergenza urgenza |
27 | Consolidamento e sviluppo dei Servizi sociali territoriali - SST | 36) Consolidamento e sviluppo dei Servizi sociali territoriali - SST |
28 | L'ITC-Tecnologie dell'informazione e della comunicazione - come strumento per nuovo modello di E-Welfare | 35) Tecnologie dell’informazione e della comunicazione |
29 | Nuovo calendario vaccinale regionale e attività di supporto e miglioramento delle coperture vaccinali | 38) Nuovo calendario vaccinale |
30 | Innovazione della rete dei servizi per disabili | / |
31 | Azioni per l’inclusione dei disabili | / |
Individua, nell’ambito della sezione povertà, le seguenti priorità rispetto al rafforzamento su base triennale del sistema di interventi e servizi sociali per il contrasto alla povertà, di cui all’articolo 7 comma 1 del Dlgs 147/17, finanziabili attraverso quota del Fondo Povertà:
LIVELLI ESSENZIALI REI | Consolidamento e sviluppo sportello sociale/ punto di accesso al | |
INFORMAZIONE ACCESSO | REI : con funzione di informazione, consulenza, orientamento e | |
assistenza. La complessità dei bisogni degli utenti che | ||
tradizionalmente accedono allo sportello sociale, oltre che la | ||
richiesta di competenze sempre più trasversali a diversi ambiti | ||
d’intervento rendono sempre più necessario prevedere una | ||
riorganizzazione/implementazione delle attività. | ||
VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE | Consolidamento e sviluppo servizio sociale professionale : particolare importanza assume il servizio sociale professionale, al quale compete, in rete con i servizi per l’impiego, i servizi sanitari e le scuole, nonché con i soggetti privati attivi sul territorio, la co – costruzione con i beneficiari di un piano di azione concordato che consenta l’avvio di un percorso di capacitazione e uscita dalla povertà. | |
PROGETTO PERSONALIZZATO | Consolidamento e sviluppo di tirocini finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia delle persone e alla riabilitazione : destinatari di tali interventi saranno non solo le persone in condizione di fragilità o vulnerabilità ma anche persone con un punteggio rispetto all'indice di fragilità superiore a 58, o inferiore a 30 ( DGR n.191 del 15.02.2016) e pertanto non rientranti nelle misure messe a disposizione dalla L.14/2015. ( es. persone con disabilità, persone con evidenti fragilità sociali quali: mamme sole con impegni di cura di figli minori in tenera età, persone con scarse risorse personali, disoccupati di lungo periodo etc..) ovvero situazioni per cui, pur rientrando nei valori dell'indice definito dalla legge 14/2015 per l'accesso alle misure, i servizi ritengano più appropriato attivare un percorso di avvicinamento propedeutico poi all'inserimento lavorativo. | |
Consolidamento e sviluppo interventi di sostegno socio – educativo domiciliare e territoriale, incluso il supporto nella gestione delle spese e del bilancio familiare : In particolare, nell’ambito della prevenzione delle situazioni di fragilità sociale con bimbi di età compresa tra i 0/3 anni, tra gli interventi previsti per la definizione del progetto personalizzato si prevede l’attivazione, in sinergia con servizi sanitari del territorio, del progetto "home visiting" finalizzato tra l’altro alla promozione delle competenze genitoriali e dei contesti di accadimento, consentendo l’ accoglimento, la valutazione e presa in carico di situazione a rischio sociale e l’individuazione del percorso assistenziale integrato specifico. | ||
Consolidamento dell’assistenza domiciliare socio – assistenziale e servizi di prossimità : approccio multidimensionale della povertà, intesa non solo nella sua dimensione economica, ma anche relazionale ed educativa. | ||
Consolidamento interventi a sostegno alla genitorialità e servizio di mediazione familiare : approccio multidimensionale della |
povertà, intesa non solo nella sua dimensione economica, ma | ||
anche relazionale ed educativa. | ||
Consolidamento servizio di mediazione culturale : volto a | ||
facilitare la relazione e la comunicazione sia linguistica | ||
(interpretariato) che culturale tra gli utenti e il contesto | ||
territoriale ( istituzioni, servizi locali, cittadinanza ..) aiutando le | ||
diverse parti nel processo di “ traduzione” dei codici culturali e di | ||
linguaggio. | ||
Consolidamento servizio di pronto intervento sociale : in | ||
particolare per le situazioni in condizione di grave marginalità | ||
estrema |
La programmazione attuativa della sezione povertà, comprensiva delle risorse, avverrà attraverso apposita successiva integrazione del presente atto, da approvarsi con le modalità del programma attuativo annuale, in seguito alla definizione delle risorse nazionali e regionali destinate agli ambiti distrettuali.
Art. 3– Oneri finanziari
Il valore economico del “Piano di zona per la salute e il benessere sociale 2018-2020 anno 2018” è stimato per l’anno 2018 in euro 19.815.106,14, ripartito come segue nelle specifiche schede attuative d’intervento :
TITOLO | Costo totale |
1. Case della salute e Medicina d’iniziativa | € 362.482,00 |
2. Riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale integrata | € 0,00 |
3. Cure intermedie e sviluppo degli Ospedali di comunità | € 0,00 |
4. Budget di salute | € 170.471,26 |
5. Riconoscimento del ruolo del caregiver familiare nel sistema di servizi sociali, socio- sanitari e sanitari | € 1.219.526,00 |
6. Progetto di vita, Vita indipendente e Dopo di noi | € 127.137,65 |
7. Presa in carico del paziente e della sua famiglia nell'ambito della Rete di cure palliative | € 0,00 |
8. Promozione della salute in carcere, umanizzazione della pena e reinserimento delle persone in esecuzione penale | € 17.142,86 |
9. Medicina di genere | € 0,00 |
10. Contrasto dell’esclusione sociale e sostegno all'inclusione attiva | € 1.278.041,32 |
11. Equità in tutte le politiche: metodologie e strumenti | € 0,00 |
12. Sostegno all’inclusione delle persone straniere neo-arrivate | € 120.682,28 |
13. Promozione dell'equità di accesso alle prestazioni sanitarie. | € 0,00 |
14. Promozione delle pari opportunità e contrasto alla violenza di genere | € 269.378,00 |
15. Interventi nei primi 1000 giorni di vita e a sostegno alla genitorialità | € 4.687.009,20 |
16. Progetto adolescenza | € 318.480,65 |
17. Promozione della salute sessuale e riproduttiva in età fertile e prevenzione della sterilità | € 0,00 |
18. Prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico | € 21.123,75 |
19. Azioni per l’invecchiamento attivo e in salute e di tutela della fragilità dell’anziano | € 119.500,00 |
20. Innovazione della rete dei servizi per anziani nell’ambito del Fondo regionale per la non autosufficienza-FRNA | € 3.860.851,00 |
21. Capirsi fa bene alla salute (Health Literacy) | € 0,00 |
22. Valorizzazione delle conoscenze esperienziali e dell’aiuto tra pari | € 10.509,00 |
23. Partecipazione civica e collaborazione tra sistema pubblico e terzo settore | € 42.760,00 |
24. Riorganizzazione dell’assistenza alla nascita per migliorare la qualità delle cure e aumentare la sicurezza per i cittadini/per i professionisti | € 0,00 |
25. Qualificazione del sistema di accoglienza e cura rivolto a bambini, adolescenti e neomaggiorenni con bisogni socio-sanitari complessi nell'ambito della protezione e tutela | € 1.006.417,00 |
26. Miglioramento dell’accesso e dei percorsi in emergenza urgenza | € 0,00 |
27. Consolidamento e sviluppo dei Servizi sociali territoriali - SST | € 613.771,54 |
28. L'ITC-Tecnologie dell'informazione e della comunicazione - come strumento per nuovo modello di E-Welfare | € 0,00 |
29. Nuovo calendario vaccinale regionale e attività di supporto e miglioramento delle coperture vaccinali | € 0,00 |
30. Piano attività per la non autosufficienza-programma disabili | € 3.172.301,64 |
31. Azioni per l'inclusione scolastica dei disabili | € 2.397.521,00 |
L’ammontare complessivo per Enti/fonti finanziamento è il seguente :
QUADRO FINANZIARIO COMPLESSIVO | |
RISORSE | PREVENTIVO DI SPESA |
FONDO SOCIALE LOCALE - RISORSE REGIONALI | 292.815,64 |
FONDO SOCIALE LOCALE - RISORSE STATALI | 325.900,07 |
CENTRI PER LE FAMIGLIE | 5.416,39 |
CARCERE | 12.000,00 |
COMPARTECIPAZIONE UTENTI | 986.938,30 |
FONDI FSE PON INCLUSIONE - AVVISO 3 | 58.702,00 |
FONDI FSE POR - LR 14/2015 | 316.921,00 |
PROGRAMMA "DOPO DI NOI" | 114.646,00 |
FRNA | 6.379.032,00 |
FNNA | 312.000,00 |
AUSL | 21.123,75 |
ALTRI FONDI REGIONALI | 205.840,59 |
ALTRI FONDI STATALI/PUBBLICI | 95.653,54 |
ALTRI SOGGETTI PRIVATI – Comune di Castelfranco | 300.000,00 |
ALTRI SOGGETTI PRIVATI – Unione | 300.000,00 |
UNIONE COMUNI DEL SORBARA | 4.752.635,10 |
COMUNE DI BASTIGLIA | 438.812,16 |
COMUNE DI BOMPORTO | 956.109,89 |
COMUNE DI XXXXXXXXXXXX XXXXXX | 2.115.514,00 |
COMUNE DI NONANTOLA | 1.088.724,33 |
COMUNE DI RAVARINO | 412.331,38 |
COMUNE DI SAN XXXXXXX SUL XXXXXX | 323.990,00 |
TOTALE COMPLESSIVO | 19.815.106,14 |
Si rimanda ai successivi Programmi attuativi annuali la definizione delle risorse economiche relativa alle singole annualità.
Le Parti convengono, altresì, che potranno essere apportate eventuali modifiche agli impegni finanziari inizialmente assunti, previa intesa all’interno degli organismi di governance di distretto fra tutti i soggetti sottoscrittori del presente Accordo di Programma, a condizione che tali modifiche non pregiudichino il raggiungimento degli obiettivi e la realizzazione degli interventi previsti.
Art. 4 – Impegni delle parti
Le Amministrazioni aderenti al presente accordo si impegnano a collaborare per il conseguimento degli obiettivi previsti nel “Piano di zona per la salute ed il benessere sociale 2018-2020” e per la realizzazione degli interventi previsti nei Programmi attuativi annuali successivi.
Le parti si impegnano ad approvare i programmi attuativi annuali previa valutazione condivisa, in seno al Comitato di distretto/Giunta dell’Unione, al fine di garantire omogeneità a livello distrettuale ed assicurare l’opportuno confronto con il privato sociale del territorio, le OOSS, e/o altri soggetti individuati .
Le parti si impegnano altresì al monitoraggio e alla valutazione del Piano di zona per la salute e il benessere sociale triennale e dei Programmi attuativi annuali.
Art. 5 – Durata
Il presente Accordo di programma ha durata triennale a decorrere dalla data di sottoscrizione e conserva efficacia fino all’entrata in vigore di quello successivo.
Art. 6 – Pubblicazione
Entro i termini concordati, L’Unione Comuni del Sorbara trasmetterà alla Regione Xxxxxx Xxxxxxx, secondo le modalità indicate, il presente Accordo di programma per l’approvazione del “Piano per la salute e il benessere sociale 2018-2020” e per la pubblicazione dello stesso sul Bollettino Ufficiale della Regione Xxxxxx Xxxxxxx.
Ente
Unione Comuni del Sorbara Ausl di Modena
1.FOTOGRAFIA DEL TERRITORIO
1.1.QUADRO SOCIO – DEMOGRAFICO*
La popolazione del Distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx è di 76.041 abitanti e corrisponde al 10.7% di quella provinciale, che invece è pari a 702.949 abitanti. La popolazione residente al 01/01/2018 è suddivisa in 37.796 maschi e 38.245 femmine. Il rapporto di mascolinità corrisponde quindi a 98.8 ed è 6.3 punti più alto rispetto al distretto di Modena che corrisponde a 92.
L’età media della popolazione residente (maschile e femminile) nel distretto è di 43.5, leggermente più bassa del distretto di Modena che è pari a 45.8.
La densità abitativa della popolazione residente nel distretto corrisponde a 289 ed è più alta rispetto alla Provincia di Modena che è pari a 262.
La popolazione della Regione è in crescita e grazie all’immigrazione e a un parziale recupero della natalità. Continua l’incremento nel tempo sia dell’aspettativa di vita alla nascita, sia del numero di anni mediamente vissuti in buona salute.
Cosa sta cambiando
▪ Aumenta la speranza di vita negli uomini e ciò riduce la storica differenza con le donne, che rimangono comunque più longeve. A favore di queste ultime si registra un aumento dell’aspettativa di vita in “in buona salute” in cui invece sono tradizionalmente avvantaggiati gli uomini.
▪ La mortalità infantile (tasso di mortalità nel primo anno di vita) si colloca su valori inferiori a quelli nazionali (che sono già molto bassi) nei bambini e moderatamente superiori nelle bambine, a causa di una crescita registrata nel 2011.
▪ La percentuale di popolazione minorenne nella Regione si attesta al 16% del totale, con un costante aumento negli ultimi anni. Nell’ultimo quinquennio (2009-2014), l’incremento dei minorenni (+6,6%) è stato oltre 2,5 volte la crescita (+2,6%) della popolazione complessiva.
▪ Nella regione Xxxxxx Xxxxxxx l’aumento dei bambini e dei ragazzi nel periodo considerato è, però, decrescente nel tempo: fino al 2010 si è mantenuto al di sopra delle 16.500 unità, per poi calare progressivamente fino a 1.000 tra 2013 e 2014.
▪ Il numero delle nascite nel Distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx nel 2017 è di 700 su 5921 nati nella provincia di Modena. Il calo del numero di nascite riguarda principalmente, dal 2009, le donne italiane, verosimilmente a causa di una riduzione proporzionale delle donne in età fertile, per innalzamento dell’età della popolazione femminile, e/o a un rinvio (o rinuncia) ad avere un figlio. Dal 2010 si osserva peraltro anche un ridimensionamento della crescita di nati da donne straniere. Tali andamenti possono essere legati anche ad un effetto della crisi economica.
La proiezione delle famiglie unipersonali nella provincia di Modena al 2035 è di 120.788, in aumento di
30.151 unità rispetto al 2015.
L’indice di vecchiaia della Regione Xxxxxx-Romagna si è lievemente ridotto dal 2002 al 2013, grazie all’incremento dell’immigrazione e alla risalita della natalità (almeno fino al 2009). L’ Indice di vecchiaia della popolazione anziana del distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx nel 2017 è pari a 125, e risulta inferiore a quello provinciale pari a 158.7 (Data ultimo aggiornamento: 31/05/2012, Fonte: Regione Xxxxxx Xxxxxxx). L’indice di vecchiaia è il rapporto tra la popolazione con 65 anni e oltre e 100 giovani in età inferiore a 15 anni. I valori superiori a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai molti giovani.
*La struttura dimensionale dell’Unione non è sufficiente a fornire previsioni dettagliate a livello di distretto. Infatti nelle articolazioni dei dati riportati è naturalmente presente una certa variabilità dei tassi specifici. Per questo ci si è limitati, in molti casi, a riportare giudizi sulle tendenze in atto. La seconda segnalazione alla lettura dei dati è il riferimento all’anno: alcuni dati sono del 2017 altri dell’ultimo censimento (2011) altri ancora si riferiscono a successive rilevazioni. La crisi del 2008 ha modificato alcune tendenze ma, complessivamente, il trend che si presenta sostanzialmente rispecchia la condizione attuale.
▪ L’indice totale di dipendenza del distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx è di 54.4 persone dipendenti (0-14 anni e oltre 64 anni) su 100 persone attive. L’indice del distretto risulta inferiore rispetto a quello provinciale pari a 57.8 (Data ultimo aggiornamento: 31/05/2012, Fonte: Regione Xxxxxx Xxxxxxx).
▪ L’Indice di struttura della popolazione attiva della provincia di Modena è di 142.4. Questo dato indica il rapporto tra persone fra 40-64 anni e 100 persone fra 15-19 anni. L’indice inferiore a 100 indica una popolazione in cui la fascia di età lavorativa è giovane (Data ultimo aggiornamento: 31/05/2012, Fonte: Regione Xxxxxx Xxxxxxx).
▪ L’Indice di deprivazione è una misura della deprivazione materiale e sociale. E’ composto dalla somma di cinque indicatori di svantaggio:
▪ popolazione con istruzione pari o inferiore alla licenza elementare (mancato raggiungimento obbligo scolastico);
▪ popolazione attiva disoccupata o in cerca di prima occupazione;
▪ abitazioni occupate in affitto;
▪ famiglie monogenitoriali con figli dipendenti conviventi; densità abitativa (numero di occupanti per 100 m2 nelle abitazioni).
L’indice di deprivazione del distretto è pari a -1.19 e normalmente ha come riferimento 0(Data ultimo aggiornamento: 31/05/2012, Fonte: Regione Xxxxxx Xxxxxxx).
▪ Il saldo migratorio estero nella Regione (differenza tra immigrati da altri paesi ed emigrati all’estero) è costantemente in attivo: dai primi anni 2000 è aumentato fino al 2008 (dove ha raggiunto le 50.000 unità) per poi scendere progressivamente (inferiore a 25.000 nel 2012 e a
20.000 nel 2013). Sebbene il saldo sia ancora attivo, dal 2008 si sono avute meno iscrizioni e sono aumentate le cancellazioni da/per l’estero (1.984 nel 2008 e 3.807 nel 2012). Questo significa che ci sono meno persone che immigrano e più persone che emigrano.
▪ La dinamica migratoria della popolazione è misurata attraverso i trasferimenti di residenza ed esprime la variazione della popolazione di un dato territorio dovuta alla combinazione di immigrazione ed emigrazione. I trasferimenti vengono rilevati attraverso le iscrizioni e cancellazioni registrate presso le anagrafi comunali. I movimenti migratori comportano un aumento della popolazione quando il tasso di crescita migratorio è positivo cioè le immigrazioni (iscrizioni anagrafiche) in un dato territorio superano le emigrazioni (cancellazioni dall'anagrafe). Il Tasso di crescita Xxxxxxxxxx è il Rapporto tra il saldo migratorio dell'anno (differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza) e l'ammontare medio della popolazione residente per 1.000.
Il Tasso di emigrazione del distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx è pari a 39.81 ed è più alto di 7 punti % rispetto alla provincia di Modena che invece ha un tasso di emigrazione pari a 32.77. Il flusso di emigrazione della popolazione del distretto alla fine del 2017 (Fonte ISTAT) riguarda 2895 unità ed è rivolto nella misura del 7,33% (212) verso l’estero e per il 79,07% (2289) verso altri comuni italiani. Il flusso di immigrazione invece interessa 3305 unità e deriva per il 17,67% (584) dall’estero e per il 77,43% (2559) da altri comuni italiani.
Il Tasso di immigrazione del distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx è pari a 40.56 ed è più alto di 6.8 punti % rispetto alla provincia di Modena che invece ha un tasso di immigrazione pari a 33.78.
Il Tasso migratorio estero provinciale è pari 2.59.
La dinamica naturale della popolazione esprime la variazione potenziale dovuta alla combinazione delle dinamiche dei nati e dei decessi. La variazione è positiva e la popolazione in aumento quando il tasso di crescita naturale è positivo cioè il numero di nati supera il numero di decessi. Il Tasso di crescita Naturale viene definito, con riferimento ad un determinato anno, come rapporto tra il saldo naturale (differenza fra
nati vivi e morti) e la popolazione media di quell’anno, per mille individui. Dal 2008 al 2012 nella Regione il saldo naturale (differenza tra nati e deceduti) è rimasto sostanzialmente negativo: un lieve incremento dal 2003 al 2010 è stato infatti seguito da un calo.
▪ I bambini e ragazzi stranieri nella Regione Xxxxxx-Romagna sono 123.704, pari al 17,4% di tutti i minorenni. Delle 44.376 presenze complessive di bambini e ragazzi registrate in più negli ultimi cinque anni, 26.473 sono attribuibili alla componente straniera.
▪ La percentuale di stranieri è costantemente cresciuta, fino a superare il 12% della popolazione generale, ed è molto variabile per provincia, con valori che vanno da 8,4% a Ferrara fino a 14,4% a Piacenza.
▪ In Xxxxxx-Romagna, al contrario di ciò che accade in altre regioni d’Europa, le cittadinanze degli immigrati sono molto variegate, tanto che la somma degli abitanti delle prime 5 comunità più numerose supera di poco il 50% del totale degli immigrati.
Nel distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx i cittadini stranieri residenti (maschile e femminile) sono 8.884, e sono suddivisi in 4187 maschie e 4697 femmine. Le nazionalità più numerose sono Albania, India, Marocco, Romania, Tunisia.
La popolazione straniera residente nel distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx, al 31/05/2012 (Fonte: Regione Xxxxxx Xxxxxxx), è di 8.619 abitanti e rappresenta il 11.4% della popolazione totale (75.627 abitanti). La popolazione straniera residente nella provincia di Modena è di 90.916 abitanti e rappresenta il 12.9% della popolazione totale (702.949 abitanti).
1.2.QUADRO SOCIO – ECONOMICO
▪ Le imprese sul territorio del distretto sono 4804.
▪ Il tasso di occupazione della provincia nel 2016 è di 68.8% ovvero 1.8 punti in meno rispetto al 2008 che invece riportava il 70.6%
▪ Il tasso di disoccupazione nel 2016 è pari al 6.6% a esattamente il doppio rispetto al 2008 che invece riportava il 3.3%
Da ”Analisi delle condizioni socio-economiche e salute in Xxxxxx-Romagna attraverso l’uso integrato dei dati” relativa all’analisi pubblicata dalla Regione a Maggio 2018 è possibile porre una lente di ingrandimento sul contesto socio-economico nel contesto regionale.
In tempo di crisi i vari aspetti del contesto socio-economico sono prevedibilmente destinati a un peggioramento, particolarmente per ciò che riguarda gli aspetti congiunturali (PIL) pro capite, disoccupazione, deprivazione grave). Gli aspetti più “strutturali” della popolazione seguono invece percorsi differenti: il livello di istruzione conseguita in età adulta in Xxxxxx-Romagna è infatti aumentato e si attesta su livelli nettamente superiori a quelli italiani. I punti elencati di seguito si riferiscono al 2012 e in confronto con il 2007, o a periodi differenti.
Migliora il livello di istruzione, sia per la diminuzione della quota di popolazione meno istruita, che per l’aumento di quella ad alto livello di istruzione (andamento storico che interessa perlomeno gli anni 2000).
▪ Nella popolazione adulta, in particolare nella fascia di età 30-34 anni, la percentuale di laureati, nel 2012, si mantiene superiore alla media italiana ed è maggiore tra le donne (35,5%), che hanno superato gli uomini fin dall’inizio degli anni 2000.
▪ Nell’aumento del livello d’istruzione è evidente l’effetto della coorte di nascita, nel 2012 essendo i laureati il 28,6% tra i giovani adulti di 30-34 anni e il 17,9% tra gli adulti di 25-64 anni.
▪ Il reddito familiare medio nel 2012 rimane ad un livello tra i più alti in Italia e, tenendo conto della dinamica inflazionistica, si può considerare stabile in confronto con il 2007.
▪ La disuguaglianza nei redditi (concentrazione del reddito) è non trascurabile, ma è lievemente calata dal 2007 al 2010, mentre in Italia si è registrato un ulteriore aumento, dove già nel 2007 era più alta di quella dell’Xxxxxx-Romagna.
▪ Per la spesa sostenuta dalle famiglie, aggiornata con l’indice dei prezzi al 2012, si registra una contrazione dell’8,4%, dovuta principalmente ai consumi non alimentari. Il calo è inferiore a quello registrato in Italia (-13%).
▪ Le famiglie in condizioni di povertà relativa (che sostengono una spesa “equivalente” per consumi inferiore alla spesa media mensile nazionale) paiono aumentare, ma non in modo statisticamente significativo, come invece avviene in Italia.
▪ Rispetto all’indice sintetico di deprivazione (presenza di almeno 3 di 9 sintomi di deprivazione, come l’impossibilità di far fronte a spese improvvise) si registra un peggioramento, ancor maggiore se viene considerata la deprivazione materiale grave (4 su 9 sintomi).
▪ L’intervento della crisi ha avuto un effetto ancora maggiore sui livelli del tasso di disoccupazione, che è sensibilmente cresciuto dalla fine del 2008. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-29 anni) ha subito una crescita più rapida e un peggioramento relativo più intenso di quanto osservato in Italia (dove l’incremento, sempre rispetto al 2008, è dell’ordine del 66%).
▪ Gli occupati con contratto atipico rimangono stabili rispetto al 2008 e continuano a rappresentare il 2% del totale della popolazione occupata.
▪ Altro indicatore in peggioramento rispetto al 2008, più accentuato in Xxxxxx-Romagna (+66%) che in Italia (+21,1%), è il numero di giovani non più inseriti in un percorso scolastico/ formativo né impegnati in attività lavorativa (NEET), che risulta più alto tra le donne.
1.3.LE FAMIGLIE*
Composizione famiglie
Per famiglia, in conformità al regolamento anagrafico, si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune. Una famiglia può essere costituita da una persona sola. A ciascuna famiglia corrisponde una scheda familiare che identifica l'insieme delle schede individuali intestate ai singoli componenti della famiglia.
Il numero totale delle famiglie presenti nella provincia di Modena è 84.107 mentre nel Distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx è di 31.230.
Famiglie per numero di componenti (da 1 a 6+)
Distribuzione del numero di famiglie residenti in un dato territorio in base al numero di persone iscritte nella scheda familiare. La popolazione residente si divide tra coloro che sono membri di una famiglia - popolazione residente in famiglia - e coloro che sono membri di una convivenza, intendendo per quest'ultima un insieme di persone normalmente coabitanti per motivi religiosi, di cura, di assistenza, militari, di pena e simili aventi dimora abituale nello stesso comune.
Il Numero di famiglie presenti nel territorio di Modena è 301.205 mentre nel Distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx è di 31.230. Il Numero di residenti in famiglia a Modena è 699.680.
Il Numero di residenti in convivenza a Modena è 3269.
*Data ultimo aggiornamento: 31/05/2012 Fonte: Regione Xxxxxx Xxxxxxx
Famiglie con o senza Anziani (65 + anni) per numero componenti
Distribuzione del numero di famiglie residenti in un dato territorio in base al numero di persone iscritte nella scheda familiare e alla presenza di persone con 65 anni o più. Permette di identificare le famiglie composte da sole persone ultra 65enni. valori assoluti dal 1.1.2015
Il numero degli Anziani che vivono da soli nella provincia di Modena è di 19.841 mentre nel distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx è 5.674.
Famiglie per presenza di stranieri e numero componenti
Distribuzione del numero di famiglie residenti in un dato territorio in base al numero di persone iscritte nella scheda familiare e alla presenza di persone con cittadinanza non italiana. Permette di identificare la relazione tra presenza di stranieri e numerosità della famiglia.
Il numero delle famiglie con componenti tutti stranieri a Modena è di 00000 Xxxxxx mentre nel Distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx è 2482.
Famiglie per componenti stranieri e numero di componenti minorenni
Distribuzione del numero di famiglie residenti in un dato territorio in base al numero di persone iscritte nella scheda familiare e alla presenza di cittadini non italiani e minori. Permette di identificare la relazione tra presenza di stranieri e minori nelle famiglie.
Il numero delle famiglie con almeno un minore straniero è 10393 nella provincia di Modena mentre nel distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx è 4773.
Famiglie unipersonali
La proiezione delle famiglie unipersonali nella provincia di Modena al 2035 è di 120.788, in aumento di
30.151 unità rispetto al 2015. Anche il nostro Territorio non si discosta.
0.0.XX TERZO SETTORE
Lo sviluppo di un Welfare pubblico, territoriale e comunitario, obiettivo strategico del nuovo Piano Sociale e Sanitario Regionale, inteso come costruzione collettiva in cui ognuno è chiamato a fare la propria parte, assegna un importante ruolo al mondo del volontariato e dell’associazionismo, i quali sono sempre più chiamato a partecipare, in una logica di sussidiarietà, alla gestione ed erogazione di interventi e servizi.
Di seguito la fotografia delle realtà associative presenti sui singoli Enti e la descrizione delle principali azioni volte ad incentivare e promuovere tali realtà e sostenere le loro progettualità.
Comune di Bastiglia : Il Comune promuove e sostiene l’attività del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale, espresso in forma singola e associata, riconoscendone l’alto valore sociale nell'ambito del più ampio principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale come indicato dall’art. 118 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Nell’ambito dell’Organizzazione degli uffici il Comune di Bastiglia ha istituito il Servizio Cultura che tra le diverse attività ha l’obiettivo di favorire rapporti permanenti di collaborazione e forme di co-progettazione tra l’Amministrazione e le diverse rappresentazioni del volontariato e dell’associazionismo, assicurando la libera partecipazione all’elaborazione dei programmi, dei piani e dei progetti, alla definizione delle scelte e allo svolgimento delle attività dell’Ente, nei diversi campi di interesse (educativo, culturale, sociale, sportivo e tempo libero, impegno civile, tutela dell’ambiente, promozione del tessuto economico e attività di promozione della città, pari opportunità).
In particolare, l'Amministrazione comunale sostiene la realtà del Terzo Settore attraverso:
▪ la stipula di convenzioni per la realizzazione di attività e progetti;
▪ l’assegnazione di beni strumentali mobili e immobili;
▪ l'erogazione di contributi volti a supportare le associazioni e le organizzazioni di volontariato nel perseguimento delle loro finalità istituzionali e statutarie.
Tra gli obiettivi dell’Amministrazione comunale compaiono l’istituzione del Registro comunale delle Libere forme Associative nel quale dovranno essere iscritte le organizzazioni e le associazioni che, hanno sede nel territorio comunale o vi operano in modo continuativo allo scopo di promuovere la cittadinanza attiva e la coesione sociale, riconoscendo il valore delle forme associative.
Al fine di favorire la collaborazione e il coordinamento delle attività del volontariato e della promozione sociale, il Comune di Bastiglia incontra periodicamente i referenti delle Associazioni presenti sul territorio al fine di individuarne i bisogni e sostenere la promozione e la realizzazione di interventi nei diversi settori d’interesse.
Attualmente risultano presenti sul territorio comunale:
▪ n. 4 Associazioni con sede sul territorio comunale di cui:
o n. 2 dedicate ad attività sportive e tempo libero;
o n. 2 operanti in materie sociali, socio-sanitarie e assistenziali;
▪ n. 5 Associazioni iscritte nei Registri Regionali operanti in modo continuativo sul territorio comunale ma senza una sede, di cui:
o n. 1 competente in materia culturale, ricreativa, di impegno civile e pari opportunità;
o n.2 dedicate alla ricerca storica e alla divulgazione e alla promozione del territorio;
o n. 1 operante in materia ambientale, di impegno civile e sicurezza;
o n. 1 dedicata ad attività sportive e tempo libero.
Comune di Bomporto : il Comune incentiva le associazioni di volontariato sia attraverso bandi ad esse dedicate, sia attraverso la loro valorizzazione anche mettendo a disposizioni propri strumenti comunicativi come il sito comunale.
Sono 30 le associazioni che operano sul territorio comunale, suddivise nei settori della promozione sociale, culturale e sportiva. Esse rappresentano una parte essenziale della comunità locale: ai servizi resi a favore dei cittadini in collaborazione con l’Amministrazione comunale, vanno aggiunte le numerose opportunità di aggregazione e di socialità che esse creano in vari momenti dell’anno.
Per sostenere ed incentivare il mondo del Terzo Settore, il comune ha provveduto a :
▪ istituire apposito “Albo comunale delle Forme Associative”, dove trovano riscontro le Associazioni operanti sul territorio comunale, suddivise in 3 settori specifici, ed in particolare :
o 11 nel settore culturale,
o 9 nel settore sociale
o 10 nel settore sportivo)
▪ istituire un apposito bando annuale, che mira alla valutazione e successiva concessione di contributi rispetto ai progetti presentati dalle Associazioni di Volontariato locali;
▪ istituire un apposito bando per la concessione temporanea di sale pubbliche al mondo associativo, nonché il conferimento in gestione di alcuni impianti sportivi, privi di rilevanza economica;
▪ stabilire forme di co-progettazione, tese a completare e sostenere l’ambito dell’intervento pubblico con idonei progetti provenienti dagli Enti del Terzo Settore.
▪ ideare, organizzare e manutentare il sito “Bomporto Volontariato” (xxxxx://xxxxxxxxxxxx.xxxxxx.xxxxxxxx.xx.xx), che raccoglie informazioni utili sulle Associazioni operanti a Bomporto, sulle loro attività statutarie e sulle iniziative da loro organizzate in forma autonoma o secondo il principio della rete.
Comune di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx : il Comune, nell’ambito dell’Organizzazione degli uffici, ha istituito il Servizio Associazionismo, Sport, volontariato e Coordinamento eventi che tra le diverse attività ha l’obiettivo di favorire rapporti permanenti di collaborazione e forme di co-progettazione tra l’Amministrazione e le diverse rappresentazioni del volontariato e dell’associazionismo, assicurando la libera partecipazione all’elaborazione dei programmi, dei piani e dei progetti, alla definizione delle scelte e allo svolgimento delle attività dell’Ente, nei diversi campi di interesse (educativo, culturale, sociale, sportivo e tempo libero, impegno civile, tutela dell’ambiente, promozione del tessuto economico e attività di promozione della città, pari opportunità).
In particolare, l'Amministrazione comunale sostiene la realtà del Terzo Settore attraverso:
▪ la stipula di convenzioni per la realizzazione di attività e progetti;
▪ l’assegnazione di beni strumentali mobili e immobili;
▪ l'erogazione di contributi volti a supportare le associazioni e le organizzazioni di volontariato nel perseguimento delle loro finalità istituzionali e statutarie.
In questa attività, interlocutore privilegiato dell'Amministrazione comunale è la Consulta del volontariato, organo di rappresentanza e di coordinamento del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale in genere: la Consulta favorisce la collaborazione e il coordinamento delle attività del volontariato e della promozione sociale; a essa compete, in sinergia con il Comune, l’individuazione dei bisogni, la promozione e la realizzazione di interventi nei diversi settori d’interesse.
Il Comune di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx ha inoltre istituito il Registro Comunale delle Libere Forme Associative, ove sono iscritte le organizzazioni e le associazioni che, hanno sede nel territorio comunale o vi operano in modo continuativo allo scopo di promuovere la cittadinanza attiva e la coesione sociale, riconoscendo il valore delle forme associative.
Il Registro è suddiviso nelle seguenti sezioni tematiche:
a) sociali, socio-sanitarie, assistenziali, politiche giovanili, cooperazione internazionale, solidarietà, pace;
b) tecnici, ambientali, protezione civile;
c) culturali e pari opportunità;
d) sportive e tempo libero;
e) scolastiche, educative, formative;
f) impegno civile e sicurezza;
g) promozione del tessuto economico. Attualmente risultano:
n.45 Associazioni iscritte negli albi regione E.R.. operanti nel territorio comunale così ripartite nelle sezioni
tematiche:
▪ n. 19 sociali, socio-sanitarie, assistenziali, politiche giovanili, cooperazione internazionale, solidarietà, pace;
▪ n. 3 tecnici, ambientali, protezione civile;
▪ n. 13 culturali e pari opportunità;
▪ n. 8 sportive e tempo libero;
▪ n. 2 impegno civile e sicurezza;
n. 25 libere forme associative operanti in ambito comunale così ripartite nelle sezioni tematiche:
▪ n. 2 sociali, socio-sanitarie, assistenziali, politiche giovanili, cooperazione internazionale, solidarietà, pace;
▪ n. 11 culturali e pari opportunità;
▪ n. 11 sportive e tempo libero;
▪ n. 1 impegno civile e sicurezza
Comune di Nonantola : Il Comune valorizza e promuove le libere forme associative e di cooperazione riconoscendone l’alto valore sociale. Contestualmente promuove e sostiene le attività tese all’espletamento d’interessi a valenza collettiva promosse da associazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, delle associazioni sportive e dilettantistiche e delle Onlus ai sensi dell’ordinamento italiano.
Il Comune di Nonantola, tramite l’Ufficio Archivi, Musei, Turismo e Volontariato, mira a favorire rapporti di collaborazione permanenti e di co – progettazione con le diverse espressioni del Volontariato e dell’Associazionismo nel rispetto delle reciproche competenze ed autonomie e secondo il principio della sussidiarietà.
È pertanto assicurata al Volontariato e all’Associazionismo la partecipazione all’elaborazione di programmi, alla definizione delle scelte ed allo svolgimento delle attività dell’Ente.
In particolare, l'Amministrazione Comunale sostiene la realtà del Terzo Settore attraverso:
▪ la concessione di patrocini onerosi e non, a manifestazioni ed eventi organizzati dalle associazioni e delle organizzazioni di volontariato nei rispettivi ambiti e assegnando beni strumentali mobili e immobili di proprietà comunale ;
▪ la stipula di convenzioni e altre forme di accordo per la realizzazione di attività e progetti;
▪ l'erogazione di contributi volti a supportare le associazioni e le organizzazioni di volontariato nel perseguimento delle loro finalità istituzionali e statutarie
▪ l’erogazione di servizi a supporto di iniziative.
È istituito presso il Comune di Nonantola, referente l’Ufficio Archivi, Musei, Turismo e Volontariato, il Registro Comunale delle Libere Forme Associative, dove sono iscritte le organizzazioni e le associazioni che hanno sede nel territorio comunale, composto da cinque sezioni:
▪ associazioni di volontariato;
▪ associazioni di promozione sociale;
▪ onlus ai sensi del DLGS 460/97;
▪ associazioni sportive dilettantistiche ai sensi della normativa nazionale;
▪ volontari singoli disponibili sul territorio.
Le forme e le sezioni verranno aggiornate sulla base della applicazione in corso del nuovo Codice del Terzo settore.
Interlocutore privilegiato dell'Amministrazione Comunale è la Consulta del Volontariato e Associazionismo, organo di massima rappresentanza delle forme di volontariato, dei volontari in genere e delle associazioni di promozione sociale: la Consulta si prefigge la promozione e il sostegno del volontariato favorendo lo sviluppo di relazioni continuative tra le istituzioni pubbliche, le varie associazioni senza scopo di lucro e i volontari singoli. Favorisce, inoltre, la lettura puntuale dello stato del territorio e della comunità in tutte le sue variabili per informare e sensibilizzare sia la Pubblica Amministrazione che i cittadini. Promuove ed attua forme di collaborazione che si trasformano in iniziative comuni culturali, turistiche e sociali (in particolare iniziative che valorizzino il patrimonio storico – artistico, promuovano la tutela dell’ambiente, della cultura e delle tradizioni locali, favoriscano integrazione sociale, la solidarietà e i diritti civili) delle diverse associazioni, che mantengano sempre e comunque la propria autonomia progettuale e di realizzazione di iniziative.
Attualmente risultano 86 associazioni iscritte nel Registro Comunale delle Libere Forme Associative operanti nel territorio così ripartite nelle sezioni tematiche:
▪ n. 17 associazioni di volontariato;
▪ n.37 associazioni di promozione sociale e culturale;
▪ n. 12 ONLUS;
▪ n. 14 associazioni sportive;
▪ n. 3 associazioni di promozione del territorio;
▪ n. 3 associazioni di progetti specifici;
▪ n. 72 volontari singoli.
Comune di Ravarino : il Comune valorizza, sostiene e incentiva le associazioni di volontariato e di promozione sociale sul territorio, riconoscendone l’importante valore nell'ambito del principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale.
Relativamente all’organizzazione degli uffici, l’Ufficio Cultura – Area Servizi alla Persona, tra le varie e diverse attività, ha l’obiettivo di favorire rapporti di collaborazione e forme di co-progettazione tra il Comune e le diverse rappresentazioni del volontariato e dell’associazionismo, assicurando la libera partecipazione all’elaborazione dei programmi, dei piani e dei progetti, nei diversi campi di interesse.
Sono in totale 21 le associazioni che operano sul territorio di Ravarino, suddivise nei diversi settori culturale e sportivo-ricreativo.
In particolare il Comune di Ravarino sostiene la realtà del Terzo Settore attraverso:
▪ la stipula di convenzioni per la realizzazione di attività e progetti;
▪ l’assegnazione di beni strumentali mobili e immobili;
▪ l'erogazione di contributi volti a supportare le associazioni e le organizzazioni di volontariato nel perseguimento delle loro finalità istituzionali e statutarie.
Il Comune, al fine proprio di sostenere e incentivare le realtà del Terzo Settore, sta provvedendo ad aggiornare l’apposito “Albo comunale delle Forme Associative” nel quale saranno iscritte le organizzazioni e le associazioni che hanno sede nel territorio comunale, o vi operano in modo continuativo, allo scopo di promuovere la cittadinanza attiva e la coesione sociale.
Le associazioni sono in particolare attualmente così raggruppate:
▪ 5 nel settore sportivo e ricreativo,
▪ 9 nel settore culturale
▪ 7 nel settore socio-sanitario
L’Ente favorisce inoltre il mondo associativo attraverso il conferimento in gestione degli impianti sportivi comunali, privi di rilevanza economica, e a mezzo di forme di co-progettazione, tese a completare e sostenere l’ambito dell’intervento pubblico con idonei progetti provenienti dagli Enti del Terzo Settore.
Il Comune di San Xxxxxxx s/P promuove e sostiene l’attività del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale, tra queste assumono un ruolo fondamentale per la comunità ivi residente:
▪ Centro socio-aggregativo i saggi
▪ CEAS (Il Centro di Educazione all'Ambiente e alla Sostenibilità della Valle del Xxxxxx)
▪ Registro del Volontario singolo.
Il Centro socio aggregativo I Saggi è il frutto di un progetto, elaborato dall'amministrazione comunale di San Xxxxxxx in collaborazione con il Distretto socio sanitario di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx, che si fonda su alcuni principi e valori in linea con le caratteristiche del territorio in cui è collocato. Si inserisce a pieno titolo nell'anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni, e trova coerenza con le recenti normative regionali, volte ad incentivare una comunità e un sistema di welfare partecipato.
Il Centro vuole caratterizzarsi per l'accoglienza di alcune proposte di attività culturali, ricreative, di animazione e di confronto. Al suo interno coabitano più soggetti tra cui la comunità degli anziani (giovani e grandi anziani), il volontariato sociale e culturale, le famiglie, la cittadinanza ed il sistema dei servizi socio- sanitari.
Gli obiettivi che il Centro intende raggiungere sono:
▪ creare uno spazio di incontro per gli anziani (e non solo), confortevole e stimolante
▪ mantenere il livello di autonomia e dele qualità della vita delle persone anziane attraverso attività e laboratori promossi da volontari adeguatamente formati
▪ supportare concretamente le famiglie nel processo di cambiamento legato all'invecchiamento;
▪ creare uno spazio accogliente per favorire momenti di confronto fra famigliari coinvolti nella gestione/cura di anziani
Alcune delle attività e i laboratori che il Centro offre sono:
▪ lavorare in compagnia (creazione di bamboline di pezza, piccole composizioni di erbe e fiori, lavoro a maglia e uncinetto, pasta e sale, fiori di carta, ecc.)
▪ la palestra della memoria (attività di allenamento alla memoria attraverso giochi ed esercizi). Gestito da volontari
▪ confrontiamoci con il dialetto: conversazioni, proverbi e detti di una volta...
▪ incontri di cultura, informazione e salute
▪ attività aggregative con grandi anziani e/o con lieve non autosufficienza
Registro del volontario singolo : L’Amministrazione comunale di San Xxxxxxx sul Xxxxxx nell’ottica di garantire, nell’ambito del proprio territorio, lo svolgimento di attività solidaristiche integrative e non sostitutive dei servizi di propria competenza, ha approvato con deliberazione di consiglio comunale n. 2 del 08/02/2018 il regolamento concernente le modalità di attivazione di rapporti di collaborazione tra l’Amministrazione comunale ed i volontari singoli.
1.5.LO STATO DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE E LA PREVENZIONE
LE CONDIZIONI DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE NEL DISTRETTO DI XXXXXXXXXXXX XXXXXX
La salute percepita
Secondo la sorveglianza PASSI 2012-2017, nel distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx il 23% delle persone intervistate di 18-69 anni ha riferito di stare molto bene e il 48% bene. Il 27% sta discretamente mentre il 2% male e lo 0,2% molto male. La percentuale di persone che percepiscono la propria salute come molto buona (23%) è leggermente più alta di quella registrata a livello provinciale (19%) e regionale (18%), ma non in modo significativo sul piano statistico.
Riferiscono di stare bene o molto bene, in percentuale maggiore le persone con 18-34 anni (91%), quelle con un alto livello d’istruzione (75%), senza difficoltà economiche (75%) e senza alcuna patologia cronica (76%).
Salute percepita bene o molto bene (%) Sorveglianza PASSI 2012-2017
100
Salute percepita bene o molto bene
per caratteristiche socio-demografiche (%) Sorveglianza PASSI 2012-2017
71
71 70
80 70
TOTALE CLASSI D'ETA'
18-34
71%
91%
60
40
20
0
% Xxxxxxxxxxxx
Xxxxxx
Provincia Modena
Xxxxxx- Romagna
Italia
35-49
50-69
SESSO
bassa
alta
64%
7
uomini donne ISTRUZIONE
DIFF. ECONOMICHE
50%
76%
72%
69%
5%
sì
o
66%
7
n 5%
47%
76%
ALMENO UNA PATOLOGIA CRONICA
sì no
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Secondo i dati PASSI d’Argento 2016-2017 in provincia di Modena il 6% delle persone ultra 64enni ha riferito di stare molto bene e il 31% bene. Oltre la metà (54%) sta discretamente mentre il 9% male e lo 0,4% molto male. A livello regionale e nazionale si registrano percentuali simili.
In provincia di Modena il 13% degli ultra 64enni intervistati ha riferito di stare meglio rispetto l’anno precedente, il 59% allo stesso modo e il 28% peggio; questi valori sono simili a quelli registrati a livello nazionale e regionale. Il 15% ha riportato di essere molto soddisfatto della vita condotta e il 65% abbastanza mentre il 17% ha dichiarato di esserlo poco e il 3% per niente. La percentuale di chi è soddisfatto (80%) è leggermente inferiore rispetto a quella regionale (82%) e leggermente superiore a quella nazionale (78%).
Stato di salute percepito (%) Sorveglianza PASSI d’Argento 2016-2017
80
38
31
31
54
46 50
60
40
20 6 6 6
0
9 8 11
0 2 2
% Molto bene Bene Discretamente Male Molto male
Provincia di Modena
Xxxxxx-Romagna
Pool nazionale
Nel distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx il 17% delle persone con 18-69 anni ha riferito di soffrire di almeno una patologia cronica, percentuale simile a quella provinciale e regionale. In particolare nel distretto il 5,8% ha dichiarato di avere una patologia cardiocerebrovascolare, il 6,3% una patologia respiratoria e il 4,4% una diagnosi di tumore.
Secondo i dati della sorveglianza PASSI d’Argento 2016-2017, in provincia di Modena il 61% degli intervistati ultra 64enni ha riportato di soffrire di almeno una patologia cronica. In particolare nel distretto il 26% ha dichiarato di avere una patologia cardiaca cronica, il 11% una cerebrovascolare il 13% una patologia respiratoria e il 19% una diagnosi di tumore.
Presenza di patologie croniche nelle persone con 18-69 anni (%) Sorveglianza PASSI 2012-2017
Presenza di patologie croniche nelle persone ultra 64enni (%)
Sorveglianza PASSI d’Argento 2016-2017
80
60
40
17 18 18 18
20
80 61 60
60
40
20
58 60
0
% Xxxxxxxxxxxx
Xxxxxx
Provincia Modena
Xxxxxx- Romagna
Italia
0
% Provincia di
Modena
Emilia Xxxx Xxxxxx-
Romagna
Pool nazionale
Nel distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx il 6,7% delle persone con 18-69 anni ha riferito sintomi di depressione; questo valore risulta leggermente inferiore a quello provinciale e regionale, differenza non significativa sul piano statistico. Nel distretto la prevalenza di sintomi depressivi è maggiore tra le persone con patologie croniche (17,5%), quelle con difficoltà economiche (9,7%), le donne (8,1%) e i 50-69enni (8,7%).
Secondo i dati PASSI d’Argento 2016-2017 in provincia di Modena il 16% ha riportato sintomi di depressione, percentuale simile a quella regionale e leggermente inferiore a quella nazionale.
Sintomi di depressione nelle persone con 18-69 anni (%) Sorveglianza PASSI 2012-2017
40
Sintomi di depressione nelle persone ultra 64enni (%)
Sorveglianza PASSI d’Argento 2016-2017
40
30
20
6,7 8,4 7,5
10
6,2
30
16
20 14 12 13
10
0
% Xxxxxxxxxxxx
Xxxxxx
Provincia Modena
Xxxxxx- Romagna
Italia
0
% Provincia di Modena
Emilia Xxxx Xxxxxx- Romagna
Pool nazionale
La fragilità e la disabilità degli anziani
Una delle sfide più importanti per la società per i prossimi decenni sarà il forte carico socio-assistenziale dovuto all’invecchiamento della popolazione. Anche il Distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx, come la provincia e il resto della regione, ha visto un forte aumento della popolazione ultra 64enne che può essere sintetizzato con l’indice di invecchiamento.
Indice di vecchiaia, 2011-2017 Distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx
119,9
113,5
115
125
0000 0000 0000 0000
Questo comporta un progressivo aumento della popolazione con fragilità e disabilità. Secondo i dati dell’indagine PASSI d’Argento 2012-2013 in provincia di Modena la metà (50%) delle persone ultra 64enni è in buona salute e a basso rischio di malattia, pari a una stima di circa 7.400 persone nel distretto, un quarto (20%) è in buona salute, ma a rischio di malattia e fragilità (circa 2.900 persone), un sesto (18%) è a rischio di disabilità (circa 2.700 persone stimate), il 12% presenta qualche forma di disabilità, pari a una stima di 1.800 persone.
80
60 50
Sottogruppi di popolazione (%) PASSI d’Xxxxxxx 0000-00
Xxxxxxxxx xx Xxxxxx Xxxxxx-Xxxxxxx
39
48 Pool nazionale
40
20 24 24
20
18 16 21
12 12 16
0
% In buona salute In buona salute,
A rischio di
Con disabilità
a basso rischio di malattia
ma a rischio di malattia
disabilità
PASSI d’Argento ci informa anche in provincia di Modena il 13% della popolazione ultra 64enne è a rischio di esclusione sociale. Si stima così che in provincia circa 20.500 ultra 64enni (2.000 nel Distretto) non abbiano partecipato nell’ultimo anno a incontri collettivi, né frequentato altre persone o telefonato a qualcuno per chiacchierare.
Le persone che invecchiano, soprattutto quando svolgono poca attività fisica, si espongono anche al rischio di cadute; la paura di cadere però tende a essere uno dei fattori che limita le attività della vita quotidiana e la motricità delle persone anziane.
50%
Gli anziani che cadono ripetutamente vedono diminuire le capacità nelle attività di vita quotidiana e la qualità di vita. Sono ad alto rischio di ricovero ospedaliero, di disabilità e morte. Nell’anno 2017 nel Distretto di Castelfranco si sono fratturate 120 persone, di cui 103 con più di 75 anni.
Popolazione > 65
67%
33%
probabilità di cadere
no cadute
Popolazione > 80
50%
probabilità di cadere no cadute
Secondo la sorveglianza PASSI d’Argento 2016-2017 in provincia di Modena il 36% ha paura di cadere, percentuale vicina a quella regionale (33%) e leggermente inferiore a quella nazionale (40%).
Anche le demenze costituiscono un problema di salute pubblica sempre più rilevante in relazione all’invecchiamento della popolazione costituendo, infatti, una delle principali cause di disabilità nella popolazione generale con un considerevole impatto socio-sanitario.
Nel Distretto di Castelfranco la letteratura indica come dato di prevalenza 1061 persone con demenza. Ad oggi 955 sono prese in carico dai servizi, 346 sono in assistenza domiciliare.
Per questi motivi le politiche di contrasto all’esclusione sociale, di promozione e facilitazione dell’attività motoria e di valorizzazione dell’anziano risorsa dovrebbero essere una priorità per tutte le comunità locali. Infatti gli anziani sempre più non devono essere considerati un carico socio-assistenziale ma anche un prezioso capitale sociale.
Secondo la sorveglianza PASSI d’Argento 2016-2017, in provincia di Modena circa un quarto (27%) degli ultra 64enni intervistati, pari a una stima di oltre 42 mila persone in provincia (4.000 nel Distretto), rappresenta una risorsa per la famiglia, i conoscenti o l’intera collettività. Il 12% accudisce o aiuta spesso conviventi, il 12% si occupa di non conviventi e il 7% svolge attività di volontariato a favore della collettività. Morbosità e mortalità
Il Registro provinciale delle Cause di Morte indica che nel distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx nel quinquennio 2012-2016 i decessi sono stati mediamente 646 all’anno; l’analisi dei tassi standardizzati, che correggono per la diversa composizione per età e genere della popolazione, mostra nel distretto valori leggermente inferiori rispetto a quelli provinciali sia per gli uomini che per le donne.
Nel distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx, così come in provincia di Modena e nella regione Xxxxxx-Romagna, le principali cause di morte nel quinquennio 2012-2016 sono state: le malattie cardiovascolari (225 decessi medi annui, pari al 35% dei decessi totali), i tumori (193, pari al 30%), le patologie dell’apparato respiratorio (48, pari al 7%) e i disturbi psichici (34, pari al 5%), categoria che contiene una buona parte delle demenze e delle altre malattie degenerative senili.
Nel distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx, nel periodo 2012-2016, sono decedute di tumore maligno mediamente all’anno 193 persone; i tassi distrettuali standardizzati per neoplasia sono leggermente inferiori a quelli provinciali divisa in entrambi i generi.
Più in dettaglio negli uomini le sedi a più alta mortalità sono nell’ordine polmone (25 casi medi annui), colon-retto (11), tessuto linfoematopoietico (11), fegato (10); nelle donne invece sono polmone (13),
mammella (9), colon-retto (9), tessuto linfoematopoietico (8), pancreas (8).
Secondo i dati del Registro Tumori provinciale nel periodo 2010-2014 si sono ammalate di tumore maligno mediamente 439 persone all’anno. Il distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx mostra un valore del tasso standardizzato (575,4) superiore a quello provinciale (555,1), differenza però non significativa sul piano statistico.
800
Tassi std incidenza (x 100.000 ab.)
600
Incidenza tumori per distretto
Tassi standardizzati x 100.000 ab. - Anni 2010-2014
534,4 508,2
582,3 575,4 561,5 555,1 549,1 546,4
400
200
0
Carpi Xxxxxxxxxxxx
Xxxxxx
Modena Provincia di
Modena
Sassuolo Mirandola Vignola Pavullo
nel Frignano
I dati del Registro Tumori indicano un aumento dal 1988 del numero di nuovi casi (incidenza) sia per gli uomini sia per le donne, meno spiccato nell’ultimo periodo. L’analisi dei tassi standardizzati mostra un incremento nel lungo periodo e un arresto di tale andamento negli ultimi anni che dovrà essere confermato nel prossimo futuro.
1000
Incidenza tumori nel distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx per genere Casi incidenti e tassi standardizzati x 100.000 ab. - Anni 1988-2014 Uomini Donne
num. casi tassi std
num. casi tassi std
1000
800 800
600 600
400 400
200 200
0 0
Nel periodo 2010-2014 il tumore più frequente tra gli uomini è stato quello alla prostata (45 casi medi annui, la cui alta incidenza, come noto, è dovuta anche all’elevato ricorso, a volte inappropriato,dell’esame ematochimico del PSA), seguito da quello al polmone (29), colon-retto (28), vescica (28), tessuto linfoematopoietico (22); nelle donne le sedi più frequenti sono state: mammella (68), colon-retto (21), tessuto linfoematopoietico (17), tiroide (16), polmone (16).
L’aumento dell’incidenza registrato e della sopravvivenza comporta il progressivo aumento di persone che hanno una neoplasia (prevalenza) o che ne sono guarite.
1.6 SPORTELLI SOCIALI: L’OFFERTA DEI SERVIZI
I servizi hanno garantito la presenza di luoghi e persone dedicate all’ascolto di tutti i cittadini, in particolare per chi esprime un problema o un disagio, svolgendo una funzione di informazione, orientamento, consulenza. Lo sportello sociale ha operato secondo un approccio multiculturale e sviluppato al proprio interno le competenze necessarie ad offrire accoglienza e servizi ad una società plurale; tali attività costituiscono, ai sensi dell’art.6 della legge regionale n.2/2003 un “livello essenziale delle prestazioni sociali”.
In particolare lo sportello sociale, dislocato presso ciascuna sede comunale, garantisce:
▪ informazione e orientamento ai cittadini sul sistema di offerte dei servizi pubblici e/o del privato sociale operanti nel territorio e sul ventaglio delle opportunità concretamente attivabili;
Tabella 1 – Accesso agli Sportelli Sociali anno 2017 - confronto anni precedenti | ||||
COMUNE | 2014 | 2015 | 2016 | 0000 |
Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx | 5370 | 4864 | 6354 | 6201 |
San Xxxxxxx s/P | 823 | 875 | 875 | 832 |
Unione dei Comuni del Sorbara (Bastiglia, Bomporto, Nonantola, Ravarino) | 8913 | 11921 | 7586 | 7726* |
TOTALE | 00000 | 00000 | 00000 | 14980 |
* di cui punto informativo stranieri n. 1646 |
Come si evince dalla tabella 1, il numero degli accessi agli sportelli sociali nel Distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx ha avuto un forte incremento nel 2015, incremento che non è rimasto costante negli anni successivi.
Il Servizio Sociale Professionale Territoriale (SST)
Il servizio sociale professionale,in linea con gli attuali orientamenti del welfare comunitario, attua una organizzazione del lavoro basata su un approccio per macro-problematicità, garantendo altresì nel servizio sociale professionale la presenza di operatori in grado di gestire percorsi specialistici, in particolare sono presenti assistenti sociali a cui compete lo svolgimento della funzione di tutela dei minori, anche mediante la collaborazione con l’autorità giudiziaria competente,prevista dall’art.15 lettera a) della l.r 2/2003 e smi.
Il Servizio Sociale Professionale territoriale è finalizzato ad assicurare prestazioni necessarie a rimuovere e/o ridurre situazioni problematiche o di bisogno sociale dei cittadini. Il SST offre percorsi di accesso appropriato al sistema dei servizi di welfare in stretto collegamento con gli altri attori, istituzionali e non, del territorio che intercettano i bisogni e le domande dei cittadini. Attraverso i processi valutativi (mono e multi-professionali) il SST accompagna la persona o la famiglia nel tradurre la propria domanda, individuare i bisogni e le risorse disponibili, sviluppare una progettazione adeguata a far fronte alle sue esigenze mediante la condivisione degli obiettivi di intervento con la rete famigliare e sociale e l’attivazione di interventi pubblici e privati disponibili nel territorio, sviluppati anche in collaborazione con l’Ausl del territorio.
Tabella 2- Utenti in carico al servizio sociale professionale anno 2017 - confronto anni precedenti | ||||
COMUNE | 2014 | 2015 | 2016 | 0000 |
Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx | 1708 | 1664 | 1493 | 1503 |
San Xxxxxxx s/P | 361 | 359 | 320 | 284 |
Unione dei Comuni del Sorbara (Bastiglia, Bomporto, Nonantola, Ravarino) | 1728 | 1635 | 1263 | 0000 |
Xxxxxxxxx xx Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx | 3797 | 3658 | 3076 | 3.242 |
Tabella 3- Utenti divisi per classi di età in carico al servizio sociale professionale anno 2017 - confronto anni precedenti | |||||||||
COMUNI | 2015 | 2016 | 2017 | ||||||
MINORI 0-17 | ADULTI 18-64 | ANZIANI oltre 65 | MINORI 0-17 | ADULTI 18-64 | ANZIANI oltre 65 | MINORI 0-17 | ADULTI 18-64 | ANZIANI oltre 65 | |
Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx | 202 | 949 | 513 | 27 | 1024 | 442 | 70 | 993 | 440 |
San Xxxxxxx s/P | 162 | 105 | 92 | 157 | 83 | 80 | 123 | 78 | 83 |
Unione dei Comuni del Sorbara (Bastiglia, Bomporto, Nonantola, Ravarino) | 593 | 501 | 541 | 423 | 390 | 450 | 484 | 504 | 467 |
TOTALE | 957 | 1555 | 1146 | 607 | 1497 | 972 | 677 | 1575 | 990 |
3658 | 3076 | 3.242 |
Il principale intervento messo in campo dai Servizi Sociali è rappresentato dalle offerte di tipo economico che si rappresentano di seguito:
Tabella 4 – Le offerte di tipo economico nel 2017 | ||
COMUNE | N. nuclei | Importo |
Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx | 610 | 226.501,98 € |
San Xxxxxxx s/P | 55 | 39.378,86 € |
Nonantola | 37 | 21.043,13 € |
Bastiglia | 66 | 47.964,63 € |
Bomporto | 152 | 75.426,71 € |
Ravarino | 45 | 29.703,37 € |
Unione dei Comuni del Sorbara (Bastiglia, Bomporto, Nonantola, Ravarino) | 300 | 174.137,84 € |
TOTALE | 965 | 440.018,68 € |
SERVIZIO SOCIALE TERRITORIALE: AMBITO TUTELA MINORI
La funzione di tutela dei minori prevede in particolare :
▪ la presa in carico di segnalazioni di pregiudizio, maltrattamento, abuso a carico di minori;
▪ la gestione di provvedimenti sostitutivi o limitativi della potestà genitoriale con conseguenti responsabilità giuridiche in base a decreti emanati a tal fine dall’Autorità Giudiziaria;
▪ lo svolgimento di indagini psico-sociali per la Procura presso il tribunale per i minorenni o dalla magistratura competente, svolgendo anche i compiti di vigilanza e di redazione delle relazioni;
▪ l’elaborazione (insieme agli altri soggetti interessati, in particolare con l’Azienda USL competente) del progetto quadro sul minore e sulla sua famiglia che, anche in attuazione delle previsioni del provvedimento del Tribunale per i minorenni, stabilisce gli obiettivi generali da raggiungere, i tempi della presa in carico, la definizione dei ruoli, delle responsabilità e delle relazioni dei vari soggetti coinvolti (il bambino o ragazzo, la famiglia d’origine, gli adulti o le comunità accoglienti);
▪ l’attuazione di un percorso strutturato di conoscenza e valutazione della disponibilità per l’affidamento familiare e per la gestione di comunità familiari e casa-famiglia;
▪ l’assistenza dei minori in carico in strutture residenziali e semiresidenziali a gestione convenzionate o comunque autorizzate al funzionamento;
▪ l’ammissione di donne o uomini, con figli, in grave situazione di disagio presso strutture residenziali;
▪ la gestione degli affidamenti assistenziali e giudiziari;
▪ attività di sensibilizzazione, informazione, preparazione alle coppie che dichiarano la propria disponibilità all’adozione, nonché sostegno psicologico e sociale alla famiglia e al bambino nel periodo successivo all’adozione.
Tabella 5- Utenti in carico al servizio sociale professionale nell'area minori | ||||
COMUNE | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 |
Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx | 234 | 258 | 232 | 208 |
San Xxxxxxx s/P | 22 | 20 | 7 | 14 |
Nonantola | 59 | 79 | 75 | 69 |
Bastiglia | 21 | 21 | 26 | 20 |
Bomporto | 46 | 66 | 52 | 48 |
Ravarino | 24 | 37 | 30 | 26 |
Altri Comuni | 0 | 0 | 0 | 0 |
TOTALE | 406 | 481 | 422 | 385 |
Tabella 6- Affidi familiari anno 2017 a confronto con anni precedenti | ||||
COMUNE | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 |
Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx | 13 | 14 | 7 | 6 |
San Xxxxxxx s/P | 0 | 0 | 2 | 2 |
Nonantola | 3 | 4 | 5 | 6 |
Bastiglia | 1 | 1 | 1 | 1 |
Bomporto | 1 | 2 | 3 | 3 |
Ravarino | 0 | 1 | 1 | 1 |
TOTALE | 18 | 22 | 19 | 19 |
Tabella 7- Numero utenti minori inseriti in comunità anno 2017 e confronto con anni precedenti | ||||
COMUNE | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 |
Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx | 15 | 15 | 11 | 19 |
San Xxxxxxx s/P | NP | NP | NP | 3 |
Nonantola | 6 | 7 | 6 | 3 |
Bastiglia | 3 | 4 | 3 | 1 |
Bomporto | 1 | 1 | 4 | 3 |
Ravarino | 0 | 0 | 0 | 0 |
TOTALE | 25 | 27 | 24 | 29 |
1.7.AZIONI A SOSTEGNO DELLA NON AUTOSUFFICIENZA
La rete dei servizi per la non autosufficienza è stata oggetto di ridefinizione nel corso degli ultimi anni sia rispetto ai modelli gestionali che alla tipologia di persone cui si rivolge, ridefinizione resasi necessaria per rispondere con sempre maggiore appropriatezza all’evolversi dei bisogni presenti e al cambiamento del tessuto sociale nel quale sia i bisogni che la rete dei servizi preposti si inseriscono.
1.8 ANZIANI
Si è consolidata l’attività a sostegno della popolazione anziana e con gravi disabilità del Distretto n. 7 favorendo, in particolare quegli interventi e progetti assistenziali tesi a realizzare interventi di tutela e presa in carico delle situazioni di disagio e di fragilità sociale, con la creazione di percorsi assistenziali e di valutazione volte a sostenere l'utente nel proprio ambiente di vita ma anche avvalendosi della rete integrata dei servizi socio-assistenziali, compresi quelli residenziali e semiresidenziali.
In questo ambito, vengono attivati progetti personalizzati e temporanei di supporto e tutoring alle famiglie al fine di facilitare il rientro al domicilio, dopo un ricovero ospedaliero.
Le Dimissioni protette rappresentano un servizio qualificato su tutto il territorio distrettuale garantito dal Punto Unico di Accesso socio-sanitario. Nella pluralità di offerte residenziali, sono stati garantiti posti di tipo temporaneo per rispondere alle richieste di sollievo avanzate dai familiari degli assistiti, rafforzando in questo modo sostegno alla domiciliarità.
L’analisi pluriennale degli esiti delle valutazioni che ogni anno vengono effettuate sembra confermare come l’ingresso in struttura avvenga sempre di più in concomitanza con significativi peggioramenti di salute e di autonomia, tali da rendere difficile il mantenimento al domicilio.
1.9 DISABILI
Il Distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx ha creato una diversificata rete di interventi e strutture rivolte alle persone con disabilità e alle loro famiglie, intervenendo per analizzare e rispondere ai bisogni presenti, promuovere l’integrazione sociale, sostenere il lavoro di cura delle famiglie e la possibilità di permanenza al proprio domicilio e nel proprio contesto sociale delle persone con disabilità.
Il sostegno alla domiciliarità è uno degli obiettivi prioritari delle amministrazioni del Distretto, obiettivo perseguito attraverso una serie di strutture ed interventi finalizzati al mantenimento/potenziamento delle capacità delle persone con disabilità e al sostegno del lavoro di cura del contesto famigliare.
Rientrano in tali interventi, le strutture diurne (Centri Diurni e Laboratori Protetti/socio-occupazionali), interventi quali l’assistenza domiciliare e attività quali quelle svolte dall’educativa territoriale e anche
contributi economici quali l’assegno di cura (anche quello relativo alle gravissime disabilità acquisite) che viene erogato a fronte di uno specifico Progetto Assistenziale Individualizzato del servizio sociale che parte dal riconoscimento della situazione di gravità della persona con disabilità e tiene conto delle sue risorse e della tenuta del contesto famigliare in relazione alle caratteristiche e alle esigenze di accudimento.
Per quanto concerne la risposta di tipo residenziale, a fronte di una organizzazione relativa alle esigenze di residenzialità delle persone con gravissima disabilità acquisita (GRACER) realizzata soprattutto attraverso la RSA di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx, la risposta alle esigenze delle persone con diversi livelli di disabilità viene erogata soprattutto attraverso strutture extra distrettuali.
Rispetto alla domanda o alla opportunità di accesso alle strutture e servizi della rete distrettuale non emergono attualmente problemi di liste d’attesa e di domande non accolte.
Tabella 9 - INTERVENTI PER ANZIANI | |||||||||
Assistenza residenziale CRA | Assistenza semi- residenziale CD | Sostegno progetti assistenziali individuali c/o strutture residenziali non convenzionate (punto 5 dgr n. 1378/99) | Interventi rivolti a gruppi di Caregiver familiari di persone anziane | ||||||
n. Posti letto servizi accreditati (e convenzionati residuali) finanziati con FRNA al 31/12/17 | n. Posti servizi accreditati (e convenzionati residuali) finanziati con FRNA al 31/12/17 | N° Utenti totali che hanno usufruito del servizio/intervento nell'anno 2017 | N° giornate annue di effettivo utilizzo dei posti nell'anno 2017 | N° Utenti totali che hanno usufruito del seguente servizio/intervento nell’anno 2017 | N° iniziative attive nel 2017: per i cafè inserire i punti fisici attivi (e non il n° di incontrI); per le iniziative informative o formative il n° eventi (ad es. un corso è 1 evento, anche se la frequenza prevede 3 incontri ); per i gruppi qui è necessario mettere il n° di gruppi e non il numero di persone o numero di volte che i gruppi si sono riuniti. | ||||
iniziative di informazione, formazione (educazione care-givers) e altri interventi | Gruppi di sostegno/ auto- aiuto | Caffè Alzheimer | iniziative di informazione, formazione (educazione care-givers) e altri interventi | Gruppi di sostegno/ auto- aiuto | Caff è Alzh eim er | ||||
177 | 50 | 0 | 0 | 265 | 50 | 22 | 8 | 2 | 9 |
Tabella 12 - Sostegno alla Domiciliarità | |
DISTRETTO DI XXXXXXXXXXXX XXXXXX | N. UTENTI 2017 |
Accoglienza temporanea di sollievo DGR 1206/07 | 64 |
Strutture Semi - Residenziali per anziani (Centri Diurni) | 103 |
Tabella 13 - Assegni di cura | |
ASSEGNI DI CURA | 2017 |
X. Xxxxxxx di cura in corso d'anno | 165 |
X. Xxxxxxx di cura cessati in corso d'anno | 57 |
X. Xxxxxxx di cura attivati in corso d'anno | 38 |
Contributo € 160,00 | 82+9 disabili |
X. Xxxxxxx di cura GRACER (GDA+GDA SLA | 12 |
Tabella 14 - Attività rivolta ai gruppi* | |
Caffè Alzheimer | 2017 |
N. utenti | 22 |
N. incontri | 10 |
*attività di intrattenimento e di esercizio per la memoria e di aggregazione.
1.10 AZIONI A SOSTEGNO DELLE POLITICHE ABITATIVE
Il territorio regionale si caratterizza per una elevata presenza di famiglie che ha la proprietà della casa, il che corrisponde, in molti casi, ad un ingente ricorso al credito per l’acquisto e all’indebitamento. Sono in costante aumento però, i cittadini che hanno difficoltà di accesso all’abitazione e che non sono nella condizione di acquistare un alloggio o che pagano canoni di affitto troppo elevati.
Le richieste ai Comuni di contributi per l’affitto, da parte dei cittadini in difficoltà, sono alte, mentre le risposte dei Servizi vengono giudicate soddisfacenti solo in pochi territori. A tal fine è in corso un’attività di promozione di politiche degli affitti a canone concordato ed è stato varato un progetto “Alloggi in garanzia” e “Affitto casa garantito”.
La domanda di “casa” è trasversale alla popolazione, ma è diffuso che alcuni target maggiormente fragili tendono ad assorbire in maniera significante un’offerta di per sé non sufficiente, fra questi: famiglie numerose (il più delle volte famiglie immigrate) e famiglie uni personali (quindi anziani).
La situazione delle graduatorie per l’assegnazione di alloggi ERP pare testimoniare la necessità di investimenti nell’edilizia pubblica in quanto è oggettiva la richiesta di sostegno dei cittadini rispetto all’abitazione, ma allo stesso tempo aumentano anche le situazioni spia di un potenziale disagio per chi la casa ce l’ha, come ad esempio famiglie di giovani coppie, anziani e immigrati. Negli anni passati il numero di assegnazioni di alloggi popolari era molto più elevato in quanto le persone miglioravano la propria situazione economica e abbandonavano l’alloggio; negli ultimi anni invece il numero di assegnazioni si è abbassato drasticamente a causa della situazione di crisi in cui versano i cittadini e le assegnazioni sono il più delle volte limitate e condizionate dal decesso delle persone anziane.
Tabella 15 - Xxxxxxx e domande E.R.P. - Dati al 31/12/2017 | ||
Comune | N. alloggi | N. domanda presentate |
Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx | 237 | 207 |
Bastiglia | 23 | 30 |
Bomporto | 68 | 45 |
Nonantola | 74 | 127 |
Ravarino | 54 | 32 |
San Xxxxxxx s/P | 5 | 8 |
Tabella 16 - Canone medio E.R.P. - Anno 2017 | |
Canone medio E.R.P. | € 149,45 |
Canone medio Alloggi Residenziali Sociali | € 209,68 |
2.MODELLO DI GOVERANCE LOCALE E ASSETTO ORGANIZZATIVO DELL’AMBITO DISTRETTUALE
2.1 SERVIZIO SOCIALE E SOCIO – SANITARIO
I Comuni di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx e San Xxxxxxx, rispettivamente con deliberazioni consiliari n. 69 del 12.09.2017 e n. 47 del 11.09.2017, hanno disposto il trasferimento all'Unione Comuni del Sorbara, delle funzioni relative ai servizi sociali e socio-sanitari, avendo i restanti Comuni di Bastiglia, Bomporto, Nonantola e Xxxxxxxx già provveduto a detto trasferimento nell’anno 2011.
L'esercizio unificato delle funzioni ricomprende tutti i compiti, gli interventi e le attività che la legislazione nazionale e regionale e la programmazione regionale e distrettuale assegnano a questo ambito funzionale dei Comuni, in particolare sono state oggetto di trasferimento le seguenti funzioni :
▪ Programmazione, regolazione e committenza, ivi incluso l’accreditamento di strutture e servizi sociali e socio-sanitari
▪ Servizio sociale territoriale : comprendente sportelli sociali per informazione e consulenza al singolo e ai nuclei familiari
▪ Erogazione delle prestazioni sociali previste dalla legislazione nazionale e regionale e dalla programmazione regionale e distrettuale
▪ Sviluppo di politiche comunitarie e familiari, incluse le attività del centro per le famiglie e la mediazione familiare e interventi per la promozione sociale
▪ Realizzazione di programmi di informazione e di prevenzione dei rischi sociali
▪ Vigilanza su strutture e servizi sociali e socio-sanitari
▪ Progettazione e sperimentazione di nuovi servizi
▪ Sviluppo e gestione del Sistema informativo sociale
▪ Sviluppo di Sistemi di gestione della qualità dell’organizzazione e delle prestazioni
▪ Formazione, aggiornamento e addestramento del personale
▪ Ricerca sociale e rendicontazione sociale
▪ Interventi per favorire la realizzazione dell'integrazione socio-sanitaria
▪ Interventi integrati con i servizi educativi e con i servizi per l’impiego;
▪ Azioni e programmi a contrasto della violenza di genere.
Al fine di garantire completezza ed organicità degli interventi al servizio sociale e socio – sanitario dell’Unione sono altresì state delegate le funzioni inerenti :
▪ le politiche abitative
▪ le politiche giovanili
Con il trasferimento all’Unione delle funzioni inerenti i servizi sociali e socio – sanitari si è compiuta, cosi come previsto dalla L.R. 21/2012, la coincidenza dell’Ambito territoriale ottimale con il Distretto sanitario, nonché individuato il Distretto come nodo della governance locale e luogo della programmazione integrata, della sperimentazione di nuove configurazioni organizzative dei servizi nonché luogo di valorizzazione delle variabilità e delle differenze.
Il Comitato di Distretto, definito dalle Leggi Regionali n.19/94 e n. 29/04, svolge pertanto il ruolo di governo delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie territoriali e, a seguito del trasferimento delle funzioni, coincide con la Giunta dell’Unione; al Comitato di Distretto partecipa il Direttore del Distretto per concertare gli indirizzi in ambito sociosanitario e sanitario territoriale.
L'Unione per esercitare le competenze, le funzioni e svolgere le attività conferite si è dotata di un unico Servizio sociale e socio-sanitario, inserito all’interno dell’Area Servizi alla persona dell’Unione stessa.
Al fine di salvaguardare le specificità territoriali dei servizi, pur rispettando l’unitarietà delle attività di programmazione – pianificazione - controllo - committenza, l’ambito funzionale è stato articolato in due Poli tecnici:
▪ Polo tecnico 1 preposto alla erogazione dei servizi alla utenza stanziata nei Comuni di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx e San Xxxxxxx sul Xxxxxx
▪ Polo tecnico 2 preposto alla erogazione dei servizi alla utenza stanziata nei Comuni di Bastiglia, Bomporto, Nonantola e Ravarino
L’articolazione dell’ambito funzionale in due poli tecnici, mira a favorire, cosi come previsto dalla DGR 1012/2014 “ Linee guida per il riordino del Servizio Sociale Territoriale”, l’erogazione di attività rivolte ai cittadini maggiormente ancorate alle specificità territoriali, favorendo in tal modo la prossimità al territorio e l’integrazione del servizio sociale territoriale con i diversi attori locali.
Presso ognuno dei Comuni facenti parte dell’Unione è presente lo sportello sociale a cui spetta il compito di :
▪ Informare i cittadini sul sistema di offerta dei servizi pubblici e/o del privato sociale operanti nel territorio
▪ Orientare in modo personalizzato le persone rispetto al ventaglio delle risorse presenti nel territorio
▪ Accompagnare il cittadino all’avvio del percorso valutativo
▪ Supportare il cittadino nell’iter di richiesta amministrativa
Lo sportello sociale di Bomporto e Castelfranco è dislocato all’interno della casa della salute al fine di meglio garantire in modo coordinato la funzione di accesso all’assistenza socio - assistenziale, socio – sanitaria e sanitaria e di valutazione del bisogno.
Presso ogni dislocazione territoriale dello sportello sociale è altresì attivo un punto per l’accesso al REI/RES (cosi come previsto dal D.Lgs 147/2017 “ Disposizioni per l’introduzione di una misura nazionale di contrasto alla poverta) non si è ritenuto infatti possibile distinguere l’area della cosidetta “povertà” da tutta l’offerta dei servizi sociali, consapevoli che il consolidamento della rete dei servizi territoriali è elemento essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di contrasto alla povertà ed inclusione sociale.
Lo sportello sociale dei Comuni di Bastiglia, Bomporto, Nonantola e Xxxxxxxx svolge anche le funzioni di sportello informativo stranieri, con competenze relative a :
▪ prenotazione on – line, per appuntamenti informativi per consegna documenti Questura/ Commissariato, appuntamenti per il ritiro di permessi di soggiorno, appuntamenti con la Prefettura per le richieste di rilascio primo permesso di soggiorno …
▪ consegna modulistica relativa a : visti d’ingresso , richiesta cittadinanza…
▪ informazioni: modalità di rilascio permessi di soggiorno, permesse CE, flussi d’ingresso …. mentre i Comuni di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx e san Xxxxxxx s/P svolgono le medesime competenze con sportelli informativi specialistici.
Presso ogni Polo tecnico opera il servizio sociale professionale, la cui organizzazione del lavoro, in linea con gli attuali orientamenti del welfare comunitario, è basata su un approccio per macroprogettualità; presso ciascun polo tecnico sono altresì presenti operatori dedicati all’ambito specialistico della tutela minori.
Nel xxxxx xx xxxxxxx xxx xxxxxxxx Xxxxx xx xxxx xxxxxxxxx xx intende individuare processi operativi che favoriscano lo sviluppo di una maggiore interazione tra gli operatori dedicati alle attività di sportello sociale, oltre che degli altri punti di accesso sia sociali che sanitari del territorio ( punto unico di accesso socio – sanitario, sportello informativo del Centro per le famiglie, Casa della salute, Centro per l’impiego ..) al fine di rendere maggiormente flessibili e tempestivi i processi di accoglienza e orientamento dei cittadini, oltre che di completare l’omogenizzazione delle procedure e degli atti regolamentari.
Il Servizio Sociale territoriale dell’Unione, costituito da sportello sociale e servizio sociale professionale, rappresenta lo snodo più vicino alle comunità locali e deve riuscire a sviluppare/implementare la capacità di relazionarsi, collaborare e co-costruire con i cittadini e con la comunità di cui fa parte.
Nell’ambito delle competenze attribuite ai Responsabili dei due poli tecnici compete in particolare supportare il processo di analisi del territorio e di definizione di scelte di programmatiche unitarie; l’unitarietà dell’azione programmatoria e di governance organizzativa – gestionale dell’Unione è assicurata dall’Ufficio di Piano, compreso nell’organizzazione dell’Unione ( composto dai Responsabili dei due poli tecnici) ed integrato con l’AUSL.
2.2. CASA DELLA SALUTE
Nell’ambito di un più ampio processo di riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, ospedaliera, territoriale e socio – sanitaria, a partire dall’anno 2013, si è avviato nell’ambito distrettuale il percorso di sviluppo delle Case della Salute.
Allo stato attuale sono presenti due Case della Salute con due distinti livelli di complessità :
▪ Casa della Salute a media/alta complessità assistenziale ( Hub) situata a Castelfranco
▪ Casa della Salute a bassa complessità assistenziale ( Spoke) situata a Bomporto
Le Case della Salute sono articolate, cosi come previsto dalla Deliberazione della Giunta Regionale n. 2128/2016 contenente indicazioni per il coordinamento e lo sviluppo delle comunità di professionisti e della medicina d’iniziativa, nelle seguenti sei aree d’intervento :
▪ Prevenzione e promozione della salute
▪ Benessere riproduttivo, cure perinatali, infanzia e giovani generazioni
▪ Popolazione con bisogni occasionali – episodici
▪ Cronicità
▪ Non autosufficienza
▪ Rete cure palliative
all’interno di ciascuna area le diverse attività sono organizzate per percorsi, programmi, progetti secondo uno stile di lavoro in equipe multi professionale e interdisciplinare.
Al fine di consentire una più efficace integrazione delle diverse competenze professionali e tecniche presenti nel servizio, è stato individuato, cosi come previsto dalle indicazioni regionali, un apposito “Board” gestionale – organizzativo, quale organismo formale e sostanziale di partecipazione alle decisioni da parte dei principali attori afferenti alla Casa della Salute stessa.
La gestione delle Case della Salute è assegnata al Dipartimento di Cure Primarie, che ha affidato la responsabilità organizzativa ad un infermiere con comprovate competenze gestionali - organizzative. Tra le funzioni del Responsabile Organizzativo vi è anche quella di coordinare il board gestionale.
Con Decisione 947 del 23.5.2018 del Direttore del Distretto è stato istituito un board direttivo unico della Casa della Salute di Castelfranco E. e Bomporto integrando le figure professionali previste dalla DGR 2128/2016 con altri professionisti che rappresentano le attività, i servizi e gli Enti presenti nel territorio distrettuale e finalizzati alla risposta dei bisogni sanitari e socio-sanitari della popolazione, e più precisamente :
▪ Responsabile organizzativo delle Case della Salute
▪ Direttore del Distretto
▪ Direttore DAST o suo delegato
▪ Coordinatori NCP
▪ Servizio Sociale Territoriale
▪ Referente area benessere riproduttivo,cure perinatali, infanzia e giovani generazioni
▪ Referente Area prevenzione e presa in carico della cronicità
▪ Referente area Non Autosufficienza
▪ Referente area cure palliative
▪ Referente Ospedale di Comunità (Coordinatore e Responsabile Clinico)
▪ Responsabile Amministrativo
▪ Referente distrettuale direzione socio-sanitaria
▪ Referente Salute Mentale
▪ Referente NPIA
▪ Referente Fisioterapia
▪ Referente Salute Donna
▪ Rappresentante della comunità (volontario con formazione Comunity Lab)
▪ Rappresentante delle associazioni (Presidente CCM)
▪ Altro ( a seconda dell'argomento trattato)
Il board unico distrettuale ha come principale finalità la programmazione e verifica dei progetti integrati che si sviluppano nelle Case della Salute del Distretto.
Nel xxxxx xxx xxxxxxxx xx xxxxxxx xxx xxxxxxxx xxxxx xx intende implementare l’integrazione tra le Case della Salute e i diversi nodi della rete dei servizi territoriali al fine di garantire la continuità assistenziale nonché promuovere, anche con l’utilizzo di strumenti innovativi ( percorso community lab ) la piena partecipazione della comunità ( pazienti, caregiver, associazioni, organizzazioni di volontariato …)all’interno del struttura. Le Case della Salute devono infatti sempre più diventare parte integrante dell’identità della comunità,
connotarsi quale luogo di partecipazione e di valorizzazione di tutte le risorse del territorio, luogo in cui si possa sviluppare empowerment.
2.3 Punto Unico di Accesso Socio – Sanitario ( PUASS) : presso la casa della salute di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx è presente un punto di accesso integrato rivolto a tutti i cittadini residenti nell’Unione.
Il PUASS è una modalità organizzativa, rivolta alle persone con disagio derivato da problemi di salute e da difficoltà sociali, atta a facilitare un accesso unificato alle prestazioni sanitarie e socio – sanitarie.
Ha lo scopo di garantire accessibilità, appropriatezza ed equità di risposta nell’utilizzo dei servizi sanitari e socio – sanitari promuovendo prioritariamente la domiciliarità e garantendo la continuità tra i diversi interventi di cura e assistenza.
Le funzioni del PUASS sono le seguenti
▪ organizzazione della valutazione multidimensionale nelle sue diverse forme;
▪ valutazione della condizione di non autosufficienza per accedere ai servizi socio-sanitari attraverso l'attivazione della valutazione multidimensionale;
▪ pianificazione delle dimissioni protette;
▪ attivazione e gestione dei progetti temporanei e garanzia di continuità nella presa in carico nel passaggio ai servizi territoriali;
▪ facilitazione dell'integrazione tra i diversi professionisti che lavorano nei servizi territoriali, ospedalieri e del servizio sociale;
▪ coordinamento operativo di particolari percorsi o protocolli come quelli della Protesica o gestione di eventuali visite specialistiche domiciliari;
▪ gestione dell'accesso, delle liste di attesa e delle graduatorie uniche per accedere ai servizi della rete socio-sanitaria integrata e all'Ospedale di Comunità(OsCo);
▪ valutazione di avvio e monitoraggio dei progetti sostenuti da assegni di cura;
▪ promozione della formazione multiprofessionale;
▪ gestione e attivazione NED per Case Residenza per Anziani;
▪ attivazione consulenze specialistiche a domicilio;
▪ attivazione percorso riabilitativo a domicilio;
▪ informazione al cittadino sui servizi socio-sanitari territoriali.
In merito alla funzione specifica di gestione dell’accesso ai servizi socio-sanitari e di valutazione multidimensionale, al PUASS compete quanto segue:
▪ Accoglienza della domanda: accoglie tutte le segnalazioni provenienti dai servizi della rete o dagli utenti per le quali sia necessaria una valutazione integrata e svolge una prima indagine conoscitiva dei bisogni sociali e sanitari della persona, indagine che avviene con una raccolta di informazioni attraverso l’integrazione con lo sportello sociale, Medici di Medicina Generale (MMG), presidi e servizi territoriali e ospedalieri.
▪ Valutazione multidimensionale della domanda attraverso l’attivazione di una équipe multi professionale e multidisciplinare di primo e/o di secondo livello (UVM) nelle quali si definiscono presa in carico, valutazione della condizione di non autosufficienza, predisposizione di un piano di intervento con accesso ai servizi socio-sanitari e sanitari.
Per svolgere queste funzioni le équipe di primo e secondo livello devono essere dotate dei necessari strumenti di conoscenza dei servizi disponibili sul territorio e delle risorse attivabili, devono, inoltre, essere in grado di valutare le ricadute organizzative gestionali di quanto viene proposto all’utente, verificando costantemente le risorse assegnate rispetto ai programmi autorizzati.
Le équipe assicurano il controllo e la valutazione degli interventi e un costante rapporto di collaborazione con i soggetti gestori dei servizi e degli interventi.
UVM (Unità di Valutazione Multi-professionale) di 1° livello : rappresenta uno strumento snello, un filtro in grado di attivare i servizi più appropriati e rispondenti ai bisogni della persona. L'UVM 1° livello è composta da un Assistente Sociale e da un infermiere del PUASS; è chiamata ad effettuare una valutazione dei casi su segnalazione del Servizio Sociale territoriale o dei servizi sanitari territoriali.
L'infermiera e l'assistente sociale, considerata la situazione, le risorse della famiglia e della rete sociale, sentito il MMG, valutano il bisogno del cittadino e definiscono il progetto individuale, prevedendo, quando opportuno l’accesso ai servizi socio-sanitari della rete.
Questi professionisti sono abilitati alla compilazione dell’indice BINA e alla valutazione della condizione di non autosufficienza.
UVM 2° livello territoriale e ospedaliera : viene attivata nei casi di maggiore complessità e prevede la presenza, oltre che dell'assistente sociale e dell'infermiera, di altri professionisti quali il geriatra, il neurologo, lo psichiatra, il palliativista/interpares, il fisioterapista, il fisiatra, ecc.
Effettua una valutazione più approfondita per casi complessi che richiedono:
▪ l’interazione di più servizi e interventi (come ad es. pazienti con comorbilità, importanti bisogni sanitari, presenza di doppia diagnosi, multiproblematicità del nucleo familiare, etc...);
▪ la garanzia della continuità della presa in carico nei passaggi tra servizi di diversa competenza, anche legata all’età, a cambiamenti della situazione personale e familiare, all’avvio o conclusione di percorsi terapeutici e/o riabilitativi;
▪ l'attivazione di risorse straordinarie rispetto a quanto previsto.
Le figure professionali che operano per lo svolgimento delle funzioni del PUASS sono:
▪ responsabile
▪ infermiere coordinatore
▪ infermieri dedicati in numero adeguato rispetto all'attività da svolgere
▪ assistenti sociali territoriali delle quali una con funzioni dedicate in via esclusiva alla gestione delle attività del PUASS
▪ personale amministrativo con monte ore adeguato all'attività da svolgere
▪ altre figure professionali, quali OSS, Educatore Professionale, specialisti clinici, fisioterapisti..
Le competenze e abilità di chi opera al PUASS, in particolare dell'infermiere, devono essere competenze di case management e in particolare relazionali/comunicative, di coordinamento, relative a conoscenza della rete, conoscenze dei sistemi di valutazione e di utilizzo dei sistemi informatici.
In particolare alle diverse figure professionali attengono i seguenti compiti/funzioni/responsabilità :
▪ Responsabile organizzativo :
o e' responsabile della traduzione operativa delle linee programmatiche elaborate in sede di Comitato di Distretto;
o è' responsabile e cura il monitoraggio del budget e degli obiettivi assegnati sia in ambito socio-sanitario che sanitario;
o è' responsabile del flusso dei dati di attività del PUASS, della loro analisi e dell'assolvimento del debito informativo nel rispetto delle modalità definite in ambito distrettuale;
o è responsabile della corretta tenuta della documentazione socio-sanitaria relativa all'attività del PUASS;
o ha la responsabilità di garantire il buon funzionamento del PUASS garantendo anche azioni in ambito formativo ed organizzativo funzionali al perseguimento degli obiettivi del Servizio;
o garantisce che gli operatori del PUASS rispettino procedure/regolamenti/protocolli organizzativi di ambito distrettuale;
o Risponde in caso di contestazioni ai reclamanti;
▪ Responsabile clinico :
o è responsabile della valutazione sulla documentazione clinica per definire il progetto/percorso più appropriato
o mantiene in modo diretto o attraverso i propri collaboratori adeguate e funzionali relazioni con tutti i servizi e gli operatori sociali e sanitari coinvolti al fine di garantire una corretta analisi dei bisogni e continuità di cure;
o garantisce adeguate e funzionali relazioni con tutti i servizi e gli operatori sociali e saniotari coinvolti al fine di garantire una corretta analisi dei bisogni e continuità di cure;
o partecipa alla condivisione del progetto assistenziale con utenti/familiari nei casi più
▪ Infermiere :
o svolge funzioni di case -management a partire dalla segnalazione del bisogno fino all' esito della valutazione;
o raccoglie tutte le informazioni utili per approfondimento della segnalazione;
o garantisce le integrazioni delle interfacce tra i diversi setting assistenziali che partecipano al percorso di cura garantendone la continuità(dimissione protetta);
o partecipa alla valutazione multidimensionale di 1° e 2° livello;
o collabora con gli operatori coinvolti nella valutazione multidimensionale;
o conosce e compila gli strumenti idonei per elaborare un progetto personalizzato;
o conosce le caratteristiche dei servizi socio-sanitari presenti sul territorio;
o conosce le tecniche base della comunicazione e relazione con gli utenti;
o collabora alla tenuta della documentazione clinica.
▪ Assistente Sociale Territoriale con funzioni dedicate
o coordina la traduzione operativa delle linee programmatiche/obiettivi assegnati dal Responsabile del PUASS per la parte di competenza;
o assegna e coordina i compiti relativi alla corretta tenuta del flusso dei dati sull'attività sociale/socio-sanitaria del PUASS e ne risponde al Responsabile;
o verifica la corretta tenuta della documentazione sociale e socio-sanitaria relativa all'attività del PUASS e ne risponde al Responsabile;
o partecipa a tavoli e gruppi di lavoro finalizzati alla redazione di documenti, protocolli, procedure/istruzioni operative inerenti all'attività del PUASS;
o è responsabile del supporto alle Assistenti Sociali territoriali attraverso momenti di confronto, formazione sul campo, sulle situazioni problematiche, di verifica e rivalutazione periodica dell'attività delle criticità emerse e attraverso la condivisione di nuove procedure/progetti;
o partecipa all'elaborazione, attuazione, verifica in termini tecnico-professionali, in ambito distrettuale, dei percorsi di miglioramento delle attività svolte dal PUASS;
o mantiene, per la parte di competenza e in modo diretto, adeguate e funzionali relazioni con gli operatori sociali e sanitari coinvolti al fine di garantire una corretta analisi dei bisogni e continuità di cure;
o mantiene aggiornata la disponibilità di posti nei servizi socio – sanitari residenziali e semiresidenziali e gestisce, quando presenti, liste di attesa o graduatoria unica relativa agli ingressi.
▪ Assistenti Sociali Territoriali :
o forniscono informazioni sulle risorse e servizi esistenti e accessibili sul territorio;
o svolgono attività di accoglienza e analisi della domanda, valutano la situazione anche in collaborazione con altri operatori sociali o sanitari coinvolti, orientano la domanda dopo la fase di accoglienza;
o interagiscono con i familiari/care giver e si raccordano con le altre assistenti sociali del territorio;
o si attivano, in base all'organizzazione distrettuale, per agire sulla qualità degli ambienti domestici;
o partecipano alla valutazione multidimensionale e garantiscono, assieme agli altri operatori la continuità di cure nel passaggio ospedale-territorio per la parte di competenza o con funzioni di case manager quando opportuno e stabilito in sede di valutazione;
o seguono il percorso dalla segnalazione all'esito della valutazione e gestiscono il programma informatizzato per la parte di competenza.
▪ Personale amministrativo : si tratta di figure di supporto al Responsabile del PUASS e al Coordinatore Infermieristico con compiti di:
o Back office : elaborazione provvedimenti amministrativi; funzioni amministrative di segreteria,
o Front office : filtro e prima informazione nei confronti dei cittadini/reparti ospedalieri/ strutture protette.
Nei contesti organizzativi rappresentati dalle Case della salute e dall'evoluzione strategia del PUASS assume un ruolo specifico la figura professionale dell'Assistente Sociale, quale figura strategica per garantire l' integrazione socio-sanitaria, partecipando alle attività di valutazione multidimensionale e di formulazione del piano personalizzato di assistenza. Nell'ambito dei percorsi già avviati si intende proseguire nella individuazione del PUASS quale punto organizzativo della valutazione multiprofessionale nell'ambito della non auto-sufficienza/casi complessi, attraverso lo sviluppo di nuove modalità operative e di strumenti/procedure di valutazione condivisi tra tutti i professionisti dell'area socio-sanitaria.
2.4 AZIENDA PUBBLICA DEI SERVIZI ALLA PERSONA
In attuazione della Legge regionale n. 12/2013, l’Unione si avvarrà per la gestione pubblica dei servizi sociali dell’ASP distrettuale “Xxxxx Xxxxxxx”; l’erogazione dei servizi da parte dell’Azienda servizi alla Persona , per il particolare inquadramento giuridico che l’ordinamento le riserva e che la rende un soggetto in grado di operare con la necessaria flessibilità organizzativa e funzionale, si presenta come un’opportunità di vantaggioso cambiamento per il territorio distrettuale.
Cosi come previsto dalla normativa regionale sul riordino delle forme pubbliche di gestione dei servizi sociali e socio – sanitari, l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona è infatti lo strumento per tendere al superamento della frammentazione esistente nella gestione dei servizi, al fine di garantire maggiore adeguatezza gestionale e sostenibilità, qualità ed integrazione dei servizi, oltre che assicurare razionalizzazione amministrativa.
Poiché attualmente l’ASP è deputata alla gestione del Centro diurno e della Casa Residenza, un investimento in termini di conferimento di compiti e attività richiede una necessaria rivisitazione della forma organizzativa.
Al fine di rendere l’Azienda equiparabile in termini di costi e livelli prestazionali alle altre Aziende pubbliche presenti sul territorio regionale e provinciale e di creare i presupposti perché possa conseguire una maggiore efficienza ed economicità, migliorando, relativamente ai servizi oggetto di accreditamento, i rapporti costi sostenuti/costi standard regionali, nell’ambito di vigenza del Piano si prevede di procedere con l’affidamento della gestione dei seguenti ulteriori servizi :
▪ Sub-committenza dei servizi socio-sanitari accreditati a soggetti privati
▪ Servizi per anziani e disabili non accreditati
▪ Servizio per l’inserimento lavorativo
▪ Servizi per stranieri
Nel periodo di validità del presente Piano di Zona si procederà allo sviluppo dello Studio di Fattibilità attraverso cui individuare tempi, fasi e modalità progressive di conferimento all’ASP, che rappresenta l’unica forma pubblica di gestione dell’ambito distrettuale, dei servizi sopracitati o di altri interventi/servizi che si riterrà di conferire.
Alla fase di individuazione dei servizi la cui gestione dovrà confluire nell’ASP distrettuale corrisponderà una fase in cui definire la riorganizzazione del servizio sociale e socio – sanitario dell’Unione nel rispetto della separazione tra le funzioni di regolazione, programmazione, governo, verifica della rete dei servizi da porre in capo al soggetto istituzionale ( unione) dalle attività di gestione ed erogazione ( affidate ai soggetti erogatori pubblici e privati).
3.SCELTE STRATEGICHE E PRIORITA’
Lo sviluppo dell’Unione inteso anche quale luogo di sperimentazione di nuove configurazioni organizzative dei servizi, ha evidenziato, come emerso anche nel corso del processo per la definizione del presente Piano di zona triennale ( vedi capitolo 5 - PROCESSO PER LA REALIZZAZIONE DEL PIANO), la necessità di adeguarsi alla complessità contemporanea con la consapevolezza che l’organizzazione dei servizi per target ( minori, adolescenti, disabili, anziani …) non appare più funzionale a rispondere a problematiche sempre più intrecciate tra loro e non facilmente categorizzabili in precise etichette e dove non è più sufficiente aspettare che siano gli utenti a bussare alla porta dei servizi, quando il loro problema si è fatto insostenibile
o cronicizzato, ma è necessario andare verso la nuova vulnerabilità sociale e generare nuove risorse per essere in grado di intervenire già dalle fasi iniziali del disagio.
In linea con gli indirizzi del Piano Sociale e Sanitario regionale, si intende proseguire nell’azione di implementazione dell’integrazione, istituzionale – gestionale – professionale, tra i servizi sociali e sanitari, del lavoro oltre che culturali ed educativi del territorio e nello sviluppo della prossimità intesa come nuovo approccio dei servizi, che si caratterizza dall’utilizzo di una metodologia comunitaria (dall’andare verso, essere nei luoghi di vita) trasversale a diverse istituzioni, soggetti e servizi.
In particolare nell’ambito dell’integrazione si intende :
▪ potenziare l’area dell’accoglienza, dell’ascolto e della valutazione del bisogno attivando maggiori sinergie tra i vari punti di accesso, in particolare dei servizi sociali e sanitari.
▪ proseguire nello sviluppo ed implementazione dell’integrazione gestionale e professionale tra servizi sociali e sanitari da realizzarsi, prioritariamente nell’ambito delle attività della Casa della salute, attraverso il metodo della co - costruzione di un progetto di cura e di vita personalizzato sia per gli adulti ( multiproblematici, disabili, anziani..) che per i bambini e i giovani attraverso lo strumento dell’unità di valutazione multidimensionale tra servizi sociali e sanitari, potenziando in particolare l’integrazione gestionale e professionale a favore di bambini e adolescenti, attraverso lo sviluppo di equipè di territoriali e di secondo livello, che, cosi come previsto dalla legge regionale n.14/2018 “ “Norme in materia di politiche per le giovani generazioni, garantiscano presa in carico e progettazione individualizzata .
▪ proseguire nel consolidamento dell’utilizzo del budget di salute, quale nuovo strumento di integrazione socio – sanitaria per progetti di cura e di autonomia; il modello budget di salute, rappresenta infatti il passaggio culturale da un approccio basato sulla erogazione di prestazioni, alla costruzione di un progetto insieme alla persona e alla famiglia, di un progetto personalizzato che parta dai bisogni, dalle risorse e dai desideri della persona stessa e che preveda la presenza di vari interventi afferenti alle diverse aree che costituiscono i principali determinati sociali di salute (abitare, formazione- lavoro, socialità)
▪ estendere l’operatività dell’equipè multiprofessionale ( sociale – sanitaria – del lavoro) attivata con gli Accordi di Programma e i Piani integrati previsti dall’art. 4 della legge regionale n.14/2015 “Disciplina a sostegno dell’inserimento lavorativo e dell’inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità, attraverso l’integrazione tra i servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” alla valutazione e presa in carico dei nuclei familiari destinatari di misure ( nazionali, regionali, locali ) di contrasto alla povertà ( vedi cap. 4 – Sezione povertà)
▪ sviluppare l’integrazione tra i servizi sociali (SST) e sanitari ( Consultorio Familiare, Servizio di Neuropsichiatra dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Pediatria di comunità …) con i servizi culturali ed educativi del territorio in particolare per progettualità rivolte ai minori nei primi anni di vita ed a sostegno della genitorialità; anche sperimentando azioni centrate sui primi anni di vita dei bambini e delle loro famiglie che vedano una collaborazione tra servizi educativi ( nidi, coordinamenti pedagogici..) servizi sanitari e servizi sociali. ( vedi scheda n. 15 I primi 1000 giorni di vita e il sostegno alla genitorialità ).
L’integrazione delle politiche è strategica in una visione secondo cui la salute ed il benessere dei cittadini sono il risultato dell’azione dell’intera comunità; trasversale alle diverse schede d’intervento che compongono il Piano vi è la promozione di azioni di promozione della salute e di prevenzione, azioni che accompagnano il cittadino in tutte le fasi della vita, nei luoghi di vita e di lavoro.
Nel corso del triennio si opererà per diffondere sani stili di vita e coesione sociale, per attuare, anche attraverso il percorso del community lab , azioni per il benessere nella prima infanzia, dei giovani e degli anziani, per la parità tra i generi e per la costruzione di competenze individuali e comunitarie che promuovono salute, che garantiscano attenzione ai gruppi fragili e che aumentino il senso di appartenenza alla comunità locale.
Particolare attenzione sarà altresì posta al fine di valorizzare e potenziare il lavoro con le reti ed il lavoro di comunità, promuovendo la costruzione di veri e propri “ patti di collaborazione” tra soggetti istituzionali, del mondo imprenditoriale e sindacale e del terzo settore, in cui ciascun soggetto, a partire dal proprio mandato, potrà dare il proprio contributo al benessere dell’intera comunità.
Aziende e sindacati saranno altresì chiamati ad ampliare il loro raggio di azione per condividere una nuova responsabilità sociale allargata all’intero nucleo familiare e, di conseguenza, al sistema di servizi del territorio in cui operano. Un allargamento alla comunità locale che presuppone una stretta collaborazione con le amministrazioni pubbliche e con gli altri stakeholder che a vario titolo operano a livello locale, attraverso un modello di secondo welfare che favorisca sussidiarietà e compartecipazione.
Lo sviluppo di una modalità di presa in carico dei bisogni proattiva e capacitante sarà realizzabile attraverso lo sviluppo della responsabilità condivisa anche dai e con i cittadini, le famiglie e le associazioni del territorio, nonché attraverso la possibilità di integrare l’organizzazione dei servizi ( risorse umane ed economiche) con le risorse informali, chiamate a diventare parte del processo assistenziale.
In particolare nel corso del triennio si opererà in via prioritaria, anche attraverso il Centro Servizi per il Volontariato (CSV), coinvolgendo gli enti del Terzo settore in azioni volte a contrastare condizioni di fragilità e di svantaggio della persona e del suo nucleo familiare, collaborando in una logica di sussidiarietà con i servizi pubblici ( sociali, sanitari, del lavoro, educativi ) nell’azione di contrasto alla povertà (materiale, relazionale, educativa) e di sostegno all’inclusione attiva dell’intero nucleo familiare oltre che nella promozione di interventi/servizi innovativi rivolti alle giovani generazioni.
Si opererà inoltre
Dal punto di vista metodologico, si intende attivare e facilitare, anche attraverso il percorso del community lab (vedi cap.5 – PROCESSO PER LA REALIZZAZIONE DEL PIANO) un coinvolgimento sempre più ampio e qualificato dei numerosi attori del terzo settore attivi nel territorio, affinchè costituiscano, attraverso una forte regia del sistema pubblico, un importante elemento di innovazione e qualificazione del sistema territoriale.
Operativamente si intende altresì promuovere e consolidare le esperienze di partecipazione sia in ambito socio – sanitario che culturale, educativo, sportivo ecc.. determinando, anche attraverso il loro coinvolgimento nella elaborazione della programmazione locale, i presupposti per procedimenti amministrativi volti alla costruzione di rapporti di collaborazione e di co-progettazione .
Investire nell’innovazione, nel lavoro di comunità e di rete e nell’integrazione tra operatori di aree diverse presuppone un significativo investimento in termini di tempo e risorse umane, particolare attenzione sarà pertanto posta, nel periodo di vigenza del presente piano, a sostenere con formazione e accompagnamento la diffusione, in particolare tra gli operatori dell’ambito sociale e sanitario, del metodo del lavoro di comunità.
Gli operatori dei servizi, sia di area sociale che sanitaria, devono poter essere in grado di dedicare parte del loro lavoro alla cura delle relazioni con la comunità; essi devono conoscere la comunità all’interno della quale operano, devono essere capaci di attivare collaborazioni e sviluppare metodologie partecipative e di coinvolgimento del territorio.
La qualificazione dei servizi rappresenta quindi un presupposto per garantire sia lo sviluppo dell’area dell’accoglienza, dell’ascolto e della valutazione, funzione questa che deve necessariamente rimanere in capo ai soggetti pubblici (Unione/AUSL), presidiata da operatori formati e a conoscenza del sistema generale dei servizi ed in grado di attivare le risorse del territorio presso cui operano.
Infine l’importante ruolo di rappresentanza sociale svolto dalle organizzazioni sindacali, le quali, al pari degli altri attori pubblici e privati, sono chiamati nella co – costruzione del nuovo welfare e nella progettazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali .
Il Percorso di elaborazione partecipata del presente piano di zona ha visto infatti un importante ruolo svolto dalle organizzazioni sindacali, ruolo che si intende confermare e sviluppare anche nella successiva fase di progettazione/realizzazione, dove i vari attori coinvolti ( terzo settore, cittadini, OOSS…) saranno chiamati a progettare concretamente interventi innovativi .
Nella predisposizione ed elaborazione del presente documento e delle schede attuative in esso contenute si è altresì preso a riferimento il documento presentato dalle OOSS provinciali alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della Provincia di Modena del 20.04.2018 e successivamente approfondito ed integrato dal tavolo ristretto tecnico/politico del 7.06.2018 che ha condiviso l’importanza di condividerne i punti che lo compongono che di seguito integralmente si riportano:
1. La Casa della Salute si qualifica per essere non solo un luogo ma un nuovo modo di lavorare che permetta di assumere il modello della sanità d’iniziativa. E’ il punto di riferimento per i cittadini sul territorio per quanto riguarda "la salute" in senso ampio: dalla promozione della salute tramite lo sviluppo di sani stili di vita, alla presa in carico integrata di patologie croniche e della non autosufficienza, secondo il paradigma della medicina d’iniziativa. In Provincia ad oggi sono attive 11 Case della Salute così collocate: tre nel Distretto di Mirandola, una nel Distretto di Carpi, due nel Distretto di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx, due nel Distretto di Pavullo, due nel Distretto di Vignola ed una nel Distretto di Sassuolo. E' necessario svilupparne ulteriormente la presenza sul territorio provinciale, promuovendo Case della Salute a media/alta complessità che dovranno svolgere una funzione Hub rispetto a quelle a bassa complessità (Spoke), puntando a realizzare, entro la vigenza triennale del PdZ, almeno quelle già programmate: Mirandola, Carpi, Modena Nord ed Estense, Formigine e Sassuolo e rendere operative e in programmazione le altre case della salute in fase di valutazione: X.Xxxxxx, Soliera e Modena Xxx.Xx ritiene fondamentale l’integrazione dei MMG/PLS all’interno delle equipe multidisciplinari e multiprofessionali delle CdS.
2. L’implementazione degli OsCo, quale struttura di degenza territoriale, inserita nella rete dei servizi distrettuali, a forte gestione infermieristica, che prevede la presenza di infermieri e operatori sociosanitari, con assistenza medica garantita dai Medici di Medicina Generale e dai Medici specialisti. Questa struttura intermedia è molto importante, in quanto rafforzando la presa in carico, rappresenta il supporto al continuum assistenziale fra Ospedali, OsCo, CRA e domicilio . Attualmente sono presenti un OsCo nel distretto di Pavullo e uno nel distretto di Castelfranco.
3. Proseguimento nella tempestiva presa in carico, nei percorsi assistenziali, dei cd “grandi anziani”, prevedendo una facilitazione all’accesso dei PS tesa alla riduzione dei tempi di attesa.
4. Nelle more dell'approfondimento attualmente in xxxxx xxxxx Xxxxxxx Xxxxxx Xxxxxxx porre particolare attenzione a quella parte della filiera assistenziale caratterizzata da interventi innovativi a bassa e media intensità, con particolare riguardo alle esperienze delle case famiglia. Aumentare le risorse destinate all'adattamento dell'ambiente domestico (es ascensori), all’eliminazione delle barriere architettoniche e alle problematiche relative alla sicurezza stradale e personale, in particolare delle persone più fragili provvedendo a diffonderne l'informazione.
5. Rafforzamento dell’integrazione tra rete ospedaliera e territoriale attraverso un’azione di potenziamento dei PUASS e del percorso delle Dimissioni protette valorizzando ed efficientando le diverse competenze professionali coinvolte.
6. Rafforzamento dei nodi della rete locale di cure palliative anche attraverso l’attivazione di hospice territoriali a partire dalla programmazione esistente che ne prevede tre, uno per ogni macro area della provincia ( nord, centro e sud)
7. Sostegno alle famiglie nella sfida alla non autosufficienza anche attraverso il potenziamento della domiciliarità attuata mediante il rafforzamento dell’integrazione tra attività sanitarie e socio sanitarie e assistenziali, attraverso la co-costruzione di interventi innovativi a bassa e media intensità con la redazione di Piani Assistenziali Individualizzati (PAI).
8. Informazione, orientamento e presa in carico dei famigliari e dei caregiver che si trovano a dover sostenere un impegno di assistenza e cura di un famigliare rispetto alla rete dei servizi sanitari e socio sanitari presenti sul territorio.
9. Stimolare la formazione degli operatori sanitari in tema di violenza di genere, attraverso l’implementazione su tutto il territorio provinciale delle azioni previste nel piano contro la violenza di genere regionale di cui alla deliberazione dell’assemblea legislativa n. 69/2016.
10. Promozione e coordinamento da parte degli EELL di iniziative di welfare di Comunità a sostegno dei bisogni vecchi e nuovi della popolazione. Sui “nuovi” bisogni e dipendenze particolare attenzione sarà posta al tema della ludopatia e del consumo di alcol e fumo e comunque in genere nei confronti dei fattori di rischio.
11. Proseguimento e rafforzamento dell’azione di contrasto alle povertà attraverso l’integrazione dei vari strumenti di legge (L.R. 14/15 e REI ReS) in collaborazione e sinergia con le parti sociali e con il Xxxxx Xxxxxxx
12. Analisi, sviluppo e potenziamento delle esperienze di Rete di Welfare contrattuale aziendale territoriale promosso dal Comune di Modena al fine di rafforzare le potenzialità del welfare integrativo come
strumento di supporto ai bisogni e al benessere delle lavoratrici e lavoratori, all’interno di un coordinamento dell’Ente pubblico.
13. Attivazione delle azioni a favore di: progetto di vita, vita indipendente, "Dopo di Noi” per disabili adulti senza il supporto familiare, attraverso la sperimentazione di nuove forme di abitare sociale con il contributo importante di enti ed associazioni afferenti al terzo settore.
14. Promuovere la diffusione della figura dell’amministratore di sostegno in ambito familiare, sostenendo le famiglie in difficoltà anche attraverso l'estensione dei protocolli col tribunale per il miglioramento dell'accessibilità
15. Valutazione di uno studio di fattibilità per la sottoscrizione di un protocollo tra Farmacie, Ausl EE.LL e Terzo settore per la consegna dei farmaci a domicilio destinati alle persone anziane ed in difficoltà.
4.SCHEDE D’INTERVENTO
Delle 39 schede approvate dalla DGR 1423/2017 recante “ Attuazione del Piano Sociale e Sanitario 2017 – 2019. Approvazione delle schede attuative d’intervento e di indirizzi per l’elaborazione dei Piani di Zona Distrettuali per la salute e il benessere sociale “ n.34 schede hanno una declinazione distrettuale, mentre
n. 5 regionale ( scheda 13: Fondi integrativi extra LEA/ scheda 26: Empowerment e partecipazione di comunità /scheda 30: Aggiornamento di strumenti e procedure socio – sanitarie/ scheda 34: Metodologie per innovare le organizzazioni e le pratiche professionali /scheda 39: Livelli essenziali delle prestazioni sociali nella regione )
Tra le n.34 schede a declinazione distrettuale, n. 12, considerato il carattere di elevata integrazione socio – sanitaria e la necessità di omogeneità all’interno di ciascuna AUSL, richiedono un coordinamento (declinazione aziendale) da parte di ciascuna Azienda Sanitaria di appartenenza.
Oltre alle 12 schede per cui è richiesta una declinazione aziendale, l’AUSL di Modena ha individuato ulteriori 8 schede da realizzarsi ( limitatamente alle azioni di ambito sanitario) in modo omogeneo e coordinato.
Le 20 schede a declinazione aziendale sono le seguenti:
1. scheda 1) Case della salute e medicina d’iniziativa
2. scheda 2) Riorganizzazione della rete ospedaliera
3. scheda 3) Cure intermedie e sviluppo degli ospedali di comunità
4. scheda 4) Budget di salute
5. scheda 5) Riconoscimento del ruolo del care giver
6. scheda 7) Presa in carico del paziente e della sua famiglia nell’ambito della rete delle cure palliative
7. scheda 8) Promozione della salute in carcere
8. scheda 9) Medicina di genere
9. scheda 11) Equità in tutte le politiche
10. scheda 15) Potenziamento degli interventi nei primi 1.000 giorni di vita
11. scheda 18) Promozione della salute sessuale e riproduttiva in età fertile e prevenzione della sterilità
12. scheda 19) Prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico
13. scheda 20) Xxxxxx per l’invecchiamento attivo e in salute e di tutela della fragilità dell’anziano
14. scheda 25) Contrasto alla violenza di genere
15. scheda 27) Capirsi fa bene alla salute
16. scheda 31) Riorganizzazione dell’assistenza alla nascita
17. scheda 32) Promozione dell’equità di accesso alle prestazioni sanitarie
18. scheda 33) Miglioramento dell’accesso e dei percorsi in emergenza urgenza
19. scheda 35) Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
20. scheda 38) Nuovo calendario vaccinale
Gli obiettivi e le azioni delle n.34 schede regionali a declinazione distrettuale possono essere ricompresi e accorpati in schede d’intervento più ampie, che includano più schede attuative del Piano Sociale e Sanitario Regionale, il Presente di Zona per la salute e il benessere presenta la seguente declinazione :
n. | Titolo | Riferimenti schede regionali |
1 | Case della salute e medicina d’iniziativa | 1) Case della salute e medicina d’iniziativa |
2 | Riorganizzazione della rete ospedaliera | 2) Riorganizzazione della rete ospedaliera |
3 | Cure intermedie e sviluppo degli ospedali di comunità | 3) Cure intermedie e sviluppo degli ospedali di comunità |
4 | Budget di salute | 4) Budget di salute |
5 | Riconoscimento del ruolo del care giver | 5) Riconoscimento del ruolo del care giver |
6 | Progetto di vita indipendente e dopo di noi | 6) Progetto di vita indipendente e dopo di noi |
7 | Presa in carico del paziente e della sua famiglia nell’ambito della rete delle cure palliative | 7) Presa in carico del paziente e della sua famiglia nell’ambito della rete delle cure palliative |
8 | Promozione della salute in carcere | 8) Promozione della salute in carcere |
9 | Medicina di genere | 9) Medicina di genere |
10 | Contrasto all’esclusione sociale e sostegno all’inclusione attiva | 10) Azioni di contrasto all’esclusione sociale 22) Misure a contrasto della povertà 23) Avvicinamento al lavoro per le persone fragili e vulnerabili 24) La casa come fattore di inclusione sociale e benessere sociale |
11 | Equità in tutte le politiche | 11) Equità in tutte le politiche |
12 | Sostegno all’inclusione delle persone straniere e neo – arrivate | 12) Sostegno all’inclusione delle persone straniere e neo – arrivate |
13 | Promozione dell'equità di accesso alle prestazioni sanitarie. | 32) Promozione dell’equità di accesso alle prestazioni sanitarie |
14 | Promozione delle pari opportunità e contrasto alla violenza di genere | 14) Promozione delle pari opportunità – valorizzazione delle differenze di genere 25) Contrasto alla violenza di genere |
15 | I primi 1000 giorni di vita e il sostegno alla genitorialità . | 15) Potenziamento degli interventi nei primi 1.000 giorni di vita 16 ) Sostegno alla genitorialità |
16 | Progetto adolescenza | 17) Progetto adolescenza |
17 | Promozione della salute sessuale e riproduttiva in età fertile e prevenzione della sterilità | 18) Promozione della salute sessuale e riproduttiva in età fertile e prevenzione della sterilità |
18 | Prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico | 19) Prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico |
19 | Azioni per l’invecchiamento attivo e in salute e di tutela della fragilità dell’anziano | 20) Azioni per l’invecchiamento attivo e in salute e di tutela della fragilità dell’anziano |
20 | Innovazione della rete dei servizi per anziani nell’ambito del FRNA | 21 ) Innovazione della rete dei servizi per anziani nell’ambito del FRNA |
21 | Capirsi fa bene alla salute | 27) Capirsi fa bene alla salute |
22 | Valorizzazione delle conoscenze esperienziali e dell’aiuto tra pari | 28) Valorizzazione delle conoscenze esperienziali e dell’aiuto tra pari |
23 | Partecipazione civica e | 29) Partecipazione civica e collaborazione tra sistema pubblico ed |
collaborazione tra sistema pubblico ed enti del terzo settore | enti del terzo settore | |
24 | Riorganizzazione dell’assistenza alla nascita | 31) Riorganizzazione dell’assistenza alla nascita |
25 | Qualificazione del sistema di accoglienza e cura rivolto a bambini, adolescenti e neomaggiorenni con bisogni socio-sanitari complessi nell'ambito della protezione e tutela | 37) Qualificazione del sistema di accoglienza e cura rivolto a bambini, adolescenti e neomaggiorenni con bisogni socio-sanitari complessi nell'ambito della protezione e tutela |
26 | Miglioramento dell’accesso e dei percorsi in emergenza urgenza | 33) Miglioramento dell’accesso e dei percorsi in emergenza urgenza |
27 | Consolidamento e sviluppo dei Servizi sociali territoriali – SST | 36) Consolidamento e sviluppo dei Servizi sociali territoriali - SST |
28 | L'ITC-Tecnologie dell'informazione e della comunicazione - come strumento per nuovo modello di E-Welfare | 35) Tecnologie dell’informazione e della comunicazione |
29 | Nuovo calendario vaccinale regionale e attività di supporto e miglioramento delle coperture vaccinali | 38) Nuovo calendario vaccinale |
In considerazione delle scelte strategiche e priorità del presente Piano di Zona distrettuale si è altresì definito la predisposizione delle seguenti ulteriori schede d’intervento, i cui obiettivi ed azioni non sono contenuti nel Piano Sociale e Sanitario Regionale:
n. | Titolo | Riferimenti schede regionali |
30 | Innovazione della rete dei servizi per disabili | / |
31 | Azioni per l’inclusione dei disabili | / |
5. LISTA INDICATORI A MISURAZIONE DISTRETTUALE
Gli indicatori previsti per ciascuna scheda d’intervento, la cui misurazione è di competenza dell’Unione nell’ambito dell’attività di valutazione e monitoraggio del piano, sono i seguenti :
Codice Scheda regionale | Indicatore | Indicatori presenti in DGR 1423/2017 | Descrizione |
1 | Case della salute e medicina d’iniziativa | evidenza di iniziative di programmazione partecipata e di coinvolgimento della comunità (pazienti, caregiver, associazioni di volontariato, etc.) nella realizzazione degli interventi | evidenza di iniziative di programmazione partecipata e di coinvolgimento della comunità (pazienti, caregiver, associazioni di volontariato, etc.) nella realizzazione |
degli interventi | |||
3 | Cure intermedie e sviluppo degli ospedali di comunità | evidenza dei percorsi di raccordo fra ospedale e territorio | numero iniziative di coinvolgimento della comunità nella realizzazione degli interventi negli Ospedali di Comunità, ove presenti, finalizzati al rientro il più possibile al proprio domicilio |
evidenza dei percorsi di raccordo fra ospedale e territorio | tipologia dei percorsi attivati | ||
4 | Budget di salute | risorse messe a disposizione dalle Aziende USL e dagli Enti locali | tipologie di risorse (finanziarie, spazi, attrezzature, personale, ecc.) messe a disposizione da Enti locali |
(in fase matura) N. Aziende USL che hanno sperimentato l’applicazione dello strumento su altre tipologie di soggetti fragili | pianificazione delle azioni per estendere l’applicazione dello strumento per altre tipologie di soggetti fragili | ||
5 | Riconoscimento del ruolo del caregiver familiare nel sistema dei servizi sociali, socio sanitari e sanitari | Ricognizione e coinvolgimento delle organizzazioni del terzo settore e degli altri soggetti portatori di interessi disponibili a mettere a disposizione risorse e competenze per la valorizzazione e il sostegno del caregiver | ricognizione degli enti di terzo settore e dei soggetti portatori di interesse disponibili per attività a sostegno del caregiver / portatori di interesse coinvolti in percorsi valorizzazione /sostegno del caregiver |
Definizione di progetti di tutela della salute e di promozione del benessere psico-fisico del caregiver | numero progetti e iniziative per benessere e salute caregiver |
5 | Riconoscimento del ruolo del caregiver familiare nel sistema dei servizi sociali, socio sanitari e sanitari | Pianificazione e organizzazione di iniziative informative dedicate | numero iniziative informative rivolte a professionisti sul ruolo del caregiver |
Pianificazione e organizzazione di iniziative informative dedicate | numero iniziative informative rivolte alla comunità sul ruolo del caregiver | ||
6 | Progetto di vita, Vita indipendente e Dopo di noi | N. persone destinatarie delle tipologie di intervento per il Dopo di Noi di cui al DM 23.11.2016 | N. persone destinatarie percorsi di uscita programmata dalla famiglia di origine o da struttura art. 5 lettera a) DM 23.11.2017 |
10 | Contrasto dell’esclusione sociale e sostegno all’inclusione attiva | N. persone senza dimora prese in carico | N° persone senza dimora prese in carico |
N. assunzioni effettuate con i bandi PON. e la quota vincolata del Fondo/ numero di progetti individuali/ familiari realizzati | N. assunzioni effettuate con i bandi PON. e la quota vincolata del Fondo/ numero di progetti individuali/ familiari realizzati | ||
N. pazienti dei DSM-DP inseriti nel percorso L.R. 14/2015 e valutazione dei percorsi | numero pazienti dei DSM-DP inseriti nel percorso L.R. 14/2015 | ||
12 | Sostegno a inclusione delle persone straniere neo- Arrivate | N. posti SPRAR in regione e per ambito distrettuale rivolti a richiedenti e titolari di protezione internazionale | N. posti SPRAR in regione e per ambito distrettuale rivolti a richiedenti e titolari di protezione internazionale |
Interventi nei Primi 1000 giorni e a sostegno alla genitorialità | sperimentare un progetto integrato tra servizi sociali, sanitari ed educativi nei primi anni di vita dei bambini e delle loro famiglie, almeno in ogni ambito di CTSS | Attivazione di un progetto integrato tra servizi sociali, sanitari ed educativi nei primi anni di vita dei bambini e delle loro famiglie, almeno uno in ogni ambito di CTSS |
15 | N. donne per cui è richiesta una valutazione complessa /totale donne in carico (gravide, puerpere, dimesse) | individuazione e attivazione dell'unità di valutazione multidimensionale per l'individuazione di bisogni complessi | |
N. donne per cui è richiesta una valutazione complessa /totale donne in carico (gravide, puerpere, dimesse) | numero donne per cui si è attivata valutazione complessa/totale donne in carico (gravide, puerpere, dimesse) | ||
15 | Interventi nei Primi 1000 giorni e a sostegno alla genitorialità | Attività di rete dei Consultori familiari a sostegno alla genitorialità, con particolare riferimento a evidenza di progetti integrati tra consultori, centri per le famiglie, servizi educativi, sociali e associazioni | Attività di rete dei Consultori familiari a sostegno alla genitorialità, con particolare riferimento a evidenza di progetti integrati tra consultori, centri per le famiglie, servizi educativi, sociali e associazioni |
16 | Progetto Adolescenza | Presenza di un coordinamento sovradistrettuale in ambito CTSS (art. 21 L.R. 14/2008) | Presenza di un coordinamento sovradistrettuale in ambito CTSS (art. 21 L.R. 14/2008) |
Presenza di un coordinamento distrettuale del “Progetto adolescenza” | Presenza di un coordinamento distrettuale del “Progetto adolescenza” numero punti di accesso dedicati agli adolescenti | ||
N. punti di accesso dedicati agli adolescenti | |||
17 | Promozione della Salute sessuale e riproduttività in età fertile e prevenzione della sterilità | realizzazione di almeno un progetto di formazione per gli operatori sulla preservazione della fertilità e prevenzione della sterilità, in ogni realtà aziendale | numero progetti di formazione per gli operatori sulla preservazione della fertilità e prevenzione della sterilità (almeno 1 per ogni AUSL) |
Apertura di almeno uno spazio giovani adulti per distretto | Apertura di uno spazio giovani per distretto |
20 | Innovazione della rete dei servizi per anziani nell’ambito del fondo regionale per la non autosufficienza- FRNA | progetti innovativi di rete domiciliare | N. progetti innovativi di rete domiciliare distinti per tipologia |
21 | Capirsi fa bene alla salute (Health Literacy ) | N. aziende sanitarie che hanno realizzato eventi di formazione sull’Health Literacy annualmente | Realizzazione di eventi di formazione sull’Health Literacy annualmente |
N. professionisti sanitari e amministrativi formati in ogni azienda per anno/totale dipendenti suddivisi tra sanitari e amministrativi | numero professionisti sanitari formati sull’Health Literacy in ogni azienda /totale dipendenti sanitari | ||
N. professionisti sanitari e amministrativi formati in ogni azienda per anno/totale dipendenti suddivisi tra sanitari e amministrativi | numero amministrativi formati sull’Health Literacy in ogni azienda /totale dipendenti amministrativi | ||
N. eventi formativi aziendali con valutazione di impatto pre e post formazione, con la somministrazione di questionari | numero eventi formativi aziendali con valutazione di impatto pre e post formazione, con la somministrazione di questionari | ||
21 | Capirsi fa bene alla salute (Health Literacy | N. aziende sanitarie che hanno realizzato materiale informativo con il coinvolgimento di pazienti e familiari | N. aziende sanitarie che hanno realizzato materiale informativo con il coinvolgimento di pazienti e familiari |
N. aziende sanitarie che hanno effettuato interventi per favorire l’orientamento delle persone all’interno strutture | Realizzazione di interventi per favorire l’orientamento delle persone all’interno strutture | ||
21 | Capirsi fa bene alla salute (Health Literacy | N. Aziende sanitarie con attività di verifica del grado di soddisfazione sulla comunicazione | Realizzazione di attività di verifica del grado di soddisfazione sulla comunicazione |
22 | Valorizzazione delle conoscenze esperienziali dell’aiuto tra pari | N. centri d’incontro demenze sul territorio distrettuale | N. centri d’incontro sul territorio demenze distrettuale |
N. familiari coinvolti/numero persone con demenza coinvolte | N. posti disponibili nei centri d’incontro | ||
realizzazione di corsi di formazione per volontari ed utenti esperti | numero eventi formativi per volontari ed utenti | ||
mappatura aziendale tipologie di auto mutuo aiuto | mappatura aziendale tipologie di auto mutuo aiuto | ||
23 | Partecipazione civica e collaborazione tra sistema pubblico e terzo settore | rappresentanza di cittadini stranieri | N. esperienze di partecipazione e rappresentanza a livello locale da parte cittadini stranieri immigrati promosse dagli enti locali |
Attivazione di interventi integrati e di forme stabili di collaborazione Enti Locali e terzo settore in attuazione del Patto regionale/ patti di collaborazione con enti del Terzo settore | sottoscrizione con gli enti del Terzo settore del Patto per l’attuazione del Reddito di solidarietà- RES e delle misure di contrasto alla povertà in Xxxxxx-Romagna | ||
24 | Riorganizzazione dell’assistenza alla nascita per migliorare la qualità delle cure e aumentare la sicurezza per i cittadini/e professionisti | evidenza documenti di riorganizzazione della rete dei punti nascita e dei percorsi assistenziali integrati in ogni ambito di CTSS | evidenza documenti di riorganizzazione della rete dei punti nascita e dei percorsi assistenziali integrati in ogni ambito di CTSS |
26 | Miglioramento dell’Accesso e dei percorsi in emergenza- urgenza | Promozione di iniziative formative su tematiche specifiche (es. violenza e abuso) N. aziende che partecipano/promuovono iniziative/N. aziende sanitarie della RER | numero iniziative formative su tematiche specifiche (es. violenza e abuso) |
Promozione di iniziative formative su tematiche specifiche (es. violenza e abuso): N. aziende che partecipano/promuovono iniziative/N. aziende sanitarie della RER | Specificare le tematiche: Implementazione dei protocollo provinciali esistenti su Violenza ed Abuso |
6 SEZIONE POVERTA’
6.1. Definizione di priorità rispetto al rafforzamento su base triennale del sistema di interventi e servizi sociali per il contrasto alla povertà .
Premessa
Il territorio dell’Unione, pur non essendo contraddistinto da un elevato numero di persone in condizione di grave marginalità (per cui la mancanza di una abitazione e una di una rete relazione costituiscono i principali fattori che determinano la loro condizione) è caratterizzato da un numero abbastanza elevato di nuclei in carico al Servizio Sociale Territoriale, che presentano una situazione di grave deprivazione materiale, la cui condizione economica non gli consente cioè di far fronte ad una serie di bisogni essenziali (es. riscaldare l’abitazione, far fronte a spese impreviste, garantire il pagamento di bollette, affitto …), la maggior di tali persone presentano anche una dimensione di fragilità e vulnerabilità, condizione questa caratterizzata dalla compresenza di problematiche afferenti alla dimensione lavorativa e sociale o sanitaria; il disagio economico rappresenta spesso infatti causa o conseguenza di una situazione di fragilità.
La povertà rappresenta un fenomeno multidimensionale che non può essere ridotto alla sua componente strettamente economica, accanto alla povertà più evidente quella di tipo materiale, spesso coesistono altre forme di povertà, la povertà educativa, ovvero la privazione, per i bambini e gli adolescenti, della opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare le proprie capacità e aspirazioni, e la povertà relazionale. L’indebolito del tessuto sociale che era fatto di comunità che convivevano attraverso le loro forme di aggregazione e solidarietà, ha prodotto infatti separazione e individualismo determinando una forma di povertà di tipo relazionale e culturale, non si tratta soltanto della solitudine degli anziani, ma anche del giovane che si rinchiude in se stesso, dell’adulto che non riuscendo a ritrovare il lavoro si vergogna, si sente fallito e desiste, dell’immigrato che non riesce a inserirsi …
L’aspetto multidimensionale della povertà è assunto come fondamento anche dal IV Piano Nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva ( D.P.R. del 31.08.2016) che presupponendo l’attivazione ed il mantenimento della dimensione di integrazione tra operatori sociali, sanitari ed educativi per favorire una dimensione multidisciplinare degli interventi, si articola in quattro distinte aree di intervento :
▪ linee di azione a contrasto della povertà dei bambini e delle famiglie;
▪ servizi socio educativi per la prima infanzia e qualità del sistema scolastico;
▪ strategie e interventi per l'integrazione scolastica e sociale;
▪ sostegno alla genitorialità, sistema integrato dei servizi e sistema dell'accoglienza. multidisciplinarità degli interventi a contrasto della povertà previsti altresì dallo stesso X.Xxx n.147/2017 “Disposizioni per l’introduzione di una misura nazionale a contrasto della povertà” in cui si prevede la predisposizione, da parte di una equipè multi professionale, di un progetto a supporto dell’intero nucleo familiare, prevedendo quali livelli essenziali delle prestazioni nella lotta alla povertà, i seguenti servizi e interventi :
▪ segretariato sociale ( inclusi i servizi per l’informazione e l’accesso al REI)
▪ servizio sociale professionale
▪ tirocini finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia e riabilitazione
▪ sostegno socio – educativo domiciliare o territoriale ( incluso il supporto nella gestione delle spese e del bilancio familiare)
▪ assistenza domiciliare socio – assistenziale e servizi di prossimità
▪ sostegno alla genitorialità e servizio di mediazione familiare
▪ servizio di mediazione culturale
▪ servizio di pronto intervento sociale
prevedendo altresì l’obbligatorietà di attivazione di un percorso di sostegno alla genitorialità ogni qualvolta si presenti una situazione di bisogno complesso e nel nucleo sia presente un minore nella fascia di età 0/3 anni .
Analogamente alla misura nazionale la Regione Xxxxxx Xxxxxxx con la legge n.24/2016 “Misure a contrasto alla povertà e sostegno al reddito” recentemente integrata e modificata con la legge n.7/2018 ha previsto l’erogazione di un beneficio economico “…nell'ambito di un progetto personalizzato, di attivazione sociale e di inserimento lavorativo, finalizzato a superare le condizioni di difficoltà del richiedente e del relativo nucleo familiare..”
Il trasferimento all’Unione anche delle funzioni inerenti le politiche abitative garantisce completezza ed organicità degli interventi proposti, nell’ottica del coordinamento dei servizi territoriali previsti dalle disposizioni normative nazionali e regionali in materia di contrasto alla povertà.
Obiettivi prioritari nell’azione di contrasto alla povertà, che troveranno compimento nel rafforzamento degli interventi e servizi previsti dal sopracitato art. 7 del D.lgs 147/2017, sono pertanto :
▪ lo sviluppo di un’offerta integrata di interventi e servizi;
▪ la costruzione ed il consolidamenti delle reti, finalizzata a valorizzare le buone prassi esistenti ed a evitare la duplicazione degli interventi, valorizzando tutti quegli strumenti ( patti territoriali, co- progettazioni..) che facilitano la comunicazione tra sistemi;
▪ la promozione e lo sviluppo di un approccio multidimensionale all’inclusione sociale attiva, al fine di integrare le politiche sociali con altre tipologie di interventi che concorrono a determinare un ruolo attivo per le fasce di popolazione maggiormente a rischio povertà o in situazioni di difficoltà e a rischio di esclusione sociale;
▪ La promozione e lo sviluppo di interventi di presa in carico multi-disciplinare dell’intero nucleo familiare, da realizzarsi anche attraverso la promozione di interventi di sostegno socio – educativo domiciliare o territoriale e alla genitorialità e di maggiore coinvolgimento dell’utenza nei progetti di presa in carico (progetto PIPPI, Reddito di Inclusione Attiva…) ;
▪ l’incremento delle competenze degli operatori ( sociale, sanitario, del lavoro) relativamente alla capacità di condivide linguaggi e di costruire alleanze territoriali anche con partner non convenzionali per il sistema pubblico ( imprese economiche e realtà del volontariato e dell’associazionismo).
Interventi e servizi sociali per il contrasto alla povertà e relativi rafforzamenti
Il Piano regionale per la lotta alla povertà 2018 – 2020, previsto dall’art. 14 del sopracitato D.lgs 147/2017 quale “ .. strumento di programmazione dei servizi necessari per l’attuazione a livelle regionale del Rei, come livello essenziale delle prestazioni..” ed approvato con deliberazione dell’Assemblea Legislativa n. 6491 del 6.06.2018, demanda ogni ambito territoriale alla individuazione degli specifici rafforzamenti su base triennale del sistema di interventi e servizi sociali per il contrasto alla povertà, rafforzamenti che saranno co – finanziati con la quota del fondo nazionale povertà allo stato attuale in fase di assegnazione.
Premesso che il servizio socio – sanitario dell’Unione garantisce, in forma diretta o tramite convenzioni/contratti di appalto, la realizzazione dei servizi e degli interventi previsti dall’art. 7 del citato D.Lgs n.147/2017, si indicano di seguito gli interventi/servizi che si intende consolidare e rafforzare attraverso la quota di Fondo povertà anno 2018, rinviando al successivo Piano Attuativo Povertà la quantificazione del relativo co-finanziamento per ciascuna azione.
LIVELLI | INFORMAZIONE ACCESSO | Consolidamento e sviluppo sportello sociale/ punto di accesso al REI : con funzione di informazione, consulenza, orientamento e assistenza. La complessità dei bisogni degli utenti che tradizionalmente accedono allo sportello sociale, oltre che la richiesta di competenze sempre più trasversali a diversi ambiti |
d’intervento rendono sempre più necessario prevedere una riorganizzazione/implementazione delle attività. | ||
VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE | Consolidamento e sviluppo servizio sociale professionale : particolare importanza assume il servizio sociale professionale, al quale compete, in rete con i servizi per l’impiego, i servizi sanitari e le scuole, nonché con i soggetti privati attivi sul territorio, la co – costruzione con i beneficiari di un piano di azione concordato che consenta l’avvio di un percorso di capacitazione e uscita dalla povertà. | |
PROGETTO PERSONALIZZATO | Consolidamento e sviluppo di tirocini finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia delle persone e alla riabilitazione : destinatari di tali interventi saranno non solo le persone in condizione di fragilità o vulnerabilità ma anche persone con un punteggio rispetto all'indice di fragilità superiore a 58, o inferiore a 30 ( DGR n.191 del 15.02.2016) e pertanto non rientranti nelle misure messe a disposizione dalla L.14/2015. ( es. persone con disabilità, persone con evidenti fragilità sociali quali: mamme sole con impegni di cura di figli minori in tenera età, persone con scarse risorse personali, disoccupati di lungo periodo etc..) ovvero situazioni per cui, pur rientrando nei valori dell'indice definito dalla legge 14/2015 per l'accesso alle misure, i servizi ritengano più appropriato attivare un percorso di avvicinamento propedeutico poi all'inserimento lavorativo. | |
Consolidamento e sviluppo interventi di sostegno socio – educativo domiciliare e territoriale, incluso il supporto nella gestione delle spese e del bilancio familiare : In particolare, nell’ambito della prevenzione delle situazioni di fragilità sociale con bimbi di età compresa tra i 0/3 anni, tra gli interventi previsti per la definizione del progetto personalizzato si prevede l’attivazione, in sinergia con servizi sanitari del territorio, del progetto "home visiting" finalizzato tra l’altro alla promozione delle competenze genitoriali e dei contesti di accadimento, consentendo l’ accoglimento, la valutazione e presa in carico di situazione a rischio sociale e l’individuazione del percorso assistenziale integrato specifico. | ||
Consolidamento dell’assistenza domiciliare socio – assistenziale e servizi di prossimità : approccio multidimensionale della povertà, intesa non solo nella sua dimensione economica, ma anche relazionale ed educativa. | ||
Consolidamento interventi a sostegno alla genitorialità e servizio di mediazione familiare : approccio multidimensionale della povertà, intesa non solo nella sua dimensione economica, ma anche relazionale ed educativa. | ||
Consolidamento servizio di mediazione culturale : volto a facilitare la relazione e la comunicazione sia linguistica (interpretariato) che culturale tra gli utenti e il contesto territoriale ( istituzioni, servizi locali, cittadinanza ..) aiutando le diverse parti nel processo di “ traduzione” dei codici culturali e di |
linguaggio. | ||
Consolidamento servizio di pronto intervento sociale : in particolare per le situazioni in condizione di grave marginalità estrema |
6.2. Sintesi delle scelte previste nell’avviso 3 PON FSE inclusione
Nell’anno 2017 nelle more del completamento del trasferimento delle funzioni all’Unione, i Comuni di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx, San Xxxxxxx s/P e l’Unione Comuni del Sorbara ( Comuni di Bastiglia, Bomporto, Nonantola, Ravarino ) hanno approvato apposita convenzione per l’attuazione di interventi previsti nell’asse 1 del PON “Inclusione” FSE 2014-2020, - Sostegno a persone in povertà e marginalità estrema- azione 9.1.1 - Supporto alla sperimentazione di una misura nazionale di inclusione attiva che prevede l’erogazione di un sussidio economico a nuclei familiari in condizioni di povertà condizionale alla adesione ad un progetto di attivazione sociale e lavorativa”
Il progetto presentato dal Comune di Castelfranco, per l’intero Ambito distrettuale, è stato finanziato per un importo complessivo pari ad € 176.106.00 per la realizzazione di un sistema di interventi e servizi sociali con le seguenti caratteristiche:
▪ servizi di segretariato sociale per l’accesso;
▪ servizio sociale professionale per la valutazione multidimensionale dei bisogni del Nucleo e la presa in carico;
▪ equipe multidisciplinare, con l’individuazione di un responsabile del caso,
▪ accordi di collaborazione in rete con le amministrazioni competenti sul territorio in materia di servizi per l’impiego, tutela della salute e istruzione, nonché con soggetti privati attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà, con particolare riferimento agli enti non profit.
▪ attuazione della misura del Sostegno all’Inclusione Attiva ( SIA) in tutte le sue fasi e azioni, secondo le modalità indicate nelle linee guida approvate in conferenza unificata in data 11.02.2016, e nello specifico:
▪ selezione dei nuclei familiari beneficiari
o raccolta delle domande dei nuclei familiari richiedenti il beneficio SIA, comunicazione all’INPS delle richieste di beneficio dei nuclei familiari che abbiano dichiarato il possesso dei requisiti;
o ricevimento dall’INPS dell’elenco dei nuclei che, in esito alle verifiche di competenza, risultano soddisfare i requisiti e per i quali l’INPS dispone il versamento del beneficio a decorrere dal bimestre successivo a quello della richiesta;
o gestione eventuali richieste di riesame dei nuclei che non risultano soddisfare i requisiti;
o comunicazione all’INPS generalità nuclei esclusi dal beneficio o ammessi con proprio provvedimento
o effettuazione a campione di verifiche ex post sul possesso dei requisiti tenuto conto delle verifiche già effettuate dall’INPS;
o revoca beneficio in caso di venir meno delle condizioni del bisogno che lo hanno motivato, in caso di mancata sottoscrizione del progetto personalizzato o di reiterato comportamenti inconciliabili con gli obiettivi del progetto medesimo.
▪ Predisposizione di progetti di presa in carico
o predisposizione del progetto personalizzato di servizio sociale per i nuclei che soddisfano i requisiti secondo il percorso di presa in carico che prevede interventi di segretariato sociale e interventi di sostegno di servizio sociale professionale:
▪ Monitoraggio e valutazione
o invio all’INPS delle informazioni sui progetti personalizzati di presa in carico e sulle politiche attivate, d e i questionari per la valutazione somministrati ai Nuclei Familiari Beneficiari e di eventuali ulteriori informazioni, finalizzate al monitoraggio e
alla valutazione della Sperimentazione.
o invio agli enti finanziatori (in particolare AdG) de i dati di attuazione/alimentazione dei sistemi informativi di monitoraggio dei PO di riferimento.
In particolare tali risorse, finalizzate al sostegno delle funzioni di segretariato sociale (rafforzamento dei servizi di accesso con particolare riferimento alle funzioni di pre-assesment) hanno rafforzato l’assetto organizzativo del Servizio Sociale Territoriale, che in un’ottica trasversalità e globalità della presa in carico si è fatto carico di attivare le misure a contrasto alla povertà; non si è ritenuto infatti possibile distinguere l’area della cosidetta “povertà” da tutta l’offerta dei servizi sociali, consapevoli che il consolidamento della rete dei servizi territoriali è elemento essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di contrasto alla povertà ed inclusione sociale.
6.3. Sintesi del Piano Integrato territoriale
Con deliberazione del Consiglio dell’Unione n. 9 del 24.05.2018 è stato approvato con Accordo di Programma tra Regione Xxxxxx - Romagna, AUSL e Unione, il Piano Integrato Territoriale 2018/2020 quale strumento attraverso cui dare attuazione nel territorio all'integrazione dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari per la realizzazione dei percorsi integrati a sostegno dell'inserimento lavorativo ed inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità.
Il piano, in linea con gli obiettivi e le priorità d’intervento previste dalla programmazione regionale ( DGR
n.73 del 22.012018) si propone di dare piena attuazione a quanto previsto dalla normativa regionale a sostegno dell’inserimento lavorativo e dell’inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità (L.R.14/2015),assicurando qualità e appropriatezza degli interventi, promuovendo e sostenendo l’inserimento lavorativo, l’inclusione sociale e l’autonomia attraverso il lavoro nonché operando per garantire l’accoglienza e la presa in carico delle persone in condizione di fragilità attraverso la valutazione multidimensionale e multi professionale e l’elaborazione di progetto di intervento personalizzato.
In particolare le tipologie d’intervento indicate nel Piano Integrato territoriale da attuare nel triennio 2018/2020 sono le seguenti :
Formazione | Si intende garantire: - Formazione progettata con riferimento al sistema |
regionale delle qualifiche - Formazione permanente - Indennità di frequenza ai percorsi formativi di cui al sistema regionale delle qualifiche - Certificazione delle competenze- sistema regionale delle qualifiche - Certificazione delle competenze per l’acquisizione di una qualifica- sistema regionale delle qualifiche - Attività a supporto della partecipazione a percorsi formativi | |
Tirocini | Si intende garantire - Tirocinio di tipo C - Tirocinio di tipo D - Erogazione dell’indennità di partecipazione ai tirocini - Servizio di formalizzazione degli esiti del tirocinio - Rimborso delle spese di trasporto pubblico - Attività a supporto dei processi di apprendimento nei contesti lavorativi |
Supporto al lavoro | Si tratta di percorsi orientativi che si articolano essenzialmente in tre fasi: 1 fase: analisi dei bisogni e formulazione e definizione degli obiettivi da raggiungere; 2 fase: ricostruzione della storia personale con particolare riferimento all'approfondimento della storia formativa e lavorativa del giovane. 3 fase: messa a punto di un progetto personale che deve fondarsi sulla valorizzazione delle risorse personali (caratteristiche, competenze, interessi, valori, ecc,) in una prospettiva sia di ricostruzione del pregresso ma anche di valutazione delle risorse di contesto (famigliari, ambientali ecc..) e specificazione del ruolo che possono svolgere a sostegno della specifica problematica/transizione. A sostegno del processo possono essere utilizzati una serie di strumenti. Tra i principali: - Colloqui individuali - Laboratori di gruppo - Griglie e schede strutturate. - Questionari e strumenti di analisi validati e standardizzati. Si intende garantire: - Orientamento specialistico - Accompagnamento al lavoro - Attività di sostegno alle persone nei contesti lavorativi - Certificazione delle competenze- sistema regionale delle qualifiche - Certificazione delle competenze per l’acquisizione di una qualifica- sistema regionale delle qualifiche |
Servizi e interventi di natura sociale | Implementazione degli interventi nell’ottica della condivisione di responsabilità di cura attraverso azioni di collaborazione tra servizi e comunità in integrazione con il |
mondo del volontariato al fine di consentire alle persone di vivere in modo meno traumatico l’esperienza di bisogno e di cura con particolare attenzione a conciliare le condizioni ed esigenze ordinarie della vita quotidiana con quelle legate alle responsabilità familiari e di cura. Si intende garantire - Interventi di supporto per reperimento alloggio - Servizi di mediazione familiare - Interventi di sostegno alla genitorialità - Corsi di lingua italiana per immigrati - Servizi di mediazione culturale - Sostegno socio-educativo domiciliare - Assistenza domiciliare socio-assistenziale - Servizi di prossimità - Telesoccorso - Interventi a supporto della domiciliarità - Accompagnamento sociale - Distribuzione beni di prima necessità - Asili nido e servizi integrativi - Servizi estivi e conciliativi - Soluzioni di accolgienza abitativa temporanea | |
Trasferimenti in denaro | A livello territoriale , sulla base di una valutazione multidimensionale dei bisogni e delle potenzialità di ciascuna famiglia, si garantiscono interventi personalizzati di: presa in carico, orientamento, monitoraggio e attivazione di interventi sociali in rete con altri servizi pubblici e privati del territorio. L’integrazione tra servizi sociali, del lavoro, sanitari, educativi e con il terzo settore e la comunità nel suo insieme è la cifra distintiva delle misure di contrasto alla povertà definite a livello nazionale e regionale. La valutazione multidimensionale attraverso le equipe multidisciplinari è lo strumento di attuazione delle misure individuate che dovrebbe consentire di affrontare le situazioni di fragilità e vulnerabilità prevedendo la presa in carico integrata, così come previsto dalla LR. 24/2016, dalla LR. 14/15 nonché dalle linee guida di attuazione del SIA/REI. - Si intende garantire - Contributi per i servizi alla persona - Contributi economici per cure o prestazioni sanitarie - Contributi economici per servizi trasporto e mobilità - Contributi economici per servizi scolastici - Contributi economici per alloggio - Contributi economici ad integrazione del reddito familiare |
Nel corso del triennio 2018/2020 si intende pertanto promuovere interventi finalizzati all’acquisizione delle competenze (formazione) e interventi orientativi e di accompagnamento all’inserimento lavorativo finalizzati a
favorire l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro di persone in condizione di fragilità e vulnerabilità, persone spesso prive di competenze minime e non abituate a sperimentarsi in contesti lavorativi, con l’obiettivo pertanto di proporre interventi personalizzati che implicano l’attivazione di leve differenziate e la facilitazione per la persona nell’accesso al mondo del lavoro.
La priorità di tali tipologia di interventi ( formazione – supporto al lavoro) è confermata nel vigente programma di attuazione - anno 2018, approvato, sulla base del piano triennale, dalla Giunta dell’ Unione / Comitato di Distretto con deliberazione n.10 del 21.02.2018 in cui il oltre il 50% della quota di Fondo Sociale Europeo assegnata per l’anno in corso è impiegata per la realizzazione di tali interventi, ritenuti fondamentali alla buona riuscita del successivo momento di inserimento lavorativo
Altra tipologia d’intervento prevista dal Piano Integrato Territoriale è costituita dal tirocinio che rappresenta uno degli strumenti che la Regione promuove per supportare l’inserimento lavorativo delle persone fragili e per sostenere le loro scelte professionali.
Tale intervento, compreso tra i livelli essenziali delle prestazioni nella lotta alla povertà, rappresenta una modalità formativa che fa acquisire nuove competenze attraverso la conoscenza diretta del mondo del lavoro.
Ai nuclei destinatari delle azioni di inclusione e sostegno dell'inserimento lavorativo previste dalla legge regionale n.14/2015 sono altresì destinati, se previsti dal progetto personalizzato elaborato da una equipe multidisciplinare, interventi e servizi sociali in rete con altri servizi pubblici e privati del territorio ovvero forme di contribuzione economica ( diretta o indiretta) erogate con risorse proprie dell’Unione o riconosciute da misure nazionali ( REI) e regionali ( RES)
Condizione necessaria per accedere al beneficio economico, anche se erogato con risorse proprie dell’Unione, è l’adesione ad un progetto sottoscritto dal nucleo familiare, la condivisione del progetto presuppone infatti l’accompagnamento ad un processo di cambiamento della vita quotidiana dei nuclei familiari in condizione di fragilità e/o di povertà .
Protocollo operativo per il coordinamento delle risorse e misure presenti sul territorio distrettuale per il sostegno all’inclusione attraverso il lavoro.
Al fine di garantire il coordinamento delle risorse (umane ed economiche) presenti sul territorio distrettuale per il sostegno all’inclusione attraverso il lavoro è stato elaborato un apposito protocollo operativo finalizzato a :
▪ garantire progettazioni individualizzate mirate per tutti i cittadini presi in carico in maniera integrata dai servizi sociali e/o sanitari e/o del lavoro e per i percorsi di rispettiva competenza;
▪ garantire èquità nell’accesso ai servizi e alle misure disponibili;
▪ monitorare la corretta gestione delle risorse/misure;
▪ favorire e sostenere l’integrazione tra i servizi sociali, sanitari e del lavoro..
▪ garantire continuità negli interventi sulla progettazione individualizzata;
▪ raccogliere dati qualitativi e quantitativi da utilizzare nella programmazione dei servizi. Nell’ambito di attività del citato protocollo operativo sono coinvolte le seguenti figure professionali:
▪ Coordinatore operativo
▪ Operatori di accesso (sociale, sanitario, lavoro)
▪ Operatori della valutazione integrata (sociale, sanitario, lavoro)
▪ Responsabili del caso
▪ Referenti sanitari
Modalità organizzativa : Viene avviato un Tavolo Progettuale Unico (TPU) con funzioni di programmazione e coordinamento delle attività relative all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale attraverso il lavoro presenti sul territorio del Distretto.
Al TPU vengono presentati i progetti individualizzati definiti dai Responsabili dei singoli casi e vengono valutate, per ciascun progetto, le misure di intervento più idonee nell’ambito di quelle disponibili.
In linea di massima, il Responsabile del caso viene individuato nella figura della Assistente Sociale di riferimento territoriale; ha il compito di tenere i contatti con la persona stessa, con il referente individuato dal soggetto attuatore per gli interventi previsti dal progetto personalizzato e con eventuali altri referenti.
I servizi sanitari e del lavoro sono parte integrante dell’attività di presa in carico e nella progettazione dell’intervento complessivo.
L’attività del TPU viene gestita dal Coordinatore operativo.
Nel caso di progetti individualizzati potenzialmente rientranti nell’ambito della LR 14/2015, l’attivazione del TPU avverrà prima di quella dell’équipe multiprofessionale; si ritiene comunque opportuno che il Responsabile del caso, assieme ai referenti degli altri servizi coinvolti, faccia già una simulazione della valutazione dell’indice di fragilità (cartaceo) per avere maggiori informazioni e possibilità di valutazione nell’ambito del TPU.
Composizione del TPU:
▪ Coordinatore operativo di ambito distrettuale
▪ Referente Centro per l’impiego o collocamento mirato
▪ Assistente sociale responsabile per ciascun caso presentato
▪ Referente sanitario di ciascun caso presentato
▪ Referenti dei gestori di servizi e misure presenti sul territorio
La composizione del TPU verrà definita di volta in volta in base alla programmazione del singolo ordine del giorno . Il Coordinatore operativo (o suo delegato) è sempre presente; gli operatori del Centro per l’Impiego e/o del collocamento mirato sono presenti quando necessario in base ai singoli accordi e all’odg stabilito.
Procedura:
▪ il Coordinatore operativo definisce un calendario di incontri del TPU.
▪ 10 giorni prima della data fissata, i Responsabili del caso trasmettono al Coordinatore operativo le schede di accesso (informative)relative agli utenti per i quali presentano la richiesta di valutazione e compilate in collaborazione con i referenti degli altri servizi coinvolti;
▪ una settimana prima della data fissata, il Coordinatore operativo trasmette agli operatori coinvolti l’ordine del giorno comprensivo dell’elenco nominativo delle persone per le quali si discuteranno i possibili interventi.
Durante la seduta del TPU:
▪ vengono condivise le singole misure attivabili con ciascun gestore;
▪ viene condiviso come procedere (compiti, tempi, attivazione della équipe multiprofessionale LR 14/2015 e della valutazione dell’indice di fragilità, etc.);
▪ vengono discusse, con maggiore approfondimento, eventuali situazioni particolarmente problematiche;
▪ viene aggiornata la situazione complessiva delle risorse disponibili;
▪ viene data consulenza agli operatori su eventuali problematiche o su richieste di chiarimenti.
Il Coordinatore operativo redige un verbale dell’incontro che viene letto e firmato al termine della seduta stessa. L’èquipe si incontra periodicamente per procedere all’elaborazione del progetto individualizzato per ciascun utente , all’inserimento del progetto sul portale regionale e alla relativa prenotazione delle risorse. Il Coordinatore convoca l’equipe ed è presente durante l’attività di elaborazione dei progetti.
Monitoraggio : Il Coordinatore operativo procederà alla stesura di report di attività semestrale (attività al 30/06 e al 31/12) indirizzato all’Ufficio di Piano.
Il report dovrà almeno contenere:
▪ n. progetti individualizzati discussi (di cui n. di nuove presentazioni)
▪ n. di interventi avviati suddivisi per tipologia
▪ n. di interventi non portati a termine
▪ criticità e proposte migliorative
6.4. Informazione sull’organizzazione e sulle caratteristiche dei servizi per ambito distrettuale, incluse le professionalità impiegate e modello di governance realizzato a livello distrettuale.
Come indicato nella parte recante “ Modello di governance locale e assetto organizzativo dell’ambito distrettuale“ del presente piano l’Unione è dotata di un unico Servizio sociale e socio-sanitario, inserito
all’interno dell’Area Servizi alla persona; al fine di salvaguardare le specificità territoriali dei servizi, favorire la prossimità al territorio e l’integrazione con i diversi attori locali, l’ambito funzionale è articolato in due Poli tecnici:
▪ Polo tecnico 1 preposto alla erogazione dei servizi alla utenza stanziata nei Comuni di Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx e San Xxxxxxx sul Xxxxxx
▪ Polo tecnico 2 preposto alla erogazione dei servizi alla utenza stanziata nei Comuni di Bastiglia, Bomporto, Nonantola e Ravarino
Il Servizio Sociale territoriale dell’Unione rappresenta lo snodo più vicino alle comunità locali ed è composto da sportello sociale e servizio sociale professionale
Lo Sportello Sociale, è presente presso ogni sede comunale, ad esso nell’ambito delle funzioni spettanti di segretariato sociale (informazione, accesso, orientamento) sono altresì demandate, in una logica di omogeneità e complementarietà delle azioni a contrasto della povertà, le competenze relative all’accesso al REI/RES ( informazione, consulenza, orientamento, assistenza nella domanda)
La dotazione minima di punti di accesso e informazione quale livello essenziale fissato dal Piano nazionale povertà ( un punto di accesso per ogni Comune con popolazione inferiore ai 40.000 abitanti ) è pertanto rispettato, tuttavia la complessità dei bisogni degli utenti che tradizionalmente accedono allo sportello sociale associata al continuo necessario aggiornamento che gli operatori devono garantire in particolare relativamente allo svolgimento dell’attività di consulenza – aggiornamento in materia di REI/RES, oltre che la richiesta di competenze sempre più trasversali a diversi ambiti d’intervento rendono sempre più necessario prevedere una riorganizzazione/implementazione delle attività.
Attualmente gli orari di apertura dello sportello sociale/punto per l’accesso al REI/RES coincidono tendenzialmente con gli orari di apertura al pubblico delle sedi comunali presso cui sono collocati, nel xxxxx xx xxxxxxx xxx xxxxxxxx xxxxx xx intende, nell’ambito delle azioni di integrazione/qualificazione dei punti di accesso territoriali, definire tra l’altro una organizzazione degli sportelli sociali maggiormente coerente con le esigenze della popolazione, anche rideterminando gli orari di apertura e la dotazione di personale in modo proporzionale all’effettivo bacino di utenza di riferimento.
Presso ogni Polo tecnico opera inoltre il servizio sociale professionale, a cui, nel rispetto delle specifiche professionalità che lo compongono, compete l’accoglienza delle persone e dei nuclei familiari in condizione di bisogno.
In particolare il servizio sociale professionale valuta e/o partecipa a processi valutativi pluri – professionali, definisce la progettazione, l’accompagnamento e la verifica delle diverse situazioni, l’integrazione con gli altri attori pubblici e privati del territorio e la promozione delle reti sociali.
Il servizio sociale professionale, rappresenta lo snodo centrale per l’attivazione e la realizzazione delle misure di contrasto alla povertà; basate sulla predisposizione, da parte dei servizi sociali, in rete con i servizi per l’impiego, i servizi sanitari e le scuole, nonché con i soggetti privati attivi sul territorio, di un progetto personalizzato riguardante l’intero nucleo familiare e contenente specifici impegni individuati sulla base di una valutazione delle problematiche e dei bisogni.
Il progetto/patto con la famiglia costituisce la base dell’azione a contrasto della povertà, progettare significa infatti accompagnare la persona/nucleo familiare verso un processo di cambiamento che parta dall’analisi dei loro bisogni, delle loro risorse/capacità.
Il Piano nazionale povertà, analogamente a quanto previsto dalle linee guida regionali ( DGR 1012/2014) individua, quale livello essenziale delle prestazioni, la presenza di almeno 1 assistente sociale ogni 5.000 abitanti.
Presso il servizio sociale professionale dell’Unione operano n. 17 assistenti sociali ( di cui n.13 a tempo indeterminato )
Popolazione residente | n. operatori | Rapporto |
75.495 | 17 | 1 assistente sociale ogni 4.440 abitanti |
La dotazione di assistenti sociali operanti nell’ambito dell’Unione è pertanto in linea con il target fissato a livello regionale ( DGR 1012/2014) e nazionale attraverso il Piano Povertà.
Lo sviluppo di una modalità di presa in carico dei bisogni proattiva e capacitante e di una modalità di lavoro incentrata sulla comunità richiede tuttavia un investimento in termini di tempo e risorse umane.
Gli operatori dei servizi devono poter essere in grado di dedicare parte del loro lavoro alla cura delle relazioni con la comunità; essi devono infatti conoscere la comunità all’interno della quale operano, devono essere capaci di attivare collaborazioni e sviluppare metodologie partecipative e di coinvolgimento del territorio. La qualificazione dei servizi rappresenta quindi un presupposto per garantire lo sviluppo di nuove modalità di intervento e di approccio.
La dotazione di risorse umane operanti presso il Servizio Sociale Territoriale ( sportello sociale/ servizio sociale professionale) e conteggiate per verificare il rispetto dei parametri regionali / nazionali non prevede le figure acquisite attraverso le risorse assegnate all’ambito distrettuale per l’attuazione di interventi previsti nell’asse 1 del PON “Inclusione” FSE 2014-2020, - Sostegno a persone in povertà e marginalità estrema- azione 9.1.1 - Supporto alla sperimentazione di una misura nazionale di inclusione attiva.
Tali figure, come indicato al precedente comma 4.2 hanno infatti rafforzato l’assetto organizzativo del Servizio Sociale Territoriale, che in un’ottica di trasversalità e globalità della presa in carico si è fatto carico di attivare le misure a contrasto alla povertà, al fine di non distinguere l’area della cosidetta “povertà” da tutta l’offerta dei servizi sociali.
6.5 Modello di governance dell’ambito distrettuale
A seguito del trasferimento all’Unione delle funzioni inerenti i servizi sociali e socio – sanitari si è realizzata la coincidenza dell’Ambito territoriale ottimale con il Distretto sanitario, il Distretto costituisce pertanto il nodo della governance locale e luogo della programmazione integrata.
Il Comitato di Distretto coincide con la Giunta dell’Unione, l’Ufficio di Piano (composto dai Responsabili dei due poli tecnici oltre che dai professionisti dell’AUSL) è compreso nell’organizzazione stessa dell’Unione.
L’integrazione istituzionale, gestionale e professionale tra servizi sociali e servizi sanitari, obiettivo del precedente Piano Sociale e Sanitario Regionale ( 2008/2010), deve essere estesa anche ai servizi per il lavoro, a partire dalla Legge Regionale n.14/2015 infatti la condizione di fragilità e vulnerabilità delle persone è infatti caratterizzata dalla compresenza di problematiche afferenti alla dimensione sociale, sanitaria e lavorativa.
La gestione integrata tra servizi del lavoro, sociali e sanitari, già avviata con il Piano Integrativo Territoriale, costituirà quindi una modalità d’intervento necessaria sia per sostenere le persone in condizione di fragilità e vulnerabilità che per attuare azioni a contrasto della povertà .
La ridefinizione degli ambiti territoriali di riferimento dei Centri per l’impiego, attuata con DGR 1230/2016, che ha in sostanza fatto coincidere l’ambito di attività dei CPI con gli ambiti distrettuali socio – sanitari, faciliterà l’ampliamento della rete della protezione e dell’inclusione sociale a livello distrettuale.
Tale integrazione sarà infatti attuata prevedendo la presenza di un referente del Centro per l’Impiego nel Comitato di Distretto (Giunta dell’Unione) oltre che nell’Ufficio di Piano distrettuale, a cui compete in particolare il coordinamento tecnico delle misure programmatorie ed organizzative/gestionali di contrasto alla povertà.
6.6. Modello organizzativo per l’attivazione, costituzione e funzionamento dell’equipè multidisciplinare Tra le scelte e priorità del presente Piano di zona vi è quella di estendere l’operatività dell’equipè multi professionale ( sociale – sanitaria – del lavoro) attivata con gli Accordi di Programma e i Piani integrati previsti dall’art. 4 della legge regionale n.14/2015 “Disciplina a sostegno dell’inserimento lavorativo e dell’inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità, attraverso l’integrazione tra i
servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” alla valutazione e presa in carico dei nuclei familiari destinatari di misure ( nazionali, regionali, locali ) di contrasto alla povertà.
Sia nei confronti di persone in condizione di fragilità e vulnerabilità che di persone in condizione di povertà occorre infatti sviluppare l’autodeterminazione attraverso azioni innovative ed empowerment, all’equipè competerà infatti acquisire la capacità di :
▪ leggere i bisogni e le risorse sia personali che dei contesti di vita
▪ sostenere con strumenti adeguati ( monetari, di accompagnamento ..) la possibilità di uscita dalla fragilità e la capacità autonomizzazione.
Si dovrà pertanto tendere verso una unificazione in capo alla medesima equipè di progettualità più ampie ed articolate, in grado di rispondere quindi ai bisogni complessi e differenziati dei nuclei coinvolti.
In particolare, nel corso dell’anno 2018, si intendono ridefinire le modalità operative di coordinamento delineate per il sostegno all’inclusione attraverso il lavoro, indicate al precedente art.3 della sezione povertà, al fine di realizzare una presa in carico unitaria delle persone in condizione di povertà/fragilità/vulnerabilità.
Nel corso di vigenza del Piano di zona si dovrà inoltre operare inoltre per consolidare e qualificare l’integrazione gestionale e professionale tra servizi sociali, sanitari, del lavoro, sia attraverso momenti formativi/informativi congiunti che attraverso la definizione di prassi/procedure di lavoro integrato.
6.7. Modalità e strumenti per la partecipazione e confronto con i soggetti del terzo settore
Cosi come previsto nella sezione - SCELTE