ACCORDO DI RETE WE, CHANGEM@KER Schools
ACCORDO DI RETE WE, CHANGEM@KER Schools
(Noi Scuole , COSTRUTTRICI del Xxxxx@xxnto!)
REPORT UNTA’ FORMATIVA 2 PARTE PRIMA
“COME SVILUPPARE LE COMPETENZE NELLA CLASSE INCLUSIVA”.
IL COOPERATIVE LEARNING
NOTE AL MARGINE DELLE LEZIONI DEL PROF XXXXX XXXXX
psicologo dell’età evolutiva Gruppo M.T.
Università di Padova
IL COOPERATIVE LEARNING non è una tecnica. E’ un insieme di tecni- che di conduzione della classe, grazie alle quali gli studenti lavorano in cop- pia, doppia coppia… per attività di apprendimento cooperativo.
Attraverso il cooperative learning è possibile dare risposta a quelli che sono i
QUATTRO BISOGNI PRIMARI DEGLI STUDENTI:
1. SOCIALIZZAZIONE: “voglio essere trattato come l’altro, riconosciuto ed apprezzato”. Con il cooperative learning si crea, infatti, una IN- TERDIPENDENZA POSITIVA: gli appartenenti al gruppo hanno la percezione di essere collegati in modo positivo tra di loro, tanto che nessuno può raggiungere gli obiettivi senza il gruppo e viceversa. Quando un allievo si sente parte fondamentale di un gruppo è più mo- tivato rispetto all’azione, all’impegno, alla relazione. Gli allievi speri- mentano il NOI, il VOTO DI GRUPPO.
Ogni allievo deve sentirsi utile al gruppo. L’insegnante, perciò, abil- mente e in maniera discreta, assegnerà al ragazzo più fragile il ruolo
meno complesso, ad esempio, il ruolo del cronometrista, del distributo- re dei materiali…)
2. PERSONALIZZAZIONE: “voglio essere speciale e diverso dagli altri”.
- Gli allievi hanno il bisogno di sentirsi unici, di valorizzare le pro- prie peculiarità. Il cooperative learnig consente ciò, perché è strutturato sulla diversità dei RUOLI che l’insegnante attribuisce al GRUPPO. Tali RUOLI vengono di solito assegnati a rotazione tra i membri, in modo che ciascuno abbia la possibilità di poter sperimentare i diversi livelli di relazione sociale, di decisione, di incoraggiamento e di stimolo e guida per il gruppo.
- Gli allievi hanno bisogno di riconoscere i propri punti forza e di debolezza. Il cooperative learning consente ciò perché richiede una AUTO-VALUTAZIONE di gruppo, una AUTO – VALUTAZIONE in-
dividuale, oltre che la VALUTAZIONE del docente.
- Gli allievi hanno bisogno di essere amati e sostenuti dai docenti (che perciò devono far leva sull’EMPATIA, sulla COMUNICAZIONE ASSERTIVA1) e dai pari. Il cooperative learning consente ciò: l’interazione faccia a faccia all’interno del gruppo favorisce l’instaurarsi di una relazione empatica. Gli allievi si incoraggiano vicendevolmente per raggiungere un obiettivo comune
1 la comunicazione deve essere positiva: mai dire: “ NON dare pugno, NON dare calci…”, perché l’immagine mentale che si sta offrendo ai ragazzi è quella dei pugni, dei calci. Meglio dire “Rispetta te stesso e gli altri”
3. RELAZIONI COMPLEMENTARI: gli studenti sono alla PARI di fronte al Compito da svolgere. Debbono aiutarsi e collaborare per por- tare a termine il lavoro d’Apprendimento (Peer Collaboration). “Ciò che i bambini sanno fare insieme oggi, domani sapranno fare da so- li”(Teoria dell’intelligenza più incrementale, Vygotskij, 2007) e divente- ranno imprenditori di loro stessi. Il cooperative learning favorisce l’EMPOWERMENT, la sensazione di potercela fare da soli, la conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni, sia nell'ambito delle relazioni personali sia in quello della vita politica e sociale.
Inoltre, con il cooperative learning la crescita del singolo avviene as- sieme alla crescita del gruppo cui appartiene. Si crea un forte Spirito di Squadra, profondi legami di Amicizia e di Solidarietà in cui si apprezza la Diversità.
4. RELAZIONI SIMMETRICHE, TRA PARI. in cui uno fa da TUTOR all’altro, cioè segue, incoraggia, guida l’apprendimento dell’altro (Xxxx Xxxxxxxx)
La mancata soddisfazione di anche solo uno di questi BISOGNI PRIMARI genera FRUSTRAZIONE E SCHEMI MALADATTIVI, che diventeranno parte integrante del modo di essere, della personalità dell’allievo, causan- do ansia, disadattamento, inadeguatezza, sfiducia, pessimismo anche in età adulta. (ES.: non capisco la matematica e di conseguenza non seguo la lezione e mi sento imperfetto, inferiore, non voluto o inutile). Gli allievi si bloccano nei loro problemi e nelle loro situazioni negative. E’ come se si trovassero nel- le sabbie mobili e preferissero restare fermi per non sprofondare, vittime dell’IMPOTENZA APPRESA.
Il cooperative learning, offrendo attuazione ai quattro bisogni fondamenta- li, consente di evitare il verificarsi di queste conseguenze negative.
L’OBIETTIVO DELL’INCLUSIVITÀ DIVENTA DUNQUE SCARDINARE GLI SCHEMI MALADATTIVI.
Il cooperative learning si inserisce nella ZONA DI SVILUPPO PROSSI- MALE
Lo psicologo Xxx X. Xxxxxxxx è il pioniere degli studi sull'insegnamento e l'apprendimento. SCUOLA DI CUI E’ ESPONENTE: COSTRUTTIVISMO.
Secondo Xxxxxxxx, la conoscenza è costruzione, meglio ricostruzione delle conoscenze che ognuno di noi possiede. Si tratta di una ricostruzione indivi- duale, ma soprattutto sociale.
INDICATORI DELLA QUALITA’ DIDATTICA secondo XXXXXXXX
1. il PRIMO INDICATORE è il CLIMA POSITIVO: gli studenti hanno bisogno di vivere ripetute e positive (= senza paura di sbagliare) espe- rienze di successo che li vedano coinvolti in modo attivo e collaborati- vo. L’atteggiamento dell’insegnante è determinante nella formazione del clima della classe. Per costruire un clima positivo il suo atteggia- mento dovrebbe essere democratico, sincero, da leader positivo, inteso come punto di riferimento, guida, persona disponibile all’ascolto e all’aiuto; un atteggiamento da regista delle attività dei vari attori, che sono i ragazzi.
2. L’ APPRENDIMENTO SOCIALIZZATO, che è esterno a noi, si trova negli altri, nei libri di testo.
Affinché venga INTERIORIZZATO occorre che lo sviluppo cognitivo dell’individuo sia opportunamente sostenuto da un altro individuo (madre, padre, compagni, insegnanti, ecc.) e che si possa immaginare che esso avvenga all'interno di una zona simbolica che Xxxxxxxx de- nominò di "Zona di Sviluppo Prossimale" (ZPD: Zone of Proximal De- velopment).
Secondo Xxxxxxxx, infatti, lo sviluppo dell’intelligenza è un passaggio progressivo dai meccanismi eteroregolatori, che vengono controllati da una terza persona, a quelli autoregolatori la cui attivazione dipende dal soggetto stesso. I problemi che afferiscono alla zona di sviluppo pros- simale non possono essere risolti dal bambino autonomamente, ma solo con assistenza.
A è l’area delle COMPETENZE; B è l’AREA DI SVILUPPO PROSSIMALE; C è l’area delle INCOMPETENZE
Il livello effettivo di sviluppo (area A), definisce le funzioni che sono già ma- turate (competenza individuale). Se un bambino sa fare certe cose autono- mamente, significa che le funzioni per quelle “certe cose” sono maturate in lui. Questo livello è quello comunemente misurato con i vari test (per valuta- re il Q.I. di un soggetto).
La zona di sviluppo prossimale (area B) definisce quelle funzioni che non so- no ancora mature nel bambino, ma che sono nel processo di maturazione, funzioni che matureranno domani e che sono al momento ancora in uno sta- dio embrionale. L’attenzione dell’educatore dovrebbe quindi spostarsi da quello che il bambino è in grado di fare da solo (area della competenza indi- viduale), a quello che potrebbe fare se aiutato dall’insegnante o dai compagni (area dello sviluppo prossimale). Le frecce dell’ Area B indicano che lo svi- luppo della conoscenza avviene in modo disomogeneo: si sviluppano di più certi settori e meno altri. Questo sviluppo disomogeneo e non per cerchi con- centrici, ci permette di capire meglio i vari tipi di intelligenza. L’area di svi- luppo prossimale è l’area apprenditiva, dove si ha bisogno di un piccolo aiuto di pari o insegnante.
L’area C è l’area dell’incompetenza
3. Dall’apprendimento socializzato si passa allo sviluppo della META- COGNIZIONE INDIVIDULE
Due ragazzi pur ottenendo risultati simili ai test di misurazione del quoziente intellettivo, possono differenziarsi tra loro per la diversità del loro potenziale di apprendimento (uno può avere un’area di sviluppo prossimale più ridotta e un altro più ampia).
La METACOGNIZIONE INDIVIDUALE è la presa di coscienza, di consape- volezza sul procedimento cognitivo (penso, rifletto…).
Il possesso delle seguente capacità aiuta la metacognizione:
⮚ CAPACITA’ DI PREVISIONE (quale potrebbe essere il risultato? E’ la capacità di individuare il problema, collegarlo alle conoscenze pregres- se e definire se si è o meno in grado di risolverlo)
⮚ CAPACITA’ DI PIANIFICAZIONE (di cosa ho bisogno per risolvere il problema, per svolgere il compito? Capacità metacognitiva di previsione e progettazione dell’attività futura )
⮚ CAPACITA’ DI AUTOVALUTAZIONE (come mi sembra di essere an- dato? Capacità di individuare i punti di forza e di debolezza dell’attività svolta)
⮚ CAPACITA’ DI REVISIONE (in cosa ho sbagliato? cosa potevo fare meglio?)
⮚ CAPACITA’ DI ASTRAZIONE E TRASFERIMENTO (saper astrarre uno schema generale da utilizzare in situazioni analoghe).