CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
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CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
PARTE PRIMA – CLAUSOLE CONTRATTUALI
1. OGGETTO DELL'APPALTO
L'appalto ha per oggetto la realizzazione dei lavori di “SISTEMAZIONE DEL TORRENTE PARMIGNOLA TRA LA PASSERELLA DEL MURAGLIONE ED IL CONFINE CON IL COMUNE
DI SARZANA – I STRALCIO”, in conformità al progetto esecutivo, consistenti nelle seguenti opere :
1. la realizzazione dalla sezione 39 (Rilievo 2013 e progetto preliminare e definitivo corrispondente all’attuale sez.1) all’attuale sezione 10 per circa 110 m di un nuovo argine fondato su un palancolato metallico tipo Xxxxxxx da 75 Kg/m2,della lunghezza di circa 9 m, dotato di trave di coronamento in c.a. 50*50 cm e di rivestimento in c.a. nei tratti a vista;
2. l’infissione di un palancolato metallico tipo Xxxxxxx nell'argine esistente di lunghezza di circa 8 m con funzione prevalentemente antisifonamento e anti erosione in caso di tracimazioni dalla sezione 41 fino a 15 m a monte della sezione 42 per un tratto di circa 45 m;
3. la ricalibratura d'alveo e la realizzazione di una sottofondazione di protezione antierosiva in massi intasati in sponda sinistra e in sponda destra nel tratto di variazione della sezione da trapezia a rettangolare.
2. AMMONTARE DELL'APPALTO - MODALITA’ STIPULAZIONE CONTRATTO - CATEGORIE DEI LAVORI
1. L'importo complessivo dell'appalto ammonta a euro 294.512,75 di cui euro 283.228,65 soggetti a ribasso ed euro 11.284,10 per oneri per l’attuazione dei piani della sicurezza non soggetti a ribasso.
2. All’interno del predetto importo soggetto a ribasso contrattuale sono individuate le seguenti incidenze, stimate in via presuntiva dalla Stazione appaltante:
Costo della manodopera, individuato dettagliatamente nell’elaborato «Incidenza manodopera» integrante il progetto a base di gara: incidenza del 22,40 %;
Oneri di sicurezza aziendali propri dell’appaltatore: incidenza del 1,15 %;
3. Gli importi a base di gara sono stati determinati, ai sensi dell’articolo 23, comma 16, del Codice dei contatti, con i seguenti criteri:
a) quanto al costo dei prodotti, delle attrezzature e delle lavorazioni, sulla base del prezziario Regione Liguria, anno 2018;
b) quanto al costo dei prodotti, delle attrezzature e delle lavorazioni non previsti nel prezziario di cui alla lettera a); sulla base di analisi dei prezzi, con riferimento a prodotti, attrezzature e lavorazioni analoghe e tenendo conto delle condizioni di mercato e del costo della manodopera di cui alla lettera c);
c) quanto al costo della manodopera (CM) sulla base del costo medio orario come determinato nelle tabelle approvate con decreto del direttore del Ministero del Lavoro 3 aprile 2017, n. 23 (in Gazzetta Ufficiale n. 99 del 29 aprile 2017), del settore edile e dell’area territoriale di La Spezia.
4. L’importo contrattuale corrisponde alla somma dell’importo dei lavori come risultante dall’offerta dell’aggiudicatario presentata in sede di gara sull’importo soggetto a ribasso d’asta aumentato dell’importo degli oneri per la sicurezza e la salute dei lavoratori nel cantiere non soggetto a ribasso ai sensi dell’art.100 del D.Lgs.81/2008.
5. Il contratto è stipulato interamente “a misura” ai sensi degli articoli 3, comma 1, lettera eeeee), e 59, comma 5-bis, periodi terzo e quarto, del Codice dei contratti, nonché dell’articolo 43, comma 7, del Regolamento generale. L’importo del contratto può variare, in aumento o in diminuzione, in base alle quantità effettivamente eseguite, fermi restando i limiti di cui all’articolo 106 del Codice dei contratti e le condizioni previste dal presente Capitolato speciale.
6. Il contratto dovrà essere stipulato, a pena di nullità, con atto pubblico notarile informatico, ovvero, in modalità elettronica secondo le norme vigenti per la Stazione appaltante, in forma pubblica amministrativa a cura dell'Ufficiale rogante dell'amministrazione aggiudicatrice o mediante scrittura privata.
7. Ai sensi degli articoli 3, comma 1, lettere oo-bis) e oo-ter), e 48, commi 1, 5 e 6, del Codice dei contratti, nonché dell’articolo 61, comma 3, del Regolamento generale e in conformità all’allegato «A» al d.m. n. 248 del 2016 e all’allegato «A» al citato regolamento generale, in quanto compatibile, i lavori sono classificati nella categoria di opere generali «OG8 - opere fluviali, di difesa, di sistemazione idraulica e di bonifica»
8. La categoria di cui al comma precedente è la categoria prevalente. L’importo della predetta categoria prevalente per la quale è necessario il possesso della relativa qualificazione, ammonta ad euro 294.512,75 (OG8 Classifica I o superiore). Non sono previste altre categorie oltre la prevalente, come risulta dalla seguente tabella:
Categorie DPR 207/2010 Allegato A | Descrizione categorie | Lavori | Oneri sicurezza | Totale categoria prevalente | Percentuale | Incidenza manodopera |
OG8 | OPERE FLUVIALI, DI DIFESA, DI SISTEMAZIONE IDRAULICA E DI BONIFICA | € 283.228,65 | € 11.284,10 | € 294.512,75 | 100% | SI |
TOTALE | € 283.228,65 | € 11.284,10 | € 294.512,75 | 100% | 22.40 |
3. CONTABILIZZAZIONE DEI LAVORI
Per le opere e provviste a misura, il prezzo convenuto può variare, in aumento o in diminuzione, secondo la quantità effettiva della prestazione. Per l’esecuzione di dette prestazioni sono fissati i prezzi invariabili per unità di misura e per ogni tipologia di prestazione
I lavori dovranno essere eseguiti nel pieno rispetto delle regole d’arte e con i migliori accorgimenti tecnici per la loro perfetta esecuzione.
Pertanto nessun compenso può essere richiesto per lavori, forniture e prestazioni che siano tecnicamente e intrinsecamente indispensabili alla funzionalità, completezza e corretta realizzazione dell’opera appaltata secondo le regole d’arte.
I prezzi unitari e globali in base ai quali saranno pagati i lavori appaltati risultano dall’elenco prezzi allegato al presente capitolato, come ridotto in base all’offerta dell’appaltatore, e comprendono:
a) materiali: tutte le spese per la fornitura, trasporti, cali, perdite, imposte, nessuna eccettuata, per darli pronti all’impiego a piè d’opera in qualsiasi punto del lavoro;
b) operai e mezzi d’opera: tutte le spese per fornire operai, attrezzi e macchinari idonei allo svolgimento dell’opera nel rispetto della normativa vigente in materia assicurativa, antinfortunistica e del lavoro;
c) lavori: le spese per la completa esecuzione di tutte le categorie di lavoro, compreso impianti, opere provvisionali e accessorie per dare il lavoro compiuto a perfetta regola d’arte.
La contabilizzazione sarà effettuata come previsto all’art.185 del DPR.207/2010 per appalti a misura.
L'Ente appaltante si riserva di affidare in tutto o in parte ad altre ditte, senza che l'Appaltatore possa sollevare eccezioni o richieste di compensi, qualsiasi altra fornitura e nolo diverso eccedenti quelli previsti,
che restano pertanto esclusi dall'appalto.
Non è prevista alcuna revisione dei prezzi e non trova applicazione l'art.1664 comma 1 del Codice Civile, ad eccezione di quanto previsto all’art.106 del D.Lgs. 50/2016.
I prezzi contrattuali sono vincolanti anche per la definizione, valutazione e contabilizzazione di eventuali varianti, addizioni o detrazioni in corso d’opera, se ammissibili ed ordinate o autorizzate ai sensi dell’articolo 106 del Codice dei contratti.
4. CONOSCENZA DELLE CONDIZIONI DI APPALTO
L'assunzione dell'appalto di cui al presente Capitolato implica da parte dell'Appaltatore:
• l’avere esaminato, minuziosamente e dettagliatamente il progetto composto da tutti gli elaborati progettuali, sotto il profilo tecnico, anche in merito al terreno di fondazione e ai particolari costruttivi, riconoscendolo a norma di legge e a regola d’arte, e di conseguenza perfettamente eseguibile senza che si possano verificare vizi successivi alla ultimazione dei lavori;
• l’essersi recato sul luogo di esecuzione dei lavori;
• l’avere preso conoscenza delle condizioni locali, della viabilità di accesso, di impianto del cantiere, delle condizioni del suolo su cui dovrà sorgere l’opera, delle cave eventualmente necessarie, dei mercati di approvvigionamento dei materiali e delle discariche autorizzate;
• l’aver effettuato una verifica della disponibilità della mano d’opera necessaria per l’esecuzione dei lavori, oggetto dell’appalto, nonché della disponibilità di attrezzature adeguate all’entità e alla tipologia e categoria dei lavori posti in appalto;
• l’avere attentamente vagliato tutte le indicazioni e le clausole del presente Capitolato Speciale, le circostanze generali e particolari suscettibili di influire sulla determinazione dei prezzi, sulle condizioni contrattuali e sull’esecuzione dei lavori;
• l’aver giudicato i prezzi nel loro complesso remunerativi e tali da consentire il ribasso offerto.
L’Appaltatore non potrà quindi eccepire, durante l’esecuzione dei lavori, la mancata conoscenza di condizioni o sopravvenienza di elementi ulteriori, a meno che tali nuovi elementi appartengano alla categoria delle cause di forza maggiore.
5. OSSERVANZA DI LEGGI, REGOLAMENTI E NORME IN MATERIA DI APPALTO
L'appalto è regolato, oltre che dalle norme espressamente specificate dal presente capitolato speciale e dal contratto, dalle seguenti leggi, regolamenti e norme e successive modifiche e integrazioni che si intendono qui integralmente richiamate, conosciute ed accettate dall’Appaltatore, salvo diversa disposizione del presente capitolato:
• L. 5.11.1971 x.0000 "Xxxxx per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica".
• L. 2.02.1974 n.64 “Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche”
• D.M. 19.06.1984 n.24771 “Xxxxx Xxxxxxxx relative alle costruzioni sismiche”.
• D.M. LL.PP. 24.01.1986 “Xxxxx Xxxxxxxx relative alle costruzioni sismiche” e relative istruzioni emanate con Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n.27690 del 19.07.1986 (Circolare ANAS. n. 55/1986).
• L.19.03.1990 n.55 “Nuove disposizioni per la prevenzione della delinquenza di tipo mafioso e di altre gravi forme di manifestazione di pericolosità sociale”.
• D.M. 4.05.1990 “Aggiornamento delle Norme Tecniche per la progettazione, la esecuzione ed il collaudo dei ponti stradali” e sue istruzioni emanate con circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 34233 del 25.02.1991 (Circolare ANAS. n.28/1991 del 18.06.1991)
• D.M. 14.02.1992 “Norme Tecniche per l’esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche”
• D.M. 18.02.1992 n.223 “Regolamento recante istruzioni tecniche per la progettazione, l’omologazione e l’impiego delle barriere stradali di sicurezza”
• D.L.vo 30.04.1992 n.285 “Nuovo codice della strada"
• D.P.R. 16.12.1992 n.495 “Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada”
• D.M. 9.01.1996 “ Norme Tecniche per l’esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche”
• D.M. 16.01.1996 “Xxxxx Xxxxxxxx relative ai criteri generali per la verifica delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi” e relativa circolare del Ministero LL.PP. n.65 del 10.04.1997
• D.M. 16.01.1996 “Norme Tecniche per le costruzioni in zone sismiche”
• Circolare del Ministero LL.PP. 04.07.1996 n.156 “Istruzioni per l’applicazione delle Norme Tecniche relative ai criteri generali e la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi”
• D.P.R. 24.07.1996 n.503 "Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici".
• Circolare del Ministero LL.PP. 15.10.1996 n.252 “Istruzioni per l’applicazione delle Norme Tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche”
• D.M. LLPP. 19.04.2000 n.145 “Regolamento recante il capitolato generale d'appalto dei lavori pubblici, ai sensi dell’art.3 comma 5 della L.11.02.1994 n.109 e successive modificazioni”
• D.P.R. 6.6.2001 n.380 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”
• D.M. Infrastrutture e Trasporti 5.11.2001 n.5 “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”
• L. 1.08.2002 n.166 “Disposizioni in materia di infrastrutture e trasporti”
• D.M. 19.4.2006 “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali”
• D.M. 14.01.2008 “Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni”
• D.M. 17/01/2018 “Aggiornamento delle Norme Tecniche per le Costruzioni”
• X.Xxx. 9.04.2008 n.81 “Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n.123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”
• D.Lgs. 18.04.2016 n.50 “Codice dei contratti pubblici”
Inoltre l'Appaltatore si intende obbligato all'osservanza di leggi, decreti, regolamenti e circolari vigenti nella Regione Liguria, di tutte le disposizioni normative e retributive risultanti dai contratti collettivi di lavoro, di tutte le norme tecniche del C.N.R., U.N.I., C.E.I. e di tutte le norme modificative e sostitutive che venissero eventualmente emanate nel corso dell’esecuzione dei lavori, di ogni altra norma di leggi statali e regionali, decreti, istruzioni ministeriali e regolamenti vigenti inerenti e conseguenti la materia di appalto e di esecuzione di opere pubbliche, che l'Appaltatore, con la firma del contratto, dichiara di conoscere integralmente impegnandosi all'osservanza delle stesse.
6. DOCUMENTI DEL CONTRATTO
Sono parte integrante e sostanziale del contratto:
ALLEGATI
All. 1 Relazione
All. 2 Relazione calcolo strutture All. 3 Computo metrico estimativo
All. 4 Quadro Economico di progetto All. 5 Elenco prezzi
All. 6 Incidenza manodopera
All. 7 Lista delle lavorazioni e forniture previste per l’ esecuzione delle opere e dei lavori All. 8 Piano di manutenzione
All. 9 Capitolato speciale di appalto
All. 10 Piano di sicurezza e coordinamento All. 11 Analisi dei prezzi
All. 12 Relazione geologica TAVOLE
Tav. 1 Planimetria stato attuale Tav. 2 Planimetria stato di progetto
Tav. 3a Sezioni sovrapposte 1-5 Xxx. 0x Xxxxxxx xxxxxxxxxxx 0-00 Xxx. 0x Sezioni di progetto 1-10 Tav. 4 Profilo longitudinale
Tav. 5 Particolari costruttivi
In caso di eventuale contrasto tra gli elaborati progettuali e di contratto l’ordine di prevalenza è il seguente:
1) Contratto di appalto
2) Capitolato speciale d’appalto
3) Elaborati progettuali grafici
4) Piano di sicurezza e coordinamento
5) Elenco Prezzi
L’interpretazione delle clausole contrattuali, delle disposizioni del capitolato speciale d’appalto e degli elaborati progettuali grafici, è fatta tenendo conto delle finalità del contratto e dei risultati ricercati con l’attuazione del progetto approvato. Per ogni altra evenienza trovano applicazione gli articoli da 1362 a 1369 del Codice Civile.
7. PIANI DI SICUREZZA
Il cantiere oggetto dell’appalto regolato dal presente capitolato rientra nelle ipotesi di cui all’art.90 comma 3 del D.Lgs.81/2008.
Il piano di sicurezza e di coordinamento è stato redatto da un tecnico incaricato dall'Amministrazione Comunale ai sensi dell'art.100 del D.Lgs.81/2008. L’Appaltatore è obbligato ad osservare scrupolosamente e senza riserve o eccezioni quanto previsto nel suddetto piano.
L’Appaltatore entro trenta giorni dall’aggiudicazione e comunque prima dell’inizio dei lavori (o in corso d’opera), può trasmettere al Coordinatore per l’esecuzione dei lavori proposte integrative o di modifica al piano ai sensi dell’art.100 comma 5 del D.Lgs.81/2008 ove ritenga di poter meglio garantire la sicurezza nel cantiere sulla base della propria esperienza sia per adeguarne i contenuti alle tecnologie proprie dell’Impresa, sia per garantire il rispetto delle norme per la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei lavoratori.
L’Appaltatore entro trenta giorni dall’aggiudicazione e comunque prima della stipula del contratto è obbligato a redigere e consegnare un piano operativo di sicurezza ai sensi dell’art.96 comma 1 del D.Lgs.81/2008.
Il piano operativo di sicurezza o le eventuali proposte integrative presentate alla Stazione appaltante, devono essere sottoscritti oltre che dallo stesso Appaltatore anche dal Progettista.
Gli oneri per la sicurezza rimarranno invariabili. In nessun caso le eventuali modifiche o integrazioni possono giustificare variazioni o adeguamenti dei prezzi pattuiti in sede di gara, salvo espressa previsione eventualmente contenuta nelle varianti in corso d’opera.
In caso di accertata inosservanza delle norme di sicurezza, i pagamenti delle relative somme non saranno effettuati.
Le gravi e ripetute violazioni dei piani suddetti da parte dell’Appaltatore, comunque accertate, previa formale costituzione in mora, costituiscono causa di risoluzione del contratto.
L'Impresa, per tutta la durata dei lavori, è tenuta a nominare, in qualità di proprio rappresentante e di preposto alla sicurezza e salute dei lavoratori, ai sensi del D.Lgs.81/2008, un direttore unico del cantiere, nella persona di un tecnico di provata esperienza, al quale verranno comunicati a tutti gli effetti gli ordini verbali o scritti e il cui nominativo dovrà essere preventivamente comunicato alla Direzione Lavori ed al Coordinatore per l'Esecuzione ai sensi del D.Lgs.81/2008.
In particolare il suddetto direttore, il cui nominativo e recapito dovranno comparire in modo chiaro nei cartelli indicanti i lavori, apposti alle estremità dei cantieri, dovrà essere sempre presente sui luoghi dei lavori
stessi o comunque rendersi reperibile, salvo nomina espressa di un sostituto, in modo che, anche in occasione di visite senza preavviso della Direzione Lavori questi possa essere interpellato.
8. CONSEGNA DEI LAVORI
La consegna dei lavori dovrà avvenire entro 30 giorni (TRENTA) dalla data di stipulazione del contratto e dovrà risultare da apposito verbale, previa convocazione dell’esecutore. Essa potrà essere effettuata, per motivi di urgenza e su autorizzazione del Responsabile del Procedimento, subito dopo l'aggiudicazione definitiva dell’appalto e prima della stipula del contratto; in tal caso il Direttore dei lavori indica espressamente sul verbale le lavorazioni da iniziare immediatamente.
9. ONERI A CARICO DELL'APPALTATORE
L'Appaltatore si obbliga ad applicare integralmente tutte le norme contenute nel contratto collettivo di lavoro corrispondente alla propria categoria in vigore per il settore e per la zona nella quale si svolgono i lavori e negli accordi integrativi territoriali e aziendali e ad osservare tutti gli adempimenti di accantonamento e contribuzione verso tutti gli Istituti previdenziali, assicurativi e antinfortunistici.
I suddetti obblighi vincolano l’Appaltatore anche nel caso non sia aderente alle associazioni stipulanti o receda da esse ed indipendentemente dalla natura industriale e artigiana, dalla struttura e dimensione dell’impresa stessa e da ogni altra sua qualificazione giuridica, economica e sociale.
L’Appaltatore è altresì responsabile in solido verso l’Ente appaltante dell’osservanza delle norme anzidette da parte degli eventuali subappaltatori nei confronti dei loro dipendenti per le prestazioni rese nell’ambito del subappalto.
In caso di inottemperanza agli obblighi di cui sopra, accertata dall’Amministrazione o ad essa segnalata dall’Ispettorato del Lavoro, l'Amministrazione comunicherà all’impresa e, se del caso, anche all’Ispettorato suddetto, l’inadempienza accertata e procederà a una detrazione del 20% sui pagamenti in acconto, se i lavori sono in corso d’esecuzione, ovvero alla sospensione del pagamento del saldo, se i lavori sono già ultimati, destinando le somme così accantonate a garanzia degli adempimenti degli obblighi di cui sopra. Analoga procedura verrà attivata nei confronti dell'impresa appaltatrice quando venga accertata una inadempienza da parte della ditta subappaltatrice. Il pagamento all'impresa delle somme accantonate non sarà effettuato sino a quando dall'Ispettorato del Lavoro non sia stato accertato che gli obblighi predetti sono stati integralmente adempiuti. Per le detrazioni e sospensioni dei pagamenti di cui sopra, l’impresa non può opporre eccezioni alla stazione appaltante, né avere titolo a risarcimento danni. Qualora gli importi così trattenuti non risultassero in grado di coprire l’intero debito dell’appaltatore, l’Amministrazione si riserva di trattenere gli importi che risultassero dovuti agli istituti assicurativi sulle ritenute di garanzia e sulla cauzione.
Per consentire la verifica dell’esatto adempimento degli obblighi di cui al presente articolo, l’Appaltatore deve dotare di tessera di riconoscimento tutto il personale operante nel cantiere e fornire al Direttore dei Lavori copia del Libro unico del Lavoro di cui alla L.6.08.2008 n.133 dell’impresa e delle eventuali imprese subappaltatrici.
L'Appaltatore dovrà comunicare al Direttore dei Lavori i nominativi delle imprese e dei lavoratori autonomi che opereranno per suo conto nel cantiere e per i quali non sia necessaria la richiesta di subappalto, prima che questi accedano al cantiere, ai sensi dell’art.18 comma 12 della L.55/90 e successive modificazioni.
L’Appaltatore dovrà trasmettere al Direttore dei Lavori, con cadenza bimestrale, anche da parte, suo tramite, dei subappaltatori, tutte le notizie relative all'impiego della manodopera ed in particolare il calcolo dell'importo netto dei lavori eseguiti, il numero delle giornate-operaio impiegate nello stesso periodo e copia dei versamenti contributivi, previdenziali ed assicurativi, nonché quelli dovuti agli organismi paritetici, previsti dalla contrattazione collettiva. La Direzione dei Lavori ha, tuttavia, la facoltà di procedere alla verifica di tali versamenti in sede di emissione dei certificati di pagamento.
Sarà obbligo dell’Appaltatore di adottare nell'esecuzione dei lavori tutti i provvedimenti e le cautele necessari per garantire l'incolumità degli operai, delle persone addette ai lavori e ai terzi, nonché per evitare danni ai beni pubblici e privati. Rimane stabilito che egli assumerà ogni ampia responsabilità sia civile che penale nel caso di infortuni.
La mancata ottemperanza dell'Appaltatore alle precedenti disposizioni sarà considerata grave inadempienza contrattuale.
L’Impresa appaltatrice dovrà usare tutte le cautele e assicurazioni possibili nell’eseguire opere di sbancamento, scavi o di altre lavorazioni che possano interferire o arrecare danno ai servizi pubblici sotterranei e aerei quali cavi elettrici e per telecomunicazioni, condotte d’acqua, tubi per l’erogazione del gas.
Prima di dare inizio ai lavori di scavo l'Appaltatore è tenuto, sulla scorta degli elaborati progettuali, a informarsi presso gli Enti interessati dell’esatta ubicazione, nella zona in cui dovrà svolgere i lavori, dei cavi sotterranei e delle condutture affinché questi segnalino la loro ubicazione e profondità nelle aree oggetto di intervento.
Qualora nonostante la cautele usate si dovessero manifestare danni ai cavi, alle condotte o ad altri servizi pubblici, l’Appaltatore dovrà provvedere a darne immediato avviso mediante telegramma agli enti proprietari delle strade, agli enti proprietari delle opere danneggiate ed alla Direzione dei Lavori.
L'Impresa resterà comunque unica responsabile di eventuali danni a persone o cose di qualsiasi genere e tipo che potessero derivare dalla interferenza dei lavori di scavo con le suddette canalizzazioni, rimanendo del tutto estranea l’Amministrazione da qualsiasi vertenza, sia essa civile che penale.
Oltre a quanto previsto nel presente Capitolato e nel Capitolato Generale, sono a carico dell'appaltatore i seguenti oneri e gli obblighi che seguono con le relative spese:
1) La fornitura prima dell’effettivo inizio dei lavori della prova dell’avvenuta assicurazione contro gli infortuni sul lavoro per tutta la durata dei lavori appaltati e dell’avvenuta comunicazione dell’apertura del cantiere agli enti previdenziali e assicurativi quali Cassa Edile, I.N.P.S. e I.N.A.I.L.
2) L’adozione, nell’esecuzione di tutti i lavori, dei procedimenti e delle cautele necessarie per garantire la vita e l’incolumità degli operai, delle persone addette ai lavori stessi e dei terzi, nonché per evitare danni ai beni pubblici e privati.
3) La fornitura di n.1 cartello informativo dei lavori e la relativa installazione nel sito indicato dalla Direzione dei Lavori, entro 7 giorni dalla consegna dei lavori. Il cartello delle dimensioni minime di m.2x1 dovrà essere conforme a quanto previsto dall’art. 18 della L.55/90 e dalle circolari M.LL.PP. 24.06.1953 n.189 e 1.06.1990 n.1729/UL; il cartello dovrà essere mantenuto e sostituito in caso di degrado fino alla ultimazione dei lavori; in caso di contestazione degli organi di polizia, ogni addebito all’Amministrazione verrà addebitato all’Appaltatore in sede di contabilità. Il cartello informativo di cui al presente articolo non sostituisce quelli previsti dal vigente Codice della Strada per la segnalazione dei cantieri stradali e non esime l’impresa dalla relativa fornitura e posa in opera. Tanto i cartelli che le armature di sostegno dovranno essere eseguiti con materiali di adeguata resistenza e di decoroso aspetto e mantenuti in ottimo stato fino al collaudo dei lavori.
4) La fornitura del cantiere attrezzato in relazione alla entità dell’opera con i relativi impianti per assicurare la perfetta esecuzione di tutte le opere da costruire compreso la delimitazione del cantiere.
5) L’apposizione e il mantenimento dei cartelli stradali di segnalamento, di delimitazione e dei dispositivi che assicurino la sicurezza della circolazione e dei lavoratori, nonché la visibilità diurna e notturna nei cantieri su strada e relative pertinenze, in conformità al nuovo Codice della Strada e dal relativo regolamento di esecuzione e di attuazione vigente.
6) La fornitura di tettoie e i parapetti a protezione di strade aperte al pubblico site nelle zone di pericolo nei pressi del cantiere.
7) La comunicazione alla Direzione Lavori nei tempi e modalità stabiliti di notizie sul numero di operai per giorno, con nominativo, qualifica e ore lavorative, sui giorni in cui non si è lavorato con relativo motivo e sui lavori eseguiti.
8) Le spese per gli allacciamenti provvisori dei servizi idrici, elettrici, gas e telefonici necessari per il funzionamento del cantiere e l’esecuzione dei lavori, nonché le spese di utenza e consumo relative ai predetti servizi.
9) Le pratiche presso Amministrazioni od Enti per permessi, licenze, concessioni, autorizzazioni, per opere di presidio, installazione del cantiere, occupazioni temporanee di suoli pubblici o privati, non ricompresi nel piano particellare d’espropri, interruzioni provvisorie di pubblici servizi, attraversamenti, trasporti speciali, uso delle discariche e relative spese per tasse, diritti, indennità, canoni e cauzioni. In difetto rimane ad esclusivo carico dell’appaltatore ogni eventuale multa o contravvenzione nonché il risarcimento degli eventuali danni.
10) La verifica della situazione idrica della zona, l’esaurimento delle acque superficiali o di infiltrazione
concorrenti nei cavi e l’adozione di opere provvisionali per lo scolo e la deviazione preventiva di esse dalle sedi stradali o dal cantiere, in generale.
11) L’autorizzazione al libero accesso alla Direzione dei Lavori ed al relativo personale dipendente di assistenza e sorveglianza, in qualsiasi momento, nei cantieri di lavoro o di produzione dei materiali per le prove, i controlli, le misure e le verifiche previsti dal presente Capitolato.
12) L’autorizzazione al libero accesso ad altre Imprese o Ditte ed al relativo personale dipendente, ai cantieri di lavoro, nonché l’uso parziale o totale di ponteggi, impalcature, opere provvisionali ed apparecchi di sollevamento, senza diritto a compenso, per tutto il tempo occorrente all’esecuzione dei lavori o delle forniture scorporate.
13) L’immediato sgombero del suolo pubblico per aree di cantiere e di deposito, in caso di richiesta della Direzione Lavori.
14) La pulizia continua degli ambienti circostanti il cantiere qualora la sporcizia sia derivante dal cantiere.
15) L’esecuzione e conservazione di tutti i modelli e campioni dei lavori e materiali richiesti dalla Direzione Lavori muniti di sigilli e firme della Direzione lavori e dell’Impresa, nei modi più adatti a garantirne l’autenticità.
16) Le analisi delle caratteristiche dei materiali inerti, dei bitumi e delle miscele di conglomerati da sottoporre all’accettazione della Direzione Lavori prima dell’inizio dei lavori (prove preliminari di qualificazione).
17) Le prove ed analisi
18) Le spese per l’esecuzione di qualsiasi tipo di controllo sui materiali impiegati nel presente appalto su richiesta della Direzione Lavori.
19) L’approntamento e del relativo occorrente per le prove di carico e le verifiche delle varie strutture che venissero ordinate dalla Direzione Lavori o dal Collaudatore e l’apprestamento di quanto occorrente per l’esecuzione di tali prove e verifiche.
20) Le spese per tutte le indagini, prove e controlli che il collaudatore o i collaudatori riterranno opportuno disporre, a loro insindacabile giudizio e per gli eventuali ripristini.
21) La fornitura di fotografie delle opere in corso e nei vari periodi dell'appalto, nel numero e dimensioni che saranno volta per volta fissati dalla Direzione Lavori e comunque in numero tale da documentare l’esecuzione dei lavori, in particolare modo per lavorazioni di particolare complessità o non più ispezionabili o non più verificabili dopo la loro esecuzione.
22) Lo sgombero e la pulizia del cantiere entro 30 giorni dall’ultimazione dei lavori, con la rimozione di tutti i materiali residuali, i mezzi d’opera, le attrezzature e gli impianti esistenti nonché con la perfetta pulizia di ogni parte e di ogni particolare delle opere da sfabbricidi, calcinacci, sbavature, pitture, unto ecc.
23) Il risarcimento di eventuali danni arrecati a proprietà pubbliche, private o persone, durante lo svolgimento dei lavori.
24) La riparazione dei danni, dipendenti anche da forza maggiore, che si verificassero negli scavi, nei rinterri, agli attrezzi ed a tutte le opere provvisionali La fornitura degli operai e tecnici qualificati occorrenti per rilievi, tracciamenti e misurazioni relativi alle operazioni di consegna, verifica e contabilità dei lavori e dei mezzi, attrezzature e strumentazione scientifica occorrenti per dette operazioni.
25) La fornitura degli operai e tecnici qualificati occorrenti per rilievi, tracciamenti e misurazioni relativi alle operazioni di consegna, verifica e contabilità dei lavori e dei mezzi, attrezzature e strumentazione scientifica occorrenti per dette operazioni.
26) La vigilanza del cantiere sia diurna che notturna e la custodia di tutti i materiali, impianti e mezzi d’opera, affidata a persone provviste della qualifica di “guardia particolare giurata”, compreso l’onere per la buona conservazione delle opere realizzate e dell’intero cantiere fino a collaudo ultimato.
27) Il deposito presso l’Ufficio Regionale del Genio Civile dei calcoli strutturali ai sensi della L.1086/71, previa controllo e firma del Progettista e Direttore Lavori.
28) In caso di possibile rinvenimento di ordigni bellici durante lo svolgimento dei lavori, l’impresa dovrà interrompere le lavorazioni, informare immediatamente la Direzione Lavori, la Committenza e la
Stazione dei Carabinieri. L’eventuale sospensione non potrà essere motivo di richiesta danni per fermo cantiere. Le lavorazioni riprenderanno non appena avvenuta la bonifica da parte della ditta specializzata che ha già effettuato la bonifica bellica e dopo il rilascio dell’attestazione di buona riuscita tramite certificazione rilasciata dalla competente Autorità.
29) Gli oneri per assicurare il transito lungo le strade ed i passaggi pubblici e privati, che venissero intersecati o comunque disturbati nella esecuzione dei lavori, provvedendo a sue spese con opere provvisionali e con le prescritte segnalazioni, oppure studiando con la Direzione Lavori eventuali deviazioni di traffico su strade adiacenti esistenti o su percorsi individuati all’interno del cantiere.
30) Il rispetto delle prescrizioni imposte dall'Autorità Idraulica competente in merito agli attraversamenti ed ingombri provvisionali di fiumi e corsi d'acqua.
31) Gli oneri derivanti dallo smaltimento dei rifiuti derivanti dall’esecuzione dei lavori appaltati e giudicati dalla Direzione Lavori non reimpiegabili in cantiere o in altre lavorazioni indicate dall’Amministrazione Comunale, ove non sia stabilito diversamente nel Capitolato. Tali rifiuti da smaltire diventeranno di proprietà dell’Appaltatore, il quale si impegna a fornire la prova del loro regolare conferimento a discarica. In difetto di tale documentazione, l’Amministrazione Comunale sarà in diritto di sospendere il pagamento del saldo del conto finale.
Quando l'Appaltatore non adempia a tutti questi obblighi, l'appaltante sarà in diritto, previo ordine di servizio, e restando questo senza effetto, entro il termine fissato, di provvedere direttamente alla spesa necessaria, disponendo il dovuto pagamento a carico dell'appaltatore. L’importo anticipato dall’Amministrazione Comunale e l’applicazione di una penale pari al 10% sulle spese anticipate saranno addebitati sul certificato di pagamento in acconto, successivo all’accertamento.
Resta contrattualmente convenuto che non saranno considerati come danni di forza maggiore le solcature, gli scoscendimenti, gli altri guasti o gli interramenti degli scavi provocati da precipitazioni anche di eccezionale intensità o da infiltrazioni di acque sorgive anche di eccezionale portata, né i danni arrecati da piene di fiumi o da abbondanti nevicate, se non d'importanza tale da interessare la stampa locale, né i franamenti di qualsiasi mole conseguenti ai lavori di scavo.
Prima dell’inizio dei lavori, l’Appaltatore ha l’obbligo di comunicare al Responsabile del procedimento e al Direttore dei Lavori il nominativo del Direttore tecnico del cantiere, che sarà un tecnico abilitato e iscritto al relativo Albo o Collegio professionale, competente per legge, all’espletamento delle mansioni inerenti ai lavori da eseguire.
Il Direttore dei Lavori ha il diritto di esigere il cambiamento degli agenti, dei capi cantiere e degli operai dell’Appaltatore per insubordinazione, per incapacità o per grave negligenza.
L’impresa deve garantire la copertura del ruolo di Direttore tecnico di cantiere per tutta la durata dei lavori e l’eventuale sostituzione di questa figura dovrà essere comunicata tempestivamente con lettera raccomandata alla Stazione appaltante. In caso di mancata sostituzione i lavori sono sospesi ma il periodo di sospensione non modifica il termine di ultimazione dei lavori stessi.
10. SOSPENSIONI O RIPRESE DEI LAVORI
Per le sospensioni e le riprese dei lavori si fa espresso riferimento all’art.107 del D.Lgs.50/2016.
11. TERMINI DI ESECUZIONE E PENALI
Il tempo utile per l'esecuzione di tutti i lavori è fissato in 120 (CENTOVENTI) giorni naturali e consecutivi decorrenti dalla data del verbale di consegna dei lavori.
In detto tempo è compreso quello occorrente per l'impianto del cantiere e per ottenere dalle competenti Autorità le eventuali concessioni, licenze e permessi di qualsiasi natura e per ogni altro lavoro preparatorio da eseguire prima dell'effettivo inizio.
I giorni nei quali saranno redatti i verbali di consegna e di sospensione dei lavori non saranno conteggiati fra quelli utili mentre i giorni nei quali verranno redatti i verbali di ripresa e di ultimazione delle opere saranno a tale scopo conteggiati. La data di ultimazione dei lavori risulterà dal relativo certificato.
L'Appaltante provvederà ad ottemperare alle formalità prescritte dalla legge sulle espropriazioni per
causa di pubblica utilità, prima di consegnare all'Appaltatore i terreni occorrenti per l'esecuzione delle opere appaltate. Qualora durante il corso dei lavori insorgessero difficoltà a causa dell'occupazione dei terreni, che richiedessero un rallentamento od anche una sospensione dei lavori, l'Appaltatore non avrà diritto a compensi, ma potrà solo ottenere una proroga nel caso che l'impedimento fosse tale da non permettere l'ultimazione dei lavori nel termine stabilito dal presente Capitolato.
Ai sensi dell’articolo 113-bis, comma 1, del Codice dei contratti, nel caso di mancato rispetto del termine stabilito per l’ultimazione dei lavori, per ogni giorno naturale consecutivo di ritardo viene applicata una penale pari allo 1 per mille (un euro ogni mille euro) dell’importo contrattuale.
La penale, nella stessa misura percentuale di cui al periodo precedente, trova applicazione anche in caso di ritardo:
a) nell’inizio dei lavori rispetto alla data fissata dalla DL per la consegna degli stessi;
b) nell’inizio dei lavori per mancata consegna o per inefficacia del verbale di consegna imputabili all’appaltatore che non abbia effettuato gli adempimenti preliminari in materia di sicurezza previsti dal D.Lgs 81/2008;
c) nella ripresa dei lavori seguente un verbale di sospensione, rispetto alla data fissata dalla DL;
d) nel rispetto dei termini imposti dalla DL per il ripristino di lavori non accettabili o danneggiati.
La penale irrogata ai sensi della lettera a) del periodo precedente è disapplicata se l’appaltatore, in seguito all’andamento imposto ai lavori, rispetta la prima soglia temporale successiva fissata nel programma esecutivo redatto ai sensi dell’art. 43, comma 10, del D.P.R. 207/2010.
La penale di cui alla precedente lettera c) è applicata all’importo dei lavori ancora da eseguire; la penale di cui alla lettera d) è applicata all’importo dei lavori di ripristino o di nuova esecuzione ordinati per rimediare a quelli non accettabili o danneggiati.
Tutte le fattispecie di ritardi sono segnalate tempestivamente e dettagliatamente al RUP da parte della DL, immediatamente al verificarsi della relativa condizione, con la relativa quantificazione temporale; sulla base delle predette indicazioni le penali sono applicate in sede di conto finale ai fini della verifica in sede di redazione del certificato di regolare esecuzione.
L’importo complessivo delle penali non può superare il 10% (dieci per cento) dell’importo contrattuale; se i ritardi sono tali da comportare una penale di importo superiore alla predetta percentuale la Stazione Appaltante può risolvere il contratto in danno dell’Appaltatore.
L’applicazione delle penali non pregiudica il risarcimento di eventuali danni o ulteriori oneri sostenuti dalla Stazione appaltante a causa dei ritardi.
12. VARIANTI IN CORSO D’OPERA
1. Xxxxx restando i limiti e le condizioni di cui al presente articolo, la Stazione appaltante si riserva la facoltà di introdurre nelle opere oggetto dell’appalto quelle varianti che a suo insindacabile giudizio ritenga opportune, senza che per questo l’appaltatore possa pretendere compensi all’infuori del pagamento a conguaglio dei lavori eseguiti in più o in meno con l’osservanza delle prescrizioni ed entro i limiti stabiliti di un quinto in più o in meno dell’importo contrattuale, ai sensi dell’articolo 106, comma 12, del Codice dei contratti. Oltre tale limite l’appaltatore può richiedere la risoluzione del contratto.
2. Qualunque variazione o modifica deve essere preventivamente approvata dal RUP, pertanto:
a) non sono riconosciute variazioni o modifiche di alcun genere, né prestazioni o forniture extra contrat- tuali di qualsiasi tipo e quantità, senza il preventivo ordine scritto della DL, recante anche gli estremi dell’approvazione da parte del RUP;
b) qualunque reclamo o riserva che l’appaltatore si credesse in diritto di opporre, deve essere presentato per iscritto alla DL prima dell’esecuzione dell’opera o della prestazione oggetto della contestazione;
c) non sono prese in considerazione domande di maggiori compensi su quanto stabilito in contratto, per qualsiasi natura o ragione, se non vi è accordo preventivo scritto prima dell’inizio dell’opera oggetto di tali richieste.
3. Ferma restando la preventiva autorizzazione del RUP, in applicazione dell’articolo 106 del Codice dei contratti:
a) ai sensi del comma 1, lettera e), della norma citata, non sono considerati varianti gli interventi disposti dalla DL per risolvere aspetti di dettaglio, che siano contenuti entro un importo non superiore al 10% (dieci per cento) dell’importo del contratto stipulato, purché non sostanziali ai sensi del comma 4 dello stesso articolo;
b) ai sensi del comma 2 della norma citata, possono essere introdotte modifiche, adeguatamente motivate, che siano contenute entro un importo non superiore al 15% (quindici per cento) dell’importo del contratto stipulato.
4. Ai sensi dell’articolo 106, commi 1, lettera c), e 4, del Codice dei contratti, sono ammesse, nell’esclusivo interesse della Stazione appaltante, le varianti, in aumento o in diminuzione, finalizzate al miglioramento dell’opera e alla sua funzionalità, purché ricorrano tutte le seguenti condizioni:
a) sono determinate da circostanze impreviste e imprevedibili, ivi compresa l’applicazione di nuove disposizioni legislative o regolamentari o l’ottemperanza a provvedimenti di autorità o enti preposti alla tutela di interessi rilevanti;
b) non è alterata la natura generale del contratto;
c) non comportano una modifica dell’importo contrattuale superiore alla percentuale del 50% (cinquanta per cento) di cui all’articolo 106, comma 7, del Codice dei contratti;
d) non introducono condizioni che, se fossero state contenute nella procedura d'appalto iniziale, avrebbero consentito l'ammissione di operatori economici diversi da quelli inizialmente selezionati o l'accettazione di un'offerta diversa da quella inizialmente accettata, oppure avrebbero attirato ulteriori partecipanti alla procedura di aggiudicazione;
e) non modificano l'equilibrio economico del contratto a favore dell'aggiudicatario e non estendono notevolmente l'ambito di applicazione del contratto;
f) non siano imputabili a errori od omissioni progettuali.
5. Nel caso di cui al comma 4 è sottoscritto un atto di sottomissione quale appendice contrattuale, che deve indicare le modalità di contrattualizzazione e contabilizzazione delle lavorazioni in variante o aggiuntive.
6. La variante deve comprendere, ove ritenuto necessario dal CSE, l’adeguamento del PSC, con i relativi costi non assoggettati a ribasso, nonché l’adeguamento dei POS.
7. In caso di modifiche eccedenti le condizioni di cui ai commi 3 e 4, trova applicazione l’articolo 108, comma 1 del Codice.
8. L’atto di ordinazione delle modifiche e delle varianti, oppure il relativo provvedimento di approvazione, se necessario, riporta il differimento dei termini per l’ultimazione dei lavori, nella misura strettamente indispensabile.
13. VARIANTI PER ERRORI OD OMISSIONI PROGETTUALI
1. Ai sensi dell’articolo 106, comma 2, se, per il manifestarsi di errori od omissioni imputabili alle carenze del progetto posto a base di gara, si rendono necessarie varianti che possono pregiudicare, in tutto o in parte, la realizzazione dell’opera oppure la sua utilizzazione, e che sotto il profilo economico eccedono il 15% (quindici per cento) dell’importo originario del contratto, la Stazione appaltante procede alla risoluzione del contratto con indizione di una nuova gara alla quale è invitato l’appaltatore originario.
2. Ai sensi dell’articolo 106, commi 9 e 10, del Codice dei contratti, i titolari dell’incarico di progettazione sono responsabili dei danni subiti dalla Stazione appaltante; si considerano errore od omissione di progettazione l’inadeguata valutazione dello stato di fatto, la mancata od erronea identificazione della normativa tecnica vincolante per la progettazione, il mancato rispetto dei requisiti funzionali ed economici prestabiliti e risultanti da prova scritta, la violazione delle norme di diligenza nella predisposizione degli elaborati progettuali.
14. PREZZI APPLICABILI AI NUOVI LAVORI E NUOVI PREZZI
1. Le eventuali variazioni sono valutate mediante l'applicazione dei prezzi di cui all’elenco prezzi contrattuale come determinati ai sensi dell’articolo 3 del presente Capitolato.
2. Se tra i prezzi di cui all’elenco prezzi contrattuale di cui al comma 1, non sono previsti prezzi per i lavori e le prestazioni di nuova introduzione, si procede alla formazione di nuovi prezzi in contraddittorio tra la Stazione appaltante e l’Appaltatore, mediante apposito verbale di concordamento sottoscritto dalle parti e approvato dal RUP; i predetti nuovi prezzi sono desunti, in ordine di priorità, con i criteri di cui all’articolo 2, comma 4.
3. Ove comportino maggiori spese rispetto alle somme previste nel quadro economico, i nuovi prezzi sono approvati dalla Stazione appaltante su proposta del RUP, prima di essere ammessi nella contabilità dei lavori.
15. LIQUIDAZIONE DEI CORRISPETTIVI
È prevista l’anticipazione del 20% dell’importo contrattuale ai sensi dell’art. 35, comma 18 del D.Lgs.
All'Appaltatore saranno corrisposti in corso d'opera pagamenti in acconto ogni qualvolta l'ammontare dei lavori eseguiti e degli oneri per la sicurezza relativi supererà, dedotti gli acconti già corrisposti e al netto del ribasso di gara e delle ritenute previste per legge, l'importo di €. 100.000,00 (Euro Centomila/00).
La Direzione Lavori e il Responsabile del procedimento hanno la facoltà di subordinare il rilascio del certificato di pagamento all’esito positivo delle prove sulle lavorazioni eseguite o sui materiali posati.
La contabilizzazione di tutti gli oneri per la sicurezza spettanti all’Appaltatore sarà eseguita dal Direttore dei Lavori, di concerto con il Coordinatore per l'Esecuzione. I costi di sicurezza, determinati «a misura» saranno valutati secondo il loro effettivo sviluppo, come accertato e misurato, separatamente dall'importo dei lavori, con le modalità previste dalla documentazione integrante il PSC e, in particolare, in relazione all’effettiva attuazione delle singole misure di sicurezza previste dallo stesso PSC.
Gli stati d’avanzamento dovranno riportare il visto del Coordinatore per la sicurezza attestante il rispetto degli adempimenti in materia di sicurezza.
Gli stati d’avanzamento dovranno essere redatti entro 30 (trenta) giorni dal raggiungimento dell'importo prescritto per ciascuna rata, in base ai dati risultanti dai documenti contabili.
Il RUP, ai sensi dell’articolo 113-bis, comma 1, del Codice dei contratti, emette il certificato di pagamento entro il termine non superiore a 45 (quarantacinque) giorni dalla redazione dello stato di avanzamento, riportando sul certificato il riferimento al relativo stato di avanzamento dei lavori con l’indicazione della data di emissione. Sul certificato di pagamento è operata la ritenuta per la compensazione dell’anticipazione.
L’importo del certificato di pagamento è erogato entro i successivi 30 (trenta) giorni, mediante emissione dell’apposito mandato a favore dell’appaltatore ai sensi dell’articolo 185 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Se i lavori rimangono sospesi per un periodo superiore a 60 (sessanta) giorni, per cause non dipendenti dall’appaltatore, si provvede alla redazione dello stato di avanzamento e all’emissione del certificato di pagamento, prescindendo dall’importo minimo di cui al secondo periodo.
In deroga alla previsione del secondo periodo, se i lavori eseguiti raggiungono un importo pari o superiore al 70% (settanta per cento) dell’importo contrattuale, può essere emesso uno stato di avanzamento purché non eccedente tale percentuale, anche se l’importo della relativa rata sia inferiore all’importo minimo di cui al citato secondo periodo L’importo residuo dei lavori è contabilizzato esclusivamente nel conto finale. Per importo contrattuale si intende l’importo del contratto originario eventualmente adeguato in base all’importo degli atti di sottomissione approvati.
Il ritardo dei suddetti acconti non darà diritto all'Appaltatore di sospendere o di rallentare i lavori, né di chiedere lo scioglimento del contratto.
I prezzi e gli importi indicati sono sempre al netto dell'imposta sul valore aggiunto (I.V.A.).
Il conto finale dei lavori è redatto entro 30 (trenta) giorni dalla data della loro ultimazione, accertata con apposito verbale; è sottoscritto dalla DL e trasmesso al RUP; col conto finale è accertato e proposto l’importo della rata di saldo, qualunque sia il suo ammontare, la cui liquidazione definitiva ed erogazione è subordinata all’emissione del certificato di regolare esecuzione.
Il conto finale dei lavori deve essere sottoscritto dall’appaltatore, su richiesta del RUP, entro il termine perentorio di 30 (trenta) giorni; se l'appaltatore non firma il conto finale nel termine indicato, o se lo firma
senza confermare le domande già formulate nel registro di contabilità, il conto finale si ha come da lui definitivamente accettato. Il RUP formula in ogni caso una sua relazione al conto finale.
La rata di saldo, comprensiva delle ritenute dello 0,50% a garanzia dell’osservanza delle norme in materia di contribuzione previdenziale a assistenziale, al netto dei pagamenti già effettuati e delle eventuali penali, nulla ostando, è pagata entro 30 (trenta) giorni dopo l’avvenuta emissione del certificato di regolare esecuzione ai sensi dell’articolo 185 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Il pagamento della rata di saldo non costituisce presunzione di accettazione dell’opera, ai sensi dell’articolo 1666, secondo comma, del codice civile.
Il pagamento della rata di saldo è disposto solo a condizione che l’appaltatore presenti apposita garanzia fideiussoria ai sensi dell'articolo 103, comma 6, del Codice dei contratti, emessa nei termini e alle condizioni che seguono:
a) un importo garantito almeno pari all’importo della rata di saldo, maggiorato dell’I.V.A. all’aliquota di legge, maggiorato altresì del tasso legale di interesse applicato al periodo di due anni;
b) efficacia dalla data di erogazione della rata di saldo con estinzione due anni dopo l’emissione del certificato di regolare esecuzione;
c) prestata con atto di fideiussione rilasciato da una banca o da un intermediario finanziario autorizzato o con polizza fideiussoria rilasciata da impresa di assicurazione, conforme alla scheda tecnica 1.4, allegata al decreto ministeriale 12 marzo 2004, n. 123, in osservanza delle clausole di cui allo schema tipo 1.4 allegato al predetto decreto.
Salvo quanto disposto dall’articolo 1669 del codice civile, l’appaltatore risponde per la difformità ed i vizi dell’opera, ancorché riconoscibili, purché denunciati dalla Stazione appaltante entro 24 (ventiquattro) mesi dall’ultimazione dei lavori riconosciuta e accettata.
L’appaltatore e la DL devono utilizzare la massima diligenza e professionalità, nonché improntare il proprio comportamento a buona fede, al fine di evidenziare tempestivamente i vizi e i difetti riscontabili nonché le misure da adottare per il loro rimedio
La Stazione appaltante non provvede al pagamento diretto dei subappaltatori e dei cottimisti e l’Appaltatore è obbligato a trasmettere alla stessa Stazione appaltante, entro 20 (venti) giorni dalla data di ciascun pagamento effettuato a proprio favore, copia delle fatture quietanzate relative ai pagamenti da esso corrisposti ai medesimi subappaltatori o cottimisti, con l’indicazione delle eventuali ritenute di garanzia effettuate, pena la sospensione dei successivi pagamenti. La stessa disciplina si applica in relazione alle somme dovute agli esecutori in subcontratto di forniture le cui prestazioni sono pagate in base allo stato di avanzamento lavori o allo stato di avanzamento forniture. Ai sensi dell’articolo 105, comma 13, del Codice dei contratti, in deroga a quanto previsto al primo periodo, la Stazione appaltante provvede a corrispondere direttamente al subappaltatore e al cottimista l’importo dei lavori da loro eseguiti:
a) quando il subappaltatore o il subcontraente è una microimpresa o una piccola impresa, come definita dall’articolo 2, commi 2 e 3, della Raccomandazione della Commissione 2003/361/CE del 6 maggio 2003, ovvero dell’articolo 2, commi 2 e 3, del d.m. 18 aprile 2005 (G.U. n. 238 del 12 ottobre 2005);
b) in caso inadempimento da parte dell'Appaltatore.
Ai sensi dell’articolo 1271, commi secondo e terzo, del Codice civile, in quanto applicabili, tra la Stazione appaltante e l’aggiudicatario, con la stipula del contratto, è automaticamente assunto e concordato il patto secondo il quale il pagamento diretto a favore dei subappaltatori è comunque e in ogni caso subordinato:
a) all’emissione dello Stato di avanzamento, a termini di contratto, dopo il raggiungimento dell’importo dei lavori eseguiti e contabilizzati previsto dal presente Capitolato Speciale d’Appalto;
b) all’assenza di contestazioni o rilievi da parte della DL, del RUP o del CSE e formalmente comunicate all’Appaltatore e al Subappaltatore, relativi a lavorazioni eseguite dallo stesso subappaltatore;
c) alla condizione che l’importo richiesto dal Subappaltatore non ecceda l’importo dello Stato di avanzamento di cui alla lettera a) e, nel contempo, sommato ad eventuali pagamenti precedenti, non ecceda l’importo del contratto di subappalto depositato agli atti della Stazione appaltante;
d) all’allegazione della prova che la richiesta di pagamento, con il relativo importo, è stata previamente comunicata all’Appaltatore.
La Stazione appaltante può opporre al Subappaltatore le eccezioni al pagamento costituite dall’assenza di una o più d’una delle condizioni di cui al comma precedente, nonché l’esistenza di contenzioso formale dal quale risulti che il credito del Subappaltatore non è assistito da certezza ed esigibilità, anche con riferimento all’articolo 1262, primo comma, del Codice civile.
16. DISCIPLINA DEL SUBAPPALTO
1. Il subappalto o il subaffidamento in cottimo, ferme restando le condizioni di cui all’articolo 105 del Codice dei contratti, è ammesso nel limite complessivo del 30% (trenta per cento) in termini economici dell’importo totale dei lavori.
2. L’affidamento in subappalto o in cottimo è consentito, previa autorizzazione della Stazione appaltante, subordinata all’acquisizione del DURC dell’appaltatore e del DURC del subappaltatore, alle seguenti condizioni:
a) che l’Appaltatore abbia indicato all’atto dell’offerta i lavori o le parti di opere che intende subappaltare o concedere in cottimo; l’omissione delle indicazioni sta a significare che il ricorso al subappalto o al cottimo è vietato e non può essere autorizzato;
b) che l’Appaltatore provveda al deposito, presso la Stazione appaltante:
1) di copia autentica del contratto di subappalto almeno 20 (venti) giorni prima della data di effettivo inizio dell’esecuzione delle relative lavorazioni subappaltate; dal contratto di subappalto devono risultare, pena rigetto dell’istanza o revoca dell’autorizzazione eventualmente rilasciata:
- se al subappaltatore sono affidati parte degli apprestamenti, degli impianti o delle altre attività previste dal PSC di cui al punto 4 dell’allegato XV del Decreto n. 81 del 2008, le relative specificazioni e quantificazioni economiche in coerenza con i Costi di sicurezza (CSC) previsti dal PSC;
- l’inserimento delle clausole di cui all’articolo 3, commi 1 e 9, della legge n. 136 del 2010, pena la nullità assoluta del contratto di subappalto;
- l’individuazione delle lavorazioni affidate, con i riferimenti alle lavorazioni previste dal contratto, in modo da consentire alla DL e al RUP la verifica del rispetto della condizione dei prezzi minimi di cui al comma 4, lettere a) e b);
- l’importo del costo della manodopera (comprensivo degli oneri previdenziali) ai sensi dell’articolo 105, comma 14, del Codice dei contratti;
2) di una dichiarazione circa la sussistenza o meno di eventuali forme di controllo o di collegamento, a norma dell’articolo 2359 del codice civile, con l’impresa alla quale è affidato il subappalto o il cottimo; in caso di raggruppamento temporaneo, società di imprese o consorzio, analoga dichiarazione dev’essere fatta da ciascuna delle imprese partecipanti al raggruppamento, società o consorzio;
c) che l’Appaltatore, unitamente al deposito del contratto di subappalto presso la Stazione appaltante, ai sensi della lettera b), trasmetta alla Stazione appaltante:
1) la documentazione attestante che il subappaltatore è in possesso dei requisiti prescritti dalla normativa vigente per la partecipazione alle gare di lavori pubblici, in relazione alla categoria e all’importo dei lavori da realizzare in subappalto o in cottimo;
2) una o più dichiarazioni del subappaltatore, rilasciate ai sensi degli articoli 46 e 47 del d.P.R. n. 445 del 2000, attestante il possesso dei requisiti di ordine generale e assenza delle cause di esclusione di cui all’articolo 80 del Codice dei contratti;
d) che non sussista, nei confronti del subappaltatore, alcuno dei divieti previsti dall’articolo 67 del decreto legislativo n. 159 del 2011.
3. Non possono essere affidati lavori in subappalto a operatori economici che hanno partecipato, quali offerenti, alla procedura di affidamento dell’appalto. In ogni caso il subappalto e l’affidamento in cottimo devono essere autorizzati preventivamente dalla Stazione appaltante su richiesta scritta dell'Appaltatore, nei termini che seguono:
a) l’autorizzazione è rilasciata entro 30 giorni dal ricevimento della richiesta; tale termine può essere prorogato una sola volta per non più di 30 giorni, ove ricorrano giustificati motivi;
b) trascorso il medesimo termine, eventualmente prorogato, senza che la Stazione appaltante abbia provveduto, l'autorizzazione si intende concessa a tutti gli effetti se sono verificate tutte le condizioni di legge per l’affidamento del subappalto;
c) per i subappalti o cottimi di importo inferiore al 2% dell’importo contrattuale o di importo inferiore a
100.000 euro, i termini di cui alla lettera a) sono ridotti a 15 giorni.
4. L’affidamento di lavori in subappalto o in cottimo comporta i seguenti obblighi:
a) ai sensi dell’articolo 105, comma 14, del Codice dei contratti, l’appaltatore deve praticare, per i lavori e le opere affidate in subappalto, i prezzi risultanti dall’aggiudicazione ribassati in misura non superiore al 20% (venti per cento), deve altresì garantire che il costo del lavoro sostenuto dal subappaltatore non sia soggetto a ribasso;
b) se al subappaltatore sono affidati, in tutto o in parte, gli apprestamenti, gli impianti o le altre attività previste dal PSC di cui al punto 4 dell’allegato XV del Decreto n. 81 del 2008 connessi ai lavori in subappalto, i relativi Costi per la sicurezza (CSC) sono pattuiti al prezzo originario previsto dal progetto, senza alcun ribasso; la Stazione appaltante, per il tramite della DL e sentito il CSE, provvede alla verifica dell'effettiva applicazione della presente disposizione;
c) nei cartelli esposti all’esterno del cantiere devono essere indicati anche i nominativi di tutte le imprese subappaltatrici, completi dell’indicazione dell’importo dei lavori subappaltati;
d) le imprese subappaltatrici devono osservare integralmente il trattamento economico e normativo stabilito dai contratti collettivi nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si svolgono i lavori e sono responsabili, in solido con l’Appaltatore, dell’osservanza delle norme anzidette nei confronti dei loro dipendenti per le prestazioni rese nell’ambito del subappalto;
e) le imprese subappaltatrici, per tramite dell’Appaltatore, devono trasmettere alla Stazione appaltante, prima dell’inizio dei lavori in subappalto:
1) la documentazione di avvenuta denunzia agli enti previdenziali, inclusa la Cassa edile, assicurativi ed antinfortunistici;
2) copia del proprio POS in coerenza con il PSC e il POS dell’Appaltatore.
5. I lavori affidati in subappalto non possono essere oggetto di ulteriore subappalto pertanto il subappaltatore non può subappaltare a sua volta i lavori.
6. È vietato l’affidamento di prestazioni mediante il distacco di manodopera di cui all’articolo 30 del decreto legislativo n. 276 del 2003, anche qualora ammesso dal contratto collettivo nazionale di lavoro applicato dall’Appaltatore.
7. L'Appaltatore resta in ogni caso responsabile nei confronti della Stazione appaltante per l'esecuzione delle opere oggetto di subappalto, sollevando la Stazione appaltante medesima da ogni pretesa dei subappaltatori o da richieste di risarcimento danni avanzate da terzi in conseguenza all’esecuzione di lavori subappaltati.
8. La DL e il RUP, nonché il CSE, provvedono a verificare, ognuno per la propria competenza, il rispetto di tutte le condizioni di ammissibilità e di esecuzione dei contratti di subappalto.
9. Il subappalto non autorizzato comporta inadempimento contrattualmente grave ed essenziale anche ai sensi dell’articolo 1456 del codice civile con la conseguente possibilità, per la Stazione appaltante, di risolvere il contratto in danno dell’Appaltatore, ferme restando le sanzioni penali previste dall’articolo 21 della legge 13 settembre 1982, n. 646, come modificato dal decreto-legge 29 aprile 1995, n. 139, convertito dalla legge 28 giugno 1995, n. 246 (ammenda fino a un terzo dell’importo dell’appalto, arresto da sei mesi ad un anno).
10. Ai sensi dell’articolo 105, comma 2, terzo periodo, del Codice dei contratti è considerato subappalto qualsiasi contratto avente ad oggetto attività ovunque espletate che richiedano l'impiego di manodopera, quali le forniture con posa in opera e i noli a caldo, se singolarmente di importo superiore al 2 per cento dell'importo dei lavori affidati o di importo superiore a 100.000 euro e se l'incidenza del costo della manodopera e del personale è superiore al 50 per cento dell'importo del contratto di subappalto. I sub- affidamenti che non costituiscono subappalto, devono essere comunicati al RUP e al CSE almeno il giorno feriale antecedente all’ingresso in cantiere dei soggetti sub-affidatari, con la denominazione di questi ultimi.
11. I subappaltatori, i sub affidatari, nonché i soggetti titolari delle prestazioni che non sono considerate subappalto ai sensi del comma precedente devono essere dotati di tessera di riconoscimento ai sensi degli articoli 18, comma 1, lettera u), 20, comma 3 e 26, comma 8, del Decreto n. 81 del 2008, nonché dell’articolo 5, comma 1, primo periodo, della legge n. 136 del 2010.
12. Ai sensi dell’articolo 105, comma 3, lettera a), del Codice dei contratti non è considerato subappalto l'affidamento di attività specifiche di servizi a lavoratori autonomi, purché tali attività non costituiscano lavori.
17. CAUZIONE PROVVISORIA
Ai sensi dell’articolo 93 del Codice dei contratti, agli offerenti è richiesta una garanzia provvisoria con le modalità e alle condizioni cui alla Documentazione di gara.
18. GARANZIA DEFINITIVA
1. Ai sensi dell’articolo 103, comma 1, del Codice dei contratti, è richiesta una garanzia definitiva a sua scelta sotto forma di cauzione o fideiussione, pari al 10% (dieci per cento) dell’importo contrattuale; se il ribasso offerto dall’aggiudicatario è superiore al 10% (dieci per cento), la garanzia è aumentata di tanti punti percentuali quanti sono quelli eccedenti il 10% (dieci per cento); se il ribasso offerto è superiore al 20% (venti per cento), l'aumento è di due punti percentuali per ogni punto di ribasso eccedente la predetta misura percentuale.
2. La garanzia è prestata mediante atto di fideiussione rilasciato da un’impresa bancaria o assicurativa, o da un intermediario finanziario autorizzato nelle forme di cui all’Articolo 93, comma 3, del Codice dei contratti, in conformità alla scheda tecnica 1.2, allegata al d.m. n. 123 del 2004, in osservanza delle clausole di cui allo schema tipo 1.2 allegato al predetto decreto, integrata dalla clausola esplicita di rinuncia all'eccezione di cui all'articolo 1957, comma 2, del codice civile, in conformità all’articolo 103, commi 4, 5 e 6, del Codice dei contratti. La garanzia è presentata alla Stazione appaltante prima della formale sottoscrizione del contratto, anche limitatamente alla scheda tecnica.
3. La garanzia è progressivamente svincolata a misura dell'avanzamento dell'esecuzione, nel limite massimo del 80% (ottanta per cento) dell'iniziale importo garantito; lo svincolo è automatico, senza necessità di benestare del committente, con la sola condizione della preventiva consegna all'istituto garante, da parte dell'appaltatore o del concessionario, degli stati di avanzamento dei lavori o di analogo documento, in originale o in copia autentica, attestanti l'avvenuta esecuzione.
4. La garanzia, per il rimanente ammontare residuo del 20% (venti per cento), cessa di avere effetto ed è svincolata automaticamente all'emissione del certificato di cui all’articolo 56; lo svincolo e l’estinzione avvengono di diritto, senza necessità di ulteriori atti formali, richieste, autorizzazioni, dichiarazioni liberatorie o restituzioni.
5. La Stazione appaltante può avvalersi della garanzia, parzialmente o totalmente, per le spese dei lavori da eseguirsi d’ufficio nonché per il rimborso delle maggiori somme pagate durante l’appalto in confronto ai risultati della liquidazione finale; l’incameramento della garanzia avviene con atto unilaterale della Stazione appaltante senza necessità di dichiarazione giudiziale, fermo restando il diritto dell’appaltatore di proporre azione innanzi l’autorità giudiziaria ordinaria.
6. La garanzia è tempestivamente reintegrata nella misura legale di cui al combinato disposto dei commi 1 e 3 se, in corso d’opera, è stata incamerata, parzialmente o totalmente, dalla Stazione appaltante; in caso di variazioni al contratto per effetto di successivi atti di sottomissione, la medesima garanzia può essere ridotta in caso di riduzione degli importi contrattuali, mentre non è integrata in caso di aumento degli stessi importi fino alla concorrenza di un quinto dell’importo originario.
7. In caso di raggruppamento temporaneo o di consorzio ordinario la garanzia è prestata dall’impresa mandataria in nome e per conto di tutti i concorrenti raggruppati con responsabilità solidale ai sensi del combinato disposto degli articoli 48, comma 5, e 103, comma 10, del Codice dei contratti.
8. Ai sensi dell’articolo 103, comma 3, del Codice dei contatti, la mancata costituzione della garanzia di cui al comma 1 determina la decadenza dell'affidamento e l'acquisizione della cauzione provvisoria di cui all'articolo 34 da parte della Stazione appaltante, che aggiudica l'appalto al concorrente che segue nella
graduatoria.
9. Ai sensi dell’articolo 93, comma 7, del Codice dei contratti, l'importo della garanzia provvisoria e definitiva può essere ridotto secondo quanto previsto nel medesimo articolo.
19. ASSICURAZIONI
1. Ai sensi dell’articolo 103, comma 7, del Codice dei contratti, l’Appaltatore è obbligato, contestualmente alla sottoscrizione del contratto e in ogni caso almeno 10 (dieci) giorni prima della data prevista per la consegna dei lavori, a produrre una polizza assicurativa che tenga indenne la Stazione appaltante da tutti i rischi di esecuzione e che preveda anche una garanzia di responsabilità civile per danni causati a terzi nell’esecuzione dei lavori. La polizza assicurativa è prestata da un’impresa di assicurazione autorizzata alla copertura dei rischi ai quali si riferisce l'obbligo di assicurazione.
2. La copertura delle predette garanzie assicurative decorre dalla data di consegna dei lavori e cessa alle ore 24 del giorno di emissione del certificato di regolare esecuzione e comunque decorsi 12 (dodici) mesi dalla data di ultimazione dei lavori risultante dal relativo certificato; in caso di emissione del certificato di regolare esecuzione per parti determinate dell’opera, la garanzia cessa per quelle parti e resta efficace per le parti non ancora collaudate; a tal fine l’utilizzo da parte della Stazione appaltante secondo la destinazione equivale, ai soli effetti della copertura assicurativa, ad emissione del certificato di regolare esecuzione. Il premio è stabilito in misura unica e indivisibile per le coperture di cui ai commi 3 e 4. Le garanzie assicurative sono efficaci anche in caso di omesso o ritardato pagamento delle somme dovute a titolo di premio da parte dell'appaltatore fino ai successivi due mesi e devono essere prestate in conformità allo schema-tipo 2.3 allegato al d.m. n. 123 del 2004.
3. La garanzia assicurativa contro tutti i rischi di esecuzione da qualsiasi causa determinati deve coprire tutti i danni subiti dalla Stazione appaltante a causa del danneggiamento o della distruzione totale o parziale di impianti e opere, anche preesistenti, salvo quelli derivanti da errori di progettazione, insufficiente progettazione, azioni di terzi o cause di forza maggiore; tale polizza deve essere stipulata nella forma
«Contractors All Risks» (C.A.R.) e deve:
a) prevedere una somma assicurata non inferiore all’importo del contratto, cosi distinta:
partita 1) per le opere oggetto del contratto: importo citato in precedenza, al netto degli importi di cui alle partite 2) e 3),
partita 2) per le opere preesistenti: euro 500.000,00 , partita 3) per demolizioni e sgomberi: euro 50.000,00 ,
b) essere integrata in relazione alle somme assicurate in caso di approvazione di lavori aggiuntivi affidati a qualsiasi titolo all’appaltatore.
4. La garanzia assicurativa di responsabilità civile per danni causati a terzi (R.C.T.) deve essere stipulata per una somma assicurata (massimale/sinistro) non inferiore ad euro 500.000,00.
5. Se il contratto di assicurazione prevede importi o percentuali di scoperto o di franchigia, queste condizioni non sono opponibili alla Stazione appaltante.
6. Le garanzie di cui ai commi 3 e 4, prestate dall’Appaltatore coprono senza alcuna riserva anche i danni causati dalle imprese subappaltatrici e subfornitrici. Se l’Appaltatore è un raggruppamento temporaneo o un consorzio ordinario, giusto il regime delle responsabilità solidale disciplinato dall’articolo 48, comma 5, del Codice dei contratti, la garanzia assicurativa è prestata dall’impresa mandataria in nome e per conto di tutti i concorrenti raggruppati o consorziati.
20. CONTROLLI
Il Committente procederà, a mezzo della Direzione Lavori, al controllo dello svolgimento dei lavori, verificandone lo stato.
La Direzione Lavori potrà procedere in qualunque momento all’accertamento delle opere compiute. Qualora l’Appaltatore non si prestasse ad eseguire in contraddittorio tali operazioni, gli sarà assegnato un termine perentorio, scaduto il quale gli verranno addebitati i maggiori oneri per conseguenza sostenuti. In tal caso, inoltre, l’Appaltatore non potrà avanzare alcuna richiesta per eventuali ritardi nella contabilizzazione o
nell’emissione dei certificati di pagamento.
Il Direttore dei Lavori segnalerà tempestivamente all’Appaltatore le eventuali opere che ritenesse non eseguite in conformità alle prescrizioni contrattuali o a regola d’arte. L’Appaltatore provvederà a perfezionarle a sue spese.
Qualora l’Appaltatore non intendesse ottemperare alle disposizioni ricevute, il Committente avrà la facoltà di provvedervi direttamente od a mezzo di terzi.
In ogni caso prima di dar corso ai perfezionamenti o rifacimenti richiesti, dovranno essere predisposte, in contraddittorio fra le parti, i necessari controlli o prove.
Tutte le prove di laboratorio e gli accertamenti tecnici previsti nel presente Capitolato e richiesti dalla Direzione dei Lavori ai fini della verifica delle prestazioni delle lavorazioni eseguite sono eseguite a cura e spese dell'esecutore.
21. SPECIFICHE MODALITÀ E TERMINI DI COLLAUDO
Il conto finale verrà compilato entro tre mesi dalla data di ultimazione dei lavori, quale risulta da apposito certificato del Direttore dei Lavori.
E' in facoltà dell'Appaltante di richiedere, prima della ultimazione dei lavori o del loro collaudo, il funzionamento parziale o totale delle opere eseguite, con le modalità di cui all’art.230 del D.P.R.207/2010.
Nel caso in cui siano disposte indagini ispettive e nell’ambito del collaudo statico, l’Appaltatore o un suo rappresentante ed il delegato di cantiere dovranno presenziare alle indagini mettendo a disposizione il cantiere, nonché le attrezzature, gli strumenti e il personale necessario per l’esecuzione di verifiche, saggi e prove.
Il certificato di regolare esecuzione, da redigere ai sensi dell'art. 102 del D.Lgs.50/2016 e dell'art.237 del D.Lgs.207/2010, deve essere ultimato non oltre tre mesi dall’ultimazione dei lavori.
Sino a che non sia intervenuto, con esito favorevole, il collaudo delle opere, compreso il collaudo statico e fatte salve le maggiori responsabilità sancite dall'art.1669 del C.C., la manutenzione delle stesse verrà tenuta a cura e spese dell'Impresa.
Ove l'Appaltatore non provvedesse nei termini prescritti dalla Direzione dei Lavori con invito scritto, si procederà d'ufficio, e la spesa andrà a debito dell'Impresa stessa.
All'atto del collaudo le superfici dovranno apparire in stato di ottima conservazione, senza segno di sgretolamento, solcature, ormaie, ondulazioni, screpolature.
22. DANNI DI FORZA MAGGIORE
Per eventuali danni alle opere per causa di forza maggiore si fa riferimento all’107 del D.Lgs.50/2016.
Non saranno considerati danni di forza maggiore gli scoscendimenti di terreno, l’interramento delle cunette e l’allagamento dei cavi di fondazione.
23. MODALITÀ DI SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE
In caso di contenzioso si applicherà quanto previsto dal D.Lgs.50/2016.
Tutte le eventuali controversie che dovessero insorgere sui diritti soggettivi in relazione all'esecuzione del presente affidamento sono devolute alla competenza esclusiva del Foro di La Spezia. E' escluso in ogni caso il ricorso all’arbitrato.
PARTE SECONDA – PRESCRIZIONI TECNICHE
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
I materiali da impiegare per i lavori compresi nell'appalto dovranno corrispondere, come caratteristiche, a quanto stabilito nelle leggi e regolamenti ufficiali vigenti in materia; in mancanza di particolari prescrizioni dovranno essere delle migliori qualità esistenti in commercio in rapporto alla funzione a cui sono destinati.
Per la provvista di materiali in genere, si richiamano espressamente le prescrizioni dell'art.16 del Capitolato Generale d'Appalto DM 145/2000.
In ogni caso i materiali, prima della posa in opera, dovranno essere riconosciuti idonei ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
I materiali proveranno da località o fabbriche che l'Impresa riterrà di sua convenienza, purché corrispondano ai requisiti di cui sopra.
Quando la Direzione dei Lavori abbia rifiutato una qualsiasi provvista come non atta all'impiego, l'Impresa dovrà sostituirla con altra che corrisponda alle caratteristiche volute; i materiali rifiutati dovranno essere allontanati immediatamente dal cantiere a cura e spese della stessa Impresa.
Malgrado l'accettazione dei materiali da parte della Direzione dei Lavori, l'impresa resta totalmente responsabile della riuscita delle opere anche per quanto può dipendere dai materiali stessi.
I materiali da impiegare nei lavori dovranno corrispondere ai requisiti qui di seguito fissati.
ACQUA
Dovrà essere dolce, limpida, esente da tracce di cloruri o solfati, non inquinata da materie organiche o comunque dannose all'uso cui le acque medesime sono destinate e rispondere ai requisiti stabiliti dalle norme tecniche emanate con D.M. 14 febbraio 1992 (S.O. alla G.U. n. 65 del 18/3/1992) in applicazione dell'Art. 21 della Legge 1086 del 5 novembre 1971.
LEGANTI IDRAULICI
Dovranno corrispondere, come richiamato dal D.M. 14 febbraio 1992, alla legge 26 maggio 1965 n. 595
(G.U. n. 143 del 10.06.1965).
I leganti idraulici si distinguono in:
1) Cementi (di cui all'art. 1 lettera A) - B) - C) della legge 595/1965). Dovranno rispondere alle caratteristiche tecniche dettate da:
• D.M. 3.6.1968 che approva le “Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi”
• D.M. 20.11.1984 “Modificazione al D.M. 3.6.1968 recante norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi”
• Avviso di rettifica al D.M. 20.11.1984
• D.I. 9.3.1988 n. 126 “Regolamento del servizio di controllo e certificazione di qualità dei cementi”
2) Agglomerati cementizi e calci idrauliche (di cui all'art. 1 lettera D) e E)della Legge 595/1965). Dovranno rispondere alle caratteristiche tecniche dettate da:
• D.M. 31.8.1972 che approva le “Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche”
CALCI AEREE - POZZOLANE
Dovranno corrispondere alle “Norme per l'accettazione delle calci aeree”, R.D. 16.11.1939, n.2231 ed alle “Norme per l'accettazione delle pozzolane e dei materiali a comportamento pozzolanico”, R.D. 16.11.1939 n.2230.
GHIAIE - PIETRISCHI - SABBIE PER STRUTTURE
Dovranno corrispondere ai requisiti stabiliti dal D.M. 14 febbraio 1992 norme tecniche alle quali devono uniformarsi le costruzioni in conglomerato cementizio, normale e precompresso, ed a struttura metallica.
Le dimensioni dovranno essere sempre le maggiori tra quelle previste come compatibili per la struttura a cui il calcestruzzo è destinato; di norma però non si dovrà superare la larghezza di cm 5 (per larghezza s'intende la dimensione dell'inerte misurato in una setacciatrice) se si tratta di lavori correnti di fondazione; di cm 4 se si tratta di getti per volti, per lavori di elevazione, muri di sostegno, piedritti, rivestimenti di scarpate o simili; di cm 3 se si tratta di cementi armati; e di cm 2 se si tratta di cappe o di getti di limitato spessore (parapetti, cunette, copertine, ecc.).
Per le caratteristiche di forma valgono le prescrizioni riportate nello specifico articolo riguardante i conglomerati cementizi.
1) Ferro. - Il ferro comune dovrà essere di prima qualità, eminentemente duttile e tenace e di marcatissima struttura fibrosa. Esso dovrà essere malleabile, liscio alla superficie esterna, privo di screpolature, senza saldature aperte e senza altre soluzioni di continuità.
2) Acciaio dolce laminato. - L'acciaio extradolce laminato (comunemente chiamato ferro omogeneo) dovrà essere eminentemente dolce e malleabile, perfettamente lavorabile a freddo ed a caldo, senza presentare screpolature od alterazioni; dovrà essere saldabile e non suscettibile di prendere la tempra.
Alla rottura dovrà presentare struttura finemente granulare.
3) Xxxxxxx fuso in getti. - L'acciaio in getti per cuscinetti, cerniere, rulli di ponti e per qualsiasi altro lavoro, dovrà essere di prima qualità, esente da soffiature e da qualsiasi altro difetto.
4) Acciaio per cemento armato. - L'acciaio impiegato nelle strutture in conglomerato cementizio armato dovrà rispondere alle prescrizioni di cui al D.M. 27 luglio 1985, Parte Prima, punto 2.2. se normale, e punto 2.3 se precompresso, nonché‚ alle prescrizioni di cui agli Allegati 3, 4, 5 e 6, e al Circ. M.LL.PP. 1 settembre 1987, n. 29010. Il Direttore dei Lavori, a suo insindacabile giudizio, effettuerà i controlli in cantiere, a norma dei punti 2.2.8.4. e 2.3.3.1 della suddetta Parte Prima.
5) Acciaio per strutture metalliche. - Gli acciai da costruzione, descritti nnegli elaboratitto dal D.M. lavori pubblici 9 gennaio 1996, dovranno essere rispondenti per qualità, prescrizioni e prove alle Norme di unificazione UNI, UNI EN, UNI EU, UNI CNR, UNI ENV, UNI ISO, UNI CEI, ecc.. Gli stessi dovranno essere esenti da soffiature, scaglie, cricche, sdoppiature, ripiegature e da altri difetti di entità tale che ne possano pregiudicare l’impiego. La D.L. si riserva la facoltà di fare eseguire, a cura e spese dell’Appaltatore, il collaudo sui prodotti finiti di acciaio per quanto riguarda il controllo delle caratteristiche meccaniche e chimiche; le dimensioni e le tolleranze dovranno soddisfare i valori indicati dalle specifiche Norme di unificazione. Ogni fornitura di prodotti di acciaio laminati a caldo dovrà essere accompagnata dal certificato di collaudo fornito dal produttore come precisato dalla Norma UNI EN 10204, nonché da una dichiarazione che il prodotto è qualificato ai sensi del D.M. 9 gennaio 1996, e di aver soddisfatto tutte le relative prescrizioni, riportando gli estremi del marchio e unendo copia del relativo certificato del laboratorio ufficiale. I tirafondi, i bulloni normali ad alta resistenza, i bulloni per giunzioni ad attrito, i chiodi e gli apparecchi di appoggio nonché le relative unioni, serraggio e rifollamento, dovranno rispondere, come qualità dei materiali, norme di calcolo e di progetto, norme di verifiche e collaudo e norme di esecuzione, a quanto previsto nella normativa di cui al D.M. 9 gennaio 1996.
6) Acciai inossidabili. Dovranno presentare un contenuto di cromo superiore al 12% ed elevata
resistenza all’ossidazione ed alla corrosione.
7) Zincatura a caldo. Le qualità, dimensioni e peso dello zinco dovranno essere conformi alle prescrizioni e tolleranze delle Norme di unificazione:
- UNI 2013 - “Zinco di prima fusione in piani - Qualità e prescrizioni”;
- UNI 2014 - “Zinco B - Qualità, prescrizioni”;
- UNI 4201 - “Lamiere di zinco - Dimensioni, tolleranze e pesi”;
- UNI 4202 - “Nastri di zinco - Dimensioni, tolleranze e pesi”.
Le zincature di lamiere, di profilati, di tubi curvati e saldati insieme prima della zincatura, di oggetti in ghisa, ecc. dovranno essere eseguite in conformità alla Norma UNI 5744 - “Rivestimenti metallici protettivi applicati a caldo - Rivestimenti di zinco ottenuti per immersione su oggetti diversi fabbricati in materiale ferroso”.
8) Zincatura a freddo. Le vernici zincanti da utilizzare per ritocchi di zincatura a freddo in loco dovranno essere del tipo per pennello e contenere zinco metallico secco in percentuale pari all’85- 90%. Gli spessori della zincatura a freddo dovranno risultare il più possibile pari a quelli della zincatura a caldo e comunque rientranti entro i limiti minimi di spessore prescritti dalle Norme UNI in vigore.
PIETRISCHI - GRANIGLIE - SABBIE - ADDITIVI PER PAVIMENTAZIONI
Dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle corrispondenti “Norme per l'accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali” del C.N.R. (Fascicolo n. 4- Ed. 1953) ed essere rispondenti alle specificazioni riportate nelle rispettive norme di esecuzione dei lavori.
GHIAIE - GHIAIETTI PER PAVIMENTAZIONI
Dovranno corrispondere, come pezzatura e caratteristiche, ai requisiti stabiliti nella “Tabella U.N.I. 2710 - Ed. giugno 1945” ed eventuali e successive modifiche.
Dovranno essere costituiti da elementi sani e tenaci, privi di elementi alterati, essere puliti e particolarmente esenti da materie eterogenee non presentare perdite di peso, per decantazione in acqua, superiori al 2%.
PIETRA NATURALE
Le pietre da impiegare nelle murature e nei drenaggi, gabbionate, ecc., dovranno essere sostanzialmente compatte ed uniformi, sane e di buona resistenza alla compressione, prive di parti alterate.
Dovranno avere forme regolari e dimensioni adatte al loro particolare impiego.
Le pietre grezze per murature frontali non dovranno presentare screpolature e peli, dovranno essere sgrossate col martello ed anche con la punta, in modo da togliere le scabrosità più sentite nelle facce viste e nei piani di contatto in modo da permettere lo stabile assestamento su letti orizzontali e in perfetto allineamento.
MATERIALI LATERIZI
Dovranno corrispondere ai requisiti di accettazione stabiliti con X.X. 00 novembre 1939, n. 2233 “Norme per l'accettazione dei materiali laterizi” ed altre Norme UNI: 1607; 5628-65; 5629-65; 5630-65; 5631-65;
5632-65; 5633-65.
I materiali dovranno essere ben cotti, di forma regolare, con spigoli ben profilati e dritti; alla frattura dovranno presentare struttura fine ed uniforme e dovranno essere senza calcinaroli e impurità.
I forati e le tegole dovranno risultare di pasta fine ed omogenea, senza impurità, xxx xxxxx, privi di nodi, di bolle, senza ghiaietto o calcinaroli, sonori alla percussione.
MANUFATTI DI CEMENTO
I manufatti di cemento di qualsiasi tipo dovranno essere fabbricati a regola d'arte, con dimensioni uniformi, dosature e spessore corrispondenti alle prescrizioni e ai tipi; saranno ben stagionati, di perfetto impasto e lavorazione, sonori alla percussione senza screpolature e muniti delle eventuali opportune sagomature alle due estremità per consentire una sicura connessione.
MATERIALI FERROSI
Saranno esenti da scorie, soffiature, saldature o da qualsiasi altro difetto. In particolare essi si distinguono in:
1) acciai per c.a., c.a.p. e carpenteria metallica: dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti dalle Norme Tecniche emanate con D.M. 14.02.1992 in applicazione dell'art.21 della Legge 5.11.1971 n.1086;
2) lamierino di ferro per formazione di guaine per armature per c.a.p.: dovrà essere del tipo laminato a freddo, di qualità extra dolce ed avrà spessore di 2/10mm;
3) acciaio per apparecchi di appoggio e cerniere: dovrà soddisfare ai requisiti stabiliti dalle Norme Tecniche emanate con D.M. 14 febbraio 1992 in applicazione dell'art. 21 della Legge 5.11.1971 n.1086.
LEGNAMI
Da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque essenza essi siano, dovranno soddisfare a tutte le prescrizioni ed avere i requisiti delle precise categorie di volta in volta prescritte e non dovranno presentare difetti incompatibili con l'uso a cui sono destinati.
I legnami rotondi o pali dovranno provenire da vero tronco e non dai rami, saranno diritti in modo che la congiungente i centri delle due basi non esca in alcun punto dal palo.
Dovranno essere scortecciati per tutta la loro lunghezza e conguagliati alla superficie; la differenza fra i diametri medi delle estremità non dovrà oltrepassare il quarto del maggiore dei due diametri.
I legnami, grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, dovranno avere tutte le facce spianate, tollerandosi in corrispondenza ad ogni spigolo l'alburno e lo smusso in misura non maggiore di 1/5 della minore dimensione trasversale dell'elemento.
I legnami a spigolo vivo dovranno essere lavorati e squadrati a sega e dovranno avere tutte le facce esattamente spianate, senza rientranze o risalti, con gli spigoli tirati a filo vivo, senza alburno né smussi di sorta.
I legnami in genere dovranno corrispondere ai requisiti di cui al D.M. 30 ottobre 1912.
MATERIALI PER OPERE IN VERDE
1) Terra: la materia da usarsi per il rivestimento delle scarpate di rilevato, per la formazione delle banchine laterali, dovrà essere terreno agrario, vegetale, proveniente da scortico di aree a destinazione agraria da prelevarsi fino alla profondità massima di m. 1,00. Dovrà essere a reazione neutra, sufficientemente dotato di sostanza organica e di elementi nutritivi, di medio impasto e comunque adatto a ricevere una coltura erbacea o arbustiva permanente; esso dovrà risultare privo di ciottoli, detriti, radici ed erbe infestanti.
2) Concimi: i concimi minerali semplici o complessi usati per le concimazioni dovranno essere di marca nota sul mercato nazionale; avere titolo dichiarato ed essere conservati negli involucri originali della fabbrica.
3) Materiale vivaistico: il materiale vivaistico potrà provenire da qualsiasi vivaio, sia di proprietà dell'Impresa, sia da altri vivaisti, purché l'Impresa stessa dichiari la provenienza e questa venga accettata dalla Direzione Lavori, previa visita ai vivai di provenienza. Le piantine e talee dovranno essere comunque immuni da qualsiasi malattia parassitaria.
4) Semi: per il seme l'Impresa è libera di approvvigionarsi dalle ditte specializzate di sua fiducia; dovrà però dichiarare il valore effettivo o titolo della semenza, oppure separatamente il grado di purezza ed il valore germativo di essa. Qualora il valore reale del seme fosse di grado inferiore a quello riportato dalle tavole della Marchettano, l'Impresa sarà tenuta ad aumentare proporzionalmente le quantità di semi da impiegare per unità di superficie.
La Direzione Lavori, a suo giudizio insindacabile, potrà rifiutare partite di seme, con valore reale inferiore al 20% rispetto a quello riportato dalle tavole della Marchettano nella colonna “buona semente” e l'Impresa dovrà sostituirle con altre che rispondano ai requisiti voluti.
Per il prelievo dei campioni di controllo, valgono le norme citate in premessa nel presente articolo.
5) Zolle: queste dovranno provenire dallo scoticamento di vecchio prato polifita stabile asciutto, con assoluta esclusione del prato irriguo e del prato marcitoio. Prima del trasporto a piè d'opera delle zolle, l'Impresa dovrà comunicare alla Direzione Lavori i luoghi di provenienza delle zolle stesse e ottenere il preventivo benestare all'impiego. La composizione floristica della zolla dovrà risultare da un insieme giustamente equilibrato di specie leguminose e graminacee; sarà tollerata la presenza di specie non foraggere ed in particolare della Achillea millefolium, della Plantago xx.xx., della Salvia pratensis, della Bellis perennis, del Ranunculus xx.xx., mentre dovranno in ogni caso essere escluse le zolle con la presenza di erbe particolarmente infestanti fra cui Rumex xx.xx., Artemisia xx.xx., Catex xx.xx. e tutte le Umbrellifere.
La zolla dovrà presentarsi completamente rivestita dalla popolazione vegetale e non dovrà presentare soluzioni di continuità. Lo spessore della stessa dovrà essere tale da poter raccogliere la maggior parte dell'intrico di radici delle erbe che la costituiscono e poter trattenere tutta la terra vegetale e comunque non inferiore a cm 8; a tal fine non saranno ammesse zolle ricavate da prati cresciuti su terreni sabbiosi o comunque sciolti, ma dovranno derivare da prati coltivati su terreno di medio impasto o di impasto pesante, con esclusione dei terreni argillosi.
6) Paletti di castagno per ancoraggio viminate: dovranno provenire da ceduo castanile e dovranno presentarsi ben diritti, senza nodi, difetti da gelo, cipollature o spaccature. Avranno il diametro minimo in punta di cm 6.
7) Verghe di salice: le verghe di salice da impiegarsi nell'intreccio delle viminate dovranno risultare di taglio fresco, in modo che sia garantito il ricaccio di polloni e dovranno essere della specie Salix viminalis o Salix purpurea. Esse avranno la lunghezza massima possibile con diametro massimo di cm. 2,5.
8) Talee di salice: le talee di salice, da infiggere nel terreno per la formazione dello scheletro delle graticciate, dovranno parimenti risultare allo stato verde e di taglio fresco, tale da garantire il ripollonamento, con diametro minimo di cm. 2.
Esse dovranno essere della specie Salix purpurea e Salix viminalis oppure delle specie e degli ibridi spontanei della zona, fra cui Salix daphnoides, Salix incana, Salix pentandra, Salix fragilis, Salix alba, ecc. e potranno essere anche di Populus alba o Alnus glutinosa.
9) Rete metallica: sarà del tipo normalmente usato per gabbioni, formata da filo di ferro zincato a zincatura forte, con dimensioni di filo e di maglia indicate dalla Direzione dei Lavori.
TRACCIAMENTI
Prima dell’inizio dei lavori l’Impresa dovrà verificare la rispondenza fra le quote riportate nel progetto e quelle reali, mediante un rilievo di dettaglio appoggiato ai capisaldi ufficiali IGM esistenti nella zona d’intervento. L’impresa dovrà inoltre provvedere alla materializzazione di capisaldi inamovibili nell’ambito del cantiere e provvedere alla loro conservazione.
Prima di porre mano ai lavori di costruzione di opere d'arte, l'Impresa è obbligata ad eseguire la picchettazione completa del lavoro. Inoltre l’Impresa dovrà provvedere ad adottare un idoneo sistema che consenta alla DL di verificare, in ogni momento, a vista e mediante strumentazione di precisione fornita a cura ed onere della stessa impresa, l’allineamento dei pali infissi.
DEMOLIZIONI
STRUTTURE E MANUFATTI
Le demolizioni di strutture e manufatti in muratura di qualsiasi genere e/o cls (armati e non), potranno essere integrali o in porzioni a sezione obbligata, eseguite in qualsiasi dimensione, entro e fuori terra, a qualsiasi altezza.
Verranno impiegati i mezzi previsti dal progetto e/o ritenuti idonei dalla Direzione Lavori:
• scalpellatura a mano o meccanica
• martello demolitore
Le demolizioni dovranno essere eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni in modo da prevenire qualsiasi infortunio al personale addetto, evitando inoltre tassativamente di gettare dall'alto i materiali i quali dovranno invece essere trasportati o guidati in basso.
Inoltre l'impresa dovrà prevedere, a sua cura e spese, ad adottare tutti gli accorgimenti tecnici per puntellare e sbatacchiare le parti pericolanti e tutte le cautele al fine di non danneggiare le strutture sottostanti e le proprietà di terzi.
L'Impresa sarà pertanto responsabile di tutti i danni che una cattiva conduzione nelle operazioni di demolizioni potessero arrecare alle persone, alle opere e cose, anche di terzi.
Nel caso di demolizioni parziali potrà essere richiesto il trattamento con il getto di vapore a 373K ed una pressione di 0,7-0,8MPa per ottenere superfici di attacco pulite e pronte a ricevere i nuovi getti; i ferri dovranno essere tagliati, sabbiati e risagomati.
Dei materiali di risulta potranno essere reimpiegati quelli ritenuti idonei dalla Direzione Lavori fermo restando l'obbligo di allontanarli e di trasportare a discarica quelli rifiutati.
RIMOZIONI
Risultano a completo carico dell’impresa le rimozione intese come:
• smontaggio di recinzione costituita da rete metallica e relativi montanti, cancelli metallici e ringhiere disposte lungo l’area espropriata a differenti proprietari
• smontaggio di sicurvia di qualunque tipo, con montanti infissi in terra o in pavimentazione
• lo smantellamento degli impianti elettrici e di scarico acque, ecc.
Nelle rimozioni sopra elencate sono compresi gli oneri, per il carico, il trasporto e lo scarico a deposito nei luoghi indicati dalla Direzione Lavori dei materiali riutilizzabili ed a rifiuto di quelli non riutilizzabili.
SCARPATE FLUVIALI
• Modalità esecutive
I lavori di decespugliamento andranno prevalentemente eseguiti con mezzo meccanico, cingolato o gommato, dotato di braccio adeguato alle lavorazioni richieste ed opportunamente munito di apparato falciante conforme alle vigenti disposizioni di legge, l'intervento sarà completato a mano.
Dovranno essere completamente eliminati i cespugli, i rampicanti, gli arbusti e gli alberelli il cui tronco abbia diametro inferiore a 15 cm, se necessario con due passate in senso opposto della ruspa, oppure con una sola passata e con la presenza di un manovale incaricato di tagliare le piante piegate dalla ruspa.
La sterpaglia rimossa andrà poi ripulita dal terriccio, allontanata dall'area di lavoro e bruciata o portata a rifiuto.
Terminate le operazioni di decespugliamento, il terreno andrà opportunamente regolarizzato.
Disboscamento di scarpate fluviali
• Modalità esecutive
I lavori di disboscamento si riferiscono a superfici in cui vi sia elevata presenza di piante con diametro del tronco superiore a 15 cm e comprendono anche i lavori di decespugliamento descritti al paragrafo precedente.
Per quanto riguarda in particolare la rimozione delle piante, i tronchi abbattuti dovranno essere raccolti, accatastati, privati dei rami, ridotti in astoni di lunghezza commerciale e trasportati dove indicato dell’Ufficio di Direzione Lavori. I materiali non utilizzabili dovranno essere portati a rifiuto.
Durante i lavori di rimozione delle piante l’Impresa dovrà porre la massima attenzione per evitare qualunque pericolo per le persone e per le cose; l’Impresa è comunque pienamente responsabile di qualsiasi danno conseguente ai lavori di rimozione. L’Impresa dovrà altresì usare ogni precauzione per la salvaguardia delle piante di pregio esistenti, specificatamente segnalate dall’Ufficio di Direzione Lavori .
Sfalcio e decespugliamento di rilevati arginali
• Modalità esecutive
Le operazioni di taglio e rimozione di rovi, arbusti e vegetazione infestante lungo i rilevati arginali dovranno essere eseguite nei tratti indicati in progetto o dall’Ufficio di Direzione Lavori.
I lavori andranno prevalentemente eseguiti con mezzo meccanico, cingolato o gommato, dotato di
braccio adeguato alle lavorazioni richieste ed opportunamente munito di apparato falciante conforme alle vigenti disposizioni di legge, l'intervento sarà completato a mano.
La sterpaglia rimossa andrà poi ripulita dal terriccio, allontanata dall'area di lavoro e bruciata o portata a rifiuto. L’Impresa dovrà anche raccogliere e trasportare a discarica eventuali rifiuti solidi rinvenuti nell'area di intervento.
Se previsto in progetto o prescritto dall’Ufficio di Direzione Lavori, terminate le operazioni di decespugliamento, il terreno andrà opportunamente regolarizzato.
SCAVI
Si definisce scavo ogni movimentazione di masse di terreno dal sito originario finalizzata alla realizzazione di opere costituenti il nastro stradale e le sue pertinenze, quali:
• rilevati
• opere d’arte
• cunette, accessi, passaggi e rampe, etc.
Gli scavi si distinguono in:
• scavi di sbancamento
• scavi a sezione ristretta
Gli scavi potranno essere eseguiti a mano, con mezzi meccanici.
Nella esecuzione dei lavori di scavo l’Impresa dovrà scrupolosamente rispettare le prescrizioni assumendosene l’onere, e farsi carico degli oneri di seguito elencati a titolo descrittivo e non limitativo:
a) profilare le scarpate degli scavi con inclinazioni appropriate in relazione alla natura ed alle caratteristiche fisico-meccaniche del terreno. Rifinire il fondo e le pareti dello scavo non provvisionale secondo quote e pendenze di progetto. Se il fondo degli scavi di sbancamento per la realizzazione del piano di appoggio del rilevato e quello degli scavi a sezione ristretta per la realizzazione del piano di posa del magrone delle opere d’arte, risultasse smosso, l’Impresa compatterà detto fondo fino ad ottenere una compattazione pari al 95% della massima massa volumica del secco ottenibile in laboratorio (Prova di compattazione AASHO modificata) (CNR 69 - 1978), (CNR 22 - 1972). Per gli scavi a sezione ristretta la
D.L. potrà valutare come sufficiente una compattazione anche minore del valore sopra indicato in relazione alle condizioni generali in cui viene realizzato. Se negli scavi si superano i limiti assegnati dal progetto, non si terrà conto del maggior lavoro eseguito e l’Impresa dovrà, a sua cura e spese, ripristinare i volumi scavati in più, utilizzando materiali idonei;
b) recintare e apporre sistemi di segnaletica diurna e notturna alle aree di scavo;
c) se l’impresa riterrà opportuno potrà sostituire lo scavo delle scarpate previste da progetto (inclinate) con qualsiasi sistema (paratie, palancolate, sbadacchiature, puntellamenti, armature a cassa chiusa, etc.), al contenimento delle pareti degli scavi, in conformità alle norme di sicurezza senza avanzare alcun compenso aggiuntivo;
d) segnalare l'avvenuta ultimazione degli scavi, per eventuale ispezione da parte della D.L. , prima di procedere a fasi di lavoro successive o ricoprimenti.
In caso di inosservanza la D.L. potrà richiedere all’Impresa di rimettere a nudo le parti occultate, senza che questa abbia diritto al riconoscimento di alcun maggior onere o compenso.
Gli scavi saranno inoltre distinti in scavi all'asciutto e scavi in acqua:
Scavi all'asciutto
Si definiscono scavi all'asciutto sia quelli di sbancamento sia quelli a sezione obbligata siti in terreni di qualsiasi natura e consistenza, eseguiti in presenza di acqua d'altezza mediamente inferiore o uguale a cm 15.
Scavi in acqua
Si definiscono scavi in acqua sia quelli di sbancamento sia quelli a sezione obbligata siti in terreni di qualsiasi natura e consistenza, eseguiti oltre la profondità di cm 15 sotto il livello delle acque esistenti nel terreno.
La presenza negli scavi di acqua di tipo meteorico, marina, o di falda o di altra natura non sarà considerata ragione per richiedere maggiori compensi.
SCAVI DI SBANCAMENTO
Sono così denominati i movimenti terra di grande entità eseguiti generalmente all’aperto senza particolari limitazioni sia fuori che in acqua, ovvero gli scavi non chiusi ed occorrenti per:
• apertura della sede stradale
• apertura dei piazzali e delle opere accessorie
• gradonature di ancoraggio dei rilevati su pendenze superiori al 15%
• bonifica del piano di posa dei rilevati
• spianamento del terreno
• taglio delle scarpate di trincee o rilevati
La regolarità del piano di fondo dello sbancamento su cui posare lo strato di rinforzo del corpo del rilevato, previa ispezione e controllo, deve essere approvata da parte della Direzione Lavori che, nell’occasione e nell’ambito della discrezionalità consentita, può richiedere l’approfondimento degli scavi di sbancamento, per bonificare eventuali strati di materiali torbosi (di portanza insufficiente o suscettibili di eccessivi cedimenti), o anche per asportare strati di terreno rimaneggiati.
SCAVI A SEZIONE RISTRETTA
Sono così denominati i movimenti terra eseguiti generalmente all’aperto con particolari limitazioni sia fuori che in acqua, ovvero gli scavi chiusi ed occorrenti per:
• impianto di opere d’arte
• formazione o approfondimento di cunette, di fossi e di canali
Sono così denominati gli scavi chiusi da pareti, di norma verticali o subveriticali, riproducenti il perimetro dell’opera, effettuati al di sotto del piano orizzontale passante per il punto più depresso del terreno lungo il perimetro medesimo.
Questo piano sarà determinato, a giudizio della D.L. , o per l’intera area di fondazione o per più parti in cui questa può essere suddivisa , a seconda sia della accidentalità del terreno, sia delle quote dei piani finiti di fondazione.
Se gli scavi di fondazione dovessero essere eseguiti, ove ragioni speciali lo richiedessero, con pareti a scarpa aventi la pendenza minore di quella prevista, in tal caso non sarà computato né il maggiore scavo di fondazione e di sbancamento eseguito, né il conseguente maggior volume di riempimento.
E’ vietato all’Impresa, sotto pena di demolire il già fatto, di porre mano alle murature o ai getti prima che la D.L. abbia verificato ed accettato i piani di fondazione.
L’Impresa dovrà provvedere, a sua cura e spese , al riempimento con materiali idonei dei vuoti residui degli scavi di fondazione intorno alle murature ed al loro costipamento fino alla quota prevista.
Per gli scavi di fondazione si applicheranno le norme previste dal D.M. 11/3/1988 ( S.O. alla G.U. 1/6/1988 n. 127; Circ. Serv. Tecnico Centrale LL. PP. del 24/09/1988 n° 30483) e successivi aggiornamenti.
I sistemi per l’allontanamento dell’acqua dagli scavi dovranno essere eseguiti con i mezzi più opportuni per mantenere costantemente asciutto il fondo dello scavo e tali mezzi dovranno essere sempre in perfetta efficienza, nel numero e con le portate e le prevalenze necessarie e sufficienti per garantire la continuità del prosciugamento.
Resta comunque inteso che, nell’esecuzione di tutti gli scavi, l’Impresa dovrà provvedere di sua iniziativa ed a sua cura e spese, ad assicurare il naturale deflusso delle acque che si riscontrassero scorrenti sulla superficie del terreno , allo scopo di evitare che esse si versino negli scavi.
L’impresa provvederà a togliere ogni impedimento, ogni causa di rigurgito che si opponesse al regolare deflusso delle acque, anche ricorrendo alla apertura di canali fugatori; analogamente l’Impresa dovrà a sua cura e spesa, adempiere agli obblighi previsti dalle leggi (Legge 10/5/1976 n. 319 e successivi aggiornamenti ed integrazioni, leggi regionali emanate in applicazione della citata legge) in ordine alla tutela delle acque dall’inquinamento, all’espletamento delle pratiche per l’autorizzazione allo scarico nonché all’eventuale trattamento delle acque .
Per quanto riguarda gli scavi in alveo si dovrà distinguere tra la parte di scavo che riguarderà materiali potenzialmente inquinati (sedime fluviale) e quella riferita a terreni naturali per raggiungere le profondità di imposta delle strutture di progetto.
Relativamente alla prima operazione, questa consisterà in una preventiva asportazione del terreno di sedime fluviale, potenzialmente inquinato, suo accertamento della condizione di inquinamento e trasporto a discarica autorizzata conseguente alla tipologia di rifiuto risultato, a spese e cura dell’impresa per il definitivo smaltimento del materiale.
Gli scavi in alveo dovranno essere pianificati nella tempistica con la DL in ragione delle portate previste nel periodo dell’anno di intervento, durante l’intera lavorazione dovrà essere realizzato un bypass in grado di consentire il passaggio della portata massima del corso d’acqua. Il ripristino della precedente configurazione idraulica sarà a cura dell’impresa, che rimarrà comunque responsabile di eventuali danni provocati da esondazioni dovute all’imperfetta realizzazione delle suddette opere provvisorie sia al cantiere che alle aree limitrofe
FOSSI DI GUARDIA
La difesa idraulica del corpo stradale si realizza mediante opere atte ad agevolare lo smaltimento delle acque meteoriche, impedire infiltrazioni dannose all'interno del corpo stradale, assicurare la stabilità delle scarpate.
Le acque defluenti dal corpo stradale o dall’esterno (per esempio dal pendio, per strade a mezza costa o in trincea) vengono raccolte in canali, detti fossi di guardia che sono in scavo naturale.
Dovranno essere eseguite scrupolosamente le sezioni di progetto nel rispetto delle sezioni idrauliche e delle quote, al fine di garantire il regolare deflusso delle acque.
ARMATURE E SBADACCHIATURE SPECIALI PER GLI SCAVI DI FONDAZIONI
Le armature occorrenti per gli scavi di fondazione debbono essere eseguite a regola d'arte ed assicurate in modo da impedire qualsiasi deformazione dello scavo e lo smottamento delle materie, e restano a totale carico dell'Appaltatore essendo compensato col prezzo di elenco per lo scavo, finché‚ il volume del legname non supera il ventesimo del volume totale dello scavo nella parte le cui pareti vengono sostenute da armature. Quando il volume dei legnami supera invece tale limite, le armature sono pagate col compenso previsto in elenco e che si applica al volume dei legnami e tavole in opera per la parte eccedente il ventesimo di cui sopra, rimanendo gli eventuali materiali di ricavo dalla demolizione delle armature in proprietà dell'Appaltatore.
Tale disposizione si applica anche agli scavi armati per fognature e taglio aperto.
PARATIE O CASSERI IN LEGNAME PER FONDAZIONI
Le paratie o casseri in legname per le fondazioni debbono essere formate con pali o tavoloni infissi nel suolo e con longarine o filagne di collegamento in sommità, della qualità e dimensioni che saranno prescritte. I tavoloni debbono essere battuti a perfetto contatto l'uno con l'altro; ogni palo o tavolone che si spezzasse sotto la battitura, o che nella discesa deviasse dalla verticale, deve essere dall'Appaltatore, a sue cure e spese, estratto e sostituito.
Le teste dei pali o dei tavoloni debbono essere muniti di adatte cerchiature in ferro per evitare le scheggiature e gli altri guasti che possono essere causati dai colpi di maglio. Le punte dei pali e dei tavoloni debbono essere munite di puntazze di ferro quando il Direttore dei lavori lo giudichi necessario.
Le teste delle palancole debbono essere portate al livello delle longarine, recidendo la parte sporgente, quando sia stata riconosciuta l’impossibilità di farle maggiormente penetrare nel terreno.
Quando le condizioni del sottosuolo lo permettono, i tavoloni o le palancole, anziché‚ infissi nel terreno, possono essere posti orizzontalmente sulla fronte dei pali verso lo scavo e debbono essere assicurati ai pali stessi mediante robusta ed abbondante chiodatura, in modo da formare una parete stagna e resistente.
RINTERRI E BONIFICHE
Per rinterri e o bonifiche si intendono i lavori di:
• riempimento degli spazi residui tra manufatti e gli scavi relativi a fondazioni, trincee, cunicoli, pozzetti, etc.
• bonifica di zone di terreno non idoneo, al disotto del piano di posa di manufatti e rilevati, effettuata mediante sostituzione dei terreni esistenti con materiale idoneo
• sistemazione superficiale eseguita con o senza apporto di materiale
RINTERRI
a) Per il rinterro degli scavi relativi a fondazioni e manufatti in calcestruzzo dovrà utilizzarsi materiale selezionato appartenente esclusivamente ai gruppi X0, X0-0, X0-0, ed A3 (UNI-CNR 10006) opportunamente compattato; il materiale appartenente al gruppo A3 dovrà presentare un coefficiente di uniformità (D60/D10) maggiore o uguale a 7;
b) il rinterro di scavi relativi a tubazioni interrate e cavi elettrici sarà effettuato con materiali sabbiosi (o comunque con materiali che durante l'operazione di rinterro non danneggino dette installazioni).
c) il rinterro a tergo della scogliera in pietrame per la ricostituzione delle arginature di imbocco e sbocco degli scatolari da realizzarsi con nucleo in materiale argilloso selezionato appartenente ai gruppi A4, A5, A6, (UNI-CNR 10006) opportunamente compattato.
Le terre trasportate mediante autocarri o mezzi simili, non debbono essere scaricate direttamente a ridosso dei cavi o al loro interno, ma depositate in loro vicinanza e successivamente poste in opera a strati per essere compattati con mezzi adatti. L’Impresa deve evitare di realizzare rinterri in corrispondenza di manufatti murari che non abbiano raggiunto sufficienti caratteristiche di resistenza. Inoltre, si deve evitare che i grossi rulli vibranti operino entro una distanza inferiore a 1,5 m dai paramenti delle strutture murarie. A tergo di tali strutture debbono essere impiegati mezzi di compattazione leggeri, quali piastre vibranti e rulli azionati a mano, avendo cura di garantire i requisiti di deformabilità e addensamento richiesti, operando su strati di spessore ridotto.
Nella formazione dei riempimenti ovvero di tratti di rilevato rimasti in sospeso per la presenza di tombini, canali, cavi, ecc., si deve garantire la continuità con la parte realizzata, impiegando materiali e livelli di compattazione identici.
BONIFICHE
Se nel corso dei lavori si dovessero trovare zone di terreno non idoneo e/o comunque non conforme alle specifiche di progetto, si opererà come segue:
a) esecuzione di bonifica del terreno, mediante scavo dello spessore che mostra scadenti caratteristiche meccaniche, o contenente notevoli quantità di sostanze organiche, o allentato per lo scorrimento delle acque nel caso di fossi, e la sua sostituzione con materiale selezionato appartenente ai gruppi (CNR-UNI 10006):
• A1, A3 se proveniente da cave di prestito; nel caso in cui il materiale appartenga al gruppo A3, deve presentare un coefficiente di uniformità (D60/D10) maggiore o uguale a 7
• X0, X0-0 , X0-0, X0, xx proveniente dagli scavi; il materiale appartenente al gruppo A3 deve presentare un coefficiente di uniformità (D60/D10) maggiore o uguale a 7
Il materiale dovrà essere messo in opera a strati di spessore non superiore a 20 cm (materiale sciolto) e compattato fino a raggiungere il 95% della massa volumica del secco massima ottenuta attraverso la prova di compattazione AASHO modificata (CNR 69 - 1978), (CNR 22 - 1972).
b) nel caso in cui la bonifica di zone di terreno di cui al punto a) debba essere eseguita in presenza d'acqua, l’Impresa dovrà provvedere a sua cura e spese ai necessari emungimenti per mantenere costantemente asciutta la zona di scavo da bonificare fino ad ultimazione dell'attività stessa.
Nel caso del rinterro di fossi al di sotto del piano di posa del rilevato, si opererà come segue:
c) preliminare asportazione del materiale potenzialmente inquinato di cui al punto 22.3.2,
d) consolidamento del piano scavo mediante la stesa e compattatura di materiali aridi di pezzatura e granulometria varia 0/100, scevri di sostanze organiche provenienti da cava di prestito, compresi: spianamenti, costipazione, pilonatura a strati non superiori a cm 30, bagnatura e necessari ricarichi
e) Riempimento utilizzando i materiali di cui al punto a)
Nel caso di bonifica del piano di imposta di scatolari in alveo, si opererà come segue:
f) preliminare asportazione del materiale potenzialmente inquinato di cui al punto 22.3.2,
g) approfondimento dello scavo a sezione obbligata sino al raggiungimento del piano di imposta della struttura
h) consolidamento del piano scavo mediante la stesa, compattatura di materiali aridi di pezzatura e granulometria varia 0/100, scevri di sostanze organiche provenienti da cava di prestito, compresi: spianamenti, costipazione, pilonatura a strati non superiori a cm 30, bagnatura e necessari ricarichi
Vale per gli interventi in alveo quanto già indicato al punto b).
OPERE DI PROTEZIONE SPONDALE
Opere di protezione spondale in massi naturali o artificiali
• Generalità
Le opere di protezione realizzate in massi sono caratterizzate da una berma di fondazione e da una mantellata di rivestimento della sponda. La berma sarà realizzata in maniera differente a seconda che il corso d'acqua presenti livelli d'acqua permanenti o sia interessato da periodi di asciutta. La mantellata dovrà essere sistemata faccia a vista, intasata con terreno vegetale e opportunamente seminata.
• Caratteristiche dei materiali
I massi naturali utilizzati per la costruzione dell'opera dovranno corrispondere ai requisiti essenziali di compattezza, omogeneità e durabilità; dovranno inoltre essere esenti da giunti, fratture e piani di sfalsamento e rispettare i seguenti limiti:
- massa volumica: ≥ 24 kN/m3 (2400 kgf/m3)
- resistenza alla compressione: ≥ 80 Mpa (800 kgf/cm2)
- coefficiente di usura: ≤ 1,5 mm
- coefficiente di imbibizione: ≤ 5%
- gelività: il materiale deve risultare non gelivo
I massi naturali saranno di peso non inferiore a quanto prescritto negli elaborati di progetto, non dovranno presentare notevoli differenze nelle tre dimensioni e dovranno risultare a spigolo vivo e squadrati.
I massi artificiali, delle dimensioni definite in progetto, saranno costituiti da prismi cubici o parallelepipedi, realizzati con calcestruzzo avente resistenza caratteristica minima Rck ≥ 30 N/mm2 (300 kgf/cm2), dovranno rispondere ai requisiti di cui alle norme UNI 9858 e UNI 8981, tenendo conto in
particolar modo delle prescrizioni per la durabilità riferite alle classi di esposizione in funzione delle condizioni ambientali. Le casseforme per il confezionamento dei massi devono essere di robustezza tale da non subire deformazioni sotto la spinta del calcestruzzo e devono avere dimensioni interne tali che i massi risultino delle dimensioni prescritte. Le pareti interne delle casseforme dovranno essere preventivamente trattate con opportuni preparati (disarmanti), al fine di evitare distacchi al momento del disarmo. L’Impresa dovrà predisporre casseforme in numero sufficiente per corrispondere adeguatamente alle esigenze di produzione e stagionatura dei massi.
I prismi andranno realizzati su terreno perfettamente spianato e battuto e saranno costruiti in file regolari, rettilinee e parallele fra loro, in modo da costituire una scacchiera, così da renderne facile la numerazione.
Il getto andrà effettuato in un'unica operazione senza interruzioni; il calcestruzzo dovrà essere versato nelle casseforme in strati non superiori a 20 cm di altezza ed ogni strato verrà accuratamente compresso con appositi pestelli ed opportunamente vibrato.
I massi artificiali dovranno rimanere nelle loro casseforme per tutto il tempo necessario ad un conveniente indurimento del calcestruzzo; lo smontaggio delle casseforme non potrà comunque avvenire prima che siano trascorse 12 ore dall'ultimazione del getto. La movimentazione e la messa in opera dei prismi non potrà avvenire prima che siano trascorsi 28 giorni dalla data della loro costruzione e che siano state eseguite le prove di accettazione descritte nel seguito e le operazioni di contabilizzazione.
• Modalità esecutive
I massi da impiegare dovranno essere approvvigionati a piè d'opera lungo il fronte del lavoro; la ripresa ed il trasporto del materiale al luogo di impiego dovranno essere fatti senza arrecare alcun danno alle sponde. Il materiale dovrà essere accostato con l'utilizzo di tavoloni o scivoloni, in grado di proteggere le opere idrauliche: è tassativamente vietato il rotolamento dei massi lungo le sponde.
Per lavori eseguiti in assenza di acqua, in corsi d'acqua soggetti ad asciutta, oppure, in condizioni di magra, con livelli d'acqua inferiori a 0,50 m, la berma sarà realizzata entro uno scavo di fondazione di forma prossima a quella trapezia.
I massi dovranno essere collocati in opera uno alla volta, in maniera che risultino stabili e non oscillanti e in modo che la tenuta della berma nella posizione più lontana dalla sponda sia assicurata da un masso di grosse dimensioni.
Se i lavori andranno eseguiti sotto il pelo dell'acqua, i massi saranno collocati alla rinfusa in uno scavo di fondazione delle dimensioni prescritte, verificando comunque la stabilità dell'opera.
Utilizzando massi artificiali, durante la posa, l’Impresa avrà cura di assicurare un adeguato concatenamento fra i vari elementi e dovrà assolutamente evitare danneggiamenti per urti. Gli elementi che si dovessero rompere durante le operazioni di posa andranno rimossi e sostituiti a cura e spese dell’Impresa.
La mantellata andrà realizzata a partire dal piede e procedendo verso l'alto. Le scarpate dovranno essere previamente sagomate e rifilate alla pendenza e alle quote prescritte per il necessario spessore al di sotto del profilo da realizzare a rivestimento eseguito.
Ciascun elemento dovrà essere posato in modo che la giacitura risulti stabile e non oscillante, indipendentemente dalla posa in opera degli elementi adiacenti; i giunti dovranno risultare sfalsati sia in senso longitudinale che in senso trasversale e dovranno essere tali da assicurare lo stretto contatto degli elementi fra loro senza ricorrere all'impiego di scaglie o frammenti.
Gli elementi costituenti i cigli di banchine saranno accuratamente scelti ed opportunamente lavorati, al fine di ottenere una esatta profilatura dei cigli.
Dovrà essere particolarmente curata la sistemazione faccia a vista del paramento lato fiume, in modo da fargli assumere l'aspetto di un mosaico grezzo, con assenza di grandi vuoti o soluzioni di continuità.
Se prescritto, le mantellate saranno intasate con terreno vegetale ed opportunamente seminate fino ad attecchimento della coltre erbosa.
• Prove di accettazione e controllo
Prima di essere posto in opera, il materiale costituente la difesa dovrà essere accettato dall’Ufficio di Direzione Lavori che provvederà per ogni controllo a redigere un apposito verbale.
Dovrà essere eseguito almeno un controllo di accettazione per ogni duemila metri cubi di materiale lapideo da utilizzare: l'esito di tale controllo sarà vincolante per l'accettazione della partita relativa al suddetto tratto di opera.
L’Impresa dovrà inoltre attestare, mediante idonei certificati a data non anteriore ad un anno, le caratteristiche del materiale. Tali certificati potranno altresì valere come attestazioni temporanee sostitutive nelle more dell’esecuzione delle prove di durata sui campioni prelevati.
Il controllo consisterà nella individuazione da parte dall’Ufficio di Direzione Lavori, a suo insindacabile giudizio, di almeno dieci massi che dovranno essere singolarmente pesati.
La partita non verrà accettata se il peso di un solo masso verificato risulterà inferiore al peso minimo previsto in progetto.
Se la verifica avrà invece esito positivo, si procederà al prelievo di campioni da inviare ad un laboratorio ufficiale per l'esecuzione delle prove relative alla determinazione delle caratteristiche fisiche e meccaniche del materiale da porre in opera.
Le prove relative alla determinazione delle caratteristiche fisiche dei massi naturali (determinazione del peso specifico, del coefficiente di imbibizione e della gelività) saranno effettuate, a carico dell’Impresa, seguendo quanto riportato al Capo II delle "Norme per l'accettazione delle pietre naturali da costruzione" di cui al X.X. 00 novembre 1939, n.2232; per le prove di resistenza meccanica (resistenza alla compressione e all'usura per attrito radente), si farà riferimento al Capo III della stessa normativa.
L’Impresa dovrà consegnare alla Direzione Lavori i certificati del laboratorio ufficiale relativi alle prove sopra indicate, che dovranno dimostrare il rispetto dei limiti imposti dal Capitolato. Se i risultati delle misure o delle prove di laboratorio non rispetteranno i limiti prescritti, il materiale, per la quantità sotto controllo, verrà scartato con totale onere a carico dell’Impresa.
Tutti gli oneri derivanti dalla necessità di eseguire le prove di accettazione saranno a carico dell’Impresa.
Per i massi artificiali le prove di accettazione e controllo saranno eseguite sulla base delle modalità contenute nell'allegato 2 del Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 09 gennaio 1996.
In particolare le metodologie di controllo da adottarsi saranno quelle previste per il "TIPO A".
I risultati delle suddette prove dovranno essere consegnati all’Ufficio di Direzione Lavori prima della messa in opera dei massi. Qualora i risultati delle prove fossero negativi, l'intera partita controllata sarà scartata con totale onere a carico dell’Impresa. La presenza di tutte le certificazioni previste nel presente paragrafo risulterà vincolante ai fini della collaudabilità dell'opera.
Opere di protezione spondale in gabbioni e materassi metallici
• Generalità
Il gabbione a scatola è un elemento a forma di prisma rettangolare con le pareti costituite da un'armatura di rete metallica fortemente zincata con maglie a doppia torsione, riempito di materiale lapideo di adatta pezzatura. Tutti i bordi, sia del telo principale che delle testate, sono rinforzati con fili di ferro zincato di diametro maggiorato rispetto a quello della rete.
Il materasso metallico si differenzia dal gabbione per la forma, sempre parallelepipeda, ma caratterizzata da notevole ampiezza e piccolo spessore, e per la presenza di tasche tali da formare una struttura cellulare diaframmata.
• Caratteristiche dei materiali
I gabbioni metallici dovranno essere fabbricati con rete metallica a doppia torsione in filo conforme alle UNI EN 10218.
Il filo costituente la rete metallica dovrà essere sottoposto a zincatura forte (Circolare C.S.LL.PP. n.2078/1962) oppure essere rivestito in lega ZN-AL (5%) (minimo 220 g/m2).
La tipologia del filo sottoposto a zincatura forte in alcune opere speciali avrà anche un rivestimento plastico in PVC o PE.
La rete costituente gli elementi dovrà avere maglie uniformi di dimensioni non superiori a 10*12 cm, dovrà essere esente da strappi e dovrà avere il perimetro rinforzato con filo di diametro maggiore rispetto a quello delle rete stessa, inserito nella trama della rete o ad essa agganciato meccanicamente in modo da impedire lo sfilamento e dare sufficiente garanzia di robustezza.
Le dimensioni trasversali della scatola costituente i gabbioni (altezza e larghezza) dovranno essere pari a 0,50*1,00 m oppure a 1,00*1,00 m. Per lunghezze della scatola superiori a 1,50 m si dovranno adottare gabbioni muniti di diaframmi e più precisamente: 1 diaframma per scatole di lunghezza pari 2 m, 2 diaframmi per scatole di lunghezza pari a 3 m e 3 diaframmi per scatole di lunghezza pari a 4 m.
I materassi metallici, realizzati con le modalità e sulla base delle normative già richiamate per i gabbioni, dovranno avere larghezza pari a 2,0 m, spessore pari a 23 cm o 30 cm e lunghezze di 4, 5 o 6 m; il numero di tasche dovrà essere pari ai metri di lunghezza. Il diametro del filo di ferro, sempre a forte zincatura, sarà pari 2,2 mm e la dimensione delle maglie, sempre a doppia torsione, pari a 6*8 cm.
Il materiale di riempimento dei gabbioni sarà costituito da pietrame di cava spaccato o da ciottolame di fiume preferibilmente di forma appiattita; in ogni caso le facce esterne dovranno essere eseguite con pietrame di cava di forma parallelepipeda e squadrata, così da risultare sistemate come un muro a secco, ben scagliato in modo da non lasciare vuoti. Il nucleo interno potrà eventualmente essere realizzato con ciottoli di fiume. Le dimensioni del pietrame e dei ciottoli non dovranno essere inferiori, in nessuna direzione, a 15 cm.
Per quanto riguarda i materassi metallici le dimensioni del materiale di riempimento non dovranno essere inferiori, in nessuna direzione, a 10 cm.
Il pietrame di riempimento utilizzati per la costruzione dell'opera dovranno corrispondere ai requisiti essenziali di compattezza, omogeneità e durabilità; dovranno inoltre essere esenti da giunti, fratture e piani di sfalsamento e rispettare i seguenti limiti:
- massa volumica: ≥ 24 kN/m3 (2400 kgf/m3)
- resistenza alla compressione: ≥ 80 Mpa (800 kgf/cm2)
- coefficiente di usura: ≤ 1,5 mm
- coefficiente di imbibizione: ≤ 5%
- gelività: il materiale deve risultare non gelivo
• Modalità esecutive
L'armatura metallica dei gabbioni o dei materassi dovrà essere aperta e distesa sul suolo, nel luogo di impiego ma, se possibile, fuori opera; verranno raddrizzate le pareti e le testate e verranno quindi effettuate le cuciture dei quattro spigoli verticali, con l'apposito filo, in modo da formare la scatola. Le cuciture saranno eseguite in modo continuo, passando il filo in tutte le maglie con un doppio giro ogni due maglie e prendendo, in tale operazione, i due fili di bordatura che si vengono a trovare a contatto.
Predisposto fuori opera un certo numero di gabbioni o dei materassi, ognuno già cucito nella sua forma di scatola, si porrà in opera un gruppo di elementi pronti, disponendoli secondo la sagoma prevista e, prima di effettuare il riempimento, collegandoli fra loro con solide cuciture lungo gli spigoli a contatto, da eseguirsi nello stesso modo indicato per la formazione delle scatole. Man mano che si aggiungono nuovi gruppi di gabbioni o materassi, si dovrà provvedere a che questi siano strettamente collegati con quelli già in opera: quanto detto vale anche tra i vari strati dei gabbioni in elevazione.
Il materiale di riempimento dovrà essere opportunamente sistemato nell'interno della scatola metallica in modo da ottenere sempre il minimo indice dei vuoti e con le indicazioni riportate nel paragrafo precedente; si dovrà in ogni caso porre la massima attenzione, durante la posa, per evitare lo sfiancamento delle pareti dell'elemento.
Durante il riempimento dei gabbioni si dovrà disporre nell'interno della scatola un certo numero di tiranti aventi la funzione di rendere solidali tra loro le pareti opposte dell'armatura metallica ed evitare, in caso di deformazione dell'opera o durante la fase di riempimento, un eccessivo sfiancamento delle scatole. I tiranti, orizzontali, saranno costituiti da pezzi di filo di ferro zincato, dello stesso tipo di quello usato per le cuciture, e verranno agganciati all'armatura metallica con una legatura abbracciante una maglia; i tiranti saranno messi in opera in senso trasversale alla scatola per agganciare le pareti opposte, o ad angolo fra due pareti adiacenti. Mediamente si dovranno mettere in opera da 4 a 6 tiranti per ogni m3 di gabbionata se gli elementi sono alti 1 m, da 2 a 4 tiranti per ogni m3 di gabbionata se gli elementi sono alti 0,5 m.
Ultimate le operazioni di riempimento, si procederà alla chiusura del gabbione o del materasso, abbassando il coperchio ed effettuando le dovute cuciture lungo i suoi bordi.
A causa di particolari condizioni locali, potrà risultare necessario, per l'esecuzione del lavoro, provvedere alla messa in opera dei gabbioni o dei materassi già predisposti, riempiti e cuciti. In questi casi, l’Impresa dovrà sottoporre all'accettazione dall’Ufficio di Direzione Lavori le modalità esecutive di posa che intenderà adottare, con l'indicazione dei macchinari e del numero di agganci che prevede di utilizzare.
Man mano che si poseranno i gabbioni o i materassi, si dovrà procedere al collegamento con gli elementi già in opera.
• Prove di accettazione e controllo
I gabbioni ed i materassi metallici dovranno rispondere alle prescrizioni della Circolare del Consiglio Superiore dei LL.PP. N.2078 del 27 agosto 1962.
Prima della messa in opera degli elementi e per ogni partita ricevuta in cantiere, l’Impresa dovrà presentare all’Ufficio di Direzione Lavori il certificato di collaudo a garanzia della Ditta che ha fabbricato i gabbioni o i materassi, redatto a norma della circolare sopra citata, e corredato dalla certificazione di sistema qualità in conformità alle normative in vigore, ISO-EN 9002.
L’Ufficio di Direzione Lavori dovrà eseguire gli ulteriori accertamenti descritti nel seguito, le cui spese restano sempre a carico dell’Impresa.
Procederà dapprima alla ricognizione dei gabbioni o dei materassi per controllare che nei punti di torsione lo zinco non presenti sollevamenti o screpolature che ne consentano il distacco con il grattamento: se l'inconveniente si ripeterà per il 10% dei casi esaminati la partita sarà da scartare.
L’Ufficio di Direzione Lavori accerterà altresì il peso complessivo dei gabbioni o dei materassi, mediante pesatura a discrezione di campioni significativi, verificando la corrispondenza con le dichiarazioni del fornitore; se il peso risulterà inferiore, la partita sarà scartata.
Le prove relative alla determinazione delle caratteristiche fisiche del pietrame (determinazione del peso specifico, del coefficiente di imbibizione e della gelività) saranno effettuate, a carico dell’ mpresa, seguendo quanto riportato al Capo II delle "Norme per l'accettazione delle pietre naturali da costruzione" di cui al X.X. 00 novembre 1939, n.2232; per le prove di resistenza meccanica (resistenza alla compressione e all'usura per attrito radente), si farà riferimento al Capo III della stessa normativa.
L’Impresa dovrà consegnare all’Ufficio di Direzione Lavori i certificati di un laboratorio ufficiale relativi alle prove sopra indicate, che dovranno dimostrare il rispetto dei limiti imposti.
Di tutte le operazioni di controllo, di prelievo e di verifica verranno redatti appositi verbali firmati in contraddittorio con l’Impresa; in mancanza di tali verbali, l'opera non potrà essere collaudata.
Resta comunque confermata la facoltà dell’Ufficio di Direzione Lavori di integrare la campagna di prove sopraindicate a propria discrezione in relazione alla tipologia, estesa e importanza dell’opera.
Opere di protezione spondale realizzate mediante copertura diffusa con astoni di salice
• Generalità
La copertura diffusa con astoni di salice è costituita da uno strato di astoni disposti trasversalmente alla direzione della corrente e fissati tramite dei "correnti" di filo di ferro zincato ancorati a paletti di castagno
infissi nel terreno.
La presente specifica riguarda la realizzazione del rivestimento vegetale, ad esclusione quindi delle necessarie opere di fissaggio al piede della protezione che potranno essere realizzate secondo diverse tipologie costruttive così come indicato nei disegni di progetto.
• Caratteristiche dei materiali
Gli astoni di salice dovranno avere lunghezza superiore ai 2,50 m e diametro non inferiore a 3 cm; dovranno essere di fresco taglio ed avere buona capacità vegetativa (presenza di gemme).
Saranno utilizzate specie di salice arbustive od arboree autoctone o prelevate da vivaio ad insindacabile giudizio dell’Ufficio di Direzione Lavori che, potrà disporre l'utilizzo alternativo di altre specie vegetali ritenute adatte allo scopo purché rinvenibili localmente (cioè in un raggio di 15 km).
Il taglio degli astoni dovrà avvenire esclusivamente nel periodo del riposo vegetativo autunnale, oppure nel periodo primaverile prima della sfioritura. Le talee preparate nel periodo autunnale potranno essere conservate fino alla fine dell'inverno purché immagazzinate in luogo fresco; qualora, per necessità di cantiere, il deposito dovesse continuare anche durante il periodo vegetativo, gli astoni dovranno essere conservati in locali frigoriferi od immersi in acqua fredda (<15°C) e corrente. Le talee preparate durante la primavera dovranno essere utilizzate nell'arco di tempo massimo di una settimana dal taglio e, in ogni caso, protette accuratamente contro l'essiccamento durante le fasi di deposito e di trasporto sul cantiere tramite l'utilizzo di teloni e/o l'irrorazione con acqua.
Nel caso di specie arbustive o di alberi giovani con diametro del tronco inferiore a 8÷10 cm, le talee andranno tagliate a livello del suolo. Il taglio delle verghe dovrà essere liscio e della minor superficie possibile, andrà escluso il taglio con l'accetta.
Il filo di ferro dovrà essere del tipo a zincatura forte (secondo Circolare C.S.LL.PP. n.2078/1962) di diametro superiore a 2 mm.
I paletti di ancoraggio dovranno essere di legno di castagno, di larice o di altra essenza di legno duro purché ben stagionati con lunghezza superiore a 1.00 m e diametro non inferiore a 5 cm.
• Modalità esecutive
La sponda del corso d'acqua verrà preventivamente regolarizzata tramite escavatore od a mano al fine di rendere sufficientemente uniforme la superficie di posa.
Dopo aver eseguito le opere preparatorie relative al fissaggio al piede, verranno infissi i paletti di ancoraggio per una profondità pari all'80÷90% della loro lunghezza ed in ragione di 1 paletto per metro quadro; verranno successivamente posizionati gli astoni in senso trasversale alla corrente in modo da realizzare una copertura vegetale continua; l'estremità più grossa delle verghe sarà posta verso il piede della scarpata; qualora gli astoni fossero di lunghezza inferiore alla lunghezza della sponda da proteggere, dovranno essere formati più strati orizzontali con una sovrapposizione minima di 30 cm.
La parte inferiore del rivestimento dovrà essere posizionata alla quota di fondo alveo e predisposta per la successiva fase di costruzione della protezione definitiva al piede in pietrame e/o gabbioni.
Una volta posizionati gli astoni su tutta la superficie di intervento, verrà effettuato il fissaggio stendendo dei correnti in filo di ferro, opportunamente tesati tra gli ancoraggi; verrà quindi completata l’infissione dei pali di ancoraggio. Come ultima operazione si procederà allo spargimento di uno strato di terreno di spessore non superiore a 3 cm su tutta la superficie trattata.
• Prove di accettazione e di controllo
L’Ufficio di Direzione Lavori avrà la facoltà di scartare tutti gli astoni e/o le talee in fase, anche iniziale e parziale, di disseccamento.
La verifica dell'attecchimento degli astoni e/o delle talee sarà eseguita soltanto dopo il primo periodo vegetativo seguente al momento della realizzazione dell'opera; qualora l'attecchimento non risulterà soddisfacente, sarà eseguito un nuovo controllo prima del successivo periodo di riposo vegetativo; quando,
dopo questo secondo controllo, l'attecchimento interesserà meno del 50% della superficie coperta dal rivestimento, l’Impresa dovrà procedere ad una sua reintegrazione anche mediante il semplice impianto di talee.
Per quanto riguarda le prove di accettazione e controllo del filo di ferro a forte zincatura si rimanda a quanto riportato in merito nel capitolo relativo alle protezioni di sponda in gabbioni e materassi metallici.
I pali di fissaggio dovranno essere preventivamente accatastati in cantiere al fine di consentire all’Ufficio di Direzione Lavori di verificarne le caratteristiche prima dell’infissione.
Burghe contenenti pietrame o ciottolo
• Generalità – caratteristiche dei materiali
Le burghe che l’Appaltatore dovrà costruire a piè d'opera, su apposito piazzale all'uopo attrezzato, consisteranno in elementi cilindrici aventi diametro di cm 63 e lunghezza non minore di m 2,00, realizzati con un involucro di rete metallica zincata, a maglie di cm2 8*10 e filo del diametro di mm 2,70.
La rete metallica occorrente per ogni xxxxx xxxx di m 2,00 * m 3,00.
Tali elementi cilindrici saranno completamente riempiti da ciottolo di fiume o da pietrame con pezzatura variabile da kg 5 a kg 15 purché accettato dall’Ufficio di Direzione Lavori.
Il volume di ogni burga dovrà risultare non inferiore a m3 0,60.
Il materiale di riempimento dovrà provenire dai fiumi appenninici od alpini, oppure da cave trachitiche o calcaree, e dovrà essere di opportuna durezza, scevro da materie eterogenee e comunque non proveniente da cappellaccio di cava.
La burga dovrà essere tenuta assieme da una legatura, ben tesa per tutta la sua lunghezza, e da altre due, in testata, per evitare la fuoriuscita del materiale contenuto che verrà impedita anche con l’attorcigliamento della rete alle due estremità.
• Modalità esecutive
Le burghe saranno poste in opera prevalentemente in acqua a mezzo di adeguata attrezzatura di trasporto, carico e varo.
Tutte le prestazioni inerenti la costruzione, trasporto e posa in opera nella precisa posizione indicata dall’Ufficio di Direzione Lavori, qualora non meglio specificato da una voce di elenco prezzi, sono di responsabilità e onere dell’Appaltatore, al quale viene riconosciuto l'importo delle burghe già poste in opera a perfetta regola d'arte, a qualsiasi quota e con qualsiasi mezzo d'opera.
• Prove di accettazione e controllo
Le burghe che risultassero per cattiva confezione sconnesse o ridotte di volume potranno essere rifiutate, a giudizio insindacabile dall’Ufficio di Direzione Lavori.
Burgoni in ciottolo o pietrame
• Generalità – caratteristiche dei materiali
I burgoni saranno costituiti da un involucro di rete metallica riempito ciottolo o pietrame; una volta messo in opera, sott'acqua, il burgone avrà sezione a forma ellittica, di altezza pari a 1,70÷2,50 m circa.
L'involucro di rete sarà costituito da rete metallica zincata secondo le prescrizioni ministeriali, con maglia a doppia torsione tipo 8x10 cm. e filo di diametro di 3 mm.
Per tutta la lunghezza il burgone dovrà essere tirantato orizzontalmente a metà da una fascia di rete, dello stesso tipo usato per l'involucro esterno, della larghezza di circa 2,5 m, o comunque tale da garantire che la sezione ellittica trasversale non risulti di altezza inferiore a 1,70 m.
L'involucro esterno sarà confezionato e legato con filo di ferro zincato in modo da assicurare l'integrità
nonostante la deformazione.
Il materiale di riempimento potrà essere costituito da ciottolo o da pietrame purché accettato dall’Ufficio di Direzione Lavori, la pezzatura dell’inerte dovrà essere tale da non fuoriuscire attraverso le maglie dell'involucro.
• Modalità esecutive
I burgoni saranno confezionati entro un cassone avente il volume stabilito, e varati in opera; dovranno essere adottati adeguati sistemi e dispositivi per garantire il posizionamento in opera del burgone secondo il progetto.
Nel caso di utilizzo per la formazione di linee di contenimento del dragato dovranno essere posti in opera a non meno di 1 m sotto il livello dell'acqua. Per contenere il dragato entro le linee formate con i burgoni, sarà impiegato un tappeto filtrante costituito da un non-tessuto da 300÷400 g/m2, inserito all'interno di ciascun burgone in aderenza all'involucro sul solo lato di contenimento del dragato. Il geotessile sarà reso aderente alla rete-involucro del burgone mediante una serie di cuciture orizzontali.
La valutazione comprende qualsiasi altro onere ed è relativa ad ogni burgone.
Con il prezzo di elenco si intendono compensati tutti i materiali occorrenti per la costruzione dei burgoni compreso anche ogni onere richiesto per il posizionamento esclusa l'eventuale fornitura e la posa in opera all'interno dei medesimi del geotessuto per il contenimento del dragato che sarà compensata con prezzo a parte.
• Prove di accettazione e controllo
I burgoni che risultassero per cattiva confezione sconnessi o ridotti di volume potranno essere rifiutati, a giudizio insindacabile dall’Ufficio di Direzione Lavori anche se già posti in acqua.
Sacconi riempiti in sabbia
• Generalità – caratteristiche dei materiali
I sacconi da riempire di sabbia avranno generalmente dimensioni trasversali di massima in opera di circa m 4 di larghezza e m 1,25 di altezza e lunghezza variabile e comunque non superiore a 10 m. Altre dimensioni potranno essere comunque comunque proposte dall’Impresa ed adottate, se accettate dalla Stazione Appaltante.
I sacconi saranno costituiti da geotessile ad alta resistenza con le seguenti caratteristiche salvo diverse prescrizioni di progetto o dall’Ufficio di Direzione Lavori :
- grammatura 200÷300 g/m2s
- resistenza a trazione 30÷40 kN/m
La porosità del geotessile deve essere rapportata alla granulometria del materiale di riempimento in modo da impedirne la fuoriuscita.
Il tessuto sarà resistente a tutti gli agenti fisici e chimici nell'acqua marina e sarà di colore nero, stabilizzato all’U.V..
Il xxxxxxx xxxx confezionato in modo idoneo da formare un contenitore regolare e occorrerà curare la fuoriuscita dell’aria durante il varo, in modo che il riempimento avvenga nella giusta misura.
La chiusura del sacco sarà ottenuta mediante cucitura con filo stabilizzato all’U.V., di resistenza adeguata a quella del tessuto.
• Modalità esecutive
I sacconi saranno confezionati entro un cassone avente il volume stabilito, e varati in opera; dovranno essere adottati adeguati sistemi e dispositivi per garantire il posizionamento in opera del saccone secondo il progetto.
• Prove di accettazione e controllo
Il materiale dovrà appartenere ai gruppi X-0, X-0, X-0-0 della classificazione CNR UNI 10006, reperito in idonea cava, anche in alveo.
Il riempimento avverrà entro una cassa metrica a fondo apribile, installata su natante aperto o direttamente su natante a fondo apribile.
Le procedure di riempimento e di varo dovranno essere preventivamente autorizzate dall’Ufficio di Direzione Lavori.
Tappeti filtranti zavorrati
• Generalità – caratteristiche dei materiali
Sono costituiti da un telo di geotessuto zavorrato con blocchi di calcestruzzo, in modo che il peso complessivo sia dell’ordine di 1,8÷2,8 kN/m2 secondo quanto previsto nel progetto, con la funzione di stabilizzazione e protezione dalla erosione dovuta alle correnti fluviali e ai moti ondosi delle scarpate e delle sponde di alvei fluviali e costieri.
Il telo di geotessuto dovrà essere costituito da polipropilene di alta densità, con le caratteristiche a seguito indicate, per le due tipologie più comunemente usate, di altezza H pari a 15 cm e a 20 cm rispettivamente:
CARATTERISTICA | TIPO H15 | TIPO H20 |
- \matura | 400÷600 g/m2 | 900÷1100 g/m2 |
- resistenza alla trazione longitudinale | 170÷300 kN/m | 250÷300 kN/m |
- allungamento longitudinale | 20% | 25% |
- resistenza alla trazione trasversale | 30÷40 kN/m | 40÷60 kN/m |
- allungamento longitudinale | 10÷20 % | 20% |
- permeabilità all'acqua con battente idraulico di 1 m | 10÷20 Vm2/s | 13÷18 Vm2/s |
- percentuale massima fori di diametro ≤ 0,3 mm | 90% | 90% |
- percentuale massima fori di diametro ≤ 0,5 mm | 80% | 80% |
I dispositivi di ancoraggio dei cubetti di calcestruzzo cementizio al geotessuto dovranno essere costituiti da speciali chiodi di fibra sintetica altamente resistente (poliossimetilene) della lunghezza di 10÷15 cm circa e di diametro in testa di 3 cm, con le seguenti caratteristiche meccaniche:
TIPO H15 | TIPO H20 | |
- resistenza a trazione | ≥ 1,8 kN | ≥ 2,5÷3 kN |
- resistenza al taglio | ≥ 1,9 kN | ≥ 2,5÷3 kN |
• Prove di accettazione e controllo
Ciascun blocco dovrà essere ancorato al tessuto per mezzo di due o più chiodi a seconda delle necessità e delle previsioni di progetto. I blocchi di zavorra dovranno essere costituiti da calcestruzzo cementizio di classe Rck 200 gettato entro apposito cassero direttamente sul geotessuto già munito di chiodi di ancoraggio.
Il calcestruzzo potrà essere fornito preconfezionato e non sarà armato; i chiodi di ancoraggio saranno collocati in modo da tenere conto dell'allungamento del geotessuto.
La stabilizzazione della sponda con tappeto filtrante zavorrato dovrà essere ottenuta mediante la posa in acqua e fuori acqua di unità di fabbricazione di lunghezza variabile e larghezza pari a ~2,5÷3 m; il telo di geotessuto dovrà avere lunghezza maggiore rispetto a quella nominale dell'unità.
Le singole unità dovranno essere collocate in opera parallele le une alle altre, sovrapponendo la parte
zavorrata sul lembo di geotessuto sporgente per almeno 20 cm sulla unità precedentemente posata. Dovranno essere adottati adeguati sistemi e dispositivi per garantire il posizionamento in opera del tappeto secondo il progetto.
Teli ripartitori di carichi
• Generalità – caratteristiche dei materiali
I teli ripartitori di carico da stendere sulla sponda interna esistente, fuori acqua ed in alveo, atti a ricevere il materiale di costituzione della difesa (pietrame), dovranno rispondere ai seguenti requisiti tecnico-fisici:
- essere costituiti da nappa in poliesteri tipo tessuto non tessuto, formata da fibre aggrovigliate multidirezionali e del peso specifico di circa kg 0,350 per metro quadrato;
- isotropia del materiale cioè avente resistenza analoga in tutte le direzioni;
- elevata resistenza allo strappo;
- il materiale di costituzione dovrà essere permeabile, imputrescibile ed insensibile a tutti gli agenti chimici concentrati nelle acque del fiume.
I teli ripartitori verranno forniti in rotolo della maggiore larghezza e lunghezza commerciale al fine di evitare al massimo il legamento fra teli, questo da effettuarsi con sovrapposizioni e cuciture in nylon o filo di ferro o saldature.
La posa dei teli avverrà con spostamento dall'argine verso l'alveo, sulla arginatura i bordi dei teli saranno fissati solidamente al piano d'imposta della banchina ed i teli stessi verranno arrotolati a mano verso fiume e stesi con natante, al largo, fino al punto di varo.
L'estremità dei teli verrà quindi provvista di pesante zavorra onde permettere, dopo il varo, l'adesione degli stessi alla sagoma della sponda da sistemare.
GEOSINTETICI E GEOCOMPOSITI
Geotessili in tessuto non tessuto
• Generalità
I geotessili in tessuto non tessuto potranno essere usati con funzione di filtro per evitare il passaggio della componente fine del materiale esistente in posto, con funzione di drenaggio, o per migliorare le caratteristiche di portanza dei terreni di fondazione.
I geotessili andranno posati dove espressamente indicato dai disegni di progetto o dall’Ufficio di Direzione Lavori.
• Caratteristiche dei materiali
Il geotessile sarà composto da fibre sintetiche in poliestere o in polipropilene, in filamenti continui, coesionate mediante agugliatura meccanica senza impiego di collanti o trattamenti termici, o aggiunta di componenti chimici.
I teli saranno forniti in rotoli di altezza non inferiore a 5,30 metri. In relazione alle esigenze esecutive ed alle caratteristiche del lavoro, verranno posti in opera geotessili di peso non inferiore a 300 g/m2 e non superiore a 400 g/m2. In funzione del peso unitario, i geotessili in propilene dovranno presentare le seguenti caratteristiche:
peso unitario | spessore a 2 kPa | resistenza a trazione | allungamento a rottura |
(g/m2) | (mm) | (kN/m) | (%) |
≥ 300 | ≥ 1,2 | ≥ 60 | ≥ 40 |
≥ 400 | ≥ 1,5 | ≥ 70 | ≥ 40 |
Per l'avvolgimento di tubazioni di drenaggio potranno essere utilizzati tessuti non tessuti di peso unitario inferiore.
La superficie del geotessile dovrà essere rugosa ed in grado di garantire un buon angolo di attrito con il terreno. Il geotessile dovrà essere inalterabile a contatto con qualsiasi sostanza e agli agenti atmosferici, imputrescibile, inattaccabile dai microrganismi e dovrà avere ottima stabilità dimensionale.
• Modalità esecutive
Il terreno di posa dovrà essere il più possibile pulito da oggetti appuntiti o sporgenti, come arbusti, rocce od altri materiali in grado di produrre lacerazioni.
I teli srotolati sul terreno verranno posti in opera mediante cucitura sul bordo fra telo e telo, o con sovrapposizione non inferiore a 30 cm. Il fissaggio sul piano di posa sarà effettuato in corrispondenza dei bordi longitudinali e trasversali con infissione di picchetti di legno della lunghezza di 1,50 metri, a distanza di 1 metro.
Per i tappeti da porre in opera in acqua, L’Impresa dovrà impiegare apposito mezzo natante e saranno a suo carico gli oneri per il materiale di zavorratura.
• Prove di accettazione e controllo
L’Impresa, prima dell'inizio dei lavori, dovrà presentare all’Ufficio di Direzione Lavori i certificati rilasciati dal costruttore che attestino i quantitativi acquistati dall’Impresa e la rispondenza del materiale ai requisiti sopra indicati ed alle prescrizioni progettuali. Prima dell'esecuzione dei lavori l’Ufficio di Direzione Lavori verificherà comunque la rispondenza del materiale ai requisiti prescritti, prelevando dei campioni di materiale in quantità tale da poter effettuare almeno una serie di prove di controllo ogni 1000 metri quadrati di telo da posare e almeno una per quantità globale inferiore. Se i risultati delle prove di laboratorio non rispetteranno i limiti prescritti, il materiale cui la prova si riferisce verrà scartato.
Di tutte le operazioni di controllo, di prelievo e di verifica verranno redatti appositi verbali firmati in contraddittorio con l’Impresa; in mancanza di tali verbali, l'opera non potrà essere collaudata.
Georeti tridimensionali antierosione
• Generalità
Le georeti tridimensionali antierosione verranno utilizzate sulle scarpate arginali a fiume con lo scopo di favorire l'attecchimento e lo sviluppo della vegetazione erbacea, consentendo così di ridurre l'effetto dell'azione erosiva della corrente.
Le georeti andranno posate dove espressamente indicato dai disegni di progetto o dall’Ufficio di Direzione Lavori.
• Caratteristiche dei materiali
La georete dovrà essere costituita dall'accoppiamento di una stuoia tridimensionale in nylon e da una griglia in poliestere.
La stuoia dovrà essere costituita da monofilamenti in poliammide trattati al carbon black e strutturata in due parti termosaldate fra loro nei punti di contatto: la parte superiore a maglia tridimensionale con indice alveolare maggiore del 90%, la parte inferiore a maglia piatta. Il polimero di cui è composta la georete dovrà avere una temperatura di fusione >200°C ed una densità di 11,4 kN/m3 (1140 kgf/m3). La griglia di rinforzo sarà realizzata in poliestere, mediante tessitura di fibre ad elevato modulo.
La georete dovrà presentare le seguenti caratteristiche:
• resistenza a trazione (secondo norma DIN 53857): 30 kN/m (3,000 kgf/m)
• resistenza caratteristica per una vita di 120 anni: ≥ 20 kN/m (2,200 kgf/m)
• spessore minimo: 15 mm
• creep dopo due anni per un carico pari al 50% della resistenza ultima a trazione: ≤ 1%
La georete dovrà avere bassa infiammabilità e bassa produzione di fumo; dovrà inoltre essere imputrescibile ed atossica.
Le caratteristiche meccaniche della georete dovranno essere documentate con un certificato ufficiale tipo BBA, che dovrà riportare, fra l'altro, la curva di creep e i coefficienti di sicurezza per una durata di 120 anni.
• Modalità esecutive
Il terreno di posa dovrà essere livellato e liberato da vegetazione, radici, pietre e in generale oggetti appuntiti o sporgenti.
Prima di procedere alla posa sarà necessario creare al piede e in testa al pendio delle trincee di ancoraggio, di profondità non inferiore a 30 cm. La georete dovrà poi essere fissata in una delle due trincee con 1 picchetto per metro e potrà essere stesa indifferentemente dall'alto verso il basso o viceversa; dovrà essere posata nel senso della corrente con una sovrapposizione minima della georete di monte sulla georete di valle di 15 cm. La fascia di sovrapposizione dovrà essere fissata con 1 picchetto per metro, mentre dovranno essere previsti in media 3 o 4 picchetti intermedi per metro quadrato di superficie: il numero di picchetti intermedi dovrà essere portato ad una densità di 1 picchetto per metro quadrato in condizioni particolarmente sfavorevoli. I bordi liberi dovranno essere fissati con 1 picchetto per metro.
• Prove di accettazione e controllo
L’Impresa, prima dell'inizio dei lavori, dovrà presentare all’Ufficio di Direzione Lavori i certificati rilasciati dal Costruttore che attestino i quantitativi acquistati dall’Impresa e la rispondenza del materiale ai requisiti sopra indicati ed alle prescrizioni progettuali. Prima dell'esecuzione dei lavori l’Ufficio di Direzione Lavori verificherà comunque la rispondenza del materiale ai requisiti prescritti, prelevando dei campioni di materiale in quantità tale da poter effettuare almeno una serie di prove di controllo ogni 1000 metri quadrati di telo da posare e almeno una per quantità globale inferiore. Se i risultati delle prove di laboratorio non rispetteranno i limiti prescritti, il materiale cui la prova si riferisce verrà scartato.
Di tutte le operazioni di controllo, di prelievo e di verifica verranno redatti appositi verbali firmati in contraddittorio con l’Impresa; in mancanza di tali verbali, l'opera non potrà essere collaudata.
Geomembrane impermeabili
• Generalità
Le geomembrane impermeabili saranno utilizzate laddove risulti necessario impedire un moto di filtrazione all'interno dei rilevati arginali.
Le geomembrane andranno posate dove espressamente indicato dai disegni di progetto o dall’Ufficio di Direzione Lavori.
• Caratteristiche dei materiali
La geomembrana impermeabile sarà costituita da una armatura in geotessile tessuto in HDPE laminata più volte con un film in LDPE, stabilizzato ai raggi U.V.. La geomembrana dovrà essere imputrescibile ed atossica e dovrà presentare le seguenti caratteristiche:
grammatura (DIN 53854): ≥ 2,8 N/m2 (0,28 kgf/m2);
spessore (DIN 53855): ≤ 0,45 mm
resistenza a trazione longitudinale (DIN 53857): ≥ 24 kN/m (2400 kgf/m) resistenza a trazione trasversale (DIN 53857): ≥ 24 kN/m (2400 kgf/m) allungamento a rottura longitudinale (DIN 53857): ≤ 20%
allungamento a rottura trasversale (DIN 53857): ≤ 20%
resistenza a lacerazione in senso longitudinale (ASTM D 4533-85): ≥ 180 N (18 kgf) resistenza a lacerazione in senso trasversale (ASTM D 4533-85): ≥ 180 N (18 kgf) penetrazione del cono (EMPA): ≤ 20 mm
resistenza alla prova CBR (DIN 54307 A): ≥ 3 kN (300 kgf)
• Modalità esecutive
Il terreno di posa dovrà essere il più possibile pulito da oggetti appuntiti o sporgenti, come arbusti, rocce od altri materiali in grado di produrre lacerazioni e dovrà essere rivestito con uno strato in tessuto non tessuto di peso unitario non inferiore a 0,7 N/m2 (70 g/m2).
I teli andranno fissati al terreno in testa e al piede della scarpata mediante picchetti di ancoraggio infissi entro apposite trincee di spessore non inferiore a 50 cm. I teli, se non previsto diversamente dall’Ufficio di Direzione Lavori, andranno collegati mediante saldatura meccanica sul posto. Il telo da saldare andrà steso sopra il telo già posato e i due lembi andranno giuntati mediante cucitrice manuale; terminata questa operazione, il telo superiore verrà ribaltato in modo da risultare nella corretta posizione e la giunzione verrà sigillata con mastice bituminoso.
• Prove di accettazione e controllo
L’Impresa, prima dell'inizio dei lavori, dovrà presentare all’Ufficio di Direzione Lavori i certificati rilasciati dal Costruttore che attestino i quantitativi acquistati dall’Impresa e la rispondenza del materiale ai requisiti sopra indicati ed alle prescrizioni progettuali. Prima dell'esecuzione dei lavori l’Ufficio di Direzione Lavori verificherà comunque la rispondenza del materiale ai requisiti prescritti, prelevando dei campioni di materiale in quantità tale da poter effettuare almeno una serie di prove di controllo ogni 1000 metri quadrati di telo da posare e almeno una per quantità globale inferiore. Se i risultati delle prove di laboratorio non rispetteranno i limiti prescritti, il materiale cui la prova si riferisce verrà scartato.
Di tutte le operazioni di controllo, di prelievo e di verifica verranno redatti appositi verbali firmati in contraddittorio con l’Impresa; in mancanza di tali verbali, l'opera non potrà essere collaudata.
MALTE E CONGLOMERATI
I quantitativi dei diversi materiali da impiegare per la composizione delle malte e dei conglomerati dovranno corrispondere in mancanza di ulteriori prescrizioni alle seguenti proporzioni:
1° Malta comune:
Calce comune in pasta mc 0,45 Sabbia mc 0,90
2° Malta semidraulica di pozzolana:
Calce comune in pasta mc 0,45 Sabbia mc 0,45
Pozzolana mc 0,45 3° Malta idraulica di pozzolana:
Calce comune in pasta mc 0,45 Pozzolana mc 0,90
4° Malta cementizia:
Agglomerante cementizio a lenta presa q 3,00 Sabbia mc 1,00
5° Calcestruzzo idraulico (per fondazione): Malta idraulica mc 0,45 Pietrisco o ghiaia mc 0,90
6° Conglomerato cementizio (per fondazioni non armate): Cementi a lenta presa q 2,00
Sabbia mc 0,400
Pietrisco o ghiaia mc 0,800 7°Conglomerato per calcestruzzi semplici ed armati:
Cemento q 3,50-. 4,00
Sabbia mc 0,400
Pietrisco o ghiaia mc 0,800
Quando la Direzione dei lavori ritenesse di variare tali proporzioni, sentito il progettista, l'Appaltatore sarà obbligato ad uniformarsi alle prescrizioni della medesima, senza per questo avanzare pretese di ulteriori riconoscimenti economici.
Gli ingredienti componenti, le malte cementizie saranno prima mescolati a secco, fino ad ottenere un miscuglio di tinta uniforme, il quale verrà poi asperso ripetutamente con la minore quantità di acqua possibile ma sufficiente, rimescolando continuamente. Nella composizione di calcestruzzi con malte di calce comune od idraulica, si formerà prima l'impasto della malta con le proporzioni prescritte, impiegando la minore quantità di acqua possibile, poi si distribuirà la malta sulla ghiaia o pietrisco e si mescolerà il tutto fino a che ogni elemento sia per risultare uniformemente distribuito nella massa ed avviluppato di malta per tutta la superficie.
Per i conglomerati cementizi semplici o armati gli impasti dovranno essere eseguiti in conformità delle prescrizioni contenute nel X.X. 00 novembre 1939, n. 2229, nonché nei D.M. 27 luglio 1985 e D.M. 14/01/2008 e successive modificazioni.
Quando sia previsto l'impiego di acciai speciali sagomati ad alto limite elastico, deve essere prescritto lo studio preventivo della composizione del conglomerato con esperienze di laboratorio sulla granulometria degli inerti e sul dosaggio di cemento per unità di volume del getto.
Il quantitativo d'acqua deve essere il minimo necessario compatibile con una sufficiente lavorabilità del getto e comunque non superiore allo 0,4 in peso del cemento, essendo inclusa in detto rapporto l'acqua unita agli inerti, il cui quantitativo deve essere periodicamente controllato in cantiere. Per quantitativi d'acqua superiori si applicheranno appositi additivi.
I getti devono essere convenientemente vibrati.
Durante i lavori debbono eseguirsi frequenti controlli della granulometria degli inerti, mentre la resistenza del conglomerato deve essere comprovata da frequenti prove a compressione su cubetti prima e durante i getti.
Gli impasti, sia di malta che di conglomerato, dovranno essere preparati solamente nella quantità necessaria, per l'impiego immediato, cioè dovranno essere preparati volta per volta e per quanto è possibile in vicinanza al lavoro.
I residui d'impasti che non avessero, per qualsiasi ragione, immediato impiego dovranno essere gettati a rifiuto, ad eccezione di quelli di malta formati con calce comune, che potranno essere utilizzati però nella sola stessa giornata del loro confezionamento.
Tutti gli aggregati per il confezionamento del calcestruzzo dovranno rispondere alle norme U.N.I. 8520/1- 22 ediz. 1984-86. Gli aggregati leggeri saranno conformi alle norme U.N.I. 7459/1-12 ediz. 1976.
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Le presenti prescrizioni si intendono integrative delle Norme Tecniche emanate in applicazione all’art.21 della L. 05.11.1971 n.1086 del e delle norme di legge vigenti in merito a leganti, inerti, acqua di impasto ed additivi nonché delle relative Norme UNI.
In particolare le verifiche e le elaborazioni di cui sopra saranno condotte osservando tutte le vigenti disposizioni di Xxxxx e le Norme emanate in materia.
L’Impresa sarà tenuta all’osservanza delle Normative di riferimento in materia di calcoli strutturali richiamate all’art.5 del presente Capitolato.
Gli elaborati di progetto, indicano i tipi e le classi di calcestruzzo ed i tipi di acciaio da c.a. da impiegare.
L’Impresa sarà tenuta inoltre a presentare all’esame della Direzione Lavori i progetti delle opere provvisionali (centine, casserature, armature di sostegno e attrezzature di costruzione).
In particolare, prima dell’inizio dei getti di ciascuna opera d’arte, l’Impresa sarà tenuta a presentare in tempo utile all’esame della Direzione dei Lavori, i risultati dello studio preliminare di qualificazione eseguito per ogni tipo di conglomerato cementizio la cui classe figura nei calcoli statici delle opere comprese nell’appalto al fine di comprovare che il conglomerato proposto avrà resistenza non inferiore a quella richiesta dal progetto.
La Direzione dei Lavori autorizzerà l’inizio dei getti dei conglomerati cementizi solo dopo aver avuto dall’Impresa i certificati dello studio preliminare di cui al punto precedente rilasciati da Laboratori Ufficiali ed aver effettuato gli opportuni riscontri, ivi comprese ulteriori prove di laboratorio.
L’esame e la verifica, da parte della Direzione dei Lavori, dei progetti delle opere e dei certificati degli studi preliminari di qualificazione, non esonerano in alcun modo l’Impresa dalle responsabilità derivanti per legge e per pattuizione di contratto.
Quindi resta stabilito che, malgrado i controlli eseguiti dalla Direzione dei Lavori, l’Impresa rimane l’unica e diretta responsabile delle opere a termine di legge, pertanto sarà tenuta a rispondere degli inconvenienti di qualunque natura, importanza e conseguenza che avessero a verificarsi.
CLASSIFICAZIONE DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI
Nella tavole di progetto sono indicate le proprietà di ogni tipo di conglomerato cementizio di cui è previsto l’impiego ed in particolare:
• classe di resistenza
• classe di esposizione
• classe di consistenza
• diametro massimo dell’aggregato
Le prescrizioni relative alla classe di conglomerato cementizio (resistenza caratteristica cubica a 28 giorni di stagionatura espressa in MPa) sono da ritenersi come minime.
CARATTERISTICHE DEI MATERIALI COSTITUENTI I CONGLOMERATI CEMENTIZI
Cemento
Per i manufatti in calcestruzzo armato, potranno essere impiegati unicamente cementi classe 32.5, 32.5 R, 42.5, 42.5 R, 52.5, 52.5 R che soddisfino i requisiti di accettazione previsti dalla Legge 26/05/1965 n° 595, dal DM 03/06/1968, nel Decreto del Ministero dell’Industria, il Commercio e l’Artigianato del 13/09/1993, nonché nel DM 09/03/1988 n°126, con l’esclusione del cemento alluminoso.
In caso di ambienti aggressivi chimicamente, il progettista dovrà indicare il cemento da utilizzare.
L’Impresa deve avere cura di approvvigionare il cemento presso cementerie che operino con sistemi di qualità certificati.
All’inizio dei lavori essa dovrà presentare alla DL un impegno, assunto dalle cementerie prescelte, a fornire cemento per il quantitativo previsto e i cui requisiti soddisfino i requisiti chimici e fisici richiesti dalle norme di accettazione.
Tale dichiarazione sarà essenziale affinché la DL possa dare il benestare per l’approvvigionamento del cemento presso le cementerie prescelte.
Nel caso in cui esso venga approvvigionato allo stato sfuso, il relativo trasporto dovrà effettuarsi a mezzo di contenitori che lo proteggano dall’umidità ed il pompaggio del cemento nei silos deve essere effettuato in modo da evitare la miscelazione fra tipi diversi.
I sili dovranno garantire la perfetta tenuta nei confronti dell’umidità atmosferica, ciascun silo dovrà contenere un cemento di un unico tipo, unica classe ed unico produttore chiaramente identificato da appositi contrassegni.
Se approvvigionato in sacchi, dovrà essere sistemato su pedane poste su un pavimento asciutto e in ambiente chiuso.
E’ vietato l’uso di cementi diversi per l’esecuzione di ogni singola opera o elemento costruttivo.
Inerti
Gli inerti impiegati per il confezionamento del conglomerato cementizio potranno provenire da vagliatura e trattamento dei materiali alluvionali o da frantumazione di materiali di cava e dovranno avere caratteristiche conformi a quelle previste per la Classe A nella Norma UNI 8520 parte 2a.
Dovranno essere costituiti da elementi non gelivi privi di parti friabili e polverulente o scistose, argilla e sostanze organiche.
Non dovranno contenere i minerali dannosi:
• pirite
• marcasite
• pirrotina
• gesso
• solfati solubili
A cura dell’Impresa, sotto il controllo della DL, dovrà essere accertata, mediante esame mineralogico (UNI 8520 parte 4) presso un laboratorio ufficiale, l’assenza dei minerali indesiderati e di forme di silice reattiva verso gli alcali del cemento (opale, calcedonio, tridimite, cristobalite, quarzo cristallino in stato di alterazione o tensione, selce, vetri vulcanici, ossidiane), per ciascuna delle cave di provenienza dei materiali.
Xxx fosse presente silice reattiva si procederà all’esecuzione delle prove della Norma UNI 8520 parte 22, punto 3, con la successione e l’interpretazione ivi descritte.
Copia della relativa documentazione dovrà essere custodita dalla DL e dall’Impresa.
In assenza di tali certificazioni il materiale non potrà essere posto in opera, e dovrà essere allontanato e sostituito con materiale idoneo.
Nella Tabella 28.3.2a, sono riepilogate le principali prove cui devono essere sottoposti gli inerti.
Tali esami, dovranno essere effettuati prima dell’autorizzazione all’impiego, per ogni cambiamento di cava o materiali nel corpo di cava, ogni 8000 m3 di materiali impiegati e comunque almeno una volta all’anno, nonché ogni volta la Direzione Lavori lo riterrà necessario, salvo per quanto riguarda il contenuto di solfati e di cloruri che dovrà essere effettuato giornalmente.
Per quanto riguarda il coefficiente di forma degli inerti e la granulometria si dovrà verificare che soddisfino alle indicazioni riportate nel predetto punto, ogni 1000 m3 di materiale impiegato, nonché ogni volta che la DL lo riterrà necessario.
Tabella 28.3.2a
CARATTERISTICHE | PROVE | NORME | TOLLERANZA DI ACCETTABILITA’ |
Gelività degli aggregati | Gelività | CNR 80 | Perdita di massa 4% dopo 20 cicli |
UNI 8520 (parte 20) | |||
Resistenza all’abrasione | Los Angeles | CNR 34 UNI 8520 (parte 19) | Perdita di massa LA 30% |
Compattezza degli aggregati | Degradabilità delle soluzioni solfatiche | UNI 8520 (parte 10) | Perdita di massa dopo 5 cicli 10% |
Presenza di gesso e solfati solubili | Analisi chimica degli inerti | UNI 8520 (parte 11) | SO3 0,05% |
Presenza di argille | Equivalente in sabbia | UNI 8520 (parte 15) | ES 80 VB 0,6 cm3/gr di fini |
Presenza di pirite, marcasite e pirrotina | Analisi petrografica | UNI 8520 (parte 4) | Assenti |
Presenza di sostanze organiche | Determinazione colorimetrica | UNI 8520 (parte 14) | Per aggregato fine: colore della soluzione più chiaro dello standard di riferimento |
Presenza di forme di silice reattiva | Potenziale reattività dell’aggregato: metodo chimico Potenziale attività delle miscele cemento aggregati: metodo del prisma di malta | UNI 8520 (parte 22) | UNI 8520 (parte 22 punto 4) UNI 8520 (parte 22 punto 5) |
Presenza di cloruri solubili | Analisi chimica | UNI 8520 (parte 12) | Cl 0,05% |
Coefficiente di forma e di appiattimento | Determinazione dei coefficienti di forma e di appiattimento | UNI 8520 (parte 18) | Cf 0,15 (Dmax = 32 mm) Cf 0,12 (Dmax = 64 mm) |
Frequenza delle prove | La frequenza sarà definita dal progettista e/o prescritta dalla D.L. Comunque dovranno essere eseguite prove: prima dell’autorizzazione all’impiego; per ogni cambiamento di cava o materiali nel corpo di cava; ogni 8000 mc di aggregati impiegati. |
Xxxxxxx rifiutati pietrischetti, pietrischi e graniglie aventi un coefficiente di forma, determinato secondo UNI 8520 parte 18, minore di 0,15 (per un diametro massimo Dmax fino a 32 mm) e minore di 0,12 (per un diametro massimo Dmax fino a 64 mm).
La curva granulometrica dovrà essere tale da ottenere il massimo peso specifico del conglomerato cementizio a parità di dosaggio di cemento e di lavorabilità dell’impasto e dovrà consentire di ottenere i requisiti voluti sia nell’impasto fresco (consistenza, omogeneità, lavorabilità, aria inglobata, etc.) che nell’impasto indurito (resistenza, permeabilità, modulo elastico, ritiro, viscosità, durabilità, etc.).
Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla granulometria della sabbia al fine di ridurre al minimo il fenomeno dell’essudazione (bleeding) nel conglomerato cementizio.
Gli inerti dovranno essere suddivisi in almeno tre pezzature, la più fine non dovrà contenere più del 15% di materiale trattenuto al vaglio a maglia quadrata da 5 mm di lato.
Le singole pezzature non dovranno contenere frazioni granulometriche appartenenti alle pezzature inferiori, in misura superiore al 15% e frazioni granulometriche, appartenenti alle pezzature superiori, in misura superiore al 10% della pezzatura stessa.
Acqua di impasto
L’acqua di impasto dovrà soddisfare ai requisiti stabiliti dalle norme tecniche emanate con DM 09/01/1996 in applicazione dell’Art. 21 della Legge 1086 del 5/11/1971.
L’acqua dovrà essere aggiunta nella quantità prescritta in relazione al tipo di conglomerato cementizio, tenendo conto dell’acqua contenuta negli inerti (Norma UNI 8520 parte 5) in modo da rispettare il previsto rapporto acqua/cemento.
Se l’acqua proviene da pozzo, le suddette analisi dovranno essere effettuate ogni 3.
Additivi e disarmanti
Le loro caratteristiche dovranno essere verificate sperimentalmente in sede di qualifica dei conglomerati cementizi, esibendo inoltre, certificati di prova di Laboratorio Ufficiale che dimostrino la conformità del prodotto alle disposizioni vigenti.
Nel caso di uso contemporaneo di più additivi, l’Impresa dovrà fornire alla Direzione Lavori la prova della loro compatibilità.
E’ vietato usare lubrificanti di varia natura e olii esausti come disarmanti.
Dovranno essere impiegati prodotti specifici, conformi alla norma UNI 8866, per i quali è stato verificato che non macchino o danneggino la superficie del conglomerato cementizio indurito.
DOSAGGIO DEI COMPONENTI
L'Appaltatore dovrà adottare, in accordo con la vigente normativa, un dosaggio di componenti (ghiaia, sabbia, acqua, cemento) tale da garantire le resistenze richieste dai disegni di progetto.
Dovrà inoltre garantire che il calcestruzzo possa essere facilmente lavorato e posto in opera, in modo da passare attraverso le armature, circondarle completamente e raggiungere tutti gli angoli delle casseforme.
L'impiego di additivi non espressamente previsti dal progetto dovrà essere preventivamente autorizzato dalla Direzione Lavori.
GETTO E MESSA IN OPERA DEL CALCESTRUZZO
Il calcestruzzo deve essere messo in opera nel più breve tempo possibile dopo la sua confezione e, in ogni caso, prima dell'inizio della presa, stendendolo in strati orizzontali.
Nel caso di getto per caduta libera con altezza che possa provocare la segregazione dei componenti, o quando questa possa derivare dal verificarsi di altre condizioni, si prescrive l'impiego di canalette a superficie liscia o tuboforma.
Durante il getto non si deve assolutamente modificare la consistenza del calcestruzzo con aggiunta di acqua.
La messa in opera del conglomerato deve avvenire in maniera tale che il calcestruzzo conservi la sua uniformità, evitando il pericolo della segregazione dei componenti, curando che esso non venga a contatto con strati di polvere o rifiuti di qualsiasi natura e con elementi suscettibili di assorbire acqua, senza che questi siano stati adeguatamente bagnati prima del getto. È essenziale che il getto sia costipato in misura tale che si ottenga un calcestruzzo compatto, il riempimento dei casseri e l'avvolgimento delle armature metalliche.
I getti dovranno essere organizzati in modo da risultare continui e consentire il completamento dell'elemento o degli elementi strutturali in fase di costruzione; qualora si rendessero necessari dei giunti di costruzione, questi andranno realizzati secondo quanto previsto al punto 3.9.
COSTIPAMENTO DEL CALCESTRUZZO
Generalità
Qualsiasi operazione di costipamento deve essere eseguita prima dell'inizio della presa del cemento.
Il calcestruzzo, appena gettato, sarà compattato mediante l'impiego di opportuni strumenti in modo che costituisca una massa densa, priva di cavità o segregazioni, che riempia completamente le casseforme e gli spazi tra le armature.
Costipamento per vibrazione
Le vibrazioni possono essere applicate al getto attraverso i casseri, oppure direttamente al getto stesso.
La forma, le dimensioni e le posizioni di applicazione degli attrezzi vibranti, la frequenza, l'ampiezza e la durata della vibrazione, nonché l'entità della massa vibrante, devono essere commisurate alle caratteristiche geometriche della massa di calcestruzzo da vibrare, alle armature, agli incorpori ed alla disposizione di questi nel getto, nonché alla composizione granulometrica del calcestruzzo ed alla sua consistenza.
La vibrazione del calcestruzzo va eseguita con particolari cautele, al fine di evitare conseguenze dannose.
Analoga cautela va osservata per la durata di applicazione locale della vibrazione, onde evitare segregazione dei componenti dell'impasto; un indice dell'inizio di questo fenomeno è la comparsa di acqua e/o di pasta di cemento sulla superficie del getto.
Costipamento manuale
Per lavori di limitata entità e quando non è possibile l'impiego di mezzi meccanici, il costipamento può essere eseguito manualmente con l'ausilio di idonei pestelli.
In questi casi, onde assicurare l'efficacia del costipamento, è opportuno l'impiego di un calcestruzzo a consistenza plastica, realizzando il costipamento con strati successivi.
Casi particolari
Quando la compattazione risultasse particolarmente difficoltosa a causa della posizione in cui deve essere eseguita o dell'eccessivo congestionamento delle armature, si potrà ricorrere, previa espressa autorizzazione della DL, ad un getto di malta costituito dalla medesima quantità di sabbia e cemento.
Tali getti dovranno essere di proporzioni il più possibile limitate e secondo D.L.
CURA E PROTEZIONE DEL CALCESTRUZZO
Il calcestruzzo dovrà essere mantenuto umido per almeno i primi 14 giorni dopo il getto.
Dovrà inoltre essere protetto durante il primo stadio di maturazione contro i dannosi effetti del sole, del vento, della nebbia, del freddo e dal dilavamento delle superfici dovuto alla pioggia.
Nella stagione fredda dovranno essere prese precauzioni affinché la temperatura del calcestruzzo non scenda al di sotto dei 15° C durante la prima fase di indurimento.
Si raccomanda infine di prendere ogni possibile precauzione onde garantire una perfetta maturazione dei getti, condizione indispensabile per ottenere la massima resistenza meccanica e la durabilità dei calcestruzzi.
GIUNTI DI COSTRUZIONE
I giunti di costruzione saranno eseguiti in posizione e secondo modalità che riducano il meno possibile le caratteristiche di resistenza della struttura.
Il tipo, la posizione ed il numero dei giunti sono indicati negli elaborati progettuali. Per eventuali e motivate variazioni, dovrà essere interpellato il Progettista delle opere strutturali.
Nella posizione in cui si dovrà realizzare il giunto, la superficie del calcestruzzo dovrà essere completamente pulita, priva di impurità e parti in incipiente distacco o boiacca di cemento, e dovrà essere accuratamente bagnata immediatamente prima del nuovo getto di calcestruzzo.
Il giunto di dilatazione sarà del tipo water stop di larghezza e spessore minimi come indicato nel progetto, in P.V.C. plastificato avente allungamento a rottura pari al 300%, carico di rottura superiore a 13 N/mm2, durezza shore A pari a 70 e temperatura di irrigidimento non superiore a -30° C, compresa la sigillatura dei giunti con idoneo materiale bituminoso il tutto per dare il titolo finito e completo a regola d’arte
Qualora previsto, la superficie di ripresa dovrà essere coperta da malte apposite che favoriscano l'aggrappo del getto successivo.
PROVE SUI CALCESTRUZZI
Le modalità di prelievo dei campioni ed il loro numero, saranno conformi con la vigente normativa.
La Direzione Lavori potrà comunque richiedere in ogni momento il prelievo di provini da sottoporre a prova.
L'onere di tutte le prove sarà a carico dell'Appaltatore, qualunque sia il risultato ottenuto. Le prove previste saranno generalmente di due tipi:
- Prova di compressione
- Slump test.
Prova di compressione
Questa prova ha lo scopo di misurare la consistenza del calcestruzzo su campioni cubici ottenuti in accordo con le norme UNI 6126, 6127, 6130 e dalla normativa vigente.
La forma per la realizzazione del campione dovrà essere in plastica o polistirolo con le superfici perfettamente piane; non saranno accettate forme in legno.
I campioni saranno confezionati e maturati secondo quanto previsto dalle norme sopra citate, prelevando dalla betoniera lo stesso calcestruzzo impiegato per le strutture, che verrà completato o vibrato simulando le condizioni mediamente riscontrate nel corso della costruzione.
La resistenza a compressione sarà determinata secondo quanto previsto dalle prescrizioni UNI 6132.
I valori caratteristici di resistenza a rottura su provino cubico dovranno essere conformi con quelli richiesti dai disegni di progetto.
Slump test
Il calcestruzzo sarà di consistenza tale da poter essere facilmente lavorato, onde raggiungere tutti gli angoli delle casseforme, passare attraverso le armature e circondarle completamente, senza però avere segregazione dei materiali o acqua libera in superficie.
La consistenza sarà misurata secondo quanto previsto dalle UNI 7163-79, tenendo eventualmente conto della reoplasticità del calcestruzzo.
Lo slump del calcestruzzo dovrà essere indicativamente pari a circa 2 ÷ 4 cm. prima dell'aggiunta dell'additivo e pari a circa 18 ÷ 20 cm. dopo l'aggiunta dell'additivo.
ARMATURE
Considerazioni generali
Le armature avranno la resistenza, la sezione, la forma e le caratteristiche previste dai disegni di progetto; in nessun caso sarà ammessa la sostituzione neppure con altre di sezione equivalente, senza espressa autorizzazione del Progettista e della Direzione Lavori.
I materiali avranno le caratteristiche chimiche e fisiche previste dalle norme UNI 6407 e CNR UNI 10020 e saranno tutti zincati a caldo.
In presenza di dubbi, visto l’ambiente fortemente aggressivo che caratterizza il sito delle lavorazioni, l’Appaltatore è tenuto a consultarsi con il DL e con il Progettista.
Cautele prima della lavorazione e posa in opera
Le armature di ogni tipo devono essere adeguatamente protette, durante il trasporto e la permanenza nelle aree di deposito, contro tutte le azioni di varia natura che possono intaccarne le caratteristiche meccaniche e geometriche.
In particolare devono restare pulite da tutte le sostanze (grassi, oli, terra, ecc.), che possono nuocere alla loro conservazione e/o impiego.
Tutte le armature devono essere classificate in base al tipo, alla qualità ed al lotto di provenienza dell'acciaio.
Prima dell'impiego, dovrà essere esaminato lo stato della loro superficie, in specie dopo una lunga permanenza a deposito, al fine di accertare che non si siano manifestate alterazioni dannose.
Taglio e sagomatura
Il taglio e la sagomatura potranno avvenire in stabilimento o direttamente in cantiere.
La sagomatura delle barre deve essere effettuata meccanicamente a mezzo di mandrini o con ogni altro procedimento che permetta di ottenere i raggi di curvatura stabiliti dal progetto esecutivo, evitando accentuazioni locali della curvatura stessa .
La sagomatura a caldo non è ammessa per gli acciai incruditi o trattati termicamente, mentre è consentita per gli acciai naturali.
Posa in opera delle armature
Tutte le armature devono essere poste in opera nelle posizioni stabilite dal progetto esecutivo e nel rispetto delle relative tolleranze. Esse vanno fissate con dispositivi adeguati (legature, supporti, distanziatori, ecc.), in modo che non si verifichino spostamenti durante le operazioni di getto e costipamento.
È proibito posare le armature sui casseri e sollevarle successivamente, durante il getto, alla quota di progetto.
Legature, supporti e distanziatori delle armature
Le legature, i supporti ed i distanziatori devono sopportare tutte le azioni che si generano durante le operazioni di getto e costipamento, garantendo che le armature restino nelle posizioni volute. Dopo l'indurimento del calcestruzzo, non devono dar luogo a fessurazioni o costituire veicolo per infiltrazioni.
Per i supporti di plastica, al fine di garantire la solidarietà con il calcestruzzo, è necessario verificare che la loro superficie sia forata per almeno il 25%.
Riprese di armatura
Le riprese di armatura potranno avvenire per sovrapposizione o per saldature, ma in ogni caso dovranno essere in grado di trasferire la totalità delle sollecitazioni da barra a barra senza superare i valori ammissibili per aderenza e taglio.
Qualora si voglia ricorrere a sovrapposizioni per saldatura di barre in acciaio ad alta resistenza, si dovranno eseguire prove preliminari, allo scopo di determinare le loro caratteristiche di saldabilità.
Per quanto possibile si dovranno evitare sovrapposizioni nelle zone di massima sollecitazione. Prove
Per l'esecuzione delle opere in oggetto è previsto l'impiego di acciai di tipo controllato in stabilimento.
La Direzione Lavori farà eseguire gli opportuni prelievi e le prove atte a stabilire o controllare le caratteristiche degli acciai impiegati.
L'onere di tali prove sarà a carico dell'Appaltatore.
ACCIAIO PER C.A. E C.A.P.
Gli acciai per armature di c.a. e c.a.p. debbono corrispondere ai tipi ed alle caratteristiche stabilite dalle Norme Tecniche emanate in applicazione dell'art. 21 della legge 5/11/1971 no 1086 (D.M. 09/01/96).
Per gli opportuni controlli da parte della DL, l’Impresa dovrà documentare di ogni partita di acciaio che entra in cantiere la provenienza, la qualità e il peso complessivo di tondini di uno stesso diametro.
Per l’acciaio controllato in stabilimento, l’Impresa dovrà produrre la documentazione prescritta dalle Norme in vigore, che certifichi gli avvenuti controlli e consentire alla DL di accertare la presenza dei contrassegni di riconoscimento.
Tutte le forniture dovranno essere accompagnate da un certificato di un Laboratorio Ufficiale, riferito al tipo di armatura di cui trattasi, e marchiate secondo quanto previsto nel DM 09/01/96.
Le modalità di prelievo dei campioni da sottoporre a prova sono quelle previste dal citato D.M.
09/01/1996.
Rimane comunque salva la facoltà del DL di disporre eventuali ulteriori controlli per giustificati motivi a carico dell’Impresa.
L'unità di collaudo per acciai in barre tonde lisce ed in barre ad aderenza migliorata è costituita dalla partita del peso max di 25 t; ogni partita minore di 25 t deve essere considerata unità di collaudo indipendente.
Durante i lavori per ogni lotto di fornitura e per ogni partita omogenea dovranno essere prelevati non meno di tre campioni di 1,3metri di lunghezza cadauno, per ciascun diametro utilizzato, ed inviati a Laboratori Ufficiali.
In caso di risultati sfavorevoli di dette prove, il complesso di barre, al quale si riferisce il campione sarà rifiutato e dovrà essere allontanato dal cantiere.
Per il controllo del peso effettivo da ogni unità di collaudo, dovranno essere prelevate delle barre campione.
Qualora risultassero sezioni effettive inferiori a quelle ammesse dalle tolleranze previste dalle norme in vigore, il materiale verrà rifiutato e subito allontanato dal cantiere.
Qualora il peso effettivo risultasse inferiore al 98% di quello teorico e fosse accettabile in base alle tolleranze ed alle normative in vigore, dovranno essere aggiunte, modificando i disegni di progetto e dandone comunicazione alla DL, barre in quantità sufficiente a realizzare una sezione di acciaio non inferiore a quella prevista dal progetto esecutivo originariamente approvato.
L'unità di collaudo per acciai per c.a.p. è costituita dal lotto di spedizione del peso max di 30 t spedito in un'unica volta e composta da prodotti aventi grandezze nominali omogenee (dimensionali, meccaniche, di formazione).
Rimane comunque salva la facoltà della DL di disporre di eventuali ulteriori controlli per giustificati motivi a carico dell’Impresa.
Acciaio in barre ad aderenza migliorata - Fe B 38k, Fe B 44k - controllato in stabilimento
I campioni saranno prelevati in contraddittorio ed inviati a cura dell'Impresa, sotto il controllo della Direzione Lavori, ad un Laboratorio Ufficiale.
Di tale operazione dovrà essere redatto apposito verbale controfirmato dalle parti.
La Direzione Lavori darà benestare per la Posa in opera delle partite sottoposte all'ulteriore controllo in cantiere soltanto dopo che avrà ricevuto il relativo certificato di prova e ne avrà constatato l'esito positivo.
Nel caso di esito negativo si procederà come indicato nel D.M. 09/01/96.
Se anche dalla ripetizione delle prove risulteranno non rispettati i limiti richiesti, la Direzione Lavori dichiarerà la partita non idonea e l'impresa dovrà provvedere a sua cura e spese ad allontanarla dal cantiere.
Reti in barre di acciaio elettrosaldate
Le reti saranno in barre del tipo Fe B 44k, controllate in stabilimento, di diametro compreso tra 4 e 12 mm, con distanza assiale non superiore a 35 cm.
Dovrà essere verificata la resistenza al distacco offerta dalla saldatura del nodo, come indicato nel DM 14/2/92 e successivi aggiornamenti.
Per il controllo delle tensioni caratteristiche di snervamento e rottura si richiamano le norme di cui al precedente punto 1.5.1 .
Fili, barre, trefoli
L'acciaio per c.a.p. deve essere 'controllato in stabilimento per lotti di fabbricazione, secondo le norme di cui al D.M. 09/01/96.
Tutte le forniture dovranno essere accompagnate da certificati di laboratori ufficiali e dovranno essere munite di un sigillo sulle legature con il marchio del produttore.
Rotoli e bobine di fili, trecce e trefoli provenienti da diversi stabilimenti di produzione devono essere tenuti distinti: un cavo non dovrà mai essere formato da fili, trecce o trefoli provenienti da stabilimenti diversi.
I fili di acciaio dovranno essere del tipo autoraddrizzante e non dovranno essere piegati durante l'allestimento dei cavi.
Le legature dei fili, trecce e trefoli costituenti ciascun cavo dovranno essere realizzati con nastro adesivo ad intervallo di 70 cm.
Allo scopo di assicurare la centratura dei cavi nelle guaine si prescrive l'impiego di una spirale costituita da una treccia di acciaio armonico del diametro di 6 mm, avvolta intorno ad ogni cavo con passo di 80-100 cm.
I filetti delle barre e dei manicotti di giunzione dovranno essere protetti fino alla posa in opera con prodotto antiruggine privo di acidi.
Se l'agente antiruggine è costituito da grasso, è necessario sia sostituito con olio prima della posa in opera per evitare che all'atto dell'iniezione gli incavi dei dadi siano intasati di grasso.
Nel caso sia necessario dare alle barre una configurazione curvilinea, si dovrà operare soltanto a freddo e con macchina a rulli.
All’atto della posa in opera gli acciai devono presentarsi privi di ossidazione, corrosione e difetti superficiali visibili.
E’ facoltà della Direzione Lavori sottoporre a controllo in cantiere gli acciai controllati in stabilimento.
I campioni saranno prelevati in contraddittorio ed inviati a cura dell'Impresa, sotto il controllo della Direzione Lavori, ad un Laboratorio Ufficiale.
Di tale operazione dovrà essere redatto apposito verbale controfirmato dalle parti.
La Direzione Lavori darà benestare per la posa in opera dei lotti di spedizione sottoposti all'ulteriore controllo in cantiere soltanto dopo che avrà ricevuto il relativo certificato di prova e ne avrà constatato l'esito positivo.
Nel caso di esito negativo si procederà come indicato nel D.M. 09/01/1996.
Se anche dalla ripetizione delle prove risulteranno non rispettati i limiti richiesti, la Direzione Lavori dichiarerà la partita non idonea e l'impresa dovrà provvedere a sua cura e spese ad allontanarla dal cantiere.
Cavo inguainato monotrefolo
Dovrà essere di tipo compatto, costituito da trefolo in fili di acciaio a sezione poligonale, controllati in stabilimento, rivestito con guaina tubolare in polietilene ad alta densità, intasata internamente con grasso anticorrosivo ad alta viscosità, stabile ed idoneo all'uso specifico.
Le caratteristiche dell'acciaio, i controlli, lo spessore della guaina dovranno essere conformi a quanto previsto al precedente punto 2.2.0 e a quanto riportato negli elaborati di progetto.
L'Impresa dovrà sottoporre alla preventiva approvazione della Direzione Lavori il sistema proposto per l'ingrassaggio, l’infilaggio e l’eventuale sostituzione dei trefoli.
Ancoraggi della armatura di precompressione
Gli ancoraggi terminali dell'armatura di precompressione dovranno essere conformi ai disegni di progetto, composti essenzialmente da piastre di ripartizione e apparecchi di bloccaggio.
Per i cavi inguainati monotrefolo le piastre di ripartizione dovranno essere in acciaio zincato, a tenuta stagna; i cappellotti di protezione terminali dovranno essere zincati e provvisti di guarnizione in gomma antiolio, da calzare sui cilindretti e fissare con viti zincate ai terminali riempiti con grasso dopo la tesatura dei trefoli.
CASSEFORME, ARMATURE DI SOSTEGNO, CENTINATURE
Per tali opere provvisorie l’Impresa porterà alla preventiva conoscenza della Direzione Lavori il sistema e le modalità esecutive che intende adottare, ferma restando la esclusiva responsabilità dell'Impresa stessa per quanto riguarda la progettazione e l'esecuzione di tali opere e la loro rispondenza a tutte le norme di legge ed ai criteri di sicurezza che comunque possono riguardarle.
Il sistema prescelto dovrà comunque essere adatto a consentire la realizzazione della struttura in conformità alle disposizioni contenute nel progetto esecutivo.
Nella progettazione e nella esecuzione delle armature di sostegno, delle centinature e delle attrezzature di costruzione, l'impresa è tenuta a rispettare le norme, le prescrizioni ed i vincoli che eventualmente venissero imposti da Enti, Uffici e persone responsabili riguardo alla zona interessata ed in parte isolare:
• per l'ingombro degli alvei dei corsi d'acqua;
• per le sagome da lasciare libere nei sovrappassi o sottopassi di strade, autostrade, ferrovie, tranvie, ecc.;
• per le interferenze con servizi di soprasuolo o di sottosuolo.
Tutte le attrezzature dovranno essere dotate degli opportuni accorgimenti affinché in ogni punto della struttura la rimozione dei sostegni sia regolare ed uniforme.
Per quanto riguarda le casseforme viene prescritto l'uso di casseforme metalliche o di materiali fibrocompressi o compensati; in ogni caso esse dovranno avere dimensioni e spessori sufficienti ed essere opportunamente irrigidite o controventate per assicurare l'ottima riuscita delle superfici dei getti e delle strutture e la loro perfetta rispondenza ai disegni di progetto.
Per i getti di superficie in vista (pile) dovranno essere impiegate casseforme speciali atte a garantire rifiniture perfettamente piane, lisce e prive di qualsiasi irregolarità.
La Direzione Lavori si riserva, a suo insindacabile giudizio, di autorizzare l'uso di casseforme in legno; esse dovranno però essere eseguite con tavole a bordi paralleli e ben accostate in modo che non abbiano a presentarsi, dopo il disarmo, sbavature o disuguaglianza sulle facce in vista del getto.
La superficie esterna dei getti in conglomerato cementizio dovrà essere esente da nidi di ghiaia, bolle d'aria, concentrazione di malta fine, macchie od altro che ne pregiudichi l'uniformità e la compattezza e ciò sia ai fini della durabilità dell’opera che dell'aspetto estetico.
Per la ripresa dei getti dovranno essere adottati gli accorgimenti indicati al punto 1.8.3.1.
Le parti componenti i casseri dovranno risultare a perfetto contatto per evitare la fuoriuscita di boiacca cementizia.
Nel caso di casseratura a perdere, inglobata nell'opera, si dovrà verificare la sua funzionalità se è elemento portante e che non sia dannosa se è elemento accessorio.
I casseri dovranno essere puliti e privi di elementi che possano in ogni modo pregiudicare l’aspetto della superficie del conglomerato cementizio indurito.
Si dovrà far uso di prodotti disarmanti disposti in strati omogenei continui che non dovranno assolutamente macchiare la superficie in vista del conglomerato cementizio.
Su tutte le casseforme di una stessa opera dovrà essere usato lo stesso prodotto. Se verranno impiegate casseforme impermeabili, per ridurre il numero delle bolle d'aria sulla superficie del getto e, qualora espressamente previsto nel progetto, si dovrà fare uso di disarmante con agente tensioattivo in quantità controllata nel qual caso la vibrazione dovrà essere contemporanea al getto.
Qualora sia prevista la realizzazione di conglomerati cementizi colorati o con cemento bianco, l'impiego dei disarmanti dovrà essere subordinato a prove preliminari atte a dimostrare che il prodotto non alteri il colore.
TECNOLOGIA ESECUTIVA DELLE OPERE IN C.A.
Confezione dei conglomerati cementizi
La confezione dei conglomerati cementizi dovrà essere eseguita con gli impianti preventivamente sottoposti all'esame della Direzione Lavori.
Gli impianti di betonaggio saranno del tipo automatico o semiautomatico, con dosatura a peso degli aggregati, dell'acqua, degli additivi e del cemento; la dosatura del cemento dovrà sempre essere realizzata con bilancia indipendente e di adeguato maggior grado di precisione, dovrà essere controllato il contenuto di umidità degli aggregati.
La dosatura effettiva degli aggregati dovrà essere realizzata con precisione del 3%; quella del cemento con precisione del 2%.
Le bilance dovranno essere revisionate almeno una volta ogni due mesi e tarate all'inizio del lavoro e successivamente almeno una volta all'anno.
Per l'acqua e gli additivi è ammessa anche la dosatura a volume.
La dosatura effettiva dell'acqua dovrà essere realizzata con precisione del 2% ed i relativi dispositivo dovranno essere tarati almeno una volta al mese o comunque quando richiesto dalla Direzione Lavori.
Il dispositivo di misura del cemento, dell'acqua e degli additivi dovranno essere del tipo individuale.
Le bilance per la pesatura degli inerti possono essere di tipo cumulativo (peso delle varie pezzature con successione addizionale).
Si dovrà disporre all’impianto, nel caso di guasto dell’apparecchiatura automatica di carico dei componenti, di tabelle riportanti le pesate cumulative dei componenti per tutte le miscele approvate e per le diverse quantità miscelate in funzione della variazione di umidità della sabbia.
Gli inerti dovranno essere tassativamente ed accuratamente lavati in modo tale da eliminare materiali dannosi o polveri aderenti alla superficie.
La percentuale di umidità nelle sabbie non dovrà, di massima, superare l’8% in peso di materiale secco.
Gli inerti dovranno essere stoccati in quantità sufficiente a completare qualsiasi struttura che debba essere gettata senza interruzioni.
Il luogo di deposito dovrà essere di dimensioni adeguate e consentire lo stoccaggio senza segregazione delle diverse pezzature che dovranno essere separate da appositi setti.
Gli aggregati verranno prelevati in modo tale da garantire la rotazione continua dei volumi stoccati. I silos del cemento debbono garantire la perfetta tenuta nei riguardi dell’umidità atmosferica.
Gli impasti dovranno essere confezionati in betoniere aventi capacità tale da contenere tutti gli ingredienti della pesata senza debordare.
Il tempo e la velocità di mescolamento dovranno essere tali da produrre un conglomerato rispondente ai requisiti di omogeneità di cui al punto 1.5.5.
Per quanto non specificato, vale la Norma UNI 7163 – 79.
L'impasto dovrà risultare di consistenza uniforme ed omogeneo, uniformemente coesivo (tale cioè da essere trasportato e manipolato senza che si verifichi la separazione dei singoli elementi); lavorabile (in maniera che non rimangano vuoti nella massa o sulla superficie dei manufatti dopo eseguita la vibrazione in opera).
Se al momento della posa in opera la consistenza del conglomerato cementizio non è quella prescritta, lo stesso non dovrà essere impiegato per l'opera ma scaricato in luogo appositamente destinato dall'Impresa.
Tuttavia se la consistenza è minore di quella prescritta (minore slump) e il conglomerato cementizio è ancora nell'autobetoniera, la consistenza può essere portata fino al valore prescritto mediante aggiunta di additivi fluidificanti e l'aggiunta verrà registrata sulla bolla di consegna.
La lavorabilità non potrà essere ottenuta con maggiore impiego di acqua di quanto previsto nella composizione del conglomerato cementizio.
L’impiego di fluidificanti, aeranti, plastificanti, potrà essere autorizzato dalla DL, anche se non previsti negli studi preliminari.
In questi casi, l’uso di aeranti e plastificanti sarà effettuato a cura e spese dell’Impresa, senza che questa abbia diritto a pretendere indennizzi o sovrapprezzi per tale titolo.
La produzione ed il getto del conglomerato cementizio dovranno essere sospesi nel caso che la temperatura possa scenda al di sotto di 278 K (5 °C), se l’impianto di betonaggio non è dotato di un adeguato sistema di preriscaldamento degli inerti o dell’acqua tale da garantire che la temperatura dell’impasto, al momento del getto sia superiore a 287 K (14 °C).
°C).
I getti all’esterno dovranno comunque essere sospesi quando la temperatura scende al di sotto di 273 K (0
Nel luogo di produzione ed in cantiere dovranno essere installati termometri atti a misurare la minima e
la massima temperatura atmosferica giornaliera.
Trasporto
Il trasporto dei conglomerati cementizi dall’impianto di betonaggio al luogo di impiego dovrà essere effettuato con mezzi idonei al fine di evitare la possibilità di segregazione dei singoli componenti e comunque tali da evitare ogni possibilità di deterioramento del conglomerato cementizio medesimo.
Saranno accettate in funzione della durata e della distanza di trasporto, le autobetoniere e le benne a scarico di fondo ed, eccezionalmente, i nastri trasportatori comunque a discrezione della Direzione dei Lavori.
Lo scarico dei componenti nel tamburo delle autobetoniere dovrà avvenire in modo che una parte dell’acqua e di aggregato grosso venga scaricata prima del cemento e degli altri aggregati.
Le betoniere dovranno essere esaminate periodicamente per verificare l’eventuale diminuzione di efficacia dovuta sia all’accumulo di conglomerato indurito o legante che per l’usura delle lame.
Ogni carico di conglomerato cementizio dovrà essere accompagnato da una bolla sulla quale dovranno essere riportati:
• data
• classe di conglomerato
• tipo, classe e dosaggio di cemento
• dimensione massima dell’aggregato
• il rapporto acqua/cemento
• la classe di consistenza
• i metri cubi trasportati
• l’ora di partenza dall’impianto di confezionamento
• la struttura a cui è destinato
• L’Impresa dovrà esibire detta documentazione alla DL
L'uso delle pompe sarà consentito a condizione che l'impresa adotti, a sua cura e spese, provvedimenti idonei a mantenere il valore prestabilito del rapporto acqua/cemento del conglomerato cementizio alla bocca di uscita della pompa.
Non saranno ammessi gli autocarri a cassone o gli scivoli.
L'omogeneità dell'impasto sarà controllata, all'atto dello scarico, con la prova indicata al punto 28.10.2 della presente sezione.
La lavorabilità dell’impasto sarà controllata, secondo quanto indicato nel punto 28.10.2, sia all’uscita dell’impianto di betonaggio o dalla bocca della betoniera, sia al termine dello scarico in opera, la differenza fra i risultati delle due prove non dovrà essere maggiore di 5 cm e comunque non dovrà superare quanto specificato dalla Norma UNI 7163 – 79, salvo l’uso di particolari additivi.
Se il conglomerato cementizio viene pompato, il valore dello “slump” dovrà essere misurato prima dell’immissione nella pompa.
In ogni caso il tempo intercorrente tra il confezionamento all’impianto ed il getto non dovrà essere superiore ai 90 minuti.
E’ facoltà della Direzione Lavori di rifiutare carichi di conglomerato cementizio non rispondenti ai requisiti prescritti.
Posa in opera
I getti dovranno essere iniziati solo dopo la verifica degli scavi, delle casseforme e delle armature metalliche da parte della Direzione Lavori.
La posa in opera sarà eseguita con ogni cura ed a regola d’arte, dopo aver preparato accuratamente e rettificati i piani di posa, le casseforme, i cavi da riempire e dopo aver posizionato le armature metalliche.
Nel caso di getti contro terra, roccia, ecc., si deve controllare che la pulizia del sottofondo, il posizionamento di eventuali drenaggi, la stesura di materiale isolante o di collegamento, siano eseguiti in conformità alle disposizioni di progetto e delle presenti Norme.
I getti dovranno risultare perfettamente conformi ai particolari costruttivi di progetto ed alle prescrizioni della Direzione Lavori.
Si avrà cura che in nessun caso si verifichino cedimenti dei piani di appoggio e delle pareti di contenimento.
Le casseforme dovranno essere atte a garantire superfici di getto regolari ed a perfetta regola d’arte; in tal senso l’impresa provvederà, a sua cura e spese, alla posa di opportuni ponteggi ed impalcature, previa presentazione ed approvazione da parte della Direzione Lavori dei relativi progetti. Sono previste casseforme per getti faccia a vista delle pile.
Dovranno essere impiegati prodotti disarmanti aventi i requisiti di cui alle specifiche della Norma UNI 8866; le modalità di applicazione dovranno essere quelle indicate dal produttore evitando accuratamente aggiunte eccessive e ristagni di prodotto sul fondo delle casseforme.
La Direzione Lavori eseguirà un controllo della quantità di disarmante impiegato in relazione allo sviluppo della superficie di casseforme trattate.’
Dovrà essere controllato inoltre che il disarmante impiegato non macchi o danneggi la Superficie del conglomerato.
A tale scopo saranno usati prodotti efficaci per la loro azione specifica escludendo i lubrificanti di varia natura.
Dal giornale lavori del cantiere dovrà risultare la data di inizio e di fine dei getti e del disarmo.
Se il getto dovesse essere effettuato durante la stagione invernale, l’Impresa dovrà tenere registrati giornalmente i minimi di temperatura desunti da un apposito termometro esposto nello stesso cantiere di lavoro.
Il conglomerato cementizio sarà posto in opera e assestato con ogni cura in modo che le superfici esterne si presentino lisce e compatte, omogenee e perfettamente regolari ed esenti anche da macchie o chiazze.
Per la finitura superficiale delle solette di transizione è prescritto l’uso di piastre vibranti o attrezzature equivalenti; la regolarità dei getti dovrà essere verificata con un’asta rettilinea della lunghezza di 2,00 m, che in ogni punto dovrà aderirvi uniformemente nelle due direzioni longitudinale e trasversale, saranno tollerati soltanto scostamenti inferiori a 10 mm.
Eventuali irregolarità o sbavature dovranno essere asportate mediante bocciardatura e i punti incidentalmente difettosi dovranno essere ripresi accuratamente con malta fine di cemento, immediatamente dopo il disarmo, ciò qualora tali difetti o irregolarità siano contenuti nei limiti che la Direzione Lavori, a suo insindacabile giudizio, riterrà tollerabili fermo restando in ogni caso che le suddette operazioni ricadranno esclusivamente e totalmente a carico dell’Impresa.
Quando le irregolarità siano mediamente superiori a 10mm., la Direzione Lavori ne imporrà la regolarizzazione a totale cura e spese dell’Impresa mediante uno strato di materiali idonei che, a seconda dei casi e ad insindacabile giudizio della Direzione Lavori potrà essere costituito da:
• malta fine di cemento a ritiro compensato
• conglomerato bituminoso del tipo usura fine, per spessori non inferiori a 15 mm.
Eventuali ferri (filo, chiodi, reggette) che con funzione di legatura di collegamento casseri od altro, dovessero sporgere da getti finiti, dovranno essere tagliati almeno 0,5 cm sotto la superficie finita e gli incavi risultanti verranno accuratamente sigillati con malta fine di cemento a ritiro compensato.
Viene poi prescritto che, dovunque sia possibile, gli elementi dei casseri vengano fissati nella esatta posizione prevista utilizzando fili metallici liberi di scorrere entro tubetti di materiale PVC o simile, di colore grigio, destinati a rimanere incorporati nel getto di conglomerato cementizio, armato o non armato.
Lo scarico del conglomerato dal mezzo di trasporto dovrà avvenire con tutti gli accorgimenti atti ad evitare la segregazione.
A questo scopo il conglomerato dovrà cadere verticalmente al centro della cassaforma e sarà steso in strati orizzontali di spessore limitato e comunque non superiore a 50cm. misurati dopo la vibrazione.
L’altezza di caduta libera del conglomerato fresco non dovrà mai essere superiore a 100cm. misurati dall’uscita dello scivolo o dalla bocca del tubo convogliatore.
E’ vietato scaricare il conglomerato in un unico cumulo e distenderlo con l’impiego del vibratore.
Durante la posa in opera i vespai di ghiaia, eventualmente formatisi, dovranno essere dispersi prima della vibrazione del conglomerato cementizio.
Per getti in pendenza, dovranno essere predisposti dei cordolini di arresto che evitino la formazione di lingue di conglomerato cementizio troppo sottili per essere vibrate efficacemente.
Gli apparecchi, i tempi e le modalità per la vibrazione saranno quelli, preventivamente approvati dalla Direzione Lavori.
L’Impresa dovrà porre particolare cura nella realizzazione dei giunti di dilatazione o contrazione di tipo Impermeabile (waterstop) , o giunti speciali aperti, a cunei, secondo le indicazioni di progetto.
Quando il conglomerato cementizio deve essere gettato in presenza d’acqua, si dovranno adottare gli accorgimenti approvati dalla Direzione Lavori, necessari per impedire che l’acqua lo dilavi e ne pregiudichi la normale maturazione.
La massa volumica del conglomerato cementizio indurito, misurata secondo la Norma UNI 6394 su provini prelevati dalla struttura, non dovrà risultare inferiore al 97% della massa volumica della miscela fresca misurata nelle prove di qualificazione e/o di quella dichiarata nel mix design.
Riprese di getto
La Direzione Lavori avrà la facoltà di prescrivere, ove e quando lo ritenga necessario, che i getti vengano eseguiti senza soluzione di continuità così da evitare ogni ripresa, anche se ciò comporta che il lavoro debba essere condotto a turni ed anche in giornate festive, e senza che l’Impresa non potrà avanzare richiesta alcuna di maggiore compensi.
Nel caso ciò non fosse possibile, prima di effettuare la ripresa, la superficie di conglomerato cementizio indurito dovrà essere accuratamente pulita, lavata, spazzolata ed eventualmente scalfita fino a diventare sufficientemente rugosa da garantire una perfetta aderenza tra i getti successivi.
Tra le diverse riprese di getto non si dovranno avere distacchi, discontinuità o differenze di aspetto e colore.
Posa in opera in climi freddi
Il clima si definisce freddo quando la temperatura risulta inferiore a 278 K (5 °C). Valgono le prescrizioni riportate nel punto 1.7.1 della presente sezione.
Si dovrà controllare comunque che la temperatura del conglomerato cementizio appena miscelato non sia inferiore a 287 K (14 °C) e che non siano congelate o innevate le superfici di fondo o di contenimento del getto.
I getti all’esterno dovranno comunque essere sospesi quando la temperatura scende al di sotto di 273 K (0
°C).
Posa in opera in climi caldi
Se durante le operazioni di getto la temperatura dell’aria supera i 306 K (33 °C), la temperatura
dell’impasto non dovrà superare i 298 K (25 °C), per getti massivi tale limite dovrà essere convenientemente abbassato.
Al fine di abbassare la temperatura del conglomerato cementizio potrà essere usato ghiaccio in sostituzione di parte dell’acqua di impasto.
Per ritardare la presa e per facilitare la posa e la finitura del conglomerato cementizio potranno essere eventualmente impiegati additivi ritardanti di presa preventivamente autorizzati dalla DL.
E’ tassativo l’obbligo di adottare adeguati sistemi di protezione delle superfici esposte.
Per i tempi di rimozione dei casseri si dovrà rispettare quanto previsto nella Norma UNI 9858.
Stagionatura - Disarmo – Modalità da seguire
Prevenzione delle fessure da ritiro plastico
A getto ultimato dovrà essere curata la stagionatura dei conglomerati cementizi in modo da evitare un rapido prosciugamento delle superfici esposte all'aria dei medesimi e la conseguente formazione di fessure da ritiro plastico, usando tutte le cautele ed impiegando i mezzi più idonei allo scopo, fermo restando che il sistema proposto dall'Impresa dovrà essere approvato dalla Direzione Lavori.
A questo fine le superfici del conglomerato cementizio non protette dalle casseforme dovranno essere mantenute umide il più a lungo possibile e comunque per almeno 7 giorni, sia per mezzo di prodotti antievaporanti (curing), da applicare a spruzzo subito dopo il getto, sia mediante continua bagnatura, sia con altri sistemi idonei.
I prodotti antievaporanti (curing) ed il loro dosaggio dovranno essere approvati dalla Direzione Lavori. Le loro caratteristiche dovranno essere conformi a quanto indicato nella Norma UNI 8656 : tipi 1 e 2.
La costanza della composizione dei prodotti antievaporanti dovrà essere verificata, a cura della Direzione Lavori ed a spese dell'Impresa, al momento del loro approvvigionamento.
In particolare per le solette, che sono soggette all'essiccamento prematuro ed alla fessurazione da ritiro plastico che ne deriva, è fatto obbligo di applicare sistematicamente i prodotti antievaporanti di cui sopra. I prodotti antievaporanti dovranno tuttavia essere rimossi mediante sabbiatura o idrosabbiatura prima della posa dei successivi strati (impermeabilizzazioni, verniciature, pavimentazioni, ecc).
E’ ammesso in alternativa l'impiego, a discrezione della Direzione dei Lavori, anche limitatamente ad uno strato superficiale di spessore non minore di 20 cm, di conglomerato cementizio rinforzato da fibre di resina sintetica di lunghezza da 20 a 35 mm, di diametro di alcuni millesimi di millimetro aggiunti nella betoniera e dispersi uniformemente nel conglomerato cementizio, in misura di 0,5-1,5 kg/m3.
Nel caso che sulle solette si rilevino manifestazioni di ritiro plastico con formazione di fessure di apertura superiore a 0,3 mm, l'impresa dovrà provvedere a sua cura e spese alla demolizione ed al rifacimento delle strutture danneggiate.
Di norma viene esclusa la accelerazione dei tempi di maturazione con trattamenti termici per i conglomerati gettati in opera.
In casi particolari la DL potrà autorizzare l’uso di tali procedimenti dopo l’esame e verifica diretta delle modalità proposte, che dovranno rispettare comunque quanto previsto ai seguenti paragrafi.
Maturazione accelerata con trattamenti termici
La maturazione accelerata dei conglomerati cementizi con trattamento termico sarà permessa a discrezione della Direzione dei Lavori, qualora siano state condotte indagini sperimentali sul trattamento termico che si intende adottare.
In particolare, si dovrà controllare che ad un aumento delle resistenze iniziali non corrisponda una resistenza finale minore di quella che si otterrebbe con maturazione naturale.
Dovranno essere rispettate le seguenti prescrizioni:
• la temperatura del conglomerato cementizio, durante le prime 3 h dall'impasto non deve superare 303 K (30 °C)
• il gradiente di temperatura di riscaldamento e quello di raffreddamento non deve superare 15 K/h (°C/h), e dovranno essere ulteriormente ridotti qualora non sia verificata la condizione di cui al successivo quarto punto
• la temperatura massima del calcestruzzo non deve in media superare 333 K (60 °C)
• la differenza di temperatura tra quella massima all’interno del conglomerato cementizio e ambiente a contatto con il manufatto non dovrà superare i 10 K (10 °C)
• Il controllo, durante la maturazione, dei limiti e dei gradienti di temperatura , dovrà avvenire con apposita apparecchiatura che registri l’andamento delle temperature nel tempo
• la procedura di controllo di cui al punto precedente, dovrà essere rispettata anche per i conglomerati cementizi gettati in opera e maturati a vapore
In ogni caso i provini per la valutazione della resistenza caratteristica a 28 giorni dovranno essere maturati nelle stesse condizioni termo-igrometriche della struttura secondo quanto indicato dalla Norma UNI 6127.
Disarmo
Durante il periodo della stagionatura i getti dovranno essere riparati da possibilità di urti, vibrazioni e sollecitazioni di ogni genere.
La rimozione dell’armatura di sostegno dei getti potrà essere effettuata quando siano state sicuramente raggiunte le prescritte resistenze.
In assenza di specifici accertamenti, l’Impresa dovrà attenersi a quanto prescritto dal DM 09/01/1996. Si dovrà controllare che il disarmante impiegato non manchi o danneggi la superficie del conglomerato.
A tale scopo saranno usati prodotti efficaci per la loro azione chimica, escludendo i lubrificanti di varia natura.
La DL potrà prescrivere che le murature di calcestruzzo vengano rivestite sulla superficie esterna con paramenti speciali in pietra, laterizi od altri materiali da costruzione.
In tal caso i getti dovranno procedere contemporaneamente al rivestimento ed essere eseguiti in modo da consentirne l’adattamento e l’ammorsamento.
Giunti di discontinuità ed opere accessorie nelle strutture in conglomerato cementizio
E’ tassativamente prescritto che nelle strutture da eseguire con getto di conglomerato cementizio vengano realizzati giunti di discontinuità sia in elevazione che in fondazione onde evitare irregolari e imprevedibili fessurazioni delle strutture stesse per effetto di escursioni termiche, di fenomeni di ritiro e di eventuali assestamenti.
Tali giunti vanno praticati ad intervalli ed in posizioni opportunamente scelte tenendo anche conto delle particolarità della struttura (gradonatura della fondazione, ripresa fra vecchie e nuove strutture, attacco dei muri andatori con le spalle dei ponti e viadotti, ecc).
I giunti saranno ottenuti ponendo in opera, con un certo anticipo rispetto al getto, appositi setti di materiale idoneo, da lasciare in posto, in modo da realizzare superfici di discontinuità (piane, a battente, a maschio e femmina, ecc.) affioranti a faccia vista secondo le linee rette continue o spezzate, e devono seguire le indicazioni di progetto.
I giunti, come sopra illustrati, dovranno essere realizzati a cura e spese dell’Impresa, essendosi tenuto debito conto di tale onere nella formulazione dei prezzi di elenco relativi alle singole classi di conglomerato.
Solo nel caso in cui è previsto in progetto che il giunto sia munito di apposito manufatto di tenuta o di copertura, l’elenco prezzi allegato a questo Capitolato, prevederà espressamente le voci relative alla speciale conformazione del giunto, unitamente alla fornitura e posa in opera dei manufatti predetti con le specificazioni di tutti i particolari oneri che saranno prescritti per il perfetto definitivo assetto del giunto.
I manufatti, di tenuta o di copertura dei giunti, possono essere costituiti da elastomeri a struttura etilenica (stirolo butiadene), a struttura paraffinica (bitile), a struttura complessa (silicone poliuretano, poliossipropilene, poliossicloropropilene), da elastomeri etilenici cosiddetti protetti (neoprene) o da cloruro di polivinile.
In luogo dei manufatti predetti, potrà essere previsto l’impiego di sigillanti.
I sigillanti possono essere costituiti da sostanze oleoresinose, bituminose siliconiche a base di elastomeri polimerizzabili o polisolfuri che dovranno assicurare la tenuta all’acqua, l’elasticità sotto le deformazioni previste, una aderenza perfetta alle pareti, ottenuta anche a mezzo di idonei primers, non colabili sotto le più alte temperature previste e non rigidi sotto le più basse, mantenendo il più a lungo possibile nel tempo le caratteristiche di cui sopra dopo la messa in opera.
E’ tassativamente proibita l’esecuzione di giunti obliqui formanti angolo diedro acuto (muro andatore, spalla ponte obliquo, ecc.).
In tali casi occorre sempre modificare l’angolo diedro acuto in modo tale da formare con le superfici esterne delle opere da xxxxxxxx angoli diedri non inferiori ad un angolo retto con facce piane di conveniente larghezza in relazione al diametro massimo degli inerti impiegati nel confezionamento del conglomerato cementizio di ogni singola opera.
Nell’esecuzione dei manufatti contro terra si dovrà prevedere in numero sufficiente ed in posizione opportuna l’esecuzione di appositi fori per l’evaquazione delle acque di infiltrazione.
I fori dovranno essere ottenuti mediante preventiva posa in opera nella massa del conglomerato cementizio di tubi a sezione circolare o di profilati di altre sezioni di PVC o simili.
Per la formazione dei fori l’Impresa avrà diritto al compenso previsto nella apposita voce dell’Elenco Xxxxxx, comprensiva di tutti gli oneri e forniture per dare il lavoro finito a regola d’arte.
Predisposizione di fori, tracce, cavità, ammorsature, oneri vari
L’Impresa avrà a suo carico il preciso obbligo di predisporre in corso di esecuzione quanto è previsto nei disegni costruttivi o sarà successivamente prescritto di volta in volta in tempo utile dalla Direzione Lavori, circa fori, tracce, cavità, incassature ecc. nelle solette, nervature, pilastri, murature, ecc., per la posa in opera di apparecchi accessori quali giunti, appoggi, smorzatori sismici, pluviali, passi d’uomo, passerelle di ispezione, sedi di tubi e di cavi, opere di interdizione, sicurvia, parapetti, mensole, segnalazioni, parti di impianti.
L’onere relativo è compreso e compensato nei prezzi unitari e pertanto è ad esclusivo carico dell’Impresa. Tutte le conseguenze per la mancata esecuzione delle predisposizioni cosi prescritte dalla Direzione
Lavori, saranno a totale carico dell’Impresa, sia per quanto riguarda le rotture, i rifacimenti, le demolizioni di opere di spettanza dell’impresa stessa, sia per quanto riguarda le eventuali opere di adattamento di infissi o impianti, i ritardi, le forniture aggiuntive di materiali e la maggiore mano d’opera occorrente da parte dei fornitori.
Utilizzo dei distanziatori
Nella posa in opera delle armature metalliche entro i casseri è prescritto tassativamente l'impiego di opportuni distanziatori prefabbricati in conglomerato cementizio o in materiale plastico; lungo le pareti verticali si dovrà ottenere il necessario distanziamento esclusivamente mediante l'impiego di distanziatori ad anello; sul fondo dei casseri dovranno essere impiegati distanziatori del tipo approvato dalla Direzione Lavori.
L'uso dei distanziatori dovrà essere esteso anche alle strutture di fondazione armate.
Copriferro ed interferro dovranno essere dimensionati nel rispetto del disposto di cui alle Norme di esecuzione per c.a. e c.a.p., contenute nelle "Norme Tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche "(D.M. 09/01/96) emanate in applicazione dell'art. 21 della Legge 5.11.1971 n. 1086.
Lo spessore del copriferro, in particolare, dovrà essere correlato allo stato limite di fessurazione del conglomerato, in funzione delle condizioni ambientali in cui verrà a trovarsi la struttura e comunque non dovrà essere inferiore a 3 cm e comunque come indicato dal progettista.
Per strutture ubicate in prossimità di litorali marini o in presenza di acque con componenti di natura aggressiva (acque selenitose, solforose, carboniche, ecc.), la distanza minima delle superfici metalliche delle armature dalle facce esterne del conglomerato dovrà essere di 4 cm e comunque come indicato dal progettista.
Le gabbie di armatura dovranno essere, per quanto possibile, composte fuori opera; in ogni caso in corrispondenza di tutti i nodi dovranno essere eseguite legature doppie incrociate in filo di ferro ricotto di diametro non inferiore a 0,6 mm, in modo da garantire la invariabilità della geometria della gabbia durante il getto.
L'Impresa dovrà adottare inoltre tutti gli accorgimenti necessari affinché le gabbie mantengano la posizione di progetto all'interno delle casseforme durante le operazioni di getto.
E’ a carico dell'Impresa l'onere della posa in opera delle armature metalliche, anche in presenza di acqua o fanghi bentonitici, nonché i collegamenti equipotenziali.
TECNOLOGIA ESECUTIVA DELLE OPERE IN C.A.P.
Modalità di accettazione dei manufatti prefabbricati in conglomerato cementizio armato precompresso
Ai sensi dell'art.9 della L. 5.11.1971, n.1086, ogni fornitura di manufatti prefabbricati dovrà essere accompagnata da apposite istruzioni nelle quali vengano esposte le modalità di trasporto e montaggio, nonché le caratteristiche ed i limiti di impiego dei manufatti stessi.
Ogni fornitura di manufatti prefabbricati dovrà inoltre essere accompagnata, anche da un certificato di origine firmato dal produttore, il quale con ciò assume per i manufatti stessi le responsabilità che la legge attribuisce al costruttore, e dal tecnico responsabile della produzione previsto al terzo comma.
Il certificato dovrà garantire la rispondenza del manufatto alle caratteristiche di cui alla documentazione depositata al Ministero dei LL.PP., e portare l’indicazione del tecnico che ne risulta, come sopra detto, progettista.
In presenza delle condizioni sopra elencate, i manufatti prefabbricati potranno essere accettati senza ulteriori esami o controlli.
Copia del certificato di origine dovrà essere allegato alla relazione del direttore dei lavori di cui all'art.6 della L.1086/1971. Il deposito ha validità triennale.
SCATOLARI IN CALCESTRUZZO PREFABBRICATO
Gli elementi prefabbricati dovranno essere dimensionati per resistere ai carichi mobili di 1^ categoria (secondo quanto previsto dal D.M. LLPP 4.05.1990) con ricoprimenti minimi e massimi rilevati dal profilo longitudinale di progetto.
Le armature dovranno essere dimensionate secondo quanto previsto dalla L.5.11.1971 n.1086 e L.02.02.1974 n.64 del e tutte le successive modifiche ed integrazioni, in particolare dovranno essere realizzate con doppia rete elettrosaldata e ferri aggiuntivi sagomati.
Il sistema di giunzione dovrà essere del tipo ad incastro a norma ASTM C-789, perfettamente liscio negli elementi maschio e femmina, privi di gradini e/o riseghe, per consentire il perfetto posizionamento della guarnizione butilica, a norma ASTM C-990, che in fase di schiacciamento verrà compressa in modo tale da riempire completamente i vuoti tra gli incastri assicurando così la tenuta idraulica.
I manufatti dovranno essere privi di fori passanti e dovranno essere posti in opera con idonee attrezzature omologate secondo quanto previsto dalle vigenti norme sulla sicurezza nei cantieri su strato di magrone di cm.20 come da disegni esecutivi, compreso l'onere del controllo della livelletta con idonee apparecchiature laser.
La giunzione tra gli elementi dovrà essere realizzata solamente mediante apparecchiature idrauliche o manuali di tiro (TIR-FOR), garantendo il corretto posizionamento della guarnizione di tenuta.
CONTROLLI NELLE LAVORAZIONI PER STRUTTURE IN CALCESTRUZZO
Qualifica preliminare dei conglomerati cementizi
L'Impresa è tenuta all'osservanza della Legge 5/11/1971 n. 1086 "Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica,, nonché delle Norme Tecniche emanate in applicazione dell'art. 21 della predetta legge (D.M. del 09/01/96 e successivi aggiornamenti).
Lo studio, per ogni classe di conglomerato cementizio che figura negli elaborati di progetto dovrà essere fornito almeno 30 giorni prima dell’inizio dei getti.
Tale studio, da eseguire presso un Laboratorio Ufficiale, dovrà comprovare la conformità del conglomerato cementizio e dei singoli componenti.
In particolare, nella relazione di qualificazione dovrà essere fatto esplicito riferimento a:
• resistenza caratteristica a compressione Rck
• durabilità delle opere (EN206)
• diametro massimo dell'aggregato (UNI 8520)
• tipi di cemento e dosaggi minimi ammessi
• modulo elastico secante a compressione (UNI 6556)
• contenuto d'aria del conglomerato cementizio fresco (UNI 6395)
• ritiro idraulico (UNI 6555)
• resistenza ai cicli di gelo-disgelo (UNI 7087)
• impermeabilità (ISO DIS 7032)
Inoltre, si dovrà sottoporre all'esame della Direzione Lavori:
a) i campioni dei materiali che intende impiegare, indicando provenienza, tipo e qualità dei medesimi;
b) la caratterizzazione granulometrica degli aggregati;
c) il tipo e il dosaggio del cemento, il rapporto acqua/cemento, lo studio della composizione granulometrica degli aggregati, il tipo e il dosaggio degli additivi che intende usare, il contenuto di aria inglobata, il valore previsto della consistenza misurata con il cono di Xxxxxx, per ogni tipo e classe di conglomerato cementizio;
d) la caratteristica dell'impianto di confezionamento ed i sistemi di trasporto, di getto e di maturazione;
e) i risultati delle prove preliminari di resistenza meccanica sui cubetti di conglomerato cementizio da eseguire con le modalità più avanti descritte;
f) lo studio dei conglomerati cementizi ai fini della durabilità, eseguito secondo quanto precisato successivamente;
La Direzione Lavori autorizzerà l'inizio dei getti di conglomerato cementizio solo dopo aver esaminato ed approvato la documentazione per la qualifica dei materiali e degli impasti di conglomerato cementizio e dopo aver effettuato, in contraddittorio con l’Impresa, impasti di prova del calcestruzzo per la verifica dei requisiti di cui alla tabella 1.
Le miscele verranno autorizzate qualora la resistenza a compressione media per ciascun tipo di conglomerato cementizio, misurata a 28 giorni sui provini prelevati dagli impasti di prova all’impianto di confezionamento, non si discosti di 10% dalla resistenza indicata nella relazione di qualificazione.
Dette prove saranno eseguite sui campioni confezionati in conformità a quanto previsto ai punti a), b), c)
e f).
I laboratori, il numero dei campioni e le modalità di prova saranno quelli indicati dalla Direzione Lavori. L’esame e la verifica, da parte della DL dei certificati dello studio preliminare, non esonerano in alcun
modo l’Impresa dalle responsabilità ad essa derivanti per legge e per contratto, restando stabilito che, malgrado i controlli eseguiti dalla DL, essa Impresa rimane l’unica e diretta responsabile delle opere a termine di legge.
Caratteristiche dei materiali e composizione degli impasti, definite in sede di qualifica, non possono essere modificati in corso d'opera, se non autorizzate dalla Direzione dei Lavori.
Qualora eccezionalmente, si prevedesse una variazione dei materiali, la procedura di qualifica dovrà essere ripetuta.
Qualora l’Impresa impieghi conglomerato cementizio preconfezionato pronto all’uso, per il quale si richiama la Norma UNI 9858/91, le prescrizioni sulla qualificazione dei materiali, la composizione degli impasti e le modalità di prova, dovranno essere comunque rispettate.
Si puntualizza che per la realizzazione delle opere in conglomerato cementizio dovrà comunque essere impiegato esclusivamente "conglomerato cementizio a prestazione garantita" secondo la Norma UNI 9858.
Controlli in corso d’opera
La Direzione Lavori eseguirà controlli periodici in corso d'opera per verificare la corrispondenza tra le caratteristiche dei materiali e degli impasti impiegati e quelle definite in sede di qualifica.
Per consentire l’effettuazione delle prove in tempi congruenti con le esigenze di avanzamento dei lavori, l’Impresa dovrà disporre di uno o più laboratori attrezzati, per l’esecuzione delle prove previste, in cantiere e/o all’impianto di confezionamento, ad eccezione delle determinazioni chimiche che dovranno essere eseguite presso un Laboratorio Ufficiale.
Granulometria degli inerti
Gli inerti oltre a soddisfare le prescrizioni precedentemente riportate dovranno appartenere a classi granulometricamente diverse e mescolati nelle percentuali richieste formando miscele granulometricamente costanti tali che l’impasto fresco ed indurito abbia i prescritti requisiti di resistenza, consistenza, aria inglobata, permeabilità e ritiro.
La curva granulometrica dovrà, in relazione al dosaggio di cemento, garantire la massima compattezza al conglomerato cementizio.
Il diametro massimo dell’inerte dovrà essere scelto in funzione delle dimensioni dei copriferri ed interferri, delle caratteristiche geometriche delle casseforme, delle modalità di getto e del tipo di mezzi d’opera.
I controlli saranno quelli riportati sulle caratteristiche del materiale Resistenza dei conglomerati cementizi
Durante l'esecuzione delle opere cementizie per la determinazione delle resistenze a compressione dei conglomerati, per la preparazione e stagionatura dei provini, per la forma e dimensione degli stessi e relative casseforme, dovranno essere osservate le prescrizioni previste dall'allegato 2 delle Norme Tecniche del D.M. 9 Gennaio 1996.
Ad integrazione di tali norme, la Direzione dei Lavori ordinerà n. 3 (tre) prelievi costituiti ciascuno da n. 2 provini in modo da poter assoggettare uno dei prelievi a prove preliminari di accettazione presso il laboratorio di cantiere, o altro posto nelle vicinanze del cantiere stesso, resta inteso che il secondo prelievo andrà sottoposto a prove presso un Laboratorio ufficiale ed il terzo prelievo sarà utilizzato, all'occorrenza, nel caso si rendesse necessario eseguire altre prove.
Nel caso che il valore della resistenza caratteristica cubica (Rck) ottenuta sui provini assoggettati a prove nei laboratori di cantiere risulti essere inferiore a quello indicato nei calcoli statici e nei disegni di progetto, la DL potrà, a suo insindacabile giudizio, ordinare la sospensione dei getti dell'opera d'arte interessata in attesa dei risultati delle prove eseguite presso Laboratori Ufficiali.
Qualora anche dalle prove eseguite presso Laboratori ufficiali risultasse un valore della Rck inferiore a quello indicato nei calcoli statici e nei disegni di progetto, ovvero una prescrizione del controllo di accettazione non fosse rispettata, occorre procedere, a cura e spese dell'Impresa, ad un controllo teorico e/o sperimentale della struttura interessata dal quantitativo di conglomerato non conforme sulla base della resistenza ridotta del conglomerato, ovvero ad una verifica delle caratteristiche del conglomerato messo in opera mediante prove complementari, o col prelievo di provini di calcestruzzo indurito messo in opera o con l'impiego di altri mezzi di indagine.
Tali controlli e verifiche formeranno oggetto di una relazione supplementare nella quale si dimostri che, ferme restando le ipotesi di vincoli e di carico delle strutture, la Rck è ancora compatibile con le sollecitazioni previste in progetto, secondo le prescrizioni delle vigenti norme di legge.
Se tale relazione sarà approvata dalla Direzione Lavori il calcestruzzo verrà contabilizzato in base al valore della resistenza caratteristica trovata.
Nel caso che la Rck non risulti compatibile con le sollecitazioni previste in progetto, l'Impresa sarà tenuta a sua cura e spese alla demolizione e rifacimento dell'opera oppure all'adozione di quei provvedimenti che, proposti dalla stessa, per diventare operativi dovranno essere formalmente approvati dalla Direzione Lavori.
Nessun indennizzo o compenso sarà dovuto all'Impresa se la Rck risulterà maggiore a quella indicata nei calcoli statici e nei disegni di progetto.
Nel caso in cui la DL richieda il prelievo di campioni da strutture già realizzate e stagionate, questo prelievo da eseguire in contraddittorio, potrà avvenire sia asportando un blocco informe dal quale ricavare successivamente i provini di forma cubica, sia eseguendo carotaggi dai quali ricavare i provini di forma cubica, sia eseguendo carotaggi dai quali ricavare un numero adeguato di provini cilindrici mediante operazioni di taglio e verifica delle basi.
Sulle opere già eseguite potranno essere eseguite prove non distruttive, a mezzo di sclerometro od altre apparecchiature.
Con lo sclerometro le modalità di prova saranno le seguenti:
• nell’intorno del punto prescelto dalla Direzione Lavori verrà fissata un’area non superiore a 0,1 m2, su di esso si eseguiranno 10 percussioni con sclerometro, annotando i valori dell’indice letti volta per volta. Si determinerà la media aritmetica di tali valori.
• Verranno scartati i valori che differiscono più di 15 centesimi dall’escursione totale della scala sclerometro.
• Tra i valori non scartati, se non inferiori a 6, verrà dedotta la media aritmetica che, attraverso la tabella di taratura dello sclerometro, darà la resistenza a compressione del calcestruzzo.
• Se il numero dei valori non scartati è inferiore a 6 la prova sarà ritenuta non valida e dovrà essere rieseguita in una zona vicina.
• Di norma per ciascun tipo di sclerometro verrà adottata la tabella di taratura fornita dalla relativa casa costruttrice. La DL si riserva di effettuare in contraddittorio la taratura dello sclerometro direttamente sui provini che successivamente verranno sottoposti a prova distruttiva di rottura a compressione.
Per l’interpretazione dei risultati è buona norma procedere anche a prove di confronto su strutture le cui prove di controllo abbiano dato risultati certi.
Nella eventualità di risultati dubbi, si dovrà procedere al controllo diretto della resistenza a rottura per compressione mediante prove distruttive su provini prelevati direttamente in punti opportuni delle strutture, secondo le metodologie precedentemente richiamate.
La stima delle caratteristiche meccaniche sui provini cubici e/o cilindrici ricavati dal carotaggio della struttura potrà essere effettuata adottando la metodologia di seguito descritta.
L’affidabilità della stima della resistenza caratteristica del conglomerato cementizio si dovrà basare sul numero di provini n il cui diametro, di norma non inferiore a 100 mm, dovrà essere compreso tra 2,5 e 5 volte il diametro massimo dell’aggregato impiegato.
Il rapporto tra altezza e diametro del provino cilindrico tra il valore s = 1,0 e s = 1,2. Nel caso di provini cubici si assume s = 1,0.
Per ogni lotto di conglomerato di 100 m3 di conglomerato cementizio indagato o frazione, n dovrà essere non inferiore a 4 (quattro).
Al fine di riportare la resistenza misurata sul provino prelevato dalla struttura a quella del corrispondente provino cubico prelevato durante il getto, si dovranno adottare le seguenti relazioni valide rispettivamente per carotaggi eseguiti perpendicolarmente e parallelamente alla direzione di getto:
Ri = 2.5 / ( 1.5 + 1/ s) Ri = 2.3 / ( 1.5 + 1/ s)
Dove :
è la resistenza a compressione misurata sul singolo provino cilindrico o cubico sottoposto a prova di compressione semplice previste dalla Norma UNI 6132.
Poiché l’attendibilità dei risultati, al 95% dell’intervallo di confidenza, è stimata pari a:
12% / (n) 1/2
La valutazione della resistenza stimata del lotto di conglomerato cementizio indagato risulta: Fstim = (1 – (12% / (n) ½)) Ri / n
Dove:
Fstim = resistenza stimata del lotto di conglomerato cementizio;
n = numero dei provini relativi al lotto di conglomerato cementizio indagato; Ri = resistenza cubica del singolo provino prelevato.
Tale resistenza dovrà essere incrementata di un coefficiente b, assunto pari a 1,20, per tenere in considerazione eventuali disturbi arrecati dal carotaggio, differenti condizioni di costipazione, maturazione, conservazione tra il conglomerato cementizio gettato in opera e quello dei provini cubici prelevati per determinare per determinare la resistenza caratteristica Rck.
Pertanto, se :
(Fstim*b) – 3,5 N/mm2 > Rck
la resistenza caratteristica del lotto di conglomerato cementizio posto in opera è conforme a quella prevista in progetto;
(Fstim*b) – 3,5 N/mm2 < Rck
La resistenza caratteristica del lotto di conglomerato cementizio posto in opera non è conforme a quella prevista nel progetto ed in tal caso la DL, sentito il progettista, al fine di accettare si riserva di adottare più accurate determinazioni e verifiche che saranno a totale carico dell’Impresa.
Le prove di compressione sulle carote o cubi dovranno essere eseguite esclusivamente presso Laboratori Ufficiali.
I dati riscontrati dovranno essere registrati con data, ora e punti di prelievo, comprensivi delle note di commento a cura della DL.
Controllo della lavorabilità
La lavorabilità del conglomerato cementizio fresco sarà valutata con la misura all’abbassamento al cono di Xxxxxx (slump) in mm secondo la Norma UNI 9418, tale prova dovrà essere eseguita in concomitanza a ciascun prelievo di campioni.
La prova è da considerarsi significativa per abbassamenti compresi tra 20 e 240 mm.
Il conglomerato cementizio non dovrà presentarsi segregato e la quantità di acqua essudata, misurata secondo la Norma UNI 7122, dovrà essere nulla.
In alternativa, per abbassamenti inferiori ai 20 mm si dovrà eseguire la prova con la tavola a scosse secondo il metodo DIN 1048, o con l’apparecchio VEBE’.
Controllo del rapporto acqua/cemento
Il rapporto acqua/cemento dovrà essere valutato tenendo conto dell’acqua contenuta negli inerti che di quella assorbita dagli stessi (Norma UNI 8520 parte 13 e 16, condizione di inerte “saturo a superficie asciutta”, per la quale l’aggregato non cede e non assorbe acqua all’impasto).
Il suddetto rapporto, dovrà essere controllato secondo le indicazioni riportate nella Norma UNI 6393 (par. 5 e 6), e non dovrà discostarsi di 0.02 da quello verificato in fase di qualificazione della relativa miscela.
Il rapporto a/c dovrà essere controllato anche in cantiere, almeno una volta alla settimana, tale rapporto non dovrà scostarsi più del 0.02 da quello verificato in fase di qualificazione della relativa miscela.
Controllo dell’omogeneità del conglomerato cementizio
L’omogeneità del conglomerato cementizio all’atto del getto, dovrà essere verificata vagliando ad umido due campioni, prelevati a 1/5 e 4/5 dello scarico della betoniera, attraverso il vaglio a maglia quadrata da 4 mm.
La percentuale in peso del materiale trattenuto nel vaglio dei due campioni non dovrà differire più del 10%, inoltre lo slump degli stessi prima della vagliatura non dovrà differire di più di 30 mm.
Controllo del contenuto di aria
La prova del contenuto di aria dovrà essere effettuata ogni qualvolta si impieghi un additivo aerante. Essa verrà eseguita con il metodo UNI 6395 – 72.
Tale contenuto dovrà essere determinato con le cadenze previste al punto 11.3.10 della Norma UNI 9858.
Controllo del contenuto di cemento
Tale controllo dovrà essere eseguito su conglomerato cementizio fresco, secondo quanto stabilito dalle Norme UNI 6126 – 72 e 6394 – 69.
Particolare attenzione dovrà essere posta nella scelta del luogo di esecuzione, in quanto tale prova deve essere eseguita su conglomerato cementizio fresco, entro 30 minuti dall’impasto.
Durabilità dei conglomerati cementizi
La durabilità delle opere in conglomerato cementizio è definita dalla capacità di mantenere nel tempo, entro limiti accettabili per le esigenze di esercizio, i valori delle caratteristiche funzionali in presenza di cause di degradazione.
Le cause di degradazione più frequenti sono i fenomeni di corrosione delle armature, i cicli di gelo- disgelo, l'attacco di acque aggressive di varia natura e la presenza di solfati.
Il progettista, dovrà accertare mediante analisi opportune, la presenza e la concentrazione di agenti aggressivi, ed in caso di esito positivo indicare le eventuali prescrizioni che il conglomerato cementizio dovrà soddisfare al fine di evitare la conseguente degradazione.
In particolare, ai fini di preservare le armature da qualsiasi fenomeno di aggressione ambientale, il copriferro minimo da prevedere, misurato tra la parete interna del cassero e la generatrice della barra più vicina, non dovrà essere inferiore a 40 (quaranta) mm e comunque come indicato dal progettista.
Tale prescrizione dovrà essere applicata anche a tutte le strutture prefabbricate e/o precompresse.
OPERE IN ACCIAIO E ALTRI METALLI
Tutti i metalli dovranno essere lavorati con regolarità di forme e di dimensioni, nei limiti delle tolleranze consentite ed in accordo con le prescrizioni della normativa specifica.
Le operazioni di piegatura e spianamento dovranno essere eseguite per pressione; qualora fossero richiesti, per particolari lavorazioni, interventi a caldo, questi non dovranno creare concentrazioni di tensioni
residue.
I tagli potranno essere eseguiti meccanicamente o ad ossigeno, nel caso di irregolarità queste verranno rifinite con la smerigliatrice.
Le superfici, o parti di esse, destinate a trasmettere sollecitazioni di qualunque genere, dovranno combaciare perfettamente.
La zincatura sarà eseguita, a carico dell'Appaltatore, per immersione in bagno di zinco fuso previo decappaggio chimico e dovrà essere realizzata solo in stabilimento.
I fori per i bulloni saranno eseguiti con il trapano, oppure con punzone ma solo per spessori inferiori ai 12 mm. Non è consentito l'uso della fiamma ossidrica per le operazioni di foratura.
I giunti e le unioni degli elementi strutturali e dei manufatti verranno realizzate con:
- saldature eseguite ad arco, automaticamente o con altri procedimenti approvati dalla Direzione Lavori; tali saldature saranno precedute da un'adeguata pulizia e preparazione delle superfici interessate, verranno eseguite da personale specializzato e provvisto di relativa
qualifica, le operazioni di saldatura verranno sospese a temperature inferiori ai -5 gradi °C e, a lavori ultimati, gli elementi o le superfici saldate dovranno risultare perfettamente lisci ed esenti da irregolarità;
- bullonatura eseguita, dopo un'accurata pulizia, con bulloni conformi alle specifiche prescrizioni e fissati con rondelle e dadi adeguati all'uso; le operazioni di serraggio dei bulloni dovranno essere effettuate con una chiave dinamometrica.
La posa in opera dei manufatti comprenderà la predisposizione ed il fissaggio, dove necessario, di zanche metalliche per l'ancoraggio degli elementi alle superfici di supporto e tutte le operazioni connesse a tali
lavorazioni.
Dovranno essere, inoltre, effettuate, prima del montaggio, le operazioni di ripristino della verniciatura o di esecuzione, se mancante, della stessa; verranno, infine, applicate, salvo altre prescrizioni, le mani di finitura secondo le specifiche già indicate per tali lavorazioni.
La zincatura nelle parti esposte o dove indicato sarà eseguita, a carico dell'Appaltatore, per immersione in bagno di zinco fuso e dovrà essere realizzata solo in stabilimento.
Tutte le strutture in acciaio dovranno essere realizzate in conformità alle già citate leggi e normative
vigenti per tali opere.
Prescrizioni particolari
Per il montaggio delle strutture metalliche viene precisato che:
- Per le giunzioni in opera con bulloni ad alta resistenza, salvo che non sia diversamente specificato, devono essere applicate le leggi e le norme vigenti relative alle prescrizioni per l'esecuzione dei collegamenti ad attrito con bulloni ad alta resistenza con l'avvertenza che,
salvo che non sia diversamente precisato, la preparazione in cantiere delle superfici dei giunti e dei relativi coprigiunti, deve avvenire a mezzo sabbiatura al metallo bianco, da effettuarsi non oltre due ore prima del serraggio a coppia dei bulloni dei giunti stessi.
- Per le giunzioni in officina ed in opera realizzate mediante saldatura devono essere seguite le prescrizioni riportate più avanti e le "Istruzione 44/S del 9/95 " dell'Istituto Italiano della Saldatura. In caso di conflitto fra le suddette prescrizioni ed Istruzioni e quanto previsto a progetto, l'impresa comunicherà il fatto alla D.L. che dirimerà la questione di concerto con l'Istituto Italiano della Saldatura. L'Istituto Italiano della Saldatura fornirà tempestivamente le proprie considerazioni sulle metodologie da seguire e interverrà in officina ed in cantiere secondo un programma che verrà concordato con l'Ente appaltante e reso noto all’Appaltatore. L'Istituto Italiano della Saldatura effettuerà i necessari controlli sulle saldature a suo insindacabile giudizio sia nella quantità che nei metodi, ed avrà nei confronti dell' APPALTATORE le stesse prerogative della Direzione Lavori di cui viene considerato parte integrante. L'Appaltatore ha quindi l'obbligo di uniformarsi alle direttive che l'Istituto Italiano della Saldatura emanerà.
Salvo che non sia diversamente indicato nel progetto, il sistema di montaggio viene lasciato alla libera scelta dell’Appaltatore il quale, però, deve precisare già in sede di offerta, e concordare con il Progettista delle opere, tutti i dettagli necessari a chiarimento del metodo di montaggio prescelto. Il Progettista e la Direzione Lavori potranno approvare o meno la metodologia proposta in funzione delle caratteristiche del progetto. Tutte le opere provvisionali, varianti, modifiche ed aggiunte, rinforzi, predisposizione anche dal punto di vista logistico (quale acquisizioni ed adeguamento delle aree di cantiere) od altro che si rendesse necessario per il montaggio delle strutture sono a carico dell’Appaltatore sia dal punto di vista progettuale che esecutivo.
Controventature
L’Appaltatore ha l'obbligo e l'onere di installare le eventuali controventature provvisorie, anche se non previste sui disegni, ma necessarie per il montaggio in sicurezza delle strutture. Resta a carico dell’Appaltatore la rimozione di dette controventature provvisorie. La rimozione di dette controventature provvisorie di cantiere deve essere effettuata a tempo opportuno, facendo obbligo all’Appaltatore di informare prima L'Ente appaltante e di rimuoverle comunque sotto la propria unica e completa responsabilità.
Tolleranze
Salvo quanto maggiormente dettagliato nel progetto, viene ammessa la tolleranza dell'1°/°° (uno per mille) per ogni elemento di struttura sia verticale che orizzontale, senza che gli scarti tollerati, tra elementi contigui, si sommino. Qualora ciò non si verificasse l’Appaltatore deve provvedere, a propria cura e spese, a tutto quanto necessario per eliminare l'inconveniente procedendo a controlli di verticalità, orizzontabilità ed al controllo delle diagonali.
Saldature
L’Appaltatore non può iniziare la saldatura in officina ed in cantiere senza aver ottenuto l'approvazione da
parte dell'Ente appaltante e dell'Istituto Italiano della Saldatura .
L’Appaltatore ha l'obbligo di descrivere i procedimenti di saldatura che si intende adottare, il tipo di elettrodi per la saldatura manuale, fili e flussi per i procedimenti speciali e il nome dei saldatori con il relativo numero di punzone, con il quale punzonare tutti i cordoni di saldatura eseguiti.
L’Appaltatore ha l'obbligo di esibire le fotocopie dei brevetti dei saldatori e le approvazioni dei procedimenti speciali di saldatura rilasciati da Ente qualificato e di gradimento dell'Ente appaltante secondo le norme UNI 4634 e/o UNI 4633.
Gli elettrodi per la saldatura manuale devono essere del tipo basico, adatti al materiale base, omologati secondo UNI 5132 e impiegati con corrente continua e con il polo positivo alla pinza.
Gli elettrodi devono essere essicati in forno a 350° C e per almeno due ore prima dell'uso e quindi mantenuti a 100° C, fino al momento dell'impiego, in appositi fornetti trasportabili.
I1 massimo diametro di elettrodo da usare è:
- in piano diam. 6 mm; in verticale diam. 4 mm.
Il flusso usato nelle saldature ad arco sommerso deve essere ben asciutto e esente da contaminazioni. A meno che non sia racchiuso in recipienti sigillati atti a proteggerlo efficacemente dall'umidità, il flusso deve essere riscaldato prima dell'uso almeno per un'ora a 150° C.
La temperatura di preriscaldo deve essere scelta in funzione della temperatura ambientale, del tipo di acciaio e degli spessori in gioco, del tipo di procedimento di saldatura e della complessità del giunto e deve essere sufficiente a far sì che la durezza Xxxxxxx HV 30, nella zona termicamente alterata del metallo base, non superi il valore di 350 kg/mmq.
In ogni caso la temperatura di preriscaldo non deve essere inferiore ai seguenti valori Acciaio Fe 360 e 430
Spessore minore di 25 mm: 40° C con temperatura ambiente min. 0° C Spessore da 25 a 50 mm: 40° C con temperatura ambiente min. 5° C Spessore maggiore di 50 mm.: 75° C (minimo)
Acciaio Fe 510
Spessore minore di 25 mm: 40° C con temperatura ambiente min. 0° C Spessore da 25 a 50 mm: 75° C (minimo)
Spessore maggiore di 50 mm: 100° C (minimo)
Il preriscaldo deve essere fatto anche per la saldatura di opere provvisorie e per l'imbastitura.
Non si può saldare all'aperto quando piove né si può saldare sia all'aperto che al coperto quando l'atmosfera
è molto umida (mattino presto, sera avanzata, dopo un periodo di pioggia etc).
Per le saldature in arco sommerso, è necessario far precedere la testa saldante da una torcia accesa per eliminare ogni traccia di umidità. Per gli altri procedimenti di saldatura è necessario farlo tutte le volte che le condizioni ambientali lo richiedono.
Per i giunti di forza testa a testa, è obbligo predisporre alle due estremità delle prolunghe di forma opportuna atte a portare fuori dal giunto resistente le parti iniziali e finali della saldatura. A giunto ultimato, si dovrà asportare le prolunghe molando quindi accuratamente le teste del giunto.
Non devono essere fatte accenzioni d'arco sulle strutture accanto alle giunzioni saldate al fine di evitare cricche locali.
I lembi da saldare devono essere esenti da incrostazioni, ruggine, scaglie, grassi, vernici, irregolarità locali, etc..
A saldature completate, tutti i mezzi ausiliari che sono serviti alla imbastitura degli elementi da saldare devono essere rimossi eliminando, con ogni cura, le incisioni e le saldature relative fino a riportare a ripristino le superfici su cui sono state fatte.
Giunti di saldatura effettuati sotto forte vincolo devono essere iniziati e terminati senza interruzione. Per i giunti di testa, lo slivellamento tra i lembi deve essere minore di 1/10 dello spessore minimo da saldare, fino ad un massimo di 3 mm. La tolleranza dell'angolo di apertura del cianfrino fra i lembi da saldare, non deve superare +/- 5°
Sono a completo carico dell’Appaltatore pulizia, preparazione e ritocchi dei cianfrini prima dell'inizio delle saldature.
Extra volumi di saldatura rispetto alle indicazioni dei disegni costruttivi non vengono riconosciuti, considerando gli stessi compresi e compensati nei prezzi.
Sono a completo carico dell’Appaltatore eventuali oneri per la qualifica dei saldatori e dei procedimenti di saldatura.
L'applicazione in opera dei piattini di sostegno delle saldature e la loro rimozione è a totale carico dell’Appaltatore. Il peso dei piattini di sostegno delle saldature non viene computato nel peso delle strutture montate in opera. Analogamente, l'Ente appaltante non riconosce alcun peso aggiuntivo per il materiale depositato durante la saldatura mediante elettrodi, fili d'apporto, etc..
Controlli delle saldature
Tutti i cordoni di saldatura devono essere punzonati con il numero del saldatore che ha eseguito il giunto. E' cura dei tecnici dell’Appaltatore eseguire un accurato controllo visivo di tutti i cordoni di saldatura con lo scopo di verificare la correttezza dell'esecuzione, la rispondenza delle dimensioni del cordone di saldatura ai disegni, la presenza di eventuali difetti esterni o interni affioranti.
Sono a totale carico dell’Appaltatore le riparazioni dei cordoni difettosi, il controllo dopo la riparazione e i controlli di estensione.
Per controlli non distruttivi di cordoni d'angolo a totale o parziale penetrazione vale quanto segue:
- qualsiasi tipo di cricca è un difetto inaccettabile,
- per l'accettabilità dei difetti di altra natura, si fa riferimento alla tabella UNI 7278 per la classe di riferimento del giunto in questione;
- la entità, la qualità e la dislocazione dei controlli viene decisa dall’Istituto Italiano di Saldatura secondo le Istruzioni 44S del 9/95.
L’Appaltatore deve facilitare il lavoro degli esecutori dei controlli non distruttivi sulle saldature prendendo opportuni accordi con gli stessi, tramite la D.L., circa l'orario della esecuzione dei controlli stessi e mettendo a loro disposizione, a propria cura e spese, eventuali persone e mezzi per il sollevamento e posizionamento delle apparecchiature e altre attrezzature e/o ponteggi che si rendessero necessari.
L’Appaltatore accetterà il giudizio sulle saldature espresso dall'Istituto Italiano della Saldatura.
Nel caso di ripetuti esiti negativi dei controlli non distruttivi sulle saldature, l'Ente appaltante si riserva di estendere, a spese dell’Appaltatore, i controlli non distruttivi fino al 100%, di sospendere il lavoro di saldatura e di sostituire i saldatori dell’Appaltatore con altri idonei, il cui costo verrà addebitato interamente all’Appaltatore, unitamente ad ogni altro danno economico che dovesse derivare per ritardi nell'esecuzione del programma lavori.
Controlli delle strutture in montaggio
L'Ente appaltante si riserva la facoltà di procedere, in corso d'opera e/o a fine lavori, a controlli delle strutture montate, per i quali l’Appaltatore sarà tenuto a mettere a disposizione, a propria cura e spese, personale, mezzi, attrezzature, ponteggi e quant'altro necessario per rendere possibili i controlli stessi. L'eventuale rifiuto da parte dell’Appaltatore procrastina la compilazione del verbale finale di accettazione ed i pagamenti relativi, con il diritto dell'Ente appaltante di procedere a detti controlli con mezzi e personale proprio addebitando all’Appaltatore le spese relative.
A tutti gli effetti per l’Appaltatore, viene considerata liberatoria l'accettazione delle strutture da parte della L'Ente appaltante in subordine all'accettazione finale ed all'esito positivo del collaudo finale.
TIRANTATURE
Le tirantature sono eseguite mediante perforazione di diametro adeguato, a rotazione e/o rotopercussione, attraverso murature e terreni di qualsiasi natura e consistenza ed iniezione cementizia fino ad un massimo di due volte il volume teorico del foro; compreso la fornitura del tirante completo di piastra e dado di bloccaggio, la tesatura finale al carico di esercizio e quanto altro necessario per l'esecuzione dei lavori a regola d'arte.
VERNICIATURE DEI MANUFATTI METALLICI
L’Appaltatore dovrà eseguire la preparazione nel modo seguente:
Sabbiatura a metallo quasi bianco XX 0 ½ nelle zone di saldatura.
Le pellicole di laminazione, la ruggine e gli altri particolari estranei devono essere eliminati al punto che le tracce rimanenti appaiono solo come leggere ombre. Dopo il trattamento la superficie dovrà essere conforme a quanto previsto dalle norme citate al precedente punto c) per la sabbiatura tipo XX 0 ½
La sabbiatura sarà eseguita mediante uno dei procedimenti seguenti:
1) sabbiatura a secco con getto di aria compressa e sabbia abrasiva attraverso ugello, impiegando sabbia asciutta non salmastra, con granulometria massima passante al vaglio di 16 maglie per pollice lineare;
2) granigliatura con getto di aria compressa attraverso ugello, usando abrasivo tagliente costituito da limatura di ghisa, ferro, acciaio o graniglia sintetica, avente granulometria massima passante attraverso il vaglio di 16 maglie per pollice lineare;
3) granigliatura con apparecchiatura a turbina con lancio dell'abrasivo per azione centrifuga, costituito da cilindretti di acciaio, di granulometria massima passante attraverso il vaglio di 16 maglie per pollice lineare.
Dopo la sabbiatura, le superfici devono essere successivamente spazzolate con spazzole pulite di crine o di saggina o devono essere pulite con getto di aria compressa, filtrata e secca, oppure pulite con aspiratore, allo scopo di rimuovere dalla superficie ogni traccia di prodotti di pulitura e per la rimozione di eventuali tracce di abrasivo dalle cavità e dagli angoli.
Le superfici sabbiate devono essere verniciate con la prima mano entro 8 ore ma, in ogni caso, prima che appaia qualsiasi traccia di ruggine.
Nel caso in cui la conformazione delle strutture metalliche possa consentire ristagni di acqua, l’Appaltatore, prima dell'inizio della verniciatura, dovrà concordare con il D.L. ed il Progettista l'eventuale esecuzione di fori di scarico.
Qualora non si ritenesse opportuno eseguire fori di scarico, la parte soggetta a ristagni di acqua dovrà essere riempita di materiale idoneo, o stuccata con prodotto adatto, fornito dall’Appaltatore stesso, il cui costo si intende compreso nel prezzo unitario di offerta.
Verniciatura
Tipo di vernice, colore e tonalità sono indicate dalla Direzione dei Lavori ed in ogni caso devono essere preventivamente approvate dall’Appaltante.
L’Appaltatore, salvo che non sia diversamente indicato, dovrà verniciare tutte le superfici interne ed esterne delle strutture ad eccezione:
a) delle superfici di contatto dei giunti ad attrito;
b) degli elementi strutturali a contatto di getti in conglomerato cementizio, od in esso annegati.
Inoltre i giunti ad attrito (escluse le superfici di cui al punto a) saranno verniciate dopo eseguito il serraggio definitivo dei bulloni.
Per le superfici interne di strutture tubolari esposte all’atmosfera si adotteranno bitumi a caldo o composti epossibituminosi quale protezione anticondensa. Nella parte terminale inferiore di detti elementi tubolari verranno praticati dei fori per consentire il deflusso delle acque anche nel caso in cui le estremità dell’elemento tubolare siano saldate stagne.
Miscelazione e Diluizione
Tutti gli ingredienti di ogni contenitore di vernice saranno ben mescolati prima dell'uso e saranno agitati abbastanza spesso, in modo da mantenere la vernice in una composizione uniforme.
La miscelazione sarà fatta con metodi meccanici, eccetto che per contenitori di dimensioni massime di 20 lt. dove sarà ammessa la miscelazione a mano. La miscelazione con insufflaggio d'aria nella pittura non sarà mai permessa.
La pittura sarà mescolata in modo tale che sia assicurata la dispersione di ogni grumo, di depositi di pigmento ed una composizione uniforme.
I catalizzatori e gli induritori confezionati separatamente saranno miscelati con la pittura di base secondo le istruzioni della Fabbrica e saranno usati prontamente entro l'intervallo di tempo precritto.
Nessun diluente sarà aggiunto alla pittura a meno che non sia prescritto per una appropriata applicazione. Il tipo e la quantità di diluente da aggiungere sarà conforme alle istruzioni del fabbricante della pittura. Quando l'uso del diluente sia permesso, sarà aggiunto alla pittura durante il processo di rimescolamento sotto un appropriata supervisione.
Applicazione della Vernice e Movimentazioni
La pittura non sarà generalmente applicate quando la temperatura ambientale sia inferiore a + 5°C o superiore a +50°C
La pittura non sarà applicata con pioggia, vento, nebbia, smog o allorquando la temperatura della superficie da verniciare sia al di sotto della temperatura di condensazione della miscela. La pittura non sarà applicata su superfici bagnate o umide.Ogni vernice fresca esposta a condizioni di brutto tempo dovrà essere messa in condizione di seccare. I punti danneggiati dovranno essere rimossi, la superficie nuovamente preparata e quindi riverniciata fino a ricondurla alle stesse condizioni delle zone non danneggiate.
Ogni mano di vernice sarà applicata come una pellicola continua di spessore uniforme e scevra di pori. Ogni strato di vernice dovrà essere sufficientemente secco prima dell'applicazione delle mani successive,
così che non si formi alcuna irregolarità della pellicola, come rigonfiamenti o perdite di adesione allo strato sottostante.
Ogni mano dovrà presentare tonalità cromatica diversa dalla precedente.
Lo spessore minimo a secco per ogni mano deve essere di 30 micron, salvo che non sia diversamente prescritto; comunque deve essere nella quantità necessaria per eseguire il lavoro a regola d'arte.
Per le fasi di movimentazione/trasporto/montaggio di strutture che hanno subito un trattamento di verniciatura, si procederà come segue:
- l'Appaltatore dovrà assicurarsi che il sistema protettivo abbia già raggiunto le condizioni ottimali di essiccazione e presa;
- qualora sia necessaria l’imbragatura della membratura metallica, si farà uso di braghe rivestite di caucciù;
- si impiegheranno speciali supporti onde evitare attriti;
- si adotteranno imballaggi adeguati;
Si stabilirà, inoltre, un programma che riduca al minimo lo stoccaggio in cantiere e si adotteranno metodi di caricamento che riducano al minimo il maneggio degli elementi.
L'Appaltatore deve provvedere ad eseguire i ritocchi, con un trattamento dello stesso tipo usato in officina, alle strutture che lo richiedessero perché deteriorate durante il trasporto e il montaggio.
La mano finale di pittura non sarà applicata finché non siano ultimate le opere di muratura. Tutti gli spruzzi di intonaco e di cemento saranno rimossi prima dell'applicazione della vernice.
Salvo casi eccezionali e autorizzati dal D.L., la prima mano sarà data a pennello. Per le altre mani è accettata la verniciatura a spruzzo, ma non a rullo.
In ogni caso il procedimento di verniciatura dovrà essere tale da poter eseguire il lavoro a regola d'arte.
IMPERMEABILIZZAZIONI
IMPERMEABILIZZAZIONE DI MANUFATTI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO
Ove i disegni di progetto lo prevedano o quando la Direzione Lavori lo ritenga opportuno si provvederà alla impermeabilizzazione dell'estradosso di manufatti in conglomerato cementizio, interrati e non, quali i volti delle gallerie artificiali, ponti e viadotti, sottovia ecc.
Tale impermeabilizzazione verrà effettuata mediante guaine bituminose o con manto impermeabile continuo di cui ai paragrafi 27.2 e 27.3.
I materiali da impiegare dovranno possedere le seguenti caratteristiche: gli strati impermeabilizzanti, oltre che possedere permeabilità all'acqua praticamente nulla, devono essere progettati ed eseguiti in modo da avere:
• elevata resistenza meccanica, specie alla perforazione in relazione sia al traffico di cantiere che alle lavorazioni che seguiranno alla stesa dello strato impermeabilizzante;
• deformabilità, nel senso che il materiale dovrà seguire le deformazioni della struttura senza fessurarsi o distaccarsi dal supporto, mantenendo praticamente inalterate tutte le caratteristiche di impermeabilità e di resistenza meccanica;
• resistenza chimica alle sostanze che possono trovarsi in soluzione o sospensione nell'acqua di permeazione
• In particolare dovrà tenersi conto della presenza in soluzione dei cloruri impiegati per uso antigelo;
• durabilità, nel senso che il materiale impermeabilizzante dovrà conservare le sue proprietà per una durata non inferiore a quella della pavimentazione, tenuto conto dell'eventuale effetto di fatica per la ripetizione dei carichi;
• compatibilità ed adesività sia nei riguardi dei materiali sottostanti sia di quelli sovrastanti (pavimentazione);
• altre caratteristiche che si richiedono sono quelle della facilità di posa in opera nelle più svariate condizioni climatiche e della possibilità di un'agevole riparazione locale.
• Le suaccennate caratteristiche dell'impermeabilizzazione devono conservarsi inalterate:
• tra le temperature di esercizio che possono verificarsi nelle zone in cui il manufatto ricade e sempre, comunque, tra le temperature di -10° e + 60° C;
• sotto l'azione degli sbalzi termici e sforzi meccanici che si possono verificare all'atto della stesa delle pavimentazioni o di altri strati superiori.
Dovranno prevedersi prove e controlli di qualità e possibili prove di efficienza.
Ove i disegni di progetto lo prevedano o quando la Direzione Lavori lo ritenga opportuno si provvederà alla impermeabilizzazione di cui al punto 28.8.1 anche al di sopra dello strato di drenaggio di cui al punto 28.9.2, in corrispondenza della superficie di appoggio della base degli scatolari, opportunamente risvoltata per impedire infiltrazioni.
Guaine bituminose
I materiali da usare e le modalità di messa in opera saranno i seguenti:
• pulizia delle superfici: sarà sufficiente una buona pulizia con aria compressa e l'esportazione delle asperità più grosse eventualmente presenti, sigillature e riprese dei calcestruzzi non saranno necessarie; la superfici dovranno avere una stagionatura di almeno 20 giorni ed essere asciutte;
• primer: sarà dello stesso tipo descritto in precedenza e potrà essere dato anche a spruzzo, ad esso seguirà la stesa di circa 0,5 Kg/m2;
• tipo di guaina: sarà preformata, di spessore complessivo pari a 4 mm, l'armatura dovrà avere peso non inferiore a 250 g/m2 e resistenza non inferiore a 1000-1200 N/5cm, ed una flessibilità a freddo a
–10 °C, i giunti tra le guaine dovranno avere sovrapposizioni di almeno 5 cm e dovranno essere accuratamente sigillati con la fiamma e spatola meccanica;
• resistenza a punzonamento della guaina o dell'armatura (modalità A1 o Ga): non inferiore a 10 Kg;
• resistenza a trazione (modalità G2L e G2T): 8 Kg/ cm.
La massima cura dovrà essere seguita nella sistemazione delle parti terminali della guaina in modo da impedire infiltrazioni d'acqua al di sotto del manto; la Direzione dei Lavori potrà richiedere l'uso di maggiori
quantità di massa bituminosa da spandere sul primer per una fascia almeno di 1 metro in corrispondenza di questi punti, o altri accorgimenti analoghi per assicurare la tenuta.
Una certa attenzione dovrà essere osservata nella fase di rinterro, evitando di usare a diretto contatto della guaina rocce spigolose di grosse dimensioni.
Manto impermeabile continuo
L’impermeabilizzazione dell’impalcato e degli estradossi degl scatolari avverrà con manto impermeabile continuo composto da bitume elastomerizzato con caratteristiche di grande elasticità solidamente ancorato al calcestruzzo con l'interclusione di un tessuto non tessuto di poliestere da filo continuo o da fiocco,
Il piano di posa dovrà essere pulito, asciutto, privo di asperità, nidi di ghiaia e/o fuoriuscita di ferri. Tutti gli angoli e/o spigoli, in corrispondenza dei rilievi, volumi tecnici ecc., dovranno essere arrotondati oppure si dovrà prevedere l'inserimento di un listello di legno tagliato a 45 gradi.
Dopo accurata pulizia generale della superficie da trattare, si provvede allo spargimento, con autocisterna termica provvista di autonomo impianto di riscaldamento e barra di spruzzatura automatica, di una prima mano in ragione di 2,5kg./mq. di bitume modificato con elastomeri SBS-R (stirene-butadiene-stirene) a struttura radiale avente le seguenti caratteristiche con Metodo di prova
Valori: Penetrazione a 25°C, 100gr/5" CNR 24/71 50 - 70 dmm - Punto di rammollimento (P.A.) CNR 35/73 migliore di 65°C - Viscosità dinamica 60°C Pr EN n. 143 Pas 1000 – 2000 - Viscosità dinamica 160°C XXXX X0000 Pas > 0,45 - Punto di rottura FRAASS CNR 43/72 migliore di -20°C - Ritorno elastico a 25°C DIN 52013 > 80% - Temperatura di spruzzatura 180 - 195°C, applicazione sulla zona trattata del tessuto non tessuto di poliestere, ulteriore spargimento come sopra di bitume modificato con elastomeri SBS-R in ragione di 2kg./mq. e sabbiatura finale
DRENAGGI
TRINCEE DRENANTI
Nei terreni particolarmente ricchi di materiali fino a sui drenaggi laterali delle pavimentazioni, i drenaggi saranno realizzati con filtro di geotessile in tessuto non tessuto, che, nei sormonti dei teli, andrà cucito con spago imputrescibile, oppure con sovrapposizione di almeno 50 cm.
Nella parte inferiore a contatto con il terreno e per un’altezza di 20 cm per ogni lato, il geotessuto andrà impregnato con bitume a caldo per almeno 2 kg/mq, o a freddo ma reso fluido con solventi che non abbiano effetti sul geotessuto stesso. Il telo andrà provvisoriamente chiodato al terreno ai lati dello scavo, quindi riempito con materiale lapideo trattenuto al crivello 10 mm U.N.I. e con pezzatura massima di 70 mm. Ultimato il riempimento, il risvolto dei teli andrà sovrapposto da ambo i lati al materiale lapideo appena immesso nel cavo, e quindi il cavo verrà riempito con terra pressata per un’altezza variabile a giudizio della Direzione dei lavori.
DRENAGGIO A TERGO DI OPERE IN CEMENTO ARMATO
Per il drenaggio delle acque a tergo delle opere in calcestruzzo armato gettato in opera dovrà essere utilizzato un geocomposito formato da monofilamenti estrusi di polipropilene termosaldati tra loro nei punti di contatto con struttura tridimensionale a canali longitudinali paralleli, accoppiato termicamente, su un lato con un geotessile da filo continuo di polipropilene. Nella parte inferiore del geocomposito dovrà essere installato un tubo corrugato drenante del diametro 125 mm esterno 105 mm interno.
Il geocomposito presenterà le seguenti caratteristiche:
• Massa areica non inferiore a 600 g/m2
• Spessore a 2 kPa non inferiore a 7 mm
• Flusso attraverso un metro di larghezza non inferiore a 0,80 l / m s , misurato con gradiente i=0.32 e sotto carico di 20 kPa
Il geotessile dovrà presenterà le seguenti caratteristiche:
• Massa areica non inferiore a 130 g/m2
• Spessore a 2 kPa non inferiore a 1,1 mm
• Carico massimo a trazione non inferiore a 9,8 kN/m
• Resistenza a punzonamento CBR pari a 1600 N
• Porometria O90 pari a 90 micron
La struttura drenante del geocomposito sarà larga almeno 200 cm, mentre quella dei due teli di geotessile sarà di almeno 210cm., in modo da avere due chiusure laterali per prevenire l’infiltrazione di particelle di terreno. Il geocomposito sarà opportunamente fissato all’impermeabilizzazione e posato in modo da consentire la continuità idraulica laterale tra i vari teli.
Il drenaggio con geocomposito proposto non dovrà essere realizzato nelle opere necessarie per l’attraversamento del corpo stradale di fiumi, rii o fossi per le quali si ritiene prioritario dover evitare fenomeni di sifonamento; in tali opere infatti la realizzazione drenaggi può portare a fenomeni di flusso e riflusso delle acque di scorrimento negli scarichi dei drenaggi lungo i corsi d’acqua con fenomeni di asportazioni delle parti fini dei rilevati e conseguente creazione di vuoti all’interno e conseguenti fenomeni di perdita di portanza.
DRENAGGIO ALLA BASE DI OPERE IN CEMENTO ARMATO
Per il drenaggio delle acque alla base delle opere in calcestruzzo armato gettato in opera dovranno essere utilizzate strutture filtro-dreno-protettive dette “geocompositi” con elemento filtrante su entrambi i lati. Tali manufatti saranno costituiti da una struttura centrale tridimensionale a 3 ordini di fili paralleli, sovrapposti ed incrociati, ottenuta per estrusione di polietilene ad alta densità (HDPE) senza l’impiego di additivi espandenti sulla quale verrà termosaldato un geotessile nontessuto in polipropilene (PP) da 120 g/m² a 140 g/m². Il Geocomposito così ottenuto consentirà una perfetta filtrazione assicurando un’elevata trasmissività.
I geocompositi saranno resi in cantiere in rotoli da 2,00 m x 30,00 m ed avranno le seguenti caratteristiche:
Dovranno inoltre possedere: inerzia chimica totale, imputrescibilità, inattaccabilità da parte di roditori e microrganismi, insensibilità agli agenti atmosferici e all’acqua salmastra, stabilità ai raggi ultravioletti
• Polimero costituente il manufatto | HDPE e PP | |
• Peso unitario (ISO 9864) | 1420 g/m² (di cui 120 g/m² di geotessile) | |
• Spessore (ISO 9863) | ||
- a 20 kPa di pressione | 7.0 mm | |
- a 200 kPa di pressione | 6.5 mm | |
• Resistenza massima a Trazione (ISO 10319) | MD | 20.0 kN/m |
• Allungamento al picco (ISO 10319) | MD | 60% |
• Portata idraulica (ISO 12958) | ||
i = 1 σv = 100 kPa | MD | 2.0 l/m/s |
• Porometria del geotessile contessuto (ISO 12956) | 0.07 mm |
ottenuta mediante adatti quantitativi di nerofumo.
I geocompositi devono avere la marcatura CE, in conformità alle norme EN.
Il Sistema Qualità del Produttore deve essere certificato a fronte delle norme UNI EN ISO 9001:2000. Al di sopra di tale struttura drenante, sarà posto uno strato di guaina, con le specifiche del punto 28.8.1.
SISTEMAZIONI IDRAULICHE
EMBRICI.
Dovranno essere in conglomerato cementizio vibrato, avente RCK > 25MPa, in elementi di 50/40x50x20 cm e spessore 5cm., o simili,secondo i disegni tipo di progetto.
Le canalette dovranno estendersi lungo tutta la scarpata, dalla banchina al fosso di guardia.
Prima della posa in opera l'Impresa avrà cura di effettuare lo scavo di impostazione degli elementi di canaletta, dando allo scavo stesso la forma dell'elemento in modo che il piano di impostazione di ciascun elemento risulti debitamente costipato, per evitare il cedimento dei singoli elementi.
L'elemento al piede della canaletta, quando il fosso di guardia non è rivestito e manca l'ancoraggio, dovrà essere bloccato mediante due tondini in acciaio del diametro 24mm. e lunghezza non inferiore a 80cm., infissi nel terreno per almeno 60cm., in modo che sporgano almeno 20cm.
Ancoraggi analoghi dovranno essere infissi ogni tre elementi di canaletta per impedire il loro slittamento a valle.
In sommità la canaletta dovrà essere raccordata alla pavimentazione mediante apposito invito in conglomerato cementizio gettato in opera o prefabbricato.
La sagomatura dell'invito dovrà essere tale che l'acqua non incontri ostacoli al regolare deflusso.
Il prelievo dei manufatti per la confezione dei provini potrà essere fatto in ragione di un elemento di canaletta per ogni partita di 500 elementi o per fornitura numericamente inferiore.
MATERASSI RENO
Per la formazione di mantellata di rivestimento e/o rivestimento di argine, sponda o simili si prevede un rivestimento flessibile con gabbioni a materasso del tipo a tasche con dimensioni di lunghezza da 4 o 5 m, spessore 0,23 m e larghezza 2 m,; costruito con teli in rete metallica con maglia esagonale di 6x8 cm a doppia torsione con filo di ferro diametro 2,2 mm (UNI-EN 10218 tolleranze diametri) carico di rottura fra 350 e
550 N/mmq e allungamento minimo 10%, galvanizzato con lega eutettica Zinco-Alluminio (5%) Cerio- Lantanio secondo EN 10244 Classe A con quantitativo non inferiore a 225 g/mq, e come da Circolare del Consiglio Superiore LL.PP. n.2078 del 27/08/62, compresi: tiranti di ancoraggio nelle parti terminali ed intermedie, cuciture di chiusura, materiale metallico.
La rete deve avere maglie uniformi e perimetro rinforzato con filo del diametro riportato nella tabella sottostante. Il filo da impiegarsi nelle cuciture e per i tiranti deve possedere le stesse caratteristiche di quello usato per la fabbricazione della rete e deve avere un diametro pari a 2,20 mm. Nel caso di utilizzo di punti metallici meccanizzati per le operazioni di legatura, questi devono essere costituiti sempre in acciaio rivestito con diametro 3,00 mm e carico di rottura minimo pari a 170 Kg/mq. I diaframmi intermedi saranno costituiti da raddoppio di rete metallica che costituisce, senza soluzione di continuità, base e diaframmi e pareti laterali della struttura.
Spessore cm | Maglia mm | Diametro filo della rete | Diametro del filo Di rinforzo mm |
15 | 5 x 7 | 2.0 | 2.4 |
17 | 6 x 8 | 2.2 | 2.7 |
20 | 5 x 7 | 2.0 | 2.4 |
23 | 6 x 8 | 2.2 | 2.7 |
25 | 5 x 7 | 2.0 | 2.4 |
30 | 6 x 8 | 2.2 | 2.7 |
La rete metallica costituente i materassi deve rispettare, conformemente alla normativa ASTM A-975-97, le seguenti caratteristiche fisico-meccaniche minime:
• resistenza longitudinale alla torsione | kN/m | 33 |
• resistenza perpendicolare alla torsione | kN/m | 13 |
• resistenza in corrispondenza della stringitura | kN/m | 10 |
• resistenza al punzonamento kN 17
Il materiale da usarsi per il riempimento dei materassi sarà costituito pietrame non friabile e/o gelivo di riempimento disposto a strati, ben costipato e grossolanamente squadrato per formazione della facciavista assestata a mano in modo da ottenere una muratura a secco con blocchi di faccia esterna minimo 20x30 cmda, può essere costituito da ciottoli di fiume o pietrame di cava, di composizione compatta, sufficientemente duro, con peso specifico non inferiore a 2000 Kg/m3, e di dimensioni comprese fra il 100 ed il 150% della maggiore dimensione della maglia della rete e con assortimento tale da realizzare il maggior costipamento possibile. Non può impiegarsi pietrame alterabile dall'azione degli agenti atmosferici e dell'acqua con cui l'opera viene a contatto.
Il pietrame deve essere assestato dentro l'elemento in modo da avere il minor numero di vuoti possibile, ma senza provocare lo sfiancamento delle pareti dell'elemento e le facce in vista devono essere lavorate con le stesse modalità della muratura a secco (l’indice di porosità deve essere compreso tra 0.3 e 0.4).
Le operazioni di preparazione ed assemblaggio dei singoli elementi, nonché l'unione degli elementi contigui mediante legature fatte con l'apposito filo di cucitura o con punti metallici, devono essere tali da creare una struttura continua e monolitica.
Preliminarmente l'impresa deve procedere alla regolarizzazione del piano di posa. Normalmente le scarpate di appoggio sono inclinate di 1:1,5 o di 1:2 secondo la natura del terreno, tenendo la pendenza massima in casi di terre vegetali di media consistenza e la minima con quelle argillose.
Effettuato lo scavo, occorre porre sulla superficie di appoggio delle gabbie metalliche, uno strato di tessuto non tessuto con le specifiche di cui al punto 22.6 relative a quello previsto a separazione tra lo strato anticapillare ed il sovrastante materiale da rilevato.
Prima della posa in opera il singolo materasso deve allestirsi effettuando le sole legature di unione fra i diaframmi ed i lembi laterali del telo base che costituiscono le pareti dell'elemento.
È preferibile che i singoli elementi di materasso siano allestiti fuori opera, anche quando la scarpata sulla quale si debba eseguire il rivestimento non sia molto inclinata, e ciò per maggiore comodità e per non danneggiare il terreno già livellato.
Dopo aver predisposto sul piano cri posa un certo numero di elementi, già assemblati nella loro forma cellulare, si deve procedere a collegati fra di loro con solide cuciture lungo tutti gli spigoli che si vengono a trovare a contatto.
Le legature sono eseguite passando il filo in modo continuo in tutte le maglie, con un doppio giro ogni due maglie, e il collegamento in opera dei materassi deve essere eseguito ad elementi vuoti per rendere più facile tale operazione.
Qualora i materassi fossero senza diaframmi, prima di procedere al riempimento, all'interno devono essere apposti dei tiranti tra parti opposte.
Ultimate tali operazioni si procede alla chiusura degli elementi utilizzando il singolo coperchio, oppure rete in rotoli ed effettuando le dovute legature di unione sia lungo i bordi laterali che lungo quelli dei diaframmi interni.
L’Impresa, prima dell’inizio dei lavori, deve presentare alla Direzione Lavori per ogni partita ricevuta in cantiere i certificati rilasciati dal Produttore dei materassi metallici che attestino i quantitativi acquistati dall’Impresa e la rispondenza del materiale ai requisiti sopra indicati ed alle caratteristiche indicate nel progetto.
L’Impresa deve altresì fornire per il pietrame di riempimento dei materassi, certificati che attestino le caratteristiche fisiche e meccaniche del materiale e le cave di provenienza. Le caratteristiche fisiche del pietrame devono essere accertate seguendo le norme per la determinazione della massa volumica dei granuli (CNR 63/78), per la determinazione della gelività (CNR 80/80) e per la determinazione del coefficiente di imbibizione (CNR 137/92).
La Direzione Lavori può comunque ordinare delle prove di controllo sui materiali da effettuarsi presso laboratori di prova riconosciuti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
STRADE ARGINALI DI SERVIZIO
Le strade di servizio da realizzare in sommità degli argini e al piede delle arginature a campagna saranno formate, previo scavo del cassonnetto, con massicciata di tuot-venant di cava dello spessore di 30 cm e soprastante strato di chiusura costituito da rastrellato di cava dello spessore di cm 10.
I suddetti spessori sono da considerarsi a lavoro ultimato, dopo la compattazione da eseguirsi con adeguati rulli vibranti, e potranno essere diversi secondo le indicazioni della D.L..
OPERE FLUVIALI
SCOGLIERE
Per raccordare le due sponde in terra naturale d’alveo all’opera d’arte (scatolari gettati in opera) dovrà essere realizzata una scogliera in pietrame locale su entrambi i lati del corso d’acqua, con massi di peso non inferiore a 0,5 a 3 ql, intasata con conglomerato cementizio Rck 20 Mpa gettato dentro i vuoti a mezzo di pompa.
Il volume del pietrame dovrà essere non inferiore al 60% del totale della scogliera finita; dovrà essere utilizzato inoltre pietrame di minori dimensioni atto al riempimento dei principali vuoti per un volume non superiore al 25% della scogliera finita; il restante volume (non inferiore al 15%) verrà riempito con getto di calcestruzzo.
I litoidi dovranno essere sistemati in modo da ottenere la sagoma di progetto, procedendo eventualmente a sbozzature a mezzo di mazza e scalpello. Le pietre di dimensioni maggiori vanno situate nella parte bassa dell'opera.
La litologia del pietrame da utilizzare è quella locale così come descritta nell’Art. MURATURE IN PIETRA. Per la realizzazione della scogliera si dovrà procedere con le seguenti lavorazioni:
• sagomatura dello scavo con pendenza non superiore a 45°
• regolarizzazione del piano di appoggio
• realizzazione del piede di fondazione in massi ad evitare la rimobilitazione del pietrame in elevazione (altezza e interramento al di sotto della quota di fondo alveo secondo gli elaborati grafici di progetto)
• realizzazione del corpo in elevazione della scogliera (pietrame e intasamento in calcestruzzo come sopra descritto) con pendenze esterne variabili in continuo dalla pendenza di 45° di scarpata di alveo naturale fino al muro d’ala dello scatolare
• ripristino delle arginature a tergo e di un efficiente collegamento con le scarpate in terra naturali
Il rivestimento del fondo alveo per il tratto di raccordo tra le due scogliere deve essere realizzato in continuo tra le stesse in pietrame con massi di dimensioni tali che, intasati con il calcestruzzo determinino uno spessore di almeno 30 cm.
GABBIONATE
Ove sono previsti rivestimenti di sponda con gabbionate queste saranno realizzate con rete metallica a doppia torsione con maglia esagonale tipo 8x10 in accordo con le XXX-XX 00000-0, tessuta con trafilato di ferro, conforme alle UNI-EN 10223-3 per le caratteristiche meccaniche e UNI-EN 10218 per le tolleranze sui diametri, avente carico di rottura compreso fra 350 e 550 N/mmq e allungamento minimo pari al 10%, avente un diametro pari a 3.0 mm , galvanizzato con lega eutettica di Zinco - Alluminio (5%) - Cerio - Lantanio conforme alla EN 10244 – Classe A e ASTM 856-98 con un quantitativo non inferiore a 265 g/mq.
L’adesione della galvanizzazione al filo dovrà essere tale da garantire che avvolgendo il filo attorno ad un mandrino avente diametro quattro volte maggiore, il rivestimento non si crepa e non si sfalda sfregandolo con le dita. La galvanizzazione inoltre dovrà superare un test d’invecchiamento accelerato in ambiente contenente anidride solforosa (SO2) secondo la normativa DIN 50010 (KESTERNICH TEST) per un minimo di 28 cicli. La rete metallica costituente il manufatto dovrà avere una resistenza nominale a trazione longitudinale nominale pari a kN/m 58 ricavata con modalità di prova conformi alla normativa ASTM A-975- 97.
Gli scatolari metallici saranno assemblati utilizzando sia per le cuciture sia per i tiranti un filo con le stesse caratteristiche di quello usato per la fabbricazione della rete ed avente diametro pari a 2.40 mm,
l’operazione sarà compiuta in modo da realizzare una struttura monolitica e continua. Nel caso di utilizzo di punti metallici meccanizzati per le operazioni di legatura, questi saranno del diametro 3,00 mm e carico di rottura minimo pari a 170 Kg/mmq. Prima della messa in opera e per ogni partita ricevuta in cantiere, l'Appaltatore dovrà consegnare alla D.L. il relativo certificato di collaudo e garanzia rilasciato in originale, in cui specifica il nome del prodotto, la Ditta produttrice, le quantità fornite e la destinazione. Tale Ditta produttrice dovrà inoltre essere in certificazione di sistema qualità in conformità alle normative in vigore, ISO-EN 9002; in assenza di ciò, la D.L. darà disposizioni circa il prelievo di campioni per verificare il rispetto delle normative enunciate. Terminato l’assemblaggio degli scatolari si procederà alla sistemazione meccanica e manuale del ciottolame, che dovrà essere fornito di idonea pezzatura, né friabile né gelivo di dimensioni tali da non fuoriuscire dalla maglia della rete e da consentire il maggior costipamento possibile. Le fronti in vista saranno lavorate analogamente alle murature a secco con analogo onere di parametro. Durante il collocamento si applicheranno i tiranti di collegamento in filo di ferro zincato tra le pareti opposte e adiacenti.
RECINZIONI
RINGHIERE
I parapetti da installare lungo i bordi esterni di marciapiedi, canali aperti, ecc., saranno realizzati come da progetto e, ove non diversamente prescritto, in acciaio a qualità controllata secondo le vigenti norme (non inferiore a Fe 360) e zincati a caldo a norna UNI 5744/66 o verniciati.
Qualora non vi siano indicazioni specifiche, essi saranno di norma costituiti da una serie di sostegni verticali in profilato metallico, correnti tubolari, orizzontali o paralleli al piano di calpestio, fissati ai sostegni e di cui il superiore, con funzione di corrimano, sarà posto ad altezza non inferiore a 1.00 m dal piano di calpestio.
I sostegni saranno di norma alloggiati, per la occorrente profondità, in appositi fori di ancoraggio predisposti, o su piastre, sulle opere d' arte e fissati con malta a ritiro compensato o tiranti chimici.
Nel caso di collocazione del parapetto in zona presumibilmente sottoposta a notevole transito pedonale (zone urbane, collegamenti pedonali particolari, ecc.), la costituzione del parapetto dovrà essere tale da risultare inattraversabile da una sfera di diametro superiore a 100mm.
I parapetti dovranno essere sottoposti a verifica statica, ai sensi della L.1086/81, secondo i carichi previsti dalle vigenti normative.
Quando al di sotto ed all’esterno del parapetto si svolga un transito veicolare e/o pedonale, di modo che risulti possibile la caduta di oggetti dal piano di calpestio sui sottostanti veicoli e/o pedoni, dovranno essere previste idonee protezioni, costituite da fascia parapiede, pannelli in rete metallica, pannelli ciechi, ecc., secondo le indicazioni del progetto e della Direzione Lavori.
RECINZIONE IN RETE A MAGLIA SCIOLTA
Recinzione con paletti in profilato di ferro, rete plastificata a maglia sciolta costituita da:
• paletti intermedi in profilato di acciaio (A34 UNI 3144) zincato, sezione ad U 45 x 50 e lunghezza pari a 2,5 m, fissati nel terreno per una profondità di m 0,50 mediante blocco di cemento magro a rapida presa aventi una sezione di 650 cmq sia circolare che quadrata (144 - 25 x 25) posti ad interasse di m 2;
• paletti di controvento dello stesso tipo dei paletti intermedi con l'aggiunta di una saetta in profilato di acciaio (A34 UNI 3144) zincato sezione ad U 30 x 40 e lunghezza pari a 2 m fissata ad un montante a mezzo bullone zincato diam. 8 mm, posti ad interasse di mt 30, fissati nel terreno per una profondità di m 0,50 mediante un blocco di cemento armato a rapida presa aventi una sezione/minima di 650 cmq, sia circolare che quadrata;
• paletti di caposaldo dello stesso tipo dei paletti intermedi ma con 2 saette, in profilato di acciaio (A34 UNI 3144) zincato della sezione ad U 35 x 30 x 2, fissate al montante a mezzo bulloni zincati, diam. 8 mm posti ad interasse di circa 100 metri;
• rete rete metallica a semplice torsione a maglia sciolta, in filo di acciaio zincato secondo la norma UNI EN 10244-2/2001, classe D, rivestito con PVC UNI EN 10245-2, di colore verde di dimensioni 50x50 o 60x60 mm per un’altezza totale di m 1,80.
Il tutto completo dei fili per legature, bulloni ecc. in acciaio zincato, compreso gli scavi e il calcestruzzo per le fondazioni.
LEGNAME
Il legname deve essere sempre bene stagionato ed asciutto, a fibra diritta, sana, senza nodi, fenditure, tarli ed esente da qualunque altro difetto che, dalla Direzione dei lavori, fosse giudicato incompatibile con la regolare esecuzione dei lavori.
Se prescritto, il legname deve essere trattato con impregnante in autoclave, sì da garantire la necessaria resistente agli agenti atmosferici.
Il legname deve soddisfare alle condizioni di cui alle vigenti norme UNI sulle prove di accettazione.
RIVESTIMENTO E CIGLIATURE CON ZOLLE E SEMINAGIONI
Tanto per le inzollature che per le seminagioni si dovranno preparare preventivamente le superfici da trattare riportando in corrispondenza alle stesse uno strato uniforme di buona terra vegetale, facendolo bene aderire al terreno sottostante, esente da radici, da erbe infestanti e da cotiche erbose, dello spessore di almeno 20 centimetri.
Per la inzollatura delle scarpate da eseguire dove l’ordinerà la Direzione dei lavori, si useranno dove è possibile, zolle di 20 a 25 cm e di almeno 5 cm di spessore, disposte a connessure alternate, zolle provenienti dagli scoticamenti generali eseguiti per gli scavi o per la preparazione del terreno, purché‚ le zolle siano tuttora vegetanti.
Le zolle saranno assestate battendole col rovescio del badile, in modo da farle bene aderire al terreno.
Sulla scarpate dei rilevati la lavorazione del terreno consisterà in una erpicatura manuale con xxxxx e rastrello, eseguita a poca profondità, ad evitare di rendere il terreno instabile, spianando solchi e asperità con riporto di terra vegetale. L'Appaltatore provvederà ad eseguire le opere necessarie per lo smaltimento delle acque meteoriche, come ad esempio canalette in zolle, cigliature, solchi di guardia e simili, per evitare l'erosione del terreno.
Sulle scarpate degli scavi la lavorazione, in relazione alle condizioni locali di stabilità della coltre superficiale del terreno, potrà essere limitata alla creazione di piccole buche per la messa a dimora di talee o piantine di essenze compatibili con il suolo, e alla realizzazione dei solchi e gradoni per la semina di miscugli.
Prima dell'erpicatura l'Appaltatore farà eseguire un'analisi dei caratteri pedologici e chimici del terreno, al fine di predisporre la concimazione di fondo più opportuna da eseguire con l'erpicatura stessa prevedendo un dosaggio di concimi fosfatici, azotati e potassici, per un quantitativo complessivo unitario medio di quello consigliato dalla fabbrica.
Qualora il terreno risultasse particolarmente povero di sostanza organica, parte dei concimi di cui sopra, previa autorizzazione scritta del Direttore dei lavori, potrà essere sostituita da terricciati o da letame maturo.
Oltre alla concimazione di fondo, l'Appaltatore provvederà anche alla concimazione di copertura, tenendo presente che alla ultimazione dei lavori e al momento del collaudo si dovrà avere una uniformità vegetativa, senza spazi vuoti o radure.
OPERE A VERDE
Per quanto riguarda le semine e le piantagioni, prima di eseguirle il terreno destinato a tale scopo dovrà essere accuratamente preparato con le seguenti lavorazioni:
PREPARAZIONE DEL TERRENO
Nel caso di terreni piani o scarpate in scavo, in relazione alla consistenza dei suoli, dovranno essere realizzati dei solchi, delle buche o gradoni per la messa a dimora delle piante o la semina; nel caso di rilevati dovranno essere creati, a mano o meccanicamente, dei solchi (nei quali può anche essere riportato del terreno vegetale) nei quali verranno messe a dimora le piante oppure i semi. Tutte le operazioni di preparazione del
terreno, specialmente nel caso dei rilevati, dovranno prevedere delle opere di raccolta e canalizzazione delle acque meteoriche, creazioni di eventuali cigli e quanto necessario a garantire la stabilità delle aree di intervento.
CONCIMAZIONE
Prima delle operazioni di messa a dimora dovranno essere effettuate delle analisi chimiche del terreno per la valutazione del Ph ed il dosaggio dei concimi che indicativamente potranno essere:
- concimi azotati titolo medio 16%-4 ql/ettaro
- concimi fosfatici titolo medio 18%-8 ql/ettaro
- concimi potassici titolo medio 40%-3 ql/ettaro.
Nel caso di terreni con basse concentrazioni di sostanze organiche i concimi minerali potranno essere integrati, secondo le indicazioni fornite dalla direzione dei lavori, con terriccio idoneo a tale scopo. Tutte le operazioni di spandimento dei concimi dovranno essere effettuate a mano ed essere eseguite in modo da garantire un'omogenea distribuzione sul terreno.
L'impianto sia di specie a portamento erboso che a portamento arbustivo potrà essere eseguito con impiego di macchine oppure a mano e dovrà garantire, in ogni caso, il successivo sviluppo della pianta stessa ed un idoneo taglio delle radici prima della messa a dimora.
L'Appaltatore dovrà, inoltre, aver cura che non si verifichino fenomeni di pregermogliazione delle piante prima della loro messa a dimora e comunque provvedere all'immediata sostituzione delle piantine con evidenti segni di tale processo e che non potranno essere utilizzate.
INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE DELLA VEGETAZIONE
Intervento eseguito manualmente con tagliasiepe a lama, decespugliatore a filo, sega a motore e forbici da potatura, consistente nel taglio raso della vegetazione arbustiva e lianosa su percorsi o zone di fruizione, nella rimonda da seccume e spalcatura degli esemplari arborei degradati, nelle modalità di volta in volta stabilite dalla DL.
MODALITÀ DI ESECUZIONE
Inerbimento mediante semina a spaglio
Preparazione del letto di semina con eventuale eliminazione dei ciottoli presenti tramite rastrellatura e successivo riporto di terreno vegetale se il substrato è sterile.
Semina manuale o meccanica di un miscuglio di sementi di specie erbacee selezionate (30-60 g/mq) o di fiorume (0,5-2 kg/mq), di composizione stabilita in funzione del contesto ambientale ovvero delle condizioni edafiche, microclimatiche e dello stadio vegetazionale di riferimento. Provenienza e composizione dei miscugli dovranno essere certificati e concordati con la D.L.
Distribuzione di fertilizzante organico (50-150 g/mq).
Inerbimento mediante idrosemina
Preparazione del letto di semina con eventuale eliminazione dei ciottoli presenti tramite rastrellatura e successivo riporto di terreno vegetale se il substrato è sterile.
Aspersione, tramite apposita macchina irroratrice a forte pressione (idroseminatrice), della miscela formata da acqua, miscuglio di sementi erbacee selezionate e idonee al sito o di fiorume (0,5-2 kg/mq) - di composizione stabilita in funzione del contesto ambientale ovvero delle condizioni edafiche, microclimatiche e dello stadio vegetazionale di riferimento (provenienza e composizione dei miscugli dovranno essere certificati e concordati con la D.L.) - concime organico, collanti e sostanze miglioratrici del terreno, il tutto distribuito in un’unica soluzione.
Semina di piante legnose
Separatamente o in aggiunta ai miscugli di semi di piante erbacee di cui al punto precedente, potranno essere inseriti nelle semine anche semi di specie legnose in genere arbustive ove le condizioni di intervente siano difficilmente accessibili ad una normale piantagione e consentano la germinazione e la crescita delle stesse.
La semente costituita da semi grossi, come le ghiande o le nocciole, deve essere eventualmente eseguita in distinte fasi lavorative. Dovranno essere impiegate specie autoctone di provenienza locale raccolte dal selvatico, corredate da certificazione di origine, salvo diversa prescrizione della D.L.
Piantagione di arbusti (a radice nuda, in zolla, in contenitore, in fitocella)
Fornitura e messa a dimora di arbusti di specie autoctone o spontaneizzatesi storicamente, o prescritte dalla D.L., da vivaio, con certificazione di origine del seme, in ragione di 1 esemplare ogni 1-10 mq (a seconda delle esigenze progettuali, o delle prescrizioni della D.L.), aventi altezza minima compresa tra 0,30 e 1,20 m, previa formazione di buca con mezzi manuali o meccanici di dimensioni prossime al volume radicale per la radice nuda o doppie nel caso di xxxxxxxxx, vasetti o zolla.
Si intendono inclusi:
- l'allontanamento dei materiali di risulta dello scavo ove non idonei;
- il riporto di fibre organiche quali paglia,torba, cellulosa, etc. nella parte superiore del ricoprimento, non a contatto con le radici della pianta;
- il rincalzo con terreno vegetale con eventuale invito per la raccolta dell'acqua o l'opposto a seconda delle condizioni pedo-climatiche della stazione;
- la pacciamatura in genere con biofeltri ad elevata compattezza o strato di corteccia di resinose per evitare il soffocamento e la concorrenza da parte di specie erbacee.
Le piante a radice nuda potranno essere trapiantate soltanto durante il periodo di riposo vegetativo, mentre per quelle in zolla, contenitore o fitocella il trapianto potrà essere effettuato anche in altri periodi, tenendo conto delle stagionalità locali e con esclusione de periodi di estrema aridità estiva o di gelo invernale.
Il materiale vegetale impiegato deve avere requisiti e caratteristiche ben precise, quali: non deve presentare ferite, capitozzature o attacchi parassitari (funghi, insetti, ecc.); deve avere un portamento regolare ed una giusta proporzione tra la conformazione della chioma, del caule e delle radici; deve essere contrassegnato da appositi certellini indicanti la provenienza e la specie, in base alle norme vigenti in materia (L. n. 269 del 22.5.1973).
Piantagione di alberi (a radice nuda, in zolla, in contenitore, in fitocella)
Fornitura e messa a dimora di alberi di specie autoctone o spontaneizzatesi storicamente, o prescritte dalla D.L., acquistate da vivaio, con certificazione di origine del seme, in ragione di 1 esemplare ogni 5-30 mq (a seconda delle esigenze progettuali, o delle prescrizioni della D.L.), aventi altezza minima compresa tra 0,30 e 1,50 m, previa formazione di buca con mezzi manuali o meccanici di dimensioni prossime al volume radicale per la radice nuda o doppie nel caso di xxxxxxxxx, vasetti o zolla.
Si intendono inclusi:
- l'allontanamento dei materiali di risulta dello scavo ove non idonei;
- il riporto di fibre organiche quali paglia, torba, cellulosa, etc. nella parte superiore del ricoprimento, non a contatto con le radici della pianta;
- il rincalzo con terreno vegetale con eventuale invito per la raccolta dell'acqua o l'opposto a seconda delle condizioni pedo-climatiche della stazione;
- la pacciamatura in genere con biofeltri ad elevata compattezza o strato di corteccia di resinose per evitare il soffocamento e la concorrenza da parte di specie erbacee;
- uno o più pali tutori secondo indicazioni della D.L.
Le piante a radice nuda potranno essere trapiantate soltanto durante il periodo di riposo vegetativo, mentre per quelle in zolla, contenitore o fitocella il trapianto potrà essere effettuato anche in altri periodi tenendo conto delle stagionalità locali e con esclusione dei periodi di estrema aridità estiva o di gelo invernale.
L’Impresa dovrà riseminare a sue spese le parti ove l’erba non avesse germogliato. Le piante dovranno essere disposte secondo le indicazioni impartite dalla D.L..
Quelle piante che non attecchissero, o che dopo attecchite venissero a seccare, dovranno essere sostituite dall’Impresa a proprie spese in modo che all’atto del collaudo risultino tutte in piena vegetazione.
Sarà cura dell’Impresa di affidare le piante a robusti tutori in legno a cui saranno legate con raffia, allo scopo di sorreggerle durante la prima fase di accrescimento.
GEORETI IN JUTA ANTIEROSIONE
Nei terreni particolarmente delicati, soggetti ad erosione causata dal vento e dalla pioggia, nei quali occorre ricostituire il manto vegetativo, l’Appaltatore metterà in opera un telo di juta ininfiammabile, le cui funzioni sono di proteggere il terreno dal dilavamento e dalla evaporazione eccessiva, mantenendo più a lungo condizioni ambientali favorevoli all’attecchimento di specie erbacee precedentemente seminate.
Prima della stesa della rete la superficie dovrà essere liberata da pietre, rami e materiali d’ingombro, e andranno regolarizzate le buche e le sporgenze; nella parte a monte della superficie da proteggere andrà scavato un solco di cm 20x30, in cui sotterrare le estremità della rete, ripiegate per cm 20. La rete andrà tenuta molle sul terreno durante lo srotolamento, con sormonti tra i teli di cm 10.
La rete andrà fissata al terreno con chiodi ad U in ferro dolce di diametro 3-5 mm, infissi nel terreno lungo le giunzioni a distanza di 1 m.
SISTEMAZIONE DEL TERRENO ACCANTONATO DAGLI SCAVI
Il terreno dovrà essere posto in opera in strati uniformi, sarà prelevato dai cumuli di accantonamento in fase di scavo, ben sminuzzato, evitando l’utilizzo di zolle compatte argillose, sarà caricato, trasportato, scaricato e sistemato secondo il profilo di progetto nelle scarpate del rilevato della variante con l’ausilio di mezzi meccanici per uno spessore di cm. 30 su entrambi i lati e all’interno delle rotatorie con baulatura del 15% come indicato negli elaborati grafici spianato e configurato in superficie.
LAVORI A MISURA
Le diverse categorie di lavori a misura saranno contabilizzate applicando alle relative quantità, riconosciute ed accettate dalla Direzione Lavori, i corrispondenti prezzi unitari previsti dall’Elenco di progetto annesso al presente Capitolato.
Xxxxx disposizioni contrarie espressamente previste alle singole voci, con i prezzi unitari di elenco relativi ai lavori a misura si intendono compensate la fornitura di tutti i materiali occorrenti nonché tutte le prestazioni necessarie per l’esecuzione dei lavori stessi, con la più assoluta e scrupolosa osservanza di tutte le norme stabilite nel presente Capitolato.
La Stazione Appaltante si riserva in ogni caso il diritto di provvedere direttamente alla fornitura dei materiali da impiegare nell’esecuzione dei lavori. In quest’ultima eventualità, qualora l’Elenco prezzi di progetto preveda unicamente, per tali categorie di lavori, prezzi comprensivi della fornitura e posa in opera, si procederà nei modi seguenti:
• in presenza del corrispondente prezzo di Elenco relativo alla sola fornitura: deducendo dal prezzo complessivo quello della sola fornitura ed applicando in contabilità il nuovo prezzo così ottenuto, senza bisogno di ricorrere a nessuna altra procedura tecnico-amministrativa;
• in assenza del corrispondente prezzo di Elenco relativo alla sola fornitura: deducendo dal prezzo complessivo quello della sola fornitura, determinato in contraddittorio con l’Appaltatore sulla base dei prezzi di mercato, ed applicando in contabilità il nuovo prezzo così ottenuto, dopo che sia stato redatto, firmato ed approvato il relativo “Verbale di concordamento nuovi prezzi”.
Nella valutazione delle opere computate a misura, salvo diverse particolari prescrizioni previste di seguito, saranno dedotti tutti i vani nonché gli spazi occupati da materiali interclusi, non formanti oggetto della misura.
Sono pertanto stabilite, per le misurazioni e valutazioni delle principali categorie di lavori a misura, le seguenti prescrizioni particolari:
SCAVI
Per scavi a sezione aperta o di sbancamento si intendono quelli eseguiti per splateamenti, trincee di approccio a scavi più profondi, sbancamenti incassati di grande sezione per fondazioni di opere d’arte e, comunque, tutti gli scavi di qualunque genere essi siano aventi una larghezza uguale o superiore a metri 3 (tre).
Per scavi incassati a sezione obbligata si intendono quelli delimitati da due pareti verticali aventi una larghezza inferiore a metri 3 (tre).
Si precisa nuovamente che nei relativi prezzi di Elenco sono compresi tutti gli oneri derivanti all’Appaltatore dalla costruzione e manutenzione di armature e sbadacchiature di sostegno delle pareti degli scavi, anche se ripetute per permettere la posa delle tubazioni.
Ove ragioni particolari non lo vietino L’Appaltatore potrà, per propria scelta personale, eventualmente eseguire i suddetti scavi anche con pareti inclinate od a scarpata, senza che per questo gli venga riconosciuto alcun onere aggiuntivo per il maggior scavo eseguito.
In questo caso resta inteso e stabilito che sia la sabbia che la ghiaia, od altri materiali inerti usati per il riempimento dello scavo, sia le demolizioni che i rifacimenti della sovrastruttura stradale, saranno contabilizzati come se lo scavo fosse stato eseguito a sezione obbligata secondo le dimensioni previste nel progetto, o quelle ordinate dal D.L. per il fondo scavo.
Il computo del volume degli scavi verrà eseguito per tratti compresi fra sezioni omogenee, in ciascuna delle quali non vari sensibilmente né l’andamento del terreno né la livelletta della condotta, moltiplicando la lunghezza orizzontale di ciascun tratto per la media delle aree delle sezioni che lo delimitano.
Tali aree, qualunque sia la profondità dello scavo e l’eventuale inclinazione delle pareti saranno calcolate con la seguente formula: S = L x H in cui:
L - è la larghezza ordinata per il fondo dello scavo;
H - è l’altezza media tra il fondo medesimo ed il piano stradale, o quello del terreno naturale, o quello precedentemente raggiunto con lo sbancamento.
Non verranno contabilizzate le maggiori sezioni necessarie per la formazione di nicchie, intendendosi tali oneri compensati con i prezzi di Elenco, qualunque sia il materiale ed il diametro delle tubazioni da posare, nonché il tipo di giunzione delle stesse.
Con i prezzi di Elenco si intendono inoltre compensati tutti gli oneri relativi alle modalità di scavo, alla pulizia ed all’eventuale costipamento del piano di fondo, all’accurato rincalzo e ricoprimento delle tubazioni secondo le norme contenute nel Capo IV del presente Capitolato, al costipamento dei materiali di riempimento, alla formazione del cassonetto stradale, al riempimento degli scavi in campagna o di sbancamento con materie selezionate tra quelle precedentemente scavate, alla sistemazione del terreno dopo il riempimento ed alle necessarie ricariche in strada o campagna durante il periodo di garanzia.
Gli scavi saranno eseguiti di norma con mezzi meccanici, ma potranno essere realizzati anche manualmente, qualora particolari condizioni ambientali o la circospezione dovuta alla vicinanza di altri sottoservizi inducano ad operare tale scelta. La decisione di operare con scavi a mano può essere presa dall’Appaltatore per giustificato motivo, od essere imposta con esplicita disposizione da parte della Direzione Lavori. In ogni caso resta inteso e concordato che nessuna maggiorazione ai prezzi stabiliti nell’Elenco verrà riconosciuta all’Appaltatore, qualunque sia la percentuale dello scavo eseguito a mano.
Per scavi eseguiti in presenza di roccia sarà applicato il relativo sovrapprezzo a compenso della demolizione della roccia stessa, ma solo quando la durezza e consistenza del materiale da scavare siano paragonabili a quelli della selenite.
In tutti i prezzi degli scavi si intendono compresi e compensati gli oneri conseguenti alle modalità di esecuzione stabilite nel presente Capitolato, ed in particolare i seguenti:
- le deviazioni provvisorie dei fossi attraversati e relative opere provvisionali.
DEMOLIZIONI, RIMOZIONI E RIFACIMENTI
I prezzi per le demolizioni e rimozioni di murature ordinarie di qualsiasi genere e di strutture di qualsiasi tipo in calcestruzzo semplice od armato, che non siano già compensate con i prezzi degli scavi, si applicano esclusivamente alle quantità effettive da demolire o da rimuovere, comunque risultino suddivise e distribuite, e si intendono comprensive di qualsiasi onere.
Premesso che dalle strade con pavimentazione a carattere permanente si intendono escluse quelle il cui fondo è costituito da terra battuta o da ghiaia anche se rullata, si precisa che nell’applicazione del prezzo relativo al taglio e demolizione di pavimentazioni stradali per l’esecuzione di scavi di qualsiasi tipo e natura si terrà conto unicamente della lunghezza dello scavo eseguito, indipendemente dalla larghezza dello stesso.
Nel caso che la pavimentazione interessi solo una porzione longitudinale dell’apertura dello scavo, verrà comunque riconosciuta l’applicazione del prezzo negli stessi termini di cui sopra.
Nella valutazione della superficie dei rifacimenti di sovrastrutture stradali di qualsiasi tipo verrà assunta come larghezza della superficie stessa quella ordinata.
MURATURA E CONGLOMERATI
a) Muratura in genere
Tutte le murature in genere, salvo le eccezioni in appresso specificate, saranno misurate geometricamente, a volume o a superficie, secondo la loro categoria, in base a misure prese sul vivo dei muri, esclusi cioè gli intonaci e dedotti i vani, nonché i materiali di differente natura in esse compenetrati e che devono essere pagati con altri prezzi di tariffa.
Nei prezzi di tutte le opere, tanto in fondazione quanto in elevazione e in muratura, si intenderà sempre compresa ogni qualunque spesa per le impalcature e i ponti di servizio di qualsiasi importanza, per il carico, trasporto, innalzamento o discesa e scarico a piè d’opera dei materiali di ogni peso e volume, e per tutte le manovre diverse, occorrenti per la costruzione delle opere stesse,qualunque sia la loro altezza o profondità di esecuzione, e qualunque sia la grossezza e la forma delle murature, nonché per le murature in elevazione, il paramento di faccia vista, del tipo indicato nel relativo prezzo di elenco delle murature, semprechè questo non sia previsto con pagamento separato.
Nei prezzi della muratura di qualsiasi specie, qualora non debbano essere eseguite con paramento di faccia vista, si intende compreso il rinzaffo delle facce visibili dei muri: tale rinzaffo sarà sempre eseguito, ed è compreso nel prezzo unitario anche a tergo dei muri che debbono essere poi caricati da terrapieno; è pure sempre compresa la formazione di feritorie regolari e regolarmente disposte nei muri per lo scolo delle acque e delle immorsature, e la costruzione di tutti gli incassi per la posa in opera della pietra da taglio.
Qualunque sia la incurvatura data alla pianta ed alle sezioni trasversali dei muri, anche se si debbano costruire sotto il raggio, le relative murature non potranno essere comprese nella categoria delle volte e saranno valutate coi prezzi delle murature rette senza alcun compenso.
Le murature rette o curve in pietrame o mattoni saranno quindi pagate a metro cubo coi prezzi di elenco stabiliti per i vari tipi, strutture e provenienze dei materiali impiegati.
Le volte rette ed oblique e gli archi in conci di pietrame o mattone saranno pagati anche essi a volume ed a seconda del tipo, struttura e provenienza dei materiali impiegati, coi relativi prezzi di elenco ed in essi s’intendono comprese tutte le forniture, lavorazioni e magistero per dare la volta in opera completa con tutti i giunti delle facce viste frontali e di intradossi profilati e stuccati.
b) Calcestruzzi, smalti, cementi armati e cappe
I calcestruzzi per fondazioni, murature, volte, ecc., gli smalti ed i cementi armati, costruiti di getto in opera, saranno in genere pagati a metro cubo di calcestruzzo o di smalto, escluso il ferro da impiegare per i cementi armati che verrà pagato a parte a peso ed a chilogrammo, e misurati in opera in base alle dimensioni prescritte, esclusa quindi ogni eccedenza ancorché inevitabile, dipendente dalla forma degli scavi aperti e dal
modo di esecuzione dei lavori e trascurando soltanto la deduzione delle eventuali smussature previste in progetto agli spigoli che avessero il cateto della loro sezione trasversale inferiore, o al più uguale, a 10 centimetri.
I calcestruzzi, gli smalti ed i cementi armati costruiti di getto fuori d’opera, saranno valutati sempre in ragione del loro volume, senza detrazione del volume del ferro per i cementi armati quando trattasi, da travi, solette, pali, od altri pezzi consimili; ed in ragione del minimo parallelepipedo retto a base rettangolare circoscrivibile a ciascun pezzo quando trattasi di pezzi sagomati o comunque ornati per decorazione, pesandosi poi sempre a parte il ferro occorrente per le armature interne dei cementi armati,
Le cappe sulle volte saranno misurate a volume comprendendosi in esso anche lo strato superiore di protezione di malta di cemento.
Nel computo del volume non verrà tenuto conto dello strato di sabbia soprastante che l’Appaltatore dovrà eseguire senza speciale compenso, essendo questo già compreso a metro cubo stabilito in elenco per le cappe sulle volte.
FERRO TONDO PER CALCESTRUZZO
Il peso del ferro tondo di armatura del calcestruzzo, sia che esso sia del tipo omogeneo, seminudo, accidioso, verrà determinato mediante il peso teorico corrispondente ai vari diametri effettivamente prescritti, trascurando le quantità superiori alle prescrizioni, le legature e le sovrapposizioni per giunte non ordinate.
Il peso del ferro verrà in ogni caso determinato con mezzi analitici ordinari, misurato cioè lo sviluppo lineare effettivo per ogni barra (seguendo le sagomature e uncinature) e moltiplicando per il peso unitario dato dalle tabelle ufficiali UNI.
Col prezzo fissato, il tondino sarà fornito e dato in opera nelle casseformi, dopo aver subito tutte le piegature, sagomature e legature ordinate dalla Direzione dei Lavori, curando che la posizione dei ferri coincida rigorosamente con quella fissata nei disegni esecutivi.
Il prezzo a chilogrammo dei soli cavi di acciaio armonico impiegato per i calcestruzzi precompressi, compensa anche la fornitura e posa in opera delle guaine, dei fili di legatura delle stesse guaine e le iniezioni con malta di cemento nei vani dei cavi, le teste e le piastre di ancoraggio e la mano d’opera ed i mezzi ed i materiali per la messa in tensione dei cavi stessi nonché il bloccaggio dei dispositivi.
TUBAZIONI IN GHISA
I prezzi di Elenco riguardanti la posa in opera delle suddette tubazioni prevedono:
• la manovalanza occorrente per il carico dai luoghi di raccolta e cioè scali ferroviari, magazzini della Stazione Appaltante ecc., il trasporto, lo scarico sul cantiere di lavoro e successivamente lo sfilamento lungo i bordi dello scavo;
• l’allineamento, l’esecuzione delle giunzioni, la prova di pressione, il calaggio sul fondo dello scavo, i collaudi definitivi della tubazione e degli allacciamenti, e quant’altro occorra per dare il lavoro finito in ogni particolare.
Il lavoro viene compensato in base alla lunghezza orizzontale della tubazione, comprendendo in tale lunghezza i pezzi speciali e gli eventuali cavallotti.
Qualora, su specifico ordine della Direzione Lavori, siano effettuati cavallotti in acciaio essi saranno valutati a parte.
Per quanto si riferisce alla posa di tubazioni in polietilene sono considerati inclusi nel prezzo della fornitura e posa in opera tutti gli oneri (fornitura e saldatura di giunti di transizione, curve e pezzi speciali in polietilene o ghisa malleabile zincata), con esclusione degli eventuali pezzi speciali in ghisa sferoidale e delle flange previsti nell’Elenco Prezzi.
CONDOTTE PER FOGNATURE
I prezzi di Elenco riguardanti la posa in opera delle suddette tubazioni prevedono:
• la fornitura e posa in opera di manufatti prefabbricati in cls., XXXX, P.V.C., gres od altro materiale;
• la manovalanza occorrente per il carico dai luoghi di raccolta e cioè scali ferroviari, magazzini della Stazione Appaltante ecc., il trasporto, lo scarico sul cantiere di lavoro e successivamente lo sfilamento lungo i bordi dello scavo;
• l’allineamento, l’esecuzione delle giunzioni, la prova di pressione, il calaggio sul fondo dello scavo e quant’altro occorra per dare il lavoro finito in ogni particolare;
• rivestimento interno con prodotti epossidici per gli spessori di progetto (tubazioni prefabbricate in cls.);
• la casseratura;
• il getto della soletta di base e il rinfianco in cls., reso plastico con Rck di progetto, o eseguito con sabbia;
• l’armatura antigalleggiamento in ferro per l’esecuzione dei condotti in P.V.C., PEAD ed i condotti per l’assemblaggio dei manufatti stessi;
• i pezzi speciali in P.V.C., PEAD o in gres ceramico che si rendessero necessari;
• la prova idraulica delle condotte.
I condotti di fognatura verranno pagati per la loro effettiva lunghezza, cioè misurandoli a partire dai fili esterni delle camerette d’ispezione; nel caso di condotti circolari e vigentini invece verrà corrisposta l’intera lunghezza.
E’ comunque previsto ogni altro onere, anche se non specificatamente descritto nel presente articolo, utile alla perfetta realizzazione a regola d’arte dei lavori.
POZZETTI D’ISPEZIONE
I pozzetti d’ispezione della fognatura del tipo prefabbricato o gettati in opera e delle dimensioni interne variabili, fino ad un massimo volume di 3,00 mc, a corredo dei condotti in cls., in P.V.C., PEAD o altro materiale saranno contabilizzati a volume interno, a numero o mediante sovrapprezzo alla fognatura secondo la descrizione dell’elenco prezzi, precisando che le misurazioni avranno i seguenti estremi:
condotti circolari: piano di scorrimento della condotta fognaria, piano della sottosoletta di copertura. Il prezzo comprende:
• il getto del pozzetto con calcestruzzo cementizio Rck 250, compresi nel prezzo gli oneri per casseformi, armo, disarmo, sfridi, liquido disarmante, demolizione pavimentazione stradale a carattere permanente e della sottostante massicciata, scavo a sezione obbligata fino alla profondità richiesta dalla Direzione Lavori, carico e trasporto a rifiuto del materiale di risulta, rinterro perimetrale della medesima a lavoro ultimato da eseguirsi con materiale arido di cava a granulometria assortita, ecc.;
• la fornitura e posa in opera dei manufatti prefabbricati, completi di ogni accessorio quali le guarnizioni in gomma;
• le eventuali sigillature-giunture in malta cementizia o l’incollaggio con colle epossidiche;
• la verniciatura con prodotti epossidici-epossicatramosi;
• tutta l’armatura in ferro necessaria a far fronte ai carichi e sovraccarichi di esercizio.
Per quanto riguarda invece i pozzetti del tipo in muratura di mattoni pieni, spessore cm 28, a corredo delle camerette d’ispezione sui condotti circolari in cls., in P.V.C., PEAD o altro materiale saranno contabilizzati anch’essi a volume, precisando che le misurazioni avranno per estremi il piano di scorrimento della condotta e la sottosoletta di copertura del pozzetto.
Il prezzo comprende:
• esecuzione del pozzetto in mattoni pieni, spessore cm. 28;
• stuccature delle liste o dei giunti con malta cementizia;
• intonacatura interna con malta di calce idraulica dei pozzetti in muratura di xxxxxxx;
• esecuzione della soletta di riduzione cordolo di appoggio del chiusino in ghisa, in getto di cls. cementizio, secondo le indicazioni di progetto o secondo le istruzioni impartite dalla Direzione Lavori;
• ogni e qualsiasi altro onere come specificato per i pozzetti in calcestruzzo cementizi di cui ai paragrafi precedenti.
Sono compresi nel prezzo pure gli oneri per il calcolo e la progettazione della soletta di copertura e di tutto il pozzetto, nonché tutti gli oneri necessari per ottenere i permessi dai vari Enti (Comuni, Ufficio Tcnico del Territorio, ecc.).
E’ compreso altresì ogni onere e magistero per dare l’opera completa ed a perfetta regola d’arte.
CAMERETTE D’ISPEZIONE
Contabilizzazione delle camerette di ispezione avverrà a volume di esse. Il Prezzo comprende:
• il getto del fondo con cls. cementizio armato Rck 300 del tipo e per gli spessori previsti dal progetto o secondo le isruzioni impartite dalla Direzione Lavori, compreso la sagomatura del fondo a copiare la forma dei condotti o la fornitura e posa in opera sul fondo stesso dei manufatti prefabbricati tagliati longitudinalmente a metà, secondo le indicazioni di progetto o secondo le istruzioni impartite dalla Direzione Lavori;
• la casseratura necessaria;
• le pareti in cls. Rck 300
• l’esecuzione delle solette di copertura in cls. Armato Rck 300;
• l’armatura in ferro necessaria acciaio Feb 44K control;
• la demolizione della pavimentazione stradale a carattere permanente e della sottostante massicciata, lo scavo a sezione obbligata fino alla profondità richiesta dalla Direzione Lavori, il carico ed il trasporto a rifiuto dei materiali scavati, il rinterro dello scavo residuo a lavoro ultimato;
• ogni altro onere e magistero per dare l’opera completa ed a perfetta regola d’arte.
Si precisa che nel titolo è compresa l’esecuzione del manufatto compreso fra il terreno di appoggio ed il piano di appoggio del chiusino di ghisa o dell’eventuale canna di ispezione, anch’essa in muratura di mattoni pieni o in getto di cls. cementizio Rck debitamente armato ed avente dimensioni interne variabili.
Saranno pure a carico dell’Appaltatore gli oneri per la progettazione ed il calcolo della sopra citata cameretta, nonché gli oneri per la richiesta e l’ottenimento dei necessari permessi presso i vari Enti (Comuni, Genio Civile, ecc.).
RIEMPIMENTO DEGLI SCAVI PER FOGNATURE
Il riempimento degli scavi di fognatura sarà misurato con il metodo delle sezioni ragguagliate, precisando che per altezze della sezione verrà convenzionalmente intesa la differenza di questa fra il piano di fondazione stradale o il piano di campagna originario e l’estradosso in chiave del condotto di fognatura e/o idrico, ovvero il piano superiore del rinfianco in materiali aridi (sabbia, sabbione, ghiaietto, stabilizzato, ecc) se previsto; per la larghezza del manufatto finito andante escludendo cioè i limiti fuori sagoma delle murature dei pozzetti ed eventuali maggiori scavi eseguiti per comodità dell’Impresa per effetto di franamenti del terreno, con esclusione del volume delle tubazioni per diametri minori o uguali a mm. 200.
RINTERRI
Il volume dei rinterri sarà valutato in base alle dimensioni geometriche ordinate per gli scavi, con deduzione del volume della tubazione quando espressamente specificato nel relativo articolo dell’elenco prezzi.
MANUFATTI IN FERRO - PARAPETTI
I lavori in ferro profilato o tubolare saranno valutati a peso ed i relativi prezzi applicati al peso effettivamente determinato prima della posa in opera mediante pesatura diretta a spese dell'Impresa o mediante dati riportati da tabelle ufficiali U.N.I..
I prezzi comprendono pure, oltre la fornitura, la posa in opera, la esecuzione dei necessari fori, la saldatura chiodatura e ribattitura, le armature di sostegno e le impalcature di servizio, gli sfridi di lavorazione e la coloritura, quest'ultima se e come sarà precisata nell'elenco prezzi.
Per i parapetti, la valutazione verrà effettuata a peso complessivo dell'opera con tutti gli oneri sopra esposti e tenendo presente che nel prezzo unitario è pure compresa la posa in opera.
Le opere in acciaio saranno eseguite secondo le norme XXX 00000-00 DEL 08/04/85
DISPOSIZIONI RELATIVE AI PREZZI
I prezzi unitari comprensivi di spese provvisionali, sicurezza, progettuali, generali ed utili in base ai quali saranno pagate le somministrazioni di mano d'opera, i materiali ed i noleggi per i lavori in economia, nonché i lavori di variante appaltati a misura, tengono conto e compensano tutto quanto disposto nel presente Capitolato, quanto particolarmente indicato nelle singole voci dell'elenco e quanto appresso specificato.
Per le somministrazioni di mano d'opera:
Ogni spesa per fornire gli attrezzi e di utensili del mestiere, nonché le quote per oneri di ogni genere.
Per le somministrazioni di materiali
Ogni spesa - nessuna eccettuata - sopportata dall'Impresa per la fornitura, trasporto, magazzinaggio, cali, sprechi, perdite, ecc.. per dare i materiali stessi pronti all'impiego a piè d'opera a qualsiasi punto del lavoro, nella quantità richiesta dalla Committenza.
Per i noleggi
Ogni spesa - nessuna eccettuata - per fornire le macchine e gli attrezzi in perfetto stato di utilizzabilità e provvisti di tutti gli accessori per il loro regolare funzionamento. Nel prezzo di noleggio di meccanismi sono compresi quindi tutti gli oneri e tutte le spese per il loro trasporto a piè d'opera, montaggio, smontaggio ed allontanamento dal cantiere, nonché per la mano d'opera per la manovra, il combustibile e l'energia elettrica, i lubrificanti, i materiali di consumo e tutto quanto occorre per il funzionamento delle macchine.
Per i lavori a misura
Tutti i prezzi indistintamente si applicano alle rispettive categorie di lavoro, qualunque sia la loro entità e dovunque tali lavori siano dislocati e anche se eseguiti in più riprese, purchè necessari alla esecuzione delle opere comprese nell'appalto e comunque attinenti ad esso.
Tutte le spese per i mezzi d'opera e per la mano d'opera; per tutte le forniture occorrenti e la loro lavorazione e messa in opera; per i trasporti, carichi, scarichi e magazzinaggi; per le indennità di cava, di trasporto a rifiuto, di passaggio, di deposito, di cantiere, di occupazione temporanea; per ripristino, modifiche di sottoservizi di qualunque genere, per dazi comunali, imposte, ecc..
PRESTAZIONI IN ECONOMIA
Le prestazioni e forniture in economia diretta avranno carattere eccezionale e dovranno essere disposte solo per lavori secondari non altrimenti remunerabili con i prezzi di elenco; comunque esse dovranno sempre rientrare nei casi e nei limiti previsti dal D.P.R. 207/2016.
In ogni caso le prestazioni e forniture anzidette saranno compensate solo se oggetto di uno specifico e preventivo ordine della Direzione dei Lavori.
Le prestazioni di manodopera in economia saranno valutate in base alle effettive ore di lavoro ed alla qualifica degli operai richiesta dalla Direzione Lavori; se l’Appaltatore di sua iniziativa impiegherà nei lavori in questione operai di qualifica superiore a quella richiesta, non avrà diritto ad alcun compenso per la differenza delle categorie.
La contabilizzazione verrà effettuata applicando ai tempi, accertati in contraddittorio, le rispettive tariffe orarie che risultano nell’Elenco Prezzi di progetto con l’applicazione del ribasso d’asta o dai prezzi risultanti in sede di offerta.
Per qualsiasi tipo di prestazione di manodopera in economia, sia essa diurna o notturna, feriale o festiva, si applicheranno unicamente i prezzi previsti di cui sopra, senza che l’Appaltatore, edotto di ciò dal presente articolo, possa opporre riserva o rivalsa alcuna.
E’ demandato al giudizio insindacabile della Direzione Lavori lo stabilire la idoneità degli operai, dei materiali e dei mezzi d’opera impiegati nelle prestazioni in economia, l’Appaltatore dovrà immediatamente sostituirli qualora quelli forniti non fossero riconosciuti idonei.
Nei prezzi d’Elenco si intende compreso e compensato che ogni operaio sia provvisto degli utensili manuali di mestiere e che i materiali siano resi a piè d’opera.
I noleggi di mezzi d’opera in economia saranno valutati in base alle diverse categorie dei mezzi impiegati ed alle effettive ore lavorative effettuate; le eventuali soste o trasferimenti non saranno quindi compensate, salvo diverso giudizio del Direttore dei Lavori per casi specifici e particolari.
Nei prezzi dei mezzi d’opera si intende sempre compreso il personale addetto al mezzo, salva diversa indicazione, nonché tutte le spese relative all’energia elettrica, ai carburanti, lubrificanti e quant’altro occorra per dare il mezzo stesso perfettamente funzionante sul luogo di lavoro.
PARTE TERZA - NORME PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEI
LAVORI
1 – PULIZIE SFALCI E DECESPUGLIAMENTI
1.1 Decespugliamento di scarpate fluviali
Nel prezzo è compreso anche l'abbattimento di alberi di alto fusto, di diametro non superiore a 36 cm.
Il prezzo comprende inoltre tutte le operazioni necessarie per eseguire il lavoro così come descritto nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo IV, sia esso effettuato a mano o a macchina. Sono compresi altresì l'allontanamento del materiale estratto e la sua eliminazione a discarica, nonché le operazioni di regolarizzazione del terreno a lavori ultimati. Se durante i lavori l’Impresa dovesse rinvenire nel terreno dei materiali estranei, dovrà, a sue spese, provvedere al loro allontanamento e al trasporto a rifiuto. Sono a carico dell’Impresa anche gli oneri per il recupero e le indennità di eventuali aree di stoccaggio dei materiali, nonché per la pulizia ed il ripristino di tutte le aree interessate dai lavori, dal passaggio e dalle manovre di mezzi, o dal deposito di materiali. Resta a carico dell’Impresa anche il corrispettivo per le discariche.
I lavori di decespugliamento, nel caso di appalto a misura, saranno compensati a metro quadrato di superficie ripulita.
1.2 Disboscamento di scarpate fluviali
Il prezzo comprende tutte le operazioni necessarie per eseguire il lavoro così come descritto nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo IV, sia esso effettuato a mano o a macchina. Sono compresi altresì l'allontanamento del materiale non utilizzabile e la sua eliminazione a discarica, nonché, per i tronchi abbattuti, l'accatastamento, il taglio dei rami, la riduzione in astoni di lunghezza commerciale ed il trasporto nei luoghi indicati dalla Direzione Lavori. Il prezzo compensa anche la successiva regolarizzazione del terreno. Se durante i lavori l’Impresa dovesse rinvenire nel terreno dei materiali estranei, dovrà, a sue spese, provvedere al loro allontanamento e al trasporto a rifiuto, indennità di discarica incluse.
Sono a carico dell’Impresa anche gli oneri per il recupero e le indennità di eventuali aree di stoccaggio dei materiali, nonché per la pulizia ed il ripristino di tutte le aree interessate dai lavori, dal passaggio e dalle manovre di mezzi, o dal deposito di materiali. Resta a carico dell’Impresa anche il corrispettivo per le discariche.
I lavori di disboscamento, nel caso di appalto a misura, saranno compensati a metro quadrato di superficie ripulita.
1.3 Sfalcio e decespugliamento di rilevati arginali
Nel prezzo sono compresi gli oneri per l'allontanamento del materiale estratto e per la sua eliminazione a discarica, nonché per le operazioni di regolarizzazione del terreno a lavori ultimati.
Nel caso il materiale derivato avesse valore commerciale, l’Appaltatore è tenuto alla sua acquisizione previo il pagamento del canone erariale stabilito dagli Uffici competenti.
Se durante i lavori l’Impresa dovesse rinvenire nel terreno dei materiali estranei, dovrà, a sue spese, provvedere al loro allontanamento e al trasporto a rifiuto. Sono a carico dell’Impresa anche gli oneri per il recupero e le indennità di eventuali aree di stoccaggio dei materiali, nonché per la pulizia ed il ripristino di tutte le aree interessate dai lavori, dal passaggio e dalle manovre di mezzi, o dal deposito di materiali. Resta a carico dell’Impresa anche il corrispettivo per le discariche.
I lavori di sfalcio e decespugliamento di rilevati arginali, nel caso di appalto a misura, saranno compensati a metro quadrato di superficie sistemata su piani e scarpate arginali di qualsiasi sviluppo, siano essi effettuati a macchina o a mano.
2 - MOVIMENTI TERRA
Le sezioni di rilievo dovranno essere chiaramente individuate in sito mediante opportuna picchettazione, tale da rendere riconoscibile la sezione anche una volta eseguiti i lavori. La distanza fra due sezioni dovrà essere tale da evidenziare ogni variazione sostanziale. Gli oneri per tutte le operazioni di rilievo e di misurazione sono a carico dell’Impresa.
Nel prezzo di tutti gli scavi si intendono compensati anche:
- l'esecuzione dello scavo anche in presenza d'acqua, compreso l'onere per gli eventuali aggottamenti con l'impiego di pompe;
- l'innalzamento, carico, trasporto e messa a rinterro o a rilevato del materiale scavato nelle aree individuate dalla Direzione Lavori (rinterro e rilevato da realizzarsi con le modalità previste nel paragrafo "Formazione di rilevati" del Capo III del Capitolato Speciale d'Appalto), oppure il carico sui mezzi di trasporto, trasporto del materiale di qualsiasi entità proveniente dallo scavo, scarico e sistemazione a discarica pubblica od invece entro le aree poste a disposizione dal Committente o scelte dall’Appaltatore;
- le indennità di deposito temporaneo o definitivo, ovvero il canone demaniale nel caso il materiale avesse valore commerciale e l’Appaltatore intendesse acquisirlo;
- i permessi, i diritti o canoni di discarica se necessari;
- l'esecuzione di fossi di guardia e di qualsiasi altra opera per la deviazione delle acque superficiali e l'allontanamento delle stesse dagli scavi;
- l'esecuzione delle armature, sbadacchiature e puntellamenti provvisori delle pareti degli scavi compreso manodopera, noleggio e sfrido di legname, chioderia e quant'altro occorra per l'armatura ed il disarmo. Sono escluse invece le armature continue degli scavi tipo armature a cassa chiusa e palancole metalliche o simili ad infissione o marciavanti, da utilizzare a insindacabile giudizio della Direzione Lavori;
- l'eventuale mancato recupero, parziale o totale, del materiale impiegato nelle puntellature, nelle sbadacchiature e nelle armature suddette, e ciò anche se gli scavi fossero eseguiti per campioni;
- i maggiori oneri derivanti dagli allargamenti e dalle scarpate che si dovranno dare agli scavi stessi in relazione alle condizioni naturali ed alle caratteristiche delle opere;
- l'accurata pulizia delle superfici di scavo e la loro regolarizzazione;
- la demolizione delle eventuali tombinature o fognature di qualsiasi tipo e dimensioni nonché il loro rifacimento;
- l'incidenza degli interventi, ove necessario, per ricerca, assistenza e superamento di cavi, tubazioni e condutture sotterranee (SIP - ENEL - GAS - METANO - ACQUA - etc.).
RILEVATO O RINTERRRI - Il volume dei rilevati sarà determinato con il metodo delle sezioni ragguagliate, in base a rilevamenti eseguiti come per gli scavi di sbancamento. I rinterri di cavi a sezione ristretta saranno valutati al metro cubo per il loro volume effettivo misurato in opera. Nei prezzi di elenco sono previsti tutti gli oneri per il trasporto dei terreni da qualsiasi distanza e per gli eventuali indennizzi a cave di prestito.
I rilevamenti e la misurazione degli scavi agli effetti del pagamento saranno eseguiti in contraddittorio con l’Impresa prima dell'inizio dei lavori ed al momento della contabilizzazione.
I movimenti di terra saranno valutati a m3.
2.1 Scavo di sbancamento o ricalibratura d'alveo con sistemazione entro l’ambito del cantiere
Il prezzo comprende, oltre a tutti gli oneri richiamati al punto 2, il trasporto del materiale, lo scarico e la sistemazione entro l’area del cantiere.
Lo scavo per ricalibrature d'alveo sarà misurato e compensato a volume di materiale in posto prima dello scavo, computato con il metodo delle sezioni ragguagliate
oltre che per gli obblighi particolari emergenti dal presente articolo, con i prezzi di elenco per gli scavi in genere l'Appaltatore si deve ritenere compensato per tutti gli oneri che esso dovrà incontrare:
- per estirpazione di ceppaie, radici, ecc.;
- per il taglio e lo scavo con qualsiasi mezzo delle materie sia asciutte che bagnate, di qualsiasi consistenza ed anche in presenza d'acqua;
- per palleggi, innalzamento, carico e trasporto e scarico a rinterro od a rifiuto entro i limiti previsti in elenco prezzi, sistemazione delle materie di rifiuto, deposito provvisorio e successiva ripresa;
- per la regolarizzazione delle scarpate o pareti, per lo spianamento del fondo, per la formazione di gradoni attorno e sopra le condotte di acqua od altre condotte in genere, e sopra le fognature o drenaggi secondo le sagome definite di progetto;
- per impalcature, ponti e costruzioni provvisorie, occorrenti sia per il trasporto delle materie di scavo e sia per la formazione di rilevati, per passaggi, attraversamenti ecc.;
- per ogni altra spesa necessaria per l'esecuzione completa degli scavi.
- La misurazione degli scavi verrà effettuata nei seguenti modi:
- il volume degli scavi di sbancamento verrà determinato col metodo delle sezioni ragguagliate, in base ai rilevamenti eseguiti in contraddittorio con l'Appaltatore, prima e dopo i relativi lavori;
- gli scavi di fondazione saranno computati per un volume uguale a quello risultante dal prodotto della base di fondazione per la sua profondità sotto il piano degli scavi di sbancamento; ovvero del terreno naturale, quando detto scavo di sbancamento non viene effettuato. Al volume così calcolato si applicheranno i vari prezzi fissati nell'elenco per tali scavi; vale a dire che essi saranno valutati sempre come eseguiti a pareti verticali, ritenendosi già compreso e compensato col prezzo unitario di elenco ogni maggiore scavo.
Tuttavia per gli scavi di fondazione da eseguire con impiego di casseri, paratie o simili strutture, sarà incluso nel volume di scavo per fondazione anche lo spazio occupato dalle strutture stesse.
I prezzi di elenco, relativi agli scavi di fondazione, sono applicabili unicamente e rispettivamente ai volumi di scavi compresi fra piani orizzontali consecutivi, stabiliti per diverse profondità, nello stesso elenco prezzi.
Pertanto la valutazione dello scavo risulterà definita, per ciascuna zona, dal volume ricadente nella zona stessa e dell'applicazione ed esso del relativo prezzo di elenco.
2.2 Scavo di sbancamento o ricalibratura d'alveo con sistemazione fuori dall’ambito del cantiere
Il prezzo comprende, oltre a tutti gli oneri richiamati al punto 2, il trasporto del materiale, lo scarico e la sistemazione nella discarica.
Lo scavo di sbancamento sarà misurato e compensato a volume di materiale in posto prima dello scavo computato con il metodo delle sezioni ragguagliate.
2.3 Scavo di fondazione a sezione obbligata
Nel caso di appalti a misura lo scavo di fondazione sarà misurato a volume in base alle sezioni obbligate di scavo risultanti dai disegni di progetto, a partire dal piano campagna originario o dal piano ottenuto a seguito di sbancamento, salvo che l’Ufficio di Direzione Lavori non adotti, a suo insindacabile giudizio, altri sistemi.
3 - GEOSINTETICI E GEOCOMPOSITI
3.1 Fornitura e posa in opera di tessuto non tessuto fuori acqua
Il prezzo compensa la fornitura e la posa in opera di tessuto non tessuto e comprende tutti gli oneri per gli sfridi, le sovrapposizioni, le cuciture, le prove di laboratorio richieste dalla Direzione Lavori e quant'altro necessario per eseguire l'opera con le modalità previste nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto – Capo III e nei disegni di progetto.
Negli appalti a misura i geotessili in tessuto non tessuto saranno compensati a metro quadrato, in ragione della grammatura e in base alla superficie effettivamente coperta dal telo, senza tenere conto delle sovrapposizioni.
3.2 Fornitura e posa in opera di tessuto non tessuto sotto il pelo dell'acqua
Il prezzo compensa la posa in opera di tessuto non tessuto come al numero precedente e con gli stessi oneri, ma posato sotto il livello dell'acqua.
3.3 Fornitura e posa in opera di georete tridimensionale antierosione, rinforzata con griglia in poliestere
Il prezzo compensa la fornitura e la posa in opera di georete tridimensionale in nylon rinforzata con griglia in poliestere delle caratteristiche riportate nel Capo III del Capitolato Speciale d'Appalto e comprende tutti gli oneri per gli sfridi, i sormonti, le cuciture, gli ancoraggi, le prove di laboratorio richieste dall’Ufficio di Direzione Lavori e quant'altro necessario per eseguire l'opera con le modalità previste nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III e nei disegni di progetto.
Negli appalti a misura, le georeti tridimensionali antierosione saranno compensate a metro quadrato, in base alla superficie effettivamente coperta dalla georete, senza tenere conto dei sormonti.
3.4 Fornitura e posa in opera di geomembrana impermeabile
Il prezzo compensa la pulitura e la livellazione del terreno di posa, la fornitura e la posa in opera di uno strato in tessuto non tessuto di peso unitario non inferiore a 70 gr./m2, la fornitura e la posa in opera della geomembrana impermeabile delle caratteristiche riportate nel Capo III del Capitolato Speciale d'Appalto e comprende tutti gli oneri per gli sfridi, i sormonti, gli ancoraggi, le giunzioni o saldature, le prove di laboratorio richieste dall’Ufficio di Direzione Lavori e quant'altro necessario per eseguire l'opera con le modalità previste nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III e nei disegni di progetto.
Negli appalti a misura, le geomembrane impermeabili saranno compensate a metro quadrato in base alla superficie effettivamente coperta dal telo, senza tenere conto dei sormonti.
4 - OPERE DI SISTEMAZIONE DEI VERSANTI
4.1 Palificata di sostegno in legname
Il prezzo compensa, secondo le dimensioni indicate nei disegni progettuali, la realizzazione di palificate di sostegno in legname. La misura in altezza corrisponderà alla distanza tra il traverso o il corrente più alto rispetto al piano di fondazione, mentre la profondità sarà data dalla dimensione media della metà superiore dell'opera, misurata come distanza tra gli assi dei correnti più alti.
Il prezzo comprende la fornitura del legname, del materiale di fissaggio tra i correnti e i traversi, del materiale di ancoraggio alla fondazione, degli astoni e delle piantine, del materiale terroso di riempimento; comprende altresì il trasporto dei materiali a piè d'opera, il taglio, la scortecciatura e l'eventuale trattamento del legname, la costruzione della struttura ed il suo ancoraggio alla fondazione, il riempimento, la messa a dimora del materiale vegetale e quant'altro necessario per dare l'opera ultimata a regola d'arte secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III, esclusa solo la fondazione ed il relativo scavo che verranno compensati a parte.
Nei lavori a misura la valutazione sarà fatta a metro cubo.
4.2 Gradonata viva con talee e piantine
Il prezzo compensa, con le dimensioni riportate nei disegni di progetto, la realizzazione di gradonate viva con talee e piantine radicate. Il prezzo comprende lo scavo delle banchine, sia esso eseguito a macchina o a mano, la fornitura e la messa a dimore delle talee e/o delle piantine, il successivo riempimento ed ogni altro onere per dare l'opera ultimata a regola d'arte secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III.
Nei lavori a misura la valutazione sarà fatta a metro lineare.
4.3 Grata viva in legname con talee e piantine
Il prezzo compensa la realizzazione di grate vive in legname con talee e piantine.
Il prezzo comprende la fornitura del legname, del materiale per le chiodature e le legature, dei piloti in acciaio, della rete elettrosaldata, del terreno di copertura, della carta catramata e del materiale vegetale; il prezzo comprende altresì ogni lavorazione necessaria per la regolarizzazione della superficie, per la costruzione della struttura compreso il contrafforte alla base con o senza tondoni di appoggio, per il suo ancoraggio al terreno, per la posa ed il fissaggio della rete elettrosaldata, per la posa del terreno di copertura e delle talee, per la profilatura superficiale della scarpata ed ogni altro onere per dare l'opera ultimata a regola d'arte secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III.
Nei lavori a misura, la valutazione sarà fatta a metro lineare,. con le dimensioni riportate nei disegni di progetto.
5 - FORMAZIONE DI RILEVATI
5.1 Preparazione del piano di posa e del rilevato arginale
Il prezzo compensa la preparazione del piano di posa per nuove arginature o per ringrosso o rialzo di arginature esistenti, eseguita mediante scavo di cassonetto o di gradonature, secondo le geometrie e le dimensioni previste dagli elaborati progettuali.
Il prezzo comprende l'onere dell'accumulo a piè d'opera, della separazione del materiale vegetale per la successiva ripresa e la posa lungo le scarpate arginali, il riutilizzo del materiale terroso idoneo integrato con altro proveniente dalle cave di prestito per il reintegro del cassonetto o dei gradoni e la posa a regola d’arte del detto materiale a riempimento del cassonetto e delle gradonature.
Negli appalti a misura, salvo diversa precisazione nella voce di elenco, la preparazione del piano di posa viene compensato a mq se di spessore prestabilito, oppure a m3 se di spessore variabile in funzione dei luoghi.
5.2 Formazione o ringrosso di rilevati arginali con materiale proveniente da cave private
I rilevamenti e la misurazione dei rilevati agli effetti del pagamento saranno eseguiti in contraddittorio con L’Impresa prima dell'inizio dei lavori ed al momento della loro contabilizzazione.
Le sezioni di rilievo dovranno essere chiaramente individuate in sito mediante opportuna picchettazione, tale da rendere riconoscibile la sezione anche una volta eseguiti i lavori. La distanza fra le due sezioni di rilievo sarà tale da evidenziare ogni variazione di rilievo ai fini esecutivi. Gli oneri per tutte le operazioni di rilievo e di misurazione sono a carico dell’Impresa.
I rilevati eseguiti saranno misurati a compattazione ed assestamento avvenuti e computati con il metodo delle sezioni ragguagliate. Il prezzo comprende la fornitura a piè d'opera del materiale, la posa per strati dello spessore indicato nei disegni di progetto, la compattazione con il macchinario e le modalità prescritte negli stessi elaborati progettuali e quant'altro necessario per dare l'opera finita a regola d'arte secondo le modalità e caratteristiche previste nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III, comprese le prove di accettazione e controllo.
Il prezzo compensa la formazione di nuovi rilevati arginali o il ringrosso e/o il rialzo di rilevati esistenti con materiale proveniente da cave private individuate dall’Impresa Appaltante (terre appartenente ai gruppi A-4 o A-6 - classificazione AASHTO M 145-82 - ottenuti eventualmente anche con operazioni di miscelatura e al gruppo A-7, limitatamente ai nuclei impermeabili, compattati fino al raggiungimento di un valore di densità secca non inferiore al 90% di quello ottenuto in laboratorio con energia AASHTO modificato).
Negli appalti a misura il prezzo è riferito al m3 dato in opera finito.
L'area delle sezioni in rilevato verrà computata rispetto al piano campagna, tenendo conto sia dello scavo di scoticamento o di ammorsamento (nel caso di ringrosso o rialzo arginale), sia dell'occorrente materiale di riempimento; sia dei cedimenti subiti dal terreno stesso per effetto del compattamento meccanico o per naturale assestamento; sia della riduzione di volume che il materiale riportato subirà, rispetto al volume che occupava nel sito di scavo oppure allo stato sciolto, a seguito del compattamento meccanico.
Qualora l’Impresa superasse le sagome fissate dall’Ufficio di Direzione Lavori, il maggiore rilevato non verrà contabilizzato e l’Impresa, se ordinato dall’Ufficio di Direzione Lavori, rimuoverà, a sua cura e spese, i volumi di terra riportati o depositati in più, provvedendo nel contempo a quanto necessario per evitare menomazioni alla stabilità dei rilevati accettati dall’Ufficio di Direzione Lavori.
5.3 Formazione o ringrosso di rilevati con materiale proveniente da aree demaniali
Nel caso che il materiale provenga da scavi di ricalibratura d'alveo o di sbancamento in aree demaniali, nel prezzo risulta compensato, oltre a tutto quanto già descritto alla voce l'onere per lo scavo, il carico del materiale nel luogo di giacenza, il trasporto e lo scarico a piè d'opera nell'area dei lavori, nonché la sistemazione finale dell'area di prelievo del materiale secondo le indicazioni progettuali o dall’Ufficio di Direzione Lavori.
6 - OPERE DI PROTEZIONE SPONDALE
6.1 Formazione di protezione spondale in massi naturali
Di norma il peso del materiale, deve essere determinato con l'impiego della bilancia a bilico; in casi particolari, riconosciuti dall’Ufficio di Direzione Lavori, mediante ordine di servizio, la determinazione del peso dei massi naturali può essere effettuata mediante mezzi galleggianti stazzati.
L'operazione di pesatura verrà effettuata in contraddittorio tra dall’Ufficio di Direzione Lavori, o suoi rappresentanti; le parti firmeranno le bollette, madre e figlie, nel numero disposto dall’Ufficio di Direzione Lavori.
Per le operazioni di pesatura l’Impresa deve disporre di uno o più bilici, secondo le disposizioni dall’Ufficio di Direzione Lavori, rimanendo a tutto suo carico ogni spesa ed onere relativi alle operazioni di pesatura, ivi compresi, l'impianto dei bilici ed il relativo controllo iniziale, quelli periodici da parte del competente Ufficio, le eventuali riparazioni dei bilici e la costruzione di una baracca ad uso del personale dell'Amministrazione preposto alle operazioni di pesatura.
Il peso dei carichi viene espresso in tonnellate e frazioni di tonnellate fino alla terza cifra decimale; se ne detrae la tara del veicolo e della cassa, nonché il peso dei cunei o scaglioni usati per fermare i massi di maggiore dimensione, ottenendo così il peso netto che viene allibrato nei registri contabili.
L’Impresa deve fornire appositi bollettari; ciascuna bolletta viene datata ed oltre il peso netto deve portare il peso lordo, la targa o il contrassegno dei veicolo o delle casse a cui la bolletta stessa si riferisce, nonché la categoria del materiale.
Ad ogni veicolo o cassone carico corrisponde quindi una serie di bollette, di cui la madre resta al personale dell'Amministrazione che ha effettuato la pesatura e le figlie di xxxxx vengono consegnate al rappresentante dell’Impresa, al conducente del mezzo di trasporto ed al personale dell'Amministrazione che sorveglia la posa del materiale in opera.
Quando i materiali vengano imbarcati sui pontoni o su altri galleggianti, ciascuno di tali mezzi deve essere accompagnato da una distinta di carico nella quale dovranno figurare la matricola di identificazione del galleggiante, la stazza a carico completo, l'elenco delle bollette figlie riguardanti ciascuno degli elementi imbarcati e la somma dei pesi lordi che in esse figurano.
La somma deve coincidere con la lettura della stazza a carico completo.
E’ ammessa la fornitura di massi naturali proveniente da salpamenti, previa autorizzazione dell’Ufficio di Direzione Lavori.
Lo scarico non può essere mai iniziato senza autorizzazione del Rappresentante dell’Ufficio di Direzione Lavori, questi, prima di autorizzare il versamento, controlla il carico, eseguito lo scarico verifica se lo zero della scala di stazza corrisponde alla linea di galleggiamento, quindi completa le bollette apponendovi la propria firma.
Il materiale comunque perduto lungo il trasporto non può essere contabilizzato.
Oltre a quanto stabilito nel presente Capitolato, l’Ufficio di Direzione Lavori ha la più ampia facoltà di aggiungere tutte quelle condizioni che ritenga più opportune per assicurare la buona riuscita delle operazioni di pesatura nonché l'efficienza dei controlli sui pesi dei carichi, sulla regolarità dei trasporti e sul collocamento in opera dei massi.
Nessuno speciale compenso o indennità può riconoscersi all’Impresa per il tempo necessario alle operazioni di taratura, stazzatura, pesatura dei materiali o per controlli su dette operazioni.
6.2 Sistemazione faccia a vista delle mantellate
Il prezzo compensa la sistemazione faccia a vista a superficie pianeggiante delle mantellate e comprende tutti gli oneri occorrenti per far assumere al paramento lato fiume l'aspetto di un mosaico grezzo, con assenza di grandi vuoti o soluzioni di continuità; il prezzo comprende altresì la fornitura del terreno vegetale, l'intasamento della mantellata e la semina fino ad attecchimento avvenuto.
Negli appalti a misura la valutazione sarà fatta a metro quadrato.
6.3 Formazione di protezione spondale in massi artificiali
Il prezzo compensa la realizzazione delle difese di sponda in massi artificiali, compresi tutti gli oneri per la fornitura ed il trasporto dei componenti del calcestruzzo, per la realizzazione del getto ed in generale per tutto quanto occorrente per la costruzione dei prismi e per la loro posa in opera secondo le modalità descritte nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III e le prescrizioni progettuali. Sono compresi anche gli oneri per il prelievo dei campioni e per le prove di laboratorio.
Negli appalti a misura, la valutazione sarà fatta a metro cubo riferita ai volumi effettivi dedotti geometricamente dalla misurazione dei singoli prismi da effettuarsi prima della posa in opera.
6.4 Formazione di protezione spondale in gabbioni
Il prezzo compensa tutti gli oneri per la confezione del gabbione a seconda della sua altezza, compresi i materiali impiegati, nonché quelli per la posa in opera.
Nel prezzo sono compresi cioè tutti gli oneri per la fornitura, il trasporto, la posa ed il montaggio delle scatole metalliche; gli oneri per la fornitura del filo zincato necessario per le cuciture di ogni scatola, per i collegamenti tra le varie scatole e per i tiranti tra le facce opposte o contigue e tutte le operazioni di cucitura, collegamento e tirantaggio.
Il prezzo comprende, altresì, la fornitura, il trasporto e la posa del materiale di riempimento secondo le indicazioni riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III, nonché l'eventuale posa in opera del gabbione da realizzarsi successivamente al riempimento dello stesso.
Negli appalti a misura, la valutazione sarà effettuata a metro cubo riferita ai volumi effettivi dedotti geometricamente dalla misurazione delle singole figure geometriche da effettuarsi prima della posa in opera.
6.5 Formazione di protezione spondale in materassi metallici
Nel prezzo sono compresi tutti gli oneri per la fornitura, il trasporto, la posa ed il montaggio delle scatole metalliche di spessore predefinito, gli oneri per la fornitura del filo zincato necessario per le cuciture di ogni scatola, per i collegamenti tra le varie scatole e per i tiranti tra le facce opposte o contigue, incluse le operazioni stesse di cucitura, collegamento e tirantaggio, la fornitura, il trasporto e la posa del materiale di riempimento secondo le indicazioni riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III, nonché la posa in opera del materasso da realizzarsi, eventualmente, successivamente al riempimento dello stesso.
Negli appalti a misura, la valutazione sarà effettuata a metro quadrato riferita ai volumi effettivi dedotti geometricamente dalla misurazione delle singole figure geometriche da effettuarsi prima della posa in opera.
6.6 Formazione di protezione spondale mediante copertura diffusa con astoni di salice
Nel prezzo sono compresi tutti gli oneri per la regolarizzazione e la predisposizione della sponda, l'approvvigionamento del materiale vegetale, sia esso proveniente da vivaio o reperibile in loco, il taglio degli astoni, il loro trasporto fino al luogo del cantiere, il loro eventuale immagazzinamento, il corretto posizionamento delle verghe, l'infissione dei picchetti e l'ancoraggio tramite filo di ferro zincato, la ricopertura con uno strato di terreno vegetale e quant'altro necessario per eseguire l'opera con le modalità descritte nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto e negli elaborati progettuali. Nei prezzi risultano altresì compresi gli oneri per la garanzia dell’attecchimento, il ripristino delle fallanze, nonché l'onere relativo alla realizzazione della protezione al piede eseguita con le dimensioni e le modalità previste negli elaborati progettuali e nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto .
La copertura diffusa, negli appalti a misura, sarà valutata a metro lineare di protezione messa in opera sulla base dell'altezza della sponda, misurata verticalmente a partire dalla difesa al piede, ovvero a metro quadrato di superficie spondale insediata, se così indicato nella voce di elenco.
6.7 Fornitura e posa in opera di lastre in c.a. a protezione del petto arginale
Il prezzo compensa la fornitura e la posa in opera di lastre in c.a. prefabbricate, con spessore minimo delle nervature di 15 cm e delle dimensioni previste in progetto, realizzate con calcestruzzo avente resistenza caratteristica cubica minima pari a 300 kg/cm2 e debitamente armate con una quantità di ferro non inferiore a 80 kg/m3.
Il prezzo comprende anche l'onere per la preparazione del piano di posa, per l'innaffiamento, per la regolarizzazione dei giunti secondo le modalità ed i tipi di progetto, per l'esecuzione delle prove di accettazione e controllo sui materiali previste in capitolato e per ogni altra operazione necessaria per dare l'opera finita e regola d'arte.
Negli appalti a misura, la valutazione verrà effettuata a metro quadrato di superficie coperta.
6.8 Teli ripartitori di carichi
Relativamente ai teli ripartitori di carichi si provvederà alla pesatura di uno o più campioni della fornitura messa a disposizione dall’Appaltatore, a discrezione dell’Ufficio di Direzione Lavori, per verificare la loro rispondenza alle caratteristiche prescritte nel relativo prezzo unitario. Di detta pesatura verrà redatto apposito verbale.
Negli appalti a misura, la valutazione verrà effettuata a metro quadrato di superficie coperta.
6.9 Tappeti filtranti zavorrati
Il tappeto filtrante zavorrato sarà valutato a metro quadro per la superficie effettiva, misurando fuori acqua le singole fasce confezionate misurate prima della posa in opera con esclusione della fascia necessaria alla sovrapposizione questa non inferiore a 20 cm..
Con il prezzo in elenco si intendono compensate ogni fornitura e lavorazione necessaria alla buona esecuzione delle opere, la mobilitazione di cantiere ed eventuali opere provvisionali.
6.10 Burghe
Le burghe verranno conteggiate ad unità prima delle operazioni di varo e saranno compensate solo quelle regolarmente poste in opera .
6.11 Burgoni
I burgoni verranno conteggiati a numero di elementi regolarmente posti in opera.
6.12 Materassi bituminosi filtranti tipo Fixtone
I materassi bituminosi filtranti tipo Fixtone andranno valutati a m2 sulla base dei disegni di progetto.
6.13 Sacconi riempiti di sabbia
I sacconi verranno conteggiati a numero di elementi regolarmente posti in opera.
7 –DIAFRAMMI IN C.A. E PALANCOLATI CLASSIFICAZIONE
Si farà riferimento alla seguenti tipologie di opere:
- Diaframmi in c.a. scavati e gettati in opera
- Palancolati
Diaframmi
Per diaframma si intende un’opera con funzioni di sostegno delle terre, ma anche di fondazione, difesa di opere preesistenti, etc., realizzato asportando e sostituendo il terreno con un conglomerato cementizio armato.
Lo scavo è eseguito per elementi singoli (pannelli), le cui dimensioni corrispondono alle dimensioni nominali dell'utensile di scavo, o ad un suo multiplo, gettati monoliticamente.
Per pannelli si intendono i singoli elementi costituenti il diaframma. Pannelli isolati possono essere utilizzati per realizzare fondazioni profonde, alle stregua di pali trivellati di grande diametro.
I giunti di un diaframma sono costituiti dalle superfici di contatto tra i singoli pannelli costituenti il diaframma.
Palancolati
Un palancolato è un diaframma realizzato mediante infissione nel terreno di profilati metallici, di sezione generalmente a forma di U aperta, i cui bordi laterali, detti gargami, sono sagomati in modo da realizzare una opportuna guida all'infissione del profilato adiacente, disposto in posizione simmetricamente rovesciata.
In genere le palancole metalliche vengono utilizzate per realizzare opere di sostegno provvisorio di scavi di modesta profondità.
In questi casi le palancole vengono recuperate, estraendole mediante impiego di un vibratore.
Meno frequente è l'impiego di palancole per realizzare opere di sostegno o di protezione a carattere definitivo. In questi casi possono essere talvolta utilizzate delle palancole in cemento armato, eventualmente precompresso con la tecnica dei fili aderenti, prefabbricate in stabilimento.
Normativa di riferimento
I lavori saranno eseguiti in accordo, ma non limitatamente, alle seguenti leggi:
- Decreto Ministeriale 09/01/1996: “Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle strutture in conglomerato cementizio armato normale e precompresso”.
- Decreto Ministeriale 11/03/1988: “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione”.
- ASTM DII43-81 "Standard Test Method for piles under static and compressive load".
- DIN 4150.
DIAFRAMMI IN CEMENTO ARMATO
La tecnica di perforazione sarà di norma basata sull’impiego di fanghi bentonitici.
Nel caso di terreni argillosi da mediamente consistenti a molto consistenti, esenti da intercalazioni incoerenti e non interessati da falde che possono causare ingresso di acqua nel foro, con valori della resistenza al taglio non drenata (Cu) che alla generica profondità h soddisfino alle condizioni:
Cu ≥
dove:
peso di unità di volume totale.
La perforazione potrà essere eseguita a secco, sempre che non vi sia alcun ingresso di acqua nel foro.
Durante la perforazione occorrerà tener conto della esigenza di non peggiorare le caratteristiche meccaniche del terreno circostante il diaframma.
Dovranno quindi essere minimizzati:
• il rammollimento degli strati coesivi;
• la diminuzione di densità relativa degli strati incoerenti;
• la diminuzione delle tensioni orizzontali efficaci proprie dello stato naturale;
• la riduzione dell’aderenza diaframma-terreno da un impiego improprio.
PALANCOLATI
L’Impresa dovrà comunicare alla D.L. le modalità esecutive che intende adottare per le infissioni.
Dovrà inoltre assicurare il rispetto delle Norme DIN 4150, in merito ai limiti delle vibrazioni, comunicando alla D.L. i provvedimenti che intende adottare nel caso dei superamenti dei limiti stessi.
La D.L., a sua discrezione, può richiedere che l’Impresa provveda ad eseguire misure di controllo delle vibrazioni indotte, con oneri e spese relative a carico dell’Impresa stessa.
TOLLERANZE GEOMETRICHE
Diaframmi in c.a.
La posizione planimetrica dei diaframmi dovrà mantenersi nelle tolleranze indicate nel progetto.
La verticalità dovrà essere assicurata con tolleranza del 2%; nel caso di diaframmi a tenuta idraulica dovrà essere garantita una tolleranza di un valore massimo pari a S/3 L (S = Spessore; L = profondità del diaframma).
Le tolleranze seguenti:
per ciascun elemento, in base al suo assorbimento globale:
- < 0,1 S
per ciascuna sezione degli elementi sottoposti a misure dell'assorbimento dose per dose (dose = autobetoniera):
- < 0,01 S
La profondità “L”, dovrà risultare conforme al progetto ±20 cm.
L'ordine di realizzazione dei singoli pannelli potrà essere fissato o variato a giudizio della Direzione Lavori, senza che perciò l'Impresa abbia diritto ad alcun speciale compenso.
L'Impresa è tenuta ad eseguire a suo esclusivo onere e spesa tutte le opere sostitutive e/o complementari che a giudizio della Direzione Lavori, sentito il Progettista, si rendessero necessarie per garantire piena funzionalità al diaframma in caso di esecuzione non conforme alle tolleranze stabilite.
Palancolati
Per quanto riguarda i palancolati si prescrive il rispetto delle seguenti tolleranze:
- posizione planimetrica dell'asse mediano del palancolato : ± 3 cm