PREMESSA
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA SCOLASTICA DEI MINORI ADOTTATI
IL PROTOCOLLO INTENDE RAPPRESENTARE UN MODELLO DI ACCOGLIENZA CHE INDICHI PRATICHE CONDIVISE AGITE, ATTRAVERSO LE QUALI VIENE AGEVOLATA L’INCLUSIONE SCOLASTICA DEI MINORI ADOTTATI.
PREMESSA
Il protocollo di Accoglienza è uno strumento di lavoro utile sia per quanto riguarda l’aspetto organizzativo, sia l’aspetto didattico -relazionale, al fine di favorire l’interazione fra le varie figure coinvolte (scuola, famiglia, équipe adozioni, associazioni) a beneficio del benessere psicologico dei bambini e dei ragazzi adottati. La scuola deve far fronte alle richieste di iscrizione e inserimento di questi minori con una varietà di bisogni specifici (i minori adottati possono essere portatori di condizioni molto differenti che possono andare da un estremo di alta problematicità a un altro di pieno e positivo adattamento). La scuola rappresenta il primo luogo extrafamiliare di integrazione e socializzazione e, quindi, è indispensabile per ciascun minore, affinché possa fare esperienza di una comunità educativa inclusiva.
I PARTE – CARATTERISTICHE DELL’ADOZIONE INTERNAZIONALE
1.1 Il vissuto comune
Pur nell’estrema varietà di situazioni, vi sono alcune esperienze dolorose negative che i bambini hanno sperimentato prima dell’adozione :
• Il vissuto traumatico dell’abbandono
• la realtà della separazione dai genitori di nascita e, a volte, anche dai fratelli
• condizioni di solitudine
• lunghi periodi di istituzionalizzazione
• esperienze di maltrattamento fisico e/o psicologico
• affidi o precedenti esperienze di adozione non riuscite
• numerosi cambiamenti (linguistici, climatici, alimentari, ecc.)
• differenze culturali e somatiche
• inserimento in contesti completamente nuovi e sconosciuti
• esigue e frammentate informazioni su salute e vita pregressa
1.2 Aree critiche
Difficoltà di apprendimento: il vissuto traumatico dei minori adottati può interferire con le capacità di apprendimento, tanto da causare deficit nella concentrazione, nell’attenzione, nella memorizzazione, nella produzione verbale e scritta e in alcune funzioni logiche.
Difficoltà psico-emotive: i bambini e le bambine adottati hanno bisogno di tempi lunghi per acquisire una positiva rappresentazione di sé, una modalità di relazione adeguata, la capacità di riconoscere ed esprimere correttamente le proprie emozioni.
Il bisogno di sentirsi amati, di percepire la considerazione degli altri, il timore di essere rifiutati e abbandonati nuovamente, la rabbia e il dolore per quanto subito, la difficoltà nel tollerare le frustrazioni, rendono difficile gestire con equilibrio le relazioni e possono determinare manifestazioni evidenti di un disagio interiore (comportamenti aggressivi, mancato rispetto delle regole, provocazioni, incontenibile bisogno di attenzione).
Scolarizzazione nei Paesi d’origine: a seconda del paese di provenienza, i bambini potrebbero aver ricevuto un’esigua scolarizzazione, non averla ricevuta affatto, o averla ricevuta con modalità differenti da quella italiana.
Bambini /e segnalati con bisogni speciali o particolari:
Negli ultimi anni sono aumentate le adozioni di bambini con bisogni speciali o particolari; ci si riferisce alle adozioni di:
- due o più minori
- bambini /e di sette o più anni di età
- bambini /e con significative problematiche di salute o di disabilità
- bambini/e reduci da esperienze particolarmente difficili e/o traumatiche.
Età presunta: in diversi Paesi di provenienza i minori non vengono iscritti all’anagrafe al momento della nascita, di conseguenza può capitare che vengano attribuite una data di nascita e un’età presunte solo al momento dell’ingresso in istituto o quando viene formalizzato l’abbinamento con la famiglia adottiva. Non è raro rilevare, quindi, discrepanze fra l’età reale e quella attribuita anche a causa dello stato di denutrizione e di ritardo psico-motorio in cui si possono trovare i bambini prima di essere adottati. Preadolescenza e adolescenza: un numero significativo di minori adottati arriva in Italia dopo i 10 anni, in un’età di per sé complessa che si scontra con la strutturazione dei nuovi legami familiari. Questo richiede, forme ulteriori di flessibilità nelle fasi di inserimento e di accompagnamento scolastico..Per coloro che sono stati adottati nell’infanzia, la preadolescenza e l’adolescenza possono comportare l’insorgere di significative problematiche legate alla definizione della propria identità che interferiscono con la capacità di apprendimento.
Italiano come L2: i minori adottati internazionalmente apprendono velocemente il vocabolario base dell’italiano e le espressioni quotidiane ( “basic interpersonal comunicative skills”)., invece, apprendono molto più lentamente Il linguaggio astratto, necessario per l’apprendimento scolastico avanzato (“cognitive/academic linguistic abilities”) costituito da strutture grammaticali e sintattiche più complesse.
I bambini e le bambine adottati spesso presentano difficoltà nel comprendere e nell’usare i linguaggi specifici delle discipline e nell’intendere concetti sempre più astratti.
La modalità di apprendimento della lingua italiana è “sottrattiva” cioè la nuova lingua sostituisce la precedente e non “additiva”, come nel caso degli immigrati, che aggiungono la nuova lingua alla precedente.
Identità etnica: il bambino adottato è cittadino italiano a tutti gli effetti.
È necessario evitare l’errore di equiparare l’alunno adottato all’alunno straniero immigrato, in quanto ha genitori italiani e vive in un ambiente culturale italiano.
II PARTE – LE BUONE PRASSI
2.1 Ambito amministrativo – burocratico
L’iscrizione:
Nelle scuole statali la procedura da seguire per l’iscrizione alle prime classi, fatta eccezione la scuola dell’infanzia, avviene esclusivamente online ed è comunque consentita anche in mancanza di un codice fiscale definitivo; una funzione di sistema permette la creazione di un “codice provvisorio”, che, appena possibile, l’istituzione scolastica cui è diretta l’iscrizione on line dovrà sostituire. È consentito alle famiglie iscrivere ed inserire i figli a scuola in qualsiasi momento dell’anno, anche dopo la chiusura delle procedure online, presentando la domanda di iscrizione direttamente alla scuola. In caso di affidamento "provvisorio”, o adozione a rischio giuridico, o in affidamento preadottivo, è possibile che l'iscrizione venga effettuata dalla famiglia affidataria recandosi direttamente presso l'istituzione scolastica, senza dover obbligatoriamente usare la piattaforma delle iscrizioni online.
Tempi d'inserimento: è possibile, in casi particolari, attentamente valutati dal Dirigente Scolastico, sentiti i docenti di classe o di sezione, in accordo con la famiglia e con i servizi pubblici e/o privati che sostengono ed accompagnano la stessa nel percorso adottivo:
• procrastinare l’inizio del percorso scolastico di alcuni mesi
• derogare dall'iscrizione alla prima classe della primaria al compimento dei sei anni e rimanere un anno in più nella scuola dell’Infanzia
• inserire il minore in una classe inferiore di un anno a quella corrispondente all'età anagrafica
• prevedere la possibilità di consentire il passaggio a classi diverse, attraverso specifici percorsi di flessibilità (soprattutto in caso di bambini con età dichiarata diversa da quella reale).
La documentazione: Le scuole sono tenute ad accettare la documentazione in possesso della famiglia anche quando la medesima è in corso di definizione.
Adozioni nazionali: le scuole si limitano a prendere visione della documentazione senza trattenerla nel fascicolo personale del minore. Analoga procedura va messa in atto per tutti gli altri documenti necessari per l’iscrizione o per il trasferimento ad altra scuola (ad es. nulla-osta). Il Dirigente Scolastico inserisce nel fascicolo del minore una dichiarazione in cui attesta di aver preso visione della documentazione necessaria per l’iscrizione. La segreteria attiva modalità per cui i nomi dei bambini e delle bambine vengano trascritti nei registri di classe online e cartacei direttamente con i cognomi degli adottanti, facendo attenzione che non compaia il cognome di origine in alcun contesto. Quando si tratta di minori a rischio giuridico di adozione o in fase di affido preadottivo, deve essere consegnata una scheda di valutazione in cui il minore possiede il cognome degli adottanti. Il Dirigente provvede a sottoscrivere una dichiarazione in cui dà atto che l’identità del minore cui è stata rilasciata la scheda di valutazione corrisponde a quella effettiva. La scuola è tenuta ad accertare se sono state praticate agli alunni le vaccinazioni obbligatorie. Se il minore è privo di tale certificazione, la famiglia può rivolgersi ai servizi sanitari per definire la situazione vaccinale.
In ogni caso, la mancanza di vaccinazioni non può precludere l’ingresso a scuola, né la regolare frequenza.
2.2 Ambito comunicativo – relazionale
Prima accoglienza: . I genitori ricevono informazioni riguardanti l’organizzazione scolastica, i tempi e le modalità di inserimento del minore tramite un colloquio con il docente referente e/o il Dirigente scolastico.
Il Dirigente scolastico o l'insegnante referente, formato sulle tematiche adottive, nella fase di prima accoglienza, precedente l'iscrizione:
- porta a conoscenza della famiglia i progetti inseriti nel PTOF e le risorse e gli strumenti disponibili volti a facilitare l’inserimento dei bambini e dei ragazzi adottati
- raccoglie le informazioni utili ai fini del buon inserimento dei bambini e dei ragazzi. È importante trattare le seguenti informazioni come dati sensibili:
- nome e cognome dei bambini e ragazzi (si raccomanda la massima attenzione per i casi di adozione nazionale)
- tipo di adozione (nazionale o internazionale)
- provenienza ed età di inizio della scolarizzazione nel paese di origine (nei casi di adozione internazionale)
- precedente scolarizzazione dei bambini (o assenza di scolarizzazione) ed eventuale documentazione pregressa
- eventuale valutazione degli operatori dei servizi e/o degli Enti Autorizzati sulla situazione emotiva e affettiva del bambino.
In caso di necessità, su relazione dei docenti di classe, è possibile prevedere un incontro specifico scuola-famiglia al fine di poter stabilire, se vi è la necessità, di elaborare un Piano Didattico Personalizzato (PDP) anche transitorio, relativo all’anno in corso.
Il docente referente offre alla famiglia:
- informazioni sull’esistenza dello sportello itinerante di counseling presente nell’Istituto;
- disponibilità a collaborare con altre risorse e servizi del territorio.
Nelle fasi di accoglienza, il docente referente collabora con gli insegnanti di riferimento del minore per:
- renderli partecipi delle specificità ed eventuali criticità;
- monitorare il percorso educativo/didattico in accordo con la famiglia e i docenti;
- partecipare, se richiesto, agli incontri di rete con altri servizi.
2.3 Il passaggio dalla Lingua 1 alla Lingua 2
Nel caso di minori inseriti negli ultimi anni della scuola primaria o nella scuola secondaria di primo grado, risulta utile l’affiancamento a un facilitatore linguistico, come ad esempio un compagno tutor oppure un docente di italiano. Il facilitatore linguistico curerà, nella fase dell’accoglienza, l’alfabetizzazione comunicativa e, successivamente, l’approccio alla lingua specifica delle discipline.
III PARTE – LA CONTINUITÀ
3.1 Continuità scolastica
L’attivazione di buone prassi:
- un accurato scambio di informazioni (concordato con la famiglia) fra docenti dei diversi gradi di scuola e la possibilità che i minori possano, se necessario, familiarizzare con il nuo- vo ambiente tramite visite alla scuola e incontri con i/le docenti prima dell'inizio dell'effet- tiva frequenza;
- un’attenzione dedicata al percorso di orientamento che prelude alla scelta della scuola se- condaria di secondo grado;
- una particolare cura dei rapporti scuola-famiglia, mediante la predisposizione di incontri ini- ziali e in itinere per favorire la comunicazione;
- l'individuazione di un insegnante all'interno del consiglio di classe che possa rappresentare un riferimento privilegiato per il ragazzo e per la sua famiglia;
- l'attivazione di interventi specifici quando si ravvisino difficoltà nell'apprendimento all'ini- zio di un nuovo ciclo scolastico;
- una particolare attenzione al clima relazionale di classe.
3.2 Continuità con il territorio
La multidimensionalità della condizione adottiva richiede che l'inserimento scolastico dei minori adottati sia adeguatamente accompagnato e sostenuto attraverso un lavoro coordinato tra scuola, famiglia, servizi socio-sanitari, Associazioni Familiari e altri soggetti che si occupano di adozione sul territorio.
IV PARTE – I RUOLI
4.1 Il Dirigente Scolastico
Il Dirigente promuove e sostiene azioni finalizzate a favorire l’ inserimento nel contesto scolastico del minore adottato. A tal fine:
- si avvale della collaborazione di un insegnante referente per l'adozione con compiti di informazione, consulenza e coordinamento;
- garantisce che nel PTOF della scuola siano indicate le modalità di accoglienza del minore;
- decide la classe di inserimento del minore neo-arrivato, dopo aver sentito i genitori e il refe- rente e presa visione della documentazione fornita dalla famiglia e dai servizi pubblici e/o privati che la accompagnano;
- prevede la permanenza dell’alunno nella scuola dell’infanzia oltre i 6 anni ;
- .garantisce percorsi didattici personalizzati finalizzati al raggiungimento di una adeguata competenza linguistica per consentire l’uso della lingua italiana nello studio delle varie di- scipline;
- promuove e valorizza i progetti finalizzati al benessere scolastico e all'inclusione;
- favorisce la diffusione di buone pratiche;
- garantisce il raccordo tra tutti i soggetti coinvolti nel percorso post-adottivo (scuo- la,famiglia, servizi pubblici e/o privati del territorio);
- promuove attività di formazione e aggiornamento, anche in rete.
4.2 L’insegnante referente d’Istituto
La funzione del referente d'Istituto si esplica nel supporto dei colleghi che hanno alunni adottati nelle loro classi, nella sensibilizzazione del Collegio dei docenti sulle tematiche dell'adozione, nell'accoglienza dei genitori. Nello specifico:
- informa gli/le insegnanti della presenza di alunni /e adottati nelle classi;
- accoglie i genitori, raccoglie da loro le informazioni essenziali all'inserimento e alla scelta della classe e li informa sulle azioni che la scuola può mettere in atto;
- collabora, cura e monitora l'andamento dell'inserimento, del percorso formativo dell'alun- no/a e il passaggio di informazioni tra i diversi gradi di scuola;
- nei casi più complessi, collabora a mantenere attivi i contatti con gli operatori che seguono il minore nel post-adozione;
- mette a disposizione degli insegnanti la normativa esistente e materiali di approfondimento;
- promuove e pubblicizza iniziative di formazione;
- attiva momenti di riflessione e progettazione su modalità di accoglienza, approccio alla storia personale, su come parlare di adozione in classe e come affrontare le situazioni di difficoltà.
4.3 I docenti
In presenza di alunni adottati nelle classi, le/i docenti:
- partecipano a momenti di formazione mirata sulle tematiche adottive;
- nell’ambito della libertà d’insegnamento attribuita alla funzione docente e della conseguente libertà di scelta dei libri di testo e dei contenuti didattici, pongono particolare attenzione ai modelli di famiglia in essi presentati;
- nel trattare tematiche “sensibili” (quali la costruzione dei concetti temporali, la storia personale, l’albero genealogico, ecc.) informano preventivamente i genitori e adattano i contenuti alle specificità degli alunni presenti in classe;
4.4 Le famiglie
Le famiglie sottoscrivono il Patto Educativo di Corresponsabilità
V PARTE – SUGGERIMENTI PER UN BUON INSERIMENTO DEL MINORE ADOTTATO
5.1 Temi sensibili
L'approccio alla storia personale
Ai minori adottati possono mancare dati sulla propria storia pregressa, motivazioni per la scelta di un nome, fotografie di un passato che può anche essere doloroso. E’ opportuno non porre il minore adottato al centro dell'attenzione con domande dirette, ma piuttosto creare condizioni facilitanti af- finché egli/ella si senta libero di esporsi in prima persona se e quando lo desidera. Bisogna tener presente che i minori adottati possono avere un'accentuata ambivalenza nei confronti del Paese d'o- rigine e della loro storia preadottiva, con alternanza di fasi di identificazione e di rifiuto che vanno rispettate. È necessario procedere con cautela nel proporre interventi riferiti al Paese d'origine del minore adottato consultando preventivamente i genitori.
Famiglie di oggi
Nelle classi sono presenti molti alunni/e che vivono in famiglie con storie differenti. Bisogna con- siderare la situazione psicologica del nuovo arrivato creando occasioni per parlare in classe della famiglia complessa e articolata di oggi e della sua funzione, intesa come capacità di saper vicende- volmente assolvere ai bisogni fondamentali delle persone.
Libri di testo
Nei quaderni operativi della scuola dell’infanzia e nelle pagine dei testi della primaria che trattano la storia personale compaiono ancora domande a cui i bambini adottati non possono rispondere (“quanto pesavi alla nascita?”) o richieste che non possono soddisfare (“porta una foto o un oggetto di quand'eri neonato”).
Si suggerisce agli /alle insegnanti, in occasione delle adozioni dei libri di testo, di prestare attenzio- ne a questi contenuti, scegliendo volumi attenti alla molteplicità delle situazioni familiari e culturali
ormai presenti nelle classi. Sono da preferire testi in cui possano rispecchiarsi il maggior numero di diversità, in cui anche la famiglia adottiva sia visibile come una delle tante realtà del mondo in cui i bambini/e le bambine vivono.
5.2 Tempi e modalità d'inserimento dei minori neo-arrivati
Scuola dell’infanzia
E’ auspicabile inserire nel gruppo sezione un minore adottato internazionalmente non prima di do- dici settimane dal suo arrivo in Italia. I bambini e le bambine con vissuti di istituzionalizzazione possono percepire lo spazio scuola come una situazione “familiare”: Se il bambino può sembrare a proprio agio, non appare opportuno accelerare le fasi di inserimento, ma è consigliabile, in ogni ca- so, riservare il tempo necessario al consolidamento dei rapporti affettivi in ambito familiare. Nelle prime quattro settimane attivare una frequentazione di circa due ore, in momenti di gioco e in picco- lo gruppo. Nelle successive quattro settimane aumentare il tempo di frequenza fino ad inserire il tempo mensa. Il tempo pieno, se il minore è nel gruppo dei piccoli, può essere introdotto a partire dalla dodicesima settimana di frequenza.
Scuola Primaria
E’ auspicabile inserire nel gruppo classe un minore adottato non prima di dodici settimane dal suo arrivo in Italia. Tutti gli alunni e le alunne adottati al primo ingresso, in particolare se arrivati in corso d’anno, devono avere la possibilità, inizialmente, di usufruire di un orario flessibile e di segui- re un percorso graduale di avvicinamento, sia alla classe che alle attività attraverso didattica a classi aperte, didattica in compresenza, utilizzo dei modelli di apprendimento cooperativo e di tutoring.
Scuola Secondaria di primo grado
E’ auspicabile inserire nel gruppo classe un minore adottato non prima di quattro/sei settimane dal suo arrivo in Italia. E’ indispensabile che i docenti posseggano le opportune informazioni sulla sto- ria pregressa all’adozione. Inizialmente privilegiare la socializzazione e la partecipazione degli a- lunni adottati alla vita di classe e successivamente l’alfabetizzazione e l’apprendimento del nuovo codice linguistico. Nel caso della presenza nella scuola di più sezioni di una stessa classe, è preferi- bile che la scelta ricada su quella meno numerosa. Nella prima fase di frequentazione a scuola, i do- centi individuino la migliore e più idonea modalità di approccio con l’alunno, prima ancora di ve- rificarne le competenze pregresse, elementi da cui non si può certamente prescindere ai fini di una opportuna programmazione da esprimere, se necessario, in un PDP aderente agli effettivi bisogni dell’alunna/o.
RIFERIMENTI LEGISLATIVI
- 2012 Giugno MIUR: nota rivolta a tutti gli USR
- 2013 Marzo: Protocollo di intesa MIUR – CARE (Coordinamento nazionale di 28 Associazioni adottive e affidatarie in Rete)
- 2014 Nota MIUR - 547 del 21 Febbraio: Deroga all’obbligo scolastico alunni adottati
- 2014 Dicembre MIUR: Linee di indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati
- 2015 Legge 107 del 13 Luglio: Le Linee guida entrano nella Legge sulla Scuola
Referente Minori Adottati Xxxxx Xxxxxxxxxxx Funzione Strumentale Xxxx Xxxx Xxxxxxx