Senato della Repubblica XVIII LEGISLATURA
Senato della Repubblica XVIII LEGISLATURA
Giunte e Commissioni
RESOCONTO STENOGRAFICO n. 8 N.B. I resoconti stenografici delle sedute di ciascuna indagine conoscitiva seguono una numerazione indipendente. | |
8ª COMMISSIONE PERMANENTE (Lavori pubblici, comunicazioni) INDAGINE CONOSCITIVA SULL’APPLICAZIONE DEL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI | |
43ª seduta: marted`ı 18 dicembre 2018 Presidenza del presidente COLTORTI |
IC 0184
TIPOGRAFIA DEL SENATO
I N D I C E
Audizione di rappresentanti di CONFAPI – Confederazione italiana della piccola e media industria
PRESIDENTE . . . . . . . . . . . .P.a.g.. 3.,.6., 7. . e. .passim
NENCINI (Misto-PSI) 7
PERGREFFI (L-SP-PSd’Az) 8
XXXXXXXX (M5S) 9
DEL PIANO P. .ag. 3, 9
DI XXXXXXXX 6, 10
N.B. L’asterisco accanto al nome riportato nell’indice della seduta indica che gli interventi sono stati rivisti dagli oratori.
Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia-Xxxxxxxxxx Presidente: FI-BP; Fratelli d’Italia: FdI; Lega- Salvini Premier-Partito Sardo d’Azione: L-SP-PSd’Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-Liberi e Uguali: Misto-LeU; Misto-MAIE: Misto-MAIE; Misto-Piu` Europa con Xxxx Xxxxxx: Misto-PEcEB; Misto-PSI: Misto-PSI.
Intervengono, ai sensi dell’articolo 48 del Regolamento, il dottor Xxxxxxx Xxx Xxxxx, vice presidente Xxxxxxx Xxxxx, il dottor Xxxxx Di Xxxxxxxx, componente di Giunta Xxxxxxx Xxxxx, accompagnati dalla dot- toressa Xxxx Xxxxx Xxxxxx, segretaria di presidenza Xxxxxxx.
I lavori hanno inizio alle ore 15,10.
PROCEDURE INFORMATIVE
Audizione di rappresentanti di CONFAPI – Confederazione italiana della piccola e media industria
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito dell’indagine co- noscitiva sull’applicazione del codice dei contratti pubblici, sospesa nella seduta del 6 dicembre.
Comunico che, ai sensi dell’articolo 33 comma 4 del Regolamento, e` stata chiesta l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso, nonche´ la trasmissione televisiva sui canali web, Youtube e satellitare del Senato della Repubblica e che la Presidenza ha gia` preventivamente fatto conoscere il proprio assenso. Se non si fanno osservazioni, tale forma di
pubblicita` e` dunque adottata per il prosieguo dei lavori.
Avverto inoltre che la pubblicita` della seduta odierna e` assicurata an- che attraverso il Resoconto stenografico. Il ricorso a tale forma di pubbli- cita` e` stato autorizzato dal Presidente del Senato considerato il peculiare rilievo dell’indagine conoscitiva.
E` prevista oggi l’audizione di rappresentanti della Confederazione italiana della piccola e media industria (CONFAPI).
Sono presenti il dottor Xxxxxxx Xxx Xxxxx, vice presidente di CON- XXXX Xxxxx, il dottor Xxxxx Di Xxxxxxxx, componente di Giunta di CONFAPI Aniem e la dottoressa Xxxx Xxxxx Xxxxxx, segretaria di presi- denza CONFAPI.
Ringrazio i nostri ospiti per la loro disponibilita` e cedo la parola al dottor Xxx Xxxxx. Successivamente i colleghi potranno formulare eventuali domande.
DEL PIANO. Signor Presidente, ringrazio innanzitutto lei e la Com- missione per la possibilita` che ci viene oggi offerta. Come rappresentanti della piccola e media impresa edile riteniamo assolutamente necessaria la ripartenza del settore dei lavori pubblici per la ripresa del mercato. Il pa- trimonio delle opere pubbliche in Italia, che allo stato voi conoscete me- glio di noi, ha bisogno di ammodernamento e, purtroppo, i recenti accadi- menti di Genova hanno reso il fatto plateale.
8ª Commissione 8º Res. Sten. (18 dicembre 2018)
Si rende necessaria, a nostro avviso, una politica di sviluppo e di in- vestimento sulle opere pubbliche, che vada ad incentivare anche lo svi- luppo e la crescita delle piccole e medie imprese edili.
Negli anni trascorsi la grande impresa italiana delle opere pubbliche ha segnato il passo, evidenziando notevoli limiti; le grandi imprese ita- liane non sono state in grado purtroppo di diventare delle societa` multina- zionali o delle entita` sovranazionali e di competere con le grandi imprese europee. La prima impresa europea, ad esempio, la francese Vinci, fattura 40 miliardi e la Salini, la prima italiana, fattura solo 6 miliardi. Una dif- ferenza enorme, che ha portato le cosiddette grandi imprese italiane a can- nibalizzare il mercato interno, facendo purtroppo delle piccole imprese
merce della loro speculazione. E` un dato che possiamo constatare nei su-
bappalti, dove le piccole imprese che eseguono i lavori e non hanno le capacita` e le iscrizioni per poter partecipare ai grossi appalti rischiano
di restare al palo nell’esecuzione perche´ non vengono poi pagate. E` un grave problema che noi riscontriamo.
Riteniamo quindi che sia necessario dare nuovo slancio al settore e farlo con le piccole imprese che sappiamo essere l’ossatura del mercato nazionale. Si deve sicuramente intervenire sul codice degli appalti appor- tando alcune modifiche. Peraltro molte cose positive sono gia` insite all’in- terno del codice, ma purtroppo, spesso e volentieri, vengono disattese dalle grandi stazioni appaltanti e anche dalle piccole. Cio` accade perche´ forse nel voler troppo circostanziare e regolamentare, alla fine, si creano delle pieghe all’interno del codice e poi, a seconda delle interpretazioni che danno le stazioni appaltanti, si sfugge senza dare il giusto senso e l’in- terpretazione all’obiettivo del codice che, come enunciato dalla Comunita` europea, era quello di creare sviluppo della piccola e della micro azienda.
Abbiamo preparato un documento evidenziando alcuni punti del co- dice su cui riteniamo si debba necessariamente intervenire. Mi riferisco anzitutto ad alcuni aspetti del codice che riguardano le procedure di affi- damento e i criteri di aggiudicazione. Il codice prevede infatti il ricorso alle procedure negoziate come semplificazione; se l’obiettivo era quello di rendere piu` snelle le gare ed evitare che ci fosse una partecipazione esa- gerata delle imprese (ricordo che si arriva ad avere 300-400 imprese per ogni gara di appalto, anche per gare di importi modesti), e` chiaro che que- sto diventa un onere per le amministrazioni e un problema per le imprese nella competizione. La procedura negoziata e le procedure semplificate vanno incentivate, ma forse bisogna fare in modo che non ci siano delle discrezionalita` da parte delle amministrazioni nell’attuarle. Spesso capita che ci siano grossi problemi riguardo ai principi di rotazione e alle moda- lita` della loro attuazione.
Ci sono problemi anche riguardanti la pubblicita`; spesso e volentieri si viene a conoscenza delle gare di appalto una volta che esse sono state aggiudicate, senza dare la possibilita` a chi e` interessato di poter parteci- pare o lasciando troppo nell’alea il fatto di essere invitati o meno a una gara d’appalto.
L’offerta economicamente piu` vantaggiosa non e` il criterio di aggiu- dicazione migliore per i piccoli appalti perche´ non tutte le imprese sono strutturate per poter sostenere dei costi relativi alla progettazione e, quindi, gia` la partecipazione alla gara puo` diventare eccessivamente onerosa. Pen- siamo che si potrebbe rivedere l’offerta economicamente piu` vantaggiosa non con un’offerta tecnica, ma con un’offerta basata sui criteri reputazio- nali dell’impresa. Potrebbe trattarsi di un fatto positivo per le piccole im- prese.
Altro aspetto gia` presente nel codice degli appalti, che riteniamo pero` essere puntualmente disatteso e` quello della suddivisione in lotti. Pur- troppo vediamo che le grandi stazioni appaltanti, ad esempio l’ANAS, non applicano la suddivisione in lotti o, comunque, fanno una suddivisione effimera, suddividendo magari un appalto di 40 milioni di euro in quattro appalti da 10 milioni; una suddivisione molto relativa, che di fatto non permette alle piccole imprese di poter partecipare.
Un aspetto a noi molto caro riguarda il subappalto perche´ in un si- stema come questo il subappaltatore non ha la titolarita` dell’appalto e di fatto succede che non solo esegue una piccola parte del subappalto, ma il piu` delle volte capita anche che, in maniera in qualche modo arti- ficiosa, si aggira e si subappalta l’intera opera. L’impresa subappaltatrice si ritrova a non avere la titolarita` del contratto e ad essere esposta alla merce´ dell’appaltatore e della grande impresa se poi certi pagamenti
non vanno a buon fine. E` importante, quindi, rivedere la questione del su- bappalto offrendo alle piccole imprese che sono subappaltatrici la possibi- lita` di avere, per la parte che le riguarda e compete loro, la titolarita` del-
l’appalto e il pagamento diretto da parte dell’appaltatore. E` un aspetto pe- raltro previsto per le microaziende, che spesso pero` resta disatteso.
Succede anche questo. Riteniamo percio` positivo l’obiettivo che si prefiggeva il codice degli appalti, ma ci si e` persi nell’applicazione e in gran parte resta ancora inapplicato. Una parte fondamentale concerne la qualificazione delle stazioni appaltanti; venendo essa a mancare e` chiaro che il rapporto e` sbilanciato nei confronti delle imprese. Spesso la stazione appaltante da` delle interpretazioni troppo discrezionali sia in fase di gara
che in fase di gestione dell’appalto. E` invece necessario e fondamentale
procedere sulla qualificazione delle stazioni appaltanti per poter avere un rapporto piu` equilibrato.
Un altro aspetto che a noi sta molto a cuore e` relativo all’applica- zione del contratto nazionale di lavoro perche´, come e` stato denunciato non soltanto da noi come categoria delle piccole e medie imprese, ma an- che dai sindacati, spesso e volentieri, soprattutto nei piu` grossi appalti, si vedono applicare contratti di vario genere. Capita sui lavori stradali che vengano impiegati degli operai con contratti di agricoli o di trasportatori o su lavori edili, contratti metalmeccanici, creando una disparita` di tratta- mento e una concorrenza sleale; un dumping contrattuale che non e` accet- tabile. Raramente la piccola impresa lo fa perche´ la sua filosofia si basa su una gestione della propria azienda e del proprio personale come valore ag- giunto. Reputiamo l’impresa come una gestione familiare ed e` quindi dif-
ficile che si faccia una speculazione sul lavoro, ma e` proprio su di esso che la piccola impresa investe. E` un aspetto molto importante sui contratti
applicati, al quale bisogna dedicare molta attenzione. Addirittura, come denunciato anche dai sindacati, in piu` casi capita che attraverso il sistema del distacco si operino addirittura contratti che non siano quelli nazionali; ovverosia vengono delle imprese che assumono e hanno nel proprio can- tiere degli operai in distacco da societa` interinali, che sono bulgare o ru- mene, e applicano contratti che non sono quelli nazionali. Lo trovano van- taggioso perche´ l’impresa non paga l’onere contributivo, ha un’incidenza
maggiore sulla paga e questo incentiva anche i lavoratori ad accettare le condizioni di lavoro. E` pero` oggi inammissibile che questo possa essere
oggetto di lavoro e che si possa creare concorrenza in tal modo.
Ho cos`ı concluso il mio intervento. Sono a disposizione per eventuali chiarimenti.
PRESIDENTE. La ringrazio. Interviene ora il dottor Xx Xxxxxxxx.
DI XXXXXXXX. Xxxxxxxxx anch’io il Presidente e i componenti della Commissione. Vorrei aggiungere solamente qualche dettaglio a quanto gia` detto. In particolare il presidente ha detto che bisogna mettere al centro dell’agenda politica il settore delle costruzioni, settore primario che rap- presenta bene il sistema delle piccole e medie imprese italiane. A nostro avviso, pero`, questo non si puo` fare senza rimettere mano al codice dei contratti. Vi do qualche dato sul decreto legislativo n. 50 del 2016: siamo partiti dall’aprile del 2016 per arrivare a luglio del 2016 con avvisi di ret- tifica per 170 modifiche ai 220 articoli; il decreto legislativo correttivo n. 56 del 2017 ha apportato 441 modifiche alle norme del codice. Per quanto
riguarda i provvedimenti attuativi – le cosiddette linea guida dell’ANAC – abbiamo contezza delle 44 approvate a fronte di 77. E` un sistema che ha
paralizzato il sistema delle opere pubbliche. Le amministrazioni purtroppo non pubblicano bandi nell’incertezza delle disposizioni regolamentari e in- terpretative che dovrebbe fornire l’ANAC.
In sostanza chiediamo che la revisione, l’integrazione e il nuovo co- dice dei contratti, che spero siano all’ordine del giorno del Governo e della Commissione, rappresentino un momento di semplificazione e di chiarezza delle disposizioni, con un articolato che deve essere il piu` snello possibile. Dobbiamo evitare che l’articolato sia dotato di regole superiori a quelle imposte dalle normative europee, Presidente, perche´ abbiamo si- stemi di regolazione che vanno oltre quelle che sono le direttive europee. Abbiamo acquisito queste ultime e pensavamo che cio` fosse bastevole. Ci siamo esercitati ad integrare con quelle benedette linee guida che erano in realta` delle integrazioni regolamentari. Si e` creata cos`ı la paralisi. Riporto un dato del 2017: il 3 per cento delle opere pubbliche a livello nazionale non sono state cantierizzate. Xxxxxx parlando di circa 130 miliardi nel complessivo.
Semplicita`, ma anche tempestivita` ed efficienza delle procedure. Vor- remmo, come sistema delle imprese, che si arrivasse all’aggiudicazione,
alla gestione, alla cantierizzazione e all’esecuzione dell’opera in tempi certi, evitando controversie e contenziosi che purtroppo derivano dalla non chiara interpretazione della normativa.
Auspichiamo altres`ı una disciplina in grado di regolamentare in ma- niera distinta i contratti per lavori, quelli per servizi e quelli per forniture, perche´ purtroppo non siamo nello stesso settore; uniformando cose che non stanno insieme, continuiamo a creare confusione.
Infine, per accelerare e semplificare nell’ottica delle regole e delle norme, avremmo bisogno di soluzioni alternative a quelli che sono i ri- medi giurisdizionali. Oggi un percorso TAR, Consiglio di Stato e oltre comporta ad una piccola e media impresa degli sforzi economici che spesso essa si rifiuta di affrontare e, quindi, di percorrere. Si dovrebbero trovare dei rimedi giurisdizionali alternativi al componimento della con- troversia o del contenzioso, che spesso deriva solo da una diversa interpre- tazione delle norme, delle ulteriori regolamentazioni, delle linee guida e di tutto il resto.
Vorrei soffermarmi su un ultimo punto. Il presidente ha parlato del sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti. Vorrei aggiungere qual- cosa sulle Societa` organismi di attestazione (SOA). C’e` bisogno, a mio av- viso, di avere una razionalizzazione del sistema. Le SOA devono operare sotto la supervisione del Ministero. Abbiamo oggi dei costi proibitivi e un contesto non favorevole alla piccola e media impresa e al settore delle co- struzioni; paghiamo inoltre dei costi di verifica triennali e di revisione del- l’attestazione quinquennale che sono esorbitanti. Parliamo di cifre assurde per valutare l’organico medio annuo, fatturato e lavori pregressi. Credo che questi dati siano presenti nelle banche dati. Non ci vuole tanta fatica e tanto lavoro per consentirci di andare avanti, anzi in questo momento proporrei addirittura una moratoria, con il congelamento delle verifiche, almeno di quelle triennali, fino a quando la macchina non riparte. Non possiamo infatti essere sottoposti a costi esorbitanti per mantenere, spesso per non mantenere, l’attestazione, perche´ non ci riusciamo; se infatti l’im- presa non lavora, non ha piu` i requisiti e quindi perde l’attestazione SOA. Qualcuno di noi, che ha ricordi del passato e aziende di famiglia (forse il senatore Nencini), ricorda il vecchio Albo nazionale costruttori (ANC), che era gestito dal Ministero delle infrastrutture e qualificava le imprese con costi ragionevoli e sostenibili. Credo non ci sia da dire altro. Rivolgo ancora un ringraziamento per averci dato la possibilita` come piccole e medie imprese di partecipare all’audizione e di essere qui con voi. Spero che questo percorso di condivisione con il mondo imprendito- riale, con il settore delle piccole e medie imprese, continui, anche nell’i- potesi di un intervento di integrazione e revisione sul codice dei contratti.
PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti per le loro relazioni. Proce- diamo con le domande dei commissari.
NENCINI (Misto-PSI). Signor Presidente, vorrei fare molto breve- mente due sottolineature. Non voglio fare la Cassandra, non e` il mio me-
stiere, ma se ricordo le audizioni svolte dalla Commissione da lei presie- duta, temo non sia impossibile prevedere l’esito finale della revisione del codice. Ho infatti memoria delle precedenti audizioni e contezza di quanto sta avvenendo; i rappresentanti delle piccole, medie e grandi imprese e del mondo associativo non riuscirono allora a trovare un punto di equilibrio e, mi pare, nemmeno oggi riescano a trovarlo. Siamo infatti di fronte a opi- nioni assolutamente puntuali, ma alla fine la prevedibile revisione del co- dice da parte dell’attuale Governo dovra` tenere conto anche di pareri che sono assolutamente distonici. Esattamente la situazione quo ante.
Sottolineo soltanto due aspetti. Il presidente ha sottolineato, senza en- trare nel merito, il problema relativo alla divisione in lotti degli appalti ANAS. Temo che il problema centrale non sia di ANAS che divide in lotti eccessivamente alti (lei ha citato 40 milioni, 4 lotti da dieci milioni cia- scuno), ma di un’impresa italiana eccessivamente a coriandolo. Cosa deve fare ANAS? Se ha un appalto da 40 milioni, frazionarlo in quanto per consentire ad una piccola impresa di parteciparvi? Il problema allora va preso, anche se non esclusivamente, dall’altra parte: se la piccola e me- dia impresa italiana non riesce a consorziarsi e fare un pacchetto di mi- schia unitario, anche se l’appalto grosso (Ferrovie, ANAS e quant’altro) viene frazionato, l`ı non ci arrivera` mai. Non e` tanto il frazionamento in misura piu` cedevole, quanto la possibilita` che la piccola e la media im- presa cerchino di mettere assieme le proprie forze per partecipare alle gare.
Passo quindi alla seconda considerazione. Dubito che la ragione di molti ricorsi sia legata all’attuale interpretazione di alcune parti del co- dice. Non lo escludo, so che c’e` anche quella, ma ricordo che dei 58.000-59.000 ricorsi fatti ai TAR con il vecchio codice, 21.000 erano fi- gli di imprese arrivate seconde o terze nell’aggiudicazione dell’appalto.
Ora, se un terzo cos`ı importante (21.000 ricorsi) e` da parte di imprese
che non arrivano all’obiettivo e ricorrono contro la vincitrice in un codice che era collaudatissimo dai primi anni Novanta, dietro vedo anche altro. Non voglio dire qui che cosa vedo. La mia opinione e` conosciuta e non l’ho cambiata in questi anni. Perche´ che da parte dell’impresa ci sia l’u- tilizzo in molti casi del ricorso sull’appalto X contro la vincitrice, affinche´ nell’appalto Y non si giochi con il catenaccio, ma come giocava il vecchio allenatore del Milan degli anni Novanta, sono dubbi che mi porto dietro da diversi anni. Metterei sul campo anche questo aspetto che e` assoluta- mente autonomo da qualsiasi codice dell’attuale Governo e di quello che i Governi futuri metteranno in campo.
Ho concluso signor Xxxxxxxxxx; non ho nessuna obiezione sul lavoro che sta facendo ANAC, prendo le sue parole, le faccio mie e quindi non le commento.
PERGREFFI (L-SP-PSd’Az). Xxxxxxxxx gli auditi per la loro esposi- zione e vorrei rivolgere loro una domanda. Vorrei sapere se e` possibile avere i listini SOA in base alla grandezza delle imprese. Un conto e` una grande impresa con 150-200 dipendenti, un conto e` un’impresa piu`
8ª Commissione 8º Res. Sten. (18 dicembre 2018)
piccola; si potrebbe capire quanto incide nel triennale delle SOA. Se avete dei dati piu` precisi da questo punto di vista, in classifica, in base al nu- mero dei dipendenti e alla grandezza delle imprese, si potrebbe compren- dere quanto incide questo tipo di classificazione.
XXXXXXXX (M5S). Signor Presidente, andando piu` nello specifico della domanda posta dalla senatrice Xxxxxxxxx e parlando di piccole im- prese, vorrei sapere se e` possibile sapere quanto incide percentualmente il costo in funzione del fatturato dell’impresa; quanto incide il costo per una attestazione SOA e la sua verifica triennale e, poi, quinquennale in base al fatturato. La domanda e` d’obbligo da parte nostra perche´ gli orga- nismi SOA quando sono venuti in audizione con le loro rappresentanze hanno dichiarato che il costo era molto basso. Vogliamo capire se e` vero perche´ ci risulta invece che non sia proprio cos`ı.
Ritengo pienamente condivisibile la problematica dei subappaltatori; bisognera` trovare un modo per poterli proteggere soprattutto nelle forme di pagamento che eventualmente possono avvenire direttamente tra com- mittente e subappaltatore.
Per quanto riguarda i criteri reputazionali dell’impresa, nel caso di eventuale modifica dell’offerta economicamente vantaggiosa, avete idea a cosa si faccia riferimento? Se ci riferiamo soltanto al curriculum del- l’impresa, la nicchia di chi possa poi operare cercando di vincere le gare si puo` restringere di piu` perche´ finirebbe per vincere chi ha il curri- culum piu` forte e cio` non sarebbe poi cos`ı giusto.
PRESIDENTE. Cedo la parola agli auditi per rispondere alle do- mande poste.
DEL PIANO. Signor Presidente, vorrei rispondere anzitutto al sena- xxxx Xxxxxxx. Il discorso della suddivisione in lotti e` vero; le imprese ita- liane sono talmente piccole che hanno difficolta` a consorziarsi, unirsi e fare un appalto da 10 milioni di euro. Questo e` il male a cui siamo arri- vati. La grande impresa italiana non e` riuscita a fare il salto sovranazio- nale e diventare entita` sovranazionale se non a scapito di dilaniare il mer- cato interno, quello nazionale, avendo poi riflessi sulle piccole imprese che, alla fine, sono diventate sempre piu` piccole. Siamo purtroppo contro- corrente; invece dovremmo cercare di aggregarci e crescere. Purtroppo e` il sistema che ha portato a questo. Le grandi imprese che non sono riuscite a fare il salto hanno fatto ridurre ulteriormente le piccole, che invece sono quelle che tendono ad essere piu` virtuose rispetto al lavoro e alla qualita` dell’opera.
Bisogna cercare un’inversione di tendenza; e` vero, dobbiamo cercare di consorziarci e di crescere, cambiando la tendenza. A questo punto bi- sogna pero` anche trovare il modo di aiutare queste concentrazioni di im- prese perche´ le piccole possano in qualche modo crescere. Percio` la sud- divisione, laddove possibile, va fatta in tutti i modi.
8ª Commissione 8º Res. Sten. (18 dicembre 2018)
Per quanto riguarda l’ultima domanda, relativa ai criteri reputazionali delle imprese, legandomi proprio alla necessita` di far crescere la piccola impresa, allargherei un po’ il discorso perche´ ritengo che bisognerebbe cercare di riservare alle piccole imprese una quota di partecipazione. Una parte deve cioe` essere per le piccole imprese, ponendo come criterio reputazionale l’organizzazione a distanza dell’impresa. Ritengo infatti che se una grande impresa partecipa su piccoli appalti, la sua organizzazione e` distante dal piccolo cantiere e, quindi, ha un costo maggiore che in qual- che modo si riverbera sul lavoro e sull’opera. Credo che questo sia un ele- mento reputazionale di cui tenere conto. La piccola impresa e` sul posto, ha una organizzazione snella e questo in qualche modo dovrebbe essere premiante; questo elemento aiuterebbe le piccole imprese a crescere, fare il salto per poi passare dai piccoli ai grandi lavori, lasciando spazio a quelle piccole che nasceranno. Si dovrebbe cercare, cioe`, di creare un circolo virtuoso in modo che le imprese possano crescere non come e` av- venuto fino ad oggi con la grande impresa che cannibalizza il mercato, fa diminuire le piccole e le fa diventare sempre piu` piccole, ma al contrario.
DI XXXXXXXX. Signor Presidente, vorrei aggiungere una cosa ri- spetto ai criteri reputazionali. Purtroppo oggi nelle offerte economica- mente piu` vantaggiose, le offerte migliorative ci chiedono criteri reputa- zionali che non incidono sulla storia dell’impresa e, quindi, sui lavori fatti in un certo modo, le opere d’arte e tutto il resto. Vanno a vedere – e que- sto e` un dettato delle linee guida ANAC di cui parlavo prima – i conten- ziosi con le amministrazioni, le inosservanze rispetto all’applicazione del codice dei contratti, imputandole esclusivamente all’impresa. Mi pongo un dubbio: se c’e` un contenzioso o una controversia con un’amministrazione, vediamo anche le colpe dell’amministrazione appaltante. Con questo con- cludo, anche se ci sarebbe da introdurre il discorso dei criteri ambientali minimi (CAM).
Oggi per fare un’offerta migliorativa dobbiamo qualificarci, non sono cioe` criteri premiali e premianti ad avere una certificazione ISO 18000 o 14000, che e` proibitiva per il sistema delle piccole e medie imprese per- che´ parliamo di qualche decina di migliaia di euro per avere una certifi- cazione del genere. Parliamo del fatto che alcune amministrazioni la inse- riscono come requisito di qualificazione. Quindi o hai quei requisiti op- pure non partecipi, non sei proprio in gara. E chiudo perche´ il discorso sarebbe lunghissimo.
Per quanto riguarda il costo delle SOA, esso non e` rapportato all’or- ganico, al fatturato o a tutto il resto. L’organico, il fatturato e i lavori ese- guiti servono per avere le varie qualificazioni (prima, seconda, terza); l’importo cambia in funzione del numero di qualificazioni e del livello di classifica, che parte dalla prima e arriva all’ottava (illimitata). Le faccio un esempio: per una seconda classifica (516.000 euro) parliamo di 6.000 euro di costo di attestazione e di 3.000 euro ogni tre anni per la verifica triennale. Quella e` un’azienda che puo` fare appalti, opere pubbliche per
516.000 euro, e ogni quattro anni (minimo, oltre il 20 per cento) ha un
8ª Commissione 8º Res. Sten. (18 dicembre 2018)
costo fisso attorno ai 4.000 euro, oltre alle consulenze aziendali. Arri- viamo anche ad importi per classifiche consistenti. Questo vale per una categoria. Diverso il discorso in caso di un consorzio. Ho l’onere, piu` che l’onore, di essere presidente di un consorzio stabile di trenta aziende e posso dire che per l’ultimo rinnovo del nostro certificato abbiamo pagato attorno ai 50.000 euro per sette-otto classifiche. Sono sicuramente spese consistenti che, pero`, in assenza di gare e di aggiudicazione, ricadono sul- l’azienda. Xxxx perche´ consorziarsi va bene, ma a costi accessibili.
PRESIDENTE. Xxxxxxxxx gli auditi per il contributo offerto ai lavori della Commissione e dichiaro conclusa l’audizione.
Comunico che la documentazione consegnata xxxx` resa disponibile per la pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.
Rinvio il seguito dell’indagine conoscitiva ad altra seduta.
I lavori terminano alle ore 15,50.
Licenziato per la stampa dall’Ufficio dei Resoconti
E 1,00