RELAZIONE TECNICA
Firmato digitalmente da
XXXXX XXXXX XXXXXXXX XXXXX
CN = XXXXX XXXXX XXXXX XXXXXXXX
O = non presente
C = IT
CN = XXXXX XXXXX XXXXX XXXXXXXX
O = non presente
C = IT
RELAZIONE TECNICA
La presente relazione tecnica viene allegata al progetto definitivo (art. 23 DPR 50/2016) riferita a “ACCORDO DI PROGRAMMA CON LA REGIONE PIEMONTE PER IL RILANCIO DEL TERMALISMO: LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA ITALIA” in Comune di Acqui Terme (Al).
A tale progetto, a firma dello Studio Tecnico MARCOCIARLOASSOCIATI corrente in Altare (Sv), la presente relazione farà riferimento puntuale, al fine di proporre al Committente una agevole lettura della trattazione.
1. Individuazione lei luoghi e terminologia
Piazza Italia risulta essere al centro della città di Acqui T. e l’intervento progettato riguarderà le aree a verde in testata rispetto al manufatto in marmo (quota maggiore) ed alcune porzioni di terreno indicate in progetto come:
a. Xxxx xxxxx xx 0
x. Xxxx xxxxx xx 0
x. Xxxx xxxxx n° 5
2. Caratteristiche della sistemazione a verde
2.1 . “area verde n° 3”
Il progetto prevede, in tale area, la collocazione di n° 7 manufatti tipo “pensilina” in materiale misto acciaio/legno.
In corrispondenza delle n. 14 delle colonne in acciao, saranno collocate a dimora talee di Vite (Vitis vinifera L.), nelle varietà Brachetto d’Acqui e Dolcetto d’Acqui in ragione di n° 2 per pensilina per un totale di 28 talee.
Lo scopo sarà quello di consentire alle viti di crescere e svilupparsi in altezza in modo tale da provvedere a ricoprire di verde il manufatto in acciaio/legno richiamando, nel contempo, una peculiarità di eccellenza tipica del territorio acquese, con due vitigni che hanno ottenuto specificatamente la DOC (Dolcetto) e la DOCG (Brachetto).
Per una corretta posa delle essenze arboree sarà fornito e posato in opera un palo di legno del diametro di 10 cm, opportunamente interrato nella terra e ancorato alla struttura metallica, necessario per poter fare arrampicare la vite.
2.2 “area verde 4”
In tale zona, collocata alla quota più alta dell’area di intervento, saranno collocate a dimora n°2 piante adulte di Liquidambar (Liquidambar styraciflua L.), di altezza minima di ml 8,00; essenza ornamentale, scelta per le sue caratteristiche di rusticità ma anche per la notevole varietà cromatica di foliage autunnale: dal rosso vivo, al mattone, all’arancione, con tutte le possibili sfumature di tonalità in relazione alle caratteristiche del singolo soggetto arboreo considerato.
Inoltre nell'area verde saranno previste le seguenti lavorazioni:
- smontaggio e accatastamento del gazebo esistente
- rimozione della pavimentazione in blocchetti e relativo sottofondo
- rimozione della siepe
- f. e p. in o. di nuova terra vegetale
- concimatura
- semina a prato dell'area
2.3) “area verde 5”
Su tale area, della superficie indicativa di mq 25 circa, saranno collocate a dimora n° 15 piante di Rosa (Rosa sp.) con caratteristiche simili ai rosai che già abbelliscono la piazza, al fine di mantenere una certa omogeneità paesaggistica e cromatica.
Liquidambar
Ordine | Saxigrafales |
Famiglia | Altingiaceae |
Genere | Liquidambar |
Specie | Liquidambar styraciflua L. |
Nome comune | Storace americano – Albero dell’ambra |
Origine | America del Nord |
Fusto | Eretto |
Corteccia | Marrone chiaro tendente al grigio negli stadi giovanili, poi rugosa e brunastra con venature verticali e non eccessivamente incisa |
Foglie | Caduche ; pentalobate con incisione e forma dei lobi variabile a seconda del soggetto; di colore verde più o meno intenso in primavera che diventano gialle, arancio e rosse in autunno |
Apparato radicale | Tendenzialmente superficiale |
Fiori | Pianta monoica, a sessi separati sulla stessa pianta |
Frutti | Infiorescenze globose con capsule prima verdi poi marroni, contenenti 1-2 semi, con appendici spinescenti |
Altezza | Circa 20 m a maturità |
Forma della chioma | Dapprima piramidale poi espansa |
Adattabilità al clima della sede | Buona |
corteccia
Tipica colorazione delle foglie in autunno
Foglie ed infruttescenze estive
Vite
Ordine | Rhamnales |
Famiglia | Vitaceae |
Genere | Vitis |
Specie | Vitis vinifera L. Con tutte la varietà e cloni possibili |
Nome comune delle varietà interessate dall’intervento | Brachetto Dolcetto d’Acqui |
Origine | Non rilevante a seguito delle ibridazioni successive e dei cloni oggi esistenti |
Tralcio | Brachetto: tralcio robusto, poco ramificato, a sezione circolare, color cannella/grigiastro, più scuro ai nodi; gemme molto sporgenti, midollo medio . Dolcetto d’Acqui: a sezione circolare, corteccia derente, colore grigio-nocciola; gemme mediamente sporgenti; midollo medio |
Foglia | Brachetto: caduca; tondeggiante quasi intera o trilobata ma con lobi appena accennati; lembi piano piuttosto spesso a superficie bollosa; denti irregolari a base larga; pagina superiore verde cupo, glabra; pagina inferiore verde chiaro, glabra; nervature verde chiaro. Dolcetto d’Acqui: caduca; pentagonale, più larga che lunga; pagina superiore verde scuro glabra e liscia; pagina inferiore verde chiaro con leggero tomento aracnoideo; nervature sporgenti, nervate in rosso. |
Apparato radicale | Mediamente approfondito |
Fiori | Brachetto: infiorescenza cm 11-12, bottone fiorale globoso verde, |
giallognolo in sommità; stami 5-6, fiori ermafroditi autofertili Dolcetto d’Acqui: infiorescenza di media lunghezza (12-14 cm) di forma piramidale; bottone fiorale globoso, fiore ermafrodita autofertile verde chiaro, corolla a cappuccio; stami 5 raramente 6 | |
Frutti | Brachetto: bacca scura violacea diametro 13-14 mm; polpa densa con 2-3 vinaccioli per acino Dolcetto d’Acqui: bacca scura violacea, mediamente 12 mm ma con diverse dimensioni sia sul tralcio che sul grappolo; buccia pruinata, polpa succosa; vinaccioli da 1 a 3 |
Adattabilità al clima della sede | buona |
Foglia Brachetto
Grappolo Brachetto
Foglia Dolcetto d’Acqui
Grappolo Dolcetto d’Acqui
Roseto in ambiente cittadino
Rosa
Ordine | Xxxxxxx |
Famiglia | Rosaceae |
Genere | Rosa |
Specie | Rosa sp. In migliaia di varietà ed ibridi. |
Nome comune | Rosa da giardino |
Origine | Irrilevante a seguito delle ibridazioni; diffusa in tutto il mondo |
Fusto | Eretto |
Corteccia | Marrone chiaro e scuro, grigiastra, verde scuro a seconda della varietà e del periodo vegetativo considerato, spinosa |
Foglie | caduche; finemente seghettate sul bordo di forma e dimensioni variabili a seconda della specie e della varietà |
Apparato radicale | Mediamente approfondito |
Fiori | Petali, sepali, stami, colori e dimensioni del tutto variabili in relazione alla specie e della varietà considerate |
Frutti | Acheni contenuti in un falso frutto detto Xxxxxxxxx |
Altezza | Variabile a seguito di potature di allevamento ed alle caratteristiche specifiche |
Forma della pianta | Ceppo centrale e steli erbacei prima e legnosi poi portatori dei fiori |
Adattabilità al clima della sede | buona |
3) Indicazioni tecniche per l’impianto
La scelta progettuale prevede di porre a dimora anche alcune piante di notevoli dimensioni (altezza minima m 8 con diametro valutato a m 1,30 ≥ a cm 20) di Liquidambar prelevandole da vivaio specializzato: per l’esecuzione di tale operazione, saranno necessari alcuni accorgimenti tecnici non deferibili, sia per l’esecuzione delle operazioni di posa e sistemazione, sia per la manutenzione successiva all’impianto.
Nulla di particolare, invece, per l'impianto delle talee di Vite e di Rosa
3.a) impianto Liquidambar
Le piante dovranno essere prelevate da vivaio professionale e dotate di “passaporto verde” ai sensi del D.Lgs n° 214/2005.
Obbligatoriamente sarà da prevedere il prelievo in vivaio con pane di terra il più esteso volumetricamente possibile (minimo 1 mc) da eseguirsi in assoluto riposo vegetativo (periodo novembre – fine febbraio).
Sia il trasporto che la posa in opera dovranno essere eseguiti nel minor tempo possibile al fine di ridurre al minimo lo stress di trapianto.
Le buche dovranno avere dimensioni adeguate (minimo m 1x1x1) atte ad accogliere il pane di terra: sarà opportuno, prevedere la somministrazione di “radicanti” e “biostimolanti” a base di gibberelline, auxine, citochinine ; se l’impianto dovesse essere eseguito in autunno inoltrato, tale somministrazione dovrà avvenire ad inizio della primavera seguente non appena le piante mostreranno sintomi di risveglio vegetativo (emissione foglie). Se l’impianto dovesse avvenire ad inizio primavera, tale somministrazione sarà contestuale alla messa a dimora.
Anche la concimazione risulterà importante in questa fase: la somministrazione di letame maturo (20/30 Kg/pianta) integrato con concime minerale fosfatico (Perfosfato minerale) in ragione di 2 Kg/pianta da mescolarsi al letame.
Molto importante che la miscela letame/concime non giunga a diretto contatto con le radici per cui sarà necessario predisporre uno strato coibentante di terra e torba (70-30%) mescolate, per determinare tale accorgimento: in pratica sul fondo della buca letame + perfosfato , poi strato terra – torba ed infine pane di terra con albero.
Una particolarità riguarda il Liquidambar: essendo una pianta acidofila, sarà necessario provvedere a correggere leggermente il PH del terreno (previa valutazione precedente) mediante il rimescolamento con terriccio per acidofile facilmente reperibile sul mercato nella quantità di 100 l/pianta (due sacchi).
Sempre per il Liquidambar, saranno da prevedere periodiche somministrazioni di solfato di ferro, annuali e ad attecchimento assicurato.
Vite: talee a radice nuda, vigorose, ibridi
Stallatico (3-4 Kg per pianta integrato con Perfosfato minerale 0,1 Kg/pianta) da ripetersi ogni inizio primavera
Rose: in pane di terra, certificate per la varietà, vigorose, ibridi
Stallatico (3-4 Kg per pianta integrato con Perfosfato minerale 0,1 Kg/pianta) da ripetersi ogni inizio primavera
3b) Tutoraggio
Piante di tali dimensioni (Liquidambar) necessitano di un notevole tutoraggio al fine di mantenere un fusto eretto ed evitare che avversità atmosferiche (forti venti) possano sradicare la pianta in fase di attecchimento radicale.
Il tutoraggio può essere di due tipi:
• Tutori esterni: sistemazione ed infissione a terra di 3 pali di castagno scortecciati (diametro cm 10 – 12 o maggiore) ; per infissione a terra si intende che i pali debbono raggiungere il terreno sottostante la zolla della nuova pianta ed essere infissi in esso per almeno 30/40 cm. I tutori devono essere posti a 30 cm circa dal fusto per evitare sfregamenti dannosi tra corteccia e palo ; si legherà il tronco della pianta ai tutori con strisce di gomma (non biodegrababili ma asportabili ed inviate a discarica a fine periodo di tutoraggio) da sostituirsi eventualmente durante il periodo prestando attenzione a che non perdano la loro elasticità consentendo alla pianta leggere oscillazioni. Per piante di queste dimensioni, la paleria di tutoraggio dovrà permanere per almeno due estati seguenti all’impianto
• Tutori sotterranei: hanno lo scopo di mantenere in posizione il pane di terra in cui si trovano le radici: a buca eseguita, si collocano a terra pali di castagno scortecciati a coppie in modo tale che la loro posizione permetta di formare un triangolo di tavole (di dimensioni variabili a seconda della buca e della zolla) entro le quali sarà posta la zolla con le radici. In questo caso il fusto rimarrebbe libero da paleria con minor impatto visivo. Il sistema di tutoraggio sotterraneo non deve essere rimosso ma, trattandosi di legno, lo stesso sarà degradato naturalmente sino a scomparire. Unica avvertenza sarà quella di non utilizzare tavolame e paleria trattata chimicamente in alcun modo.
In sede di Direzione lavori e sulla base delle caratteristiche del materiale vegetale disponibile, verrà prescelta la soluzione più idonea.
Data la collocazione delle talee di Vite che poggeranno sulle pensiline, il tutoraggio sarà definito da un palo di legno del diametro di 10 cm, opportunamente interrato nella terra e ancorato alla struttura metallica, necessario per poter fare arrampicare la vite.
Nulla da segnalare per le Rose.
3c) Irrigazione
Altra operazione molto importante è l’irrigazione che deve essere intesa secondo due possibili interventi:
• Irrigazione di soccorso : nella prima estate successiva al trapianto in cui la pianta è maggiormente esposta a possibili stress idrici a causa dell’attecchimento in itinere e non completo: tutte le piante dovranno essere monitorate attentamente osservando fenologicamente ogni possibile alterazione, sintomo di necessità di irrigazione (foglie piccole, ingiallimento, curvatura del picciolo sino alla caduta precoce) appunto di soccorso.
• Irrigazione di mantenimento: periodica (1-2 volte a settimana) per tutta la fase di acclimatazione sino ad attecchimento completato.
Molto importante è la qualità dell’acqua di irrigazione: trattandosi di specie mediamente acidofila (Liquidambar), la somministrazione di acqua con PH ≥ a 7,0 determina sofferenza generale e difficoltà dei nutrienti da parte delle radici.
Dopo avere quindi stabilito il PH dell’acqua di irrigazione (che si presuppone prelevata dall’acquedotto pubblico) si dovrà provvedere alla sua eventuale correzione mediante l’utilizzo di semplici acidificanti naturali e facilmente reperibili sul mercato come per esempio l’Aceto di alcol nella misura di 1-2 ml/litro di acqua di irrigazione per portare il PH a 5,8 – 6,0.
Nessuna prescrizione per Vite e Xxxx se non raccomandare irrigazioni ordinarie con l’avvertenza di non formare ristagni d’acqua.
3d) Potature
Per grandi piante, normalmente, è sempre necessaria una “potatura di trapianto” che riguardi l’asportazione di rami secchi o danneggiati durante il trasporto e la posa ma che possa determinare anche un giusto rapporto tra apparato radicale (obbligatoriamente ridotto nella fase di estirpazione in vivaio) e chioma: il rapporto ottimale dovrebbe essere di circa 1:1 e l’accrescimento proporzionale.
3e) Risarcimento fallanze
Anche se tutte le operazioni citate nei punti precedenti fossero eseguite con tempistica corretta ed a regola d’arte, la possibilità di morte da parte di alcuni soggetti, è assolutamente reale.
Ciò a causa delle dimensioni notevoli delle piante prescelte per le quali lo stress di trapianto è direttamente proporzionale con le dimensioni.
Nel caso di rimboschimenti, la possibilità di morte dei soggetti viene fisiologicamente individuata nel 10% ma, in quei casi, trattasi di piantine di 1-2 anni che subiscono uno stress da trapianto ridotto.
In casi di questo genere, la moria è di circa il doppio (20%) di quella normale:non è possibile prevedere se i Liquidambar saranno oggetto di moria e, dato il loro numero irrisorio (n° 2) la statistica non può fare fede.
E’ invece molto probabile che da 10 a 15 piantine di Vite debbano essere sostituite nell’anno seguente alla realizzazione dei lavori: trattandosi di opere di riqualificazione urbana che riguardano non solo la compagine vegetale ma anche e soprattutto pavimentazioni, posa di arredo urbano, realizzazione di impianti elettrici, idraulici, ecc diventerebbe oltremodo complicato intervenire con espianto e nuovo impianto a lavori conclusi.
Nondimeno, la possibilità di moria è assolutamente reale ed imprevedibile ma si riduce progressivamente se le operazioni di cui ai punti precedenti verranno eseguite nei tempi e nei modi dovuti.
Si consiglia, pertanto, di utilizzare in corrispondenza delle aree in cui verranno messe a dimora le piante, accorgimenti “provvisori” quali per esempio legnami in tavole sagomate, di facile posa e di altrettanto facile movimentazione nel caso in cui la pianta dovesse essere sostituita, al fine di permettere ai mezzi meccanici di intervenire nelle operazioni di sostituzione, senza rovinare la pavimentazione appena collocata.
Ad attecchimento avvenuto, le strutture provvisorie potranno essere smontate e sostituite con la pavimentazione definitiva.
La D.L. avrà il compito di valutare la necessità di tali accorgimenti.
4. Indicazioni tecniche per la manutenzione 4a) Potature di mantenimento
Liquidambar: periodiche (preferibilmente annuali), non eccessive e rivolte a mantenere la conformazione delle chiome; da evitare assolutamente potature “drastiche” tipo a capitozza che determinano un indebolimento generale del soggetto il quale diviene più facilmente attaccabile da agenti fitopatogeni.
Vite: Potatura di formazione volta ad indirizzare le piante verso la sommità della pensilina.
Rose: potatura bassa, invernale, da 4-6 gemme , per offrire un notevole rigoglio vegetativo in primavera ed una fioritura densa in tarda primavera/estate.
4b) Concimazione
Liquidambar: annuale, ad inizio primavera con concimi ternari granulari (12-12-12 per esempio) da somministrare leggermente interrati (1Kg/pianta).
Evidentemente l’efficacia della concimazione sarà ridotta in relazione al fatto che la superficie “libera” da pavimentazioni impermeabili sarà obbligatoriamente poco estesa.
Rose: concime tipo terricciato oppure liquido o solido con stesso rapporto NPK (12-12-12 ma anche 6-6-6) in somministrazione primaverile ed autunnale arricchito di microelementi (B-Fe-Mg)
Vite: stallatico per concimazione di fondo, integrato con P e K
4c) Irrigazione
Per i primi 3-4 anni monitoraggio attento nel periodo estivo con irrigazioni non eccessive che non determinino ristagni e badando alla qualità dell’acqua (cfr. par. 3c).
5c) Pacciamatura
A giudizio della D.L., e se ritenuta valida in relazione agli aspetti progettuali riguardanti la posa di materiali a terra (lastre di pietra, marmo, ecc) possibile pacciamatura con corteccia di pino a scaglie, biodegradabile e risarcibile .
Dr. Agr. Xxxxx X. Xxxxx Ordine Liguria n° 12 dal 1982