MISURE/79
MISURE/79
L’IMPATTO DEL “DECRETO DIGNITÀ” SUI CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO E DI SOMMINISTRAZIONE
Osservatorio Mercato del Lavoro
Luglio 2018
1. Il tema
Il c.d. “Decreto dignità”, approvato dal Consiglio dei Ministri il 2 luglio 2018, interviene sulla rego- lazione del contratto a termine e del contratto di somministrazione.
Al fine di consentirne una valutazione sulla platea interessata, le modifiche attualmente all’esame del Parlamento possono essere così schematizzate:
a. viene reintrodotto per le imprese l’obbligo di dichiarare la causale a partire dal tredicesimo mese di utilizzazione del lavoratore; tale obbligo vale anche per le agenzie di somministrazione;
b. la durata massima dei contratti di lavoro – contando anche i rinnovi a qualsiasi distanza di tempo – viene limitata a 24 mesi anziché a 36 mesi; anche tale norma viene estesa alle agenzie di somministrazione;
c. all’interno del medesimo contratto a termine il numero massimo di proroghe ammissibili scende a 4 (anziché 5); per i contratti di somministrazione si scende a 5 (anziché 6);
d. il contributo addizionale aumenta di 0,5 punti percentuali in occasione di ciascun rinnovo; tale incremento vale anche per i contratti di somministrazione.
Da tutte queste modifiche sono esclusi Pubblica Amministrazione, operai del settore agricolo e al- tre categorie di minor rilevanza numerica (dirigenti, personale delle Fondazioni musicali etc.). Quanto al lavoro stagionale secondo i commentatori più autorevoli permane l’esclusione dai limiti numerici, in particolare da quelli relativi alla durata massima.
2. L’impatto sui contratti a termine: dimensioni della platea interessata
Per stimare le dimensioni della platea interessata alle modifiche prospettate abbiamo simulato il loro impatto sulla domanda di lavoro a termine espressa dalle imprese venete nel 2017. La do- manda di lavoro è stata calcolata in numero di giornate complessive utilizzate dalle imprese con contratti di lavoro a tempo determinato. L’unità di analisi è la singola coppia lavoratore-impresa.1
I risultati ottenuti sono riportati in tab. 1.
Nel 2017 sono risultate attive quasi 500.000 coppie; le giornate di occupazione con contratti a termine sono state oltre 71,6 milioni, corrispondendo – in termini di anni/uomo – a quasi 200.000 unità. Proiettando l’impatto della nuova regolazione con riferimento alla distribuzione della domanda in termini di giornate con contratti a termine la simulazione per il 2017 consente le seguenti os- servazioni:
a. poco meno di un quarto della domanda di lavoro a termine non sarebbe stato interessato dalle modifiche in quanto esplicitamente escluso: si tratta sostanzialmente degli operai agri- coli e soprattutto della Pubblica Amministrazione (soprattutto settore istruzione);
1 Non si tratta quindi di lavoratori-teste perché nel medesimo anno un lavoratore può avere rapporti di lavoro con diverse imprese. Per ogni coppia è stato calcolato il numero di giornate lavorate nel 2017, tenendo quindi conto sia delle proroghe che dei rinnovi nonché di tutti i rapporti della medesima coppia registrati negli anni precedenti con la medesima tipologia contrattuale.
b. il 45% della domanda non avrebbe subito variazioni in quanto di durata inferiore ad un anno: non avrebbe dovuto quindi esplicitare causali; in parte sarebbe stata interessata da un incremento di costo connesso ai rinnovi;2
c. il 21% della domanda (e l’11% delle coppie) sarebbe stato interessato dalla necessità di ap- porre la causale; inoltre quasi tutta questa quota di domanda sarebbe stata interessata dall’incremento di costo perché è molto raro il superamento dell’anno con un unico con- tratto; va segnalato peraltro che il lavoro stagionale (2%) dovrebbe rimanere escluso da que- sti nuovi vincoli;
d. infine una quota attorno al 12% della domanda non si sarebbe potuta esplicitare perché superiore alla nuova durata massima di 24 mesi:3 un terzo (4%) di tale domanda è peraltro relativa al lavoro stagionale che sembrerebbe escluso – come del tutto ragionevole – dalle modifiche introdotte.
Tab. 1 – Veneto. Coppie lavoratore-impresa attive nel 2017:
domanda complessiva di lavoro a tempo determinato e impatto della nuova regolazione
COPPIE SENZA IMPATTO NUOVA REGOLAZIONE
AREA DI IMPATTO DELLA NUOVA REGOLAZIONE (CLASSE DI DURATA AL 31.12.2017)
TOTALE
Agricoltura- Classe di durata al 1 gennaio 2017 Pubbl. amm | Fino a Da uno a un anno due anni | di cui stagionali | Oltre due anni | di cui stagionali | |
VALORI ASSOLUTI A. NUMERO COPPIE Coppie esordienti nell'anno osservato 56.499 | 233.035 | 289.534 | |||
Fino a un anno 36.533 | 55.602 45.242 | 5.416 | 137.377 | ||
Da uno a due anni 8.953 | 11.902 | 3.898 | 13.919 | 2.939 | 34.774 |
Oltre due anni 14.126 | - - | - | 22.356 | 12.240 | 36.482 |
TOTALE 116.111 | 288.637 57.144 | 9.314 | 36.275 | 15.179 | 498.167 |
di cui: rapp. finale concluso con trasformazioni 684 B. GIORNATE LAVORATE NEL 2017 Coppie esordienti nell'anno osservato 4.204.167 | 18.462 6.851 26.416.567 | 141 | 4.044 | 161 | 30.041 30.620.734 |
Fino a un anno 5.681.633 | 6.033.675 13.266.272 | 1.125.172 | 24.981.580 | ||
Da uno a due anni 1.990.367 | 1.618.637 | 558.992 | 3.984.725 | 634.312 | 7.593.729 |
Oltre due anni 3.822.528 | - - | - | 4.596.478 | 2.343.742 | 8.419.006 |
TOTALE 15.698.695 | 32.450.242 14.884.909 | 1.684.164 | 8.581.203 | 2.978.054 | 71.615.049 |
di cui: rapp. finale concluso con trasformazioni 94.827 | 2.466.141 1.322.713 | 27.402 | 772.852 | 32.617 | 4.656.533 |
Tot. giornate in anni uomo equivalenti (B/365) 43.010 | 88.905 40.781 | 4.614 | 23.510 | 8.159 | 196.206 |
DISTRIBUZIONE % A. NUMERO COPPIE Coppie esordienti nell'anno osservato 11% | 47% | 58% | |||
Fino a un anno 7% | 11% 9% | 1% | 28% | ||
Da uno a due anni 2% | 2% | 1% | 3% | 1% | 7% |
Oltre due anni 3% | 4% | 2% | 7% | ||
TOTALE 23% | 58% 11% | 2% | 7% | 3% | 100% |
al netto trasformazioni 23% B. GIORNATE LAVORATE NEL 2017 Coppie esordienti nell'anno osservato 6% | 54% 10% 37% | 2% | 6% | 3% | 94% 43% |
Fino a un anno 8% | 8% 19% | 2% | 0% | 0% | 35% |
Da uno a due anni 3% | 2% | 1% | 6% | 1% | 11% |
Oltre due anni 5% | 6% | 3% | 12% | ||
TOTALE 22% | 45% 21% | 2% | 12% | 4% | 100% |
al netto trasformazioni 22% | 42% 19% | 2% | 11% | 4% | 93% |
Fonte: Veneto Lavoro |
2 Si stima che tale incremento di costo potrebbe aver riguardato una quota compresa tra il 10 e il 15% di questo segmento.
3 Si tratta di una stima di massima, perché in alcune ipotesi è confermata la possibilità di superare i 24 mesi, ad esempio ricorrendo alla procedura della stipula dell’ulteriore contratto presso l’Ispettorato territoriale del Lavoro o per altri casi specifici (Vigili del Fuoco, dirigenti).
In definitiva, ritenendo escluso il lavoro stagionale e al netto delle trasformazioni, la quota di do- manda 2017 interessata dal provvedimento sarebbe risultati pari al 17% (8% in termini di coppie) per quanto riguarda l’introduzione della causale e l’incremento di costo e pari al 7% (3% in ter- mini di coppie) per quanto riguarda il divieto di superare la nuova durata massima di 24 mesi.
3. L’impatto sui contratti di somministrazione: dimensioni della platea interessata
Un esercizio del tutto analogo è stato condotto con riferimento ai contratti di somministrazione (tab. 2).
Nel 2017 sono risultate attive quasi 120.000 coppie (agenzia-lavoratore); le giornate lavorate con contratti di somministrazione sono state oltre 13,5 milioni corrispondendo – in termini di anni/uomo – a circa 37.000 unità.
Tab. 2 – Veneto. Coppie lavoratore-impresa attive nel 2017:
domanda complessiva di lavoro somministrato e impatto della nuova regolazione
COPPIE SENZA IMPATTO NUOVA REGOLAZIONE
AREA DI IMPATTO DELLA NUOVA REGOLAZIONE (CLASSE DI DURATA AL 31.12.2017)
TOTALE
Classe di durata al 1 gennaio 2017 | Fino a un anno | Da uno a due anni | Oltre due anni | ||
VALORI ASSOLUTI A. NUMERO COPPIE Coppie esordienti nell'anno osservato | 76.170 | 76.170 | |||
Fino a un anno | 21.198 | 10.336 | 31.534 | ||
Da uno a due anni | 2.766 | 4.102 | 6.868 | ||
Oltre due anni | 4.092 | 4.092 | |||
TOTALE X. XXXXXXXX LAVORATE NEL 2017 Coppie esordienti nell'anno osservato | 97.368 5.962.998 | 13.102 | 8.194 | 118.664 5.962.998 | |
Fino a un anno | 1.793.101 | 3.053.346 | 4.846.447 | ||
Da uno a due anni | 340.895 | 1.284.645 | 1.625.540 | ||
Oltre due anni | 1.089.480 | 1.089.480 | |||
TOTALE | 7.756.099 | 3.394.241 | 2.374.125 | 13.524.465 | |
Tot. giornate in anni uomo equivalenti (B/365) | 21.250 | 9.299 | 6.504 | 37.053 | |
DISTRIBUZIONE PERCENTUALE A. NUMERO COPPIE Coppie esordienti nell'anno osservato | 64% | 64% | |||
Fino a un anno | 18% | 9% | 27% | ||
Da uno a due anni | 2% | 3% | 6% | ||
Oltre due anni | 3% | 3% | |||
TOTALE B. GIORNATE LAVORATE NEL 2017 Coppie esordienti nell'anno osservato | 82% 44% | 11% | 7% | 100% 44% | |
Fino a un anno | 13% | 23% | 36% | ||
Da uno a due anni | 3% | 9% | 12% | ||
Oltre due anni | 8% | 8% | |||
TOTALE | 57% | 25% | 18% | 100% |
Fonte: Veneto Lavoro
L’impatto della nuova regolazione per i contratti di somministrazione sarebbe stato relativamente più rilevante di quello già considerato per i contratti a tempo determinato. Infatti:
a. meno del 60% della domanda (anche se l’82% delle coppie) non avrebbe risentito di varia- zioni – fatto salvo l’incremento di costo connesso ai rinnovi – in quanto di durata inferiore ad un anno: non avrebbe dovuto quindi esplicitare causali;
b. il 25% della domanda (e l’11% delle coppie) sarebbe stato sottoposto alla necessità di ap- porre la causale;
c. infine una quota di domanda di poco inferiore al 20% (anche se solo il 7% in termini di cop- pie) sarebbe stata inibita perché superiore alla nuova durata massima di 24 mesi.4
4. La riduzione del numero di proroghe
Abbiamo fin qui concentrato l’attenzione sui due nuovi vincoli maggiormente stringenti: 24 mesi anziché 36 di durata massima e apposizione della causale dal tredicesimo mese.
Resta da precisare l’impatto della riduzione del numero massimo di proroghe per il singolo rap- porto di lavoro.
Nel 2017 in Veneto sono state attivate circa 240.000 proroghe di contratti a tempo determinato (includendo tutti gli ordini di proroga, dal primo al quinto) e altrettante di contratti in sommini- strazione.
Tab. 3 – Veneto. Proroghe attivate nel 2017, per ordine di proroghe e durata media prevista
Tempo determinato Somministrato
Numero di proroghe | Durata media prevista (gg) | Numero di proroghe | Durata media prevista (gg) | |
Prima proroga | 148.088 | 105 | 97.092 | 33 |
Seconda proroga | 53.207 | 120 | 57.917 | 34 |
Terza proroga | 23.655 | 125 | 35.733 | 33 |
Quarta proroga | 10.609 | 121 | 23.414 | 33 |
Quinta proroga | 4.562 | 127 | 15.531 | 32 |
Sesta proroga | 10.167 | 30 | ||
Altre non classificate | 1.767 | 61 | 186 | 165 |
Totale | 241.000 | 000 | 000.040 | 33 |
quota proroghe "inibite" | 1,9% | 4,2% | ||
Fonte: Veneto Lavoro |
Come si osserva in tab. 3, per quanto riguarda il tempo determinato l’inibizione della quinta pro- roga avrebbe ridotto di circa il 2% il numero di proroghe e di altrettanto l’impatto della domanda di lavoro generato dalle proroghe.
Per quanto riguarda il somministrato l’inibizione della sesta proroga avrebbe ridotto di circa il 4% il numero di proroghe e di altrettanto l’impatto della domanda di lavoro generato dalle proroghe.
Poiché le proroghe spiegano circa il 30% della domanda di lavoro con contratti a tempo determi- nato e circa il 55% della domanda con contratti di somministrazione, la quota di domanda inibita con la restrizione sul numero di proroghe incide per lo 0,8% sul totale della domanda di lavoro a tempo determinato e per il 2,3% sul totale della domanda di lavoro somministrato.
Va tenuto conto, infine, che le restrizioni sul numero di proroghe spesso si sovrappongono alle re- strizioni sulla durata massima e all’obbligo di causale per cui il loro impatto effettivo non può es- sere stimato come aggiuntivo a quanto in precedenza evidenziato.
4 Questo valore può essere marginalmente sovrastimato per la presenza di contratti di somministrazione a tempo indeterminato. Va considerato inoltre che le coppie lavoratore-agenzie di somministrazione in precedenza non erano sotto- poste ad alcun vincolo di durata complessiva.
5. Possibili strategie di risposta da parte delle imprese
I cambiamenti normativi provocano adattamenti ed esplorazioni di alternative, da parte dei sog- getti interessati, il cui esito finale può essere – e spesso è – diverso, o parzialmente diverso, ri- spetto a quello atteso.
Anche nel caso in esame le strategie di risposta, da parte delle imprese, possono essere eterogenee e produrre esiti assai diversificati.
La rassegna delle alternative prevede:
1. nessuna modifica della domanda (e quindi nessuna conseguenza per l’offerta) se le imprese ritengono non disincentivante il contributo addizionale in caso di rinnovo5 e non rischioso l’obbligo di apporre la causale nel caso di superamento dei 12 mesi;
2. qualora le imprese si prefiggano di sottrarsi ai nuovi vincoli senza modificare la dimensione della loro domanda di lavoro a termine, si avranno corrispondenti mutamenti dal lato dell’offerta (turnover dei lavoratori); tale strategia è a-problematica in presenza di un conte- sto di domanda di lavoro poco/nulla qualificata e abbondanza di offerta;
3. in alternativa può verificarsi il ri-orientamento della domanda verso altre soluzioni contrat- tuali: apprendistato, lavoro autonomo occasionale, partite Iva, anticipo di eventuale tra- sformazione a tempo indeterminato;6 in tal caso gli esiti per l’offerta possono essere di segno diverso, in proporzioni difficilmente predeterminabili (possono darsi sia incrementi di preca- rietà sia accorciamento della transizione verso posizioni maggiormente stabili);
4. riorganizzazioni più estese delle filiere produttive esternalizzando le necessità di flessibilità e/o intensificando l’impiego della forza lavoro aziendale.
In sostanza o si va a ridurre la domanda di lavoro a termine (con o senza trasferimento su altre tipologie contrattuali o riorganizzazioni più ampie) o aumenta il turnover dei lavoratori.
5 Su una retribuzione lorda mensile di 1.800 euro l’incremento di costo dell’ 0,5% corrisponde a 9 euro; l’incremento sul costo del lavoro complessivo risulterebbe quindi attorno allo 0,3%.
6 Come si è visto in tab. 1, nel 2017 il 6% delle coppie ha chiuso il rapporto di lavoro a termine con una trasformazione. I rapporti trasformati hanno dato origine al 7% della domanda di lavoro a termine, espressa in giornate.