CONTRATTO DI FIUME DEL BACINO MISA-NEVOLA (ATTO DI INDIRIZZO)
CONTRATTO DI FIUME DEL BACINO MISA-NEVOLA (ATTO DI INDIRIZZO)
Premesso che:
• la Convenzione di Aarhus (Direttiva 2003/4/CE – d.lgs. 19/8/2005 n.195 ) si esprime in modo diretto sul diritto dei cittadini all’informazione e alla partecipazione in materia di politiche ambientali;
• l’art.59 L.221 del 28/12/2015 (cosiddetto “Ecocollegato” alla Legge di Stabilità per il 2016) recita “Art.68-bis (Contratti di fiume)": – 1. I Contratti di fiume concorrono alla definizione e all’attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree;
• la Regione Marche – Autorità di Bacino Regionale ha adottato, tramite il competente Comitato Istituzionale con delibera n.67 del 25.3.2016, “l’Assetto di progetto media e bassa valle del fiume Misa”, che “rappresenta lo strumento per la definizione delle linee d’intervento finalizzate alla mitigazione del rischio idraulico a scala di bacino e sub- bacino, degli interventi strutturali volti alla riduzione della pericolosità e conseguentemente del rischio, al fine di salvaguardare e mettere in sicurezza gli insediamenti antropici da futuri ed ipotetici eventi alluvionali” e che tale atto tecnico contiene anche un paragrafo dedicato al CdF nell’ambito del capitolo “Proposta di Piano di Governance”;
• la DGR Marche n. 217 del 18/3/2016 ha istituito il “Tavolo Tecnico Regionale permanente di coordinamento dei contratti di fiume”, che, richiamando il Tavolo nazionale dei Contratti di Fiume del 2007 e la DGR Marche n.1740 del 29.12.2014 di adesione alla Carta nazionale dei CdF, fissa la necessità di un’attività di “coordinamento e di regia della Regione…per l‘omogeneità delle azioni di sviluppo locale da attuare”.
I sottoscrittori del presente atto, definito come ”Contratto di fiume del bacino Misa – Nevola” (CdF), condividono quanto enunciato nei seguenti articoli:
ART. 1 - FINALITA’
Il Contratto di Fiume è sottoscritto al fine di:
-) avviare un confronto costante e sistematico con le analisi tecniche, le previsioni programmatiche e pianificatorie definite entro l’Assetto di Progetto e un raccordo operativo e sostanziale con il gruppo di progettazione, responsabile della definizione e progressiva attuazione dell’Assetto di Progetto stesso;
-) mettere in pratica i principi comunitari di partecipazione democratica alle decisioni. In un sistema di governance multilivello, infatti, i CdF si configurano come processi continui di negoziazione tra le Pubbliche Amministrazioni e i soggetti privati coinvolti a diversi livelli territoriali e si sostanziano in accordi multisettoriali e multiscalari caratterizzati dalla volontarietà e dalla flessibilità tipiche di tali processi decisionali e per tal motivi è irrinunciabile la qualità partecipativa dei processi;
-) stimolare la progettualità territoriale dal basso, perché coinvolgendo le comunità, attraverso questi processi di programmazione negoziata, nella valorizzazione del proprio territorio, promuovendo azioni dirette e concrete dalle varie componenti della società e dalle istituzioni, si possono identificare percorsi di riqualificazione territoriale capaci di perseguire il cosiddetto “equilibrio delle tre E” (ecologia, equità, economia): le comunità insediate definiscono in modo condiviso le misure per la riqualificazione dei territori “[…] senza minacciare l'operabilità dei sistemi naturale, edificato e sociale" (dalla Carta nazionale dei CdF);
-) tracciare il percorso per restituire i corsi d’acqua al territorio e il territorio ai corsi d’acqua. Un processo di governance delle trasformazioni dei territori dei bacini idrografici che faccia riferimento ad un approccio eco-sistemico che fa leva sulla responsabilità della società insediata, che riconosce nel bacino la matrice della propria identità culturale (dalla Carta nazionale dei CdF).
-) operare per la salvaguardia del territorio (città, pianura, collina) e per la mitigazione del rischio derivante dal dissesto idrogeologico;
-) comporre gli interessi di un territorio;
-) promuovere la gestione del rischio idrogeologico integrata tra i vari soggetti (pubblici e privati);
-) utilizzare la fase post–emergenziale a seguito degli eventi del maggio 2014
come un’opportunità di sviluppo in un quadro di tutela paesaggistica ambientale;
-) assicurare un processo trasparente che garantisca, a tutti gli stakeholders, libero accesso alle informazioni;
-) occuparsi sia delle criticità e sia di individuare e quindi intervenire per rendere più naturali, fruibili e vivibili le aree di deflusso e golenali per le specie del mondo vegetale e animale e per rendere vicine ai cittadini queste realtà naturali (riappropriazione sociale dell’elemento fiume);
-) verificare lo stato di manutenzione delle strade di servizio dirette ai fiumi per le eventuali attività di utilizzo e custodia e approfondire la disciplina normativa amministrativa che regolamenta le stesse.
ART. 2 - MODALITA’ DI LAVORO
Il Contratto di Fiume agisce con un nuovo metodo di lavoro partecipativo, sia nella fase di programmazione che di progettazione, cercando il coinvolgimento di tutti i soggetti privati e pubblici, che in qualche misura hanno una competenza sul bacino idrografico e che sono interessati a fare parte di tale processo in modo consapevole della complessa integrazione dei vari aspetti che lo compongono.
Il CdF utilizzerà un approccio scientifico integrato ed interattivo.
Il CdF si avvarrà di una visione multidisciplinare, transdisciplinare e olistica nell’affrontare le diverse questioni attinenti ai temi trattati, che inquadra il fiume come sistema complesso e vivo.
ART.3 - ATTIVITA’
Il CdF approfondisce il ruolo determinante svolto dal settore agricolo sia come fattore primario per effettuare i lavori di manutenzione sia come interlocutore attivo, ovvero di norma non soggetto a divieti e limitazioni, ma incentivato a migliorare le proprie tecniche agronomiche creando ad esempio le condizioni ideali per usufruire del PSR soprattutto tramite gli accordi agroambientale d’area.
Il CdF promuove anche:
la programmazione e progettazione condivisa dal basso (partecipazione e condivisione per definire la soluzione dei problemi all’interno dei processi di negoziazione tra le P.A. e i soggetti privati coinvolti);
il monitoraggio costante del bacino fluviale e delle criticità;
l’attività di approfondimento e di conoscenza sulla gestione del bacino, sugli interventi di manutenzione, sulla programmazione degli interventi e sulla pianificazione urbanistica;
la sensibilizzazione della cittadinanza sugli ecosistemi fluviali e sul sistema del bacino idrografico;
l’attività di approfondimento e di conoscenza sulla gestione emergenza (rapporto tra enti pubblici e singolo cittadino all’interno del sistema della protezione civile);
l’analisi conoscitiva preliminare territoriale integrata sugli aspetti ambientali, sociali, ed economici attingendo da indagini eseguite da organi competenti in termini di legge, per avere un bagaglio di conoscenze condivise;
il coinvolgimento della comunità cittadina in merito alle decisioni del CdF stesso e più in generale attiva iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza anche attraverso la condivisione periodica e costante sia di un sunto delle attività svolte all’interno del medesimo processo sia degli interventi effettuati nel Bacino idrografico del Misa che di quelli in programma;
la ricerca di fonti di finanziamento sia entro i Fondi strutturali europei, sia entro Fondi ministeriali che regionali e avanza anche ipotesi di ricerca di collaborazione finanziaria ed economica con soggetti privati;
la definizione chiara del quadro dei soggetti coinvolti per legge come responsabili per titolarità di funzioni, di gestione e di compiti in tema di proprietà e di gestione delle aste fluviali di primo, secondo e terzo livello;
l’attività di approfondimento e conoscenza degli strumenti per gestire il rischio alluvioni e la gestione delle riserve idriche;
il controllo sullo stato di avanzamento dei lavori programmati e della loro efficacia; i meccanismi volti ad agevolare le attività dell’economia locale.
ART.4 - AGENDA ORDINATORIA DEI LAVORI
Il Contratto di Fiume definisce questa agenda, che sarà strumento propedeutico alla programmazione dei suoi lavori.
A – Approfondimento dello stato dell’arte della progettazione dell’Area agricola di compensazione idraulica in località Brugnetto; della proposta di Assetto di Progetto avanzata dall’Autorità di Bacino della Regione Marche; della realizzazione di un digestore anaerobico in zona Zipa a Casine di Ostra.
B – Definizione e studio delle cause di criticità del Misa e del Nevola, dei fossi affluenti e di tutte le aste fluviali minori (per tramite il contributo di tecnici competenti delle istituzioni responsabili ed eventualmente di altri tecnici) per sviluppare una strategia condivisa di mitigazione del rischio idrogeologico.
C- Approfondimento di uno studio di fattibilità per interventi finalizzati a mitigare il rischio idrogeologico e ripristinare le condizioni ottimali del letto e delle sponde fluviali nel quadro del più alto equilibrio da raggiungere per la salvaguardia della flora, fauna, insediamenti urbani e imprenditoriali. In modo particolare verranno affrontate le seguenti tematiche:
1) il governo e la cura dei terreni agricoli (buone pratiche agricole, promozione del biologico, interventi non produttivi quali siepi, filari…) soprattutto attraverso la rapida costruzione e definizione di uno specifico accordo Agroambientale d’area a valere sui fondi comunitari del vigente PSR;
2) la realizzazione di aree di laminazione diffusa disseminate nel territorio del bacino;
3) la manutenzione, secondo criteri naturalistici, del fiume;
4) la rimozione degli ostacoli di natura ingegneristica e degli ingombri artificiali, che impediscono il deflusso delle acque in ambito urbano;
5) la verifica del sistema arginale con la possibilità di studiare la fattibilità tecnica e la sostenibilità economica per ampliamento rialzato ai lati del letto del fiume e formazione di argini sopraelevati praticabili con piste ciclabili e transitabili, nonché la fattibilità tecnica della eliminazione degli argini e rinaturalizzazione del fiume a monte della città, conseguentemente alla realizzazione di aree di laminazione;
6) la delocalizzazione, entro processi sostenibili a livello economico, degli insediamenti abitativi e produttivi dalle zone golenali;
7) la mitigazione del rischio idrogeologico definendo opere idrauliche e interventi di pulizia, manutenzione, cura dell’alveo del fiume Misa, dei corsi d’acqua e dei fossi minori (reticolo idrico minore.) In modo particolare pulizia regolare delle portelle, dei fossi, degli argini (consolidamento) e del percorso di ispezione degli stessi;
8) l’analisi del rapporto tra il Fiume e la Foce (il canale, le darsene e il porto);
9) la questione dei tempi di corrivazione delle acque piovane;
10) il riequilibrio del bilancio idrico;
11) i ripristini ambientali di aree degradate e/o inquinate;
12) il recupero di zone finalizzate alla ricezione di attività sociali, per rendere più fruibile per i cittadini l’ambiente ripariale (parchi, aree tematiche, ecc...) e creazioni di ambienti naturali per lo sviluppo delle biodiversità (zone umide.)
D – Inquadramento dei finanziamenti messi ad oggi a disposizione dai diversi enti (Regione, Ministeri, Bandi Europei...) a sostegno degli interventi di opere idrauliche e di manutenzione e cura del Fiume e inquadramento del cronoprogramma di
esecuzione degli interventi in tal modo finanziati, anche potendo indicare una scaletta di priorità.
E – Approfondimento delle tematiche e delle criticità relative alla c.d. guardiania operativa del Misa e del Nevola.
F – Promozione e definizione di collaborazioni con Associazioni di volontariato, Scuole e Università aventi ad oggetto attività di studio, di manutenzione e pulizia del fiume e dei corsi d’acqua secondari;
G – Monitoraggio e controllo in modo continuativo dello stato di avanzamento del cronoprogramma di esecuzione delle opere idrauliche, di manutenzione, cura e pulizia del Fiume e confronto dialettico con i diversi centri di responsabilità dei procedimenti amministrativi di cui al presente punto, al fine di rispettare tempi e modi di azione.
H– Approfondimento del tema del rifacimento dei ponti cittadini a campata unica.
I- Avvio di una riflessione sulla necessità di arrivare da parte degli enti preposti alla semplificazione normativa e acquisizione delle best practices sugli argomenti attinenti il CdF.
ART.5 -ORGANI
Tutti gli organi del Contratto di Fiume durano in carica 5 anni. Il CdF si avvale dei seguenti organi:
• Assemblea: organo che delibera a maggioranza dei presenti sulle diverse attività del CdF e che svolge funzioni di indirizzo e di controllo nei confronti della Cabina di Regia. E’ composta dai rappresentanti nominati dai soggetti istituzionali e associativi, (max 2), che sottoscrivono il CdF. In caso di votazione entro tale organismo ogni soggetto rappresentato (Istituzione o Associazione) esprime un solo voto. Le riunioni dell’organo assembleare sono aperte ai soli sottoscrittori del CdF o in caso di assenza per impedimento ad un delegato (con delega scritta da consegnare ad inizio incontro), sono trasmesse, di norma, in diretta streaming e sono audio registrate.
• Cabina di Regia: organo con funzioni attuative ed esecutive degli indirizzi dell’Assemblea. E’ composta da un numero ristretto di rappresentanti pari ad un massimo di 17 scelti tra i componenti dell’Assemblea: (5) rappresentanti di istituzioni (Regione, Provincia, Comune capofila e Comuni vallivi); (5) rappresentanti di associazioni culturali, ambientaliste e comitati di base; (3) rappresentanti di associazioni di categoria e sindacali; (3) rappresentanti di ordini professionali degli agronomi, geologi, ingegneri, architetti, biologi, agrotecnici; (1) facilitatore. Ai soggetti componenti tale organo viene richiesta la presentazione di C.V. e sono nominati da parte dell’Assemblea. Le riunioni di questo organo sono aperte ai soli componenti effettivi dello stesso e ai componenti della Segreteria e Coordinamento del CdF e sono audio registrate.
• Facilitatore: organo con funzione di mediazione e di stimolo al confronto entro il processo del CdF. Viene messo a disposizione dalla Regione Marche, in conformità alle linee di indirizzo contenute nella DGR 217/2016, o in
alternativa scelto dall’Assemblea tra i suoi componenti con rotazione a cadenza semestrale.
• Segreteria e Coordinamento: organi di servizio finalizzati al buon funzionamento del processo del CdF e demandati alla cura del Comune capofila.
I materiali delle sedute dei vari organi sono resi disponibili e visionabili online sulle pagine dei siti istituzionali dei vari Enti ed Autorità coinvolti, anche creando pagine dedicate al CdF.
Per i componenti degli organi sopracitati non sono previsti emolumenti né rimborsi spese.