RINNOVO CCNL ABI
Ipotesi di accordo
RINNOVO CCNL ABI
19.01.12
Nella scaletta successiva, che si può utilizzare in abbinamento alle slides predisposte, si è organizzato lo svolgi- mento degli argomenti in tal modo: all’inizio titolo e slide di riferimento, nella colonna grande centrale lo svolgi- mento dell’argomento, nella colonnina a sfondo azzurro a destra qualche approfondimento (facoltativo), in fondo al documento alcune parole chiave con la pagina in cui sono citate.
SOMMARIO
SOMMARIO IPERTESTO clicca sui pulsanti
il contesto 4
il debito pubblico 5
gli indicatori economici 6
il lavoro 7
il pil 8
le condizioni delle banche 9
i problemi del settore 10
le strategie possibili 11
le contromosse: il contratto 12
l’occupazione: obiettivo 32.000 assunzioni 14
gli strumenti per l’occupazione 15
gli strumenti per la tutela 16
gli strumenti per la tutela 2 17
orario individuale e orario di sportello 18
le commissioni 19
la contrattazione di secondo livello 20
Premi aziendali e sistema incentivante 21
welfare 22
responsabilità professionale 23
la parte economica 24
conclusioni 26
La Piattaforma presentata all'ABI il 7 aprile 2011 aveva un'ispirazione responsabile e lun- gimirante: contribuire ad uscire dalla crisi con un modello di banca alternativo a quello che l'aveva generata.
L’ipotesi per il rinnovo del CCNL 12 dicembre 2007, raggiunta il 19 gennaio 2012, ha tra-‐ dotto quell'ispirazione in alcune importanti, concrete acquisizioni innovando, rivisitan- do, rilanciando e potenziando tutta la strumentazione in suo potere per tutelare l'occu- pazione, abbattere gli esuberi, creare nuova, buona e stabile occupazione, in una fase di emergenza del nostro Paese tra le più gravi della sua storia.
Ed infatti:
- viene introdotto il Fondo di sostegno alle assunzioni di giovani, alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro a termine, alla solidarietà espansiva, alimentato dal contributo di tutto il personale e, in termini proporzionali alla remunerazione, dal Top Management, invita- to anche dal Presidente dell'ABI a bloccare le proprie retribuzioni complessive per il pe- riodo di vigenza del CCNL ABI;
- viene rafforzata l'Area contrattuale sia incentivando la permanenza in banca delle atti- vità appaltabili, con i Contratti complementari; sia incentivando il rientro in banca delle attività appaltate o esternalizzate infragruppo;
- viene garantita la tutela del potere d'acquisto della categoria (+6,05% a regime, con blocco transitorio degli scatti in maturazione e minor accantonamento transitorio a TFR per 2 anni e 4 mesi); la concretizzazione del principio di pari opportunità di sviluppo pro- fessionale e di carriera per il personale femminile (almeno 1/3); la copertura dei rischi professionali dei Quadri Direttivi, e delle Figure della terza area con medesimi rischi, sot- to il profilo, civile, amministrativo, penale; il potenziamento delle tutele in materia di salute e sicurezza; la maggior attenzione alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e alla famiglia; il raddoppio della contribuzione aziendale alla Long Term Care da 50€ a 100€; il potenziamento del secondo livello di negoziazione; l'insediamento di una Com-‐ missione per l'adeguamento del modello inquadramentale alle mutate condizioni orga- nizzative e professionali delle aziende di credito; l'istituzione del Fondo di previdenza residuale di settore, individuato in Previbank.
Più solidarietà, più equità, più occupazione buona e stabile, più efficienza-produttività, bonifica della precarietà, creazione stabile di valore di lungo periodo non solo per gli azionisti ma anche per i lavoratori, i clienti, le economie e le comunità di riferimento: ecco gli elementi di discontinuità strutturale introdotti dal CCNL, capaci di impattare sul- la strategia, sulla gestione, sul modello col quale le banche italiane vogliono uscire dalla crisi.
Per le ragioni, in estrema sintesi richiamate, il Contratto, rinnovato nella fase più acuta della crisi di liquidità, della crisi del debito sovrano italiano, della crisi dell'euro, della re- cessione può vantare un profilo alto di dignità politica, di innovazione, di tutela attuale e prospettica della Categoria.
-> SOMMARIO
Con queste motivazioni lo presentiamo al vaglio sovrano delle assemblee delle lavoratri- ci e dei lavoratori richiedendone l'approvazione.
IL CONTESTO
IL CONTESTO
IL CONTESTSO
Mai come in questo rinnovo il contesto ha condizionato la trattativa rendendo diffi- cile l’individuazione di una soluzione, contesto dram- maticamente peggiorato a fine giugno quando la spe- culazione ha investito e tra- volto l’Europa e l’Euro.
La Crisi finanziaria del 2007, partita con l’insolvenza di una contenu-‐ ta parte di mutuatari subprime statunitensi, si è propagata nel tem- po e nella geografia mondiale. Senza regolamentazione del sistema e senza una appropriata valutazione dei rischi da parte delle istitu- zioni finanziarie, la crisi ha coinvolto il sistema finanziario mondiale e si è stati più volte ad un passo dall’implosione del sistema.
La prima crisi sistemica, quella conseguente al possesso mondiale di strumenti finanziari tossici si è in parte assopita. Ma dopo una pa- rentesi di qualche mese, è comparsa una seconda crisi sistemica, collegata ai debiti pubblici europei. Ancora oggi la mancanza di una regolamentazione globale del sistema finanziario e di un’autorità sovranazionale idonea non consente di far imboccare alla finanza ed all’economia una stabile via d’uscita di crescita.
In poco tempo si sono scaricate sui mercati tensioni sul debito so- vrano europeo e preoccupazioni su quello statunitense. L’incertezza politica europea nel cercare di risolvere la crisi greca nonostante le manovre di correzione sui bilanci pubblici operate da molti paesi, non ha tranquillizzato i mercati, complice una sempre consistente e persistente speculazione. Il 13 gennaio 2012 l’agenzia di rating Stan-‐ dard & Poor’s ha declassato il debito sovrano di nove paesi tra cui l’Italia. Il differenziale di rendimento tra i titoli decennali italiani e quelli tedeschi ha toccato in novembre il picco di 550 punti base. Il maggior rischio percepito sul debito sovrano nell’area dell’Euro ha coinvolto immediatamente anche il settore finanziario e le banche hanno dovuto affrontare un peggioramento delle condizioni di mer- cato.
-> SOMMARIO
Ci si è inoltrati in una fase recessiva della quale non si conosce con certezza i tempi e la portata. Dipende da come andranno molte co- se, specie in ambito internazionale. Di seguito riassumiamo per ca- pitoli generali le condizioni nel quale ci siamo trovati prima e duran- te la discussione del contratto.
Sulla necessità di nuove rego- le per il funzionamento dei mercati finanziari le Organiz- zazioni Sindacali si sono più volte espresse sulla necessità di un governo mondiale della finanza sulla base di un siste- ma di regole condivise; la distinzione tra banca com- merciale e banca d’investi-‐ mento; la tassazione delle transazioni finanziarie; l’in-‐ centivo fiscale alle banche commerciali che operano come leva di sviluppo delle economie di riferimento; gli Eurobond per finanziare lo sviluppo.
Probabilmente se la Bce non fosse intervenuta a dicembre con misure a sostegno della liquidità delle banche, ora vedremmo una situazione ben peggiore:
subito dopo i Cds sulle banche sono calati di 20 punti, ma rimangono tutt’ora elevati.
Le banche italiane fanno ricorso all’Eurosistema ora per circa 200 miliardi, che hanno la possibilità di incrementarsi per altri 150 miliardi.
Le banche italiane non sono l’origine della nostra instabili-‐ tà ma risentono della negati- va percezione del rischio del Paese e dell’andamento dell’economia generale.
Oltre alle economie avanzate che stentano oscillando tra momenti di maggiore crescita e momenti di rallentamento, anche le economie emergenti stanno risentendo della situa- zione. I tassi di crescita non sono più elevati come in pas- sato specie in India e Brasile.
IL DEBITO PUBBLICO
IL DEBITO PUBBLICO
2012: ANNO DECISIVO PER I DEBITI PUBBLICI
Fortunatamente in que- sti giorni stiamo assi- stendo a un ridimensio- namento dello spread tra il rendimento dei ti- toli italiani e quello dei bund tedeschi.
La fase è però ancora delicata: quest’anno dovrà essere rifi-‐ nanziato circa il 23% del debito pubblico (circa 1.900 miliar- di di €), debito detenuto per circa il 40% da non residenti in Italia. La cifra da rifinanziare è veramente grande e dobbia- mo da auspicare che i tassi d’interesse calino.
La situazione italiana è particolarmente pesante perché il debito pubblico è pari a circa il 120% del Pil. Sappiamo però che anche Paesi accrescono in modo significativo il debito pubblico. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno un gigantesco debito pubblico, pari al 109% del Pil – nonostante livelli di welfare pubblico inferiori al nostro - ma hanno un tasso di crescita superiore: a fine 2011 si è aggirato attorno al 3%.
Per convincere i mercati ad acquistare debito pubblico e per realizzare una riduzione dello stesso nel tempo diventa quindi indispensabile una costante crescita economica nel lungo periodo.
-> SOMMARIO
Se l’Italia dovesse, come deciso in un primo momento, ri-‐ durre il proprio debito dal 120% al 60% in vent’anni, signifi-‐ cherebbe ridurre il bilancio dello Stato di 40-50 miliardi l’anno. Impossibile da praticare.
GLI INDICATORI ECONOMICI
GLI INDICATORI ECONOMICI
LA CRISI E’ PASSATA?
Purtroppo la congiuntu- ra non appare favorevo- le per un rilancio della nostra economia. Gli in- dicatori che rappresen- tano la produzione indu- striale, l’andamento dei corsi azionari, i prestiti
bancari, l’occupazione, il ricorso alla Cig, la fiducia dei con-‐ sumatori dopo essere stati fortemente negativi nel 2008 sono lentamente risaliti trimestre dopo trimestre fino al 2010.
Poi tra il 2010 e il 2011 la svolta. La lenta risalita verso le posizioni che caratterizzavano la situazione pre-crisi si è in- terrotta ed è ritornata la discesa che ci conferisce una crisi a doppia W (dizione che deriva dalla forma grafica delle curve dei grafici che disegnano una W per effetto di una flessione, poi una risalita ed infine una seconda flessione).
-> SOMMARIO
Il quadro trova conferma anche dall’indice di previsione della Banca d’Italia, che in coordinamento con le altre ban-‐ che centrali europee, indica un peggioramento delle condi- zioni e il ritorno di una fase calante dopo un brevissimo ci- clo di apparente miglioramento.
L’indicatore €-Coin (in alto a destra) è un mix di diver- si indicatori e dovrebbe prevedere l’andamento dell’economia nei prossimi periodi. La curva blu che viene evidenziata nel grafi- co lascia presagire un ral- lentamento nella crescita del Pil.
Anche i corsi azionari (in alto a sinistra), più nell’a-‐ rea Euro che in quella sta- tunitense, hanno disegna- to una W. La crisi aveva improvvisamente falcidiato i corsi azionari del 60%, poi la risalita li aveva fatti re- cuperare al 70% del valore 2008. A fine 2010 siamo
ritornati al 40%.
La produzione industriale dal valore di 105 di tre anni fa non era neppure risalita di 10 punti che nel 2011 è tornata ad avvicinarsi a quota 85 nonostante la fiducia degli imprenditori che (stranamente) nel cor- so del 2010 era tornata quasi a livelli pre-crisi.
Un eccesso di entusiasmo od una lettura sbagliata degli eventi? Comunque l’ultimo quadrimestre del 2011 la produzione è cala-‐ ta del 3%.
I prestiti alle imprese sono calati nel 2010 per quelle piccole, ma a fine 2011 an- che per quelle medio gran- di. Per l’indagine Banca d’Italia un terzo delle im-‐ prese dichiarano di avere liquidità insufficiente per il primo trimestre 2012.
IL LAVORO
IL LAVORO
Dobbiamo rilevare che contemporaneamente l’occupazione “instabile” non cresce più.
Dopo anni di incremen- to, a fine 2011 l’occupa-‐ zione tramite agenzie interinali è rimasta stabi- le.
Dal terzo trimestre 2010 al terzo trimestre 2011:
- gli occupati a tempo determinato sono au- mentati del 7,6%, a quota 2.364.000 perso- ne;
- gli occupati dipendenti sono 17.309.000, in au- mento dello 1,4%, quel- li totale sono
22.948.000 in aumento dello 0,7% ma negli ul- timi mesi sono calati dello 0,1%.
Il tasso di disoccupazione passa dall’8,1% del terzo trimestre all’8,6% di no-‐ vembre.
L’OCCUPAZIONE
Purtroppo il 2011 per il lavoro non è stato un an- no positivo. Sono dimi- nuite sia la produttività oraria che i redditi per ora lavorata. Contempo- raneamente si sta riacu- tizzando il fenomeno
della cassa integrazione ordinaria, l’occupazione negli ulti-‐
mi mesi è calata e invece è aumentata la disoccupazione.
I giovani tra i 15 ed i 24 anni scontano un tasso di disoccu- pazione a fine 2011 del 30,1%: il più elevato da quando vie- ne rilevato (2004)!
E’ evidente che l’occupazione costituisce uno dei problemi più importanti del Paese, perché impedisce alle giovani ge- nerazioni di poter avviare un proprio ciclo di vita familiare e perché riduce la disponibilità di reddito delle famiglie.
Contemporaneamente è anche un problema sociale, per-
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ché la mancanza di lavoro favorisce l’occupazione illegale.
IL PIL, LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI
IL PIL, LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI
LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI
La fiducia dei consuma- tori, oggi, si attesta a li- velli ancora inferiori ri- spetto a quelli del 2008. Del resto nel 2008 la cri- si era soprattutto finan- ziaria e toccava relativa- mente le famiglie italia-
ne visto che gli investimenti familiari sono in piccola parte in attività finanziarie.
Poi la crisi è diventata economica, anche se, nel frattempo, ci poteva essere la speranza che il peggio fosse passato.
Nel 2011 la fiducia dei consumatori è crollata progressiva- mente, probabilmente in seguito ai molti fattori negativi che si sono accumulati sull’economia del Paese, sull’occu-‐ pazione, sulle condizioni economiche individuali.
Del resto anche le stime del PIL 2012 sono via via calate nel corso del 2011. Se in settembre ci si poteva aspettare un contenutissimo aumento del prodotto interno, già a otto- bre le previsioni si assestavano su un incremento zero.
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Dopo la seconda manovra dell’allora governo Xxxxxxxxxx le aspettative sul Pil sono diventate negative e riconfermate dalle stime di gennaio. L’anno prossimo con una decrescita del Pil ci saranno meno risorse in generale per il paese, me- no consumi e meno attività per le imprese.
LE CONDIZIONI DELLE BANCHE
LE CONDIZIONI DELLE BANCHE
LE BANCHE: LA LIQUIDITÀ
In Italia i prestiti a famiglie ed imprese rappresentano circa il 60% dell’attivo.
Percentuale sicuramente maggiore delle banche euro- pee.
Le banche italiane sono considerate in linea di massima solide e una parte dei problemi risie- de nella mancanza di fi- ducia nel sistema Italia e nel sistema bancario eu- ropeo.
Essendo aziende con una forte vocazione nel campo dell’in-‐ termediazione creditizia e radicate nel tessuto economico del Paese, risentono maggiormente delle congiunture eco- nomiche sfavorevoli rispetto a istituti bancari a maggiore vocazione finanziaria che invece sono più vulnerabili alle fluttuazioni dei mercati.
-> SOMMARIO
Sappiamo che la crisi che ha avuto un suo apice nel 2008 non si è ancora risolta e che ragionevolmente plausibile collocare verso la fine del decennio il ritorno ai dati econo- mici ante crisi. Se prendiamo ad esempio il valore della pro- duzione industriale fatto 100 quello del 2007 registriamo che nel 2011 è ancora 85 e si prevede possa ritornare ai va- lori pre-crisi non prima del 2016/2017. Per l’Italia il 2012 sarà un anno di recessione, la politica di bilancio pubblico sarà rigorosissima con pochi margini per investimenti e i consumi delle famiglie saranno in diminuzione.
I PROBLEMI DEL SETTORE
I PROBLEMI DEL SETTORE
I PROBLEMI DEL SETTORE
In sostanza per il sistema cre- ditizio questa crisi è molto più impegnativa e complicata di quella che si manifestò a metà degli anni novanta (protocollo di settore 1997 e CCNL 1999). In quel periodo il problema era circoscritto all’inefficienza del sistema bancario italiano (la foresta pietrificata) ma non
vi era un problema di crescita economica e di reddito. Le iniziative messe
in atto hanno consentito al sistema di recuperare nel confronto con i competitori europei. La situazione attuale è molto più sfavorevole poi- ché la crisi coinvolge tutti i settori, non è semplice innovare in termini processo e di prodotto, le aziende non dispongono di particolari risorse precedentemente accantonate.
Sinteticamente possiamo riassumere il quadro delle criticità del sistema bancario che si riflettono in una RIDUZIONE DELLA REDDITIVITA’, cioè delle fonti di guadagno delle aziende:
i tassi di riferimento aumentano, ma far pagare tassi più elevati alla clientela potrebbe comportare un deterioramento dei crediti;
i tassi pagati per raccogliere denaro aumentano perché il sistema non ha fiducia nelle banche e nel debito pubblico italiano, quindi chiede un prezzo più alto che ripaghi il maggior rischio percepito;
i mercati azionari e obbligazionari flettono riducendo la possibilità di guadagnare con l’attività di negoziazione; anzi i titoli di debito pubbli-‐ co si svalutano e quindi diventano un onere;
Le imprese e le famiglie hanno difficoltà a rimborsare i crediti; con la conclusione della moratoria decisa con le associazioni di categoria crescerà la quantità di crediti deteriorati (crediti non onorati sono un costo economico oltretutto immediatamente detraibile fiscalmente solo per il 30%, il resto è detraibile nei successivi diciassette anni);
le commissioni si guadagnano con i servizi offerti, ma la minore attivi- tà economica riduce le transazioni, il mercato in calo non consente un turn-over dei portafogli della clientela, l’avversione al rischio dei clienti li porta a chiedere strumenti di investimento a basso valore aggiunto; per contro il Governo cerca di ridurre il costo delle transa- zioni elettroniche per contenere gli effetti sulla clientela del ribasso del limite dell’utilizzo del contante;
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alle maggiori banche italiane viene richiesto da parte dell’autorità eu-‐ ropea “Eba” uno sforzo supplementare temporaneo di ricapitalizza-‐ zione. Questo significa che le banche debbono trovare risorse econo- miche - in questo difficile periodo - per potere aumentare il capitale di rischio emettendo nuove azioni od altri strumenti di capitale ido- nei. In alternativa debbono ridurre le attività od il loro rischio.
L’Eba richiede alle banche italiane
ulteriore patrimonio – temporaneo
– per 15,4 miliardi di €, di cui 7,9 ad Unicredit - 3,3 al Mps – 2,7 al Ban- co Popolare e 1,3 a Ubi per arrivare all’obiettivo del coefficiente patri-‐ moniale del 9%.
Alle banche spagnole sono stati chiesti 26,1 mld. di € ed a quelle tedesche 13,1 mld. di €.
La questione della capitalizzazione richiesta dall’Eba, oltre che essere contestata dall’Abi formalmente alla Corte di Giustizia Europea, pone seri problemi alle banche italiane.
Per richiedere capitali al mercato occorre che si possa assicurare una redditività immediata favorevole agli investitori, ma la situazione non è favorevole a distribuire dividendi.
Gli azionisti di riferimento, in parti- colare le Fondazioni, devono ricor- rere a finanziamenti per sottoscrive- re aumenti di capitale per non dimi- nuire la loro quota nel capitale delle banche.
Una diminuzione della percentuale di possesso del capitale significa anche meno possibilità di incidere sulla governance delle aziende e quindi meno attenzione territoriale.
In alternativa si possono emettere strumenti di capitale che essendo a rischio, diventano molto onerosi per chi li emette. Se non si aumenta il patrimonio si possono ridurre i ri- schi connessi alle attività possedute.
Però la richiesta di capitalizzazione dell’Eba si riferisce ai dati esistenti al novembre 2011 e quindi la cessio- ne, ad esempio, di titoli sovrani che sono valutati a rischio non avrebbe effetto perché si realizzerebbe suc- cessivamente.
Questo è stato fatto proprio per evitare che le banche si distassero di titoli di debito sovrano per poter ridurre i requisiti di patrimonio. In tal modo avrebbero sicuramente affossato le quotazione dei titoli e creato ulteriori complicazioni.
Rispetto ai prestiti richiesti dalle Fondazioni per sottoscrivere gli aumenti di capitale, succede che i titoli a garanzia dei prestiti vengano usati dall’istituzione finanziaria creditrice allo scopo di speculare sul titolo della banca riducendone il valore e mettendo ancora più in difficoltà le Fondazioni che debbono rimpinguare il margine di garanzia richiesto.
LE STRATEGIE POSSIBILI
LE STRATEGIE POSSIBILI
LE STRATEGIE POSSIBILI
QUALI possono essere le strategie di medio periodo per le banche al fine di recu- perare redditività?
Aumentare i ricavi è possibi- le solo se si determina una condizione di recupero dell’economia e di rialzo dei tassi. In una fase di possibile
recessione non è prevedibile si possano incrementare i ricavi su in- teressi o commissioni per servizi e gestione del risparmio. Infatti, le difficoltà in cui versano imprese e famiglie non consente operazioni di questa natura e sarà già positivo riuscire a contenere il deteriora- mento dei crediti.
Di conseguenze le possibili azioni possono riguardare:
la riduzione delle dimensioni delle aziende, che cedono settori non fondamentali e concentrano l’attività sui segmenti di busi-‐ ness dove sono meglio posizionate: perché riescono a guadagna- re in maniera soddisfacente o perché hanno un vantaggio com- petitivo sulle concorrenti;
la riduzione dei costi operativi nel tentativo di recuperare reddi- tività ed aumentare il vantaggio competitivo con i concorrenti.
le conseguenze di questi comportamenti sono:
minori possibilità occupazionali e professionali in azienda per ef- fetto della riduzione delle attività;
arretramento territoriale delle aziende in caso di riduzione della rete distributiva o dei luoghi dove si svolge il lavoro di supporto;
riduzione degli investimenti, quindi delle capacità future delle aziende;
minori possibilità di riconoscimenti economici al personale
nell’immediato in conseguenza della pressione sui costi e in fu-‐
-> SOMMARIO
turo in considerazione della minore competitività.
LE CONTROMOSSE: IL CONTRATTO
LE CONTROMOSSE: IL CONTRATTO
RIPERCORRIAMO LE TAPPE
Il Fondo sostiene, con un contributo maggiorato, la creazione di occupazione nel Mezzogiorno del Paese, modulando, così la solida- rietà generazionale sulla solidarietà territoriale.
Un accordo positivo per le aziende perché si cerca di recuperare la competitività e la redditività del sistema aumentandone la produtti- vità pro-capite.
Il 7 aprile, nel corso dell'in- contro di presentazione uffi- ciale della Piattaforma, la Delegazione dell'ABI conse- gnava alle XX.XX la disdetta del Fondo di solidarietà di settore e ribadiva la propria indisponibilità ad adeguare i salari all'inflazione perché
la produttività era diminuita. La prima posizione è stata risolta nei mesi scorsi, il Fondo di Solidarietà è stato rinnovato ma rimaneva lo scoglio dell’adeguamento dei salari. Una situazione così complessa non poteva non pesare sulla trattativa e a lungo ha pesato la tenta- zione di non rinnovare il contratto. E fino al 16 di gennaio il confron- to era a un punto morto. Nei pochissimi giorni seguenti l’avvio della trattativa le parti faticosamente hanno intravisto un possibile ap- prodo e hanno colto l’attimo.
Una scelta opportuna, oltre che per le ragioni di merito che illustre- remo meglio di seguito, anche perché se non si fosse firmato in quel momento i tempi per il rinnovo del contratto si sarebbero notevol- mente dilatati, certamente almeno fino al 2013, con notevoli rischi per i lavoratori. Infatti avremmo lasciato la categoria senza il con- tratto nazionale (quello passato era stato disdettato) abbandonan- do i lavoratori in balia delle scelte aziendali senza alcun controllo e senza una rete di protezione contrattuale tanto più necessaria in una fase così difficile per il sistema bancario.
Ancora una volta invece, dopo il 1990 con l’Area Contrattuale e il 1997/99 con il Fondo di sostegno all’occupazione, il rinnovo del con-‐ tratto nazionale dei bancari diventa l’occasione per stabilire linee strategiche per il sistema indirizzandolo su opzioni compatibili con gli interessi di tutti gli stakeholders (lavoratori, aziende comunità locali) che oggi si concretizzano attraverso un “Patto di solidarietà generazionale di sistema”: dopo un decennio di successo del Fondo di solidarietà per ammortizzare ristrutturazioni, crisi, fallimenti aziendali, viene introdotto il Fondo di sostegno alle assunzioni di giovani, alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro a termine, alla soli- darietà espansiva, alimentato dal contributo di tutto il personale e, in termini proporzionali alla remunerazione, dal Top Management, invitato dal Presidente dell'ABI a bloccare le proprie retribuzioni complessive per il periodo di vigenza del CCNL ABI.
-> SOMMARIO
Il Contratto prefigura così una banca con un indice di solidarietà e di equità decisamente superiore al modello precedente.
Segue scheda “LE CONTROMOSSE: IL CONTRATTO
segue xxxxxx “LE CONTROMOSSE: IL CONTRATTO”
Un accordo positivo per i lavoratori perché si allarga il perimetro di applicazio- ne del contratto nazionale incentivando le aziende non solo a non esternalizza- re e/o delocalizzare lavorazioni all’estero (outsourcing) ma soprattutto a farle rientrare (insourcing).
Un accordo positivo per il Paese perché mantiene alta l’attenzione sull’occupa-‐ zione, in particolare dei giovani e delle donne con un’attenzione al meridione, con l’obiettivo favorire una ripresa consistente delle assunzioni.
L’operazione virtuosa che vuole distribuire risorse alle famiglie tramite posti di
lavoro, è fatta internamente senza gravare il bilancio pubblico.
Il raggiungimento dell’ipotesi di accordo non era affatto scontata e si sarebbe-‐
ro potuto seguire altre opzioni:
ignorare i problema occupazionale concentrandosi sull’obiettivo di ottene-‐ re un maggiore recupero inflattivo. Questo avrebbe portato un piccolo be- neficio ai singoli – le disponibilità economiche sarebbero state comunque poche – ma avremmo esposto il settore alla riduzione occupazionale e alla precarietà del lavoro in entrata (assunzioni) e in uscita (esternalizzazioni);
imboccare la strada della vertenza per cercare di indurre Abi ad “aprire il portafoglio”, ma la situazione era in netto peggioramento di giorno in gior-‐ no: mercati sfiduciati e in calo, il fiato al collo dell’Eba per gli aspetti patri-‐ moniali, la continua tensione sul debito pubblico, le prospettive economi- che sempre più negative. Una serie di azioni di lotta, come gli scioperi, avrebbe impoverito la categoria con poche speranze di poter ottenere be- nefici maggiori, col serio rischio di non riuscire a compensare le trattenute per gli scioperi con il recupero inflattivo.
-> SOMMARIO
L’ipotesi raggiunta innova, rivisita, rilancia, rafforza tutta la strumentazione in suo potere per tutelare l'occupazione, abbattere gli esuberi, creare nuova, buona e stabile occupazione, in una fase di emergenza del nostro Paese tra le più gravi della sua storia.
OCCUPAZIONE: OBIETTIVO 32.000 ASSUNZIONI
OCCUPAZIONE: OBIETTIVO 32.000 ASSUNZIONI
OBIETTIVO: 32.000 ASSUNZIONI
L’obiettivo è favorire l’assun-‐ zione di 25/32.000 persone in cinque anni (5/6.000 all’anno), durata di valenza del fondo. Lo strumento uti- lizzato sarà un fondo nazio- nale bilaterale: Enbicredito. L’incentivo economico ero-‐ gato dal Fondo è di 2.500 € per tre anni, somma che
può essere incrementata per il mezzogiorno, per le aziende che as- sumono con contratto a tempo indeterminato:
giovani disoccupati fino a 32 anni di età;
disoccupati di lungo periodo indipendentemente dall’età;
donne nelle aree geografiche svantaggiate;
lavoratori con contratto a termine, di inserimento, a progetto o di somministrazione.
La somma sarà versata all’azienda successivamente al periodo di prova e il contratto prevalentemente utilizzato sarà quello dell’ap-‐ prendistato.
La stessa somma sarà erogata anche per incentivare la stabilizzazio- ne dei contratti, ovvero il passaggio da contratti a scadenza (tempo determinato, inserimento, progetto, somministrazione) a contratto a tempo indeterminato.
Il fondo darà un contributo a quei lavoratori che ridurranno la pro- pria attività lavorativa – sottoscrivendo un contratto di part-time - a beneficio di nuove assunzioni aggiuntive. E’ la cosiddetta solidarietà espansiva.
Per il suo funzionamento il fondo riceverà dalle aziende la somma corrispondente al valore di una giornata di lavoro per tutto il perso- nale bancario, dalle aree professionali che contribuiranno con sette ore e mezza di banca ore, ai quadri direttivi e dirigenti – per i quali si è già impegnato il loro contratto – con una giornata di ex-festività. Il top management contribuirà con il 4% della propria retribuzione – che grossomodo corrisponde a 2 settimane di lavoro. Non essendo- ci un contratto nazionale di riferimento per gli alti dirigenti, ma con- tratti individuali, è stata inviata dal Presidente dell’Abi, Xxxxxxx, una lettera indirizzata alle associate dove si invitano le figure apicali e di rilievo ad un contributo in tal senso.
-> SOMMARIO
In considerazione dei sacrifici richiesti alla categoria, nella stessa lettera Abi invita le aziende a non incrementare le remunerazioni del top management.
GLI STRUMENTI PER L’OCCUPAZIONE
GLI STRUMENTI PER L’OCCUPAZIONE
LE CARATTERISTICHE
L’impegno preso è quello che nel settore, da oggi in avanti, sia possibile assume- re solo con contratti a tem- po indeterminato, prevalen- temente nella tipologia dell’apprendistato, con le seguenti caratteristiche:
inquadramento: terza area primo livello,
tabella: riduzione economica del 18%, che corrisponde a
1.679,89 €
flessibilità economica: 4 anni dall’assunzione (3 + 1)
previdenza complementare: contributo a carico delle aziende del
4% da inserire negli accordi aziendali in materia di previdenza.
Solidarietà espansiva: nell’accordo di revisione del Fondo di solida-‐ rietà è stata prevista la possibilità che un lavoratore possa ridurre l’orario di lavoro prima del pensionamento con conseguente ridu-‐ zione della retribuzione. La riduzione d’orario verrebbe compensata con nuove assunzioni fatte appositamente dall’azienda. Si tratta di una solidarietà generazionale per aumentare le necessità di occupa- zione dell’azienda.
La retribuzione del primo lavoratore che si riduce, verrebbe in parte
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compensata dal Fondo per l’occupazione.
GLI STRUMENTI PER LA TUTELA
GLI STRUMENTI PER LA TUTELA
RAFFORZATA L’AREA CONTRATTUALE
Il principio dell’Area Contrat-‐ tuale ha garantito per oltre venti anni che all’intera ca-‐ tegoria fosse applicato un unico Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Infatti, il CCNL delimitava in modo esplicito il perimetro, e cioè le attività alle quali applica-
re il contratto del credito disciplinando le poche tipologie di attività complementari che era possibile appaltare all’esterno. Tra queste: il servizio portafoglio con la trattazione di assegni e data entry; il trat- tamento delle banconote; l’attività di supporto al self-banking come i Pos, gli Atm, la banca telefonica; la gestione di archivi economato e magazzini, sicurezza e vigilanza.
Con questo rinnovo contrattuale si interviene sull’Area Contrattuale rafforzando la barriera all’uscita di attività sia dalle aziende che dal settore e dal Paese (outsourcing/delocalizzazioni), incentivando, al- lo stesso tempo attraverso i contratti complementari, il rientro nel settore e nel Paese delle lavorazioni già esternalizzate e/o delocaliz- zate.
Le principali caratteristiche del contratto complementare sono:
orario di lavoro settimanale di 40 ore;
successivamente
riduzione di 2 ore e 30 minuti per gli assunti precedentemente
alla stipula del contratto;
inquadramento nella 2a Area 3° livello salvo l’attività di elabora-‐ zione dati per la quale gli inquadramenti sono appositamente definiti;
-> SOMMARIO
tabelle retributive ridotte del 20%.
Nel 1997 il contratto Abi, che già sommava il con- tratto Assicredito e quello Acri, si rivolgeva a 260.000 dipendenti.
Oggi si rivolge a 330.000 dipendenti circa. Si confer- ma la tenuta contrattuale della categoria, cosa non di poco conto perché questo non è accaduto in tutti i settori.
Solo nel periodo 2000- 2005 (quello della nostra ristrutturazione) il settore credito ed assicurazioni aumentava di 20.000 unità mentre l’energia elettrica e gas calavano di 20.000 (da 116 a 96 migliaia), le tele-
comunicazioni da 122 a 95 migliaia (-27), servizi di in- formazione e comunicazio- ne da 57 a 42 migliaia (- 15), gli alimentari da 306 a
226 (-50).
Sono aumentati nello stes- so tempo i contratti più generali come il metalmec- canico o degli altri servizi privati.
GLI STRUMENTI PER LA TUTELA 2
GLI STRUMENTI PER LA TUTELA 2
Secondo un’indagine Pri-‐ cewaterhouse Coopers, già nel 2005 dal 30 al 40% del- le società finanziarie mon- diali (europee comprese) avevano esternalizzato all’estero le attività di in-‐ formatiche di gestione del- le infrastrutture e degli ap- plicativi.
Un altro 20% dichiaravano di farlo entro i successivi 3 anni. Le ulteriori attività maggiormente gettonato per l’esternalizzazione so-‐ no la gestione delle buste paghe, i servizi di back offi- ce alla clientela a basso valore aggiunto, la gestio- ne degli assegni.
I motivi sono essenzial- mente il risparmio dei co- sti, la flessibilità e la neces- sità di concentrare l’atten-‐ zione sul business principa- le. I paesi beneficiari delle attività sono stati India, Cina, ma l’attenzione in prospettiva era anche su Brasile e Filippine.
Per ”insourcing” si intende il rientro di quelle lavorazioni che nel passato le aziende avevano dato in appalto all’esterno; ai lavoratori impiegati veniva applicato un contratto diverso da quello del credito (industria, commercio etc.).
Per favorire questo processo si utilizzeranno i contratti complemen- tari, con:
l’adozione immediata della normative da subito del C.C.N.L del
Credito;
allineamento progressivo, non oltre 4 anni (con la possibilità di ridurre i tempi con accordo nella trattativa di secondo livello) al- le tabelle retributive nazionali. (Ridotte del 20% come per la fat- tispecie precedente)
Orario di lavoro di 40 ore
-> SOMMARIO
La presente previsione non si applica al personale il cui rapporto di lavoro risulta già regolato dal presente contratto collettivo naziona- le di lavoro (coloro che, anche se dipendenti di società non iscritte all’ABI, beneficiano già del contratto del credito).
ORARIO INDIVIDUALE E ORARIO DI SPORTELLO
ORARIO INDIVIDUALE E ORARIO DI SPORTELLO
ORARIO INDIVIDUALE DI SPORTELLO
Xxx xxxx in 7.000 i posti di lavoro corrispondenti alle giornate di ferie, ex- festività e banca delle ore non fruite nel settore.
L’ipotesi di accordo si pone l’obiettivo di favorire nel settore l’incremento della produttività e la creazione di occasioni di lavoro nelle realtà ove dovessero essere presenti eccedenze occupa- zionali. In ogni caso, è bene sottolineare che l’orario set-‐
timanale e l’orario individuale non cambia.
L’orario di sportello verrà prolungato in considerazione dei muta-‐
menti già avvenuti nel settore e del fatto che:
le aziende fanno meno attività nelle reti distributive;
il personale recuperato da altre attività è difficilmente ricolloca-
bile perché l’utilizzo nella rete non è più così produttivo;
ove possibile occorre favorire la crescita della produttività.
Quindi la nuova fascia oraria utilizzabile per l’apertura dello sportel-‐
lo sarà:
dalle 8 alle ore 20 dal lunedì al venerdì , con il coinvolgimento degli organismi sindacali in una procedura che si conclude entro 10 giorni;
per allargare la fascia dalle 7 alle 8 (previsione già presente nel CCNL dicembre 2007) o dalle 20 alle 22, sempre lunedì al vener- dì, occorre obbligatoriamente un accordo sindacale aziendale.
Rimangono ferme le attuali articolazioni d’orario per centri com-‐
merciali, mercati, ecc.
Le articolazioni d’orario individuale per coprire le fasce orarie di sportello saranno individuate in sede aziendale, e sarà data la pre- cedenza al personale che manifesti la sua volontarietà. Anche per- ché questa previsione cerca di impattare sulla produttività nelle aziende, si è costituita una commissione nazionale per verificare:
l’andamento della produttività nel settore; l’attuazione dei nuovi orari di sportello;
l’utilizzo della banca ore, ferie ed ex-festività per evitarne l’accu-‐
mulo di anno in anno.
-> SOMMARIO
Su quest’ultimo punto si vuole realizzare l’obiettivo di far coincidere l’orario contrattuale con l’orario di fatto. Non utilizzare la banca ore, le ferie e i permessi significa aumentare l’orario individuale annuale. Invece dovrebbero essere usufruiti dagli interessati e l’azienda assu-‐ mere più personale per aumentare il tempo-lavoro .
LE COMMISSIONI
LE COMMISSIONI
COMMISSIONI
La qualità di alcuni obiettivi in termini innovazione delineati dall’ipotesi di accordo, vengo-‐ no affidati ad alcune commis- sioni paritetiche, che avvie- ranno e concluderanno i lavori in tempi certi, alle quali viene affidato il compito di:
Commissione paritetica in tema di semplificazione e razionalizzazione normativa:
Istituzione di una commissione paritetica entro 90 gg per la razionalizzazione delle normative
Osservatorio nazionale sulla produttività:
Identifica l’andamento della produttività/redditività del siste-‐ ma nell’ambito dell’economia e dei mercati finanziari;
Monitora le innovazioni in materia di orari di lavoro e di spor- tello, anche alla luce degli accordi intervenuti nelle sedi azien- dali;
Verifica l’utilizzo della riduzione orario,banca delle ore ,ex fe-‐ stività e ferie al fine di raggiungere l’obiettivo tra l’orario con-‐ trattuale e l’orario di fatto;
Commissione paritetica per lo studio per la revisione dell’accordo 12
marzo 1997 sugli RLS;
Commissione paritetica in tema di pari opportunità e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
Che avrà il compito di realizzare possibili iniziative congiunte in tema di pari opportunità, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, di responsabilità sociale d’impresa e alla luce dell’avvi-‐ so comune sottoscritto presso il Ministero del Lavoro il 7 mar- zo 2011;
Commissione tecnica sugli orari di lavoro;
Commissione in tema di orari di lavoro per il coordinamento delle modifiche apportate dal presente accordo ;
Commissione di studi sull’inquadramento del personale;
Per le ridefinizione delle declaratorie
Per la fungibilità definitiva dei Quadri Direttivi
Commissione paritetica in tema di apprendistato professionalizzante;
-> SOMMARIO
Per la revisione contrattuale nazionale alla luce del DLgs 14 settembre 2011 n.167
LA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO
LA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO
Procedure per il rinnovo e la stipula:
sono triennali e le richieste di rinnovo sono presentate 2 mesi prima;
2 mesi prima e 3 mesi dopo la scadenza le parti non assumono nessuna iniziativa unilaterale;
se dopo 5 mesi non si è rag- giunto un accordo, vengono coinvolte le Segreterie Na- zionali;
la delegazione sindacale complessivamente sarà for- mata da 5 membri per il numero di organizzazioni sindacali. Ogni organizzazio- ne avrà, in base alla rappre- sentatività, da 2 a 5 persone in delegazione;
le piattaforme e le ipotesi di contratto saranno votate con voto certificato;
se i sindacati che sottoscri- vono il contratto aziendale rappresentano la maggio- ranza degli iscritti, il con- tratto è vincolante per tutti i sindacati.
LA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO
La contrattazione di secon- do livello viene potenziata in coerenza con l’accordo di
gli
ottobre 2011 (e dell’
i gennaio
i
do interconfederale
accor-
2009,
del
28 giugno 2011). In
particolare l’ipotesi di accor-‐ do conferma che contratta- zione della retribuzione
aziendale è sempre più importante al fine di consentire di ridistri- buire a favore dei lavoratori gli incrementi di redditività e di produt- tività aziendale; e in questo senso le parti si impegnano a sostenere la richiesta nei confronti del Governo ldel’incremento delle misure volte ad incentivare, in termini di riduzione delle tasse e contributi, l’adozione di premi aziendali collegati a obiettivi di produttività, red-‐ ditività, qualità, efficienza, efficacia ed altri elementi rilevanti ai fini della competitività delle imprese.
Nel merito
I contratti aziendali e di gruppo debbono attenersi ai demandi previsti dal contatto nazionale;
I contratti aziendali e di gruppo
per favorire lo sviluppo economico od occupazionale
per contenere gli effetti di ristrutturazioni o di crisi azien- dali;
-> SOMMARIO
possono prevedere norme per adattare le regolamentazioni nazio- nali su: prestazione lavorativa; orari; organizzazione del lavoro.
PREMI AZIENDALI E SISTEMA INCENTIVANTE
PREMI AZIENDALI E SISTEMA INCENTIVANTE
PREMI E SISTEMA INCENTIVANTE
Il premio aziendale da molti anni è un elemento retribu- tivo, contrattualizzato, colle- gato all’andamento dell’a-‐ zienda.
Attraverso i sistemi incenti- vanti, intervenuti successi- vamente, le aziende hanno erogato forme di retribuzio-
ne individuale a forte discrezionalità aziendale. Negli anni abbiamo denunciato, con sempre maggior forza, le distorsioni che questo si- stema produceva in termini di discriminazioni nelle retribuzioni e di visione di breve nelle politiche aziendali.
Ora sarà possibile congiungere i due premi in un’unica voce retribu-‐
tiva: il premio variabile di risultato.
L’articolo 46 bis prevede che, su iniziativa dell’azienda o della capo-‐ gruppo, le parti possono prevedere di adottare, in sostituzione del premio aziendale e del sistema incentivante, un unico premio varia- bile di risultato da determinare sulla base di criteri, concordati tra le parti, di produttività e/o redditività aziendale e/o di gruppo, nonché altri obiettivi, anche di carattere qualitativo, generali o specifici per gruppi omogenei di posizioni lavorative, tenendo conto anche degli apporti professionali individuali.
Quindi dovrà essere contrattualizzato, con un ruolo decisivo asse- gnato alla contrattazione tra le parti a livello aziendale, e conse- guentemente moderato in termini di incentivazione individuale.
Inoltre il premio dovrà seguire le indicazioni date dalla Banca d’Italia e dalle autorità di vigilanza riguardo l’incentivazione del personale. Di rilievo a tale proposito è la visione di medio periodo che evita il
comportamento “mordi e fuggi” e l’importanza delle campagne
spot.
-> SOMMARIO
Infine, nei casi nei quali vi siano dipendenti di azienda prive di con- trattazione di secondo livello, con particolare riguardo per le situa- zioni di difficoltà economico-produttiva, l’erogazione di un elemen-‐ to di garanzia retributiva parti a 258€ .
Secondo le stime Cnel il cre- dito ha il 62% della retribu- zione contrattuale nazionale su 100% che è la retribuzione di fatto. Altre categorie con valori simili sono le assicura- zioni (66%), i chimici (62%), l’estrazione di minerali ener-‐ getici (71%). Le altre catego- rie hanno una retribuzione contrattualizzata nazionale percentualmente superiore, come ad esempio il commer- cio 87%, i pubblici esercizi l’ 86%, i metalmeccanici il 78%.
Per l’anno 2012 le somme erogate ai lavoratori dipen- denti del settore privato in attuazione di quanto previsto da accordi o contratti colletti- vi aziendali o territoriali cor- relate a incrementi di produt- tività, qualità, redditività, in- novazione, efficienza organiz- zativa, collegate ai risultati riferiti all’andamento econo-‐ mico o agli utili della impresa, o a ogni altro elemento rile- vante ai fini del miglioramen- to della competitività azien- dale, compresi i contratti aziendali sottoscritti ai sensi dell’accordo interconfederale del 28 giugno 2011 tra Con- findustria, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sono assoggettate ad una tassazione agevolata del red- dito dei lavoratori e benefi- ciano di uno sgravio dei con- tributi dovuti dal lavoratore e dal datore di lavoro.
Nel 2011 per i redditi fino a
40.000 € era prevista la tas-‐ sazione separata del 10% (invece di quella marginale del 27%, 38%) massimo
6.000 €. Per il 2012 è pre-‐ vista l’agevolazione ma con termini da definire.
WELFARE
WELFARE
WELFARE
La percentuale di contribu- zione media dell’azienda – indicate nel rapporto sul lavoro Abi – è del 4,5% per I “vecchi iscritti” e del 3,5% per I “nuovi iscritti” nei fondi chiusi, mentre è del . 3,6% per I “vecchi iscritti” e del 3,5% per I “nuovi iscritti” nei fondi aperti.
L’idea di una polizza che ri-‐ spondesse all’insorgere di nuovi bisogni a copertura dei casi di non autosuffi- cienza venne contrattualiz- zata con il CCNL 8 dicembre 2007. Si pensò all’LTC (cura di lungo termine). Obiettivo era quello di integrare le
prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale con un’assicurazione, offrendo ai lavoratori non più autosufficienti un’assistenza in grado di coprire o integrare le spese di assistenza a domicilio o presso una struttura sanitaria. I beneficiari sono tutti i dipendenti a tempo in- determinato compresi gli apprendisti. Inoltre sono beneficiari anche i lavoratori a tempo determinato compresi i contratti di inserimento a condizione che lo stato di non autosufficienza si sia manifestato durante il rapporto di lavoro. Hanno diritto alla copertura tutti colo- ro i quali, dopo il primo gennaio 2008, siano andati in pensione, in esodo incentivato e con accesso al fondo di solidarietà.
Con l’accordo il premio per la copertura per la polizza “Long Term Care” viene raddoppiato e passa da 50 a 100 €, di conseguenza, Il rimborso che sino ad’ora si era attestato a 13.200 euro annuali è de-‐ stinato ad aumentare proporzionalmente.
-> SOMMARIO
Per la previdenza complementare l’ipotesi di accordo individua in Previbank il fondo di settore residuale destinato a coprire sul piano della previdenza complementare coloro che oggi non hanno la pos- sibilità di aderire collettivamente ad una forma previdenziale com- plementare.
RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE
RESPONSABILITA’ PROFESSIONALE
RESPONSABILITÀ PROFESSIOANLE
Il capitolo sui rischi profes- sionali è strettamente colle- gato con il tema delle re- sponsabilità individuali, di natura civilistica ed anche penale, che pesano sull’in-‐ tera categoria, a causa di una lunga serie di normative di legge (antiriciclaggio, mi-
fid, usura, privacy, direttiva comunitaria sui sistemi di pagamento, trasparenza, ecc.).
la recrudescenza di sanzioni amministrative e penali, nonché di pro- cedimenti disciplinari in relazione alle violazioni delle norme citate, ha posto ancor di più il tema dei rischi professionali e delle respon- sabilità individuali, alla luce anche del decreto 231 del 2001 , al cen- tro delle attenzioni e delle preoccupazioni della categoria.
L’accordo raggiunto con Xxx prevede la riformulazione del primo comma dell’articolo 38 con l’aggiunta, al fine dell’accollo da parte dll’azienda, anche delle eventuali sanzioni pecuniarie, in relazione a fatti commessi nell’esercizio delle proprie funzioni, tranne il caso di azioni penali conseguenti a fatti o ad atti commessi in violazione di istuzioni o disposizioni emanate dall’azienda.
-> SOMMARIO
Di grande rilievo anche la nota a verbale dello stesso articolo 38 nel- la quale si è voluto, al fine di rendere la norma esigibile, ribadire che la tutela di cui si parla nel primo comma dell’articolo 38 riguar-‐ da anche i lavoratori nei cui confronti sia stata esercitata azione pe- nale relativa a fatti commessi nell’esercizio delle loro funzioni per l’adempimento di obblighi posti a carico della banca per antiriciclag-‐ gio, lotta all’usura, mifid e privacy.
LA PARTE ECONOMICA
LA PARTE ECONOMICA
170 € per la figura media, pari al 6,05% a regime
LA PARTE ECONOMICA
Il calcolo dell’inflazione prevista ipca è indicato da istituti esterni mentre l’inflazione programmata dal Gover-‐ no, e che sarebbe stato il vecchio parametro da utilizzare, sarebbe stata inferiore: 2% nel 2011, 1,5% nel 2012 e 2013 (per un totale del 5%, relazione al Parlamento di di- cembre 2011).
Si consideri che nel 1999 si è rinno- vato il contratto in condizioni di difficoltà per il sitema ma pagando un prezzo in termini di mancato incremento più alto di oggi: nel 1998 e 1999 non vi furono aumenti contrattuali a fronte di un’inflazione reale rispettivamente dell’1,8% e dell’1,6%. Per il biennio 2000-2001 vi fu un incremento spalmato in 16 mesi del 2,5% contro un’inflazione reale del 2,6% e 2,7%e gli scatti passarono a cadenza triennale in luogo di quella biennale (4 anni il primo scatto). Nello stesso contrat- to si ampliarono gli orari di lavoro giornalieri e quelli settimanali di sportello per ipermercati, ecc.
La retribuzione per una figura media a regime incrementerà le retribuzio- ne del 6,05%, che si vedrà ricono- sciuta pienamente dal primo giugno 2014. Il mese dopo l’incremento entrerà a far parte della retribuzio- ne, quindi gli effetti negativi tempo- ranei sul calcolo del Tfr e l’accanto-‐ namento a previdenza spariranno. Si manterranno fino a fine anno (2014) per le altre voci che non sono retribuzioni e scatti. Il costo com- prende anche uno slittamento degli scatti, per cui si ricomincerà il con- teggio dei mesi da agosto 2014. Dalle nostre stime a fronte di un aumento stabile del 6,05% i settore avrà una riduzione di costo medio transitorio per il triennio in riferi- mento all’aumento in quota Edr per il mancato influsso dell’aumento sul Tfr del 2,07 e dello 0,85% per lo slittamento di 19 mesi degli scatti economici .
L’ipotesi di accordo prevede che il trattamento economi- co per il recupero inflattivo triennio prossimo sarà di 170 € medi in più che equi-‐ vale ad un aumento del 6,05%, contro una richiesta di 205 €, superiore comun-‐ que all’Ipca prevista per il
periodo considerato. Non si è recuperato il differenziale inflattivo per gli anni 2008-2010 per i quali eravamo in leggero credito (0,90%). Il periodo di erogazione sarà:
1 giugno 2012: per 46 €
1 giugno 2013: per 47 €
1 giugno 2014: per 77 €
L’importo sarà erogato come EDR (Elemento Distinto della Retribu-‐
zione ) e pagato per 13 mensilità annue.
In considerazione delle enormi difficoltà del settore, in particolar modo riguardo l’onerosità dei costi in proporzione ai ridotti ricavi, si è dovuto a compensare in parte lo sforzo economico, modificando alcune voci. Lo scambio tuttavia è più vantaggioso in quanto dal pri- mo luglio 2014 l’Edr diventerà un elemento a tutti gli effetti della retribuzione, mentre le compensazioni sono transitorie e quindi fi- niranno il loro effetto. Lo scambio è dunque temporaneo ma i bene- fici dell’aumento rimarranno.
Vediamo come si è proceduto alla compensazione:
non si è recuperata l’inflazione pregressa per gli anni 2008-2010, per i quali eravamo in leggero credito (0,90%);
l’aumento, in quanto EDR, non verrà considerato come base di calcolo per altri elementi, tra cui il contributo alla previdenza complementare ed il calcolo del Tfr;
Gli scatti economici d’anzianità slittano di 19 mesi (1 gennaio
2013-31 luglio 2014);
Il Tfr sarà calcolato solo su retribuzione e scatti d’anzianità (1
gennaio 2012-31 dicembre 2014);
-> SOMMARIO
È stata comunque respinta l’impostazione iniziale dell’Abi che vole-‐ va un rinnovo contrattuale collegato alla maggiore e futura produt- tività del sistema, indipendentemente dal recupero dell’inflazione ed il parametro per il calcolo dell’inflazione riconosciuta dalla mag-‐ gioranza dei settori è stato l’Ipca.
CON
CLUSIONI
CONCLUSIONI
Ai lavoratori andranno a regime 170 euro (figura media); viene istituito un Fondo per l’occupazione finalizzato all’assunzione di giovani, alla stabiliz-‐ zazione dei rapporti di lavoro a tempo determinato, per iniziative di soli- darietà espansiva; alle aziende sarà data possibilità di ampliare gli orari di sportello per favorire occupazione e produttività; viene rilanciata la con- trattazione integrativa per la negoziazione del premio di produttività e dei sistemi incentivanti; stabilite nuove garanzie riguardo ai rischi professiona- li; istituite commissioni per le declaratorie degli inquadramenti, per la si- curezza in banca, per le pari opportunità, per rivedere la stesura della nor- mativa contrattuale; viene innalzato il contributo per la Long term care e per la previdenza dei giovani
Con questo contratto diamo continuità all’approccio responsabile con cui negli ultimi anni abbiamo contribuito a gestire gli epocali processi di rior- ganizzazione che hanno coinvolto il sistema e con cui abbiamo dato il no- stro contributo negli anni più recenti di crisi finanziaria ed economica.
Con la firma di questa ipotesi siamo riusciti a mantenere il baricentro della piattaforma contrattuale: un nuovo modello di banca sostenibile e che non penalizzi i diversi stakeholder coinvolti.
Chiedevamo equità e solidarietà: va in questa direzione la costituzione del Fondo per l’occupazione, alimentato dai lavoratori e dal top management, con l’obiettivo di creare nuova e stabile occupazione.
Chiedevamo di intaccare il modello di banca che ha dato origine alla crisi tutto con baricentro finanziario: per questo prevediamo sistemi incenti- vanti contrattati e con orizzonti di medio-lungo periodo e l’istituzione di una Commissione che riposizioni le professionalità all’interno degli inqua-‐ dramenti.
In un contesto di estrema gravità e complessità si è affermato un modello di settore in cui si garantisce lavoro buono e stabile; si favorisce l’incre-‐ mento occupazionale attraverso una chiara solidarietà intergenerazionale; si introduce una forma di previdenza settoriale e si rilancia l’incremento retributivo attraverso incrementi di produttività sostenibili e negoziati.
Nonostante le difficoltà, come organizzazioni sindacali siamo riusciti a mettere in campo conoscenza, impegno, determinazione, equità. Siamo convinti possano rappresentare modelli da imitare non solo per il rinnovo di ulteriori contratti ma per intraprendere la necessaria strada di risana- mento e sviluppo del sistema Italia.
-> SOMMARIO
Ora la parola passa ai lavoratori nelle assemblee in tutti i luoghi di lavoro per consentire loro di esprimere le proprie valutazioni e il correlativo mandato.
INDICE TEMATICO
INDICE TEMATICO
Apprendistato professionalizzante; 19
Area Contrattuale; 16
Attività complementari; 16
Contratti a tempo indeterminato; 15 Contratto complementare; 16
Declaratorie; 19
EDR; 24
Enbicredito; 14
Favorire l’assunzione; 14 Fondo di Solidarietà; 12 Fungibilità; 19
Garanzia retributiva; 21
I contratti di secondo livello; 20 Il premio variabile di risultato; 21 Insourcing; 17
-> SOMMARIO
L’orario di fatto; 18
Long Term Care; 22 Orari di lavoro; 19 Orario di sportello; 18 Pari opportunità; 19
Previbank; 22
Razionalizzazione normativa:; 19 Remunerazioni del top management; 14 Rischi professionali; 23
RLS; 19
Scatti economici d’anzianità; 24
Solidarietà espansiva; 14
Solidarietà espansiva; 15 Stabilizzazione dei contratti; 14 Tfr; 24
Trattamento economico; 24