PRESENTAZIONE
Presentazione dell'Accordo di Partenariato
Ministro per il Sud e la Coesione territoriale
PRESENTAZIONE
L’Italia potrà contare nel ciclo 2021-2027 su un totale di 75,315 miliardi di euro di Fondi strutturali e di investimento, tra risorse europee e cofinanziamento nazionale. In particolare, le risorse in arrivo da Bruxelles saranno pari a 43,127 miliardi di euro, comprensive di quelle destinate al Fondo per la Transizione Giusta (Just Transition Fund
- JTF) e alla Cooperazione Territoriale Europea (CTE). Rispetto alla programmazione 2014-2020, le risorse a disposizione crescono di circa 10 miliardi.
Alle regioni meridionali andranno 47,962 miliardi di euro.
Il nuovo ciclo vedrà alcune modifiche nella classificazione delle singole regioni. Infatti, sono considerate “in transizione” non solo l’Abruzzo, che si conferma in questa categoria, ma anche Umbria e Marche (precedentemente tra quelle “più sviluppate”). Le regioni “meno sviluppate” sono quelle rimanenti del Mezzogiorno (Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna), mentre le “più sviluppate” comprendono quelle del Centro-Nord, con l’esclusione di Umbria e Marche.
Se si esclude la quota riservata alla CTE, le risorse europee e nazionali dei Fondi strutturali si distribuiscono come segue tra le tre aree:
• regioni più sviluppate: 23,882 miliardi di euro;
• regioni in transizione: 3,612 miliardi di euro;
• regioni meno sviluppate: 46,575 miliardi di euro.
IL LAVORO PREPARATORIO
La strategia e le priorità che ciascuno Stato individua per l’impiego dei Fondi strutturali e di investimento europei sono definite all’interno dell’Accordo di Partenariato, stipulato tra lo stesso Stato membro e la Commissione UE.
Il percorso per la definizione dell’Accordo di Partenariato italiano è stato avviato dal Dipartimento per le Politiche di Coesione nel marzo 2019 e ha visto il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, con la partecipazione di oltre 2.800 persone e l’invio di più di 280 contributi scritti. Il confronto informale con la Commissione europea è iniziato nel luglio 2020. Quest’ultima ha approvato successivamente i Regolamenti dei Fondi strutturali, pubblicati il 30 giugno 2021 nella Gazzetta Ufficiale dell’UE.
Il 22 dicembre 2021, il CIPESS ha approvato la proposta italiana di Accordo di Partenariato, sulla base della quale è iniziato il negoziato formale con la Commissione, che ha portato alla definizione del testo dell’Accordo di Partenariato notificato a Bruxelles il 10 giugno 2022.
Il 19 luglio 2022 la Commissaria europea Xxxxx Xxxxxxxx e il Ministro per il Sud e la Coesione
territoriale Xxxx Xxxxxxxx hanno sottoscritto ufficialmente l’Accordo.
I FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI
I principali Fondi strutturali europei che sostengono la politica di coesione 2021-2027 sono:
• il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR), che ha l’obiettivo di favorire la crescita economica e occupazionale delle regioni europee e appianarne disparità e squilibri di sviluppo;
• il Fondo Sociale Europeo plus (FSE+), che sostiene gli Stati membri nel conseguire livelli elevati e adeguati di occupazione e una protezione sociale equa ed inclusiva;
• il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA), che promuove la pesca e l’acquacoltura sostenibili, il ripristino e la conservazione delle risorse biologiche acquatiche, l’economia blu nelle aree costiere, insulari e interne, sostiene lo sviluppo di comunità della pesca e dell’acquacoltura, aiuta la governance internazionale per mari e oceani sicuri, protetti, puliti e gestiti in modo sostenibile;
• il Fondo per una Transizione Giusta (Just Transition Fund - JTF), che sostiene i territori che fanno fronte a gravi sfide socioeconomiche derivanti dal processo di transizione verso la neutralità climatica e vuole consentire alle regioni e alle persone di affrontare gli effetti sociali, economici ed ambientali derivanti da tale transizione.
A questi, si aggiunge a livello europeo il Fondo di Coesione, riservato ai Paesi con un Reddito Nazionale Lordo pro capite inferiore al 90% della media UE, tra i quali non è inclusa l’Italia.
I PROGRAMMI NAZIONALI E REGIONALI
L’Accordo di Partenariato italiano prevede l’istituzione di dieci Programmi Nazionali (PN), in linea con l’invito giunto dalla Commissione di ridurne il numero rispetto al ciclo precedente. Tra questi, rappresentano novità importanti il nuovo Programma dedicato alla salute nelle regioni meno sviluppate e il potenziamento di quello rivolto alle città metropolitane, che si estende anche alle città medie del Sud. A questi, si aggiunge il Programma collegato al Fondo per la Transizione Giusta, introdotto per la prima volta a livello europeo nel ciclo 2021-2027.
L’elenco dei PN proposti è quindi il seguente: Scuola e competenze; Ricerca, innovazione e competitività per la transizione verde e digitale; Sicurezza per la legalità; Equità nella salute; Inclusione e lotta alla povertà; Giovani, donne e lavoro; Metro plus e città medie del Sud; Cultura; Capacità per la coesione; Just Transition Fund.
Ai Programmi Nazionali sono riservati 25,575 miliardi di euro tra finanziamento europeo e cofinanziamento nazionale. Una quota più ampia di risorse, pari a 48,492 miliardi di euro, andrà invece a finanziare i Programmi Regionali, che saranno promossi da tutte le Regioni e le Province Autonome.
LA STRATEGIA
La strategia sostenuta dall’Accordo di Partenariato 2021-2027 indirizza i fondi resi disponibili dall’Unione Europea e dal cofinanziamento nazionale verso interventi rivolti al conseguimento dei traguardi europei per un’economia climaticamente neutra (Green Deal) e per una società più giusta e inclusiva (Social Pillar), in coerenza con l’adesione all’Agenda ONU 2030 e con la Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile.
Questi principi inducono a concentrare l’attenzione verso l’accessibilità – fisica e digitale
– dei territori, i contesti più fragili dal punto di vista socio-economico e geografico (aree marginali, periferie urbane, quartieri disagiati, aree di montagna, insulari, esposte a rischi naturali o in transizione industriale), le categorie e le persone più vulnerabili, la valorizzazione delle energie dei giovani e delle donne, il contrasto di ogni forma di discriminazione, la creazione di opportunità di lavoro di qualità.
Le azioni promosse attraverso i Fondi europei saranno complementari rispetto a quelle finanziate con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e agli investimenti del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC).
I soggetti pubblici titolari di programmi e interventi si impegnano a collaborare reciprocamente per favorirne un’efficace attuazione. Xxxxxxx promossi il coordinamento delle politiche e lo sviluppo di partenariati in ambito provinciale e metropolitano, così da favorire l’integrazione e la complementarietà tra le politiche ordinarie e gli interventi aggiuntivi. Inoltre, è prevista la pubblicazione di calendari annuali dei bandi e delle opportunità attesi, per assicurare maggiori certezze agli operatori (in particolare privati) sulle caratteristiche e le tempistiche delle misure in fase di attivazione. In questo contesto, il ricorso a misure automatiche o semi-automatiche, accanto a quelle selettive, mira ad ampliare la platea dei beneficiari e delle imprese incentivate, anche senza scopo di lucro.
In continuità con i cicli di programmazione precedenti, l’azione dei Fondi promuoverà la partecipazione delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile all’elaborazione e all’attuazione di politiche e interventi.
I 5 OBIETTIVI STRATEGICI
Il regolamento UE sulle disposizioni comuni ai Fondi per le politiche di coesione (FESR, FSE+, Fondo di Coesione, FEAMPA, JTF) individua cinque obiettivi strategici di policy da perseguire nel corso della programmazione 2021-2027, declinati nell’Accordo di Partenariato sulla base delle esigenze del nostro Paese:
1. un’Europa più intelligente;
2. un’Europa più verde;
3. un’Europa più connessa;
4. un’Europa più sociale e inclusiva;
5. un’Europa più vicina ai cittadini.
UN’EUROPA PIÙ INTELLIGENTE
Un’Europa più competitiva e intelligente attraverso l'innovazione, la digitalizzazione, la trasformazione economica, il sostegno al tessuto produttivo e all’imprenditorialità, la valorizzazione del capitale umano e il potenziamento della connettività nelle aree meno servite.
Il contesto. La competitività dei sistemi produttivi italiani risente di alcune difficoltà di sistema, quali: una insufficiente spesa complessiva in Ricerca & Sviluppo, livelli ancora arretrati di digitalizzazione nelle imprese e nella pubblica amministrazione, ridotta dimensione delle imprese e difficoltà di accesso al credito, una bassa quota di ricercatori impiegati e di occupati nel comparto dell’alta tecnologia, attività informali e illecite, nonché fenomeni criminali che ostacolano lo sviluppo. Questi problemi risultano particolarmente accentuati nelle regioni meridionali, dove la situazione è aggravata anche dalla migrazione di giovani laureati.
Gli interventi saranno rivolti in particolare a:
• rafforzare la ricerca e l’innovazione delle imprese, anche sostenendo la domanda pubblica di prodotti e servizi innovativi;
• favorire la diffusione delle comunicazioni e delle tecnologie digitali, migliorando in particolare i servizi digitali pubblici e privati, contenendo i rischi di nuove disuguaglianze (anche territoriali) legate allo sviluppo della digitalizzazione e agevolando i processi di riorganizzazione all’interno delle imprese, nonché l’impiego di tecnologie digitali per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e legalità;
• rafforzare la crescita e la competitività delle PMI e ridurre i forti divari regionali esistenti, anche tramite interventi di sostegno nelle fasi della nascita e della crescita dimensionale, con il possibile utilizzo di strumenti finanziari di varia natura;
• formare e riqualificare competenze per la transizione industriale, la specializzazione intelligente e l’imprenditorialità, attraverso strumenti di incentivazione o di fornitura di servizi reali;
• promuovere l’accessibilità alle reti digitali per cittadini e imprese e rafforzare le dotazioni di connettività ad alta capacità del Paese, con interventi complementari a quelli sostenuti con risorse ordinarie e del PNRR, concentrandosi sulle aree meno popolate, marginali, rurali, montane ed insulari minori.
I Programmi. Al perseguimento di questo obiettivo strategico concorreranno il PN Innovazione, ricerca e competitività per la transizione verde e digitale; il PN Cultura; il PN Metro plus e città medie del Sud; il PN Sicurezza per la legalità. Una parte significativa delle politiche sarà implementata a livello regionale, dove la conoscenza del territorio è più diretta e la possibilità di adattare gli interventi alle potenzialità di sviluppo tecnologico e imprenditoriale è più elevata.
I Fondi: FESR.
Contributo UE: 9.511.115.277 euro
UN’EUROPA PIÙ VERDE
Un’Europa più resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio ma in transizione verso un’economica a zero emissioni nette di carbonio attraverso la promozione di una transizione verso un’energia pulita ed equa, di investimenti verdi e blu, dell’economia circolare, dell’adattamento ai cambiamenti climatici e della loro mitigazione, della gestione e prevenzione dei rischi nonché della mobilità urbana sostenibile.
Il contesto. L’Italia è chiamata ad affrontare nei prossimi anni temi cruciali, come gli effetti negativi dei cambiamenti climatici, la tenuta del territorio, la disponibilità e qualità delle risorse idriche, la qualità dell’aria, la salvaguardia della biodiversità, la difesa del paesaggio.
Sul piano energetico, occorre ridurre i consumi, migliorare l’efficienza, sviluppare le energie rinnovabili, ridurre l’emissione di gas che alterano il clima e ammodernare le reti energetiche per aumentarne l’efficienza e il potenziale di assorbimento.
L’elevata esposizione del Paese ai rischi naturali impone di intervenire sulla messa in sicurezza del territorio e sulla mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici, preservando anche il patrimonio culturale.
All’eccessiva dispersione nelle reti idriche di distribuzione (soprattutto al Sud), si aggiungono elevati prelievi per uso potabile e irriguo, nonché un notevole gap infrastrutturale in materia di depurazione. Il conferimento di rifiuti in discarica è ancora eccessivo, in particolare nelle regioni meridionali, e diffusi sono i siti inquinati, che potrebbero essere bonificati e riutilizzati per nuovi insediamenti produttivi e di servizi. Gli interventi in materia di risorse idriche e rifiuti dovranno essere realizzati nell’ottica dell’economia circolare, in sinergia con quelli previsti dal PNRR.
Ulteriori misure si rendono necessarie per migliorare la qualità dell’aria e incrementare gli investimenti a tutela della biodiversità, anche marina. Lo sviluppo sostenibile e innovativo dell’acquacoltura potrà contribuire alla sicurezza alimentare.
Gli interventi previsti seguono specifiche priorità per ogni ambito.
• Energia: efficientamento energetico di strutture e impianti pubblici, dell’edilizia residenziale pubblica e delle imprese, integrato con lo sviluppo di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo (in quest’ambito, è possibile anche il finanziamento di interventi di bonifica dell’amianto); interventi innovativi e sperimentali per lo sviluppo delle fonti rinnovabili (es. idrogeno verde); diffusione del teleriscaldamento; creazione di Comunità energetiche; trasformazione intelligente delle reti di trasmissione e distribuzione di elettricità per incrementare la capacità di assorbimento di una quota crescente di energie rinnovabili e sostenere la diffusione di infrastrutture per la ricarica dei veicoli.
• Rischi climatici e naturali: interventi di contrasto al dissesto idrogeologico per la messa in sicurezza dei territori montani e delle aree a maggior rischio (ripristino e recupero delle dinamiche idro-morfologiche, infrastrutturazione verde e blu, creazione di nuove aree umide per l’espansione naturale delle piene e per fronteggiare l’avanzare della desertificazione, manutenzione straordinaria dei reticoli idraulici, contrasto all’erosione costiera, riduzione del rischio di incendi boschivi, ecc.); realizzazione di nuove infrastrutture per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico e adeguamento di quelle esistenti, attraverso soluzioni nature based e, dove possibile, integralmente “verdi”; messa in sicurezza sismica di edifici pubblici e infrastrutture di rilevanza strategica ai fini di protezione civile; sostegno alle imprese per l’adeguamento delle strutture produttive nelle aree a maggior rischio sismico; tutela della popolazione e misure di prevenzione e gestione del rischio vulcanico; rafforzamento della governance e delle competenze territoriali, compreso il miglioramento dei sistemi di monitoraggio e allertamento.
• Risorse idriche: tutela della qualità delle acque e miglioramento del Servizio idrico integrato, attraverso la riduzione delle perdite di rete (soprattutto al Sud) e interventi per la depurazione.
• Rifiuti: infrastrutture per favorire la transizione verso un’economia circolare;
promozione delle filiere integrate del riuso, la riparazione e il ricondizionamento
dei beni a fine vita; azioni di prevenzione, riutilizzo, preparazione per il riciclaggio e riciclaggio dei rifiuti urbani; ammodernamento e riconversione degli impianti esistenti e, limitatamente alle regioni meno sviluppate e in transizione, realizzazione di nuovi impianti.
• Biodiversità e inquinamento: interventi per proteggere e ripristinare gli ecosistemi terrestri e marini; adattamento delle città ai cambiamenti climatici attraverso nuove infrastrutture verdi e blu e interventi contro la frammentazione degli ecosistemi e per creare corridoi ecologici urbani; recupero di siti industriali e terreni contaminati (in particolare nel Mezzogiorno), con priorità a Siti di Interesse Nazionale e Regionale; misure integrate per il miglioramento della qualità dell’aria (in particolare nel Centro-Nord).
• Mobilità urbana sostenibile: riqualificazione dei servizi di TPL in ambito urbano, suburbano e metropolitano (rinnovo e ampliamento con veicoli green delle flotte su gomma, ferro e acqua, realizzazione di infrastrutture di trasporto di massa, digitalizzazione dei servizi); nodi di scambio tra mobilità urbana ed extra-urbana e la logistica delle merci; infrastrutture e servizi di mobilità dolce ciclopedonale e a zero emissioni; servizi di “Mobility as a Service”.
I Programmi. Saranno impegnati nel perseguimento di questo obiettivo strategico soprattutto i Programmi Regionali, ai quali si aggiungono interventi dei PN Innovazione, ricerca e competitività per la transizione verde e digitale; Cultura; Metro Plus e città medie del Sud e del PN FEAMPA.
I Fondi: FESR e FEAMPA.
Contributo UE: 9.263.186.143 euro.
UN’EUROPA PIÙ CONNESSA
Un’Europa più connessa attraverso il rafforzamento della mobilità.
Il contesto. L’Italia sconta ancora un divario nelle infrastrutture di trasporto rispetto ai principali partner dell’UE, come dimostra il numero inferiore di passeggeri trasportati su rotaia in rapporto alla popolazione residente. Tale divario è ulteriormente accentuato tra il Nord e il Sud del Paese, dove la presenza di tratte ferroviarie elettrificate è molto scarsa.
Gli interventi saranno indirizzati verso un numero limitato di tipologie di progetti e coordinati con quelli finanziati in maniera più robusta dal PNRR e dal FSC, in una chiave di complementarietà. Essi si concentreranno sui territori in cui la scarsa qualità del sistema di trasporto acuisce le disparità economiche e peggiora la qualità della vita, così da contribuire a ridurre il divario tra il Mezzogiorno e il Centro-Nord e a soddisfare le esigenze di accessibilità delle aree interne in tutto il territorio nazionale. Due sono gli obiettivi specifici da perseguire:
• l’avanzamento delle connessioni ferroviarie nei segmenti meridionali del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo e il sostegno alla multi-modalità e alla logistica, attraverso interventi sulle dorsali ferroviarie e sulle connessioni di “ultimo miglio” dei nodi portuali, logistici ed aeroportuali;
• il miglioramento della mobilità di area vasta: potenziamento delle connessioni su ferro verso i nodi urbani; interventi infrastrutturali, portuali e di digitalizzazione nelle ZES; elettrificazione e sicurezza delle linee ferroviarie regionali; aree di interscambio modale nei pressi delle principali stazioni ferroviarie regionali; rinnovo del materiale rotabile regionale; miglioramento della sicurezza e della resilienza delle strade verso le aree interne e al loro interno; rafforzamento della sicurezza, collegamenti con le città e mitigazione del rischio ambientale nelle infrastrutture
aeroportuali esistenti; interventi nei porti regionali per assicurare la continuità territoriale.
I Programmi. Saranno impegnati nel perseguimento di questo obiettivo strategico i Programmi Regionali, in particolare nelle regioni meno sviluppate.
I Fondi: FESR.
Contributo UE: 1.587.669.172 euro.
UN’EUROPA PIÙ SOCIALE E INCLUSIVA
Un’Europa più sociale e inclusiva attraverso l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali.
Il contesto. La pandemia ha contribuito ad aggravare le condizioni di diversi segmenti già vulnerabili della popolazione. Le sfide più pressanti, che al Sud diventano vere e proprie emergenze, sono: la partecipazione di giovani e donne al mercato del lavoro; la prevenzione e il contrasto dell’abbandono scolastico; l’innalzamento del livello di istruzione terziaria; il rafforzamento delle competenze, soprattutto digitali, lungo tutto l’arco di vita; il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, in particolare dei minori; la resilienza del sistema sanitario; la valorizzazione della cultura e del turismo nello sviluppo economico, per l’inclusione e l’innovazione sociale.
Gli interventi si concentrano sulle seguenti priorità, contribuendo – quando possibile –
anche alla concreta attuazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP).
• Occupazione: accesso al mercato del lavoro dei giovani (valorizzazione tirocini e apprendistato, azioni per il raggiungimento dei NEET, valorizzazione del Servizio Civile Universale, promozione del lavoro autonomo e dell’autoimpiego); sostegno all’economia sociale attraverso forme di supporto e strumenti finanziari dedicati, incentivi al partenariato pubblico-privato, interventi per il recupero in forma cooperativa delle imprese in crisi da parte dei dipendenti; partecipazione delle donne al mercato del lavoro con incentivi alle imprese e sostegno all’imprenditorialità femminile, strumenti di accesso al credito e ai servizi di conciliazione, soluzioni innovative di welfare aziendale, servizi dedicati presso i centri per l’impiego; rafforzamento del sistema dei servizi del lavoro; formazione permanente e continua; creazione di spazi condivisi di lavoro e rigenerazione a uso collettivo e fini sociali di spazi abbandonati o sottoutilizzati per progetti di welfare aziendale.
• Istruzione e formazione: formazione e riqualificazione di docenti e personale, agevolazione di accordi con servizi e imprese del territorio, diffusione di contenuti e servizi digitali; diffusione dell’apprendimento basato su esperienze lavorative, attraverso la valorizzazione dell’apprendistato e dei tirocini, e promozione dell’istruzione e della formazione tecnico-professionale e professionale; rafforzamento delle competenze scientifiche e tecnologiche (STEM), con particolare attenzione alla partecipazione femminile; prevenzione e contrasto della dispersione scolastica e degli insufficienti livelli di competenze di base attraverso attività di orientamento, attenzione all’educazione pre-scolare, integrazione con misure di inclusione sociale e di contrasto alla povertà infantile; acquisto di attrezzature e arredi per l’ampliamento del tempo pieno al Sud e per favorire l’apertura al territorio delle scuole; azioni di sostegno a studenti meritevoli provenienti da contesti svantaggiati; riqualificazione delle strutture scolastiche e formative; formazione permanente e continua.
• Inclusione e protezione sociale: miglioramento dell’accessibilità e della qualità dei servizi ai cittadini, anche valorizzando il ruolo dei soggetti del Terzo Settore; rafforzamento dei servizi sociali e sanitari; inserimento socio-lavorativo e inclusione sociale per i cittadini di Paesi terzi, con interventi mirati per i minori e le vittime di tratta; superamento di discriminazioni e della segregazione abitativa per le comunità Rom, Sinti e Caminanti; potenziamento dei servizi e delle strutture per le donne a rischio di discriminazione, vittime di violenza o in altre condizioni di fragilità; contrasto alla povertà estrema e alla marginalizzazione (distribuzione aiuti alimentari e materiali, presa in carico integrale della persona con percorsi di accompagnamento verso l’autonomia, Housing First e Housing Led per persone in condizione di vulnerabilità); accesso ai servizi per la prima infanzia per i bambini in condizioni di svantaggio e a rischio di povertà infantile; contrasto al disagio abitativo di soggetti con fragilità sociali; uso sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata e promozione della legalità, attraverso il sostegno alle vittime di racket e usura, dei minori a rischio devianza e il reinserimento sociale dei detenuti;
promozione della pratica sportiva per promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà; rafforzamento della rete territoriale dei servizi sanitari e riduzione delle diseguaglianze nell’accesso, integrazione tra assistenza sociale e sanitaria, diffusione di strutture e tecnologie per assistenza domiciliare e servizi territoriali nelle aree interne, sostegno ai caregivers, rinnovo delle strumentazioni ospedaliere e sviluppo della telemedicina; accesso egualitario ai servizi sanitari in relazione a specifici target di popolazione nelle regioni meno sviluppate, attraverso la programmazione di un inedito PN (“Equità nella salute”); miglioramento della qualità della vita in periferie, aree marginali e città medie del Sud; iniziative di innovazione sociale per stimolare la capacità imprenditoriale, favorire l’inserimento socio-lavorativo, promuovere forme di partenariato e di ecosistemi che favoriscano lo sviluppo nelle aree marginali e svantaggiate.
• Cultura e turismo: promozione di una maggiore collaborazione e di forme di governance partecipativa tra istituzioni e centri culturali, amministrazioni, imprese e soggetti del Terzo Settore, per ampliare la partecipazione culturale di cittadini, imprese e comunità e favorire la rigenerazione di luoghi della cultura e del patrimonio, con il coinvolgimento attivo delle comunità locali; ampliare per tutti i cittadini le opportunità di accesso a pratiche turistiche esperienziali, responsabili, inclusive e sostenibili, rafforzando le filiere settoriali dell’accoglienza, dell’ospitalità e della promozione.
I Programmi: PN Scuola e competenze; PN Inclusione e povertà; PN Giovani, donne e lavoro; PN Cultura; PN Metro plus e città medie del Sud; PN Equità nella salute; Programmi regionali.
I Fondi: FESR, FSE+.
Contributo UE: 17.082.013.120 euro.
UN’EUROPA PIÙ VICINA AI CITTADINI
Un’Europa più vicina ai cittadini attraverso la promozione dello sviluppo sostenibile e integrato di tutti i
tipi di territorio e delle iniziative locali.
Il contesto. L’Italia vanta un ampio numero e importanti storie di comunità organizzate su un territorio che presenta una grande variabilità per caratteristiche fisiche, sviluppo, qualità della vita, opportunità economiche, sfide ambientali e sociali. Nelle realtà urbane si concentrano ricchezza, grande patrimonio storico, servizi avanzati e opportunità di lavoro, ma anche i più alti impatti ambientali, spazi e manufatti in degrado fisico, povertà e disagio sociale. Le aree meno densamente urbanizzate sono esposte a un crescente isolamento, abbandono, invecchiamento della popolazione e delle infrastrutture, impoverimento dei servizi, necessitano di presidio e cura del territorio, ma hanno anche potenziali di sviluppo che derivano da dotazioni culturali e ambientali. Altri sistemi territoriali, composti da coalizioni intercomunali, hanno bisogno di rinnovare le loro prospettive in ragione di specifiche esigenze e opportunità (contrasto allo spopolamento, ampliamento dei servizi di base, creazione di nuove attività economiche).
Gli interventi saranno declinati sulla base di strategie espresse dai territori interessati, con un’inedita attenzione nei confronti delle città medie del Sud, che arricchiscono l’ambito di interesse del nuovo PN, rispetto al PON “Metro” della precedente programmazione. Di seguito gli obiettivi principali distinti per tipologia territoriale.
• Città (con specificità proprie per i contesti metropolitani e le aree urbane medie, le quali potranno anche definire coalizioni e progetti che coinvolgono il sistema territoriale circostante): ampliamento e modernizzazione dei servizi; creazione di nuove attività economiche e culturali e rivitalizzazione di quelle esistenti, con attenzione alle ricadute in periferie e aree disagiate; riduzione degli impatti
ambientali della vita urbana; rigenerazione urbana e innovazione delle politiche per
l’abitare.
• Aree interne (con l’intento di rafforzare l’azione rivolta alle aree già interessate nel ciclo 2014-2020 ed estendere la strategia anche ad altri territori): piena connettività digitale; servizi per l’istruzione, la salute (anche in ottica di integrazione socio- sanitaria), la mobilità; azioni per la localizzazione produttiva e la creazione di lavoro.
• Xxxx xxxxxxxx, insulari e interne finanziate dal FEAMPA: interventi nel campo della cultura, del patrimonio e del turismo sostenibile per la valorizzazione di risorse naturali, culturali e paesaggistiche, di produzioni locali, di opportunità di accoglienza, finalizzati a rivitalizzare il tessuto economico e rigenerare luoghi, partecipazione e inclusione sociale.
Nei territori a maggiore concentrazione di beni confiscati alla criminalità potranno prevedersi percorsi di rilancio sociale e produttivo a partire dalla valorizzazione di immobili significativi per potenzialità economiche e simbolicità.
Sono inoltre previste iniziative a supporto delle amministrazioni locali impegnate nell’attuazione delle strategie territoriali: promozione di condivisione di conoscenze delle pratiche operative e amministrative, allo scopo di favorire l’utilizzo dell’expertise disponibile; organizzazione di forme di presidio stabile nelle amministrazioni, per coordinare e sostenere l’attuazione delle strategie, così da semplificarla e accelerarla; azioni di supporto nazionali e/o regionali per accompagnare, soprattutto nelle situazioni più fragili, processi deliberativi o compiti tecnico-amministrativi complessi, anche attraverso il rafforzamento delle stazioni uniche appaltanti.
I Programmi: PN Metro plus e città medie del Sud, PN FEAMPA, Programmi regionali.
I Fondi: FESR, FEAMPA.
Contributo UE: 2.209.443.401 euro.
IL FONDO PER LA TRANSIZIONE GIUSTA (JTF)
Consentire alle regioni e alle persone di affrontare gli effetti sociali, occupazionali, economici e ambientali della transizione verso gli obiettivi 2030 dell’Unione per l’energia e il clima e un’economia climaticamente neutra dell’Unione entro il 2050, basati sull’accordo di Parigi.
Il contesto. L’Italia, pur restando uno dei principali Paesi europei per emissioni di gas serra, ha intrapreso da tempo un percorso di uscita dai combustibili fossili grazie a un forte incremento delle fonti rinnovabili e a un progressivo distacco dal carbone, con l’impegno di abbandonarlo gradualmente entro il 2025, trasformando la sua strategia industriale ed energetica.
Le aree interessate. Il JTF si indirizza alle due aree del Mezzogiorno in cui si concentrano le attività di produzione ad alta intensità di carbonio.
• Sulcis-Iglesiente: una delle più grandi aree minerarie d’Italia, dove ha sede l’ultima miniera di carbone italiana, operativa fino al 2018, oltre a industrie metallurgiche integrate nella filiera del carbone.
• Area funzionale di Taranto, dove si trova un impianto di produzione dell’acciaio che impiega oltre diecimila persone. L’area ospita, inoltre, un arsenale militare marittimo, una raffineria di petrolio e una centrale elettrica a carbone.
Gli interventi saranno individuati nei Piani territoriali di transizione, uno per ciascuna area, definiti con il coinvolgimento degli stakeholders istituzionali, economici e sociali. La priorità sarà assegnata agli investimenti per la diversificazione del tessuto economico e l’occupazione, anche attraverso interventi in innovazione e ricerca, energia, mobilità, economia circolare, lavoro e inclusione, risanamento e tutela del territorio, digitalizzazione, istruzione e inclusione sociale, in funzione dei fabbisogni individuati nelle singole aree.
Contributo UE: 988.405.016 euro.
LA COMPLEMENTARIETÀ CON IL PNRR
I Fondi oggetto dell’Accordo di Partenariato e le risorse stanziate nell’ambito del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza contribuiscono insieme al raggiungimento degli obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale e condividono, inoltre, le sfide dell’innovazione e digitalizzazione e della transizione verde dell’economia.
È evidente quindi la necessità di un coordinamento strategico sia nella programmazione che nell’attuazione dei due strumenti, così da massimizzare la complementarietà e le sinergie nella loro azione, evitare sovrapposizioni e frammentazioni, nonché rafforzare gli obiettivi comuni di coesione, soprattutto nel Mezzogiorno.
Inoltre, il decreto-legge n. 77/2021 (“Governance”) ha introdotto importanti misure di semplificazione e accelerazione degli investimenti, validi sia per gli interventi del PNRR che per quelli cofinanziati dai Fondi strutturali.
La complementarietà dei due strumenti nelle azioni convergenti potrà essere garantita in tre diverse modalità:
• differenziazioni nei target e nella dimensione dell’intervento;
• azione comune di fronte a fabbisogni particolarmente rilevanti;
• diversa tempistica di realizzazione, così da consolidare e prolungare nel tempo i risultati ottenuti dal PNRR attraverso i programmi della coesione.
ESEMPI
Trasporti. Mentre il PNRR si concentra sul completamento delle direttrici ferroviarie TEN-T ad alta velocità, sullo sviluppo delle diagonali ferroviarie e sull’accessibilità e l’efficientamento energetico e sull’ambientalizzazione dei porti (compresi quelli delle ZES), la politica di coesione interviene in particolare sulle ferrovie regionali, le stazioni e le infrastrutture funzionali alla filiera logistica.
Energia. Gli interventi della coesione si focalizzano sull’efficientamento negli usi finali residenziali, produttivi e di pubblica utilità, mentre il PNRR interviene su accumuli, filiera dell’idrogeno, vettori rinnovabili avanzati (bio-metano, offshore, agri-voltaico), potenziamento delle reti.
Digitale. I fondi della coesione si propongono di riequilibrare i divari nell’effettivo accesso ai servizi da parte di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. Inoltre, concentrano gli investimenti per le infrastrutture sulle connessioni di ultimo miglio e quelle ad alta capacità nelle aree meno popolate, marginali, rurali, montane e insulari minori. Il PNRR, invece, guarda in particolare alla digitalizzazione delle amministrazioni centrali, delle PMI, di specifici ambiti tematici (salute, legalità) e di territori considerati critici per i divari di sviluppo e di cittadinanza. Gli interventi in infrastrutture operati dal Piano riguardano inoltre la banda ultralarga, il 5G, le tecnologie satellitari, le architetture digitali per i servizi delle pubbliche amministrazioni centrali (Giustizia, Interno, Difesa) e per la sicurezza informatica.
Sanità. Se il PNRR finanzia la realizzazione di Case della Salute e Ospedali di Comunità, i fondi della coesione si rivolgono a specifiche fasce di popolazione (povertà estrema, hard to reach e hard to treat, donne, disabili psichici, persone in transizione). Ulteriori sinergie saranno esplicitate dalle amministrazioni locali, anche in relazione alle misure del PNRR in tema di riqualificazione urbana e sviluppo territoriale locale.
Capacità amministrativa. Il PNRR si propone di semplificare e rafforzare l’operato della PA attraverso apposite riforme. Le politiche di coesione si concentrano invece sul potenziamento diretto delle strutture amministrative, soprattutto in relazione alla realizzazione delle iniziative finanziate, attraverso specifiche assunzioni di personale, il rafforzamento di alcune funzioni, interventi di supporto tecnico e la capacità organizzativa delle realtà locali più deboli.
GLI INTERVENTI PER MIGLIORARE
LA CAPACITÀ DI UTILIZZO DELLE RISORSE
Gli interventi finanziati dalle politiche di coesione hanno sofferto nei cicli di programmazione precedenti di deficit nella capacità di gestione, soprattutto nelle fasi di progettazione ed esecuzione, legati principalmente alle restrizioni normative e alla complessità del quadro regolamentare e procedurale. Il risultato è stato una ridotta velocità di assorbimento delle risorse.
Per accelerare l’attuazione degli investimenti dei Fondi strutturali, si interverrà sull’organizzazione delle strutture, sulla disponibilità e capacità delle risorse umane impegnate, sulle procedure e la digitalizzazione delle amministrazioni. Per raggiungere tali scopi, sono stati individuati due strumenti.
1. Il Programma Nazionale “Capacità per la coesione” avrà come obiettivo il rafforzamento diretto della capacità delle amministrazioni, soprattutto locali, nelle regioni meno sviluppate, in particolare attraverso il reclutamento a tempo determinato (ma con un meccanismo preferenziale di stabilizzazione già previsto dalla normativa nazionale) di alte professionalità selezionate in base a fabbisogni specifici. A ciò, si affianca l’impegno dell’Agenzia per la Coesione territoriale nel supportare la gestione degli interventi. Inoltre, il PN andrà a rafforzare le strutture di coordinamento a sostegno delle amministrazioni titolari degli interventi.
2. I Piani di rigenerazione amministrativa (PRigA) identificheranno le azioni di rafforzamento della capacità amministrativa e istituzionale delle autorità di gestione dei Programmi FESR. Inoltre, saranno definite anche le azioni in materia di digitalizzazione della PA, in raccordo con quanto definito nel PNRR e con le azioni programmate nell’ambito dell’Obiettivo 1.
LE DOTAZIONI FINANZIARIE
In totale, l’Italia ha a disposizione 00.000.000.000 euro tra FESR, FSE+ e JTF, ai quali si sommano 987.290.803 euro di FEAMPA, per un totale di 00.000.000.000 euro a prezzi correnti, composti da 00.000.000.000 euro di contributo UE e 00.000.000.000 euro di contributo nazionale.
I PROGRAMMI NAZIONALI (PN)
PN | Fondi | Area di applicazione | TOTALE* (mln € correnti) |
Scuola e competenze | FESR e FSE+ | Intero territorio nazionale | 3.781,0 |
Ricerca, innovazione e competitività per la transizione verde e digitale | FESR | Regioni meno sviluppate | 5.636,0 |
Sicurezza per la legalità | FESR | Regioni meno sviluppate | 235,3 |
Equità nella salute | FESR e FSE+ | Regioni meno sviluppate | 625,0 |
Inclusione e lotta alla povertà | FESR e FSE+ | Intero territorio nazionale | 4.079,9 |
Xxxxxxx, donne e lavoro | FSE+ | Intero territorio nazionale | 5.088,7 |
Metro plus e città medie del Sud | FESR e FSE+ | Città metropolitane e città medie del Sud | 3.002,5 |
Cultura | FESR | Regioni meno sviluppate | 648,3 |
Capacità per la coesione | FESR e FSE+ | Intero territorio nazionale | 1.267,4 |
Just Transition Fund | JTF | Taranto e Sulcis Iglesiente | 1.211,3 |
*Comprende sia il contributo UE che quello nazionale. A questi si aggiunge il PN FEAMPA.
LA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE PER CATEGORIA DI REGIONI
Categorie di regioni | TOTALE* (mln € correnti) | % SUL TOTALE | Confronto con ’14-’20** (mln € correnti) |
Meno sviluppate | 31.118 (compreso JTF) | 73,8% | +5.628 (compreso JTF) |
In transizione | 1.528 | 3,6% | +260 |
Più sviluppate | 9.534 | 22,6% | +1.947 |
TOTALE | 42.180 | 100% | +7.835 |
*Comprende solo il contributo UE. ** Nel ciclo 2014-2020 non sono considerate le risorse aggiuntive di React-EU. Inoltre, la composizione delle categorie di regioni è riportata anche per il 2014-2020 a quella del 2021-2027.
LE RISORSE ASSEGNATE ALLE REGIONI PER I PROGRAMMI REGIONALI
(milioni di euro correnti, quote comprensive del contributo UE e di quello nazionale)
Abruzzo | 1.087,6 | P.A. di Bolzano | 396,6 |
Basilicata | 983,0 | P.A. di Trento | 340,7 |
Calabria | 3.173,1 | Piemonte | 2.812,4 |
Campania | 6.973,1 | Puglia | 5.577,3 |
Xxxxxx-Romagna | 2.048,4 | Sardegna | 2.325,1 |
Friuli-Venezia G. | 738,6 | Sicilia | 7.374,5 |
Lazio | 3.419,8 | Toscana | 2.312,5 |
Liguria | 1.087,5 | Umbria | 813,4 |
Lombardia | 3.507,4 | Valle d’Aosta | 174,0 |
Marche | 881,8 | Veneto | 2.062,6 |
Molise | 402,5 | TOTALE | 48.491,9 |
Note: in blu le regioni più sviluppate (Xxxxxx-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto); in verde le regioni in transizione (Abruzzo, Marche e Umbria); in rosso le regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).
PROGRAMMI INTERREG
L’Italia aderisce anche a 19 Programmi di cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale, che coinvolgono Stati membri dell’Unione Europea e, in alcuni casi, anche Paesi extra-UE. I Programmi INTERREG sono finanziati con risorse FESR e possono vedere il contributo anche di strumenti finanziari esterni dell’Unione. Il loro obiettivo generale è quello di migliorare la cooperazione tra gli Stati, per favorire la qualità di vita delle popolazioni e lo sviluppo delle aree interessate, in armonia con gli Obiettivi strategici promossi dall’UE.
Nel ciclo di programmazione 2021-2027, la quota di finanziamento europeo riservata all’Italia per l’attuazione di questi Programmi è pari a 948 milioni di euro, ai quali si aggiungono 300 milioni di euro di cofinanziamento nazionale.
Programma | Risorse complessive UE | Paesi coinvolti (oltre all’Italia) |
Grecia-Italia | 79.582.928 € | Grecia |
Italia-Francia (Marittimo) | 154.636.861 € | Francia |
Francia-Italia (ALCOTRA - Alpi Latine Cooperazione Transfrontaliera) | 182.330.487 € | Francia |
Italia-Svizzera | 82.346.673 € | Svizzera |
Italia-Slovenia | 70.898.662 € | Slovenia |
Italia-Malta | 46.083.225 € | Malta |
Italia-Croazia | 172.986.266 € | Croazia |
Italia-Austria | 73.071.805 € | Austria |
IPA Italia Albania Montenegro (Adriatico meridionale) | 67.026.484 € | Albania, Montenegro |
NEXT Italia Tunisia | 32.340.834 € | Tunisia |
IPA Adriatico-Mar Ionio | 136.688.515 € | Xxxxxx, Xxxxxxx, Xxxxxxxx, Xxxxxxx, Xxxxxx- Xxxxxxxxxx, Xxxxxxxxxx, Xxxxxx, Xxx Xxxxxx |
Xxxx xxxxxx | 107.051.188 € | Germania, Francia, Austria, Slovenia, Svizzera, Liechtenstein |
Europa centrale | 224.623.802 € | Rep. Ceca, Germania, Croazia, Ungheria, Austria, Polonia, Slovenia, Slovacchia |
Programma | Risorse complessive UE | Paesi coinvolti (oltre all’Italia) |
Euro Mediterraneo (EURO MED) | 234.899.226 € | Xxxxxxxx, Xxxxxx, Xxxxxx, Xxxxxxx, Xxxxxxx, Xxxxx, Xxxxx, Xxxxxxxxxx, Xxxxxxxx, Xxxxxxxxxx, Xxxxxxxxx del Nord, Albania, Bosnia-Erzegovina |
NEXT Bacino del Mar Mediterraneo (NEXT MED) | 244.413.550 € | Germania, Spagna, Francia, Malta, Portogallo, Cipro, Turchia, Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Territori Palestinesi Occupati, Tunisia |
Interreg Europa | 379.482.670 € | Tutti gli Stati membri UE, Norvegia, Svizzera |
Urbact IV | 84.769.799 € | Tutti gli Stati membri UE, Xxxxxxxx, Xxxxxxxx, Xxxxxxx, Xxxxxx-Xxxxxxxxxx, Xxxxxxxxxx, Xxxxxxxxx xxx Xxxx, Xxxxxx |
ESPON 2030 | 48.000.000 € | Tutti gli Stati membri UE, Norvegia, Svizzera, Islanda, Liechtenstein |
Interact | 45.000.000 € | Tutti gli Stati membri UE, Norvegia, Svizzera |
Il documento è stato realizzato dall’Ufficio per la Comunicazione Istituzionale del Ministro per il Sud e
la Coesione territoriale, con la collaborazione del Dipartimento per le Politiche di Coesione.
Ministro per il Sud e la Coesione territoriale