INDICE
INDICE
Presentazione VII
Gli autori XVII
I. contratto e persona, di Xxxxxxx Xxxxx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
I. Contratto e diritti della personalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
II. La circolazione dei diritti sul corpo umano 17
III. La circolazione dei diritti sugli attributi immateriali 53
II. CONTRATTO E FAMIGLIA, di Xxxxxxx Xxxxxx 83
I. Diritto di famiglia e autonomia privata 85
II. Contratto, convenzioni matrimoniali tra coniugi e convenzioni patrimo-
niali dell’unione civile 143
III. Contratto, regimi matrimoniali tra coniugi e regimi patrimoniali dell’u-
nione civile 195
IV. I contratti della crisi familiare: ammissibilità e fattispecie 231
V. I contratti della crisi familiare: contenuti e disciplina 301
VI. Contratto e famiglia di fatto: definizione, causa, tipicità e conclusione del contratto di convivenza 383
VII. Contratto e famiglia di fatto: contenuti e vicende del contratto di convi-
venza 425
III. CONTRATTO E SUCCESSIONI, di Xxxxxxxxx Xxxxxx 505
I. I patti successori 507
II. Le alternative convenzionali al testamento 549
III. Le prospettive di riforma 609
VI | INDICE | |
IV. | CONTRATTO E CONCORRENZA, di Xxxxxxxxxx Xxxx . . . . . . . . . . . . . . | 627 |
I. Il contratto anticoncorrenziale: nozione e confini . . . . . . . . . . . . . . . | 629 | |
II. Contratti oppressivi e contratti aggregativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . | 663 | |
III. Esenzione e contratti con copertura pubblica . . . . . . . . . . . . . . . . . | 679 | |
IV. Xxxxxxxx e rimedi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . | 689 | |
V. | CONTRATTO E SOCIETÀ, di Xxxxxx Xxxxxxx e Xxxxx Xxxxxxx (*). . . . . . . . | 713 |
I. Società di capitali e disciplina del contratto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . II. Il contratto nella società: autonomia statutaria e ruolo delle clausole gene- | 715 | |
rali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . III. Clausole generali e diritto societario: applicazioni in tema di gruppi, leve- | 719 | |
raged buy out, motivazione delle delibere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . | 745 | |
IV. Il contratto sulla società: patti parasociali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . | 765 | |
V. I patti parasociali: tipologia e disciplina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . | 787 | |
VI. | CONTRATTO E PROCESSO, di Xxxxxx Xxxxx . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . | 815 |
I. Contratto e processo: casi e questioni nelle azioni contrattuali . . . . . . . II. Il processo nelle impugnative negoziali: in particolare, nella risoluzione | 817 | |
per inadempimento del contratto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . | 855 | |
VII. | CONTRATTO E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, di Xxxxxxx Xxxxxxx . . | 895 |
I. Problemi e forme dell’utilizzazione amministrativa del contratto . . . . . . | 897 | |
II. Formazione e conclusione del contratto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . III. Condizioni e limiti di stabilità e di operatività del vincolo negoziale. L’ese- | 929 | |
cuzione del contratto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . | 973 | |
IV. Elementi negoziali e invalidità del contratto . . . . . . . . . . . . . . . . . . | 1027 | |
V. Responsabilità delle parti e istituti di tutela . . . . . . . . . . . . . . . . . . . VI. Contratti ed altri moduli convenzionali. in particolare, gli accordi ammi- | 1051 | |
nistrativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . | 1103 |
VIII. CONTRATTO E NUOVE TECNOLOGIE, di Xxxxxxxxx Xxxxxxx 1147
I. Circolazione della ricchezza e nuove tecnologie 1149
L’editing di questo volume è stato curato da Xxxxxxxx Xxxx.
(*) Il capitolo I è opera di entrambi gli autori; Xxxxx Xxxxxxx è autore dei capitoli II e III; Xxxxxx Xxxxxxx è autore dei capitoli IV e X.
XXXXXXXXXXXXX
0. Un’introduzione di servizio
Introdurre questa nuova edizione (2022) del Trattato del Contratto è compito che posso svolgere riproponendo concetti e parole con cui avevo introdotto l’edizione originaria (2006).
Sarà dunque un’introduzione molto sobria; sarà, per meglio dire, una semplice Presentazione. Non dunque, neanche per un minimo, un discorso sul contratto. Xxxxx, strettamente, un discorso sul prodotto editoriale che qui si offre: i sei volumi di Trattato del Contratto, della cui direzione ho avuto l’onore di occuparmi.
Saranno pagine di puro servizio. Di servizio all’utente: al quale cerche- ranno di chiarire come l’opera è stata pensata; che cosa ci si può aspettare da essa; e in definitiva come “usarla” (da “utente”, appunto, che all’opera si rivolge per averne “utilità ”: preferisco pensare al destinatario del Trat- tato in questi termini, piuttosto che nella più neutra figura di “lettore”).
Dunque, essenzialmente un opuscoletto di istruzioni per l’uso. Nulla più.
2. I pubblici
Il Trattato è stato concepito per pubblici ben definiti.
Primariamente per il pubblico interessato alla pratica legale: i profes- sionisti del diritto. Vorrebbe quindi essere, prima di tutto, uno strumento offerto come aiuto al giudice che deve decidere la lite, al notaio o all’avvo- cato consulente/negoziatore che devono impostare il contratto del cliente, al litigator forense che deve organizzare le difese nel processo.
E qui sia consentito rimarcare subito, per quanto occorra, che opera destinata alla pratica non vuole dire in nessun modo opera piatta, intellet- tualmente scialba e povera. Al contrario: se si tratta di aiutare il bravo giudice, il bravo consulente, il bravo difensore a rendere prestazioni pro- fessionali all’altezza di standard elevati, ciò che occorre non è un sussidio che voli basso; bensì un pacchetto di contributi intellettualmente vivi, ricchi, forti, pieni di conoscenza e d’intelligenza. E d’altra parte: nulla meno di questo si poteva chiedere a, e ci si poteva attendere da, autori come quelli che formano la squadra del Trattato.
Opera primariamente orientata alla pratica legale significa, in negati- vo, opera non orientata primariamente ad altre e diverse funzioni. In
particolare, non primariamente alla funzione didattica: scopo qualificante del Trattato è dare strumenti funzionali non già all’apprendimento di un sistema di nozioni, bensì alla soluzione di problemi.
Esiste tuttavia un segmento della didattica giuridica, che per sua natu- ra e vocazione è contiguo all’universo della pratica legale (o addirittura funzionale a questa): e in questo segmento non può escludersi che al Trattato si guardi con qualche interesse. In concreto: se appare non reali- stico un impiego didattico del Trattato per corsi di laurea triennale, non sembra affatto da escludere qualche suo impiego nella fase più avanzata del percorso di laurea magistrale in giurisprudenza (che si caratterizza pro- prio per essere istituzionalmente orientata allo sbocco nelle professioni legali classiche, di cui è prerequisito vincolante); e tanto meno può esclu- dersi che il Trattato possa utilmente finire nelle mani di laureati che — frequentando le Scuole di specializzazione per le professioni legali, o corsi similari — si preparano all’esame di avvocato ovvero al concorso per magistratura o notariato.
3. Problemi, non concetti
Calibrare la trattazione sulle esigenze delle professioni legali significa orientarla in modo diretto e immediato sui problemi, molto più che sui concetti, sulle definizioni, sulle categorie (che sono piuttosto gli strumenti/ oggetti della rappresentazione didattica, o della costruzione scientifico- dogmatica).
Il Trattato, ad esempio, non ritiene di dover analizzare e spiegare in termini generali “che cosa è il contratto”: mestiere che appartiene ai ma- nuali (nella loro funzione didattica); e alle monografie o ai saggi (nella loro funzione di costruzione scientifico-dogmatica). Ecco perché negli indici dell’opera programmaticamente non trova spazio nessun contributo sulla definizione dell’art. 1321 e sui suoi elementi costitutivi. Xxxxx trova spazio la discussione di problemi, la cui soluzione indirettamente e strumental- mente possa implicare una certa definizione di contratto e un certo modo di intendere i suoi requisiti: ad es. se a un determinato atto, la cui “patri- monialità” sia dubbia o molto labile, si applichi o non si applichi (la defini- zione dell’art. 1321, e dunque) la disciplina legale del contratto.
Un esempio ancora. Il professionista legale non percepisce, in prima battuta, la causa del contratto come un problema che egli debba affrontare e risolvere come tale; dal suo punto di vista, la causa viene in gioco piuttosto come strumento che egli può utilizzare per affrontare e risolvere questa o quella questione pratica incontrata nei passaggi della sua profes- sione. Questioni — esse sì percepite come effettivi e stringenti problemi professionali — quali ad esempio: la sorte di un’operazione con corrispet- tivo non enunciato, o con corrispettivo vistosamente inadeguato, o in bilico
fra onerosità e gratuità, o congegnata in modo da presentarsi come “pre- stazione isolata”, o investita da fattori che rendono irrealizzabile l’assetto d’interessi divisato, o collegata ad altra operazione contrattuale, o sospet- tata di essere in frode alla legge, o di avere motivo illecito, ecc. Questioni — tutte — per la cui trattazione e soluzione pratica può essere importante il buon uso della categoria causale.
Ecco perché il Trattato punta non tanto a esaurire il tema in un unico luogo entro cui spiegare didatticamente o analizzare dottrinalmente “che cosa” è, o ricostruire storicamente “che cosa” è stata, la causa del contratto come categoria (anche se qualche pagina così orientata non manca, a soddisfazione del professionista culturalmente sensibile). Xxxxx preferisce disseminarlo in tanti luoghi diversi — corrispondenti ai problemi appena esemplificati, e ad altri ancora — in ciascuno dei quali si parla certo di causa: ma se ne parla in funzione puntualmente strumentale a quegli specifici problemi.
In breve. Concetti e categorie vengono in gioco come strumenti per affrontare e risolvere i problemi che il professionista legale incontra nella pratica. Ma punto di partenza sono i problemi; e punto di arrivo la solu- zione di problemi.
4. La prospettiva della lite
Un fil rouge di quest’opera è l’idea che per trattare in modo efficace i problemi, secondo una logica di intelligente servizio al professionista lega- le, sia molto utile assumere la prospettiva della lite: cioè mettersi dal punto di vista di un conflitto di concreti interessi e pretese, devoluto a un giudi- cante.
Per tornare a un esempio già proposto. Quando si affronta il problema di un contratto che non enuncia corrispettivo, o enuncia un corrispettivo inadeguato (problemi riferibili a categorie come causa e nullità), conviene prima di tutto cercare di capire quali possono essere le contrastanti posi- zioni di interesse delle parti, alla cui tutela si finalizza praticamente la soluzione del problema: una parte invoca il difetto di causa perché punta alla nullità del contratto, e ci punta perché non vuole eseguire la propria prestazione, o vuole recuperarla se l’ha già eseguita, o vuole difendersi da un addebito di responsabilità per inesecuzione; all’opposto, controparte sostiene che la causa è perfetta perché vuole che il contratto sia tenuto valido, e lo vuole valido per avere la prestazione oppure il risarcimento al posto della prestazione ineseguita.
Avere presente questo scenario litigioso aiuta — credo — ad affrontare i problemi (trattamento del contratto con corrispettivo inadeguato o non enunciato) e maneggiare le categorie (causa, nullità) nel modo più realisti- co, efficace, vicino alle esigenze degli utenti del Trattato. A comprendere,
per esempio, che nella pratica delle professioni legali un problema di causa mancante, e quindi di possibile nullità del contratto, va probabilmente affrontato in modo diverso, a seconda che le prestazioni siano già state eseguite o meno.
Tenendo altresì conto che la prospettiva della lite è utile non solo al professionista che giudica o difende nel processo fra le parti, ma anche a quello che lavora sul drafting contrattuale: a lui la prospettiva della lite potenziale serve per lavorare a prevenirla, o per mettere la parte assistita nella posizione migliore ove mai la lite avesse in futuro a divenire attuale.
5. L’attenzione alle prassi interpretative
Un’opera destinata primariamente alle professioni legali ha l’impera- tivo di rappresentare le prassi del diritto vivente. Per questo il Trattato dà grande spazio e attenzione alla giurisprudenza; e naturalmente anche alla dottrina, specie nella misura in cui entri in dialettica con la giurisprudenza, influenzandone gli orientamenti.
Questo non significa meccanico assemblaggio di massime vuote e cie- che; né magazzini di citazioni dottrinali. Significa — nelle intenzioni di chi ha concepito il Trattato, e definito il suo metodo — prima di tutto rappre- sentazione oggettiva, fedele, completa ancorché concisa dello “stato del- l’arte interpretativa” relativamente ai problemi volta per volta discussi (con l’impegno, circa la giurisprudenza, di legare per quanto possibile le regole enunciate alle specificità dei casi decisi, alla vivezza delle fattispecie concre- te). Ma significa anche — ben al di là della asettica e neutrale registrazione delle soluzioni giurisprudenziali e dottrinali xxx xxx xxxxxxxx — esercizio di vaglio critico sulle stesse.
Ancora una volta: da autori quali gli autori del Trattato non ci si può certo attendere un appiattimento sul genere letterario della “rassegna”.
6. L’Europa?
Si è detto sopra della ratio, in nome della quale il Trattato non contiene, ad esempio, una parte dedicata alla definizione del contratto come tale. Identica ratio presiede a una scelta che se non fosse, appunto, una scelta deliberata, potrebbe additarsi come deplorevole lacuna: la mancanza di una parte o sezione o capitolo dedicato al diritto europeo dei contratti.
Non sarà certo il direttore del Trattato — che fra l’altro partecipa da anni, con convinto entusiasmo, al Board of Directors della European Review of Contract Law, e per lungo tempo ha concorso attivamente ai lavori dell’Eu- ropean Group for an Integrated Contract Law (Eu.G.I.Co.L.) — a negare la rilevanza crescente e vieppiù decisiva della dimensione europea nella con- formazione del diritto contrattuale quo utimur.
Ma il punto è che il Trattato (ripetiamolo ancora una volta!) sceglie di muoversi nella dimensione del “problema”, molto più che in quella del “sistema”. Alla luce di questa scelta, non avrebbe molto senso una tratta- zione appunto sistematica del modo in cui il fattore Europa incide sul diritto dei contratti: trattazione che, dunque, non c’è. Ha senso, invece, che nell’affrontare questo o quello specifico aspetto problematico della materia contrattuale, si faccia riferimento alle fonti europee rilevanti per il proble- ma che volta per volta viene in gioco: e di riferimenti siffatti, disseminati in tanti diversi luoghi dell’opera, il Trattato abbonda.
7. Quale “sistematica”
Si è appena osservato che il Trattato non obbedisce, nel suo svolgimen- to, a un modello sistematico. E nondimeno, alla base della sua concezione è pur presente un’idea sistematica, ancorché — se si vuole — in senso debole: nel ridotto senso, cioè, di idea che presiede all’organizzazione e alla scansione della materia, e determina la sequenza dei temi che la compon- gono.
Così intesa, la sistematica di questo Trattato riflette quella che il diret- tore aveva ritenuto di porre a base del suo Contratto, uscito nel 2001 e in seconda rinnovata edizione nel 2011, per lo stesso editore Xxxxxxx, come volume del Trattato Iudica-Zatti (ma, ancora prima, a base della parte sul contratto nel manuale Diritto privato, Xxxxxxxxxxxx, 9ª ed., 2022). Nella convinzione che questa organizzazione della materia disegni la mappa meglio capace di guidare e accompagnare efficacemente chi si inoltra nel mondo del contratto, per esplorarlo nella varietà delle sue tante regioni.
Xxxx allora che s’inizia con il volume dedicato alla Formazione, dove s’incontrano temi e problemi che riguardano il contratto nel processo del suo farsi — se si vuole, la produzione della fattispecie: quando, e come, si genera il contratto?
Segue il volume sul Regolamento, che tratta questioni relative al senso precettivo del meccanismo: qual è (e di dove e in che modi si ricava) il senso del contratto, come regola delle relazioni fra le parti? In particolare, è per avventura un senso che attiri la riprovazione dell’ordinamento?
Il volume successivo è sugli Effetti: posto che il contratto si è generato, posto che ha un identificabile senso precettivo, in che modi precisamente esso incide sulle posizioni — attive o passive — delle parti? E in che modi è alle parti consentito manovrare sugli effetti, per orientarne produzione e conformazione nei sensi che l’autonomia privata giudichi più convenienti? Ecco infine i due volumi sui rimedi contrattuali (che — è mia vecchia e radicata convinzione — sono il vero cuore dell’impero, la zona centrale e
nevralgica dell’istituto): volumi complessivamente dedicati alle mille que- stioni che sorgono quando il contratto si presenta — per tante possibili ragioni, e in tanti possibili modi — come un contratto “problematico” in quanto difettoso o disturbato.
Rimedi-1 tratta i casi in cui il contratto nasce con un difetto originario — le invalidità, per usare una tradizionale formula di sintesi; e organizza la trattazione secondo la sperimentata dialettica di fattispecie ed effetti: esplo- rando prima i vari fattori di difetto che rendono il contratto variamente invalido (nullo, annullabile, rescindibile); e poi l’operatività dei diversi rimedi, chiamati a fronteggiare le diverse tipologie di difetto.
Rimedi-2 si occupa dei difetti che impattano sul rapporto contrattuale già costituito, turbandone il buon funzionamento: inadempimenti e so- pravvenienze incompatibili col giusto svolgimento dell’operazione; e si occupa naturalmente dei rimedi che tali difetti interpellano: risoluzioni, adeguamenti, risarcimenti.
8. Uno “stravagante” (ma non incoerente) sesto volume
Il Trattato poteva finire qui: i volumi da I a V coprono tutta quanta la materia tradizionalmente riferita alle trattazioni del contratto in genere.
E invece si è scelto di prolungarlo con un sesto volume. Il titolo — Interferenze — ne spiega il senso: esplorare le situazioni in cui il contratto interferisce, appunto, con altri istituti, perché si insinua in aree istituzio- nalmente presidiate da logiche, strumenti e regimi legali che sono altri rispetto alla logica, allo strumento, al regime del contratto; sicché la disci- plina degli artt. 1321 e segg. vi si misura, ed entra in tensione, con le diverse discipline proprie dei particolari settori in cui il contratto può fare incursione. Ovvero, “contratto e...”: diritti della persona, famiglia, succes- sione per causa di morte, antitrust, società, processo civile, pubblica ammi- nistrazione, nuove tecnologie.
E il gioco è capire se questa tensione determini anche torsione o adat- tamento (e quale torsione, quale adattamento) delle ordinarie regole del contratto, quando il contratto si trova esposto in territori per così dire alieni.
In questo senso il volume è “stravagante”: proprio perché vaga fuori del classico recinto della materia contrattuale. In questo stesso senso, tut- tavia, il volume è coerente con l’impostazione generale del Trattato: perché nel momento in cui affronta gli incroci fra il contratto e gli altri mondi appena indicati, lo fa mettendosi nella prevalente prospettiva di supporto al professionista legale, chiamato dalla sua professione ad affrontare e risolvere questioni. E dunque anche qui si riserva centralità ai problemi più che alle categorie; si assume volentieri la prospettiva della lite; si dà larga udienza alle regole di produzione giudiziale.
9. Indici
Di un’altra cosa deve darsi conto: il Trattato non si correda di un indice analitico degli argomenti; né di indici delle fonti normative, delle decisioni giudiziali, degli autori citati. La ragione è che tutti questi indici sono apparsi superflui: perché la funzione che dovrebbe essere loro propria si realizza altrimenti.
Un indice analitico degli argomenti si rende superfluo, dal momento che in modo quanto mai analitico sono concepiti struttura e articolazione dei contributi, e l’indice-sommario che le riflette. I capitoli sono tendenzialmen- te brevi, e tendenzialmente molto brevi i paragrafi in cui questi si riparti- scono. Ad ogni paragrafo ci si è sforzati di far corrispondere uno specifico problema o gruppo di problemi, al quale si fa specifico riferimento nel titolo del paragrafo stesso. Sicché l’assenza di indice analitico (fra l’altro, e in ge- nerale: un prodotto facile da fabbricare se lo scopo è solo riempire qualche decina di pagine; ma molto difficile se ambisce a rendere un effettivo servizio all’utente) è ben surrogata dall’analiticità dell’indice-sommario.
Può pertanto confidarsi che chiunque cerchi, nel Trattato, i luoghi giusti cui rivolgersi per i suoi problemi, ci possa arrivare molto facilmente scorrendo l’indice-sommario, in cui i titoli dei paragrafi gli diranno abba- stanza per smistarlo all’indirizzo giusto. E senza bisogno di leggerlo tutto (dal titolo del primo paragrafo del primo capitolo del primo contributo del primo volume, fino al titolo dell’ultimo dell’ultimo dell’ultimo dell’ultimo). Ciò sull’ovvio presupposto che l’utente del Trattato non è né clamorosa- mente stupido né clamorosamente ignorante, e quindi sa dove andare a cercare in prima battuta: se ha bisogno di lumi sul regime delle clausole “if and when”, non andrà a compulsare l’indice del contributo su proposta e accettazione, né quello del contributo su contratto e persona, bensì si muoverà nell’area condizione e termine, lì trovando in un attimo il para- grafo di riferimento.
Idem per gli altri indici (fonti, sentenze, autori), che nella gran parte dei casi sembrano vocati alla potenziale soddisfazione di curiosità impro- babili e comunque astratte, ben più che a servire concretamente interessi significativi degli utenti. Nella logica del Trattato, ciò che comanda è il problema; il problema è tendenzialmente identificato dal titolo del para- grafo pertinente, che si localizza con facilità; e se il paragrafo è fatto bene, lì si troveranno gli appropriati riferimenti a fonti, sentenze, autori che interessano.
10. Curatori e autori
Riservatasi il direttore del Trattato la cura diretta del quinto e del sesto volume, i primi quattro sono stati curati da studiosi del contratto (giuristi dell’accademia, attivi al tempo stesso nella pratica della professione foren-
se), che come suol dirsi non hanno bisogno di presentazione: Maria Co- stanza, Xxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxx.
Dunque non li presento, limitandomi a ricordare con piacere gli ami- chevoli, intensi confronti di idee attraverso i quali impostazione e conte- xxxx del Trattato, e dei singoli volumi che lo compongono, si sono via via affinati; e la stretta interazione fra ciascuno di loro e il direttore, attraverso la quale si è progressivamente monitorato e all’occorrenza ricalibrato l’an- damento del work in progress. Fermo restando che assumo su di me la paternità dell’impianto e dell’articolazione dell’opera nel suo complesso, e dunque la responsabilità per i difetti che l’affliggano.
Che dire degli autori? Hanno scritto per il Trattato autori ben noti per coltivare la materia contrattuale sul piano scientifico e/o praticarla sul terreno professionale. Per lo più civilisti della cattedra, e fra essi qualche civilista che senza enfasi può ben definirsi eminente. Molto spesso arricchiti altresì (e non primariamente nel senso del denaro!) da qualificata frequen- tazione della pratica forense o notarile. In qualche caso, poi, autorevolis- simi esponenti della professione giudiziaria.
Il dialogo con loro — qualche volta triangolato con il curatore di riferimento, ma svolto anche più spesso in presa diretta — è stato per me fonte di piacere e di utilità (di gran lunga prevalenti su quel po’ di soffe- renza che in qualche caso ho dovuto scontare, per lo scarto fra i tempi di consegna dovuti e attesi e le più o meno lunghe dilazioni subite da quei tempi: un genere di sofferenza che so fisiologico in qualsiasi opera collet- tanea, e del quale non bisogna perciò lamentarsi più che tanto).
11. La nuova edizione
Fra questa nuova edizione e la prima (2006) sono trascorsi 16 anni: un tempo abbastanza lungo per ospitare eventi che suggeriscono (e talora im- pongono) di introdurre modifiche più o meno significative all’opera origi- naria.
Per la massima parte le modifiche riflettono la fisiologica evoluzione delle materie trattate. Sopravvengono novità normative, sviluppi o revire- ment giurisprudenziali, più fresche e avanzate elaborazioni dottrinali: nel campo del contratto lo stato dell’arte oggi non è più — ovviamente — quello dei primi anni duemila. Di quest’ordine di cambiamenti la nuova edizione dà conto, aggiornando i contributi originari in modo da allinearli all’attualità normativa, giurisprudenziale, dottrinale. È chiaro che il lavoro di aggiornamento non ha sempre la medesima estensione e profondità. Dipende dalle materie che formano oggetto dei diversi contributi. Per alcune il vento del cambiamento soffia più leggero, e a questa maggiore stabilità corrisponde un aggiornamento a sua volta leggero; per altre soffia un vento impetuoso, che sconvolgendo gli scenari pregressi impone ag-
giornamenti più spinti e radicali. Credo che da questo punto di vista il primato spetti a Contratto e pubblica amministrazione (volume VI): riguardo al quale Xxxxxxx Xxxxxxx ha dovuto fare i conti con il sopravvenire di una gigantesca novità di sistema come quella rappresentata dal codice dei contratti pubblici (d.lgs. 50/2016).
In questa nuova edizione compaiono, fra gli autori, studiosi che non figuravano nella prima. Ciò si deve a ragioni diverse.
Una è questa: se l’aggiornamento è realizzato generalmente per mano degli stessi autori cui si deve il testo della prima edizione, in qualche raro caso ha richiesto l’intervento di altri. Talora semplice intervento ad adiu- vandum: così ad aggiornare il contributo di Xxxxxxx Xxxxxxx su La forma (volume I) ha concorso un gruppo di giovani studiose e studiosi pisani sotto la guida di Xxxxx Xxxxxxxx; in un altro caso l’aggiornamento per mano altrui è stato reso necessario, più tristemente, dalla prematura scomparsa dell’autore (il contributo su La rescissione nel volume IV, scritto per la prima edizione dal compianto Xxxxx Xxxxxxx, è stato rivisto per questa nuova edizione da Matteo De Poli). Talaltra intervento del tutto sostitutivo. È accaduto in un paio di casi per l’indisponibilità all’aggiornamento manife- stata dall’autore: così l’originario contributo di Xxxxxxxxxx Xxxxxxx su Vi- cende preclusive, preparatorie, condizionanti (volume I) è stato integralmente rimpiazzato con quello scritto ex novo da Xxxxxxx Xxxxxxxx; lo stesso dicasi per il contributo di Xxxx Xxxxxxxxx su Contratto e successioni nel volume VI, sostituito per la penna di Xxxxxxxxx Xxxxxx.
Un altro nome nuovo è quello di Xxxxxxxxx Xxxxxxx, e del tutto nuovo (non presente nella prima edizione del Trattato) è il contributo che ella offre alla seconda edizione: Contratto e nuove tecnologie, incluso nel volume
VI. È parso infatti che, una volti entrati nel terzo decennio del nuovo secolo, un’esplorazione dei rapporti fra il mondo del contratto e altri mondi paralleli e “interferenti” non potesse più permettersi di ignorare realtà come smart contract e blockchain.
12. Ringraziamenti
È ovvio che la mia profonda gratitudine vada ai curatori e agli autori (vecchi e nuovi), senza i quali il Trattato del Contratto non ci sarebbe (e in particolare non ci sarebbe questa nuova edizione).
Meno ovvia, ma non meno sentita, la gratitudine che devo manifestare ai giovani studiosi e professionisti che si sono sobbarcati l’oscuro, faticoso, preziosissimo lavoro di editing sui contributi in arrivo, prima del definitivo invio all’editore, e poi sulle bozze. Sono: il xxxx. Xxxxxx Xxxxxxx, il xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxxx, il xxxx. Xxxx Xxxxx Xxxxxxx, il xxxx. Xxxx Xxxxxx, l’avv. Xxxxxxxx Verì. Grazie anche a loro.
Settembre 2022 XXXXXXXX XXXXX