INDICE
Provincia di Ravenna
Accordo di Programma provinciale
per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità nelle scuole di ogni ordine e grado
2016/2020
INDICE
PARTE PRIMA 3
Art. 1 - Principi generali e finalità 3
Art. 2 L’Accordo di Programma Provinciale per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità nelle scuole di ogni ordine e grado 3
Art. 3 Destinatari 4
Art. 4 I soggetti sottoscrittori 4
Art. 5 Ambito di applicazione 4
Art. 6 Gli impegni dei soggetti sottoscrittori 4
Art. 7 Le modalità di promozione, attuazione e verifica 4
7.1 Il Collegio di Vigilanza 4
Art. 8 Validità 5
Art. 9. Governance e rete istituzionale 5
9.1 Livello provinciale 5
9.1.1 Conferenza provinciale di coordinamento 5
9.1.2. Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale (G.L.I.P.) 5
9.1.3 Gruppo di Lavoro Handicap Provinciale (G.L.H.P.) per l’integrazione scolastica 6
9.2 Livello d’ambito distrettuale 6
9.2.1 Gruppi tecnici di lavoro distrettuali 6
9.2.2 Gruppo di lavoro per l’Inclusione di Istituto (G.L.I.) 7
9.2.3 Gli Uffici di Piano distrettuali 8
9.2.4 Centri di Documentazione, Consulenza e di Supporto Tecnico 8
9.2.5 La Scuola - polo 10
PARTE SECONDA 11
Art. 10 Il processo di integrazione scolastica - procedure e risorse 11
10.1 Individuazione dell'alunno con disabilità (L. 104/92, L.R. 4/2008 e successivi decreti) Diagnosi Clinica - Diagnosi Funzionale – Certificazione per l’Integrazione Scolastica 11
10.2 Dall’individuazione della disabilità alla progettazione educativa - Profilo dinamico funzionale e Piano educativo individualizzato 12
10.3 Il Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.) 13
10.4 Il processo di transizione alla vita adulta 14
Art. 11 Impegni in capo ai soggetti competenti 14
11.1 Le Istituzioni Scolastiche Autonome (I.S.A.) e le scuole paritarie 14
11.2 Il Comune/Le Unioni dei Comuni 16
11.3 L'Azienda U.S.L 16
11.4 La Provincia 16
Art. 12 La rete di sostegno sociale, educativa e assistenziale: compiti, mansioni e percorsi formativi del personale 17
12.1 Il Comune/Unione dei Comuni 17
12.2 Le Istituzioni Scolastiche Autonome (I.S.A) e le scuole paritarie 18
ALLEGATI 19
PARTE PRIMA
Art. 1 - Principi generali e finalità
I principi fondamentali a cui si ispira l’Accordo di Programma e gli obiettivi che esso persegue sono delineati dalla Legge n. 104/92 e trovano una coerente affermazione nella legislazione successiva sia in materia di istruzione che di politiche sociali e sanitarie. L’Accordo di Programma della Provincia di Ravenna si caratterizza come atto che raccorda il livello regionale di programmazione al livello locale, promuovendo e sostenendo la rete di relazione e condivisione sul territorio al fine di assicurare una positiva ricaduta sulle effettive opportunità di inclusione dei soggetti destinatari.
Art. 2 L’Accordo di Programma Provinciale per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità nelle scuole di ogni ordine e grado
L’Accordo di Programma persegue la finalità di promuovere il “successo formativo” possibile per ciascun alunno/studente con disabilità affinché si affermi il diritto di cittadinanza all’istruzione e alla formazione permanente di tutti, nessuno escluso, come opportunità di crescita dell’individuo assunto quale risorsa dell’intera comunità.
I soggetti coinvolti assumono come modalità di relazione e operativa la condivisione di obiettivi e pratiche nel rispetto delle singole autonome funzioni e si impegnano, secondo un principio di corresponsabilità, ad operare per la costruzione di un sistema integrato tra politiche sociali e formative volto alla promozione della persona.
L’Accordo di Programma è la risultante del percorso di revisione del precedente Accordo per il periodo 2011/2015 e della collaborazione interistituzionale realizzata tra i vari soggetti coinvolti, che ha portato a sperimentazioni ed innovazioni significative in merito ai temi della governance, della valutazione funzionale, della progettazione individualizzata e ha consentito la definizione del presente sistema di buone prassi organizzative e metodologiche per l’inclusione scolastica e sociale degli alunni con disabilità.
Il presente Accordo intende:
− valorizzare il rapporto tra qualità della vita e “successo formativo” degli alunni con disabilità, assumendo la qualità dell’inclusione scolastica e formativa come elemento essenziale del più ampio progetto di vita individuale;
− promuovere la centralità dell’alunno e dei titolari della responsabilità genitoriale all’interno della rete istituzionale pubblica dei sostegni, rete da rendere sempre più disponibile, coesa e trasparente;
− promuovere la stabilità di un sistema di governance a due livelli (livello provinciale, livello distrettuale) che nel rispetto dei principi generali garantisca la promozione e l’omogeneità delle opportunità sul territorio provinciale rispettando e valorizzando le peculiarità di ambito distrettuale;
− assicurare la gestione e l’integrazione delle risorse finanziarie e professionali disponibili, secondo un principio di efficacia/efficienza e appropriatezza degli interventi;
− favorire la chiara definizione degli strumenti tecnici a sostegno dei decisori a garanzia dell’assunzione di operatività;
− integrare l’azione dei diversi soggetti istituzionali che compartecipano al processo di inclusione attraverso la chiara attribuzione di competenze, azioni e modalità di collaborazione;
− perseguire la stabilità, la specializzazione e la valorizzazione delle professionalità, quali basi essenziali sia per la definizione di procedure operative efficaci e sostenibili, sia per costruire un
processo di formazione continua, formazione da riconoscere e perfezionare con il presente Accordo;
− garantire che al processo di inclusione sia data comunicazione con massima trasparenza e qualità istituendo modalità di confronto e collaborazione con utenti e famiglie, modalità di condivisione e pubblicizzazione delle pianificazioni e dell’efficacia dei risultati, modalità di documentazione, valorizzazione del ruolo e dell’azione degli organi di vigilanza.
Art. 3 Destinatari
I destinatari dell'Accordo di Programma sono gli alunni con disabilità così come definito nella legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone disabili, n. 104/92.
Art. 4 I soggetti sottoscrittori
Il presente Accordo di Programma Provinciale è sottoscritto dal Presidente della Provincia di Ravenna quale soggetto promotore dell’Accordo e curatore della sua formalizzazione e pubblicazione, dai Sindaci dei Comuni e dai Presidenti delle Unioni dei Comuni della provincia di Ravenna, dal Dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale per l'Xxxxxx Xxxxxxx Ufficio X Ambito Territoriale di Ravenna, dal Direttore Generale dell’Azienda U.S.L. di Ravenna, dai Dirigenti delle Istituzioni Scolastiche Autonome, con l'adesione della Federazione Italiana Scuole Materne e costituisce il quadro di riferimento che definisce gli impegni che i soggetti sottoscrittori assumono a livello provinciale.
Art. 5 Ambito di applicazione
L’ambito di applicazione è definito dal contesto normativo (art. 12 della Legge n. 104/92). Le disposizioni e gli impegni definiti nel presente Accordo si applicano alla scuola di ogni ordine e grado, favorendo un sistema di relazioni stabili con chi interviene nella fascia di età 0/6 anni e con il sistema della formazione professionale come partner di un complessivo progetto formativo.
Art. 6 Gli impegni dei soggetti sottoscrittori
I soggetti firmatari assumono gli impegni puntualmente descritti nella Parte Seconda del presente Accordo.
Art. 7 Le modalità di promozione, attuazione e verifica
I soggetti sottoscrittori si impegnano a promuovere la diffusione e la conoscenza dell’Accordo, per assicurare il coinvolgimento e la partecipazione dei soggetti contraenti e della più ampia società civile. Si impegnano altresì a dare attuazione agli articoli del presente Accordo, compatibilmente con le risorse disponibili.
Si impegnano inoltre a svolgere congiuntamente, in sede di Conferenza Provinciale di Coordinamento, una verifica dell’attuazione dell’Accordo non oltre 3 anni dalla stipula sulla base delle relazioni e dei dati forniti dal gruppo tecnico di lavoro provinciale.
7.1 Il Collegio di Vigilanza
Il controllo sull’esecuzione del presente Accordo di Programma, è svolto dal Collegio di Vigilanza che interviene anche su segnalazione scritta da parte dei diversi soggetti interessati all’attivazione dell’ Accordo di Programma. E’ costituito, ai sensi dell’art. 34, comma settimo, del D. Lgs. 267/2000 - “Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali”.
E’composto da:
− Presidente della Provincia o suo delegato che lo presiede;
− Prefetto di Ravenna, o suo delegato;
− Sindaci dei comuni capo distretto o rispettivi delegati;
− Dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale per l'Xxxxxx Xxxxxxx Ufficio X Ambito Territoriale di Ravenna, o suo delegato;
− Direttore Generale dell’Azienda U.S.L di Ravenna, o suo delegato.
− Due rappresentanti delle Istituzioni scolastiche autonome (scuole dell' infanzia e primo ciclo) e uno per le secondarie di secondo grado;
Sono invitati permanenti, con diritto di parola, un rappresentante designato dalle Associazioni degli alunni con disabilità ed un rappresentante designato dalle Associazioni delle famiglie.
Art. 8 Validità
Il presente Accordo di Programma ha validità quinquennale ed è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Xxxxxx Xxxxxxx, ai sensi di quanto previsto dalle normative vigenti, fatte salve modifiche legislative nazionali e regionali.
Art. 9. Governance e rete istituzionale
L’Accordo di Programma promuove un sistema di governance composto dai soggetti che concorrono all’inclusione scolastica e sociale al fine di assicurare:
− la condivisione delle finalità e l’integrazione delle azioni che attuano il processo di inclusione;
− il riconoscimento reciproco delle rispettive competenze e responsabilità, l’organicità e la coesione della rete degli attori istituzionali, la collaborazione strutturata con gli altri attori territoriali coinvolti nel processo a promozione del migliore impiego di tutte le risorse disponibili;
− l’aggiornamento e la flessibilità delle strategie, in funzione del mutamento dei bisogni sociali e individuali, questo al fine di una programmazione delle risorse finanziarie e umane aderente alla modificazione dei bisogni sociali di ogni territorio;
A questi fini è funzionale un’organizzazione che tenga conto di due livelli, provinciale e d’ambito distrettuale.
9.1 Livello provinciale
9.1.1 Conferenza provinciale di coordinamento
La Conferenza provinciale di coordinamento (Art.46 L.R. n. 12/2003, come modificato dalla L.R. n. 13/2015), ha funzioni di proposte inerenti la programmazione dell’offerta di istruzione e la definizione di accordi di programma integrati a livello territoriale. La conferenza mantiene rapporti istituzionali costanti con la Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria (C.T.S.S.) anche attraverso l'Ufficio Tecnico di Supporto (U.T.S.) della stessa, per le necessarie integrazioni funzionali in merito alle funzioni di pianificazione, valutazione e rendicontazione sociale nell'ambito delle politiche dei servizi socio- assistenziali, socio-educativi, socio-sanitari.
9.1.2 Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale (G.L.I.P.)
Il Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale (G.L.I.P.), ai sensi della L. n. 104/92 art.15, comma 1, ha compiti di:
− raccordo interistituzionale per l’integrazione scolastica e sociale degli alunni con disabilità;
− consulenza e proposta al Dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale per l'Xxxxxx Xxxxxxx Ufficio X Ambito Territoriale di Ravenna (U.S.T.), consulenza alle singole scuole, collaborazione con gli Enti Locali e l’Azienda U.S.L. per l’esecuzione dell’ Accordo di Programma;
− impostazione e attuazione del proprio Piano Annuale delle attività, nonché per qualsiasi altra attività inerente all’integrazione degli alunni in difficoltà di apprendimento;
− monitoraggio, valorizzazione e promozione intese operative per tradurre in modo proprio e pertinente gli impegni assunti con l’Accordo di Programma Provinciale;
− predisposizione della relazione annuale sulla situazione complessiva relativa all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità da presentare all’Ufficio Scolastico Regionale per l'Xxxxxx Xxxxxxx (analisi del fabbisogno complessivo del territorio provinciale relativamente al personale docente di sostegno e alla sua formazione, monitoraggio complessivo dei risultati e valutazione di efficacia degli interventi).
E’composto da:
− Dirigente Tecnico Ufficio Scolastico Regionale per l' Xxxxxx-Romagna, coordinatore del Gruppo;
− Referente per l’integrazione presso l’Ufficio Scolastico Regionale per l'Xxxxxx Xxxxxxx Ufficio X Ambito Territoriale di Ravenna Territoriale (U.S.T.)
− Dirigente Azienda U.S.L. – Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (U.O.NPIA);
− 2 Esperti rappresentanti degli Enti Locali;
− 2 Esperti rappresentanti designati dalle Associazioni dei minori con disabilità;
− 4 Dirigenti Scolastici rappresentanti delle Istituzioni Scolastiche autonome.
9.1.3 Gruppo di Lavoro Handicap Provinciale (G.L.H.P.) per l’integrazione scolastica
Il Gruppo di Lavoro Handicap Provinciale (G.L.H.P.) per l’integrazione scolastica ha connotazione tecnico-professionale-istituzionale; il Gruppo ha il compito di:
− assicurare la sistematica e continua comunicazione tra il G.L.I.P. e le scuole del territorio;
− realizzare le attività del Piano Annuale proposto dal G.L.I.P. E’composto da:
− 1 Docente esperto di scuola dell’infanzia
− 1 Docente esperto di scuola primaria
− 1 Docente esperto di scuola secondaria di I° grado
− 3 Docenti esperti di scuola secondaria di II° grado (1 per ciascun indirizzo: liceale, tecnico e professionale)
Svolge i compiti di coordinamento il Referente per l’integrazione presso l’Ufficio Scolastico Regionale per l'Xxxxxx-Romagna Ufficio X Ambito Territoriale di Ravenna (U.S.T.)
9.2 Livello d’ambito distrettuale
9.2.1 Gruppi tecnici di lavoro distrettuali
Per il governo e la gestione territoriale degli interventi necessari si è reputato efficace la costituzione di 3 gruppi tecnici di lavoro distrettuali, di concertazione interistituzionale tra i Soggetti più prossimi alle situazioni di disabilità, per rendere le azioni attivabili più tempestive e mirate.
La funzione dei gruppi tecnici di lavoro distrettuali richiama la competenza dei Servizi Sociali, dell’Azienda U.S.L. - U.O.NPIA, degli Istituti Scolastici Autonomi (I.S.A.), dell'Ufficio Scolastico Regionale per l'Xxxxxx Xxxxxxx Ufficio X Ambito Territoriale di Ravenna (U.S.T.), almeno per le azioni decisionali di diretto coinvolgimento, e può avvalersi della collaborazione di tutti gli altri Soggetti territoriali.
I Gruppi tecnici di lavoro distrettuali indirizzano le proprie competenze alle seguenti azioni:
− collaborare con le Istituzioni Scolastiche Autonome (I.S.A.) per la progettazione, l’orientamento, la realizzazione del progetto di vita dell’alunno in entrata e in uscita dal sistema scolastico;
− collaborare con la scuola nelle fasi di avvio o modifica del percorso scolastico, nel definire le migliori condizioni di contesto da realizzare per gli sviluppi del Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.) e si impegna a determinare gli interventi e le risorse professionali ritenute necessarie alla scuola per la migliore inclusione degli alunni con disabilità;
− monitorare la qualità dell’integrazione scolastica e a rendicontare sugli esiti al G.L.I.P.;
− i gruppi tecnici di lavoro distrettuali si costituiscono per nomina diretta da parte degli Attori Istituzionali che lo compongono, il coordinatore è il Referente per l’integrazione presso l’Ufficio Scolastico Regionale per l'Xxxxxx-Romagna Ufficio X Ambito Territoriale di Ravenna.
9.2.2 Gruppo di lavoro per l’Inclusione di Istituto (G.L.I.)
Presso ogni Circolo o Istituto, il gruppo studio e di lavoro, si costituisce con il compito di promuovere e coordinare i progetti e le azioni positive messe in atto da ogni unità scolastica per favorire l’integrazione, ha il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione predisposte dal piano educativo e di facilitare la programmazione e la verifica dei piani educativo - riabilitativo individualizzati (la cui stesura resta di competenza di gruppi di lavoro “tecnici” che si costituiscono in riferimento al singolo alunno)
I gruppi di studio e di lavoro G.L.I. operanti nelle singole scuole e nominati dal Dirigente Scolastico, hanno il compito di “collaborare alle iniziative educative e di integrazione predisposte dal piano educativo” (Legge 104/92 art.15, comma 2). Essi comprendono anche componenti extra-scolastiche.
E’composto da:
− il Dirigente scolastico o suo delegato, con funzioni di Presidente;
− una rappresentanza dei genitori e degli studenti;
− una rappresentanza del personale docente;
− una rappresentanza dei Comuni di residenza dell'alunno;
− una rappresentanza dell'Azienda U.S.L. Il G.L.I. ha il compito di:
− organizzare le attività di accoglienza (es.: rapporti tra i diversi ordini di scuola, richiesta di rimozione di barriere architettoniche e della percezione/comunicazione per le disabilità sensoriali, ecc.);
− collaborare con il Dirigente scolastico ed i docenti in merito all’organizzazione dell’integrazione scolastica;
− collaborare con il Dirigente scolastico ed i docenti per i rapporti con gli altri enti;
− proporre al Dirigente scolastico e al Collegio docenti iniziative sull’integrazione (es.: aggiornamento, ecc.);
− proporre al Dirigente scolastico e ai docenti l’acquisto di materiale didattico e strumentazioni specifiche;
− collaborare alla definizione di progetti per l’erogazione di fondi ministeriali;
− definire criteri e modalità per la verifica annuale dello stato di integrazione scolastica nell’istituto;
− organizzare un archivio di esperienze significative da confrontare eventualmente con altre scuole;
− attivare modalità di sensibilizzazione degli alunni dell’istituto al problema della diversità;
− costituire punto di riferimento per tutti i docenti relativamente alle problematiche progettuali che riguardano l’integrazione scolastica;
− provvedere e/o collaborare alla stesura annuale della relazione di tutta l’attività svolta, da presentare eventualmente al Collegio docenti.
9.2.3 Gli Uffici di Piano distrettuali
Nell’ottica delle azioni integrate tra le politiche scolastiche, socio-educative, socio-assistenziali e socio- sanitarie, ma anche di quelle che concorrono ad assicurare il benessere sociale della popolazione (politiche per la sicurezza, politiche ambientali, politiche urbanistiche, politiche per la mobilità, ecc.), opera in ambito di pianificazione territoriale dell’offerta al fine di raccordare e coordinare i diversi servizi che intervengono nel fornire risposte alla cittadinanza, attraverso:
− la formulazione dei Piani di Zona Distrettuali per la salute e il benessere sociale sostenendo la collaborazione con le diverse forme di partecipazione ai tavoli di lavoro per la definizione dei Piani attuativi annuali;
− il raccordo tra le diverse politiche che concorrono alla salute e al benessere della comunità;
− la collaborazione con il gruppo di lavoro tecnico provinciale al fine di indirizzare il processo di “contestualizzazione” delle direttive provinciali a livello distrettuale;
− la collaborazione con i Tavoli di lavoro tecnici distrettuali in relazione alla verifica della progettazione delle più opportune azioni e/o servizi finalizzati alla realizzazione del Progetto di vita anche congiuntamente con i diversi attori nel territorio.
9.2.4 Centri di Documentazione, Consulenza e di Supporto Tecnico
Tali Centri sono strutture con finalità informative, formative, di ricerca, di documentazione e di consulenza per i diversi soggetti coinvolti nei percorsi di integrazione scolastica e sociale degli alunni con disabilità.
Essi offrono al personale della scuola e a genitori la possibilità di confrontarsi e/o condividere le diverse difficoltà che emergono nel promuovere e/o proseguire attività finalizzate a diffondere la cultura dell’integrazione/inclusione, a trovare informazioni, documentazione, materiali utili, conoscenze, consulenze, ecc. di supporto al proprio specifico ruolo e lavoro.
A) Centro Risorse per l'Handicap e lo Svantaggio (C.R.H. e S.)
Il Centro Risorse per l'Handicap e lo Svantaggio (C.R.H. e S.) ha sede presso l' Istituto Tecnico "A. Oriani", xxx Xxxxxxx, 0 - 00000 Xxxxxx (XX).
E’ una struttura organizzativa promossa per impulso dalla Provincia di Ravenna e dai Comuni/Unione dei Comuni per la gestione integrata degli ausili per gli alunni disabili nell’ambito del territorio.
Il C.R.H. e S. svolge per conto dei Comuni/Unioni dei Comuni interessati il compito di acquistare e fornire alle scuole ausili didattici e non, necessari per l'integrazione degli alunni con disabilità, svolgendo in particolare le seguenti funzioni:
− analisi dei bisogni delle singole scuole e validazione delle richieste pervenute;
− acquisto dei beni finalizzati ad agevolare l'inserimento e l’inclusione degli alunni in situazione di disabilità;
− catalogazione informatizzata delle proprie dotazioni;
− prestito degli ausili acquistati o già disponibili secondo la forma del comodato d'uso;
− consulenza tecnica necessaria per l'installazione e l'impiego appropriato degli ausili messi a disposizione.
I Comuni/ Unioni dei Comuni interessati ad avvalersi del C.R.H. e S. per lo svolgimento delle funzioni sopra descritte si accordano con il C.R.H. e S. al fine di trasferire al Centro gli opportuni finanziamenti.
Con il presente Accordo gli enti firmatari si impegnano a rafforzare il lavoro di rete fra i diversi soggetti istituzionali per:
− riconoscere il ruolo e la funzione di sistema svolta dal C.R.H. e S. con l'impegno dell' Ufficio Scolastico Regionale per l'Xxxxxx Xxxxxxx - Ufficio X Ambito Territoriale di Ravenna (U.S.T.) ad individuare specifiche risorse umane che possano supportare lo svolgimento delle attività; l'Ufficio Scolastico Regionale per l'Xxxxxx Xxxxxxx - Ufficio X Ambito Territoriale di Ravenna (U.S.T.) si adopererà per un uso coordinato , tra C.R.H. e S. e Centro Territoriale di Supporto (C.T.S.) di cui al successivo punto B) di eventuali risorse umane;
− valorizzare la modalità del comodato d'uso, prevedendo che le scuole restituiscano al C.R.H. e
S. gli ausili, una volta terminato l’uso, affinché possano essere resi disponibili per altri alunni che ne abbiano necessità;
− verificare la possibilità di ottimizzare la dotazione di ausili dell'Azienda U.S.L. finalizzati a supportare i ragazzi nella loro vita quotidiana e che possono essere utili per la permanenza a scuola;
− attivare a livello territoriale (Ravenna, Faenza, Lugo) apposite commissioni tecniche composte da rappresentanti C.R.H. e S., all’Ufficio Scolastico Regionale per l'Xxxxxx Xxxxxxx - Ufficio X Ambito Territoriale di Ravenna (U.S.T.), Comuni/Unioni dei Comuni, C.R.H. e S. per l'analisi dei fabbisogni dei ausili, al fine di programmare e coordinare le richieste di acquisti;
− concentrare l’attività del C.R.H. e S. sulla gestione di ausili con carattere di durevolezza e indispensabilità per consentire la frequenza e permanenza degli alunni nelle scuole, puntare quindi su ausili di qualità meno soggetti ad usura e a obsolescenza;
− preferire acquisti di materiale finalizzato a facilitare gli apprendimenti e l'attività didattica;
− garantire l’impegno del C.R.H. e S., per la manutenzione degli ausili, in modo da renderli costantemente utilizzabili ed efficienti;
− sviluppare meccanismi che rendano immediatamente disponibili le informazioni sulle dotazioni utilizzabili, tramite l' utilizzo del WEB per condividere le informazioni, sensibilizzando tutte le scuole nel comunicare celermente le disponibilità una volta che i dispositivi non sono più impiegati.
B) Centro Territoriale di Supporto (C.T.S)
Il Centro Territoriale di Supporto (C.T.S.) ha sede presso l' Istituto Tecnico "A. Oriani", xxx Xxxxxxx, 0 - 00000 Xxxxxx (XX).
E’ un struttura organizzativa del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (M.I.U.R.) finalizzata alla gestione e alla distribuzione delle nuove tecnologie per la disabilità per il territorio della provincia di Ravenna; fa parte della rete regionale (ve ne è uno per ogni provincia della regione) e di quella nazionale.
Il C.T.S. riceve fondi dal M.I.U.R. per: - azioni di informazione e formazione; - acquisti di nuove tecnologie per la didattica; - funzionamento del C.T.S. (spese di missione, spese per attività di formazione/autoformazione degli operatori).
I materiali di studio e di approfondimento presentati in occasione di attività di formazione per il personale della scuola organizzate dal C.T.S. sono reperibili su un multi-sito regionale dei C.T.S.
Il Centro offre possibilità di confronto in ordine all’esercizio della didattica “speciale”, di promozione di attività finalizzate a migliorare gli apprendimenti, di reperimento di informazioni, documentazione (libri, software per consultazione e/o prestito) e altri strumenti utili (postazione Braille da utilizzare per realizzare alcuni testi in braille e /o grafici in rilievo).
A decorrere dall’ anno scolastico 2016/2017 presso il C.T.S. sarà attivato uno “Sportello Autismo”, gestito da personale docente appositamente formato, presso il quale potrà essere utilizzato il KIT
T.T.A.P. sulla base di un protocollo U.S.R. - ER approvato in data 07.06.2016.
Le attività del C.R.H. e S. e del C.T.S. sono complementari e integrate e la loro importanza è evidenziata dalle molteplici attività volte a consentire al personale della scuola e ai genitori di potersi incontrare, sia per conoscenza diretta della struttura, sia perché indirizzati. Rappresentano un punto di riferimento soprattutto per le scuole.
C) Centro Risorse Cervese (CRES.CE.)
Il Centro Risorse Cervese (CRES.CE.), istituito presso il Comune di Cervia, è un punto di documentazione, informazione e formazione, rivolto ad insegnanti, educatori, operatori culturali e sociali, associazioni e volontari.
D) Mediateca per l'handicap
La Mediateca per l'handicap, ha sede a Bagnacavallo presso l'Istituto Comprensivo X. Xxxxx. Il Centro sviluppa iniziative per la dotazione e l'utilizzo di sussidi didattici e tecnologie per l'handicap con:
− obiettivi a lungo termine: operare per lo sviluppo della cultura dell’integrazione sul territorio, in collaborazione con tutti i soggetti già attivi ed operare per lo sviluppo e la documentazione di buone prassi di integrazione;
− obiettivi a breve termine: realizzare nuove modalità di spesa, ottimizzando l’acquisto di strumenti e tecnologie, operare acquisti territoriali che favoriscano lo sviluppo della rete anche inter-istituzionale, garantire la massima utilizzazione e studiare modalità per la circolazione di quanto acquistato.
La Mediateca organizza corsi di formazione/aggiornamento per i docenti sulle tematiche dell’inclusione e promuove rapporti di collaborazione con gli altri Enti territoriali che si occupano di integrazione.
9.2.5 La Scuola - polo
L'U.S.T. ha individuato nell’Istituto Tecnico A. Oriani di Faenza, già sede del C.R.H. e S e del C.T.S., la Scuola - polo cui far affluire le risorse ministeriali per il funzionamento del G.L.I.P. e la formazione del personale scolastico sui temi inerenti la disabilità. La Scuola - polo non è solo sede amministrativa e contabile ma anche sede scolastica ospitante iniziative di formazione e aggiornamento di valenza provinciale.
PARTE SECONDA
Art. 10 Il processo di integrazione scolastica - procedure e risorse
10.1 Individuazione dell'alunno con disabilità (L. 104/92, L.R. 4/2008 e successivi decreti) Diagnosi Clinica - Diagnosi Funzionale – Certificazione per l’Integrazione Scolastica
L’iter per l’accesso alla valutazione dell’eventuale presenza di una condizione clinica di disabilità si avvia con una richiesta formulata dai titolari della responsabilità genitoriale, all’Azienda U.S.L. (U.O.NPIA), supportata da una impegnativa del Pediatra/Medico di base.
L’ Azienda U.S.L. - (U.O.NPIA) attraverso un percorso di accoglienza e valutazione, formula una diagnosi di patologia secondo la classificazione internazionale ICD 10 e propone ai titolari della responsabilità genitoriale l’eventuale avvio di un percorso per la valutazione della disabilità presso la Commissione per l’accertamento dell’invalidità civile .
A tal fine, l’ Azienda U.S.L. (U.O.NPIA) redige una certificazione/diagnosi clinica e una diagnosi funzionale (D.F.).
Con tale documentazione, i titolari della responsabilità genitoriale si recano nuovamente dal Pediatra/Medico di base, il quale per via informatica, inoltra la richiesta di visita per l’accertamento dell’invalidità civile.
I titolari della responsabilità genitoriale con copia della domanda inviata dal Pediatra/Medico di base si recano ad un Patronato per avanzare la domanda all'I.N.P.S. per il riconoscimento della condizione di invalidità e/o handicap.
I titolari della responsabilità genitoriale vengono convocati formalmente a visita, nel corso della quale la Commissione valuta la condizione certificata, può produrre la Certificazione per l’Integrazione Scolastica (C.I.S.) e propone all'I.N.P.S. di riconoscere la condizione di handicap.
Il riconoscimento della condizione di invalidità e lo stato di gravità (L. 104/1992 art. 3 comma 3) viene formulato dall’I.N.P.S. e comunicato direttamente, mediante raccomandata, ai titolari della responsabilità genitoriale.
I titolari della responsabilità genitoriale devono consegnare all’Istituzione Scolastica la Certificazione per l’Integrazione Scolastica e la Diagnosi funzionale appena ne entrano in possesso (es. all'atto dell'iscrizione per la frequenza dell'anno scolastico successivo o in coincidenza con la prima individuazione dello stato durante la carriera scolastica).
La diagnosi funzionale è rinnovata dallo specialista dell’Azienda U.S.L. (U.O.N.P.I.A.) ad ogni passaggio di grado scolastico dell’alunno interessato, in caso di revisione programmata o quando la situazione clinica e funzionale richiede un aggiornamento. In questi casi si procede ad un rinnovo o a una nuova certificazione a cui seguirà una nuova Certificazione per l’Integrazione Scolastica (C.I.S.) La certificazione può essere revocata in qualsiasi momento della carriera scolastica qualora vengano meno i requisiti in fase di revisione I.N.P.S., oppure su richiesta dei titolari della responsabilità genitoriale (questi ultimi dovranno informare tempestivamente la scuola).
Nel caso in cui i titolari della responsabilità genitoriale non intendano avvalersi delle prestazioni professionali dell'Azienda U.S.L., il certificato eventualmente redatto da uno specialista esterno, accompagnato da relazione clinica comprovante la situazione di disabilità, deve essere presentato al pediatra di fiducia o al medico di base curante per avviare la procedura di rinnovo/aggiornamento. Qualora i titolari della responsabilità genitoriale non intendano avvalersi delle prestazioni dell'Azienda U.S.L., dovranno garantire le condizioni affinché lo specialista scelto, presti la sua collaborazione e consulenza alla scuola per la redazione della Diagnosi Funzionale e del Profilo Dinamico Funzionale.
L’Istituzione scolastica trasmette immediatamente all’Ufficio Scolastico Regionale per l'Xxxxxx Xxxxxxx Ufficio X Ambito Territoriale di Ravenna (U.S.T.) la Certificazione per l’Integrazione Scolastica e la Diagnosi Funzionale affinché possa essere quantificato il bisogno in termini di posti di sostegno. La stessa Istituzione scolastica invia la medesima documentazione ai Servizi sociali o socio- sanitari territoriali per una eventuale assegnazione di personale educativo e/o assistenziale.
La scuola si impegna a:
− prendere in carico l’alunno con disabilità attivandosi per predisporre quanto necessario per la sua accoglienza e frequenza delle lezioni; organizzare tempestivamente un incontro con i titolari della responsabilità genitoriale al fine di ampliare le conoscenze riguardanti l’alunno anche in ambito extra scolastico, oltre che per stabilire le forme di collaborazione.
In caso di passaggio ad altra scuola, l’Istituto scolastico di provenienza trasmette tutta la documentazione disponibile, utile alla conoscenza dell’alunno, previa acquisizione del consenso da parte dei titolari della responsabilità genitoriale.
10.2 Dall’individuazione della disabilità alla progettazione educativa - Profilo dinamico funzionale e Piano educativo individualizzato
Ai fini della definizione del progetto di vita dell’alunno, la scuola coordina i lavori per la stesura del Profilo Dinamico Funzionale (P.D.F.) in stretta relazione con i titolari della responsabilità genitoriale, i professionisti dell’Azienda U.S.L. e i Servizi sociali o socio-sanitari territoriali.
La costruzione del Profilo Dinamico Funzionale si sviluppa a seguito di una fase di raccolta di informazioni, attraverso osservazioni dirette sull’alunno e colloqui con gli operatori della scuola, con i titolari della responsabilità genitoriale, con i professionisti sanitari e i Servizi sociali o socio-sanitari territoriali.
Il Profilo Dinamico Funzionale illustra il funzionamento e le potenzialità dell’alunno e mira ad individuare gli ambiti di sviluppo e realizzazione personale.
Il Profilo Dinamico Funzionale indica il prevedibile livello di sviluppo che si ipotizza l'alunno possa raggiungere in tempi medi e lunghi; in genere ha una validità biennale; viene redatto utilizzando i modelli allegati all’Accordo di Programma riferiti ai vari ordini di scuola .
Il Profilo Dinamico Funzionale è un documento in progress predisposto dalla scuola all’inizio della carriera scolastica dell’alunno ed è verificato a conclusione di ogni percorso formativo. Ogni qualvolta lo si ritenga necessario e comunque ad ogni passaggio nel percorso scolastico e formativo il P.D.F va aggiornato ai fini della trasmissione della documentazione all'Istituzione scolastica successiva e consegnato in copia ai titolari della responsabilità genitoriale.
Entro il mese di dicembre, il Dirigente Scolastico convoca tutti i professionisti che hanno partecipato all’elaborazione del Profilo Dinamico Funzionale e il Consiglio di classe/Gruppo di lavoro educativo per condividerne il contenuto.
Successivamente il Dirigente Scolastico, qualora se ne ravvisi la necessità, convoca il Consiglio di classe/Gruppo di lavoro educativo, gli operatori sanitari, dei servizi sociali territoriali, i titolari della responsabilità genitoriale e ogni eventuale altro operatore che a vario titolo è coinvolto nel processo di integrazione scolastica, per esaminare l'andamento i risultati del Piano Educativo Individualizzato e degli eventuali progetti extrascolastici ad esso integrati. L'incontro dovrà effettuarsi nei tempi previsti dall’ordinaria programmazione scolastica, formalizzando per iscritto i risultati raggiunti in relazione agli obiettivi generali definiti e all’evoluzione del funzionamento complessivo dell’alunno.
Con il presente Accordo di Programma si riconosce nel Profilo Dinamico Funzionale e nel processo ad esso correlato l’ambito dedicato alla:
− definizione, elaborata dalla scuola con il supporto dell’Azienda U.S.L., i Servizi Sociali o socio- sanitari e i titolari della responsabilità genitoriale, delle prospettive, potenzialità ed esigenze di sostegno individuale;
− definizione degli obiettivi di intervento scolastico ed extrascolastico (in particolare nell’ambito del 2° ciclo di istruzione) e delle conseguenti azioni di sostegno;
− verifica periodica degli obiettivi in termini di sviluppo delle competenze e miglioramento dell’inclusione scolastica e sociale.
L’Istituzione scolastica si impegna a inserire nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa (P.T.O.F.) il Piano Annuale dell’Inclusione (P.A.I.) per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità individuando le risorse interne strumentali e professionali, i progetti didattici, le modalità organizzative, di verifica e valutazione dei percorsi individualizzati come delle attività trasversali ad essi funzionali.
Nei casi in cui si renda opportuno l'Ente Locale partecipa, compatibilmente con le risorse disponibili, attraverso le competenze dei suoi diversi Assessorati (istruzione, servizi sociali, trasporti, sport, cultura..), all’elaborazione di un progetto unitario di integrazione dell’alunno, che estenda al territorio il lavoro compiuto all’interno della scuola, favorendo la fruizione delle risorse del territorio stesso, in collaborazione con tutti i soggetti coinvolti.
L’Azienda U.S.L. partecipa agli incontri collegiali finalizzati alla formulazione, verifica ed eventuale aggiornamento del Profilo Dinamico Funzionale.
La Legge Regionale 4/2008 recepisce le indicazioni dell'International Classification of Functioning, Disability and Health-Children and Youth (I.C.F.), essendo quest’ultimo uno strumento promosso direttamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) utile alla definizione del funzionamento del soggetto e delle sue potenzialità.
I soggetti firmatari riconoscono l'importanza di questo strumento, possono concorrere alla diffusione e all'utilizzo di I.C.F. e a individuare modalità per uniformare i linguaggi utilizzati dai diversi interlocutori predisponendo i conseguenti interventi formativi.
10.3 Il Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.)
Il Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.) è il documento nel quale vengono descritti tutti gli interventi educativi, scolastici ed assistenziali, clinico - terapeutici, familiari, esperienze integrate scuola territorio, predisposti per l’alunno con disabilità in un determinato periodo di tempo, per realizzare il diritto all’inclusione sociale, all’educazione e all’istruzione, in coerenza e in continuità con il più ampio P.D.F.
E’ predisposto per ogni alunno con disabilità ed è parte integrante della progettazione educativo - didattica di classe e di istituto.
Xxxx descrive il percorso integrato elaborato dalla istituzione scolastica in collaborazione con i titolari della responsabilità genitoriale ed i Servizi Territoriali a vario titolo coinvolti nel processo educativo ed organizzativo, esplicitando le finalità e gli obiettivi che si intendono perseguire in funzione del progetto di vita dell' alunno con disabilità.
Il P.E.I è uno strumento di progettazione "flessibile", atto a realizzare gli interventi formativi e didattici curricolari ed extracurricolari, adeguandoli all'evoluzione della situazione e della condizione dell'alunno in ordine:
− allo sviluppo globale della identità personale;
− alla conquista delle autonomie personali, sociali, scolastiche e professionali;
− allo sviluppo di competenze motorio-prassiche, comunicativo - relazionali, linguistiche e logiche;
in rapporto alle effettive potenzialità dell'allievo rispetto al grado di istruzione.
E' predisposto dal Consiglio di classe in collaborazione con i titolari della responsabilità genitoriale che lo sottoscrivono per conoscenza.
10.4 Il processo di transizione alla vita adulta
Si ritiene fondamentale definire nel P.E.I, prima della fine del percorso scolastico, in un'ottica di visione globale della persona e del suo progetto di vita, in accordo con i titolari della responsabilità genitoriale, con lo studente stesso, e con l’apporto degli operatori dell’Azienda U.S.L, le possibili ipotesi di un percorso di uscita dalla scuola secondaria di secondo grado. Questo significa definire tutte quelle azioni che vanno a costruire i prerequisiti indispensabili per approcciare i contesti naturali nella migliore autonomia possibile, siano essi contesti occupazionali/lavorativi, socio-riabilitativi o contesti comunitari in cui agire un ruolo sociale di cittadinanza attiva. Fin dal primo anno della scuola secondaria di secondo grado, il Consiglio di Classe realizza e verifica specifiche azioni di orientamento, al fine di facilitare l’integrazione, motivare e sostenere la prosecuzione del percorso di istruzione. La definizione di tale percorso avviene in accordo con l'alunno con disabilità, i titolari della responsabilità genitoriale, gli operatori dell’Azienda U.S.L, gli operatori dei Servizi Sociali di riferimento, gli operatori del Sistema della Formazione Professionale nel caso in cui lo studente frequenti un percorso integrato scuola/formazione professionale.
Art. 11 Impegni in capo ai soggetti competenti
11.1 Le Istituzioni Scolastiche Autonome (I.S.A.) e le scuole paritarie:
Le Istituzioni Scolastiche Autonome (I.S.A.) e le scuole paritarie si impegnano a:
− assicurare che il Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F./P.T.O.F.) contenga il progetto per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, funzionale alla definizione dei P.E.I., individuando le risorse interne strumentali e professionali, i progetti didattici, le modalità organizzative, le modalità di verifica e valutazione dei percorsi individualizzati come pure delle attività trasversali ad essi funzionali;
− fornire (previa richiesta scritta dei titolari della responsabilità genitoriale) alla scuola di destinazione, nel caso di passaggio dell'alunno tra diverse scuole, entro 15 giorni dal termine delle iscrizioni/accettazione:
• Diagnosi Clinica e Diagnosi Funzionale dell’Alunno (rinnovata o in attesa di rinnovo);
• P.D.F. in vigore e relative verifiche;
• P.E.I. precedente e relative verifiche;
• Elenco degli eventuali ausili in dotazione;
• Informazioni relative ad eventuale necessità di somministrazione farmaci;
− costruire un “Progetto Ponte”, nel caso di passaggio dell'alunno tra diverse scuole, per la progettazione di un adeguato percorso di transizione e la predisposizione delle iniziative necessarie per l'inclusione nel nuovo contesto e l'avvio del processo di definizione del nuovo P.E.I;
− assicurare che il Consiglio di Classe/Gruppo di lavoro Educativo, con l’apporto degli operatori sanitari, degli Servizi Sociali Territoriali, tenendo conto del parere dell’alunno stesso e dei titolari della responsabilità genitoriale nonché di eventuali altri operatori coinvolti nel processo di integrazione scolastica, elabori il P.E.I. e il P.D.F. sulla base dei dati analizzati e delle osservazioni svolte, con modalità coerenti con le “Indicazioni per l'elaborazione del P.E.I.” in allegato al presente Accordo di Programma, entro dicembre assicurandone l'applicazione operativa e integrata;
− accertare che il P.E.I.:
• specifichi gli obiettivi didattici ed educativi, indicando la relativa progettazione per ambiti disciplinari, aree di intervento e figure professionali dedicate;
• definisca le modalità di realizzazione degli interventi in classe, in piccolo gruppo, nelle attività di laboratorio o in altri contesti specifici;
• individui gli spazi, gli arredi, gli strumenti/ausili e i sussidi che si ritengono necessari, con l’indicazione delle relative finalità e modalità di impiego;
• specifichi, ove necessario, il progetto riguardante l’eventuale riduzione/personalizzazione dell’orario scolastico di frequenza dell’alunno, da concordarsi con i titolari della responsabilità genitoriale e gli operatori sanitari, tenuto conto delle esigenze formative e dei bisogni dell'alunno, degli impegni terapeutici o riabilitativi, del tempo scuola, del tipo di indirizzo (per la scuola secondaria di secondo grado) e di qualunque altro elemento determinante per la realizzazione del progetto di vita;
• indichi le modalità concordate di valutazione degli esiti del percorso scolastico, avendo particolare attenzione alle strategie operative più idonee e possibili per il superamento degli esami di Stato e di qualifica;
− controllare che il Consiglio di Classe/Gruppo di lavoro Educativo, con l’apporto degli operatori sanitari, dei Comuni, dei titolari della responsabilità e di eventuali altri operatori che a vario titolo siano coinvolti nel processo di integrazione scolastica, verifichi l’andamento ed i risultati (intermedi e finali) del P.E.I., nei tempi previsti dall’ordinaria programmazione scolastica, formalizzando i risultati in relazione agli obiettivi definiti e all’evoluzione del funzionamento complessivo dell’alunno in chiave bio-psico-sociale;
− assicurare che, al termine del rispettivo ciclo scolastico, la verifica finale del P.E.I. e l’eventuale documentazione integrativa, pervengano alla Scuola di destinazione entro il 31 luglio.
− operare secondo le seguenti modalità:
• nella scuola dell'infanzia il P.E.I. va considerato per la peculiarità della prima accoglienza e degli interventi con valenza preventiva e di sviluppo.
• nella scuola secondaria di I grado il P.E.I. si caratterizza anche come strumento di orientamento e di aiuto all'alunno con disabilità per le scelte di proseguimento scolastico e/o formativo.
• nella scuola secondaria di II grado il P.E.I. assume peculiarità di "Progetto di transizione alla vita adulta", favorendo tutte le azioni educative e sociali e le opportune relazioni con gli enti e le istituzioni che si occupano di disabilità adulta e dell'inserimento lavorativo della persona con disabilità. A tal fine è fondamentale lavorare nella scuola non solo sulle competenze di indirizzo ma anche sulle autonomie, (personali, relazionali e sociali) mediante lo sviluppo di progetti più articolati (ad es. progetti a classi aperte), al fine di migliorare il benessere della persona con disabilità. Parimenti è fondamentale sostenere il raccordo del P.E.I. con una rete di progetti anche sperimentali che possono concorrere all'inserimento lavorativo della persona con disabilità.
• nel secondo ciclo la progettazione del curricolo, riconducibile e non riconducibile (programmazione differenziata) alle indicazioni ministeriali, può variare durante il ciclo scolastico e comunque va fondata su basi pedagogiche e scientifiche, assunte da tutti i soggetti che partecipano all'integrazione.
• l'eventuale permanenza di un alunno con disabilità in uno dei cicli scolastici, oltre gli anni normalmente previsti, va documentata e condivisa da tutti i soggetti coinvolti. La documentazione deve comprovare il carattere di eccezionalità della scelta, determinata dalla necessità del raggiungimento di espliciti obiettivi formativi.
11.2 Il Comune/Le Unioni dei Comuni
Il Comune/Le Unioni dei Comuni si impegnano a:
− fornire, secondo le proprie competenze, il personale specialistico (educativo e assistenziale) e le eventuali risorse strumentali necessarie a realizzare quanto previsto nel P.E.I e PDF anche per quanto presentato in sede di gruppo tecnico di lavoro distrettuale, contribuendo così alla promozione dell'inclusione scolastica ed extrascolastica degli alunni con disabilità, per i quali si valuti la necessità di percorsi particolari;
− partecipare, attraverso le risorse professionali di propria competenza (assistenti sociali, educatori, operatori socio sanitari) alla definizione, alla realizzazione e alle verifiche del P.E.I.;
− concorrere all’integrazione degli interventi per l’inclusione scolastica definiti nel P.E.I. con i progetti extrascolastici a sostegno dell’alunno e dei titolari della responsabilità;
− contribuire, attraverso le competenze dei diversi assessorati (istruzione, servizi sociali, trasporti, sport, cultura..), all’elaborazione di un progetto unitario di integrazione dell'alunno con disabilità, che estenda al territorio il lavoro compiuto all’interno della scuola, favorendo la fruizione delle risorse del territorio stesso, in collaborazione con tutti i soggetti coinvolti.
I Comuni/Unioni dei Comuni potranno individuare sistemi tariffari basati sulla condizione economica (I.S.E.E.), in riferimento agli interventi individuali per il diritto allo studio, ai sensi della normativa in vigore.
11.3 L'Azienda U.S.L.
L'Azienda U.S.L. si impegna a:
− contribuire alla fase di valutazione dei dati e di osservazione preliminare alla definizione del
P.E.I. con l’aggiornamento della diagnosi clinica e funzionale e della C.I.S (Certificazione per l'Integrazione Scolastica), ove previsto;
− partecipare alle riunioni scolastiche concordate per la definizione e la verifica del P.E.I., contribuendo alla definizione di obiettivi e strategie nel confronto con la scuola e i titolari della responsabilità genitoriale per la sua realizzazione, illustrando anche i tempi e le modalità di svolgimento degli interventi terapeutici abilitativi e riabilitativi, anche extrascolastici, di cui l’alunno può avere bisogno;
− contribuire e supportare, con le proprie professionalità specifiche, l'elaborazione di un progetto unitario di integrazione dell’alunno con disabilità.
11.4 La Provincia
La Provincia si impegna a
− favorire l’accesso dei Comuni e delle Istituzioni Scolastiche alle informazioni e alle fonti di finanziamento disponibili.
− sostenere, sulla base di quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale vigente, nei limiti delle disponibilità di risorse rese disponibili dallo Stato e dalla Regione, interventi volti ad assicurare l'accesso e la frequenza al sistema scolastico e formativo, per la fornitura di materiale didattico e strumentale e attraverso il sostegno ai Comuni per il trasporto scolastico. Tutti gli interventi vengono attuati nella logica di una programmazione coordinata e condivisa.
Art. 12 La rete di sostegno sociale, educativa e assistenziale: compiti, mansioni e percorsi formativi del personale
12.1 Il Comune/Unione dei Comuni
− fornisce il personale specialistico (educativo e/o assistenziale), anche attraverso le A.S.P. e le eventuali risorse strumentali necessarie a realizzare quanto previsto nel P.E.I., contribuendo così alla promozione dell’inclusione scolastica ed extrascolastica di quegli alunni con disabilità per i quali si valuti la necessità di percorsi particolari. Detto personale è funzionale all’integrazione educativa, riabilitativa e sociale degli alunni per i quali sia necessario un intervento multi professionale ad elevata complessità. Il personale educativo e/o assistenziale i cui compiti vengono dettagliati di seguito, partecipa al processo educativo in relazione agli aspetti dell’autonomia, delle abilità relazionali, della socializzazione e dell’apprendimento. L'analisi del fabbisogno di personale educativo e/o assistenziale per ciascun alunno, in termini di monte orario e tipologia di intervento è effettuata in sede di gruppo tecnico di lavoro distrettuale;
− assicura la partecipazione dell'educatore/operatore socio-assistenziale alle riunioni collegiali di progettazione e verifica dell’attività educativa didattica, nonché alle attività aventi caratteristiche di occasionalità previste dal P.E.I.;
I Comuni/Unioni dei Comuni, al fine di promuovere l’autonomia delle Istituzioni Scolastiche Autonome statali e paritarie e in accordo con esse, potranno sostenere i percorsi di integrazione attraverso l'erogazione di finanziamenti in luogo di interventi diretti di operatori.
Le figure professionali coinvolte sono:
Assistente di base e Operatore Socio Sanitario (O.S.S.)
E' personale non docente assegnato dai Comuni alla scuola, laddove si ravvisino situazioni in cui l’elevato bisogno di attività assistenziale sull’alunno non possa essere ricoperto esclusivamente dalla figura del collaboratore scolastico e svolge mansioni di tipo assistenziale all’interno delle scuole a supporto di percorsi di autonomia, di integrazione e di comunicazione degli alunni con disabilità.
Assistente Sociale
Qualora si rilevi necessario un intervento a sostegno della genitorialità, l'assistente sociale, prende in carico le situazioni segnalate dai servizi sanitari e/o scolastici, operando con l'approccio metodologico proprio della professione. Per i casi seguiti, a seconda delle necessità, predispone interventi educativi nei confronti del minore e/o di sostegno al nucleo familiare, valorizzando le risorse del territorio; collabora inoltre con gli altri operatori nella definizione del P.E.I. e del progetto di vita dell' alunno. Cura la globalità dell'intervento, garantendo l'integrazione tra i progetti scolastici e quelli extrascolastici.
Educatore
Svolge le seguenti attività:
− raccoglie osservazioni specifiche, in ottica bio-psico-sociale, relativamente ai bisogni dell’alunno;
− contribuisce alla definizione delle strategie e degli strumenti necessari per rispondere a specifici bisogni dell’alunno;
− contribuisce alla realizzazione degli obiettivi educativi di autonomia, socializzazione e di sostegno all’apprendimento specificati nel P.E.I., collaborando sistematicamente con gli insegnanti e altri operatori coinvolti;
− contribuisce alla verifica dei risultati degli interventi previsti dal P.E.I. collaborando alla definizione e alla realizzazione del progetto di vita individuale
12.2 Le Istituzioni Scolastiche Autonome (I.S.A) e le scuole paritarie
Le figure professionali coinvolte sono:
Personale Docente specializzato per il sostegno
Svolge, in collaborazione con il team docente/consiglio di classe, le seguenti attività:
− partecipa al processo di integrazione scolastica dell'alunno con disabilità contribuendo alla definizione e alla realizzazione del progetto di vita individuale,
− accoglie osservazioni specifiche, in ottica bio-psico-sociale, relativamente ai bisogni dell’alunno
− contribuisce alla definizione delle strategie e degli strumenti necessari per rispondere a specifici bisogni dell’alunno;
− contribuisce alla realizzazione degli obiettivi educativi, di socializzazione e di sostegno all’apprendimento specificati nel P.E.I., collaborando sistematicamente con gli insegnanti e altri operatori coinvolti;
− contribuisce alla verifica dei risultati degli interventi previsti dal P.E.I.;
− cura la formalizzazione di P.D.F e P.E.I., integrandosi in modo strutturato nel rapporto con gli insegnanti, con i familiari e nel lavoro di rete con gli Operatori degli altri Servizi.
Il personale A.T.A. (Collaboratori scolastici)
L’attività di assistenza agli alunni con disabilità, di competenza della scuola, è assicurata dal personale ausiliario (Collaboratori scolastici) della scuola nei limiti di quanto previsto dal CCNL. Le mansioni sono il prestare ausilio materiale agli alunni con disabilità nell’accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche e all’interno e all’uscita da esse, nonché nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale, anche con riferimento all’assistenza al bagno, la cura della persona, l’aiuto e la vigilanza durante il pasto.
Tutor nella scuola secondaria di II grado
Il Consiglio di Classe, qualora lo ritenga necessario e previo accordo con l'alunno con disabilità e i titolari della responsabilità genitoriale, formula un progetto integrato nel Piano Educativo Individualizzato che preveda la collaborazione di un giovane con funzione di tutor definendone i compiti specifici. Il Tutor è di norma scelto dal Dirigente Scolastico tra gli ex studenti di scuola o tra studenti universitari o neo laureati. Egli opera in collaborazione con gli Insegnanti e le eventuali altre figure professionali previste sulla base degli obiettivi e delle strategie previste nel P.E.I. .
Opera prevalentemente nella Scuola Secondaria di Secondo Grado e non ha in alcun caso compiti didattici, né compiti di assistenza. Il suo intervento è fondato sui principi della "educazione tra pari” e del sostegno amicale con forte motivazione solidaristica e volontaristica ed è volto a:
− favorire e facilitare la socializzazione dell’alunno con disabilità con il gruppo classe, con i coetanei e con l’istituzione scolastica nel suo complesso;
− incrementare la motivazione personale e favorire la crescita di autonomia personale;
− favorire l’integrazione tra il percorso scolastico e le attività extrascolastiche, l’apprendimento dello studente disabile quando lo aiuta nei compiti a casa, il sostegno necessario nelle attività di laboratorio o di stage;
− facilitare l’integrazione nel gruppo dei pari, nelle situazioni culturali, sportive e ricreative del territorio.
ALLEGATI
Per la redazione del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo Individualizzato, al fine di facilitarne la redazione e favorire il passaggio delle informazioni fra le varie istituzioni e le famiglie, sono stati elaborati dei modelli (Allegati nn. 3.4.5.6.) da intendersi come strumenti di lavoro, da usare con flessibilità e con eventuali semplificazioni e adattamenti funzionali a rendere snelle ed efficaci le operazioni di programmazione, individuando gli elementi chiave su cui intervenire.
Gli allegati sono:
Allegato 1. Modello di Diagnosi clinica/certificazione Allegato 2. Modello di Diagnosi Funzionale
Allegato 3. Modello di Profilo Dinamico Funzionale - Scuola dell'Infanzia e Primaria Allegato 4. Modello di Profilo Dinamico Funzionale - Scuola Secondaria di I° e II° grado Allegato 5. Modello di Piano Educativo Individualizzato
Allegato 6. Indicazioni per l'elaborazione del Piano Educativo Individualizzato