PROGETTO:
ACAT SULCIS IGLESIENTE- ACCORDO DI PROGRAMMA SULLE DIPENDENZE
PROGETTO:
Elenco dei Comuni della Provincia
9. Iglesias
PREMESSA
L’Alcool. È una droga legale nel nostro paese ed è una delle più dannose. È presente nel vino, nella birra, nei liquori. La sua pericolosità è legata al fatto che l’uso “moderato” ha effetti collaterali che passano inosservati , in quanto accettato nella nostra cultura. L’uso continuato provoca uno stato di dipendenza fisica e psichica con gravi sintomi d’astinenza se non si beve. Si raggiunge così un progressivo degrado che si manifesta con la perdita di interesse per la vita affettiva, il lavoro, i rapporti sociali. Sono molto frequenti comportamenti aggressivi e depressivi. I danni fisici possono essere: gastriti, ulcere, pancreatiti, epatiti tossiche, cirrosi epatica, cancro, distruzione delle cellule cerebrali. Molti casi di violenza domestica e di morti per incidenti stradali sono correlate al consumo di bevande alcoliche.
La distinzione tra uso e abuso si sta sempre più abbandonando così come il termine alcolista: esistono tanti alcolismi quante sono le famiglie e gli individui con un problema alcolcorrelato o semplicemente quanti sono i bevitori. Non importa quale sia l’esordio della condotta dell’assunzione di bevande alcoliche: parlare dei problemi alcolcorrelati induce a riflettere su tutti gli aspetti legati alla presenza di una sostanza tossica (l’etanolo) nella dieta umana. L’alcol è la causa della morte di un ragazzo su quattro tra i 15 e i 29 anni: responsabile del 10% di tutte le malattie 10% dei tumori, 63% delle cirrosi epatiche. All’alcol si possono attribuire anche il 41% degli omicidi e il 45% degli incidenti nonché il 9% delle invalidità e delle malattie croniche.
I giovani e l’alcol
I dati più recenti dell’Istituto Superiore di Sanità indicano che nell’ultimo anno sono aumentati del 28% i ricoveri per intossicazione alcolica dei giovani con meno di 14 anni. Si riporta un aumento tra i giovani di 11-18 anni del consumo di bevande alcoliche. Nel 1998 i consumatori erano il 18,2% dei maschi e il 12% delle femmine tra i 14 e i 18 annI, nel 2003 le percentuali si distribuiscono (con tassi più elevati) tra la la birra (28,5% dei ragazzi; 17% delle ragazze), e gli aperitivi alcolici (19,7% maschi; 14,2% dalle femmine). Oltre all’uso abituale si affaccia una nuova tendenza: il “binge
drinking”cioè l’abbuffata di alcol, la concentrazione in una sola serata della settimana ma con cinque o più drink. Riguarda il 10% dei consumatori nel complesso, ma ben il 19% nella fascia di età compresa tra 15 e 24 anni. Secondo Xxxxxxxx Xxxxxxx, direttore dell’osservatorio nazionale dell’alcol dell’ISS, l’abuso di alcol e gli happy hours incrementano del 70% il rischio per i giovani di finire al pronto soccorso(nel 2003 più di 6 bicchieri in un'unica occasione almeno una volta nel corso dei precedenti 12 mesi, è risultato essere del 70% più elevato rispetto ai coetanei che non hanno seguito questo comportamento).
Il rapporto regionale sullo stato delle dipendenze in Sardegna (giugno 2008) rivela una prevalenza di soggetti che ha fatto uso di alcolici almeno una volta negli ultimi 12 mesi del 78,6% nella popolazione generale (15-54 anni). I ragazzi e le ragazze tra i 15 e i 24 anni mostrano una prevalenza pari all’80% e nella popolazione scolastica (15-19 anni) i dati del 2006 indicano l’81,7%.
In Italia il 30% degli incidenti stradali è causato dall’alcol e di questi il 36% coinvolge i giovani. I dati raccolti da polizia stradale e carabinieri attestano una diminuzione degli incidenti rispetto al 2009 ma un aumento delle morti di ragazzi sotto i 30 anni: da gennaio 232 vittime.
Nella nostra provincia il peso percentuale della mortalità per incidenti stradali sulla mortalità totale presenta un picco nella classe di età 15-30 (a conferma del fatto che, in tale classe, la morte per incidente stradale rappresenta la prima causa di morte), come può evincersi dal grafico seguente. I giovani, rappresentano un target strategico: numerosi studi dimostrano che le probabilità di sviluppare una dipendenza dall’alcol aumentano parallelamente alla precocità dell’esordio nel consumo. Qualsiasi azienda, infatti, ha due modi di incrementare il fatturato: trovare nuovi consumatori, aumentare il consumo di ciascun cliente; così rivolgersi ai giovani consente di raggiungere l’obiettivo con una sola mossa. Le azioni di marketing coni spot e messaggi pubblicitari legati all’alcol cui sono sottoposti anche i giovanissimi, la relativa indifferenza delle varie authority, il modello dei protagonisti delle soap inducono ad una considerazione ambigua dell’alcol. Se si chiedesse a un gruppo di ragazzi di elencare quali sostanze conoscono e quali ritengono potenzialmente dannose, pochi si ricorderebbero di nominare l’alcol. Il risultato è che, mentre da una parte si nota una stabilizzazione del consumo medio pro-capite per la popolazione adulta, dall’altra si assiste a un preoccupante incremento dell’uso o dell’abuso di bevande alcoliche fra i giovani.
Nel 2006 dei ricercatori americani hanno condotto uno studio per verificare se iniziare a bere precocemente sia associato con lo sviluppo di una dipendenza da alcol giovanile e a una dipendenza cronica considerando anche fattori potenzialmente influenti (aspetti demografici ed eventuale storia di alcolismo in famiglia). 43000 interviste telefoniche a cittadini statunitensi dai 18 anni in su hanno permesso di rilevare che tra i soggetti che erano diventati dipendenti dall’alcol ben il 47% aveva iniziato a bere già a 14 anni e circa il 255 attorno ai 16. Mentre solo il 5 degli alcolisti aveva iniziato a consumare alcolici dopo i 21 anni. In più lo studio ha rilevato che chi inizia troppo presto con l’alcol, è maggiormente soggetto a ricadute una volta imboccata la xxx xxx xxxxxxxxxxx xxxxx xxxxx xx xxxx.
I CAT e il metodo ecologico-sociale.
Il metodo ecologico sociale richiama altri concetti chiave utili in un aproccio integrato, sistemico, partecipativo.
1. MODELLO DI PERSONA🡪 soggetto attivo in interazione col proprio ambiente: stile di vita e qualità di vita. Formulare una definizione di qualità di vita risulta ancor oggi particolarmente difficile; il concetto visto nella sua accezione più ampia è identificabile con quello di felicità. Una rassegna di 87 studi sulla QdV di Xxxxxx et al ( 1995) ha rintracciato ben 44 definizioni di questo costrutto e 1243 misure ritenute in grado di misurarla. Tra le dimensioni più citate figurano:
il benessere psicologico e la soddisfazione personale; le relazioni sociali sperimentate;
l’autodeterminazione, l’autonomia e la possibilità di scelta; l’integrazione comunitaria;
l’accettazione sociale, lo status sociale e l’adattamento; lo sviluppo personale e la realizzazione;
il supporto ricevuto dai servizi.
2. PROSPETTIVA ECOLOGICA : enfatizza la relazione tra individuo e ambiente [Xxxxx: interdipendenza, reciprocità, ciclicità delle risorse, adattamento successione] quindi l’intervento non deve ignorare i valori prevalenti, le risorse disponibili, i processi trasformativi in corso in una certa comunità.
Brofenbrenner: inscindibilità dell’individuo dall’ambiente in cui cresce e si sviluppa: reciprocità,
anche i contesti più remoti possono produrre delle modificazioni nel comportamento dell’individuo,
la persona è entità dinamica che reagisce alle pressioni dell’ambiente e ristruttura il proprio spazio di vita.
3. EMPOWERMENT:
individuale [Xxxxxx]: un maggiore senso di sé in rapporto col mondo, comprensione critica delle forze politiche e sociali, elaborazione di strategie e uso di risorse per il raggiungimento degli obiettivi.
Comunitario[Xxxxxxxxx]: azioni collettive che migliorano la qualità della vita nella comunità e rete tra le diverse organizzazioni e agenzie sul territorio.
Orford: potere e sensazione di controllo sono fondamentali per il benessere e lo sviluppo
dell’individuo; la mancanza di potere è invece patogena e può derivare da fattori soggettivi ed oggettivi tra loro interagenti: insicurezza economica, mancato accesso alle informazioni,
appartenenza a gruppi stigmatizzati e identificazione con l’immagine di sé negativa e fallimentare.
L’ACAT Sulcis Iglesiente
L’ACAT Sulcis Iglesiente nasce nel 2001 ed è l’articolazione provinciale che riunisce 12 club di un’organizzazione presente a diversi livelli: regionali (ARCAT) nazionali (AICAT) e internazionale WACAT). Il cuore del metodo è nei i CAT-Club degli Alcolisti in Trattamento (denominazione originaria in fase di revisione): sono comunità multifamiliari simili ai gruppi self-help nel clima non giudicante di condivisione, ascolto, scambio di esperienze ed emozioni, possibilità di apprendimento in un contesto dove si è”alla pari” per produrre un cambiamento di stile di vita.
L’innovazione è quella di puntare decisamente ad aumentare le competenze delle famiglie e dell’intera comunità: la cosiddetta “comunità competente” intesa come la comunità capace di riconoscere i propri bisogni e di mobilitare le risorse necessarie per soddisfarli.
“Formazione e aggiornamento rappresentano il perno del sistema ecologico-sociale nei programmi territoriali” *V.Hudolin+. Questo è uno dei principi del metodo che prevede la sensibilizzazione e l’educazione della comunità sugli aspetti correlati all’assunzione di bevande alcoliche. Queste attività si svolgono all’interno delle Scuole Alcologiche Territoriali(SAT) rivolte ai membri dei club e al sociale (I, II, III modulo). La salute dipende dalla cultura sanitaria e generale dalla spiritualità antropologica nella comunità. L’uso di sostanze psicotrope rimanda ad una scelta di stile di vita: un comportamento multifattoriale, psico-fisico-sociale; questo significa che le persone assumono questo modo di vivere all’interno della società ecco perché non condividiamo il concetto di “inclusione sociale” : le persone con problemi alcol/droga-correlati non escono dalla società e quindi non occorre riportarle al suo interno, ma cambiare la cultura sanitaria nella società per assicurare a tutti una qualità migliore di vita. La soluzione migliore sarebbe di garantire la protezione e la promozione della salute attraverso i servizi di prevenzione primaria[…]attivando una fitta rete di supporti[…]; oltre agli operatori professionisti vanno inclusi i singoli, le famiglie, i servizi pubblici, le associazioni private, le istituzioni[…].
PROGETTO
l’ACAT SULCIS IGLESIENTE propone di attivare una serie di iniziative alcune delle quali già contemplate nel metodo e specifiche per i problemi alcolcorrealti, altre funzionali alla realizzazione di un proficuo lavoro di rete sul territorio. La presenza di un team (due o più operatori) in punti strategici del territorio permetterà di offrire un servizio di rapido accesso e fruizione: un nodo che abbia in sé gli aspetti positivi del formale (a serietà, professionalità, rispetto della privacy, efficacia e riconoscimento istituzionale) e dell’informale (clima accogliente, atteggiamento empatico, intervento qualificato ma non tecnicistico e incomprensibile agli utenti). Le postazioni sul territorio costituiranno delle basi privilegiate di osservazione e interrelazione con persone, famiglie, istituzioni e organizzazioni.
In particolare si effettueranno:
A. 2 CORSI DI SENSIBILIZZAZIONE;
B. 25 SAT: 23 IN OGNI COMUNE E 2 PER 2 FABBRICHE DEL POLO INDUSTRIALE PORTOVESME);
C. SPORTELLO
Tempi
A. Il corso di sensibilizzazione si svolge in 6 giornate per un monte ore complessivo di 50 ore.
B. Le SAT saranno realizzate una in ogni Comune completando la formazione di tutta l’area nel mese di maggio 2011( circa 4 al mese). Ogni incontro sarà della durata di 3 ore. Le SAT a favore dei soggetti del terzo settore e del mondo del lavoro saranno calendarizzate previ accordi tra giugno e dicembre 2011.
C. Le attività di accoglienza e ascolto si svolgeranno da gennaio a dicembre 2011 per un totale di 120 ore da distribuire in tre macroaree facenti capo ipoteticamente a Calasetta, Gonnesa, X. Xxxxxxxx Xxxxxxx.
Metodi
Le modalità con cui si svolgerà la formazione nell’ambito di corsi e scuole sono proprie del metodo ecologico-sociale e sono corroborate da anni di impegno e aggiornamento nell’area dei problemi alcol- correlati. Le scuole in particolare verteranno sul tema della scelta:
a) Per me: sobrietà come stile di vita. Benessere personale
b) Per/con gli altri: responsabilità e agire responsabile. Benessere relazionale
c) Per noi e per gli altri: partecipazione come sensibilizzazione e corresponsabilità. Benessere collettivo.
L’attività di sportello coniugherà tecniche di ascolto attivo e orientamento: la prontezza delle risposte da parte dell’operatore si affiancherà a input all’azione finalizzati a promuovere
l’autodeterminazione e l’empowerment.
Costi
A. Corso sensibilizzazione | € 2500 x 2(CORSI) | = 5000 |
B. Scuole territoriali | € 400 x 25 (SAT) | = 10 000 |
C. Sportello | € 25 x120 (ORE | = 3000 |
D. Apparecchiature | € 1000 | = 1000 |
E. Materiale didattico e pubblicitario | € 1000 | = 1000 |
Totale | € 20.000 |