AVVISO n.10605 25 Giugno 2009 MOT − DomesticMOT
AVVISO n.10605 | 25 Giugno 2009 | MOT − DomesticMOT |
Mittente del comunicato : Borsa Italiana
Societa' oggetto dell'Avviso
: ENI
Oggetto : DomesticMOT: inizio negoziazioni obbligazioni "ENI S.p.A."
Testo del comunicato
Disposizioni della Borsa
Emittente: Eni S.p.A.
Titoli: “Xxx XX 0000-0000” (codice ISIN IT0004503717) “Eni TV 2009-2015” (codice ISIN IT0004503766)
Rating Emittente: | Società di Rating | Long Term | Outlook | Data Report |
Moody’s | Aa2 | Negative | 12/06/2009 | |
Standard & Poor’s | AA- | Stable | 16/06/2009 |
Oggetto: INIZIO DELLE NEGOZIAZIONI IN BORSA
Data inizio negoziazioni: 29 giugno 2009
Mercato e comparto
di negoziazione: Borsa - Mercato telematico delle obbligazioni (MOT), segmento DomesticMOT, “classe titoli di debito in euro ed in valuta diversa dall’euro”
EMS: 25.000
CARATTERISTICHE SALIENTI DEI TITOLI OGGETTO DI QUOTAZIONE
“Eni TF 2009-2015”
Modalità di negoziazione: corso secco
N. obbligazioni in
circolazione: 1.000.000
Valore nominale unitario: 1.000 Euro Valore nominale complessivo
delle obbligazioni in circolazione: 1.000.000.000 Euro
Interessi : le obbligazioni frutteranno interessi lordi annui pari al 4% del Valore Nominale del prestito in conformità a quanto specificato nell’art. 5 del Regolamento del prestito obbligazionario.
Modalità di calcolo dei ratei: ACT/ACT Godimento: 29 giugno 2009
Scadenza: 29 giugno 2015 (rimborso alla pari in un’unica soluzione alla scadenza)
Tagli: unico da nominali 1.000 Euro
Codice ISIN: IT0004503717
Codice TIDM: B36P
Denominazione breve: ENI_GN15_4%_ EUR
Denominazione lunga: ENI_06/2015_FX_4%_EUR Importo minimo di
negoziazione: 1.000 Euro
“Eni TV 2009-2015”
Modalità di negoziazione: corso secco
Poiché la determinazione delle cedole, come previsto dall’art. 5 del Regolamento del prestito, avviene il secondo giorno lavorativo antecedente il primo giorno di godimento della cedola stessa, sarà cura dell’operatore inserire i compensi relativi ai contratti da liquidare il primo e il secondo giorno di godimento
della nuova cedola dal momento in cui è noto al mercato il tasso della cedola in corso.
N. obbligazioni in
circolazione: 1.000.000
Valore nominale unitario: 1.000 Euro Valore nominale complessivo
delle obbligazioni in circolazione: 1.000.000.000 Euro
Interessi : le obbligazioni fruttano interessi indicizzati al tasso EURIBOR a 6 mesi maggiorato di un margine dello 0,89% come da art. 5 del Regolamento del Prestito Obbligazionario.
Tasso della cedola in corso: 2,244% su base annua Modalità di calcolo dei ratei: Actual/360 Godimento: 29 giugno 2009
Scadenza: 29 giugno 2009 (rimborso alla pari in un’unica soluzione alla scadenza)
Tagli: unico da nominali 1.000 Euro
Codice ISIN: IT0004503766
Codice TIDM: B36Q
Denominazione breve: ENI_GN15_TV_ EUR
Denominazione lungo: ENI_06/2015_EURIBOR6M+0,89_EUR Importo minimo di
negoziazione: 1.000 Euro
DISPOSIZIONI DELLA BORSA ITALIANA
Dal giorno 29 giugno 2009 i prestiti obbligazionari “Xxx XX 0000-0000” ed “Eni TV 2009- 2015”, emessi da Eni S.p.A., verranno iscritti nel Listino Ufficiale, comparto obbligazionario (MOT).
Allegati:
- Fattori di Rischio
- Regolamenti dei prestiti obbligazionari
AVVISO n.10611 | 25 Giugno 2009 | MOT − DomesticMOT |
Mittente del comunicato : Borsa Italiana
Societa' oggetto dell'Avviso
: ENI
Oggetto : Rettifca Avviso n. 10605 del 25 giugno 2009: DomesticMOT − Inizio negoziazioni obbligazioni "ENI S.p.A."
Testo del comunicato
Si veda allegato.
Disposizioni della Borsa
A parziale rettifica dell’Avviso n. 10605 del 25 giugno 2009 relativo all’inizio negoziazione delle obbligazioni emesse da ENI S.p.A., relativamente al prestito obbligazionario:
• “Eni TV 2009-2015” (codice ISIN IT0004503766)
si comunica che la data di scadenza è la seguente: 29/06/2015.
FATTORI DI RISCHIO
4. FATTORI DI RISCHIO
L’operazione descritta nel Prospetto Informativo presenta gli elementi di rischio tipici di un investimento in obbligazioni.
Al fine di effettuare un corretto apprezzamento dell’investimento, gli investitori sono invitati a valutare gli specifici fattori di rischio relativi a Eni S.p.A., alle società del gruppo facenti capo alla stessa, al settore di attività in cui esse operano e alla quotazione degli strumenti finanziari offerti. I fattori di rischio descritti nel presente Capitolo “Fattori di Rischio” devono essere letti congiuntamente alle informazioni contenute nel Prospetto Informativo.
I rinvii a sezioni, capitoli e paragrafi si riferiscono alle Sezioni, ai Capitoli e ai Paragrafi del Prospetto Informativo.
4.1 PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALL’EMITTENTE E AL GRUPPO
4.1.1 Rischi connessi alla concorrenza
Eni compete a livello globale con le imprese del settore petrolifero e di altri settori nella vendita di energia ai mercati industriali, commerciali e civili:
(i) nel settore Exploration & Production, in particolare all’estero, Eni compete con le maggiori società petrolifere internazionali per l’ottenimento dei titoli minerari di esplorazione e di sviluppo. La progressiva riduzione del numero di operatori conseguente alle operazioni di acquisizione e di fusione comporta l’incremento della pressione competitiva da parte degli operatori che dispongono di maggiori risorse finanziarie e di un più ampio portafoglio di progetti di sviluppo;
(ii) nel mercato italiano del gas, Eni affronta una crescente pressione competitiva sia nella vendita all’ingrosso di gas da parte di importatori italiani ed esteri, sia nel mercato retail da parte delle società di vendita concorrenti. In attuazione delle Direttive UE in materia di libera concorrenza nel mercato comune, l’apertura alla concorrenza del mercato italiano del gas è stata sancita dal Decreto Legislativo n. 164 del 25 maggio 2000 (“Decreto Letta”) che, in particolare, pone limiti alla presenza sul mercato nazionale delle società operanti nel settore del gas - imponendo, tra l’altro, tetti normativi sui volumi immessi nella rete nazionale di trasporto, al 2010 - e garantisce l’accesso dei terzi alle infrastrutture (si veda il successivo Paragrafo 4.1.2, lett. (K)(1) sui rischi connessi alla regolamentazione del settore del gas in Italia). All’estero, soprattutto in Europa, Eni compete con i grandi operatori del settore gas e con altre compagnie petrolifere internazionali per incrementare la propria quota di mercato, acquisire nuovi clienti e fidelizzare gli attuali. Nella produzione e vendita di energia elettrica Eni compete con altri produttori italiani ed esteri che vendono energia elettrica sul mercato italiano liberalizzato;
(iii) nel settore Refining & Marketing, in particolare nel mercato rete in Italia e all’estero, Eni compete con le maggiori società petrolifere internazionali e con altri operatori (società petrolifere con presenza focalizzata e grande distribuzione) per l’ottenimento delle concessioni per costruire e gestire le stazioni di servizio. Una volta operative, le stazioni di servizio dell’Emittente competono con quelle degli altri operatori sulla base del prezzo dei carburanti, della qualità dei servizi e dell’offerta di prodotti non-oil. In
FATTORI DI RISCHIO
Italia, il quadro politico-istituzionale favorisce una maggiore concorrenza nel settore della distribuzione e della commercializzazione dei carburanti. Eni prevede che sviluppi in questo campo possano comportare un incremento della pressione competitiva con impatti negativi sui margini di commercializzazione dei carburanti;
(iv) nel settore Ingegneria e Costruzioni, la cui dinamica competitiva è caratterizzata dall’esperienza tecnica, dall’ampiezza e qualità dei servizi offerti e dalla disponibilità di mezzi tecnologicamente avanzati (per esempio unità navali di costruzione e impianti di perforazione), Eni compete con poche grandi società internazionali.
4.1.2 Fattori di rischio connessi all’attività e ai mercati dell’Emittente e del Gruppo
(A) Rischi connessi all’attività di ricerca, esplorazione, sviluppo e produzione di idrocarburi
Le attività di ricerca, sviluppo e produzione di idrocarburi comportano elevati investimenti e sono soggette a rischi di carattere economico e naturale, compresi quelli relativi alle caratteristiche fisiche dei giacimenti di petrolio e di gas.
In particolare, l’attività esplorativa presenta il rischio dell’esito negativo della ricerca di idrocarburi che si verifica in presenza di pozzi sterili o di scoperta di quantitativi di idrocarburi privi dei requisiti di commerciabilità.
La produzione di idrocarburi è fortemente regolamentata ed è soggetta alle condizioni imposte dai governi dei diversi Paesi nei quali il Gruppo opera con riferimento, ad esempio, alle procedure di aggiudicazione dei diritti di esplorazione e produzione, all’imposizione di specifici obblighi relativi alla trivellazione e ad altri aspetti operativi, ai provvedimenti in materia di tutela dell’ambiente, al controllo sullo sviluppo e l’abbandono di giacimenti ed installazioni e alle limitazioni alla produzione.
Per ulteriori informazioni, si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 6, Paragrafo 6.1.1.
(1) Rischi connessi all’attività di esplorazione
I costi di perforazione, completamento e gestione dei pozzi sono di difficile programmazione e le attività di perforazione potrebbero avere esito negativo a causa di svariati fattori, quali condizioni impreviste di perforazione, di pressione o irregolarità delle formazioni rocciose, malfunzionamenti degli impianti e attrezzature, il verificarsi di incidenti (esplosioni, incendi, collisioni nelle operazioni offshore), avverse condizioni meteorologiche e ambientali, carenze o ritardi di consegna di impianti e attrezzature. Inoltre, il grado di rischio dell’attività esplorativa risente in misura rilevante della localizzazione delle operazioni in ambienti complessi (in particolare l’offshore profondo e ultraprofondo, le aree remote o quelle che presentano condizioni ambientali avverse come il Mar Caspio o l’Alaska).
In futuro, Eni continuerà a sostenere elevati investimenti esplorativi; una quota significativa di tali investimenti sarà dedicata a progetti a elevato rischio minerario, in particolare una parte importante dell’attività esplorativa sarà
FATTORI DI RISCHIO
condotta nell’offshore profondo e ultraprofondo. Ciò rende probabile il sostenimento di costi relativi ai pozzi sterili o di insuccesso commerciale.
Per ulteriori informazioni, si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 6, Paragrafo 6.1.1.
(2) Rischi connessi ai progetti di sviluppo
I risultati economico-finanziari futuri di Eni dipendono in misura determinante dalla capacità di sviluppare e gestire i principali progetti di sviluppo secondo i piani e i programmi stabiliti.
In particolare, Eni è impegnata in numerosi progetti di sviluppo per la produzione delle riserve di idrocarburi, soprattutto in ambienti complessi (offshore profondo e ultraprofondo, aree remote). Nel settore petrolifero un periodo temporale ampio intercorre generalmente tra la fase esplorativa e le successive fasi di sviluppo e di commercializzazione delle riserve scoperte. Infatti, i progetti di sviluppo comportano attività lunghe e complesse, che vanno dall’attività di analisi di una scoperta al fine della valutazione della commerciabilità delle riserve, alla definizione e approvazione del relativo progetto di sviluppo, alla realizzazione di impianti e attrezzature, e la gestione operativa. Conseguentemente, il ritorno di progetti con tali orizzonti temporali è esposto alla volatilità dei prezzi del petrolio e del gas, con la conseguenza che i prezzi di realizzo potrebbero rivelarsi inferiori rispetto ai prezzi assunti come riferimento nella valutazione dell’investimento.
I principali fattori che potrebbero compromettere il ritorno di questi progetti, oltre alla rischiosità tipica degli investimenti a lungo termine, sono:
- i risultati delle negoziazioni fra le compagnie petrolifere internazionali o gli enti petroliferi di Stato per la definizione dei termini industriali e commerciali del progetto, in particolare gli accordi industriali che regolano la realizzazione di importanti infrastrutture per la commercializzazione degli idrocarburi;
- l’abilità di negoziare favorevoli contratti di vendita di lungo termine con i clienti;
- lo sviluppo di mercati spot per la vendita di idrocarburi, che rappresenta un pre-requisito essenziale per attuare lo sviluppo di particolari progetti;
- la tempestiva assegnazione di permessi e licenze da parte delle agenzie governative;
- la capacità nel progettare le attività di sviluppo in modo tale da evitare inconvenienti tecnici o di altra natura;
- lo slittamento nella finalizzazione del progetto che potrebbe determinare lo slittamento dei tempi di avvio della produzione;
- ritardi nella produzione e consegna di impianti e attrezzature critici o carenze nella disponibilità di mercato;
FATTORI DI RISCHIO
- rischi connessi all’impiego di nuove tecnologie e insuccesso nello sviluppo di tecnologie avanzate per la massimizzazione del tasso di recupero degli idrocarburi;
- cambiamenti nelle condizioni operative e variazioni in aumento dei costi di investimento ed operativi;
- l’effettiva performance dei giacimenti;
- nell’ambito di progetti condotti in joint venture o partnership, la limitata autonomia di gestione dei rischi e costi di detti progetti, anche nel rispetto degli accordi assunti con i partners e consorziati (c.d. co-venturers), nonché di influenza e controllo sulle operazioni, sui comportamenti e sugli adempimenti degli stessi partners e di consorziati (co-venturers).
Per ulteriori informazioni, si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 6, Paragrafo 6.1.1.
(B) Rischi connessi alla ciclicità del settore oil&gas
La recessione economica globale e la riduzione dell’attività produttiva hanno determinato la marcata flessione della domanda di energia con il conseguente crollo delle quotazioni delle principali commodity energetiche.
Allo stato attuale, risulta difficile fare previsioni sui tempi della ripresa della domanda e delle quotazioni. Un periodo prolungato di debolezza dei prezzi del petrolio rappresenta una criticità per la sostenibilità dei programmi di investimento dell’Emittente, tenuto conto dei lunghi tempi di realizzazione e del processo di valutazione e realizzazione.
La redditività dei progetti è esposta all’andamento dei prezzi del petrolio che potrebbero attestarsi su livelli inferiori rispetto a quelli ipotizzati in sede di valutazione. Conseguentemente, in presenza di una congiuntura di bassi prezzi, Eni adegua i propri piani industriali, riprogrammando i progetti di investimento in funzione delle loro caratteristiche di redditività e profilo di rischio, nel rispetto dell’equilibrio finanziario.
La flessione dei prezzi del petrolio rappresenta, inoltre, un elemento di incertezza per il rimpiazzo delle riserve, innescando due fattori contrapposti di revisione delle Riserve Certe di idrocarburi. In particolare, l’effetto negativo si verifica rendendo non più economici quei progetti la cui valutazione è stata effettuata sulla base di livelli di prezzo significativamente più alti rispetto a quelli attuali. L’effetto positivo è, invece, dato dalle maggiori riserve di idrocarburi iscritte a bilancio a fronte dei contratti denominati Production Sharing Agreement dove, a parità di costi sostenuti per lo sviluppo di un giacimento, la quota di riserve di idrocarburi destinata al recupero dei costi e alla remunerazione del contrattista aumenta al diminuire del prezzo del barile, occorrendo una quota maggiore di idrocarburi per il soddisfacimento della quota di spettanza del contrattista.
Nel caso in cui la flessione dei prezzi del petrolio dovesse ulteriormente e significativamente aggravarsi rispetto a quella attuale, si potrebbero verificare effetti
FATTORI DI RISCHIO
negativi sull’attività e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo Eni.
(C) Rischi connessi all’incapacità di rimpiazzare le riserve prodotte di petrolio e di gas naturale
I risultati economico-finanziari dell’Emittente dipendono in misura sostanziale dalla capacità di rimpiazzare le riserve prodotte di petrolio e gas naturale attraverso nuove scoperte, l’applicazione di tecnologie avanzate in grado di massimizzare il tasso di recupero degli idrocarburi dalle riserve esistenti, i risultati effettivi delle attività di sviluppo e di produzione, negoziazioni con i Paesi che dispongono delle risorse petrolifere, nonché le acquisizioni. L’eventuale insuccesso nella ricostituzione delle riserve prodotte potrebbe compromettere l’attività e la situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo Eni.
Per ulteriori informazioni, si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 6, Paragrafo 6.1.1 lett. (A).
(D) Rischi connessi all’incertezza nella valutazione delle riserve di petrolio e di gas naturale
La valutazione delle riserve di petrolio e di gas naturale si basa su metodi di tipo ingegneristico che hanno un margine intrinseco di aleatorietà. Nonostante esistano autorevoli linee guida sui criteri ingegneristici e geologici che devono essere rispettati affinché le riserve possano essere classificate come certe, l’accuratezza della stima delle riserve dipende dalla qualità delle informazioni disponibili e dall’interpretazione e dal giudizio della direzione aziendale dell’Emittente. Nei principali progetti di sviluppo trascorrono tipicamente da uno a quattro anni tra la registrazione iniziale delle riserve e l’avvio della produzione.
La produzione di petrolio e di gas naturale effettivamente estratta dai pozzi e le analisi di giacimento successive possono comportare delle revisioni significative in aumento o in diminuzione. Anche i cambiamenti dei prezzi del petrolio e del gas naturale possono avere un effetto sui volumi delle Riserve Certe rispetto alla stima iniziale e, nel caso di Production Sharing Agreement e contratti di buy back, sulle produzioni e sulle riserve di spettanza. Conseguentemente, la stima delle riserve potrebbe differire in misura significativa rispetto alle quantità di idrocarburi che saranno effettivamente estratte. Le stime delle riserve sono utilizzate nella determinazione degli ammortamenti e delle svalutazioni. In particolare, a parità di altre variabili, un aumento delle riserve certe stimato per singolo giacimento riduce la quota di ammortamento a carico del periodo e viceversa. Quanto maggiore è la consistenza delle riserve, tanto minore è la probabilità che le attività minerarie siano oggetto di svalutazione.
Per ulteriori informazioni, si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 6, Paragrafo 6.1.1.
(E) Rischi connessi alla tassazione e imposte applicate alle attività upstream
Eni conduce attività di esplorazione e di produzione di idrocarburi in numerosi Paesi. Indipendentemente dal livello di stabilità del quadro istituzionale e legislativo dei Paesi i cui opera l’Emittente, gli eventuali inasprimenti dei regimi fiscali applicabili alle
FATTORI DI RISCHIO
attività upstream in termini di maggiori imposte sul reddito, royalty e altre imposte sulla produzione potrebbero avere effetti negativi sull’attività e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo Eni.
(F) Rischi connessi all’operatività in determinati Paesi
Una parte notevole delle riserve di idrocarburi dell’Emittente sono localizzate in Paesi al di fuori dell’Unione Europea e dell’America Settentrionale, alcuni dei quali possono essere politicamente o economicamente meno stabili.
Al 31 dicembre 2008, circa l’80% delle Riserve Certe di idrocarburi dell’Emittente erano localizzate in tali Paesi. Analogamente, una parte notevole degli approvvigionamenti di gas di Eni proviene da Paesi al di fuori dell’Unione Europea o dell’America settentrionale.
Nel 2008 circa il 70% delle forniture di gas naturale di Eni proveniva da tali Paesi.
Evoluzioni del quadro politico, crisi economiche, conflitti sociali interni possono compromettere in modo temporaneo o permanente la capacità di Eni di operare in condizioni economiche in tali Paesi, nonché di assicurarsi l’accesso alle riserve di idrocarburi e l’approvvigionamento di gas.
Ulteriori rischi connessi all’attività in tali Paesi sono rappresentati da: (i) mancanza di un quadro legislativo stabile e incertezze sulla tutela dei diritti delle compagnie straniere in caso di inadempienze contrattuali da parte di soggetti privati o Enti di Stato; (ii) sviluppi o applicazioni penalizzanti di leggi, regolamenti, modifiche contrattuali unilaterali che comportano la riduzione di valore degli asset dell’Emittente, disinvestimenti forzosi ed espropriazioni; (iii) restrizioni di varia natura sulle attività di esplorazione, produzione, importazione ed esportazione; (iv) incrementi della fiscalità applicabile; (v) conflitti sociali interni che sfociano in atti di sabotaggio, attentati, violenze e accadimenti simili.
Va peraltro segnalato che nel recente passato modifiche penalizzanti del quadro normativo, in particolare quello di natura fiscale, si sono verificate o sono state annunciate anche in Paesi dell’UE e dell’America Settentrionale.
Ferma restando la loro natura imprevedibile, il verificarsi degli eventi sopra descritti può comportare effetti negativi sull’attività e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo Eni.
Per ulteriori informazioni, si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 6, Paragrafo 6.2.
(G) Rischi connessi alle variazioni dei prezzi dei prodotti e servizi venduti
I risultati dell’Emittente sono influenzati dalle variazioni dei prezzi dei prodotti e servizi venduti, in particolare i prezzi del petrolio, del gas naturale e dei prodotti petroliferi.
La riduzione dei prezzi degli idrocarburi comporta generalmente la diminuzione dei risultati operativi e viceversa. L’esposizione strategica al rischio, che è intrinseca al
FATTORI DI RISCHIO | |
business, non è oggetto di sistematica attività di copertura con strumenti finanziari | |
derivati. | |
Saltuariamente l’Emittente valuta l’opportunità di mitigare l’esposizione al rischio | |
commodity mediante il ricorso ad appropriati strumenti derivati di copertura in | |
relazione a singole operazioni di acquisto di riserve finalizzate al perseguimento di | |
obiettivi di crescita o come parte della gestione ordinaria del portafoglio. In tale | |
ambito, nel 2007 sono stati attivati degli strumenti derivati di copertura del rischio di | |
variazione dei flussi di cassa (cash flow hedge) attesi dalla vendita nel periodo 2008- | |
2011 di circa il 2% del totale delle riserve certe di idrocarburi al 31 dicembre 2006 | |
(125,7 milioni di boe), in considerazione delle acquisizioni di asset realizzate nel 2007 | |
in Congo e nel Golfo del Messico. Gli strumenti derivati posti in essere sono in parte | |
contratti di vendita a termine a prezzo fisso, in parte opzioni di vendita e d’acquisto | |
con identica data di esercizio esercitabili al verificarsi di prezzi di mercato del greggio | |
di riferimento, rispettivamente inferiori o superiori a quelli stabiliti. Nel 2008 sono | |
state liquidate operazioni corrispondenti alla vendita di 46 milioni di barili di petrolio; | |
pertanto, alla data del bilancio per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2008, residuano | |
operazioni relative a circa 80 milioni di barili. Per effetto di tali operazioni, il prezzo | |
medio di realizzo in Dollari Statunitensi del petrolio Eni di 84,05 Dollari | |
Statunitensi/barile è stato influenzato negativamente per 4,13 Dollari Statunitensi/barile | |
dal regolamento degli strumenti derivati relativi ai 46 milioni di barili venduti | |
nell’anno, come di seguito indicato: | |
Xxxxxxxx Xxxxxxxxx 2007 2008 | |
Volumi venduti (milioni di barili) 366,7 364,3 Produzione coperta da strumenti derivati “cash flow hedge” 46,0 Prezzo medio di realizzo escluso l’effetto degli strumenti derivati ($ barile) 67,70 88,17 Utile (perdita) realizzata dagli strumenti derivati (4,13) Prezzo medio di realizzo 67,70 84,05 | |
Il rischio commodity di natura commerciale è gestito dalle singole unità di business. | |
L’obiettivo di risk management del Gruppo è l’ottimizzazione delle attività “core” nel | |
perseguimento degli obiettivi di stabilità dei margini industriali. Per la gestione del | |
rischio commodity derivante dall’esposizione commerciale, Eni utilizza strumenti derivati negoziati nei mercati organizzati ICE e NYMEX (futures) e strumenti derivati | |
Over The Counter con sottostante greggio, prodotti petroliferi o energia elettrica. Le | |
operazioni in derivati attivate da Eni a tal fine, pur non essendo di natura speculativa, | |
non consentono l’utilizzo dell’hedge accounting in base agli IFRS in quanto sono | |
relative ad esposizioni nette del Gruppo e non a singole operazioni. Pertanto, la | |
variazione di fair value di tali strumenti derivati su commodity (che comprende sia la | |
componente liquidata che la re-misurazione del fair value per le operazioni ancora in | |
essere a fine esercizio) è imputata a conto economico. Nel 2008 l’effetto a conto | |
economico è stato negativo per Euro 124 milioni rilevato tra le componenti finanziarie | |
del conto economico consolidato a cui si contrappongono un ammontare equivalente di | |
miglioramento dei margini commerciali rappresentati nell’utile operativo. Per una | |
descrizione dei principali contratti derivati su commodity attivati da Eni si rinvia alle | |
note n. 7 e 20 del bilancio consolidato al 31 dicembre 2008. |
FATTORI DI RISCHIO
(H) Rischi connessi alle variazioni dei tassi di cambio
L’esposizione al rischio di variazioni dei tassi di cambio deriva dall’operatività dell’Emittente in valute diverse dall’euro (principalmente il dollaro USA) e determina impatti: (i) sul risultato economico, per effetto della differente significatività di costi e ricavi in valuta rispetto al momento in cui sono state definite le condizioni di prezzo (rischio economico) e per effetto della conversione di crediti/debiti commerciali o finanziari denominati in valuta (rischio transattivo); e (ii) sul bilancio consolidato (risultato economico e patrimonio netto) per effetto della conversione di attività e passività di aziende che redigono il bilancio in valuta diversa dall’euro (rischio traslativo).
In generale, un apprezzamento del dollaro USA rispetto all’euro ha un effetto positivo sull’utile operativo di Eni in quanto i prezzi del petrolio, del gas naturale e dei prodotti raffinati sono generalmente espressi o comunque collegati al dollaro USA, mentre una parte significativa dei costi di Eni sono denominati in Euro. L’obiettivo di risk management del Gruppo è la minimizzazione del rischio cambio economico e transattivi.
In particolare, Eni centralizza la gestione del rischio cambio, compensando le esposizioni di segno opposto derivanti dalle diverse attività di business coinvolte e coprendo con il mercato l’esposizione residua. A questo scopo sono impiegate diverse tipologie di contratti derivati (in particolare, swap e forward, nonché opzioni su valute) i cui effetti in termini di variazione del relativo fair value sono imputati a conto economico per le considerazioni di cui al punto precedente. Nel 2008, è stato registrato un effetto negativo netto di Euro 300 milioni nelle componenti finanziarie del conto economico a cui si correlano differenze nette attive di cambio per Euro 206 milioni. Per una descrizione dei principali contratti derivati su valute attivati da Eni si rinvia alle note n. 7 e 20 del bilancio consolidato del Gruppo chiuso al 31 dicembre 2008.
Il rischio derivante dalla maturazione del reddito d’esercizio in divisa oppure dalla conversione delle attività e passività di aziende che redigono il bilancio in valuta diversa dall’euro non è di norma oggetto di copertura.
(I) Rischi connessi alle variazioni dei tassi di interesse
I tassi di interesse del debito finanziario di Eni sono principalmente indicizzati all’Euro Interbank Offered Rate (EURIBOR) e al London Interbank Offered Rate (LIBOR). Conseguentemente, le variazioni dei tassi di interesse possono avere un impatto significativo sui costi di finanziamento per l’Emittente. L’esposizione al rischio di variazione dei tassi di interesse influisce sul valore di mercato delle attività e passività finanziarie dell’Emittente e sul livello degli oneri finanziari netti. L’obiettivo di risk management del Gruppo è la minimizzazione del rischio di tasso d’interesse nel perseguimento degli obiettivi di struttura finanziaria definiti e approvati dalla direzione aziendale.
In particolare, Eni al fine di gestire il bilanciamento tra indebitamento a tasso fisso e indebitamento a tasso variabile utilizza contratti derivati sui tassi di interesse, quali, ad esempio, Interest Rate Swap. Nel 2008, a fronte di queste operazioni è stato registrato
FATTORI DI RISCHIO
un effetto negativo netto di Euro 127 milioni. Per una descrizione dei principali contratti derivati su tassi di interesse attivati da Eni si rinvia alle note n. 7 e 20 del bilancio consolidato del Gruppo chiuso al 31 dicembre 2008.
(J) Rischi connessi all’esposizione alle condizioni climatiche
Da un anno all’altro, variazioni significative nelle condizioni climatiche in Italia e nel resto d’Europa determinano variazioni nella domanda di gas e di alcuni prodotti petroliferi a uso riscaldamento. Conseguentemente, l’utile operativo del settore Gas & Power e, in misura minore, del settore Refining & Marketing e la comparabilità nel tempo di tali risultati risentono delle variazioni delle condizioni climatiche. Inoltre, i risultati trimestrali dell’Eni riflettono la stagionalità nella domanda di gas naturale e di alcuni prodotti petroliferi a uso riscaldamento, la cui domanda è più alta nel primo trimestre dell’anno, che comprende i mesi più freddi, e più bassa nel terzo trimestre, che comprende i mesi più caldi.
Le attività di Eni sono soggette anche ai rischi di eventi meteorologici estremi (uragani, maremoti, e altri fenomeni similari) che possono causare danni significativi a impianti e attrezzature e interruzioni dell’attività, soprattutto nelle operazioni offshore con conseguenti effetti negativi sull’attività e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo Eni.
(K) Rischio connesso alla possibile evoluzione del mercato italiano del gas
(1) Rischio connesso alla regolamentazione del settore del gas in Italia
Il Decreto Letta ha dettato norme per la liberalizzazione del mercato interno del gas naturale con un impatto significativo sull’operatività di Eni, che è presente in Italia in tutte le attività della filiera del gas naturale.
In particolare, tale decreto impone, fino al 31 dicembre 2010, limiti dimensionali a tutti gli operatori del mercato del gas naturale commisurati a una quota dei consumi nazionali fissata rispettivamente: (i) al 75%, a decorrere dal 1° gennaio 2002, per le immissioni di gas nella rete nazionale di gasdotti sia di importazione sia di produzione nazionale ai fini della vendita; la quota si riduce annualmente di 2 punti percentuali a partire dal 2003 fino a raggiungere il 61% nel 2009; (ii) al 50%, a decorrere dal 1° gennaio 2003, per le vendite ai clienti finali. Le quote sono calcolate al netto dell’autoconsumo di gas naturale e, per le vendite, anche delle perdite di sistema.
L’imposizione di detti tetti normativi ha comportato l’ingresso sul mercato di nuovi operatori con la conseguente progressiva erosione dei margini di vendita del gas da parte dell’Emittente.
Gli altri aspetti di rilievo della regolamentazione del settore del gas in Italia sono l’accesso regolato alle infrastrutture, l’autonomia gestionale dei gestori di sistemi di trasporto e distribuzione gas facenti parte di gruppi di imprese verticalmente integrate ai sensi delle disposizioni del Testo Integrato dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas in materia di unbundling (delibere 11/07 e 253/07) entrato in vigore il 1° luglio 2008 e il riconoscimento all’Autorità per l’energia elettrica e il
FATTORI DI RISCHIO
gas di poteri di regolamentazione, in particolare in materia di fissazione dei prezzi per le forniture ai clienti del mercato domestico e di determinazione delle tariffe per l’uso delle infrastrutture di trasporto, distribuzione, stoccaggio e rigassificazione del gas naturale.
Anche i provvedimenti di legge possono limitare la capacità commerciale dell’Emittente e la politica dei margini. In particolare, nel giugno 2008 il decreto legge n. 112 che ha introdotto una maggiorazione d’imposta del 5,5% a carico dei soggetti che operano nel settore energia con un fatturato superiore a 25 milioni di euro ha istituito il divieto di traslare sui prezzi finali al consumo detta maggiorazione d’imposta attribuendo all’Autorità per l’energia elettrica e il gas il compito di vigilare sull’osservanza del divieto.
L’Autorità per l’energia elettrica e il gas con le delibere ARG n.91 e VIS n. 109 del 2008 ha stabilito che gli operatori hanno l’obbligo di adottare misure gestionali preventive, attestate dall’organo delegato, finalizzate a impedire la traslazione.
(2) Xxxxxx connessi ai contratti che contengono clausole di Take-or-pay
Per coprire la domanda di gas naturale nel medio e lungo periodo, in particolare del mercato italiano, Eni ha stipulato con i Paesi produttori contratti di acquisto pluriennali. Tali contratti che contengono clausole Take-or-pay, dal 2010 assicureranno 62,4 miliardi di metri cubi/anno esclusi i volumi soggetti a clausole di Take-or-pay connessi all’acquisizione di Distrigas che saranno destinati alla vendita sul mercato belga.
Nonostante una parte crescente dei volumi disponibili di gas sia commercializzata all’estero, nel lungo termine, trend sfavorevoli nella domanda e nell’offerta di gas in Italia, anche a seguito dell’entrata a regime degli investimenti realizzati nel 2008 da parte Eni e di terzi operatori e della realizzazione di tutti gli investimenti annunciati in nuove infrastrutture di approvvigionamento, nonché l’evoluzione della regolamentazione del settore, costituiscono elementi di rischio nell’adempimento delle obbligazioni previste dai contratti Take-or-pay in quanto potrebbero comportare per la Società la necessità di pagare quantitativi di gas non ritirati dai propri fornitori.
Qualora la domanda di gas in Italia cresca meno delle previsioni e tenuto conto dell’incremento atteso dell’offerta di gas in Italia, nonché delle disponibilità Eni di gas in base ai contratti Take-or-pay e dei rischi di implementazione dei propri piani di espansione delle vendite in Europa, Eni potrebbe fronteggiare un ulteriore inasprimento della pressione competitiva sul mercato italiano con impatti negativi sui margini di vendita del gas.
(L) Rischi connessi all’utilizzo di stime contabili
L’applicazione dei principi contabili generalmente accettati per la redazione del bilancio e delle relazioni contabili infrannuali comporta che la direzione aziendale dell’Emittente effettui stime contabili basate su giudizi complessi e/o soggettivi, stime
FATTORI DI RISCHIO
basate su esperienze passate e ipotesi considerate ragionevoli e realistiche sulla base delle informazioni conosciute al momento della stima.
L’utilizzo di queste stime contabili influenza il valore di iscrizione delle attività e delle passività e l’informativa su attività e passività potenziali alla data del bilancio, nonché l’ammontare dei ricavi e dei costi nel periodo di riferimento.
I risultati effettivi possono differire da quelli stimati a causa dell’incertezza che caratterizza le ipotesi e le condizioni sulle quali le stime sono basate. Le stime contabili critiche del processo di redazione del bilancio e delle relazioni contabili infrannuali perché comportano un elevato ricorso a giudizi soggettivi, assunzioni e stime relativi a tematiche per loro natura incerta, sono le seguenti: (i) l’attività mineraria; (ii) le svalutazioni; (iii) lo smantellamento e il ripristino dei siti; (iv) le business combination;
(v) le passività ambientali; (vi) i benefici per i dipendenti; (vii) i fondi e (viii) il riconoscimento dei ricavi nel settore Ingegneria & Costruzioni.
Le modifiche delle condizioni alla base di giudizi, assunzioni e stime adottati possono determinare un impatto rilevante sui risultati successivi.
(M) Rischi connessi alla normativa antitrust
L’attività dell’Emittente è particolarmente esposta ai rischi derivanti dalla normativa in materia di concorrenza ed antitrust soprattutto nei settori del gas e della raffinazione e marketing dove l’Eni vanta un’ampia presenza sia in Italia che in Europa. A tal proposito, Eni è coinvolta in alcune indagini e procedimenti in materia di abuso di posizione dominante ed intese restrittive della concorrenza, da cui potrebbe derivare, in caso di soccombenza, l’applicazione di sanzioni, anche di importo significativo, e/o di altre prescrizioni da parte delle autorità competenti, nonché la formulazione di richieste di risarcimento danni da parte dei soggetti che ritengono di essere stati danneggiati dai comportamenti anticoncorrenziali che dovessero eventualmente essere accertati a carico delle società del Gruppo. Per ulteriori informazioni, si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 13, Paragrafo 13.6. La rilevazione di passività per contenziosi in materia di antitrust segue le regole generali di rilevazione delle passività a fronte dei procedimenti legali (vedi paragrafo successivo). Al 31 dicembre 2008, la consistenza delle passività accantonate a fronte di contenziosi in materia antitrust ammonta a circa Euro 450 milioni e riguarda, in particolare, il contenzioso di fronte alle Autorità antitrust europee nel settore elastomeri e il contenzioso di fronte all’Autorità nazionale garante della concorrenza e del mercato in tema di potenziamento del gasdotto di importazione del gas dall’Algeria (TTPC), la cui informativa è riportata nelle note al bilancio consolidato al 31 dicembre 2008. Per una descrizione completa dei contenziosi attualmente in essere in materia di antitrust si rinvia alla nota al bilancio consolidato al 31 dicembre 2008 n. 29-Garanzie, impegni e rischi e alla Sezione Prima, Capitolo 13, Paragrafo 13.6.
(N) Rischi derivanti dai procedimenti legali
Eni è parte in procedimenti civili e amministrativi e in azioni legali collegati allo svolgimento delle sue attività. Le passività a fronte dei contenziosi sono rilevate quando: (i) è probabile l’esistenza di un’obbligazione in capo all’Emittente derivante
FATTORI DI RISCHIO
da un evento passato; (ii) è probabile che l’adempimento dell’obbligazione sia oneroso;
(iii) l’ammontare dell’obbligazione può essere stimato attendibilmente. Gli accantonamenti sono iscritti a bilancio al valore rappresentativo della migliore stima dell’ammontare che l’Emittente razionalmente pagherebbe per estinguere l’obbligazione ovvero per trasferirla a terzi alla data di chiusura del periodo.
Non è effettuata alcuna rilevazione di passività nel caso in cui l’Emittente ritiene improbabile un esito sfavorevole del procedimento, ovvero l’ammontare dello stanziamento non è stimabile in modo attendibile. Nella nota al bilancio consolidato 2008 dell’Emittente n. 29 -Garanzie, impegni e rischi è indicata una descrizione dei procedimenti più significativi di cui l’Emittente è parte per i quali è stata rilevata o meno una passività. Al 31 dicembre 2008, la consistenza delle passività accantonate a fronte di contenziosi legali ammonta a circa Euro 360 milioni e riguarda in particolare il contenzioso Agrifactoring, illustrato nella nota al bilancio consolidato 2008 n. 29- Garanzie, e contenziosi minori legati al normale svolgimento del business.
Per ulteriori informazioni, si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 13, Paragrafo 13.6.
(O) Rischi connessi alla normativa in materia di ambiente, salute e sicurezza
Eni è soggetta a numerose leggi e regolamenti per la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza a livello nazionale, internazionale e comunitario, comprese le leggi che attuano convenzioni e protocolli internazionali, relativi alle attività nel campo degli idrocarburi, ai prodotti e alle altre attività svolte. In particolare, queste norme prevedono l’acquisizione di permessi prima dell’avvio della perforazione; pongono limitazioni al tipo, alla concentrazione e alla quantità delle diverse sostanze che possono essere rilasciate nell’ambiente durante l’attività di prospezione, di ricerca e di produzione; limitano o proibiscono l’attività di perforazione in terreni situati in aree protette; prevedono sanzioni di natura penale e civile a carico dei responsabili nel caso di inquinamento ambientale che dovesse risultare dall’esercizio di attività nei settori degli idrocarburi o della petrolchimica.
La normativa ambientale pone limiti anche alle emissioni nell’atmosfera e agli scarichi in acque superficiali e sotterranee da parte di impianti petroliferi, petrolchimici, di raffinazione e di trasporto. Le attività di Eni, inoltre, sono soggette a disposizioni normative specifiche relative alla produzione, al trasporto, allo stoccaggio, allo smaltimento e al trattamento dei rifiuti.
Le normative in materia ambientale, di salute e di sicurezza hanno un impatto notevole sulle attività di Eni. Rischi di costi e responsabilità ambientali e in tema di salute e di sicurezza sono inerenti ad alcune delle attività e ad alcuni dei prodotti di Eni ed è possibile che negli anni futuri Eni possa sostenere significativi costi ed oneri derivanti dall’adempimento degli obblighi previsti da leggi e regolamenti in tema di ambiente, salute e sicurezza.
Inoltre, il mancato rispetto delle norme vigenti comporta sanzioni di natura penale e/o civile a carico dei responsabili e, in alcuni casi di violazione della normativa sulla sicurezza, a carico delle aziende, secondo un modello europeo di responsabilità oggettivo dell’impresa recepito anche in Italia (Decreto Legislativo 231/2001).
FATTORI DI RISCHIO
Soprattutto in Italia, la recente normativa relativa alla salute e sicurezza sul luogo di lavoro, ha introdotto nuovi obblighi che impatteranno sulla gestione delle attività nei siti di Eni ed in particolare nel rapporto con i contrattisti.
L’eventuale mancata osservazione da parte dell’Emittente della normativa in materia ambientale, di salute e di sicurezza può comportare l’applicazione di sanzioni in capo all’Emittente con conseguenti effetti negativi sull’attività e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo Eni.
Per ulteriori informazioni, si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 13, Paragrafo 13.6.
(P) Rischi connessi all’insorgere di passività ambientali
Benché Eni ritenga di svolgere la propria attività nel rispetto di leggi e regolamenti in materia di ambiente, il rischio di incorrere in oneri imprevisti e obblighi di risarcimento, ivi comprese le richieste di risarcimento dei danni a cose e a persone, in tema di ambiente è connaturato all’attività tipica di una società petrolifera integrata. In particolare:
• in sede civile, il Gruppo è convenuto in una serie di cause intentate dal Ministero dell’Ambiente e da altri soggetti pubblici per il risarcimento dei danni asseritamente causati all’ambiente dall’attività degli stabilimenti delle società del Gruppo; in alcuni di questi casi le domande dei soggetti pubblici attori ammontano ad importi molto rilevanti e relativi giudizi sono in corso; non si può escludere, inoltre, dato anche il numero di siti gestiti dal Gruppo, che possano essere intentate in futuro nuove cause anche per importi rilevanti;
• in sede amministrativa, varie autorità hanno imposto (e potrebbero imporre in futuro) alle società del Gruppo attività di bonifica e disinquinamento; i relativi provvedimenti amministrativi sono stati impugnati dal gruppo e ad oggi pendono i contenziosi relativi; nel caso in cui il Gruppo dovesse risultare soccombente in tali contenziosi, potrebbe essere costretto ad investimenti anche significativi per la realizzazione delle attività di disinquinamento imposte dalla pubblica amministrazione;
• in sede penale, sono pendenti vari procedimenti a carico prevalentemente di ex dirigenti del gruppo per reati connessi alla materia ambientale.
Si aggiunga che non può essere escluso con certezza il rischio che Eni possa incorrere in costi o responsabilità in materia ambientale perché, allo stato attuale delle conoscenze, è impossibile prevedere: (i) i risultati delle caratterizzazioni in corso e da eseguire e gli altri possibili effetti derivanti dall’applicazione del decreto del Ministro dell’Ambiente n. 471/1999; (ii) gli eventuali effetti di nuove leggi e regolamenti per la tutela dell’ambiente, che potrebbero essere anche più rigorose di quelle ad oggi vigenti; e (iii) gli effetti di eventuali innovazioni tecnologiche per il risanamento ambientale.
Tuttavia, Eni non ritiene che allo stato attuale vi siano effetti negativi particolarmente rilevanti sul bilancio consolidato per il rispetto della normativa ambientale - anche tenuto conto degli interventi già effettuati, delle polizze assicurative stipulate e dei fondi rischi stanziati.
FATTORI DI RISCHIO
Il verificarsi degli eventi sopra descritti, potrebbe comportare effetti negativi sull’attività e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo Eni.
Al 31 dicembre 2008, la consistenza delle passività accantonate a fronte di contenziosi in materia ambientale ammonta ad Euro 1.980 milioni e riguarda interventi ambientali previsti da norme di legge e regolamenti principalmente nella Syndial illustrati nella nota al bilancio consolidato 2008 n. 29-Garanzie.
Per ulteriori informazioni, si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 13, Paragrafo 13.6.
(Q) Rischi connessi alle acquisizioni
Eni monitora costantemente il mercato oil&gas in vista di possibili opportunità di crescita per linee esterne. Le acquisizioni di società o di asset comportano generalmente due tipi di rischi per l’acquirente: (i) il rischio di pagare un prezzo eccessivo; (ii) il rischio di non essere in grado di integrare in maniera efficace gli asset acquisiti al fine di cogliere le sinergie attese dall’operazione. Inoltre l’acquirente si accolla i rischi connessi all’insorgere di passività ed oneri imprevisti relativi all’entità acquisita. Con riferimento alle acquisizioni recentemente effettuate e a possibili acquisizioni future, il management non può escludere il materializzarsi di tali rischi con conseguenti effetti negativi sull’attività e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo Eni.
Per ulteriori informazioni, si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 5, Paragrafo 5.2.2 ed alla Sezione Prima, Capitolo 15.
(R) Rischi connessi alla disciplina dell’emission trading
Il Decreto Legislativo n. 216 del 4 aprile 2006 ha recepito la direttiva 2003/87/CE in materia di emissioni dei gas ad effetto serra e la direttiva 2004/101/CE relativa all’utilizzo di crediti di carbonio derivanti da progetti basati sui meccanismi flessibili del Protocollo di Kyoto.
Dal 1° gennaio 2005 è operativo lo Schema Europeo di Emission Trading (ETS), in relazione al quale il 27 novembre 2008 è stata emanata la Delibera 20/2008 dal Comitato nazionale Emissions Trading Scheme (Minambiente-Mse) recante l’assegnazione agli impianti esistenti dei permessi di emissione per il quinquennio 2008-2012.
Per tale periodo a Eni sono stati assegnati permessi di emissione equivalenti a 127,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica (circa 25 milioni per anno) a cui si stima dovrebbero essere aggiunti circa 7,4 milioni di permessi di emissione agli impianti “nuovi entranti” nel corso del quinquennio.
Nell’esercizio 2008 le emissioni di anidride carbonica delle installazioni Eni sono risultate complessivamente inferiori rispetto ai permessi di emissione assegnati. A fronte di 25,3 milioni di tonnellate di anidride carbonica emessa in atmosfera sono stati assegnati 25,9 milioni di permessi di emissione, facendo registrare un surplus di 0,6 milioni di tonnellate.
FATTORI DI RISCHIO
4.2 PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO ASSOCIATI AGLI STRUMENTI FINANZIARI
4.2.1 Rischio di mercato
Non vi è alcuna garanzia che il valore di mercato delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso e delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile rimanga costante per tutta la durata delle Obbligazioni. Il valore di mercato delle Obbligazioni subisce infatti l’influenza di diversi fattori quali, a titolo esemplificativo, l’andamento della relativa volatilità e dei tassi di interesse, eventi di natura macroeconomica, la durata residua delle Obbligazioni nonché il rating dell’Emittente.
4.2.2 Rischio di credito per sottoscrittore
Sottoscrivendo o acquistando le Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso e delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile, l’investitore diviene finanziatore dell’Emittente e titolare di un diritto di credito verso lo stesso connesso al pagamento degli interessi e al rimborso del capitale a scadenza, assumendosi il rischio che l’Emittente divenga insolvente o che, comunque, non sia in grado di adempiere, in caso di grave difficoltà finanziaria o patrimoniale, ai propri obblighi di pagamento.
4.2.3 Rischio di xxxxx
Il valore di mercato delle Obbligazioni potrebbe variare nel corso della durata delle medesime a causa dell’andamento dei tassi di mercato.
Con particolare riferimento alle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso, a fronte di un aumento dei tassi di interesse, è verosimile attendersi una riduzione del prezzo di mercato di tali obbligazioni, mentre, a fronte di una riduzione dei tassi di interesse, è verosimile attendersi un rialzo del prezzo di mercato di tali obbligazioni.
Con particolare riferimento alle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile, a fronte di un aumento del tasso (EURIBOR a 6 mesi) nel periodo successivo alla definizione della cedola in corso, è verosimile attendersi una riduzione del prezzo di mercato di tali obbligazioni, mentre, a fronte di una riduzione del tasso (EURIBOR a 6 mesi) nel periodo successivo alla definizione della cedola in corso, è verosimile attendersi un rialzo del prezzo di mercato di tali obbligazioni.
Il rischio rappresentato dall’effetto delle variazioni dei tassi di interesse sul prezzo di mercato delle Obbligazioni è verosimilmente inferiore per le Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile rispetto alle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso.
Inoltre, il sottoscrittore delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile nel corso della vita dei titoli sarà esposto al rischio della diminuzione del valore delle cedole periodiche a fronte di una diminuzione del tasso EURIBOR a 6 mesi, ovvero all’aumento del valore delle cedole periodiche a fronte di un aumento del tasso EURIBOR a 6 mesi.
Inoltre, le fluttuazioni dei tassi di interesse sui mercati finanziari si ripercuotono sui prezzi e quindi sui rendimenti delle Obbligazioni in modo tanto più accentuato quanto più lunga è la loro vita residua. Conseguentemente, qualora gli investitori decidessero di vendere le Obbligazioni prima della loro scadenza, il valore di mercato potrebbe risultare inferiore -
FATTORI DI RISCHIO
anche in maniera significativa - rispetto al prezzo di sottoscrizione delle Obbligazioni, ovvero all’importo inizialmente investito nelle Obbligazioni. Pertanto, il rendimento effettivo dell’investimento potrebbe risultare anche significativamente diverso, ovvero significativamente inferiore, a quello corrente al momento della sottoscrizione e determinato ipotizzando di mantenere l’investimento sino alla scadenza.
4.2.4 Rischio di liquidità
È prevista la quotazione delle Obbligazioni sul Mercato telematico delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato organizzato e gestito da Borsa Italiana (“MOT”). Tuttavia, non è previsto alcun impegno da parte di nessun soggetto a garantire la negoziazione delle Obbligazioni. Pertanto, non vi è alcuna garanzia che in relazione alle Obbligazioni venga ad esistenza un mercato secondario, ovvero che tale mercato secondario, laddove venga ad esistenza, sia un mercato liquido. Il portatore delle Obbligazioni potrebbe quindi trovarsi nell’impossibilità o nella difficoltà di liquidare il proprio investimento prima della sua naturale scadenza, a meno di accettare - pur di trovare una controparte disposta ad acquistare le Obbligazioni - una riduzione anche significativa del prezzo delle Obbligazioni stesse rispetto al loro valore nominale, ovvero al loro prezzo di sottoscrizione o di acquisto, ovvero al loro valore di mercato o ancora al valore di mercato di altri titoli di debito aventi caratteristiche similari. Pertanto, nell’elaborare la propria strategia finanziaria, l’investitore deve tenere in considerazione che l’orizzonte temporale dell’investimento nelle Obbligazioni (definito dalla durata del Prestito a Tasso Fisso e dalla durata del Prestito a Tasso Variabile) deve essere in linea con le sue future esigenze di liquidità.
4.2.5 Rischio connesso alla possibilità di modifiche del regime fiscale delle Obbligazioni
I valori lordi e netti relativi al rendimento delle Obbligazioni contenuti nel presente Prospetto sono calcolati sulla base del regime fiscale in vigore alla data di pubblicazione del Prospetto. Non è possibile prevedere se tale regime fiscale potrà subire eventuali modifiche nel corso della durata del Prestito a Tasso Fisso e del Prestito a Tasso Variabile né, di conseguenza, può essere escluso che, in caso di modifiche, i valori netti indicati possano discostarsi - anche sensibilmente - da quelli che saranno effettivamente applicabili alle Obbligazioni alle varie date di pagamento.
Saranno a carico degli obbligazionisti tutte le imposte e tasse, presenti o future, che per legge colpiscano o dovessero colpire le Obbligazioni o a cui le Obbligazioni siano comunque assoggettate.
Eventuali prelievi fiscali sui redditi o sulle plusvalenze relative alle Obbligazioni che siano maggiori rispetto a quelli previsti dalla normativa fiscale attualmente applicabile e che siano previsti da sopravvenute modifiche legislative o regolamentari, ovvero da sopravvenute prassi interpretative dell’amministrazione finanziaria, comporteranno conseguentemente una riduzione del rendimento delle Obbligazioni al netto del prelievo fiscale, senza che ciò determini alcun obbligo in capo all’Emittente di corrispondere agli obbligazionisti un importo aggiuntivo a compensazione di tale maggiore prelievo fiscale.
FATTORI DI RISCHIO
4.2.6 Rischio connesso alla assenza di garanzie specifiche per le Obbligazioni
Le Obbligazioni costituiscono un debito chirografario dell’Emittente, ossia il corrispondente credito vantato dagli obbligazionisti non è assistito da alcuna garanzia reale rilasciata dall’Emittente, né da garanzie reali o personali prestate da terzi.
Non è prevista, inoltre, limitazione alcuna alla possibilità per l’Emittente di costituire (ovvero di far costituire da terzi) garanzie reali o di far rilasciare da terzi garanzie personali o ancora di costituire (o far costituire da terzi) patrimoni separati destinati a garantire gli obblighi assunti dall’Emittente con riferimento all’emissione di titoli di debito diversi dalle Obbligazioni.
Di conseguenza, nel caso in cui l’Emittente o terzi prestassero garanzie reali e/o personali in relazione a titoli di debito dell’Emittente diversi dalle Obbligazioni, il patrimonio generale dell’Emittente - disponibile per il soddisfacimento delle ragioni di credito dei possessori delle Obbligazioni - potrebbe risultare ridotto. Inoltre, potrebbe registrarsi una diminuzione - anche significativa - del valore di mercato delle Obbligazioni rispetto al valore di mercato di altri strumenti finanziari di debito emessi dall’Emittente, ma assistiti da garanzia reale e/o personale ed aventi, per il resto, caratteristiche similari alle Obbligazioni.
4.2.7 Rischio connesso alla possibilità di modifiche legislative
Il regolamento del Prestito a Tasso Fisso ed il regolamento del Prestito a Tasso Variabile sono disciplinati dalla legge italiana. Eventuali modifiche apportate alle leggi o ai regolamenti applicabili, successivamente alla data del presente Prospetto, potrebbero incidere - anche negativamente - sui diritti dei portatori delle Obbligazioni.
4.2.8 Rischio connesso al rating dell’Emittente ovvero delle Obbligazioni
Alla data del presente Prospetto, all’Emittente sono stati assegnati giudizi di rating di lungo termine pari a AA- e Aa2, rispettivamente, dalle agenzie di rating Standard & Poor’s Rating Services e Moody’s Investors Services. Il rating attribuito all’Emittente dalle agenzie specializzate costituisce una valutazione della capacità dell’Emittente di assolvere i propri impegni finanziari, ivi compresi quelli relativi alle Obbligazioni.
È stato richiesto il rilascio di un rating separato in relazione alle Obbligazioni. Ciò nonostante, non vi è alcuna garanzia che il rating successivamente assegnato alle Obbligazioni, sia almeno pari a quello assegnato all’Emittente, posto che il rating assegnato dipenderà, oltre che dal merito di credito dell’Emittente, anche da fattori diversi, quali la struttura delle Obbligazioni, nonché da ogni altro fattore (compresi i fattori richiamati nella presente Sezione Prima, Capitolo 4) che possa avere un’incidenza sul valore di mercato delle Obbligazioni. Non vi è alcuna garanzia che, il rating successivamente assegnato alle Obbligazioni, rifletta propriamente e nella sua interezza ogni rischio relativo all’investimento nelle Obbligazioni, ovvero che tale rating rimanga costante ed immutato per tutta la durata delle Obbligazioni e non sia oggetto di modifica, revisione o ritiro da parte dell’agenzia di rating.
Il rating non costituisce una raccomandazione d’acquisto, vendita o detenzione di strumenti finanziari ed esso può essere modificato o ritirato in qualsiasi momento dall’agenzia di rating che ha provveduto al suo iniziale rilascio.
FATTORI DI RISCHIO
Ogni modifica effettiva ovvero attesa dei rating attribuiti all’Emittente ovvero alle Obbligazioni potrebbe influire sul valore di mercato delle Obbligazioni. In particolare, un peggioramento del merito di credito dell’Emittente potrebbe determinare un aumento dello Spread di Credito dell’Emittente, determinando altresì una diminuzione del valore di mercato delle Obbligazioni. Viceversa, non vi è alcuna garanzia che un miglioramento dei rating dell’Emittente ovvero delle Obbligazioni determini una diminuzione dello Spread di Credito dell’Emittente, determinando altresì un incremento del valore di mercato delle Obbligazioni, ovvero una diminuzione degli altri rischi di investimento correlati alle Obbligazioni.
Eventuali modifiche ai rating dell’Emittente o delle Obbligazioni, che dovessero intervenire durante il Periodo di Offerta, saranno portate a conoscenza del pubblico mediante apposito avviso pubblicato sul quotidiano “Il Sole 24 ORE” e/o “Milano Finanza” o su altro quotidiano economico a diffusione nazionale, nonché mediante specifico avviso diffuso da Borsa Italiana.
4.2.9 Rischio connesso alle determinazioni e rettifiche operate dall’Agente di Calcolo
Il regolamento delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile prevede - al verificarsi di fatti perturbativi della regolare rilevazione dei valori del parametro di indicizzazione (EURIBOR) - la rilevazione dei valori di tale parametro da parte dell’Agente di Calcolo. Gli eventi di turbativa e le modalità di rilevazione ad esito di tali eventi sono indicati nel regolamento delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile.
UniCredit opererà quale agente di calcolo, cioè soggetto incaricato della determinazione delle cedole relative alle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile e delle attività connesse. Tale coincidenza fra responsabile del collocamento ed agente di calcolo potrebbe determinare una situazione di conflitto di interessi nei confronti degli investitori.
4.2.10 Assenza di quote dell’Offerta riservate ad investitori qualificati
L’Offerta è integralmente ed esclusivamente destinata al pubblico indistinto in Italia, fatti salvi gli impegni di garanzia assunti dal consorzio di collocamento e di garanzia (di cui alla Sezione Seconda, Capitolo 5, Paragrafo 5.4). Nessuna quota sarà destinata ad Investitori Qualificati, come di seguito definiti alla Sezione Seconda, Capitolo 5, Paragrafo 5.2.1.
4.2.11 Ammontare complessivo dei prestiti obbligazionari e numero delle Obbligazioni
L’ammontare complessivo del Prestito a Tasso Fisso e del Prestito a Tasso Variabile sarà comunicato al pubblico mediante apposito avviso integrativo pubblicato sul quotidiano “Il Sole 24 ORE” e/o “Milano Finanza” o su altro quotidiano economico a diffusione nazionale entro 5 (cinque) giorni lavorativi - secondo il calendario di Borsa Italiana di volta in volta vigente (Giorno Lavorativo) - dalla conclusione dell’Offerta e contestualmente trasmesso a Consob, nonché mediante specifico avviso diffuso da Borsa Italiana.
Pertanto, al momento dell’adesione, l’aderente non conoscerà l’ammontare definitivo del Prestito a Tasso Fisso e del Prestito a Tasso Variabile, il quale è comunque stabilito in un ammontare massimo pari ad Euro 1.000.000.000 incrementabile fino ad Euro 2.000.000.000.
FATTORI DI RISCHIO
4.2.12 Prezzo di emissione delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso
Il prezzo di emissione delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso, il quale sarà inferiore al 100% del loro valore nominale e, comunque, non inferiore al 99% del valore nominale delle stesse, sarà determinato al termine del Periodo di Offerta, secondo le modalità di cui alla Sezione Seconda, Capitolo 4, Paragrafo 4.1.2.
Il prezzo di offerta delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso sarà reso noto mediante pubblicazione di un apposito avviso integrativo sul quotidiano “Il Sole 24 ORE” e/o “Milano Finanza” o su altro quotidiano economico a diffusione nazionale entro 5 (cinque) Xxxxxx Xxxxxxxxxx dalla conclusione dell’Offerta e contestualmente trasmesso a Consob, nonché mediante specifico avviso diffuso da Borsa Italiana.
Pertanto, al momento dell’adesione, l’aderente non conoscerà il prezzo di emissione delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso, il quale sarà comunque compreso tra il 99% ed il 100% del valore nominale delle stesse Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso.
4.2.13 Tasso di interesse nominale delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso e delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile
I tassi di interesse nominali delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso e delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile saranno comunicati al pubblico successivamente alla chiusura dell’Offerta.
Il tasso di interesse nominale annuo lordo delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso sarà determinato in misura pari al tasso di rendimento annuo lordo effettivo a scadenza, arrotondato - ove non divisibile per 0,125% - all’ottavo di punto percentuale (e cioè lo 0,125%) inferiore; laddove il tasso di rendimento annuo lordo effettivo a scadenza risulti esattamente divisibile per 0,125%, il tasso di interesse nominale annuo lordo sarà pari a tale tasso di rendimento lordo effettivo a scadenza diminuito dello 0,125%.
Il tasso di rendimento annuo lordo effettivo a scadenza delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso sarà calcolato sommando il margine di rendimento effettivo - il quale sarà compreso nell’ambito di un intervallo che sarà non inferiore a 85 e non superiore a 135 punti base (basis points) - al tasso mid swap a 6 anni (pubblicato sulla pagina Reuters ISDAFIX2, fixing contro EURIBOR a 6 mesi, alle ore 11.00 a.m. di Francoforte), e rilevato il secondo Xxxxxx Xxxxxxxxxx antecedente alla Data di Godimento.
Il tasso di interesse nominale annuo lordo ed il margine di rendimento effettivo delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso saranno comunicati al pubblico con apposito avviso pubblicato sul quotidiano “Il Sole 24 ORE” e/o “Milano Finanza” o su altro quotidiano economico a diffusione nazionale entro 5 (cinque) Xxxxxx Xxxxxxxxxx dalla conclusione dell’offerta delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso, nonché mediante specifico avviso diffuso da Borsa Italiana.
Il tasso di interesse nominale annuo lordo delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile sarà indicizzato all’Euro Interbank Offered Rate (con divisore 360) (EURIBOR) a 6 mesi maggiorato di un margine, il quale sarà compreso nell’ambito di un intervallo che sarà non inferiore a 85 e non superiore a 135 punti base (basis points) e sarà determinato a conclusione dell’offerta delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile e comunicato al
FATTORI DI RISCHIO
pubblico con apposito avviso pubblicato sul quotidiano “Il Sole 24 ORE” e/o “Milano Finanza” o su altro quotidiano economico a diffusione nazionale entro 5 (cinque) Giorni Lavorativi dalla conclusione dell’offerta delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile, nonché mediante specifico avviso diffuso da Borsa Italiana.
4.2.14 Data di Godimento e date di scadenza delle Obbligazioni
La Data di Godimento, la Data di Scadenza del Prestito a Tasso Fisso e la Data di Scadenza del Prestito a Tasso Variabile saranno comunicate al pubblico mediante avviso pubblicato sul quotidiano “Il Sole 24 ORE” e/o “Milano Finanza” o su altro quotidiano economico a diffusione nazionale entro 5 (cinque) Giorni Lavorativi dalla chiusura dell’Offerta, nonché mediante specifico avviso diffuso da Borsa Italiana.
4.2.15 Rischio di ritiro/annullamento dell’Offerta
Successivamente alla pubblicazione del Prospetto e prima della Data di Emissione delle Obbligazioni, l’Offerta potrà non avere inizio, ovvero potrà essere ritirata in tutto o in parte, secondo quanto previsto alla Sezione Seconda, Capitolo 5, Paragrafi 5.1.2 e 5.1.3, previa comunicazione a Consob e successivamente al pubblico, nei quali casi l’Offerta dovrà ritenersi annullata.
In tali ipotesi, ove gli investitori abbiano versato l’importo di sottoscrizione delle Obbligazioni prima della comunicazione di annullamento dell’Offerta, non potranno beneficiare degli interessi sulle somme versate che avrebbero altrimenti percepito se non avessero pagato tali somme come corrispettivo per la sottoscrizione delle Obbligazioni.
4.2.16 Conflitti di interesse dei Responsabili del Collocamento
Banca IMI ed UniCredit, in qualità di Responsabili del Collocamento in relazione all’Offerta, si trovano in una situazione di conflitto d’interessi poiché coordinano e dirigono il consorzio di collocamento e garanzia che garantirà parte del collocamento delle Obbligazioni oggetto dell’Offerta.
I Responsabili del Collocamento, Banca IMI ed UniCredit, versano, inoltre, in una situazione di potenziale conflitto di interessi in quanto facenti parte, rispettivamente, del gruppo bancario Intesa Sanpaolo e del gruppo bancario UniCredit, i quali intrattengono continue relazioni d’affari con l’Emittente e con le società del Gruppo dell’Emittente e vantano nei confronti dell’Emittente e del suo Gruppo crediti finanziari di natura rilevante.
Al 31 marzo 2009, le linee di credito accordate dal gruppo bancario Intesa Sanpaolo e dal gruppo bancario UniCredit nei confronti dell’Emittente e delle società del Gruppo dell’Emittente, erano pari, rispettivamente, a circa Euro 7.573 milioni e ad Euro 4.199 milioni.
Banca IMI ed UniCredit prestano attività e servizi di investimento che possono avere ad oggetto gli strumenti finanziari emessi dall’Emittente e/o da società del suo Gruppo.
4.2.17 Rischio relativo all’assenza di informazioni
L’Emittente non fornirà, successivamente all’Offerta, alcuna informazione relativamente al valore di mercato corrente delle Obbligazioni e, con riferimento alle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile (in relazione alle cedole variabili), all’andamento del parametro di riferimento.
APPENDICE 1
REGOLAMENTO DEL PRESTITO OBBLIGAZIONARIO “ENI TF 2009-2015”
Codice ISIN IT0004503717
ART. 1 - IMPORTO, TAGLI E TITOLI
Il prestito obbligazionario denominato “ENI TF 2009-2015” (il “Prestito a Tasso Fisso”), di un ammontare nominale complessivo pari a Euro [●]7, è emesso da Eni S.p.A. (l’“Emittente”) ed è costituito da n. [●] obbligazioni del valore nominale di Euro 1.000 ciascuna (le “Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso”).
Le Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso sono immesse nel sistema di gestione accentrata presso la Monte Titoli S.p.A. in regime di dematerializzazione, ai sensi del decreto legislativo n. 213 del 24 giugno 1998 e sue successive modifiche ed integrazioni e della relativa regolamentazione di attuazione.
Pertanto, in conformità a quanto previsto dal decreto legislativo n. 213 del 24 giugno 1998, ogni operazione avente ad oggetto le Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso (ivi inclusi i trasferimenti e la costituzione di vincoli) nonché l’esercizio dei relativi diritti patrimoniali potranno essere effettuati esclusivamente per il tramite di intermediari aderenti al sistema di gestione accentrata presso la Monte Titoli S.p.A. I titolari delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso non potranno richiedere la consegna materiale dei titoli rappresentativi delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso. È fatto salvo il diritto di chiedere il rilascio della certificazione di cui all’articolo 85 del decreto legislativo n. 58 del 24 febbraio 1998 e sue successive modifiche e integrazioni ed all’articolo 31, comma 1, lettera b), del decreto legislativo n. 213 del 24 giugno 1998 e sue successive modifiche e integrazioni.
ART. 2 - PREZZO DI EMISSIONE
Le Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso sono emesse ad un prezzo pari al [●]% del loro valore nominale e cioè al prezzo di Euro [●] per ciascuna Obbligazione del Prestito a Tasso Fisso.
ART. 3 - GODIMENTO
Il Prestito a Tasso Fisso è emesso ed ha godimento dal [●] (la “Data di Godimento del Prestito a Tasso Fisso”).
7 Nota, i dati ancora mancanti nel presente Regolamento, ed in particolare:
- l’ammontare complessivo del Prestito a Tasso Fisso ed il numero complessivo delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso (Art. 1);
- il prezzo di emissione delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso (Art. 2);
- la Data di Godimento (Art. 3);
- la Data di Scadenza (Art. 4); e
- il Tasso di Interesse Nominale (Art. 5);
saranno comunicati al pubblico mediante apposito avviso integrativo pubblicato su un quotidiano economico-finanziario a diffusione nazionale entro 5 Giorni Lavorativi dalla chiusura dell’offerta.
ART. 4 - DURATA
Il Prestito a Tasso Fisso ha durata 6 anni (ovvero settantadue mesi) a decorrere dalla Data di Godimento del Prestito a Tasso Fisso e sino al corrispondente giorno del settantaduesimo mese successivo alla Data di Godimento del Prestito a Tasso Fisso e cioè sino al [●] (la “Data di Scadenza del Prestito a Tasso Fisso”).
ART. 5 - INTERESSI
Le Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso sono fruttifere di interessi, al tasso fisso nominale annuo del [●]% (il “Tasso di Interesse Nominale”) dalla Data di Godimento del Prestito a Tasso Fisso (inclusa) e sino alla Data di Scadenza del Prestito a Tasso Fisso (esclusa).
Il pagamento degli interessi sarà effettuato annualmente in via posticipata e cioè alla scadenza di ogni 12 (dodici) mesi a partire dalla Data di Godimento del Prestito a Tasso Fisso. L’ultimo pagamento sarà effettuato alla Data di Scadenza del Prestito a Tasso Fisso.
L’importo di ciascuna cedola sarà determinato moltiplicando l’importo nominale di ciascuna Obbligazione del Prestito a Tasso Fisso, pari a Euro 1.000, per il Tasso di Interesse Nominale. L’importo di ciascuna cedola sarà arrotondato al centesimo di Euro (0,005 Euro arrotondati al centesimo di Euro superiore).
Gli interessi saranno calcolati su base numero di giorni effettivi del relativo periodo di interessi su numero di giorni compresi nell’anno di calendario (365, ovvero in ipotesi di anno bisestile, 366) - secondo la convenzione Act/Act unadjusted, come intesa nella prassi di mercato.
Qualora la data di pagamento degli interessi non dovesse cadere in un giorno lavorativo secondo il calendario di Borsa Italiana S.p.A., di volta in volta vigente, (“Giorno Lavorativo”), la stessa sarà posticipata al primo Giorno Lavorativo immediatamente successivo, senza che tale spostamento comporti la spettanza di alcun importo aggiuntivo ai titolari delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso o lo spostamento delle successive date di pagamento interessi.
Per “periodo di interessi” si intende il periodo compreso tra una data di pagamento interessi (inclusa) e la successiva data di pagamento interessi (esclusa), ovvero, limitatamente al primo periodo di interessi, il periodo compreso fra la Data di Godimento del Prestito a Tasso Fisso (inclusa) e la prima data di pagamento interessi (esclusa), fermo restando che laddove una data di pagamento interessi venga a cadere in un giorno che non è un Giorno Lavorativo e sia quindi posticipata al primo Xxxxxx Xxxxxxxxxx successivo, non si terrà conto di tale spostamento ai fini del calcolo dei giorni effettivi del relativo periodo di interessi.
ART 6 - RIMBORSO
Il Prestito a Tasso Fisso sarà rimborsato alla pari, in un’unica soluzione, alla Data di Scadenza del Prestito a Tasso Fisso.
Qualora la Data di Scadenza del Prestito a Tasso Fisso non dovesse cadere in un Giorno Lavorativo, la stessa sarà posticipata al primo Giorno Lavorativo immediatamente successivo, senza che tale spostamento comporti la spettanza di alcun importo aggiuntivo ai titolari delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso.
Le Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso cesseranno di essere fruttifere dalla Data di Scadenza del Prestito a Tasso Fisso.
Non è prevista la facoltà di rimborso anticipato del Prestito a Xxxxx Xxxxx, né a favore dell’Emittente né a favore dell’obbligazionista.
ART. 7 - SERVIZIO DEL PRESTITO
Il pagamento degli interessi ed il rimborso del capitale delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso avverranno esclusivamente per il tramite gli intermediari autorizzati aderenti alla Monte Titoli S.p.A.
ART. 8 - STATUS DELLE OBBLIGAZIONI DEL PRESTITO A TASSO FISSO
Le Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso non sono subordinate agli altri debiti chirografari presenti e futuri dell’Emittente.
ART. 9 - TERMINE DI PRESCRIZIONE E DECADENZA
I diritti dei titolari delle Obbligazioni del Prestito a Xxxxx Xxxxx si prescrivono, per quanto concerne gli interessi, decorsi cinque anni dalla data in cui questi sono divenuti esigibili e, per quanto concerne il capitale, decorsi dieci anni dalla data in cui le Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso sono divenute rimborsabili.
ART. 10 - ASSEMBLEA DEGLI OBBLIGAZIONISTI
Per la tutela degli interessi comuni degli obbligazionisti si applicano le disposizioni di cui agli articoli 2415 e seguenti del Codice Civile.
Ai sensi dell’articolo 2415 del Codice Civile, l’assemblea degli obbligazionisti delibera:
(1) sulla nomina e sulla revoca del rappresentante comune;
(2) sulle modifiche delle condizioni del prestito;
(3) sulla proposta di concordato;
(4) sulla costituzione di un fondo per le spese necessarie alla tutela dei comuni interessi e sul rendiconto relativo;
(5) sugli altri oggetti di interesse comune degli obbligazionisti.
Con riferimento alle convocazioni dell’assemblea degli obbligazionisti successive alla prima si applica quanto previsto dall’articolo 2369 del Codice Civile.
Alla data del presente regolamento gli amministratori dell’Emittente non hanno ancora provveduto a convocare l’assemblea degli obbligazionisti.
ART. 11 - REGIME FISCALE
Sono a carico dell’obbligazionista le imposte e tasse presenti e future che si rendono dovute per legge sulle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso e/o i relativi interessi, premi ed altri frutti.
ART. 12 - QUOTAZIONE
L’Emittente ha presentato a Borsa Italiana S.p.A. domanda di ammissione alla quotazione delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso presso il MOT. Borsa Italiana S.p.A., con provvedimento n. 6319 dell’8 giugno 2009, ha disposto l’ammissione alla quotazione sul MOT delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso.
La data di inizio delle negoziazioni sarà disposta da Borsa Italiana S.p.A., ai sensi dell’articolo 2.4.3 del regolamento di Borsa, previa verifica della sufficiente diffusione tra il pubblico delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso a seguito dell’offerta.
ART. 13 - VARIE
Salvo diversa disposizione applicabile, tutte le comunicazioni dell’Emittente ai titolari delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso saranno considerate come valide se effettuate mediante avviso pubblicato su un quotidiano a diffusione nazionale. Inoltre, per mere ragioni di comodità, tali informazioni potranno essere altresì disponibili sul sito internet dell’Emittente (xxx.xxx.xx).
Il possesso delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso comporta la piena conoscenza e accettazione di tutte le condizioni di cui al presente regolamento. A tal fine, il presente regolamento sarà depositato presso la sede dell’Emittente. Per quanto non espressamente previsto dal presente Regolamento si applicano le norme di legge.
ART. 14 - LEGGE APPLICABILE E FORO COMPETENTE
Il Prestito a Tasso Fisso è regolato dalla legge italiana.
Per qualsiasi controversia relativa al Prestito a Tasso Fisso ovvero al presente regolamento che dovesse insorgere tra l’Emittente e i titolari delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Fisso sarà competente, in via esclusiva, il Foro di Roma ovvero, qualora l’obbligazionista rivesta la qualifica di consumatore ai sensi e per gli effetti dell’articolo 3 del decreto legislativo n. 206 del 6 settembre 2005 e sue successive modifiche e integrazioni, il foro di residenza o domicilio elettivo di quest’ultimo.
APPENDICE 2
REGOLAMENTO DEL PRESTITO OBBLIGAZIONARIO “ENI TV 2009-2015”
Codice ISIN IT0004503766
ART. 1 - IMPORTO, TAGLI E TITOLI
Il prestito obbligazionario denominato “ENI TV 2009-2015” (il “Prestito a Tasso Variabile”), di un ammontare nominale complessivo pari a Euro [●]8, è emesso da Eni S.p.A. (l’“Emittente”) ed è costituito da
n. [●] obbligazioni del valore nominale di Euro 1.000 ciascuna (le “Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile”).
Le Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile sono immesse nel sistema di gestione accentrata presso la Monte Titoli S.p.A. in regime di dematerializzazione, ai sensi del decreto legislativo n. 213 del 24 giugno 1998 e sue successive modifiche ed integrazioni e della relativa regolamentazione di attuazione.
Pertanto, in conformità a quanto previsto dal decreto legislativo n. 213 del 24 giugno 1998, ogni operazione avente ad oggetto le Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile (ivi inclusi i trasferimenti e la costituzione di vincoli) nonché l’esercizio dei relativi diritti patrimoniali potranno essere effettuati esclusivamente per il tramite di intermediari aderenti al sistema di gestione accentrata presso la Monte Titoli S.p.A. I titolari delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile non potranno richiedere la consegna materiale dei titoli rappresentativi delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile. È fatto salvo il diritto di chiedere il rilascio della certificazione di cui all’articolo 85 del decreto legislativo n. 58 del 24 febbraio 1998 e sue successive modifiche e integrazioni ed all’articolo 31, comma 1, lettera b), del decreto legislativo n. 213 del 24 giugno 1998 e sue successive modifiche e integrazioni.
ART. 2 - PREZZO DI EMISSIONE
Le Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile sono emesse ad un prezzo pari al 100% del loro valore nominale e cioè al prezzo di Euro 1.000 per ciascuna Obbligazione del Prestito a Tasso Variabile.
ART. 3 - GODIMENTO
Il Prestito a Tasso Variabile è emesso ed ha godimento dal [●] (la “Data di Godimento del Prestito a Tasso Variabile”).
8 Nota, i dati ancora mancanti nel presente Regolamento, ed in particolare:
- l’ammontare complessivo del Prestito a Tasso Variabile ed il numero complessivo delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile (Art. 1);
- la Data di Godimento (Art. 3);
- la Data di Scadenza (Art. 4);
- il Margine (Art. 5);
saranno comunicati al pubblico mediante apposito avviso integrativo pubblicato su un quotidiano economico-finanziario a diffusione nazionale entro 5 Giorni Lavorativi dalla chiusura dell’offerta.
ART. 4 - DURATA
Il Prestito a Tasso Variabile ha durata 6 anni (ovvero settantadue mesi) a decorrere dalla Data di Godimento del Prestito a Tasso Variabile e sino al corrispondente giorno del settantaduesimo mese successivo alla Data di Godimento del Prestito a Tasso Variabile e cioè sino al [●] (la “Data di Scadenza del Prestito a Tasso Variabile”).
ART. 5 - INTERESSI
Le Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile sono fruttifere di interessi a tasso variabile dalla Data di Godimento del Prestito a Tasso Variabile (inclusa) e sino alla Data di Scadenza del Prestito a Tasso Variabile (esclusa). Tale tasso variabile sarà indicizzato all’Euro Interbank Offered Rate (con divisore 360) (“EURIBOR”) a sei mesi maggiorato di [●]% (il “Margine”).
Il pagamento degli interessi sarà effettuato in via posticipata alla scadenza di ogni semestre a partire dal primo semestre successivo alla Data di Godimento del Prestito a Tasso Variabile e sino alla Data di Scadenza del Prestito a Tasso Variabile (inclusa).
Le cedole saranno calcolate al tasso annuo lordo (arrotondato al terzo decimale con 0,0005 arrotondato al terzo decimale superiore) pari al tasso EURIBOR a 6 mesi, per il relativo periodo di interesse, maggiorato del Margine e saranno pari all’importo risultante dall’applicazione del tasso annuo lordo così determinato al valore nominale dell’obbligazione, moltiplicato per il numero di giorni effettivi del periodo di interesse, il tutto diviso per 360 con arrotondamento al centesimo di Euro (0,005 Euro arrotondati al centesimo di Euro superiore).
Gli interessi saranno calcolati su base numero di giorni effettivi del relativo periodo di interessi su 360 - secondo la convenzione Actual/360 Adjusted, come intesa nella prassi di mercato.
Per ciascuna cedola e relativo periodo di interessi, la quotazione dell’EURIBOR a 6 mesi sarà rilevata dall’Agente di Xxxxxxx (come di seguito definito) il secondo Xxxxxx Xxxxxxxxxx (come di seguito definito) antecedente il primo giorno di godimento della relativa cedola sulla base della pubblicazione effettuata sulla pagina del circuito Reuters EURIBOR01, alle ore 11.00 a.m. Bruxelles, ovvero sulla base di altra fonte di equipollente ufficialità qualora quest’ultima risulti indisponibile (attualmente pagina ATICFOREX06). Qualora alla data di determinazione del tasso EURIBOR a 6 mesi non fosse possibile per qualsivoglia motivo procedere alla stessa, l’Agente di Calcolo procederà a calcolare l’EURIBOR a 6 mesi, per la relativa data valuta, quale media aritmetica delle quotazioni lettera dei depositi interbancari in Euro a 6 mesi fornite da almeno cinque istituzioni bancarie europee (dopo aver eliminato la quotazione più alta e quella più bassa), scelte dall’Agente di Calcolo secondo il proprio prudente apprezzamento. UniCredit - ovvero il diverso soggetto incaricato dall’Emittente previa informativa agli obbligazionisti, mediante pubblicazione di un apposito avviso sul quotidiano “Il Sole 24 ORE” e/o “Milano Finanza” o su altro quotidiano economico a diffusione nazionale e comunicazione scritta al rappresentante comune degli obbligazionisti, ove esistente, entro 15 (quindici) Xxxxxx Xxxxxxxxxx antecedenti la successiva data di pagamento degli interessi (l’“Agente di Calcolo”), opererà quale Agente di Calcolo ai fini della determinazione delle cedole (inclusa la prima). Resta inteso che l’importo di ciascuna cedola dovrà essere altresì comunicato, per tutta la durata del Prestito a Tasso Variabile, a Borsa Italiana con un anticipo di almeno 2 (due) Giorni Lavorativi (come di seguito definiti) rispetto al primo giorno di godimento della relativa cedola.
Qualora la data di pagamento degli interessi non dovesse cadere in un giorno lavorativo secondo il calendario di Borsa Italiana S.p.A., di volta in volta vigente, (“Giorno Lavorativo”), la stessa sarà posticipata al primo Xxxxxx Xxxxxxxxxx immediatamente successivo e si terrà conto di tale spostamento nella
determinazione dei giorni effettivi del relativo periodo di interessi, fermo restando che tale spostamento non determinerà uno spostamento delle successive date di pagamento interessi.
Per “periodo di interessi” si intende il periodo compreso tra una data di pagamento interessi (inclusa) e la successiva data di pagamento interessi (esclusa), ovvero, limitatamente al primo periodo di interessi, il periodo compreso fra la Data di Godimento del Prestito a Tasso Variabile (inclusa) e la prima data di pagamento interessi (esclusa).
ART. 6 - RIMBORSO
Il Prestito a Tasso Variabile sarà rimborsato alla pari, in un’unica soluzione, alla Data di Scadenza del Prestito a Tasso Variabile.
Qualora la Data di Scadenza del Prestito a Tasso Variabile non dovesse cadere in un Giorno Lavorativo, la stessa sarà posticipata al primo Giorno Lavorativo immediatamente successivo, senza che tale spostamento comporti la spettanza di alcun importo aggiuntivo (in linea capitale) ai titolari delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile e fermo restando che di tale spostamento si terrà conto nella determinazione dei giorni effettivi dell’ultimo periodo di interessi.
Le Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile cesseranno di essere fruttifere dalla Data di Scadenza del Prestito a Tasso Variabile (come eventualmente posticipata ai sensi del precedente paragrafo).
Non è prevista la facoltà di rimborso anticipato del Prestito a Xxxxx Xxxxxxxxx, né a favore dell’Emittente né a favore dell’obbligazionista.
ART. 7 - SERVIZIO DEL PRESTITO
Il pagamento degli interessi ed il rimborso del capitale delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile avverranno esclusivamente per il tramite gli intermediari autorizzati aderenti alla Monte Titoli S.p.A.
ART. 8 - STATUS DELLE OBBLIGAZIONI DEL PRESTITO A TASSO VARIABILE
Le Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile non sono subordinate agli altri debiti chirografari presenti e futuri dell’Emittente.
ART. 9 - TERMINE DI PRESCRIZIONE E DECADENZA
I diritti degli obbligazionisti si prescrivono, per quanto concerne gli interessi, decorsi cinque anni dalla data in cui questi sono divenuti esigibili e, per quanto concerne il capitale, decorsi dieci anni dalla data in cui le Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile sono divenute rimborsabili.
ART. 10 - ASSEMBLEA DEGLI OBBLIGAZIONISTI
Per la tutela degli interessi comuni degli obbligazionisti si applicano le disposizioni di cui agli articoli 2415 e seguenti del Codice Civile.
Ai sensi dell’articolo 2415 del Codice Civile, l’assemblea degli obbligazionisti delibera:
(1) sulla nomina e sulla revoca del rappresentante comune;
(2) sulle modifiche delle condizioni del prestito;
(3) sulla proposta di concordato;
(4) sulla costituzione di un fondo per le spese necessarie alla tutela dei comuni interessi e sul rendiconto relativo;
(5) sugli altri oggetti di interesse comune degli obbligazionisti.
Con riferimento alle convocazioni dell’assemblea degli obbligazionisti successive alla prima si applica quanto previsto dall’articolo 2369 del Codice Civile.
Alla data del presente regolamento, gli amministratori dell’Emittente non hanno ancora provveduto a convocare l’assemblea degli obbligazionisti.
ART. 11 - REGIME FISCALE
Sono a carico dell’obbligazionista le imposte e tasse presenti e future che si rendono dovute per legge sulle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile e/o i relativi interessi, premi ed altri frutti.
ART. 12 - QUOTAZIONE
L’Emittente ha presentato a Borsa Italiana S.p.A. domanda di ammissione alla quotazione delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile presso il MOT. Borsa Italiana S.p.A., con provvedimento n. 6319 dell’8 giugno 2009, ha disposto l’ammissione alla quotazione sul MOT delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile.
La data di inizio delle negoziazioni sarà disposta da Borsa Italiana S.p.A., ai sensi dell’articolo 2.4.3 del regolamento di Borsa, previa verifica della sufficiente diffusione tra il pubblico delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile a seguito dell’offerta.
ART. 13 - VARIE
Salvo diversa disposizione applicabile, tutte le comunicazioni dell’Emittente ai titolari delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile saranno considerate come valide se effettuate mediante avviso pubblicato su un quotidiano a diffusione nazionale. Inoltre, per mere ragioni di comodità, tali informazioni potranno essere altresì disponibili sul sito internet dell’Emittente (xxx.xxx.xx).
Il possesso delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile comporta la piena conoscenza e accettazione di tutte le condizioni di cui al presente regolamento. A tal fine, il presente regolamento sarà depositato presso la sede dell’Emittente. Per quanto non espressamente previsto dal presente Regolamento si applicano le norme di legge.
ART. 14 - LEGGE APPLICABILE E FORO COMPETENTE
Il Prestito a Tasso Variabile è regolato dalla legge italiana.
Per qualsiasi controversia relativa al Prestito a Tasso Variabile ovvero al presente regolamento che dovesse insorgere tra l’Emittente e ai titolari delle Obbligazioni del Prestito a Tasso Variabile sarà competente, in via esclusiva, il Foro di Roma ovvero, qualora l’obbligazionista rivesta la qualifica di consumatore ai sensi e per gli effetti dell’articolo 3 del decreto legislativo n. 206 del 6 settembre 2005 e sue successive modifiche e integrazioni, il foro di residenza o domicilio elettivo di quest’ultimo.