FISAC
CGIL Federazione
FISAC
Italiana Sindacale Assicurazioni Credito
FISAC - Banca Centrale
Xxx Xxxxxxxxxx, 00 - 00000 Xxxx
Tel. 0000000000–0000000000–064792/2746-2772-2779-2797
Fax 0000000000 Sito web: xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx
E-mail: xxxxxxxxxx@xxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx
cc 53/10
IPOTESI DI ACCORDO
Nella giornata di oggi la Banca ha trasmesso i testi relativi all’ipotesi di accordo da analizzare nel corso di un apposito incontro da tenere in tempi utili per sottoporre gli stessi alla riunione del Consiglio Superiore che si terrà il prossimo 26 ottobre.
Il contenuto dell’ipotesi di accordo sconta da una parte i gravi ritardi imposti dall’attuale primo tavolo – inizialmente costituito da FALBI e CISL cui poi si è accodata la FABI – che hanno tenuto ferma la trattativa per oltre un anno per perseguire interessi estranei al merito dei problemi in discussione; per altro verso, invece, risente della condizione di generale degrado che sempre più caratterizza gli atti gestionali e dell’incapacità della Delegazione aziendale di costruire corrette relazioni sindacali.
Nonostante questo abbiamo sempre affermato che il nostro obiettivo fosse quello di confrontarsi sul merito dei problemi, contribuendo comunque a definire condizioni migliori per tutti i lavoratori. Sulla base di tale considerazione è nostra intenzione valutare con pragmatismo il contenuto dell’accordo.
ASPETTI ECONOMICI
L’aumento strutturale sarà, dall’1.1.2010, dell’1,8%. A questo va aggiunto il fatto che non verrebbe recuperato il maggior differenziale inflattivo (0,8%) relativo al biennio 2008-2009, già percepito.
Un incremento, quindi, largamente superiore all’indice IPCA depurato (1,3% per il 2010) che sarebbe spettato a titolo strutturale, sulla base del nuovo modello contrattuale non condiviso dalla CGIL.
Non si tratta, come qualcuno ha scritto, di irresponsabilità o della volontà di scatenare chissà quale campagna mediatica – prassi invero storicamente estranea alla CGIL ed invece consueta per altri – ma della semplice constatazione che il nuovo modello contrattuale, se applicato nei suoi contenuti, non è in grado di tutelare il potere di acquisto delle retribuzioni. Ciò dimostra anche che quando si abbandona il terreno ideologico e ci si confronta sul merito delle questioni – in Banca d’Italia e come è avvenuto in altri 52 settori esterni con la firma anche della CGIL – si possono raggiungere risultati maggiormente soddisfacenti per tutti i lavoratori.
Permane a nostro avviso l’esigenza di procedere quanto prima alla revisione delle modalità di calcolo della maggiore efficienza aziendale, oggi imperniate su di un modello ampiamente superato.
CONTRATTO 2006-2009
Quanto contenuto nell’accordo per la chiusura del contratto 2006-2009 è di sicura rilevanza e si aggiunge alle altre numerose acquisizioni (normative ed economiche) contenute nell’accordo di giugno 2008 firmato da CGIL-CIDA-CISL-FABI-SIBC-UIL.
Rimane l’amarezza che di tali acquisizioni i colleghi possano beneficiarne ad oltre un anno dal momento in cui vennero definite dall’allora tavolo di maggioranza. Vi fu qualcuno allora che
impedì la chiusura del contratto perché riteneva indispensabile la riforma delle carriere o perché reputava prioritario adeguarsi al nuovo modello contrattuale per poter adeguatamente contrattare gli incrementi economici. La conclusione è che la riforma delle carriere è sparita definitivamente dal tavolo per volontà degli stessi che invece ieri la ritenevano indispensabile e che gli incrementi economici hanno dovuto opportunamente andare oltre quanto previsto dal nuovo modello contrattuale di riferimento.
PERSONALE XX.XX.XX.
La questione relativa al personale Xx.Xx.Xx. si trascina ormai da moltissimi anni. Ai problemi esistenti si sono sommati quelli derivanti dagli accordi del 2002 che, nel prevedere l’esaurimento della carriera non hanno avuto il coraggio di affrontarne da subito le conseguenze, contribuendo a creare nel tempo criticità e stratificazioni di differenti situazioni non facilmente risolvibili.
Da ultimo si è aggiunta l’intempestiva e non giustificabile decisione della Banca di procedere, in assenza di una riforma degli inquadramenti, all’esternalizzazione del posto controllo presso le Filiali.
La soluzione che viene oggi avanzata, anziché risolvere i problemi, rischia di crearne ulteriori. Ciò che ne deriverebbe è infatti una ulteriore frammentazione del personale e delle mansioni. Si verrebbero inoltre a creare situazioni di disparità di trattamento, in relazione alle diverse possibilità offerte ai colleghi interessati (alcuni dei quali, in particolare quelli con anzianità residua inferiore a cinque anni, privi di qualsiasi opzione) e alle condizioni di organico esistenti.
Di certo vi è che i colleghi Xx.Xx.Xx., i quali invitiamo ad una approfondita riflessione, non godranno del necessario riconoscimento né sotto il profilo professionale né per quanto riguarda la loro retribuzione.
A nostro avviso la questione avrebbe meritato una trattazione diversa tesa non a porre ulteriori “pezze” ma ad individuare una soluzione strutturale (reinquadramento) nell’ambito dell’attuale quadro regolamentare, prendendo atto che la riforma delle carriere richiede ancora tempi lunghi.
Proprio per questo riteniamo che sia opportuno stralciare dall’accordo la parte relativa alla compagine Xx.Xx.Xx., per aprire poi immediatamente un confronto serrato al fine di ricercare una soluzione di natura strutturale.
FILIALI DA SPECIALIZZARE NEL TRATTAMENTO DEL CONTANTE
I colleghi addetti alle Filiali da specializzare nel trattamento del contante, in considerazione del molto tempo trascorso, hanno tutto il diritto di trovare risposte alle proprie aspettative familiari e professionali.
I contenuti dell’accordo, come evidenziato anche da altre Organizzazioni Sindacali, non presentano novità di rilievo rispetto a quanto sino ad ora discusso.
Per quanto ci riguarda, tre sono gli aspetti di maggiore criticità:
− organici. Così come delineati non appaiono del tutto adeguati al processo organizzativo- gestionale che caratterizzerà le nuove strutture;
− mobilità in uscita del personale. Come è stato fatto per tutte le altre Filiali interessate dal processo di riorganizzazione, occorre trovare forme di garanzia (di trasferimento, di utilizzo, di valorizzazione, di mantenimento di posizioni pregresse) per tutti coloro che, a seguito della decisione della Banca di modificare in profondità l’attività da svolgere, vogliano (o debbano) essere trasferiti;
− controllo del personale. Per l’accesso ai locali di contazione e al loro interno verrebbero installate delle telecamere. L’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori vieta “l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori” e prescrive che una loro eventuale installazione, richiesta “da esigenze organizzative e produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro” può avvenire solo con l’accordo delle rappresentanze sindacali aziendali. L’articolo recita inoltre che in “difetto di accordo, su istanza del datore di lavoro, provvede l'Ispettorato del lavoro, dettando, ove occorra, le modalità per l'uso di tali impianti”.
La proposta della Banca presenta, a nostro avviso, profili di criticità in quanto consente un uso delle registrazioni non circoscritto all’esistenza di una eventuale contestazione (come previsto in tutti gli altri casi regolamentati in Banca) o al verificarsi di fatti di rilievo.
Si tratta di aspetti di estrema delicatezza. Analizzati i testi, avanzeremo pertanto sugli stessi nostre proposte di avanzamento che ci auguriamo possano trovare condivisione anche da parte delle altre Organizzazioni Sindacali.
FILIALE DELL’AQUILA
Rimangono ferme da parte della CGIL le richieste avanzate in sintonia con la recente assemblea dei lavoratori. Desta semmai sorpresa l’incomprensibile silenzio di altre XX.XX..
* * * * * *
Come è nostra tradizione, sulla base dei testi formuleremo le nostre osservazioni articolate e quindi, attenendoci strettamente al merito delle questioni, faremo una valutazione complessiva dell’accordo.
Roma, 22 ottobre 2010
La Segreteria Nazionale