Guida sintetica alla creazione di contratti di rete tra imprese
Guida sintetica alla creazione di contratti di rete tra imprese
Indice del documento
1. Le reti di impresa 3
1.1 Perché il contratto di rete 3
1.2 Come si evolve una rete di imprese 8
1.3 Primo stadio - le reti a supporto dei processi di Produzione 8
1.4 Secondo stadio – le reti a supporto dei processi Logistici e dei Servizi di Supporto 10
1.5 Terzo stadio – le reti a supporto dei processi di Internazionalizzazione 12
1.6 Quarto stadio – le reti a supporto dei processi di Innovazione 13
2. Creare un contratto di rete 16
2.1 La normativa 16
2.2 La “carta d’identità” 18
2.3 Contenuti del contratto 19
3. Agevolazioni fiscali 20
3.1 Accantonamento dell’utile 20
3.2 Investimenti agevolabili 21
3.3 Le parole chiave 21
1. Le reti di impresa
Il concetto di rete di impresa, che nasce nel solco del modello di sviluppo dei distretti industriali, per favorire la collaborazione tra imprese di luoghi e specializzazioni diverse, è pensato e introdotto in Italia nella logica di rilanciare la competitività del sistema delle imprese facendo leva sulla capacità di innovazione, la specializzazione e la condivisione della conoscenza, mobilitando risorse e alleanze per svolgere attività che per una singola impresa sarebbe difficile svolgere da sola.
Da un punto di vista aziendalistico la rete è una libera aggregazione tra imprese con l’obiettivo di accrescere la loro competitività e innovatività; da un punto di vista formale la rete è un contratto tra imprese che consente ai partecipanti di mettere in comune attività e risorse per migliorare e rafforzare la competitività dell’azienda.
La collaborazione tra imprese è un fenomeno ampiamente diffuso nel mondo industriale, tuttavia possiamo cogliere sostanziali differenze rispetto alle diverse forme di aggregazione, infatti la rete di impresa è diversa dall’ATI (Associazione Temporanea di Imprese), poiché riguarda una alleanza più strutturale, non episodica, si differenzia dal consorzio, in cui i soci mettono in comune alcune attività del proprio processo produttivo, realizzando determinate attività in modo congiunto e dando vita ad un nuovo soggetto giuridico, mentre la rete di imprese è un accordo meno impegnativo, in quanto la collaborazione non richiede contrattualmente l’unificazione di una parte del proprio business, ma ci si limita a svolgere attività comuni utili al miglioramento della competitività, lasciando quindi alle imprese partecipanti la propria autonomia e indipendenza. Rispetto al distretto - in cui le imprese si caratterizzano per specializzazione produttiva, sono localizzate in prossimità geografica e la loro collaborazione è spontanea o disciplinata da contratti aventi diversa natura ed oggetto - le imprese facenti parte di una rete sono spesso operatori diversi e possono essere situati in zone molto lontane le une dalle altre (anche se nell’esperienza pratica la maggior fiducia derivante dalla vicinanza geografica rende le reti di imprese italiane piuttosto concentrate geograficamente) e la collaborazione è regolata da un contratto unico per specifiche attività.
1.1 Perché il contratto di rete
Il contesto economico in cui si ritrovano a competere le imprese italiane è, negli ultimi vent’anni, profondamente cambiato. Lo scenario competitivo è caratterizzato, in estrema sintesi, da un livello di concorrenza sempre crescente, da margini in continua compressione, da una clientela ogni giorno più esigente e da previsioni per il futuro sempre più incerte.
I fenomeni che hanno influito in maniera determinante sulla creazione di un tale scenario sono principalmente due:
• la globalizzazione: che ha esteso i confini di ogni mercato, creando nuove opportunità, ma allo stesso tempo aumentando il numero di aziende concorrenti sullo stesso cliente;
• l’innovazione: in particolare quella relativa alle tecnologie digitali dell’informazione e della comunicazione, che ha rivoluzionato le strategie di mercato, grazie soprattutto alla
disponibilità di nuovi canali di interazione e di vendita, ma anche all’informazione dettagliata, aggiornata e a basso costo messa a disposizione della domanda.
Gli ultimi dieci anni, inoltre, hanno aggiunto ulteriore complessità, alimentate dalla crisi dei mercati finanziari e dalla situazione di stallo delle principali economie internazionali.
Il mercato italiano risente di tutti questi fattori in maniera rilevante e gli effetti più evidenti prendono le forme di una stagnazione della domanda interna e di una crescente difficoltà nello sviluppo di un’offerta moderna e in grado di raggiungere i mercati internazionali.
Sono diverse le strategie che le imprese possono perseguire per recuperare competitività e la creazione delle reti di impresa rappresenta sicuramente una delle soluzioni più efficaci, per una serie di motivi, evidenziate dalle esperienze già maturate dalle imprese che ne fanno uso:
• raggiungimento di economie di scala;
• attivazione di circuiti dell’innovazione.
• accrescimento della capacità di penetrare i mercati, specie all’estero.
Questa, inoltre, non è mutuamente esclusiva rispetto ad altre; al contrario rappresenta il primo passo per la realizzazione di molteplici altre strategie, per le quali le reti di impresa possono rappresentare allo stesso tempo le fondamenta stabili da cui partire e il volano di sistema in grado di conferire accelerazione e sviluppo ai singoli piani di azione aziendale.
Gli effetti di queste dinamiche, che le reti sono in grado di attivare e di sviluppare, sono dunque di estrema importanza per gli obiettivi di sviluppo descritti in precedenza, in quanto supportano l’acquisizione di nuove competenze, in campo organizzativo e tecnologico ed anche un miglior modo di porsi nei confronti del mercato.
Alcuni casi di successo
Per iniziare ad entrare nel merito delle reti di impresa, una prima panoramica dei vantaggi offerti dalle Reti di impresa si può ottenere dall’esame di alcuni dei casi di successo; nello specifico le reti:
• Rinnova (Energia, Modena)
• Automation Net (Elettrodomestici, Ancona)
• Energy for Life (Energia, Verona)
• Five for Foundry (Metalmeccanico, Brescia-Milano)
• Infrabuild (Mobilità Sostenibile, Infrastrutture. Monza, Varese, Bergamo)
• Olo Network (Meccanico-Manifatturiero, Servizi Finanziari. Modena, Reggio Emilia, Pisa, Pesaro-Urbino, L’Aquila)
• Racebo (Manufatturiero-Automotive. Bologna)
I vantaggi descritti dalle imprese partecipanti alle singole reti possono essere riassunti e raggruppati per area tematica.
Vantaggi in ambito Marketing & Sales
I vantaggi di economie di scala sono i più citati in quest’ambito. Fare rete significa per le imprese condividere investimenti importanti, grazie alla:
• partecipazione congiunta a fiere di settore e iniziative promozionali
• condivisione degli investimenti per la penetrazione sui mercati esteri
• centralizzazione degli investimenti in comunicazione (on e off line)
• condivisione della rete commerciale
• integrazione delle azioni di loyalty sui rivenditori e sul canale retail in generale
Altrettanto importanti sono le opportunità di mercato, che la rete mette a disposizione. L’offerta di prodotti e servizi che una rete può costruire è un’offerta
• completa: copre la maggior parte delle esigenze del mercato di riferimento
• ampia: offre diverse opzioni per ciascuna categoria di prodotto o servizio
• integrata: diverse combinazioni dei vari elementi dell’offerta tra loro correlati
• personalizzata: diverse configurazioni possibili in base alla specifica esigenza del singolo cliente
Caratteristiche che rendono l’azione commerciale molto più efficace e supportano, inoltre, la penetrazione sui nuovi mercati (nazionali ed esteri)
La sintesi di queste due caratteristiche consente, infine, l’accesso a commesse di dimensioni importanti – per gamma di prodotti/servizi, quantità, investimento richiesto - inaccessibili per la singola impresa.
Infine, le opportunità in ambito di studio e ricerca di mercato, su cui una rete ben organizzata e coordinata è in grado di fornire vantaggi in termini di:
• migliore conoscenza del mercato: grazie alla disponibilità di dati e informazioni raccolte in modo capillare da ogni nodo della rete (per la parte relativa al mercato di riferimento)
• migliore capacità di individuare nuove nicchie di mercato: deriva dal vantaggio precedente e consente alla rete di sviluppare offerte competitive e innovative, su cui le reti stanno costruendo la soluzione per uscire dall’attuale periodo di crisi economica
Vantaggi in ambito Logistica, produzione e amministrazione
Anche in quest’ambito, i vantaggi di economie di scala giocano un ruolo rilevante, grazie alla centralizzazione di una serie di attività comuni a tutto il gruppo e integrate con la filiera; più nel dettaglio vengono centralizzate le attività di:
• approvvigionamento materie prime e servizi, attraverso la creazione di gruppi di acquisto;
• gestione dei punti vendita retail, integrando il controllo delle disponibilità e la gestione dell’approvvigionamento, per i prodotti di tutte le imprese della rete e verso tutti i negozi serviti;
• gestione dello smaltimento invenduti: dal ritiro prodotti sul retail, alla gestione della vendita sui nuovi canali on e offline (outlet, ecommerce)
Dal punto di vista della produzione, le reti garantiscono un maggiore livello di qualità, grazie a elementi quali:
• la riduzione dei tempi di lavorazione
• l’aumento della qualità del prodotto finale
• l’integrazione degli aspetti tecnologici
Vantaggi in ambito Economia e Finanza
Una rete di imprese ha impatto sulla gestione finanziaria delle imprese partecipanti, grazie a tre principali fattori:
• pagamenti: la maggior parte dei rapporti clienti/fornitori avviene all’interno della rete, con conseguente miglioramento delle condizioni di pagamento e dei tempi
• accesso al credito: tra i casi di studio, sono presenti esempi di coinvolgimento attivo delle casse di risparmio, con ruoli di advisor per la gestione finanziaria e con prodotti e soluzioni agevolate per la rete
• sponsorship e finanziamenti: la rete consente anche di ottenere patrocini da enti locali e opportunità di finanziamenti pubblici
Dal punto di vista della gestione economica, gli impatti sono anch’essi di rilievo e legati ai molteplici fenomeni di economie di scala, che portano una riduzione sensibile dei costi operativi, ma che si estendono anche in ambiti amministrativi, come nel caso frequente dell’ufficio gare congiunto per la partecipazione ad opportunità di finanziamento o di progetto.
Vantaggi in ambito Ricerca e Innovazione
Le reti, se opportunamente organizzate e coordinate, consentono una crescita generale delle competenze diffuse.
L’insieme delle conoscenze, infatti, approfondite dal singolo nodo della rete e relative ad aggiornamenti su innovazioni tecnologiche e di mercato, creano una conoscenza diffusa di rete che aumenta le competenze dell’intero distretto e, di conseguenza, la sua capacità di sviluppare innovazione.
Un secondo aspetto importante è legato alla massa critica raggiunta dalla rete, che ha, tra i suoi vantaggi:
• un maggiore tasso di innovazione di prodotto/servizio, grazie allo sviluppo di soluzioni integrate per varie tipologie di clienti e proposte commerciali innovative per l’accesso a nuove opportunità di mercato
• una maggiore frequenza nei contatti con il mondo dell’università e della ricerca Vantaggi per l’utente finale (B2B e B2C)
La sintesi dei vantaggi elencati in precedenza, può essere rivista utilizzando la prospettiva del cliente finale di una rete di imprese, sia esso un azienda o un consumatore. I vantaggi principali includono:
• Aumento della qualità dei prodotti/servizi
• Riduzione dei prezzi
• Soluzioni integrate e complete grazie all'ampiezza della gamma
• Soluzioni personalizzate (tailor made) grazie alla flessibilità del modello produttivo
• Soluzioni sempre all’avanguardia, grazie all’innovazione diffusa nella rete
• Presenza di un interlocutore unico e conseguente gestione più efficiente della commessa
1.2 Come si evolve una rete di imprese
Una rete si evolve quando si “allunga”. Distinguiamo tre tipologie principali di evoluzione:
- territoriale: la rete nasce con una configurazione locale e si estende per includere al suo interno anche soggetti che si trovano dislocati a livello regionale, nazionale, spingendosi anche verso collaborazioni con realtà internazionali;
- dimensionale: la rete si sviluppa inizialmente sotto la guida di imprese di media dimensione che estendono la collaborazione alle imprese direttamente coinvolte nei loro processi di produzione; una rete più evoluta è una rete che riesce a coinvolgere anche entità di dimensione molto ridotta – micro e piccole imprese, ma anche professionisti – in grado di portare valore alla rete complessiva e, soprattutto, bisognose di sfruttarne i vantaggi connessi;
- multi-disciplinare: questa dimensione di evoluzione si riscontra quando la rete, partendo da un nucleo fortemente correlato alle attività produttive e commerciali, estende il suo ambito di azione per includere al suo interno università, enti di ricerca – sia pubblici che privati – e organismi corporativi e associativi in grado di assumere ruoli importanti sia nel coordinamento sia, soprattutto, nei processi di innovazione tecnologica e di trasferimento.
Un secondo elemento utilizzato nella riclassificazione semplificativa è relativo ai processi aziendali. L’evoluzione dell’utilizzo dei contratti di rete ha seguito uno schema che si può sintetizzare bene attraverso il collegamento con le diverse tipologie di imprese che li hanno implementati e con gli obiettivi alla base dei contratti stessi.
Si individuano quattro livelli di base, tra loro sicuramente integrati, che sono:
• i processi di Produzione
• i processi legati alla Logistica e ai Servizi di Supporto
• i processi legati all’Internazionalizzazione
• i processi legati all’Innovazione
In questo schema verranno dunque riassunti i principali elementi emersi dallo studio Unioncamere.
1.3 Primo stadio - le reti a supporto dei processi di Produzione
I contratti di rete hanno rappresentato, in molti casi, la formalizzazione di reti preesistenti, sovrapponendosi ad esperienze di distretti produttivi.
In questo primo livello, si sintetizzano le caratteristiche delle reti di produzione, tipiche dei rapporti di subfornitura, dei distretti industriali, dei metadistretti, delle produzioni manifatturiere
del made in Italy (abbigliamento-moda, mobile-arredo, automazione industriale, alimentare)
organizzate quasi sempre secondo uno schema di filiera, guidata da una o più imprese leader. Alla base di questa tipologia di reti, ci sono principalmente lo scambio di informazioni e la co- progettazione per il miglioramento del processo.
La diffusione, sul territorio italiano, dei distretti industriali ha reso questa tipologia di rete la forma più antica, più diffusa e, parallelamente, la più evoluta di collaborazione tra le imprese.
Le reti di produzione si possono definire la forma più evoluta di rete perchè è molto diffuso al loro interno il fenomeno dell’allungamento territoriale; meno frequenti, ma comunque presenti, sono le altre due forme: le micro e piccole imprese sono ancora poco coinvolte all’interno delle reti, così come le università e i centri di ricerca, che limitano la collaborazione con le imrpese di dimensioni maggiori.
Solo per una minoranza le reti di fornitura sono corte, mentre la maggior parte del campione opera già oggi con reti medio-lunghe o lunghe, il che effettivamente rispecchia la progressiva apertura dei sistemi d’impresa e la propensione a travalicare i confini della dimensione locale e cercare i fattori della produzione lì dove essi sono più convenienti, reperibili e di qualità rispondenti alle aspettative dell’impresa capofila.
Gli obiettivi delle reti di produzione sono principalmente di quattro tipologie:
• razionalizzazione di filiera, finalizzate a riorganizzare i rapporti tra imprese capofila e subfornitori e a mettere in comune le reti di fornitori, per innalzare la qualità complessiva e per raggiungere più elevate economie di scala;
• integrazione produttiva, finalizzate a promuovere prodotti diversi ma complementari appartenenti ad una medesima filiera produttiva o settore (come nel caso della carpenteria metallica) e creando sistemi coordinati di cross selling ovvero di vendita di prodotti simili o complementari (come nel caso della macchine per la lavorazione del marmo, delle componenti per motori, della componentistica metallica)
• efficientamento produttivo, aventi la finalità di migliorare processi produttivi simili o identici e di sviluppare o acquisire soluzioni tecnologiche utili a più imprese (ad esempio attivando sistemi centralizzati di smistamento degli ordini di semilavorati)
• co-progettazione, finalizzate a mettere in comune know-how specifico e tecnologia applicata ai processi produttivi per la sperimentazione e lo sviluppo o l’innovazione di prodotto;
1.4 Secondo stadio – le reti a supporto dei processi Logistici e dei Servizi di Supporto
Il secondo stadio, in questo percorso di evoluzione, è rappresentato dal miglioramento delle attività di logistica, ovvero di organizzazione della distribuzione dei prodotti oltre che della gestione di alcune attività interne all’impresa (disegno del ciclo produttivo, gestione dei materiali in entrata e in uscita dall’azienda, gestione delle attività di magazzino).
Uno dei principali fattori competitivi delle imprese è oggi non tanto, o non solo, l’innovazione del prodotto, ma la sua rapida ed efficiente consegna ai clienti finali. Il fatto che questo tipo di reti non sia ancora estremamente diffuso, ma compaia comunque ai primi posti della lista, sembra quasi indicare il rafforzamento dell’attenzione delle strutture manifatturiere verso un aspetto di rilevanza strategica, a cui in passato veniva attribuita scarsa efficacia.
Ulteriore tipologia di rete è quella riguardante l’acquisto in comune di forniture. Come nei casi di integrazione a monte o a valle del processo distributivo anche in questo caso si è di fronte ad una formula ormai consolidata e classica di rete, la cui finalità è essenzialmente quella di abbattere i costi con un interessante effetto di razionalizzazione della struttura produttiva.
Dunque, l’evoluzione delle reti si muove verso i processi aziendali direttamente collegati ai processi di produzione, e include le attività di logistica in entrata (approvvigionamento) e in uscita (distribuzione).
Si assiste, nella maggior parte dei casi, ad un allungamento dimensionale della rete, in quanto la rete si estende e include anche soggetti di dimensioni minori rispetto al nucleo originario, che tipicamente offrono servizi integrativi al processo di produzione (logistica, distribuzione, servizi di supporto).
Si includono in questo stadio anche elementi che impattano sulla gestione finanziaria e amministrativa di un’impresa; si riprende a tal proposito quanto già evidenziato nei paragrafi precedenti.
Un primo effetto è indotto dalla natura stessa della rete: la maggior parte dei rapporti clienti/fornitori, infatti, avviene all’interno della rete, con conseguente miglioramento delle condizioni di pagamento.
L’allargamento della rete, tipico di questo secondo stadio evolutivo, spesso porta ad un secondo fenomeno importante: il coinvolgimento attivo delle casse di risparmio, con ruoli di advisor per la gestione finanziaria e con prodotti e soluzioni agevolate per la rete.
L’analisi dei casi di successo, inoltre, dimostra come le reti, tra i benefici apportati alle aziende, includano anche la possibilità di ottenere delle agevolazioni nell’accesso al credito e, in generale, alle risorse economiche e finanziarie, grazie a sponsorship, patrocini da enti locali e opportunità di finanziamenti pubblici.
Ampliando ulteriormente l’estensione della rete, si possono includere in questo stadio il sistema bancario, che da sempre opera con strutture a rete perché ramificate sul territorio, ma anche strutture di assicurazione del credito all’estero.
Gli obiettivi delle reti dello stadio “Logistica e Servizi di Supporto” si possono quindi sintetizzare in:
• ottimizzazione dei processi di approvvigionamento, creazione di gruppi di acquisto, gestione centralizzata dell’approvvigionamento materie prime e servizi, logistica in entrata, gestione delle attività di magazzino, acquisto di servizi di supporto all’attività di impresa - finanziari, assicurativi, mutualistici, legali, etc.
• ottimizzazione dei processi di promozione e di commercializzazione, come i consorzi per l’export, le reti in franchising, le catene distributive monomarca (con il marchio delle imprese industriali a cui fanno riferimento), le reti logistiche finalizzate a gestire i flussi di merci di più imprese, le reti di filiali all’estero.
• condivisione servizi, dallo smaltimento rifiuti ai servizi di trasporto, dalle soluzioni informatiche a sistemi innovativi di gestione dell’invenduto di più aziende di uno stesso comparto e di un medesimo territorio;
• outsourcing, finalizzati ad offrire servizi nel campo della gestione delle reti ICT, della formazione e delle attività di trasporto
• gestione dei punti vendita retail, gestione centralizzata e integrata delle disponibilità e dell’approvvigionamento, per i prodotti di tutte le imprese della rete e verso tutti i negozi serviti
• Gestione centralizzata dello smaltimento invenduti: dal ritiro prodotti sul retail, alla gestione della vendita sui nuovi canali on e offline (outlet, ecommerce)
1.5 Terzo stadio – le reti a supporto dei processi di Internazionalizzazione
Il terzo stadio, in questo percorso di evoluzione, è rappresentato dalla condivisione delle strategie di internazionalizzazione.
Il numero reti che hanno, al loro interno, queste finalità è ridotto rispetto alle due precedenti tipologie.
Uno dei motivi è, principalmente, legato alla percezione che le imprese hanno delle strategie di penetrazione all’estero, considerate come un processo ancora troppo complesso, soprattutto per le aziende di piccole dimensioni.
Una seconda motivazione, invece, è legata alle scelte delle singole imprese in tema di internazionalizzazione; sono frequenti, infatti, i casi di imprese che preferiscono seguire traiettorie proprie, senza un reale intento di condivisione con strutture simili.
Dal punto di vista dell’evoluzione della rete, quello che si verifica è un allungamento territoriale, già presente anche negli stadi precedenti, ma qui accentuato dal coinvolgimento, all’interno della rete, di soggetti localizzati in altre nazioni e coinvolgi nel processo di fornitura, di vendita o in entrambi.
Uno degli aspetti su cui puntare maggiormente sono proprio le reti per l’internazionalizzazione. Se è vero che il futuro del made in Italy è in una maggiore penetrazione ed affermazione sui mercati esteri, questo sforzo ulteriore e questo upgrading delle politiche di internazionalizzazione non può che passare attraverso dei reticoli collaborativi tra imprese, essendo questa sfida assai complessa e, in molti casi, capital-intensive, inaffrontabile soprattutto dalle strutture di piccole dimensioni (con limitate disponibilità finanziarie) operanti in una logica one-to-one, ovvero in modo isolato.
Gli obiettivi delle reti di finalizzate all’internazionalizzazione sono principalmente di due tipologie:
• promozione commerciale in Italia e all’estero, attraverso l’organizzazione di eventi promozionali, il coordinamento della comunicazione di più imprese dello stesso settore, la creazione di marchi collettivi;
• tutela e commercializzazione delle qualità del territorio, finalizzate alla tutela, promozione e commercializzazione di prodotti alimentari legati ad un determinato territorio. Rientrano in questo ambito anche le reti per la promozione e la valorizzazione del turismo;
1.6 Quarto stadio – le reti a supporto dei processi di Innovazione
Il quarto stadio, in questo percorso di evoluzione, è rappresentato dalla condivisione delle strategie di innovazione.
Per studiare questa fase, la più evoluta sicuramente, è necessario fare un passo indietro, verso le reti di subfornitura.
Si è trattato, in precedenza, il tema dell’evoluzione di queste reti, la forma più antica di rete e anche la più innovativa.
In questo caso, uno dei catalizzatori di innovazione è stata la Green Technology, che ha portato ad una riorganizzazione delle reti di subfornitura e ad una innovazione delle stesse.
Dalle informazioni quantitative disponibili, inoltre, emerge una presenza abbastanza significativa di aziende edili, facilmente spiegabile se si analizzano i contenuti dei Contratti di rete da loro stipulati: in molti casi si tratta, infatti, di reti specializzate nella bio-edilizia oppure nella produzione/commercializzazione ed installazione di impianti per l’energia fotovoltaica o solare. Le cosiddette green technology rappresentano, dunque, uno degli aspetti innovativi del fenomeno in atto legato alla costituzione di reti formali di imprese all’interno di questo settore.
Reti finalizzate allo sviluppo di prodotti e processi green sono presenti anche in altre filiere, soprattutto agroalimentare e beni per la persona o per la casa.
Green technology, dunque, come catalizzatore di innovazione all’interno delle reti, che si sono moltiplicate, evolute, allungate fino ad includere anche soggetti multidisciplinari che rappresentano lo stadio più avanzato di allungamento di una rete.
E’ plausibile, allora, considerare le nuove frontiere dell’innovazione come ulteriori catalizzatori di innovazione all’interno delle reti di impresa. smart cities, e-health, mobilità sostenibile, cambiamenti climatici, sono tutte tematiche di frontiera verso cui si muove la ricerca e l’innovazione.
Interessante, quindi, capire quali forme di aggregazione potrebbero supportare le reti di impresa nell’accesso a tali aree di ricerca e nel supporto alle attività di trasferimento tecnologico
Gli obiettivi delle reti finalizzate all’innovazione sono principalmente di quattro tipologie:
• accesso all’innovazione e al trasferimento tecnologico, attraverso l’allargamento della rete verso strutture pubbliche della ricerca, per l’innovazione e la sperimentazione delle tecnologie applicate ai processi;
• sviluppo delle green technology, finalizzate alla promozione di interventi nel campo della bio-edilizia e degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, oltre che per lo smaltimento dei rifiuti secondo criteri di ecosostenibilità e ridotto impatto ambientale;
• condivisione del know-how finalizzato alla sperimentazione di innovazioni di prodotto o di processo; anche se, come accennato, è talvolta previsto in questa tipologia specifica il coinvolgimento di strutture di ricerca private, il più delle volte sono le singole imprese a voler creare sinergie nel campo della sperimentazione. Solo in una fase più avanzata di funzionamento di questo tipo di reti sarà possibile capirne la reale efficacia al di là del coinvolgimento di un laboratorio o centro di ricerca, tale da poter garantire maggiore efficacia alla rete rispetto a reticoli formati da sole aziende.
2. Creare un contratto di rete
2.1 La normativa
La normativa che ha introdotto il contratto di rete tra imprese del 2008 è stata modificata per tenere conto delle evoluzioni ed esigenze delle imprese. Di seguito sono riportate in sintesi i riferimenti e l’aspetto interessante è che ad oggi si hanno contratti “diversi” perché nati secondo la normativa vigente nel periodo in cui sono stati costituiti.
Tipologia di contratti esistenti in funzione della normativa di riferimento
1) rete priva di fondo patrimoniale senza organo comune o con organo comune ma non destinato a svolgere attività con i terzi; destinata ad operare solo internamente e senza rilevanza verso i terzi (analogamente a quanto accade per il consorzio o i contratti di subfornitura, franchising etc.)
caratterizzata da assenza di soggettività giuridica
2) rete con fondo patrimoniale comune e organo comune ma non iscritta come tale al registro delle imprese (contratto di consorzio, RTI, RTA, etc)
caratterizzata dall’assenza di soggettività giuridica
3) rete con fondo patrimoniale comune ed organo comune, stipulata per atto pubblico o scrittura privata autenticata anche digitalmente ed iscritta come tale al registro delle imprese in sezione ordinaria della circoscrizione della propria sede (consorzio con attività esterna, società consortile, società cooperativa, etc.)
caratterizzata dalla presenza della soggettività giuridica
• LEGGE 133/2008, ART. 6-BIS (di conversione del Decreto Legge 112/2008): la prima volta è introdotto il concetto di rete di imprese
• LEGGE 33/2009 (di conversione del Decreto Legge n. 5/2009 - cd. Decreto incentivi): recante “Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi” per la prima volta è disciplinata la rete di imprese e, in particolare, il contratto di rete . Le imprese continuano ad essere dal punto di vista economico una libera aggregazione di imprese ma il contratto di rete è disciplinato formalmente.
• LEGGE 99/2009 ( Legge Sviluppo): Estende l’ambito di applicazione a tutte le forme di organizzazione dell’attività imprenditoriale, prima riguardava solo le s.p.a. e attribuisce l’autonomia patrimoniale perfetta a ciascuna impresa, prima le imprese rispondevano solidalmente alle obbligazioni assunte dalla rete.
• LEGGE 122/2010 (di conversione del Decreto Legge 78/2010): sono introdotte importanti modifiche alla normativa sul contratto di rete (art. 42)- rende facoltativa l’istituzione del
fondo patrimoniale, una quota degli utili possono essere destinati al fondo patrimoniale comune e rappresentare un beneficio comune per le imprese.
• LEGGE 134/2012 (di conversione con modifiche del Decreto Legge 82/2012 cd. Decreto Sviluppo): il testo della norma sul contratto di rete è novellato in relazione ad alcuni profili (responsabilità patrimoniale, modalità di redazione, semplificazione di alcune procedure). Per la responsabilità patrimoniale, le obbligazioni assunte dall’organo comune per il programma comune sono limitate al fondo comune. Il Contratto può essere redatto non solo più per atto pubblico o scrittura privata autenticata ma anche con mera firma digitale e trasmesso al Registro Imprese. Le imprese possono far acquisire alla rete la soggettività giuridica.
• LEGGE 221/2012 Decreto Legge 179/2012 ( decreto sviluppo bis): il decreto chiarisce esplicitamente che contratto di rete non ha soggettività giuridica salvo la facoltà di acquisto rimessa ad una scelta degli imprenditori. Prevede inoltre, la possibilità per i contratti di rete di partecipare a gare e appalti pubblici.
• LEGGE 224/2012: È stato introdotto un credito d’imposta per le imprese e le reti d’impresa che investono in ricerca e sviluppo affidando tali attività a Università ecc.
È evidente che i nuovi contratti devono fare riferimento all’ultimo aggiornamento delle norme.
Decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179 “ulteriori misure urgenti per la crescita del paese “ (sviluppo bis) nell’ipotesi il cui il contratto si doti di fondo patrimoniale e di organo comune :
✓ nell’ipotesi il cui il contratto si doti di fondo patrimoniale e di organo comune :
✓ la responsabilità patrimoniale - per le obbligazioni assunte dall’organo comune per il programma comune – è limitata al fondo comune
✓ va redatta annualmente la situazione patrimoniale osservando, in quanto compatibili, le disposizioni relative al bilancio delle spa
✓ il contratto può essere redatto non più solo per atto pubblico o scrittura privata autenticata ma anche per atto firmato digitalmente con mera firma digitale o con firma elettronica autenticata da notaio a da altro pubblico ufficiale
✓ prevista la trasmissione del contratto agli uffici del Registro delle Imprese dovrà avvenire attraverso il modello standard tipizzato con Decreto del Ministero di Giustizia di concerto con il MEF e il MSE
✓ tra gli elementi necessari del contratto, se sia istituito un fondo patrimoniale, devono essere previsti anche la denominazione e la sede della rete
✓ le modifiche al contratto di rete sono redatte e depositate per l’iscrizione, a cura dell’impresa indicata nell’atto modificativo presso la sezione del Registro delle Imprese presso cui è iscritta l’impresa stessa. L’ufficio del Registro delle Imprese provvede alla
comunicazione delle modifiche al contratto agli uffici presso cui sono iscritte le altre imprese e le annotazioni delle modifiche avverranno d’ufficio
✓ le imprese che hanno sottoscritto un contratto di rete possono iscrivere la rete nella sezione ordinaria del Registro Imprese e la scelta di effettuare tale iscrizione comporta l’acquisizione di soggettività giuridica della rete
▪ si devono attendere indicazioni operative dal sistema camerale per poter adempiere a questa formalità, a differenza delle modalità di iscrizione del mero contratto (non soggetto), note da un triennio
▪ nella norma non sono chiariti i profili civilistici e tributari della nuova figura (rete- soggetto)
2.2 La “carta d’identità”
Al fine di facilitare il percorso che porta alla sottoscrizione del contratto di rete nello schema che segue sono riportati gli elementi da tenere presenti, ovvero che occorre definire tra i partner. Questo schema può essere utilizzato nella fase di definizione non solo per condividere le informazioni, ma anche per compilare il format del contratto.
NATURA | CONTRATTO AI SENSI DEL DECRETO LEGGE 18 OTTOBRE 2012, N. 179 |
POTENZIALI PARTECIPANTI | DUE O PIÙ IMPRESE |
FINALITA’ | AUMENTARE LA CAPACITÀ INNOVATIVA E COMPETITIVA DELLE IMPRESE PARTECIPANTI |
OGGETTO | 1. PROGRAMMA COMUNE 2. MODALITÀ DI COLLABORAZIONE TRA IMPRESE • SCAMBIO DI INFORMAZIONI • SCAMBIO DI PRESTAZIONI • ESERCIZIO COMUNE DI UNA O PIÙ ATTIVITÀ |
STRUMENTI | 1. FONDO PATRIMONIALE 2. SOGGETTO ATTUATORE DELLE ATTIVITÀ DELLA RETE |
Contenuti del contratto | 1. DENOMINAZIONE DELLE IMPRESE ADERENTI AL CONTRATTO 2. OBIETTIVI DI INNOVAZIONE E DI COMPETITIVITÀ 3. MODALITÀ PER MISURARE L’AVANZAMENTO VERSO TALI OBIETTIVI 4. PROGRAMMA DI RETE, CON DIRITTI E DOVERI DEI PARTECIPANTI 5. MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DELLO SCOPO COMUNE 6. FONDO PATRIMONIALE E RELATIVE REGOLE, INCLUSI I CONFERIMENTI 7. DURATA DEL CONTRATTO 8. MODALITÀ DI ADESIONE DI ALTRE IMPRESE |
9. EVENTUALI CAUSE DI RECESSO 10. SOGGETTO CHE CURA L’ESECUZIONE DEL CONTRATTO E SUOI POTERI 11. PROCEDURE DECISIONALI DELLE IMPRESE PARTECIPANTI | |
Procedure | 1. ATTO PUBBLICO O SCRITTURA PRIVATA AUTENTICATA O ATTO FIRMATO DIGITALMENTE CON MERA FIRMA DIGITALE O CON FIRMA ELETTRONICA AUTENTICATA DA NOTAIO O DA ALTRO PUBBLICO UFFICIALE 2. ISCRIZIONE DEL CONTRATTO NEL REGISTRO DELLE IMPRESE DA PARTE DI CIASCUN ADERENTE ALLA RETE |
2.3 Contenuti del contratto
Il contenuti del contratto sono sintetizzati nello schema che segue, dove nell’ultima colonna sono indicati gli elementi obbligatori, che non possono mancare nel contratto, e quelli facoltativi che i contraenti possono decidere di impegnarsi ad eseguire o meno.
SOTTOSCRITTORI | NOME, O DITTA, O RAGIONE, O DENOMINAZIONE SOCIALE (DA AGGIORNARE CON LO SVILUPPO DELLA RETE) | Obbligatorio |
OBIETTIVI | INNOVAZIONE E/O AUMENTO COMPETITIVITÀ | Obbligatorio |
MONITORAGGIO | METODI DI MISURAZIONE DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI | Facoltativo |
PROGRAMMA | PROGRAMMA DI RETE CONTENENTE: 1. I DIRITTI E GLI OBBLIGHI ASSUNTI DA CIASCUN PARTECIPANTE COMPRESE LE REGOLE PER LE DECISIONI DEI PARTECIPANTI SU OGNI MATERIA O ASPETTI DI INTERESSE COMUNE (Qualora la rete preveda un Organo deputato all’amministrazione sarà l’organo stesso ad esprimersi; Si consiglia l’introduzione di un Organo Comune di Gestione formato dai partecipanti alla Rete oppure ad un Manager di Rete esperto nella conduzione aziendale) 2. LE MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DELLO SCOPO COMUNE (OVVERO LE ATTIVITÀ CHE LA RETE DEVE SVOLGERE) 3. L’EVENTUALE ISTITUZIONE DI UN FONDO PATRIMONIALE E LA MISURA DEI CONFERIMENTI (INCLUSI I CRITERI DI VALUTAZIONE) 4. LE REGOLE DI GESTIONE DEL FONDO (IN CASO DI SUA ISTITUZIONE) | Obbligatorio Facoltativo Obbligatorio Facoltativo Facoltativo |
DURATA | LIBERA, MA È CONSIGLIABILE CHE SIA COERENTE CON GLI OBIETTIVI (Attenzione particolare va fatta relativamente al “Patto di non concorrenza” che non può eccedere la durata di 5 anni) | Obbligatorio |
CAMBIAMENTO DELLA COMPAGINE SOCIALE | INDICAZIONE DI: 1. MODALITÀ DI ADESIONE DI ALTRI IMPRENDITORI (PROCEDURE E REQUISITI) 2. CAUSE DI RECESSO (E DIRITTI DEI SOGGETTI IN USCITA) | Obbligatorio Facoltativo |
SOGGETTO RESPONSABILE | SCELTA TRA: 1. SOGGETTO ESTERNO (SOCIETÀ, PROFESSIONISTA) 2. SOGGETTO INTERNO (AZIENDA LEADER DELLA RETE) | Facoltativo |
PROCEDURE DECISIONALI | INDICAZIONE DI: 1. OGGETTO POSSIBILE DELLE DECISIONI 2. MODALITÀ DI CONVOCAZIONE DEI PARTECIPANTI PER PARTECIPARE AL PROCESSO DECISIONALE 3. ESERCIZIO DEL DIRITTO DI VOTO, INCLUSA L’EVENTUALE DELEGA 4. MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DELLA RIUNIONE (REGOLE PER GLI INTERVENTI, I QUORUM DECISIONALI, LA PRESIDENZA, I VERBALI) 5. CIRCOSTANZE CHE DETERMINANO L’INVALIDITÀ DELLE DECISIONI DEI PARTECIPANTI E LA PROCEDURA PER L’IMPUGNAZIONE | O |
3. Agevolazioni fiscali
Per le imprese che intendono mantenere nel proprio patrimonio gli utili d’esercizio, destinandoli al finanziamento degli investimenti previsti dal programma comune di rete.
L’art. 42 co. 2-quater del DL 78/2010 prevede un regime di sospensione d’imposta per gli utili d’esercizio destinati da ciascuna impresa al fondo patrimoniale comune o al patrimonio destinato al fine di realizzare, entro l’esercizio successivo, gli investimenti previsti dal programma comune di rete. L’agevolazione incide sulle imposte sui redditi, mentre non ha effetto ai fini dell’IRAP. L’agevolazione è subordinata all’accantonamento degli utili in un’apposita riserva. La circolare dell’Agenzia delle Entrate ha, pertanto, precisato che le imprese individuali e le società di persone in contabilità semplificata possono beneficiarne solo previa integrazione delle scritture contabili previste dall’art. 2217 co. 2 c.c. (bilancio e inventario) con un apposito prospetto dal quale risultino la destinazione dell’utile a riserva e le movimentazioni della riserva stessa.
I presupposti per beneficiare dell’agevolazione sono:
− adesione al contratto di rete;
− accantonamento dell’utile di esercizio in una specifica riserva;
− asseverazione del contratto di rete.
Devono sussistere al momento di fruizione dell’agevolazione, ovvero al momento del versamento del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo d’imposta al quale si riferiscono gli utili accantonati a riserva.
3.1 Accantonamento dell’utile
Gli utili destinati al fondo patrimoniale comune o al patrimonio destinato all’affare trovano espressione in bilancio in una corrispondente riserva (deve essere denominata con riferimento alla norma istitutiva dell’agevolazione in esame, e distinta rispetto alle altre riserve di patrimonio netto), di cui viene data informazione in Nota Integrativa (l’Agenzia delle Entrate precisa che l’obbligo di dare informazione in Nota integrativa si deve intendere riferito alle sole società tenute per legge alla relativa redazione, pertanto sono escluse le società di persone e le imprese individuali) e sono vincolati alla realizzazione degli investimenti previsti dal programma comune di rete.
L’importo che non concorre alla formazione del reddito d’impresa non può, comunque, superare il limite di euro 1.000.000. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il limite di un milione di euro per gli utili agevolabili è da ritenersi riferito a ciascuna impresa (anche se stipula più contratti di rete) e a ciascun periodo d’imposta.
È importante seguire i provvedimenti dell’Agenzia delle Entrate che stabiliscono entità e modalità per beneficiarie delle agevolazioni fiscali.
3.2 Investimenti agevolabili
Tra gli “investimenti” possono annoverarsi i costi per l’acquisto o per l’utilizzo di beni strumentali e per servizi, nonché per l’utilizzo di personale.
Nel caso di messa a disposizione di beni e personale da parte delle imprese aderenti alla rete, si deve determinare e contabilizzare il costo figurativo relativo all’effettivo impiego di tali beni, servizi e personale.
L’Agenzia delle Entrate precisa come resti ferma la necessità di dimostrare, anche contabilmente, che i predetti costi sono stati sostenuti per la realizzazione degli investimenti previsti dal programma comune di rete.
La realizzazione degli investimenti previsti dal programma di rete può avvenire anche dopo la fruizione dell’agevolazione, purché entro l’esercizio successivo a quello in cui è stata assunta la delibera di accantonamento degli utili. Pertanto, se l’assemblea accantona l’utile dell’esercizio 2010 nell’aprile 2011, il termine per l’effettuazione degli investimenti è fissato al 31.12.2012, e non al 31.12.2011.
Secondo l’Agenzia delle Entrate non è obbligatorio realizzare entro l’esercizio successivo tutti gli investimenti previsti dal programma di rete e precisa, infatti, che, fermo restando l’impiego entro detto termine degli utili per i quali è accordato il beneficio della sospensione da imposizione, il timing di realizzazione degli investimenti è comunque quello previsto dal programma di rete asseverato.
3.3 Le parole chiave
Contratto: tra più imprese per perseguire lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato, con il
quale si obbligano, sulla base di un programma comune di rete, a collaborare ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni o ad esercitare in comune una o più attività.