Contract
Identificazione dell’Installazione IPPC | |
Ragione sociale | IL Truciolo S.r.l. |
Sede Legale | Xxx Xxx Xxxxxxx, 00 - Xxxxxxx Xxxxxxx (XX) |
Sede Operativa | Xxx Xxxxxxxx, 00 - Xxxxxxxxx (XX) |
Tipo di installazione | Esistente “non soggetta ad A.I.A.” ai sensi dell’art. 5, comma 1), lett. i-quinquies, del D.Lgs 152/06 e s.m.i. |
Codice e attività IPPC | 5.3 b Il recupero, o una combinazione di recupero e smaltimento, di rifiuti non pericolosi, con una capacità superiore a 75 Mg al giorno, che comportano il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività di trattamento delle acque reflue urbane, disciplinate al paragrafo 1.1 dell’Allegato 5 alla Parte Terza: II) pretrattamento dei rifiuti destinati all’incenerimento; |
Attività NON IPPC | Messa in riserva (R13), deposito preliminare (D15) e trattamento (R3 - R4 - R5 - R12) di rifiuti speciali non pericolosi. |
A. QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE
4
A 1. Inquadramento dell’installazione e del sito 4
A.1.1 Inquadramento dell’installazione ippc
4
A.1.2 Inquadramento geografico - territoriale del sito
5
A 2. Stato autorizzativo ed autorizzazioni sostituite dall’AIA 7
B. QUADRO ATTIVITA’ DI GESTIONE RIFIUTI
8
B.1 Descrizione delle operazioni svolte e dell’impianto 8
B.2 Materie Prime ed Ausiliarie 26
B.3 Risorse idriche ed energetiche 27
28
C.1 Emissioni in atmosfera e sistemi di contenimento 28
C.2 Emissioni idriche e sistemi di contenimento 29
C.3 Emissioni sonore e sistemi di contenimento 31
C.4 Emissioni al suolo e sistemi di contenimento 31
C.7 Rischi di incidente rilevante 33
34
D.3 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento in atto e programmate 46
48
E.1.1 Valori limite di emissione
48
E.1.2 Requisiti e modalità per il controllo
48
E.1.3 Prescrizioni impiantistiche
48
E.2.1 Valori limite di emissione
50
E.2.2 Requisiti e modalità per il controllo
51
E.2.3 Prescrizioni impiantistiche
51
51
52
E.3.2 Requisiti e modalità per il controllo
52
52
E.4 Suolo e acque sotterranee 52
E.5.1 Requisiti e modalità per il controllo
53
E.5.2 Attività di gestione rifiuti autorizzata
53
59
E.7 Monitoraggio e Controllo 60
E.8 Prevenzione e Gestione degli eventi emergenziali 61
E.9 Interventi sull’area alla cessazione dell’attività 61
E.10 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento e relative tempistiche 62
63
F.1 Finalità del monitoraggio 63
F.2 Chi effettua il self-monitoring 63
F.3 PARAMETRI DA MONITORARE 63
63
63
64
64
65
66
F.3.7 Radiazioni (Controllo radiometrico)
67
67
68
F.4.1 Individuazione e controllo sui punti critici
68
F.4.2 Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, etc.)
69
69
69
A. QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE
A 1. Inquadramento dell’installazione e del sito
A.1.1 Inquadramento dell’installazione ippc
L'installazione “Il Truciolo S.r.l.” opera nel settore del recupero e della trasformazione degli scarti legnosi. L’azienda è attiva sul territorio nazionale dal 1989.
L’installazione rientra nel campo di applicazione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale individuato al codice IPPC “5.3 b Il recupero, o una combinazione di recupero e smaltimento, di rifiuti non pericolosi, con una capacità superiore a 75 Mg al giorno, che comportano il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività di trattamento delle acque reflue urbane, disciplinate al paragrafo 1.1 dell’Allegato 5 alla Parte Terza - II) pretrattamento dei rifiuti destinati all’incenerimento”, in quanto è presente un impianto che consente il recupero di rifiuti non pericolosi attraverso operazioni di selezione meccanica, omogeneizzazione, triturazione e raffinazione, finalizzato alla produzione di Combustibile Solido Secondario (CSS).
Parallelamente viene svolta attività di recupero e/o smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi. L’installazione opera 330 giorni/anno e sono complessivamente impiegati presso l’azienda n. 45 addetti.
Il sito di stoccaggio è identificabile mediante le coordinate UTM32 - WGS84, calcolate sul baricentro dell’area, di seguito elencate:
Coordinate | Est X - 513940,94 | Nord Y- 5070570,98 |
L’installazione IPPC, soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale, è interessata dalle seguenti attività:
N. ordine attività IPPC | Codice IPPC | Attività IPPC | Capacità produttiva di progetto |
1 | 5.3 b) punto II) | Il recupero, o una combinazione di recupero e smaltimento, di rifiuti non pericolosi, con una capacità superiore a 75 Mg al giorno, che comportano il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività di trattamento delle acque reflue urbane, disciplinate al paragrafo 1.1 dell’Allegato 5 alla Parte Terza: - II) pretrattamento dei rifiuti destinati all’incenerimento | 720 t/g |
N. ordine attività non IPPC | Codice ISTAT | Attività NON IPPC | |
2 | 38.32.3 | Messa in riserva (R13), trattamento (R3, R4, R5, R12) e deposito preliminare (D15) di rifiuti speciali non pericolosi. |
Tab.A1 - Attività IPPC e NON IPPC per attività industriali
Codici IPPC e non IPPC | Tipologia Impianto | Operazioni Svolte e autorizzate (secondo Allegato B e/o C - All. parte IV del d.lgs. 152/06 e s.m.i.) | Capacità di Progetto | Rifiuti NP | Rifiuti P | Rifiuti Urbani |
5.3b) -II) | Recupero rifiuti non pericolosi | Il recupero, o una combinazione di recupero e smaltimento, di rifiuti non pericolosi, con una capacità superiore a 75 Mg al giorno, che comportano il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività di trattamento delle acque reflue urbane, disciplinate al paragrafo 1.1 dell’Allegato 5 alla Parte Terza: - 2) pretrattamento dei rifiuti destinati all’incenerimento | 720 t/g (1) | X | -- | X |
38.32.3 (2) | Miscelazione (R12) | 8.000 t/g | X | -- | X | |
Recupero Plastica (R3) | 16.520 t/g | |||||
Recupero inerti (R5) | 4,8 t/g | |||||
Trattamento legno e/o eventuali miscelazioni (R3-R12) | 9.360 t/g | |||||
Recupero Rame e Ferro (R4) | 15,6 t/g |
(1) Riferito al dato targa macchina
Tabella A2 - Tipologia Impianto/i
(2) Valori desunti dalla ditta dalla pratica VIA (Valutazione Impatto Ambientale)
La condizione dimensionale dell’insediamento industriale è descritta nella tabella seguente:
Superficie totale (m2) | Superficie coperta (m2) | Superficie scolante* (m2) | Superficie scoperta impermeabilizzata (m2) | Anno costruzione complesso | Ultimo ampliamento |
24.564 | 8.029 | 13.548 | 13.548 | 1998 | 2010 |
(*) Così come definita all’art.2, comma 1, lettera f) del Regolamento Regionale n. 4 recante la disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne.
Tabella A3 - Condizione dimensionale dello stabilimento
A.1.2 Inquadramento geografico - territoriale del sito
L’installazione “Il Truciolo S.r.l.” risulta ubicato in xxx Xxxxxxxx 00/x xxx Xxxxxx xx Xxxxxxxxx (XX), in un contesto industriale consolidato. L’area ha una superficie complessiva di circa 24.564 m2 ed è contraddistinta catastalmente dai mappali 4958 - 4354 - 4976 - 4975 - 4974 - 4973 - 3701 - 4970 - 4967 -
4969 - 4968 - 4971 - 4972 del Foglio 913 e dal mappale 4353 - 1903 - 5013 - 5015 - 5014 del Foglio 914.
Ai sensi del Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di Albavilla approvato in data 15/06/2013, l’area di interesse risulta classificata come area “Ambiti produttivi di recente espansione”.
I territori circostanti compresi nel raggio di 500 m, hanno le destinazioni d’uso seguenti:
Destinazione d’uso dell’area secondo il PGT vigente | Destinazioni d’uso principali | Distanza minima dal perimetro del installazione |
Ambito boschivo a tutela ambientale | 90 m direzione E | |
Ambiti agricoli | 220 m direzione NE |
Tabella A4 - Destinazioni d’uso nel raggio di 500 m
Tipo di vincolo | Distanza minima del vincolo dal perimetro del complesso | Norme di riferimento | Note |
Fascia di rispetto pozzi e sorgenti | 200 m N 170 m S | Art. 94 del D.Lgs 152/06 | - |
Bellezze d’insieme | 0 m | X.Xxx 42/04 | - |
Territori coperti da boschi e foreste | 90 m | D.Lgs 42/04 | - |
Fascia di rispetto dei metanodotti | 90 m | // | - |
Fascia di rispetto di stazione radiobase | Incidente su gran parte dell’area | // | - |
Tabella A4 bis - Aree soggette a vincoli ambientali nel territorio circostante (R=500 m)
Localizzazione sito installazione (Inquadramento estratto CTR)
INQUADRAMENTO installazione (PGT Approvato)
Verifica presenza criteri localizzativi escludenti ai sensi dell’ art. 13, comma 5 del Programma Regionale di Gestione Rifiuti (PRGR), approvato con dgr n. 1990 del 20/06/14.
Con riferimento a quanto previsto dall’ art. 13, comma 5, del Programma Regionale di Gestione Rifiuti (PRGR), approvato con dgr n. 1990 del 20/06/14, ritenendo che il rilascio della presente AIA sia del tutto assimilabile ad una procedura di rinnovo del titolo autorizzativo, è stata chiesta alla Ditta la verifica puntuale di eventuali criteri localizzativi escludenti di cui al Programma medesimo e integrati con quelli previsti dal Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR) della Provincia di Como che non siano incompatibili con quelli di cui alla dgr n. 1990/2014, verifica trasmessa dalla ditta con nota in atti reg. n. T1.2015.0013392 del 16/03/15.
La Ditta ha dichiarato che l’area in cui ha luogo l’installazione non è interessata da alcun criterio localizzativo di tipo escludente.
A 2. Stato autorizzativo ed autorizzazioni sostituite dall’AIA
La tabella seguente riassume lo stato autorizzativo dell’installazione IPPC:
Settore | Norme di riferimento | Ente competente | Numero autorizzazione | Data di emissione | Scadenza | N. ordine attività IPPC e non | Note | Sost. da AIA |
ARIA | D.Lgs 152/06 | Provincia di Como | Prot. n. 6590 | 15.02.2012 | 15.02.2027 | 1 - 2 | - | SI |
ACQUA CIS - allacciamento FC scarichi civili scarichi industriali | D.Lgs 152/06 | Ufficio d’Ambito di Como | Reg. n. 107 | 12.06.2013 | 12.06.2017 | 1 - 2 | - | SI |
SUAP | n. 1/2013 | 22.07.2013 | ||||||
ACQUA Concessione prelievo pozzi | X.X. x. 0 xxx 00.00.0000 | Xxxxxxxxx xx Xxxx | n. 77/2013 Registro del Servizio Risorse Territoriali | 24.07.2013 | - | 1 - 2 | - | NO |
RIFIUTI | D.Lgs 152/06 | Provincia di Como | n. 11/A/ECO | 06.02.2013 | 06.02.2023 | 1 - 2 | - | SI |
PAESAGGISTICA | D.Lgs 42/04 | Provincia di Como | Prot. n. 14977 | 07.04.2015 | - | 1 - 2 | - | NO |
PREVENZIONE INCENDI | D.P.R. n. 151/2011 | Vigili del Fuoco | Rif. pratica n. 41398 | 18.04.2014 | 01.04.2019 | 1 - 2 | - | NO |
Tabella A5 - Stato autorizzativo
Il Truciolo S.r.l. dispone della certificazione ambientale:
• UNI EN ISO 14001:2004 con certificato n. IT05/0557 del 30.05.2014.
La Pronuncia di Compatibilità Ambientale ai sensi del D.Lgs 152/06, rilasciata dalla Provincia di Como, con nota prot. 25420 n. 66 di Registro del 30.06.2014, esprimeva un giudizio positivo sulla variante dell’attività di stoccaggio, con prescrizioni e condizioni operative che sono state recepite dal presente Allegato Tecnico.
B. QUADRO ATTIVITA’ DI GESTIONE RIFIUTI
B.1 Descrizione delle operazioni svolte e dell’impianto
L’installazione “Il Truciolo S.r.l.” svolge prevalentemente presso il sito l’attività di lavorazione di materiali di matrice legnosa.
In sintesi, i principali cicli produttivi svolti sono:
• lavorazione dei rifiuti ligneocellulosici;
• lavorazione di rifiuti eterogenei di natura organica.
Sono inoltre eseguite presso l’insediamento attività di recupero di rifiuti non pericolosi quali inerti, metalli misti, plastica, vetro e carta.
L’attività viene svolta nelle seguenti strutture e/o aree:
• n. 3 capannoni adibiti alle lavorazioni industriali dei rifiuti;
• n. 1 capannone adibito ad uffici e officina meccanica;
• piazzale esterno scoperto impermeabilizzato adibito alla lavorazione rifiuti (ligneocellulosici). Le operazioni di recupero e di smaltimento autorizzate di rifiuti non pericolosi sono:
• messa in riserva in ingresso e uscita (R13);
• recupero di materia (R3-R4-R5) e di produzione CSS (R3) (escluso attività di compostaggio);
• selezione e cernita (R12);
• miscelazione (R12);
• deposito preliminare (D15).
Presso l’installazione vengono effettuate operazioni di:
- messa in riserva (R13), di rifiuti speciali non pericolosi in ingresso per un quantitativo massimo di
27.500 m3 (13.750 t);
- messa in riserva (R13), di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da materiali ligneo-cellulosici destinati al recupero presso impianti esterni per un quantitativo massimo di 5.500 m3 (2.750 t);
- messa in riserva (R13), di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da CSS (Combustibile Solido Secondario) destinato a recupero energetico (R1) per un quantitativo massimo di 6.910 m3 (3.455 t);
- messa in riserva (R13), di rifiuti speciali non pericolosi destinati a recupero presso impianti esterni per un quantitativo massimo di 90 m3 (45 t);
- deposito preliminare (D15) di rifiuti speciali non pericolosi per un quantitativo massimo di 236 m3
(118 t);
- operazioni di recupero (R12-R3-R4-R5) di rifiuti speciali non pericolosi per un quantitativo massimo di 205.100 t/anno.
Si riporta di seguito una tabella riassuntiva dei quantitativi di messa in riserva e deposito preliminare in ingresso e uscita dall’installazione:
Attività | Quantitativo istantaneo | |
(m3) | (t) | |
Messa in riserva in ingresso (R13) di rifiuti non pericolosi | 27.500 | 13.750 |
Messa in riserva in uscita (R13) di rifiuti non pericolosi costituiti da materiali ligneo cellulosici destinati al recupero presso altri impianti(1) | 5.500 | 2.750 |
Messa in riserva in uscita (R13) di rifiuti non pericolosi costituiti da CSS destinato a recupero energetico (R1) | 6.910 | 3.455 |
Messa in riserva in uscita (R13) di rifiuti non pericolosi destinati al recupero presso altri impianti | 90 | 45 |
Deposito preliminare (D15) di rifiuti non pericolosi | 236 | 118 |
TOTALE | 40.236 | 20.118 |
Tabella B1 – Operazione di messa in riserva
Nella seguente tabella si riassumono le operazioni di recupero di rifiuti non pericolosi autorizzate:
Operazioni autorizzate | Capacità autorizzata di trattamento annuo (t/a) | Stato fisico | Modalità di stoccaggio |
Operazioni recupero (R3-R12) di rifiuti non pericolosi di natura organica (Impianto aeraulico e miscelazioni produzione CSS - operazione R3) | 60.000 | Solido | Cumuli al coperto su platea impermeabilizzata |
Operazioni recupero (R3 - R12) di rifiuti non pericolosi di natura plastica | 1.700 | Solido | Cumuli al coperto su platea impermeabilizzata |
Operazioni recupero (R5 - R12) di rifiuti non pericolosi di natura inerte | 1.700 | Solido | Cumuli al coperto su platea impermeabilizzata |
Operazioni recupero (R3 - R12) di rifiuti non pericolosi di natura ligneo-cellulosica | 140.000 | Solido | Cumuli esterni su platea impermeabilizzata |
Operazioni recupero (R4 - R12) di rifiuti non pericolosi di natura metallica e non metallica | 1.700 | Solido | Cumuli al coperto su platea impermeabilizzata |
Totale | 205.100 | - | - |
Tabella B2 – Operazioni di trattamento autorizzate
L’impianto risulta suddiviso nelle seguenti aree funzionali:
Denominazione | Descrizione | Modalità di stoccaggio | Superficie | |
m2 | m3 | |||
A | Zona di conferimento | Cumuli | 52 | 98 |
B | Solo stoccaggio R13 | Cumuli | 43 | 98 |
C | Operazione R13 finalizzato a R12 | Cumuli | 95 | 331 |
D | Operazione R13 finalizzato a R3-R4-R5 | Cumuli | 52 | 147 |
E2 | Operazione R13 finalizzato a R3 (produzione di CSS R13-R12, selezione, cernita e omogeneizzazione) | Cumuli | 91 | 324 |
E3 | Operazione R13 finalizzato a R12 | 359 | 1.274 | |
F | D15 (solo stoccaggio) | Cumuli | 74 | 236 |
G | Operazione R13 (cavi di rame) | Cumuli | 154 | 347 |
H | Operazione R13 Plastica (in uscita dalla triturazione del rame) | Cassoni da 1 m3 | 22 | 66 |
L | C.S.S. o 19.xx.xx | Cumuli | 136 | 581 |
M | 262 | 1.363 | ||
N | 281 | 1.104 | ||
O | 459 | 2.315 | ||
P | 65 | 237 | ||
Q1 | Rifiuti prodotti dalla lavorazione (sovvalli-19.xx.xx o scarti del legno) | Cumuli | 26 | 73 |
Q2 | 6 | 9 | ||
Q3 | 10 | 10 | ||
Q4 | 40 | 72 | ||
Q5 | 25 | 50 | ||
R | Rifiuti prodotti dalla lavorazione (19.xx.xx o scarti del legno) | Cumuli | 14 | 14 |
S | Rifiuti prodotti dalla lavorazione (19.xx.xx o scarti del legno) | Cumuli | 41 | 68 |
Denominazione | Descrizione | Modalità di stoccaggio | Superficie | |
m2 | m3 | |||
T | End of waste e/o rifiuti in attesa di certificazione ai sensi dei regg.UE 1179/12 e UE 715/13 (Operazione residuale R4) e delle norme tecniche di riferimento | Cumuli | 92 | 289 |
Z | Rifiuti decadenti (19.xx.xx) | Cumuli/cassone | 81 | 93 |
A1 | Operazione R13 (solo messa in riserva) | Cumuli | 1.651 | 6.889 |
A2 | Messa in Riserva (R13) e trattamento (R3 -R12) | Cumuli | 1.336 | 6.372, 5 |
A3 | Messa in Riserva (R13) e trattamento (R3 -R12) | Cumuli | 1.543 | 7.360 |
A4 | Messa in riserva (R13) Rifiuti in uscita o End of Waste | Cumuli | 1.093 | 5.500 |
A5 | Messa in riserva (R13) pulper | Cumuli | 324 | 1.420 |
A6 | Messa in riserva (R13) cortecce | Cumuli | 324 | 1.420 |
B1 | Rifiuti prodotti (19.xx.xx) | Cumuli/cassone | 288 | 1.056 |
D1 | Messa in riserva (R13) segatura/cippato - MPS | Cumuli | 332 | 1.306 |
E1 | Area conferimento in attesa di invio al destino finale | Cumuli/cassone | 223 | - |
Tabella B3 – Aree funzionali
Lo stoccaggio massimo istantaneo dei rifiuti depositati presso l’area esterna “A4” sarà pari a 5.500 m3; l’altezza massima dei cumuli di rifiuti e di prodotti sarà quindi pari a 5 m.
Le aree funzionali interne L, M, N, O saranno utilizzate per lo stoccaggio dei rifiuti di legno, in alternativa allo stoccaggio del CSS, per esigenze di flessibilità nel ciclo di gestione rifiuti, fermo restando il limite complessivo della messa in riserva in uscita pari a 12.500 m3.
I tipi di rifiuti in ingresso sottoposti alle varie operazioni sono individuati dai seguenti codici CER:
CER | Descrizione | Area Funzionale | R13 | R3 | R4 | R5 | R12 | D15 |
02.01.03 | Scarti di tessuti vegetali (limitatamente a cortecce e radici di essenze già essiccatela cui essenza è già stata estratta) | X, X, X, X0, X0, X0, X0, X0, X0, X0, X | x | x | x | x | ||
02.01.04 | Rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi) | A, C, D, E2, E3, F | x | x | x | x | ||
02.01.07 | Rifiuti della silvicoltura (limitatamente a legno vergine costituito da tronchi, cortecce, ramaglie, fogliame proveniente dalla silvicoltura) | A1, A2, A3, A4, A6, F | x | x | x | x | ||
02 01 10 | Rifiuti metallici | X, X, X, X, X0 X | x | x | x | |||
02 03 04 | Scarti solidi da trattamenti primari di industrie alimentari (limitatamente a contenitori vuoti) | X, X, X, X, X0, X0 | x | x | x | x | ||
02 06 01 | Scarti solidi da trattamenti primari di industrie dolciarie (limitatamente a contenitori vuoti) | X, X, X, X, X0, X0 | x | x | x | x | ||
03 01 01 | Scarti di corteccia e sughero | A1, A2, A3, A4, A6, F | x | x | x | x | ||
03 01 05 | Segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 03 01 04 | X0, X0, X0, X0, X0, X0 ,X | x | x | x | x | ||
03 03 01 | Scarti di corteccia e legno | A1, A2, A3, A4, A6, F | x | x | x | x |
CER | Descrizione | Area Funzionale | R13 | R3 | R4 | R5 | R12 | D15 |
03 03 07 | Scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone (limitatamente a rifiuti solidi non putrescibili) | X, X, X, X0, X0 X0, X | x | x | x | x | ||
03 03 08 | Scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati | X, X, X, X, X0, X0, X0, X | x | x | x | x | ||
03 03 10 | Scarti di fibre generati dai processi di separazione meccanica (ad esclusione dei rifiuti fangosi) | X, X, X, X, X0, X0 X0, X | x | x | x | x | ||
04 01 09 | Sfridi di pelli già trattate da industrie di abbigliamento | X, X, X, X, X0, X0, X | x | x | x | x | ||
04 02 09 | Rifiuti da materiali compositi (fibre impregnate, elastomeri, plastomeri) | X, X, X, X0, X0, X | x | x | x | x | ||
04 02 10 | Materiale organico proveniente da prodotti naturali (ad es. grasso, cera) (limitatamente a rifiuti solidi non putrescibili) | X, X, X, X, X0 | x | x | x | x | ||
04 02 15 | Rifiuti da operazioni di finitura, diversi da quelli di cui alla voce 04 02 14 | A, B, C, E2, E3, F | x | x | x | x | ||
04 02 21 | Rifiuti da fibre tessili grezze | X, X, X, X0, X0, X | x | x | x | x | x | |
04 02 22 | Rifiuti da fibre tessili lavorate | X, X, X, X0, X0, X | x | x | x | x | x | |
07 02 13 | Rifiuti plastici | X, X, X, X, X0, X0, X | x | x | x | x | ||
07 02 17 | Rifiuti contenenti silicone diversi da quelli di cui alla voce 07 02 16 | A, B, C, E2, E3, F | x | x | x | x | ||
07 05 14 | Rifiuti solidi, diversi da quelli di cui alla voce 07 05 00 | X, X, X, X0, X0, X | x | x | ||||
08 03 18 | Toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 00 | X, X, X, X, X0, X0, X | x | x | x | |||
08 04 10 | Adesivi e sigillanti di scarto, diversi da quelli di cui alla voce 08 04 09 | A, B, C, E2, E3, F | x | x | x | x | ||
09 01 07 | Carta e pellicole per fotografia, contenenti argento o composti dell'argento | A, B, C, E3, F | x | x | x | x | ||
09 01 08 | Carta e pellicole per fotografia, non contenenti argento o composti dell'argento | X, X, X, X0, X0, X | x | x | x | x | ||
09 01 10 | Macchine fotografiche monouso senza batterie | X, X, X, X0, X | x | x | ||||
10 11 03 | Scarti di materiale in fibra a base di vetro (limitatamente a scarti di tessuto non tessuto utilizzato in edilizia) | X, X, X, X0, X0,X | x | x | x | x | x | |
10 11 10 | Scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico, diverse da quelle di cui alla voce 10 11 09 | A, B, C, E3, F | x | x | x | x | ||
10 11 12 | Rifiuti di vetro diversi da quelli di cui alla voce 10 11 11 | A, B, C, D, E3, F | x | x | x | x | ||
10 12 01 | Scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico | A, C, E3, F | x | x | x | |||
10 12 06 | Stampi di scarto | A, B, C, E3, F | x | x | x | x | ||
10 13 01 | Scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico | A, C, E3,F | x | x | x | |||
11 05 01 | Zinco solido | D,F | x | x | ||||
12 01 01 | Limatura e trucioli di materiali ferrosi | A,D | x | x |
CER | Descrizione | Area Funzionale | R13 | R3 | R4 | R5 | R12 | D15 |
12 01 03 | Limatura e trucioli di materiali non ferrosi | A, D | x | x | ||||
12 01 05 | Limatura e trucioli di materiali plastici | X, X, X, X0,X0, X | x | x | x | x | ||
12 01 13 | Rifiuti di saldatura | X, X, X, X0, X | x | x | x | |||
12 01 17 | Materiale abrasivo di scarto, diverso da quello di cui alla voce 12 01 16 | A, B, E3, F | x | x | x | |||
12 01 21 | Corpi d'utensile e materiali di rettifica esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 12 01 20 | A, B, C, E3, F | x | x | x | |||
15 01 01 | Imballaggi in carta e cartone | A, D, F | x | x | x | x | ||
15 01 02 | Imballaggi in plastica | A, D,F | x | x | x | x | ||
15 01 03 | Imballaggi in legno | X, X, X, X0, X0, X0, X0, X0, X | x | x | x | x | ||
15 01 05 | Imballaggi in materiali compositi | X, X, X, X, X0, X0 | x | x | x | x | x | x |
15 01 06 | Imballaggi in materiali misti | X, X, X, X, X0, X0, X | x | x | x | x | x | x |
15 01 07 2) | Imballaggi in vetro | A, D, C,F | x | x | x | x | ||
15 01 09 | Imballaggi in materia tessile | X, X, X, X0, X0, X | x | x | x | x | ||
15 02 03 | Assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 15 02 02 (ad esclusione dei rifiuti putrescibili o che possono dare origine ad emissioni maleodoranti) | X, X, X, X0, X0, X | x | x | x | x | ||
16 01 03 | Pneumatici fuori uso | A,D,F | x | x | ||||
16 01 12 | Pastiglie per freni, diverse da quelle di cui alla voce 16 01 11 | D,F | x | x | ||||
16 01 16 | Serbatoi per gas liquido | D,F | x | x | ||||
16 01 17 | Metalli ferrosi | A, D,F | x | x | x | |||
16 01 18 | Metalli non ferrosi | A, D, G,F | x | x | x | |||
16 01 19 | Xxxxxxxx | X, X, X0, X0, X, X | x | x | x | x | ||
16 01 20 2) | Vetro | A, D, G, E3, F | x | x | x | x | ||
16 01 22 1) | Componenti non specificati altrimenti (limitatamente a cavi di rame) | A, C, G | x | x | ||||
16 02 16 1) | Componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce 16 02 15 (limitatamente a cavi di rame) | A, C, D, E2, E3, G,F | x | x | x | x | ||
16 03 04 | Rifiuti inorganici diversi da quelli di cui alla voce 16 03 03 (limitatamente a contenitori vuoti) | X, X, X, X0, X0,X | x | x | x | x | x | |
16 03 06 | Rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 16 03 03 (limitatamente a contenitori vuoti) | A, C, D, E2, E3, F | x | x | x | x | x | x |
16 06 04 | Batterie alcaline (tranne 16 06 03) | A, D,F | x | x | ||||
16 06 05 | Altre batterie ed accumulatori | A, D,F | x | x | ||||
17 01 03 | Mattonelle e ceramiche | A, B, C | x | x | ||||
17 01 07 | Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06 | A, B, C, E3, F | x | x | x | |||
17 02 01 | Legno | A, A1, A2, A3, A4, A6, F | x | x | x | x | ||
17 02 02 2) | Vetro | A, C, D, E3, F | x | x | x | x |
CER | Descrizione | Area Funzionale | R13 | R3 | R4 | R5 | R12 | D15 |
17 02 03 | Plastica | A, C, D, E2, E3, F | x | x | x | x | ||
17 04 01 1) | Xxxx, bronzo, xxxxxx | X, G,F | x | x | x | x | x | |
17 04 02 | Alluminio | D,F | x | x | x | |||
17 04 03 | Piombo | D,F | x | x | x | x | ||
17 04 04 | Zinco | D,F | x | x | x | x | ||
17 04 05 | Ferro e acciaio | D,F | x | x | x | |||
17 04 06 | Stagno | D,F | x | x | x | x | ||
17 04 07 | Metalli misti | D,F | x | x | x | x | ||
17 04 11 1) | Cavi, diversi da quelli di cui alla voce 17 04 10 | G,F | x | x | x | x | ||
17 06 04 | Materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 17 06 01 e 17 06 03 (limitatamente a lana di vetro, lana di roccia e altri materiali coibenti) | X, X, X, X0, X0, X | x | x | x | x | ||
17 08 02 | Materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce 17 08 01 | A, B, C, E3, F | x | x | x | x | ||
17 09 04 | Rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03 | A, B, C, E3, F | x | x | x | x | ||
19 01 02 | Materiali ferrosi estratti da ceneri pesanti | D,F | x | x | x | |||
19 01 18 | Rifiuti della pirolisi, diversi da quelli di cui alla voce 19 01 17 | A, C, E3,F | x | x | x | x | ||
19 02 03 | Miscugli di rifiuti composti (limitatamente a rifiuti solidi non putrescibili) | A, C, D, E3, F | x | x | x | x | x | x |
19 03 05 | Rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce 19 03 04 | A, E3, F | x | x | ||||
19 10 02 | Rifiuti di metalli non ferrosi | D,F | x | x | x | |||
19 10 04 | Fluff - frazione leggera e polveri, diversi da quelli di cui alla voce 19 10 03 | A, B, C, D, E3, F | x | x | x | x | ||
19 12 01 | Carta e cartone | A, D, E2, E3, F | x | x | x | x | ||
19 12 02 | Metalli ferrosi | A, C, D, E3, F | x | x | x | |||
19 12 03 | Metalli non ferrosi | D, G,F | x | x | x | x | ||
19 12 04 | Plastica e gomma | X, X, X, X0, X0, X, X | x | x | x | x | ||
19 12 05 2) | Vetro | A, C, D, E3 | x | x | x | x | ||
19 12 07 | Legno diverso da quello di cui alla voce 19 12 06 | A, A1, A2, A3, A4, A6, D1,F | x | x | x | x | ||
19 12 08 | Prodotti tessili | A, B, C, E2, E3, F | x | x | x | x | ||
19 12 09 | Minerali (ad esempio sabbia, rocce) | A, C,F | x | x | ||||
19 12 10 | Rifiuti combustibili (limitatamente al CSS combustibile solido secondario) | L, M, N, O, P, F | x | x | ||||
19 12 12 | Altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11 | A, B, C, D, E2, E3, L, M, N, O, P, F | x | x | x | x | ||
20 01 01 | Carta e cartone | A, D, F | x | x | x | x | ||
20 01 02 2) | Vetro | A, C, D, E3, F | x | x | x | x | ||
20 01 10 | Abbigliamento | X, X, X, X0, X0, X | x | x | x | x | ||
20 01 11 | Prodotti tessili | A, B, C, E2, E3, F | x | x | x | x | ||
20 01 34 | Batterie e accumulatori diversi da quelli di cui alla voce 20 01 33 | D,F | x | x |
CER | Descrizione | Area Funzionale | R13 | R3 | R4 | R5 | R12 | D15 |
20 01 38 | Legno, diverso da quello di cui alla voce 20 01 37 | X, X0, X0, X0, X0, X0,X | x | x | x | x | ||
20 01 39 | Plastica | A, C, D, E2, E3, F | x | x | x | x | ||
20 01 40 | Metallo | D,F | x | x | x | |||
20 02 01 | Rifiuti biodegradabili | A1, A2, A3, A4, A6 | x | x | x | |||
20 03 07 | Rifiuti ingombranti | X, X, X, X, X0, X0, X | x | x | x | x | x | x |
NOTE
1) Per rottami di rame rispetto delle specifiche di cui all’allegato I del Regolamento UE n° 715/2013 .
2) Per rottami di vetro rispetto delle specifiche di cui all’allegato I del Regolamento UE n° 1179/2012.
Tabella B4 - Rifiuti in ingresso
All’interno dell’installazione IPPC sono presenti anche le seguenti ulteriori strutture di servizio:
• uffici amministrativi;
• officina manutenzione.
Le attrezzature utilizzate per lo svolgimento dell’attività di recupero rifiuti sono di seguito elencate:
Attività | Ubicazione attività | Potenzialità (t/h) |
Triturazione legno | Piazzale esterno impermeabilizzato | 100 |
Triturazione legno | 200 | |
Triturazione legno (cippatrice) | 90 | |
Impianto di recupero rifiuti eterogenei di natura organica (CSS) | Interno capannone | 25 - 30 |
Recupero cavi (granulatore) | Interno capannone | 0,35 - 0,45 |
Tabella B5 - Attrezzature
E’ presente una pesa per la quantificazione dei rifiuti in ingresso ed in uscita dall’installazione.
In ausilio all’attività svolta, per la movimentazione dei rifiuti non pericolosi sono in uso le seguenti attrezzature:
• pale gommate;
• ragni meccanici.
L’installazione è in funzione solo durante il periodo diurno per l’attività di recupero rifiuti svolta all’esterno su piazzale. Viene svolta attività lavorativa in periodo notturno esclusivamente all’interno del capannone.
Descrizione del Trattamento:
Attività IPPC n. 1 - Linea di recupero di rifiuti eterogenei a matrice organica
La linea di recupero di rifiuti non pericolosi è posta su area impermeabilizzata coperta in un capannone prefabbricato. Una dettagliata descrizione del processo produttivo viene riportata nello schema di flusso di seguito riportato:
Figura B2 - Schema di processo
L’impianto per il trattamento dei rifiuti non pericolosi pre-miscelati, costituiti da imballaggi in plastica misti, materia tessili e rifiuti derivanti dalla raccolta differenziate, è costituito dai seguenti macchinari:
• Trituratore primario;
• Deferrizzatore n.1;
• Deferrizzatore n. 2;
• Vaglio rotante;
• Raffinatore secondario;
• Separatore aeraulico;
• Raffinatore secondario.
I rifiuti con caratteristiche fisiche similari vengono inseriti mediante ragno semovente nella tramoggia di carico del trituratore primario, dove avviene una preliminare triturazione degli stessi.
I rifiuti triturati vengono inviati, con nastro trasportatore, a n° 2 deferrizzatori, che consentono la separazione di eventuali frazioni metalliche, e quindi al vaglio rotante che consente di rimuovere dal rifiuto pre-triturato le frazioni di minore granulometria (0 - 20 mm e 20 - 150 mm).
La porzione di rifiuto con pezzatura maggiore di 150 mm, in uscita dal vaglio, viene inviata tramite due nastri trasportatori al primo impianto di triturazione denominato “Raffinatore primario”, allo scopo di ridurre ulteriormente la pezzatura del rifiuto.
La frazione di rifiuto con granulometria inferiore a 20 mm viene inviata a smaltimento/recupero in impianti esterni autorizzati, mentre la frazione con pezzatura 20-150 mm viene destinata al separatore aeraulico che consente un’ulteriore separazione tra materiale fine pesante e leggero.
Dal separatore aeraulico il materiale viene convogliato al secondo impianto di triturazione, denominato “Raffinatore secondario”. Il materiale “pesante” decadente viene inviato a recupero/smaltimento presso impianti esterni.
La potenzialità di lavoro massima della linea produttiva sulle 24 h risulta pari a 25-30 t/h, equivalenti ad un masssimo di 720 t/g. Le fasi di trattatamento (triturazione, deferizzazione, vagliatura, raffinazione) per la produzione di CSS e la fase di pressatura ed imballo sono presidiate da aspirazioni, che danno origine all’emissione in atmosfera E1 dotata di un impianto di abbattimento (Filtro a maniche).
Parallelamente a tale linea, dopo la fase di premiscelazione e/o cernita manuale, i rifiuti decadenti sono destinati alla pressa installata dentro la struttura prefabbricata esistente.
Dall’attività di recupero, effettuata nel capannone industriale con l’impianto di cui sopra, si possono originare i seguenti materiali:
• CSS “end of waste”, rispondente alle norme tecniche UNI CEN/TS 15359 e s.m.i. e al D.M. 14.02.2013, n. 22;
• CSS rifiuto con codice CER 19.12.10 se rispondente alle norme tecniche UNI CEN/TS 15359 e
s.m.i. ma non al DM 14.02.2013, n. 22;
• Rifiuto 19.12.12, derivante dal recupero di frazioni residuali non recuperabili che non presentano in fase di omologa le caratteristiche per formare il CSS, destinato ad impianti autorizzati al recupero/smaltimento finale;
• Rifiuti decadenti derivanti da processi intermedi di deferrizzazione e separazione.
Prima del trattamento dei rifiuti non pericolosi nell’impianto per la produzione di CSS, viene effettuata una preliminare miscelazione (fase integrante del procedimento tecnologico autorizzato e pertanto non necessita di essere autorizzata ai sensi della D.g.r. 6 giugno 2012 - n. IX/3596 e provvedimenti conseguenti).
Si riportano nella tabella sottostante i codici CER miscelati preliminarmente al trattamento, da avviare all’impianto di triturazione e raffinazione interno al capannone:
Denominazione della Miscela | Operazione | CER in ingresso* | Denominazione | Destinazione finale |
02.03.04 | Scarti solidi da trattamenti primari di industrie | Miscela da avviare all’impianto produzione | ||
alimentari | ||||
02.06.01 | Scarti inutilizzabili per il consumo o la | |||
trasformazione | ||||
CSS | R12 | 03.03.07 | Scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone | |
03.03.08 | Scarti della selezione di carta e cartone | |||
destinati ad essere riciclati | ||||
04.01.09 | Sfridi di pelli già trattate da industrie di | |||
abbigliamento |
Denominazione della Miscela | Operazione | CER in ingresso* | Denominazione | Destinazione finale |
04.02.09 | Rifiuti da materiali compositi (fibre impregnate, elastomeri, plastomeri) | CSS | ||
04.02.15 | Rifiuti da operazioni di finitura, diversi da quelli di cui alla voce 04 02 14 | |||
04.02.21 | Rifiuti da fibre tessili grezze | |||
04.02.22 | Rifiuti da fibre tessili lavorate | |||
07.02.13 | Rifiuti plastici | |||
08.04.10 | Xxxxxxx e sigillanti di scarto, diversi da quelli di cui alla voce 08 04 09 | |||
10.11.03 | Ceneri leggere di torba e di legno non trattato | |||
12.01.05 | Limatura e trucioli di materiali plastici | |||
15.01.05 | Imballaggi in materiali compositi | |||
15.01.06 | Imballaggi in materiali misti | |||
15.01.09 | Imballaggi in materia tessile | |||
15.02.03 | Assorbenti, materiali filtranti, xxxxxxx e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 15 02 02 | |||
16.01.19 | Plastica | |||
16.03.04 | Rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 16 03 03 | |||
16.03.06 | Rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 16 03 05 | |||
17.02.03 | Plastica | |||
17.06.04 | Materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 17 06 01 e 17 06 03 e limitatamente a lana di vetro, lana di roccia e altri materiali coibenti | |||
19.12.04 | Plastica e gomma | |||
19.12.08 | Prodotti tessili | |||
19.12.12 | Altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal Trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11 | |||
20.01.10 | Abbigliamento | |||
20.01.11 | Prodotti tessili | |||
20.03.07 | Rifiuti ingombranti |
Tabella B6 – Codici CER componenti la miscela CSS
La destinazione finale del CSS sono impianti di incenerimento (che necessitano di questa tipologia di materiale per innalzare il potere calorifico della miscela da introdurre in impianto), recupero energetico oppure impianti di smaltimento autorizzati se il materiale in uscita non rispetta i requisiti previsti.
All’interno del capannone per lo stoccaggio dei rifiuti è presente un sistema di nebulizzazione con l’utilizzo di un prodotto deodorizzante al fine di prevenire potenziali impatti di natura odorigena.
Attività NON IPPC n. 2
Linea di recupero di rifiuti non pericolosi (rifiuti ligneocellulosici)
Il ciclo produttivo è eseguito su piazzale esterno pavimentato.
La descrizione del processo viene riportata nello schema di flusso di seguito riportato:
Figura B2a - Schema di processo
Il materiale è stoccato in cumuli nell’area funzionale “A” ed successivamente sottoposto a trattamento nelle aree funzionali “A1” e “A2”.
Il ciclo prevede la cernita manuale per l’estrazione di eventuali residui di materiale plastico, cartaceo e/o ferroso, l’eventuale miscelazione (R12) di rifiuti con matrice legnosa e quindi la triturazione con macchine mobili (R3) che vengono caricate mediante pale gommate.
E’ inoltre possibile eseguire un trattamento con cippatore per ridurre ulteriormente la pezzatura del materiale, preliminarmente alla chiusura del ciclo di lavorazione.
Le attrezzature utilizzate per lo svolgimento dell’attività di recupero rifiuti sono di seguito elencate:
Attività | Ubicazione attività | Potenzialità (t/h) |
Triturazione legno | Piazzale esterno impermeabilizzato | 100 |
Triturazione legno | 200 | |
Triturazione legno (cippatrice) | 90 |
Tabella B7 – Attrezzature utilizzate
Di seguito si riporta una tabella riportante le attività di recupero rifiuti di legno:
Tipologia di rifiuti in ingresso | Operazioni autorizzate | Modalità di stoccaggio Caratteristiche stoccaggio | Quantità massima di stoccaggio autorizzata per gruppi omogenei di rifiuti in ingresso | Capacità autorizzata di trattamento annuo |
Rifiuti speciali non pericolosi | R13, R12, R3 | Cumuli allo scoperto su platea impermeabilizzata | 24.767,5 m3 | 140.000 t/a |
Tabella B8 – Attività recupero rifiuti legno
Il materiale in uscita dalla triturazione e dall’eventuale cippatura viene stoccato nelle aree funzionali “A4” e “A6”, in attesa di:
• vendita come materiale recuperato qualora risulti conforme alle norme di settore (biomassa conforme alla norma ISO 17225 Solid biofuels);
• invio a impianti esterni autorizzati per le operazoni di recupero finale del rifiuto ligneo.
Rifiuti di rame
L’attività di recupero cavi, svolta in area coperta in una porzione del capannone “officina”, è eseguita da più macchinari di seguito elencati:
• Pelacavi: in sintesi il macchinario toglie la guaina primaria che mantiene uniti i singoli cavi. Il macchinario può trattare cavi di diametro compresi tra 6 ÷ 90 mm.
• Macinatore: il macinatore monoalbero frantuma il materiale precedentemente trattato attraverso un rotore portautensili azionato da centralina idraulica. È dotato di griglia che permette di selezionare le dimensioni finali del macinato
• Nastro trasportatore deferizzatore: il nastro trasportatore è di tipo spinato in gomma. Al suo interno è presente il tamburo di trazione e i rulli di scorrimento. Il tamburo di trazione è magnetico, permettendo così la separazione del ferro dal materiale caricato ed è azionato da un motoriduttore a velocità fissa. Sulla parte superiore della macchina sono posizionate le tramogge, di cui una per convogliare lo scarico del materiale recuperato ed una per lo scarico dei residui ferrosi.
• Impianto compattato riciclaggio cavi: all’uscita del nastro trasportatore il materiale viene inviato all’impianto compattato di riciclaggio cavi, che trita ulteriormente il rifiuto e, successivamente, separa la plastica dal rame attraverso un separatore vibrante a secco. Il macchinario è una monoscocca in lamiera d’acciaio ed è composto da:
- granulatore a 3 lame rotanti e 2 controlame, alloggiato all’interno della monoscocca;
- canale vibrante per la separazione del metallo pesante e il trasporto del materiale leggero fino all’alimentazione del raffinatore;
- trasporto pneumatico in depressione per il trasferimento del materiale dal raffinatore al separatore, costituito da un elettroventilatore, posto all’interno della monoscocca, e da un ciclone di decantazione e da una valvola stellare posizionati sopra il separatore;
- separatore a secco alloggiato all’interno della monoscocca;
- tramoggia di scarico per il convogliamento delle polveri verso la coclea di scarico;
- bocche di uscita per plastica e rame.
Le principali fasi dell’impianto sono presidiate da aspirazioni per l’abbattimento delle polveri a circuito chiuso, composto da un filtro autopulente a getto d’aria in contropressione a tenuta stagna facente parte della monoscocca, che dà origine all’emissione convogliata in atmosfera, identificata con la sigla E3, presidiata da un impianto di abbattimento (Filtro a tessuto).
Dall’attività di recupero si originano i seguenti materiali:
• Rame conforme alle specifiche del Regolamento della Commissione UE 715/2013/UE;
• Plastica conforme alle specifiche UNI EN 10667-1:2010 considerata prodotto ai sensi dell’art. 184-ter del D.Lgs 152/06;
• Rifiuti decadenti dall’attività costituiti da materiali ferrosi e non ferrosi, plastica e gomma.
Di seguito si riporta una tabella riportante le attività di recupero rifiuti di rame:
Tipologia di rifiuti in ingresso | Operazioni autorizzate | Modalità di stoccaggio Caratteristiche stoccaggio | Quantità massima di stoccaggio autorizzata per gruppi omogenei di rifiuti in ingresso | Quantità totale Capacità autorizzata di trattamento annuo |
Rifiuti speciali non pericolosi | R13, R4 | Coperto su platea impermeabilizzata | 347 m3 | 1.700 t/a |
Tabella B9 – Attività recupero rifiuti di rame
La descrizione del processo viene riportata nello schema di flusso qui di seguito riportato:
Figura B2b - Schema di processo
Rifiuti inerti
I codici riferibili a inerti o materiali da demolizione sono stoccati in cumuli/cassoni all’interno del capannone nell’area funzionale “C” per i quali è consentita unicamente l’operazione di recupero (R13). Per il codice 17.09.04 è ammessa solamente la selezione e cernita (R12) in quanto questo rifiuto identifica il materiale misto da demolizione dal quale è possibile estrarre legno, metalli, etc.. da avviare separatamente alle successive fasi di recupero.
Rifiuti Metallici
Tutti i codici riferibili a metalli sono stoccati in cumuli/cassoni all’interno del capannone. Il trattamento eseguito consiste nella selezione, cernita e miscelazione (R12) finalizzata al recupero/riciclo di metalli (R4). Se conformi alle norme tecniche di settore (norme UNI per lo STAGNO: UNI 10432, PIOMBO: UNI EN 12861 e ZINCO: UNI EN 12441) sono gestite dalla società commercializzandole come prodotti riciclati qualifica di cessato rifiuto ai sensi dell’art. 184 ter del D.Lgs. 152/06. Per quanto riguarda i rifiuti di ferro, acciaio e alluminio, poiché la ditta attualmente non applica le procedure previste dal Regolamento UE 333/2011 (End of Waste), la sola operazione svolta è la selezione e cernita (R12) e i decadenti usciranno dal sito come rifiuti e, pertanto, con formulario di identificazione rifiuto (FIR).
Rifiuti Plastica
La plastica “di buona qualità” viene selezionata e cernita presso l’insediamento e sottoposta ad eventuale operazione di pressatura. Tali rifiuti sono stoccati in cumuli all’interno del capannone. Il materiale in uscita, se rispondente alla normativa di settore, sarà gestito come prodotto ai sensi dell’art. 184-ter del D.Lgs 152/06; in caso contrario sarà conferito come rifiuto ad impianti esterni autorizzati per il successivo recupero.
Rifiuti Vetro
Il rifiuto “vetro” in ingresso viene stoccato in cumuli/cassoni all’interno del capannone (R13) e sottoposto ad eventuali operazioni di selezione, cernita e miscelazione (R12). L’azienda evidenzia che fino al completo adeguamento rispetto al Regolamento della Commissione UE 1179/2012, il vetro verrà conferito ad impianti esterni come rifiuto per il successivo recupero.
Rifiuti Carta
Il rifiuto costituito da “carta” viene stoccato in cumuli all’interno del capannone. La carta viene selezionata, sottoposta ad eventuali operazioni di cernita e miscelazione (R12) presso l’insediamento. E’ prevista l’attività di pressatura del materiale. In uscita si configurerà come prodotto ai sensi dell’art. 184- ter del D.lgs 152/06; se rispondente alla normativa di settore; in caso contrario uscirà come rifiuto con formulario di identificazione rifiuto (FIR) e sarà avviata a centri di recupero autorizzati.
ATTIVITA’ DI MISCELAZIONE
La ditta effettua esclusivamente operazioni di miscelazione non in deroga di rifiuti non pericolosi, ai sensi dell’art. 187 del D.Lgs. 152/06, finalizzata a produrre una miscela di rifiuti aventi le medesime caratteristiche merceologiche ai fini delllo smaltimento/recupero finale.
Per tutte le operazioni di miscelazione di seguito descritte, le stesse possono non essere composte da tutti i codici individuati.
Legno
Il rifiuto costituito da legno, qualora la pezzatura del materiale in ingresso risulti già idonea all’invio del rifiuto ad impianti di recupero finale, viene sottosposto all’operazione di miscelazione (R12) tra rifiuti legnosi caratterizzati da medesima tipologia merceologica per il successivo avvio al recupero.
Dall’operazione di trattamento (R3), con l’ausilio dei macchinari a disposizione presso l’insediamento, la ditta è in grado di ottenere biomasse conformi a quanto previsto dalla norma “ISO 17225 Solid biofuels”. Qualora non rispondente ai requisiti imposti, il materiale verrà identificato come rifiuto e inviato ad impianti di recupero regolarmente autorizzati.
Per i rifiuti legnosi si identifica la seguente tipologia di miscela ed i potenziali codici all’interno della stessa.
MISCELA N. | DENOMINAZIONE DELLA MISCELA | OPERAZIONE | CER IN INGRESSO | DENOMINAZIONE CER | DESTINAZIONE FINALE (1) |
1 | Legno | R12 | 02.01.03 | Scarti di tessuti vegetali (limitatamente a cortecce e radici di essenze già essiccatela cui essenza è già stata estratta) | R1, R3, R13 |
02.01.07 | Rifiuti della silvicoltura (limitatamente a legno vergine costituito da tronchi, cortecce, ramaglie, fogliame proveniente dalla silvicoltura) | ||||
03.01.01 | Scarti di corteccia e sughero | ||||
03.01.05 | Segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 03.01.04 | ||||
03.03.01 | Scarti di corteccia e legno | ||||
03.03.07 | Scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone (limitatamente a rifiuti solidi non putrescibili) | ||||
03.03.10 | Scarti di fibre generati dai processi di separazione meccanica (ad esclusione dei rifiuti fangosi) | ||||
15.01.03 | Imballaggi in legno | ||||
17.02.01 | Legno | ||||
19.12.07 | Legno diverso da quello di cui alla voce 19 12 06 | ||||
20.01.38 | Legno, diverso da quello di cui alla voce 20 01 37 | ||||
20.02.01 | Rifiuti biodegradabili |
(1) l’operazione R13 è prevista qualora, all’esito delle verifiche tecniche specifiche per il recupero (R3) di questa tipologia di prodotto, lo stesso risulti NON conforme. L’operazione R1 è ammessa qualora si dimostri l’impossibilità di ulteriore recupero di materia
Xxxxxxx X00 – Codici CER componenti la miscela 1 (legno)
CARTA
Per i rifiuti di carta si identifica la seguente tipologia di miscela ed i potenziali codici all’interno della stessa:
MISCELA N. | DENOMINAZIONE DELLA MISCELA | OPERAZIONE | CER IN INGRESSO | DENOMINAZIONE CER | DESTINAZIONE FINALE(1) |
Scarti solidi da trattamenti | |||||
2 | Carta | R12 | 02.03.04 | primari di industrie alimentari (limitatamente a involucri in carta e cartone) | X0, X0, X00, X00 |
Scarti solidi da trattamenti | |||||
02.06.01 | primari di industrie dolciarie (limitatamente a involucri in carta | ||||
e cartone) |
MISCELA N. | DENOMINAZIONE DELLA MISCELA | OPERAZIONE | CER IN INGRESSO | DENOMINAZIONE CER | DESTINAZIONE FINALE(1) |
03.03.07 | Scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone (limitatamente ai rifiuti solidi non pericolosi) | ||||
03.03.08 | Scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati | ||||
15.01.01 | Imballaggi in carta e cartone | ||||
15.01.06 | Imballaggi in materiali misti (limitatamente a involucri in carta e cartone) | ||||
15.02.03 | Assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 15 02 02 (limitatamente a involucri in carta e cartone) | ||||
16.03.06 | Rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 16 03 03 (limitatamente a contenitori vuoti) | ||||
19.12.01 | Carta e cartone | ||||
20.01.01 | Carta e cartone |
(1) l’operazione R13 è prevista qualora, all’esito delle verifiche tecniche specifiche per il recupero (R3) di questa tipologia di prodotto, lo stesso risulti NON conforme. Le operazioni R1/D10 sono ammesse qualora si dimostri l’impossibilità di ulteriore recupero di materia
Xxxxxxx X00 – Codici CER componenti la miscela 2 (carta)
CSS
Per la produzione di CSS preliminarmente viene eseguita dall’azienda una miscleazione (Miscela n. 3) di varie tipologie di rifiuti non pericolosi, riportata al precedente “Paragrafo B.1”.
La miscelazione è una fase preliminare ed integrante del procedimento tecnologico autorizzato, finalizzato alla produzione del combustibile solido secondario (CSS), pertanto non rientra nel campo si applicazione della D.d.s. 04.03.2014 - n. 1795.
Plastica
Per i rifiuti di plastica si identifica la seguente tipologia di miscela ed i potenziali codici all’interno della stessa:
MISCELA N. | DENOMINAZIONE DELLA MISCELA | OPERAZIONE | CER IN INGRESSO | DENOMINAZIONE CER | DESTINAZIONE FINALE (1) |
02.01.04 | Rifiuti plastici | ||||
(ad esclusione degli imballaggi) | |||||
Scarti solidi da trattamenti | |||||
4 | Plastica | R12 | 02.03.04 | primari di industrie alimentari (limitatamente a involucri in plastica) | X0, X0, X00, X00 |
04.01.09 | Sfridi di pelli già trattate da industrie di abbigliamento | ||||
(limitatamente alla plastica) |
MISCELA N. | DENOMINAZIONE DELLA MISCELA | OPERAZIONE | CER IN INGRESSO | DENOMINAZIONE CER | DESTINAZIONE FINALE (1) |
08.03.18 | Toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 17 (limitatamente a involucri in plastica privi d’inchiostro o toner) | ||||
12.01.05 | Limatura e trucioli di materiali plastici | ||||
15.01.02 | Imballaggi in plastica | ||||
15.01.05 | Imballaggi in materiali compositi (limitatamente agli imballaggi in plastica) | ||||
15.01.06 | Imballaggi in materiali misti (limitatamente agli imballaggi in plastica) | ||||
15.02.03 | Assorbenti, materiali filtranti, xxxxxxx e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 15.02.02 (limitatamente agli imballaggi in plastica) | ||||
16.01.19 | Plastica | ||||
16.02.16 | Componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce 16 02 15 (limitatatamente di plastica) | ||||
16.03.04 | Rifiuti inorganici diversi da quelli di cui alla voce 16.03.03 (limitatamente a contenitori vuoti) | ||||
16.03.06 | Rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 16.03.03 (limitatamente a contenitori vuoti) | ||||
17.02.03 | Plastica | ||||
20.01.39 | Plastica | ||||
20.03.07 | Rifiuti ingombranti (limitatamente alla plastica) |
(1) l’operazione R13 è prevista qualora, all’esito delle verifiche tecniche specifiche per il recupero (R3) di questa tipologia di prodotto, lo stesso risulti NON conforme. Le operazioni R1/D10 sono ammesse qualora si dimostri l’impossibilità di ulteriore recupero di materia.
Xxxxxxx X00 – Codici CER componenti la miscela 4 (plastica)
Metalli
Per i rifiuti metallici si identifica la seguente tipologia di miscela ed i potenziali codici all’interno della stessa:
MISCELA N. | DENOMINAZIONE DELLA MISCELA | OPERAZIONE | CER IN INGRESSO | DENOMINAZIONE CER | DESTINAZIONE FINALE (1) |
5 | Metalli | R12 | 02.01.10 | Rifiuti metallici | R4, R13 |
12.01.01 | limatura e trucioli di materiali ferrosi | ||||
12.01.03 | limatura e trucioli di materiali non ferrosi | ||||
15.01.04 | Imballaggi metallici |
MISCELA N. | DENOMINAZIONE DELLA MISCELA | OPERAZIONE | CER IN INGRESSO | DENOMINAZIONE CER | DESTINAZIONE FINALE (1) |
16.01.17 | Metalli ferrosi | e | |||
16.01.18 | Metalli non ferrosi | ||||
16.02.16 | Componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voc 16.02.15 | ||||
16.03.04 | Rifiuti inorganici diversi da quelli di cui alla voce 16.03.03 (limitatamente a contenitori vuoti) | ||||
16.03.06 | Rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 16.03.03 (limitatamente a contenitori vuoti) | ||||
17.04.01 | Rame, bronzo, ottone | ||||
17.04.02 | Alluminio | ||||
17.04.03 | Piombo | ||||
17.04.04 | Zinco | ||||
17.04.05 | Ferro e acciaio | ||||
17.04.06 | Stagno | ||||
17.04.07 | Metalli misti | ||||
19.01.02 | Rifiuti di metalli non ferrosi | ||||
19.02.03 | Miscugli di rifiuti composti (limitatamente a rifiuti solidi non putrescibili) | ||||
19.10.02 | Rifiuti di metalli non ferrosi | ||||
19.12.02 | Metalliferrosi | ||||
19.12.03 | Metalli non ferrosi | ||||
20.01.40 | Metallo |
(1) l’operazione R13 è prevista qualora, all’esito delle verifiche tecniche specifiche per il recupero (R4) di questa tipologia di prodotto, lo stesso risulti NON conforme.
Tabella B13 – Codici CER componenti la miscela 5 (metalli)
Inerti
Per i rifiuti inerti si identifica la seguente tipologia di miscela ed i potenziali codici all’interno della stessa:
MISCELA N. | DENOMINAZIONE DELLA MISCELA | OPERAZIONE | CER IN INGRESSO | DENOMINAZIONE CER | DESTINAZIONE FINALE (1) |
6 | Inerti | R12 | 10.11.03 | Scarti di materiale di coibentazione e scarti di meteriale in fibra a base di vetro (limitatamente a scarti di tessuto non tessuto utilizzato in edilizia) | R5, R13 |
10.11.10 | Scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico, diverse da quelle di cui alla voce 10.11.09 | ||||
12.01.05 | limatura e trucioli di materiali plastici | ||||
17.01.03 | Mattonelle e ceramiche | ||||
17.01.07 | Miscugli o scorie di cemento, |
mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 17.01.06 | |||||
17.08.02 | Materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce 17.08.01 | ||||
17.09.04 | Rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17.09.01, 17.09.02 e 17.09.03 | ||||
19.01.18 | Rifiuti della pirolisi, diversi da quelli di cui alla voce 19.01.17 |
(1) l’operazione R13 è prevista qualora, all’esito delle verifiche tecniche specifiche per il recupero (R5) di questa tipologia di prodotto, lo stesso risulti NON conforme
Tabella B14 – Codici CER componenti la miscela 6 (inertii)
Vetro
Per i rifiuti di vetro si identifica la seguente tipologia di miscela ed i potenziali codici all’interno della stessa:
MISCELA N. | DENOMINAZIONE DELLA MISCELA | OPERAZIONE | CER IN INGRESSO | DENOMINAZIONE CER | DESTINAZIONE FINALE (1) |
Rifiuti di vetro diversi da | |||||
10.11.12 | quelli di cui alla voce 10 11 11 (limitatamente a contenitori | ||||
in vetro bonificati) | |||||
15.01.06 | Stampi di scarto | ||||
(limitatamente agli imballaggi in | |||||
vetro) | |||||
15.01.07 | Imballaggi in vetro | ||||
16.01.20 | Vetro | ||||
7 | Vetro | R12 | Rifiuti inorganici diversi da | R5, R13 | |
16.03.04 | quelli di cui alla voce 16 03 03 (limitatamente a contenitori | ||||
vuoti) | |||||
Rifiuti organici, diversi da | |||||
16.03.06 | quelli di cui alla voce 16 03 03 (limitatamente a contenitori | ||||
vuoti) | |||||
17.02.02 | Vetro | ||||
20.01.02 | Vetro |
(1) l’operazione R13 è prevista qualora, all’esito delle verifiche tecniche specifiche per il recupero (R5) di questa tipologia di prodotto, lo stesso risulti NON conforme
Tabella B15 – Codici CER componenti la miscela 7 (vetro)
B.2 Materie Prime ed Ausiliarie
Le materie prime principali in ingresso all’installazione IPPC sono costituite fondamentalmente dai rifiuti descritti nel paragrafo “B.1 Descrizione delle operazioni svolte e dell’impianto”.
Per l’attività di recupero di “rifiuti ligneocellulosici” finalizzato alla produzione di biomasse, l’installazione prevede di ritirare anche materiali qualificabili come “non rifiuto”, derivanti da manutenzioni boschive e silvicoltura.
È prevista inoltre la possibilità per la produzione di biomasse il ritiro, ex art. 184 bis del D.Lgs 152/06, di sottoprodotti (es. segatura da legno vergine) conforme alle caratteristiche previste dalle disposizioni di settore.
Tali materiali saranno stoccati nelle aree “MPS” e sono conferiti all’impianto con Documento di Trasporto (DDT).
B.3 Risorse idriche ed energetiche
I consumi idrici dell’installazione sono sintetizzati nella tabella seguente:
Fonte | Prelievo annuo 2014 | |
Acque industriali | Usi domestici (m3) | |
Lavaggio/nebulizzazione piazzali (m3) | ||
Acquedotto | 4.505 | 1.321 |
Tabella B16 - Approvvigionamenti idrici
L’approvvigionamento idrico è fornito dall’acquedotto comunale.
L’acqua viene utilizzata per le utenze civili dell’installazione, approvvigionamento/rabbocco della rete antincendio e lavaggio/nebulizzazione piazzali di stoccaggio rifiuti.
Al fine di limitare l’utilizzo delle acque prelevate dall’acquedotto comunale per usi industriali (lavaggio/nebulizzazione piazzali di stoccaggio rifiuti), l’installazione ha inoltrato ed ottenuto dalla Provincia di Como (n. 77/2013 Registro del Servizio Risorse Territoriali del 24.07.2013) l’autorizzazione per l’escavazione di un pozzo “ad uso industriale”.
Il pozzo è ubicato sul mappale n. 4354 - Foglio 13 ed è identificato dalle coordinate UTM32 - WGS84 X : 513936; Y : 5070596. La portata del pozzo sarà di 3 l/s (1,8 m3/h).
Attualmente il pozzo risulta realizzato ed è prevista l’entrata in funzione entro l’anno 2015.
Produzione di energia
Presso l’installazione è presente un impianto fotovoltaico con potenza di picco pari a 497 KW.
Nell’anno 2013 sono stati prodotti complessivamente 435.456 KW, utilizzatI dall’installazione per l’attività produttiva svolta.
Xxxxxxx energetici
Le fonti energetiche utilizzate dall’installazione sono costituite da:
• energia elettrica per l’alimentazione dei macchinari installati e per illuminazione uffici e aree operative;
• metano per l’alimentazione del generatore di calore ad uso civile (riscaldamento degli uffici);
• gasolio per mezzi movimentazione materiali/rifiuti.
La tabella seguente riepiloga i consumi energetici nel corso degli ultimi anni, suddivisi per fonte energetica, in rapporto con le quantità di rifiuti trattati:
N. Ordine Attività IPPC non IPPC | Fonte energetica | Anno 2012 | Anno 2013 | Anno 2014 | |||
Quantità di energia consumata (KWh) | Quantità energia consumata per quantità di rifiuti trattati * (KWh/t) | Quantità di energia consumata (KWh) | Quantità energia consumata per quantità di rifiuti trattati * (KWh/t) | Quantità di energia consumata (KWh) | Quantità energia consumata per quantità di rifiuti trattati * (KWh/t) | ||
1-2 | Energia elettrica | 1.256.143 | 33,3 | 1.299.700 | 56,8 | 1.605.834 | 23,61 |
*rapportato unicamente al quantitativo di rifiuto recuperato dall’impianto di produzione CSS che è l’unico che consuma energia.
Tabella B17 - Consumo energia per rifiuti trattati
La tabella seguente, invece, riporta il consumo totale di combustibile, espresso in tep, riferito agli ultimi tre anni per l’intera installazione IPPC:
Consumo totale di combustibile, espresso in tep per l’intero complesso IPPC | |||
Fonte energetica | Anno 2012 | Anno 2013 | Anno 2014 |
Gasolio | 729,10 | 649,53 | 532,56 |
Tabella B18 - Consumo totale di combustibile
C.1 Emissioni in atmosfera e sistemi di contenimento
La seguente tabella riassume le emissioni convogliate in atmosfera decadenti dalle attività svolte dall’installazione:
Emissione | Provenienza | Durata | Temperatura | Inquinanti | Sistema di abbattimento | Altezza camino (m) | Sezione Camino (m2) | |
Sigla | Descrizione | |||||||
E1 | M1 | Trituratore primario, deferizzatore, vaglio rotante, raffinatori e pressa | 20 h/g | Ambiente | Polveri | Filtro a maniche | 8 | 0,78 |
E3 | M3 | Trituratore cavi | 20 h/g | Ambiente | Polveri | Filtro a tessuto | 9,5 | 0,078 |
Tabella C1 - Emissioni in atmosfera
La seguente tabella riassume le emissioni ad inquinamento “poco significativo”:
Attività IPPC e NON IPPC | EMISSIONE | PROVENIENZA | |
Sigla | Descrizione | ||
1-2 | E2 | M2 | Generatore di calore da 167,6 KW alimentato a metano (uso civile) |
Tabella C2 - Emissioni poco significative
Le principali fasi impiantistiche dell’impianto di produzione CSS (triturazione primaria, deferrizzazione, vagliatura, raffinazione secondaria) sono presidiate da aspirazioni che danno origine all’emissione in atmosfera E1. A tale emissione sono convogliate anche le aspirazioni derivanti dalla pressa utilizzata per le operazioni di pressatura e imballaggio.
Dal processo in questione, che viene svolto all’interno di un capannone, le uniche attività che non risultano presidiate da aspirazioni sono la fase di stoccaggio e movimentazione rifiuti con pale e ruspe e la fase di stoccaggio del prodotto lavorato.
All’interno del capannone per lo stoccaggio dei rifiuti è presente un sistema di nebulizzazione con l’utilizzo del prodotto deodorizzante, al fine di prevenire potenziali impatti di natura odorigena.
Le emissioni diffuse delle attività di recupero svolte all’esterno consistente nella lavorazione di rifiuti ligneocellulosici (stoccaggio, movimentazione, vagliatura, triturazione e stoccaggio prodotto lavorato) sono contenute su tutta l’area esterna dell’insediamento tramite un sistema di nebulizzazione per l’umidificazione dei cumuli (n. 7 getti disposti lungo il perimetro delle aree stoccaggio rifiuti).
L’azienda esegue periodicamente una pulizia dei piazziale con spazzatrice al fine di recuperare eventuali polveri e trucioli di legno.
Le caratteristiche dei sistemi di abbattimento, forniti dall’azienda in fase istruttoria, a presidio delle emissioni sono riportate di seguito.
Si precisa che le caratteristiche del sistema di abbattimento installati ai punti E1 ed E3 sono conformi rispettivamente alla D.G.R. 13943/2003 (E1) e alla D.G.R. 3552/2012 (E3).
Sigla emissione | E1 | E3 |
Portata max di progetto (Nm3/h) | 44.000 | 2.600 |
Tipologia del sistema di abbattimento | Filtro a maniche | Filtro a maniche/filtro assoluto |
Inquinanti abbattuti | Polveri | Polveri |
Superficie filtrante (m2) | 501 | - |
Rifiuti prodotti dal sistema [ kg/g] , [t/anno] | 70 kg/g 23 t/a | - |
Perdita di carico (mm c.a.) | 700 pa | - |
Gruppo di continuità | - | - |
Sistema di riserva | - | - |
Sistemi di controllo | Pressostato differenziale | Pressostato differenziale |
Manutenzione ordinaria (ore/settimana) | 1 h/15 gg | 1h/30gg |
Manutenzione straordinaria (ore/anno) | semestrale | Annuale |
Sistema di Monitoraggio in continuo | no | No |
Tabella C3 - Sistemi di abbattimento emissioni in atmosfera
C.2 Emissioni idriche e sistemi di contenimento
Le caratteristiche principali degli scarichi decadenti dall’insediamento produttivo sono descritte nel seguente schema:
SIGLA SCARICO | LOCALIZZAZIONE UTM32-WGS84 | TIPOLOGIE DI ACQUE SCARICATE | FREQUENZA DELLO SCARICO | RECETTORE | SISTEMA DI ABBATTIMENTO | ||
h/g | g/sett | mesi/ anno | |||||
S1 | N: 513864 E: 5070453 | Domestiche (S1b) | 24 | 5,5 | 12 | Fognatura nera | Fossa biologica |
Meteoriche prima pioggia (S1a) | Vasca di prima pioggia (sedimentazione) e disoleatore | ||||||
S2 | N: 514022 E: 5070524 | Meteoriche coperture | Ad evento meteorico | C.I.S. | - | ||
S3 | N: 513963 E: 5070464 | Meteoriche coperture | Ad evento meteorico | C.I.S. | - | ||
S4 | N: 513968 E: 5070460 | Meteoriche di II^ pioggia | Ad evento meteorico | Pozzo perdente | - | ||
S5 | N: 514018 E: 5070564 | Meteoriche coperture | Ad evento meteorico | C.I.S. | - | ||
S6 | N: 514018 E: 5070559 | Meteoriche coperture | Ad evento meteorico | C.I.S. | - | ||
S7 | N: 514018 E: 5070553 | Meteoriche coperture | Ad evento meteorico | C.I.S. | - |
SIGLA SCARICO | LOCALIZZAZIONE UTM32-WGS84 | TIPOLOGIE DI ACQUE | FREQUENZA DELLO SCARICO | RECETTORE | SISTEMA DI ABBATTIMENTO |
S8 | N: 514018 E: 5070548 | Meteoriche coperture | Ad evento meteorico | C.I.S. | - |
S9 | N: 514019 E: 5070542 | Meteoriche coperture | Ad evento meteorico | C.I.S. | - |
S10 | N: 513915 E: 5070493 | Meteoriche coperture | Ad evento meteorico | C.I.S. | - |
Tabella C4 - Emissioni idriche
I reflui generati dall’attività di gestione rifiuti non pericolosi sono identificabili in:
• acque nere derivanti dai servizi igienici e spogliatoi;
• acque meteoriche da coperture;
• acque meteoriche di prima pioggia da piazzale esterno e umidificazione materiale;
• acque meteoriche di seconda pioggia.
Le acque nere derivanti dai servizi igienici sono dotate di sistema di controllo del tipo sifone e confluiscono in due fosse Imhoff. I liquami chiarificati sono quindi convogliati in pubblica fognatura, posta sul lato ovest dell’installazione, in via Meroni.
Le acque meteoriche sono raccolte separamente con le seguenti modalità:
• le acque meteoriche provenienti dalle coperture dei fabbricati sono convogliate in pozzi perdenti e in corpo idrico superficiale;
• le acque meteoriche di dilavamento delle superfici impermeabilizzate (piazzali) e di umidificazione cumuli: sono raccolte per mezzo di caditoie e convogliate in linea dedicata per il successivo trattamento (separazione, accumulo e trattamento delle acque di prima pioggia)
Il sistema di trattamento delle acque meteoriche di I^ pioggia è composto da:
1. Pozzetto di grigliatura;
2. Pozzetto di by-pass;
3. n. 3 Vasche di accumulo prima pioggia;
4. Disoleatore e filtri a coalescenza;
5. Pozzetto di ispezione.
Le vasche di prima pioggia sono realizzate in cemento e hanno un volume utile complessivo di 75 m3 (capacità utile per superficie scolante 67,74 m3).
Tra il pozzetto di by-pass e le vasche di accumulo delle acque di prima pioggia è inserita una valvola di non ritorno, che ha lo scopo di impedire il ritorno dell’acqua accumulata nel pozzetto di cui sopra, una volta che le vasche in cemento sono piene.
Nell’ultima vasca di accumulo è presente un’elettropompa che a seguito di un comando elettrico (collegato ad una sonda di massimo livello) provvede ad inviare l’acqua nel disoleatore. Il disoleatoere è dotato di un filtro a coalescenza che permette di separare le micro particelle di olio che non si scindono dall’acqua per la semplice flottazione, aumentando di conseguenza il rendimento di separazione. Il disoleatore è munito allo scarico, di dispositivo di sicurezza consistente in un otturatore a galleggiante, tarato in funzione della densità dell’olio. Tale dispositivo, quando la pellicola di oli in superficie raggiunge un certo spessore, interviene determinando l’arresto del flusso del liquame allo scarico.
Le acque meteoriche di I^ pioggia, dopo trattamento, recapitano in condotta consortile attraverso il punto di scarico identificato con la sigla “S1”, dove è presente un misuratore di portata, mentre le acque di II^ pioggia sono inviate in pozzo perdente attraverso il punto di scarico identificato con la sigla “S4”.
Le acque meteoriche delle coperture sono inviate in corpo idrico superficiale.
All’interno dei fabbricati è presente una rete di raccolta di eventuali sversamenti accidentali e/o percolamenti, costituita da alcune caditoie che convogliano i reflui raccolti in vasche a tenuta identificate con la sigla “V.T.”.
C.3 Emissioni sonore e sistemi di contenimento
L’attività di recupero di rifiuti non pericolosi, svolta all’esterno su piazzale, è effettuata solamente in periodo diurno (07.00 - 20.00)..
L’impianto di produzione CSS opera anche in periodo notturno, all’interno del capannone.
La Zonizzazione acustica del comune di Albavilla, adottata con Delibera C.C. n°29 del 07/06/2007 e Approvata con delibera C.C. n°24 del 15/05/2008, classifica l’area occupata da “Il Truciolo S.r.l.” come zona “V - Aree prevalentemente industriali”, così come le aree limitrofe. Il limite di rumorosità diurno risulta quindi pari a 70dB(A), mentre il limite notturno è pari a 60 dB(A).
Le sorgenti sonore presenti presso l’insediamento sono rappresentate da:
• trituratori mobili utilizzati su piazzale esterno per la lavorazione del legno;
• traffico veicolare indotto;
• movimentazione materiale mediante carrelli elevatori, pala gommata x xxxxx;
• lavorazioni interne (impianto di produzione CSS);
• impianto chiller per condizionamento uffici;
• impianto di abbattimento emissioni in atmosfera.
I recettori più prossimi all’installazione sono di seguito riportati:
• abitazione a circa 90 m direzione Ovest;
• nucleo abitato a 200 m direzione Est;
• casa del custode presente in insediamento.
Nell’ambito dell’istanza di Pronuncia di Compatibilità Ambientale presentata alla Provincia di Como, ai sensi del D.Lgs 152/06 e L.R. 5/2010, per le modifiche da apportare all’impianto, è stata effettuata una “Valutazione previsionale di impatto acustico”, che attestava il rispetto dei limiti imposti di immissione ed emissione previsti dalla zonizzazione acustica vigente, sia sul confine aziendale che al recettore più prossimo, e del criterio limite differenziale.
Nella Pronuncia di Compatibilità Ambientale della Provincia di Como viene prescritto un Piano di Monitoraggio e Controllo “Post Operam” che prevede una ulteriore indagine sulle emissioni rumorose prodotte dall’installazione, oltre all’innalzamento dell’esistente barriera perimetrale dell’impianto in corrispondenza dell’area di trattamento legno.
C.4 Emissioni al suolo e sistemi di contenimento
Le superfici dell’insediamento dove sono svolte le attività di stoccaggio e trattamento rifiuti non pericolosi sono tutte pavimentate con raccolta, separazione e trattamento delle acque di prima pioggia.
I rifiuti non pericolosi trattati nell’installazione sono tutti allo stato solido.
Sono presenti n. 4 vasche interrate, identificate con la sigla “V.T.”, dove sono raccolti eventuali percolamenti dei rifiuti stoccati nel capannone. Le stesse hanno una volumetria complessiva pari a 30 m3 e sono costituite da vasche prefabbricate in cemento a tenuta di diametro pari a 2 m.
E’ presente un serbatoio interrato destinato allo stoccaggio di gasolio per autotrazione, utilizzato per l’alimentazione dei mezzi (pale, ragni meccanici) per la movimentazione dei rifiuti. Il serbatoio, di forma cilindrica in ferro, è stato installato nel 1980 ed ha la capacità di 9,7 m3. E’ stato sottoposto nel 2010 ad
operazione di risamento con rivestimento interno con poliuretano telato e trasformato a doppia parete con “sistema di rilevamento perdite”.
Il serbatoio è collegato ad una stazione di rifornimento gasolio, ubicata in prossimità dell’area funzionale “A1”, posta all’interno di una struttura in muratura, dotata di copertura e con apertura anteriore presso cui sono effettuate le operazioni di rifornimento.
Non sono presenti nell’installazione aree di lavaggio automezzi.
C.5 Produzione Rifiuti
Nella tabella sottostante si riporta un elenco dei principali rifiuti decadenti dall’installazione, lo stato fisico, le modalità di stoccaggio e relative operazioni connesse a ciascuna tipologia di rifiuto prodotto; si precisa che i rifiuti pericolosi (CER 13.02.05* e CER 16.01.07*) vengono gestiti in deposito temporaneo:
C.E.R. | Descrizione Rifiuti | Stato Fisico | Provenienza | Ubicazione area funzionale | Modalità di stoccaggio, e caratteristiche del deposito | Destino (R/D) |
13.02.05* | Scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, non clorurati | L | Da attività in generale | Z | Coperto in capannone in cisternetta | R |
16.01.07* | Filtri dell’olio | S | Da attività in generale | Z | Coperto in capannone in contenitore a tenuta | R |
19.02.03 | Miscugli di rifiuti composti (limitatamente a rifiuti solidi non putrescibili) | S | Da trattamento | Q1, Q2, Q3, Q4, Q5, R, S, Z, B1, D | Coperto in capannone in cumuli o cassone | R/D |
19.10.02 | Rifiuti di metalli non ferrosi | S | Da trattamento | Q1, Q2, Q3, Q4, Q5, R, S, Z, B1, D, C | Coperto in capannone in cumuli o cassone | R |
19.12.01 | Carta e cartone | S | Da trattamento | X0, X0, X0, X0, X0, X, X, X, X0, | Coperto in capannone in cumuli x xxxxxx | R |
19.12.02 | Metalli ferrosi | S | Da trattamento | Q1, Q2, Q3, Q4, Q5, R, S, Z, B1, D | Coperto in capannone in cumuli o cassone | R |
19.12.03 | Metalli non ferrosi | S | Da trattamento | Q1, Q2, Q3, Q4, Q5, R, S, Z, B1, D | Coperto in capannone in cumuli o cassone | R |
19.12.04 | Plastica e gomma | S | Da trattamento | Q1, Q2, Q3, Q4, Q5, R, S, Z, B1, C, D | Coperto in capannone in cumuli o cassone | R |
19.12.05 | Vetro | S | Da trattamento | Q1, Q2, Q3, Q4, Q5, R, S, Z, B1, C | Coperto in capannone in cassone | R |
19.12.07 | Legno diverso da quello di cui alla voce 19.12.06 | S | Da trattamento | Q1, Q2, Q3, Q4, Q5, R, S, Z, B1, D1, A1, A2, A3, A4, A6 | Coperto/scoperto in capannone in cumuli o cassone | R |
19.12.08 | Prodotti tessili | S | Da trattamento | Q1, Q2, Q3, Q4, Q5, R, S, Z, B1, A, B, D, E, F | Coperto in capannone in cumuli o cassone | R |
19.12.09 | Minerali (ad esempio sabbia, rocce) | S | Da trattamento | X0, X0, X0, X0, X0, X, X, X, X0 | Coperto in capannone in cumuli o cassone | R |
C.E.R. | Descrizione Rifiuti | Stato Fisico | Provenienza | Ubicazione area funzionale | Modalità di stoccaggio, e caratteristiche del deposito | Destino (R/D) |
19.12.10 | Rifiuti combustibili (limitatamente al CSS combustibile solido secondario) | S | Da trattamento | L, M, N, O, P | Coperto in capannone in cumuli | R/D |
19.12.12 | Altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal Trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19.12.11 | S | Da trattamento | L, M, N, O, P, D1 | Coperto in capannone in cumuli o cassone | R/D |
C.6 Bonifiche
Tabella C5 - Produzione rifiuti – stoccaggio autorizzato
L’installazione non è attualmente soggetta alle procedure di cui al titolo V della Parte IV del D.Lgs.152/06 relativo alle bonifiche dei siti contaminati.
C.7 Rischi di incidente rilevante
L’azienda ha dichiarato che, considerata la natura non pericolosa dei rifiuti gestiti, l’istallazione non è assoggettata agli obblighi di cui al D. Lgs. 334/99.
D.1 Applicazione delle MTD
Di seguito si riporta una valutazione di dettaglio con le Migliori Tecniche Disponibili individuate dal Gestore indicate nel capitolo 5.1 del documento “Reference Document on Best Available Techniques for the Waste Treatments Industries - Final Draft” dell’agosto 2006.
BAT GENERALI: GESTIONE AMBIENTALE | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
1 | Implementazione e mantenimento di un Sistema di Gestione Ambientale. | APPLICATA | L’Azienda è in possesso di certificazione ISO 14001 |
2 | Assicurare la predisposizione di adeguata documentazione di supporto alla gestione delle attività: a. descrizione dei metodi di trattamento dei rifiuti e delle procedure adottate b. schema di impianto con evidenziati gli aspetti ambientali rilevanti e schema di flusso dell’installazione c. reazioni chimiche e loro cinetiche di reazione/bilancio energetico; d. correlazione tra sistemi di controllo e monitoraggio ambientale; e. procedure in caso di malfunzionamenti, avvii e arresti; f. manuale di istruzioni; g. diario operativo; h. relazione annuale relativa all’attività svolta e ai rifiuti trattati con un bilancio trimestrale dei rifiuti e dei residui. | APPLICATA | E’ presente Piano di Emergenza e Protocollo interno Gestione Rifiuti con specificate le procedure di accettazione. I flussi di rifiuti sono gestiti da programma gestionale che consente istantaneamente di ottenere statistiche e visualizzare lo stato degli stoccaggi. |
3 | Adeguate procedure di servizio che riguardano la manutenzione periodica, la formazione dei lavoratori in materia di salute, sicurezza e rischi ambientali | APPLICATA | L’azienda opera in piena conformità al D.Lgs 81/08 in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro, formando e informando opportunatamente il personale. Gli addetti all’impianto vengono edotti inoltre anche in merito ai rischi ambientali in conformità alle prescrizioni normative contenute nelle autorizzazioni |
4 | Avere uno stretto rapporto con il produttore del rifiuto per indirizzare la qualità del rifiuto prodotto su standard compatibili con l’impianto | APPLICATA | I conferitori sono fidelizzati e a ciclo produttivo conosciuto . L’azienda ha piena conoscenza dei rifiuti in ingresso. |
5 | Avere sufficiente disponibilità di personale adeguatamente formato | APPLICATA | L’azienda ha a disposizione personale adeguatamente formato. |
BAT GENERALI: RIFIUTI IN INGRESSO | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
6 | Avere una buona conoscenza dei rifiuti in ingresso, in relazione anche alla conoscenza dei rifiuti in uscita, al tipo di trattamento da effettuare, alle procedure attuate, al rischio. | APPLICATA | I conferitori sono fidelizzati e a ciclo produttivo conosciuto , l’azienda ha piena conoscenza dei rifiuti in ingresso. I rifiuti decadenti dall’attività vengono classificati e |
BAT GENERALI: RIFIUTI IN INGRESSO | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
destinati a impianti di recupero/smaltimento autorizzati. Trattandosi di rifiuti non pericolosi sono previste per i rifiuti in ingresso analisi semestrali per i soli codici a specchio. | |||
7 | Attuare procedure di pre accettazione dei rifiuti così come indicato: a. test specifici sui rifiuti in ingresso in base al trattamento che subiranno; b. assicurasi che siano presenti tutte le informazioni necessarie a comprendere la natura del rifiuto; c. metodologia utilizzata dal produttore del rifiuto per il campionamento rappresentativo; d. in caso di intermediario, un sistema che permetta di verificare che le informazioni ricevute siano corrette; e. verificare che il codice del rifiuto sia conforme al catalogo Europeo dei Rifiuti; f. in caso di nuovi rifiuti, avere una procedura per identificare il trattamento più opportuno in base al CER. | PARZIALMENTE APPLICATA | Nella fase preliminare di formalizzazione del contratto commerciale viene richiesta la provenienza del rifiuto, il codice che si intende conferire, se codice a specchio si richiede analisi e può essere inoltre richiesto campione di materiale per valutare se idoneo al trattamento (pezzatura). Procedura da inserire nel Protocollo Gestione Rifiuti |
8 | Implementare delle procedure di accettazione dei rifiuti così come indicato a. un sistema che garantisca che il rifiuto accettato all’installazione abbia seguito il percorso della BAT 7; b. un sistema che preveda l’arrivo dei rifiuti solo se l’installazione è in grado di trattarli, per capacità e codice/trattamento (ad es. sistema di prenotazioni); c. procedura contenente criteri chiari e univoci per il respingimento del carico di rifiuti in ingresso e procedura per la segnalazione alla A.C.; d. sistema per identificare il limite massimo consentito di rifiuti che può essere stoccato in impianto; e. procedura per il controllo visivo del carico confrontandolo con la documentazione a corredo | APPLICATA | E’ presente Protocollo di Gestione Rifiuti che descrive le procedure di accettazione ritenute idonee vista la tipologia di rifiuti ritirati. |
BAT GENERALI: RIFIUTI IN INGRESSO | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
9 | Implementare procedure di campionamento diversificate per le tipologie di rifiuto accettato. Tali procedure di campionamento potrebbero contenere le seguenti voci: a. procedure di campionamento basate sul rischio. Alcuni elementi da considerare sono il tipo di rifiuto e la conoscenza del cliente (il produttore del rifiuto); b. controllo dei parametri chimico-fisici rilevanti. Tali parametri sono associati alla conoscenza del rifiuto in ingresso; c. registrazione di tutti i materiali di scarto che compongono il rifiuto; d. disporre di differenti procedure di campionamento per liquidi e solidi e per contenitori grandi e piccoli, e per piccoli laboratori; e. procedura particolareggiata per campionamento di rifiuti in fusti; f. campione precedente all’accettazione; g. conservare la registrazione dell’avvio del regime di campionamento per ogni singolo carico, contestualmente alla giustificazione dell’opzione scelta; h. un sistema per determinare/registrare: − un luogo adatto per i punti di prelievo; − la capacità del contenitore di campionamento; − il numero di campioni e grado di consolidamento; − le condizioni al momento del campionamento - la posizione più idonea per i punti di campionamento; i. un sistema per assicurare che i campioni di rifiuti siano analizzati; j. nel caso di temperature fredde, potrebbe essere necessario un deposito temporaneo allo scopo di permettere il campionamento dopo lo scongelamento. Questo potrebbe inficiare l’applicabilità di alcune delle voci indicate in questa BAT. | APPLICATA | I campionamenti vengono affidati a laboratori esterni. Data la tipologia di rifiuti in ingresso (non pericolosi) vengono campionati periodicamente unicamente i rifiuti con codice a specchio. L’azienda ha predisposto uno specifico registro in cui vengono registrate le attività di campionamento. Procedura da inserire nel protocollo gestione rifiuti. |
10 | L’installazione deve avere almeno: | ||
un laboratorio di analisi, preferibilmente in sito; | APPLICATA | L’azienda procede con verifiche analitiche presso laboratorio esterno. | |
un’area di stoccaggio rifiuti per la quarantena; | NON APPLICABILE | Non prevista per i rifiuti oggetto di trattamento. | |
una procedura da seguire in caso di conferimenti di rifiuti non conformi (vedi BAT 8c); | APPLICATA | Il Protocollo di Gestione Rifiuti contiene una descrizione da dottare in caso di respingimento del carico e gestione dei non conformi. | |
Stoccare il rifiuto presso il deposito pertinenente | APPLICATA | Il carico viene visivamente |
BAT GENERALI: RIFIUTI IN INGRESSO | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
solo dopo aver passato le procedure di accettazione; | verificato prima di avviarlo alle preposte aree di stoccaggio | ||
identificare l’area di ispezione, scarico e campionamento su una planimetria di sito; | APPLICATA | All’interno del capannone è identificata l’area A di conferimento. All’esterno sul piazzale, visti gli spazi a disposizione, il rifiuto viene scaricato per la verifica nei pressi dell’area identificata per lo stoccaggio. A controllo eseguito, con pala meccanica il materiale viene spostato nel deposito. | |
sistema chiuso per il drenaggio delle acque (vedasi anche BAT n. 63) | NON APPLICABILE | Dall’attività non si generano acque di processo. La gestione delle acque meteoriche è operata in conformità al RR 4/2006 con raccolta, separazione e trattamento delle acque di prima pioggia e non prevede una chiusura ermetica del sistema fognario che porterebbe a un allagamento dei piazzali | |
adeguata formazione del personale addetto alle attività di campionamento, controllo e analisi (vedasi BAT n.5); | APPLICATA | I campioni vengono eseguiti da personale del laboratorio esterno adeguatamente formato. | |
sistema di tracciabilità del rifiuto (mediante etichetta o codice) per ciascun contenitore. L’identificazione conterrà almeno la data di arrivo e il CER (vedasi BAT 9 e 12) | APPLICATA | Ogni area di stoccaggio è provvista di apposita cartellonistica identificante la tipologia di rifitui stoccata | |
BAT GENERALI: RIFIUTI IN USCITA | |||
11 | Analizzare i rifiuti in uscita secondo i parametri rilevanti per l’accettazione all’impianti di destino | APPLICATA | Vengono eseguite analisi sui rifiuti in uscita sulla base delle procedure di omologa previste dagli impianti di destino. Verranno inoltre condotte analisi semestrali di caratterizzazione sui rifiuti decadenti con codice specchio e sui rifiuti pericolosi. |
BAT GENERALI: SISTEMA DI GESTIONE | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
12 | Sistema che garantisca la tracciabilità del rifiuto mediante i seguenti elementi: a. documentare i trattamenti e i bilanci di massa; b. realizzare la tracciabilità dei dati attraverso diversi passaggi operativi (pre-accettazione, accettazione, trattamento ecc.) I record sono in genere tenuti per un minimo di sei mesi dopo che il rifiuto è stato spedito; c. registrazione delle informazioni sulle caratteristiche del rifiuto e la sua gestione (ad | APPLICATA | Le aree dello stabilimento sono suddivise in stoccaggi che contengono tipologie omogenee di riifuti . |
BAT GENERALI: SISTEMA DI GESTIONE | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
es. mediante il numero di riferimento risalire alle varie operazioni subite e ai tempi di residenza nell’impianto); d. avere un database con regolare backup. Il sistema registra: data di arrivo del rifiuto, i dettagli produttore e dei titolari precedenti, l’identificatore univoco, i risultati pre- accettazione e di analisi di accettazione, dimensioni collo, trattamento | |||
13 | Avere ed applicare delle procedure per l’eventuale miscelazione dei rifiuti al fine di ridurre il numero dei rifiuti miscelabili ed evitare l’aumento delle emissioni derivanti dal trattamento | APPLICATA | Le miscele sono identificate nel dettaglio nell’allegato tecnico. Non vengono eseguite miscelazioni in deroga. |
14 | Avere procedure per la separazione dei diversi rifiuti e la verifica della loro compatibilità (vedasi anche BAT n. 13 e 24c) tra cui: a. registrare parametri di sicurezza, operativi e altri parametri gestionali rilevanti; b. separazione delle sostanze pericolose in base alla loro pericolosità e compatibilità | APPLICATA(A) NON APPLICABILE(B) | Una volta verificato visivamente il rifiuto in ingresso, se codice specchio anche con analisi, ed eseguita la dovuta cernita, non si ritiene possano esserci problemi di compatibilità o rischi vista la tipologia di rifiuti. E’ interesse e core business aziendale separare e cernire le differenti matrici e per contro unire rifiuti con simili caratteristiche merceologiche ma provenienti da differenti produttori. |
15 | Avere un approccio di continuo miglioramento dell’efficienza del processo di trattamento del rifiuto | APPLICATA | Per affinare ulteirormente il ciclo di trattamento l’azienda ha per esempio inserito nel ciclo produttivo un macchinario per il recupero dei cavi di rame. |
16 | Piano di gestione delle emergenze | APPLICATA | L’azienda risulta dotata di Piano di Gestione delle Emergenze. |
17 | Tenere un registro delle eventuali emergenze verificatesi | APPLICATA | L’impianto aeraulico che rappresenta il macchinario aziendale più complesso e più esposto a guasti è provvisto di pannello di supervisione che permette di visionare e impartire i vari comandi. Tale sistema consente la registrazione dei vari allarmi. |
18 | Considerare gli aspetti legati a rumore e vibrazioni nell’ambito del SGA | APPLICATA | Sono state eseguite negli ultimi anni periodiche e ripetute valutazioni d’impatto acustico. Il personale addetto alla guida del camion e del muletto è esposto al pericolo di vibrazioni interno corpo, nelle cabine di guida degli stessi. La ditta ha effettuato la valutazione del rischio sopracitato e la relazione è consultabile presso la sede. |
19 | Considerare gli aspetti legati alla futura dismissione dell’impianto | APPLICATA | Nelle relazioni tecniche agli atti l’azienda ha individuato e presentato |
BAT GENERALI: SISTEMA DI GESTIONE | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
piano di rispristino e recupero ambientale. | |||
BAT GENERALI: UTILITIES E GESTIONE DELLE MATERIE PRIME | |||
20 | Fornire una ripartizione dei consumi e produzione di energia per tipo di sorgente (energia elettrica, gas, rifiuti ecc.) a. fornire le informazioni relative al consumo di energia in termini di energia erogata; b. fornire le informazioni relative all'energia esportata dall'installazione; c. fornire informazioni sul flusso di energia (per esempio, diagrammi o bilanci energetici) mostrando come l'energia viene utilizzata in tutto il processo. | APPLICATA | L’azienda procede a monitorare i consumi di materia prima ed energia come da PdM e provvede all’aggiornamento del database AIDA. Tali dati vengono raccolti nell’ambito del SGA. |
21 | Incrementare continuamente l’efficienza energetica mediante: a. lo sviluppo di un piano di efficienza energetica; b. l’utilizzo di tecniche che riducono il consumo di energia; c. la definizione e il calcolo del consumo energetico specifico dell'attività e la creazione di indicatori chiave di performance su base annua (vedasi anche BAT 1.k e 20). | APPLICATA | I consumi energetici aziendali sono legati unicamente al funzionamento macchine. Vengono comunque monitorati all’interno del SGA al fine di verificare annualmente eventuali oscillazioni e valutare in seguito eventuali interventi. |
22 | Determinare un benchmarking interno (ad esempio su base annua) del consumo di materie prime (vedasi anche BAT 1.k e i limiti di applicabilità identificati al punto 4.1.3.5 del BRef) | APPLICATA | Vedi precedente punto 20) |
23 | Considerare la possibilità di utilizzare i rifiuti come materia prima per il trattamento di altri rifiuti | NON APPLICABILE | I rifiuti aziendali non possono essere recuperati in testa ciclo, che non necessita di materie prime ausiliarie. |
BAT GENERALI: STOCCAGGIO E MOVIMENTAZIONE | |||
24 | Applicare le seguenti regole allo stoccaggio dei rifiuti: a. individuare aree di stoccaggio lontano da corsi d'acqua e perimetri sensibili, e in modo tale da eliminare o minimizzare la doppia movimentazione dei rifiuti nell'impianto; b. assicurare che il drenaggio dell’area di deposito possa contenere tutti i possibili sversamenti contaminanti e che i drenaggio di rifiuti incompatibili non possano entrare in contatto tra loro; c. utilizzando un'area dedicata e dotata di tutte le misure necessarie per il contenimento di sversamenti connesse al rischio specifico dei rifiuti durante la cernita o il riconfezionamento; d. avere aree di stoccaggio adeguate e attrezzature per particolari caratteristiche di rifiuti | APPLICATA | a) i rifiuti misti vengono stoccati al coperto in capannone tamponato. Su piazzale pavimentato in prossimità del corso d’acqua vengono stoccati unicamente i rifiuti di legno. b) I rifiuti sono allo stato solido, non pericolosi e non presentano caratteristiche di incompatibilità. Le acque meteoriche dei piazzali vengono gestite secondo il RR4/2006. c) e d) Le aree di stoccaggio sono adeguate alle caratteristiche dei rifiuti depositati e) f) Non sono presenti serbatoi di stoccaggio |
BAT GENERALI: SISTEMA DI GESTIONE | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
e. manipolazione e stoccaggio di materiali maleodoranti in recipienti completamente chiusi o in edifici chiusi collegati ad un sistema di aspirazione ed eventuale abbattimento; f. assicurare che tutte le tubazioni di collegamento tra serbatoi possano essere chiuse mediante valvole; g. prevenire la formazione di fanghi o schiume che possono influenzare le misure di livello nei serbatoi (ad es. prelevando i fanghi per ulteriori e adeguati trattamenti e utilizzando agenti antischiuma) h. attrezzare serbatoi e contenitori dotati di misuratori di livello e di allarmi con opportuni sistemi di abbattimento quando possono essere generate emissioni volatili. Questi sistemi devono essere sufficientemente robusti (in grado di funzionare se è presente fango e schiuma) e regolarmente mantenuti; i. lo stoccaggio di rifiuti liquidi organici con un punto di infiammabilità basso deve essere tenuto sotto atmosfera di azoto. Ogni serbatoio è messo in una zona di ritenzione impermeabile. I gas effluenti vengono raccolti e trattati. | g) Non sono ritirati rifiuti liquidi né rifiuti che possano generare schiume e/o fanghi h) Non sono ritirati rifiuti che possono generare emissioni volatili. i) Non sono ritirati rifiuti liquidi organici. j) Il serbatoio di gasolio interrato è a doppia parete e provvisto di sistema di rilevamento perdite. | ||
25 | Collocare tutti i contenitori di rifiuti liquidi separatamente in aree di stoccaggio impermeabili e resistenti ai materiali conservati | NON APPLICABILE | Non sono presenti stoccaggi di rifiuti liquidi |
26 | Applicare specifiche tecniche di etichettatura per serbatoi e tubazioni di processo: a. etichettare chiaramente tutti i contenitori indicando il loro contenuto e la loro capacità in modo da essere identificati in modo univoco. I serbatoi devono essere etichettati in modo appropriato sulla base del loro contenuto e loro uso; b. garantire la presenza di differenti etichettature per rifiuti liquidi e acque di processo, combustibili liquidi e vapori di combustione e su tali etichette deve esseress per riportata anche la direzione del flusso (p.e.: flusso in ingresso o in uscita); c. registrare per tutti i serbatoi, identificati in modo univoco, i seguenti dati: capacità, anno di costruzione, materiali di costruzione; registrare e conservare i programmi ed i risultati delle ispezioni, le manutenzioni, le tipologie di rifiuto che possono essere stoccate/trattate nel serbatoi, compreso il loro punto di infiammabilità | NON APPLICABILE | Gli stoccaggi avvengono in cumuli o container provivisti di cartellonistica. Non sono presenti contenitori o tubazioni che necessitino di etichettatura. |
BAT GENERALI: SISTEMA DI GESTIONE | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
27 | Adottare misure per evitare problemi che possono essere generati dal deposito / accumulo di rifiuti. | APPLICATA | Gli stoccaggi sono verificati dai responsabili dei piazzali che controllano la corrispondenza di superfici e volumi rispetto alla planimetria e quantitativi autorizzati. |
28 | Applicare le seguenti tecniche alla movimentazione/gestione dei rifiuti: a. Disporre di sistemi e procedure in grado di assicurare che i rifiuti siano trasferiti in sicurezza agli stoccaggi appropriati b. Avere un sistema di gestione delle operazioni di carico e scarico che tenga in considerazione i rischi associati a tali attività. c. Assicurare che tubazioni, valvole e connessioni danneggiate non vengano utilizzate d. Captare gas esausti da serbatoi e contenitori durante la movimentazione/ gestione di rifiuti liquidi; d) e. Scaricare rifiuti solidi e fanghi che possono dare origine a dispersioni in atmosfera in ambienti chiusi, dotati di sistemi di aspirazione e trattamento delle emissioni eventualmente generate (ad esempio gli odori, polveri, COV). f. Adottare un sistema che assicuri che l’accumulo di scarichi diversi di rifiuti avvenga solo previa verifica di compatibilità | APPLICATA | a) La movimentazione dei rifiuti è effettuata con ragno o palal gommata. All’interno del Documento Valutazione dei Rischi sono identificate le procedure per condurre tale operazione in sicurezza. Gli operatori sono adeguatamente formati. b) Le operazioni di carico e scarico vengono effettuate da personale formato. c) Tubazioni, valvole e connessioni relative all’impianto aeraulico vengono periodicamente mantenute. d) NON APPLICABILE- L’installazione non ritira rifiuti liquidi; e) I rifiuti leggeri e granolumetria fine e che possono presentare caratteristiche di polverosità vengono stoccati in capannone tamponato. f) I rifiuti vengono stoccati per categorie omogenee. Sono non pericolosi e non presentano problematiche di incompatibilità. |
29 | Assicurarsi che le eventuali operazioni di accumulo o miscelazione dei rifiuti avvengano in presenza di personale qualificato e con modalità adeguate (ad esempio sotto aspirazione) | APPLICATA | La miscelazione dei rifiuti viene condotta in sicurezza, su rifiuti solidi di caratteristiche omogenee e non pericolosi. |
30 | Assicurare che la valutazione delle incompatibilità chimiche guidi la gestione dello stoccaggio dei rifiuti (vedasi anche BAT 14) | APPLICATA | I rifiuti non pericolosi ritirati non reagiscono chimicamente per contatto. |
31 | Gestione dei rifiuti in contenitori/container: a. stoccarli sotto copertura sia in deposito che in attesa di analisi; le aree coperte hanno bisogno di ventilazione adeguata b. mantenere l'accesso alle aree di stoccaggio dei contenitori di sostanze che sono noti per essere sensibili al calore, luce e acqua: porre tali contenitori sotto copertura e protetti dal calore e dalla luce solare diretta. | APPLICATA NON APPLICABILE | Le principali tipologie di rifiuti ritirate sono sottoposte ai trattamenti caricando il rifiuto direttamente con pala x xxxxx. Tale modalità operativa non rende possibile lo stoccaggio in contenitori. Alcune tipologie di rifiuti, soprattutto quelli in uscita, vengono gestite con l’ausilio di container. |
BAT GENERALI: SISTEMA DI GESTIONE | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
BAT GENERALI: ALTRE TECNICHE COMUNI NON MENZIONATE SOPRA | |||
32 | Effettuare le operazioni di triturazione e simili in aree dotate di sistemi di aspirazione e trattamento aria | APPLICATA | L’attività di triturazione legno, viene condotta nel piazzale esterno provvisto di sistema di nebulizzazioneper evitare formazione di polveri. L’impianto aeraulico è invece provvisto di sistema di aspirazione e abbattimento delle emissioni in atmosfera. |
33 | Effettuare operazioni di triturazione e simili di rifiuti infiammabili o sostanze molto volatili in atmosfera inerte | NON APPLICABILE | Non vengono eseguite operazioni di triturazione su rifiuti infiammabili. |
34 | Per i processi di lavaggio, applicare le seguenti specifiche indicazioni: a. identificare i componenti che potrebbero essere presenti nelle unità che devono essere lavate (per es. i solventi); b. trasferire le acque di lavaggio in appositi stoccaggi e trattarle allo stesso modo dei rifiuti da cui sono stati derivati c. utilizzare per il lavaggio le acque reflue già trattate nell’impianto di depurazione anziché utilizzare acque pulite prelevate appositamente ogni volta. L’acqua reflua così risultante può essere a sua volta trattata nell’impianto di depurazione o riutilizzata nell’installazione. | NON APPLICABILE | Non si effettuano operazioni di lavaggio. |
BAT GENERALI: EMISSIONI IN ATMOSFERA | |||
35 | Limitare l’utilizzo di contenitori senza coperchio o sistemi di chiusura a. non permettendo ventilazione diretta o scarichi all'aria ma collegando tutte le bocchette ad idonei sistemi di abbattimento durante la movimerntazione di materiali che possono generare emissioni in aria (ad esempio odori, polveri, COV); b. mantenendo rifiuti o materie prime sotto copertura o nella confezione impermeabile (vedasi anche BAT 31.a) c. collegando lo spazio di testa sopra le vasche di trattamento (ad es. di olio) ad un impianto di estrazione ed eventualmente di abbattimento | NON APPLICABILE | Non sono presenti stoccaggi in contenitori che possano originare emissioni in atmosfera. |
36 | Operare in ambienti dotati di sistemi di aspirazione o in depressione e trattamento aria, in particolare in relazione alla movimentazione e gestione di rifiuti liquidi volatili. | APPLICATA | All’interno del capannone è prevista l’aspirazione dei punti emissivi. Non è previsto l’ingresso né la movimentazione di rifiuti liquidi volatili. Il sistema di bagnatura dei piazzali garantisce l’abbattimento di eventuali emissioni diffuse. |
37 | Prevedere un sistema di aspirazione | APPLICATA | E’ stato adottato il sistema di |
BAT GENERALI: SISTEMA DI GESTIONE | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
adeguatamente dimensionato per captare i serbatoi di deposito, pretrattamento aree, ecc o sistemi separati di trattamento (es carboni attivi) a servizio di serbatoi specifici | abbattimento con un filtro a maniche per l’abbattimento delle polveri per l’impianto aeraulico. Al fine di limitare gli odori è presente all’interno del capannone un sistema di nebulizzazione di prodotto deodorizzante | ||
38 | Garantire il corretto funzionamento delle apparecchiature di abbattimento aria e dei relativi supporti esausti | APPLICATA | L’impianto di abbattimento è sottoposto a periodiche manutenzioni. |
39 | Adottare sistemi di lavaggio per il trattamento degli effluenti inorganici gassosi. Installare eventualmente un sistema secondario in caso di effluenti molto concentrati | NON APPLICABILE | Vista la tipologia dei rifiuti in ingresso e delle potenziali emissioni non si reputa necessaria l’installazione di uno scrubber |
40 | Adottare una procedura di rilevamento perdite di arie esauste quando sono presenti: a. numerose tubature e serbatoi con elevate quantità di stoccaggio e b. sostanze molto volatili che possono generare emissioni fuggitive e contaminazioni al suolo dopo ricaduta questo può essere un elemento del SGA (vedere BAT n.1) | NON APPLICABILE | Non vi è stoccaggio di rifiuti in serbatoi e non vengono stoccate sostanze volatili |
41 | Ridurre le emissioni in atmosfera, ai seguenti livelli: | APPLICATA | I monitoraggi eseguiti all’emissione E1 hanno sempre attestato il rispetto dei valori imposti dall’autorizzazione vigente. |
BAT GENERALI: GESTIONE DELLE ACQUE REFLUE | |||
42 | Ridurre l’utilizzo e la contaminazione dell’acqua mediante: l’impermeabilizzazione del sito e utilizzando metodi di conservazione degli stoccaggi; | APPLICATA | Le superifci deputate alla gestione rifiuti sono impermeabilizzate e dotate di sistemi di contenimento e raccolta e trattamento meteoriche in conformità della norma per le superfici scoperte. |
lo svolgimento di regolari controlli sui serbatoi specialmente quando sono interrati; | NON APPLICABILE | Non sono presenti serbatoi interrati destinati allo stoccaggio di rifiuti. | |
la separazione delle acque a seconda del loro grado di contaminazione (acque dei tetti, acque di piazzale, acque di processo); | APPLICATA | Le acque meteoriche sono raccolte e gestite in conformità della normativa e secondo della provenienza. | |
la realizzazione, ove non presente, di un bacino di raccolta di sicurezza; | APPLICATA | Sono presenti all’interno del capannone vasche di raccolta a tenuta per eventuali sversamenti accidentali. |
Parametro | Livello di emissione associato all’utilizzo della BAT (mg/Nm3) |
VOC | 7-20I |
PM | 5-20 |
I Per bassi carichi di VOC, la fascia alta del range può essere estesa a 50 |
BAT GENERALI: SISTEMA DI GESTIONE | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
regolari controlli sulle acque, allo scopo di ridurne i consumi e prevenirne la contaminazione; | NON APPLICABILE | Non sono presenti acque di processo a meno di quelle necessarie per l’umidificazione dei cumuli assimilabili alle meteoriche. | |
separare le acque di processo da quelle meteoriche. (vedasi anche BAT n. 46) | NON APPLICABILE | ||
43 | Avere procedure che garantiscano che i reflui abbiano caratteristiche idonee al trattamento in sito o allo scarico | APPLICATA | Si eseguono tutti i controlli previsti dal PdM |
44 | Evitare che i reflui bypassino il sistema di trattamento | APPLICATA | Non sono previsti percorsi/trattamenti alternativi per le acque di prima pioggia. Non sono presenti altri scarichi di processo. |
45 | Predisporre e mantenere in uso un sistema di intercettazione delle acque meteoriche che decadono su aree di trattamento, che possano entrare in contatto con sversamenti di rifiuti o altre possibili fonti di contaminazione. Tali reflui devono tornare all’impianto di trattamento o essere raccolti | APPLICATA | Sui piazzali esterni sono stoccati allo stato sfuso unicamente rifiuti non pericolosi a matirce ligneocellulosica o altri rifiuti non pericolosi in cassoni a tenuta senza pericolo di sversamenti. E’ sempre a disposizione nel sito materiale assorbente. Sono presenti all’interno del capannione vasche di raccolta a tenuta per eventuali sversamenti accidentali |
46 | Avere reti di collettamento separate per reflui a elevato carico inquinante e reflui a ridotto carico inquinante. | APPLICATA | I reflui sono costituiti unicamente dalle acque di bagnatura cumuli e dalle acque meteoriche gestite in conformità alla normativa di settore. |
47 | Avere una pavimentazione in cemento nella zona di trattamento con sistemi di captazione di sversamenti e acqua meteorica. | APPLICATA | Sono stoccati rifiuti solidi non pericolosi. Sono presenti all’interno del capannone vasche di raccolta a tenuta per eventuali sversamenti accidentali |
48 | Raccogliere l'acqua piovana in un bacino per il controllo, il trattamento - se contaminata - e ulteriori usi. | PARZIALMENTE APPLICATA | Le acque meteoriche sono gestite in conformità al RR 4/2006 non vi è al momento possibilità di riutilizzo. |
49 | Massimizzare il riutilizzo di acque reflue trattate e acque meteoriche nell’impianto | NON APPLICABILE | Non è fattibile un intervento tecnico/impiantistico per il riutilizzo delle acque meteoriche per umidificare i cumuli perché la rete acque è posizionata al di sotto del piazzale di lavortazione, che dovrebbe essere risollevato in toto; si rileva che è stato terebrato un pozzo per il risparmio di acqua da acquedotto. |
50 | Condurre controlli giornalieri sull’efficienza del sistema di gestione degli effluenti e mantenere un registro dei controlli effettuati, avendo un sistema di controllo dello scarico dell’effluente e della qualità dei fanghi. | APPLICATA | Sono eseguiti controlli previsti dal PdM |
51 | Identificare le acque reflue che possono contenere | APPLICATA | È previsto un controllo sullo |
BAT GENERALI: SISTEMA DI GESTIONE | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
sostanze pericolose e metalli, separare i flussi delle acque reflue in base al grado di contaminazione e trattare le acque in situ o fuori sede | scarico delle acque di prima e seconda pioggia | ||
52 | A valle degli interventi di cui alla BAT n. 42, selezionare ed effettuare l’opportuna tecnica di trattamento per ogni tipologia di acque reflue. | NON APPLICABILE | Non sono presenti acque di processo. Le acque meteoriche sono trattate in impianto dedicato. |
53 | Attuare delle misure per aumentare l’affidabilità del controllo richiesto e le prestazioni dell’abbattimento. | APPLICATA | L’azienda sta predisponendo procedura gestionale volta all’incremento di efficienza del sistema di abbattimento |
54 | Individuare i principali costituenti chimici dell’effluente trattato (compresa la costituzione del COD) per valutare il destino di queste sostanze nell’ambiente | APPLICATA | Sono eseguiti controlli previsti dal PdM. |
55 | Effettuare gli scarichi delle acque reflue dopo aver completato il processo di trattamento e aver svolto i relativi controlli | NON APPLICABILE | Non sono presenti acque di processo. Le acque meteoriche sono trattate in impianto dedicato. |
56 | raggiungere i seguenti valori di emissione di acqua prima dello scarico applicando una opportuna combinazione di tecniche menzionate nelle sezioni 4.4.2.3 e 4.7. | NON APPLICABILE | Non sono presenti acque di processo. |
BAT GENERALI: GESTIONE DEI RESIDUI DI PROCESSO GENERATO | |||
57 | Definire un piano di gestione dei residui come parte del SGA tra cui: a. tecniche di pulizia di base (vedasi BAT 3) b. tecniche di benchmarking interni (vedasi BAT 1.k e 22) | APPLICATA | I quantitativi di rifiuti vengono monitorati e gestiti mediante sistema ORSO e MUD. |
58 | Massimizzare l’uso di imballaggi riutilizzabili (contenitori, IBC, ecc) | NON APPLICABILE | In linea generale i rifiuti pervengono ed escono dall’insediamento allo stato sfuso. |
59 | Riutilizzare i contenitori se in buono stato e inviarli al trattamento più appropriato non più riutilizzabili | NON APPLICABILE | In linea generale i rifiuti pervengono ed escono dall’insediamento allo stato sfuso. |
60 | Monitore ed inventariare i rifiuti presenti nell’impianto, sulla base degli ingressi e di quanto trattato | APPLICATA | Il software di gestione rifiuti permette in ogni istante di conoscere i flussi in ingresso/uscita e i quantitativi in stoccaggio. |
61 | Riutilizzare il rifiuto prodotto in una attività come materia prima per altre attività (vedasi BAT 23) | NON APPLICABILE | I rifiuti decadenti non hanno caratteristiche tali da poter essere riutilizzati nel processo, che ad ogni modo non necessita di |
parametro | Valori di emissione associati all'utilizzo delle BAT (ppm) |
COD | 20 – 120 |
BOD | 2 -20 |
Metalli pesanti (Cr, Cu, Ni, Pb, Zn) | 0,1-1 |
Metalli pesanti | |
altamente tossici | |
As | <0.1 |
Hg | 0.01-0.05 |
Cd | <0.1-0.2 |
Cr(VI) | <0.1-0.4 |
BAT GENERALI: SISTEMA DI GESTIONE | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
materie prime ausiliarie | |||
BAT GENERALI: CONTAMINAZIONE DEL SUOLO | |||
62 | Assicurare il mantenimento in buono stato delle superfici, la loro pronta pulizia in caso di perdite o sversamenti e garantire il mantenimento della rete di raccolta dei reflui | APPLICATA | Le superifci e le reti di raccolta dei reflui sono mantenute in buono stato. |
63 | Dotare il sito di pavimentazioni impermeabili e servite da reti di drenaggio | APPLICATA | Il sito è impermeabilizzato e dotato di reti di raccolta acque meteoriche e di dilavamento. |
64 | Contenere le dimensioni del sito e minimizzare l’utilizzo di vasche/serbatoi e tubazioni interrate | APPLICATA | La disposizione dell’impianto di trattamento e delle attrezzature ausiliarie è ottimizzata rispetto allo spazio a disposizione. Non sono presenti vasche e strutture interrate destinate allo stoccaggio di rifiuti. Sono presenti vasche di raccolta a tenuta per eventuali sversamenti accidentali e/o percolamenti. E’ presente un serbatoio interrato contenente gasolio di autotrazione. |
Tabella D1 - Stato di applicazione delle BAT
D.2 Criticità riscontrate
L’installazione è stata oggetto di segnalazioni relativamente alla presenza di emissioni diffuse (polveri) e di molestie olfattive.
Ad oggi i sopralluoghi effettuati dal Comune e dal Dipartimento ARPA non hanno permesso di riscontrare una correlazione causa-effetto tra le molestie segnalate e l’attività della ditta “Il Truciolo S.r.l.”.
La ditta ha effettuato, all’interno del procedimento VIA, un monitoraggio ante-operam, che non ha rilevato criticità in tal senso; è previsto, a partire dal rilascio di AIA, il monitoraggio post-operam.
D.3 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento in atto e programmate
⮚ Misure in atto
Nulla da segnalare.
⮚ Misure di miglioramento programmate dalla Azienda
Si riportano di seguito gli interventi di miglioramento previsti dall’installazione:
MATRICE / SETTORE | INTERVENTO | MIGLIORAMENTO APPORTATO | TEMPISTICA |
Rumore, polveri e riduzione visibilità impianto | Barriera di mitigazione prescritta dalla Pronucia di Compatibilità Ambientale. | Ridurre impatto visivo, acustico, odorigeno e delle emissioni diffuse | Entro 12 mesi dalla notifica dell’atto |
Rifiuti | Certificazione ai sensi del Reg. UE 715/2013 | Entro il 31.12.2015 | |
Rifiuti | Certificazione ai sensi del Reg. UE 1179/2012 | Entro il 31.12.2015 |
Tabella D2 - Misure di miglioramento programmate
L’Azienda, prima di dare attuazione a quanto previsto nel presente decreto, è tenuta a darne comunicazione all’Autorità Competente ai sensi dell’art. 29 decies comma 1) del d.lgs. 152/06.
E.1 Aria
E.1.1 Valori limite di emissione
Nella tabella sottostante si riportano i valori limite per le emissioni in atmosfera:
EMISSIONE | PROVENIENZA | PORTATA [Nm3/h] | DURATA [h/g] | INQUINANTI | VALORE SOGLIA * [mg/Nm3] | VALORE LIMITE [mg/Nm3] |
Descrizione | ||||||
E1 | Trituratore primario, deferizzatore, vaglio rotante, raffinatori e pressa | 44.000 | 20 h/g | Polveri | 5 | 10 |
E3 | Trituratore cavi | 2.600 | 20 h/g | Polveri | 5 | 10 |
*valore soglia di attenzione indicato dalla “Pronuncia di Compatibilità Ambientale” della Provincia di Como (n. 66 del registro del 30.06.2014)
Tabella E1 - Emissioni in atmosfera
E.1.2 Requisiti e modalità per il controllo
I) Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di campionamento devono essere coincidenti con quanto riportato nel Piano di Monitoraggio e controllo.
II) Qualora le analisi di autocontrollo previsti dal PdM di AIA evidenziassero concentrazioni rilevate superiori al valore soglia di 5 mg/Nm3, l’azienda dovrà procedere ad una verifica di tecnico/impiantistica della funzionalità degli impianti di abbattimento che presidiano le emissioni in atmosfera. Le risultanze di tale verifiche dovranno essere annotata sul registro di manutenzione e tenuta a disposizione degli Enti di controllo.
III) I controlli degli inquinanti dovranno essere eseguiti nelle più gravose condizioni di esercizio dell’impianto di trattamento rifiuti per le quali lo stesso è stato dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate nel ciclo tecnologico e descritte nella domanda di autorizzazione.
IV) I punti di emissione devono essere chiaramente identificati mediante apposizione di idonee segnalazioni.
V) L’accesso ai punti di prelievo deve essere garantito in ogni momento e deve possedere i requisiti di sicurezza previsti dalle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
VI) I risultati delle analisi eseguite alle emissioni devono riportare i seguenti dati:
a. Concentrazione degli inquinanti espressa in mg/Nm3;
b. Portata dell’aeriforme espressa in Nm3/h;
c. Il dato di portata deve essere inteso in condizioni normali (273,5°K e 101,323 kPa);
d. Temperatura dell’aeriforme espressa in °C;
e. Ove non indicato diversamente, il tenore dell’ossigeno di riferimento è quello derivante dal processo;
E.1.3 Prescrizioni impiantistiche
VII) Devono essere il più possibile contenute emissioni diffuse e fuggitive, mantenendo in condizioni di perfetta efficienza i sistemi di captazione delle emissioni ed adottare opportuni accorgimenti al fine di evitare il sollevamento di polveri.
VIII) Per il contenimento delle emissioni diffuse di polveri, generate dalle operazioni di triturazione, l’impianto di nebulizzazione (n. 7 getti disposti lungo il perimetro delle aree stoccaggio rifiuti) per l’umidificazione dei cumuli deve essere mantenuto in perfette condizioni di efficienza e funzionamento, mediante verifiche periodiche.
IX) Per ciò che concerne le molestie olfattive il Gestore dovrà porre in atto tutte le misure per la loro minimizzazione. La ditta dovrà dare applicazione alla DGR 15.02.12 n° IX/3018 in merito alle caratterizzazioni delle emissioni odorigene, nei casi previsti.
X) Gli interventi di controllo e di manutenzione ordinaria dei sistemi di aspirazione ed eventuale abbattimento delle emissioni devono essere effettuati secondo la cadenza prevista dal costruttore. Gli interventi di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, devono essere annotati in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva o in sistema informatico ove riportare:
⮚ la data di effettuazione dell’intervento;
⮚ il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
⮚ la descrizione sintetica dell'intervento;
⮚ l’indicazione dell’autore dell’intervento.
Tale documentazione deve essere tenuta a disposizione delle autorità preposte al controllo.
Nel caso in cui si rilevi per una o più apparecchiature, connesse o indipendenti, un aumento della frequenza degli eventi anomali, le tempistiche di manutenzione e la gestione degli eventi dovranno essere riviste in accordo con ARPA territorialmente competente.
E.1.4 Prescrizioni generali
XI) Gli effluenti gassosi non devono essere diluiti più di quanto sia inevitabile dal punto di vista tecnico e dell’esercizio secondo quanto stabilito dall’art. 271, commi 12 e 13, del D.Lgs. 152/06 (ex art. 3 comma 3 del D.M. 12/7/90).
XII) Tutti i condotti di adduzione e di scarico che convogliano gas, fumo e polveri, devono essere provvisti ciascuno di fori di campionamento dal diametro di 100 mm. In presenza di presidi depurativi, le bocchette di ispezione devono essere previste a monte ed a valle degli stessi. Tali fori, devono essere allineati sull’asse del condotto e muniti di relativa chiusura metallica. Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento alle norme UNI En 15259:08 requisiti delle sezioni e dei siti di misurazione e UNI En 16911 - 1:13 determinazione manuale ed automatica della velocità e della portata. Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l’esercente potrà applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e concordate con ARPA.
XIII) Qualunque interruzione nell'esercizio degli impianti di abbattimento necessaria per la loro manutenzione o dovuta a guasti accidentali, qualora non esistano equivalenti impianti di abbattimento di riserva, deve comportare la fermata, limitatamente al ciclo tecnologico ed essi collegato, dell'esercizio degli impianti industriali, dandone comunicazione entro le otto ore successive all’evento all’Autorità Competente, al Comune e ad ARPA. Gli impianti potranno essere riattivati solo dopo la rimessa in efficienza degli impianti di abbattimento a loro collegati.
XIV) Tutti i sistemi adottati per il contenimento delle emissioni in atmosfera, devono almeno rispondere ai requisiti tecnici e ai criteri previsti dalla d.g.r. n. 3552 del 30.05.2012 se installati successivamente all’entrata in vigore della stessa. Devono essere tenute a disposizione le schede tecniche degli impianti di abbattimento, per verificarne l’aderenza alle delibere regionali in merito (d.g.r. 01/08/2003 e d.g.r. 30/05/2012).
XV) L’azienda, per le componenti “emissioni diffuse”, “emissioni puntuali”, “odori”, dovrà procedere all’esecuzione del Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC) secondo le indicazioni specificate al punto 4) della “Pronuncia di Compatibilità Ambientale” della Provincia di Como (prot. n. 25420
n. 66 del registro del 30.06.2014).
XVI) Le risultanze del Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC) in fase PO, come disposto dal punto
5) della “Pronuncia di Compatibilità Ambientale” della Provincia di Como (prot. n. 25420 n. 66 del registro del 30.06.2014), dovranno essere trasmessi all’Autorità Competente, alla Provincia di Como, all’ASL competente, all’ARPA territorialmente competente ed al Comune di Albavilla- SUAP tenendo conto di quanto evidenziato al medesimo punto 5), in riferimento ad eventuali criticità riscontrate e/o accertate rispetto agli scenari proposti.
XVII) Come disposto dal punto 3) della “Pronuncia di Compatibilità Ambientale” della Provincia di Como (prot. n. 25420 n. 66 del registro del 30.06.2014), dovrà essere realizzata quale misura di mitigazione l’innalzamento di circa 5 m della barriera perimetrale dell’impianto, secondo le indicazioni tecniche/costruttive del Settore Territorio della Provincia di Como, al fine di ridurre ulteriormente all’esterno dell’impianto l’impatto acustico, odorigeno e delle emissioni diffuse .
NUOVO PUNTODI EMISSIONE (E3)
XVIII) La ditta, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in esercizio degli impianti, deve darne comunicazione all’Autorità Competente, al Comune ed ad ARPA. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti è stabilito in 90 giorni a partire dalla data di messa in esercizio degli stessi.
XIX) Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato nel presente atto, l’esercente dovrà present are una richiesta nella quale dovranno essere descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la necessità di richiedere la proroga stessa e nel contempo, dovrà indicare il nuovo termine per la messa a regime. La proroga si intende concessa qualora l’autorità competente non si esprima nel termine di 10 giorni dal ricevimento dell’istanza.
XX) Dalla data di messa a regime decorre il termine di 10 giorni nel corso dei quali l’esercente è tenuto ad eseguire un ciclo di campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli impianti autorizzati. Il ciclo di campionamento, che nel caso di emissione diffusa dovrà corrispondere ad un’indagine ambientale, deve essere effettuato in un periodo continuativo di marcia controllata, dalla data di messa a regime; in particolare, dovrà permettere la definizione e la valutazione della quantità di effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti emessi. I risultati degli accertamenti analitici effettuati, accompagnati da una relazione finale che riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e le strategie di rilevazione adottate, devono essere presentati all’Autorità competente, al Comune ed ad ARPA entro 30 giorni dalla data di messa a regime degli impianti.
XXI) Le risultanze dell’autocontrollo sull’efficienza del sistema di abbattimento degli inquinanti, che saranno eseguiti successivamente, dovranno seguire le modalità riportate nel Piano di Monitoraggio.
E.2 Acqua
E.2.1 Valori limite di emissione
I) Il gestore della Ditta dovrà assicurare quanto segue:
• per lo scarico S1, il rispetto del regolamento dell’Autorità d’Ambito e dei limiti previsti dalla Tabella 3 dell’allegato 5 alla Parte III del D. Lgs. 152/06;
• per lo scarico S4, il rispetto dei limiti previsti dalla Tabella 4 dell’allegato 5 alla Parte III del D. Lgs. 152/06;
I) Secondo quanto disposto dall’art. 101, comma 5, del D.Lgs. 152/06, i valori limite di emissione non possono in alcun caso essere conseguiti mediante diluizione con acque prelevate esclusivamente allo scopo. Non è comunque consentito diluire con acque di raffreddamento, di lavaggio o prelevate esclusivamente allo scopo gli scarichi parziali contenenti le sostanze indicate ai numeri
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9,10, 12, 15, 16, 17 e 18 della tabella 5 dell'Allegato 5 relativo alla Parte Terza del D.Lgs. 152/06, prima del trattamento degli scarichi parziali stessi per adeguarli ai limiti previsti dal presente decreto.
II) La portata massima istantanea inviata in fognatura non dovrà superare i 15 m3/h. Non è ammessa in fognatura comunale l’immissione di acque meteoriche di seconda pioggia, né di altre acque meteoriche non contaminate provenienti dal dilavamento delle superfici impermeabili (tetto) e/o acque di scolo. Il volume massimo annuo ammesso per le acque di prima pioggia in fognatura comunale sarà in relazione agli eventi meteorici verificatesi nell’anno.
III) Sui referti di analisi devono essere chiaramente indicati:
a. la data, l’ora, la modalità di effettuazione del prelievo, il punto di prelievo;
b. le condizioni meteorologiche e le eventuali precipitazioni, sia al momento del prelievo, sia nelle 12 ore precedenti il prelievo stesso;
c. la data e l’ora di effettuazione dell’analisi;
E.2.2 Requisiti e modalità per il controllo
II) Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di campionamento devono essere coincidenti con quanto riportato nel Piano di Monitoraggio.
III) Per il monitoraggio dello sacrico finale S1, il punto di campionamento e controllo, si assume il pozzetto di campionamento a valle del sistema di trattamento e separazione delle acque di prima pioggia, indicato con il numero “5” nella planimetria “Xxx. 00 - Xxxxxxxxxxx scrichi ed emissioni - novembre 2014” (sigla “S1a”).
IV) I controlli degli inquinanti dovranno essere eseguiti nelle più gravose condizioni di esercizio dell’impianto di trattamento rifiuti o, per le meteoriche, in concomitanza di un evento meteorico significativo.
V) L’accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di sicurezza secondo le norme vigenti e garantita in ogni momento la campionabilità degli scarichi.
E.2.3 Prescrizioni impiantistiche
VI) I pozzetti di prelievo campioni devono essere a perfetta tenuta, mantenuti in buono stato e sempre facilmente accessibili per i campionamenti, ai sensi del D.Lgs. 152/06, Titolo III, Capo III, art. 101; periodicamente dovranno essere asportati i fanghi ed i sedimenti presenti sul fondo dei pozzetti stessi.
VII) L’impianto di separazione e trattamento delle acque meteoriche di prima pioggia (pozzetto grigliatura, pozzetto by-pass, vasche di accumulo, disoleatore) e la relativa strumentazione di controllo dovranno essere mantenuti sempre in perfetta efficienza. In caso di guasto o disservizio, dovrà essere data comunicazione tempestiva all’Autorità competente per l’AIA, al dipartimento ARPA competente per territorio, e al Gestore della fognatura/impianto
VIII) Gli scarichi devono essere conformi alle norme contenute nel Regolamento Locale di Igiene ed alle altre norme igieniche eventualmente stabilite dalle autorità sanitarie e devono essere gestiti nel rispetto del Regolamento del Gestore della fognatura;
IX) Il Gestore dovrà adottare tutti gli accorgimenti atti ad evitare che qualsiasi situazione prevedibile possa influire, anche temporaneamente, sulla qualità degli scarichi; qualsiasi evento accidentale (incidente, avaria, evento eccezionale, ecc.) che possa avere ripercussioni sulla qualità dei reflui scaricati dovrà essere comunicato tempestivamente all’Autorità competente per l’AIA, al dipartimento ARPA competente per territorio, e al Gestore della fognatura/impianto di depurazione. Qualora non possa essere garantito il rispetto dei limiti di legge, l'autorità competente potrà
prescrivere l'interruzione immediata dello scarico nel caso di fuori servizio dell'impianto di depurazione.
X) La ditta dovrà annotare con cadenza settimanale, su apposito registro vidimato e consegnato da Valbe Servizi S.p.a., i dati di verifica del regolare funzionamento del misuratore di portata posto sulla tubazione di mandata dello scarico in fognatura comunale (volume di refluo e ore di funzionamento), e con cadenza trimestrale i volumi di acqua prelevata dai n. 3 contatori del pubblico acquedotto. Qualsiasi guasto, anche temporaneo, dovrà essere comunicato tempestivamente. Il registro dovrà sempre rimanere a disposizione del personale di controllo.
E.3 Rumore
I limiti da rispettare sono:
• in presenza di Zonizzazione Acustica del Comune: Limiti del DPCM 14/11/1997;
E.3.2 Requisiti e modalità per il controllo
I) Le modalità di presentazione dei dati delle verifiche di inquinamento acustico vengono riportati nel piano di monitoraggio.
II) Le rilevazioni fonometriche dovranno essere eseguite nel rispetto delle modalità previste dal D.M. del 16 marzo 1998 da un tecnico competente in acustica ambientale deputato all’indagine
III) Qualora si intendano realizzare modifiche agli impianti o interventi che possano influire sulle emissioni sonore, previo invio della comunicazione alla Autorità competente prescritta al successivo punto E.6. I), dovrà essere redatta, secondo quanto previsto dalla dgr n.7/8313 dell’8/03/2002, una valutazione previsionale di impatto acustico. Una volta realizzate le modifiche o gli interventi previsti, dovrà essere effettuata una campagna di rilievi acustici al perimetro dello stabilimento e presso i principali recettori sensibili ed altri punti da concordare con il Comune ed ARPA, al fine di verificare il rispetto dei limiti di emissione e di immissione sonora, nonché il rispetto dei valori limite differenziali.
Sia i risultati dei rilievi effettuati, contenuti all’interno di una valutazione di impatto acustico, sia la valutazione previsionale di impatto acustico devono essere presentati all’Autorità Competente, al Comune e ad ARPA.
IV) L’azienda, per la componente “Rumore”, dovrà procedere all’esecuzione del Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC) secondo le indicazioni specificate al punto 4) della “Pronuncia di Compatibilità Ambientale” della Provincia di Como (prot. n. 25420 n. 66 del registro del 30.06.2014).
E.4 Suolo e acque sotterranee
I) Devono essere mantenute in buono stato di pulizia le griglie di scolo delle pavimentazioni interne ai fabbricati e di quelle esterne.
II) Deve essere mantenuta in buono stato la pavimentazione impermeabile dei fabbricati e delle aree di carico/scarico e trattamento rifiuti, effettuando sostituzioni del materiale impermeabile se deteriorato o fessurato.
III) Qualsiasi sversamento, anche accidentale, deve essere contenuto e ripreso, per quanto possibile, a secco, e comunque nel rispetto delle procedure di intervento che la Ditta avrà predisposto per tali casi.
IV) Le caratteristiche tecniche, la conduzione e la gestione e l’eventuale dismissione dei serbatoi fuori terra ed interrati e delle relative tubazioni accessorie devono essere conformi a quanto disposto dal Regolamento Locale d’Igiene - tipo della Xxxxxxx Xxxxxxxxx (Xxxxxx XX, xxx. 0, art.
2.2.9 e 2.2.10), ovvero dal Regolamento Comunale d’Igiene, dal momento in cui venga approvato, e secondo quanto disposto dal Regolamento regionale n. 2 del 13 Maggio 2002, art.
10, nonché dal piano di monitoraggio e controllo del presente decreto, secondo le modalità previste nelle procedure operative adottate dalla Ditta. Indirizzi tecnici per la conduzione, l’eventuale dismissione, i controlli possono essere ricavati dal documento “Linee guida - Serbatoi interrati” pubblicato da ARPA Lombardia (Marzo 2013).
V) La ditta deve segnalare tempestivamente all’Autorità Competente ed agli Enti competenti ogni eventuale incidente o altro evento eccezionale che possa causare inquinamento del suolo.
VI) L’azienda dovrà comunicare all’Autorità competente, ad ARPA e al Comune di Albavilla l’attivazione del pozzo “ad uso industriale”.
VII) Dovranno essere rispettate le prescrizioni riportate nella concessione della Provincia di Como n.7/2013, Registro del Servizio Risorse Territoriali del 24.07.2013, inerente l’escavazione di un pozzo “ad uso industriale”.
VIII) Xxxxx diverse disposizioni nazionali/regionali che dovessero intervenire successivamente, il Gestore dovrà eseguire entro tre mesi dalla notifica del presente atto, la verifica della sussistenza dell’obbligo di presentazione della relazione di riferimento (Allegato 1 D.M. 272/14) di cui all’art. 5, comma 1, lettera v-bis) del D. Lgs. n. 152/06 e presentarne gli esiti all’Autorità Competente ai sensi dell’art. 3 comma 2) dello stesso decreto. In caso di verifica positiva, il gestore è tenuto a presentare all’Autorità Competente la relazione di riferimento redatta secondo i criteri stabiliti dal
D.M. 272/14, entro 12 mesi dalla data di notifica del presente atto.
E.5 Rifiuti
E.5.1 Requisiti e modalità per il controllo
I rifiuti in entrata ed in uscita dall’impianto e sottoposti a controllo, le modalità e la frequenza dei controlli, nonché le modalità di registrazione dei controlli effettuati, devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio.
E.5.2 Attività di gestione rifiuti autorizzata
I) L’impianto deve essere realizzato e gestito nel rispetto del progetto approvato ed autorizzato e delle indicazioni e prescrizioni contenute nel presente provvedimento ed Allegato Tecnico e nei relativi allegati planimetrici.
II) Come disposto dal punto 2) della “Pronuncia di Compatibilità Ambientale” della Provincia di Como (prot. n. 25420 n. 66 del registro del 30.06.2014), l’attività di gestione rifiuti nelle aree esterne dovrà essere esercitata nei seguenti orari: dalle ore 07:00 alle ore 20:00.
III) Durante il periodo notturno per l’attività di trattamento rifiuti svolta all’interno del capannone la ditta dovrà mantenere sempre chiusi i portoni avvolgibili.
IV) Le tipologie di rifiuti in ingresso all’impianto, le operazioni e i relativi quantitativi, nonché la localizzazione delle attività di stoccaggio e recupero dei rifiuti devono essere conformi a quanto riportato nel paragrafo “B.1”.
V) le operazioni di stoccaggio e di trattamento dei rifiuti non pericolosi, dovranno essere effettuate unicamente nelle aree individuate sulla planimetria Tavola N. 2 “Planimetria Generale - Gestione rifiuti”, rev. 02, datata giugno 2015 - scala 1:250, mantenendo la separazione per tipologie omogenee e la separazione dei rifiuti dai rifiuti derivanti dalle attività di recupero e in attesa di certificazione di conformità ai regolamenti UE e di cessione ad altro detentore, come previsto dai Regg. 715/13 e 1179/12.
VI) La gestione deve altresì essere effettuata in conformità a quanto previsto dal d.lgs. 152/06 e da altre normative specifiche relative all’attività in argomento e, in ogni caso, deve avvenire senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente e, in particolare:
• senza determinare rischi per l'acqua, l'aria, il suolo, nonché per la fauna e la flora;
• senza causare inconvenienti da rumori o odori;
• senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse, tutelati in base alla normativa vigente.
VII) Il deposito temporaneo dei rifiuti deve rispettare la definizione di cui all'art. 183, comma 1, lettera bb) del D.Lgs. 152/06.
VIII) Le operazioni di stoccaggio devono essere effettuate in conformità a quanto previsto dalla circolare
n. 4 approvata con d.d.g. 7 gennaio 1998, n. 36, ed in particolare dalle “norme tecniche” che, per quelle non indicate, modificate, integrate o sostituite dal presente atto, si intendono, per quanto applicabili alle modalità di stoccaggio individuate dall’Impresa, tutte richiamate;
IX) Prima della ricezione dei rifiuti all'impianto, l’Impresa deve verificare l’accettabilità degli stessi mediante le seguenti procedure nel rispetto delle disposizioni di cui alla Legge 116/2014:
a) acquisizione del relativo formulario di identificazione o scheda SISTRI e/o di idonea certificazione analitica riportante le caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti;
b) qualora si tratti di rifiuti non pericolosi per cui l'Allegato D alla Parte IV del D. Lgs. 152/06 preveda un CER “voce a specchio" di analogo rifiuto pericoloso, lo stesso potrà essere accettato solo previa verifica analitica della "non pericolosità";
Le verifiche analitiche di cui al punto b) dovranno essere eseguite per ogni conferimento di partite di rifiuti ad eccezione di quelle che provengono continuativamente da un ciclo tecnologico ben definito e conosciuto (singolo produttore), nel qual caso la verifica dovrà essere almeno semestrale.
X) Qualora il carico di rifiuti sia respinto, il gestore dell’impianto deve comunicarlo alla Provincia entro e non oltre 24 ore, trasmettendo fotocopia del formulario di identificazione o della prevista scheda SISTRI;
XI) La gestione dei rifiuti dovrà essere effettuata da personale edotto del rischio rappresentato dalla loro movimentazione e informato della pericolosità dei rifiuti; durante le operazioni gli addetti dovranno disporre di idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) in base al rischio valutato.
XII) Le aree interessate dalla movimentazione dallo stoccaggio e dalle soste operative dei mezzi che intervengono a qualsiasi titolo sul rifiuto dovranno essere impermeabilizzate, possedere adeguati requisiti di resistenza in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche dei rifiuti e delle sostanze contenute negli stessi e realizzate in modo tale da facilitare la ripresa dei possibili sversamenti, nonché avere caratteristiche tali da convogliare le acque e/o i percolamenti in pozzetti di raccolta a tenuta o ad idoneo ed autorizzato sistema di trattamento;
XIII) Le pavimentazioni di tutte le sezioni dell’impianto (aree di transito, di sosta e di carico/scarico degli automezzi, di stoccaggio provvisorio e trattamento) devono essere sottoposte a periodico controllo e ad eventuale manutenzione al fine di garantire l’impermeabilità delle relative superfici;
XIV) Le aree funzionali per lo stoccaggio/trattamento dei rifiuti dovranno essere adeguatamente contrassegnate al fine di rendere nota la natura dei rifiuti depositati/trattati; dovranno inoltre essere apposte tabelle che riportino le norme di comportamento del personale addetto alle operazioni di stoccaggio. Le aree dovranno inoltre essere facilmente identificabili, anche mediante apposizione di idonea segnaletica a pavimento.
XV) I contenitori di rifiuti devono essere opportunamente contrassegnati con etichette o targhe riportanti la sigla di identificazione che deve essere utilizzata per la compilazione dei registri di carico e scarico.
XVI) I rifiuti devono essere stoccati per categorie omogenee e devono essere contraddistinti da un codice C.E.R., in base alla provenienza ed alle caratteristiche del rifiuto stesso.
XVII) Nelle aree funzionali dell’impianto autorizzate alle operazioni di messa in riserva (R13) e di deposito preliminare (D15) non possono essere effettuate operazioni di miscelazione e raggruppamento di rifiuti aventi CER diversi.
XVIII)Le operazioni di deposito preliminare (D15) e di messa in riserva (R13) devono essere effettuate mantenendo la separazione dei rifiuti per tipologia omogenea.
XIX) I rifiuti destinati alla sola messa in riserva/ deposito preliminare possono essere ritirati a condizione che la Società, prima dell’accettazione della partita di rifiuti, chieda le specifiche del medesimo in relazione al contratto stipulato con il soggetto finale che ne effettuerà le operazioni di recupero/smaltimento finale.
XX) I rifiuti in uscita dal centro, accompagnati dal formulario di identificazione o dalla scheda movimentazione SISTRI, devono essere conferiti a soggetti autorizzati a svolgere operazioni di recupero o smaltimento, evitando ulteriori passaggi ad impianti di messa in riserva e/o di deposito preliminare, se non collegati a terminali di smaltimento di cui ai punti da D1 a D12 dell’allegato B e/o di recupero di cui ai punti da R1 a R11 dell’allegato C alla Parte Quarta del d.lgs. 152/06. Per i soggetti che svolgono attività regolamentate dall’art. 212 del citato decreto legislativo gli stessi devono essere in possesso di iscrizioni rilasciate ai sensi del d.m. 120/14.
XXI) Il Gestore deve valutare la compatibilità dei diversi rifiuti che potrebbero essere presenti in qualsiasi momento nella medesima area di stoccaggio e che potrebbero determinare potenziali situazioni di pericolo nel caso venissero a contatto tra loro (ad esempio a seguito di urti e/o rotture dei contenitori). Nel caso di rifiuti risultati incompatibili fra loro in base alle valutazioni di cui sopra, deve essere predisposta ed inserita nel Protocollo di Gestione dei Rifiuti un’adeguata procedura per lo stoccaggio in sicurezza dei rifiuti (ad esempio la previsione di aree di stoccaggio distinte e separate).
XXII) I rifiuti non pericolosi posti in messa in riserva (R13) dovranno essere sottoposti alle operazioni di recupero presso il proprio sito o destinati ad impianti di recupero di terzi entro massimo sei (6) mesi dalla data di accettazione degli stessi nell’impianto; in tal senso i rifiuti recuperati ai sensi dei Regg. UE. 715/2013 e 1179/2012 devono essere ceduti ad altro detentore (vendita) entro massimo sei (6) mesi dalla data di accettazione degli stessi nell’impianto";
XXIII) Miscelazioni di rifiuti
1. L’installazione può effettuare solo le miscelazioni non in deroga indicate nella presente autorizzazione (Paragrafo B.1).
2. Le operazioni di miscelazione devono essere effettuate in conformità a quanto previsto dalla dgr n. 3596 del 06/06/2012 e dal d.d.s. n. 1795 del 04/03/2014;
3. La miscelazione può essere effettuata tra rifiuti anche con altre sostanze o materiali, purchè aventi medesimo destino di smaltimento o recupero e medesimo stato fisico e con analoghe caratteristiche chimico-fisiche, in condizioni di sicurezza, evitando rischi dovuti a eventuali incompatibilità delle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti stessi. La miscelazione deve essere finalizzata a produrre miscele di rifiuti ottimizzate ed omogenee e deve essere effettuata tra i rifiuti aventi caratteristiche fisiche e chimiche sostanzialmente simili;
4. Le operazioni di miscelazione devono essere effettuate nel rispetto delle norme relative alla sicurezza dei lavoratori;
5. È vietata la miscelazione di rifiuti che possano dar origine a sviluppo di gas tossici o molesti, a reazioni esotermiche e di polimerizzazione violente ed incontrollate o che possono incendiarsi a contatto con l’aria;
6. La miscelazione dovrà essere effettuata adottando procedure atte a garantire la trasparenza delle operazioni eseguite. Devono essere registrate su apposito registro di miscelazione, con pagine numerate in modo progressivo, (modello definito in all. B del d.d.s. n. 1795/2014) le tipologie (codice CER e per i rifiuti e le sostanze o materiali pericolosi la caratteristica di pericolosità di cui all’allegato I alla Parte quarta del D.Lgs. 152/06 ) e le quantità originarie dei rifiuti e delle sostanze o materiali miscelati, ciò anche al fine di rendere sempre riconoscibile la composizione della miscela di risulta avviata al successivo trattamento finale;
7. Sul registro di miscelazione dovrà essere indicato il codice CER attribuito alla miscela risultante, secondo le indicazioni del paragrafo 5 dell’Allegato A) del d.d.s. n. 1795 del 04/03/2014;
8. Deve sempre essere allegata al formulario/scheda di movimentazione SISTRI la scheda di miscelazione (modello definito in all. B del d.d.s. n. 1795 del 04/03/2014);
9. Sul formulario/scheda di movimentazione SISTRI, nello spazio note, dovrà essere riportato “scheda di miscelazione allegata”;
10. Le operazioni di miscelazione dovranno avvenire previa verifica preliminare da parte del Tecnico Responsabile dell’impianto, avente i requisiti di titolo di studio e di esperienza previsti per l’ex categoria 6 dell’Albo Gestori Ambientali (in tal senso non sono ritenuti sufficienti il solo corso di formazione ed anzianità), sulla scorta di adeguate verifiche sulla natura e compatibilità dei rifiuti, delle sostanze o materiali e delle loro caratteristiche chimico-fisiche in base alle attrezzature previste al punto g) del paragrafo 3.2. Il Tecnico Responsabile dovrà provvedere ad evidenziare l’esito positivo della verifica riportandolo nell’apposito registro di miscelazione, apponendo la propria firma per assunzione di responsabilità;
11. La partita omogenea di rifiuti risultante dalla miscelazione non dovrà pregiudicare l’efficacia del trattamento finale, né la sicurezza di tale trattamento;
12. In conformità al divieto di cui al c. 5-ter dell’art. 184 del D. Lgs. 152/06, la declassificazione da rifiuto pericoloso a rifiuto non pericoloso non può essere ottenuta attraverso una diluizione o una miscelazione del rifiuto che comporti una riduzione delle concentrazioni iniziali di sostanze pericolose sotto le soglie che definiscono il carattere pericoloso del rifiuto;
13. In conformità a quanto previsto dal D. Lgs. 36 del 13 gennaio 2003 è vietato diluire o miscelare rifiuti al solo fine di renderli conformi ai criteri di ammissibilità in discarica di cui all’articolo 7 del medesimo decreto;
14. Non è ammissibile, attraverso la miscelazione tra rifiuti o l’accorpamento di rifiuti con lo stesso codice CER o la miscelazione con altri materiali, la diluizione degli inquinanti per rendere i rifiuti compatibili a una destinazione di recupero, pertanto l’accorpamento e miscelazione di rifiuti destinati a recupero possono essere fatti solo se i singoli rifiuti posseggono già singolarmente le caratteristiche di idoneità per questo riutilizzo e siano fatte le verifiche di miscelazione quando previste, con possibilità di deroga solo ove l’utilità della miscelazione sia adeguatament e motivata in ragione del trattamento finale e comunque mai nel caso in cui questo consista nell’operazione R10;
15. La miscelazione di rifiuti destinati allo smaltimento in discarica può essere fatta solo nel caso in cui vengano dettagliatamente specificate le caratteristiche dei rifiuti originari e se le singole partite di rifiuti posseggono già, prima della miscelazione, le caratteristiche di ammissibilità in discarica: tale condizione dovrà essere dimostrata nella caratterizzazione di base ai sensi dell’art. 2 del D.M. 27 settembre 2010, che il produttore è tenuto ad effettuare sulla miscela ai fini della sua ammissibilità in discarica, e che dovrà pertanto comprendere i certificati analitici relativi alle singole componenti della miscela;
16. Ogni miscela ottenuta sarà registrata sul registro di miscelazione, riportando la codifica della cisterna, serbatoio, contenitore o area di stoccaggio in cui verrà collocata;
17. Il codice di ogni miscela risultante dovrà essere individuato, nel rispetto delle competenze e sotto la responsabilità del produttore, secondo i criteri definiti nell’introduzione dell’allegato D alla Parte IV del D.Lgs. 152/06.
18. Le miscele di rifiuti in uscita dall’impianto devono essere conferite a soggetti autorizzati per il recupero/smaltimento finale, escludendo ulteriori passaggi ad impianti che non siano impianti di recupero di cui ai punti da R1 a R11 dell’allegato C alla Parte IV del D.Lgs. 152/06, o impianti di smaltimento di cui ai punti da D1 a D12 dell’allegato B alla Parte IV del D.Lgs. 152/06, fatto salvo il conferimento della miscela ad impianti autorizzati alle operazioni X00, X00, X00, X00, X00, solo se strettamente collegati ad un impianto di smaltimento/recupero definitivo. Per impianto strettamente collegato si intende un impianto dal quale, per motivi tecnico/commerciali,
devono obbligatoriamente transitare i rifiuti perché gli stessi possano accedere all’impianto di recupero/smaltimento finale.
XXIV) PRODUZIONE “CSS - Combustibile Solido Secondario”
1) Ogni “Lotto” di CSS non dovrà superare la quantità di 1.500 t, come definito dall’art. 3 comma f) del DM 14.02.2013, n. 22;
2) Per ogni “Lotto” di CSS il produttore dovrà emettere una “Dichiarazione di Conformità”, secondo quanto previsto dall’art. 8 del DM 14.02.2013, n. 22;
3) La “Dichiarazione di Conformità” di cui al punto precedente dovrà essere predisposta secondo il modello “Allegato 4” del DM 14.02.2013, n. 22;
4) Il produttore determina per ogni “Lotto” la classificazione del CSS, con le modalità ed indicazione della norma UNI EN 15359 e riportate nella Tabella 1 dell’Allegato 1 del DM 14.02.2013, n. 22;
5) Il produttore per ogni “Lotto” dovrà procedere alla speciazione del CSS ricercando i parametri previsti dalla Tabella 2 dell’Allegato 1 del DM 14.02.2013, n. 22;
6) Durante le fasi di trasporto e conferimento del “CSS” all’impianto finale di destinazione deve essere accompagnato dalla scheda di trasporto di cui al decreto 30 giugno 2009 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e da due copie della dichiarazione di conformità di cui all’articolo 8, comma 2) del DM 14.02.2013, n. 22;
7) Il deposito e la movimentazione del “CSS” presso l’installazione dovrà avvenire nel rispetto delle seguenti condizioni:
- evitare spandimenti accidentali e contaminazione di aria, acqua, suolo;
- evitare fenomeni di autocombustione o di formazione di miscele esplosive;
- prevenire e minimizzare la formazione di emissioni diffuse e la diffusione di odori.
8) Il deposito di cui al punto precedente non potrà avere durata superiore a sei mesi dalla data di emissione della “Dichiarazione di Conformità”. Trascorso tale periodo, il CSS depositato nelle aree pertinenziali dell’installazione di produzione dovrà essere gestito come un rifiuto ai sensi della parte Xxxxxx xxx X. Xxx. 000/00;
9) Entro il 30 aprile di ogni anno il gestore dovrà trasmettere all’Autorità Competente ed ARPA competente per territorio, anche attraverso strumenti di controllo e dichiarazioni previste dalla normativa di settore, le seguenti informazioni relative all’anno solare precedente:
a) la tipologia e le quantità di rifiuti in ingresso all’impianto di produzione del CSS-Combustibile, suddivisi per codice CER;
b) le quantità di CSS-Combustibile prodotte, classificate e caratterizzate, in conformità al presente regolamento, ai sensi dell’Allegato 1 conformemente alla norma tecnica UNI EN 15359;
c) la tipologia e le quantità di residui derivanti dal processo di produzione del CSS-Combustibile, suddivisi per destini finali;
d) i risultati delle analisi dei sottolotti e dei lotti di CSS-Combustibile effettuate;
e) la quota biodegradabile contenuta nei lotti di CSS combustibile con facoltà di indicarla anche solamente tramite attribuzione, in modo forfettario, in base alla normativa applicabile;
f) i dati identificativi degli utilizzatori del CSS-Combustibile.
XXIII) Devono essere attuate le procedure di radioprotezione per quanto concerne i rottami metallici secondo quanto prescritto dal D. Lgs. 230/95;
XXIV) Dovrà essere rispettata la DGR n. 8/10222 del 28/09/2009 “determinazioni inerenti le procedure per l’accettazione e la gestione dei rottami metallici ferrosi e non ferrosi”;
XXV) I prodotti ottenuti dalle operazioni di recupero autorizzate devono rispettare quanto previsto all’art. 184-ter del D. Lgs. 152/06 e dai Regolamenti comunitari e/o Decreti ministeriali “End of Waste” emanati per le tipologie di rifiuti pertinenti all’attività svolta presso l’insediamento. Nei casi non contemplati nella prescrizione, i prodotti e le materie ottenute dalle operazioni di recupero autorizzate devono avere caratteristiche merceologiche conformi alla normativa tecnica di settore o, comunque, devono presentarsi nelle forme usualmente commercializzate previste o dichiarate nella relazione tecnica;
XXIV) Restano sottoposti al regime dei rifiuti i materiali:
• derivanti da operazione di recupero classificate come R12 e R13;
• derivanti dalle operazioni di recupero non rispondenti alle specifiche richieste;
• che non vengono destinati in modo effettivo ed oggettivo all’utilizzo nei cicli di consumo o di produzione.
XXVI) Le pile e gli accumulatori esausti devono essere depositate in apposite sezioni coperte, protette dagli agenti meteorici, su platea impermeabilizzata e munita di un sistema di raccolta degli eventuali sversamenti acidi. Le sezioni di deposito degli accumulatori esausti dovranno avere caratteristiche di resistenza alla corrosione ed all’aggressione degli acidi.
XXVII) I depositi di pneumatici usati dovranno essere effettuati in modo adeguato al fine di evitare la proliferazione di insetti.
XXVIII)I mezzi che conferiscono rifiuti non provochino danni o molestie all’ambiente circostante con particolare riferimento alle emissioni sonore e in atmosfera;
XXIX) Se il deposito dei rifiuti avviene in recipienti mobili questi devono essere provvisti di:
a. idonee chiusure per impedire la fuoriuscita del contenuto;
b. accessori e dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di riempimento e di svuotamento;
c. mezzi di presa per rendere sicure ed agevoli le operazioni di movimentazione;
d. i recipienti, fissi e mobili, comprese le vasche ed i bacini, destinati a contenere rifiuti pericolosi devono possedere adeguati requisiti di resistenza in relazione alle caratteristiche dei rifiuti contenuti.
XXX) L'Impresa è comunque soggetta alle disposizioni in campo ambientale, anche di livello regionale, che hanno tra le finalità quella di assicurare la tracciabilità dei rifiuti stessi e la loro corretta gestione, garantendo il regolare rispetto dei seguenti obblighi:
a. tenuta della documentazione amministrativa, costituita dai registri di carico e scarico di cui all'art. 190 del D. Lgs. 152/06 e dei formulari di identificazione rifiuto di cui al successivo articolo 193, nel rispetto di quanto previsto dai relativi regolamenti e circolari ministeriali;
b. qualora la Società sia soggetta, ovvero voglia adempiere, in forma volontaria, alla gestione amministrativa dei rifiuti (alternativa ai registri di carico e scarico e ai formulari) mediante il Sistema di controllo della tracciabilità (SISTRI) di cui agli artt. 188-bis e 188-ter del D. Lgs. 152/06 e del D.M. 18.02.2011, n. 52, entro la data di completa operatività dello stesso, dovrà iscriversi ed attuare gli adempimenti e le procedure previste da detta norma e dai regolamenti attuativi;
c. iscrizione all'applicativo X.X.XX. (Osservatorio Rifiuti Sovraregionale di cui all'art. 18, comma 3, della l.r. 26/03) attraverso la richiesta di credenziali da inoltrare all'Osservatorio Provinciale sui Rifiuti e compilazione della scheda impianti secondo le modalità e tempistiche stabilite dalla d.g.r. n. 2513/11;
XXXI) Entro 3 mesi dalla notifica del presente decreto, il Gestore dell’impianto dovrà verificare la necessità di’eventuale modifica dell’esistente documento “Protocollo Gestione Rifiuti” e, se del caso, trasmettere all’Autorità Competente e ad ARPA il documento rielaborato, nel quale vengono racchiuse tutte le procedure adottate dal Gestore per la caratterizzazione preliminare, il
conferimento, l’accettazione, il congedo dell’automezzo, i tempi e le modalità di stoccaggio dei rifiuti in ingresso all’impianto ed a fine trattamento, nonché le procedure di trattamento e di miscelazione, a cui sono sottoposti i rifiuti e le procedure di certificazione dei rifiuti trattati ai fini dello smaltimento e/o recupero. Altresì, tale documento deve tener conto delle prescrizioni gestionali già inserite nel quadro prescrittivo del presente documento. Pertanto l’impianto deve essere gestito con le modalità in esso riportate.
XXXII) Il Protocollo di gestione dei rifiuti potrà essere revisionato in relazione a mutate condizioni di operatività dell’impianto o a seguito di modifiche delle norme applicabili di cui sarà data comunicazione all’Autorità competente e al Dipartimento ARPA competente territorialmente.
XXXI) Viene determinata in 860.026,88 € l'ammontare totale della fideiussione che la ditta deve prestare a favore dell’Autorità competente, relativa alle voci riportate nella seguente tabella; tale ammontare totale della fideiussione, a fronte della riduzione del 40% per la Certificazione UNI EN ISO 14001 in applicazione dell'art. 3, comma 2-bis della l. n. 1/2011, viene rideterminato in 516.016,13 €. La fideiussione deve essere prestata ed accettata in conformità con quanto stabilito dalla d.g.r. n. 19461/04. La mancata presentazione della suddetta fideiussione entro il termine di 90 giorni dalla data di comunicazione del presente provvedimento, ovvero la difformità della stessa dall’allegato A alla d.g.r. n. 19461/04, comporta la revoca del provvedimento stesso come previsto dalla d.g.r. sopra citata.
Operazione | Rifiuti | Quantità | Costi [€] |
X00, X0, X0, X0 | NP | 205.100 t | 111.864,56 |
R13 | NP | 40.000 m3 | 706.480,00* |
D15 | NP | 236 m3 | 41.682,32 |
AMMONTARE TOTALE | 860.026,88 | ||
- 40% (azienda certificata ISO 14001) | 344.010,75 | ||
AMMONTARE COMPLESSIVO FIDEIUSSIONE | 516.016,13 |
* comprensivo dell'applicazione della tariffa al 10% sulla messa in riserva dei rifiuti in accettazione all'impianto e da avviare a recupero entro 6 mesi come disposto dalla d.g.r. n. 19461/04. Qualora la Ditta non possa adempiere nell'avviare a recupero, entro 6 mesi, i rifiuti in ingresso sottoposti alla messa in riserva, dovrà effettuare apposita comunicazione alla Provincia di Como e prestare una garanzia pari a € 4.331.008,13, già scontata del 40% per la certificazione ISO 14001.
La ditta ha l'obbligo di presentare alla Autorità competente attestazione dei rinnovi della certificazione ISO 14001:2004, ovvero obbligo di presentazione di nuova garanzia finanziaria senza le relative riduzioni.
In caso di inadempienza relativamente a quanto disposto dal presente punto, l'autorizzazione per l'esercizio dell'attività di gestione rifiuti può essere revocata.
XXXII) Devono essere adottati tutti gli accorgimenti possibili per ridurre al minimo la quantità di rifiuti prodotti, nonché la loro pericolosità.
XXXIII) Non sono consentite operazioni di lavaggio degli automezzi.
XXXIV) Per i rifiuti da imballaggio devono essere privilegiate le attività di riutilizzo e recupero. E’ vietato lo smaltimento in discarica degli imballaggi e dei contenitori recuperati, ad eccezione degli scarti derivanti dalle operazioni di selezione, riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio. E’
inoltre vietato immettere nel normale circuito dei rifiuti urbani imballaggi terziari di qualsiasi natura.
XXXV) I rifiuti identificati con i codici CER 20xxxx, definiti dalla regolamentazione tecnica vigente come urbani, inclusi quelli da raccolta differenziata, possono essere ritirati qualora provenienti:
• da Comuni, Associazioni di Comuni, Comunità Montane, Imprese gestori del servizio pubblico o loro concessionari e derivanti da raccolte selezionate, centri di raccolta ed infrastrutture per la raccolta differenziata di rifiuti urbani;
• da Imprese gestori di impianti di stoccaggio provvisorio conto terzi di rifiuti urbani;
• da Imprese, qualora i rifiuti non siano identificabili con CER rientranti nelle altri classi; in tal caso dovrà essere garantita mediante idonea documentazione (formulario di identificazione/scheda SISTRI) la tracciabilità dei relativi flussi;
E.6 Ulteriori prescrizioni
I) L’impianto deve essere delimitato da idonea recinzione lungo tutto il suo perimetro. La barriera esterna di protezione deve essere realizzata con siepi, alberature o schermi mobili, atti a minimizzare l’impatto visivo dell’impianto. Deve essere garantita la manutenzione nel tempo di detta barriera di protezione ambientale
II) Ai sensi dell’art. 29-nonies del Titolo III bis, della Parte seconda del D.Lgs. 152/06, il gestore è tenuto a comunicare all'Autorità competente e all’Autorità Competente al controllo (ARPA) variazioni nella titolarità della gestione dell'impianto ovvero modifiche progettate dell'impianto, siano esse di carattere sostanziale o non sostanziale.
III) Il Gestore del complesso IPPC deve comunicare tempestivamente alla Provincia, al Comune e ad ARPA eventuali inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull'ambiente nonché eventi di superamento dei limiti prescritti.
IV) Ai sensi dell’art 29-decies comma 5, del Titolo III bis, della Parte seconda del D.Lgs. 152/06, al fine di consentire le attività dei commi 3 e 4, il gestore deve fornire tutta l'assistenza necessaria per lo svolgimento di qualsiasi verifica tecnica relativa all'impianto, per prelevare campioni e per raccogliere qualsiasi informazione necessaria ai fini del presente decreto.
E.7 Monitoraggio e Controllo
I) Il monitoraggio e controllo dovrà essere effettuato seguendo i criteri individuati nel piano relativo descritto al Paragrafo F.
II) Le registrazioni dei dati previsti dal Piano di Monitoraggio devono essere tenuti a disposizione degli Enti responsabili del controllo e devono essere messi a disposizione degli Enti mediante la compilazione per via telematica dell’applicativo denominato “AIDA” (disponibile sul sito web di ARPA Lombardia all' indirizzo: xxx.xxxxxxxxxxxxx.xx/xxxx) secondo quanto disposto dalla Regione Lombardia con Decreti della D.G. Qualità dell’Ambiente n. 14236 del 3 dicembre 0000 , x. 0000 del 23 febbraio 2009 e n. 7172 del 13 luglio 2009.
III) Xxx referti di analisi, firmati da un tecnico abilitato, devono essere chiaramente indicati: l’ora, la data, la modalità di effettuazione del prelievo, il punto di prelievo, la data e l’ora di effettuazione dell’analisi, gli esiti relativi .
IV) L'autorità competente provvede a mettere tali dati a disposizione del pubblico tramite gli uffici individuati ai sensi dell'articolo ai sensi del all’art. 29-decies, comma 8, del Titolo III bis, della Parte seconda del D.Lgs. 152/06.
V) L’Autorità Competente, avvalendosi di ARPA, effettuerà con frequenza almeno triennale controlli ordinari secondo quanto previsto dall’art. 29-decies del D.Lgs. 152/06 o secondo quanto definito
dal Piano di Ispezione Ambientale Regionale redatto in conformità al comma 11-bis del sopra citato articolo, secondo le modalità approvate con dgr n. 3151 del 18.02.2015.
E.8 Prevenzione e Gestione degli eventi emergenziali
I) Il gestore deve mantenere efficienti tutte le procedure per prevenire gli incidenti (pericolo di incendio e scoppio e pericoli di rottura di impianti, fermata degli impianti di abbattimento, reazione tra prodotti e/o rifiuti incompatibili, sversamenti di materiali contaminanti in suolo e in acque superficiali, anomalie sui sistemi di controllo e sicurezza degli impianti produttivi e di abbattimento, adeguato equipaggiamento di protezione personale per gli operatori-autorespiratori in zone di facile accesso in numero congruo), e garantire la messa in atto dei rimedi individuati per ridurre le conseguenze degli impatti sull’ambiente.
II) Il Gestore del complesso IPPC deve comunicare tempestivamente alla Provincia, al Comune, e ad ARPA eventuali inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull'ambiente, nonché eventi di superamento dei limiti prescritti, indicando:
a. cause
b. aspetti/impatti ambientali derivanti
c. modalità di gestione/risoluzione dell’evento emergenziale
d. tempistiche previste per la risoluzione/ripristino
E.9 Interventi sull’area alla cessazione dell’attività
I. Deve essere evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attività e il sito stesso deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale secondo quanto disposto all’art.6, comma 16, lettera f) del D.Lgs. n.152/06.
II. La ditta dovrà a tal fine inoltrare all’Autorità Competente, ad ARPA ed al Comune, non meno di 6 mesi prima della comunicazione di cessazione dell’attività, un Piano di Indagine Ambientale dell’area a servizio dell’insediamento all’interno del quale dovranno essere codificati tutti i centri di potenziale pericolo per l’inquinamento del suolo, sottosuolo e delle acque superficiali e/o sotterranee quali, ad esempio, impianti ed attrezzature, depuratori a presidio delle varie emissioni, aree di deposito o trattamento rifiuti, serbatoi interrati o fuori terra di combustibili o altre sostanze pericolose e relative tubazioni di trasporto, ecc.., documentando i relativi interventi programmati per la loro messa in sicurezza e successivo eventuale smantellamento.
III. Tale piano dovrà:
a. identificare ed illustrare i potenziali impatti associati all’attività di chiusura;
b. programmare e temporizzare le attività di chiusura dell’impianto comprendendo lo smantellamento delle parti impiantistiche, del recupero di materiali o sostanze stoccate ancora eventualmente presenti e delle parti infrastrutturali dell’insediamento;
c. identificare eventuali parti dell’impianto che rimarranno in situ dopo la chiusura/smantellamento motivandone la presenza e l’eventuale durata successiva, nonché le procedure da adottare per la gestione delle parti rimaste;
d. verificare ed indicare la conformità alle norme vigenti all’atto di predisposizione del piano di dismissione/smantellamento dell’impianto;
e. indicare gli interventi in caso si presentino condizioni di emergenza durante la fase di smantellamento.
IV. Le modalità esecutive del ripristino finale e del recupero ambientale dovranno essere attuate previo nulla-osta dell’Autorità Competente, sentita ARPA, fermo restando gli obblighi derivanti dalle vigenti normative in materiali.
V. ll ripristino finale ed il recupero ambientale dell’area ove insiste l’impianto devono essere effettuati secondo quanto previsto dal progetto approvato, in accordo con le previsioni contenute nello strumento urbanistico vigente.
VI. Il titolare della presente autorizzazione dovrà, ai suddetti fini, eseguire idonea investigazione delle matrici ambientali tesa a verificare il rispetto dei limiti previsti dalla normativa vigente in materia di siti inquinati e comunque di tutela dell’ambiente.
VII. All’Autorità Competente per il controllo, avvalendosi di ARPA, è demandata la verifica dell’avvenuto ripristino ambientale da certificarsi al fine del successivo svincolo della garanzia finanziaria, a cura dell’Autorità Competente.
E.10 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento e relative tempistiche
Il Gestore dovrà rispettare le seguenti scadenze realizzando, a partire dalla data di rilascio della presente autorizzazione, quanto riportato nella tabella seguente:
INTERVENTO | TEMPISTICHE | |||||||||
Barriera di Ambientale. | mitigazione | prescritta | dalla | Pronuncia | di | Compatibilità | Entro 12 mesi presente atto | dalla | notifica | del |
Verifica di sussistenza dell’obbligo di presentazione della relazione di riferimento | Entro 3 mesi dalla notifica del presente atto | |||||||||
Eventuale presentazione Protocollo gestione rifiuti | Entro 3 mesi dalla notifica del presente atto |
F.1 Finalità del monitoraggio
La tabella seguente specifica le finalità del monitoraggio e dei controlli attualmente effettuati e di quelli proposti per il futuro.
Obiettivi del monitoraggio e dei controlli | Monitoraggi e controlli | |
Attuali | Proposte | |
Valutazione di conformità all’AIA | - | X |
Aria | X | X |
Acqua | X | X |
Suolo | - | X |
Rifiuti | X | X |
Rumore | X | X |
Raccolta di dati nell’ambito degli strumenti volontari di certificazione e registrazione (EMAS, ISO) | X | X |
Raccolta di dati ambientali nell’ambito delle periodiche comunicazioni (es. E-PRTR ) alle autorità competenti | X | X |
Raccolta di dati per la verifica della buona gestione e l’accettabilità dei rifiuti per gli impianti di trattamento e smaltimento | - | - |
Altro | - | - |
Tab. F1 - Finalità del monitoraggio
F.2 Chi effettua il self-monitoring
La tabella rileva, nell’ambito dell’auto-controllo proposto, chi effettua il monitoraggio.
Gestore dell’impianto (controllo interno) | X |
Società terza contraente (controllo interno appaltato) | X |
Tab. F2 – Autocontrollo
F.3 PARAMETRI DA MONITORARE
La tabella F.3 individua le modalità di monitoraggio sulle materie prime secondarie in ingresso all’impianto per il successivo trattamento Attività non IPPC n. 2: linea di recupero Rifiuti ligneocellulosici “:
n.ordine Attività IPPC e non | Identificazione della materia | Anno di riferimento | Quantità annua totale (t/anno) | Quantità specifica (t materia/t biomassa) |
2 | Materiale ligneocellulosici (non rifiuto) | X | X | X |
Sottoprodotti ex art. 184 bis del D.Lgs 152/06 | X | X | X |
Tab. F3 - Materie prime
La tabella F4 individua il monitoraggio dei consumi idrici che si intende realizzare per l’ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa idrica.
Tipologia | Anno di riferimento | Fase di utilizzo | Frequenza di lettura | Consumo annuo totale (m3/anno) | Consumo annuo specifico (m3/t di rifiuto trattato) | Consumo annuo per fasi di processo (m3/anno) | % Ricircolo |
Pozzo | X | Trattamento rifiuti | annuale | X | X | X | - |
Acquedotto | X | Uso civile | annuale | X | - | - | - |
Tab. F4 - Risorsa idrica
Le tabelle F5 ed F6 riassumono gli interventi di monitoraggio previsti ai fini della ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa energetica:
N.ordine Attività IPPC e non o intero complesso | Tipologia risorsa energetica | Anno di riferimento | Tipo di utilizzo | Frequenza di rilevamento | Consumo annuo totale (KWh o m3/anno) | Consumo annuo specifico (KWh o m3/t di rifiuto trattato) | Consumo annuo per fasi di processo (KWh /anno) |
1-2 | Energia elettrica | X | Trattamento rifiuti | annuale | X | X | X |
1-2 | Gasolio | X | Movimentazione rifiuti | annuale | X | X | - |
Intero complesso | Metano | X | Uso riscaldamento | annuale | X | - | - |
Tab. F5 - Combustibili
Prodotto | Consumo termico (KWh/t di rifiuto trattato) | Consumo elettrico (KWh/t di rifiuto trattato) | Consumo totale (KWh/t di rifiuto trattato) |
Linea C.S.S. | // | X | // |
Tab. F6 - Consumo energetico specifico
La seguente tabella individua per ciascun punto di emissione, in corrispondenza dei parametri elencati, la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato:
Parametro (*) | E1 | E3 | Modalità di controllo | Metodi (**) | |
Continuo | Discontinuo | ||||
Polveri | X | X | // | Annuale | UNI EN 13284-1 metodo manuale UNI EN 13284-2 metodo automatico |
Tab. F7- Inquinanti monitorati
(*) Il monitoraggio delle emissioni in atmosfera dovrà prevedere il controllo di tutti i punti emissivi e dei parametri significativi dell’impianto in esame, tenendo anche conto del suggerimento riportato nell’allegato 1 del DM del 23 novembre 2001 (tab. da 1.6.4.1 a 1.6.4.6). In presenza di emissioni con flussi ridotti e/o emissioni le cui concentrazioni dipendono esclusivamente dal presidio depurativo (escludendo i parametri caratteristici di una determinata attività produttiva), dopo una prima analisi è possibile proporre misure parametriche alternative a quelle analitiche, ad esempio tracciati grafici della temperatura, del ΔP, del pH, che documentino la non variazione dell’emissione rispetto all’analisi precedente.
(**) In accordo a quanto riportato nella nota “Definizione di modalità per l’attuazione dei Piani di Monitoraggio e Controllo“ di ISPRA prot. 18712 dell’1/6/11, i metodi di campionamento ed analisi devono essere basati su metodiche riconosciute a livello nazionale o internazionale. Le attività di laboratorio devono essere eseguite preferibilmente in strutture accreditate secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per i parametri di interesse e, in ogni modo, i laboratori d’analisi essere dotati almeno di un sistema di gestione della qualità certificato secondo la norma ISO 9001.
Per ciascuno scarico, in corrispondenza dei parametri elencati, la tabella riportata di seguito specifica la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato:
Parametri | S1a | S4 | Modalità di controllo | Metodi IRSA(*) | |
Continuo | Discontinuo | ||||
Volume acqua (m3/anno) | X | - | // | annuale | // |
pH | X | X | annuale | 2060 | |
Temperatura | X | - | annuale | 2100 | |
Colore | X | - | annuale | 2020 | |
Odore | X | - | annuale | 2050 | |
Solidi sospesi totali | X | X | annuale | 2090 | |
BOD5 | X | X | annuale | 5120 | |
COD | X | X | annuale | 5130 | |
Azoto totale | - | X | annuale | - | |
Alluminio | X | X | annuale | 3050 | |
Arsenico (As) e composti | X | X | annuale | 3080 | |
Bario | X | X | annuale | 3090 | |
Boro | X | - | annuale | 3110 | |
Cadmio (Cd) e composti | X | - | annuale | 3120 | |
Cromo (Cr) e composti | X | X | annuale | 3150 | |
Ferro | X | X | annuale | 3160 | |
Manganese | X | X | annuale | 3190 | |
Mercurio (Hg) e composti | X | - | annuale | 3200 | |
Nichel (Ni) e composti | X | X | annuale | 3220 | |
Piombo (Pb) e composti | X | X | annuale | 3230 | |
Rame (Cu) e composti | X | X | annuale | 3250 | |
Selenio | X | X | annuale | 3260 | |
Stagno | X | X | annuale | 3280 | |
Zinco (Zn) e composti | X | X | annuale | 3320 | |
Cianuri | X | - | annuale | 4070 | |
Cloro attivo libero | X | X | annuale | 4080 | |
Solfuri | X | X | annuale | 4160 | |
Solfiti | X | - | annuale | 4150 | |
Solfati | X | X | annuale | 4140 | |
Cloruri | X | X | annuale | 4090 | |
Fluoruri | X | X | annuale | 4100 | |
Fosforo totale | X | X | annuale | 4110 | |
Azoto ammoniacale (come NH4) | X | - | annuale | 4030 | |
Azoto nitroso (come N) | X | - | annuale | 4050 | |
Azoto nitrico (come N) | X | - | annuale | 4040 | |
Idrocarburi totali | X | - | annuale | 5160 | |
Tensioattivi totali | X | X | annuale | 5170 -5180 | |
Saggio di tossicità (**) | X | - | annuale |
Tab. F8 - Inquinanti monitorati
(*) In accordo a quanto riportato nella nota “Definizione di modalità per l’attuazione dei Piani di Monitoraggio e Controllo “ di ISPRA prot. 18712 dell’1/6/11 i metodi di campionamento ed analisi devono essere basati su metodiche riconosciute a livello nazionale o internazionale. Le attività di laboratorio devono essere eseguite preferibilmente in strutture accreditate secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per i parametri di interesse e, in ogni modo, i laboratori d’analisi essere dotati almeno di un sistema di gestione della qualità certificato secondo la norma ISO 9001.
(**)Il saggio di tossicità acuta ha lo scopo di valutare l'incidenza “biologica” dello scarico idrico ed è da considerarsi un indicatore del buon funzionamento dell’impianto di depurazione acque reflue. In caso di riscontro positivo nel corso degli autocontrolli, pertanto, il Gestore dovrà provvedere ad informare l’Autorità Competente ed A.R.P.A. dell’esito del controllo, delle azioni intraprese per individuare la causa del problema e della successiva risoluzione (saggio tossicità conforme).
In nessun caso può essere considerata esauriente, ai fini della risoluzione della non conformità, la mera ripetizione del test.
Solo nel caso non si risolva la non conformità, si individuerà la violazione della prescrizione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, ovvero nel caso in cui il saggio di tossicità non sia l’unica non conformità ai limiti riscontrata; se - infatti - nello scarico idrico risultano non conformi anche altri parametri si procederà direttamente alla contestazione della violazione.
F.3.5.1 Monitoraggio delle acque sotterranee
Sul pozzo ad “uso industriale” l’azienda dovrà procedere ad identificare i dati e procedere all’esecuzione dei controlli previsti dalle successive tabelle F9 e F10:
Pozzo | Coordinate UTM32-WGS84 | Livello piezometrico medio della falda (m.s.l.m.) | Profondità del pozzo (m) | Profondità dei filtri (m) |
1 | X: 513936 Y: 5070596 | X | X | X |
Tab. F9 - Pozzo
Pozzo | Misure quantitative | Parametri | Frequenza |
1 | Livello statico (m.s.l.m.) | Composti alifatici clorurati Metalli (Cr, Ni, Pb, Cu, As, Cd) Idrocarburi totali | Annuale |
Tab. F10 - Monitoraggio acque sotterranee
I valori di riferimento sono quelli previsti dalla Tab. 2 “Concentrazioni soglia di contaminazione nelle acque sotterranee” Allegato 5 del D.Lgs 152/06.
Le campagne di rilievi acustici di cui al paragrafo E.3.3 comma 3) dovranno rispettare le seguenti indicazioni:
- gli effetti dell'inquinamento acustico vanno principalmente verificati presso i recettori esterni, nei punti concordati con A.R.P.A. e Comune;
- la localizzazione dei punti presso cui eseguire le indagini fonometriche dovrà essere scelta in base alla presenza o meno di potenziali recettori alle emissioni acustiche generate dall'impianto in esame;
- in presenza di potenziali recettori le valutazioni saranno effettuate presso di essi, viceversa, in assenza degli stessi, le valutazioni saranno eseguite al perimetro aziendale.
La tabella F11 riporta le informazioni che la Ditta fornirà in riferimento alle indagini fonometriche:
Codice univoco identificativo del punto di monitoraggio | Descrizione e localizzazione del punto | Categoria di limite da verificare | Classe acustica di appartenenza del recettore | Modalità della misura (durata e tecnica di campionamento) | Campagna |
X | Perimetro | Immissione/ emissione | V | D.P.C.M. 14.11.1997 | A modifica che comporti alterazione del |
X | Casa custode (R1) | Immissione | V | ||
Differenziale | D.M. | clima acustico |
Codice univoco identificativo del punto di monitoraggio | Descrizione e localizzazione del punto | Categoria di limite da verificare | Classe acustica di appartenenza del recettore | Modalità della misura (durata e tecnica di campionamento) | Campagna |
X | Abitazione di tipo agricolo (R2) | Immissione Differenziale | II | 16.03.1998 | |
X | Abitato di Saruggia (R3) | Immissione Differenziale | III |
Tab. F11 - Verifica d’impatto acustico
F.3.7 Radiazioni (Controllo radiometrico)
Nella tabella F12 si riportano i controlli radiometrici su materie prime o rifiuti trattati che la Ditta effettua:
Materiale controllato | Modalità di controllo | Frequenza controllo | Modalità di registrazione dei controlli effettuati |
Rottame | Strumentale | A ogni conferimento | Registro o documentazione di trasporto (FIR) |
Tab. F12 - Controllo radiometrico
Le tabelle F13 e F14 riportano il monitoraggio delle quantità e le procedure di controllo sui rifiuti in ingresso ed uscita dall’installazione.
CER autorizzati | Operazione autorizzata | Quantità annua trattata (t) | Quantità specifica (t di rifiuto in ingresso/t di rifiuto trattato) | Eventuali controlli effettuati | Frequenza controllo | Modalità di registrazione dei controlli effettuati | Anno di riferimento |
Tutti i codici | R/D | X | X | Visivo | Ogni carico | Sistema informatico | X |
Codici a specchio | X | X | Analisi aziendale o fornita dal produttore | Semestrale e/o ad ogni conferimento se gli stessi provengono da un ciclo produttivo non continuativo | cartaceo | X |
Tab. F13 - Controllo rifiuti in ingresso
CER | Quantità annua prodotta (t) | Quantità specifica (t di rifiuto prodotto / t di rifiuto trattato) | Eventuali controlli effettuati | Frequenza controllo | Modalità di registrazione dei controlli effettuati | Anno di riferimento |
Nuovi Codici a Specchio | X | X | Verifica analitica della non pericolosità | (*) | Cartaceo da tenere a disposizione degli enti di controllo | X |
Tutti | X | X | Verifica analitica della non pericolosità Determinazione degli eventuali parametri individuati per l’avvio alle operazioni di recupero/smaltimento | (**) | Cartaceo da tenere a disposizione degli enti di controllo | X |
Tab. F14 - Controllo rifiuti in uscita
(*) -ogni 6 mesi se gli stessi provengono da un ciclo produttivo continuativo;
-ad ogni conferimento se gli stessi provengono da un ciclo produttivo non continuativo;
e, comunque, ogni volta che intervengano delle modifiche sostanziali nel processo di produzione
(**) Per i rifiuti conferiti presso impianti di recupero autorizzati in procedura semplificata ai sensi degli art. 214 e 216 del d.lgs. 152/06:
- non pericolosi: il produttore è tenuto ad effettuare il campionamento e l’analisi dei rifiuti prodotti almeno in occasione del primo conferimento all’impianto di recupero e, successivamente, ogni 24 mesi e, comunque, ogni volta che intervengano modifiche sostanziali nel processo di produzione;
Per i rifiuti conferiti presso impianti autorizzati in procedura ordinaria ai sensi dell’art. 208 del d.lgs. 152/06:
- il produttore è tenuto ad effettuare il campionamento e l’analisi dei rifiuti pericolosi e non pericolosi in occasione del primo conferimento all’impianto e, successivamente secondo le tempistiche imposte dall’impianto presso cui gli stessi vengono conferiti e, comunque, ogni volta che intervengano delle modifiche sostanziali nel processo di produzione.
F.4.1 Individuazione e controllo sui punti critici
Le seguenti tabelle F15 e F16 specificano i sistemi di controllo previsti sui punti critici, riportando i relativi controlli (sia sui parametri operativi che su eventuali perdite) e gli interventi manutentivi.
Impianto/parte di esso/fase di processo | Parametri | Perdite | Modalità di registrazione dei controlli | |||
Parametri | Frequenza dei controlli | Fase* | Modalità di controllo | Inquinante | ||
Sistema di abbattimento emissioni gassose (E1 - E3) | Pressostato differenziale | Mensile | regime | Strumentale/visiva | polveri | Registro |
Sistemi di abbattimento emissioni idriche | Impianto di trattamento acque di I^ pioggia | Semestrale | regime | Manutenzione ordinaria | Parametri scarico finale | Registro e/documentazione attestante intervento ditta esecutrice |
Tab. F15 - Controlli sui punti critici
Impianto/parte di esso/fase di processo | Tipo di intervento | Frequenza | Modalità di registrazione |
Sistema di abbattimento emissioni gassose | Manutenzione ordinaria | Quindicinale | Registro |
Controllo ventilatori, pompe e organi di trasmissione | |||
Manutenzione totale eseguita dal costruttore | Semestrale | Registro e/o documentazione rilasciata dalla ditta esecutrice | |
Rilevatore radioattività | Taratura strumentazione | Secondo le tempistiche indicazioni fornite dalla ditta produttrice | Documentazione rilasciata dalla ditta esecutrice della taratura |
Getti per umidificazione cumuli | Verifica funzionalità | Settimanale | Registro |
Tab. F16 - Interventi di manutenzione dei punti critici individuati
F.4.2 Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, etc.)
Si riportano la frequenza e la metodologia delle prove programmate delle strutture adibite allo stoccaggio e sottoposte a controllo periodico (anche strutturale).
Aree stoccaggio | |||
Tipo di controllo | Frequenza | Modalità di registrazione | |
Vasche a tenuta per raccolta sversamenti | Verifica d’integrità strutturale | Annuale | Registro |
Vasche di prima pioggia | Verifica d’integrità strutturale | Annuale | Registro |
Pavimentazione aree esterna | Pulizia | Settimanale e/o secondo necessità | Registro |
Pavimentazione aree funzionali gestione rifiuti interne ed esterne | Verifica integrità | Semestrale | Registro |
Caditoie piazzali esterni | Verifica ed eventuale pulizia | Settimanale | Registro |
Serbatoio stoccaggio gasolio | Prova di integrità e tenuta | Triennale | Registro e/o documentazione rilasciata dalla ditta esecutrice |
Δp intercapedine | Annuale | Registro e/o documentazione rilasciata dalla ditta esecutrice |
Tab. F17 - Tabella aree di stoccaggio
CONTENUTO PLANIMETRIA | SIGLA |
Planimetria generale gestione rifiuti - Giugno 2015 | TAV. 2 rev.02 |
Planimetria scarichi ed emissioni - Novembre 2014 | TAV. 03 |