Rotte trattative su rinnovo contratto, Abi conferma posizione su pregiudiziali Dopo la rottura delle trattative tra sindacati e Abi per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, “la Fisac Cgil si mobilita assieme a tutte le Organizzazioni del
Contratto Bancari: è Rottura, sarà SCIOPERO !
categoria mobilitata, sciopero generale a gennaio
Rotte trattative su rinnovo contratto, Xxx conferma posizione su pregiudiziali Dopo la rottura delle trattative tra sindacati e Xxx per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, “la Fisac Cgil si mobilita assieme a tutte le Organizzazioni del
Credito, con la costruzione di un vasto programma di assemblee con l’indicazione dello sciopero generale da realizzare a gennaio”. E’ quanto afferma il segretario generale della categoria dei lavoratori del credito della Cgil, Xxxxxxxx Xxxxxx.
“Questa mattina abbiamo dovuto registrare da parte di Xxx la conferma delle sue posizioni, senza quel cambiamento radicale che avevamo richiesto, a partire dal superamento della pregiudiziale d’intervento sul costo del lavoro, ovvero scatti d’anzianità e Tfr. Proprio per questo – prosegue -, nel riconfermare le priorità della nostra piattaforma, abbiamo detto a chiare lettere all’associazione dei banchieri che il permanere di questo atteggiamento pregiudiziale impedisce una trattativa ed un negoziato fondato sulla pari dignità”.
Da qui, aggiunge Megale, “la rottura delle trattative voluta nei fatti da ABI e la costruzione di un programma di assemblee con l’indicazione dello sciopero generale da realizzare nel mese di gennaio. Ricordo che il contratto nazionale di lavoro rappresenta la carta costituzionale per tutti i lavoratori e lavoratrici del settore e che siamo in campo, e ci batteremo unitariamente, per conquistare il rinnovo del contratto“.
I segretari di Fabi, Xxxx Xxxx, Fisac Cgil e Uilca hanno ribadito che al tavolo per il rinnovo del contratto con l'Abi, rappresentata da Xxxxxxxxxx Xxxxxxx, non c'è stata l'apertura attesa e le "pregiudiziali" sono rimaste invariate. Il dito viene puntato soprattutto contro il blocco della ristrutturazione degli scatti e la revisione del calcolo del Tfr; oltre che l'area contrattuale, l'inflazione e gli inquadramenti. "Il punto politico attuale - ha spiegato Xxxxxxxx Xxxxxx xxxxx Xxxxx - e che Profumo a nome dell'Abi ha rappresentato ancora una volta la stessa posizione delle precedenti. Non c'è stato quel cambio radicale che avevamo chiesto. Si è fatta l'ora che i banchieri facciano loro i sacrifici". Per Xxxxxxx "c'è uno scontro politico in atto: loro vogliono interrompere la dinamica di crescita automatica del costo del lavoro e far pagare ai lavoratori il prezzo della crisi. Ora l'Abi probabilmente disdetterà il contratto nazionale ma si assume anche una responsabilità enorme nei confronti del paese. A questo punto partirà una fase organizzativa interna alle rappresentanze sindacali con riunioni e assemblee a partire dal 15 dicembre e anche a febbraio". La proposta di contratto dell'Abi comporterebbe a partire dal 2015 tagli sul costo del lavoro per 500-600 milioni e per chi entra oggi nel mercato del lavoro significa dire 3.200 euro in meno all'anno di stipendio, ovvero il 20% e il 10% in meno per la pensione. Insomma, "il sistema bancario pensa di scaricare sui lavoratori il costo della crisi quando il vero problema è l'attivo deteriorati delle banche".
COMUNICATO UNITARIO CCNL ABI VERSO LA MOBILITAZIONE DELLA CATEGORIA
Nel corso dell'incontro odierno, ABI ha ribadito il contesto di grande difficoltà in cui si muovono le banche italiane, caratterizzato anche da forti cambiamenti sia sul piano normativo che su quello del servizio alla clientela che diversifica sempre e di più le banche. Secondo ABI si impongono quindi diverse modalità di raccordo tra il contratto nazionale e la contrattazione di secondo livello che dovrà differenziarsi secondo i diversi modelli organizzativi di ciascuna azienda.
Il Presidente del Casl X. Xxxxxxx ha riconfermato la volontà di intervenire sui seguenti punti del Contratto Nazionale:
• Il recupero contrattato a livello nazionale del solo potere di acquisto degli stipendi attraverso indici di inflazione rettificati in base ai risultati di settore;
• Il blocco strutturale del trattamento di fine rapporto e degli scatti di anzianità;
• Lo smantellamento dell'area contrattuale e la revisione dei livelli inquadramentali.
Il sindacato ha unitariamente dichiarato l'impraticabilità di un negoziato basato
sulle proposte economiche presentate da ABI “come pregiudiziali” e sotto forma d i scambio improprio tra recupero dell'inflazione e blocco di TFR e scatti, evidenziando inoltre che le proposte di ABI sull’area
contrattuale comporterebbero la fuoriuscita di migliaia di bancari dal settore e dal perimetro del CCNL.
Verificata l'indisponibilità di ABI a rimuovere le pregiudiziali avanzate e non sussistendo le condizioni per proseguire il confronto, le Segreterie Nazionali hanno interrotto il negoziato ritenendo inderogabile -‐ come già annunciato -‐ il ricorso alla consultazione dei lavoratori, la mobilitazione della categoria con
le opportune iniziative da avviare anche nei gruppi e nelle aziende sino allo sciopero generale le cui modalità saranno unitariamente stabilite nelle prossime settimane. E’ stato deciso inoltre il seguente calendario di attività:
3 dicembre -‐ Roma, riunione unitaria delle Segreterie Nazionali
4 dicembre -‐ Milano, riunione unitaria con le Segreterie dei Gruppi 9-‐11 dicembre -‐ Attivi unitari a livello regionale
15-‐19 dicembre -‐ Inizio assemblee
7 -‐22 gennaio -‐ Ripresa e conclusione assemblee.
Milano, 25 novembre 2014
BPER: operativa la fusione di
Pop. Mezzogiorno, Banca Campania e Pop.Ravenna
le Aree Territoriali Roma e Aprilia (Direttore Territoriale Xxxxxx Xxxxxx); Direzione Territoriale Adriatica con sede a Lanciano, che comprende le Aree Territoriali Campobasso, Lanciano, L’Aquila e Pescara (Direttore Territoriale Xxxxx Xxxxxxxx); Direzione Territoriale Campania con sede ad Avellino, che comprende le Aree Territoriali Napoli- Caserta, Avellino-Benevento, Foggia, Salerno nord e Salerno sud (Direttore Territoriale Xxxxxxx Xxxxxxxxx); Direzione Territoriale Mezzogiorno con
E’ operativa la fusione per incorporazione in Banca popolare dell’Xxxxxx Xxxxxxx di tre Banche del Gruppo Bper: Banca Popolare del Mezzogiorno, Banca della Campania e Banca Popolare di Ravenna. Si completa così un importante progetto di riorganizzazione che ha l’obiettivo di consolidare il radicamento nei territori, ottimizzare i servizi alla clientela e perseguire i migliori risultati di efficienza gestionale, ottenendo importanti sinergie di costi e ricavi.
Contestualmente alle operazioni di fusione prende corpo, sempre in data odierna, il nuovo modello di struttura distributiva di Bper sulla Penisola, imperniato su nove Direzioni Territoriali.
Direzione Territoriale Lombardia e Triveneto con sede a Milano, che comprende le Aree Territoriali Milano, Padova e Verona (Direttore Territoriale Xxxxxxxxx Xxxxxxxx); Direzione Territoriale Xxxxxx Xxxxx con sede a Reggio Xxxxxx, che comprende le Aree Territoriali Reggio Xxxxxx e Parma (Direttore Territoriale Xxxxxxx Xxxxxx); Direzione Territoriale Emilia Centro con sede a Modena, che comprende le Aree Territoriali Carpi, Modena-Sassuolo e Vignola (Direttore Territoriale Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx); Direzione Territoriale Tosco-Emiliana con sede a Bologna, che comprende le Aree Territoriali Bologna città, Ferrara, Bologna e Toscana (Direttore Territoriale Xxxxxx Xxxxxx); Direzione Territoriale Romagna con sede a Ravenna, che comprende le Aree Territoriali Cesena, Ravenna e Rimini (Direttore Territoriale Xxxxxxx Xxxxxxx); Direzione Territoriale Lazio con sede a Roma, che comprende
sede a Crotone, che comprende le Aree Territoriali Sicilia, Puglia, Basilicata, Calabria nord e Calabria sud (Direttore Territoriale Xxxxxxx Xxxxx).
Le Direzioni Territoriali sono articolate in trenta Aree Territoriali, per un totale di 793 filiali. Il nuovo assetto prevede un’ampia autonomia operativa delle Direzioni Territoriali, il potenziamento dell’attività dell’area affari e il ridisegno della filiera di delibera del credito per attivare procedure di erogazione ancora più rapide ed efficaci.
“Il progetto di riorganizzazione che oggi arriva a compimento – dichiara Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx, amministratore delegato di Bper – si inquadra nelle attività già avviate per sviluppare il Piano industriale 2015-2017 e ha l’obiettivo di focalizzare maggiormente l’attività della rete distributiva, in linea con l’evoluzione dei mercati. Ciò avviene in un contesto di piena continuità con i valori e le modalità operative che esprimiamo da sempre: vicinanza ai territori serviti, efficienza e affidabilità nei rapporti con la clientela. Le nove Direzioni Territoriali, posizionate nelle aree della penisola in cui Bper ha una presenza capillare e importante, saranno l’anello di congiunzione indispensabile tra le strutture centrali e i territori. Nelle relazioni con la Banca nulla cambierà per i clienti, che anzi potranno beneficiare di nuove opportunità e servizi ancora migliori, rapportandosi a un Istituto di più vaste dimensioni, presente su quasi tutto il territorio nazionale e ben determinato a confermare la propria funzione a sostegno delle comunità locali”..
AI LAVORATORI DEL GRUPPO BPER
Trattative per le incorporazioni/ristrutturazioni BPERprorogate al 26-27-28 novembre 2014
Informiamo i Lavoratori delle aziende in fase di fusione (Banca della Campania. Banca Popolare del Mezzogiorno e Banca Popolare di Ravenna), nonché i Colleghi della Bper interessati dal perimetro della ristrutturazione che a tutt’oggi, nonostante gli incontri serrati non è stato possibile sottoscrivere il verbale di accordo sindacale per armonizzare i trattamenti economici e normativi tra le tre banche incorporande e la Nuova Bper e per le tutele a favore di quanti interessati alla riorganizzazione aziendale.
Gli incontri proseguiranno nelle giornate 26-27-28 novembre in Modena. Rimane inteso che le determinazioni che assumeremo avranno efficacia per i colleghi a far data dal 24 novembre, dunque la proroga della trattativa non avrà ripercussioni negative per i colleghi.
Nel complesso processo che ci vede interessati la prima parte della trattativa è stata orientata alla riduzione della iniziali 149 eccedenze dichiarate dall’azienda: il risultato della negoziazione è stato una riduzione degli esuberi a 101 unità, con una conseguente manovra di esodi e accesso al Fondo di solidarietà di settore, che a nostro parere non possono essere trattati difformemente da quanto avvenuto nel recente passato.
I lavori della settimana modenese dal 10 al 14 hanno registrato posizioni ancora molto distanti tra la delegazione trattante aziendale e le legittime istanze rappresentate dal tavolo sindacale.
Per quanto concerne le fusioni è ora prioritario individuare e condividere un sistema di soluzioni economiche che consentano di evitare ingiuste e ingiustificabili perdite reddituali o disallineamenti rispetto ai trattamenti attualmente previsti per i colleghi Bper.
Per questo è necessario armonizzare istituti propri della contrattazione aziendale frutto della storia negoziale di ciascuna Azienda (vedi indennità pendolarismo, fondo pensione, ecc) con quanto previsto dagli accordi vigenti in Bper.
Più in generale sia nelle operazioni di fusione, sia nelle ristrutturazioni che la Bper sta attuando sarà importante garantire ai colleghi adeguate coperture che consentano di affrontare la eventuale mobilità professionale e territoriale con regole e tutele che minimizzino l’impatto di processi di cambiamento che vanno governati garantendo al massimo la serenità dei colleghi.
Precisiamo che NON E’ PREVISTA LA VARIAZIONE DEGLI ORARI DI SPORTELLO E/O DI LAVORO.
Coordinamenti Sindacali di Gruppo Banca popolare dell’Xxxxxx Xxxxxxx
Rapine in banca (e alla BPER)
Due rapine in filiali BPER la settimana scorsa: sul tema scottante delle rapine in banca dirigenti sindacali e RLS della FISAC CGIL sono attivamente impegnati sulla prevenzione ed a tutela della sicurezza e della salute di chi lavora.
Raccomandiamo di prestare particolare attenzione all’approssimarsi delle festività natalizie, definite periodo ad alto rischio di attacchi criminosi.
Non tutte le notizie sono però negative: le rapine in banca registrate nel primo semestre del 2014 sono 271, il 49% in meno rispetto allo stesso periodo del 2013 e dal 2007 al 2013 le rapine consumate ai danni degli sportelli bancari sono diminuite del 68%. In calo anche l’indice di rischio: da 9,1 rapine ogni 100 sportelli nel 2007 ad appena 1,7 oggi, un indicatore che avvicina la situazione italiana a quella del resto d’Europa.
I dati del primo semestre 2014
Nonostante il leggero calo degli sportelli bancari presenti sul territorio, risulta in netta flessione anche il cosiddetto indice di rischio, ossia il numero di rapine annue ogni 100 sportelli, pari nel 2014 a 1,7 contro un valore di 3 rapine ogni 100 sportelli del 2013. Vale la pena di ricordare che nel 2007 il numero di rapine ogni 100 sportelli era pari a 9,1: in pratica l’indice di rischio era quasi il sestuplo di quello del 2014. In calo del 39% anche il bottino complessivo rapinato, pari a 7 milioni di euro, mentre il bottino medio per evento è risultato di poco superiore ai 27 mila euro.
Grandi città più sicure
Il calo delle rapine sta caratterizzando tutto il territorio nazionale, gli attacchi sono in diminuzione da Nord a Sud. In particolare le rapine risultano in calo in 15 regioni e in tutte le maggiori province italiane, a cominciare da Milano (dove sono passate da 71 a 17, con un calo del 76%) e da Roma (dove sono passate da 45 a 20, con un calo del 56%).
Ma la caduta degli episodi sta caratterizzando anche Rimini (-92%, da 13 rapine a una soltanto), Firenze (-83%, da 12 a 2), Siracusa (-70%, da 10 a 3), Torino
(-66%, da 29 a 10), Palermo (-56%, da 16 a 7) e
Napoli (-46%, da 22 a 12).
Le numerose azioni che le banche stanno sviluppando per contrastare il fenomeno rapina si stanno rilevando efficaci: dalla limitazione dell’uso
del contante a una maggiore automazione allo sportello e a un uso più diffuso delle tecnologie, da un’attività di informazione e formazione del
personale sempre più capillare a un’intensificazione della collaborazione con le Forze dell’ordine. Proprio per quanto riguarda questo ultimo aspetto, è sempre più intensa la sinergia tra le banche da un lato e Prefetture e Forze dell’ordine dall’altro. Il Protocollo d’intesa per la prevenzione della criminalità in banca è ormai operativo su tutto il territorio nazionale. Dagli ultimi dati del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno emerge come la percentuale di autori di rapine scoperti è salita al 51% nel 2013, anche grazie alle immagini fornite dalle banche.
L’ABI, nel comunicato del 2012, non si limita ad allertare le banche associate ma passa ad elencare una serie di consigli e raccomandazioni utili a prevenire oltre all’invito a rispettare gli impegni previsti nel Protocollo per la prevenzione delle criminalità in banca sottoscritti con le Prefetture.
Continuano a diminuire le rapine in banca. Ma come vengono effettuate e quanto sono traumatiche?
La principale missione di qualsiasi Servizio Sicurezza delle banche è, infatti, la tutela dell’incolumità delle persone e questo si estrinseca attraverso due imprescindibili linee di indirizzo:
la mitigazione del rischio rapina, ovvero ridurre la probabilità del verificarsi dell’evento;
la mitigazione della magnitudo o dell’intensità della rapina, una volta che questa si è verificata, contenendo il rischio che la stessa procuri danni fisici/psicologici.
Il nuovo concetto di magnitudo o intensità di una rapina sta ad indicarne la traumaticità, intesa come capacità di arrecare trauma fisico o psichico alle persone coinvolte. Da qui deriva l’esigenza di misurare l’intensità di una rapina. Se infatti esistono diversi indicatori quantitativi per analizzare la numerosità delle rapine (variazione %, rapine ogni
100 sportelli), non era ancora ben definito un indicatore che ne misurasse la gravità.
L’indicatore
Primo obiettivo è stato quello di individuare le variabili che potessero avere influenza su un indicatore di intensità su 10 variabili delle rapine:
Esito della rapina
Bottino sottratto
Durata della rapina;
Vie di accesso dei malviventi
Numero di rapinatori
Armi utilizzate dai rapinatori
Presa di ostaggi
Presenza di morti/feriti
Presenza di feriti lievi/malori
Mascheramento dei rapinatori.
Le aree a maggiore intensità media di rapine
Le analisi elaborate per l’anno 2013 hanno evidenziato che il valore medio dell’intensità delle rapine in Italia è stato pari a 27,9. A livello provinciale le rapine più gravi si sono verificate a Napoli (indice di intensità pari a 42,1), a Salerno (41,5) e Reggio Xxxxxx (41,5).
Dalle analisi territoriali sono emerse tre aree geografiche particolarmente “calde”: la prima comprende appunto le province di Napoli e Salerno; una seconda zona comprende le province di Reggio Xxxxxx e Parma; la terza infine è caratterizzata da 4 province della costiera adriatica: 3 province abruzzesi Chieti, Pescara e Teramo e la provincia di Ancona. Nella classifica delle 10 province con la più alta intensità figurano anche Viterbo ed Agrigento.
Ma ci preoccupa un verificarsi delle rapine se causato dalla riduzione delle spese dedicate a fronteggiare gli eventi criminosi di cui sono oggetto i colleghi e la clientela delle agenzie: la tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori è fondamentale e non può essere
considerata in alcun caso come merce sulla quale poter negoziare o attuare politiche di risparmio.
Riportiamo qui il testo sulla VALUTAZIONE DEL RISCHIO RAPINA; sintesi del parere espresso dall’ASL MILANO ed alleghiamo la Circolare ABI su SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO:
Per una compiuta analisi dell’evento rapina è necessario distinguere il diverso impatto che lo stesso fenomeno ha sulla sicurezza sociale, quella richiesta dal cittadino ed affidata alle istituzioni, sulla sicurezza del patrimonio aziendale, che definita come security è affidata alla valutazione del rischio d’impresa, e sulla sicurezza del luogo di lavoro che la legge affida alla responsabilità del datore di lavoro.
Rischio sociale (SOCIAL) In ciascuno dei tre scenari esposti, l’evento rapina è un accadimento criminoso, un pericolo sociale che lo stato deve tenere sotto controllo con attività di prevenzione e con attività di repressione.
Per una accordo volontario tra pubblico e privato lo stato, su sollecitazione dell’ABI -sindacato datoriale di categoria
– ha sottoscritto tramite le Prefetture provinciali Protocolli d’intesa che mirano a promuovere sul territorio opportune forme di collaborazione con l’obiettivo di prevenzione del rischio sociale e protezione sociale in caso di evento:
1. prevenire l’evento criminoso agendo su due parametri: appetibilità del bottino e vulnerabilità della custodia dei valori (PREVENZIONE)
2. favorire l’individuazione e la cattura dei responsabili (PROTEZIONE).
Rischio patrimoniale (SECURITY) Lo stesso evento criminoso rappresenta un pericolo anche per il patrimonio di ogni azienda con rischi di natura economica e di immagine anch’essi valutati e ricondotti entro i valori di accettabilità che ciascuna azienda ritiene di dover adottare.
Anche in questo caso il rischio rapina è un rischio aziendale che viene tenuto sotto controllo, riducendo il rischio stesso, riconducendolo entro limiti di accettabilità e gestendo il rischio residuo non eliminabile, attraverso un processo di risk management che prevede attività pianificate di prevenzione antirapina e di protezione dei danni patrimoniali in caso di accadimento:
1. prevenire l’evento criminoso al di fuori dei luoghi aziendali agendo su due parametri: appetibilità del bottino e accessibilità alla custodia dei valori (PREVENZIONE )
2. contenere l’evento criminoso agendo su due parametri: riduzione del bottino e vulnerabilità della custodia dei valori (PROTEZIONE di 1^ livello)
3. ridurre il danno patrimoniale (ammontare del bottino, danni alle attrezzature ed ai luoghi di lavoro, perdita di operatività con interruzione di pubblico servizio, perdita di immagine), stipulando polizze assicurative a copertura e
garanzia dei danni da rischio residuo (PROTEZIONE di 2^livello).
Rischio sicurezza e salute sul luogo di lavoro (SAFETY) Dopo l’intervento della UE, il datore di lavoro nel redigere il Documento di Valutazione dei Rischi (D.L.vo 81/08) deve valutare TUTTI i rischi compreso il rischio rapina ed adottare gli accorgimenti più opportuni per ridurre il rischio stesso, riconducendolo entro limiti di accettabilità e gestendo il rischio residuo, altrimenti non eliminabile, attraverso un processo di risk management che prevede attività pianificate di prevenzione dell’evento rapina e di protezione della salute in caso di accadimento, non certo voluto né prevedibile, ma pur sempre possibile.
L’approccio tradizionale dell’evento criminoso che aveva individuato il pericolo sociale o patrimoniale nel pericolo costituito dall’evento rapina deve essere spostato dall’evento criminoso agli attori principali di quest’ultimo: i rapinatori.
Infatti il rischio per il lavoratore e per la clientela deve essere individuato nel comportamento dei rapinatori nella loro interazione in un luogo di lavoro che, organizzato per attività diverse, vede il rischio, esogeno portato dall’esterno, come un vero e proprio rischio interferenziale e, come tale, trattato:
1. prevenire e mantenere l’evento criminoso al di fuori dei luoghi aziendali agendo ancora sugli stessi due parametri: appetibilità del bottino e accessibilità alla custodia dei valori (PREVENZIONE di 1^ livello), tenendo però conto che le tecnologie e gli strumenti utilizzati per ridurre tali parametri possono risultare ininfluenti, se non addirittura antitetici, con gli obiettivi di tutela dei diritti dei lavoratori: salute, sicurezza, privacy, e come tali accuratamente valutati.
Senza entrare nel merito della valutazione dei modelli OSSIF è fuori dubbio che non possano essere utilizzatti indifferentemente per il rischio security e per il rischio safety.
Nell’evento rapina, se il pericolo costituito dal rapinatore non crea interferenze con il luogo di lavoro e non introduce rischi aggiuntivi per i lavoratori è solo perché viene tenuto al di fuori.
E’ come un attacco al caveau in giorni festivi, come un appalto di lavori edili fuori dell’orario di agenzia, in orari notturni o festivi, eliminando la possibile interferenza si elimina il conseguente rischio pur non eliminando l’evento stesso.
2. superato il 1^ livello di prevenzione, siamo nell’ambiente di lavoro dove occorre prevenire e contenere il rischio introdotto dall’agente esterno (l’attività predatoria,
criminosa, del rapinatore, lavoratore criminale, nell’ambiente di lavoro, intervenendo e limitando il più possibile la conseguente esposizione al rischio dei lavoratori/lavoratrici/clientela.
In analogia con un classico rischio fisico o chimico o con il sempre più normato rischio incendio, qualora tale rischio non possa essere completamente eliminato dal luogo di lavoro, occorre agire per ridurre i tempi di esposizione all’agente nocivo e promuovendo comportamenti virtuosi (informazione, addestramento, simulazione, corretti ed adeguati comportamenti, piani di emergenza) dei sottoposti all’esposizione (PREVENZIONE di 2^ livello) Quando poi l’evento rapina, incidente, è ormai avvenuto si pone il problema di ridurre il danno subito, infortunio, sia per circoscrivere il numero dei soggetti coinvolti sia per l’entità dei danni per traumi fisici e/o danni psichici correlati alla rapina, per nesso di causalità.
Anche in questo caso si tratta di valutare e contenere il danno patrimoniale aziendale, connesso alla salute dei dipendenti coinvolti (PROTEZIONE di 1^ livello) e/o agli interventi risarcitori -a favore di dipendenti, clienti, aventi causa -con polizze assicurative a copertura e garanzia dei danni da rischio residuo (PROTEZIONE di 2^ livello).
Alla protezione di 1^ livello saranno da associare le procedure e gli interventi di primo soccorso necessari per stabilire p.e.i dati clinici di partenza sia in merito ai traumi fisici riscontrati – reali -sia a quelli psichici potenziali.
E’ evidente che per avere elementi significativi diagnostici, terapeutici o peritali di valutazione degli eventuali danni psichici, l’infortunio/malattia in caso di rapina debba essere considerato solo come potenziale e quindi, sottoposto, da parte del medico competente, con l’eventuale collaborazione di specialisti, a specifico protocollo medico di sorveglianza e valutazione con attività di aggiornamento e controllo programmate nel tempo..
La Segreteria
Xxxxxx Xxxxxxxxx, Sede di Bologna 340-116.62.19 – Xxxxxx_Xxxxxxxxx@XX.XXXX.xx Xxxx Xxxxxxx, Filiale di Pescara – 320-163.0191 xxxx.xxxxxxx0000@xxxxxx.xx Xxxxxxxxx Xxxxxxx, Sede di Aprilia 349-586.38.30 xxx@xxxxxxxxxx.xx
Xxxxx Xxxxxxx, Area l’Aquila – 347-817.5452 – Xxxxx.Xxxxxxx@xxxx.xx
Xxxxxxx Xxxxxx, BPER Services (MO)– 347-791.46.89 xxxxxx.xxxxxxx@xxxxx.xx
Xxxxxxx Xxxxxxxxxx, BPER Services (MO)– 333-856.85.50 xxxxxxx.xxxxxxxxxx@xxxxxxxxxxxx.xx
RSA sul territorio
Per la Lombardia
Xxxxxxxx Xxxxxx; Milano -338-202.45.64 – Xxxxxxxx.Xxxxxx@XXXX.xx
Per la Provincia di Modena
Xxxxxx Xxxxx, BPER Services (MD) x.x.xxxxx@xxxxxxxx.xx
Xxxxxxxx Xxxxxxxx, RSA Modena 320-188.5213 xxxxxxxxxxxx@xxxxx.xxx
Per la Provincia di Bologna
Xxxxxxxxxx Xxxxxx, Castelmaggiore (BO) – 328-371.21.81 xxxxxx.xxxxxxxxxx@xxxxx.xx
Xxxxxxxx Xxxxxx Xxxxxx, Borgonuovo (BO) – 347-752.52.58 xxxxx0000@xxxxx.xxx
Per l'Abruzzo
Xxxxxx Xxxxxxxxx, cell. 380-411.6922 – x.xxxxxxxxx@xxxxx.xx
Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx, RSA Lanciano XxxxxxxxxxXxXxxxxx@xxxxx.xx
Per il Lazio
Xxxxx Xxxxx, Latina –– Xxxxx.Xxxxx@XXXX.xx
Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx, Roma – 06/00.00.00.00 – Xxxxxxxxxx.Xxxxxxxx@XXXX.xx