PROTOCOLLO DI INTESA
PROTOCOLLO DI INTESA
PER FAVORIRE L’INSERIMENTO SOCIO LAVORATIVO DI RICHIEDENTI E TITOLARI DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE E ALTRI CITTADINI STRANIERI IN CONDIZIONI DI VULNERABILITÀ
TRA
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI – DIREZIONE GENERALE DELL’IMMIGRAZIONE E DELLE POLITICHE DI INTEGRAZIONE
MINISTERO DELL’INTERNO – DIPARTIMENTO PER LE LIBERTÀ CIVILI E L’IMMIGRAZIONE
E ANCE
FENEAL UIL FILCA – CISL FILLEA – CGIL
PREMESSO CHE
L’Agenda 2030 riconosce il “contributo positivo dei migranti a una crescita inclusiva e a uno sviluppo sostenibile sulle migrazioni”, annovera tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile “Istruzione di qualità”, “Lavoro dignitoso e crescita economica” e “Ridurre le disuguaglianze” e promuove “partnership efficaci nel settore pubblico, tra pubblico e privato e nella società civile”;
Il Global Compact on Refugees mira a “rafforzare l’autosufficienza dei rifugiati” e invita gli Stati a investire sul “rafforzamento delle competenze e delle qualifiche”. Promuovere con le imprese l’occupazione dei rifugiati, piano d’azione multistakeholder realizzato da Unhcr e Ocse, esorta, tra le altre cose, a “sviluppare le competenze ", a “valorizzare il talento dei rifugiati” e a “coordinare l’azione tra tutti gli stakeholder”;
La Convenzione ILO sui lavoratori migranti C143, impegna l’Italia a "promuovere e garantire […] la parità di opportunità e di trattamento in materia di occupazione” per i lavoratori migranti e a “cercare di ottenere la collaborazione delle organizzazioni di datori di lavoro e di lavoratori e di altri enti appropriati”;
La Commissione Europea, ETUC, Business Europe, SMEUnited, CEEP ed Eurochambres hanno rinnovato la European Partnership on Integration, secondo la quale “usare meglio le competenze e il potenziale dei rifugiati sarà una chiave per rendere i nostri mercati del lavoro più inclusivi e contribuire alla prosperità e alla coesione delle società europee nel lungo periodo”. È, quindi, “essenziale incrociare i bisogni della ripresa del mercato del lavoro europeo […] con le competenze e i talenti di rifugiati e migranti”;
Il Patto sulle migrazioni e l’asilo sottolinea che "un sistema sano ed equo di gestione della migrazione passa anche dall'assicurare che tutti coloro che si trovano legalmente nell'UE possano partecipare e contribuire al benessere, alla prosperità e alla coesione delle società europea”, e prevede l’attuazione della European Partnership on Integration. Il Piano d’Azione per l'integrazione e l’inclusione 2021-2027 indica la formazione, l’occupazione e le competenze tra le aree prioritarie di intervento e chiama a collaborare “una larga varietà di attori, incluse autorità pubbliche, organizzazioni della società civile, parti economiche e sociali e datori di lavoro”;
Il Piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali sottolinea che "la garanzia che [...] i soggetti provenienti da un contesto migratorio partecipino al massimo delle loro capacità [...] contribuirà alla crescita di un'occupazione più inclusiva". Invita, inoltre, a "investire nelle competenze e nell'istruzione” e a "prestare particolare attenzione ai giovani e alle persone scarsamente qualificate ";
Il D.Lgs. n. 286/1998 “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero” definisce l’integrazione come un “processo finalizzato a promuovere la convivenza dei cittadini italiani e di quelli stranieri, nel rispetto dei valori sanciti dalla Costituzione italiana, con il reciproco impegno a partecipare alla vita economica, sociale e culturale della società”. Prevede, inoltre, il coinvolgimento attivo delle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro nella definizione delle politiche migratorie e di integrazione;
Il D.Lgs. n. 251/2007 “Attuazione della direttiva 2004/83/CE recante norme minime sull'attribuzione, a cittadini di Paesi terzi o apolidi, della qualifica del rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonché norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta”, prevede che si promuova “ogni iniziativa adeguata a superare la condizione di svantaggio” dei beneficiari di protezione internazionale”;
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nella missione “inclusione e coesione”, sottolinea l’importanza delle “politiche del lavoro”, con gli obiettivi strategici di “aumentare il tasso di occupazione, facilitando le transizioni lavorative e dotando le persone di formazione adeguata”, “ridurre il mismatch di competenze" e "aumentare quantità e qualità dei programmi di formazione dei disoccupati e dei giovani”, anche attraverso il potenziamento delle politiche attive del lavoro e della formazione professionale;
Il Piano Nazionale di Integrazione dei titolari di protezione internazionale indica come priorità programmatiche “inserimento lavorativo e formazione” e prevede “collaborazione tra attori dell’accoglienza e mondo del lavoro, quali servizi per l’impiego, sindacati e associazioni datoriali” e sostegno al “concreto inserimento nel settore lavorativo”, anche promuovendo “il tirocinio di formazione e orientamento e l’apprendistato”.
CONSIDERATO CHE
La promozione delle politiche di integrazione costituisce uno strumento prioritario per favorire la convivenza dei cittadini italiani e stranieri, nel rispetto dei valori sanciti dalla Costituzione e per consentire allo straniero di partecipare alla vita economica, sociale e culturale. Il lavoro rappresenta uno degli assi fondanti dei percorsi di integrazione dei cittadini migranti;
Alla Direzione Generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione, ai sensi dell’art. 10 del
X.X.X. 00 xxxxx 0000, x. 00, xxxxxxx “Regolamento di organizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali”, come modificato dal DPCM 24 giugno 2021 n. 140, sono attribuite, fra l’altro, competenze in materia di “promozione e cura delle iniziative afferenti alle politiche attive e al coinvolgimento dei servizi competenti nelle attività di inserimento e reinserimento lavorativo dei lavoratori stranieri”, di coordinamento delle “politiche per l'integrazione sociale e lavorativa degli stranieri immigrati” e di coordinamento delle “attività relative alle politiche di tutela dei minori stranieri”;
La Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione promuove percorsi di inserimento socio-lavorativo per migranti vulnerabili, compresi i titolari di protezione internazionale o speciale e minori stranieri non accompagnati, basati su una presa in carico personalizzata e sull’offerta di servizi specialistici di orientamento e accompagnamento al lavoro insieme a un’esperienza di tirocinio. Il modello sperimentato con i progetti INSIDE e PERCORSI (entrambi indicati come promising practises dalla DG Employment della Commissione Europea) è stato perfezionato e messo a sistema con il progetto PUOI Protezione Unita a Obiettivo Integrazione e con il progetto PERCORSI 4, attualmente in corso, e verrà ulteriormente arricchito e potenziato nella programmazione dei prossimi anni;
Secondo l’Atto di Indirizzo del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali per l’individuazione delle priorità politiche per l’anno 2022, “resta prioritario promuovere l'inclusione socio-lavorativa dei migranti e dei loro figli” e “particolare attenzione andrà dedicata alle donne migranti e alle categorie più vulnerabili, come richiedenti e titolari di protezione internazionale e speciale, minori stranieri non accompagnati e vittime o potenziali vittime di grave sfruttamento”. Inoltre, “va ricercata la collaborazione con le parti economiche e sociali, anche promuovendo a livello nazionale, come avvenuto a livello europeo, un partenariato per l'integrazione di migranti e rifugiati”;
ll Ministero dell’Interno è direttamente competente alla verifica e al rilascio dei titoli di soggiorno in Italia e al contrasto all’immigrazione irregolare, ma anche all’erogazione dei servizi di
orientamento ai cittadini di nuovo ingresso nonché è responsabile dei servizi di prima accoglienza dei richiedenti asilo, della gestione del sistema di protezione internazionale, dei minori stranieri non accompagnati e gestisce il Fondo Europeo per l’Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI);
Presso il Ministero dell’Interno è insediato anche il Tavolo di Coordinamento Nazionale, istituito per favorire una più efficace e concertata pianificazione e coordinamento delle attività nonché deputato alla governance dei servizi di accoglienza ed integrazione dei migranti, rappresentando la sede di confronto fra i diversi livelli istituzionali a vario titolo coinvolti nella gestione del fenomeno migratorio;
Il Ministero dell’Interno, mediante il Tavolo di Coordinamento Nazionale che si avvale di un apposito gruppo tecnico di lavoro coordinato dalla Direzione Centrale per le Politiche Migratorie del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, ha il compito di predisporre ogni due anni, salva la necessità di un termine più breve, un Piano Nazionale degli interventi e delle misure volte a favorire l’integrazione dei beneficiari di protezione internazionale;
Il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno è preposto al coordinamento delle attività delle Prefetture-UU.TT.G. connesse all’accoglienza nella rete delle strutture temporanee (CAS) e degli enti locali (Sistema di Accoglienza e Integrazione, SAI) dei richiedenti asilo e dei rifugiati;
La Direzione Centrale per le Politiche Migratorie del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’interno provvede al coordinamento e al supporto dei Consigli Territoriali per l’Immigrazione, organismi istituiti presso le Prefetture-UU.TT.G., ai sensi dell’art.3 del T.U. immigrazione, nei quali sono rappresentati gli Uffici periferici delle amministrazioni dello Stato, della Regione, degli Enti locali, del terzo settore, con compiti di analisi delle esigenze e di promozione degli interventi da attuare a livello locale in materia di politiche di integrazione sul territorio;
ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) è l’Associazione Nazionale che dal 1946 rappresenta l’industria italiana delle costruzioni, promuovendo e tutelando gli interessi delle imprese edili del settore pubblico e privato e procedendo alla stipula del relativo contratto collettivo nazionale di lavoro;
FENEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL, le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nel settore delle costruzioni, organizzano e rappresentano gli addetti dell’edilizia, dell’industria del legno, del cemento, dei laterizi, del marmo e della pietra. Sono organizzati in strutture territoriali, presenti in tutti i capoluoghi di regione e in tutte le province italiane;
ANCE e FENEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL sono parti costituenti degli enti bilaterali di categoria previsti dal Contratto Collettivo Nazionale, e si avvarranno, per la realizzazione delle azioni previste del seguente protocollo, del supporto del FORMEDIL - Ente Unico Formazione e Sicurezza – ente paritetico nazionale per la formazione e sicurezza in edilizia;
ANCE e le Organizzazioni Sindacali anche tramite il sistema bilaterale edile, si sono sempre impegnate per la promozione e l’attuazione di interventi mirati ad implementare la cultura della formazione e della sicurezza sul lavoro e a rafforzare in proposito l’adozione di comportamenti virtuosi nel settore, nonché a favorire il matching tra domanda e offerta di lavoro con l’obiettivo di soddisfare i fabbisogni di professionalità delle imprese di costruzione promuovendo occupazione di qualità in termini di diritti e tutele;
Negli ultimi anni è tornato a crescere il numero migranti che arrivano in Italia nell’ambito di flussi non programmati, con conseguenti ricadute sul sistema dell’accoglienza. Al 15 aprile 2022 risultano presenti in accoglienza circa 82 mila migranti, nel 65% dei casi ospitati nei centri di accoglienza e nel 35% dei casi nelle strutture del Sistema di Accoglienza e Integrazione costituito dalla rete dagli Enti Locali;
Da agosto 2021, a seguito del cambio di regime in Afghanistan, sono stati evacuati e portati in Italia in sicurezza circa 5 mila cittadini afghani. Altre persone in fuga dal Paese arriveranno in Italia con ulteriori operazioni di evacuazione, tramite l’apertura di corridoi umanitari e nell’ambito di flussi non programmati, facendo crescere la richiesta di protezione, accoglienza e integrazione;
Dalla fine di febbraio 2022, l'invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa ha causato un consistente afflusso in Italia di persone in fuga dalla guerra, prevalentemente donne con bambini, che alla fine di aprile 2022 hanno superato quota 100 mila. Coerentemente con la decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio, a queste persone è riconosciuta la “protezione temporanea” ai sensi del D.Lgs. 85/2003, che consente l’accesso al mercato del lavoro e allo studio, oltre che all’assistenza sanitaria e alle altre misure assistenziali;
Nel settore delle costruzioni, la manodopera straniera rappresenta oltre il 17% degli occupati, un’incidenza ben superiore alla media del 10% di stranieri che si registra sul totale degli occupati in Italia. Nelle costruzioni si concentrano anche il 21% di imprenditori migranti, nella maggior parte dei casi transitati prima per rapporti di lavoro dipendente. Alla luce di quanto osservato in passato per altri consistenti flussi migratori, il settore potrebbe offrire importanti opportunità di impiego e di integrazione in Italia anche per richiedenti asilo, rifugiati e altre categorie di migranti vulnerabili in possesso di titolo di soggiorno che consente lo svolgimento di attività lavorativa;
ANCE, FENEAL UIL, FILCA CISL e FILLEA CGIL hanno espresso la volontà di porsi come parti attive al fine di offrire soluzioni concrete di fronte al tema delle persone richiedenti asilo e rifugiate, che ha specifici riflessi sociali, e di offrire, a chi dovrà reinventare la propria vita al di fuori del Paese natio, opportunità di lavoro in regolarità e sicurezza. Allo stesso tempo, hanno rappresentato che la prospettiva offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dal Superbonus e da una ripresa del mercato immobiliare è un ritorno, a medio termine, ai livelli occupazionali registrati prima della crisi. Questa domanda di lavoro in forte crescita si accompagna alla circostanza che il settore edile è già un importante canale per l’occupazione e la conseguente inclusione dei lavoratori migranti.
Le parti sociali dell’edilizia hanno quindi proposto di stilare con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministero dell’interno un Protocollo finalizzato all’integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati che preveda percorsi formativi mirati presso gli Enti bilaterali del settore edile, con l’obiettivo di un successivo inserimento lavorativo. Nelle interlocuzioni tra ministeri e parti sociali seguite alla proposta si è convenuto di allargare la platea dei destinatari delle misure previste dal protocollo, oltre che a richiedenti e titolari di protezione internazionale, ad altre categorie di migranti vulnerabili con permessi che consentono l’attività lavorativa e l’inserimento in percorsi di politica attiva del lavoro, quali, a titolo esemplificativo, titolari di protezione speciale, minori stranieri non accompagnati o ex minori stranieri non accompagnati.
TUTTO CIO’ PREMESSO E CONSIDERATO,
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI – DIREZIONE GENERALE DELL’IMMIGRAZIONE E DELLE POLITICHE DI INTEGRAZIONE
MINISTERO DELL’INTERNO – DIPARTIMENTO PER LE LIBERTÀ CIVILI E L’IMMIGRAZIONE
E ANCE
FENEAL UIL FILCA – CISL FILLEA – CGIL
(di seguito nominate congiuntamente “le Parti”)
CONVENGONO QUANTO SEGUE:
Articolo 1 Premessa
Le premesse e le considerazioni in epigrafe costituiscono parte integrante e sostanziale del presente protocollo di intesa.
Articolo 2 Finalità
La finalità del protocollo d’intesa è favorire l’inserimento socio-lavorativo di richiedenti e titolari di protezione internazionale e altri cittadini stranieri in condizione di vulnerabilità tramite la promozione di percorsi formativi e opportunità di lavoro nel settore dell'edilizia.
Articolo 3
Criteri di individuazione dei beneficiari
I beneficiari sono individuati tra richiedenti e titolari di protezione internazionale o temporanea e altre categorie di cittadini stranieri in condizione di vulnerabilità con permessi di soggiorno che consentono l’attività lavorativa, come titolari di protezione speciale, minori stranieri non accompagnati in transizione verso l’età adulta o cittadini stranieri maggiorenni entrati in Italia come minori stranieri non accompagnati. Ulteriori condizioni di vulnerabilità potranno essere valutate tra le Parti per estendere di comune accordo la platea dei beneficiari.
Le situazioni personali sono vagliate con riferimento alle potenzialità, caratteristiche e competenze che meglio si adattano agli interventi per l’inserimento socio-lavorativo previsti dal presente accordo, anche garantendo pari opportunità tra uomini e donne.
Articolo 4 Impegni delle Parti
Le parti si impegnano a collaborare nelle iniziative già in corso e a sperimentare nuove azioni congiunte con le risorse e gli strumenti a propria disposizione per le finalità di cui all’articolo 2.
La Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali favorisce il coinvolgimento delle parti sociali firmatarie e dei relativi enti paritetici nei suoi interventi di inserimento socio-lavorativo per migranti vulnerabili, anche segnalando le opportunità di partecipazione e facilitando i contatti a livello nazionale e territoriale con gli enti attuatori, e sperimenta nuovi interventi nel settore edile, in collaborazione con le parti sociali firmatarie, da finanziare anche con fondi nazionali e comunitari. Promuove, inoltre, la conoscenza delle iniziative avviate nell’ambito del presente Protocollo tra le associazioni e gli enti che operano a favore degli immigrati iscritte al Registro
di cui all’art. 42 del Testo Unico sull’Immigrazione e altri stakeholder, anche tramite il Portale Integrazione Migranti.
Il Dipartimento per le Libertà Civili e per l’Immigrazione del Ministero dell’Interno promuove, al fine di facilitare l’individuazione dei beneficiari e il coinvolgimento degli stessi nelle iniziative promosse nell’ambito del presente Protocollo, la conoscenza delle iniziative nei centri di accoglienza e nel Sistema di Accoglienza e Integrazione SAI e favorisce i contatti a livello nazionale e territoriale, anche tramite il Servizio Centrale e i Consigli Territoriali per l’Immigrazione delle Prefetture, delle parti sociali firmatarie, per il tramite delle Associazioni territoriali e dei relativi enti paritetici, con gli Enti locali del SAI e con gli enti gestori dei centri di accoglienza.
Le parti sociali firmatarie, anche tramite le Associazioni territoriali e il sistema bilaterale di settore, offrono percorsi formativi dedicati e altre misure di politica attiva del lavoro ai beneficiari di cui all’articolo 3 e promuovono per gli stessi esperienze nelle aziende associate, con l’obiettivo di un successivo inserimento lavorativo. Informano, inoltre, i propri associati, riguardo alle iniziative avviate nell’ambito del presente Protocollo e li sensibilizzano sul valore dell’inclusione lavorativa dei beneficiari e sulle opportunità a questa correlate.
.
Articolo 5
Durata, modifica e recesso
Il presente protocollo d’intesa ha validità triennale, con decorrenza dalla data di sottoscrizione. Previa intesa tra le parti, può essere modificato, integrato o prorogato.
Articolo 6 Gruppo di lavoro
Al fine di rendere concreta ed efficace la collaborazione, le Parti firmatarie costituiscono un gruppo di lavoro, nominando il relativo coordinatore, con il compito di seguire l’attuazione del presente protocollo, individuare soluzioni ad eventuali criticità nell’ambito della propria sfera di competenza, monitorare e valutare lo sviluppo e gli esiti delle relative iniziative. Sarà impegno del suddetto gruppo, inoltre, incentivare la creazione di tavoli territoriali per l’attuazione del presente protocollo, i quali comunicheranno le risultanze al gruppo di lavoro nazionale.
Articolo 7
Eventuale adesione di altre organizzazioni datoriali
Le parti sociali firmatarie concordano in ordine ad un’eventuale successiva adesione al Protocollo sottoscritto, da parte di altre organizzazioni datoriali costitutive del Formedil – Ente unico formazione e sicurezza.
Articolo 8 Disposizioni finali
Il presente Protocollo viene sottoscritto dalle Parti attraverso l’apposizione della firma digitale e si intende stipulato e in vigore a partire dalla data dell’ultima sottoscrizione.
Letto, confermato e sottoscritto digitalmente. Roma, data di apposizione dell’ultima firma digitale. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali
Xxxxxx Xxxxxxx
Il Ministro dell’interno Xxxxxxx Xxxxxxxxx
Il Presidente ANCE Nazionale Xxxxxxxx Xxxx
Il Segretario Generale FENEAL UIL Xxxx Xxxxxxxxxx
Il Segretario Generale FILCA – CISL Xxxx Xxxxx
Il Segretario Generale FILLEA – CGIL Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx