CONTRATTO INTEGRATIVO 2012
CONTRATTO INTEGRATIVO 2012
SUI CIELI DELL’INPS VOLANO GLI ASINI
Sappiamo tutti che gli asini non volano, come sappiamo che la nota congiunta appiccicata al contratto integrativo INPS 2012 serve per distrarre i lavoratori dalla pesante decurtazione subita dal Fondo di ente ed a spostare in là il problema, promettendo nuove risorse per i contratti 2014-2015-2016, confidando nella debole memoria dei lavoratori
Quel che è certo è che i ministeri vigilanti hanno sottratto 8 milioni di euro al Fondo 2012 (6,7 alla sezione INPS e 1,3 a quella INPDAP) e CISL e UIL hanno ratificato un contratto con questi tagli. Si dirà che lo hanno fatto per senso di responsabilità, per evitare che i lavoratori non percepissero il saldo dell’incentivo: tutte balle, l’amministrazione era pronta ad agire in autotutela e ad erogare comunque l’incentivo, indipendentemente dalla sottoscrizione finale.
CISL e UIL non hanno speso neanche un’ora di protesta contro il taglio di 8 milioni al Fondo 2012, affidandosi ad una diplomazia che non ha dato frutti. Con la retribuzione di giugno saranno erogati circa 700 euro medi lordi di saldo incentivo al personale INPS e circa 730 a quello ENPALS, mentre nulla spetterà ai colleghi dell’INPDAP perché con le anticipazioni è stato già sforato di 300mila euro il tetto di quanto dovuto, ovviamente in base alle somme disponibili dopo il taglio effettuato dai ministeri vigilanti.
ACCORDO DI PROGRAMMA 2014-2016 UNA GRANDE OCCASIONE MANCATA (1)
Abbiamo provato fino all’ultimo a far ragionare l’amministrazione e le altre organizzazioni sindacali sulla necessità di sottoscrivere un Accordo di programma serio, che risultasse esigile per il sindacato, vincolando il processo d’integrazione all’attuazione dell’Accordo di programma: solo così si avrebbe avuta la certezza di poter costringere l’amministrazione al rispetto dei patti. Invece si è preferito costituire l’ennesimo Comitato paritetico per il monitoraggio dell’attuazione dell’accordo, strumento che serve poco o niente.
Anche nei contenuti, l’Accordo di programma 2014-2016 risulta la somma di un’accozzaglia di argomenti diversi, come quelli elencati all’art. 5 dell’intesa:
- il telelavoro;
- la mobilità;
- la revisione dei sistemi di pianificazione e misurazione degli obiettivi di produzione;
- la problematica del personale di Area B degli enti soppressi inserito nei profili specialistici informatico e socio-sanitario;
- la revisione delle posizioni organizzative;
- l’istituzione dell’Agenzia Flussi Contributivi e l’invio generalizzato dell’estratto conto ai lavoratori assicurati nella Gestione Pubblica;
- lo storno di una quota di risorse del Fondo di ente per i progetti locali;
- l’auspicio di nuove assunzioni;
- l’attività di formazione;
- il generico riferimento alla formazione obbligatoria del personale di Area C profilo sanitario;
- il vago riferimento all’utilizzo delle risorse dello straordinario.
Il solito inutile “elenco della spesa”, buttato lì per cercare di citare e accontentare un po’ a tutti. Due punti dell’Accordo di programma invece sono a nostro parere assolutamente da respingere:
- la campagna di sensibilizzazione dei cittadini per salvaguardare la sicurezza del
personale INPS impiegato nelle attività di front-office. Il succo del ragionamento è di educare i cittadini in modo che non arrivino nelle sedi con idee bellicose. Dopo aver costretto gli utenti a rivolgersi a patronati e commercialisti migrando tutte le richieste di prestazioni su web, dopo aver cancellato il servizio di ritiro del Mod. 730 per i pensionati e non aver più spedito il CUD a casa, in un contesto di grave crisi economica che ha falcidiato l’occupazione, si pensa di risolvere i problemi strizzando l’occhio ai cittadini? E che messaggio si manda all’esterno inserendo in un accordo interno un simile, delicato argomento?
- l’istituzione di una Commissione sui processi di mobilità in entrata e in uscita collegati a disposizioni di legge. CGIL-CISL-UIL-CISAL, firmatari dell’Accordo di programma, si preparano a fare i boia in caso di mobilità obbligatoria, partecipando alla scelta su chi far rimanere e chi mandare via. Noi ci rifiutiamo di assolvere al compito di carnefici e continuiamo a lottare con forza contro ogni processo di mobilità coatta.
Ma veniamo a quelli che, a nostro parere, sarebbero dovuti essere gli unici punti dell’Accordo di programma 2014-2016, mentre sui restanti argomenti si sarebbe dovuto procedere celermente a stilare specifici accordi, senza il bisogno di richiamarli, alcuni per l’ennesima volta, in un accordo programmatico.
VALORIZZAZIONE DEL PERSONALE (art. 3)
Abbiamo sostenuto fino all’ultimo minuto utile la necessità di riattivare le progressioni economiche all’interno delle singole aree con decorrenza 1° dicembre 2014, nell’ambito del contratto integrativo che dovrà essere definito per il corrente anno.
Con il contratto integrativo 2015, decorrenza 1° gennaio, avremmo voluto proseguire con una seconda fase di progressioni all’interno dell’area e, con lo stesso contratto integrativo, riavviare i passaggi da un’area all’altra.
Gli obiettivi erano: assicurare a tutti i lavoratori delle Aree A e B, attraverso un doppio passaggio ravvicinato, l’inquadramento ad A3 e B3 con decorrenza 1° gennaio 2015; riaprire le progressioni economiche per il personale di Area C; riavviare dal 2015 i passaggi da un’area all’altra.
I firmatari dell’Accordo di programma hanno spostato quantomeno al 2016 l’obiettivo di inquadrare tutti i lavoratori delle Aree A e B ad A3 e B3. Ma quello che non c’è scritto nell’accordo e che invece CGIL-CISL-UIL-CISAL hanno detto chiaramente nel corso della trattativa, è che se le retribuzioni resteranno bloccate anche dopo il 2014 i passaggi non si faranno più, con buona pace delle promesse fatte.
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI TRATTAMENTO ACCESSORIO (art. 4)
Anche su questo secondo importante punto abbiamo cercato fino all’ultimo di far ragionare l’amministrazione e gli altri sindacati. La nostra proposta era di avviare con il contratto integrativo 2013, decorrenza 1° dicembre, il percorso di parificazione delle retribuzioni dei lavoratori di INPS-INPDAP-ENPALS, oggi significatamene differenti, procedendo a:
- unificare le voci ricorrenti mensilmente del salario accessorio in un’unica voce fissa mensile legata alla professionalità e svincolata dagli obiettivi di produzione;
- aumentare in modo consistente l’importo di tale voce per sottrarre peso all’incentivo sempre più nel mirino dei ministeri vigilanti;
- scalare gli importi di questo salario di professionalità in modo da premiare maggiormente i livelli più bassi e accorciare così la forbice retributiva tra le Aree A e B e l’Area C.
L’Accordo di programma, invece, individua un nuovo TEP che riassume i diversi istituti (TEP/SAP/ASSEGNO DI GARANZIA/ART. 23) secondo i seguenti importi mensili:
A1-C2 € 265
C3 € 270 C4 – C5 € 290
I lavoratori da A1 a C2 continueranno a percepire quota 107 di incentivo? E anche i lavoratori provenienti da INPDAP e ENPALS percepiranno la quota maggiorata d’incentivo? Sono domande a cui l’Accordo di programma firmato da CGIL-CISL-UIL-CISAL non risponde, facendo un generico rinvio alla contrattazione integrativa 2014 e all’esigenza di salvaguardare le misure degli istituti retributivi in godimento. Se è così ci sarà poco da zazzare, le cose rimarranno tali e quali a oggi se non si troveranno risorse aggiuntive, come chiesto da noi sin dall’avvio del confronto sul processo d’integrazione dei tre enti.
L’Accordo di programma sembra una grande occasione mancata e un’accozzaglia di promesse e rinvii.
CONTRATTO INTEGRATIVO 2013 UNA GRANDE OCCASIONE MANCATA (2)
La CGIL torna a firmare un contratto integrativo, insieme a CISL e UIL. Si ricompone la storica alleanza all’indomani di un congresso CGIL che ha mortificato e spento qualunque barlume di dissenso interno. La CGIL dell’INPS si è dimenticata in fretta delle responsabilità di CISL e UIL nei contratti integrativi 2010-2011-2012, degli interessi della CISL in EUSTEMA, la società d’informatica che opera anche in INPS, e di tutto quanto denunciato nel corso degli ultimi quattro anni.
Il contratto integrativo 2013 è un’altra grande occasione mancata, perché, come abbiamo scritto in precedenza, non si è voluto seguire USB nella richiesta di avvio del processo di parificazione delle retribuzioni tra il personale dei tre enti (INPS-INPDAP-ENPALS). A che serve scrivere che c’è un contratto unico se poi le risorse vengono ripartite come se continuassero ad esistere tre sezioni separate? A che serve riunire in un’unica voce i diversi istituti mensili del salario accessorio se poi ognuno avrà un TEP d’importo differente dall’altro? Sono le prese in giro di sindacati che non vogliono cambiare, che non hanno il coraggio di alzare la testa perché troppo invischiati nella politica clientelare interna.
Sempre più lavoratori abbandonano quei sindacati complici di un sistema che ha massacrato i loro diritti. A quei lavoratori noi vogliamo offrire la speranza di poter cambiare le cose insieme alla certezza di farlo con onestà e coraggio, nell’interesse di tutti e non solo di una parte. Unitevi a noi, rafforzate l’unico sindacato che ancora si possa definire tale, dateci il vostro sostegno.
IL 19 GIUGNO partecipiamo tutt* allo SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO proclamato dalla USB per l’immediato rinnovo dei contratti scaduti nel 2009, per nuove assunzioni, per la reinternalizzazione dei servizi e il rilancio dello Stato sociale. Partecipiamo alle MANIFESTAZIONI REGIONALI.
IL 28 GIUGNO uniamoci alla MANIFESTAZIONE NAZIONALE a ROMA per UN
CONTROSEMESTRE EUROPEO di opposizione alla Troika, alle Banche e alla politica di smantellamento dello Stato sociale.
Roma, 3 giugno 2014 (39/14) USB Pubblico Impiego INPS