BASILEA 2
Argomento: Basilea 2
BASILEA 2
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
◼ CHE COSA E’ BASILEA 2
◼ BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
◼ CRONOLOGIA DELL’ENTRATA IN VIGORE DI BASILEA 2
◼ GLI EFFETTI DI BASILEA 2 SUI PRINCIPALI ISTITUTI DI CREDITO
◼ GLI EFFETTI DI BASLIEA 2 SULLE P.M.I.
◼ PRINCIPALI METODI DI VALUTAZIONE E FORMULAZIONE RATING INTERNI
◼ LA MISURAZIONE DEL RISCHIO ED IL MERITO DI CREDITO
◼ L’ANALISI QUANTITATIVA COME STRUMENTO DI VALUTAZIONE
◼ L’ANALISI QUALITATIVA E LO SCAMBIO INFORMATIVO TRA BANCA ED IMPRESA
◼ L’ANALISI ANDAMENTALE COME COMPONENTE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO
◼ UN ESEMPIO DI AUTOVALUTAZIONE DEL MERITO CREDITIZIO
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Argomento: Basilea 2
CHE COSA E’ BASILEA 2
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Argomento: Basilea 2
CHE COSA E’ BASILEA 2
◼ E’ un accordo sui requisiti patrimoniali delle banche stabiliti nel 2004 dal Comitato di Basilea per la Supervisione Bancaria
◼ Alla base dell’Accordo vige il principio che gli istituti di credito devono possedere una determinata quantità di patrimonio per far fronte al livello di rischio che si sono assunti, in relazione alla quantità di prestiti erogati
◼ Il Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria è un organismo di consultazione che si riunisce periodicamente preso la Banca dei Regolamenti internazionali con sede a Basilea ed è formato da referenti nominati dalle Banche Centrali dei paesi più industrializzati
◼ Viene riconosciuto da 100 paesi in tutto il mondo
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Argomento: Basilea 2
CHE COSA E’ BASILEA 2
◼ In Europa i dettami dell’Accordo sono stati recepiti dalle direttive comunitarie n. 48 e 49 del 2006 che indicano anche i soggetti obbligati a rispettarli:
◼ Tutti gli istituti di credito ad esclusione delle Banche Centrali e degli istituti che emettono valuta;
◼ Le Poste, quando svolgono attività di intermediazione creditizia o di gestione dei conto correnti;
◼ In Italia, la Cassa Depositi e Prestiti
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Argomento: Basilea 2
CHE COSA E’ BASILEA 2
◼ Serve a garantire solidità ed efficienza al sistema bancario internazionale, attraverso una migliore valutazione del rischio di ogni prestito erogato e di ogni debitore.
◼ Stabilisce che gli istituti di credito devono possedere una determinata quantità di patrimonio (Patrimonio di Vigilanza) a garanzia dei prestiti erogati
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Argomento: Basilea 2
CHE COSA E’ BASILEA 2
PATRIMONIO DI VIGILANZA
E’ la misura minima di patrimonio che ogni istituto di credito deve avere per garantire la continuità aziendale in caso di perdite sul portafoglio crediti.
E’ composto da:
◼ patrimonio di prima classe (patrimonio di base);
◼ patrimonio di seconda classe (patrimonio supplementare);
◼ il patrimonio di terza classe
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Argomento: Basilea 2
CHE COSA E’ BASILEA 2
PATRIMONIO DI PRIMA CLASSE
◼ patrimonio netto contabile, costituito da: capitale, sovrapprezzi di emissione, riserve (legale, per azioni o quote proprie, statutarie ed altre), utili (o perdite) portati a nuovo e di esercizio
◼ fondo tassato per rischi bancari generali
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Argomento: Basilea 2
CHE COSA E’ BASILEA 2
PATRIMONIO DI SECONDA CLASSE
◼ riserve di rivalutazione
◼ passività subordinate con scadenza non a breve: con tale termine si intendono i prestiti che, in caso di liquidazione dell’emittente, conferiscono al creditore il diritto al rimborso solo dopo il soddisfacimento dei creditori non subordinati
◼ fondi rischi generici, non imputabili cioè specificamente in diminuzione di una determinata attività
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Argomento: Basilea 2
CHE COSA E’ BASILEA 2
PATRIMONIO DI TERZA CLASSE
◼ prestiti subordinati con scadenza a breve
◼ in determinate condizioni può essere ammesso per fronteggiare il solo rischio di mercato
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Argomento: Basilea 2
CHE COSA E’ BASILEA 2
Non rientrano invece nel Patrimonio di Vigilanza gli accantonamenti specifici, le cancellazioni parziali, il fondo svalutazione crediti ed altre tipologie di accantonamenti destinati a coprire perdite, oneri e debiti di natura determinata
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2
LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
BASILEA 1
◼ Ogni attività posta in essere dall’impresa bancaria comporta l’assunzione di un certo grado di rischio (Rischio di credito e Rischio di mercato);
◼ Il rischio deve essere quantificato e supportato da un capitale adeguato;
◼ Il rischio collegato alle attività assunte, una volta preventivato, deve sempre essere coerente al vincolo dato dalla dotazione patrimoniale dell’istituto di credito
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
MISURAZIONE DEL RISCHIO SECONDO BASILEA 1
PATRIMONIO DI VIGILANZA
=
VALORE NOMINALE DEL CREDITO X COEFFICIENTE DI
PONDERAZIONE X 8%
COEFFICIENTE DI PONDERAZIONE: è un valore espresso in termini percentuali ed è calcolato sul valore nominale del credito erogato dalla banca in base al tipo di prestito ed al suo grado di rischio.
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
Esempio: consideriamo un prestito ad un’azienda privata senza garanzie per un milione di euro.
Per le imprese private la norma impone che i prestiti non garantiti abbiano un coefficiente di ponderazione del 100%.
Il rischio e quindi la disponibilità di patrimonio assorbita sarà la seguente:
Valore nominale x coeff.di ponderazione x 8% = Patrimonio di Vigilanza
1.000.000 x
100%
x 8% = 80.000 Euro
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
PRINCIPALI LIMITI DI BASILEA 1
◼ Non mette in correlazione il merito di credito della singola azienda con il vincolo del Patrimonio di Vigilanza
◼ La misurazione del Rischio di Credito risulta troppo poco differenziata
◼ Non riconosce merito alle aziende maggiormente solvibili
◼ Non viene considerato il diverso grado di rischio per cliente
◼ Non c’è diversificazione del portafoglio
◼ Non è sensibile alla struttura per scadenze
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
LE NOVITA’ DI BASILEA 2
◼ Maggiore attenzione alla qualificazione del rischio di credito per singola azienda;
◼ Maggiore segmentazione delle imprese con la creazione di una scala di ponderazione con più classi ;
◼ Riconoscimento di merito alle imprese virtuose per effetto della riduzione del rischio di credito e del Patrimonio di Vigilanza.
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
I TRE PILASTRI DI BASILEA 2
◼ Requisiti patrimoniali minimi
◼ Controllo prudenziale dell’adeguatezza patrimoniale
◼ Requisiti di trasparenza delle informazioni
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
REQUISITI PATRIMONIALI MINIMI
Il rischio degli impieghi bancari, viene suddiviso in:
- rischio di credito, legato alle possibili inadempienze delle controparti agli obblighi contrattuali;
- rischio di mercato, legato alle possibili perdite degli istituti di credito in relazione alle variazioni di prezzi delle attività intermedie;
- rischio operativo, legato a possibili perdite dovute a eventi esterni avversi o da inadeguatezze dei sistemi interni, dei processi aziendali o dei comportamenti del personale.
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
CONTROLLO PRUDENZIALE SULL’ADEGUATEZZA
PATRIMONIALE
Indica i principi chiave su cui si deve basare un’efficace vigilanza bancaria.
Le Banche Centrali devono accertare che gli istituti bancari valutino in maniera corretta l’adeguatezza patrimoniale in rapporto ai rischi ed avranno maggiore discrezionalità nell’imposizione di coperture superiori ai requisiti minimi.
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venervenerdìdì2323fefebbrbbraiaioo22000077 2020
Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
REQUISITI DI TRASPARENZA NELLE INFORMAZIONI
La disciplina del mercato e della trasparenza definisce un livello minimo di informazioni che le banche devono fornire al pubblico
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
DETERMINAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO
Basilea 2 da la possibilità agli istituti di credito di abbandonare i coefficienti di ponderazione fissi in luogo di un coefficiente di ponderazione specifico in relazione alla solvibilità ed affidabilità finanziaria di ogni debitore.
Il rischio di credito è determinato da quattro fattori:
◼ PROBABILITY OF DEFAULT (PD) o probabilità di inadempienza
◼ LOSS GIVEN DEFAULT (LGD) o perdita in caso di inadempienza
◼ EXPOSURE AT DEFAULT (EAD) o esposizione al momento dell’inadempienza
◼ MATURITY (M) o scadenza effettiva
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venervenerdìdì2323fefebbrbbraiaioo22000077 2121
venervenerdìdì2323fefebbrbbraiaioo22000077 2222
Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
◼ PROBABILITY OF DEFAULT (PD): indica la probabilità (in percentuale) che il debitore non rimborsi il credito, solitamente si calcola su di un orizzonte di 12 mesi;
◼ LOSS GIVEN DAFAULT (LGD): indica la percentuale di credito che si stima di perdere in caso di insolvenza;
◼ EXPOSURE AT DEFAULT (EAD): indica l’esposizione creditizia che si presume abbia il debitore al momento del default;
◼ MATURITY: indica la durata effettiva del credito.
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
XXXXXXX XXXXXX (EXPECTED LOSS)
EL = PD x LGD x EAD x M
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venervenerdìdì2323fefebbrbbraiaioo22000077 2424
Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
LA MISURAZIONE DEL CREDITO CON BASILEA 2
◼ METODO STANDARD: la banca non ha il controllo sui parametri di calcolo del rating che acquisisce dall’esterno;
◼ METODO DEI RATING INTERNI (Internal Rating Based)
◼ FOUNDATION
◼ ADVANCED
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
METODO STANDARD
◼ Utilizzo di rating esterni per la valutazione dell’impresa cliente (Società di Rating – solo per pochi soggetti);
◼ Riduzione automatica del coefficiente di ponderazione in presenza di mutui ipotecari residenziali (dal 50% al 35%);
◼ Riduzione automatica del coefficiente di ponderazione per clienti retail e piccole imprese (fatturato < € 5 milioni e esposizione debitoria verso la banca < € 1 milione)
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
METODO DEI RATING INTERNI – I.R.B.
◼ Utilizzo di rating elaborati internamente dalla banca sulla base di algoritmi che tengono conto di diversi parametri;
◼ METODO FOUNDATION (IRB base):
utilizza in maniera mista parametri comuni alla normativa (EAD, LGD, e M), non modificabili, e parametri interni alla banca (PD), modificabili;
◼ METODO ADVANCED (IRB avanzato):
utilizza esclusivamente parametri interni alla banca (PD, EAD, LGD e M), tutti modificabili.
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BASILEA 1 – PATRIMONIO DI VIGILANZA | ||||||||
VALORE NOMINALE ATTIVITA’ | COEFFICIENTE DI PONDERAZIONE | VALORE DEL CREDITO PONDERATO PER IL RISCHIO | X 8% | PATRIMONIO DI VIGILANZA | ||||
€ 5.000.000 | 100% | € 5.000.000 | € 400.000 | |||||
BASILEA 2 – PATRIMONIO DI VIGILANZA | ||||||||
VALORE NOMINALE ATTIVITA’ | COEFFICIENTE DI PONDERAZIONE | VALORE DEL CREDITO PONDERATO PER IL RISCHIO | X 8% | PATRIMONIO DI VIGILANZA | ||||
€ 5.000.000 | ? % | € 5.000.000 x ? % | € 5.000.000 x ?% x 8% |
venervenerdìdì2323fefebbrbbraiaioo22000077 2727
venervenerdìdì2323fefebbrbbraiaioo22000077 2828
Argomento: Basilea 2
BASILEA 1 E BASILEA 2 LE NOVITA’ DEL NUOVO ACCORDO
RAPPORTO RISCHIO CAPITALE BASILEA 1 E BASILEA 2
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Argomento: Basilea 2
CRONOLOGIA DELL’ENTRATA IN VIGORE DI BASILEA 2
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Argomento: Basilea 2
CRONOLOGIA DI BASILEA 2
Il nuovo quadro normativo Basilea 2 è stato varato dal Comitato di Basilea nel giugno del 2004 è stato recepito da due direttive comunitarie pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. L177 del 30 giugno 2006.
La direttiva 2006/48 ha come obiettivo l’eliminazione delle differenze più rilevanti tra le legislazioni degli Stati membri attraverso:
- la creazione di condizioni uguaglianza nella concorrenza tra banche;
- la prevenzione di distorsioni della concorrenza;
- il rafforzamento del sistema bancario;
- il fissaggio di requisiti patrimoniali minimi.
La direttiva 2006/49 estende le stesse regole alle imprese di investimento.
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Argomento: Basilea 2
CRONOLOGIA DI BASILEA 2
Dal 1 gennaio 2007, Basilea 2 è diventata una realtà per le banche che adottano l’approccio standard o IRB Foundation, mentre il metodo del rating IRB Advanced decollerà il primo gennaio 2008 in Europa, e dal primo gennaio 2009 negli Stati Uniti
La normativa europea è stata recepita in Italia con il decreto-legge n.297 entrato in vigore il 27 dicembre 2006
La maggior parte delle banche in Italia, come confermato dalla Banca d’Italia, continuerà per il 2007 a calcolare i requisiti patrimoniali sulla base di Basilea 1, avvalendosi di una facoltà di rinvio di un anno prevista dalle norme comunitarie
Dal 1 gennaio 2008, le banche che vorranno adottare il metodo IRB Advanced dovranno dimostrare di aver adottato i modelli interni da almeno tre anni e aver avuto l’autorizzazione dalla Banca d’Italia relativamente alla bontà del metodo utilizzato
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
GLI EFFETTI DI BASILEA 2
SUI PRINCIPALI ISTITUTI DI CREDITO
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venervenerdìdì2323fefebbrbbraiaioo22000077 3131
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 2 E GLI ISTITUTI DI CREDITO
Il sistema bancario italiano a partire dagli anni ottanta è stato caratterizzato da importanti operazioni di ristrutturazione di tipo esterno, caratterizzata da operazioni di contrazione di gruppi bancari e di tipo interno.
Quest’ultima riguarda la divisione della clientela in tre comparti classificati in relazione al fatturato e indebitamenti:
⮚ settore retail: fatturato < 5 milioni di Euro con prestiti inferiori ad 1 milione di Euro;
⮚ settore small corporate: fatturato > 5 e < 50 milioni di Euro, oppure esposizione complessiva superiore ad 1 milione;
⮚ settore corporate: > 50 milioni di Euro.
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 2 E GLI ISTITUTI DI CREDITO
La principale critica mossa a Basilea 2 è il rischio che la sua applicazione renda il credito alle piccole e medie imprese, meno accessibile e più costoso.
Con Basilea 2 se il rischio dovesse risultare maggiore con conseguente maggior patrimonio di vigilanza, la banca potrebbe reagire in due modi:
⮚ alzare il prezzo del credito per remunerare il maggior capitale richiesto;
⮚ negare l’erogazione del credito alle imprese “più rischiose”.
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 2 E GLI ISTITUTI DI CREDITO
A risposta di questi timori il Comitato di Basilea e la Commissione Europea hanno svolto degli studi impatto quantitativo. L’ultimo è stato effettuato nel 2005 e ha coinvolto circa 300 istituti creditizi, ubicati in circa 31 nazioni.
I risultati sono stati consegnati nel febbraio 2006 alle Autorità di Vigilanza di ogni paese.
Lo scopo dell’analisi è stato quello di misurare gli effetti sui bilanci delle banche delle nuove regole proposte, con i tre approcci: standard, Irb Foundation e Irb Advanced.
Il campione di banche esaminato è stato diviso in due gruppi:
◼ grandi banche: sono le banche di grandi dimensioni, con un’attività ampiamente diversificata e a livello internazionale;
◼ banche minori: sono le banche di medio - piccole dimensioni e più specializzate.
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Approcci per la misurazione del rischio | Variazione di patrimonio attesa dalle grandi banche | Variazione di patrimonio attesa dalle banche minori |
Approccio Standard | 1,70% | -1,30% |
Approccio IRB Foundation | -1,30% | -12,30% |
Approccio IRB Advanced | -7,10% | -26,70% |
venervenerdìdì2323fefebbrbbraiaioo22000077 3535
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 2 E GLI ISTITUTI DI CREDITO
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Approccio Standard | Approccio IRB | |||
Categorie di imprese | Variazione di patrimonio attesa dalle grandi banche per singolo segmento di clienti | Variazione di patrimonio attesa dalle banche minori per singolo segmento di clienti | Variazione di patrimonio attesa dalle grandi banche per singolo segmento di clienti | Variazione di patrimonio attesa dalle banche minori per singolo segmento di clienti |
Corporate | 3,20% | -6,50% | -18,00% | -26,80% |
Small Corporate | -2,50% | -0,50% | -19,00% | -14,70% |
Retail | -23,40% | -20,00% | -48,70% | -45,70% |
Argomento: Basilea 2
GLI EFFETTI DI BASILEA 2 SULLE P.M.I.
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 2 E GLI ISTITUTI DI CREDITO
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 2 E LE P.M.I.
Le tre aree su cui le imprese dovranno lavorare sono:
⮚ la gestione del flusso informativo e documentale verso la banca
⮚ lo sviluppo di una nuova cultura della relazione con la banca
⮚ il governo della strategia e delle scelte operative dell’impresa
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 2 E LE P.M.I.
La gestione del flusso informativo e documentale verso la banca
⮚ la costruzione di un data base delle informazioni di bilancio relativo almeno agli ultimi tre anni;
⮚ intervenire sulla trasparenza fiscale;
⮚ l’ampliamento le informazioni extra-contabili, ad esempio attraverso la presentazione di organigrammi, ruoli di governo, bilanci gestionali, lo stato effettivo degli impegni e delle garanzie;
⮚ la predisposizione di documentazione relativa alle prospettive future dell’azienda: bilanci previsionali e business plan.
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 2 E LE P.M.I.
Lo sviluppo di una nuova cultura della relazione con la banca:
⮚ la costruzione di una politica della comunicazione basata sulla tempestività sulla completezza e sull’innovatività dell’informativa;
⮚ la capacità di saper cogliere la valutazione attraverso il rating come stimolo alla crescita gestionale interna;
⮚ la capacità di comunicare alla banca gli specifici progetti di impresa, in modo che la banca sappia rispondere con soluzioni finanziarie apposite;
⮚ lo sviluppo di una politica di collegamento con una serie di soggetti in grado di supportare l’impresa nella corretta comunicazione del proprio percorso evolutivo e il proprio assetto economico finanziario.
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Argomento: Basilea 2
BASILEA 2 E LE P.M.I.
Il governo della strategia e delle scelte operative dell’impresa:
⮚ azioni sulla strategia:
- lo sviluppo di un’attività di pianificazione strategica;
- il controllo sull’adeguatezza dell’organico, delle risorse e dei processi;
⮚ azioni sull’equilibrio economico e finanziario:
- il controllo del capitale circolante e della liquidità;
- la gestione integrata del sistema delle fonti e degli impieghi;
- monitoraggio della redditività degli investimenti;
- controllo del costo del capitale e della struttura del capitale;
⮚ azioni sulla gestione andamentale:
- la gestione dei rapporti con il sistema bancario;
- il monitoraggio continuo dei segnali sull’opinione sulla società da parte del sistema bancario
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venervenerdìdì2323fefebbrbbraiaioo22000077 4242
Argomento: Basilea 2
PRINCIPALI METODI DI VALUTAZIONE E FORMULAZIONE DI RATING INTERNI
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CORPORATE | Sono le imprese medio-grandi con un giro d’affari annuo che oltrepassa i 50 milioni di Euro. |
SME-CORPORATE (PMI-CORPORATE) | Sono le piccole-medie imprese con un fatturato annuo compreso tra 5 e 50 milioni; oppure con un fatturato inferiore a 5 milioni di Euro, ma con una esposizione debitoria superiore a 1 milione di Euro. |
SME-RETAIL (PMI-RETAIL) | Sono le piccole e micro imprese con fatturati inferiori a 5 milioni di Euro ed un indebitamento inferiore ad 1 milione di Euro. Solitamente il rischio connesso viene valutato all’interno di un portafoglio di soggetti con le stesse caratteristiche. |
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Argomento: Basilea 2
METODI DI VALUTAZIONE E RATING
27/02/2007
Gruppo di studio Basilea 2 di OPEN Dot Com
44
Argomento: Basilea 2
METODI DI VALUTAZIONE E RATING
L’applicazione dei parametri di Basilea 2, in presenza di imprese virtuose, permette alle banche di accantonare un Patrimonio di Vigilanza più contenuto rispetto a quanto richiesto dai parametri di Basilea 1.
Le operazioni di corporate-lending diventano migliori per le imprese clienti e meno costose per le banche eroganti.
Basilea 2 ha consolidato l’interesse nelle banche per la valutazione dei propri clienti in base alla loro affidabilità e rischiosità tramite l’attribuzione di un voto: il Rating.
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
METODI DI VALUTAZIONE E RATING
RATING
Giudizio in grado di sintetizzare l’elaborazione di un elevato numero di informazioni, provenienti da fonti
diverse, riferite ad un unico soggetto.
27/02/2007
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46
venervenerdìdì2323fefebbrbbraiaioo22000077 4545
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Argomento: Basilea 2
METODI DI VALUTAZIONE E RATING
METODO STANDARD
La banca ricorre all’utilizzo di valutazioni fatte da soggetti universalmente riconosciuti (Società di rating) e parametrizza tali valutazioni su di una scala di rischiosità interna elaborata in senso assoluto o in base ad un portafoglio clienti.
Caratteristiche principali:
◼ Utilizzo di rating esterni (Società di rating)
◼ Riduzione del coefficiente di ponderazione per mutui ipotecari catastali
◼ Riduzione del coefficiente di ponderazione dal 100% al 75% nelle esposizioni Retail.
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Argomento: Basilea 2
METODI DI VALUTAZIONE E RATING
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
METODI DI VALUTAZIONE E RATING
METODO DEI RATING INTERNI – I.R.B.
Permette di utilizzare delle procedure interne valutate, riconosciute e certificate dalla Banca d’Italia, al fine di attribuire ad ogni singola impresa-cliente un proprio rating sul quale fondare le condizioni di affidamento e di conseguenza il Patrimonio di Vigilanza da accantonare.
METODO BASE (Foundation) METODO AVANZATO (Advanced)
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
METODI DI VALUTAZIONE E RATING
METODO BASE (Foundation): utilizza un sistema misto formato in parte da parametri fissati dal Comitato ed in parte da indicatori elaborati internamente dalla banca (PD).
EL = PD (variabile) x EAD (fisso) x LGD (fisso)
METODO AVANZATO (Advanced): utilizza un sistema di parametri elaborati internamente dalla banca sulla base di modelli interni che valutano il soggetto in base a riferimenti: esogeni-oggettivi (settore di appartenenza, andamento congiunturale) endogeni-soggettivi (struttura dell’azienda, gestione del personale, strategie, report della Centrale Rischi; analisi andamentale interna della banca).
EL = PD (variabile) x EAD (variabile) x LGD (variabile)
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
LA MISURAZIONE DEL RISCHIO ED IL MERITO DI CREDITO
27/02/2007
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51
Argomento: Basilea 2
RISCHIO E MERITO DI CREDITO
Le interazioni tra soggetti finanziari sono caratterizzate dallo Scambio di prodotti o servizi, ciascuno individuato da un differente Grado di Rischio.
Le banche migliorano la propria redditività in base alla capacità di scambio del Rischio.
Gli scambi di rischio comuni a tutto il mercato, sono finalizzati a:
◼ Sfruttare le asimmetrie informative e le prospettive temporali di un prodotto o servizio per sfruttare le opportunità del mercato (Arbitraggio);
◼ Sfruttare le condizioni dello scambio per raggiungere una determinata utilità soggettiva (Negoziazione).
27/02/2007
Gruppo di studio Basilea 2 di OPEN Dot Com
52
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venervenerdìdì2323fefebbrbbraiaioo22000077 5252
Argomento: Basilea 2
RISCHIO E MERITO DI CREDITO
Esistono delle classi di rischio inerenti ai singoli istituti che, senza mutare la performance di mercato, influiscono notevolmente sulla redditività della banca:
◼ Rischio Operativo: insito nei processi aziendali e solitamente generato da errori di tipo strutturale, strategico e di pianificazione aziendale;
◼ Rischio di Impresa: connesso alle variazioni dei volumi, dei margini, dei costi, solitamente generato da uno scarso monitoraggio delle principali aree strategiche della banca; in primis delle informazioni quantitative, qualitative e andamentali dei soggetti affidati dalla banca.
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
RISCHIO E MERITO DI CREDITO
RISCHIO DI CREDITO
Componente fondamentale del Rischio di Impresa è il Rischio di Credito, ovvero il rischio relativo ad una data esposizione che la banca presenta in un preciso momento in relazione ad un singolo soggetto (PMI o grande impresa) o ad un gruppo di soggetti (portafoglio clienti).
Tale rischio si manifesta solo nel caso in cui la variazione delle condizioni che hanno stabilito l’ultima valutazione del soggetto esaminato non sia stata prevista.
La comunicazione tra banca e impresa è volta a dotare entrambi i soggetti del maggior numero di informazioni disponibili al fine di generare un rating stabile, duraturo, eventualmente migliorabile.
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Argomento: Basilea 2
RISCHIO E MERITO DI CREDITO
RISCHIO DI CREDITO
Per valutare il Rischio di Credito di una singola impresa è opportuno conoscerne le componenti principali:
◼ E’ collegato ad una singola esposizione creditizia ed in maniera aggregata può essere esteso alla somma di tutte le esposizioni dell’impresa che si sta valutando;
◼ Non varia solo nel caso di insolvenza dell’impresa esaminata, ma è influenzato dalla variazione del Merito Creditizio pertanto segue l’andamento dell’impresa nel tempo ;
◼ La connessa variazione del Merito Creditizio influisce sul Rischio di Credito solo quando è una variazione non prevista dagli analisti;
◼ Il peggioramento non previsto del Rischio di Credito influisce negativamente sul
Fair Value del credito iscritto in bilancio dalla banca erogante
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
RISCHIO E MERITO DI CREDITO
RISCHIO DI CREDITO
Il Rischio di Credito si compone di diversi fattori:
◼ Rischio di Insolvenza
◼ Rischio di Regolamento
◼ Rischio di Deterioramento del merito creditizio
◼ Rischio di Recupero
◼ Rischio di Esposizione
◼ Rischio connesso al Premio di Rischio
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
RISCHIO E MERITO DI CREDITO
SISTEMA DI RATING
Si intende l’insieme di tutti gli strumenti che servono da supporto per la valutazione del Rischio di Credito e che consentono alla banca l’attribuzione di livelli di merito e la quantificazione delle probabili inadempienze del cliente affidato e della relativa perdita che ne conseguirà.
Attribuire un Rating significa classificare, su di una scala ordinale, il merito creditizio di un’impresa affidata o da affidare, sulla base di tutte le informazioni rilevanti e ragionevolmente accessibili, in un dato momento.
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
RISCHIO E MERITO DI CREDITO
SISTEMA DI RATING
La risultante dell’aggregazione di tutte le informazioni rilevanti, raccolte dalla banca sull’impresa, è una serie di rating e sotto-rating che, a seconda del sistema utilizzato, verranno opportunamente ponderati sulla scorta delle seguenti analisi:
◼ ANALISI QUANTITATIVA
◼ ANALISI QUALITATIVA
◼ ANALISI ANDAMENTALE
La votazione che ne scaturisce permette alla banca di porre l’impresa su di una scala ordinale in grado di classificare tutte le imprese esaminate, a prescindere dal fatturato, dal settore di attività e dalla dimensione.
27/02/2007
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BANCA | RISCHIO BASSO | RISCHIO MEDIO | RISCHIO ELEVATO |
Sanpaolo-IMI | I1,I2,I3,I4,I5,I6 | M1,M2,M3,M4 | R1,R2,R3,R4,R5 |
Maggioranza: Unicredit, BPNO, BRE, CEBI | 1,2,3 | 4,5,6 | 7,8,9 |
INTESA | 1,2,3 | 4,5,6 | DAL 7 AL 20 |
MPS | A+,A-, B+ | B-,C+,C- | D+,D-,E+,E- |
Argomento: Basilea 2
L’ANALISI QUANTITATIVA COME STRUMENTO DI VALUTAZIONE
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Argomento: Basilea 2
RISCHIO E MERITO DI CREDITO
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
ANALISI QUANTITATIVA
Serve alla banca per determinare in maniera oggettiva la presenza di fattori che indichino un equilibrio patrimoniale, economico e finanziario sufficiente a remunerare nel tempo il tipo di finanziamento che si valuta di erogare.
Si basa su due livelli di valutazione:
◼ Valutazione delle performance dell’impresa in base a risultati puntuali e al loro andamento nel tempo (Trend);
◼ Valutazione degli indicatori in relazione ai valori medi del settore di riferimento, individuato dall’attività e dalla dimensione aziendale (fatturato, numero di dipendenti).
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
ANALISI QUANTITATIVA
Le principali considerazioni da fare:
◼ misurazione del coinvolgimento dei principali soggetti che finanziano l’azienda (soci, istituti di credito, consorzi di garanzia, altri finanziatori) in base all’apporto di capitali e rispetto all’equilibrio della struttura dell’attivo e del passivo;
◼ valutazione dell’equilibrio delle principali voci di stato patrimoniale a breve termine rispetto i singoli fattori che compongono il circolante commerciale;
◼ controllo nel tempo dell’andamento del fatturato e del reddito operativo in rapporto alla dimensione dell’azienda (fatturato e numero medio di dipendenti) e del settore di attività di riferimento;
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
ANALISI QUANTITATIVA
◼ valutazione circa la capacità dell’impresa di sapere fronteggiare gli impegni finanziari già assunti, e quelli che si accinge ad assumersi con la richiesta di finanziamento, mantenendo un corretto equilibrio finanziario;
◼ misurazione della capacità dell’impresa di produrre redditività sufficiente alla remunerazione dei soci, dei principali fattori produttivi e di tutte le altre componenti presenti in bilancio: non operative; gestionali, finanziarie, straordinarie e tributarie.
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
ANALISI QUANTITATIVA
I possibili indicatori coinvolti nell’analisi quantitativa sono diversi e, a seconda della banca, possono avere pesi diversi nella generazione del risultato.
Solitamente si utilizzano indicatori afferenti a diverse aree al fine di ottenere valutazioni da diversi punti di vista.
27/02/2007
Gruppo di studio Basilea 2 di OPEN Dot Com
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Argomento: Basilea 2
ANALISI QUANTITATIVA
Principali classi di indicatori utilizzati nell’analisi quantitativa:
◼ INDICI DI REDDITIVITA’
◼ INDICI DI ROTAZIONE
◼ INDICI PATRIMONIALI E FINANZIARI
◼ INDICI DI PRODUTTIVITA’
◼ INDICI DI LIQUIDITA’
◼ INDICI DI SOLIDITA’ PATRIMONIALE
◼ INDICI DI INCIDENZA DEI COSTI
◼ INDICI COLLEGATI AI FLUSSI FINANZIARI
◼ INDICI DI SVILUPPO
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
ANALISI QUANTITATIVA
Il giudizio parziale derivante dall’analisi quantitativa ricopre un peso preponderante rispetto a quello qualitativo ed andamentale per diverse ragioni:
◼ presenza di dati oggettivi su cui effettuare la valutazione(bilanci storici);
◼ processo di valutazione basato su regole matematiche;
◼ confronto con valori medi di settore e conseguente riduzione delle anomalie
◼ evoluzione della valutazione nel tempo tramite l’aggiornamento periodico dei dati;
◼ possibilità di ottenere un giudizio tramite la media ponderata di molteplici indicatori, riducendo il rischio di errore.
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
ANALISI QUANTITATIVA
L’eccessivo peso attribuito a questo metodo mostra alcuni punti di debolezza che inducono le banche a ridurne il peso nella valutazione complessiva:
◼ i bilanci storici forniscono una situazione passata rispetto a quella in cui si trova l’azienda al momento della richiesta del finanziamento;
◼ e’ un tipo di valutazione che presuppone l’esistenza di dati storici, mentre nel caso di start-up si basa unicamente su dati prospettici, da verificarsi solo dopo l’erogazione del finanziamento;
◼ non considera i dati extra-contabili che permettono di segmentare maggiormente la clientela (capitale umano, quota di mercato, strategie, internazionalizzazione);
◼ esamina dati spesso aggregati non potendo analizzare le dinamiche dei flussi nel dettaglio.
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
L’ANALISI QUALITATIVA E LO SCAMBIO INFORMATIVO TRA BANCA E IMPRESA
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
ANALISI QUALITATIVA
E’ un processo di valutazione che si basa in maniera prevalente:
◼ sul reperimento di informazioni esterne alla banca, pertanto soggette alla verifica delle fonti e dei contenuti;
◼ sul rapporto di fiducia tra gli interlocutori designati dalla banca e dall’impresa:
◼ livello di conoscenza tecnica degli interlocutori;
◼ livello di specificità nella qualità delle informazioni comunicate;
◼ discrezione nella divulgazione all’interno della banca delle informazioni riservate;
◼ diffidenza da parte dell’impresa a comunicare informazioni considerate strategiche.
◼ su valutazioni con un elevato grado di soggettività e pertanto influenzate dall’esperienza e dall’intuito dell’analista coinvolto.
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
ANALISI QUALITATIVA
Le principali considerazioni che vengono effettuate in questa fase sono:
◼ analisi della struttura e dell’evoluzione dell’ambiente esterno:
◼ stato dell’arte della normativa;
◼ agevolazioni all’investimento per lo sviluppo;
◼ fase di sviluppo/recesso a livello nazionale
◼ internazionalizzazione dei mercati.
◼ analisi delle caratteristiche strutturali ed evolutive del settore di appartenenza e del posizionamento competitivo dell’impresa:
◼ presenza di barriere protezionistiche all’entrata o all’uscita del mercato di riferimento;
◼ livello tecnologico richiesto e velocità di evoluzione nel tempo;
◼ obsolescenza o trasformazione dell’attività;
◼ presenza di opportunità o avversità legate eventi eccezionali;
◼ caratteristiche e affidabilità dei principali fornitori; clienti e finanziatori.
27/02/2007
Gruppo di studio Basilea 2 di OPEN Dot Com
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Argomento: Basilea 2
ANALISI QUALITATIVA
◼ ricerca dei punti di forza e di debolezza (S.W.O.T. Analysis) e del posizionamento competitivo dell’impresa:
◼ sistema di produzione o di erogazione dei servizi;
◼ metodo di approvvigionamento e sua integrazione con i fornitori;
◼ sistema di distribuzione;
◼ gestione dei rapporti e dei servizi post-vendita;
◼ appartenenza ad un settore considerato di nicchia ,saturo, maturo o in espansione.
◼ individuazione di comportamenti a rischio:
◼ politiche commerciali che comportano squilibri di tipo finanziario;
◼ cattivo utilizzo delle fonti di finanziamento;
◼ non corretto dimensionamento dell’attività in base agli obiettivi dichiarati.
27/02/2007 Gruppo di studio Basilea 2 di OPEN Dot Com 71
Argomento: Basilea 2
ANALISI QUALITATIVA
◼ valutazione dell’assetto proprietario e del management:
◼ grado di indipendenza tra la proprietà e il management;
◼ grado di coinvolgimento della proprietà nelle scelte strategiche;
◼ qualità professionale del management;
◼ utilizzo di strategie volte alla creazione di valore;
◼ sostituibilità delle figure chiave nella gestione aziendale;
◼ presenza di conflitti tra soci che incidano sulla continuità aziendale;
◼ valutazioni esterne al management di organi deputati al controllo.
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
L’ANALISI ANDAMENTALE COME COMPONENTE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
ANALISI ANDAMENTALE
Si basa sulla valutazione di dati interni all’istituto, strettamente collegati al comportamento tra l’impresa e la banca e tra l’impresa e l’intero sistema bancario, considerati pertanto oggettivi, attendibili e misurabili.
Si basa sull’analisi di particolari situazioni:
◼ misurazione del fido accordato e del suo utilizzo medio;
◼ rispetto dei termini di pagamento;
◼ movimentazioni dei rapporti intrattenuti;
◼ percentuali di “impagato” per le linee autoliquidanti ed eventuali insolvenze.
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
ANALISI ANDAMENTALE
Oltre al sistema informativo interno, la banca si avvale solitamente della banca dati della Centrale Rischi, che permette di avere una panoramica generale della società anche in rapporto con gli altri istituti.
La Centrale Rischi è un sistema informativo che aggrega le informazioni sugli affidamenti concessi da ciascun intermediario ai singoli clienti (persone fisiche e giuridiche), per la successiva restituzione agli intermediari stessi dell’indebitamento globale dei rispettivi clienti verso il sistema (posizione globale di rischio).
(Circolare Banca d’Xxxxxx, 00/00/0000 x.000, aggiornamento del 14/11/2001).
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
ANALISI ANDAMENTALE
Gli intermediari sono tenuti a segnalare l’intera posizione di rischio relativa ad un determinato soggetto, se alla data cui si riferisce la rilevazione, si verifica almeno uno dei seguenti eventi:
◼ la somma dell’accordato o dell’utilizzato è pari o superiore ad Euro 75.000,00=
◼ il valore delle garanzie personali complessivamente ricevute dall’intermediario è pari o superiore a Euro 75.000,00=;
◼ la posizione del cliente è in sofferenza;
◼ l’importo delle operazioni effettuate per conto terzi è pari o superiore ad Euro 75.000,00=
◼ il valore nominale dei crediti ceduti all’intermediario segnalante per operazioni di factoring è pari o superiore a Euro 75.000,00=
27/02/2007
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venervenerdìdì2323fefebbrbbraiaioo22000077 7575
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Argomento: Basilea 2
ANALISI ANDAMENTALE
Vengono quindi monitorati i seguenti rischi:
◼ i rapporti di affidamento per cassa e di firma;
◼ le garanzie personali ricevute dagli intermediari a favore di soggetti dagli stessi affidati;
◼ i finanziamenti effettuati per conto di terzi;
◼ i crediti ceduti all’intermediario segnalante per operazioni di factoring;
◼ le perdite registrate sui crediti in sofferenza;
◼ i crediti ceduti a terzi dall’intermediario segnalante.
Le informazioni reperibili dalla Centrale Rischi sono consultabili dagli intermediari finanziari a dal soggetto i cui dati si riferiscono (previa specifica richiesta scritta) e sono fondamentali per la valutazione del merito creditizio.
27/02/2007
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Argomento: Basilea 2
ANALISI ANDAMENTALE
L’uso indiscriminato e preponderante di questo tipo di analisi specie a scapito di quella quantitativa non è da considerarsi un comportamento prudenziale dell’analista, bensì un’inefficienza del sistema di valutazione.
Questo tipo di informazioni deve essere utilizzato come conciliazione finale nella valutazione complessiva di una impresa, in quanto bisogna sempre privilegiare l’analisi volta a misurare la capacità dell’impresa di produrre reddito e flussi in grado di rimborsare i finanziamento erogati.
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Argomento: Basilea 2
UN ESEMPIO DI AUTOVALUTAZIONE DEL MERITO CREDITIZIO
27/02/2007
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