RELAZIONE SULLA SOLVIBILITÀ E CONDIZIONE FINANZIARIA
RELAZIONE SULLA SOLVIBILITÀ E CONDIZIONE FINANZIARIA
Esercizio 2018
ITALIANA ASSICURAZIONI CELEBRA IL 190° ANNIVERSARIO DI REALE MUTUA
Indice
INTRODUZIONE 7
SINTESI 8
A. ATTIVITÀ E RISULTATI 11
A.1. ATTIVITÀ 13
A.1.1. Informazioni generali 13
A.1.2. Aree di attività ed aree geografiche di business 15
A.1.3. Fatti sostanziali relativi all'attività o di altra natura 17
A.2. RISULTATI DI SOTTOSCRIZIONE 18
A.2.1. Risultati conseguiti 18
A.3. RISULTATI DI INVESTIMENTO 27
A.3.1. Risultati conseguiti 27
A.4. RISULTATI DI ALTRE ATTIVITÀ 28
A.4.1. Risultati conseguiti 28
A.5. ALTRE INFORMAZIONI 28
B. SISTEMA DI GOVERNANCE 29
B.1. INFORMAZIONI GENERALI SUL SISTEMA DI GOVERNANCE 31
B.1.1. Struttura, ruoli e responsabilità 31
B.1.2. Politiche retributive 39
B.1.3. Transazioni significative e conflitti di interesse 42
B.2. REQUISITI DI COMPETENZE E ONORABILITÀ 43
B.3. SISTEMA DI GESTIONE INTERNA DEI RISCHI, COMPRESA LA VALUTAZIONE INTERNA DEL
RISCHIO E DELLA SOLVIBILITÀ 49
B.3.1. Sistema di gestione dei rischi 49
B.3.2. Funzione di risk management 52
B.3.3. Principi, obiettivi e procedure ai fini ORSA 53
B.3.4. Processo di determinazione del fabbisogno di capitale 55
B.3.5. Governance del modello interno 55
B.4. SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO 60
B.4.1. Overview del sistema di controllo interno 60
B.4.2. Funzione di compliance 62
B.4.2.1. Ruoli e obiettivi 62
B.5. SISTEMA DI AUDIT INTERNO 63
B.5.1. Ruoli e obiettivi 63
B.6. FUNZIONE ATTUARIALE 64
B.6.1. Ruoli e obiettivi 64
B.7. ESTERNALIZZAZIONE 65
B.8. ALTRE INFORMAZIONI 67
C. PROFILO DI RISCHIO 69
C.1. RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE 71
C.1.1. Descrizione del rischio 71
C.1.2. Esposizione 72
C.1.2.1. Misure di valutazione 72
C.1.2.2. Rischi sostanziali 73
C.1.3. Tecniche di mitigazione 74
C.1.4. Sensitivity analysis e stress test 75
C.2. XXXXXXX XX XXXXXXX 00
C.2.1. Descrizione del rischio 75
C.2.2. Esposizione 75
C.2.2.1. Misure di valutazione 76
C.2.2.2. Rischi sostanziali 77
C.2.2.3. Investimento delle attività in conformità al principio della persona prudente 78
C.2.3. Tecniche di mitigazione 78
C.2.4. Sensitivity analysis e stress test 79
C.3. RISCHIO DI CREDITO 79
C.3.1. Descrizione del rischio 79
C.3.2. Esposizione 80
C.3.2.1. Misure di Valutazione 81
C.3.2.2. Rischi sostanziali 81
C.3.3. Tecniche di mitigazione 82
C.3.4. Sensitivity analysis e stress test 82
C.4. RISCHIO DI LIQUIDITÀ 83
C.4.1. Descrizione del rischio 83
C.4.2. Esposizione 83
C.4.2.1. Misure di valutazione 83
C.4.2.2. Rischi sostanziali 84
C.4.2.3. Utili attesi in premi futuri sezione Danni 85
C.4.2.4. Utili attesi in premi futuri sezione Vita 85
C.4.3. Tecniche di mitigazione 85
C.4.4. Sensitivity analysis e stress test liquidità 86
C.5. RISCHIO OPERATIVO 86
C.5.1. Descrizione del rischio 86
C.5.2. Esposizione 86
C.5.2.1. Misure di valutazione 87
C.5.2.2. Rischi sostanziali 89
C.5.3. Tecniche di mitigazione 89
C.5.4. Sensitivity analysis e stress test 90
C.6. ALTRI RISCHI SOSTANZIALI 90
C.6.1. Descrizione dei rischi 90
C.6.2. Esposizione 91
C.6.2.1. Misure di valutazione 91
C.6.2.2. Rischi sostanziali 92
C.6.3. Tecniche di mitigazione 92
C.6.4. Sensitivity analysis e stress test 93
C.6.5. Operazioni infragruppo 93
C.6.6. Concentrazione 94
C.7. ALTRE INFORMAZIONI 95
D. VALUTAZIONE A FINI DI SOLVIBILITÀ 97
D.1. ATTIVITÀ 99
D.1.1. Valore delle attività alla data di valutazione 99
D.1.2. Metodologia e ipotesi utilizzate per la valutazione degli attivi 100
D.2. RISERVE TECNICHE 105
D.2.1. Riserve tecniche Danni 105
D.2.1.1. Valore delle riserve tecniche alla data di valutazione 105
D.2.1.2. Metodologie e ipotesi utilizzate per la valutazione delle riserve tecniche 105
D.2.1.3. Incertezza delle riserve tecniche 108
D.2.1.4. Importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo 108
D.2.1.5. Misure di garanzia a lungo termine 108
D.2.2. Riserve tecniche Vita 110
D.2.2.1. Valore delle riserve tecniche alla data di valutazione 110
D.2.2.2. Metodologie e ipotesi utilizzate per la valutazione delle riserve tecniche 110
D.2.2.3. Incertezza delle riserve tecniche 113
D.2.2.4. Importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo 113
D.2.2.5. Misure di garanzia a lungo termine 114
D.3. ALTRE PASSIVITÀ 115
D.3.1. Valore delle altre passività alla data di valutazione 115
D.3.2. Metodologie e ipotesi utilizzate per la valutazione delle altre passività 115
D.4. METODI ALTERNATIVI DI VALUTAZIONE 120
D.5. ALTRE INFORMAZIONI 121
E.GESTIONE DEL CAPITALE 123
E.1. FONDI PROPRI 125
E.1.1. Obiettivi, politiche e processi per la gestione dei fondi propri 125
E.1.2. Struttura, tiering e qualità dei fondi propri 126
E.2. REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITÀ E REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO 130
E.2.1. importo e struttura del requisito patrimoniale di solvibilità e del requisito patrimoniale minimo 130
E.2.2. Semplificazioni adottate nel calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità 131
E.3. UTILIZZO DEL SOTTOMODULO DEL RISCHIO AZIONARIO BASATO SULLA DURATA NEL
CALCOLO DEL REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITA’ 131
E.4. DIFFERENZE TRA LA FORMULA STANDARD E IL MODELLO INTERNO UTILIZZATO 131
E.5. INOSSERVANZA DEL REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO ED INOSSERVANZA DEL
REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITA’ 134
E.6. ALTRE INFORMAZIONI 134
F.ALLEGATO: MODELLI PER LA RELAZIONE ALLA SOLVIBILITA’ E ALLA
CONDIZIONE FINANZIARIA 135
G.RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE 153
Introduzione
La Relazione sulla solvibilità e sulla condizione finanziaria è stata predisposta in applicazione della normativa che segue:
‐ Disposizioni in materia di informativa al pubblico di cui agli articoli da 290 a 303 del titolo I, capo XII, del Regolamento Delegato UE n. 2015/35 (“Regolamento”) che integra la Direttiva 2009/138/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio in materia di accesso ed esercizio delle attività di assicurazione e riassicurazione (“Direttiva”);
‐ Regolamento di esecuzione (UE) 2015/2452 del 2 dicembre 2015 che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda le procedure, i formati e i modelli per la relazione relativa alla solvibilità e alla condizione finanziaria conformemente alla Direttiva;
‐ Codice delle Assicurazioni private (CAP), come modificato dal Decreto Legislativo 12 maggio 2015,
n. 74, recante attuazione della Direttiva 2009/138/CE (Solvency II);
‐ Regolamento Ivass n. 33 del 6 dicembre 2016, concernente l’informativa al pubblico e all’autorità di vigilanza che contiene disposizioni integrative in materia di contenuti della relazione sulla solvibilità e condizione finanziaria e della relazione periodica all’Ivass.
Il periodo di riferimento della presente Relazione è l’esercizio che va dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018 e la Relazione è stata oggetto di approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione di Italiana Assicurazioni.
Nel mese di aprile 2018 l’Ivass, a seguito dell’istanza di autorizzazione presentata dalla Compagnia, ha autorizzato l’utilizzo, a partire dal 31 dicembre 2017, di un modello interno parziale per il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità di Italiana Assicurazioni. Pertanto, l’informativa quantitativa allegata (QRT) e la presente relazione sono state predisposte sulla base delle risultanze del modello interno parziale.
A seguito dell’istanza di fusione per incorporazione di Uniqa Assicurazioni, Uniqa Previdenza e Uniqa Life nella compagnia Italiana Assicurazioni (operazione per la quale si rimanda a quanto illustrato nella sezione
A.1.3 della presente Relazione), il profilo di rischio della compagnia e del Gruppo ha subito modifiche significative. Per cogliere tali modifiche e consentire l’estensione del Modello interno parziale al portafoglio danni acquisito si è resa necessaria una richiesta di Model Change all’Autorità di Xxxxxxxxx, classificata come Major, Model change Approvata da Ivass in data 9 aprile 2019.
Per garantire una migliore comparabilità con i dati dell’esercizio precedente si segnala quanto segue:
‐ I dati dell’esercizio precedente riportati nella sezione A sono esposti considerando l’apporto delle compagnie incorporate nel corso del 2018;
‐ i dati dell’esercizio precedente riportati nella sezione E sono esposti nella doppia versione pro – forma (con dati comprensivi della fusione per incorporazione in Italiana Assicurazioni di Uniqa Assicurazioni, Uniqa Previdenza e Uniqa Life) e nella versione ufficiale, escludendo quindi gli effetti della fusione, inviata all’autorità di vigilanza nell’ambito della reportistica annuale 2017.
Le sezioni D (Valutazione ai fini di solvibilità), E.1 (Fondi propri) e E.2 (Requisito patrimoniale di solvibilità e requisito patrimoniale minimo) sono soggette ad attività di revisione ai sensi del Regolamento IVASS n. 42 del 2 agosto 2018.
7
Le informazioni della presente relazione sono espresse in migliaia di euro, laddove non diversamente specificato.
Sintesi
Nella presente sezione sono riportate, in maniera sintetica, le informazioni principali, poi ampiamente trattate nei capitoli successivi del documento, inerenti la situazione sulla solvibilità e sulla condizione finanziaria della Compagnia con riferimento a:
‐ Attività e risultati;
‐ Sistema di governance;
‐ Profilo di rischio;
‐ Valutazione a fini di solvibilità;
‐ Gestione del capitale.
Attività e risultati
La Società Italiana Assicurazioni S.p.A. ha per oggetto l’esercizio dell’assicurazione in tutti i rami Danni e Vita; essa è presente sull’intero territorio nazionale e offre i suoi servizi alla collettività: persone, famiglie, imprese.
La Società è controllata al 100% dalla Società Reale Mutua di Assicurazioni e, in coerenza con i principi riconducibili alla forma societaria mutualistica della Capogruppo, nonché di quanto previsto dal Codice Etico di Gruppo, le politiche sono improntate alla sana e prudente gestione del rischi in linea con gli obiettivi strategici, la redditività e l’equilibrio delle imprese nel lungo termine attuata tramite uno sviluppo equilibrato del business nelle sue varie componenti e la conservazione di un elevato livello di patrimonializzazione.
Tra i fatti sostanziali avvenuti nel corso dell’esercizio che hanno avuto un effetto significativo sul business della Società si segnala la fusione per incorporazione in Italiana Assicurazioni di Uniqa Assicurazioni, Uniqa Previdenza e Uniqa Life.
La Società chiude l’esercizio 2018 con una perdita netta di 11.971 migliaia di euro (4.525 migliaia di euro al 31 dicembre 2017 pro forma).
Il risultato di periodo risulta significativamente influenzato da un elemento di carattere straordinario, ossia lo stanziamento, pari a 15.462 migliaia di euro, degli oneri complessivi necessari all’attivazione del Fondo di Solidarietà previsto dall’Accordo Quadro siglato con le parti sindacali in data 7 marzo 2018 nell’ambito del progetto di ristrutturazione e riorganizzazione del Gruppo conseguente all’ingresso delle Società Uniqa Assicurazioni S.p.A., Uniqa Previdenza S.p.A. e Uniqa Life S.p.A. in Reale Group.
In termini di risultati di sottoscrizione, i premi lordi contabilizzati registrati nel 2018 ammontano a 1.899.004 migliaia di euro in incremento del 3,3% rispetto allo scorso esercizio pro forma. Le Aree di attività (Lob) Xxxxx hanno realizzato una raccolta premi nel lavoro diretto pari a 758.124 migliaia di euro, in aumento del 0,8% rispetto al 2017 pro forma. Le Aree di Attività (Lob) Vita evidenziano un aumento nella raccolta premi del lavoro diretto del 5,0% e un volume complessivo pari a 1.140.682 migliaia di euro.
Il combined ratio operativo delle Aree di Attività (Lob) Danni passa dal 101,5% del pro forma del 2017 al 97,3% del 2018.
Sistema di governance
La Società ha sempre posto particolare attenzione nella strutturazione del proprio sistema di governance con lo scopo di conseguire gli obiettivi strategici nel rispetto dei limiti di rischio prefissati e di diffondere una forte cultura del controllo dei rischi a tutti i livelli aziendali.
In particolare, la Società adotta un sistema a “tre linee di difesa”. A fronte degli obiettivi definiti dal Consiglio di Amministrazione (c.d. risk appetite), le singole funzioni di business sono responsabili della gestione e contenimento dei rischi di loro pertinenza, le funzioni di controllo di secondo livello supportano le funzioni operative nella definizione delle metodologie di gestione dei rischi e monitorano nel complesso l’aderenza del profilo di rischio della Società rispetto al risk appetite, e la funzione di Revisione Interna (terzo livello) valuta e monitora l’efficacia, l’efficienza e l’adeguatezza del sistema di controllo interno e delle ulteriori componenti del sistema di governo societario nonché le eventuali necessità di adeguamento. Tutte le direttive impartire dal Consiglio di Amministrazione in relazione all’impostazione del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi sono contenute in apposite policy che vengono implementate sotto la
responsabilità dell’Alta Direzione e declinate in limiti operativi a cui le funzioni di business devono attenersi.
Profilo di rischio
La Compagnia calcola il proprio requisito patrimoniale di solvibilità con il Modello Interno Parziale al fine di valutare in modo più adeguato rispetto alla formula standard il reale profilo di rischio dell’impresa. In data 17 aprile 2018 Italiana Assicurazioni ha infatti ricevuto da parte dell’Autorità di Xxxxxxxxx l’autorizzazione all’utilizzo del Modello Interno Parziale a fini regolamentari, a far data dal 31 dicembre 2017.
Si riporta di seguito il valore del Requisito Patrimoniale di Solvibilità al 31 dicembre 2018, con il dettaglio dei risultati di assorbimento di capitale per i vari moduli di rischio.
(in migliaia di euro)
Modulo di rischio Importo
Rischi di Mercato 259.007
Rischi di Credito 38.515
Rischi Tecnico Assicurativi Vita 150.347
Rischi Tecnico Assicurativi Danni e Salute 149.856
Beneficio di diversificazione −131.606
Requisito patrimoniale di solvibilità di base (BSCR) 466.119
Rischio operativo 61.487
Rischi derivanti da Ring Fenced Funds (RFF) 1.952
Capacità di assorbimento perdite derivante da riserve tecniche −66.237
Capacità di assorbimento perdite derivante da fiscalità differita −135.368
Model adjustment 12.981
Requisito patrimoniale di solvibilità di base (SCR) 340.934
Sulle esposizioni principali la Compagnia utilizza strumenti di mitigazione del rischio al fine di ridurre l’esposizione nei confronti dei rischi assunti, mediante il ricorso alla riassicurazione, e di limitare le perdite di valore a cui possono incorrere gli asset mediante l’utilizzo di strumenti finanziari derivati di copertura.
Valutazione ai fini di solvibilità
La Società, ai fini di solvibilità e in coerenza con quanto stabilito dal Regolamento Delegato (UE) 2015/35 e con il Regolamento Ivass n. 34/2017 ha valutato le attività in conformità ai principi contabili internazionali IFRS/IAS adottati dalla Commissione Europea a norma del Regolamento (CE) n. 1606/2002 a condizione che tali principi includessero metodi di valutazione coerenti con l’approccio di valutazione di cui all’articolo 75 della Direttiva Solvency II 2009/138/CE. Nel caso in cui la valutazione prevista dagli IAS/IFRS non produca valori economici come richiesto dalla Direttiva Solvency II, sono stati applicati opportuni modelli di valutazione alternativi. Le riserve tecniche, in coerenza con il Regolamento Delegato (UE) 2015/35 e con il Regolamento Ivass n. 18/2016 sono state determinate come la “Migliore Stima”, ovvero come la media dei flussi di cassa delle passività future ponderata con la probabilità, tenendo conto del valore temporale del denaro a cui è stato aggiunto il “Margine di rischio” calcolato come il costo della costituzione di un importo di fondi propri ammissibili pari al requisito patrimoniale di solvibilità necessario per far fronte alle obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione per tutta la loro durata di vita. Di seguito si riportano i valori di attivi e passivi valutati secondo i criteri utilizzati per la redazione del Bilancio di Esercizio e secondo i criteri utilizzati per la redazione del Bilancio di solvibilità:
(in migliaia di euro) | ||
Bilancio di esercizio | Bilancio di solvibilità | |
Totale attivo | 8.394.438 | 8.593.631 |
Totale passivo | 7.793.219 | 7.662.957 |
Eccesso delle attività sulle passività | 601.219 | 930.674 |
Con riferimento agli attivi, le differenze di valutazione derivano principalmente dalla valutazione delle poste a “fair value” in contrapposizione ai criteri del Bilancio di esercizio che prevedono la valutazione al costo di acquisto (investimenti ad utilizzo durevole) o al minore tra costo di acquisto e il “fair value” (investimenti ad utilizzo non durevole). Con riferimento ai passivi la differenza principale è determinata dalla valutazione delle riserve tecniche sulla base dei criteri Solvency II sopra descritti (Migliore Stima e Margine di Rischio).
Gestione del capitale
I fondi propri disponibili per la copertura del Requisito patrimoniale di solvibilità sono pari a 912.188 migliaia di euro e sono determinati dal valore dell’Eccesso delle attività sulle passività di cui sopra al netto dell’aggiustamento per Fondi separati (pari a 5.474 migliaia di euro) e al netto dei dividendi da distribuire (pari a 13.012 migliaia di euro).
Nella tabella che segue si riporta la suddivisione per Tier dei fondi propri della Compagnia, classificati sulla base della loro effettiva capacità di assorbire le perdite stimate nel processo di calcolo del capitale regolamentare.
(in migliaia di euro) | ||
Descrizione | Importo | Incidenza % |
Tier 1 unrestricted | 912.188 | 100,00% |
Tier 1 restricted | 0 | 0,00% |
Tier 2 | 0 | 0,00% |
Tier 3 | 0 | 0,00% |
Totale fondi propri ammissibili | 912.188 | 100,00% |
L’indice di solvibilità (Solvency Ratio) della Compagnia è pari al 267,6% ed è il risultato del rapporto tra i Fondi propri ammissibili, pari a 912.188 migliaia di euro, e il Requisito Patrimoniale di Solvibilità (SCR) pari a 340.934 migliaia di euro. Considerando che il livello minimo prima che vengano attuati interventi di vigilanza, è pari al 100%, rappresenta un grado di solidità particolarmente elevato e coerente con gli obiettivi prudenziali che guidano la strategia della Società.
(in migliaia di euro) | |
Descrizione | |
Fondi propri ammissibili a copertura del Requisito patrimoniale di Solvibilità | 912.188 |
Requisito patrimoniale di Solvibilità (SCR) | 340.934 |
Solvency Ratio | 267,6% |
A. ATTIVITÀ E RISULTATI
A.1. ATTIVITÀ
A.1.1. INFORMAZIONI GENERALI
Italiana Assicurazioni S.p.A. ha per oggetto l’esercizio dell’assicurazione in tutti i rami Danni e Vita; è presente sull’intero territorio nazionale e offre i suoi servizi alla collettività: persone, famiglie e imprese. Ha sede legale e Direzione Generale in via Xxxxx Xxxxx Xxxxxxx, 18 – 00000 Xxxxxx (Xxxxxx).
È sottoposta alla vigilanza dell’Ivass, con sede legale a Xxxx, 00000 – Xxx xxx Xxxxxxxxx, 00 e alla Revisione Contabile delle Società EY S.p.A., con sede legale a Xxxx, 00000 – xxx Xx, 00; il Partner responsabile della Revisione Contabile è il dottor Xxxxx Xxxxxx.
La Società è controllata al 99,92% dalla Società Reale Mutua di Assicurazioni, con sede in Torino, ed è soggetta alla direzione e coordinamento da parte della stessa.
Reale Mutua è capogruppo di Reale Group, gruppo operante in Italia, Spagna e Cile nel settore assicurativo attraverso la Capogruppo e le Società controllate e collegate. Il Gruppo è attivo anche nel settore immobiliare, bancario e in quello dei servizi.
Nella tabella che segue si riporta l’elenco delle società di Reale Group di cui Italiana Assicurazione detiene una partecipazione al 31 dicembre 2018:
Denominazione o ragione sociale | Sede Quot | a di partecipazione diretta % |
BANCA REALE S.p.A. | TORINO (ITALIA) | 5,00 |
REALE IMMOBILI S.p.A. | TORINO (ITALIA) | 14,08 |
REALE ITES S.R.L. | TORINO (ITALIA) | 0,01 |
REALE SEGUROS GENERALES S.A. | MADRID (SPAGNA) | 5,00 |
REM INTERMEDIAZIONI S.R.L. | MILANO (ITALIA) | 100,00 |
ITALNEXT S.R.L. | MILANO (ITALIA) | 100,00 |
Si riporta di seguito la composizione del Gruppo al 31 dicembre 2018:
REALE GROUP al 31 dicembre 2018
(% di interessenza)
(capogruppo)
REALE MUTUA ASSICURAZIONI
Imprese immobiliari Imprese assicurative Imprese di servizi Holding assicurative
99.99 99.92 100,00 100,00
REALE IMMOBILI S.P.A.
ITALIANA ASSICURAZIONI S.P.A.
BANCA REALE S.P.A.
REALE GROUP LATAM S.P.A.
100,00 100,00 100,00 99,52
IGAR S.A.
REALE SEGUROS GENERALES S.A.
BLUE ASSISTANCE S.P.A.
REALE GROUP CHILE S.P.A.
100,00 100,00
REALE VIDA Y PENSIONES S.A.
REALE ITES S.R.L.
99,52 100,00
REALE CHILE SEGUROS S.A.
REALE ITES ESP S.L.
50,00 99,92
CREDEM ASSICURAZIONI S.P.A.
REM INTERMEDIAZIONI S.R.L.
99,92
ITALNEXT S.R.L.
A.1.2. AREE DI ATTIVITÀ ED AREE GEOGRAFICHE DI BUSINESS
Italiana Assicurazioni svolge attività di assicurazione e di riassicurazione sia nel comparto Xxxxx che nel comparto Vita.
L’attività di riassicurazione è marginale, rappresentando lo 0,02% del totale della raccolta.
Si riporta di seguito l’incidenza percentuale della raccolta Danni e della raccolta Vita del lavoro diretto sul totale della Compagnia al 31 dicembre 2018 (alla chiusura dell’esercizio precedente le percentuali pro forma di incidenza erano rispettivamente pari al 40,9% e 59,1%). Senza considerare l’apporto delle compagnie Uniqa (per il contenuto dell’operazione di fusione si rimanda al capitolo A.1.3 della presente relazione), l’incidenza percentuale delle Aree di attività (Lob) Danni sarebbe pari al 71,05% e delle Aree di Attività (Lob) vita sarebbe pari al 28,95% (alla chiusura dell’esercizio precedente le percentuali di incidenza, per la sola Italiana Assicurazioni, erano rispettivamente pari al 69,42% e 30,58%).
Nei grafici che seguono si riporta l’incidenza percentuale delle singole Aree di attività (Lob) nell’ambito della raccolta Danni e della raccolta Vita:
Si segnala infine che la Compagnia opera, oltre che sul territorio italiano, anche in regime di libera prestazione di servizi. La raccolta realizzata all’estero rappresenta lo 0,02% della raccolta totale.
A.1.3. FATTI SOSTANZIALI RELATIVI ALL'ATTIVITÀ O DI ALTRA NATURA
In data 10 dicembre 2018 è stato stipulato l’atto di fusione per incorporazione in Italiana Assicurazioni delle compagnie Uniqa Assicurazioni, Uniqa Previdenza e Uniqa Life. Gli effetti giuridici della fusione sono decorsi dal 31 dicembre 2018 mentre, ai fini contabili e fiscali, la fusione ha avuto effetto retroattivo al 1° gennaio dello stesso anno.
L’operazione giunge al termine di un percorso di integrazione iniziato nel 2017 e durato poco più di 18 mesi che unisce due mondi tra loro sinergici: quello di Italiana Assicurazioni, il cui successo è basato su una forte collaborazione con la rete di vendita agenziale, e quello del Gruppo Uniqa Italia che si è contraddistinto sul mercato per crescita redditizia nel tempo, multicanalità fisica e profonda expertise nei rami vita. Questa importante azione di mercato ha rappresentato per Italiana l’occasione per ridefinire la propria organizzazione, con la massima attenzione verso le persone, e l’approccio distributivo in un contesto di settore in rapida evoluzione, nonché per promuovere il cambiamento, valorizzando le opportunità derivanti dall’integrazione delle Reti, del portafoglio prodotti e delle professionalità presenti nelle compagnie coinvolte. Nasce così la nuova Italiana Assicurazioni, una compagnia risultante dall’incontro e dalla condivisione di storie e percorsi differenti, che integrerà le competenze e la passione di oltre 8.000 professionisti su tutto il territorio nazionale, per offrire un servizio ancora più completo e di qualità.
La nuova Italiana Assicurazioni si propone come un vero e proprio partner assicurativo per oltre 1.100.000 clienti, è presente in tutta Italia con circa 1.200 Agenzie e intermediari e raggiunge una raccolta premi di oltre 1,8 miliardi di euro.
A.2. RISULTATI DI SOTTOSCRIZIONE
A.2.1. RISULTATI CONSEGUITI
I commenti che seguono fanno riferimento ai dati riportati nel QRT S.05.01, che specifica le informazioni di premi, sinistri e spese a livello delle Aree di Attività (Lob) definite dal Regolamento Delegato (UE) 2015/35, utilizzando i principi di valutazione adottati nella redazione del bilancio civilistico nazionale.
I dati riportati nelle tabelle che seguono illustrano il confronto con l’esercizio 2017, ricostruito includendo i dati relativi a Uniqa Assicurazioni S.p.A., Uniqa Previdenza S.p.A. e Uniqa Life S.p.A. al fine di rendere omogenea la comparazione della nuova realtà di Italiana Assicurazioni al 31 dicembre 2018.
Complessivamente i premi netti contabilizzati dalla Compagnia ammontano a 1.802.829 migliaia di euro, con un incremento rispetto all’esercizio precedente pari al 6,6%.
(in migliaia di euro) | |||
2018 | 2017 (proforma) | Variazione | |
Premi contabilizzati lavoro diretto Xxx Xxxxx | 758.124 | 752.115 | 0,8% |
Premi contabilizzati lavoro diretto Lob Vita | 1.140.682 | 1.086.797 | 5,0% |
Totale lavoro diretto | 1.898.806 | 1.838.912 | 3,3% |
Premi contabilizzati lavoro indiretto | 198 | 177 | 11,9% |
Totale premi lordi contabilizzati | 1.899.004 | 1.839.089 | 3,3% |
Di cui Xxx Xxxxx | 758.322 | 752.292 | 0,8% |
Di cui Lob Vita | 1.140.682 | 1.086.797 | 5,0% |
Premi ceduti in riassicurazione | 96.175 | 148.395 | −35,2% |
Premi lordi contabilizzati al netto della riassicurazione | 1.802.829 | 1.690.694 | 6,6% |
Aree di attività (Lob) Xxxxx
I premi netti contabilizzati nel 2018, nel confronto con i dati del consuntivo 2017, sono i seguenti:
(in migliaia di euro) | |||
2018 | 2017 (proforma) | Variazione | |
Assicurazione spese mediche | 19.575 | 19.726 | −0,8% |
Assicurazione protezione del reddito | 59.191 | 60.765 | −2,6% |
Assicurazione risarcimento dei lavoratori | 0 | 0 | ‐ |
Assicurazione responsabilità civile autoveicoli | 316.573 | 317.257 | −0,2% |
Altre assicurazioni auto | 66.467 | 64.863 | 2,5% |
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti | 3.459 | 3.865 | −10,5% |
Assicurazione contro l'incendio e altri danni a beni | 166.188 | 160.276 | 3,7% |
Assicurazione sulla responsabilità civile generale | 85.606 | 86.579 | −1,1% |
Assicurazione di credito e cauzione | 15.134 | 13.623 | 11,1% |
Assicurazione tutela giudiziaria | 9.779 | 9.433 | 3,7% |
Assistenza | 11.744 | 11.114 | 5,7% |
Perdite pecuniarie di vario genere | 4.408 | 4.614 | −4,5% |
Totale lavoro diretto | 758.124 | 752.115 | 0,8% |
Premi lavoro indiretto | 198 | 177 | 11,9% |
Premi lordi contabilizzati | 758.322 | 752.292 | 0,8% |
Premi ceduti in riassicurazione | 67.527 | 110.715 | −39,0% |
Premi lordi contabilizzati al netto della riassicurazione | 690.795 | 641.577 | 7,7% |
Le Aree di attività (Lob) Xxxxx hanno realizzato una raccolta premi nel lavoro diretto pari a 758.124 migliaia di euro, con un incremento del 0,8% rispetto al 2017.
Più in particolare, Italiana Assicurazioni, con un volume premi pari a 555.210 migliaia di euro, rappresenta il 73,2% della raccolta complessiva danni. Rispetto all’esercizio 2017, Italiana Assicurazioni registra, al 31 dicembre 2018, un incremento dei premi contabilizzati del 2,5% riflettendo il positivo andamento sia delle Aree di Attività Auto (Lob Assicurazione responsabilità civile autoveicoli e altre assicurazioni auto), la cui raccolta, in incremento del 2,0%, passa da 258.024 migliaia di euro a 263.178 migliaia, sia delle Aree di attività Non Auto (Lob rimanenti) che, con premi pari a 292.032 migliaia di euro, mostrano una crescita del 2,9%.
La raccolta di Uniqa Assicurazioni S.p.A. ammonta a 202.914 migliaia di euro ed è in contrazione del 3,5% rispetto all’esercizio 2017, dove si registrava un volume premi pari a 210.353 migliaia di euro. La raccolta delle Aree di attività Auto (Lob Assicurazione civile autoveicoli e altre assicurazioni auto), che passa da
124.096 migliaia di euro a 119.862 migliaia di euro, registra una variazione negativa del 3,4%, mentre le Aree di attività Non Auto (Lob rimanenti), con una raccolta pari a 83.052 migliaia di euro, è in calo del 3,7%.
Con riferimento all’andamento dei sinistri nel corso dell’esercizio, nella tabella che segue si riportano l’importo dei sinistri di competenza (determinati come sommatoria delle componenti risarcimenti, variazione della riserva sinistri, spese di liquidazione esterne e spese dirette) e l’importo delle spese interne di gestione dei sinistri:
(in migliaia di euro)
Sinistri verificatisi Spese di gestione dei sinistri | ||||
2018 | 2017 | 2018 | 2017 | |
Assicurazione spese mediche | 12.744 | 11.630 | 410 | 599 |
Assicurazione protezione del reddito | 24.332 | 27.474 | 1.539 | 1.496 |
Assicurazione risarcimento dei lavoratori | 0 | 0 | 0 | 0 |
Assicurazione responsabilità civile autoveicoli | 220.702 | 216.795 | 10.230 | 11.003 |
Altre assicurazioni auto | 36.732 | 32.406 | 2.308 | 1.808 |
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti | −934 | 2.013 | 46 | 105 |
Assicurazione contro l'incendio e altri danni a beni | 113.142 | 101.560 | 5.731 | 5.536 |
Assicurazione sulla responsabilità civile generale | 35.197 | 42.702 | 2.272 | 2.080 |
Assicurazione di credito e cauzione | 4.678 | 5.448 | 40 | 36 |
Assicurazione tutela giudiziaria | 367 | 1.428 | 94 | 72 |
Assistenza | 6.578 | 5.356 | 501 | 264 |
Perdite pecuniarie di vario genere | 371 | 191 | 76 | 84 |
Totale lavoro diretto | 453.909 | 447.003 | 23.247 | 23.083 |
Lavoro indiretto | 50 | 101 | 0 | 0 |
Totale lavoro diretto + indiretto | 453.959 | 447.104 | 23.247 | 23.083 |
Quota a carico dei riassicuratori | 41.115 | 65.870 | 0 | 0 |
Sinistri al netto della riassicurazione | 412.844 | 381.234 | 23.247 | 23.083 |
Nella tabella che segue si riporta il totale del costo relativo ai sinistri di competenza (sommatoria della voce sinistri verificatisi e spese di gestione dei sinistri) e la relativa incidenza sui premi di competenza (rapporto S/P).
(in migliaia di euro)
Sinistri di competenza Rapporto S/P | |||||
2018 | 2017 | Variazione | 2018 | 2017 | |
Assicurazione spese mediche | 13.154 | 12.229 | 7,6% | 67,2% | 70,6% |
Assicurazione protezione del reddito | 25.871 | 28.970 | −10,7% | 43,3% | 48,8% |
Assicurazione risarcimento dei lavoratori | 0 | 0 | ‐ | 0 | ‐ |
Assicurazione responsabilità civile autoveicoli | 230.932 | 227.798 | 1,4% | 72,5% | 76,3% |
Altre assicurazioni auto | 39.040 | 34.214 | 14,1% | 59,4% | 58,6% |
Assicurazione marittima, aeronautica e | |||||
trasporti | −888 | 2.118 | −141,9% | −25,7% | 27,9% |
Assicurazione contro l'incendio e altri danni a | |||||
beni | 118.873 | 107.096 | 11,0% | 71,5% | 102,7% |
Assicurazione sulla responsabilità civile | |||||
generale | 37.469 | 44.782 | −16,3% | 43,6% | 58,7% |
Assicurazione di credito e cauzione | 4.718 | 5.484 | −14,0% | 34,3% | 15,5% |
Assicurazione tutela giudiziaria | 461 | 1.500 | −69,3% | 4,8% | 3,0% |
Assistenza | 7.079 | 5.620 | 26,0% | 61,0% | 59,5% |
Perdite pecuniarie di vario genere | 447 | 275 | 62,5% | 9,7% | 5,9% |
Totale lavoro diretto | 477.156 | 470.086 | 1,50% | 62,9% | 72,9% |
Lavoro indiretto | 50 | 101 | −50,5% | ||
Totale lavoro diretto + indiretto | 477.206 | 470.187 | 1,49% | ||
Quota a carico dei riassicuratori | 41.115 | 65.870 | −37,58% | ||
Sinistri di competenza al netto della riassicurazione | 436.091 | 404.317 | 7,86% |
Il rapporto sinistri a premi dei rami Danni si attesta al 62,9%, in diminuzione di 10 punti percentuali rispetto al precedente esercizio. Il miglioramento dell’indice è riconducibile principalmente alle Aree di attività (Lob) Non Auto, caratterizzate da alcuni sinistri di eccezionale gravità che hanno interessato la Lob Assicurazione contro l’incendio e altri danni ai beni nel 2017, ed in misura minore al settore Auto (Lob Assicurazione responsabilità civile autoveicoli e Altre assicurazioni auto).
Di seguito si riportano i principali aspetti che hanno caratterizzato l’andamento tecnico di ogni singola Area di attività (Lob):
Assicurazione spese mediche
La Lob Assicurazione spese mediche, con una raccolta premi di 19.575 migliaia di euro (19.726 migliaia di euro nel 2017), mostra un decremento del 0,8% rispetto all’analogo periodo dell’esercizio precedente. La raccolta premi di Italiana, che rappresenta il 88,9% della raccolta premi della Lob, risulta sostanzialmente in linea con il dato dell’esercizio precedente (17.072 migliaia di euro contro 17.052 migliaia di euro). Il rapporto sinistri a premi di competenza risulta in miglioramento rispetto al precedente esercizio (67,2% contro 70,6% al 31 dicembre 2017).
Assicurazione protezione del reddito
La raccolta premi della Lob Assicurazione protezione del reddito, pari a 59.191 migliaia di euro si decrementa del 2,6% rispetto al 2017. La raccolta di Italiana Assicurazioni, pari al 74,1% del totale, ammonta a 43.844 migliaia di euro ed è in contrazione del 1,1% rispetto all’analogo periodo del 2017 per effetto della perdita di portafoglio dell’agenzia Synkronos. La raccolta di Uniqa Assicurazioni si attesta a 15.347 migliaia di euro (16.450 migliaia di euro nel 2017) e registra invece una flessione del 6,7% riconducibile anche al run‐off del portafoglio collegato ad ex Veneto Banca ed al decremento della componente collegata agli infortuni del conducente.
L’andamento tecnico evidenzia un rapporto sinistri a premi di competenza pari al 43,3% in miglioramento rispetto a quanto registrato nel 2017 (48,8%). Per Italiana Assicurazioni si registra una contrazione di 7,9 punti percentuali dell’indicatore, che al dicembre 2018 si attesta al 40,8%; per Uniqa Assicurazioni tale rapporto, pari al 50,5%, mostra un peggioramento di 1,7 punti percentuali rispetto all’analogo periodo 2017.
Assicurazione responsabilità civile autoveicoli
I premi contabilizzati ammontano a 316.573 migliaia di euro e, a termini omogenei, sono sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente (317.257 migliaia di euro). Si registra un diverso andamento delle compagnie coinvolte nella fusione: per Italiana Assicurazioni si osserva un incremento del 1,5% portando il volume premi contabilizzati a 215.635 migliaia di euro, mentre per Uniqa Assicurazioni, i cui premi contabilizzati ammontano a 100.938 migliaia di euro, si rileva un calo del 3,7% riconducibile principalmente al canale agenziale sui settori autovetture ed autocarri.
In un contesto di mercato ancora caratterizzato da un forte livello di concorrenza, il volume dei premi conseguito nell’esercizio è la risultante dell’effetto combinato di una contenuta riduzione del numero dei rischi e di una contestuale ripresa dei premi medi di portafoglio, in controtendenza rispetto agli esercizi precedenti caratterizzati, come è noto, da una costante riduzione dei premi medi.
Tale risultato è stato raggiunto attraverso azioni pianificate ed orientate al miglioramento della redditività del ramo: in particolare, l’iniziativa volta al recupero della scontistica presente in portafoglio in occasione dei rinnovi contrattuali.
Negli ultimi mesi dell’esercizio sono state apportate ulteriori modifiche alla tariffa R.C. Auto con l’obiettivo di proseguire, in linea con gli esercizi precedenti, il processo di demutualizzazione della tariffa e favorire in futuro l’ingresso in portafoglio di profili di rischio profittevoli e consolidare, al tempo stesso, la fidelizzazione della clientela.
L’esercizio 2018 è stato inoltre caratterizzato dalle numerose azioni volte a traghettare il portafoglio dell’incorporata Uniqa Assicurazioni S.p.A. nella nuova realtà di Italiana Assicurazioni. Si è trattato di un’operazione complessa, pianificata con il duplice obiettivo di trovare soluzioni tecnico – commerciali volte a favorire la fidelizzazione della clientela assicurata con Uniqa e al miglioramento della redditività del ramo. Il rapporto sinistri a premi di competenza registra un miglioramento, rispetto allo scorso esercizio, di 3,8 punti percentuali passando dal 76,3% al 72,5%, e risulta essenzialmente correlato al miglioramento della sinistralità grave che aveva colpito il 2017. Tale miglioramento si osserva su entrambe le singole compagnie: l’indicatore di Italiana Assicurazioni si attesta al 71,7% (70,5% nel 2017), mentre per Uniqa Assicurazioni è pari al 74,4% (88,3% nel 2017).
Altre assicurazioni auto
I premi contabilizzati ammontano a 66.467 migliaia di euro e registrano un incremento del 2,5% rispetto all’esercizio precedente. A tale crescita ha concorso la produzione realizzata da Italiana Assicurazioni, che con un volume premi pari a 47.543 migliaia di euro, segna un aumento del 4,4% rispetto all’esercizio 2017. Per Uniqa Assicurazioni la raccolta passa da 19.326 migliaia di euro a 18.924 migliaia di euro e mostra un calo del 2,1% correlato al decremento del settore autovetture, solo parzialmente compensato dall’incremento su ciclomotori e libri matricola.
L’esercizio appena concluso è comunque stato caratterizzato da una buona penetrazione in portafoglio delle garanzie Incendio, Furto e Kasko abbinata ad una rilevante diffusione dei pacchetti di garanzie predisposti per differenti segmenti di clientela ed offerti a condizioni economiche favorevoli.
Nell’esercizio 2018, sebbene in misura meno rilevante rispetto al precedente, si è assistito ad una crescita del valore medio assicurato dei veicoli conseguente al rinnovo del parco auto in corso ormai da alcuni anni. Inoltre, è proseguito l’affinamento della tariffa Auto Rischi Diversi attraverso i necessari correttivi tecnici dei premi per quelle garanzie che evidenziano andamenti tecnici non ancora in equilibrio.
Il rapporto sinistri a premi di competenza passa dal 58,6% dell’esercizio 2017 al 59,4% registrato nell’esercizio in esame. In particolare, per Italiana Assicurazioni l’indicatore, gravato dall’importante sinistralità per eventi naturali avvenuti nel mese di ottobre, è pari a 63,2% (58,9% nel 2017). Per Uniqa Assicurazioni invece il rapporto sinistri a premi di competenza registra una contrazione, dal 58,1% al 50,3%.
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti
I premi contabilizzati ammontano a 3.459 migliaia di euro, contro 3.865 migliaia di euro alla chiusura dell’esercizio precedente. L’intero portafoglio è riferito alla sola Italiana Assicurazioni.
Assicurazione contro l’incendio e altri danni ai beni
I premi contabilizzati ammontano complessivamente a 166.188 migliaia di euro migliaia di euro, con un incremento del 3,7% rispetto al precedente esercizio.
Il rapporto sinistri a premi di competenza, pari al 71,5%, è in netto miglioramento rispetto all’anno
precedente (102,7%).
Con riferimento alla componente incendio, la raccolta premi, pari a 66.947 migliaia di euro (+0,4% rispetto al dicembre 2017), è prevalentemente riconducibile a Italiana Assicurazioni che con 50.229 migliaia di euro si incrementa del 1,5%, grazie all’attività della rete tradizionale la cui produzione è ancora indirizzata verso i prodotti Multirischio, Globale Fabbricati, Casa e Famiglia. L’attività dell’agenzia Synkronos mostra, invece, una contrazione del 7,0%.
Relativamente a Uniqa Assicurazioni, si rileva una raccolta di 16.718 migliaia di euro, in calo del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2017 attribuibile in parte alla polizza “Incendio Mutuando” a contraenza Cassa di Risparmio di Asti.
Con riferimento all’andamento tecnico si rileva un rapporto sinistri a premi di competenza, pari al 76,7%, in netto miglioramento rispetto all’esercizio 2017 (152,0%), che era influenzato, per Italiana Assicurazioni, dalla presenza di alcuni sinistri gravi. In particolare, si ricordano i sinistri avvenuti nei mesi di settembre e ottobre 2017 rispettivamente presso l’azienda Roncadin di Meduno e lo stabilimento della Bofrost di Ferrara. Oltre a questo, la redditività tecnica dell’esercizio 2017 risentiva, per Uniqa Assicurazioni, di un’importante sinistralità legata agli eventi naturali. Il rapporto sinistri a premi di competenza delle due compagnie, ante fusione, è pari al 82,8% per Italiana Assicurazioni (165,0% nel 2017) e al 60,3% per Uniqa Assicurazioni (107,9% nel 2017).
Anche l’esercizio 2018 è stato caratterizzato dall’accadimento di eventi atmosferici di particolare entità, nonché dal sinistro grave relativo all’incendio presso lo stabilimento di Madama Oliva di Carsoli (AQ) nel novembre 2018.
I premi della componente Altri danni ai beni, con un volume complessivo di 99.241 migliaia di euro, registrano una crescita del 6,1% rispetto al dicembre 2017 originata dall’attività di Italiana Assicurazioni, che con una raccolta pari a 77.203 migliaia di euro, si incrementa del 8,1%. Tale ultima variazione risulta correlata all’incremento del 61,6% del ramo Grandine, la cui produzione passa da 5.859 migliaia di euro a 9.470 migliaia nel dicembre 2018, all’aumento dello 0,9% registrato dalla raccolta della componente Furto, che passa da 14.383 migliaia di auro a 14.506 migliaia di euro, e alla crescita del 4,0% della raccolta della componente Altri danni ai beni residuale che ammonta a 53.227 migliaia di euro contro 51.171 migliaia di euro. A livello di canale, il trend negativo che caratterizza l’attività dell’agenzia Synkronos è interamente compensato da quello della rete agenziale tradizionale, supportata anche dagli apporti delle nuove agenzie. La raccolta di Uniqa Assicurazioni, pari a 22.038 migliaia di euro, si mantiene sugli stessi livelli dell’esercizio 2017 (22.155 migliaia di euro) anche dal punto di vista delle singole componenti.
Dal punto di vista tecnico complessivo, il miglioramento del rapporto sinistri a premi di competenza, che passa dal 69,1% al 67,9%, riflette il miglioramento del ramo Grandine, il cui rapporto sinistri a premi di competenza si attesta al 73,4%, contro il 190,5% del dicembre 2017. Al netto di tale componente, l’indicatore mostra un peggioramento, dal 60,9% al 67,3%, riconducibile a Italiana Assicurazioni: nonostante la contrazione del rapporto sinistri a premi di competenza sul ramo Furti (da 50,0% a 45,1%), si registra un peggioramento sulla componente Altri danni ai beni residuale (da 60,7% a 73,7%), principalmente sulle garanzie legate agli eventi naturali.
Per Uniqa Assicurazioni, invece il suddetto rapporto si attesta al 66,9% (68,1% nell’esercizio 2017).
Assicurazione sulla responsabilità civile generale
I premi contabilizzati ammontano complessivamente a 85.606 migliaia di euro con il differente contributo di Italiana Assicurazioni, pari a 63.330 migliaia di euro, e di Uniqa Assicurazioni, pari a 22.276 migliaia. Rispetto a quanto raccolto nell’esercizio 2017 (86.579 migliaia di euro), si registra una contrazione del 1,1% riconducibile principalmente a Uniqa Assicurazioni e collegata alla diminuzione dei premi sui prodotti R.C. Impresa Edile e Globale Fabbricato.
Il rapporto sinistri a premi di competenza risulta in miglioramento (43,6% contro 58,7% del 2017). Analizzando le singole compagnie si osserva un andamento contrapposto: alla riduzione registrata per il portafoglio di Italiana Assicurazioni (da 51,4% al 28,4%), per effetto della contrazione della sinistralità grave e di quella relativa ad un’importante polizza di R.C. professionale attiva nel 2017, si contrappone un peggioramento per Uniqa Assicurazioni (da 79,6% a 86,7%).
Assicurazione di credito e cauzione
I premi contabilizzati nell’esercizio ammontano a 15.134 migliaia di euro e registrano un incremento del 11,1% rispetto all’anno precedente. Tale incremento è interamente attribuibile alla crescita del portafoglio di Italiana Assicurazioni, che rappresenta circa il 99,0% del totale della raccolta di tale ramo.
Il rapporto sinistri a premi di competenza, nonostante il beneficio derivante dal positivo smontamento delle riserve sinistri appostate per gli esercizi precedenti, risente di una maggiore sinistralità grave e registra un peggioramento rispetto all’esercizio 2017, attestandosi al 34,3% (15,5% nel 2017).
Altre Aree di attività
Per le Lob Tutela Giudiziaria e Assistenza si registra, rispetto all’anno 2017, un incremento della raccolta premi rispettivamente del 3,7% e del 5,7%; mentre la Lob Perdite Pecuniarie evidenzia una riduzione dei premi contabilizzati del 4,5%. Complessivamente, l’andamento tecnico dei suddetti rami riflette una soddisfacente redditività.
All’andamento tecnico della gestione Xxxxx hanno concorso gli oneri di acquisizione e le altre spese di amministrazione sostenuti dalla Compagnia nel corso dell’esercizio.
Gli oneri di acquisizione, al netto della quota a carico dei riassicuratori, ammontano complessivamente a
179.185 migliaia di euro (incremento del 12,1% rispetto al dato di consuntivo 2017). Nella tabella che segue si riporta il dettaglio per Area di attività (Lob):
(in migliaia di euro) | |||
2018 | 2017 (proforma) | Variazione | |
Assicurazione spese mediche | 7.426 | 5.822 | 27,6% |
Assicurazione protezione del reddito | 20.611 | 20.244 | 1,8% |
Assicurazione risarcimento dei lavoratori | 0 | 0 | ‐ |
Assicurazione responsabilità civile autoveicoli | 54.269 | 53.538 | 1,4% |
Altre assicurazioni auto | 14.690 | 14.342 | 2,4% |
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti | 969 | 1.131 | −14,3% |
Assicurazione contro l'incendio e altri danni a beni | 53.819 | 50.718 | 6,1% |
Assicurazione sulla responsabilità civile generale | 29.168 | 28.301 | 3,1% |
Assicurazione di credito e cauzione | 5.620 | 5.257 | 6,9% |
Assicurazione tutela giudiziaria | 3.128 | 2.966 | 5,5% |
Assistenza | 3.258 | 2.942 | 10,7% |
Perdite pecuniarie di vario genere | 1.179 | 1.200 | −1,8% |
Totale lavoro diretto | 194.137 | 186.461 | 4,1% |
Lavoro indiretto | 18 | 16 | 12,5% |
Totale lavoro diretto + indiretto | 194.155 | 186.477 | 4,1% |
Quota a carico dei riassicuratori | 14.970 | 26.704 | −43,9% |
Oneri di acquisizione al netto della riassicurazione | 179.185 | 159.773 | 12,1% |
Le altre spese di amministrazione alla chiusura dell’esercizio sono pari a 40.526 migliaia di euro, il dettaglio per Lob è riportato nella tabella che segue:
(in migliaia di euro) | |||
2018 | 2017 (proforma) | Variazione | |
Assicurazione spese mediche | 1.042 | 1.087 | −4,1% |
Assicurazione protezione del reddito | 3.214 | 3.403 | −5,6% |
Assicurazione risarcimento dei lavoratori | 0 | 0 | ‐ |
Assicurazione responsabilità civile autoveicoli | 17.170 | 16.847 | 1,9% |
Altre assicurazioni auto | 3.532 | 3.348 | 5,5% |
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti | 170 | 242 | −29,8% |
Assicurazione contro l'incendio e altri danni a beni | 8.622 | 8.505 | 1,4% |
Assicurazione sulla responsabilità civile generale | 4.713 | 4.779 | −1,4% |
Assicurazione di credito e cauzione | 705 | 712 | −1,0% |
Assicurazione tutela giudiziaria | 500 | 476 | 5,0% |
Assistenza | 628 | 547 | 14,8% |
Perdite pecuniarie di vario genere | 230 | 251 | −8,4% |
Totale lavoro diretto | 40.526 | 40.197 | 0,8% |
Lavoro indiretto | 0 | 0 | ‐ |
Totale lavoro diretto + indiretto | 40.526 | 40.197 | 0,8% |
Quota a carico dei riassicuratori | 0 | 0 | ‐ |
Altre spese di amministrazione al netto della riassicurazione | 40.526 | 40.197 | 0,8% |
In sintesi, l’attività di sottoscrizione della Compagnia ha comportato un expenses ratio pari al 30,7%.
Il combined ratio, determinato dalla somma del rapporto sinistri a premi di competenza e dell’expenses ratio è in diminuzione, variando dal 103,4% del 2017 (considerando anche l’apporto di Uniqa Assicurazioni) al 93,6% del 2018; anche il combined ratio operativo (che comprende il risultato della riassicurazione e le altre partite tecniche) diminuisce, passando dal 101,5% del proforma 2017 al 97,3% del 2018, beneficiando dell’effetto mitigatore, sul lavoro ceduto, dei gravi sinistri che hanno interessato il lavoro diretto.
Aree di attività (Lob) Vita
I premi netti contabilizzati nel 2018, nel confronto con i dati del consuntivo 2017, sono i seguenti:
(in migliaia di euro)
2018 2017 (proforma) Variazione
Assicurazione malattia | 29.470 | 31.664 | −6,9% |
Assicurazione con partecipazione agli utili | 887.892 | 822.164 | 8,0% |
Assicurazione collegata a un indice e collegata a quote | 189.488 | 195.496 | −3,1% |
Altre assicurazioni vita | 33.679 | 37.473 | −10,1% |
Rendite derivanti da contratti di assicurazione non vita e | |||
relative a obbligazioni di assicurazione malattia | 0 | 0 | ‐ |
Rendite derivanti da contratti di assicurazione non vita e | |||
relative a obbligazioni di assicurazione diverse dalle obbligazioni di assicurazione malattia | 153 | 0 | ‐ |
Totale lavoro diretto | 1.140.682 | 1.086.797 | 5,0% |
Lavoro indiretto | 0 | 0 | ‐ |
Totale premi lordi contabilizzati | 1.140.682 | 1.086.797 | 5,0% |
Premi ceduti in riassicurazione | 28.648 | 37.680 | −24,0% |
Premi lordi contabilizzati al netto della riassicurazione | 1.112.034 | 1.049.117 | 6,0% |
Nell’anno 2018 i premi contabilizzati del lavoro diretto ammontano a 1.140.682 migliaia di euro. Di tale volume, l’80,2% è riconducibile alle compagnie Uniqa Previdenza S.p.A. e Uniqa Life S.p.A. (in aumento dell’8,6% rispetto all’anno 2017) ed il restante 19,8% a Italiana Assicurazioni nella sua componente ante fusione (in calo del 5,2% rispetto al dicembre 2017).
Per quanto riguarda le dinamiche relative alle singole Lob, si evidenzia una crescita nei prodotti con partecipazioni agli utili (sia nelle compagnie Uniqa che in Italiana ante fusione) che risulta principalmente correlata alla produzione del canale bancario.
I premi contabilizzati relativi alla Lob Assicurazioni collegate a indice e quote evidenziano un leggero calo (‐ 3,1%) a livello della nuova compagnia; infatti a fronte della positiva raccolta riportata da Uniqa Previdenza
S.p.A e Uniqa Life S.p.A., si segnala un calo su Italiana Assicurazioni nella sua parte storica, la cui raccolta passa da 100.252 migliaia a 64.037 migliaia di euro.
Gli oneri relativi ai sinistri, composti dalle somme pagate e dalla variazione delle somme da pagare, ammontano a 797.295 migliaia di euro e sono dettagliati nella tabella che segue:
(in migliaia di euro) | |||
2018 | 2017 (proforma) | Variazione | |
Assicurazione malattia | 13.208 | 7.668 | 72,2% |
Assicurazione con partecipazione agli utili | 681.813 | 485.119 | 40,5% |
Assicurazione collegata a un indice e collegata a quote | 123.519 | 121.551 | 1,6% |
Altre assicurazioni vita | 24.391 | 27.663 | −11,8% |
Rendite derivanti da contratti di assicurazione non vita e relative a obbligazioni di assicurazione malattia | 0 | 0 | ‐ |
Rendite derivanti da contratti di assicurazione non vita e | |||
relative a obbligazioni di assicurazione diverse dalle | |||
obbligazioni di assicurazione malattia | 112 | 0 | ‐ |
Totale lavoro diretto | 843.043 | 642.001 | 31,3% |
Lavoro indiretto | 0 | 0 | ‐ |
Totale lavoro diretto + indiretto | 843.043 | 642.001 | 31,3% |
Quota a carico dei riassicuratori | 45.748 | 55.226 | −17,2% |
Sinistri di competenza al netto della riassicurazione | 797.295 | 586.775 | 35,9% |
Con riferimento alle somme pagate, l’incremento registrato nell’esercizio da 457.662 migliaia di euro a
637.583 migliaia di euro è relativo in particolare alla componente riscatti. Tale incremento risente anche della situazione di Veneto Banca (posta in liquidazione coatta amministrativa con D.M. del 25 giugno n.186 dal Ministero dell’Economia e delle Finanze su proposta della Banca d’Italia) con la quale la compagnia Uniqa Life S.p.A. aveva rapporti di partnership per il collocamento dei prodotti vita. Si evidenzia, inoltre, un aumento delle somme per sinistri (da 70.772 migliaia di euro a 86.303 migliaia nel 2018) riconducibile al portafoglio di prodotti di puro rischio.
Gli oneri di acquisizione, al netto della quota a carico dei riassicuratori, ammontano complessivamente a 38.751 migliaia di euro e sono dettagliati nella tabella che segue:
(in migliaia di euro) | |||
2018 | 2017 (proforma) | Variazione | |
Assicurazione malattia | 8.233 | 7.628 | 7,9% |
Assicurazione con partecipazione agli utili | 18.972 | 21.284 | −10,9% |
Assicurazione collegata a un indice e collegata a quote | 12.831 | 9.481 | 35,3% |
Altre assicurazioni vita | 2.730 | 5.253 | −48,0% |
Rendite derivanti da contratti di assicurazione non vita e relative a obbligazioni di assicurazione malattia | 0 | 0 | ‐ |
Rendite derivanti da contratti di assicurazione non vita e | |||
relative a obbligazioni di assicurazione diverse dalle | |||
obbligazioni di assicurazione malattia | 0 | 0 | ‐ |
Totale lavoro diretto | 42.766 | 43.646 | −2,0% |
Lavoro indiretto | 0 | 0 | ‐ |
Totale lavoro diretto + indiretto | 42.766 | 43.646 | −2,0% |
Quota a carico dei riassicuratori | 4.015 | 5.578 | −28,0% |
Oneri di acquisizione al netto della riassicurazione | 38.751 | 38.068 | 1,8% |
Le altre spese di amministrazione alla chiusura dell’esercizio sono pari a 17.769 migliaia di euro; il dettaglio per Lob è riportato nella tabella che segue:
(in migliaia di euro) | |||
2018 | 2017 (proforma) | Variazione | |
Assicurazione malattia | 1.937 | 1.950 | −0,7% |
Assicurazione con partecipazione agli utili | 12.923 | 10.030 | 28,8% |
Assicurazione collegata a un indice e collegata a quote | 2.290 | 3.133 | −26,9% |
Altre assicurazioni vita | 616 | 1.651 | −62,7% |
Rendite derivanti da contratti di assicurazione non vita e | |||
relative a obbligazioni di assicurazione malattia | 0 | 0 | ‐ |
Rendite derivanti da contratti di assicurazione non vita e | |||
relative a obbligazioni di assicurazione diverse dalle obbligazioni di assicurazione malattia | 3 | 0 | ‐ |
Totale lavoro diretto | 17.769 | 16.764 | 6,0% |
Lavoro indiretto | 0 | 0 | ‐ |
Totale lavoro diretto + indiretto | 17.769 | 16.764 | 6,0% |
Quota a carico dei riassicuratori | 0 | 0 | ‐ |
Altre spese di amministrazione al netto della | |||
riassicurazione | 17.769 | 16.764 | 6,0% |
A.3. RISULTATI DI INVESTIMENTO
A.3.1. RISULTATI CONSEGUITI
La presente sezione illustra le informazioni circa ricavi, utili e perdite nel periodo di riferimento per ogni categoria degli investimenti del Bilancio di Solvibilità. Si segnala in particolare, che la voce “Utili e perdite netti” è determinata come differenza tra il valore di vendita o di rimborso e il fair value Solvency II alla fine del precedente periodo di riferimento, mentre la voce “Utili e perdite non realizzati” è determinata come differenza, per le attività non vendute né scadute nel periodo di riferimento, tra il fair value Solvency II alla fine del periodo e l’analogo valore alla chiusura dell’esercizio precedente.
I dati riportati nella tabella che segue illustrano il confronto con l’esercizio 2017, ricostruito includendo i dati relativi a Uniqa Assicurazioni S.p.A., Uniqa Previdenza S.p.A. e Uniqa Life S.p.A. al fine di rendere omogenea la comparazione della nuova realtà di Italiana Assicurazioni al 31 dicembre 2018.
Nella tabella che segue si riporta il dettaglio, per classe di attività, dei proventi netti realizzati dalla Compagnia:
(in migliaia di euro)
Dividendi/interessi/affitti Xxxxx e perdite netti Utili e perdite non realizzati | ||||||
2018 | 2017 | 2018 | 2017 | 2018 | 2017 | |
Titoli di Stato | 102.062 | 106.328 | −7.693 | −8.795 | −95.289 | −83.827 |
Obbligazioni societarie | 20.927 | 21.583 | −3.349 | −1.301 | −36.552 | 4.368 |
Strumenti di capitale | 5.189 | 2.575 | −433 | 431 | −5.104 | 60.382 |
Organismi di investimento collettivo | 2.708 | 3.644 | 39 | 10.008 | −38.070 | 18.028 |
Obbligazioni strutturate | 5.138 | 6.083 | 6.615 | 573 | −3.471 | 1.930 |
Xxxxxx garantiti | 107 | 0 | −15 | 0 | −70 | 0 |
Contante e depositi | 20 | 38 | −1 | −1 | 0 | 0 |
Mutui ipotecari e prestiti | 203 | 585 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Immobili | 431 | 410 | 62 | 0 | 867 | −10.880 |
Altri investimenti | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Futures | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Opzioni call | 0 | 0 | −243 | 0 | −1.900 | 0 |
Opzioni put | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Swaps | 0 | 10 | 0 | −3 | 0 | −4 |
Forwards | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Derivati sui crediti | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Totale | 136.785 | 141.256 | −5.018 | 912 | −179.589 | −10.003 |
Nell’ambito dei costi sopportati dalla Compagnia, l’ammontare delle spese di gestione degli investimenti, riportato nel QRT S.05.01, è pari a 2.415 migliaia di euro per le Aree di attività (Lob) Danni e a 6.105 migliaia di euro per le Aree di attività (Lob) Vita (importi rispettivamente pari a 3.025 migliaia di euro per le Aree di attività Danni e a 9.330 migliaia di euro per le Aree di attività Vita alla chiusura dell’esercizio precedente).
Segnaliamo infine che, in ottemperanza al Regolamento Ivass n. 24 del 6 giugno 2016, sulla base di quanto deliberato dal Consiglio di Amministrazione, la Società non ammette investimenti in cartolarizzazioni e che non si rilevano utili o perdite rilevati direttamente a patrimonio.
A.4. RISULTATI DI ALTRE ATTIVITÀ
A.4.1. RISULTATI CONSEGUITI
Nella sezione che segue sono riportati i risultati delle attività diverse dall’attività di sottoscrizione e dall’attività di investimento, analizzate nelle sezioni precedenti.
I dati riportati nella tabella e nei commenti che seguono illustrano il confronto con l’esercizio 2017, ricostruito includendo i dati relativi a Uniqa Assicurazioni S.p.A., Uniqa Previdenza S.p.A. e Uniqa Life S.p.A. al fine di rendere omogenea la comparazione della nuova realtà di Italiana Assicurazioni al 31 dicembre 2018.
Il risultato delle altre attività (determinato come differenza tra il saldo delle voci “Altri proventi” e “Altri oneri” del bilancio redatto secondo i principi contabili nazionali) è negativo ed ammonta a 1.645 migliaia di euro; la composizione della voce e il confronto con l’esercizio precedente sono riportati nella tabella che segue:
(in migliaia di euro) | |||
2018 | 2017 | Variazione | |
Recuperi da terzi di spese e oneri amministrativi | 18.155 | 20.628 | −2.473 |
Prelievi da fondi di accantonamento | 9.449 | 11.371 | −1.922 |
Altri | 3.695 | 2.828 | 867 |
Totale altri proventi | 31.299 | 34.827 | −3.528 |
Oneri amministrativi e spese per conto terzi | 18.155 | 20.628 | −2.473 |
Accantonamenti a fondi | 11.680 | 9.417 | 2.263 |
Altri | 3.109 | 740 | 2.369 |
Totale altri oneri | 32.944 | 30.785 | 2.159 |
Totale altri proventi netti | −1.645 | 4.042 | −5.687 |
Il risultato dell’attività straordinaria | (determinato come differenza | tra il saldo delle | voci “Proventi |
straordinari” e “Oneri straordinari” del bilancio redatto secondo i principi contabili nazionali) è negativo e ammonta a 17.142 migliaia di euro (saldo negativo di 451 migliaia di euro alla chiusura dell’esercizio precedente). Tra gli oneri straordinari si segnalano gli oneri per Fondo di Solidarietà (15.462 migliaia di euro) relativi allo stanziamento al Fondo Oneri Futuri della previsione di spesa relativa all’attuazione dell’Accordo Quadro siglato con le parti sindacali in data 7 marzo 2018, nell’ambito del progetto di ristrutturazione e riorganizzazione del Gruppo, conseguente all’ingresso delle Società Uniqa Assicurazioni S.p.A., Uniqa Previdenza S.p.A. e Uniqa Life S.p.A. in Reale Group.
Si segnala che, al 31 dicembre 2018, non risultano attivi contratti di leasing significativi.
A.5. ALTRE INFORMAZIONI
Non si segnalano altre informazioni significative.
B.
SISTEMA DI
GOVERNANCE
B.1. INFORMAZIONI GENERALI SUL SISTEMA DI GOVERNANCE
B.1.1.STRUTTURA, RUOLI E RESPONSABILITÀ
Consiglio di Amministrazione e Comitati interni all’Organo amministrativo medesimo
Il Consiglio di Amministrazione di Italiana Assicurazioni, composto da un Presidente e da dieci Consiglieri, costituisce il principale centro di responsabilità sul sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi. Il Consiglio di Amministrazione si riunisce con cadenza periodica per deliberare sui temi societari tipici, quali l’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della Società e i piani strategici industriali e finanziari.
Al fine di definire e riunire in un unico documento, in modo organico e coerente, tutti gli aspetti che riguardano l’amministrazione e la gestione di Italiana Assicurazioni, è stato redatto il Regolamento del Consiglio di Amministrazione. Tale documento, che richiama quanto già stabilito dalle norme di legge, sia primarie sia secondarie, e dallo Statuto Sociale, risponde alla necessità di disporre di specifici documenti formalizzati che disciplinino il funzionamento degli organi sociali, come previsto dalla normativa Solvency II tra i diversi aspetti di regolamentazione della governance aziendale.
Il Consiglio di Amministrazione si avvale dell’attività di apposite Commissioni e Comitati, istituite nell’ambito del corrispondente Organo della Capogruppo, aventi come obiettivo quello di verificare particolari aspetti dell’andamento aziendale, nonché di svolgere una funzione consultiva/propositiva per il Consiglio stesso.
Nel novero di questi organi, citiamo:
‐ la Commissione Investimenti di Gruppo, composta attualmente da quattro Consiglieri e dal Presidente di Reale Mutua. Essa ha poteri consultivi e propositivi verso i Consigli di Amministrazione delle imprese del Gruppo e opera sia nel comparto dei titoli del portafoglio finanziario sia in quello immobiliare, con analisi periodiche di sensitività e di esposizione al rischio in genere;
‐ il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, organo attualmente composto da cinque membri, in rappresentanza delle principali imprese del Gruppo. Ha funzioni istruttorie, propositive e consultive in materia di sistema dei controlli interni e di verifica periodica della sua adeguatezza e del suo effettivo funzionamento, nonché in materia di gestione dei rischi a livello di Gruppo, tenuto conto anche di quanto previsto dagli artt. 6 e 27 del Regolamento Isvap n. 20/2008;
‐ il Comitato di cui all’art. 3, comma 3, del Regolamento del Consiglio di Amministrazione di Reale Mutua, composto dal Presidente e dai membri del Comitato (Esecutivo) della Capogruppo, avente il compito di verificare in xxx xxxxxxxxxxx xx Consiglio il possesso dei requisiti, in materia di onorabilità, professionalità, indipendenza e insussistenza delle situazioni impeditive all’assunzione della carica, dei soggetti preposti alle funzioni di amministrazione, di direzione e di controllo e in materia di onorabilità, professionalità e indipendenza dei responsabili delle funzioni di Revisione Interna, Chief Risk Officer (CRO), Risk Management di Gruppo, Compliance di Gruppo, Attuariale di Gruppo e Antiriciclaggio o dei referenti/preposti interni, in caso di esternalizzazione di queste ultime all’interno del Gruppo. Tale Comitato opera anche per Italiana Assicurazioni.
Il Consiglio di Amministrazione si avvale inoltre dell’attività dell’Organismo di Vigilanza istituito ai sensi del Decreto Legislativo 231/2001, avente compiti di vigilanza sul Modello di organizzazione, gestione e controllo con autonomi poteri di iniziativa e controllo.
Il Consiglio definisce le direttive in materia di sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi e ne cura l’adeguamento annuale in caso di variazioni dell’operatività aziendale e delle condizioni esterne, anche avvalendosi dell’operato del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e di tutte le funzioni di controllo.
A tal proposito, il Consiglio, in relazione all’assunzione della delibera in materia di sistema dei controlli interni e gestione dei rischi ai sensi del Regolamento Isvap n. 20/2008 come modificato dal Provvedimento Ivass n. 17/2014, e del successivo Regolamento Ivass n. 38/2018, ha definito le direttive in materia di sistema dei controlli interni, con l’approvazione dei documenti riferiti alle diverse politiche redatte, anche in ambito di Gruppo sui temi indicati dalla normativa dell’Autorità di Vigilanza.
Il Consiglio di Amministrazione definisce le strategie e le politiche di assunzione, valutazione e gestione dei rischi maggiormente significativi, in coerenza con il livello patrimoniale dell’Impresa, fissa i livelli di tolleranza al rischio sulla base delle indicazioni ricevute dalla Capogruppo in riferimento ai criteri di identificazione, misurazione, gestione e controllo di tutti i rischi aziendali. A tal fine il Consiglio di Amministrazione della Società ha approvato la “Politica di gestione dei rischi”, documento che definisce le linee guida in tema di
gestione dei rischi a cui Reale Group è esposto, delineandone strategie e obiettivi, modalità di analisi, controllo e misurazione, nonché ruoli e responsabilità delle funzioni aziendali coinvolte.
Il documento, definito in ambito di Gruppo, formalizza i criteri di identificazione, misurazione, gestione, reporting e controllo dei rischi aziendali, le strategie e le politiche di assunzione, valutazione e gestione dei rischi, i livelli di propensione e tolleranza al rischio (il cosiddetto “risk appetite framework”), il modello organizzativo del sistema di gestione dei rischi e l’integrazione del sistema di gestione dei rischi con i processi decisionali. Esso, inoltre, ha l’obiettivo più generale di contribuire alla gestione dei rischi all’interno del Gruppo e alla diffusione della relativa cultura del controllo.
Tale Politica, come disposto dall’art. 5, comma 2, lett. d) del Regolamento Isvap n. 20/2008 e del successivo Regolamento Ivass n. 38/2018, è sottoposta a revisione annuale del Consiglio.
Il Consiglio di Amministrazione verifica la corretta implementazione del sistema di gestione dei rischi da parte dell’Alta Direzione attraverso l’analisi sistematica dello sviluppo delle regole, delle soluzioni organizzative, degli strumenti di analisi e misurazione dei rischi adottati per il mantenimento degli stessi a un livello accettabile e coerente con le disponibilità patrimoniali dell’impresa. A tal fine il Consiglio di Amministrazione si avvale anche dell’operato delle attività svolte dalle funzioni: CRO, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale, sulle cui attività effettua un regolare controllo.
Con cadenza annuale, l’Alta Direzione riporta al Consiglio di Amministrazione sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi. Il Direttore Generale, anche sulla base di specifica documentazione prodotta dalle diverse funzioni aziendali di controllo e di gestione dei rischi relaziona annualmente al Consiglio sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi.
Al Consiglio e al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, su invito del Presidente, possono riferire periodicamente i responsabili dei diversi settori, per una più completa e dettagliata illustrazione di argomenti specifici, allo scopo di consentire un più preciso livello di verifica di congruità delle misure operative adottate, nei confronti delle direttive impartite.
L’attività del Consiglio di Amministrazione è disciplinata dalla normativa primaria e secondaria, nonché dallo Statuto Sociale e dal Regolamento del Consiglio di Amministrazione.
Italiana Assicurazioni, in quanto parte di Reale Group, è tenuta all’osservanza dei provvedimenti che la Capogruppo, nell’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento, adotta per l’attuazione delle disposizioni impartite dall’Autorità di Vigilanza nell’interesse della stabile ed efficiente gestione del Gruppo. Gli Amministratori della Società forniscono alla Capogruppo ogni dato e informazione per l’emanazione dei provvedimenti.
In particolare, lo Statuto Sociale prescrive che il Consiglio di Amministrazione:
‐ sia investito di tutti i più ampi poteri per la gestione ordinaria e straordinaria della Società, ad eccezione di quelli attribuiti per legge o per statuto all'Assemblea;
‐ sia competente per le deliberazioni concernenti la riduzione del capitale in caso di recesso del socio e gli adeguamenti dello statuto a disposizioni normative;
‐ determini i poteri e le facoltà del Presidente del Consiglio di Amministrazione e dell’Amministratore Delegato (qualora nominato);
‐ provveda alla nomina di un Direttore Generale per la parte esecutiva e la gestione ordinaria delle operazioni sociali, determinandone le attribuzioni ed i poteri, anche eventualmente con facoltà di delega;
‐ possa nominare Condirettori Generali, Vice Direttori Generali, Direttori, Dirigenti o Funzionari, attribuendo loro, nell'ambito dei poteri conferiti, l'uso della firma sociale;
‐ possa nominare mandatari per determinati atti o categorie di atti.
Al Consiglio di Amministrazione, inoltre, sono attribuiti i compiti e le responsabilità stabiliti dalla normativa di settore. In particolare, secondo quanto disposto dal Regolamento Isvap n. 20/2008 e dal successivo Regolamento Ivass n. 38/2018, l’Organo Amministrativo della Società ha la responsabilità ultima del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, del quale assicura la costante completezza, funzionalità ed efficacia, anche con riferimento alle attività esternalizzate. L’Organo Amministrativo assicura inoltre che il sistema di gestione dei rischi consenta l’identificazione, la valutazione anche prospettica e il controllo dei
rischi, ivi compresi quelli derivanti dalla non conformità alle norme, garantendo l’obiettivo della salvaguardia del patrimonio, anche in un’ottica di medio‐lungo periodo.
A tali fini, il Consiglio di Amministrazione della Società:
‐ è informato sistematicamente dall’Alta Direzione sui principali aspetti della gestione aziendale, quali:
• il piano pluriennale di gestione, il budget e i relativi aggiornamenti;
• l’andamento dei premi, dei sinistri e delle riserve tecniche;
• i rendimenti dei prodotti previdenziali a base finanziaria e i rendiconti sui risultati delle gestioni separate Vita;
• i dati di tesoreria;
• gli investimenti mobiliari, con moduli di verifica del rispetto di svariati parametri del livello di rischio tollerato;
• gli investimenti immobiliari, con l’esame della composizione del patrimonio e della redditività corrente;
• gli andamenti delle partecipazioni;
• la composizione della forza lavoro;
• la rete agenziale, con dettagli sui nuovi mandati, sulle cessazioni e trasformazioni dei rapporti contrattuali.
‐ approva, preliminarmente alla loro esecuzione, le modifiche significative dell’assetto organizzativo, quali creazioni o estinzioni di funzioni aziendali, ed esamina, almeno una volta all’anno, l’organigramma aziendale, corredato dalla descrizione dei compiti e delle responsabilità delle unità operative, nelle sue funzioni caratterizzanti, al fine di vigilare sull’adeguatezza e congruenza dell’assetto stesso, nonché sull’appropriata separazione delle funzioni;
‐ delega poteri e responsabilità, evitandone l’eccessiva concentrazione in capo a un singolo soggetto, ed esamina, almeno una volta all’anno, la mappa completa dell’articolazione delle deleghe. Inoltre, anche con il supporto delle funzioni preposte al controllo e alla gestione dei rischi, il Consiglio verifica l’effettivo esercizio dei poteri delegati, con conseguente possibilità di prevedere adeguati piani di emergenza (i cosiddetti “contingency arrangements”) qualora decida di avocare a sé i poteri delegati;
‐ definisce le direttive in materia di sistema dei controlli interni e dei rischi, rivedendole almeno una volta all’anno e curandone l’adeguamento all’evoluzione dell’operatività aziendale e delle condizioni esterne. Nell’ambito di tali direttive è ricompresa anche la politica relativa alle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale. Verifica altresì che il sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi sia coerente con gli indirizzi strategici e la propensione al rischio stabiliti e sia in grado di cogliere l’evoluzione dei rischi aziendali e l’interazione tra gli stessi;
‐ approva la politica di valutazione attuale e prospettica dei rischi (basata sui principi ORSA), i criteri e le metodologie seguite per le valutazioni, con particolare riguardo a quelli maggiormente significativi; approva gli esiti delle valutazioni e li comunica all’Alta Direzione e alle strutture interessate, unitamente alle conclusioni cui lo stesso è pervenuto (approccio cosiddetto “top down”);
‐ determina, sulla base delle valutazioni di cui al punto precedente, la propensione al rischio dell’impresa in coerenza con l’obiettivo di salvaguardia del patrimonio della stessa, fissando in modo coerente i livelli di tolleranza al rischio, che rivede almeno una volta all’anno, al fine di assicurarne l’efficacia nel tempo;
‐ approva, sulla base degli elementi di cui ai due punti precedenti, la politica di gestione del rischio e le strategie anche in un’ottica di medio‐lungo periodo, nonché i piani di emergenza (il cosiddetto “contingency plan”) di cui all’articolo 19, comma 4, del Regolamento Isvap n. 20/2008 e dell’art. 19, commi 5 e 6, del successivo Regolamento Ivass n. 38/2018 al fine di garantire la regolarità e continuità aziendale;
‐ approva, tenuto conto degli obiettivi strategici e in conformità con la politica di gestione dei rischi, le politiche di sottoscrizione, di riservazione, di riassicurazione e di altre tecniche di mitigazione del rischio, nonché di gestione del rischio operativo, in coerenza con i tre punti precedenti, e di gestione del capitale;
‐ definisce, ove ne ricorrano i presupposti, le direttive e i criteri per la circolazione e la raccolta dei dati e delle informazioni utili ai fini dell’esercizio della vigilanza supplementare di cui al Titolo XV del D. Lgs. 209/2005, nonché le direttive in materia di controllo interno per la verifica della completezza e tempestività dei relativi flussi informativi;
‐ approva la “Politica di governo societario” da diffondere a tutte le strutture interessate, in cui sono definiti:
• i compiti e le responsabilità degli Organi sociali e dei Comitati consiliari;
• i flussi informativi, comprese le tempistiche, tra le diverse funzioni, i Comitati consiliari e tra questi e gli Organi sociali;
• le modalità di coordinamento e di collaborazione tra i soggetti sopra indicati e le funzioni operative, nel caso in cui gli ambiti di controllo presentino aree di potenziale sovrapposizione o permettano di sviluppare sinergie. Nel definire le modalità di raccordo, le imprese prestano attenzione a non alterare, anche nella sostanza, le responsabilità ultime degli Organi sociali sul sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi;
‐ approva la politica aziendale in materia di esternalizzazione;
‐ approva le politiche delle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale, nelle quali sono definiti compiti e responsabilità delle stesse;
‐ approva il Modello interno per il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità e le relative politiche di governance;
‐ approva la politica aziendale per la valutazione del possesso dei requisiti di idoneità alla carica, in termini di onorabilità, professionalità e indipendenza, dei soggetti preposti alle funzioni di amministrazione, di direzione e di controllo, nonché dei responsabili delle funzioni di Revisione Interna, CRO, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale, o in caso di esternalizzazione di queste ultime all’interno o all’esterno del Gruppo, rispettivamente, dei referenti interni o dei soggetti responsabili delle attività di controllo delle attività esternalizzate. Valuta la sussistenza dei requisiti in capo a tali soggetti con cadenza almeno annuale. In particolare, tale politica assicura che l’Organo amministrativo sia nel suo complesso in possesso di adeguate competenze tecniche almeno in materia di mercati assicurativi e finanziari, sistemi di governance, analisi finanziaria ed attuariale, quadro regolamentare, strategie commerciali e modelli d’impresa;
‐ approva la politica delle segnalazioni destinate all’Ivass (la cosiddetta “reporting policy”), in coerenza con le vigenti disposizioni normative;
‐ verifica che l’Alta Direzione implementi correttamente il sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi secondo le direttive impartite e che ne valuti la funzionalità e l’adeguatezza;
‐ richiede di essere periodicamente informato sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e che gli siano riferite con tempestività le criticità più significative, siano esse individuate dall’Alta Direzione, dalle funzioni di Revisione Interna, CRO, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale, dalle altre funzioni di controllo, dal personale, impartendo con tempestività le direttive per l’adozione di misure correttive, di cui successivamente valuta l’efficacia;
‐ individua particolari eventi o circostanze che richiedono un immediato intervento da parte dell’Alta Direzione;
‐ assicura che sussista un’idonea e continua interazione, ove applicabile, tra tutti i Comitati istituiti all’interno dell’Organo amministrativo stesso, l’Alta Direzione e le funzioni di Revisione Interna, CRO, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale, anche mediante interventi proattivi per garantirne l’efficacia;
‐ assicura un aggiornamento professionale continuo, esteso anche ai componenti l’Organo stesso, predisponendo, altresì, piani di formazione adeguati ad assicurare il bagaglio di competenze tecniche necessario per svolgere con consapevolezza il proprio ruolo, nel rispetto della natura, della portata e della complessità dei compiti assegnati, e preservare le proprie conoscenze nel tempo;
‐ effettua, almeno una volta all’anno, una valutazione sulla dimensione, sulla composizione e sul funzionamento dell’Organo amministrativo nel suo complesso, nonché dei suoi Comitati (qualora istituiti) esprimendo orientamenti sulle figure professionali la cui presenza nell’Organo amministrativo sia ritenuta opportuna e proponendo eventuali azioni correttive;
‐ assicura che la struttura organizzativa dell’impresa sia idonea ad assicurare la completezza, la funzionalità e l’efficacia del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi;
‐ informa senza indugio l’Autorità di Xxxxxxxxx, qualora siano apportate significative modifiche alla struttura organizzativa dell’impresa, illustrando le cause e/o le motivazioni interne o esterne che hanno reso necessari tali interventi;
‐ si avvale del supporto del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, istituito dalla Capogruppo, per l’espletamento dei compiti relativi al sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, ratificandone la composizione (con specifica nomina del proprio rappresentante), i compiti e le modalità di funzionamento;
‐ definisce e approva i contenuti e/o le modifiche del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex
D. Lgs. 231/2001 anche sulla base delle proposte dell’Organismo di Vigilanza. Approva inoltre il piano annuale delle attività dello stesso Organismo e ne definisce il budget;
‐ promuove un alto livello di integrità e una cultura del controllo interno tale da sensibilizzare l’intero personale sull’importanza e utilità dei controlli interni. A tal fine emana un codice etico, che definisce le regole comportamentali, disciplina le situazioni di potenziale conflitto di interesse e prevede azioni correttive adeguate;
‐ approva annualmente il piano strategico sulla tecnologia dell’informazione e comunicazione, elaborato in ambito di Gruppo, volto ad assicurare l’esistenza e il mantenimento di un’architettura complessiva dei sistemi altamente integrata, dal punto di vista sia applicativo sia tecnologico, e adeguata ai bisogni dell’impresa;
‐ nomina e revoca il responsabile della funzione di Revisione Interna, cui attribuisce i compiti, poteri, responsabilità e modalità di reportistica al Consiglio stesso, verificando la sussistenza in capo a tale soggetto dei requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza stabiliti dalla Politica per la valutazione del possesso dei requisiti, ex art. 5, comma 2, lett. l, del Regolamento Isvap n. 20/2008 e dell’art. 5, comma 2, lett. n, del successivo Regolamento n. 38/2018. Approva il piano annuale della funzione;
‐ nomina e revoca il responsabile della funzione di Risk Management definendone le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo; verifica la sussistenza in capo a tale soggetto dei requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza stabiliti dalla Politica per la valutazione del possesso dei requisiti, ex art. 5, comma 2, lett. l, del Regolamento Isvap n. 20/2008 e dell’art. 5, comma 2, lett. n, del successivo Regolamento n. 38/2018; approva il programma di attività annuale della funzione;
‐ approva il conferimento dell’attività del Chief Risk Officer alla funzione della Capogruppo; approva il programma annuale dell’attività del CRO, definendo le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica della funzione agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo;
‐ approva il conferimento dell’attività di Compliance alla funzione della Capogruppo, definendone le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo; nomina un referente interno che cura i rapporti con il responsabile della funzione di Gruppo; approva il programma di attività annuale della funzione;
‐ approva il conferimento dell’attività di Antiriciclaggio alla funzione della Capogruppo, definendone le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo; nomina il preposto interno alla funzione di Antiriciclaggio, con il compito di monitorare le modalità di svolgimento del servizio da parte dell’outsourcer, ai sensi dell’art. 13, comma 4, del Regolamento Isvap n. 41/2012; approva il programma annuale di attività della funzione;
‐ approva il programma annuale dell’attività Attuariale, definendo le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica della funzione agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo; definisce e formalizza i collegamenti tra le varie funzioni cui sono attribuiti compiti di controllo;
‐ approva gli esiti delle valutazioni sui rischi cui l’impresa è esposta in un’ottica attuale e prospettica e li comunica all’Alta Direzione e alle strutture interessate, unitamente alle conclusioni cui è pervenuto.
Alta Direzione
L’Alta Direzione è composta dal Direttore Generale e dall’Amministratore Delegato (qualora nominato) , designati dal Consiglio di Amministrazione della Società.
Il Direttore Generale e l’Amministratore Delegato possiedono i requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza di cui alla Politica ex art. 5 del Regolamento Isvap n. 20/2008 e del successivo Regolamento Ivass n. 38/2018.
Il Direttore Generale riporta direttamente al Consiglio di Amministrazione su tutte le tematiche, comprese quelle relative al controllo; guida e coordina, nell’ambito delle deleghe a lui espressamente conferite, la
gestione di tutta l’attività aziendale, con il supporto dell’intera dirigenza.
Il Direttore Generale della Società è responsabile dell’attuazione, del mantenimento e del monitoraggio del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, in conformità con le direttive del Consiglio di Amministrazione; egli riporta annualmente al Consiglio di Amministrazione le valutazioni sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi.
L’Alta Direzione provvede inoltre a far redigere, coordinare, verificare preventivamente e a illustrare tutta la reportistica per il Consiglio di Amministrazione. Allo stesso modo provvede a formulare, comunicare, coordinare e verificare il flusso di ritorno di indicazioni strategiche che l’Organo amministrativo elabora sulla base delle informazioni, trasformandole in linee direttive e in attività di management.
L’insieme della documentazione e delle evidenze fornite dalle funzioni tecnico‐operative e dalle funzioni di staff, raccolto attraverso i flussi di comunicazione previsti, consente all’Alta Direzione di svolgere il ruolo di raccordo con il Consiglio di Amministrazione, in modo formalizzato e costante nel tempo.
L’Alta Direzione si coordina a livello di Gruppo in ambito di Comitato di Direzione di Gruppo, che si avvale a sua volta della collaborazione di gruppi collegiali di lavoro che, operativi anch’essi a livello di Gruppo, svolgono attività di approfondimento e di analisi su specifici temi.
In particolare, nell’ottica del recepimento della direttiva Solvency II opera il Comitato di Gruppo per la validazione del Modello interno, con il compito di presidiare correttamente il processo di validazione del Modello interno per il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) secondo quanto previsto dalla Direttiva Solvency II, ovvero recepire le linee strategiche espresse dal Consiglio di Amministrazione, promuovere e sviluppare le iniziative atte a realizzare gli obiettivi indicati, verificare la loro applicazione, informare semestralmente il Comitato di Direzione di Gruppo sulle attività di validazione, riferire semestralmente al Consiglio di Amministrazione sulle attività svolte e sull’adeguatezza del Modello interno e assistere il Consiglio di Amministrazione e il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo nella valutazione/validazione del Modello interno.
L’Alta Direzione:
‐ definisce in dettaglio l’assetto organizzativo dell’impresa, i compiti e le responsabilità delle unità operative e dei relativi addetti, nonché i processi decisionali in coerenza con le direttive impartite dall’Organo amministrativo; in tale ambito attua l’appropriata separazione di compiti sia tra singoli soggetti sia tra funzioni in modo da evitare, per quanto possibile, l’insorgere di conflitti di interesse;
‐ attua le politiche di valutazione, anche prospettica, e di gestione dei rischi fissate dall’Organo amministrativo, assicurando la definizione di limiti operativi e la tempestiva verifica dei limiti medesimi, nonché il monitoraggio delle esposizioni ai rischi e il rispetto dei livelli di tolleranza;
‐ attua, tenuto conto degli obiettivi strategici e in coerenza con la politica di gestione dei rischi, le politiche di sottoscrizione, di riservazione, di riassicurazione e di altre tecniche di mitigazione del rischio nonché di gestione del rischio operativo;
‐ cura il mantenimento della funzionalità e dell’adeguatezza complessiva dell’assetto organizzativo, del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, incluso il rischio di non conformità alle norme;
‐ verifica che l’Organo amministrativo sia periodicamente informato sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi e della funzione di Compliance e comunque tempestivamente ogni qualvolta siano riscontrate criticità significative;
‐ dà attuazione alle indicazioni dell’Organo amministrativo in ordine alle misure da adottare per correggere le anomalie riscontrate e apportare miglioramenti;
‐ propone all’Organo amministrativo iniziative volte all’adeguamento e al rafforzamento del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi;
‐ è responsabile della promozione della cultura del controllo interno e assicura che il personale sia messo a conoscenza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità, in modo da essere effettivamente impegnato nello svolgimento dei controlli, intesi quale parte integrante della propria attività. A tal fine assicura la formalizzazione e l’adeguata diffusione tra il personale del sistema delle deleghe e delle procedure che regolano l’attribuzione di compiti, i processi operativi e i canali di reportistica;
‐ promuove continue iniziative formative e di comunicazione volte a favorire l’effettiva adesione di tutto il personale ai principi di integrità morale e ai valori etici;
‐ assicura che il Consiglio di Amministrazione abbia una conoscenza completa dei fatti aziendali rilevanti,
anche attraverso la predisposizione di un’adeguata reportistica.
Collegio Sindacale
Il Collegio Sindacale di Italiana Assicurazioni è composto da tre sindaci effettivi, di cui un Presidente, e due sindaci supplenti.
L’attività dell’organo di controllo prevede:
‐ il monitoraggio del processo di informativa finanziaria;
‐ il controllo dell’efficacia dei sistemi di controllo interno della qualità, di gestione del rischio dell’Impresa e di revisione interna;
‐ il monitoraggio della revisione legale dei rendiconti periodici;
‐ la verifica e il monitoraggio dell’indipendenza della società di revisione legale, in particolare per quanto concerne l’adeguatezza della prestazione di servizi diversi dalla revisione.
Ai fini di cui sopra, il Collegio Sindacale, fra l’altro:
‐ raccoglie gli elementi utili ad esprimere le proprie valutazioni sull’idoneità delle deleghe e sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo aziendale;
‐ valuta l’efficienza e l’efficacia del sistema dei controlli interni, mantenendo un adeguato collegamento con i responsabili delle funzioni di controllo interno, con particolare riguardo ai rapporti con il responsabile della funzione di Revisione Interna;
‐ cura il tempestivo scambio di informazioni con la società di revisione legale e ne esamina i risultati del lavoro svolto.
Inoltre, il Collegio Sindacale di Italiana Assicurazioni effettua verifiche e approfondimenti sulla realtà societaria incontrando i responsabili delle diverse aree aziendali, con la partecipazione diretta del responsabile della funzione di Revisione Interna. Inoltre, mantiene un adeguato scambio informativo con il responsabile delle attività di controllo sulle attività esternalizzate.
Il Presidente del Collegio Sindacale partecipa alle riunioni del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo; in tale ambito approfondisce le tematiche relative al sistema dei controlli interni e alle risultanze delle attività svolte dalle funzioni a esso preposte.
Il Collegio Sindacale mantiene gli opportuni scambi informativi con l’Organismo di Xxxxxxxxx nominato ai sensi del D. Lgs. 231/2001.
In relazione all’attività di antiriciclaggio e con riferimento alle norme di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, contenute nel D. Lgs. 231/2007 e s.m.i. e nel Regolamento Isvap n. 41/2012, il Collegio Sindacale riceve ed esamina le relazioni trimestrali prodotte dal responsabile della funzione di Antiriciclaggio e vigila sui processi aziendali, anche al fine di monitorare l’eventuale verificarsi dei presupposti per comunicazioni previste dal disposto dall’art. 52 del D. Lgs. 231/2007.
Funzioni fondamentali
Funzione di revisione interna
Il Consiglio di Amministrazione ha istituito la funzione Revisione Interna (Internal Audit) la quale è incaricata di valutare e monitorare l’efficacia, l’efficienza e l’adeguatezza del sistema di controllo interno e delle ulteriori componenti del sistema di governo societario e le eventuali necessità di adeguamento, anche attraverso attività di supporto e di consulenza alle altre funzioni aziendali.
La funzione assiste l’organizzazione medesima nel perseguimento dei propri obiettivi tramite un approccio professionale sistematico, che genera valore aggiunto in quanto finalizzato a valutare e migliorare i processi di controllo, di gestione dei rischi e di Corporate Governance.
La funzione Revisione Interna fornisce, inoltre, la propria attività di supporto alla società di revisione esterna e al Collegio Sindacale, sia nella gestione delle proprie verifiche periodiche sia negli incontri che lo stesso effettua con le diverse unità aziendali e riferisce periodicamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo.
I compiti, i ruoli, le responsabilità della funzione Revisione Interna sono analiticamente individuati e recepiti
all’interno della “Politica della funzione Revisione Interna”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale, e sono analiticamente specificati nel paragrafo B.5.1 del presente documento.
Chief Risk Officer (CRO)
La figura del Chief Risk Officer (CRO) è stata istituita presso la Capogruppo Reale Mutua nel 2015, con la finalità di garantire, nell’ambito del sistema dei controlli interni, la gestione complessiva dei rischi di Reale Mutua e del Gruppo di imprese che fanno capo alla stessa.
La funzione ha lo scopo di governare, in maniera accentrata, tutte le tematiche afferenti al presidio dei rischi aziendali, nonché di assicurare la coerenza nell’implementazione delle linee guida definite, sulla materia, dall’Organo amministrativo, tramite il coordinamento delle funzioni aziendali di controllo di secondo livello e del Servizio Affari Legali.
L’obiettivo ultimo della funzione CRO è, in sintesi, quello di facilitare e favorire l’integrazione del sistema dei controlli interni e la realizzazione di un sistema integrato di gestione dei rischi.
In seno alla Capogruppo il CRO riporta funzionalmente e gerarchicamente al Direttore Generale e direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, nonché al Consiglio di Amministrazione.
Funzione di Risk Management
La funzione di Risk Management funge da coordinatore delle attività di individuazione, misurazione, valutazione e monitoraggio in via continuativa dei rischi attuali e prospettici a livello individuale ed aggregato cui la Compagnia è o potrebbe essere esposta e le relative interdipendenze.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione di Risk Management sono recepiti nella “Politica della funzione di Risk Management”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale e sono sinteticamente specificati al paragrafo B.3.2 del presente documento.
Funzione Attuariale
La funzione Attuariale ha il compito di valutare l’adeguatezza e l’appropriatezza delle riserve tecniche secondo le logiche Solvency II, valutare la sufficienza delle riserve tecniche di bilancio, secondo i principi contabili nazionali, esprimere un parere sulle politiche di sottoscrizione e sugli accordi di riassicurazione e contribuire ad applicare in modo efficace il sistema di gestione dei rischi.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione sono analiticamente individuati nella “Politica della funzione Attuariale”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale, e sono sinteticamente specificati al paragrafo B.6.1 del presente documento.
Funzione di Compliance
La funzione Attuariale ha il compito di valutare l’adeguatezza e l’appropriatezza delle riserve tecniche secondo le logiche Solvency II, valutare la sufficienza delle riserve tecniche di bilancio, secondo i principi contabili nazionali, esprimere un parere sulle politiche di sottoscrizione e sugli accordi di riassicurazione e contribuire ad applicare in modo efficace il sistema di gestione dei rischi.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione di Compliance sono analiticamente individuati nella “Politica della funzione di Compliance”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale, e sono sinteticamente indicati al capitolo B.4.2 del presente documento.
Funzione di Antiriciclaggio
La funzione Antiriciclaggio, istituita con apposita delibera del Consiglio di Amministrazione nel luglio 2012 ai sensi del Regolamento IVASS 41/2012, è deputata a prevenire e contrastare la realizzazione di operazioni di riciclaggio e finanziamento al terrorismo. A tal fine, essa verifica con continuità che i processi, le procedure e le strutture organizzative siano coerenti con l’obiettivo di prevenire e contrastare la violazione di norme di legge, regolamentari e di autoregolamentazione dettate in materia.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione Antiriciclaggio sono recepiti e analiticamente descritti nella “Politica della funzione Antiriciclaggio”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale.
Modifiche significative al sistema di Governance
Nel corso del 2018 le più significative variazioni intervenute nella struttura organizzativa della Società sono le seguenti:
‐ il Dott. Xxx Xxxxxxxx ha rassegnato, con effetto dal 21/5/18, le dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione, mantenendo la carica di Consigliere della Compagnia;
‐ l’Ing. Xxxxx Xxxx è stato nominato, con delibera del 21/5/18, Presidente del Consiglio di Amministrazione, lasciando, contestualmente, la carica di Amministratore Delegato;
‐ il Consiglio di Amministrazione ha ritenuto di non nominare un nuovo Amministratore Delegato della Società.
Modalità di coordinamento tra gli organi di amministrazione e controllo e le funzioni di gestione del rischio, di conformità, di revisione interna ed attuariale e modalità attraverso le quali le funzioni fondamentali informano e supportano gli organi di amministrazione e controllo.
Tenuto conto della normativa interna adottata nel corso del tempo, la Compagnia individua una pluralità di report, rendicontazioni e analisi tra le diverse funzioni di controllo della Società, i Comitati consiliari e tra questi e gli Organi sociali.
Processo di autovalutazione dell’assetto di governo societario
Italiana, società appartenente a Reale Group, ha condotto nel corso dell’esercizio il processo di autovalutazione dell’assetto di governo societario previsto della lettera al mercato IVASS del 5 luglio 2018 – prot. 0168396/18, avente ad oggetto “Orientamenti IVASS sull'applicazione del principio di proporzionalità nel sistema di governo societario delle imprese di assicurazione e riassicurazione e dei gruppi”.
Il percorso di autovalutazione, sulla base dei parametri quantitativi (profili dimensionali), di complessità dell’impresa ed ulteriori di cui ai paragrafi 1.1.1, 1.1.2 e 1.1.3. dell’Allegato alla lettera al mercato soprarichiamata (che approssimano il profilo di rischiosità, la tipologia di attività, la complessità del business e delle operazioni svolte), ha individuato l’assetto di governo rafforzato quale assetto più idoneo associato alla classe di rischiosità/complessità presentata dall’impresa.
B.1.2.POLITICHE RETRIBUTIVE
La Società adotta politiche di remunerazione coerenti con i principi e la missione della stessa e sono legate al fatto di garantire agli assicurati qualità e certezza delle prestazioni promesse e continuità e indipendenza del Gruppo.
In coerenza con i principi riconducibili alla forma societaria della Capogruppo, nonché di quanto previsto dal Codice Etico di Gruppo, da sempre le politiche di Italiana Assicurazioni, ivi comprese quelle remunerative, sono improntate alla sana e prudente gestione del rischio e coerenti con l’obiettivo di garantire redditività e equilibrio finanziario nel lungo termine.
La retribuzione del personale deve rafforzare la strategia aziendale e di Gruppo, consolidando gli indirizzi e le scelte di fondo dell’organizzazione.
Politiche di remunerazione degli Amministratori
La remunerazione annuale dei Consiglieri è stabilita dall’Assemblea ordinaria. L’entità complessiva è determinata in misura fissa, su proposta dell’Azionista unico, in coerenza con la natura mutualistica della Capogruppo e calibrata, in un’ottica di coordinamento del Gruppo, sulle caratteristiche dell’Impresa; tale corrispettivo è rivisto con cadenza di norma annuale.
Il compenso complessivo è ripartito dal Consiglio di Amministrazione in quote; per il Presidente, il VicePresidente (qualora nominato) e l’Amministratore Delegato (qualora nominato) è previsto un numero di quote fisse più elevato, in relazione alle maggiori responsabilità loro assegnate. A tutti gli Amministratori è altresì erogato un emolumento fisso legato alla presenza alle riunioni determinato dall’Assemblea e un’eventuale indennità di trasferta giornaliera fissata dal Consiglio di Amministrazione, con cadenza di
norma annuale.
Al Consigliere cui è attribuito l’incarico di Presidente dell’Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/01 è corrisposta una remunerazione fissa, stabilita dal Consiglio di Amministrazione, su proposta del Presidente, e adeguata con cadenza di norma triennale secondo le stesse logiche sopra riportate, un emolumento fisso legato alla presenza alle riunioni e un’eventuale indennità di trasferta giornaliera; al Consigliere cui è attribuito l’incarico di membro del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo è corrisposto un emolumento fisso legato alla presenza alle riunioni.
Per gli Amministratori, in nessun caso, è prevista l’erogazione di componenti variabili.
Per gli Amministratori non sono inoltre previsti importi integrativi in caso di anticipata cessazione dall’incarico.
Politiche di remunerazione del Collegio Sindacale
La remunerazione annuale dei Sindaci è stabilita dall’Assemblea, su proposta dell’Azionista unico. L’entità è determinata in misura fissa, in coerenza con la natura mutualistica della Capogruppo e calibrata, in un’ottica di coordinamento del Gruppo, sulle caratteristiche dell’impresa; i corrispettivi sono adeguati con cadenza di norma triennale.
Per il Presidente del Collegio è previsto un compenso fisso supplementare rispetto agli altri Sindaci effettivi, in relazione alle maggiori responsabilità a lui assegnate; ai Sindaci supplenti non spettano remunerazioni.
Ai Sindaci è attribuita altresì dall’Assemblea un’eventuale indennità di trasferta giornaliera, adeguata anch’essa con cadenza di norma triennale.
Al Sindaco che è membro dell’Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/01 è attribuito un emolumento fisso legato alla presenza alle riunioni e un’eventuale indennità di trasferta giornaliera.
Per i Sindaci, in nessun caso, è prevista l’erogazione di compensi collegati ai risultati o basati su strumenti finanziari.
Politiche di remunerazione del personale rilevante e dei responsabili delle Funzioni fondamentali
Si premette che, nel corso del 2018 IVASS ha emesso il nuovo Regolamento n.38/2018. Nel proseguo del presente paragrafo si farà comunque riferimento al Regolamento ISVAP n. 39/2011 ancora in vigore al momento dell'approvazione delle Politiche di Remunerazione del 2018.
Tenendo conto della definizione di personale del Regolamento Isvap n. 39/2011, in vigore al momento della identificazione e approvazione dello stesso “personale” e considerando la dimensione, la complessità della Società e quanto detto in precedenza, il personale rilevante è costituito dal:
‐ Direttore Generale;
‐ Condirettore Generale;
‐ Vicedirettore Generale;
‐ Direttore Commerciale e Mercato.
I responsabili delle funzioni di controllo interno, oggi Funzioni Fondamentali come da Regolamento IVASS n.38/2018, individuati ai sensi del Regolamento Isvap n. 20 del 2008, del Regolamento Isvap n. 41 del 2012 e del Decreto Legislativo n. 209 del 7 settembre 2005 (Codice delle assicurazioni private), coordinato con il Decreto Legislativo 74/2015, e cioè:
‐ il Responsabile della funzione Internal Audit (*);
‐ il Responsabile della funzione Compliance (*);
‐ il Responsabile della funzione Risk Management;
‐ il Responsabile della funzione Antiriciclaggio (*);
‐ il Responsabile della Funzione Attuariale (*);
a cui si aggiunge la figura del Chief Risk Officer (**), sono considerati nel documento delle politiche di remunerazione della Capogruppo, in quanto dipendenti della stessa.
(*) funzioni esternalizzate presso la Capogruppo, per le quali è assicurato il rispetto dei principi di cui all’art. 4 del Regolamento Isvap n. 39/2011.
(**) funzione della Capogruppo.
Il personale rilevante è remunerato tramite una retribuzione fissa, una variabile e benefits.
La remunerazione fissa è definita in funzione del ruolo ricoperto, del livello di responsabilità, dell’impegno connesso al ruolo e nel rispetto della disciplina che regola i rapporti di lavoro.
La remunerazione variabile è costituita da un compenso di natura monetaria legato al raggiungimento degli obiettivi assegnati. Non sono previste altre forme di compenso variabile.
Gli obiettivi, che rappresentano il livello atteso di prestazione, hanno diversi orizzonti temporali al fine di incentivare scelte e comportamenti virtuosi che risultino sostenibili anche nel medio e lungo termine. Sono pertanto definiti degli obiettivi di breve periodo (annuali) e obiettivi di medio/lungo periodo (triennali) a cui è collegata la corresponsione dei rispettivi incentivi.
La remunerazione prevede un bilanciamento tra componente fissa e componente variabile per garantire stabilità nelle prestazioni e una maggiore fidelizzazione. Sono fissati pertanto limiti alla componente variabile, che non può essere determinata complessivamente per ogni anno in misura superiore al 50% della retribuzione annua lorda fissa.
L’accesso al sistema di incentivazione è subordinato al raggiungimento combinato di una soglia di risultati economici e del rispetto di adeguati livelli di solidità patrimoniale, questi ultimi allineati con quanto indicato all’interno del Risk Appetite Framework. Tale meccanismo si applica, con una logica di doppio cancello, sia a livello di Gruppo nel suo complesso, sia alla singola impresa.
Il compenso variabile annuale è legato al raggiungimento degli obiettivi annuali assegnati tramite la scheda obiettivi e deve essere corrisposto in seguito alla consuntivazione degli stessi. L’eventuale erogazione del premio è subordinata al raggiungimento degli obiettivi assegnati; è previsto un livello minimo di performance al di sotto della quale il premio non viene erogato. L’entità del premio è commisurata al livello di raggiungimento degli obiettivi assegnati e non può superare il 100% del valore previsto, anche in presenza di performance superiori. Il compenso variabile annuale prevede un meccanismo di erogazione in 4 anni. Il 40% del premio viene erogato a partire dal secondo anno successivo a quello di maturazione ed è soggetto a un differimento su un arco temporale di tre anni con erogazione pro quota su base annuale.
Il compenso variabile triennale è legato alla partecipazione al sistema di incentivazione di lungo termine. Il sistema si articola su un arco temporale complessivo di sette anni ed è collegato a obiettivi di performance di Gruppo. Il piano prevede un periodo di valutazione della performance articolato su tre anni. La componente maturata viene erogata in forma monetaria, in parte, l’anno successivo la chiusura del piano e differita, per una quota pari al 40%, su un arco temporale di tre anni con erogazione pro quota su base annuale. L’erogazione del premio è subordinata al raggiungimento dei target prefissati, a prestazioni al di sotto della soglia di risultato prevista non verrà corrisposto alcun premio. L’entità del premio non può comunque superare la misura prevista anche in caso di prestazioni superiori ai target impostati.
I responsabili delle funzioni di controllo interno, oggi Funzioni Fondamentali, sono remunerati tramite una retribuzione fissa, definita in funzione del ruolo ricoperto, del livello di responsabilità, dell’impegno connesso al ruolo e nel rispetto della disciplina che regola i rapporti di lavoro, secondo quanto previsto dal Regolamento Isvap n. 20 del 2008 e dal Regolamento Isvap n. 41 del 2012.
La componente variabile della remunerazione dei responsabili delle Funzioni Fondamentali è costituita da un compenso di natura monetaria erogato in funzione del grado di raggiungimento degli obiettivi assegnati all’interno del sistema di incentivazione di breve termine.
Al fine di evitare possibili conflitti di interesse, gli obiettivi assegnati al personale appartenente alle funzioni fondamentali e assimilabili sono principalmente di tipo qualitativo e sono collegati all’efficacia e alla qualità dell’azione di controllo esercitata e indipendenti dalle performance delle strutture oggetto del loro controllo. Il peso della componente variabile non supera il 20% della retribuzione annua lorda.
L’eventuale erogazione del premio è subordinata al raggiungimento degli obiettivi assegnati; è previsto un livello minimo di performance al di sotto della quale il premio non viene erogato. L’entità del premio è commisurata al livello di raggiungimento degli obiettivi assegnati e non può superare il 100% del valore previsto, anche in presenza di performance superiori.
Le politiche di remunerazione sono annualmente:
‐ definite dal Consiglio di Amministrazione;
‐ approvate dall’Assemblea.
Politiche di remunerazione del personale non appartenente alle categorie precedenti
Il personale è remunerato tramite una remunerazione fissa, una variabile, ove prevista e da alcuni benefit.
La remunerazione fissa è definita in funzione del ruolo ricoperto e tenendo conto delle prassi di mercato, del livello di responsabilità, dell’impegno connesso al ruolo e nel rispetto della disciplina che regola i rapporti di lavoro.
La retribuzione variabile, erogata all’interno del sistema MBO, ricompensa la performance conseguita e la creazione di valore per l’impresa nel tempo. Il riconoscimento della componente variabile è subordinato al raggiungimento di risultati predeterminati, oggettivi e agevolmente misurabili.
La politica di remunerazione per il restante personale, nella fissazione dei risultati da raggiungere:
‐ prevede l’adozione di indicatori di performance che tengano conto dei rischi attuali o futuri connessi ai risultati prefissati e dei correlati oneri in termini di costo del capitale impiegato e di liquidità necessaria;
‐ tiene conto, ove appropriato, anche di criteri non finanziari che contribuiscono alla creazione di valore per l’impresa, quali la conformità alla normativa esterna ed interna e l’efficienza della gestione del servizio alla clientela;
‐ assicura che l’importo complessivo della componente variabile sia basato su una adeguata combinazione dei risultati ottenuti dal singolo e dei risultati complessivi dell’impresa o del gruppo di appartenenza.
Inoltre, per il restante personale non beneficiario del sistema MBO, è previsto un sistema di performance management di carattere discrezionale, basato sull’assegnazione di obiettivi annuali qualitativi legati alla copertura del ruolo e legata alla valutazione del responsabile diretto.
Oltre ai premi previsti dai sistemi incentivanti, possono essere erogate gratifiche una tantum per il raggiungimento di obiettivi correlati a progetti strategici, di innovazione e in generale a performance di particolare rilievo. Ove ritenuto opportuno, nel caso di inserimento in organico di personale con profili professionali di particolare interesse, è possibile l’erogazione di un “entry bonus”.
Per gli impiegati e i funzionari della Società, il Contratto Integrativo Aziendale prevede premi aziendali correlati ad indicatori di produttività.
Con riferimento alla previdenza integrativa, per tutto il personale dipendente è ammessa la possibilità di aderire a specifici fondi pensione aziendali (Fondo pensione dei dirigenti del Gruppo Reale Mutua e Fondo Pensione dei dipendenti del Gruppo Reale Mutua). Detti fondi sono alimentati mediante contribuzione volontaria da parte del beneficiario e con un contributo da parte del datore di lavoro, in base alla normativa in vigore, e prevedono l’erogazione di prestazioni pensionistiche integrative al momento della cessazione del rapporto di lavoro per quiescenza.
B.1.3.TRANSAZIONI SIGNIFICATIVE E CONFLITTI DI INTERESSE
Premesso che non si segnalano transazioni significative e conflitti di interesse, il Regolamento del Consiglio della Società prevede che, al fine di monitorare gli interessi degli amministratori nelle operazioni sulle quali sono chiamati a decidere, le parti correlate, e, in generale, i conflitti di interesse, ciascun Amministratore dia notizia agli altri Consiglieri e al Collegio Sindacale di ogni interesse che, per conto proprio o di terzi, abbia in una determinata operazione della Società, precisandone la natura, i termini, l’origine e la portata. In relazione a ciò, la delibera del Consiglio deve adeguatamente motivare le ragioni e la convenienza per la Società nell’operazione.
L’informativa di cui sopra può essere data nell’ambito della riunione consiliare in cui l’operazione è deliberata o valutata ovvero, qualora l’Amministratore ritenga di non poter essere presente al predetto Consiglio, mediante comunicazione scritta inviata al Presidente del Consiglio e al Presidente del Collegio Sindacale, che ne danno lettura nell’ambito della seduta.
Nei casi di inosservanza di quanto appena descritto, ovvero nel caso di deliberazioni del Consiglio adottate con il voto determinante dell'Amministratore interessato, l'Amministratore risponde dei danni derivati alla Società dalla sua azione od omissione, fermo ogni altro rimedio previsto dalla legge.
B.2. REQUISITI DI COMPETENZE E ONORABILITÀ
La Società si è dotata da molti anni di un Codice Etico, che ha valenza per tutto Reale Group. Il documento declina i valori del Gruppo in principi di comportamento nei confronti di tutti i portatori di interesse, con lo scopo di guidare chiunque operi nell’ambito del Gruppo medesimo a perseguire gli obiettivi con metodi e condotte corretti, leali e coerenti con la cultura d’impresa, caratterizzata dalla natura mutualistica della Capogruppo.
L’agire della Società e del Gruppo non è infatti unicamente fondato sul puntuale rispetto delle norme vigenti, ma si concretizza anche nell'osservanza dei valori fondamentali del Gruppo stesso, volti a generare comportamenti eticamente responsabili e trasparenti verso tutti gli stakeholder che interagiscono con esso.
Il rispetto dei principi e l’adesione ai valori contenuti nel Codice Etico costituiscono il primo requisito a cui debbono attenersi i soggetti che seguono.
Requisiti per gli Amministratori, i Sindaci e il Direttore Generale
I requisiti di onorabilità e di professionalità richiesti agli Amministratori, ai Sindaci e al Direttore Generale sono quelli stabiliti dallo Statuto Sociale e dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, che fissa i requisiti per i soggetti preposti a funzione di amministrazione, direzione e controllo delle imprese di assicurazione e di riassicurazione; per i soli membri del Collegio Sindacale occorre fare riferimento anche a quanto stabilito dal Decreto del Ministero della Giustizia n. 162 del 30/03/2000. I requisiti di indipendenza sono regolamentati, oltre che dal predetto Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, anche dal Decreto Legge n. 201 del 06/12/2011, convertito in Legge n. 214 del 22/12/2011.
Nello specifico, i requisiti di onorabilità previsti per i membri del Consiglio di Amministrazione, i componenti il Collegio Sindacale e il Direttore Generale sono quelli stabiliti dall’art. 5 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011 (nel caso dei membri del Collegio Sindacale, in coerenza con quanto statuito dall’art. 2 del Decreto del Ministero della Giustizia n. 162 del 30/03/2000), secondo cui il requisito dell’onorabilità non ricorre, se i soggetti interessati si trovano in una delle seguenti situazioni:
a) stato di interdizione legale ovvero interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese e, comunque, tutte le situazioni previste dall'art. 2382 del Codice Civile;
b) assoggettamento a misure di prevenzione disposte dall'autorità giudiziaria ai sensi della Legge n. 1423 del 27 dicembre 1956, o della Legge n. 575 del 31 maggio 1965, e della Legge n. 646 del 13 settembre 1982, e successive modificazioni e integrazioni, salvi gli effetti della riabilitazione;
c) condanna con sentenza definitiva, salvi gli effetti della riabilitazione:
1) a pena detentiva per uno dei reati previsti dalla normativa speciale che regola il settore dell'assicurazione, finanziario, del credito, dei valori mobiliari e dei mercati mobiliari nonché dal Decreto Legislativo n. 231 del novembre 2007, e successive modificazioni e integrazioni;
2) alla reclusione per uno dei delitti previsti nel Titolo XI del Libro V del Codice Civile e nel Regio Decreto n. 267 del 16 marzo 1942;
3) alla reclusione per un tempo non inferiore a un anno per un delitto contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica, contro il patrimonio, contro l'ordine pubblico, contro l'economia pubblica ovvero per un delitto in materia tributaria;
4) alla reclusione per un tempo non inferiore a due anni per un qualunque delitto non colposo.
Le suddette cariche non possono essere ricoperte da coloro ai quali sia stata applicata su richiesta delle parti una delle pene previste dalla precedente lettera c), salvo il caso di estinzione del reato. Nel caso in cui siano state applicate su richiesta delle parti, le pene previste dai numeri 1) e 2) della predetta lettera c) non rilevano se inferiori a un anno.
Inoltre, non possono ricoprire le cariche sopra indicate coloro che nei tre anni precedenti all’adozione dei relativi provvedimenti hanno rivestito analoghe cariche in imprese sottoposte a procedure di amministrazione straordinaria, fallimento o liquidazione coatta amministrativa o a procedure equiparate (art. 4 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011).
I requisiti di professionalità per gli Amministratori e i Sindaci sono quelli disposti dall’art. 3 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011 (nel caso dei membri del Collegio Sindacale, in coerenza con quanto statuito dall’art. 1 del Decreto del Ministero della Giustizia n. 162 del 30/03/2000), che prevede che essi debbano essere scelti secondo criteri di professionalità e competenza tra persone che abbiano maturato un’esperienza complessiva di almeno tre anni attraverso l’esercizio di una o più delle seguenti attività:
a) di amministrazione, direzione o controllo presso società ed enti del settore assicurativo, creditizio o finanziario;
b) di amministrazione, direzione o controllo in enti pubblici o pubbliche amministrazioni aventi attinenza con il settore assicurativo, creditizio o finanziario ovvero anche con altri settori, se le funzioni svolte hanno comportato la gestione o il controllo della gestione di risorse economiche finanziarie;
c) di amministrazione, direzione o controllo in imprese pubbliche e private aventi dimensioni adeguate alla società che ha conferito l’incarico;
d) professionali in materie attinenti al settore assicurativo, creditizio o finanziario o attività di insegnamento universitario di ruolo in materie giuridiche, economiche o attuariali aventi rilievo per il settore assicurativo.
La norma richiede altresì che per il Presidente del Consiglio di Amministrazione, i membri del Comitato Esecutivo e almeno un terzo dei Sindaci (effettivi e supplenti), l’esperienza complessiva maturata di cui ai punti a), c) e d) sia di almeno un quinquennio. I Sindaci devono altresì essere iscritti nel registro dei revisori contabili.
Secondo quanto stabilito dall’art. 5, comma 2, lett. l), del Regolamento Isvap n. 20/2008 e del successivo Regolamento Ivass n. 38/2018, infine, l’Organo amministrativo, nel suo complesso, deve possedere adeguate competenze tecniche almeno in materia di mercati assicurativi e finanziari, sistemi di governance, analisi finanziaria e attuariale, quadro regolamentare, strategie commerciali e modelli d’impresa.
L’art. 22 dello Statuto Sociale prevede che non possano essere nominati Sindaci coloro che già ricoprono incarichi di Sindaco effettivo in altre cinque o più società, tra quotate e assicurative non quotate, con esclusione delle società controllanti, controllate, controllate dalle controllanti e collegate alle controllanti.
Per la carica di Direttore Generale è richiesto il possesso di una specifica competenza professionale acquisita in materia assicurativa, creditizia o finanziaria attraverso esperienze di lavoro con funzioni dirigenziali di adeguata responsabilità, per un periodo non inferiore a un quinquennio.
I requisiti di indipendenza previsti per i membri del Consiglio di Amministrazione, i componenti il Collegio Sindacale e il Direttore Generale sono quelli stabiliti dall’art. 6 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, nonché dall’art. 36 del D. L. n. 201 del 6 dicembre 2011, convertito in Legge n. 214 del 22/12/2011. Secondo la prima delle due normative citate:
‐ la funzione di amministrazione, direzione o controllo in una impresa di assicurazione o riassicurazione non è compatibile con lo svolgimento di analoga funzione, con la sussistenza di rapporti di lavoro, di rapporti continuativi di consulenza o di prestazione d’opera retribuita o di altri rapporti di natura patrimoniale presso altre società di assicurazione o di riassicurazione, loro controllate o controllanti, tale da comprometterne l’indipendenza;
‐ ai fini della valutazione di compatibilità per la sussistenza del requisito di indipendenza di cui al precedente comma, si tiene conto della diversa rilevanza delle funzioni e del diverso ruolo esercitato dai soggetti interessati. In ogni caso non si considerano tali da compromettere l’indipendenza gli incarichi ed i rapporti con imprese appartenenti al medesimo gruppo assicurativo.
In base all’art. 36 del D. L. n. 201 del 6 dicembre 2011, convertito in Legge n. 214 del 22/12/2011:
‐ è vietato ai titolari di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo e ai funzionari di vertice di imprese o gruppi di imprese operanti nei mercati del credito, assicurativi e finanziari di assumere o esercitare analoghe cariche in imprese o gruppi di imprese concorrenti (il cosiddetto “divieto di interlocking”);
‐ ai fini del divieto di cui al comma 1, si intendono concorrenti le imprese o i gruppi di imprese tra i quali non vi sono rapporti di controllo ai sensi dell'art. 7 della Legge n. 287 del 10 ottobre 1990, e che operano nei medesimi mercati del prodotto e geografici.
I predetti soggetti, inoltre, non devono trovarsi nelle situazioni impeditive di cui all’art. 4 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011.
Requisiti per i responsabili delle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio, Attuariale e dell’attività di distribuzione assicurativa
Per quanto riguarda i requisiti di onorabilità richiesti ai titolari delle funzioni di Revisione Interna e di Risk Management, si fa riferimento a quanto stabilito dall’art. 5 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, sopra declinato.
Per i requisiti di professionalità, i titolari delle funzioni di Revisione Interna e di Risk Management sono scelti tra persone in possesso di significative e consolidate competenze in ambito di sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi. In particolare, tali soggetti devono aver maturato un’esperienza complessiva di almeno un triennio in uno o più dei seguenti ambiti:
‐ nelle rispettive unità o funzioni aziendali di controllo della Società o della Capogruppo Reale Mutua o di altra società o enti preferibilmente del settore assicurativo, creditizio o finanziario;
‐ nella materia dei controlli interni e di gestione dei rischi in società di consulenza o di servizi;
‐ nelle materie attinenti ai controlli interni e alla gestione dei rischi, nello svolgimento di attività professionali.
Costituisce titolo preferenziale l’essere componente di organi sociali di associazioni o enti impegnati nello svolgimento di studi e ricerche in materie concernenti i controlli interni e in particolare quelle relative alle tematiche di audit, di risk management, di compliance e di antiriciclaggio.
Per quanto attiene al ruolo di responsabile della funzione di Revisione Interna, inoltre, la valutazione si basa sugli standard internazionali e il codice etico della professione previsti dall’International Professional Practices Framework per tale figura.
È garantito il requisito di indipendenza in capo ai titolari delle funzioni di Revisione Interna e di Risk Management, in presenza delle seguenti condizioni:
‐ essere posti in posizione gerarchico‐funzionale adeguata. In particolare, il titolare della funzione di Revisione Interna è collocato in staff al Direttore Generale della Società, con riporto funzionale diretto al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione, mentre il titolare della funzione di Risk Management è collocato in staff al Direttore Generale, riporta funzionalmente al titolare del Risk Management di Gruppo e, in linea con il requisito di indipendenza, riferisce direttamente al Consiglio di Amministrazione, allo scopo di assicurarne l’indipendenza e l’autonomia;
‐ non avere responsabilità diretta di aree operative sottoposte al loro controllo, né essere gerarchicamente subordinati ai responsabili di tali aree;
‐ essere nominati dal Consiglio di Amministrazione della Società con apposita delibera, in cui sono definiti, tra gli altri aspetti, i compiti, i poteri e le responsabilità della funzione, che ne sanciscono l’autonomia dalle strutture operative e da quelle di controllo interno, nel rispetto del principio di separatezza tra funzioni, e in cui sono stabiliti i principi che consentono alle funzioni stesse di disporre dell’autorità, delle risorse e delle competenze necessarie per il corretto svolgimento dei loro compiti. Il Consiglio di Amministrazione provvede inoltre alla revoca del responsabile;
‐ riferire direttamente agli organi sociali. In particolare, i titolari delle funzioni di Revisione Interna e di Risk Management hanno quindi accesso diretto, oltre che al Consiglio di Amministrazione e al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, al Collegio Sindacale e all’Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001 e si relazionano con essi senza restrizioni o intermediazioni;
‐ avere accesso libero e diretto a tutte le strutture aziendali e alla documentazione relativa alle aree aziendali oggetto di verifica, ognuno per le proprie competenze;
‐ avere una remunerazione, come previsto dalla politica della Società redatta ai sensi della normativa vigente, costituita da una parte fissa, prevalente, e da una componente variabile, di entità limitata a una percentuale contenuta della retribuzione, erogata in funzione del grado di raggiungimento degli obiettivi assegnati, che sono collegati all’efficacia e alla qualità dell’azione di controllo esercitata e indipendenti
dalle performance delle strutture oggetto del loro controllo;
‐ avere la disponibilità di risorse finanziarie adeguate (ovvero un budget di spesa), stabilite e approvate dal Consiglio di Amministrazione, per lo svolgimento dei propri compiti.
Per quanto riguarda i requisiti di onorabilità richiesti ai titolari della funzione di Compliance, della funzione Attuariale e della funzione di Antiriciclaggio esternalizzate nella Capogruppo, si fa riferimento a quanto stabilito dall’art. 5 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, sopra declinato.
Per i requisiti di professionalità, i titolari di funzioni fondamentali esternalizzate sono scelti tra dipendenti dell’impresa o tra dipendenti di altre società di Reale Group in distacco anche parziale presso Italiana Assicurazioni che ricoprono un ruolo adeguato nell’ambito dell’organizzazione aziendale o di Gruppo, hanno un inquadramento professionale idoneo (preferibilmente di livello dirigenziale) e sono in possesso di conoscenze, competenze ed esperienze adatte al corretto ed efficace svolgimento dell’incarico assegnato.
E’ garantito il requisito di indipendenza in capo ai soggetti di cui trattasi in presenza delle seguenti condizioni:
‐ essere posti in posizione gerarchico‐funzionale adeguata. In particolare, i titolari di funzioni fondamentali esternalizzate non devono avere responsabilità diretta di aree operative sottoposte al loro controllo, né essere gerarchicamente subordinati ai responsabili di tali aree;
‐ essere nominati e revocati dal Consiglio di Amministrazione della Società con apposita delibera;
‐ avere accesso libero e diretto a tutte le strutture aziendali e alla documentazione relativa alle aree aziendali oggetto di verifica, per le materie di propria competenza.
I requisiti di cui sopra in materia di onorabilità, professionalità e indipendenza sono richiesti anche ai titolari delle funzioni di Revisione Interna e di Risk Management esternalizzate, quando nominati in relazione all’eventuale esternalizzazione delle attività alla Capogruppo.
I requisiti di onorabilità richiesti al Responsabile dell’attività di distribuzione assicurativa sono quelli stabiliti dall’art. 110, comma 1, del Codice delle Assicurazioni Private; pertanto, tale figura deve:
a) godere dei diritti civili;
b) non aver riportato condanna irrevocabile o sentenza irrevocabile di applicazione della pena di cui all'art. 444, comma 2, del Codice di Procedura Penale, per delitto contro la Pubblica Amministrazione, contro l'amministrazione della giustizia, contro la fede pubblica, contro l'economia pubblica, l'industria e il commercio, contro il patrimonio per il quale la legge commini la pena della reclusione non inferiore nel minimo a un anno o nel massimo a tre anni o per altro delitto non colposo per il quale la legge commini la pena della reclusione non inferiore nel minimo a due anni o nel massimo a cinque anni oppure condanna irrevocabile comportante l'applicazione della pena accessoria dell'interdizione da pubblici uffici, perpetua o di durata superiore a tre anni, salvo che non sia intervenuta la riabilitazione;
c) non essere stato dichiarato fallito, salvo che sia intervenuta la riabilitazione, né essere stato Presidente, Amministratore con delega di poteri, Direttore Generale, Sindaco di società o enti che siano stati assoggettati a procedure di fallimento, concordato preventivo o liquidazione coatta amministrativa, almeno per i tre esercizi precedenti all'adozione dei relativi provvedimenti, fermo restando che l'impedimento ha durata fino ai cinque anni successivi all'adozione dei provvedimenti stessi;
d) non versare nelle situazioni di decadenza, divieto o sospensione previste dall'art. 10 della Legge 31 maggio 1965, n. 575, e successive modificazioni;
e) non essere iscritto nel ruolo dei periti assicurativi.
Passando alla professionalità, il Responsabile dell’attività di distribuzione assicurativa, come stabilito dal Regolamento Ivass n. 40/2018, è scelto tra persone in possesso di una comprovata professionalità e competenza in materia assicurativa e finanziaria. Ai fini di tale valutazione rilevano la conoscenza teorica, acquisita attraverso gli studi e la formazione, e la conoscenza pratica, conseguita nello svolgimento di attività lavorative precedenti o in corso, posseduta nei seguenti ambiti:
‐ mercati assicurativi e finanziari;
‐ regolamentazione nel settore assicurativo e finanziario;
‐ assetti organizzativi e di governo societario, inclusi quelli relativi alle regole di comportamento e
gestione dei conflitti di interesse;
‐ gestione dei rischi connessi all’esercizio dell’attività di distribuzione;
‐ attività e prodotti assicurativi e finanziari.
PROCEDURE DI VALUTAZIONE DEI REQUISITI DI IDONEITA’ ALLA CARICA
Procedura per la valutazione dei requisiti per gli Amministratori, i Sindaci e il Direttore Generale
L’accertamento dei requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza in capo agli Amministratori, ai Sindaci e al Direttore Generale, è svolto in via preliminare dal predetto Comitato, costituito ad hoc e previsto dal Regolamento del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo con l’esame della seguente documentazione sottoscritta dagli interessati:
‐ autodichiarazione, ai sensi del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 dell’11/11/2011 e del D.L. 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in Legge n. 214 del 22/12/2011 (per i Sindaci anche il Decreto del Ministero della Giustizia n. 162 del 30/3/2000);
‐ curriculum vitae.
Inoltre, il Comitato verifica in via preliminare che l’Organo amministrativo nel suo complesso, secondo quanto previsto dall’art. 5, comma 2, lett. n), del Regolamento Ivass n. 38/2018,, sia in possesso di adeguate competenze tecniche, in particolare per quanto attiene alle materie indicate dall’Autorità di Vigilanza e che riguardano i mercati assicurativi e finanziari, i sistemi di governance, l’analisi finanziaria ed attuariale, il quadro regolamentare, le strategie commerciali e i modelli d’impresa.
A tal fine, il Comitato si avvale anche degli esiti dell’autovalutazione svolta annualmente dal Consiglio di Amministrazione ai sensi dell’art. 5, comma 2, lett. s), del Regolamento Isvap n. 20/2008 e del successivo Regolamento Ivass n. 38/2018 all’art. 5, comma 2, lett. z).
L’autovalutazione è condotta attraverso uno specifico questionario, riferito a ogni Amministratore e strutturato per aree di analisi, che è aggiornato di anno in anno dai singoli interessati, anche con riguardo alle azioni poste in essere e relative alle aree di miglioramento e/o approfondimento emerse dalla valutazione precedente. I singoli questionari sono elaborati in forma anonima e i risultati sono compendiati in un documento di sintesi, che fornisce il livello di competenze tecniche posseduto dal Consiglio di Amministrazione nel suo complesso e permette al Consiglio di valutare, tra i diversi aspetti, anche l’eventuale necessità della presenza di apposite figure professionali al proprio interno. Sulla base di tale documento di sintesi, il Comitato svolge l’esame preventivo sull’adeguatezza di tali competenze.
Il Comitato presenta quindi gli esiti delle proprie valutazioni al Consiglio di Amministrazione, che, preso atto di questi ed esaminati i documenti sopra descritti, svolge la propria attività di verifica dei requisiti, tenendo conto in particolare, ai fini della valutazione di compatibilità per la sussistenza del requisito di indipendenza, della diversa rilevanza delle funzioni e del differente ruolo esercitato dai soggetti interessati.
Qualora si verifichino situazioni impeditive all’assunzione o al mantenimento della carica, il Consiglio di Amministrazione assume le conseguenti determinazioni, secondo quanto disposto dalla normativa in vigore.
Inoltre il Consiglio di Amministrazione, sulla base dell’analisi preventiva svolta dal Comitato e analizzato il documento di sintesi riportante i risultati dei questionari di autovalutazione compilati dagli Amministratori, valuta che il Consiglio di Amministrazione stesso, nel suo insieme, abbia le competenze tecniche adeguate per il ruolo ricoperto, con particolare riguardo, come prescritto dalla normativa Ivass, alle materie attinenti ai mercati assicurativi e finanziari, ai sistemi di governance, ivi compresi i sistemi di incentivazione del personale, all’analisi finanziaria e attuariale, al quadro regolamentare, alle strategie commerciali e ai modelli di impresa.
Procedura per la valutazione dei requisiti per i titolari delle funzioni di Revisione Interna e di Risk Management
L’accertamento dei requisiti di onorabilità e di professionalità in capo ai titolari delle funzioni di Revisione Interna e di Risk management è svolto in via preliminare dal predetto Comitato con l’esame della seguente documentazione sottoscritta dagli interessati:
‐ autodichiarazione relativa alla sussistenza dei requisiti di professionalità, come sopra esplicitati al paragrafo 5, lettera b), e di onorabilità, ai sensi dell’art. 5 del Decreto del Ministero dello Sviluppo
Economico n. 220 dell’11/11/2011;
‐ curriculum vitae.
Il requisito di indipendenza è accertato anche attraverso l’esame dell’organigramma aziendale, da cui è possibile verificare la posizione gerarchico‐funzionale del responsabile e delle valutazioni e prassi in essere svolte ai sensi della normativa vigente in tema di remunerazione.
Inoltre, poiché spetta al Consiglio di Amministrazione provvedere alla loro nomina (con attribuzione di compiti, poteri e responsabilità ai titolari delle funzioni) e alla loro revoca, esso è posto nella condizione di presidiare costantemente la sussistenza del requisito di indipendenza in capo a tali soggetti.
L’indipendenza è altresì garantita dal riporto funzionale al Consiglio di Amministrazione, in occasione dei vari incontri degli organi sociali, e dal contatto diretto dei titolari delle funzioni con il Collegio Sindacale, con il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e con l’Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001.
Infine, la facoltà di libero e diretto accesso a tutta la struttura aziendale è assicurata anche dalle deleghe che il Consiglio di Amministrazione conferisce al responsabile della funzione.
Procedura per la valutazione dei requisiti per i titolari di funzioni fondamentali esternalizzate
L’accertamento dei requisiti di onorabilità e professionalità e in capo ai titolari di funzioni fondamentali esternalizzate è svolto in via preliminare dal Comitato di ci all’art. 3, comma 3, del Regolamento del Consiglio di Amministrazione di Reale Mutua con l’esame della seguente documentazione sottoscritta dagli interessati:
‐ autodichiarazione relativa alla sussistenza dei requisiti di professionalità, come sopra esplicitati al paragrafo 5, lettera b), e di onorabilità, ai sensi dell’art. 5 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 dell’11/11/2011;
‐ curriculum vitae.
Il requisito di indipendenza è accertato anche attraverso l’esame dell’organigramma aziendale, da cui è possibile verificare la posizione gerarchico‐funzionale dei titolari di funzioni fondamentali esternalizzate.
Inoltre, poiché spetta al Consiglio di Amministrazione provvedere alla loro nomina e alla loro revoca, esso è posto nella condizione di presidiare costantemente la sussistenza del requisito di indipendenza in capo a tali soggetti.
La procedura si applica anche nel caso di verifica dei requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza del referente interno per la gestione dei rapporti con i titolari delle funzioni fondamentali di Revisione Interna e di Risk Management esternalizzate, quando nominati in relazione all’esternalizzazione alla Capogruppo.
Procedura per la valutazione dei requisiti del Responsabile dell’attività di distribuzione assicurativa
Per l’accertamento dei requisiti di onorabilità e professionalità del Responsabile dell’attività di distribuzione assicurativa, la verifica è svolta con l’analisi di una dichiarazione rilasciata dall’interessato ai sensi dell’art. 110, comma 1, del Codice delle Assicurazioni Private e del curriculum vitae.
In particolare, per la professionalità, il Consiglio di Amministrazione, previo parere del Comitato ex art. 3, comma 3, del Regolamento del Consiglio di Amministrazione della Società Reale Mutua di Assicurazioni, valuta la sussistenza di adeguati requisiti in capo a tale figura, oltre in relazione ai compiti inerenti al ruolo ricoperto, tenendo altresì presente, come stabilito dal Regolamento Ivass n. 40/2018, le caratteristiche della Società in termini, tra altri aspetti, di sue dimensioni e complessità, anche operativa, attività svolta e rischi a essa connessi.
B.3. SISTEMA DI GESTIONE INTERNA DEI RISCHI, COMPRESA LA VALUTAZIONE INTERNA DEL RISCHIO E DELLA SOLVIBILITÀ
B.3.1.SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI
La gestione dei rischi è realizzata attraverso un processo articolato i cui elementi fondanti sono di seguito indicati:
‐ identificazione e classificazione dei rischi
‐ valutazione dei rischi
‐ strumenti e metodologie
‐ misure di aggiustamento
‐ Risk Appetite framework e limiti operativi
‐ politiche di gestione dei rischi
Identificazione e classificazione dei rischi
Nell’ambito del sistema di gestione dei rischi, con l’obiettivo di definire un linguaggio comune, è definito il quadro di riferimento per l’analisi del profilo di rischio (c.d. framework dei rischi), per la classificazione e la descrizione dei rischi secondo un approccio che consente di ottenere un’adeguata convergenza tra definizioni utilizzate dalle Autorità di vigilanza nazionali, dall’EIOPA e in generale a livello di mercato.
Valutazione dei rischi
Il processo di valutazione dei rischi è realizzato sia con logiche attuali sia con logiche prospettiche ed integra metodologie ed approcci sia di carattere quantitativo sia di carattere qualitativo come descritto in seguito al paragrafo “Strumenti e metodologie”.
La valutazione dei rischi è effettuata sia su base individuale, a livello di singolo rischio, sia su base aggregata per tener conto delle interrelazioni fra le fonti di rischio.
Le valutazioni prospettiche dei rischi sono effettuate sia con logica strategica sia con logica tattica come di seguito indicato:
‐ valutazione dei rischi con riferimento al piano strategico;
‐ valutazione dei rischi nascenti da operazioni strategiche;
‐ valutazione dei rischi nascenti dall’offerta di nuovi prodotti;
‐ valutazione dei rischi nascenti dall’ingresso in nuovi mercati.
Strumenti e metodologie
Gli strumenti e le metodologie utilizzate sono di seguito riportate.
‐ Macro check list:
La macrocheck list è lo strumento di auto‐rilevazione attraverso il quale viene effettuata l’analisi del profilo di rischio – ad alto livello e in una logica di carattere strategico – con l’obiettivo di individuare eventuali cambiamenti da apportare alla mappa dei rischi, anche in ragione della vendita di nuovi prodotti o dell’ingresso in nuovi mercati, cambiamenti tecnologi o organizzativi importanti.
‐ Risk assessment:
Il risk assessment è lo strumento di auto‐rilevazione per la valutazione qualitativa dei rischi operativi, di non conformità alle norme e di secondo livello (reputazionali, di contagio e appartenenza al gruppo) per ogni processo aziendale. Si basa sulla valutazione del livello di rischiosità e della qualità dei controlli.
‐ Modello interno parziale
Il Modello interno parziale è lo strumento attraverso il quale viene determinato il requisito di capitale, basato sulla misura del Value‐At‐Risk – VaR, per finalità di carattere gestionale e regolamentare. Il Modello interno parziale copre le seguenti classi di rischio del solo portafoglio danni: rischi di mercato, rischi di default e rischi tecnici danni.
‐ Formula standard
La formula standard è adottata come strumento di carattere regolamentare per il calcolo trimestrale dei requisiti patrimoniali (SCR e MCR) delle società assicurative che non adottano il modello interno parziale.
‐ Stress test e analisi di scenario
Gli stress test sono lo strumento attraverso il quale viene determinato l’impatto di scenari
particolarmente avversi sulla posizione di solvibilità.
Le analisi di stress test sono condotte secondo le seguenti modalità:
‐ stress test secondo la logica di modello, ovvero determinando il requisito di capitale al livello di probabilità del 99,90% secondo il modello interno;
‐ stress test ad hoc, per fonti di rischio selezionate in ragione della significatività; tali stress includono anche le analisi relative a scenari avversi per i titoli di stato;
‐ reverse stress test, per valutare lo scenario avverso che comporterebbe un’insufficienza di capitale.
Misure di aggiustamento
La valutazione della posizione di solvibilità viene effettuata tenendo conto della misura di aggiustamento della curva dei tassi risk‐free denominata “volatility adjustment.
Risk appetite framework
La strategia di gestione del rischio identifica le linee generali dell’approccio perseguito dalla società e dal Gruppo1 in termini di propensione e di tolleranza al rischio. È definita coerentemente con l’impostazione di Solvency II e riguarda sia aspetti quantitativi sia aspetti qualitativi che, nel loro insieme, costituiscono il cosiddetto Risk Appetite Framework (di seguito RAF). Il RAF formalizza quindi la strategia di rischio, intesa come propensione al rischio definita in coerenza con gli obiettivi strategici che si intendono perseguire, e costituisce lo strumento per garantire la sostenibilità patrimoniale rispetto ai rischi assunti e al contesto di mercato.
Limiti operativi
I limiti operativi possono essere determinati in funzione dell’appetito, della tolleranza e delle preferenze al rischio. Le attività di controllo sui limiti sono affidate a specifici presidi organizzativi che garantiscono il rispetto degli stessi e l’attivazione del processo di segnalazione di eventuali rilevazioni di superamento alle funzioni interessate e alla funzione di Risk Management.
Politiche di gestione dei rischi
Sono state definite le politiche di indirizzo nell’ambito della gestione dei rischi per la formalizzazione delle strategie di assunzione, valutazione, controllo, gestione, e mitigazione dei rischi stessi; le politiche riportano inoltre i ruoli, i compiti e le responsabilità degli Organi e delle Funzioni Aziendali nella gestione delle diverse tipologie di rischio. I documenti contengono infine indicazioni circa gli eventuali piani di contingency predisposti e le interrelazioni fra il sistema di gestione dei rischi e i processi decisionali.
Le politiche inerenti la gestione dei rischi sono le seguenti:
‐ Politica di gestione dei rischi
Il documento definisce e formalizza le linee guida in tema di gestione dei rischi, delineandone strategie ed obiettivi, modalità di analisi, controllo e misurazione, ruoli e responsabilità delle funzioni aziendali coinvolte.
‐ Politica degli investimenti
Il documento definisce e formalizza la politica in materia di investimenti, precisandone i principi, le metodologie di valutazione e misurazione dei rischi, il processo e la sua governance.
‐ Politica degli investimenti di Gruppo
Il documento definisce e formalizza la politica in materia di investimenti a livello di Gruppo, precisandone i principi, le metodologie di valutazione e misurazione dei rischi, il processo e la sua governance.
‐ Politica di gestione integrata delle attività e delle passività (c.d. ALM)
Il documento definisce e formalizza la politica per la gestione integrata delle attività e delle passività secondo le tecniche di tipo ALM, Asset‐Liability Management.
‐ Politica di gestione del rischio di liquidità
Il documento definisce e formalizza la politica per la gestione del rischio di liquidità, inteso come il rischio di non adempiere alle obbligazioni contrattuali derivanti dai contratti sottoscritti e dalle relative
1 La strategia di gestione dei rischi è definita per le singole società e per il gruppo nel suo insieme.
liquidazioni nel momento della loro manifestazione monetaria.
‐ Politica di gestione del rischio di sottoscrizione e riservazione
Il documento definisce la politica per la gestione del rischio di sottoscrizione, relativo alle ipotesi di tariffazione (per il calcolo del premio) e alla selezione dei rischi, e del rischio di riservazione, relativo all’ insufficienza delle riserve tecniche rispetto agli impegni assunti verso gli assicurati e i danneggiati.
‐ Politica relativa alla riassicurazione e alle altre tecniche di mitigazione del rischio
Il documento definisce la politica relativa alle tecniche di mitigazione del rischio, con particolare riferimento alla riassicurazione.
‐ Politica di gestione del rischio operativo
Il documento definisce la politica per la gestione dei rischi operativi, che riguardano le potenziali perdite in cui l’impresa può incorrere in seguito a inefficienze di persone, di processi e sistemi o a causa di eventi esterni, e dei rischi di secondo livello (rischio legati all’appartenenza al Gruppo e rischi reputazionali).
‐ Politica di gestione dei rischi di non conformità alle norme
Il documento definisce la politica di gestione del rischio di non conformità normativa quale rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, subire perdite o danni reputazionali in conseguenza della mancata osservanza di leggi, regolamenti o provvedimenti delle Autorità di vigilanza ovvero di norme di autoregolamentazione, quali statuti, codici di condotta o codici di autodisciplina e il rischio derivante da modifiche sfavorevoli del quadro normativo o degli orientamenti giurisprudenziali.
‐ Politica di gestione del rischio reputazionale
Il documento definisce e formalizza la politica di gestione del rischio reputazionale.
‐ Politica sulla concentrazione dei rischi a livello di Gruppo
Il documento definisce la politica di gestione del rischio di concentrazione a livello di Gruppo.
Si segnalano inoltre, per rilevanza e pertinenza con la gestione dei rischi, le seguenti politiche:
‐ Politica di valutazione dei rischi attuali e prospettici
Il documento definisce la politica per la valutazione attuale e prospettica dei rischi illustrando la connessione tra il profilo di rischio dell’impresa, i livelli di tolleranza al rischio e l‘obiettivo di salvaguardia del patrimonio.
‐ Politica di gestione del capitale
Il documento definisce la politica relativa alla gestione del capitale, illustrando i principi di gestione del capitale ed il relativo processo e i principi di determinazione e classificazione dei fondi propri.
‐ Politica di data governance
La politica definisce le linee guida per la gestione e il mantenimento nel tempo della qualità dei dati descrivendone i processi, i ruoli, le responsabilità, le metriche e il meta‐modello di riferimento.
‐ Politica di reporting destinato all’Autorità di Xxxxxxxxx
La politica definisce le linee guida in materia di reporting alle Autorità di vigilanza disciplinando il processo per la produzione dei flussi informativi regolamentari.
‐ Politica ORSA
Il documento definisce le linee guida del processo ORSA – Own Risk and Solvency Assessment – che rappresenta l’autovalutazione del profilo di rischio e della posizione di solvibilità dell’impresa in relazione alle strategie di business formalizzate nel piano strategico aziendale.
‐ Politica per la sicurezza delle informazioni
Il documento definisce le linee guida e i criteri per la valutazione del livello di sicurezza e il modello organizzativo per la gestione delle informazioni aziendali.
‐ Politica sulla valutazione delle attività e passività diverse dalle riserve tecniche
Il documento ha la finalità di definire la politica e i criteri per la valutazione delle attività e delle passività diverse dalle riserve tecniche.
‐ Politica delle operazioni infragruppo
Il documento definisce le linee guida della Compagnia nella vigilanza sulle operazioni infragruppo.
B.3.2.FUNZIONE DI RISK MANAGEMENT
La struttura del Risk Management del Gruppo è stata rivista nel 2018 prevedendo la costituzione della funzione di Risk Management di Gruppo (denominata Group Risk Management), separata da quella di Capogruppo, con un distinto responsabile.
Il modello di gruppo prevede inoltre una funzione di Risk Management per ogni società assicurativa del gruppo e per Banca Reale con responsabili fra loro distinti.
La struttura organizzativa è quindi la seguente:
‐ Nella Capogruppo è stata costituita la funzione di Group Risk Management che è collocata in staff al Direttore Generale, riporta funzionalmente al Chief Risk Officer (CRO) e, al fine di garantirne l’indipendenza e l’autonomia, direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione. La funzione di Group Risk Management esercita un ruolo di coordinamento a livello di Gruppo attraverso la definizione del quadro metodologico ed operativo di riferimento, la standardizzazione dei processi e la predisposizione di un sistema di reporting armonizzato.
‐ in Italiana Assicurazioni è stata costituita la funzione di Risk Management che è collocata in staff al Direttore Generale, riporta funzionalmente al responsabile del Group Risk Management e, in linea con il requisito di indipendenza, riferisce direttamente al Consiglio di Amministrazione.
La funzione di Group Risk Management è istituita con delibera del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo; le funzioni delle singole imprese sono istituite con delibera dei rispettivi Consigli di Amministrazione.
Le funzioni di Risk Management delle singole imprese demandano alcune attività alla Capogruppo in base all’apposito contratto di outsourcing.
La funzione di Group Risk Management e le singole funzioni presso le imprese del Gruppo sono separate dalle funzioni di Revisione Interna e sono sottoposte a verifica periodica da parte di queste ultime.
La struttura, il funzionamento, i compiti della funzione e del suo responsabile e i flussi informativi della funzione stessa sono disciplinati più in dettaglio nella “Politica della funzione di Risk Management”, documento approvato dal Consiglio di Amministrazione.
Le principali attività svolte nel corso dell’anno dalla funzione di Risk Management della Società possono essere riassunte come segue:
‐ supporto al Consiglio di Amministrazione e all’Alta Direzione nel presidio del sistema di gestione dei rischi;
‐ concorso alla definizione delle metodologie di misurazione dei rischi e dei limiti operativi, definendo appropriate procedure di verifica;
‐ attuazione e sviluppo del sistema di gestione dei rischi: approccio “qualitativo/ organizzativo”;
‐ attuazione e sviluppo del sistema di gestione dei rischi: approccio “quantitativo”;
‐ concorso nel coordinamento delle tematiche Solvency II del Gruppo con particolare attenzione a quelle relative all’implementazione del Modello interno parziale;
‐ concorso nel coordinamento delle tematiche relative alla c.d. Major Model Change, inerenti cioè alla richiesta di estensione del Modello Interno parziale di Gruppo al portafoglio danni di Uniqa assicurazioni a seguito dell’acquisizione delle società italiane del Gruppo Uniqa e il progetto di fusione per incorporazione in Italiana Assicurazioni, con data effetto 31/12/2018;
‐ concorso nell’attuazione, sviluppo e gestione del processo di validazione interna del modello;
‐ concorso nell’attuazione, sviluppo e gestione del sistema di controllo della qualità dei dati (c.d. data quality);
‐ predisposizione della reportistica per i vertici aziendali e verifica della coerenza dei modelli di misurazione dei rischi con l’operatività svolta dall’Impresa;
‐ redazione annuale del Piano di attività, con il dettaglio delle attività e dei progetti da svolgere e con indicazione della frequenza di presentazione del reporting e delle risultanze degli stress test;
‐ redazione annuale di una relazione che aggiorna il Consiglio di Amministrazione in merito all’adeguatezza e all’efficacia del sistema di gestione dei rischi, delle metodologie e dei modelli utilizzati per il presidio dei rischi stessi, all’attività svolta, alle valutazioni effettuate, ai risultati emersi e alle criticità riscontrate, fornendo e dando conto dello stato di implementazione dei relativi interventi
migliorativi, qualora effettuati.
B.3.3.PRINCIPI, OBIETTIVI E PROCEDURE AI FINI ORSA
Nell’ambito del sistema di gestione dei rischi, l’ORSA – Own Risk and Solvency Assessment – è lo strumento attraverso il quale l’Impresa valuta la sostenibilità delle proprie strategie e stima il fabbisogno di solvibilità complessivo in relazione al profilo di rischio, definito in base alle strategie di business industriale.
Il processo ORSA è integrato all’interno del processo di pianificazione strategica e prevede collegamenti organici in fase di definizione delle linee guida strategiche, di sviluppo del Piano e del monitoraggio della sua attuazione.
Reale Group anticipa lo svolgimento del processo ORSA per poter determinare i benefici di mutualità da distribuire nell’esercizio successivo a favore dei Soci/Assicurati sotto forma di miglioramenti delle prestazioni o riduzione dei premi.
Il Piano strategico, unitamente al report annuale ORSA, è approvato nelle riunioni dei Consigli di Amministrazione delle Imprese assicurative del Gruppo che precedono l’Assemblea dei Delegati della Capogruppo (nei mesi di novembre/dicembre).
L’avvio del processo vede il Comitato di Direzione di Gruppo stabilire le principali direttrici strategiche in termini di:
‐ posizionamento del Gruppo;
‐ linee guida di medio‐lungo periodo;
‐ punti di contatto fra la visione strategica di medio‐lungo periodo e quella di breve periodo.
Successivamente, gli indirizzi e gli obiettivi individuati dal Comitato di Direzione di Gruppo sono analizzati e discussi dai responsabili delle strutture aziendali a cui è affidata l’identificazione e la declinazione delle linee attuative e dei piani di azione da attivare nel breve e medio‐lungo termine. Con riferimento al business vita sono tenute in considerazione le valutazioni effettuate nell’ambito del Workshop Vita, realizzato con l’obiettivo di analizzare gli scenari evolutivi del business e del contesto finanziario e valutarne la sostenibilità in termini di profilo rischio‐rendimento.
Nel contesto della declinazione delle linee attuative sopra citate, la Funzione Risk Management fornisce indicazioni circa il profilo di rischio del Gruppo e delle singole società, la sua sostenibilità e identifica le correlazioni fra esposizione al rischio e business sottoscritto.
Inoltre, la Funzione Risk Management formula le proprie raccomandazioni per lo sviluppo del Piano in ragione dell’andamento del RORAC (Return On Risk Adjusted Capital), individuato come indicatore di redditività corretta per il rischio.
La fase successiva del processo ORSA riguarda la definizione dei livelli di propensione e tolleranza al rischio, nell’ambito della revisione dell’impianto complessivo del Risk Appetite Framework (c.d. RAF) e della conseguente definizione dei livelli e delle soglie.
La Funzione Risk Management supporta il Consiglio di Amministrazione fornendo analisi quantitative e indicazioni di carattere tecnico‐metodologico e delinea la proposta di revisione del RAF.
Gli elementi di discontinuità che hanno caratterizzato l’esercizio 2018 e contribuito alla definizione dell’appetito al rischio per Italiana Assicurazioni sono stati i seguenti:
‐ la fusione per incorporazione della compagnia con le Società UNIQA, prevista per il 31 dicembre 2018, con data contabile 1° gennaio 2018,
‐ l’inclusione delle società UNIQA nel perimetro del modello interno (Model change per la compagnia).
La proposta di revisione dei livelli quantitativi si è fondata su analisi storiche e prospettiche dell’indice di solvibilità, considerando sia la baseline ‐ ovvero la valutazione al 99,50 per cento ‐ sia gli scenari di stress. Con riferimento particolare a questi ultimi sono stati analizzati i risultati di un’analisi di sensitività, condotta sul Solvency ratio al 31 marzo 2018, alle variazioni dello spread dei titoli governativi italiani; in ottica forward looking sono stati analizzati i risultati derivanti dall’applicazione dello scenario Double Hit dello Stress Test EIOPA 2016, gli esiti dello stress test sui titoli governativi e quelli dello stress test da modello – ovvero con
valutazione al 99,90 per cento ‐ applicati in sede di ORSA. L’insieme di valutazioni utilizzate ha consentito di cogliere, a livello di ciascuna compagnia e di Gruppo, le dinamiche dell’indice di solvibilità in più scenari ha rappresentato dunque la base informativa adeguata al processo di revisione del RAF.
Le fasi di analisi, di definizione delle logiche di valutazione e dei criteri di riferimento sono state condivise con la Funzione Pianificazione e Controllo di Gruppo.
Contestualmente alla fase di revisione del RAF, viene condotta la revisione annuale delle strategie di investimento in termini di asset allocation strategica.
L’analisi dei possibili scenari di investimento viene valutata secondo una logica integrata di rischio rendimento. In particolare, la Funzione Risk Management fornisce il proprio supporto valutando l’impatto dei possibili scenari di investimento sulla posizione di solvibilità della società, in relazione ai livelli quantitativi del RAF, precedentemente descritti. Le strategie di investimento sono definite dal Consiglio di Amministrazione con il supporto della Commissione Investimenti di Gruppo nel mese di luglio e formalizzate nella Politica degli investimenti.
Le linee guida, gli obiettivi, gli scenari di riferimento e le raccomandazioni per lo sviluppo del Piano sono in seguito formalizzati all’interno del documento denominato “Budget Letter”” (Linee guida 2019‐21 ‐ Direzione Futuro nel processo ORSA 2018) inviato a tutte le società e alle strutture del Gruppo coinvolte nel processo di pianificazione strategica dopo l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo.
Le linee guida del Piano e le azioni previste per la realizzazione della strategia sono analizzate dalla Funzione di Risk Management, dalla Compliance, dalla Funzione Antiriciclaggio al fine di individuare i potenziali i rischi emergenti derivanti dalle novità previste per il triennio (azioni strategiche, novità regolamentari, etc). Questa fase consiste nella valutazione prospettica dei rischi non quantificabili: rischi operativi, di non conformità, di secondo livello (reputazionali e contagio) e di liquidità.
Contestualmente viene avviata la fase del processo ORSA che prevede l’elaborazione del Piano industriale congiuntamente alla valutazione dei rischi e della solvibilità prospettica. Le valutazioni sono effettuate sia in uno scenario centrale (ovvero lo scenario atteso), sia in diversi scenari di stress. Tali attività sono eseguite in una logica di confronto critico tra le strutture responsabili dello sviluppo del Piano, al fine di valutarne le azioni sottostanti ed i correlati effetti sul profilo di rischio della società e sulla posizione di solvibilità.
Terminate le elaborazioni i risultati sono riassunti nella Relazione ORSA, discussa con il management, e sottoposta all’approvazione del Consiglio di Amministrazione, prima dell’invio all’Autorità di Vigilanza.
Il Consiglio di Amministrazione, per il tramite del responsabile della Funzione Risk Management, comunica gli esiti del processo ORSA, unitamente alle conclusioni cui lo stesso è pervenuto, all’Alta Direzione e alle strutture interessate.
La posizione di solvibilità dell’impresa viene monitorata su base trimestrale e vengono chiaramente identificati specifici eventi che possono rendere necessaria una gestione all’occorrenza del processo ORSA.
Accanto alla gestione ordinaria del processo ORSA, è infatti prevista una gestione straordinaria; gli eventi principali che possano determinare una variazione significativa del profilo di rischio sono elencati di seguito:
‐ l’aggiornamento del Piano strategico;
‐ un’acquisizione o un disinvestimento che modifichi sensibilmente il business, il profilo di rischio o di solvibilità;
‐ una variazione significativa nei mercati finanziari che determini un notevole impatto sul portafoglio attivi dell’impresa;
‐ una variazione significativa nelle passività dell’impresa;
‐ una riduzione dei livelli di solvibilità al di sotto di valori critici;
‐ un cambiamento significativo del quadro regolamentare;
‐ un cambiamento significativo dei processi, sistemi e procedure aziendali.
I risultati dell’esercizio ORSA sono tenuti in considerazione nei seguenti processi:
‐ risk strategy (RAF);
‐ business planning;
‐ gestione del capitale e della liquidità;
‐ allocazione del capitale;
‐ sviluppo prodotti.
Da quanto sopra riportato si evidenzia come il processo ORSA sia integrato all’interno del processo di pianificazione strategica, prevedendo collegamenti organici in fase di definizione delle linee guida strategiche, di sviluppo del Piano e del monitoraggio della sua attuazione.
Il processo ORSA è formalizzato secondo gli standard aziendali stabiliti per la mappatura dei processi e in linea con la metodologia di Business Process Management (BPM) basata su una logica di processo end to end.
B.3.4.PROCESSO DI DETERMINAZIONE DEL FABBISOGNO DI CAPITALE
Nell’ambito del processo ORSA l’Impresa valuta la sostenibilità delle proprie strategie e stima il fabbisogno di solvibilità complessivo in relazione al proprio profilo di rischio; il processo di determinazione del fabbisogno di capitale è allineato con la politica di gestione del capitale che definisce il sistema di governo e controllo attraverso il quale viene garantito l’adeguato livello patrimoniale, attuale e prospettico, di ciascuna società del Gruppo e del Gruppo nel suo insieme, coerentemente con il complesso dei rischi assunti e con i limiti stabiliti dai Consigli di Amministrazione in termini di appetito e tolleranza al rischio (c.d. RAF, Risk Appetite Framework).
B.3.5.GOVERNANCE DEL MODELLO INTERNO
Il modello interno parziale di Gruppo (in seguito “modello interno”), approvato dall’Autorità di Vigilanza, è lo strumento di gestione dei rischi sviluppato per quantificare il requisito patrimoniale di solvibilità regolamentare (SCR e MCR) della Capogruppo Reale Mutua, di Italiana Assicurazioni e del Gruppo nel suo complesso. Reale Seguros utilizza il modello a fini gestionali e per valutare il contributo della compagnia all’assessment di Gruppo. I risultati del modello interno rivestono un ruolo centrale nei processi decisionali.
Il modello interno di Gruppo si applica ai soli rischi del portafoglio danni ed è di tipo parziale poiché esclude i rischi del business vita, i rischi operativi e quelli catastrofali, che sono valutati mediante applicazione della formula standard.
Le politiche che disciplinano gli aspetti rilevanti del modello interno di Gruppo sono:
‐ la Politica di governance del modello interno, che definisce i principi alla base del governo del modello interno e la sua integrazione nell’ambito del sistema di governance complessivo del Gruppo. In particolare, questo documento specifica la governance con riferimento alle fasi principali del ciclo di vita del modello interno: progettazione, implementazione, elaborazione, cambiamento e approvazione;
‐ la Politica di cambiamento del modello interno, che disciplina il processo di cambiamento del modello interno in termini di ruoli, responsabilità e attività;
‐ la Politica di validazione del modello interno, che disciplina i ruoli, le responsabilità e il processo di validazione nel suo complesso La validazione è un insieme di strumenti e processi utilizzati per valutare criticamente i risultati, l’impianto complessivo, i meccanismi di funzionamento e i processi implementati. La validazione del modello interno include il monitoraggio della sua performance, l’esame nel continuo dell’appropriatezza delle sue specifiche e il raffronto dei risultati con l’esperienza.
Processo di gestione del modello interno
Le fasi del processo sono di seguito riportate:
‐ Progettazione
La progettazione del modello avviene attraverso una serie di fasi di seguito descritte.
• Scelta del modello e delle ipotesi
Questa fase consiste nella scelta di un modello all’interno di una gamma di possibili modelli. Include, inoltre, l’identificazione delle ipotesi principali e delle relative tecniche di calibrazione. Questa fase viene svolta dopo la valutazione preliminare del profilo di rischio dell’azienda, al fine di identificare i fattori di rischio ai quali è esposta.
• Test
Questa fase consiste nel testare la robustezza e l’adeguatezza dei modelli e la loro calibrazione, rispetto al profilo di rischio dell’impresa.
• Documentazione
Questa fase consiste nel documentare i modelli, le ipotesi e i risultati delle attività di test.
L’attività di progettazione è in capo al responsabile del Risk Management della Capogruppo. I responsabili delle unità di Risk Management locali sono incaricati di valutare l’adeguatezza del modello per le Società controllate con riferimento alle specificità locali. In caso di disaccordo, si attiva il processo di escalation.
‐ Implementazione
Nella fase di implementazione vengono attivate le azioni necessarie a rendere operativo il modello: ciò include lo sviluppo e il test delle piattaforme informatiche. Questa fase è in capo al responsabile del Risk Management della Capogruppo con il supporto metodologico, tecnico ed operativo del Comitato modello interno.
‐ Validazione
Questa fase consiste nella validazione del modello interno per garantire la sua adeguatezza e affidabilità. Le tipologie di validazione che si applicano sono le seguenti:
• Validazione completa nel caso di una nuova richiesta;
• Validazione specifica nel caso di un cambiamento al modello.
‐ Approvazione interna
Il modello interno è approvato dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo e dai Consigli di Amministrazione delle Società Controllate.
‐ Approvazione regolamentare
L’Autorità di Xxxxxxxxx del Gruppo notifica la decisione sulla richiesta di approvazione del modello interno. In caso di esito positivo, il modello interno è utilizzato per fini regolamentari.
‐ Cambiamento del modello
Questa fase consiste nell’identificazione, classificazione e implementazione dei cambiamenti del modello interno.
‐ Calibrazione ed elaborazione
La calibrazione del modello consiste nell’aggiornamento di tutte le ipotesi e dei parametri rilevanti per il calcolo del requisito di capitale (SCR e MCR), sia per finalità regolamentari che per finalità gestionali. Questa fase è in capo al responsabile del Risk Management della Capogruppo e ai responsabili delle unità locali di Risk Management per gli aspetti rilevanti a livello locale.
L’elaborazione del modello consiste nell’esecuzione del processo di calcolo, a livello individuale e di gruppo, per la valutazione del requisito di capitale (SCR e MCR) ed è in capo al responsabile del Risk Management della Capogruppo.
‐ Validazione regolare
Consiste nella validazione annuale del modello interno per garantire la sua adeguatezza e affidabilità.
‐ Documentazione
Questa fase consiste nell’aggiornamento della model inventory. È in capo al responsabile del Risk Management della Capogruppo e viene effettuata trimestralmente.
Dopo la prima approvazione regolamentare per l’utilizzo del modello interno, il processo ordinario di gestione inizia dalla fase di model change.
In caso di disaccordo sugli aspetti di sviluppo del modello viene attivato il seguente processo di escalation per risolvere qualsiasi questione.
‐ Processo di escalation
Le decisioni sulla progettazione, implementazione ed elaborazione del modello, se rilevanti a livello locale, vengono condotte congiuntamente dal responsabile del Risk Management della Capogruppo e dai responsabili delle unità locali di Risk Management.
In caso di disaccordo si applica la seguente procedura:
• la questione è portata all’attenzione del responsabile della funzione di Risk Management di Gruppo
che identifica una soluzione;
• se la soluzione proposta al punto precedente è rifiutata, la questione viene portata all’attenzione Consiglio di Amministrazione della società controllata, che è il responsabile ultimo per ogni decisione sul modello che abbia una rilevanza a livello locale.
Validazione del Modello Interno
‐ La validazione del modello interno è condotta seconda una struttura a tre livelli di seguito indicata.
• Livello 1: validazione per singolo modulo di rischio;
• Livello 2: validazione a livello di singola società;
• Livello 3: validazione a livello di gruppo.
La validazione per modulo di rischio viene effettuata in base a specifiche aree di validazione (come indicato nel seguente paragrafo) e riguarda sia aspetti qualitativi sia aspetti quantitativi.
La validazione a livello di singola società si fonda sugli esiti della validazione per modulo di rischio ed è integrata da ulteriori verifiche su ulteriori aree di validazione (rispetto a quelle considerate nel primo livello di validazione) che, per natura, sono analizzabili solo a livello di società.
La validazione a livello di gruppo si basa sui risultati di validazione a livello di singola società.
Aree di validazione
Le aree di validazione a livello di modulo di rischio sono le seguenti.
‐ Governance del modello
Quest’area si riferisce alla struttura organizzativa per la gestione del modello interno con specifico riferimento ai ruoli e alle responsabilità di ogni funzione/unità coinvolta. Include inoltre gli aspetti legati alla corretta implementazione dei processi del modello interno.
‐ Scelta dei modelli
Quest’area si riferisce ai modelli utilizzati per la valutazione dei rischi nell’ambito del modello interno con particolare riferimento alla loro natura e materialità. Include inoltre la validazione della documentazione del modello interno e l’adeguatezza del sistema di calcolo a supporto del modello interno.
‐ Dati
Quest’area di riferisce alla qualità e all’appropriatezza dei dati utilizzati nel modello interno e della loro conformità ai requisiti stabiliti nella Politica di Data Governance.
‐ Ipotesi ed Expert Judgement
Quest’area si riferisce alla scelta delle ipotesi e alla calibrazione dei parametri utilizzati nel modello interno e alla relativa applicazione dell’expert judgement.
‐ Risultati e Reporting
Quest’area si riferisce agli aspetti collegati ai risultati prodotti dal modello interno e al relativo sistema di reporting.
Accanto alle aree sopra indicate, sono inoltre considerate le seguenti aree di validazione:
‐ attribuzione dei profitti e delle perdite (c.d. profit and loss attribution);
‐ reverse stress test;
‐ use test;
‐ governance (in relazione alle politiche del modello interno).
Tali aree risultano di carattere trasversale, rispetto ai singoli moduli di rischio, e per tale ragione trovano applicazione solamente a livello di singola società.
Infine, la validazione contribuisce allo sviluppo e al miglioramento continuo del modello interno, ad incrementare la comprensione del modello e ad aumentare la consapevolezza sui limiti e le debolezze del modello stesso.
Governance del Modello interno
Di seguito riportiamo gli Organi Sociali e le funzioni coinvolte nel processo:
‐ Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, le cui responsabilità principali sono:
• definire le linee guida strategiche per il modello interno;
• garantire l’adeguatezza e la conformità del modello interno;
• analizzare i risultati del modello interno;
• approvare le politiche del modello interno;
• approvare il modello interno da utilizzare per la società e per il gruppo.
‐ Consigli di Amministrazione delle Società Controllate, le cui responsabilità principali sono:
• contribuire alla definizione delle linee guida strategiche per il modello interno;
• garantire l’adeguatezza e la conformità del modello interno alle specificità locali;
• analizzare i risultati del modello interno;
• approvare le politiche del modello interno;
• approvare il modello interno da utilizzare a livello locale.
‐ Comitato per il Controllo e Xxxxxx di Gruppo che assiste il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo nell’esercizio delle sue funzioni, fornendo consulenza e assistenza nello sviluppo del sistema di controllo interno e di gestione del rischio, compresa la valutazione dell’adeguatezza e della conformità del modello interno.
‐ Comitato Modello Interno che fornisce un supporto metodologico, tecnico e operativo al responsabile del Risk Management della Capogruppo e ai responsabili delle unità locali di Risk Management con riferimento alle seguenti aree:
• calibrazione del modello interno;
• cambiamenti del modello;
• analisi dei risultati di validazione e definizione delle azioni di rimedio;
• processo di sviluppo del modello;
• processo di implementazione del modello.
‐ Comitato di Gruppo per la Validazione del Modello Interno è responsabile del processo di validazione.
Ulteriori dettagli possono essere trovati nella “Politica di validazione del modello interno”.
‐ Chief Risk Officer, che coordina le funzioni di Risk Management, Compliance e Antiriciclaggio della Capogruppo e le cui responsabilità principali sono:
• sovraintendere al modello interno per quanto riguarda la governance e il processo;
• partecipare al processo di cambiamento del modello;
• partecipare al Comitato di Gruppo per la Validazione del Modello Interno.
‐ Responsabile della funzione di Risk Management di Gruppo
Il responsabile della funzione di Risk Management di Gruppo sviluppa il sistema di gestione dei rischi attraverso i processi di identificazione, valutazione e monitoraggio dei rischi. La struttura organizzativa per la gestione del modello interno comprende le seguenti unità: la funzione di Risk Management della Capogruppo, l’unità di supporto al governo del rischio (Group Risk Governance) e le funzioni di controllo attuariale e di validazione del modello interno (Group Actuarial Function and Validation).
Il responsabile della funzione di Risk Management di Gruppo si occupa di:
• coordinare la progettazione, l’implementazione e l’esecuzione del modello interno;
• garantire che i modelli siano rivisti regolarmente;
• gestire il processo di escalation verso Consiglio di Amministrazione della Capogruppo;
• coordinare i responsabili delle unità locali di Risk Management;
• sottoporre al Consiglio di Amministrazione della Capogruppo i cambiamenti del modello per l’approvazione;
• approvare la calibrazione dei parametri del modello con il supporto del Comitato modello interno;
• coordinare l’implementazione dei piani di rimedio derivanti dai cambiamenti del modello.
‐ Responsabile del Risk Management della Capogruppo
Il responsabile della funzione di Risk Management della Capogruppo è a capo delle seguenti fasi della gestione del modello interno:
• progettazione del modello;
• implementazione del modello;
• calibrazione ed esecuzione del modello;
• cambiamenti del modello.
Ulteriori dettagli sulla responsabilità del cambiamento del modello si trovano nella “Politica di cambiamento del modello interno”.
‐ Unità Validazione di Gruppo, che garantisce l’esecuzione delle attività operative necessarie per il processo di validazione e fornisce al Comitato di Gruppo per la Validazione del Modello Interno un supporto tecnico e metodologico.
L’unità di validazione di Gruppo ha le seguenti responsabilità:
• aggiornare il Comitato di Gruppo per la Validazione del Modello Interno sullo stato del processo di validazione e fornire proposte e risultati da discutere;
• condurre le attività di validazione garantendo l’indipendenza rispetto alle attività di sviluppo del modello interno;
• fornire un supporto tecnico‐metodologico al Comitato di Gruppo per la Validazione del Modello Interno.
Ulteriori dettagli sull’unità di validazione di Gruppo possono essere trovati nella “Politica di validazione del modello interno”.
‐ Responsabili delle unità locali di Risk Management
I responsabili delle unità locali di valutazione dei rischi sono a capo delle seguenti fasi con riferimento alla gestione delle specificità locali:
• progettazione del modello;
• implementazione del modello;
• calibrazione del modello;
• validazione del modello;
• cambiamenti del modello.
‐ Funzione Attuariale
• contribuisce alla calibrazione del modello;
• contribuisce alla valutazione di appropriatezza dei dati;
• partecipa al tavolo degli esperti in relazione alla valutazione delle correlazioni tra i rischi.
‐ Attuariati Danni e Vita, che contribuiscono alla progettazione, implementazione, esecuzione e cambiamento del modello interno partecipando al Comitato modello interno e contribuiscono alla calibrazione del modello interno attraverso la partecipazione al processo di Expert Judgment. Inoltre, è responsabile del calcolo delle riserve tecniche.
‐ Finanza, che contribuisce alla progettazione, implementazione, esecuzione e cambiamento del modello interno partecipando al Comitato modello interno. Contribuiscono alla calibrazione del modello interno attraverso la partecipazione al processo di Expert Judgment.
‐ Compliance, responsabile della supervisione della conformità della governance del modello interno alle normative vigenti e partecipa al Comitato di Gruppo per la Validazione del Modello Interno.
‐ Amministrazione, responsabile di:
• redigere lo stato patrimoniale a valori di mercato;
• calcolare i fondi propri.
B.4. SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
B.4.1.OVERVIEW DEL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
Italiana Assicurazioni, in conformità ai principi ispiratori del Gruppo Reale, ritiene di primaria importanza il disporre di un adeguato sistema di controllo sia nell’ambito della propria gestione operativa che di quella a livello di Gruppo sia nei rapporti con i soggetti esterni; i principi e le regole costituenti il sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi dell’azienda coinvolgono ogni comparto dell’attività della Società, attraverso la distinzione dei compiti operativi da quelli di controllo e la definizione di ruoli e responsabilità. Tale impostazione si conferma e si rafforza anche nell’ambito della nuova realtà societaria che ha avuto origine dall’operazione di fusione con le società ex Uniqa.
In conformità a quanto definito a livello di Gruppo, la diffusione della cultura del controllo e la garanzia sul livello di integrità aziendale sono promossi dal Consiglio di Amministrazione e attuati dalla Direzione Generale attraverso un insieme di normative interne e/o di Gruppo, azioni specifiche e attività di organismi e comitati aziendali e/o di Gruppo a ciò preposti.
Le normative di riferimento principali sono il Regolamento di Gruppo, le direttive e i documenti attinenti al governo societario, il Codice Etico di Gruppo, il Sistema Sanzionatorio, il sistema delle deleghe, i processi e le procedure aziendali, il Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs. 231/01. Tali documenti costituiscono un insieme organico e formalizzato di norme e principi cui i singoli addetti devono uniformare i propri comportamenti e contengono quindi i presupposti per l’attività complessiva di controllo, nel senso di un’ampia diffusione e condivisione dei riferimenti ai quali conformarsi.
Il sistema dei controlli interni di Italiana Assicurazioni è stato adeguato alle necessità derivanti dalla fusione con le ex società Uniqa. Ne è un esempio la scelta di costituire una funzione di Risk Management presso la Società, operante in collegamento funzionale con la corrispondente funzione di Capogruppo. Le risorse della funzione di Revisione Interna di Uniqa Assicurazioni ante fusione sono invece confluite nella funzione di Revisione Interna di Italiana Assicurazioni post fusione.
Il sistema dei controlli prevede specifiche attività di controllo a tutti i livelli che risultano proporzionate alle dimensioni, alla natura e alla complessità degli affari della nuova realtà societaria derivante dall’operazione di fusione. Esso tiene inoltre conto della struttura organizzativa sia della Società medesima sia del Gruppo, laddove rilevanti strutture, come per esempio la direzione Sinistri di Gruppo, siano accentrate presso Reale Mutua Assicurazioni secondo una logica di ottimizzazione di impiego delle risorse e di applicazione dei processi. Attraverso la struttura organizzativa formalizzata nell’organigramma e, coerentemente con il sistema di attribuzione delle deleghe operative e i diversi meccanismi di firme congiunte, autorizzazioni, verifiche, ecc., è inoltre garantita l’attuazione del principio della separazione dei compiti.
Più in dettaglio il sistema di controllo interno di Italiana Assicurazioni è costituito dall’insieme delle regole, delle procedure e delle strutture organizzative volte ad assicurare il corretto funzionamento e il buon andamento dell’impresa e a garantire, con un ragionevole margine di sicurezza:
‐ l’efficacia e l’efficienza dei processi aziendali;
‐ l’identificazione, la valutazione anche prospettica, la gestione e l’adeguato controllo dei rischi, in coerenza con gli indirizzi strategici e la propensione al rischio dell’impresa anche in un’ottica di medio‐ lungo periodo;
‐ la tempestività del sistema di reporting delle informazioni aziendali;
‐ l’attendibilità e l’integrità delle informazioni contabili e gestionali;
‐ la salvaguardia del patrimonio, anche in un’ottica di medio ‐ lungo termine;
‐ la conformità dell’attività della Società alla normativa vigente, alle direttive e alle procedure aziendali e al Regolamento di Gruppo.
La struttura di controllo della Società è articolata su tre livelli:
‐ controlli di primo livello: sono diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni nel perseguimento degli obiettivi assegnati. Sono effettuati dalle strutture organizzative societarie e di Gruppo responsabili delle attività e/o da altre funzioni appartenenti al medesimo settore e rappresentano il primo presidio, in termini di responsabilità, del processo di gestione dei rischi;
‐ controlli di secondo livello: costituiscono l’insieme di attività svolte da funzioni/organi che, operando a livello di Società o di Gruppo (a esempio Risk Management, Compliance, funzione Attuariale,
Antiriciclaggio, Ispettorati) e in posizione indipendente dai responsabili degli altri processi, hanno il compito di monitorare, in via sistematica, l’andamento delle diverse famiglie di rischio, dell’operatività e dell’adeguatezza dei controlli di primo livello;
‐ controlli di terzo livello: sono rappresentati dall’attività della funzione Revisione Interna della Società, volta a individuare andamenti anomali, violazioni delle procedure e della regolamentazione, nonché a valutare l’efficacia e l’efficienza del sistema di controllo interno nel suo complesso.
La Società considera di primaria importanza l’attenzione al tema della collaborazione tra le varie funzioni e gli organi che, nell’ambito del Gruppo Reale, sono deputati al controllo; in tal senso agevola gli stessi nel reciproco scambio delle informazioni utili all’espletamento dei rispettivi compiti.
I principali organi di controllo, sia a livello di Società che di Gruppo, oltre al Consiglio di Amministrazione, al Direttore Generale e al Collegio Sindacale, sono il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e l’Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. 231/01.
Le funzioni fondamentali di controllo (come indicato dal nuovo Regolamento Ivass n. 38/18), e assimilabili, sono:
‐ la Revisione Interna (Internal Audit);
‐ l’unità Responsabilità Amministrativa Enti;
‐ il Risk Management della Società e quello corrispondente della Capogruppo;
‐ la Compliance;
‐ l’Antiriciclaggio di Gruppo;
‐ la funzione di Controllo Attuariale di Gruppo.
Le altre funzioni che, operando a livello di Gruppo, risultano presenti anche nell’Organigramma della Società con compiti di controllo sono le seguenti:
‐ Sicurezza delle Informazioni e Protezione dei Dati;
‐ la Pianificazione e Controllo;
‐ l’Attuariato xxxx Xxxxx;
‐ l’Attuariato rami Vita;
‐ l’Ispettorato Sinistri;
‐ l’Ispettorato Amministrativo.
Le funzioni fondamentali di controllo, e assimilabili, svolgono la propria attività nel rispetto delle indicazioni contenute nella regolamentazione dell’Autorità di Vigilanza e in conformità a quanto previsto dalle rispettive politiche approvate dal Consiglio di Amministrazione, in accordo con quanto previsto dal Regolamento di Gruppo.
Al fine di garantire l’indipendenza e l’autonomia delle funzioni fondamentali, e assimilabili, esse riportano direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione, per i compiti specifici inerenti al Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi; esse sono collocate all’interno dell’organigramma aziendale in modo tale da garantirne l’indipendenza funzionale dalle aree o unità operative.
Allo scopo di assicurarne la necessaria autorità, le competenze, le risorse e l’indipendenza il Consiglio di Amministrazione della Società assegna attraverso le politiche delle funzioni di controllo fondamentali, e assimilabili, riviste su base annuale, i compiti, i poteri, le responsabilità e le modalità di reportistica delle funzioni medesime al Consiglio stesso.
Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre fissato, sulla base di quanto disposto dalla regolamentazione di riferimento (ora Regolamento Ivass n. 38/08), uno specifico collegamento organico fra le funzioni rispettivamente di Revisione Interna, di Risk Management (della Società e quella della Capogruppo), di Compliance, di Antiriciclaggio di Gruppo e funzione di Controllo Attuariale di Gruppo. A eccezione della prima, quelle elencate sono funzioni che a livello di Capogruppo fanno riferimento alla struttura di coordinamento denominata CRO (Chief Risk Officer); è in particolare previsto che le citate funzioni si scambino reciprocamente tutte le informazioni, le elaborazioni e i dati in loro possesso, utili allo svolgimento delle proprie attività, e che lo facciano in appositi incontri con cadenza almeno semestrale e, comunque, in ogni circostanza che si renda necessaria.
Al fine di favorire il coordinamento tra le funzioni di controllo di secondo livello, operanti a livello di Gruppo, sono state altresì previste riunioni con cadenza regolare tra le funzioni afferenti all’area del CRO (Chief Risk Officer medesimo, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e funzione di Controllo Attuariale).
Il coordinamento principale tra il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale e le funzioni Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Controllo Attuariale e Antiriciclaggio è rappresentato dall’attività svolta dal Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo attraverso il quale le funzioni stesse informano e supportano gli organi di amministrazione e controllo.
Le funzioni di cui sopra, inoltre, si interfacciano regolarmente con il Collegio Sindacale che svolge nel corso dell’anno gli approfondimenti richiesti sulla documentazione e le informazioni in essa fornite.
Tenuto conto, inoltre, della normativa interna adottata nel corso del tempo, la Società individua una pluralità di report, rendicontazioni e analisi tra le diverse funzioni di controllo operanti nel proprio ambito e/o a livello di Gruppo, i Comitati consiliari e tra questi e gli Organi sociali.
B.4.2.FUNZIONE DI COMPLIANCE
B.4.2.1. Ruoli e obiettivi
Con delibera del giorno 11 novembre 2008, il Consiglio di Amministrazione di Italiana Assicurazioni ha esternalizzato la funzione di Compliance, ai sensi del Regolamento Isvap n. 20/08 (ora Regolamento. Ivass n. 38/2018) alla Capogruppo Reale Mutua.
L’affidamento della funzione di Compliance a Reale Mutua è stato formalizzato mediante apposito contratto ai sensi della normativa sopracitata.
In seno alla Capogruppo Reale Mutua la funzione di Compliance riporta in line al Chief Risk Officer e, al fine di garantirne l’indipendenza e l’autonomia, direttamente al Comitato per il Controllo e i rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione per i compiti specifici inerenti al sistema di gestione dei rischi derivanti dalla non conformità alle norme.
La funzione di Compliance della Capogruppo Reale Mutua, che ha adottato un modello organizzativo accentrato e diffuso ai sensi della Politica della funzione approvata dal Consiglio di Amministrazione, è composta dal responsabile, da un’unità di coordinamento centrale, e si avvale di un network di referenti di compliance presso tutte le strutture organizzative aziendali – c.d. “focal point di compliance” ‐ deputate all’esercizio dei controlli di secondo livello in materia di conformità normativa sui processi e le procedure aziendali di competenza. Il network dei referenti costituisce una rete di relazioni di corrispondenza verso l’unità di coordinamento centrale e il responsabile della funzione.
La funzione di Compliance opera in coerenza alle metodologie previste nella Politica di gestione del rischio di non conformità alle norme, approvata dal Consiglio di Amministrazione, nonché alle note dispositive di carattere organizzativo dell’unità di coordinamento centrale.
La funzione di Compliance governa un processo trasversale che consta di presidi organizzativi ed operativi atti ad evitare disallineamenti con l’insieme delle regole esterne ed interne e ha il compito di individuare, adottando metodologie condivise con le altre funzioni del sistema dei controlli interni, idonee soluzioni per la mitigazione/eliminazione dei rischi di non conformità.
Le principali attività svolte dalla funzione di Compliance possono essere riassunte come segue:
‐ identificazione delle norme applicabili all’impresa e valutazione ex ante (incluse le norme di autoregolamentazione) del loro impatto sui processi e le procedure aziendali;
‐ verifica dell’efficacia degli adeguamenti organizzativi (strutture, processi, procedure) suggeriti per la prevenzione e mitigazione del rischio di non conformità normativa;
‐ supporto al Consiglio di Amministrazione, al Comitato per il Controllo interno e i Rischi di Gruppo e all’Alta Direzione nella definizione e adeguamento nel tempo delle strategie e delle politiche di valutazione e gestione del rischio di non conformità alle norme;
‐ valutazione ex ante – anche in chiave prospettica e funzionale alle valutazioni in ambito ORSA – della conformità dei nuovi prodotti e delle nuove strategie di sviluppo alla normativa vigente applicabile;
‐ predisposizione della reportistica nei confronti del Consiglio di Amministrazione, del Comitato per il
Controllo e i Rischi di Gruppo, dell’Alta Direzione e dei responsabili delle strutture operative circa l’evoluzione del rischio di non conformità normativa e l’eventuale violazione dei limiti operativi fissati;
‐ definizione e formalizzazione della pianificazione dell’attività di compliance attraverso un Piano annuale da presentare per la sua approvazione al Consiglio di Amministrazione, previo esame da parte del Comitato per il controllo interno e i Rischi di Gruppo;
‐ predisposizione della relazione annuale al Comitato per il Controllo interno e i Rischi di Gruppo) e al Consiglio di Amministrazione sull’adeguatezza ed efficacia dei presidi adottati dall’impresa per la gestione del rischio di non conformità;
‐ supporto alla Scuola di Formazione di Gruppo nell’individuazione dei percorsi formativi per il network dei referenti di compliance e, in generale, per gli aspetti di compliance connessi all’attività della funzione.
B.5. SISTEMA DI AUDIT INTERNO
B.5.1.XXXXX E OBIETTIVI
La funzione Revisione Interna della Società, anche nel nuovo assetto societario derivante dalla fusione con le società ex Uniqa, conferma il proprio rapporto funzionale rispetto alla corrispondente struttura della Capogruppo. Alla luce dell’attuale assetto di Governance della Società, essa è collocata in staff alla Direzione Generale e per i propri specifici compiti riporta direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione. Tale scelta è coerente con l’esigenza di garantire l’indipendenza e l’autonomia nonché l’imparzialità e l’obiettività di giudizio. Il responsabile della funzione, che svolge lo stesso incarico presso l’analoga struttura della Capogruppo, è dotato della necessaria autorità attraverso l’attribuzione di specifici compiti, poteri, responsabilità da parte del Consiglio di Amministrazione. La funzione, infine, svolge le sue attività di verifica anche per la controllata Italnext.
La funzione Revisione Interna effettua le proprie attività nel rispetto delle linee guida indicate dal Regolamento Isvap n. 20/08 (ora Regolamento Ivass n. 38/08) nonché dalla politica della funzione stabilita dal Consiglio di Amministrazione, in conformità a quanto previsto dal Regolamento di Gruppo.
In seguito alla fusione con le ex società Uniqa le risorse della funzione Revisione Interna della ex Uniqa Assicurazioni – operativa anche per le altre due ex società Uniqa – sono confluite nella funzione Revisione Interna di Italiana Assicurazioni post fusione.
Al fine di garantire la necessaria autorità, la qualificazione professionale, le competenze e la piena indipendenza della funzione il Consiglio di Amministrazione della Società assegna, attraverso la politica della funzione stessa ‐ rivista su base annuale – i compiti, i poteri, le responsabilità e le modalità di reportistica della funzione al Consiglio medesimo.
La funzione inoltre accoglie al suo interno, in una struttura separata e dedicata, l’attività dell’unità Responsabilità Amministrazione Enti, svolta ai sensi del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex
D. Lgs. 231/2001. Le funzioni di vigilanza e controllo sul Modello, la cui adozione è stata deliberata dal Consiglio di Amministrazione della Società nel 2005, sono attuate dall’Organismo di Vigilanza, che si avvale dell’attività della summenzionata unità Responsabilità Amministrativa Enti al fine di garantire lo svolgimento delle verifiche, delle analisi e degli altri adempimenti di sua competenza.
Gli ambiti di intervento principali della funzione assegnati dal Consiglio di Amministrazione sono i seguenti:
‐ monitorare e valutare l’efficacia e l’efficienza del sistema dei controlli interni anche attraverso l’attività di supporto e di consulenza alle altre funzioni aziendali;
‐ uniformare la propria attività agli standard professionali comunemente accettati a livello nazionale e internazionale e, in particolare, verificare:
• la correttezza dei processi gestionali e l’efficacia e l’efficienza delle procedure organizzative;
• la regolarità e la funzionalità dei flussi informativi tra settori aziendali;
• l’adeguatezza dei sistemi informativi e la loro affidabilità affinché non sia inficiata la qualità delle informazioni sulle quali il vertice aziendale basa le proprie decisioni;
• la rispondenza dei processi amministrativo ‐ contabili a criteri di correttezza e di regolare tenuta
della contabilità;
• l’efficienza dei controlli svolti sulle attività esternalizzate;
‐ pianificare l’attività in modo da identificare le aree da sottoporre prioritariamente ad audit e sottomettere il Piano di Audit e le sue eventuali variazioni significative all’approvazione del Consiglio di Amministrazione, previo esame del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo;
‐ redigere rapporti di audit obiettivi, chiari, concisi e tempestivi, contenenti suggerimenti per eliminare le carenze riscontrate e far seguire all’attività di audit quella di follow‐up, ossia la verifica a distanza di tempo dell’efficacia delle correzioni apportate al sistema;
‐ effettuare le attività e le verifiche specifiche previste dalle Autorità di Xxxxxxxxx;
‐ coordinarsi con la funzione corrispondente della Capogruppo, ai sensi del Regolamento di Gruppo;
‐ partecipare, per mezzo del responsabile della funzione, alle riunioni dell’Organismo di Vigilanza istituito ai sensi del D.Lgs. 231/01, ente in cui il medesimo figura in qualità di membro, così come previsto dal Modello Organizzativo istituito dal Consiglio di Amministrazione della Società;
‐ fornire la propria attività di supporto alla società di revisione esterna e al Collegio Sindacale, sia nella gestione delle proprie verifiche periodiche sia negli incontri che lo stesso effettua con le diverse unità aziendali e/o di Gruppo.
Alla funzione non possono essere affidati responsabilità operative o incarichi di verifica di attività per le quali si siano avute in precedenza autorità o responsabilità, se non sia trascorso un ragionevole periodo di tempo.
Il responsabile della funzione deve segnalare con urgenza al Consiglio di Amministrazione, al Comitato per Controllo e i Rischi di Gruppo e al Collegio Sindacale le situazioni di particolare gravità relative al Sistema di Controllo Interno della Società eventualmente riscontrate.
Il Consiglio di Amministrazione della Società approva e aggiorna annualmente la Politica per la valutazione del possesso dei requisiti di idoneità alla carica in termini di onorabilità, professionalità e indipendenza, in cui sono individuate tali caratteristiche richieste al responsabile della funzione, nonché le modalità per la valutazione dei requisiti stessi.
B.6. FUNZIONE ATTUARIALE
B.6.1.XXXXX E OBIETTIVI
La Funzione attuariale è stata esternalizzata integralmente alla capogruppo Reale Mutua.
La Funzione attuariale di Capogruppo è collocata all’interno della Funzione di Group Risk Management e, in linea con il requisito di indipendenza, riferisce direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione.
Inoltre, la Funzione attuariale è separata dagli Attuariati di business garantendo in tal modo piena indipendenza tra il calcolo delle riserve tecniche (e le relative attività operative e di business), affidato ai citati Attuariati, e le corrispondenti attività di controllo esercitate dalla funzione.
La funzione opera in coerenza con la politica deliberata dal Consiglio di Amministrazione e le principali attività che è chiamata a svolgere sono le seguenti:
‐ valutare l’adeguatezza delle riserve tecniche secondo i principi Solvency II;
‐ valutare la sufficienza delle riserve tecniche Vita e Auto secondo i principi contabili nazionali;
‐ formulare il parere sulle politiche di sottoscrizione;
‐ formulare il parere sugli accordi di riassicurazione;
‐ contribuire all’applicazione efficace del sistema di gestione dei rischi con particolare riferimento al modello interno;
‐ predisporre il reporting per il Consiglio di Amministrazione, il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, l’Alta Direzione, i Comitati, le Commissioni e le strutture organizzative;
‐ sottoscrivere la relazione sulle procedure seguite per l’elaborazione e il controllo dei dati trasmessi alla stanza di compensazione;
‐ sottoscrivere la relazione sul rendimento attuale e prevedibile.
B.7. ESTERNALIZZAZIONE
Ai sensi del Regolamento Isvap n. 38 del 2018, Reale Group si è dotato di una policy avente l’obiettivo di definire per le società assicurative le linee guida da adottare nel processo di esternalizzazione delle attività e nella scelta dei fornitori.
Attraverso tale documento sono stati definiti:
‐ i criteri di individuazione delle attività da esternalizzare;
‐ le modalità di selezione dei fornitori;
‐ le modalità da adottare per la valutazione del livello delle prestazioni del fornitore;
‐ i piani di emergenza dell’impresa e le relative procedure, ivi incluse le strategie di uscita nei casi di esternalizzazioni di funzioni e attività essenziali o importanti.
Italiana Assicurazioni ricorre alla esternalizzazione di funzioni o attività operative cruciali o importanti per le seguenti ragioni:
‐ ottimizzazione dei costi, miglioramento della qualità dei servizi e dell’efficienza dei processi gestionali.
‐ presenza di competenze distintive specialistiche di una società controllata, nel caso di esternalizzazioni all’interno del Gruppo.
Si considerano attività essenziali o importanti tutte quelle attività la cui mancata o anomala esecuzione comprometterebbe gravemente la capacità dell’impresa di continuare a conformarsi alle condizioni richieste per la conservazione dell’autorizzazione all’esercizio oppure comprometterebbe gravemente i suoi risultati finanziari, la sua stabilità o la continuità e qualità dei servizi verso gli assicurati e i danneggiati. A titolo esemplificativo sono da considerarsi attività essenziali la gestione dei sinistri, la gestione patrimoniale, la gestione dei sistemi informatici. In tali casi le imprese devono garantire che l’esternalizzazione non pregiudichi il proprio sistema di governance, né la stabilità finanziaria o la capacità di prestare adeguatamente i propri servizi agli assicurati e ai danneggiati, né determini un ingiustificato incremento del rischio operativo.
Per quanto attiene alla selezione dei fornitori, la stessa avviene sulla base di accurata verifica che garantisca il possesso di determinati requisiti, tra cui, anche ai fini di quanto richiesto dall’art. 274 paragrafo 3, lettera
a) Regolamento Delegato (UE) 2015/35:
‐ professionalità (competenza tecnico organizzativa, dimensioni/fatturato adeguato all’attività da svolgere, referenze sul mercato);
‐ onorabilità (verifica di eventuali procedure fallimentari, condanne);
‐ capacità economica (bilanci in attivo nell’ultimo triennio, fatturato, situazione economico‐patrimoniale);
‐ indipendenza (la scelta deve evitare situazioni di privilegio, come da Codice Etico della Compagnia).
Infine, la policy prevede l’effettuazione di una rilevazione periodica che ha lo scopo di garantire l’analisi del livello delle prestazioni dei fornitori e l’adeguatezza del servizio prestato. È inoltre previsto che i risultati dell’analisi siano sottoposti annualmente al Consiglio di Amministrazione.
A tal fine, per ogni contratto di esternalizzazione, è stata individuata una funzione responsabile per il presidio, cui è stato sottoposto uno specifico questionario.
Nella tabella di seguito si riportano le informazioni relative alle funzioni o attività essenziali o importanti esternalizzate e alla giurisdizione in cui sono ubicati i fornitori esterni di tali funzioni o attività.
Attività essenziali o importanti esternalizzate | Denominazione del fornitore | Giurisdizione |
Conservaz. sostitutiva libri giornali e registri xxx.xx | Integra Document management | ITALIA |
Conservaz. doc. inform. (firma grafometrica) | Namirial S.p.A. | ITALIA |
Gestione in outsourcing polizze multiramo | Previnet | ITALIA |
Delega gestionale per fondi polizze unit linked | Banca Consulia | ITALIA |
Gestione sinistri e servizi accessori | Dual Italia S.p.A. | ITALIA |
Servizio di imbustamento della corrispondenza | Trentatrecento S.r.l. | ITALIA |
Gestione dell'infrastruttura del sistema applicativo sinistri | DDway s.r.l. | ITALIA |
Trattazione e liquidazione sinistri carta verde Italia e IV Direttiva | Multi Serass S.r.l. | ITALIA |
Invii postali a clienti e/o agenti | Ciscra S.p.A. | ITALIA |
Facility Management del sistema danni | Dedagroup Business Solutions srl | ITALIA |
Servizi IT | Cedacri S.p.A. | ITALIA |
Gestione liquidativa sinistri rimborso spese mediche. | Marsh S.p.A. | ITALIA |
Fornitura Servizi Tecnologici (PIP Progetto Pensione Sicura) | Previnet S.p.A. | ITALIA |
Servizio Gestione Rendite previdenziali ed assicurative | Previnet S.p.A. | ITALIA |
Backoffice Polizze Vita | Universa Soc. Coop. | ITALIA |
Gestione amministrativa e contabile del Fondo di Previdenza | Previnet S.p.A. | ITALIA |
Servizio gestione rendite previdenziali e assicurative ciclo attivo e | Previnet S.p.A. | ITALIA |
Certificazione periodica e fornitura servizi tecnologici | Previnet S.p.A. | ITALIA |
Gestione portafoglio Unit‐linked | Azimut Sgr S.p.A. | ITALIA |
Gestione Fondo Interno Assicurativo Unit‐linked | Banca Profilo S.p.A | ITALIA |
Gestione sinistri | AXA‐ART Versicherung | ITALIA |
Attività di back office e contact center | Xxxxxx.xx | ITALIA |
Nella tabella di seguito si riportano le informazioni sugli accordi di esternalizzazione infragruppo rilevanti.
Attività essenziali o importanti esternalizzate | Denominazione del fornitore | Giurisdizione |
Attività inerenti ramo Vita: Attuariato e ALM | Reale Mutua di Assicurazioni | ITALIA |
Attività di Risk Management | Reale Mutua di Assicurazioni | ITALIA |
Attività inerenti ramo Cauzioni | Reale Mutua di Assicurazioni | ITALIA |
Attività inerenti ramo Grandine | Reale Mutua di Assicurazioni | ITALIA |
Attività relative all'antiriciclaggio | Reale Mutua di Assicurazioni | ITALIA |
Direzione, gestione, liquidaz. sinistri di Rete | Reale Mutua di Assicurazioni | ITALIA |
Direz., gestione, liquidaz. sinistri massa e complessi | Reale Mutua di Assicurazioni | ITALIA |
Attuariato per i rami 10 e 12 | Reale Mutua di Assicurazioni | ITALIA |
Servizi amministrativi | Reale Mutua di Assicurazioni | ITALIA |
Attività di compliance | Reale Mutua di Assicurazioni | ITALIA |
Servizi di riassicurazione | Reale Mutua di Assicurazioni | ITALIA |
Funzione attuariale | Reale Mutua di Assicurazioni | ITALIA |
Gestione sinistri ramo 18 | Blue Assistance S.p.A. | ITALIA |
Gestione sinistri polizze malattia | Blue Assistance S.p.A. | ITALIA |
Attività di gestione polizze collettive malattia | Blue Assistance S.p.A. | ITALIA |
Centrale operativa servizio clienti "Benvenuti in Italiana" | Blue Assistance S.p.A. | ITALIA |
Gestione fondi polizze unit‐linked | Banca Reale S.p.A. | ITALIA |
Gestione patrimoniale e attività amministrative connesse | Banca Reale S.p.A. | ITALIA |
Servizi informatici | Reale Ites S.R.L. | ITALIA |
B.8. ALTRE INFORMAZIONI
Il Consiglio di Italiana Assicurazioni ha esaminato l’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile e, in particolare, del sistema di governo societario (sistema di controllo interno e di gestione dei rischi) della Società, sulla base delle relazioni periodiche del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e delle funzioni aziendali di controllo.
Sulla base delle risultanze delle attività sopra indicate non sono state rilevate particolari carenze nei sistemi dei controlli interni e di gestione dei rischi; gli aspetti di miglioramento emersi hanno comunque dato origine all’adozione delle conseguenti misure di rimedio.
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Non si segnalano altre informazioni significative.
C.
PROFILO DI
RISCHIO
C.1. RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE
C.1.1.DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Il rischio di sottoscrizione si riferisce alle potenziali perdite o alle potenziali variazioni sfavorevoli del valore delle passività assicurative in cui l’impresa può incorrere dovute ad ipotesi inadeguate in materia di tariffazione e di costituzione di riserve, nonché rischi derivanti da eventi catastrofali. Nell’ambito del framework dei rischi della Compagnia, tali rischi sono definiti come tecnico assicurativi e sono declinati in fattori di rischio come di seguito indicato.
Rischi tecnici assicurativi Danni
‐ Rischio di tariffazione: rappresenta il rischio derivante da oscillazioni riguardanti il timing, la frequenza e la gravità degli eventi assicurativi relativi a contratti in vigore alla data di valutazione o che saranno sottoscritti nell’anno successivo all’istante di valutazione;
‐ Rischio di riservazione: rappresenta il rischio derivante da oscillazioni riguardanti il timing e l’importo dei pagamenti futuri per sinistri già avvenuti alla data di valutazione;
‐ Rischio catastrofale: rappresenta il rischio di perdite o di variazioni sfavorevoli nel valore della passività assicurative a causa di eventi estremi o eccezionali.
Rischi tecnici assicurativi Xxxx Xxxx
‐ Rischio di mortalità: rappresenta il rischio legato ad uno sfavorevole scostamento delle basi demografiche risultanti dall’esperienza (sovra‐mortalità) rispetto a quelle utilizzate nella determinazione della Best Estimate;
‐ Rischio di longevità: rappresenta il rischio legato ad uno sfavorevole scostamento delle basi demografiche risultanti dall’esperienza (sotto‐mortalità) rispetto a quelle utilizzate nella determinazione della Best Estimate;
‐ Rischio di riscatto: rappresenta il rischio legato a variazioni avverse nel livello dell’incidenza dei riscatti, dei recessi e delle estinzioni anticipate;
‐ Rischio spese: rappresenta il rischio legato a variazioni avverse nel valore delle spese legate alle polizze rispetto ai valori utilizzati nella determinazione della Best Estimate;
‐ Rischio catastrofale: rappresenta il rischio derivante da un evento imprevedibile che ha come conseguenza quella di colpire contemporaneamente più persone, producendo un numero di sinistri di entità significativamente superiore a quella attesa.
Si specifica inoltre che il rischio di sottoscrizione dell'assicurazione malattia è composto dal rischio di sottoscrizione dell'assicurazione malattia simile al non vita (i singoli fattori di rischio sono riconducibili a quelli dei rischi tecnici assicurativi Danni), dal rischio di sottoscrizione dell'assicurazione malattia simile al vita (i singoli fattori di rischio sono riconducibili a quelli dei rischi tecnici assicurativi Rami Vita) e dal rischio catastrofale (i cui singoli fattori di rischio sono il rischio incidente di massa, il rischio di concentrazione e il rischio di pandemia).
La scelta dei rischi assicurativi che le singole imprese intendono assumere viene effettuata in maniera coerente con quanto disposto nelle linee guida predisposte dalla Compagnia, definite a livello di Gruppo, che disciplinano i criteri che devono essere soddisfatti dai nuovi prodotti al fine della loro commercializzazione nonché i criteri per l’assunzione dei rischi. Le risk preferences vengono, inoltre, esplicitate nell’ambito del risk appetite framework.
Il principale documento di riferimento è il Piano Triennale/Business plan, documento guida del Gruppo in cui sono definite le strategie e le linee guida relative alla gestione assicurativa.
I documenti specifici per le singole aree assicurative aziendali redatti in coerenza con le linee guida generali sono i seguenti:
‐ Manuali delle regole assuntive che per le diverse aree di business rappresentano uno strumento di indirizzo tecnico alla politica di sottoscrizione di ciascuna Compagnia del Gruppo;
‐ Documento circa le “Valutazioni tecnico‐normative dei nuovi prodotti Vita” in materia di ipotesi tecnico‐ attuariali, redditività, profilo di conformità normativa e profilo di rischio dei nuovi prodotti;
‐ Documento circa le “Valutazioni tecniche e di rischio dei prodotti Danni” in materia di aggiornamento dei processi di progettazione e revisione dei prodotti danni;
‐ Disposizioni operative emanate dalle singole aree di business riportate nelle Circolari e nelle Note
tecniche;
‐ Policy POG (Product Oversight and Governance arrangements) in cui sono definiti i presidi in materia di governo e controllo del prodotto assicurativo.
C.1.2.ESPOSIZIONE
L’esposizione al rischio di sottoscrizione può essere rappresenta attraverso il valore dei premi e delle riserve tecniche come riportato nelle seguenti tabelle.
(in migliaia di euro) | |
Esposizione al Rischio di Sottoscrizione ‐ Gestione Danni | 2018 |
Premi lordi contabilizzati | 758.322 |
Misura di volume premi | 743.074 |
Best Estimate | 987.436 |
Con riferimento ai premi Danni, le esposizioni principali sono relative alle Aree di attività (Lob) Assicurazione responsabilità civile autoveicoli (42%), Assicurazione contro l’incendio e altri danni ai beni (22%) e Assicurazione sulla responsabilità civile generale (11%).
Con riferimento alle Best Estimate Xxxxx, le esposizioni principali sono relative alle Aree di attività (Lob) Assicurazione responsabilità civile autoveicoli (47%), Assicurazione sulla responsabilità civile generale (21%) e Assicurazione contro l’incendio e altri danni ai beni (17%).
(in migliaia di euro)
Esposizione al Rischio di Sottoscrizione ‐ Gestione Vita 2018
Best Estimate 6.017.409
Con riferimento alle riserve tecniche Vita, le esposizioni principali sono relative alle polizze rivalutabili (88%) e alle polizze unit‐linked senza garanzia di rendimento prestata dall’impresa (10%).
Ulteriori dettagli circa la composizione delle riserve tecniche per Aree di attività (Lob) è riportata nella sezione D.2 – Riserve tecniche.
Ulteriori dettagli circa la composizione dei premi per Aree di attività (Lob) è riportata nella sezione A.2.1 Risultati conseguiti.
C.1.2.1. Misure di valutazione
Il rischio di sottoscrizione è misurato trimestralmente dalla Compagnia utilizzando rispettivamente il Modello Interno Parziale per la gestione danni e la formula standard per la gestione vita. La valutazione viene inoltre effettuata, con le stesse misure di valutazione, in chiave prospettica sull’orizzonte temporale di piano strategico nell’ambito del processo ORSA.
La misura di rischio utilizzata nel modello interno è il Value‐At‐Risk (VaR) ovvero la massima perdita potenziale in cui si può incorrere su un orizzonte temporale di un anno e al livello di probabilità del 99,5%. Nell’ambito del modello interno il VaR è determinato sulla base della distribuzione di probabilità dei fondi propri mentre per la formula standard si utilizzano i requisiti patrimoniali di solvibilità (SCR) calcolati secondo la calibrazione prevista dal Regolamento Delegato 35/2015.
I rischi legati al verificarsi di eventi catastrofali (per disastri «Man‐Made» e «natural») non sono modelizzati dalla Compagnia tramite PIM. Il rischio lapse dopo le valutazioni del caso è considerato immateriale ma viene monitorato con frequenza annuale.
C.1.2.2. Rischi sostanziali
La composizione del requisito patrimoniale di solvibilità per modulo di rischio consente di delineare il profilo di rischio della Compagnia. Nelle sezioni successive sono descritti i rischi sostanziali a cui la Compagnia è esposta con indicazione del loro contributo al profilo di rischio.
Danni
Il rischio di sottoscrizione Danni rappresenta il 25% rispetto al profilo di rischio complessivo della Compagnia.
Con riferimento ai dati al 31 dicembre 2018 si evidenzia una prevalenza del rischio di tariffazione e riservazione rispetto al rischio catastrofale.
In relazione ai rischi di tariffazione e riservazione, si segnala che le principali aree di attività (Lob) – in termini di requisito di capitale (SCR) – risultano essere le seguenti:
(in migliaia di euro) | ||
Rischi di Tariffazione e Riservazione ‐ Gestione Danni | SCR | % |
Assistenza | 4.329 | 2,1% |
Assicurazione di credito e cauzione | 7.237 | 3,6% |
Assicurazione contro l'incendio e altri danni ai beni | 45.234 | 22,3% |
Assicurazione tutela giudiziaria | 2.079 | 1,0% |
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti | 2.291 | 1,1% |
Perdite pecuniarie di vario genere | 1.679 | 0,8% |
Altre assicurazioni auto | 15.436 | 7,6% |
Assicurazione responsabilità civile autoveicoli | 86.691 | 42,7% |
Assicurazione responsabilità civile generale | 38.228 | 18,8% |
Totale non diversificato | 203.203 | 100,0% |
Diversificazione | −70.350 | ‐ |
Totale | 132.853 | ‐ |
(in migliaia di euro) | ||
Rischi di Tariffazione e Riservazione ‐ Gestione Health NSLT | SCR | % |
Assicurazione protezione dei lavoratori | 9.877 | 77,1% |
Assicurazione spese mediche | 2.936 | 22,9% |
Totale non diversificato | 12.813 | 100,0% |
Diversificazione | −1.816 | ‐ |
Totale | 10.997 | ‐ |
Con riferimento ai rischi catastrofali, si riportano i contributi al requisito di capitale per tipologia di evento:
(in migliaia di euro) | ||
Rischio Catastrofale ‐ Gestione Danni | SCR | % |
Rischio Catastrofale ‐ Eventi naturali | 20.063 | 40,4% |
Rischio Catastrofale ‐ Causato dall'uomo | 27.532 | 55,5% |
Altre aree di attività | 2.037 | 4,1% |
Totale non diversificato | 49.632 | 100,0% |
Diversificazione | −15.504 | ‐ |
Totale | 34.128 | ‐ |
Vita
Il rischio di sottoscrizione Vita rappresenta il 13% rispetto al profilo di rischio complessivo della Compagnia.
Con riferimento ai dati al 31 Dicembre 2018, si segnala che i principali fattori di rischio – in termini di requisito di capitale (SCR) – risultano essere i seguenti:
(in migliaia di euro) | ||
Fattori di rischio ‐ Gestione Vita | SCR | % |
Rischio di Mortalità | 20.512 | 11,1% |
Rischio di Longevità | 1.754 | 0,9% |
Rischio di Malattia | 15.301 | 8,3% |
Rischio di Riscatto | 112.611 | 60,8% |
Rischio di Spese | 29.976 | 16,2% |
Rischio di Revisione | 0 | 0,0% |
Rischio Catastrofale | 5.120 | 2,8% |
Totale non diversificato | 185.273 | 100,0% |
Diversificazione | −34.926 | ‐ |
Totale | 150.347 | ‐ |
C.1.3.TECNICHE DI MITIGAZIONE
La Compagnia utilizza la riassicurazione passiva quale tecnica sostanziale di attenuazione del rischio.
Inoltre, la Compagnia ha definito linee guida, limiti e approcci alla sottoscrizione con l’obiettivo di presidiare adeguatamente il rischio.
Il programma di riassicurazione è progettato secondo le linee guida approvate dal Consiglio di Amministrazione che definiscono il livello di ritenzione netto, le caratteristiche delle coperture riassicurative e la loro coerenza con il business sottoscritto e i criteri per la selezione dei riassicuratori. La definizione delle strutture riassicurative è effettuata mediante l’utilizzo di analisi di carattere quantitativo per valutare l’efficacia dei trattati sulla base di scenari di sinistralità del portafoglio dell’impresa tenendo conto dei seguenti elementi:
‐ dimensioni e caratteristiche delle linee di business;
‐ esposizioni;
‐ performance storica dei programmi di riassicurazione;
‐ cambiamenti rilevanti del profilo di rischio.
La scelta del programma di riassicurazione tiene inoltre conto dei risultati derivanti dall’applicazione di stress test al fine di valutare il comportamento dei trattati anche in scenari particolarmente avversi caratterizzati, in particolare, da eventi catastrofali o da sinistri ingenti.
Con riferimento alla valutazione del requisito di capitale, la mitigazione derivante dalla riassicurazione è considerata mediante l’applicazione di metodologie di tipo gross‐to‐net per quanto concerne i rischi di riservazione e mediante l’applicazione puntuale dei trattati in essere per quanto concerne i rischi di tariffazione e catastrofale.
Relativamente ai rischi di tariffazione, il Gruppo ha predisposto il Manuale delle Regole Assuntive come strumento di comune indirizzo tecnico alla politica di sottoscrizione di ciascuna società del Gruppo con particolare riferimento ai prodotti non standard.
C.1.4.SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
Sono state condotte analisi di stress test da modello che consistono nel valutare il requisito di capitale con il Modello Interno Parziale con un livello di probabilità pari al 99,90%. Ciò rappresenta uno scenario di stress rispetto al livello ordinario utilizzato per il calcolo del fabbisogno di solvibilità (99,50%). I risultati dello stress test sono stati analizzati sia a livello aggregato, considerando gli effetti dello stress su tutti i fattori di rischio congiuntamente, sia a livello disaggregato valutando individualmente l’impatto dei principali fattori di rischio.
L’analisi della posizione di solvibilità della Compagnia negli scenari stressati non evidenzia situazioni di criticità.
Nell’ambito delle valutazioni prospettiche dei rischi (ORSA) per il piano strategico 2019‐2021 sono state effettuate analisi di sensitività con riferimento all’andamento tecnico delle Aree di attività (Lob) Auto in termini di sviluppo dei premi e della sinistralità individuando uno scenario peggiorativo, rispetto allo scenario base di definizione del piano strategico. Si è provveduto a valutare la solvibilità prospettica della Compagnia in tale scenario e le risultanze non hanno evidenziato criticità.
C.2. RISCHIO DI MERCATO
C.2.1.DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Il rischio di mercato si riferisce alle potenziali perdite in cui l’impresa può incorrere derivanti dalla volatilità dei prezzi di mercato degli strumenti finanziari e degli immobili che possono avere un impatto sul valore degli attivi e dei passivi di bilancio.
Nell’ambito del Framework della Compagnia tale rischio prevede la seguente declinazione in fattori di rischio:
‐ Rischio tasso di interesse: rappresenta il rischio di una possibile variazione negativa del fair value dovuta a una variazione della struttura a termine dei tassi di interesse;
‐ Rischio azionario: rappresenta il rischio di una possibile variazione negativa del fair value dovuta a variazione dei prezzi di mercato;
‐ Rischio cambio: rappresenta il rischio di una possibile variazione negativa del fair value dovuta a variazioni del valore o della volatilità dei tassi di cambio;
‐ Rischio spread: rappresenta il rischio di una possibile variazione negativa del fair value dovuta a variazioni del valore degli spread di credito rispetto alla curva risk‐free;
‐ Rischio immobiliare: rappresenta il rischio di una possibile variazione negativa del fair value dovuta a variazioni del valore dei terreni, fabbricati e relativi diritti, partecipazioni dirette e indirette in società immobiliari, nonché immobili strumentali utilizzati per le attività assicurative e fondi d’investimento i cui componenti costitutivi sono assimilabili alle categorie precedentemente descritte.
Le tematiche in materia di rischio di mercato sono definite nella politica degli investimenti, che disciplina i principi generali di gestione dei portafogli, la classificazione degli stessi, la governance del processo, le metodologie di valutazione e misurazione dei rischi e i limiti operativi con relativi margini di tolleranza.
Inoltre, nella politica di gestione integrata degli attivi e dei passivi viene disciplinato il processo ALM (Asset Liability Management) che ha come obiettivo la definizione delle strategie operative per la mitigazione dei rischi connessi al disallineamento tra attivo e passivo.
C.2.2.ESPOSIZIONE
L’esposizione della Compagnia ai rischi di mercato può essere ricondotta ad una segmentazione per le principali asset class di investimento del portafoglio mobiliare e immobiliare.
Con riferimento ai dati di chiusura al 31 dicembre 2018, la tabella seguente mostra l’esposizione in termini di valore di mercato della Compagnia nel suo complesso.
(in migliaia di euro) | ||
Classi di investimento | Controvalore | Peso % |
Partecipazioni strategiche (escluse partecipazioni di controllo in partecipazioni immobiliari) | 27.727 | 0,36% |
Investimenti immobiliari strategici | 221.612 | 2,88% |
di cui immobili | 46.574 | 0,60% |
di cui partecipazioni di controllo in società immobiliari | 175.038 | 2,27% |
Portafoglio investimenti mobiliari | 6.813.296 | 88,50% |
di cui azioni | 35.703 | 0,46% |
di cui obbligazioni | 6.436.306 | 83,61% |
di cui fondi di investimento | 282.279 | 3,67% |
di cui altri investimenti | 59.008 | 0,77% |
Classe D | 635.588 | 8,26% |
Totale | 7.698.223 | 100,0% |
Tutte le attività, in particolare quelle che coprono il requisito patrimoniale minimo e il requisito patrimoniale di solvibilità, sono investite in modo tale da garantire la sicurezza, la qualità, la liquidità e la redditività del portafoglio nel suo insieme.
Le posizioni in divisa presenti in portafoglio, in termini di rischio di fluttuazione dei tassi di cambio, hanno un’incidenza pari a circa allo 0,24% del portafoglio gestito complessivo, risultando marginali in ragione della consistenza degli investimenti in valuta estera.
In termini di esposizione al rischio, l’attività finanziaria della Compagnia è caratterizzata da un’impostazione prudenziale realizzata, per quanto concerne il rischio tasso di interesse, attraverso una gestione congiunta di attivi e passivi utilizzando tecniche di gestione di tipo ALM (Asset Liability Management). La duration complessiva degli investimenti obbligazionari, con riferimento al 31 dicembre 2018, è pari a circa 6,6 anni per la gestione Vita e 3,1 anni per la gestione Xxxxx.
Relativamente al rischio azionario, con riferimento al 31 dicembre 2018, l’esposizione della Compagnia, al netto della componente di partecipazioni strategiche nelle società del Gruppo, si concentra principalmente nei settori “Finanza e Banca” e “Industria”. La volatilità media annua della componente azionaria, registrata nel corso dell’esercizio 2018, è stata pari al 22,25%.
Il rischio di spread è connesso con l’insolvenza degli emittenti di strumenti finanziari e con il deterioramento del merito creditizio; sono previsti limiti e linee guida relative alla gestione di tale fattore di rischio, la cui verifica avviene su base continuativa ed i relativi risultati vengono periodicamente portati all’attenzione della Commissione Investimenti di Gruppo. Il rating medio dei titoli di debito in portafoglio è pari a A‐, secondo la scala Fitch, e le posizioni “Non Investment Grade” sono circa lo 0,74% dell’intero portafoglio.
C.2.2.1. Misure di valutazione
La Compagnia adotta, nei confronti dei rischi di mercato, politiche di gestione che prevedono la definizione di limiti e linee guida.
I limiti relativi agli investimenti sono oggetto di verifica e controllo su base continua da parte delle funzioni aziendali preposte e, con frequenza periodica, i risultati di tali controlli sono portati all’attenzione della Commissione Investimenti di Gruppo.
Nell’ambito del processo di gestione dei rischi, le metodologie di valutazione utilizzate nel processo di investimento sono coerenti con i principi del sistema di solvibilità Solvency II.
Il rischio di mercato relativo alla gestione danni è misurato con la metodologia prevista dal Modello Interno Parziale.
Il rischio di mercato relativo alla gestione vita è misurato con le metriche previste dalla Standard Formula. La misura di rischio utilizzata nel modello interno è il Value‐At‐Risk (VaR) ovvero la massima perdita
potenziale in cui si può incorrere su un orizzonte temporale di un anno e considerando un livello di probabilità del 99,5%. La valutazione del requisito patrimoniale con la metrica della Formula Standard è effettuata in ottemperanza al Regolamento Delegato 35/2015.
C.2.2.2. Rischi sostanziali
Il rischio di mercato rappresenta il 43% rispetto al profilo di rischio complessivo della Compagnia.
Nelle sezioni successive sono descritti i fattori di rischio a cui la Compagnia è esposta, in relazione al rischio di Mercato, con indicazione del loro contributo al profilo di rischio.
Il portafoglio d’investimento di Italiana Assicurazioni è suddiviso nelle seguenti due macro classi:
‐ portafoglio di investimento stabile:
• partecipazioni strategiche (escluse le partecipazioni di controllo in società immobiliari);
• investimenti immobiliari strategici (incluse le partecipazioni di controllo in società immobiliari);
‐ portafoglio mobiliare gestito:
• portafoglio investimenti mobiliari (con esclusione della classe D di bilancio);
• Portafoglio dei prodotti assicurativi Vita il cui rischio è sopportato dagli assicurati e dei fondi pensione (classe D dello Stato Patrimoniale).
Le due macro classi hanno differenti processi d’investimento. Il portafoglio d’investimento stabile è movimentato solo in attuazione di una specifica delibera del Consiglio di Amministrazione. Il portafoglio mobiliare gestito è movimentato nel rispetto delle strategie generali e dei limiti fissati dal Consiglio di Amministrazione con la Politica degli Investimenti.
Nella composizione complessiva del portafoglio d’investimento si tiene conto dell’esposizione ai rischi, della struttura delle passività, dei vincoli legati alla copertura delle riserve tecniche e degli effetti sul solvency ratio.
Relativamente alla gestione danni, si segnala che i principali fattori di rischio – in termini di requisito di capitale (SCR) – risultano essere i seguenti:
(in migliaia di euro) | ||
Fattori di rischio ‐ Gestione Danni | SCR | % |
Rischio Tassi di interesse | 7.656 | 10,1% |
Rischio Azionario | 28.063 | 36,9% |
Rischio Spread | 9.407 | 12,4% |
Rischio Immobiliare | 28.269 | 37,2% |
Rischio Valutario | 2.665 | 3,5% |
Totale non diversificato | 76.060 | 100,0% |
Diversificazione | −25.252 | ‐ |
Totale | 50.807 | ‐ |
Relativamente alla gestione vita, si segnala che i principali fattori di rischio – in termini di requisito di capitale (SCR) – risultano essere i seguenti:
(in migliaia di euro) | ||
Fattori di rischio ‐ Gestione Vita | SCR | % |
Rischio Tassi di interesse | 33.190 | 13,2% |
Rischio Azionario | 76.296 | 30,3% |
Rischio Spread | 113.146 | 44,9% |
Rischio Immobiliare | 2.500 | 1,0% |
Xxxxxxx Xxxxxxxxx | 26.757 | 10,6% |
Rischio di Concentrazione | 0 | 0,0% |
Totale non diversificato | 251.889 | 100,0% |
Diversificazione | −43.689 | ‐ |
Totale | 208.200 | ‐ |
C.2.2.3. Investimento delle attività in conformità al principio della persona prudente
Italiana Assicurazioni persegue una politica di investimento coerente con il “principio della persona prudente”.
Tale politica è definita in funzione della natura, della portata e della complessità dei rischi inerenti gestiti, e coerente con il profilo di rischio delle passività detenute, in modo tale da assicurare la continua disponibilità di attivi idonei e sufficienti a coprire le passività, nonché la sicurezza, la redditività e la liquidità degli investimenti, provvedendo ad una adeguata diversificazione degli stessi.
Nella selezione degli investimenti la Società opera nel migliore interesse degli assicurati e dei beneficiari, tenuto conto del contesto di mercato.
In un’ottica di mitigazione di alcuni rischi finanziari su strumenti specifici e selezionati, la strategia della Società consente l’utilizzo disciplinato di strumenti derivati e strutturati. L’impiego di tali prodotti finanziari è attivato esclusivamente per una equilibrata e prudente gestione di tutti i portafogli mobiliari della Società.
L’utilizzo di questi strumenti allo scopo di riduzione del rischio di investimento (copertura) è da intendersi come acquisto eseguito in ammontare e qualità tale da proteggere il valore di singole attività o passività o di insiemi di attività o passività da avverse variazioni dei tassi di interesse, dei tassi di cambio o dei prezzi di mercato; le analisi quantitative e qualitative delle esigenze di copertura sono documentate e discusse all’interno dei presidi formali che l'impresa dedica alla condivisione e valutazione delle scelte di investimento.
L’utilizzo di strumenti derivati per perseguire obiettivi di investimento (gestione efficace) è ammesso ma è soggetto a restrizioni in termini di limiti di investimenti e non deve peggiorare in misura sostanziale il profilo di rischio del portafoglio di riferimento. Sono in ogni caso esclusi gli strumenti derivati e strutturati che implicano l’assunzione di posizioni a rischio non definito.
Nell’ambito delle finalità sopra descritte e con le medesime limitazioni, nell’ottica di una maggiore flessibilità e varietà di impieghi mobiliari l’impresa ammette il ricorso a prodotti strutturati (ad esempio obbligazioni a tasso misto o con rendimento parametrato a vari indici, obbligazioni convertibili, obbligazioni con epoca variabile di rimborso, titoli callable) purché prevedano in ogni caso il rimborso integrale del valore nominale alla scadenza o alla data dell’effettiva chiusura del rapporto di credito.
C.2.3.TECNICHE DI MITIGAZIONE
Al fine di mitigare livelli di rischio presenti o prospettici non in linea con gli obiettivi di rischio definiti, possono essere adottate operazioni finanziarie di mitigazione attraverso l’utilizzo di strumenti finanziari derivati.
Gli strumenti derivati sono utilizzati esclusivamente per una equilibrata e prudente gestione dei portafogli, a scopo di riduzione del rischio di investimento o di ottenimento degli obiettivi di investimento in maniera più agevole, più economica o più flessibile rispetto a quanto sia possibile operando sugli attivi sottostanti, in sintonia con il programma strategico del Gruppo stabilito con delibera dei Consigli d’Amministrazione delle
singole Società, a norma del Regolamento IVASS n. 24 del 06/06/2016.
C.2.4.SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
Sono state condotte analisi di stress test da modello che consistono nel valutare il requisito di capitale con il Modello Interno Parziale con un livello di probabilità pari al 99,90%. Ciò rappresenta uno scenario di stress rispetto al livello ordinario utilizzato per il calcolo del fabbisogno di solvibilità (99,50%). I risultati dello stress test sono stati analizzati sia a livello aggregato, considerando gli effetti dello stress su tutti i fattori di rischio congiuntamente, sia a livello disaggregato valutando individualmente l’impatto dei principali fattori di rischio.
L’analisi della posizione di solvibilità della Compagnia negli scenari stressati non evidenzia situazioni di criticità.
È stato effettuato nel corso del 2018 lo stress test EIOPA. Tale stress è stato riproposto anche nell’ambito del processo ORSA: in particolare è stato valutato, in ottica forward looking, lo scenario Yield Curve Up, caratterizzato da un rialzo dei rendimenti contestuale a un incremento dei riscatti delle polizze vita e a un aumento del costo dei sinistri dovuto a una crescita dell’inflazione.
Sempre nell’ambito del processo ORSA si è provveduto a valutare l’impatto sulla posizione di solvibilità della compagnia di uno scenario avverso relativo agli investimenti in titoli di stato italiani. Tale scenario è stato mutuato dallo stress test EIOPA.
L’analisi della posizione di solvibilità prospettica della Compagnia negli scenari stressati non evidenzia situazioni di criticità.
Si segnala inoltre che nella revisione annuale dei limiti di cui al paragrafo C.3.3 oppure nel caso di operazioni strategiche di particolare rilievo l’Impresa ne testa, con analisi di what‐if, la sostenibilità, valutandone l’impatto in termini di indice di solvibilità.
C.3. RISCHIO DI CREDITO
C.3.1. DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Il rischio di credito, si riferisce alle potenziali perdite in cui l’impresa può incorrere in seguito all’inadempimento imprevisto o al deterioramento del merito di credito delle controparti verso le quali sussistono dei crediti.
Il rischio in esame si applica ai crediti che rientrano nelle seguenti categorie:
‐ Type I: esposizioni che, generalmente, si riferiscono a controparti con rating definito:
• Contratti di mitigazione del rischio;
• Liquidità bancaria.
‐ Type II: esposizioni che, generalmente, si riferiscono a controparti con rating non definito e che comprendono tutte le esposizioni creditizie non appartenenti al Type I:
• Assicurati;
• Intermediari / Agenti assicurativi.
Le tematiche in materia di rischio di credito sono disciplinate nella politica di gestione dei rischi e nella politica di riassicurazione e mitigazione del rischio, per le esposizioni nei confronti di controparti riassicurative, in cui sono definiti i ruoli e le responsabilità, i criteri di scelta delle controparti, le metodologie utilizzate per la valutazione e controllo dei rischi.
C.3.2.ESPOSIZIONE
Le principali esposizione al rischio di credito al 31 dicembre 2018 si rilevano nei confronti di controparti bancarie e riassicurative (Tipo 1) per la Gestione danni e nei confronti di intermediari e contraenti (Tipo 2) per la Gestione Vita.
Nella seguente tabella sono rappresentate le esposizioni di Tipo 1.
(in migliaia di euro) | ||
Esposizione al Rischio di Credito ‐ Gestione Danni | Esposizione | % |
Uniqa RE AG | 71.442 | 35,0% |
Muenchener | 41.698 | 20,4% |
Banca Reale | 29.103 | 14,3% |
Swiss RE Europe S.A. | 17.259 | 8,5% |
Altre Esposizioni | 44.471 | 21,8% |
Totale | 203.973 | 100,0% |
(in migliaia di euro) | ||
Esposizione al Rischio di Credito ‐ Gestione Vita | Esposizione | % |
Hannover | 32.887 | 44,2% |
Uniqa Insurance Group | 24.745 | 33,3% |
Banca Reale | 15.028 | 20,2% |
Intesa SanPaolo S.p.A. | 5.253 | 7,1% |
Altre Esposizioni | −3.536 | −4,8% |
Totale | 74.377 | 100,0% |
Si segnala che la voce “Altre esposizioni” comprende le esposizioni mai superiori al 10% dell’ammontare totale di Tipo 1 per entrambe le gestioni.
Per quanto riguarda il rischio legato alla componente di Tipo 1 si segnala che l’esposizione verso controparti riassicurative con rating pari o superiore ad A, secondo la scala Fitch, è pari al 97,0%.
In merito invece alle controparti bancarie si segnala che la principale esposizione è verso Banca Reale, che rappresenta circa il 75% delle esposizioni bancarie.
Nella seguente tabella sono rappresentate le esposizioni di Tipo 2.
(in migliaia di euro) | ||
Esposizione al Rischio di Credito ‐ Gestione Danni | Esposizione | % |
Crediti verso contraenti | 64.210 | 50,2% |
Crediti verso intermediari | 63.808 | 49,8% |
Totale | 128.018 | 100,0% |
(in migliaia di euro) | ||
Esposizione al Rischio di Credito ‐ Gestione Vita | Esposizione | % |
Crediti verso contraenti | 51.972 | 74,5% |
Crediti verso intermediari | 17.745 | 25,5% |
Totale | 69.717 | 100,0% |
C.3.2.1. Misure di Valutazione
Il rischio di credito relativo alla gestione danni è misurato trimestralmente dalla Compagnia utilizzando il Modello Interno Parziale, quello relativo alla gestione vita è quantificato mediante le metodologie previste dalla Standard Formula.
Nel contesto Solvency II, il rischio Default viene quantificato utilizzando il Modello Interno Parziale a livello consolidato per il Gruppo e a livello individuale per gli impegni specificati nelle singole compagnie.
Il modello è "parziale" in quanto esso mappa le sole esposizioni per le quali è possibile individuare, per ciascuna controparte, le informazioni finanziarie rilevanti per la stima dei parametri necessari per la stima del rischio Default o per quelle categorie di esposizioni per le quali sono disponibili informazioni sufficienti per la stima del relativo rischio.
Il Modello Interno Parziale copre le seguenti tipologie di esposizioni, indicate secondo la classificazione richiesta dalla Direttiva Solvency II:
‐ Type 1: tali esposizioni si riferiscono generalmente a controparti con rating definito:
• Contratti di mitigazione del rischio;
• Liquidità bancaria.
‐ Type 2: tali esposizioni si riferiscono generalmente a controparti con rating non definito e comprendono tutte le esposizioni creditizie non appartenenti al tipo 1:
• Assicurato;
• Intermediari/agenti assicurativi.
C.3.2.2. Rischi sostanziali
Il rischio di credito rappresenta il 6% rispetto al profilo di rischio complessivo della Compagnia.
In relazione alla gestione danni si riportano i dettagli del requisito patrimoniale per tipologia di esposizioni:
(in migliaia di euro) | ||
Fattori di rischio ‐ Gestione Danni | SCR | % |
Tipo I | 17.257 | 73,5% |
Tipo II | 6.223 | 26,5% |
Totale non diversificato | 23.481 | 100,0% |
Diversificazione | 861 | ‐ |
Totale | 24.341 | ‐ |
Dalle analisi effettuate sui dati di chiusura al 31 dicembre 2018, con riferimento alla gestione Xxxxx, emerge che il contributo principale al requisito di solvibilità del rischio di credito è dato dalla componente di Tipo 1.
Si riportano in aggiunta a quanto precede i dettagli del requisito patrimoniale, per tipologia di esposizione, della Gestione Vita:
(in migliaia di euro) | ||
Fattori di rischio ‐ Gestione Vita | SCR | % |
Tipo I | 4.033 | 27,0% |
Tipo II | 10.895 | 73,0% |
Totale non diversificato | 14.928 | 100,0% |
Diversificazione | −755 | ‐ |
Totale | 14.173 | ‐ |
Dalle analisi effettuate sui dati di chiusura al 31 dicembre 2018 emerge che il contributo principale al
requisito di solvibilità è dato dalla componente di Tipo 2.
C.3.3.TECNICHE DI MITIGAZIONE
Al fine di mitigare il rischio relativo all’esposizione verso controparti riassicurative la Compagnia ha definito linee guida e precisi limiti operativi, che la funzione di Risk Management ha il compito di verificare annualmente, relazionando al Consiglio di Amministrazione.
La Delibera Quadro del Consiglio di Amministrazione riassume le linee guida strategiche in materia riassicurativa e fornisce un’indicazione del livello netto di ritenzione ricercato, i criteri utilizzati per la selezione dei riassicuratori, le caratteristiche delle coperture riassicurative, gli obiettivi e la congruenza delle stesse ai fini della copertura dei rischi assunti.
Nella delibera sono altresì identificate le procedure interne per l’attuazione della strategia delineata, con particolare attenzione al grado di concentrazione del rischio di controparte.
Il monitoraggio della funzione di Risk Management verifica il rispetto dei limiti operativi contenuti nella Delibera Quadro ed in particolare:
‐ Il livello minimo di rating, che deve essere pari o superiore al livello BBB attribuito dall’agenzia Fitch. Per i rischi long tail il livello minimo deve essere almeno pari ad A‐;
‐ Il limite di concentrazione del rischio di controparte, definito in base al volume della raccolta premi del riassicuratore (ovvero, nel caso di appartenenza ad un gruppo, al volume dello stesso) e in base al livello di rating attribuito dall’agenzia Fitch;
‐ Il livello netto di ritenzione dei rischi ricercato: la ritenzione netta per singolo sinistro e/o evento ricercata è fissata a seconda del ramo di attività considerato.
C.3.4.SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
Sono state condotte analisi di stress test sul portafoglio che rientra nel perimetro del modello interno parziale, valutando il requisito di capitale al percentile 99,90%, rispetto al livello ordinario adottato nel calcolo della baseline pari a 99,50%. I risultati dello stress test sono stati analizzati sia a livello aggregato, considerando gli effetti dello stress su tutti i fattori di rischio congiuntamente, sia a livello disaggregato valutando individualmente l’impatto dei principali fattori di rischio.
L’analisi della posizione di solvibilità della Compagnia nello scenario stressato non evidenzia situazioni di criticità.
Nell’ambito delle valutazioni prospettiche dei rischi (ORSA) per il piano strategico 2019‐2021 sono state effettuate le valutazioni di stress test sopra descritte con logica prospettica dei rischi (ORSA). L’analisi della posizione di solvibilità prospettica della Compagnia negli scenari stressati non evidenzia situazioni di criticità.
C.4. RISCHIO DI LIQUIDITÀ
C.4.1.DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Il rischio di liquidità, all’interno del Framework definito dalla Compagnia, si configura come il rischio di non adempiere alle obbligazioni contrattuali derivanti dai contratti sottoscritti e dai relativi sinistri nel momento della loro manifestazione monetaria.
La Compagnia declina tale rischio nelle seguenti categorie, in funzione dell’orizzonte di riferimento:
‐ Rischio di liquidità a breve termine, riguarda il fabbisogno di liquidità in ordinarie condizioni di business (fino ad un mese);
‐ Rischio di liquidità a medio termine, riguarda le stime dei cash flow prospettici con periodo di riferimento pari ad un anno;
‐ Rischio di liquidità a lungo termine, concerne le analisi con arco temporale di riferimento fino a 3 anni;
‐ Rischio di liquidità contingente, concerne la possibilità che future condizioni di business e di mercato avverse vadano a minare la capacità di realizzo degli asset aziendali al valore di mercato corrente.
Le linee guida in materia di rischio di liquidità sono definite nella politica di gestione del rischio di liquidità, in cui sono stabilite le azioni da intraprendere nelle diverse situazioni di tensione o crisi di liquidità, compresa l’eventuale istituzione di un contingency plan e di un crisis team per il coordinamento e la gestione delle azioni stesse.
C.4.2.ESPOSIZIONE
Al fine di tenere sotto controllo l’esposizione a tale tipologia di rischio è previsto il monitoraggio di un insieme di indicatori, che si basano sostanzialmente sull’identificazione degli high liquid assets.
Rientrano in questa categoria gli asset di seguito riportati:
‐ strumenti di capitale o titoli di debito negoziati in un mercato attivo (livello 1 della gerarchia prevista dall’IFRS7);
‐ disponibilità liquide (conti correnti).
Sulla base delle valutazioni effettuate sui dati al 31 dicembre 2018 gli high liquid assets della Compagnia sono composti al 95,42% da obbligazioni, di cui governative il 73,15% e corporate il 22,27%.
C.4.2.1. Misure di valutazione
I principali indicatori con cui la Compagnia monitora il livello di liquidità dei propri investimenti sono:
‐ Quoziente di liquidity coverage: rapporto tra valore di mercato degli highly liquid assets alla data di valutazione e i flussi di cassa in uscita stimati per i successivi trenta giorni;
‐ Liquidity gap: rapporto tra i flussi di cassa in entrata e i flussi di cassa in uscita calcolato in funzione di vari orizzonti temporali;
‐ Liquidity survival period: lasso di tempo in cui gli highly liquid assets che possiede la Compagnia al momento della valutazione sono sufficienti a coprire i flussi di cassa in uscita (senza tenere in considerazione nella valutazione i flussi di cassa futuri in entrata);
‐ Quoziente di copertura dei sinistri totali attesi: rapporto tra highly liquid assets alla data di valutazione e i sinistri totali attesi nell’esercizio successivo alla data di valutazione, calcolato in funzione di vari orizzonti;
‐ Indice di disponibilità: rapporto tra highly liquid assets e assets totali alla data di valutazione.
Gli indicatori di liquidità sono calcolati sia sulla base di dati consuntivati sia con una logica prospettica, ovvero considerando i flussi futuri attesi all’istante di valutazione.
In particolare, sono calcolati su dati consuntivati i seguenti indicatori con cadenza trimestrale:
‐ Liquidity coverage;
‐ Liquidity gap cumulative;
‐ Indice di disponibilità.
Con cadenza almeno trimestrale, inoltre, viene monitorata la situazione delle plusvalenze/minusvalenze latenti del portafoglio titoli al fine di poter quantificare gli impatti a conto economico delle possibili perdite finanziarie derivanti da una realizzazione forzosa.
C.4.2.2. Rischi sostanziali
Il monitoraggio dei rischi di liquidità al 31 dicembre 2018 non ha evidenziato criticità.
Nelle seguenti tabelle sono rappresentati gli indicatori calcolati al 31 dicembre, suddivisi in gestione Vita e gestione Danni.
Indicatori di liquidità ‐ Gestione Danni | Score | 2018 |
Liquidity coverage | I ≥ 6,5 6,5 < I < 3 | 8,0 |
I ≤ 3 | ||
Liquidity gap cumulativo | I ≥ 0,8 0,8 < I < 0,4 | 1,0 |
I ≤ 0,4 | ||
Indice disponibilità | I ≥ 0,5 0,5 < I < 0,35 | 0,9 |
I ≤ 0,35 | ||
Indicatori di liquidità ‐ Gestione Vita | Score | 2018 |
Liquidity coverage | I ≥ 24 24 < I < 12 | 168,7 |
I ≤ 12 | ||
Liquidity gap cumulativo | I ≥ 0,8 0,8 < I < 0,4 | 1,4 |
I ≤ 0,4 | ||
Indice disponibilità | I ≥ 0,5 0,5 < I < 0,4 | 0,9 |
I ≤ 0,4 |
Un indice generale e sintetico del livello di liquidità, suddiviso per gestione Danni e Vita, viene costruito sulla base di un sistema di scoring, partendo dagli indicatori riportati sopra. Ad ogni indicatore viene assegnato uno score, che dipende dal posizionamento dell’indicatore stesso alla data di valutazione, nel range delle tre fasce definite: alta/media/bassa:
‐ 0 se ricade della fascia alta;
‐ 3 se ricade nella fascia media;
‐ 5 se ricade nella fascia bassa.
In funzione dello score di liquidità sono definiti i seguenti scenari:
‐ situazione ordinaria, corrispondente ad un punteggio minore o uguale a 6;
‐ tensione di liquidità, corrispondente ad un punteggio superiore a 6 ma inferiore o uguale a 20;
‐ crisi di liquidità, corrispondente ad un punteggio superiore a 20.
L’indice sintetico di liquidità è calcolato sia sugli indicatori consuntivi che su quelli previsionali.
C.4.2.3. Utili attesi in premi futuri sezione Danni
L’importo complessivo degli utili attesi compresi nei premi futuri (c.d. “E.P.I.F.P.” Earning Profit In Future Premiums), relativo al business Danni, è stato calcolato come differenza, se positiva, tra le riserve tecniche senza Margine di rischio nell'ipotesi che i premi relativi a contratti di assicurazione e di riassicurazione esistenti e la cui riscossione è attesa in un momento futuro non vengano riscossi per motivi diversi dal verificarsi dell'evento assicurato, indipendentemente dai diritti legali o contrattuali del contraente di disdire la polizza, e le riserve tecniche senza margine di rischio.
Come previsto dall’art. 75 del Regolamento Ivass n. 18/2016, il calcolo degli utili attesi compresi in premi futuri viene eseguito separatamente per i gruppi di rischi omogenei utilizzati nel calcolo delle riserve tecniche.
Di seguito è riportato l’importo complessivo degli utili attesi compresi in premi futuri all’ultima data di valutazione.
(in migliaia di euro)
2018
Utili attesi in premi futuri Danni 2.474
C.4.2.4. Utili attesi in premi futuri sezione Vita
L’importo complessivo degli utili attesi compresi in premi futuri (c.d. “E.P.I.F.P.” Earning Profit In Future Premiums) relativo al business Vita è stato calcolato come differenza, se positiva, tra le Riserve tecniche senza margine di rischio nell'ipotesi che i premi relativi a contratti di assicurazione e di riassicurazione esistenti e la cui riscossione è attesa in un momento futuro non vengano riscossi per motivi diversi dal verificarsi dell'evento assicurato, indipendentemente dai diritti legali o contrattuali del contraente di disdire la polizza, e le Riserve tecniche senza Margine di rischio.
Come previsto dall’art. 75 del Regolamento Ivass n. 18/2016, il calcolo degli utili attesi compresi in premi futuri viene eseguito separatamente per i gruppi di rischi omogenei utilizzati nel calcolo delle Riserve tecniche.
Di seguito sono riportati gli importi complessivi degli utili attesi compresi in premi futuri all’ultima data di valutazione (31/12/2018).
(in migliaia di euro)
2018
Utili attesi in premi futuri Vita 29.361
C.4.3.TECNICHE DI MITIGAZIONE
Le azioni di mitigazione da intraprendere per creare maggiore liquidità, nel caso si debba far fronte ad una situazione di crisi, possono variare a seconda dei casi riscontrati e sono soggette al giudizio delle funzioni competenti. Si riportano alcune tra le possibili azioni da intraprendere in caso di necessità:
‐ Intervento sul portafoglio mobiliare;
‐ Aumenti di capitale oppure ricorso al debito;
‐ Annullamento del pagamento dei dividendi;
‐ Vendita di portafogli assicurativi, immobili o altre attività;
‐ Finanziamenti infragruppo.
Il sistema di monitoraggio prevede, al verificarsi di determinate condizioni, l’attivazione di un piano di emergenza (c.d. contingency plan).
Il contingency plan ha la finalità di fornire linee guida e di individuare ruoli e responsabilità sulle azioni da intraprendere nel caso si presentino situazioni che pregiudicano la liquidità.
In particolare, il contingency plan prevede la definizione delle azioni da intraprendere nelle diverse situazioni
di liquidità e l’istituzione di un “crisis team” per il coordinamento e la gestione delle azioni stesse.
C.4.4.SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST LIQUIDITÀ
Il rischio di liquidità è monitorato con appositi stress test e/o analisi di scenario, effettuati con cadenza almeno annuale su fattori di natura finanziaria e/o tecnica.
Tali analisi hanno la finalità di riconoscere ed individuare tempestivamente potenziali rischi a lungo termine.
È stata effettuata un’analisi specifica sui titoli di stato italiani (incremento dello spread, mutuato dallo stress test EIOPA 2018, scenario Yield Curve Up) al fine di determinare l’impatto di uno scenario avverso sulla posizione di solvibilità e liquidità della Società.
In tale scenario si è provveduto a stimare l’impatto sui fondi propri, sulla posizione di solvibilità e sulla posizione di liquidità della società mediante il ricalcolo degli indici di liquidità prospettici.
Nel corso del 2018 la Compagnia ha partecipato allo stress test EIOPA al fine di valutarne gli effetti in chiave prospettica sulla posizione di solvibilità. L’esercizio di stress test EIOPA prevedeva tre macro scenari di riferimento. In ragione della significatività dei risultati ottenuti in sede di applicazione degli stress test sui dati consuntivi, si è ritenuto di procedere con l’applicazione del solo macro scenario “Yield Curve Up” (di seguito anche YCU), scenario legato ad un rialzo dei rendimenti contestuale a un incremento dei riscatti delle polizze vita e a una crescita dell’inflazione. Tale scenario infatti risultava essere quello più severo in termini di riduzione della capacità patrimoniale della società. L’esercizio di stress sui titoli di stato italiani è stato mutuato dallo scenario in esame.
Si segnala che sulla base degli stress test che la Compagnia ha eseguito nel 2018 gli indicatori previsionali di rischio liquidità non hanno evidenziato criticità alcuna.
C.5. RISCHIO OPERATIVO
C.5.1.DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Nell’ambito del Framework dei rischi della Compagnia i rischi operativi attengono alle potenziali perdite in cui l’Impresa può incorrere in seguito a inefficienze di:
‐ Persone;
‐ Processi;
‐ Sistemi
o a causa di eventi esterni.
Le linee guida in materia di rischi operativi sono definite nella politica di gestione del rischio operativo, in cui vengono definiti ruoli, responsabilità e metodologie utilizzate per la valutazione e il controllo dei rischi stessi.
C.5.2.ESPOSIZIONE
La misurazione del rischio operativo della compagnia avviene attraverso una duplice metrica: la quantificazione del requisito patrimoniale del modulo del rischio operativo, effettuata dalla funzione di Risk Management tramite la Formula Standard, e un’analisi di tipo qualitativo che valuta il livello di rischiosità e la qualità dei controlli con riferimento ai processi aziendali.
Nel seguente paragrafo verranno riportati i risultati del Risk Assessment qualitativo condotto con riferimento al 31 dicembre 2018. Per i dettagli del requisito di capitale del modulo del rischio operativo, così come calcolato con Formula Standard, si rinvia al paragrafo Rischi Sostanziali.
Si specifica che il risk assessment è stato effettuato con una logica semplificata, in quanto l’esercizio di riferimento è stato caratterizzato dalla fusione di Italiana Assicurazioni con le compagnie Uniqa Assicurazioni, Uniqa Previdenza e Uniqa Life. Tale processo di fusione ha necessariamente portato cambiamenti nell’assetto organizzativo e, in generale, nei processi della compagnia, i quali, nel corso del 2019, saranno
oggetto di un sistematico aggiornamento e mappatura nell’applicativo ARIS.
Per il periodo 2018, la valutazione dei rischi operativi di processo è stata condotta extra‐sistema attraverso l’individuazione e l’analisi di un campione significativo di processi aziendali composto dai dieci processi più rischiosi secondo l’indagine del precedente esercizio e attraverso le valutazioni delle rischiosità emergenti nelle aree di business maggiormente influenzate dal processo di fusione. Tale assessment è stato effettuato attraverso la compilazione da parte dei responsabili delle aree di riferimento di una check list riportante l’elenco dei fattori di rischio operativo suddivisi per le tre direttici risorse, processi e sistemi.
La seguente tabella evidenzia che la maggioranza dei rischi lordi si concentra nel livello di rischiosità alto e medio (86,7%). Tuttavia, in virtù della mitigazione dei controlli, i rischi più elevati si azzerano e i rischi che rientrano nella categoria media raggiungano il 35,0%, con conseguente aumento del livello di rischiosità bassa (dal 13,3% al 65,0%). Non si registrano livelli di rischiosità estrema già al lordo della mitigazione.
Totale rischi Livello rischiosità Numero % | ||||||
Lordo | Netto | Lordo | Netto | |||
Estremo | 0 | 0 | 0,00% | 0,00% | ||
Alto | 65 | 0 | 54,17% | 0,00% | ||
Medio | 39 | 42 | 32,50% | 35,00% | ||
Basso | 16 | 78 | 13,33% | 65,00% | ||
TOTALE | 120 | 120 | 100,00% | 100,00% |
La tabella seguente illustra il dettaglio della distribuzione dei rischi per Fattore di Xxxxxxx al lordo ed al netto dei relativi controlli. La maggioranza dei rischi rilevati sono stati identificati come rischi dovuti ai “processi“ (72,5%), seguiti da quelli rientranti nella categoria “risorse” (14,2%) e “sistemi“ (13,3%).
di cui RISORSE 14,2% di cui PROCESSI 72,5% di cui SISTEMI 13,3% Livello rischio numero % numero % numero % | ||||||||||||
Lordo | netto | Lordo | netto | Lordo | netto | Lordo | netto | Lordo | netto | Lordo | netto | |
Estremo | 0 | 0 | 0,0% | 0,0% | 0 | 0 | 0,0% | 0,0% | 0 | 0 | 0,0% | 0,0% |
Alto | 10 | 0 | 58,8% | 0,0% | 46 | 0 | 52,9% | 0,0% | 9 | 0 | 56,3% | 0,0% |
Medio | 6 | 6 | 35,3% | 35,3% | 28 | 30 | 32,2% | 34,5% | 5 | 6 | 31,3% | 37,5% |
Basso | 1 | 11 | 5,9% | 64,7% | 13 | 57 | 14,9% | 65,5% | 2 | 10 | 12,5% | 62,5% |
TOTALE | 17 | 17 | 100,0% | 100,0% | 87 | 87 | 100,0% | 100,0% | 16 | 16 | 100,0% | 100,0% |
La valutazione della rischiosità delle aree di business maggiormente influenzate dal processo di fusione di Italiana Assicurazioni con le Compagnie Uniqa ha evidenziato alcune criticità in termini di disponibilità delle risorse e di sistemi informatici. Si tratta di inefficienze contingenti al processo di fusione e che verranno monitorate nel corso dell’anno e tramite follow up, in seguito all’aggiornamento completo dei processi aziendali della Compagnia, attualmente in corso.
C.5.2.1. Misure di valutazione
Come evidenziato al paragrafo precedente la misurazione dei rischi operativi, in termini di capitale assorbito, è effettuata dalla funzione di Risk Management con metodologia Standard Formula.
La valutazione quantitativa si basa su logiche di volume che potrebbero non rappresentare pienamente la realtà dell’Impresa e pertanto la funzione effettua anche un’analisi di tipo qualitativo, basata su due approcci distinti e complementari.
Il primo approccio adotta una metodologia di tipo “top down”, basata sullo strumento di auto rilevazione della Macro Check List. La check list viene compilata dall’Alta Direzione con il supporto delle funzioni di Risk
Management, Compliance, Antiriciclaggio ed Internal Audit al fine di effettuare l’analisi del profilo di rischio ad alto livello e in una logica di carattere strategico. Il secondo approccio segue invece una logica di tipo “bottom up”, basata su una metodologia di risk assessment dove ogni responsabile di processo effettua la identificazione/mappatura/valutazione dei rischi e dei controlli relativi ai processi di propria competenza.
Per l’esercizio 2018 il risk assessment di Italiana Assicurazioni è stato effettuato con una logica semplificata, mediante valutazioni extra sistema, in attesa di completare l’aggiornamento della mappatura dei processi, dei rischi e dei controlli aziendali, a seguito della fusione.
Il risk assessment annuale di Reale Group si svolge invece con il supporto dell’applicativo ARIS, con le seguenti funzionalità:
‐ Mappatura dei flow‐chart di processo;
‐ Analisi dei rischi operativi e dei relativi controlli.
La raccolta delle informazioni avviene sulla base di alcuni modelli di riferimento, atti a garantire una classificazione omogenea dei dati stessi:
‐ Il modello degli eventi operativi per l’identificazione e la classificazione delle tipologie di eventi che possono generare una perdita operativa;
‐ Il modello dei fattori di rischio per l’identificazione e la classificazione delle cause potenzialmente all’origine degli eventi operativi;
‐ Il modello organizzativo per la definizione del perimetro di raccolta dei dati e per l’univoca attribuzione degli stessi agli strumenti organizzativi.
Modello degli eventi
Il modello degli eventi risponde alla domanda “cosa è successo?” (ad esempio, una frode, un blocco dei sistemi) ed identifica la risposta classificandola tra le possibili tipologie di evento.
Tale modello consiste in una tassonomia composta da tre livelli gerarchici in base alla tipologia di evento. La categorizzazione principale, che costituisce il primo livello, prevede sette tipologie di eventi:
‐ Illeciti interni ai danni della Società (escluse le Agenzie);
‐ Illeciti esterni ai danni della Società (incluse le Agenzie);
‐ Rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro;
‐ Clienti, prodotti e prassi di business;
‐ Danni a beni materiali ed altri eventi;
‐ Interruzione/riduzione dell’operatività e disfunzione dei sistemi;
‐ Esecuzione, completamento e gestione dei processi.
Modello dei fattori di rischio
Il modello dei fattori di rischio risponde alla domanda “perché è successo?” e consente di individuare l’entità da gestire in caso di mitigazione del rischio (ad esempio il personale non è stato formato adeguatamente, il processo non è disegnato correttamente) permettendone la riclassificazione secondo le possibili tipologie di cause.
Tale modello consiste in una tassonomia composta da due livelli gerarchici in base alla tipologia di fattore di rischio. La categorizzazione principale, che costituisce il primo livello di tale classificazione, prevede tre tipologie di fattori di rischio così suddivise:
‐ Risorse;
‐ Processi;
‐ Sistemi informativi.
Modello organizzativo
Il modello organizzativo fornisce gli strumenti che consentono di rispondere alla domanda “dove è successo?” ed identifica la risposta riconducendola a tutti i singoli elementi che lo compongono a partire dai processi della catena del valore e/o all’area/unità organizzativa all’interno del funzionigramma aziendale. Il modello organizzativo inoltre può essere utile all’individuazione di elementi per la gestione dei fattori di rischio (come ad esempio il piano di formazione, la mappatura delle competenze, opportuni adeguamenti
dei sistemi informativi, reportistica dedicata, etc.).
C.5.2.2. Rischi sostanziali
Il requisito patrimoniale per il modulo del rischio operativo viene calcolato, tramite Formula Standard, come segue:
SCR Operational= min (0,3* BSCR; Op) + 0,25 * Exp ul Dove:
• BSCR è il requisito patrimoniale di solvibilità di base della compagnia;
• Op è Il requisito patrimoniale di base per il rischio operativo;
• Exp ul è l'importo delle spese sostenute nei dodici mesi precedenti per i contratti di assicurazione vita in cui il rischio di investimento è sopportato dai contraenti.
Il requisito patrimoniale di base per il rischio operativo viene determinato come il massimo tra il requisito patrimoniale per i rischi operativi basati sui premi acquisiti (Op premiums) e il requisito patrimoniale per i rischi operativi basati sulle riserve tecniche (Op provisions).
Il rischio operativo al 31 dicembre 2018 rappresenta il 12% del profilo di rischio complessivo della Compagnia.
La componente rilevante per la determinazione del rischio operativo di Italiana Assicurazioni al 31 dicembre 2018 è la componente premi.
(in migliaia di euro)
Rischi Operativi 2018
SCR 61.487
Dall’analisi effettuata sui rischi operativi al 31 dicembre 2018 emerge che la stratificazione degli eventi perdita evidenzia una forte predominanza degli eventi rientranti nell’area “esecuzione, consegna e gestione dei processi” e, a seguire nell’area “illeciti esterni” e nell’area “interruzione/riduzione dell’operatività e disfunzioni dei sistemi”.
C.5.3.TECNICHE DI MITIGAZIONE
Il processo di gestione del rischio operativo prevede, nella fase di Risk Response, l’individuazione di possibili tecniche di mitigazione funzionali alla gestione dei rischi.
Nell’ambito della definizione delle tecniche di mitigazione sono individuate delle soglie di tolleranza al rischio.
In considerazione di una metodologia di gestione e di analisi dei rischi operativi integrati a livello di processo, la soglia di tolleranza al rischio è definita con riferimento alla rischiosità dei processi aziendali e con una logica «dinamica», intervenendo sempre su tutti gli eventuali processi con rischio estremo, secondo la scala di valutazione qualitativa adottata, ed attivandosi comunque su quelli con rischio inferiore che concorrono a determinare una percentuale significativa di rischiosità complessiva.
I limiti di tolleranza dei rischi operativi sono proposti dal Risk Management ed approvati dal Consiglio di Amministrazione con cadenza annuale.
I limiti di tolleranza definiscono la soglia di rischio operativo che la Compagnia, nella consapevolezza delle probabilità di realizzazione del rischio assunto e delle possibili conseguenze connesse, accetta di detenere senza provvedere ad ulteriori azioni di mitigazione (che potrebbero avere un costo/opportunità superiore al rischio detenuto).
Nelle situazioni di superamento delle soglie predefinite, il Risk Management esegue ulteriori analisi con i responsabili dei processi interessati per giungere all’individuazione delle misure di copertura delle rischiosità
non adeguatamente presidiate e ne dà informazione all’Alta Direzione e al Consiglio di Amministrazione.
Tra le tecniche di mitigazione è inoltre previsto, dove tecnicamente possibile ed economicamente sostenibile, il trasferimento del rischio tramite attivazione di apposite coperture assicurative. Nell’ambito del processo di gestione delle coperture assicurative di Gruppo, la funzione di Risk Management, in occasione del risk assessment annuale, realizza un censimento dei rischi operativi, con indicazioni di massima in merito alla loro assicurabilità e ad eventuali interventi migliorativi del programma di ritenzione/trasferimento che li riguarda.
Ulteriore contributo alla mitigazione del rischio sono il Contingency Plan e il Disaster Recovery Plan.
Il Contingency Plan è finalizzato a garantire la continuità operativa e a salvaguardare l’incolumità delle persone, dei beni e il tempestivo ripristino dell’attività in caso di evento catastrofico. Il Contingency Plan comprende, relativamente agli aspetti informatici, un Disaster Recovery Plan focalizzato sul tema della continuità operativa attraverso la definizione di uno specifico piano strategico che consenta di minimizzare la perdita di informazioni ed i tempi di ripristino stesse in situazioni particolarmente critiche.
C.5.4.SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
L’analisi qualitativa dei rischi operativi prevede la definizione di scenari di stress ai fini della definizione del Contingency Plan e del Disaster Recovery Plan nonché stress mirati al verificarsi di determinati eventi.
C.6. ALTRI RISCHI SOSTANZIALI
C.6.1.DESCRIZIONE DEI RISCHI
Il Framework di gestione dei rischi aziendali, comprende nell’ambito dei rischi di secondo pilastro, le seguenti categorie:
‐ Rischio strategico: rappresenta il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da fattori esterni quali cambiamenti del contesto operativo e/o scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo (rischi derivanti dall’ambiente macroeconomico in cui opera l’impresa), o a fattori interni quali decisioni aziendali errate e/o attuazione inadeguata di decisioni.
‐ Rischio di non conformità alle norme: il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, subire perdite o danni reputazionali in conseguenza della mancata osservanza di leggi, regolamenti e norme europee direttamente applicabili o provvedimenti delle Autorità di vigilanza ovvero di norme di autoregolamentazione, quali statuti, codici di condotta o codici di autodisciplina; rischio derivante da modifiche sfavorevoli del quadro normativo o degli orientamenti giurisprudenziali.
Infine, il modello considera i rischi emergenti che fanno riferimento a nuove fonti di rischio che diventano materiali in ragione di cambiamenti dell’ambiente interno o esterno, fra i quali vengono evidenziati:
‐ Rischio cyber (o rischio informatico): rappresenta il rischio che la Società possa incorrere in perdite economico / finanziarie in seguito al verificarsi di eventi accidentali o di azioni dolose inerenti il sistema informatico (hardware, software, banche dati, etc.).
‐ Rischio ambientale: rappresenta il rischio che la Società non prenda in considerazione gli impatti derivanti dai cambiamenti ambientali e climatici dal punto di vista di:
• gestione del rischio;
• gestione degli investimenti;
• impatti ambientali generati dalla compagnia nello svolgimento del proprio business.
Infine, il modello adottato per la valutazione del rischio operativo considera anche gli impatti di secondo livello di tale fattore di rischio in termini di:
‐ Rischio legato all’appartenenza al Gruppo: rappresenta il rischio di “contagio” inteso come rischio che, a seguito dei rapporti intercorrenti dall’impresa con le altre entità del Gruppo, situazioni di difficoltà che insorgono in un’entità possano propagarsi con effetti negativi sulla solvibilità dell’Impresa stessa;
‐ Rischio reputazionale: rappresenta il rischio di deterioramento dell’immagine aziendale e di aumento della conflittualità con gli assicurati, dovuto anche alla scarsa qualità dei servizi offerti, al collocamento di polizze non adeguate o al comportamento della rete di vendita.
C.6.2.ESPOSIZIONE
Reale Group, nel processo di gestione del rischio reputazionale, identifica gli eventi che potrebbero avere un impatto reputazionale, al fine di definire iniziative atte a rispondere tempestivamente ed efficacemente a situazioni di criticità. Tali eventi sono presidiati attraverso specifici organismi e procedure quali: la procedura di gestione dei sinistri sensibili, la procedura di gestione delle visite da esterni, la procedura di gestione dei reclami, la procedura di partecipazione a trasmissioni televisive, la Commissione di Garanzia dell’assicurato, ecc.
Gli eventuali rischi di carattere strategico e di appartenenza al Gruppo sono valutati nell’ambito dei processi di pianificazione strategica della Società e del Gruppo e nell’ambito dell’assessment annuale.
Reale Group identifica e valuta il rischio di non conformità nell’ambito dei processi, dei nuovi prodotti e delle nuove norme. In particolare, la ricognizione della normativa (intercettazione e collegamento delle norme ai processi) consente di realizzare il cosiddetto repository normativo aziendale, che evidenzia i rischi normativi dei processi.
C.6.2.1. Misure di valutazione
La valutazione del rischio di non conformità è di tipo qualitativo e si basa sia su logiche di tipo “bottom up”, supportate dalla metodologia del Compliance Risk Assessment e/o delle Matrici di compliance – Matrico, (con la quale i focal point di compliance effettuano l’identificazione e la valutazione dei rischi e dei controlli relativi ai processi/prodotti/normative di propria competenza), sia su logiche di tipo “top down”, che utilizzano tecniche di intervista alla Direzione Generale tramite lo strumento della Macro Check List.
In relazione alle diverse finalità, la valutazione del rischio di non conformità può essere effettuata, sia in modo analitico, a livello di singolo rischio, che in modo “aggregato” a livello di processo/impresa.
La metodologia di valutazione del rischio di non conformità è articolata nelle seguenti fasi:
‐ valutazione del rischio inerente (o rischio lordo) – cioè del rischio implicito nella natura stessa dell’attività e connesso a fattori quali processi, risorse e sistemi. Ad ogni rischio di non conformità viene associato un valore potenziale senza tenere conto dei controlli e di altre misure di mitigazione eventualmente già poste in essere presso l’impresa. L’attribuzione di un valore al rischio inerente si basa sui seguenti elementi:
• frequenza (o probabilità) di accadimento dell’evento rischioso;
• impatto (peso) economico/patrimoniale del rischio in caso di accadimento, con riferimento alla rilevanza delle sanzioni giudiziarie/amministrative.
Tali elementi consentono di assegnare un valore qualitativo al rischio lordo (estremo, alto, medio, basso).
‐ valutazione dei controlli in essere, ossia valutazione ex ante dell’esistenza/adeguatezza dei controlli per la mitigazione del rischio e del loro grado di presidio. Il grado di adeguatezza dei controlli può essere misurato assegnando un giudizio qualitativo: adeguato, parzialmente adeguato, inadeguato;
‐ determinazione del rischio residuo (o rischio netto) – cioè del rischio che rimane dopo l’applicazione dei controlli di cui alla fase precedente e che rappresenta la componente di rischio non presidiata dall’impresa. Il rischio residuo è ottenuto dalla combinazione degli score qualitativi del rischio lordo e dei controlli.
La valutazione dei rischi di non conformità si basa sulla metodologia sopra illustrata, utilizzando successivamente specifiche regole per il calcolo della cosiddetta rischiosità “aggregata” per singolo processo; tali regole sono finalizzate a definire una scala di riferimento per la comparazione del rischio complessivo (lordo e netto) dei singoli processi, in modo da poterli ordinare in ordine decrescente (dal processo a maggior rischio a quello a minor rischio) ed individuare, conseguentemente, le priorità di intervento e rimedio in funzione della soglia di tolleranza al rischio.
L’analisi qualitativa dei rischi di contagio e reputazionali è basata su due approcci distinti e complementari: il primo di tipo “bottom up”, basato su una metodologia di risk assessment e il secondo basato su una metodologia di tipo “top down” ed è incentrato sull’utilizzo dello strumento di auto‐rilevazione della Macro Check List, compilata dall’Alta Direzione con il supporto delle funzioni di Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Internal Audit e finalizzata all’analisi del profilo di rischio dell’Impresa.
Analogamente, per la valutazione dei rischi strategici e dei rischi emergenti (compresi rischio ambientale e rischio cyber), la metodologia qualitativa utilizzata fa riferimento ad una analisi di tipo “top down” incentrata sull’utilizzo dello strumento di auto‐rilevazione della Macro Check List.
Il Gruppo a tutela della sicurezza delle informazioni si è dotato della Funzione Sicurezza delle Informazioni cui sono affidati il presidio e la gestione del rischio di sicurezza delle informazioni a livello di Gruppo, nonché il coordinamento e il supporto per tutte le tematiche afferenti alla protezione dei dati personali.
Non si segnalano nell’anno di riferimento modifiche significative alle metodologie sopra descritte.
C.6.2.2. Rischi sostanziali
Relativamente ai rischi reputazionale, di appartenenza al Gruppo, strategico e emergenti, le valutazioni effettuate nel 2018 non hanno evidenziato la presenza di rischi sostanziali.
L’esito della profilatura complessiva del rischio netto di non conformità sui processi e sulle nuove norme ha fatto rilevare un livello di conformità medio‐alto. I rischi lordi sono adeguatamente mitigati dal sistema dei controlli e, nel loro complesso, i processi hanno evidenziato una rischiosità contenuta, entro i limiti tollerati. Relativamente ai nuovi prodotti commercializzati nel 2018 non sono stati rilevati aspetti critici in relazione alla conformità normativa e la valutazione del rischio di non conformità di ciascun prodotto è risultata entro la soglia tollerata. La profilatura complessiva del rischio conferma gli esiti del precedente esercizio e non ha reso necessario interventi di follow up sui processi/normative; ciononostante in un’ottica di miglioramento continuo della conformità vengono annualmente pianificati alcuni interventi sui processi che sono risultati a maggior rischio.
C.6.3.TECNICHE DI MITIGAZIONE
L’attività della funzione Compliance è caratterizzata dall’intervento ex ante, di prevenzione del rischio, mettendo in atto analisi d’impatto e di individuazione dei gap rispetto ai requisiti normativi su tutte le principali novità normative, al fine di individuare e implementare in modo conforme alla normativa i presidi necessari, già al momento dell’entrata in vigore della norma (piano di implementazione). La funzione svolge anche un presidio ricorrente per verificare periodicamente il livello di rischiosità complessiva (profilatura del rischio): ove venga rilevata una eventuale inadeguatezza dei controlli e delle altre misure di mitigazione, a cui possono corrispondere valori di rischio residuo superiori a “Rischio Netto = Medio”, sono individuate le necessità di intervento con azioni correttive atte a ricondurre il rischio entro i limiti definiti e stabilite le opportune priorità tenendo in considerazione sia gli elementi di rischio che la valutazione dell’impatto dell’intervento.
Il piano degli interventi correttivi prende in esame sia gli interventi orientati a diminuire la frequenza di accadimento dell’evento rischioso, sia quelli orientati a diminuirne il peso in caso di accadimento sia, infine, gli interventi volti ad influire, rafforzandole, sulle altre misure di mitigazione eventualmente in essere, in particolare orientate alla gestione dei fattori di rischio (processi, risorse, sistemi). Nell’ambito della valutazione dei controlli in essere, così come nella programmazione degli interventi correttivi, si tiene nel dovuto conto il grado di diffusione della “cultura del controllo” e la formazione del personale in materia di compliance, in quanto fondamentali elementi di mitigazione del rischio.
Negli interventi ex post, i rischi sono mitigati con interventi di follow up. Per i rischi che risultano superiori alla soglia di tolleranza, vengono effettuati approfondimenti in merito ai fattori di rischio e/o ai driver che hanno causato il rischio di non conformità per individuare e attuare uno specifico piano di rimedio.
La soglia di tolleranza al rischio di non conformità è definita annualmente dal Consiglio di Amministrazione e formalizzata nel documento di politica di gestione del rischio di non conformità alle norme.
Considerando nello specifico la gestione del rischio reputazionale, si individuano due modelli operativi distinti:
‐ il primo orientato alla preventiva identificazione e gestione dei rischi dai quali può derivare un danno alla reputazione di una o più Imprese del Gruppo (modello di gestione ex ante del rischio reputazionale);
‐ il secondo improntato alla gestione di un evento specifico già verificatosi e finalizzato all’eliminazione o alla mitigazione del danno reputazionale derivato o che ne può derivare (modello di gestione ex post del rischio reputazionale).
Il primo presidio nella gestione ex ante del rischio reputazionale è rappresentato dall’insieme di valori, regole, procedure, tecniche di controllo e strutture organizzative che contribuiscono ad assicurare il corretto funzionamento ed il buon andamento dell’Impresa, disciplinandone i comportamenti e realizzando il complesso delle informazioni utili per la gestione d'insieme del sistema dei rischi.
Il secondo presidio nella gestione ex ante del rischio reputazionale è rappresentato dall’analisi qualitativa descritta nel paragrafo C.6.2.1.
C.6.4.SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
Nell’ambito dei rischi qualitativi di cui alla presente sezione C.6, l’Impresa non identifica specifici scenari di stress.
C.6.5.OPERAZIONI INFRAGRUPPO
Il Consiglio di Amministrazione, in osservanza al disposto del Regolamento Ivass n. 30 del 26 ottobre 2016, ha redatto una Politica delle operazioni infragruppo che individua criteri e modalità dell’operatività infragruppo, le tipologie di operazioni che caratterizzano l’attività dell’impresa, le diverse categorie di controparti, i processi decisionali, le soglie di significatività e limiti di operatività. La politica infragruppo è oggetto di una specifica delibera quadro, adottata dai Consigli di Amministrazione della Capogruppo e delle Società assicurative italiane controllate e rivista almeno una volta all’anno.
In particolare, sono state internamente definite, per ogni tipologia di operazione infragruppo, le funzioni aziendali referenti, sono stati fissati i vincoli/limiti di operatività delle suddette operazioni e sono stati definiti i flussi informativi e di controllo da mettere in atto per la corretta gestione degli adempimenti di comunicazione verso l’autorità di vigilanza.
Nell’ottica di una strategia di Gruppo basata su logiche di sinergia, coordinamento e controllo, sono state concentrate presso la Capogruppo attività e servizi comuni delle diverse società italiane costituenti Reale Group.
In particolare, Reale Mutua, per Italiana Assicurazioni, ha accentrato presso le proprie funzioni la gestione dell’attività liquidativa, dei servizi generali, dei servizi relativi alle attività amministrative (quali la tenuta della contabilità generale e finanziaria, la redazione del bilancio, l’elaborazione di paghe e contributi, l’assistenza e la consulenza in materia legale, fiscale e giuslavoristica), di servizi inerenti l’ambito commerciale e di alcuni servizi di carattere tecnico. La Capogruppo gestisce inoltre, per conto della Società, le attività di Risk Management, di Compliance e di Antiriciclaggio.
Nell’esercizio 2018 tali servizi hanno generato costi per la Società per complessivi 29.942 migliaia di euro. Allo stesso tempo Italiana Assicurazioni ha svolto prestazioni di servizi per la Controllante, principalmente per la gestione amministrativa e il personale in distacco, che hanno generato ricavi per 16.763 migliaia di euro.
Nel corso dell’esercizio, inoltre, nei confronti della Capogruppo sono intercorsi rapporti di riassicurazione con premi ceduti per 1.576 migliaia di euro, sinistri e somme pagate a carico dei riassicuratori per 1.642 migliaia di euro, e provvigioni ricevute per 450 migliaia di euro. Il saldo dei crediti netti è di 428 migliaia di euro.
Con riferimento ai rapporti con le società consociate (Banca Reale, Reale Immobili e Blue Assistance) Italiana riceve dalle società consociate italiane prestazioni relative ai servizi informatici, alla gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare, all’assistenza e al call center, all’attività liquidativa e al personale distaccato. Il costo
di tali servizi ammonta a 38.603 migliaia di euro.
I servizi resi da Italiana riguardano le prestazioni del personale distaccato e l’attività di collocamento di prodotti bancari sul mercato da parte degli agenti, per un ammontare complessivo pari a 177 migliaia di euro.
Secondo il dettato dell’art. 9 del Regolamento Ivass n. 30/2016 la Società presume significative, salvo la differente valutazione di cui al comma 3, le operazioni infragruppo il cui importo sia pari o superiore all’1% del Requisito Patrimoniale di Solvibilità dell’impresa di cui all’articolo 3 del Regolamento stesso.
Ai sensi del Regolamento Ivass n. 30/2016, si intendono operazioni infragruppo considerate molto significative (identificandone relative soglie e limiti), quelle che influenzano in modo molto significativo la solvibilità o la liquidità del Gruppo o di una delle imprese di assicurazione e di riassicurazione coinvolte, in coerenza con le differenti tipologie di operazioni e controparti ed in funzione della natura, della portata, della complessità e dell’impatto sul proprio profilo di rischio.
La Società, pertanto, considera quanto meno:
‐ movimenti di capitale o entrate non giustificate dalla Politica di gestione del capitale o dalla Politica dei dividendi;
‐ ogni inusuale o rilevante trasferimento di capitale infragruppo.
Sono ritenute da Italiana Assicurazioni molto significative le operazioni infragruppo il cui importo sia pari o superiore al 5% del Requisito Patrimoniale di Solvibilità dell’impresa di cui all’articolo 3 del Regolamento Ivass n. 30/2016.
Rientrano nella categoria delle operazioni infragruppo “da segnalare in ogni circostanza” quelle che, anche se inferiori alle soglie di significatività, sono attuate a condizioni diverse da quelle di mercato o non rispettano i criteri o le procedure stabilite nella Politica infragruppo.
Le soglie di significatività per l’anno 2018, commisurate al requisito di capitale al 31 dicembre 2017, pari a
180.508 migliaia di euro, sono rispettivamente pari a 1.805 migliaia di euro (per le operazioni significative) e
9.025 migliaia di euro (per le operazioni molto significative).
Le operazioni infragruppo che superano le suddette soglie saranno comunicate all’Autorità di Vigilanza nell’ambito della reportistica quantitativa (QRT) di Gruppo entro la scadenza normativa del 3 giugno 2019.
C.6.6.CONCENTRAZIONE
Il rischio di concentrazione si origina in caso di eccessive esposizioni della Compagnia verso uno stesso soggetto o gruppi di soggetti, esterni alla Compagnia, individuali o interconnessi; in altri termini, il rischio di concentrazione si può definire come il rischio di subire perdite per l’inadeguata diversificazione del portafoglio delle attività e delle passività.
Il rischio di concentrazione è per sua natura un fattore di rischio che si origina in presenza di un altro rischio. In tal senso, il rischio di concentrazione può essere considerato come un rischio secondario e, conseguentemente, deve essere trattato unitamente al rischio primario a cui si riferisce al fine di consentirne una adeguata valutazione.
Gli ambiti nei quali può presentarsi un rischio di concentrazione sono indicati di seguito e, per ognuno di essi, è indicato il rischio primario a cui è associato secondo la classificazione prevista dal “Framework di riferimento per l’analisi del profilo di rischio”.
‐ Controparte, ovvero la concentrazione verso controparti singole (c.d. concentrazione single name) o fra loro interconnesse che risultano emittenti di strumenti finanziari o nei confronti delle quali vi sono contratti di mitigazione del rischio.
I relativi rischi primari risultano essere i rischi di mercato e default.
‐ Investimenti finanziari, ovvero la concentrazione degli investimenti per tipologia, area geografica, valuta, fonte di rischio.
I relativi rischi primari risultano essere i rischi di mercato.
‐ Prodotti, ovvero la concentrazione di rischi per settore di attività assicurativa I relativi rischi primari risultano essere i rischi tecnici.
La gestione del rischio di concentrazione è disciplinata nell’ambito dei processi di gestione dei rischi primari.
La valutazione quantitativa del requisito di capitale (c.d. SCR) viene effettuata in coerenza con i principi del sistema di solvibilità Solvency II.
Le concentrazioni dei rischi sono adeguatamente considerate nel processo di valutazione del profilo di rischio con riguardo al rischio di contagio e al rischio di conflitto di interessi.
Con riferimento al rischio di sottoscrizione, la Compagnia ha definito limiti e soglie di attenzione sulle somme assicurate all’interno del Manuale delle regole assuntive e disposizioni operative emanate dalle singole aree di business riportare nelle Circolari e nelle Note Tecniche. Inoltre, il Consiglio di Amministrazione definisce il livello di ritenzione netta, le caratteristiche delle coperture di riassicurazione, la coerenza con il business sottoscritto e i criteri per la scelta dei riassicuratori. I limiti operativi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione sono oggetto di verifica e controllo da parte della Funzione di Risk Management.
Con riferimento al rischio di mercato, la Compagnia ha definito limiti di concentrazione per singolo emittente o gruppo, in termini di esposizione massima. I limiti sono oggetto di verifica e controllo su base continuativa da parte della funzione Risk Management e delle altre funzioni aziendali preposte le quali svolgono controlli di primo livello al fine di garantire un adeguato presidio del rischio in sede di gestione ordinaria delle attività.
C.7. ALTRE INFORMAZIONI
Non si segnalano altre informazioni significative.
D. VALUTAZIONE A
FINI DI SOLVIBILITÀ
D.1. ATTIVITÀ | ||
D.1.1. VALORE DELLE ATTIVITÀ ALLA DATA DI VALUTAZIONE | ||
(in migliaia di euro) | ||
Descrizione | Bilancio di solvibilità | Bilancio d'esercizio |
Avviamento | 0 | 0 |
Spese di acquisizione differite | 0 | 0 |
Attività immateriali | 0 | 2.878 |
Attività fiscali differite | 73.137 | 72.331 |
Utili da prestazioni pensionistiche | 0 | 0 |
Immobili, impianti e attrezzature posseduti per uso proprio | 49.935 | 43.836 |
Investimenti (diversi da attività detenute per contratti collegati a | ||
un indice e collegati a quote) | 6.960.393 | 6.711.032 |
Immobili (diversi da quelli per uso proprio) | 2.284 | 1.345 |
Quote detenute in imprese partecipate, incluse le | 202.765 | 177.092 |
Strumenti di capitale | 35.702 | 35.618 |
Strumenti di capitale — Quotati | 32.254 | 32.171 |
Strumenti di capitale — Non quotati | 3.448 | 3.447 |
Obbligazioni | 6.436.305 | 6.217.561 |
Titoli di Stato | 4.785.356 | 4.586.992 |
Obbligazioni societarie | 1.517.715 | 1.503.725 |
Obbligazioni strutturate | 131.268 | 125.016 |
Titoli garantiti | 1.966 | 1.828 |
Organismi di investimento collettivo | 282.279 | 278.358 |
Derivati | 772 | 772 |
Depositi diversi da equivalenti a contante | 286 | 286 |
Altri investimenti | 0 | 0 |
Attività detenute per contratti collegati a un indice e collegati a | ||
quote | 635.588 | 635.588 |
Mutui ipotecari e prestiti | 10.605 | 10.605 |
Prestiti su polizze | 4.367 | 4.367 |
Mutui ipotecari e prestiti a persone fisiche | 5.270 | 5.270 |
Altri mutui ipotecari e prestiti | 968 | 968 |
Importi recuperabili da riassicurazione da: | 332.701 | 387.734 |
Non vita e malattia simile a non vita | 144.629 | 186.798 |
Non vita esclusa malattia | 134.856 | 171.482 |
Malattia simile a non vita | 9.773 | 15.316 |
Vita e malattia simile a vita, escluse malattia, collegata a un | ||
indice e collegata a quote | 183.509 | 194.482 |
Malattia simile a vita | 152 | 1.307 |
Vita, escluse malattia, collegata a un indice e collegata a quote | 183.357 | 193.175 |
Vita collegata a un indice e collegata a quote | 4.563 | 6.454 |
Depositi presso imprese cedenti | 0 | 0 |
Crediti assicurativi e verso intermediari | 221.944 | 221.725 |
Crediti riassicurativi | 25.636 | 25.636 |
Crediti (commerciali, non assicurativi) | 189.814 | 189.825 |
Azioni proprie (detenute direttamente) | 0 | 0 |
Importi dovuti per elementi dei fondi propri o fondi iniziali | ||
richiamati ma non ancora versati | 0 | 0 |
Contante ed equivalenti a contante | 58.722 | 58.722 |
Tutte le altre attività non indicate altrove | 35.156 | 34.526 |
Totale attività | 8.593.631 | 8.394.438 |