L’ UTILIZZO DEL FONDO PER L A RETRIBUZIONE ACCESSORIA
DOCUMENTI
35
RAPPORTO
L’ UTILIZZO DEL FONDO PER L A RETRIBUZIONE ACCESSORIA
NEI CONTRATTI INTEGRATIVI DELLE AMMINISTRAZIONI
PUBBLICHE:
QUADRIENNIO 1998-2001
ROMA, APRILE 2004
Il rapporto è stato curato dalla Commissione dell’Informazione del CNEL, sulla base dell’elaborazione dei dati e della stesura del testo realizzate dall’IRSI, con la direzione di Xxxxxxx Xxxxx, e la collabora- zione di Xxxxxxx Xxxxxxxxxxx.
INDICE
Premessa .................................................................................. pag. 5
1. Introduzione all’analisi ........................................................ ” 6
2. Le caratteristiche delle fonti di informazione ...................... ” 8
3. La metodologia adottata ...................................................... ” 11
4. Il comparto dei Ministeri ..................................................... ” 13
5. Il comparto degli Enti Pubblici non Economici .................. ” 16
6. Il comparto della Sanità ....................................................... ” 18
7. Il comparto delle Regioni ed Autonomie Locali ................. ” 24
8. La gestione del Fondo: influenze reciproche con i criteri
di valutazione e l’inquadramento ........................................ ” 35
9. Conclusioni .......................................................................... ” 41
Appendici
- grafici relativi ai Comuni ...................................................... ” 47
- grafici relativi alle Province .................................................. ” 66
- estratti dai contratti di Comparto ........................................... ” 71
Premessa
Proseguendo l’attività di divulgazione “ragionata” di significativi contenuti dell’Archivio della Contrattazione collettiva curato dal CNEL, abbiamo dedicato - in collaborazione con IRSI - specifica atten- zione ad alcuni aspetti aggiornati della contrattazione collettiva “decen- trata” nei comparti del Pubblico Impiego.
Ne scaturisce un panorama “a luci ed ombre” che, nondimeno, te- stimonia il progressivo affermarsi di più adeguati lineamenti della ne- goziazione nella Pubblica Amministrazione, innovata con i provvedi- menti legislativi avviati nel decorso decennio e con le contemporanee intese realizzate, anche per la P.A., con il noto Protocollo Triangolare del 23 luglio 1993.
Il rapporto, recentemente presentato in un Seminario che ha visto l’attivo contributo dell’ARAN, di qualificati studiosi e delle Organizza- zioni Sindacali, si allinea a quello già pubblicato nei mesi scorsi con ri- guardo alle parallele evoluzioni nell’impiego privato e precede ulteriori approfondimenti sempre ricavati dall’imponente documentazione rac- colta dal CNEL, che si caratterizza ormai quale importante fonte di rife- rimento per Istituzioni, studiosi e Parti Sociali.
La Commissione dell’Informazione
1. INTRODUZIONE ALL’ANALISI
Tra gli obiettivi che ogni riforma del lavoro pubblico si pone, quello del rafforzamento del collegamento tra retribuzione, qualità della prestazione e efficacia ed efficienza organizzativa può senza dubbio considerarsi il più importante e il più delicato da gestire.
Oltre ai problemi che caratterizzano tutti i settori del lavoro subor- dinato alla ricerca di una maggiore flessibilità retributiva e delle presta- zioni, quello pubblico si è dovuto incamminare lungo una strada che lo portasse ad abbandonare strade consolidate di automatismi e di genera- lizzazioni, di indifferenza organizzativa e di ingerenza legislativa su quasi tutti gli aspetti dell’organizzazione e del rapporto di lavoro.
La riforma del 1993 (ora consolidata nel D. L.vo 165/2001) può considerarsi la conclusione normativa di questo percorso, realizzato at- traverso il riconoscimento ai dirigenti di poteri organizzativi assimilabi- li a quelli del datore di lavoro privato e l’affidamento alla contrattazio- ne collettiva di tutti gli aspetti del rapporto di lavoro (con esclusione di alcuni istituti che non riguardano il tema qui affrontato).
In questa logica di riposizionamento della fonte legislativa circa la disciplina del rapporto di lavoro, il decreto legislativo 165 dedica poche ma importanti previsioni ai temi della retribuzione:
• sancendo che l’attribuzione di trattamenti economici può avvenire e- sclusivamente mediante contratti collettivi o, alle condizioni previste, mediante contratti individuali (art. 2);
• precisando che le amministrazioni pubbliche non possono erogare trattamenti economici accessori che non corrispondano alle prestazio- ni effettivamente rese (art. 7), adottando tutte le misure affinché la
spesa per il proprio personale sia evidente, certa e prevedibile nell’e- voluzione (art. 8);
• ricordando alle parti negoziali del secondo livello che le pubbliche amministrazioni non possono sottoscrivere in sede decentrata contratti collettivi integrativi in contrasto con i vincoli risultanti dai contratti collettivi nazionali o che comportino oneri non previsti negli strumen- ti di programmazione delle amministrazioni, con conseguente nullità delle clausole difformi (art. 40);
• riassumendo, infine, ratio e principi dell’intera disciplina nell’art. 45 per il quale:
1) il trattamento economico fondamentale ed accessorio è definito dai contratti collettivi;
2) le amministrazioni pubbliche garantiscono ai propri dipendenti di cui al- l’articolo 2, comma 2, parità di trattamento contrattuale e comunque trattamenti non inferiori a quelli previsti dai rispettivi contratti collettivi;
3) i contratti collettivi definiscono, secondo criteri obiettivi di misura- zione, trattamenti economici accessori collegati:
a) alla produttività individuale;
b) alla produttività collettiva tenendo conto dell’apporto di ciascun dipendente;
c) all’effettivo svolgimento di attività particolarmente disagiate obietti- vamente ovvero pericolose o dannose per la salute. Compete ai diri- genti la valutazione dell’apporto partecipativo di ciascun dipendente, nell’ambito di criteri obiettivi definiti dalla contrattazione collettiva;
4) i dirigenti sono responsabili dell’attribuzione dei trattamenti econo- mici accessori.
Alla funzione di dare concretezza a questa disciplina legislativa han- no assolto i CCNL successivi alla riforma del 1993, raggiungendo uno stadio di maggiore organicità, anche per i raccordi esistenti tra retribuzio- ne accessoria ed altri istituti normativi del rapporto di lavoro con i con- tratti nazionali di comparto validi per il quadriennio 1998-2001.
Questo studio riguarda un’analisi sulle modalità di utilizzo delle risor- se del Fondo per il miglioramento dei servizi, previsto dai CCNL del setto- re del lavoro pubblico e disciplinati dalla contrattazione di secondo livello.
2. LE CARATTERISTICHE DELLE FONTI DI INFORMAZIONE
La fonte delle informazioni ricavate è esclusivamente il contenuto dei contratti integrativi riferiti al quadriennio 1998-2001, raccolti e schedati per l’Archivio del CNEL: si tratta di circa 1000 contratti riferi- ti a tutti i comparti del pubblico impiego, con esclusione dei soli con- tratti degli Enti di ricerca che stanno in questi mesi provvedendo alla stipulazione dei contratti di secondo livello.
Dalla analisi che si esporrà non fanno ancora parte i contratti del comparto Scuola che sono stati in questi mesi raccolti, schedati e conse- gnati (circa 220), dal momento che l’analisi condotta richiede una ulte- riore classificazione rispetto ai parametri dell’Archivio CNEL, che non è ancora ultimata.
La verifica delle modalità di utilizzo del Fondo per la correspon- sione della retribuzione accessoria richiede infatti:
• un’analisi specifica, rispetto alla composizione ed agli istituti previsti dal CCNL, dell’allocazione delle diverse quantità economiche;
• una analisi ulteriore riferita ai criteri di valutazione utilizzati per ogni singolo istituto per individuare la presenza o meno di parametri selet- tivi di corresponsione.
Questo secondo aspetto pone qualche problema - oltre a quelli di merito che si evidenzieranno in seguito - di fonte: infatti, in molti casi, la relativa disciplina deve essere prevista in “accordi di concertazione” che non fanno parte dell’Archivio CNEL. La disciplina relativa ai crite- ri è stata considerata, quindi, solo nei casi in cui, per volontà delle parti
negoziali, tali criteri siano stati previsti da contratti collettivi.
L’analisi, che utilizza come fonte esclusiva di informazioni il con- tratto collettivo, è caratterizzata da elementi di affidabilità, ma anche di criticità che è utile esporre in apertura, anche per confrontarla con ana- loghe xxxxxxxx0 che hanno fatto ricorso a fonti diverse o diversificate.
Tra gli aspetti di sicuro valore informativo va ricordato il fatto che le informazioni ricavate sono quelle effettivamente volute dalle parti e non quelle “applicativamente vissute” da chi fornisce le interpretazioni informative aggiuntive. Ma questo valore rappresenta anche il punto critico dell’esame, dal momento che:
• come detto, alcuni elementi utili alla comprensione del fenomeno so- no contenuti in documenti frutto di relazioni sindacali diverse dalla contrattazione e tipiche solo del settore pubblico;
• il contratto non fornisce informazioni sulla gestione reale dell’istituto; e così, ad esempio, se esso prevede che la corresponsione dell’incenti- vo di produttività collettiva vada effettuata al perseguimento di un ri- sultato, sulla base di piani o programmi, non sappiamo se e come quei programmi siano stati fatti e, quindi, se e come l’eventuale elemento di selezione rinvenuto nei contratti si sia mantenuto nel corso dell’im- plementazione organizzativa e dell’applicazione concreta di quell’isti- tuto.
• Le informazioni che ricaviamo da un contratto collettivo riferite al Fondo riguardano quel singolo anno, dal momento che il Fondo va costituito e utilizzato annualmente: quindi, dal singolo contratto rica- viamo le opzioni di quell’anno, ma non la gestione complessiva, nel quadriennio, del Fondo stesso.
1. Le indagini sulla contrattazione di secondo livello nel settore pubblico, per il quadriennio 1998-2001 sono sostanzialmente due: Ripensare il lavoro pubblico (a cura di Xxxxxxxxx e Codarda), Rubettino 2001, svoltasi nell’ambito del proget- to finalizzato del Dipartimento della Funzione pubblica, riguardante autonomie locali e Ministeri; Dalla contrattazione decentrata alla contrattazione integrativa (a cura di Della Xxxxx, Xxxxxxx, Xxxxxxxxxx), XXXXXX 0000. La prima indagi- ne ha utilizzato come fonte il contenuto dei contratti relativi agli anni 1999 e 2000 di alcune amministrazioni partecipanti al progetto, integrando le informa- zioni con quelle fornite dai partecipanti ai “Laboratori”; la seconda indagine, svolta su campione, è stata condotta invece attraverso la somministrazione di
questionari.
Quest’ultima considerazione deve necessariamente portare ad altre riflessioni riguardanti la “qualità” e la “quantità” delle informazioni disponibili.
Con riferimento alla quantità, abbiamo già detto che sono stati uti- lizzati i contratti dell’Archivio CNEL, opportunamente scelti sulla base del campione ufficiale utilizzato anche dall’A.Ra.N. Complessivamente sono stati esaminati i contratti di 100 Comuni, 25 Province, 15 Regioni, 10 Ministeri, 4 Enti pubblici non economici, 15 ASL e Aziende sanita- rie, 12 Università. Ma le informazioni ricavabili da questo campione non sono omogenee nei contenuti, dal momento che, per le caratteristi- che della disciplina del Fondo e nonostante il Contratto Nazionale pre- veda che la contrattazione integrativa debba svolgersi in un’unica ses- sione, è diffusissima la prassi di contratti parziali rincorrentisi nel tem- po. Aspetto, questo, che complica la possibilità di avere a disposizione e con certezza l’intera sequenza dei contratti necessari.
A questo punto va anche detto che nemmeno presso l’A.Ra.N. si ha la certezza di recuperare l’intero patrimonio contrattuale delle Am- ministrazioni: anche in questo caso, infatti, l’invio dei contratti è irrego- lare, talvolta (non poche volte) fotocopiato con pagine mancanti. E le stesse Amministrazioni sono caute nell’inviare i contratti richiesti.
Queste considerazioni, svolte sulle caratteristiche delle informa- zioni disponibili, servono ad avere un quadro più chiaro della situazione descrivibile nell’indagine che si presenta. E’ un quadro sufficientemen- te completo e articolato di trend di disciplina contrattuale, che riguarda l’intero arco della vigenza, che contiene un’analisi integrata tra istituti retributivi ed istituti normativi, soprattutto riferiti all’ordinamento pro- fessionale, che consente una chiara consapevolezza dei punti positivi e negativi delle soluzioni adottate e che, infine, per gli aspetti comparabi- li, non si discosta significativamente da indagini condotte con strumenti più articolati e diretti.
3. LA METODOLOGIA ADOTTATA
Come accennato in precedenza, la fonte esclusiva di indagine è rappresentata dai contratti di secondo livello stipulati presso le Pubbli- che Amministrazioni.
Di tali contratti si è esaminata in primo luogo la disciplina sull’uti- lizzo del Fondo, considerando che, per previsione dei CCNL, con esso vanno finanziati sostanzialmente quattro istituti: la progressione oriz- zontale, la produttività individuale e collettiva, le indennità di vario ge- nere, le posizioni organizzative. La conoscenza delle percentuali di al- locazione delle risorse del Fondo su queste voci fornisce un primo qua- dro delle logiche di gestione del personale che le Amministrazioni han- no prescelto, considerando anche che - pur con le differenze non margi- nali esistenti tra contratti - la funzione attribuita al Fondo è sostanzial- mente omogenea.
In secondo luogo, poiché il Fondo è ricostituito annualmente, si sono disarticolati i dati - laddove è stato possibile - per più anni e ag- gregazioni di anni, in modo da individuare se nel corso del tempo siano cambiati gli equilibri interni.
Questo secondo dato è di particolare rilevanza perché alcuni istitu- ti finanziati dal Fondo (indennità e progressione economica) si consoli- dano e incidono quindi sulla composizione del Fondo per gli anni suc- cessivi.
In secondo luogo, sono stati esaminati i criteri selettivi previsti per
la corresponsione del trattamento accessorio con riferimento ai singoli istituti. E’ attraverso questo strumento, infatti, che si verifica la reale capacità selettiva dell’utilizzo del Fondo e, quindi, la sua funzione di e- lemento di gestione del personale e della flessibilità organizzativa.
In questa analisi, si colgono anche le differenze tra contratti sui singoli istituti (soprattutto con riferimento alla differenza tra progressio- ne orizzontale e progressione verticale, quest’ultima non finanziata con il Fondo), che danno conto di importanti differenze nella gestione del personale e di ricorso privilegiato a uno o all’altro istituto da finanziare secondo le caratteristiche del comparto.
In particolare, si è verificato come e quanto la valutazione della prestazione del singolo lavoratore sia tenuta in considerazione con para- metri in grado di misurarla e riconoscerla.
Si vedrà che questo appare essere il vero nodo problematico del- l’intera disciplina.
4. IL COMPARTO DEI MINISTERI
La disciplina sulla costituzione ed utilizzo del Fondo di ammini- strazione (FUA) per il comparto dei Ministeri è prevista agli artt. 31 e 32 del CCNL del 16 febbraio 1999; al trattamento economico accesso- rio così determinato si aggiunge comunque l’indennità di amministra- zione prevista dall’art. 33.
Ai nostri fini interessa sottolineare gli istituti finanziati dal Fondo che è “finalizzato a promuovere reali e significativi miglioramenti del- l’efficacia ed efficienza dei servizi istituzionali, mediante la realizzazio- ne, in sede di contrattazione integrativa, di piani e progetti strumentali e di risultato”. Di fatto, il Fondo è destinato a finanziare anche istituti che non direttamente si collegano alla predisposizione di piani e progetti, anche se per questi ultimi è previsto che l’erogazione del trattamento economico avvenga a seguito della verifica del raggiungimento dei risultati.
In particolare, il Fondo viene utilizzato prioritariamente per:
• finanziare turni per fronteggiare particolari situazioni di lavoro ed ero- gare compensi per lavoro straordinario qualora le risorse di cui all’art. 30 siano state esaurite;
• compensare l’esercizio di compiti che comportano specifiche respon- sabilità, rischi, disagi, gravose articolazioni dell’orario di lavoro, re-
peribilità collegata a servizi che richiedono interventi di urgenza;
• incentivare la mobilità del personale secondo le esigenze proprie delle singole Amministrazioni;
• erogare compensi diretti ad incentivare la produttività collettiva per il miglioramento di servizi;
• erogare l’indennità prevista per gli incarichi relativi alle posizioni or- ganizzative;
• finanziare i passaggi economici nell’ambito di ciascuna area profes- sionale, destinando a tale scopo quote di risorse aventi caratteri di cer- tezza e stabilità;
• corrispondere compensi correlati al merito ed impegno individuale, in modo selettivo.
L’art. 6 del CCNL per il secondo biennio prevede forme di inte- grazione del FUA per finanziare con maggiore disponibilità gli stessi istituti e in particolare quelli più strettamente collegati all’ordinamento professionale.
Per l’analisi del comparto Ministeri sono stati individuati i contrat- ti di 13 Ministeri.
Essi non consentono una analisi omogenea delle scelte operate, dal momento che ognuno ha utilizzato il FUA per finanziare i diversi istitu- ti in maniera diversa, e sostanzialmente in relazione alla propria struttu- ra burocratica ed amministrativa. In alcuni casi, il contratto non consen- te di avere un quadro chiaro dell’articolazione (così ad esempio il con- tratto del Ministero della Sanità si limita a prevedere che una “parte consistente” del FUA venga utilizzato per le progressioni verticali; il contratto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali non contiene una aggregazione dei dati numerici sufficiente a ricavarne la distribu- zione dei Fondi).
Per i Ministeri dal cui contratto è possibile ricavare un quadro chiaro di riferimento la situazione risulta essere la seguente:
Turni e straordinario | indennità | Mobilità | produttività | Posizioni organizzative | Progression economica | e Ordin. professionale | Progetti nazionali | |
Giustizia | 2.7 | 16.6 | 22.5 | 5.5 | 20.4 | 32.7 | ||
Lavori p. | 10.0 | 5.0 | 10.0 | 25.0 | 50.0 | |||
Esteri | 57.7 | 52.3 | ||||||
Industria | 4.8 | 73.0 (*) | ||||||
Istruzione | 1.1 | 68.7 | 2.7 | 14.8 | 12.7 | |||
Trasporti | 4.1 | 0.8 | 24.3 | 4.5 | 21.4 | 44.6 | ||
Finanze | 61.4 | 14.3 | 28.3 | |||||
Difesa | 21.1 | 3.1 | 52.4 | 3.6 | 4.3 | 15.4 |
(*) (stornato il 21.5 all’anno successivo)
Nota: è stata utilizzata la denominazione dei Ministeri al momento della firma dei contratti di Comparto 1998-2001
Dalla tabella precedente si nota come tutte le Amministrazioni ab- biano significativamente finanziato la produttività ed anche come la ri- qualificazione del personale sia stata un importante catalizzatore di ri- sorse. Al contrario di quanto vedremo avvenire per le Autonomie locali, la progressione orizzontale appare meno favorita, ma ciò si spiega con la particolare funzione svolta in questo Comparto (ma anche in quello degli Enti pubblici non economici) dalla progressione verticale.
Su questi aspetti torneremo nelle conclusioni.
5. IL COMPARTO DEGLI ENTI PUBBLICI NON ECONOMICI
Gli istituti finanziabili con il Fondo di Ente di questo comparto ri- calcano in parte quelli del Comparto Ministeri, anche se con una mino- re attenzione ad alcuni istituti dell’ordinamento professionale; in questo senso si può dire che il CCNL mostra una parziale ma maggiore atten- zione agli istituti della produttività.
In particolare, le risorse del Fondo sono prioritariamente utilizzate:
1. per erogare compensi diretti ad incentivare la produttività collettiva per il miglioramento di servizi;
2. per finanziare sistemi di turnazione che si rendano necessari per fronteggiare particolari situazioni di lavoro e per la corresponsione di compensi per lavoro straordinario qualora le risorse direttamente assegnate al fine specifico dall’art. 30 siano esaurite per effetto delle prioritarie esigenze funzionali e nei limiti della percentuale di ridu- zione di cui al citato art. 30;
3. per finanziare i passaggi economici nell’ambito di ciascuna delle A- ree professionali, destinando a tale scopo quote di risorse aventi ca- ratteri di certezza e stabilità;
4. per incentivare la mobilità del personale secondo le esigenze proprie degli Enti;
5. per compensare: l’esercizio di compiti che comportano specifiche re- sponsabilità, rischi, disagi; gravose articolazioni dell’orario di lavo-
ro; la reperibilità collegata a servizi che richiedono interventi di urgenza;
6. per corrispondere compensi correlati al merito e all’impegno indivi- duale in modo selettivo.
Il CCNL per il secondo biennio prevede che gli istituti relativi al- l’ordinamento professionale siano finanziati prevalentemente con le di- sponibilità derivanti dalla Legge 488/1999 e che i Fondi per la produtti- vità individuale e collettiva siano integrati e possano esserlo ulterior- mente a carico dei bilanci degli Enti in caso di attivazione di nuovi ser- vizi o processi di riorganizzazione.
Infine, lo stesso contratto dispone che una quota pari al 50% della pro- duttività collettiva possa essere corrisposta a titolo di anticipazione mensile. L’articolazione del Fondo negli Enti pubblici non economici è stata e-
saminata considerando quattro grandi Amministrazioni, per una delle quali
è stato possibile ricostruire l’articolazione del Fondo nel corso di tre anni.
degli La | Enti pubb tabella Turni e straordinario | lici no di que indennità | n eco sto Co Mobilità | nomici mpart produttività | è simile o risulta Posizioni organizzative | a quella così com Progressione economica | dei Minist posta: Xxxxx. professionale | eri. Progetti naziona | Progr li |
INPDAP 1999 | 4.7 | 8.0 | 0.2 | 77.5 | 9.5 (riserva) | ||||
INPDAP 2000 | 4.2 | 4.7 | 0.3 | 77.9 | 3.8 (riserva) | 1.4 | 2.0 | 4.9 | |
INPDAP 2002 | 3.4 | 12.3 | 0.1 | 66.1 | 1.1 (3 mesi) | 1.9 | 1.2 (riserva) | 7.8 | 5.6 |
INPS | 8.2 | 26.7 | 57.5 | 8.3 | |||||
ICE | 25.1 | 26.8 | 48.1 | ||||||
CRI | 42.3 | 6.6 | 41.2 | 4.3 | 5.4 |
Come si evince dal confronto sugli istituti finanziati, la situazione
.
Il comparto degli Enti pubblici non economici impegna quote si- gnificative del Fondo sulla produttività, con percentuali più ampie (su- periori al 50%) nelle Amministrazioni con maggiore articolazione terri- toriale e collegate a servizi previdenziali.
Anche in questo caso le progressioni orizzontali sono poco finanziate e in misura senz’altro inferiore rispetto a quelle interne alla categoria. Vale anche qui il rinvio alle conclusioni già operato per il Comparto Ministeri.
L’analisi dei contratti integrativi di sede provinciale di un grande
Ente previdenziale dimostra una analoga metodologia di individuazione degli obiettivi per le diverse linee di prodotto, collegando ad essi la cor- responsione della retribuzione di produttività.
6. IL COMPARTO DELLA SANITÀ
Il sistema di gestione dei Fondi del comparto Sanità è più com- plesso di quello delle Amministrazioni centrali. In primo luogo, il CCNL prevede la costituzione di tre Fondi ognuno finalizzato a specifi- ci finanziamenti di istituti; così, con il primo sono finanziati straordina- rio e indennità, con il secondo sono finanziati produttività collettiva ed individuale, con il terzo gli istituti del sistema di classificazione. I Fon- di possono essere integrati da economie di gestione o risorse regionali.
La contrattazione integrativa può stabilire la ripartizione tra i Fon- di delle risorse derivanti da:
a) attuazione dell’art. 43 della L. 449/1997 e successive modificazioni ed integrazioni;
b) economie conseguenti alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, ai sensi e nei limiti dell’art. 1, comma 57 e seguenti della Legge n. 662/1996 e successive integrazioni e modificazioni. Tali economie vanno adeguate in base agli eventuali rientri dal tempo parziale, anche nel corso dell’anno;
c) specifiche disposizioni di legge finalizzate alla incentivazione di pre- stazioni o di risultati del personale;
d) somme connesse al trattamento economico accessorio del personale
trasferito alle aziende o Enti del comparto a seguito dell’attuazione dei processi di decentramento e delega di funzioni;
e) finanziamenti aggiuntivi o integrativi;
f) una quota degli eventuali minori oneri derivanti dalla riduzione stabi- le o trasformazione di posti di organico del personale per il finanzia- mento del Fondo di cui all’art. 39.
E’ anche affidato alla contrattazione integrativa lo spostamento delle risorse tra i Fondi ed al loro interno, in apposita sessione di bilan- cio, per la finalizzazione tra i vari istituti nonché la rideterminazione degli stessi in conseguenza della riduzione di organico derivante da sta- bili processi di riorganizzazione previsti dalla programmazione sanita- ria regionale.
La disciplina del CCNL del secondo biennio non modifica signifi- cativamente la struttura dei Fondi.
Per l’analisi dell’utilizzo dei Fondi nel comparto della sanità è sta- to costituito un campione nazionale di 97 Amministrazioni, di cui 1/3 costituito da aziende ospedaliere, secondo la seguente articolazione ter- ritoriale:
Nord: | 39 |
Centro: | 33 |
Sud: | 25 |
Considerando la particolare struttura dei Fondi ed il ruolo ricono- sciuto alla contrattazione collettiva per modificare l’ammontare di o- gnuno di essi, è stato costruito un grafico che renda evidente, a seconda della collocazione territoriale, le diverse percentuali di distribuzione. Il grafico che segue riguarda, per le diverse Amministrazioni, il momento della costituzione dei Fondi da parte del contratto integrativo, mentre i casi che saranno esposti in seguito offriranno ulteriori spunti per esami- nare la costituzione dinamica degli stessi.
Al momento della costituzione dei Fondi la situazione è la seguente:
Fondo 1 | Fondo 2 | Fondo 3 | |
NORD | 34.9 | 31.5 | 33.4 |
CENTRO | 39.9 | 25.8 | 34.3 |
SUD | 39.3 | 24.8 | 35.9 |
MEDIA | 38.2 | 27.3 | 34.4 |
esta
zion
on
40 Qu
xxxxx può essere riproposta nel seguente diagramma:
Di3s5tribu
di comparto sanità
ta
e F
30
25
20
15
10
5
0
NORD
CENTRO
SUD ITALIA
1° FONDO 2° FONDO 3° FONDO
Come si nota, il Fondo 2, destinato al finanziamento della produt- tività, risulta essere in tutte le articolazioni territoriali inferiore agli altri due, e solo nelle Amministrazioni del Nord si colloca ad un livello di sostanziale equilibrio; le Amministrazioni che hanno meno finanziato questo Fondo sono quelle del Sud, per le quali il Fondo maggiormente alimentato risulta essere quello relativo allo straordinario ed alle inden- nità. Le stesse Amministrazioni del Sud hanno significativamente ali- mentato il Fondo relativo alle progressioni ed alle posizioni organizzati- ve. Va detto che un discorso sostanzialmente analogo vale per le Ammi- nistrazioni del Centro.
Questo primo dato di sfondo non va però enfatizzato più di tanto, soprattutto considerando che, inizialmente, soprattutto il primo Fondo è significativamente ipotecato dalla situazione di organico vigente al mo-
mento della costituzione e che possibili equilibri maggiormente produt- tivistici possono realizzarsi proprio attraverso la redistribuzione dei fi- nanziamenti tra i Fondi.
La percentuale raggiunta dal terzo Fondo appare in questa prima xxx- xxxx consona in tutti i casi a predisporre una riprofessionalizzazione del per- sonale, anche se il dato generale non ci consente di avere un quadro chiaro dell’articolazione interna del terzo Fondo tra progressione orizzontale pro- priamente detta, progressione interna all’area e posizioni organizzative.
L’analisi di quattro casi, per i quali l’archivio CNEL ci fornisce tutti gli elementi utili, può aiutarci a svolgere qualche considerazione ulteriore.
1° Caso: Confronto fra tre ASL
Mettendo a confronto tre Asl collocate nelle tre aree geografiche del Paese è agevole notare come la dotazione organica influenzi l’ammontare del primo Fondo, ma anche come la percentuale del Fondo che finanzia la produttività sia non solo inferiore agli altri, ma nel Sud abbia un valore percentuale particolarmente basso. Questi dati confermano, con alcune accentuazioni tipiche del caso singolo, l’andamento del dato generale.
Passando alla dimensione diacronica, è facile notare come in tutti i casi il secondo Fondo si abbassi rispetto al primo anno di riferimento, significativamente nella Asl del Centro ed anche in quella del Sud che già aveva valori medi molto bassi.
ASL ORD
In tutti i casi, a trarne vantaggio è il Fondo collegato all’inquadra- mento, con significativo peso riconosciuto alle progressioni.
45
N
40
35
1° anno
2° anno
30
25
20
15
10
5
0
1° FONDO 2° FONDO 3° FONDO
ASL CE RO
50
45
NT
40
35
1° anno
2° anno
30
25
20
15
10
5
0
1° FONDO 2° FONDO 3° FONDO
ASL S D
60
U
50
40
1° anno
2° anno
30
20
10
0
1° FONDO
2° FONDO
3° FONDO
2° Caso
20
0, 2001)
sizione fondi ASL Nord (Anni 1999,
L’andamento che vede il terzo Fondo trarre vantaggio dagli altri due è ancora più evidente nel secondo caso che presentiamo, rig7u0ardan- te una Asl del Nord e basata su dati relativi a tre anni.
Compo
0 60
50
40
30
20
10
0
1999 2000 2001 MEDIA
1999
2000
2001
MEDIA
1°
31,9
38,1
26,3
31,1
2°
30,6
0
22,9
19,4
3°
37,4
61,8
50,7
49,6
In questo caso si nota come, nel secondo anno di vigenza del CCNL, le esigenze di finanziamento del sistema di progressione abbia- no suggerito addirittura l’azzeramento del secondo Fondo (data anche la relativa rigidità del primo) e come, anche nel riequilibrio dell’ultimo anno del triennio, il terzo Fondo sia significativamente più finanziato degli altri, ancora una volta a svantaggio del secondo.
7. IL COMPARTO DELLE REGIONI ED AUTONOMIE LOCALI
Le modalità di utilizzo del Fondo per il Comparto delle Regioni e delle Autonomie Locali sono previste dall’art. 17 del CCNL del 1° apri- le 1999 all’interno della articolata definizione della norma che prevede ipotesi riguardanti anche i Comuni privi di dirigenza e le Camere di Commercio. Si può sintetizzare il suo dettato precisando che il Fondo finanzia prioritariamente:
• progressioni orizzontali
• posizioni organizzative
• indennità
• produttività.
Il Fondo può essere incrementato dalle Amministrazioni sulla base di impegni organizzativo-contabili e di parametri economico-finanziari specificati in modo articolato dall’art. 5 del CCNL del secondo biennio.
Per l’analisi dei dati relativi al Comparto Regioni e delle Autono- mie Locali è stato utilizzato, anche per consentire la comparabilità dei dati, il campione predisposto in sede ARAN per le ricerche sulla con- trattazione integrativa.
Come si vedrà analiticamente in seguito, l’andamento dell’utilizzo del Fondo in questo Comparto evidenzia - a fronte di una equilibrata si- tuazione di partenza nella quale la retribuzione di produttività ottiene un significativo finanziamento, mentre le voci stabilizzanti (soprattutto progressione orizzontale) si attestano su valori mediamente bassi - una progressiva erosione della retribuzione di produttività a vantaggio pro- prio della progressione orizzontale.
Limitandoci per ora ad esaminare il fenomeno rinviamo alle con- clusioni una interpretazione di questo trend. La proiezione di dati relati- vi al fenomeno indagato non può avere però significatività statistica a causa del limitato numero di Enti che consentono una analisi di tutti i contratti del quadriennio; tuttavia essa evidenzia questa situazione di tendenza.
ENTE | VOCE | 1999 | 2000 | MEDIA/REGIME |
COMUNI | PR.OR. | 11.0 | 19.0 | 19.0 |
PROVINCE | 20.0 | 23.0 | 27.0 | |
REGIONI | 17.0 | 18.0 | 17.0 | |
COMUNI | P.O. | 6.0 | 14.0 | 7.0 |
PROVINCE | 18.0 | 23.0 | 18.0 | |
REGIONI | 15.0 | 18.0 | 15.0 | |
COMUNI | PROD. | 49.0 | 42.0 | 30.0 |
PROVINCE | 49.0 | 42.0 | 42.0 | |
REGIONI | 52.0 | 40.0 | 52.0 | |
COMUNI | INDEN. | 34.0 | 24.0 | 44.0 |
PROVINCE | 13.0 | 19.0 | 13.0 | |
REGIONI | 16.0 | 12.0 | 16.0 |
Allo scopo di esaminare più approfonditamente questa situazione per ognuno dei settori che compongono il Comparto abbiamo provve-
duto ad enucleare alcuni casi, scelti tra quelle Amministrazioni che han- no fornito la serie completa dei contratti firmati. Al termine di ogni se- zione riporteremo i casi esaminati.
Le Regioni
Il campione delle Regioni risulta così stratificato:
Regioni: | 12 |
Nord: | 4 |
Centro: | 3 |
Sud: | 5 |
a d
La situazione generale delle Regioni mostra la seguente articola- zione, sostanzialmente equilibrata tra le diverse voci, se si eccettua una significativa prevalenz ellPaOrSeIZtrIOibNuI zione di produttività:
ORGANIZZATIVE
15%
Riepilogo generale Regioni
INDENNITA' 16%
PRODUTTIVITA' 52%
PROGRESSIONE ORIZZONTALE 17%
Questa situazione, però, è tutt’altro che omogenea, come dimostra- no gli schemi di singole Regioni riportate in appendice. E’ evidente dal loro esame come si configurino diverse opzioni organizzative e di ge- stione del personale. Ma va anche detto che i dati disponibili non con- sentono di operare una verifica di assestamento attraverso una analisi diacronica dell’evoluzione dei Fondi.
Le Province
Il campione delle Province risulta così composto:
Province: 22
Nord: | 9 |
Centro: | 4 |
Sud: | 9 |
La situazione delle Province è quella meno certa, dal momento che i dati disponibili riguardano solo 12 Province, di cui 5 al Nord, 3 al Centro e 4 al Sud.
In questo caso, quindi, ci limitiamo a riportare i dati nelle tabelle in appendice: da essi si ricava una tendenziale omogeneità di situazione, ri- spetto alla quale va evidenziata una maggiore influenza del finanziamento per retribuzione della produttività nelle Amministrazioni del Centro Italia.
I Comuni
Il campione dei Comuni è così articolato:
Comuni: 97 (secondo la seguente articolazione per classe di abi- tanti ed area geografica)
<5m | 5m/15m | 15m/50m | 50m/100m | 100m/250m | >250m | TOTALE | |
NORD | - | 1 | 24 | 8 | 10 | 5 | 48 |
CENTRO | - | 2 | 4 | 4 | 3 | 1 | 14 |
SUD | - | 3 | 13 | 13 | 2 | 4 | 35 |
ITALIA | - | 6 | 41 | 25 | 15 | 10 | 97 |
L’articolazione generale delle voci del Fondo risulta essere quella sintetizzata nel seguente graficpoos:izioni
organizzative 10%
ArticolaziopnroegrFesosniodnio: media nazionale dei Comuni
orizzontali 19%
indennità 31%
produttività 40%
Ma questa sintesi subisce significative modificazioni se il dato ge- nerale si articola a seconda dell’assetto dimensionale e di quello geo- grafico. Nell’appendice è possibile esaminare i dati riguardanti la com- posizione del Fondo a seconda delle due variabili incrociate. In questa prima fase esaminiamo invece i dati relativi ad ognuna delle variabili considerate singolarmente.
a) la variabile territoriale: raggruppando le Amministrazioni comunali secondo la sola variabile territoriale, il dato generale subisce le se- guenti alterazioni.
Articolazione Fondo dei Comuni per aree geografiche
Come si nota in questo grafico, pur in un andamento analogo, le Amministrazioni del Nord si caratterizzano per un livello più basso del- le indennità ed uno più alto della retribuzione di produttività; il dato
delle progressioni orizzontali, come vedremo nei casi, abbastanza basso al momento della costituzione del Fondo, tende a crescere nel corso del quadriennio; come anche quello delle posizioni organizzative, anche se si assesta comunque, e per natura stessa dell’istituto, entro dimensioni contenute.
Distribuzione Fondo dei Comuni per classe di ampiezza
b) la variabile dimensionale: raggruppando le Amministrazioni comu- nali secondo la sola variabile dimensionale, il dato generale subisce le seguenti alterazioni.
La retribuzione di produttività ha un trend inverso alle indennità, mano a mano che da dimensioni inferiori si passa a dimensioni maggio- ri; più sinuose ed equilibrate sono le curve di progressioni e posizioni organizzative. Il primo trend può spiegarsi con il peso che straordinario e indennità hanno su un numero maggiore di dipendenti, il secondo con soluzioni organizzative diverse e soprattutto, per quanto riguarda le po- sizioni organizzative, con la maggiore complessità delle procedure per l’individuazione delle stesse (infatti, anche questi dati si riferiscono al- l’anno della prima costituzione del Fondo).
I dati relativi a tutti i Comuni sono stati distribuiti, come detto,
5m/15m | 6 | 71 | 15 | 8 | 18 | 57 | 9 | 16 | 9 | 42 | 44 | 5 |
15m/50m | 18 | 48 | 18 | 16 | 24 | 43 | 5 | 28 | 25 | 34 | 28 | 13 |
50m/100m | 15 | 59 | 18 | 8 | 36 | 49 | 9 | 6 | 34 | 31 | 24 | 11 |
100/250m | 18 | 59 | 14 | 9 | 21 | 38 | 30 | 11 | 20 | 32 | 27 | 21 |
>250m | 30 | 41 | 16 | 13 | 35 | 37 | 27 | 1 | 37 | 39 | 15 | 9 |
TOTALE | 27 | 45 | 16 | 12 | 32 | 39 | 22 | 7 | 34 | 37 | 18 | 11 |
nell’articolazione di campione riportata in precedenza. La seguente ta- bella sintetizza i risultati dell’elaborazione; tali risultati sono riportati in appendice in specifici grafici per ognuna delle articolazioni.
P.O.
PROGR.
PROD.
IND.
P.O.
PROGR.
PROD.
IND.
P.O.
PROGR.
PROD.
IND.
SUD
RO
CENT
D
NOR
In un trend generale di maggiore peso della retribuzione di produt- tività nei Comuni del Nord, in tutte le classi di ampiezza, che si affievo- lisce mano a mano che si viaggia verso il Mezzogiorno, va notato che:
• la produttività è privilegiata dai Comuni piccoli rispetto a quelli di più ampia dimensione, anche se quelli del Sud finanziano in maniera massiccia la progressione orizzontale;
• nelle altre classi di ampiezza, solo in due casi di Amministrazioni del Nord, la produttività supera il 50% del Fondo finanziato;
• l’indennità e lo straordinario hanno un peso prevalente nelle Ammini- strazioni appartenenti alla classe di ampiezza più vasta; le posizioni organizzative pesano prevalentemente poco; le posizioni organizzati- ve in generale non impegnano quote significative del Fondo.
Da queste considerazioni non sembra possibile ricavare orienta- menti omogenei, a dimostrazione del fatto che l’articolazione del Fondo deriva da molti fattori che sfuggono ad una analisi del contratto. Tra questi possiamo individuare, oltre alla dimensione ed all’area geografi- ca che abbiamo esaminato: la struttura organizzativa, il sistema di rela- zioni sindacali, la struttura del bilancio, lo stile di gestione del persona- le, l’autonomia dirigenziale da protagonismi politici, la cultura organiz- zativa di tutti i soggetti considerati.
I dati finora presentati si riferiscono al momento della costituzione del Fondo. Come la logica gestionale si sia modificata e assestata è ri- cavabile solo da una verifica effettuata attraverso la comparazione del Fondo nel corso dei diversi anni. Non potendo disporre, per tutto il
campione, di dati completi utili a tale indagine, nelle pagine seguenti e- saminiamo alcuni casi significativi delle diverse modalità attraverso le quali la composizione del Fondo si può modificare.
L’ipotesi di partenza, elaborata attraverso la conoscenza diretta di molte situazioni organizzative suffragate anche da qualche dato parziale ricavabile dalle ricerche richiamate in precedenza, è che con il passare del tempo si siano andate ad incrementare le quote relative alla progres- sione orizzontale e siano diminuite quelle destinate alla retribuzione di produttività, in una sostanziale invarianza delle altre voci. Quest’ultima osservazione va corretta solo in parte con riferimento alle posizioni or- ganizzative: infatti, per vincolo contrattuale, le Amministrazioni erano chiamate, prima della loro istituzione, ad adempimenti organizzativi di vario genere che hanno determinato un ritardo relativo nella definizione delle quote di Fondo per il loro finanziamento.
Questo dato spiega anche perché, in molti casi, nel primo anno di costituzione del Fondo la percentuale di finanziamento delle posizioni organizzative sia particolarmente bassa, dal momento che finisce per interessare solo pochi mesi dell’anno.
Altre indagini richiamate all’inizio di questa ricerca hanno eviden- ziato come la distribuzione percentuale delle voci finanziate dal Fondo si modifichino, con il passare degli anni, a vantaggio della progressione orizzontale.
Anche i dati ricavabili dalle nostre valutazioni evidenziano questo andamento. Nelle pagine precedenti abbiamo visto quale sia la situazio- ne tendenziale: esaminiamo, anche per quanto riguarda i Comuni, alcu- ni casi specifici.
Caso 1: Comune del Mezzogiorno, classe di abitanti 5m/15m
In questo Comune il contratto integrativo prevede la distribuzione
del Fondo per l’anno 2001 e per gli an te articolazione: | ni succes | sivi, secondo la seguen- |
2001 | ANNI SUCCESSIVI | |
PRODUTTIVITA’ COLLETTIVA | 51.5 | 46.1 |
PROGRESSIONE ORIZZONTALE | 17.9 | 26.6 |
POSIZIONI ORGANIZZATIVE 19.3 8.3
INDENNITA’ | 21.3 | 19.0 |
TOTALE | 100.0 | 100.0 |
Come si nota, rispetto al primo anno di costituzione del Fondo, gli anni successivi vedono le percentuali modificarsi in modo significativo, soprattutto per quanto riguarda l’incremento percentuale delle progres- sioni economiche ed il corrispondente decremento delle altre voci.
Si tratta di un andamento abbastanza frequente che in questo caso viene perseguito attraverso un incremento di risorse da parte dell’Am- ministrazione per gli anni successivi esclusivamente finalizzate alle progressioni orizzontali e senza intaccare l’ammontare delle altre voci.
In questo caso, quindi, le esigenze “riprofessionalizzanti” convin- cono le parti a concentrare ogni sforzo sulle progressioni orizzontali. In questo modo, le quote fisse del Fondo (indennità, straordinario e pro- gressioni orizzontali) passano dal 40,5% del primo anno (superate si- gnificativamente dalla retribuzione incentivante extra posizioni organiz- zative) al 45.6% degli anni successivi, con un riequilibrio quasi perfetto con la retribuzione incentivante la produttività (46.1%).
Caso 2: Comune del Centro, classe di abitanti 50m/100m
In questo Comune assistiamo ad una vera metamorfosi della quota di Fondo destinato alla produttività; operazione esplicita che rende ben evidente un trend sufficientemente diffuso.
La situazione di partenza è dettata dalla definizione del Fondo per
gli anni 2000 e 2001, secondo il seg | uente schema per | centuale. |
2000 | 2001 | |
Produttività | 53.9 | 42.7 |
Indennità | 16.3 | 16.3 |
Progressione orizzontale | 27.5 | 30.1 |
Posizioni organizzative | 2.3 | 11.9 |
Totale | 100.0 | 100.0 |
In questa distribuzione sono evidenti alcune scelte operate nel se- condo anno. A fronte di un ammontare della quota delle indennità com- prensibilmente stabile, dalla quota della retribuzione di produttività vengono finanziate le posizioni organizzative (presumibilmente create nel 2000 ma che in quell’anno “drenavano” poche risorse perché istitui- te nel corso dell’anno) e le progressioni orizzontali.
Nel corso del 2003 sono stati firmati due accordi.
Con il primo, relativo al Fondo di produttività per il 2002, si pren- de atto del fatto che il 10% della quota di produttività per il 2001 non è stata utilizzata; sicché tale quota residua finanzierà per un quarto pro- getti di qualità basati principalmente su parametri legati al ruolo svolto e per tre quarti le progressioni orizzontali dell’anno 2003.
Di conseguenza, per il 2002 la quota destinata a finanziare la pro- duttività è incrementata di un 2,5% del residuo del 2001, ma la distribu- zione di tale Fondo complessivo muta nei criteri di riferimento per la corresponsione. Infatti, negli anni precedenti (2000 e 2001) il Fondo veniva erogato quasi esclusivamente in base alla categoria e alla pre- senza (60%) e alla valutazione nel corso dell’anno (40%). Dal 2002 la quota di produttività è erogata per circa il 90% in base alla presenza, per il 4% su progetti generali in base al ruolo svolto, per circa il 2% per finanziare situazioni di disagio (indennità) e per il 2% per finanziare progressioni orizzontali.
Il trend di metamorfosi continua nel 2003, anno in cui la quota de- stinata a finanziare la produttività è utilizzata per il 71.8% in base alla presenza, per il 6.1% in base al ruolo svolto in progetti generali, per il 6.8% per indennità e per il 15.3% per le progressioni orizzontali.
Come si vede, si realizza un travaso di tutte le risorse incentivanti in direzione di istituti stabilizzanti.
Caso 3: Comune del CENTRO con più di 250.000 abitanti
In qu guenti mo | esto Comun difiche di in | e, il Fondo ha cidenza delle | avuto nel corso de varie voci: | l triennio le se- |
Indennità | Produttività | Progressioni oriz. | Posizioni org. |
2000 35 37 27 1
2001 | 34 | 29 | 33 | 4 |
2002 | 35 | 29 | 28 | 8 |
E’ questa una situazione molto più equilibrata. Anche in questo caso si nota una alta percentuale (stabile) delle indennità ed una ridu- zione (poi stabilizzata) della retribuzione di produttività. La progressio- ne orizzontale ha assolto alla sua funzione di incremento retributivo so- prattutto nel secondo anno per poi attestarsi su valori simili a quelli ini- ziali. Un forte impulso riceve la retribuzione collegata alle posizioni organizzative.
8. LA GESTIONE DEL FONDO: INFLUENZE RECIPROCHE CON I CRITERI DI VA- LUTAZIONE E L’INQUADRAMENTO
L’analisi del Fondo fornisce sufficienti elementi per comprendere l’andamento che ha seguito questo istituto nel corso del quadriennio 1998-2001; ma tale analisi sarebbe parziale, e non spiegherebbe alcune variazioni nelle voci, se ci si limitasse al mero dato numerico delle per- centuali e degli ammontari salariali.
Il vero problema è rintracciare la logica della corrispettività della retribuzione rispetto alla prestazione richiesta ed esigibile.
Sotto questo profilo, e trattandosi di retribuzione accessoria, ulte- riore rispetto a quella percepibile in ragione dell’orario e dell’inquadra- mento, un interessante punto di riferimento può essere costituito dall’e- same dei criteri di valutazione che tutti i contratti richiedono di definire al livello integrativo per l’attivazione degli istituti che consentono la corresponsione della retribuzione accessoria.
In linea generale, il quadro definito dai CCNL è il seguente:
- Enti Pubblici Non Economici
Il contratto collettivo integrativo regola i sistemi di incentivazione del personale sulla base di obiettivi predefiniti, e orientati ad un effettivo e verificabile miglioramento dei livelli di produttività e del livello quanti- tativo e qualitativo dei servizi istituzionali, definisce i criteri generali del-
le metodologie di valutazione, basate su indicatori e standard di riferi- mento, ed indica i criteri di ripartizione delle risorse del Fondo unico per i trattamenti accessori fra le varie finalità di utilizzo delle risorse.
- Ministeri
Il contratto collettivo integrativo regola i sistemi di incentivazione del personale sulla base di obiettivi e programmi di incremento della produttività e di miglioramento della qualità del servizio, definisce i criteri generali delle metodologie di valutazione basate su indici e stan- dard di valutazione ed indica i criteri di ripartizione delle risorse del fondo unico di amministrazione fra le varie finalità di utilizzo.
- Autonomie Locali
Vengono stabiliti:
a) i criteri per la ripartizione e destinazione delle risorse finanziarie
b) i criteri generali relativi ai sistemi di incentivazione del personale sulla base di obiettivi e programmi di incremento della produttività e di miglioramento della qualità del servizio; i criteri generali delle metodologie di valutazione basate su indici e standard di valutazione ed i criteri di ripartizione delle risorse destinate alle finalità di cui al- l’art. 17, comma 2, lett. a).
- Sanità
I - i sistemi di incentivazione del personale sulla base di obiettivi, programmi e progetti di incremento della produttività e di miglioramen- to della qualità del servizio, con la definizione di criteri generali delle metodologie di valutazione e di ripartizione delle risorse del fondo di cui all’art. 38 comma 3;
II - i criteri per la ripartizione delle risorse derivanti dalle seguenti voci ai fini della loro assegnazione ai fondi di cui agli artt. 38 e 39:
III - lo spostamento delle risorse tra i fondi ed al loro interno
Questa situazione va però ulteriormente integrata e specificata te- nendo conto delle differenze anche significative che caratterizzano ogni Comparto.
Un primo elemento da considerare è quello relativo alla progres-
sione orizzontale per la quale i contratti nazionali prevedono criteri di valutazione, in alcuni casi molto complessi, che richiedono una cultura della gestione del personale particolarmente raffinata. E’ questo il caso del Comparto Regioni ed Autonomie Locali che, oltretutto, diversifica i criteri all’interno di ogni categoria, secondo il seguente schema:
CAT A
Criteri semplificati Esperienza acquisita Risultati ottenuti
Maggiore arricchimento professionale Impegno e qualità della prestazione individuale B1-B2
C1-C2
Esperienza acquisita Risultati ottenuti
Maggiore arricchimento professionale Impegno e qualità della prestazione individuale B2-B3
C2-C3
Risultati ottenuti
Maggiore arricchimento professionale (anche attraverso formazione e aggiornamento)
Impegno e qualità della prestazione individuale B3-B4
C3-C4 D
Gli stessi criteri utilizzati per la progressione precedente, valutati anche in modo disgiunto che tengano conto di: rapporto con utenza, coinvolgimento e adattamento, flessibilità, iniziativa personale, propo- ste di soluzioni innovative o migliorative.
Altri Comparti non utilizzano la stessa incisiva articolazione, limi-
xxxxxsi a definire più in generale le voci da considerare. Anche in que- sto caso, riportiamo lo schema:
Ministeri:
Criteri ispirati a:
Valutazione dell’impegno, della prestazione e dell’arricchimento professionale acquisito, anche attraverso formazione e aggiornamento
(A1S, X0X, X0X, X0X).
Enti pubblici non economici:
Criteri ispirati a:
Valutazione dell’impegno, della prestazione e dell’arricchimento professionale acquisito, anche attraverso formazione e aggiornamento
(A3,B3,C2,C5).
Sanità
Profili rigidamente definiti dal CCNL, distribuiti nelle categorie. Passaggi limitati in ogni categoria (BS, DS).
Requisiti della declaratoria di profilo, integrati con anzianità e ti- toli di studio).
La ragione di questa diversa soluzione tra il Comparto delle auto- nomie e gli altri Comparti è con ogni probabilità da ricercarsi nella di- versa ampiezza con cui opera la progressione orizzontale. Infatti, men- tre nel Comparto Regioni e Autonomie Locali essa opera lungo tutta la scala delle posizioni economiche interne alla categoria (per cui è possi- bile parlare di progressione verticale solo per i passaggi da una catego- ria a quella superiore), negli altri Comparti l’ambito di operatività dello stesso istituto è molto più limitata, interessando solo alcune posizioni e- conomiche (evidenziate in corsivo maiuscolo nello schema precedente). Ciò comporta che in questi ultimi Comparti, nonostante una terminolo- gia ambigua dei contratti, spesso il passaggio da una posizione econo- mica all’altra è in sostanza una progressione verticale realizzabile, in- fatti, solo in presenza di disponibilità in organico.
Questa situazione spiega perché i contratti integrativi del Compar- to Regioni ed Autonomie Locali abbiano fatto un ricorso più massiccio alla progressione orizzontale, ma soprattutto perché - ritornando ai crite- ri di valutazione - non sempre nella pratica si sia rispettata una linearità in grado di selezionare significativamente la qualità della prestazione.
La lettura dei contratti integrativi mostra l’impossibilità di ricon- durre a schema le soluzioni adottate, soprattutto perché spesso estrema- mente disaggregate in criteri, sottocriteri, indici e valori che occupano molte pagine di un contratto.
La situazione che è possibile ricavare è la seguente rispetto metodologie utilizzate per la progressione orizzontale: | alle |
ANZIANITA’ COME PREREQUISITO SOSTANZIALE GENERALIZZAZIONE | 10% |
ANZIANITA’ E VALUTAZIONE NON NEGATIVA NEGLI ANNI PRECEDENTI | 10% |
VALUT. MEDIA NEGLI ANNI PRECEDENTI (CON LIMITE DI SBARRAMENTO) | 10% |
Pur in presenza di questa difficoltà, è possibile valutare la rilevan- za della prestazione del singolo lavoratore riconosciuta nella definizio- ne dei criteri, al fine di continuare la nostra analisi.
CRITERI PER GRANDI AGGREGAZIONI 20%
CRITERI ARTICOLATI E RELATIVA PESATURA DIFFERENZIATA 50%
Pur sottolineando l’alta percentuale di contratti che si sono impe- gnati a disarticolare i criteri di valutazione, l’impressione che si ricava è quella di una sostanziale ingovernabilità di un sistema così complesso che comporta differenziazioni tra posizioni spesso ridotte a minime per- centuali.
A nostro parere, in presenza di tali difficoltà, si è spesso preferito operare le progressioni orizzontali sulla base delle disponibilità econo- miche acquisite preventivamente al Fondo, come del resto sembrano di- mostrare molti dei casi esaminati, piuttosto che applicare quei criteri in modo rigido.
Un discorso a parte va fatto per quelle progressioni interne all’a- rea, ma che sono successive a riqualificazione, e che per semplicità so-
stanziale abbiamo detto assimilabili alle progressioni verticali.
In questo caso appare emblematico il caso del Comparto dei Mini- steri, interessato da problemi che - anche se non posti con riferimento al contratto - hanno addirittura richiamato l’attenzione della Corte Costi- tuzionale e suggerito un ripensamento sulla stessa articolazione dell’i- stituto contrattuale.
A questo proposito, è sufficiente richiamare le conclusioni di un attento studioso che, esaminando la situazione contrattuale alla luce dei principi desumibili dalle pronunce della Corte Costituzionale, ha con- cluso che:
“I contratti integrativi presentano alcune caratteristiche comuni:
1. in primo luogo le progressioni sono spesso scarsamente selettive e non di rado si risolvono in automatiche promozioni di massa;
2. appare evidente la propensione a considerare l’esperienza professio- nale come anzianità di servizio e ad attribuirle un valore preponde- rante, nonostante tale elemento presenti carattere automatico, e, con- testualmente, a sottovalutare i titoli culturali e professionali;
3. viene, inoltre, consentito il cd. doppio passaggio, vale a dire il rein- quadramento mediante progressione interna alla posizione due volte superiore a quella di appartenenza.”2
Come si vede, quindi, in questi Comparti la funzione assolta nel Comparto delle Autonomie Locali dalla sola progressione orizzontale è assolta anche da quella progressione professionale interna all’area e, in parte, dalla stessa progressione verticale.
Molto spesso i contratti ricorrono ad un’unica metodologia di va- lutazione, valida anche per la retribuzione di produttività (individuale e collettiva); ragion per cui il rischio di generalizzazione attraverso criteri formalmente o di fatto non selettivi riguarda anche questo istituto.
2. Talamo V. I sistemi di progressione professionale nel lavoro pubblico fra Corte Costituzionale e contrattazione collettiva.
9. CONCLUSIONI
Come abbiamo visto dall’analisi condotta nelle pagine precedenti, le modalità attraverso le quali è gestito ed utilizzato il Fondo per la re- tribuzione accessoria non sono completamente ricavabili da una analisi condotta esclusivamente attraverso i contenuti del contratto collettivo.
Questa difficoltà non deriva tanto dalla complessità di reperimento completo delle fonti, quanto piuttosto dalla natura stessa dell’istituto, essendo la retribuzione accessoria conseguenza diretta di soluzioni or- ganizzative e tecniche gestionali che si sviluppano fuori dal contratto, in atti unilaterali (amministrativi o privatistici) o anche interni alle rela- zioni sindacali, ma propri della modalità partecipativa più che di quella negoziale (informazione, concertazione).
Peraltro, gli istituti finanziati dal Fondo intercettano altri istituti non solo contrattuali, quali ad esempio il sistema di inquadramento per quanto riguarda le progressioni e le posizioni organizzative, o il sistema di valutazione per quanto riguarda mobilità professionale e retribuzione di produttività; e questo continuo intersecarsi di istituti ci ha fatto com- prendere come e perché - a dispetto delle apparenti omogeneità, preva- lentemente terminologiche - i contratti collettivi siano profondamente diversi tra loro, con la conseguente necessità di esaminare gli stessi isti- tuti per ogni Comparto, senza perdere di vista le specificità di settore.
Infine, l’assetto istituzionale ed amministrativo delle Amministra-
xxxxx può produrre differenze notevoli anche all’interno dello stesso Comparto, come abbiamo visto ad esempio in alcuni casi dei Comparti Ministeri ed Enti pubblici non economici, ma anche tra le articolazioni istituzionali del Comparto Regioni ed Autonomie Locali.
D’altra parte, se la retribuzione è il corrispettivo di una prestazione la- vorativa inserita in un’organizzazione specifica, è del tutto naturale che l’indagine abbia evidenziato una tale articolazione di opzioni e soluzioni, e, anzi, questo aspetto può a pieno titolo essere considerato il primo risultato della nostra indagine. Il cammino verso l’articolazione delle caratteristiche lavorative e retributive del Pubblico impiego è proseguito nel corso degli anni (questo primo obiettivo della riforma del 1993 è ormai in una fase di sostanziale stabilizzazione) e ciò nonostante una struttura contrattuale si- gnificativamente accentrata sia nella logica della struttura contrattuale, sia in quella di un numero limitato di Comparti rispetto al settore privato.
La possibilità di articolazione del mercato del lavoro interno, pur in presenza di sedi decisionali limitate nel numero, dovrebbe anzi far riflette- re su ipotesi di ristrutturazione del sistema di relazioni sindacali inaugurato nel 1993 anche nel settore privato, ma approfondire questo spunto anche nel settore pubblico ci porterebbe, al momento, lontano dal nostro campo di analisi; esso va, pertanto, lasciato qui come suggestione generale.
Nel merito dell’indagine, abbiamo in primo luogo verificato la presenza generalizzata di una significativa quota di finanziamento rico- nosciuta alla retribuzione di produttività; anche questo non è un risulta- to da sottovalutare e, probabilmente, percentuali significative sarebbero state inimmaginabili solo pochi anni fa. In questo senso il ruolo di o- rientamento all’innovazione svolto dai contratti nazionali sembra aver funzionato ed influenzato - entro margini di differenze non irrilevanti - anche gli attori locali delle relazioni sindacali.
Ovviamente, la percentuale finanziata dal Fondo per la retribuzione di produttività non si trasforma interamente ed immediatamente in quota di salario flessibile per il singolo lavoratore, sia per le caratteristiche pro- prie delle voci retributive finanziate (che possono anche non riguardare complessivamente il singolo rapporto di lavoro) sia per le modalità di cor- responsione della retribuzione di produttività che, a volte in modo naturale (ipotesi di produttività collettiva), a volte per altri motivi (definizione e ge-
stione dei criteri di valutazione), possono comportare una sostanziale sta- bilizzazione e generalizzazione anche di questa quota di retribuzione.
Ma su questo aspetto torneremo tra breve.
Un ulteriore aspetto evidenziato dall’indagine riguarda la significati- va quota di finanziamento - peraltro crescente nel decorso degli anni - ri- conosciuta alle progressioni orizzontali, a quel meccanismo di riqualifica- zione e riconoscimento professionale previsto da tutti i CCNL, seppure con margini di operatività molto diversi da Comparto a Comparto.
Su questo istituto e sulla sua “appetibilità” pesa in primo luogo l’ampiezza della mobilità retributiva consentita ad inquadramento inva- riato. Abbiamo visto, come nelle articolazioni delle Autonomie Locali nel cui Comparto tale mobilità è molto alta, le progressioni orizzontali siano state un pericoloso concorrente della retribuzione di produttività e come, in questa disputa, si sia giocato buona parte del confronto tra le parti al tavolo della negoziazione integrativa.
E’ naturale che il complesso di interessi degli attori negoziali sia diverso sotto questo punto di vista; in linea generale e teorica, una am- pia flessibilità della retribuzione facilita la gestione del personale, ma, comportando maggiori differenziazioni retributive e qualche discrezio- nalità, richiede l’impulso di un ruolo dirigenziale attivo e consapevole per potersi affermare contenendo eventuali conflitti.
Sul fronte opposto, la stabilizzazione della retribuzione attraverso il ricorso esteso alle progressioni orizzontali semplifica la funzione di rappresentanza e tutela, ma può determinare, l’affievolimento della fun- zione organizzativa e incentivante della retribuzione accessoria.
Nella ricerca di un equilibrio accettabile tra queste due spinte si può individuare uno dei principali argomenti all’ordine del giorno dei ta- voli negoziali (e, forse, non solo al livello di singola Amministrazione).
Quanto appena affermato è più percepibile nei Comparti in cui la progressione economica può svolgere il ruolo di interessante e signifi- cativamente ampio sfogo delle aspettative di incremento retributivo. Negli altri casi, e sono la maggioranza, concorrenziale alla retribuzione di produttività e alla stessa progressione orizzontale è stato l’istituto della riqualificazione interna all’area o alla categoria, con modifica coordinata di retribuzione ed inquadramento, secondo modalità che as-
sai da vicino richiamano la progressione verticale (quest’ultima non fi- nanziata con il Fondo).
L’impressione conclusiva che si ricava dall’analisi svolta è che la contrattazione integrativa abbia colto l’esigenza di innovazione propo- sta dai contratti nazionali di Comparto, impegnandosi anche a definire gli strumenti idonei alla sua attuazione; nell’analisi statica del fenome- no le soluzioni adottate appaiono di grande interesse in tutti i Comparti e certamente orientate a valorizzare l’innovazione organizzativa.
Alcune perplessità che non inficiano il modello, ma solo prassi appli- cative - che richiederebbero analisi di caso specifiche che consentano di valutare il reale “vissuto” di un’Amministrazione, attraverso l’esame an- che degli atti organizzativi interni - sorgono con riferimento a due aspetti:
a) il sistema di valutazione, spesso tanto articolato da rendersi farragi- noso e di difficile utilizzo, altre volte generico e fondato su criteri automatici e falsamente oggettivi;
b) l’intreccio tra retribuzione accessoria e sistema di inquadramento.
Quest’ultimo aspetto merita qualche considerazione aggiuntiva. Es- so risulta infatti “stressato” dalla contrattazione integrativa, stretto tra l’esigenza di valorizzazione professionale e quella del recupero salariale.
Corretta o meno che sia, sembra diffusa la convinzione nei sogget- ti della contrattazione di secondo livello che il CCNL non abbia suffi- cientemente “governato” il potere d’acquisto o che, quanto meno, non abbia corrisposto alle aspettative. Questa convinzione ha spinto i con- tratti integrativi ad utilizzare il Fondo e l’inquadramento prevalente- mente per finalità di recupero economico, comportando effetti a catena che i CCNL firmati per il quadriennio 2001-2004 hanno dovuto consi- derare, impegnandosi - seppure con modalità diverse - in una revisione dell’ordinamento professionale in grado di salvaguardarne la funzione professionalizzante ed autonoma rispetto al recupero salariale.
In conclusione, questa “percezione” dell’inadeguatezza salariale sembra aver caratterizzato l’intera tornata di contrattazione integrativa. L’eventuale mutamento di rotta - in un quadro generale che comunque non esitiamo a definire significativo per gli equilibri complessivamente realizzati ed interessante per le dinamiche e le sensibilità innescate -
può passare proprio attraverso una maggiore percezione della diversa funzione assolta dai due livelli di contrattazione.
APPENDICI
COMUNI DEL NORD DATI GENERALI
Bellusco Mondovì
Arcore Monfalcone
Bassano del Grappa Pontedera
Bollate Salò
Brugherio Vignola
Carmagnola Alessandria
Chivasso Cinisello B.
Cittadella Moncalieri
Cologno Monzese Pavia
Cormano Sesto S.G.
Cornaredo Vigevano
Corsico Novara
Crema Padova
Desio Ravenna
Ivrea Genova
Limbiate Milano
Lumezzane Torino
Magenta Venezia
Martellago
Comuni del Nord dati generali
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Bellusco | 6.899.042 | 80.182.000 | 16.207.000 | 8.437.500 |
Arcore | 39.201.561 | 147.424.397 | 74.115.000 | 166.120.819 |
Bassano del Grappa | 304.902.180 | 1.044.822.820 | 234.547.000 | 31.500.000 |
Bollate | 580.000.000 | 1.100.000.000 | 534.750.670 | 600.000.000 |
Brugherio | 90.000.000 | 396.005.611 | 30.000.000 | 55.850.000 |
Carmagnola | 138.90.988 | 251.259.915 | 65.592.915 | 154.501.988 |
Chivasso | 97.829.565 | 228.509.331 | 88.842.273 | 18.900.012 |
Cittadella | 12.000.000 | 315.400.000 | 40.000.000 | 83.600.000 |
Cologno Monzese | 150.000.000 | 633.158.000 | 190.000.000 | 185.000.000 |
Cormano | 504.381.566 | 355.189.242 | 326.696.930 | 437.396.613 |
Cornaredo | 149.324.815 | 211.581.266 | 92.828.425 | 70.270.501 |
Corsico | 360.000.000 | 780.719.730 | 378.000.000 | 119.500.000 |
Crema | 116.636.000 | 819.008.180 | 278.183.000 | 301.097.690 |
Desio | 9.060.000 | 43.640.479 | 41.535.000 | 4.039.714 |
Ivrea | 81.515.256 | 172.850.123 | 200.303.025 | 98.000.000 |
Limbiate | 18.000.000 | 90.000.000 | 82.591.747 | 540.000.000 |
Lumezzane | 81.700.000 | 351.496.533 | 35.050.000 | 29.700.000 |
Magenta | 119.371.200 | 196.797.160 | 150.000.000 | 80.000.000 |
Martellago | 52.845.000 | 199.155.000 | 58.000.000 | 10.350.000 |
Mondovì | 57.000.000 | 240.606.972 | 155.364.460 | 25.238.150 |
Monfalcone | 325.272.974 | 648.203.678 | 74.000.000 | 74.000.000 |
Salò | 35.000.000 | 427.792.000 | 80.000.000 | 107.500.000 |
Vignola | 129.700 | 418.000 | 175.780 | 31.500 |
Alessandria | 475.697.915 | 2.200.000.000 | 240.000.000 | 300.000.000 |
Cinisello B. | 379.000.000 | 1.580.000.000 | 630.000.000 | 275.000.000 |
Moncalieri | 111.527.000 | 603.835.000 | 76.014.000 | 16.500.000 |
Pavia | 350.000.000 | 1.119.207.904 | 804.443.050 | 100.000.000 |
Sesto S.G. | 445.504.925 | 1.176.289.686 | 168.519.334 | 160.342.210 |
Vigevano | 71.117.423 | 480.000.000 | 318.175.383 | 74.000.000 |
Novara | 720.000.000 | 1.640.000.000 | 1.292.388.000 | 1.400.000.000 |
Padova | 1.050.000.000 | 3.650.000.000 | 385.000.000 | 1.900.000.000 |
Ravenna | 797.500.000 | 3.241.474.000 | 797.500.000 | 98.582.000 |
Genova | 7.600.000.000 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 | 5.100.000.000 |
Milano | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 | 0.000.000.000 |
Torino | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 |
Venezia | 5.000.000.000 | 6.500.000.000 | 4.000.000.000 | 10.000.000.000 |
TOTALE | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 |
COMUNI DEL NORD DA 15.000 A 50.000 ABITANTI
Arcore | Cologno Monzese | Limbiate |
Bassano del Grappa | Cormano | Lumezzane |
Bollate | Cornadero | Magenta |
Brugherio | Corsico | Martellago |
Carmagnola | Crema | Mondovì |
Chivasso | Desio | Monfalcone |
Cittadella | Ivrea | Salò |
Vignola |
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Arcore | 39.201.561 | 147.424.397 | 74.115.000 | 166.120.819 |
Bassano del Grappa | 304.902.180 | 1.044.822.820 | 234.547.000 | 31.500.000 |
Bollate | 580.000.000 | 1.100.000.000 | 534.750.670 | 600.000.000 |
Brugherio | 90.000.000 | 396.005.611 | 30.000.000 | 55.850.000 |
Carmagnola | 138.90.988 | 251.259.915 | 65.592.915 | 154.501.988 |
Chivasso | 97.829.565 | 228.509.331 | 88.842.273 | 18.900.012 |
Cittadella | 12.000.000 | 315.400.000 | 40.000.000 | 83.600.000 |
Cologno Monzese | 150.000.000 | 633.158.000 | 190.000.000 | 185.000.000 |
Cormano | 504.381.566 | 355.189.242 | 326.696.930 | 437.396.613 |
Cornaredo | 149.324.815 | 211.581.266 | 92.828.425 | 70.270.501 |
Corsico | 360.000.000 | 780.719.730 | 378.000.000 | 119.500.000 |
Crema | 116.636.000 | 819.008.180 | 278.183.000 | 301.097.690 |
Desio | 9.060.000 | 43.640.479 | 41.535.000 | 4.039.714 |
Ivrea | 81.515.256 | 172.850.123 | 200.303.025 | 98.000.000 |
Limbiate | 18.000.000 | 90.000.000 | 82.591.747 | 540.000.000 |
Lumezzane | 81.700.000 | 351.496.533 | 35.050.000 | 29.700.000 |
Magenta | 119.371.200 | 196.797.160 | 150.000.000 | 80.000.000 |
Martellago | 52.845.000 | 199.155.000 | 58.000.000 | 10.350.000 |
Mondovì | 57.000.000 | 240.606.972 | 155.364.460 | 25.238.150 |
Monfalcone | 325.272.974 | 648.203.678 | 74.000.000 | 74.000.000 |
Salò | 35.000.000 | 427.792.000 | 80.000.000 | 107.500.000 |
Vignola | 129.700 | 418.000 | 175.780 | 31.500 |
3.323.071.805 | 8.634.038.437 | 3.210.576.225 | 3.192.596.987 |
COMUNI DEL NORD DA 50.000 A 100.000 ABITANTI
Alessandria Cinisello Balsamo Moncalieri
Xxxxx
Xxxxx X. Xxxxxxxx Xxxxxxxx
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Alessandria | 475.697.915 | 2.200.000.000 | 240.000.000 | 300.000.000 |
Cinisello B. | 379.000.000 | 1.580.000.000 | 630.000.000 | 275.000.000 |
Moncalieri | 111.527.000 | 603.835.000 | 76.014.000 | 16.500.000 |
Pavia | 350.000.000 | 1.119.207.904 | 804.443.050 | 100.000.000 |
Sesto S. Xxxxxxxx | 445.504.925 | 1.176.289.686 | 168.519.334 | 160.342.210 |
Vigevano | 71.117.423 | 480.000.000 | 318.175.383 | 74.000.000 |
1.832.847.263 | 7.159.332.590 | 2.237.151.767 | 925.842.210 |
COMUNI DEL NORD DA 100.000 A 250.000 ABITANTI
Novara Padova Ravenna Venezia
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Novara | 720.000.000 | 1.640.000.000 | 1.292.388.000 | 1.400.000.000 |
Padova | 1.050.000.000 | 3.650.000.000 | 385.000.000 | 1.900.000.000 |
Ravenna | 797.500.000 | 3.241.474.000 | 797.500.000 | 98.582.000 |
Venezia | 4.500.000.000 | 00.000.000.000 | 3.200.000.000 | 170.000.000 |
TOTALE | 7.067.500.000 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 | 0.000.000.000 |
COMUNI DEL NORD CON PIU’ DI 250.000 ABITANTI
Genova Milano Torino Venezia
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Genova | 7.600.000.000 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 | 5.100.000.000 |
Milano | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 | 0.000.000.000 |
Torino | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 |
Venezia | 5.000.000.000 | 6.500.000.000 | 4.000.000.000 | 10.000.000.000 |
00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 |
COMUNI DEL CENTRO DATI GENERALI
Ancona Foligno
Bracciano Fondi
Camerano Grosseto
Empoli Lanciano
Firenze Latina
Fiumicino Tivoli
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Ancona | 440.818.000 | 740.000.000 | 282.000.000 | 156.457.000 |
Bracciano | 75.470.000 | 353.719.106 | 6.129.000 | 84.000.000 |
Camerano | 52.000.000 | 63.294.000 | 57.000.000 | 29.000.000 |
Empoli | 330.000.000 | 658.743.000 | 127.000.000 | 90.000.000 |
Firenze | 9.535.434.126 | 9.963.804.313 | 7.420.761.556 | 190.000.000 |
Fiumicino | 1.162.000.000 | 1.061.000.000 | 265.000.000 | 150.000.000 |
Foligno | 148.790.000 | 885.442.000 | 106.420.000 | 37.500.000 |
Fondi | 516.380.000 | 851.755.014 | 33.615.316 | 263.000.000 |
Grosseto | 175.374.290 | 50.000.000 | 20.000.000 | 67.416.190 |
Lanciano | 276.000.000 | 596.875.000 | 96.875.000 | 193.579.000 |
Latina | 250.000.000 | 500.000.000 | 700.000.000 | 220.000.000 |
Tivoli | 556.310.000 | 850.000.000 | 64.704.000 | 1.406.310.000 |
00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 | 0.000.000.000 |
COMUNI DEL CENTRO DA 5.000 A 15.000 ABITANTI
Bracciano Camerano
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Bracciano | 75.470.000 | 353.719.106 | 6.129.000 | 84.000.000 |
Camerano | 52.000.000 | 63.294.000 | 57.000.000 | 29.000.000 |
127.470.000 | 417.013.016 | 63.129.000 | 113.000.000 |
COMUNI DEL CENTRO DA 15.000 A 50.000 ABITANTI
Empoli Fondi Lanciano Tivoli
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Empoli | 330.000.000 | 658.743.000 | 127.000.000 | 90.000.000 |
Fondi | 516.380.000 | 851.755.014 | 33.615.316 | 263.000.000 |
Lanciano | 276.000.000 | 596.875.000 | 96.875.000 | 193.579.000 |
Tivoli | 556.310.000 | 850.000.000 | 64.704.000 | 1.406.310.000 |
1.678.690.000 | 2.867.373.014 | 322.194.316 | 1.952.889.000 |
COMUNI DEL CENTRO DA 50.000 A 100.000 ABITANTI
Fiumicino Grosseto Foligno
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Fiumicino | 1.162.000.000 | 1.061.000.000 | 265.000.000 | 150.000.000 |
Grosseto | 175.374.290 | 50.000.000 | 20.000.000 | 67.416.190 |
Foligno | 148.790.000 | 885.442.000 | 106.420.000 | 37.500.000 |
1.486.164.290 | 1.996.442.000 | 391.420.000 | 254.916.190 |
COMUNI DEL CENTRO DA 100.000 A 250.000 ABITANTI
Ancona Latina
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Ancona | 440.818.000 | 740.000.000 | 282.000.000 | 156.457.000 |
Latina | 250.000.000 | 500.000.000 | 700.000.000 | 220.000.000 |
690.810.000 | 1.240.000.000 | 982.000.000 | 376.457.000 |
COMUNI DEL CENTRO CON PIU’ DI 250.000 ABITANTI
Firenze
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Firenze | 9.535.434.126 | 9.963.804.318 | 7.420.761.556 | 190.000.000 |
COMUNI DEL SUD DATI GENERALI
Acicatena Mola
Altamura Xxxxxxxx
Xxxxxx Mondragone
Arbus Napoli
Barcellona Palermo
Bari Piazza Armerina
Battipaglia S. Xxxxxx
Xxxxxxxxx X. Xxxxxxx a Cremano
Cagliari Salerno
Canosa Scicli
Catania Sinnai
Crotone Teano
Gioia del Colle Torre del Greco Xxxxxxx
Xxxxxxx Xxxxxx Xxxxxxx
Comuni del Sud dati generali
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Aci Catena | 289.742.950 | 759.328.998 | 14.121.973 | 225.000.000 |
Altamura | 566.350.000 | 79.410.333 | 422.817.500 | 67.026.368 |
Andria | 366.959.865 | 555.000.000 | 389.000.000 | 435.000.000 |
Arbus | 28.334.600 | 215.377.700 | 121.714.000 | 15.000.000 |
Barcellona | 432.559.000 | 205.602.532 | 268.000.000 | 299.750.000 |
Bari | 1.774.200.000 | 1.961.400.000 | 2.834.650.000 | 2.000.000.000 |
Battipaglia | 287.760.000 | 290.000.000 | 317.980.000 | 45.000.000 |
Bisceglie | 206.000.000 | 482.073.125 | 142.510.875 | 50.500.000 |
Cagliari | 2.347.561.808 | 4.864.101.397 | 2.017.000.000 | 1.500.000.000 |
Canosa | 450.000.000 | 241.706.554 | 123.000.000 | 225.000.000 |
Catania | 8.433.844.177 | 8.872.960.000 | 1.500.000.000 | 325.000.000 |
Crotone | 287.000.000 | 318.823.186 | 155.000.000 | 216.000.000 |
Gioia del Colle | 17.296.704 | 60.000.000 | 43.612.000 | 10.256.000 |
Marsala | 1.234.000.000 | 1.720.000.000 | 778.000.000 | 550.000.000 |
Xxxxxxx Xxxxxx | 57.839.000 | 64.630.000 | 39.244.000 | 15.640.000 |
Modugno | 70.000.000 | 39.000.000 | 248.399.167 | 105.000.000 |
Mola | 134.500.000 | 145.453.742 | 286.504.520 | 24.789.712 |
Molfetta | 209.030.000 | 491.826.000 | 177.100.000 | 52.300.000 |
Mondragone | 167.809.189 | 170.000.000 | 140.000.000 | 60.000.000 |
Napoli | 00.000.000.000 | 20.054.161.000 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 |
Palermo | 4.954.477.244 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 | 0.000.000.000 |
Piazza Armerina | 170.000.000 | 286.833.131 | 267.775.751 | 82.000.000 |
X. Xxxxxx | 119.000.000 | 383.615.196 | 114.000.000 | 54.000.000 |
X. Xxxxxxx a Crem. | 615.600.000 | 568.000.000 | 410.000.000 | 88.000.000 |
Salerno | 836.000.000 | 423.955.733 | 2.345.873.000 | 1.891.250.000 |
Scicli | 224.000.000 | 608.329.953 | 884.524.000 | 60.000.000 |
Sinnai | 71.633.000 | 42.000.000 | 102.000.000 | 27.000.000 |
Teano | 49.320.000 | 150.000.000 | 257.002.801 | 26.000.000 |
Torre del Greco | 995.000.000 | 12.194.775 | 299.165.749 | 27.000.000 |
00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 |
COMUNI DEL SUD DA 5.000 A 15.000 ABITANTI
Arbus Teano
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Arbus | 28.334.600 | 215.377.700 | 121.714.000 | 15.000.000 |
Teano | 49.320.000 | 150.000.000 | 257.002.801 | 26.000.000 |
77.654.600 | 365.377.700 | 378.716.801 | 41.000.000 |
COMUNI DEL SUD DA 15.000 A 50.000 ABITANTI
Aci Catena Mola
Barcellona Mondragone
Canosa Piazza Armerina
Gioia del Colle S. Xxxxxx
Xxxxxx Xxxxxx Xxxxxx
Modugno Sinnai
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Aci Catena | 289.742.950 | 759.328.998 | 14.121.973 | 225.000.000 |
Barcellona | 432.559.000 | 205.602.532 | 268.000.000 | 299.750.000 |
Canosa | 450.000.000 | 241.706.554 | 123.000.000 | 225.000.000 |
Gioia del Colle | 17.296.704 | 60.000.000 | 43.612.000 | 10.256.000 |
Xxxxxxx Xxxxxx | 57.839.000 | 64.630.000 | 39.244.000 | 15.640.000 |
Modugno | 70.000.000 | 39.000.000 | 248.399.167 | 105.000.000 |
Mola | 134.500.000 | 145.453.742 | 286.504.520 | 24.789.712 |
Mondragone | 167.809.189 | 170.000.000 | 140.000.000 | 60.000.000 |
Piazza Armerina | 170.000.000 | 286.833.131 | 267.775.751 | 82.000.000 |
X. Xxxxxx | 119.000.000 | 383.615.196 | 114.000.000 | 54.000.000 |
Scicli | 224.000.000 | 608.329.953 | 884.524.000 | 60.000.000 |
Sinnai | 71.633.000 | 42.000.000 | 102.000.000 | 27.000.000 |
2.204.379.843 | 3.006.500.106 | 2.531.181.411 | 1.188.435.712 |
COMUNI DEL SUD DA 50.000 A 100.000 ABITANTI
Xxxxxxxx Xxxxxx Battipaglia Bisceglie Crotone Marsala Molfetta
X. Xxxxxxx a Cremano Torre del Greco
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Altamura | 566.350.000 | 79.410.333 | 422.817.500 | 67.026.368 |
Andria | 366.959.865 | 555.000.000 | 389.000.000 | 435.000.000 |
Battipaglia | 287.760.000 | 290.000.000 | 317.980.000 | 45.000.000 |
Bisceglie | 206.000.000 | 482.073.125 | 142.510.875 | 50.500.000 |
Crotone | 287.000.000 | 318.823.186 | 155.000.000 | 216.000.000 |
Marsala | 1.234.000.000 | 1.720.000.000 | 778.000.000 | 550.000.000 |
Molfetta | 209.030.000 | 491.826.000 | 177.100.000 | 52.300.000 |
X. Xxxxxxx a Crem. | 615.600.000 | 568.000.000 | 410.000.000 | 88.000.000 |
Torre del Greco | 995.000.000 | 12.194.775 | 299.165.749 | 27.000.000 |
4.767.699.865 | 4.517.327.419 | 3.091.574.124 | 1.530.826.368 |
COMUNI DEL SUD DA 100.000 A 250.000 ABITANTI
Cagliari Salerno
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Cagliari | 2.347.561.808 | 4.864.101.397 | 2.017.000.000 | 1.500.000.000 |
Salerno | 836.000.000 | 423.955.733 | 2.345.873.000 | 1.891.250.000 |
3.183.561.808 | 5.288.057.130 | 4.362.873.000 | 3.391.250.000 |
COMUNI DEL SUD CON PIU’ DI 250.000 ABITANTI
Bari Catania Napoli Palermo
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Bari | 1.774.200.000 | 1.961.400.000 | 2.834.650.000 | 2.000.000.000 |
Catania | 8.433.844.177 | 8.872.960.000 | 1.500.000.000 | 325.000.000 |
Napoli | 00.000.000.000 | 20.054.161.000 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 |
Palermo | 4.954.477.244 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 | 0.000.000.000 |
00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 |
PROVINCE NORD CENTRO SUD ITALIA
Benevento Bologna Campobasso Chieti Cosenza Cremona Genova Milano Napoli Roma Torino Trapani
PROVINCE DEL NORD
Genova Cremona Torino Milano Bologna
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Genova | 320.000.000 | 3.584.729.311 | 656.747.687 | 485.000.000 |
Cremona | 140.000.000 | 561.840.000 | 144.000.000 | 221.925.000 |
Torino | 1.415.000.000 | 3.050.000.000 | 1.499.000.000 | 2.131.700.000 |
Milano | 1.396.050.000 | 1.398.050.000 | 5.118.850.000 | 1.396.050.000 |
Bologna | 323.000.000 | 2.050.000.000 | 155.239.387 | 959.690.483 |
3.594.050.000 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 | 0.000.000.000 |
PROVINCE DEL CENTRO
Roma Campobasso Chieti
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Roma | 1.215.481.000 | 8.901.250.000 | 1.282.676.000 | 2.500.550.000 |
Campobasso | 140.000.000 | 817.138.000 | 263.000.000 | 45.000.000 |
Chieti | 207.000.000 | 726.637.414 | 321.299.514 | 32.000.000 |
1.562.481.000 | 00.000.000.000 | 0.000.000.000 | 0.000.000.000 |
PROVINCE DEL SUD
Benevento Trapani Cosenza Napoli
indennità | produttività | prog. orizzontale | posiz. organiz. | |
Benevento | 184.000.000 | 587.750.000 | 190.000.000 | 221.500.000 |
Trapani | 170.000.000 | 1.392.683.000 | 146.760.000 | 440.215.000 |
Cosenza | 1.650.000.000 | 2.129.722.997 | 902.944.298 | 1.650.000.000 |
Napoli | 140.000.000 | 2.894.490.000 | 750.000.000 | 480.000.000 |
2.144.000.000 | 7.004.645.997 | 1.989.704.298 | 2.570.215.000 |
ARTICOLI ESTRATTI
DAI CONTRATTI COLLETTIVI NAZIONALI DI COMPARTO
COMPARTO DEI MINISTERI
- articoli 31 e 32 estratti dal CCNL 1998-2001 e parte economica 1998-
1999
- articoli 6 e 7 estratti dal CCNL per il biennio economico 2000-2001
ART. 31
Fondo Unico di Amministrazione
1. E’ costituito presso ciascuna Amministrazione un Fondo Unico ali- mentato dalle seguenti risorse economiche:
- gli importi di cui agli stanziamenti degli artt. 36 e 37 del primo CCNL del Comparto Ministeri, sottoscritto il 16/5/1995, compresi quelli fi- nalizzati a finanziare gli istituti di cui all’art. 38 dello stesso contratto;
- la percentuale prevista all’art. 30, commi 1 e 2 degli importi corri- spondenti a quanto stanziato per le prestazioni di lavoro straordina- rio risultanti negli appositi capitoli dei bilanci delle amministrazio- ni, ivi comprese le quote di tali stanziamenti percepite dal persona- le contrattualizzato dell’Amministrazione civile del Ministero del- l’Interno;
- i risparmi di gestione riferiti alle spese del personale; fatte salve le quote che disposizioni di legge riservano a risparmio del fabbiso- gno complessivo
- le risorse provenienti da specifiche disposizioni normative che de- stinano risparmi all’incentivazione del personale;
- le somme derivanti dall’attuazione dell’art. 43 della legge 449/1997;
- le economie conseguenti alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale ai sensi dell’art. 1, commi da 57 e segg. della legge 662/1996 e successive modificazioni ed integra- zioni;
- i trattamenti economici che recano incrementi al personale sulla ba- se di disposizioni, di leggi, regolamenti o atti amministrativi gene- rali;
- gli importi relativi all’indennità di Amministrazione del personale cessato dal servizio non riutilizzati in conseguenza di nuove assun- zioni;
- L. 24.600 pro-capite per tredici mesi con decorrenza dal mese di maggio 1999;
- L. 15.000 pro-capite mensili per tredici mesi disponibili dal 31 di- cembre 1999 ed a valere dal mese successivo.
ART. 32
Utilizzo del Fondo di Amministrazione
1. Il Fondo Unico di Amministrazione, è finalizzato a promuovere reali e significativi miglioramenti dell’efficacia ed efficienza dei servizi i- stituzionali, mediante la realizzazione, in sede di contrattazione inte- grativa, di piani e progetti strumentali e di risultato.
2. Per tali finalità le risorse che compongono il Fondo sono prioritaria- mente utilizzate per:
- finanziare turni per fronteggiare particolari situazioni di lavoro e compensi per lavoro straordinario qualora le risorse di cui all’art. 30 siano state esaurite;
- compensare l’esercizio di compiti che comportano specifiche re- sponsabilità, rischi, disagi, gravose articolazioni dell’orario di lavo- ro, reperibilità collegata a servizi che richiedono interventi di ur- genza;
- incentivare la mobilità del personale secondo le esigenze proprie delle singole Amministrazioni;
- erogare compensi diretti ad incentivare la produttività collettiva per il miglioramento di servizi;
- erogare l’indennità prevista per gli incarichi relativi alle posizioni organizzative;
- finanziare i passaggi economici nell’ambito di ciascuna area pro- fessionale, destinando a tale scopo quote di risorse aventi caratteri di certezza e stabilità;
- corrispondere compensi correlati al merito ed impegno individuale, in modo selettivo.
3. L’erogazione degli incentivi da attribuire a livello di contrattazione integrativa per la realizzazione degli obiettivi e programmi di incre- mento della produttività è attuata dopo la necessaria verifica del rag- giungimento dei risultati secondo le vigenti disposizioni.
ART. 6
Integrazione del Fondo Unico di Amministrazione
1. Il Fondo Unico di Amministrazione istituito presso ciascuna ammini- strazione viene incrementato da ulteriori risorse economiche. A tal fine l’art. 31, comma 1, del CCNL viene integrato come segue:
- risorse pari all’importo dei risparmi sulla retribuzione individuale di anzianità (comprese le eventuali maggiorazioni e la quota di tredicesi- ma mensilità) in godimento del personale comunque cessato dal servi- zio, a decorrere dall’1.1.2000. Per l’anno in cui avviene la cessazione dal servizio è accantonato, per ciascun dipendente cessato, un importo pari alle mensilità residue della RIA in godimento, computandosi a tal fine, oltre ai ratei di tredicesima mensilità, le frazioni di mese superio- ri a quindici giorni. L’importo accantonato confluisce, in via perma- nente, nel Fondo con decorrenza dall’anno successivo alla cessazione dal servizio in misura intera e vi rimane assegnato in ragione di anno;
- risorse del Fondo Unico di Amministrazione già utilizzate per finan- ziare le progressioni economiche verticali all’interno di ciascuna area funzionale ai sensi dell’art. 15 del CCNL, nonché gli sviluppi econo- mici e le posizioni organizzative di cui agli art. 17 e 18 del CCNL me- desimo, riassegnate dai capitoli degli stipendi dell’Amministrazione dal Fondo stesso dalla data di passaggio di area o di cessazione dal
servizio, a qualsiasi titolo avvenuta, del personale che ne ha usufruito;
- i risparmi derivanti dalla riduzione di personale in applicazione dell’art. 20, comma 1, lett. G), punto 20/ter della legge 488/99;
- importo pari a 16.000 pro-capite mensili per dodici mensilità a de- correre dall’1/1/2001.
2. A decorrere dall’anno 2001 confluisce nel Fondo Unico di Ammini- strazione un importo pari al 5% delle risorse destinate, in ciascuna amministrazione, ai compensi per il lavoro straordinario per l’anno 2000.
ART. 7
Ulteriori modalità di utilizzo del Fondo Unico di Amministrazione
1. Le risorse di cui al comma 2 dell’art. 6 possono essere utilizzate dalla contrattazione integrativa per le finalità previste dall’art. 32, comma 2, primo alinea, CCNL o per gli altri istituti individuati dal medesi- mo articolo.
2. La contrattazione collettiva integrativa individua nell’ambito del Fondo Unico di Amministrazione le risorse da destinare al finanzia- mento delle progressioni economiche verticali all’interno di ciascuna area funzionale ai sensi dell’art. 15 del CCNL, nonché degli sviluppi economici e delle posizioni organizzative di cui agli artt. 17 e 18 del CCNL medesimo. Dalla data di utilizzo delle risorse per le finalità citate, il Fondo viene ridotto delle somme corrispondenti, le quali so- no rassegnate al Fondo stesso dalla data di cessazione dal servizio a qualsiasi titolo o di passaggio di area dei dipendenti che ne hanno usufruito.
COMPARTO DEGLI ENTI PUBBLICI
- articoli 31 e 32 estratti dal CCNL 1998-2001 e parte economica 1998-
1999
- articolo 4 estratto dal CCNL per il biennio economico 2000-2001
ART. 31
Fondo di Ente per i trattamenti accessori del personale ricompreso nelle Aree A, B e C
1 E’ costituito presso ciascun ente del comparto un Fondo per i tratta- menti accessori alimentato dalle seguenti risorse economiche:
a) gli importi stanziati in applicazione dell’art. 35 del CCNL 6 luglio 1995 per le finalità di cui al comma 3 dello stesso articolo, lettere a)
- nella misura definita al punto 2 -, b), c), d) ed e). nonché quelli de- rivanti dall’art. 3 e - permanendo le relative condizioni - dall’art. 4 del ccnl 1 luglio 1996, nonché quelle previste dall’art. 6 , comma 5 del predetto ultimo contratto, con le modalità gestionali ivi previste;
b) gli importi di cui all’art. 30 non più destinati all’erogazione di compensi per lavoro straordinario;
c) i risparmi di gestione riferiti alle spese del personale, fatte salve le quote che disposizioni di legge riservano a risparmio del fabbiso- gno complessivo;
d) le risorse provenienti da specifiche disposizioni normative che de- stinano risparmi all’incentivazione del personale;
e) le somme derivanti dall’attuazione dell’art. 43 della legge 449/1997;
f) le economie conseguenti alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale ai sensi dell’art. 1, commi da 57 e segg.
della legge 662/1996 e successive modificazioni ed integrazioni;
g) gli incrementi economici derivanti da disposizioni di legge, da re- golamenti o da atti amministrativi generali;
h) per gli Enti destinatari della legge n. 88/1989 le somme derivanti dall’applicazione dell’art. 18 ferme rimanendo le specifiche e di- stinte utilizzazioni deliberate annualmente dai singoli Enti;
i) le somme stanziate per il 1998 in applicazione dell’art. 15, secon- do comma, della legge n. 88/1989;
j) un importo pari allo 0,80% della retribuzione mensile complessi- va, al netto degli incrementi di cui alla tabella D bis, a decorrere dal 1° maggio 1999, da imputare su base annua su tredici mensi- lità;
k) per gli enti destinatari della legge n. 88/1989, un importo pari al 2% della retribuzione mensile, con esclusione dei tabellari e degli importi relativi all’indennità integrativa speciale, a decorrere dal 31 dicembre 1999 e a valere dal mese successivo, da imputare su base annua per tredici mensilità;
l) per gli Enti non destinatari della legge n. 88/1989, un importo pari al 7,5% della retribuzione mensile, con esclusione dei tabellari e degli importi relativi all’indennità integrativa speciale, a decorrere dal 31 dicembre 1999 e a valere dal mese successivo, da imputare su base annua per tredici mensilità.
2. L’erogazione degli incentivi da attribuire a livello di contrattazione integrativa per la realizzazione degli obiettivi e programmi di incre- mento della produttività è attuata dopo la necessaria verifica del rag- giungimento dei risultati secondo le vigenti disposizioni.
ART. 32
Utilizzo del Fondo di Ente per i trattamenti accessori per il personale ricompreso nelle Aree A, B e C
1. Il Fondo per i trattamenti accessori di cui all’art. 31 è prioritariamen-
te finalizzato a promuovere reali e significativi miglioramenti nei li- velli di efficienza/efficacia dell’amministrazione e di qualità dei ser- vizi istituzionali, mediante la realizzazione, attraverso la contratta- zione integrativa, di piani produttivi annuali e pluriennali e di pro- getti strumentali e di risultato, basati su sistemi di programmazione e di controllo quali-quantitativo dei risultati.
2. In relazione a tali finalità, le risorse che compongono il Fondo sono prioritariamente utilizzate:
- per erogare compensi diretti ad incentivare la produttività collettiva per il miglioramento di servizi;
- per finanziare sistemi di turnazione che si rendano necessari per fronteggiare particolari situazioni di lavoro e per la corresponsione di compensi per lavoro straordinario qualora le risorse direttamente assegnate al fine specifico dall’art. 30 siano esaurite per effetto del- le prioritarie esigenze funzionali e nei limiti della percentuale di ri- duzione di cui al citato art. 30;
- per finanziare i passaggi economici nell’ambito di ciascuna delle Aree professionali, destinando a tale scopo quote di risorse aventi caratteri di certezza e stabilità;
- per incentivare la mobilità del personale secondo le esigenze pro- prie degli Enti;
- per compensare l’esercizio di compiti che comportano specifiche responsabilità, rischi, disagi; gravose articolazioni dell’orario di la- voro; la reperibilità collegata a servizi che richiedono interventi di urgenza;
- per corrispondere compensi correlati al merito e all’impegno indi- viduale in modo selettivo.
ART. 4
Finanziamento dei Fondi per i trattamenti accessori del personale
1. Le parti confermano quanto previsto dall’art. 19, ultimo periodo del-
la legge n. 488 del 1999, in base al quale tutte le decisioni e le inizia- tive di attuazione del nuovo ordinamento professionale, ad eccezione dei passaggi da un’area funzionale all’altra, sono finanziati esclusi- vamente dalle risorse dei Fondi Unici di Ente e in ogni caso da quel- le destinate alla contrattazione integrativa. In tal senso la contratta- zione collettiva integrativa individua, nell’ambito del Fondo Unico di Ente, le risorse da destinare sia al finanziamento delle progressio- ni economiche all’interno di ciascuna Area ai sensi dell’art. 15, com- ma 1, lett b) del CCNL del 16.2.1999, nonché degli sviluppi econo- mici di cui all’art. 16 del medesimo contratto. Dalla data di utilizzo delle risorse per le finalità citate, il Fondo viene ridotto delle somme corrispondenti, le quali sono riassegnate al Fondo stesso dalla data di cessazione dal servizio a qualsiasi titolo o di passaggio di Area dei dipendenti che ne hanno usufruito.
2. Per l’anno 2000 è confermata la disciplina del CCNL del 16.2.1999 per la costituzione dei seguenti Fondi, fatte salve le integrazioni spe- cificate nel comma 8: a) il Fondo Unico di Ente per i trattamenti ac- cessori per il personale ricompreso nelle Aree A, B e C, costituito secondo la disciplina dell’art. 31; b) il Fondo dell’Area dei profes- sionisti, costituito secondo la disciplina dell’art. 42; c) il Fondo del- l’Area medica, costituito secondo la disciplina dell’art. 43; d) il Fon- do per i trattamenti accessori per il personale delle qualifiche ad e- saurimento costituito secondo la disciplina dell’art. 44.
3. Al fine di assicurare lo sviluppo della contrattazione integrativa e di finanziare l’incremento della produttività collettiva e individuale, il miglioramento qualitativo delle prestazioni e dei risultati e l’innalza- mento della qualificazione professionale, e nel rispetto della discipli- na del comma 7, al Fondo Unico di Ente di cui al comma 2, lett a), sono destinate, a valere dall’anno 2001, le seguenti ulteriori risorse economiche:
a) un importo pari allo 0,57% del monte salari dell’anno 1999 del personale ricompreso nelle Aree A, B e C;
b) le economie derivanti dalla riduzione di personale, in applicazione dell’art. 20, comma 1, punto 20-ter, della legge n. 488 del 1999; la
relativa verifica deve essere effettuata in modo da garantire che le e- conomie siano definitivamente acquisite in bilancio;
c) le risorse derivanti dall’utilizzo dei risparmi della retribuzione in- dividuale di anzianità, comprese le eventuali maggiorazioni, fruita dal personale ricompreso nelle Aree A, B e C, comunque cessato dal servizio a decorrere dall’1.1.2000. A decorrere dall’esercizio successivo alla cessazione del rapporto di lavoro resta attribuito al Fondo, in via permanente, l’intero importo della retribuzione indi- viduale di anzianità del personale cessato, valutato su base annua; per l’anno in cui avviene la cessazione del rapporto, viene accan- tonato, per l’utilizzo nell’esercizio successivo, un importo pari al prodotto dell’importo mensile in godimento dal dipendente cessa- to per il numero di mensilità residue, computandosi a tal fine, ol- tre alla tredicesima mensilità, le frazioni di mese superiori a quin- dici giorni;
d) le risorse di cui al comma 1, recuperate a seguito del passaggio di Area o di cessazione dal servizio a qualsiasi causa;
e) un importo non superiore all’1% del monte salari dell’anno 1999 del personale ricompreso nelle Aree A, B e C, nel rispetto dei vin- coli di bilancio degli Enti; per gli Enti non destinatari della legge
n. 88 del 1989 la predetta percentuale è elevata fino alla misura dell’1,5%.
4. Per le finalità di cui alla prima parte del comma 3 e nel rispetto della disciplina prevista dal comma 7, le risorse del Fondo dell’Area dei professionisti, di cui al comma 2, lett b), sono incrementate delle se- guenti ulteriori disponibilità:
a) un importo pari all’1,29% del monte salari dell’anno 1999 del per- sonale dell’Area dei professionisti;
b) un importo non superiore all’1% del monte salari dell’anno 1999 di cui alla lettera a), nel rispetto dei vincoli di bilancio degli Enti; per gli enti non destinatari della legge n. 88 del 1989 la predetta percentuale è elevata fino alla misura dell’1,5%.
5. Per le finalità di cui alla prima parte del comma 3 e nel rispetto della disciplina prevista dal comma 7, le risorse del Fondo dell’Area me-
dica, di cui al comma 2, lett c), sono incrementate delle seguenti ul- teriori disponibilità:
a) un importo pari all’1,29% del monte salari dell’anno 1999 del per- sonale dell’Area medica;
b) un importo non superiore all’1% del monte salari dell’anno 1999 di cui alla lettera a), nel rispetto dei vincoli di bilancio degli Enti; per gli Enti non destinatari della legge n. 88 del 1989 la predetta percentuale è elevata fino alla misura dell’1,5,%.
6. Per le finalità di cui alla prima parte del comma 3 e nel rispetto della disciplina prevista dal comma 7, le risorse del Fondo per i trattamen- ti accessori per il personale delle qualifiche ad esaurimento, di cui al comma 2, lett d), sono incrementate delle seguenti ulteriori disponi- bilità:
a) un importo pari allo 0,57% del monte salari dell’anno 1999 del personale delle qualifiche ad esaurimento;
b) di una somma di pari importo della retribuzione individuale di an- zianità, comprese eventuali maggiorazioni, maturata dal personale comunque cessato dal servizio a decorrere dal 1.1.2000; l’importo è determinato in ragione di annualità ed è comprensivo della quo- ta di tredicesima mensilità; per il primo anno di cessazione dal servizio per la quantificazione delle risorse si prendono a riferi- mento le quote di mensilità non erogate;
c) un importo non superiore all’l % del monte salari dell’anno 1999 di cui alla lettera a), nel rispetto dei vincoli di bilancio degli Enti; per gli Enti non destinatari della legge n. 88 del 1989 la predetta percentuale è elevata all’1,5%. La contrattazione integrativa a li- vello nazionale potrà valutare la disponibilità complessiva e le condizioni di utilizzo del Fondo al fine di ipotizzare una diversa e più equilibrata distribuzione delle risorse anche per la integrazione degli altri Fondi di cui alle lettere a), b) e c) del comma 2, salva- guardando le quote già conferite al personale in servizio in base alle disposizioni contrattuali vigenti.
7. Le risorse economiche destinate al finanziamento delle voci della re- tribuzione accessoria sono prioritariamente destinate ad incentivare i
risultati, la qualità delle prestazioni, la valorizzazione di posizioni particolari per responsabilità o per gravosità. Le conseguenti verifi- che vengono effettuate ai sensi dell’art. 31, comma 2, del CCNL del 16.2.1999.
8. Le risorse destinate alla produttività collettiva ai sensi dell’art. 32, comma 2, primo alinea, dell’art. 42, comma 3 e dell’art. 43, comma 3 del CCNL del 16.2.1999, sono incrementate, per il periodo luglio- dicembre 2000, degli importi derivanti dal calcolo delle seguenti percentuali applicate al monte salari dell’anno 1999: a) 0,36% per il personale delle Aree A, B e C e delle qualifiche ad esaurimento; b) 0,80%, per i professionisti e per il personale medico. Le nuove di- sponibilità sono corrisposte secondo le regole e i tempi definiti dalla contrattazione integrativa.
9. Una quota pari al 50% dell’importo derivante dalla applicazione del- le percentuali indicate nel comma 8 integra, dall’1.7.2000, l’importo corrisposto a titolo di anticipazione mensile della produttività secon- do la disciplina prevista dai contratti integrativi.
10. Le risorse dei Fondi indicati nei commi 3, 4, 5 e 6 possono essere a- deguate, nell’ambito della capacità di bilancio degli Enti, in caso di attivazione di nuovi servizi o di processi di riorganizzazione - adotta- ti dai singoli Enti - finalizzati all’accrescimento dei livelli qualitativi e quantitativi dei servizi esistenti ai quali sia correlato un amplia- mento delle competenze, ovvero un incremento stabile delle relative dotazioni organiche.
COMPARTO DELLA SANITÀ
- articoli 37-40 estratti dal CCNL 1998-2001 e parte economica 1998- 1999
- articoli 3 e 4 estratto dal CCNL per il biennio economico 2000-2001
PARTE V
SISTEMI DI FINANZIAMENTO
ART. 37
Finanziamento del sistema classificatorio
1. I passaggi degli artt. 16 e 17 avvengono nei limiti previsti dalla dota- zione organica dell’azienda o Ente sulla base della programmazione aziendale in tema di gestione delle risorse umane e di reclutamento del personale ai sensi delle vigenti disposizioni.
2. Le aziende ed Enti provvedono, con oneri a proprio carico, alla istitu- zione nella dotazione organica dei nuovi profili ritenuti necessari sulla base delle proprie esigenze organizzative che non siano deri- vanti dalle trasformazioni previste dall’art. 22.
ART. 38
Finanziamento dei trattamenti accessori
1. Dal 1 gennaio al 31 dicembre 1998 alla corresponsione del tratta- mento accessorio connesso ai compensi per lavoro straordinario e per la remunerazione di particolari condizioni di disagio, pericolo o danno, si provvede con i fondi già previsti dall’art. 43, comma 2,
punti 1) e 2) del CCNL del 1 settembre 1995, come modificati ed in- tegrati dai CCNL del 27 giugno 1996 - relativo al secondo biennio e- conomico - e dal CCNL integrativo del 22 maggio 1997 il cui am- montare è quello consolidato alla data del 31 dicembre 1997. In par- ticolare il fondo per il compenso del lavoro straordinario qualora ec- cedente deve essere calcolato sulla base delle 65 ore pro capite per dipendente in servizio. A decorrere dal 1 gennaio 1999 si provvede agli stessi compensi unificando i due fondi che - dalla medesima da- ta - assumeranno la denominazione di “ Fondo per i compensi per la- voro straordinario e per la remunerazione di particolari condizioni di disagio, pericolo o danno”.
2. Al fine dell’utilizzo del fondo di cui al comma 1 sono confermate tutte le indennità per particolari condizioni di lavoro previste dal- l’art. 44 del CCNL 1 settembre 1995 e dal CCNL 27 giugno 1996 nonché le modalità della loro erogazione, fatto salvo quanto previsto dall’art. 41, comma 7. A tal fine, dal 31.12.1999 il fondo stesso è in- crementato da una quota pari allo 0,06% del monte salari annuo cal- colato con riferimento al 1997, al netto degli oneri riflessi.
3. A decorrere dal 1 gennaio 1998, sono unificati anche i fondi discipli- nati dall’art. 46, comma 1, punti 1) e 2) del CCNL del 1 settembre 1995, per la corresponsione, rispettivamente, dei premi per la qualità della prestazione individuale e per i compensi della produttività col- lettiva e per il miglioramento dei servizi, nell’ammontare consolida- to al 31 dicembre 1997, con le seguenti precisazioni:
a) nel consolidamento del fondo della produttività collettiva non va considerato quanto connesso alle risorse aggiuntive previste dal- l’art. 3, comma 1 del CCNL del 27 giugno 1996 e dall’art. 17 del CCNL del 22 maggio 1997;
b) Qualora gli incrementi derivino da economie di gestione, queste dovranno essere espressamente accertate a consuntivo dai servizi di controllo interno o dai nuclei di valutazione e dovranno corri- spondere ad effettivi incrementi di produttività o di miglioramento dei servizi o di ottimizzazione delle attività.
c) a partire dall’1.1.1999 la contrattazione integrativa, nell’ambito del fondo, definirà le risorse da destinare all’incentivazione della
produttività collettiva ed al miglioramento dei servizi attraverso la corresponsione dei premi di produttività collettiva ed individuale.
d) resta confermata la possibilità di utilizzazione - anche temporanea
- nel fondo per la produttività collettiva - di eventuali risparmi ac- certati a consuntivo nella gestione del fondo di cui al comma 1;
4. Il fondo previsto nel comma 3 è denominato “Fondo della produttivi- tà collettiva per il miglioramento dei servizi e per il premio della qualità delle prestazioni individuali”. Esso è, altresì, alimentato, an- nualmente, in presenza delle relative condizioni:
a) a decorrere dal 1 gennaio 1998 con le risorse derivanti: dall’attua- zione dell’art. 43 della legge 449/1997, nella misura destinata dal- le aziende ed Enti alla contrattazione integrativa; dalle economie conseguenti alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, ai sensi e nei limiti previsti dalla legge 662/1996 e successive modificazioni ed integrazioni; da altre di- sposizioni di legge che destinano una parte di proventi delle azien- de ed enti ad incentivi del personale.
b) a decorrere dal 1 gennaio 1998, sulla base del consuntivo 1997, dell’1% - come tetto massimo - del monte salari annuo, calcolato con riferimento al 1997, in presenza di avanzi di amministrazione e pareggio di bilancio, secondo le modalità stabilite dalle Regioni negli atti di indirizzo per la formazione dei bilanci di previsione annuale ovvero della realizzazione annuale di programmi - corre- lati ad incrementi quali - quantitativi di attività del personale - concordati tra Regioni e singole aziende ed Enti e finalizzati al raggiungimento del pareggio di bilancio entro in termine prestabi- lito ai sensi delle vigenti disposizioni.
5. Le Regioni, ai sensi degli artt. 4 e 13 del d.lgs. n. 502 del 1992, pos- sono favorire l’assunzione e perseguimento - da parte delle aziende ed enti - di obiettivi strategici relativi al consolidamento del processo di riorganizzazione in atto ovvero collegati al reale recupero di mar- gini di produttività, alla cui realizzazione finalizzano l’incremento del fondo di cui al comma 4 dell’1% del monte salari annuo, calcola- to con riferimento al 1997. Le Regioni possono, altresì, favorire da
parte delle aziende ed Enti interventi di sviluppo occupazionale o in- terventi correlati ai processi riorganizzativi anche a seguito di inno- vazioni tecnologiche da definirsi in sede di contrattazione integrati- va, alla realizzazione dei quali finalizzeranno un ulteriore quota di incremento dello stesso fondo pari allo 0,2 % del medesimo monte salari 1997.
6. La verifica del raggiungimento dei risultati di cui al comma 4, lett. b) ed al comma 5 è affidata al nucleo di valutazione o ai servizi di con- trollo interni ed è, in ogni caso, condizione necessaria per l’eroga- zione dei compensi relativi alla produttività, secondo le modalità sta- bilite in contrattazione integrativa.
7. Il fondo della produttività collettiva di cui al comma 3, è decurtato in sede di contrattazione integrativa da un minimo del 10% elevabile sino al 15% per finanziare il fondo dell’art. 39. Tale decurtazione av- verrà da data non anteriore al 1 luglio 1999.
ART. 39
Finanziamento delle fasce retributive, delle posizioni organizzative, della parte comune dell’ex indennità di qualificazione professionale e dell’indennità professionale specifica
1. Per il finanziamento delle fasce retributive di cui all’art. 30, comma 1, lett b), dell’indennità di funzione legata alle posizioni organizzati- ve di cui agli artt. 20, 21 e 36 della voce retributiva di cui alla tabella allegato 9, penultima colonna (parte comune dell’ex indennità di qualificazione professionale di cui all’art. 30, comma 1 lett a) non- ché dell’indennità professionale specifica indicata nella tabella alle- gato 6, le aziende ed Enti provvedono alla formazione di un fondo costituito - a decorrere dal 1° gennaio 1998:
- dall’insieme dei valori economici annualmente attribuiti a tutto il personale in servizio alla stessa data, calcolati come differenza tra il valore di fascia attribuito in base alla tabella allegato 7 di primo inquadramento (colonna D) e lo stipendio tabellare iniziale di cui
alla tabella allegato 4, colonna terza;
- dal valore delle indennità di cui all’art. 30, comma 5 e tabella alle- gato 6.
2. Rimangono attribuiti al fondo i medesimi importi relativi al persona- le comunque cessato dal servizio all’1.1.1998, ivi compresi quelli di cui agli artt. 30, comma 6 e 31, comma 8 e 36, comma 3.
3. Il fondo del comma 1 sostituisce e riassorbe quello previsto dall’art. 43, comma 2, punto 3 del CCNL del 1 settembre 1995, come inte- grato dal CCNL del 27 giugno 1996.
4. Il fondo è, altresì, integrato con le seguenti risorse:
a) a decorrere da data non anteriore al 1 luglio 1999 da una quota minima del 10% elevabile fino al 15% del fondo della produttività collettiva di cui all’art. 38, comma 3;
b) a decorrere dal 1 gennaio 1999 da una quota degli eventuali mino- ri oneri derivanti dalla riduzione stabile della dotazione organica del personale, concordata in contrattazione integrativa;
c) a decorrere dal 31 dicembre 1999 da una quota pari allo 0,81% del monte salari annuo calcolato con riferimento al 1997, al netto de- gli oneri riflessi;
d) risorse derivanti dal fondo dell’art. 38, comma 1 in presenza di stabile modifica e razionalizzazione dell’organizzazione dei servi- zi - anche a parità di organico.
5. La contrattazione collettiva integrativa individua all’interno del fondo di cui al comma 1, le risorse da destinare al finanziamento dell’inden- nità prevista per le posizioni organizzative ai sensi dell’art. 20, 21 e 36 ivi compresa la quota parte delle risorse di cui al comma 4 lett a). A tal fine, con la medesima decorrenza dell’incarico, le disponibilità indivi- duate ai sensi del comma 1, sono incrementate con le risorse prove- nienti dal fondo dell’art. 38, comma 1, per effetto del riassorbimento nell’indennità di funzione del compenso per lavoro straordinario ai sensi dell’art. 36 comma 2 nella misura corrispondente a n. 65 ore pro
- capite per ciascuno dei dipendenti incaricati. Dalla medesima data il fondo del citato art. 38 è, correlativamente, decurtato di un importo
pari all’entità delle competenze assorbite. La corresponsione dell’in- dennità la cui misura è indicata nell’art. 36, avviene da data non ante- riore al conferimento al personale interessato dei relativi incarichi con le procedure previste dal presente contratto.
6. Al verificarsi dell’ipotesi prevista dall’art. 36, comma 3, le risorse at- tinenti alle competenze accessorie riassorbite all’atto dell’incarico relative al fondo di cui all’art. 38 sono riassegnate al medesimo.
7. In attesa dell’attuazione degli arti. 35 e 36 e - successivamente - a re- gime, qualora nel fondo del comma 1 risultassero a consuntivo anco- ra disponibili eventuali risorse, esse - per il medesimo anno in cui si è verificato il residuo - sono temporaneamente utilizzate nel fondo per la produttività collettiva previsto dall’art. 38, comma 3 e, quindi, riassegnate al fondo del presente articolo per l’attuazione delle sue finalità. Tali risorse sono pertanto utilizzabili nel fondo per la pro- duttività collettiva solo temporaneamente e non si storicizzano.
8. Nel caso in cui l’azienda o l’ente prevedano nella dotazione organica un aumento di personale rispetto a quello preso a base di calcolo per la formazione dei fondi di cui agli arti. 38 e 39, nel finanziare la do- tazione organica stessa, dovranno tenere conto delle risorse necessa- rie per sostenere i maggiori oneri derivanti dalla corresponsione del trattamento economico complessivo del personale da assumere.
9. Tutti i riferimenti al “monte salari 1997” effettuati nel presente con- tratto sono da intendersi al netto degli oneri riflessi.
ART. 40
Riconversione delle risorse economiche destinate al finanziamento dell’indennità infermieristica e del livello VIII bis
1. L’indennità della professione infermieristica di cui all’art. 49, commi 1 secondo periodo, 2 e 4, primo periodo, del DPR 28 novembre 1990, n. 384 è attribuita al personale avente diritto fino al 31 dicem- bre 1999. Tale personale, sino alla predetta data, si colloca nelle fa- sce retributive secondo quanto previsto dall’art. 31. Successivamente
a tale data il conseguimento delle fasce successive a quelle di primo inquadramento avviene con le regole generali dell’art. 35 mentre l’importo delle indennità che sarebbero state maturate dal personale interessato al raggiungimento delle anzianità previste dal citato art. 49 affluisce al fondo dell’art. 39 per il finanziamento dei percorsi e- conomici orizzontali e delle posizioni organizzative secondo la ripar- tizione definita in contrattazione integrativa.
2. Il livello VIII bis di cui all’art. 49 del CCNL del 1 settembre 1995 con la stipula del presente contratto è trasformato in fascia retributiva e corrisponde alla posizione Ds2 di cui alla tabella allegato 4. Tale fa- scia retributiva, in prima applicazione del presente contratto, viene at- tribuita al personale già inquadrato nell’ex livello VIII bis. Sino al 31 dicembre 1999 l’acquisizione di tale fascia retributiva Ds2 avviene al maturare dei requisiti e con le procedure previsti dal citato art. 49 e, successivamente a tale data, con le regole generali dell’art. 35 mentre l’importo del livello economico che sarebbe stato maturato dal perso- nale interessato al raggiungimento delle anzianità previste dal citato art. 49 affluisce al fondo dell’art. 39 per il finanziamento dei percorsi economici orizzontali e delle posizioni organizzative secondo la ri- partizione definita in contrattazione integrativa.
ART. 3
Finanziamento dei trattamenti economici
1. I fondi di cui all’art. 38, commi 1 e 3 del CCNL 7 aprile 1999 sono confermati e per il loro tramite si provvede al finanziamento dei trat- tamenti economici cui i fondi stessi sono finalizzati con le precisa- zioni dei seguenti commi. Il loro ammontare è quello consolidato al 31 dicembre 1999 ed, in particolare, il fondo dell’art. 38 comma 1 è comprensivo dell’incremento annuo dello 0,06% previsto a tale sca- denza.
2. Sono confermate le modalità di incremento del Fondo della produtti- vità collettiva per il miglioramento dei servizi e per il premio della qualità delle prestazioni individuali di cui all’art. 38, commi 3 e 4
del CCNL 7 aprile 1999. L’incremento pari all’1,2% del monte salari annuo calcolato con riferimento al 1999 al netto degli oneri riflessi di cui al comma 5 dell’art. 38 è confermato per tutto l’anno 2000. Per l’anno 2001, si rinvia all’art. 4.
3. Il fondo dell’art. 39 del CCNL 7 aprile 1999 nonché le modalità di incremento del fondo stesso sono confermati. Inoltre, il fondo viene altresì incrementato alle decorrenze indicate con le seguenti risorse:
a) dal 1° gennaio 2000, delle risorse pari all’importo dei risparmi sulla retribuzione individuale di anzianità (RIA) in godimento del perso- nale comunque cessato dal servizio a decorrere dalla medesima da- ta. Per l’anno in cui avviene la cessazione dal servizio è accantona- to, per ciascun dipendente cessato un importo pari alle mensilità re- sidue della Ria in godimento, computandosi a tal fine, oltre ai ratei di tredicesima mensilità, le frazioni di mese superiori ai quindici giorni. L’importo accantonato confluisce in via permanente, nel fondo con decorrenza dall’anno successivo alla cessazione dal ser- vizio in misura intera e vi rimane assegnato in ragione di anno;
b) dal 1.7.2000 da una somma mensile L. 5.000 pro-capite per sei mesi. Dall’1.1.2001 l’incremento è pari a L. 13.000 mensili pro capite, per dodici mensilità, che riassorbe il precedente. Tali risor- se residuano dall’applicazione dei tassi programmati di inflazione non utilizzati per l’incremento degli stipendi tabellari.
4. Le risorse di cui al fondo dell’art. 39, utilizzate dalla data di entrata in vigore del CCNL 7 aprile 1999, per le finalità ivi previste o per quelle introdotte dal presente contratto, sono riassegnate al fondo dalla data di cessazione dal servizio a qualsiasi titolo avvenuta del personale che ne ha usufruito.
ART. 4
Utilizzo delle risorse aggiuntive per la contrattazione integrativa
1. Dal 1 gennaio 2001, le risorse pari all’1,2% del monte salari annuo cal- colato con riferimento al 1999 nonché le ulteriori risorse pari allo 0,4% del medesimo monte salari, messe a disposizione dalle Regioni,
sono destinate ai fondi dell’art. 38 o dell’art. 39 del CCNL 7 aprile 1999, nella misura prevista dalla medesima contrattazione integrativa.
2. Con riguardo alla destinazione delle risorse di cui all’1,2% sono fatti sal- vi gli eventuali accordi integrativi già sottoscritti in materia per il 2001.
COMPARTO DELLE REGIONI E AUTONOMIE LOCALI
- articoli 15-18 estratti dal CCNL 1998-2001 e parte economica 1998- 1999
- articoli 4-5 estratti dal CCNL per il biennio economico 2000-2001
ART. 15
Risorse per le politiche di sviluppo delle risorse umane e per la produttività
1. Presso ciascun ente, a decorrere dal 1.1.1999, sono annualmente de- stinate alla attuazione della nuova classificazione del personale, fat- to salvo quanto previsto nel comma 5, secondo la disciplina del CCNL del 31.3.1999, nonché a sostenere le iniziative rivolte a mi- gliorare la produttività, l’efficienza e l’efficacia dei servizi, le se- guenti risorse:
a) gli importi dei fondi di cui all’art. 31, comma 2, lettere b), c), d) ed e) del CCNL 6.7.1995, e successive modificazioni ed integra- zioni, previsti per l’anno 1998 e costituiti in base alla predetta di- sciplina contrattuale, comprensivi anche delle eventuali economie previste dall’art. 1, comma 57 e seguenti della l. 662/96, nonché la quota parte delle risorse di cui alla lettera a) dello stesso art. 31, comma 2, già destinate al personale delle ex qualifiche VII ed VIII che risulti incaricato delle funzioni dell’area delle posizioni organizzative calcolata in proporzione al numero dei dipendenti
interessati;
b) le eventuali risorse aggiuntive destinate nell’anno 1998 al tratta- mento economico accessorio ai sensi dell’art. 32 del CCNL del 6.7.1995 e dell’art. 3 del CCNL del 16.7.1996, nel rispetto delle effettive disponibilità di bilancio dei singoli Enti;
c) gli eventuali risparmi di gestione destinati al trattamento accesso- rio nell’anno 1998 secondo la disciplina dell’art. 32 del CCNL del 6.7.1995 e dell’art. 3 del CCNL del 16.7.1996, qualora dal con- suntivo dell’anno precedente a quello di utilizzazione non risulti un incremento delle spese del personale dipendente, salvo quello derivante dalla applicazione del CCNL;
d) le somme derivanti dalla attuazione dell’art. 43 della legge 449/1997;
e) le economie conseguenti alla trasformazione del rapporto di lavo- ro da tempo pieno a tempo parziale ai sensi e nei limiti dell’art. 1, comma 57 e seguenti della legge n. 662/1996 e successive integra- zioni e modificazioni;
f) i risparmi derivanti dalla applicazione della disciplina dell’art. 2, comma 3, del D.Lgs. n. 29/1993;
g) l’insieme delle risorse già destinate, per l’anno 1998, al pagamen- to del livello economico differenziato al personale in servizio, nel- la misura corrispondente alle percentuali previste dal CCNL del 16.7.1996;
h) dalle risorse destinate alla corresponsione della indennità di L.
1.500.000 di cui all’art. 37, comma 4, del CCNL del 6.7.1995;
i) da una quota degli eventuali minori oneri derivanti dalla riduzione stabile di posti di organico del personale della qualifica dirigenzia- le, sino ad un importo massimo corrispondente allo 0,2% del mon- te salari annuo della stessa dirigenza, da destinare al finanziamento del fondo di cui all’art. 17, comma 2, lett c); la disciplina della presente lettera è applicabile alle Regioni; sono fatti salvi gli ac- cordi di miglior favore;