Contract
CONSIGLIO REGIONALE TRENTINO-ALTO ADIGE Ufficio resoconti consiliari | REGIONALRAT TRENTINO-SÜDTIROL Amt für Sitzungsberichte | |
ATTI CONSILIARI XV Legislatura 2013 - 0000 | XXXXXXXXXXXXXXXX XXX XXXXXXXXXXXXX XV Gesetzgebungsperiode 2013 - 2018 | |
12 22.10.2014 |
INDICE | INHALTSANGABE |
MOZIONE N. 15, presentata dai Consiglieri regionali Fugatti, Civettini e Bezzi, per impegnare la Giunta regionale, che partecipa al capitale della Società Autostrada del Brennero S.p.A. ai sensi della legge regionale 20 novembre 1958, n. 25, a prevedere il divieto per gli autisti di camion di effettuare il riposo settimanale di cui all’articolo 4 del Regolamento CE 561/2006 a bordo del mezzo, nelle aree di sosta lungo l’Autostrada del Brennero nel territorio della nostra Regione, al fine di scongiurare e diminuire la concorrenza sleale dei Paesi dell’Est, in accordo con i Vertici dell’Autostrada e delle Forze dell’ordine pag. 3 | XXXXXXXXXXXXXXX XX. 00, xxxxxxxxxxx xxx xxx Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Fugatti, Civettini und Bezzi, um den Regional- ausschuss, der am Gesellschaftskapital der Brennerautobahngesellschaft AG im Sinne des Regionalgesetzes Nr. 25 vom 20. November 1958 beteiligt ist, zu verpflichten, das Verbot für die Xxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxx, xxx xxx Xxxxxx xxx Xxxxxx die von Art. 4 der EU- Verordnung 561/2006 vorgesehene wöchentliche Xxxxxxxx xx Xxxxxxxx xxx xxx Xxxxxxxxxxxx xxxxxxx xxx Xxxxxxxxxxxxxxx xx xxxxxxxxxx, auf dass der unlautere Wettbewerb aus den Oststaaten vermieden oder zumindest verringert werde, wobei eine Zusammenarbeit mit der Leitung der Autobahn und den Sicherheitskräften zu suchen ist Seite 3 |
DISEGNO DI LEGGE N. 18: Rendiconto generale della Regione autonoma Trentino- Alto Adige per l’esercizio finanziario 2013 (presentato dalla Giunta regionale) pag. 5 | GESETZENTWURF NR. 18: Allgemeine Rechnungslegung der Autonomen Region Trentino-Südtirol für das Haushaltsjahr 2013 (eingebracht vom Regionalausschuss) Seite 5 |
PROPOSTA DI DELIBERA N. 9: Approvazione del Rendiconto del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2013 (presentata dall’Xxxxxxx xx Xxxxxxxxxx) xxx. 00 | XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX XX. 0: Genehmigung der allgemeinen Rechnungslegung des Regionalrats für das Finanzjahr 2013 (eingebracht vom Präsidium) Seite 11 |
PROPOSTA DI DELIBERA N. 10: Approvazione della prima variazione del Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2014 e pluriennale 2014 – 2016 (presentata dall’Xxxxxxx xx Xxxxxxxxxx) xxx. 00 | XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX XX. 00: Genehmigung der ersten Änderung des Haushaltsvoranschlages des Regionalrats für das Finanzjahr 2014 und des Mehrjahreshaushalts 2014-2016 (eingebracht vom Präsidium) Seite 16 |
DISEGNO DI LEGGE N. 13: Disposizioni in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte della Regione e degli enti a ordinamento regionale (presentato dalla Giunta regionale) pag. 19 | GESETZENTWURF NR. 13: Bestimmungen auf dem Sachgebiet der Bekanntmachung, Transparenz und Verbreitung von Informationen seitens der Region und der Körperschaften, für deren Ordnung die Region zuständig ist (eingebracht vom Regionalausschuss) Seite 19 |
PROPOSTA DI DELIBERA N. 5, per l’espressione del parere previsto dall’articolo 103 dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, sul disegno di legge costituzionale n. 363 “Modifiche agli statuti delle regioni ad autonomia speciale concernenti la procedura per la modificazione degli statuti medesimi” - d’iniziativa parlamentare su proposta dei senatori Palermo, Xxxxxx, Xxxxxx, Laniece, Fravezzi, Xxxxxxx e Nencini; pag. 36 | XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX XX. 0 xxx Xxxxxx eines Gutachtens, im Sinne des Art. 000 xxx Xxxxxxxxxxxxxx xxx Xxxxxxxx- Xxxxxxxx, zum Verfassungsgesetzentwurf Nr. 363 „Änderungen an den Statuten der Regionen mit Sonderstatut betreffend das Verfahren zur Statutenänderung“ (eingebracht von den Senatoren Palermo, Xxxxxx, Xxxxxx, Laniece, Fravezzi, Xxxxxxx und Nencini) Seite 36 |
INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE pag. 74 | ANFRAGEN UND INTERPELLATIONEN Seite 74 |
INDICE DEGLI ORATORI INTERVENUTI
VERZEICHNIS DER XXXXXX
XXXXXXX Xxxxxxxx | ||
(Lega Nord Trentino) | pag. | 4-72 |
XXXXXXXXXXX Xxxx | ||
(SVP Südtiroler Volkspartei) | " | 4-7-32-40 |
XXXXXXX Xxxxxxx (SVP Südtiroler Volkspartei) | " | 5 |
XXXXXXXXX Xxxxxx | ||
(Die Freiheitlichen) | " | 6 |
XXXXXX Xxxxxx | ||
(Progetto Trentino) | " | 7-32-35-63 |
XXXXX Xxxx | ||
(Gruppo Verde - Grüne Fraktion - Grupa Vërda) | " | 00 |
XXXXXXXXX Xxxxxx | ||
(Xxxxxxx Xxxxxxxxxxx Xxxxxxxx Xxxxxxxx) | " | 19-36-70 |
XXXXX Xxxxxxxx | ||
(Gruppo Verde - Grüne Fraktion - Grupa Vërda) | " | 20-31 |
XXXXXXX Xxxxx | ||
(SVP Südtiroler Volkspartei) | " | 21-30-31 |
XXXXX Xxx | ||
(Süd-Tiroler Freiheit) | " | 29-50-70 |
XXXXX Xxxxxxx | ||
(Amministrare e Civica Trentina) | " | 33-58 |
XXXXX Xxxxxx | ||
(Die Freiheitlichen) | " | 33 |
XXXXXX Xxxxxx | ||
(SVP Südtiroler Volkspartei) | " | 34-68 |
XXXXXXXXXXXXX Xxxx | ||
(Movimento 5 Stelle - 5 Sterne Bewegung - Moviment 5 Steiles) | " | 34-52 |
XXXX Xxxxxxxxxx | ||
(Gruppo Misto) | " | 34-44 |
DELLO SBARBA Xxxxxxxx | ||
(Gruppo Verde - Grüne Fraktion - Grupa Vërda) | " | 35-64 |
PÖDER Xxxxxxx (Gruppo Misto) | " | 47 |
XXXXXXX Xxxxxxxx (Union Autonomista Ladina) | " | 53-70 |
XXXXXXX Xxxx (Die Freiheitlichen) | " | 55 |
XXXXXXXXX Xxxxxxx (Lega Nord Trentino) | " | 60 |
XXXXXX Xxxxxxx (Partito Democratico del Trentino-Alto Adige/Südtirol) | " | 67 |
XXXXXXXXX Xxxxxxxxx (U.P.T. - Unione per il Trentino) | " | 69 |
SEDUTA DEL CONSIGLIO REGIONALE N. 12 – 22 OTTOBRE 2014 XXXXXXX XXX XXXXXXXXXXXXX Xx. 00 – 22. OKTOBER 2014
RESOCONTO STENOGRAFICO – SITZUNGSBERICHT
Ore 10.08
Presidenza del Presidente XXXXXXX PRESIDENTE: Prego i consiglieri di prendere posto.
Prego procedere all’appello nominale.
DE XXXXXX: (segretario):(fa l’appello nominale) (Sekretär):(ruft die Namen auf)
PRESIDENTE: Signori consiglieri la seduta è aperta.
Hanno giustificato la loro assenza i consiglieri Mair (pomeriggio), Mellarini (mattino), Xxxxx, Xxxxxxx (pomeriggio), Xxxxx, Xxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxx (pomeriggio) e Xxxxx.
È inoltre assente il consigliere Xxxxxxxxxx.
Prego dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
XXXXXXX: (Vizepräsident):(verliest das Protokoll)
(vice Presidente):(legge il processo verbale)
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono osservazioni al processo verbale? Nessuna, il processo verbale è approvato.
COMUNICAZIONI
È stato presentato il seguente disegno di legge:
n. 20, in data 29 settembre 2014, dalle Consigliere regionali Bottamedi e Avanzo: Modifiche agli articoli 7 e 11 della legge regionale 9 agosto 1982, n. 7 “Ordinamento delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Trento e di Bolzano” e successive modificazioni.
Sono pervenute le seguenti interrogazioni a risposta scritta:
n. 71, presentata in data 26 settembre 2014 dal Consigliere regionale Xxxxxx Xxxxxx, per sapere se la Giunta regionale ha intenzione di promuovere delle iniziative a ricordo dell’artista trentino Xxxxxxxx Xxxxxxxxx, a dieci anni dalla morte;
n. 72, presentata in data 29 settembre 2014 dal Consigliere regionale Xxxxxxx Xxxxx, per essere informato circa le date di pagamento degli importi relativi all’attualizzazione di cui alla legge regionale n. 6/2012, i rispettivi beneficiari e le sedi delle banche presso le quali sono stati effettuati i singoli bonifici;
n. 73, presentata in data 3 ottobre 2014 dal Consigliere regionale Xxxxxxxxxx Xxxx, per avere informazioni sulle trasmissioni per la promozione delle minoranze linguistiche irradiate sui canali pubblici radiofonici della rete Rai
regionale e, in particolare, per sapere quale forma, durata, contenuti, organizzazione e compensi abbia tale progetto che deve peraltro garantire, nelle citazioni della Regione, che la stessa sia correttamente denominata, anche con l’espressione in lingua italiana “Alto Adige”;
n. 74, presentata in data 3 ottobre 2014 dal Consigliere regionale Xxxxxxxxxx Xxxx, per chiedere se la Giunta regionale intenda, sulla falsa riga di quanto accade in Austria, promuovere i cantieri del Tunnel di base del Brennero, apponendo targhe esplicative che rivendichino la straordinaria realizzazione di tale Opera, anche, ma non solo, lungo l’Autostrada del Brennero;
n. 75, presentata in data 9 ottobre 2014 dal Consigliere regionale Xxxxxxxxxx Xxxx, per sapere dove si trovino sedi, uffici, infrastrutture o proprietà della Regione Trentino-Alto Adige nel territorio regionale, nonché al di fuori dei confini stessi, se ci siano in atto dei contratti, con chi e a quali condizioni;
n. 76, presentata in data 9 ottobre 2014 dai Consiglieri regionali Fugatti e Civettini, per sapere, dato che attualmente la scena in materia di previdenza complementare a carattere locale sembra essere dominata da PensPlan con il supporto della Regione, se sia possibile istituire una sorta di INPS del Trentino, secondo quanto disposto dall’articolo 6 dello Statuto, in modo da assicurare maggiori garanzie, controlli e tutele;
n. 77, presentata in data 15 ottobre 2014 dai Consiglieri regionali Viola e Simoni, per sapere se, per quanto di competenza della Regione, la circolare emanata dalla Ripartizione affari istituzionali il 13 agosto 2014 inerente l’adeguamento del regolamento per il personale ai criteri generali in materia di incarichi vietati ai pubblici dipendenti, ai sensi dell’articolo 1, comma 60, della legge 6 novembre 2012, n. 190, è stata applicata e se e come sono monitorati al riguardo l’applicazione e l’adeguamento degli Statuti delle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona (APSP).
È stata data risposta alle interrogazioni nn. 63, 68, 69, 71, 73, 74 e 75. Il testo delle interrogazioni medesime e le relative risposte scritte formano parte integrante del resoconto stenografico della presente seduta.
MITTEILUNGEN
Es ist der nachstehende angeführte Gesetzentwurf eingebracht worden:
Xx. 00, xxxxxxxxxxx xx 00. Xxxxxxxxx 0000 xxx xxx Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Bottamedi und Avanzo: Änderungen zu den Artikeln 7 und 11 des Regionalgesetzes Nr. 7 vom 9. August 1982 „Ordnung der Handels-, Industrie-, Handwerks- und Landwirtschaftskammern von Trient und von Bozen“ mit seinen späteren Änderungen.
Es sind folgende Anfragen mit der Bitte um schriftliche Antwort eingereicht worden:
Nr. 71, eingebracht am 26. September 2014 vom Regionalratsabgeordneten Xxxxxx Xxxxxx, um in Erfahrung zu bringen, ob der Regionalausschuss Initiativen zum Gedenken an den Künstler Xxxxxxxx Xxxxxxxxx, 10 Jahre nach dessen Tod, ergreifen wird;
Nr. 72, eingebracht am 29. September 2014 vom Regionalratsabgeordneten Xxxxxxx Xxxxx, um in Erfahrung zu bringen, wann die Xxxxxxxxxxxx xxx Xxxxxxxxxxxxxxx-Xxxxxxxxxxx xxxxx Xxxxxxxxxxxxxx Xx. 0/0000 getätigt
wurden, wer die Empfänger waren und wo die Bank des Empfängers ihren Sitz hat;
Nr. 73, eingebracht am 3. Oktober 2014 vom Regionalratsabgeordneten Xxxxxxxxxx Xxxx, um Informationen über die Xxxxxxxxx xxx xxx Xxxxxxxxxx xxx Xxxxxxxxx xxx Xxxxxxxxxxxxxxxxxx, die auf dem regionalen Sender der Rai ausgestrahlt werden, zu erhalten und im Besonderen welche Form, Dauer, Inhalte, Organisation und Kosten das Projekt hatte, das in den Bezeichnungen der Region auch den italienischen Wortlaut „Alto Adige“ enthalten müsste;
Nr. 74, eingebracht am 3. Oktober 2014 vom Regionalratsabgeordneten Xxxxxxxxxx Xxxx, um zu erfahren, ob der Regionalausschuss nicht dem Beispiel Österreichs zu folgen gedenkt, indem auf die Baustellen des Brennerbasistunnels hingewiesen wird und entlang der Strecke der Brennerautobahn - aber nicht nur dort - erklärende Tafeln angebracht werden, mit denen die Errichtung dieses außerordentlichen Projektes angekündet wird;
Nr. 75, eingebracht am 9. Oktober 2014 vom Regionalratsabgeordneten Xxxxxxxxxx Xxxx, um zu erfahren, über welche Sitze, Ämter, Infrastrukturen oder anderes Eigentum die Region Trentino-Südtirol auf dem Xxxxxx xxx Xxxxxx, xxx xxxx xxxxxxxxx xxx Xxxxxxx xxx Xxxxxx, xxxxxxx, ob derzeit irgendwelche Verträge unterhalten werden, mit wem und zu welchen Bedingungen;
Xx. 00, xxxxxxxxxxx xx 0. Xxxxxxx 0000 xxx xxx Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Xxxxxxx und Civettini, um in Erfahrung zu bringen, ob es möglich ist, im Sinne des Art. 6 des Statutes eine Art INPS/NISF des Trentino zu errichten, da derzeit PensPlan mit der Unterstützung der Region im Bereich der Zusatzvorsorge den Ton angibt, und somit eine größere Sicherheit, Kontrolle und Xxxxxx zu gewährleisten;
Xx. 00, xxxxxxxxxxx xx 00. Xxxxxxx 0000 xxx xxx Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Xxxxx und Xxxxxx, um in Xxxxxxxxx xx xxxxxxx, xx xxx xx 00. August 2014 von der Abteilung Institutionelle Angelegenheiten der Region verschickte Rundschreiben betreffend die Anpassung der Personalordnung an die allgemeinen Kriterien betreffend die den öffentlichen Bediensteten verbotenen Aufträge im Sinne des Art. 1 Abs.
60 des Gesetzes Nr. 190 vom 6. November 2012 zur Anwendung gekommen ist und ob dessen Anwendung und Anpassung an die Satzungen der öffentlichen Betriebe für Pflege- und Betreuungsdienste überprüft worden ist.
Die Anfragen Nr. 63, 68, 69, 71, 73, 74 und 75 sind beantwortet worden. Die Anfragen und die entsprechenden Antworten bilden integrierten Bestandteil des stenographischen Berichts über diese Sitzung.
PRESIDENTE: Passiamo alla trattazione del punto n. 1 iscritto all’ordine del giorno: Mozione n. 15, presentata dai Consiglieri regionali Fugatti, Civettini e Bezzi, per impegnare la Giunta regionale, che partecipa al capitale della Società Autostrada del Brennero S.p.A. ai sensi della legge regionale 20 novembre 1958, n. 25, a prevedere il divieto per gli autisti di camion di effettuare il riposo settimanale di cui all’articolo 4 del Regolamento CE 561/2006 a bordo del mezzo, nelle aree di sosta lungo l’Autostrada del
Brennero nel territorio della nostra Regione, al fine di scongiurare e diminuire la concorrenza sleale dei Paesi dell’Est, in accordo con i Vertici dell’Autostrada e delle Forze dell’ordine.
Volevo comunicare all’aula che abbiamo un problema tecnico per quanto riguarda le prenotazioni, vediamo di risolverlo nel più breve tempo possibile.
Ha chiesto la parola al consigliere Xxxxxxx.
XXXXXXX: Grazie, Presidente. Avevamo preso degli accordi verbali con il vice Presidente Xxxxxxxxxxx la volta scorsa e quindi per sospendere questa mozione attenderei che il vice Presidente fosse in aula.
Il vice Presidente si prendeva l’impegno di organizzare un tavolo tra A22 e autotrasportatori, so che questo è iniziato, perché ho avuto modo di interloquire con il vice Presidente e quindi se il vice Presidente Xxxxxxxxxxx è d’accordo sul dire: continuiamo questa attività, la mozione rimane sospesa come l’altra volta.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il vice Presidente Kompatscher.
KOMPATSCHER: Dankeschön, Herr Präsident!
In der Tat ist es so, dass wir inzwischen mehrere Treffen gehabt haben, einmal mit den Xxxxxxxxxx xxx Xxxxxxxxxxxxxxx X00, aber auch mit dem Präsidenten von XXXXX, der Vereinigung der Transportunternehmer, um auch darüber zu sprechen, welche Maßnahmen auch im Sinne eines Schutzes unseres Transportsektors notwendig und richtig wären. Es gibt auch einige Beispiele, z. B. auch Frankreich, wo es ein Staatsgesetz gibt, das vorsieht, dass die Frächter nach einer gewissen Zeit, also nach einigen Tagen mindestens 48 Stunden Ruhepause haben müssen und diese nicht im Fahrzeug verbringen dürfen. Das wäre eine Regelung, die auch unsere Frächter begrüßen würden, denn das würde auch unsere Frächter schützen, weil das natürlich dann entsprechende Wirkungen hat. Diese französische Regelung ist auch aufrecht geblieben nach der Überprüfung der europäischen Kommission und somit habe ich bereits dem Infrastrukturminister empfohlen, das zu überprüfen. Das andere ist das Treffen mit der A22, dort ist vereinbart worden, dass demnächst – und der Termin steht bereits – ein Treffen zwischen A22, ASFINAG und dem Bayerischen Verkehrsministerium stattfindet. Denn es ist auch festgelegt worden, dass es bezüglich der Verkehrsflüsse und der Standplätze usw. eine überregionale Strategie braucht. Dieses Treffen wird stattfinden, anschließend wird uns berichtet werden, den drei Landeshauptleuten der Euregio und anschließend würde ich hier im Plenum dann über die verschiedenen Vorschläge berichten und dann könnten wir einen entsprechenden Beschlussantrag vielleicht in modifizierter Form auch annehmen. Das wäre der Vorschlag und deshalb bitte ich auch, den Vorschlag noch einmal auszusetzen.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxxxx. Prego.
FUGATTI: Va bene.
PRESIDENTE: La mozione n. 15 è sospesa e rinviata.
Passiamo all’esame del punto n. 2 iscritto all’ordine del giorno: Disegno di legge n. 18: Rendiconto generale della Regione autonoma Trentino-Alto Adige per l’esercizio finanziario 2013 (presentato dalla Giunta regionale).
PRESIDENTE: Prego il Presidente della II Commissione legislativa, consigliere Xxxxxxx, di dare lettura della relazione accompagnatoria.
RENZLER:
B e r i c h t
Die 2. Gesetzgebungskommission hat den vom Regionalausschuss eingebrachten Gesetzentwurf Nr. 18 mit dem Titel: „Allgemeine Rechnungslegung der Autonomen Region Trentino-Südtirol für das Haushaltsjahr 2013“ (eingebracht vom Regionalausschuss) in der Sitzung vom 25. September 2014 beraten.
Der Begleitbericht wurde – da von der Kommission einhellig gutgeheißen – als verlesen betrachtet.
Im Rahmen der Erläuterung verwies Assessor Xxxxxxx darauf, dass der vorliegende Gesetzentwurf technische Aspekte zum Inhalt habe und es vom politischen Gesichtspunkt her sehr schwierig sei, die Rechnungslegung zu beurteilen, da es im Jahr 2013 einen politischen Wechsel gegeben hat. Er erklärte, dass die Beamten des Regionalausschusses für allfällige Klarstellungen und zur Vertiefung der technischen Aspekte dieses Haushaltsdokumentes zur Verfügung stünden.
Der Kommissionsvorsitzende Xxxxxxx eröffnete die Generaldebatte. Da sich niemand zu Wort meldete, ließ er über den Übergang zur Sachdebatte abstimmen, der mit 9 Jastimmen (Abg. Xxxxxxx, Xxxxxx. Degasperi, Maestri, Manica, Oberhofer, Passamani, Xxxxxxxx und Xxxxxx) und 1 Enthaltung (Abg. Bezzi) genehmigt wurde.
Es gab keine Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.
Xxx Xxxxxxxxxxxxx Xx. 00 wurde daraufhin zur Endabstimmung gestellt und bei 7 Jastimmen (Abg. Renzler, Xxxxxx, Maestri, Manica, Passamani, Xxxxxxxx und Xxxxxx), 2 Gegenstimmen (Abg. Xxxxxxxxx und Pöder) und 2 Stimmenthaltungen (Abg. Xxxxx und Degasperi) von der Kommission gutgeheißen.
Der Gesetzentwurf wird nun zur weiteren Beratung an den Regionalrat weitergeleitet.
R e l a z i o n e
La II Commissione legislativa ha esaminato, nella seduta del 25 settembre 2014, il disegno di legge n. 18: “Rendiconto generale della Regione Autonoma Trentino- Alto Adige per l’esercizio finanziario 2013” - presentato dalla Giunta regionale.
Non essendovi obiezioni, la relazione viene data per letta con il voto unanime dei commissari.
In sede di illustrazione, l’Assessore Xxxxxxx informa che il presente disegno di legge tratta di questioni tecniche ed aggiunge che, dal punto di vista politico, è difficile commentare il rendiconto in quanto, com’è noto, proprio nell’anno 2013 c’è stato un cambiamento dal punto di vista politico. Fa presente che per la
discussione e l’approfondimento degli aspetti tecnici, inerenti al documento in esame, sono presenti i funzionari dell’ esecutivo regionale.
Il Presidente Xxxxxxx apre la discussione generale e, nessuno intervenendo, pone in votazione il passaggio alla discussione articolata, che risulta approvato con 9 voti favorevoli (consiglieri Xxxxxxx, Xxxxxx, Xxxxxxxxx, Xxxxxxx, Xxxxxx, Xxxxxxxxx, Xxxxxxxxx, Xxxxxxxx e Xxxxxx), e 1 voto di astensione (consigliere Xxxxx).
Non vi sono interventi in sede di dichiarazione d voto.
Posto in votazione finale il disegno di legge n. 18 risulta approvato con 7 voti favorevoli (consiglieri Xxxxxxx, Xxxxxx, Xxxxxxx, Xxxxxx, Xxxxxxxxx, Xxxxxxxx e Xxxxxx), 2 voti contrari (consiglieri Xxxxxxxxx e Xxxxx) e 2 voti di astensione (consiglieri Xxxxx e Xxxxxxxxx).
Si rimette pertanto il disegno di legge all’ulteriore esame del Consiglio regionale.
PRESIDENTE: Grazie. Sospendo la seduta per 5 minuti a causa di problemi tecnici all’impianto audio dell’aula.
(ore 10.40)
(ore 10.47)
PRESIDENTE: Grazie. L’impianto dovrebbe funzionare. È aperta la discussione generale del disegno di legge n. 18. Ha chiesto di intervenire la consigliera Xxxxxxxxx.
XXXXXXXXX: Xxxxx Xxxx Präsident! Ich habe mir diese Rechnungslegung etwas angeschaut und ich muss sagen, ich habe hier mehrere fragwürdige Posten vorgefunden, die nicht ganz klar waren. Aber meine größte Skepsis muss ich allerdings zur gesamten Rechnungslegung äußern, weil ich mir immer noch die Frage stelle, was den Fortbestand der Region überhaupt rechtfertigt. Warum müssen wir doppelte Posten bezahlen und das beste Beispiel ist hier die Bezahlung oder die Ausgaben für die institutionellen Organe. Hier werden über 17 Mio. Euro ausgegeben. Ich sehe für die Region keine Notwendigkeit, denn hier könnte man sparen. Diese Aufgaben, die hier erledigt werden, die können beide Landtage auch gut selbst übernehmen und wie gesagt, ich sehe keine Notwendigkeit für den Fortbestand der Region. Man sieht ja auch mit welchem Enthusiasmus hier mitgearbeitet wird und aus diesem Grund habe ich in der Kommission auch gegen die Rechnungslegung gestimmt und das werde ich hier auch wiederholen. Danke.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono altri interventi? Nessuno.
Metto in votazione il passaggio alla discussione articolata.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 28 voti favorevoli, 7 voti contrari e 7 astenuti, il passaggio alla discussione articolata è approvato.
Art. 1 (Entrate)
1. Le entrate accertate nell’esercizio finanziario 2013 per la competenza propria dell’esercizio risultano stabilite in euro 368.436.731,77.
2. I residui attivi, determinati alla chiusura dell’esercizio 2012, in euro 549.410.767,71, risultano stabiliti - per effetto di maggiori e minori entrate verificatesi nel corso della gestione 2013 - in euro 541.016.056,46.
3. I residui attivi al 31 dicembre 2013 ammontano complessivamente a euro 516.203.337,09, di cui euro 26.599.260,63 per somme rimaste da riscuotere in conto dell’esercizio 2013 e euro 489.604.076,46 per somme rimaste da riscuotere in conto degli esercizi finanziari precedenti.
VIZEPRÄSIDENTMUSSNER:
Art. 1
(Einnahmen)
1. Die Einnahmen, die im Haushaltsjahr 2013 in der Kompetenz festgestellt wurden, belaufen sich auf 368.436.731,77 Euro.
2. Die bei Abschluss des Haushaltsjahres 2012 festgestellten Einnahmenrückstände in Höhe von 549.410.767,71 Euro belaufen sich infolge von Mehr- und Mindereinnahmen im Laufe des Haushaltsjahres 2013 auf 541.016.056,46 Euro.
3. Die Xxxxxxxxxxxxxxxxxxx xx 00. Dezember 2013 betragen insgesamt 516.203.337,09 Euro, wobei 26.599.260,63 Euro noch einzuhebende Beträge auf das Konto des Haushaltsjahres 2013 und 489.604.076,46 Euro noch einzuhebende Beträge auf das Konto der vorhergehenden Haushaltsjahre betreffen.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono interventi sull’articolo 1? Xxxxx, consigliere Xxxxxx.
XXXXXX: Grazie, Presidente. Dalla lettura, anche se poi entreremo nel merito dell’espressione di voto sul rendiconto, che chiaramente riguarda una precedente amministrazione, rilevo questa eccessiva presenza di residui, in particolare di residui attivi e vorrei capire la somma di quasi 516 milioni di euro. Una somma che ritengo molto rilevante, da come è originata, soprattutto come dice l’articolato: euro 489.604.076,46 per somme rimaste da riscuotere in conto degli esercizi finanziari precedenti. La ritengo una somma non troppo giustificata.
Vorrei un attimo di spiegazione per capire come mai non riusciamo ad introitare i soldi al bilancio della Regione.
PRESIDENTE: Ci sono altri interventi? Xxxxx, vice Presidente Xxxxxxxxxxx.
KOMPATSCHER: Xxxxx Xxxx Präsident! Zur aufgeworfenen Frage oder zunächst darf ich mal festhalten, dass der Rechnungshof das positive Gutachten gegeben hat zu dieser Rechnungslegung, was auch nicht eine Selbstverständlichkeit ist, das kennen wir auch in anderen Zusammenhängen und somit auch alles seine Ordnungsmäßigkeit hat. Was die Aktivrückstände anbelangt, die vom Kollegen Xxxxxx angesprochen worden sind, das sind natürlich die Summen, die wir vom Staat noch zu bekommen haben. Wir bekommen jährlich rund 50 Mio. dieser Altlasten ausbezahlt. Es wird leider noch
eine gewisse Zeit dauern, also einige Jahre, bis diese Aktivrückstände abgebaut sind. Die beziehen sich aber wirklich auf die Beträge, die seitens des Staates an die Region geschuldet sind. Es ist in der derzeitigen Haushaltssituation, in der sich der Staat befindet, nicht zu erwarten, dass es in irgendeiner Form möglich ist, auch dies schneller zurückzuerhalten und deshalb ist es eine Tatsache, dass wir diese Aktivrückstände leider nur sehr langsam abbauen. Es sind aber mit Sicherheit einbringliche Forderungen und somit besteht nicht das Risiko, dass wir die irgendwann streichen müssen, aber es dauert halt seine Zeit, bis wir sie abbauen können. Ansonsten denke ich ist diese Rechnungslegung auch in ihrer Ordnungsmäßigkeit zur Gänze vom Rechnungshof bestätigt worden und somit dürfte einer Zustimmung auch nichts im Wege stehen.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono altri interventi? Se non ci sono interventi, metto in votazione l’articolo 1.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 23 voti favorevoli, 11 voti contrari e 7 astenuti, l'articolo 1 è approvato.
Art. 2 (Spese)
1. Le spese impegnate nell’esercizio finanziario 2013 per la competenza propria dell’esercizio risultano stabilite in euro 869.471.222,04.
2. I residui passivi, determinati alla chiusura dell’esercizio 2012, in euro 81.142.974,40, risultano stabiliti - per effetto di economie, perenzioni e prescrizioni verificatesi nel corso della gestione 2013 - in euro 58.176.862,54.
3. I residui passivi al 31 dicembre 2013 ammontano complessivamente a euro 335.170.779,21, di cui euro 291.007.716,61 per somme rimaste da pagare in conto dell’esercizio 2013 e euro 44.163.062,60 per somme rimaste da pagare in conto degli esercizi finanziari precedenti.
VIZEPRÄSIDENT XXXXXXX:
Art. 2
(Ausgaben)
1. Die Xxxxxxxx, xxx xx Xxxxxxxxxxxxx 0000 xx xxx Xxxxxxxxx xxxxxxxxxxxxx wurden, belaufen sich auf 869.471.222,04 Euro.
2. Die bei Abschluss des Haushaltsjahres 2012 festgestellten Ausgabenrückstände in Höhe von 81.142.974,40 Euro belaufen sich infolge von Einsparungen, Verfall und Verjährung im Laufe des Haushaltsjahres 2013 auf 58.176.862,54 Euro.
3. Die Xxxxxxxxxxxxxxxxxx xx 00. Dezember 2013 betragen insgesamt 335.170.779,21 Euro, wobei 291.007.716,61 Euro noch auszuzahlende Beträge auf das Konto des Haushaltsjahres 2013 und 44.163.062,60 Euro noch auszuzahlende Beträge auf das Konto der vorhergehenden Haushaltsjahre betreffen.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono interventi? Se non ci sono interventi, metto in votazione l’articolo 2.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 26 voti favorevoli, 11 voti contrari e 6 astenuti, l'articolo 2 è approvato.
Art. 3 (Avanzo di consuntivo)
1. L’avanzo di consuntivo dell’esercizio finanziario 2013 risulta stabilito in euro 448.832.541,75 come segue:
Giacenza di cassa all’inizio dell’esercizio 2013 467.027.838,10 Entrate riscosse + 393.249.451,14
Spese pagate - 592.477.305,37
Giacenza di cassa alla fine dell’esercizio 2013 = 267.799.983,87 Residui attivi + 516.203.337,09
Residui passivi - 335.170.779,21 Avanzo di consuntivo dell’esercizio 2013 = 448.832.541,75
VIZEPRÄSIDENT XXXXXXX:
Art. 3
(Abschlussüberschuss)
1. Der Abschlussüberschuss des Haushaltsjahres 2013 beläuft sich auf 448.832.541,75 Euro und wurde wie folgt festgestellt:
Kassenbestand zu Beginn des Haushaltsjahres 2013 467.027.838,10 Eingehobene Einnahmen + 393.249.451,14
Getätigte Ausgaben - 592.477.305,37
Xxxxxxxxxxxxx xx Xxxx xxx Xxxxxxxxxxxxxxx 0000 = 267.799.983,87 Einnahmenrückstände + 516.203.337,09
Ausgabenrückstände - 335.170.779,21
Xxxxxxxxxxxxxxxxxxx xxx Xxxxxxxxxxxxxxx 0000 = 448.832.541,75
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono interventi? Se non ci sono interventi, metto in votazione l’articolo 3.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 26 voti favorevoli, 13 voti contrari e 5 astenuti, l'articolo 3 è approvato.
Art. 4
(Conto generale del patrimonio)
1. La situazione patrimoniale al termine dell’esercizio finanziario 2013 presenta un miglioramento patrimoniale di euro 15.977.509,65 stabilito come segue:
Consistenza delle attività patrimoniali al 31.12.2013 + 1.641.158.323,39
Consistenza delle passività patrimoniali al 31.12.2013 | - 335.170.779,21 |
Eccedenza attiva al 31.12.2013 | + 1.305.987.544,18 |
Eccedenza attiva al 31.12.2012 | - 1.290.010.034,53 |
Miglioramento patrimoniale al 31.12.2013 VIZEPRÄSIDENT XXXXXXX: | = 15.977.509,65 |
Art. 4
(Allgemeine Vermögensrechnung)
1. Die Vermögenslage bei Abschluss des Haushaltsjahres 2013 weist eine Verbesserung in Höhe von 15.977.509,65 Euro auf, die wie folgt festgestellt wurde:
Bestand der Vermögensaktiva am 31.12.2013 + 1.641.158.323,39
Bestand der Vermögenspassiva am 31.12.2013 | - 335.170.779,21 |
Überschuss am 31.12.2013 | + 1.305.987.544,18 |
Überschuss am 31.12.2012 | - 1.290.010.034,53 |
Vermögensverbesserung am 31.12.2013 | = 15.977.509,65 |
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono interventi? Se non ci sono interventi, metto in votazione l’articolo 4.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 28 voti favorevoli, 13 voti contrari e 6 astenuti, l'articolo 4 è approvato.
Art. 5
(Approvazione del rendiconto generale)
1. È approvato il rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2013, nelle componenti del conto del bilancio e del conto generale del patrimonio.
VIZEPRÄSIDENT XXXXXXX:
Art. 5
(Genehmigung der allgemeinen Rechnungslegung)
1. Die aus der Haushaltsrechnung und aus der allgemeinen Vermögensrechnung bestehende allgemeine Rechnungslegung der Region für das Haushaltsjahr 2013 wird genehmigt.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono interventi? Se non ci sono interventi, metto in votazione l’articolo 5.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 26 voti favorevoli, 12 voti contrari e 6 astenuti, l'articolo 5 è approvato.
Ci sono interventi in dichiarazione di voto? Se non ci sono interventi, passiamo alla votazione del disegno di legge n. 18.
Per l’approvazione dei bilanci e dei rendiconti finanziari della Regione è necessario il voto favorevole della maggioranza dei consiglieri della Provincia di Trento e di quelli della Provincia di Bolzano.
Si vota separatamente per Provincia, secondo quanto previsto dall’art.
84 dello Statuto di autonomia.
Pongo in votazione finale il disegno di legge n. 18 per appello nominale. Iniziamo con i consiglieri della Provincia di Trento.
SEGRETARIO-QUESTORE: XXXXXX Xxxxxx (sì), XXXXXXXX Xxxxxxx (sì), XXXXX
Xxxxxxx (xxxxxxxx), XXXXX Xxxxxxx (no), BORGONOVO RE Donata (sì), BOTTAMEDI Xxxxxxx (non presente), XXXXXXXXX Xxxxxxx (no), CIVICO Xxxxxx (non presente), XXXXXXXXXXXX Xxxxxxx (sì), XXXXXXXXX Xxxxxxx (no), DE XXXXXX Xxxxxx (sì), XXXXXXX Xxxxxxxx (sì), XXXXXXXXX Xxxxx (sì), XXXXXXXXX Xxxxxxx (astenuto), XXXXXXX Xxxx (non presente), XXXXXXX Xxxxxxxx (no), XXXXXXXX Xxxxx (sì), XXXXXXXXXX Xxxxx (non presente), XXXXXXXX Xxxx (non presente), XXXXXXXXX Xxxxxx (sì), XXXXXX Xxxxxxxx (sì), XXXXXXX Xxxxx (sì), XXXXXX Xxxxxxx (sì), XXXXXXXXX Xxxxxxx (non presente), XXXXXXX Xxxxx (sì), XXXXX Xxxxx (non presente), XXXXX Xxxxxxxxxx (non presente), XXXXXXXXX Xxxxxxxxx (sì), XXXXXXXXX Xxxxxxxx (sì), XXXXX Xxx (non presente), XXXXXX Xxxxxx (xxxxxxxx),
XXXXXX Xxxxx (sì), XXXXX Xxxxxx (non presente), XXXXX Xxxxxxxxxx (astenuto), XXXX Xxxx (sì).
Passiamo ora ai consiglieri della Provincia di Bolzano.
SEGRETARIO-QUESTORE: XXXXXXXX Xxxxxxx (ja), XXXXX Xxxxxxxxx (ja), XXXXXXX Xxxxx (no), XXXXX Xxxxxxx (non presente), XXXXX Xxxxxx (nein), XXXX Xxxxxxxx (ja), DELLO SBARBA Xxxxxxxx (no), XXXXX Xxxxxxxx (nein), XXXXX Xxxx (nein), HOCHGRUBER XXXXXXX Xxxxx Xxxxxxxxx (ja), XXXXX Xxx (nein), XXXXX Xxxx (nein), XXXXXXXXXXXXX Xxxx (nein), XXXXXXXXXXX Xxxx (ja), XXXXXXX Xxxx (nein), XXXX Xxxx (nein), XXXXXXX Xxxxxxx (ja), XXXXXXX Xxxxx (ja), XXXXXXXXX Xxxxxx (nein), XXXXX Xxxxxxx (non presente), XXXXXXX Xxxxxxx (ja), XXXXXXXX Xxxxxx (non presente), XXXXXXX Xxxxxx (ja), XXXXXX Xxxxxx (ja), XXXXXXX XXXXXXXX Xxxxxxxx (non presente), XXXXXXX Xxxxxx (ja), XXXXXXX Xxxxxx (nein), XXXXXXX Xxxxxxx (ja), XXXXXXXXXX Xxxxxx (nein), XXXXXXXXX Xxxxxxxxx (sì), XXXXXXXXXXXXXXXXXX Xxxxxxxxx (ja), XXXX Xxxxxxxxxx (no), XXXXXXX Xxxxxx (non presente), XXXXXX Xxxxxx (ja), XXXXXXXXXXX Xxxxxxxx (nein).
PRESIDENTE: Comunico l’esito della votazione:
Provincia di Trento
votanti | 25 |
maggioranza richiesta | 18 |
voti favorevoli | 17 |
voti contrari | 4 |
astensioni | 4 |
Provincia di Bolzano | |
votanti | 30 |
maggioranza richiesta | 18 |
voti favorevoli | 15 |
voti contrari | 15 |
Non essendo stata raggiunta la maggioranza richiesta fra i consiglieri di entrambe le Province, il disegno di legge n. 18 verrà inviato all’Organo regionale per il riesame dei bilanci e dei rendiconti, come previsto dall’articolo 84 dello Statuto di autonomia.
Passiamo alla trattazione del punto n. 3 iscritto all’ordine del giorno: Proposta di delibera n. 9: Approvazione del Rendiconto del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2013 (presentata dall’Ufficio di Presidenza).
RELAZIONE
Signori Consiglieri,
l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale nella seduta del 15 ottobre 2014 ha provveduto, in ottemperanza a quanto previsto dal Regolamento interno, all’esame ed approvazione del documento contabile che riassume i risultati della gestione dell’esercizio finanziario 2013.
Con l’esame e la relativa approvazione da parte dell’aula si chiude l’iter del provvedimento.
Il documento contabile, ora in discussione, risente in modo consistente dell’operazione straordinaria di attualizzazione di una quota dell’assegno vitalizio,
in adempimento delle disposizioni dell’art. 10 della legge regionale 21 settembre 2012, n. 6, per effetto della quale l’ammontare complessivo delle entrate e delle spese sostenute non risulta facilmente confrontabile con quello degli esercizi precedenti.
Gli stanziamenti del bilancio di previsione dell’esercizio 2013 e pluriennale 2013-2015, approvato con delibera del Consiglio n. 28 del 5 dicembre 2012 per un totale di € 42.490.000,00, di cui € 11.300.000,00 per Contabilità Speciali, hanno subito modifiche nel corso dell’esercizio, sia a seguito dell’approvazione della prima variazione del bilancio medesimo, approvata con deliberazione consiliare n. 31 del 2 luglio 2013, che per le variazioni apportate fra i capitoli del documento tecnico di accompagnamento al bilancio, con deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza adottate a termini dell’art. 6 del Regolamento di amministrazione e contabilità. Le previsioni di Entrata e Spesa assestate ammontano ad € 184.250.000,00 di cui € 52.600.000,00 per contabilità speciali.
Il rendiconto relativo all’esercizio 2013 si chiude con un totale di Entrate accertate in conto competenza, al netto delle Contabilità speciali, pari ad
€ 125.443.505,75, (rispetto ad una previsione assestata di € 127.650.000,00 al netto dell’utilizzo dell’avanzo) ed un totale delle spese impegnate pari ad € 125.428.081,33, (rispetto ad una previsione assestata di € 131.650.000,00), ed evidenzia un avanzo di competenza pari ad € 15.424,42.
Le spese depurate degli importi relativi all’operazione straordinaria, risultano ridotte dell’1,53 per cento rispetto all’esercizio precedente, mentre le entrate sono incrementate di oltre il 4 per cento.
Le spese correnti rappresentano la quasi totalità della spesa impegnata che, a eccezione dell’applicazione della legge 6/12 avvenuta nel corso del 2013, è principalmente connessa al pagamento delle indennità dei consiglieri regionali e degli assegni vitalizi e di reversibilità.
La situazione finanziaria evidenzia un avanzo di consuntivo al 31 dicembre 2013 di complessivi € 8.521.504,21 derivante dall’avanzo al primo gennaio 2013 pari ad € 8.377.452,41 cui va aggiunto l’avanzo di competenza ed il miglioramento nella situazione dei residui.
Al 31 dicembre 2013 sono presenti residui attivi pari ad € 608.044,21 e residui passivi pari ad € 3.563.034,52. La gestione dei residui nel 2013 evidenzia un incremento sia di quelli attivi che di quelli passivi, in gran parte conseguenti all’operazione straordinaria effettuata. Tali residui attivi e passivi relativi al riconoscimento del valore attuale, a seguito dell’approvazione della legge regionale 11 luglio 2014, n. 4 che prevede una nuova quantificazione del valore attuale ai Consiglieri interessati, dovranno essere eliminati a chiusura dell’esercizio in corso, in quanto non più coerenti con le nuove disposizioni legislative.
Per il patrimonio dell’ente è da evidenziare un leggero incremento nei beni mobili dovuto ad acquisti di beni, che portano ad un valore delle attività indisponibili pari ad € 1.176.908,05 mentre il valore del patrimonio investito in titoli ed altre attività ha subito una notevole riduzione conseguente sia al disinvestimento delle risorse necessarie per l’applicazione della legge regionale
21 settembre 2012, n. 6, che per la gestione ordinaria ed ammonta a fine esercizio ad € 249.957.540,28. Le attività finanziarie al netto delle passività al 31 dicembre 2013 ammontano ad € 8.521.504,21 come sopra specificate, che sommate al valore del patrimonio disponibile ed indisponibile portano il conto del
patrimonio complessivo dell’Ente, a fine esercizio 2013, ad una consistenza pari ad € 259.655.952,54.
Nel documento contabile allegato, che si divide in conto del bilancio e conto generale del patrimonio, sono documentate analiticamente le entrate e le spese con riferimento ai singoli capitoli di bilancio e sono dimostrate le variazioni apportate alle previsioni iniziali.
Con tali chiarimenti mi permetto di sottoporre alla Vostra approvazione, a nome dell’Ufficio di Presidenza, il rendiconto generale del Consiglio Regionale per l’esercizio finanziario 2013.
IL PRESIDENTE
IL CONSIGLIO REGIONALE
Nella seduta del ;
Visto l'art. 5 del proprio Regolamento interno;
Visto il Regolamento di amministrazione e contabilità, approvato con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 245 del 14 novembre 2011;
Visto il rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2013, approvato dall'Ufficio di Presidenza il giorno 15 ottobre 2014;
A termini dell'art. 6 del Regolamento interno del Consiglio regionale; Visti i prospetti riassuntivi con le dimostrazioni del rendiconto stesso,
sia per la parte inerente al bilancio che per quella inerente al patrimonio;
Vista la deliberazione del Consiglio Regionale n. 28 del 5 dicembre 2012, la quale approvava il bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2013 e pluriennale 2013-2015;
Vista la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale
n. 300 del 6 dicembre 2012 con la quale è stato approvato il documento tecnico di accompagnamento al bilancio di previsione 2013 e pluriennale 2013-2015;
Vista la deliberazione del Consiglio Regionale n. 31 del 2 luglio 2013 con la quale è stata approvata la prima variazione del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2013 e pluriennale 2013-2015;
Viste le deliberazioni dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale n.ri 331 del 13 maggio 2013, 341 del 23 luglio 2013, 351 del 16 ottobre 2013 e 7 del 17 dicembre 2013 concernenti variazioni del documento tecnico di accompagnamento al bilancio di previsione 2013 e pluriennale 2013-2015;
Visto il decreto della Presidente del Consiglio regionale n. 566 del 16 gennaio 2013, relativo alla determinazione dei residui attivi e passivi 2012 e precedenti;
A di voti legalmente espressi,
d e l i b e r a
ENTRATE E SPESE DI COMPETENZA DELL'ESERCIZIO FINANZIARIO 2013
Art. 1
1. Le entrate complessive dell'esercizio finanziario 2013 quali risultano dal conto consuntivo del bilancio sono stabilite
in di cui per Contabilità speciali | € 50.383.575,54 | € | 175.855.696,13 |
delle quali riscosse di cui per Contabilità speciali | € 49.851.383,29 | €
| 175.247.651,92 |
e da riscuotere | € | 608.044,21 |
Art. 2
Le spese complessive dell'esercizio finanziario 2013 quali risultano dal conto consuntivo del bilancio sono stabilite
in di cui per contabilità speciali | € | 176.816.698,84 |
€ 50.914.328,91 | ||
delle quali pagate di cui per contabilità speciali | € | 173.253.664,32 |
€ 49.796.019,17 | ||
e da pagare | € | 3.563.034,52 |
Art. 3
1. Le entrate e le spese di competenza dell'esercizio finanziario 2013 risultano pari a:
Entrate di competenza al netto delle entrate per contabilità speciali | € | + | 125.443.505,75 |
Spese di competenza al netto delle spese per contabilità speciali | € | - | 125.428.081,33 |
Avanzo di competenza | € | 15.424,42 |
RESIDUI ATTIVI E PASSIVI ALLA CHIUSURA DELL'ESERCIZIO FINANZIARIO 2013
Art. 4
1. I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2013 sono stabiliti, come dal conto consuntivo del bilancio, nelle seguenti somme:
somme rimaste da riscuotere sulle entrate accertate per la competenza propria dell'esercizio 2013 | € | 600.351,96 | |
di cui per contabilità speciali | € 525.000,00 | ||
somme rimaste da riscuotere sui residui degli esercizi precedenti | € | 7.692,25 | |
di cui per contabilità speciali | € 7.192,25 | ||
Residui attivi al 31 dicembre 2013 | € | 608.044,21 |
2. I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2013 sono stabiliti, come dal conto consuntivo del bilancio, nelle seguenti somme:
somme rimaste da pagare sulle spese impegnate per la competenza propria dell'esercizio 2013 | € | 3.559.934,52 | |
di cui per contabilità speciali | € 1.116.809,74 | ||
somme rimaste da pagare sui residui degli esercizi precedenti | € | 3.100,00 | |
di cui per contabilità speciali | € 1.500,00 | ||
Residui passivi al 31 dicembre 2013 | € | 3.563.034,52 |
Art. 5
1. L'avanzo di consuntivo alla fine dell'esercizio 2013 è accertato nella somma di € 8.521.504,21 come risulta dai seguenti dati:
Disponibilità di cassa al 1° gennaio 2013 | € | 9.482.506,92 | |
Entrate complessive riscosse | “ | + | 175.247.651,92 |
Spese complessive pagate | “ | - | 173.253.664,32 |
Disponibilità di cassa alla fine dell’esercizio 2013 | € | 11.476.494,52 | |
Residui attivi alla fine dell’esercizio 2013 | “ | + | 608.044,21 |
Residui passivi alla fine dell’esercizio 2013 | “ | - | 3.563.034,52 |
Avanzo di consuntivo 2013 | € | 8.521.504,21 |
Art. 6
1. La situazione patrimoniale al termine dell'esercizio finanziario 2013 presenta un peggioramento patrimoniale di € 100.429.907,89 stabilito come segue:
Consistenza delle attività patrimoniali al 31.12.2013 | € | + | 263.218.987,06 |
Consistenza delle passività patrimoniali al 31.12.2013 | “ | - | 3.563.034,52 |
Patrimonio netto al 31.12.2013 | € | + | 259.655.952,54 |
Patrimonio netto al 31.12.2012 | “ | - | 360.085.860,43 |
Peggioramento patrimoniale al 31.12.2013 | € | - | 100.429.907,89 |
NOTA PRELIMINARE AL CONTO DEL BILANCIO
Le previsioni di competenza dell'entrata e della spesa per l'esercizio finanziario 2013 e pluriennale 2013-2015, approvate dal Consiglio regionale con delibera
n. 28 del 5 dicembre 2012, sono stabilite in via iniziale in € 42.490.000,00 di cui € 11.300.000,00 per Contabilità speciali. Con la prima variazione al bilancio approvata dal Consiglio regionale con delibera n. 31 del 2 luglio 2013 le previsioni di competenza dell’entrata e della spesa per l’esercizio finanziario 2013 sono state aumentate di € 141.760.000,00 di cui € 41.300.000,00 per Contabilità speciali.
Nel corso dell'esercizio finanziario 2013 sono state effettuate, con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, quattro variazioni del documento tecnico di accompagnamento del bilancio a termini dell'art. 6 del Regolamento di contabilità, che prevede la possibilità di disporre variazioni compensative degli stanziamenti di competenza limitatamente ai capitoli di spesa di una unità previsionale.
Tenuto conto delle succitate variazioni, le previsioni definitive per l'esercizio finanziario 2013 risultano dai prospetti allegati dove sono evidenziate le risultanze della gestione delle entrate e delle spese, secondo un'articolazione conforme alla struttura del bilancio di previsione e alla disaggregazione in capitoli del documento tecnico, che consente la rilevazione dei risultati per funzione obiettivo e per unità previsionale di base.
Ci sono interventi? Se non ci sono interventi, passiamo alla votazione della proposta di delibera n. 9.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 32 voti favorevoli, 8 voti contrari e 17 astenuti, la proposta di delibera n. 9 è approvata.
Passiamo alla trattazione del punto n. 4 iscritto all’ordine del giorno: Proposta di delibera n. 10: Approvazione della prima variazione del Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2014 e pluriennale 2014 – 2016 (presentata dall’Ufficio di Presidenza).
RELAZIONE
Signori Consiglieri,
l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale nella seduta del 15 ottobre 2014 ha provveduto, in ottemperanza a quanto previsto dal Regolamento interno, all’esame ed approvazione della variazione del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario in corso necessaria per dare attuazione alle disposizioni approvate con le leggi regionali numeri 4 e 5 dell’11 luglio 2014. Con la legge regionale n. 4/2014 è prevista l’interpretazione autentica dell’art. 10 della legge regionale n. 6/2012 comportante una nuova quantificazione del valore attuale erogato agli ex Consiglieri regionali che avevano optato per la riduzione del loro assegno vitalizio nonché il rinvio della procedura di attualizzazione al momento di maturazione dei requisiti per il percepimento dell’assegno vitalizio nei confronti di tutti i Consiglieri che non avevano maturato i requisiti medesimi. Ciò comporta la richiesta di restituzione delle maggiori somme erogate agli ex Consiglieri optanti nonché la richiesta di restituzione delle somme erogate in anticipo ai Consiglieri non aventi diritto. La legge citata prevede la nullità di tutti gli atti di precedenti quantificazioni del valore attuale e la modifica della titolarità delle quote del Fondo Family sia degli ex Consiglieri che restituiscono le somme mediante la messa a disposizione delle quote predette sia di quelle inizialmente attribuite ai Consiglieri che non hanno ancora maturato i requisiti per il percepimento dell’assegno vitalizio.
In questi giorni si stanno ultimando le procedure amministrative relative alla rideterminazione del valore attuale degli ex Consiglieri optanti e le prime informazioni pervenute rispetto alle modalità di restituzione delle somme indicano che la prevalenza verrà data alla messa a disposizione delle quote del Fondo Family, per il controvalore da restituire al Consiglio regionale. La legge n. 4/2014 ha previsto che le entrate effettive derivanti dalle restituzioni conseguenti alla riquantificazione del valore attuale siano destinate al Fondo regionale per il sostegno della famiglia e dell’occupazione. In considerazione della impossibilità di prevedere, in sede di approvazione della legge regionale n. 4/2014, gli eventuali maggiori oneri a carico del bilancio del Consiglio nel caso opzione, prevista dalla legge, da parte degli ex Consiglieri per ritornare alla situazione precedente l’applicazione della legge regionale n. 6/2012, previa restituzione delle intere somme percepite a titolo di valore attuale, era stata individuata la copertura delle maggiori spese mediante l’utilizzo dei fondi derivanti dalle restituzioni.
Fino alla data di predisposizione del documento di variazione del bilancio di previsione per l’esercizio 2014 e pluriennale 2014-2016 nessuno degli ex Consiglieri ha optato per la ricostituzione della posizione giuridica precedente alla applicazione della legge n. 6/2012 e pertanto tutte le somme effettivamente introitate a titolo di restituzione potranno essere fatte confluire nel Fondo regionale per il sostegno della famiglia e dell’occupazione. Gli importi netti complessivi che dovranno essere restituiti, derivanti dall’applicazione delle disposizioni della legge n. 4/2014, ammontano ad oltre € 29.470.000,00 e
comprendono la restituzione delle somme liquide erogate in anticipo nonché le quote del Fondo Family che rientrano nella disponibilità del Consiglio regionale.
Nella I variazione al bilancio sono previste entrate arrotondate per 27 milioni di euro nell’esercizio in corso e di 2 milioni nell’esercizio 2015, in quanto i termini di legge consentiti per la restituzione slittano in parte nel prossimo esercizio. Ad avvenuta restituzione si procederà al trasferimento delle somme al bilancio della Regione.
La variazione al bilancio in discussione prevede nella Spesa gli oneri derivanti dalle disposizioni approvate con la legge regionale n. 5 dell’11/07/2014 che risultano interamente coperti dalle minori spese per assegni vitalizi e di reversibilità.
Detti oneri prevedono un incremento nella U.P.B. 10.100 – Oneri e interventi per i Consiglieri regionali e per l’Ufficio di Presidenza – per una maggiore spesa relativa alle contribuzioni a carico del Consiglio regionale per la previdenza complementare del periodo di legislatura dell’anno 2013 nonché per la contribuzione a carico dei Consiglieri regionali da inizio legislatura fino al mese di agosto 2014, in quanto la stessa rappresentava un’entrata del bilancio del Consiglio mentre, con le modifiche approvate, verrà gestita nelle Contabilità speciali, con il versamento al Fondo previdenziale di appartenenza.
Va segnalato che nella U.P.B 10.200 - Oneri per assegni vitalizi diretti e di reversibilità – è prevista la riduzione dello stanziamento per euro 2.100.000,00 a seguito dei minori oneri derivanti dall’applicazione della legge regionale 5/2014 nonché tenuto conto di minori spese per gli assegni medesimi.
Nella U.P.B. 10.250 – relativa agli oneri derivanti dall’attualizzazione di una quota dell’assegno vitalizio di cui alle leggi regionali 6/2012 e 4/2014 sono previste le somme per il versamento alla Regione degli importi restituiti da parte dei Consiglieri nonché altre somme per l’attribuzione del valore attuale ai Consiglieri aventi diritto.
La previsione contenuta nelle Contabilità speciali del Bilancio viene aumentata per consentire la gestione di diverse poste che rappresentano partite di giro per l’Ente: in particolare sono previsti gli importi da versare a conguaglio ad alcuni ex Consiglieri, nell’ipotesi di messa a disposizione dell’intero importo delle quote del Fondo Family qualora le stesse scendano sotto l’importo minimo regolamentare, la restituzione di somme versate in misura superiore alla richiesta di restituzione da parte di alcuni ex Consiglieri, nonché in altre fattispecie legate a maggiori oneri fiscali, alle contribuzioni a carico dei Consiglieri per la previdenza complementare, nonché per eventuali restituzioni delle contribuzioni trattenute ai Consiglieri che ne facciano richiesta.
Le disponibilità del bilancio di previsione dell’esercizio 2014, approvato con delibera del Consiglio n. 32 del 10 settembre 2013 per un totale di € 33.500.000,00, di cui € 7.600.000,00 per Contabilità Speciali, sono modificate a seguito della variazione in discussione e sono ridefinite nell’importo complessivo di € 62.210.000,00 di cui € 9.600.000,00 per Contabilità Speciali. Il totale complessivo dell’Entrata e della Spesa per l’esercizio finanziario 2015 è aumentato di euro 2.000.000,00 ed è stabilito nell’importo di euro 34.800.000,00, di cui euro 7.540.000,00 per Contabilità speciali, mentre per l’esercizio 2016 non sono previste modifiche e il totale delle Entrate e Spese è confermato in euro 32.800.000,00.
Con tali chiarimenti mi permetto di sottoporre alla Vostra approvazione, a nome dell’Ufficio di Presidenza, la prima variazione al bilancio di previsione 2014 e pluriennale 2014-2016 del Consiglio Regionale.
IL PRESIDENTE
IL CONSIGLIO REGIONALE
Nella seduta del 2014;
Vista la proposta della prima variazione del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2014 e pluriennale 2014-2016 del Consiglio regionale;
Vista la delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 74/14 del 15 ottobre 2014, che approva detta proposta di variazione del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014 e pluriennale 2014-2016 ;
Visti gli articoli 5 e 6 del Regolamento interno del Consiglio regionale; Visto il Regolamento di amministrazione e contabilità del Consiglio
regionale;
A di voti legalmente espressi,
delibera Art. 1
1. Lo stato di previsione dell’entrata del bilancio di previsione del
Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2014 è aumentato dell’importo di euro 28.710.000,00 di cui euro 2.000.000,00 per Contabilità speciali.
2. Lo stato di previsione della spesa del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2014 è aumentato dell’importo di euro 28.710.000,00 di cui euro 2.000.000,00 per Contabilità speciali.
3. Il totale complessivo dell’Entrata e della Spesa per l’esercizio finanziario 2014 è stabilito nell’importo di euro 62.210.000,00 di cui euro 9.600.000,00 per Contabilità speciali.
4. Il totale complessivo dell’Entrata e della Spesa per l’esercizio finanziario 2015 è stabilito nell’importo di euro 34.800.000,00, di cui euro 7.540.000,00 per Contabilità speciali e il totale complessivo dell’Entrata e della Spesa per l’esercizio finanziario 2016 è stabilito nell’importo di euro 32.800.000,00 di cui euro 7.540.000,00 per Contabilità speciali
Ci sono interventi? Prego, consigliere Xxxxx.
HEISS: Xxxxx Xxxx Präsident, danke für die Darstellung. Ich habe nur eine Frage in diesem Zusammenhang. Sie sehen ja für die Rückflüsse aus dem Family Fonds, aus dem Vorschuss der Leibrenten für das heurige Jahr Einnahmen in Höhe von 27 Mio. Euro vor und 2 Mio. für das Finanzjahr 2015, also einen erheblichen Rückfluss dieser nun korrigierten Vorschusszahlungen und der Anteile des Family Fonds. Für mich stellt sich nur die Frage, es steht heute in der Zeitung eben, dass bis dato ein Betrag von insgesamt über 4 Mio. erst zurückgeflossen ist, also bis zum heutigen Tag und für mich die Frage: Erwarten Sie sich wirklich, dass diese aufgerundeten Xxxxxxxxx xxx 00 Xxx. xx xxxxxxxx Xxxx xxxxxxxx werden. Also mir scheint dieser Ansatz ein wenig optimistisch.
PRESIDENTE: Questo deriva anche per il tempo che sono stati scritti i decreti, abbiamo iniziato il 2014 la spedizione ai primi consiglieri e gli ultimi li abbiamo
spediti circa una settimana fa. I 90 giorni di tempo per la restituzione o per i ricorsi, gli ultimi che sono stati spediti scattano verso la fine di gennaio ed è per quello che abbiamo fatto questa previsione.
I 27 milioni derivano dai 14 milioni e 390 mila delle quote di quei consiglieri che non avevano diritto e in più 5 milioni in contanti, più 7-8 milioni di quote degli ex consiglieri.
Ripeto, questa variazione è la previsione dei 27 milioni che abbiamo previsto sul 2014 e 2 milioni sulla previsione del 2015.
Ci sono altri interventi? Se non ci sono interventi, passiamo alla votazione della proposta di delibera n. 10.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 35 voti favorevoli, 5 voti contrari e 17 astenuti, la proposta di delibera n. 10 è approvata.
Passiamo alla trattazione del punto n. 5 iscritto all’ordine del giorno: Disegno di legge n. 13: Disposizioni in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte della Regione e degli enti a ordinamento regionale (presentato dalla Giunta regionale).
Prego il Presidente della I Commissione legislativa, consigliere Xxxxxxxxx, di dare lettura della relazione accompagnatoria.
KASWALDER:
R e l a z i o n e
La I Commissione legislativa ha esaminato, nella seduta del 25 settembre 2014, il disegno di legge n. 13: ‘Disposizioni in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte della Regione e degli enti a ordinamento regionale’ (presentato dalla Giunta regionale).
A termini di Regolamento, sono pervenuti i pareri formulati dal Consiglio delle autonomie locali della provincia autonoma di Trento e dal Consiglio dei Comuni della Provincia autonoma di Bolzano, prot. n. 2772.
La relazione è stata data per letta, con votazione all’unanimità dei presenti.
L’Assessore Xxxxxxx dà la parola ai due funzionari dell’Esecutivo, dott.ssa Xxxxxxx e dott.ssa Xxxxx per l’illustrazione degli aspetti tecnici del disegno legge, con particolare riferimento al raccordo e al coordinamento del medesimo con la legislazione statale e provinciale in materia.
Il Presidente Xxxxxxxxx apre la discussione generale.
Il consigliere Xxxxxx chiede la parola ed anticipa il suo voto favorevole al provvedimento in esame.
Esprime all’assessore ed ai funzionari dell’Esecutivo il suo apprezzamento per il lavoro fatto su di una materia non semplice e che ha portato ad un risultato importante.
Il consigliere Xxxxxx auspica inoltre che il Consiglio dei Comuni della provincia di Bolzano e il Consiglio delle autonomie locali della provincia di Trento, diano pareri unitari della realtà degli Enti locali, trovando essi stessi la mediazione, in quanto una discrepanza tra di loro potrebbe dare spazio ad eventuali azioni del governo centrale.
Il Presidente Xxxxxxxxx pone in votazione il passaggio alla discussione articolata, che risulta approvato all’unanimità dei presenti.
Nel corso della discussione articolata la Commissione approva due emendamenti, prot. n. 2866 e prot. n. 2882, all’articolo 1, presentati dalla Giunta regionale.
In sede di dichiarazione di voto il consigliere Xxxxxx ribadisce quanto detto nella discussione generale.
Il consigliere Xxxx annuncia il suo voto favorevole al disegno di legge, sottolinea che fino ad ora la Regione, in materia di trasparenza e di informazioni online, non si è contraddistinta rispetto alle due Province autonome, ed auspica che essa favorisca sempre più ai cittadini l’accesso alle informazioni.
Il disegno di legge n. 13, posto in votazione finale, viene approvato con 6 voti favorevoli (consiglieri Xxxxxxxxx, Xxxxx, Xxxxxx, Xxxxxx, Xxxxxx, Xxxx) e con 4 voti di astensione (consiglieri Xxxxx, Xxxxx, Xxxxx, Xxxx).
Si rimette pertanto il disegno di legge all’ulteriore esame del Consiglio regionale.
PRESIDENTE: Grazie. È aperta la discussione generale. Qualcuno vuole intervenire? Prego, consigliera Foppa.
FOPPA: Sì, grazie Presidente! Die Transparenz, dass dieses Thema hier im Regionalrat aufgegriffen wird, ist sehr wichtig und ich finde es auch schade, dass sich nicht sofort eine ganze Reihe von Menschen zu diesem wichtigen Thema zu Wort gemeldet hat. Denn gerade für eine ungeliebte Gruppe von Berufstätigen wie uns wäre es umso wichtiger, dass wir uns Gedanken darüber machen, wie wir eine ebenso ungeliebte Institution wie die Region besser zugänglich machen können. Wenn wir es den Bürgerinnen und Bürgern erleichtern können, die Daten, die sie interessieren, so einfach wie möglich zu finden. Ich weiß jetzt nicht, wie oft ihr auf der Webseite der Region euch befindet, euch dort kundig machen möchtet. Es ist auf jeden Fall äußerst schwierig. Denkt jetzt bitte an die letzten Gemeindewahlen. Bei den Gemeindewahlen in der Autonomen Provinz Bozen kamen die Daten zunehmend herein, sie wurden ständig aktualisiert, die kamen von einer Online-Datenbank. Während hingegen die Daten bei den letzten Wahlen, wo es nur um einige wenige Gemeinden ging, die über die Region eingespielt wurden, da kamen wirklich vorsintflutliche PDF-Dokumente, die man nicht einmal so einfach öffnen konnte bzw. deren Aktualität natürlich immer schon nach wenigen Minuten obsolet war.
Also ich denke mir, es wäre gerade für die Region umso wichtiger, hier einen einfachen Zugang zu schaffen und ich finde es schade, dass wir hier so ein unübersichtliches Gesetz in den Händen haben, das sich auf ein Staatsgesetz bezieht, das in wesentlichen Punkten doch einige wichtige Neuerungen und wichtige Öffnungen in sich tragen würde. Und wir sehen hier, dass doch so wichtige Punkte auch zum Teil gestrichen und dann – was mir unverständlich ist - wieder in einzelnen Punkten aufgenommen wurden und zwar dann nur das, was uns dann eben wahrscheinlich passt.
Einige Punkte möchte ich schon unterstreichen, z. B. dass aus dem Staatsdekret einige Artikel hinausgenommen wurden. Da geht es um den Terminkalender, der veröffentlicht werden könnte. Da geht es um die Veröffentlichung der Daten der Verwaltungstätigkeit zu statistischen Zwecken. Das sind alles interessante Daten möchte ich dazu sagen. Es geht um die Dienstcharta und die Qualitätsstandards der Dienste. Warum sollen die nicht hineinkommen? Warum? Habe das nicht verstanden. Ich finde das sehr wichtig, dass die Bürgerinnen und Bürger auch wissen, was sie von ihren Institutionen erwarten können. Ich möchte noch einmal
darauf verweisen, dass der gute Zugang und die gute Verständlichkeit von Daten wesentlich sind. Das, was sie hier in den Händen halten, ist das genaue Gegenteil, aber bitte, wir sind „addetti ai lavori“. Es geht um die Veröffentlichung des Dreijahresplans für die Transparenz und den Umsetzungsstand, auch gestrichen, öffentliche Bauaufträge, die Vergleichbarkeiten möglich machen. Ein Thema, das glaube ich auch schon in anderen Kontexten besprochen worden ist, sind die Beratungsaufträge. Auch hier gilt eine ganz andere Transparenz für das Personal und für die Führungskräfte, während hingegen andere für die Beratungsaufträge gelten. Hier wird Bezug genommen auf die einschlägigen Landesbestimmungen. Ich bitte mir hier bitte zu erklären, das ist jetzt wirklich eine Unwissenheit meinerseits, auf welche Landesbestimmung, von welchem Land, wie das dann gemeint ist. Wir haben schließlich zwei Länder. Wir finden einige Kann-Bestimmungen und wir wissen alle wie gefährlich Kann-Bestimmungen sind, weil sie natürlich keine Verbindlichkeit herstellen. Es wurde, glaube ich, ebenfalls anderswo schon diskutiert, ob es gescheit ist, die Transparenzverantwortlichen zusammenzulegen mit den Verantwortlichen für die Korruptionsvorbeugung. Hier würde mich eine Stellungnahme eurerseits sehr interessieren.
Die Transparentmachung der Daten über die Bürgermeister, Bürgermeisterinnen und Referenten, die soll nur für sehr wenige Gemeinden gelten, nämlich für Gemeinden über 30.000 EinwohnerInnen, später in der Kommission noch abgeändert auf 50.000. Vielleicht kann auch hier der Assessor uns noch den Hintergrund erklären.
Das letzte worauf ich hinweisen möchte, ist die Dauer der Veröffentlichungspflicht. Wir haben im Südtiroler Landtag vor einigen Monaten beschlossen, dass die Beschlüsse der Landesregierung zeitlich unbegrenzt im Netz stehen sollen und das aus gutem Grund, weil wir selbst keinen Zugriff bzw. schnellen Zugriff auf alte Beschlüsse der Landesregierungen haben. Wer nicht schon lange im Geschäft ist weiß natürlich nicht einmal, dass es da ja irgendetwas geben könnte und die Bürgerinnen und Bürger sind meistens nicht schon lange im Geschäft, sondern brauchen eine klare Suchfunktion, um alte Beschlüsse aufzufinden. Das Netz ist ein Archiv, das wir alle nutzen können und das hat auch keine Begrenzung, zumindest bis jetzt. Deshalb sehe ich keinen Grund, warum man Daten nach fünf Jahren aus dem Netz nehmen soll. Und auch hier bin ich dankbar, wenn mir die Begründung dafür gegeben wird. Ich finde überhaupt keinen Sinn, warum man die nach zehn Jahren herausnehmen sollte, geschweige denn nach fünf Jahren.
Also insgesamt habe ich nicht das Gefühl, dass hier in unserer Region in Zukunft mehr Transparenz herrschen wird, sondern womöglich noch weniger in Hinblick auf das, was möglich wäre. Und das finde ich eine versäumte Gelegenheit. Vielen Dank.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono altri interventi? Prego, assessore Xxxxxxx.
XXXXXXX: Dankeschön, Herr Präsident! Erlauben Sie mir bitte, dass ich diesen Gesetzentwurf vorstelle, weil ich gesehen habe bei der Kollegin, dass doch einige Probleme hier vorhanden sind. Natürlich war die Kollegin Xxxxx schneller beim Drücken als ich. Jedenfalls der Gesetzentwurf, der hier vorliegt „Bestimmungen auf dem Sachgebiet der Bekanntmachung, Transparenz und Verbreitung von Informationen seitens der Region und der Körperschaften, für deren Ordnung die Region zuständig ist“ hat als Zielgruppe die öffentliche Verwaltung und die
politischen Organe, die von der Region geregelt werden, sprich die Region selbst, die Gemeinden, die Handelskammer, die öffentlichen Betriebe für Pflege- und Betreuungsdienste sowie die In-House-Gesellschaften der Region und der Gemeinden. Im Wesentlichen sind das alles Organe, die nicht vom Land geregelt sind, sondern von der Region. Mit dem Gesetz 190 aus dem Jahre 2012 setzt der Staat das internationale Abkommen gegen die Korruption aus dem Jahre 2003 um. Das ist der erste Schritt. Es regelt die Pflichten zur Bekanntmachung, zur Transparenz, die Verbreitung von Informationen seitens der öffentlichen Verwaltungen. Das Gesetz richtet sich nach dem Öffentlichkeitsprinzip der Verwaltung aus, wobei die Verwaltung dem Bürger größtmögliche Einblicke in die Verwaltungstätigkeit zu gewähren hat.
Mit diesem Gesetz wurde die Regierung beauftragt, mit einem gesetzesvertretenden Dekret die Frage der Transparenz im Detail zu regeln. Gleichzeitig erkennt der Staat in diesem gesetzesvertretenden Dekret der Autonomen Region Trentino-Südtirol die Xxxxxxxxxxx xx, x. x. xx Xxxxxxx 00, aufgrund der Besonderheit ihrer Rechtsordnung sich mit einem eigenen Gesetz diesem Prinzip anzupassen.
In der letzten Legislaturperiode im Frühjahr 2013 hat die Region festgelegt, dass bis zur Anpassung des gesetzesvertretenden Dekretes die alten Bestimmungen zur Transparenz in Kraft bleiben. Nun ist aber dieses Dekret Nr. 33 genehmigt worden und mit diesem vorliegenden Gesetzentwurf versuchen wir, unserer Anpassungspflicht nachzukommen. Man ist darum bemüht, das grundlegende Prinzip der Transparenz - wie auch von der staatlichen Norm festgelegt - auf Gemeindeebene mit einer möglichst unbürokratischen Regelung auszugestalten. Die Region hat die Pflicht bzw. hat nun jetzt die Möglichkeit, aufgrund ihrer besonderen Bedürfnisse, ihrer Rechtsordnung, unter Achtung des staatlichen Transparenzprinzips sowie unter Achtung der staatlichen Rechtsvorschriften - dem Gesetz 190 vom Jahr 2012 und der Brunetta-Reform aus dem Jahre 2009 - dieses Gesetz anzupassen. So wird z. B. im derzeitigen Entwurf die Veröffentlichungspflicht zum Einkommen, Vermögensstand und zu den Verbindungen zu Gesellschaften auf die Mitglieder des Gemeindeausschusses in den Gemeinden mit mehr als 50.000 Einwohnern beschränkt. Damit beträfe diese Regelung in unserer Region nur die Ausschüsse der zwei Hauptstädte, nämlich Bozen und Trient.
Jetzt zu den Artikeln, einige die vielleicht Frau Xxxxx schon angesprochen hat. Im Art. 1 sind alle Artikel aufgelistet, die nicht zur Anwendung kommen. Und das ist auch eine Antwort auf die Frage der Frau Xxxxx, weshalb werden Artikel gestrichen? Na gut. Es werden all jene Artikel in unserem Entwurf gestrichen, die staatliche Organe betreffen. Also die nicht unsere Organe betreffen, jene der Region oder der Körperschaften, sondern staatliche Organe, wobei weiterhin gestrichen werden all jene Artikel, welche bereits mit anderen Gesetzen, also Gesetzen der Region bzw. auch der Provinz oder durch staatliche Gesetze bereits geregelt sind.
Des Weiteren wird Art. 10 abgeändert, u. z. da ist jener Artikel, wo die Abg. Frau Xxxxx gesagt hat, weshalb das Dreijahresprogramm für die Transparenz gestrichen wird. Es ist im Dekret vorgesehen, dass ein Dreijahresprogramm erstellt wird und in diesem Dreijahresprogramm sollte genau festgehalten werden, wie könnten wir schrittweise zur maximalen Transparenz und dergleichen kommen. Ich glaube einfach, dass der Ausschuss der Regionalregierung der Meinung ist, dass das natürlich ein gewaltiger bürokratischer Aufwand auch für
die Kleinstgemeinden sein wird. Und deshalb der Vorschlag, dieses zu streichen, so u. a. auch der Art. 14, der auch von der Abg. Foppa angesprochen worden ist, weshalb nur die Bürgermeister und Gemeindereferenten in den Gemeinden über
50.000 Einwohner die Verpflichtung haben, auch das Vermögen, Steuererklärung und dgl. zu veröffentlichen. Weil wir einfach der Meinung sind, dass in den kleinen Gemeinden mit einer Entschädigung von 800,00 oder 500,00 Euro das einfach zu viel des Guten ist, wenn man auch Ausschussmitglieder und Bürgermeister verpflichtet, das Vermögen und alles zu veröffentlichen. Sehr wohl sehen wir es vor, für all jene, sowohl für die Gemeindereferenten als auch für den Bürgermeister in den Gemeinden mit über 50.000 Einwohnern.
Art. 15 regelt die Führungskräfte, auch das ist von Frau Xxx. Foppa angesprochen worden. Es ist vorgesehen, dass die Führungskräfte und die Berater sowohl den Vertrag, das Curriculum, andere Aufträge privater Natur, auch die Entschädigung veröffentlichen müssen, dass aber natürlich keine Steuererklärung, kein Besitz veröffentlicht werden muss.
Xx xxx xxxx xxxx xxx Xxx. 00, xxx xxxx xxxxxxxxxx wird und auf unsere Bedürfnisse, angepasst werden sollte. Es geht darum, dass die Leistungsprämien veröffentlicht werden, aber nicht die Leistungsprämien für jeden einzelnen, sondern die durchschnittlich erzielten Leistungsprämien.
Weitere Artikel, die abgeändert werden im Vergleich zum Staatsgesetz, zum Dekret 33, sind die Art. 26 und 27, welche die Veröffentlichung von Xxxxxxxxxxx, von Beiträgen und dgl. betreffen. Auch hier ist es so, dass bereits eine aktuelle Norm Anwendung findet, die hier weiterhin beibehalten werden sollte und dass nicht die neuen Verträge, Bau-, Xxxxxx- und Dienstleistungsaufträge, veröffentlicht werden sollten nach den neuen Bestimmungen. Auch angesprochen worden ist der Transparenzverantwortliche und Korruptionsverantwortliche. Auch hier wird vorgesehen, dass in erster Linie das Exekutivorgan, sprich der Ausschuss, diese Verantwortlichen bestimmen sollte. Auf jeden Fall sollte kein neues Personal wegen dieser Bestimmungen eingestellt werden.
Es ist hier auch noch drinnen, dass all jene Regionalgesetze, die in Widerspruch zu diesem Dekret sind, abgeändert werden müssen, auch das hat Frau Foppa angesprochen. Und einmal geht es darum, die Veröffentlichungsfrist von zehn Jahren durch fünf Jahre zu ersetzen, u. z. wird das deshalb gemacht, weil es auch auf Staatsebene vorgesehen ist, fünf Jahre zur Veröffentlichung und nicht zehn Jahre. Auch hier würden wir uns da anpassen. Wir haben auch noch drinnen, dass die Veröffentlichungspflicht für sämtliche Maßnahmen bzw. Ausgaben besteht, die größer sind als 1.000,00 Euro. Die Veröffentlichungspflicht und die Kann-Bestimmung, wie Sie, Frau Xxxxx, gesagt haben, ist drinnen. Da ist auch möglich, wenn es unbürokratischer ist, dass auch Maßnahmen bzw. Ausgaben veröffentlicht werden, die kleiner sind als 1.000,00 Euro. Dann braucht der Beamte nicht immer kontrollieren, wie weit sind wir jetzt auf 1.000,00 Euro bei Einkäufen, dann werden einfach alle Ausgaben veröffentlicht und ich glaube man hat hier dem Gesetz Genüge getan. Es ist dann noch vorgesehen, die Umsetzung innerhalb von 180 Tagen ab Inkrafttreten dieses Gesetzes. Zum Änderungsantrag vielleicht werde ich dann nachher Stellung nehmen. Dankeschön.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono altri interventi? Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale e metto in votazione il passaggio alla discussione articolata.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 34 voti favorevoli, 3 voti contrari e 10 astenuti, il passaggio alla discussione articolata è approvato.
Articolo 1
Pubblicità, trasparenza e diffusine di informazioni – Accesso civico – Amministrazione trasparente
1. In adeguamento agli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni individuati dalla legge 6 novembre 2012, n. 190, la Regione e gli enti ad ordinamento regionale, applicano, in relazione ai rispettivi ambiti di competenza, le disposizioni contenute nel decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 (nel seguito: decreto) nel testo vigente alla data di entrata in vigore della presente legge, ad eccezione, del comma 1-bis dell’articolo 12, dell’articolo 24, dell’articolo 29, dell’articolo 32, degli articoli da 34 a 41 e del primo periodo dell’articolo 44 e con le seguenti specificazioni:
a) in luogo di quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 9 del decreto, alla scadenza del termine di durata dell’obbligo di pubblicazione, i documenti, le informazioni e i dati sono collocati in archivi accessibili ai sensi delle normative regionale o, per gli enti per cui risulta applicabile, provinciale sul diritto di accesso;
b) non trova applicazione l’articolo 10 del decreto, ad eccezione di quanto disposto dal comma 8 lettere c) e d). Per la Regione e le Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura per posizioni organizzative si intendono gli incarichi di direzione d’ufficio. Sono altresì oggetto di pubblicazione il bilancio di previsione e quello consuntivo, il piano esecutivo di gestione o analoghi atti di programmazione della gestione, nonché i piani territoriali e urbanistici e le loro varianti;
c) per i comuni della regione le disposizioni contenute nell’articolo 14 comma 1 lettera f) del decreto si applicano solo ai sindaci e agli assessori dei comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti, a decorrere dal primo rinnovo di ciascun consiglio comunale successivo all’entrata in vigore della presente legge. Per le Camere di Commercio, Industria, Agricoltura ed Artigianato le disposizioni contenute nell’articolo 14 comma 1 lettera f) si applicano solo al Presidente ed al Vicepresidente delle medesime.
d) l’articolo 15 del decreto si applica limitatamente alla pubblicazione e all’aggiornamento dei dati indicati nelle lettere a), b), c) e d) del comma 1 e solo per gli incarichi dirigenziali a qualsiasi titolo conferiti. Per gli incarichi di collaborazione o consulenza trova applicazione la normativa provinciale in materia;
e) per i comuni della regione in luogo degli articoli 16 e 17 del decreto continua a trovare applicazione quanto disposto dall’articolo 4 della legge regionale 25 maggio 2012, n. 2;
f) in luogo di quanto disposto dall’articolo 20 del decreto vengono pubblicati i dati relativi all’ammontare complessivo dei premi collegati al merito, nonché all’entità del premio mediamente conseguito dal personale dirigenziale e non dirigenziale;
g) l’articolo 23 del decreto si applica limitatamente al comma 1 e con esclusione della lettera b). In luogo degli elenchi dei provvedimenti possono essere comunque pubblicati i provvedimenti adottati dagli organi di indirizzo politico e dai dirigenti. Oltre a tali provvedimenti possono essere pubblicati
tutti gli altri provvedimenti adottati dagli organi di indirizzo politico e dai dirigenti, fermo restando quanto disposto dal comma 3 del presente articolo;
h) in luogo di quanto disposto dall’articolo 25 del decreto, alle finalità del medesimo si provvede mediante la pubblicazione dei dati ai sensi delle disposizioni provinciali in materia di controllo sulle imprese o in materia di sportello telematico per le attività produttive;
i) in luogo degli articoli 26 e 27 del decreto si applica l’articolo 7 della legge regionale 13 dicembre 2012, n. 8 e successive modificazioni come modificato da ultimo dal presente articolo;
l) in materia di obblighi di pubblicazione concernenti i contratti pubblici e gli affidamenti di lavori, servizi e forniture si applicano l’articolo 1, comma 32 della legge 6 novembre 2012, n. 190 e il decreto legislativo 12 aprile 2006,
n. 163, tenuto conto della normativa provinciale in materia.
m) in luogo di quanto disposto dal primo periodo del comma 1 e dal comma 2 dell’articolo 43 del decreto il Responsabile per la trasparenza è nominato dall’organo esecutivo ed è individuato, di norma, nel responsabile per la prevenzione della corruzione;
n) ogni riferimento all’OIV contenuto nel decreto deve intendersi, in mancanza del medesimo, al nucleo di valutazione o all’organo che svolge analoghe funzioni;
o) i richiami alle disposizioni dei decreti legislativi 27 ottobre 2009, n. 150 e 30 marzo 2001, n. 165 e successive modificazioni contenuti nel decreto debbono intendersi riferiti alle corrispondenti disposizioni delle leggi regionali in materia di ordinamento del personale della regione ovvero degli enti a ordinamento regionale, ove previste, e quelli alla legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni debbono intendersi riferiti alle disposizioni regionali ovvero provinciali in materia di procedimento amministrativo, ove previste.
2. Alle aziende e alle società in house della Regione e degli enti a ordinamento regionale si applicano le disposizioni della presente legge, salvo che la disciplina provinciale a cui le medesime devono fare riferimento non regoli diversamente la materia.
3. La pubblicazione di documenti, informazioni e dati ai sensi del presente articolo viene effettuata nel rispetto delle norme in materia di tutela della riservatezza dei dati personali. Le amministrazioni provvedono a rendere non intelligibili i dati personali non pertinenti o non indispensabili ai sensi dell’articolo 4 comma 4 del decreto nei termini e con le modalità compatibili con l’assetto organizzativo dell’amministrazione, tenuto conto dell’obbligo di invarianza finanziaria di cui all’articolo 51 del decreto.
4. Rimangono salve le disposizioni legislative delle Province autonome per gli aspetti di loro competenza.
5. Nel comma 2 dell’articolo 7-quinquies della legge regionale 21 luglio 2000, n. 3 e successive modificazioni le parole: “per almeno dieci anni” sono sostituite dalle parole: “per un periodo di cinque anni, decorrenti dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello da cui decorre l’obbligo di pubblicazione”;
6. All’articolo 7 della legge regionale 13 dicembre 2012, n. 8 sono apportate le seguenti modificazioni:
a) nel comma 1 le parole: “per un periodo non inferiore a dieci anni” sono sostituite dalle parole: “per un periodo di cinque anni, decorrenti dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello da cui decorre l’obbligo di pubblicazione” e dopo le parole: “che dispongono” sono aggiunte le parole: “, per un importo superiore a mille euro”;
b) la lettera b) del comma 1 è soppressa;
c) nel comma 2 le parole: “, con deliberazione del proprio organo esecutivo,” sono soppresse;
d) il comma 4 è sostituito dal seguente:
“4. La pubblicazione effettuata in base ai commi precedenti costituisce condizione legale di efficacia dei provvedimenti di concessione e attribuzione. Resta salva la facoltà di pubblicare anche i provvedimenti che dispongono concessioni e attribuzioni di importo inferiore a mille euro.”
7. L’articolo 12 della legge regionale 5 febbraio 2013, n. 1 e successive modificazioni è abrogato.
8. La Giunta regionale, al solo fine di rendere coerenti le disposizioni di cui al presente articolo con altre disposizioni di legge regionale o di legge provinciale in materia, può con regolamento coordinare le disposizioni contenute nel presente articolo con le disposizioni regionali o provinciali medesime.
9. Gli enti, le società e le aziende di cui ai commi 1 e 2 applicano le disposizioni del presente articolo secondo le indicazioni, ove compatibili, contenute nelle intese in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 1 comma 61 della legge 6 novembre 2012, n. 190 e comunque entro 180 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, salvo quanto disposto nel comma 1 lettera c) del presente articolo.”.
10. Le disposizioni del presente articolo si applicano, in quanto compatibili, anche alle forme collaborative intercomunali disciplinate dagli articoli da 41-bis a 42-bis della legge regionale 4 gennaio 1993 n. 1 e successive modificazioni.
VIZEPRÄSIDENT XXXXXXX: Dankeschön!
Art. 1
Bekanntmachung, Transparenz und Verbreitung von Informationen – Bürgerzugang – Transparente Xxxxxxxxxx
0. Xx Xxxxxxxxx xxx Xxxxxxxxx zur Bekanntmachung, Transparenz und Verbreitung von Informationen seitens der öffentlichen Verwaltungen, die im Gesetz vom 6. November 2012, Nr. 190 verankert sind, wenden die Region und die Körperschaften, für deren Ordnung die Region zuständig ist, in Bezug auf deren jeweilige Zuständigkeitsbereiche die im gesetzesvertretenden Dekret vom
14. März 2013, Nr. 33 (im Folgenden: Dekret) enthaltenen Bestimmungen in dem zum Datum des Inkrafttretens dieses Gesetzes geltenden Wortlaut mit Ausnahme des Artikels 12 Absatz 1-bis, der Artikel 24, 29, 32, der Artikel 34 bis 41 und des Artikels 44 erster Satz an, wobei Nachstehendes zu beachten ist:
a) anstelle der Maßgabe laut Artikel 9 Absatz 2 des Dekretes werden Dokumente, Informationen und Daten nach Ablauf der Frist der Veröffentlichungspflicht in Archiven abgelegt, die im Sinne der regionalen oder – für die Körperschaften, für die dies zutrifft – der Landesbestimmungen auf dem Sachgebiet des Zugangsrechtes zugänglich sind;
b) der Artikel 10 des Dekretes wird mit Ausnahme des Absatzes 8 Buchstabe c) und d) nicht angewandt. Für die Region und die Handels-, Industrie-, Handwerks- und Landwirtschaftskammern versteht man unter organisatorischen Positionen die Aufträge zur Amtsleitung. Veröffentlicht werden ferner der Haushaltsvoranschlag und die Abschlussrechnung, der
Haushaltsvollzugsplan oder ähnliche Planungsdokumente sowie die Raumordnungs- und Bauleitpläne mit ihren Änderungen;
c) für die Xxxxxxxxx xxx Xxxxxx xxxxxx xxx xx Xxxxxxx 00 Absatz 1 Buchstabe f) des Dekretes enthaltenen Bestimmungen nur für die Bürgermeister und die Gemeindereferenten der Gemeinden mit über 50.000 Einwohnerinnen und Einwohnern mit Wirkung ab der ersten Neuwahl des jeweiligen Gemeinderates nach Inkrafttreten dieses Gesetzes. Was die Handels-, Industrie-, Handwerks- und Landwirtschaftskammern anbelangt, finden die Bestimmungen laut Artikel 14 Absatz 1 Buchstabe f) nur auf deren Präsidenten und Vizepräsidenten Anwendung;
d) der Artikel 15 des Dekretes wird lediglich im Bezug auf die Veröffentlichung und Xxxxxxxxxxxxxx xxx xx Xxxxxx 0 Buchstabe a), b), c) und d) angeführten Daten und nur in Zusammenhang mit den wie auch immer erteilten Führungsaufträgen angewandt. Für Mitarbeits- oder Beratungsaufträge gelten die einschlägigen Landesbestimmungen;
e) für die Xxxxxxxxx xxx Xxxxxx xxxx xxxxxxxx xxx Xxxxxxx 00 und 17 des Dekretes weiterhin der Artikel 4 des Regionalgesetzes vom 25. Mai 2012, Nr. 2;
f) anstelle der Maßgabe laut Artikel 20 des Dekretes werden die Daten betreffend das Gesamtausmaß der Leistungsprämien sowie das Ausmaß der vom Personal und den Führungskräften durchschnittlich erzielten Prämien veröffentlicht;
g) vom Artikel 23 des Dekretes wird lediglich Absatz 1 mit Ausnahme des Buchstaben b) angewandt. Xxxxxxx xxx Xxxxxxxxxxxxx xxx Xxxxxxxxx xxxxxx xxxxxxxxxx xxx xxx xxx xxxxxxxxxxx Xxxxxxxxxxxxxxx und von den Führungskräften erlassenen Maßnahmen veröffentlicht werden. Außer diesen Maßnahmen können sämtliche weiteren von den politischen Führungsorganen und den Führungskräften erlassenen Maßnahmen veröffentlicht werden, unbeschadet der Bestimmungen laut Absatz 3 dieses Artikels.
h) anstelle der Maßgabe laut Artikel 25 des Dekretes werden die Zielsetzungen desselben durch Veröffentlichung der Daten im Sinne der Xxxxxx- bestimmungen in Sachen Aufsicht über die Unternehmen oder in Sachen telematischer Schalter für die Produktionstätigkeiten erfüllt;
i) anstelle der Artikel 26 und 27 des Dekretes wird der Artikel 7 des Regionalgesetzes vom 13. Dezember 2012, Nr. 8 mit seinen späteren Änderungen angewandt, der zuletzt durch diesen Artikel geändert wurde;
l) hinsichtlich der Pflicht zur Veröffentlichung von öffentlichen Verträgen und Bau-, Xxxxxx- und Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx xxxxxx xxx Xxxxxxx 0 Xxxxxx 00 vom 6. November 2012, Nr. 190 und das gesetzesvertretende Dekret vom 12. April 2006, Xx. 000 xxxxx Xxxxxxxxx xxx xxxxxxxxxxxxx Landesbestimmungen angewandt;
m) anstelle der Maßgabe laut Artikel 43 Absatz 1 erster Satz und Absatz 2 des Dekretes wird der Transparenzverantwortliche vom Exekutivorgan ernannt, das in der Regel den Verantwortlichen für die Korruptionsvorbeugung mit dieser Aufgabe betraut;
n) jeder im Dekret enthaltene Bezug auf das Unabhängige Bewertungsgremium gilt – sofern ein solches nicht vorhanden ist – als Bezug auf das Bewertungskomitee oder auf das mit ähnlichen Aufgaben betraute Organ;
o) die im Dekret enthaltenen Verweise auf die Bestimmungen der gesetzesvertretenden Dekrete vom 27. Oktober 2009, Nr. 150 und vom 30. Xxxx 0000, Xx. 165 mit ihren späteren Änderungen gelten als Verweise auf die entsprechenden Bestimmungen der Regionalgesetze auf dem Sachgebiet der Ordnung des Personals der Region bzw. des Personals der Körperschaften, für deren Ordnung die Region zuständig ist, soweit solche Bestimmungen vorgesehen sind; die Verweise auf das Gesetz vom 7. August 1990, Nr. 241 mit seinen späteren Änderungen gelten als Verweise auf die Regional- bzw. Landesbestimmungen auf dem Sachgebiet des Verwaltungsverfahrens, sofern solche vorgesehen sind.
2. Für die Betriebe und In-House-Gesellschaften der Region und der Körperschaften, für deren Ordnung die Region zuständig ist, gelten die Bestimmungen dieses Gesetzes, es sei denn, die anzuwendenden Landesbezugsbestimmungen sehen eine anderslautende Regelung für das Sachgebiet vor.
3. Die Veröffentlichung von Dokumenten, Informationen und Daten im Sinne dieses Artikels erfolgt unter Beachtung der Bestimmungen über den Xxxxxx personenbezogener Daten. Die Verwaltungen machen im Sinne des Artikels 4 Absatz 4 des Dekretes nicht einschlägige oder nicht notwendige personenbezogene Daten gemäß Fristen und Modalitäten unkenntlich, die mit der Organisationsstruktur der Verwaltung vereinbar sind, unter Berücksichtigung der Ausgabenverbotsklausel laut Artikel 51 des Dekretes.
4. Die Gesetzesbestimmungen der Autonomen Provinzen betreffend die in ihre Zuständigkeit fallenden Aspekte bleiben unberührt.
5: Im Artikel 7-quinquies Absatz 2 des Regionalgesetzes vom 21. Juli 2000, Nr. 3 mit seinen späteren Änderungen werden die Worte „, die auf seiner Webseite für mindestens zehn Jahre zugänglich sind.“ durch folgende Worte ersetzt: „; diese müssen auf der Website für mindestens fünf Jahre, die ab dem 1. Jänner des Jahres laufen, ab dem die Veröffentlichungspflicht gilt, zugänglich bleiben.“;
6. Im Artikel 7 des Regionalgesetzes vom 13. Dezember 2012, Nr. 8 werden nachstehende Änderungen vorgenommen:
a) im Absatz 1 werden die Worte „in ihren Webseiten mittels eines in der Homepage aufscheinenden Links die Maßnahmen samt Anlagen für einen Zeitraum nicht weniger als zehn Jahren zugänglich machen, die Folgendes betreffen:“ durch folgende Worte ersetzt: „die Nachstehendes betreffenden Maßnahmen über Beträge von mehr als tausend Euro samt Anlagen durch einen in der Homepage aufscheinenden Link für mindestens fünf Jahre, die ab dem 1. Jänner des Jahres laufen, ab dem die Veröffentlichungspflicht gilt, zugänglich machen:“;
b) im Absatz 1 wird der Buchstabe b) aufgehoben;
c) im Absatz 2 werden die Worte „mit Beschluss ihres Exekutivorgans“ gestrichen.
d) Der Absatz 4 wird durch nachstehenden Absatz ersetzt:
„(4) Die Veröffentlichung laut den vorstehenden Absätzen stellt eine rechtliche Voraussetzung für die Wirksamkeit der Gewährungs- und Zuweisungsmaßnahmen dar. Die Möglichkeit, auch die Maßnahmen betreffend die Gewährung und Zuweisung von Beträgen unter eintausend Euro zu veröffentlichen, bleibt unbeschadet.“
7. Der Artikel 12 des Regionalgesetzes vom 5. Februar 2013, Nr. 1 mit seinen späteren Änderungen wird aufgehoben.
8. Zu dem einzigen Zweck, die Bestimmungen dieses Artikels mit anderen einschlägigen Regional- oder Landesbestimmungen in Einklang zu bringen, kann der Regionalausschuss die Bestimmungen dieses Artikels mit den Regional- oder Landesbestimmungen durch eine Verordnung koordinieren.
9. Die Körperschaften, Gesellschaften und Betriebe laut Absatz 1 und 2 wenden die Bestimmungen dieses Artikels gemäß den in den Vereinbarungen im Rahmen der Vereinigten Konferenz laut Artikel 1 Absatz 61 des Gesetzes vom 6. November 2012, Nr. 190 enthaltenen Anweisungen – sofern vereinbar – und jedenfalls binnen 180 Tagen nach Inkrafttreten dieses Gesetzes vorbehaltlich der Bestimmung laut Absatz 1 Buchstabe c) dieses Artikels an.
10. Die Bestimmungen dieses Artikels finden – sofern vereinbar – auch auf die Formen der zwischengemeindlichen Zusammenarbeit laut Artikel 41-bis − 42-bis des Regionalgesetzes vom 4. Jänner 1993, Nr. 1 mit seinen späteren Änderungen Anwendung.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono interventi sull’articolo 1? Prego, consigliera Xxxxx.
XXXXX: Wir können diesem Artikel nicht zustimmen, obwohl wir hier wissen, dass die Anpassung notwendig ist. Aber hier ist ganz klar ein Verweis im Art. 1 auf folgende Bestimmung. Danke dafür, dass man uns diese Unterlagen zur Verfügung gestellt hat und sie übersetzt hat. Danke sehr den Übersetzerinnen und Übersetzern der Region. Sie können nichts dafür, dass diese Bestimmungen enthalten sind, weil sie sich auf das Staatsgesetz berufen. Hier steht unter Abs. 2 des Art. 1 „… in diesem gesetzesvertretenden Dekret vom 14. Xxxx 0000, Xx. 33
… Die Transparenz trägt unter Beachtung der Bestimmungen über das Staatsgeheimnis, das Amtsgeheimnis, das Statistikgeheimnis und den Xxxxxx personenbezogener Daten zur Xxxxxxxxx xxx Xxxxxxxxxxx xxx Xxxxxxxxxx xxx xxx Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx xxx Xxxxxxxxxx, xxx Xxxxxxxxxxxxxxxx, der guten Führung, der Verantwortung, der Wirksamkeit und Effizienz beim Einsatz öffentlicher Mittel sowie der Integrität und Loyalität im Dienste der Nation bei.“
Wir stehen nicht zu solchen Pflichten und schon gar nicht zur Loyalität im Dienste der italienischen Nation. Und auch nicht was die Integrität betrifft, deswegen werden wir hier dagegen stimmen. Von jeher beschreiten wir hier einen anderen Weg. Das schlägt sich jetzt in so vielen Bereichen wie der Transparenz nieder und auch die so genannten Staatsgeheimnisse. Hier fallen ja noch viele Dinge hinein, die bisher von Südtiroler Seite nie aufgeklärt worden sind. Staatsgeheimnisse, auch was die geheimen Staatsdienste anbelangt und damit hängt vieles zusammen, weshalb wir uns hier nicht damit identifizieren können und dagegen stimmen werden.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono altri interventi sull’articolo 1? Se non ci sono interventi, lo metto in votazione.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 33 voti favorevoli, 15 voti contrari e 3 astenuti, l'articolo 1 è approvato.
C’è un emendamento prot. n. 3287, introduttivo dell’articolo 1-bis, a firma dell’assessore Xxxxxxx, che recita: Dopo l’articolo 1 è inserito il seguente:
“ Articolo 1-bis
Estensione del novero dei soggetti legittimati ad effettuare autenticazioni per la presentazione di progetti di legge regionale di iniziativa popolare e di richieste di referendum abrogativo di leggi regionali
1. Il secondo comma dell’articolo 9 della legge regionale 16 luglio 1972,
n. 15 e successive modificazioni è sostituito dal seguente:
“Le sottoscrizioni degli elettori devono essere autenticate dai soggetti e con le modalità indicati dall’articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53 e successive modificazioni.”.
2. Il primo periodo del terzo comma dell’articolo 5 della legge regionale 24 giugno 1957, n. 11 e successive modificazioni è sostituito dal seguente:
“Le sottoscrizioni degli elettori devono essere autenticate dai soggetti e con le modalità indicati dall’articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53 e successive modificazioni.”.”.
VIZEPRÄSIDENT XXXXXXX: Änderungsantrag zum Art. 1, Prot. Nr. 3287, eingebracht von Assessor Xxxxxxx.
1. Nach dem Art. 1 wird nachstehender Artikel eingefügt:
Art. 1 bis
Weitere Rechtsobjekte, die zur Beglaubigung der Unterschriften für die Einbringung von Gesetzesvorschlägen seitens der Region aufgrund eines Volksbegehrens und die Beantragung von Referenden zur Abschaffung von Regionalgesetzes befugt sind
1. Im Artikel 9 des Regionalgesetzes vom 16. Juli 1972, Nr. 15 mit seinen späteren Änderungen wird Absatz 2 durch nachstehenden Absatz ersetzt:
„Die Unterschriften der Wahlberechtigten müssen von den Rechtssubjekten und nach den Modalitäten laut Artikel 14 des Gesetzes vom 21. Xxxx 0000, Xx. 53 mit seinen späteren Änderungen beglaubigt werden.“.
2. Xx Xxxxxxx 0 xxx Xxxxxxxxxxxxxxxx vom 24. Juni 1957, Nr. 11 mit seinen späteren Änderungen wird der erste Satz des Absatzes 3 durch nachstehenden Satz ersetzt:
„Die Unterschriften der Wahlberechtigten müssen von den Rechtssubjekten und nach den Modalitäten laut Artikel 14 des Gesetzes vom 21. Xxxx 0000, Xx. 53 mit seinen späteren Änderungen beglaubigt werden“.“.
PRESIDENTE: Grazie. Prego, assessore Xxxxxxx.
XXXXXXX: Ja ganz kurz zur Erläuterung dieses Änderungsantrages. Es geht hier in erster Linie, einmal was den Abs. 1 anbelangt, um Volksbegehren, und dasselbe gilt natürlich auch für das Referendum, die Volksbefragung. Das Regionalgesetz ist natürlich ein altes Gesetz, was das Volksbegehren anbelangt aus dem Jahre 1972 und was das Referendum anbelangt aus dem Jahre 1957. Es ist natürlich zugegebenermaßen auch in den letzten Jahren kein Referendum auf regionaler Ebene abgehalten worden. Ich glaube, in den letzten 25 Jahren ein Referendum über die Jagd. Und jetzt liegt der Antrag vor zu ändern, u. z. was die Unterschriften anbelangt, um diese Referenden abhalten zu können. Es ist natürlich noch zurzeit vorgesehen, dass die Beglaubigung der Unterschriften nur von einem Notar, Friedensrichter, Gemeindesekretär oder von einem vom Bürgermeister beauftragten Beamten durchgeführt werden kann, so wie es früher
war. Der Standard ist mittlerweile natürlich ein anderer, sowohl auf Staatsebene als auch auf Gemeindeebene oder auch auf Landesebene, u. z. dass die Unterschrift vom Gemeindesekretär, Landeshauptmann, Bürgermeister, von den Landesräten, Gemeindereferenten, vom Landtagspräsident, Stadtviertel-Präsident und von Beamten, die vom Landeshauptmann sowie vom Bürgermeister beauftragt worden sind, als auch von Gemeinderatsmitgliedern beglaubigt werden kann, sofern die Gemeinderatsmitglieder dem Bürgermeister die Bereitschaft erklären.
Also diese Änderung wird vorgeschlagen, dass man das mit aufnimmt.
Dankeschön.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono altri interventi? Prego, consigliera Foppa.
FOPPA: Xxxxx Xxxx Präsident! Sehr kurz und bündig, nur um zu sagen, dass wir natürlich einsehen, dass das ein Fortschritt ist im Vergleich zu den alten Regelungen. Allerdings haben wir als sehr häufig ehrenamtlich tätige Unterschriftensammler und –sammlerinnen die Erfahrung gemacht, dass man sehr viel weiter gehen könnte, als hier vorgesehen. Aber nachdem es auf jeden Fall ein Schritt in die richtige Richtung ist können wir das schon unterstützen.
PRESIDENTE: Grazie. Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione l’emendamento prot. n. 3287.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 35 voti favorevoli e 11 astenuti, l'emendamento è approvato.
Articolo 2
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul bollettino ufficiale della Regione.
VIZEPRÄSIDENT XXXXXXX:
Art. 2
Inkrafttreten
1. Dieses Gesetz tritt am fünfzehnten Tag nach dem Tag seiner Veröffentlichung im Amtsblatt der Region in Kraft.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono interventi sull’articolo 2? Ha chiesto la parola l’assessore Xxxxxxx. Prego.
XXXXXXX: Ja, ganz kurz. Ich möchte mich nur bedanken bei den zwei Beamtinnen, die hier doch eine sehr schwierige Arbeit hatten, weil sie bei sehr vielen Gesetzen hier mitarbeiten mussten. Es war nicht ganz einfach. Deshalb vielen Dank Frau Dr. Xxxxxxx und Frau Dr. Zanon. Dankeschön.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono altri interventi sull’articolo 2? Se non ci sono interventi, lo metto in votazione.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 35 voti favorevoli e 17 astenuti, l'articolo 2 è approvato.
Ci sono interventi in dichiarazione di voto? Xxxxx, consigliere Xxxxxx.
XXXXXX: Grazie, Presidente. Come ho già avuto modo di dire in Commissione, a nome di Progetto Trentino voteremo questo disegno di legge con convinzione.
Ringrazio le funzionarie che hanno lavorato sulla proposta, che credo da una parte complessa, dall’altra dà risposte in particolare alla trasparenza dell’attività della Regione. Credo sia un buon passo avanti e ringrazio anche l’assessore per la disponibilità data ad ascoltare in Commissione.
L’auspicio è che questi passaggi importanti, in funzione di quella che è la necessaria e opportuna comunicazione a chiunque ne abbia interesse dell’attività che viene svolta, non vada a creare ulteriori aggravi burocratici, in particolare a quei piccoli soggetti quali sono i comuni, che rischiano di trovarsi dentro una serie di gabbie, onorati di ulteriori incombenze.
Credo che la giusta mediazione che è stata trovata con questo disegno di legge, aiuti anche questo, semplifichi un’attività che rischiava di diventare eccessivamente onerosa, in base alle disposizioni nazionali, dall’altra è un disegno che contempera le esigenze della realtà dell’autonomia con quelle che erano le disposizioni generali impostate dalla normativa nazionale.
Ho già avuto modo di dire anche questo in Commissione e mi auguro che si riesca a trovare, tra i momenti rappresentativi degli enti locai, in particolare il Consiglio delle autonomie della Provincia di Trento e il Consiglio dei comuni della Provincia di Bolzano, un momento di lavoro comune per l’espressione finale di una proposta che sia quantomeno unitaria, perché trovarci con posizioni così diverse, di fronte anche alla necessaria risposta che il legislatore regionale deve dare, non serve a nessuno, ma rischia di indebolire le proposte nei confronti di possibili impugnative da parte del Governo centrale.
Il nostro voto comunque sarà convintamente favorevole.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono altri interventi? Se non ci sono interventi, pongo in votazione finale il disegno di legge n. 13.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 34 voti favorevoli, 14 voti contrari e 4 astenuti, il disegno di legge n. 13 è approvato.
Sull’ordine dei lavori ha chiesto di intervenire il vice Presidente Kompatscher. Prego.
KOMPATSCHER: Xxxxx Xxxx Präsident! Wir hätten jetzt noch eine Reihe von Tagesordnungspunkten zu behandeln, aber ich glaube - wie xxxxx Xxxxxxxxxxxx hier im Saal eigentlich bekannt ist -, dass die Diskussion über die Reform des Autonomiestatuts sehr wohl in einer anderen Form stattfinden sollte. Ich denke, auf jeden Fall ist es so in Südtirol, aber ich denke ähnlich wird es hier im Trentino sein. In Bezug auf diese Vorschläge zur Änderung des Autonomiestatuts, die wir heute zur Behandlung haben, gibt es auch unterschiedliche Gutachten von Seiten der beiden Landtage, mit einer Ausnahme. Die Ausnahme ist der Tagesordnungspunkt 6. Dabei geht es um das Prinzip des Einvernehmens bei Abänderung des Autonomiestatuts. Dieses Prinzip, das natürlich sowohl im Landtag von Trient als auch im Südtiroler Landtag einhellige Zustimmung gefunden hat, könnte auch heute hier aus meiner Sicht bestätigt werden. Beide Landtage haben sich dafür ausgesprochen. Es wäre ein starkes politisches Signal. Und andererseits könnte man die übrigen Tagesordnungspunkte vertagen, weil ja, so glaube ich, auch darin ein weitgehendes Einvernehmen besteht, dass man das in einer umfassenden Diskussion zur Reform des Autonomiestatuts - in
Südtirol gibt es den Vorschlag zum Südtirol-Konvent - dann diskutieren will. Deshalb wäre mein Vorschlag Folgender: Nachdem dieser Punkt, glaube ich, in beiden Landtagen in breitester Mehrheit bereits genehmigt worden ist, könnte man diesen behandeln, dann könnte man die Tagesordnung auch damit abschließen und vielleicht auch die Sitzung. Das ist meine Frage.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxx. Prego.
BORGA: Grazie, Presidente. La proposta del vice Presidente Xxxxxxxxxxx è inaccettabile, poi se voi avete i voti in aula per farlo, vedremo cosa succederà al prossimo Consiglio. È inammissibile che il Consiglio regionale, da quasi un anno, rifiuti di dare il parere al Parlamento, che è tenuto a dare su proposta di riforma del nostro statuto. È inammissibile dal punto di vista politico, ma credo anche, ammesso e non concesso che sia possibile, che sarebbe ulteriormente indebolita la posizione delle nostre autonomie nei confronti del Parlamento.
Come è possibile che, tenuti a dare un parere su proposta di riforma del nostro statuto, scientemente cerchiamo di svincolare e in tutte le maniere di non darlo, per coprire i problemi che ci sono all’interno della vostra maggioranza.
È una manifestazione di irresponsabilità e i problemi sono emersi puntualmente in Commissione, dove i tre partiti di maggioranza hanno votato uno diversamente dall’altro, qualcuno a favore, qualcuno si è astenuto e qualcuno ha votato contro.
Può darsi che per regolamento poi quest’aula possa fare quello che vuole e quindi decidere di non decidere per l’ennesima volta. Sarebbe l’ennesima volta, perché in Commissione è dalla scorsa legislatura che tentate di svicolare per non prendere ufficialmente posizione, su un disegno di legge in particolare, quello a firma dei consiglieri Xxxxxx e Xxxxxx, che prevede di fatto l’annullamento della Regione.
Se volete fare anche oggi una cosa del genere, per quanto mi riguarda, il prossimo disegno di legge che capita in aula non esce da quest’aula. Non è pensabile che sfruttando i numeri voi vi rifiutate di affrontare argomenti così importanti e dal punto di vista proprio procedurale, mi domando come la nostra Regione non possa esprimere un parere su un disegno di legge che pende in Parlamento e che prevede la modifica del nostro statuto.
Volete coprire i vostri problemi interni in questa maniera? Il prossimo disegno di legge che passa in quest’aula, qualunque esso sia, non passa, ci passa e ci resta per un bel po’.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxx.
XXXXX: Xxxxx Xxxx Präsident! Wir sind mit diesem Vorschlag des Landeshauptmannes überhaupt nicht einverstanden. Dieser Vorschlag oder dieser Wunsch wurde uns anlässlich der Fraktionssprechersitzung heute in der Früh auch nicht mitgeteilt. Wir sind der Meinung, wir verschleppen diese Entscheidung viel zu lang. Der Gesetzesentwurf wurde in der Gesetzgebungskommission behandelt. Jetzt glaube ich, ist es endlich Zeit, Entscheidungen zu treffen.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxxx.
XXXXXX: Xxxxx Xxxx Präsident! Die Südtiroler Volkspartei schließt sich dem Vorschlag des Landeshauptmannes von Südtirol und Vizepräsidenten der Region an.
PRESIDENTE: Grazie. Xxxxx, consigliere Köllensperger.
KÖLLESNPERGER: Dankeschön! Ich hatte bereits in der zuständigen Gesetzgebungskommission im Februar dieses Jahres genau diesen Vorschlag gemacht, diesen Art. 4, also was das Einvernehmen betrifft, auf jeden Fall zu behandeln. Das ist auch, wenn man die Situation in Rom beachtet, sicher wichtig. Genauso wäre es auf keinen Fall akzeptabel, dass man heute die anderen Verfassungsgesetzesentwürfe annimmt. Das kann nicht sein. Damit würde man den Südtirol-Konvent vollkommen entmachten und unnötig machen. Es stellt sich höchstens die Frage, ob man sie auf später verschiebt oder ob man sie frisch heute ablehnt. Ich bin auch der Meinung, eine Entscheidung wäre angebracht, aber eine Zustimmung kann heute sicher nur für das Einvernehmensverfahren erfolgen. Der ganze Rest ist sicher eine Gegenstimme.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxx.
URZÌ: Grazie, Presidente. Esprimo, sul piano personale, la mia sorpresa rispetto alla volontà di aggiornare, ancora una volta, i punti che riguardano l’espressione dei pareri sui disegni di legge di natura costituzionale, presentati in sede parlamentare.
Il dibattito in Commissione legislativa c’è stato ed è stato molto articolato, sicuramente ha portato a delle conclusioni non aspettate, come l’espressione di un parere contrario nei confronti di un disegno di legge. Credo che questo forse sia stato l’elemento che porta ora la maggioranza a rinchiudersi a riccio, a evitare di porsi di fronte ad un problema, perché è un problema politico, rispetto all’atteggiamento che si vuole avere nei confronti della nostra autonomia e delle proposte di modifica della nostra autonomia.
Presidente, chiedo che i punti siano discussi e votati, che questo Consiglio liberamente esprima un suo parere e questo è previsto dalle procedure. Ritengo che le procedure debbano essere rispettate, non per situazioni contingenti o di opportunità politica o di disagio politico o di impraticabilità politica, come in questo caso, e si voglia invece nascondere la polvere sotto il tappeto.
È vero anche che è in atto un processo ancora non meglio definito, che dovrebbe portarci alla costituzione di convenzioni, è un processo che è partito male, non si è mai completato, non è chiaro ancora la forma e i modi in cui dovrà svolgersi, siamo fra coloro che ritengono che questo processo dovrebbe coinvolgere attivamente anche l’istituzione regionale, però non possiamo, nelle more delle decisioni, non assumerci delle responsabilità.
Credo che queste proposte di delibera devono essere messe ai voti.
Ritengo anche poco comprensibile, Presidente, il rinvio della discussione del disegno di legge n. 17, anche questo fa sottintendere come esistano delle volontà politiche ancora non meglio espresse, perlomeno in sede istituzionale e solo sulla stampa, in modo particolare per quanto attiene il capitolo ‘Riduzione del numero dei consiglieri comunali’. Manca molta trasparenza su questo tema, che invece è fondamentale alla vigilia di una scadenza elettorale, direi che il Consiglio dovrebbe già oggi dedicarsi a questo dibattito e non comprendo la ragione per cui questo invece debba essere rinviato. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxx Xxxxxx. Prego.
DELLO SBARBA: Qui c’è un po’ di parallelismo e diversità tra la situazione di Trento e quella di Bolzano. La proposta del collega Xxxxxxxxxxx è la stessa che abbiamo adottato a Bolzano e cioè dire di sì alla proposta di delibera n. 5, perché pone il problema della questione dell’intesa tra le Province e il Parlamento, nell’eventualità di riforme dello Statuto di autonomia. Questa è una vecchia, nostra richiesta, quindi è molto limitata e metodologica. Sulle altre tre sarebbe paradossale che noi discutiamo di proposte di riforma dello Statuto di autonomia nel momento in cui, a livello delle due Province, dobbiamo innestare un dibattito partecipato attraverso le convenzioni per l’autonomia, per arrivare ad un testo che parta dal basso e non dall’alto, perché saranno anche deputati della nostra Provincia, ma queste sono proposte calate dall’alto.
Ora però, Presidente Xxxxxxxxxxx, in provincia di Bolzano abbiamo allegato una dichiarazione al fatto che non trattavamo queste tre proposte, chiedendo che neanche in Parlamento fossero trattate e che fosse rispettato il percorso delle convenzioni per l’autonomia a livello provinciale. Non so se questo è possibile farlo anche a livello regionale, perché forse potrebbe essere un passettino avanti rispetto a questo dibattito.
PRESIDENTE: Grazie. Xxxxx, consigliere Xxxxxx.
XXXXXX: Grazie, Presidente. Questo argomento credo che sia uno degli aspetti più importanti della nostra legislatura. Il non volerlo affrontare credo denoti un atteggiamento molto discutibile e non per questo mettendo avanti le mani su soluzioni o decisioni che dovranno necessariamente trovare momenti di ulteriore approfondimento. Non è non confrontandoci che risolveremo i problemi che sono a monte di questi ragionamenti, già in Commissione una serie di aspetti sono stati approfonditi.
Siamo d’accordo che venga rinviato il disegno di legge sugli enti locali, per le motivazioni che questa mattina in Commissione e nella riunione dei Capigruppo sono state illustrate e necessitano un approfondimento.
Sono per noi conseguenza di quelle che saranno le decisioni sulla riforma istituzionale che avremo prossimamente in Consiglio provinciale in discussione, ma sugli altri punti, già rinviati nella scorsa legislatura ed oggi sono nuovamente sul tappeto, non possiamo non prendere i dediti ragionamenti e prima di tutto trovare in questa sede una chiarificazione, una posizione che sia netta e che, alla luce della trasparenza che abbiamo poc’anzi approvato, un ulteriore elemento anche per la nostra comunità.
Credo sia necessario sapere dove vogliamo andare e quale sia la strada che vogliamo percorrere. Pertanto esprimiamo il parere contrario a non discutere questi argomenti, rimettendoli non si sa a quando.
PRESIDENTE: Grazie. Sospendo i lavori e li riprendiamo alle ore 15.00. Grazie.
(ore 13.08)
(ore 15.02)
Presidenza del Presidente XXXXXXX
PRESIDENTE: Prego procedere all’appello nominale. VIOLA: (segretario):(fa l’appello nominale)
(Sekretär):(ruft die Namen auf)
PRESIDENTE: La seduta è aperta. Riprendiamo i lavori.
Passiamo alla trattazione del punto n. 6 iscritto all’ordine del giorno: Proposta di delibera n. 5, per l’espressione del parere previsto dall’articolo 103 dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, sul disegno di legge costituzionale n. 363 “Modifiche agli statuti delle regioni ad autonomia speciale concernenti la procedura per la modificazione degli statuti medesimi” - d’iniziativa parlamentare su proposta dei senatori Palermo, Xxxxxx, Xxxxxx, Laniece, Fravezzi, Xxxxxxx e Nencini.
Prego il Presidente della I Commissione legislativa, consigliere Xxxxxxxxx, di dare lettura della relazione accompagnatoria.
KASWALDER:
R e l a z i o n e
La I Commissione legislativa ha esaminato, nella seduta del 25 settembre 2014 le seguenti richieste di parere:
Richiesta di parere n. 6/ non espresso nella XIV Legislatura, presentata al Consiglio regionale il 22 luglio 2013, per l’espressione del parere previsto dall’articolo 103 dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, sul disegno di legge costituzionale n. 363 “Modifiche agli statuti delle regioni ad autonomia speciale concernenti la procedura per la modificazione degli statuti medesimi” d’iniziativa parlamentare su proposta dei senatori Palermo, Xxxxxx, Xxxxxx, Laniece, Fravezzi, Xxxxxxx e Nencini - rimessa all’esame della Commissione, con nota del Presidente del Consiglio regionale prot. n. 1706 del 27 giugno 2014, dopo aver sottoposto al Collegio dei Capigruppo l’istanza definita nella seduta della Commissione del 22 maggio 2014;
Richiesta di parere n. 7/ non espresso nella XIV Legislatura, presentata al Consiglio regionale il 20 agosto 2013, per l’espressione del parere previsto dall’articolo 103 dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, sul disegno di legge costituzionale n. 31 “Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di tutela della minoranza linguistica ladina della provincia di Bolzano” d’iniziativa parlamentare su proposta dei senatori - Xxxxxx e Xxxxxx - rimessa all’esame della Commissione, con nota del Presidente del Consiglio regionale prot. n. 1706 del 27 giugno 2014, dopo aver sottoposto al Collegio dei Capigruppo l’istanza definita nella seduta della Commissione del 22 maggio 2014;
Richiesta di parere n. 8/ non espresso nella XIV Legislatura, presentata al Consiglio regionale il 20 agosto 2013, per l’espressione del parere previsto dall’articolo 103 dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, sul disegno di legge costituzionale n. 32 “Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol per l’attribuzione dell’autonomia integrale alle province autonome di Trento e di Bolzano” d’iniziativa parlamentare su proposta dei senatori - Xxxxxx e
Xxxxxx - rimessa all’esame della Commissione, con nota del Presidente del Consiglio regionale prot. n. 1706 del 27 giugno 2014, dopo aver sottoposto al Collegio dei Capigruppo l’istanza definita nella seduta della Commissione del 22 maggio 2014;
Richiesta di parere n. 9/ non espresso nella XIV Legislatura, presentata al Consiglio regionale il 20 agosto 2013, per l’espressione del parere previsto dall’articolo 103 dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, sul disegno di legge costituzionale n. 42 “Modifiche agli statuti delle regioni ad autonomia speciale concernenti la procedura per la modificazione degli statuti medesimi” d’iniziativa parlamentare su proposta dei senatori - Xxxxxx e Xxxxxx - rimessa all’esame della Commissione, con nota del Presidente del Consiglio regionale prot. n. 1706 del 27 giugno 2014, dopo aver sottoposto al Collegio dei Capigruppo l’istanza definita nella seduta della Commissione del 22 maggio 2014.
Tali documenti sono stati trattati in discussione congiunta.
Il Presidente Xxxxxxxxx, nel suo intervento, riassume l’iter procedurale che ha riguardato, a partire dalla scorsa Legislatura, la trattazione delle richieste di parere numero 6, numero 7, numero 8 e numero 9, iscritte all’ordine del giorno.
Il Presidente Xxxxxxxxx informa che il Collegio dei Capigruppo invita la Commissione a riprendere l’iter procedurale delle richieste di parere e dà lettura della lettera pervenuta da parte del Presidente del Consiglio Regionale, prot. n. 1706 del 27/06/2014.
Sull’ordine dei lavori s’instaura tra i Commissari una breve discussione che vede nell’ordine gli interventi dei consiglieri Civico, Xxxxxxxxx, Xxxxx, Xxxxxx e Xxxxx.
Il consigliere Civico e il presidente Xxxxxxxxx ritengono necessario, per l’espressione del parere su questi disegni di legge costituzionale, un’ulteriore approfondimento di massimo quindici giorni, da parte dei rispettivi gruppi politici.
I consiglieri Xxxxx e Xxxxxx propongono di votare le quattro richieste di parere, tre delle quali erano già state votate nella scorsa Legislatura.
Il consigliere Xxxxx si dichiara contrario al voto favorevole alle richieste di parere che possono bloccare il processo della Convenzione, ma ritiene anche che la Commissione debba mostrare rispetto dell’iter parlamentare richiestole.
Il presidente Xxxxxxxxx mette in votazione le richieste di parere.
La commissione esprime parere positivo nei confronti della richiesta di parere
n. 6 con 5 voti favorevoli (consiglieri Xxxxx, Xxxxx, Xxxxxxxx, Xxxxxx e Xxxxxx), 3 voti contrari (consiglieri Xxxxx, Xxxx e Xxxx) e 3 voti di astensione (consiglieri Xxxxxxxxx, Xxxxx e Xxxxxx).
Il Consigliere Xxxx chiede che sia messo a verbale che egli ha votato in modo sbagliato poiché era sua intenzione esprimere il suo voto favorevole alla richiesta di parere n. 6.
La commissione esprime parere positivo nei confronti della richiesta di parere
n. 7 con 4 voti favorevoli (consiglieri Xxxxx, Xxxxxxxx, Xxxxxx e Xxxxxx), 2 voti contrari (consiglieri Urzì e Xxxx) e 5 voti di astensione (consiglieri Xxxxxxxxx, Xxxxx, Xxxxx, Xxxxx e Xxxxxx).
I consiglieri Xxxxx e Xxxxxx dichiarano il loro voto contrario alla richiesta di parere
n. 8 in quanto ritengono che il disegno di legge costituzionale n. 32 significhi la totale chiusura della Regione.
Il consigliere Xxxx dichiara il suo voto contrario a tutte le richieste di parere.
Il consigliere Xxxxxx dichiara il suo voto di astensione alla richiesta di parere n. 8 e comunica che il suo partito, il PATT, approfondirà tra breve questa questione.
La commissione esprime parere negativo nei confronti della richiesta di parere n. 8 con 4 voti favorevoli (consiglieri Xxxxx, Xxxxx, Xxxxxxxx e Xxxxxx), 5 voti contrari, (consiglieri Xxxxx, Xxxxx, Xxxxxx, Xxxx e Xxxx) e 2 voti di astensione (consiglieri Xxxxxxxxx e Xxxxxx).
La commissione esprime parere positivo nei confronti della richiesta di parere
n. 9 con 5 voti favorevoli (consiglieri Xxxxx, Xxxxx, Xxxxxxxx, Xxxxxx e Xxxxxx), 2 voti contrari (consiglieri Xxxxx e Xxxx) e 4 voti di astensione (consiglieri Xxxxxxxxx, Xxxxx, Xxxxxx, Xxxx).
Si rimettono pertanto i provvedimenti all'ulteriore esame del Consiglio regionale.
PRESIDENTE: Grazie. Do lettura della proposta di delibera.
PROPOSTA DI DELIBERA
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL TRENTINO-ALTO ADIGE
- Vista la richiesta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali di data 11 luglio 2013, prot. n. 93/GAB, pervenuta alla Presidente del Consiglio regionale in data 22 luglio 2013, con la quale si comunicava che era stato presentato al Senato il disegno di legge costituzionale n. 363 “Modifiche agli statuti delle regioni ad autonomia speciale concernenti la procedura per la modificazione degli statuti medesimi”, d’iniziativa parlamentare, su proposta dei senatori Palermo, Xxxxxx, Xxxxxx, Laniece, Fravezzi, Xxxxxxx e Nencini;
- Visto il disegno di legge costituzionale n. 363/Senato della Repubblica/XVII Legislatura e, in particolare, l’articolo 4 che introduce l’istituto dell’intesa e del relativo diniego da parte del Consiglio regionale, a maggioranza dei due terzi, o dei componenti di uno dei Consigli provinciali;
- Visto il terzo comma dell’articolo 103 dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige che dispone che i progetti di modificazione dello Statuto, di iniziativa governativa o parlamentare, siano comunicati dal Governo della Repubblica al Consiglio regionale e ai Consigli provinciali per l’espressione del loro parere;
- Considerato che nella XIV Legislatura la Presidente del Consiglio regionale aveva assegnato alla I Commissione legislativa in data 23 luglio 2013 la richiesta di parere di cui sopra;
- Preso atto che nella XIV Legislatura la I Commissione legislativa, riunitasi il 2 settembre 2013, aveva proposto al Consiglio regionale di esprimere parere favorevole e che il Consiglio stesso, nella seduta del 10 settembre 2013, stante l’imminenza delle consultazioni elettorali provinciali, decise di rinviare la trattazione alla prima sessione utile del nuovo Consiglio regionale;
- Considerato che, nella corrente Legislatura, il Presidente del Consiglio regionale ha assegnato alla I Commissione legislativa, in data 13 maggio 2014 e nuovamente in data 27 giugno 2014, la richiesta di parere di cui sopra;
- Preso atto che la I Commissione legislativa si è riunita per esaminare la richiesta il 22 maggio 2014 e il 25 settembre 2014 e che in quest’ultima seduta ha espresso parere favorevole sul disegno di legge costituzionale n. 363/S;
- Preso atto che il Consiglio provinciale di Trento, con deliberazione n. 12 del 4 settembre 2013, e il Consiglio provinciale di Bolzano, con deliberazione n. 11 del 15 maggio 2014, hanno espresso parere favorevole sul disegno di legge costituzionale n. 363/S;
nella seduta del ...................................., a ................................................. di voti
legalmente espressi,
d e l i b e r a
1. di esprimere parere favorevole sul disegno di legge costituzionale n. 363 “Modifiche agli statuti delle regioni ad autonomia speciale concernenti la procedura per la modificazione degli statuti medesimi”, d’iniziativa parlamentare, su proposta dei senatori Palermo, Xxxxxx, Xxxxxx, Xxxxxxx, Xxxxxxxx, Xxxxxxx e Nencini;
2. di incaricare il Presidente del Consiglio regionale di trasmettere copia della presente delibera al Governo, per i provvedimenti di competenza, e ai Presidenti dei Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano, per conoscenza.
VIZEPRÄSIDENT:
BESCHLUSSFASSUNGSVORSCHLAG
DER REGIONALRAT VON TRENTINO-SÜDTIROL hat
- Nach Einsicht in das Schreiben des Ministers für regionale Angelegenheiten und Lokalautonomien vom 11. Juli 2013, Prot. Xx. 00/XXX, xxx xxx xxx Xxxxxxxxxxx xxx Xxxxxxxxxxxx xx 22. Juli 2013 eingegangen ist und in welchem mitgeteilt wurde, dass dem Senat der Verfassungsgesetzentwurf Nr. 363 „Änderungen an den Statuten der Regionen mit Sonderstatut betreffend das Verfahren zur Statutenänderung“, eingebracht von den Senatoren Palermo, Xxxxxx, Xxxxxx, Laniece, Fravezzi, Panizza und Nencini, unterbreitet worden ist;
- Nach Einsicht in den Verfassungsgesetzentwurf Nr. 363/Senat der Republik/XVII. Legislaturperiode, im Besonderen nach Einsicht in den Artikel 4, welcher das Rechtsinstitut des Einvernehmen einführt, sowie die Ablehnung desselben durch den Regionalrat, wenn sich zwei Drittel seiner Mitglieder bzw. der Mitglieder eines der beiden Landtage dagegen aussprechen;
- Nach Einsicht in den Artikel 103 Absatz 3 des Sonderstatutes für Trentino- Südtirol, welcher besagt, dass die von der Regierung oder von Parlamentsabgeordneten eingebrachten Xxxxxxxx xxx Xxxxxxxx xxx Xxxxxxx xxx xxx Xxxxxxxxx xxx Xxxxxxxx dem Regionalrat und den Landtagen bekannt gegeben werden, die ihre Stellungnahme abzugeben haben;
- Hervorgehoben, dass die Präsidentin des Regionalrates in der XIV. Legislaturperiode der 1. Gesetzgebungskommission den Antrag auf Abgabe des oben angeführten Gutachtens am 23. Juli 2013 übermittelt hat;
- Festgestellt, dass sich die 1. Gesetzgebungskommission in der XIV. Legislaturperiode am 2. September 2013 versammelt hat und dem Regionalrat den Vorschlag unterbreitet hat, ein positives Gutachten abzugeben und dass der Regionalrat in der Sitzung vom 10. September 0000 xxxxxxxxxx xxx xxxxxxxxxxxxxx Xxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxx hat, die Behandlung auf die erstmögliche Session des neu eingesetzten Regionalrates zu vertagen;
- Festgestellt, dass der Präsident des Regionalrates in der laufenden Legislaturperiode der 1. Gesetzgebungskommission den Antrag auf Abgabe des oben angeführten Gutachtens am 13. Mai 2014 und erneut am 27. Juni 2014 übermittelt hat;
- Zur Kenntnis genommen, dass sich die 1. Gesetzgebungskommission am 22. Mai 2014 und am 25. September 2014 zwecks Überprüfung des Antrags versammelt hat und in der letztgenannten Sitzung ein positives Gutachten zum Verfassungsgesetzentwurf Nr. 363/S abgegeben hat;
- Zur Kenntnis genommen, dass der Trentiner Landtag mit Xxxxxxxxx Xx. 00 vom 4. September 2013 und der Südtiroler Landtag mit Xxxxxxxxx Xx. 00 vom
15. Mai 2014 ein positives Gutachten zum Verfassungsgesetzentwurf Nr. 363/S abgegeben haben;
in der Sitzung vom ,
mit gesetzmäßig zum Ausdruck gebrachter Stimmen ,
b e s c h l o s s e n:
1. ein positives Gutachten zum Verfassungsgesetzentwurf Nr. 363 „Änderungen an den Statuten der Regionen mit Sonderstatut betreffend das Verfahren zur Statutenänderung“, eingebracht von den Senatoren Palermo, Xxxxxx, Xxxxxx, Laniece, Fravezzi, Xxxxxxx und Nencini, abzugeben;
2. den Präsidenten des Regionalrates zu beauftragen, eine Abschrift dieses Beschlusses der Regierung zur Ergreifung der in ihren Zuständigkeitsbereich fallenden Maßnahmen sowie den Präsidenten des Trentiner Landtages und des Südtiroler Landtages zur Kenntnisnahme zu übermitteln.
PRESIDENTE: Grazie. È aperta la discussione generale. Qualcuno vuole intervenire? Xxxxx, vice Presidente Xxxxxxxxxxx.
KOMPATSCHER: Xxxxx Xxxx Präsident. Es handelt sich hier ja um nichts Geringeres als um einen Abänderungsvorschlag zum Autonomiestatut und zwar zum wohl wesentlichsten Aspekt des Autonomiestatuts. Das Autonomiestatut ist das Schutzinstrument für die kulturellen und sprachlichen Minderheiten in Südtirol, für die in Südtirol lebenden kulturellen und sprachlichen Minderheiten, ich korrigiere mich, so war es auch gemeint, und muss als solches auch in einer Form funktionieren, dass es nicht dann vom Staat abgeändert werden kann. Es geht um dieses Prinzip. Es ist schon so, dass der Art. 103, nach dessen Prozedere wir ja jetzt auch diesen Artikel behandeln müssen, die Stellungnahme vorsieht zu Abänderungsvorschlägen des Autonomiestatuts, wobei nicht sichergestellt ist, dass im Parlament nicht dann etwas anderes herauskommt, als vorher beschlossen worden ist. Das kann es nicht sein, denn das Prinzip des Einvernehmens ist das Grundprinzip des Schutzes der sprachlich, kulturellen Minderheiten, dass das Einvernehmen mit diesen erzielt wird, wenn ein Änderungsbedarf besteht. Wir schließen ja absolut nicht aus, dass es im Laufe der Zeit Änderungsbedarf geben kann, die Gesellschaft entwickelt sich weiter, Europa entwickelt sich weiter, auch die Herausforderungen, denen wir uns stellen müssen, sind täglich neue und deshalb kann es auch durchaus sein, dass in unserem Grundgesetz - als solches möchte ich das Autonomiestatut bezeichnen
– auch ein Änderungsbedarf besteht. Nur haben wir zurzeit in einem solchen Fall das Damoklesschwert, dem wir ausgesetzt sind, dem Gesetzgebungsprozess
bzw. dem Verfassungsgesetzgebungsprozess im Parlament. Deshalb ist es grundlegend und maßgeblich, dass wir einen verstärkten Xxxxxx haben, dass bei Bedarf, bei Abänderungsnotwendigkeit auch entsprechend ohne das Einvernehmen der betroffenen Bevölkerung nichts geändert werden kann. Ich darf daran erinnern, dass dies ganz besonders deutlich geworden ist, auch im Nachgang an die Verfassungsreform 2001. Die Verfassungsreform 2001, die ja ursprünglich als föderalistische Reform angedacht war des italienischen Staatswesens mit weitreichenden Übertragungen von Befugnissen an die Regionen mit Normalstatut, die diese vorher nicht hatten, die sieht ja auch vor, man könnte auch sagen, die sah auch vor, denn es ist ein toter Buchstabe geblieben, die sieht auch vor, Art. 10 des Verfassungsgesetzes Nr.3/2001, dass das Autonomiestatut entsprechend angepasst wird bzw. koordiniert wird an diese Neuregelung. Bis dahin sollten nur die Besserstellungen auch greifen für die autonomen Länder. De facto war es so, dass diese Anpassung, diese Koordinierung nicht erfolgt ist, auch aus einem ganz besonderen Grund, u.a. aus diesem Grund, weil es diese Sicherheit nicht gab, dass bei allfälligen Anpassungsveränderungsvorschlägen des Autonomiestatuts nicht dann nachfolgend im Parlament etwas anderes herauskommt als man vorgeschlagen hat. Und diesem Risiko wollte man sich nicht aussetzen. Deshalb ist es jetzt grundlegend und deshalb ist es meiner Ansicht nach wichtig, dass dies der erste Artikel ist, über den wir diskutieren. Dass man zunächst sicherstellt, dass bei Abänderungen des Autonomiestatuts nur das geändert wird, zu dem wir auch die Zustimmung erteilt haben. Diese Sicherheit muss gegeben sein bevor wir anfangen, über wichtige grundlegende Artikel des Autonomiestatuts überhaupt zu diskutieren und Abänderungsvorschläge auch dann entsprechend im Parlament diskutiert werden. Sonst müssen wir diesem Vorgehen im Parlament dann mit Sorge beiwohnen und das kann es nicht sein, dass wir nicht in Sicherheit sind, was dann das Ergebnis anbelangt. Dieses Nicht-Anpassen an das Autonomiestatut hat übrigens auch dazu geführt, dass anschließend ein Gesetzesvakuum entstanden ist. Das ist praktisch eine Unsicherheit, ja. Auf der einen die Liste gemäß dem neu formulierten Art. 117 der Verfassung über die Zuständigkeiten der Regionen mit Normalstatut, zum anderen die Bestimmungen im Autonomiestatut von Art. 4 bis 8 bzw. 10, wenn man die auch mitnimmt. Und diese Nicht-Übereinstimmung. Auch die Abgrenzung oder Definition von Zuständigkeitsbereichen, das war das Problem. Und dann die nachfolgende Rechtsprechung des Verfassungsgerichtshofes, der in vielen Fällen gemeint hat, die Zuständigkeit sei dann im gegebenen Fall eine staatliche. Weil diese Koordinierung nicht erfolgt ist. Und deshalb darf uns das jetzt nicht wieder passieren, bei der anstehenden Verfassungsreform, die ja schon in erster Lesung im Parlament erfolgt ist, im Senat, die von der Regierung Xxxxx eingeleitet worden ist, wo es wieder um die Neuerung des Titels V der Verfassung geht, wo wir wieder eine Schutzklausel erreicht haben, die eindeutig sagt, bis zur Koordinierung des Statuts gelten die Bestimmungen nicht. Aber wir müssen die Koordinierungen sehr wohl vornehmen, damit nicht wieder der Verfassungsgerichtshof dann im Zweifelsfall in Erwartung einer Koordinierung sich irgendwo in eine Gesetzeslücke setzen muss, dann auch wieder zu Ungunsten unserer Länder. Und aus diesem Grund nochmal dieses Grundanliegen, dass wir diesen Artikel im jetzt geltenden Verfahren abändern, damit dieses Verfahren danach ein anderes ist, nämlich dass nur mehr das Einvernehmen möglich ist, bzw. das Parlament einmal gemachte Vorschläge nicht
mehr abändern kann. Alle darüber hinausgehenden Diskussionen, auch die Neudiskussion der Kompetenzabgrenzung - wir wissen ja auch, wir haben jetzt vor, das, was in der Vergangenheit verloren gegangen ist, zurückzuholen und unsere Zuständigkeitsbereiche auch noch auszubauen durch eben die Reform der betreffenden Artikel des Autonomiestatuts - können wir aus meiner Sicht mit Sicherheit oder mit ruhiger Hand erst machen, wenn diese Voraussetzung geschaffen ist. Ansonsten riskieren wir, dass eben dann nachträglich nachgebessert wird im Parlament, abgeändert wird im Parlament und somit verschlimmert wird. Das ist die Logik der heutigen Regelung. Denn ich darf Sie erinnern, Art. 103 sieht vor, dass die Abänderung des Autonomiestatuts gemäß dem Verfahren zur Abänderung der Verfassung erfolgt und nur das Gutachten ist vorgesehen. Aber das Verfassungsgesetz wird dann wie jedes andere Verfassungsgesetz im Parlament diskutiert. Wir haben eine Sicherheit, daran darf ich erinnern. Dieses Autonomiestatut ist letztlich die Lösung des Konflikts zwischen Österreich und Italien über den Status der sprachlich-kulturellen Minderheit, ist die Lösung der Streitfrage, die 1960-1961 vor den Vereinten Nationen aufgeworfen worden ist und hat dann nach dem sehr, sehr langen und natürlich auch mühselig und leidensvollem Weg zum Autonomiestatut 1972 und zur Streitbeilegungserklärung 1992 geführt. Deshalb hätte natürlich eine Abänderung der Grundprinzipien, die auch in der Streitbeilegungserklärung international abgesichert sind, eine völkerrechtliche Folge, klarerweise. Mit der Klagemöglichkeit der Republik Österreich, die mit der Schutzfunktion für diese Autonomie für Südtirol ausgestattet ist, und hätte demnach auch rechtliche Folgen für den Staat Italien. Aber wir wollen sicherstellen, dass es so weit gar nicht kommen muss. Darum geht es jetzt. Es geht darum. Das ist noch ein zusätzlicher Xxxxxx vorher, auf der Ebene darunter, bevor es zur Klage vor dem Internationalen Gerichtshof in Den Xxxx kommen müsste, gegebenenfalls wenn eine Abänderung ohne Zustimmung erfolgen würde. Mit diesem vorgeschlagenen Verfassungsartikel würde man das auch bereits in der italienischen Verfassung festschreiben, dass ohnehin vorher die Zustimmung erfolgen muss und daran nichts mehr abgeändert werden darf. Also das sind die Ebenen, auf denen wir uns bewegen. Wir haben die internationale Verankerung. Wir sollten aber auch dafür sorgen, dass wir sie am besten gar nicht in Anspruch nehmen müssen, weil es schon einen Schutzmechanismus in der staatlichen Verfassung gibt, der ausschließt, dass es überhaupt dazu kommen muss, dass die Republik Österreich diese Schutzfunktion wahrnimmt.
Noch einmal, deshalb bitte ich auch Sie, geschätzte Kolleginnen und Kollegen, besonders jetzt auch diesen Abänderungsvorschlag in einem anderen Licht zu sehen, bezogen auf die anderen. Die sind dann substantieller Natur. Hier geht es um das Procedere. Und das ist in diesem Fall besonders wichtig, wenn es um die Abänderung des Autonomiestatuts selbst geht. Das ist eine grundlegende Norm, die bisher eben nicht diesen Schutzmechanismus aufweist, den wir jetzt mit dieser Regelung beantragen würden. Und das ist im Interesse, denke ich, aller, die sich für die Autonomie und für das Prinzip der Autonomie einsetzen, überzeugt sind, dass autonome Gesetzgebung und Verwaltungsbefugnis nicht nur, und das nur setze ich jetzt unter Anführungszeichen, das beste Schutzinstrument für eine sprachliche Minderheit, eine kulturelle Minderheit sind, sondern auch gleichzeitig die besten Möglichkeiten für die Bürgerinnen und Bürger bieten, in einem bestimmten Territorium bestmöglich für sich auch die Voraussetzungen zu schaffen für Wachstum, Fortschritt, Lebensqualität, usw. Das
ist der zweite Aspekt. Der fundamentale Aspekt ist natürlich jener des Schutzinstruments, der zweite ist selbstverständlich jener der auch in Funktion dieser Schutzwirkung auch wieder notwendig ist, denn was nützt mir ein formeller Xxxxxx der Sprache und Kultur, wenn es nicht die Voraussetzung gibt auch entsprechend sich zu entwickeln, wirtschaftlich zu entwickeln, usw. Und damit hängt auch das zusammen und aus diesem Grund bin ich überzeugt, dass wir heute auf jeden Fall für diesen Abänderungsvorschlag, der im Parlament eingebracht worden ist, übrigens auch auf breiter Basis von den Senatoren Palermo, Xxxxxx, Xxxxxx und Fravezzi, Panizza und Nencini, dass wir diesen Abänderungsvorschlag hoffentlich mit breitester Mehrheit hier verabschieden können, unabhängig dann von den inhaltlichen Vorschlägen zu einer Änderung des Autonomiestatuts, unabhängig davon, was man dann bei den einzelnen Fragen zum Thema, die wir im Statut durchaus neu regeln wollen, entscheidet. Die Beteiligung auch des Regierungsfonds und alles Mögliche wird diskutiert werden. Aber das ist eine grundlegende Bestimmung, die auf jeden Fall uns für die Zukunft absichern wird. Und wir werden diese Norm in der Zukunft wohl häufig brauchen. Die Gesellschaft entwickelt sich rasch weiter. Es gibt immer wieder diese Notwendigkeit, auch im Grundgesetz Anpassungen vorzunehmen und dort brauchen wir diesen Xxxxxx. Denn dort wird es uns möglich sein, auch immer wieder Abänderungsvorschläge einzubringen. Denn wir würden dann nicht riskieren, dass irgendeine Verschlechterung eintreten könnte. Das Schlimmste was passieren kann ist, dass der Reformvorschlag im Parlament nicht angenommen wird. Das wäre die Folge dieser Abänderung. Ich bin überzeugt, dass es hier keine politischen oder ideologischen Vorbehalte zu diesem Abänderungsvorschlag geben kann. Ich würde mich sehr wundern, wenn es hier einen Dissens geben würde zu diesem Vorschlag, der hier aufliegt, insbesondere in einer Situation, wo wir diese Bestimmung sehr rasch brauchen werden.
Und hier darf ich schon noch einmal erinnern auch die Kolleginnen und Kollegen aus Südtirol, dass wir ja vereinbart haben, unseren Teil der Reformdiskussion auf breitmöglichster Basis zu führen in Südtirol unter Einbeziehung der Zivilbevölkerung, unter Einbeziehung von Fachleuten, auch natürlich und im Besonderen aller politischen Kräfte, der Mehrheit und der Opposition, aber eben ganz besonders auch unter Einbeziehung der Bürgerschaft in einer modernen Form, wo es auch die Möglichkeit des Austausches gibt, um gemeinsam darüber zu diskutieren, wie sich unser Land weiter entwickeln soll. Wenn oder wo würde man besser darüber diskutieren können, wenn nicht beim Grundgesetz selber. Da drinnen liegen die Grundlagen auch für die Entwicklung. Wir sollten dann diese Diskussion auch mit Mut angehen. Auch mit einer Perspektive, die weit über das hinausgeht, das wir heute haben. Mit einer europäischen Perspektive, mit einer Weiterentwicklung unserer Autonomie in einem europäischen Xxxxx, die auch die staatlichen Grenzen noch weiter verschwinden lässt, wo auch insgesamt das historischen Tirol, die Europaregion Tirol, eine neue Rolle bekommt. Auch das wird Thema der Diskussion sein.
Europaregion Tirol, das wird ein Thema der Diskussion sein müssen, denn auch dafür braucht es nach meiner Sicht in Zukunft eine Verantwortung im Autonomiestatut selbst, um dem Ganzen eine völlig neue Qualität zu geben. Und noch einmal: Es ist die Voraussetzung dafür, dass wir zuerst sicherstellen, dass wir gewisse Vorschläge im Parlament einreichen, dass der Schuss nicht nach hinten losgeht.
Also ersuche ich jetzt wirklich zu dieser grundlegenden prozeduralen Norm um die Zustimmung von Ihnen, geschätzte Kolleginnen und Kollegen. Ich bin gleich fertig, Herr Präsident. Um dann den Prozess in der Debatte und in der Diskussion wie selbstverständlich zu führen, wie bei xxxxx unterschiedlichen Ansätzen, dann auch diese auf sinnvolle Weise zu führen, ohne etwas aufs Spiel zu setzen, im Gegenteil, mit der Gewissheit, dass wir Verbesserungen Schritt für Schritt erreichen können. Eine Weiterentwicklung unserer Autonomie. Dankeschön.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxx. Prego.
URZÌ: Grazie, Presidente. Inizierei con un’osservazione di ordine linguistico, ma che non è di dettaglio, perché sappiamo qual è la genesi che ha portato alla costituzione di quell’organismo di collaborazione transfrontaliera che si chiama “Euregio Trentino-Tirolo-Alto Adige”. Allora sappiamo che questa premessa, Presidente, è linguistica, è stata posta a premessa sul piano anche giuridico di tutti gli accordi e le condizioni giuridiche poste a premessa della nascita di questo organismo.
Quindi la definizione Euroregion Tirol, oppure Europaregion Tirol che normalmente viene usata è assolutamente inadeguata e inappropriata. Mi permetto di fare questa osservazione perché la forma è anche sostanza, perché Euroregion Tirol significa una cosa, la collaborazione fra Trentino-Alto Adige e Tirolo significa un’altra.
Mi permetto, Presidente, glielo dico con la massima cordialità e garbo, probabilmente sono anche vecchie abitudini, ma la invito, quando si esprime e parla di questo, ad usare quella forma corretta nella quale poi tutti o tanti si possono riconoscere, altrimenti si opera nel senso di esclusione.
Sappiamo che alcune polemiche che la RAI-Regione ha attivato in questi ultimi giorni, in relazione agli spiriti diversi con cui si affrontano momenti di condivisione, ci impongono la necessità di essere cauti e attenti anche nell’uso delle parole.
Chiudo questa parentesi e credo che il Presidente Xxxxxxxxxxx abbia compreso il senso delle mie garbatissime parole e spero che in questo modo possano essere state raccolte senza alcuno spirito polemico, ma come invito a cogliere le sensibilità particolari ed avere la massima attenzione. Mi creda, Presidente Xxxxxxxxxxx, siamo abituati a camminare da decenni sui cocci di bottiglia e quindi anche ad avere la massima attenzione ad ogni forma di espressione, di atteggiamenti, di parole, di affermazioni, di riscontri storici e quant’altro e include che in questo tutti debbano fare la propria parte.
Questo naturalmente senza negare i punti di vista differenti che sono a premessa fondamentale delle impostazioni politiche di ciascuno. Chiudo definitivamente questa parentesi, che però mi sembrava obbligata.
Esprimo alcune brevissime considerazioni che sono mie personali e quindi non voglio impegnare in alcun modo, come è evidente per la natura stessa delle cose del gruppo regionale che presiedo ed ecco perché sono intervenuto nel dibattito generale e non in sede di dichiarazione di voto, a nome del gruppo stesso. Intervengo come Urzì, come rappresentante di una sensibilità che trova in quest’aula un riscontro sempre più flebile, le cose sono molto cambiate, il problema è quello della rappresentanza e non dell’idea. Di questo abbiamo già parlato in tante altre circostanze, il problema della rappresentanza e della dimensione della rappresentanza in questa sede che, per motivi storici legati alla
difficoltà di un’area politica di trovare punti di riferimento, ha trovato molta difficoltà a rappresentarsi.
In quest’aula mi sento un po’ uno degli ultimi testimoni in questa legislatura, nella prossima sono convinto che le condizioni cambieranno radicalmente in questo senso, di un certo tipo di sensibilità e intendo esprimerla, perché un po’ contro quello che è un sentimento molto diffuso all’interno di quest’aula. Credo di dover con forza, con autentico convincimento personale e politico dichiarare il mio voto contrario al parere, cioè parere contrario rispetto alla proposta di modifica di disegno di legge costituzionale che qui ci è sottoposta al nostro giudizio.
Voterò contrario anche alle proposte di delibera n. 7 e n. 8, lo anticipo da subito, mi asterrò sulla n. 6 e lo spiegherò magari successivamente.
Sicuramente in tempi diversi, Presidente, questo disegno di legge di ordine costituzionale avrebbe potuto contare probabilmente anche su una maggiore e convinta adesione a livello parlamentare, immediata e automatica adesione a livello parlamentare.
Oggi sappiamo che viviamo in un momento molto difficile, nel quale rivendicare, comunque e a prescindere, il diritto delle autonome speciali a sentirsi terzi rispetto ad una dinamica generale. Credo francamente che questo tipo di misura troverà oggi, rispetto a quanto non potesse essere stato qualche anno fa, qualche difficoltà maggiore ad entrare nelle sensibilità automatiche delle maggioranze. Ci sarà la necessità di attivare forme di convincimento molto pesante, in cui è molto abile il senatore Xxxxxx, sicuramente, nei confronti del livello parlamentare. Probabilmente si dovrà attivare una sorta di diplomazia, una pianificazione di passi procedurali di questo tipo, compensati su altri fronti.
Indubbiamente la formula che i proponenti, in questo caso, hanno ritenuto di raccogliere è quella classica, attraverso la quale già nel passato si erano avviati a riforme importanti e che è quella di inserire le specialità, nella loro specialità, in un disegno di legge globale comune. Mi spiego. La Sardegna, il Friuli-Venezia Giulia, la Sicilia, insieme alla Valle d’Aosta sono lontani in maniera profonda dalla particolare condizione del Trentino-Alto Adige, ma quando fa comodo va benissimo abbinarsi alla Sicilia, andare a braccetto con la Sardegna, ritenersi pari della Valle d’Aosta o del Friuli-Venezia Giulia.
Questo disegno di legge ripercorre un po’ questo tipo di schema, quindi si propone come un disegno di legge che tocca in ogni articolo una specialità particolare, ne fa un corpo unico, lo sottopone al voto del Parlamento come testo organico completo. Cioè o accettate il pacchetto o non si scorpora la condizione del Trentino-Alto Adige rispetto a quella della Sicilia, eccetera.
Metodo che è stato utilizzato nel passato molto spesso per blindarsi, anche se oggi le situazioni sono molto cambiate, perché ci sono tutti i senatori e i deputati che non sono stati eletti nelle circoscrizioni delle regioni a statuto speciale e che in questo momento forse una qualche riflessione o la natura di alcune autonomie speciali, e non mi sto riferendo particolarmente a quella del Trentino-Alto Adige, l’hanno avviata.
Quindi se nel passato questo poteva essere uno strumento per blindare in positivo, oggi – lascio il punto interrogativo sospeso – questo viatico potrebbe essere un freno ad una rapida approvazione di una norma di questo tipo. Lo vedremo, sempreché non affonderà nelle sabbie mobili dei lavori parlamentari, cosa più probabile e sempreché questa materia non rientri in una più ampia contrattazione. Lo abbiamo visto come nel passato spesso è accaduto
nei momenti strategici e particolarmente delicati delle riforme e dei rapporti fra autonomie e livello nazionale.
Questo è il primo elemento un po’ di sorpresa e anche un po’ di singolare particolarità del disegno di legge, ossia che in questo caso si sta giocando una partita che riguarda anche la Sicilia, la Sardegna, il Friuli-Venezia Giulia, la Valle d’Aosta e il pacchetto completo con tutte le conseguenze a cui mi sono riferito.
Presidente, siccome stiamo parlando di potere di veto, perché per tradurre le cose in termini concreti dobbiamo usare termini molto chiari, il potere di veto sono parole che, a seconda delle angolazioni, assumono anche valori molto diversi. Il potere di veto è un potere in positivo nel momento in cui viene esercitato in difesa, ma il potere di veto è considerato un elemento molto negativo, quando invece viene giocato ad eprimento della propria posizione o presunta posizione di interesse.
Allora le prospettive possono essere diverse, cioè il potere di veto è un dato in positivo visto da dove? Ed è un dato negativo visto da dove? Qui lasciamo che sia la storia a scrivere la risposta a questa domanda. Sicuramente anche secondo le sensibilità di coloro che con profonda convinzione nutrono il valore dell’autonomismo, il concetto del valore di veto non ha avuto sempre lo stesso valore nella storia, perché un potere di veto esercitato, per esempio, dallo Stato rispetto allo sviluppo dell’autonomia, ancora oggi sarebbe avvertito in maniera drammaticamente antidemocratica, in maniera fortemente limitativa l’esercizio della propria autonomia.
Allora si tratta sempre di trovare un punto di conciliazione fra gli interessi e credo che il punto di conciliazione non sta mai nel momento in cui esiste l’esercizio del potere di veto. Il punto di conciliazione sta nella conciliazione, nella condivisione, forse se vogliamo riferirci ad un valore positivo, al valore della natura pattizia dell’autonomia, che ritengo debba essere anche nel suo sviluppo. L’esercizio del potere di veto, in questo caso, da parte dell’autonomia verso l’autorità nazionale, è una prova di forza, un braccio di ferro, è una reazione e la reazione presuppone un’azione in senso opposto, contrario. Quindi vuol dire che si è fallito nel rapporto di mediazione.
Allora a me non piace, Presidente, il concetto del potere di veto, che qui viene mascherato dalla parola intesa, ma che è tradotto perfettamente nelle parole che sono state usate anche dal vice Presidente della Regione, che non ha parlato di intesa, ma si è soffermato soprattutto sul diritto di veto.
Quindi vi domando: abbiamo il dovere di riferirci al valore positivo delle cose o abbiamo bisogno di rivendicare, attraverso un dato negativo, l’esercizio del veto una nostra prerogativa?
Ecco perché Presidente, spero di essermi spiegato in maniera molto banale, voterò in maniera difforme alla stragrande maggioranza di questo Consiglio regionale, quindi contro questo disegno di legge. Perché ritengo che sia una forzatura, non è l’affermazione dell’autonomia, è la forzatura di una sorta di volontà di non confrontarsi, di non trovare le intese nelle sedi istituzionali, che sono certo il Consiglio regionale, che ha assunto un ruolo peraltro significativo nell’ambito del processo delle riforme costituzionali, dopo le modifiche che sono state apportate qualche anno fa, ma anche nell’ambito del Parlamento.
La rappresentanza dell’autonomia, del territorio c’è, è ampia, devo dire peraltro che la rappresentanza, orientata nel senso del massimo autonomismo da
parte del territorio, nelle sedi nazionali e parlamentari è prevalente. Quindi non c’è una difficoltà all’interlocuzione.
La domanda che poi pongo, di fronte a queste situazioni, è sempre quella: se fosse concesso o se fosse avviato il dibattito per l’introduzione del concetto del diritto di veto, per esempio, da parte della minoranza italiana dell’Alto Adige sui processi di amministrazione dell’autonomia in Provincia di Bolzano, se fosse ammesso il concetto del diritto di veto quest’aula come reagirebbe? Con soddisfazione, con piacere circa l’affermazione del diritto di una parte di poter bloccare – qualcuno stamattina diceva – la minoranza che pone le regole e i vincoli alla maggioranza. Lo si è detto anche ieri nel corso del dibattito sulla democrazia diretta, è un tema che è affiorato. Si direbbe questo, che la minoranza blocca la maggioranza.
Probabilmente quel concetto di potere di veto assumerebbe un altro valore, un altro significato, un’altra accezione, un altro colore e – permettetemi di dire – un altro sapore nella bocca di tanti che qui siedono e che poi voteranno. Quindi trasformandosi in qualche accezione positiva che qui invece sembra essere accolta, un’accezione assolutamente inaccettabile di condizionamento, di veto appunto. Il veto significa questo, Presidente, io impedisco di svolgere una propria funzione ad un organo terzo.
Sono state fatte anche le riforme dei regolamenti per superare i veti e qui invece con un atto di legge di natura costituzionale noi riteniamo – e qui si vuole votare in senso favorevole a questa proposta – che il potere di veto debba essere riconosciuto nella sua dignità come un potere di confronto politico e istituzionale ad altissimo livello.
Lo ritengo questo un atto non conciliabile con i valori a cui questo Consiglio avrebbe la necessità di ispirarsi. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxx. Prego.
PÖDER: Viel Lust habe ich nicht, wenn man sieht, dass der Vizepräsident der Region, Landeshauptmann, zwar hier von der Wichtigkeit dieser Gesetzentwürfe eine Viertelstunde lang gepredigt hat. Und wenn ich sehe, dass von der Südtiroler Volkspartei grad mal sieben Leute hier im Saal sind, dann kann das gar nicht so wichtig sein. Also ich würde auch lieber was anderes tun als hier herumzusitzen. Ich glaube ganz einfach, dass man uns hier ein bisschen an der Nase herumführt. Warum hat Landeshauptmann Kompatscher hier eine Viertelstunde in höchsten Tönen von diesen Vorschlägen geredet und geht dann aus dem Saal ohne anzuhören, was wir sagen. Kollege Urzì, zu wem hast du gesprochen? Also es ist schon relativ peinlich, was die SVP hier abführt. Alles ist offensichtlich wichtiger als diese grundlegenden Vorschläge zur Rettung und Absicherung der Autonomie. Wahrscheinlich alles andere ist wichtiger, Kaffee oder was auch immer. Nichtsdestotrotz: Was soll man sagen?
Ich bin einigermaßen verwirrt. Kollege Xxxxx Xxxxxxx Sie sind der höchste Vertreter Südtirols hier in der Regionalregierung im Augenblick. Deshalb rede ich zu Ihnen. Natürlich ist die Vizepräsidentin, die 2. Vizepräsidentin da, der höchste Vertreter Südtirols im Regionalausschuss sind Sie und deswegen sind Sie mein Ansprechpartner. Kollege Xxxxxxx, ich bin einigermaßen verwirrt. Jetzt haben wir in den letzten Tagen gehört, dass allein der Brief Xxxxxx an Xxxxxxx die Südtirolautonomie nicht nur rettet, sondern ausbaut und absichert. Wozu braucht es dann diese Gesetzentwürfe eigentlich noch? Im Rahmen des
Finanzabkommens haben wir ja offensichtlich fast schon die Vollautonomie erreicht. Und der Brief Renzis an Xxxxxxx ist ja dann noch die Kirsche oben auf dem Sahnehäubchen. Also nicht nur das Sahnehäubchen, sondern sogar noch die Kirsche drauf, mit dieser Kirsche/Brief-Xxxxx-an-Faymann ist die Südtirol Autonomie definitiv, für immer und ewig ausgebaut, gerettet und fast schon als Vollautonomie für die Zukunft abgesichert.
Warum dann diese Gesetzesänderungen? Xxxxxx es also doch nicht, dass alles so wunderbar abgesichert ist oder dass wir so wunderbar in diesem Staat jetzt auch mit dem jüngsten Finanzabkommen eine Position haben, die unerschütterlich ist, die gegenüber xxxxx anderen Regionen in jeder Hinsicht besser ist. Also eigentlich ist alles wirklich xxxx xxxxxx als ihr uns – ich meine auch die Vorgängerregierung und Vorgängervertreter in der SVP – seit Jahren und Jahrzehnten erzählt. Die Autonomie ist nach der Streitbeilegungserklärung in keinster Weise abgesichert. Wir streiten alle paar Monate, alle paar Jahre um das liebe Geld, obwohl wir eigentlich mit dem Staat gar nicht zu streiten hätten, weil diese Autonomie ja abgesichert ist. Wir streiten um Kleinigkeiten, wir streiten um für Südtirol große Auswirkungen, aber im staatlichen Bereich Kleinigkeiten. Wir haben ein Finanzabkommen, mit dem wir dem Staat 5,6 Milliarden bis 2022 geben, 1 Milliarde zu viel, wo wir diese Milliarde in 50 Jahresraten vielleicht irgendwann einmal zurückkriegen. Wir bedanken uns dafür, dass wir alle Rekurse im Streitwert von 2,3 Milliarden vor dem Verfassungsgericht zurückziehen dürfen, während der Staat keinen einzigen Rekurs zurückziehen muss.
Also Kollege Xxxxxxx, ihr Trentiner - so habe ich gelesen – seid der Meinung, dass ihr bei diesem Finanzabkommen schlecht aussteigt. Also die Trentiner sind der Meinung, dass sie beim jüngsten Finanzabkommen draufzahlen. Also so viel besser steigen wir Südtiroler auch nicht aus. Insgesamt gesehen ziehen Südtirol und das Trentino alle Rekurse im Streitwert von für uns 2,3 Milliarden Euro vor dem Verfassungsgericht zurück, aber wir haben vom Staat nicht verlangt, dass er auch nur einen einzigen Rekurs gegen die beiden Länder oder gegen die Region zurückzieht. Und da sind einige, die da anhängig sind. Also das halte ich nicht für einen außergerichtlichen Vergleich, um es einmal halt so zu sagen. Da haben wir schon die Hosen runter gelassen. Und jetzt sind wir dabei, dass wir hier darüber reden, dass wir die Änderung des Autonomiestatutes absichern müssen, wie auch immer. Wir haben vier Gesetzentwürfe vorliegen. Bei einem geht es darum, beim Verfassungsgesetzentwurf Nr. 31, dass die Ladinerrechte ausgebaut werden können. Was hat man in der 6er Kommission und in der 12er Kommission in den letzten 20 Jahren getan in dieser Hinsicht. Diese Vorschläge wurden ja immer wieder vorgebracht, was hat man in Rom in der 6er und 12er Kommission diesbezüglich getan? Beispielsweise was das Recht der Ladiner anbelangt, einen ladinischen Vertreter im Verwaltungsgericht in Bozen zu haben. Das gibt es immer noch nicht. Es gibt ein Verbot, dass die Ladiner in Bozen im Verwaltungsgericht sitzen dürfen als Xxxxxxx. Was hat man in den letzten 20 Jahren da getan? Nichts. Dieser Gesetzentwurf hier, das ist ein xxxxxx Public-Relation-Gesetzentwurf und sonst gar nichts, der regelmäßig und jede Legislatur eingebracht wird. Und sonst ist das gar nichts. Der Xxxxxx, der bringt das immer wieder ein, aber unterm Xxxxxx bedeutet diese Geschichte gar nichts, weil man gar nicht daran denkt, dass das durchgehen könnte. Ich verstehe nicht, was man in den letzten 20 Jahren in der 6er und 12er Kommission für die Ladiner in diesen Fragen, in diesem Verfassungsgesetzentwurf Nr. 3 getan hat.
Dann die beiden Punkte 6 und 9 des Gutachtens, das sind die Entwürfe 363 und der Verfassungsgesetzentwurf 42, die bedeuten eine Änderung hinsichtlich der Möglichkeit der Änderung des Autonomiestatutes. In der Praxis, es wurde erklärt und das kann man auch nachlesen, in der Praxis ist es so, wenn in erster Lesung eine Änderung des Autonomiestatutes im Parlament verabschiedet wird, dann muss der Regionalrat wieder ein Gutachten abgeben, wenn er diese Änderung ablehnt. Man geht davon aus, dass das Parlament dann nicht mehr weitermachen kann. Wenn wir gar nichts sagen als Regionalrat oder Landtage, dann kann das Parlament weitermachen. Ich kann mich daran erinnern, dass wir in der zuständigen Sonderkommission im Südtiroler Landtag über diese Formulierung diskutiert haben. Denn hier in dieser Formulierung, wenn man sie nachliest in den Verfassungsgesetzentwürfen Nr. 42 und 363, so klar lese ich das nicht heraus. Man sagt, dass man davon ausgeht, dass, wenn man diese Gesetzentwürfe genehmigen würden, diese Vorschläge, dass dann das Parlament, wenn Regionalrat oder die Landtage mit 2/3 Mehrheit dagegen sind, nicht mehr weitermachen kann. Ich lese das so nicht heraus. Man geht davon aus, denn im Prinzip steht das nicht drin, dass als Konsequenz aus der Ablehnung das Parlament nicht mehr weitermachen darf. Ich glaube nicht - aber Xxxxxx ist ja der große Verfassungsrechtler, der wird schon wissen, was er eingebracht und geschrieben hat - aber ich bezweifle, dass das Parlament hier mit dieser Norm die Souveränität abgibt, trotzdem weiterzumachen in 2. und 3. Lesung mit der Änderung des Autonomiestatutes. Ich bezweifle das. Man hat uns bereits in der Sonderkommission im Landtag erklärt, dass das hier abgesichert ist. Aber es steht hier drinnen „in diniego alla proposta d’intesa può essere manifestato entro 3 mesi dalla trasmissione del testo con deliberazione a maggioranza dei 2/3 dei componenti del Consiglio regionale o dei componenti del Consiglio provinciale interessato”. Na ja, es gibt hier keine Konsequenz daraus. Es steht nicht drinnen, wenn Ablehnung, dann Parlament: Stopp. Das steht so nicht drinnen. Man geht davon aus, dass das so gemeint ist. Es kann sein. Aber ich denke, man hätte das etwas deutlicher formulieren können. Wahrscheinlich will man es nicht so deutlich formulieren, weil man sonst auf jeden Fall weiß, dass das nicht einmal in der Kommission im Parlament diskutiert würde. Denn hier, denke ich, lässt man ein Hintertürchen offen.
Das andere ist dieser Gesetzentwurf zur so genannten Vollautonomie. Auch den bräuchte es hier eigentlich nicht mehr. Denn allein schon dieses Schreiben Xxxxxx an Xxxxxxx, dieses berühmte Schreiben soll ja diese Vollautonomie im Prinzip bedeuten. Also da brauchen wir keinen Gesetzentwurf mehr zur Vollautonomie, denn die gibt es ja jetzt schon offensichtlich mit der Umkehr des Inkassoprinzips beim Finanzabkommen. Das Inkassoprinzip, wo zukünftig 90% des Steueraufkommens aller staatlichen Steuern direkt an die Länder fließen. Wo steht das? Das wird in keiner Verfassung und in keinem Verfassungsgesetz niedergeschrieben. Das ist nur auf dem Papier im Abkommen und das ist nur eine Anweisung des Finanzministeriums dann an die Agentur für Einnahmen. Eine Anweisung, die jederzeit wieder zurückgenommen werden kann. Das ist nur und rein auf dem Papier enthalten. Und deshalb glaube ich ganz einfach, dass wenn man hier hergeht und uns heute, wie das der Landehauptmann getan hat, erklärt, wie wichtig das alles ist, dann hätte man gleichzeitig sagen müssen, dass das alles, was wir im Finanzabkommen drinnen stehen haben, dieser Ausbau der Finanzautonomie, diese internationale Absicherung, dass das alles eigentlich nur Show war, dass das in Wirklichkeit
kaum das Papier wert ist, auf dem es geschrieben steht. Auch diese Gesetzentwürfe hier sind regelmäßig immer wieder eingebrachte Gesetzentwürfe. Ich habe mir das einmal angeschaut, die werden in jeder neuen Legislaturperiode im Parlament so oder in geänderter Form von Xxxxxx oder von wem auch immer, der da dabei ist, neu eingebracht, damit sie hat einmal auf der Tagesordnung stehen. Aber Wesentliches weitergebracht hat man in dieser Frage nichts.
Wie gesagt, ich werde natürlich nicht dagegen stimmen, dass man die Ladinerrechte ausbaut, ganz klar, das war ein Begehrensantrag von mir vor zwei Jahren im Südtiroler Landtag, der allerdings von der Südtiroler Volkspartei abgelehnt wurde. Wunderbar. Hier steht es halt im Gesetz drin. Man hat es halt genommen und noch einmal eingebracht. Das ist die Regel bei uns. Die Südtiroler Volkspartei hat den Ausbau der Ladinerrechte abgelehnt. Ich habe im Prinzip genau diese Vorschläge gemacht. Aber damals hat man das abgelehnt und man hat das dann selbst im Parlament eingebracht. Dagegen werde ich natürlich nicht sein. Aber noch einmal die Frage: Warum hat man das in den letzten 20 Jahren nicht über die 6er und 12er Kommission geregelt? Da wäre es einfacher anstatt diese Thematik über das Parlament mit Verfassungsgesetz durchzubringen. Und wie gesagt, ich werde auch nicht dagegen sein, dass wir ein Vetorecht bekommen sollten, wenn es denn so ist. Ein Vetorecht in Sachen Änderung des Autonomiestatutes. Obwohl, wie gesagt, mit diesem Text bin ich nicht so ganz einverstanden. Aber wie gesagt, man hat uns damals im Landtag erklärt, dass dieser Text wie er hier vorgeschlagen ist, dieser „diniego“, „diritto d’intesa“, dass das schon eine Art Vetorecht sei, auch wenn es nicht explizit drin steht, dass das Parlament danach die Änderungen nicht mehr weiterverfolgen darf. Jedenfalls alles so Prosit, wie man das uns in den letzten Tagen weiß machen wollte, ist es eben nicht und schon gar nicht so rosig, wie man uns das seit Jahrzehnten weiß machen will.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire la consigliera Xxxxx. Prego.
XXXXX: Dieser Vorschlag, diese politische Entscheidung, fußt auf verschiedenen politischen Irrtümern. Einmal die Unfähigkeit, die Realität richtig einzuschätzen. Es beginnt damit, dass Landeshauptmann Xxxxxxxxxxx auch versucht, das Ganze schmackhaft zu machen. Er sagt, es geht um eine neue prozedurale Form, ohne etwas zu riskieren, um Schritt für Schritt Verbesserungen zu erreichen. Wo Verbesserungen? In welcher Hinsicht Verbesserungen? Es ist eine falsche Einschätzung der Realität und ein politischer Irrtum zu glauben, dass man im Staat Italien Schritt für Schritt für die Südtirolautonomie Verbesserungen erreichen kann. Nachdem was jetzt auch in den letzten Tagen passiert ist. Das ist genau der entgegengesetzte Verlauf. Also auf der einen Seite verkündigt man uns, so würden Verbesserungen Schritt für Schritt erreicht werden. Aber in der Realität geht es xxxx xxxxxx in diese Richtung.
Zweiter Irrtum: Hier zu verkünden, dass die Xxxxxxxxxxxxxxxxxxx xxx 0000 xxx xx xxxxxx Xxxxxxxxxxx xxx die so genannte Autonomie gewesen sei. Ich erinnere an die Ausführungen von Ex-Senator Xxxxxx Xxx (SVP), langjähriger Senator in Rom, der immer wieder davor gewarnt hat. Und in der Tat. Wenn wir sehen, dass inzwischen sozusagen nur eingeführt worden ist, dass die Landtage ihre Stellungnahme abgeben müssen, dann wissen wir, in welche Gefahr man Südtirol und die Südtirolautonomie 2001 bereits gebracht hat.
Irrtum Nr. 3: Entweder ist es politische Unerfahrenheit oder es ist einfach die Unfähigkeit, die Zusammenhänge zu verstehen, wenn Landeshauptmann Kompatscher - er ist nicht da, vielleicht sagt es ihm jemand - jetzt sagt, wir haben zwar immer noch die Möglichkeit, einen Vertragsbruch Italiens durch Österreich vor dem Internationalen Gerichtshof in Den Hag einzuklagen. Aber, wenn er wörtlich sagt „wir wollen sicherstellen, dass es so weit nicht kommt“, soll er die ganze Wahrheit sagen. Nämlich dass eben aufgrund der Streitbeendigungserklärung ein Ausgang eines solchen Verfahrens nicht sicher ist, dass Österreich keine Garantie geben kann, dass es im Sinne dessen ausgeht, wie man es sich wünscht, sondern dass Österreich alles tun würde, um zu verhindern, dass es klappt, weil das die Probe aufs Exempel ist, vor der man Angst hat. Und jetzt kommt man her und sagt uns sozusagen, wir wollen über den innerstaatlichen italienischen Weg Sicherheiten haben. Ja wo leben denn die Xxxxxx? In diesen Zeiten auf Italien zu bauen, aufs die Vertragstreue Italiens zu bauen, auf italienische Garantien zu bauen. Ja wenn der Verfassungsgerichtshof hergehen kann und in einem wichtigen Abschnitt wie der ehemalige Abschnitt VI einfach Vertragsbrüche, den einen nach dem anderen, sich leisten kann, ja was erwartet man sich denn von so einem Staat. Man will das Ganze innerstaatlich absichern und bindet uns damit noch mehr an Rom. Das ist die Wahrheit. Man möge nachlesen den Art. 4 des Autonomiestatuts und den Art. 8, wo ganz genau die Rahmenbedingungen geschrieben stehen. Die internationalen Verträge so weit so gut, denn das gibt uns die Möglichkeit, eben auch im Staat Italien die Ausübung des Selbstbestimmungsrechtes für Südtirol und auch für das Trentino zu verlangen. Das so weit so gut. Aber dann steht noch das andere, das immer vergessen wird, im Rahmen oder mit der Voraussetzung also, in der Abhängigkeit von innerstaatlichen, sozialen wirtschaftlichen Reformen und des so genannten nationalen Interesses. Ja glaubt ihr denn, dass die anderen Regionen still halten in Zukunft, wenn sie zahlen und zahlen sollen und Südtirol und das Trentino einige – es sind keine besseren Regelungen – aber immerhin, noch Ausnahmen von den Regelungen für die Regionen mit Normalstatut erhalten. Wie lange glaubt ihr, dass ihr das halten könnt, bei dieser politischen Einstellung. Wir müssen verhandeln über längst Verhandeltes. Das ist die 4. Verminderung eines Ersatzes. Autonomie war Ersatz für das verweigerte Selbstbestimmungsrecht. Das Mailänder-Abkommen war ein Ersatz – jetzt einmal gesprochen, was den wirtschaftlichen finanziellen Teil anbelangt, vom anderen wäre separat zu reden. Mailänder Abkommen war der Ersatz des früheren Abschnittes VI des Autonomiestatutes. Das Bozner Abkommen war der Ersatz für das nicht eingehaltene Mailänder Abkommen und der römische Pakt ist jetzt der Ersatz für das nicht eingehaltene, nicht durchgeführte Bozner Abkommen. Ja was glaubt ihr, dass das so schnell umkehrbar ist? Also, wer das glaubt, der hat meines Erachtens ein Problem mit der Wahrnehmung der Realität.
Ich komme zum Abschluss. Also solange Südtirol und auch das Trentino… bei euch hat man auch noch nie dieses Referendum durchgeführt, überall im Staat Italien hat man vor 150, vor 155 Jahren das so genannte Referendum im Sinne des Risorgimento gemacht, man wollte die Zustimmung des Volkes, d. h. also der damals entstehenden, so genannten italienischen Monarchie war die Ausübung des damals noch nicht in diesem Sinne formulierten Selbstbestimmungsrechtes wichtig. Also ist das der Weg. Auch das Trentino hat diesen Weg offen, weil auch im Trentino diese Abstimmung bis heute nicht stattgefunden hat, so wie in Südtirol. So lange ihr nicht diesen Weg auftut, werdet
ihr innerstaatlich immer baden gehen. Am längeren Hebel sitzt das Parlament in Rom, sitzt der Verfassungsgerichtshof und sitzt das so genannte italienische nationale Interesse. Ich weiß, dass ich hier für die Wände rede, danke Kollege Xxxxxx und vielleicht noch einige andere, aber ich möchte es hier einmal dargelegt haben. Ich würde bedauern, wenn es schnell dazu käme, aber die anderen Regionen, die werden nicht Ruhe geben, bis das eingeebnet ist. Da können wir hier, ob wir jetzt noch so sehr gemeinsam das machen, Trentino und Südtirol Xxxx stehen, die fahren über uns hinweg. Das werdet ihr sehen. Also diese Karte, die sticht längst nicht mehr. Sie glauben, dass wir durch eine Verfassungsänderung, durch einen innerstaatlichen Weg irgendetwas absichern können, das ist Blauäugigkeit, das ist die eigentliche Illusion.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Köllensperger. Prego.
XXXXXXXXXXXXX: Xxxxx Xxxx Präsident. Das im Verfassungsgesetzentwurf Nr. 363 vorgesehene Vetorecht ist natürlich eine autonomiepolitisch sinnvolle Absicherung. Das steht überhaupt nicht nur Debatte und wir werden natürlich auch als Bewegung, die sich gegen den römischen Zentralismus wehrt, hier dafür stimmen. Es ist grundlegend, dass der gesetzgebende Prozess im römischen Parlament, vor allem der verfassungsgesetzgebende Prozess, nicht das Autonomiestatut einseitig zu unseren Ungunsten abändern kann, ohne ein Einvernehmen mit dem Land und der Region. Besonders heute, da ja in Rom die Bestrebungen des Zentralismus wieder aufflackern, als ob dies die richtige Antwort auf die Xxxxx wäre. Eine Xxxxx, da ja vom römischen Zentralstaat verursacht worden ist. Wir möchten sie mit noch mehr Zentralismus bekämpfen. Xxxxxx ist es aber bekannt, dass auch Xxxxxxxxxxxxxxx Xxxxx von den Sonderautonomien denkt. Hier, wer sein Buch kennt „Stile nuovo“ von 2011, soll xxxxxx xxx Xxxxx 00 xxxxxxxxxxx. Xx steht dort ganz klar, schwarz auf weiß geschrieben, dass die Sonderautonomien abzuschaffen sind. Das ist die Meinung, die auch seine rechte Hand Xxxxxxxxx letzte Woche wiederholt hat. Das wird zwar schnell unter den Tisch gekehrt, aber leider ist genau das die Meinung der römischen Regierung. Da brauchen wir gar nicht drum herum zu reden. Aus diesem Grund werden wir hier natürlich dafür stimmen. Es bleibt aber natürlich schon dieser Beigeschmack, dass wenn es so ist, wie uns ja auch die Landesregierung und die Präsidenten hier mitteilen, dass wir uns in Acht nehmen müssen vor den Änderungen in Rom an dem Autonomiestatut, dass wir deswegen diesen Art. 4 des Verfassungsgesetzentwurfes 363 unbedingt brauchen, um uns zu schützen, vor Änderungen an einem Autonomiestatut, das Verfassungsrang hat. Dann stellt sich natürlich die Frage, wie sicher ist danach unser Finanzabkommen, das keinen Verfassungsrang hat, es wird ein verstärktes Gesetz sein ja, aber sicher bei weitem nicht so stark wie ein Autonomiestatut. Diese Frage stellt sich natürlich, ganz klar. Generell aber, auch abgesehen vom Finanzabkommen, stellt sich natürlich auch die Frage, wenn wir diesen Xxxxxx, dieses Vetorecht brauchen und das brauchen wir eben, wie sicher überhaupt unsere Autonomie ist. Ist sie wirklich so sicher, wie es uns die SVP und die Landesregierung gerne verkaufen will. Anscheinend nicht.
Zum Abschluss möchte ich noch sagen, ich habe es am Anfang schon erwähnt. Bei dieser Norm geht es um eine technische Norm, um eine Norm, um unser Autonomiestatut zu schützen, mit einem Einvernehmen und einem
Vetorecht zu untermauern. Deswegen bin ich auf jeden Fall der Meinung, dass wir hier diesen Schutzmechanismus uns nicht entgehen lassen sollten und dafür stimmen sollen. Genauso wie ich der Meinung bin, dass die anderen Verfassungsgesetzentwürfe, die auf der Tagesordnung stehen, auf keinen Fall durchgehen sollten, aus dem Grund, dass sie den Autonomiekonvent vorwegnehmen würden, das hat keinen Sinn, dort nämlich geht es um inhaltliche Normen.
Das hier ist aber keine inhaltliche Norm, sondern mehr eine technische Norm und aus diesem Grund wird die 5-Sterne-Bewegung dafür stimmen.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire l’assessore Detomas.
DETOMAS: Grazie, Presidente. Intervengo naturalmente come capogruppo dell’UAL, non tanto come assessore, perché questa è una materia che attiene a rapporti tra istituzioni e soprattutto attiene alla natura della nostra autonomia.
Questa proposta di legge che è stata fatta da gran parte della delegazione parlamentare della nostra regione, va a completare una parte di riforma che nasce da quella modifica dell’articolo 116 della Costituzione, che in qualche modo ha dato un senso. Mi dispiace contraddire la collega Xxxxx che spesso parla di realismo, magari anche in termini negativi, di quello che significa un sistema autonomistico, naturalmente sono suggestive le considerazioni che fa, però quando parliamo di realismo, di concretezza e di verità dobbiamo anche non nasconderci il fatto che siamo, per fortuna, dentro un contesto di rispetto istituzionale, per cui non è che dobbiamo recriminare molto.
Questa autonomia ha dato in questi anni e credo che non serva grande generosità per riconoscerlo, opportunità alla nostra gente, probabilmente avrebbe potuto fare di più, però è stato un sistema che ha garantito a molte popolazioni la possibilità di sviluppo, la possibilità di vedere un futuro un po’ diverso che non quello che si prospettava negli anni ’40, all’indomani della guerra. Capisco che ci sono state delle popolazioni che hanno anche sofferto, rispetto alla compressione di alcuni diritti o magari di alcune aspettative, però dobbiamo riconoscere che in qualche modo questa autonomia è stata un’opportunità e su questo mi sento in qualche modo di sottolinearlo.
Dico che l’articolo 116, così come è stato modificato nel 2001, ha sancito un altro principio importante. Qui si è parlato molto del diritto di veto, ma il diritto di veto rappresenta sostanzialmente un tecnicismo per dare concretezza a quella natura pattizia della nostra autonomia, che è stata riconosciuta in quel passaggio di riforma costituzionale.
La natura pattizia non è una questione solo giuridica, ma è una questione che attiene all’elemento connaturato alla sovranità. Significa che una sovranità non viene accordata, ma è riconosciuta e nel momento in cui le regole che stanno alla base di una comunità, si consente che non vengano determinate dall’alto in maniera unilaterale, ma che debbano necessariamente avere il consenso della popolazione stessa, significa riconoscere che a quella popolazione deriva la sua sovranità, il suo diritto all’autorganizzazione, i suoi poteri di autogoverno li hanno connaturati e sono addirittura precedenti al patto che costituisce lo Stato.
Anche a me termini come nazionalità o nazionalismo danno fastidio, sono allergico a queste terminologie, preferisco parlare di istituzioni, di Stato e le nazionalità attengono ad altri fattori che sono culturali, personali, che sono di una
popolazione che può, in un contesto statuale, essere anche diversa, avere altre nazionalità. Su questo credo di condividere anche quello che pensa la collega Xxxxx, mi rivolgo a lei perché devo dire che è stato molto interessante seguirla, non mi capita spesso sentirla dal vivo, seguivo da lontano le sue considerazioni, peraltro suggestive.
Questa norma è andare a colmare quel vuoto normativo che è stato sì sancito dall’articolo 116 novellato della Costituzione, ma quando si dice “intesa” manca qualcosa, anche perché il concetto di intesa è stato successivamente dalla giurisprudenza elaborato e anche modificato e in qualche modo anche sminuito, per quanto riguarda la definizione che si intendeva. Cioè l’intesa significava non solo il diritto di veto, ma significava anche la compartecipazione delle decisioni.
Ora si inserisce questo procedimento che non riguarda soltanto le Province autonome, la Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, ma anche le altre regioni a statuto speciale. Debbo dire che questo sistema, che è stato previsto dalla proposta di legge costituzionale, è in qualche modo il riconoscimento di un iter che prevede naturalmente il diritto sostanziale di veto, cioè ci deve essere il non diniego del parere, che significa sostanzialmente sì il diritto di veto, ma presuppone la necessità di un processo di condivisione, rispetto ai contenuti che questa norma deve avere.
Qui condivido in toto quello che dice il vice Presidente della Regione, quando dice che questa norma, se approvata, ci consentirebbe di andare in maniera agevole ad affrontare un dibattito parlamentare, che in questi tempi è tutt’altro che agevole, nel senso che sappiamo quali sono le sensibilità nel resto del Paese, per quanto riguarda l’atteggiamento nei confronti delle autonomie speciali.
Credo che questo davvero rappresenti il mettere in sicurezza, proprio perché questo sistema garantirebbe la possibilità che il nostro sistema autonomistico e i sistemi autonomistici delle altre regioni a statuto speciale non vengano demoliti con delle incursioni parlamentari.
Credo che non sia soltanto una tranquillità in termini di procedura parlamentare, ma sia davvero il senso del riconoscimento di una dignità di un territorio, di una popolazione e quindi un passo avanti. Xxxxx anche qui condividere le considerazioni che faceva il vice Presidente Xxxxxxxxxxx. È davvero un passo avanti nella maturazione del concetto di autonomismo del nostro ordinamento costituzionale e credo che questo vada salutato con favore.
Cosa intendo dire con questo mio intervento? Che credo che per affrontare le sfide che ci attenderanno, l’ultimo anello è stato l’accordo fatto la settimana scorsa fra i Presidenti delle Province e il Presidente del Consiglio. Le sfide che ci attenderanno vedranno necessariamente una riscrittura anche delle competenze che sono riservate alle nostre autonomie speciali, con un chiarimento della portata delle competenze, un allargamento, se possibile, delle competenze autonomistiche e il patto che prevede il trasferimento alle Province di poteri relativi alla giustizia e alle agenzie fiscali. In qualche modo dà l’idea di quanto stia maturando, anche a livello nazionale, la consapevolezza che soprattutto le nostre realtà autonomistiche possano davvero rappresentare un modello di organizzazione dello Stato, anche di fronte ad un Paese che sta lentamente rivedendo i suoi sistemi di governo, i suoi sistemi di potere, con un processo che parte da lontano di erosione della sovranità in favore dell’Unione europea e anche in favore dei processi di deregulation molto importanti, che in qualche modo prevedono il disimpegno, da parte dello Stato, non soltanto in molte attività che
prima erano presediate dal pubblico, ma anche dall’attività normativa e regolamentare.
Quindi questa riscrittura del sistema di Governo italiano, in qualche modo, in questo processo si deve inserire anche il nostro processo di revisione del nostro statuto di autonomia e delle regole che stanno alla base delle nostre comunità.
In questo senso trovo interessante questo passaggio e in dichiarazione di voto espliciterò ancora meglio, se possibile, il favore rispetto a questa norma, che naturalmente rappresenta un tassello, ma è il primo tassello, è quello che in qualche modo ci aprirà la strada ad una modifica statutaria di adeguamento del nostro statuto a queste nuove dinamiche e adeguamento alle nuove costruzioni anche istituzionali che l’Italia e l’Europa in qualche modo ci impongono.
A me è piaciuta molto questa discussione, la seguirò con attenzione anche nel prosieguo, perché ha messo in chiaro anche l’attenzione che c’è, da parte di questo Consiglio, nei confronti dei temi dell’autonomismo, dei temi delle istituzioni, dei temi delle regole, che a volte danno un po’ fastidio, perché sembrano non essere attinenti ai problemi concreti che tutti i giorni dobbiamo affrontare e inoltre in realtà sono i sistemi di decisione che spesso condizionano pesantemente anche la qualità delle decisioni che andiamo a prendere.
Mi è piaciuto che su questo tema ci sia stata una grande partecipazione, mi auguro che ci sarà anche sui prossimi punti all’ordine del giorno. Mi auguro che il processo di revisione dello statuto, che in qualche modo ci viene imposto dai tempi, sia altrettanto partecipato con altrettanta passione ed altrettanta attenzione. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxxxx. Prego.
XXXXXXX: Xxxxx Xxxx Präsident. Geschätzte Kolleginnen und Kollegen. Ich gehe natürlich davon aus, dass jeder, der sich hier äußert auch an das glaubt was er sagt. Es kommen Xxxxxxx, wenn man so diesen Ausführungen zuhört. Gestern hat ja FC Bayern eine Runde Fußball gespielt. Wir sind in der Verteidigung und ich habe das Gefühl, wir sind in der Mittellinie und hoffen, dass wir nicht zehn Tore bekommen, sondern höchstens sieben. Angreifen verweigern wir uns. Das tun wir nicht. Wir haben nur mehr die Verteidigungsposition, und wir hoffen, dass wir nicht zehn Tore kassieren, sondern vielleicht noch sieben oder sechs. Verzeiht mir diesen Vergleich aus dem Sport. Aber die offensive Linie ist hier nicht gegeben. Und ich habe zudem eine Frage: Nachdem ein Autonomiekonvent im Raum steht, muss man sich schon eine grundsätzliche Frage stellen, welchen Sinn haben Abänderungen des Autonomiestatutes? Im Detail, wenn es den großen Wurf geben soll, der sich hier Autonomiekonvent nennt. Ich habe schon gesagt, ich gehe davon aus, dass man an das glaubt was man sagt. Aber offensichtlich ist es nicht so. Diese Vorgehensweise ist unkoordiniert, ist auch nicht zielführend. Und angesichts der Tatsache, dass wir derzeit dieses Finanzabkommen vor aller Augen haben, das die beiden Landtage oder auch die beiden Landesausschüsse und der Regionalausschuss offensichtlich beschlossen haben, muss man sich schon fragen, wohin die Reise geht, weil ja viele, vor allem Politiker, xxxxx xxxxx das Finanzielle immer in der Autonomie gesehen haben. Wenn die Finanzen gestimmt haben, hat es keine großen Proteste gegeben. Nun stimmen die Finanzen aber auch nicht mehr. Ich erinnere an die Verfassungsänderung von 2001, die letzte Änderung des Autonomiestatuts, von
Kapitel V usw., wo Zuständigkeiten umgekehrt worden sind. Und ich mache es an einem Beispiel fest, auf dass jeder es gut versteht. Ich habe es schon mehrmals getan. Der Xxxxxx liegt bekanntlich im Detail. Wir haben auch auf Vieles verzichtet. Was als großer Erfolg dargestellt worden ist, war ja im Prinzip auch schon ein Glückszuggefecht. Wir hatten früher die Zuständigkeit über die Jagd. Ganz egal wie man dazu steht. Wir hatten die Zuständigkeit über die Jagd. Der Staat ist hergegangen und hat ein neues Kapitel eingeführt, Ökosysteme. Die Jagd fällt nun unter die Ökosysteme. Infolgedessen hat der Staat auch die Zuständigkeit über die Jagd. Das Trentino hat Probleme mit dem Bären, das Trentino kann niemals einen Bären abschießen ohne zu fragen. Angenommen es wollte es tun. Ich sage noch einmal. Ich möchte jetzt nicht auf die Inhalte zur Jagd eingehen. Das ist ein Kompetenzverlust sondergleichen. Man kann auch sagen, lass diese Befugnis lieber beim Staat, der schützt vielleicht die Tiere mehr. Kann sein. Aber auf der anderen Seite verzichtet man freiwillig auf Kompetenzen und auf der anderen Seite schickt man sich an, ich sage nicht, neue Kompetenzen zu holen. Denn beim Finanzabkommen hat es aus meiner Sicht einen ganz großen Paradigmenwechsel gegeben. Wir haben es auch intern diskutiert. Wenn seiner Zeit Xxxxxxx Xxxxxxx noch nach Rom gefahren ist, um zu verhandeln, dann hatte er einen sehr guten Unterhändler, den Xxxxxx Xxxxxxxxxx. Der ist unten nicht aufgestanden, bevor er nicht das mit xxxx genommen hat, was er sich vorgesetzt hat. Xxxx Xxxxxxxxxx ist ein Makler, der hat verhandelt. Du nimmst mir etwas? Ok, aber dann gibst du mir auch etwas. Kompetenzen. Ich gebe dir Geld, du gibst mir Kompetenzen. Wenn ich mir das heute anschaue, dann könnten unsere Vertreter auch auf der anderen Seite sitzen. Da ist kein Unterschied mehr. Denn wenn wir uns einbilden, dass wir den Staat retten können, finanziell retten können, dann sieht man, wo wir angelangt sind.
Diese totale Identifikation mit dem Staat hat mit Autonomie wirklich gar nichts zu tun. Das ist der genaue Gegensatz. Und wenn wir daran festhalten, dann werden wir immer verlieren. Wenn wir uns an den Tisch mit Rom setzen und verhandeln im Sinne von Geldfluss usw. und so fort. In der Situation gibt es wenige Möglichkeiten zum Verhandeln. Das ist mir schon klar. Wenn jemand nichts hat, das war das Problem bei xxxxx anderen Abkommen. Es wurde x-mal verletzt, wir sind vor den Verfassungsgerichtshof gegangen. Wie es ausgegangen wäre weiß man zwar nicht, aber ich gehe mal davon aus, dass es einen Vertrag gibt und da wird verletzt und ist eindeutig verletzt worden, dann hätten wir auch Recht bekommen. Aber wahrscheinlich kein Geld. Dann hat man gesagt, um dem auszustellen, machen wir jetzt einen anderen Deal. Wir ziehen unsere Rekurse vor dem Verfassungsgericht zurück und beteiligen uns an der Zinszahlung auf die Staatsschulden. Unglaublich! Wenn man gesagt hätte, wir beteiligen uns am Steueraufkommen oder aufgrund unseres Steueraufkommens prozentuell, dann liegt das an uns. Dann haben wir eine Gestaltungsmöglichkeit. Einmal geht es besser, einmal schlechter. Einmal zahlen wir mehr, einmal weniger. Aber wer wirklich daran glaubt, dass es mit den Finanzen Italiens in den nächsten Jahren besser wird, also der ist wirklich blauäugig. Das muss ich in aller Deutlichkeit sagen. Denn die Zinsen werden steigen, 0,6% an der Zinszahlung auf die Schulden wohlgemerkt. Nicht auf das Kapital irgendwo. Das wäre etwas anderes. Das ist eine Unbekannte, die sich jederzeit ändern kann, wo wir keinen Einfluss haben. Wo wir überhaupt keinen Einfluss haben. Da sind wir ausgeliefert. Und auf die anderen Dinge will ich gar nicht eingehen. Viele sagen, vor diesem
Hintergrund werden derzeit Diskussionen geführt, die bestenfalls akademische Diskussionen sind, aber in der Praxis wahrscheinlich nicht wirksam.
Und es schaut so aus, als ob die Trentiner viel mehr Interesse daran hätten als vielleicht die Südtiroler, weil der Brief, der hier immer zitiert wird, an Österreich, diese internationale Verankerung, alles, wo Österreich drauf schaut, ist sicherlich von Vorteil. Keine Frage. Nur dass ihr hier Wunderdinge erwartet, ich glaube es war hier der Herr Xxxx, der gesagt hat, zumindest haben wir die Garantie, dass jetzt das österreichische Heer einmarschieren kann, natürlich so brisant gesagt. Was beeindruckt ist, dass der Herr Xxxxx, oder wer auch immer dem folgen wird, Österreich einen Brief schreibt. Noch einmal, ich will das nicht bagatellisieren. Aber eine internationale Verankerung, die schaut schon anders aus. Und das ist ein bisschen wenig aus meiner Sicht. Aber dass Österreich hier mit eingeschaltet wird, ist sicherlich besser, als wenn es nicht so wäre. Nur Wunder wirken wird Österreich nicht. Und zwar aus einem einfachen Grund, da muss man auch ein bisschen pragmatisch sein. Und das haben wir auch erlebt.
Italien ist der zweitgrößte Handelspartner von Österreich. Und Österreich wird sich einen Dreck kümmern. In aller Deutlichkeit, das verstehe ich auch irgendwo. Also dass sich Österreich auf das internationale Parkett vormacht, um Klage zu führen, wenn Rom Südtirol weniger Geld zahlt als ihm zusteht, dann wird es halt heißen, tut mir Leid, da sind internationale Verträge einzuhalten, internationale Richtlinien, da kann man halt nicht anders. Da wird es Ausreden geben noch und noch. Und nach dem Herrn Xxxxx wird ein anderer Ministerpräsident folgen, der diesen Brief ignorieren wird, der den Vertrag ignorieren wird, wie es Italien immer getan hat.
Und zumindest an die Südtiroler Abgeordneten: Wann bitte hat Italien einen Vertrag gegenüber Südtirol eingehalten? Ich kann mich gut daran erinnern, was Landeshauptmann Xxxxxxxxxx uns einmal gesagt hat. Wenn wir gesagt haben, wir müssen endlich weitergehen, über die Autonomie hinausschauen, Unabhängigkeit, geht das? Können wir uns das leisten? Ja hat er gesagt, aber wir sind vertragstreu. Was heißt das? Wir sind vertragstreu, bei einem Vertrag da gibt es immer zwei. Einer muss den Vertrag einhalten und der andere nicht? Natürlich, wir haben keinen Verfassungsgerichtshof, der uns schützt. Den hat der Staat. Das ist eine ungleiche Behandlung schon von vorne weg. Infolgedessen muss man schon wissen, in welche Richtung es geht.
Und wenn wir hier diese Diskussionen über Detailbereiche führen, da geht es um das Einvernehmen, das Rechtsinstitut des Einvernehmens ist sicher ein Fortschritt. Da kann man nicht dagegen sein. Keine Frage. Aber in der derzeitigen Phase erwartet man von der Politik denke ich etwas anderes. Dass man ein bisschen weiterschaut, als dass man sich wieder auf den Verhandlungstisch begibt, um mit Rom aufzuhören zu streiten. Juridische Streitigkeiten mit dem Staat werden wir nicht gewinnen auf lange Sicht. Und das ermüdet. Die Leute sind ja nicht mehr bereit, dann auch mal irgendwo zu kämpfen. Und ich will jetzt nicht Kriegsrethorik betreiben, aber weil wir unlängst in einer Diskussion gesagt haben, das wäre ein Waffenstillstand, hat Kollege Heiß gesagt, das ist Kapitulation. Das hat mit Waffenstillstand nichts mehr zu tun. Das ist Kapitulation für den Staat. Und das hat mit Autonomie nichts zu tun. Deshalb sollten wir hier wirklich die Schneid haben, einen Schritt weiter zu gehen.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxx. Prego.
BORGA: Grazie, Presidente. Prima di tutto volevo dire alla collega Xxxxx che anche il Trentino-Alto Adige è in buona compagnia, visto che i plebisciti che hanno fatto nel periodo risorgimentale erano tutte delle truffe. Quindi averli fatti o non averli fatti non è cambiato molto, sappiamo benissimo come è stata fatta l’Italia. È uno dei problemi di fondo dell’Italia, che come entità culturale nazionale stava molto meglio prima che fosse raggiunta l’unità statuale.
Detto questo, noi votiamo a favore, come abbiamo fatto in Commissione, sia al disegno di legge costituzionale n. 363 che al disegno di legge costituzionale n. 42 dei senatori Xxxxxx e Xxxxxx, che hanno identico contenuto. Lo facciamo anche perché sono stati i Governi di centrodestra ad introdurre la clausola dell’intesa, che poi invece, soggetta a referendum su iniziativa della sinistra, sono poi stati bocciati. In Alto Adige il referendum consuntivo non aveva prevalso, mentre in Trentino, la classe dirigente politica trentina, sedicente autonomista, aveva fatto, per motivi prettamente politici, campagna contro e anche in Trentino erano prevalsi i voti contrari a quel progetto di riforma costituzionale, tra il quale era previsto anche il meccanismo dell’intesa.
Siamo chiaramente d’accordo al fatto che lo statuto di autonomia non possa essere modificato unilateralmente, quindi il nostro voto favorevole lo confermiamo, lo facciamo però senza farci nessuna illusione. Sommariamente elenco una serie di ragioni. Prima di tutto per il clima di sfavore generale che a livello nazionale si è ampiamente diffuso, ma non soltanto a livello politico, anche a livello culturale, a livello dei media, a livello di chi fa opinione nei confronti delle autonomie locali.
Abbiamo sentito dire dal Presidente del Consiglio ieri che le regioni dovrebbero tacere, perché hanno molte cose da farsi perdonare. Sarà anche vero, per carità, però poi dobbiamo guardare regione e regione, però credo che qualcosa da farsi perdonare lo abbia anche lo Stato, che ha abbandonato quattro regioni italiane in mano alla criminalità organizzata, uno Stato che impone una tassazione insopportabile per qualsiasi impresa, uno Stato con una struttura burocratica centrale elefantiaca. Forse qualcosina avrebbe da farsi perdonare anche lo Stato.
Basta sentire la radio o guardare qualche programma televisivo, il clima di sfavore nei confronti degli enti locali è diffusissimo e massimamente nei confronti delle autonomie speciali, senza fare alcuna distinzione fra chi questi soldi magari li ha gestiti in maniera scellerata e chi li ha gestiti in maniera forse più oculata.
Siccome vado dicendo da lungo tempo – non voglio parlare dell’Alto Adige – che in Trentino i soldi sarebbero potuti essere gestiti meglio, lungi da me la volontà di difendere chi negli ultimi tre lustri ha amministrato il Trentino. È innegabile che comunque ci siano differenze evidenti tra regioni e regioni e tra regioni a statuto speciale e regioni a statuto ordinario.
Purtroppo tutto finisce nel calderone e viene aggravato da una situazione finanziaria e da un contesto generale in cui si trova anche lo Stato italiano, che credo lasci ben poco alla speranza, ma in fin dei conti lascia poco anche all’autonomia dei nostri governi. Fintanto che si accetta lo schema europeo per come è stato congegnato, finché si accetta la politica del rigore, che ha impoverito grandemente molti Paesi europei, tra questi l’Italia, non c’è Governo italiano che abbia grandi spazi di movimento, c’è poco da fare.
Il Presidente Xxxxx si è arrabbiato proprio tanto, perché ha usato termini molto forti quando ho fatto osservare modestamente che quel 10 più 10
sarà la regola e che quella norma inserita nell’accordo è un errore, perché legittimerà lo Stato a richiedere il 20% in più, senza che noi possiamo ricorrere alla Corte costituzionale. È l’esatto contrario, perché le situazioni di merito che lì sono individuate, cioè il fatto che dobbiamo fare una legge di stabilità, sulla base di quelle che sono le indicazioni europee, è la normalità, il fatto che ci sia una situazione finanza pubblica di carattere eccezionale, purtroppo ormai è la normalità.
Credo che i Presidenti Xxxxxxxxxxx e Xxxxx faranno un errore nell’inserire quella che, secondo loro, è una norma a tutela della nostra autonomia e che, viceversa, sarà la norma che assicurerà allo Stato la possibilità di chiedere quel 20% in più naturalmente, perché ormai questa è la situazione dei conti pubblici italiani, senza che noi abbiamo la possibilità di ricorrere alla Corte costituzionale. Sarà sufficiente che nei suoi provvedimenti lo Stato dica che quella manovra è richiesta per adeguarsi alle direttive europee, cioè tutti i bilanci da qua partono e vanno in Europa e senza il visto europeo non passano o che c’è una situazione della finanza pubblica di particolare gravità.
A me pare che la situazione della finanza pubblica dello Stato italiano sia di particolare gravità, non da ieri e pur con tutta la buona volontà, con tutta la speranza che uno ci può mettere, guardando ai nostri figli e ai nostri nipoti, credo che dobbiamo andare un po’ in là a sperare se ci sarà o meno un recupero. Per non parlare poi di 580 milioni che lo Stato italiano ci ha permesso di restituire a rate di 20 anni, l’ultima sarà fra 28 anni, noi non ci saremo, probabilmente non ci sarà più neanche lo Stato italiano se andiamo avanti così, chissà cosa ci sarà.
La situazione è quindi oggettivamente difficile, in cui credo che le garanzie giuridiche, che mira ad ottenere anche questo provvedimento, valgono quello che valgono. Questo vale per l’accordo che i Presidenti Xxxxxxxxxxx e Xxxxx si apprestano a sottoscrivere, la stessa valenza giuridica di rilievo costituzionale dell’Accordo di Milano, che pure è stato disatteso. Quindi non c’è alcuna garanzia giuridica in più e d’altra parte ci troviamo ad essere in una situazione in cui le garanzie politiche sono ancora inferiori a quelle che c’erano all’epoca dell’Accordo di Milano. Guardate che prescindo anche dall’appartenenza politica di chi governava allora e di chi governa adesso.
Adesso siamo in una situazione in cui ci vuole il Divino Xxxxxx per prevedere cosa succede, non tra cinque anni, dieci anni o tra quindici anni, ma tra un anno, tra otto mesi. Chi è in grado di dire cosa succederà? Quali sono le garanzie che un qualsiasi Governo, sballottato nei flutti della crisi finanziaria, può fornire a noi o a chiunque altro?
Ho letto sui giornali chiaramente, ma un Governo che fa quello che ha fatto il Governo Xxxxx, che ad aprile mette in norma la riduzione del 10% dell’Irap e dopo qualche mese ti dice che ha scherzato e riporta in vigore l’aliquota precedente più alta a decorrere dal 1° gennaio e nel contempo ti promette però che per l’anno prossimo, con efficacia dal 2016, l’Irap diminuirà.
Purtroppo si fa politica con gli annunci e tanta gente disperata ci crede. Non so come giudicate voi quel padre di famiglia che dice al suo bambino: se ti comporti bene ti regalo una bicicletta al compleanno. Xxx arriva il compleanno, il bambino si è comportato bene e il padre dice: no, la bicicletta non te la do, però l’anno prossimo, con decorrenza dal prossimo ancora, ti darò il motociclo. Cosa dirà questo bambino? Crederà a suo padre o perderà un po’ di credibilità questo padre di famiglia? Temo di sì.
Questo è quello che sta facendo il Governo Xxxxx, di cui peraltro voi in buona parte siete sostenitori, perché in Trentino Xxxxx è sostenuto apertamente, tutti i nostri parlamentari, ma anche i vostri per la verità votano regolarmente quei provvedimenti contro l’autonomia, che poi nel Consiglio di Trento e in quello di Bolzano andiamo ad impugnare, perché sono lesivi, però c’è la firma di Panizza, di Ottobre, di Fravezzi, di Dellai, eccetera.
Ormai siamo al limite dello stalking, perché il senatore Xxxxxxx poi ci inonda di comunicati, dove continua a spiegare sulla stampa, in televisione, dappertutto quello che sta facendo a Roma per l’autonomia. Questo lasciamo perdere, ognuno poi fa quello che ritiene.
Dico semplicemente che questa norma la voto con convinzione, ma sono anche certo che in considerazione del difficilissimo momento politico e finanziario ha il valore che ha. La nostra autonomia la si può anche svuotare semplicemente con interventi di carattere finanziario, che vanno sì a violare qualche disposizione di carattere finanziario dello statuto, ma non incidono sulle competenze, poi le scelte sono state diverse in Alto Adige e in Trentino.
Mi permetto di dire che forse dovremo cominciare a pensare che sia meglio che in Trentino e in Alto Adige si pensi bene prima di assumere altre competenze, perché saranno sicuramente competenze che ti danno la possibilità di incidere e costano decine di milioni di euro l’anno. Se penso alla competenza che abbiamo avuto in tema di amministrazione della giustizia, è una follia, bisognerebbe ridarla quella competenza. Innanzitutto è lo Stato che mantiene i principi cardine dell’amministrazione della giustizia. Ci siamo accollati per decine di milioni di euro l’anno le spese di funzionamento, in cambio di cosa? I tribunali periferici sono stati chiusi anche se i costi di mantenimento erano irrisori – l’assessore lo sa benissimo – e li hanno chiusi ugualmente. La Giunta regionale, che non ha forse i problemi che potrebbe avere lo Stato italiano, chiude gli uffici distaccati dei Giudici di pace.
Allora noi ci assumiamo oneri statali che sono solamente oneri finanziari, senza nessuna possibilità di incidere e, senza offesa per nessuno, conoscendo come amministrate. Sono contento che non possiate avere in mano l’amministrazione anche della giustizia, perché avrei qualche dubbio, ma dal punto di vista organizzativo che vantaggio abbiamo? Abbiamo tenuto aperto la sezione distaccata del Tribunale d Cles, perché avevamo quella competenza che ci costa decine di milioni di euro l’anno? No. Allora ripensiamo anche a quello.
Voto con convinzione, ma con scarsissima fiducia nel futuro.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Civettini. Prego.
CIVETTINI: Grazie, Presidente. La voglia sarebbe di non partecipare al voto, visto che il Presidente e il vice Presidente di questa Giunta e grandissima parte della Giunta non sono stati in aula in tutto il dibattito e così anche la SVP in tutta la sua grande appartenenza. Se questo è un tema importante, credo che il Presidente e il vice Presidente abbiano il dovere/diritto di assistere a questo dibattito, perché credo che siano state dette delle cose assolutamente interessanti. C’è la voglia di non partecipare al voto, poi alla fine parteciperemo per una questione di coerenza e naturalmente voteremo a favore di questo passaggio, non senza sottolineare l’incoerenza dei percorsi.
Diceva prima il collega che mi ha preceduto che assistiamo in tema di impugnative il costante voto che viene espresso dai parlamentari del Trentino-Alto
Adige di maggioranza, ebbene viene la voglia di chiedere loro il risarcimento dei danni, perché noi votiamo e andiamo a fare le impugnative ed a Roma invece votano contro l’autonomia del Trentino-Alto Adige o le prerogative delle nostre due Province/Regione.
A fronte di questo è chiaro che qualche dubbio ci viene. Il gioco delle tre carte, cara collega Xxxxx, si fa a Napoli, però si fa anche in Trentino-Alto Adige. È solo il gioco delle tre carte che a Roma si fa in un modo, perché si è in maggioranza, ci ha spiegato il collega Detomas, ma a Trento si fa finta di fare opposizione con i soldi dei trentini. Ebbene credo che questa sia una incoerenza nei fatti, perché veramente non sta in piedi.
È chiaro che a fronte di un contesto nazionale, dove l’attacco alle regioni è chiaro, basta aprire la Rai e Mediaset, c’è un attacco concentrico per l’obiettivo di un centralismo pauroso, addirittura si parla di centralità della sanità. Su temi di questo genere è chiaro che ci metteremo fisicamente contro, perché crediamo che questo sia uno Stato, da tutti i punti di vista, ladro e perciò abbiamo il diritto, dal punto di vista politico, di opporci.
Se teniamo presente che siamo passati dal patto di Milano al patto di Roma, il prossimo sarà il patto di Palermo probabilmente, cioè stiamo scendendo sempre più giù, sapete cosa paghiamo noi come Regione Trentino-Alto Adige? Noi paghiamo la campagna di marketing di Xxxxx, perché il patto dei pannolini li paghiamo noi e non diamo i benefici alle nostre famiglie, perché se andate a quantificare quanto paghiamo e quanto costano i pannolini che danno agli extracomunitari anche in Italia, allora ci accorgiamo che li paga il Trentino-Alto Adige, perché noi stiamo pagando il marketing berlusconiano – mi permetto di dirlo – di Xxxxx!
Allora a fronte di questi passaggi è chiaro che i dubbi sono forti, perché se una volta qualcuno poteva pensare che i confini erano dei dogmi, ora pensiamo che i confini siano ben altro, siano dei momenti storici, siano dei momenti dove ci si deve confrontare e capire quali poteri vengono gestiti dalle nostre realtà e da come si possono ottimizzare le peculiarità dei popoli dei vari territori che formano l’Italia, ma in una visione più ampia, addirittura anche l’Europa.
Quando sento il collega Detomas che dice che la revisione dello statuto ci viene imposta, regole che l’Italia e l’Europa ci impongono, noi ce ne freghiamo dell’Europa ladra, ce ne freghiamo dell’Europa delle banche, ce ne freghiamo dell’Europa che sta fregano l’Italia, ce ne freghiamo dell’Europa che determina le sanzioni a Xxxxx e dall’altra parte fa saltare le nostre economie e i nostri meccanismi.
Allora bisogna anche avere il coraggio di sottolineare con chi stiamo trattando. Stiamo trattando con coloro che avevano rassicurato il Governo Xxxxx e poi hanno preso il suo posto; stiamo trattando con quelli che avevano detto basta condoni in Italia e adesso fanno il condono; stiamo trattando con quelli che nel referendum hanno detto che assolutamente non va fatta la riforma costituzionale che blindava un certo tipo di meccanismo e di percorso. Ricordava chi mi ha preceduto, che mentre l’Alto Adige ha avuto un attimo di respiro, il Trentino ha votato come il centrosinistra ha indicato.
Allora a fronte di queste situazioni, a fronte della consapevolezza con chi andiamo a trattare, la consapevolezza che il patto di Milano ci era stato venduto come il punto storico di rappresentazione del blocco della garanzia delle
autonomie, non è vero niente, neanche la crisi dei sette anni, dopo cinque anni stiamo già a discutere e perciò è stato annullato, svuotato e girato.
È chiaro che tutti abbiamo delle grandi responsabilità e da questo punto di vista sono anche certo che fra qualche mese saremo a discutere anche il patto dei pannolini romani, perché probabilmente non ci sono le coperture. Secondo voi – lo chiedo ai colleghi dell’Alto Adige e anche ai trentini – le uova si vanno a prendere nel pollaio dove ci sono le galline o si vanno a prendere dove ci sono le capre? Le uova si vanno a prendere dove ci sono le galline e il Trentino, l’Alto Adige e comunque il nord è l’unica zona dove si possono ancora andarle a prendere. Perché fino a quando paghiamo 400 miliardi di debiti della Sicilia, fino a quando andiamo a fare certi tipi di percorsi all’interno della gestione delle autonomie, sicuramente siamo le famose mucche da mungere e le galline dalle uova d’oro.
Xxxx collega Xxxxxxxxx, lei che rappresenta la vecchia autonomia, quella vera – il vero autonomista amiamo definirla – sa che siamo a rischio e non è vero niente quanto ci viene venduto in questi passaggi. Fino a quando avremo parlamentari che a Roma giocano il gioco delle tre carte e poi vengono a fare l’ipercomunicata, addirittura dando per votato quello che verrà votato il mese prossimo, perché anche questo è successo.
Allora fino a quando ci troveremo in queste condizioni è chiaro che è una grande difficoltà, perché i primi a non essere convinti su questi passaggi siete voi, perché quello che è venuto a mancare nel contesto della gestione dell’autonomia, sono le ragioni storiche, sono le ragioni della nostra gente, sono la capacità di capire se l’autonomia parte dai popoli o parte dalle banche romane e europee, se quello che sono i vantaggi e gli argomenti fondanti e anche di confronto con quanto è lo Stato nazionale, ma ancora di più con lo Stato internazionale, sono gli accordi economici che interessano i pochi o se è lo sviluppo invece che riguarda esclusivamente le nostre popolazioni.
Credo che siamo in uno stato di confusione, non rappresentiamo bene, secondo il nostro modesto punto di vista, le ragioni fondanti della nostra autonomia, la capacità di trasformare in argomenti inattaccabili il fatto che ci siano i collegamenti dei fondamenti storici, ma che non si glorificano della storia, ma che sono argomenti per il futuro del nostro territorio.
Allora a fronte di questo è chiaro che le debolezze di una SVP – mi permetto di dire sommessamente e con molto rispetto per tutti i colleghi, ma soprattutto per coloro che la votano, credo ci sia una forte debolezza di rappresentazione di quello che noi siamo e di quello che dobbiamo essere e non perché gli statuti servano ad esclusiva tutela delle forme, gli statuti devono servire quale forma di espressione della nostra autonomia, quale forma partecipativa della nostra autonomia. In questo si trova la capacità e la forza di affermarla in tutte le sedi.
Xxxxxxx Xxxxxx, che la vedo molto impegnato sulla discussione dell’autonomia, quando parliamo di api, di xxxxx – so che lei è molto interessato di questo – questi temi sono anche gli argomenti, perché riguardano la gestione delle nostre risorse e la capacità di operare e di fare scelte all’interno dei nostri territori.
Purtroppo noi siamo svenduti ad un sistema del consenso, che porta esclusivamente una situazione di gestione di piccoli poteri, per non dire di “careghe”, perché questo è il tema centrale. Abbiamo maggioranze variopinte che rimangono insieme, per quanto riguarda il Trentino lo sapete, per quanto riguarda
l’Alto Adige vediamo che la maggioranza riesce a definire chi è la minoranza, parlo delle scelte per quanto riguarda le commissioni d’inchiesta.
A fronte di questo è chiaro che la confusione è totale e questa confusione viene recepita da coloro che attaccano la nostra autonomia, perché sicuramente anche lo svuotamento delle competenze della Regione, che è stato fatto negli anni, è chiaro che questo ha la sua influenza, ma nel momento in cui c’è un attacco concentrico a tutto quello che è autonomia, a tutto quello che è Regione, a tutto quello che è capacità delle nostre genti, ebbene la debolezza che riusciamo a rappresentare così bene, attraverso la gestione del dare e avere, probabilmente ci penalizza ulteriormente.
Per quanto ci riguarda sicuramente noi votiamo coerentemente questo passaggio, non senza sottolineare quanto abbiamo detto. Crediamo che l’autonomia debba trovare anima e corpo in altre situazioni, non solo nelle alchimie politiche delle maggioranze che tengono insieme questa autonomia.
Su questo tema ci saremmo aspettati che il Presidente, il vice Presidente, la Giunta regionale, in modo trasversale, avesse portato in quest’aula un confronto che si poteva trasformare in argomento forte da portare poi nelle sedi opportune. Questo non c’è stato, il disinteresse anche oggi è stato manifestato in modo chiarissimo su questo argomento, con un’aula vuota da parte di chi rappresenta la maggioranza, ma anche il governo di questa Regione e con una presenza di tutte le opposizioni – questo va detto – ma anche di parte di quella maggioranza che rappresenta quella che è la sinistra all’interno della Regione. Le cose vanno dette e la presenza in aula c’è sicuramente stata per tutto il dibattito.
Ripeto e concludo, voteremo a favore, ma saremo sempre pronti a denunciare le incongruenze di chi parla di autonomia per mangiare meglio, ma non parla di autonomia per rappresentare e per gestire meglio le nostre popolazioni e i nostri territori. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxxx. Prego.
XXXXXX: Grazie, Presidente. Il nostro gruppo esprime il proprio parere favorevole a questo disegno di legge costituzionale, per tutta una serie di motivazioni. Lo abbiamo fatto in Commissione portando il nostro contributo e, se mi permette, sollevando qualche perplessità, in particolare per l’astensione dei colleghi del PATT.
Noi siamo favorevoli per le motivazioni che vedono i ragionamenti già sviluppati nei vari interventi che mi hanno preceduto, che rafforzano quel concetto di intesa che è alla base fondamentale dei rapporti che regolano lo statuto.
In più riprese avevamo sollevato qualche riserva sull’opportunità, in questo momento, di difficile gestione dei rapporti con lo Stato su opportunità di porre mano allo statuto. Forse questo non è il momento di mettere il dito su quelle difficoltà che oggi sono state evidenziate, di fronte ad uno Stato sempre più centralista, magari anche per motivi finanziari, ma non solo, con il rischio di portare come conseguenza il fatto di indebolirci di fronte ad un prosieguo dei ragionamenti legati alla riforma della legge costituzionale n. 363 sulla quale stiamo ragionando.
Dall’altra abbiamo anche una forte convinzione, lo diceva anche la collega Xxxxx, non sarà sicuramente l’Austria che ci tutelerà. Credo che la storia di questa autonomia non è stata garantita nel tempo da ragionamenti, dove
qualcuno ha tutelato un percorso. L’autonomia è dentro questa terra, è il nostro popolo che la tutela prima di tutto.
Credo che le istituzioni, rappresentando questa istanza di un popolo che nel tempo ha espresso autonomia, deve reinterpretarla in termini in chiave moderna, con tutte le difficoltà del caso.
Ha ragione il Landeshauptmann nel dire che oggi abbiamo possibilità anche dentro i meccanismi di quella che riteniamo ancora ci sia, la certezza del diritto che va a tutelarci dentro uno Stato che ha magari prerogative centraliste, però abbiamo dietro di noi un popolo che è quello che garantirà che le istituzioni possano rappresentarlo e difendere questa autonomia. Dall’altra è altrettanto vero che se all’interno delle nostre istituzioni esprimiamo incapacità di sintesi, incapacità per vari motivi ideologici e politici, di non fare quadrato dentro le istituzioni a difesa di queste prerogative, credo che indeboliremo ulteriormente il passaggio.
Pertanto, pur comprendendo i discorsi che sono emersi, la contrarietà da vari punti di vista su questa proposta, credo che questo non vada a difesa della nostra autonomia, rivendicata anche da chi dice che vota contro per motivi diametralmente opposti a quelli che stiamo sostenendo.
Penso che rafforzeremo un passaggio, pur con tutti i limiti di quelle che sono proposte del diritto che si sviluppa e che comunque può trovare miglioramento il fatto di difendere i ragionamenti dell’intesa, di difendere le prerogative dentro queste aule di un comune percorso, troverà il rafforzativo finale della capacità di difendere i principi sui quali stiamo ragionando.
Mi permetto anche di dire che il discorso deve essere completo, perché non possiamo ancora vederci su posizioni diverse quando ragioniamo delle nostre istituzioni, perché parliamo di Province, ma parliamo anche di Regione. Per noi questo è un altro baluardo di difesa di questi principi.
Credo che allora il disegno si completa ed è un disegno che ci vedrà tutti partecipi a condividere una difesa che non è solo difesa giuridica, ma è prima di tutto difesa culturale, difesa di identità, difesa di una storia, difesa di una capacità di espressione, da parte delle istituzioni, di un popolo che con noi nell’autonomia crede e che con noi crede che questa sia la base per il futuro e per lo sviluppo della nostra terra.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxx Xxxxxx. Prego.
DELLO SBARBA: Grazie, Presidente. Questo disegno di legge, che di per sé ha una portata molto più ridotta, ha dato la possibilità a molti colleghi di spaziare sulle questioni generali dell’autonomia, sembrava di assistere ad un dibattito del Consiglio di sicurezza della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol.
È stato interessante per noi della Provincia di Bolzano sentire le reazioni e le percezioni che i colleghi del Trentino hanno avuto di questo Patto di Roma. Certamente ci sono alcune sfumature diverse tra i due patti, ci sono quei conguagli che non sono gli stessi, certamente c’è in Trentino una costellazione politica diversa rispetto anche al Governo nazionale, le valutazioni penso dipendano anche un po’ da questo.
Xxxxxxx discusso in Consiglio provinciale a Bolzano, il Presidente Kompatscher ha riferito in aula su richiesta nostra e ci ha anche consegnato – lo ringrazio ancora una volta davanti anche ai colleghi trentini – tutta la
documentazione, naturalmente la documentazione è molto ostica, poi ho saputo che l’avete potuta scaricare dal sito del giornale, è ostica. Credo che i numeri saranno verificati tra un po’ di tempo, perché ci sono delle variabili aperte – il collega Xxxxx ricordava questo dieci più dieci per cento – ci sono dei rischi, ci sono incognite, però ho l’impressione che abbiamo un riconoscimento che ci fa onore e ci da rispetto nel rapporto tra Stato e Governo nazionale e autonomie.
Noi abbiamo questo riconoscimento, abbiamo un’interlocuzione speciale che dipende anche dalla qualità della nostra autonomia, dalla qualità del governo della nostra autonomia, che ci siamo conquistati in tutta la nostra storia e che è un bene prezioso.
In questo momento c’è un conflitto fortissimo tra le Regioni italiane ed il Governo centrale, non dico che noi siamo fuori completamente da questo conflitto, ma certamente abbiamo una posizione privilegiata e di reciproca lealtà tra noi e lo Stato italiano. È una posizione di reciproca lealtà e di dignità, anche perché noi non abbiamo mai detto: del resto d’Italia non ci importa niente.
Con questo patto e con quello di Milano, abbiamo sempre accettato un dovere di solidarietà con il resto dello Stato italiano. Ricordo che gli ultimi due anni del suo governo l’ex Presidente Xxxxxxxxxx fece un’ammissione che era abbastanza storica per un politico del suo partito e disse: c’è il deficit dello Stato italiano, ma ricordiamoci che non è una questione che non ci riguarda. Questo deficit delle finanze pubbliche dello Stato italiano – diceva Durnwalder – non è una questione che riguarda solo le regioni da Salorno verso il sud, è una questione che riguarda anche noi, perché direttamente o indirettamente anche noi abbiamo contribuito a questo deficit.
Poi c’è anche un altro motivo per questa solidarietà, un motivo dal punto di vista autonomista. È chiaro che chi pensa ad un futuro senza l’Italia, come i colleghi Xxxxx e Xxxxxxx, sono su un’altra impostazione, questo mi sembra evidente, ma per chi invece ha una tradizione e un futuro autonomista, credo che vada detto anche che è interesse della nostra Autonomia che lo Stato italiano non crolli. Può darsi che qualcuno si illuda, finanziariamente naturalmente, che questo crollo potrebbe non toccarci, ma credo che sotto questo crollo qualche trave ci verrebbe sulla testa.
Quindi se vogliamo mantenere questa Regione sui binari dell’autonomia, così come l’abbiamo conosciuta, credo che non sia opportuno un giudizio liquidatorio sul patto che è stato firmato a Roma, naturalmente con tutte le incognite che questo ha. Su tutti i giornali della Provincia di Bolzano sono venuti fuori – ogni giornale ha fatto i suoi conti – numeri diversi. Secondo me i numeri veri li sapremo tra un po' a consuntivo, vedendo cosa è successo. Per esempio sarà importante capire se la manovra del Governo nazionale viene accettata dall’Unione europea, se ci sarà una manovra straordinaria o no.
Credo che il binario sia quello giusto, poi bisogna vedere le stazioni e se ad ogni stazione ci aspetta una sorpresa. Del resto il cammino dell’autonomia è sempre stato così.
Noi abbiamo discusso di tutte queste questioni, è stato interessante sentire, però il disegno di legge costituzionale che noi dobbiamo discutere ha una valenza molto più ridotta e si tratta semplicemente di correggere una situazione di fatto, lo volevo dire soprattutto al consigliere Xxxx che ha fatto delle considerazioni interessanti ed è entrato molto nel merito. La situazione di fatto non è che prima c’era un dovere/d’accordo e adesso vogliamo il dovere/divieto, fino a questo momento il Parlamento può modificare lo statuto di autonomia unilateralmente.
Cioè se c’è una maggioranza in Parlamento che vuole fare a pezzi lo statuto di autonomia, in questo momento non c’è una regola che possa impedirlo. Questo è il punto. Certo, ci sono delle procedure. Il Presidente Xxxxxxxxxxx, tutte le volte che va a Roma e siede insieme alle altre regioni, sa qual è il clima verso le regioni a statuto speciale e soprattutto verso le Province autonome.
Quindi si tratta di introdurre una norma che garantisce che noi siamo allo stesso livello degli occhi dello Stato, del Governo nazionale e anche del Parlamento, cioè che come noi non possiamo modificare lo Statuto di autonomia senza il consenso del Parlamento, perché ogni modifica che faremo deve passare per l’approvazione del Parlamento, il Parlamento non possa modificare il nostro Statuto di autonomia, se non con il consenso delle due Province.
Questo mi sembra un principio elementare e mi sembra politicamente importante. Il primo firmatario di questo disegno di legge, Xxxxxxxxx Xxxxxxx, che oltre che un senatore è soprattutto un ricercatore all’Accademia europea di Bolzano dell’Istituto per le minoranze, dice sempre che noi siamo fermi al 1992. Nel 1992 l’Austria ha riconosciuto che il percorso dell’autonomia era compiuto, che l’Italia aveva mantenuto l’impegno. A quel punto doveva sbloccarsi qualcosa nella dinamica della nostra autonomia, cioè doveva cominciare una riflessione sull’adeguamento dell’autonomia a qualcosa che oggi è drammaticamente molto più forte che allora, ma già allora c’era.
Rispetto a quando lo statuto è stato concepito, è cambiato il mondo intorno a noi ed è cambiata la società locale, è cambiata la nostra società. Se si pensa alla società regionale del 1972, oggi siamo in un mondo completamente diverso, anche il nostro mondo è cambiato.
Che cosa è successo? È successo che uno dei fattori, chiamiamolo anche alibi per non fare niente, è stato il non fidarsi delle dinamiche parlamentari. Cioè tutto è rimasto bloccato, perché si è sempre detto che se noi affidiamo al Parlamento, senza una garanzia, se avviamo un processo di riforma dello statuto di autonomia, in questo momento, non abbiamo alcuna garanzia che in Parlamento non si apra una porta che noi non vogliamo, magari partendo da un testo nostro, poi il Parlamento porti delle modifiche che noi non vogliamo.
Abbiamo sempre detto che se fino al 1992 l’autonomia era stata sviluppata in un rapporto verticale tra le due Province e lo Stato, la nuova autonomia deve essere un patto orizzontale tra cittadini e cittadine del territorio della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol. Ma per riportare l’autonomia a un piano di costruzione di un patriottismo dell’autonomia, dentro la popolazione e un patto tra gruppi linguistici, dentro la nostra regione, abbiamo bisogno di avere la garanzia che il processo decisionale abbia un ancoraggio preciso sul nostro territorio, sulla nostra società civile, sulle nostre istituzioni.
Questo mi sembra che sia contenuto in questo disegno di legge, che ha un’altra caratteristica che vorrei far notare, non è un disegno di legge che riguarda solo noi, il disegno di legge ha cinque articoli e fa la stessa modifica in cinque regioni a statuto speciale. Il disegno di legge è lo specchio di una solidarietà tra le regioni a statuto speciale, è lo specchio che non siamo soli a combattere contro tutti, ma che c’è una unità almeno fra le cinque regioni a statuto speciale sul consenso su questo punto, che il rapporto regioni autonome- Stato deve essere un rapporto di pari dignità.
Per questo noi voteremo a favore del parere per questo disegno di
legge.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxxx. Prego.
MANICA: Grazie, Presidente. Credo che per economia procedurale basterebbe dire che si è profondamente d’accordo con il ragionamento del consigliere Xxxxx Xxxxxx. Credo che abbia colto lo spirito con cui dovremmo affrontare sia il disegno di legge di oggi, sia ragionare sull’accordo finanziario che abbiamo concluso con Roma, entrambe le Province.
Qua nessuno è entusiasta dell’accordo che abbiamo chiuso con
Roma…
(interruzione - Unterbrechung)
MANICA: …non ho scritto accordo storico, magari sono triste di suo, cosa ci vuoi fare!
Credo che nessuno sia entusiasta, lo ripeto, però credo che dobbiamo essere tutti coscienti del contesto in cui stiamo anche noi vivendo, un contesto nazionale e internazionale…
PRESIDENTE: …scusi, consigliere Xxxxxx, chiederei un po’ di attenzione dall’aula, perché sta parlando un consigliere e vedo che c’è tanta confusione! Pregherei un po’ di attenzione e di ascoltare il consigliere Xxxxxx, come abbiamo ascoltato gli altri consiglieri. Grazie.
MANICA: Grazie. Riprendo. Credo che dobbiamo essere tutti coscienti del contesto in cui abbiamo chiuso quell’accordo, del contesto nazionale finanziario difficile e del contesto internazionale. Quindi possiamo riempire i nostri interventi di se, possiamo riempire i nostri interventi di ciò che manca, per esempio si diceva sull’accordo finanziario da un metodo matematico, politico stabile, però cerchiamo di cogliere anche che è stato riconosciuto con questa regione un dialogo diverso rispetto alle altre regioni.
Sono felice che in questo disegno di legge non vi sia solo l’articolo che riguarda il Trentino-Alto Adige e che sia una battaglia invece di tutte le autonomie, perché questa è una battaglia che dovremmo sentire tutti questi cinque territori, perché credo sia sotto gli occhi di tutti come in questi mesi, negli ultimi vi sia una fortissima banalizzazione, una fortissima spinta a un recupero di un centralismo anche nel Governo, verso il quale dovremmo essere tutti impegnati in un lavoro di difesa e di spiegazione di quelle che sono le ragioni, le peculiarità, le motivazioni storiche dell’autonomia.
Quindi trovarsi sancito il principio dell’intesa, che vedo non tanto come un veto, ma come un diniego qualificato, dovrebbe invece proprio materializzarci come il dialogo con questa terra sia diverso e riconosca che pure in un contesto nazionale – al momento mi sembra l’unico scenario possibile per i prossimi anni, avete visto tutti quale è stato l’esito del referendum scozzese – noi possiamo sederci al tavolo della trattativa con il Governo, in maniera che altre regioni non possono fare. Cogliamo questo sia nello spirito di questo disegno di legge, sia nello spirito con cui abbiamo chiuso l’accordo finanziario.
Xxxxxxxx ha detto che dobbiamo salvare l’Italia, Non credo che salviamo l’Italia, però siamo in un contesto dove anche noi dobbiamo farci carico di un momento difficile, capire se è proporzionato o meno questo sforzo, lo
capiremo sicuramente a consuntivo, è difficile interpretarlo in maniera preventiva, però dobbiamo farci carico di questo sforzo.
Xxxxxxxx qua ha ricordato che questa terrà è quello che è, anche perché in questi anni ha beneficiato di una situazione finanziaria favorevole e ne ha beneficiato nel contesto nazionale attuale.
Sarebbe bello invece riflettere ed è una sfida che dovremo fare del superamento di queste dimensioni nazionali, almeno dal punto di vista del governo dei territori, quindi cercare di andare verso una prospettiva che valorizzi le dimensioni regionali, quale la nostra è in maniera forte all’interno anche della dimensione dell’Euregio, rispetto ai rapporti con l’Europa. Il futuro sarà un futuro che in qualche modo vedrà indebolire le dimensioni nazionali e rafforzarsi invece i rapporti tra le regioni, l’Europa delle regioni e il governo europeo. È probabilmente l’unica dimensione che potrà permetterci di confrontarci con il mutamento degli scenari internazionali.
Il principio dell’intesa ci permette di sancire una regola. Xxxxxxxx diceva che abbiamo chiuso un accordo finanziario con una trattativa ad hoc. Bene, crediamo che quella non sia la strada, che sarà una strada debolissima, crollerà, non passerà al vaglio del Parlamento. Allora quale motivazione migliore di avallare con forza l’inserimento di questa clausola, chiamiamola anche divieto se qualcuno vuole, per me non è tale, ma il riconoscimento di un dialogo pattizio a far sì che nel futuro non vi siano i ricorsi alla Corte costituzionale, ma vi sia un dialogo nell’iter legislativo.
Quindi credo che questo disegno di legge, seppur semplice, sia un grande passo in avanti, il cui valore è tanto maggiore se cerchiamo di contestualizzarlo all’interno di tutto ciò che è successo, anche, come ricordava qualcuno, la facilità come molti politici nazionali banalizzino cosa sono le autonomie speciali. In questo contesto un clausola di questo tipo non può essere che un grande vantaggio per questa terra.
Ultimo appunto. Credo che se vogliamo dare veramente un segnale forte rispetto all’Italia, rispetto allo Stato, ma anche rispetto alla nostra popolazione, avviamo questo percorso di revisione dello statuto. Cerchiamo di essere in grado di presentare noi al Governo nazionale quella che è la nostra idea di aggiornamento di quella carta, ma nel farlo: attenzione. O facciamo un percorso dal basso partecipato o facciamo un percorso regionale che ci vede uniti o saremo estremamente deboli nel difendere quello che fino ad oggi abbiamo avuto e ricontestualizzarlo nello scenario attuale, proprio per tutte quelle difficoltà che molti di voi hanno segnalato.
Per questi motivi voteremo in maniera convinta questo disegno di legge, perché riteniamo che sia un investimento per questa terra e per il mantenimento di questa sua peculiarità storica ed identitaria.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxxx. Prego.
XXXXXX: Xxxxx Xxxx Präsident! Es ist schon Vieles gesagt worden. Ich möchte noch einmal unterstreichen, wie wichtig dieser Verfassungsgesetzentwurf für unsere Sonderautonomien ist. Bislang geben die Regionen ja nur ein Gutachten ab, so wie wir es jetzt auch zu tun haben. In Zukunft, wenn dieser Gesetzentwurf durchgeht in Rom, werden wir nur mehr im Einvernehmen die Entscheidungen, die auch unsere Länder betreffen, auf Verfassungsebene durchführen.
Das ist ganz wichtig in einem politischen Umfeld, das gekennzeichnet ist - wie es auch schon viele Kollegen gesagt haben und das uns Sorge macht - durch einen neuen Zentralismus dieses Staates, der zu nichts Gutem führt. Denn Sie sehen, in der ganzen entwickelten Welt, dort wo föderale Systeme zum Durchbruch gelangen, dort ist auch der Wohlstand, dort ist auch die politische Situation positiver und besser als in Staaten, die zentralistisch geführt werden, so auch die wirtschaftliche Situation. Insofern verstehe ich nicht, warum sich nicht alle hier in diesem Saal, wo es ja um die Stärkung der Sonderautonomien geht bei diesem Verfassungsgesetzentwurf, dafür aussprechen. Wir laufen sonst Gefahr, dass einseitig der Zentralstaat unser Statut ändert. Im Übrigen ist diese Vorgangsweise, dass ein Einvernehmen notwendig ist, bereits in einigen Regionen dieser Welt gang und gäbe. Ich denke da an Spanien, Katalonien.
Das positive Gutachten seitens des Regionalrates halte ich für sinnvoll. Ich halte es auch für höchst an der Zeit, dass dieses gegeben wird. Ich erinnere daran, dass bereits in der 14. Legislaturperiode im September dieses Dokument der Gesetzgebungskommission und dem Landtag vorgestellt worden ist. Dass man damals gesagt hat, xxxx xxxx die Landtagswahlen anstehen, wollen wir die Xxxxxxxxxxxx xxxxxxx xxx xxx xxxxxx Xxxxxxx xxx xxxxx Xxxxxxxxx vornehmen. Jetzt ist der neue Landtag schon knapp ein Jahr im Amt. Jetzt ist es doch an der Zeit, dass wir diese Aufgabe endlich erledigen. Es hat ein positives Gutachten inzwischen in der Gesetzgebungskommission gegeben. Es hat positive Gutachten in den Landtagen von Bozen und von Trient zu dieser Materie gegeben. Ich erwarte mir schon, dass wir jetzt auch im Regionalrat dieses Thema positiv abschließen. Hier handelt es sich wirklich nur um Maßnahmen, die die Autonomien unserer beiden Länder stärken werden und dagegen kann man nicht sein.
Ich ersuche also, dass es hier ein geschlossenes Votum für das positive Einvernehmen zu diesem Verfassungsgesetzentwurf der Abgeordneten Xxxxxx, Xxxxxx, Laniece, Fravezzi, Xxxxxxx und Nencini geben wird.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxxxxxx. Prego.
PASSAMANI: Grazie, Presidente. Da parte di Unione per il Trentino un intervento molto convinto su questo disegno di legge e dico convinto perché ho sentito in qualche intervento che sembrava quasi banalizzato questo passaggio. Devo dire invece che lo ritengo di straordinaria importanza, non sicuramente da creare entusiasmo, che non è né il momento, né il caso di fare questo, perché non è l’obiettivo da parte di nessuno, dobbiamo essere veramente realisti.
Dico convinti perché non c’è dubbio che traccia, all’interno di questo passaggio, una maggior tutela per la nostra regione, uno Stato che malgrado abbiamo visto sempre molto centralista, invece con questo passaggio, accettando tutto ciò ci dice una cosa molto importante, che qualsiasi passaggio va fatto sì con quello che riguarda lo Stato, però attraverso le Province autonome di Trento e di Bolzano e la Regione. Devo dire che questo non è un passaggio banale, ma devo sottolineare che ha un’importanza notevole, rispetto quello che è il momento, non solo finanziario, ma anche politico e amministrativo, veramente difficile per tutti noi.
In questo momento, abbiamo vissuto la settimana scorsa quell’accordo finanziario, è sicuramente un punto di partenza importante, di cui ancora una volta
la nostra Regione ha voluto comunque metterci del suo, per portare avanti quelle che sono le problematiche a livello nazionale.
Devo dire che oltre che quello che andiamo a votare è veramente un solco per il prossimo futuro e mi riferisco in particolar modo al terzo statuto di autonomia. È veramente qua che ci giochiamo la partita.
Convintamente dobbiamo ribadire che non solo per quello che riguarda dentro quest’aula, non solo le Province autonome di Trento e di Bolzano e la Regione, ma anche i cittadini dobbiamo coinvolgerli per creare uno statuto innovativo, dobbiamo essere ancora una volta un laboratorio anche a livello nazionale. Ho la convinzione, lo abbiamo sempre dimostrato con delle idee forti, perché ha bisogno non solo la nostra Regione, ma tutta la nazione di questo nostro contributo.
Ancora con più forza devo dire che questo passaggio è stato veramente importante ed ecco perché convintamente voteremo a favore. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie. Se non ci sono altri interventi, passiamo alle dichiarazioni di voto. Prego, consigliera Xxxxx.
XXXXX: Wir haben bisher immer dafür gestimmt, wenn es darum gegangen ist, die so genannte Autonomie einigermaßen zu halten. Wenn es darum gegangen ist.
Hier geht es nicht mehr um Autonomie. Schon lange geht es nicht mehr um Autonomie. Es geht hier nur noch um einen Kompromiss zum Kompromiss, von Kompromiss zu Kompromiss. Das machen wir nicht mehr mit. Aus diesem Grunde also werden wir nicht mitstimmen. Wir wollen diese Verantwortung nicht mittragen, dass wir diese Rutschpartie auch noch unterstützen.
PRESIDENTE: Grazie. Ci sono altri interventi in dichiarazione di voto? Prego, consigliere Detomas.
DETOMAS: Siccome avevo preannunciato che avrei fatto un’ulteriore dichiarazione, le mie motivazioni le ho espresse prima, nel senso di sostenere convintamente questo parere favorevole e naturalmente non posso che confermarlo in questa sede, richiamandomi alle motivazioni espresse nel mio intervento in discussione generale.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxxxxxx. Prego.
KASWALDER: Grazie, Presidente. Il gruppo Autonomista dichiara il voto favorevole. Ho ascoltato tutti gli interventi con molto interesse e devo dire che il consigliere che ha centrato il problema sicuramente è stato il consigliere Xxxxx Xxxxxx, il quale ha parlato di cosa vuol dire questa richiesta e che in questo disegno di legge non c’è solo il Trentino-Alto Adige, ma ci sono tutte cinque le regioni a statuto speciale, per cui anche da parte nostra non può che esserci un parere favorevole.
Si è parlato di tanti fattori, in particolar modo se ci si deva fidare di uno Stato italiano in questa situazione e qua è un grosso punto di domanda. Si è parlato di economia, di spread, di reddito pubblico, si è parlato di Accordo di
Milano che doveva durare in eterno ed invece è durato cinque anni, solitamente dicono che i matrimoni durano sette anni, qua abbiamo anticipato i tempi.
L’accordo di Roma è un punto di domanda, però credo che i Presidenti Xxxxxxxxxxx e Xxxxx siano andati a Roma per cercare di fare un accordo che porti dei vantaggi alle nostre due Province a alla Regione. Si poteva fare di più? Si poteva fare di meno? Questo non ve lo so dire.
Nel momento in cui abbiamo uno Stato con un debito pubblico di 2.150 miliardi, abbiamo uno spread che in questi ultimi tre giorni si è alzato di 50-60 punti, per cui un’economia che sta arrancando, una disoccupazione dei giovani che supera il 46%, abbiamo una situazione estremamente difficile. Questo accordo durerà o non durerà? Questo è un grosso punto di domanda. Lo Stato italiano riuscirà a far partire l’economia? Riuscirà a ricreare occupazione? Sono tutti punti di domanda a cui credo nessuno di noi è in grado di rispondere.
Quello che è stato fatto con l’accordo di Roma credo sia stato il massimo che si poteva fare in questo momento e speriamo che nessuno si accorga che il Trentino e l’Alto Adige/Südtirol hanno portato a casa un accordo che ci dà alcune garanzie, rispetto a tutte le altre regioni in cui ci saranno dei tagli lineari, con tutta una serie di problemi. Verranno fatti dei tagli lineari sia sulle regioni, sia sui comuni, che da anni devono sopportare tutta una serie di tagli che stanno mettendo in grossa difficoltà i bilanci; nella sanità pubblica, a livello nazionale, ci saranno dei tagli lineari, perché questo è l’andamento che sta portando avanti il Governo nazionale. Noi abbiamo portato a casa un accordo che credo onestamente, in un momento di difficoltà, tuteli anche le nostre due Province.
Ho ascoltato l’intervento della consigliera Xxxxx ed in particolar modo dei consiglieri dell’Alto Adige, per i quali il loro grosso punto di domanda è: ci fidiamo o non ci fidiamo di questo Stato? È un punto di domanda a cui non so rispondere. Sono un’autonomista, credo nell’Europa delle regioni, da sempre il Partito Popolare Trentino Tirolese, ancora alla fine degli anni ’70, aveva messo nel proprio simbolo UE, Unione Europea e l’allora xxxx. Xxxxxx, che era stato uno dei nostri leader più importanti, chiaramente credeva in un’Europa delle regioni, in un’Europa dei popoli.
L’Europa si è trasformata invece in un’Europa dei potentati economici, delle banche, degli interessi degli Stati nazionali e non delle regioni e dei nostri popoli, per cui anche qua un grosso punto di domanda.
Si è parlato anche di orso, nel senso che qualcuno ha detto addirittura che lo Stato italiano ha vocato nuovamente a sé la competenza per quanto riguarda la caccia e per quanto riguarda l’orso ci hanno mandato addirittura la forestale nazionale a vedere se i protocolli d’intesa venivano rispettati!
Allora mi chiedo: la forestale nazionale dove era quando a Napoli sotterravano tutti i rifiuti? Dove era la forestale nazionale quando in Liguria non si facevano gli interventi per far sì che non succedesse quello che è successo nei mesi scorsi? Per cui è chiaro che abbiamo uno Stato in questo momento che è fortemente accentratore, vuole riappropriarsi di tutte le competenze che sono state date, in particolar modo non sono ben viste le Province e le Regioni a statuto speciale.
Credo che questo protocollo che oggi si andrà a votare, sia un protocollo che ci dà la garanzia che si possa ragionare a fare. È sempre un punto di domanda, consigliera Xxxxx, condivido tante cose che lei dice, però con questo Governo credo sia il massimo che si possa portare a casa.
Xxxxxxxxx il Presidente e da parte del gruppo del Partito Autonomista ci sarà un voto favorevole.
PRESIDENTE: Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Xxxxxxx. Prego.
XXXXXXX: Grazie, Presidente. Voteremo a favore di questo provvedimento, perché è un provvedimento che cerca di tutelare l’autonomia e va ad avvantaggiare pro futuro la nostra autonomia. Però non possiamo non ricordare che chi oggi viene qui e presenta questi provvedimenti, nel 2006 sulla cosiddetta devolution, che poi si andò a referendum confermativo in tutto il Paese, la devolution voluta da quello che fu l’ex Ministro Xxxxxxxxx e da quella che era al tempo la Lega al Governo, chi oggi presenta questo disegno di legge votò contro al referendum, contro la devolution che prevedeva il meccanismo dell’intesa. Se fosse passato quel meccanismo a suo tempo, oggi non saremmo qui a parlare né di accordo di Roma, né di accordo di Milano, non saremmo qui a parlare delle tante negatività che sono successe negli ultimi otto anni alla nostra autonomia. Questo è il dato di fatto e a questo provvedimento votarono contro il PD, il PATT, la SVP, l’UPT, tutto il centrosinistra della nostra regione.
Xxxxxx l’accordo di Roma o no? Il professor Xxxxxxxx, che è un luminare in Trentino per il centrosinistra e non solo, è un luminare dell’autonomia, ha detto che l’accordo di Roma non sarà rispettato come non è stato rispettato nessun altro accordo. Alla prima occasione l’accordo di Roma non sarà rispettato. Quindi la risposta c’è.
Il fatto che siamo qui a rinunciare a 3 miliardi – parlo per la Provincia di Trento – di contenzioso e poi nell’accordo di Roma c’è scritto anche che, qualora la regione Sicilia o la regione Sardegna vincesse alla Corte costituzionale un contenzioso con lo Stato, che potrebbe riguardare anche noi, nell’ accordo di Roma c’è scritto anche che noi non potremmo rifarci di questa sentenza positiva eventuale della Corte costituzionale. Quindi noi non potremmo fare ricorso su certe cose, ma oltretutto se la Corte costituzionale dovesse dare ragione ad un’altra regione, noi non potremmo avvalerci di questa sentenza.
Quindi due volte negativo, perché sappiamo che altre volte ci siamo valsi positivamente delle sentenze della Corte costituzionale fatte da altre regioni a statuto speciale. Quindi due volte negativo.
L’accordo di Milano era un accordo di qualità maggiore, era un accordo che portava competenze, era un accordo globale, era un accordo che metteva la Provincia in un piano più elevato rispetto a quello in cui siamo andati a fare con questo accordo.
Sono d’accordo con il consigliere Xxxxx che oggi, quasi quasi, le competenze è meglio lasciarle, parlo per il Trentino, perché se di competenze dobbiamo portarcene, pagarle e poi ci tagliano ancora i soldi è meglio lasciarle dove sono, in termini finanziari ed economici. Alle altre regioni hanno tagliato 4 miliardi, quindi siamo fortunati, ha detto il consigliere Xxxxxxxxx, ma tra Trento e Bolzano, negli ultimi due anni, sono stati tagliati 3 miliardi. Almeno a Trento è 1 miliardo e mezzo dal 2015-2016-2017 all’anno, 1 miliardo e mezzo che ci costa l’accordo di Milano, riserva all’erario, accantonamenti e patto di stabilità.
Quindi se alle altre regioni, a livello nazionale, vale 4 miliardi, noi siamo stati fregati, consigliere Xxxxxxxxx, siamo stati fregati da questo accordo se lo mettiamo sul piano numerico dei sacrifici richiesti in termini di tagli alle nostre specialità.
Xxxxxxx ascoltato con interesse i discorsi fatti sia dalla consigliera Xxxxx che dal consigliere Xxxxxxx. Dobbiamo guardare ad una Europa dove c’è una sempre maggiore richiesta di autonomia, la Catalogna, lo stesso Veneto, la Lombardia; il Veneto parla di indipendenza, di autodeterminazione, la Catalogna sappiamo di cosa parla, la Lombardia chiede di diventare regione a statuto speciale.
Prendiamo atto che oggi l’accordo fatto dai Presidenti Xxxxxxxxxxx e Xxxxx è fatto in un momento diverso per il Paese, rispetto a quello fatto dagli ex Presidenti Xxxxxx e Xxxxxxxxxx, dobbiamo ovviamente prendere atto e renderci conto della situazione, però al netto di questo accordo dobbiamo guardare cosa succede nelle altre regioni.
Allora quando qualcuno parla di autonomia maggiore, parla di autodeterminazione, parla di autonomia integrale, deve essere vista come un modo politico per difendersi pro futuro, perché se restiamo fermi a quello che siamo oggi, fra cinque anni o fra tre anni firmeremo un altro accordo che ci porterà ancora a ribasso, perché noi ci stiamo velocemente omologando alle Regioni a Statuto ordinario. Questo è quello che sta accadendo, quando invece dovremmo essere un modello maggiore.
Quindi al netto di questo accordo, credo che il futuro del Trentino e anche del Sudtirolo sia di chiedere maggiore autonomia, magari tirando la corda con Roma, perché forse può servire anche da ricatto politico. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie. Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione la proposta di delibera n. 5.
Favorevoli? Contrari? Astenuti? Con 39 voti favorevoli, 1 voto contrario e 5 astenuti, la proposta di delibera n. 5 è approvata.
Chiudo i lavori e ricordo che il Consiglio regionale è convocato per i giorni 19 e 20 novembre 2014. Grazie.
La seduta è tolta.
(ore 17.59)