Contract
1 PIANO DI GESTIONE OPERATIVA 2
1.1 PROCEDURE DI ACCETTAZIONE DEI RIFIUTI CONFERITI 3
1.2 MODALITÀ DI CONFERIMENTO 5
1.2.1 Modalità e criteri di deposito in singole celle – procedura ordinaria 6
1.2.2 Modalità e criteri di deposito in singole celle – procedura in caso di
R.C.A. di dimensioni eccezionali 6
1.2.3 Modalità di conferimento specifiche per la discarica di non pericolosi predisposta al conferimento di rifiuti contenenti amianto 15
1.3 MODALITÀ E CRITERI DI DEPOSITO DEI RIFIUTI CONTENENTI AMIANTO 17
1.6 PIANO DI INTERVENTO PER CONDIZIONI STRAORDINARIE 23
1.6.4 Raggiungimento di livelli di guardia di indicatori di contaminazione 24
1.6.5 Monitoraggio quantitativo e fenomeni di estrema risalita della falda 29
1.6.6 Rottura del carico e conseguente riconfezionamento dello stesso 32
2 PIANO DI GESTIONE IN FASE POST-OPERATIVA 34
2.2 RECINZIONE E CANCELLI DI ACCESSO 34
2.4 RETI DI RACCOLTA E SMALTIMENTO ACQUE METEORICHE 35
2.5 SISTEMA DI DRENAGGIO DEL PERCOLATO 36
2.6 MODALITÀ E FREQUENZA DI TRATTAMENTO PERCOLATO 36
2.7 SISTEMA DI IMPERMEABILIZZAZIONE SOMMITALE 37
2.8 VIABILITÀ INTERNA ED ESTERNA 37
2.9 POZZI E RELATIVA ATTREZZATURA DI CAMPIONAMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE 37
1 PIANO DI GESTIONE OPERATIVA
Il piano di gestione operativa individua le modalità e le procedure necessarie a garantire che le attività operative della discarica siano condotte in conformità con i principi, le modalità e le prescrizioni del D.Lgs. n. 36 del 13 gennaio 2003, così come recentemente modificato dal D.Lgs. 121/2020. Sarà in particolare riportata la descrizione di:
• Procedure di accettazione dei rifiuti conferiti;
• Modalità di conferimento dei rifiuti;
• Modalità e criteri di deposito dei rifiuti contenenti amianto;
• Criteri di riempimento;
• Procedura di chiusura;
• Piano di intervento per condizioni straordinarie.
1.1 PROCEDURE DI ACCETTAZIONE DEI RIFIUTI CONFERITI
Il sito di smaltimento, in accordo con quanto disposto dall’art. 1 dell’allegato 2 al D.M. 27.09.2010, è autorizzato al conferimento dei rifiuti individuati dal codice dell’elenco europeo dei rifiuti 170605* materiali da costruzioni contenenti amianto, oltre che dei rifiuti 190306* rifiuti contrassegnati come pericolosi, solidificati, derivanti da processi di trattamento ai sensi di quanto previsto dal decreto ministeriale n. 248 del 29 luglio 2004 e da ultimo dei rifiuti 150202* assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell’olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose, costituiti dai dispositivi di protezione individuale e delle attrezzature utilizzate per la bonifica dell’amianto, compresi i materiali utilizzati per la pulizia ad umido, nonché dei materiali assorbenti e filtranti deputati al trattenimento delle fibre di amianto.
Prima dell'operazione di pesatura, l'addetto all'accettazione deve controllare la documentazione relativa ai rifiuti, che è il formulario di identificazione (art. 193 D. Lgs. 152/06 e s.m.i.).
Il formulario deve essere numerato e vidimato dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura territorialmente competente e, come la Scheda SISTRI Area movimentazione, deve essere compilato in tutte le sue parti e devono risultare i seguenti dati:
• nome ed indirizzo del produttore e del detentore;
• origine, tipologia e quantità di rifiuto;
• impianto di destinazione;
• data e percorso dell'istradamento;
• nome e indirizzo del destinatario.
Il formulario deve essere redatto in quattro copie, compilato, datato e firmato dal detentore dei rifiuti e controfirmato dal trasportatore (una copia rimane al detentore).
La tipologia del rifiuto conferito deve essere conforme a quelle descritte nell'autorizzazione integrata ambientale.
L'operatore effettua un'ispezione visiva per verificare se le caratteristiche del rifiuto sono quelle riportate nella documentazione e se sono avvenute delle rotture dei contenitori con dispersione di fibre.
La mancata accettazione di un carico deve essere comunicata agli enti territorialmente competenti.
Superati i controlli sopra descritti, all'automezzo viene indicato il percorso da effettuare per raggiungere il piazzale di coltivazione, dove il rifiuto verrà preso in carico dal mezzo d’opera che provvederà a conferirlo nella posizione di destino.
Dopo che la fase di scarico è terminata, l'automezzo ripete l'operazione di pesatura; per l'addetto, l'operazione del conferimento del rifiuto finisce quando sottoscrive le tre copie del formulario e ne restituisce due al trasportatore, delle quali una va conservata e l'altra consegnata al detentore.
All'addetto rimane una copia da conservare per 5 anni ed il compito di annotare nel registro di carico e scarico le tipologie del rifiuto, le loro caratteristiche e quantità, nell’arco di tempo previsto dall’art. 190 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i..
All'accettazione dopo le fasi di verifica della documentazione e del carico, viene effettuata la pesatura dell'automezzo. In questa fase è annotato il peso lordo dell'automezzo che sottratto al suo peso a vuoto (determinato da una seconda pesatura all'uscita dalla discarica), fornisce il peso netto reale dei rifiuti conferiti. Terminata l'operazione l'automezzo è instradato verso l’area di sosta e di scarico appositamente individuata nell’ambito del piazzale di coltivazione, alla base della viabilità di accesso al bacino di conferimento:
L'automezzo segue le indicazioni che lo portano alla piazzola di scarico mantenendo una velocità non superiore a 10 Km/h.
Una volta effettuate le operazioni di scarico il trasportatore si dirige alla pesatura per completare la fase di conferimento.
Nell’ambito dell’ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi sarà consentito lo smaltimento dei medesimi rifiuti ad oggi autorizzati e così codificati:
- 170605* materiali da costruzione contenenti amianto;
- 190306* rifiuti contrassegnati come pericolosi, solidificati;
- 150202* assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell’olio non specificati
altrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose.
I rifiuti contenenti amianto per essere accettati nella discarica devono essere conferiti in diversi modi secondo la loro tipologia. Le lastre di cemento-amianto devono essere sovrapposte, collocate su pallet, avvolte in materiale protettivo plastico bloccate con successiva reggiatura. Le tubazioni di dimensioni considerevoli devono essere avvolte con materiale plastico resistente allo strappo. Gli sfridi devono essere inseriti in big-bag con chiusura ermetica. Il materiale arriva in discarica già trattato, pallettizzato con doppia protezione in telo di polietilene di spessore minimo di 0.15 mm o altro materiale con caratteristiche equivalenti, reggettato con i bordi imbottiti ed etichettato a norma di legge. Questi accorgimenti sono necessari per facilitare gli operatori nella individuazione del rifiuto e per evitare la dispersione delle fibre di amianto durante il trasporto e le movimentazioni.
Gli automezzi che trasportano i rifiuti contenenti amianto sono dotati di cassoni a sponde ribaltabili.
All'accettazione dopo le fasi di verifica della documentazione e del carico, viene effettuata la pesatura dell'automezzo dopodiché l'automezzo è instradato verso la zona dedicata al conferimento dei RCA.
1.2.1 Modalità e criteri di deposito in singole celle – procedura ordinaria
Tavola grafica di riferimento Quarto Lotto di ampliamento: All. 14A “Planimetria aree stoccaggio ampliamento – schema conferimento definitivo e ricopertura R.C.A. – scala 1:500” approvata da ultimo con decreto AIA n. 2213/AMB dd. 22.05.2019
Tavola grafica di riferimento Quinto, Sesto, Settimo Lotto di ampliamento: All. A14C “Planimetria aree stoccaggio ampliamento – schema conferimento definitivo e ricopertura R.C.A. – scala 1:500” a supporto della presente documentazione
Il mezzo di trasporto conferente i RCA percorre la viabilità principale sino all’altezza del Settore in cui si trova il Comparto giornaliero di conferimento, dopodiché si ferma stazionando sempre sulla viabilità principale, all’altezza dell’apposita piazzola in cui verranno eseguite le operazioni di scarico dei RCA. Il camion viene scaricato dal mezzo meccanico (Merlo, pala meccanica o escavatore) che, grazie alle ridotte dimensioni e all’agilità di manovra, deposita provvisoriamente i RCA nell’ambito della suddetta piazzola, in maniera che il mezzo di trasporto possa, una volta vuotato, allontanarsi subito verso la piazzola principale di manovra, sostando quindi presso il piazzale di coltivazione per il minor tempo possibile. Subito dopo che il camion si è allontanato, il Merlo provvede a depositare i RCA nella posizione definitiva prescelta nell’ambito del Settore interessato dalle operazioni di smaltimento.
Una volta raggiunta il Settore interessato, il mezzo d’opera ha accesso al Comparto giornaliero di conferimento. La macchina operatrice può transitare sopra allo strato di ricoprimento dei RCA, e mai direttamente sopra il corpo dei rifiuti, esclusivamente per il tratto minimo sufficiente a depositare, nella posizione prescelta per lo smaltimento finale, il carico di RCA.
La sequenza delle fasi è illustrata nell’elaborato grafico “Schema conferimento definitivo e ricopertura R.C.A.” di cui all’Allegato 14A, esemplificativo a livello grafico della coltivazione del Quarto Lotto di ampliamento ma perfettamente applicabile per analogia anche ai Lotti Quinto, Sesto e Settimo in quanto riflettenti le medesime modalità di deposito e coltivazione dei rifiuti.
− Fase 1: La macchina operatrice adibita al trasporto interno dei rifiuti (pala gommata, merlo) preleva i R.C.A. direttamente dal pianale dell’automezzo in sosta presso la Piazzola di manovra e scarico R.C.A. oppure presso le apposite piazzole secondarie poste all’altezza dei singoli Settori in cui si dividono le celle di smaltimento. Nell’elaborato grafico esplicativo questa fase viene indicata con numerazione 1a (se le operazioni di prelievo insistono sulla piazzola principale di manovra e scarico) e 1c (se le operazioni di prelievo vengono effettuate in corrispondenza delle piazzole secondarie create all’altezza delle celle di smaltimento).
− Qualora i R.C.A. siano già stati scaricati dall’automezzo e sistemati nell’area di deposito momentaneo ubicata all’interno della singola Piazzola di manovra e scarico R.C.A., la macchina operatrice adibita al trasporto interno dei rifiuti (pala gommata, merlo) preleva i R.C.A. Nell’elaborato grafico esplicativo questa fase viene indicata con numerazione 1b.
− Fase 2: La macchina operatrice adibita al trasporto interno dei rifiuti (pala gommata, merlo) esce dalle specifiche piazzole di scarico e manovra e, utilizzando esclusivamente la Viabilità interna che si sviluppa lungo la direttrice perpendicolare, raggiunge il Comparto giornaliero di conferimento definitivo dei
R.C.A. Nell’elaborato grafico esplicativo questa fase viene indicata con numerazione 2a.
− Fase 3: La macchina operatrice adibita al trasporto interno dei rifiuti (pala gommata, merlo) esce dalla Viabilità interna e si immette nel Comparto giornaliero di conferimento definitivo dei R.C.A. dove deposita il rifiuto trasportato. Ad avvenuto deposito del rifiuto trasportato la macchina operatrice esce dal Comparto giornaliero e si reimmette sulla Viabilità interna. Il transito avviene esclusivamente sopra allo strato di ricopertura e mai sui rifiuti abbancati ma non ricoperti. Nell’elaborato grafico esplicativo questa fase viene indicata con numerazione 3a e 3b.
− Fase 4: L’autocarro (camion) adibito al trasporto dei materiali per la ricopertura porta i medesimi materiali dai siti esterni al luogo di impiego o al Comparto giornaliero di conferimento definitivo dei R.C.A transitando sulla Strada di accesso, sulla Piazzola di manovra e scarico R.C.A. e sulla Viabilità interna,
accedendo quindi al Comparto giornaliero di conferimento definitivo. Ad avvenuto scarico del materiale nell’ambito del Comparto, l’autocarro ripercorre la medesima strada percorsa all’andata ed esce dall’invaso di smaltimento;
− Anche gli autocarri adibiti al trasporto all’interno della discarica dei materiali inerti necessari per la formazione e l’innalzamento della Strada di accesso, della Piazzola di manovra e scarico R.C.A. e della Viabilità interna, devono transitare sulle aree non destinate allo smaltimento dei rifiuti (Settori, Celle). Nell’elaborato grafico esplicativo questa fase viene indicata con numerazione 4a, 4b, 4c e 4d.
− Fase 5: La macchina operatrice adibita alla formazione dello strato di ricopertura (pala gommata, escavatore, eventualmente rullo compressore) esegue lo stendimento del materiale regolarizzando e livellando lo strato previsto di 20 cm sopra ai rifiuti abbancati con successivo compattamento del medesimo materiale e dei R.C.A. sottostanti. Per questa operazione (stendimento, regolarizzazione, livellamento e successivo compattamento) la macchina operatrice si muove esclusivamente sopra allo strato di ricopertura evitando, tassativamente, di transitare sui rifiuti già abbancati ma non ricoperti. Nell’elaborato grafico esplicativo tale fase viene indicata con numerazione 5.
Nella Fase 1, nella Fase 2 e nella Fase 3 si effettuano tutte le operazioni attinenti al trasporto dei rifiuti dalle relative piazzole di manovra e scarico R.C.A., dove i rifiuti sono stati scaricati dagli automezzi provenienti dai siti esterni, al Comparto giornaliero di conferimento definitivo dei R.C.A situato nello specifico Settore e Cella di smaltimento: tali operazioni avvengono nel preciso rispetto di quanto prescritto dalla normativa nei riguardi del deposito dei rifiuti contenenti amianto che deve avvenire direttamente all’interno della discarica in celle appositamente ed esclusivamente dedicate e deve essere effettuato in modo tale da evitare la frantumazione del materiale.
Tutte le operazioni necessarie per il deposito dei R.C.A. avvengono senza la frantumazione dei materiali trasportati.
Pure le operazioni indicate nella Fase 4 e riguardanti il trasporto dei materiali necessari alla ricopertura dei R.C.A. e alla formazione/innalzamento delle viabilità interne, della strada di accesso e della piazzola di manovra e scarico non comportando alcuna
interferenza con i rifiuti, in quanto effettuate su superfici non destinate al deposito dei R.C.A..
Nella Fase 5 si realizzano tutti gli interventi (stendimento, regolarizzazione, livellamento) previsti per la ricopertura dei rifiuti depositati nei Settori/Celle di conferimento in perfetta aderenza con i disposti normativi; tali operazioni avvengono quotidianamente con impiego di materiali di ricopertura aventi consistenza plastica per uno spessore di almeno 20 cm e sono effettuati prima del compattamento del corpo costituito da R.C.A. e materiale di ricopertura. Come previsto dal punto 2.10 “Modalità e criteri di coltivazione” dell’Allegato 1 al D.Lgs. 36/03, così come modificato dal D.Lgs. 121/2020 con riferimento ai rifiuti che possano dar luogo a dispersione di polveri o ad emanazioni moleste, la copertura giornaliera dei rifiuti potrà essere effettuata anche con l’ausilio di sistemi sintetici, limitatamente però al solo tamponamento frontale degli stessi, mentre la ricopertura sommitale dovrà tassativamente essere eseguita esclusivamente con i 20 cm di materiale a consistenza plastica.
Le operazioni di scarico dei rifiuti e il successivo abbancamento dovranno essere effettuati in modo da garantire la stabilità del corpo dei rifiuti e delle strutture di contenimento collegate.
Le operazioni che vengono svolte ordinariamente per il conferimento dei R.C.A., appena sintetizzate, risultano inapplicabili nel caso di rifiuti connotati da ingombri rilevanti, dal momento che i mezzi d’opera utilizzati – che possiedono dimensioni compatte – risultano inadatti alla movimentazione dei citati R.C.A.. Stesso dicasi per lo sviluppo lineare della viabilità interna del Quarto Lotto, caratterizzato dal tornante di accesso e dunque incompatibile con un instradamento sicuro dei rifiuti alla volta del Comparto giornaliero di conferimento. La seguente procedura trova applicazione per eventuali carichi di dimensioni eccezionali.
1.2.2 Modalità e criteri di deposito in singole celle – procedura in caso di R.C.A. di dimensioni eccezionali
Tavola grafica di riferimento Quarto Lotto di ampliamento: All. 14B “Planimetria aree stoccaggio ampliamento – schema conferimento definitivo e ricopertura R.C.A. – scala 1:500” approvata da ultimo con decreto AIA n. 2213/AMB dd. 22.05.2019
Tavola grafica di riferimento Quinto, Settimo Lotto di ampliamento: All. A14D “Planimetria aree stoccaggio ampliamento – schema conferimento definitivo e ricopertura R.C.A. – scala 1:500” a supporto della presente documentazione
Il conferimento dei rifiuti, vista l’intrinseca necessità di essere movimentati tramite autogru a causa delle dimensioni eccezionali che li contraddistinguono, avverrà nelle celle di conferimento orientali, alla luce del posizionamento del mezzo di sollevamento indicato in planimetria e delle limitazioni connesse allo sbraccio telescopico dello stesso.
Accesso al sito di smaltimento e procedure di accettazione del carico di rifiuti
I rifiuti verranno condotti presso la discarica mediante trasporti eccezionali. Per ragioni logistiche i primi veicoli eccezionali verranno pesati in una pesa pubblica e poi, visto che il carico condotto sarà sempre il medesimo, il peso verrà mantenuto per i trasporti successivi.
− Fase 0: L’operatore, giunto al cancello esterno del sito, deve annunciarsi ed
attendere l’apertura elettrica del varco dopodiché il mezzo:
o Quarto Lotto: per le dimensioni che connotano sia il veicolo che il carico di rifiuti trasportati, scende a bassa velocità lungo la discesa di accesso e, non potendo percorrere il tornante che porta al piazzale servizi, prosegue in direzione Sud fermandosi all’inizio della viabilità di servizio che delimita ad Est l’invaso di ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi, sino a raggiungere l’area di sosta rappresentata nell’elaborato planimetrico (procedura valida per il Quarto Lotto di ampliamento, All. 14B.
o Quinto e Settimo Lotto: la posizione dell’area di sosta rimane sempre la medesima rispetto al Quarto Lotto, con la sola variante che, stante l’assenza di limitazioni alla mobilità dell’automezzo e dell’autogru, il mezzo potrà accedere alla piazzola di manovra e scarico dei R.C.A. posta sul fondo della discarica). Nell’elaborato grafico esplicativo questa fase viene indicata con numerazione 0a.
L’autista deve recarsi presso l’ufficio presente in corrispondenza del piazzale servizi per firmare l’apposito registro accessi. Il personale addetto alla registrazione fornirà ai soggetti esterni le informazioni relative alle norme di sicurezza e comportamentali da tenere all’interno della discarica. Una volta constatata la completezza della documentazione di accompagnamento, l’operatore scorta l’autista al veicolo eccezionale per l’espletamento delle operazioni di verifica visiva del carico e ripresa fotografica dello stesso. Nell’elaborato grafico esplicativo questa fase viene indicata con numerazione 0b.
L’autista porterà quindi il mezzo nella posizione che gli verrà indicata
dall’operatore; seguirà la fase di scarico del veicolo.
− Fase 1: il mezzo di sollevamento (autogru) preleva i R.C.A. direttamente dal pianale dei veicolo eccezionale. Nell’elaborato grafico esplicativo questa fase viene indicata con numerazione 1.
La tipologia del mezzo di sollevamento verrà calibrata sulla base delle dimensioni e del peso dei R.C.A. e della posizione di deposito finale degli stessi nell’ambito del settore orientale delle celle di conferimento, che determinerà la lunghezza di sbraccio telescopico. La posizione dell’autogru verrà scelta nell’ambito delle aree identificate nell’estratto planimetrico, sulla base delle specifiche esigenze connesse al carico da sollevare, alla posizione di destino cui depositarlo in conformità con il diagramma di carico dell’apparecchio di sollevamento e alle superfici di sicurezza cui disporre per installare il mezzo di sollevamento in condizioni di assoluta stabilità (superfici minime calcolate sulla base del massimo ingombro costituito dal mezzo con i bracci stabilizzatori estesi, avendo preventivamente calcolato le distanze di sicurezza cui attenersi dal ciglio del rilevato).
Il mezzo di sollevamento sarà oggetto di “nolo a caldo”, per cui il noleggiatore dovrà attestare al momento della cessione il perfetto stato di manutenzione, conservazione ed efficienza del mezzo ai fini della sicurezza. Sarà inoltre stato accertato che l’uso dell’attrezzatura venga affidato ad esperti manovratori, eventualmente coadiuvati da segnalatori, abilitati che abbiano ricevuto un’informazione, formazione e addestramento adeguati tali da consentire l’espletamento delle operazioni di movimentazione e deposito del carico eccezionale di RCA all’interno del Comparto giornaliero di conferimento in modo idoneo e sicuro, anche in relazione ai rischi che possono essere causati agli altri lavoratori.
Il manovratore dell’autogru provvederà quindi a depositare il carico, preventivamente imbragato con l’ausilio di attrezzature (es. bilancieri) che garantiscano la stabilità e l’opportuno bilanciamento del carico, nella posizione prescelta all’interno del Comparto giornaliero di conferimento definitivo. La movimentazione del carico dovrà essere effettuata avendo cura di depositare i
R.C.A. rispettando un’idonea distanza di sicurezza dalle sponde della barriera impermeabile, in maniera da evitare lesioni accidentali della stessa.
Fintantoché il carico non sarà depositato, sarà vietata la presenza di mezzi e persone in corrispondenza delle aree di manovra e in posizione sottostante presso il piazzale basale. Nell’elaborato grafico esplicativo questa fase viene indicata con numerazione 2.
Le operazioni di carico, movimentazione e scarico dei R.C.A. dovranno essere condotte nel completo rispetto delle disposizioni di sicurezza concernenti l’uso di attrezzature di sollevamento e movimentazione carichi.
Dopo che la gru avrà provveduto a scaricare l’automezzo, l’autista dovrà ritirare la documentazione in ufficio, firmare il registro accessi con l’orario di uscita e, risalito sul mezzo, uscire adagio dalla discarica.
− Fase 3: L’autocarro (camion) adibito al trasporto dei materiali per la ricopertura porta i medesimi materiali dai siti esterni al luogo di impiego o al Comparto giornaliero di conferimento definitivo dei R.C.A transitando sulla Strada di accesso, sulla Piazzola di manovra e scarico R.C.A. e sulla Viabilità interna, accedendo quindi al Comparto giornaliero di conferimento definitivo. Ad avvenuto scarico del materiale nell’ambito del Comparto, l’autocarro ripercorre la medesima strada percorsa all’andata ed esce dall’invaso di smaltimento;
Anche gli autocarri adibiti al trasporto all’interno della discarica dei materiali inerti necessari per la formazione e l’innalzamento della Strada di accesso, della Piazzola di manovra e scarico R.C.A. e della Viabilità interna, devono transitare sulle aree non destinate allo smaltimento dei rifiuti (Settori, Celle). Nell’elaborato grafico esplicativo questa fase viene indicata con numerazione 3a, 3b, 3c e 3d.
− Fase 4: La macchina operatrice adibita alla formazione dello strato di ricopertura (pala gommata, escavatore, eventualmente rullo compressore) esegue lo stendimento del materiale regolarizzando e livellando lo strato previsto di 20 cm sopra ai rifiuti abbancati con successivo compattamento del medesimo materiale e dei R.C.A. sottostanti. Per questa operazione (stendimento, regolarizzazione, livellamento e successivo compattamento) la macchina operatrice si muove esclusivamente sopra allo strato di ricopertura evitando, tassativamente, di transitare sui rifiuti già abbancati ma non ricoperti. I R.C.A. saranno sistemati in modo che la loro altezza sommata allo strato di ricopertura sia pari ove possibile a circa 1.2 metri, e che comunque non superi il valore di 1.5 metri, come attualmente già contemplato dal PGOPO. Nell’elaborato grafico esplicativo tale fase viene indicata con numerazione 4.
Nella Fase 1 e nella Fase 2 si effettuano tutte le operazioni attinenti allo scarico dei
R.C.A. di dimensioni ragguardevoli e alla movimentazione degli stessi mediante autogru nella posizione prescelta all’interno del Comparto giornaliero di conferimento definitivo dei R.C.A situato nello specifico Settore e Cella di smaltimento: tali operazioni avvengono nel preciso rispetto di quanto prescritto dalla normativa nei riguardi del deposito dei rifiuti contenenti amianto che deve avvenire direttamente all’interno della discarica in celle appositamente ed esclusivamente dedicate e deve essere effettuato in modo tale da evitare la frantumazione del materiale.
Tutte le operazioni necessarie per il deposito dei R.C.A. avvengono senza la frantumazione dei materiali trasportati.
Pure le operazioni indicate nella Fase 3 e riguardanti il trasporto dei materiali necessari alla ricopertura dei R.C.A. e alla formazione/innalzamento delle viabilità interne, della strada di accesso e della piazzola di manovra e scarico non comportando alcuna
interferenza con i rifiuti, in quanto effettuate su superfici non destinate al deposito dei R.C.A..
Nella Fase 4 si realizzano tutti gli interventi (stendimento, regolarizzazione, livellamento) previsti per la ricopertura dei rifiuti depositati nei Settori/Celle di conferimento in perfetta aderenza con i disposti normativi; tali operazioni avvengono quotidianamente con impiego di materiali di ricopertura aventi consistenza plastica per uno spessore di almeno 20 cm e sono effettuati prima del compattamento del corpo costituito da R.C.A. e materiale di ricopertura. Come previsto dal punto 2.10 “Modalità e criteri di coltivazione” dell’Allegato 1 al D.Lgs. 36/03, così come modificato dal D.Lgs. 121/2020 con riferimento ai rifiuti che possano dar luogo a dispersione di polveri o ad emanazioni moleste, la copertura giornaliera dei rifiuti potrà essere effettuata anche con l’ausilio di sistemi sintetici, limitatamente però al solo tamponamento frontale degli stessi, mentre la ricopertura sommitale dovrà tassativamente essere eseguita esclusivamente con i 20 cm di materiale a consistenza plastica.
Le operazioni di scarico dei rifiuti e il successivo abbancamento dovranno essere effettuati in modo da garantire la stabilità del corpo dei rifiuti e delle strutture di contenimento collegate.
1.2.3 Modalità di conferimento specifiche per la discarica di non pericolosi predisposta al conferimento di rifiuti contenenti amianto
I rifiuti che contengono amianto in matrici cementizie e resinoidi per essere accettati nella discarica devono essere conferiti in diversi modi secondo la loro tipologia.
Le lastre di cemento-amianto devono essere sovrapposte, collocate su pallet, avvolte in materiale protettivo plastico bloccate con successiva reggiatura.
Le tubazioni di dimensioni considerevoli devono essere avvolte materiale plastico resistente allo strappo.
Gli sfridi devono essere inseriti in big-bag con chiusura ermetica.
Il materiale arriva in discarica già trattato, disposto su pallet con doppia protezione in telo di polietilene di spessore minimo di 0.15 mm o altro materiale con caratteristiche equivalenti, reggettato con i bordi imbottiti ed etichettato a norma di legge. Questi accorgimenti sono necessari per facilitare gli operatori nella individuazione del rifiuto e per evitare la dispersione delle fibre di amianto durante il trasporto e le movimentazioni.
Gli automezzi che trasportano i rifiuti contenenti amianto devono essere dotati di cassoni a sponde ribaltabili.
Superate le procedure di accettazione e di pesatura, l'automezzo arriva alla zona di coltivazione. L’automezzo si porta nell’apposita area di sosta delimitata per le operazioni di scarico. I rifiuti confezionati posizionati nel cassone vengono trasferiti a terra con l'utilizzo di una pala meccanica dotata di apposite forche o mediante altro idoneo mezzo di sollevamento. Questa macchina operatrice è impiegata anche nel trasferimento dei rifiuti dalla piazzola di sosta posta al piede della viabilità di accesso al piazzale di conferimento.
Ogni operatore presente nell'area della coltivazione della discarica è provvisto dei seguenti D.P.I.:
- Caschetto (eventualmente);
- guanti;
- mascherina antipolvere: facciale filtrante tipo FFP3;
- scarpe antinfortunistiche;
- tuta da lavoro.
In accordo con quanto comunicato ex art. 29-nonies del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. in data 25.01.2017, verrà sensibilizzato l’utilizzo da parte dell’operatore, pur confinato all’interno della cabina del mezzo d’opera, anche di una tuta in Tyvek o analogo
Resta inteso, alla luce degli obblighi generali di prevenzione e protezione dagli agenti fisici legati al microclima e alle radiazioni solari, che l’utilizzo della suddetta tuta non potrà essere attuato in presenza di condizioni meteoclimatiche passibili di provocare discomfort termico e conseguente disagio, anche severo, psicofisico. Fermo restando l’utilizzo dei D.P.I. poc’anzi elencati, e nello specifico del facciale filtrante tipo FFP3, la tuta in Tyvec sarà sempre custodita nell’abitacolo del mezzo d’opera e ne sarà promosso l’utilizzo in presenza di condizioni ambientali compatibili.
Per quanto riguarda invece gli autisti degli automezzi conferenti i RCA, viene consegnata un’informativa in cui viene rimarcato il consiglio di non scendere dall’automezzo durante le operazioni di scarico. A supporto di tale restrizione il documento consegnato contiene nozioni informative sulla cancerogenicità dell’amianto e sulle temibili conseguenze cui vanno incontro gli esposti.
Le istruzioni operative prevedono che l’autista possa scendere dal mezzo esclusivamente il tempo per abbassare le sponde del camion e per allentare eventuali cinghie, dopodiché è opportuno che risalga in cabina sino ad operazione di scarico ultimata.
Visto che la responsabilità del vettore nel trasporto di merci (con obbligo di custodia) nasce dopo la conclusione del contratto di trasporto e l’avvenuta presa in carico delle merci da parte del vettore stesso, e perdura fino a quando il vettore non ha riconsegnato la merce al destinatario, qualora l’autista volesse scendere dal mezzo per sorvegliare le operazioni di scarico egli dovrà indossare gli appositi D.P.I. di protezione delle vie respiratorie e la tuta in Tyvec o materiale analogo.
Le istruzioni operative vengono consegnate all’autista immediatamente al suo arrivo
presso il piazzale accettazione e servizi.
1.3 MODALITÀ E CRITERI DI DEPOSITO DEI RIFIUTI CONTENENTI AMIANTO
Per motivi gestionali e costruttivi la coltivazione dell’ampliamento si sostanzierà in 2 fasi successive, comprendenti dapprima la sopraelevazione dell’attuale invaso di smaltimento autorizzato da ultimo con decreto di AIA n. 2213/2019, che costituirà il 4° lotto di ampliamento, e parallelamente la creazione di un invaso di ampliamento nelle aree contermini a Sud.
La sopraelevazione di circa 2 m dell’attuale discarica consentirà autonomia di smaltimento all’incirca per 2 anni, dando modo di allestire le importanti opere di costruzione del nuovo sito di smaltimento a Sud (approntamento e cantierizzazione aree, rettifica e riprofilatura delle scarpate perimetrali Sud e Est, innalzamento preliminare dei terreni di circa 4 m al fine di rispettare il franco di rispetto dal massimo storico raggiunto dalla falda, realizzazione della barriera impermeabile di confinamento secondo i requisiti previsti dalla normativa di settore (D.Lgs. 121/2020) ed installazione degli opportuni presidi necessari per la gestione del sito. Al fine di limitare gli impatti connessi alla fase di cantiere (produzione di polveri) e alla fase di gestione operativa (produzione di percolato, polveri), la realizzazione dell’invaso di smaltimento a Sud non interesserà da subito l’intero sedime di ampliamento, ma avverrà per 2 lotti consecutivi di intervento (Quinto Lotto di ampliamento nel settore Est e Sesto Lotto di ampliamento nel settore Ovest). Il Settimo e ultimo lotto di ampliamento si svilupperà infine in corrispondenza dell’intero sedime dell’invaso già allestito, e vedrà il tetto dei rifiuti attestarsi ad una quota media di fine coltivazione pari a circa -1,5 m rispetto al piano campagna contermine.
L’ampliamento prevede un volume complessivo di smaltimento di RCA pari a 663.950 mc (70.000 mc/anno distribuiti in 9,5 anni di esercizio). L’incremento dei quantitativi annui si rende necessario in considerazione del notevole aumento degli interventi di bonifica dell’amianto operati sul territorio in seguito all’introduzione degli incentivi fiscali previsti per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto, oltre che dei contributi a fondo perduto concessi alle imprese dall’INAIL tramite il bando ISI per la realizzazione di investimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro (asse di finanziamento relativo ai progetti di bonifica da materiali contenenti amianto). Quanto messo in atto sia su scala nazionale che dall’amministrazione regionale ha portato ad un consistente incremento delle richieste di conferimenti di RCA, a conferma della bontà delle misure intraprese per eliminare l’amianto ancora in opera.
I contenitori di amianto sono sistemati in modo che la loro altezza sommata allo strato di ricopertura sia pari a 1.2 metri, e che comunque non superi il valore di 1.5 metri. Oltre alla ricopertura di ogni singolo contenitore di RCA, con il materiale inerte si esegue una ricopertura laterale per proteggere il rifiuto dall'azione del vento. Come previsto dal punto 2.10 “Modalità e criteri di coltivazione” dell’Allegato 1 al D.Lgs. 36/03, così come modificato dal D.Lgs. 121/2020 con riferimento ai rifiuti che possano dar luogo a dispersione di polveri o ad emanazioni moleste, la copertura giornaliera dei rifiuti potrà essere effettuata anche con l’ausilio di sistemi sintetici, limitatamente però al solo tamponamento frontale degli stessi, mentre la ricopertura sommitale dovrà tassativamente essere eseguita esclusivamente con i 20 cm di materiale a consistenza plastica.
1.4 CRITERI DI RIEMPIMENTO
La realizzazione dei quattro lotti di ampliamento previsti dal progetto di ampliamento recepisce i nuovi requisiti tecnico costruttivi introdotti dal recente aggiornamento normativo del D.Lgs. 36/2003 ad opera del D.Lgs. 121/2020, emanato in attuazione della direttiva UE 2018/850 di modifica della direttiva 1999/31/ce relativa alle discariche di rifiuti. La finalità del decreto è stabilita all’art. 1, prevedendo “mediante requisiti operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche, misure, procedure e orientamenti volti a prevenire o ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente, in particolare l’inquinamento delle acque superficiali, delle acque di falda, del suolo e dell’aria, sul patrimonio agroalimentare, culturale e il paesaggio, e sull’ambiente globale, compreso l’effetto serra, nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l’intero ciclo di vita della discarica”.
I rifiuti contenenti amianto vengono conferiti in discarica sigillati da un doppio strato di polietilene dello spessore di 0.15 mm. La loro movimentazione avviene con pala meccanica provvista di forche o macchina similare. Una volta trovata la posizione di destino i rifiuti verranno ricoperti superiormente e lateralmente da uno strato di materiale a consistenza plastica necessario a limitare l’eventuale dispersione di fibre in atmosfera.
Per la ricopertura del cemento-amianto può essere utilizzato materiale inerte di pezzatura minuta, così come previsto dal piano amianto di cui al DPGR 0376/96: esso potrà avere natura fine limosa (materiale limoso-sabbioso denominato “Inerte ultimo stadio di lavorazione”, proveniente dall’impianto di lavorazione inerti ubicato nella contigua cava “Ceolini”), così da aderire bene ai rifiuti conferiti, oppure potrà essere anche ottenuto mediante operazioni di recupero R5 autorizzate dall’AIA vigente ai sensi degli art. 27 e 28 del D.Lgs. 22/97 e s.m.i. (ora art. 208 D.Lgs. 152/06) nell’ambito dell’area specificamente identificata a livello cartografico, nel 2°lotto dell’adiacente discarica per rifiuti inerti.
Le operazioni di scarico ed il successivo abbancamento devono essere effettuate in modo da garantire la stabilità della massa dei rifiuti e delle strutture collegate.
Quando è stato esaurito il primo ripiano, si ricomincia a sistemare i rifiuti al di sopra del primo strato con il loro strato di ricoprimento. La coltivazione a strati sovrastanti prosegue fino a raggiungere le quote finali del tetto dell'ultimo strato di ricoprimento dei rifiuti, per ciascun lotto, illustrate graficamente, a livello planimetrico, nelle tavole di
progetto denominate P4C “Planimetria Stato Finale conferimenti e copertura provvisoria Quarto Lotto di ampliamento – scala 1:500”, P5C “Planimetria Stato Finale conferimenti e copertura provvisoria Quinto Lotto di ampliamento – scala 1:500”, P6C “Planimetria Stato Finale conferimenti e copertura provvisoria Sesto Lotto di ampliamento – scala 1:500”, P7C “Planimetria Stato Finale conferimenti e copertura provvisoria Settimo Lotto di ampliamento – scala 1:500”.
Si proseguirà con la procedura di ricopertura provvisoria e, successivamente, di copertura finale e chiusura della discarica per rifiuti non pericolosi, che segnerà la fine del periodo di gestione operativa e l’inizio della fase di gestione post-operativa di durata trentennale.
Terminata la coltivazione della discarica, la sistemazione finale sarà a prato stabile per evitare danneggiamenti agli involucri dei RCA. Verranno poi collocati paletti infissi nel terreno per evitare future escavazioni e arature.
Il punto 2.4.1 dell’Allegato 1 al D.Lgs. 36/03, così come modificato dal D.Lgs. 121/2020 dispone che si possa dar avvio alla predisposizione del sistema di copertura finale dopo due anni dall’ultimo conferimento, a seguito della valutazione di eventuali cedimenti. Una volta iniziata la realizzazione dei lavori di copertura finale, questi dovranno essere ultimati entro 36 mesi. Prima dell’installazione della copertura finale, si procederà alla realizzazione di una copertura provvisoria per il tempo necessario al raggiungimento delle condizioni di stabilità meccanica.
La successione di materiali costituenti il sistema di copertura superficiale sarà, dall’alto
verso il basso, la seguente:
Il sistema di copertura previsto dal presente progetto, recependo le indicazioni costruttive introdotte dal D.Lgs. 121/2020 e la possibilità di ridurre tali prescrizioni per la tipologia di discarica oggetto di richiesta di P.A.U.R., è composto da un sistema multistrato costituito, partendo dal basso verso l’alto, da:
1.5.1 Sistema di copertura provvisorio
livello 1) strato di regolarizzazione dei rifiuti, dello spessore di almeno 20 cm;
livello 2a) strato minerale compattato dello spessore s ≥ 20 cm e conducibilità idraulica
k ≤ 10 – 8 m/s;
livello 2 b) completamento mediante geocomposito bentonitico con conducibilità
idraulica ≤ 5 x 10-11 m/s e spessore s ≥ 6 mm;
livello 2 c) geomembrana in HDPE, spessore ≥ 1,5 mm;
livello 2 c.1) geosintetico artificiale con funzione di protezione a carattere provvisorio della geomembrana in HDPE dagli agenti atmosferici e da eventuali carichi agenti sulla sua superficie. Al fine di garantire un equilibrato inserimento paesaggistico, la geomembrana dovrà essere cromaticamente compatibile (es. colore verde);
1.5.2 Sistema di copertura finale
Dopo almeno due anni dall’ultimo conferimento si potrà procedere con la copertura superficiale finale, completando il sistema multistrato già messo in opera mediante impiego, dal basso verso l’alto, di:
livello 3 a) geocomposito drenante. Sulle coperture inclinate il geocomposito drenante andrà posizionato previa rimozione del livello 2c.1);
livello 3 b) (solo su coperture piane) strato drenante di materiale granulare con spessore pari a 0,3 m, di idonea permeabilità (k ≥ 10-5 m/s).
Livello 3 c) geotessile per prevenire eventuali intasamenti connessi al trascinamento del materiale fine dello strato superficiale di copertura all’interno del corpo dello strato drenante;
livello 4) strato superficiale di copertura con spessore pari a 1 m di materiale terroso che favorisca lo sviluppo delle specie vegetali di copertura.
(*) In fase di realizzazione della copertura finale, fermo restando il mantenimento delle caratteristiche di conducibilità idraulica del sistema drenante, si valuterà la sequenza di posa dei livelli 3a) 3b), 3c) al fine di ridurre il rischio di danneggiamento dei geosintetici ad opera della movimentazione dei mezzi d’opera. Qualora il livello 3a) venga interposto fra il livello 3b) e 4), la tipologia del geocomposito drenante individuata da progetto assolverà anche alla funzione di geotessile di separazione e filtrazione di cui al livello 3c) che, quindi, non sarà necessario.
La copertura superficiale verrà realizzata imponendo una leggera baulatura centrale al piano finale (pendenza 0,5%): in conseguenza delle pendenze conferite da tale assetto morfologico, sia le acque accumulate entro lo strato drenante della copertura, convogliate verso le direttrici di raccolta delle acque sagomate nella copertura provvisoria, che quelle di ruscellamento raccolte al perimetro della copertura finale, verranno disperse negli strati superficiali del suolo attraverso specifiche trincee drenanti.
1.6 PIANO DI INTERVENTO PER CONDIZIONI STRAORDINARIE
Le condizioni straordinarie individuate nel D. Lgs. n. 36 del 13 gennaio 2003 sono:
- allagamenti
- incendi
- esplosioni
- raggiungimento di livelli di guardia di indicatori di contaminazione
- rottura del carico e conseguente riconfezionamento dello stesso
1.6.1 Allagamenti
Nei dintorni della discarica non ci sono fiumi o corsi d'acqua che potrebbero essere un pericolo in caso di tracimazione dagli argini.
La captazione, il raccoglimento e l’allontanamento delle acque di precipitazione meteorica dal corpo della discarica costituisce un elemento fondamentale dell’impianto sia durante la fase di esercizio che, al termine, nella fase di post-chiusura.
La situazione più critica in termini di raccolta ed allontanamento delle acque meteoriche è stata individuata con riferimento alla copertura provvisoria dei nuovi lotti di ampliamento (quarto e settimo lotto di ampliamento) nell’orizzonte temporale previsto dal nuovo D.Lgs. 121/2020 al fine di verificare l’assenza di cedimenti e poter procedere alla copertura finale dell’impianto di discarica.
Il progetto ha dimensionato il sistema di allontanamento delle acque meteoriche originate in concomitanza del periodo di copertura provvisoria della discarica (almeno 2 anni), quando la superficie scolante risulterà totalmente impermeabile (coefficiente di afflusso pari a 0,9 – 1, precauzionalmente assunto pari a 1 nel dimensionamento della rete di deflusso delle acque meteoriche). Una volta completata la copertura superficiale finale, la struttura multistrato realizzata con materiale ad alta capacità drenante assicurerà coefficienti di afflusso pari a 0,2 e, dunque, una sostanziale riduzione rispetto alle portate prodotte dagli eventi meteorici rispetto allo scenario valutato ai fini del dimensionamento.
La rete di intercettazione delle acque sagomata entro la copertura provvisoria servirà anche per la copertura definitiva, agevolando l’allontanamento delle acque raccolte nello strato drenante, mentre una canaletta perimetrale realizzata al piede della copertura definitiva sarà deputata all’intercettazione delle acque di ruscellamento ricadenti sulla superficie sommitale della copertura stessa.
Con l'utilizzo dei canali per il trattenimento delle acque di ruscellamento, si limita la quantità d'acqua, che altrimenti depositandosi all'interno dell’invaso impermeabile della discarica, dovrebbe essere trattata come percolato.
1.6.2 Incendi
Le maggiori probabilità, anche se limitate, di sviluppo di un incendio si hanno nella zona di coltivazione nella discarica, nell'area di prestoccaggio e nel box magazzino. Nel magazzino sono conservati: del liquido impregnante, dei pallet, del telo di plastica dello spessore minimo di 0.15 mm e dei sacchi tipo "big-bag". Per questo motivo sono stati posizionati degli estintori di tipo adeguato all'esterno del box in modo da essere facilmente raggiunti dal personale in caso di necessità sia per la zona di prestoccaggio sia per il magazzino. Il personale viene formato per l'uso degli estintori e del pericolo per la salute per l'esposizione alle fibre di amianto.
La probabilità di un incendio nella zona di coltivazione è molto bassa in quanto i rifiuti conferiti nella discarica per inerti non dovrebbero contenere materiale infiammabile, mentre i rifiuti contenenti amianto sono conferiti rispettando varie precauzioni, come ad esempio il divieto assoluto di fumare. In caso di incendio in questa zona, l'addetto deve allontanare tutto il personale presente e chiamare i vigili del fuoco.
1.6.3 Esplosioni
Nell'area della discarica il pericolo di esplosioni è molto basso in quanto tutte le operazioni vengono svolte in ambiente aperto. Le macchine operatrici usano come carburante il gasolio che ha come punto di infiammabilità di 55 °C.
Non si hanno pericoli di fuga o di accumulo di gas nel locale spogliatoio perché non viene previsto l'utilizzo del gas metano al suo interno. Più precisamente, nessuna operazione all'interno della zona della discarica richiede una fiamma libera e quindi non sono previste bombole di gas liquido.
1.6.4 Raggiungimento di livelli di guardia di indicatori di contaminazione
Il paragrafo 5.1 dell’allegato 1 al D.Lgs. 36/03 prevede che l’“obiettivo del monitoraggio è quello di rilevare tempestivamente eventuali situazioni di inquinamento delle acque sotterranee sicuramente riconducibili alla discarica, al fine di adottare le necessarie misure correttive”.
In caso di raggiungimento dei livelli di guardia, dovrà essere messa in pratica la
seguente procedura, volta ad individuare se la responsabilità dell’inquinamento sia da
imputarsi univocamente all’attività di discarica e, in caso affermativo, ad agire tempestivamente adottando le procedure operative ed amministrative previste dalla normativa vigente:
Tale Piano è volto ad individuare se la responsabilità dell’inquinamento sia da imputarsi univocamente all’attività di discarica e, in caso affermativo, ad agire tempestivamente adottando le procedure operative più opportune:
1. espurgo del piezometro/i che ha/hanno evidenziato l’anomalia;
2. analizzare la qualità dell’acqua di falda a monte della discarica, per la verifica di un eventuale inquinamento già presente a monte del sito di smaltimento;
3. se nel piezometro di monte non si ravvisano anomalie ripetere immediatamente il controllo analitico sul/i piezometro/i interessato/i;
4. nel caso di rientro del valore alterato, l’anomalia sarà considerata chiusa;
5. nel caso dovesse confermarsi il valore anomalo dovrà essere valutata, mediante la rete di controllo esistente e nuove analisi, se sussiste un eventuale apporto inquinante originato dal corpo della discarica. Nello specifico, i valori anomali dei parametri rilevati nelle acque sotterranee dovranno essere comparati con i valori dei parametri rilevati nel percolato prelevato sia nel pozzetto a monte che a valle dell’impianto di trattamento acque;
6. verificare se, per il parametro/i indagato/i, sussista il rispetto delle concentrazioni imposte per il percolato e se tali concentrazioni siano in linea con i valori riscontrati nei campionamenti analitici precedenti del percolato a monte e a valle dell’impianto di trattamento acque;
7. qualora i limiti normativi per il percolato vengano rispettati, ed i valori siano in linea con le concentrazioni riscontrate nei campionamenti analitici precedenti sia a monte che a valle dell’impianto di trattamento acque, la contaminazione delle acque sotterranee non è da imputarsi alla gestione della discarica. In questo caso sarà sufficiente tenere sotto controllo le analisi successive, ed evidenziare l’anomalia all’interno delle relazioni illustrative del programma di sorveglianza e monitoraggio che l’Allegato A ai decreti di AIA impone di trasmettere alle autorità competenti;
8. qualora invece si riscontrino incrementi anomali delle concentrazioni o superamenti del/i valore/i limite del/i parametro/i anche per il percolato a monte
e a valle, sarà necessario arrestare prudenzialmente lo scarico nella canaletta irrigua consortile e disporre urgentemente l’effettuazione di ulteriori approfondimenti analitici. Il Servizio tutela da inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico della Regione e il Dipartimento Provinciale ARPA di Pordenone dovranno essere tempestivamente informati in relazione all’evento;
9. se il secondo rilievo analitico sul percolato riscontrerà le analisi precedenti, sarà necessario accertare possibili infiltrazioni di percolato nel sottosuolo con l’ausilio di metodi geoelettrici, volti ad indagare la posizione e l’estensione della zona della barriera di confinamento compromessa, verificando inoltre se si tratta di un inquinamento puntuale (rilevabile in un unico piezometro) o di un inquinamento diffuso. Nel caso in cui tali indagini dovessero accertare la compromissione della barriera di confinamento artificiale il gestore provvederà al più presto a mettere in opera gli interventi più opportuni per affrontare la situazione di emergenza, in funzione della vastità e tipologia del fenomeno.
Per quanto riguarda la qualità delle acque trattate dall’impianto di depurazione, i valori di guardia sono stati posti pari al 95% delle concentrazioni limite previsto in caso di scarico in corpo idrico superficiale (tab. 3 Allegato 5 parte Terza D.Lgs. 152/06).
In caso di raggiungimento dei livelli di guardia per le acque trattate dall’impianto di
depurazione, dovrà essere messa in pratica la seguente procedura:
1. ripetere al più presto il controllo analitico in riferimento al parametro oggetto di superamento;
2. nel caso di rientro del valore alterato, l’anomalia sarà considerata chiusa;
3. qualora invece si riscontri un nuovo superamento del livello di guardia del/i parametro/i, e qualora la concentrazione sia superiore anche ai valori limite di emissione imposti dal D.Lgs. 152/06 per lo scarico, sarà necessario arrestare il funzionamento della pompa di sollevamento delle acque al recapito finale e procedere con un intervento di manutenzione straordinaria dell’impianto di trattamento acque, finalizzato a ricercare eventuali anomalie e se del caso ripristinarne il corretto funzionamento;
4. l’episodio dovrà essere comunicato alle autorità competenti individuate
all’interno dell’allegato B al decreto di AIA;
5. le acque contenute nella vasca di trattamento, in quanto non rispondenti alle caratteristiche qualitative richieste per poter essere avviate allo scarico, dovranno essere allontanate e smaltite come rifiuti liquidi secondo la normativa vigente;
6. le analisi dovranno essere ripetute sul percolato addotto alla vasca di trattamento, in corrispondenza del pozzetto a piè d’impianto e sempre in condizioni di scarico non operativo (pompa di sollevamento dello scarico in condizioni di arresto), fino a che le concentrazioni evidenziate non saranno rispondenti ai limiti tabellati. Solo a questo punto lo scarico potrà essere ripristinato.
Di seguito verrà inoltre descritta la procedura da intraprendere nel caso in cui gli esiti degli autocontrolli debbano evidenziare la presenza di fibre di amianto nelle acque di scarico. Gli autocontrolli previsti a monte della depurazione (acque di percolato) e a valle dell’impianto di trattamento (acque di scarico) ricercano in entrambi i casi la presenza di fibre di amianto, così come disposto rispettivamente dalla tabella 9 – Monitoraggio del percolato e dalla tabella 3 – Inquinanti monitorati dell’Allegato B “Piano di Monitoraggio e Controllo”.
L’amianto è stato classificato dallo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come cancerogeno certo per l’uomo (categoria 1), se assunto per via inalatoria. Non ci sono ad oggi evidenze epidemiologiche che attestino l’insorgenza di patologie asbesto correlate all’ingestione di fibre di amianto e, per tale motivo, non sussistono limiti emissivi in fibre/litro nella matrice acqua.
Lo stadio di filtrazione, individuato come “punto critico” nel P.M.C., viene sottoposto a regolare attività di controllo (verifica intasamento, a frequenza settimanale) e di manutenzione (sostituzione periodica delle cartucce esauste, con frequenza prevista dal fornitore).
Gli interventi di controllo sono finalizzati a valutare l’efficienza ed il corretto funzionamento delle cartucce filtranti, mentre la sostituzione dei dispositivi esausti è regolamentata da specifica procedura operativa.
Ciò premesso, qualora gli autocontrolli allo scarico dovessero mettere in luce la presenza di fibre di amianto nelle acque, si dispone di intervenire in accordo alla procedura di seguito esplicitata:
– ripetizione delle analisi sulle acque di scarico, per il solo analita “amianto” e verifica di riscontro che le risultanze del nuovo campionamento testimonino l’assenza di fibre/litro nella matrice acqua. In caso contrario ripetere le operazioni di cui al presente protocollo gestionale.
Parallelamente all’applicazione della procedura su indicata, non si procederà con alcun fermo impianto dal momento che non sussistono limiti normativi con riferimento alla concentrazione di fibre di amianto in acqua.
Per quanto riguarda infine la qualità dell’aria, e nello specifico il monitoraggio delle fibre di amianto in atmosfera, viene di seguito descritta la procedura da attuare in caso di raggiungimento del livello di guardia raggiunto.
Nel caso i risultati delle analisi mostrino il superamento dei livelli di guardia, si opererà nel seguente modo:
− contestualizzazione dei risultati e analisi del regime anemometrico riscontrato all’atto delle misurazioni, in maniera da escludere eventuali apporti esterni;
− identificazione e rimozione della causa dell'evento adottando quanto prima misure appropriate (bonifica del carico se si è verificata una rottura accidentale oppure copertura del comparto giornaliero di coltivazione con ulteriore materiale a consistenza plastica;
− in caso di riconfezionamento del carico il personale addetto alle operazioni di bonifica dovrà indossare, nell’apposito box-spogliatoio, i D.P.I. di protezione delle vie respiratorie (facciale filtrante tipo FFP3) e gli indumenti di lavoro protettivi costituiti da tuta monouso in Tyvex, guanti e stivali di gomma. Gli indumenti di lavoro e i D.P.I. dovranno essere sempre disponibili ed utilizzati da chiunque operi operazioni di bonifica.
1.6.5 Monitoraggio quantitativo e fenomeni di estrema risalita della falda
Il progetto di ampliamento della discarica è stato calibrato in funzione della quota più elevata raggiunta dalla superficie freatica nel periodo tra il 1979 e il mese di marzo del 2014 desunto dalla ricostruzione dell’oscillazione del livello freatico nei piezometri regionali e dei piezometri monitorati dalla General Xxxxx Xxxxxxxxx S.p.A.: sulla base di tale analisi il massimo storico mai raggiunto dalla falda nel periodo di osservazione è risultato essere pari a 42,50 m s.l.m. nel settore Nord delle aree di ampliamento e a 42,25 m s.l.m. nel settore meridionale delle suddette aree, ed è sulla base di tale livello di risalita della falda che le quote di imposta della barriera artificiale di confinamento sono state fissate al fine di rispondere alle caratteristiche di distanza dalla falda freatica richieste dal D.Lgs. 36/03.
Le quote di imposta dello strato inferiore del sistema barriera di fondo garantiscono il perseguimento di un franco dalla massima escursione della falda superiore o prossimo a 2 metri nel settore Sud-Est, che diventano 3 metri nel settore Nord-Ovest per l’imposizione delle pendenze da garantire al soprastante sistema di drenaggio per l’allontanamento del percolato.
Per quanto riguarda l’andamento della falda acquifera superficiale e la possibilità di risalita del livello piezometrico oltre il massimo storico verificatosi alla fine di febbraio 2014, è stata predisposta una proposta tecnico gestionale in caso di nuovi episodi analoghi.
SOGLIA DI ALLARME BASE (franco di falda = 2,40 m): si attiva allorquando durante i normali monitoraggi freatimetrici venga rilevato, a livello del piezometro a monte P1A, una quota di falda pari a 43,30 m s.l.m. In tale condizione il rispetto del franco di falda per la discarica sarà ancora certamente rispettato alla luce del franco residuo di 40 cm rispetto al raggiungimento del livello cui la falda si è attestata nei primi mesi del 2014.
Al raggiungimento della soglia di allarme base il gestore attiverà, oltre alle previste rilevazioni in continuo, anche un monitoraggio manuale giornaliero con freatimetro delle quote di falda presso i pozzi a servizio dell’ampliamento da mantenersi fino all’accertamento, per 5 giorni consecutivi, dell’abbassamento della falda sotto la prevista soglia (livello falda = 43,30 m s.l.m. presso il pozzo P1A).
SOGLIA DI ALLARME OPERATIVA (franco di falda = 2,00 m): si attiva allorquando durante i normali monitoraggi freatimetrici venga rilevato, a livello del piezometro a monte P1A, una quota di falda pari a 43,70 m s.l.m. Tale quota è stata ricostruita sulla base delle isofreatiche in corrispondenza dell’evento di massimo storico presso il piezometro di monte P1A. Al fine di confermare tale lettura dovrà essere accertato che presso il piezometro più a monte P1 il livello freatico si attesti a quota 44 m s.l.m. (durante l’evento di massimo impinguamento di fine febbraio 2014 il livello freatico in P1 ha raggiunto quota 44,03 m s.l.m.).
Qualora durante i monitoraggi attivati come da punto precedente, nel piezometro P1A la falda dovesse raggiungere quota 43,70 m s.l.m., il previsto monitoraggio manuale giornaliero con freatimetro dovrà essere effettuato, oltre che nei pozzi a servizio della discarica anche nei pozzi C, D e P2. Tali dati dovranno essere messi in correlazione e dovrà essere restituita la ricostruzione puntuale della circolazione idrica sotterranea e delle direttrici di deflusso dell’acquifero, sino all’abbassamento del livello freatico oltre le quote di cui alla soglia di allarme operativa.
Consultando i “Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi assoluta di rischio alle discariche”, Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici, rev.0 giugno 2005, è possibile constatare che il franco di falda viene considerato esclusivamente in rapporto al tempo di attraversamento della zona insatura da parte di eventuali contaminanti, e quindi di arrivo nell’acquifero. La riduzione della distanza fra il piano di posa della discarica e la superficie piezometrica sotto ai 2 m di franco imposti dal D.Lgs. 36/03 influisce dunque sulla lunghezza del percorso di potenziali contaminanti e quindi sul tempo di arrivo nell’acquifero. A tal proposito, in ragione di tale incremento di vulnerabilità della falda in caso di eccessiva risalita del livello freatico
Il superamento della soglia di allarme operativa (franco di falda = 2 m) nonché l’espletamento delle verifiche e degli approfondimenti previste dal protocollo gestionale a corollario di tale evento verranno comunicate alla Direzione Provinciale ARPA di Pordenone ed al Servizio disciplina gestione rifiuti e siti inquinati della Regione.
Qualora le analisi sui piezometri di valle dovessero evidenziare delle anomalie, verranno immediatamente eseguite delle analisi aggiuntive sul percolato, sia in corrispondenza del pozzetto di monte rispetto all’impianto di trattamento che presso il pozzetto di valle: tali analisi verranno eseguite al fine di verificare se, in relazione ai parametri per i quali è stata registrata una concentrazione anomala nelle acque sotterranee, si riproponga una concentrazione anomala e/o superiore ai limiti consentiti anche nelle acque prodotte dall’impianto di discarica. Qualora anche le analisi sul percolato diano evidenza di una condizione anomala in riferimento ai medesimi parametri riscontrati nelle acque sotterranee, allora sarà necessario verificare direttamente se l’eccessiva risalita del livello freatico abbia causato dei problemi di danneggiamento della barriera di confinamento. Tali indagini verranno attuate mediante metodi geoelettrici: in presenza di fessure o lacerazioni della barriera di confinamento artificiale, attraverso tali discontinuità si genera un flusso di corrente che viene evidenziato da un deciso calo del potenziale elettrico attraverso le fessure stesse.
Nel caso in cui tali indagini dovessero accertare la compromissione della barriera di confinamento artificiale il gestore provvederà al più presto a mettere in opera gli interventi più opportuni per affrontare la situazione di emergenza, in funzione della vastità e tipologia del fenomeno.
1.6.6 Rottura del carico e conseguente riconfezionamento dello stesso
Nel caso si verifichino eventi – quali la rottura degli imballaggi – che possono comportare un incremento rilevante dell’esposizione alla polvere proveniente dai materiali contenenti amianto, le operazioni di bonifica e riconfezionamento del carico dovranno essere eseguite esclusivamente da parte del personale adeguatamente formato ed abilitato allo svolgimento di tali operazioni.
Viene di seguito riportata la corretta metodologia da mettere in pratica. Procedura :
- il personale addetto alle operazioni di bonifica dovrà indossare, nell’apposito box-spogliatoio, i D.P.I. di protezione delle vie respiratorie (maschera semifacciale in gomma dotata di respiratore a pressione positiva con filtri del tipo P3), tuta a perdere in tessuto idoneo a non trattenere le fibre (Tyvek) munita di cappuccio, che dovrà essere priva di tasche, chiusa ai polsi e alle caviglie con elastici, guanti e stivali di gomma;
- il maneggiamento del carico e dell’imballaggio manomesso o lacerato che lo contiene deve essere effettuato avendo cura di minimizzare i rischi di dispersione di fibre o di polveri;
- il materiale deve essere costantemente umidificato mediante nebulizzazione di acqua allo scopo di evitare, per quanto possibile, il sollevamento e la diffusione delle polveri.
- se la superficie esposta risulta particolarmente degradata questa deve essere trattata mediante bagnatura a bassa pressione di soluzione incapsulante (incapsulante di tipo D ai sensi del D.M. 20.08.1999), creando così maggiori condizioni di sicurezza per gli addetti agli interventi e per limitare la dispersione eolica delle polveri e delle fibre;
- il materiale da bonificare non deve essere in ogni caso sottoposto a frantumazione;
- nel caso in cui si dovesse rendere necessario intervenire sul materiale con attrezzi di lavoro (es. eliminare spuntone tagliente creatosi a seguito della rottura del carico), sono da utilizzarsi apparecchiature a bassa velocità, preferibilmente manuali, in modo da cedere la minor energia cinetica alle fibre liberate. Sono indicati pinze, tenaglie, piccoli scalpelli, forbici, cesoie, ecc., e controindicati trapani, frese, scalpelli grossolani, limi, raspe e simili. Eventuali operazioni di taglio con flessibile o di molatura, nel caso dovessero rendersi
indispensabili, devono essere eseguite utilizzando adatti sistemi di captazione localizzata delle polveri (aspiratori) oppure con macchine ad umido. Al termine delle operazioni, gli attrezzi utilizzati devono essere sottoposti ad efficace pulitura mediante lavaggio con acqua;
- il carico compromesso va quindi imballato in doppio film di polietilene di spessore adeguato (almeno 0.15 mm); i sacchi vanno riempiti per non più di 2/3, ed in modo che il peso del sacco pieno non ecceda i 30 kg;
- l’aria in eccesso dovrà eventualmente essere aspirata con un aspiratore a filtri
assoluti;
- la chiusura deve essere effettuata a mezzo termosaldatura o doppio legaccio;
- eventuali pezzi minuti devono essere raccolti immediatamente, bagnati e racchiusi in sacchi opportunamente etichettati, assieme al materiale a perdere o a eventuali pezzi acuminati;
- i materiali caratterizzati da superfici taglienti e da spigoli acuminati vanno imballati separatamente;
- tutte le superfici che durante le operazioni di lavoro sono esposte a deposizione di polvere e sfridi devono essere pulite a umido così come gli utensili impiegati;
- alla bonifica del carico segue la collocazione dello stesso su pallet per facilitare il carico e lo scarico sul mezzo di trasporto che lo destina al conferimento. È assolutamente da evitare il trascinamento del carico al suolo;
- il tempo di stoccaggio in loco deve essere il minimo indispensabile;
- al termine dei lavori eventuali polveri o detriti di amianto caduti vanno rimossi con metodi a umido o con aspiratori portatili muniti di filtri ad alta efficienza;
- tutto il materiale a perdere utilizzato nelle operazioni che comportano disturbo dell’amianto (indumenti, teli, stracci, per pulizia, ecc) deve essere smaltito come rifiuto contaminato all’interno della discarica, in sacchi impermeabili chiusi ed etichettati. I materiali utilizzati per la pulizia ad umido vanno insaccati finché sono ancora bagnati.
2 PIANO DI GESTIONE IN FASE POST-OPERATIVA
La vita della discarica dopo la sua ricopertura continua per altri 30 anni. In questo periodo bisogna che la sua gestione garantisca la sicurezza ambientale in modo da non inquinare e da non recare danno alla salute delle persone.
Il piano di gestione post-operativa individua tempi, modalità e condizioni della fase di gestione post-operativa della discarica e le attività che devono essere poste in essere durante tale fase, con particolare riferimento alle attività di manutenzione delle opere e dei presidi, in modo da garantire che anche in tale fase la discarica mantenga i requisiti di sicurezza ambientale previsti.
Il piano è stato diviso in più sezioni e ognuna tratta un argomento specifico. Bisogna ricordare che per un corretto funzionamento della discarica anche dopo la sua chiusura, tutte le attività descritte devono essere svolte perché ognuna è necessaria per la protezione dell'ambiente.
In particolare sono state individuate le operazioni relative ai seguenti punti:
• recinzione e cancelli di accesso;
• copertura vegetale
• rete di raccolta e smaltimento acque meteoriche;
• viabilità interna ed esterna;
• sistema di drenaggio del percolato;
• modalità e frequenza di trattamento del percolato;
• sistema di impermeabilizzazione sommatale;
• pozzi e relativa attrezzatura di campionamento delle acque sotterranee;
2.2 RECINZIONE E CANCELLI DI ACCESSO
La recinzione non permette l'intrusione di animali e di persone all'interno, e scoraggia il deposito abusivo di rifiuti.
Per questi motivi, bisogna prevedere un controllo annuale dell'integrità della recinzione, riparandola e sostituendola in parte nel caso di aperture.
I cancelli di accesso alla discarica devono essere mantenuti in buona efficienza, controllando la loro struttura e il buon funzionamento delle serrature almeno una volta ogni anno.
La discarica è inoltre provvista di cartelli informativi sulla tipologia e sulla pericolosità del rifiuto smaltito. Si consiglia per questa zona di effettuare un controllo annuale dell'integrità della rete e della presenza dei cartelli informativi.
Sono previsti due sfalci del manto erboso ogni anno e, sulla copertura della discarica per non pericolosi, la rimozione delle piante nate in modo spontaneo che con le loro radici potrebbero creare dei danni allo strato di impermeabilizzazione.
Per quanto riguarda la piantumazione delle essenze indicate nel piano di ripristino ambientale, verrà effettuato un monitoraggio delle ultime essenze piantumate ed un ripristino delle eventuali fallanze per i primi 3 anni successivi all’impianto delle stesse. Si può prevedere un'irrigazione della zona qualora l’andamento meteorico sia improntato ad un’eccessiva e persistente siccità.
2.4 RETI DI RACCOLTA E SMALTIMENTO ACQUE METEORICHE
E' necessario limitare la quantità di percolato che si crea all'interno della discarica, per questo è logico che tutte le acque di ruscellamento superficiale siano captate e allontanate. Per fare ciò la copertura dell’ampliamento della discarica sarà realizzata con leggera pendenza su tutti e quattro i lati.
La copertura dell’ampliamento sarà servita da una rete di captazione delle acque meteoriche, recapitanti nei piazzali dell’ex cava e nei piazzali posti a Sud e a Sud-Est rispetto al bacino di smaltimento di nuova definizione, alle quote del piano campagna. Per un buon funzionamento della rete di raccolta, bisogna prevedere la manutenzione del canale, facendo dei controlli periodici e delle ispezioni dopo ogni evento di pioggia eccezionale. E' necessario che la sezione del collettore di deflusso rimanga inalterata in modo che la portata massima d'acqua transitabile non diminuisca in modo sensibile rispetto a quella per la quale è stata progettata. Contemporaneamente alla manutenzione del canale, bisogna eseguire la pulizia dei pozzetti dall'eventuale materiale depositatosi, che potrebbe provocare degli sbarramenti al deflusso naturale delle acque meteoriche.
2.5 SISTEMA DI DRENAGGIO DEL PERCOLATO
A chiusura della discarica si può valutare che la quantità d’acqua che si infiltri al di sotto della copertura sia nulla, in ragione delle caratteristiche di impermeabilità del sistema multistrato posato. Ne consegue che le quantità d'acqua che dovrà essere trattata come percolato risulterà trascurabile.
Il collettore principale è costruito da due tubazioni drenanti di 200 mm di diametro per il Quarto Lotto di ampliamento e di 300 mm per i Lotti Quinto, Sesto e Settimo: tali dreni facilitano un controllo con microcamera sul grado di occlusione delle microfessure del dreno e sulla quantità di materiale che si è depositato al suo interno. Questa ispezione si potrà eventualmente effettuare, qualora si ravvisassero degli episodi di malfunzionamento del sistema, ogni cinque anni.
La pompa di sollevamento del percolato dovrà essere revisionata secondo le prescrizioni tecniche previste dal produttore, facendo attenzione all’usura delle componentistiche perché il percolato presenta delle particelle fini abrasive che possono rovinare la superficie interna ed anche perché la pompa si trova in ambiente liquido e il materiale delle guarnizioni perde le sue caratteristiche meccaniche per invecchiamento. Gli interventi di manutenzione e sostituzione della pompa dovranno essere annotati su specifico registro.
2.6 MODALITÀ E FREQUENZA DI TRATTAMENTO PERCOLATO
Il percolato viene trattato in sito nell'impianto costituito dalla vasca di separazione gravitazionale e dal modulo di filtrazione.
Nella fase post-operativa le quantità di percolato e di acqua contaminata saranno verosimilmente trascurabili. Alla chiusura della discarica non verranno più utilizzati la piazzola di prestoccaggio, l'area di lavaggio e il locale doccia. Le condotte che provengono da questi manufatti andranno isolate, con la conseguenza che non verranno prodotte delle acque contaminate e decadrà la necessità del loro trattamento nell'impianto di trattamento. Anche la quantità di percolato da trattare sarà trascurabile, in virtù dell’impermeabilizzazione della copertura superficiale, che impedisce alle acque di permeare entro l’invaso ormai esaurito.
Mensilmente bisognerà controllare la quantità di materiale che si sarà depositato nella vasca di separazione gravitazionale. Per la sua rimozione bisognerà chiamare una
ditta autorizzata per lo smaltimento di rifiuti pericolosi in quanto al suo interno ci potrebbero essere delle fibre di amianto.
Per il modulo di filtrazione, bisogna sostituire periodicamente i filtri come specificato dalla casa produttrice. Stesso dicasi per il letto filtrante dei carboni attivi.
Le pompe di alimentazione allo skid di filtrazione e, conseguentemente, ai filtri a carboni attivi vanno controllate e manutentate secondo il protocollo operativo approvato in occasione di rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale. Alla pompa verrà effettuata la manutenzione come previsto dal produttore e, in assenza delle specifiche, viene revisionata completamente ed eventualmente sostituita ogni 5 anni perché lavora in un ambiente liquido.
2.7 SISTEMA DI IMPERMEABILIZZAZIONE SOMMITALE
L’ampliamento della discarica verrà chiuso con uno strato di impermeabilizzazione costituito, fra gli altri materiali, anche da uno strato a bassa permeabilità compattato. Per mantenere compatto lo strato di terreno si provvederà alla creazione di un tappeto erboso fitto e continuo con le radici forma una rete che trattiene il terreno.
2.8 VIABILITÀ INTERNA ED ESTERNA
Due volte all'anno bisogna prevedere lo sfalcio dell'erba e il decespugliamento degli arbusti spontanei che crescono in queste zone, in modo che le strade siano sempre percorribili. Di conseguenza con la corretta manutenzione delle strade di accesso si facilitano tutte le operazioni di manutenzione e di controllo dell'area anche utilizzando degli automezzi per spostarsi al suo interno.
2.9 POZZI E RELATIVA ATTREZZATURA DI CAMPIONAMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE
I pozzi di monitoraggio saranno mantenuti in efficienza; durante le operazioni di monitoraggio il personale addetto avrà l’occasione di verificare lo stato di efficienza dei chiusini e disporre di un’eventuale manutenzione. L’attrezzatura di campionamento sarà in disponibilità al personale del laboratorio d’analisi con il quale sarà stipulato un apposito contratto regolante la specifica l’attività di monitoraggio.