Contract
Ragione sociale | OMEC S.P.A. |
Indirizzo Sede Produttiva | Via X. Xxxxxxx, n 57 – Gorla Minore (VA) 21055 |
Indirizzo Sede Legale | Via Xxxxxx Xxxxx, n 20 – Gorla Minore (VA) 21055 |
Tipo di impianto | Esistente ai sensi D.Lgs. 59/2005 |
Codice e attività IPPC | 2.6 - Impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche mediante processi elettrolitici o chimici qualora le vasche destinate al trattamento utilizzate abbiano un volume superiore a 30 m3 |
Varianti richieste | Nessuna. |
Presentazione domanda | 29/12/2006 |
Fascicolo AIA | 752AIA/37753/06 |
INDICE
A. QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE 4
A 1. Inquadramento del complesso e del sito 4
A.1.1 Inquadramento del complesso produttivo 4
A.1.2 Inquadramento geografico – territoriale del sito 5
Nel raggio di 500 m. non si riscontrano aree soggette a particolari vincoli ambientali 5
A 2. Stato autorizzativo e autorizzazioni sostituite dall’AIA 6
B. QUADRO PRODUTTIVO - IMPIANTISTICO 7
B.1 Produzioni 7
B.2 Materie prime 7
B.3 Risorse idriche ed energetiche 10
B.4 Cicli produttivi 13
QUADRO AMBIENTALE 21
C.1 Emissioni in atmosfera sistemi di contenimento 21
C.2 Emissioni idriche e sistemi di contenimento 23
C.3 Emissioni sonore e sistemi di contenimento 25
C.4 Emissioni al suolo e sistemi di contenimento 26
C.5 Produzione Rifiuti 26
C.6 Bonifiche 27
C.7 Rischi di incidente rilevante 27
D. QUADRO INTEGRATO 29
D.1 Applicazione delle MTD 29
D.2 Criticità riscontrate 36
D.3 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento in atto e programmate 36
E. QUADRO PRESCRITTIVO 38
E.1 Aria 38
E.1.1 Valori limite di emissione 38
E.1.2 Requisiti e modalità per il controllo 38
E.1.3 Prescrizioni impiantistiche 39
E.1.4 Prescrizioni generali 40
E.2 Acqua 40
E.2.1 Valori limite di emissione 40
E.2.2 Requisiti e modalità per il controllo 41
E.2.3 Prescrizioni impiantistiche 41
E.2.4 Prescrizioni generali 42
E.3 Rumore 42
E.3.1 Valori limite 42
E.3.2 Requisiti e modalità per il controllo 43
E.3.4 Prescrizioni generali 43
E.4 Suolo 43
E.5 Rifiuti 44
E.5.1 Requisiti e modalità per il controllo 44
E.5.2 Prescrizioni impiantistiche 44
E.5.3 Prescrizioni generali 45
E.6 Ulteriori prescrizioni 46
E.7 Monitoraggio e Controllo 48
E.8 Gestione delle emergenze e prevenzione incidenti 48
E.9 Interventi sull’area alla cessazione dell’attività 49
E.10 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento e relative tempistiche 49
F. PIANO DI MONITORAGGIO 50
F.1 Finalità del monitoraggio 50
F.2 Chi effettua il self-monitoring 50
F.3 PARAMETRI DA MONITORARE 51
F.3.1 Impiego di Sostanze 51
F.3.2 Risorsa idrica 51
F.3.3 Risorsa energetica 51
F.3.4 Aria 52
F.3.5 Acqua 53
F.3.6 Rifiuti 54
F.4 Gestione dell’impianto 54
F.4.1 Individuazione e controllo sui punti critici 54
F.4.2 Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, etc.) 56
A. QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE
A 1. Inquadramento del complesso e del sito
A.1.1 Inquadramento del complesso produttivo
La OMEC SpA nella sua sede principale produce manici per aspirapolvere e componenti per elettrodomestici a partire dalla costruzione meccanica del tubo. In tale sede non sono presenti attività IPPC. Presso l’impianto IPPC di xxx Xxxxxxxx Xxxxxxx, 00 a Gorla Minore viene svolta attività galvanica con impianti per la cromatura dei tubi in acciaio prodotti presso la sede principale. Il complesso è stato costruito nel 1983 e l’attività è stata acquisita da OMEC SpA nel 1992.
Le coordinate geografiche dell’insediamento sono le seguenti:
GAUSS-BOAGA | NORD | EST |
5054004 | 1493072 |
L’impianto opera per 15 ore giorno su due turni (dalle 6.00 alle 22.00), dal lunedì al venerdì, occupando complessivamente n. 10 addetti. L’attività prevede circa 180 mc. di vasche di processo.
In sintesi quindi il complesso IPPC, soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale, è interessato dalle seguenti attività:
N. ordine attività IPPC | Codice IPPC | Attività IPPC | Capacità produttiva di progetto | Numero degli addetti |
1 | 2.6 | Impianti per il trattamento di superficie di metalli e plastiche mediante processi elettrolitici o chimici. | 800 t/anno | 10 |
Tabella A1 – Attività IPPC e NON IPPC
La condizione dimensionale dell’insediamento industriale è descritta nella tabella seguente:
Superficie totale m2 | Superficie coperta m2 | Superficie scolante m2 (*) | Superficie scoperta impermeabilizzata m2 | Anno costruzione complesso | Ultimo ampliamento | Data prevista cessazione attività |
10.000 | 2.300 | 500 | 500 | 1983 | 1987 | // |
(*) Così come definita all’art.2, comma 1, lettera f) del Regolamento Regionale n. 4 recante la disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne.
Tabella A2 – Condizione dimensionale dello stabilimento
A.1.2 Inquadramento geografico – territoriale del sito
Nell’immediato circondario dell’insediamento si riscontra la presenza di aree industriali collocate sui lati Sud, Est ed Ovest. Sul lato Nord del complesso è presente un area agricola e boschiva.
Lo stabilimento confina sul lato Ovest con un area adibita ad impianti tecnologici in cui è ubicata la piattaforma ecologica comunale.
La principale via di collegamento è rappresentata dalla S.P n. 19 a circa 500 m dal complesso. Alla distanza di circa 5 km è presente il tracciato dell’autostrada del Laghi (A8). Il corpo idrico superficiale più vicino è il fiume Olona che scorre ad Ovest dell’insediamento alla distanza di circa 1.500 m. Nell’immediato circondario non sono presenti particolari ricettori sensibili in quanto l’area industriale confina con aree prevalentemente agricole e boschive. Le abitazioni più vicine sono ubicate a Nord-Ovest alla distanza di circa 600 m dal perimetro aziendale.
I territori circostanti, compresi nel raggio di 500 m, hanno destinazioni d’uso seguenti:
Destinazione d’uso dell’area secondo il PRG vigente | Destinazioni d’uso principali | Distanza minima dal perimetro del complesso |
Xxxx X0/X Xxxxxxxxx ad impianti riservati ad attività produttive industriali ed artigianali | 0 m | |
Agricola | Confine Nord | |
Industriale | Confine Est | |
Industriale | Confine Sud | |
Area impianti tecnologici - piattaforma ecologica comunale | Confine Ovest |
Tabella A3 – Destinazioni d’uso nel raggio di 500 m
Nel raggio di 500 m. non si riscontrano aree soggette a particolari vincoli ambientali.
A 2. Stato autorizzativo e autorizzazioni sostituite dall’AIA
La tabella seguente riassume lo stato autorizzativo dell’impianto produttivo in esame.
Settore | Norme di riferimento | Ente competente | Numero autorizzazione | Data di emissione | Scadenza | N. ordine attività IPPC e non | Note | Sost. da AIA |
ARIA | Art. 12 DPR 203/88 | Regione Lombardia | D.G.R. n. VI/41406 | 12.02.99 | n.d. | 1 | Autorizzazione definitiva, di carattere generale, per emissioni in atmosfera esistenti, provvisoriamente autorizzati ai sensi dell’art. 13 del DPR 203/88 | SI |
ACQUA | D.Lgs 152/99 | Comune di Gorla Minore | 4367 | 09.05.05 | 21.06.09 | Autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali in pubblica fognatura | Si |
Tabella A4 – Stato autorizzativo
L’azienda in data 27.06.1989 ha inviato richiesta di autorizzazione per l’esercizio di un impianto esistente ai sensi dell’art. 12 del DPR 203/88. Il Gestore ha fornito dichiarazione circa l’osservanza dei valori limite previsti dal CRIAL medesimo. L’impianto risulta quindi autorizzato in via definitiva sulla base della DGR 12 febbraio 1999 n. 6/41406.
La fognatura comunale di Gorla Minore recapita al depuratore di Olgiate Olona della “Società per la Tutela del Bacino del Fiume Olona in Provincia di Varese”.
B. QUADRO PRODUTTIVO - IMPIANTISTICO
B.1 Produzioni
L’insediamento produttivo OMEC SpA svolge attività meccanica per la produzione di componenti per elettrodomestici. Presso l’impianto IPPC di xxx Xxxxxxx, 00 viene effettuata attività galvanica per la cromatura e la nichelatura di manici per aspirapolvere (tubi in acciaio) prodotti nella sede principale.
L’impianto lavora a ciclo discontinuo in due turni giornalieri (dalle 6.00 alle 22.00) su cinque giorni la settimana.
La seguente tabella riporta i dati relativi alle capacità produttive dell’impianto:
N. ordine attività IPPC e non | Prodotto | Capacità produttiva dell’impianto | |||
Capacità di progetto | Capacità effettiva di esercizio (2005) | ||||
t/a | t/g | t/a | t/g | ||
1 | Tubi per aspirapolvere in ferro e acciaio | n.d. | n.d. | 800 | 3,64 |
Tabella B1 – Capacità produttiva
Tutti i dati di consumo, produzione ed emissione che vengono riportati di seguito nell’allegato fanno riferimento all’anno produttivo 2005 e alla capacità effettiva di esercizio dello stesso anno riportato nella tabella precedente.
B.2 Materie prime
Quantità, caratteristiche e modalità di stoccaggio delle materie prime impiegate dall’attività produttiva vengono specificate nella tabella seguente:
Categoria omogenea di materie prime | Quantità annua - Kg | Classi di Pericolosità | Stato fisico | Quantità specifica (kg per t di prodotto finito) |
TUBI DI ACCIAIO | 800.000 | \\ | Solido | |
ANIDRIDE CROMICA | 3.500 | R8-R25-R26-R35-R49-R50/53 | Scaglie | 0,176 |
NICKEL SOLFATO | 3.400 | R22-R40- R42/43 | Particolato | 0,157 |
NICHEL CLORURO | 3.300 | R25 - R36/37 - R40/20 - R42/43 - R50 | Liquido | 0,151 |
NIMAC C 87 – 512 | 4.000 | R40-R43 | Liquido | 0,180 |
ACIDO SOLFORICO | 17.000 | R35 | Liquido | 0,806 |
SODA CAUSTICA | 180.000 | R35 | Liquido | 7,214 |
ACIDO CLORIDRICO | 100.000 | R34 | Liquido | 4,845 |
CLORURO FERRICO | 78.000 | R22-R34 | Liquido | 3,583 |
SODIO BISOLFITO SOL. | 57.000 | R34 | Liquido | 2,614 |
SODIO IDROSOLFITO | 100 | R7-R22-R41-R36 | ||
ACIDO FOSFORICO | 80 | R35 | Liquido | 0,004 |
CALCE IDRATA | 19.500 | R37/38-R41 | Polvere | 0,895 |
GL 40 (Sgrassante) | 8500 | R20/21/22 – R34 | Liquido | 0,790 |
GL 500 (Sgrassante) | 4000 | R35 | Liquido | 0,455 |
CHELVET CX (Sgrassante) | 7.000 | R35 | Polvere | 1,056 |
METEX GL 37 (Decapante) | 2000 | R38-R41 | Liquido | 0,003 |
METEX DEK S 299 (Decapante) | 2.000 | R22 - R32 - R41 | Liquido | 0,393 |
METEX DEK V 288 (Decapante) | 650 | R22 - R41 | Liquido | 0,074 |
METEX 230 (Decapante) | 1000 | R22-23-24 R34 - R43 | Liquido | 0,113 |
DE CROME FL 7032/C (Catalizzatore) | 300 | R22 | Liquido | 0,002 |
DENICHELATURA X FE (Demetallizzante) | 400 | R8 - R22 | Polvere | 0,054 |
ACQUA OSSIGENATA | 2.400 | R8 - R34 | Liquido | 0,110 |
NIMAC 86 BLD (Brillantante) | 2.000 | \\ | Liquido | 0,313 |
XXXXX XXXXXXXXXXX (Brillantante) | 200 | R22-R40 | Polvere | 0,0003 |
ATP 103 (Tensioattivo) | 50 | \\ | Liquido | 0,004 |
ATP 105 (Tensioattivo) | 300 | \\ | Liquido | 0,04 |
VET (Brillantante) | 1.500 | \\ | Liquido | 0,199 |
MACROME F 20 D (Tensioattivo) | 200 | \\ | Liquido | 0,027 |
FS 30 HD (Tensioattivo) | 35 | \\ | Liquido | 0,004 |
ANTISCHIUMA SILICONICO | 660 | \\ | Liquido | 0,075 |
BARIO CARBONATO | 20 | \\ | Polvere | 0,004 |
CARBONE GRANULARE | 1.000 | \\ | Particolato | 0,098 |
CARBONE POLVERE | 1.560 | \\ | Polvere | 0,178 |
MAGNAFLOC 3105 | 225 | \\ | Liquido | 0,026 |
ACIDO BORICO | 2.100 | \\ | Liquido | 0,097 |
XX XXXX (Xxxxxxxx) | 000 | X00-X00-X00/00 | Liquido | 0,003 |
MAKROME ANODE (Decapante) | 200 | R35 | Polvere | 0,003 |
Tabella B2.a – Caratteristiche materie prime
Categoria omogenea di materie prime | Modalità di stoccaggio | Caratteristica del deposito | Quantità massima di stoccaggio in Kg |
TUBI DI ACCIAIO | Cassoni in plastica | Al coperto | 10.000 |
ANIDRIDE CROMICA | Fusti | Al coperto | 500 |
NICKEL SOLFATO ESAIDRATO | Sacchetti | Al coperto | 1.000 |
CLORURO DI NICKEL | Sacchetti | Al coperto | 1.000 |
NIMAC C 87 – 512 | Fusti | Al coperto | 1.100 |
ACIDO SOLFORICO | Fusti | Esterno su area pavimentata | 1.500 |
SODA CAUSTICA | Cisternetta | Cisterna fuori terra con vasca a tenuta. | 18.000 |
ACIDO CLORIDRICO | Cisternetta | Cisterna fuori terra con vasca a tenuta. | 10.000 |
CLORURO FERRICO | Cisternetta | Cisterna fuori terra con vasca a tenuta. | 7.000 |
SODIO BISOLFITO SOLUZIONE | Cisternetta | Cisterna fuori terra con vasca a tenuta. | 7.000 |
ACIDO FOSFORICO | Fusti | Al coperto | 50 |
CALCE IDRATA | Sacchetti | Al coperto | 1.500 |
GL 40 | Fusti | Al coperto | 200 |
GL 500 | Fusti | Al coperto | 200 |
METEX BROWN 39 | Fusti | Al coperto | 200 |
CHELVET CX | Sacchetti | Al coperto | 1000 |
DEK S 299 | Fusti | Al coperto | 200 |
METEX DEK V 288 | Fusti | Al coperto | 200 |
METEX 230 | Fusti | Al coperto | 000 |
XX XXXXX FL 7032/C | Fusti | Al coperto | 500 |
DENICHELATURA X FE | Sacchetti | Al coperto | 200 |
ACQUA OSSIGENATA | Fusti | Esterno su area pavimentata | 200 |
NIMAC 86 BLD | Fusti | Al coperto | 200 |
ATP 103 | Fusti | Al coperto | 50 |
ATP 105 | Fusti | Al coperto | 50 |
VET | Fusti | Al coperto | 200 |
MACROME F 20 D | Fusti | Al coperto | 50 |
FS 30 HD | Fusti | Al coperto | 20 |
ANTISCHIUMA SIL | Fusti | Al coperto | 100 |
BARIO CARBONATO | Sacchetti | Al coperto | 50 |
CARBONE GRANULARE | Sacchetti | Al coperto | 1.000 |
CARBONE POLVERE | Sacchetti | Al coperto | 1.000 |
MAGNAFLOC 3105 | Fusti | Al coperto | 200 |
ACIDO BORICO | Fusti | Al coperto | 1.000 |
Tabella B2.b – Caratteristiche stoccaggio materie prime
B.3 Risorse idriche ed energetiche
Consumi idrici
I consumi idrici dell’impianto sono sintetizzati nella tabella seguente:
Fonte | Prelievo annuo | ||
Acque industriali | Usi domestici (m3) | ||
Processo (m3) | Raffreddamento (m3) | ||
Pozzo | |||
Acquedotto | 34.000 | 6.000 |
Tabella B3 – Approvvigionamenti idrici
L’approvvigionamento idrico è fornito dall’acquedotto comunale. Le acque industriali sono utilizzate essenzialmente nelle fasi di lavaggio dei pezzi dopo i trattamenti galvanici. Le vasche di lavaggio compatibili tra loro (cromati, acide/alcaline) vengono alimentate, anziché con un rubinetto d’acqua ciascuna, da un sistema detto a “controcorrente a cascata”, per il quale l’acqua di lavaggio viene immessa su un’unica vasca, la quale alimenta le altre a sfioramento. L’adozione di questa tecnologia consente di ridurre notevolmente i consumi di acqua da rete ed ottimizzare le fasi di gestione del refluo da inviare a depurazione .
Inoltre le acque di lavaggio da nichelatura vengono trattate con filtri a colonne selettive e parzialmente riciclate nelle vasche di lavaggio.
Produzione di energia
L’energia prodotta all’interno del complesso è di natura termica e viene utilizzata per il riscaldamento delle vasche di trattamento e dei locali di lavoro.
All’interno del complesso sono presenti n. 3 generatori di calore.
I generatori più significativi sono le caldaie da 633,7 e 523,2 kW (identificate con le sigle M6 ed M7), ubicate all’interno di appositi locali (centrale termica). Tali impianti producono vapore per riscaldare le vasche di trattamento.
Il terzo generatore, rappresentato da una caldaia da 154,3 KW (identificata con la sigla M8), ubicata all’interno dell’insediamento, serve per produrre aria calda per il riscaldamento degli ambienti di lavoro.
Le caratteristiche delle unità di produzione calore sono riportate nelle seguenti tabelle.
Sigla dell’unità | M6 |
Identificazione dell’attività | 1 |
Costruttore | SILE |
Modello | PVM54 – GVS MAT TV 2914/87 |
Anno di costruzione | 1988 |
Potenzialità | 633,7 kW |
Tipo di macchina | caldaia |
Tipo di generatore | Bruciatore a metano |
Tipo d’impiego | Produzione vapore acqueo per vapore per riscaldare le vasche di trattamento |
Fluido termovettore | vapore |
Temperatura camera di combustione (°C) | |
Rendimento % | > 89 |
Sigla dell’emissione | E6 |
Sigla dell’unità | M7 |
Identificazione dell’attività | 1 |
Costruttore | XXXXX |
Modello | EGD – GVS MAT 111629/VR |
Anno di costruzione | 1981 |
Potenzialità | 523,2 kW |
Tipo di macchina | caldaia |
Tipo di generatore | Bruciatore a metano |
Tipo d’impiego | Produzione vapore acqueo per vapore per riscaldare le vasche di trattamento |
Fluido termovettore | vapore |
Temperatura camera di combustione (°C) | |
Rendimento % | > 89 |
Sigla dell’emissione | E7 |
Sigla dell’unità | M8 |
Identificazione dell’attività | 1 |
Costruttore | XXXXXXX |
Modello | PAROMAT |
Anno di costruzione | 1984 |
Potenzialità | 154,3 kW |
Tipo di macchina | caldaia |
Tipo di generatore | Bruciatore a metano |
Tipo d’impiego | Riscaldamento ambienti di lavoro |
Fluido termovettore | Aria calda |
Temperatura camera di combustione (°C) | |
Rendimento % | > 89 |
Sigla dell’emissione (rif. Alla planimetria) | E8 |
Tabella B4.a – caratteristiche unità produzione energia
Xxxxxxx energetici
I fabbisogni di energia complessivi del complesso IPPC sono riportati nella tabella che segue
ENERGIA ELETTRICA | ||
N. Ordine attività IPPC | Impianto o linea di produzione | Consumo (KWh) |
1 | Impianto trattamento superficiale | 1.230.000 |
ENERGIA TERMICA | ||
N. Ordine attività IPPC | Impianto o linea di produzione | Consumo (KWh) |
1 | Centrale termica | 2.261.600 |
Tabella B4.b – consumi energetici
L’andamento del consumo totale annuo di energia (espresso in t.e.p.) è riportato nella tabella seguente:
Fonte | 2003 | 2004 | 2005 |
Energia elettrica | 358,65 | 353,05 | 308,00 |
Metano | 224,95 | 201,17 | 207,40 |
Tabella B4.c – Xxxxxxx energetici espressi in t.e.p.
B.4 Cicli produttivi
L’attività esercitata presso il complesso è la galvanica con impianti per la cromatura dei tubi in acciaio prodotti nella sede principale. I tubi cromati sono commercializzati come manici per elettrodomestici.
L’attività prevede circa 180 mc di vasche di processo, così suddivise:
IMPIANTO | VASCHE | SIGLA IDENTIFICATIVA |
Impianto galvanico 1 | Pretrattamenti e nichelatura | M 1 |
Cromatura | M 2 | |
Impianto galvanico 2 | Pretrattamenti e nichelatura | M 3 |
Cromatura | M 4 | |
Impianto lavaggio acciaio inox | Lavaggio e denichelatura | M 5 |
Gli impianti galvanici sono costituiti da una serie in sequenza di vasche, nelle quali sono introdotti ed estratti i tubi da trattare. Il trasferimento dei pezzi, da una vasca all’altra, avviene mediante sistema a carro ponte a movimentazione computerizzata.
Il ciclo produttivo degli impianti galvanici si può cosi sintetizzare:
• Caricamento manuale dei tubi da trattare su appositi telai di sostegno.
• Trattamento dei tubi mediante immissione automatizzata dei telai nelle vasche.
• Ritorno alle posizioni di partenza dei pezzi trattati per lo scarico del prodotto finito.
La sequenza dei trattamenti del processo prevede:
⮚ sgrassatura con tensioattivi e soda caustica;
⮚ decapaggio con acido solforico diluito;
⮚ sgrassature elettrolitiche sempre in soda caustica;
⮚ nichelatura in soluzione di sali di nichel;
⮚ riattivazione elettrolitica con soluzione alcalina;
⮚ cromatura con soluzione di anidride cromica;
⮚ lavaggio e asciugatura ad aria calda.
La sgrassatura chimica asporta le sostanze grasse ed eventuali residui organici, oltre ad attivare la superficie metallica per la successiva elettrodeposizione. E' un tipo di sgrassatura che ha un forte potere sgrassante, che è determinato dall’azione concomitante della temperatura di esercizio, che può variare dai 40 °C agli 80 °C, e del potere emulsionante del bag no. Il bagno contiene sali alcalini, generalmente fosfati, carbonati, e idrossido di sodio.
Il decapaggio acido ha lo scopo di rimuovere gli ossidi e gli altri sali insolubili. Dopo il decapaggio si deve procedere ad un’abbondante risciacquatura dei pezzi che si esegue in due o più vasche contenenti acqua. Poi i pezzi passano in una soluzione neutralizzante e successivamente sono nuovamente risciacquati in acqua.
Nella sgrassatura elettrochimica i pezzi sono collegati al catodo o all’anodo ed il relativo trattamento si chiamerà sgrassatura catodica o anodica ed ha la funzione di asportare le sostanze grasse ed eventuali residui organici (anche detta sgrassatura fine), in quanto lo sviluppo di ossigeno o idrogeno sul pezzo favorisce una forte agitazione meccanica. I bagni contengono sali alcalini, generalmente fosfati, carbonati, silicati, oltre ad idrossido di sodio (non vengono utilizzati cianuri).
La temperatura di trattamento generalmente può variare da 20°C ai 40 °C.
Lo schema generale del processo di elettrodeposizione (NICHELATURA E CROMATURA) si basa sul principio che un metallo si deposita su una superficie elettricamente conduttrice, e prevede una vasca in acciaio rivestita munita di sistema di riscaldamento diretto (uso di riscaldatori nel bagno), contenente la soluzione del metallo da depositare ed altre sostanze coadiuvanti del processo (antipuntinanti, splendogeni, ecc.), due elettrodi, dei quali uno è il pezzo in lavorazione (catodo), un generatore di corrente continua che determina la differenza di potenziale necessaria affinché avvenga l’elettrolisi ai due elettrodi. Il metallo è decomposto all’anodo, passa in soluzione per ridursi al catodo.
Oltre alle vasche di processo sopradescritte, sono presenti vasche di:
⮚ "recupero", dove si raccogliere la prevalenza della soluzione di trattamento che i pezzi tendono a trascinarsi dietro;
⮚ "risciacquo", per pulire ulteriormente i pezzi dalle soluzioni di trattamento;
⮚ "neutralizzazione", per neutralizzare il pH prima dell’immersione in un bagno con caratteristiche differenti.
Le successive tabelle riportano le caratteristiche delle due linee di trattamento.
IMPIANTO GALVANICO 1 (Cromatura)
Zona di carico e scarico | ||
Traslatore pezzi da trattare | ||
Sgrassatura chimica | 8.000 litri | Silicati 1% NaOH 3% Tensioattivi 1% Additivi organici 3% |
Sgrassatura elettrolitica | 4000 litri | NaOH 4,5% Carbonati 2,5% Fluoruri 0,3% Glucosio 1% |
Lavaggio | ||
Lavaggio | ||
Decapaggio | 4.500 litri | H2 SO4 6,5% Fluoruri 0,3% Citrati 0,2% Tensioattivi 0,5% |
Lavaggio | ||
Nichel | 9.000 litri | NiSO4 21% NiCl 6,5% H3BO3 4,5% Saccarina 0,5% Additivi organici 1% |
9.000 litri | ||
9.000 litri | ||
9.000 litri | ||
Recupero | ||
Riattivazione Elettrolitica | 4.000 litri | NaOH 1,2% Gluconato 1% |
Lavaggio | ||
Cromo | 5.500 litri | CrO3 25% Fluoruri 2,5 % H2 SO4 2,5 % Tensioattivi 0,1% |
5.500 litri | ||
Recupero | ||
Lavaggio | ||
Lavaggio | ||
Lavaggio | ||
Lavaggio | ||
Forno | ||
Forno | ||
Deposito barre |
Aspirazione a bordo vasca per pretrattamenti chimici e nichel con aeriforme con aeriforme convogliato ad E1 (portata 29.800 Nmc/h). Aspirazione a bordo vasca per cromo con aeriforme convogliato ad E2 (portata 5.300 Nmc/h).
IMPIANTO GALVANICO 2 (Cromatura)
Zona di carico e scarico | ||
Traslatore pezzi da trattare | ||
Sgrassatura chimica | 9.000 litri | Silicati 1% NaOH 3% Tensioattivi 1% Additivi organici 3% |
Sgrassatura elettrolitica | 4500 litri | NaOH 4,5% Carbonati 2,5% Fluoruri 0,3% Glucosio 1% |
Lavaggio | ||
Lavaggio | ||
Decapaggio | 4.500 litri | H2 SO4 6,5% Fluoruri 0,3% Citrati 0,2% Tensioattivi 0,5% |
Lavaggio | ||
Lavaggio | ||
Sgrassatura elettrolitica | 4.500 litri | NaOH 4,5% Carbonati 2,5% Fluoruri 0,3% Glucosio 1% |
4500 litri | ||
Lavaggio | ||
Lavaggio | ||
Neutralizzazione | 4.500 litri | H2 SO4 4,5% Fluoruri 0,1% Citrati 0,1% |
Nichel | 1.000 litri | NiSO4 21% NiCl 6,5% H3BO3 4,5% Saccarina 0,5% Additivi organici 1% |
1.000 litri | ||
1.000 litri | ||
1.000 litri | ||
Recupero |
Lavaggio | ||
Riattivazione Elettrolitica | 4.500 litri | NaOH 1,2% Gluconato 1% |
Lavaggio | ||
Cromo | 6.500 litri | CrO3 25% Fluoruri 2,5 % H2 SO4 2,5 % Tensioattivi 0,1% |
6.500 litri | ||
Recupero | ||
Lavaggio | ||
Lavaggio | ||
Lavaggio | ||
Lavaggio | ||
Forno | ||
Forno |
Aspirazione a bordo vasca per pretrattamenti chimici e nichel con aeriforme convogliato ad E3 (portata 25.800 Nmc/h). Aspirazione a bordo vasca per cromo con aeriforme convogliato ad E4 (portata 3.300 Nmc/h)
IMPIANTO LAVAGGIO E DENICHELATURA
Zona di carico e scarico | ||
Sgrassatura chimica | NaOH 3,5% Tensioattivi 2% Additivi organici 3% | |
Lavaggio | ||
Lavaggio | ||
Forno | ||
Forno | ||
Denichelatura Elettrolitica | NaNO2 3% NaNO3 3% | |
Lavaggio | ||
Zona di carico e scarico |
Aspirazione a bordo vasca per sgrassatura chimica e denichelatura elettrolitica con aeriforme convogliato ad E5
(portata 9.800 Nmc/h).
Si riporta di seguito lo schema del ciclo produttivo dello stabilimento:
ZONA DI CARICO E SCARICO
SGRASSATURA CHIMICA
acque esauste
SGRASSATURA ELETTROLITICA
acque esauste
LAVAGGIO
DECAPAGGIO
acque esauste
LAVAGGIO
SGRASSATURA ELETTROLITICA
LAVAGGIO
NEUTRALIZZAZIONE
LAVAGGIO
NICHELATURA
Emissioni E2 – E4
TORRE DI ABBATTIMENTO FUMI
LAVAGGIO
DEPURAZIONE ACQUE
CROMATURA
LAVAGGIO
fanghi
ASCIUGATURA
Acque scaricate in F.C. (S1)
Figura B1 – Schema produttivo del complesso IPPC
QUADRO AMBIENTALE
C.1 Emissioni in atmosfera sistemi di contenimento
La seguente tabella riassume le emissioni atmosferiche dell’impianto:
EMISSIONE | PROVENIENZA | DURATA [h/d] [d/anno] | TEMP. [°C] | INQUINANTI | SISTEMI DI ABBATTIMENTO | ALTEZZA CAMINO [m] SEZIONE CAMINO [m2] | |
Sigla | Descrizione | ||||||
E1 | M1 | Aspirazioni vasche pretrattamento e nichel (Impianto galvanica 1) | 15 220 | 25 | Nichel e suoi composti Xxxxxx xxxxxxxx | x.x. | 0 0,38 |
E2 | M2 | Aspirazione vasche cromo (Impianto galvanica 1) | 15 220 | 25 | Cromo e suoi composti | Scrubber a torre | 9 0,28 |
E3 | M3 | Aspirazioni vasche pretrattamento e nichel (Impianto galvanica 2) | 15 220 | 25 | Nichel e suoi composti Xxxxxx xxxxxxxx | x.x. | 0 0,38 |
E4 | M4 | Aspirazione vasche cromo (Impianto galvanica 2) | 15 220 | 25 | Cromo e suoi composti | Scrubber a torre | 8 0,2 |
E5 | M5 | Aspirazioni impianto lavaggio e denichelatura | 14 220 | 25 | Xxxxxx xxxxxxxx | x.x. | 0 0,28 |
Tabella C1 - Emissioni in atmosfera
Tutte le vasche di trattamento chimico (con esclusione delle vasche di lavaggio e di recupero) sono dotate di aspirazioni localizzate a bordo vasca. Le emissioni provenienti dalle vasche di cromatura (E2 - E4) sono presidiate da 2 impianti di trattamento costituiti da due torri di lavaggio in cui vengono convogliati, per mezzo di ventilatori centrifughi e tubazioni in PVC, gli effluenti gassosi contenenti cromo.
Ciascuna torre di lavaggio è costituita da una colonna in PVC rivestito in vetroresina nella quale i fumi di cromo vengono lavati in controcorrente da una soluzione acquosa di NaOH al 10%. L’altezza del riempimento, costituito da anelli di polipropilene, è di circa 3.000 mm.
La colonna è dotata di due pompe tipo centrifugo verticale in polipropilene per il ricircolo della soluzione neutralizzante stoccata nella vasca alla base della colonna. Ogni pompa è dotata di un manomentro che rileva lo stato di pulizia dei fori di spruzzo, a fori non ostruiti la pressione di esercizio è di circa 0,5 bar.
Il reintegro periodico della soda, che si consuma nell’operazione di neutralizzazione dei fumi, avviene manualmente. Un pH metro segnala il valore di pH della soluzione alcalina che deve mantenersi in un range da 8 a 12. E previsto lo spurgo periodico della soluzione di NaOH per evitare la formazione e la precipitazione di cristalli. Un sistema di reintegro automatico di acqua, collegato alla rete, permette di mantenere il livello della soluzione entro prefissati valori.
La seguente tabella riassume le emissioni ad inquinamento poco significativo presenti presso il complesso IPPC:
ATTIVITA’ IPPC e NON IPPC | EMISSIONE | PROVENIENZA |
1 | E6 | Caldaia della potenzialità di 633,7 kW alimentata a metano adibita alla produzione vapore acqueo per riscaldare le vasche di trattamento |
1 | E7 | Caldaia della potenzialità di 523,2 kW alimentata a metano adibita alla produzione vapore acqueo per riscaldare le vasche di trattamento. |
1 | E8 | Caldaia 154,3 kW alimentata a metano adibita a riscaldamento locali di lavoro |
Tabella C2 - Emissioni poco significative
Le caratteristiche dei sistemi di abbattimento a presidio delle emissioni sono riportate di seguito:
Sigla emissione | E2 | E4 |
Portata max di progetto (aria: Nm3/h) | 5.300 | 3.300 |
Tipologia del sistema di abbattimento | Scrubber a torre | Scrubber a torre |
Inquinanti abbattuti | Cr (VI) -Vapori acidi | Cr (VI) - Vapori acidi |
Rendimento medio garantito (%) | 94% | 94% |
Rifiuti prodotti dal sistema | Soluzione esausta | Soluzione esausta |
Ricircolo effluente idrico | Si | Si |
Perdita di carico (mm c.a.) | n.d | n.d. |
Consumo d’acqua (m3/h) | n.d. | n.d. |
Gruppo di continuità (combustibile) | No | No |
Sistema di riserva | No | No |
Trattamento acque e/o fanghi di risulta | Impianto chimico-fisico | Impianto chimico-fisico |
Manutenzione ordinaria (ore/settimana) | n.d. | n.d. |
Manutenzione straordinaria (ore/anno) | n.d. | n.d. |
Sistema di Monitoraggio in continuo | pH metro | pH metro |
Tabella C3 – Sistemi di abbattimento emissioni in atmosfera
C.2 Emissioni idriche e sistemi di contenimento
Le caratteristiche principali degli scarichi decadenti dall’insediamento produttivo sono descritte nello schema seguente:
SIGLA SCARICO | LOCALIZZAZIONE (N-E) | TIPOLOGIE DI ACQUE SCARICATE | FREQUENZA DELLO SCARICO | PORTATA | RECETTORE | SISTEMA DI ABBATTIMENTO | ||
h/g | g/sett | mesi/ anno | ||||||
S1 | N: 5054004 E: 1493072 | Industriali Domestiche Meteoriche di I^ pioggia | 15 | 5 | 11 | 76.400 mc/anno | Fognatura Comunale | Impianto depurazione chimico – fisico Fosse settiche |
S2 | // | Domestiche Meteoriche di I^ pioggia | 15 | 5 | 11 | // | Fognatura Comunale | Fosse settiche |
Tabella C4– Emissioni idriche
Dall’attività del complesso IPPC traggono origine tre tipologie di acque di scarico:
⮚ Acque reflue domestiche;
⮚ Acque reflue industriali:
⮚ Acque meteoriche.
Acque domestiche
Le acque domestiche sono costitute esclusivamente dalle acque provenienti dai servizi igienici. Tali acque sono allontanate dall’insediamento (scarichi S1 e S2) attraverso una rete dedicata, previo passaggio in fosse settiche.
Acque industriali
Le acque reflue industriali traggono origine dalle fasi di depurazione delle acque di lavaggio dei pezzi, decadenti dall’impianto galvanico, nonché dalle caditoie dei locali caldaia.
Tali acque vengono raccolte attraverso una rete dedicata e fatte confluire all’impianto di depurazione chimico - fisico. Le acque depurate vengono scaricate in fognatura comunale (scarico S1), previo passaggio in pozzetto di ispezione acque di processo.
Acque meteoriche
Le acque meteoriche sono costituite dalle acque dei tetti e da quelle dei piazzali.
Le acque dei tetti sono raccolte attraverso dei pozzetti sifonati posti alla base dei pluviali, mentre quelle dei piazzali attraverso caditoie. Mediante due reti dedicate le acque vengono allontanate dall’insediamento dopo separazione delle acque di prima pioggia da quelle di II^ pioggia. Le acque di prima pioggia vengo scaricate in fognatura (scarichi S1 e S2), mentre quelle di seconda pioggia in pozzo perdente.
L’azienda dispone di impianto di trattamento chimico-fisico per il trattamento in continuo (≈ 12 mc/h) dei reflui industriali, costituiti essenzialmente da:
⮚ acque di lavaggio dopo sgrassatura e decapaggio;
⮚ acque di lavaggio dopo cromatura (1°lavaggio);
⮚ sgrassature esauste (basiche);
⮚ decapaggi esausti (acide);
⮚ eluati di rigenerazione resine.
L’impianto è così costituito:
⮚ Vasca di accumulo delle sgrassature (presenza di soda e tensioattivi). La sgrassatura è dosata a portata costante nella vasca di reazione.
⮚ Serbatoio di accumulo decapaggio (presenza di acido solforico). Il decapaggio è dosato a portata costante nella vasca di reazione.
⮚ Serbatoio di accumulo eluati diluiti ed eluati concentrati alcalini (presenza di soda e cromati). Sono dosati a portata costante nella vasca di riduzione cromati.
⮚ Serbatoio di accumulo eluati acidi (presenza di acido cloridrico). Sono dosati a portata costante nella vasca di riduzione cromati.
⮚ Acque di lavaggio dopo sgrassatura e decapaggio. Sono pompate nelle vasche di reazione.
⮚ Acque di lavaggio cromati. Sono pompate nella vasca di riduzione dei cromati.
La riduzione dei cromati è eseguita in ambiente acido con bisolfito di sodio. La regolazione ed il controllo sono effettuati tramite linee di pH e Rh. La miscelazione avviene per mezzo di un agitatore. Dopo la riduzione le acque sono parzialmente neutralizzate con soda e/o gli esausti alcalini, in un’apposita vasca
dotata di agitatore e linea di pH, che comanda una pompa di dosaggio soda ed inviate alle vasche di reazione.
Nelle vasche di reazione pervengono anche le acque di lavaggio dopo sgrassatura e dopo decapaggio e le acque della disidratazione dei fanghi.
Nella prima vasca, dotata di agitatore, l’acqua è corretta a pH 5, per rompere eventuali complessi di metalli, mediante dosaggio di acido cloridrico comandato da una sonda di pH. In questa vasca vengono inoltre dosati i carboni attivi in sospensione per adsorbire i tensioattivi non ionici ed il cloruro ferrico come coagulante metallico.
Nella seconda vasca, dotata anch’essa di un agitatore, avviene l’alcalinizzazione con latte di calce, dosato con pompa comandata da una linea di pH.
L’acqua così trattata entra nel decantatore, previa aggiunta di un polielettrolita per migliorare la chiarificazione.
Il decantatore è a pacchi lamellari, con fondo conico, dotato di raschia per addensamento e convogliamento fanghi. L’acqua decantata tracima da canaline di troppo pieno che la inviano ad una vasca di neutralizzazione dotata di agitatore e di linea di pH che comanda il dosaggio di acido, tramite una pompa fino a pH 7,5 – 8,5.
Dopo neutralizzazione, le acque sono inviate ad una filtrazione finale comprendente:
⮚ filtri a sabbia (n. 3);
⮚ filtri a carbone attivi ( n.1);
⮚ filtri a resina selettiva ( n. 2).
All’uscita delle colonne a resina le acque depurate sono scaricate nella pubblica fognatura.
I fanghi sedimentati sul fondo del decantatore sono estratti con pompa ed inviati ad una vasca di stoccaggio. Da qui sono poi inviati ad una filtropressa per la disidratazione. L’acqua è raccolta in una vasca di ripresa e rinviata alle vasche di reazione. Il fango disidratato è scaricato direttamente nel cassone di raccolta, posto sotto la filtropressa, e smaltito come rifiuto.
Altre tipologie di reflui trattati singolarmente nel complesso IPPC sono costituiti da:
a) Acque di lavaggio da nichelatura
Vengono trattate con filtri a colonne selettive e parzialmente riciclate nelle vasche di lavaggio.
b) Acque di lavaggio cromatura
Subiscono un trattamento su unità a riciclo con colonne a resine selettive.
c) Bagni esausti
Vengono saltuariamente scaricati in una vasca di accumulo e trattati in discontinuo su unità di trattamento concentrati.
C.3 Emissioni sonore e sistemi di contenimento
Il comune di Gorla Minore non ha ancora adottato un piano di zonizzazione acustica del territorio comunale. Pertanto sono stai presi come riferimento i limiti del D.P.C.M. 01.03.1991, per tutto il territorio nazionale.
L’insediamento produttivo è inserito in un contesto urbano caratterizzato dalla presenza di insediamenti industriali e da strade con flusso continuo di veicoli.
L’area occupata dall’insediamento produttivo confina:
⮚ a Nord: con dei campi (area agricola);
⮚ a Est: con un edificio industriale;
⮚ a Sud: con la via Colombo;
⮚ a Ovest: con la piazzola ecologica del comune di Gorla Minore.
I recettori sensibili sono costituiti dall’abitazione del proprietario di un’attività di autotrasporti inserita all’interno del capannone di rimessaggio automezzi.
Le sorgenti di rumore individuate come potenziali fonti di rumore sono costituite dal gruppo di aspirazione fumi dell’impianto galvanico 1 (M1 e M2), posizionato all’esterno.
I livelli sonori di emissione misurati, in periodo diurno, in prossimità del confine di proprietà del recettore sensibile ( pos. 1), nelle peggiori condizioni di esercizio dell’impianto, hanno fatto registrare valori di 53,5 e 54,5 dBA.
Dalla valutazione dei livelli sonori riscontrati nel monitoraggio acustico si evince che presso ogni posizione esaminata vengono rispettati i livelli assoluti di emissione disposti dal DPCM 01.03.1991 - art. 6 comma 1- in relazione all’attuale classificazione acustica dell’area (tutto il territorio nazionale).
C.4 Emissioni al suolo e sistemi di contenimento
I quantitativi delle materie prime detenuti in azienda sono i più bassi possibili per garantire la normale produzione e sono depositati all’interno del capannone, su pavimento impermeabilizzato. Per alcune aree di stoccaggio pre fustini e cisternette, poste all’esterno del capannone, è prevista una ridefinizione che dovrà comportare un adeguata copertura, impermeabilizzazione e cordolatura.
Il container per lo stoccaggio momentaneo di fanghi è tenuto al coperto e appoggiato su platea di cemento. I rifiuti potenzialmente pericolosi sono tenuti al coperto, appoggiati su platea di cemento, in contenitori ermeticamente chiusi.
Le linee di trattamento sono costruite tenendo l’intero volume delle vasche fuori terra, appoggiate su una superficie in cemento, completamente impermeabilizzata. Tutte le vasche di trattamento presenti in reparto sono dotate di uno spesso rivestimento interno in PVC, periodicamente controllate ed eventualmente reintegrate.
Eventuali perdite dalle vasche vengono raccolte con pompe, collegate all’impianto di depurazione. I serbatoi fuori terra per lo stoccaggio di sostanze pericolose sono dotati di bacino di contenimento per contrastare eventuali perdite.
Sono presenti n.2 serbatoi interrati, in passato adibiti allo stoccaggio del gasolio per le centrali termiche, attualmente svuotati del loro contenuto ed in disuso.
C.5 Produzione Rifiuti
C.5.1 Rifiuti gestiti in deposito temporaneo ('art. 183, comma 1, lettera m) del D.Lgs. 152/06)
Nella tabella sottostante si riporta descrizione dei rifiuti prodotti e relative operazioni connesse a ciascuna tipologia di rifiuto:
N° d’ordine | C.E.R | Descrizione rifiuto | Stato Fisico | Quantità prodotte | Destinazione | |
Kg/anno | m3/anno | |||||
1 | 060503 | Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti | Solido non pulverulento | 180.000 | 150 | X00 |
0 | 061302 | Carbone attivo esausto | Solido non pulverulento | 600 | 1 | X00 |
0 | 110198* | Altri rifiuti contenenti sostanze pericolose (scarti contaminati da nichel) | Solido non pulverulento | 2000 | 2 | X00 |
0 | 150106 | Imballaggi in materiali misti | Solido non pulverulento | 1800 | 6 | R13 |
1 | 150203 | Assorbenti, materiali filtranti | Solido non pulverulento | 500 | 1 | X00 |
Xxxxxxx X0.x – Caratteristiche rifiuti prodotti
C.E.R. | Quantità massima stoccabile | Frequenza di asporto | Modalità di stoccaggio | Ubicazione nel deposito | |
Kg | m3 | ||||
060503 | 24000 | 20 | 1 ogni 2 mesi | Container scarrabile | Al coperto, sotto alla filtropressa. |
061302 | 600 | 1 | 1 volta all’anno | Cassoni chiusi | Piazzale esterno |
110198* | 2000 | 2 | 1 volta all’anno | Cassoni chiusi | Piazzale esterno |
150106 | 1800 | 6 | 1 volta all’anno | Cassoni chiusi | Piazzale esterno |
150203 | 500 | 1 | 1 volta all’anno | In sacchi Big-Bag | Piazzale esterno |
Tabella C5.b – Caratteristiche stoccaggi rifiuti
C.6 Bonifiche
Lo stabilimento non è stato e non è attualmente soggetto alle procedure di cui al D.M.471/1999 relativo alle bonifiche ambientali.
C.7 Rischi di incidente rilevante
Il Gestore del complesso industriale OMEC SpA ha dichiarato che l’impianto non è soggetto agli adempimenti di cui al D.Lgs. 334/99 e s.m.i.
Con l’entrata in vigore del D.Lgs 238/2005 e del recepimento del 29° adeguamento sull’etichettatura d elle sostanze pericolose, che ha attribuito all’anidride cromica la classificazione T+ (molto tossico), l’azienda risulta assoggettata alla normativa sui Rischi di Incidenti Rilevanti per la presenza di 24.000 litri di bagni contenenti anidride cromica in concentrazione ~ 23%.
In data 05.11.2007 il gestore dello stabilimento ha quindi presentato notifica ai sensi degli art. 6, 7 e 8 del D.Lgs 334/99 e s.m.i.
D. QUADRO INTEGRATO
D.1 Applicazione delle MTD
La tabella seguente riassume lo stato di applicazione delle migliori tecniche disponibili per la prevenzione integrata dell’inquinamento, individuate per le attività di rivestimento superficiale del comparto galvanico.
BAT | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE | |||||
Definizione di formalizzazione | una | politica | ambientale | e | sua | NON APPLICATA | Attualmente non prevista per ragioni di natura economica |
Pianificazione e stesura delle relative procedure gestionali | NON APPLICATA | Attualmente non prevista per ragioni di natura economica | |||||
Miglioramento delle procedure/modalità operative con particolare riferimento alla definizione di un organigramma e relative responsabilità | IN PREVISIONE | Futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. | |||||
Miglioramento delle procedure/modalità operative con particolare riferimento alla formazione del personale | IN PREVISIONE | Futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. | |||||
Miglioramento delle procedure/modalità operative con particolare riferimento alla comunicazione e coinvolgimento del personale | IN PREVISIONE | Futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. | |||||
Miglioramento delle procedure/modalità operative con particolare riferimento all’efficiente controllo dei processi | IN PREVISIONE | Futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. | |||||
Miglioramento delle procedure/modalità operative con particolare riferimento al programma di manutenzione | IN PREVISIONE | Futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. | |||||
Miglioramento delle procedure/modalità operative con particolare riferimento alla preparazione e capacità di risposta a eventuali emergenze | IN PREVISIONE | Futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. | |||||
Miglioramento delle procedure/modalità operative con particolare riferimento alla verifica del costante rispetto delle normative ambientali | PARZIALMENTE APPLICATA | In previsione miglioramenti per futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. | |||||
Controllo delle performance ed interventi correttivi, ponendo attenzione al monitoraggio e misurazione | PARZIALMENTE APPLICATA | In previsione miglioramenti per futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. ed applicazione del piano di monitoraggio A.I.A. | |||||
Controllo delle performance ed interventi correttivi, ponendo attenzione alle azioni correttive e preventive | IN PREVISIONE | Futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. |
Controllo delle performance ed interventi correttivi, ponendo attenzione al mantenimento delle registrazioni | PARZIALMENTE APPLICATA | In previsione miglioramenti per futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. ed applicazione del piano di monitoraggio A.I.A. |
Controllo delle performance ed interventi correttivi, ponendo attenzione all’ auditing interno per la verifica se il SGA è conforme alle disposizioni pianificate e se è stato implementato | NON APPLICATA | Attualmente non prevista per ragioni di natura economica |
Riesame/controllo periodico da parte della direzione | NON APPLICATA | Attualmente non prevista per ragioni di natura economica |
Sviluppo ed impiego di nuove tecnologie più pulite | NON APPLICABILE | Per ragioni tecniche connesse alla particolarità della produzione |
Allineamento alle indicazioni di “buona tecnica” (sector benchmarking) provenienti dal comparto in materia di risparmio energetico, risparmio nell’uso delle acque, uso delle materie prime, emissioni in atmosfera, scarichi di reflui, produzione di rifiuti | PARZIALMENTE APPLICATA | In previsione miglioramenti a seguito di applicazione di A.I.A. |
Esistenza di un programma di manutenzione che preveda il coinvolgimento dei lavoratori con una formazione “mirata” per minimizzare i rischi ambientali. | IN PREVISIONE | Futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. |
Esistenza di un sistema per la minimizzazione degli impatti ambientali attraverso il coordinamento degli interventi da parte del committente e dell’azienda | APPLICATA | Unico committente OMEC in qualità di produttore dei tubi assoggettati a trattamento galvanico |
Attuazione di un costante monitoraggio e confronto con gli indici di efficienza (in materia di acqua, energia e tipo di materie prime utilizzate) provenienti dal settore | IN PREVISIONE | In previsione miglioramenti a seguito di applicazione di A.I.A. |
Uso di sistemi di controllo e ottimizzazione in tempo reale per le linee automatiche | APPLICATA | Ciclo di lavorazione automatizzato e computerizzato |
Adeguata dimensione aziendale | PARZIALMENTE APPLICATA | Carenza di personale amministrativo dedicato per ragioni di congiuntura economica |
Individuazione aree di stoccaggio e sconfinamento di eventuali sversamenti | PARZIALMENTE APPLICATA | In previsione miglioramenti per futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. |
Garanzia di affidabilità delle linee e degli impianti (anche quelli non costantemente utilizzati) | PARZIALMENTE APPLICATA | In previsione miglioramenti per futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. |
Impiego, nello stoccaggio, di contenitori a doppia camicia o comunque posizionati all’interno di bacini di contenimento | PARZIALMENTE APPLICATA | In previsione ridefinizione e sistemazione di alcune aree di stoccaggio |
Impiego, nelle fasi operative, di contenitori a doppia camicia o comunque posizionati all’interno di bacini di contenimento | APPLICATA | |
Garanzia che i contenitori/recipienti destinati a ricevere prodotti pericolosi pompati abbiano dimensione adeguata/sufficiente | APPLICATA | |
Garanzia che vengano periodicamente sottoposti a verifica i sistemi di segnalazione (e.g. doppia camicia) o l’integrità dei bacini di contenimento | PARZIALMENTE APPLICATA | Verifiche visive del responsabile impianti |
Ispezioni regolari agli impianti e alle attrezzature | APPLICATA | Controllo quotidiano del responsabile impianti |
Piano di emergenza con le indicazioni operative da applicare in caso di incidente | IN PREVISIONE | Futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. |
Stoccaggio di cianuri e di acidi in aree fisicamente separate | NON APPLICABILE | Non si utilizzano cianuri |
Stoccaggio separato tra acidi e alcali | APPLICATA | |
Stoccaggio separato tra ossidanti e infiammabili | NON APPLICABILE | Non si usano infiammabili |
Stoccaggio di prodotti sensibili all’umidità (e con proprietà riducenti) in aree secche e lontani da prodotti ossidanti | APPLICATA | |
Cartellonistica monitoria per segnalare il divieto di utilizzare acqua in caso di incendio | APPLICATA | |
Misure per evitare/minimizzare la contaminazione del suolo a seguito di operazioni di versamento e della dispersione di sostanze chimiche | APPLICATA | Bacini di contenimento e platee impermeabili |
Misure per evitare la corrosione dei recipienti, tubazioni, sistemi di trasporto e sistemi di controllo da parte di sostanze chimiche corrosive ed esalazioni | APPLICATA | Controllo dei rivestimenti plastici |
Limitato tempo di stoccaggio dei pezzi da lavorare e dei substrati | APPLICATA | |
Controllo della corrosività dell’atmosfera dello stoccaggio controllando umidità, temperatura, composizione | NON APPLICATA | Limitati quantitativi in stoccaggio |
Presenza di un adeguato sistema di agitazioni dei bagni (rimescolamento del bagno, spostamento/agitazione dei pezzi in lavorazione, aria a bassa pressione ove opportuno) | APPLICATA | Agitazione vasche nichel con aria a bassa pressione |
Non utilizzo di aria a bassa pressione in soluzioni calde, dove l’effetto di evaporazione aumenta la richiesta di energia; in soluzioni contenenti cianuri | NON APPLICABILE |
(aumenta la formazione dei carbonati); in soluzioni contenenti sostanze che vengono facilmente emesse/disperse in aria | ||
Esclusione dell’impiego di aria ad alta pressione | APPLICATA | |
PROBLEMATICHE DI NATURA ELETTRICA DA VERIFICARE IN AZIENDA | ||
Nell’uso di sistemi elettrici ad immersione per il riscaldamento dei bagni, prevenire di incendi monitorando manualmente o in modo automatico per evitare che il bagno evapora completamente | APPLICATA | |
Valutare possibilità di recupero di calore | NON APPLICABILE | |
Riduzione della quantità di aria estratta dai bagni tramite opportune tecniche | NON APPLICABILE | |
Ottimizzare le condizioni di lavoro, con specifico riferimento alla temperatura | APPLICATA | Utilizzo di termoregolatori |
Isolare i bagni ad alta temperatura attraverso opportuna tecnologia (doppia camicia, isolamento termico, …) | NON APPLICABILE | Non ci sono bagni ad alta temperatura |
Isolare la superficie dei bagni ad alta temperatura attraverso l’impiego di sistemi flottanti come ad esempio sfere | NON APPLICABILE | |
Monitoraggio delle temperatura del processo per evitare “overcooling” | APPLICATA | Raffreddamento con acque di lavaggio |
Impiego di sistemi frigoriferi a circuito chiuso | NON APPLICABILE | |
Rimozione dell’eccesso di energia termica dai bagni attraverso l’evaporazione (applicabile al caso di: riduzione del volume dei bagni per aggiunta di prodotti, presenza di un sistema di risciacquo “a cascata”) | APPLICATA | Lavaggio in controcorrente a cascata dopo i pretrattamenti |
Impiego di un sistema di raffreddamento tramite evaporazione ove possibile e energeticamente favorito | NON APPLICABILE | |
Per quanto riguarda i sistemi di raffreddamento “aperti” progettare, localizzare e operare con un sistema tale da prevenire la formazione e la trasmissione della Legionella | NON APPLICABILE | |
Monitoraggio di tutti i consumi d’acqua e di materie prime, allo scopo di registrare i dati e confrontarli con gli indici di settore | PARZIALMENTE APPLICATA | Vengono effettuate le registrazioni dei consumi |
Recupero dell’acqua di risciacquo e suo impiego nel processo usando le tecniche descritte nelle sez. 4.4.5.1, 4.7.8, 4.7.12 e riportate in sez. 4.10 e riuso in un processo adatto con la qualità delle acque recuperate | PARZIALMENTE APPLICATA | Recupero dopo la nichelatura |
Minimizzazione/esclusione della necessità di risciacquo tramite impiego, in sequenza, di prodotti chimici tra loro compatibili | NON APPLICABILE | |
Minimizzare il prelievo di acqua tramite l’impiego di particolari tecniche di risciacquo (eco-rinse o pre-dip tank) ad esclusione dei seguenti casi: - problemi con processi a valle; - per prodotti prerivestiti (coil coating) o in reel-ro-reel lines; - decapaggio e/o grassaggio; - nichelatura (per problemi di qualità); - in anodizzazione (il materiale non viene aggiunto ma rimosso). | NON APPLICABILE | |
Sono BAT tutte le tecniche descritte nelle sezioni 5.2.2, 5.2.3, 5.2.4 ad eccezione de i seguenti casi: - nel caso in cui siano applicate BAT alternative (dove i sistemi chimici in sequenza sono compatibili e dopo un eco- rinse); - nel caso in cui la reazione richieda di essere arrestata tramite diluizione (passivazione con cromo esavalente; decapaggio superficiale dell’alluminio, del magnesio e delle loro leghe; decapaggio, brillantatura e “sealing” dell’alluminio, del magnesio e delle loro leghe; zincate dipping; per-dip quando si attivano le superfici delle materie plastiche; attivazione superficiale prima della zincatura; color lightening dopo zincatura alcalina); - per i tempi di drenaggio dove un ritardo può causare una de-attivazione o un danneggiamento della superficie tra due trattamenti, come durante la nichelatura e la successiva cromatura. | NON APPLICABILE | |
Riduzione della viscosità attraverso uno dei seguenti metodi: - abbassare la concentrazione dei prodotti; - aggiungere agenti bagnanti; - garantire che vengano rispettate le concentrazioni e le specifiche raccomandate; - garantire che la temperatura sia ottimizzata in accordo con la tipologia di attività e la | NON APPLICABILE |
conducibilità | ||
Utilizzo del risciacquo a più stadi | APPLICATA | Dopo la cromatura |
Riciclo delle sostanze presenti nelle acque di lavaggio nel processo da cui provengono | APPLICATA | Nella nichelatura |
Prevenire le perdite di materia riducendo e gestendo i volumi di bagno trascinate con le tecniche descritte nelle sezioni 4.6 e 5.1.5.3 e aumentando il recupero della materia come descritto nelle sezioni 4.7 e 4.7.11 e impiegando tecniche quali: resine a scambio ionico, membrane, evaporazione e altre tecniche di concentrazione e riutilizzo dei trascinamenti e di riciclaggio delle acque di risciacquo | APPLICATA | Riciclaggio acque di lavaggio con resine a scambio ionico |
Evitare la perdita per “overdosing” monitorando costantemente la concentrazione delle sostanze usate nel processo (risultati positivi si possono ottenere attraverso controlli analitici e sistemi di dosaggio automatici) | APPLICATA | Dosaggio elettronico degli splendogeni e correzione dei bagni effettuata dopo analisi settimanale |
Recuperare il metallo impiegato come anodo in combinazione con le tecniche di recupero dei trascinamenti | NON APPLICABILE | A causa della specificità della produzione |
Non scaricare le materie prime utilizzate nel processo riciclando l’acqua del primo risciacquo nelle vasche di elettrodeposizione (adottando la combinazione di tecniche descritte nelle sez. 4.7, 4.7.8, 4.7.10, 4.7.11 e 4.7.12) | PARZIALMENTE APPLICATA | Applicata nella nichelatura |
Attuare il “close loop” per il cromo esavalente | NON APPLICATA | |
Attuare il “close loop” per il cadmio | NON APPLICABILE | Non utilizzato |
Identificare e separare i rifiuti e le acque reflue sia del particolare stadio del processo che dell’impianto di depurazione acque per facilitare il riciclo ed il recupero | APPLICATA | |
Recuperare e/o riciclare i metalli dalle acque di scarico con le tecniche descritte nelle sezioni 4.12 e 4.15.7 | NON APPLICABILE | A causa della specificità della produzione |
Riutilizzare i materiali esternamente all’insediamento nel caso in cui la qualità e la quantità dei prodotti lo permettano come ad esempio la sospensione di idrossido di alluminio, ottenuta dal trattamento superficiale dell’alluminio come agente precipitante per i fosfati, nel trattamento terziario delle acque di scarico in | NON APPLICABILE |
impianti centralizzati | ||
L’uso di anodi insolubili dove tale tecnica è applicabile | APPLICATA | Effettuato nella cromatura e nella sgrassatura elettrolitica |
Aumentare la vita dei bagni di processo mantenendo allo stesso tempo elevati standards qualitativi, particolarmente quando si è in presenza di sistemi a circuito chiuso. Ciò può essere raggiunto: - determinando i parametri critici di processo; - mantenendo tali parametri rimovendo i contaminanti. | APPLICATA | Effettuato con filtrazione delle impurità nella nichelatura e con sgrassatura chimica per la rimozione degli oli sui manufatti |
Ridurre l’utilizzo e la perdita delle materie prime | APPLICATA | |
Individuare, separare e trattare quei flussi di acque di scarico che è noto possano provocare dei problemi quando si combinano con altri flussi (vd. Sez.4.16.1 e 4.16.2), come: - oli e grassi - cianuri - nitriti - cromati (CrVI) - agenti complessati - cadmio (nota: è considerata BAT eseguire processi di cadmiatura in circuito chiuso con nessuno scarico) | APPLICATA | Trattamento specifico per i cromati |
Monitorare e scaricare le acque reflue in accordo con quanto descritto in sez. 4.16.13 | NON APPLICABILE | |
Sostituire le sostanze e i processi con analoghi meno pericolosi come descritto in sez. 5.2.5 e 4.9 | PARZIALMENTE APPLICATA | Uso di gluconati nelle sgrassature |
In presenza di un’estrazione di aria (come richiesto in tab.5.3 – Soluzioni ed attività che possono richiedere prevenzione delle emissioni fuggitive) si applicano le tecniche descritte in sez. 4.18.3 per minimizzare la quantità di aria da scaricare | NON APPLICABILE | |
Sostituire le sostanze e i processi con analoghi meno pericolosi come descritto in sez. 5.2.5 e 4.9 | PARZIALMENTE APPLICATA | Uso di gluconati nelle sgrassature |
Identificazione di sorgenti di rumore significative e di potenziali ricettori | APPLICATA | |
Ridurre il rumore che può avere un impatto rilevante usando adeguate misure di controllo (come descritto in sez.4.19) | APPLICATA |
Tenere in considerazione lo smantellamento del sito durate le fasi di progettazione dell’impianto e delle sue modifiche | NON APPLICATA | Non è previsto lo smantellamento |
Stoccare i materiali dentro ad aree circoscritte, usando le tecniche riportate in sez. 5.1.2 | PARZIALMENTE APPLICATA | E’ previsto il ridimensionamento |
Registrare dove sono state utilizzate e stoccate le sostanze chimiche pericolose nella storia aziendale. Aggiornare queste informazioni annualmente, in linea con quanto descritto per i SGA di sez. 4.1.1.1 | IN PREVISIONE | Futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. |
Usare le informazioni acquisite per assistere lo spegnimento e la rimozione di impianti, di costruzioni e manufatti (vd. Sez. 4.1.1) | IN PREVISIONE | Futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. |
Effettuare bonifiche laddove si presentino potenziali contaminazioni delle acque sotterranee e del suolo (vd. Sez. 4.1.1) | IN PREVISIONE | Futuro SGS a seguito di notifica D.Lgs 334/99 e s.m.i. |
Tabella D1 – Stato di applicazione delle BAT
D.2 Criticità riscontrate
⮚ Con l’entrata in vigore del D.Lgs 238/2005 e del recepimento del 29° adeguamento sull’etichettatura delle sostanze pericolose, che ha attribuito all’anidride cromica la classificazione T+ (molto tossico), l’azienda risulta assoggettata alla normativa sui Rischi di Incidenti Rilevanti per la presenza di 24.000 litri di bagni contenenti anidride cromica in concentrazione ~ 23%. Gran parte delle BAT gestionali rimandano all’implementazione del Sistema di Gestione della Sicurezza obbligatoriamente previsto dal D.Lgs 334/99 e s.m.i. e non ancora attuato.
⮚ Alcune aree di stoccaggio materie prime poste all’esterno dei reparti non appaiono adeguatamente coperte, impermeabilizzate e dotate di cordoli di contenimento.
D.3 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento in atto e programmate
Misure in atto
Vengono elencate in seguito tutte le misure di prevenzione integrate dell’inquinamento sin qui adottate o in fase di studio, valutandone volta per volta gli effetti:
⮚ Le vasche di lavaggio compatibili tra loro (cromati, acide/alcaline) vengono alimentate, anziché con un rubinetto d’acqua ciascuna, da un sistema detto a “controcorrente a cascata”, per il quale l’acqua di lavaggio viene immessa su un’unica vasca, la quale alimenta le altre a sfioramento: con l’adozione di questa tecnologia, sono stati notevolmente ridotti i consumi di acqua da rete, inoltre, poiché l’acqua di lavaggio resta in circolo per un tempo maggiore, anche la quantità trattata nell’impianto di depurazione (ed i rifiuti connessi) è diminuita.
⮚ Parte delle acque provenienti dall’impianto di depurazione (che sono leggermente alcaline) vengono recuperate all’interno delle vasche di preparazione (sgrassaggio), fino al limite della
salinità delle acque in scarico. Questa tecnica potrebbe portare, a regime, ad una diminuzione dei prelievi di acqua di rete e degli scarichi idrici.
⮚ Da tempo, negli impianti di decapaggio sono stati sostituiti i cianuri con gluconato.
⮚ L’acqua del primo lavaggio di recupero del nichel viene parzialmente utilizzata per reintegrare l’evaporazione di acqua nelle vasche di nichelatura.
⮚ Eventuali nuovi prodotti e/o tecnologie alternative a minore impatto ambientale presenti sul mercato sono valutati, sperimentati, quindi, eventualmente, messi in produzione: a titolo di esempio, viene citato il cromo trivalente che porterebbe sicuri benefici, sia a livello di controllo dell’esposizione ad agenti cancerogeni sia a livello di minore apporto di materie prime nel depuratore per la riduzione del cromo esavalente; ma che tuttavia non è ancora in grado di sostituire i prodotti in uso senza perdite di qualità.
⮚ E’ stato redatto un documento per la gestione delle emergenze, presente nella documentazione aziendale.
In linea generale, per ridurre i danni provocati dall’insorgere di emergenze di vario tipo (incendi, sversamenti) lo stoccaggio di materie prime e rifiuti avviene su superficie impermeabilizzata, avendo cura di evitare reazioni fra prodotti incompatibili, cercando di mantenere le giacenze più basse possibili, in funzione delle esigenze di produzione.
E. QUADRO PRESCRITTIVO
L’Azienda è tenuta a rispettare le prescrizioni del presente quadro, dove non altrimenti specificato, a partire dalla data di adeguamento come previsto all’art.17, comma 1, del D.Lgs 59/2005.
E.1 Aria
E.1.1 Valori limite di emissione
Nella tabella sottostante si riportano i valori limite per le emissioni in atmosfera.
EMISSIONE | PROVENIENZA | PORTATA [Nm3/h] | DURATA [h/g] | INQUINANTI | VALORE LIMITE [mg/Nm3] | |
Sigla | Descrizione | |||||
Cromo e suoi | 0,1 | |||||
X0 X0 | X0 X0 | Aspirazioni vasche cromo | 5.300 3.300 | 15 | composti | |
H2SO4 | 2 | |||||
F come HF | 3 | |||||
Nichel e suoi | 0,1 | |||||
E1 | M1 | 29.800 | composti | |||
H2SO4 | 2 | |||||
Aspirazioni vasche pretrattamenti e nichel | 15 | |||||
Aerosol | 5 | |||||
E3 | M3 | 25.800 | alcalini | |||
F come HF | 3 | |||||
E5 | M5 | Aspirazioni impianto lavaggio e denichelatura | 9.800 | 15 | Aerosol alcalini | 5 |
NOx | 5 |
Tabella E1 – Emissioni in atmosfera
I) Il gestore dell’impianto dovrà rispettare i valori limite di emissione negli scarichi convogliati individuati al paragrafo E.1.1 mediante l’applicazione delle migliori tecniche disponibili e, in particolare, utilizzando materie prime a ridotto o nullo tenore di solventi organici, ottimizzando l’esercizio e la gestione degli impianti e, ove necessario, installando idonei dispositivi di abbattimento, in modo da minimizzare le emissioni di composti inquinanti.
E.1.2 Requisiti e modalità per il controllo
II) Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di campionamento devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio e controllo.
III) I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso è stato dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate nel ciclo tecnologico e descritte nella domanda di autorizzazione.
IV) I punti di emissione devono essere chiaramente identificati mediante apposizione di idonee segnalazioni.
V) L’accesso ai punti di prelievo deve essere garantito in ogni momento e deve possedere i requisiti di sicurezza previsti dalle normative vigenti.
VI) I risultati delle analisi eseguite alle emissioni devono riportare i seguenti dati:
a. Concentrazione degli inquinanti espressa in mg/Nm3;
b. Portata dell’aeriforme espressa in Nm3/h;
c. Il dato di portata deve essere inteso in condizioni normali ( 273,15 °K e 101,323 kPa);
d. Temperatura dell’aeriforme espressa in °C;
e. Ove non indicato diversamente, il tenore dell’ossigeno di riferimento è quello derivante dal processo.
f. Se nell’effluente gassoso, il tenore volumetrico di ossigeno è diverso da quello di riferimento, la concentrazione delle emissioni deve essere calcolata mediante la seguente formula:
21 - O
E = ----------- x Em 21 – Om
Dove:
E = Concentrazione da confrontare con il limite di legge; Em = Concentrazione misurata;
Om = Tenore di ossigeno misurato;
O = Tenore di ossigeno di riferimento.
E.1.3 Prescrizioni impiantistiche
VII) Devono essere evitate emissioni diffuse e fuggitive, sia attraverso il mantenimento in condizioni di perfetta efficienza dei sistemi di captazione delle emissioni, sia attraverso il mantenimento strutturale degli edifici che non devono permettere vie di fuga delle emissioni stesse.
VIII) Gli interventi di controllo e di manutenzione ordinaria e straordinaria finalizzati al monitoraggio dei parametri significativi dal punto di vista ambientale dovranno essere eseguiti secondo quanto riportato nel piano di monitoraggio.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
⮚ manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza quindicinale;
⮚ manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni fornite dal costruttore dell’impianto (libretto d'uso / manutenzione o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con frequenza almeno semestrale;
⮚ controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al servizio dei sistemi d’estrazione e depurazione dell'aria.
Tutte le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria dovranno essere annotate in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove riportare:
⮚ la data di effettuazione dell’intervento;
⮚ il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
⮚ la descrizione sintetica dell'intervento;
⮚ l’indicazione dell’autore dell’intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorità preposte al controllo.
Nel caso in cui si rilevi per una o più apparecchiature, connesse o indipendenti, un aumento della frequenza degli eventi anomali, le tempistiche di manutenzione e la gestione degli eventi dovranno essere riviste in accordo con A.R.P.A. territorialmente competente.
IX) Devono essere tenute a disposizione di eventuali controlli le schede tecniche degli impianti di abbattimento attestanti la conformità degli impianti ai requisiti impiantistici richiesti dalle normative di settore
E.1.4 Prescrizioni generali
X) Gli effluenti gassosi non devono essere diluiti più di quanto sia inevitabile dal punto di vista tecnico e dell’esercizio secondo quanto stabilito dall’art. 271 comma 13 del D.Lgs. 152/06 (ex. art. 3 c. 3 del D.M. 12/7/90).
XI) Gli impianti di abbattimento funzionanti secondo un ciclo ad umido che comporta lo scarico, anche parziale, continuo o discontinuo delle sostanze derivanti dal processo adottato, sono consentiti solo se lo scarico liquido, convogliato e trattato in un impianto di depurazione, risponde alle norme vigenti.
XII) Tutti i condotti di adduzione e di scarico che convogliano gas, fumo e polveri, devono essere provvisti ciascuno di fori di campionamento dal diametro di 100 mm. In presenza di presidi depurativi, le bocchette di ispezione devono essere previste a monte ed a valle degli stessi. Tali fori, devono essere allineati sull’asse del condotto e muniti di relativa chiusura metallica. Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche. Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l’esercente potrà applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque, concordate con l’ARPA competente per territorio.
XIII) Qualunque interruzione nell'esercizio degli impianti di abbattimento necessaria per la loro manutenzione o dovuta a guasti accidentali, qualora non esistano equivalenti impianti di abbattimento di riserva, deve comportare la fermata, limitatamente al ciclo tecnologico ed essi collegato, dell'esercizio degli impianti industriali, dandone comunicazione entro le otto ore successive all’evento all’Autorità Competente, al Comune e all’ARPA competente per territorio. Gli impianti potranno essere riattivati solo dopo la rimessa in efficienza degli impianti di abbattimento a loro collegati.
E.2 Acqua
E.2.1 Valori limite di emissione
Il gestore della Ditta dovrà assicurare, per lo scarico identificato con la sigla S1, il rispetto dei valori limite della tabella 3 dell’allegato 5 alla parte terza del D.Lgs 152/06 (scarico in fognatura). Il pozzetto di campionamento posto a valle dell’impianto di trattamento, prima della commistione con la rete delle acque reflue civili, deve avere caratteristiche tali da consentire l’agevole prelievo dei campioni. La portata massima autorizzata è pari a 76.400 mc/anno.
Lo scarico delle acque reflue domestiche è sempre ammesso in fognatura comunale nel rispetto del relativo regolamento di fognatura e di quanto previsto dal Regolamento Regionale n. 3 del 24 marzo 2006.
La raccolta e l’allontanamento delle acque meteoriche di I^ e II^ pioggia e delle acque di lavaggio delle superfici esterne dovrà essere conforme a quanto previsto dal del Regolamento Regionale n.4 del 24.03.2006;
Secondo quanto disposto dall’art. 101, comma 5, del D.Lgs. 152/06, i valori limite di emissione non possono in alcun caso essere conseguiti mediante diluizione con acque prelevate esclusivamente allo scopo. Non è comunque consentito diluire con acque di raffreddamento, di lavaggio o prelevate esclusivamente allo scopo gli scarichi parziali contenenti le sostanze indicate ai numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6,
7, 8, 9,10, 12, 15, 16, 17 e 18 della tabella 5 dell'Allegato 5 relativo alla Parte Terza del D.Lgs. 152/06, prima del trattamento degli scarichi parziali stessi per adeguarli ai limiti previsti dal presente decreto.
E.2.2 Requisiti e modalità per il controllo
I) Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di campionamento devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio.
II) I controlli degli inquinanti dovranno essere eseguiti nelle più gravose condizioni di esercizio dell’impianto produttivo.
III) L’accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di sicurezza secondo le norme vigenti.
E.2.3 Prescrizioni impiantistiche
IV) I pozzetti di prelievo campioni devono essere a perfetta tenuta, mantenuti in buono stato e sempre facilmente accessibili per i campionamenti, ai sensi del D.Lgs. 152/06, Titolo III, Capo III, art. 101; periodicamente dovranno essere asportati i fanghi ed i sedimenti presenti sul fondo dei pozzetti stessi.
V) Gli elettrodi, che misurano le concentrazioni e quindi regolano l’addizione dei reagenti nell’impianto di depurazione delle acque, devono essere puliti e controllati, almeno una volta al giorno, al fine di evitare la formazione di incrostazione e quindi garantire un funzionamento degli stessi preciso e costante nel tempo. La taratura va effettuata almeno una volta a settimana.
VI) Affinché la depurazione chimico-fisica sia efficiente e per evitare lo spreco di reagenti, nelle vasche ove si ha immissione degli stessi, deve essere garantita una buona omogeneizzazione del refluo da depurare, mediante un opportuno sistema di agitazione.
VII) Le vasche di decantazione dovranno sempre essere mantenute in piena efficienza, mediante periodici svuotamenti e pulizie, in maniera da evitare che l'eccessiva quantità di fanghi in esse sedimentato sia tale da pregiudicare l'efficacia del processo di decantazione.
VIII) La rigenerazione dei filtri a carbone va effettuata periodicamente, non appena le analisi dell’effluente in uscita rilevino un incremento del COD. In linea del tutto generale si può stimare che la rigenerazione dei carboni attivi deve essere effettuata con frequenza almeno semestrale.
IX) La rigenerazione dei filtri xxxxxxxxx a resine va effettuata periodicamente, non appena le analisi dell’effluente in uscita rilevino un incremento dei metalli da filtrare. In linea del tutto generale si può stimare che detta rigenerazione deve essere effettuata con frequenza almeno bimestrale.
X) Le acque di controlavaggio dei filtri presenti nell’impianto di depurazione devono essere convogliate all’impianto stesso per subire adeguata depurazione.
XI) Le acque di processo derivanti dai lavaggi, devono essere tenute distinte a seconda della tipologia e quindi degli inquinanti in esse presenti, in modo da essere depurate in maniera mirata e adeguata.
XII) Per lo scarico industriale definito dall’art. 108 comma 1 del D.Lgs. 152/2006 l’azienda deve provvedere, qualora non esistenti, all’installazione di strumenti di controllo in automatico in continuo del pH (nella vasca finale dove avviene la correzione del pH prima dello scarico), della conducibilità, e di un misuratore di portata. I valori rilevati da questi strumenti devono essere registrati su supporto cartaceo o magnetico. Tali dati devono rimanere a disposizione dell’autorità competente al controllo per un periodo non inferiore a tre anni dalla data di effettuazione dei singoli controlli. (Il rilevamento dei dati sul quadro di controllo dell’impianto di depurazione dovrebbe essere collegato ad un sistema informatizzato (PLC) di supervisione/controllo e acquisizione dei dati.).
E.2.4 Prescrizioni generali
XIII) Gli scarichi devono essere conformi alle norme contenute nel Regolamento Locale di Igiene ed alle altre norme igieniche eventualmente stabilite dalle autorità sanitarie e devono essere gestiti nel rispetto del Regolamento del Gestore della fognatura.
XIV) Il Gestore dovrà adottare tutti gli accorgimenti atti ad evitare che qualsiasi situazione prevedibile possa influire, anche temporaneamente, sulla qualità degli scarichi; qualsiasi evento accidentale (incidente, avaria, evento eccezionale, ecc.) che possa avere ripercussioni sulla qualità dei reflui scaricati, dovrà essere comunicato tempestivamente all’Autorità competente per l’AIA, al dipartimento ARPA competente per territorio e al Gestore della fognatura/impianto di depurazione; qualora non possa essere garantito il rispetto dei limiti di legge, l'autorità competente potrà prescrivere l'interruzione immediata dello scarico nel caso di fuori servizio dell'impianto di depurazione.
XV) Devono essere adottate, tutte le misure gestionali ed impiantistiche tecnicamente realizzabili, necessarie all’eliminazione degli sprechi ed alla riduzione dei consumi idrici anche mediante l’impiego delle MTD per il ricircolo e il riutilizzo dell’acqua.
E.3 Rumore
E.3.1 Valori limite
In assenza di zonizzazione acustica del comune di Gorla Minore, la seguente tabella riporta i limiti previsti dal DPCM 1 marzo 1991:
Zonizzazione | Limite diurno Leq (A) | Limite notturno Leq (A) |
Tutto il territorio nazionale | 70 | 60 |
Zona A (decreto ministeriale n. 1444/68) (*) | 65 | 55 |
Zona B (decreto ministeriale n. 1444/68) (*) | 60 | 50 |
Zona esclusivamente industriale | 70 | 70 |
(*) Zone di cui all'art. 2 del decreto ministeriale 2 aprile 1968
Una volta definita ed adottata la zonizzazione acustica del territorio comunale dovrà essere garantito il rispetto dei valori limite di emissione e immissione previsti dal DPCM del 14.11.1997 per la classe di destinazione del territorio individuata riportati di seguito.
Classe Acustica | Descrizione | Limiti assoluti di immissione dB(A) | Limiti assoluti di emissione dB(A) | ||
Diurno* | Notturno | Diurno* | Notturno | ||
I | aree particolarmente protette | 50 | 40 | 45 | 35 |
II | aree prevalentemente residenziali | 55 | 45 | 50 | 40 |
III | aree di tipo misto | 60 | 50 | 55 | 45 |
IV | aree di intensa attività umana | 65 | 55 | 60 | 50 |
V | aree prevalentemente industriali | 70 | 60 | 65 | 55 |
VI | aree esclusivamente industriali | 70 | 70 | 65 | 65 |
* Periodo diurno: fascia oraria 06 – 22
Entro il termine di 6 mesi dalla zonizzazione acustica del territorio l’azienda dovrà eseguire rilevazioni fonometriche al perimetro dello stabilimento e presso i principali recettori ed altri eventuali punti da concordare con il Comune ed ARPA, al fine di verificare il rispetto dei limiti di emissione e di immissione sonora sopra riportati, nonché il rispetto dei valori limite differenziali.
Nel caso di superamento di tali valore limite, il Gestore dell’impianto in oggetto presenterà un piano di risanamento acustico in conformità con quanto riportato dalla D.G.R. n° 6906/01.
E.3.2 Requisiti e modalità per il controllo
I) Le modalità di presentazione dei dati delle verifiche di inquinamento acustico vengono riportati nel piano di monitoraggio.
II) Le rilevazioni fonometriche dovranno essere eseguite nel rispetto delle modalità previste dal D.M. del 16 marzo 1998 da un tecnico competente in acustica ambientale deputato all’indagine.
E.3.4 Prescrizioni generali
III) Qualora si intendano realizzare modifiche agli impianti o interventi che possano influire sulle emissioni sonore, previa invio della comunicazione alla Autorità competente prescritta al successivo punto E.6. I), dovrà essere redatta, secondo quanto previsto dalla DGR n.7/8313 dell’ 8/03/2002, una valutazione previsionale di impatto acustico. Una volta realizzati le modifiche o gli interventi previsti, dovrà essere effettuata una campagna di rilievi acustici al perimetro dello stabilimento e presso i principali recettori ed altri punti da concordare con il Comune ed ARPA, al fine di verificare il rispetto dei limiti di emissione e di immissione sonora, nonché il rispetto dei valori limite differenziali.
Sia i risultati dei rilievi effettuati, contenuti all’interno di una valutazione di impatto acustico, sia la valutazione previsionale di impatto acustico devono essere presentati all’Autorità Competente, all’Ente comunale territorialmente competente e ad ARPA dipartimentale.
E.4 Suolo
I) Devono essere mantenute in buono stato di pulizia le griglie di scolo delle pavimentazioni interne ai fabbricati e di quelle esterne.
II) Deve essere mantenuta in buono stato la pavimentazione impermeabile dei fabbricati e delle aree di carico e scarico, effettuando sostituzioni del materiale impermeabile se deteriorato o fessurato.
III) Le operazioni di carico, scarico e movimentazione devono essere condotte con la massima attenzione al fine di non far permeare nel suolo alcunché.
IV) Qualsiasi sversamento, anche accidentale, deve essere contenuto e ripreso, per quanto possibile, a secco.
V) Le caratteristiche tecniche, la conduzione e la gestione dei serbatoi fuori terra ed interrati e delle relative tubazioni accessorie devono essere effettuate conformemente a quanto disposto dal Regolamento Locale d’Igiene - tipo della Xxxxxxx Xxxxxxxxx (Xxxxxx XX, xxx. 0, art. 2.2.9 e 2.2.10), ovvero dal Regolamento Comunale d’Igiene, dal momento in cui venga approvato.
VI) L’eventuale dismissione di serbatoi interrati deve essere effettuata conformemente a quanto disposto dal Regolamento regionale n. 1 del 28/02/05, art. 13. Indirizzi tecnici per la conduzione, l’eventuale dismissione, i controlli possono essere ricavati dal documento “Linee guida - Serbatoi interrati” pubblicato da ARPA Lombardia (Aprile 2004).
VII) Per il deposito delle sostanze pericolose deve essere previsto un locale od un area apposita di immagazzinamento, separato dagli altri luoghi di lavoro e di passaggio. L'isolamento può essere ottenuto con un idoneo sistema di contenimento (vasca, pavimento impermeabile, cordoli di contenimento, canalizzazioni di raccolta). Il locale o la zona di deposito deve essere in condizioni tali da consentire una facile e completa asportazione delle materie pericolose o nocive che possano accidentalmente sversarsi.
VIII) I serbatoi che contengono sostanze chimiche incompatibili tra loro devono avere ciascuno un proprio bacino di contenimento; devono essere distanziare dalle vasche di processo (onde evitare intossicazioni ed esplosioni incendi); devono essere installati controlli di livello; le operazioni di travaso devono essere effettuate in presenza di operatori.
IX) La ditta deve segnalare tempestivamente all’Autorità Competente ed agli Enti competenti ogni eventuale incidente o altro evento eccezionale che possa causare inquinamento del suolo.
E.5 Rifiuti
E.5.1 Requisiti e modalità per il controllo
I) I rifiuti in uscita dall’impianto e sottoposti a controllo, le modalità e la frequenza dei controlli, nonché le modalità di registrazione dei controlli effettuati devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio.
E.5.2 Prescrizioni impiantistiche
II) Le aree interessate dalla movimentazione dallo stoccaggio e dalle soste operative dei mezzi che intervengono a qualsiasi titolo sul rifiuto, dovranno essere impermeabilizzate, e realizzate in modo tale da garantire la salvaguardia delle acque di falda e da facilitare la ripresa di possibili sversamenti; i recipienti fissi e mobili devono essere provvisti di accessori e dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di riempimento e svuotamento.
III) Le aree adibite allo stoccaggio dei rifiuti devono essere di norma opportunamente protette dall’azione delle acque meteoriche; qualora, invece, i rifiuti siano soggetti a dilavamento da parte delle acque piovane, deve essere previsto un idoneo sistema di raccolta delle acque di percolamento, che vanno successivamente trattate nel caso siano contaminate.
IV) I fusti e le cisternette contenenti i rifiuti non devono essere sovrapposti per più di 3 piani ed il loro stoccaggio deve essere ordinato, prevedendo appositi corridoi d’ispezione.
V) I mezzi utilizzati per la movimentazione dei rifiuti devono essere tali da evitare la dispersione degli stessi; in particolare:
⮚ i sistemi di trasporto di rifiuti soggetti a dispersione eolica devono essere carterizzati o provvisti di nebulizzazione;
⮚ i sistemi di trasporto di rifiuti liquidi devono essere provvisti di sistemi di pompaggio o mezzi idonei per fusti e cisternette;
⮚ i sistemi di trasporto di rifiuti fangosi devono essere scelti in base alla concentrazione di sostanza secca del fango stesso.
E.5.3 Prescrizioni generali
VI) Devono essere adottati tutti gli accorgimenti possibili per ridurre al minimo la quantità di rifiuti prodotti, nonché la loro pericolosità.
VII) Il gestore deve tendere verso il potenziamento delle attività di riutilizzo e di recupero dei rifiuti prodotti, nell’ambito del proprio ciclo produttivo e/o privilegiando il conferimento ad impianti che effettuino il recupero dei rifiuti.
VIII) L'abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul e nel suolo sono severamente vietati.
IX) Il deposito temporaneo dei rifiuti deve rispettare la definizione di cui all'art. 183, comma 1, lettera
m) del D.Lgs. 152/06; qualora le suddette definizioni non vengano rispettate, il produttore di rifiuti è tenuto a darne comunicazione all’autorità competente ai sensi dell’art.10 del D.Lgs. 18 febbraio 2005, n. 59.
X) I rifiuti devono essere stoccati per categorie omogenee e devono essere contraddistinti da un codice C.E.R., in base alla provenienza ed alle caratteristiche del rifiuto stesso; è vietato miscelare categorie diverse di rifiuti, in particolare rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi; devono essere separati i rifiuti incompatibili tra loro, ossia che potrebbero reagire; le aree adibite allo stoccaggio devono essere debitamente contrassegnate al fine di rendere nota la natura e la pericolosità dei rifiuti, nonché eventuali norme di comportamento.
XI) In particolare i fanghi derivanti dalle vasche di processo non devono essere stoccati e smaltiti assieme ai fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue e ciascun fango deve essere corredato dell’adeguato codice CER. Se vengono individuati codici a specchio “non pericolosi”la non pericolosità deve essere comprovata da specifica analisi.
XII) I fanghi di risulta dovranno essere stoccati in contenitori impermeabili e coperti. In alternativa andranno stoccati in aree cementate e debitamente coperte in modo da evitare il dilavamento da parte delle acque meteoriche. Nel caso in cui ciò non fosse possibile, le acque meteoriche contaminate andranno convogliate all’impianto di depurazione.
XIII) La movimentazione e lo stoccaggio dei rifiuti, da effettuare in condizioni di sicurezza, deve:
⮚ evitare la dispersione di materiale pulverulento nonché gli sversamenti al suolo di liquidi;
⮚ evitare l'inquinamento di aria, acqua, suolo e sottosuolo, ed ogni danno a flora e fauna;
⮚ evitare per quanto possibile rumori e molestie olfattive;
⮚ produrre il minor degrado ambientale e paesaggistico possibile;
⮚ rispettare le norme igienico - sanitarie;
⮚ garantire l'incolumità e la sicurezza degli addetti all'impianto e della popolazione.
XIV) La gestione dei rifiuti dovrà essere effettuata da personale edotto del rischio rappresentato dalla loro movimentazione e informato della pericolosità dei rifiuti; durante le operazioni gli addetti dovranno indossare idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) in base al rischio valutato. Il
produttore è obbligato alla tenuta dei registri di carico e scarico di cui all’art. 190 del D.Lgs. 152/06.
XV) Il produttore di rifiuti è obbligato alla comunicazione annuale (MUD) di cui all’art. 189 comma 3 del D.Lgs. 152/06 alla Camera di Commercio della Provincia competente per territorio.
XVI) I rifiuti in uscita dall’insediamento produttivo devono essere conferiti a soggetti autorizzati a svolgere operazioni di recupero o smaltimento utilizzando vettori in possesso di iscrizione rilasciata ai sensi dell’art.212 del D.Lgs. 152/06 e del D.M. 406/98.
XVII) Durante il trasporto, i rifiuti devono essere accompagnati dal formulario di identificazione di cui all'art. 193 del D.Lgs. 152/06; una copia del formulario deve essere conservata presso il detentore per cinque anni.
XVIII) Per i rifiuti speciali conferiti presso impianti di recupero autorizzati in procedura semplificata ai sensi degli artt. 214 e 216 del d.lgs. 152/06 (ex art. 31 e 33 del d.lgs. 22/97), si dovrà procedere a campionamento e analisi sui rifiuti speciali con la seguente frequenza:
⮚ non pericolosi: il produttore è tenuto ad effettuare il campionamento e l’analisi dei rifiuti prodotti almeno in occasione del primo conferimento all'impianto di recupero e, successivamente, ogni 24 mesi e, comunque, ogni volta che intervengano modifiche sostanziali nel processo di produzione (art. 8 - comma 4 del d.m. 5.02.1998);
⮚ pericolosi: il produttore è tenuto ad effettuare il campionamento e l’analisi dei rifiuti prodotti almeno in occasione del primo conferimento all'impianto di recupero e, successivamente, ogni dodici mesi e, comunque, ogni volta che intervengano delle modifiche sostanziali nel processo di produzione (art. 7 - comma 3 del d.m. 161 del 12.06.2002).
XIX) Per i rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi conferiti presso impianti di recupero e/o smaltimento autorizzati in procedura ordinaria ai sensi dell’art. 208 del d.lgs. 152/06 (ex art. 28 del d.lgs. 22/97):
⮚ il produttore è tenuto ad effettuare l’analisi ed il campionamento dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi secondo le tempistiche imposte dall’impianto presso cui gli stessi vengono conferiti;
⮚ il produttore, prima del conferimento all’impianto di recupero e/o smaltimento, dei rifiuti speciali non pericolosi classificati con codice CER “a specchio”, è tenuto ad assicurare e a dimostrare, mediante idonea certificazione analitica, che gli stessi non contengano sostanze pericolose.
XX) Le condizioni di utilizzo di trasformatori contenenti PCB ancora in funzione, qualora presenti all’interno dell’impianto, sono quelle di cui al D.M. Ambiente 11 ottobre 2001; il deposito di PCB e degli apparecchi contenenti PCB in attesa di smaltimento, deve essere effettuato in serbatoi posti in apposita area dotata di rete di raccolta sversamenti dedicata; la decontaminazione e lo smaltimento dei rifiuti sopradetti deve essere eseguita conformemente alle modalità ed alle prescrizioni contenute nel D. Lgs. 22 maggio 1999, n. 209, nonché nel rispetto del programma temporale di cui all’art. 18 della legge 18 aprile 2005, n.62.
XXI) Per i rifiuti da imballaggio devono essere privilegiate le attività di riutilizzo e recupero.
E.6 Ulteriori prescrizioni
I) Ai sensi dell’art.10 del D.Lgs. 59/05, il gestore è tenuto a comunicare all'autorità competente variazioni nella titolarità della gestione dell'impianto ovvero modifiche progettate dell'impianto, così come definite dall'articolo 2, comma 1, lettera m) del Decreto stesso.
II) Il Gestore del complesso IPPC deve comunicare tempestivamente all'Autorità competente, al Comune, alla Provincia e ad ARPA territorialmente competente eventuali inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull'ambiente nonché eventi di superamento dei limiti prescritti.
III) Ai sensi del D.Lgs. 59/05, art.11, comma 5, al fine di consentire le attività dei commi 3 e 4, il gestore deve fornire tutta l'assistenza necessaria per lo svolgimento di qualsiasi verifica tecnica relativa all'impianto, per prelevare campioni e per raccogliere qualsiasi informazione necessaria ai fini del presente decreto.
IV) L’eventuale presenza all’interno del sito produttivo di qualsiasi oggetto contenente amianto non più utilizzato o che possa disperdere fibre di amianto nell’ambiente in concentrazioni superiori a quelle ammesse dall’art. 3 della legge 27 marzo 1992, n. 257, ne deve comportare la rimozione; l’allontanamento dall’area di lavoro dei suddetti materiali e tutte le operazioni di bonifica devono essere realizzate ai sensi della l. 257/92, i rifiuti contenenti amianto devono essere gestiti e trattati ai sensi del D.Lgs. 29 luglio 2004 n.248.
In particolare, in presenza di coperture in cemento-amianto (eternit) dovrà essere valutato il rischio di emissione di fibre aerodisperse e la Ditta dovrà prevedere, in ogni caso, interventi che comportino l’incapsulamento, la sovracopertura o la rimozione definitiva del materiale deteriorato. I materiali rimossi sono considerati rifiuto e pertanto devono essere conferiti in discarica autorizzata. Nel caso dell’incapsulamento o della sovracopertura, si rendono necessari controlli ambientali biennali ed interventi di normale manutenzione per conservare l’efficacia e l’integrità dei trattamenti effettuati. Delle operazioni di cui sopra, deve obbligatoriamente essere effettuata preventiva comunicazione agli Enti competenti ed all’A.R.P.A. Dipartimentale.
Nel caso in cui le coperture non necessitino di tali interventi, dovrà comunque essere garantita l’attivazione delle procedure operative di manutenzione ordinaria e straordinaria e di tutela da eventi di disturbo fisico delle lastre, nonché il monitoraggio dello stato di conservazione delle stesse attraverso l’applicazione dell’algoritmo previsto dalla DGR n.VII/1439 del 4/10/2000 (allegato 1).
V) Devono essere rispettate le seguenti prescrizioni per le fasi di avvio, arresto e malfunzionamento dell’impianto:
Per gli impianti:
⮚ rispettare i valori limite nelle condizioni di avvio, arresto e malfunzionamento fissati nel Quadro prescrittivo. E per le componenti atmosfera (aria e rumore) ed acqua;
⮚ ridurre, in caso di impossibilità del rispetto dei valori limite, le produzioni fino al raggiungimento dei valori limite richiamati o sospendere le attività oggetto del superamento dei valori limite stessi;
⮚ fermare, in caso di guasto o avaria o malfunzionamento dei sistemi di contenimento delle emissioni in aria o acqua, i cicli produttivi e/o gli impianti ad essi collegati, entro 4 ore dall’individuazione del guasto;
Per l’impianto di trattamento aeriforme:
⮚ i sistemi di aspirazione ed abbattimento devono essere mantenuti sempre in funzione durante il fermo impianto completo e manutentivo fino al raffreddamento delle vasche al fine del rispetto dei valori limite fissati nel Quadro prescrittivo E;
⮚ nel caso di guasto o avaria o malfunzionamento dei sistemi di aspirazione ed abbattimento procedere all’abbassamento della temperatura dei bagni al fine di ridurre al minimo le evaporazioni;
Per l’impianto trattamento acque:
⮚ in assenza di energia elettrica deve essere interrotto lo scarico dell’acqua bloccando tutti i sistemi di pompaggio.
V) I prodotti suscettibili di reagire tra loro (es. combustibili e ossidanti) devono essere stoccati separatamente per classi o categorie omogenee.
VI) Le operazioni di immissione manuale di sostanze pericolose devono essere condotte evitando ogni sversamento, con l'ausilio di accessori di presa e/o dispositivi idonei per il maneggio dei contenitori. A bordo vasca può essere tenuto solo il quantitativo di sostanze pericolose strettamente limitato alla necessità della lavorazione, purché contenuto entro idonei recipienti ben chiusi.
VII) Il Gestore deve provvedere a mantenere aggiornate le procedure per lo stoccaggio, la gestione/manipolazione e garantire la diffusione delle informazioni in esse contenute tra il personale che opera a contatto con anidride cromica.
E.7 Monitoraggio e Controllo
Il monitoraggio e controllo dovrà essere effettuato seguendo i criteri individuati nel piano relativo descritto al paragrafo F.
Tale Piano verrà adottato dalla ditta a partire dalla data di adeguamento alle prescrizioni previste dall’AIA, comunicata secondo quanto previsto allart.11 comma1 del D.Lgs 59/05; sino a tale data il monitoraggio verrà eseguito conformemente alle prescrizioni già in essere nelle varie autorizzazioni di cui la ditta è titolare.
Le registrazioni dei dati previsti dal Piano di monitoraggio devono essere tenuti a disposizione degli Enti responsabili del controllo e, a far data dalla comunicazione di avvenuto adeguamento, dovranno essere trasmesse all’Autorità Competente, ai comuni interessati e al dipartimento ARPA competente per territorio secondo le disposizioni che verranno emanate ed, eventualmente, anche attraverso sistemi informativi che verranno predisposti.
Sui referti di analisi devono essere chiaramente indicati: l’ora, la data, la modalità di effettuazione del prelievo, il punto di prelievo, la data e l’ora di effettuazione dell’analisi, gli esiti relativi e devono essere firmati da un tecnico abilitato.
L’Autorità competente per il controllo (ARPA) effettuerà due controlli ordinari nel corso del periodo di validità dell’Autorizzazione rilasciata, di cui il primo orientativamente entro sei mesi dalla comunicazione da parte della ditta di avvenuto adeguamento alle disposizioni AIA.
E.8 Gestione delle emergenze e prevenzione incidenti
Il gestore deve provvedere a mantenere aggiornato il piano di emergenza, fissare gli adempimenti connessi in relazione agli obblighi derivanti dalle disposizioni di competenza dei Vigili del Fuoco e degli Enti interessati e mantenere una registrazione continua degli eventi anomali per i quali si attiva il piano di emergenza.
Il gestore deve mantenere efficienti tutte le procedure per prevenire gli incidenti (pericolo di incendio e scoppio e pericoli di rottura di impianti, fermata degli impianti di abbattimento, reazione tra prodotti e/o
rifiuti incompatibili, sversamenti di materiali contaminanti in suolo e in acque superficiali, anomalie sui sistemi di controllo e sicurezza degli impianti produttivi e di abbattimento, adeguato equipaggiamento di protezione personale per gli operatori-autorespiratori in zone di facili accesso in numero congruo), e garantire la messa in atto dei rimedi individuati per ridurre le conseguenze degli impatti sull’ambiente.
Nelle aree di decapaggio occorre prevedere la presenza di una ventilazione generale di emergenza da attivare in caso di spandimento acidi.
Dovranno essere definite ed implementate procedure idonee e codificate per la corretta movimentazione in sicurezza dei contenitori dei prodotti necessari al processo che riguardi le fasi di: rifornimento del prodotto all’azienda, reintegro vasche delle soluzioni galvaniche. In particolare la manipolazione e reintegro in vasca di anidride cromica da parte degli operatori dovrà essere eseguita sempre sotto cappa di aspirazione in quanto l’anidride cronica è tossica per inalazione.
E.9 Interventi sull’area alla cessazione dell’attività
Deve essere evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attività e il sito stesso deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale secondo quanto disposto all’art.3 punto f) del D.Lgs. n.59 del 18/02/2005.
E.10 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento e relative tempistiche
Inoltre, il Gestore dovrà rispettare le seguenti scadenze realizzando, a partire dalla data di emissione della presente autorizzazione, quanto riportato nella tabella seguente:
INTERVENTO | TEMPISTICHE |
Applicazione delle BAT gestionali (definite in previsione nel quadro integrato di cui al punto D.1) nell’ambito dell’implementazione del S.G.S. previsto dal D.Lgs 334/99 e s.m.i. | Entro il 31.03.2008 |
La ridefinizione delle zone di stoccaggio materie prime ed ausiliari, riportata nel quadro integrato D.1, dovrà prevedere la realizzazione di aree coperte, impermeabilizzate e dotate di cordoli di contenimento adeguatamente dimensionati | Entro il 31.03.2008 |
Installazione di un conduttimetro dotato di registratore di dati presso lo scarico dell’impianto di depurazione prima della confluenza con la rete delle acque nere. Dotare il misuratore di portata ed il pH-metro collocati a valle dell’impianto di trattamento di sistema di registrazione dati in continuo. | Entro il 31.03.2008 |
Esecuzione di rilevazioni fonometriche al perimetro dello stabilimento e presso i principali recettori ed altri eventuali punti da concordare con il Comune ed ARPA, al fine di verificare il rispetto dei limiti di emissione e di immissione sonora, nonché il rispetto dei valori limite differenziali. | Entro 6 mesi dalla zonizzazione acustica del territorio |
Tabella E5 – Interventi prescritti
F. PIANO DI MONITORAGGIO
F.1 Finalità del monitoraggio
La tabella seguente specifica le finalità del monitoraggio e dei controlli attualmente effettuati e di quelli proposti per il futuro.
Obiettivi del monitoraggio e dei controlli | Monitoraggi e controlli | |
Attuali | Proposte | |
Valutazione di conformità all’AIA | X | |
Aria | X | X |
Acqua | X | X |
Suolo | X | |
Rifiuti | X | X |
Rumore | X | X |
Gestione codificata dell’impianto o parte dello stesso in funzione della precauzione e riduzione dell’inquinamento | X | |
Raccolta di dati nell’ambito degli strumenti volontari di certificazione e registrazione (EMAS, ISO) | // | // |
Raccolta di dati ambientali nell’ambito delle periodiche comunicazioni (es. INES) alle autorità competenti | // | // |
Raccolta di dati per la verifica della buona gestione e l’accettabilità dei rifiuti per gli impianti di trattamento e smaltimento | X | |
Gestione emergenze (RIR) | X |
Tab. F1 - Finalità del monitoraggio
F.2 Chi effettua il self-monitoring
La tabella n.2 rileva, nell’ambito dell’auto-controllo proposto, chi effettua il monitoraggio.
Gestore dell’impianto (controllo interno) | X |
Società terza contraente (controllo interno appaltato) | X |
Tab. F2- Autocontrollo
F.3 PARAMETRI DA MONITORARE
F.3.1 Impiego di Sostanze
La tabella F3 indica interventi previsti che comportano la riduzione/sostituzione di sostanze impiegate nel ciclo produttivo, a favore di sostanze meno pericolose.
N.ordine Attività IPPC e NON | Nome della sostanza | Codice CAS | Frase di rischio | Anno di riferimento | Quantità annua totale (t/anno) | Quantità specifica (t/t di prodotto) |
1 | Anidride cromica | X | R8-R25-R26-R35-R49-R50/53 | X | X | X |
Tab. F3 - Impiego di sostanze
F.3.2 Risorsa idrica
La tabella F4 individua il monitoraggio dei consumi idrici che si intende realizzare per ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa idrica.
Tipologia | Anno di riferimento | Frequenza di lettura | Consumo annuo totale (m3/anno) | Consumo annuo specifico (m3/tonnellata di prodotto finito) |
Acque lavaggio | X | Annuale | X | X |
Preparazione soluzioni di processo | X | Annuale | X | X |
Raffreddamento/Altro | X | Annuale | X | X |
Tab. F4 - Risorsa idrica
F.3.3 Risorsa energetica
Le tabelle F5 ed F6 riassumono gli interventi di monitoraggio previsti ai fini della ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa energetica:
N.ordine Attività IPPC e non o intero complesso | Tipologia combustibile | Anno di riferimento | Tipo di utilizzo | Frequenza di rilevamento | Consumo annuo totale (KWh- m3/anno) | Consumo annuo specifico (KWh- m3/t di prodotto finito) |
1 | Metano | X | Riscaldamento delle vasche | Annuale | X | X |
1 | Metano | X | Riscaldamento ambiente | Annuale | X | // |
Tab. F5 – Combustibili
Prodotto | Consumo termico (KWh/t di prodotto) | Consumo energetico (KWh/t di prodotto) | Consumo totale (KWh/t di prodotto) |
Tubi in acciaio cromati | X | X | X |
Tab. F6 - Consumo energetico specifico
F.3.4 Aria
La seguente tabella individua per ciascun punto di emissione, in corrispondenza dei parametri elencati, la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato:
Parametro | X0 X0 | X0 X0 | X0 | Modalità di controllo | Metodi (*) | |
Continuo | Discontinuo | |||||
Ossidi di azoto (NOx) | X | Annuale | UNI 10878 | |||
Cromo totale (Cr) e composti | X | prEN 14385 | ||||
Cromo VI | X | prEN 14385 | ||||
Nichel (Ni) e composti | X | prEN 14385 | ||||
Acido solforico | X | X | EN 00000 | |||
Xxxxxx e composti inorganici | X | X | ||||
Nebbie alcaline | X | X | UNI 17025 |
Tab. F7- Inquinanti monitorati
(*)Qualora i metodi analitici e di campionamento impiegati siano diversi dai metodi previsti dall’autorità competente di cui all’allegata tabella o non siano stati indicati, il metodo prescelto deve rispondere ai principi stabiliti dalla norma UNI17025 indipendentemente dal fatto che il Laboratorio che effettua l’analisi sia già effettivamente accreditato secondo la predetta norma per tale metodo.
F.3.5 Acqua
La seguente tabella individua per ciascuno scarico, in corrispondenza dei parametri elencati, la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato:
Parametri | S1 | Modalità di controllo | Metodi APAT IRSA-CNR Manuale n.29/2003 | |
Continuo | Discontinuo | |||
Volume acqua | X | X | // | Strumentale |
pH | X | X | ||
Conducibilità | X | X | ||
COD | X | // | Semestrale | n. 5130 |
Solidi sospesi totali | X | Semestrale | n. 2090 | |
Cloruri | X | Semestrale | n. 4090 | |
Solfati | X | Semestrale | n. 4140 | |
Fosforo totale | X | Semestrale | n. 4110 | |
Azoto ammoniacale (come NH4) | X | Semestrale | n. 4030 | |
Azoto nitroso | X | Semestrale | n. 4050 | |
Cr VI | X | Semestrale | n. 3150 | |
Cromo totale | X | Semestrale | n. 3150 | |
Nichel (Ni) | X | Semestrale | n. 3220 | |
Tensioattivi totali | X | Semestrale | nn. 5170, 5180 | |
Fluoruri | X | Semestrale | n. 4020 | |
Boro | X | Semestrale | n. 3110 |
Tab. F8- Inquinanti monitorati
(*)Qualora i metodi analitici e di campionamento impiegati siano diversi dai metodi previsti dall’autorità competente di cui all’allegata tabella o non siano stati indicati il metodo prescelto deve essere in accordo con la UNI 17025.
F.3.6 Rumore
Le campagne di rilievi acustici prescritte ai paragrafi E.3.4 dovranno rispettare le seguenti indicazioni:
▪ gli effetti dell'inquinamento acustico vanno principalmente verificati presso i recettori esterni, nei punti concordati con ARPA e COMUNE;
▪ la localizzazione dei punti presso cui eseguire le indagini fonometriche dovrà essere scelta in base alla presenza o meno di potenziali ricettori alle emissioni acustiche generate dall'impianto in esame.
▪ in presenza di potenziali ricettori le valutazioni saranno effettuate presso di essi, viceversa, in assenza degli stessi, le valutazioni saranno eseguite al perimetro aziendale.
La tabella F10 riporta le informazioni che la Ditta fornirà in riferimento alle indagini fonometriche prescritte:
Codice univoco identificativo del punto di monitoraggio | Descrizione e localizzazione del punto (al perimetro/in corrispondenza di recettore specifico: descrizione e riferimenti univoci di localizzazione) | Categoria di limite da verificare (emissione, immissione assoluto, immissione differenziale) | Classe acustica di appartenenza del recettore | Modalità della misura (durata e tecnica di campionamento) | Campagna (Indicazione delle date e del periodo relativi a ciascuna campagna prevista) |
X | X | X | X | X | X |
Tab. F9 – Verifica d’impatto acustico
F.3.7 Rifiuti
La seguente tabella riporta il monitoraggio delle quantità e le procedure di controllo sui rifiuti in uscita dal complesso.
Descrizioni Rifiuti controllati | CER | Tipo di analisi | Frequenza controllo | Modalità di registrazione dei controlli effettuati |
Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti | 060503 | Esclusione pericolosità (codice a specchio) | Come da Prescrizione E.5.3 (XVIII e XIX) | Cartaceo da tenere a disposizione dell’ A.C. |
Carbone attivo esausto | 061302* | Classe di pericolosità | ||
Altri rifiuti contenenti sostanze pericolose (scarti contaminati da nichel) | 110198* | Classe di pericolosità | ||
Assorbenti, materiali filtranti | 150203 | Esclusione pericolosità (codice a specchio) | ||
Imballaggi in materiali misti | 150106 | Possibilità di recupero |
Tabella F.10 – Controllo rifiuti in uscita
F.4 Gestione dell’impianto
F.4.1 Individuazione e controllo sui punti critici
Le tabelle F11 e F12 specificano i sistemi di controllo previsti sui punti critici, riportando i relativi controlli (sia sui parametri operativi che su eventuali perdite) e gli interventi manutentivi.
Impianto/parte di esso/fase di processo | Parametri | Perdite | ||||
Parametri | Frequenza dei controlli | Fase | Modalità di controllo | Sostanza | Modalità di registrazione dei controlli | |
Vasche di pretrattamento | pH | Giornaliero | A regime | Analitico | Prodotti chimici alcalini ed acidi | Registro |
Temperatura | Continuo | Automatico | ||||
Vasche di trattamento | pH | Giornaliero | A regime | Analitico Visivo | Cromo VI Nichel | Registro |
Livello di soluzione | ||||||
Temperatura | Continuo | Automatico | ||||
Pompe dosatrici | Portata | Giornaliero | A regime | Visivo | Prodotti chimici | Registro |
Impianto di trattamento acque (Chimico - fisico a decantazione) | Potenziale redox | Continuo | A regime | Automatico | Reagenti e reflui | Registro |
pH | ||||||
livello reagenti | ||||||
Efficienza d’abbattimento | Semestrale | Analitico | ||||
Scrubbers | pH in linea | Continuo | A regime | Automatico | Nebbie alcaline Acidi Cromo | Registro |
Livello di soluzione | ||||||
Efficienza d’abbattimento | Annuale | Analitico | ||||
Aspiratori | Portata | Semestrale | A regime | Misurazione strumentale | - | Registro |
Tabella F 11 - Controlli sui punti critici
Impianto/parte di esso/fase di processo | Tipo di intervento | Frequenza |
Vasche di pretrattamento | Manutenzione dei dispositivi di rilevamento | Settimanale |
Vasche di trattamento | Manutenzione dei dispositivi di rilevamento | Settimanale |
Impianto di trattamento acque (Chimico-fisico a decantazione/ Chimico a resine) | Manutenzione dei dispositivi di rilevamento | Settimanale |
Pulizia delle vasche | Annuale | |
Pulizia degli elettrodi | Giornaliera | |
Taratura degli elettrodi | Settimanale | |
Rigenerazione resine | A saturazione almeno bimestrale | |
Rigenerazione carboni attivi | A saturazione almeno semestrale | |
Scrubber | Manutenzione dei dispositivi di rilevamento | Settimanale |
Pulizia della torre | Annuale | |
Aspiratori | Pulizia delle cappe e delle ventole | Mensile |
Caditoie e vasche separazione/sedimentazione acque meteo | Pulizia - asportazione sedimenti e fondami | Annuale |
Tab. F12 – Interventi di manutenzione dei punti critici individuati
F.4.2 Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, etc.)
Si riportano la frequenza e la metodologia delle prove programmate delle strutture adibite allo stoccaggio e sottoposte a controllo periodico (anche strutturale).
Aree stoccaggio | |||
Tipo di controllo | Frequenza | Modalità di registrazione | |
Vasche | Verifica d’integrità strutturale | annuale | Registro |
Platee di contenimento | Verifica integrità | annuale | Registro |
Bacini di contenimento | Verifica integrità | annuale | Registro |
Serbatoi fuori terra | Verifica d’integrità | settimanale | Registro |