— Mercoledì 12 febbraio 2020 - 12:36
Sanita' privata, i vertici Ugl in assessorato regionale per spingere sul rinnovo contrattuale
— Mercoledì 12 febbraio 2020 - 12:36
Questa mattina il Segretario Nazionale della UGL Sanità Xxxxxxxx Xxxxxxxx e Xxxxxxx Xxxxxxxxxxxx ,segretario della UGL Sanità di Roma, sono stati ricevuti presso l’Assessorato
alla Salute della Regione Lazio dal Responsabile della Segreteria Xxxxxx Xxxxxxxxxx. “Ci siamo confrontati sul tema del rinnovo contrattuale della Sanità Privata” dicono congiuntamente Xxxxxxxx e Xxxxxxxxxxxx.
“Su nostra richiesta – proseguono - la Regione ha garantito di dare seguito agli accordi sottoscritti in sede di Conferenza delle Regioni nel novembre del 2019 e nel successivo recepimento contenuto nella Legge di Stabilità 2020. E’ un ulteriore tassello che auspichiamo possa permettere uno sviluppo rapido del confronto con Xxxx e Aris per la sottoscrizione del Contratto Collettivo Nazionale in tempi brevi. E’ questo un atto dovuto nei confronti del lavoratori e della loro famiglie in attesa delle firma da tredici anni”.
Intanto, secondo l'Ugl Sanità, è allarmante quanto emerge dallo studio effettuato dalla Fondazione Gimbe sui finanziamenti destinati agli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) nel periodo 1998-2018 e riportato in un articolo de Il Sole 24 Ore. Nel 2018 infatti sono stati impegnati gli stessi fondi previsti nel 1998, ma il numero degli enti è aumentato da 32 a 51. Quindi il flusso medio medio per ente si è drasticamente ridotto da 5 milioni di euro a 3,1 milioni di euro, confermando l’esiguità delle risorse investite dall’Italia per il finanziamento strutturale degli IRCCS.
“Lo studio della Gimbe parla chiaro – dice il Segretario Nazionale della UGL Sanità Xxxxxxxx Xxxxxxxx – è avvilente constatare come non si trovi il modo per incrementare i finanziamenti per gli IRCCS, eccellenze della nostra ricerca e della nostra sanità. Anzi i dati confermano come singolarmente si sia proceduto a un taglio delle risorse per singola struttura. Non è accettabile, bisogna trovare le risorse e valorizzare il personale, vigilando attentamente sugli sprechi, per consentire a questi Enti di proseguire il lavoro meritorio
riconosciuto a livello nazionale e internazionale”.
Non solo La Nostra Famiglia.. anche alla Sacra Famiglia è scontro sindacale
Lavoratori in sciopero al 19 febbraio alla Sacra Famiglia. La fondazione religioso ha sede a Lecco e Perledo
Di Xxxxxx Xxxxxx - 12/02/20
LECCO – Se nelle ultime settimane tiene banco la vicenda sindacale dei lavoratori de La Nostra Famiglia, non va meglio ai dipendenti di un’altra “famiglia” magari meno nota eppure attiva nel lecchese con due sedi, a Lecco e a Perledo: è la Fondazione Sacra Famiglia, ente religioso che si occupa della cura degli anziani, dei disabili gravi e negli ultimi tempi si è interessata anche dell’ospitalità ai profughi, almeno fino allo scorso anno.
I lavoratori si mobiliteranno il 19 febbraio con uno sciopero e manifestazione
davanti alla curia di Milano. A spiegarne le ragioni è la segretaria della Cisl Funzione Pubblica, Xxxxxx Xxxxxx:
“La vicenda dei lavoratori della Fondazione Sacra Famiglia non è meno
drammatica di quella della Nostra Famiglia – spiega Xxxxxx – Costretti per
necessità, nel 2017, a rinunciare a 1000 euro a testa per tre anni (una cifra pari a oltre 3 milioni di euro) per poter colmare un rivelante buco di bilancio ed evitare la catastrofe, la Fondazione ha dichiarato nel settembre del 2019
l’intenzione di applicare il contratto UNEBA dal 1 gennaio 2020.”
“I dipendenti oggetto di questo cambiamento – prosegue la sindacalista – sono ex lavoratori pubblici , che nel 2000 sono stati depubblicizzati e che si sono visti applicare il contratto ARIS sanità che, come per i colleghi della Nostra Famiglia, non vede il rinnovo da 13 anni. Anche i lavoratori della Sacra Famiglia si vedono sfilare sotto il naso il dovuto rinnovo tanto atteso con l’applicazione di un contratto ancora più al ribasso con 38 ore al prezzo di 36 e diritti e retribuzioni fortemente tagliati. Nonostante mesi di trattative l’azienda ha deciso di non proseguirle e ora dal 1 gennaio applica questo contratto senza integrativo L’indignazione è la stessa e la beffa per i lavoratori è la medesima”. “Nonostante evidenti cause esogene (la riabilitazione è la cenerentola del servizio sanitario con rette non adeguate alle prestazioni erogate), che crea difficoltà a chi opera nel settore (Don Gnocchi, Sacra Famiglia e Nostra Famiglia sono sulla stessa barca), dobbiamo anche addossare molte delle colpe di queste situazioni all’incapacità di gestione delle direzioni e degli enti abituate da troppo tempo ad affidarsi alla provvidenza. Ora – dice ancora Bodega – è troppo facile e semplice usare i lavoratori come bancomat. Senza tagliare sprechi e consulenze, senza riorganizzare il lavoro in modo efficiente queste misure non risolveranno i problemi. La vicenda dei sacrifici dell’ultimo triennio per la Sacra Famiglia lo dimostrano: tre milioni di euro non sono serviti a nulla. Questi lavoratori, spesso non giovanissimi, si occupano con amore e dedizione dei nostri disabili e dei
nostri anziani, ma le trattative con le organizzazioni sindacali, dopo un anno, non hanno trovato una soluzione”.
Fondazione Sacra Famiglia, lavoratori in sciopero il 19 febbraio Xxxxxx Xxxxxx (Cisl): «Applicato il contratto con più ore e retribuzioni tagliate. Incapacità di gestione, ora è troppo facile e semplice usare i lavoratori come bancomat»
12 febbraio 2020 16:12
In questi giorni, su tutta la stampa locale e non solo, ha avuto una grande eco la vicenda del cambio di contratto unilaterale per i lavoratori dell'associazione "La Nostra Famiglia". Xxxxxxx che ha suscitato l'unanime indignazione e reazione non solo dei lavoratori e dei loro rappresentanti, ma anche dei genitori, dei bambini, dei medici e della politica.
Tuttavia nel territorio lecchese esiste un'altra "famiglia" magari meno nota, la Fondazione Sacra Famiglia, ente religioso con sede a Cesano Boscone e con filiali a Regoledo di Perledo e Lecco. L'istituto si occupa della cura degli anziani e dei più deboli, i disabili gravi innanzitutto, mission della Fondazione da 120 anni.
Costretti per necessità, nel 2017, a rinunciare a 1.000 euro a testa per tre anni (una cifra pari a oltre 3 milioni di euro) per poter colmare un rivelante buco di bilancio ed evitare la catastrofe, la Fondazione ha dichiarato nel settembre del 2019 l'intenzione di applicare il contratto Uneba dal 1 gennaio 2020. I dipendenti oggetto di questo cambiamento sono ex lavoratori pubblici che nel 2000 sono stati depubblicizzati e che si sono visti applicare il contratto Aris sanità che, come per i colleghi de "La Nostra Famiglia", non vede il rinnovo da 13 anni.
«Anche i lavoratori della Sacra Famiglia si vedono sfilare sotto il naso il dovuto rinnovo tanto atteso con l'applicazione di un contratto ancora più al ribasso con 38 ore al prezzo di 36 e diritti e retribuzioni fortemente tagliati - commenta Xxxxxx Xxxxxx della segreteria Cisl Fp Monza Xxxxxxx Xxxxx - Nonostante mesi di trattative l'azienda ha deciso di non proseguirle e ora dal 1° gennaio applica questo contratto senza integrativo. L'indignazione è la stessa e la beffa per i lavoratori è la medesima. Nonostante evidenti cause esogene (la riabilitazione è la cenerentola del servizio sanitario con rette non adeguate alle prestazioni erogate), che crea difficoltà a chi opera nel settore (Xxx Xxxxxxx, Sacra Famiglia e Nostra Famiglia sono sulla stessa barca), dobbiamo anche addossare molte delle colpe di queste situazioni all'incapacità di gestione delle direzioni e degli enti abituate da troppo tempo ad affidarsi alla provvidenza».
«Ora è troppo facile e semplice usare i lavoratori come bancomat - prosegue Bodega - Senza tagliare sprechi e consulenze, senza riorganizzare il lavoro in modo efficiente queste misure non risolveranno i problemi. La vicenda dei sacrifici dell'ultimo triennio per la Sacra Famiglia lo dimostrano: tre milioni di euro non sono serviti a nulla. Questi lavoratori, spesso non giovanissimi, si occupano con amore e dedizione dei nostri disabili e dei nostri anziani, ma le trattative con le organizzazioni sindacali, dopo un anno, non hanno trovato una soluzione. I lavoratori si mobiliteranno il 19 febbraio con uno sciopero e manifestazione davanti alla curia di Milano».
La Nostra Famiglia, il caso in Regione: «Vanno tutelati i diritti dei lavoratori»
Xxxxxxxxx Xxxxxx, prima firmataria dell’interrogazione presentata in Regione, si schiera a fianco dei lavoratori dell'associazione chiedendo per loro più tutele e diritti
12 febbraio 2020 10:54
Partito Democratico a fianco di sindacati e lavoratori dell’associazione ‘La Nostra Famiglia’ dopo la comunicazione della proprietà di uscire in modo unilaterale dal contratto in essere (Aris-Aiop Sanità privata).
«Stiamo parlando di migliaia di persone che operano nei centri di riabilitazione per disabili, 450 solo in Veneto in sette strutture (Treviso, Xxxxxxxxxx, Xxxxxx, Xxxxx xx Xxxxxx; Xxx Xxxx xx Xxxxx; Xxxxxx; Vicenza) e che vedrebbero peggiorare le proprie condizioni in termini di orario e di retribuzione - commenta Xxxxxxxxx Xxxxxx, prima firmataria dell’interrogazione dem - È una scelta inaccettabile che chiama in causa la Xxxxxx Xxxx: stiamo parlando di un soggetto accreditato, che giustifica la propria decisione con i mancati adeguamenti tariffari da parte della Regione. Ai dipendenti, che aspettavano da oltre 12 anni il doveroso rinnovo, si risponde con il passaggio al contratto collettivo Aris-Rsa, assai più svantaggioso». Secondo quanto denunciato dai sindacati, infatti, ci sarebbe un aumento di ore settimanali da 36 a 38 a parità di salario, oltre a un peggioramento delle condizioni per il recupero degli arretrati e di quelle retributive.
«Le difficoltà lamentate dalla proprietà non possono essere interamente scaricate sui lavoratori, disdettando un contratto in essere e violando quindi i diritti acquisiti» aggiunge Zottis. I sindacati, oltre ad aver proclamato lo stato di agitazione, hanno chiesto un incontro urgente con Xxxx e l’assessore Xxxxxxxx per fare chiarezza, sollecitata anche nell'interrogazione del Partito Democratico, mentre le famiglie dei bambini che frequentano i centri di riabilitazione si sono mobilitate con una petizione online: «Dobbiamo tutelare i dipendenti da un lato e dall'altro non possiamo permettere che vengano messi a repentaglio servizi essenziali, di qualità e radicati da anni nel territorio - sottolinea ancora Zottis - Si tratta di realtà che hanno un loro valore sociale e culturale. Certi comportamenti sono inammissibili, a maggior ragione se il responsabile è un soggetto accreditato: la Regione intervenga immediatamente e concretamente».
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Dir. Resp.:Xxxxxxx Xxxxxxx
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