EX CAVA
COMUNE DI GIULIANOVA
(TERAMO)
Ditta:
SANCARMINE CAVE Srl
EX CAVA
IN LOCALITÀ “CONTRADA FILETTO”
ex D.G.R. 821 /1986
RESTAURO AMBIENTALE ANCHE CON “RECUPERO” DI RIFIUTI NON PERICOLOSI
(DGR 479/2010)
STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
PER LA VERIFICA DI ASSOGGETABILITA' A VIA
O. Moretti, geologo
Febbraio 2020
SOMMARIO
A. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO
A.1. DIMENSIONI DEL PROGETTO
A.2. UTILIZZAZIONE DI RISORSE NATURALI
A.3. PRODUZIONE DI RIFIUTI
A.4. INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI
A.5. RISCHIO DI INCIDENTI
B UTILIZZAZIONE ATTUALE DEL TERRITORIO
B.1. RISORSE NATURALI DELLA ZONA
B.2. CAPACITA' DI CARICO DELL'AMBIENTE NATURALE
C. CARATTERISTICHE DELL'IMPATTO POTENZIALE
ALLEGATI:
tematismi ambientali
PREMESSA
La SANCARMINE CAVE Srl, con sede in Sant’Egidio alla Vibrata (TE) ha ri- cevuto l'incarico, e la conseguente disponibilità dalla proprietà, di un sito in località Fi- letto del Comune di Giulianova (TE): fg 31, particelle 359-365-85-118-407-114-119/p- 408/p, per avviare le procedure autorizzatorie finalizzate al restauro ambientale succes- sivo all'abbandono della ex cava già sfruttata e con risanamento ambientale incomple- to.
L'intervento fa riferimento alla ex cava di cui alla DGR 821 del 1986 a favore della ditta F.lli Gatti Srl che nel frattempo è fallita senza completare i lavori di risana- mento ambientale.
La proprietà non dispone di copie del progetto approvato e le ricerche effettuate presso il servizio Attività Estrattive Solide e presso gli uffici dell'Amministrazione co- munale non hanno dato alcun esito.
La ricerca presso il Sevizio Attività Estrattive non ha prodotto esiti riguardo i materiali progettuali pregressi, e anche presso l'Amministrazione comunale di Giuliano- va (TE) sono stati trovati solo pochi frammenti documentali poco significativi del passa- to amministrativo (ma non del progetto originario). Si è solo potuto reperire presso la nuova proprietà alcuni elaborati relativi ad una “richiesta di completamento per il ripri- stino ambientale di una cava di ghiaia sita in località “Colleranesco” nel Comune di Giulianova (TE) a norma dell'art. 11 della legge regionale n. 67/87” datata 2005. Tale richiesta era finalizzata all'utilizzo dei fanghi di lavaggio inerti. In allegato copia della documentazione rintracciata.
Come detto, quindi, i lavori di risanamento ambientale sono stati interrotti prima del loro completamento come da progetto approvato che verosimilmente prevedeva il ritombamento totale.
La nuova proprietà in accordo con la San Carmine Cave Srl si propone quindi di completare gli stessi e restituire definitivamente tutto il sito all'uso agricolo.
Al di là della diversa denominazione della localizzazione (Colleranesco) gli elaborati evidenziano che si tratta della stessa cava e constano in:
− relazione tecnica: nella quale sinteticamene viene descritto lo stato dei luoghi corredato da cartografia localizzativa;
− relazione geologica e idrogeologica che contiene anche due sondaggi pregresso effettuati nell'area con rilievo della falda freatica;
− tavola grafica con indicazione dell'inquadramento territoriale, rilievo e sezioni
La nuova proprietà per tramite della Sancarmine cave Srl intende quindi proce- dere al completamento del risanamento ambientale ed ha presentato al “Servizio Attività Estrattive Solide” la propria soluzione che partendo dalla documentazione dello stato di fatto calcola la volumetria necessaria.
Per questi lavori la Sancarmine cave srl si propone di utilizzare: terre e rocce da scavo – sia nella accezione “rifiuto” (17.05.04), sia escluse dal circuito rifiuti, Materie Prime Seconde, Sottoprodotti, Fanghi propri di lavaggio inerti (sedimentazione naturale). Per questo dopo l'approvazione e prima dell'inizio lavori è prevista l'attivazio- ne della procedura DGR 479/2010 con successiva iscrizione al RIP per R10 e la realiz- zazione del “Piano di indagini di qualità ambientali” con verticali di prelievo di campio- ni di terreno e con installazione di tre piezometri e contestuale prelievo di campioni di acque di falda.
A –CARATTERISTICHE DEL PROGETTO
Il progetto è geometricamente semplice in quanto si tratta regolarizzare le depressioni ancora presenti apportando in strati successivi i terreni individuati come utili fino al raggiungimento della quota che si raccorda omogeneamente con i terreni all'intorno. Sulla base dei rilievi disponibili e da quanto valutabile dalle sezioni di progetto è stato calcolato con il metodo delle sezioni ragguagliate un volume residuo di 41.759 mc.
VOLUME TOTALE DI RISANAMENTO | ||||||
Sezione | Area | distanza | Volume | |||
mq | media -mq | m | mc | |||
inizio | 0 | |||||
142,03 | 12 | 1.704 | ||||
1 | 354,26 | |||||
284,055 | 44 | 12.498 | ||||
2 | 213,85 | |||||
263,24 | 28 | 7.371 | ||||
3 | 312,63 | |||||
276,475 | 33 | 9.124 | ||||
4 | 240,32 | |||||
190,975 | 44 | 8.403 | ||||
5 | 141,63 | |||||
70,815 | 35 | 2.479 | ||||
FINE | 0 | |||||
VOLUME TOTALE | 41.579 |
fonte: relazione tecnica, cfr
La posa in opera dei nuovi terreni è prevista in strati sovrapposti con l'addensamento conseguito grazie ai passaggi dei mezzi per non “compattare” eccessivamente i terreni e lasciare loro un giusto grado di aerazione e porosità. Il peso di volume dei terreni trasportati (sciolti e poco addensati) è dell'ordine di 1,5 t/mc mentre ci si attende che il terreno in posto adeguatamente addensato raggiunga un peso di volume di circa 1,95 t/mc analogo al peso di volume naturale dei terreni in loco.
L'incremento rispetto al terreno su cassone è quindi pari a circa il 30%, ne consegue che per ottenere i 41.579 mc necessari devono essere conferiti: 41.579 mc*1,30 = 54.000 mc circa.
Materiali utilizzati per il ripristino
Il materiale conferito, proveniente dall’esterno, sarà costituito da:
• Terre e rocce da scavo, proveniente da attività edilizie civili ed industriali, sottopro- dotti esclusi dal circolo della gestione dei rifiuti e in accordo con il DPR 120/2017 e con tutte le procedure previste per le diverse tipologie di cantieri (cantieri >6000 mc sottoposti ad AIA o VIA, cantieri < 6000 mc, cantieri > 6000 mc non sottoposti ad AIA o VIA). (https://terredascavo.email/)
• Fanghi disidratati, ottenuti dalla chiarificazione o decantazione di acqua di lavaggio di inerti di cava, provenienti prevalentemente dai bacini di decantazione dell’impian- to di lavorazione inerti di Sant’Egidio alla V.ta, di proprietà della Società “Calce- struzzi SpA” ed anche da altri impianti di lavorazione inerti della zona (sottoprodot- ti – non rifiuti) con contratto esclusivo di fornitura e quindi parte finale del ciclo di lavorazione
Con la sentenza n. 7042 del 14 febbraio 2019 la Terza sezione penale della Cassa- zione ha puntualizzato che fanghi derivanti dal lavaggio di inerti provenienti da cava non rientrano nel campo di applicazione della disciplina dei rifiuti quando rimango- no all’interno del ciclo produttivo dell’estrazione e della connessa pulitura, mentre quando si dia luogo ad una loro successiva e diversa attività di lavorazione devono considerarsi rifiuti sottoposti alla disciplina generale circa il loro smaltimento, am- masso, deposito e discarica. Posto che i fanghi di lavaggio degli inerti non sono sog- getti ad ulteriori lavorazioni sono a tutti gli effetti dei sottoprodotti e non dei rifiuti.
• Materie prime seconde, generate da operazioni di recupero effettuate su rifiuti inerti non pericolosi (conformi all’allegato C4: “recupero ambientale, riempimenti e col- mate”_ della circolare 15.07.2005 n. 5205), proveniente dall’impianto Sancarmine Cave Srl, Via Metella 71 di Sant’Egidio alla V.ta (regolarmente autorizzato con Provvedimento Dirigenziale n. 93 del 10.03.2015, rilasciato dalla provincia di Tera- mo e trasmesso dal comune di Sant’Egidio alla V.ta con prot. n. 11590 del 26.05.2015) ed anche da altri impianti di recupero in uguali condizioni di autorizza- zioni.
• Recupero di rifiuti non pericolosi di cui alla tipologia 7.31bis (terre e rocce da scavo) e 12.7 (fanghi costituiti da inerti) (R10)
Restano ferme e confermate tutte le procedure in merito a garanzie certificate circa provenienza e caratteristiche di: terre e rocce da scavo, fanghi disidratati e M.P.S..
I materiali provenienti dall’esterno saranno stoccati sul piazzale in cumuli di- stinti per tipologie.
Ogni strato avrà una altezza coerente con i materiali in uso in modo da ottenere un adeguato addensamento in funzione della stabilità finale rispetto ai cedimenti del pia- no di quota finale.
Non si prevede di ricorrere a compattazioni artificiali.
I materiali della tipologia “7.31bis “ saranno sempre delimitati separatamente e chiaramente identificabili come tali e distinti dagli altri cumuli. Data la natura del can- tiere non è possibile delimitare a priori uno spazio fisso nel tempo per la sua localizza- zione. Le aree di accumulo temporaneo seguiranno infatti il procedere dei lavori di ri- tombamento.
Tutti i cumuli saranno univocamente riconoscibili e ben distinti fisicamente da ogni altro cumulo senza possibilità di contatto.
L'ultima fase consisterà nella regolarizzazione, rippaggio e restituzione all'uso agricolo se voluto da parte della proprietà
Il tutto per dare continuità spaziale all’intero territorio, reinserendo armonicamente nel paesaggio la zona di cava e restituendola al contesto naturale originario.
L'area (R10) riceverà i rifiuti di cui al codice 7.31bis "terre e rocce da scavo" recuperabili previo test di cessione così come indicato al punto “7.1.3.b” o da eseguire sui cumuli in loco o perché già dotato dal cantiere di provenienza.
Tempistica e viaggi giorno
È prevista la durata complessiva di tre anni con un impegno medio di 5 viaggi/giorno e cioè una media di 1,6 viaggi/ora.
A.1 DIMENSIONI DEL PROGETTO
L'ampliamento della cava interessa una superficie così descrivibile:
Area totale: 33.000 mq
Depressioni da colmare: 15.000 mq circa
Superficie totale
Volume totale: 41.579 mc (volume del cavo) | |
Volume di riempimento | Volume conferito:54.000 mc (su cassone, da compattare) Durata anni: 3 Viaggi giorno: 5 |
Viaggi ora: 1,6 |
Verticali di indagini: 12 con prelievi e analisi, di cui 3 condizionate con piezometro per il monitoraggio della falda nel tempo.
Controlli
preliminari
Risanamento ambientale
Il completamento del risanamento ambientale prevede il ritombamento totale recuperando le quote topografiche coerenti con l'ambiente circostante così come evidenziato nelle tavole progettuali di cui riportiamo a titolo di esempio (non in scala) la sezione “3” (centrale):
dove l'area campita individua l'intervento previsto dal progetto
A.2. UTILIZZAZIONE DI RISORSE NATURALI
L'attività progettata non comporta utilizzazione di risorse naturali.
A.3 PRODUZIONE DI RIFIUTI
L’attività non prevede la produzione di rifiuti.. Anche lo stoccaggio in loco dei diversi terreni da riutilizzarsi per il completamento del ripristino ambientale ha durata limitata nel tempo e vengono immediatamente distribuiti a formare lo strato di riempimento.
A.4. INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI
Gli impatti indotti dall’esecuzione dei lavori di coltivazione, sull'atmosfera, sono riconducibili all’emissione di polvere e alla pressione acustica.
Il ciclo lavorativo limita sensibilmente l’attività di movimentazione e conseguentemente anche il carico ambientale che ne deriva. I mezzi d’opera hanno una potenzialità di circa 700/800 mc/giorno, da cui ne deriva un’operatività che si prevede discontinua e legata ai tempi di trasporto e ritorno degli autocarri con una media di 5 viaggi al giorno. Quindi per quattro giorni la settimana abbiamo la sola fase di scarico e movimentazione dei mezzi mentre un giorno la settimana si sovrapporrà il transito dei mezzi, lo scarico e lo spandimento con pala meccanica.
ATMOSFERA
L'emissione di polveri in atmosfera è contenuta al solo periodo asciutto con qualche interferenza sull'intorno nei soli giorni ventosi.
Le operazioni connesse con il completamento del risanamento ambientale generano polveri in maniera diffusa collegate alla tipologia dei materiali di riporto, della vegetazione presente, alle caratteristiche climatiche e meteorologiche del sito e dalle misure di contenimento delle polveri previste e adottate. I materiali trasportati sono sempre dotati di una loro umidità naturale: vuoi perché sono terre e rocce da scavo e quindi “naturalmente” umidi, vuoi perché provenienti dall'impianto di trattamento e recupero, vuoi perché fanghi palabili di lavaggio. Il contributo alle emissioni polverose è quindi molto modesto e trascurabile. La studio specifico (cfr. relazione) ha valutato in via previsionale le emissioni di polveri con il metodo APAT (Regione Toscana) prendendo in considerazione le diverse fasi operative e confrontando la somma delle emissioni con la distanza rispetto ai recettori. Si riportano i risultati dello studio rimandando ad esso per approfondimenti:
- Scarico autocarro: SCC 3-05-020-31: 0,012 g/h
- Erosione del vento dai cumuli: 9,9 g/h
- Movimentazione sul piazzale del materiale: 12 g/h
- Transito dei mezzi sui piazzali e sulla viabilità non pavimentata: 32,4 g/h Sommatoria: 54,3 g/h
I recettori più prossimi sono stati considerati sia rispetto alla lavorazione più intensa che è quella per il ritombamento delle depressioni sia per quella più superficiale che riguarda solo la blanda regolazizzazione di tutta l'area che impegnerà poco tempo e pochi volumi.
Nei due casi abbiamo che:
− rispetto alle depressioni: distanza minima 72 m;
− rispetto alla regolarizzazione: 14 m.
Con la tabella 16 delle linee guida, cioè con distanza inferiori a 50 m, o con distanze inferiori a 100 m, il valore delle emissioni calcolato (54,3 g/h) è sempre inferiore al valore limite per il quale non è necessario prevedere opere di mitigazione.
Emissione di gas di scarico: i mezzi per il conferimento dei terreni di riporto e quelli operativi per lo spandimento emettono gas di scarico in atmosfera. Facendo riferimento alle Linea Guida AQMD "Air Quality Analysis Guidance Handbook" (Handbook) Off- Roads MobileSource Emission Factors (http://www.aqmd.gov/home/rules- compliance/ceqa/airquality- analysis-handbook/off-road-mobile-source-emission- factors) che utilizza i fattori di emissione stimati dall’Agenzia di Monitoraggio della Qualità dell’Aria dello Stato della California. I fattori di emissione sono riportati per i parametri CO, NOX, SOX, PM10, CO2 e sono riferiti a mezzi pesanti alimentati con combustibile diesel di potenza pari a 175 Hp. I fattori di emissione sono proposti in termini di flusso di inquinanti per ora di funzionamento.
Poiché l'attività la- vorativa non avrà carattere continua- tivo, come visto
nella descrizione del ciclo, ma nella fattispecie del mezzo d'opera per lo spandimento avrà cadenza settimanale le emissioni collegate sono modeste
La pressione acustica è dovuta al transito dei mezzi in entrata e uscita e successivamente allo spandimento operato con pala meccanica. L'autocarro in transito e in manovra di scarico ha una pressione acustica media da letteratura 70 dB mentre per la pala il valore di pressione acustica da letteratura è mediamente 99 dB.
Tutti i calcoli delle pressioni sonore a seguire sono stati effettuati grazie a:
: http://www.perizieambientali.com/Calcoli/calcoli_acustica_1.php, per cui:
1 escavatore cingolato (*): ..99 dB; (*) in alternativa 1 pala gommata
1 autocarro/bilico 70 dB;
Quindi nei momenti di maggior pressione acustica, quando le due attività sono molto vicine (: http://www.perizieambientali.com/Calcoli/calcoli_acustica_1.php):
Considerando il recettore più prossimo che è un fabbricato che sarà a circa 70 m dall'area di tombamento (non è significativo l'apporto per i brevi lavori di regolarizzazione dell'area esterna alle depressioni assimilabili alla saltuaria attività di un mezzo agricolo sul campo)
Per la stima dei “Valori Attesi” di Pressione Sonora Lp sui Ricettori R si applica la relazione:
Lp = Lw – 20 Log”d” – 11 + 10 LogQ
dove:
Lp è il livello di Pressione Sonora atteso sul Ricettore R, espresso in dB(A): incognita LW è il livello di Potenza Sonora della Sorgente disturbante, espresso in dB(A):99,01 d: è la distanza della Sorgente disturbante dal Ricettore R: 70 m
Q è il Fattore di Direttività: 2 (semispazio libero)
Lp = 99,01 – 20*Log 70 – 11 +10* log 2 = 99,01 – 20*1,84 - 11 + 10*0,3=
= 99,01 – 36,90 – 11 + 3,0 = 54,1 dB
In base ai risultati delle indagini pregresse consultate risulta che nell'area è presente una falda freatica alla profondità di 7,5 m dal piano campagna. I lavori che si andranno a compiere non interferiscono con il suo equilibrio né modificano il regime.
In base alle quote topografiche di riferimento, seppur con qualche approssimazione, la differenza di quota tra la soggiacenza della falda e la quota dell'alveo depone a favore dell'interpretazione che ci si trovi nelle condizioni per cui è l'alveo ad alimentare per divagazione le alluvioni circostanti. In relazione geologica sono allegati i sondaggi eseguiti a suo tempo con l'indicazione della quota della falda rivenuta in corso di indagini. In base a questi dati è stata elaborato il modello della carta idrogeologica con andamento della piezometrica da cui è evidente che non si hanno interferenze tra i lavori progettati e la falda
fonte: carta geologica-carta idrogeologica-sezione; all. relazione geologica
A.5. RISCHIO DI INCIDENTI
Tutta l’area sarà picchettata con termini lapidei individuanti il perimetro totale e recintata. Lungo la recinzione perimetrale sarà apposta la segnaletica dovuta.
Per il rischio dovuto alle sostanze e ai macchinari utilizzati le caratteristiche mineralogiche delle stesse escludono qualunque riconosciuto effetto potenzialmente tossico sull'uomo e gli operatori, in cava, saranno debitamente muniti di attrezzature di protezione se reputate necessarie.
B. UTILIZZAZIONE ATTUALE DEL TERRITORIO
In questa parte di studio per definire l’utilizzazione del territorio sono state verificate le relazioni con gli stati di attuazione degli strumenti pianificatori di settore e territoriali nei quali è inquadrabile il progetto, saranno presi in considerazione i piani urbanistici, paesistici, territoriali e di settore, i vincoli paesaggistici, archeologici, demaniali, idrogeologici, di PRG, l’uso del suolo, il vincolo sismico, il rischio idraulico, l’area di salvaguardia delle acque, le reti tecnologiche, l’uso civico, i siti SIC e ZPS, le aree protette.
RICOGNIZIONE DEI VINCOLI
Per quanto possibile nella disamina è stata acquisita anche la cartografia esplicativa che viene fornita in allegato.
- STRUMENTO URBANISTICO COMUNALE
Il Comune è dotato di PRG e individua l'area come: “D4 - area agricola”.
- ACQUE – TUTELA URBANISTICA (art.80 L.R. N.18/1983)
Il Fiume Tordino definisce un'area demaniale rispetto alla quale attivare la fascia di tutela urbanistica prevista dall'art. 80 della legge regionale 80 del 1983.
- T.U. N.1775/1933 (POLIZIA ACQUE PUBBLICHE)
Il Tordino è iscritto nell'elenco delle acque pubbliche di cui al 1775/1933 e in quanto tale definisce vincolo paesaggistico nella sua fascia di 150 m dalla sponda. Ad Oriente del sito studiato è presente un corso d'acqua denominato “Fosso Pozzo di Riaccio” che non rientra nell'elenco delle acque pubbliche
- R.D. N. 523/1904)
Non si realizzeranno dissodamenti dei terreni boscati e cespugliati laterali ai fiumi e torrenti rispettando in tal modo quanto previsto dal RD 523/1904 e quindi il progetto è coerente.
- VIABILITA’(D.Lgs 285/1992)
I mezzi di trasporto usciti dal fondo utilizzano la viabilità ordinaria senza limitazioni d'uso
- METANODOTTO
Non sono presenti linee di metanodotti da cui osservare distanze di sicurezza e pertanto il progetto è coerente.
- ELETTRODOTTO
Nell’area non sono presenti linee aeree e quindi non è necessario osservare distanze di sicurezza e il progetto è coerente.
- SITI D’INTERESSE COMUNITARIO E ZONE A PROTEZIONE SPECIALE
(Dir. CEE 92/43 rec. con DPR 357/97e Dir. 79/409).
L’area non è compresa nell’elenco delle aree SIC e in quelle ZPS nè vi sono aree di questo tipo in un discreto intorno e pertanto il progetto è coerente.
- PIANO STRALCIO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI)
La perimetrazione interessata è quella relativa al Piano Stralcio Difesa dalle Alluvioni (PSDA). Parzialmente interferente con la fascia “P1”: pericolosità moderata, intervento coerente con la normativa.
- ACQUE – AREE DI SALVAGUARDIA (Art. 94 D.Lgs. n.152/2006)
Nell’area oggetto di studio non sono presenti opere di captazione o di derivazione di acque sotterranee destinate al consumo umano.
- VINCOLO SISMICO
Il Comune è classificato come sismico di zona III. L’appartenenza ad un territorio sismicamente classificato non interfeisce con l’intervento poiché non sono previste infrastrutture che possano subire danneggiamenti .
- INCENDI BOSCHIVI (L.N.353/2000)
L’area non risulta essere stata colpita da incendi.
- BENI DEMANIALI CIVICI (L.N.1766/1927-L.R. N.25/1988)
Non sono presenti
- VINCOLO IDROGEOLOGICO (R.D. N.3267/1923)
L’area non è interessata da vincolo idrogeologico così come documentato dalla cartografia allegata e pertanto il progetto è coerente.
- CATEGORIA DI TUTELA DEL P.R.P.
L'area di progetto è inclusa nella perimetrazione “C1”: trasformabilità condizionata.
- AREE PROTETTE – PARCHI (L.N. 394/91)
L’area non interessa nessuna area protetta o parco, né nelle sue immediate vicinanze sono delimitate aree di questa natura.
- VINCOLO PAESAGGISTICO (L. 1497/39) E ZONE DI INTERESSE ARCHEOLOGICO (L. 1089/39)
L’area in progetto non ricade all’interno delle zone soggette a vincolo paesaggistico di cui alla L.1497/39 ed ad interesse archeologico di cui alla L 1089/39.
- BENI CULTURALI E DI SPECIFICA TUTELA (Art. 12-11 D.Lgs. N 42/2004)
Non vi sono né beni culturali né beni oggetti di specifiche disposizioni di tutela.
- BENI PAESAGGISTICI (interesse pubblico art.136 D.Lgs. N.42/2004)
Nell’area oggetto di studio e nel suo intorno non vi sono oggetti di notevole interesse pubblico né bellezze panoramiche o punti di vista.
- BENI PAESAGGISTICI (interesse paesaggistico art.142 D.Lgs. N.42/2004)
L’area interessata è esterna alla fascia dei 150 m del F. Tordino. Ad Est scorre la parte finale del “Fosso Pozzo di Riaccio”. Sono definite “acque pubbliche” e quindi generanti fascia di rispetto di 150 m tutti ai sensi dell'art. 142 lettera c): “c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna ; Il “fosso” non è nell'elenco 1775/1933 (fonte: www.provincia.teramo.it/aree-tematiche/urbanistica-e- pianificazione-territoriale/protezione-civile-e-difesa-del-suolo/risorsa-acqua-e-linee-elettriche/acque- pubbliche/Elenco-completo-acque-pubbliche-A4.pdf/view) e quindi non soggetto alla definizione di una fascia di 150 m dalle sponde da sottoporre a vincolo paesaggistico. In tal senso pertanto la perimetrazione di cui al PRG non ha sostegno giuridico.
- PATRIMONIO FORESTALE (D.LGS N.227/2001) E FLORA SPECIALE PROTETTA (L.R. N.45/1979)
L’ambiente nel quale s’inserisce il progetto è caratterizzato da una attività agricola diffusa. Si tratta di un’area modificata dall’attività dell’uomo, non rc'è presenza di una flora endemica protetta né di aree forestali, nel senso stretto del termine, né di aree destinate ad arboricoltura.
B.2. RISORSE NATURALI DELLA ZONA
Il paesaggio è conformato secondo l’uso delle piane alluvionali dedite all'agricoltura e l’uso prevalente è legato al seminativo semplice.
A meno della vegetazione ripariale del Tordino il contesto utilizzato ai fini agricoli non presenta coperture vegetali spontanee d’alto fusto o arbustive se non nella demarcazione dei confini o poco più
Trattasi di vertisuolo rimaneggiato dalle lavorazioni principali (aratura, erpicatura).
Ai margini delle aree coltivate è talora presente una fascia continua di essenze spontanee di basso medio fusto a costituire una quinta di verde.
Gi indici di riferimento più significativi per l’areale sono:
Tipo di clima = Umido della regione submediterranea di transizione zona “D”; Tipo di deflusso = definitivamente exoreico;
Regime termico dei suoli = regime mesieo;
Concentrazione delle piogge = medie annue sui 900 mm, con concentrazione nelle stagioni primaverili ed autunnali con ridotto periodo siccitoso estivo;
B.3. CAPACITA’ DI CARICO DELL’AMBIENTE NATURALE
L’intervento di recupero ambientale è mirato a reintrodurre nell’immediato le coperture vegetali, erbacee, arbustive e arboree e riportare l’ambiente naturale simile a quello circostante.
Dopo la semina e piantagione, verranno realizzate tutte le cure colturali necessarie all’attecchimento delle specie vegetali.
C – CARATTERISTICHE DELL’IMPATTO POTENZIALE
Nell’insieme il progetto si inserisce in un paesaggio complessivamente rurale nel quale è comunque evidente l’impronta antropica con la presenza di diverse attività produttive..
Si osserva nell’intorno che la suddivisione particellare e delle proprietà identifica le diverse vocazionalità produttive fermo restando un prevalente uso a seminativo semplice.
Inoltre nell’ambito di molte centinaia di metri non sono presenti insediamenti antropici stanziali di rilievo, rappresentati da agglomerati di civili abitazioni. Non sono rilevati e rilevabili nel sito beni storico-architettonici o insiemi di particolare valore come risulta dalla cartografia regionale di delimitazione delle aree di interesse paesaggistico archeologico. L’areale quindi, nel suo insieme non possiede punti di vista o angoli visuali particolari che ne valorizzino l’aspetto paesaggistico.
Il completamento del progetto di ripristino prevede il recupero delle superfici depresse residue dell’escavazione ed il loro rapido reinserimento nel contesto paesaggistico e naturalistico circostante.
Nella realizzazione del progetto si parte dalla considerazione che le operazioni di risanamento ambientale sono già in buona parte realizzate e le attività da svolgere sono esclusivamente operazioni di riempimento di vuoti già scavati.
Ciò detto emerge un quadro favorevole circa gli impatti presumibili generati.
Non si avranno modificazioni del territorio se non nel senso della sua ricomposizione morfologica ante operam e le perturbazioni percepibili della componente atmosferica o idrica sono trascurabili e totalmente reversibili.
Altresì non avremo impatti sulle biocenosi floro-faunistiche, disagi o fastidi particolari per la popolazione (5 transiti al giorno di autocarri e lavorazione di spandimento a cadenza settimanale).
È quindi evidente che non si avranno ricadute negative sull'ambiente ma solo impatti migliorativi coniugato con un migliore reinserimento paesaggistico del sito e la sua restituzione alla pratica agricola.
Atmosfera: impatto
Come abbiamo visto le emissioni di polveri e la pressione acustica sono riconducibili a valori limitati nel tempo e nei valori e circoscritti al perimetro del cantiere.
Ambiente idrico: impatto
Tutte le lavorazioni avvengono in estraneità rispetto ai corpi idrici superficiali da cui si dista un paio di centinaia di metri e anche rispetto alla falda freatica che si trova mediamente alla profondità media di 7.5 m dal vecchio piano campagna e i nostri riporti rispettano sempre ed ovunque un abbondante franco.
Suolo e sottosuolo: impatto
E’ da escludere del tutto la possibilità di interferenza o contaminazione del suolo e sottosuolo, in ragione della tipologia di intervento, del materiale utilizzato per il ripristino e della mancanza di sorgenti inquinanti.
Per quanto riguarda il sottosuolo va anche ribadito che l'attività estrattiva è ormai conclusa da diversi anni e che la prosecuzione e il completamnto dei lavori di risanamento non interferisce con gli strati inferiori del terreno.
Flora e fauna: impatto
non sono ipotizzabili interferenze con il sistema vegetale dell’area di interesse, per cui si può considerare assente l’impatto su tale componente.
Non sono attesi impatti significativi sulla componente faunistica dell’area, in quanto con l’opera proposta non si introdurranno nell’ambiente elementi perturbativi o pregiudicanti la presenza di specie animali attualmente riscontrabili. La rapida conclusione del risanamento, al contrario, potrà determinare un effetto positivo sulle componenti biotiche potenzialmente presenti.
Paesaggio: impatto
La componente visiva del paesaggio, in un contesto “urbanizzato” e dal regolare utilizzo ai fini agricoli trarrà vantaggio dalla ricomposizione della regolarità delle forme con il totale ritombamento e la riconnessione con le quote circostanti.
Portale Web Regione Abruzzo 2013 Area di intervento | Sistema di Riferimento: WGS84 UTM 33 | Coordinate di Stampa: N.O.: X: 412.731,27 Y: 4.730.864,61 S.E.: X: 414.146,79 Y: 4.728.967,54 | 1554474081198 | |||
Data di Stampa: 05/04/2019 | Scala: 10.000 | Formato: A4 - V | ||||
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Portale Web Regione Abruzzo 2013 Area di intervento | Sistema di Riferimento: WGS84 UTM 33 | Coordinate di Stampa: N.O.: X: 412.731,27 Y: 4.730.864,61 S.E.: X: 414.146,79 Y: 4.728.967,54 | 1554474019630 | |||
Data di Stampa: 05/04/2019 | Scala: 10.000 | Formato: A4 - V | ||||
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Portale Web Regione Abruzzo 2013 | Sistema di Riferimento: WGS84 UTM 33 | Coordinate di Stampa: N.O.: X: 413.159,69 Y: 4.730.270,75 S.E.: X: 413.867,45 Y: 4.729.322,22 | 1558016305432 | |||
Data di Stampa: 16/05/2019 | Scala: 5.000 | Formato: A4 - V | ||||
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Portale Web Regione Abruzzo 2013 Vincolo Idrogeologico Area di progetto | Sistema di Riferimento: WGS84 UTM 33 | Coordinate di Stampa: N.O.: X: 412.178,08 Y: 4.731.473,26 S.E.: X: 414.867,84 Y: 4.727.587,06 | 1559202195449 | ||||
Data di Stampa: 30/05/2019 | Scala: 13.000 | Formato: A3 - V | |||||
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Area di progetto Ambito fluviale Fiumi Tordino e Vomano «C1" Trasformabilità condizionata | Sistema di Riferimento: WGS84 UTM 33 | Coordinate di Stampa: N.O.: X: 413.163,66 Y: 4.730.328,3 S.E.: X: 413.871,42 Y: 4.729.379,76 | 1558016505997 | |||
Data di Stampa: 16/05/2019 | Scala: 5.000 | Formato: A4 - V | ||||
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Area di progetto
Fascia di 150 m sponda Tordino
«Fosso» Pozzo di Riaccio:
150 m
non incluso tra le «acque pubbliche»
Fosso Pozzo di Riccio