INTRODUZIONE FINALITÀ
DI POTENZIALI CASI DI BULLISMO E CYBERBULLISMO
I.C. “X. XXXXXXXXX” NOVENTA VICENTINA
INTRODUZIONE FINALITÀ
Il presente Protocollo, inserito in allegato al Regolamento di Istituto, è rivolto ai docenti ed ai vari professionisti che lavorano all’interno della scuola e contiene le indicazioni operative per la gestione dell’emergenza di potenziali casi di bullismo e cyberbullismo che coinvolgano gli studenti dell’Istituto Comprensivo “X. Xxxxxxxxx” di Noventa Vicentina. Il protocollo per le emergenze non vuole essere un approccio alle problematiche del bullismo e del cyberbullismo alternativo alla prevenzione, ma complementare. L’approccio della prevenzione resta di fondamentale importanza perché permette di far crescere la consapevolezza e mantenere l’attenzione sul tema nel contesto scolastico. L’adozione di questo protocollo per la gestione dei casi potenziali di bullismo o cyberbullismo è finalizzato a:
- evitare che un caso non venga riconosciuto;
- capire il livello di gravità del caso;
- interrompere/alleviare la sofferenza della vittima;
- responsabilizzare il bullo e prendersi cura della maturazione delle sue competenze sociali;
- occuparsi di tutti i soggetti coinvolti (sostenitori della vittima, complici del bullo e spettatori);
- collaborare in maniera efficace con i genitori considerandoli alleati con i quali condividere strategie, obiettivi ed informazioni sulle competenze dei ragazzi;
- costruire rete col territorio;
- rendere evidente presso gli studenti la non accettabilità di comportamenti di bullismo e cyberbullismo.
Affinché il protocollo diventi uno strumento efficace per la gestione dei casi di bullismo e cyberbullismo è opportuno che venga fatto conoscere presso i docenti, le famiglie e gli stessi studenti.
DEFINIZIONI DI BULLISMO E CYBERBULLISMO
Possiamo parlare di bullismo quando:
- si verificano comportamenti di prevaricazione diretta o indiretta ripetuti nel tempo;
- esiste una disparità di forze tra i soggetti coinvolti (squilibrio di potere tra il bullo in posizione dominante e la vittima debole / incapace di difendersi);
- i comportamenti di prevaricazione avvengono frequentemente alla presenza di altri compagni, spettatori o complici, che possono assumere un ruolo di rinforzo del comportamento.
NOTA BENE Non si può parlare di bullismo se si verificano singoli episodi di prepotenza di tipo occasionale. Questi episodi, più o meno gravi, rientrano in altre tipologie di comportamento (scherzo, litigio, reato). Comportamenti occasionali di prepotenza o scherzi che eccedono in umiliazioni vanno comunque monitorati perché non si trasformino in bullismo.
Il bullismo deve essere distinto anche dal “disturbo della condotta” che è una patologia e, come tale, richiede un intervento di supporto specifico da parte della scuola.
Il cyberbullismo può essere considerato una variante del bullismo, perché i comportamenti di prepotenza caratteristici del bullismo si svolgono online. In particolare possiamo parlare di cyber bullismo quando:
- il comportamento di prepotenza è deliberato, non accidentale;
- il comportamento non è incidentalmente isolato, ma è reiterato nel tempo;
- c’è squilibrio di potere e il cyber bullo provoca un danno ad una vittima;
- vengono utilizzati dispositivi elettronici; particolarmente insidioso si sta rivelando l’utilizzo di Social network quali Facebook, WhatsApp, Instagram, Tik Tok, Snapchat, Telegram, Twich…
Alcune caratteristiche rendono i comportamenti di prepotenza nel contesto virtuale particolarmente problematici e pericolosi:
- il livello di intenzionalità di una azione del contesto virtuale può non essere pienamente consapevole, perché i ragazzi non sempre si rendono conto delle conseguenze dei loro comportamenti in rete;
- il comportamento di prevaricazione può diffondersi senza limiti di spazio e di tempo (velocità di diffusione e permanenza nel tempo);
- le vittime possono non conoscere l’aggressore, che può nascondersi dietro ad un presunto anonimato (anche se si tratta di un’illusione, perché è sempre possibile per la Polizia Postale risalire all’identità di chi agisce in rete);
- gli spettatori dei comportamenti di prevaricazione sono un numero potenzialmente infinito;
- chi agisce nel contesto virtuale non sempre vede immediatamente le conseguenze delle proprie azioni e questo può ostacolare la comprensione empatica della sofferenza provocata;
- ciò che rende potenti o deboli nel contesto virtuale spesso è diverso da ciò che rende potenti o deboli nel contesto “faccia a faccia”.
Sono state comunemente descritte diverse tipologie di cyberbullismo a seconda del tipo di comportamento agito (flaming, harassment, cyberstalking, denigration, impersonation, tricy o outing, esclusion, sexting). La “Piattaforma XXXXX” propone la seguente classificazione che tiene conto anche delle modalità con cui avviene il comportamento di cyberbullismo:
- scritto-verbale: offese e insulti tramite messaggi di testo, e-mail, pubblicati su siti, social network o tramite telefono (es. telefonate mute);
- visivo: diffusione di foto o video che ritraggono situazioni intime, violente o spiacevoli tramite cellulare, siti web e social network;
- esclusione: esclusione dalla comunicazione online, dai gruppi;
- impersonificazione: furto, appropriazione, uso e rivelazione ad altri di informazioni personali come le credenziali d’accesso all’account e-mail, ai social network.
RIFERIMENTI NORMATIVI
I riferimenti normativi del presente protocollo sono i seguenti:
- Regolamento (UE) n. 2016/679 General Data Protection Regulation GDPR, aggiornato alle rettifiche pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea 127 del 23 maggio 2018;
- Legge 29 maggio 2017, n. 71, Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo;
- Linee Guida 2019 per l’uso positivo delle tecnologie digitali e la prevenzione dei rischi nelle scuole;
- Linee di Orientamento 2021 per la prevenzione e il contrasto del Bullismo e Cyberbullismo.
PROCEDURE SCOLASTICHE IN CASO DI ATTI DI BULLISMO E DI CYBERBULLISMO
1.
PRIMA SEGNALAZIONE
2.
VALUTAZIONE APPROFONDITA
protetta
diretta
La procedura di intervento adottata dal presente Protocollo per la gestione dei casi di bullismo e cyberbullismo segue le indicazioni della “Piattaforma ELISA” (xxxxx://xxx.xxxxxxxxxxxxxxxx.xx/ formazione in E-Learning degli Insegnanti sulle Strategie Antibullismo) frutto della collaborazione tra il MIUR e il Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia dell’Università di Firenze. La “Piattaforma XXXXX” propone una procedura di intervento che si compone di 4 fasi secondo il seguente schema:
3.
SCELTA DELL’INTERVENTO E DELLA GESTIONE DEL CASO
3.1
APPROCCIO EDUCATIVO CON LA CLASSE
3.2
INTERVENTO INDIVIDUALE CON IL BULLO E CON LA VITTIMA
3.3
GESTIONE DELLA RELAZIONE
3.4
COINVOLGIMENTO DELA FAMIGLIA
4.
MONITORAGGIO
3.5
SUPPORTO INTENSIVO, A LUNGO TERMINE E DI RETE
1. PRIMA SEGNALAZIONE
La prima segnalazione ha lo scopo di attivare un processo di attenzione e di successiva valutazione rispetto ad un presunto caso di bullismo o cyberbullismo. Può avvenire in forma “diretta” attraverso la segnalazione ad un docente di riferimento della classe nel corso di un colloquio oppure, nel caso in cui si voglia percorrere la via di una segnalazione “protetta”, attraverso l’utilizzo del MODELLO DI SEGNALAZIONE (allegato 1) che è scaricabile dal sito della scuola e allegato in calce a questo protocollo. Il modello può essere compilato da tutti coloro che vivono la scuola (alunni, docenti, personale ATA, genitori, …) e dovrà essere consegnato brevi manu presso la Segreteria didattica o inviato alla mail xxxxxxxxxxxx@xxxxxxxxxxxx.xxx.xx.
La prima segnalazione viene presa in carico dal Team Antibullismo e non è detto che la stessa corrisponda necessariamente a un vero e proprio caso di bullismo.
Il Team Antibullismo attiva un processo di presa in carico di una situazione che deve essere valutata in modo approfondito.
2. VALUTAZIONE APPROFONDITA
Nel più breve tempo possibile dal momento della ricezione del modulo di segnalazione il Team Antibullismo mette a calendario dei colloqui con le persone che ritiene possano contribuire alla valutazione approfondita del presunto caso di bullismo o cyberbullismo (chi ha effettuato la segnalazione, la vittima, il bullo, i testimoni, gli insegnanti di classe, i genitori...).
Quando si verificano episodi acuti di bullismo, la prima azione deve essere orientata alla tutela della vittima, includendo successivamente, il bullo/prevaricatore e il gruppo classe.
In generale, in caso di episodio sospetto e/o denunciato, si suggerisce di seguire il seguente schema di intervento:
- colloquio individuale con la vittima;
- colloquio individuale con il bullo/prevaricatore;
- possibile colloquio con i bulli/prevaricatori insieme (in caso di gruppo);
- possibile colloquio con vittima e bullo/i-prevaricatore/i se le condizioni di consapevolezza lo consentono;
- coinvolgimento dei genitori di vittima e bullo/i-prevaricatore/i.
Tuttavia, essendo ogni situazione di bullismo differente in termini di modalità, è opportuno valutare di volta in volta quale sia l’ordine più efficace. Si ricorda che, in base alle norme vigenti:
- in caso di rilevanza penale del comportamento è obbligo della scuola segnalare l’evento all’autorità giudiziaria;
- in caso di segnalazione di episodi cyberbullismo, il dirigente scolastico ha l’obbligo di informare tempestivamente la famiglia come indicato nella L.71/2017. Si consiglia, in ogni caso, una preventiva consultazione con il Team Antibullismo e il Team per l’Emergenza al fine di concordare al meglio le comunicazioni ed eventuali strategie e tempi d’intervento.
Le informazioni emerse dai colloqui vengono raccolte nel MODULO DI VALUTAZIONE APPROFONDITA (allegato 2)
SCOPO | CONTENUTO | CHI | QUANDO | DOVE |
Raccolta di informazioni per valutare esattamente la tipologia e la gravità dei fatti e definire un intervento | - informazioni sull’accaduto; - tipologia e gravità dei fatti; - informazioni su chi è coinvolto e con quale ruolo (presunto bullo, vittima, testimoni passivi, difensori del presunto bullo e della presunta vittima); | Viene effettuata dal Team Antibullismo (almeno due componenti) attraverso interviste e colloqui con gli attori principali, singoli o gruppi | Entro pochi giorni da quando è stata presentata la scheda di segnalazione diretta o attraverso il modulo | Se i fatti di cyberbullismo avvengono fuori dal contesto scolastico ma: - vengono riportati da uno o più alunni; - hanno attinenza diretta/indiretta con la scuola; il Team si attiva per quanto di competenza della scuola e anche in un’ottica educativo-formativa di tipo olistico. Vengono informati: - il consiglio di classe; |
- livello di sofferenza della presunta vittima; | - i genitori; | |||
- gli alunni coinvolti; | ||||
- caratteristiche di rischio del presunto bullo | - le autorità competenti |
In questa fase è importante astenersi dal formulare giudizi; è piuttosto necessario creare un clima di empatia, di solidarietà e di disponibilità al confronto che permetta un’oggettiva raccolta di informazioni; l’adulto è un mediatore in un contesto neutro.
Tutto il Consiglio di Classe costituisce parte coinvolta e di supporto nell’affrontare la situazione segnalata al fine di: raccogliere ulteriori informazioni, concordando modalità di soluzione e analizzando le risorse disponibili dentro e fuori della scuola (psicologo, medico di base, servizi sociali del territorio, altri…)
Tabella 1. PROTOCOLLO DI INTERVENTO PER UN PRIMO ESAME NEI CASI ACUTI E DI EMERGENZA
Intervento con la vittima | Intervento con il bullo |
- accogliere la vittima in un luogo tranquillo e riservato; - mostrare supporto alla vittima e non colpevolizzarla per ciò che è successo; - far comprendere che la scuola è motivata ad aiutare e sostenere la vittima; - informare progressivamente la vittima su ciò che accade di volta in volta; - concordare appuntamenti successivi (per monitorare la situazione e raccogliere ulteriori dettagli utili); - assicurare la riservatezza. | - importante, prima di incontrarlo, essere al corrente di cosa è accaduto; - accogliere il presunto bullo in una stanza tranquilla, non accennare prima al motivo del colloquio; - iniziare il colloquio affermando che si è al corrente dello specifico episodio offensivo o di prevaricazione; - fornire al ragazzo/a l’opportunità di esprimersi, favorire la sua versione dei fatti; - mettere il presunto bullo di fronte alla gravità della situazione; - non entrare in discussioni; - cercare insieme possibili soluzioni ai comportamenti prevaricatori; - ottenere, quanto più possibile, che il presunto bullo dimostri comprensione del problema e bisogno di riparazione; - in caso di più bulli, i colloqui avvengono preferibilmente in modo individuale con ognuno di loro, uno di seguito all’altro, in modo che non vi sia la possibilità di incontrarsi e parlarsi; - una volta che tutti i bulli sono stati ascoltati, se ritenuto necessario, si procede al colloquio di gruppo; - assicurare la riservatezza. |
Colloquio di gruppo con i bulli | |
- iniziare il confronto riportando quello che è emerso dai colloqui individuali; - l’obiettivo è far cessare le prevaricazioni individuando soluzioni positive; | |
Far incontrare prevaricatore e vittima – questa procedura può essere adottata solo se le parti sono pronte (a seguito di parere positivo dello psicologo) e il Team rileva un genuino senso di pentimento e di riparazione nei prepotenti; è importante: - ripercorrere l’accaduto lasciando la parola al bullo/i; - ascoltare il vissuto della vittima circa la situazione attuale; - condividere le soluzioni positive e predisporre un piano concreto di cambiamento anche in collaborazione con il consiglio di classe e degli esperti intervenuti nella gestione del caso. | |
Coinvolgimento del gruppo classe o di possibili spettatori – Questa azione si consiglia solo quando possiamo rilevare un chiaro segnale di cambiamento nel presunto bullo (o più di uno) e il coinvolgimento del gruppo non implica esposizioni negative della vittima, ma può facilitare la ricostruzione di un clima e di relazioni positive nella classe; anche in questa circostanza procederà sentito il parere del consiglio di classe e degli esperti intervenuti. |
3. SCELTA DELL’INTERVENTO
Dalla lettura dei dati della scheda di valutazione approfondita è possibile stabilire il livello di rischio e, conseguentemente, il tipo di intervento da fare:
LIVELLO DI RISCHIO DI BULLISMO E DI VITTIMIZZAZIONE | LIVELLO SISTEMATICO DI BULLISMO E VITTIMIZZAZIONE | LIVELLO DI URGENZA DI BULLISMO E VITTIMIZZAZIONE | ||||||
Codice verde | Codice giallo | Codice Rosso | ||||||
Situazione da monitorare | Interventi indicati e | Intervento di emergenza | ||||||
con interventi di | strutturati a scuola e in | con supporto della rete (es. | ||||||
prevenzione e formazione | sequenza coinvolgimento | attivazione, in accordo con la | ||||||
nelle classi da parte del | della rete se non ci sono | famiglia, di attività di supporto | ||||||
personale docente e/o esperti esterni. | risultati | psicologico mirato e/o di percorsi educativi specifici) |
Sulla base di quanto rilevato:
− se i fatti NON SONO configurabili come bullismo o cyberbullismo non si interverrà in modo specifico, ma si proseguirà con il piano educativo (prevenzione universale);
− se i fatti SONO confermati da prove oggettive: raccolte le informazioni e valutata la gravità della situazione della vittima, del bullo e del gruppo/contesto il Team Antibullismo deciderà quali azioni intraprendere.
Nel caso in cui i fatti siano confermati, si procede con la convocazione del Consiglio di classe e valutazione del tipo di provvedimento disciplinare facendo riferimento al Regolamento di Istituto, secondo la gravità in un’ottica di giustizia riparativa.
approccio educativo con la classe | Insegnanti di classe | ||
Insegnanti di classe
Dirigente scolastico Team Antibullismo
coinvolgere la famiglia
gestione della relazione
intervento individuale
approccio educativo con la classe
supporto a lungo termine e di rete
Accesso ai servizi del territorio tramite Dirigente scolastico; Team Antibullismo; famiglia
coinvolgere la famiglia
Dirigente scolastico Team Antibullismo
intervento individuale
Psicologo della scuola
Insegnante con competenze trasversali
Psicologo della scuola
Insegnante con competenze trasversali
Team Antibullismo
Psicologo della scuola
Insegnante con competenze trasversali
CODICE ROSSO
CODICE GIALLO
Quando la valutazione approfondita evidenzia un “livello di rischio di bullismo/cyberbullismo e vittimizzazione” (CODICE VERDE) significa che le prepotenze non hanno ancora assunto un carattere di sistematicità, ma la situazione va comunque monitorata. In questo caso sono sicuramente indicati interventi preventivi con la classe al fine di attivare risorse che possano ostacolare lo sviluppo di comportamenti di prevaricazione.
Quando la valutazione approfondita evidenzia un “livello sistematico di bullismo/cyberbullismo e vittimizzazione” (CODICE GIALLO) significa che le prepotenze sono ripetute nel tempo e, di conseguenza, la sofferenza della vittima è piuttosto evidente. Si rende indispensabile un intervento tempestivo e specificamente mirato ad alleviare la sofferenza della vittima, a responsabilizzare il bullo e a prendersi cura di tutti gli altri soggetti coinvolti.
Quando la valutazione approfondita evidenzia un “livello di urgenza di bullismo/cyberbullismo e vittimizzazione” (CODICE ROSSO) significa che il livello di gravità degli eventi di prevaricazione richiede un intervento urgente, intensivo e coordinato con le risorse del territorio.
Il livello di urgenza di bullismo e vittimizzazione prevede: | 1. Comunicazione alla famiglia della vittima da parte del docente coordinatore (convocazione scritta o telefonica) |
2. Comunicazione ai genitori del bullo/cyberbullo (convocazione) con lettera del Dirigente | |
3. Eventuale avvio della procedura giudiziaria: denuncia ad un organo di polizia o all’autorità giudiziaria (Carabinieri, Polizia Postale, ecc.) per attivare un procedimento di ammonimento o penale (eventuale querela di parte) | |
4. Nel caso la famiglia non collabori, giustifichi, mostri atteggiamenti oppositivi o comunque inadeguatezza, debolezza educativa o sia recidiva nei comportamenti: segnalazione ai Servizi Sociali del Comune |
3. LA GESTIONE DEL CASO
Una volta stabilito il livello di priorità dell’intervento (livello di rischio / sistematico / di urgenza), il Team per le emergenze, in base alla gravità della situazione e tenendo conto delle risorse che la scuola può mettere in campo, potrà scegliere il tipo di intervento da attivare per la gestione del caso:
- approccio educativo con la classe;
- intervento individuale;
- gestione della relazione;
- coinvolgere la famiglia;
- supporto intensivo a lungo termine e di rete.
Il Team per le emergenze, in coordinamento con il Dirigente Scolastico, valuterà quale o quali degli interventi mettere in atto, in quale ordine e chi se ne occuperà (non necessariamente i membri del Team).
3.1 APPROCCIO EDUCATIVO CON LA CLASSE
L’approccio educativo con la classe può avere uno o entrambi i seguenti obiettivi:
- affrontare direttamente l’accaduto con la classe;
- sensibilizzare la classe rispetto al fenomeno generale.
Per aumentare la consapevolezza relativa ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, alle emozioni implicate e all’importanza del ruolo degli spettatori passivi, si possono analizzare insieme ai ragazzi alcuni stimoli di approfondimento di tipo letterario o video oppure si possono utilizzare tecniche di rielaborazione come il brainstorming o il role playing.
Il Team per le emergenze coinvolge gli insegnanti della classe nella ideazione e realizzazione di questo tipo di intervento.
L’approccio educativo con la classe è raccomandabile quando:
- tutto il gruppo è stato coinvolto nell’accaduto;
- la valutazione approfondita ha evidenziato un livello di rischio oppure la sofferenza della vittima e di gravità della situazione non sono molto elevate;
- nel gruppo classe ci sono persone di cui la vittima si fida e che possono essere attivate e responsabilizzate verso una azione di supporto e di difesa della vittima stessa.
3.2 INTERVENTO INDIVIDUALE CON IL BULLO E CON LA VITTIMA
L’intervento individuale prevede la gestione del caso di bullismo o cyberbullismo coinvolgendo direttamente il bullo e la vittima. Soppesando attentamente le risorse a disposizione e le caratteristiche della situazione il Team per le emergenze può usare i seguenti strumenti:
con il BULLO | con la VITTIMA |
- colloquio di responsabilizzazione; - intervento psico-educativi (con lo psicologo); - sanzioni disciplinari. | - colloquio di supporto; - intervento psico-educativo (con lo psicologo). |
Con gli studenti che hanno agito un comportamento prepotente l’intervento individuale
ha la funzione di dare un supporto per:
- preoccuparsi per le conseguenze delle proprie azioni;
- rispettare i diritti dell’altro;
- controllare la propria rabbia ed impulsività;
- potenziare le competenze emotive e abilità empatiche;
- trovare modi più funzionali per avere l’attenzione dei pari ed affermarsi nel gruppo.
Con gli studenti che hanno subito un comportamento prepotente l’intervento individuale ha la funzione di dare un supporto per:
- essere più assertivi;
- gestire le emozioni spiacevoli;
- sviluppare fiducia in sé e nelle proprie capacità e punti di forza;
- sviluppare competenze sociali;
- dar fiducia che il bullismo possa essere risolto. L’intervento individuale è raccomandabile quando la valutazione approfondita fatta dal Team Antibullismo evidenzia un “livello sistematico di bullismo/cyberbullismo e vittimizzazione” o un “livello di urgenza di bullismo/cyberbullismo e vittimizzazione”.
3.3 GESTIONE DELLA RELAZIONE
La strategia di intervento di gestione della relazione ha come obiettivo quello di aiutare i ragazzi coinvolti nella dinamica di bullismo o cyberbullismo a comprendere ciò che è accaduto, a responsabilizzarsi e a creare i presupposti per ricostruire in positivo la relazione. Nella gestione della relazione ci sono due metodi principali:
- il metodo della mediazione;
- il metodo dell’interesse condiviso.
Il metodo della mediazione è un tipo di approccio che permette di arrivare con successo alla risoluzione costruttiva del problema, esplorando le cause del conflitto e promuovendo una soluzione condivisa da entrambe le parti. Prevede di preparare gli studenti, attraverso colloqui individuali, ad un incontro condiviso finalizzato a trovare una soluzione di soddisfazione reciproca. In mancanza di un mediatore molto esperto (es. psicologo scolastico) è preferibile che siano presenti due mediatori per rendere più efficace questo tipo di intervento.
Il metodo dell’interesse condiviso utilizza un approccio non punitivo, ma riparatorio con gruppi di studenti sospettati di aver messo in atto prepotenze verso altri e può prevedere anche il coinvolgimento dei potenziali spettatori. Ci si aspetta che il contrasto alle dinamiche di prevaricazione sia importante non solo per la vittima ma per tutto il gruppo.
3.4 COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA
L’articolo 5 della Legge n.71 del 29 maggio 2017 recita: “1. Salvo che il fatto costituisca reato, in applicazione della normativa vigente e delle disposizioni di cui al comma 2, il dirigente scolastico che venga a conoscenza di atti di cyberbullismo ne informa tempestivamente i soggetti esercenti la responsabilità genitoriale ovvero i tutori dei minori coinvolti e attiva adeguate azioni di carattere educativo”. Dunque, quando la valutazione approfondita del Team per le emergenze abbia evidenziato in maniera inequivocabile un livello sistematico oppure un livello di urgenza di bullismo/cyberbullismo e vittimizzazione, il dirigente deve necessariamente e tempestivamente attivare un coinvolgimento della famiglia. A seconda del caso specifico la famiglia può essere coinvolta a livello informativo sia perché è fonte di informazione rispetto all’accaduto, sia per essere informata dei fatti di cui potrebbe non essere a conoscenza. Un altro livello di coinvolgimento consiste poi nel rendere la famiglia parte del processo di risoluzione della situazione e di gestione del caso. Il Team può chiedere alla famiglia di partecipare alla definizione dell’intervento da attuare o di monitorare i cambiamenti nel tempo per valutare l’efficacia dell’intervento.
3.5 SUPPORTO INTENSIVO A LUNGO TERMINE E DI RETE
La scuola chiederà ai servizi territoriali (Servizi sanitari, Servizi sociali, Polizia Postale, Nucleo di Prossimità della Polizia Locale, Carabinieri, …) un supporto esterno in grado di attuare un intervento specialistico, a lungo termine, intensivo e integrato quando:
- gli atti di bullismo o cyberbullismo siano di una gravità elevata (la valutazione approfondita ha evidenziato un livello di urgenza);
- la sofferenza della vittima è molto elevata;
- i comportamenti aggressivi e a rischio dei bulli sono considerevoli.
La scuola, preventivamente, avvia per i casi sopracitati un processo di intesa con i servizi del territorio per costruire una rete in grado di rispondere tempestivamente nel momento in cui si dovesse attivare un intervento.
I ragazzi e le ragazze che compiono azioni di bullismo o cyberbullismo possono commettere reati che vanno segnalati alle autorità competenti. Secondo il codice penale italiano i comportamenti penalmente rilevanti in questi casi sono: molestia (art.660 cp), diffamazione (art.595 cp), minaccia (art.612 cp), estorsione (art.629 cp), percosse (art.581 cp) e/o lesioni (art.582 cp), istigazione al suicidio (art.580 cp), violenza sessuale di gruppo (art.609 cp), detenzione di materiale pornografico (art.600 quater cp), atti persecutori (art.612 bis cp), sostituzione di persona (art.494 cp).
Il Progetto Generazioni Connesse – Safe Internet Center Italy, coordinato dal MIUR, promuove strategie finalizzate a rendere Internet un luogo più sicuro per gli utenti più giovani e mette a disposizione (vedi xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx) due servizi utili per insegnanti, genitori, ragazzi e bambini: il servizio HELP LINE e il servizio HOT LINE.
HELP LINE: la linea di ascolto 1.96.96 e la chat di Telefono Azzurro accolgono qualsiasi richiesta di ascolto e di aiuto da parte di bambini/e e ragazzi/e fino ai 18 anni o di adulti che intendono confrontarsi su situazioni di disagio/pericolo in cui si trova un minorenne. Il servizio di helpline è riservato, gratuito e sicuro, dedicato ai giovani o ai loro familiari che possono chattare, inviare e-mail o parlare al telefono con professionisti qualificati relativamente a dubbi, domande o problemi legati all’uso delle nuove tecnologie digitali e alla sicurezza online.
HOT LINE: Il servizio hotline si occupa di raccogliere e dare corso a segnalazioni, inoltrate anche in forma anonima, relative a contenuti pedopornografici e altri contenuti illegali/dannosi diffusi attraverso la rete. I due servizi messi a disposizione dal Safer Internet Center sono il “Clicca e Segnala” di Telefono Azzurro e “STOP-IT” di Save the Children.
4. MONITORAGGIO
Ultima fase della procedura è il monitoraggio per supervisionare la gestione del caso e valutare l’efficacia dell’intervento sia a breve che a lungo termine.
È necessario prevedere momenti di follow up con le persone maggiormente coinvolte nella gestione del caso. Si possono organizzare, a seconda della situazione, colloqui di follow up con la vittima, con il bullo, con i famigliari, con gli insegnanti. Perché rimanga traccia di quanto emerso dal colloquio in funzione di una revisione più efficace del processo si usa il MODULO DI MONITORAGGIO (allegato 3).
SCOPO | CONTENUTO | CHI | QUANDO |
Rafforzamento del percorso educativo all’interno della classe e/o del gruppo coinvolto | Informazioni sull’evoluzione della situazione | Il Dirigente, i docenti del consiglio di classe, il referente bullismo e gli altri soggetti coinvolti. Il monitoraggio è rivolto alla vittima e al bullo/cyberbullo | Monitoraggio a breve termine e a lungo termine |
PROTOCOLLO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE DI POTENZIALI CASI DI BULLISMO E CYBERBULLISMO
I.C. “X. Xxxxxxxxx” Noventa Vicentina
MODULO DI PRIMA SEGNALAZIONE (allegato 1)
dei casi di (presunto) bullismo e vittimizzazione
da inoltrare alla mail xxxxxxxxxxxx@xxxxxxxxxxxx.xxx.xx, consegnare in busta chiusa indirizzata alla Dirigente presso la Segreteria didattica di xxx Xxxxxxx, 00 o da compilare da parte del Team in caso di segnalazione diretta
Alla cortese attenzione del Dirigente Scolastico
Data: ………………………………………………. Scuola e plesso: ………………………………………………………
NOME E COGNOME (di chi compila il modulo) ………………………………………………………………………………………………
Chi compila il modulo é:
❏ La presunta vittima
❏ Un compagno/a della presunta vittima o del presunto bullo
❏ Madre / Padre / Xxxxxx della presunta vittima o del presunto bullo
❏ Insegnante
❏ Altro: .....................................................................................................................
1. LA VITTIMA / LE VITTIME (presunta/e):
NOME E COGNOME ………………………………………………………………………………………………………………….. CLASSE……………..…
NOME E COGNOME …………………………………………………………..…………………………………………………….. CLASSE………………..
NOME E COGNOME …………………………………………………………..…………………………………………………….. CLASSE………………..
2. IL BULLO / I BULLI (presunto/i):
NOME E COGNOME ………………………………………………………………………………………………………………….. CLASSE……………..…
NOME E COGNOME …………………………………………………………..…………………………………………………….. CLASSE………………..
NOME E COGNOME …………………………………………………………..…………………………………………………….. CLASSE………………..
3. Descrizione più dettagliata possibile del problema presentato. Fare esempi concreti degli episodi di prepotenza esplicitando i luoghi dell’accaduto ed eventuali testimoni presenti.
…...…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
4. Quante volte e con quale frequenza sono successi gli episodi?
…..………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………….………………………