INDIRIZZI REGIONALI PER LA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE IN MATERIA DI OFFERTA DI ISTRUZIONE E DI RETE SCOLASTICA PER GLI AA.SS.
Allegato 1)
INDIRIZZI REGIONALI PER LA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE IN MATERIA DI OFFERTA DI ISTRUZIONE E DI RETE SCOLASTICA PER GLI XX.XX.
2020/2021 E SEGUENTI AI SENSI DELLA L.R. 12/2003 E SS.MM.II.
PREMESSA
L’assunto condiviso con la sottoscrizione dei firmatari del Patto per il lavoro - le istituzioni locali, le università, l’Ufficio scolastico Regionale per l’Xxxxxx-Romagna, le parti sociali, datoriali e sindacali e il forum del terzo settore - è che il “il destino economico e sociale di un territorio dipende dal livello qualitativo e quantitativo di istruzione dei suoi abitanti. La scolarità è la nuova discriminante sociale sia a livello individuale che collettivo”.
La programmazione territoriale in materia di offerta di istruzione e di rete scolastica richiede l’impegno di tutte le parti nei diversi processi di collaborazione e confronto a livello regionale e a livello territoriale avendo a riferimento le finalità sancite dalla Legge 13 luglio 2015, n. 107, di “affermare il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza e innalzare i livelli di istruzione e le competenze delle studentesse e degli studenti, rispettandone i tempi e gli stili di apprendimento, per contrastare le diseguaglianze socio-culturali e territoriali, per prevenire e recuperare l'abbandono e la dispersione scolastica”.
Obiettivo generale è garantire una organizzazione della rete scolastica e una programmazione dell’offerta formativa adeguate e rispondenti alle politiche educative, alle politiche di welfare e alle politiche per l’occupazione che insieme delineano i cardini della strategia di crescita e di sviluppo coeso e sostenibile di un territorio.
Il presente documento di programmazione deve inoltre promuovere e sostenere la realizzazione di un sistema unitario e integrato a livello regionale di percorsi di istruzione secondaria di secondo grado e di istruzione e formazione professionale (IeFP) che, nel rispetto delle autonomie scolastiche, permetta di sviluppare le competenze dei giovani in coerenza con le opportunità occupazionali del territorio e con le professionalità richieste dalle imprese.
1. IL QUADRO NORMATIVO
I presenti indirizzi si collocano in un quadro istituzionale di programmazione, definito dalle normative nazionali e regionali, che definisce l’assetto organizzativo territoriale ed il sistema di governo locale.
Ai sensi della Legge n. 56 del 7 aprile 2014 “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni” le Province e le Città metropolitane, quali enti con funzioni di area vasta, esercitano tra le funzioni fondamentali, la programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale.
La Legge regionale n. 13 del 30 luglio 2015 di riforma del sistema di governo regionale e locale conferma quanto già disposto dalla Legge regionale n. 12 del 30 giugno 2003 ovvero conferma in capo alla Regione le funzioni di programmazione generale del sistema formativo attraverso la definizione di indirizzi generali per la programmazione territoriale dell'offerta di istruzione. Sono confermate in capo alla Città metropolitana di Bologna e alle Province le funzioni di programmazione della rete scolastica e programmazione dell'offerta formativa inerente all'istruzione, che sono esercitate nel rispetto degli indirizzi della Regione e fatte salve le competenze dei Comuni.
Il presente documento di indirizzo trova inoltre il nuovo e necessario riferimento nel quadro delle norme e delle diposizioni di cui alla Legge 13 luglio 2015, n. 107, di riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e nei successivi decreti legislativi di attuazione, riordino, semplificazione e codificazione delle disposizioni legislative in materia di istruzione.
La norma ha inteso “affermare il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza e innalzare i livelli di istruzione e le competenze delle studentesse e degli studenti, rispettandone i tempi e gli stili di apprendimento, per contrastare le diseguaglianze socio-culturali e territoriali, per prevenire e recuperare l'abbandono e la dispersione scolastica, in coerenza con il profilo educativo, culturale e professionale dei diversi gradi di istruzione, per realizzare una scuola aperta, quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica, di partecipazione e di educazione alla cittadinanza attiva, per garantire il diritto allo studio, le pari opportunità di successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini” dando piena attuazione all'autonomia delle istituzioni scolastiche.
In attuazione di quanto previsto dalla Legge n.107/2015 assume particolare importanza in materia di indirizzi per la programmazione dell’offerta di istruzione il nuovo quadro di cui
al Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 61 di revisione dei percorsi dell'istruzione professionale e di raccordo con i percorsi dell'istruzione e formazione professionale.
Il disegno di revisione dei percorsi di Istruzione Professionale si fonda sulla ridefinizione degli indirizzi e sul potenziamento delle attività didattiche laboratoriali delineando un modello didattico improntato al principio della personalizzazione educativa volta a consentire ad ogni studentessa e ad ogni studente di rafforzare e innalzare le proprie competenze per l'apprendimento permanente a partire dalle competenze chiave di cittadinanza, nonché' di orientare il progetto di vita e di lavoro della studentessa e dello studente, anche per migliori prospettive di occupabilità.
Con riferimento al necessario raccordo tra i percorsi dell'istruzione professionale e i percorsi dell'istruzione e formazione professionale si evidenzia che, la Legge regionale n.
13 del 30 luglio 2015 ha disposto che la Regione eserciti le funzioni in materia di programmazione e attuazione amministrativa dell'offerta formativa inerente all'istruzione e formazione professionale. Con deliberazione dell’assemblea legislativa n. 190 del 20/12/2018, su proposta della Giunta regionale è stato approvato il documento di programmazione triennale in materia di offerta di percorsi di istruzione e formazione professionale per gli xx.xx. 2019/2020 2020/2021 e 2021/2022.
0.XX SCUOLA IN XXXXXX-ROMAGNA
La popolazione scolastica dell’Xxxxxx-Romagna è passata da 402.991 unità nell'a.s. 2000/2001 a 549.100 nell'a.s. 2018/2019, con una crescita di 146.109 alunni. In termini percentuali l'incremento è stato del 36.3%.
Variazioni dati delle scuole statali dall’a.s. 2000-01 all’a.s. 2010-11. Xxxxxx-Romagna | |||
Indicatori | Valori assoluti a.s. 2000/01 | Valori assoluti a.s. 2010/11 | Valori assoluti a.s. 2018/19 |
Alunni | 402.991 | 510.316 | 549.100 |
Classi | 19.830 | 22.950 | 24.902 |
Istituzioni scolastiche | 559 | 567 | 536 |
Sedi - plessi | 2.326 | 2.375 | 2.416 |
Alunni/classe | 20,3 | 22,2 | 22,1 |
Fonte: Elaborazione su dati MIUR. |
Se si considera l'incremento della popolazione scolastica in un arco temporale più contenuto, ovvero rispetto all'a.s. 2010/11, il dato è pari al 7,6%. Un dato che, se confrontato sul piano nazionale, risulta particolarmente significativo e che riflette l'incremento della popolazione emiliano-romagnola in età scolare nella fascia 3-18 anni (+8,1% dal 01/01/2010).
Xxxxxx Xxxxxxx
Toscana Lombardia Piemonte
Lazio Liguria Veneto
Friuli Venezia Giulia
Umbria
-1,7
5,3
5,2
1,7
1,6
0,8
0,7
0,6
0,5
-2,1
-4,6
-6,5
-8,1
-8,1
-9,8
-10,9
-12,1
Marche
Abruzzo Sardegna Campania
Sicilia Puglia Calabria
Basilicata
-14,6
3-5 anni
6-10 anni
11-13 anni
14-18 anni
175.654
196.435
153.387
107.469
122.463
85.069
190.630
208.848
149.796
121.103
89.554
115.446
2000
2010
2018
Italia
7,6
Molise
Con riferimento alla composizione della popolazione scolastica si evidenzia come, dati al 2016/2017, il dato nazionale del 9,4% di alunni con cittadinanza non italiana sul totale sintetizza in realtà un’ampia variabilità territoriale.
La regione in cui gli studenti con cittadinanza non italiana più incidono nel contesto scolastico locale è l’Xxxxxx-Romagna dove quasi il 16 per cento degli studenti non ha la cittadinanza italiana. Segue la Lombardia con il 14,7%, al terzo e al quarto posto si collocano l’Umbria (13,8%) e la Toscana (13,1%), seguite dal Veneto e Piemonte (13,0%) e dalla Liguria (12,3%).
% alunni stranieri
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
Sul territorio nazionale sono presenti 8.290 Istituzioni scolastiche statali di cui 536 in Xxxxxx-Romagna distribuite nei territori provinciali.
Dimensioni del sistema scolastico dell’Xxxxxx-Romagna e confronto con Italia a.s. 2018/19 | |||
Indicatori | Xxxxxx-Romagna | Italia | % E-R su Italia |
Alunni | 549.100 | 7.682.635 | 7,1 |
Classi | 24.902 | 370.611 | 6,7 |
Istituzioni scolastiche | 536 | 8.290 | 6,5 |
Sedi - plessi | 2.416 | 40.879 | 5,9 |
Fonte: Elaborazione su dati MIUR.
Istituzioni scolastiche statali per tipologia e regione_ A.S. 2018/2019 | ||||||
Direzioni Didattiche | Istituti Comprensivi | Istituti I grado | Istituti II grado | CPIA* | Totale Istituzioni Scolastiche | |
Piemonte | 24 | 334 | 11 | 171 | 12 | 552 |
Lombardia | 1 | 773 | 1 | 348 | 19 | 1.142 |
Veneto | 1 | 393 | 0 | 199 | 7 | 600 |
Friuli Venezia Giulia | 0 | 108 | 0 | 59 | 4 | 171 |
Liguria | 0 | 118 | 0 | 66 | 6 | 190 |
Xxxxxx Xxxxxxx | 27 | 312 | 14 | 171 | 12 | 536 |
Toscana | 17 | 286 | 7 | 161 | 11 | 482 |
Umbria | 24 | 66 | 5 | 44 | 1 | 140 |
Marche | 2 | 146 | 0 | 84 | 5 | 237 |
Lazio | 6 | 461 | 1 | 249 | 10 | 727 |
Abruzzo | 8 | 115 | 6 | 65 | 3 | 197 |
Molise | 3 | 26 | 1 | 23 | 2 | 55 |
Campania | 116 | 504 | 50 | 318 | 8 | 996 |
Puglia | 82 | 307 | 38 | 222 | 7 | 656 |
Basilicata | 0 | 72 | 0 | 42 | 2 | 116 |
Calabria | 3 | 227 | 3 | 127 | 6 | 366 |
Sicilia | 92 | 465 | 31 | 253 | 10 | 851 |
Sardegna | 14 | 154 | 7 | 96 | 5 | 276 |
Italia | 420 | 4.867 | 175 | 2.698 | 130 | 8.290 |
Fonte: MIUR Settembre 2018 |
Istituzioni scolastiche statali per tipologia - Xxxxxx-Romagna_ A.S. 2018/2019 | ||||||
Provincia | Direzioni Didattiche | Istituti Comprensivi | Istituti I grado | Istituti II grado | CPIA* | Totale Istituzioni Scolastiche |
Bologna | 4 | 73 | 0 | 32 | 3 | 112 |
Ferrara | 0 | 26 | 0 | 14 | 1 | 41 |
Forlì-Cesena | 7 | 25 | 4 | 18 | 1 | 55 |
Modena | 5 | 49 | 4 | 30 | 1 | 89 |
Parma | 2 | 32 | 1 | 19 | 1 | 55 |
Piacenza | 6 | 15 | 3 | 9 | 1 | 34 |
Ravenna | 0 | 28 | 0 | 15 | 1 | 44 |
Reggio Emilia | 0 | 44 | 0 | 21 | 2 | 67 |
Rimini | 3 | 20 | 2 | 13 | 1 | 39 |
Totale | 27 | 312 | 14 | 171 | 12 | 536 |
Fonte: Ufficio Scolastico Regionale per l’Xxxxxx-Romagna |
Ogni istituzione scolastica può essere costituita da diversi punti di erogazione del servizio (plessi). I plessi attivi nella regione Xxxxxx-Romagna sono complessivamente 2.416, con la seguente ripartizione per ordine di scuola.
Sedi scolastiche statali per regione e livello scolastico_A.S. 2018/2019 | |||||
Infanzia | Primaria | I grado | II grado | Totale sedi scolastiche | |
Piemonte | 1.094 | 1.268 | 524 | 346 | 3.232 |
Lombardia | 1.334 | 2.188 | 1.097 | 653 | 5.272 |
Veneto | 605 | 1.369 | 578 | 356 | 2.908 |
Friuli Venezia Giulia | 300 | 365 | 156 | 123 | 944 |
Liguria | 310 | 418 | 169 | 124 | 1.021 |
Xxxxxx Xxxxxxx | 733 | 945 | 435 | 303 | 2.416 |
Toscana | 929 | 937 | 398 | 333 | 2.597 |
Umbria | 314 | 287 | 112 | 93 | 806 |
Marche | 492 | 438 | 221 | 157 | 1.308 |
Lazio | 1.044 | 1.128 | 567 | 456 | 3.195 |
Abruzzo | 464 | 402 | 212 | 135 | 1.213 |
Molise | 121 | 122 | 72 | 50 | 365 |
Campania | 1.550 | 1.485 | 741 | 625 | 4.401 |
Puglia | 972 | 725 | 415 | 456 | 2.568 |
Basilicata | 212 | 197 | 135 | 107 | 651 |
Calabria | 841 | 809 | 439 | 289 | 2.378 |
Sicilia | 1.521 | 1.398 | 645 | 565 | 4.129 |
Sardegna | 490 | 479 | 313 | 193 | 1.475 |
Italia | 13.326 | 14.960 | 7.229 | 5.364 | 40.879 |
Fonte: MIUR Settembre 2018
Gli alunni che nell’anno scolastico 2018/2019 frequentano le
scuole statali sul territorio nazionale sono 7.682.635, di cui
549.100 studenti frequentano le scuole dell’Xxxxxx-Romagna. La scuola statale emiliano-romagnola, come numero complessivo di alunni frequentanti nei diversi ordini e gradi di scuola, rappresenta il 7,1% del sistema scolastico nazionale.
Alunni e classi per regione. Scuole statali A.S.2018/2019 | ||||||||||
Infanzia | Primaria | I grado | II grado | Totale | ||||||
Regione | ||||||||||
Alunni | Sezioni | Alunni | Classi | Alunni | Classi | Alunni | Classi | Alunni | Classi | |
Piemonte | 67.229 | 3.084 | 175.653 | 9.199 | 111.974 | 5.304 | 175.526 | 7.907 | 530.382 | 25.494 |
Lombardia | 110.493 | 4.780 | 430.360 | 21.042 | 265.256 | 12.190 | 382.472 | 16.738 | 1.188.581 | 54.750 |
Veneto | 42.463 | 1.930 | 213.637 | 11.005 | 134.907 | 6.271 | 203.908 | 8.959 | 594.915 | 28.165 |
Friuli Venezia Giulia | 15.607 | 773 | 48.024 | 2.647 | 30.995 | 1.517 | 49.378 | 2.487 | 144.004 | 7.424 |
Liguria | 19.838 | 863 | 54.049 | 2.845 | 36.602 | 1.693 | 61.302 | 2.701 | 171.791 | 8.102 |
Xxxxxx Xxxxxxx | 51.521 | 2.242 | 188.765 | 9.107 | 117.499 | 5.224 | 191.315 | 8.329 | 549.100 | 24.902 |
Toscana | 64.303 | 2.795 | 150.653 | 7.405 | 98.833 | 4.482 | 167.329 | 7.669 | 481.118 | 22.351 |
Umbria | 17.744 | 770 | 37.306 | 2.041 | 24.009 | 1.124 | 38.606 | 1.816 | 117.665 | 5.751 |
Marche | 31.659 | 1.394 | 65.751 | 3.445 | 41.308 | 1.900 | 71.327 | 3.310 | 210.045 | 10.049 |
Lazio | 86.186 | 3.777 | 241.112 | 12.096 | 156.680 | 7.319 | 249.016 | 11.325 | 732.994 | 34.517 |
Abruzzo | 27.787 | 1.253 | 53.822 | 2.920 | 34.466 | 1.704 | 56.986 | 2.728 | 173.061 | 8.605 |
Molise | 5.416 | 291 | 11.228 | 689 | 7.523 | 390 | 13.912 | 682 | 38.079 | 2.052 |
Campania | 117.140 | 5.961 | 259.339 | 14.146 | 187.798 | 9.441 | 315.284 | 14.753 | 879.561 | 44.301 |
Puglia | 81.187 | 3.733 | 176.188 | 8.924 | 117.931 | 5.497 | 209.676 | 9.571 | 584.982 | 27.725 |
Basilicata | 10.828 | 553 | 22.204 | 1.300 | 15.051 | 800 | 29.971 | 1.515 | 78.054 | 4.168 |
Calabria | 38.626 | 1.983 | 83.536 | 4.981 | 55.249 | 2.926 | 98.337 | 4.907 | 275.748 | 14.797 |
Sicilia | 105.883 | 5.133 | 224.914 | 12.066 | 152.595 | 7.521 | 246.418 | 11.499 | 729.810 | 36.219 |
Sardegna | 25.181 | 1.271 | 61.980 | 3.496 | 40.765 | 2.197 | 74.819 | 4.275 | 202.745 | 11.239 |
Italia | 919.091 | 42.586 | 2.498.521 | 129.354 | 1.629.441 | 77.500 | 2.635.582 | 121.171 | 7.682.635 | 370.611 |
Fonte: MIUR Settembre 2018
Prendendo in esame le scuole secondarie di II grado, su base regionale, trova sostanzialmente conferma la tendenza degli anni precedenti: 83.747 studenti dell’Xxxxxx-Romagna frequentano i licei (43,8%) mentre 107.568 i tecnici-professionali (56,2%). Nel dettaglio sono 66.399 gli alunni degli istituti tecnici (34,7%) e
41.169 quelli degli istituti professionali (21,5%).
Alunni per regione e percorso di studio - Scuola secondaria di II grado statale A.S. 2018/2019 | ||||
Percorso di studi | ||||
Regione | ||||
Licei | Tecnici | Professionali | Totale | |
Piemonte | 83.304 | 58.979 | 33.243 | 175.526 |
Lombardia | 178.316 | 135.875 | 68.281 | 382.472 |
Veneto | 85.144 | 76.833 | 41.931 | 000.000 |
Xxxxxx Xxxxxxx Xxxxxx | 22.721 | 18.207 | 8.450 | 49.378 |
Liguria | 31.729 | 17.229 | 12.344 | 61.302 |
Xxxxxx Xxxxxxx | 83.747 | 66.399 | 41.169 | 191.315 |
Toscana | 82.690 | 49.842 | 34.797 | 167.329 |
Umbria | 21.366 | 10.366 | 6.874 | 38.606 |
Marche | 34.158 | 21.968 | 15.201 | 71.327 |
Lazio | 150.923 | 62.808 | 35.285 | 249.016 |
Abruzzo | 31.620 | 17.420 | 7.946 | 56.986 |
Molise | 6.942 | 4.610 | 2.360 | 13.912 |
Campania | 162.990 | 85.567 | 66.727 | 315.284 |
Puglia | 98.107 | 66.854 | 44.715 | 209.676 |
Basilicata | 14.652 | 8.687 | 6.632 | 29.971 |
Calabria | 46.751 | 32.002 | 19.584 | 98.337 |
Sicilia | 122.849 | 71.594 | 51.975 | 246.418 |
Sardegna | 36.881 | 22.750 | 15.188 | 74.819 |
Italia | 1.294.890 | 827.990 | 512.702 | 2.635.582 |
% Italia | 49,1% | 31,4% | 19,5% | 100,0% |
% Xxxxxx-Romagna | 43,8% | 34,7% | 21,5% | 100,0% |
Fonte: MIUR Settembre 2018
85.000
80.000
75.000
70.000
65.000
60.000
55.000
50.000
77.759
63.692
79.515 81.815 83.747
64.643 65.304 66.399
Tecnico Professionale Licei
45.000
40.000
35.000
43.207 42.862 42.003 41.169
2015/16 2016/17 2017/18 2018/19
Guardando alla scuola secondaria di secondo grado, dall’anno scolastico 2010/2011, con l’emanazione dei Decreti del Presidente della Repubblica nn. 87, 88 e 89 del 15/3/2010, è stato avviato il riordino dell’istruzione secondaria superiore attuando la revisione degli assetti ordinamentali, organizzativi e didattici dei Licei, degli Istituti Tecnici e degli Istituti Professionali.
Il sistema dei Licei | |
LICEO ARTISTICO | Arti Figurative Architettura e Ambiente Design Audiovisivo Multimedia Grafica Scenografia |
LICEO CLASSICO | |
LICEO LINGUISTICO | |
LICEO MUSICALE E COREUTICO | Sezione Musicale Sezione Coreutica |
LICEO SCIENTIFICO | Opzione Scienze Applicate Sezione a indirizzo Sportivo |
LICEO DELLE SCIENZE UMANE | Opzione Economico-Sociale |
Il sistema degli istituti Tecnici | |
SETTORE ECONOMICO Indirizzi: 1. Amministrazione, Finanza e Marketing 2. Turismo | SETTORE TECNOLOGICO Indirizzi: 1. Meccanica, Meccatronica ed Energia 2. Trasporti e Logistica 3. Elettronica ed Elettrotecnica 4. Informatica e Telecomunicazioni 5. Grafica e Comunicazione 6. Chimica, Materiali e Biotecnologie 7. Sistema Moda 8. Agraria, Agroalimentare e Agroindustria 9. Costruzioni, Ambiente e Territorio |
Il sistema degli istituti Professionali | |
SETTORE INDUSTRIA E ARTIGIANATO Indirizzi: 1. Produzioni industriali e artigianali 2. Manutenzione e assistenza tecnica | SETTORE SERVIZI Indirizzi: 1. Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale 2. Servizi socio-sanitari 3. Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera 4. Servizi commerciali |
Con il Decreto Legislativo n. 61 del 16/04/2017 è stata disposta la revisione dei percorsi dell'Istruzione Professionale di Stato a partire dall' a.s. 2018/2019. Di seguito si riportano i nuovi indirizzi di studio.
Indirizzi di studio D.lgs. 61/2017 dall'a.s. 2018/19 |
1. Agricoltura, Sviluppo Rurale Valorizzazione dei Prodotti del Territorio e Gestione delle Risorse Forestali e Montane |
2. Pesca Commerciale e Produzioni Ittiche |
3. Industria e Artigianato per il Made In Italy |
4. Manutenzione e Assistenza Tecnica |
5. Gestione delle Acque e Risanamento Ambientale |
6. Servizi Commerciali |
7. Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera |
8. Servizi Culturali e dello Spettacolo |
9. Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale |
10. Arti Ausiliarie delle Professioni Sanitarie: Odontotecnico |
11. Arti Ausiliarie delle Professioni Sanitarie: Ottico |
Di seguito un focus sulla Scuola secondaria di II grado Xxxxxx- Romagna - a.s. 2017/2018.
Alunni per tipologia. Scuola statale. Xxxxxx Xxxxxxx. A.S. 2017/18 - dati al 11.09.2017 | ||||
Provincia | Tecnico | Professionale | Licei | Totale |
Bologna | 13.074 | 7.172 | 18.108 | 38.354 |
Ferrara | 4.591 | 3.289 | 6.832 | 14.712 |
Forlì-Cesena | 6.837 | 3.530 | 7.738 | 18.105 |
Modena | 12.709 | 7.727 | 13.591 | 34.027 |
Parma | 7.257 | 3.741 | 8.821 | 19.819 |
Piacenza | 3.997 | 2.324 | 5.684 | 12.005 |
Ravenna | 5.423 | 3.754 | 6.364 | 15.541 |
Reggio Xxxxxx | 6.849 | 6.547 | 8.360 | 21.756 |
Rimini | 4.567 | 3.919 | 6.317 | 14.803 |
Totale | 65.304 | 42.003 | 81.815 | 189.122 |
Totale % | 34,5% | 22,2% | 43,3% | 100,0% |
Fonte: Ufficio Scolastico Regionale per l’Xxxxxx-Romagna |
Alunni per indirizzo di LICEO. Scuola statale. Xxxxxx-Romagna. A.S. 2017/18 - dati al 11.09.2017 | ||||||||
Provincia | Scienze Umane | Artistico | Classico | Linguistico | Musicale e Coreutico | Scientifico | Internazi onale | Totale |
Bologna | 2.828 | 1.242 | 1.653 | 3.224 | 127 | 7.558 | 1.476 | 18.108 |
Ferrara | 1.612 | 557 | 329 | 1.341 | 0 | 2.993 | 0 | 6.832 |
Forlì-Cesena | 1.857 | 418 | 533 | 1.566 | 128 | 3.236 | 0 | 7.738 |
Modena | 2.473 | 1.069 | 1.050 | 3.314 | 119 | 5.566 | 0 | 13.591 |
Parma | 1.175 | 1.026 | 919 | 1.460 | 130 | 4.026 | 85 | 8.821 |
Piacenza | 1.235 | 658 | 306 | 766 | 0 | 2.510 | 209 | 5.684 |
Ravenna | 1.122 | 1.150 | 525 | 1.338 | 0 | 2.229 | 0 | 6.364 |
Reggio Xxxxxx | 1.231 | 1.217 | 565 | 1.944 | 92 | 3.311 | 0 | 8.360 |
Rimini | 954 | 1.051 | 486 | 869 | 0 | 2.957 | 0 | 6.317 |
Totale | 14.487 | 8.388 | 6.366 | 15.822 | 596 | 34.386 | 1.770 | 81.815 |
Totale % | 17,7% | 10,3% | 7,8% | 19,3% | 0,7% | 42,0% | 2,2% | 100,0% |
Fonte: Ufficio Scolastico Regionale per l’Xxxxxx-Romagna |
Alunni per settore per indirizzo TECNICO. Scuola statale. Xxxxxx Xxxxxxx. A.S. 2017/18 - dati al 11.09.2017 | |||
Provincia | Economico | Tecnologico | Totale |
Bologna | 5.364 | 7.710 | 13.074 |
Ferrara | 1.546 | 3.045 | 4.591 |
Forlì-Cesena | 2.200 | 4.637 | 6.837 |
Modena | 4.250 | 8.459 | 12.709 |
Parma | 2.940 | 4.317 | 7.257 |
Piacenza | 1.645 | 2.352 | 3.997 |
Ravenna | 2.339 | 3.084 | 5.423 |
Reggio Xxxxxx | 3.051 | 3.798 | 6.849 |
Rimini | 2.540 | 2.027 | 4.567 |
Totale | 25.875 | 39.429 | 65.304 |
Totale % | 39,6% | 60,4% | 100,0% |
Fonte: Ufficio Scolastico Regionale per l’Xxxxxx-Romagna |
Alunni per settore per indirizzo PROFESSIONALE. Scuola statale. Xxxxxx Xxxxxxx. A.S. 2017/18 - dati al 11.09.2017 | |||
Provincia | Industria e Artigianato | Servizi | Totale |
Bologna | 1.855 | 5.317 | 7.172 |
Ferrara | 764 | 2.525 | 0.000 |
Xxxxx-Xxxxxx | 858 | 2.672 | 3.530 |
Modena | 3.754 | 3.973 | 7.727 |
Parma | 1.130 | 2.611 | 3.741 |
Piacenza | 336 | 1.988 | 2.324 |
Ravenna | 691 | 3.063 | 3.754 |
Reggio Xxxxxx | 1.702 | 4.845 | 6.547 |
Rimini | 741 | 3.178 | 3.919 |
Totale | 11.831 | 30.172 | 42.003 |
Totale % | 28,2% | 71,8% | 100,0% |
Fonte: Ufficio Scolastico Regionale per l’Xxxxxx-Romagna |
3. PRINCIPI GENERALI PER LA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE IN MATERIA DI OFFERTA DI ISTRUZIONE E DI RETE SCOLASTICA PER GLI XX.XX. 2020/2021 E SEGUENTI
3.1 Ambiti di programmazione
L’attività di programmazione per sua natura si rivolge a bacini di utenza e porzioni di territorio ampi ed omogenei in termini sociali, culturali e economici, e pertanto si ritiene che le Province e la Città Metropolitana di Bologna debbano prendere a riferimento, nella propria azione, gli ambiti territoriali ottimali di cui alla Legge regionale 21 dicembre 2012, n. 21, recante misure per assicurare il governo territoriale delle funzioni amministrative secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza, e successive modificazioni e integrazioni.
Gli ambiti territoriali ottimali hanno caratteristiche di ampiezza, stabilità ed omogeneità che permettono una azione di programmazione capace di individuare proposte anche di innovazione a fronte della capacità di intercettare nuovi bisogni e nuove opportunità.
3.2 Processi di programmazione: collaborazione interistituzionale e partenariato socio economico
I processi di programmazione di competenza dei Comuni, delle Province e della Città metropolitana di Bologna si devono fondare sulla piena valorizzazione della collaborazione interistituzionale e del confronto con il partenariato socio-economico ed in particolare devono garantire il pieno rispetto delle autonomie scolastiche.
Pertanto, gli atti di approvazione della programmazione di rispettiva competenza devono dare atto dei processi di
collaborazione e confronto ed in particolare dovranno dare atto dell’acquisizione del parere obbligatorio delle Istituzioni scolastiche interessate, espresso dal Consiglio di Istituto, e del parere tecnico dell’Ufficio di Ambito territoriale dell’Ufficio Scolastico regionale per l’Xxxxxx-Romagna.
In attuazione di quanto previsto dalla Legge regionale n. 12/2003, art. 46 e art. 52, in materia di funzioni di proposta, verifica e valutazione in merito alle linee programmatiche delle politiche dell’istruzione, così come confermate dalla Legge regionale n. 13/2015, al fine di armonizzare gli interventi sul territorio e favorire accordi per servizi ed interventi di ambito sovra comunale, gli atti con cui le Province e la Città metropolitana di Bologna approvano la programmazione di loro competenza devono inoltre dare evidenza del ruolo della Conferenza Provinciale di Coordinamento e del coinvolgimento della Conferenza Provinciale di Concertazione. Coerentemente e allo stesso modo i Comuni negli atti di programmazione di propria competenza, devono evidenziare che è stato tenuto in considerazione il parere delle rispettive Conferenze Provinciali di Coordinamento.
I processi di programmazione, e di successiva piena attuazione delle funzioni assegnate, possono essere adeguatamente agite a partire dalla piena e continuativa collaborazione con le articolazioni territoriali dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Xxxxxx-Romagna, in quanto detentori delle conoscenze e delle competenze necessarie con particolare riferimento al numero degli alunni e delle classi autorizzate in organico.
In continuità con quanto previsto nei precedenti indirizzi di programmazione si riconferma inoltre l’opportunità di definire accordi interprovinciali per regolamentare gli aspetti della programmazione che incidono su territori diversi. Il riferimento in particolare è alla corretta gestione del pendolarismo e l’obiettivo è definire modalità e strumenti di compensazione per ridurre e gestire adeguatamente gli impatti di un rilevante flusso di studenti. Gli accordi potranno avere a riferimento quanto previsto dall’art. 6, della Legge regionale n. 13/2015 che prevede che su iniziativa delle Province, le funzioni loro attribuite possono essere esercitate in forma associata, previa convenzione, e in ambiti territoriali di area vasta adeguati ovvero ambiti definiti con provvedimenti della Giunta regionale adottati, previo parere della competente commissione assembleare, d'intesa con le Province medesime e sentito il sindaco della Città metropolitana di Bologna.
3.3 Processi di razionalizzazione
Nel rispetto delle normative nazionali e regionali, spetta ai Comuni, alle Province e alla Città metropolitana di Bologna definire e attuare le operazioni di riorganizzazione della rete scolastica, anche prevedendo soppressioni, fusioni, sdoppiamenti e
cambi di aggregazione di scuole o parti di esse - plessi, sezioni staccate, succursali.
In particolare, i processi di accorpamento e di soppressione di plessi scolastici di piccole dimensioni devono essere definiti in esito ad una attenta valutazione della sostenibilità del mantenimento, principalmente nelle aree montane, di un presidio scolastico che sia significativo in termini di massa critica e di qualità, sostenibile nel lungo periodo e che permetta di assicurare adeguati servizi di supporto per l’accesso e la frequenza.
Tali processi richiedono, tenuto conto dell’ampiezza e della sensibilità degli interessi da contemperare, una programmazione governata a livello territoriale capace di individuare e valutare le esigenze prioritarie e di individuare e proporre le soluzioni più idonee in modo coordinato e secondo criteri e tempi funzionali all’obiettivo atteso.
La programmazione dovrà essere improntata dall’obiettivo di non superare il numero di autonomie scolastiche in ambito provinciale fissato dal piano di dimensionamento del 2000.
Pertanto se in esito a percorsi di confronto e collaborazione di ambito provinciale risultassero opportune e funzionali a qualificare l’organizzazione della rete, operazioni di soppressione e/o fusioni, tali processi dovranno essere adeguatamente valutati con riferimento a contestuali operazioni di sdoppiamento di istituzioni scolastiche “sovradimensionate” in rapporto alla relativa complessità organizzativa, ad esempio in più sedi, all’offerta formativa ed alle correlate esigenze curriculari, ad esempio disponibilità di laboratori e/o aule attrezzate, alla tipologia dell’utenza, ad esempio esigenze di sostegno.
Nei casi in cui le operazioni sopra descritte, non permettano di garantire il mantenimento in condizioni di invarianza del numero delle autonomie scolastiche nel medesimo ambito provinciale, tale disponibilità sarà comunicata alla Regione che verificherà la possibilità del loro reimpiego in altri ambiti provinciali nel rispetto dei tempi assegnati alla programmazione.
In attesa del raggiungimento di un accordo in Conferenza Unificata che stabilisca i criteri per la definizione del contingente organico dei Dirigenti Scolastici e dei Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi e per la sua distribuzione tra le Regioni, si invitano i Comuni e le Province, per gli ordini di scuole di rispettiva competenza, a curare il dimensionamento delle Istituzioni scolastiche in modo da garantire il raggiungimento del parametro minimo di cui ai commi 5 e 5bis dell’art. 19 della Legge
n. 111/2011, così come modificato dall’art. 4 comma 69 della Legge
n. 189/2011, che prevede la non assegnazione di un Dirigente scolastico e di un Direttore dei servizi generali ed
amministrativi dedicati nei casi in cui la scuola non raggiunga i 600 alunni che scendono a 400 in particolari situazioni quali i comuni montani.
3.4 Modelli organizzativi e qualificazione offerta
In continuità con quanto realizzato l’obiettivo di qualificazione dell’offerta attraverso la valorizzazione della continuità didattica e l’integrazione fra le professionalità dei docenti dei diversi gradi si conferma l’obiettivo di sostenere e di diffondere ulteriormente il modello organizzativo verticale degli Istituti Comprensivi statali.
3.5 Istruzione degli adulti
Con riferimento all’istruzione degli adulti il Decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2012, n. 263 ha definito le norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei Centri d'istruzione per gli adulti.
I Centri Provinciali per l’istruzione degli adulti, di seguito CPIA, sono costituiti in istituzioni scolastiche autonome articolate in reti territoriali di servizio, di norma su base provinciale, e rappresentano il luogo e lo strumento per favorire e sostenere una risposta adeguata alla domanda inespressa di istruzione e formazione, per corrispondere ai fabbisogni formativi provenienti dalle filiere del territorio, per promuovere e potenziare l’occupabilità, contrastare il fenomeno dei NEET, favorire l’innalzamento dei livelli di istruzione della popolazione adulta straniera. I CPIA si articolano in una sede centrale, in punti di erogazione di primo livello, sedi associate, dove si erogano percorsi di primo livello e percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana e in punti di erogazione di secondo livello, sedi operative, dove si erogano percorsi di istruzione degli adulti di secondo livello.
Ad oggi il processo di ridefinizione dell’assetto dell’istruzione degli adulti e di transizione legata all'attivazione dei CPIA è concluso con l’istituzione di almeno un CPIA in ogni territorio provinciale. Posto quanto sopra, gli Enti locali devono garantire ai CPIA una sede adeguata quantomeno per ospitare la direzione ed i servizi amministrativi e preferibilmente corredata anche delle aule e dei laboratori necessari a garantirne la piena operatività.
3.6 Valorizzazione delle opportunità di innovazione
L’offerta formativa definita in esito ai processi di programmazione di cui ai presenti indirizzi trova completamento nella piena valorizzazione delle capacità delle autonomie scolastiche di cogliere le opportunità di innovazione previste dalle normative nazionali in materia.
Tali opportunità hanno visto negli ultimi anni una capacità progettuale e propositiva delle Autonomie scolastiche che hanno
saputo rispondere al piano nazionale di innovazione ordinamentale per la sperimentazione di percorsi quadriennali di istruzione secondaria di secondo grado nonché specifiche proposte di attivazione di sperimentazioni a norma dell’art.11 del DPR n.275/1999 “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’art.21 della L. 15 marzo 1997, n. 59”.
4. INDIRIZZI PER LA PROGRAMMAZIONE DI COMPETENZA DEI COMUNI
In continuità con gli indirizzi di programmazione precedenti si conferma l’obiettivo generale di sostenere e di diffondere ulteriormente il modello organizzativo verticale, proprio degli Istituti Comprensivi statali - costituiti dalla scuola dell’infanzia, dalla scuola primaria e dalla scuola secondaria di primo grado – in quanto efficace per perseguire obiettivi di qualificazione dell’offerta - quali la continuità didattica e l’integrazione fra le professionalità dei docenti dei diversi gradi - nonché per concorrere ad obiettivi di sostenibilità e di economicità - quali la realizzazione di economie di scala nell’impiego delle risorse umane, finanziarie e strutturali.
I processi di razionalizzazione della distribuzione territoriale dell’esistente offerta di istruzione dovranno prioritariamente tendere in esito al modello organizzativo verticale dell’Istituto Comprensivo statale.
Si evidenzia in particolare che la continuità educativa/didattica, affermata nelle indicazioni della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e in quelle della scuola secondaria di I grado, sottolinea il diritto di ogni alunno ad ottenere un percorso scolastico unitario, organico e completo.
Nel caso in cui l’assetto della scuola dell’infanzia o del primo ciclo primaria e secondaria di primo grado riguardi più Comuni assumendo quindi carattere intercomunale, la riorganizzazione dovrà essere definita in esito a processi di collaborazione e concertazione fra i Comuni interessati, ciascuno dei quali potrà assumere iniziativa ed adottare gli atti conseguenti, a condizione che l’intervento di riorganizzazione sia stato approvato da tutti i Comuni coinvolti e dichiarando esplicitamente tale approvazione nei relativi atti.
Nei comuni montani, in via del tutto eccezionale e al fine di garantire un presidio scolastico, e pertanto al solo scopo di assicurare il dimensionamento adeguato delle istituzioni scolastiche presenti, a fronte di adeguate e comprovate motivazioni ed in esito ai processi di confronto nelle sedi interistituzionali e con il coinvolgimento delle Amministrazioni Provinciali o della Città Metropolitana di Bologna per le competenze in materia di programmazione dell’offerta di istruzione
secondaria superiore, ed esperite le possibili soluzioni alternative nella collaborazione con gli Uffici di Ambito territoriale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Xxxxxx Xxxxxxx, potrà essere valutata l’istituzione di aggregazioni in verticale costituite da scuole di ogni ordine e grado.
5. INDIRIZZI PER LA PROGRAMMAZIONE DI COMPETENZA DELLE PROVINCE E DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI BOLOGNA
La programmazione territoriale dell’offerta di istruzione secondaria superiore dovrà porsi in continuità con quanto ad oggi realizzato sapendo cogliere altresì le opportunità derivanti dal ridisegno dell’Istruzione professionale per qualificare e razionalizzare l’offerta a partire dalla capacità di cogliere e di corrispondere alle specificità dei contesti territoriali.
5.1 Programmazione dell’offerta e orientamento alla scelta
L’azione di programmazione dell’offerta di competenza delle Province e Città metropolitane trova il pieno completamento nella progettazione e attuazione a livello territoriale di azioni e servizi per sostenere l’orientamento alla scelta e per garantire le necessarie informazioni agli studenti e alle loro famiglie.
A fronte di una programmazione capace di cogliere le specificità dei contesti produttivi, di valorizzare la capacità delle istituzioni scolastiche di costruire un dialogo con i sistemi di imprese locali e di cogliere le sfide dell’innovazione e del cambiamento per costruire filiere educative e formative capaci di guardare all’occupabilità, è sempre più necessario rendere disponibili alle famiglie e agli studenti gli strumenti di conoscenza che permettano di tradurre opportunità in effettive scelte. Una visione condivisa da tutti i firmatari del focus Giovani Più del Patto per il lavoro che sottolinea come “la conoscenza delle proprie vocazioni e un’informazione diffusa sulle opportunità offerte dal territorio e sulle nuove frontiere dello sviluppo e del mercato del lavoro possono aiutare i giovani a crescere e a intraprendere scelte consapevoli.” In questa logica la Regione si è impegnata ad investire in un “progetto di orientamento che permetta a ragazze e ragazzi di essere accompagnati nel compiere scelte formative, riducendo le possibilità di insuccesso e sostenendo l’acquisizione di conoscenze e competenze che possano facilitarli nel successivo inserimento qualificato nel mercato del lavoro.”
5.2 Innovazione e razionalizzazione dell’offerta
La programmazione dell’offerta si fonda sulla capacità di tutti gli attori coinvolti di cogliere le opportunità, anche normative, per rendere l’offerta adeguata a corrispondere ai processi di innovazione e di crescita e specializzazione dei territori, riportando a unitarietà un’offerta territoriale risultante dalla
coerenza e convergenza dell’offerta di singole istituzioni scolastiche riconosciute e riconoscibili. Un processo pertanto che guardi al cambiamento e all’innovazione a partire da specializzazione, complementarietà e razionalizzazione.
Fermo restando che in ogni caso eventuali nuove attivazioni sono subordinate alle disponibilità di organico, si conferma la possibilità di istituire nuovi indirizzi di studio a fronte di almeno due classi prime e previa opportuna verifica che tale nuova istituzione non si sovrapponga con la medesima tipologia di offerta già presente presso altre istituzioni scolastiche dello stesso ambito territoriale.
L’obiettivo di razionalizzazione rende altresì necessario che annualmente sia condotta un’attenta analisi degli indirizzi non attivatisi nell’anno scolastico precedente a quello oggetto di programmazione a causa della mancanza di iscritti. In particolare, qualora indirizzi di studio non siano attivati da due anni scolastici è opportuno procedere alla soppressione degli stessi che potranno essere mantenuti nei soli casi in cui si riscontri un documentato e motivato incremento atteso della domanda.
In ogni caso, nuovi indirizzi di studio, aggiuntivi rispetto all’offerta attivata nell’anno scolastico precedente a quello oggetto di programmazione, possono essere istituiti solo per eccezionali esigenze espresse e adeguatamente documentate dell’Istituto scolastico e del territorio, condivise dalle Province e dalla Città metropolitana di Bologna, nel rispetto dei seguenti criteri:
− la proposta di attivazione del nuovo indirizzo si colloca nell’ambito del programma di sviluppo socio-economico del territorio provinciale, con il quale presenta tutte le necessarie coerenze, e tiene conto dei possibili sbocchi occupazionali “in loco”;
− la specificità dell’indirizzo ed il profilo di uscita sono coerenti con l’identità dell’istituto;
− il nuovo indirizzo richiesto deve usufruire delle corrispondenti aule, attrezzature e laboratori, già attualmente a disposizione della scuola proponente.
Si precisa inoltre che un nuovo indirizzo di un corso serale potrà essere richiesto solo se già presente nell’offerta diurna dell’istituzione scolastica e che sarà autorizzato dalle Province e dalla Città metropolitana di Bologna compatibilmente con le risorse e le strutture disponibili purché vi sia un sufficiente numero di iscritti, fermo restando il vincolo della disponibilità degli organici.
5.3 Programmazione dell’offerta di istruzione professionale
La programmazione dovrà permettere di cogliere le opportunità
della nuova offerta di Istruzione Professionale, così come ridefinita dal Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 61 di revisione dei percorsi dell'istruzione professionale e di raccordo con i percorsi dell'istruzione e formazione professionale.
Con riferimento alla programmazione dell’offerta di istruzione professionale si specifica che sono superate le limitazioni all’attivazione di nuovi indirizzi previsti dagli indirizzi di cui alla deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 40/2015.
Si prevede altresì che le istituzioni scolastiche, con riferimento agli indirizzi di studio dell'istruzione professionale definiti dalla programmazione di cui al presente documento, potranno declinarli in percorsi formativi richiesti dal territorio, ai sensi dell'art. 3, comma 5 del D.Lgs. 13 aprile 2017, n. 61 previa verifica che:
− siano coerenti con l'identità dell'istituto;
− si collochino nell'ambito del programma di sviluppo socio- economico del territorio provinciale, con il quale presenta tutte le necessarie coerenze, e tiene conto dei possibili sbocchi occupazionali "in loco";
− possano essere attivati utilizzando le attrezzature e i laboratori già nella disponibilità della scuola.
La programmazione dell’offerta di Istruzione Professionale dovrà trovare e ricercare le necessarie integrazioni e complementarietà nella programmazione unitaria dell’offerta di Istruzione e Formazione Professionale realizzata dagli enti di formazione professionale accreditati e dagli Istituti professionali in regime sussidiarietà, nel quadro dell’accordo in attuazione dell’art.7,
c.2 del D.Lgs 13 aprile 2017 n. 61 con l’Ufficio scolastico regionale per l’Xxxxxx-Romagna.
5.4 Programmazione dell’offerta di istruzione liceale
Con riferimento all’istruzione liceale l’istituzione di nuovi percorsi liceali può essere prevista, nell'ambito delle esistenti autonomie, solo a fronte di una documentata domanda del territorio di riferimento cui l'attuale offerta non può corrispondere.
L’istituzione di nuovi licei musicali e coreutici può essere perseguita, nell'ambito delle esistenti autonomie, ed in presenza delle condizioni di cui al Decreto del Presidente della Repubblica
15 marzo 2010, n. 89 di revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei ed in particolare previa stipula di apposite convenzioni con i Conservatori di musica, gli Istituti musicali pareggiati e l’Accademia nazionale di danza e solo a fronte di una documentata domanda del territorio di riferimento in considerazione dei possibili sbocchi occupazionali "in loco" e subordinatamente alla verifica dell'effettiva sostenibilità di tale istituzione nel medio e lungo periodo in
base alla sussistenza dei requisiti strutturali indispensabili per il corretto funzionamento e all'esistenza delle dotazioni organiche necessarie nonché alla creazione, previa intesa, di una rete di sostegno nel territorio in cui siano definite anche le disponibilità di finanziamento da parte delle Istituzioni pubbliche e private locali.
Per quanto riguarda l’attivazione delle sezioni ad indirizzo sportivo nell’ambito dei percorsi di liceo scientifico, nel rispetto di quanto previsto dal DPR 5 marzo 2013, n.52 “Regolamento di organizzazione dei percorsi della sezione ad indirizzo sportivo del sistema dei licei, a norma dell'articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89” queste sono state istituite in ciascuno dei 9 territori provinciali.
6. PROCEDURE
A completamento del processo di programmazione territoriale, come stabilito all'art. 45 della Legge regionale n. 12/2003, i Comuni, le Province e la Città metropolitana di Bologna approvano annualmente i rispettivi atti di programmazione dell’offerta formativa inerente l’istruzione e della rete scolastica e li trasmettono alla Regione entro il 30 novembre dell'anno precedente a quello per il quale viene svolto il processo di programmazione.
Ai sensi dell’art. 1, comma 85, lett. d), della Legge n. 56/2014, entro lo stesso termine ciascuna Provincia e la Città metropolitana di Bologna provvederà alla raccolta delle operazioni di programmazione della rete effettuate dai Comuni del proprio territorio ed alla trasmissione del quadro di sintesi alla Regione.
Con riferimento ai sopra citati atti la Regione può esprimere eventuali rilievi in ordine alla coerenza degli interventi programmati con i presenti indirizzi.
La Conferenza regionale per il sistema formativo di cui all’art.
49 della Legge regionale n. 12/2003 esprime il proprio parere rispetto al quadro complessivo e, in assenza di rilievi, le decisioni contenute negli atti hanno effetto dal successivo anno scolastico.
7. DISPOSIZIONI FINALI
Per garantire la corretta, efficace e tempestiva azione di programmazione territoriale in materia di offerta di istruzione e di rete scolastica, potranno essere approvate dalla Giunta regionale eventuali integrazioni e modifiche, per agire nel pieno recepimento di eventuali modifiche normative e regolamentari nazionali e/o regionali.