Accordo di programma
Accordo di programma
per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e socio-sanitari
previsti dal piano di zona
ai sensi
• dell’art. 19 della legge n. 328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”
• dell’art. 18 della legge regionale 3/2008, “Governo della rete degli interventi e dei servizi
alla persona in ambito sociale e sociosanitario”.
tra
le amministrazioni comunali di:
− Busto Garolfo, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxxx
− Canegrate, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxxxx
− Cerro Maggiore, rappresentata dal sindaco Xxxxxxxxxx Xxxxx
− Dairago, rappresentata dal sindaco Xxxxx Xxxxx
− Legnano, rappresentata dal commissario prefettizio Xxxxxxxxx Xxxxxxx
− Nerviano, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxx
− Parabiago, rappresentata dal sindaco Xxxxxxxx Xxxxxx
− Rescaldina, rappresentata dal sindaco Xxxxxx Xxxxx Xxxx
− San Giorgio su Legnano, rappresentata dal sindaco Xxxxxx Xxxxxxx
− Xxx Xxxxxxx Xxxxx, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxx Xxxxx
− Villa Cortese, rappresentata dal sindaco Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx
− Arconate, rappresentata dal sindaco Xxxxxx Xxxxxxx
− Buscate, rappresentata dal sindaco Xxxxx Xxxxxxxx
− Xxxxxxx Xxxxxx, rappresentata dal sindaco Xxxxxxxx Xxxxxxx
− Xxxxxxx Xxxxx, rappresentata dal sindaco Xxxxxxxx Xxxxxxxxxxx
− Cuggiono, rappresentata dal sindaco Xxxxx Xxxxxx Xxxxxxxx
− Inveruno, rappresentata dal sindaco Xxxx Xxxxxxxxxx
− Magnago, rappresentata dal sindaco Xxxxx Xxxxx
− Nosate, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxxxxx
− Xxxxxxxxxxx Xxx Xxxxxx, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxx
− Turbigo, rappresentata dal sindaco Xxxxxxxxx Xxxxxxxxxx
− Xxxxxxxxxxx, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxx che compongono l’ambito distrettuale dell’Alto Milanese;
− L’Azienda Sociale del Legnanese So.Le rappresentata dal legale rappresentante Xxxxxx Xxxxxxx
− L’Azienda Sociale di Castano Primo rappresentata dal legale rappresentante Xxxxxx Xxxxx
− L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) OVEST MILANESE, rappresentata dal Direttore Generale, Xxxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxx
− l’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Città Metropolitana di Milano, rappresentata dal Direttore Generale, Xxxxxx Xxxxxxxxxxx
cui potranno aderire tutti i soggetti di cui all’art. 18 c. 7 L.R. 3/2008.
Premesse Dato atto che
• la legge 8 novembre 2000, n. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” stabilisce che
o i comuni associati (negli ambiti distrettuali ora individuati secondo le modalità previste dalla legge regionale n. 23/15) …, lettera a), a tutela dei diritti della popolazione, d'intesa con le aziende unità sanitarie locali (ora Agenzie di Tutela della Salute, in attuazione della legge regionale n. 23/15), provvedono, nell'ambito delle risorse disponibili, ai sensi dell'articolo 4, per gli interventi sociali e socio-sanitari, secondo le indicazioni del piano regionale di cui all'articolo 18, comma 6, a definire il piano di zona;
o il piano di zona è, di norma, adottato attraverso accordo di programma ai sensi dell'articolo 27 della legge 8 giugno 1990, n. 142, e successive modificazioni;
o all'accordo di programma, per assicurare l'adeguato coordinamento delle risorse umane e finanziarie, partecipano i soggetti pubblici di cui al comma 1dell’art. 19 della legge n. 328/00, nonché i soggetti di cui all'articolo 1, comma 4, e all'articolo 10 della stessa legge n. 328/00, che attraverso l'accreditamento o specifiche forme di concertazione concorrono, anche con proprie risorse, alla realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali previsto nel piano;
• la legge regionale 12 marzo 2008, n. 3 “Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito social”, così come modificata dalla l.r. 11 agosto 2015, n. 23 “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33, che:
o all’articolo 11, comma 1, lettera a) attribuisce alla Regione la funzione di indirizzo per la programmazione delle unità di offerta sociali;
o all’articolo 13, comma 1, lettera a) attribuisce ai Comuni singoli e associati e alle Comunità montane, ove delegate, la funzione di programmare, progettare e realizzare la rete locale delle unità di offerta sociali, nel rispetto degli indirizzi e conformemente agli obiettivi stabiliti dalla Regione, anche promuovendo la partecipazione dei soggetti di cui all’articolo 3 della stessa legge;
o all’articolo 18
▪ individua il Piano di Zona quale strumento di programmazione in ambito locale della rete d’offerta sociale, nel quale sono definiti le modalità di accesso alla rete, gli obiettivi e le priorità di intervento, gli strumenti e le risorse necessarie alla loro realizzazione;
▪ definisce le modalità di approvazione, di attuazione, la durata e l’ambito
territoriale di riferimento del Piano di Zona;
• la legge regionale 11 agosto 2015 n. 23 “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)”:
o all’art 1 afferma che
▪ il sistema sanitario, sociosanitario e sociale integrato lombardo, di seguito denominato sistema sociosanitario lombardo (SSL), promuove e tutela la salute ed è costituito dall’insieme di funzioni, risorse, servizi, attività,
professionisti e prestazioni che garantiscono l’offerta sanitaria e socio- sanitaria della Regione e la sua integrazione con quella sociale di competenza delle autonomie locali;
▪ la presente legge favorisce, inoltre, per quanto di competenza e nell’ambito del SSL, l’integrazione del SSR con i servizi sociali di competenza delle autonomie locali;
o all’art. 2 prevede che la programmazione, la gestione e l’organizzazione del SSR sono attuate, nell’ambito del SSL, con la gradualità e nei limiti delle risorse economiche disponibili e si conformano ai seguenti principi, tra cui:
▪ promozione delle forme di integrazione operativa e gestionale tra i soggetti erogatori dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali del SSL e attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale nell’individuazione delle soluzioni gestionali dei servizi a livello territoriale;
o all’art 6 rimarca che le ATS garantiscono l’integrazione di tali prestazioni con quelle
sociali di competenza delle autonomie locali;
o all’art. 7 evidenzia che le ASST favoriscono l’integrazione delle funzioni sanitarie e sociosanitarie con le funzioni sociali di competenza delle autonomie locali;
o all’art. 9 prevede che il SSL attiva modalità organizzative innovative di presa in carico in grado di integrare, anche facendo uso delle più aggiornate tecnologie e pratiche metodologiche, in particolare di telemedicina, le modalità di risposta ai bisogni delle persone in condizione di cronicità e fragilità, per garantire la continuità nell’accesso alla rete dei servizi e l’appropriatezza delle prestazioni sanitarie, sociosanitarie e sociali;
o in più articoli indica la necessità dell’integrazione delle politiche sanitarie e sociosanitarie con quelle sociali di competenza delle autonomie locali nell’ambito del SSL, favorendo la realizzazione di reti sussidiarie di supporto che intervengono in presenza di fragilità sanitarie, sociali e socioeconomiche; le reti sono finalizzate a tutelare il benessere di tutti i componenti della famiglia, anche in presenza di problematiche assistenziali derivanti da non autosufficienza e da patologie cronico- degenerative.
• Dato atto che nel Consiglio di rappresentanza dei Sindaci del 28/09/2016, in conformità con quanto previsto dalla l.r. 23/2015 è stata presentata la nuova organizzazione degli Ambiti distrettuali, che prevede l’accorpamento dell’Ambito di Legnano e di Castano Primo e su cui i Sindaci hanno espresso consenso coerentemente con il disegno della Città Metropolitana;
• Richiamata l’Assemblea dei Sindaci di Ambito distrettuale del 26 giugno 2018 in cui i sindaci hanno deciso di avviare il percorso di programmazione zonale condiviso, procedendo anche alla nomina del Presidente e del Vice Presidente dell’Assemblea;
Richiamati
• il DPCM 14.2.2001 “Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio- sanitarie” finalizzato alla definizione di tali prestazioni e alla attribuzione degli oneri conseguenti al FSN o agli Enti Locali;
• il DPCM 29.11.2001 “Definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza” - le successive modifiche e integrazioni - e il DPCM 12.01.2017 “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502” , per le parti in vigore o che entreranno in vigore con successivi provvedimenti ;
• Le “Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2018-2020” di cui alla DGR n. 7631/2018”;
Convenuto che
nell’ambito del processo di programmazione del welfare locale dell’Ambito distrettuale del Legnanese Castanese, il presente documento recepisce le indicazioni di ricomposizione delle politiche di welfare e i Comuni dell’Ambito e l’ATS della Città Metropolitana di Milano concordano di sottoscrivere l’Accordo per la realizzazione del Piano di Zona articolato secondo gli obiettivi e gli impegni specifici indicati
Visti:
- il verbale della Cabina di regia del 12 dicembre 2018;
- il verbale dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito distrettuale dell’Alto Milanese del 18/11/2019 in cui è stato approvato il Piano di Zona per il Biennio 2019 – 2020 Allegato 1 al presente Accordo di Programma come sua parte integrante e sostanziale;
TUTTO CIO’ PREMESSO
che costituisce parte integrante del presente Accordo di Programma in quanto condizioni preliminari ed essenziali per l’assunzione di reciproci impegni per l’attuazione del Piano di Zona 2018-2020;
si conviene e si sottoscrive il seguente Accordo di Programma
Art 1 – Oggetto
Il presente accordo di programma, che rappresenta l’atto con cui i diversi attori adottano il Piano di Zona per il biennio 2019-2020 (allegato al presente accordo quale parte integrante e sostanziale), ha per oggetto la definizione dei reciproci rapporti fra i soggetti Istituzionali coinvolti nell’attuazione dei servizi e degli interventi previsti nel Piano di Zona.
Art. 2 – Finalità ed obiettivi
Il presente Accordo di Programma intende dare concreta attuazione al processo di programmazione e progettazione locale dei Piani di Zona, nell’ottica del rafforzamento degli elementi volti a realizzare l’integrazione intesa come la capacità delle diverse reti di lavorare in una logica sinergica, costruendo filiere di servizi e di interventi coerenti e capaci di promuovere un modello di welfare che sostenga le persone fragili, affiancando sia loro che, ove presenti, i rispettivi nuclei famigliari, in modo integrato e con continuità attraverso una maggiore territorializzazione del welfare quale nuovo modello di governance atto ad avvicinare i servizi ai cittadini.
La programmazione del biennio 2019-2020, come previsto dalle “Linee di indirizzo”, ha, infatti, come priorità la realizzazione di servizi e di interventi di welfare locale in forma partecipata e integrata, facendo leva su risposte prossime, adeguate, personalizzate e innovative rispetto alle domande del territorio. In particolare emerge la necessità di un rafforzamento della presa in carico integrata, valorizzando la rete sociale esistente e coordinando gli interventi e le azioni attraverso un dialogo costante con gli attori che animano il welfare locale, proseguendo nel percorso di ricomposizione delle conoscenze, delle risorse e dei servizi già avviato durante la precedente triennalità.
L’obiettivo prioritario è costituito dalla necessità non solo di allineare gli interventi di presa in carico ma anche da scelte di progettazione nel medio e lungo termine, che favoriscano la convergenza di
tempistiche, modalità e contenuti degli obiettivi zonali. Ne deriva l’esigenza di promuovere un sistema di welfare in grado di affiancarsi e sostenere le persone fragili che necessitano interventi anche di carattere sociale continuativi nel tempo, al fine di evitare lo scivolamento in condizioni di esclusione sociale o rimediare a condizioni di vulnerabilità socio-economica, per i quali diventa fondamentale superare la frammentazione degli interventi e delle risorse.
La programmazione delle politiche sociali locali per questo nuovo triennio ha inizio e prosegue attraverso una profonda conoscenza del bisogno del territorio per costruire risposte adeguate e innovative, al fine di portare un beneficio reale ai cittadini. Il bisogno sociale emergente è infatti sempre più articolato, comprendendo situazioni di vulnerabilità socio-economica e povertà sociale radicate, che rispetto al passato interessano anche fasce nuove di popolazione, quali i giovani e i lavoratori. Infine, altra finalità della programmazione di zona è costituita dalla integrazione delle politiche sociali prodotte con le politiche regionali e nazionali.
La finalità e gli obiettivi di tali impegni sono costituiti dalla ricomposizione tra le diverse istituzioni e tra le azioni svolte dagli attori che operano nel welfare locale, impostando un modello di politiche sociali fondate sull’innovazione, e sull’integrazione delle diverse componenti del sistema di welfare. In particolare le azioni dell’integrazione sociale con quella sociosanitaria saranno descritte in uno specifico documento, condiviso in Cabina di Regia, come meglio specificato all’art. 7.
Art. 3 – Ente Capofila
I Comuni sottoscrittori del presente accordo individuano il COMUNE DI MAGNAGO quale Ente Capofila responsabile dell’attuazione del presente Accordo che adotta il Piano Sociale di Zona, così come deliberato dall’Assemblea dei sindaci di ambito distrettuale.
L’Ente Capofila opera vincolato nell’esecutività al mandato dell’Assemblea dei sindaci di ambito
distrettuale.
Al Comune capofila è rimesso il compito di recepire e trasmettere i contenuti e gli indirizzi della programmazione elaborati dall’Assemblea dei Sindaci di Ambito distrettuale, assicurando che essi vengano tradotti in un Piano Zonale coerente con le indicazioni e fedele agli obiettivi.
L’Ente capofila svolge la funzione di coordinamento della attuazione del Piano di Zona ed è garante del corretto riparto delle risorse complessive così come definito nell’assemblea dei sindaci di ambito distrettuale in base ai finanziamenti disponibili, che verranno introitati dall’Azienda Sociale del Legnanese So.Le. in virtù del protocollo d’intesa deliberato dall’Assemblea dei Sindaci di Ambito Distrettuale del 18/11/2019 e dalla stessa azienda trasferiti ai soggetti aventi titolo. Svolge inoltre una funzione di indirizzo e di orientamento delle scelte gestionali per assicurare efficacia e omogeneità della loro realizzazione concreta.
Art 4 – Ente gestore dei servizi finanziari
Per rendere più efficiente la gestione operativa e per sgravare l’ente capofila dagli oneri e dai vincoli collegati alla gestione finanziaria, come meglio precisato all’art 11 le parti convengono che l’Azienda Sociale del Legnanese So.Le. sia individuata quale unico ente gestore delle risorse finanziarie erogate all’Ambito territoriale. La gestione di dette risorse verrà effettuata dall’Azienda incaricata nello stretto rispetto dei vincoli e dalle indicazioni stabilite dalla programmazione zonale e dall’Ente capofila.
Art. 5 – Il Responsabile dell’Ufficio di Piano e l’Ufficio di Piano
L’Ufficio di Piano è ai sensi dell’art. 18, comma 10, della L.R. 3/2008, la struttura tecnico- amministrativa a cui è affidato il coordinamento degli interventi e l’istruttoria degli atti di esecuzione del Piano.
Il Responsabile dell’Ufficio di Piano è individuato all’interno della struttura organizzativa del Comune capofila e ha la funzione di trasmettere gli impulsi e gli orientamenti dell’Assemblea dei sindaci di Ambito distrettuale al sistema locale dei servizi e di far attuare le politiche sociali descritte nel Piano di Zona.
In tale funzione è coadiuvato dall’ufficio di piano, organo tecnico di supporto, che agisce allo scopo
di attuare le azioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano di Zona.
L’Ufficio di Piano sarà costituito dal personale operante negli ex Uffici di Piano.
Assume il ruolo di supporto tecnico e gestione dei processi attuativi della programmazione zonale riferiti in particolare agli obiettivi di ricomposizione e superamento della frammentazione, favorendo l’accesso ai servizi e promuovendo nuovi strumenti e azioni di welfare.
Garantisce il coordinamento operativo tra i diversi Enti e i diversi progetti. Definisce e verifica le modalità operative per l’attuazione dell’Accordo di Programma, redige relazioni sullo stato avanzamento dei lavori per i comuni di ambito e tiene informati i soggetti sottoscrittori sull’andamento del processo di attuazione del Piano di Zona.
Questo ruolo si integra con l’assunzione di una funzione di programmazione e orientamenti degli
sviluppi e delle azioni innovative e di sperimentazione.
Si interfaccia con ATS e partecipa, attraverso il suo responsabile, alla Cabina di Regia di cui all’ar- ticolo 6, comma 6, lettera f) della legge regionale n. 23/15
Al termine di ogni annualità di esecuzione del Piano di Zona, o comunque su richiesta dell’Assemblea dei sindaci o del Collegio di Vigilanza, l’Ufficio di Piano predispone una relazione sullo stato di attuazione del Piano relativamente alle attività concretamente svolte, all’utenza raggiunta e ai bisogni effettivamente soddisfatti, nonché alla qualità degli interventi attivati.
Art. 6 – Soggetti sottoscrittori
Sono soggetti sottoscrittori del presente accordo le amministrazioni comunali di:
• Busto Garolfo, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxxx
• Canegrate, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxxxx
• Cerro Maggiore, rappresentata dal sindaco Xxxxxxxxxx Xxxxx
• Xxxxxxx, rappresentata dal sindaco Xxxxx Xxxxx
• Xxxxxxx, rappresentata dal commissario prefettizio Xxxxxxxxx Xxxxxxx
• Nerviano, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxx
• Parabiago, rappresentata dal sindaco Xxxxxxxx Xxxxxx
• Rescaldina, rappresentata dal sindaco Xxxxxx Xxxxx Xxxx
• San Giorgio su Legnano, rappresentata dal sindaco Xxxxxx Xxxxxxx
• Xxx Xxxxxxx Xxxxx, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxx Xxxxx
• Villa Cortese, rappresentata dal sindaco Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx
• Arconate, rappresentata dal sindaco Xxxxxx Xxxxxxx
• Buscate, rappresentata dal sindaco Xxxxx Xxxxxxxx
• Xxxxxxx Xxxxxx, rappresentata dal sindaco Xxxxxxxx Xxxxxxx
• Xxxxxxx Xxxxx, rappresentata dal sindaco Xxxxxxxx Xxxxxxxxxxx
• Cuggiono, rappresentata dal sindaco Xxxxx Xxxxxx Xxxxxxxx
• Inveruno, rappresentata dal sindaco Xxxx Xxxxxxxxxx
• Xxxxxxx, rappresentata dal sindaco Xxxxx Xxxxx
• Nosate, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxxxxx
• Xxxxxxxxxxx Xxx Xxxxxx, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxx
• Xxxxxxx, rappresentata dal sindaco Xxxxxxxxx Xxxxxxxxxx
• Xxxxxxxxxxx, rappresentata dal sindaco Xxxxxxx Xxxxx che compongono l’ambito distrettuale dell’ALTO MILANESE;
• L’Azienda Sociale del Legnanese So.Le rappresentata dal legale rappresentante Xxxxxx
Xxxxxxx
• L’Azienda Sociale di Castano Primo rappresentata dal legale rappresentante Xxxxxx Xxxxx
• L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) OVEST MILANESE, rappresentata dal Direttore
Generale, Xxxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxx
• l’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Città Metropolitana di Milano, rappresentata dal Direttore Generale, Xxxxxx Xxxxxxxxxxx
Potranno aderire all’Accordo anche tutti i soggetti di cui all’art. 18 c. 7 L.R. 3/2008.
Tutti i soggetti che aderiranno al presente Accordo sono oggetto di valorizzazione e soggetti di co-
progettazione per l’attuazione del presente accordo e del relativo Piano di Zona.
Allo scopo di assicurare la comunicazione e lo scambio di informazioni tra tutti i soggetti costituenti la rete locale dei servizi, e per individuare un contesto adeguato a formulare rappresentanze, si istituisce un organismo stabile (Tavolo Aderenti all’Accordo di Programma) di supporto alla programmazione, le cui funzioni sono definite con apposito regolamento, adottato nel corso del triennio.
Art. 7 – Impegni dei soggetti sottoscrittori
Ferme restando le competenze di ciascun sottoscrittore, le parti firmatarie del presente Accordo di Programma si impegnano:
• a realizzare, per gli aspetti di competenza, le azioni del Piano di Zona nel rispetto dei criteri e delle modalità definite nel Piano stesso;
• alla reciproca collaborazione per lo sviluppo di azioni che ampliano i soggetti coinvolti e interessati alla programmazione zonale come la scuola, il terzo settore, le organizzazioni sindacali, anche attraverso protocolli di intesa e accordi laddove ritenuto opportuno, per la più ampia e diffusa realizzazione delle azioni previste;
• a favorire, programmandola, la partecipazione dei propri operatori ai diversi tavoli tecnici di confronto, monitoraggio e valutazione della programmazione;
• a individuare le forme più opportune di scambio di dati e di informazioni utili ai processi di monitoraggio, verifica e programmazione delle iniziative in campo sociale e socio- sanitario.
In particolare, i Comuni:
• partecipano all’Assemblea di ambito distrettuale;
• individuano in sede di programmazione annuale nell’ambito del Piano di Zona gli
stanziamenti destinati alle Politiche Sociali complessivamente programmati;
• rendono disponibili le risorse economiche, umane e strumentali per la realizzazione degli obiettivi e delle azioni contenute nel Piano Sociale di Zona;
• individuano il/i tecnici componenti specifici tavoli con proprio atto successivo alla sigla del presente Accordo e, nel caso di nomina, favorisce l’assunzione di incarichi di coordinamento di area o di singoli gruppi di lavoro da parte del proprio personale;
• garantiscono i Livelli Essenziali ex art. 22 della legge 328/2000 e quant’altro contenuto nell’allegato Piano di Zona.
L’ATS della Citta Metropolitana di Milano concorre all’integrazione sociosanitaria e assicura la coerenza nel tempo tra obiettivi regionali e obiettivi della programmazione locale.
Prioritarie saranno, al riguardo, le azioni volte ad assicurare:
• il raccordo con l’ASST Ovest Milanese per le funzioni inerenti la valutazione multidimensionale, le progettazioni integrate per interventi complessi riguardanti la tutela dei minori, l’assistenza degli anziani non autosufficienza e dei disabili, il sostegno e supporto delle diverse forme di fragilità e della vulnerabilità familiare;
• la condivisione tra ATS, ASST, erogatori di ambito sanitario e sociosanitario, Comuni dei percorsi per una presa incarico integrata, con particolare attenzione alla cronicità, al fine di assicurare la continuità assistenziale, anche attraverso la razionalizzazione dei processi operativi;
• lo scambio informativo e la condivisione dei dati di attività e degli interventi sono riconosciuti
come strumenti per l’esercizio efficace della governance del sistema.
L’ATS si propone di realizzare tale integrazione operando a livello istituzionale, gestionale e operativo – funzionale.
Al fine di realizzare gli obiettivi di integrazione socio-sanitaria sopra espressi ATS assicurerà la “regia” nella stipula di eventuali accordi, protocolli operativi con i soggetti interessati, in relazione alle finalità da perseguire.
L’ASST Ovest Milanese concorre, per gli aspetti di competenza, all’integrazione sociosanitaria.
Prioritarie saranno, al riguardo, le azioni volte ad assicurare:
• il raccordo con l’ATS per le funzioni inerenti la valutazione multidimensionale, le progettazioni integrate per interventi complessi riguardanti la tutela dei minori, l’assistenza degli anziani non autosufficienza e dei disabili, il sostegno e supporto delle diverse forme di fragilità e della vulnerabilità familiare;
• la condivisione con ATS, erogatori di ambito sanitario e sociosanitario, Comuni dei percorsi per una presa incarico integrata, con particolare attenzione alla cronicità, al fine di assicurare la continuità assistenziale, anche attraverso la razionalizzazione dei processi operativi;
• lo scambio informativo e la condivisione dei dati di attività e degli interventi sono riconosciuti
come strumenti per l’esercizio efficace della governance del sistema.
Gli Enti aderenti al presente accordo:
- forniscono la disponibilità alla progettazione e realizzazione delle azioni e dei servizi ricompresi nella progettualità del Piano di Zona, nonché al loro monitoraggio e verifica, attraverso la partecipazione ai tavoli di area ed a eventuali gruppi di lavoro, previa adesione al Piano di Zona;
- danno disponibilità a procedure di qualificazione, accreditamento, collaborazione volte alla realizzazione del Piano di Zona;
- partecipano al Tavolo dei soggetti aderenti all’Accordo e danno disponibilità a concordare forme e modi di rappresentanza;
- concorrono con proprie risorse come previsto dalla legge n. 328/2000, secondo le opportunità offerte dalle proprie forme giuridiche e dalla singola azione di Piano, e comunque partecipando
al processo di programmazione e di verifica con propri aderenti o proprio personale e
quant’altro contenuto nell’allegato Piano di Zona.
Art. 8 – Integrazione sociosanitaria
La programmazione sociale si inserisce nel percorso di integrazione con il sistema sociosanitario in un processo volto ad evitare duplicazioni di interventi e promuovere la razionalizzazione delle risorse professionali e finanziarie in ottica di presa in carico globale ed unitaria della persona e della sua famiglia.
Per integrazione sociosanitaria si devono intendere “tutte le attività atte a soddisfare, mediante un complesso processo assistenziale, bisogni di salute della persona che richiedono unitariamente prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale in grado di garantire, anche nel lungo periodo, la continuità di cura e quelle di riabilitazione”. L’integrazione sociosanitaria dovrà trovare declinazione, in continuità con le azioni in atto e tenuto conto dell’evoluzione dei bisogni e del contesto di riferimento, in uno specifico documento, condiviso in Cabina di Regia.
Il documento interesserà, a titolo esemplificativo: la valutazione multidimensionale, le progettazioni integrate per interventi complessi riguardanti la tutela dei minori, l’assistenza degli anziani non autosufficienti, dei disabili e delle persone con patologie psichiatriche e con dipendenza, il sostegno e supporto delle diverse forme di fragilità e della vulnerabilità familiare,…
Particolare riguardo sarà dedicato allo sviluppo di un sistema informativo sociale e sociosanitario per migliorare il sistema di conoscenza a supporto della programmazione integrata.
Il documento individuerà: obiettivi, azioni, risorse, responsabilità in carico ad ATS/ASST e comuni/ambito, indicatori e cronoprogramma.
Il documento, allegato al presente atto, dettaglia gli obiettivi di integrazione socio-sanitaria condivisi e i rispettivi impegni degli enti sottoscrittori.
Art. 9 – Collaborazione con il Terzo Settore
Il sistema di governance della programmazione sociale, come è stato delineato nel Piano allegato, riconosce e valorizza il confronto con le realtà sociali del Terzo settore presenti nel territorio dell’Ambito.
In particolare, la collaborazione con il Terzo settore è finalizzata a implementare politiche sociali in grado di affrontare territorialmente il tema della lotta alla vulnerabilità e il rafforzamento dell’inclusione sociale, anche attraverso progettualità condivise.
Strumenti di collaborazione con il Terzo settore, che opera come attore della coesione sociale e si configura come fattore di innovazione e stimolo per la riorganizzazione del sistema, sono costituiti da specifici Tavoli, anche di tipo programmatorio, indicati nell’Accordo di Programma e da accordi e protocolli relativi a specifiche progettualità.
Art. 10 – Strutture per l’attuazione del Piano di Zona e modalità di organizzazione e gestione
Le funzioni di governo del Piano di Zona vengono esercitate attraverso gli organismi di partecipazione e gestione indicati nel Piano di Zona allegato.
La Cabina di Regia ex art. 6, comma 6, della L.r. 23/2015, articolata e regolamentata con la deliberazione della ATS n. 295 del 23/3/2017, si configura come strumento per l’istruttoria tecnica interistituzionale dell’attuazione del presente Accordo, la verifica, il confronto relativi agli aspetti attinenti l’attuazione gli impegni del presente Accordo, con il compito, in particolare, di assicurare l’integrazione della rete socio-sanitaria con quella sociale, in modo da garantire continuità nel soddisfacimento dei bisogni sanitari, sociosanitari e sociali espressi dal territorio.
Art. 11 - Risorse
Le risorse economiche del presente accordo si riferiscono al budget come indicato nel Piano di zona allegato.
I soggetti sottoscrittori convengono che le risorse finanziarie previste nel Piano di Zona siano introitate dall’Azienda Sociale del Legnanese So.Le. quale legittimo soggetto individuato e responsabile dell’erogazioni dei fondi del Piano di Zona assumendone gli atti relativi, in virtù del protocollo d’intesa deliberato dall’Assemblea dei Sindaci di Ambito Distrettuale del 18/11/2019.
Art. 12 – Monitoraggio e verifica
L’Assemblea dei Sindaci di Ambito Distrettuale è responsabile del monitoraggio e della verifica degli
obiettivi, dell’allocazione delle risorse, in relazione con gli obiettivi del Piano e delle priorità. L’Assemblea potrà apportare, inoltre, eventuali integrazioni, modifiche, aggiornamenti che si rendessero necessari nel corso della gestione operativa del Piano di Zona, comunicandole agli Enti sottoscrittori dell’Accordo.
La vigilanza sull’esecuzione dell’Accordo di Programma è svolta da un Collegio composto da un rappresentante designato, con proprio atto successivo all’adozione del presente Accordo, da ciascuno degli enti firmatari. Il collegio elegge tra i suoi componenti un Presidente.
L’Ufficio di Piano provvede a fornire al collegio il supporto tecnico necessario.
Il Collegio si riunisce almeno una volta l’anno e controlla lo stato di attuazione dell’Accordo di Programma e del relativo Piano di Zona, sulla base della documentazione prodotta dall’Ufficio di Piano e dal Tavolo Tecnico di Ambito.
Può essere convocato altresì su richiesta di qualunque Ente o soggetto aderente. Svolge funzione di prima conciliazione di contenziosi o di ricorsi da parte di sottoscrittori, aderenti o soggetti privati, su cui si pronuncia, anche sentite le parti, nel termine di 30 giorni.
Per la risoluzione di eventuali controversie insorte durante le fasi di attuazione del Piano di Zona e non composte bonariamente, ai sensi dell’art.34 comma 2, legge 267/2000 si farà ricorso all’arbitrato.
La votazione del Collegio di Xxxxxxxxx avviene a maggioranza assoluta.
Art. 13 – Durata dell’Accordo e responsabilità della sua attuazione
Il presente Accordo di Programma, conformemente alla durata del Piano di Zona, decorre a partire dalla sua sottoscrizione e fino al 31 dicembre 2020.
Il Responsabile dell’attuazione dell’Accordo di programma è individuato nella figura del responsabile dell’Ufficio di Piano.
L’Ente Capofila, si impegna a dar corso alla pubblicazione “anche per estratto” sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del presente Accordo di Programma e a tenere a disposizione presso l’ufficio di piano tutta la documentazione per gli Enti sottoscrittori e gli altri soggetti aventi diritto secondo la normativa vigente.
ALLEGATI:
- Allegato 1: Piano di Zona dell’Alto Milanese 2019/2020
- Allegato 2: Scheda d’integrazione socio-sanitaria
- Allegato 3: Protocollo d’Intesa per la definizione del modello di governance del piano di zona
dell’Alto Milanese
Data
Letto, confermato, datato e sottoscritto
Comune di Busto Garolfo Sindaco Xxxxxxx Xxxxxx
Comune di Canegrate Sindaco Xxxxxxx Xxxxxxx
Comune di Cerro Maggiore Sindaco Xxxxxxxxxx Xxxxx
Comune di Dairago Sindaco Xxxxx Xxxxx
Comune di Legnano
Commissario Straordinario Xxxxxxxxx Xxxxxxx
Comune di Nerviano Sindaco Xxxxxxx Xxxxx
Comune di Parabiago Sindaco Xxxxxxxx Xxxxxx
Comune di Rescaldina Sindaco Xxxxxx Xxxxx Xxxx
Comune di San Giorgio su Legnano Sindaco Xxxxxx Xxxxxxx
Comune di San Xxxxxxx Xxxxx Sindaco Xxxxxxx Xxxxx Xxxxx
Comune di Villa Cortese Sindaco Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx
Comune di Arconate Sindaco Xxxxxx Xxxxxxx
Comune di Buscate Sindaco Xxxxx Xxxxxxxx
Comune di Bernate Ticino Sindaco Xxxxxxxx Xxxxxxx
Comune di Castano Primo Sindaco Xxxxxxxx Xxxxxxxxxxx
Comune di Cuggiono
Sindaco Xxxxx Xxxxxx Xxxxxxxx
Comune di Inveruno Sindaco Xxxx Xxxxxxxxxx
Comune di Magnago Sindaco Xxxxx Xxxxx
Comune di Nosate Sindaco Xxxxxxx Xxxxxxxx
Comune di Robecchetto Con Induno Sindaco Xxxxxxx Xxxxx
Comune di Turbigo
Xxxxxxx Xxxxxxxxx Xxxxxxxxxx
Comune di Vanzaghello Sindaco Arconte Gatti
Azienda Sociale del Legnanese So. Le. Il Legale Rappresentante
Xxxxxx Xxxxxxx
Azienda Sociale del Castanese Il Legale Rappresentante Xxxxxx Xxxxx
ATS della Città Metropolitana di Milano Il Direttore Generale
Xxxxxx Xxxxxxxxxxx
ASST Ovest Milanese Il Direttore Generale
Xxxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxx
PIANO DI ZONA 2019 – 2020 AMBITO DELL’ALTOMILANESE
INDICE
PREMESSA 5
CAPITOLO 1 – ESITI DELLA PROGRAMMAZIONE ZONALE 2015-2017 LEGNANESE E CASTANESE 8
1.1 Esiti della programmazione 2015-2017 8
1.2 I protocolli per la programmazione e gestione del Piano di Zona legnanese 26
1.3 I protocolli per la programmazione e gestione del Piano di Zona castanese 27
1.4 Valutazione esiti degli obiettivi di integrazione socio sanitaria e sociale 27
CAPITOLO 2 – DATI DI CONTESTO E QUADRO DELLA CONOSCENZA 34
2.1 Analisi territorio legnanese 34
2.2 Analisi territorio castanese 37
2.3 Analisi dei bisogni legnanese castanese 40
CAPITOLO 3 – DEFINIZIONE MODELLO DI GOVERNANCE 53
3.1 La governance del Piano di Zona 2019/2020 53
3.2 Organismi politici 56
3.3 Organismi tecnici 57
3.4 Tavolo di programmazione e progettazione zonale 58
3.5 Il forum del terzo settore altomilanese 60
3.6 Le aziende sociale 62
CAPITOLO 4 – AREA INTEGRAZIONE SOCIALE E SOCIOSANITARIA 66
4.1 Valutazioni integrate multidimensionali 66
4.2 Attuazione Legge 112/16 Dopo di Noi 67
4.3 Gestione misure per sostegno alla non autosufficienza 69
4.4 Misura Reddito di autonomia 71
4.5 Contrasto alla violenza di genere 73
4.6 Attuazione del REI e contrasto alla povertà 76
4.7 Azioni di contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo e dipendenze 84
4.8 Misure di sostegno all’inserimento dei minori in comunità 85
4.9 Piano territoriale conciliazione 88
CAPITOLO 5 – AREA LAVORO 95
5.1 Politiche del lavoro 95
CAPITOLO 6 – AREA QUALITA’ SERVIZI E WELFARE AZIENDALE 121
6.1 La visione della programmazione zonale dalla prospettiva delle organizzazioni sindacali 121
CAPITOLO 7 – AREA PROGETTAZIONE A SUPPORTO DELLA FAMIGLIA 125
7.1 Sistema integrato 0-6 decreto 65/2017 125
7.2 Politiche area integrazione stranieri 127
7.3 Area integrazione scolastica 134
7.4 Programma PIPPI 135
7.5 Gestione sportello assistenti familiari 137
7.6 Politiche giovanili 143
CAPITOLO 8 – AREA INTEGRAZIONE CON IL TERZO SETTORE 149
8.1 Welfare generativo 149
8.2 Progettazione partecipata e co-progettazione: un modello di lavoro 150
8.3 Progetto Reload 153
8.4 Progetto Jump Around 155
CAPITOLO 9 – AREA POLITICHE ABITATIVE 160
9.1 Delibere Regionali per il contenimento dell’emergenza abitativa DGR 6465/17 e DGR 606/18 161
9.2 Agenzia per la locazione 163
9.3 Offerta abitativa pubblica: Regolamento regionale 4/2017 166
CAPITOLO 10 – OBIETTIVI STRATEGICI 170
10.1 Obiettivo strategico 1: Definizione di criteri d’accesso ai servizi e agli interventi sul territorio del legnanese e del castanese 171
10.2 Obiettivo strategico 2: Gestione accreditamenti e unità d’offerta sociali e sistema di valutazione qualità interventi 175
10.3 Obiettivo strategico 3: Percorsi di innovazione sociale “Progetto N.O.I.” 177
Allegati capitolo 5
PREMESSA
Il documento di programmazione zonale che andiamo ad approvare è il frutto di un lungo, operoso e laborioso lavoro di confronto e condivisione resosi più che mai necessario stante l’intervenuto processo di accorpamento dei due ambiti territoriali (Legnanese e Castanese) definito ai sensi ed in applicazione della LR 23/2015 e della DGR 7631/2017 “Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2018-2020”.
Due territori che hanno dovuto e saputo contemperare fra loro progetti, esperienze, idee, vissuti, al fine di definire il primo Piano di Zona 2019/2020 dell’Ambito Distrettuale dell’Alto Milanese.
È doveroso riassumere e ripercorrere con voi il percorso intrapreso che ci ha portato ad essere qui oggi uniti da un progetto di welfare comune ed unico: un progetto condiviso che vede il cittadino posto al centro del nostro agire, programmare, gestire.
La L.R. 23/2015 “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della L.R. 33/2009” istituisce le Agenzie di Tutela della Salute (ATS) e le Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST) definendone funzioni, organizzazione interna e aree territoriali di appartenenza.
Secondo tale riforma il territorio della Regione Lombardia è articolato in otto ATS, ciascuna delle quali è suddivisa in Distretti, realtà territoriali coincidenti con le varie ASST. I Distretti sono poi ulteriormente articolati in Ambiti distrettuali, che la normativa regionale prevede comprendano una popolazione non inferiore a 80.000 abitanti.
La D.G.R. n. 7631/2017 con la quale Regione Lombardia approva le “Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2018-2020” dà avvio al percorso evolutivo verso i nuovi Ambiti distrettuali, definendo le indicazioni e gli obiettivi per la programmazione sociale della prossima triennalità, i ruoli dei diversi attori e due livelli di premialità che incentivano il percorso di accorpamento degli Ambiti territoriali e il raggiungimento di obiettivi strategici.
All’interno di questi riferimenti normativi si colloca l’avvio del processo di accorpamento degli Ambiti territoriali di Castano Primo e Legnano: si tratta di territori attigui geograficamente e che rappresentano già un bacino di utenza per alcuni servizi specialistici sanitari e sociosanitari; inoltre collaborano da anni per la gestione di alcuni progetti (es. rete antiviolenza).
I 22 comuni del neo nato ambito dell’Alto Milanese nel giugno 2018 hanno proceduto alla nomina del Presidente e del Vice Presidente dell’Assemblea dei Sindaci di ambito distrettuale: così il 26 giugno ha preso concreto avvio la definizione del percorso che passo dopo passo ci ha portato a configurare anche il nuovo assetto organizzativo: un unico ufficio di piano e l’individuazione di un Comune Capofila.
Tuttavia, nonostante la “fusione” e la contiguità territoriale si tratta di ambiti comunque differenti tra loro con storia e servizi anche diversi, con forme organizzative e gestionali diverse, con due aziende speciali in riferimento ai due ex ambiti.
Questa composizione eterogenea ha generato pertanto modelli di governance, di gestione dei servizi/interventi, di funzionamento dei due Uffici di Piano e di gestione del bilancio distrettuale peculiari e funzionali alla propria realtà. Il confronto avviato sia a livello politico, sia a livello tecnico, tra i due Ambiti, ha però generato la convinzione condivisa che il processo di accorpamento dovrà essere graduale e progressivo per non inficiare il lavoro svolto finora dagli Uffici di Piano in collaborazione con i Comuni e dovrà altresì rispettare le differenze territoriali e sociali.
Questo in quanto il processo di accorpamento su questo territorio non vuole essere un mero adempimento normativo, ma vuole rappresentare soprattutto un’opportunità: innanzitutto un’opportunità di condivisione di esperienze e storie differenti, le quali hanno permesso la nascita di servizi e modelli che diventano ora patrimonio di tutti; un’opportunità di scelta tra un ventaglio più ampio di servizi cui i Comuni possono decidere di aderire in gestione associata e un’opportunità di esercizio di mediazione e di composizione tra situazioni, esigenze e punti di vista differenti per generare un nuovo modello di funzionamento il più rispondente possibile ad una nuova realtà, che sia una terza via rispetto a quella fin qui percorsa dai due Ambiti.
Il Piano di Zona 2019/20 diventa, quindi, lo strumento non solo di programmazione sociale sul nuovo e più ampio territorio di riferimento, ma anche l’occasione per iniziare a condividere pensieri, metodologie, conoscenze e punti di vista. Rappresenta una sfida che va nella direzione di cogliere il meglio di ogni esperienza maturata finora e operare una razionalizzazione delle risorse da investire nel potenziamento del welfare locale, convinti che ciò genererà, nel medio-lungo periodo, un ritorno in termini di benessere socioeconomico dei cittadini.
E’ stato un lavoro lungo, complesso a volte anche difficile che però ci ha visto tutti impegnati al raggiungimento di un obiettivo comune, e ci siamo riusciti.
Fondamentale è stato il coinvolgimento delle realtà presenti sul territorio: il Terzo Settore, le Organizzazioni Sindacali, le Fondazioni, le Aziende Consortili Speciali. In questo contesto, grande importanza è stata data, nel modello di Governance, nel definire uno schema che permetta di
valorizzare e coinvolgere tutte queste realtà. Nel modello di governance si è teso anche a definire in modo chiaro a chi competono le diverse funzioni: di indirizzo politico e strategico, di gestione e di progettazione e coprogettazione.
In continuità del lavoro svolto in questi mesi dal “Tavolo di programmazione Zonale”, questa esperienza, nel modello di governance, viene confermata con il nome di “Tavolo di programmazione e progettazione Zonale” e si avvarrà, tra gli altri, della partecipazione di rappresentanti del neonato “Forum del Terzo Settore Alto Milanese”.
Un grazie a tutti: tecnici, funzionari, politici, terzo settore, per avere voluto ed essere riusciti ad arrivare a questo risultato che non è punto di arrivo ma di partenza. Un grazie particolare per il competente supporto dei tecnici dell’Ufficio di Piano il cui contributo è stato fondamentale per il raggiungimento di questo primo traguardo e il cui ruolo risulterà altresì determinante per l’agire futuro.
Il lavoro da fare non è semplice né scontato, ma abbiamo la fondata convinzione di poter contare su un gruppo di persone al lavoro, a tutti i livelli, competente, motivato e aperto ai cambiamenti.
Il lavoro di gruppo e la collaborazione saranno fondamentali anche per supportare il nuovo Ente capofila nel suo ruolo di coordinamento e di riferimento. Nell’ottica della collaborazione e dell’equa distribuzione di responsabilità e carichi di lavoro, fin d’ora è necessario che si affermi il principio di rotazione fra Enti.
Per quanto attiene le due Aziende Speciali opereranno in continuità con il passato, in maniera distinta per specificità di azione ed autonomia gestionale con l’impegno di assicurare quale obiettivo di questo agire un coordinamento delle loro gestioni finalizzato ad un interscambio di buone prassi, di messa in rete di informazioni, dati criticità atte a definire una politica d’ambito sempre in sviluppo a favore del benessere delle nostre comunità.
Buon lavoro dunque a tutti noi.
Xxxxx Xxxxx Xxxxxx Xxxxxxxxxx
Sindaco di Magnago Assessore Comune di Canegrate
CAPITOLO 1 - ESITI DELLA PROGRAMMAZIONE ZONALE 2015/2017
1.1 Esiti della programmazione 2015/2017 LEGNANESE
L’ambito territoriale del legnanese ha impostato la propria programmazione zonale sulla base delle linee di indirizzo regionale 2015/2017 “Un welfare che crea valore per le persone, le famiglie e la comunità” individuando due pilastri fondamentali:
• Dimensione persone e famiglia;
• Dimensione comunità.
Le linee di indirizzo introducevano priorità di metodo, nell’intento di superare la frammentazione che caratterizzava il sistema di welfare e chiedendo ai territori uno sforzo di ricomposizione sulle dimensioni della progettazione, delle risorse e dei servizi.
Il percorso delineato con chiarezza nelle volontà regionali chiedeva ai territori uno sforzo ricompositivo a tutti i livelli di governance, per perseguire l’obiettivo di promuovere il riordino del welfare regionale, “conciliando il quadro dei bisogni con la programmazione e l’organizzazione di risposte appropriate, anche sotto il profilo del riorientamento e dell’integrazione delle risorse”
L’ambito del legnanese attraverso ASC So.Le., capofila del Piano di Zona 2015/2017, ha quindi lavorato nell’implementare un moderno welfare territoriale, orientando la programmazione 2015/2017 verso un miglioramento del contesto socio-economico, sviluppando nuovi spazi di lavoro, cercando di ampliare i confini della stessa programmazione zonale, orientando ed integrando le diverse aree di policy, casa, lavoro, scuola e promuovendo l’attivazione e l’integrazione di tutte le risorse disponibili nelle persone, nella famiglia, nella comunità.
L’obiettivo principale della ricomposizione e delle conoscenze dei servizi e delle risorse si è sviluppato attraverso la partecipazione attiva dei vari attori del welfare pubblico e privato in un’ottica di welfare comunitario, con una presenza attiva del terzo settore con cui è stato possibile programmare e gestire servizi attraverso percorsi di progettazione e di co-progettazione.
Nelle Tabelle seguenti riprendiamo gli obiettivi previsti nel piano di Zona 2015/2017 evidenziando i risultati raggiunti, ed integrando quelle progettazioni non previste dal precedente Piano di Zona, ma sviluppate nel corso del triennio 2015/2017.
DIMENSIONE PERSONE E FAMIGLIE
TITOLO OBIETTIVO | INTERVENTI/ AZIONI DI SISTEMA | RISORSE IMPIEGATE | STRUMENTI UTILIZZATI | INDICATORI DI ESITO | ESITO | MODALITA' GESTIONALE |
Mantenimento della domiciliarità anziani e disabili | Erogazione dei servizi di assistenza domiciliare | FNA, FNPS e quote di finanziamento comunali | Procedure di accreditamento enti erogatori, regolamento di accesso alle prestazioni d’ambito, voucher in formato elettronico | 1) Almeno 15 cooperative accreditate 2) Almeno 300 utenti a domicilio | 1) No, al 31/12/2017 risultano accreditate 9 cooperative 2) si 467 | Dal 2016 il servizio di assistenza domiciliare anziani e disabili è gestito da azienda sole attraverso il sistema di accreditamento. Risulta finanziato dal FNPS e attraverso le quote di recupero dell'utenza dai comuni. |
Assistenza educativa domiciliare a famiglie con minori | Erogazione dei servizi di assistenza domiciliare | FNA, FNPS | Procedure di accreditamento enti erogatori, regolamento di accesso alle prestazioni d’ambito, voucher in formato elettronico | 1) Almeno 4 cooperative accreditate 2) Almeno 200 utenti al domicilio | 1) Si, Al 31/12/2017 risultano accreditate 5 Cooperative 2) No 106 | Dal 2016 il servizio di assistenza educativa domiciliare è gestito da azienda sole attraverso il sistema di accreditamento e risulta finanziato dal FNPS. |
Assistenza scolastica ai disabili sensoriali | Erogazione di assistenza scolastica | Città metropolitana | • Protocollo città metropolitana per assistenza • Accreditamento enti erogatori • Domanda utenti • Scheda valutazione/monitora ggio • Rendicontazione risorse utilizzate | 1) Almeno 4 cooperative accreditate 2) Almeno 30 utenti con disabilità sensoriale intercettati | 1) Si, fino all'anno scolastico 2015/2016. Dall'anno scolastico 2016/2017 la modifica delle procedure non rende valutabile questo obiettivo programmatico. 2) Si | Durante il triennio 2015-2017 è cambiata la modalità gestionale dell'intervento: da un sistema di accreditamento centralizzato dell'Ambito si è passati a un sistema di accreditamento gestito interamente da ATS Città Metropolitana. |
Sostegno alla grave disabilità | Interventi previsti dalla misura DGR 740/2013 a favore delle persone con disabilità grave o comunque in condizione di non autosufficienza | FNA | • Regolamento d’accesso d’ambito • Modulistica d’ambito e strumenti di valutazione condivisi con ASST • Graduatoria d’accesso | 120 progetti finanziati | Si | Gestione centralizzata a livello di Ambito territoriale e collaborazione con ASST per la valutazione delle persone beneficiarie della misura. |
Reddito di autonomia | Erogazione voucher a sostegno di anziani e disabili | Regionali | • Regolamento d’accesso regionale • Modulistica regionale e strumenti di valutazione condivisi con ASST • Graduatoria d’accesso | Progettazione non prevista dal precedente Piano di Zona | Avviati: - nel 2015/2016 6 progetti - nel 2016/2017 10 progetti | Gestione centralizzata a livello di Ambito territoriale e collaborazione con ASST per la valutazione delle persone beneficiarie della misura. |
Bonus Famiglia | Attività di consulenza e sostegno per l'inserimento di domande sul sistema di regione Lombardia | Regionali | • Regolamento d’accesso regionale • Scheda di vulnerabilità • Sistema SiAge | Progettazione non prevista dal precedente Piano di Zona | Domande presentate e finanziate 34. consulenze registrate ed effettuate n° 84 | L'ambito ha attivato uno sportello centralizzato presso la sede dell'Ufficio di Piano per la gestione della misura. |
Assistenza scolastica ad personam per scuola secondaria superiore | Erogazione di assistenza scolastica | Città metropolitana | Protocollo città metropolitana per assistenza | Almeno N. 70 utenti intercettati | Si | L'ambito ha gestito in maniera centralizzata l'intervento. Si precisa che dall’anno scolastico 2017/2018, la competenza nella gestione degli interventi di assistenza scolastica e disabilità sensoriale è passata da Città Metropolitana di Milano a Regione Lombardia, che ha fornito nuove procedure per la programmazione e la gestione degli interventi. |
Progetto accoglienza profughi | Realizzazione progetto integrato con soggetti del terzo settore | • Logistica d’ambito • Risorse Ministeriali erogate direttamente al gestore | • Protocollo d’intesa prefettura Milano • Progetto con fondazione Xxxxx Xxxxxxxx • Convenzioni per l’impiego dei profughi nel volontariato attivo | 25 profughi | Si | Progetto gestito dall'Ambito territoriale attraverso apposite convenzioni col terzo settore. |
SISL: favorire inserimento lavorativo dei soggetti fragili | Valutazione della residua capacità lavorativa di persone fragili o svantaggiate | • Risorse proprie dei comuni • Sistema regionale doti lavoro | • Regolamento di servizio • Banche dati • Modulistica • Tirocini lavorativi e borse lavoro | 10% di inserimenti lavorativi rispetto alle segnalazioni effettuate | Il numero di utenti in carico è il seguente: - anno 2015 - 190 - anno 2016 - 165 - anno 2017 - 175 Rispetto alle segnalazioni la % del 10% è stata soddisfatta. | Da metà 2015 il contratto di appalto del SISL è stato trasferito ad ASC So.Le., che nel corso del triennio ha avviato le procedure finalizzate all'internalizzazione del servizio. |
Housing sociale | Erogazione di buoni per favorire l’accesso locazione privata prevenire sfratto | FNPS | Buoni | 1) Numero famiglie non sfrattate 2) Numero famiglie con accesso alla locazione privata | 1) 22 2) 84 | Nel corso del triennio per la maggior parte dei Comuni del Piano di Zona le misure in oggetto sono state largamente utilizzate, in quanto riescono a contenere, seppur in maniera minima, le ricadute estremamente negative che la crisi economica ha sui redditi delle famiglie, che faticano a sostenere i costi del canone di locazione o della rata del mutuo, incorrendo in situazioni di morosità. |
DIMENSIONE COMUNITA’
TITOLO OBIETTIVO | INTERVENTI/ AZIONI DI SISTEMA | RISORSE IMPIEGATE | STRUMENTI UTILIZZATI | INDICATORI DI ESITO | ESITO | MODALITA' GESTIONALE |
Realizzare politiche di contrasto alla violenza di genere | • Rete antiviolenza • Progetto network antiviolenza Ticino olona | • Finanziamento regionale • FNPS o fondo nazionale destinato | • Centri antiviolenza • Procedure di accoglienza in comunità • Attività di sensibilizzazione | Firma delle buone prassi | Si | Protocollo per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne dell’area Ticino Olona: consolidamento della sperimentazione, mantenimento del lavoro del gruppo pluriprofessionale e |
• Modelli ORA e SARA • Buone prassi condivise trai differenti servizi coinvolti nella rete | multidimensionale, continuità e sviluppo della rete individuando ulteriori ambiti di integrazione. In totale, da gennaio 2016 sono stati registrate 157 segnalazioni e 133 prese in carico. | |||||
Accreditamento nidi | Omogeneizzare i criteri che regolano accesso ai nidi privati e pubblici sul territorio | Professionali | Regolamento sovradistrettuale | Numero nidi accreditati | 9 nidi pubblici e 10 nidi privati accreditati | E' stato pubblicato nell'anno 2015 un avviso pubblico di accreditamento a valenza sovradistrettuale condiviso con tutta l'ASL Milano 1 con durata triennale. |
Housing sociale | Facilitare la mobilità alloggiativa e l’accesso alla locazione degli inquilini morosi incolpevoli | Regionale | • Bando • Regolamento di accesso • Graduatoria/ sportello | Numero utenti | 32 Utenti che hanno beneficiato di contributi | Avviate le procedure per la costituzione di un’agenzia per la locazione del legnanese avviata nell'anno 2016 e andata a regime ad agosto 2017 con l’apertura dello sportello attivo due giorni la settimana. Dal mese di agosto 2017 sono state inoltre gestite le misure ai sensi della DGR 6465/2017. |
Tutela minori | Interventi a tutela dei minori interessati da provvedimenti dell’autorità giudiziaria | Fondi comunale e regionali DGR 856 e DGR 2942 per l’inserimento di minori in comunità che usufruiscano anche di prestazioni di tipo sanitario | • Regolamento di servizio • Contratto di servizio • Progetti individualizzati • Protocolli operativi | Tempo medio di permanenza | 45 | Sottoscritte annualmente le convenzioni con l'attuale ATS ed e' una misura gestita dal servizio tutela minori aziendale. |
Servizio Affidi | Interventi socio assistenziali per garantire ambiente famigliare idoneo ai minori che ne sono temporaneamente privi | FNPS/FSR e risorse comunali | • Regolamento di servizio • Linee operative • Progetti individualizzati • Attività di sensibilizzazione • Formazione specifica alle nuove famiglie • Sostegno individuale di gruppo agli affidatari e ad eventuali figli naturali | 1) Numero famiglie affidatarie 2) Numero famiglie in banca dati | 1) Affidi attivi: - 20 per l’anno 2015 - 26 per l’anno 2016 - 27 per l’anno 2017 2) 11 | Tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016 la gestione del servizio tramite appalto è stata delegata dal Comune di Canegrate capofila all'ASC So.Le. |
Mediazione famigliare | Percorso di accompagnamento alla definizione di un accordo a tutela dei minori in caso di separazione | FNPS | • Regolamento di servizio • Relazioni individuali | Numero prese in carico | Accessi al servizio (non prese in carico): - anno 2015 - 14 - anno 2016 - 8 - anno 2017 - 19 | Gestione esternalizzata alla cooperativa CTA di Milano |
Xxxxxx neutro | Instaurazione di una relazione tra genitori e figli laddove la stessa per diversi motivi risulti difficile. In questo spazio viene garantito l’esercizio del diritto di visita e di relazione ed ha l'obiettivo di progettare interventi per il mantenimento e la ricostruzione della relazione tra il bambino ed i suoi genitori. | FNPS | • Regolamento di servizio • Relazioni individuali | Numero prese in carico | Accessi al servizio (non prese in carico): - anno 2015 - 31 - anno 2016 - 36 - anno 2017 - 53 | Nel 2016 la gestione del servizio tramite appalto è stata delegata dal Comune di Parabiago capofila all'ASC So.Le. che ha avviato le procedure per l'internalizzazione. |
Sportello antiviolenza | Ascolto e orientamento alle donne vittime di violenza | FNPS | Progetto | Numero donne in carico | Durante tutto l'anno 2015 sono state prese in carico 29 donne dallo sportello. | Al 31 dicembre 2015 lo Sportello Antiviolenza ha cessato la sua attività in quanto l'ambito ha deciso di attivare secondo le normative regionali un Centro antiviolenza. Sportello Antiviolenza ha partecipato in modo attivo e influente sulla creazione di una rete per le donne vittime di violenza di genere, in collaborazione con l’ASST di riferimento, creando modalità d’intervento utili ed efficaci. |
Politiche giovanili | Potenziamento dei principi dell’imprenditorialit à e autoimprenditorialit à dei giovani. Consolidamento rete Ambito di Magenta. | Risorse comunali, risorse Provincia, richiesto finanziamento Regionale | Bando Regione Lombardia | 1) Numero proposte formative avviate 2) Numero giovani partecipanti corsi di | Tra le varie azioni del progetto gli esiti sono stati i seguenti: -42 giovani coinvolti nell’attivazione dei percorsi formativi - in seguito ai corsi formativi 5 dei 9 partecipanti hanno ricevuto | Il progetto è stato gestito attraverso gli incontri della cabina di regia volte a monitorare costantemente le azioni in corso e a prendere le decisioni strategiche necessarie per l’avanzamento del progetto. Gli 11 Comuni del Legnanese e i 13 Comuni del Magentino hanno sottoscritto con Città Metropolitana di Milano il 6 aprile |
formazione avviati 3) Numero inserimenti lavorativi attraverso stage e tirocini formativi | una proposta di collaborazione da parte delle aziende che li hanno ospitati in stage e 4 stanno effettivamente lavorando. - 10 tirocini sono stati avviati dal partner di progetto Eurolavoro. - in seguito all'avviso Call for ideas sono state ricevute 14 idee imprenditoriali e finanziati 5 progetti - Sono state erogate 50 certificazioni con il coinvolgimento di alcuni enti del territorio, per la catalogazione delle esperienze informali acquisite in attività di volontariato, formative -40 soggetti inseriti nel driver di opportunità | 2016 gli Accordi di Partenariato per la governance e lo sviluppo delle Politiche giovanili - triennio 2016/18. | ||||
PON/SIA | Partecipazione all'avviso pubblico PON 3/2016 per la gestione operativa della misura SIA, Sostegno Inclusione Attiva | Ministeriali | • Avviso pubblico per la selezione di partner per la gestione degli interventi educativi • Partenariato con Centro per l’impiego Eurolavoro per l'attivazione degli interventi lavorativi dei nuclei familiari beneficiari. • convenzione di sovvenzione • Valutazione multidimensionale • Cabina di regia • Modulistica ministeriale | Progettazione non prevista dal precedente Piano di Zona | Al 31/12/2017 si registrano 190 nuclei beneficiari di SIA seguisti dalla struttura. | I Comuni dell’Ambito hanno inviato delle tabelle riassuntive (estrapolate dal portale INPS) per permettere all’Ufficio di programmazione zonale di calendarizzare gli incontri con i beneficiari e convocarli con la finalità di effettuare l’analisi preliminare, punto di partenza per definire il progetto personalizzato del nucleo familiare e la rispettiva attivazione dei servizi/prestazione dei partner di ASC So.Le. Sono state attivate le procedure per l'attivazione di un'Agenzia di inclusione Attiva. |
FAMI | Partecipazione all'Avviso pubblico FAMi multiazione 2014/2020 in qualità di partner di Regione Lombardia. Predisposto progetto che prevede le seguenti azioni: - Ampliamento dell’orario di apertura degli sportelli operanti sul territorio - Coordinamento degli sportelli e messa in rete delle attività - Apertura sportello stranieri centralizzato presso la sede di ASC So.Le. - Potenziamento della rete per favorire una presa in carico professionale anche delle situazioni più complesse - Servizi di mediazione linguistico culturale a supporto degli sportelli e dei servizi del territorio - Inserimento della figura del mediatore culturale - Introduzione della figura del consulente legale - Attività formativa | Ministeriali | • Convenzione di sovvenzione • Cabina di regia • Modulistica ministeriale | Progettazione non prevista dal precedente Piano di Zona | Avvio procedure di selezione del personale operante presso lo sportello centralizzato in fase di attivazione. | Predisposto progetto con gestione centralizzata dell'Ambito. |
dedicata sia agli operatori degli sportelli sia ai mediatori linguistico-culturali | ||||||
Conciliazione | Presentato e validato il Piano di Azione della rete territoriale sulla conciliazione ASL Milano 1 ex DGR 1081/2013 e diffusione del progetto “La Conciliazione innova la piccola impresa: un modello da promuovere” sul territorio. | Regionali | • DGR 1081/2013 • Costituzione rete progettuale • Azioni di formazione dei partecipanti • Focus group • Cabine di regia | Progettazione non prevista dal precedente Piano di Zona | Sono state coinvolte nel progetto: - tutte le realtà datoriali (confindustria, confartigianato, confcommercio, confai, associazione italiana agricoltori) - tutte le maggiori sigle sindacali ( CGIL, UIL, CISL) - 24 PMI aderenti al progetto - 15 piani di conciliazione sviluppati - 2 accordi sindacali - un accordo territoriale sulle politiche di welfare di secondo livello. - 639 i lavoratori coinvolti - € 84.000,00 erogati direttamente alle PMI per sostenere le sperimentazioni introdotte | ASC So.Le. In rappresentanza dell'Ambito territoriale è stata capofila del progetto e ha presentato per l'anno 2018 il progetto E-net - Equilibrio vita- lavoro in RETE, in contiuità delle azioni già realizzate. |
Regolamento ISEE | Approvazione del Regolamento ISEE condiviso su tutto l'ambito territoriale | Non previste risorse economiche | • Regolamento ANCI • Tavoli tecnici • Tavoli politici | Progettazione non prevista dal precedente Piano di Zona | Stesura del regolamento ISEE approvato nella parte normativa da tutti i Comuni dell'Ambito. | Per la parte tariffaria il regolamento è entrato in vigore per i servizi educativi(refezione scolastica e asilo nido) in tempi differenti per ogni singolo Comune, con l'individuazione di quote di compartecipazione minime/massima per prestazione oraria omogenee e con l'applicazione del metodo lineare per l'individuazione della contribuzione dell'utenza. |
Dall’analisi di quanto sopra esposto risulta che l’Ambito del legnanese anche per il triennio 2015/2017 ha finanziato i propri interventi afferendo esclusivamente alle risorse finanziarie assegnate dallo Stato, e dalla Regione, senza integrare con risorse provenienti dai Comuni, che continuano a gestire in proprio buona parte degli interventi afferenti al settore sociale.
Alla luce di ciò sarebbe opportuno implementare la prospettiva d’integrazione, auspicata dal Piano di Zona, quale risorsa per il futuro così come considerare improrogabile la ricerca di fonti di finanziamento altre.
Tutte le risorse assegnate all’Ambito territoriale sono state incassate da ASC So.Le., in qualità di capofila del Piano di Zona 2015/2017, su apposito conto corrente destinato alle attività afferenti alla programmazione zonale. Trascorsi tre anni dall’operatività dell’Azienda si può confermare che oltre a svolgere funzioni finanziarie e amministrative di supporto al Tavolo Politico, ha consentito all’Ambito di superare una certa frammentarietà nella programmazione attraverso la stimolazione ad un miglioramento dei processi operativi.
Rispetto agli anni precedenti è sempre più marcata la funzione di regia rispetto alla produzione dei servizi, unificata in capo ad un soggetto istituzionale riconosciuto da tutti gli enti locali dell’ambito territoriale di riferimento.
CASTANESE
La sfida principale della programmazione zonale del triennio 2015-2017 è stata quello di riconnettere e ricomporre interventi e servizi passando da un sistema centrato sull’erogazione, ad un sistema che possa rispondere ad un bisogno di ascolto, cura, sostegno e presa in carico integrata, come previsto dalle Linee di indirizzo regionali 2015-2017 “Un welfare che crea valore per le persone, le famiglie e la comunità”.
L’ambito del Castanese attraverso Azienda Sociale ha quindi lavorato nell’implementare un moderno welfare territoriale, orientando la programmazione 2015-2017 verso un miglioramento del contesto socio-economico del territorio, sviluppando nuovi spazi di lavoro cercando di ampliare i confini della stessa programmazione zonale, orientando ed integrando le diverse aree di policy, casa, lavoro, scuola e promuovendo l’attivazione di tutte le risorse disponibili nelle persone, nella famiglia, nella comunità.
L’obiettivo principale della ricomposizione dei servizi e delle risorse si è sviluppato attraverso la partecipazione attiva dei vari attori del welfare pubblico e privato in un’ottica di welfare comunitario, con un ruolo del terzo settore sempre più protagonista con cui è stato possibile programmare e gestire servizi attraverso percorsi di progettazione partecipata e di co-progettazione.
La ricomposizione delle risorse che vede interventi e attività socio -assistenziali in capo a soggetti diversi (enti istituzionali, cooperative sociali e soggetti profit) è sicuramente un’azione complessa e articolata: la presenza nell’ambito di Azienda Sociale quale ente strumentale degli 11 comuni del Castanese ha favorito la gestione associata delle risorse con la finalità di fornire risposte omogenee e condivise per la maggior parte dei servizi
sociali del territorio. Ad oggi per l’ambito di Castano Primo la prevalenza di servizi sociali è gestita in modo associato con l’obiettivo di perseguire efficienza e efficacia; infatti ancora prima della realizzazione del Piano di Zona, gli undici comuni avevano dato vita ad una gestione associata di parte dei servizi sociali tramite delega all’Azienda Sanitaria Locale. Dal 2004, poi, i Xxxxxx hanno ritirato le deleghe all’Asl per la gestione dei servizi alla persona, sottoscrivendo una Convenzione per la gestione in forma associata degli stessi. Ad oggi la quota più rilevante del finanziamento dei servizi sociali viene sostenuta da risorse comunali, integrate con fondi nazionali e regionali.
Le Tabelle seguenti riprendono gli obiettivi previsti nel piano di Zona 2015/2017 evidenziando i risultati raggiunti. ed integrando quelle progettazioni non previste dal precedente Piano di Zona, ma sviluppate nel corso del triennio 2015/2017.
AREA FAMIGLIA E CURA | ||||||
TITOLO OBIETTIVO | INTERVENTO SPECIFICO | RISORSE IMPIEGATE | STRUMENTI UTILIZZATI | INIDCATORI DI ESITO | ESITO | MODALITA’ GESTIONALE |
FNA e FNPS | Procedura di | Numero Enti accreditati | Enti | Il servizio è | ||
MANTENIMENTO | Mantenimento e consolidamento del servizio di | FSR e | accreditamento | accreditati | gestito da | |
DEL SERVIZIO DI | Assistenza domiciliare tramite voucher | cofinanziamento | 9 | Azienda | ||
ASSISTENZA | Comunale | Sistema di | Sociale | |||
DOMICILIARE | monitoraggio | |||||
tramite voucher | ||||||
Numero progetti | Utenti HCP | Azienda | ||||
Potenziamento attraverso la progettazione home | Home care | 2015: 14 | Sociale | |||
care premium | premium | Utenti HCP | ||||
finanziamento | 2016: 14 | |||||
INPS | Utenti HCP | |||||
2017: 9 | ||||||
PRE- | mantenimento della scheda di orientamento- | Scheda di | Schede | Servizio | ||
ASSESSMENT | utilizzata per la definizione della condizione di | orientamento | Numero schede compilate | compilate | Sociale | |
fragilità con conseguente valutazione | 2015: 77 | professionale | ||||
multidimensionale delle situazioni e stesura dei | Schede | Azienda | ||||
piani individualizzati | compilate | Sociale | ||||
2016: 89 | ||||||
Schede | ||||||
compilate | ||||||
2017: 87 |
UFFICIO PROTEZIONE GIURIDICA | Revisione organizzazione ufficio di protezione giuridica al fine di incrementare il personale in forza presso l'ufficio così da poter seguire tutte le situazioni di tutela giuridica in capo agli ammnistrativi | Risorse comunali | Potenziamento ore assistente Sociale da 19 a 38 ore per rispondere al bisogno del territorio | Da giugno 2017 due assistenti sociali part time | Gestione dell’ufficio di protezione giuridica in capo ad Azienda Sociale | |
PROGETTO XXXX E PROGETTO IDEA | Sviluppo del lavoro avviato nelle sperimentazioni del precedente triennio per la valutazione multidimensionale di persone affette da disabilità: progetto EMMA (équipe multidimensionale monitoraggio e appropiatezza ) e progetto IDEA (Inclusione Disabilità Età Adulta): costituzione di equipe pluriprofessionale - condivisione con la persona e la famiglia del progetto di vita - definizione di percorsi di appropiatezza rispetto al progetto di vita) | Scheda di invio Gruppo di lavoro dedicato | Numero di valutazioni di appropriatezza effettuate | 25 valutazioni | Ex ASL Sportello Fragilità e Area Fragilità Azienda Sociale (progetto interrotto nella fase riorganizzativa del sistema socio-sanitario regionale |
AREA FAMIGLIA E EDUCAZIONE | ||||||
TITOLO OBIETTIVO | INTERVENTO SPECIFICO | RISORSE IMPIEGATE | STRUMENTI UTILIZZATI | INIDCATORI DI ESITO | ESITO | MODALITA’ GESTIONALE |
MANTENIMENTO E QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI AFFERENTI ALL’AREA MINORI E FAMIGLIA | Promuovere un welfare partecipativo comunitario per ricomporre risorse e superare la frammentazione per una migliore ridefinizione nell'ambito dei servizi e degli interventi: attraverso lo strumento della co-progettazione Partecipazione condivisa a bandi per il fund raising | Percorso di co- progettazione dei servizi dell'area minori e famiglia e servizi educativi territoriali per una ridefinizione e sperimentazione di modelli, di metodologie e di prassi, finalizzato a migliorare in termini di efficienza, di efficacia e più in generale di qualità di servizi coinvolti e l'integrazione con gli altri servizi sociali e socio educativi, interni ed esterni ad Azienda sociale | Equipe di direzione Tavolo interservizi | Numero incontri equipe direzione Numero incontri tavolo interservizi Numero progetti finanziati | 30 15 2 | Azienda Sociale ed Enti del terzo settore |
AREA EDUCATIVA SCOLASTICA E SERVIZI INTEGRATIVI SCOLASTICI | Ridefinizione e potenziamento dei servizi educativi e del rapporto scuola-servizi | Percorso di co- progettazione dei servizi dell'area educativa scolastica e servizi integrativi scolastici | Equipe di coordinamento Gruppi di lavoro tematici, servizi e scuole Formazione condivisa servizi-scuola | Numero incontri di coordinamento Numero incontri gruppi tematici Numero eventi formativi | 30 15 3 | Azienda Sociale, entri del terzo settore e scuole |
CONDIVISIONE DI PRASSI E STRUMENTI NEI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA | Istituzione Coordinamento nidi | Tavolo coordinamento nidi | Tavolo di coordinamento nidi Formazioni condivise | Numero incontri coordinamento nidi Numero formazioni condivise | 30 3 Stesura e sottoscrizione delle linee guida per il progetto pedagogico | Azienda Sociale e nidi privati e pubblici del territorio |
PIANO NIDI | Accreditamento Nidi e promozione di percorsi di riflessione ridefinizione nell'ottica della nuova domanda per i servizi per la prima Infanzia | FNPS FSR | Bando di accreditamento Condivisione prassi organizzative ed educative Retta omogenea | N. Nidi accreditati | X. Xxxx accreditati n.5 | Azienda Sociale |
ASSISTENZA SCOLASTICA AD PERSONAM PER SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE | Erogazione di assistenza scolastica sempre nell’ambito dell’affidamento dei servizi educativi scolastici | Città Metropolitana | Protocollo città metropolitana per assistenza | Almeno N. 80 utenti intercettati | n. utenti 110 | L'ambito ha gestito in maniera centralizzata l'intervento. Si precisa che dall’anno scolastico 2017/2018, la competenza nella gestione degli interventi di assistenza scolastica è passata da Città Metropolitana di |
Milano a Regione Lombardia, che ha fornito nuove procedure per la programmazione e la gestione degli interventi. | ||||||
ASSISTENZA SCOLASTICA AI DISABILI SENSORIALI | Erogazione di assistenza scolastica | Città Metropolitana | Protocollo città metropolitana per assistenza | Almeno N. 30 utenti intercettati | n. 35 utenti | Durante il triennio 2015-2017 è cambiata la modalità gestionale dell'intervento: si è passati a un sistema di accreditamento gestito interamente da ATS Città Metropolitana. Il Comune di Arconate, Comune Capofila del Piano di Zona si è accreditato ed il servizio viene gestito a livello d’Ambito |
SOSTEGNO ALLA GRAVE DISABILITÀ E ALLA DOMICILIARITA’ DELLE PERSONE ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI | Interventi previsti dalle misure ex DGR FNA a favore delle persone con disabilità grave o comunque in condizione di non autosufficienza | FNA | Modulistica d’ambito e strumenti di valutazione condivisi con ASST Graduatoria d’accesso | n. progetti finanziati | Progetti finanziati anno 2015: n. 74 Progetti finanziati 2016: 73 Progetti finanziati 2017: 58 | Azienda sociale Gestione centralizzata a livello di Ambito territoriale e collaborazione con ASST per la valutazione delle persone beneficiarie della misura. |
REDDITO DI AUTONOMIA | Erogazione voucher a sostegno di anziani e disabili | Regionali | Regolamento d’accesso regionale Modulistica regionale e strumenti di valutazione condivisi con ASST Graduatoria d’accesso | Progettazione non prevista dal precedente Piano di Zona | Domande presentate disabili 2015: 1 Domande ammesse disabili 2015: 1 Progetti realizzati disabili 2015: 1 | Azienda Sociale |
Domande presentate anziani 2016: 6 Domande ammesse anziani 2016: 2 Progetti realizzati anziani 2016: 0 Xxxxxxx presentate disabili 2016: 20 Domande disabili 2016 ammesse: 20 Progetti disabili realizzati 2016: 16 | ||||||
PROGETTO CONCILIAZIONE | Piano conciliazione famiglia lavoro: Implementazione dei nuovi servizi salva tempo finalizzati con il progetto Piano di Azione della rete territoriale sulla conciliazione ASL Milano 1 ex DGR 1081/2013 | Progettazione partecipata Community/Laboratorio di pratiche sociali | N.7 progetti avviati nei periodi 2015/2016 e 2016/2017 n. 30 enti coinvolti n.519 tenti/famiglie raggiunti | Progetti (servizi salavatempo) n.7 Eventi n.5 | Azienda Sociale in partnership con gli enti del Terzo e del Quarto Settore e gruppi informali | |
REALIZZARE POLITICHE DI CONTRASTO ALLA VIOLENZA DI GENERE | Rete antiviolenza | Finanziamento regionale | Centri antiviolenza Procedure di accoglienza in comunità Attività di sensibilizzazione Modelli ORA e XXXX Xxxxx prassi condivise trai differenti servizi coinvolti nella rete | Volumi attività centri antiviolenza | Donne prese in carico anno 2017: 20 | Protocollo per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne dell’area Ticino Olona: consolidamento della sperimentazione, mantenimento del lavoro del gruppo pluriprofessionale e multidimensionale, continuità e sviluppo della rete individuando ulteriori ambiti di |
integrazione. In totale, da gennaio 2016 sono stati registrate 157 segnalazioni e 133 prese in carico. |
AREA FAMIGLIA E CRISI | ||||||
TITOLO OBIETTIVO | INTERVENTO SPECIFICO | RISORSE IMPIEGATE | STRUMENTI UTILIZZATI | INIDCATORI DI ESITO | ESITO | MODALITA’ GESTIONALE |
REGOLAMENTO COMUNALE | Definizione di un regolamento comune a livello di ambito per l'accesso ai servizi sociali e relativa adozione del nuovo ISEE | Tavoli di lavoro funzionari comunali e responsabili aziendali | Numero incontri con funzionari comunali Numero formazioni | 10 2 | Il Regolamento è stato ad oggi adottato da tutti i Comuni Soci di Azienda Sociale tranne uno | |
SMART CARD Forme di contrasto alla povertà | Mantenimento della convenzione per l’erogazione di contributi economici a mezzo di SMART CARD | Risorse comunali | Tessera elettronica ricaricabile Pagamento utenze | Numero contributi erogati | Utenti 2015: 197 Contributi erogati 2015: 423 Utenti 2016: 157 Contributi 2016: 383 Utenti 2017: 148 Contributi erogati 2017: 367 | Azienda sociale |
PON SIA | Partecipazione all'avviso pubblico PON 3/2016 per la gestione operativa della misura SIA, Sostegno Inclusione Attiva | Ministeriali | Cabina di Regia con i referenti dei partner già gestori di servizi affidati da Azienda Sociale (addendum contrattuale) Operatore sociale specializzato | Progettazione non prevista dal precedente Piano di Zona | Al 31/12/2017 si registrano 31 nuclei beneficiari di SIA seguisti dalla struttura. | Azienda sociale con i soggetti partner del progetto per le azioni educative, formative e connesse al lavoro |
AREA FAMIGLIA E INCLUSIONE | ||||||
TITOLO OBIETTIVO | INTERVENTO SPECIFICO | RISORSE IMPIEGATE | STRUMENTI UTILIZZATI | INDICATORI DI ESITO | ESITO | MODALITA’ GESTIONALE |
RIDEFINIZIONE DEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE LAVORATIVA | Rilettura e riorganizzazione alla luce della nuova normativa regionale Ridefinizione aspetti operativi legati all’azione di scouting e ricerca risorse aziendali Consolidamento della rete di collaborazioni e di integrazioni tra diversi soggetti, istituzionali e non. | Fondi comunali | Equipe Formazione operatore per lo scouting | Non presente nella Programmazione zonale precedente | Ancora in corso | AZIENDA Sociale e Ente affidatario del servizio |
MANTENIMENTO DELLO SPORTELLO STRANIERI E SPORTELLO ASSISTENTI FAMILIARI | Mantenimento e ampliamento dei servizi dell’area immigrazione. sviluppare una maggiore integrazione tra istituzione e privato sociale al fine di dare risposte tempestive e corrette all'utenza, prevedendo una costante informazione/formazione in tema di immigrazione e favore del personale e degli amministratori degli Enti Locali | Fondi comunali | Accordo Quadro | Numero accessi allo sportello stranieri Numero utenti sportello stranie Numero pratiche elaborate Numero utenti sportello assistenti familiari Numero famiglie che hanno avuto accesso allo sportello assistenti familiari | Numero utenti sportello stranieri anno 2015: 1597 Utenti sportello stranieri 2016: 2118 Utenti sportello stranieri 2017: 2180 Numero pratiche trattate sportello stranieri 2015: 1811 Pratiche sportello stranieri 2016: 1827 Pratiche sportello stranieri 2017: 3662 Numero utenti sportello assistenti familiari 2015: 58 Utenti sportello ass. fam. 2016: 76 Utenti sportello ass. fam. 2017: 83 | AZIENDA Sociale e Ente affidatario del servizio |
N. famiglie sportello assistenti familiari 2015: 24 Famiglie sportello ass.fam. 2016: 32 Famiglie ass. fam. 2017: 31 | ||||||
MANTENIMENTO SERVIZIO DI FACILITAZIONE E MEDIAZIONE LINGUISTICA | Fondi Comunali | Accordo Quadro | Numero ore facilitazione Numero ore mediazione Numero alunni seguiti | Ore facilitazione 2015: 1435 Ore facilitazione 2016: 1370 Ore facilitazione 2017: 1828 Alunni 2015: 74 Alunni 2016: 170 Alunni 2017: 173 Ore mediazione 2015: 99 Ore mediazione 2016: 84 Ore mediazione 2017: 158,5 | AZIENDA Sociale e Ente affidatario del servizio | |
PIANO POLITICHE GIOVANILI | Sviluppo Piano Politiche Xxxxxxxxx XX Annualità Le traiettorie di lavoro con i giovani dentro i tre territori coinvolti partono da incontri e connessioni nate nel corso della precedente annualità Sviluppo dei territori dove i giovani possano posizionarsi non solo come destinatari, ma come coproduttori e coprogettisti di quello stesso sviluppo che auspicano. | Regionali | Percorso di co- progettazione Per la progettazione di spazi Call for ideas per la promozione idee imprenditoriali giovanili Crowdfunding | n. spazi avviati n. call presentate n.start-up avviate | Apertura n. 3 Spazi sui tre Ambiti Territoriali partner di progetto (Castano Xxxxx, Xxxxxxx, Xxxxxxxxxxxxx) X. 00 idee imprenditoriali presentate Start-up avviate n. 3 | Azienda Sociale e partner di progetto |
1.2 I PROTOCOLLI PER LA PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DEL PIANO DI ZONA DEL LEGNANESE
Per il triennio 2015/2017, in attuazione del protocollo d’intesa per la definizione del modello di governance del Piano di Zona, il Comune di Nerviano ha ricoperto il ruolo di ente referente del Tavolo Politico nell'interlocuzione con l'Azienda Sociale del Legnanese So.Le. per l'attuazione formale della programmazione zonale.
L’ente referente si è assunto quindi la responsabilità dell'attuazione formale della programmazione zonale, attraverso il funzionario appartenente alla propria amministrazione che si è interfacciato nello svolgimento della propria attività con l’Ufficio di programmazione zonale, incardinato nell’Azienda.
In sintesi il rapporto tra il Comune referente e l’Azienda So.Le. ha perseguito le seguenti finalità:
• Evidenziare la separazione tra la funzione di programmazione e di indirizzo, in tema di politiche sociali e parimenti di governo di sistema in merito al riparto e utilizzo delle risorse economiche assegnate al territorio, permanendo le prime in capo all’organo politico del Piano di Zona (Tavolo Politico);
• Attuare quanto necessario affinché l’Azienda So.Le. sia individuata dalle parti aventi causa quale legittimo terminale delle erogazioni dei fondi destinati al Piano di zona:
• Controllare e verificare che l’Azienda So.Le. realizzi esattamente e nei tempi stabiliti le azioni amministrative conferite sulla base delle indicazioni decisorie espresse dal Tavolo Politico, provvedendo a regolare ed esaustiva rendicontazione;
• Assicurare che l’Azienda So.Le. divenga intestataria delle assunzioni del personale della segreteria dell’Ufficio di Piano e degli acquisti di servizi nei modi e nei termini stabiliti dai documenti di programmazione zonale; in rapporto a tali attività l’azienda rendiconta separatamente, istituendo per esse un apposito bilancio separato ovvero un centro di ricavo e costo specifico nella propria contabilità analitica;
• Per adempiere a quanto sopra, si sono stati istituiti due conti correnti, di cui uno intestato ad Azienda Sole per le funzioni tipiche della stessa, l’altro per la gestione della programmazione territoriale dove transiteranno esclusivamente i fondi di competenza del Piano di Zona.
In data 31/12/2017 si è chiuso il triennio relativo alla programmazione zonale 2015/2017. Vista la DGR 7631 del 28/12/2017 “Approvazione delle linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale” che proroga in via transitoria i vigenti accordi di programma fino alla definizione dei
nuovi Ambiti distrettuali così come sancito dalla Legge regionale 23/2015 art 7 bis e dai POAS delle ATS territorialmente competenti, i tavoli politici del Legnanese e del Castanese hanno deciso di avviare il percorso di programmazione zonale condiviso costituendo in data 26 giugno 2018 l’Assemblea dei Sindaci di Ambito distrettuale con la nomina del Presidente e Vice Presidente.
1.3 IL PROTOCOLLO PER LA PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DEL PIANO DI ZONA DEL CASTANESE
Partendo dal presupposto che la programmazione zonale rappresenta un vincolo e un obiettivo per tutti i Comuni dell’ambito e le funzioni di programmazione e governance del sistema locale dei servizi socio assistenziali sono riconosciute quali competenza esclusiva degli enti locali territoriali, cioè degli 11 Comuni facenti parte dell’ambito di Castano Primo, l’obiettivo è stato quello attraverso la stesura del Protocollo di distinguere chiaramente il ruolo di indirizzo politico e programmatorio da quello di gestione.
L’esigenza e la volontà di sancire la separazione delle funzioni programmatorie e decisorie rispetto all’individuazione dei bisogni e priorità del territorio, che rimangono in capo agli Enti Locali, e la funzione gestionale e strumentale delle Aziende e degli enti erogatori è anche richiesto dalle già citate Linee Guida per il Piano di zona 2015/2017 (DGR 2941).
I Comuni dell’ambito hanno quindi sottoscritto nel 2017 un protocollo nel quale si ribadisce che l’organo istituzionale della programmazione e della governance del sistema locale dei servizi socio assistenziali è l’Assemblea dei Sindaci costituita ai sensi delle norme vigenti e individuano per il primo triennio il Comune di Arconate quale ente coordinatore Capo fila e responsabile dell’attuazione formale della programmazione zonale e nell’Azienda “Azienda Sociale” l’ente strumentale che opera per l’attuazione operativa delle finalità individuate in sede programmatoria.
1.4 VALUTAZIONE ESITI DEGLI OBIETTIVI DI INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA E SOCIALE
Nel Piano di zona 2015/2017 era stato dedicato uno specifico capitolo, allegato al Piano di Zona come parte integrante, relativo agli obiettivi di integrazione e ricomposizione Socio sanitaria e Sociale. Il documento era stato redatto dall’Azienda Sanitaria che accomunava i distretti del territorio ASL MI1, e individuava diversi obiettivi richiamati nella seguente tabella:
TITOLO OBIETTIVO | 1. VALUTAZIONE E PRESA IN CARICO CONGIUNTA RELATIVA ALL’ATTUAZIONE DEL SECONDO PILASTRO DEL WELFARE |
Tipologia obiettivo | Strategico |
Interventi azioni di sistema | Valutazione Multidimensionale e multi professionale integrata dei bisogni delle persone fragili |
Progettazione integrata e condivisa degli interventi a favore di persone fragili nella logica del budget di cura Implementazione dello sportello unico del welfare distrettuale | |
Modalità di integrazione | Laboratori “triage” distrettuali integrati con ASL, istituiti con delibera ASL n. 818 del 21.12.2012 Costituzione di equipe stabili integrate ASL/ambiti/comuni Tavolo tecnico tematico periodico (implementazione delle D.G.R. attuative della D.G.R. 116, adozione di protocolli condivisi, adozione di strumenti di valutazione condivisi) |
Risorse impiegate | Individuazione per ogni Ambito di un referente per la valutazione multidimensionale che coinvolge a seconda del caso un operatore sociale del comune di residenza per garantire le valutazioni multidimensionali integrate con l’ASL. |
Strumenti utilizzati | Protocollo condiviso degli strumenti di valutazione utilizzati nelle varie misure a supporto di cittadini fragili e delle loro famiglie Sistema informativo che permette la condivisione dei dati di tutti gli utenti che accedono all’ADI e/o alle misure di cui alle DD.G.R. n. 2655, 2942, 2883/2014 |
Indicatori di esito | 1. Incontri almeno trimestrali dei laboratori “triage” 2. Ogni ambito ingaggia una assistente sociale che si raccorda con le assistenti sociali dei Comuni per garantire le VMD integrate con ASL 3. In tutti gli Ambiti è adottata a regime la valutazione di 1° livello mediante scheda di orientamento; 4. Audit semestrale del tavolo tematico per la definizione di protocolli condivisi 5. VMD integrate a favore di persone rientranti nel target di utenza ex-DD.G.R. 2655, 2942, 2883/2014 |
Range di valutazione | 1. Almeno 6 incontri/anno 2. 1 operatore individuato per ambito + elenco nominativo di 1 assistente sociale per ogni Comune 3. 73 comuni effettuano la valutazione di 1° livello 4. 2-4 audit/anno 5. VMD integrate: - 100% dei PI ex-D.G.R. n. 2655/2014 prevedono la condivisione con l’assistente sociale d’ambito - Non meno dell’80% dei PI ex-D.G.R. 2942 (residenzialità leggera e RSA aperta) prevedono la condivisione con l’assistente sociale - Il 50% dei PI ex-D.G.R. 2883/2014 prevedono la VMD integrata con ASL |
Strumenti di valutazione | Scheda di “triage”/scheda di orientamento; ADL/IADL |
Tempistica | 2015: a regime il sistema della valutazione di 1° livello e della valutazione multidimensionale integrata; implementazione del modello organizzativo di valutazione multidimensionale integrata ASL/Ambiti; azioni formative e informative sull’avvio dello sportello unico del welfare da parte di ASL; 2016: a regime il modello organizzativo di valutazione multidimensionale integrata ASL/Ambiti; coinvolgimento organizzativo degli Ambiti/Comuni nella realizzazione dello sportello unico del welfare; 2017: a regime il modello organizzativo dello sportello unico del welfare ASL/Ambiti/Comuni per la gestione unificata del bisogno di cittadini fragili nell’ottica del budget di cura |
TITOLO OBIETTIVO | 1. VIGILANZA SOCIALE |
Tipologia obiettivo | Specifico |
Interventi azioni di sistema | - Sottoscrizione Protocollo Intesa Operativa Triennio 2015-2017 inerente la delega all’ASL per la valutazione delle CPE e delega verifica requisiti accreditamento Asili Nido, CSE - Riorganizzazione aziendale al fine di realizzare quanto descritto ed approvato nel modello omogeneo di accreditamento sociale per asili nido - Redazione Linee Guida operative vigilanza accreditamento CSE |
Modalità di integrazione | Tavoli integrati ASL – Ambiti Territoriali |
Risorse impiegate | Personale assegnato UOS Vigilanza Servizi Sociali |
Strumenti utilizzati | - Modulistica per controllo CPE - Verbali per la verifica dei requisiti di accreditamento Asili Nido e CSE |
Indicatori di esito | Nel triennio di valenza dell’accordo di Programma verifica nel 100% degli Asili Nido e CSE accreditati dai Comuni e Comunali |
Range di valutazione | Asili Nido e CSE: UdO Vigilate/UdO accreditate |
Strumenti di valutazione | -Reportistica semestrale quali-quantitativa |
Tempistica | Triennio di valenza dell’accordo |
TITOLO OBIETTIVO | 1. PROTEZIONE GIURIDICA |
Tipologia obiettivo | Specifico |
Interventi azioni di sistema | territorializzazione e distrettualizzazione del servizio aziendale; coinvolgimento sistematico del DSM; definizione protocollo con i Tribunali territorialmente competenti. |
Modalità di integrazione | A) Sostituzione dell’attuale UPG centralizzato con due sezioni sovradistrettuali e avvio di una cabina di regia con funzioni di programmazione coordinamento della rete. B) Costituzione di una equipe integrata ASL/DSM per la valutazione dei nuovi casi per i quali si ritiene dover nominare un AdS C) Tavolo tecnico con i Tribunali per concordare margini di collaborazione |
Risorse impiegate | A) Il personale attualmente assegnato all’UPG integrato da personale amministrativo B) Personale cabina di regia e personale DSM Aziende Ospedaliere C) Personale cabina di regia e personale dei tribunali. |
Strumenti utilizzati | A) Modalità di lavoro attualmente utilizzate per la gestione dei casi a livello centrale B) Modalità di lavoro in equipe C) Protocollo condiviso con i Tribunali |
Indicatori di esito | A) 1) Individuazione delle sedi 2) Verifica adeguatezza infrastrutture 3) Assegnazione del personale 4) Nomina dei coordinatori delle due sedi 5) Conferimento delle deleghe ai coordinatori per l’assolvimento dei compiti di AdS/tutore dei singoli casi 6) Avvio a regime per la gestione dei casi e per la cabina di regia B) 1) Incontri con DSM per definire i termini della collaborazione 2) Stesura e approvazione protocollo operativo 3) Avvio della collaborazione C) 1) Incontri con referenti dei tribunali per definire i termini della collaborazione 2) Stesura e approvazione protocollo operativo 3) Avvio della collaborazione |
Range di valutazione | Garanzia di continuità nel passaggio delle competenze da livello centrale a quello sovradistrettuale. Assenza di disagi per gli assistiti nel passaggio al nuovo amministratore |
Strumenti di valutazione | Report alle singole scadenze. Report semestrali per il 2016 |
Tempistica | A) 1-2 giugno 2015 3-4 settembre 2015 5-6 dicembre 2015 B) 1 giugno 2015 2 settembre 2015 3 dicembre 2015 C) 1 giugno 2015 2 settembre 2015 3 dicembre 2015 |
TITOLO OBIETTIVO | 1. PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE |
Tipologia obiettivo | Specifico |
Interventi azioni di sistema | Housing sociale Inserimento lavorativo |
Modalità di integrazione | Gruppo Interistituzionale territoriale |
Risorse impiegate | Individuazione di un referente delegato per ogni Ambito per la partecipazione ai lavori del Gruppo Interistituzionale |
Strumenti utilizzati | Piano d’inclusione biennale come da D.G.R. 1004/2013 e iniziative di formazione basate su lezioni frontali e/o lavori di gruppo; |
Indicatori di esito | Realizzazione di iniziative formative con partecipazione di operatori coinvolti sui percorsi d’inclusione (es: Aziende speciali, comunali, tutela minori) |
Range di valutazione | SI/NO |
Strumenti di valutazione | Registrazione partecipanti e verbali del Gruppo Interistituzionale. |
Tempistica | Biennio (2014- 2016) |
TITOLO OBIETTIVO | 1. PERCORSI RELATIVI AL GIOCO DI AZZARDO PATOLOGICO |
Tipologia obiettivo | Specifico |
Interventi azioni di sistema | 1. Partnership del Dip. Dipendenze con gli ambiti territoriali nella progettazione e realizzazione di interventi di sensibilizzazione della popolazione e di prevenzione delle ludopatie nei diversi contesti di vita 2. Consulenza e cogestione degli operatori delle UU OO del Dip. Dipendenze con gli operatori dei servizi sociali comunali rispetto alla gestione di casi di giocatori patologici e loro famigliari che richiedano un intervento integrato 3. Organizzazione di iniziative di formazione sul GAP aperte alla partecipazione di personale dei comuni |
Modalità di integrazione | 1. Costituzione di specifici gruppi di lavoro 2. Costituzione di mini equipe dedicate 3. Comunicazione ed eventuale coprogettazione delle iniziative formative |
Risorse impiegate | Personale ASL, in particolare del Dip. Dipendenze e dei Consultori; personale comunale; risorse logistiche per gli interventi di prevenzione e sensibilizzazione della popolazione; docenze per gli interventi formativi. |
Strumenti utilizzati | Incontri pubblici con la partecipazione di esperti sulle ludopatie; interventi specifici di prevenzione basati sulla promozione delle life skills e sulla peer education; iniziative di formazione basate su lezioni frontali e lavori di gruppo; gruppi di lavoro sui casi con individuazione di obiettivi, azioni, attori, case manager. |
Indicatori di esito | 1. Progettazione e realizzazione degli interventi di prevenzione e sensibilizzazione 2. Cogestione di casi richiedenti gestione integrata 3. Realizzazione di iniziative formative con partecipazione di personale comunale |
Range di valutazione | SI/NO |
Strumenti di valutazione | 1. Report 2. Riscontro da applicativi gestionali 3. Report su esito iniziative formative |
Tempistica | Triennio |
TITOLO OBIETTIVO | 1. PERCORSI RELATIVI ALLO SVILUPPO DELLE AZIONI PREVISTE DAL PIANO CONCILIAZIONE |
Tipologia obiettivo | Specifico |
Interventi azioni di sistema | Messa a sistema di esperienze comuni di aziende e privato sociale; start-up di un modello capillare di welfare integrativo con le associazioni di categoria; EXPO 2015 |
Modalità di integrazione | Momenti di lavoro congiunto ASL, Ambiti, aziende coinvolte Focus informativi/formativi sulle politiche di conciliazione |
Risorse impiegate | Fondi regionali ad hoc |
Strumenti utilizzati | Riunioni comitato di valutazione e monitoraggio Riunioni con i capofila delle alleanze territoriali |
Indicatori di esito | - Avvio azioni messe a sistema - Avvio del modello capillare di welfare integrativo |
Range di valutazione | Numero esperienze messe a sistema Numero aziende coinvolte nel modello capillare di welfare integrativo |
Strumenti di valutazione | Kit di valutazione e monitoraggio semestrale |
Tempistica | Per tutta la durata del Piano Territoriale (luglio 2016) |
TITOLO OBIETTIVO | 1. ANAGRAFICA DINAMICA DELLA DISABILITÀ |
Tipologia obiettivo | Specifico |
Interventi azioni di sistema | Acquisizione e sistematizzazione delle diverse banche dati utilizzabili (medicina legale, collegio alunno disabile, D.G.R. 392/13, circ 28 san, prese in carico servizi sociali), finalizzate alla creazione di una anagrafica della disabilità suddivisa per ognuno dei sette distretti e per tipologia prevalente di disabilità. L’esito costantemente aggiornato verrà utilizzato a fini programmatori. |
Modalità di integrazione | Gruppi di lavoro interistituzionali divisi per ambito territoriale |
Risorse impiegate | Professionali |
Strumenti utilizzati | Banche dati (medicina legale, collegio alunno disabile, D.G.R. 392/13, circ 28 san, prese in carico servizi sociali) |
Indicatori di esito | Costruzione anagrafica dinamica per ambito. |
Range di valutazione | SI/NO |
Strumenti di valutazione | Analisi qualitativa dei dati e incrocio con le unità d’offerta e prospettive a medio-lungo termine dei servizi dedicati |
Tempistica | 2015-2017 |
TITOLO OBIETTIVO | 1. SUPPORTO ALLE FAMIGLIE CON CONGIUNTI DISABILI ADOLESCENTI NELLA COSTRUZIONE DI PROGETTI DI VITA |
Tipologia obiettivo | Specifico |
Interventi azioni di sistema | Supporto alle famiglie con congiunti con disabilità complesse al compimento del 18mo anno di età, tramite individuazione di case manager, orientamento nella rete dei servizi per adulti, aiuto nella determinazione di “progetti di vita” |
Modalità di integrazione | Gruppi di lavoro interistituzionali divisi per ambito territoriale |
Risorse impiegate | Professionali |
Strumenti utilizzati | Banca dati disabili 18 enni |
Indicatori di esito | Condivisione progetti di vita con le famiglie |
Range di valutazione | 100% presa in carico delle famiglie con disabili 18 enni |
Strumenti di valutazione | Griglie di valutazione e accompagnamento. |
Tempistica | 2015-17 |
TITOLO OBIETTIVO | 1. VIOLENZA DI GENERE |
Tipologia obiettivo | Specifico |
Interventi azioni di sistema | Tavolo interistituzionale aziendale per il contrasto alla violenza di genere come governance della rete territoriale per il contrasto alla violenza di genere |
Modalità di integrazione | Gruppi di lavoro interistituzionali divisi per ambito territoriale. Formazione della rete. |
Risorse impiegate | Professionali. Economiche regionali da piano anti violenza. |
Strumenti utilizzati | Protocolli e procedure presa in carico integrata. Vademecum per operatori. Schede valutazione del rischio (SARA). Consultori Famigliari e Attivazione di Centri Anti Violenza. Supporto metodologico universitario. |
Indicatori di esito | Xxxxxx donne vittime di violenza prese in carico |
Range di valutazione | Supporto al 100 % delle donne che si rivolgono alla rete integrata dei servizi |
Strumenti di valutazione | Analisi di follow-up tramite schede di rilevazione. |
Tempistica | 2015-17 |
TITOLO OBIETTIVO | 1. PERCORSO NASCITA |
Tipologia obiettivo | Specifico |
Interventi azioni di sistema | Comitato percorso nascita inter-aziendale |
Modalità di integrazione | Incontri equipe multidisciplinare |
Risorse impiegate | Professionali |
Strumenti utilizzati | Procedure segnalazione e presa in carico precoce e integrata nuclei familiari fragili in percorso nascita |
Indicatori di esito | Quantitativo: n. segnalazioni e n. prese in carico |
Range di valutazione | 100% di prese in carico dalla rete territoriale delle dimissioni accompagnate ospedaliere dai punti nascita |
Strumenti di valutazione | Compilazione scheda segnalazione, compilazione scheda equipe multidisciplinare |
Tempistica | 2015-17 |
TITOLO OBIETTIVO | 1. TUTELA MINORI |
Tipologia obiettivo | Specifico |
Interventi azioni di sistema | Attivazione tavolo di confronto ASL Uffici di Piano e Tutele minori |
Modalità di integrazione | Gruppi di lavoro interistituzionali |
Risorse impiegate | Professionali |
Strumenti utilizzati | Normativa in materia di giustizia minorile |
Indicatori di esito | Qualitativo |
Range di valutazione | SI/NO |
Strumenti di valutazione | Stesura protocolli e procedure di risposta al Tribunale per i Minorenni e di presa in carico condivisa dei nuclei familiari soggetti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria |
Tempistica | 2015-2017 |
TITOLO OBIETTIVO | 1. PRESA IN CARICO INTEGRATA DI SITUAZIONI FAMILIARI AD ELEVATA COMPLESSITÀ |
Tipologia obiettivo | Specifico |
Interventi azioni di sistema | 1. Partnership del Dip. Dipendenze e della UOC Sistemi di Welfare per la famiglia con gli ambiti territoriali e i DSM delle AA OO competenti per territorio ai fini di una presa in carico integrata interistituzionale di casi complessi che richiedano il concorso di competenze multidisciplinari 2. Gestione integrata di casi complessi individuati in sede di VMD (situazioni a rischio di pregiudizio per minori, gravi conflittualità familiari, necessità di sostegno alle funzioni genitoriali) 3. Organizzazione di iniziative formative aperte alla partecipazione comune del personale delle istituzioni coinvolte, finalizzate alla condivisione di culture operative e strumenti di intervento |
Modalità di integrazione | 1. Costituzione di specifici gruppi di lavoro per la definizione di protocolli operativi 2. Costituzione di mini equipes interistituzionali dedicate alla gestione degli specifici casi 3. Comunicazione e coprogettazione delle iniziative formative |
Risorse impiegate | Personale ASL, in particolare del Dip. Dipendenze e dei Consultori; personale comunale; personale dei DSM AA OO; docenze per gli interventi formativi. |
Strumenti utilizzati | Definizione di protocolli per ambito; Iniziative di formazione basate su lezioni frontali e lavori di gruppo; gruppi di lavoro sui casi con individuazione di obiettivi, azioni, attori, case manager |
Indicatori di esito | 1. Sottoscrizione di protocolli per ambito 2. Cogestione di casi richiedenti gestione integrata 3. Realizzazione di iniziative formative con partecipazione di personale comunale |
Range di valutazione | SI/NO |
Strumenti di valutazione | 1. Protocolli 2. Report 3. Riscontro da applicativi gestionali 4. Report su esito iniziative formative |
Tempistica | Triennio |
Poche settimane dopo l’adozione dei Piano di zona triennali, l’11 agosto 0000 Xxxxxxx Xxxxxxxxx ha approvato la L.R. n. 23 dell’11 agosto 2015, avente per oggetto “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)”, che ha totalmente riorganizzato il sistema dei servizi sanitari e socio-sanitari nella Regione.
Ciò ha comportato nel corso di questo triennio un cambiamento significativo sia degli assetti organizzativi del sistema socio-sanitario sia dei referenti istituzionali per la realizzazione degli obiettivi di integrazione socio-sanitaria e sociale. I significativi cambiamenti avvenuti nello scorso biennio, non ancora definitivamente completati, hanno inciso nel mancato raggiungimento di molti obiettivi individuati nel 2014.
CAPITOLO 2 – DATI DI CONTESTO E QUADRO DELLA CONOSCENZA
2.1 ANALISI DEL TERRITORIO LEGNANESE
Il territorio del Legnanese è composto dai Comuni di Busto Garolfo, Canegrate, Cerro Maggiore, Dairago, Legnano, Nerviano, Parabiago, Rescaldina, San Giorgio su Legnano, San Xxxxxxx Xxxxx e Villa Cortese e si colloca all'interno di uno degli assi di sviluppo storico della provincia di Milano, la Valle Olona.
Dal punto di vista territoriale e infrastrutturale, il Legnanese è similare alla maggior parte degli Ambiti della provincia di Milano, con una densità abitativa media, concentrata in agglomerati urbani ben definiti.
Il territorio del Legnanese afferisce all’ASST Ovest Milanese, che comprende il territorio e le strutture sanitarie e sociosanitarie degli ex Distretti ASL di Legnano, Castano Primo, Abbiategrasso e Magenta.
Il Legnanese è composto perlopiù da Comuni di medie e piccole dimensioni, ad eccezione del Comune di Legnano, per un totale di 188.681 abitanti al 01/01/2018. Il territorio si estende su una superficie totale pari a 96,01 chilometri quadrati, con una densità di popolazione d’ambito pari a 1.965,22 abitanti per chilometro quadrato.
POPOLAZIONE RESIDENTE AL 01/01/2018 (ISTAT) | |||
COMUNE | POPOLAZIONE Residenti | SUPERFICIE km² | DENSITA’ abitanti/km² |
BUSTO GAROLFO | 13.851 | 12,8 | 1.082,10 |
CANEGRATE | 12.574 | 5,25 | 2.395,04 |
CERRO MAGGIORE | 15.211 | 10,2 | 1.491,27 |
DAIRAGO | 6.420 | 5,6 | 1.146,42 |
LEGNANO | 60.177 | 17 | 3.539,82 |
NERVIANO | 17.176 | 13,5 | 1.272,29 |
PARABIAGO | 27.842 | 14,16 | 1.966,24 |
RESCALDINA | 14.185 | 8,2 | 1.729,87 |
SAN GIORGIO S/L | 6.716 | 2,3 | 2.920 |
SAN XXXXXXX XXXXX | 8.358 | 3,4 | 2.458,23 |
VILLA CORTESE | 6.171 | 3,6 | 1.714,16 |
TOTALE | 188.681 | 96,01 | 1.965,22 |
Nell’ambito non sono presenti differenze importanti di composizione familiare tra la popolazione residente nei vari Comuni, come testimonia la tabella sottostante.
COMPOSIZIONE NUCLEI FAMILIARI 01/01/2018 (ISTAT) | |||||||
COMUNE | MASCHI | FEMMINE | NUBILI CELIBI | CONIUGATI/E | DIVORZIATI/E | VEDOVI/E | UNIONI CIVILI |
BUSTO GAROLFO | 6.832 | 7.019 | 5.547 | 6.878 | 311 | 1.115 | 0 |
CANEGRATE | 6.099 | 6.475 | 5.145 | 6.152 | 339 | 938 | 0 |
CERRO MAGGIORE | 7.440 | 7.771 | 6.408 | 7.246 | 467 | 1.090 | 0 |
DAIRAGO | 3.168 | 3.252 | 2.741 | 3.000 | 000 | 000 | 0 |
LEGNANO | 28.931 | 31.246 | 25.837 | 27.700 | 2.114 | 4.498 | 28 |
NERVIANO | 8.332 | 8.844 | 7.160 | 8.268 | 436 | 1.312 | 0 |
PARABIAGO | 13.636 | 14.206 | 12.279 | 12.886 | 727 | 1.946 | 4 |
RESCALDINA | 7.000 | 7.185 | 5.721 | 7.007 | 403 | 1.054 | 0 |
SAN GIORGIO S/L | 3.299 | 3.417 | 2.632 | 3.384 | 198 | 502 | 0 |
SAN XXXXXXX XXXXX | 4.031 | 4.327 | 3.701 | 3.786 | 240 | 631 | 0 |
VILLA CORTESE | 3.029 | 3.142 | 2.371 | 3.154 | 152 | 494 | 0 |
TOTALE | 91.797 | 96884 | 79.542 | 89.623 | 5.527 | 13.957 | 32 |
Nell’Ambito è inoltre presente, al 01/01/2018, una popolazione straniera di 15.990 abitanti, pari all’8,47 % della popolazione residente.
PRESENZA STRANIERI RESIDENTI SUL TERRITORIO 01/01/2018 (ISTAT) | |||||||
COMUNE | EUROPA | AMERICA | AFRICA | ASIA | TOTALE | % STRANIERI SU POP. COMUNE | % STRANIERI SU POP. AMBITO |
BUSTO GAROLFO | 435 | 107 | 271 | 150 | 963 | 6,95% | 0,51% |
CANEGRATE | 327 | 155 | 235 | 137 | 854 | 6,79% | 0,45% |
CERRO MAGGIORE | 437 | 142 | 352 | 245 | 1.176 | 7,73% | 0,62% |
DAIRAGO | 193 | 36 | 76 | 20 | 325 | 5,06% | 0,17% |
LEGNANO | 2.457 | 1.488 | 1.399 | 1.396 | 6.740 | 11,20% | 3,57% |
NERVIANO | 529 | 180 | 277 | 142 | 1.128 | 6,57% | 0,60% |
PARABIAGO | 918 | 382 | 526 | 352 | 2.178 | 7,82% | 1,15% |
RESCALDINA | 508 | 138 | 268 | 162 | 1.076 | 7,59% | 0,57% |
SAN GIORGIO S/L | 247 | 72 | 157 | 99 | 575 | 8,56% | 0,30% |
SAN XXXXXXX XXXXX | 207 | 166 | 149 | 191 | 713 | 8,53% | 0,38% |
VILLA CORTESE | 138 | 21 | 46 | 57 | 262 | 4,25% | 0,14% |
TOTALE | 6.396 | 2.887 | 3.756 | 2.951 | 15.990 | 8,47% | 8,47% |
Rispetto al 2013, si rileva un aumento della popolazione straniera residente da 14.507 abitanti a 15.990, per un totale di 1483 abitanti, pari ad un incremento del 9,78 %. Il territorio del Legnanese risulta essere infine leggermente al di sotto dei dati rilevati nell’area della Città Metropolitana di Milano, in cui la popolazione straniera è presente per il 14,2 % della popolazione totale.
2.2. ANALISI DEL TERRITORIO DEL CASTANESE
Il territorio del Castanese è caratterizzato dalla presenza di Comuni di piccole e medie dimensioni, il cui abitato è costituito da un mix di zone urbanizzate a bassa densità e di ampie aree agricole, che in generale occupano dal 35 al 50% dei territori comunali e si estende su una superficie
di 118,55 chilometri quadrati. L’ambito è composto da 11 Comuni: Arconate, Bernate Ticino, Buscate, Castano Primo, Cuggiono, Inveruno, Magnago, Nosate, Robecchetto Con Induno, Turbigo, Vanzaghello.
Per quest’area, che presenta caratteristiche infrastrutturali decisamente differenti da quelli del Legnanese e dei Comuni della Provincia di Milano, in generale, risulta strategica la presenza dell'aeroporto di Malpensa 2000 e la realizzazione dell'asse stradale Malpensa Boffalora, fattori che hanno sempre più un ruolo fondamentale all'interno dello sviluppo territoriale del Castanese e dell'intera Provincia.
I Comuni del castanese sono di piccole dimensioni per un totale di 69.904 abitanti al 01.01.2018. Il comune con più alta densità di popolazione è il Comune di Castano Primo.
POPOLAZIONE RESIDENTE AL 01.01.2018 | FASCIA D'ETA' | ||||||||
COMUNI | TOTALI RESIDENTI | 0- 2 | 3-5 | 6-10 | 11-18 | 19-30 | 31 -50 | 51-70 | OVER 70 |
ARCONATE | 6645 | 148 | 185 | 383 | 577 | 693 | 2110 | 1711 | 838 |
XXXXXXX X. | 3054 | 73 | 95 | 144 | 201 | 328 | 836 | 904 | 473 |
BUSCATE | 4750 | 117 | 144 | 252 | 387 | 478 | 1371 | 1274 | 727 |
CASTANO P. | 11228 | 271 | 303 | 598 | 831 | 1264 | 3220 | 3019 | 1722 |
CUGGIONO | 8290 | 000 | 000 | 000 | 634 | 958 | 2351 | 2270 | 1253 |
INVERUNO | 8605 | 193 | 206 | 375 | 571 | 933 | 2306 | 2541 | 1480 |
MAGNAGO | 9167 | 206 | 281 | 469 | 688 | 982 | 2833 | 2428 | 1280 |
NOSATE | 667 | 10 | 8 | 33 | 48 | 61 | 192 | 201 | 114 |
XXXXXXXXXXX CON INDUNO | 4863 | 119 | 123 | 248 | 409 | 486 | 1363 | 1379 | 736 |
TURBIGO | 7246 | 172 | 187 | 333 | 647 | 742 | 1962 | 1939 | 1264 |
XXXXXXXXXXX | 5389 | 137 | 152 | 285 | 437 | 602 | 1496 | 1424 | 856 |
TOTALE | 69904 | 0000 | 0000 | 0000 | 5430 | 7527 | 20040 | 19090 | 10743 |
La tabella sopra riportata evidenzia il dato di una forte rappresentatività della fascia d’età over 70 rispetto alla fascia 0/6 anni , facendo emergere un quadro di potenziali bisogni legati all’aumento dell’età media della vita e una possibile fragilità familiare che porta ad un decremento delle nascite; nelle tabella successiva relativa alla popolazione straniera il dato si rovescia e la fascia d’età 0/6 anni è pari al 15% della popolazione complessiva della medesima fascia.
Della popolazione residente, l’8% è straniera (5.396) con un’incidenza maggiore nel comune di Castano (N. 1.148 residenti stranieri su una popolazione pari a 11.228). Nel Comune di Castano Primo la comunità straniera più numerosa risulta essere quella proveniente dal Pakistan con 490 residenti, seguita da quella proveniente dalla Cina con 231 residenti.
Per quanto riguarda l’ambito territoriale Castanese la comunità straniera residente più rappresentativa risulta quella pakistana con 1126 residenti, e quella Albanese con 740 residenti (dato ISTAT al 31.12.2017)
Come si può evincere dalla tabella sotto riportata la fascia d’età straniera maggiormente presente sul territorio dell’ambito risulta essere la fascia 31- 50 anni a seguire quella 19-30 anni e la fascia 51-71.
POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE AL 01.01.2018 | FASCIA D'ETA' | ||||||||
COMUNI | TOT.POPOLAZIONE STRANIERA | 0- 2 | 3-5 | 6-10 | 11-18 | 19-30 | 31 -50 | 51-70 | OVER 70 |
ARCONATE | 303 | 10 | 14 | 23 | 19 | 55 | 130 | 43 | 9 |
XXXXXXX X. | 161 | 10 | 11 | 11 | 8 | 26 | 59 | 33 | 3 |
BUSCATE | 327 | 11 | 18 | 25 | 32 | 46 | 152 | 36 | 7 |
CASTANO P. | 1244 | 67 | 67 | 103 | 96 | 214 | 534 | 138 | 25 |
CUGGIONO | 788 | 38 | 33 | 59 | 82 | 148 | 330 | 85 | 13 |
INVERUNO | 458 | 22 | 19 | 20 | 41 | 91 | 185 | 70 | 10 |
MAGNAGO | 452 | 17 | 16 | 25 | 45 | 71 | 190 | 80 | 8 |
NOSATE | 26 | 1 | 0 | 2 | 1 | 4 | 10 | 8 | 0 |
XXXXXXXXXXX CON INDUNO | 349 | 17 | 16 | 25 | 37 | 54 | 155 | 41 | 4 |
TURBIGO | 934 | 53 | 52 | 77 | 100 | 166 | 396 | 84 | 6 |
XXXXXXXXXXX | 354 | 27 | 25 | 25 | 31 | 67 | 146 | 31 | 2 |
TOTALE | 5396 | 273 | 271 | 395 | 492 | 942 | 2287 | 649 | 87 |
Mettendo a confronto le due tabelle popolazione residente e popolazione straniera residente nell’ambito si nota come la fascia d’età over 70 risulta essere rappresentata per la maggioranza da cittadini italiani, la presenza di cittadini stranieri risulta essere dell’1%.
2.3 ANALISI DEI BISOGNI LEGNANESE CASTANESE ANALISI SPESA SOCIALE
Si riporta nella seguente tabella l’andamento delle assegnazioni dei Fondi nazionali e regionali all’Ambito per il triennio 2015/2017. Per L’ambito di legnano, tutte le risorse assegnate sono state introitate dall’Azienda So.Le., capofila del Piano di Zona 2015/2017, in cui è incardinato dal 2015 l’Ufficio di Piano.
FONDI D'AMBITO | ||||||
2015 | 2016 | 2017 | ||||
FNPS FONDO NAZIONALE POLITICHE SOCIALI | € | 698.298,00 | € | 697.023,59 | € | 680.876,76 |
FSR FONDO SOCIALE REGIONALE | € | 1.072.954,00 | € | 993.872,00 | € | 992.779,02 |
FNA FONDO NON AUTOSUFFICIENZE | € | 526.920,00 | € | 566.293,00 | € | 470.160,00 |
CPE AUTORIZZAZIONE AL FUNZIONAMENTO | € | - | € | - | € | 10.212,00 |
BONUS FAMIGLIA | € | - | € | - | € | 23.860,73 |
EMERGENZA ABITATIVA | € | 355.672,96 | € | - | € | 188.948,89 |
DOPO DI NOI L.112 | € | - | € | 284.988,00 | € | 121.278,00 |
REDDITO DI AUTONOMIA | € | - | € | 19.200,00 | € | 48.000,00 |
FONDO MINORI IN COMUNITA' (MIS.6) | € | - | € | 372.634,75 | € | 266.881,43 |
PON SIA/REI | € | - | € | - | € | 332.326,02 |
DISABILITA' SENSORIALE E SCUOLE SUPERIORI | € | 204.250,00 | € | 283.500,00 | € | 352.169,21 |
PROGETTO CONCILIAZIONE | € | 155.887,50 | € | 203.097,60 | ||
PROGETTO FAMI | € | - | € | - | € | 98.104,00 |
POLITICHE GIOVANILI | € | 156.080,00 | € | - | € | - |
TOTALE | € | 3.013.982,46 | € | 3.217.511,34 | € | 3.788.693,66 |
Si riporta nella seguente tabella l’andamento delle assegnazioni dei Fondi nazionali, regionali e comunali all’Ambito per i periodi 2015, 2016 e 2017. Come si nota si rileva un progressivo aumento complessivo dei Fondi, essendo stato individuato l’Ufficio di Piano sempre più un luogo di ricomposizione e gestione delle risorse zonali, quale ente strumentale degli 11 Comuni del Castanese.
FONDI | 2015 | 2016 | 2017 |
FNPS FONDO NAZIONALE POLITICHE SOCIALI | 261.967,00 € | 260.358,00 € | 259.053,79 € |
FSR FONDO SOCIALE REGIONALE | 379.446,00 € | 350.878,00 € | 350.624,00 € |
COFINANZIAMENTO COMUNALE (€3,00 AD ABITANTE) | 210.963,00 € | 210.870,00 € | 210.384,00 € |
FNA FONDO NON AUTOSUFFICIENZE | 196.878,00 € | 209.614,00 € | 172.877,00 € |
INPS HOME CARE PREMIUM | 33.129,28 € | 49.160,12 € | 27.358,26 € |
CPE AUTORIZZAZIONE AL FUNZIONAMENTO | - | - | 6.050,00 € |
EMERGENZA ABITATIVA | - | - | 39.021,00 € |
DOPO DI NOI L.112 | - | - | 149.790,00 € |
REDDITO DI AUTONOMIA | - | 4.800,00 € | 76.800,00 € |
FONDO MINORI IN COMUNITA' (MIS.6) | 286.300,00 € | 206.990,90 € | 163.246,00 € |
PON SIA/REI | - | - | 123.510,99 € |
DISABILITA' SENSORIALE E SCUOLE SUPERIORI | 133.892,67 € | 95.949,62 € | 135.289,87 € |
PIANO POLITICHE GIOVANILI | 100.000,00 € | - | - |
CONCILIAZIONE | 75.103,75 € | 24.000,00 € | 132.699,00 € |
TOTALE | 1.677.679,70 € | 1.412.620,64 € | 1.846.703,91 € |
Di seguito si riportano i dati elaborati dall’analisi delle spese sociali di entrambi gli ambiti di Castano Primo e Legnano al fine di fotografare la spesa sociale di entrambi i territori e coglierne le specificità.
Si potrà notare che i fondi nazionali e regionali costituiscono solo una parte delle risorse investite nell’Ambito per la gestione delle politiche sociali perché la quota più rilevante del finanziamento ai servizi socio-assistenziali, come illustrato nelle tabelle seguenti, viene ancora sostenuta con oneri propri dei Comuni.
Le tabelle sotto riportate sono state estrapolate dal documento - Analisi Spesa Sociale dei Comuni in forma singola e associata – Triennio 2014- 2016 ATS Città Metropolitana di Milano, mettendo a confronto l’andamento della Spesa sociale di ATS Città Metropolitana e quella dell’Ambito di Legnano e Castano Primo.
ATS CITTA’ METROPOLITANA DI MILANO
Area di intervento | Anno 2014 | Anno 2015 | Anno 2016 |
Anziani | 60.375.746,00 | 00.000.000,00 | 00.000.000,59 |
Disabili | 83.770.933,00 | 00.000.000,00 | 00.000.000,48 |
Emarg-povertà | 24.913.131,00 | 00.000.000,00 | 00.000.000,36 |
Immigrazione | 19.912.494,00 | 00.000.000,00 | 00.000.000,83 |
Minori-famiglie | 259.946.080,00 | 000.000.000,00 | 000.000.000,45 |
Salute mentale | 4.960.825,00 | 4.946.743,00 | 4.599.917,48 |
Compart spesa sociosanitaria | 123.423.675,00 | 000.000.000,00 | 000.000.000,66 |
Svz sociali xxxx.xx | 36.526.776,00 | 00.000.000,00 | 41.516.625,82 |
Dipendenze | 734.535,00 | 628.380,00 | 649.589,26 |
TOTALE SPESA* | 614.564.195,00 | 000.000.000,00 | 000.000.000,93 |
*Totale spesa in gestione singola + totale spesa in gestione associata pdz – totale costo trasferimenti per gestione associata del PdZ. Fonte: flusso spesa sociale
AMBITO DI LEGNANO E DI CASTANO PRIMO
Area di intervento | Anno 2014 | Anno 2015 | Anno 2016 |
Anziani | 2.862.827,00 | 2.576.895,00 | 2.209.073,44 |
Disabili | 7.560.927,00 | 9.131.048,00 | 6.871.104,46 |
Emarg-povertà | 1.201.127,00 | 1.214.744,00 | 727.162,36 |
Immigrazione | 290.337,00 | 303.794,00 | 176.412,15 |
Minori-famiglie | 13.419.735,00 | 00.000.000,00 | 00.000.000,32 |
Salute mentale | 57.739,00 | 67.929,00 | 56.174,00 |
Compart spesa sociosanitaria | 5.029.711,00 | 5.723.697,00 | 5.087.718,18 |
Svz sociali xxxx.xx | 3.705.030,00 | 3.453.219,00 | 3.414.913,89 |
Dipendenze | 15.230,00 | 10.418,00 | 5.327,50 |
TOTALE SPESA* | 34.142.663,00 | 00.000.000,00 | 00.000.000,30 |
* Totale spesa in gestione singola + totale spesa in gestione associata pdz – totale costo trasferimenti per gestione associata del PdZ. Fonte: flusso spesa sociale
Si rappresentano inoltre graficamente l’incidenza percentuale dell’andamento della spesa sociale per le aree di intervento prima per quanto riguarda città Metropolitana, poi per l’ambito Legnanese-Castanese.
Anziani | Disabili | Emarg- povertà | Immigrazio ne | Minori-fam | Salute mentale | Compart spesa sociasan | Svz sociali xxxx.xx | Dipendenz e | |
Anno 2014 | 9,8% | 13,6% | 4,1% | 3,2% | 42,3% | 0,8% | 20,1% | 5,9% | 0,1% |
Anno 2015 | 9,0% | 13,1% | 4,0% | 3,5% | 43,1% | 0,8% | 19,7% | 6,6% | 0,1% |
Anno 2016 | 7,9% | 12,4% | 3,9% | 3,7% | 46,8% | 0,7% | 18,1% | 6,3% | 0,1% |
Livello territoriale ATS Città Metropolitana di Milano/ex ASL Lodi-Milano-Milano 1- Milano 2 - Distribuzione % della spesa (complessivo delle gestioni) per area sociale di intervento nel triennio 2014-2016
Anziani | Disabili | Emarg- povertà | Immigrazi one | Minori-fam | Salute mentale | Compart spesa sociasan | Svz sociali xxxx.xx | Dipendenz e | |
Anno 2014 | 8,4% | 22,1% | 3,5% | 0,9% | 39,3% | 0,2% | 14,7% | 10,9% | 0,0% |
Anno 2015 | 7,2% | 25,5% | 3,4% | 0,8% | 37,3% | 0,2% | 16,0% | 9,6% | 0,0% |
Anno 2016 | 6,8% | 21,3% | 2,2% | 0,5% | 42,6% | 0,2% | 15,7% | 10,6% | 0,0% |
Ambito Legnano e Castano Primo - Distribuzione % della spesa (complessivo delle gestioni) per area sociale di intervento nel triennio 2014-2016
Fonte: flusso spesa sociale
Dal grafico si evidenza che le voci che hanno avuto maggiore incidenza di spesa nell’Ambito nel corso del triennio sono state quelle relative ai servizi disabilità, minori e famiglia, la compartecipazione alla spesa sociosanitaria, ovvero l’integrazione di rette per il ricovero in strutture residenziali per anziani e disabili, e la voce servizi sociali professionali dove rientra il segretariato sociale e il servizio sociale di base, nonché le voci di gestione dell’ufficio di Piano e per la gestione delle attività di implementazione del Piano di Zona.
Per contro le aree sociali meno finanziate dal territorio risultano essere quelle relative all’Emarginazione e Immigrazione. Tuttavia, per l’area emarginazione e povertà, in ottemperanza al Decreto Ministeriale 18 maggio 2018 n. 155 e alle Linee di sviluppo delle politiche regionali di prevenzione e contrasto alla povertà 2018/2020, gli Ambiti beneficiari di risorse economiche svilupperanno nel corso del prossimo triennio il Piano operativo della lotta alla povertà. Il piano è finalizzato al potenziamento del servizio sociale professionale per la valutazione e la presa in carico dei
beneficiari REI e Reddito di Cittadinanza e per il rafforzamento degli interventi di inclusione destinati agli stessi. Per quanto riguarda invece l’area immigrazione, il territorio sta potenziando le risposte ai forti bisogni emergenti attraverso il fondo ministeriale FAMI (Fondo Asilo Migrazione Integrazione) che prevede sul territorio dell’ASST Ovest Milanese l’attivazione di interventi di mediazione culturale in ambito scolastico e potenziamento e messa in rete degli sportelli stranieri.
ANALISI BISOGNI DEL TERRITORIO
Come definito nel Piano Regionale delle Azioni ai sensi della LR N. 15/2015 ART 5 comma 2 e DGR 5648/2016 “In Lombardia la popolazione si caratterizza per l’aumento dell’aspettativa di vita, il crescente invecchiamento, l’incremento dell’incidenza delle malattie croniche e degenerative, la presenza di diverse comorbosità che interagiscono dinamicamente nel processo disabilitante della persona e diventano particolarmente rilevanti nell’età anziana, determinando un aumento di persone in condizioni di fragilità e con problemi di dipendenza parziale o totale. Tutto ciò produce un quadro differenziato dei bisogni, in alcune situazione di particolare complessità che sollecita il sistema complessivo dei servizi lombardi, nella triplice articolazione sanitaria e sociale, a compiere uno sforzo rilevante in termini di risorse umane ed economiche.”
Secondo le previsioni indicate nel Piano Regionale ai sensi della LR N 15/2015 “In Lombardia ci sono oltre 2 milioni di anziani con più di 65 anni d’età, pari al 22% dell’intera popolazione che conta poco più di 10 milioni di abitanti, con la conseguente composizione per età:
- Le persone con più di 75 anni sono il 10% della popolazione lombarda e costituiscono il 10% della popolazione lombarda e costituiscono il 45% di tutti gli over 65 anni
- Le persone con più di 80 anni sono il 9% di tutta la popolazione rappresentano il 43% i tutti gli anziani con più di 65 anni
- Le persone con più di 85 anni costituiscono il 3% di tutta la popolazione e pesano per il 14% su tutti gli anziani.”
L’indice demografico relativo al territorio del Legnanese e del Castanese evidenzia come l’indice di vecchiaia sia in aumento
Indici Demografici 2015 - 2017 - Ambito Legnano - Castano Primo
Indice demografico | anno 2015 | anno 2016 | anno 2017 |
Indice di vecchiaia | 151,9 | 156,1 | 160,1 |
Indice di dipendenza anziani | 33,2 | 34,0 | 34,9 |
Indice di dipendenza strutturale | 55,1 | 55,9 | 56,6 |
Tasso di natalità | 8,7 | 8,0 | 7,9 |
Tasso di mortalità | 9,3 | 8,8 | . |
% Pop. 0-14 anni | 14,1 | 14,0 | 13,9 |
% Pop. 15-64 anni | 64,5 | 64,2 | 63,8 |
% Pop. 65 anni e oltre | 21,4 | 21,8 | 22,3 |
Per l’analisi dei bisogni sono state prese in considerazione le tre aree più significative in termini di programmazione degli interventi: area anziani, disabili e minori e famiglie. Verranno sviluppate nei successivi capitoli le aree trasversali come l’abitare, la povertà e il lavoro.
AREA ANZIANI
I dati elaborati da ATS Città Metropolitana per il territorio del Legnanese e del Castanese mostrano una significativa incidenza di patologie croniche.
Età | N. | % Uomini | % Estero | %IC con assist.cont. | %IC con assist.cont.+ass.dom. | %IC con assist.cont.+RSA | %IC con assist.cont.+misure |
65-69 | 15.853 | 48,0 | 3,9 | 1,2 | 25,0 | 10,7 | 7,7 |
Età | N. | % Uomini | % Estero | %IC con assist.cont. | %IC con assist.cont.+ass.dom. | %IC con assist.cont.+RSA | %IC con assist.cont.+misure |
70-74 | 13.264 | 46,8 | 2,4 | 1,8 | 28,6 | 18,5 | 4,6 |
75-79 | 12.492 | 44,9 | 1,8 | 3,8 | 30,0 | 19,1 | 8,8 |
80-84 | 9.413 | 39,9 | 1,4 | 8,2 | 33,9 | 21,7 | 7,9 |
85+ | 9.718 | 29,5 | 1,3 | 22,2 | 31,0 | 30,6 | 5,5 |
tot | 60.740 | 42,9 | 2,3 | 6,3 | 31,0 | 25,6 | 6,5 |
Età | X.Xxxxxxx con pat.croniche | Anziani con pat.croniche X 100 ass. | % Uomini | % Estero | %IC con assist.cont. | %con ass.dom. | %in RSA | %con misure |
65-69 | 10.404 | 65,6 | 49,7 | 3,3 | 1,5 | 1,3 | 0,3 | 0,2 |
70-74 | 10.109 | 76,2 | 48,3 | 2,0 | 2,0 | 1,9 | 0,6 | 0,2 |
75-79 | 10.257 | 82,1 | 46,3 | 1,5 | 4,2 | 3,8 | 1,2 | 0,7 |
80-84 | 8.139 | 86,5 | 40,8 | 1,3 | 8,6 | 7,9 | 3,5 | 1,2 |
85+ | 8.430 | 86,7 | 30,5 | 1,2 | 22,5 | 16,8 | 12,0 | 2,4 |
tot | 47.339 | 77,9 | 43,7 | 1,9 | 7,1 | 5,9 | 3,2 | 0,9 |
Età | N.Anziani con demenza Alzheimer | Anziani con demenza Alzheimer X 100 ass. | % Uomini | % Estero | %IC con assist.cont. | %con ass.dom. | %in RSA | %con misure |
65-69 | 90 | 0,6 | 44,4 | 5,6 | 25,6 | 10,0 | 16,7 | 8,9 |
70-74 | 172 | 1,3 | 48,8 | 0,0 | 26,2 | 13,4 | 19,8 | 6,4 |
75-79 | 479 | 3,8 | 40,5 | 1,9 | 37,0 | 14,4 | 20,3 | 7,1 |
80-84 | 733 | 7,8 | 32,7 | 0,7 | 38,2 | 18,0 | 29,1 | 6,7 |
Età | X.Xxxxxxx con demenza Alzheimer | Anziani con demenza Alzheimer X 100 ass. | % Uomini | % Estero | %IC con assist.cont. | %con ass.dom. | %in RSA | %con misure |
85+ | 1.591 | 16,4 | 20,5 | 1,1 | 49,8 | 20,6 | 53,6 | 6,2 |
tot | 3.0165 | 5,0 | 28,8 | 1,2 | 43,0 | 18,3 | 39,5 | 6,5 |
Entrambi gli Ambiti hanno cercato in questi anni di costruire un sistema omogeneo di assistenza domiciliare attraverso un sistema di accreditamento. Gli Ambiti hanno da tempo consolidato la gestione dei servizi socio-assistenziali domiciliari in favore di anziani e delle loro famiglie tramite l’accreditamento di Enti professionali in attuazione dell’art. 10 della L.R. 3/2008 che riconosce nei Titoli sociali e socio-sanitari gli strumenti per sostenere la permanenza a domicilio delle persone in condizioni di disagio e per agevolare l'esercizio della libertà di scelta dei cittadini nell'acquisizione di prestazioni sociali e sociosanitarie. Le finalità prevalenti del Servizio di Assistenza Domiciliare sono quelle di consentire la permanenza nel normale ambiente di vita, evitare il ricorso al ricovero in strutture residenziali, promuovere lo sviluppo delle capacità residue degli utenti e favorire, ove possibile, un miglioramento delle condizioni di benessere e di relazione delle persone. Tramite l’Accreditamento gli Ambiti abilitano gli Enti proponenti all’erogazione di interventi domiciliari di natura socioassistenziale in favore di anziani, disabili e soggetti in condizione di fragilità. Al 31/12/2018 nel territorio del Legnanese e Castanese risultano accreditati 15 Enti per un totale di circa 300 utenti.
Di fronte a questo sempre maggiore e diverso bisogno di assistenza il territorio ha cercato di dare una risposta attraverso l’utilizzo di misure diverse quali Il Fondo Non Autosufficiente (FNA) attraverso le misure B1 e B2, il programma Home Care Premium, Reddito di Autonomia e l’attivazione di sportelli per assistenti familiari per la qualificazione del lavoro di cura.
AREA DISABILITA’
Età | N.Sogg.con disabilità | Sog x.xx n disa bilit à X 100 ab. | % Uomi ni | % Este ro | %F70 - Ritar do Lieve | %F71 -F73 - Ritar do Medi o- Grav e | %F84 - Autis mo | %Anoma lie cromoso miche | %Disturb i sensorial i | %Defi cit motor i | %IC13: INVALID I CIVILI 100% E MINORI ASSIMIL ATI | %IC14: INVALIDI CIVILI CON ACCOMPA GNAMENT O | %Con Misure | %con access i in NPI nel 2017 | %con accessi in CDD,CSS,RS D nel 2017 |
00-05 | 139 | 1,0 | 69,8 | 14,4 | 5,8 | 6,5 | 53,2 | 11,5 | 10,8 | 10,8 | 8,6 | 7,2 | 8,6 | 73,4 | 0,0 |
Età | N.Sogg.con disabilità | Sog x.xx n disa bilit à X 100 ab. | % Uomi ni | % Este ro | %F70 - Ritar do Lieve | %F71 -F73 - Ritar do Medi o- Grav e | %F84 - Autis mo | %Anoma lie cromoso miche | %Disturb i sensorial i | %Defi cit motor i | %IC13: INVALID I CIVILI 100% E MINORI ASSIMIL ATI | %IC14: INVALIDI CIVILI CON ACCOMPA GNAMENT O | %Con Misure | %con access i in NPI nel 2017 | %con accessi in CDD,CSS,RS D nel 2017 |
06-10 | 306 | 2,4 | 61,4 | 18,0 | 43,8 | 6,9 | 28,4 | 6,9 | 13,4 | 7,5 | 13,1 | 9,2 | 4,2 | 60,1 | 0,0 |
11-14 | 393 | 4,1 | 63,6 | 17,3 | 57,0 | 7,9 | 17,3 | 4,3 | 8,1 | 3,8 | 21,4 | 5,9 | 3,6 | 48,9 | 0,0 |
15-17 | 297 | 4,1 | 54,5 | 14,8 | 58,6 | 8,8 | 12,8 | 2,0 | 6,7 | 6,1 | 26,9 | 11,8 | 3,7 | 27,3 | 0,0 |
18-21 | 281 | 3,0 | 64,1 | 16,4 | 51,2 | 14,9 | 15,3 | 4,3 | 4,3 | 6,0 | 30,6 | 19,9 | 1,4 | 12,5 | 3,9 |
22-30 | 279 | 1,3 | 62,4 | 10,4 | 16,8 | 20,4 | 9,0 | 3,6 | 14,0 | 10,4 | 36,2 | 29,4 | 1,4 | 0,7 | 9,0 |
31-45 | 542 | 1,0 | 55,7 | 8,1 | 10,5 | 13,8 | 3,7 | 2,4 | 21,4 | 12,2 | 23,8 | 40,6 | 1,7 | 0,2 | 11,8 |
46-64 | 1.514 | 2,1 | 49,9 | 4,8 | 3,4 | 5,8 | 1,6 | 1,1 | 17,4 | 6,9 | 48,3 | 28,9 | 1,3 | 0,0 | 5,3 |
Tot. | 3.751 | 1,9 | 56,2 | 10,1 | 22,4 | 9,3 | 10,1 | 3,0 | 14,3 | 7,7 | 33,7 | 23,8 | 2,3 | 15,9 | 4,8 |
Per quanto riguarda invece le persone con disabilità risultano negli ambiti del Legnanese e del Castanese 3.751 persone disabili, pari allo 0.68% della popolazione totale residente.
Uno dei principali nodi che afferisce il sistema dei servizi costruito in questi anni è la capacità di rispondere alla domanda di vita delle persone con disabilità attraverso la presa in carico e la definizione di percorsi individualizzati.
Tra le varie criticità emerge una certa rigidità del sistema, con servizi nettamente separati tra sociale e sociosanitario e con difficile mobilità delle persone tra offerte differenti.
Un’altra dimensione problematica è quella della frammentazione, in primis tra settori sociale e sociosanitario, ma anche di aree trasversali quali l’istruzione e il lavoro. Il momento della diagnosi, l’avvento della maggior età, la transizione alla vita adulta restano fasi molto delicate in cui le famiglie si trovano spesso sole, perché poco supportate a conoscere gli attori istituzionali competenti, che dovrebbero orientarle a individuare le strade e i percorsi da seguire per l’attivazione dei servizi di cui necessitano.
Infine l’aumento esponenziale del bisogno della persona disabile non è supportato da un parallelo aumento delle risorse stanziate a livello centralizzato, che risultano sempre più rigide in termini di accesso e poco corrispondenti al bisogno territoriale.
MINORI E FAMIGLIE
I dati aggregati sulle famiglie e i minori presi in carico dai due Ambiti mostrano un’incidenza significativa di situazioni croniche, caratterizzate da una presa in carico che molto spesso si protrae nel tempo, talvolta attraversando anche diverse generazioni.
AMBITO LEGNANESE CASTANESE | 2015 | 2016 | 2017 |
NUCLEI FAMILIARI IN CARICO | 854 | 1.012 | 1.080 |
Il 10% circa degli utenti risulta in carico da oltre 10 anni, percentuale che aumenta ad un terzo se si considera l’utenza che lo è da più di 5 anni (dati 2018). Questi dati evidenziano, da una parte, grandi difficoltà nelle famiglie ad emanciparsi da condizioni di rischio o di disagio conclamato, per sé e per i propri figli, ma sottolineano anche una certa fragilità dell’intervento pubblico che troppo spesso opera disponendo percorsi e progettualità sulle famiglie, senza lavorare adeguatamente sulla costruzione di condizioni per l’accettazione di tali percorsi, sulla piena valorizzazione delle risorse presenti e sull’accompagnamento verso un’attivazione reale dei componenti.
Accanto a questo dato è importante sottolineare anche l’aumento dei nuclei familiari in carico al servizio, come si evince dalla tabella sopra riportata. Si è registrato un importante incremento connesso anche alle situazioni di separazioni conflittuali, inviate dal Tribunale Ordinario e dai nuclei intercettati tramite i centri antiviolenza
Inoltre va ricordato che il settore della tutela chiama in causa competenze diversificate (psicologiche, sociali, educative, giuridiche…) e coinvolge numerosi attori (Comuni, Consultori, Uonpia, Scuole, Tribunale…). Da tempo l’esperienza professionale e la letteratura di settore, hanno evidenziato l’inefficacia di un agire frammentato, che rischia non solo di rendere schizofrenico il progetto di aiuto, ma di disorientare la famiglia, oltre che produrre scarsa efficacia.
L’Ambito fa fronte ai bisogni, oltre che attraverso i Servizi Tutela Minori incardinati in entrambe le aziende, attraverso l’utilizzo del Fondo Sociale regionale per riconoscere parzialmente ai Comuni la quota per l’integrazione delle rette e attraverso le delibere regionali ex Misura 6 che riconoscono ai territori parzialmente il costo del ricovero in struttura.
CAPITOLO 3 - LA GOVERNANCE
3.1 LA GOVERNANCE DEL PIANO DI ZONA 2019/2020
Delineare l’assetto di governance delle politiche di welfare di un territorio è un’operazione cruciale, nella misura in cui l’intento declinato in questo piano di zona è quello di riconnettere tutte le realtà impegnate nelle reti sociali territoriali, ricomponendo in un unico quadro di insieme attori, conoscenze, bisogni e risorse. Senza dubbio, si tratta di un’operazione complessa nella quale si deve tener conto di come funzionano le reti e di come occorra prendersi cura dei processi collaborativi che in esse si sviluppano.
L’insieme degli attori territoriali che fanno parte di una rete non è un’entità statica e stabile nel tempo, bensì una realtà in movimento continuo, per la dinamicità delle relazioni che in essa si sviluppano e per l’impossibilità a tracciarne con precisione il perimetro e l’assetto. Occorre guardare alle reti prendendo atto del loro dinamismo, vedendo le potenzialità di tipo generativo che in esse si possono sviluppare1.
A questo proposito corre l’obbligo di riconoscere tutte le dovute difficoltà legate alla continua ricerca di un equilibrio tra cooperazione e divergenze che caratterizza qualsiasi processo complesso che coinvolga una molteplicità di attori eterogenei e che condiziona nel tempo la tenuta dei processi collaborativi. Lavorare insieme agli altri, se da una parte moltiplica le energie e le sedi di confronto, dall’altra richiede tempi di coinvolgimento e una capacità di scendere a continue mediazioni, cosa che non sempre è facile operare2.
Conflittualità e collaborazione sono dunque le due tensioni interne tipiche delle reti: occorre quindi partire dal presupposto che le esperienze legate a percorsi collaborativi tra molti soggetti non vanno idillicamente considerati come luoghi dove è possibile sviluppare solo dinamiche positive e costruttive.
Molto si deve alla capacità di condividere obbiettivi, azioni, tempi e mezzi dell’azione collettiva, alla capacità di creare fiducia, riducendo quindi il rischio del conflitto, dal quale non si è comunque mai esenti.
1 X. Xxxxx (a cura di) “Rilanciare il welfare locale. Ipotesi e strumenti: una prospettiva di management delle reti” – Egea 2014
2 Ibidem
E’ importante approcciare con realismo la costruzione di un agire comune che ha come fine quello di strutturare un welfare locale insieme a tutti i soggetti coinvolti; questo atteggiamento, da un lato rende tutti più consapevoli della complessità e della fatica da compiere, dall’altro mette al riparo
– almeno in parte – da sentimenti di disillusione che spesso si generano quando i processi collaborativi si arenano o prendono vie impreviste.
Da questo punto di vista, un richiamo forte alla corresponsabilità di tutti gli attori nella gestione del processo è doverosa: il ruolo delle istituzioni è sicuramente quello di essere programmatore e regista di reti di collaborazione, ma è vitale poi il sentirsi responsabili dei processi che si producono
– o che non si producono -.
I processi collaborativi territoriali devono coinvolgere tutti i soggetti presenti nella realtà del legnanese e del castanese, con una particolare rilevanza dei soggetti istituzionali.
La costruzione di reti, collaborazioni, integrazione e prassi comuni che coinvolgano anche le istituzioni presentano infatti un ulteriore grado di complessità che è quello di dover tenere conto dei diversi livelli formali: i livelli di governo, il livello più organizzativo - che attiene ai servizi - e il segmento tecnico professionale interno ai servizi.
L’impegno delle istituzioni ad essere partecipi alla costruzione del sistema di welfare deve dunque prevedere il coinvolgimento concreto di tutte le proprie dimensioni interne, attraverso l’adozione di specifici strumenti organizzativi e operativi, che sanciscano l’adesione ai processi, prediligendo approcci di tipo collaborativo e non di tipo gerarchico e burocratico.
Coerentemente con le indicazioni regionali e con la riforma introdotta dalla Legge Regionale 23/20105, di seguito si declinano gli elementi costitutivi la governance del Piano di Zona per il biennio 2019-2020.
Con l’unione dei due Piani di Zona di Legnano e Castano, si delinea la seguente struttura di governance dal punto di vista politico e tecnico: analizzano di seguito gli organi del Piano di Zona.
3.2 ORGANISMI POLITICI
L’Assemblea dei Sindaci di Ambito Distrettuale è normata ai sensi della legge regionale 23/2015, che ha comportato la riforma del sistema sociosanitario. L’Assemblea è composta dai Sindaci dei 22 Comuni dell’Ambito distrettuale del Legnanese e del Castanese e rappresenta il luogo stabile della decisionalità politica in merito alla programmazione zonale, quale espressione di continuità rispetto alla programmazione sociosanitaria e all’integrazione tra politiche sociali e sanitarie. L’Assemblea interpreta la funzione strategica di indirizzo e controllo che si estrinseca, in particolare, nelle seguenti attività:
- approvazione del documento di Piano e suoi eventuali aggiornamenti;
- verifica annuale dello stato di raggiungimento degli obiettivi della programmazione;
- aggiornamento delle priorità annuali, coerentemente con la programmazione triennale e le risorse disponibili;
- approvazione annuale dei piani economico-finanziari di preventivo e dei rendiconti di consuntivo;
- approvazione dei dati relativi alle rendicontazioni richiesta dalla Regione per la trasmissione ad ATS ai fini dell’assolvimento dei debiti informativi.
Il Tavolo Politico è composto dai Sindaci/Assessori delegati ai Servizi Sociali dei due Ambiti territoriali. Svolge una funzione di supporto e ausilio all’Assemblea dei Sindaci di Ambito Distrettuale in merito a tutte le attività a questa assegnate ed una importante funzione di connessione tra i bisogni del territorio e il livello di decisione politica di vertice, costituendo il luogo stabile del confronto politico in merito ad ogni aspetto della programmazione zonale. Il Tavolo Politico svolge, in particolare, le seguenti attività
- individua priorità e obiettivi delle politiche zonali;
- coordina la programmazione e la gestione degli interventi da attuare tramite le rispettive aziende e garantisce il raccordo con le altre politiche settoriali (lavoro, scuola, casa, ecc.);
- intrattiene rapporti con i soggetti del Terzo Settore e parti sociali;
- garantisce il funzionamento del sistema di governance territoriale;
- costituisce un ambito importante di collegamento tra il livello programmatorio zonale e il livello gestionale dei singoli Comuni e delle forme di gestione associata presenti sul territorio.
Il Xxxxxx Xxxxxxxx è presieduto dall’Assessore o Sindaco delegato di uno dei Comuni dell’Ambito di riferimento, viene coadiuvato da un vice presidente, entrambi nominati dai componenti del Tavolo Politico stesso.
3.3 ORGANISMI TECNICI
Il Piano di Zona necessita di un ente Capofila dell’accordo di programma, il quale ha il compito di mantenere la distinzione tra l’aspetto programmatorio, che resta in capo ai Comuni, e l’aspetto di gestione delle risorse, che verrà demandato all’Azienda.
Il ruolo del Capofila sarà svolto dal Comune di Magnago come approvato nell’assemblea di Ambito distrettuale del 18/11/2019 stabilendo che la Azienda Sociale del Legnanese SO.LE. gestirà la fase tecnico amministrativa di introito delle risorse finanziarie
Ad Azienda SO.LE. sono assegnate ed erogate, anche tramite le ATS, le risorse, derivanti da fondi europei, regionali e statali, per la realizzazione di servizi ed interventi sociali a gestione associata dei Comuni afferenti all’Ambito distrettuale.
L’ Ente capofiale è responsabile del coordinamento dell’attività programmatoria.
Le risorse assegnate all’ambito per l’erogazione e gestione degli interventi, verranno introitate dall’Azienda Sociale del Legnanese SO.LE. L’Ente Capofila e Azienda SOLE operano vincolati nell’esecutività al mandato dell’Assemblea dei sindaci di ambito distrettuale.
L’Ente capofila svolge la funzione di coordinamento dell’attuazione del Piano di Zona ed è garante del corretto riparto delle risorse complessive così come definito nell’assemblea dei sindaci di ambito ditrettuale in base ai finanziamenti disponibili. L’assembela di ambito distrettuale svolge una funzione di indirizzo e di orientamento delle scelte gestionali per assicurare efficacia e omogeneità della loro realizzazione concreta. All’interno dell’Ente capofila al fine di garantire il raggiungimento di quanto sopra indicato viene nominato un Responsabile dell’Ufficio di Piano.
L’Ufficio di Piano è il soggetto di supporto organizzativo alla programmazione, responsabile delle funzioni tecniche, amministrative e della valutazione degli interventi per il raggiungimento degli obiettivi del Piano di Zona. L’Ufficio di Piano svolge, in particolare, la funzione di garantire il sistema integrato di servizi, attraverso l’attuazione degli indirizzi strategici e programmatori definiti dall’Assemblea dei sindaci di Ambito distrettuale.
L’Ufficio di Piano nel corso degli anni ha visto un incremento di funzioni che si sono ampliate e articolate, relative non solo alla programmazione ma anche alla ricomposizione delle politiche e delle attività sociali e sempre più frequentemente alla gestione di interventi e progetti.
Le funzioni si possono sinteticamente così riassumere:
- programmazione e integrazione delle policy al fine di ricomporre la frammentazione presente nel territorio;
- coordinamento operativo tra i diversi Enti, organismi e servizi, promozione di integrazione tra i soggetti e innovazione;
- gestione delle risorse complessivamente assegnate (FNPS, FSR, FNA, Dopo di Noi, risorse sperimentazioni) e le risorse nazionali di inclusione sociale e dedicate alla povertà (PON-SIA, REI);
- predisposizione di Piani operativi per la presa in carico (FNA, Dopo di Noi, Voucher reddito autonomia, misure di inclusione e lotta alla povertà);
- adempimenti dei debiti informativi regionali.
Il Tavolo Tecnico è composto dai Responsabili dei Servizi Sociali dei 22 Comuni dell’Ambito, dai referenti dell’Ufficio di Piano ed ai Direttori delle Aziende speciali o loro delegati. E’ l’organo in cui avviene il confronto e l’elaborazione delle proposte e delle modalità di realizzazione delle diverse procedure, di analisi e riflessione in relazione ai servizi gestiti a livello sovracomunale e di ambito, di possibile sviluppo di nuove progettualità e di verifica dell’effettiva attuazione sul territorio dei contenuti delle diverse azioni del Piano di Zona. Infine svolge, insieme all’Ufficio di Piano, funzioni di raccordo con gli Amministratori che compongono l’Assemblea dei Sindaci di Ambito Distrettuale.
Come richiamato nell’Accordo di Programma e nelle linee di indirizzo regionali, l’ATS Metropolitana Milano concorre all’integrazione sociosanitaria e assicura la coerenza nel tempo tra obiettivi regionali e obiettivi della programmazione locale.
Al fine di realizzare gli obiettivi di integrazione socio-sanitaria, l’ATS promuove la convocazione periodica di una “Cabina di regia”, Cabina di regia ATS Citta’ Metropolitana di Milano, che vede la partecipazione degli Ambiti e di rappresentanti delle ASST; essa costituisce lo strumento e l’ambito tecnico di consultazione e confronto con i soggetti della rete dei servizi socio-sanitari e sociali per l’organizzazione di risposte integrate.
L’Ufficio di Piano partecipa, attraverso il proprio Responsabile o delegati, alle Cabine di regia convocate da ATS.
3.4 TAVOLO DI PROGRAMMAZIONE E PROGETTAZIONE ZONALE
Al fine di dar continuità al Tavolo di Programmazione Zonale costituitosi durante la stesura del presente Piano di Zona, lo stesso viene confermato come organo sovradistrettuale di interazione tra i diversi interlocutori del Piano di zona.
E’ così composto:
• referenti politici;
• referenti tecnici;
• referenti del forum terzo settore altomilanese;
• referenti ATS;
• referenti ASST;
• referenti organizzazioni sindacali;
• referenti Ufficio di Piano.
Detti componenti vengono nominati dalla propria struttura di riferimento.
Il Tavolo rappresenta il luogo di confronto stabile e regolare lungo tutte le fasi del Piano di Zona tra programmatori istituzionali, soggetti del Terzo settore e rappresentanti delle organizzazioni sindacali operanti nella comunità locale. Il Tavolo ha quale principale obiettivo la promozione della partecipazione dei soggetti sopraindicati nella definizione della rete locale dei servizi, in sinergia con i soggetti istituzionali responsabili della programmazione, nella gestione e nel controllo dei servizi socio assistenziali e socio sanitari.
Al fine di disciplinare il tavolo verranno predisposte apposite modalità di funzionamento.
Verranno inoltre attivati tavoli tematici di programmazione e progettazione/gruppi di lavoro con la funzione di approfondire specifiche tematiche e/o istruttorie del Piano di Zona: è necessario che tali tavoli vengano attivati su richiesta dell’Ambito o del Terzo Settore, nonché di altri attori della rete il cui contributo è ritenuto fondamentale per la programmazione. La finalità è di potenziare:
• la raccolta di dati ed esperienze territoriali utili all’analisi del bisogno,
• la programmazione zonale frutto della messa a sistema di tali conoscenze e dati,
• la coprogettazione e la gestione (di progetti e servizi),
• il monitoraggio delle azioni intraprese,
• la valutazione ex post dei progetti, delle misure e dei servizi attivati,
• la creazione di strumenti e indicatori per misurare l’attuazione delle politiche messe in campo nel settore sociale e valutare l’impatto delle azioni attivate.
I tavoli verranno convocati con cadenze regolari, in modo da produrre una effettiva condivisione ed una efficace lettura integrata del bisogno, potenziando il dialogo istituzionale e contribuendo a superare la frammentarietà degli interventi.
3.5 IL FORUM DEL TERZO SETTORE ALTOMILANESE
Le cooperative, le imprese sociali e le Associazioni che lavorano nell’ambito territoriale del Legnanese e del Castanese hanno l'obiettivo di costruire benessere e sviluppo per un welfare di comunità basato su qualità e prossimità. Ciò si è attuato in questi ultimi 15 anni attraverso l'offerta di servizi sociali, educativi, assistenziali, sanitari. Le cooperative fanno riferimento a un modello di impresa sociale dove la dimensione comunitaria assume una posizione di centralità nel definire la missione, le strategie, le modalità di produzione dei beni e di governo dell'impresa. Per molti anni pubblico e privato sociale, ispirati dalla Legge quadro 328/2000 intitolata "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", per l'assistenza, finalizzata a promuovere interventi sociali, assistenziali e sociosanitari che garantiscano un aiuto concreto alle persone e alle famiglie in difficoltà hanno lavorato nel legnanese e castanese in termini di coprogettazione, integrazione, sussidiarietà.
In special modo il principio di sussidiarietà si è declinato sotto un duplice aspetto:
• in senso verticale: la ripartizione gerarchica delle competenze si è spostata verso gli enti più vicini al cittadino e, quindi, più vicini ai bisogni del territorio;
• in senso orizzontale: il cittadino, sia come singolo sia attraverso i corpi intermedi, ha avuto la possibilità di cooperare con le istituzioni nel definire gli interventi che incidano sulle realtà sociali a lui più vicine.
Il terzo settore locale intende promuovere un approccio metodologico ispirato al modello collaborativo centrato sulla coprogettazione. Concertazione e lavoro integrato tra terzo settore ed ente locale divengono strumenti per rispondere i bisogni sociali del territorio.
Le strategie su cui si e’ basato e su cui intende svilupparsi il lavoro del terzo settore locale sono innovare mettendo in rete le risorse economiche del distretto, sviluppare corresponsabilità rispetto ai processi e tra i diversi soggetti verso una visione comune di sviluppo dei servizi territoriali, arricchire il territorio di un patrimonio di relazioni e legami fiduciari.
La cooperazione sociale ha in questi ultimi anni partecipato a questo processo mettendo in campo:
• competenze epistemologiche, tecniche e organizzative per la gestione dei servizi. Le cooperative infatti formano il loro personale, organizzano convegni scientifici, svolgono ricerche e studi sui fenomeni sociali e sulle risposte pedagogiche, collaborano con le Università e gli Istituti di Ricerca. I soggetti del terzo settore del distretto sono inoltre portatori di specifiche competenze maturate in anni di lavoro che consentono di garantire sguardi plurali e non univoci su gran parte delle problematiche sociali del territorio.
• solidità economica e gestionale: le cooperative, nonostante il lungo periodo di crisi economica, hanno implementato servizi e assunto personale garantendo al territorio occupazione stabile. Le cooperative sociali hanno mostrato una buona resistenza alla crisi e, pur risentendone in parte in termini di fatturato e marginalità, mostrano, insieme a tutto il settore di riferimento, una tenuta ancora migliore rispetto al resto dell’economia del Paese e una flessione occupazionale complessivamente molto inferiore rispetto a quella relativa all’insieme delle imprese italiane.
• garanzie contrattuali: applicando il CCNL delle cooperative sociali sono stati garantiti contratti a tempo indeterminato alle lavoratrici e ai lavoratori. Assumendosi il rischio d’impresa le cooperative hanno ridotto la precarietà lavorativa garantendo stabilità ai lavoratori e continuità educativa ai servizi (grazie anche all’art.37 CCNL).
• vicinanza ai bisogni delle famiglie e conoscenza territoriale: gli operatori delle cooperative sono quotidianamente a fianco delle famiglie che accompagnano, condividendone le fatiche e conoscendone i bisogni. La continuità di lavoro degli apparati cooperativi permette una conoscenza delle attività socio-educative del territorio e di esso ne conservano memoria sociale e pedagogica.
• individuazione di bisogni e co-progettazione di risposte innovative: la vicinanza ai bisogni ha fatto sì che le cooperative abbiano assunto la funzione di mediatori comunicativi sociali dalla famiglia all’istituzione e mai in modo autoreferenziale ma bensì sempre in termini di co- costruzione con gli enti pubblici di possibili risposte sostenibili. In tale quadro vanno considerate le azioni comuni di co-progettazione svolte da terzo settore ed enti pubblici.
• ricerca fondi e implementazione servizi: gli enti cooperativi hanno apportato ai territori grazie alla progettazione e alla ricerca fondi valori economici importanti che hanno contribuito ad avviare la sperimentazione di progetti, all’implementazione di servizi, sostenuto gli esistenti e favorito una maggiore qualificazione della spesa sociale per i Comuni.
Dalla consapevolezza del proprio ruolo e dal cammino condiviso il percorso è culminato con la realizzazione del Forum del Terzo Settore dell’Alto Milanese con le seguenti finalità, come da statuto sottoscritto il 12/6/2019 e a cui hanno aderito ben 30 organizzazioni del Terzo Settore:
b) il coordinamento generale per i problemi d'interesse comune fra le diverse organizzazioni del Terzo Settore;
c) lo sviluppo di forme di collaborazione fra le Organizzazioni e le Istituzioni Pubbliche nella realizzazione dei programmi;
d) la promozione dello sviluppo delle competenze professionali e delle capacità d'intervento, sostenendo le iniziative relative alla formazione e all'aggiornamento;
e) la presentazione e la realizzazione di progetti di vasto interesse per il Terzo Settore e l’associazionismo, a livello di co-progettazione nelle diverse aree;
f) il confronto con le istituzioni del Distretto di Legnano e di Castano Primo nella definizione delle linee strategiche di intervento;
g) la partecipazione alla definizione delle politiche sociali del territorio attraverso:
- l’analisi dei problemi e dei bisogni;
- la formulazione di proposte;
- la costruzione di strategie di intervento;
- l’interlocuzione con le istituzioni con particolare attenzione agli organismi previsti dal Piano di Zona.
A partire dalla costituzione del Forum, iI territorio del distretto Legnanese e del Castanese è pronto ad accogliere la costituzione di istruttorie e tavoli di coprogettazione con la finalità di fornire letture dei bisogni e prefigurare nuovi interventi, progetti e modalità di lavoro.
In particolare «Per quanto riguarda i servizi e gli interventi sociali, si vogliono promuovere e privilegiare, ove possibile, gli strumenti dell’accreditamento, della coprogettazione, della convenzione. Ove si intenda affidare il servizio sociale con gara di appalto, si richiama la necessità di “garantire la qualità, la continuità, l’accessibilità, la disponibilità e la completezza dei servizi, tenendo conto delle esigenze specifiche delle diverse categorie di utenti, compresi i gruppi svantaggiati e promuovendo il coinvolgimento e la responsabilizzazione degli utenti.
3.6 LE AZIENDE SOCIALI
L’esperienza aziendale ha consentito agli Ambiti territoriali di superare la fragilità e una certa evanescenza nella programmazione, registrata nei primi anni 2000, in tutti i territori che hanno sperimentato formule diverse.
Sono emersi inoltre - nella pratica - vantaggi ulteriori ove le aziende non sono state concepite come semplici “aggiunte” al sistema dei servizi ma come un’opportunità per razionalizzare ciò che già era presente e per eliminare le ridondanze e le sovrapposizioni nel sistema, comprese quelle interne all’organizzazione dei Comuni. Infatti si può dire che l’azienda sociale per la gestione dei servizi:
• stimola ed induce il miglioramento dei processi operativi e il miglioramento dei metodi gestionali (grazie alla maggiore dimensione e alle economie di specializzazione che essa consente);
• facilita lo sviluppo di una funzione di regia rispetto alla produzione dei servizi, unificata in capo ad un soggetto istituzionale riconosciuto dagli enti locali dell’ambito territoriale di riferimento;
• assicura al programmatore regionale del settore socio sanitario un corrispettivo ente per il settore socio assistenziale, con “giurisdizione distrettuale” e capace di fare sintesi delle politiche sociali altrimenti distribuite su una molteplicità di enti locali disomogenei.
La solidità sperimentata dalle Aziende si è manifestata in particolare:
• nella creazione di modelli programmatori coerenti e monitorati e nel permettere agli Ambiti territoriali di definire Standard di Ambito e regolamenti unitari per l’accesso ai servizi;
• nello sviluppare – vista la natura di ente strumentale dei Comuni soci – più facilmente relazioni con politiche e programmi di titolarità comunale ed essenziali per fornire risposte ad ampio raggio a persone e famiglie, come le politiche contigue a quelle strettamente sociali, le politiche giovanili, quelle dell’istruzione e della formazione, del lavoro e della casa;
• nell’integrazione multidisciplinare dei contributi delle diverse professionalità coinvolte nell’organizzazione dei servizi e nel conseguente sviluppo di approcci multidimensionali;
• nell’introduzione di tecniche manageriali per l’ottimizzazione della spesa e della sua razionalizzazione, nonché di pratiche correlate al controllo della qualità dei servizi;
• nella gestione diretta di servizi strategici per conto dei Comuni associati, ad es. i servizi di Tutela minori, Sisl ecc…
• nel rapporto con il Terzo settore anche attraverso l’organizzazione delle attività necessarie ai Comuni per l’esercizio della funzione dei processi di accreditamento.
AZIENDA SO.LE.
Nel mese di dicembre 2014, i comuni di Busto Garolfo, Canegrate, Cerro Maggiore, Dairago, Legnano, Parabiago, Rescaldina, San Giorgio su Legnano, San Xxxxxxx Xxxxx e Villa Cortese, hanno costituito l’Azienda Sociale del Legnanese (So.Le), ente strumentale per la gestione associata dei servizi sociali.
La formalizzazione dell’azienda ha rappresentato l’esito finale di un lungo e complesso percorso gestazionale, costellato da una alternanza di fasi legate a processi decisionali e al susseguirsi nel tempo di svariate norme giuridiche che, di volta in volta, ne consentivano o meno l’istituzione.
La scelta di una forma di gestione associata operata dai Comuni del Legnanese rappresenta dunque un passaggio chiave nella programmazione di zona, denso di significati politici, in cui le scelte tecniche, pur essenziali, dipendono da una visione di insieme del sistema di welfare locale che si intende costruire e sviluppare.
La visione del welfare locale con la quale i comuni soci hanno voluto configurare l’azienda, è quella di un welfare in cui tutti i cittadini devono poter accedere alle prestazioni, contribuendo in diversa misura al loro costo secondo la propria possibilità; in sostanza, erogare servizi omogenei e di qualità in tutti i comuni. Una visione in cui i servizi rispondono anche a richieste “di nicchia” specializzandosi e articolandosi secondo i bisogni emergenti, ma allo stesso tempo in grado di creare sinergie e risparmi grazie alle economie di scala.
Nel primo triennio 2015-2017, l’Azienda ha potuto razionalizzare l’organizzazione delle risorse umane, l’erogazione dei servizi e l’organizzazione del lavoro producendo ottimizzazioni, e si opererà verso una definizione di standard di ambito e regolamenti unitari per l’accesso ai servizi.
AZIENDA SOCIALE
Azienda Sociale è l’Azienda Speciale costituita dai Comuni di Arconate, Bernate Ticino, Buscate, Castano Primo, Cuggiono, Inveruno, Magnago, Nosate, Robecchetto C/I, Turbigo e Vanzaghello per la gestione in forma associata dei servizi alla persona, mediante interventi finalizzati alla promozione, al mantenimento ed al recupero del benessere dei suoi cittadini ed al pieno sviluppo delle persone nell’ambito dei rapporti familiari e sociali, con particolare riferimento alle persone in stato di maggior bisogno e fragilità.
La sua costituzione è il risultato del lavoro realizzato dai Comuni tramite il Piano di Zona del triennio 2003/2005, e di una modalità di collaborazione consolidata da diversi anni sul territorio. Gli undici Comuni del Castanese, infatti, ancora prima della realizzazione del Piano di Zona, avevano dato vita ad una gestione associata di parte dei servizi sociali tramite delega all’Azienda Sanitaria Locale.
Il 21 settembre 2005, in ottemperanza a quanto previsto dalla L. 328/2000 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", che prevede l’integrazione e collaborazione tra i Comuni per garantire i servizi, è stato sottoscritto l’atto costitutivo di Azienda Sociale. Nel mese di novembre dello stesso anno sono state formalizzate le nomine degli organi aziendali (Assemblea Consortile con il Presidente e Vice
Presidente e Consiglio d’Amministrazione con Presidente e Vice Presidente). L’ attività dell’Azienda è stata avviata nel marzo 2006, con la nomina del Direttore.
Azienda Sociale si configura come un ente strumentale degli undici Comuni del Castanese, che rappresentano i soci della stessa: è uno strumento di gestione per i servizi che necessitano di competenze tecniche specializzate e che per i singoli Comuni comporterebbero serie difficoltà nella sostenibilità dei costi.
La costituzione di Azienda Sociale ha dunque aggiunto valore a tutti i servizi gestiti, in quanto ha permesso di dotare ciascuno di loro di un coordinamento tecnico “dedicato” e specializzato, ha determinato una precisa definizione degli oggetti di lavoro e del “chi fa che cosa” rispetto ai servizi trasferiti, ha infine favorito l’impostazione di una metodologia operativa che consente un controllo di gestione sui volumi dei servizi erogati, affidando alla stessa la gestione associata dei servizi sociali.
CAPITOLO 4 – AREA INTEGRAZIONE SOCIALE E SOCIO SANITARIA
4.1 Valutazioni integrate multidimensionali
L’integrazione socio-sanitaria trova la sua dimensione più autentica nell’approccio multidimensionale delle valutazioni prima e delle progettazioni poi.
La valutazione multidimensionale può quindi garantire l’integrazione di competenze e di sguardi necessari al fine di considerare la persona nella sua unicità e globalità, individuandone le risorse e le potenzialità e non solo le fragilità.
Ormai tutte le misure nazionali e regionali finalizzate a sostenere i percorsi di accompagnamento e le progettazioni individuali delle persone con fragilità richiedono la valutazione multidimensionale ma c’è ancora molta strada da fare soprattutto per creare una “struttura” ben definita e protocolli operativi di collaborazione ed integrazione tra i soggetti istituzionali deputati a questo compiti.
Nell’ambito Territoriale del Castanese e Legnanese esiste un’esperienza storica di integrazione socio-sanitaria, attuata dagli operatori sociali e sanitari che andrebbe da una parte verificata e validata, alla luce anche dei nuovi orizzonti teorico-metodologici e dall’altra parte formalizzata e definita nelle prassi e nelle modalità attuative. Nel cantiere ancora aperto è necessario per chiudere i lavori definire in modo congiunto (ATS, ASST e Ambiti Territoriali in primis) compiti, ruoli, modalità e strumenti di lavoro.
Il presente documento di programmazione zonale ha tra i suoi obiettivi un percorso di definizione delle prassi e degli strumenti di valutazione integrata multidimensionale che possa restituire alla persona in situazione di fragilità una vera centralità, sulla base dei nuovi orientamenti e valorizzando le esperienze realizzate sul territorio del Castanese e del Legnanse seppur fondate su modalità di collaborazione consolidate ma non ben formalizzate. Il punto di partenza potrebbe essere quindi il protocollo Ambiti/ATS/ASST sottoscritto in occasione della Misura “Dopo di noi” che ha avviato seppur in maniera parziale una valutazione multidimensionale nella costruzione dei progetti sostenuti dal fondo stanziato: tali percorsi hanno creato le basi per promuovere la centralità della persona e le co-progettazioni individualizzate e meritano una riflessione in termini di integrazione socio-sanitaria e nell’ottica del “progetto di vita”.
Come afferma Xxxxxxxx Xxxxx di Xxxxx, per la disabilità ma estensibile a tutto il tema fragilità:” Questo mutamento di prospettive nella valutazione presuppone e ha come conseguenza la possibilità di mettere in atto un radicale cambiamento nelle organizzazioni, che devono relativizzare i loro processi e servizi, mettendo la persona disabile al centro del loro funzionamento, non solo nelle dichiarazioni contenute nelle mission istituzionali, ma nei loro sistemi di progettazione, che devono rispondere con responsabilità alle reali e più profonde richieste della persona disabile.”
Quanto sopra deve diventare un vero e proprio oggetto di lavoro per tutti gli interlocutori coinvolti e non può avvenire senza un approfondimento teorico scientifico e culturale che supporti il percorso operativo di definizione di prassi e di strumenti condivisi, percorso questo attualmente ancora frammentato sul territorio del Castanese e del Legnanese.
4.2 Attuazione Legge 122/16 Dopo di noi
La Legge n. 112/2016 ha disciplinato misure di assistenza, cura e protezione a favore delle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare, nota come “Legge sul Dopo di Noi”. In questi anni l’espressione “Dopo di Noi” ha evocato per le persone disabili la possibilità di accedere alle strutture residenziali al momento del venir meno dei loro familiari. Oggi, con la Legge sopracitata si introduce un innovativo approccio prevedendo una piena attuazione del diritto a una qualità di vita migliore e all’inclusione sociale.
Regione Lombardia ha definito il Programma operativo “Sistema dei servizi e degli interventi a favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare” individuando le tipologie di intervento e assegnando agli Ambiti territoriali il compito di programmare l’utilizzo delle risorse per la realizzazione degli stessi, d’intesa con gli altri enti pubblici e privati del territorio. Gli Uffici di Piano hanno redatto le Linee Operative ove sono dettagliate le modalità e le procedure per l’assegnazione dei contributi ai beneficiari.
Con le risorse del Fondo, istituito per il “Dopo di Noi” vengono finanziati interventi di natura:
1. gestionale:
• percorsi di accompagnamento all’autonomia per l’emancipazione dal contesto familiare;
• interventi di supporto alla domiciliarità in soluzioni alloggiative: gruppo appartamento; residenzialità autogestita per almeno 2 persone; Co-housing/Housing;
• interventi di permanenza temporanea in soluzione abitativa extra-familiare.
2. infrastrutturale:
• interventi di ristrutturazione dell’abitazione;
• sostegno del canone di locazione spese condominiali.
Un ruolo importante nella progettazione degli interventi a favore di persone con bisogni complessi è determinata dalla valutazione multidimensionale. Per ogni persona ammessa al finanziamento deve essere definito un progetto individuale, considerato come strumento capace di ricomporre i
differenti interventi e i relativi sostegni economici (ex art. 14 L. n° 328 del 2000 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali").
Di seguito si riportano i dati per il biennio 2016-2017.
AMBITO DEL LEGNANESE | |||
ANNUALITA’ | RIFERIMENTO NORMATIVO | ASSEGNATO | BENEFICIARI |
2016 | Decreto 8196 del 06/07/2017 | € 284.988,00 | 22 |
2017 | Decreto 1478 del 24/11/2017 | € 121.278,00 | 10 |
AMBITO DEL CASTANESE | |||
ANNUALITA’ | RIFERIMENTO NORMATIVO | ASSEGNATO | BENEFICIARI |
2016 | Decreto 8196 del 06/07/2017 | € 105.075,00 | 34 |
2017 | Decreto 1478 del 24/11/2017 | € 44.715,24 | 18 |
Si precisa che per l’ambito di Castano Primo il fondo 2017 è stato utilizzato per potenziare e quindi garantire la continuità dei percorsi avviati con il primo Avviso Dopo di Noi pubblicato il 10 ottobre 2017.
La Legge n. 112/2016 Dopo Xx Xxx ha permesso di coinvolgere le associazioni di genitori presenti sul territorio del Castanese con gli enti del terzo settore che si occupano di disabilità, avviando dei tavoli di confronto su un tema molto delicato per le famiglie non ancora del tutto pronte ad affrontare il tema del Dopo di Noi. Il risultato dei due avvisi pubblicato ha infatti rispecchiato quanto emerso dal confronto, evidenziando come il percorso di accompagnamento all’autonomia per l’emancipazione dal contesto familiare sia stata la misura che ha avuto il maggior numero di domande finanziate (n. 27).
Il Legnanese ha effettuato incontri di condivisione delle linee operative del “DOPO DI NOI” con gli anti del terzo settore afferenti all’area della disabilità.
Questa misura che promuove il distacco e l’emancipazione dei figli dai genitori con la finalità permette di sperimentare il distacco dai genitori con percorsi sperimentali come la palestra di vita, per porre le basi per arrivare a progettare percorsi di vita di autonomia abitativa.
4.3 Gestione delle misure per il sostegno alla non Autosufficienza
Ormai da diversi anni, il fondo FNA destina una quota delle risorse alle persone in condizioni di grave fragilità, minori, adulti e anziani, con l’obiettivo di garantire sia assistenza al proprio domicilio sia progetti di vita indipendente, evitando così l’istituzionalizzazione.
Particolare attenzione viene garantita alle situazioni di maggiore complessità socio-sanitaria rilevate da valutazioni multidimensionali effettuate congiuntamente tra l’ambito territoriale e le equipe della Azienda Socio Sanitaria Territoriale (di seguito ASST).
Le misure previste dalle normative ministeriali e regionali continuano a prevedere la distinzione tra la categoria della gravissima disabilità misura B1 (pazienti in dipendenza vitale: persone in Stato vegetativo, affette da malattie del motoneurone, ivi compresa la SLA, malattie rare, ecc..), in gestione all’ATS, e la grave disabilità Misura B2 (pazienti allettati, grandi anziani, disabili intellettivi e / o motori), in gestione agli Ambiti. L’accesso alle misure è riservato alle persone in possesso della certificazione comprovante la grave disabilità (L.104/92 art. 3 co. 3).
Come emerge dai diversi “Piani Attuativi/FNA di Regione Lombardia”, la fragilità è una condizione particolarmente frequente con la quale interagiscono altre variabili di natura sociale (es. composizione della rete familiare, presenza di altri reti informali di vicinato e/o amicale, presenza del volontariato, ecc) che possono generare una situazione a rischio di vulnerabilità sociale.
Essendo la fragilità sociale una condizione frequente nelle situazioni di non autosufficienza, la valutazione delle persone viene realizzata da un’equipe multi professionale, composta da operatori sociali dell’Ambito territoriale e operatori socio-sanitari della ASST.
La misura B2 è rimasta di competenza dell’Ambito che, all’interno delle regole stabilite per l’intera ASST e le disposizioni annuali regionali predispone il Piano operativo condiviso con i Comuni dell’Ambito.
Il Piano Operativo costituisce lo strumento di programmazione che esplicita il fabbisogno territoriale, le modalità di integrazione tra ATS, ASST e Comuni, le modalità organizzative degli interventi e della loro attuazione, l’impiego delle risorse assegnate, in un’ottica sempre più condivisa ed integrata nell’ambito della Cabina di Regia ATS/Comuni, costituita in ciascuna ATS. In particolare all’interno della Cabina di Regia vengono sviluppati i seguenti aspetti:
• Analisi congiunta ATS e Uffici di Piano della domanda a livello del territorio dell’ATS o del Distretto/i di ATS;
• Obiettivi di integrazione tra ATS e Uffici di Piano per un reale sistema integrato di servizi e interventi;
• Strategie di integrazione sociale e sociosanitaria con particolare attenzione alla valutazione multidimensionale con la ASST.
Il Piano Operativo deve, inoltre, prevedere una parte definita da ciascun Ufficio di Piano, validata dall’Assemblea dell’ambito distrettuale dei Sindaci in sinergia con quanto previsto dalla Cabina di Regia in tema di integrazione sociale e sociosanitaria. I punti che dovranno essere sviluppati nel
Piano riguardano la programmazione delle risorse assegnate, la tipologia degli interventi e dei servizi da finanziare, i regolamenti d’Ambito che prevedono i criteri di accesso agli interventi e ai servizi e le modalità operative di attuazione della misura.
Dall’anno 2020 per l’Ambito del Legnanese e del Castanese verrà predisposto un unico Piano Operativo, un unico Avviso pubblico nell’ottica di omogeneizzare su tutto il territorio l’accesso alla misura.
Di seguito si riportano i dati del triennio 2015-2017.
AMBITO DEL LEGNANESE | |||
ANNUALITA’ | RIFERIMENTO NORMATIVO | ASSEGNATO | BENEFICIARI |
2015 | DGR 2883 del 12/12/2014 | € 526.920,00 | 119 |
2016 | DGR X/4249 del 30/10/2015 | € 566.296,00 | 118 |
2017 | DGR 5940 del 05/12/2016 | € 470.160,00 | 101 |
AMBITO DEL CASTANESE | |||
ANNUALITA’ | RIFERIMENTO NORMATIVO | ASSEGNATO | BENEFICIARI |
2015 | DGR 2883 del 12/12/2014 | € 196.878,00 | 74 |
2016 | DGR X/4249 del 30/10/2015 | € 209.614,00 | 74 |
2017 | DGR 5940 del 05/12/2016 | € 172.877,00 | 61 |
Nel triennio gli interventi largamente finanziati e per cui c’è stata una maggiore domanda di finanziamento sono stati i buoni mensili per l’attività assistenziale del caregiver familiare. Considerando tale trend, in un’ottica programmatoria per rendere più inclusiva ed efficace la misura, già nel 2018 nell’Ambito territoriale di Legnano è stato abbassato il contributo massimo per il sopracitato intervento in modo da ampliare la platea dei beneficiari. L’Ambito si prefigura come obiettivo, nelle more delle decisioni degli organi istituzionali competenti, il potenziamento degli interventi a sostegno di progetti educativi per minori e a sostegno dell’acquisto di prestazioni di assistente personale con regolare contratto.
4.4 Misura Reddito di Autonomia
La misura sperimentale del reddito di autonomia è stata introdotta nell’anno 2015 da Regione Lombardia con l’intento di favorire la domiciliarità di persone anziane e disabili.
Tale misura si contraddistingue per la personalizzazione su specifici progetti individualizzati che partono dal bisogno della persona e sono svolti a raggiungere precisi obiettivi in un tempo stabilito, la temporaneità delle azioni messe in campo solo per il tempo necessario a rispondere agli obiettivi individuati nel progetto personalizzato, e la corresponsabilità, infatti il beneficiario è coinvolto direttamente ed esprime il proprio impegno per realizzare un concreto percorso di uscita dalla condizione di bisogno verso l’inclusione sociale.
In applicazione della normativa, negli anni 2016 e 2017 l’ambito ha raccolto le domande di ammissione alla misura a favore dei due target principali di destinatari:
• Anziani. L'obiettivo generale è garantire alle famiglie in condizione di vulnerabilità socio-economica la possibilità di mantenere al domicilio l'anziano mediante attività volte a migliorare la qualità della vita e ad una loro presa in carico. I requisiti principali di acceso sono:
- età uguale o maggiore ai 75 anni per il 2016 e ai 65 anni per il 2017;
- compromissione funzionale lieve/moderata;
- vivere al domicilio;
- avere un reddito ISEE pari o inferiore a 10.000,00 euro annui per il 2016 e 20.000,00 per il 2017.
• Disabili. L'obiettivo generale è l'implementazione delle abilità personali e dell'inclusione sociale di giovani e adulti disabili mediante il potenziamento di percorsi verso l’autonomia. I requisiti principali di acceso sono:
- età pari o superiore a 16 anni;
- un livello di compromissione funzionale che consente un percorso di acquisizione di abilità sociali e relative all’autonomia nella cura di sé e dell’ambiente di vita nonché nella vita di relazioni;
- avere un reddito ISEE (ordinario o ristretto) pari o inferiore a € 10.000,00 nel 2016 e a € 20.000,00 nel 2017.
Il finanziamento è erogato attraverso un sistema di voucher per il sostegno del progetto individualizzato per un ammontare complessivo massimo di
€ 4.800,00 ad personam.
Per l’attuazione della misura, attraverso la predisposizione del progetto individualizzato, l’Ambito di Legnano ha esteso l’accreditamento degli enti già attivi sul territorio per i servizi SAD ed EDM. Negli anni di riferimento le cooperative sociali che hanno collaborato per i progetti sono state:
• Cooperativa La Ruota;
• Cooperativa Sociale Serena;
• Cooperativa COFOL – gruppo “Erre”;
• Cooperativa Il Mandorlo;
• Cooperativa La Zattera;
• Cooperativa GP2 service;
• Cooperativa Nidi;
• Cooperativa Euroassistance;
• Cooperativa Il Melograno.
L’ambito di Castano Primo ha emanato rispettivamente per l’annualità 2016 e l’annualità 2017 un avviso per la procedura di valutazione dell’istanza di accreditamento di soggetti professionali interessati all’erogazione di interventi volti a favorire lo sviluppo dell’autonomia finalizzata all’inclusione sociale per le persone disabili residenti nei comuni del Castanese accreditando i seguenti enti:
• La Grande Casa Coop. Sociale
• Lule Società Coop Sociale Onlus
• Elaborando Coop. Sociale a.r.l
• La Sorgente Xxxxx che risulta essersi accreditata solo per la misura riferita all’annualità 2016 Di seguito i dati sulla misura per il biennio 2016/2017.
AMBITO DEL LEGNANESE | |||
ANNUALITA’ | RIFERIMENTO NORMATIVO | IMPORTO IMPEGNATO SUI PROGETTI | BENEFICIARI |
2016 | Decreto regionale 10226 del 25/11/2015 | € 24.000,00 | 5 |
2017 | D.G.R. 5672 dell’11/10/2016 | € 42.843,92 | 10 |
AMBITO DEL CASTANESE | |||
ANNUALITA’ | RIFERIMENTO NORMATIVO | IMPORTO IMPEGNATO SUI PROGETTI | BENEFICIARI |
2016 | Decreto regionale 10226 e 10227 del 25/11/2015 | € 4.800,00 | 1 |
2017 | D.G.R. 5672 dell’11/10/2016 | € 76. 800,00 | 16 |
4.5 Contrasto alla violenza di genere
Nel mese di novembre 2013 è stata istituita la Rete Ticino Olona per il contrasto alla violenza contro le donne, attraverso la sottoscrizione di un protocollo, di cui il Comune di Cerro Maggiore è l’Ente Capofila, rispondendo a quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale (L.R. 11/2012 “Interventi di prevenzione, contrasto e sostegno a favore di donne vittime di violenza”, L. 77/2013, che prevede la ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, firmata ad Istanbul l'11 maggio 2011, La D.C.R. Regione Lombardia n. 894/2015 che approva la proposta del piano quadriennale regionale per le politiche di parità e di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne).
Fanno parte della rete diversi soggetti istituzionali e non, quali 51 Comuni, le FF.OO., la Procura del Tribunale Ordinario di Busto Arsizio, ASST Ovest Milano, ATS, gli enti del terzo settore, le associazioni di volontariato e tutti quei soggetti che a vario titolo si occupano del tema ed hanno deciso di formalizzare il proprio impegno. I 51 comuni fanno parte dei quattro ambiti territoriali di Legnano, Castano Primo, Magenta e Abbiategrasso (coincidenti con il distretto socio sanitario attuale, secondo quanto previsto in seguito alla riforma socio sanitaria avviata con L.R. 23/2015).
La rete persegue le seguenti finalità:
• Costruzione e raccordo di reti tra i diversi soggetti che operano nell’ambito della violenza di genere per prevenire e combattere la violenza verso le donne, sia in ambito pubblico che privato;
• Sviluppo di procedure operative che permettano interventi efficaci ed integrati tra i servizi competenti;
• Promozione e realizzazione di azioni di sensibilizzazione e formazione a favore degli operatori dei soggetti aderenti alla rete, su specifiche aree tematiche;
• Costruzione di un sistema di rilevazione dei dati, condiviso con gli enti componenti il tavolo;
• Promozione e consolidamento di azioni di educazione e sensibilizzazione sul tema della violenza nei confronti delle donne, rivolte alle scuole ed alla popolazione in generale.
Nel corso degli anni la Rete tramite il Comune Capofila ha presentato in Regione Lombardia diverse progettazioni che hanno permesso di ottenere finanziamenti che hanno consentito:
• L’apertura ed il mantenimento di due centri antiviolenza (uno a Legnano ed uno a Magenta), oltre che l’apertura di due sportelli (uno a Castano Primo ed uno ad Abbiategrasso);
• L’avvio di azioni di promozione e sensibilizzazione nell’ambito delle scuole secondarie di secondo grado;
• L’avvio dei tavoli territoriali all’interno dei consultori familiari (a cui partecipano tutti i referenti dei servizi territoriali e delle forze dell’ordine);
• Il rimborso parziale delle spese sostenute dai Comuni per il collocamento di donne messe in protezione, in quanto vittime di violenza;
• L’avvio di azioni di sensibilizzazione su tutti gli ambiti territoriali.
Dal 2016 i Comuni stanno intervenendo con una quota di cofinanziamento a sostegno dell’attività dei centri antiviolenza.
Dal 2018 i Comuni dell’Ambito del Castanese e del Legnanese hanno previsto oltre alla quota di cofinanziamento per l’attività dei centri antiviolenza, una quota per il pagamento della retta in caso di collocamento di donne per la loro messa in protezione, a partire dal secondo mese (il primo mese viene coperto dal finanziamento regionale ottenuto dal Comune di Cerro Maggiore – Capofila della Rete. Questa scelta permette ai comuni di minimo di copertura in caso di urgenze, rispetto alle quali sussiste l’obbligo di intervenire. Nel Castanese, al fine di garantire il più equo trattamento tra tutti i Comuni, è stato deciso di mantenere una quota solidale, considerata anche l’obbligatorietà di intervento in queste situazioni, ed è stata deliberata la modalità di utilizzo del fondo istituito, fino al suo esaurimento, come di seguito specificato:
- 50% della retta suddiviso tra tutti Comuni nell’ambito della quota del fondo della rete antiviolenza;
- 50% della retta in carico al singolo Comune.
Tale intervento viene previsto a favore delle donne sole, per cui sono presenti la presa in carico da parte del Centro Antiviolenza e la denuncia formalizzata da parte della donna e/o la scheda di valutazione del rischio elevato.
L’Ambito del legnanese non ha introdotto ulteriori criteri relativi all’accesso al fondo.
Si riportano di seguiti i dati relativi alle prese in carico dei centri antiviolenza negli ultimi due anni:
Ambito Castano Primo | |
ANNUALITA’ | NUMERO DONNE PRESE IN CARICO |
2017 | 20 |
2018 | 39 |
Ambito Legnano | |
ANNUALITA’ | NUMERO DONNE PRESE IN CARICO |
2017 | 64 |
2018 | 75 |
Molto significativi sono i dati che attengono nello specifico il Centro antiviolenza Auser Filo Rosa di Legnano e lo sportello di Castano Primo, in merito all’ attività per l’anno 2018 sintetizzata nelle tabelle che seguono:
Nuovi accessi | 168 |
Prese in carico | 108 (cui si aggiungono 39 donne in continuità con anno precedente per totali 147 donne) 75 donne per il solo ambito di Legnano. |
Età delle donne | Prevalente 40-50 anni (33 donne) |
Nazionalità | 84 delle 108 è di nazionalità italiana |
Stato civile | 47 coniugate, 26 nubili, 21 separate/divorziate, seguono vedove, e conviventi |
Istruzione | 55 donne hanno il diploma; 33 sec. I°; 6 la laurea; 4 diploma professionale |
Condizione lavorativa | 55 donne sono occupate; 49 disoccupate; 2 pensionate e 2 studentesse |
tipo di violenza | prevalenza psicologica e fisica, segue assistita e stalking |
autore della violenza | 39 casi il marito e 22 il convivente, seguono fidanzato, ex marito….. |
La progettazione 2018 si concluderà al 31 dicembre 2019.
Per gli anni 2020 – 2021 in forza della deliberazione regionale n. 1496 del 8/4/2019 e del Dduo n. 8614/2019 il Tavolo istituzionale della Rete ha deciso di riproporre al finanziamento il progetto Network antiviolenza per garantire il mantenimento delle prestazioni fino ad oggi erogate alle vittime e nello specifico:
- le aperture dei 2 Centri antiviolenza di Legnano e Magenta,
- le aperture dei 2 sportelli antenna di Abbiategrasso e Castano Primo,
- il sostegno economico ai costi di collocamento in struttura nelle situazioni di rischio alto o medio,
- la formazione permanente degli operatori dei centri antiviolenza e degli altri servizi coinvolti nella gestione delle situazioni e nella progettazione dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza,
- la sensibilizzazione della cittadinanza ai temi della parità di genere e di contrasto alla violenza. fermo restando l’impegno di tutti i partner a contribuire con proprie risorse alla realizzazione delle iniziative.
ATS – Città Metropolitana di Milano e ASST Ovest Milanese, insieme ai Centri antiviolenza, collaboreranno alla realizzazione dei percorsi formativi per gli operatori (interni ed esterni all’istituzione) e per le scuole.
I Centri antiviolenza e le strutture di accoglienza, individuati attraverso avvisi pubblici tra i soggetti del terzo settore, coprogetteranno con il Comune capofila gli interventi e le modalità operative.
Per quanto riguarda la scheda di dettaglio si rinvia alla definizione dell’accordo di collaborazione con Regione Lombardia.
4.6 Attuazione del REI e Contrasto alla povertà
Il Sostegno per l'Inclusione Attiva (SIA) è una misura di contrasto alla povertà che prevede l'erogazione di un beneficio economico alle famiglie in condizione di povertà nelle quali almeno un componente sia minorenne oppure sia presente un figlio disabile (anche maggiorenne) o una donna in stato di gravidanza accertata.
Per godere del beneficio, il nucleo familiare del richiedente deve aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa sostenuto da una rete integrata di interventi, individuati dai servizi sociali dei Comuni (coordinati a livello di Ambiti territoriali), in rete con gli altri servizi del territorio (i centri per l'impiego, i servizi sanitari, le scuole) e con i soggetti del terzo settore, le parti sociali e tutta la comunità. Il progetto viene costruito insieme al nucleo familiare sulla base di una valutazione globale delle problematiche e dei bisogni e coinvolge tutti i componenti, instaurando un patto tra servizi e famiglie che implica una reciproca assunzione di responsabilità e di impegni. Le attività possono riguardare i contatti con i servizi, la ricerca attiva di lavoro, l'adesione a progetti di formazione, la frequenza e l'impegno scolastico, la prevenzione e la tutela della salute. L'obiettivo è aiutare le famiglie a superare la condizione di povertà e riconquistare gradualmente l'autonomia.
Dal 1° gennaio 2018 il SIA è stato sostituito dal Reddito di inclusione (REI), come previsto dalla legge delega per il contrasto alla povertà e dal decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147, attuativo della legge delega.
In attuazione delle Linee di sviluppo regionali di contrasto alla povertà ai sensi della dgr n.662 del 16 ottobre 2018 “Adempimenti riguardanti il d.lgs.
n. 147/2017 e successivi decreti ministeriali attuativi in materia di contrasto alla povertà e linee di sviluppo delle politiche regionali” all’’articolo 13, comma 2, lettera d), D.Lgs 147 del 2017 entrambi gli Ambiti hanno redatto il Piano Povertà -“Atto di Programmazione Territoriale per l’attuazione delle linee di sviluppo di contrasto alla povertà” .
Sulla base della nuova programmazione zonale gli Uffici di Piano si sono incontrati e hanno condiviso obiettivi e azioni, pur salvaguardando la peculiarità dei territori garantendo infatti una cabina di regia ed un coordinamento tecnico sovraterritoriale per un costante lavoro di confronto e di definizione di prassi e modelli condivisi.
Di seguito si riportano sinteticamente per entrambi gli ambiti le rispettive progettazioni afferenti a quanto sopra descritto:
PON Inclusione - Azienda Sociale
Nel 2016 Azienda Sociale ha ottenuto un finanziamento di € 123.511,00 da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nell’ambito della progettazione PON Inclusione, a valere sul Fondo Sociale Europeo – Programmazione 2014/2020, per il triennio 2016/2019. La finalità principale del progetto ha riguardato il supporto per l’implementazione del SIA – Sostegno per l’Inclusione Attiva, prima, e del reddito d’inclusione (REI) successivamente, sostenendo i Comuni dell’Ambito territoriale del Castanese nello svolgimento delle seguenti funzioni:
- Servizi di segretariato sociale per l’accesso
- Servizio sociale professionale per la valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo e la presa in carico
- Interventi per l’inclusione attiva nell’ambito di servizi sociali, socioeducativi e politiche attive per il lavoro
- Promozione di accordi di collaborazione in rete con le amministrazioni competenti sul territorio in materia di servizi per l’impiego, tutela della salute e istruzione, sostegno all’alloggio, nonché con soggetti privati attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà, con particolare riferimento agli enti non profit
Si riporta di seguito una tabella di sintesi relativa alle azioni ed agli obiettivi previsti dalla suddetta progettazione:
AZIONE | OBIETTIVI |
Rafforzamento servizio sociale professionale al fine di supportare la creazione di equipe multidisciplinari per la presa in carico | Incremento del servizio sociale professionale assumendo un'unità part time per l'azione di assessment e per la presa in carico degli utenti SIA, così da ricoprire il ruolo di case manager e referente dell'equipe multidisciplinare. Questa figura ricoprirà il ruolo di connettore dei punti della rete e di facilitatore di processi di integrazione |
Interventi sociali: assistenza educativa domiciliare, assistenza educativa territoriale per la costruzione di requisiti per occupabilità e supporto all'inclusione sociale di giovani adulti | Percorsi di tutoring familiari, dove la figura dell'educatore professionale possa risultare di supporto sia all'adulto che al minore, in un'ottica di valorizzazione delle risorse interne ed esterne alla famiglia, supportandola nel superamento delle proprie difficoltà ed accompagnandola all'acquisizione o riacquisizione della propria autonomia |
Creazione di portali gestionali e piattaforma interattiva | Integrazione della cartella informatizzata attualmente in uso e potenziamento delle sue funzioni in coerenza con il progetto SIA |
Tirocini extracurriculari | Percorsi propedeutici di avvicinamento e/o riavvicinamento al mondo del lavoro attraverso tirocini e work experience per offrire opportunità di qualificazione e sperimentazione nel mondo del lavoro, acquisendo anche competenze on the job |
Orientamento, consulenza e informazione | Azioni di supporto alla persona per l'acquisizione di strumenti e l'individuazione delle competenze di base in un'ottica di orientamento e di ricerca attiva del lavoro |
Analisi e convalida delle competenze in relazione alla situazione nel mercato del lavoro locale e profilazione per definizione del patto | |
Laboratori di alfabetizzazione informatica, inclusione digitale ed accesso ad internet nell'ambito di percorsi di inserimento lavorativo | Percorsi di formazione per l'apprendimento delle nuove tecnologie applicate al mondo del lavoro e per l'acquisizione di un know how informatico attraverso la conoscenza e la sperimentazione degli strumenti di base |
Implementazione delle competenze propedeutiche al lavoro |
Nel 2017 sono stati avviati gli interventi previsti dal progetto, per cui è stata impostata anche una specifica governance a livello territoriale, come di seguito specificato:
• La cabina di regia, costituita dalle Responsabili dei Servizi di Azienda Sociale, dagli enti partner del progetto, dall’assistente sociale appositamente incaricata per il potenziamento del servizio sociale professionale, con un ruolo di programmazione e monitoraggio rispetto al progetto dell’Ambito ed all’utilizzo del budget;
• Il tavolo progettuale, alla presenza dei referenti degli enti partner (agenzie accreditate per il lavoro e la formazione, Coop. incaricata per interventi educativi domiciliari e territoriali) e dell’assistente sociale, che si incontra periodicamente per un aggiornamento in merito alle prese in carico e ad una valutazione delle nuove segnalazioni pervenute dagli assistenti sociali dei singoli comuni;
• Il lavoro individuale con l’utenza.
Dall’avvio del progetto al 31.12.2018 sono stati seguiti n. 55 utenti nell’ambito del progetto, beneficiari del contributo SIA/REI. Gli interventi erogati ai suddetti nuclei sono stati:
• Servizi socio-educativi per n. 11 persone;
• Orientamento, implementazione competenze, consulenza informazione, attivazione lavorativa e work – experience per n. 33 persone;
• Formazione per il lavoro per n. 9 persone;
• Altro per n. 2 persone.
Piano Povertà Atto di Programmazione Territoriale per l’attuazione delle linee di sviluppo di contrasto alla povertà” - Azienda Sociale
In coerenza con gli obiettivi del Piano Nazionale, la tabella sotto riportata descrive in modo sintetico la tipologia di interventi che in tema povertà si intende erogare negli aspetti di prevenzione, di contrasto e di presa in carico, con un totale di risorse assegnate pari a € 191.602,83.
INTERVENTO | DESCRIZIONE |
Rafforzamento del segretariato sociale, inclusi i servizi per l'informazione e l'accesso al REI | Assunzione di un’assistente sociale per n. 38 ore settimanali al fine di incrementare le attività di sportello nell’ambito delle misure di contrasto alla povertà. |
Rafforzamento del servizio sociale professionale per la presa in carico, inclusa la componente sociale della valutazione multidimensionale | Assunzione di un’assistente sociale per n. 38 ore settimanali per l’attività di case management nelle progettazioni REI e successivamente per le attività connesse al reddito di cittadinanza, oltre che per il lavoro di sviluppo di comunità, attivatore della rete. |
Sostegno socio educativo domiciliare o territoriale, incluso il supporto nella gestione delle spese e del bilancio familiare | Interventi educativi domiciliari e territoriali, tutoring educativo familiare |
Sostegno alla genitorialità e servizio di mediazione famigliare | Gruppi di genitori pensati come gruppi di parola e di confronto guidati, in linea con il modello del Programma P.I.P.P.I. |
Servizi di mediazione culturale | Gruppi di donne straniere per l'apprendimento della lingua italiana e per avvio di percorsi di inclusione sociale |
Tirocini finalizzati all'inclusione sociale, all'autonomia delle persone e alla riabilitazione | Attivazione di tirocini lavorativi, progetti di inclusione sociale (PIS) |
Servizio di pronto intervento sociale | Sviluppo di comunità: Banco Alimentare permanente |
PON Inclusione – Ambito di Legnano
L’Agenzia per l’Inclusione Attiva (A.I.A.) è stata costituita a fine 2017 per offrire ai cittadini dell’Ambito territoriale del legnanese, beneficiari della misura di Sostegno all’Inclusione Attiva (SIA) e dal 01.01.2018 del Reddito d’Inclusione (REI), una presa in carico coordinata e innovativa. Coordinata in quanto l’Agenzia si è preoccupata di creare una connessione procedurale tra i vari soggetti istituzionali coinvolti nel percorso di presa in carico dei beneficiari: Servizi Sociali comunali, Centro per l’Impiego, ovvero Eurolavoro. Innovativa in quanto si è definito di “investire” una parte considerevole delle risorse del PON, pari al 54 %, in interventi di empowerment e di counseling socio-educativo, ovvero mediante un approccio multidimensionale che tenga in considerazione il funzionamento della persona stessa in relazione al sé e ai propri contesti relazionali, la consapevolezza e manifestazione delle proprie capacità, la riappropriazione di legami sociali funzionali, la costruzione di un progetto: “Dal bisogno muto, alla domanda cosciente, alla capacitazione”.
L’Agenzia è stata attivata beneficiando di apposito finanziamento istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali denominato “Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale” con il quale si è avviata su tutto il territorio nazionale la sperimentazione di una misura di contrasto alla povertà basata sull’integrazione di un sostegno economico con servizi di accompagnamento e sostegno per l’emersione dalla situazione di fragilità socioeconomica denominato Sostegno all’Inclusione Attiva.
Azienda So.Le. ha quindi presentato una proposta progettuale che è stata approvata e finanziata per un importo di € 332.326,00 ed è regolata da una apposita convenzione di sovvenzione sottoscritta con il Ministero in data 31/10/2017 la cui scadenza è prevista il 31/12/2019.
Il finanziamento risulta così suddiviso:
• Anno 2017: € 4.172,16;
• Anno 2018: € 140.988,78;
• Anno 2019: € 187.165,56.
La proposta predetta (formulata in base ad uno specifico format) prevede di utilizzare tali risorse per il “Rafforzamento dei Servizi Sociali” (potenziamento dei Servizi di segretariato sociale, dei servizi per la presa in carico e dei servizi per la famiglia) e per interventi socio-educativi e di attivazione lavorativa (orientamento, consulenza e informazione finalizzati all’accompagnamento all’inserimento lavorativo).
Allo scopo è stato sottoscritto un Accordo di partenariato con Eurolavoro, quale soggetto territoriale di riferimento in materia di lavoro, del valore di
€ 85.855,20, e mediante una selezione pubblica è stato individuato in Fondazione Albero della Vita il soggetto al quale affidare la realizzazione di un programma di azioni a valenza socio-educativa del valore di € 178.368,18.
Gli interventi di Rafforzamento predetti sono invece attuati mediante l’incarico/assunzione di personale appositamente selezionato mediante procedure ad evidenza pubblica da parte di Azienda So.Le.
Nel corso del 2018 si è definito di procedere ad una rimodulazione del Progetto.
La tabella seguente illustra in modo sintetico quanto sopra descritto, con i valori aggiornati all’ultima modifica di budget.
Soggetto | Azione | Intervento | Costo |
ASC So.Le. | Potenziamento dei servizi per la presa in carico | Coordinamento e presa in carico | € 63.040,54 |
Eurolavoro | Informazione, orientamento, consulenza | Orientamento di gruppo e individuale | € 66.560,00 |
Accompagnamento all’inserimento lavorativo | Percorsi di accompagnamento individualizzati | ||
Laboratori di alfabetizzazione informatica | |||
Laboratori d’impresa | |||
Albero della Vita | Servizi Socio Educativi | Counseling socio educativo | € 178.368,18 |
Assistenza educativa domiciliare | |||
Mediazione culturale e alfabetizzazione |
Ai totali illustrati in tabella vanno aggiunti € 10.800,00 per altri interventi sociali (voucher) e € 135,68 per dotazione strumentale.
L’Agenzia si occupa, ad oggi, della presa in carico dei Beneficiari del Reddito di Inclusione - ovvero del beneficio economico erogato da INPS, tramite Poste Italiane mediante una carta d’acquisto - stipulando con essi, dopo uno o più colloqui di approfondimento della situazione socio- economica della famiglia, un progetto personalizzato.
Con il Progetto personalizzato – formulato dal “case manager”, ovvero dall’assistente sociale che prende in carico il Beneficiario – sono indicate le attività che il beneficiario dovrà realizzare per emergere dalla propria condizione di povertà. Attività che in alcuni casi prevedono essenzialmente la frequenza a specifiche iniziative definite da Eurolavoro o l’attivazione di un percorso socio-educativo attuato dagli operatori di Albero della Vita. Allo scopo è stata definita con i Soggetti attuatori (AIA, Servizi Sociali comunali, Eurolavoro, Fondazione Albero della Vita) un documento descrittivo delle modalità di presa in carico dei beneficiari del Reddito di Inclusione (RE.I.).
L’Agenzia per l’Inclusione Attiva è attualmente dotata del seguente personale:
• un Coordinatore (8 h/s);
• un assistente sociale (38 h/settimanali);
• supporto amministrativo del personale dell’Ufficio di Piano.
Inoltre l’A.I.A. si avvale delle seguenti risorse umane fornite da Eurolavoro:
• un Coordinatore;
• un operatore sociale.
Infine a supporto dell’AIA tramite la Fondazione Albero della Vita vi sono:
• un educatore professionale con funzioni anche di coordinatore;
• due educatori professionali.
Il progetto prevede inoltre la figura professionale del mediatore linguistico e culturale. Per il Legnanese si evidenziano i seguenti dati al 31/12/2018:
Beneficiari SIA - Sostegno Inclusione Attiva | 190 |
Domande accolte | 105 |
Rifiutate | 85 |
Beneficiari ReI – Reddito Inclusione | 1393 |
Domande accolte | 634 |
Rifiutate – revocate – sospese - terminate | 759 |
Piano per la lotta contro la povertà – Ambito del Legnanese
Le risorse assegnate all’Ambito di Legnano per il Piano lotta alla povertà per l’annualità 2018 sono pari € 648.754,13.
Di questi il 40 % finanzierà il potenziamento del servizio sociale professionale dei singoli Comuni in ottemperanza della soglia di un’assistente sociale ogni 5.000 abitanti, mentre il 60 % verrà destinato all’attivazione di interventi sociali a potenziamento del progetto personalizzato per i beneficiari del REI.
In coerenza con gli obiettivi del Piano Nazionale, la tabella sotto riportata descrive in modo sintetico la tipologia di interventi che in tema povertà si intende erogare negli aspetti di prevenzione, di contrasto e di presa in carico.
ATTIVITA' | DESCRIZIONE INTERVENTI |
Attivazione di tirocini di inclusione sociale. | Sarà prevista attraverso il servizio di inserimenti socio lavorativi l'attivazione di circa 50 tirocini per beneficiari rei al fine di monitorare le competenze e di agevolare l'accesso al mondo del lavoro. |
Attivazione di sostegno socio educativo per famiglie, adulti e giovani NEET, che favorisca le relazioni e le reti territoriali. Sostegno di mediazione finanziaria volto a migliorare le conoscenze economiche e finanziarie dei beneficiari. | Viste le fragilità complesse dei nuclei beneficiari di REI, per i quali non sempre è possibile prevedere un percorso lavorativo, si intende implementare ulteriormente le attività già avviate con l'Avviso 3 al fine di mantenere ed aumentare il numero dei destinatari degli interventi favorendo una più efficace inclusione sociale. |
Sostegno alla genitorialità attraverso un accompagnamento in situazioni di conflittualità o di tensione nel rapporto di coppia. | Attraverso il servizio di sostegno alla genitorialità di ASC So.Le. si intendono effettuare in favore di nuclei familiari con una situazione di bisogno complesso e ove sia presente un bambino entro i primi 1000 giorni di vita i seguenti interventi: - sostegno psico-socio educativo; - sostegno psico-socio educativo per casi di grave maltrattamento, abuso, trascuratezza; - sostegno genitorialità separata; - sostegno neo genitorialità/ragazze madre; - videofeedback; - attività di gruppo; - in un'ottica di prevenzione e sensibilizzazione serate sul territorio e psicoaperitivi sul tema della genitorialità. |
Attivazione di interventi di assistenza domiciliare socio-assistenziale in situazioni di particolare fragilità o invalidità. | Verranno erogati tali interventi per i beneficiari REI per cui per ragioni di età o presenza di invalidità o patologie non è possibile prevedere un percorso lavorativo. Verrà quindi privilegiato l'aspetto relativo alla socializzazione e al mantenimento delle relazioni. |
Attivazione di una rete di famiglie o single di prossimità per nuclei familiari che presentano fragilità ad esempio: monoparentali, con figli. | Sulla base dell'esperienza maturata dal servizio affidi si intende svolgere un'attività di reperimento e formazione di famiglie di prossimità tramite il servizio affidi. |
Servizio volto all'accompagnamento di cittadini stranieri aventi difficoltà linguistiche verso i servizi o realtà territoriali , affiancamento al Servizio Sociale durante i colloqui eventuale traduzione di documenti. | Si intende implementare le ore dei mediatori culturali già accreditati da ASC So.Le. nell'ambito dell'attività dello sportello stranieri, mettendo a disposizione dei comuni dell'ambito un totale di 1.050 ore di mediazione culturale da attivare in favore di beneficiari rei tramite le procedure stabilite nell'ambito del progetto FAMI. |
A tali fondi si aggiungono quelli assegnati all’Ambito per le persone in condizione di emergenza abitativa e senza fissa dimora, pari ad € 57.000,00 così finalizzati:
• avvio, sviluppo e verifica di una sperimentazione controllata di pratiche orientate ad un approccio non emergenziale, complesso alle situazioni delle Perone Senza Dimora; un approccio insieme personalizzato e comunitario tendente ad una effettiva inclusione sociale attiva, nello specifico lo sviluppo di circa 8/10 percorsi di accompagnamento verso l’autonomia all’anno, della durata media solo indicativa di circa 6 mesi, per un totale di circa 15 situazioni nel primo anno;
• la realizzazione di una sperimentazione di housing first e la socializzazione dei risultati e della metodologia con cui è stata condotta;
• la costituzione di una cordata di soggetti pubblici e privati disposti ad investire sulla grave marginalità in un’ottica di housing first;
• una conoscenza più puntuale, completa e aggiornata del fenomeno “senza dimora” nel nostro territorio; e un sistema coordinato di raccolta dei dati provenienti dai diversi soggetti e servizi;
• una maggiore collaborazione fra diversi soggetti formali e informali che si occupano a vario titolo.
4.7 Azioni di contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo e dipendenze
L’Ambito territoriale di Castano Primo, unitamente all’Ambito di Magenta, ad ATS Milano Città Metropolitana, ad ASST Ovest Milano e ad alcune realtà del privato sociale del territorio, ha partecipato negli anni 2015/2016 e 2017/2018 al Bando per lo sviluppo e il consolidamento di azioni di prevenzione e contrasto alle forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito (L.R. 8/2013) di Regione Lombardia, con il progetto “Get Lucky”, di cui il Comune di Castano Primo è stato l’Ente Capofila.
Il progetto ha avuto come finalità generale l’attivazione di un piano di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo ed ha sviluppato azioni nei seguenti filoni di intervento:
• Attività di sensibilizzazione e promozione all’interno di eventi già organizzati nei singoli comuni (per es. festa dello sport), contattando anche le consulte sport, laddove presenti, per proporre percorsi di formazione sul tema;
• Interventi di prevenzione rivolti principalmente alla fascia degli studenti (attraverso interventi all’interno delle scuole) e agli anziani (con azioni all’interno dei centri anziani o di altri contesti di vita);
• Definizione di procedure di intervento e buone prassi nella presa in carico integrata tra i diversi servizi del territorio e i servizi specialistici;
• Avvio di un percorso con gli Amministratori locali in merito alla possibilità di adottare misure condivise a livello di ambito territoriale per il contrasto al GAP;
• Attività di formazione con le Polizie Locali dell’Ambito territoriale;
• Attività di sensibilizzazione con i medici di base, fornendo materiale informativo e riferimenti per eventuali invii di pazienti.
4.8 Misure di sostegno all’inserimento dei minori in comunità
Con DGR n. X/7626 del 28/12/2017, nel quadro di quanto previsto nei LEA per l’inserimento in comunità di minori vittime di abuso o maltrattamento di cui ai provvedimenti attuativi della D.G.R. n.116/2013, è stata confermata la misura comunità per minori vittime di abuso o grave maltrattamento, finalizzata a sostenere interventi di protezione, assistenza e recupero dei minori vittime di abusi/gravi episodi di maltrattamento, attuata in regime residenziale presso strutture residenziali per l’accoglienza dei minori autorizzate ai sensi della DGR, 16 febbraio 0000 - x. 00000, in possesso di tutti i requisiti di cui alle D.D.G.R. n. 856/2013 e n. 2942/2014 e successive integrazioni, individuandole nelle comunità educative e nelle comunità familiari.
Sono stati aggiornati i criteri di eleggibilità alla misura, indicando ammissibili i minori vittime di abusi, violenza, gravi episodi di maltrattamento per i quali:
1. è stato disposto un decreto di protezione da parte dell’autorità giudiziaria;
2. in tale provvedimento sia presente un riferimento, diretto o indiretto, a valutazioni di rilievo sociosanitario, prodotte o da produrre da parte dei servizi competenti, che consenta di collocare la situazione del minore/i interessato/i nella casistica dei destinatari della misura;
Sono stati introdotti indicatori per l’appropriatezza e la valutazione della qualità dell’inserimento del minore in struttura residenziale ed è stato ridefinito il contributo economico a carico del FSR.
Con la D.G.R. n. X/7626 del 28/12/2017 è stato approvato lo schema di convenzione diretto a disciplinare i rapporti giuridici ed economici tra l’ATS e l’Ente in funzione dell’attuazione dell’intervento.
La misura in oggetto permette di riconoscere un contributo agli ambiti territoriali per il pagamento delle rette di inserimento in comunità dei minori, nelle misure di seguito indicate:
• € 35,00/die per i primi tre mesi di inserimento in comunità;
• Il 50% della retta giornaliera sostenuta dall’Ente e comunque entro l’importo massimo di € 70,00 per periodi di inserimento in comunità superiori ai tre mesi.
La presente misura tende a perseguire obiettivi importanti, quali la garanzia di un appropriato inserimento in comunità, la qualità della presa in carico del minore vittima di abusi/violenze/gravi episodi di maltrattamento e la riduzione di fattori di rischio, riconoscendo all’Ente un contributo per le prestazioni erogate da professionalità specialistiche, nell’ambito del progetto educativo assistenziale individualizzato in presenza degli indicatori di cui all’Allegato1 della D.G.R. n. X/7626 del 28/12/2017 e rendicontato dall’Ente stesso.
L’intervento di protezione, assistenza e recupero a favore dei minori suddetti è attuato in regime residenziale presso strutture residenziali abilitate ai sensi della D.G.R. 16 febbraio 0000 - x. 00000 “Definizione dei requisiti minimi strutturali e organizzativi per l’autorizzazione al funzionamento dei servizi sociali di accoglienza residenziale per minori” e in possesso di tutti i requisiti di cui alle D.D.G.R. n. 856/2013 e n. 2942/2014 e successive integrazioni, individuate nelle comunità educative e nelle comunità familiari. L’intervento è garantito anche in relazione alle ipotesi di collocamento del minore presso strutture residenziali ubicate sul territorio di altre Regioni, a condizione che le stesse esercitino l’attività in conformità alle disposizioni in vigore nella Regione di ubicazione.
Ai minori, secondo quanto previsto dal progetto individualizzato, devono essere garantiti:
• gli interventi propri dell’unità d’offerta;
• le prestazioni specialistiche, sanitarie, sociosanitarie e socio educative (ad esempio trattamenti psicoterapici, sostegno psicologico, accompagnamento dell’educatore, ecc.) indicate nel Progetto Quadro e nel PEI volte a:
- rimuovere le situazioni di pregiudizio della salute psicofisica del minore;
- superare le difficoltà e il disagio affettivo e relazionale ristabilendo le condizioni per il recupero di una crescita armoniosa e serena;
- sostenere il minore in tutte le fasi della presa in carico, ivi compreso l’accompagnamento nelle fasi processuali;
Quanto sopra viene rendicontato con il flusso informativo di Regione Lombardia e valutato da ATS con gli indicatori di appropriatezza e qualità di cui alla D.G.R. n. X/7626 del 28/12/2017.
Si riportano di seguito i dati relativi alla rendicontazione della misura 6 – minori in comunità dell’ultimo triennio per l’Ambito territoriale di Castano Primo e di Legnano.
Anno | Numero minori rendicontati | Quota finanziamento riconosciuto all’Ambito di Castano Primo |
2016 | 32 | € 206.990,90 |
2017 | 12 | € 163.461,00 |
2018 | 32 | € 391.980,30 |
Totale | 76 | € 762.432,20 |
Anno | Numero minori rendicontati | Quota finanziamento riconosciuto all’Ambito di Legnano |
2016 | 28 | € 372.634,75 |
2017 | 22 | € 266.881,43 |
2018 | 26 | € 337.977,94 |
Totale | 76 | € 977.494,12 |
In considerazione dei criteri di accesso alla misura regionale particolarmente stringenti e in considerazione dell’incidenza della spesa di tali interventi sui bilanci comunali, si chiederà alla Regione di rivedere tali criteri in modo che possano beneficiarne un maggior numero di casi. L’Ambito valuterà anche l’appostamento di un fondo di solidarietà per far fronte agli inserimenti dei minori in comunità il cui costo non è finanziabile dalle misure regionali.