PROVVEDIMENTO DIRIGENZIALE
Protocollo digitale
Fasc.9.11|2021|55
PROVVEDIMENTO DIRIGENZIALE
PROVINCIA DI LECCO
Protocollo Partenza N. 16233/2021 del 15-03-2021
Doc. Principale - Copia Del Documento Firmato Digitalmente
OGGETTO: Riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale dell’installazione IPPC Il Boscaccio di Xxxxxxxx Xxxxx e Xxxxxxx s.s. con sede legale in Xxx Xxxxxxxx, 0 00000 Xxxxxx (XX) e sede operativa in Xxx Xxxxxxxxx, 00- 00000 Xxxxxx (XX), per aggiornamento BAT Conclusion ai sensi dell’art 29-octies comma 3 lett. a) Parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e smi.
IL DIRIGENTE RESPONSABILE DELLA DIREZIONE ORGANIZZATIVA IV
VISTA la L. R. n. 24/2006 - “Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell’ambiente”, modificata dalla L.R. n. 12/2007 che stabilisce:
▪ all’art 8 - comma 2: “la Provincia è l'autorità competente al rilascio, al rinnovo e al riesame della autorizzazione alle emissioni in atmosfera e della autorizzazione integrata ambientale, con esclusione delle autorizzazioni relative agli impianti di incenerimento di rifiuti di competenza regionale ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della L.R. n. 26/2003 …(omissis)…”;
▪ all’art. 30 - comma 6: “le Province esercitano le funzioni amministrative relative al rilascio, al rinnovo e al riesame delle autorizzazioni ambientali, di cui all'articolo 8, comma 2, con le seguenti decorrenze:…(omissis)… b) dal 1 gennaio 2008, relativamente all'autorizzazione integrata ambientale; b-bis) dal 1 gennaio 2009 relativamente all’autorizzazione integrata ambientale di cui all’allegato 1, punto 6.1/b del D.Lgs. 18 febbraio 2005, n. 59”.
RICHIAMATO il D.Lgs n. 128 del 29.06.2010, entrato in vigore il 26.08.2010, con il quale è stata introdotta all’interno del D.Lgs. 152/2006 (Parte Seconda) la disciplina dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (IPPC).
VISTO inoltre il Decreto Legislativo 4 marzo 2014 n. 46 emesso in attuazione della Direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali, con il quale sono state apportate significative modifiche alla parte seconda del D.lgs.152/2006.
RICHIAMATI:
• il Xxxxxxx x.0000 del 18.02.2008 con il quale la Regione Lombardia ha rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale (IPPC) ai sensi dell’art. 29-octies del D.Lgs. 03 aprile 2006, n. 152 – Parte seconda, alla ditta Il Boscaccio di Xxxxxxxx Xxxxx e Xxxxxxx s.s. con sede legale in Xxx Xxxxxxxx, 0 00000 Xxxxxx (XX) e sede operativa in Xxx Xxxxxxxxx, 00- 00000 Xxxxxx (XX), per poter svolgere l’attività IPPC 6.6 a) “Impianti per l’allevamento intensivo di pollame con più di 40.000 posti pollame”;
• il Provvedimento Dirigenziale Prot. n. 23674 del 16.05.2013 con il quale veniva rilasciato il rinnovo dell’AIA vigente;
VISTA la Decisione di Esecuzione (UE) 2017/302 della Commissione del 15 febbraio 2017 che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT) concernenti l'allevamento intensivo di pollame o di suini, ai sensi della direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio.
RICHIAMATA la D.G.R. n.1926 del 15.07.2019 con la quale la Regione Lombardia definisce gli indirizzi per la gestione dei riesami delle AIA zootecniche a seguito dell’emanazione della decisione n. 2017/302 sopra citata.
RITENUTO NECESSARIO richiedere all’Azienda Il Boscaccio di Xxxxxxxx Xxxxx e Xxxxxxx s.s., con Xxxx emessa dalla Scrivente in data 13.09.2019 (prot. Prov. n.62221), la presentazione dell’istanza di riesame ai sensi dell’art. 29 octies comma 3 lett. a) che recita: “il riesame con valenza, anche in termini tariffari, di rinnovo dell’autorizzazione è disposto sull’installazione nel suo complesso: entro quattro anni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea delle decisioni relative alle conclusioni sulle BAT riferite all’attività principale dell’installazione”;
VISTA quindi l’istanza di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’installazione IPPC presentata dall’Azienda in data 19.12.2019 (in atti provinciali prot. n.86667) ai sensi dell’art. 29-octies comma 3 lett. a) del D.Lgs.152/2006 e smi sopra citato.
CONSIDERATO che tale istanza risultava carente ed incompleta pertanto la Provincia di Lecco ha richiesto all’Azienda, con Nota del 10.01.2020 Prot. Prov. n. 1493, la presentazione della documentazione integrativa necessaria per poter proseguire con l’avvio del procedimento istruttorio.
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VISTA quindi l’istanza di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’installazione IPPC nuovamente presentata dall’Azienda in data 17.03.2020 (in atti provinciali prot. n.18554) ai sensi dell’art. 29-octies comma 3 lett. a) del D.Lgs.152/2006 e smi.
RILEVATO pertanto che l’Autorità competente ha comunicato agli Enti l’avvio del procedimento istruttorio ai sensi dell’art. 29 quater del DLgs 152/2006 smi con Nota del 01.06.2020 (Prot. Prov. 29723), entro i successivi 15 giorni ha provveduto a curare la pubblicazione di idoneo avviso al pubblico sul proprio sito WEB e nei 30 giorni seguenti non sono pervenute osservazioni in merito.
TENUTO CONTO degli esiti della prima Conferenza dei Servizi tenutasi in data 13.10.2020 ai sensi dell’art. 29 quater comma 5 del D.Lgs. 152/2006 smi, che si è conclusa con parere favorevole subordinato alla presentazione di integrazioni documentali necessarie per il procedimento di rilascio del riesame dell’AIA vigente.
VISTA quindi la documentazione integrativa trasmessa dalla Ditta con Nota Prot. Prov. n. 76582 del 14.12.2020;
RICHIAMATA la dichiarazione presentata dalla Ditta in data 14.12.2020 in merito alla posizione dell'allevamento rispetto alla normativa di VIA;
PRESO ATTO dei pareri espressi dagli Enti competenti durante la Conferenza dei Servizi più sopra richiamata;
RITENUTO, alla luce della documentazione integrativa trasmessa e dei pareri già espressi di poter procedere con la conclusione del procedimento, e di non dover acquisire ulteriori valutazioni da parte degli Enti coinvolti in Conferenza;
CONSIDERATO che l’istruttoria tecnica per il rilascio del presente riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale è stata svolta da Arpa Dipartimento di Lecco in virtù della convenzione stipulata tra questa Autorità Competente e la medesima Agenzia;
CONSIDERATO inoltre che l’Autorità Competente ha correttamente effettuato gli adempimenti previsti dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. al fine di garantire la partecipazione del pubblico al procedimento amministrativo;
DATO ATTO che il riesame, e il riesame con valenza di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, è disposto secondo quanto indicato e nei termini dell’art 29-octies del D.Lgs 152/2006 s.m.i. come modificato dal D.Lgs.46 del 04.03.2014, tenuto conto che l’installazione non è in possesso di registrazione EMAS, né di certificazione UNI EN ISO 14001;
DATO ATTO inoltre che il presente Provvedimento sostituisce ad ogni effetto ogni altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale previsti dalle disposizioni di Xxxxx e dalle relative norme di attuazione, fatta salva la normativa emanata in attuazione della direttiva n. 2012/18/UE (D. Lgs. N.
105/2015 e s.m.i in materia di controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose) e le autorizzazioni ambientali previste dalla normativa di recepimento della direttiva 2003/97/CE;
ATTESO che la presente Autorizzazione riporta altresì prescrizioni stabilite con provvedimenti assunti a suo tempo dalle Autorità competenti ed aggiornate secondo la normativa vigente;
CONSIDERATO, inoltre, che il D.Lgs 152/2006 e s.m.i. prevede che le spese occorrenti per effettuare i rilievi, gli accertamenti e i sopralluoghi necessari per l’istruttoria delle domande di Autorizzazione Integrata Ambientale e per i successivi controlli siano a carico del Gestore;
RICHIAMATA la D.G.R. n. IX/4626 del 28.12.2012 “Determinazione delle tariffe da applicare alle istruttorie e ai controlli in materia di autorizzazione integrata ambientale ai sensi dell’art. 9, comma 4,
D.M. 24 aprile 2008 (revoca della d.g.r. n.10124/2009 e s.m.i.)”;
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PRESO ATTO che il richiedente ha provveduto al versamento dell’importo degli oneri istruttori come previsto dalla DGR di cui al punto precedente;
RICHIAMATI gli artt. 29-quater e 29–decies del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i, che dispongono rispettivamente, la messa a disposizione del pubblico dell’autorizzazione e di qualsiasi suo aggiornamento, nonchè dei risultati dei controlli delle emissioni effettuate in caso di inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull’ambiente;
RICHIAMATO il Decreto del Presidente n. 2 del 11.02.2021 che nomina il sottoscritto Dirigente Responsabile della Direzione Organizzativa IV – Protezione Civile, Trasporti e Mobilità – Viabilità, Servizio Ambiente, attribuendo allo stesso le funzioni e responsabilità dirigenziali previste dalle normative di legge e controllo vigenti;
VISTO il D.Lgs 267/00 smi;
RITENUTO di dover provvedere in merito;
DA’ ATTO
che le premesse sono parte integrante e sostanziale del presente provvedimento e ne costituiscono motivazione, ai sensi dell’art. 3 della l. 241/1990.
DISPONE
1. di rilasciare all’installazione IPPC Il Boscaccio di Xxxxxxxx Xxxxx e Xxxxxxx s.s. con sede legale in Xxx Xxxxxxxx, 0 00000 Xxxxxx (XX) e sede operativa in Xxx Xxxxxxxxx, 00 - 00000 x Xxxxxx (XX), il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi dell’art. 29 octies comma 3 lett. a) del D.lgs.152/2006 smi, e relativo aggiornamento dell’Allegato Tecnico da considerarsi parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
2. che l’installazione di cui al precedente punto 1 deve essere adeguata alle prescrizioni contenute nell’Allegato Tecnico parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
3. che la validità dell’Autorizzazione Integrata Ambientale sia di 10 anni a decorrere dalla data di efficacia del presente atto in quanto trattasi di impianto non certificato;
4. che la presente autorizzazione è soggetta inoltre a riesame secondo quanto previsto all’art 29-octies comma 2 del D.Lgs.152/2006 e s.m. e i., tenendo conto di tutte le conclusioni sulle BAT nuove o aggiornate applicabili all’installazione da quando l’autorizzazione è stata concessa o riesaminata, nonché di eventuali nuovi elementi che possano condizionare l’esercizio dell’installazione stessa;
5. che la presente autorizzazione potrà essere oggetto di verifica da parte dell’autorità competente, e che ai sensi dell’art. 29 - decies – comma 3 del D.Lgs 152/2006 e s.m.i, le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente accertano:
a. il rispetto delle condizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale;
b. la regolarità dei controlli a carico del Gestore, con particolare riferimento all’esattezza delle misure e dei dispositivi di prevenzione dell’inquinamento nonché al rispetto dei valori limite di emissione;
c. che il Gestore abbia ottemperato ai propri obblighi di comunicazione e in particolare abbia informato l’Autorità competente regolarmente e, in caso di inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull’ambiente, tempestivamente, dei risultati della sorveglianza delle emissioni della propria installazione;
6. che il presente provvedimento venga pertanto messo a disposizione ed esibito dalla Ditta agli Enti di controllo;
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7. di provvedere alla messa a disposizione del pubblico del presente provvedimento autorizzativo presso il Servizio Ambiente della Direzione IV della Provincia di Lecco e presso il competente ufficio comunale;
8. di notificare il presente atto alla ditta Il Boscaccio di Xxxxxxxx Xxxxx e Xxxxxxx s.s, al Comune di Rogeno, al Comune di Costa Masnaga, al Comune di Merone, all’A.R.P.A. – Dipartimento di Lecco, ad ATS Brianza Sede di Lecco ed al Parco Regionale della Valle del Lambro;
9. che ai sensi e per gli effetti dell’art. 3, ultimo comma della L. 241/90 avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al TAR competente nel termine di 60 giorni dalla data di notifica, o ricorso amministrativo straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni dalla data di notifica.
Il Dirigente della Direzione Organizzativa IV Xxxxx Xxxxxxxxx
documento firmato digitalmente ai sensi del D.Lgs. 82/05
N.1 allegato
Responsabile del procedimento: Xxx. X. Xxxxxxxxxxx
VM
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Allegato Tecnico
Identificazione dell’Installazione IPPC | |
Ragione sociale | Il BOSCACCIO Società agricola di Xxxxxxxx Xxxxx e Xxxxxxx x.x. |
Xxxx Xxxxxx | XXX XXXXXXXX, 0 00000 XXXXXX (XX) |
Sede Operativa | XXX XXXXXXXXX, 00- 00000 XXXXXX (XX) |
Coordinate WGS84 | N: 45.775752 E: 9.252131 |
Gestore dell’installazione | Xxxxxxx Xxxxxxxx |
Legale rappresentante | Xxxxxxx Xxxxxxxx |
P.IVA / C.F. | 00847420148 |
Codice ISTAT / O.T.E. | A 01.24.1 |
Codice Unico Azienda Agricola | 00847420148 |
Codice ATS | 072LC042/1 |
pec | |
E mail | |
Tipo di installazione | Allevamenti avicoli |
Codice e attività IPPC | 6.6 (a) impianti per l’allevamento intensivo di pollame con più di 40.000 posti pollame |
Attività non IPPC | - |
Modifiche richieste | Riesame per adeguamento alle BAT conclusion |
INDICE
A. QUADRO AMMINISTRATIVO TERRITORIALE
A.1. Inquadramento del complesso e del sito
A.2 Autorizzazioni vigenti
B. QUADRO PRODUTTIVO
B.1. Capacità produttiva
B.2. Strutture di stabulazione
B.3. Produzione degli effluenti zootecnici
B.4. Sistemi di rimozione
B.5. Capacità di stoccaggio
B.6. Sistemi di trattamento
B.7. Attività connesse
B.8. Altre attività connesse B.9.Materie prime in ingresso
B.10. Consumo idrico
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B.11. Consumo di energia
B.12 Produzione di energia
C. QUADRO AMBIENTALE
C.1. Emissioni
C.2. Scarichi idrici
C.3 Rifiuti
C.4 Emissioni sonore
C.5 Emissioni al suolo
D. QUADRO INTEGRATO
D.1. Verifica dell’applicazione delle MTD o misure alternative adottate
E. QUADRO PRESCRITTIVO
E.1. Emissioni in atmosfera
E.2. Emissioni idriche
E.3 Suolo e acque sotterranee
E.4 Gestione Effluenti di Allevamento
E.5. Rumore
E.6 Ulteriori prescrizioni
E.7 Monitoraggio e Controllo
E.8. Gestione delle emergenze e Prevenzione incidenti
E.9 Interventi sull’area alla cessazione dell’attività
E.10 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento e relative tempistiche
F. PIANO DI MONITORAGGIO
F.1. Chi effettua il monitoraggio
F.2. Parametri gestionali
F.3. Componenti ambientali
A. QUADRO AMMINISTRATIVO TERRITORIALE
A.1. INQUADRAMENTO DEL COMPLESSO E DEL SITO A.1.1. Inquadramento e gestione del sito
L’azienda agricola “Il Boscaccio” è situata in via Boscaccio nel Comune di Rogeno, ove viene svolta l’attività di allevamento avicolo, e più precisamente di produzione del pollo da carne. L’installazione occupa 2 dipendenti.
Sulla superficie aziendale sono presenti 12 capannoni per l’allevamento, aventi una superficie media di ca. 1.100 m2 cadauno, per totali 13.200 m2, di cui 12.800 m2 dedicati all’allevamento e circa 400 m2 ai servizi.
Sono presenti, inoltre, altre strutture non produttive, vale a dire magazzini e una casa di abitazione con annesso ufficio al servizio dell’allevamento.
Le altre superfici facenti parte del sito sono costituite dalla viabilità interna e da superfici a prato tra un capannone e l’altro.
Data inizio attività: primi anni ‘70
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Data ultimo ampliamento: -
L’installazione IPPC, soggetta ad Autorizzazione Integrata Ambientale, è interessata dalle seguenti attività:
N. ordine attività IPPC | Codice IPPC | Attività IPPC | Capacità produttiva – di progetto |
1 | 6.6a | Pollame> 40.000 capi | |
1.800.000 capi | 1.440 | ||
N. ordine attività non IPPC | Codice ATECO | Attività NON IPPC | |
- | - | - |
La condizione dimensionale dell’installazione è descritta nella tabella seguente:
Superficie Totale m2 | Superficie coperta m2 | Superficie scolante m2 (*) | Superficie scoperta impermeabilizzata m2 |
50.200 | 13.200 | 37.000 | 955 |
(*) Così come definita all’art. 2, comma 1, lettera f) del Regolamento Regionale n. 4 recante la disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne.
A.1.2. Inquadramento geografico-territoriale e vincoli
Il complesso si trova nel Comune di Rogeno (LC) in località “Boscaccio”.
È presente sulla carta tecnica regionale e corrisponde alle seguenti coordinate WGS84 N: 45.775752E: 9.252131.
Nel P.G.T. approvato nel 2013 dal comune di Rogeno il complesso risulta azzonato P.R.U. ovvero Piano di Recupero Urbanistico (zona D1C).
I mappali interessati dal complesso sono i seguenti:
Comune di Rogeno fg. 9 mappale 3014, 3015, 3016, 3017,3018, 3019, 3020, 3021, 3024, 3025, 3026,
3027 sui quali sono ubicati i capannoni.
Il sito inoltre presenta a fascicolo dei terreni compresi nei seguenti comuni:
- Rogeno e Costa Masnaga con circa ha 8,2 condotti a prato;
- Fusine e Berbenno di Valtellina con circa ha 5,1 condotti a prato, 0,33 ha a seminativo e ha 4,1 a bosco;
Il complesso è situato al termine di una strada di servizio non asfaltata ed è inserito completamente in una zona agricola, costituita da prati permanenti e seminativi in direzione nord e da fasce boscate sugli altri lati.
Non vi sono insediamenti residenziali nell’arco dei 500 metri dall’impianto, salvo che in direzione Nord- Ovest, dove, al di là del fiume Lambro, in Comune di Xxxxxx, si trova un insediamento residenziale a distanza di circa 200 metri. Tra l’insediamento e l’area residenziale si frappone la fascia boscata che costeggia il fiume, profonda una novantina di metri.
Ubicazione complesso nel Comune di: Rogeno
Comuni ricompresi nel raggio di 500 m: Costa Masnaga, Merone; Destinazione PRG nel raggio di 500 m:
Descrizione destinazione urbanistica | Distanza minima dal perimetro del complesso (m) | Note (Comuni, Direzione…) |
D1C Piano di Recupero Urbanistico | 5 | Tav. prescrizioni di Piano PGT Comune di Rogeno |
B1.1 Tessuto consolidato monofunzionale residenziale a media bassa densità, da mantenere | 200 | Tav PdR8 PGT Comune di Xxxxxx |
Aree boscate (D.lgs. 42/2004, art. 142 c.1 lettera g) | 50 | Tav. 5 Vincoli PGT Comune di Costa Masnaga |
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Il complesso è compreso nel Parco Regionale della Valle del Lambro. Nel Piano Territoriale di Coordinamento del Parco il sito risulta essere classificato come “ambito di riqualificazione insediativa”. Non ricade in zona vulnerabile, così come definite dalla DGR n° VIII/003297 del 11.10.2006 “nuove aree vulnerabili ai sensi del D.lgs. 152/2006: criteri di designazione e individuazione.” È situato però alla confluenza del fiume Lambro, che scorre in direzione ovest rispetto al sito ad una distanza minima di circa 100 metri, con il torrente Bevera, che scorre in direzione sud est rispetto al sito ad una distanza minima di circa 60 metri, entrambi ricadenti in zona vulnerabile (fasce fluviali PAI). Poco a valle si trovano due stazioni della rete di monitoraggio delle acque superficiali.
Il sito risulta compreso nella III classe “Aree di tipo misto”; della classificazione acustica del Comune di Rogeno approvato con D.C.C. n. 106 del 31/10/1997. Le aree confinanti ricadono in Comune di Rogeno (classe II), e nei comuni confinanti:
- Merone (CO) Classe I e II Classificazione acustica approvata con Delibera X.X. x. 00 xxx 00/00/0000
- Xxxxx Xxxxxxx (XX) Classe II e III Classificazione acustica approvata con Delibera C.C. n. 21 del 18/06/2012
Il sito non risulta compreso in un S.I.C. e risulta interessato dal vincolo di cui al D.lgs. 42/2004 art. 142 lettera c), g), f). aree tutelate in quanto di interesse paesaggistico perché comprendenti fiumi e corsi d’acqua, parchi e boschi.
Comune di riferimento o ente | Tipo di vincolo/criticità | Distanza dal Complesso IPPC (m) |
Parco Regionale della Valle del Lambro | ambito di riqualificazione insediativa a art. 22 | 5 |
L'Autorità di Bacino del fiume Po | Limite A fascia fluviale PAI | 100 |
Comune Costa Masnaga | Aree boscate (D.lgs. 42/2004, art. 142 c. 1 lettera g) | 50 |
A.2 AUTORIZZAZIONI VIGENTI
Di seguito si elencano le autorizzazioni in possesso dell’azienda:
• Licenza Edilizia nr. 28 del 10/10/1972 per variante capannone e nuova costruzione ad uso magazzino;
• Licenza Edilizia nr. 18 del 17/05/1973 per costruzione capannoni;
• Concessione Edilizia nr. 56/90 per “formazione condotte per convogliamento e smaltimento acque di lavaggio capannoni”;
• Permesso di agibilità (licenza d’uso) del 1/07/1995 relativa ai 12 capannoni, 1 magazzino, 1 deposito, 1 tettoia.
• Certificato di prevenzione incendi nr. Prot. 2602, fasc. n. 17319, rilasciato Comando Provinciale dei Vigli del Fuoco di Lecco il 27 settembre 2005;
• Assegnazione codice di allevamento (072LC042). Nota dell’Asl di Lecco, Servizio di Sanità Animale, nr, 66224 del 5/10/2005;
• Acque: denuncia di scarico sul suolo, presentata al comune di Rogeno in data 30/08/1986;
• Autorizzazione Integrata Ambientale decreto n. 1385 del 18/02/2008 rilasciata da Regione Lombardia
• Rinnovo Autorizzazione Integrata Ambientale n. 23674 del 16/05/2013 rilasciata dalla Provincia di Lecco
Assoggettabilità a VIA
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L’attuale impianto e l’attività zootecnica in esso effettuata, per quanto risulta dalla dichiarazione resa dal proponente, sono stati rispettivamente realizzati e avviati antecedentemente all’introduzione dell’obbligo di valutazione di impatto ambientale per la tipologia progettuale in esame, risalente al DPR 12 aprile 1996.
Il riesame dell’autorizzazione di cui trattasi, non presentando modifiche all’impianto esistente, non ricade nelle fattispecie di cui all’art.6, comma 6/b e comma 7/e del D.Lgs 152/2006 e, pertanto, è da ritenersi esente dall’obbligo di valutazione di impatto ambientale.
B. QUADRO PRODUTTIVO
B.1. CAPACITÀ PRODUTTIVA
La seguente tabella riporta i dati relativi alle capacità produttive dell’impianto riferite all’allevamento ed alle attività connesse:
N. ordine attività IPP | Codice IPPC | Attività IPPC | Capacità produttiva di progetto* | Unità di misura |
1 | 6.6. a) | Pollame > 40.000 capi | 1.440 | Tonnellate/p.v./anno |
1.800.000 capi | ||||
N. ordine attività non IPPC | Tipologia attività NON IPPC | Capacità produttiva di progetto | Unità di misura | |
- | - | - | - |
* è espressa come numero massimo ospitabile di capi “indipendentemente” dalle modalità di gestione e nel rispetto del benessere animale;
Di seguito viene descritta la capacità produttiva in termini di capi e peso vivo mediamente presenti calcolati basandosi sulle attuali modalità di allevamento:
• Capi accasati ad ogni ciclo 280.000 (28.000 capi/struttura per 10 strutture);
• Durata ciclo 25 giorni;
• N° 6 cicli/anno;
• Mortalità 4%; (0,96%)
Il peso dei pulcini in ingresso (1 gg) è 60 g e il peso finale del galletto a fine ciclo (25 gg) è di 850 g. Considerato che l’accrescimento degli animali non è lineare ma aumenta nelle ultime fasi, il peso vivo medio unitario ponderato è pari a circa 300 g.
280.000 capi ciclo * 25 giorni/365 giorni * 6 cicli/anno * 0.96 = 110.465 capi mediamente presenti arrotondato per eccesso a 110.500 capi mediamente presenti.
110.500 * 0,30 = 33,15 ton di p.v. mediamente presente
Tipologia | Presenza media capi (n.) | Peso (kg) | Totale (Ton) |
Galletti | 110.500 | 0,30 | 33,15 |
Da alcuni anni l’impianto lavora in regime di soccida con la Società “VALLE SPLUGA S.p.A.” e quindi è utilizzato per la produzione di galletti, specialità avicola di nicchia.
La superficie d’allevamento disponibile, pari a circa 12.800 m2, consentirebbe la produzione annua teorica di 2.304 t/anno pollame (peso vivo):
12.800 m2 * 30 kg/m2 * 6 cicli/anno = 2.304 ton/anno
tenuto conto del benessere animale (proposta di Direttiva del Consiglio inerente alle norme minime per la protezione dei polli allevati per la produzione di carne del 20/05/2005).
L’allevamento non opera al massimo della sua potenzialità: dei 12 capannoni disponibili ne vengono infatti utilizzati mediamente 10.
Le movimentazioni degli animali (carico/scarico) vengono regolarmente registrate sull’apposito “Registro Movimenti da e per azienda” di cui al Decreto Direzionale Generale Sanità mr. 23.164 del 27 novembre 2002 “Influenza aviaria, Misure di contenimento dell’influenza aviaria da stipiti a bassa patogenicità sul territorio della Regione Lombardia”.
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Il sistema d’allevamento prevede che i pulcini vengano immessi in allevamento all’età di 1 giorno, ad un peso medio di circa 60 grammi. Ad ogni ciclo produttivo vengono immessi circa 312.000 pulcini. (26.000 capi * 12 capannoni). Il ciclo dura 23 giorni. Considerando la mortalità a fine ciclo possono teoricamente giungere 300.000 galletti, con un peso medio finale di 800 grammi pari quindi a 240 tonnellate di peso vivo prodotto per ciclo e poiché vengono effettuati 6 cicli produttivi annui la produttività teorica annuale è di 1.440 tonnellate, pari a 1.800.000 capi.
312.000 * 0,96 (4% mortalità) = 299.520 capi circa 300.000 capi
300.000 capi * 6 cicli/anno = 1.800.000 capi
1.800.000 capi * 800 g (peso galletto a fine ciclo) = 1440 ton di p.v. anno
1.440 ton di p.v. anno / 6 cicli anno = 240 ton di p.v. a ciclo
Tipologia | Presenza teorica capi (n.) | Peso (kg) | Totale (ton) |
Galletti | 1.800.000 | 0,80 | 1.440 |
Al termine di ogni ciclo viene praticato un vuoto sanitario. Attualmente, come già detto, vengono utilizzati 10 capannoni, dove ad ogni ciclo produttivo vengono immessi circa 28.000 capi. Considerando la mortalità e il mantenimento dei 6 cicli produttivi per anno la produttività attuale è pari a circa 1.613.000 galletti pari a 1.371 tonnellate.
28.000 capi * 10 capannoni * 0,96 (4% mortalità) * 6 cicli/anno = 1.612.8000 capi circa 1.613.000
1.613.000 capi * 850 g (peso galletto fine ciclo) = 1.371,05 ton/anno peso vivo circa 1.371
1.371 ton di p.v. anno / 6 cicli anno = 228,5 ton di p.v. a ciclo
Tipologia | Presenza attuale capi (n.) | Peso (kg) | Totale (ton) |
Galletti | 1.613.000 | 0,85 | 1.371 |
Ricapitolando, è quindi possibile distinguere tre diversi parametri produttivi:
• Capacità produttiva massima potenziale sulla base del parametro di capacità produttiva di 30 kg/mq per 6 cicli/anno, dati suggeriti dall’UE per il benessere animale: 2304 tonnellate annue;
• Capacità produttiva teorica dell’impianto, se fosse utilizzato completamente, sulla base del sistema di allevamento utilizzato: 1.400 tonnellate annue;
• Produttività attuale, ottenuta utilizzando solo 10 capannoni: 1.371 tonnellate annue di peso vivo.
L’allevamento alterna quindi periodi nel quale è completamente vuoto a periodi nel quale vi sono pulcini di un solo giorno, ad altri nel quale sono presenti i galletti a fine ciclo.
Peso vivo a fine ciclo (23 gg) = 28.000 capi * 10 capannoni * 0,96 * 850 g = 228,48 ton circa 228,5
Peso vivo a inizio ciclo (1 gg) = 28.000 capi * 10 capannoni * 0,96 * 60 g = 16,128 ton circa 16,1
Il peso vivo presente è quindi ciclico, andando da zero a 228,5 tonnellate. Da ciò deriva che anche i parametri relativi ai consumi (idrico, energetico) e alle produzioni di effluenti hanno un andamento non costante bensì ciclico.
L’alimentazione prevede l’utilizzo ad libitum di un mangime completo medicato con coccidiostatico (tale impiego viene comunicato all’Asl). Attualmente vengono utilizzati mangimi appositamente prodotti dalla ditta Veronesi Verona S.p.A., un primo mangime denominato “Vallespluga1” utilizzato per una prima fase del ciclo e contenente coccidiostatico ed un secondo mangime denominato “Vallespluga2” per la fase di finissaggio senza coccidiostatico in modo tale da rispettare i tempi di sospensione.
Entrambi i mangimi risultano avere un tenore in proteina grezza pari al 23.50%
I mangimi vengono stoccati in appositi silos in vetroresina, posizionati all’esterno dei capannoni.
Il rifornimento del mangime (costituito prevalentemente da pellet sbriciolato, quindi un materiale grossolano) avviene con automezzi dotati di braccio mobile di carico con coclea, col quale si trasferisce il prodotto direttamente nei boccaporti di carico dei silos.
B.2. STRUTTURE DI STABULAZIONE
Come già detto in azienda sono presenti 12 capannoni utilizzabili per l’allevamento degli avicoli. Ogni capannone è costituito da una struttura prefabbricata in cemento larga una dozzina di metri e lunga circa 90 metri.
Le attrezzature e gli impianti sono raggruppate nella parte centrale, separata dalle aree di allevamento da due tavolati in muratura. In questa area centrale, di circa 30 mq, sono installati:
- quadri della distribuzione dell’energia elettrica;
- tramogge e le macchine di distribuzione del mangime;
- collettore di distribuzione dell’acqua;
- collettore di distribuzione del GPL.
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Le zone d’allevamento sono corredate di quanto necessario per l’allevamento dei polli, ed in particolare:
- finestre per il ricambio d’aria e l’illuminazione. All’esterno delle finestre sono installati dei teloni di plastica mobili che vengono utilizzati per ridurre, se necessario, il ricambio d’aria e la conseguente dispersione termica in inverno;
- apparati per il riscaldamento, ovvero “cappe” alimentate a GPL;
- impianto per la distribuzione automatica del mangime;
- impianto per la distribuzione dell’acqua di abbeverata. I pavimenti sono in cemento.
All’interno del capannone sono state inserite delle paratie mobili in plastica che vengono utilizzate per regolare la superficie a disposizione dei polli, aumentandola man mano che i soggetti crescono, fino a poter disporre dell’intero capannone.
Tali capannoni sono dotati di canalizzazioni per la raccolta delle acque di lavaggio, le quali vengono convogliate a n. 8 vasche di raccolta dedicate per un volume complessivo di 47,5 m3. (planimetria tav. unica del 20/10/2020 agg. 29/01/2021)
All’esterno di ogni capannone sono collocati i silos per il mangime in vetroresina, posizionati in coppia in modo da poter interrompere l’utilizzo di coccidiostatico rispettando i tempi di sospensione.
Riferimento in Planimetria Aziendale | Identificazione catastale | Superficie utile di allevamento SUA (m²) |
STR01 | Rogeno fg 9 part.3021 | 1.065 |
STR02 | Rogeno fg 9 part.3020 | 1.065 |
STR03 | Rogeno fg 9 part.3019 | 1.065 |
STR04 | Rogeno fg 9 part.3018 | 1.065 |
STR05 | Rogeno fg 9 part.3017 | 1.065 |
STR06 | Rogeno fg 9 part.3016 | 1.065 |
STR07 | Rogeno fg 9 part.3015 | 1.065 |
STR08 | Rogeno fg 9 part.3014 | 1.065 |
STR09 | Rogeno fg 9 part.3027 | 1.065 |
STR010 | Rogeno fg 9 part.3026 | 1.065 |
STR011 | Rogeno fg 9 part.3025 | 1.065 |
STR012 | Rogeno fg 9 part.3026 | 1.065 |
TOTALE | 12.780 |
Riferimento Stalla | Categoria animali | Tipologia di stabulazione | SUA (m²) | N. capi mediamente presenti | MTD (**) |
STR01 | polli da carne | a terra con uso di lettiera solo letame | 1.065 | 9.208 | sì |
STR02 | 1.065 | 9.208 | sì | ||
STR03 | 1.065 | 9.208 | sì |
STR04 | 1.065 | 9.208 | sì | ||
STR05 | 1.065 | 9.208 | sì | ||
STR06 | 1.065 | 9.208 | sì | ||
STR07 | 1.065 | 9.208 | sì | ||
STR08 | 1.065 | 9.208 | sì | ||
STR09 | 1.065 | 9.208 | sì | ||
STR010 | 1.065 | 9.208 | sì | ||
STR011 | 1.065 | 9.208 | sì | ||
STR012 | 1.065 | 9.212 | sì |
B.3. PRODUZIONE DEGLI EFFLUENTI ZOOTECNICI
I galletti vengono allevati su lettiera vegetale (attualmente viene utilizzata lolla di riso). Lo strato utilizzato per il ciclo è di circa 5 cm.
Conseguentemente al ciclo biologico degli avicoli, gli effluenti si concentrano nella lettiera, assimilabile ad un letame palabile.
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A fine ciclo gli impianti per il mangime e per l’acqua vengono sollevati e la lettiera viene rimossa utilizzando una apposita spazzolatrice. La pulizia viene completata lavando le superfici con acqua di rete o di recupero. Ordinariamente non vengono utilizzate sostanze disinfettanti per queste operazioni; in caso di specifica necessità si utilizza lo stesso prodotto disinfettante utilizzato per la sanificazione dei mezzi in ingresso.
Oltre alla lettiera esausta si produce quindi anche acqua di lavaggio che viene convogliata nelle apposite vasche. Per la stima delle quantità di effluente di allevamento prodotto si è provveduto ad un calcolo manuale sulla base delle tabelle riportate nell’Allegato A della DGR 10/03/2020 n° 3137.
Attualmente il peso dei pulcini in ingresso è pari a 60 e raggiungono un peso finale di 850 grammi. Considerato che l’accrescimento degli animali non è lineare ma aumenta nelle ultime fasi, il peso vivo medio unitario ponderato è pari a circa 0,3 kg.
Essendo il calcolo della produzione di effluente zootecnico basato sul peso vivo e alla tipologia di stabulazione, la quantità di effluenti solidi prodotti stimata è la seguente:
110.500 capi mediamente presenti anno* 0.3 kg = 33.150 kg mediamente presenti pari a 33,15 t p.v. 33,15 t * 11 m3 _t p.v. anno = 364,65 m3 per anno
La produzione di “acque aggiuntive” dovute al lavaggio impianti si stima a circa 72 m3. L’allevamento produce pertanto:
Acque aggiuntive
- Produzione annua (m³):72 (circa 6 svotamenti all’anno)
- Cessione annua (m³): 0
- Acquisizione annua (m³): 0
Letame / pollina
- Produzione annua (m³): 364.65
- Cessione annua (m³): 364,65
- Acquisizione annua (m³): 0
N. capi | Peso vivo unitario (t) | Peso Vivo Totale (t) | Categoria animale e tipologia di stabulazione | Liquame (m3/t p.v./anno) | Liquame (m3/tot) | Letame (m3/t p.v./anno) | Letame (m3/ tot) |
110.500 | 0,0003 | 33,15 | Polli da carne su lettiera | - | - | 11 | 364,65 |
Per la stima delle quantità di Azoto nell’effluente di allevamento prodotto si è provveduto ad un calcolo manuale sulla base delle tabelle riportate nell’Allegato A della DGR 10/03/2020 n° 3137.
110.500 capi mediamente presenti anno* 0.3 kg = 33.150 kg mediamente presenti pari a 33,15 t p.v. 33,15 t * 251 kg _t _p.v. anno = 8.320,65 kg anno
Categoria animale e tipologia di stabulazione | Peso Vivo Totale (t) | Azoto nel Liquame (N kg/t p.v.) | N Totale Liquame (N kg/t p.v./anno) | Azoto nel Letame (N kg/t p.v.) | N Totale Letame (N kg/t p.v./anno) |
Broiler, stabulazione a terra con produzione di solo letame | 33,15 | - | - | 251 | 8.320,65 |
L’azienda produce un totale di azoto al campo di 8.320,65 N kg/t p.v./anno.
B.4 SISTEMI DI RIMOZIONE
Come già detto la rimozione della lettiera, viene effettuata a fine ciclo. Una volta tolti gli animali, le attrezzature vengono o smontate o sollevate verso il soffitto. Poi, mediante l’utilizzo di una pala meccanica e di una spazzolatrice si raccoglie la pollina e la si carica su camion per l’invio agli utilizzatori. Segue il lavaggio delle superfici che consiste in pulizia e sanificazione delle strutture:
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− lavaggio delle superfici di allevamento con acqua a pressione mediante l’utilizzo di idropulitrice;
− disinfezione delle superfici mediante aspersione a bassa pressione di prodotti a base di Sali di ammonio quaternari.
Riferimento Stalla | Categoria animali | Tipologia rimozione reflui | MTD |
STR01 | polli da carne | Rimozione con pala meccanica e successiva spazzolatura | Sì |
STR02 | |||
STR03 | |||
STR04 | |||
STR05 | |||
STR06 | |||
STR07 | |||
STR08 | |||
STR09 | |||
STR010 | |||
STR011 | |||
STR012 |
B.5. CAPACITÀ DI STOCCAGGIO
Effluenti palabili
La superficie stessa di stabulazione per l’allevamento degli animali viene considerata come struttura di stoccaggio. Effettivamente l’azienda non ha altre strutture di stoccaggio di effluente solido in quanto tutta la pollina prodotta viene ceduta ad aziende acquirenti.
Effluenti non palabili
L’azienda è dotata di 8 vasche interrate in cemento armato per lo stoccaggio delle acque di lavaggio dei capannoni operata a fine ciclo, aventi una capacità complessiva pari a 47,5 m3. La durata minima dello stoccaggio dei reflui non palabili deve essere pari a 120 giorni e la produzione teorica annua pari a circa 72 m3.
L’azienda effettua lo spandimento dei reflui liquidi c/o i terreni di pertinenza dell’installazione AIA nei Comuni di Rogeno e Costamasnaga.
Riferimento Stoccaggio | Comune | Identificazion e catastale | Tipo Struttura | Coperta | Superficie (m2) | Volume (m³) | Esistente |
STO01 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3021 | lettiera | sì | 1.000 | 60 | sì |
STO02 | Rogeno | Rogeno fg 9 | lettiera | sì | 1.000 | 60 | sì |
part.3020 | |||||||
STO03 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3019 | lettiera | sì | 1.000 | 60 | sì |
STO04 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3018 | lettiera | sì | 1.000 | 60 | sì |
STO05 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3017 | lettiera | sì | 1.000 | 60 | sì |
STO06 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3016 | lettiera | sì | 1.000 | 60 | sì |
STO07 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3015 | lettiera | sì | 1.000 | 60 | sì |
STO08 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3014 | lettiera | sì | 1.000 | 60 | sì |
STO09 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3027 | lettiera | sì | 1.000 | 60 | sì |
STO010 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3026 | lettiera | sì | 1.000 | 60 | sì |
STO011 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3025 | lettiera | sì | 1.000 | 60 | sì |
STO012 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3026 | lettiera | sì | 1.000 | 60 | sì |
STO013 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3027 | vasca interrata | sì | 2 | 6 | sì |
STO014 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3026 | vasca interrata | sì | 2 | 6 | sì |
STO015 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3026 | vasca interrata | sì | 2 | 6 | sì |
STO016 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3026 | vasca interrata | sì | 2 | 6 | sì |
STO017 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3026 | vasca interrata | sì | 2 | 6 | sì |
STO018 | Rogeno | Rogeno fg 9 part.3026 | vasca interrata | sì | 2 | 6 | sì |
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Analisi conformità PUA
Tipologia Stoccaggio | Effettivi in azienda | Richiesti da normativa | Conformità PUA |
Reflui solidi compostati e non compostati (gg/anno) | totale cessione | 90 | Conforme |
Reflui liquidi (gg/anno) | 190 | 120 | Conforme |
L’azienda produce 8.320,65 di N kg/t p.v./anno e li cede totalmente alle aziende:
• AZIENDA AGRICOLA ADDA DI XXXXXXXXX XXXXX CUAA TSCCRL61B01E507E
• XXXXXXX XXXXXXX XXXX BNCRRT71M16D416M
• BIOVALT SOCIETA’ COOP AGRICOLA PRODUTTORI DI MATERIE PRIME IMPIANTI BIOGAS CUAA 00861250140
pertanto l’azienda non ha azoto da gestire agronomicamente e quindi risulta CONFORME al limite dei 170 kg N/ha.
B.6. SISTEMI DI TRATTAMENTO
Non è presente nessun sistema di trattamento.
B.7. ATTIVITÀ CONNESSE
In questo impianto non sono previste altre attività di allevamento diverse dagli avicoli
B.8. ALTRE ATTIVITÀ CONNESSE
L’azienda presenta a fascicolo dei terreni compresi nei seguenti comuni:
- Rogeno e Costa Masnaga con circa ha 8,2 condotti a prato;
- Fusine e Berbenno di Valtellina con circa ha 5,1 condotti a prato, 0,33 ha a seminativo e ha 4,1 a bosco;
La lavorazione e gestione di tali terreni è affidata ad aziende esterne.
B.9. MATERIE PRIME IN INGRESSO
Tipologia Materia Prima (Stimate) | Fornitore / Autoprodotto | Quantità annua | Quantità massima stoccata | Tipologia stoccaggio |
Mangime | Fornitore | 1.657(t) | 350 mc | Silos |
Lolla di riso | Fornitore | 240 (t) | no stoccaggio | - |
S.Q.A. SOL (H314 318 400 410) | Fornitore | 25 (l) | 25 (l) | Fustino in cascina |
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B.10. CONSUMO IDRICO
X. xxxxx aziendali: -
L’impianto non è provvisto di un pozzo per l’emungimento dell’acqua, l’approvvigionamento avviene unicamente mediante il servizio idrico comunale.
Identificativo pozzo (*) | Autorizzazione N. e data | Distanza dal complesso | Profondità | Note |
- | - | - | - | - |
Consumi e tipo di approvvigionamento:
Uso | Consumo m³/anno | Tipo di approvvigionamento |
Zootecnico | 5.715 (2018) | acquedotto comunale |
6.000 (2019) |
In questo tipo di impianto il consumo idrico di base è costituito essenzialmente dall’acqua di abbeverata, che nel caso specifico del Galletto è di circa 2,5 litri per capo prodotto. Sono previste in ogni struttura di allevamento vasche di accumulo per l’acqua di abbeveraggio per la gestione di eventuali situazioni di emergenza.
Quindi il consumo d’acqua dell’allevamento, se utilizzato al massimo della sua potenzialità, dovrebbe essere stimato pari a 4.500 m3, mentre l’utilizzo attuale risulterebbe stimato pari a 4.300 m3 all’anno a cui vanno aggiunte le acque di lavaggio dei capannoni a fine ciclo e piccole quantità per gli usi domestici e sanitari. Il consumo idrico totale dell’azienda nel 2018 è stato di 5.715 m3.
Indicativamente la razione a capo per ciclo di allevamento è di circa 1,3 Kg di mangime e di circa 2,7 litri di acqua. Considerata la durata del ciclo in 25 giorni il consumo giornaliero per capo è di circa 52 g di mangime e di circa 109 ml di acqua.
B.11. CONSUMO DI ENERGIA
Uso | Periodo (Anno) | Energia elettrica (kWh) | Gasolio (l) | GPL (Ton) | Metano (m³) | Altro (specificare) |
Illuminazione, distribuzione razione, pompa acqua, cella frigorifera. | 2018 | 28.676 | emergenza | 217,973 | - | - |
2019 | 28.862 | emergenza | 216,301 | - | - |
Il ciclo produttivo prevede l’uso di energia elettrica per l’alimentazione dei vari impianti di distribuzione del mangime e per l’illuminazione degli ambienti. Il consumo di energia elettrica è stato nel 2018 di 28.676 Kwh. Parte dell’energia consumata viene prodotta dall’azienda a seguito del posizionamento dell’impianto fotovoltaico posizionato sulle coperture del capannone numero 6. Viene utilizzato anche del combustibile, nella fattispecie GPL, per il riscaldamento dell’ambiente di allevamento, molto importante per la tipologia di prodotto. L’azienda è dotata di un serbatoio tumulato centralizzato per lo stoccaggio del GPL da 25 metri cubi, di una stazione di gassificazione e di misura e di una rete che porta il gas a tutti i capannoni. Il riscaldamento viene effettuato mediante l’utilizzo di lampade.
Il complesso aziendale dispone inoltre di:
- serbatoio di GPL tumulato da 25 m3;
- serbatoio di GPL fuori terra da 1500 litri (a servizio dell’edificio cascina-ufficio);
- tre caldaie a servizio vaporizzatore GPL: n. 2 da 29,07 Kw e 1 da 31,5 KW;
- un gruppo elettrogeno fisso di emergenza alimentato a gasolio avente potenzialità di 32 KW;
- un generatore portatile di emergenza alimentato a benzina avente potenzialità di circa 5 kVA.
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Nel periodo invernale la modalità di riscaldamento avviene a settori. Ogni singola struttura è suddivisa in due settori, tali settori sono ulteriormente suddivisi in sub-settori da pareti mobili.
In un primo momento i pulcini vengono accasati in un unico settore con l’impiego di 15/20 lampade riscaldanti, questo per garantire loro un miglior benessere e per ridurre il consumo di carburante. Successivamente, con l’accrescimento dei galletti, vengono sollevati i setti separatori e ridistribuite le lampade. Il numero e la durata di accensione delle lampade sono in funzione dell’andamento delle temperature stagionali.
Il consumo di GPL nel 2018 è stato pari a circa 100 t. (100.144 kg) per una produzione di energia pari a 2.790.054 Kwh (indice di conversione 12,8 Kwh/Kg). I consumi specifici sono stati:
- energia termica 0,86 Kwh/Galletto
- energia elettrica 0,01 Kwh/Galletto.
B.12. PRODUZIONE DI ENERGIA
L’impianto è dotato di un piccolo generatore diesel da 30kw per il servizio di emergenza (interruzione della fornitura di energia elettrica).
È stato inoltre posato un impianto fotovoltaico su parte della copertura della struttura 6 la cui potenza di picco risulta pari a 19,6 kw. L’energia prodotta è utilizzata per auto-consumo.
Tipologia | Quantità | Alimentazione | Potenza termica nominale (kW) | Totale (kW) |
Gruppo elettrogeno | 1 | Gasolio | 32 | 32 |
C. QUADRO AMBIENTALE
C.1 EMISSIONI
Viene riportato di seguito il quadro emissivo dell’Azienda:
attività IPPC | sigla emissione | Provenienza | |
Descrizione | Potenzialità | ||
1 | - | Gruppo elettrogeno | 32 KW – 40 KVA |
1 | - | 20 silos mangime | - |
1 | - | 2 caldaie per vaporizzazione GPL | 29,07 KW cad |
1 | - | 1 caldaia per vaporizzazione GPL | 31,5 KW |
1 | - | Generatore portatile di emergenza | 5 KVA. |
Le emissioni prodotte dagli impianti suddetti sono da qualificarsi come scarsamente rilevanti. Le lampade radianti alimentate a GPL si configurano come emissione diffusa.
Emissioni diffuse da stabulazioni/ricoveri
Sono inoltre presenti le seguenti emissioni diffuse generate dalle stabulazioni/ricoveri:
N. stalla | Categoria animali | Tipologia | Coperta |
STR01 | Broilers | Zone di ricovero | Si |
STR02 | Broilers | Zone di ricovero | Si |
STR03 | Broilers | Zone di ricovero | Si |
STR04 | Broilers | Zone di ricovero | Si |
STR05 | Broilers | Zone di ricovero | Si |
STR06 | Broilers | Zone di ricovero | Si |
STR07 | Broilers | Zone di ricovero | Si |
STR08 | Broilers | Zone di ricovero | Si |
STR09 | Broilers | Zone di ricovero | Si |
STR010 | Broilers | Zone di ricovero | Si |
STR011 | Broilers | Zone di ricovero | Si |
STR012 | Broilers | Zone di ricovero | Si |
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Per la gestione delle fonti aziendali di emissione è stato impiegato il Software BAT TOOL (PrePair).
Scenario (Emissioni complessive) | Ammoniaca (NH3) kg/anno | Metano (CH4) kg/anno | Protossido di azoto (N2O) kg/anno |
Attuale | 7.712 | 6.240 | 152 |
Ricovero | 7.712 | 6.240 | 152 |
Trattamento | 0 | 0 | 0 |
Stoccaggio | 0 | 0 | 0 |
Distribuzione effluenti | 0 | 0 | 0 |
Dalle stime risultanti la quantità di ammoniaca emessa dall’allevamento è pari a 7.712 kg/anno pertanto l’insediamento non è soggetto a dichiarazione E PRTR (7.712<10.000)
Emissioni diffuse da stoccaggio
Le ulteriori emissioni diffuse provengono dai silos di stoccaggio del mangime, infatti, l’azienda è dotata di 20 silos esterni di cui n° 10 contenti mangime addizionato con coccidiostatico e n° 10 senza coccidiostatico.
N. silo | Tipo mangime | Tipologia | Capacità (q) |
SIL 01 | Mangime macinato | Verticale a caricamento meccanico | 15 |
SIL 02 | 25 | ||
SIL 03 | 15 | ||
SIL 04 | 25 | ||
SIL 05 | 15 | ||
SIL 06 | 25 | ||
SIL 07 | 15 | ||
SIL 08 | 25 | ||
SIL 09 | 15 | ||
SIL 10 | 25 | ||
SIL 11 | 15 | ||
SIL 12 | 25 | ||
SIL 13 | 15 | ||
SIL 14 | 25 | ||
SIL 15 | 15 | ||
SIL 16 | 25 | ||
SIL 17 | 15 | ||
SIL 18 | 25 | ||
SIL 19 | 15 | ||
SIL 20 | 25 |
C.2. SCARICHI IDRICI
La zona non è servita da pubblica fognatura, né risulta realizzabile la condotta di all’allacciamento alla fognatura comunale. La residenza del custode, con i suoi sanitari, è allacciata a una fossa biologica con pozzo perdente. Tale scarico era stato regolarmente denunciato al Comune di Rogeno in data 30/08/1986 ai sensi del primo comma dell’art. 15 della Legge 10 Maggio 1976 n°319 e del art. 9 della Legge Regionale 27 Maggio 1985 n°62. In data 15/10/2009, a seguito delle prescrizioni date in sede di approvazione dell’AIA in quanto la normativa sugli scarichi risultava mutata, la ditta ha presentato all’Amministrazione Provinciale di Lecco un progetto per un sistema di dispersione dei liquami mediate subirrigazione a cui è stato dato esito favorevole. Nel frattempo, però, la normativa di settore è stata integrata consentendo l’uso delle fosse biologiche con sistema disperdente nel terreno, pertanto la ditta ha valutato la possibilità di mantenere il sistema attuale e durante la conferenza tenutasi dei servizi svoltasi in data 09/05/2013 ha consegnato una perizia di conformità dell’impianto.
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Acque reflue:
Identificativo scarico | Tipo | Tipo di recapito |
Servizi igienici aziendali | Pozzo perdente | sottosuolo |
Acque meteoriche:
Le acque meteoriche delle coperture delle strutture di stabulazione e delle aree pavimentate antistanti l’ingresso a tali strutture vengono canalizzate e raccolte in vasche di cemento interrate (planimetria tav. unica del 20/10/2020 agg. 29/1/2021):
• 2 vasche da 4,5 m3 con troppo pieno su suolo per gli stabulatori ST001-ST002-ST003-ST004- ST005-ST006
• una vasca da 99 m3 per gli stabulatori ST007 e ST008
• dispersione su suolo senza raccolta in vasche per gli stabulatori ST009-ST010-ST011-ST012
A servizio del bacino da 99 m3 è installata una pompa sommersa che alimenta l’idrante antincendio della bombola G.P.L. e la rete di distribuzione dell’acqua di recupero utilizzata per il lavaggio fine ciclo e raffrescamento estivo delle strutture ed eventualmente per uso irriguo secondo necessità. La vasca può essere integrata con acqua di acquedotto tramite tubazione a vista.
In ingresso all’azienda in prossimità della pesa è presente una griglia di raccolta delle acque meteoriche recapitante su suolo. In tale area si svolge l’operazione di disinfezione ruote utilizzando un prodotto a base di sale d’ammonio quaternario nebulizzato attraverso lancia manuale. A tale scopo ai due lati opposti della pesa sono ubicati i fustini del prodotto disinfettante che alimenta le lance, protetti da fusto metallico. Durante l’operazione di disinfezione, l’eventuale percolato viene deviato intervenendo manualmente su una tubazione di collegamento in pozzetto dedicato, ad un sistema di raccolta ubicato nel cavedio sotto la pesa.
Tale accorgimento si è reso necessario in virtù dell’entrata in vigore di disposizioni comunitarie in merito alla sanificazione degli automezzi in ingresso agli allevamenti.
Acque lavaggio stalle:
Le acque di lavaggio dei capannoni sono raccolte in apposite vasche di stoccaggio per un totale di 47,5 m3 suddivise in 8 vasche.
C.3. RIFIUTI
Gestione rifiuti:
I rifiuti prodotti in azienda sono assimilabili agli urbani e sono conferiti al sistema di raccolta comunale.
Gestione carcasse animali:
L’impianto genera inevitabilmente anche un particolare rifiuto speciale, ovvero gli animali deceduti nel corso dell’allevamento.
Tali animali vengono raccolti giornalmente da parte del personale addetto alla gestione dell’allevamento e messi in apposita cella frigorifera a -7÷-8 C°. Il personale compila una scheda aziendale segnando il numero di morti per capannone.
Quando la cella è colma o, al più tardi, al termine del ciclo di allevamento, interviene una ditta specializzata per la raccolta e lo smaltimento dei S.O.A. (ovvero sottoprodotti di origine animale) secondo la specifica procedura di legge, ovvero in applicazione del Regolamento CE 1774/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano.
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L’allevamento non è dotato di una scorta di medicinali veterinari ai sensi dell’art.81 del DLGS. 06 aprile 2006 n°193 e non si generano rifiuto dall’utilizzo dei medesimi, essendo l’unico farmaco utilizzato quello incorporato nel mangime medicato.
SOA | Descrizione Rifiuto | Modalità deposito | Ubicazione deposito | Destinazio ne |
- | carcasse animali morti | secondo normativa | cella frigorifera D1 in planimetria | ritiro Eco Rendering |
Gestione reflui zootecnici:
Al termine di ogni ciclo la totalità della pollina prodotta viene ceduta ad aziende acquirenti.
Nei P.U.A. presentati dall’azienda emerge che la superficie stessa dei capannoni utilizzati come allevamento viene considerata come struttura di stoccaggio. L’azienda non è dotata di altre strutture di stoccaggio in quanto il refluo prodotto viene ceduto nella sua totalità alle aziende agricole per il successivo utilizzo agronomico. Il periodo di stoccaggio richiesto dalla normativa è almeno 90 giorni. La D.g.r. 18 luglio 2016 - n. X/5418 prevede che per gli allevamenti avicoli a ciclo inferiore ai 90 giorni, le lettiere possono essere stoccate al termine del ciclo produttivo sotto forma di cumuli in campo, fatte salve diverse disposizioni delle autorità sanitarie.
Pertanto, le aziende a cui viene ceduto il refluo avranno le seguenti alternative:
- stoccare il refluo per i giorni rimanenti (67) presso le proprie strutture di stoccaggio (platea impermeabilizzata secondo quanto previsto dalle disposizioni vigenti)
- accumulare i reflui in campo prima dell’utilizzo a condizioni che non vi siano disposizioni contrarie dalle autorità sanitarie competenti.
L’azienda è dotata di 8 vasche interrate in cemento armato per lo stoccaggio delle acque di lavaggio dei capannoni operata a fine ciclo aventi una capacità complessiva pari a 47,5 m3. Come stabilito dalla
X.x.x. XXXX/0000 del 21/11/2007 la durata minima dello stoccaggio dei reflui non palabili deve essere almeno di 120 giorni. Essendo la produzione annua di reflui non palabili pari a 72 m3 attuando una opportuna gestione dei capannoni il volume di stoccaggi esistenti è sufficiente alle esigenze aziendali.
C.4. EMISSIONI SONORE
Nell’installazione AIA non sono presenti particolari sorgenti esterne; vi è solo una cella frigorifera posta sotto tettoia.
Nella tabella successiva si riporta la zonizzazione acustica del complesso IPPC e delle aree circostanti:
Comune | Classe acustica | Distanza in metri |
Rogeno | Classe 2^ e 3 ^ | 5 |
Costa Masnaga | Classe 2^ e 3 ^ | 150 |
Merone | Classe 1^ e 2^ | 250 |
C.5 EMISSIONI AL SUOLO
Area di stoccaggio:
Le uniche aree di stoccaggio sono le vasche destinate alla raccolta alle acque di lavaggio dei ricoveri a fine ciclo.
La disinfezione dei ricoveri avviene mediante l’utilizzo di atomizzatori che, grazie alla modalità di distribuzione, non comportano gocciolamenti e conseguenti liquidi di sgrondo da captare.
Il sistema di disinfezione per gli automezzi in transito è costituito da una lancia nebulizzante collegata ad una pompa mediante un tubo flessibile. La velocità di attraversamento da parte degli automezzi è a passo d’uomo.
Considerato che il liquido viene nebulizzato direttamente sugli automezzi, non vi è formazione di effluenti. In ogni caso è inserita nella pavimentazione una griglia che funge da accumulo degli eventuali liquidi di colatura. Complessivamente la movimentazione in ingresso all’installazione è circa 1 mezzo ogni 2 giorni.
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Cisterne interrate: non presenti
D. QUADRO INTEGRATO
D.1. Verifica dell’applicazione delle MTD o misure alternative adottate
Le Migliori Tecniche Disponibili (MTD) fanno riferimento all’applicazione alla Decisione di Esecuzione (UE) 2017/302 della Commissione del 15 febbraio 2017 (“BAT Conclusion”):
1. conclusioni generali sulle BAT;
2. conclusioni sulle BAT; per l'allevamento intensivo di suini;
3. conclusioni sulle BAT per l'allevamento intensivo di pollame;
4. descrizione delle tecniche.
In particolare, le conclusioni sulle BAT riguardano i seguenti processi e attività che si svolgono nell'azienda agricola:
1. gestione alimentare di pollame e suini;
2. preparazione dei mangimi (macinazione, miscelazione e stoccaggio);
3. allevamento (stabulazione) di pollame e suini;
4. raccolta e stoccaggio degli effluenti di allevamento;
5. trattamento degli effluenti di allevamento;
6. spandimento agronomico degli effluenti di allevamento;
7. deposito delle carcasse; BAT n. 1 - 23 di carattere generale;
BAT n. 24 -29 inerenti al Piano di Monitoraggio (si rimanda al quadro F); BAT n. 30 specifiche per l'allevamento intensivo di suini;
BAT n. 31-34 specifiche per l'allevamento intensivo di pollame (galline ovaiole, polli da carne riproduttori o pollastre, anatre e tacchini).
D.1.1. Conclusioni generali sulle BAT
Sistemi di gestione ambientale (Environmental management systems — EMS)
BAT 1 Al fine di migliorare la prestazione ambientale generale di un'azienda agricola, le BAT consistono nell'attuazione e nel rispetto di un sistema di gestione ambientale (EMS) che comprenda tutte le seguenti caratteristiche
BAT 1 | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all'applicazione |
1. impegno della direzione, compresi i dirigenti di alto grado; 2. definizione di una politica ambientale che preveda miglioramenti continui della prestazione ambientale dell'installazione; 3. pianificazione e attuazione delle | APPLICATA | L’allevamento è dotato di Autorizzazione Integrata Ambientale con Determina Provincia di Lecco n. 23674 del 16/05/2013 ed organizzata secondo un sistema di gestione ambientale che riprende le caratteristiche di fianco riportate. |
procedure, degli obiettivi e dei traguardi necessari, congiuntamente alla pianificazione finanziaria e agli investimenti; 4. attuazione delle procedure, prestando particolare attenzione a: a)struttura e responsabilità; b)formazione, sensibilizzazione e competenza; c)comunicazione; d)coinvolgimento del personale; e)documentazione; f) controllo efficace dei processi; g)programmi di manutenzione; h)preparazione e risposta alla situazione di emergenza; i) verifica della conformità alla normativa in materia ambientale; 5. controllo delle prestazioni e adozione di misure correttive, prestando particolare attenzione: a) al monitoraggio e alla misurazione (cfr. anche il documento di riferimento del JRC sul monitoraggio delle emissioni dalle installazioni IED — ROM); b) alle misure preventive e correttive; c) alla tenuta dei registri; d) a un audit indipendente (ove praticabile) interno ed esterno, al fine di determinare se il sistema di gestione ambientale sia conforme a quanto previsto e se sia stato attuato e aggiornato correttamente; 6. riesame del sistema di gestione ambientale da parte dei dirigenti di alto grado al fine di accertarsi che continui ad essere idoneo, adeguato ed efficace; 7. attenzione allo sviluppo di tecnologie più pulite; 8. considerazione degli impatti ambientali dovuti ad un eventuale dismissione dell'impianto, sin dalla fase di progettazione di un nuovo impianto e durante il suo intero ciclo di vita; 9. applicazione con cadenza periodica di un'analisi comparativa settoriale (per esempio il documento di riferimento settoriale EMAS). 10. Specificamente per l'allevamento intensivo di pollame o di suini, le BAT includono nel sistema di gestione ambientale anche i seguenti elementi: attuazione di un piano di gestione del rumore (cfr. BAT 9); 11. attuazione di un piano di gestione degli odori (cfr. BAT 12). | • una ricognizione annuale delle modalità di gestione ambientale adottate e dei possibili obiettivi di miglioramento, nella quale si darà atto di livelli/modalità di attuazione in relazione a quanto previsto al punto 4 della BAT 1, in coordinamento con quanto disposto dalla BAT 2 • una riunione annuale che coinvolga il personale (con funzione di sensibilizzazione e aggiornamento) sui temi della gestione ambientale e sulla relativa attuazione (tra cui la presentazione della ricognizione annuale). |
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1.2. Buona gestione
BAT 2. Al fine di evitare o ridurre l'impatto ambientale e migliorare la prestazione generale, la BAT
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prevede l'utilizzo di tutte le tecniche qui di seguito indicate.
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Ubicare correttamente l'impianto/azienda agricola e seguire disposizioni spaziali delle attività per: —ridurre il trasporto di animali e materiali (effluenti di allevamento compresi), —garantire distanze adeguate dai recettori sensibili che necessitano di protezione, —tenere in considerazione le condizioni climatiche prevalenti (per esempio venti e precipitazioni), —tenere in considerazione il potenziale sviluppo futuro della capacità dell'azienda agricola, — prevenire l'inquinamento idrico. | Applicata | Vengono tenute in considerazioni le condizioni metereologiche e pedologiche prima della distribuzione degli effluenti di allevamento. L’installazione si avvale principalmente dell’incubatoio Vallespluga Insediamento isolato e abitazione più vicina a 200 m ma separata da un bosco profondo 90 m Ad eccezione del prodotto nebulizzante non vengono utilizzate sostanze pericolose; lo svuotamento ad ogni ciclo delle vasche interrate per i reflui garantisce il volume necessario per la raccolta delle acque di lavaggio |
b | Istruire e formare il personale, in particolare per quanto concerne: —la normativa pertinente, l'allevamento, la salute e il benessere degli animali, la gestione degli effluenti di allevamento, la sicurezza dei lavoratori, —il trasporto e lo spandimento agronomico degli effluenti di allevamento, — la pianificazione delle attività, —la pianificazione e la gestione delle emergenze, —la riparazione e la manutenzione delle attrezzature. | Applicata | Vengono somministrati al personale corsi di aggiornamento in particolare sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sulla normativa sul benessere degli animali. Viene effettuata una riunione a cadenza settimanale per pianificazione attività aziendali. Per la gestione delle emergenze l’azienda ha redatto documento inviato in data 29/01/2021. |
c | Elaborare un piano d'emergenza relativo alle emissioni impreviste e agli incidenti, quali l'inquinamento dei corpi idrici, che può comprendere: —un piano dell'azienda agricola che illustra i sistemi di drenaggio e le fonti di acqua ed effluente, —i piani d'azione per rispondere ad alcuni eventi potenziali (per esempio incendi, perdite o crollo dei depositi di stoccaggio del liquame, deflusso non controllato dai cumuli di effluenti di allevamento, versamento di oli minerali), —le attrezzature disponibili per affrontare un incidente ecologico (per esempio attrezzature per il blocco dei tubi di drenaggio, argine dei canali, setti di divisione per versamento di oli minerali). | In fase di applicazione. | L’azienda ha elaborato un piano di gestione delle emergenze inviato in data 29/01/2021. |
d | Ispezionare, riparare e mantenere regolarmente strutture e attrezzature, quali: —i depositi di stoccaggio del liquame, per eventuali segni di danni, degrado, perdite, —le pompe, i miscelatori, i separatori, gli irrigatori per liquame, | Applicata | Il personale dell’azienda effettua ispezioni visive giornaliere alle strutture e attrezzature aziendali e comunica al gestore eventuali anomalie di funzionamento degli impianti e/o danni alle strutture. Il servizio è delegato a ditta specializzata |
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
—i sistemi di distribuzione di acqua e mangimi, —i sistemi di ventilazione e i sensori di temperatura, —i silos e le attrezzature per il trasporto (per esempio valvole, tubi), —i sistemi di trattamento aria (per esempio con ispezioni regolari). Vi si può includere la pulizia dell'azienda agricola e la gestione dei parassiti. | esterna che svolge periodiche visite per mantenere in efficienza i sistemi di cattura e monitoraggio | ||
e | Stoccare gli animali morti in modo da prevenire o ridurre le emissioni. | Applicata | Stoccaggio carcasse animali morti in cella frigorifera dedicata e contratto con ditta specializzata che ne cura periodicamente lo svuotamento. |
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1.3. Gestione alimentare
BAT 3. Per ridurre l'azoto totale escreto e quindi le emissioni di ammoniaca, rispettando nel contempo le esigenze nutrizionali degli animali, la BAT consiste nell'usare una formulazione della dieta e una strategia nutrizionale che includano una o una combinazione delle tecniche in appresso.
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
a Ridurre il contenuto di proteina grezza per mezzo di una dieta-N equilibrata basata sulle esigenze energetiche e sugli amminoacidi digeribili. | Non applicata | I protidi grezzi della dieta somministrata sono già calibrati al fine di massimizzarne l’assimilabilità e ridurne l’escrezione. |
b Alimentazione multifase con formulazione dietetica adattata alle esigenze specifiche del periodo di produzione. | Applicata | L’azienda somministra dieta specifica in funzione delle esigenze nutrizionali degli avicoli nelle diverse fasi di allevamento |
c Aggiunta di quantitativi controllati di amminoacidi essenziali a una dieta a basso contenuto di proteina grezza. | L'applicabilità può essere limitata se i mangimi a basso contenuto proteico non sono economicamente disponibili. Gli amminoacidi di sintesi non sono applicabili alla produzione zootecnica biologica. | c.s. |
d Uso di additivi alimentari nei mangimi che riducono l'azoto totale escreto. | Generalmente applicabile. | c.s. |
Tabella 1.1 - Azoto totale escreto associato alla BAT
Parametro | Specie animale | Totale azoto escreto associato alla BAT (kg N escreto/posto animale/anno) |
Totale azoto escreto, espresso in N. | Suinetti svezzati | 1,5 — 4,0 |
Suini da ingrasso | 7,0 — 13,0 | |
Scrofe (inclusi i suinetti) | 17,0 — 30,0 | |
Galline ovaiole | 0,4 — 0,8 | |
Polli da carne | 0,2 — 0,6 |
Anatre | 0,4 — 0,8 | |
Tacchini | 1,0 — 2,3 (6) |
Il monitoraggio associato è ripreso nella BAT 24.
I livelli di azoto totale escreto associati alla BAT possono non essere applicabili alla produzione zootecnica biologica e all'allevamento di specie di pollame non indicate sopra.
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BAT 4. Per ridurre il fosforo totale escreto rispettando nel contempo le esigenze nutrizionali degli animali, la BAT consiste nell'usare una formulazione della dieta e una strategia nutrizionale che includano una o una combinazione delle tecniche in appresso.
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
a Alimentazione multifase con formulazione dietetica adattata alle esigenze specifiche del periodo di produzione. | Applicata | L’azienda somministra dieta specifica in funzione delle esigenze nutrizionali degli avicoli nelle diverse fasi di allevamento |
b Uso di additivi alimentari autorizzati nei mangimi che riducono il fosforo totale escreto | Applicata | c.s. |
c Uso di fosfati inorganici altamente digeribili per la sostituzione parziale delle fonti convenzionali di fosforo nei mangimi. | Applicata | c.s. |
Tabella 1. 2 - Fosforo totale escreto associato alla BAT
Parametro | Specie animale | Fosforo totale escreto associato alla BAT (8) (9) (kg P2O5 escreto/posto animale/anno) |
Fosforo totale escreto, espresso come P2O5. | Suinetti svezzati | 1,2 — 2,2 |
Suini da ingrasso | 3,5 — 5,4 | |
Scrofe (inclusi i suinetti) | 9,0 — 15,0 | |
Galline ovaiole | 0,10 — 0,45 | |
Polli da carne | 0,05 — 0,25 | |
Tacchini | 0,15 — 1,0 |
Il monitoraggio associato è ripreso nella BAT 24.
I livelli di fosforo totale escreto associati alla BAT possono non essere applicabili alla produzione zootecnica biologica e all'allevamento di specie di pollame non indicate sopra.
1.4. Uso efficiente dell'acqua
BAT 5. Per un uso efficiente dell'acqua, la BAT consiste nell'utilizzare una combinazione delle tecniche riportate di seguito.
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
a Registrazione del consumo idrico. | Applicata | L’azienda annota su registro aziendale il consumo idrico coincidente con la quantità di acqua prelevata dall’acquedotto comunale Viene prescritta la contabilizzazione separata dagli usi domestici |
b Individuazione e riparazione delle perdite. | Applicata | Il personale dell’azienda effettua |
ispezioni visive giornaliere alle strutture e attrezzature aziendali e comunica al gestore eventuali danni riscontrati. | ||
c Pulizia dei ricoveri zootecnici e delle attrezzature con pulitori ad alta pressione. | Applicata | Pulizia mediante pulivapor a fine ciclo |
d Scegliere e usare attrezzature adeguate (per esempio abbeveratoi a tettarella, abbeveratoi circolari, abbeveratoi continui) per la categoria di animale specifica garantendo nel contempo la disponibilità di acqua (ad libitum). | Applicata | In azienda sono installati abbeveratoi anti-spreco. |
e Verificare e se del caso adeguare con cadenza periodica la calibratura delle attrezzature per l'acqua potabile. | Applicata | Verifica periodica. |
f Riutilizzo dell'acqua piovana non contaminata per la pulizia. | Applicata | Previsto utilizzo con pompa dell’acqua dalla vasca da 99 m3 |
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1.5. Emissioni dalle acque reflue
BAT 6. Per ridurre la produzione di acque reflue, la BAT consiste nell'utilizzare una combinazione delle tecniche riportate di seguito.
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
aMantenere l'area inquinata la più ridotta possibile. | Applicata. | |
bMinimizzare l'uso di acqua. | Applicata. | In azienda sono installati abbeveratoi anti-spreco |
c Separare l'acqua piovana non contaminata dai flussi di acque reflue da trattare. | Applicata. | Le acque meteoriche provenienti dalle coperture non vengono convogliate nelle vasche di stoccaggio dei reflui ma disperse nel suolo |
BAT 7. Per ridurre le emissioni in acqua derivate dalle acque reflue, la BAT consiste nell'utilizzare una delle tecniche riportate di seguito o una loro combinazione.
Tecnica (11) | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
Drenaggio delle acque reflue a verso un contenitore apposito o un deposito di stoccaggio di liquame. | Applicata | Le acque di lavaggio provenienti dalle strutture stabulative vengono convogliate nelle vasche a tenuta stagna. |
b Trattare le acque reflue. | Non applicabile | Le acque di lavaggio dei capannoni contengono solo sostanze organiche e sono utilizzabili per fertirrigazione delle aree verdi in sito. |
Spandimento agronomico per esempio con l'uso di un c sistema di irrigazione, come sprinkler, irrigatore semovente, carrobotte, iniettore ombelicale. | Applicata | Le uniche acque raccolte sono le acque di lavaggio, ricche di sostanze organiche e nutrienti minerali, adatte per fertirrigazione delle aree in sito. |
1.6. Uso efficiente dell'energia,
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BAT 8. Per un uso efficiente dell'energia in un'azienda agricola, la BAT consiste nell'utilizzare una combinazione delle tecniche riportate di seguito.
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Sistemi di | Applicata. | Le strutture sono climatizzate |
riscaldamento/raffreddamento | mediante delle cappe riscaldanti | ||
e ventilazione ad alta | alimentate a GPL con una densità | ||
efficienza. | definita dalle esigenze del benessere animale. | ||
b Ottimizzazione dei sistemi e della gestione del riscaldamento/raffreddamento e della ventilazione, in particolare dove sono utilizzati sistemi di trattamento aria. | Non applicabile. | L’attuale sistema di riscaldamento è già ottimizzato. | |
c Isolamento delle pareti, dei pavimenti e/o dei soffitti del ricovero zootecnico. | Applicata. | Sui ricoveri zootecnici sono presenti pannelli sandwich coibentati. | |
d Impiego di un'illuminazione efficiente sotto il profilo energetico. | Applicata in parte. | Illuminazione naturale. | |
e | Impiego di scambiatori di calore. Si può usare uno dei seguenti sistemi: | Non applicata | La modifica della modalità di riscaldamento risulta eccessivamente onerosa per l’azienda. |
1. aria/aria; 2. aria/acqua; 3. aria/suolo. | |||
f | Uso di pompe di calore per recuperare il calore. | Non applicata. | La modifica della modalità di riscaldamento risulta |
eccessivamente onerosa per | |||
l’azienda. | |||
g Recupero del calore con | Non applicata. | La modifica della modalità di | |
pavimento riscaldato e | riscaldamento risulta | ||
raffreddato cosparso di lettiera | eccessivamente onerosa per | ||
(sistema combideck). | l’azienda. | ||
h Applicare la ventilazione naturale. | Applicata. |
1.7. Emissioni sonore
BAT 9 Per prevenire o, se ciò non è possibile, ridurre le emissioni sonore, la BAT consiste nel predisporre e attuare, nell'ambito del piano di gestione ambientale (cfr. BAT 1), un piano di gestione del rumore che comprenda gli elementi riportati di seguito:
TECNICA | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
i. un protocollo contenente le azioni appropriate e il relativo crono- programma; ii. un protocollo per il monitoraggio del rumore; iii. un protocollo delle misure da adottare in caso di eventi identificati; iv. un programma di riduzione del rumore inteso a identificarne la o le sorgenti, monitorare le emissioni sonore, caratterizzare i contributi delle sorgenti e applicare misure di prevenzione e/o riduzione; v. un riesame degli incidenti sonori e dei | Non applicabile. | L’installazione non ha impianti tecnologici esterni ad eccezione della cella frigorifera esterna sotto tettoia. Il recettore più prossimo è situato a 200 m, separato da un bosco profondo 90 m |
Per la gestione delle emergenze si faccia riferimento al documento |
TECNICA | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
rimedi e la diffusione di conoscenze in merito a tali incidenti. | inviato in data 29/01/2021. |
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BAT 10. Per prevenire o, laddove ciò non sia fattibile, ridurre le emissioni di rumore, la BAT consiste nell'utilizzare una delle tecniche riportate di seguito o una loro combinazione.
Tecnica | Descrizione | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Garantire distanze adeguate fra l'impianto/azienda agricola e i recettori sensibili. | In fase di progettazione dell'impianto/azienda agricola, si garantiscono distanze adeguate fra l'impianto/azienda agricola e i recettori sensibili mediante l'applicazione di distanze standard minime. | Non applicabile | L’allevamento è esistente. |
b | Ubicazione delle attrezzature. | I livelli di rumore possono essere ridotti: i. aumentando la distanza fra l'emittente e il ricevente (collocando le attrezzature il più lontano possibile dai recettori sensibili); ii. minimizzando la lunghezza dei tubi di erogazione dei mangimi; iii. collocando i contenitori e i silos dei mangimi in modo di minimizzare il movimento di veicoli nell'azienda agricola. | Applicata. | Ogni struttura di allevamento ha un silos di stoccaggio del mangime dedicato per evitare di dover trasferire quotidianamente il mangime stesso, riducendo pertanto i rumori relativi vengono utilizzati mezzi di trasporto per il trasferimento tramite coclea di alimentazione nei silos (tempo di trasferimento limitato a pochi minuti). |
c | Misure operative. | Fra queste figurano misure, quali: i. chiusura delle porte e delle principali aperture dell'edificio, in particolare durante l'erogazione del mangime, se possibile; ii. apparecchiature utilizzate da personale esperto; iii. assenza di attività rumorose durante la notte e i fine settimana, se possibile; iv. disposizioni in termini di controllo del rumore durante le attività di manutenzione; v. funzionamento dei convogliatori e delle coclee pieni di mangime, se possibile; vi. mantenimento al minimo delle aree esterne raschiate per ridurre il rumore delle pale dei trattori. | Applicata. | La distribuzione dei mangimi negli edifici di allevamento viene effettuata di giorno, mediante trasferimento diretto dai silos dedicato ai punti di somministrazione dell’alimento. |
d | Apparecchiature a | Queste includono attrezzature | Applicata | Non ci sono |
Tecnica | Descrizione | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
bassa rumorosità. | quali: i. ventilatori ad alta efficienza se non è possibile o sufficiente la ventilazione naturale; ii. pompe e compressori; iii. sistema di alimentazione che riduce lo stimolo pre- alimentare (per esempio tramogge, alimentatori passivi ad libitum, alimentatori compatti). | apparecchiature che generano eccessivi rumori. E’ presente una cella frigor posta sotto tettoia Adottato sistema di alimentazione ad libitum | |
e Apparecchiature per il controllo del rumore. | Ciò comprende: i. riduttori di rumore; ii. isolamento dalle vibrazioni; iii. confinamento delle attrezzature rumorose (per esempio mulini, convogliatori pneumatici); iv. insonorizzazione degli edifici. | Non applicabile | |
f Procedure antirumore. | La propagazione del rumore può essere ridotta inserendo ostacoli fra emittenti e riceventi. | Non applicabile |
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1.8. Emissioni di polveri
BAT 11. Al fine di ridurre le emissioni di polveri derivanti da ciascun ricovero zootecnico, la BAT consiste nell'utilizzare una delle tecniche riportate di seguito o una loro combinazione.
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Ridurre la produzione di polvere dai locali di stabulazione. A tal fine è possibile usare una combinazione delle seguenti tecniche: | ||
1. | 1. Usare una lettiera più grossolana (per esempio paglia intera o trucioli di legno anziché paglia tagliata); | Applicata | Utilizzo di lolla |
2. Applicare lettiera fresca mediante una tecnica a bassa produzione di polveri (per esempio manualmente); | Applicata | Utilizzo di un attrezzo stendi trucioli/lolla abbinato a trattrice. | |
3. Applicare l'alimentazione ad libitum; | Applicata. | In azienda già si adotta l’alimentazione ad libitum. | |
4. Usare mangime umido, in forma di pellet o aggiungere ai sistemi di alimentazione a secco materie prime oleose o leganti; | Applicata. | L’umidità del mangime è tale da non generare polveri. | |
5. Munire di separatori di polveri i depositi di mangime secco a riempimento pneumatico; | Non applicata | La somministrazione del mangime avviene meccanicamente attraverso un sistema a catena. | |
6. Progettare e applicare il sistema di ventilazione con una bassa velocità dell'aria nel ricovero. | Applicata. | Ventilazione naturale. | |
b | Ridurre la concentrazione di polveri nei ricoveri zootecnici applicando una delle seguenti tecniche: |
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
1. Nebulizzazione d'acqua; | Non applicabile. | Diminuzione termica provata dagli animali durante la nebulizzazione. | |
2. Nebulizzazione di olio; | Non applicabile. | Il ciclo adottato in azienda non rende applicabile tale tecnica. | |
3. Ionizzazione. | Non applicabile. | ||
c | Trattamento dell'aria esausta mediante un sistema di trattamento aria, quale: | ||
1. Separatore d'acqua; | Non applicabile. | La modalità di ventilazione adottata non rende applicabili le tecniche proposte. | |
2. Filtro a secco; | Non applicabile. | ||
3. Scrubber ad acqua; | Non applicabile. | ||
4. Scrubber con soluzione acida; | |||
5. Bioscrubber (o filtro irrorante biologico); | |||
6. Sistema di trattamento aria a due o tre fasi; | |||
7. Biofiltro. | Applicabile unicamente agli impianti a liquame. È necessaria un'area esterna al ricovero zootecnico sufficiente per collocare gli insiemi di filtri. Questa tecnica potrebbe non essere di applicabilità generale a causa degli elevati costi di attuazione. Applicabile agli impianti esistenti solo dove si usa un sistema di ventilazione centralizzato. |
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1.9. Emissioni di odori
BAT 12 Per prevenire o, se non è possibile, ridurre le emissioni di odori da un'azienda agricola, la BAT consiste nel predisporre, attuare e riesaminare regolarmente, nell'ambito del piano di gestione ambientale (cfr. BAT 1), un piano di gestione degli odori che includa gli elementi riportati di seguito:
BAT 12. | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
i.un protocollo contenente le azioni appropriate e il relativo crono- programma; ii.un protocollo per il monitoraggio degli odori; iii.un protocollo delle misure da adottare in caso di odori molesti identificati; iv.un programma di prevenzione ed eliminazione degli odori inteso per esempio a identificarne la o le sorgenti, monitorare le emissioni di odori (cfr. BAT 26), caratterizzare i contributi delle sorgenti e applicare misure di eliminazione e/o riduzione; | Applicata | La percezione di odori molesti presso i recettori sensibili non è comprovata. L’azienda adotta cautele gestionali effettuando alla fine di ogni ciclo l’allontanamento degli effluenti di allevamento solidi e liquidi senza stoccaggio. |
BAT 12. | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
v.un riesame degli eventi odorigeni e dei rimedi nonché la diffusione di conoscenze in merito a tali incidenti. |
Il monitoraggio associato è ripreso nella BAT 26.
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BAT 13. Per prevenire o, laddove ciò non sia fattibile, ridurre le emissioni/gli impatti degli odori provenienti da un'azienda agricola, la BAT consiste nell'utilizzare una combinazione delle tecniche riportate di seguito.
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Garantire distanze adeguate fra l'azienda agricola/impianto e i recettori sensibili. | Non applicabile. | L’allevamento è esistente |
b | Usare un sistema di stabulazione che applica uno dei seguenti principi o una loro combinazione: • mantenere gli animali e le superfici asciutti e puliti (per esempio evitare gli spandimenti di mangime, le deiezioni nelle zone di deposizione di pavimenti parzialmente fessurati), • ridurre le superfici di emissione degli effluenti di allevamento (per esempio usare travetti di metallo o plastica, canali con una ridotta superficie esposta agli effluenti di allevamento), • rimuovere frequentemente gli effluenti di allevamento e trasferirli verso un deposito di stoccaggio esterno, • ridurre la temperatura dell'effluente (per esempio mediante il raffreddamento del liquame) e dell'ambiente interno, • diminuire il flusso e la velocità dell'aria sulla superficie degli effluenti di allevamento, • mantenere la lettiera asciutta e in condizioni aerobiche nei sistemi basati sull'uso di lettiera. | Applicata. | Lo spessore della lettiera è tale da limitare per tutta la durata del ciclo le possibili situazioni generanti emissioni di odori. |
c | Ottimizzare le condizioni di scarico dell'aria esausta dal ricovero zootecnico mediante l'utilizzo di una delle seguenti tecniche o di una loro combinazione: — aumentare l'altezza dell'apertura di uscita (per esempio oltre l'altezza del tetto, camini, deviando l'aria esausta attraverso il colmo anziché la parte bassa delle pareti), — aumentare la velocità di ventilazione dell'apertura di uscita verticale, — collocamento efficace di barriere esterne per creare turbolenze nel flusso d'aria in uscita (per esempio vegetazione), — aggiungere coperture di deflessione | Non applicabile | Adottata la ventilazione naturale. |
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
sulle aperture per l'aria esausta ubicate nelle parti basse delle pareti per deviare l'aria esausta verso il suolo, — disperdere l'aria esausta sul lato del ricovero zootecnico opposto al recettore sensibile, —allineare l'asse del colmo di un edificio a ventilazione naturale in posizione trasversale rispetto alla direzione prevalente del vento. | |||
d | Uso di un sistema di trattamento aria, quale: 1.Bioscrubber (o filtro irrorante biologico); 2. Biofiltro; 3.Sistema di trattamento aria a due o tre fasi. | Non applicabile | Adottata la ventilazione naturale. |
e | Utilizzare una delle seguenti tecniche per lo stoccaggio degli effluenti di allevamento o una loro combinazione: | ||
1.Coprire il liquame o l'effluente solido durante lo stoccaggio; | Non applicabile | Non è previsto lo stoccaggio in azienda della pollina prodotta. | |
2.Localizzare il deposito tenendo in considerazione la direzione generale del vento e/o adottare le misure atte a ridurre la velocità del vento nei pressi e al di sopra del deposito (per esempio alberi, barriere naturali); | Non applicabile | C.S. | |
3.Minimizzare il rimescolamento del liquame. | Non applicabile | C.S. | |
f | Trasformare gli effluenti di allevamento mediante una delle seguenti tecniche per minimizzare le emissioni di odori durante o prima dello spandimento agronomico: | ||
1.Digestione aerobica (aerazione) del liquame; | Non applicabile. | Liquame non presente in azienda. | |
2. Compostaggio dell'effluente solido; | Non applicabile. | Liquame non presente in azienda. | |
3. Digestione anaerobica. | Non applicabile. | Liquame non presente in azienda. | |
g | Utilizzare una delle seguenti tecniche per lo spandimento agronomico degli effluenti di allevamento o una loro combinazione: | ||
1.Spandimento a bande, iniezione superficiale o profonda per lo spandimento agronomico del liquame; | Sui terreni asserviti all’azienda non viene distribuito liquame e/x xxxxxxx | ||
2.Incorporare effluenti di allevamento il più presto possibile. |
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1.10. Emissioni provenienti dallo stoccaggio di effluente solido
BAT 14. Al fine di ridurre le emissioni nell'aria di ammoniaca provenienti dallo stoccaggio di effluente solido, la BAT consiste nell'utilizzare una delle tecniche riportate di seguito o una loro combinazione.
Tecnica (15) | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Ridurre il rapporto fra l'area della superficie emittente e il volume | Non applicabile. | L’azienda cede tutta la pollina prodotta a fine ciclo. |
del cumulo di effluente solido. | |||
b | Coprire i cumuli di effluente solido. | Non applicabile. | c.s. |
c | Stoccare l'effluente solido secco in un capannone. | Non applicabile. | c.s. |
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BAT 15. Per prevenire o, laddove ciò non sia fattibile, ridurre le emissioni provenienti dallo stoccaggio di effluente solido nel suolo e nelle acque, la BAT consiste nell'utilizzare una combinazione delle tecniche riportate di seguito, nel seguente ordine di priorità.
Tecnica (16) | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Stoccare l'effluente solido secco in un capannone. | Non applicabile. | L’azienda cede tutta la pollina prodotta a fine ciclo. |
b | Utilizzare un silos in cemento per lo stoccaggio dell'effluente solido. | Non applicabile. | c.s. |
c | Stoccare l'effluente solido su una pavimentazione solida impermeabile con un sistema di drenaggio e un serbatoio per i liquidi di scolo. | Non applicabile. | c.s. |
d | Selezionare una struttura avente capacità sufficiente per conservare l'effluente solido durante i periodi in cui lo spandimento agronomico non è possibile. | Non applicabile. | c.s. |
e | Stoccare l'effluente solido in cumuli a piè di campo lontani da corsi d'acqua superficiali e/o sotterranei in cui potrebbe penetrare il deflusso. | Non applicabile. | c.s. |
1.11. Emissioni da stoccaggio di liquame
BAT 16. Per ridurre le emissioni nell'aria di ammoniaca provenienti dal deposito di stoccaggio del liquame, la BAT consiste nell'usare una combinazione delle tecniche riportate di seguito.
Tecnica (17) | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Progettazione e gestione appropriate del deposito di stoccaggio del liquame mediante l'utilizzo di una combinazione delle seguenti tecniche: | In azienda non si producono liquami ma acque reflue di lavaggio superfici di stabulazione a fine ciclo. | |
1. Ridurre il rapporto fra l'area della superficie emittente e il volume del deposito di stoccaggio del liquame; | Non applicabile | ||
2. Ridurre la velocità del vento e lo scambio d'aria sulla superficie del liquame impiegando il deposito a un livello inferiore di riempimento; | Non applicabile | Strutture di stoccaggio coperte | |
3. Minimizzare il rimescolamento del liquame. | Applicata. | Non viene rimescolato durante il prelievo in quanto la frazione solida è da considerarsi trascurabile. | |
b | Coprire il deposito di stoccaggio del liquame. A tal fine è possibile usare una delle seguenti tecniche: | ||
1. Copertura rigida; | Applicata. | Le strutture di stoccaggio sono interrate e coperte con copertura in calcestruzzo. | |
2. Coperture flessibili; | |||
3. Coperture galleggianti, quali: − pellet di plastica | Non Applicata. |
Tecnica (17) | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
− coperture flessibili galleggianti − piastrelle geometriche di plastica − materiali leggeri alla rinfusa − copertura gonfiata ad aria − crostone naturale − paglia | |||
c | Acidificazione del liquame, | Non Applicata. | Considerata la tipologia dell’effluente stoccato la sua acidificazione non comporterebbe una limitazione delle emissioni |
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BAT 17. Per ridurre le emissioni nell'aria di ammoniaca provenienti da una vasca in terra di liquame (lagone), la BAT consiste nell'usare una combinazione delle tecniche riportate di seguito.
Tecnica (18) | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
a) Minimizzare il rimescolamento del liquame. | Non applicabile. | Tipologia di stoccaggio assente. |
b) Coprire la vasca in terra di liquame (lagone), con una copertura flessibile e/o galleggiante quale: − fogli di plastica flessibile − materiali leggeri alla rinfusa − crostone naturale − paglia | Non applicabile. | Tipologia di stoccaggio assente. |
BAT 18. Per prevenire le emissioni nel suolo e nell'acqua derivate dalla raccolta, dai tubi e da un deposito di stoccaggio e/o da una vasca in terra di liquame (lagone), la BAT consiste nell'usare una combinazione delle tecniche riportate di seguito.
Tecnica (19) | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Utilizzare depositi in grado di resistere alle pressioni meccaniche, termiche e chimiche. | Non applicabile. | Tipologia di stoccaggio assente. |
b | Selezionare una struttura avente capacità sufficiente per conservare i liquami; durante i periodi in cui lo spandimento agronomico non è possibile. | Non applicabile. | c.s. |
c | Costruire strutture e attrezzature a tenuta stagna per la raccolta e il trasferimento di liquame (per esempio fosse, canali, drenaggi, stazioni di pompaggio). | Non applicabile. | c.s. |
d | Stoccare il liquame in vasche in terra (lagone) con base e pareti impermeabili ad esempio rivestite di argilla o plastica (o a doppio rivestimento). | Non applicabile. | c.s. |
e | Installare un sistema di rilevamento delle perdite, per esempio munito di geomembrana, di strato drenante e di sistema di tubi di drenaggio. | Non applicabile. | c.s. |
f | Controllare almeno ogni anno l'integrità strutturale dei depositi. | Non applicabile. | c.s. |
1.12. Trattamento in loco degli effluenti di allevamento
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BAT 19. Se si applica il trattamento in loco degli effluenti di allevamento, per ridurre le emissioni di azoto, fosforo, odori e agenti patogeni nell'aria e nell'acqua nonché agevolare lo stoccaggio e/o lo spandimento agronomico degli effluenti di allevamento, la BAT consiste nel trattamento degli effluenti di allevamento applicando una delle tecniche riportate di seguito o una loro combinazione.
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Separazione meccanica del liquame. Ciò comprende per esempio: - separatore con pressa a vite, - separatore di decantazione a centrifuga, - coagulazione- flocculazione, - separazione mediante setacci, - filtro-pressa. | Non applicabile. | Vi è la sola produzione di pollina. |
b | Digestione anaerobica degli effluenti di allevamento in un impianto di biogas. | Non applicabile. | |
c | Utilizzo di un tunnel esterno per essiccare gli effluenti di allevamento. | Non applicabile. | L’allevamento viene effettuato su lettiera. |
d | Digestione aerobica (aerazione) del liquame. | Non applicabile. | Non vi è la produzione di liquame. |
e | Nitrificazione- denitrificazione del liquame. | Non applicabile. | c.s. |
f | Compostaggio dell'effluente solido. | Non applicabile. | L’azienda cede tutta la pollina prodotta. |
1.13. Spandimento agronomico degli effluenti di allevamento
BAT 20. Per prevenire o, laddove ciò non sia fattibile, ridurre le emissioni di azoto, fosforo e agenti patogeni nel suolo e nelle acque provenienti dallo spandimento agronomico, la BAT consiste nell'utilizzare una combinazione delle tecniche riportate di seguito.
Tecnica | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a) | Valutare il suolo che riceve gli effluenti di allevamento; per identificare i rischi di deflusso, tenendo in considerazione: | Applicata limitatamente alle sole acque di lavaggio strutture stabulazioni con spandimento nei terreni di pertinenza dell’installazione AIA |
− il tipo di suolo, le condizioni e la pendenza del campo − le condizioni climatiche − il drenaggio e l'irrigazione del campo − la rotazione colturale − le risorse idriche e zone idriche protette | L’azienda rispetta la Deliberazione della Giunta Regionale 16 maggio 2016, n. X/5171 e pertanto anche i divieti spaziali e temporali di utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici l | |
b) | Tenere una distanza sufficiente fra i campi su cui si applicano effluenti di allevamento (per esempio lasciando una striscia di terra non trattata) e: 1. le zone in cui vi è il rischio di deflusso nelle acque quali corsi d'acqua, sorgenti, pozzi ecc.; | Applicata limitatamente alle sole acque di lavaggio strutture stabulazioni con spandimento nei terreni di pertinenza dell’installazione AIA L’azienda rispetta la Deliberazione della Giunta Regionale 16 maggio 2016, n. X/5171 e pertanto anche i divieti spaziali e temporali di utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici. |
Tecnica | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
2. le proprietà limitrofe (siepi incluse). | ||
c) | Evitare lo spandimento di effluenti di allevamento se vi è un rischio significativo di deflusso. In particolare, gli effluenti di allevamento non sono applicati se: 1. il campo è inondato, gelato o innevato; 2. le condizioni del suolo (per esempio impregnazione d'acqua o compattazione) in combinazione con la pendenza del campo e/o del drenaggio del campo sono tali da generare un elevato rischio di deflusso; 3. il deflusso può essere anticipato secondo le precipitazioni previste. | Applicata limitatamente alle sole acque di lavaggio strutture stabulazioni con spandimento nei terreni di pertinenza dell’installazione AIA L’azienda rispetta la Deliberazione della Giunta Regionale 16 maggio 2016, n. X/5171 e pertanto anche i divieti spaziali e temporali di utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici. |
d) | Adattare il tasso di spandimento degli effluenti di allevamento tenendo in considerazione il contenuto di azoto e fosforo dell'effluente e le caratteristiche del suolo (per esempio il contenuto di nutrienti), i requisiti delle colture stagionali e le condizioni del tempo o del campo suscettibili di causare un deflusso. | Applicata limitatamente alle sole acque di lavaggio strutture stabulazioni con spandimento nei terreni di pertinenza dell’installazione AIA L’azienda rispetta la Deliberazione della Giunta Regionale 16 maggio 2016, n. X/5171 e pertanto anche i divieti spaziali e temporali di utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici. |
e) | Sincronizzare lo spandimento degli effluenti di allevamento con la domanda di nutrienti delle colture. | Applicata limitatamente alle sole acque di lavaggio strutture stabulazioni con spandimento nei terreni di pertinenza dell’installazione AIA L’azienda rispetta la Deliberazione della Giunta Regionale 16 maggio 2016, n. X/5171 e pertanto anche i divieti spaziali e temporali di utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici. |
f) | Controllare i campi da trattare a intervalli regolari per identificare qualsiasi segno di deflusso e rispondere adeguatamente se necessario. | Applicata limitatamente alle sole acque di lavaggio strutture stabulazioni con spandimento nei terreni di pertinenza dell’installazione AIA |
g) | Garantire un accesso adeguato al deposito di effluenti di allevamento e che tale carico possa essere effettuato senza perdite. | Applicata limitatamente alle sole acque di lavaggio strutture stabulazioni con spandimento nei terreni di pertinenza dell’installazione AIA |
h) | Controllare che i macchinari per lo spandimento agronomico degli effluenti di allevamento siano in buone condizioni di funzionamento e impostate al tasso di applicazione adeguato. | Attività svolta conto terzi per quanto riguarda la distribuzione di e.a. solido (letame). Per l’e.a. liquido (liquame) trattasi di acque di lavaggio strutture di stabulazione a fine ciclo. |
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BAT 21. Per ridurre le emissioni nell'aria di ammoniaca provenienti dallo spandimento agronomico di liquame, la BAT consiste nell'usare una combinazione 1delle tecniche riportate di seguito.
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Diluizione del liquame, seguita da tecniche quali un sistema di | Non applicabile | Le acque di risulta dalla pulizia delle strutture stabulative |
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
irrigazione a bassa pressione. | presentano già un basso rapporto N/ volume. | ||
b | Spandimento a bande applicando una delle seguenti tecniche: 1. Spandimento a raso in strisce; 2. Spandimento con scarificazione; | Non applicabile. | Sulle colture è previsto il solo utilizzo acque di lavaggio stabulatori |
c | Iniezione superficiale (solchi aperti). | Non applicabile. | |
d | Iniezione profonda (solchi chiusi). | Non applicabile. | |
e | Acidificazione del liquame | Non applicabile. |
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BAT 22. Per ridurre le emissioni nell'aria di ammoniaca provenienti dallo spandimento agronomico di effluenti di allevamento, la BAT consiste nell'incorporare l'effluente nel suolo il più presto possibile.
BAT 22 - Descrizione | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
L'incorporazione degli effluenti di | Non applicabile. | La distribuzione avviene su colture |
allevamento sparsi sulla superficie | prative. | |
del suolo è effettuata mediante | ||
aratura o utilizzando altre | ||
attrezzature di coltura, quali erpici a | ||
denti o a dischi, a seconda del tipo | ||
e delle condizioni del suolo. Gli | ||
effluenti di allevamento sono | ||
interamente mescolati al terreno o | ||
interrato. | ||
Lo spandimento dell'effluente solido | ||
è effettuato mediante un idoneo | ||
spandiletame (per esempio a disco | ||
frantumatore anteriore, | ||
spandiletame a scarico posteriore, | ||
il diffusore a doppio uso). Lo | ||
spandimento agronomico del | ||
liquame è effettuato a norma di | ||
BAT 21. |
1.14. Emissioni provenienti dall'intero processo
BAT 23 | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
Per ridurre le emissioni nell'aria di ammoniaca provenienti dall'intero processo di allevamento di suini (scrofe incluse) o pollame, la BAT consiste nella stima o nel calcolo della riduzione delle emissioni di ammoniaca provenienti dall'intero processo utilizzando la BAT applicata nell'azienda agricola. | Considerando lo stato di applicazione delle BAT dello stabilimento e le emissioni di ammoniaca dell’azienda, per ridurre le emissioni derivanti dall’intero processo adotta le tecniche |
di alimentazione di cui alla BAT 3 (alimentazione multifase con formulazione diatetica adatta alle esigenze specifiche del periodo di produzione). Le emissioni di ammoniaca dell’intero processo calcolate tramite il programma BAT-tool sono pari a 10.796 kg di NH3 di cui 10.796 kg di NH3 derivante dalla sola fase di stabulazione. Le emissioni di NH3 provenienti dell’intero processo dell’azienda di riferimento indicata dal programma BAT-tool sono pari a 38.916 kg di NH3 anno. L’azienda emette il 78.3% in meno rispetto al riferimento. |
1.15. Monitoraggio delle emissioni e dei parametri di processo
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BAT 24. La BAT consiste nel monitoraggio dell'azoto e del fosforo totali escreti negli effluenti di allevamento utilizzando una delle seguenti tecniche almeno con la cadenza riportata in appresso.
Tecnica | Frequenza | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Calcolo mediante il bilancio di massa dell'azoto e del fosforo sulla base dell'apporto di mangime, del contenuto di proteina grezza della dieta, del fosforo totale e della prestazione degli animali. | Una volta l'anno per ciascuna categoria di animali. | Generalmente applicabile. | Bilancio di massa dell’azoto calcolato effettuato una volta l’anno attraverso il Programma LIFE PrepAir (BAT-tool) Bilancio di massa del fosforo. |
Calcolo effettuato una volta l’anno attraverso il foglio di calcolo messo a punto in attuazione dell’ALLEGATO_D “BILANCI AZIENDALI DELL’AZOTO E DEL FOSFORO NEGLI ALLEVAMENTI- Protocolli di rilievo, procedure di calcolo, valori di escrezione attesi ed esempi applicativi” alla X.x.x. x. 0000 xxx 00/00/0000 Xxxxxxx Xxxxxx. | ||||
L’azienda si impegna ad adeguarsi adottando da subito le indicazioni e le metodiche/protocolli condivisi che dovessero essere in futuro emanati a livello regionale o nazionale con riferimento a tali determinazioni/monitoraggi. | ||||
b | Stima mediante analisi degli effluenti di allevamento per il contenuto totale di azoto e fosforo. | Non applicata. |
FOSFORO TOTALE ESCRETO
0,13 kg/capo anno di P2O5 (emissioni da foglio di calcolo formato excel messo a punto in attuazione dell’ALLEGATO D (“Bilanci aziendali dell’azoto e del fosforo negli allevamenti – Protocolli di rilievo, procedure di calcolo, valori di escrezione attesi ed esempi applicativi”) alla X.x.x. x 0000 xxx 00/00/0000- Xxxxxxx Xxxxxx fase di stabulazione allevamento polli da carne.
Il valore 0,13 kg/capo anno di P2O5 è un valore compreso nell’intervallo di valori previsti dalle BAT- AEL (0,05-0,25) per la categoria polli da carne.
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BAT 25. La BAT consiste nel monitoraggio delle emissioni nell'aria di ammoniaca utilizzando una delle seguenti tecniche almeno con la cadenza riportata in tabella.
Tecnica (25) | Frequenza | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Stima mediante il bilancio | Una volta l'anno per | Generalmente | Allo stato attuale, per il |
di massa sulla base | ciascuna categoria di | applicabile. | monitoraggio delle | |
dell'escrezione e dell'azoto | animali. | emissioni di | ||
totale (o dell'azoto | ammoniaca, l’azienda | |||
ammoniacale) presente in | ha adottato il | |||
ciascuna fase della | programma BAT-Tool, | |||
gestione degli effluenti di | strumento di calcolo | |||
allevamento. | messo a punto da | |||
Regione Lombardia | ||||
nell’ambito del | ||||
Programma LIFE | ||||
PrepAir. Tale verifica | ||||
verrà effettuata una | ||||
volta l’anno. Il | ||||
monitoraggio consente | ||||
di confrontare il valore | ||||
ottenuto con il | ||||
programma BAT-Tool | ||||
con i valori delle BAT- | ||||
AEL. | ||||
b | Calcolo mediante la misurazione della concentrazione di ammoniaca e del tasso di ventilazione utilizzando i metodi normalizzati ISO, nazionali o internazionali o altri metodi atti a garantire dati di qualità scientifica equivalente. | Ogniqualvolta vi siano modifiche sostanziali di almeno uno dei seguenti parametri: a) il tipo di bestiame allevato nell'azienda agricola; b) il sistema di stabulazione. | Applicabile unicamente alle emissioni provenienti da ciascun ricovero zootecnico. Non applicabile a impianti muniti di un sistema di trattamento aria. In tal caso si applica BAT 28. | La verifica ha portato a determinare i seguenti valori attuali: 7.712 kg di NH3 (emissioni da programma BAT-Tool fase stabulazione allevamento polli da carne) |
Questa tecnica potrebbe non essere di applicabilità generale a causa dei costi di misurazione. | ||||
c | Stima mediante i fattori di emissione. | Una volta l'anno per ciascuna categoria di animali. | Generalmente applicabile. |
BAT 26. La BAT consiste nel monitoraggio periodico delle emissioni di odori nell'aria
Descrizione | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione |
Le emissioni di odori possono essere monitorate utilizzando: —norme EN (per esempio mediante olfattometria dinamica secondo la norma EN 13725 per | BAT 26 è applicabile limitatamente ai casi in cui gli odori molesti presso i recettori sensibili sono probabili o comprovati. | La percezione di odori molesti presso i recettori sensibili non è comprovata. |
determinare la concentrazione di odori), —se si applicano metodi alternativi per i quali non sono disponibili norme EN (per esempio misurazione/stima dell'esposizione all'odore, stima dell'impatto dell'odore), è possibile utilizzare norme ISO, norme nazionali o altre norme internazionali che assicurino la disponibilità di dati di qualità scientifica equivalente. |
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BAT 27. La BAT consiste nel monitoraggio delle emissioni di polveri provenienti da ciascun ricovero zootecnico utilizzando una delle seguenti tecniche almeno con la cadenza riportata in appresso.
Tecnica (26) | Frequenza | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Calcolo mediante la misurazione delle polveri e del tasso di ventilazione utilizzando i metodi EN o altri metodi (ISO, nazionali o internazionali) atti a garantire dati di qualità scientifica equivalente. | Una volta l'anno. | Non applicabile | Non c’è ventilazione e il mangime è in forma sbriciolata |
b | Stima mediante i fattori di emissione. | Una volta l'anno. | Non applicabile | Non c’è ventilazione e il mangime è in forma sbriciolata |
BAT 28. La BAT consiste nel monitoraggio delle emissioni di ammoniaca, polveri e/o odori provenienti da ciascun ricovero zootecnico munito di un sistema di trattamento aria, utilizzando tutte le seguenti tecniche almeno con la cadenza riportata in appresso.
Tecnica (27) | Frequenza | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Verifica delle prestazioni del sistema di trattamento aria mediante la misurazione dell'ammoniaca, degli odori e/o delle polveri in condizioni operative pratiche, secondo un protocollo di misurazione prescritto e utilizzando i metodi EN o altri metodi (ISO, nazionali o internazionali) atti a garantire dati di qualità scientifica equivalente. | Una volta | Non applicabile | Non è presente nessun sistema di trattamento aria |
b | Controllo del funzionamento effettivo del sistema di trattamento aria (per esempio mediante registrazione continua dei parametri operativi o sistemi di allarme). | Giornalmente | Non applicabile | Non è presente nessun sistema di trattamento aria |
BAT 29. La BAT consiste nel monitoraggio dei seguenti parametri di processi almeno una volta ogni anno
Parametro | Descrizione | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Consumo idrico. | Registrazione mediante per esempio adeguati contatori | In fase di applicazione | La registrazione viene |
Parametro | Descrizione | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
o fatture. I principali processi ad alto consumo idrico nei ricoveri zootecnici (pulizia, alimentazione ecc.) possono essere monitorati distintamente. | effettuata annualmente Prevedere contatori separati per le acque domestiche | |||
b | Consumo di energia elettrica. | Registrazione mediante per esempio adeguati contatori o fatture. Il consumo di energia elettrica dei ricoveri zootecnici è monitorato distintamente dagli altri impianti dell'azienda agricola. I principali processi ad alto consumo energetico nei ricoveri zootecnici (riscaldamento, ventilazione, illuminazione ecc.) possono essere monitorati distintamente. | Applicata | La registrazione viene effettuata annualmente |
c | Consumo di carburante. | Registrazione mediante per esempio adeguati contatori o fatture. | Applicata | La registrazione viene effettuata annualmente |
d | Numero di capi in entrata e in uscita, nascite e morti comprese se pertinenti. | Registrazione mediante per esempio registri esistenti. | La registrazione viene effettuata ad ogni inizio e fine ciclo. | |
e | Consumo di mangime. | Registrazione mediante per esempio fatture o registri esistenti. | La registrazione viene effettuata ad ogni carico. | |
f | Generazione di effluenti di allevamento. | Registrazione mediante per esempio registri esistenti. | La registrazione viene effettuata dall’utilizzo agronomico dell’effluente. |
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3.1.2. Emissioni di ammoniaca provenienti dai ricoveri zootecnici per polli da carne
BAT 32. Al fine di ridurre le emissioni diffuse nell'aria provenienti da ciascun ricovero zootecnico per polli da carne, la BAT consiste nell'utilizzare una delle tecniche riportate di seguito o una loro combinazione.
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
a | Ventilazione forzata con un sistema di abbeveraggio antispreco (in caso di pavimento pieno con lettiera profonda). | Non applicabile | |
b | Sistema di essiccazione forzata della lettiera usando aria interna (in caso di pavimento pieno con lettiera profonda). | Non applicabile | |
c | Ventilazione naturale con un sistema di abbeveraggio antispreco (in caso di pavimento pieno con lettiera | Applicata | Ventilazione naturale con un sistema di abbeveraggio antispreco |
Tecnica | Applicabilità | Valutazione del gestore in relazione all’applicazione | |
profonda). | |||
d | Lettiera su nastro trasportatore per gli effluenti ed essiccazione ad aria forzata (in caso di sistema di pavimento a piani sovrapposti). | Non applicata | Modalità di stabulazione su lettiera |
e | Pavimento riscaldato e raffreddato cosparso di lettiera (sistema combideck). | Non applicabile | Impossibilità di installare un serbatoio di stoccaggio sotterraneo a ciclo chiuso per l'acqua di circolazione. |
f | Uso di un sistema di trattamento aria, quale: 1. Scrubber con soluzione acida; 2. Sistema di trattamento aria a due o tre fasi; 3. Bioscrubber (o filtro irrorante biologico). | Non applicabile | Impianto a ventilazione naturale |
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Tabella 3.2: BAT-AEL delle emissioni nell'aria di ammoniaca provenienti da ciascun ricovero zootecnico per polli da carne aventi un peso finale fino a 2,5 kg
Parametro | BAT-AEL (40) (41) (kg NH3/posto animale/anno) |
Ammoniaca, espressa come NH3 | 0,01 — 0,08 |
Il monitoraggio associato è ripreso nella BAT 25. La verifica ha portato a determinare i seguenti valori attuali:
7.712 kg di NH3 (emissioni da programma BAT-Tool fase di stabulazione allevamento polli da carne):
110.500 capi mediamente presenti= 0,02 kg di NH3/posto animale/anno. Il dato che emerge è un dato medio posto capo.
Il valore ottenuto con il programma BAT-Tool, non è un dato assoluto, bensì è un dato stimato con SW realizzato nell’ambito del Programma LIFE PrepAir.
Il valore di 0.02 kg di NH3/posto animale/anno è un valore compreso nell’intervallo di valori previsti dalle BAT-AEL (0,01-0,08) per la categoria polli da carne.
E. QUADRO PRESCRITTIVO
E.1. EMISSIONI IN ATMOSFERA
I) Prevedere il monitoraggio delle ore di funzionamento dei Gruppi elettrogeni e motori di emergenza utilizzati al fine del rispetto della soglia di 150 ore/anno, previste dalla D.d.s. 23 luglio 2012 n. 6576 allegato tecnico 38 di cui alla Parte I dell’Allegato IV al D.lgs. n. 152/2006 e s.m.i.
II) La ditta dovrà limitare la presenza di molestie olfattive generate dalle emissioni diffuse e derivanti dal complesso delle attività svolte.
E.2. EMISSIONI IDRICHE
I) Prevedere una contabilizzazione separata delle acque ad uso domestico dagli altri utilizzi.
II) Dotare di sistema di intercettazione la tubazione afferente al sistema di raccolta di eventuali percolamenti (contenitore sotto la pesa) del prodotto sanificante, al fine di evitare, quando non vengono svolte le operazionni di sanificazione delle ruote dei mezzi, il convogliamento nelle acque meteoriche di dilavamento raccolte dalla griglia e dalla caditoia.
III) Le acque di lavaggio delle strutture stabulative dovranno essere mantenute separate dalle acque meteoriche di dilavamento.
IV) Al fine di evitare la caduta di materiale movimentato in fase di pulizia (lettiera) nelle caditoie delle acque meteoriche delle piazzole antistanti all’ingresso delle strutture di stabulazione è necessario che l’azienda predisponga un adeguato sistema di contenimento utilizzando appositi sistemi di protezione da collocarsi sopra le caditoie, prima dell’inizio delle operazioni di pulizia.
V) Dovrà essere evitata la contaminazione delle acque di lavaggio da parte di prodotti sanificanti.
E.3 SUOLO E ACQUE SOTTERRANEE
I) Devono essere mantenute in buono stato di pulizia le griglie di scolo delle pavimentazioni interne ai fabbricati, nonchè di quelle esterne.
II) Deve essere mantenuta in buono stato la pavimentazione impermeabile (ove prevista) dei fabbricati e delle aree di carico e scarico, effettuando sostituzioni del materiale impermeabile se deteriorato o fessurato.
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III) Le operazioni di carico, scarico e movimentazione devono essere condotte con la massima attenzione al fine di non far permeare nel suolo alcunché.
IV) Qualsiasi sversamento, anche accidentale, deve essere contenuto e ripreso, per quanto possibile, a secco.
E.4 GESTIONE EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO
I) L’azienda dovrà attenersi alle disposizioni del D.M. 07/04/2006 e della D.g.r. 18 luglio 2016 - n. X/5418 e trasmettere all'autorità competente la comunicazione nitrati comprensivo di PUA, con variazioni nella titolarità della gestione dell'impianto ovvero modifiche progettate dell'impianto, così come definite dall'art. 2, comma 1, lettera m) del DM citato.
II) In particolare dovrà attenersi alle disposizioni della D.g.r. 18 luglio 2016 - n. X/5418 per la distribuzione in campo del liquido di lavaggio strutture di stabulazione a fine ciclo.
III) In materia di gestione dei reflui zootecnici, l’Azienda deve predisporre un documento accompagnatorio contenente le informazioni previste dalla D.G. Agricoltura della Regione Lombardia con D.d.g. 15 giugno 2012 – n. 5306, da compilare prima del conferimento di ogni carico ceduto a terzi. La copia del documento dovrà essere conservata dall’impresa cedente e tenuta a disposizione per eventuali controlli.
IV) L’azienda dovrà tenere un registro sul quale annotare le date e i quantitativi in cui effettua la distribuzione sui propri terrenti delle acque di lavaggio fine ciclo.
E.5. RUMORE
E.3.1 Valori limite
La Ditta deve rispettare, in conformità a quanto definito nella zonizzazione acustica comunale, i limiti di emissione, immissione (sotto riportati) ed il criterio differenziale secondo quanto previsto dal DPCM 14 novembre 1997.
Classe Acustica | Descrizione | Limiti assoluti di immissione dB(A) | Limiti assoluti di emissione dB(A) | ||
Diurno | Notturno | Diurno | Notturno | ||
I | aree particolarmente protette | 50 | 40 | 45 | 35 |
II | aree prevalentemente residenziali | 55 | 45 | 50 | 40 |
III | aree di tipo misto | 60 | 50 | 55 | 45 |
IV | aree di intensa attività umana | 65 | 55 | 60 | 50 |
V | aree prevalentemente industriali | 70 | 60 | 65 | 55 |
VI | aree esclusivamente industriali | 70 | 70 | 65 | 65 |
E.3.2 Requisiti e modalità per il controllo
I) Le rilevazioni fonometriche devono essere eseguite nel rispetto delle modalità previste dal
D.M. del 16 marzo 1998 da un tecnico competente in acustica ambientale deputato all’indagine.
E.3.3 Prescrizioni generali
II) Qualora si intendano realizzare modifiche agli impianti o interventi che possano influire sulle emissioni sonore, dovrà essere redatta secondo quanto previsto dalla DGR n.7/8313 dell’8/03/2002 e smi e inoltrata agli Enti competenti, una Valutazione previsionale di impatto acustico, provvedendo a concordare con il Comune e ARPA, recettori e punti di misura. Entro 60 giorni dall’avvenuta realizzazione/messa a regime delle modifiche o gli interventi previsti (date da comunicarsi agli Enti), dovrà essere effettuata una campagna di rilievi acustici al perimetro dello stabilimento, presso i recettori/punti di cui sopra ed eventualmente altri punti sensibili da concordare con il Comune ed ARPA.
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III) Qualora gli esiti delle Valutazioni di cui sopra evidenzino criticità tali da comportare il superamento dei limiti, sia assoluti sia differenziali, stabiliti dalla normativa vigente la documentazione di previsione/impatto acustico dovrà essere accompagnata dall’indicazione delle misure previste per consentire il rispetto dei limiti e del termine temporale entro il quale il Gestore dichiara di eseguire tali interventi.
IV) L’azienda, in occasione di varianti al Piano di Zonizzazione Acustica del Comune di Rogeno, che interessano il sito dello stabilimento, dovrà provvedere a verificare la conformità delle proprie emissioni sonore al medesimo Piano, conformemente a quanto indicato all’art. 10 della LR. 13/2001 e all’art. 15 della L.Q. n. 447/95.
E.6 ULTERIORI PRESCRIZIONI
I) Ai sensi dell’art. 29 nonies del D.lgs. 152/06 e s.m.i., il gestore è tenuto a comunicare all'autorità competente variazioni nella titolarità della gestione dell'impianto ovvero modifiche progettate dell'impianto, così come definite dall'art. 2, comma 1, lettera m) del Decreto stesso.
II) Il Gestore del complesso IPPC deve comunicare tempestivamente (come stabilito dall’art. 29 decies comma 3 lettera c) del D.lgs. 152/06 e s.m.i.) all'Autorità competente, al Comune e ad ARPA eventuali inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull'ambiente nonché eventi di superamento dei limiti prescritti e successivamente gli interventi volti al ripristino delle condizioni autorizzate.
III) Ai sensi del D.lgs. 152/06 e s.m.i., art. 29 decies, comma 5, al fine di consentire le attività dei commi 3 e 4, il gestore deve fornire tutta l'assistenza necessaria per lo svolgimento di qualsiasi verifica tecnica relativa all'impianto, per prelevare campioni e per raccogliere qualsiasi informazione necessaria ai fini del presente decreto.
IV) Aggiornare il DVR e la conseguente specifica formazione dei lavoratori nel rispetto delle tempistiche previste dalla vigente normativa in materia.
E.7 MONITORAGGIO E CONTROLLO
Il monitoraggio e controllo dovrà essere effettuato seguendo i criteri individuati nel relativo piano descritto al successivo paragrafo F.
Le registrazioni dei dati previsti dal Piano di monitoraggio devono essere tenute a disposizione degli Enti responsabili del controllo. Inoltre, le modalità di comunicazione dei dati relativi ai controlli delle emissioni richiesti dall’AIA sono definite dal D.d.s. 23/2/09 n. 1696 di modifica del D.d.s. 3/12/08 n. 14236, mediante l’utilizzo dell’applicativo AIDA, la cui scadenza di compilazione da parte dei gestori dei complessi IPPC è prevista per il 30 aprile di ogni anno. Si raccomanda, comunque, all’Azienda di mantenere costantemente aggiornate le informazioni contenute in tale applicativo senza aspettare la compilazione alla scadenza in modo da impostare una comunicazione continua e trasparente con gli Enti esterni.
Tale Piano verrà adottato dalla ditta a partire dalla data di adeguamento alle prescrizioni previste dall’AIA, comunicata secondo quanto previsto all’art. 29-decies comma 1 del X.x.xx. 152/06 e s.m.i.; sino a tale data il monitoraggio verrà eseguito conformemente alle prescrizioni già in essere nelle varie autorizzazioni di cui la ditta è titolare. L’Autorità ispettiva effettuerà i controlli previsti dalla legislazione vigente nel corso del periodo di validità dell’Autorizzazione rilasciata.
E.8. GESTIONE DELLE EMERGENZE E PREVENZIONE INCIDENTI
Il Gestore IPPC deve provvedere a rispettare gli adempimenti connessi al piano di emergenza, ed alle disposizioni di competenza dei Vigili del Fuoco.
L’azienda dovrà effettuare una corretta movimentazione in sicurezza dei contenitori dei prodotti necessari al processo che riguardi le fasi di rifornimento del prodotto all’azienda.
L’azienda ha rinnovato il CPI in data 03/09/2019 per il serbatoio da 25 m3 per il G.P.L.
E.9 INTERVENTI SULL’AREA ALLA CESSAZIONE DELL’ATTIVITÀ
Deve essere evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attività e il sito stesso deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale secondo quanto disposto all’art.6, comma 16, lettera f) del D.lgs. n.152/06 e s.m.i..
Il ripristino finale ed il recupero ambientale dell'area ove insiste l'impianto, devono essere effettuati secondo quanto previsto dalla normativa vigente in materia, in accordo con le previsioni contenute nello strumento urbanistico al momento vigente.
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La ditta dovrà a tal fine inoltrare, agli Enti competenti, contemporaneamente alla comunicazione di cessazione dell’attività, o comunque entro e non oltre 30 giorni dalla stessa, un Piano di Indagine Ambientale dell’area a servizio dell’insediamento all’interno del quale dovranno essere codificati tutti i centri di potenziale pericolo per l’inquinamento del suolo, sottosuolo e delle acque superficiali e/o sotterranee quali, ad esempio, impianti ed attrezzature, depuratori a presidio delle varie emissioni, aree di deposito o trattamento rifiuti, serbatoi interrati o fuori terra di combustibili o altre sostanze pericolose e relative tubazioni di trasporto, ecc.., documentando i relativi interventi programmati per la loro messa in sicurezza e successivo eventuale smantellamento.
Le modalità esecutive del ripristino finale e del recupero ambientale dovranno essere attuate previo nulla-osta dell’Autorità Competente, sentita ARPA in qualità di Autorità di controllo, fermi restando gli obblighi derivanti dalle vigenti normative in materia. A tali Enti è demandata la verifica dell'avvenuto ripristino ambientale da certificarsi a cura dell’Autorità Competente.
E.10 APPLICAZIONE DEI PRINCIPI DI PREVENZIONE E RIDUZIONE INTEGRATA DELL’INQUINAMENTO E RELATIVE TEMPISTICHE
Il gestore, nell’ambito dell’applicazione dei principi dell’approccio integrato e di prevenzione- precauzione, dovrà promuovere miglioramenti in campo ambientale, qualitativo e quantitativo.
F. PIANO DI MONITORAGGIO E DI CONTROLLO
FINALITÀ:
Il monitoraggio è principalmente mirato:
− al controllo di tutti quegli elementi che possono garantire il rispetto e/o il mantenimento delle condizioni stabilite dall’autorizzazione integrata ambientale AIA (es. requisiti, misure di prevenzione, valori di emissione eventualmente prescritti, ecc.);
− alla raccolta di dati per la valutazione della corretta applicazione delle procedure di carattere gestionale o dati comunque previsti dalla normativa IPPC (comprese le pertinenti linee guida) o da altre disposizioni ambientali di settore anche al fine della raccolta dei dati utili nell’ambito delle periodiche comunicazioni alle autorità competenti.
F.1. CHI EFFETTUA IL MONITORAGGIO
La seguente tabella rileva, nell’ambito dell’autocontrollo a carico del Gestore, chi effettua il monitoraggio.
Gestore dell’impianto (controllo interno) | Xxxxxxxx Xxxxxxx |
Società terza contraente (controllo interno appaltato) | - |
F.2. PARAMETRI GESTIONALI
F.2.1. Capi allevati – Registro di carico e scarico
Riguardo la consistenza degli animali presenti in allevamento il Gestore del complesso IPPC deve predisporre e tenere aggiornato un registro di carico e scarico degli animali (BAT 29d della Decisione di esecuzione 2017/302 della Commissione del 15.2.2017 di seguito indicata come BATC IRPP).
A tal proposito può essere utilizzato il “Modulo A” predisposto da ARPA Lombardia o uno contenente le medesime informazioni in formato esportabile ed editabile, di tutti gli animali di allevamento, suddivisi per categoria e tipologia.
Questa modalità di registrazione avrà la funzione di evidenziare in tempo reale al Gestore la consistenza dell’allevamento e poter attuare le migliori scelte gestionali di ordine economico e ambientale, evitando di superare i parametri di occupazione assunti.
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Il Gestore, in mancanza di una specifica sezione, dovrà inserire nella sezione “documentazione” di AIDA il Modulo A messo a disposizione da ARPA Lombardia - o uno contenente le medesime informazioni in formato elettronico esportabile - debitamente compilato2 in modo da monitorare ad ogni ingresso ed uscita il “numero di capi in ingresso ed uscita, nascite e morti comprese se pertinenti” (BAT 29d).
F.2.2. Capi allevati – Presenza media capi allevati
Di seguito si riportano le tabelle con i dati e le informazioni che dovranno essere raccolte e comunicate tramite l’applicativo AIDA sulla presenza media dei capi allevati:
Allevamento AVICOLI | |
Altro pollame (galletti) | |
Presenza media annuale |
F.2.3. Gestione Alimentare
La composizione della razione somministrata alle diverse categorie dei capi presenti in allevamento ha un ruolo importante sull’impatto ambientale soprattutto per il contenuto di fosforo e azoto (BAT 3).
F.2.4. Mangimi
Anno | Nome razione | sostanza secca della razione (%) | Contenuto in proteina grezza della razione (% sul tq) | Contenuto in fosforo della razione (% sul tq) | Fase: | Consumo annuale (ton) | Note | |
da kg (p.v. medio) | a kg (p.v. medio) | |||||||
F.2.5. Azoto e fosforo totale escreto in base alla gestione alimentare
Specie animale allevata | Totale azoto escreto (kg N escreto / posto animale / anno) | Totale fosforo escreto (kg P2O5 escreto / posto animale3 / anno) |
F.2.6. Altri materiali
Tipologia | Quantitativi e periodicità | Metodo di monitoraggio |
Lolla di riso | ton/a | Registrazione |
Prodotto sanificante | Kg/a o Kg per ciclo | Registrazione |
Gasolio | Litri / anno | Registrazione |
GPL | m3/anno | Registrazione |
F.2.7. Controllo strutture e impianti
Dovrà essere monitorato quanto elencato, precisando che la registrazione dovrà essere effettuata solo per le anomalie riscontrate.
Parametro | Misura | Registrazione |
Condizioni di strutture di stoccaggio degli effluenti di allevamento e assimilati (palabili e non palabili) | Controllo visivo | Solo situazioni anomale su registro cartaceo o elettronico |
Condizione di tenuta del sistema fognario di adduzione degli effluenti ai contenitori di stoccaggio | Controllo visivo/ funzionale | Solo situazioni anomale su registro cartaceo o elettronico |
Depositi di stoccaggio del liquame, per eventuali segni di danni, degrado, perdite, | Controllo visivo/ funzionale | Solo situazioni anomale su registro cartaceo o elettronico |
Sistemi di distribuzione di acqua e mangimi, | Controllo visivo/ funzionale | Solo situazioni anomale su registro cartaceo o elettronico |
Silos e le attrezzature per il trasporto (per esempio valvole, tubi) | Controllo visivo/ funzionale | Solo situazioni anomale su registro cartaceo o elettronico |
Attrezzattura utilizzata per lo spandimento del liquido di lavaggio strutture stabulativi a fine ciclo | Controllo visivo/ funzionale | Solo situazioni anomale su registro cartaceo o elettronico |
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F.3. COMPONENTI AMBIENTALI
F.3.1. Risorsa idrica
tipologia controllo consumi idrici in base alla fonte di approvvigionamento | Anno di riferimento | metodo di monitoraggio | Consumo annuo totale (m3/anno) | periodicità | % ricircolo (se pertinente) |
Acquedotto | Contatori separati per le acque di lavaggio strutture stabulazione Contatore generale (domestici e abbeverata) | Ad ogni ciclo Annuale |
F.3.2. Risorsa energetica
tipologia controllo | metodo di monitoraggio | unità di misura | periodicità |
Consumi di energia elettrica | lettura dei contatori e registrazione dei consumi | kWh | annuale |
Consumi dei combustibili suddivisi per ciascuna tipologia (gasolio - GPL) e uso se disponibile (ad esempio autotrazione e/o riscaldamento) | registrazione dei consumi | tonnellate | annuale |
tipologia controllo | metodo di monitoraggio | unità di misura | periodicità |
Produzione di energia elettrica e termica con fonti rinnovabili (fotovoltaico) | registrazione produzione | kWh | annuale |
F.3.3. Emissioni diffuse
Il Gestore dovrà effettuare annualmente il monitoraggio delle seguenti emissioni nell’aria:
Parametri | Valore (kg/anno) |
Ammoniaca (NH3) | |
Metano (CH4) |
Protossido di azoto (N2O) |
Per il calcolo dei quantitativi il Gestore potrà utilizzare eventuali applicativi regionali e registrazione dei valori ottenuti.
Emissioni diffuse nell’aria di ammoniaca provenienti da ciascun ricovero zootecnico
La seguente tabella individua - per ciascuno ricovero zootecnico galletti- il monitoraggio delle emissioni nell’aria di ammoniaca espressa come NH3:
Ricovero | Specie animale | Ammoniaca espressa come NH3 (kg NH3 / posto animale / anno) |
F.3.4. Emissioni odorigene
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Tale monitoraggio è applicabile unicamente ai casi in cui l’odore molesto presso i recettori sensibili è probabile e/o comprovato.
In tali casi la verifica della propagazione degli odori verso i recettori sensibili dovrà essere condotta osservando le linee guida trasversali approvate dalla Regione Lombardia con la d.g.r. 15/02/2012 n. 3018 (determinazioni generali in merito alla caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera derivanti da attività a forte impatto odorigeno) ed eventuali successive modifiche e integrazioni e/o pertinenti disposizioni attuative di tipo verticale.
F.4. Rifiuti
Qualora dovessero generarsi dei rifiuti dall’attività
Anno | Codice EER | Quantità annua prodotta (t) | Destinazione (D e/o R) | Destinazione Italia e/o estero | Eventuali controlli effettuati | Frequenza controllo | Modalità registrazione dei controlli effettuati |
Deve essere tenuta traccia della registrazione effettuata (su registri cartacei o elettronici) dal Gestore in caso di anomalie e/o problemi. Tale documentazione e le eventuali relazioni tecniche devono essere tenute a disposizione in azienda all’atto del controllo.