CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO LAVORI
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CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO LAVORI
Oggetto: Progetto esecutivo per i nuovi impianti di condizionamento del Parco Scientifico, sede di Pula
Committente: Sardegna Ricerche
Det. DG.: n°122 del 28/01/2016
Codice CIG: 6812406F42
Codice CUP: G73D16000280006
Cagliari, Giugno 2016
Il Tecnico
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO - PARTE PRIMA
OGGETTO DELL’APPALTO - PREZZO - DESCRIZIONE DELLE OPERE
Art. 1
OGGETTO DELL’APPALTO E DEFINIZIONI
1. Ai sensi dell’articolo 53, comma 2, lettera a), del Codice dei Contratti, l’oggetto dell’appalto consiste nell’esecuzione di tutti i lavori e forniture necessari per la realizzazione dell’intervento di cui al comma 2.
2. L’intervento è così individuato:
a) denominazione conferita dalla Stazione Appaltante: NUOVI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO DEL PARCO SCIENTIFICO, SEDE DI PULA;
3. Sono compresi nell’appalto tutti i lavori, le prestazioni, le forniture e le provviste necessarie per dare il lavoro completamente compiuto e secondo le condizioni stabilite dal presente Capitolato Speciale d’Appalto, con le caratteristiche tecniche, qualitative e quantitative previste nel progetto esecutivo completo di tutti gli allegati, dei quali l’Appaltatore dichiara di aver preso piena ed esatta conoscenza.
4. L’esecuzione dei lavori dovrà essere comunque effettuata secondo le regole dell’arte e l’Appaltatore dovrà conformarsi alla massima diligenza nell’adempimento dei propri obblighi; trova sempre applicazione l’articolo 1374 del Codice Civile.
5. Ai fini dell’art. 3 comma 5 della Legge n°136/2010 e s.m.i.
- il Codice identificativo della gara (CIG) relativo all’intervento è: 6812406F42
- il Codice Unico di Progetto (CUP) dell’intervento è: G73D16000280006
6. Nel presente Capitolato sono assunte le seguenti definizioni:
a) Codice dei Contratti: il decreto legislativo 18 aprile 2016, n°50;
b) Regolamento Generale: il decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n°207 - Regolamento di esecuzione ed attuazione del Codice dei Contratti pubblici - fatta eccezione per gli articoli da 1 a 8, da 11 a 13, da 44 a 59, da 97 a 177, da 211 a 214, 249, 250, 252, 253, da 257 a 270, da 271 a 342, da 357 a 359 che sono stati abrogati dal D.Lgs. 50/2016
c) Capitolato Generale: il capitolato generale d’appalto approvato con decreto ministeriale 19 aprile 2000, n°145;
d) Decreto n°81 del 2008: il decreto legislativo 9 aprile 2008, n°81, Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n°123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro;
e) Stazione Appaltante: il soggetto giuridico che indice l’appalto e che sottoscriverà il contratto; qualora l’appalto sia indetto da una Centrale di committenza, per Stazione Appaltante si intende l’Amministrazione aggiudicatrice, l’Organismo pubblico o il soggetto, comunque denominato ai sensi dell’articolo 3 del Codice dei Contratti, che sottoscriverà il contratto;
f) Appaltatore: il soggetto giuridico (singolo, raggruppato o consorziato), comunque denominato ai sensi dell’articolo 3 del Codice dei Contratti, che si è aggiudicato il contratto;
g) RUP: Responsabile Unico del Procedimento di cui all’articolo 31 del Codice dei Contratti e agli articoli 9 e 10 del Regolamento Generale;
h) DL: l’ufficio di Direzione dei Lavori, titolare della Direzione dei Lavori, di cui è responsabile il Direttore dei Lavori, tecnico incaricato dalla Stazione Appaltante, ai sensi dell’articolo 101 del Codice dei Contratti;
i) DURC: il Documento Unico di Regolarità Contributiva previsto dall’articolo 196 del Regolamento Generale;
l) SOA: l’attestazione SOA che comprova la qualificazione per una o più categorie, nelle pertinenti classifiche, rilasciata da una Società Organismo di Attestazione, in applicazione dell’articolo 84 del Codice dei Contratti e degli articoli da 60 a 96 del Regolamento Generale;
m) PSC: il Piano di sicurezza e di coordinamento di cui all’articolo 100 del Decreto n°81 del 2008;
n) POS: il Piano operativo di sicurezza di cui agli articoli 89, comma 1, lettera h) e 96, comma 1, lettera g), del Decreto n°81 del 2001;
o) Costo della manodopera (anche CM): il costo cumulato del personale impiegato, detto anche costo del lavoro, stimato dalla Stazione Appaltante sulla base della contrattazione collettiva nazionale e della contrattazione integrativa, comprensivo degli oneri previdenziali e assicurativi, al netto delle spese generali e degli utili d’impresa, di cui all’articolo 39, comma 3, del Regolamento, nonché all’articolo 26, comma 6, del Decreto n° 81 del 2008;
p) Xxxxx di sicurezza (anche OS): gli oneri per l’attuazione del PSC, relativi ai rischi da interferenza e ai rischi particolari del cantiere oggetto di intervento, di cui all’articolo 16, comma 1, lettera a.2), del Regolamento, nonché all’articolo 26, commi 3, primi quattro periodi, 3-ter e 5, del Decreto n°81 del 2008 e al Capo 4 dell’allegato XV
allo stesso Decreto n°81; di norma individuati nella tabella “Stima dei costi della sicurezza” del Modello per la redazione del PSC allegato II al decreto interministeriale 9 settembre 2014 (in G.U.R.I n°212 del 12 settembre 2014).
Art. 2
FORMA E AMMONTARE DELL’APPALTO
1. I lavori del presente capitolato speciale si intendono appaltati “a corpo”. L’importo complessivo presunto dei lavori posto a base dell’affidamento è il seguente:
IMPORTI IN EURO IVA ESCLUSA | |||
Num. | A | CORPO | |
a) | Importo dei lavori posti a base di gara e soggetto a ribasso | € | 634.343,55 |
b | Oneri per attuazione del piano di sicurezza OS (non soggetti a ribasso) | € | 9.521,35 |
a) + b) | IMPORTO TOTALE | € | 643.864,90 |
2. L’importo contrattuale corrisponde all’importo dei lavori di cui al comma 1, lettera a) definito “a corpo”, al quale è applicato il ribasso percentuale offerto dall’aggiudicatario in sede di gara, aumentato dell’importo dei costi per la sicurezza, lettera b), non soggetti a ribasso secondo quanto disposto dal punto 4 dell’All. XV del D.Lgs. 9 aprile 2008, n°81.
3. L’importo a base d’asta per i lavori a corpo è suddiviso nei seguenti gruppi di lavorazioni ritenute omogenee con i corrispondenti importi e percentuali parziali:
N | Designazione delle categorie omogenee | Importo in Euro (Iva esclusa) | Aliquota percentuale |
1 | OG11 – IMPIANTI TECNOLOGICI allegato “A”, D.P.R. n°207/2010 | € 634.343,55 | 98,52 % |
1.1 | Nuovi impianti di condizionamento del Parco Scientifico, sede di Pula | € 634.343,55 | 98,52 % |
2 | ONERI PER LA SICUREZZA | € 9.521,35 | 1,48 % |
IMPORTO TOTALE | € 643.864,90 | 100,00 % |
4. La cifra del prospetto di cui al comma 1, che indica l’importo dei lavori soggetti a ribasso d’asta, con l’esclusione degli importi relativi ai costi della sicurezza, i cui importi non saranno soggetti a ribasso contrattuale, potrà variare tanto in più quanto in meno (e ciò sia in via assoluta, quanto nelle reciproche proporzioni a seguito di modifiche, aggiunte o soppressioni, che la Stazione Appaltante riterrà necessario od opportuno apportare al progetto) nei limiti e con le prescrizioni di cui all’art. 106 del D.Lgs. n°50/2016.
Art. 3
MODALITÀ DI STIPULAZIONE DEL CONTRATTO
1. Il contratto è stipulato “a corpo” ai sensi dell’art. 3, comma 1 ddddd, del Codice dei Contratti, nonché dell’art. 43, comma 6, del Regolamento Generale. L’importo del contratto, come determinato in sede di gara, resta fisso e invariabile, senza che possa essere invocata da alcuna delle parti contraenti alcuna successiva verificazione sulla misura o sul valore attribuito alla quantità.
2. Il contratto dovrà essere stipulato, a pena di nullità, con atto pubblico notarile informatico, ovvero, in modalità elettronica secondo le norme vigenti per la Stazione Appaltante o mediante scrittura privata in caso di procedura negoziata.
Art. 4
DESCRIZIONE DELLE OPERE DA ESEGUIRE
L’intervento in oggetto consiste nella sostituzione di alcune unità di climatizzazione esterne relative, nello specifico, all’Xxxxxxxx 0, all’Xxxxxxxx 0, all’Edificio 5 e all’Xxxxxxxx 00 Xxxx Xxxxxxxxxx (xxxxx xxxxxxx ed interne) della sede del Parco Scientifico Tecnologico, Località Piscinamanna, in Pula.
In particolare, lo stesso è finalizzato principalmente alla riduzione dei consumi di energia elettrica delle unità esterne di condizionamento attualmente installate e alla diminuzione dei costi di manutenzione che, secondo quanto riportato dalla Stazione Appaltante, risultano essere considerevoli.
In linea generale, le unità esterne di climatizzazione proposte hanno potenza termica equivalente a quelle in sostituzione, ma potenza elettrica assorbita inferiore, dovuta alla maggiore efficienza e alla migliore tecnologia di queste ultime rispetto a quelle esistenti. Questo consente di mantenere, salvo qualche caso particolare, le linee elettriche di alimentazione esistenti e le relative protezioni attualmente installate nei quadri elettrici.
Nella maggior parte dei casi, laddove ritenuto necessario, al fine di garantire una maggiore sezionabilità dell’impianto è stato previsto un quadro elettrico dedicato in prossimità delle unità esterne di condizionamento oggetto di sostituzione. Questa scelta progettuale consente, inoltre, l’inserimento di protezioni adeguate in funzione delle caratteristiche elettriche delle unità scelte. In particolare si fa riferimento alla necessità dell’utilizzo di un interruttore differenziale in classe “B”, come riportato nella specifica tecnica delle unità esterne di condizionamento proposte.
Per il locale Cucina è stata sostituita la U.T.A. con una nuova avente caratteristiche di portata d’aria e pressione equivalenti all’unità esistente, ma con ventilatore dotato di tecnologia ad inverter per ottenere una migliore regolazione della velocità e per ottimizzare i consumi.
N.B.: Le unità esterne di condizionamento da sostituire poggiano sopra strutture di sostegno dimensionate e realizzate in funzione degli appoggi e dei carichi delle unità attualmente installate.
Qualora le unità esterne di condizionamento proposte dall’Appaltatore non fossero compatibili per peso, punti di appoggio e dimensioni alle strutture di sostegno esistenti, sarà a totale carico dell’Appaltatore stesso provvedere a tutte le opere necessarie per adeguare e certificare le strutture di sostegno, tenendo debito conto delle specifiche tecniche e delle indicazioni della casa produttrice, senza che ciò comporti maggiori oneri per la Stazione Appaltante. In ogni caso non sarà comunque accettata l’installazione di unità di climatizzazione di ingombri eccedenti, compresi gli spazi di rispetto, a quelli dedicati all’installazione delle stesse secondo quanto prescritto nelle specifiche tecniche, nelle indicazioni della casa produttrice e negli elaborati progettuali allegati al presente capitolato.
In alcuni casi si è appurato che le linee elettriche di alimentazione delle unità di climatizzazione esistenti sono del tipo trifase senza neutro: al fine di non dover installare un ulteriore conduttore di neutro, così come specificato negli elaborati tecnici, laddove richiesto è fondamentale che in fase d’ordine le unità di climatizzazione scelte abbiano alimentazione trifase senza neutro.
Sono comprese nei lavori del presente appalto tutte le opere relative a tagli su murature di qualsiasi natura e consistenza e ai ripristini di murature, tinteggiature, conferimenti a discarica, ecc., necessari per fornire l’opera completa e finita secondo la regola dell’arte.
Art.5
FORMA E PRINCIPALI DIMENSIONI DELLE OPERE - ELENCO ELABORATI
L’ubicazione, la forma, il numero e le principali dimensioni delle opere oggetto dell’appalto risultano dai disegni e dalle specifiche tecniche allegati al contratto di cui formano parte integrante, salvo quanto verrà meglio precisato in sede esecutiva dalla Direzione dei Lavori.
Inoltre per tutte le indicazioni di grandezza presenti sugli elaborati di progetto ci si dovrà attenere alle norme UNI CEI ISO 80000-1 nonché alla norma UNI 4546.
Di seguito si riporta l’elenco degli elaborati progettuali facenti parte dell’opera.
- Elaborato R1: Relazione Generale
- Elaborato R2: Relazione Tecnica Specialistica
- Elaborato R3: Capitolato Speciale d’Appalto
- Elaborato R4: Schema di Contratto
- Elaborato R5: Riepilogo Interventi Impianto di Climatizzazione
EDIFICIO 2
- Tavola ED2-T1: Pianta Piano Copertura - Planimetria generale
- Tavola ED2-T2: Pianta Piano Garage - Stato di fatto impianto di climatizzazione Cucina
- Tavola ED2-T3: Pianta Piano Primo - Stato di fatto impianto di climatizzazione “GF5”
Pianta Piano Secondo - Stato di fatto impianto di climatizzazione “GF4”
- Tavola ED2-T4: Pianta Piano Secondo - Stato di fatto impianto di climatizzazione “GF2”
- Tavola ED2-T5: Pianta Piano Garage - Stato di progetto impianto di climatizzazione Cucina Pianta Piano Terra - Inserimento griglia di ripresa aria Sala Ristorante
- Tavola ED2-T6: Pianta Piano Primo - Stato di progetto impianto di climatizzazione “GF5” Pianta Piano Secondo - Stato di progetto impianto di climatizzazione “GF4”
- Tavola ED2-T7: Pianta Piano Secondo - Stato di progetto impianto di climatizzazione “GF2”
- Tavola ED2-T8: Schema impianto di climatizzazione aria/acqua
- Tavola ED2-T9: Piante Piano Primo - Piano Secondo - Stato di progetto impianto distribuzione energia impianti di climatizzazione “GF2”, “GF4”, “GF5”
- Elaborato ED2-S1: Impianto elettrico - Schemi unifilari quadro “Q.GF2”
- Elaborato ED2-S2: Impianto elettrico - Schemi unifilari quadro “Q.GF4”
- Elaborato ED2-S3: Calcoli Esecutivi Impianto Elettrico: Calcoli Elettrici Impianto “GF2”
- Elaborato ED2-S4: Calcoli Esecutivi Impianto Elettrico: Calcoli Elettrici Impianto “GF4”
- Elaborato ED2-S5: Calcoli Esecutivi Impianto Elettrico: Calcoli Elettrici Impianto “GF5”
EDIFICIO 3
- Tavola ED3-T1: Pianta Piano Copertura - Planimetria generale
- Tavola ED3-T2: Pianta Piano Copertura - Stato di fatto impianto di climatizzazione
- Tavola ED3-T3: Pianta Piano Copertura - Stato di progetto impianto di climatizzazione
- Tavola ED3-T4: Pianta Piano Copertura - Particolare posizionamento unità esterne
- Tavola ED3-T5: Schema impianto di climatizzazione aria/acqua
- Tavola ED3-T6: Pianta Piano Garage - Stato di progetto impianto distribuzione energia climatizzazione
- Tavola ED3-T7: Pianta Piano Copertura - Stato di progetto impianto distribuzione energia climatizzazione
- Elaborato ED3-S1: Impianto elettrico - Schemi unifilari quadro “Q.GF1”
- Elaborato ED3-S2: Impianto elettrico - Schemi unifilari quadro “Q.GF2”
- Elaborato ED3-S3: Impianto elettrico - Schemi unifilari quadro “Q.GF3”
- Elaborato ED3-S4: Impianto elettrico - Schemi unifilari quadro “Q.GF4”
- Elaborato ED3-S5: Calcoli Esecutivi Impianto Elettrico: Calcoli Elettrici Impianto “GF1”
- Elaborato ED3-S6: Calcoli Esecutivi Impianto Elettrico: Calcoli Elettrici Impianto “GF2”
- Elaborato ED3-S7: Calcoli Esecutivi Impianto Elettrico: Calcoli Elettrici Impianto “GF3”
- Elaborato ED3-S8: Calcoli Esecutivi Impianto Elettrico: Calcoli Elettrici Impianto “GF4”
- Elaborato ED3-S9: Calcoli Esecutivi Strutture di Sostegno Pompe di Calore - Relazione di Calcolo Statico
EDIFICIO 5
- Tavola ED5-T1: Pianta Piano Copertura - Planimetria generale
- Tavola ED5-T2: Pianta Piano Copertura - Stato di fatto impianto di climatizzazione
- Tavola ED5-T3: Pianta Piano Copertura - Stato di progetto impianto di climatizzazione
- Tavola ED5-T4: Schema impianto di climatizzazione aria/acqua
- Tavola ED5-T5: Pianta Piano Parcheggio e Stabulario - Stato di fatto impianto distribuzione energia climatizzazione
- Tavola ED5-T6: Pianta Piano Copertura - Stato di fatto impianto distribuzione energia climatizzazione
- Tavola ED5-T7: Pianta Piano Parcheggio e Stabulario - Stato di progetto impianto distribuzione energia climatizzazione
- Tavola ED5-T8: Pianta Piano Copertura - Stato di progetto impianto distribuzione energia climatizzazione
- Elaborato ED5-S1: Impianto elettrico - Schemi unifilari quadro “Q.GF1”
- Elaborato ED5-S2: Impianto elettrico - Schemi unifilari quadro “Q.GF3/GF4”
- Elaborato ED5-S3: Calcoli Esecutivi Impianto Elettrico: Calcoli Elettrici Impianto “GF1”
- Elaborato ED5-S4: Calcoli Esecutivi Impianto Elettrico: Calcoli Elettrici Impianto “GF3/GF4”
EDIFICIO 10
- Tavola ED10-T1: Pianta Piano Terra - Planimetria generale
- Tavola ED10-T2: Pianta Piano Terra - Sato di fatto impianto di climatizzazione - Demolizioni e rimozioni
- Tavola ED10-T3: Pianta Piano Terra - Stato di progetto impianto di climatizzazione - Distribuzione tubazioni
- Tavola ED10-T4: Pianta Piano Terra - Stato di progetto impianto di climatizzazione - Distribuzione scarico condensa
- Tavola ED10-T5: Pianta Piano Terra - Stato di progetto impianto di climatizzazione - Distribuzione segnali
- Tavola ED10-T6: Schema Impianto VRF
- Tavola ED10-T7: Pianta Piano Terra - Stato di progetto impianto distribuzione energia climatizzazione
- Elaborato ED10-S1: Impianto elettrico - Schemi unifilari quadro “Q.03”
- Elaborato ED10-S2: Calcoli Esecutivi Impianto Elettrico: Calcoli Elettrici quadro “Q.03”
- Elaborato ED10-S3: Calcoli Esecutivi Impianto di Climatizzazione: Calcoli Termici Edificio 10
- Elaborato PS1: Piano di Sicurezza e Coordinamento
- Elaborato PS2: Fascicolo dell’Opera
- Elaborato PS3: Cronoprogramma
- Elaborato PS4: Stima Oneri Complessivi per la Sicurezza
- Elaborato PS-ED2.1: Layout di cantiere - Planimetria Generale - Area impianti GF2, GF4 - Piano Copertura
- Elaborato PS-ED2.2: Layout di cantiere - Area impianto GF5 - Piano Terra - Piano Primo
- Elaborato PS-ED2.3: Layout di cantiere - Area impianti GF2, GF4 - Piano Terra - Piano Primo - Piano Secondo
- Elaborato PS-ED2.4: Layout di cantiere - Area impianti XX0, XX0, GF5 - Piano Garage
- Elaborato PS-ED3.1: Layout di cantiere - Planimetria Generale - Area impianti XX0, XX0, XX0, GF4 - Piano Copertura
- Elaborato PS-ED3.2: Layout di cantiere - Impianti GF1, GF4 - Piano Terra - Piano Primo - Impianti GF2, GF3 - Piano Primo - Piano Secondo
- Elaborato PS-ED3.3: Layout di cantiere - Impianti XX0, XX0, XX0, GF4 - Piano Garage
- Elaborato PS-ED5.1: Layout di cantiere - Planimetria Generale - Area impianti GF1, XX0/XX0 - Xxxxx Xxxxxxxxx
- Xxxxxxxxx XX-XX0.0: Layout di cantiere - Area impianto GF1 - Piano Terra - Piano Primo
- Elaborato PS-ED5.3: Layout di cantiere - Area impianto XX0/XX0 - Xxxxx Xxxxx - Xxxxx Xxxxx
- Xxxxxxxxx XX-XX0.0: Layout di cantiere - Area impianti GF1, XX0/XX0, - Xxxxx Xxxxxxxxxx x Xxxxxxxxxx
- Xxxxxxxxx XX-XX00: Layout di cantiere - Planimetria Generale
- Elaborato PM1: Piano di Manutenzione
- Elaborato EC1: Computo Metrico Estimativo
- Elaborato EC2: Quadro Economico
- Elaborato EC3: Elenco dei Prezzi Unitari
- Elaborato EC4: Analisi dei Prezzi
- Elaborato EC5: Quadro dell’Incidenza della Manodopera
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO - PARTE SECONDA
MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO
Poiché i lavori previsti riguardano un’area in cui sono già presenti impianti tecnologici, dovranno essere messe in atto tutte le misure di salvaguardia, di sicurezza e di protezione al fine di evitare ogni qual forma di danno agli stessi impianti esistenti.
Ogni qual forma di danno, compreso quelli agli impianti già realizzati, compiuto per responsabilità dell’Appaltatore, sono a totale carico dello stesso.
A tal fine, prima di presentare l’offerta per l’esecuzione dei lavori oggetto del presente Capitolato, l’Appaltatore deve ispezionare il luogo per prendere visione delle condizioni di lavoro e deve assumere tutte le informazioni necessarie in merito alle opere da realizzare (con particolare riguardo alle dimensioni, alle caratteristiche specifiche e alle eventuali connessioni con altri lavori di costruzione).
La presentazione dell’offerta implica l’accettazione da parte dell’Appaltatore di ogni condizione specifica riportata nel presente Capitolato o risultante dagli eventuali elaborati di progetto allegati.
L’Appaltatore, oltre alle modalità esecutive prescritte per ogni categoria di lavoro, è obbligato ad impiegare ed eseguire tutte le opere nel rispetto, ove possibile, di quanto previsto dal D.M. 24/12/2015 e succ. mod. e int. riguardante i “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici e per la gestione dei cantieri della pubblica amministrazione”
Art. 6 GENERALITA’
L’Appaltatore, oltre alle modalità esecutive prescritte per ogni categoria di lavoro, è obbligato ad impiegare ed eseguire tutte le opere provvisionali ed usare tutte le cautele ritenute a suo giudizio indispensabili per la buona riuscita delle opere, per la loro manutenzione e per garantire da eventuali danni di qualsiasi natura sia le attrezzature di cantiere che le opere stesse.
La posa in opera di qualsiasi materiale, apparecchio o manufatto, consisterà, in genere, nel suo prelevamento dal luogo di deposito, nel suo trasporto in sito (intendendosi con ciò tanto il trasporto in piano o in pendenza, che il sollevamento in alto o la discesa in basso, il tutto eseguito con qualsiasi sussidio o mezzo meccanico, opera provvisionale, ecc.), nonché nel collocamento nel luogo esatto di destinazione, a qualunque altezza o profondità ed in qualsiasi posizione.
L’Appaltatore ha l’obbligo di eseguire il collocamento di qualsiasi opera od apparecchio che le venga ordinato dal Direttore dei Lavori, anche se fornito da altre ditte.
Il collocamento in opera dovrà eseguirsi con tutte le cure e cautele del caso. Il materiale o manufatto dovrà essere convenientemente protetto, se necessario, anche dopo essere stato collocato, essendo l’Appaltatore unico responsabile dei danni di qualsiasi genere che potessero essere arrecati alle cose poste in opera, durante e dopo l’esecuzione dei lavori, fino al loro termine e consegna. Tali accorgimenti sono da ritenersi di competenza dell’Appaltatore anche se il particolare collocamento in opera si svolge sotto la sorveglianza o assistenza del personale di altre ditte, fornitrici del materiale o del manufatto.
Art. 7
COLLOCAMENTO IN OPERA DI MATERIALI FORNITI DALLA STAZIONE APPALTANTE
Qualsiasi apparecchio, materiale o manufatto fornito dalla Stazione Appaltante sarà consegnato all’Appaltatore secondo le istruzioni che riceverà tempestivamente. Pertanto l’Appaltatore dovrà provvedere al suo trasporto in cantiere, immagazzinamento e custodia, e successivamente, alla loro posa in opera, in funzione delle istruzioni ricevute, eseguendo le opere murarie di adattamento e ripristino che si renderanno necessarie.
Per il collocamento in opera dovranno seguirsi, inoltre, tutte le norme indicate per ciascuna lavorazione prevista in questo progetto, restando sempre l’Appaltatore responsabile della buona conservazione del materiale consegnatogli, sia prima che dopo il suo collocamento in opera.
Art. 8
RISPRISTINO SU MURATURA ESISTENTE
GENERALITA’
Le opere di ripristino su muratura esistente devono essere realizzate nel rispetto di quanto contenuto nel D.M. 14 gennaio 2008 e relativa normativa tecnica vigente.
MALTE PER MURATURE
L’acqua e la sabbia per la preparazione degli impasti devono possedere i requisiti e le caratteristiche tecniche di cui agli articoli “Norme Generali - Accettazione Qualità ed impiego dei Materiali” e “Acqua, Calci, Cementi ed Agglomerati Cementizi, Pozzolane, Gesso”.
L’impiego di malte premiscelate, o premiscelate pronte, è consentito purché ogni fornitura sia accompagnata da una dichiarazione del fornitore attestante il gruppo della malta, il tipo e la quantità dei leganti e degli eventuali additivi. Ove il tipo di malta non rientri tra quelli indicati nel D.M. 14 Gennaio 2008, il fornitore dovrà certificare, con prove ufficiali, anche le caratteristiche di resistenza della malta stessa.
Le modalità per la determinazione della resistenza a compressione delle malte non devono essere difformi a quanto riportato nel D.M. 14 gennaio 2008 e nella Circolare 2 febbraio 2009, n°617.
I tipi di malta e le loro classi sono definiti in rapporto alla composizione in volume; malte di diverse proporzioni nella composizione, confezionate anche con additivi e preventivamente sperimentate, possono essere ritenute equivalenti a quelle indicate qualora la loro resistenza media a compressione risulti non inferiore ai valori di cui al D.M. 14 gennaio 2008.
La malta per muratura portante deve garantire prestazioni adeguate al suo impiego in termini di durabilità e di prestazioni meccaniche e deve essere conforme alla norma armonizzata UNI EN 998-2 e, secondo quanto specificato alla lettera A del punto 11.1 del D.M. 14 gennaio 2008, recare la Marcatura CE, secondo il sistema di attestazione della conformità indicato nella Tabella 11.10.II del medesimo D.M.
MURATURE IN GENERE: CRITERI GENERALI PER L’ESECUZIONE
Nella costruzione delle murature in genere verrà curata la perfetta esecuzione degli spigoli, delle volte, piattabande, archi, e verranno lasciati tutti i necessari incavi, sfondi, canne e fori per:
- ricevere le chiavi ed i capi chiavi delle volte: gli ancoraggi delle catene e delle travi a doppio T; le testate delle travi (di legno, di ferro); le pietre da taglio e quanto altro non venga messo in opera durante la formazione delle murature;
- il passaggio delle canalizzazioni verticali;
- per il passaggio delle condutture elettriche, di telefoni e di illuminazione;
- per il passaggio dei canali di ventilazione meccanica;
- le imposte delle volte e degli archi;
- gli zoccoli, dispositivi di arresto di porte e finestre, zanche, soglie, ferriate, ringhiere, davanzali, ecc. Quanto detto, in modo che non vi sia mai bisogno di scalpellare le murature già eseguite.
La costruzione delle murature deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfetto collegamento sia con le murature esistenti, sia fra le parti di esse.
I mattoni, prima del loro impiego, dovranno essere bagnati fino a saturazione per immersione prolungata in appositi bagnaroli e mai per aspersione.
Essi dovranno mettersi in opera con i giunti alternati ed in corsi ben regolari e normali alla superficie esterna; saranno posati sopra un abbondante strato di malta e premuti sopra di esso in modo che la malta rifluisca all’intorno e riempia tutte le connessure.
La larghezza dei giunti non dovrà essere maggiore di 8 né minore di 5 mm.
I giunti non verranno rabboccati durante la costruzione per dare maggiore presa all’intonaco od alla stuccatura col ferro.
Le malte da impiegarsi per l’esecuzione delle murature dovranno essere passate al setaccio per evitare che i giunti fra i mattoni riescano superiori al limite di tolleranza fissato.
Le murature di rivestimento saranno fatte a corsi bene allineati e dovranno essere opportunamente collegate con la parte interna.
Se la muratura dovesse eseguirsi con paramento a vista (cortina) si dovrà avere cura di scegliere per le facce esterne i mattoni di migliore cottura, meglio formati e di colore più uniforme, disponendoli con perfetta regolarità e ricorrenza nelle connessure orizzontali, alternando con precisione i giunti verticali.
In questo genere di paramento i giunti non dovranno avere larghezza maggiore di 5 mm e, previa loro raschiatura e pulitura, dovranno essere profilate con malta idraulica o di cemento, diligentemente compresse e lisciate con apposito ferro, senza sbavatura.
Le sordine, gli archi, le piattabande e le volte dovranno essere costruite in modo che i mattoni siano sempre disposti in direzione normale alla curva dell’intradosso e la larghezza dei giunti non dovrà mai eccedere i 5 mm all’intradosso e 10 mm all’estradosso.
All’innesto con muri da costruirsi in tempo successivo dovranno essere lasciate opportune ammorsature in relazione al materiale impiegato.
I lavori di muratura, qualunque sia il sistema costruttivo adottato, debbono essere sospesi nei periodi di gelo, durante i quali la temperatura si mantenga, per molte ore, al disotto di zero gradi centigradi.
Quando il gelo si verifichi solo per alcune ore della notte, le opere in muratura ordinaria possono essere eseguite nelle ore meno fredde del giorno, purché al distacco del lavoro vengano adottati opportuni provvedimenti per difendere le murature dal gelo notturno.
Le impostature per le volte, gli archi, ecc. devono essere lasciate nelle murature sia con gli addentellati d’uso, sia col costruire l’origine delle volte e degli archi a sbalzo mediante le debite sagome, secondo quanto verrà prescritto.
La Direzione dei Lavori stessa potrà ordinare che sulle aperture di vani, di porte e finestre siano collocati degli architravi (cemento armato, acciaio) delle dimensioni che saranno fissate in relazione alla luce dei vani, allo spessore del muro ed al sovraccarico.
Nel punto di passaggio fra le fondazioni entro terra e la parte fuori terra sarà eseguito un opportuno strato (impermeabile, drenante, ecc.) che impedisca la risalita per capillarità.
Regole di dettaglio
Per quanto non espressamente contemplato nel presente articolo, le modalità esecutive devono essere conformi alle indicazioni della normativa consolidata.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
Art. 9
COSTRUZIONI DI ALTRI MATERIALI
I materiali non tradizionali o che non sono trattati nel D.M. 14 gennaio 2008 “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni” potranno essere utilizzati per la realizzazione di elementi strutturali od opere, previa autorizzazione del Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. L’autorizzazione riguarderà l’utilizzo del materiale nelle specifiche tipologie strutturali proposte sulla base di procedure definite dal Servizio Tecnico Centrale.
I materiali ai quali ci si riferisce sono: calcestruzzi di classe di resistenza superiore a C70/85, calcestruzzi fibrorinforzati, acciai da costruzione non previsti nel punto 4.2 del sopracitato D.M., leghe di alluminio, leghe di rame, travi tralicciate in acciaio conglobate nel getto di calcestruzzo collaborante, materiali polimerici fibrorinforzati, pannelli con poliuretano o polistirolo collaborante, materiali murari non tradizionali, vetro strutturale, materiali diversi dall’acciaio con funzione di armatura da c.a.
Art. 10
OPERE E STRUTTURE DI CALCESTRUZZO
GENERALITA’
IMPASTI DI CALCESTRUZZO
Gli impasti di calcestruzzo dovranno essere eseguiti in conformità di quanto previsto dal D.M. 14 gennaio 2008 e dalle relative norme vigenti.
La distribuzione granulometrica degli inerti, il tipo di cemento e la consistenza dell’impasto, dovranno essere adeguati alla particolare destinazione del getto ed al procedimento di posa in opera del conglomerato.
Il quantitativo d’acqua dovrà essere il minimo necessario a consentire una buona lavorabilità del conglomerato tenendo conto anche dell’acqua contenuta negli inerti.
Partendo dagli elementi già fissati il rapporto acqua-cemento, e quindi il dosaggio del cemento, dovrà essere scelto in relazione alla resistenza richiesta per il conglomerato.
L’impiego degli additivi dovrà essere subordinato all’accertamento della assenza di ogni pericolo di aggressività e dovranno essere conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 934-2.
L’acqua di impasto, ivi compresa l’acqua di riciclo, dovrà essere conforme alla norma UNI EN 1008.
L’impasto dovrà essere eseguito con mezzi idonei. Il dosaggio dei componenti dovrà essere eseguito con modalità atte a garantire la costanza del proporzionamento previsto in sede di progetto.
Nei calcestruzzi è ammesso l’impiego di aggiunte, in particolare di ceneri volanti, loppe granulate d’altoforno e fumi di silice, purché non ne vengano modificate negativamente le caratteristiche prestazionali.
Le ceneri volanti devono soddisfare i requisiti della norma europea armonizzata UNI EN 450-1. Per quanto riguarda l’impiego si potrà fare utile riferimento ai criteri stabiliti dalle norme UNI EN 206 ed UNI 11104.
I fumi di silice devono soddisfare i requisiti della norma europea armonizzata UNI EN 13263-1. Per i calcestruzzi preconfezionati si fa riferimento alla norma UNI EN 206.
CONTROLLI SUL CALCESTRUZZO
Per i controlli sul calcestruzzo ci si atterrà a quanto previsto dal D.M. 14 gennaio 2008.
Il calcestruzzo viene individuato tramite la resistenza caratteristica a compressione secondo quanto specificato nel suddetto D.M.
La resistenza caratteristica del calcestruzzo dovrà essere non inferiore a quella richiesta dal progetto. Il controllo di qualità del calcestruzzo si articola nelle seguenti fasi:
- Valutazione preliminare della resistenza;
- Controllo di produzione
- Controllo di accettazione
- Prove complementari
Le prove di accettazione e le eventuali prove complementari, sono eseguite e certificate dai laboratori di cui all’art. 59 del
D.P.R. n°380/2001.
La qualità del calcestruzzo, è controllata dalla Direzione dei Lavori, secondo le procedure di cui al punto 11.2.5. del D.M. 14 gennaio 2008.
NORME PER IL CEMENTO ARMATO NORMALE
Nell’esecuzione delle opere di cemento armato normale l’Appaltatore dovrà attenersi a quanto contenuto nel D.P.R. 380/2001 e s.m.i., nelle norme tecniche del D.M. 14 gennaio 2008 e nella relativa normativa vigente.
Tutti i progetti devono contenere la descrizione delle specifiche di esecuzione in funzione della particolarità dell’opera, del clima, della tecnologia costruttiva.
In particolare il documento progettuale deve contenere la descrizione dettagliata delle cautele da adottare per gli impasti, per la maturazione dei getti, per il disarmo e per la messa in opera degli elementi strutturali. Si potrà a tal fine fare utile riferimento alla norma UNI EN 13670 “Esecuzione di strutture di calcestruzzo”.
CALCESTRUZZO DI AGGREGATI LEGGERI
Nell’esecuzione delle opere in cui sono utilizzati calcestruzzi di aggregati leggeri minerali, artificiali o naturali, con esclusione dei calcestruzzi aerati, l’Appaltatore dovrà attenersi a quanto contenuto nel D.P.R. 380/2001 e s.m.i., nelle norme tecniche del D.M. 14 gennaio 2008 e nella relativa normativa vigente.
Per le classi di densità e di resistenza normalizzate può farsi utile riferimento a quanto riportato nella norma UNI EN 206. Valgono le specifiche prescrizioni sul controllo della qualità date nei punti 4.1 e 11.1. del D.M. 14 gennaio 2008.
Art. 11
SISTEMI PER RIVESTIMENTI INTERNI ED ESTERNI
Si definisce sistema di rivestimento il complesso di strati di prodotti della stessa natura o di natura diversa, omogenei o disomogenei che realizzano la finitura dell’edificio. I sistemi di rivestimento si distinguono, a seconda della loro funzione in:
- rivestimenti per esterno e per interno;
- rivestimenti protettivi in ambienti con specifica aggressività;
- rivestimenti protettivi di materiali lapidei, legno, ferro, metalli non ferrosi, ecc.
SISTEMI REALIZZATI CON PRODOTTI FLUIDI
Devono essere realizzati secondo le prescrizioni date nel progetto (con prodotti costituiti da pitture, vernici impregnanti, ecc.) aventi le caratteristiche riportate nell’articolo loro applicabile ed, a completamento del progetto, devono rispondere alle indicazioni seguenti:
a) su intonaci esterni:
- tinteggiatura della superficie con tinte alla calce o ai silicati inorganici;
- pitturazione della superficie con pitture organiche;
b) su intonaci interni:
- tinteggiatura della superficie con tinte alla calce, o ai silicati inorganici;
- pitturazione della superficie con pitture organiche o ai silicati organici;
- rivestimento della superficie con materiale plastico a spessore;
- tinteggiatura della superficie con tinte a tempera;
c) su prodotti di legno e di acciaio:
I sistemi si intendono realizzati secondo le prescrizioni del progetto, in loro mancanza (od a loro integrazione) si intendono realizzati secondo le indicazioni date dal produttore ed accettate dalla Direzione dei Lavori. Le informazioni saranno fornite secondo le norme UNI 8758 o UNI 8760 e riguarderanno:
- criteri e materiali di preparazione del supporto;
- criteri e materiali per realizzare l’eventuale strato di fondo, ivi comprese le condizioni ambientali (temperatura, umidità) del momento della realizzazione e del periodo di maturazione, condizioni per la successiva operazione;
- criteri e materiali per realizzare l’eventuale strato intermedio, ivi comprese le condizioni citate all’alinea precedente per la realizzazione e maturazione;
- criteri e materiali per lo strato di finiture, xxx comprese le condizioni citate al secondo alinea;
Durante l’esecuzione, per tutti i tipi predetti, si curerà, per ogni operazione, la completa esecuzione degli strati, la realizzazione dei punti particolari, le condizioni ambientali (temperatura, umidità) e la corretta condizione dello strato precedente (essicazione, maturazione, assenza di bolle, ecc.) nonché le prescrizioni relative alle norme di igiene e sicurezza.
NORME ESECUTIVE PER IL DIRETTORE DEI LAVORI
Nel corso dell’esecuzione dei lavori (con riferimento ai tempi ed alle procedure) verificherà che i materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle prescritte ed inoltre, almeno per gli strati più significativi, verificherà che il risultato delle operazioni predette sia coerente con le prescrizioni di progetto e, comunque, con la funzione che è attribuita all’elemento o strato realizzato.
In particolare verificherà per i rivestimenti fluidi od in pasta il rispetto delle prescrizioni di progetto o concordate come detto nel punto a), verificando la loro completezza, specialmente delle parti difficilmente controllabili al termine dei lavori.
A conclusione dei lavori eseguirà prove (anche solo localizzate) e con facili mezzi da cantiere creando sollecitazioni compatibili con quelle previste dal progetto o comunque simulanti le sollecitazioni dovute all’ambiente, agli utenti futuri, ecc. Per i rivestimenti fluidi verificherà, in particolare, la completezza, l’assenza di difetti locali e l’aderenza al supporto. Avrà cura di far aggiornare e raccogliere i disegni costruttivi unitamente alla descrizione e/o alle schede tecniche dei prodotti impiegati (specialmente quelli non visibili ad opera ultimata) e le prescrizioni attinenti la successiva manutenzione.
Art. 12
OPERE DI TINTEGGIATURA, VERNICIATURA E COLORITURA
PREPARAZIONE DELLE SUPERFICI E APPLICAZIONE DELLE PITTURE
Le operazioni di tinteggiatura, coloritura o verniciatura dovranno essere precedute da un’accurata preparazione delle superfici interessate (raschiatura, scrostatura, stuccatura, levigatura e pulizia) con modalità e sistemi idonei ad assicurare la perfetta riuscita del lavoro.
In particolare dovrà curarsi che le superfici si presentino perfettamente pulite e pertanto esenti da macchie di sostanze grasse od untuose, da ossidazioni, ruggine, scorie.
Nel corso dell’applicazione delle pitture dovrà essere posta particolare cura agli spigoli e alle zone difficilmente accessibili. L’applicazione dovrà essere effettuata esclusivamente con prodotti pronti all’uso e preparati nei modi stabiliti dalle case produttrici; non sarà, quindi, consentito procedere, salvo altre prescrizioni, ad ulteriori miscelazioni con solventi o simili che non siano state specificatamente prescritte.
Tutti i prodotti dovranno trovarsi nei recipienti originali, sigillati, con le indicazioni del produttore, le informazioni sul contenuto, le modalità di conservazione ed uso e quanto altro richiesto per l’impiego dei materiali.
La temperatura ambiente non dovrà in ogni caso superare i 40°C mentre la temperatura delle superfici dovrà essere compresa fra i 5°C e 50°C con un massimo di 80% di umidità relativa.
L’applicazione dei prodotti vernicianti non dovrà venire effettuata su superfici umide; in esterno pertanto, salvo l’addizione di particolari prodotti, le stesse operazioni saranno sospese con tempo piovoso, nebbioso od in presenza di vento.
In ogni caso, le opere eseguite dovranno essere protette fino a completo essiccamento in profondità, dalle correnti d’aria, dalla polvere, dall’acqua, dal sole e da ogni causa che possa costituire origine di danno e di degenerazione.
L’Appaltatore dovrà adottare, inoltre, ogni precauzione e mezzo atti ad evitare spruzzi, sbavature e macchie di pitture, vernici, smalti sulle opere già eseguite (pavimenti, rivestimenti, zoccolatura, intonaci, infissi, apparecchi sanitari, rubinetterie ecc.) restando a carico dello stesso ogni lavoro o provvedimento necessario per l’eliminazione degli imbrattamenti e dei degradi nonché degli eventuali danni apportati.
La Direzione dei Lavori avrà la facoltà di ordinare, a cura e spese dell’Appaltatore, il rifacimento delle lavorazioni risultanti da esecuzione non soddisfacente e questo sia per difetto dei materiali impiegati, sia per non idonea preparazione delle superfici, per non corretta applicazione degli stessi, per mancanza di cautele o protezioni o per qualunque altra causa ascrivibile all’Appaltatore.
L’Appaltatore dovrà procedere con immediatezza a tali rifacimenti, eliminando, nel frattempo, eventuali danni conseguenti dei quali rimane, in ogni caso ed a tutti gli effetti, unico responsabile.
In ogni caso le opere eseguite dovranno essere protette, fino al completo essiccamento, dalla polvere, dall’acqua e da ogni altra fonte di degradazione.
Tutti i componenti base, i solventi, i diluenti e gli altri prodotti usati dalle case produttrici per la preparazione delle forniture, dalla manodopera per l’applicazione e gli eventuali metodi di prova, dovranno essere conformi alla normativa vigente ed avere caratteristiche qualitative costanti e confermate dai marchi di qualità.
Prima dell’applicazione di ogni successiva mano di pittura la mano precedente dovrà essere completamente essiccata o indurita e, inoltre, dovrà essere riparato ogni eventuale danneggiamento delle mani già applicate, utilizzando lo stesso tipo di pittura usato in precedenza.
La scelta dei colori è dovuta al criterio insindacabile della Direzione dei Lavori e non sarà ammessa alcuna distinzione tra colori ordinari e colori fini, dovendosi in ogni caso fornire i materiali più fini e delle migliori qualità.
Il colore di ogni mano di pittura dovrà essere diverso da quello della mano precedente per evitare di lasciare zone non pitturate e per controllare il numero delle passate che sono state applicate.
In caso di contestazione, qualora l’Appaltatore non sia in grado di dare la dimostrazione del numero di passate effettuate, la decisione sarà a sfavore dell’Appaltatore stesso. Comunque egli ha l’obbligo, dopo l’applicazione di ogni passata e prima di procedere all’esecuzione di quella successiva, di farsi rilasciare dalla Direzione dei Lavori una dichiarazione scritta.
Prima d’iniziare le opere da pittore, l’Appaltatore ha inoltre l’obbligo di eseguire nei luoghi e con le modalità che gli saranno prescritti, i campioni dei vari lavori di rifinitura, sia per la scelta delle tinte che per il genere di esecuzione, e di ripeterli eventualmente con le varianti richieste, sino ad ottenere l’approvazione della Direzione dei Lavori.
Le opere di verniciatura su manufatti metallici saranno precedute da accurate operazioni di pulizia (nel caso di elementi esistenti) e rimozione delle parti ossidate; verranno quindi applicate almeno una mano di vernice protettiva ed un numero non inferiore a due mani di vernice del tipo e colore previsti fino al raggiungimento della completa uniformità della superficie.
Nelle opere di verniciatura eseguite su intonaco, oltre alle verifiche della consistenza del supporto ed alle successive fasi di preparazione si dovrà attendere un adeguato periodo, fissato dalla Direzione dei Lavori, di stagionatura degli intonaci; trascorso questo periodo si procederà all’applicazione di una mano di imprimitura (eseguita con prodotti speciali) o una mano di fondo più diluita alla quale seguiranno altre due mani di vernice del colore e caratteristiche fissate.
La tinteggiatura potrà essere eseguita, salvo altre prescrizioni, a pennello, a rullo, a spruzzo, ecc. in conformità con i modi fissati per ciascun tipo di lavorazione.
TEMPERA
Tinteggiatura a tempera di pareti e soffitti con finitura di tipo liscio o a buccia d’arancio a coprire interamente le superfici trattate, data a pennello o a rullo previa rasatura e stuccatura ed eventuale imprimitura a due o più mani.
TINTEGGIATURA LAVABILE
- Tinteggiatura lavabile del tipo:
a) a base di resine vinil-acriliche;
b) a base di resine acriliche;
per pareti e soffitti con finitura di tipo liscio a coprire interamente le superfici trattate, data a pennello o a rullo previa rasatura e stuccatura ed eventuale imprimitura a due o più mani;
- Tinteggiatura lavabile a base di smalti murali opachi resino-sintetici del tipo:
a) pittura oleosa opaca;
b) pittura oleoalchidica o alchidica lucida o satinata o acril-viniltuolenica;
c) pitture uretaniche;
per pareti e soffitti con finitura di tipo liscio a coprire interamente le superfici trattate, data a pennello o a rullo previa rasatura e stuccatura ed eventuale imprimitura a due o più mani.
RESINE SINTETICHE
Dovranno essere composte dal 50% ca. di pigmento e dal 50% ca. di veicolo (legante + solvente), essere inodori, avere un tempo di essiccazione di 8 ore ca., essere perfettamente lavabili senza presentare manifestazioni di alterazione.
Nel caso di idropitture per esterno la composizione sarà del 40% ca. di pigmento e del 60% ca. di veicolo con resistenze particolari agli agenti atmosferici ed agli attacchi alcalini.
La tinteggiatura o rivestimento plastico murale rustico dovrà essere a base di resine sintetiche in emulsione con pigmenti e quarzi o granulato da applicare a superfici adeguatamente preparate e con una mano di fondo, data anche in più mani, per una quantità minima di kg.1,2/mq posta in opera secondo i modi seguenti:
a) pennellata o rullata granulata per esterni;
b) graffiata con superficie fine, massima granulometria 1,2 mm. per esterni.
FONDI MINERALI
Tinteggiatura di fondi minerali assorbenti su intonaci nuovi o vecchi esterni nei centri storici, trattati con colori minerali senza additivi organici ovvero liberati con un opportuno sverniciatore da pitture formanti pellicola, con colore a due componenti con legante di silicato di potassio puro (liquido ed incolore) ed il colore in polvere puramente minerale con pigmenti inorganici (per gruppi di colori contenenti una media percentuale più o meno elevata di ossidi pregiati), per consentire un processo di graduale cristallizzazione ed aggrappaggio al fondo senza formare pellicola, idrorepellente ed altamente traspirante con effetto superficiale simile a quello ottenibile con tinteggio a calce, resistente al calore, ai raggi ultravioletti ed ai fumi industriali, coprente, lavabile, resistente a solvente, inodore e non inquinante, fortemente alcalino, da applicare con pennello in tre mani previa preparazione del sottofondo.
VERNICIATURA CLS
Verniciatura protettiva di opere in calcestruzzo armato e non, poste all’esterno o all’interno liberate, con opportuno sverniciatore da eventuali pitture formanti pellicola mediante colore a base di silicati di potassio modificati (per gruppi di colori contenenti una media percentuale più o meno elevata di ossidi pregiati) e carichi minerali tali da consentire la reazione chimica con il sottofondo consolidandolo e proteggendolo dalla neutralizzazione (carbonatazione e solfatazione), idrorepellente e traspirante, resistente al calore, ai raggi ultravioletti ed ai fumi industriali, lavabile, resistente a solvente, inodore e non inquinante, fortemente alcalino, opaco come minerale, da applicare a pennello e/o a rullo in almeno tre mani previa preparazione del sottofondo.
PRIMER AL SILICONE
Applicazione di una mano di fondo di idrorepellente, a base di siliconi o silicati, necessario per il trattamento preliminare di supporti soggetti ad umidità da porre in opera a pennello o a rullo previa pulizia superficiale delle parti da trattare.
CONVERTITORE DI RUGGINE
Applicazione di convertitore di ruggine su strutture ed infissi di metallo mediante la posa in opera di due mani a pennello o a spruzzo di una resina copolimerica vinil-acrilica in soluzione acquosa lattiginosa, ininfiammabile, a bassa tossicità, rispondente inoltre al test spay salino di 500 ore con adesione al 95% se sottoposto a graffiatura a croce.
VERNICE ANTIRUGGINE
Verniciatura antiruggine di opere in ferro esterne già opportunamente trattate, con funzioni sia di strato a finire di vario colore sia di strato di fondo per successivi cicli di verniciatura, mediante l’applicazione di una resina composta da un copolimero vinil-acrilico con caratteristiche di durezza, flessibilità e resistenza agli urti, permeabilità al vapore d’acqua ed all’ossigeno di 15-25 gr./mq./mm./giorno, con un contenuto di ossido di ferro inferiore al 3%, non inquinante, applicabile a rullo, pennello ed a spruzzo su metalli ferrosi e non, in almeno due mani. Verniciatura antiruggine di opere in ferro costituita da una mano di minio di piombo mescolato con piccole quantità di olio di lino cotto o realizzata con prodotto oleosintetico equivalente previa preparazione del sottofondo con carteggiatura, sabbiatura o pulizia completa del metallo stesso.
PITTURE MURALI CON RESINE PLASTICHE
Le pitture murali di questo tipo avranno come leganti delle resine sintetiche (polimeri cloro vinilici, ecc.) e solventi organici, avranno resistenza agli agenti atmosferici ed al deperimento in generale, adeguate proprietà di aereazione e saranno di facile applicabilità.
RESINE EPOSSIDICHE
Verniciatura di opere in ferro con resine epossidiche bicomponenti (0,60 kg/mq) da applicare su superfici già predisposte in almeno due mani.
Art. 13
OPERE DA STUCCATORE
Le opere da stuccatore vengono generalmente eseguite in ambienti interni, oppure possono essere eseguite in ambienti esterni di particolare tipo (porticati, passaggi ed androni).
I supporti su cui vengono applicate le stuccature dovranno essere ben stadiati, tirati a piano con frattazzo, asciutti, esenti da parti disaggregate, pulvirulente ed untuose e sufficientemente stagionati se trattasi di intonaci nuovi. Le stesse condizioni valgono anche nel caso di pareti su calcestruzzo semplice od armato.
Le superfici di cui sopra, che risultino essere già state trattate con qualsiasi tipo di finitura, dovranno essere preparate con tecniche idonee a garantire la durezza dello stucco.
Nelle opere di stuccatura, di norma dovrà essere impiegato il gesso ventilato in polvere, appropriatamente confezionato in fabbrica, il quale verrà predisposto in acqua e rimescolato sino ad ottenere una pasta omogenea, oppure verranno aggiunti altri prodotti quali calce super ventilata, polvere di marmo, agglomerati inerti, coibenti leggeri o collante cellulosico.
Esclusi i lavori particolari, l’impasto per le lisciature deve ottenersi mescolando il gesso con il 75% di acqua fredda.
Per le lisciature di superfici effettuate con intonaco di malta bastarda, l’impasto deve essere composto da una parte di calce adesiva, precedentemente spenta in acqua, e da due parti di gesso ventilato in polvere, sempre con l’aggiunta di acqua.
In qualsiasi opera di stuccatura, l’Appaltatore è ritenuto unico responsabile della corretta esecuzione della stessa; rimangono, pertanto, a suo completo e totale carico gli oneri di eventuali rappezzi e rifacimenti, per lavori in cui risultassero difetti di esecuzione.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
Art. 14
ESECUZIONE DELLE PARETI ESTERNE E PARTIZIONI INTERNE
GENERALITA’
Si intende per parete esterna il sistema edilizio avente la funzione di separare e conformare gli spazi interni al sistema rispetto all’esterno.
Si intende per partizione interna un sistema edilizio avente funzione di dividere e conformare gli spazi interni del sistema edilizio.
Nella esecuzione delle pareti esterne si terrà conto della loro tipologia (trasparente, portante, portata, monolitica, ad intercapedine, termoisolata, ventilata).
Nella esecuzione delle partizioni interne si terrà conto della loro classificazione in partizione semplice (solitamente realizzata con piccoli elementi e leganti umidi) o partizione prefabbricata (solitamente realizzata con montaggio in sito di elementi predisposti per essere assemblati a secco).
Quando non è diversamente descritto negli altri documenti progettuali (o quando questi non sono sufficientemente dettagliati) si intende che ciascuna delle categorie di parete sopracitata è composta da più strati funzionali (costruttivamente uno strato può assolvere a più funzioni), che devono essere realizzati come segue.
a) Le pareti esterne o partizioni interne realizzate a base di elementi di laterizio, calcestruzzo, calcio silicato, pietra naturale o ricostruita e prodotti similari dovranno essere realizzate con le modalità descritte nell’articolo opere di muratura, tenendo conto delle modalità di esecuzione particolari (giunti, sovrapposizioni, ecc.) richieste quando la muratura ha compiti di isolamento termico, acustico, resistenza al fuoco, ecc. Per gli intonaci ed i rivestimenti in genere si rinvia all’articolo sull’esecuzione di queste opere. Comunque, in relazione alle funzioni attribuite alle pareti ed al livello di prestazione richiesto, si dovrà curare la realizzazione dei giunti, la connessione tra gli strati e le compatibilità meccaniche e chimiche.
Nel corso dell’esecuzione si curerà la completa realizzazione dell’opera, con attenzione alle interferenze con altri elementi (impianti), all’esecuzione dei vani di porte e finestre, alla realizzazione delle camere d’aria o di strati interni, curando che non subiscano schiacciamenti, discontinuità, ecc. non coerenti con la funzione dello strato.
b) Le partizioni interne costituite da elementi predisposti per essere assemblati in sito (con e senza piccole opere di adeguamento nelle zone di connessione con le altre pareti o con il soffitto) dovranno essere realizzate con prodotti rispondenti alle prescrizioni date nell’articolo prodotti per pareti esterne e partizioni interne.
Nell’esecuzione si dovranno seguire le modalità previste dal produttore (ivi incluso l’utilizzo di appositi attrezzi) ed approvate dalla Direzione dei Lavori. Si dovrà curare la corretta predisposizione degli elementi che svolgono anche funzione di supporto in modo da rispettare le dimensioni, tolleranze ed i giochi previsti o comunque necessari ai fini del successivo assemblaggio degli altri elementi. Si curerà che gli elementi di collegamento e di fissaggio vengano posizionati ed installati in modo da garantire l’adeguata trasmissione delle sollecitazioni meccaniche. Il posizionamento di pannelli, vetri, elementi di completamento, ecc. sarà realizzato con l’interposizione di guarnizioni, distanziatori, ecc. che garantiscano il raggiungimento dei livelli di prestazione previsti ed essere completate con sigillature, ecc. Il sistema di giunzione nel suo insieme deve completare il comportamento della parete e deve essere eseguito secondo gli schemi di montaggio previsti; analogamente si devono eseguire secondo gli schemi previsti e con accuratezza le connessioni con le pareti murarie, con i soffitti, ecc.
INTONACI
L’esecuzione di intonaco civile, interessa le murature di nuova costruzione, le murature esistenti ove si rende necessario riprendere l’intonaco a seguito della rimozione dei rivestimenti, ecc. (estensione valutata al 50 %) e sulle tracce o spacchi eseguiti per consentire il passaggio degli impianti.
Gli intonaci dovranno essere eseguiti solo dopo un’accurata preparazione delle superfici da trattare, ottenuta con pulitura, scarnitura dei giunti e della malta poco aderente, eventuale lavaggio e bagnatura.
Gli intonaci di qualunque specie non dovranno mai presentare peli, crepature, irregolarità negli allineamenti e negli spigoli o altri difetti.
Nel caso di murature in blocchetti di calcestruzzo o pareti in getto di calcestruzzo, l’esecuzione degli intonaci dovrà essere preceduta da un rinzaffo di malta fluida di sabbia e cemento applicata a cazzuola e tirata a frattazzo lungo in modo da formare uno strato molto scabro dello spessore non superiore a 5 mm.
Non si potrà procedere all’esecuzione di intonaci, in particolare quelli esterni, quanto le strutture non siano protette dagli agenti atmosferici, ossia quando vi sia la possibilità che le acque di pioggia possono imbibire le superfici da intonacare e neppure quando la temperatura minima nelle 24 ore sia tale da pregiudicare la buona presa della malta. A questa limitazione si potrà derogare nel caso degli intonaci interni eseguiti in ambienti provvisoriamente chiusi e provvisti di adeguate sorgenti di calore.
Nel caso dell’esecuzione di intonaci su murature appoggiate contro strutture in conglomerato di cemento armato che saranno lasciate a vista, in corrispondenza delle linee di giunzione si dovranno realizzare scuretti aventi larghezza di cm 1 e profondità di cm 0,5, se a spigolo vivo o a 45° se le strutture in cls si presentano con spigoli smussati.
Se indicato nei disegni di progetto, in corrispondenza dell’intersezione tra i piani verticali e i piani orizzontali degli intonaci interni, verranno realizzati degli scuretti sui piani verticali aventi altezza cm 1 e profondità cm 0,5.
Nel caso di intonaci da applicare su strutture di calcestruzzo di cemento armato, si prescrive l’impiego di una rete metallica (o altro materiale idoneo) chiodato al supporto allo scopo di eliminare la cavillature lungo le linee di contatto tra i due materiali di diversa costituzione.
Per l’esecuzione degli intonaci sui muri vecchi, mai intonacati, si dovrà procedere al preliminare distacco di tutti gli elementi non perfettamente solidali con la muratura sottostante ed alla lavatura delle superfici in modo da garantire l’assoluta pulizia. Per l’esecuzione di intonaci su altri già esistenti si dovrà procedere al preliminare distacco di tutti i tratti di intonaco che non siano perfettamente solidali con la muratura sottostante, quindi si procederà ad una adeguata picconatura per creare una superficie su cui il nuovo intonaco possa aderire perfettamente e successivamente alla lavatura delle superfici in modo da garantire l’assoluta pulizia.
La calce spenta da usare negli intonaci dovrà avere almeno tre mesi di maturazione per evitare sfioriture e screpolature, verificandosi le quali saranno a carico dell’Appaltatore tutte le riparazioni occorrenti.
Ad opera finita l’intonaco completo dovrà avere uno spessore non inferiore ai 15 mm e non superiore ai 25 mm.
Gli spigoli sporgenti o rientranti verranno eseguiti ad angolo vivo o con arrotondamento a seconda degli ordini della D.L.. Potrà essere ordinata la posa di appositi paraspigoli metallici zincati o in acciaio inox che dovranno essere annegati nell’intonaco a filo degli spigoli, senza alcun aumento di costo.
Da parte dell’Appaltatore vanno eliminate, senza compenso a parte, gli eventuali imbrattamenti del sottofondo dell’intonaco, dovuti ad esempio ad olio disarmante o efflorescenze, nonché livellate le irregolarità (aderenza).
L’intonaco verrà ottenuto impastando il legante (calce, cemento) con gli inerti (sabbia, polvere o granuli di marmo, ecc.) e l’acqua; verrà eseguito solamente in condizioni stagionali favorevoli e dovrà essere protetto, durante la lavorazione e prima dell’indurimento, dalla pioggia e dagli agenti atmosferici sfavorevoli.
In generale, gli intonaci devono possedere le caratteristiche seguenti:
- resistenza e durabilità;
- impermeabilità all’acqua;
- effetto estetico superficiale;
- adesione al supporto e caratteristiche meccaniche.
Art. 15 CONTROSOFFITTI
RIMOZIONI E RIPRISTINI DI CONTROSOFFITTI IN CARTONGESSO
Prima di iniziare i lavori in argomento l’Appaltatore dovrà accertare con ogni cura la natura, lo stato ed il sistema costruttivo delle opere da smontare, al fine di affrontare con tempestività ed adeguatezza di mezzi ogni evenienza che possa comunque presentarsi. Salvo diversa prescrizione, l’Appaltatore disporrà la tecnica più idonea, le opere provvisionali, i mezzi d’opera, i macchinari, e l’impiego del personale.
Durante le operazioni di rimozione dei pannelli del controsoffitto, non dovrà essere rimossa la struttura portante, in quanto, la stessa, dovrà essere riutilizzata per la posa dei nuovi pannelli in cartongesso al termine dei lavori impiantistici.
Tutti i controsoffitti previsti in progetto, indipendentemente dal sistema costruttivo, dovranno risultare con superfici orizzontali o comunque rispondenti alle prescrizioni, essere senza ondulazioni, crepe o difetti e perfettamente allineati.
La posa in opera dovrà essere eseguita con strumenti idonei ed in accordo con le raccomandazioni delle case produttrici, comprenderà inoltre tutti i lavori necessari per l’inserimento dei corpi illuminanti, compresa la realizzazione di botole di ispezione e quant’altro richiesto per la perfetta funzionalità di tutti gli impianti presenti nell’opera da eseguire, nonché i necessari raccordi con le volte.
Gli elementi dei controsoffitti non accettati dal Direttore dei Lavori per il manifestarsi di difetti di produzione o di posa in opera dovranno essere dismessi e sostituiti dall’Appaltatore. I prodotti devono riportare la prescritta marcatura CE, in riferimento alla norma UNI EN 13964.
La posa in opera comprende anche l’eventuale onere di tagli, forature e formazione di sagome.
Il Direttore dei Lavori dovrà controllare la facile amovibilità degli elementi modulari dalla struttura di distribuzione per le eventuali opere di manutenzione.
I controsoffitti in cartongesso possono essere costituiti da lastre prefabbricate piane, confezionate con impasto di gesso stabilizzato miscelato e additivato, rivestito su entrambi i lati da speciali fogli di cartone. Le caratteristiche devono rispondere alle prescrizioni progettuali.
Tali tipi di controsoffitti dovranno essere fissati, mediante viti autoperforanti, alla struttura esistente sospesa all’intradosso del solaio, secondo le prescrizioni progettuali, o tramite pendini a molla o staffe.
Particolare attenzione dovrà essere posta alla finitura dei giunti tra i pannelli e tra i pannelli e le pareti della stanza. A posa ultimata le superfici dovranno risultare perfettamente lisce e non dovrà esservi discontinuità alcuna tra i controsoffitti esistente e quelli di nuova installazione.
Durante le lavorazioni di rimozione e ripristino del controsoffitto, comprendenti la rasatura e tinteggiatura dello stesso, dovranno essere adoperati tutti gli accorgimenti necessari al fine di non arrecare danni agli arredi, alle pareti e al pavimento esistenti all’interno dei locali oggetto di intervento.
La Direzione dei Lavori avrà la facoltà di ordinare, a cura e spese dell’Appaltatore, il rifacimento delle lavorazioni risultanti da esecuzione non soddisfacente e questo sia per difetto dei materiali impiegati, sia per non idonea preparazione delle superfici, per non corretta applicazione degli stessi, per mancanza di cautele o protezioni o per qualunque altra causa ascrivibile all’Appaltatore. L’Appaltatore dovrà procedere con immediatezza a tali rifacimenti, eliminando, nel frattempo, eventuali danni conseguenti dei quali rimane, in ogni caso ed a tutti gli effetti, unico responsabile.
Art. 16 DEMOLIZIONI E RIMOZIONI
Le demolizioni di murature, xxxxxxxxxxxx, ecc., sia parziali che complete, devono essere eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni, in modo da non danneggiare le residue murature, da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da evitare incomodi, danni collaterali o disturbo.
Rimane pertanto vietato di gettare dall’alto i materiali in genere, che invece devono essere trasportati o guidati in basso, e di sollevare polvere, per cui tanto le murature quanto i materiali di risulta dovranno essere opportunamente bagnati.
Nelle demolizioni e rimozioni l’Appaltatore deve inoltre provvedere alle eventuali necessarie puntellature per sostenere le parti che devono restare e disporre in modo da non deteriorare i materiali risultanti, i quali devono ancora potersi impiegare nei limiti concordati con la Direzione dei Lavori, sotto pena di rivalsa di danni a favore della Stazione Appaltante.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Quando, anche per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati, saranno pure a cura e spese dell’Appaltatore, senza alcun compenso, ricostruite e rimesse in ripristino le parti indebitamente demolite.
Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione dei Lavori, devono essere opportunamente puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla direzione stessa, usando cautele per non danneggiarli sia nella pulizia, sia nel trasporto, sia nei loro assestamenti e per evitarne la dispersione.
Detti materiali restano tutti di proprietà della Stazione Appaltante, la quale potrà ordinare all’Appaltatore di impiegarli in tutto od in parte nei lavori appaltati.
I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni devono sempre dall’Appaltatore essere trasportati fuori del cantiere nei punti indicati od alle pubbliche discariche.
La rimozione delle unità esterne degli impianti di climatizzazione esistenti oggetto di intervento, dovrà comprendere lo svuotamento del circuito idraulico dell’impianto, parziale o totale, il recupero di olio e gas dal circuito frigorifero eseguito secondo le più recenti disposizioni normative, l’intercettazione e la chiusura permanente o provvisoria delle linee di alimentazione idraulica dell’impianto, lo scollegamento delle linee elettriche di alimentazione, la messa in sicurezza delle stesse con mezzi e procedure idonei, i trasporti del materiale di risulta, sia in orizzontale che in verticale, il deposito provvisorio dei materiali in apposito luogo individuato entro l’ambito del cantiere, il carico su automezzo (ad esclusione degli eventuali materiali ritenuti recuperabili dalla Stazione Appaltante e ad essa riservati) e il trasporto del materiale di
risulta presso discarica autorizzata. Il conferimento a discarica delle apparecchiature contenenti clorofluorocarburi, HCFC, HFC, di gas e/o oli dovrà essere eseguito e comprovato secondo le più recenti disposizioni normative.
La rimozione di cavi elettrici dovrà essere fatta mettendo in sicurezza gli impianti, mediante interruzione dell’energia e la successiva disconnessione delle linee elettriche dai quadri elettrici su cui sono attestate, l’eventuale rimozione di coperchi di canali portacavi esistenti e di cassette di derivazione per agevolare lo sfilaggio dei conduttori. Lo sfilaggio dei conduttori dalle vie cavo non dovrà pregiudicare la funzionalità della via cavo stessa, né quella di altri conduttori presenti. Il conferimento a discarica delle apparecchiature elettriche rimosse e dei cavi dovrà essere eseguito e comprovato secondo le più recenti disposizioni normative.
L’Impresa Appaltatrice, prima delle opere di demolizione e rimozione dei materiali, dovrà presentare, secondo quanto indicato dal D.M. 24/12/2015 al punto 2.5.1, una verifica pre demolizione per determinare ciò che può essere riutilizzato, riciclato o recuperato.
La suddetta verifica dovrà contenere le seguenti informazioni:
- l’individuazione e la valutazione dei rischi di rifiuti pericolosi che possono richiedere un trattamento o un trattamento specialistico, o le emissioni che possono sorgere durante la demolizione;
- una stima delle quantità con una ripartizione dei diversi materiali da costruzione;
- una stima della percentuale di riutilizzo e il potenziale di riciclaggio sulla base di proposte di sistemi di selezione durante il processo di demolizione;
- una stima della percentuale potenziale raggiungibile con altre forme di recupero dal processo di demolizione.
L’Impresa Appaltatrice, dovrà dichiarare che tali prestazioni e requisiti dei materiali, dei componenti e delle lavorazioni saranno rispettati.
Dovrà inoltre essere allegato il piano di demolizione e recupero della ditta e sottoscrizione di impegno a trattare i rifiuti da demolizione o a conferirli ad impianto autorizzato al recupero dei rifiuti.
Art. 17 INFISSI
Si intendono per infissi gli elementi aventi la funzione principale di regolare il passaggio di persone, animali, oggetti, e sostanze liquide o gassose nonché dell’energia tra spazi interni ed esterni dell’organismo edilizio o tra ambienti diversi dello spazio interno.
Essi si dividono tra elementi fissi (cioè luci fisse non apribili) e serramenti (cioè con parti apribili); gli infissi si dividono, inoltre, in relazione alla loro funzione, in porte, finestre e schermi.
Per la terminologia specifica dei singoli elementi e delle loro parti funzionali in caso di dubbio si fa riferimento alla norma UNI 8369 ed alla norma armonizzata UNI EN 12519.
Durante le operazioni di sostituzione dell’unità esterna pompa di calore dell’impianto “GF5” Edificio 2, dovrà essere rimosso l’infisso esistente.
La lavorazione dovrà essere eseguita con tutte le cautele e gli accorgimenti necessari per la rimozione in sicurezza dell’infisso e comprende l’utilizzo di mezzi meccanici e di elettroutensili, la rimozione del telaio, la smuratura delle grappe o dei tasselli di tenuta, i trasporti orizzontali, il deposito provvisorio dei materiali in apposito luogo individuato all’uopo entro l’ambito del cantiere. Nell’infisso dovrà essere realizzato il taglio a sezione degli elementi, la smerigliatura dei bordi taglienti, per permettere la successiva installazione della nuova griglia dell’impianto di climatizzazione avente dimensioni 800x800 mm. E’ compresa inoltre la pittura dell’infisso con una mano di antiruggine e due mani di smalto alchidico uretanico brillante.
Al termine delle operazioni di sostituzione della suddetta unità esterna pompa di calore, l’infisso dovrà essere installato nella posizione originale, con tutte le cautele e gli accorgimenti necessari per la posa in sicurezza dello stesso, mediante l’utilizzo di mezzi meccanici e di elettroutensili. Sono comprese le opere murarie, la registrazione dell’infisso ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a regola d’arte.
Resta inteso che l’infisso dovrà essere realizzato in modo da resistere alle sollecitazioni meccaniche e degli agenti atmosferici e contribuire, per la parte di sua spettanza, al mantenimento negli ambienti delle condizioni termiche, acustiche, luminose, di ventilazione, ecc.; lo svolgimento delle funzioni predette deve essere mantenuto nel tempo.
Art. 18
IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE
PRESCRIZIONI TECNICHE GENERALI - REQUISITI DI RISPONDENZA A NORME, LEGGI E REGOLAMENTI
Agli impianti di climatizzazione relativi a questo Appalto si applicano le seguenti norme tecniche:
Min. Lavori Pubblici Circ. 13011 del 22/11/1974 - “Requisiti fisico tecnici per le costruzioni edilizie. Proprietà termiche, igrometriche, di ventilazione e di illuminazione.”
Legge 9 gennaio 1991, n°9 - “Norme per l’attuazione del nuovo Piano Energetico Nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geometria, autoproduzione e disposizioni fiscali.”
Legge 9 gennaio 1991, n°10 - “Norme per l’attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.”
D.P.R. 26 agosto 1993, n°412 - “Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi energetici, in attuazione dell’art. 4, comma 5, della Legge 9 gennaio 1991, n°10.”
D.M. 02 aprile 1998 - “Modalità di certificazione delle caratteristiche e delle prestazioni energetiche degli edifici e degli impianti ad essi connessi.”
D.P.R. 21 dicembre 1999, n°551 - “Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1193, n°412, in materia di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia.”
D.Lgs. 19 agosto 2005, n°192 - “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia.” D.Lgs. 29 dicembre 2006, n°311 - “Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n°192, recante della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia.”
Decreto 22 gennaio 2008, n°37 - “Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della Legge n°248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.”
D.Lgs. 9 aprile 2008, n°81 - “Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n°123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.”
D.Lgs. 30 maggio 2008, n°115 - “Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE.”
D.P.R. 2 aprile 2009, n°59 - “Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n°192, concernente attuazione della direttiva 2002/91CE sul rendimento energetico in edilizia.”
D.M. 26 giugno 2009 - “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici.”
D.P.R. n°43/2012 - “Regolamento recante attuazione del regolamento (CE) n°842/2006 su taluni gas fluorurati ad effetto serra.”
D.Lgs. 5 marzo 2013, n°26 - “Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al regolamento (CE) n°842/2006 su taluni gas fluorurati ad effetto serra.”
D.P.R. 16 aprile 2013, n°74 - “Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n°192.”
D.M. 26 giugno 2015 - “Adeguamento linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici.”
D.M. 26 giugno 2015 - “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici.”
D.M. 24/12/2015 - “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici e per la gestione dei cantieri della pubblica amministrazione”.
Normativa UNI
UNI EN 1045:1998 - “Brasatura forte – Flussi per brasatura forte - Classificazione e condizioni tecniche di fornitura.”
UNI EN 1179:2005 - “Zinco e leghe di zinco - Zinco primario.”
UNI EN 1254-1:2000 - “Rame e leghe di rame - Raccorderia idraulica - Raccordi per tubazioni di rame con terminali atti alla saldatura o brasatura capillare.”
UNI EN 1254-2:2000 - “Rame e leghe di rame - Raccorderia idraulica - Raccordi per tubazioni di rame con terminali a compressione.”
UNI EN 1254-3:2000 - “Rame e leghe di rame - Raccorderia idraulica - Raccordi per tubazioni di plastica con terminali a compressione.”
UNI EN 1254-4:2000 - “Rame e leghe di rame - Raccorderia idraulica - Raccordi combinanti altri terminali di connessione con terminali di tipo capillare o a compressione.”
UNI EN 1254-5:2000 - “Rame e leghe di rame - Raccorderia idraulica - Raccordi per tubazioni di rame con terminali corti per brasatura capillare.”
UNI EN ISO 3677:1996 - “Metallo di apporto per brasatura dolce, brasatura forte e saldobrasatura. Designazione.”
UNI EN ISO 3834-1:2006 - “Requisiti di qualità per la saldatura per fusione dei materiali metallici – Parte 1: Criteri per la scelta del livello appropriato dei requisiti di qualità”.
UNI EN ISO 6946:2008 - “Componenti ed elementi per l’edilizia. Resistenza termica e trasmittanza termica - Metodo di calcolo.”
UNI 9182:2014 - “Impianti di alimentazione e distribuzione d’acqua fredda e calda - Progettazione, installazione e collaudo.”
UNI 9346:2008 - “Prestazione termoigrometrica degli edifici e dei materiali da costruzione - Grandezze fisiche per il trasferimento di massa - Vocabolario.”
UNI 9511:1989 - “Disegni tecnici. Rappresentazione delle installazioni.”
UNI EN ISO 10077-1:2007 - “Prestazione termica di finestre, porte e chiusure oscuranti - Calcolo della trasmittanza termica
- Parte 1: Generalità”
UNI 10339:1995 - “Impianti aeraulici ai fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta dell’offerta, l’offerta, l’ordine e la fornitura.”
UNI EN 10346:2015 - “Prodotti piani di acciaio rivestiti per immersione a caldo in continuo per formatura a freddo - Condizioni di fornitura.”
UNI 11169:2006 - “Impianti di climatizzazione degli edifici - Impianti aeraulici ai fini di benessere - Procedure per il collaudo”
UNI TS 11300-1:2014 - “Xxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxx xxxxx xxxxxxx - Xxxxx 0: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale.”
UNI TS 11300-2:2014 - “Xxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxx xxxxx xxxxxxx - Xxxxx 0: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.”
UNI TS 11300-3:2010 - “Xxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxx xxxxx xxxxxxx - Xxxxx 0: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva.”
UNI TS 11300-4:2012 - “Xxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxx xxxxx xxxxxxx - Xxxxx 0: Utilizzo di energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.”
UNI EN 12831:2006 - “Impianti di riscaldamento negli edifici - Metodo di calcolo del carico termico di progetto.”
UNI EN 13779: 2008 - “Ventilazione degli edifici non residenziali - Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di climatizzazione.”
UNI 14114:2006 - “Prestazioni igrotermiche degli impianti degli edifici e delle installazioni industriali - Calcolo della diffusione del vapore acqueo - Sistemi di isolamento per le tubazioni fredde.”
UNI EN ISO 17672:2011 - “Brasatura forte - Metalli d’apporto.”
PREMESSA
Gli impianti di climatizzazione dovranno essere realizzati seguendo scrupolosamente le indicazioni contenute negli elaborati grafici allegati, nel computo metrico estimativo, nelle relazioni di calcolo e nel presente documento.
Nel progetto esecutivo sono rappresentati le tipologie di impianto, i materiali da utilizzare e la modalità di posa in opera di tutti i componenti.
Tutti i componenti ed i materiali da utilizzare dovranno avere caratteristiche tecniche equivalenti a quelle indicate nel presente documento e negli elaborati del progetto esecutivo.
In caso di varianti che precludano l’utilizzo di questi materiali si dovranno rigorosamente rispettare tutte le indicazioni contenute nel presente documento o, se non espressamente indicate, nelle normative tecniche di riferimento.
TIPOLOGIA E COMPONENTI DELL’IMPIANTO
L’intervento in oggetto comprenderà le seguenti tipologie di impianto, composte dagli apparecchi e materiali di seguito elencati:
- Impianto di climatizzazione aria/acqua:
o Pompa di calore condensata ad aria.
o Tubazione in acciaio nero.
o Coibentazione termica per tubazioni.
o Rivestimento in alluminio per tubazioni coibentate.
o Valvole di intercettazione.
o Valvole di bilanciamento.
o Gruppi di caricamento automatico.
o Termometri.
o Manometri.
o Manicotti antivibranti.
o Flussostati.
- Centrale di trattamento aria ed accessori:
o Centrale di trattamento aria.
o Impianto di regolazione e controllo.
o Canali in lamiera di acciaio zincato a sezione rettangolare.
o Coibentazione termica per canali a sezione rettangolare.
o Rivestimento in alluminio per canali coibentati.
- Impianto di climatizzazione aria/aria del tipo a portata di refrigerante variabile VRF:
o Unità esterna pompa di calore.
o Unità interna del tipo canalizzabile.
o Unità interna del tipo pensile per posa a parete.
o Controllore centralizzato.
o Tubazione in rame precoibentata per impianti VRF.
o Giunti a Y di diramazione impianti VRF.
o Tubazione in PVC per lo scarico della linea condensa.
o Canali in poliuretano.
o Bocchette di immissione aria.
o Griglie di aspirazione aria.
IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE ARIA/ACQUA POMPA DI CALORE ARIA/ACQUA
Modalità di posa in opera
Le pompe di calore di nuova installazione dovranno essere posizionate su struttura di sostegno che, a seconda del tipo di intervento, potrà essere esistente o di nuova realizzazione. In qualunque caso tra la pompa di calore e la struttura di sostegno dovranno essere interposti opportuni sostegni antivibranti il cui tipo e numero saranno definiti in funzione del peso in esercizio della macchina e della frequenza delle vibrazioni che si generano durante il suo funzionamento, in maniera tale da evitare che esse possano trasmettersi alle strutture circostanti.
Qualora la pompa di calore proposta dall’Appaltatore non fosse compatibile per peso, punti di appoggio e dimensioni alla struttura di sostegno esistente, sarà a totale carico dell’Appaltatore provvedere a tutte le opere necessarie per adeguare e certificare la struttura di sostegno, tenendo debito conto delle specifiche tecniche e delle indicazioni della casa produttrice, senza che ciò comporti maggiori oneri per la Stazione Appaltante.
In ogni caso non sarà comunque accettata l’installazione di unità di climatizzazione di ingombri eccedenti, compresi gli spazi di rispetto, a quelli dedicati all’installazione delle stesse secondo quanto prescritto nelle specifiche tecniche, nelle indicazioni della casa produttrice e negli elaborati progettuali allegati al presente capitolato.
In alcuni casi si è appurato che le linee elettriche di alimentazione delle unità di climatizzazione esistenti sono del tipo trifase senza neutro: al fine di non dover installare un ulteriore conduttore di neutro, così come specificato negli elaborati tecnici, laddove richiesto è fondamentale che in fase d’ordine le unità di climatizzazione scelte abbiano alimentazione trifase senza neutro.
Durante la posa della pompa di calore si dovranno tassativamente rispettare le seguenti condizioni:
- Evitare condizioni di installazione in cui il rumore prodotto dall’unità possa infastidire le persone.
- Evitare l’esposizione diretta al vento, che può destabilizzare l’unità e ostacolarne i flussi d’aria.
- Prevedere una condotta di scarico in prossimità del luogo di installazione dell’unità esterna per convogliare l’acqua di condensa prodotta.
- Installare l’unità esterna nel rispetto delle distanze minime da ostacoli, secondo quanto indicato dal costruttore delle apparecchiature.
- Non installare l’unità esterna in modo che possa aspirare fumi o vapori di scarico.
- Non installare l’unità esterna dove sono presenti oli, vapori e liquidi alcalini o corrosivi.
In ogni caso l’installazione dell’unità dovrà essere eseguita conformemente alle istruzioni tecniche per l’installazione, la regolazione, l’uso e la manutenzione elaborate dal produttore.
TUBAZIONI
TUBAZIONI IN ACCIAIO
Le tubazioni da utilizzare dovranno essere del tipo in acciaio nero non legato adatte alla saldatura e alla filettatura, del tipo senza saldatura, serie UNI EN 10255 fino al diametro di 2” compreso, e del tipo liscio senza saldature serie UNI EN 10216 per i diametri superiori.
Modalità di posa in opera
Le giunzioni dovranno essere realizzate con saldatura (UNI EN ISO 2560), con flange o tramite filettatura, a seconda dei diametri e delle necessità di funzionamento.
Le giunzioni saldate delle tubazioni di diametro inferiore a 2” dovranno essere realizzate mediante saldatura autogena con fiamma ossiacetilenica. Le giunzioni saldate su tubazioni di diametro superiore dovranno essere eseguite all’arco elettrico a corrente continua.
L’unione delle flange con la tubazione dovrà avvenire mediante saldatura elettrica od autogena.
Le flange dovranno essere del tipo a saldare di testa UNI EN 1092 – 1 secondo la pressione nominale di esercizio, e dovranno avere la superficie di tenuta secondo la stessa norma.
Le giunzioni filettate dovranno essere conformi alla norma UNI ISO 7/1.
I raccordi e pezzi speciali dovranno essere in acciaio con estremità filettate (UNI EN 10241) o saldate (EN 10253-1).
Gli staffaggi (dove necessario) dovranno essere realizzati in modo da garantire la continuità della coibentazione, per evitare il realizzarsi di ponti termici e formazione di condensa (per le tubazioni percorse da acqua refrigerata).
Le tipologie di fissaggio degli staffaggi alle strutture, dovranno essere adeguate al carico e studiate in funzione della struttura su cui verranno installati. Fermo restando tutte le prerogative di affidabilità, sono da preferirsi i sistemi ad espansione. Per i casi che si riterranno più delicati, il sistema sarà scelto in accordo con la Direzione dei Lavori e sottoposto a campionatura per approvazione.
Tutte le tubazioni in acciaio, le carpenterie e gli staffaggi in materiale metallico non zincato, dovranno essere verniciati con due mani di antiruggine al Cr/Zn. Gli staffaggi e le tubazioni non coibentate saranno verniciate con due mani di vernice di finitura. Le tubazioni avranno i colori previsti dalla Direzione dei Lavori per l’identificazione dei fluidi convogliati. La verniciatura antiruggine delle tubazioni dovrà essere eseguita secondo le seguenti modalità:
- Preparazione a pie’ d’opera:
o Spazzolatura per asportazione delle tracce di ossidazione formatesi durante la permanenza più o meno lunga in cantiere, premettendo che all’arrivo in loco i tubi si dovranno presentare in ottimo stato.
o Esecuzione della prima mano di antiruggine rossa accuratamente stesa su tutta la superficie del tubo.
o Asportazione della vernice con energica spazzolatura nei punti di giunzione da saldare.
- Dopo la posa in opera delle tubazioni:
o Ripristino della prima mano di vernice sui tratti interessati dalle saldature.
o Esecuzione della seconda mano di antiruggine grigia.
Dopo l’installazione, prima della posa in opera della coibentazione termica, si provvederà alla pulizia interna delle tubazioni mediante lavaggio con acqua e miscela solvente di tipo idoneo per eliminare residui di lavorazione, oli e tutti i possibili inquinanti. Per la parte esterna si dovrà effettuare la rimozione di eventuali residui di saldature e della sporcizia in generale e l’eventuale ripristino della verniciatura antiruggine nei punti ove necessario.
ISOLAMENTO TERMICO TUBAZIONI
Tutte le tipologie di tubazioni percorse da acqua calda o refrigerata dovranno essere termicamente isolate mediante lastre o tubi in elastomero estruso espanso a celle chiuse senza uso di CFC, conforme per spessori e conducibilità termica alle prescrizioni di cui alla Legge n° 10 del 9 gennaio 1991 e relativo D.P.R. di attuazione n° 412/93 e s.m.i..
I materiali isolanti impiegati per la coibentazione delle tubazioni dovranno essere corredati di certificato di reazione al fuoco in una delle seguenti classi: A2L-s1,d0; A2L-s2,d0; A2L-s3,d0; A2L-s1,d1; A2L-s3,d1; BL-s1,d0; BL-s2,d1.
Modalità di posa in opera
La posa in opera avverrà dopo che tutti i materiali estranei come ruggine, scorie e sporco saranno stati rimossi e le superfici saranno verniciate, pulite ed asciugate. In corrispondenza degli staffaggi, l’isolamento dovrà essere continuo: non saranno ammesse discontinuità di alcun genere.
I materiali isolanti dovranno essere posti a regola d’arte e nelle parti in cui sono presenti giunzioni e saldature potranno essere applicati solo quando siano state eseguite le prove di tenuta dei circuiti.
Il materiale isolante potrà essere sia in lastre, sia tubolare.
L’isolante tubolare dovrà essere posto in opera, ove è possibile, infilandolo sulla tubazione dall’estremità libera e facendolo quindi scorrere sul tubo stesso. La giunzione tra i vari tubolari è effettuata con l’uso di apposito adesivo. Nei casi in cui la posa in opera sopra descritta non sia possibile, si dovranno tagliare i tratti tubolari di isolante longitudinalmente, applicarli sulle tubazioni e saldare i due bordi con l’adesivo. Solo in casi di sagomature particolari, sarà accettato il rinforzo dell’incollaggio con appositi nastri adesivi.
In ogni caso seguire le indicazioni di posa elaborate dal fornitore.
SOSTEGNI DELLE TUBAZIONI
Il tipo, il materiale ed il sistema di posa dei sostegni delle tubazioni dovranno essere tali da assicurare la stabilità dell’impianto nelle più severe condizioni di esercizio ragionevolmente prevedibili.
In particolare:
- I sostegni dovranno essere in grado di assorbire gli sforzi assiali e trasversali in fase di erogazione.
- Il materiale utilizzato per qualunque componente del sostegno deve essere non combustibile.
- I collari dovranno essere chiusi attorno ai tubi.
- Non sono ammessi sostegni aperti (come ganci a uncino e simili).
- Non sono ammessi sostegni ancorati tramite graffe elastiche.
- I sostegni non dovranno essere saldati direttamente alle tubazioni né avvitati ai relativi raccordi.
Modalità di posa in opera
Ciascun tronco di tubazione dovrà essere supportato da un sostegno, ad eccezione dei tratti di lunghezza minore di 0,6 m, dei montanti e delle discese di lunghezza minore di 1 m per i quali non sono richiesti sostegni specifici.
Il posizionamento dei supporti dovrà garantire la stabilità del sistema. In generale la distanza fra due sostegni non deve essere maggiore di 4 m, per tubazioni di dimensioni minori o uguali a DN 65, e di 6 m per quelle di diametro maggiore.
RIVESTIMENTI TUBAZIONI
Il nuovo tratto di tubazione dell’impianto di climatizzazione con posa esterna a vista dovrà essere rivestito esternamente con lamierino lucido di alluminio.
Modalità di posa in opera
Il lamierino dovrà essere debitamente calandrato, bordato e tenuto in sede con viti autofilettanti in acciaio inox. Sui giunti longitudinali i lamierini dovranno essere sovrapposti e graffati a maschio e femmina, mentre su quelli circonferenziali sarà sufficiente la semplice sovrapposizione di almeno 10 mm.
A seconda delle dimensioni e della posizione delle parti da rivestire, l’involucro in lamiera potrà essere supportato da distanziatori di vario tipo.
In particolare sulle tubazioni verticali la protezione dovrà essere sorretta da appositi anelli di sostegno.
ACCESSORI IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE
PRESCRIZIONI GENERALI
La linea di distribuzione dovrà essere intercettata sia sulla mandata, sia sul ritorno con valvole a farfalla. Ove necessario (e comunque ove richiesto dalla Direzione dei Lavori) dovranno essere installati sia rubinetti di scarico impianto con tappo a catenella, sia valvole di sfiato aria complete di valvolina di intercettazione a sfera.
Il valvolame ed in genere tutti i materiali accessori devono essere scelti in relazione alla pressione e temperatura di esercizio in conformità alle norme UNI.
Tutto il valvolame deve essere in accordo alle norme UNI o equivalenti internazionali.
La pressione nominale del valvolame deve essere in accordo con le prescrizioni delle tubazioni relative.
Per quanto riguarda il tipo di giunzione alle tubazioni, in linea di principio, sono da adottare gli attacchi filettati per i diametri inferiori a 40 mm, e quelli a flangia per diametri uguali o superiori a 40 mm.
Tutto il valvolame filettato deve essere montato con bocchettone a tre pezzi, per permettere un agevole smontaggio.
VALVOLA A FARFALLA WAFER – PN 16
Le valvole di intercettazione dovranno essere del tipo a farfalla wafer per montaggio tra flange UNI EN 1092-1 ed essere luchettabili.
Modalità di posa in opera
La valvola per installazione fra due flange può essere montata in posizione orizzontale o verticale. Durante l’installazione evitare tensioni indesiderate. Per evitare un’usura prematura, la valvola deve sempre essere completamente aperta o completamente chiusa (senza apertura parziale).
La valvola dovrà essere montata tra le flange della tubazione utilizzando bulloni filettati a testa esagonale a lunghezza completa. Possono essere installate anche come valvola terminale.
Per il montaggio mantenere una distanza sufficiente tra le flange al fine di evitare di danneggiare le guarnizioni sul bordo esterno del collare.
VALVOLA DI BILANCIAMENTO PER CIRCUITI IDRAULICI TIPO CALEFFI SERIE “130” O EQUIVALENTE
Valvola di bilanciamento in versione flangiata, con attacchi prese di pressione ad innesto rapido. Corpo valvola e coperchio in ghisa grigia. Asta di comando in ottone, otturatore PPS. Tenute idrauliche in EPDM. Manopola in PA per misura DN 80. Completa di controflange e coibentazione a guscio preformata a caldo.
Modalità di posa in opera
La valvola per installazione fra due flange può essere montata in posizione orizzontale o verticale. Durante l’installazione evitare tensioni indesiderate.
Al fine di assicurare la precisione di misura, la valvola di bilanciamento deve essere installata mantenendo a monte un tratto rettilineo di tubazione uguale ad almeno cinque diametri.
La valvola dovrà essere montata tra le flange della tubazione utilizzando bulloni filettati a testa esagonale a lunghezza completa. Possono essere installate anche come valvola terminale.
Per il montaggio mantenere una distanza sufficiente tra le flange al fine di evitare di danneggiare le guarnizioni sul bordo esterno del collare.
GRUPPO DI CARICAMENTO AUTOMATICO COMPLETO DI MANOMETRO TIPO CALEFFI SERIE “554” O EQUIVALENTE
Il gruppo di riempimento automatico dovrà essere del tipo pretarabile, tipo Caleffi serie “554” o equivalente.
Modalità di posa in opera
Nella messa in funzione dell’impianto il gruppo dovrà essere tarato alla pressione del vaso d’espansione. La regolazione si dovrà effettuare agendo sul regolatore all’interno del coperchio superiore: ruotando in senso orario si aumenta, in senso antiorario si diminuisce la pressione alla quale il gruppo interverrà.
Attraverso il manometro dovrà essere possibile controllare le varie fasi dell’operazione.
Il carico dell’impianto andrà fatto lentamente, infatti la quantità d’acqua immessa è proporzionale all’aria sfogata. Ad impianto pronto per il funzionamento il rubinetto d’intercettazione del gruppo può essere chiuso. Quando sarà necessario un reintegro d’acqua si aprirà il rubinetto, fino al raggiungimento della pressione di taratura.
TERMOMETRO BIMETALLICO A QUADRANTE TIPO CALEFFI SERIE “688” O EQUIVALENTE
I termometri ubicati sulle tubazioni di mandata e ritorno dell’impianto di climatizzazione dovranno essere del tipo bimetallico a quadrante, conformi alle norme I.N.A.I.L. con attacco radiale tipo Caleffi serie “688” o equivalente.
Modalità di posa in opera
Durante il montaggio del termometro, la forza di serraggio richiesta non deve essere applicata sulla cassa o sulla morsettiera dei cavi, ma tramite le chiavi piatte fornite per questo scopo (utilizzando un utensile idoneo).
Per impostare l’indicatore sulla posizione desiderata, seguire i seguenti passaggi:
- Il dado di bloccaggio o controdado deve essere allentato sull’attacco al processo.
- Le viti a testa diagonale e le viti con testa a intaglio sul giunto orientabile vanno allentate.
- Posizionare l’indicatore come richiesto, stringere le viti a testa esagonale e le viti con testa a intaglio, quindi serrare saldamente il dado di bloccaggio o controdado.
Quando si usano pozzetti termometrici, questi devono essere riempiti con un fluido di contatto termico in modo da ridurre la resistenza alla convezione termica tra la parete esterna del sensore e quella interna del pozzetto.
MANOMETRO XXXXXXX TIPO CALEFFI SERIE “557” O EQUIVALENTE
Manometro Xxxxxxx con scatola in ottone cromato, quadrante in alluminio omologato I.N.A.I.L. tipo Caleffi serie “557” o equivalente.
Modalità di posa in opera
La corretta tenuta stagna degli attacchi dei manometri con filettatura parallela deve avvenire tramite guarnizione piatta, rondella di tenuta o guarnizione. La tenuta di filetti conici (ad es. NPT) avviene tramite il filetto stesso, applicando al filetto materiali sigillanti addizionali, come ad esempio nastro di PTFE (EN 837-2).
Al fine di semplificare il corretto orientamento dello strumento, si dovrà montare lo strumento tramite l’utilizzo di un attacco femmina girevole oppure tramite un manicotto filettato destro/sinistro.
Quando si avvita o si svita il manometro, la forza di serraggio non deve essere applicata sulla cassa, ma solo sulle facce piane del quadro sopra l’attacco filettato.
Se il manometro è posizionato al di sotto della presa di controllo pressione, la tubazione di connessione deve essere accuratamente pulita prima del montaggio dello strumento.
Nessuna pressione maggiore di quella indicata dal simbolo di pressione di lavoro (valore finale) deve essere applicata allo strumento durante il test di pressione idrostatica del sistema (EN 837-1 e EN 837-3). In caso contrario lo strumento deve essere isolato o rimosso durante questa operazione.
Non deve essere compiuto alcun tentativo di rimuovere un manometro in pressione. Il sistema di misura deve essere totalmente svuotato se lo strumento non può essere isolato altrimenti.
FLUSSOSTATO TIPO CALEFFI SERIE “626” O EQUIVALENTE
Flussostato certificato CE secondo le direttive 89/336 CE e 72/23 CE.
Modalità di posa in opera
Per una corretta installazione del flussostato occorre attenersi alle seguenti istruzioni:
- Scegliere la lamella contrassegnata con il diametro della tubazione sulla quale l’apparecchio va installato.
- Togliere le lamelle premontate che servono per i diametri superiori, agendo sulle apposite viti di serraggio.
- Per i diametri uguali o superiori a 3” (DN 80) occorre aggiungere, alle lamelle premontate in ordine crescente, la lamella lunga tagliandola alla misura corrispondente al diametro selezionato.
- Installare il flussostato attenendosi al senso del flusso indicato dalla freccia stampigliata sul coperchio e sulla parte esterna del corpo, ed in modo tale che la distanza tra la superficie superiore della tubazione ed il punto di giunzione tra corpo e coperchio del flussostato sia di 80 mm.
- Il collegamento alla tubazione può essere effettuato saldando direttamente un manicotto filettato anche per il diametro di 1”. E’ tuttavia opportuno controllare che la saldatura sia esente da bave nella sua parte interna in modo che la lamella possa ruotare liberamente nel manicotto.
- L’apparecchio deve essere installato possibilmente con asta di comando verticale per evitare depositi di impurità che causerebbero il non corretto funzionamento.
- Nel caso la portata d’intervento richiesta differisca da quella standard di fabbrica, dovranno essere effettuate le dovute correzioni di taratura.
MANICOTTO ANTIVIBRANTE IN GOMMA – PN16
I manicotti antivibranti dovranno essere installati sugli attacchi delle tubazioni alla pompa di calore.
Modalità di posa in opera
Il giunto antivibrante può essere installato in qualsiasi posizione. Prima dell’installazione, verificare che eventuali scostamenti assiali, angolari-laterali delle tubazioni siano entro i valori massimi indicati nel libretto di istruzioni e di montaggio, considerando anche le dilatazioni termiche delle tubazioni. Per evitare che il giunto si deformi eccessivamente a causa delle diverse pressioni di esercizio, si dovranno montare sulle tubazioni adeguati supporti a slitta da fissare al pavimento o alla parete.
CENTRALE D TRATTAMENTO ARIA ED ACCESSORI CENTRALE DI TRATTAMENTO ARIA
Modalità di posa in opera
L’unità di trattamento aria dovrà essere posizionata su apposito basamento, seguendo le indicazioni prescritte della casa costruttrice. Tra l’unità ed il basamento dovranno essere interposti opportuni sostegni antivibranti il cui tipo e numero saranno definiti in funzione del peso in esercizio della macchina e della frequenza delle vibrazioni che si generano durante il suo funzionamento, in maniera tale da evitare che esse possano trasmettersi alle strutture circostanti.
Durante la posa della UTA si dovranno tassativamente rispettare le seguenti condizioni:
- Evitare condizioni di installazione in cui il rumore prodotto dall’unità possa infastidire le persone.
- Evitare l’esposizione diretta al vento, che può destabilizzare l’unità e ostacolarne i flussi d’aria.
- Prevedere una condotta di scarico in prossimità del luogo di installazione dell’unità esterna per convogliare l’acqua di condensa prodotta.
- Installare l’unità nel rispetto delle distanze minime da ostacoli, secondo quanto indicato dal costruttore delle apparecchiature.
- Non installare l’unità in modo che possa aspirare fumi o vapori di scarico.
- Non installare l’unità dove sono presenti oli, vapori e liquidi alcalini o corrosivi.
- L’unità deve essere saldamente ancorata al suo supporto, per evitare la caduta e l’emissione di vibrazioni e rumore. Inoltre la macchina dovrà essere posizionata ad una distanza da qualsiasi parete che possa costituire un ostacolo, tale da poter permettere la rimozione agevole della batterie di scambio termico, e comunque non inferiore ad 1,5 m per consentire una ottimale circolazione dell’aria.
In ogni caso l’installazione dell’unità dovrà essere eseguita conformemente alle istruzioni tecniche per l’installazione, la regolazione, l’uso e la manutenzione elaborate dal produttore.
CANALI IN LAMIERA DI ACCIAIO ZINCATO A SEZIONE RETTANGOLARE
Modalità di posa in opera
I canali dovranno essere realizzati mediante piegatura delle lamiere e graffatura longitudinale dei bordi. Non saranno ammesse giunzioni longitudinali con sovrapposizione dei bordi e rivettatura.
Le giunzioni longitudinali saranno esclusivamente del tipo:
- Aggraffatura pittsburgh (giunzione tasca e piega). Questo sistema è compatibile sia per le condotte rettilinee che per i pezzi speciali. Impiegabile per la costruzione di condotte con spessori delle lamiere fino a 12/10 mm.
- Ne caso in cui la lamiera abbia uno spessore inferiore a 1 mm potrà essere eseguita anche la giunzione tipo a “scatto” (button punch snap lock).
Tra i sistemi di giunzione trasversale da utilizzare per congiungere tra loro i singoli elementi di condotte si dovranno eseguire:
- Giunzioni a flangia profilata riportata. La flangia in profilato zincato va assicurata alla parete della condotta mediante fissaggio meccanico ottenuto tramite rivettatura con rivetti ciechi o punzonatura. È prescritto l’impiego di morsetti di serraglio delle flange che vanno posti su tutti i lati delle condotte a intervalli di 400 mm.
- Giunzioni a baionetta scorrevole. Questo sistema potrà essere impiegato per la costruzione di condotte di piccole dimensioni. La giunzione a baionetta viene realizzata direttamente sui bordi della condotta, con piegatura a 180° e inserimento di un profilo scorrevole per tutta la lunghezza del perimetro. Non avendo grande affidabilità dal punto di vista meccanico, questo sistema richiede opportuni accorgimenti per quanto riguarda la tenuta e la ripartizione dello staffaggio.
Poiché le giunzioni trasversali rappresentano una sensibile causa di perdita per fughe d’aria, in ogni caso si dovrà ricorrere all’applicazione di sigillanti e di guarnizioni di tenuta nella fase di assemblaggio dei singoli elementi.
I cambiamenti di direzione dovranno essere eseguiti mediante curve ad ampio raggio, con rapporto non inferiore ad 1,25 fra il raggio di curvatura e la dimensione della faccia del canale parallela al piano di curvatura; qualora per ragioni di ingombro fosse necessario eseguire curve a raggio stretto, le stesse dovranno essere munite internamente di alette deflettrici per il convogliamento dei filetti di aria allo scopo di evitare fenomeni di turbolenza.
Quando in una canalizzazione intervengano cambiamenti di sezione, di forma, oppure derivazioni, i condotti di differenti caratteristiche dovranno essere collegati fra loro mediante pezzi speciali di raccordo.
Le giunzioni dovranno essere sigillate oppure munite di idonee guarnizioni per evitare perdite di aria nelle canalizzazioni stesse.
I canali saranno sostenuti da appositi supporti con intervalli di non più di 4 metri se il lato maggiore del condotto è inferiore ad 1 metro, e ad intervalli di non più di 2 metri se il lato maggiore del condotto è superiore ad 1 metro.
Gli accessori quali: serrande di taratura, serrande tagliafuoco, diffusori, le eventuali batterie a canale, ecc., saranno sostenuti in modo autonomo in modo che il loro peso non gravi sui canali.
I canali saranno dotati, ove indicato dalla Direzione Lavori, degli appositi punti di controllo per le sonde anemometriche e di portelli d’ispezione per la pulizia ed il controllo distribuiti lungo il percorso come previsto dalla norma EN 12097 e dalle “Linee guida pubblicate in G.U. del 3/11/2006 relative alla manutenzione degli impianti aeraulici”.
I portelli potranno essere realizzati utilizzando lo stesso pannello in lamiera che forma il canale, in combinazione con gli appositi profili. I portelli saranno dotati di guarnizione che assicuri la tenuta pneumatica.
Tutte le parti metalliche non zincate quali supporti e staffe, dovranno essere pulite mediante spazzola metallica e successivamente protette con verniciatura antiruggine.
I collegamenti tra le unità di climatizzazione ed i canali aria saranno realizzati mediante appositi giunti antivibranti, allo scopo di isolarli dalle vibrazioni. I canali saranno supportati autonomamente per evitare che il peso del canale stesso venga trasferito sugli attacchi flessibili. Inoltre il collegamento con l’unità di trattamento aria renderà possibile la disgiunzione per la normale manutenzione dell’impianto. Qualora i giunti antivibranti siano posti all’esterno, questi saranno impenetrabili all’acqua.
Tutte le aperture dei canali verso l’esterno, espulsione, presa d’aria esterna ecc., saranno provvisti di apposita griglia antivolatile.
COIBENTAZIONE TERMICA PER CANALI A SEZIONE RETTANGOLARE
Modalità di posa in opera
Il materiale isolante verrà incollato sui canali mediante appositi collanti e comunque come prescritto dalla casa costruttrice, ulteriormente assicurato al canale mediante reggette metalliche poste ad interasse non superiore a 1 m.
L’esecuzione dell’isolamento dovrà rispettare tassativamente il manuale di montaggio della ditta costruttrice dell’isolamento e in ogni caso dovrà essere conforme alla norma UNI EN 14114.
IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE ARIA/ARIA DEL TIPO A PORTATA DI REFRIGERANTE VARIABILE VRF
UNITA’ ESTERNA POMPA DI CALORE
Modalità di posa in opera
Le unità esterne dovranno essere posizionate su apposito basamento seguendo le indicazioni prescritte dalla casa costruttrice. Tra l’unità e la struttura di sostegno dovranno essere interposti opportuni sostegni antivibranti il cui tipo e numero saranno definiti in funzione del peso in esercizio della macchina e della frequenza delle vibrazioni che si generano durante il suo funzionamento, in maniera tale da evitare che esse possano trasmettersi alle strutture circostanti.
Durante la posa della pompa di calore si dovranno tassativamente rispettare le seguenti condizioni:
- Evitare condizioni di installazione in cui il rumore prodotto dall’unità possa infastidire le persone.
- Evitare l’esposizione diretta al vento, che può destabilizzare l’unità e ostacolarne i flussi d’aria.
- Prevedere una condotta di scarico in prossimità del luogo di installazione dell’unità esterna per convogliare l’acqua di condensa prodotta.
- Installare l’unità esterna nel rispetto delle distanze minime da ostacoli, secondo quanto indicato dal costruttore delle apparecchiature.
- Non installare l’unità esterna in modo che possa aspirare fumi o vapori di scarico.
- Non installare l’unità esterna dove sono presenti oli, vapori e liquidi alcalini o corrosivi.
In ogni caso l’installazione dell’unità dovrà essere eseguita conformemente alle istruzioni tecniche per l’installazione, la regolazione, l’uso e la manutenzione elaborate dal produttore.
UNITA’ INTERNA DEL TIPO PENSILE PER POSA A PARETE
Modalità di posa in opera
Le unità verranno installate a parete, secondo le modalità indicate negli elaborati di progetto esecutivo. Tali unità dovranno essere sorrette da adeguati supporti secondo le indicazioni del produttore.
Prima di procedere all’installazione dell’unità dovrà essere verificato che i punti di fissaggio siano idonei a sostenere il peso dell’unità e dovranno essere rispettate scrupolosamente le distanze di sicurezza tra le unità ed altre apparecchiature, strutture ed ostacoli in genere.
Inoltre dovranno essere verificati gli spazi tecnici necessari al passaggio dei cavi per l’alimentazione elettrica, al passaggio delle tubazioni in rame di alimentazione (liquido/gas), ed alle corrette operazioni di manutenzione e pulizia, senza i quali il buon funzionamento dell’unità non è garantito.
In ogni caso l’installazione di tale unità deve essere eseguita conformemente alle istruzioni tecniche per l’installazione, la regolazione, l’uso e la manutenzione elaborate dal fornitore.
Ogni apparecchio dovrà essere fornito completo di libretto con sopra riportate le istruzioni di uso e manutenzione.
TUBAZIONI IN RAME PRECOIBENTATE PER IMPIANTI VRF
Modalità di posa in opera
La realizzazione dei circuiti frigoriferi dovrà essere affidata esclusivamente a personale altamente qualificato e che sia a conoscenza di tutti gli accorgimenti e le tecniche necessarie.
Tutti i componenti usati per la realizzazione dei sistemi frigoriferi dovranno essere conservati in luoghi puliti, asciutti e ventilati. È pertanto indispensabile che i tubi in rotoli vengano chiusi mediante pinzatura subito dopo il prelievo degli spezzoni necessari; le verghe di tubo rigido vengano conservate con i tappi che il fornitore appone alle loro estremità.
Le giunzioni delle tubazioni saranno differenti a seconda del tipo di tubo e del suo diametro, come di seguito riportato:
- Tubazioni in rame ricotto: giunti a cartella fino a diametri di 12,7 mm e giunti saldobrasati per diametri maggiori.
- Tubazioni in rame crudo: giunti saldobrasati.
Le tubazioni in rame dovranno essere lavorate con cura, impiegando per le giunzioni gli occorrenti pezzi speciali, sia del tipo meccanico sia a saldatura. Le curvature a caldo ed a freddo dovranno essere eseguite senza produrre pregiudizievoli dilatazioni. I raggi di curvatura dovranno essere ampi e in ogni caso non inferiori a tre volte il diametro.
Il collegamento dei tubi in rame dovrà essere eseguito mediante brasature dolce, impiegando raccordi in rame o leghe in rame a saldatura capillare, previa preparazione delle parti terminali dei tubi, eseguendo la calibratura e la pulizia secondo le buone regole per la loro posa in opera.
A tal fine sarà necessario effettuare il soffiaggio a mezzo di azoto e saldature in atmosfera azotata, come contromisura per la sporcizia, ed eseguire diversi cicli di vuoto ed essiccazione a mezzo azotato come contromisura per l’umidità.
Tutte le diramazioni alle unità interne, nel caso di sistemi “VRF” dovranno essere realizzate tramite giunti speciali a “Y”, installati in posizione orizzontale ed ispezionabile.
Le saldature andranno eseguite con rame fosforoso in atmosfera di azoto, operazione che consiste nel saturare le tubazioni con azoto secco. Esse saranno realizzate per l’innesto dei giunti speciali “a Y”: i giunti, quindi, dovranno essere saldati alle tubazioni mediante procedimento azotato.
Al termine della posa, le tubazioni dovranno essere lavate con azoto e successivamente saldate in testa.
TUBAZIONI IN PVC PER LO SCARICO DELLA LINEA CONDENSA
Modalità di posa in opera
La linea di scarico condensa dovrà collegarsi al sistema di scarico acque in modo tale da non dover sopportare nessuna sollecitazione meccanica (flessioni, torsioni, tensioni). Le tubazioni dovranno essere realizzate in PVC rigido, installata secondo le specifiche della norma UNI EN 1329 e classificate M1.
CANALI IN POLIURETANO
Modalità di posa in opera
Ove necessario, i canali saranno dotati di appositi rinforzi in grado di garantire, durante l’esercizio, la tenuta meccanica alla pressione interna massima di 500 Pa. Il calcolo dei suddetti rinforzi sarà effettuato utilizzando le tabelle del produttore. La deformazione massima del condotto non dovrà superare il 3% della larghezza o comunque 30 mm come previsto dalla UNI EN 13403.
Le giunzioni tra canale e canale saranno realizzate per mezzo di apposite flange del tipo “invisibile” con baionetta a scomparsa e garantiranno una idonea tenuta pneumatica e meccanica secondo quanto previsto dalla norma UNI EN 13403.
Le curve e i pezzi speciali saranno provvisti, ove indicato, di alette deflettrici.
I canali saranno sostenuti da appositi supporti con intervalli di non più di 4 metri se il lato maggiore del condotto è inferiore ad 1 metro, e ad intervalli di non più di 2 metri se il lato maggiore del condotto è superiore ad 1 metro.
Gli accessori quali: serrande di taratura, serrande tagliafuoco, diffusori, le eventuali batterie a canale, ecc., saranno sostenuti in modo autonomo in modo che il loro peso non gravi sui canali.
I canali saranno dotati, ove indicato dalla Direzione Lavori, degli appositi punti di controllo per le sonde anemometriche e di portelli d’ispezione per la pulizia ed il controllo distribuiti lungo il percorso come previsto dalla norma EN 12097 e dalle “Linee guida pubblicate in G.U. del 3/11/2006 relative alla manutenzione degli impianti aeraulici”.
I portelli potranno essere realizzati utilizzando lo stesso pannello sandwich che forma il canale, in combinazione con gli appositi profili. I portelli saranno dotati di guarnizione che assicuri la tenuta pneumatica.
DOCUMENTAZIONE
DOCUMENTAZIONE FINALE
La ditta installatrice dovrà rilasciare alla Stazione Appaltante apposita documentazione, redatta secondo le vigenti disposizioni in materia, comprovante la corretta realizzazione ed installazione dell’impianto e dei suoi componenti secondo il progetto esecutivo.
Insieme alla precitata documentazione la ditta installatrice deve inoltre consegnare alla Stazione Appaltante copia del progetto utilizzato per l’installazione, completo di tutti gli elaborati grafici e descrittivi relativi all’impianto come realizzato, ed il manuale di uso e manutenzione dello stesso.
COLLAUDI
COLLAUDO DEGLI IMPIANTI
Il collaudo deve includere le seguenti operazioni:
- L’accertamento della rispondenza della installazione al progetto esecutivo presentato.
- La verifica della conformità dei componenti utilizzati alle disposizioni normative richiamate dal presente elaborato.
- La verifica della posa in opera “a regola d’arte”.
- L’esecuzione delle prove specifiche di seguito elencate.
OPERAZIONI PRELIMINARI
Il collaudo deve essere preceduto da un accurato lavaggio delle tubazioni, con velocità dell’acqua non minore di 2 m/s.
ESECUZIONE DEL COLLAUDO
Dovranno essere eseguite le seguenti operazioni minime:
- Accertamento della corrispondenza dei materiali impiegati con quelli stabiliti nel presente Capitolato, il controllo delle posizioni e dei percorsi dei vari componenti come da elaborati progettuali, e la verifica di rispondenza alle prescrizioni delle apparecchiature messe in opera.
- Verifica che i componenti utilizzati siano conformi alle Norme UNI-CTI, ai decreti, leggi, regolamenti, circolari e prescrizione V.V.F. ed alle eventuali prescrizioni particolari concordate in sede di offerta che dovranno di volta in volta essere specificate.
- Prove meccaniche (avviamento apparecchiature).
- Prove elettriche (funzionamento motori, assorbimenti elettrici).
- Prove sulla linea di distribuzione impianto aria/acqua.
- Prove sulla linea di distribuzione impianto a portata di refrigerante variabile.
- Prove funzionali e prestazionali delle apparecchiature.
- Prove funzionali degli organi di regolazione, controllo e taratura.
- Misura delle condizioni ambientali.
Queste prove devono essere effettuate appena ultimato l’impianto, prima della posa in opera delle coibentazioni, in modo da rendere il più possibile facili e meno costosi eventuali lavori di correzione, riparazione e modifica.
In relazione a particolari specificazioni contenute nelle ordinazioni, le verifiche possono anche essere effettuate in tutto o in parte durante l’esecuzione del lavoro.
Dei risultati delle verifiche di cui sopra si dovrà compilare regolare verbale.
PROVE MECCANICHE
Queste prove riguardano la verifica dell’avviamento di tutte le apparecchiature installate.
PROVE ELETTRICHE
Le prove elettriche verranno eseguite per effettuare una verifica sulla rispondenza degli assorbimenti elettrici di tutte le apparecchiature installate con i dati di targa, nonché una valutazione del funzionamento dei motori delle macchine stesse.
PROVE SULLA LINEA DI DISTRIBUZIONE IMPIANTO ARIA/ACQUA
Le prove comprendono:
- Prova di tenuta delle tubazioni.
- Prova di dilatazione termica del contenuto di acqua dell’impianto e dei materiali metallici che lo compongono.
- Prove di circolazione.
- Verifica generale.
Prova di tenuta delle tubazioni: queste prove verranno eseguite prima della verniciatura e della posa della coibentazione sulle tubazioni.
Le prove consisteranno nel sottoporre il circuito ad una pressione idraulica di 1 bar superiore a quella di esercizio e lasciarlo in pressione per 6 ore, per rilevare eventuali perdite.
Una volta ultimate queste prove dovrà essere effettuata un’accurata verifica delle saldature e delle giunzioni tra le varie tubazioni. In caso di difetti riscontrati l’impresa esecutrice dovrà eseguire un’accurata ispezione su tutte le saldature eseguite ed effettuarne tutte le eventuali riparazioni a proprie spese.
Prova di dilatazione termica del contenuto di acqua dell’impianto e dei materiali metallici che lo compongono: la prova di dilatazione del contenuto di acqua dovrà essere eseguita portando la temperatura dell’acqua all’uscita dalla pompa di calore al valore massimo fruibile.
Tale prova verrà ritenuta positiva se la capacità del vaso di espansione sarà tale da contenere tutta la variazione del volume dell’acqua dell’impianto.
La prova a caldo delle tubazioni (da farsi esclusivamente per le tubazioni di nuova installazione), per controllare gli effetti della dilatazione, deve essere eseguita portando la temperatura dell’acqua all’uscita della pompa di calore allo stesso valore precedente.
Si riterrà positivo l’esito di questa prova se le dilatazioni non hanno dato luogo a perdite di qualsiasi genere e quando non si verificano deformazioni di natura ed intensità tali che, ripetendosi, possano ragionevolmente far presumere un danno per l’integrità dell’impianto.
Dopo l’esecuzione di questa prova, deve essere ripetuta la prova di tenuta delle tubazioni.
Prova di circolazione: la prova di circolazione dell’acqua nell’intera rete dell’impianto ha lo scopo di accertare che, dopo averla portata alla temperatura stabilita per la prova, l’acqua alimenti tutte le apparecchiature servite, con la temperatura prevista, ed esca da questi dopo avere subito il prescritto salto di temperatura.
Verifica generale: una volta effettuate tutte le suddette verifiche e collaudi, dovranno essere verificati:
- La possibilità di svuotare le tubazioni.
- La pulizia dei tubi.
- Lo stato di tutte le parti visibili ed ispezionabili a vista oggetto di intervento.
- Collaudo provvisorio degli organi di regolazione e sicurezza.
Ultimate le verifiche e le prove preliminari deve essere effettuata la consegna dell’impianto mediante un verbale nel quale sono esposti i rilievi fatti e le eventuali osservazioni e prescrizioni.
PROVE SULLA LINEA DI DISTRIBUZIONE IMPIANTO A PORTATA DI REFRIGERANTE VARIABILE
Una volta assemblato il circuito dell’impianto VRF, occorre eseguire la procedura di messa in pressione e per la ricerca di eventuali fughe.
Per l’esecuzione dell’operazione occorre collegare una bombola di azoto anidro all’attacco di servizio della linea del gas tramite un flessibile ed un riduttore di pressione. Quindi si devono aprire il rubinetto della bombola e il riduttore di pressione fino a portare a 3 bar la pressione nel circuito e poi chiudere la bombola.
Se dopo 3 minuti la pressione non scende, significa che non ci sono fughe di entità significativa e che la pressione può essere innalzata fino a 30 bar.
Se dopo aver richiuso la bombola la pressione rimane costante per 24 ore, la prova può considerarsi superata. In caso opposto è bene attuare una ricerca delle fughe applicando, sui giunti eseguiti, una soluzione saponata e verificando che non si formino bolle.
Qualora la pressione scendesse e la ricerca di fughe con il sistema della soluzione saponata non dia alcun risultato, si può inserire nel circuito un po’ di refrigerante che dovrà circolare e successivamente identificare il punto di fuga mediante un cercafughe.
Esclusa la presenza di ogni punto di fuga, il circuito dovrà essere messo in vuoto e disidratato in modo da estrarre ogni traccia d’aria, azoto e umidità.
Art. 19
IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI
PRESCRIZIONI TECNICHE GENERALI - REQUISITI DI RISPONDENZA A NORME, LEGGI E REGOLAMENTI
Le caratteristiche degli impianti stessi, nonché dei loro componenti, devono corrispondere alle norme di legge e di regolamento vigenti ed essere conformi:
- alle prescrizioni di Autorità Locali, comprese quelle dei VV.F;
- alle Norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).
Gli impianti elettrici dovranno essere realizzati a regola d’arte, in rispondenza alle leggi 1 marzo 1968 n°186.
Si considerano a regola d’arte gli impianti elettrici realizzati secondo le norme CEI applicabili, in relazione alla tipologia di impianto specifico oggetto del progetto e precisamente:
D.Lgs. 9 aprile 2008 , n°81 e Decreto n°106 2010: Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n°123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
D.M. 22 gennaio 2008, n°37: Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n°248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
D.M. 24/12/2015 - “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici e per la gestione dei cantieri della pubblica amministrazione”.
Sono state considerate inoltre le seguenti norme tecniche emanate dall’UNI e dal CEI:
Guida CEI 0-2:2002 - “Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici.”
Norma CEI 0-21:2014 - “Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica.”
CEI 11-17:2001 - “Impianti di produzione, trasmissione, distribuzione di energia elettrica, linee in cavo.”
CEI 11-25 (CEI EN 60909-0)2001 - “Correnti di cortocircuito nei sistemi trifasi in corrente alternata. Calcolo delle correnti.”
CEI 11-27:2014 - “Lavori su impianti elettrici.”
CEI 11-28:1998 - “Guida per il calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti radiali di bassa tensione.”
CEI 11-48:2014 - “Esercizio degli impianti elettrici. Parte 1: Prescrizioni generali.”
CEI 17-5 (CEI EN 60947-2):2014 - “Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 2: Interruttori automatici.”
CEI 17-11 (CEI EN 60947-3):2012 - “Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 3: Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori di manovra-sezionatori e unità combinate con fusibili.”
XXX 00-000 (XXX EN 61439-1):2015 - “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 1: Regole generali.”
XXX 00-000 (XXX EN 61439-2):2012 - “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 2: Quadri di potenza.”
XXX 00-000 (XXX EN 61439-3):2012 - “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 3: Quadri di distribuzione destinati ad essere utilizzati da persone comuni (DBO).
CEI 17-43:2000 - “Metodo per la determinazione delle sovratemperature, mediante estrapolazione, per le apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) non di serie (ANS).”
CEI 17-44 (CEI EN 60947-1):2015 - “Apparecchiature a bassa tensione. Parte 1: Regole generali.”
CEI 17-82:2002 - “Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per impianti in bassa tensione. Protezione contro le scosse elettriche. Protezione dal contatto diretto accidentale con parti attive pericolose.”
CEI 121-5:2015 - “Guida alla normativa applicabile ai quadri elettrici di bassa tensione e riferimenti legislativi.”
CEI UNEL 35024/1:1998 - “Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa in aria.”
CEI 20-22:2006 - “Prove d’incendio su cavi elettrici - Prova di non propagazione dell’incendio.”
CEI 20-35:2006 - “Prove su cavi elettrici e ottici in condizioni d’incendio - Prova per la propagazione verticale della fiamma su un singolo conduttore o cavo isolato.”
CEI 20-37:2002 - “Metodi di prova comuni per cavi in condizione di incendio - Prove sui gas emessi durante la combustione dei materiali prelevati dai cavi.”
CEI 20-40/1:2015 - “Cavi elettrici - Guida all’uso dei cavi con tensione nominale non superiore a 450/750 V (U0/U). Parte 1: Criteri generali.”
CEI 20-67:2013 - “Guida per l’uso di cavi 0,6 / 1 kV.”
CEI 20-107:2011 - “Cavi elettrici - Cavi energia con tensione nominale non superiore a 450/750 V (U0/U).”
CEI 23-3/1:2013 - “Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari.”
XXX 00-00 (XX 60423):2008 - “Tubi per installazioni elettriche. Diametri esterni dei tubi per installazioni elettriche e filettature per tubi e accessori.”
CEI 23-42 (CEI EN 61008-1):2015 - “Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari.”
CEI 23-44 (CEI EN 61009-1):2015 - “Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari.”
CEI 23-48:2014 - “Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali.
CEI 23-49:2003 - “Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile.”
XXX 00-00 (XX 50085-1):2014 - “Sistemi di canali e di condotti per installazioni elettriche. Parte 1: prescrizioni generali.” CEI 23-76 (CEI EN 61537):2007 - “Sistemi di canalizzazioni e accessori per cavi - Sistemi di passerelle porta cavi a fondo continuo e a traversini.”
XXX 00-00 (XX 61386-1):2009 - “Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 1: prescrizioni generali.”
XXX 00-00 (XX 61386-21):2011 - “Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 21: prescrizioni generali per sistemi di tubi rigidi e accessori.
XXX 00-00 (XX 61386-22) :2011 - “Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 22: prescrizioni generali per sistemi di tubi pieghevoli e accessori.”
XXX 00-00 (XX 61386-23) :2011 - “Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 23: prescrizioni generali per sistemi di tubi flessibili e accessori.”
XXX 00-00 (XX 50085-2-1) :2012 - “Sistemi di canali e di condotti per installazioni elettriche. Parte 2-1: Sistemi di canali e di condotti per montaggio a parete e a soffitto.”
XXX 00-000 (XX 50085-2-2) :2010 - “Sistemi di canali e di condotti per installazioni elettriche. Parte 2-2: Prescrizioni particolari per sistemi di canali e di condotti per montaggio sottopavimento, a filo pavimento o soprapavimento.”
XXX 00-00 (XX 60670-22) :2008 - “Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 22: Prescrizioni particolari per scatole e involucri di derivazione.”
CEI 23-98:2007 - “Guida all’uso corretto di interruttori differenziali per installazioni domestiche e similari.”
CEI 23-111:2011 - “Fissacavi per installazioni elettriche.”
CEI 32-1 (CEI EN 60269-1):2015 - “Fusibili a bassa tensione. Parte 1: Prescrizioni generali.”
CEI 37-8 (CEI EN 61643-11):2014 - “Limitatori di sovratensioni di bassa tensione. Parte 11: Limitatori di sovratensioni connessi a sistemi di bassa tensione - Prescrizioni e prove.”
CEI 64-8:2012 e s.m.i. - “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua.”
Parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamentali Parte 2: Definizioni
Parte 3: Caratteristiche generali Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza
Parte 5: Scelta ed installazione di componenti elettrici Parte 6: Verifiche
Parte 7: Ambienti e applicazioni particolari
CEI 64-12:2009 - “Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario.”
CEI 64-14:2007 - “Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori.”
CEI 70-1 (CEI EN 60529):2014 - “Gradi di protezione degli involucri (Codice IP).”
CEI 70-2 (CEI EN 61032):1998 - “Protezione delle persone e delle apparecchiature mediante involucri. Calibri di prova.” CEI 70-4 (CEI EN 62262):2008 - “Gradi di protezione degli involucri per apparecchiature elettriche contro impatti meccanici esterni (Codice IK).”
Ogni altra prescrizione, regolamentazione o raccomandazione emanata da eventuali enti ed applicabile agli impianti elettrici ed alle parti componenti gli stessi.
PRESCRIZIONI RIGUARDANTI LA DISTRIBUZIONE DI ENERGIA E SEGNALI
Il presente documento costituisce parte integrante al progetto esecutivo per la distribuzione di energia e segnali relativamente agli interventi oggetto di progettazione.
Questo stabilisce le caratteristiche dei materiali, la modalità di posa in opera di tutti i componenti da utilizzare e le indicazioni relative alle caratteristiche e modalità di posa in opera di componenti non espressamente indicati nel progetto esecutivo.
Gli impianti dovranno essere realizzati seguendo scrupolosamente le indicazioni contenute negli elaborati grafici allegati, nel computo metrico estimativo, nelle relazioni di calcolo e nel presente documento, curando in particolar modo le interferenze con gli impianti esistenti.
Tutte le apparecchiature, le tubazioni ed i cavi di connessione (sia di energia che di segnale) dovranno avere caratteristiche tecniche equivalenti a quelle indicate nel presente documento e negli elaborati del progetto esecutivo.
In caso di varianti che precludano l’utilizzo di questi materiali si dovranno rigorosamente rispettare tutte le indicazioni contenute nel presente documento o, se non espressamente indicate, nelle normative tecniche di riferimento (CEI, UNI ecc.).
DATI GENERALI
I cavi e i conduttori devono essere costruiti e collaudati in conformità con le norme CEI/UNEL applicabili in vigore ed in particolare con le seguenti:
- Norme CEI 20.20;
- Norme CEI 20.22II / III;
per i cavi non propaganti l’incendio e a bassa emissione di fumi opachi e di gas tossici e corrosivi:
- Norme CEI 20-35; Norme CEI 20-37; Norme CEI 20-38 per i circuiti di potenza o per trasferimento di segnali in ambienti a rischio di incendio;
Devono anche essere considerate ed applicate tutte le normative inerenti i componenti ed i materiali utilizzati nonché le regolamentazioni e le normative previste dalla Legislazione Italiana per la prevenzione degli infortuni. Tutti i cavi devono essere dotati di Marchio Italiano di Qualità e di contrassegno equivalente.
ISOLAMENTO E POSA DEI CAVI
Saranno utilizzati cavi con conduttori in rame elettrolitico ed isolamento in materiale plastico di tipo non propagante l’incendio e a bassa emissione di fumi e gas tossici, con tensione di riferimento per l’isolamento:
- U0/U 0,6/1 kV per quelli unipolari/multipolari tipo FG7(O)R, FG7(O)M1, FG7(O)H2R, FG7(O)H2M1.
La modalità di posa ammessa sarà in tubazioni incassate nella muratura, tubazioni staffate a vista a parete o soffitto (in controsoffitto) e canali o passerelle in acciaio staffate a parete o a pavimento.
PORTATA DELLE CONDUTTURE
La corrente massima d’esercizio che può attraversare il conduttore non deve essere tale da elevare la temperatura di esercizio al di sopra della temperatura massima prevista dalla normativa in relazione al tipo di isolamento usato ed alle condizioni di posa.
I valori di portata massima da prendere a riferimento sono quelli riportati nella tabelle UNEL 35024/1.
COLORI DISTINTIVI DEI CAVI
Per tutti i conduttori dovranno essere rispettati i codici di colore previsti dalle norme CEI - UNEL: grigio, marrone o nero per i conduttori di fase, blu per il neutro (Norma CEI 64-8) e giallo-verde per il conduttore di protezione (PE).
SEZIONI MINIME E CADUTE DI TENSIONE AMMESSE
Le sezioni dei conduttori sono state calcolate in funzione della potenza impegnata e della lunghezza dei circuiti, secondo le indicazioni della norma CEI 64-8, in modo tale da verificare la relazione Ib ≤ In ≤ Iz e la caduta di tensione percentuale massima ammessa (4%), con Ib, In e Iz che indicano, rispettivamente, la corrente assorbita dall’utilizzatore che fluisce nel cavo, la corrente nominale dell’interruttore che protegge a monte il cavo e la portata del cavo.
In qualunque caso non dovranno essere superati i valori delle portate di corrente ammesse per ciascuna tipologia di cavo, tenendo conto dei coefficienti correttivi per il tipo di posa, la temperatura ambiente e il numero di circuiti raggruppati.
SEZIONE MINIMA DEI CONDUTTORI DI NEUTRO
La sezione dei conduttori di neutro non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di fase nei circuiti monofase, qualunque sia la sezione dei conduttori e, nei circuiti polifase, quando la sezione dei conduttori di fase sia inferiore o uguale a 16 mmq. Per conduttori in circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mmq, la sezione dei conduttori di neutro può essere ridotta alla metà di quella dei conduttori di fase, col minimo tuttavia di 16 mmq (per conduttori in rame), purché siano soddisfatte le condizioni delle norme CEI 64-8.
La sezione del conduttore neutro è stata dimensionata in base alla CEI 64-8 secondo la seguente tabella.
Sezione Fase | Sezione Neutro |
SF < 16 mmq | SN = SF |
16 mmq < SF < 35 mmq | SN = 16 mmq |
SF > 35 mmq | SN = SF/2 |
SEZIONE DEI CONDUTTORI DI TERRA E PROTEZIONE
La sezione dei conduttori di terra e di protezione, cioè dei conduttori che collegano all’impianto di terra le parti da proteggere contro i contatti indiretti, non dovrà essere inferiore a quella indicata nella tabella seguente, tratta dalla norma CEI 64-8:
Sezione Fase | Sezione PE |
SF < 16 mmq | SPE = SF |
16 mmq < SF < 35 mmq | SPE = 16 mmq |
SF > 35 mmq | SPE = SF/2 |
PROPAGAZIONE DEL FUOCO LUNGO I CAVI
Le condutture non dovranno essere causa di innesco o di propagazione di incendi: dovranno essere usati cavi e tubi protettivi aventi caratteristiche di non propagazione della fiamma nelle condizioni di posa.
MODALITÀ DI ESECUZIONE DELLE CONDUTTURE E DEI CAVI
In relazione alle condizioni ambiente ed alla destinazione dei locali, le condutture possono essere realizzate nei modi seguenti:
- nell’installazione in vista (condutture fissate esternamente alle strutture murarie) si possono utilizzare i seguenti cavi:
a) isolati (o isolati sottoguaina) in canalizzazioni costituite da tubi protettivi rigidi pesanti o canali;
b) cavi isolati sottoguaina (non introdotti in canalizzazioni);
- nell’installazione incassata sotto intonaco o sotto pavimento:
cavi isolati (o isolati sottoguaina) in tubi protettivi pieghevoli flessibili pesanti;
- nell’installazione interrata:
cavi isolati sottoguaina (del tipo ammesso) direttamente interrati o in tubi protettivi (cavidotti) pesanti.
I cavi dovranno essere posati senza alcuna giunzione intermedia; le derivazioni, ove previste, dovranno essere eseguite in cassette di derivazione appositamente individuate e/o in pozzetti rompi tratta, solo in casi strettamente necessari, con apposite muffole (per circuiti con posa interrata).
I cavi appartenenti a circuiti con tensioni nominali diverse dovranno essere tenuti fisicamente separati lungo tutto il percorso. Qualora ciò non fosse materialmente possibile, tutti i cavi in contatto tra loro dovranno avere il grado di isolamento di quello fra essi a tensione più elevata.
Le linee elettriche dovranno essere realizzate con l’utilizzo di cavi a doppio isolamento tipo FG7 0,6/1kV (nello specifico FG7(O)M1/FG7(O)H2M1 per posa all’interno dei locali e FG7(O)R/FG7(O)H2R per posa all’esterno in copertura).
POSA DI CAVI ELETTRICI, ISOLATI, SOTTO GUAINA, IN TUBAZIONI A VISTA, SOTTOTRACCIA O NEI CANALI METALLICI
Le tubazioni protettive saranno in PVC autoestinguente del tipo flessibile corrugato serie pesante (PVC FK15) per quanto riguarda le condutture sotto traccia, saranno in PVC autoestinguente del tipo rigido (tubo PVC RK15 o guaina flex in PVC autoestinguente) per quanto riguarda le condutture non incassate, rispondenti, in particolare, alla norma CEI 23-80 (EN 61386).
La gamma comprenderà una serie di accessori di giunzione, raccordo e attestazione che renderanno più agevole e semplice la posa dei cavidotti. Dovranno essere evitate le giunzioni su tubi di tipo flessibile, o di diametro diverso.
Per le giunzioni fra tubazioni rigide e tubazioni flessibili dovranno essere impiegati gli adatti raccordi previsti allo scopo dal costruttore. In mancanza di indicazioni o prescrizioni diverse, nei locali umidi o bagnati, canalette e tubazioni dovranno essere in materiale isolante.
Negli impianti a vista (aventi grado di protezione minimo IP4X) l’ingresso di tubi in cassette, contenitori e canalette dovrà avvenire tramite adatto pressatubo senza abbassare il grado di protezione previsto.
Per consentire l’agevole infilaggio e sfilaggio dei conduttori, il rapporto tra il diametro del tubo protettivo ed il diametro del fascio di cavi che dovranno contenere dovrà essere almeno pari a 1,3.
Sempre allo scopo di facilitare l’infilaggio non dovranno essere eseguite più di due curve, o comunque curve per più di 180° sulle tubazioni protettive senza l’interposizione di una cassetta di transito. Analogamente nei tratti rettilinei non dovrà essere superata la lunghezza di 10-15 m senza l’interposizione di una cassetta rompitratta.
Nei percorsi all’interno dei canali metallici, secondo quanto prescritto dalla norma CEI 64-8, il numero dei cavi installati dovrà essere tale da consentire un’occupazione non superiore al 50% della sezione utile dei canali.
Per il collegamento a tubi di altro tipo, canalette, cassette di derivazione o di morsettiere, dovranno essere impiegati esclusivamente raccordi previsti allo scopo dal costruttore e costituiti da: corpo (del raccordo), anello di tenuta, ghiera
filettata di serraggio, controdado o manicotto filettato a seconda se il collegamento è con cassette, canalette o contenitori oppure con tubi filettati.
Il diametro di qualsiasi conduttura, riportata negli schemi, è stato scelto in funzione del numero e della sezione dei cavi che deve ospitare, tenendo conto dei suggerimenti della Norma CEI 64-8.
Il tracciato dei tubi protettivi dovrà consentire un andamento rettilineo orizzontale o verticale; le curve dovranno essere effettuate con raccordi o piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità dei cavi.
PASSAGGIO E CONNESSIONE DI CAVI ELETTRICI NELLE SCATOLE DI DERIVAZIONE
Ad ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura dei locali ed in ogni derivazione secondaria dalla linea dorsale, la tubazione sarà interrotta con scatole di derivazione.
All’interno delle scatole di derivazione saranno alloggiati i morsetti di giunzione o derivazione adeguatamente proporzionati. Le scatole di derivazione dovranno essere fissate in vista sulle pareti o sui soffitti in modo da poter essere rimosse in caso di necessità o eventualmente sostituite in caso di avaria o variazione di dimensioni. Nelle scatole di derivazione di derivazione i conduttori potranno anche transitare senza essere interrotti, ma se dovessero essere interrotti, essi dovranno essere allacciati a morsettiere isolate di sezione adeguata ai conduttori che vi fanno capo. I conduttori dovranno essere legati all’interno delle scatole di derivazione e disposti in mazzetti ordinati, circuito per circuito. Le scatole di derivazione saranno fissate con tasselli ad espansione interamente metallici in tutte le zone in cui gli impianti sono a vista.
Lungo i montanti ed in genere nelle parti di impianti a vista, sul coperchio delle scatole di derivazione saranno applicati dei simboli od un contrassegno i quali indichino, secondo un codice da stabilire, il tipo di servizio.
In prossimità di ogni ingresso di cavo in una scatole di derivazione, o all’interno della stessa, dovranno essere apposti anelli di identificazione del cavo, coincidenti con le indicazioni dei documenti di progetto per l’identificazione del circuito e del servizio al quale il cavo appartiene.
Tutte le tubazioni protettive dovranno entrare dai fianchi o dal fondo delle scatole di derivazione. L’ingresso dovrà avvenire esclusivamente attraverso i fori o gli indebolimenti sfondabili previsti dal costruttore e senza praticare allargamenti o produrre rotture sulle pareti. Nel caso di scatole di derivazione con pareti lisce, le dimensioni dei fori praticati sui lati non dovranno mai essere superiori a quelle massime previste dalla casa produttrice.
Il numero delle tubazioni entranti o uscenti da ciascuna scatola di derivazione non dovrà, pertanto, essere superiore a quello dei fori o degli indebolimenti previsti. Nelle scatole stagne il raccordo tubo-scatola dovrà essere eseguito con gli appositi accessori in modo che non risulti abbassato il grado di protezione.
Setti di separazione fissi saranno previsti in quelle scatole di derivazione cui fanno capo impianti con tensioni nominali diverse.
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
GENERALITA’
Dovranno essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti metalliche accessibili dell’impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in tensione ma che, per cedimento dell’isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero trovarsi sotto tensione (masse).
Per la protezione contro i contatti indiretti, l’impianto elettrico utilizzatore o raggruppamento di impianti contenuti in uno stesso edificio e nelle sue dipendenze, dovrà avere un unico impianto di terra.
A tale impianto di terra dovranno essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili, nonché tutte le masse metalliche accessibili di notevole estensione esistenti nell’area dell’impianto elettrico utilizzatore stesso.
IMPIANTO DI MESSA A TERRA E SISTEMI DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
L’impianto di terra è esistente e dovrà essere unico per tutto l’edificio, anche in seguito a questo intervento. Di conseguenza tutte le masse facenti parte dell’impianto oggetto di progettazione e tutte le masse estranee dovranno essere collegate all’impianto di dispersione esistente dell’edificio.
I conduttori di protezione comuni a diversi circuiti saranno dimensionati in base alla sezione del conduttore di fase, cioè avranno sezione pari alla sezione del conduttore di fase avente sezione maggiore, sempre nel pieno rispetto della norma CEI 64-8.
Essi saranno installati con i cavi di alimentazione, seguendone il percorso se realizzati con cavi unipolari o faranno parte degli stessi (caso di cavi multipolari).
I collettori di terra dei nuovi quadri elettrici dei locali oggetto di intervento saranno collegati, tramite un conduttore di terra di sezione adeguata (esistente), all’impianto di terra esistente.
L’impresa installatrice dovrà accertarsi del valore della Resistenza di terra attraverso una opportuna misurazione con metodo Volt-Amperometrico al fine di rispettare la relazione di verifica sul valore massimo della Resistenza di Terra compatibile con la sicurezza delle persone:
Re · Idn < Ul
Dove:
- Re è la resistenza di terra (in ohm);
- Idn è la massima corrente differenziale del dispositivo di protezione differenziale (in Ampere);
- Ul è la tensione limite (50 V).
La stessa impresa dovrà verificare la continuità dei conduttori di protezione e la resistenza di isolamento, nonché l’intervento del dispositivo di protezione per interruzione automatica dell’alimentazione in caso di guasto a terra pericoloso.
IMPIANTO DI EQUALIZZAZIONE DEL POTENZIALE
Tutte le masse estranee del complesso, così come definite dalla Norma CEI 64-8, dovranno essere collegate all’impianto di terra in modo da realizzare l’equipotenzialità con le masse accessibili, collegate all’impianto di terra, a loro volta, tramite i conduttori di protezione.
I collegamenti equipotenziali principali dovranno essere realizzati mediante conduttori in rame isolati, di colore giallo-verde, in conformità alle prescrizioni della Norma CEI 64-8, aventi sezione non inferiore alla metà del conduttore di protezione di sezione maggiore, ed in ogni caso non minore di 6 mmq.
Tutte le tubazioni metalliche relative ad apparecchiature presenti dovranno essere equipotenzializzate rispettando le sezioni minime imposte dalle Norme.
PROTEZIONE MEDIANTE DOPPIO ISOLAMENTO
In alternativa al coordinamento fra impianto di messa a terra e dispositivi di protezione attiva, la protezione contro i contatti indiretti può essere realizzata adottando macchine e apparecchi con isolamento doppio o rinforzato per costruzione od installazione; si sta parlando di apparecchi in Classe II.
In uno stesso impianto la protezione con apparecchi di Classe II può coesistere con la protezione mediante messa a terra; tuttavia è vietato collegare intenzionalmente a terra le parti metalliche accessibili delle macchine, degli apparecchi e delle altre parti dell’impianto di Classe II.
PROTEZIONE DELLE CONDUTTURE ELETTRICHE
PROTEZIONE DAI SOVRACCARICHI
I conduttori che costituiscono gli impianti devono essere protetti contro le sovracorrenti causate da sovraccarichi e da corto circuiti.
La protezione contro i sovraccarichi deve essere effettuata in ottemperanza alle prescrizioni delle norme CEI 64-8.
In particolare i conduttori devono essere scelti in modo che la loro portata (Iz) sia superiore o almeno uguale alla corrente di impiego (Ib) (valore di corrente calcolato in funzione della massima potenza da trasmettere in regime permanente). Gli interruttori automatici magnetotermici da installare a loro protezione devono avere una corrente nominale (In) compresa fra la corrente di impiego del conduttore (Ib) e la sua portata nominale (Iz) ed una corrente di funzionamento (If) minore o uguale a 1,45 volte la portata (Iz).
In tutti i casi devono essere soddisfatte le seguenti relazioni:
(1) Ib<=In<=Iz (2) If <=1,45 Iz
La regola (2), impiegando per la protezione dal sovraccarico un interruttore automatico, è sempre verificata, poiché la corrente di sicuro funzionamento If non è mai superiore a 1,45*In (1,3*In secondo CEI EN 60947-2; 1,45*In secondo CEI EN 60898).
Essa deve essere invece verificata nel caso in cui il dispositivo di protezione sia un fusibile, tuttavia tutti i circuiti che potranno dar luogo a sovraccarico sono stati protetti con interruttori magnetotermici, motivo per il quale la relazione (2) non è stata verificata.
Analizzando la regola generale di protezione (1) risulta evidente che si possono ottenere due condizioni di protezione distinte: una condizione di massima protezione, realizzabile scegliendo un interruttore con una corrente nominale prossima o uguale alla corrente di impiego Ib, ed una condizione di minima protezione scegliendolo con una corrente nominale prossima o uguale alla massima portata del cavo.
Scegliendo la condizione di massima protezione si potrebbero verificare delle situazioni tali da pregiudicare la continuità di servizio, perché sarebbe garantito l’intervento dell’interruttore anche in caso di anomalie sopportabili. Per contro la scelta di un interruttore con una corrente regolata uguale alla portata del cavo porterebbe alla massima continuità di servizio a discapito del massimo sfruttamento del rame installato. Queste considerazioni sono state scelte di volta in volta in funzione del tipo di circuito da proteggere.
PROTEZIONE DAI CORTOCIRCUITI
La protezione dai cortocircuiti deve essere assicurata dall’utilizzo di interruttori magnetotermici con potere di interruzione non inferiore alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione.
Tutte le correnti provocate da un cortocircuito che si presenti in un punto qualsiasi dell’impianto devono essere interrotte in un tempo non superiore a quello che porta i conduttori alla temperatura limite ammissibile e cioè nel rispetto della formula:
I2t<K2S2
dove:
- I2t è l’integrale di Joule per la durata del cortocircuito in A2s;
- K2S2 è l’energia (specifica passante) che porta la sezione S del conduttore alla temperatura limite ammissibile (per cavi in gomma etilenpropilenica (EPR) tale valore limite è di 90°C in servizio ordinario e 250°C in cortocircuito).
PROTEZIONE DA SOVRATENSIONI PER FULMINAZIONE INDIRETTA E DI MANOVRA
Al fine di proteggere l’impianto e le apparecchiature elettriche ed elettroniche ad esso collegate, contro le sovratensioni di origine atmosferica (fulminazione indiretta) e le sovratensioni transitorie di manovra e per limitare gli scatti intempestivi degli interruttori differenziali, nei quadri elettrici di nuova installazione dovrà essere installato un limitatore di sovratensione in conformità alla normativa tecnica vigente.
POTENZA IMPEGNATA E DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI
Gli impianti elettrici dovranno essere calcolati per la potenza impegnata, intendendosi con ciò che le prestazioni e le garanzie per quanto riguarda le portate di corrente, le cadute di tensione, le protezioni e l’esercizio in genere dovranno riferirsi alla potenza impegnata.
COMANDI (INTERRUTTORI BIPOLARI E SIMILI)
Tutti gli organi di comando, protezione devono essere montati su supporti in materiale plastico, tali da isolare le parti attive dei componenti elettrici dalla placca di finitura.
La struttura meccanica dei supporti deve essere particolarmente robusta affinché possa garantire un agevole e rapido montaggio, a scatto, degli apparecchi.
Tali supporti devono essere fissati mediante viti imperdibili alle scatole di contenimento che avranno caratteristiche adeguate alla tipologia dell’impianto da realizzare. Dovranno impiegarsi apparecchi da incasso modulari e componibili.
Gli interruttori dovranno avere portata 16 Ampere e far parte di una serie completa di apparecchi atti a realizzare un sistema di sicurezza e di servizi.
Nelle costruzioni a carattere collettivo-sociale aventi interesse amministrativo, culturale, giudiziario, economico e comunque in edifici in cui sia previsto lo svolgimento di attività comunitarie, le apparecchiature di comando dovranno essere installate ad un’altezza massima di 0,90 m dal pavimento.
Tali apparecchiature dovranno, inoltre, essere facilmente individuabili e visibili anche in condizioni di scarsa visibilità ed essere protetti dal danneggiamento per urto (DPR 503/1996).
La disposizione e collocazione delle apparecchiature elettriche previste nel presente capitolato dovrà essere verificata e coordinata con l’effettiva collocazione degli arredi e con le caratteristiche degli elementi formanti la muratura.
QUADRI ELETTRICI
GENERALITÀ
Tutte le apparecchiature elettriche interne ai quadri devono essere fissate su piastre metalliche o su telai realizzati in profilati DIN.
In tutti i quadri situati nei locali interni aperti al pubblico e/o ove i quadri siano accessibili anche a personale non addestrato le porte frontali devono essere in vetro fumé temperato di sicurezza. Negli altri locali e/o all’esterno sono ammesse porte frontali cieche.
Le protezioni elettriche devono essere realizzate con interruttori automatici magnetotermici e magnetotermici differenziali, non sono ammessi fusibili, salvo dove esplicitamente indicato sugli schemi.
Tutti gli apparecchi devono essere contrassegnati da targhette che devono riportare le sigle indicate sugli schemi elettrici di progetto.
Le morsettiere devono essere dimensionate in funzione della sezione dei cavi elettrici.
Gli apparecchi elettrici, interruttori e sezionatori, devono essere in grado di interrompere o sopportare la corrente di corto circuito nel punto dove sono installati; inoltre devono sezionare sia i conduttori attivi che il neutro.
Le carpenterie devono essere costituite da strutture portanti e involucri di tipo prefabbricato e modulare, facilmente assiemabili ed in grado di consentire la realizzazione di carpenterie diverse per forme, dimensioni e funzioni.
Le strutture portanti (come base e testata), gli involucri e gli elementi di copertura (come pannelli laterali, frontali e porte) devono essere in materiale termoplastico stampato in coiniezione o in lamiera di acciaio verniciata con polveri epossipoliestere, mentre gli accessori di fissaggio e di supporto per gli apparecchi elettrici devono essere in acciaio zincato.
Deve essere garantita l’equipotenzialità degli elementi strutturali metallici della carpenteria mediante messa a terra automatica per contatto.
Le carpenterie devono essere predisposte per accogliere sistemi di cablaggio rapido (sia per apparecchi modulari che scatolati) testati e garantiti dal costruttore del sistema.
Al fine di sfruttare in modo ottimale gli spazi, di facilitare il cablaggio e di semplificare il montaggio, tutte le apparecchiature elettriche devono poter essere installate all’interno della carpenteria per mezzo di appositi kit di installazione fissati alla struttura con passo variabile di 25 mm.
La verniciatura delle lamiere deve essere realizzata con polveri epossipoliestere con finitura colore grigio RAL 7035.
Al fine di avere un maggiore spazio per le leve degli organi di comando la porta frontale in vetro deve essere in vetro curvo temprato di sicurezza. Per le porte in vetro si richiede inoltre un grado di resistenza meccanica agli urti IK ≥ 07.
PROCEDURE PER LE VERIFICHE ED IL COLLAUDO DEGLI IMPIANTI
GENERALITÀ
Durante il corso dei lavori, alla Stazione Appaltante è riservata la facoltà di eseguire verifiche e prove preliminari sugli impianti o parti di impianti, in modo da poter tempestivamente intervenire qualora non fossero rispettate le condizioni del Capitolato Speciale di Appalto.
Le verifiche potranno consistere nell’accertamento della rispondenza dei materiali impiegati con quelli stabiliti, nel controllo delle installazioni secondo le disposizioni convenute (posizioni, percorsi ecc.), nonché in prove parziali di isolamento e di funzionamento ed in tutto quello che potrà essere utile al sopracitato scopo. Le verifiche saranno sempre eseguite in contraddittorio con l’Appaltatore.
Dei risultati delle verifiche e prove preliminari di cui sopra, si dovrà compilare regolare verbale controfirmato.
Qualora, successivamente alla effettuazione delle verifiche stesse, venisse riscontrata la non rispondenza dei materiali e/o dei componenti alle prescrizioni contrattuali ovvero negli impianti si verificassero difetti o manchevolezze di qualunque genere, l’Appaltatore dovrà procedere, a sua cura e spese, alla sostituzione dei materiali e dei componenti non conformi, all’adeguamento degli impianti procedendo all’eliminazione dei difetti riscontrati, alla rieffettuazione delle prove, nonché alla messa in ripristino dello stato di quanto dovuto rimuovere o manomettere per eseguire gli interventi occorrenti per dare gli impianti perfettamente funzionanti a regola d’arte e conformi al progetto e alle prescrizioni contrattuali.
Nel caso gli obblighi dell’Appaltatore non venissero assolti, la Stazione Appaltante provvederà ad addebitare allo stesso tutti gli oneri e le spese derivanti, compresi dell’indennità per eventuali danni arrecati.
TIPI DI VERIFICA
Le verifiche dell’impianto elettrico devono essere eseguite secondo le indicazioni del capitolo 61 della norma CEI 64-8: In linea generale le operazioni di verifica di un impianto elettrico possono così articolarsi:
1) esame a vista;
2) rilievi strumentali;
3) calcoli di controllo.
Le verifiche debbono essere eseguite anche nei casi di trasformazioni, ampliamenti e/o interventi che hanno alterato le caratteristiche originarie dell’impianto elettrico.
L’esame a vista (Norma CEI 64-8), eseguito con l’impianto fuori tensione, ha lo scopo di accertare la corretta esecuzione dell’impianto prima della prova. L’esame a vista dell’impianto elettrico è condotto sulla base del progetto esecutivo ed ha lo scopo di verificare che gli impianti siano realizzati nel rispetto delle prescrizioni delle norme vigenti; l’esame può essere eseguito sia durante la realizzazione dell’impianto o alla fine dei lavori.
L’esame a vista dell’impianto elettrico comprende i seguenti controlli relativi a:
- analisi del progetto;
- verifica qualitativa dei componenti dell’impianto;
- verifica quantitativa dei componenti dell’impianto;
- controllo della sfilabilità dei cavi e delle dimensioni dei tubi e dei condotti;
- verifica dell’idoneità delle connessioni dei conduttori;
- verifica dei tracciati per le condutture incassate;
- verifica dei gradi di protezione degli involucri;
- controllo preliminare dei collegamenti a terra;
- controllo dell’idoneità e della funzionalità dei quadri elettrici;
- controllo dell’idoneità, funzionalità e sicurezza degli impianti ausiliari;
- controllo delle sezioni minime dei conduttori e dei colori distintivi;
- verifica per gli apparecchi per il comando e l’arresto di emergenza;
- presenza e corretta installazione dei dispositivi di sezionamento e di comando.
La verifica qualitativa e quantitativa dei componenti dell’impianto elettrico ha lo scopo di verificare:
- la rispondenza qualitativa dei materiali ed apparecchiature impiegate alle prescrizioni del Capitolato Speciale d’Appalto ed ai dati di progetto, accertando la consistenza quantitativa e il funzionamento;
- la conformità delle indicazioni riportate negli schemi e nei piani d’installazione: individuando l’ubicazione dei principali componenti, la conformità delle linee di distribuzione agli schemi, la conformità dei punti di utilizzazione ai piani d’installazione, l’univocità d’indicazione tra schemi e segnaletica applicata in loco;
- la compatibilità con l’ambiente: accertando che tutti i componenti elettrici siano stati scelti e collocati tenendo conto delle specifiche caratteristiche dell’ambiente e siano tali da non provocare effetti nocivi sugli altri elementi esistenti nell’ambiente;
- l’accessibilità che deve essere: agevole per tutti i componenti con pannelli di comando, misura, segnalazione manovra; possibile, eventualmente con facili operazioni di rimozione di ostacoli, per i componenti suscettibili di controlli periodici o di interventi manutentivi (scatole, cassette, pozzetti di giunzione o connessione, ecc. ).
L’accertamento della garanzia di conformità è data dal marchio IMQ (Marchio Italiano di Qualità) o altri marchi equivalenti, in caso contrario l’Appaltatore deve fornire apposita certificazione.
La verifica della sfilabilità dei cavi consiste nell’estrarre un cavo dal tratto di tubo protettivo, incassato o a vista, compreso tra due cassette o scatole successive e nell’osservare se questa operazione abbia danneggiato il cavo stesso. L’analisi in sintesi deve riguardare:
a) sfilabilità
- estrazione di uno o più cavi dai condotti
- mantenimento della calibratura interna
b) dimensione dei tubi
- diametro interno maggiore o uguale a 16 mm
c) rispondenza normativa dei tubi
- verifica della rispondenza alle prescrizioni di progetto.
La verifica deve essere effettuata preferibilmente sui tratti di tubo non rettilinei e deve essere estesa a tratti di tubo per una lunghezza compresa tra l’1% e il 5% della totale lunghezza dei tubi degli impianti utilizzatori presi in esame; in caso di esito non favorevole, fermo restando l’obbligo per l’installatore di modificare gli impianti, la prova dovrà essere ripetuta su di un numero di impianti utilizzatori doppio rispetto al primo campione scelto; qualora anche la seconda prova fornisse esito sfavorevole la verifica della sfilabilità dovrà essere ripetuta su tutti gli impianti utilizzatori.
Il controllo deve verificare che i tubi abbiano diametro interno maggiore o uguale a 16 mm e che in generale sia almeno uguale a 1,3 volte il diametro circoscritto al fascio di cavi contenuti entro i tubi.
Per le condutture costituite da canalette la superficie interna della sezione retta degli alloggiamenti dei cavi elettrici deve essere almeno uguale al doppio della superficie della sezione retta dei cavi contenuti.
I tubi protettivi flessibili di materiale termoplastico a base di policloruro di vinile da collocare sotto traccia devono essere conformi alla norma CEI 23-82 (EN 61386-22).
I tubi protettivi rigidi ed accessori di materiale termoplastico a base di policloruro di vinile da collocare in vista devono essere conformi alla norma CEI 23-81 (EN 61386-21).
La verifica dei gradi di protezione degli involucri ha lo scopo di verificare che tutti i materiali, gli apparecchi e le macchine installati in ambienti speciali (acqua e/o polvere) abbiano grado di protezione adeguato ai fini della sicurezza, della funzionalità e della durata e/o conforme alle prescrizioni del progetto o del capitolato. Per la verifica si farà riferimento alle norme CEI-64-8 e CEI 70-1. Il grado di protezione è indicato con le lettere IP (International Protection) seguite da due cifre indicanti la prima il grado di protezione delle persone contro il contatto con gli elementi in tensione e la penetrazione dannosa dell’acqua. Quando una delle due cifre è sostituita da una X (es. IP4X o IPX4), significa che il materiale garantisce soltanto un tipo di protezione. Lo 0 indica nessun grado di protezione.
Sono esclusi dall’esame i componenti installati nei locali bagno e doccia e quelli pertinenti ad impianti AD-FT per locali caldaia e simili.
I componenti con grado di protezione inferiore a IP 20 non possono essere installati in ambienti interni ordinari accessibili a personale non addestrato. La norma CEI 70-1 stabilisce inoltre che i gradi di protezione superiori soddisfano i requisiti dei gradi protezione inferiori.
Devono essere oggetto di verifica:
a) componenti installati in luoghi umidi (che presentano sul pavimento, sulle pareti o sul soffitto tracce di stillicidio da condensa o da infiltrazione d’acqua). Grado di protezione ≥ IP 21;
b) componenti installati in luoghi esposti alle intemperie ma non soggetti a spruzzi di pioggia battente con stravento > 60° dalla verticale. Grado di protezione ≥ IP 23;
c) componenti soggetti a spruzzi, pioggia a stravento, intemperie. Grado di protezione ≥ IP 34;
d) componenti installati in locali di lavaggio o in ambienti occasionalmente polverosi. Grado di protezione ≥ IP 55;
e) componenti installati in locali di lavaggio o in ambienti permanentemente polverosi. Grado di protezione ≥ IP 66;
f) componenti installati in ambienti con pericolo d’inondazione occasionale e temporanea o su terreno soggetto a pozzanghere. Grado di protezione ≥ IP 67;
g) materiale installato in altri ambienti speciali con temperatura elevata, vibrazioni, muffe, atmosfere corrosive, ecc.. certificazione d’idoneità rilasciata da enti autorizzati o autocertificazione del costruttore.
Le verifiche dell’impianto di terra sono descritte nelle norme per gli impianti di messa a terra per gli impianti soggetti alla disciplina del D.Lgs. n°81 del 2008.
Si devono effettuare le seguenti verifiche:
- identificazione dei conduttori di terra e di protezione (PE) ed equipotenziali (EQ). Le verifiche hanno lo scopo di accertare che l’isolante e i collari siano di colore giallo-verde. Si intende che andranno controllate sezioni, materiali e modalità di posa nonché lo stato di conservazione sia dei conduttori stessi che delle giunzioni. Si deve inoltre controllare che i conduttori di protezione assicurino il collegamento tra i conduttori di terra e il morsetto di terra degli utilizzatori fissi e il contatto di terra delle prese a spina;
- misurazione del valore di resistenza di terra dell’impianto, utilizzando un dispersore ausiliario ed una sonda di tensione con appositi strumenti di misura o con il metodo Volt-Amperometrico;
- collegamenti: si deve controllare che tutte le masse (compresi gli apparecchi illuminanti), i poli di terra delle prese a spina e tutte le masse estranee presenti nell’area dell’impianto siano collegate al conduttore di protezione;
- continuità: bisogna accertarsi della continuità del conduttore di protezione e l’assenza di dispositivi di sezionamento o di comando;
- tracciato e sezionabilità: i conduttori di protezione devono, in linea di massima, seguire il tracciato dei conduttori di fase e dipartirsi dalle scatole di derivazione per consentirne il sezionamento in caso di guasti.
La verifica delle condutture, dei cavi e delle connessioni ha lo scopo di verificare che nell’esecuzione dell’impianto siano state rispettate le prescrizioni minime riguardo a:
- sezioni minime dei conduttori rispetto alle prescrizioni del presente Capitolato Speciale d’Appalto e delle norme CEI: 1, 5 mmq: cavi unipolari isolati in PVC, posati in tubi o canalette e 0,5 mmq: circuiti di comando, segnalazione e simili, ecc.;
- colori distintivi: colore giallo-verde per i conduttori di protezione e di collegamento equipotenziali; colore blu per il neutro, altri colori (marrone, nero, grigio) per i conduttori di fasi diverse;
- idoneità delle connessioni dei conduttori e degli apparecchi utilizzatori. Devono essere verificate le dimensioni idonee dei morsetti rispetto al conduttore serrato, le scatole di derivazione e le modalità di connessione. Sono vietate le giunzioni fuori scatola o entro i tubi di protezione.
La verifica deve riguardare anche il grado di isolamento dei cavi rispetto alla tensione di esercizio.
Verifica dei dispositivi di sezionamento e di comando
La Norma CEI 64-8 distingue quattro fondamentali funzioni dei dispositivi di sezionamento e di comando: sezionamento o interruzione per motivi elettrici, interruzione per motivi non elettrici, comando funzionale e comando di emergenza.
La verifica dei dispositivi di sezionamento ha lo scopo di accertare la presenza e la corretta installazione dei dispositivi di sezionamento e di comando al fine di consentire di agire in condizioni di sicurezza durante gli interventi di manutenzione elettrica ad altro sugli impianti e macchine.
In questa verifica dovranno essere controllati:
- l’interruttore generale, verificando la sua presenza all’inizio di ogni attività di impianto e la sua idoneità alla funzione di sezionamento;
- gli interruttori divisionali, verificando il loro numero e la loro idoneità alla funzione di sezionamento.
La verifica dei dispositivi di comando per l’arresto di emergenza ha lo scopo di accertare la possibilità di potere agire sull’alimentazione elettrica per manovra di sicurezza in caso di incendio.
In questa verifica dovranno essere controllati gli interruttori d’emergenza a comando manuale, accertando la loro presenza a portata di mano.
Devono essere oggetto di verifica:
a) interruttori, quadri, scatole di derivazione;
b) condutture;
c) involucri protetti;
d) numero dei poli degli interruttori;
e) interruttore generale;
f) impianto di messa a terra.
Verifica del tipo e dimensionamento dei componenti dell’impianto e della apposizione dei contrassegni di identificazione
Si deve verificare che tutti i componenti dei circuiti messi in opera nell’impianto utilizzatore siano del tipo adatto alle condizioni di posa e alle caratteristiche dell’ambiente, nonché correttamente dimensionati in relazione ai carichi reali in funzionamento contemporaneo, o, in mancanza di questi, in relazione a quelli convenzionali.
Verifica del rispetto delle prescrizioni del D.M. n° 236/1989, in merito alla collocazione ottimale dei terminali degli impianti elettrici di comando e di segnalazione
Gli apparecchi elettrici e i quadri elettrici devono essere per tipo e posizione planimetrica ed altimetrica, tali da permettere un uso agevole anche da parte della persona su sedia a ruote; devono, inoltre, essere facilmente individuabili anche in condizioni di scarsa visibilità, mediante l’impiego di piastre o pulsanti fluorescenti, ed essere protetti dal danneggiamento per urto.
Gli interruttori inoltre devono essere azionabili con leggere pressioni e preferibilmente del tipo a tasto largo rispetto a quelli normali, per facilitare i portatori di handicap e i soggetti anziani.
Le indicazioni contenute nel D.M. n°236/1989, richiamato dal D.M. n°503/1996, consigliano che i terminali degli impianti siano collocati ad un’altezza compresa tra 40 e 140 cm. dal pavimento.
I terminali degli impianti elettrici, in tutti gli ambienti, debbono essere collocati in posizione facilmente percettibile visivamente.
Prove di verifica e controlli
Le prove consistono nell’effettuazione di misure o di altre operazioni per accertare l’efficienza dell’impianto elettrico. La misura deve essere accertata mediante idonea strumentazione.
Le prove possono riguardare:
- prova della continuità dei conduttori di protezione compresi i conduttori equipotenziali principali e supplementari;
- misura della resistenza dell’isolamento dell’impianto elettrico;
- misura della resistenza d’isolamento dei pavimenti e delle pareti;
- verifica della separazione dei circuiti;
- verifica della protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione;
- prova di polarità;
- prova di tensione applicata;
- prove di funzionamento alla tensione nominale;
- verifica della protezione contro gli effetti termici;
- verifica caduta di tensione.
LA DIREZIONE DEI LAVORI
La Direzione dei Lavori per la realizzazione dell’impianto elettrico e di segnale opererà come segue:
a) nel corso dell’esecuzione dei lavori, con riferimento ai tempi ed alle procedure, verificherà che i materiali impiegati e le tecniche di esecuzione siano effettivamente quelle prescritte ed inoltre, per le parti destinate a non restare in vista o che possono influire irreversibilmente sul funzionamento finale, verificherà che l’esecuzione sia coerente con quella concordata (questa verifica potrà essere effettuata anche in forma casuale e statistica nel caso di grandi opere);
b) al termine dei lavori eseguirà una verifica finale dell’opera e si farà rilasciare dall’esecutore una dichiarazione di conformità e di rispondenza (per le parti non oggetto di sostituzione) dell’opera alle prescrizioni del progetto, del presente capitolato, delle norme e dei decreti (in particolare il D.M. n°37 del 2008) e di altre eventuali prescrizioni concordate.
La Direzione dei Lavori raccoglierà inoltre in un fascicolo i documenti progettuali più significativi, la dichiarazione di conformità predetta (ed eventuali schede di prodotti) nonché le istruzioni per la manutenzione con modalità e frequenza delle operazioni.
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
Nel caso di gara esperita con offerta con unico ribasso e appalto di lavori esclusivamente a misura o esclusivamente a corpo, l’importo di ciascuno Stato di Avanzamento dei Lavori deve essere calcolato come descritto di seguito:
a) Per i lavori esclusivamente a misura, moltiplicando i prezzi di progetto di ciascuna lavorazione per le quantità di lavorazioni realizzate; all’importo così calcolato viene detratto il ribasso d’asta.
b) Per i lavori esclusivamente a corpo, moltiplicando le aliquote d’incidenza di ciascun Corpo d’Opera riportate nel Capitolato Speciale d’Appalto, per le percentuali di avanzamento dei Corpi d’Opera realizzati e per il prezzo globale offerto dall’Appaltatore.
All’importo così calcolato viene aggiunta (sia nel caso a) che nel caso b)) la percentuale dell’importo degli oneri della sicurezza corrispondente all’avanzamento dei lavori.
Nel caso di gara esperita con offerta a prezzi unitari e appalto di lavori a corpo e a misura, l’importo di ciascuno Stato di Avanzamento dei Lavori deve essere calcolato come descritto di seguito:
a) Per la parte dei lavori a misura, moltiplicando i prezzi offerti per ciascuna lavorazione nella lista per le quantità di lavorazioni realizzate;
b) Per la parte dei lavori a corpo, moltiplicando le aliquote d’incidenza di ciascun Corpo d’Opera rilevate dal Capitolato Speciale d’Appalto per l’importo dei lavori a corpo offerto dall’Appaltatore nella lista e per le percentuali di Corpo d’Opera realizzate.
All’importo così calcolato viene aggiunta (sia nel caso a) che nel caso b)) la percentuale dell’importo degli oneri della sicurezza corrispondente all’avanzamento dei lavori.
Nel caso di gara esperita con offerta a prezzi unitari e appalto di lavori esclusivamente a misura lo Stato di Avanzamento Lavori va calcolato come descritto nel caso a) dell’appalto misto e nel caso di appalto di lavori esclusivamente a corpo con la metodologia descritta nel caso b).
1) La valutazione del lavoro a corpo è effettuata secondo le specificazioni date nell’enunciazione e nella descrizione del lavoro a corpo, nonché secondo le risultanze degli elaborati grafici e di ogni altro allegato progettuale; il corrispettivo per il lavoro a corpo resta fisso e invariabile senza che possa essere invocata dalle parti contraenti alcuna verifica sulla misura o sul valore attribuito alla quantità di detti lavori.
2) Nel corrispettivo per l’esecuzione del lavoro a corpo s’intende sempre compresa ogni spesa occorrente per dare l’opera compiuta sotto le condizioni stabilite dal presente Capitolato Speciale e secondo quanto riportato in tutti gli atti progettuali allegati al contratto. Pertanto nessun compenso può essere richiesto per lavori, forniture e prestazioni che, ancorché non esplicitamente specificati nella descrizione dei lavori a corpo, siano rilevabili dagli elaborati grafici o viceversa. Lo stesso dicasi per lavori, forniture e prestazioni tecnicamente e intrinsecamente indispensabili alla funzionalità, completezza e corretta realizzazione dell’opera appaltata secondo la regola dell’arte.
3) La contabilizzazione del lavoro a corpo è effettuata applicando all’importo netto di aggiudicazione le percentuali convenzionali relative alle singole categorie di lavoro indicate nella tabella di cui all’articolo 2, di ciascuna delle quali è contabilizzata la quota parte in proporzione al lavoro eseguito, ai sensi dell’articolo 184 del Regolamento Generale.
4) Gli oneri di sicurezza (OS), riportati nella tabella di cui all’articolo 2, valutati secondo le modalità di cui all’allegato “PS4”, saranno liquidati in quote proporzionali ai singoli stati di avanzamento dei lavori. La liquidazione di tali oneri è subordinata all’assenso del Coordinatore per la Sicurezza in fase di esecuzione.
Art. 20
OPERE DI ASSISTENZA AGLI IMPIANTI
Le opere e gli oneri di assistenza di tutti gli impianti compensano e comprendono le seguenti prestazioni:
- scarico dagli automezzi, collocazione in loco compreso il tiro in alto ai vari piani e sistemazione in magazzino di tutti i materiali pertinenti agli impianti;
- apertura e chiusura di tracce, predisposizione e formazione di fori ed asole su murature e strutture di calcestruzzo armato;
- muratura di scatole, cassette, sportelli, controtelai di bocchette, serrande e griglie, guide e porte ascensori;
- fissaggio di apparecchiature in genere ai relativi basamenti e supporti;
- formazione di basamenti di calcestruzzo o muratura e, ove richiesto, la interposizione di strato isolante, baggioli, ancoraggi di fondazione e nicchie;
- manovalanza e mezzi d’opera in aiuto ai montatori per la movimentazione inerente alla posa in opera di quei materiali che per il loro peso e/o volume esigono tali prestazioni;
- i materiali di consumo ed i mezzi d’opera occorrenti per le prestazioni di cui sopra;
- il trasporto alla discarica dei materiali di risulta delle lavorazioni;
- ponteggi di servizio interni ed esterni;
- le opere e gli oneri di assistenza agli impianti dovranno essere calcolate in ore lavoro sulla base della categoria della manodopera impiegata e della quantità di materiali necessari e riferiti a ciascun gruppo di lavoro.
Art. 21 MANODOPERA
Gli operai per i lavori in economia dovranno essere idonei al lavoro per il quale sono richiesti e dovranno essere provvisti dei necessari attrezzi.
L’Appaltatore è obbligato, senza compenso alcuno, a sostituire tutti quegli operai che non soddisfino alla Direzione dei Lavori.
Circa le prestazioni di manodopera, saranno osservate le disposizioni e convenzioni stabilite dalle leggi e dai contratti collettivi di lavoro, stipulati e convalidati a norma delle leggi sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi.
1. L’Appaltatore è tenuto all’esatta osservanza di tutte le leggi, regolamenti e norme vigenti in materia, nonché eventualmente entrate in vigore nel corso dei lavori, e in particolare:
a) nell’esecuzione dei lavori che formano oggetto del presente appalto, l’Appaltatore si obbliga ad applicare integralmente il contratto nazionale di lavoro per gli operai dipendenti dalle aziende industriali edili e affini e gli accordi locali e aziendali integrativi dello stesso, in vigore per il tempo e nella località in cui si svolgono i lavori;
b) i suddetti obblighi vincolano l’Appaltatore anche se non è aderente alle associazioni stipulanti o receda da esse e indipendentemente dalla natura industriale o artigiana, dalla struttura o dalle dimensioni dell’impresa stessa e da ogni altra sua qualificazione giuridica;
c) è responsabile in rapporto alla Stazione Appaltante dell’osservanza delle norme anzidette da parte degli eventuali subappaltatori nei confronti dei rispettivi dipendenti, anche nei casi in cui il contratto collettivo non disciplini l’ipotesi del subappalto; il fatto che il subappalto non sia stato autorizzato non esime l’Appaltatore dalla responsabilità, e ciò senza pregiudizio degli altri diritti della Stazione Appaltante;
d) è obbligato al regolare assolvimento degli obblighi contributivi in materia previdenziale, assistenziale, antinfortunistica e in ogni altro ambito tutelato dalle leggi speciali.
2. Ai sensi dell’articolo 30, commi 5 e 6 del D.Lgs. n°50/2016, in caso di ritardo immotivato nel pagamento delle retribuzioni dovute al personale dipendente dell’Appaltatore o dei subappaltatori, il Responsabile Unico del Procedimento invita per iscritto il soggetto inadempiente, ed in ogni caso l’affidatario, a provvedervi entro i successivi quindici giorni. Ove non sia stata contestata formalmente e motivatamente la fondatezza della richiesta entro tale termine, la Stazione Appaltante paga anche in corso d’opera direttamente ai lavoratori le retribuzioni arretrate, detraendo il relativo importo dalle somme dovute all’affidatario del contratto ovvero dalle somme dovute al subappaltatore inadempiente
3. In ogni momento la Direzione dei Lavori e, per suo tramite, il Responsabile Unico del Procedimento, possono richiedere all’Appaltatore e ai subappaltatori copia del libro unico del lavoro di cui all’articolo 39 della legge n°133 del 2008, possono altresì richiedere i documenti di riconoscimento al personale presente in cantiere e verificarne la effettiva iscrizione nel predetto libro unico del lavoro dell’Appaltatore o del subappaltatore autorizzato.
4. Ai sensi del Decreto n°81 del 2008, nonché dell’articolo 5, comma 1, primo periodo, della legge n°136 del 2010, l’Appaltatore è obbligato a fornire a ciascun soggetto occupato in cantiere una apposita tessera di riconoscimento, impermeabile ed esposta in forma visibile, corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore, i dati identificativi del datore di lavoro e la data di assunzione del lavoratore. L’Appaltatore risponde dello stesso obbligo anche per i lavoratori dipendenti dai subappaltatori autorizzati; la tessera dei predetti lavoratori deve riportare gli estremi dell’autorizzazione al subappalto. Tutti i lavoratori sono tenuti ad esporre detta tessera di riconoscimento.
5. Agli stessi obblighi devono ottemperare anche i lavoratori autonomi che esercitano direttamente la propria attività nei cantieri e il personale presente occasionalmente in cantiere che non sia dipendente dell’Appaltatore o degli eventuali subappaltatori (soci, artigiani di ditte individuali senza dipendenti, professionisti, fornitori esterni, collaboratori familiari e simili); tutti i predetti soggetti devono provvedere in proprio e, in tali casi, la tessera di riconoscimento deve riportare i dati identificativi del committente ai sensi dell’articolo 5, comma 1, secondo periodo, della legge n°136 del 2010.
6. La violazione degli obblighi di cui ai commi 4 e 5 comporta l’applicazione, in capo al Datore di Lavoro, della sanzione amministrativa da euro 100 ad euro 500 per ciascun lavoratore. Il lavoratore munito della tessera di riconoscimento di cui al comma 3 che non provvede ad esporla è punito con la sanzione amministrativa da euro 50 a euro 300.
7. Nei confronti delle predette sanzioni non è ammessa la procedura di diffida di cui all’articolo 13 del decreto legislativo n°124 del 23 aprile 2004.
Art. 22 NOLEGGI
Le macchine e gli attrezzi dati a noleggio debbono essere in perfetto stato di servibilità e provvisti di tutti gli accessori necessari per il loro regolare funzionamento. Sono a carico esclusivo dell’Appaltatore la manutenzione degli attrezzi e delle macchine.
Il prezzo comprende gli oneri relativi alla manodopera, al combustibile, ai lubrificanti, ai materiali di consumo, all’energia elettrica ed a tutto quanto occorre per il funzionamento delle macchine.
Con i prezzi di noleggio delle motopompe oltre la pompa sono compensati il motore, o la motrice, il gassogeno, la caldaia, la linea per il trasporto dell’energia elettrica e, ove occorra, anche il trasformatore.
I prezzi di noleggio di meccanismi in genere si intendono corrisposti per tutto il tempo durante il quale i meccanismi rimangono a piè d’opera a disposizione della Stazione Appaltante e cioè anche per le ore in cui i meccanismi stessi non funzionano, applicandosi il prezzo stabilito per meccanismi in funzione soltanto alle ore in cui essi sono in attività di lavoro; quello relativo a meccanismi in riposo in ogni altra condizione di cose anche per tutto il tempo impiegato per riscaldare la caldaia e per portare a regime i meccanismi.
Nel prezzo del noleggio sono compresi e compensati gli oneri e tutte le spese per il trasporto a piè d’opera, montaggio, smontaggio ed allontanamento dei detti meccanismi.
Per il noleggio dei carri e degli autocarri il prezzo verrà corrisposto soltanto per le ore di effettivo lavoro rimanendo escluso ogni compenso per qualsiasi altra causa o perditempo.
Art. 23 TRASPORTI
Con i prezzi dei trasporti si intende compensata anche la spesa per i materiali di consumo, la manodopera del conducente, e ogni altra spesa occorrente.
I mezzi di trasporto per i lavori in economia debbono essere forniti in pieno stato di efficienza e corrispondere alle prescritte caratteristiche.
La valutazione delle materie da trasportare è fatta a seconda dei casi, a volume od a peso con riferimento alla distanza.
Art. 24 LAVORI IN ECONOMIA
Le prestazioni in economia diretta e i noleggi saranno assolutamente eccezionali e potranno verificarsi solo per lavori del tutto secondari; in ogni caso non verranno riconosciuti e compensati se non corrisponderanno ad un preciso ordine ed autorizzazione scritta preventiva della Direzione dei Lavori.
Art. 25 TRACCIAMENTI
Sui dati forniti dalla Direzione dei Lavori, l’Appaltatore dovrà eseguire i tracciamenti negli edifici per poter realizzare le opere e quanto altro occorrente e fornire il personale di tutti i mezzi d’opera necessari anche quando la Direzione stessa intenda verificare i tracciamenti suddetti. Sono a carico dell’Appaltatore, pertanto, il controllo delle misurazioni e gli allineamenti, dovrà verificarsi l’esattezza dei rilievi, delle pavimentazioni e tutto quanto potrà essere utile all’allestimento del cantiere e alla realizzazione dell’opera.
L’Appaltatore è tenuto a correggere e rifare, a sue spese, quei lavori che in seguito ad alterazioni e/o arbitrarie valutazioni di tracciamenti, sia planimetrici che altimetrici che la D.L. a suo insindacabile giudizio ritenesse inaccettabili.
L’Appaltatore dovrà provvedere alla condotta effettiva dei lavori con personale tecnico idoneo, di provata capacità ed adeguato numericamente alle necessità.
PROGRAMMA DI ESECUZIONE DEI LAVORI
Art. 26
CONSEGNA DEI LAVORI - PROGRAMMA ESECUTIVO DEI LAVORI - PIANO DI QUALITA’ DI COSTRUZIONE E DI INSTALLAZIONE - INIZIO E TERMINE PER L’ESECUZIONE - CONSEGNE PARZIALI - SOSPENSIONI
Ai sensi dell’ art. 32, comma 8, del D.Lgs. n°50/2016, la stipula del contratto di appalto o di concessione ha luogo entro i successivi sessanta giorni dalla data di aggiudicazione dell’appalto, approvata da parte dell’organo competente, salvo diverso termine previsto nel bando o nell’invito ad offrire, ovvero l’ipotesi di differimento espressamente concordata con l’aggiudicatario.
Nel giorno e nell’ora fissati dalla Stazione Appaltante, l’Appaltatore dovrà trovarsi sul posto indicato per ricevere la consegna dei lavori, che sarà certificata mediante formale verbale redatto in contraddittorio; dalla data di tale verbale decorre il termine utile per il compimento dell’opera o dei lavori.
Qualora l’Appaltatore non si presenti nel giorno stabilito, la Direzione dei Lavori fissa una nuova data. La decorrenza del termine contrattuale resta comunque quella della data della prima convocazione. Qualora sia inutilmente trascorso il termine assegnato dalla Direzione dei Lavori, la Stazione Appaltante ha facoltà di risolvere il contratto e di incamerare la cauzione, fermo restando il risarcimento del danno qualora eccedente il valore della cauzione, senza che ciò possa costituire motivo di pretese o eccezioni di sorta da parte dell’aggiudicatario.
La redazione del verbale di consegna è subordinata all’accertamento da parte del Responsabile dei Lavori, degli obblighi di cui al D.Lgs. 9 aprile 2008, n°81 e s.m.i.; in assenza di tale accertamento, il verbale di consegna è inefficace e i lavori non possono essere iniziati.
E’ facoltà della Stazione Appaltante procedere alla consegna dei lavori in via di urgenza, ai sensi dell’art. 32, comma 8, del D.Lgs. n°50/2016 nei casi in cui la mancata esecuzione immediata della prestazione determinerebbe un grave danno all’interesse pubblico che è destinata a soddisfare, ivi compresa la perdita di finanziamenti comunitari. In tal caso la Direzione dei Lavori indica nel processo verbale quali lavorazioni l’esecutore deve immediatamente iniziare e le motivazioni che giustificano l’immediato avvio dei lavori.
Le disposizioni di consegna dei lavori in via d’urgenza su esposte si applicano anche alle singole consegne frazionate, in presenza di temporanea indisponibilità di aree ed immobili; in tal caso si provvede di volta in volta alla compilazione di un verbale di consegna provvisorio e l’ultimo di questi costituisce verbale di consegna definitivo anche ai fini del computo dei termini per l’esecuzione, se non diversamente determinati.
L’Appaltatore è tenuto a trasmettere alla Stazione Appaltante, prima dell’effettivo inizio dei lavori e comunque entro 5 (cinque) giorni dalla consegna degli stessi, le polizze assicurative contro gli infortuni, la documentazione dell’avvenuta denunzia agli Enti previdenziali (inclusa la Cassa Edile) assicurativi ed infortunistici, comprensiva della valutazione dell’Appaltatore circa il numero giornaliero minimo e massimo di personale che si prevede di impiegare nell’appalto.
Lo stesso obbligo fa carico all’Appaltatore, per quanto concerne la trasmissione della documentazione di cui sopra da parte delle proprie imprese subappaltatrici, cosa che dovrà avvenire prima dell’effettivo inizio dei lavori e comunque non oltre dieci giorni dalla data dell’autorizzazione, da parte della Stazione Appaltante, del subappalto o cottimo.
L’Appaltatore dovrà comunque dare inizio ai lavori entro il termine improrogabile di giorni 7 (sette) dalla data del verbale di consegna fermo restando il rispetto del termine, di cui al successivo periodo, per la presentazione del programma di esecuzione dei lavori.
Entro 10 (dieci) giorni dalla consegna dei lavori, l’Appaltatore presenterà alla Direzione dei Lavori una proposta di programma di esecuzione dei lavori, di cui all’art. 43 comma 10 del D.P.R. n°207/2010, elaborato in relazione alle proprie tecnologie, alle proprie scelte imprenditoriali e alla propria organizzazione lavorativa. Nel suddetto piano sono riportate, per ogni lavorazione, le previsioni circa il periodo di esecuzione nonché l’ammontare presunto, parziale e progressivo, dell’avanzamento dei lavori alle scadenze contrattualmente stabilite per la liquidazione dei certificati di pagamento. Esso dovrà essere redatto tenendo conto del tempo concesso per dare le opere ultimate entro il termine fissato dal presente Capitolato.
Entro 15 (quindici) giorni dalla presentazione, la Direzione dei Lavori, d’intesa con la Stazione Appaltante, comunicherà all’Appaltatore l’esito dell’esame della proposta di programma; qualora esso non abbia conseguito l’approvazione, l’Xxxxxxxxxxx, xxxxx 00 (xxxxx) giorni, predisporrà una nuova proposta oppure adeguerà quella già presentata secondo le direttive che avrà ricevuto dalla Direzione dei Lavori.
Decorsi 10 (dieci) giorni dalla ricezione della nuova proposta senza che il Responsabile del Procedimento si sia espresso, il programma esecutivo dei lavori si darà per approvato fatte salve indicazioni erronee incompatibili con il rispetto dei termini di ultimazione.
La proposta approvata sarà impegnativa per l’Appaltatore che dovrà rispettare i termini previsti, salvo modifiche al programma esecutivo in corso di attuazione per comprovate esigenze non prevedibili che dovranno essere approvate od ordinate dalla Direzione dei Lavori.
Nel caso di sospensione dei lavori, parziale o totale, per cause non attribuibili a responsabilità dell’Appaltatore, il programma dei lavori viene aggiornato in relazione all’eventuale incremento della scadenza contrattuale.
Eventuali aggiornamenti legati a motivate esigenze organizzative dell’Appaltatore e che non comportino modifica delle scadenze contrattuali, sono approvate dalla Direzione dei Lavori, subordinatamente alla verifica della loro effettiva necessità ed attendibilità per il pieno rispetto delle scadenze contrattuali.
Nel caso in cui i lavori in appalto fossero molto estesi, ovvero mancasse l’intera disponibilità dell’area sulla quale dovrà svilupparsi il cantiere o comunque per qualsiasi altra causa ed impedimento, la Stazione Appaltante potrà disporre la consegna anche in più tempi successivi, con verbali parziali, senza che per questo l’Appaltatore possa sollevare eccezioni o trarre motivi per richiedere maggiori compensi o indennizzi.
La data legale della consegna dei lavori, per tutti gli effetti di legge e regolamenti, sarà quella dell’ultimo verbale di consegna parziale.
In caso di consegna parziale a causa di temporanea indisponibilità delle aree e degli immobili, l’Appaltatore è tenuto a presentare un programma di esecuzione dei lavori che preveda la realizzazione prioritaria delle lavorazioni sulle aree e sugli immobili disponibili. Realizzati i lavori previsti dal programma, qualora permangano le cause di indisponibilità si applica la disciplina dell’art. 107 del D.Lgs. n°50/2016.
Ove le ulteriori consegne avvengano entro il termine di inizio dei relativi lavori indicato dal programma esecutivo dei lavori redatto dall’Appaltatore e approvato dalla Direzione dei Lavori, non si da luogo a spostamenti del termine utile contrattuale; in caso contrario, la scadenza contrattuale viene automaticamente prorogata in funzione dei giorni necessari per l’esecuzione dei lavori ricadenti nelle zone consegnate in ritardo, deducibili dal programma esecutivo suddetto, indipendentemente dall’ammontare del ritardo verificatosi nell’ulteriore consegna, con conseguente aggiornamento del programma di esecuzione dei lavori.
Qualora la consegna è parziale, decorsi 90 (novanta) giorni naturali consecutivi dal termine massimo risultante dal programma di esecuzione dei lavori senza che si sia provveduto, da parte della Stazione Appaltante, alla consegna delle zone non disponibili, l’Appaltatore può chiedere formalmente di recedere dall’esecuzione delle sole opere ricadenti nelle aree suddette. Se, trascorsi i 90 (novanta) giorni, l’Appaltatore non ritenga di avanzare richiesta di recesso per propria autonoma valutazione di convenienza, non avrà diritto ad alcun maggiore compenso o indennizzo, per il ritardo nella consegna, rispetto a quello negozialmente convenuto.
E’ obbligo dell’Appaltatore procedere, dopo la consegna dei lavori, nel termine di 5 (cinque) giorni, all’impianto del cantiere, tenendo in particolare considerazione la situazione di fatto esistente sui luoghi interessati dai lavori, nonché il fatto che nell’installazione e nella gestione del cantiere ci si dovrà attenere alle norme di cui al D.Lgs. 9 aprile 2008, n°81 e s.m.i., nonché alle norme vigenti relative alla omologazione, alla revisione annuale e ai requisiti di sicurezza di tutti i mezzi d’opera e delle attrezzature di cantiere.
L’Appaltatore è tenuto, quindi, non appena avuti in consegna i lavori, ad iniziarli, proseguendoli attenendosi al programma operativo di esecuzione da esso redatto in modo da darli completamente ultimati nel numero di giorni naturali e consecutivi previsti per l’esecuzione delle opere secondo i tempi sotto indicati, decorrenti dalla data di consegna dei lavori, eventualmente prorogati in relazione a quanto disposto dai precedenti punti.
Nell’eventualità che, successivamente alla consegna dei lavori insorgano, per cause imprevedibili o di forza maggiore, impedimenti che non consentano di procedere, parzialmente o totalmente, al regolare svolgimento delle singole categorie di lavori, l’Appaltatore è tenuto a proseguire i lavori eventualmente eseguibili, mentre si provvede alla sospensione, anche parziale, dei lavori non eseguibili in conseguenza di detti impedimenti.
Con la ripresa dei lavori sospesi parzialmente, il termine contrattuale di esecuzione dei lavori viene incrementato, su istanza dell’Appaltatore, soltanto degli eventuali maggiori tempi tecnici strettamente necessari per dare completamente ultimate tutte le opere, dedotti dal programma operativo dei lavori, indipendentemente dalla durata della sospensione.
Ove pertanto, secondo tale programma, l’esecuzione dei lavori sospesi possa essere effettuata, una volta intervenuta la ripresa, entro il termine di scadenza contrattuale, la sospensione temporanea non determinerà prolungamento della scadenza contrattuale medesima.
Le sospensioni dovranno risultare da regolare verbale, redatto in contraddittorio tra Direzione dei Lavori ed Appaltatore, nel quale dovranno essere specificati i motivi della sospensione e, nel caso di sospensione parziale, le opere sospese.
L’Appaltatore dovrà comunicare, per iscritto a mezzo lettera raccomandata R.R. alla Direzione dei Lavori, l’ultimazione dei lavori non appena avvenuta. La Direzione dei Lavori procede subito alle necessarie constatazioni in contraddittorio.
L’Appaltatore dovrà dare ultimate tutte le opere appaltate entro il termine di giorni 123 (centoventitre) naturali e consecutivi dalla data del verbale di consegna dei lavori.
Art. 27
ORDINI DI SERVIZIO E DIREZIONE LAVORI
Ai sensi dell’art. 101 del D.Lgs. n°50/2016 la Stazione Appaltante, prima della gara, istituisce un ufficio di Direzione dei Lavori, costituito da un Direttore dei Lavori ed eventualmente, in relazione alla dimensione ed alla tipologia e categoria dell’intervento, da uno o più assistenti con funzioni di direttore operativo o di ispettore di cantiere, i quali svolgeranno le funzioni previste nel suddetto articolo. In particolare il Direttore dei Lavori svolgerà i compiti di coordinamento, direzione, supervisione e controllo tecnico-contrattuale, attenendosi alla normativa di cui al D.Lgs. n°50/2016 e al D.P.R. n°207/2010. Il Direttore dei Lavori agisce in piena autonomia operativa a tutela degli interessi della Stazione Appaltante; egli ha la responsabilità dell’accettazione dei materiali e dell’esecuzione dei lavori in conformità ai patti contrattuali nonché la responsabilità del coordinamento e della supervisione dell’attività di tutto l’ufficio di Direzione dei Lavori.
Il Direttore dei Lavori è l’unico interlocutore dell’Appaltatore per quanto riguarda gli aspetti tecnici ed economici del contratto.
L’ordine di servizio è l’atto mediante il quale sono impartite tutte le disposizioni e istruzioni da parte del Direttore dei Lavori all’Appaltatore. Gli ordini di servizio sono redatti in due copie, sottoscritte del Direttore dei Lavori, emanate e comunicate all’Appaltatore che li restituisce firmati per avvenuta conoscenza. Gli ordini di servizio debbono essere eseguiti con la massima cura e prontezza nel rispetto delle norme di contratto e di capitolato. L’Appaltatore non potrà mai rifiutarsi di dare loro immediata esecuzione anche quando si tratti di lavoro da farsi di notte e nei giorni festivi o in più luoghi contemporaneamente sotto pena di esecuzione di ufficio, con addebito della eventuale maggiore spesa. Resta comunque fermo il suo diritto di avanzare per iscritto le osservazioni che ritenesse opportuno fare in merito all’ordine impartito.
L’Appaltatore dovrà assicurare in qualsiasi momento ai componenti designati delle predette figure, l’accesso alla zona dei lavori e dovrà fornirgli tutta l’assistenza necessaria per agevolare l’espletamento del loro compito, nonché mettere loro a disposizione il personale sufficiente ed i materiali occorrenti per le prove, i controlli, le misure e le verifiche previste dal presente capitolato.
QUALITA’ DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI
Art. 28
NORME GENERALI - ACCETTAZIONE QUALITÀ ED IMPIEGO DEI MATERIALI
Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti per la costruzione delle opere, proverranno da quelle località che l’Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della Direzione dei Lavori, rispondano alle caratteristiche / prestazioni di seguito indicate.
I materiali e i componenti devono corrispondere alle prescrizioni di legge e del presente Capitolato Speciale. Essi dovranno essere della migliore qualità e perfettamente lavorati, inoltre, possono essere messi in opera solamente dopo l’accettazione della Direzione dei Lavori; in caso di controversia si adirà alle vie legali.
Relativamente alla fornitura di apparecchiature quali pompe di calore, gruppi di refrigerazione, centrali di trattamento aria, sistemi di termoregolazione, si precisa che saranno accettate apparecchiature per le quali è presente un centro di assistenza autorizzato nella provincia del sito di installazione.
Tutti i materiali utilizzati dovranno rispondere, inoltre, alle indicazioni del D.M. 24/12/2015 riguardante i “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici e per la gestione dei cantieri della pubblica amministrazione”.
Per quanto non espresso nel presente Capitolato Speciale, relativamente all’accettazione, qualità e impiego dei materiali, alla loro provvista, il luogo della loro provenienza e l’eventuale sostituzione di quest’ultimo, si applicano gli articoli 16 e 17 del Capitolato Generale d’Appalto D.M. n°145/2000.
L’accettazione dei materiali e dei componenti è definitiva solo dopo la loro posa in opera. La Direzione dei Lavori può rifiutare, in qualunque tempo, i materiali e i componenti deperiti dopo l’introduzione in cantiere, o che per qualsiasi causa non fossero conformi alle caratteristiche tecniche risultanti dai documenti allegati al contratto; in quest’ultimo caso l’Appaltatore deve rimuoverli dal cantiere e sostituirli con altri a sue spese.
Ove l’Appaltatore non effettui la rimozione nel termine prescritto dalla Direzione dei Lavori, la Stazione Appaltante può provvedervi direttamente a spese dell’esecutore, a carico del quale resta anche qualsiasi onere o danno che possa derivargli per effetto della rimozione eseguita d’ufficio.
Anche dopo l’accettazione e la posa in opera dei materiali e dei componenti da parte dell’Appaltatore, restano fermi i diritti e i poteri della Stazione Appaltante in sede di collaudo.
L’Appaltatore che, di sua iniziativa, abbia impiegato materiali o componenti di caratteristiche superiori a quelle prescritte nei documenti contrattuali, o eseguito una lavorazione più accurata, non ha diritto ad aumento dei prezzi e la contabilità è redatta come se i materiali avessero le caratteristiche stabilite.
Nel caso sia stato autorizzato per ragioni di necessità o convenienza, da parte della Direzione dei Lavori, l’impiego di materiali o componenti aventi qualche carenza nelle dimensioni, nella consistenza o nella qualità, ovvero sia stata autorizzata una lavorazione di minor pregio, viene applicata una adeguata riduzione del prezzo in sede di contabilizzazione, sempre che l’opera sia accettabile senza pregiudizio e salve le determinazioni definitive dell’organo di collaudo.
La Direzione dei Lavori o l’organo di collaudo possono disporre prove ed analisi ancorché non prescritte nel presente Capitolato, ma ritenute necessarie per stabilire l’idoneità dei materiali o dei componenti. Le relative spese sono poste a carico dell’Appaltatore.
Nel caso di prodotti industriali la rispondenza a questo capitolato può risultare da un attestato di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione.
Art. 29
MATERIALI PER LAVORAZIONI EDILI
ACQUA, CALCI, CEMENTI ED AGGLOMERATI CEMENTIZI, POZZOLANE, GESSO
a) Acqua - L’acqua per l’impasto con leganti idraulici dovrà essere limpida, priva di grassi o sostanze organiche e priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non essere aggressiva per il conglomerato risultante.
b) Calci - Le calci aeree ed idrauliche, dovranno rispondere ai requisiti di accettazione delle norme tecniche vigenti; le calci idrauliche dovranno altresì corrispondere alle prescrizioni contenute nella legge n°595/65 (Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti idraulici), ai requisiti di accettazione contenuti nelle norme tecniche vigenti, nonché alle norme UNI EN 459-1 e 459-2.
c) Cementi e agglomerati cementizi.
1) Devono impiegarsi esclusivamente i cementi previsti dalle disposizioni vigenti in materia (legge 26 maggio 1995 n°595 e norme armonizzate della serie EN 197), dotati di attestato di conformità ai sensi delle norme UNI EN 197-1 e UNI EN 197-2.
2) A norma di quanto previsto dal Decreto 12 luglio 1999, n°314 (Regolamento recante norme per il rilascio dell’attestato di conformità per i cementi), i cementi di cui all’art. 1 lettera A) della legge n°595/65 (e cioè cementi normali e ad alta resistenza portland, pozzolanico e d’altoforno), se utilizzati per confezionare il conglomerato cementizio normale, armato e precompresso, devono essere certificati presso i laboratori di cui all’art. 6 della legge n°595/65 e all’art. 59 del D.P.R. 380/2001 e s.m.i. Per i cementi di importazione, la procedura di controllo e di certificazione potrà essere svolta nei luoghi di produzione da analoghi laboratori esteri di analisi.
3) I cementi e gli agglomerati cementizi dovranno essere conservati in magazzini coperti, ben riparati dall’umidità e da altri agenti capaci di degradarli prima dell’impiego.
d) Pozzolane - Le pozzolane saranno ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o di parti inerti; qualunque sia la provenienza dovranno rispondere a tutti i requisiti prescritti dalle norme tecniche vigenti.
e) Gesso - Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da non lasciare residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee e senza parti alterate per estinzione spontanea. Il gesso dovrà essere conservato in locali coperti, ben riparati dall’umidità e da agenti degradanti. Per l’accettazione valgono i criteri generali dell’articolo “Norme Generali - Accettazione Qualità ed Impiego dei Materiali” e le condizioni di accettazione stabilite dalle norme vigenti.
f) Sabbie - Le sabbie dovranno essere assolutamente prive di terra, materie organiche o altre materie nocive, essere di tipo siliceo (o in subordine quarzoso, granitico o calcareo), avere grana omogenea, e provenire da rocce con elevata resistenza alla compressione. Sottoposta alla prova di decantazione in acqua, la perdita in peso della sabbia non dovrà superare il 2%. La sabbia utilizzata per le murature, per gli intonaci, le stuccature, le murature a faccia vista e per i conglomerati cementizi dovrà essere conforme a quanto previsto dal D.M. 14 gennaio 2008 e dalle relative norme vigenti.
La granulometria dovrà essere adeguata alla destinazione del getto ed alle condizioni di posa in opera. E’ assolutamente vietato l’uso di sabbia marina.
I materiali dovranno trovarsi, al momento dell’uso in perfetto stato di conservazione.
Il loro impiego nella preparazione di malte e conglomerati cementizi dovrà avvenire con l’osservanza delle migliori regole d’arte.
Per quanto non espressamente contemplato, si rinvia alla seguente normativa tecnica: UNI EN 459 - UNI EN 197 - UNI EN ISO 7027 - UNI EN 413 - UNI 9156 - UNI 9606.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
MATERIALI INERTI PER CONGLOMERATI CEMENTIZI E PER MALTE
Tutti gli inerti da impiegare nella formazione degli impasti destinati alla esecuzione di opere in conglomerato cementizio semplice od armato devono corrispondere alle condizioni di accettazione stabilite dalle norme vigenti in materia.
Gli aggregati per conglomerati cementizi, naturali e di frantumazione, devono essere costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di getto, ecc., in proporzioni non nocive all’indurimento del conglomerato o alla conservazione delle armature. La ghiaia o il pietrisco devono avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche geometriche della carpenteria del getto ed all’ingombro delle armature. La sabbia per malte dovrà essere priva di sostanze organiche, terrose o argillose, ed avere dimensione massima dei grani di 2 mm per murature in genere, di 1 mm per gli intonaci e murature di parametro o in pietra da taglio.
Gli additivi per impasti cementizi, come da norma UNI EN 934, si intendono classificati come segue: fluidificanti; aeranti; ritardanti; acceleranti; fluidificanti-aeranti; fluidificanti-ritardanti; fluidificanti-acceleranti; antigelo-superfluidificanti. Per le modalità di controllo ed accettazione la Direzione dei Lavori potrà far eseguire prove od accettare, secondo i criteri dell’articolo “Norme Generali - Accettazione Qualità ed Impiego dei Materiali”, l’attestazione di conformità alle norme UNI EN 934 e UNI EN 480 (varie parti).
I conglomerati cementizi per strutture in cemento armato dovranno rispettare tutte le prescrizioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008 e relative circolari esplicative.
Per quanto non espressamente contemplato, si rinvia alla seguente normativa tecnica: UNI EN 934 (varie parti), UNI EN 480 (varie parti), UNI EN 13139, UNI EN 13055-1, UNI EN 12620.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
ELEMENTI DI LATERIZIO E CALCESTRUZZO
Gli elementi resistenti artificiali da impiegare nelle murature (elementi in laterizio ed in calcestruzzo) possono essere costituiti di laterizio normale, laterizio alleggerito in pasta, calcestruzzo normale, calcestruzzo alleggerito.
Quando impiegati nella costruzione di murature portanti, essi debbono rispondere alle prescrizioni contenute nel D.M. 14 gennaio 2008, nelle relative circolari esplicative e norme vigenti.
Nel caso di murature non portanti le suddette prescrizioni possono costituire utile riferimento, insieme a quelle della norma UNI EN 771.
Gli elementi resistenti di laterizio e di calcestruzzo possono contenere forature rispondenti alle prescrizioni del succitato
D.M. 14 gennaio 2008 e dalle relative norme vigenti.
La resistenza meccanica degli elementi deve essere dimostrata attraverso certificazioni contenenti risultati delle prove e condotte da laboratori ufficiali negli stabilimenti di produzione, con le modalità previste nel D.M. di cui sopra.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
E’ facoltà della Direzione dei Lavori richiedere un controllo di accettazione, avente lo scopo di accertare se gli elementi da mettere in opera abbiano le caratteristiche dichiarate dal produttore.
CALCESTRUZZO PER USI STRUTTURALI, ARMATO E NON, NORMALE E PRECOMPRESSO
CONTROLLO DI ACCETTAZIONE
La Direzione dei Lavori ha l’obbligo di eseguire controlli sistematici in corso d’opera per verificare la conformità delle caratteristiche del calcestruzzo messo in opera rispetto a quello stabilito dal progetto e sperimentalmente verificato in sede di valutazione preliminare.
Il controllo di accettazione va eseguito su miscele omogenee e si configura, in funzione del quantitativo di calcestruzzo in accettazione come previsto dal D.M. 14 gennaio 2008.
Il prelievo dei provini per il controllo di accettazione va eseguito alla presenza della Direzione dei Lavori o di un tecnico di sua fiducia che provvede alla redazione di apposito verbale di prelievo e dispone l’identificazione dei provini mediante sigle, etichettature indelebili, ecc.; la certificazione effettuata dal laboratorio prove materiali deve riportare riferimento a tale verbale.
La domanda di prove al laboratorio deve essere sottoscritta dalla Direzione dei Lavori e deve contenere precise indicazioni sulla posizione delle strutture interessate da ciascun prelievo.
Le prove non richieste dalla Direzione dei Lavori non possono fare parte dell’insieme statistico che serve per la determinazione della resistenza caratteristica del materiale.
Le prove a compressione vanno eseguite conformemente alle norme UNI EN 12390-3. I certificati di prova emessi dai laboratori devono contenere almeno:
- l’identificazione del laboratorio che rilascia il certificato;
- una identificazione univoca del certificato (numero di serie e data di emissione) e di ciascuna sua pagina, oltre al numero totale di pagine;
- l’identificazione del committente dei lavori in esecuzione e del cantiere di riferimento;
- il nominativo della Direzione dei Lavori che richiede la prova;
- la descrizione, l’identificazione e la data di prelievo dei campioni da provare;
- la data di ricevimento dei campioni e la data di esecuzione delle prove;
- l’identificazione delle specifiche di prova o la descrizione del metodo o procedura adottata, con l’indicazione delle norme di riferimento per l’esecuzione della stessa;
- le dimensioni effettivamente misurate dei campioni provati, dopo eventuale rettifica;
- le modalità di rottura dei campioni;
- la massa volumica del campione;
- i valori di resistenza misurati.
Per gli elementi prefabbricati di serie, realizzati con processo industrializzato, sono valide le specifiche indicazioni di cui al punto 11.8.3.1 del D.M. 14 gennaio 2008.
L’opera o la parte di opera non conforme ai controlli di accettazione non può essere accettata finché la non conformità non sia stata definitivamente rimossa dal costruttore, il quale deve procedere ad una verifica delle caratteristiche del calcestruzzo messo in opera mediante l’impiego di altri mezzi d’indagine, secondo quanto prescritto dalla Direzione dei Lavori e conformemente a quanto indicato nel punto 11.2.6. del D.M. 14 gennaio 2008. Qualora gli ulteriori controlli confermino i risultati ottenuti, si procederà ad un controllo teorico e/o sperimentale della sicurezza della struttura interessata dal quantitativo di calcestruzzo non conforme, sulla base della resistenza ridotta del calcestruzzo.
Ove ciò non fosse possibile, ovvero i risultati di tale indagine non risultassero soddisfacenti si può dequalificare l’opera, eseguire lavori di consolidamento ovvero demolire l’opera stessa.
I “controlli di accettazione” sono obbligatori ed il collaudatore è tenuto a controllarne la validità, qualitativa e quantitativa; ove ciò non fosse, il collaudatore è tenuto a far eseguire delle prove che attestino le caratteristiche del calcestruzzo, seguendo la medesima procedura che si applica quando non risultino rispettati i limiti fissati dai “controlli di accettazione”.
Per calcestruzzo confezionato con processo industrializzato, la Direzione dei Lavori, è tenuta a verificare quanto prescritto nel punto 11.2.8. del succitato decreto ed a rifiutare le eventuali forniture provenienti da impianti non conformi; dovrà comunque effettuare le prove di accettazione previste al punto 11.2.5 del D.M. e ricevere, prima dell’inizio della fornitura, copia della certificazione del controllo di processo produttivo.
Per produzioni di calcestruzzo inferiori a 1500 mc di miscela omogenea, effettuate direttamente in cantiere, mediante processi di produzione temporanei e non industrializzati, la stessa deve essere confezionata sotto la diretta responsabilità del
costruttore. La Direzione dei Lavori deve avere, prima dell’inizio delle forniture, evidenza documentata dei criteri e delle prove che hanno portato alla determinazione della resistenza caratteristica di ciascuna miscela omogenea di conglomerato, così come indicato al punto 11.2.3 del D.M. 14 gennaio 2008.
I calcestruzzi e relativi materiali componenti utilizzati dovranno rispondere a quanto riportato nel paragrafo 2.4.2.1 del D.M. 24/12/2015. Dovranno essere prodotti con un contenuto minimo di materia riciclata di almeno il 5% in peso. Tale contenuto deve essere inteso come somma delle percentuali di materia riciclata contenuta nei singoli componenti (cemento, aggregati, aggiunte, additivi) e deve essere compatibile con i limiti imposti dalle specifiche norme tecniche. In fase di accettazione dei materiali, prima dell’esecuzione dei lavori, l’Impresa Appaltatrice dovrà presentare alla Stazione Appaltante una dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla Norma UNI EN 15804 e alla Norma ISO 14025 e una asserzione ambientale del produttore conforme alla Norma ISO 14021, verificata da un organismo di valutazione della conformità, che dimostri il rispetto dei criteri riportati nel D.M. 24/12/2015.
ACCIAIO
PRESCRIZIONI COMUNI A TUTTE LE TIPOLOGIE DI ACCIAIO
Gli acciai per l’armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel vigente D.M. attuativo della legge 1086/71 (D.M. 14 gennaio 2008) e relative circolari esplicative. Xxxxxx inoltre rispondere a quanto riportato nel paragrafo 2.4.2.4 del D.M. 24/12/2015.
E’ fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all’origine.
FORNITURE E DOCUMENTAZIONE DI ACCOMPAGNAMENTO
Tutte le forniture di acciaio, per le quali non sussista l’obbligo della Marcatura CE, devono essere accompagnate dalla copia dell’attestato di qualificazione del Servizio Tecnico Centrale.
Il riferimento a tale attestato deve essere riportato sul documento di trasporto.
Le forniture effettuate da un commerciante intermedio devono essere accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal Produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante stesso.
La Direzione dei Lavori prima della messa in opera, è tenuta a verificare quanto sopra indicato ed a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del produttore.
L’Impresa Appaltatrice dovrà accertarsi della rispondenza dei materiali a quanto riportato nel paragrafo 2.4.2.4 del D.M. 24/12/2015, tramite la documentazione nel seguito indicata, che dovrà essere presentata alla Stazione Appaltante in fase di accettazione dei materiali, prima dell’esecuzione dei lavori:
- documentazione necessaria a dimostrare l’adozione delle BAT;
- documentazione necessaria a dimostrare l’assenza di accumuli di metalli pesanti superiori allo 0,025%;
- dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025 oppure una asserzione ambientale del produttore conforme alla norma ISO 14021, verificata da un organismo di valutazione della conformità, che dimostri il rispetto dei criteri riportati nel D.M. 24/12/2015.
RETI DI ACCIAIO ELETTROSALDATE
Le reti di acciaio elettrosaldate dovranno possedere le caratteristiche indicate sul D.M. 09.01.1996 - prospetto 4-I del punto
2.2.5 le UNI EN 10080 ed il DM 14.01.2008.Saranno formate con fili aventi diametro compreso fra 4 e 12 mm e maglia non superiore ai 35 cm, del tipo B450C.
PRODOTTI PER PARETI ESTERNE E PARTIZIONI INTERNE
Si definiscono prodotti per pareti esterne e partizioni interne quelli utilizzati per realizzare i principali strati funzionali di queste parti di edificio.
Per la realizzazione delle pareti esterne e partizioni interne si rinvia all’articolo che tratta queste opere.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; la Direzione dei Lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate. Nel caso di contestazione si intende che la procedura di prelievo dei campioni, le modalità di prova e valutazione dei risultati sono quelli indicati nelle norme UNI ed, in mancanza di questi, quelli descritti nella letteratura tecnica (primariamente norme internazionali).
I prodotti a base di laterizio, calcestruzzo e similari non aventi funzione strutturale (vedere articolo murature) ma unicamente di chiusura nelle pareti esterne e partizioni devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed a loro completamento alle seguenti prescrizioni:
a) gli elementi di laterizio (forati e non) prodotti mediante pressatura o trafilatura con materiale normale od alleggerito devono rispondere alla norma UNI EN 771-1;
b) gli elementi di calcestruzzo dovranno rispettare le stesse caratteristiche indicate nella norma UNI EN 771-1 (ad esclusione delle caratteristiche di inclusione calcarea), i limiti di accettazione saranno quelli indicati nel progetto ed in loro mancanza quelli dichiarati dal produttore ed approvati dalla Direzione dei Lavori;
c) gli elementi di calcio silicato, pietra ricostruita, pietra naturale, saranno accettate in base alle loro caratteristiche
dimensionali e relative tolleranze; caratteristiche di forma e massa volumica (foratura, smussi, ecc.); caratteristiche meccaniche a compressione, taglio e flessione; caratteristiche di comportamento all’acqua ed al gelo (imbibizione, assorbimento d’acqua, ecc.).
I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto ed in loro mancanza saranno quelli dichiarati dal fornitore ed approvati dalla Direzione dei Lavori.
I prodotti ed i componenti per partizioni interne prefabbricate che vengono assemblate in opera (con piccoli lavori di adattamento o meno) devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza, alle prescrizioni indicate al punto precedente.
I prodotti a base di cartongesso devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed, in mancanza, alle prescrizioni seguenti: avere spessore con tolleranze ± 0,5 mm, lunghezza e larghezza con tolleranza ± 2 mm, resistenza all’impronta, all’urto, alle sollecitazioni localizzate (punti di fissaggio) ed, a seconda della destinazione d’uso, con basso assorbimento d’acqua, con bassa permeabilità al vapore (prodotto abbinato a barriera al vapore), con resistenza all’incendio dichiarata, con isolamento acustico dichiarato.
I limiti di accettazione saranno quelli indicati nel progetto ed, in loro mancanza, quelli dichiarati dal produttore ed approvati dalla Direzione dei Lavori.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, dovranno essere conformi a quanto riportato nel paragrafo 2.4.2 del
D.M. 24/12/2015. L’Impresa Appaltatrice dovrà presentare alla Stazione Appaltante in fase di accettazione dei materiali, prima dell’esecuzione dei lavori, una dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla Norma UNI EN 15804 e alla Norma ISO 14025 e una asserzione ambientale del produttore conforme alla Norma ISO 14021, verificata da un organismo di valutazione della conformità, che dimostri il rispetto dei criteri riportati nel D.M. 24/12/2015.
PRODOTTI PER RIVESTIMENTI INTERNI ED ESTERNI
GENERALITA’
Si definiscono prodotti per rivestimenti quelli utilizzati per realizzare i sistemi di rivestimento verticali (pareti - facciate) ed orizzontali (controsoffitti) dell’edificio. I prodotti si distinguono:
a) a seconda del loro stato fisico:
- rigidi (rivestimenti in pietra - ceramica - vetro - alluminio - gesso - ecc.);
- flessibili (carte da parati - tessuti da parati - ecc.);
- fluidi o pastosi (intonaci - vernicianti - rivestimenti plastici - ecc.);
b) a seconda della loro collocazione:
- per esterno;
- per interno;
c) a seconda della loro collocazione nel sistema di rivestimento:
- di fondo;
- intermedi;
- di finitura.
Tutti i prodotti descritti nei punti che seguono vengono considerati al momento della fornitura. La Direzione dei Lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura, oppure richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate e in genere come da norma UNI 8012.
Prodotti fluidi o in pasta.
a) Intonaci: gli intonaci sono rivestimenti realizzati con malta per intonaci costituita da un legante (calce-cemento-gesso) da un inerte (sabbia, polvere o granuli di marmo, ecc.) ed eventualmente da pigmenti o terre coloranti, additivi e rinforzanti.
Gli intonaci devono possedere le caratteristiche indicate nel progetto e le caratteristiche seguenti:
- capacità di riempimento delle cavità ed eguagliamento delle superfici;
- reazione al fuoco e/o resistenza all’incendio adeguata;
- impermeabilità all’acqua e/o funzione di barriera all’acqua;
- effetto estetico superficiale in relazione ai mezzi di posa usati;
- adesione al supporto e caratteristiche meccaniche.
Per i prodotti forniti premiscelati la rispondenza a norme UNI è sinonimo di conformità alle prescrizioni predette; per gli altri prodotti valgono i valori dichiarati dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
b) Prodotti vernicianti: i prodotti vernicianti sono prodotti applicati allo stato fluido, costituiti da un legante (naturale o sintetico), da una carica e da un pigmento o terra colorante che, passando allo stato solido, formano una pellicola o uno strato non pellicolare sulla superficie.
Si distinguono in:
- tinte, se non formano pellicola e si depositano sulla superficie;
- impregnanti, se non formano pellicola e penetrano nelle porosità del supporto;
- pitture, se formano pellicola ed hanno un colore proprio;
- vernici, se formano pellicola e non hanno un marcato colore proprio;
- rivestimenti plastici, se formano pellicola di spessore elevato o molto elevato (da 1 a 5 mm circa), hanno colore proprio e disegno superficiale più o meno accentuato.
I prodotti vernicianti devono possedere valori adeguati delle seguenti caratteristiche in funzione delle prestazioni loro richieste:
- dare colore in maniera stabile alla superficie trattata;
- essere traspiranti al vapore d’acqua;
- avere funzione impermeabilizzante;
- impedire il passaggio dei raggi U.V.;
- ridurre il passaggio della CO2;
- avere adeguata reazione e/o resistenza al fuoco (quando richiesto);
- avere funzione passivante del ferro (quando richiesto);
- resistenza alle azioni chimiche degli agenti aggressivi (climatici, inquinanti);
- resistere (quando richiesto) all’usura.
I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto od in mancanza quelli dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
I dati si intendono presentati secondo le norme UNI 8757 e UNI 8759 ed i metodi di prova sono quelli definiti nelle norme UNI.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
CONTROSOFFITTI
Tutti i controsoffitti in genere dovranno eseguirsi con cure particolari allo scopo di ottenere superfici perfettamente orizzontali (od anche sagomate secondo le forme prescritte) prive di ondulazioni od altri difetti.
Al manifestarsi di eventuali difetti la D.L. avrà la facoltà, a suo insindacabile giudizio, di ordinare all’Appaltatore il rifacimento, a carico di quest’ultimo, dell’intero controsoffitto, con l’onere del ripristino di ogni altra opera già eseguita.
I materiali e gli impasti usati, il metodo di fabbricazione delle lastre e la loro stagionatura dovranno corrispondere a tutte le prescrizioni delle leggi e delle norme di unificazione vigenti, esistenti in materia, oltre che alle norme e prescrizioni precedentemente richiamate.
La Direzione dei Lavori, ai fini dell’accettazione di tutti i materiali, ha facoltà di procedere a controlli su campioni della fornitura e di richiedere attestati di conformità della fornitura alle prescrizioni di progetto.
Tutti i materiali devono essere prodotti da aziende che operino secondo un sistema di qualità aziendale certificato ISO 9002 ovvero che possano dimostrare di operare secondo i medesimi criteri e principi in modo da garantire il controllo di qualità del prodotto. Prima dell’ordinazione dei materiali, i campioni devono essere approvati dalla D.L.
I controsoffitti dovranno essere realizzati con lastre in cartongesso rivestito non verniciato, spessore 12,5 mm, omologate in classe X0-x0, x0 di reazione al fuoco (classe 1) secondo il D.M. 15 marzo 2005 e ss.mm.ii..
I controsoffitti saranno completati con tutti gli inserti necessari per il raccordo degli stessi nei confronti delle pareti perimetrali, dei controsoffitti esistenti non oggetto di rimozione e delle apparecchiature impiantistiche presenti.
I pannelli completi che costituiscono il controsoffitto, saranno assemblati in stabilimento in modo da arrivare in cantiere come prodotto finito, imballato su palette e pronti per la posa in opera.
Tutti gli imballi saranno muniti di appositi contrassegni per una rapida distribuzione e collocamento ai piani di posa.
I controsoffitti dovranno essere conformi a quanto riportato nel paragrafo 2.4.2.7 del D.M. 24/12/2015. L’Impresa Appaltatrice dovrà presentare alla Stazione Appaltante in fase di accettazione dei materiali, prima dell’esecuzione dei lavori, una dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla Norma UNI EN 15804 e alla Norma ISO 14025 oppure una asserzione ambientale del produttore conforme alla Norma ISO 14021, verificata da un organismo di valutazione della conformità, che dimostri il rispetto dei criteri riportati nel D.M. 24/12/2015.
Art. 30
TINTEGGIATURA E VERNICIATURA OPERE IN FERRO
PITTURE ANTIRUGGINE ED ANTICORROSIVE
Le pitture antiruggine ed anticorrosive dovranno essere rapportate al tipo di materiale da proteggere ed alle condizioni ambientali.
ANTIRUGGINE AL CROMATO DI ZINCO
L’antiruggine al cromato di zinco dovrà avere il 46 ± 52% di pigmento, il 22 ± 25% di legante ed il 32% massimo di solvente. Il pigmento dovrà essere composto del 50% minimo di cromato di zinco, il legante del 100% di resina alchidica lungolio.
ANTIRUGGINE AD OLIO AL MINIO DI PIOMBO
L’antiruggine ad olio al minio di piombo sarà preparata con l’80% minimo di pigmento, il 13% minimo di legante ed il 5% massimo di solvente, mentre il pigmento dovrà essere composto dal 60% minimo di minio al 32,5% di piombo e da non oltre il 40% di barite, silicati di mg, di Al, grafite ed amido di ferro, il legante del 100% di olio di lino cotto.
ANTIRUGGINE OLEOSINTETICA AL MINIO DI PIOMBO
L’antiruggine oleosintetica al minio di piombo sarà preparata con il 70% minimo di pigmento, il 15% minimo di legante ed il 15% massimo di solvente e mentre il pigmento dovrà essere composto come quello dell’antiruggine ed olio al minio di piombo, il legante dal 100% di resina alchidica lungolio modificata con olii e standoli, con un contenuto di olio minimo del 70%.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
SMALTI E PITTURE DI FINITURA
SMALTO OLEOSINTETICO
Avranno come componenti le resine sintetiche o naturali, pigmenti aggiuntivi, vari additivi e saranno forniti in confezione sigillata con tutte le indicazioni sulla composizione e sulle modalità d’uso. Le caratteristiche dovranno essere quelle previste dalle norme attualmente in vigore e dovranno, inoltre, garantire la durabilità, la stabilità dei colori, la resistenza agli agenti atmosferici, ecc. Verniciatura con smalto oleo sintetico dovranno avere componenti (olio e resine sintetiche con percentuali adeguate dei vari elementi) a basso contenuto di tossicità, idonee per opere in ferro, da applicare mediante pennello in almeno due mani su superfici precedentemente trattate anche con vernice antiruggine. I tempi di essiccazione saranno intorno alle 6 ore.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
I prodotti vernicianti dovranno essere conformi ai criteri ecologici e prestazionali previsti dalla Decisione 2014/312/UE relativa all’assegnazione del marchio comunitario di qualità ecologica, secondo quanto indicato nel paragrafo 2.4.2.10 del
D.M. 24/12/2015. L’Impresa Appaltatrice dovrà accertarsi della rispondenza a tali criteri utilizzando prodotti recanti alternativamente:
- il Marchio Ecolabel;
- un’altra etichetta ambientale conforme alla ISO 14024 che soddisfi i medesimi requisiti previsti dalle Decisioni sopra richiamate;
- una dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla Norma UNI EN 15804 e alla Norma ISO 14025 da cui si evinca il rispetto del presente criterio. Ciò può essere verificato se nella dichiarazione ambientale sono presenti le informazioni specifiche relative ai criteri contenuti nelle Decisioni sopra richiamate.
L’Impresa Appaltatrice dovrà presentare alla Stazione Appaltante in fase di accettazione dei materiali, prima dell’esecuzione dei lavori, la documentazione comprovante il rispetto dei suddetti requisiti.
Art. 31
MATERIALI PER IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE
QUALITA’ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
Tutti i materiali dell’impianto dovranno essere della migliore qualità, ben lavorati e corrispondere perfettamente al servizio a cui sono destinati, secondo quanto indicato nel D.P.R. n°380/2001 e s.m.i. e nel D.M. 22 gennaio 2008, n°37 e s.m.i.
L’Appaltatore, dietro richiesta, ha l’obbligo di esibire alla Direzione dei Lavori, le fatture e i documenti atti a comprovare la provenienza dei diversi materiali. Qualora la Direzione dei Lavori rifiuti dei materiali, ancorché messi in opera, perché essa, a suo motivato giudizio, li ritiene di qualità, lavorazione e funzionamento non adatti alla perfetta riuscita dell’impianto e quindi non accettabili, l’Appaltatore, a sua cura e spese, dovrà sostituirli con altri che soddisfino alle condizioni prescritte.
COMPONENTI
In conformità all’art. 6 punto c.1, del D.M. 22/01/2008, n°37, l’impianto di climatizzazione deve essere realizzato secondo la regola dell’arte. Si considerano a regola d’arte gli impianti realizzati in conformità alla vigente normativa e alle norme UNI,
CEI o di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri dell’Unione europea o che sono parti contraenti dell’accordo sullo spazio economico europeo.
Tutti i componenti destinati all’impianto di climatizzazione debbono avere attestato di conformità.
I componenti dell’impianto oggetto di intervento dovranno comunque essere conformi alle norme UNI, mentre gli apparecchi di sicurezza e di protezione dovranno essere provvisti di certificato di conformità.
Inoltre i componenti degli impianti in questione:
- Debbono essere accessibili ed agibili per la manutenzione e suscettibili di essere agevolmente introdotti e rimossi nei locali di loro pertinenza, ai fini della loro revisione, o della eventuale sostituzione.
- Debbono essere in grado di non provocare danni alle persone, o alle cose, se usati correttamente ed assoggettati alla manutenzione prescritta.
La rumorosità dei componenti, in corso di esercizio, deve essere contenuta, eventualmente con l’ausilio di idonei apprestamenti, entro limiti tali da non molestare ne gli utilizzatori, ne i terzi.
Di tutti i dispositivi di sicurezza, di protezione e di controllo, debbono essere rese chiaramente individuabili le cause di intervento onde renderne possibile l’eliminazione.
PROVE DEI MATERIALI
La Stazione Appaltante indicherà preventivamente eventuali prove, da eseguirsi in fabbrica o presso laboratori specializzati da precisarsi, sui materiali da impiegarsi negli impianti oggetto dell’Appalto.
Le spese inerenti a tali prove non faranno carico alla Stazione Appaltante, la quale si assumerà le sole spese per fare eventualmente assistere alle prove propri incaricati.
Dei campioni potrà essere ordinata la conservazione nel competente Ufficio Dirigente, munendoli di sigilli e firma del Direttore dei Lavori e dell’Appaltatore, nei modi più adatti a garantire l’autenticità.
ACCETTAZIONE
I materiali dei quali sono stati richiesti i campioni, non potranno essere posti in opera che dopo l’accettazione da parte della Stazione Appaltante. Questa dovrà dare il proprio responso entro 7 (sette) giorni dalla presentazione dei campioni, in difetto di che il ritardo graverà sui termini di consegna delle opere.
Le parti si accorderanno per l’adozione, per i prezzi e per la consegna, qualora nel corso dei lavori si dovessero usare materiali non contemplati nel contratto.
L’Appaltatore non dovrà porre in opera materiali rifiutati dalla Stazione Appaltante, provvedendo quindi ad allontanarli dal cantiere.
UNITA’ ESTERNA POMPA DI CALORE CONDENSATA AD ARIA, TIPO AERMEC MODELLO “NRL” O EQUIVALENTE
Unità esterna pompa di calore condensata ad aria, tipo AERMEC modello “NRL” o equivalente. L’unità dovrà avere le seguenti caratteristiche:
CAMPI OPERATIVI
L’unità dovrà avere la possibilità di produrre acqua refrigerata con temperatura esterna fino a 46 °C e acqua calda con temperatura esterna fino a -15 °C. In modalità pompa di calore la temperatura massima dell’acqua prodotta dovrà essere 55
°C.
STRUTTURA PORTANTE
La struttura dovrà essere realizzata in lamiera di acciaio zincata a caldo di adeguato spessore, e verniciata con polveri poliestere in grado di resistere nel tempo agli agenti atmosferici.
COMPRESSORI
L’unità dovrà essere completa di N.4 compressori ermetici di tipo scroll montati a bordo, ottimizzati per lavorare con refrigerante R410A. Dovranno essere corredati, di serie, della resistenza elettrica antigelo nel carter, alimentata automaticamente ad ogni sosta purché l’unità venga mantenuta sotto tensione. I compressori dovranno essere mossi da motori elettrici a 2 poli con protezione termica interna, raffreddati dal gas in aspirazione, montati su antivibranti in gomma posti alla base. Per ridurre al massimo l’emissione sonora, i compressori dovranno essere racchiusi all’interno di un vano isolato acusticamente.
VALVOLA TERMOSTATICA
La valvola termostatica dovrà essere del tipo meccanico con equalizzatore esterno posto all’uscita dell’evaporatore e bulbo sensibile alla temperatura di aspirazione. In funzione del carico termico dovrà modulare l’afflusso di gas mantenendo sempre il corretto grado di surriscaldamento del gas in aspirazione al compressore. Dovrà consentire di lavorare con temperatura minima dell’acqua prodotta di 4 °C.
EVAPORATORE
Lo scambiatore refrigerante-acqua dovrà essere di tipo a piastre ad espansione secca ad alta efficienza, in acciaio inox AISI 316 saldobrasato, con due circuiti indipendenti lato refrigerante ed uno lato acqua, isolato esternamente con materiale a celle chiuse per impedire la formazione della condensa e ridurre le dispersioni termiche. Dovrà essere completo di resistenza elettrica antigelo: il suo funzionamento dovrà essere comandato da una sonda dedicata, posizionata nello scambiatore stesso; l’attivazione dovrà essere gestita dalla scheda elettronica e avvenire quando la temperatura dell’acqua è +3 °C. Lo scambiatore dovrà essere reversibile per funzionare come evaporatore, nel caso di produzione di acqua refrigerata, o come condensatore, nel caso di produzione di acqua calda. Dovrà rispettare la norme PED.
BATTERIE
Gli scambiatori aria-refrigerante, con funzione di condensatori, dovranno essere costituiti da batterie alettate con tubi di rame ed alette turbolenziate in alluminio, bloccate mediante espansione meccanica dei tubi.
CIRCUITO FRIGORIFERO
Dovranno essere presenti n°2 circuiti frigoriferi indipendenti che consentano di mantenere sempre in funzione la macchina anche quando un compressore deve essere riparato. Il sistema dovrà essere composto da un solo scambiatore refrigerante- acqua con due circuiti frigo ed uno idraulico. I circuiti frigoriferi dovranno essere dotati ciascuno di due compressori in parallelo (1 tandem + 1 tandem).
Il circuito dovrà essere realizzato in tubo di rame con giunzioni saldate in lega d’argento, comprendente, oltre ai compressori e agli scambiatori, i seguenti componenti:
- Valvola termostatica che modula l’afflusso del gas in funzione del carico frigorifero.
- Valvola solenoide di by-pass che esclude la valvola termostatica durante i cicli di sbrinamento.
- Separatore di liquido posto in aspirazione al compressore a protezione da eventuali ritorni di refrigerante liquido, partenze allagate, funzionamento con presenza di liquido.
- Filtro deidratatore di tipo meccanico realizzato in ceramica e materiale igroscopico, in grado di trattenere le impurità e le eventuali tracce di umidità presenti nel circuito frigorifero.
- Spia del liquido per verificare la carica di gas frigorigeno e l’eventuale presenza di umidità nel circuito frigorifero.
- Valvola solenoide sulla linea del liquido che si chiude allo spegnimento del compressore, impedendo il flusso di gas frigorigeno verso l’evaporatore.
- Valvola di inversione del ciclo frigorifero che inverte il flusso di refrigerante al variare del funzionamento estivo/invernale e durante i cicli di sbrinamento.
- Valvole unidirezionali per indirizzare il refrigerante nel corretto verso di deflusso.
- Accumulo del liquido per trattenere il gas frigorigeno allo stato liquido, qualora la macchina in quel particolare punto di funzionamento, ne presenti in esubero.
GRUPPO VENTILANTE
Il gruppo ventilante dovrà essere costituito da n° 2 unità elicoidali, bilanciate staticamente e dinamicamente, azionate direttamente da motori elettrici asincroni trifase protetti elettricamente da interruttori magnetotermici e meccanicamente con griglie metalliche antiintrusione di protezione, secondo norme CEI EN 00000-0-00 e fissate sulla parte superiore della carpenteria. Dovranno essere dotati di INVERTER (dispositivo di regolazione del numero dei giri).
QUADRO ELETTRICO
Il quadro dovrà contenere la sezione di potenza e la gestione dei controlli e delle sicurezze. Dovrà essere conforme alla direttiva LVD 2006/95/CE, e alle direttive sulla compatibilità elettromagnetica EMC 2004/108/CE. Inoltre tutti i cavi dovranno essere numerati per un immediato riconoscimento di tutti i componenti elettrici. Dovrà essere dotato di sezionatore bloccoporta: con la possibilità di accedere al quadro elettrico togliendo tensione agendo sulla leva di apertura del quadro stesso. Dovrà essere possibile bloccare tale leva con uno o più lucchetti durante interventi di manutenzione per impedire una indesiderata messa in tensione della macchina. All’interno del quadro dovrà essere collocata la tastiera di comando che consenta il controllo completo dell’apparecchio.
SICUREZZE E PROTEZIONI
Nella pompa di calore dovranno sempre essere presenti i seguenti dispositivi:
- Pressostato di alta pressione a taratura fissa (40 bar) e riarmo manuale: posto sul lato premente del compressore, dovrà avere il compito di arrestare il funzionamento del compressore in caso di pressioni anomale di lavoro.
- Trasduttore di alta pressione: posto sul lato premente del compressore, dovrà avere il compito di arrestare il funzionamento del compressore in caso di pressioni anomale di lavoro.
- Trasduttore di bassa pressione con funzione di pressostato di bassa: posto sulla linea di aspirazione del compressore, dovrà avere il compito di arrestare il funzionamento del compressore in caso di pressioni anomale di lavoro.
- Valvole sicurezza circuito frigorifero, tarata a 30 bar quella sul lato di bassa e a 45 bar quella sul lato di alta: dovranno intervenire scaricando la sovrappressione in caso di pressioni anomale.
- Magnetotermici a protezione dei compressori.
- Magnetotermici a protezione dei ventilatori.
- Magnetotermico di protezione del circuito ausiliario.
- Termostato di controllo della temperatura del gas di scarico per ogni circuito. TRASDUTTORI
L’unità dovrà essere fornita completa di sonda di temperatura dell’acqua all’ingresso e sonda di temperatura dell’acqua
all’uscita. La pompa di calore dovrà essere completa anche di trasduttori di alta pressione (uno per circuito), che permettano di visualizzare sul display della scheda a microprocessore i valori della pressione di mandata del compressore. Dovranno essere presenti inoltre trasduttori di bassa pressione (uno per circuito),che permettano di visualizzare sul display della scheda a microprocessore i valori della pressione di aspirazione del compressore; dovranno essere installati sul lato di bassa pressione del circuito frigorifero e dovranno arrestare il funzionamento del compressore in caso di pressioni anomale di lavoro.
REGOLAZIONE ELETTRONICA
Il microprocessore dovrà avere le seguenti funzioni:
- Gestione completa della macchina.
- Regolazione della temperatura mediante termostatazione a gradini controllata sull’acqua all’ingresso del refrigeratore (a controllo proporzionale) oppure in uscita (a controllo proporzionale + integrale).
- Gestione dei compressori completa per tempistiche del compressore (attesa tra spunti, attesa tra spegnimento e riaccensione, tempo minimo funzionamento ecc.) e rotazione dei compressori in base alle ore di lavoro e ai tempi minimi di attesa (privilegiando resa della macchina e precisione sulla temperatura dell’acqua).
- Gestione delle eventuali anomalie della pompa di calore mediante: preallarmi a riarmo automatico, allarmi, storico anomalie per facilitare la diagnosi del guasto.
- Visualizzazione di tutte le principali grandezze riguardanti il funzionamento della pompa di calore.
- Possibilità di modifica dei principali parametri di funzionamento.
- Gestione gruppo di pompaggio.
- Gestione antigelo sull’evaporatore mediante resistenze e contatto pompa di circolazione.
- Controllo a distanza mediante: pannello remoto, contatti puliti, seriale RS485 e eventuale protocollo Modbus compatibile.
- Doppio set-point sia estivo che invernale preimpostato a menu e selezionabile mediante contatto pulito.
- Funzione riduzione potenza inseribile mediante contatto pulito.
- Gestione parzializzazione di sicurezza a step per alta pressione e antigelo.
- Gestione funzionamento a pompa di calore con: sbrinamento intelligente, resistenze integrative (inseribili in funzione della temperatura esterna).
- La scheda dovrà consentire inoltre di visualizzare tutti i parametri di funzionamento letti dalle sonde, quali temperature dell’acqua, pressione di mandata etc.
GRUPPO IDRONICO
La macchina dovrà essere fornita con:
- Serbatoio inerziale incorporato.
- Filtro del tipo a Y montato.
- Valvola di sicurezza tarata a 6 bar.
- Flussostato.
- Vaso d’espansione.
- Resistenza antigelo di protezione per l’accumulo.
- Gruppo di pompaggio (completo n°2 pompe, una di riserva all’altra). N.B. Ogni singola pompa dovrà essere intercettabile con due saracinesche, a monte e valle, per consentire in maniera corretta le operazioni di manutenzione.
GESTIONE DEL GRUPPO DI POMPAGGIO
Una pompa più la riserva con rotazione gestita dalla scheda elettronica. La rotazione delle pompe dovrà avvenire ciclicamente ogni 2 ore, in modo da ottimizzare le ore di lavoro; durante lo scambio si dovrà realizzare sempre la sovrapposizione di qualche secondo in modo da garantire la chiusura del flussostato. Lo scambio dovrà avvenire in automatico in caso di rottura della pompa in funzione.
ACCESSORI
La pompa di calore dovrà possedere i seguenti accessori:
- Gruppo idronico completo di accumulo e n°2 pompe (una di riserva all’altra).
- Opzione ventilatori inverter.
- Supporti anti-vibranti da montare sotto il basamento.
- Programmatore giornaliero/settimanale. Dovrà permettere di programmare due fasce orarie al giorno (due cicli d’accensione e di spegnimento) e di avere programmazioni differenziate per ogni giorno della settimana.
CONFORMITA’
All’interno di ogni apparecchio dovrà essere presente il manuale di installazione e d’uso, completo di dichiarazione di conformità con riferimento alla matricola dell’apparecchio. La targhetta caratteristica dovrà riportare il marchio CE.
L’unità dovrà avere le seguenti caratteristiche tecniche:
CARATTERISTICHE | U.M. | NRL0800HA04 | NRL0750HA04 | NRL0650HA04 | NRL0550HA04 | NRL0350HE02 | |
Raffreddamento | Potenza frigorifera1 | kW | 210 | 178.9 | 137.3 | 99.5 | 76.6 |
Potenza assorbita totale | kW | 73,94 | 64,1 | 48,5 | 34,0 | 26,9 | |
Portata acqua | l/h | 36290 | 30960 | 23736 | 17200 | 13224 | |
Perdite di carico TOTALI | kPa | 54 | 64 | 43 | 36 | 27 | |
Riscaldamento | Potenza termica2 | kW | 234 | 205,3 | 152,7 | 110,5 | 86,4 |
Potenza assorbita totale | kW | 75,35 | 62,6 | 45,7 | 34,3 | 26,1 | |
Portata acqua | l/h | 40080 | 35088 | 26144 | 18920 | 14792 | |
Perdite di carico TOTALI | kPa | 68 | 82 | 52 | 44 | 36 | |
Indici energetici | EER | W/W | 2,84 | 2,79 | 2,83 | 2,92 | 2,85 |
COP | W/W | 3,11 | 3,28 | 3,34 | 3,21 | 3,3 | |
ESEER | W/W | 4,01 | 3,98 | 4,09 | 3,48 | 3,73 | |
Dati elettrici | Alimentazione | 400/50/3 V/Hz/Ph – VERSIONE TRIFASE SENZA NEUTRO | |||||
Corrente assorbita A FREDDO | A | 138 | 113 | 77 | 60 | 45 | |
Corrente assorbita A CALDO | A | 138 | 113 | 82 | 59 | 49 | |
Corrente massima (FLA) | A | 177 | 144 | 112 | 81 | 63 | |
Corrente di spunto (LRA) | A | 352 | 320 | 243 | 220 | 200 | |
Carica di refrigerante | Refrigerante | Tipo | R410A | ||||
Quantità – Circuito 1 / Circuito 2 | kg | \ | 26 / 28 | 18 / 18 | 18 / 14.5 | 10 / 10 | |
Olio | Tipo | POE – 160SZ | |||||
Quantità – Circuito 1 / Circuito 2 | kg | \ | 6,8 / 6,8 | 6,8 / 6,8 | 6,8 / 3,4 | 3,6 / 3,6 | |
Dati sonori in funzionamento | Pressione sonora A FREDDO3 | dB(A) | 56,5 | 53 | 51 | 50 | 44 |
Pressione sonora A CALDO3 | dB(A) | 56,5 | 53 | 51 | 50 | 44 | |
Caratteristiche dimensionali | Dimensioni (HxLxP) | mm | 2450x2200x3400 | 1975x1500x4350 | 1875x1100x3010 | 1875x1100x3010 | 1606x1100x2950 |
Peso a vuoto | kg | 2150 | 1487 | 1212 | 1103 | 811 |
1. Condizioni di raffreddamento nominali: Temperatura acqua IN/OUT 12/7 °C. Temperatura aria esterna 35 °C. Δt 5 °C
2. Condizioni di riscaldamento nominali: Temperatura acqua IN/OUT 40/45 °C. Temperatura aria esterna 7/6 °C. Δt 5 °C
3. Pressione sonora in campo libero su piano riflettente (fattore direzionalità Q=2), a 10 metri di distanza dalla superficie esterne dell’unità, in accordo con la normativa ISO 3744.
UNITA’ INTERNA POMPA DI CALORE CONDENSATA AD ARIA, TIPO AERMEC MODELLO “CL” O EQUIVALENTE
Unità interna pompa di calore condensata ad aria, tipo AERMEC modello “CL” o equivalente. L’unità dovrà avere le seguenti caratteristiche:
CAMPI OPERATIVI
L’unità dovrà avere la possibilità di produrre acqua fino a 60 °C con una temperatura dell’aria esterna variabile tra 42 °C e - 15 °C. Nel funzionamento come refrigeratore dovrà poter produrre acqua fino a – 8 °C con aria esterna tra -10 °C e 46 °C. STRUTTURA PORTANTE
La struttura dovrà essere realizzata in lamiera di acciaio zincata a caldo di adeguato spessore, e verniciata con polveri poliestere dopo trattamento di passivazione per aumentarne la resistenza nel tempo agli agenti atmosferici.
COMPRESSORI
Il compressore montato a bordo macchina dovrà essere ermetico, di tipo scroll. Dovrà essere montato su supporti elastici antivibranti, azionato da motore elettrico a due poli con protezione termica interna ed isolato acusticamente con materiale fonoassorbente. Dovrà essere corredato, di serie, di resistenza elettrica carter che viene alimentata automaticamente ad ogni sosta, purché l’unità venga mantenuta in tensione.
VALVOLA TERMOSTATICA
La valvola termostatica dovrà essere del tipo meccanico con equalizzatore esterno posto all’uscita dell’evaporatore e bulbo sensibile alla temperatura di aspirazione. In funzione del carico termico dovrà modulare l’afflusso di gas mantenendo sempre il corretto grado di surriscaldamento del gas in aspirazione al compressore. Dovrà consentire di lavorare con temperatura minima dell’acqua prodotta di 4 °C.
EVAPORATORE
Lo scambiatore dovrà essere di tipo a piastre in acciaio inox AISI 316 saldobrasato, con isolamento esterno in materiale a celle chiuse per impedire la formazione di condensa. Lo scambiatore dovrà essere reversibile per funzionare come evaporatore, nel caso di produzione di acqua refrigerata, o come condensatore, nel caso di produzione di acqua calda. Dovrà rispettare le norme PED.
BATTERIE
Gli scambiatori aria-refrigerante, con funzione di condensatori, dovranno essere costituiti da batterie alettate con tubi di rame rigati internamente ed alette in alluminio corrugate, bloccate mediante espansione meccanica dei tubi. Dovrà essere presente una vaschetta raccogli condensa in acciaio INOX.
CIRCUITO FRIGORIFERO
Il circuito dovrà essere realizzato in tubo di rame con giunzioni saldate in lega d’argento comprendente, oltre ai compressori e agli scambiatori, i seguenti componenti:
- Valvola termostatica per il funzionamento a freddo: dovrà modulare l’afflusso del gas in funzione del carico frigorifero.
- Orifizio calibrato, per il funzionamento a caldo: dovrà modulare l’afflusso del gas in funzione del carico frigorifero.
- Separatore di liquido posto in aspirazione al compressore a protezione di eventuali ritorni di refrigerante liquido, partenze allagate, funzionamento con presenza di liquido.
- Accumulo del liquido per trattenere il gas frigorigeno allo stato liquido in eccesso nel funzionamento a freddo delle pompe di calore.
- Valvole unidirezionali per indirizzare il refrigerante nel corretto verso di deflusso.
- Filtro deidratatore di tipo meccanico realizzato in ceramica e materiale igroscopico: dovrà essere in grado di trattenere le impurità e le eventuali tracce di umidità presenti nel circuito frigorifero.
- Spia del liquido, per segnalare eventuali impurità nel circuito frigorifero. GRUPPO VENTILANTE
Il gruppo ventilante dovrà essere costituito da n° 1 unità radiale plug-fan, bilanciata staticamente e dinamicamente, con
motore inverter direttamente accoppiato alla girante. Conforme alle direttive EU 327/2001. Dovrà essere realizzato in materiale plastico, con girante di diametro di 500 mm.
QUADRO ELETTRICO
Il quadro dovrà contenere la sezione di potenza e la scheda elettronica di controllo e visualizzazione su display dell’unità e delle sicurezze. Dovrà essere conforme alle norme: CEI EN 00000-0-00, CEI EN 00000-0-0/2/3/4 e alle direttive sulla compatibilità elettromagnetica EMC2004/108/CE. Il quadro dovrà inoltre essere completo di tastiera di comando. Inoltre tutti i cavi dovranno essere numerati per un immediato riconoscimento di tutti i componenti.
SICUREZZE E PROTEZIONI
Nella pompa di calore dovranno sempre essere presenti i seguenti dispositivi:
- Pressostato di alta pressione a taratura fissa. Dovrà essere posto sul lato premente del compressore con il compito di arrestare il funzionamento del compressore in caso di pressioni anomale di lavoro.
- Trasduttore di bassa pressione con funzione di pressostato di minima.
- Magnetotermici a protezione del compressore, ventilatori e ausiliari.
- Resistenza carter compressore.
- Resistenza antigelo scambiatore a piastre e serbatoio d’accumulo. TRASDUTTORI
L’unità dovrà essere fornita con i seguenti trasduttori:
- Sonda di temperatura dell’acqua all’ingresso e all’uscita per azionare i compressori al fine di mantenere costante la temperatura dell’acqua prodotta oppure la temperatura dell’acqua di ritorno dall’impianto.
- Trasduttori di alta e bassa pressione per visualizzare su display della scheda a microprocessore i valori della pressione di mandata e di aspirazione del compressore.
- Sonda di sbrinamento per rilevare la temperatura dello scambiatore aria-refrigerante.
- Sonda di temperatura sul premente.
- Sonda di temperatura dell’aria che entra in contatto col lo scambiatore aria refrigerante. REGOLAZIONE ELETTRONICA
Il microprocessore dovrà avere le seguenti funzioni:
- Controllo della temperatura dell’acqua in uscita con algoritmo proporzionale-integrale: la temperatura media di uscita dovrà essere mantenuta al valore impostato sul display.
- Differenziale di accensione autoadattativo: dovrà garantire i tempi minimi di funzionamento del compressore in sistemi con basso contenuto d’acqua.
- Impostazione della velocità massima dei ventilatori in funzione delle perdite di carico delle canalizzazioni.
- Modulazione della velocità dei ventilatori in funzione della pressione di condensazione (controllo condensazione di serie), per un buon funzionamento fino a temperature esterne di -10 °C in raffreddamento e di 42 °C in riscaldamento.
- Sbrinamento intelligente per decadimento di pressione combinato alla temperatura esterna e alla temperatura di batteria: dovrà permettere di determinare quando la batteria è effettivamente brinata evitando l’intervento di cicli di sbrinamento inutili.
- Sbrinamento ad inversione di ciclo frigorifero: dovrà consentire di superare le condizioni più gravose.
- Compensazione del set-point con la temperatura esterna: dovrà essere possibile impostare una curva climatica di variazione del set-point dell’acqua prodotta in funzione della temperatura dell’aria esterna rilevata.
- Gestione fino a 5 sonde di temperatura e 2 trasduttori di pressione.
- Gestione di preallarmi a reset automatico: in caso di allarme dovrà essere consentito un certo numero di ripartenze prima del blocco definitivo.
- Gestione allarmi:
o Bassa pressione.
o Alta pressione.
o Alta temperatura di scarico.
o Antigelo.
o Flussostato.
- Allarmi a reset automatico con limitato numero di ripartenze prima del blocco.
- Gestione dell’allarme reso sul salto termico nello scambiatore a piastre: per individuare errori di cablaggio (rotazione inversa) o valvola inversione ciclo bloccata.
- Gestione storico allarmi.
- Conteggio ore funzionamento compressore.
- Conteggio spunti compressore.
- Autostart dopo caduta di tensione.
- ON/OFF e cambio stagione da contatto esterno.
- Visualizzazione dello stato dell’unità:
o Presenza tensione.
o ON/OFF compressore.
o Modo di funzionamento (caldo/freddo).
o Allarme attivo.
- Lettura di tutti parametri delle sonde e dei trasduttori:
o Uscita/ingresso acqua.
o Temperatura batteria esterna.
o Temperatura gas premente.
o Temperatura aria esterna.
o Pressione mandata.
o Pressione aspirazione.
o Velocità istantanea dei ventilatori (espressa tramite segnale in Volt).
o Errore sulla temperatura (somma dell’errore proporzionale e integrale).
o Tempi di attesa per l’avviamento/spegnimento del compressore. GRUPPO IDRONICO
La macchina dovrà essere fornita con:
- Serbatoio inerziale incorporato.
- Filtro del tipo a Y montato.
- Valvola di sicurezza tarata a 6 bar.
- Flussostato.
- Vasi d’espansione.
- Resistenza antigelo di protezione per l’accumulo.
- Gruppo di pompaggio. ACCESSORI
La pompa di calore dovrà possedere i seguenti accessori:
- Gruppo idronico completo di accumulo e n°1 pompa (esecuzione speciale con circolatore avente alla portata nominale una prevalenza utile pari a 150 kPA)
- Opzione ventilatori inverter.
- Supporti anti-vibranti da montare sotto il basamento.
- Programmatore giornaliero/settimanale. Dovrà permettere di programmare due fasce orarie al giorno (due cicli d’accensione e di spegnimento) e di avere programmazioni differenziate per ogni giorno della settimana.
CONFORMITA’
All’interno di ogni apparecchio dovrà essere presente il manuale di installazione e d’uso, completo di dichiarazione di conformità con riferimento alla matricola dell’apparecchio. La targhetta caratteristica dovrà riportare il marchio CE.
L’unità dovrà avere le seguenti caratteristiche tecniche:
CARATTERISTICHE | X.X. | XX000XX | |
Raffreddamento | Potenza frigorifera1 | kW | 19,14 |
Potenza assorbita totale | kW | 6,46 | |
Portata acqua | l/h | 3275 | |
Perdite di carico TOTALI | kPa | 26,00 | |
Riscaldamento | Potenza termica2 | kW | 20,81 |
Potenza assorbita totale | kW | 6,22 | |
Portata acqua | l/h | 3597 | |
Perdite di carico TOTALI | kPa | 34,00 | |
Indici energetici | EER | W/W | 2,96 |
COP | W/W | 3,35 | |
ESEER | W/W | 3,38 | |
Dati elettrici | Alimentazione | 400/50/3N V/Hz/Ph | |
Corrente assorbita A FREDDO | A | 14,87 | |
Corrente assorbita A CALDO | A | 14,19 | |
Corrente massima (FLA) | A | 22,33 | |
Corrente di spunto (LRA) | A | 107,13 |
Carica di refrigerante | Refrigerante | Tipo | R410A |
Quantità | kg | 5,74 | |
Olio | Tipo | \ | |
Quantità | kg | 1,8 | |
Dati sonori in funzionamento | Pressione sonora A FREDDO3 | dB(A) | 43,7 |
Pressione sonora A CALDO3 | dB(A) | 43.7 | |
Caratteristiche dimensionali | Dimensioni (HxLxP) | mm | 1281x1610x798 |
Peso a vuoto | kg | 279 |
1. Condizioni di raffreddamento nominali: Temperatura acqua IN/OUT 12/7 °C. Temperatura aria esterna 35 °C. Δt 5 °C
2. Condizioni di riscaldamento nominali: Temperatura acqua IN/OUT 40/45 °C. Temperatura aria esterna 7/6 °C. Δt 5 °C
3. Pressione sonora in campo libero su piano riflettente (fattore direzionalità Q=2), a 10 metri di distanza dalla superficie esterne dell’unità, in accordo con la normativa ISO 3744.
UNITA’ ESTERNA POMPA DI CALORE CONDENSATA AD ARIA, TIPO CARRIER MODELLO “30RQS” O EQUIVALENTE
Unità esterna pompa di calore condensata ad aria, tipo CARRIER modello “30RQS” o equivalente, versione silenziata. L’unità dovrà avere le seguenti caratteristiche:
COMPRESSORI
L’unità dovrà contenere compressori scroll ad alta silenziosità, caratterizzati da un livello di vibrazioni molto contenuto. L’assieme del compressore dovrà essere installato su un telaio indipendente e sostenuto da una serie di supporti antivibranti. Le linee di aspirazione e di mandata dovranno essere dotate di supporti dinamici che riducono al minimo la trasmissione delle vibrazioni.
EVAPORATORE/CONDENSATORE
La sezione dell’evaporatore/condensatore dovrà essere composta da:
- Batterie condensanti verticali.
- Griglie di protezione montate su supporti antivibranti per proteggere lo scambiatore di calore da eventuali traumi meccanici.
- Ventilatori ad elevata silenziosità Flying Bird IV di ultima generazione, costruiti in materiale composito. MODULO IDRONICO
Il modulo idronico incorporato dovrà essere composto da:
- Gruppo di pompaggio (completo n°2 pompe ad alta prevalenza, una di riserva all’altra). N.B. Ogni singola pompa dovrà essere intercettabile con due saracinesche, a monte e valle, per consentire in maniera corretta le operazioni di manutenzione.
- Filtro acqua per la protezione della pompa dai detriti posti in circolo dall’acqua.
- Misura delle pressioni realizzata per mezzo di due trasduttori di pressione, grazie alla quale è possibile avere indicazioni sulla portata e sulla pressione d’acqua, nonché sull’eventuale mancanza d’acqua nel circuito idronico.
- Vaso d’espansione di elevata capacità, per garantire l’indispensabile pressurizzazione del circuito acqua.
- Valvola di sicurezza tarata a 4 bar.
- Isolamento termico e protezione antigelo fino a -20°C, realizzata tramite una resistenza elettrica di riscaldamento. CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
Confinamento dell’apparecchio all’interno di pannelli facilmente smontabili che ne dovranno occultare tutti i componenti (ad
eccezione del condensatore e dei ventilatori). CIRCUITO FRIGORIFERO
Il circuito frigorifero dovrà essere del tipo ermetico, con attacchi frigoriferi saldobrasati per aumentare la tenuta dei giunti. Dovrà essere garantita la riduzione delle fughe di refrigerante grazie al contenimento delle vibrazioni di funzionamento ed all’eliminazione dei tubi capillari utilizzati per le valvole di espansione termostatiche. La verifica funzionale dei trasduttori di pressione e dei sensori di temperatura dovrà essere effettuata senza alcuna necessità di trasferimento della carica di refrigerante.
Il circuito frigorifero dovrà essere dotato di n°4 compressori collegati in parallelo. Durante il funzionamento con carichi parziali, vale a dire per il 99% del tempo di funzionamento dovranno essere fatti funzionare solo i compressori che sono strettamente necessari. Il dispositivo elettronico di espansione del refrigerante (EXV), dovrà consentire il funzionamento dell’apparecchio anche con pressioni di condensazione particolarmente ridotte (ottimizzazione dell’EER, COP ed ESEER). SISTEMA DI CONTROLLO
Il sistema di controllo dovrà consentire il controllo e la gestione dell’unità. Monitorando continuamente tutti i parametri di funzionamento e gestendo accuratamente il funzionamento dei compressori, dei dispositivi di espansione, dei ventilatori e della pompa di circolazione dell’acqua, attraverso l’evaporatore dovrà garantire il mantenimento di un’efficienza energetica ottimale. Il sistema di controllo dovrà avere le seguenti funzionalità:
- Orologio interno di programmazione a sette giorni, dovrà consentire il controllo di marcia/arresto dell’unità e l’utilizzo di un secondo set-point della temperatura di uscita dell’acqua refrigerata.
- Ritaratura del set-point in funzione della temperatura esterna, della temperatura di uscita dell’acqua refrigerata o del salto termico dell’acqua attraverso lo scambiatore di calore.
- Commutazione della modalità in funzione della temperatura dell’aria esterna.
- Modalità di funzionamento notturno, limitazione della potenzialità erogata e della velocità dei ventilatore per contenere il livello sonoro.
- Indicazione della pressione dell’acqua e calcolo della portata d’acqua.
- Interfaccia a display a cristalli liquidi retroilluminato, comprendente un potenziometro a controllo manuale per garantire la leggibilità in qualsiasi condizione di illuminazione.
L’unità dovrà avere le seguenti caratteristiche tecniche:
CARATTERISTICHE | U.M. | 30RQS160 | |
Raffreddamento | Potenza frigorifera1 | kW | 149,70 |
Potenza assorbita nominale | kW | 56,90 | |
Portata acqua | l/h | 32040 | |
Perdite di carico TOTALI | kPa | 100,00 | |
Riscaldamento | Potenza termica2 | kW | 157,00 |
Potenza assorbita nominale | kW | 52,20 | |
Portata acqua | l/h | 32040 | |
Perdite di carico TOTALI | kPa | 100,00 | |
Indici energetici | EER | W/W | 2,63 |
COP | W/W | 3,01 | |
ESEER | W/W | 3,91 | |
Dati elettrici | Alimentazione | 400/50/3 V/Hz/Ph VERSIONE TRIFASE SENZA NEUTRO | |
Corrente assorbita A FREDDO | A | 112,20 | |
Corrente assorbita A CALDO | A | 112,20 | |
Corrente massima (FLA) | A | 162,40 | |
Corrente di spunto (LRA) | A | 275,20 | |
Carica di refrigerante | Refrigerante | Tipo | R410A |
Quantità | kg | \ | |
Olio | Tipo | \ | |
Quantità | kg | \ | |
Dati sonori in funzionamento | Pressione sonora A FREDDO | dB(A) | 90,0 |
Pressione sonora A CALDO | dB(A) | 90,0 | |
Caratteristiche dimensionali | Dimensioni (HxLxP) | mm | 1330x2136x2273 |
Peso a vuoto | kg | 1117 |
1. Condizioni di raffreddamento nominali: Temperatura acqua IN/OUT 12/7 °C. Temperatura aria esterna 35 °C. Δt 5 °C
2. Condizioni di riscaldamento nominali: Temperatura acqua IN/OUT 40/45 °C. Temperatura aria esterna 7/6 °C. Δt 5 °C
CENTRALE DI TRATTAMENTO ARIA TI AERMEC SERIE “NCD 4” O EQUIVALENTE
La centrale di trattamento aria dovrà essere del tipo a sezioni componibili, idonea alla posa in esterno, a doppia pannellatura (spessore pannelli 50 mm) e struttura portante realizzata con profilati in lega d’alluminio. L’unità dovrà avere le seguenti caratteristiche:
CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE | |
Materiale profili | Alluminio |
Spessore pannello | 50,0 mm |
Materiale pannello esterno | Acciaio zincato preverniciato + Foil 0,60 mm |
Colore | RAL9002 |
Materiale pannello interno | Acciaio zincato 0,60 mm |
Materiale pannello fondo interno | Acciaio zincato 0,60 mm |
Materiale allestimenti | Acciaio zincato |
Materiale angoli | Plastica PVC |
Tipo isolazione | Poliuretano 42 kg/mc |
Tipo isolamento fondo | Poliuretano 42 kg/mc |
Basamento | Acciaio zincato |
Tetto | Acciaio zincato preverniciato + Foil |
Dimensioni (HxLxP) | 804x3934x1129 mm |
Peso | 587 kg |
SEZIONE ASPIRAZIONE | U.M. | SERRANDA |
Quantità leve | n° | 1 |
Portata aria | mc/h | 4000 |
Velocità aria | m/s | 4,03 |
Materiale telaio | Alluminio | |
Materiale alette | Alluminio | |
Dimensioni | mm | 920x300x125 |
Coppia | Nm | 2,250 |
Perdita di carico | Pa | 14 |
SEZIONE ASPIRAZIONE | U.M. | GRIGLIA ANTIPIOGGIA |
Materiale | Alluminio anodizzato | |
Dimensioni | mm | 930x290x60 |
Perdita di carico | Pa | 72 |
SEZIONE DI FILTRAZIONE | U.M. | FILTRO PIANO |
Perdita di carico | Pa | 167 |
Classe | G4 | |
Spessore filtro | mm | 48,0 |
Superficie filtro | mq | 0,86 |
N° per dimensioni | mm | 1 x 490x287 1 x 592x490 |
SEZIONE DI FILTRAZIONE | U.M. | FILTRO A STASCHE RIGIDE |
Perdita di carico | Pa | 171,5 |
Classe | F7 | |
Spessore filtro | mm | 270,0 |
Superficie filtro | mq | 11,30 |
N° per dimensioni | mm | 1 x 490x287 1 x 490x592 |
SEZIONE DI FILTRAZIONE | U.M. | PORTA CON CERNIERE |
Dimensioni | mm | 450x610 |
BATTERIA DI RAFFREDDAMENTO/RISCALDAMENTO | U.M. | LATO ARIA |
Portata aria | mc/h | 4000 |
Velocità aria | m/s | 2,89 |
Temperatura entrata aria | °C | 35 |
Umidità entrata aria | % | 60 |
Temperatura uscita aria | °C | 14 |
Umidità uscita aria | % | 100 |
Potenza totale | kW | 68,23 |
Potenza sensibile | kW | 28,66 |
Perdita di carico aria | Pa | 232 |
BATTERIA DI RAFFREDDAMENTO/RISCALDAMENTO | U.M. | LATO ACQUA |
Portata acqua media | l/s | 3,26 |
Velocità media | m/s | 1,88 |
Temperatura entrata media | °C | 7 |
Temperatura uscita media | °C | 12 |
Perdita di carico media | kPa | 34,19 |
Contenuto medio | l | 19,90 |
BATTERIA DI RAFFREDDAMENTO/RISCALDAMENTO | U.M. | CARATTERISTICHE |
Ranghi | n° | 7 |
Circuiti | n° | 9 |
Passo alette | mm | 2,5 |
Alette | Alluminio | |
Ranghi | Rame | |
Collettore | Rame | |
Telaio | Acciaio zincato | |
BATTERIA DI RAFFREDDAMENTO/RISCALDAMENTO | U.M. | VASCA CONDENSA |
Materiale | Alluminio | |
Connessione scarico | mm | 25,0 |
BATTERIA DI RAFFREDDAMENTO/RISCALDAMENTO | U.M. | SEPARATORE DI GOCCE |
Telaio | Acciaio zincato | |
Alette | Plastica PV | |
Perdita di carico | Pa | 14 |
SEZIONE VENTILANTE | U.M. | VENTILATORE |
Portata aria | mc/h | 4000 |
Densità | kg/mc | 1,20 |
Pressione utile | Pa | 200 |
Potenza all’asse | kW | 1,83 |
Rendimento totale | % | 61,65 |
Numero di giri massimo | RPM | 4735 |
SEZIONE VENTILANTE | U.M. | MOTORE |
Protezione | IP55 | |
Classe d’isolazione | F | |
Numero poli | n° | 2 |
Potenza nominale | kW | 2,20 |
Giri nominali | 1/min | 2860 |
Corrente | A | 4,54 |
Alimentazione | 3x400V / 50Hz / D |
Efficienza | % | 83,2 |
Efficienza motore IE | IE2 | |
Punto di lavoro | Hz | 71,3 |
Massima frequenza | Hz | 75,8 |
SEZIONE VENTILANTE | U.M. | INVERTER |
Tensione | V | 3x400 |
Protezione | IP54 | |
Frequenza | Hz | 50 |
Corrente assorbita | A | 5,40 |
Capacità motore massima | kW | 2,20 |
Dimensioni | mm | 100x320x250 |
SEZIONE VENTILANTE | U.M. | OBLO’ |
Diametro | mm | 218 |
SEZIONE VENTILANTE | U.M. | SEZIONATORE DI SICUREZZA |
Dati nominali | 230 V / 60 W / IP 65 | |
SEZIONE VENTILANTE | U.M. | LAMPADA |
Dati nominali | 230 V / 42 W / IP 65 | |
SEZIONE VENTILANTE | U.M. | INTERRUTTORE |
Dati nominali | 230 V / 60 W / IP 65 |
SILENZIATORE | U.M. | CARATTERISTICHE |
Dimensioni | mm | 930x610x50 |
Perdita di carico | Pa | 24 |
Lunghezza setto | mm | 1200 |
Splitter | n° | 3 |
Materiale telaio silenziatore | Acciaio zincato |
SISTEMA DI REGOLAZIONE E CONTROLLO CENTRALE DI TRATTAMENTO ARIA TIPO SIEMENS O EQUIVALENTE
Il sistema di regolazione e controllo della centrale di trattamento aria dovrà essere composto dalle seguenti apparecchiature:
N.1 RMU710B-1 o equivalente - Controllore universale liberamente configurabile per condizionamento
Controllore digitale configurabile per la gestione, il monitoraggio e la regolazione di impianti di ventilazione, condizionamento e refrigerazione; con comunicazione su bus Konnex. Principali funzionalità operative:
- Funzioni di regolazione di tipo P, PI, PDPI.
- Uscite di regolazione per attuatori di tipo analogico (0..10V) e binario (2 punti).
- Programmazioni orarie giornaliere, settimanali e periodi di ferie.
- Ottimazione energetica (free cooling, confronto entalpico).
- Blocchi di comando motore per la gestione di utenze singole e/o gemellari.
- Funzioni di allarme con o senza ritardo all’attivazione ed acquisibili tramite l’interfaccia utente.
- Acquisizione e modifica di tutti i dati provenienti dal campo.
- Funzioni di diagnostica.
- Funzioni logiche.
- Funzioni di trend.
Principali caratteristiche della comunicazione su bus Konnex:
- Compatibilità con tutti i dispositivi con protocollo di comunicazione Konnex.
- Indicazione dei messaggi di errore provenienti da altri apparecchi collegati al bus.
- Ricezione e trasmissione su bus di dati quali programma orario, temperatura esterna, richiesta energetica proveniente od inviata ad altri dispositivi collegati al bus.
Caratteristiche tecniche:
- Alimentazione: 24 V AC +/- 20%
- Frequenza: 50/60 Hz
- Potenza assorbita: 12 VA
- Comunicazione: Konnex (KNX TP1)
- Portata contatti: 19…250 V AC; 4 (3) A; 2 x LG-Ni 1000; T1 (PTC); Pt1000; 0…0000 Xxx; 1000…0000 Xxx; 0…10
V DC; impulso digitale; impulso, potenziale libero.
- Uscite analogiche: 0…10 V DC
- Numero ingressi universali: 6
- Numero uscite analogiche: 2
- Numero uscite digitali: 2
- Loop di regolazione: 1
N.1 GMA126.1E o equivalente - Servocomando serranda rotativo 7Nm, con ritorno a molla
Servocomando per serranda con cavo di collegamento da 0.9 m, adatto per steli circolari con diametro 6.4…20.5 mm o quadrati con sede di passaggio 6.4…13 mm. Con indicatore di posizione, stop meccanico e tasto per sgancio manuale. Campo di lavoro regolabile fra 0…90°. Custodia in alluminio pressofuso.
Caratteristiche tecniche:
- Coppia nominale: 7 Nm
- Sezione serrande: 1.5 mq
- Angolo di rotazione: 90°
- Tempo di corsa: 90 s; ritorno a molla 15 s
- Grado di protezione: IP54
- Dimensioni: 81x192x63 mm
- Alimentazione: 24 VAC
- Segnale di comando: 2-punti.
- Potenza assorbita: 5 VA.
- Contatto ausiliario: 2
N.1 RAK-TW.5010S-H o equivalente - Termostato antigelo
Termostato a capillare con bulbo per la misura della temperatura sulla tubazione o sul canale dell’aria per la protezione batteria di riscaldamento. Manopola del set-point sottocoperchio, finestra trasparente per visualizzazione set-point, capillare per collegamento a distanza. Montaggio a bracciale sulla tubazione, o con testata a distanza fissata su pannello piano, o con guaina perforata (opzionale) sul canale dell’aria. Fascetta autostringente (per diametro massimo 100 mm) a corredo.
Caratteristiche tecniche:
- Elemento sensibile: Sensore a liquido d’espansione.
- Segnale uscite: 1; libero da potenziale; contatto in commutazione.
- Portata contatti: 24…250 V AC; 0.1…16 (2.5) A
- Differenziale di commutazione: 5 K
- Grado di protezione: IP43
- Dimensioni: 55x156x64 mm
- Set-point: -10…50 °C
- Lunghezza capillare: 1600 mm Accessori:
- N.1 ALT-AB200. Guaina perforata da canale con molla di fissaggio.
N.1 QBM81-5 o equivalente - Pressostato differenziale per aria
Pressostato differenziale aria per montaggio filtri, cinghie, ventilatori ecc. Completo di staffa di montaggio, viti, 2 raccordi per canale dell’aria e 2 mt di tubetto flessibile.
Caratteristiche tecniche:
- Segnale uscite: Contatto in commutazione.
- Portata contatti: 24…250 V AC; 24 V DC; 0.01…5 (3) A.
- Pressione di esercizio: 5000 Pa
- Collegamento: Morsetti a vite.
- Grado di protezione: IP54
- Dimensioni: 88x110x90 mm
- Temperatura ambiente: -20…85 °C
- Campo di misurazione: 50…500 Pa Accessori:
- N.1 FK-PZ3. Raccordi base per canali dell’aria.
N.1 QAM2120.040 o equivalente - Sonda temperatura da canale, passiva
Sonda per la misura della temperatura nei canali dell’aria. Montaggio con flangia e tiranti a corredo. Caratteristiche tecniche:
- Costante di tempo: 30 s
- Collegamento: morsetti a vite.
- Grado di protezione: IP42
- Lunghezza guaina: 400 mm
- Elemento sensibile: Pt1000
- Precisione di misura: -50…80 °C +/- 0.7 K
N.1 RYT182 o equivalente - Termostato di change-over
Termostato a bracciale per la commutazione stagionale (caldo/freddo). Set-point pre-impostato, con cavo di collegamento. Montaggio a bracciale con molla di fissaggio a corredo per diametri da 9.5 a 16 mm. Contatto di scambio (SPDT).
Caratteristiche tecniche:
- Raffreddamento (1-3 chiuso): Tvi < 19 °C
- Riscaldamento (1-2 chiuso): Tv1 > 30 °C
- Segnale uscite: 1; contatto di commutazione; libero da potenziale.
- Portata contatti: 230 V AC; 0,1…3 A
- Grado di protezione: IP54
N.1 SEM62.2 o equivalente - Trasformatore
Trasformatore di alimentazione 230 V AC/24 V AC con led per visualizzare lo stato di funzionamento. Versione con interruttore e fusibile di protezione.
- Alimentazione: 230 V AC
- Frequenza: 50/60 Hz
- Potenza: 30 VA
- Grado di protezione IP20
- Dimensioni: 114x106x57 mm
- Montaggio: su guide DIN, con viti.
N.1 RMZ790 o equivalente - Terminale operatore ad innesto, con display LCD
Utilizzato per la messa in servizio, impostazione e visualizzazione di tutti i dati dei controllori. Tutte le modifiche effettuate sono trasmesse al controllore, l’interfaccia utente non memorizza nessun dato.
N.1 VXG41.40 o equivalente - Valvola a tre vie, PN16 filettate
Valvola a tre vie corsa 20 mm, con corpo in bronzo, attacchi filettati a norme ISO 228/1. Adatta per acqua calda e fredda con massimo 50% glicole, acqua calda sanitaria, vapore saturo, salamoia; in circuiti chiusi o aperti.
Caratteristiche tecniche:
- Corsa: 20 mm
- Trafilamento: 0…0.02 % del valore del Kvs
- Trafilamento bypass: 0.5…2 % del Kvs
- Temperatura del fluido: -25…150 °C
- Caratteristica: Via diretta equipercentquale - bypass lineare
- Risoluzione corsa: > 100
- Pressione di esercizio: 1600 kPa
- Corpo valvola: Bronzo Rg5
- Materiale interno: Stelo, otturatore e sede: acciaio
- Pressione nominale: PN16
- Attacco filettato: 2” 1/4
- Diametro nominale: DN 40
- Kvs: 25 mc/h Accessori:
- N.1 ALG403. Bocchettone kit da 3 DN40 - G 2” ¼
N.1 SAX61.03 o equivalente - Servocomando elettromeccanico
Servocomando elettromeccanico per valvola a 2 o 3 vie, con 20 mm di corsa. Con controllo manuale e indicatore di posizione. Funzioni opzionali con interruttori ausiliari, potenziometri, moduli funzionali.
Caratteristiche tecniche:
- Forza nominale: 000 X
- Xxxxx: 20 mm
- Grado di protezione: IP54
- Temperatura ambiente: -5…55 °C
- Temperatura del fluido: -25…130 °C
- Montaggio: verticale o orizzontale
- Feedback posizionamento: DC 0…10 V
- Alimentazione: 24 V AC; 24 V DC
- Segnale di uscita: 0…10 V DC; 4…20 mA
- Potenza assorbita: 8 VA
N.1 RMZ787 o equivalente - Modulo universale
Modulo opzionale per il controllo ed il monitoraggio di ingressi ed uscite addizionali. Caratteristiche tecniche:
- Alimentazione: dal controllore.
- Potenza assorbita: 2 VA
- Portata contatti: Contatto in commutazione; Libero da potenziale; max 1 mA; 19…265 V AC; 4(3) A
- Numero ingressi universali: 4
- Ingressi universali: 2 x Lg-Ni1000; T1 (PTC); Pt1000; 0…0000 Xxx; 1000…0000 Xxx; 0…10 V DC; impulso, libero da potenziale.
- Uscite analogiche: 0…10 V DC
- Numero uscite digitali: 4.
N.1 QAA25 o equivalente - Sonda ambiente con potenziometro
Unità ambiente con sonda di temperatura Ni1000 e potenziometro per il set-point. Caratteristiche tecniche:
- Campo di impostazione del set-point: 5…30 °C
- Campo di misura temperatura: 0…50 °C
- Grado di protezione: IP 30
- Elemento sensibile: LG-Ni1000
- Costante di tempo: 7 min
- Collegamento: Morsetti a vite.
UNITÀ ESTERNA IMPIANTO VRF, TIPO MITSUBISHI ELECTRIC MODELLO PUMY-P125YKM1 O EQUIVALENTE
Unità a pompa di calore ad espansione diretta secondo il sistema VRF, con condensazione ad aria e portata variabile di refrigerante R410A tramite un unico compressore ad inverter. L’unità a pompa di calore dovrà avere le seguenti caratteristiche:
- Carpenteria dei moduli in lamiera zincata preverniciata, adatta per esposizione esterna.
- Compressore di tipo Scroll, ermetico ad alta efficienza, equipaggiato con inverter a controllo lineare con campo di azione tra il 24% e il 100% in raffreddamento e 18% e il 100% in riscaldamento.
- Circuito frigorifero dotato di separatore d’olio, valvola di inversione a quattro vie, valvola solenoide, ricevitore di liquido, accumulatore di gas, sonde per alta e bassa pressione, pressostato di sicurezza e valvola di by-pass e quanto occorre per ottimizzare il loro funzionamento.
- Schede elettroniche di controllo e di sicurezza, in grado di attivare automaticamente le modalità di raffreddamento e riscaldamento e la funzione di sbrinamento degli scambiatori, in relazione ai segnali provenienti dai sensori delle sezioni stesse e dalle singole unità interne periferiche tramite bus di trasmissione.
- Sistema di controllo di tipo evoluto installato e cablato all’interno dell’unità, dotato di dispositivi di settaggio tipo rotary switch.
- Display a 4 cifre in grado di fornire codici per informazioni di servizio (autodiagnosi).
- Scambiatore di calore verso l’ambiente esterno, in tubo di rame con alettatura a pacco in alluminio anticorrosione (Blue Fin), di tipo piegato ad U, con prese d’aria protette da rete metallica a maglia quadra.
- Ventilatori di scambio termico con l’esterno di tipo elicoidale. L’unità dovrà avere le seguenti caratteristiche tecniche:
CARATTERISTICHE | U.M. | PUMY-P125YKM | |
Potenza unità | HP | 5 | |
Alimentazione | Tensione/Frequenza/Fasi | V/Hz/n° | 000-000-000 /50 / 3 |
Raffreddamento | Capacità nominale1 | kW | 14,0 |
Potenza assorbita | kW | 3,46 | |
EER | W/W | 4,05 | |
Campo operativo di temperatura – Interna BU | °C | 15.0 / 24.0 | |
Campo operativo di temperatura – Esterna BS | °C | -5,0 / 46,0 | |
Riscaldamento | Capacità nominale2 | kW | 16,0 |
Potenza assorbita | kW | 3,74 | |
COP | W/W | 4,28 | |
Campo operativo di temperatura – Interna BU | °C | 15,0 / 27,0 | |
Campo operativo di temperatura – Esterna BS | °C | -20,0 / 15,0 | |
Livello sonoro3 | Modalità riscaldamento | dB(A) | 52 |
Modalità raffreddamento | dB(A) | 50 | |
Unità interne collegabili | Capacità totale | 50-130% della capacità U.E. | |
Modello / Quantità | P15-P140 / 1-10 | ||
Diametro esterno attacchi refrigerante | Liquido | mm | 9,52 |
Gas | mm | 15,88 | |
Portata d’aria al ventilatore | mc/h | 6600 | |
Dimensioni (HxLxP) | mm | 1388x1050x330 | |
Peso netto | kg | 125 | |
Carica refrigerante R410A | kg | 4,8 |
1. Condizioni di raffreddamento nominali: Interno 27°C BS / 19°C BU. Esterno 35°C BS. Lunghezza tubi 7,5 m, differenza livello 0 m.
2. Condizioni di riscaldamento nominali: Interno 20°C BS. Esterno 7°C BS / 6°C BU. Lunghezza tubi 7,5 m, differenza livello 0 m.
3. Valori misurati in camera anecoica.
UNITÀ INTERNA PENSILE PER INSTALLAZIONE A PARETE, TIPO MITSUBISHI ELECTRIC MODELLO PKFY-P VHM-E O EQUIVALENTE
Unità di condizionamento pensile per installazione a parete, del tipo a portata variabile di refrigerante secondo il sistema VRF. L’unità interna dovrà avere le seguenti caratteristiche:
- Sistema di regolazione del flusso di refrigerante controllato da valvola modulante LEV con controllo continuo della potenza tra il 25% ed il 100%.
- Refrigerante utilizzabile R22 o R407C o R410A con sistema di controllo in grado di riconoscere il refrigerante in circuito.
- Sistema di controllo di tipo evoluto installato e cablato all’interno dell’unità dotato di dispositivi di settaggio tipo rotary switch.
- Collegamento al sistema di controllo tramite bus di comunicazione di tipo non polarizzato.
- Scocca esterna in materiale plastico antiurto, con colorazione bianco puro.
- Telaio interno di supporto in acciaio zincato stampato.
- La presa dell’aria dovrà essere posizionata nella parte frontale dell’unità, mentre la presa di mandata dovrà essere posizionata nella parte inferiore. La griglia frontale, con apertura verso l’alto, darà accesso ai filtri che dovranno essere in fibra sintetica a nido d’ape rigenerabili e lavabili.
- Batteria a più ranghi di tipo Cross-Fin, con tubi di rame alettati in alluminio.
- Ventilatore di tipo tangenziale, direttamente accoppiato al motore monofase ad induzione. Motore a 4 velocità dotato di pale a spaziatura differenziata.
- La sezione di controllo dell’unità interna dovrà essere alimentata autonomamente dalla linea di trasmissione proveniente dall’unità esterna (incluse le valvole di espansione LEV) senza che la mancanza di alimentazione di rete all’unità interna stessa costituisca anomalia per il sistema, sia per quanto riguarda la sezione elettrica che la sezione frigorifera.
Le unità dovranno avere le seguenti caratteristiche tecniche:
CARATTERISTICHE | U.M. | PKFY-P40VHM-E | PKFY-P25VBM-E | PKFY-P20VBM-E | |
Alimentazione | Tensione/Frequenza/Fasi | V/Hz/n° | 000-000-000 /50 / 1 | ||
Capacità in raffreddamento1 | kW | 4,5 | 2,8 | 2,2 | |
Capacità in riscaldamento1 | kW | 5,0 | 3,2 | 2,5 | |
Potenza assorbita | Raffreddamento | kW | 0,04 | 0,04 | 0,04 |
Riscaldamento | kW | 0,04 | 0,04 | 0,04 | |
Corrente assorbita | Raffreddamento | A | 0,4 | 0,2 | 0,2 |
Riscaldamento | A | 0,3 | 0,2 | 0,2 | |
Finitura esterna | Plastica Munsell (1.0Y 9.2/0.2) | ||||
Dimensioni (HxLxP) | mm | 295x898x249 | 295x815x225 | 295x815x225 | |
Peso netto | kg | 13 | 10 | 10 | |
Scambiatore di calore | Alette trasversali (aletta in alluminio e tubi di rame) | ||||
Ventilatore | Tipo x Quantità | Ventilatore a flusso lineare x 1 | |||
Portata d’aria (basso-medio-alto) | mc/h | 000-000-000 | 000-000-000-000 | 000-000-000-000 | |
Pressione statica esterna | Pa | 0 | 0 | 0 | |
Motore | Tipo | Motore DC | Motore a induzione a 1 fase | ||
Potenza resa | kW | 0,030 | 0,017 | 0,017 | |
Filtro dell’aria | Tessuto a nido d’ape in polipropilene (lavabile) | ||||
Diametro tubo refrigerante | Gas | mm | 12,7 | 12,7 | 12,7 |
Liquido | mm | 6,35 | 6,35 | 6,35 | |
Diametro tubo scarico condensa | I.D. 16 (5/8”) | ||||
Livello sonoro (basso-medio-alto)2 | dB(A) | 34-37-41 | 00-00-00-00 | 00-00-00-00 |
1. La capacità di riscaldamento/raffreddamento indica il valore massimo in fase di funzionamento nelle condizioni seguenti:
x. Xxxxxxxxxxxxxx: interno 27°C BS / 19°C BU, esterno 35°C BS.
b. Riscaldamento: interno 20°C BS, esterno 7°C BS / 6°C BU
2. Valori misurati in camera anecoica.
CONTROLLO REMOTO A RAGGI INFRAROSSI, TIPO MITSUBISHI ELECTRIC MODELLO PAR-FA32MA O EQUIVALENTE
Il controllore remoto ad infrarossi dovrà essere costituito da un telecomando con display a cristalli liquidi alfanumerico. Dovrà essere possibile gestire 1 gruppo fino a 16 climatizzatori in modo collettivo.
I climatizzatori dovranno essere rappresentati sul display del telecomando tramite icone e simboli che riportino lo stato di funzionamento degli stessi.
Le informazioni minime previste dovranno essere le seguenti:
- On/Off.
- Modo di funzionamento.
- Temperatura regolata.
- Direzione del flusso aria.
- Anomalie.
- Eventuali Proibizioni/Abilitazioni delle funzioni dei comandi locali.
Interagendo con i comandi dovrà essere possibile regolare il funzionamento dei climatizzatori tramite le seguenti operazioni:
- On/Off.
- Modo di funzionamento.
- Regolazione temperatura.
- Regolazione velocità del ventilatore.
- Regolazione direzione del flusso aria.
Dovrà essere possibile proibire, da parte di un controllo gerarchicamente superiore, le funzioni di ON/OFF, regolazione temperatura, reset segnalazione filtro, modo operativo.
Il controllo remoto ad infrarossi dovrà disporre di un timer interno su base giornaliera.
TUBAZIONI
TUBAZIONI IN ACCIAIO, IMPIANTO ARIA/ACQUA
Le tubazioni in acciaio nero da utilizzare nella realizzazione dell’impianto di climatizzazione dovranno essere del tipo non legato adatte alla saldatura e alla filettatura, senza saldatura, serie UNI EN 10255 fino al diametro di 2” compreso, e del tipo liscio senza saldature serie UNI EN 10216 per i diametri superiori.
Si riportano di seguito le tabelle con l’indicazione dei diametri e dei relativi spessori:
Tubi serie UNI EN 10255
Tubi serie leggera UNI EN 10255 | Tubi serie media UNI EN 10255 | ||
Diametro esterno [“] | Spessore [mm] | Diametro esterno [“] | Spessore [mm] |
3/8 | 2,0 | 3/8 | 2,3 |
1/2 | 2,3 | 1/2 | 2,6 |
3/4 | 2,3 | 3/4 | 2,6 |
1 | 2,9 | 1 | 3,2 |
1 1/4 | 2,9 | 1 1/4 | 3,2 |
1 1/2 | 2,9 | 1 1/2 | 3,2 |
2 | 3,2 | 2 | 3,6 |
Tubi serie UNI EN 10216
Diametro esterno [mm] | Spessore [mm] |
76,1 | 2,9 |
88,9 | 3,2 |
101,6 | 3,6 |
108 | 3,6 |
114,3 | 3,6 |
133 | 4,0 |
139,7 | 4,0 |
159 | 4,5 |
TUBAZIONI IN RAME IMPIANTO VRF
Le tubazioni di distribuzione del fluido termovettore dovranno essere realizzate in rame, idonee per usi frigoriferi, conformi alla norma UNI EN 12735-1 sia per gli spessori, sia per le caratteristiche qualitative di resistenza alla pressione.
I tubi in rame da utilizzare per la realizzazione dei circuiti frigoriferi dovranno avere la superficie interna libera di impurità sia fisiche che chimiche, pena un inquinamento del circuito che, a seconda dei casi, può provocare occlusioni e formazioni di morchie.
Per i tubi sono ammesse due tipologie differenti:
- Ricotti, ovvero dotati di una certa duttilità che permette l’esecuzione di curve a largo raggio per semplici piegature a freddo, forniti in rotoli per diametri fino a 22 mm.
- Crudi, ossia rigidi, disponibili per diametri oltre i 22 mm, forniti in verghe e non curvabili a freddo. Le caratteristiche tecniche del tubo dovranno essere:
- Prodotto secondo EN 12732-1 (e ATM B 68/M).
- Stato fisico: R220 (rotoli).
- Rugosità assoluta: e =0,0015 mm.
- Coefficiente di dilatazione termica lineare 0.0168 mm/m°C.
- Conduttività termica: λ = 364 W/m°C (e ASTM B 280).
- Pulizia interna: secondo EN 12735-1 (e ASTM B 280).
- Non rammollisce alle alte temperature.
- Assoluta impermeabilità al gas.
- Resistente ai raggi UV.
Per i tubi suddetti sono ammessi i seguenti spessori minimi, per i diametri esterni elencati: D = diametro esterno
S = spessore del tubo
- D x S = 6,4 x 0,8 (tubo in rotoli).
- D x S = 9,5 x 0,8 (tubo in rotoli).
- D x S = 12,7 x 0,8 (tubo in rotoli).
- D x S = 15,9 x 1,0 (tubo in rotoli).
- D x S = 19,1 x 1,0 (tubo in rotoli).
- D x S = 22,2 x 1,0 (tubo in verghe).
- D x S = 28,6 x 1,0 (tubo in verghe).
Tutte le diramazioni alle unità interne dovranno essere realizzate tramite giunti speciali a “Y”, installati in posizione orizzontale ed ispezionabile
ISOLAMENTO TERMICO TUBAZIONI
Tutte le tubazioni degli impianti di climatizzazione dovranno essere termicamente isolate mediante lastre o tubi in elastomero estruso espanso a celle chiuse senza uso di CFC, conforme per spessori e conducibilità termica alle prescrizioni di cui alla Legge n° 10 del 9 gennaio 1991 e relativo D.P.R. di attuazione n° 412/93 e s.m.i..
Caratteristiche tecniche:
- Temperature d’impiego per i tubi: da – 165 °C a + 110 °C.
- Temperature d’impiego per lastre: da – 165 °C a + 85 °C.
- Conducibilità termica (Legge 10/91):
o Per spessori ≤ 25 mm: ≤ 0,037 W/mK a 40 °C.
o Per spessori > 25 mm: ≤ 0,040 W/mK a 40 °C.
- Resistenza alla diffusione del vapore acqueo:
o Per spessori ≤ 25 mm: ≥ 10000 (EN 12086).
o Per spessori > 25 mm: ≥ 7000 (EN 12086).
- Classe di reazione al fuoco del manufatto finito: BL-s2,d0; B-s3,d0 (EN 13501).
- Tolleranze dimensionali: Secondo Normativa Europea di Prodotto EN 14304.
Tutti gli isolamenti termici, in deroga anche ad eventuali altre precisazioni, dovranno essere del tipo autoestinguente e non propaganti la fiamma e precisamente “non combustibili” oppure in “classe 1” di reazione al fuoco.
Gli spessori della coibentazione dovranno rispettare le prescrizioni della Legge 10/91 e relativo decreto di attuazione (D.P.R. n°412 del 26/08/1993 e s.m.i.).
Si riporta di seguito la tabella 1 dell’allegato B del D.P.R. 412/93:
Conduttività Termica utile dell’isolante (W/m°C) | Diametro esterno della tubazione (mm) | |||||
<20 | da 20 a 39 | da 40 a 59 | da 60 a 79 | da 80 a 99 | >100 | |
0,030 | 13 | 19 | 26 | 33 | 37 | 40 |
0,032 | 14 | 21 | 29 | 36 | 40 | 44 |
0,034 | 15 | 23 | 31 | 39 | 44 | 48 |
0,036 | 17 | 25 | 34 | 43 | 47 | 52 |
0,038 | 18 | 28 | 37 | 46 | 51 | 56 |
0,040 | 20 | 30 | 40 | 50 | 55 | 60 |
0,042 | 22 | 32 | 43 | 54 | 59 | 64 |
0,044 | 24 | 35 | 46 | 58 | 63 | 69 |
0,046 | 26 | 38 | 50 | 62 | 68 | 74 |
0,048 | 28 | 41 | 54 | 66 | 72 | 79 |
0,050 | 30 | 44 | 58 | 71 | 77 | 84 |
Per valori di conduttività termica utile dell’isolante differenti da quelli indicati in tabella 1, i valori minimi dello spessore del materiale isolante sono ricavati per interpolazione lineare dei dati riportati nella tabella 1 stessa.
I montanti verticali delle tubazioni posti al di qua dell’isolamento termico dell’involucro edilizio, verso l’interno del fabbricato ed i relativi spessori minimi dell’isolamento che risultano dalla tabella 1, vanno moltiplicati per 0,5.
Per tubazioni correnti entro strutture non affacciate né all’esterno né su locali non riscaldati gli spessori di cui alla tabella 1, vanno moltiplicati per 0,3.
RIVESTIMENTI TUBAZIONI
Il nuovo tratto di tubazione dell’impianto di climatizzazione con posa esterna a vista dovrà essere rivestito esternamente con lamierino lucido di alluminio.
Lo spessore minimo del rivestimento in alluminio è previsto di 6/10 mm per diametri finiti sino a 200 mm e di 8/10 mm per diametri superiori.
SISTEMA DI SCARICO CONDENSA
Per quanto concerne il sistema di scarico condensa, le tubazioni complete di raccordi, curve e pezzi speciali sono da prevedersi per ogni unità esterna ed interna e per la centrale di trattamento aria.
L’impianto di scarico condensa dovrà collegarsi al sistema di scarico acque esistente in modo tale da non dover sopportare nessuna sollecitazione meccanica (flessioni, torsioni, tensioni).
Le tubazioni saranno in PVC rigido tipo Nicoll o equivalente.
ACCESSORI IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE
VALVOLA DI BILANCIAMENTO TIPO CALEFFI SERIE 130 O EQUIVALENTE
Sulla linea di ritorno dell’impianto di ogni pompa di calore aria/acqua dovrà essere installata una valvola di bilanciamento tipo Caleffi serie 130 o equivalente, del tipo flangiata per diametri fino al DN 65, del tipo filettata per diametri minori, idonea per impianti di climatizzazione, avente almeno le seguenti caratteristiche tecniche e costruttive:
- Attacchi prese di pressione ad innesto rapido.
- Corpo e coperchio in ghisa grigia.
- Asta di comando in xxxxxx, otturatore PPS.
- Tenute idrauliche in EPDM.
- Manopola in PA.
- Fluidi di impiego: acqua e soluzioni glicolate (massima percentuale di glicole 50%).
- Pressione massima di esercizio 16 bar.
- Campo di temperatura di esercizio: -10÷140 °C.
- Precisione: ±10%.
- Manopola con indicatore micrometrico.
- Numero di giri di regolazione 10.
- Memorizzazione della posizione di regolazione.
VALVOLA A FARFALLA WAFER – PN 16
Le valvole di intercettazione dovranno essere del tipo a farfalla wafer per montaggio tra flange UNI EN 1092-1 ed avere almeno le seguenti caratteristiche costruttive:
- Corpo in ghisa rivestito con polveri epossidiche.
- Disco in ghisa sferoidale GS400 a forma sferica guidata da xxxxxxxxxx rivestito in polyammide.
- Orecchie di centraggio passanti, asse monoblocco antiespulsione in acciaio Inox.
- Guarnizione di tenuta a coda di rondine e scanalatura in elastomero EPDM conforme al D.M. n°174 del 06/04/2004 (sostituisce la Circ. Min. Sanità n°102 del 02/12/78).
- Leva di manovra dentellata in ghisa a 10 posizioni lucchettabile, collaudata secondo le norme ISO 5208. Le valvole dovranno avere almeno le seguenti caratteristiche tecniche:
- Temperatura di esercizio: da -5 °C a +100 °C.
- Pressione di esercizio: 16 bar.
MANOMETRO XXXXXXX TIPO CALEFFI SERIE 557 O EQUIVALENTE
I manometri di Xxxxxxx dovranno essere con scatola in ottone cromato, quadrante in alluminio, omologati I.N.A.I.L., tipo Caleffi serie 557 o equivalente, idonei per impianti di climatizzazione, completi di riccio ammortizzatore.
Il manometro dovrà avere almeno le seguenti caratteristiche tecniche:
- Diametro quadrante: ø 80 mm.
- Campo di temperatura: da -20 °C a + 90 °C.
- Attacco radiale filettato: 3/8” M.
- Classe di precisione: 2,5.
- Scala pressioni: 0 ÷ 6 bar.
TERMOMETRO BIMETALLICO A QUADRANTE TIPO CALEFFI SERIE 688 O EQUIVALENTE
I termometri ubicati sulle tubazioni di mandata e ritorno dell’impianto di climatizzazione dovranno essere del tipo bimetallico a quadrante, omologati I.N.A.I.L., tipo Caleffi serie 688 o equivalente, idonei per impianti di climatizzazione.
I termometri dovranno avere almeno le seguenti caratteristiche tecniche:
- Cassa in ABS.
- Pozzetto lunghezza 45 mm.
- Diametro quadrante: ø 80 mm.
- Attacco radiale filettato: 1/2”M.
- Classe di precisione: 1.6.
- Scala temperature: da 0° a 120 °C.
MANICOTTO ANTIVIBRANTE IN GOMMA – PN16
I manicotti antivibranti dovranno essere installati sugli attacchi delle tubazioni alla pompa di calore ed avere almeno le seguenti caratteristiche costruttive:
- Materiale gomma PN 16.
- Corpo in elastomero EPDM armato con fibre di Nylon.
- Flange girevoli in acciaio zincato forate a norma UNI EN 1092-1, conforme al D.M. n°174 del 06/04/2004 (sostituisce la Circ. Min. Sanità n°102 del 02/12/78).
- Pressione d’esercizio: PN16.
I manicotti dovranno essere certificati e collaudati dal costruttore.
GRUPPO DI RIEMPIMENTO AUTOMATICO COMPLETO DI MANOMETRO
Il gruppo di riempimento automatico dovrà essere del tipo pretarabile per grandi portate, ed avere almeno le seguenti caratteristiche tecniche:
- Cartuccia con filtro estraibile.
- Corpo: lega antidezincificazione UNI EN 12165 CW602N.
- Coperchio: PA66G30.
- Asta di comando: acciaio inox.
- Parti mobili: lega antidezincificazione UNI EN 12164 CW602N.
- Tenute: NBR
- Filtro: acciaio inox.
- Valvole di intercettazione: ottone UNI EN 12165 CW617N.
- Campo di regolazione: 1÷6 bar.
- Pressione massima in entrata: 16 bar.
- Temperatura massima d’esercizio: 60 °C.
- Attacco: 3/4”
I componenti a corredo del gruppo di riempimento dovranno essere i seguenti:
- Riduttore di pressione a sede compensata. Sede e filtro in acciaio inox. Membrana e guarnizione di tenuta in NBR. Superfici di scorrimento rivestite a caldo con PTFE. Cartuccia con membrana, filtro, sede ed otturatore, estraibile per operazioni di manutenzione.
- Valvola a monte di intercettazione a sfera con ritegno incorporato. Cromata.
- Valvola a valle di intercettazione a sfera. Cromata.
- Manometro scala: 0 ÷ 10 bar.
FLUSSOSTATO TIPO CALEFFI SERIE 626 O EQUIVALENTE.
Il flussostato dovrà essere completo di certificazione CE secondo le direttive 89/336 CE e 72/23 CE, ed avere almeno le seguenti caratteristiche tecniche:
- Corpo in ottone.
- Coperchio e protezione microinterruttore in policarbonato autoestinguente.
- Soffietto e asta soffietto, lamelle per tubi e molla microinterruttore in acciaio inossidabile.
- Tenute ad O-Ring in EPDM.
- Pressione massima di esercizio: 10 bar.
- Campo di temperatura fluido: -30 / 120 °C.
- Temperatura massima ambiente: 55°C.
- Fluidi d’impiego: acqua potabile e soluzioni glicolate.
- Tensione 000 X.
- Xxxxxxxxx corrente 15 (5) A.
- Grado di protezione IP 54.
- Attacco: 1” M.
- Adattabilità tubazioni: da 1” a 8”.
CANALIZZAZIONI ED ACCESSORI
CANALE RETTANGOLARE IN LAMIERA DI ACCIAIO ZINCATA
I canali in lamiera di acciaio zincato (Sendzimir lock - forming quality), di spessore inferiore a 3 mm, saranno ricavati da lastre di acciaio laminate a caldo o a freddo, zincate con procedimento per immersione continua a caldo.
La denominazione “Sendzimir” indica il processo di zincatura normalmente impiegato per garantire una particolare aderenza acciaio/zinco nella fase di zincatura delle lamiere. In base alla norma UNI EN 10346, lo zinco deve essere di prima fusione del tipo ZN A 98,25 UNI EN 1179.
Lo spessore delle lamiere da impiegarsi nella costruzione, al pari di altri accorgimenti (rinforzi, tipo di aggraffature e di giunzione tra i vari elementi), è dimensionato in funzione delle caratteristiche di velocità o pressione alle quali il sistema aeraulico è sottoposto: per gli spessori delle lamiere si deve comunque fare riferimento alla tabella di seguito riportata.
Lato maggiore canale L | Spessore lamiera |
L ≤ 400 mm | 0,6 mm |
401 ≤ L ≤ 800 mm | 0,8 mm |
801 ≤ L ≤ 2.000 mm | 1,0 mm |
1.250 ≤ L ≤ 2.000 mm | 1,2 mm |
Oltre 2.000 mm | 1,5 mm |
Dovrà essere garantita la classe di tenuta A (perdite non superiori a 2,4x10-3 mc/smq alla pressione di 1000 Pa o 0,84x10-3 mq/smq alla pressione di 200 Pa).
Per aumentare la resistenza meccanica dei piani delle condotte rettangolari, ferme restando le indicazioni date nella tabella precedente riguardo agli incrementi di spessore delle lamiere in funzione dell’aumento di dimensione del lato maggiore della condotta, occorre che essi siano adeguatamente rinforzati.
Nel caso di condotte appartenenti alla rete aeraulica in esame, soggette a bassa pressione, è sufficiente utilizzare sistemi di rinforzo esterno realizzati direttamente sulla lamiera, del tipo trasversale “z”. Può essere realizzato anche sui pezzi speciali, creando così uniformità nel sistema di fabbricazione di tutti i componenti, con garanzie di affidabilità meccanica e risultato estetico non trascurabile nelle esecuzioni a vista delle reti aerauliche. È superflua nelle condotte di piccole dimensioni, ma indispensabile quando il lato maggiore supera i 400 mm.
CANALE RETTANGOLARE IN POLIURETANO
I canali in poliuretano saranno realizzati con pannelli sandwich aventi le seguenti caratteristiche:
- Spessore pannello: 20,5 mm.
- Alluminio esterno: spessore 0,08 mm, goffrato protetto con lacca in poliestere.
- Alluminio interno: spessore 0,08 mm, goffrato protetto con lacca in poliestere.
- Componente isolante: poliuretano espanso mediante il solo impiego di acqua senza uso di gas serra (CFC, HCFC e HFC) e idrocarburi (HC).
- Densità isolante: 50 – 54 kg/mc
- Espandente dell’isolante: ODP (ozone depletion potential) = 0 e GWP (global warming potential) = 0.
- Eco – sostenibilità: dichiarazione ambientale di prodotto EPD.
- % celle chiuse: > 95 % secondo ISO 4590.
- Classe di rigidezza: R 200.000 secondo UNI EN 13403.
- Reazione al fuoco: classe “0-1” secondo D.M. 26/06/84 e s.m.i.
- Tossicità ed opacità dei fumi di combustione: classe F1 secondo NF F 16-101.
- Tossicità dei fumi di combustione: FED e FEC < 0,3 secondo prEN 00000-0-0/1.
I canali dovranno rispondere alle caratteristiche richieste dal DM 31/03/03 e ai requisiti minimi previsti dalla norma ISO 9705 (Room corner test).
ISOLAMENTO TERMICO PER CANALI IN LAMIERA DI ACCIAIO ZINCATA, TIPO K-FLEX ST DUCT O EQUIVALENTE
I canali in lamiera di acciaio zincata di nuova installazione dovranno essere coibentati mediante posa sul lato esterno di isolante elastomerico preadesivizzato con rete di tipo K-FLEX ST DUCT o equivalente. L’isolante dovrà essere realizzato con lastre flessibili, a celle chiuse, a base di gomma sintetica espansa/vulcanizzata, preadesivizzata, di colore nero, e dovrà avere le seguenti caratteristiche tecniche:
- Temperature d’impiego per le lastre: da -40°C a +85°C
- Conducibilità termica (Legge 10/91):
o per spessori ≤ 25 mm: λ = 0,037W/mK a 40°C
o per spessori > 25 mm: λ = 0,040W/mK a 40°C
- Resistenza alla diffusione del vapore acqueo: µ ≥ 7000 (EN 12086)
- Classe di reazione al fuoco: B-s3,d0 (EN 13501)
- Tolleranze dimensionali Secondo Normativa Europea di Prodotto EN 14304
GRIGLIA DI ASPIRAZIONE ARIA TIPO FCR MODELLO GVAN 25 O EQUIVALENTE
La griglia di aspirazione, tipo FCR modello GVAN 25 o equivalente, dovrà avere passo 25 mm. Le alette inclinate di 45°, dovranno essere montate su supporto plastico per evitare fenomeni di rumorosità dovuti alle vibrazioni. Il fissaggio dovrà avvenire a mezzo di viti frontali in vista.
La griglia dovrà avere le seguenti caratteristiche:
- Costruzione: in alluminio anodizzato.
- Colore: A richiesta della Direzione Lavori.
Gli accessori che dovranno essere previsti sono i seguenti:
- Controtelaio in lamiera di acciaio zincata, in barre da assemblare a pressione, completo di zanche estraibili per fissaggio a muro, o nascoste per fissaggio su canotto o pannello.
GRIGLIA DI ASPIRAZIONE ARIA TIPO FCR MODELLO GVZ 100 O EQUIVALENTE
La griglia di aspirazione, tipo FCR modello GVZ 100 o equivalente, dovrà avere passo 100 mm con alette inclinate con profilo antipioggia. Il fissaggio dovrà avvenire a mezzo di viti frontali in vista.
La griglia dovrà avere le seguenti caratteristiche:
- Costruzione: cornice in lamiera d’acciaio zincato spessore 15/10, aletta in lamiera d’acciaio zincato spessore 10/10.
- Colore: A richiesta della Direzione Lavori.
Gli accessori che dovranno essere previsti sono i seguenti:
- Controtelaio in lamiera di acciaio zincata, in barre da assemblare a pressione, completo di zanche estraibili per fissaggio a muro, o nascoste per fissaggio su canotto o pannello.
- Rete antitopo.
Art. 32 MATERIALI ELETTRICI
QUALITA’ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
Tutti i materiali dell’impianto dovranno essere della migliore qualità, ben lavorati e corrispondere perfettamente al servizio a cui sono destinati, secondo quanto indicato nelle norme tecniche di riferimento e nel D.M. 22 gennaio 2008, n°37 e s.m.i.
L’Appaltatore, dietro richiesta, ha l’obbligo di esibire alla Direzione dei Lavori, le fatture e i documenti atti a comprovare la provenienza dei diversi materiali. Qualora la Direzione dei Lavori rifiuti dei materiali, ancorché messi in opera, perché essa, a suo motivato giudizio, li ritiene di qualità, lavorazione e funzionamento non adatti alla perfetta riuscita dell’impianto e quindi non accettabili, l’Appaltatore, a sua cura e spese, dovrà sostituirli con altri che soddisfino alle condizioni prescritte.
COMPONENTI
In conformità all’art. 6 punto c.1, del D.M. 22/01/2008, n°37, l’impianto elettrico deve essere realizzato secondo la regola dell’arte. Si considerano a regola d’arte gli impianti realizzati in conformità alla vigente normativa e alle norme UNI, CEI o di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri dell’Unione europea o che sono parti contraenti dell’accordo sullo spazio economico europeo.
Tutti i componenti destinati all’impianto elettrico debbono avere attestato di conformità.
PROVE DEI MATERIALI
La Stazione Appaltante indicherà preventivamente eventuali prove, da eseguirsi in fabbrica o presso laboratori specializzati da precisarsi, sui materiali da impiegarsi negli impianti oggetto dell’Appalto.
Le spese inerenti a tali prove non faranno carico alla Stazione Appaltante, la quale si assumerà le sole spese per fare eventualmente assistere alle prove propri incaricati.
Dei campioni potrà essere ordinata la conservazione nel competente Ufficio Dirigente, munendoli di sigilli e firma del Direttore dei Lavori e dell’Appaltatore, nei modi più adatti a garantire l’autenticità.
Non saranno in genere richieste prove per i materiali contrassegnati col Marchio Italiano di Qualità (IMQ) o equivalenti ai sensi della legge 791/1977 e s.m.i.
ACCETTAZIONE
I materiali dei quali sono stati richiesti i campioni, non potranno essere posti in opera che dopo l’accettazione da parte della Stazione Appaltante. Questa dovrà dare il proprio responso entro 7 (sette) giorni dalla presentazione dei campioni, in difetto di che il ritardo graverà sui termini di consegna delle opere.
Le parti si accorderanno per l’adozione, per i prezzi e per la consegna, qualora nel corso dei lavori si dovessero usare materiali non contemplati nel contratto.
L’Appaltatore non dovrà porre in opera materiali rifiutati dalla Stazione Appaltante, provvedendo quindi ad allontanarli dal cantiere.
MATERIALE ELETTRICO IN GENERE
Dovrà essere utilizzato materiale elettrico costruito a regola d’arte, recante un marchio che ne attesti la conformità, ovvero dovrà essere verificato che abbia ottenuto il rilascio di un attestato di conformità da parte di uno degli organismi competenti per ciascuno degli stati membri della Comunità Economica Europea, oppure sia munito di dichiarazione di conformità rilasciata dal costruttore.
I materiali non previsti nel campo di applicazione della legge n°791/1977 e s.m.i. per i quali non esistano norme di riferimento dovranno comunque essere conformi alla legge n°186/1968 e s.m.i.
Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti elettrici dovranno essere adatti all’ambiente in cui saranno installati e dovranno avere caratteristiche tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute all’umidità a cui saranno esposti durante l’esercizio.
Tutti i materiali e gli apparecchi dovranno essere rispondenti alle relative norme CEI e le tabelle di unificazione CEI-UNEL, ove esistenti.
Per i materiali la cui provenienza è prescritta dalle condizioni del capitolato speciale d’appalto, potranno pure essere richiesti i campioni, sempre che siano materiali di normale produzione.
Tutti gli apparecchi dovranno riportare dati di targa ed eventuali indicazioni d’uso utilizzando la simbologia del CEI e la lingua Italiana.
QUADRI ELETTRICI - PARTE GENERALE QUADRI DA PARETE FINO A 250 A
RIFERIMENTI NORMATIVI
CEI 23-48: Scatole e involucri per apparecchi elettrici per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali.
CEI 23-49: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile.
XXX 00-000 (XXX EN 61439-1): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 1: Regole generali.
XXX 00-000 (XXX EN 61439-2): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 2: Quadri di potenza.
XXX 00-000 (XXX EN 61439-3): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 3: Quadri di distribuzione destinati ad essere utilizzati da persone comuni (DBO).
CARATTERISTICHE TECNICHE
Al fine di garantire la massima flessibilità di installazione in cantiere, il quadro elettrico deve essere dotato di flange asportabili per l’ingresso cavi sia dall’alto che dal basso.
Il contenitore deve poter essere equipaggiato con sistemi di barre a profilo sagomato. La sezione delle barre a profilo sagomato in funzione del grado di protezione IP55 deve essere almeno pari a 200 mmq per In ≤ 400 A.
Gli involucri e gli elementi di copertura (pannelli laterali, frontali e porte) devono essere in materiale termoplastico stampato in coiniezione o in lamiera di acciaio verniciato con epossipoliestere grigio RAL 7035 con spessore non inferiore a 10/10 per i contenitori e 12-15/10 per gli elementi di copertura.
Il quadro deve essere provvisto di porte frontali incernierate con sistema di chiusura con chiave di tipo Yale o ad alette e con apertura reversibile.
Nel caso di porta trasparente, la finestra deve essere equipaggiata con cristallo in vetro temperato di sicurezza con spessore 4 mm; al fine di avere più spazio per le leve degli organi di comando, lo spazio utile massimo tra i pannelli frontali e la porta in vetro deve essere non inferiore a 56 mm. Si richiede inoltre un grado di resistenza meccanica agli urti IK ≥ 07.
I pannelli finestrati 45 mm devono essere dello spessore non inferiore ai 12-15/10 mm per installazione di apparecchiature modulari su guida DIN costituita da un profilato doppio di alluminio ad alta resistenza. Questi ultimi devono avere la possibilità di agganciare supporti della canalina, messi a disposizione dal costruttore del sistema, nella parte posteriore del profilo.
Le guide DIN devono poter essere regolabili in profondità nell’eventualità di installare sulla stessa anche interruttori scatolati 160 A.
Al fine di sfruttare in modo ottimale gli spazi, di facilitare il cablaggio e di semplificare il montaggio, tutte le apparecchiature elettriche devono poter essere installate all’interno della carpenteria per mezzo di appositi kit di installazione fissati alla struttura con passo variabile di 25 mm.
I pannelli frontali devono inoltre essere incernierabili (indifferentemente a destra o a sinistra) e dotati di sistema di messa a terra automatica per contatto.
Le carpenterie devono avere la predisposizione per l’alloggiamento di sistemi di cablaggio rapido per correnti nominali fino a 400 A testati e garantiti dallo stesso costruttore del sistema.
Il sistema deve comprendere le piastre interne di fondo in lamiera zincata di spessore non inferiore a 15/10 da fissare al contenitore con passo variabile di 25 mm.
Secondo le soluzioni applicative, il quadro elettrico deve avere un grado di protezione IP65 con porta chiusa. Per i quadri elettrici si richiedono le seguenti caratteristiche tecniche come requisiti minimi:
- Max corrente nominale interruttore scatolato: | 250 A |
- Portata di corrente massima delle sbarre: | 400 A |
- Tensione nominale di impiego Ue: | 500 V |
- Tensione nominale di isolamento Ui: | 000 X |
- Xxxxxx ad impulso Uimp: | 6 kV 1,2/50 μs |
- Corrente nominale di cortocircuito Icw: | 16 kA per 1 s |
- Corrente max di picco Ipk: | 32 kA |
Tutti i componenti del sistema devono essere atti a realizzare quadri elettrici conformi alle norme:
- CEI 23-51
- CEI EN 61439-1 (CEI 17-113)
- CEI EN 61439-2 (CEI 17-114)
- CEI EN 61439-3 (CEI 17-116)
Il quadro elettrico deve essere montato e cablato come da schemi elettrici di progetto, realizzato e collaudato conforme alle normative vigenti e corredato di accessori e oneri relativi per renderlo installato a regola d’arte.
INTERRUTTORI SCATOLATI
RIFERIMENTI NORMATIVI
CEI EN 60947-2 (CEI 17-5): Apparecchiature a bassa tensione. Parte 2: Interruttori automatici
CEI EN 60947-3 (CEI 17-11): Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 3: Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori di manovra-sezionatori e unità combinate con fusibili
CARATTERISTICHE GENERALI
- Dovranno essere in esecuzione tri/quadripolare, e con correnti nominali da 1A fino a 1600A. Nella gamma di questi interruttori devono essere presenti apparecchi con poteri d’interruzione Icu da 16 a 120 kA (a seconda della taglia scelta). I poteri di interruzione devono essere indicati secondo la norma internazionale IEC 60947-2.
- Il rapporto Icu/Ics deve minimo essere pari al 50%. Altre caratteristiche:
- Tensione nominale di impiego 690Vca e 500Vcc;
- Vita meccanica da 10000 a 25000 manovre, a seconda della taglia;
- Vita elettrica da 5000 a 10000 manovre, a seconda della taglia.
La gamma deve comprendere apparecchi dotati di sganciatori termomagnetici e apparecchi dotati di sganciatori elettronici a microprocessore.
Gli interruttori con sganciatore a microprocessore devono avere le seguenti funzioni:
- protezione da sovraccarico regolabile in tempo e in soglia di intervento;
- protezione cortocircuito lungo ritardo;
- protezione cortocircuito istantaneo;
- protezione di terra.
Xxxxxx inoltre essere previste le seguenti versioni:
- interruttori di manovra sezionatori;
- interruttori con sganciatore solo magnetico per protezione motori;
- interruttori per protezione generatori.
Nella gamma devono essere presenti sganciatori differenziali con le seguenti caratteristiche:
- disponibili nelle versioni con forma a “L”, sia istantaneo che regolabile in tempo;
- disponibili nella versione regolabile compatta;
- sganciatore istantaneo con soglia regolabile da 0,03A a 3A;
- sganciatore regolabile disponibile con soglie da 0,03A a 10A e tempi di intervento da istantaneo a 3s;
- possibilità di fissaggio su profilato DIN 50022 con apposito accessorio.
Gli interruttori devono essere accessoriabili con bobine di sgancio, contatti ausiliari, comandi rinviati bloccoporta e comando motore, devono inoltre poter essere montati in esecuzione fissa, rimovibile, o estraibile.
Nella gamma devono essere presenti dei relè elettronici (sia in versione da quadro che da guida DIN EN50022) a toroide separato da abbinare agli interruttori per realizzare la protezione differenziale, aventi le seguenti caratteristiche:
- Tensione nominale di funzionamento da 80 a 500Vca e da 48 a 125Vcc;
- Regolazione soglia di intervento Idn da 0,03 a 30A;
- Regolazione tempi di intervento da 0 a 5s.
INTERRUTTORI SCATOLATI FINO A 250 AMPERE
Caratteristiche generali:
- poteri di interruzione di 36kA (N) e 50kA (S) a 415V;
- tensione nominale di impiego Ue=690V;
- tensione nominale di isolamento Ui=800V;
- disponibili nelle taglie con corrente nominale da 63A a 250A;
- sganciatore con termica regolabile (da 0,7 a 1Ith) e magnetica fissa 10Ith o 3Ith per protezione generatori oppure sganciatore solo magnetico per protezione motori (6÷12Ith);
- categoria di utilizzazione A;
- possibilità di realizzare l’esecuzione rimovibile tramite i kit di trasformazione;
- possibilità di fissaggio su profilato DIN 50022 con apposito accessorio.
RELÈ DIFFERENZIALI CON TOROIDE SEPARATO
I relè differenziali per interruttori scatolati dovranno essere costruttivamente conformi alle norme CEI EN 60947-2, IEC 255- 4 e IEC 801-2-3-4-5. Saranno costituiti da un contenitore in materiale isolante nel cui interno saranno racchiuse tutte le parti attive del relè ed il toroide per i blocchi differenziali. Le tipologie previste saranno del tipo a relè con toroide separato. Dovrà essere prevista l’alimentazione del relè attraverso la tensione della rete protetta e la connessione al dispositivo di apertura (sganciatore) del blocco di interruzione. Sulla parte frontale del corpo del relè dovranno essere presenti il tasto di prova, i dispositivi per la regolazione della sensibilità, della soglia di intervento e dei tempi o ritardi di intervento, i dispositivi di segnalazione di intervento su guasto a terra, i dispositivi di segnalazione di preallarme di intervento. I dispositivi di regolazione della sensibilità (soglie e tempi di intervento) dovranno essere regolabili a mezzo di attrezzo e con possibilità di bollatura anti manomissione.
Caratteristiche elettriche principali:
- tensione nominale: da 230 a 400V c.a.
- frequenza nominale: 50 Hz
- temperatura ambiente di riferimento: -5 ÷ 40 °C
- sensibilità differenziale: fissa o regolabile
- soglie di intervento differenziale: fissa da 30 mA - regolab. da 30 mA fino a 30A
- tempi di intervento:
- fisso: istantaneo
- regolabile: da 0 a 5 secondi;
- classe di intervento: AC, A, A - S, B.
I toroidi da associare a relè differenziali potranno essere del tipo apribile o fisso e di dimensioni idonee a contenere il cavo o i cavi da proteggere; il toroide sarà collegato al relè mediante cavi aventi il minimo sviluppo di lunghezza.
INTERRUTTORI MODULARI
CARATTERISTICHE TECNICHE
- Riferimenti normativi: CEI EN 60898, XXX 00-00, XXX 00-00;
- Tensione nominale: 230/400 Vac 50-60 Hz;
- Correnti nominali fino a 63 A;
- Poteri di interruzione fino a 25 kA secondo norma XXX XX 00000;
- Caratteristiche di intervento: B, C e D;
- Taratura fissa;
- Numero poli da 1 a 4;
- Marchio di qualità IMQ per interruttori magnetotermici con In fino a 25 A e per interruttori magnetotermici differenziali con In fino a 25 A e correnti di intervento differenziale Idn=0,03 A e 0,30 A;
- Protezione contro gli scatti intempestivi per gli interruttori automatici differenziali (onda di corrente di prova 8/20 s);
- Sensibilità alla forma d’onda:
- tipo AC per l’utilizzazione con corrente alternata;
- tipo A per l’utilizzazione con apparecchi di classe A con circuiti elettronici che danno origine a correnti pulsanti e/o componenti continue;
- tipo B, sensibili anche a dispersioni in corrente continua;
- Intervento automatico segnalato dalla posizione della leva di manovra;
- Gli interruttori devono poter essere direttamente montati su pannello isolante;
- Gli interruttori devono poter essere alimentati da valle senza alterazione delle caratteristiche elettriche;
- Per correnti di corto circuito superiori a 6 kA si richiedono la chiusura rapida (manovra indipendente) ed il sezionamento visualizzato;
- Per correnti nominali superiori a 25 A è richiesta la possibilità di collegare cavi di sezione fino a 35 mmq;
- Gli interruttori devono avere un sistema di doppia identificazione (leva e morsetto);
- I morsetti devono essere dotati di un dispositivo di sicurezza per evitare l’introduzione dei cavi a morsetto serrato ed inoltre devono essere zigrinati per assicurare una migliore tenuta al serraggio;
- Le viti devono poter essere serrate con utensili dotati di parte terminale a taglio o a croce;
- Le singole fasi degli interruttori multipolari devono essere separate tra di loro mediante diaframma isolante;
- La dimensione del podio degli interruttori automatici magnetotermici deve essere pari ad 1 modulo (18 mm), per tutti i valori di corrente nominale e di potere di interruzione;
- Gli interruttori automatici magnetotermici e differenziali devono essere dotati di visualizzazione meccanica dell’intervento per differenziale sul proprio frontale;
- I blocchi differenziali associati agli interruttori devono consentire l’utilizzo di pettini di ripartizione di portata pari a 100 A isolati anche sui terminali non utilizzati;
- Nel caso in cui non si usi il pettine per la ripartizione occorre assicurare, in corrispondenza dei morsetti, la presenza di copriviti piombabili che garantiscano un grado di protezione superiore a IP 20.
MORSETTIERE
CARATTERISTICHE TECNICHE
I morsetti saranno di tipo componibile, adatti per il montaggio diretto su profilato di supporto secondo la Norma EN 50022, asimmetrici rispetto all’asse del profilato, al fine di evidenziare visivamente eventuali errori di montaggio che possano creare cortocircuiti pericolosi per l’utilizzatore e per l’ambiente circostante.
Saranno preagganciati in blocchi da dieci pezzi, per una migliore rigidità della morsettiera, almeno fino alla sezione nominale di 10 mmq, lasciando comunque la possibilità di sostituire, dalla morsettiera, singoli elementi senza intervenire né sugli adiacenti né sui blocchetti terminali.
I morsetti saranno installati in modo che ogni elemento risulti componibile con gli altri, mantenendo le stesse dimensioni di larghezza sino al 16 mmq senza la necessità di interporre separatori isolanti.
Il serraggio sarà di tipo indiretto, con vite imperdibile per ogni terminale.
Il sistema di serrafilo verrà realizzato in acciaio opportunamente trattato, per garantire la corretta forza di contatto, esente da spazi in aria in corrispondenza delle areole di pressione conduttiva e tale da non allentarsi in presenza di vibrazioni.
Sarà garantito il grado di protezione minimo IP20 senza l’ausilio di protezioni almeno fino alla sezione di 240 mmq, con morsetto collegato su entrambi i lati.
In particolare i morsetti assicureranno intrinsecamente tale grado anche nel caso vi siano montati i ponti di parallelo almeno sino alla sezione di 35 mmq, per i morsetti di sezione superiore è ammesso l’uso di protezioni.
I morsetti saranno contrassegnati tramite cartellini fissati in modo stabile e sicuro in appositi alloggiamenti previsti sul corpo isolante; per sezioni fino a 35 mmq verrà effettuata la marcatura centrale. I cartellini di siglatura risulteranno visibili anche a morsetto montato e cablato in accordo alle Norme IEC 947-7-1.
QUADRI ELETTRICI - CARATTERISTICHE E TIPOLOGIA DEI COMPONENTI
QUADRO ELETTRICO IMPIANTO “GF2” EDIFICIO 2
Quadro elettrico impianto “GF2” Edificio 2, denominato negli elaborati di progetto con la sigla “Q.GF2”, dotato di apposita carpenteria da parete tipo ABB, serie “GEMINI” o equivalente, grado di protezione IP66, delle dimensioni [LxHxP]: 840x1005x360 mm. Fornito in opera completo dei componenti di protezione, comando e sezionamento, come da schema unifilare allegato.
COMPONENTI ED ACCESSORI. CARPENTERIA:
n°11 mostrina 4 moduli DIN grigio Ral 7035, tipo ABB, articolo “12863” o equivalente; n°1 staffe di fissaggio in plastica, tipo ABB, articolo “1SL0342A00” o equivalente;
n°1 kit anticondensa, tipo ABB, articolo “1SL0351A00” o equivalente;
n°1 Cassa Gemini - taglia 6 - 840x1005x360 mm, tipo ABB, articolo “1SL0226A00” o equivalente; n°1 Porta trasparente Gemini - taglia 6, tipo ABB, articolo “1SL0246A00” o equivalente;
n°1 montanti telaio Gemini - taglia 6, tipo ABB, articolo “1SL0287A00” o equivalente;
n°1 pannello forato H 150 con guida DIN - taglia 6, tipo ABB, articolo “1SL0310A00” o equivalente;
n°2 pannello forato H 225 mm con guida DIN - taglia 6, tipo ABB, articolo “1SL0315A00” o equivalente; n°1 kit installazione H 300 mm per Tmax XT - taglia 6, tipo ABB, articolo “1SL0378A00” o equivalente. APPARECCHIATURE DI SEZIONAMENTO, COMANDO E PROTEZIONE.
Al suo interno il quadro conterrà le seguenti apparecchiature:
n°2 sezionatore portafusibili, 3 Poli + Neutro, corrente nominale In = 32A, tipo ABB, E93hN/32, articolo “M204743” o equivalente;
n°3 fusibile GG 10,3X38, corrente nominale In = 4A, 500VCA tipo ABB, E 9F10, articolo “M257543” o equivalente; n°3 fusibile GG 10,3X38, corrente nominale In = 32A, 400VCA tipo ABB, E 9F10, articolo “M258713” o equivalente; n°3 spia luminosa con LED rosso 115-250VCA tipo XXX, X000-X, articolo “M093929” o equivalente;
n°1 spia luminosa con LED rosso 12-48VCA tipo XXX, X000-X00, articolo “M093924” o equivalente; n°2 commutatore tre posizioni 1-0-2, 1 Polo, tipo ABB, E214-16-101, articolo “M093873” o equivalente;
n°1 scaricatore di sovratensione corrente nominale di scarica In = 40kA, 275V, 4 Poli, Tipo 2, con contatto di segnalazione, tipo ABB, OVR T2 4L 40 275S P TS SPD CL2, articolo “M513014” o equivalente;
n°1 interruttore automatico magnetotermico 4 Poli, corrente nominale In = 10A, curva C, potere di interruzione Pi = 10kA, tipo ABB, S204M, articolo “S550734” o equivalente;
n°1 blocco differenziale 4 Poli, corrente nominale In = 25A, tipo “B”, corrente nominale differenziale di intervento Idn=0,3A, tipo ABB, DDA204 B, articolo “B273212” o equivalente;
n°1 interruttore automatico magnetotermico differenziale 1 Polo + Neutro, corrente nominale In = 6A, curva C, potere di interruzione Pi = 10kA, sganciatore differenziale tipo “AC”, corrente nominale differenziale di intervento Idn = 0,03A, tipo ABB, DS201M, articolo “DS1MC6AC30” o equivalente;
n°1 interruttore automatico magnetotermico differenziale 1 Polo + Neutro, corrente nominale In = 6A, curva C, potere di interruzione Pi = 10kA, sganciatore differenziale tipo “A”, corrente nominale differenziale di intervento Idn = 0,03A, tipo ABB, DS201M, articolo “DS1MC6A30” o equivalente;
n°1 sezionatore Tmax XT3D, 4 Poli con terminali anteriori, corrente nominale In = 250A, tipo ABB, articolo “1SDA068211R1” o equivalente;
n°2 kit DIN50022 montaggio XT3+RC piastra di fissaggio pro.din, tipo ABB, articolo “1SDA067139R1” o equivalente;
n°1 interruttore automatico magnetotermico regolabile 4 Poli, corrente nominale In = 80A, potere di interruzione Pi = 36kA, tipo ABB, XT3N 250 TMD 80-800 4p F F, articolo “XT3N80TMD4” o equivalente;
n°1 interruttore automatico magnetotermico regolabile 4 Poli, corrente nominale In = 200A, potere di interruzione Pi = 36kA, tipo ABB, XT3N 250 TMD 200-2000 4p F F InN=50%, articolo “XT3N200TMD4” o equivalente;
n°2 relè differenziale elettronico tipo “B” per “XT3”, 4 Poli, tipo ABB, RC B Type, articolo “1SDA067132R1” o equivalente.
Dovrà essere corredato dalle previste certificazioni e omologazioni, compreso lo schema unifilare e il calcolo della sovratemperatura. Il tutto dovrà essere fornito e posto in opera compresi pannelli interni di supporto per apparecchiature modulari per binario DIN, barra equipotenziale di terra, cavallotti equipotenziali, organi di fissaggio, supporti, cavi, indicazioni serigrafate dei circuiti protetti, compreso il cablaggio delle apparecchiature e delle linee in ingresso/uscita dal quadro elettrico, il collegamento alla linea elettrica di alimentazione impianto “GF2” esistente ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a perfetta regola d’arte.
QUADRO ELETTRICO IMPIANTO “GF4” EDIFICIO 2
Quadro elettrico impianto “GF4” Edificio 2, denominato negli elaborati di progetto con la sigla “Q.GF4”, dotato di apposita carpenteria da parete tipo ABB, serie “GEMINI” o equivalente, grado di protezione IP66, delle dimensioni [LxHxP]: 590x855x360 mm. Fornito in opera completo dei componenti di protezione, comando e sezionamento, come da schema unifilare allegato.
COMPONENTI ED ACCESSORI. CARPENTERIA:
n°7 mostrina 4 moduli DIN grigio Ral 7035, tipo ABB, articolo “12863” o equivalente; n°1 staffe di fissaggio in plastica, tipo ABB, articolo “1SL0342A00” o equivalente; n°1 kit anticondensa, tipo ABB, articolo “1SL0351A00” o equivalente;
n°1 Cassa Gemini - taglia 5 - 590x855x360 mm, tipo ABB, articolo “1SL0225A00” o equivalente; n°1 Porta trasparente Gemini - taglia 5, tipo ABB, articolo “1SL0245A00” o equivalente;
n°1 montanti telaio Gemini - taglia 5, tipo ABB, articolo “1SL0286A00” o equivalente;
n°2 pannello forato H 225 mm con guida DIN - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0314A00” o equivalente; n°1 pannello cieco H 150 mm - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0326A00” o equivalente;
n°1 kit installazione H150 per Tmax XT - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0374A00” o equivalente. APPARECCHIATURE DI SEZIONAMENTO, COMANDO E PROTEZIONE.
Al suo interno il quadro conterrà le seguenti apparecchiature:
n°2 sezionatore portafusibili, 3 Poli + Neutro, corrente nominale In = 32A, tipo ABB, E93hN/32, articolo “M204743” o equivalente;
n°3 fusibile GG 10,3X38, corrente nominale In = 4A, 500VCA tipo ABB, E 9F10, articolo “M257543” o equivalente; n°3 fusibile GG 10,3X38, corrente nominale In = 32A, 400VCA tipo ABB, E 9F10, articolo “M258713” o equivalente; n°3 spia luminosa con LED rosso 115-250VCA tipo XXX, X000-X, articolo “M093929” o equivalente;
n°1 scaricatore di sovratensione corrente nominale di scarica In = 40kA, 275V, 4 Poli, Tipo 2, con contatto di segnalazione, tipo ABB, OVR T2 4L 40 275S P TS SPD CL2, articolo “M513014” o equivalente;
n°1 sezionatore Tmax XT1D, 4 Poli con terminali anteriori, corrente nominale In = 160A, tipo ABB, articolo “1SDA068209R1” o equivalente;
n°1 kit DIN50022 montaggio XT3+RC piastra di fissaggio pro.din, tipo ABB, articolo “1SDA067139R1” o equivalente;
n°1 interruttore automatico magnetotermico regolabile 4 Poli, corrente nominale In = 100A, potere di interruzione Pi = 36kA, tipo ABB, XT3N 250 TMD 100-1000 4p F F, articolo “XT3N100TMD4” o equivalente;
n°1 relè differenziale elettronico tipo “B” per “XT3”, 4 Poli, tipo ABB, RC B Type, articolo “1SDA067132R1” o equivalente.
Dovrà essere corredato dalle previste certificazioni e omologazioni, compreso lo schema unifilare e il calcolo della sovratemperatura. Il tutto dovrà essere fornito e posto in opera compresi pannelli interni di supporto per apparecchiature modulari per binario DIN, barra equipotenziale di terra, cavallotti equipotenziali, organi di fissaggio, supporti, cavi,
indicazioni serigrafate dei circuiti protetti, compreso il cablaggio delle apparecchiature e delle linee in ingresso/uscita dal quadro elettrico, il collegamento alla linea elettrica di alimentazione impianto “GF4” esistente ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a perfetta regola d’arte.
QUADRO ELETTRICO TIPO POMPA DI CALORE IMPIANTO “GF1”, “GF4” EDIFICIO 3
Quadro elettrico tipo impianto “GF1” / “GF4” Edificio 3, denominato negli elaborati di progetto con la sigla “Q.GF1” o “Q.GF4”, dotato di apposita carpenteria da parete tipo ABB, serie “GEMINI” o equivalente, grado di protezione IP66, delle dimensioni [LxHxP]: 590x855x360 mm. Fornito in opera completo dei componenti di protezione, comando e sezionamento, come da schema unifilare allegato.
COMPONENTI ED ACCESSORI. CARPENTERIA:
n°7 mostrina 4 moduli DIN grigio Ral 7035, tipo ABB, articolo “12863” o equivalente; n°1 staffe di fissaggio in plastica, tipo ABB, articolo “1SL0342A00” o equivalente; n°1 kit anticondensa, tipo ABB, articolo “1SL0351A00” o equivalente;
n°1 Cassa Gemini - taglia 5 - 590x855x360 mm, tipo ABB, articolo “1SL0225A00” o equivalente; n°1 Porta trasparente Gemini - taglia 5, tipo ABB, articolo “1SL0245A00” o equivalente;
n°1 montanti telaio Gemini - taglia 5, tipo ABB, articolo “1SL0286A00” o equivalente;
n°2 pannello forato H 225 mm con guida DIN - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0314A00” o equivalente; n°1 pannello cieco H 150 mm - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0326A00” o equivalente;
n°1 kit installazione H 150 mm per Tmax XT - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0374A00” o equivalente. APPARECCHIATURE DI SEZIONAMENTO, COMANDO E PROTEZIONE.
Al suo interno il quadro conterrà le seguenti apparecchiature:
n°2 sezionatore portafusibili, 3 Poli + Neutro, corrente nominale In = 32A, tipo ABB, E93hN/32, articolo “M204743” o equivalente;
n°3 fusibile GG 10,3X38, corrente nominale In = 4A, 500VCA tipo ABB, E 9F10, articolo “M257543” o equivalente; n°3 fusibile GG 10,3X38, corrente nominale In = 32A, 400VCA tipo ABB, E 9F10, articolo “M258713” o equivalente; n°3 spia luminosa con LED rosso 115-250VCA tipo XXX, X000-X, articolo “M093929” o equivalente;
n°1 scaricatore di sovratensione corrente nominale di scarica In = 40kA, 275V, 3 Poli, Tipo 2, con contatto di segnalazione, tipo ABB, OVR T2 3L 40 275S P TS SPD CL2, articolo “M512970” o equivalente;
n°1 sezionatore Tmax XT1D, 4 Poli con terminali anteriori, corrente nominale In = 160A, tipo ABB, articolo “1SDA068209R1” o equivalente;
n°1 kit DIN50022 montaggio XT3+RC piastra di fissaggio pro.din, tipo ABB, articolo “1SDA067139R1” o equivalente;
n°1 interruttore automatico magnetotermico regolabile 4 Poli, corrente nominale In = 160A, potere di interruzione Pi = 36kA, tipo ABB, XT3N 250 TMD 160-1600 4p F F InN=50%, articolo “XT3N160TMD4” o equivalente;
n°1 relè differenziale elettronico tipo “B” per “XT3”, 4 Poli, tipo ABB, RC B Type, articolo “1SDA067132R1” o equivalente.
Dovrà essere corredato dalle previste certificazioni e omologazioni, compreso lo schema unifilare e il calcolo della sovratemperatura. Il tutto dovrà essere fornito e posto in opera compresi pannelli interni di supporto per apparecchiature modulari per binario DIN, barra equipotenziale di terra, cavallotti equipotenziali, organi di fissaggio, supporti, cavi, indicazioni serigrafate dei circuiti protetti, compreso il cablaggio delle apparecchiature e delle linee in ingresso/uscita dal quadro elettrico, il collegamento alla linea elettrica di alimentazione impianto “GF1” o “GF4” esistente ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a perfetta regola d’arte.
QUADRO ELETTRICO TIPO POMPA DI CALORE IMPIANTO “GF2”, “GF3” EDIFICIO 3
Quadro elettrico tipo impianto “GF2” / “GF3” Edificio 3, denominato negli elaborati di progetto con la sigla “Q.GF2” o “Q.GF3”, dotato di apposita carpenteria da parete tipo ABB, serie “GEMINI” o equivalente, grado di protezione IP66, delle dimensioni [LxHxP]: 590x855x360 mm. Fornito in opera completo dei componenti di protezione, comando e sezionamento, come da schema unifilare allegato.
COMPONENTI ED ACCESSORI. CARPENTERIA:
n°7 mostrina 4 moduli DIN grigio Ral 7035, tipo ABB, articolo “12863” o equivalente; n°1 staffe di fissaggio in plastica, tipo ABB, articolo “1SL0342A00” o equivalente; n°1 kit anticondensa, tipo ABB, articolo “1SL0351A00” o equivalente;
n°1 Cassa Gemini - taglia 5 - 590x855x360 mm, tipo ABB, articolo “1SL0225A00” o equivalente; n°1 Porta trasparente Gemini - taglia 5, tipo ABB, articolo “1SL0245A00” o equivalente;
n°1 montanti telaio Gemini - taglia 5, tipo ABB, articolo “1SL0286A00” o equivalente;
n°2 pannello forato H 225 mm con guida DIN - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0314A00” o equivalente; n°1 pannello cieco H 150 mm - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0326A00” o equivalente;
n°1 kit installazione H 150 mm per Tmax XT - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0374A00” o equivalente.
APPARECCHIATURE DI SEZIONAMENTO, COMANDO E PROTEZIONE.
Al suo interno il quadro conterrà le seguenti apparecchiature:
n°2 sezionatore portafusibili, 3 Poli + Neutro, corrente nominale In = 32A, tipo ABB, E93hN/32, articolo “M204743” o equivalente;
n°3 fusibile GG 10,3X38, corrente nominale In = 4A, 500VCA tipo ABB, E 9F10, articolo “M257543” o equivalente; n°3 fusibile GG 10,3X38, corrente nominale In = 32A, 400VCA tipo ABB, E 9F10, articolo “M258713” o equivalente; n°3 spia luminosa con LED rosso 115-250VCA tipo XXX, X000-X, articolo “M093929” o equivalente;
n°1 scaricatore di sovratensione corrente nominale di scarica In = 40kA, 275V, 3 Poli, Tipo 2, con contatto di segnalazione, tipo ABB, OVR T2 3L 40 275S P TS SPD CL2, articolo “M512970” o equivalente;
n°1 sezionatore Tmax XT1D, 4 Poli con terminali anteriori, corrente nominale In = 160A, tipo ABB, articolo “1SDA068209R1” o equivalente;
n°1 kit DIN50022 montaggio XT3+RC piastra di fissaggio pro.din, tipo ABB, articolo “1SDA067139R1” o equivalente;
n°1 interruttore automatico magnetotermico regolabile 4 Poli, corrente nominale In = 125A, potere di interruzione Pi = 36kA, tipo ABB, XT3N 250 TMD 125-1250 4p F F InN=50%, articolo “XT3N125TMD4” o equivalente;
n°1 relè differenziale elettronico tipo “B” per “XT3”, 4 Poli, tipo ABB, RC B Type, articolo “1SDA067132R1” o equivalente.
Dovrà essere corredato dalle previste certificazioni e omologazioni, compreso lo schema unifilare e il calcolo della sovratemperatura. Il tutto dovrà essere fornito e posto in opera compresi pannelli interni di supporto per apparecchiature modulari per binario DIN, barra equipotenziale di terra, cavallotti equipotenziali, organi di fissaggio, supporti, cavi, indicazioni serigrafate dei circuiti protetti, compreso il cablaggio delle apparecchiature e delle linee in ingresso/uscita dal quadro elettrico, il collegamento alla linea elettrica di alimentazione impianto “GF2” o “GF3” esistente ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a perfetta regola d’arte.
QUADRO ELETTRICO IMPIANTO “GF1” EDIFICIO 5
Quadro elettrico impianto “GF1” Edificio 5, denominato negli elaborati di progetto con la sigla “Q.GF1”, dotato di apposita carpenteria da parete tipo ABB, serie “GEMINI” o equivalente, grado di protezione IP66, delle dimensioni [LxHxP]: 590x855x360 mm. Fornito in opera completo dei componenti di protezione, comando e sezionamento, come da schema unifilare allegato.
COMPONENTI ED ACCESSORI. CARPENTERIA:
n°7 mostrina 4 moduli DIN grigio Ral 7035, tipo ABB, articolo “12863” o equivalente; n°1 staffe di fissaggio in plastica, tipo ABB, articolo “1SL0342A00” o equivalente; n°1 kit anticondensa, tipo ABB, articolo “1SL0351A00” o equivalente;
n°1 Cassa Gemini - taglia 5 - 590x855x360 mm, tipo ABB, articolo “1SL0225A00” o equivalente; n°1 Porta trasparente Gemini - taglia 5, tipo ABB, articolo “1SL0245A00” o equivalente;
n°1 montanti telaio Gemini - taglia 5, tipo ABB, articolo “1SL0286A00” o equivalente;
n°2 pannello forato H 225 mm con guida DIN - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0314A00” o equivalente; n°1 kit installazione H 300 mm per Tmax XT - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0377A00” o equivalente. APPARECCHIATURE DI SEZIONAMENTO, COMANDO E PROTEZIONE.
Al suo interno il quadro conterrà le seguenti apparecchiature:
n°2 sezionatore portafusibili, 3 Poli + Neutro, corrente nominale In = 32A, tipo ABB, E93hN/32, articolo “M204743” o equivalente;
n°3 fusibile GG 10,3X38, corrente nominale In = 4A, 500VCA tipo ABB, E 9F10, articolo “M257543” o equivalente; n°3 fusibile GG 10,3X38, corrente nominale In = 32A, 400VCA tipo ABB, E 9F10, articolo “M258713” o equivalente; n°3 spia luminosa con LED rosso 115-250VCA tipo XXX, X000-X, articolo “M093929” o equivalente;
n°1 scaricatore di sovratensione corrente nominale di scarica In = 40kA, 275V, 4 Poli, Tipo 2, con contatto di segnalazione, tipo ABB, OVR T2 4L 40 275S P TS SPD CL2, articolo “M513014” o equivalente;
n°1 sezionatore Tmax XT3D, 4 Poli con terminali anteriori, corrente nominale In = 250A, tipo ABB, articolo “1SDA068211R1” o equivalente;
n°1 kit DIN50022 montaggio XT3+RC piastra di fissaggio pro.din, tipo ABB, articolo “1SDA067139R1” o equivalente;
n°1 interruttore automatico magnetotermico regolabile 4 Poli, corrente nominale In = 200A, potere di interruzione Pi = 36kA, tipo ABB, XT3N 250 TMD 200-2000 4p F F InN=50%, articolo “XT3N200TMD4” o equivalente;
n°1 relè differenziale elettronico tipo “B” per “XT3”, 4 Poli, tipo ABB, RC B Type, articolo “1SDA067132R1” o equivalente.
Dovrà essere corredato dalle previste certificazioni e omologazioni, compreso lo schema unifilare e il calcolo della sovratemperatura. Il tutto dovrà essere fornito e posto in opera compresi pannelli interni di supporto per apparecchiature modulari per binario DIN, barra equipotenziale di terra, cavallotti equipotenziali, organi di fissaggio, supporti, cavi, indicazioni serigrafate dei circuiti protetti, compreso il cablaggio delle apparecchiature e delle linee in ingresso/uscita dal
quadro elettrico, il collegamento alla linea elettrica di alimentazione impianto “GF1” esistente ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a perfetta regola d’arte.
QUADRO ELETTRICO IMPIANTO “GF3/GF4” EDIFICIO 5
Quadro elettrico tipo impianto “GF3/GF4” Edificio 5, denominato negli elaborati di progetto con la sigla “Q.GF3/GF4”, dotato di apposita carpenteria da parete tipo ABB, serie “GEMINI” o equivalente, grado di protezione IP66, delle dimensioni [LxHxP]: 590x855x360 mm. Fornito in opera completo dei componenti di protezione, comando e sezionamento, come da schema unifilare allegato.
COMPONENTI ED ACCESSORI. CARPENTERIA:
n°7 mostrina 4 moduli DIN grigio Ral 7035, tipo ABB, articolo “12863” o equivalente; n°1 staffe di fissaggio in plastica, tipo ABB, articolo “1SL0342A00” o equivalente; n°1 kit anticondensa, tipo ABB, articolo “1SL0351A00” o equivalente;
n°1 Cassa Gemini - taglia 5 - 590x855x360 mm, tipo ABB, articolo “1SL0225A00” o equivalente; n°1 Porta trasparente Gemini - taglia 5, tipo ABB, articolo “1SL0245A00” o equivalente;
n°1 montanti telaio Gemini - taglia 5, tipo ABB, articolo “1SL0286A00” o equivalente;
n°2 pannello forato H 225 mm con guida DIN - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0314A00” o equivalente; n°1 pannello cieco H 150 mm - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0326A00” o equivalente;
n°1 kit installazione H 150 mm per Tmax XT - taglie 4-5, tipo ABB, articolo “1SL0374A00” o equivalente. APPARECCHIATURE DI SEZIONAMENTO, COMANDO E PROTEZIONE.
Al suo interno il quadro conterrà le seguenti apparecchiature:
n°2 sezionatore portafusibili, 3 Poli + Neutro, corrente nominale In = 32A, tipo ABB, E93hN/32, articolo “M204743” o equivalente;
n°3 fusibile GG 10,3X38, corrente nominale In = 4A, 500VCA tipo ABB, E 9F10, articolo “M257543” o equivalente; n°3 fusibile GG 10,3X38, corrente nominale In = 32A, 400VCA tipo ABB, E 9F10, articolo “M258713” o equivalente; n°3 spia luminosa con LED rosso 115-250VCA tipo XXX, X000-X, articolo “M093929” o equivalente;
n°1 scaricatore di sovratensione corrente nominale di scarica In = 40kA, 275V, 3 Poli, Tipo 2, con contatto di segnalazione, tipo ABB, OVR T2 3L 40 275S P TS SPD CL2, articolo “M512970” o equivalente;
n°1 sezionatore Tmax XT1D, 4 Poli con terminali anteriori, corrente nominale In = 160A, tipo ABB, articolo “1SDA068209R1” o equivalente;
n°1 kit DIN50022 montaggio XT3+RC piastra di fissaggio pro.din, tipo ABB, articolo “1SDA067139R1” o equivalente;
n°1 interruttore automatico magnetotermico regolabile 4 Poli, corrente nominale In = 125A, potere di interruzione Pi = 36kA, tipo ABB, XT3N 250 TMD 125-1250 4p F F InN=50%, articolo “XT3N125TMD4” o equivalente;
n°1 relè differenziale elettronico tipo “B” per “XT3”, 4 Poli, tipo ABB, RC B Type, articolo “1SDA067132R1” o equivalente.
Dovrà essere corredato dalle previste certificazioni e omologazioni, compreso lo schema unifilare e il calcolo della sovratemperatura. Il tutto dovrà essere fornito e posto in opera compresi pannelli interni di supporto per apparecchiature modulari per binario DIN, barra equipotenziale di terra, cavallotti equipotenziali, organi di fissaggio, supporti, cavi, indicazioni serigrafate dei circuiti protetti, compreso il cablaggio delle apparecchiature e delle linee in ingresso/uscita dal quadro elettrico, il collegamento alla linea elettrica di alimentazione ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a perfetta regola d’arte.
REALIZZAZIONE DI MODIFICHE IN QUADRO ELETTRICO GENERALE CLIMATIZZAZIONE EDIFICIO 2 “QE- CDZ2” - IMPIANTO “GF2”
La realizzazione di modifiche del cablaggio all’interno del quadro elettrico generale climatizzazione dell’Edificio 2 (denominato “QE-CDZ2”), previa messa in sicurezza dell’impianto, consiste nelle seguenti lavorazioni:
- disconnessione e rimozione della linea di alimentazione della pompa di calore esterna impianto “GF2” (formazione n°3 conduttori di fase e n°1 conduttore di neutro) a partire dall’interruttore scatolato magnetotermico differenziale dedicato (avente corrente nominale In=250A) fino al contattore di potenza e dal contattore di potenza fino alla morsettiera di uscita presenti all’interno del quadro elettrico;
- realizzazione del collegamento elettrico dall’interruttore precedentemente disconnesso fino alla morsettiera di uscita del quadro elettrico (SENZA RICOLLEGARE IL CONTATTORE DI POTENZA PRECEDENTEMENTE DISCONNESSO),
mediante n°3 conduttori tipo FG7(O)M1 sezione 1x120 mmq (uno per ciascuna fase) e n°1 conduttore di neutro tipo FG7(O)M1 sezione 1x70 mmq, non compresi, valutati a parte;
- inserimento di bobina a lancio di corrente compatibile con l’interruttore automatico esistente per l’eventuale spegnimento dell’impianto in caso di allarme incendio.
Dovrà essere dato in opera compreso la rimozione dei pannelli frontali, l’eventuale spostamento delle apparecchiature di manovra, comando e sezionamento presenti all’interno del quadro elettrico (effettuato con la massima cautela per non arrecare danni alle apparecchiature stesse), il successivo riposizionamento delle eventuali apparecchiature spostate e dei
pannelli rimossi, compreso gli accessori necessari al cablaggio, le targhette di identificazione del circuito, l’attestazione dei nuovi cavi elettrici ai componenti esistenti, la ricertificazione del quadro elettrico, il calcolo della sovratemperatura e lo schema unifilare as-built e la sostituzione di eventuali apparecchiature danneggiate durante l’intervento, il trasporto e conferimento a discarica dei conduttori rimossi ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a regola d’arte.
REALIZZAZIONE DI MODIFICHE IN QUADRO ELETTRICO GENERALE CLIMATIZZAZIONE EDIFICIO 2 “QE- CDZ2” - IMPIANTO “GF4”
La realizzazione di modifiche del cablaggio all’interno del quadro elettrico generale climatizzazione dell’Edificio 2 (denominato “QE-CDZ2”), previa messa in sicurezza dell’impianto, consiste nelle seguenti lavorazioni:
- disconnessione e rimozione della linea di alimentazione della pompa di calore esterna impianto “GF4” (formazione n°3 conduttori di fase e n°1 conduttore di neutro) a partire dall’interruttore scatolato magnetotermico differenziale dedicato (avente corrente nominale In=100A) fino al contattore di potenza e dal contattore di potenza fino alla morsettiera di uscita presenti all’interno del quadro elettrico;
- realizzazione del collegamento elettrico dall’interruttore precedentemente disconnesso fino alla morsettiera di uscita del quadro elettrico (SENZA RICOLLEGARE IL CONTATTORE DI POTENZA PRECEDENTEMENTE DISCONNESSO),
mediante n°3 conduttori tipo FG7(O)M1 sezione 1x25 mmq (uno per ciascuna fase) e n°1 conduttore di neutro tipo FG7(O)M1 sezione 1x25 mmq, non compresi, valutati a parte;
- inserimento di bobina a lancio di corrente compatibile con l’interruttore automatico esistente per l’eventuale spegnimento dell’impianto in caso di allarme incendio.
Dovrà essere dato in opera compreso la rimozione dei pannelli frontali, l’eventuale spostamento delle apparecchiature di manovra, comando e sezionamento presenti all’interno del quadro elettrico (effettuato con la massima cautela per non arrecare danni alle apparecchiature stesse), il successivo riposizionamento delle eventuali apparecchiature spostate e dei pannelli rimossi, compreso gli accessori necessari al cablaggio, le targhette di identificazione del circuito, l’attestazione dei nuovi cavi elettrici ai componenti esistenti, la ricertificazione del quadro elettrico, il calcolo della sovratemperatura e lo schema unifilare as-built e la sostituzione di eventuali apparecchiature danneggiate durante l’intervento, il trasporto e conferimento a discarica dei conduttori rimossi ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a regola d’arte.
REALIZZAZIONE DI MODIFICHE IN QUADRO ELETTRICO GENERALE CLIMATIZZAZIONE EDIFICIO 2 “QE- CDZ2” - IMPIANTO “GF5”
La realizzazione di modifiche all’interno del quadro elettrico generale climatizzazione dell’Edificio 2 (denominato “QE- CDZ2”), previa messa in sicurezza dell’impianto, consistente nella rimozione e sostituzione dell’interruttore magnetotermico differenziale a protezione della linea di alimentazione dell’impianto”GF5” avente corrente nominale In = 16 A, 4 Poli, corrente differenziale nominale di intervento Idn = 300mA, tipo Bticino, articolo “F84S/16 + G44/32AC”, con un interruttore magnetotermico differenziale, avente le seguenti caratteristiche:
- blocco magnetotermico 4 Poli, corrente nominale In = 25A, Potere di interruzione Pi = 25kA, curva caratteristica D, tipo ABB, articolo “S591829” o equivalente, blocco differenziale con sganciatore di tipo “B”, corrente differenziale nominale di intervento Idn = 300mA, tipo ABB, articolo “B273212” o equivalente, bobina di sgancio a lancio di corrente 12/60 Vac/Vdc, tipo ABB, articolo “A570992” o equivalente.
Dovrà essere dato in opera compreso la rimozione dei pannelli frontali, l’eventuale spostamento delle apparecchiature di manovra, comando e sezionamento presenti all’interno del quadro elettrico (effettuato con la massima cautela per non arrecare danni alle apparecchiature stesse) per creare lo spazio necessario all’installazione delle nuove apparecchiature, la consegna delle apparecchiature rimosse alla Stazione Appaltante o il loro conferimento a discarica qualora ritenute non più utilizzabili dalla D.L., il successivo riposizionamento delle eventuali apparecchiature spostate e dei pannelli rimossi, l’inserimento delle nuove apparecchiature, compreso gli accessori necessari al cablaggio, le targhette di identificazione del circuito, l’attestazione dei nuovi cavi elettrici ai componenti di nuova installazione, la ricertificazione del quadro elettrico, il calcolo della sovratemperatura e lo schema unifilare as-built e la sostituzione di eventuali apparecchiature danneggiate durante l’intervento. Compresi l’eventuale trasporto e conferimento a discarica delle apparecchiature rimosse ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a regola d’arte.
REALIZZAZIONE DI MODIFICHE IN QUADRO ELETTRICO GENERALE CLIMATIZZAZIONE EDIFICIO 3 “QE- CDZ3”
La realizzazione di modifiche al cablaggio all’interno del quadro elettrico generale climatizzazione dell’edificio 3 (denominato “QE-CDZ3”), previa messa in sicurezza dell’impianto, consistente nelle seguenti lavorazioni:
- disconnessione e rimozione della linea di alimentazione della pompa di calore esterna (formazione n°3 conduttori di fase) a partire dall’interruttore scatolato magnetotermico differenziale dedicato (avente corrente nominale In=160A) fino al contattore di potenza e dal contattore di potenza fino alla morsettiera di uscita del quadro elettrico;
- realizzazione del collegamento elettrico dall’interruttore precedentemente disconnesso fino alla morsettiera di uscita del quadro elettrico (SENZA RICOLLEGARE IL CONTATTORE DI POTENZA PRECEDENTEMENTE DISCONNESSO),
mediante n°3 conduttori tipo FG7(O)M1 sezione 1x70 mmq (uno per ciascuna fase), non compresi, valutati a parte;
- inserimento di bobina a lancio di corrente compatibile con l’interruttore automatico esistente per l’eventuale spegnimento dell’impianto in caso di allarme incendio.
Dovrà essere dato in opera compreso la rimozione dei pannelli frontali, l’eventuale spostamento delle apparecchiature di manovra, comando e sezionamento presenti all’interno del quadro elettrico (effettuato con la massima cautela per non arrecare danni alle apparecchiature stesse), il successivo riposizionamento delle eventuali apparecchiature spostate e dei pannelli rimossi, compreso gli accessori necessari al cablaggio, le targhette di identificazione del circuito, l’attestazione dei nuovi cavi elettrici ai componenti esistenti, la ricertificazione del quadro elettrico, il calcolo della sovratemperatura e lo schema unifilare as-built e la sostituzione di eventuali apparecchiature danneggiate durante l’intervento, il trasporto e conferimento a discarica dei conduttori rimossi ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a regola d’arte.
REALIZZAZIONE DI MODIFICHE IN QUADRO ELETTRICO GENERALE CLIMATIZZAZIONE EDIFICIO 5 “QE- CDZ5” - IMPIANTO “GF1”
La realizzazione di modifiche al cablaggio all’interno del quadro elettrico generale climatizzazione dell’Edificio 5 (denominato “QE-CDZ5”), previa messa in sicurezza dell’impianto, consistente nelle seguenti lavorazioni:
- disconnessione e rimozione della linea di alimentazione della pompa di calore esterna impianto “GF1” (formazione n°3 conduttori di fase e n°1 conduttore di neutro) a partire dall’interruttore scatolato magnetotermico differenziale dedicato (avente corrente nominale In=250A) fino al contattore di potenza e dal contattore di potenza fino alla morsettiera di uscita presenti all’interno del quadro elettrico;
- realizzazione del collegamento elettrico dall’interruttore precedentemente disconnesso fino alla morsettiera di uscita del quadro elettrico (SENZA RICOLLEGARE IL CONTATTORE DI POTENZA PRECEDENTEMENTE DISCONNESSO),
mediante n°3 conduttori tipo FG7(O)M1 sezione 1x95 mmq (uno per ciascuna fase) e n°1 conduttore di neutro tipo FG7(O)M1 sezione 1x70 mmq, non compresi, valutati a parte;
- inserimento di bobina a lancio di corrente compatibile con l’interruttore automatico esistente per l’eventuale spegnimento dell’impianto in caso di allarme incendio.
Dovrà essere dato in opera compreso la rimozione dei pannelli frontali, l’eventuale spostamento delle apparecchiature di manovra, comando e sezionamento presenti all’interno del quadro elettrico (effettuato con la massima cautela per non arrecare danni alle apparecchiature stesse), il successivo riposizionamento delle eventuali apparecchiature spostate e dei pannelli rimossi, compreso gli accessori necessari al cablaggio, le targhette di identificazione del circuito, l’attestazione dei nuovi cavi elettrici ai componenti esistenti, la ricertificazione del quadro elettrico, il calcolo della sovratemperatura e lo schema unifilare as-built, la sostituzione di eventuali apparecchiature danneggiate durante l’intervento, il trasporto e conferimento a discarica dei conduttori rimossi ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a regola d’arte.
REALIZZAZIONE DI MODIFICHE IN QUADRO ELETTRICO GENERALE CLIMATIZZAZIONE EDIFICIO 5 “QE- CDZ5” - IMPIANTO “GF3/GF4”
La realizzazione di modifiche all’interno del quadro elettrico generale climatizzazione dell’Edificio 5 (denominato “QE- CDZ5”), previa messa in sicurezza dell’impianto, consistente nella rimozione degli interruttori automatici magnetotermici a protezione delle linee di alimentazione delle pompe di calore esterne degli impianti “GF3” e “GF4” di seguito riportati:
- interruttore magnetotermico differenziale scatolato, corrente nominale In = 100 A, 4 Poli, corrente differenziale nominale di intervento Idn = 0.1 A, tipo ABB, articolo “SACE S1 + RC212/1”, indicato con l’etichetta “Pompa di calore PC3”;
- interruttore magnetotermico differenziale modulare, corrente nominale In = 32 A, 4 Poli, corrente differenziale nominale di intervento Idn = 0.3 A, tipo ABB, articolo “S 284 + DDA 64”, indicato con l’etichetta “Pompa di calore PC4”.
Sarà inserito un interruttore automatico magnetotermico scatolato, avente le seguenti caratteristiche:
- blocco magnetotermico 4 Poli, corrente nominale In=125A, Potere di interruzione Pi = 25kA, tipo ABB, articolo “XT1C125TMD4” o equivalente, completo di bobina a lancio di corrente tipo ABB, SOR per XT1, articolo “1SDA066317R1” o equivalente.
Tale interruttore dovrà essere assemblato con il blocco differenziale rimosso sopra indicato “RC212/1”.
Dovrà essere dato in opera compreso la rimozione dei pannelli frontali, l’eventuale spostamento delle apparecchiature di manovra, comando e sezionamento presenti all’interno del quadro elettrico (effettuato con la massima cautela per non arrecare danni alle apparecchiature stesse), la rimozione delle apparecchiature sopra indicate e la consegna delle stesse alla Stazione Appaltante o il loro trasporto e conferimento a discarica qualora ritenute non più utilizzabili dalla D.L., il successivo riposizionamento delle eventuali apparecchiature spostate e dei pannelli rimossi, l’inserimento delle nuove apparecchiature, compreso gli accessori necessari al cablaggio, le targhette di identificazione del circuito, l’attestazione dei nuovi cavi elettrici ai componenti di nuova installazione, la ricertificazione del quadro elettrico, il calcolo della sovratemperatura e lo schema unifilare as-built, la sostituzione di eventuali apparecchiature danneggiate durante l’intervento ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a regola d’arte.
REALIZZAZIONE DI MODIFICHE IN QUADRO ELETTRICO FORESTERIA EDIFICIO 10
La realizzazione di modifiche all’interno del quadro elettrico Foresteria dell’Edificio 10, denominato “Q.03”, consiste nella rimozione delle seguenti apparecchiature:
- n°1 interruttore automatico magnetotermico differenziale - Corrente nominale In=10A, 4 Poli, curva C, potere di interruzione Pi=10 kA (EN 60898), sganciatore differenziale tipo AC, corrente differenziale nominale di intervento Idn=30 mA, indicato con l’etichetta “Riserva”.
Saranno inserite le seguenti apparecchiature:
- n°1 interruttore automatico magnetotermico differenziale - Corrente nominale In=10A, 4 Poli, curva C, potere di interruzione Pi=10 kA (EN 60898), tipo Siemens, articolo “5SY44107” o equivalente, completo di sganciatore differenziale tipo A, corrente differenziale nominale di intervento Idn=30 mA, tipo Siemens, articolo “5SM23426” o equivalente - Protezione linea alimentazione nuova unità esterna di climatizzazione;
- n°1 interruttore automatico magnetotermico differenziale - Corrente nominale In=10A, 2 Poli, curva C, potere di interruzione Pi=6 kA (EN 60898), sganciatore differenziale tipo AC, corrente differenziale nominale di intervento Idn=30 mA, tipo Siemens, articolo “5SU13561KK10” o equivalente - Protezione linea alimentazione nuove unità interne di climatizzazione.
Dovrà essere dato in opera compreso la rimozione dell’interruttore esistente sopra indicato e la sua consegna alla Stazione Appaltante qualora ritenuto in buono stato o il suo trasporto e conferimento a discarica qualora non ritenuto riutilizzabile a insindacabile giudizio della D.L., compresi oneri per lo spostamento di eventuali interruttori esistenti (effettuato con la massima cautela per non arrecare danni alle apparecchiature) al fine di creare lo spazio necessario all’installazione delle nuove apparecchiature, eventuali oneri per adeguare la carpenteria esistente, compresi gli accessori di montaggio, i kit di installazione, gli accessori di cablaggio, i morsetti, le targhette di identificazione dei circuiti, i falsi polo, l’attestazione dei cavi elettrici ai nuovi componenti, la ricertificazione del quadro elettrico, il calcolo della sovratemperatura e lo schema unifilare as-built ed ogni altro onere ed accessorio per dare l’opera finita a regola d’arte.
TUBAZIONI, SCATOLE DI DERIVAZIONE ED ACCESSORI
TUBO RIGIDO PVC RK15
Potrà essere impiegato per la posa a vista (a parete, a soffitto), mentre non è ammessa la posa interrata (anche se protetta da manto di calcestruzzo) o in vista in posizioni dove possa essere soggetto a urti, danneggiamenti, ecc.
Le giunzioni ed i cambiamenti di direzione dei tubi potranno essere ottenuti impiegando manicotti e curve con estremità a bicchiere conformi alle citate norme e tabelle, nonché provvisti di marchio IMQ.
Nella posa in vista la distanza fra due punti di fissaggio successivi non dovrà essere superiore a 1 m, in ogni caso i tubi dovranno essere fissati in prossimità di ogni giunzione e sia prima che dopo ogni cambiamento di direzione.
In questo tipo di posa, per il fissaggio saranno impiegati collari in acciaio zincato con serraggio mediante viti oppure collari singoli in plastica a scatto.
Caratteristiche:
Tubi protettivi rigidi in materiale isolante termoplastico a base di PVC resistenti alla fiamma, alla temperatura, alla piegatura. DN/OD 16, 20, 25, 32, 40, 50 mm.
Caratteristiche:
- Materiale: a base di PVC rigido;
- Resistenza allo schiacciamento: classe 3 superiore a 750 Newton su 5 cm a +23 ± 2 °C;
- Resistenza agli urti: classe 3 2kg da 10 cm a -5 °C;
- Temperatura minima: classe 2 -5 °C;
- Temperatura massima classe 1 + 60 °C;
- Resistenza elettrica di isolamento: superiore a 100 Mohm per 500 V di esercizio per 1 min;
- Rigidità dielettrica: superiore a 2000 V - 50 Hz per 15 min;
- Resistenza al fuoco: supera “Glow wire test” (filo incandescente) alla temperatura di 850 °C secondo la norma CEI EN 00000-0-00;
- Curvabilità: Ø 16-20-25, curvabili a freddo (con molla MPTN);
TUBO FLESSIBILE CON SPIRALE RIGIDA IN PVC
Sarà in materiale autoestinguente e costituito da un tubo in plastica morbida, internamente liscio, rinforzato da una spirale di sostegno in PVC. La spirale avrà caratteristiche (passo dell’elica, rigidezza, ecc.) tali da garantire l’inalterabilità della sezione anche per il raggio minimo di curvatura (due volte il diametro interno) ed il ritorno alla sezione originale in caso di schiacciamento.
Caratteristiche:
Tubi protettivi flessibili in materiale termoplastico a base di PVC autoestinguente ed antiurto. DN/OD 8, 10, 12, 14, 16, 20, 22, 25, 28, 32, 35, 40, 50 mm
- Il diametro nominale è anche il diametro interno minimo del sistema. (Tolleranza -0,5 mm fino Ø 25, - 1 mm Ø superiori);
- Materiale: a base di PVC plastificato - rigido;
- Flessibilità: supera la prova di numero 5000 flessioni a 180° + 5 °C e + 60 °C;
- Raggio di curvatura: 2 volte il diametro;
- Resistenza allo schiacciamento: classe 2 superiore a 320 Newton su 5 cm a + 23 ± 2 °C;
- Resistenza agli urti: classe 3 2 kg da 10 cm a -5 °C;
- Temperatura minima: classe 1 + 5 °C;
- Temperatura massima classe 1 + 60 °C;
- Resistenza elettrica di isolamento: superiore a 100 megaohm per 500 V di esercizio per 1 minuto;
- Rigidità dielettrica: superiore a 2000 V - 50 Hz per 15 minuti;
- Grado di protezione: costituisce un sistema chiuso con un grado di protezione IP 64 con raccordi guaina fissi, IP 65 con raccordi guaina girevoli, IP 67 con raccordi RTGN tubo rigido-guaina;
- Resistenza al fuoco: supera “Glow wire test” (filo incandescente) alla temperatura di 850 °C secondo la norma CEI EN 00000-0-00.
TUBO IN PVC FLESSIBILE AUTOESTINGUENTE TIPO FK15
Sarà impiegato esclusivamente per la posa sottotraccia a pavimento, per i tratti incassati nella muratura in cartongesso, sia a parete che a soffitto. I cambiamenti di direzione saranno eseguiti con curve ampie (raggio di curvatura compreso fra 3 e 6 volte il diametro nominale del tubo).
Caratteristiche:
- Conformità alle Norme: CEI 23-82 (EN 61386-22)
- Materiale: a base di PVC rigido – Colore: nero
- Resistenza allo schiacciamento: classe 3 superiore a 750 Newton su 5 cm a + 23 ± 2 °C
- Resistenza agli urti: classe 3 2kg da 10 cm a -5 °C
- Temperatura minima: classe 2 -5 °C, Temperatura massima: classe 1 +60 °C
- Resistenza elettrica di isolamento: superiore a 100 megaohm per 500 V di esercizio per 1 minuto
- Rigidità dielettrica: superiore a 2000 V - 50 Hz per 15 minuti
- Resistenza al fuoco: supera “Glow wire test” (filo incandescente) alla temperatura di 850 °C secondo norma CEI EN 00000-0-00.
SCATOLE DI DERIVAZIONE A PARETE (PER IMPIANTI A VISTA)
Per la realizzazione degli impianti a vista saranno impiegate cassette in materiale termoplastico autoestinguente con le seguenti caratteristiche:
- Resistenza al calore anormale al fuoco: termopressione con biglia 85°C Glow wire test 650°C (Normativa: IEC 60670-1; IEC 60670-22; CEI 23-48)
- Resistenza agli urti: IK 07 (cassetta IP 44); IK 08 (cassetta IP 55)
- Protezione contro i contatti indiretti: doppio isolamento (isolamento completo secondo Norma EN 61140, ottenibile mediante tappi coprivite)
- Temperatura di installazione: Massima +60°C, Minima -25°C.
- Le cassette di derivazione, stagne, saranno del tipo quadrato o rettangolare, con dimensioni standard, in funzione delle quali si sceglierà il numero di tubazioni in ingresso / uscita.
CANALI METALLICI PORTACAVI IN LAMIERA DI ACCIAIO ZINCATO
Secondo quanto prescritto dalla norma CEI 64-8, il numero dei cavi installati deve essere tale da consentire un’occupazione non superiore al 50% della sezione utile dei canali.
Le canale e le passerelle forate dovranno essere in lamiera di acciaio zincato, disponibili in differenti dimensioni - da base 75 mm a base 600 mm - e in differenti altezze (60, 75, 100 mm).
Caratteristiche:
- Nervature di irrigidimento che migliorano la resistenza meccanica;
- Coperchi autobloccanti;
- Continuità elettrica garantita dal giunto meccanico di collegamento nei corpi e dall’elemento di connessione nei coperchi;
- Rispondenza alle norme: CEI EN 61537, CEI 23-93, marchio IMQ;
- Materiale: lamiera in acciaio zincato a caldo;
- Raggio di curvatura 125 mm;
- Spessore 1,5 mm;
- Grado di protezione:
- IP20 per canale forato;
- IP40 per canale con base chiusa liscia e coperchio;
- Temperatura di impiego: da -20°C a +60°C;
- Resistenza agli urti 20J;
- La parte interna a contatto con i cavi è completamente raggiata e non presenta angoli vivi pericolosi nel caso di tiraggio dei cavi.
CANALI PORTACAVI IN PVC
Secondo quanto prescritto dalla norma CEI 64-8, il numero dei cavi installati deve essere tale da consentire un’occupazione non superiore al 50% della sezione utile dei canali.
I canali con coperchio dovranno essere realizzati in materiale isolante autoestinguente in PVC, saranno disponibili in differenti dimensioni: da base 60 mm a base 200 mm - e in differenti altezze (40, 60, 80, 100 mm).
In particolare tali prodotti dovranno essere rispondenti alle normative EN 00000-0-0 e dovranno essere dotati di marchio IMQ.
Caratteristiche:
- Canali portacavi semplici ad uno o più scomparti;
- Gamma completa di componenti di interconnessione;
- Angoli interni ed esterni variabili anche sulle dimensioni più piccole (25x30mm e 40x40mm);
- Coperchio smontabile solo con attrezzo;
- Grado di protezione IP40 (IP20 in applicazioni sospese);
- Resistenza all’urto 5J (2J per canale dimensioni 25x30mm e 40x40mm).
CAVI ELETTRICI
CAVI TIPO FG7(O)M1
Cavi per energia e segnalazioni isolati in HEPR di qualità G7, non propaganti l’incendio senza alogeni e a basso sviluppo di fumi opachi.
Normativa: CEI 20-13, CEI 20-38, CEI UNEL 35382, CEI UNEL 35384, CEI EN 00000-0-00 (CEI 20-22 III), CEI EN 00000-0-0, CEI EN 60754, CEI EN 61034-2, CEI 20-37/4-0.
Caratteristiche:
- Tensione nominale U0/U 0,6/1 kV;
- Tensione massima Um 1200 V;
- Temperatura massima di esercizio +90 °C;
- Temperatura massima di cortocircuito +250 °C.
Cavi tipo FG7(O)H2M1
Cavi per energia e segnalazioni isolati in HEPR di qualità G7, non propaganti l’incendio senza alogeni e a basso sviluppo di fumi opachi. Cavi flessibili per posa fissa schermati a treccia di fili di rame.
Normativa: CEI 20-13, CEI 20-38, CEI UNEL 35382, CEI UNEL 35384, CEI EN 00000-0-00 (CEI 20-22 III), CEI EN 00000-0-0, CEI EN 60754, CEI EN 61034-2, CEI 20-37/4-0.
Caratteristiche:
- Tensione nominale U0/U 0,6/1 kV;
- Tensione massima Um 1200 V;
- Temperatura massima di esercizio +90 °C;
- Temperatura massima di cortocircuito +250 °C.
CAVI TIPO FG7(O)R
Cavi per energia e segnalazioni flessibili per posa fissa, isolati in HEPR di qualità G7, non propaganti l’incendio a ridotta emissione di gas corrosivi.
Normativa: CEI 20-13, IEC 60502-1, CEI UNEL 35375, CEI UNEL 35377, CEI 20-22 II, CEI EN 00000-0-0,
CEI EN 00000-0-0.
Caratteristiche:
- Tensione nominale U0/U 0,6/1 kV;
- Tensione massima Um 1200 V;
- Temperatura massima di esercizio +90 °C;
- Temperatura massima di cortocircuito:
- per sezioni fino a 240 mmq +250 °C;
- per sezioni oltre 240 mmq +220 °C.
Cavi tipo FG7(O)H2R
Cavi per energia e segnalazioni isolati in HEPR qualità G7, non propaganti l’incendio e a ridotta emissione di gas corrosivi. Cavi flessibili per posa fissa schermati a treccia di fili di rame sotto guaina in PVC.
Normativa: CEI 20-13, IEC 60502-1, CEI UNEL 35375, CEI UNEL 35377, CEI 20-22 II, CEI EN 00000-0-0,
CEI EN 00000-0-0.
Caratteristiche:
- Tensione nominale U0/U 0,6/1 kV;
- Tensione massima Um 1200 V;
- Temperatura massima di esercizio +90 °C;
- Temperatura massima di cortocircuito +250 °C.
APPARECCHI DI COMANDO - PARTE GENERALE
RIFERIMENTI NORMATIVI
CEI EN 60669-1 (CEI 23-9): Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare - Parte 1: Prescrizioni generali.
CARATTERISTICHE GENERALI
Sono da adottarsi esclusivamente i tipi approvati a marchio IMQ.
La serie da incasso o da parete da scegliersi dovrà possedere le seguenti caratteristiche:
- essere facilmente reperibile sul mercato;
- possedere una vasta gamma di funzioni;
- le placche in tecnopolimero dovranno avere un’ampia gamma di colori;
- le scatole portapparecchi da incassare nella parete o in esecuzione a vista a parete dovranno essere a 3, 4, 6 moduli allineati o multiple fino a 18 moduli secondo necessità e/o specifiche;
- possibilità di montaggio in scatole esterne con grado di protezione fino a IP55;
- gamma comprendente telai per montaggio ad incasso, che garantiscano un grado di protezione minimo IP55 (frontalino); I frutti devono essere del tipo a montaggio a scatto sui telai portapparecchi ed avere le seguenti caratteristiche:
- tasto a grande superficie ed aventi dimensioni in altezza modulare (45 mm) con la possibilità, tramite apposito accessorio, dell’eventuale montaggio in quadri di distribuzione;
- morsetti doppi con chiusura a mantello e viti imperdibili per il facile serraggio dei conduttori flessibili fino a 4 mmq o rigidi fino a 6 mmq di sezione;
- corpo in materiale termoindurente e resistente alla prova del filo incandescente fino a 850°C;
- interruttori di comando con corrente nominale di 10 A o 16 A;
- possibilità di personalizzazione dei tasti ed ampia gamma di tasti intercambiabili con varie simbologie.
PUNTO DI ALIMENTAZIONE UNITA’ INTERNA DI CLIMATIZZAZIONE CON INTERRUTTORE BIPOLARE A VISTA A PARETE, IP40
Il punto di alimentazione unità interna di climatizzazione con interruttore bipolare a vista a parete, grado di protezione IP40, è fornito completo di:
- conduttori multipolari di rame flessibile tipo FG7(O)M1 formazione 3G1,5 mmq isolati in HEPR, passanti e sfilabili entro tubazione in PVC RK15 o guainaflex (o sua quota parte) con l’utilizzo dei canali a parete predisposti per il passaggio di tubazioni del gas, condensa e conduttori di energia e segnale alle unità interne di climatizzazione;
- n°1 scatola di infilaggio e di derivazione con coperchio in PVC isolante autoestinguente e non propagatore di fiamma (o sua quota parte);
- n°1 scatola portafrutti da parete (IP40) in resina a 3 moduli;
- n°1 supporto 3 moduli adatto per apparecchi della serie civile Matix;
- n°1 interruttore bipolare 16A, di tipo modulare e componibile tipo Bticino Matix, articolo “AM5011” o equivalente;
- accessori di montaggio;
- n°1 placca a pressione in tecnopolimero (serie Bticino Matix o equivalente, colore a scelta della D.L.);
- n°1placca supporto protetto ove occorra.
Art. 33
ORDINE DA TENERSI NELL’ANDAMENTO DEI LAVORI
In genere l’Appaltatore avrà facoltà di sviluppare i lavori nel modo che crederà più conveniente per darli perfettamente compiuti nel termine contrattuale, purché esso, a giudizio della Direzione dei Lavori, non riesca pregiudizievole alla buona riuscita delle opere ed agli interessi della Stazione Appaltante.
La Stazione Appaltante si riserva in ogni modo il diritto di ordinare l’esecuzione di un determinato lavoro entro un prestabilito termine di tempo o di disporre l’ordine di esecuzione dei lavori nel modo che riterrà più conveniente, specialmente in relazione alle esigenze dipendenti dalla esecuzione di opere ed alla consegna delle forniture escluse dall’Appalto, senza che l’Appaltatore possa rifiutarsi o farne oggetto di richiesta di speciali compensi.
L’Appaltatore presenterà alla Direzione dei Lavori per l’approvazione, prima dell’inizio lavori (e anticipando tale scadenza di un lasso temporale adeguato all’espletamento degli obblighi di cui al D.Lgs. 9 aprile 2008, n°81 e s.m.i.), il programma esecutivo, secondo il comma 10, art. 43 del D.P.R. n°207/2010, elaborato in relazione alle proprie tecnologie, alle proprie scelte imprenditoriali e alla propria organizzazione lavorativa.
Tale programma deve riportare per ogni lavorazione, le previsioni circa il periodo di esecuzione nonché l’ammontare presunto, parziale e progressivo, dell’avanzamento dei lavori alle date contrattualmente stabilite per la liquidazione dei certificati di pagamento, in coerenza con i tempi contrattuali di ultimazione, e deve essere comunque sottoposto all’approvazione della Direzione dei Lavori.
Il programma esecutivo dei lavori dell’Appaltatore può essere modificato o integrato dalla Stazione Appaltante mediante ordine di servizio, ogni volta che sia necessario alla miglior esecuzione dei lavori e in particolare:
a. per il coordinamento con le prestazioni o le forniture di imprese o altre ditte estranee al contratto;
b. per l’intervento o il mancato intervento di società concessionarie di pubblici servizi le cui reti siano coinvolte in qualunque modo con l’andamento dei lavori, purché non imputabile ad inadempimenti o ritardi della Stazione Appaltante;
c. per l’intervento o il coordinamento con autorità, enti o altri soggetti diversi dalla Stazione Appaltante, che abbiano giurisdizione, competenze o responsabilità di tutela sugli immobili, i siti e le aree comunque interessate dal cantiere; a tal fine non sono considerati soggetti diversi le società o aziende controllate o partecipate dalla Stazione Appaltante o soggetti titolari di diritti reali sui beni in qualunque modo interessati dai lavori intendendosi, in questi casi, ricondotta la fattispecie alla responsabilità gestionale della Stazione Appaltante;
d. per la necessità o l’opportunità di eseguire prove sui campioni, prove di carico e di tenuta e funzionamento degli impianti, nonché collaudi parziali o specifici;
e. se è richiesto dal Coordinatore per la Sicurezza nel cantiere, in ottemperanza all’articolo 92, comma 1, del Decreto n°81 del 2008. In ogni caso il programma esecutivo dei lavori deve essere coerente con il piano di sicurezza, eventualmente integrato ed aggiornato.
I lavori sono comunque eseguiti nel rispetto del cronoprogramma predisposto dalla Stazione Appaltante e integrante il progetto esecutivo; tale cronoprogramma può essere modificato dalla Stazione Appaltante al verificarsi delle condizioni sopra indicate.
Art. 34
CONTROLLI - PROVE E VERIFICHE DEI LAVORI, RISERVE DELL’APPALTATORE
Tutti i lavori dovranno essere eseguiti secondo quanto contenuto e prescritto dai documenti contrattuali.
La Stazione Appaltante procederà, a mezzo della Direzione dei Lavori, al controllo dello svolgimento dei lavori, verificandone lo stato.
La Direzione dei Lavori potrà procedere in qualunque momento all’accertamento e misurazione delle opere compiute; ove l’Appaltatore non si prestasse ad eseguire in contraddittorio tali operazioni, gli sarà assegnato un termine perentorio, scaduto il quale gli verranno addebitati i maggiori oneri per conseguenza sostenuti. In tal caso, inoltre, l’Appaltatore non potrà avanzare alcuna richiesta per eventuali ritardi nella contabilizzazione o nell’emissione dei certificati di pagamento.
Il Direttore dei Lavori segnalerà tempestivamente all’Appaltatore le eventuali opere che ritenesse non eseguite in conformità alle prescrizioni contrattuali o a regola d’arte; l’Appaltatore provvederà a perfezionarle a sue spese.
Qualora l’Appaltatore non intendesse ottemperare alle disposizioni ricevute, la Stazione Appaltante avrà la facoltà di provvedervi direttamente o a mezzo di terzi.
In ogni caso prima di dar corso ai perfezionamenti o rifacimenti richiesti, dovranno essere predisposte, in contraddittorio fra le parti, le necessarie misurazioni o prove; le spese incontrate per l’esecuzione delle opere contestate, nonché quelle inerenti alle misurazioni e alla precostituzione delle prove, saranno a carico della parte che, a torto, le ha provocate.
Insorgendo controversie su disposizioni impartite dal Direttore dei Lavori o sulla interpretazione delle clausole contrattuali, l’Appaltatore potrà formulare riserva entro 15 (quindici) giorni da quando i fatti che la motivano si siano verificati o siano venuti a sua conoscenza.
La formulazione delle riserve dovrà effettuarsi mediante lettera raccomandata.
Le riserve dovranno essere specificate in ogni loro elemento tecnico ed economico.
Entro 15 (quindici) giorni dalla formulazione delle riserve il Direttore dei Lavori farà le sue controdeduzioni.
Le riserve dell’Appaltatore e le controdeduzioni del Direttore dei Lavori non avranno effetto interruttivo o sospensivo per tutti gli altri aspetti contrattuali.
Qualora le riserve non venissero accolte o non si raggiungesse un accordo, potrà essere investito del giudizio sulle controversie il Collegio Arbitrale.
Nel caso che una delle parti ritenesse improrogabile la risoluzione delle controversie di carattere tecnico, potrà richiedere la convocazione del Collegio Arbitrale in vista di particolari motivi attinenti alle riserve formulate, oppure nei casi previsti dalla legge.
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L’APPALTO
Art. 35
OSSERVANZA DEL CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO E DI PARTICOLARI DISPOSIZIONI DI LEGGE
L’appalto è soggetto all’esatta osservanza di tutte le condizioni stabilite nel presente Capitolato Speciale d’Appalto e nel Capitolato Generale d’Appalto.
L’Appaltatore è tenuto alla piena e diretta osservanza di tutte le norme vigenti derivanti sia da leggi che da decreti, circolari e regolamenti con particolare riguardo ai regolamenti edilizi, d’igiene, di polizia urbana, dei cavi stradali, alle norme sulla circolazione stradale, a quelle sulla sicurezza ed igiene del lavoro vigenti al momento dell’esecuzione delle opere (sia per quanto riguarda il personale dell’Appaltatore stesso, che di eventuali subappaltatori, cottimisti e lavoratori autonomi), alle disposizioni impartite dalle AUSL, alle norme CEI, UNI, CNR.
Dovranno inoltre essere osservate le disposizioni di cui al D.Lgs. 9 aprile 2008, n°81 e s.m.i., in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, di segnaletica di sicurezza sul posto di lavoro, nonché le disposizioni di cui al
D.P.C.M. 1 marzo 1991 e s.m.i. riguardanti i “limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”, alla legge n°447/95 e s.m.i (Legge quadro sull’inquinamento acustico) e relativi decreti attuativi, al
D.M. 22 gennaio 2008, n°37 e s.m.i. e alle altre norme vigenti in materia.
Art. 36 DISCIPLINA DEL SUBAPPALTO
L’affidamento in subappalto è subordinato al rispetto delle disposizioni di cui all’art. 105 del D.Lgs. n°50/2016 e s.m.i, e deve essere sempre autorizzato dalla Stazione Appaltante.
La percentuale di lavori della categoria prevalente subappaltabile o che può essere affidata a cottimo, da parte dell’Appaltatore, è stabilita nella misura del 30% (trenta per cento) dell’importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture, calcolato con riferimento al prezzo del contratto di appalto.
Ai sensi dell’art. 105 comma 4 e segg. del D.Lgs. n°50/2016 e s.m.i., l’affidamento in subappalto o in cottimo, previa autorizzazione della Stazione Appaltante, subordinata all’acquisizione del DURC dell’Appaltatore e del DURC del subappaltatore, è sottoposto alle seguenti condizioni:
- tale facoltà sia prevista espressamente nel bando di gara anche limitatamente a singole prestazioni e, per i lavori, sia indicata la categoria o le categorie per le quali è ammesso il subappalto. Tutte le prestazioni nonché le lavorazioni, a qualsiasi categoria appartengano, sono subappaltabili;
- all'atto dell'offerta abbiano indicato i lavori o le parti di opere ovvero i servizi e le forniture o parti di servizi e forniture che intendono subappaltare o concedere in cottimo;
- il concorrente dimostri l’assenza in capo ai subappaltatori dei motivi di esclusione di cui all’articolo 80 del D.Lgs. n°50/2016.
L’Appaltatore provvede al deposito, presso la Stazione Appaltante, di copia autentica del contratto di subappalto almeno 20 (venti) giorni prima della data di effettivo inizio dell’esecuzione delle relative lavorazioni subappaltate.
Al momento del deposito del contratto di subappalto presso la Stazione Appaltante, l’Appaltatore trasmette altresì la certificazione attestante il possesso da parte del subappaltatore dei requisiti di qualificazione prescritti dal D.Lgs. n°50/2016 e s.m.i. in relazione alla prestazione subappaltata, e la dichiarazione del subappaltatore attestante l’assenza dei motivi di esclusione di cui all’art. 80 del D.Lgs. n°50/2016. L’affidatario che si avvale del subappalto o del cottimo deve allegare alla copia autentica del contratto la dichiarazione circa la sussistenza o meno di eventuali forme di controllo o di collegamento a norma dell'articolo 2359 del codice civile con il titolare del subappalto o del cottimo. Analoga dichiarazione deve essere effettuata da ciascuno dei soggetti partecipanti nel caso di raggruppamento temporaneo, società o consorzio.
Nei confronti dell’affidatario del subappalto o del cottimo, si applicano le condizioni di cui all’articolo 67 del D.Lgs. 6 settembre 2011, n°159 “Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n°136”. A tale scopo:
1) se l’importo del contratto di subappalto è superiore ad euro 150.000, la condizione è accertata mediante acquisizione dell’informazione antimafia di cui all’articolo 91, comma 1, lettera c), del citato decreto legislativo n°159 del 2011 acquisita dalla competente prefettura ai sensi dell’articolo 99, comma 2-bis, del medesimo decreto legislativo n°159 del 2011;
2) se l’importo del contratto di subappalto è pari o inferiore a euro 150.000, in alternativa alla documentazione di cui al precedente numero 1), l’Appaltatore può produrre alla Stazione Appaltante l’autocertificazione del subappaltatore, sostitutiva della documentazione antimafia, ai sensi dell’articolo 89 del decreto legislativo n°159 del 2011;
3) per le attività imprenditoriali definite come maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa, ai sensi dell’articolo 1, commi 53 e 54 del decreto legislativo n°190 del 2012, l’informazione antimafia è acquisita attraverso la consultazione, anche in via telematica, di apposito elenco istituito presso ogni prefettura;
4) il subappalto è vietato, a prescindere dall’importo dei relativi lavori, se per l’impresa subappaltatrice è accertata una delle situazioni indicate dagli articoli 84, comma 4, o 91, comma 7, del citato Decreto Legislativo n°159 del 2011. Eventuali subappalti o cottimi sono altresì soggetti alle seguenti ulteriori condizioni:
L’affidatario deve praticare, per i lavori e le opere affidate in subappalto, gli stessi prezzi unitari risultanti dall’aggiudicazione ribassati in misura non superiore al 20% (20 per cento) nel rispetto degli standard qualitativi .e prestazionali previsti nel contratto di appalto. L’affidatario corrisponde i costi della sicurezza e della manodopera, relativi alle prestazioni affidate in subappalto, alle imprese subappaltatrici senza alcun ribasso. La Stazione Appaltante, sentita la Direzione dei Lavori, il Coordinatore della Sicurezza in fase di esecuzione, ovvero il Direttore dell’esecuzione, provvede alla verifica dell’effettiva applicazione della presente disposizione. L’affidatario è solidalmente responsabile con il subappaltatore degli adempimenti, da parte di questo ultimo, degli obblighi di sicurezza previsti dalla normativa vigente.
La Stazione Appaltante, ai sensi del comma 13 dell’articolo 105, D.lgs 50 del 18 aprile 2016, provvede al pagamento diretto dei subappaltatori, dei cottimisti e dei prestatori di servizi e fornitori di beni o lavori nei seguenti casi:
a. quando il subappaltatore o il cottimista è una microimpresa o piccola impresa;
b. in caso inadempimento da parte dell'appaltatore;
c. su richiesta del subappaltatore e se la natura del contratto lo consente;
Nel caso in cui la Stazione Appaltante non sia tenuta al pagamento diretto del subappaltatore o cottimista, l’Appaltatore è obbligato a trasmettere alla stessa Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx, xxxxx 00 (xxxxx) giorni dalla data di ciascun pagamento effettuato nei loro confronti, copia delle fatture quietanzate relative ai pagamenti da esso corrisposti ai subappaltatori o cottimisti. In tale documentazione devono risultare le ritenute di garanzia effettuate.
Qualora gli affidatari non trasmettano le fatture quietanziate di cui sopra relative al subappaltatore o al cottimista entro il predetto termine, la Stazione Appaltante sospende il successivo pagamento a favore degli affidatari. La sospensione dei pagamenti all’Appaltatore si applica anche alle somme dovute agli esecutori in subcontratto di forniture con posa in opera, le cui prestazioni sono pagate in base allo stato di avanzamento lavori, ovvero stato di avanzamento forniture;
Prima dell’effettivo inizio dei lavori oggetto di subappalto o di cottimo e comunque non oltre dieci giorni dall’autorizzazione da parte della Stazione Appaltante, l’Appaltatore e per suo tramite i subappaltatori, dovranno trasmettere, alla Stazione Appaltante stessa, la documentazione dell’avvenuta denunzia agli Enti previdenziali (inclusa la Cassa Edile), assicurativi e infortunistici, la documentazione di cui all’art. 90, comma 9, del D.Lgs. 9 aprile 2008, n°81 e s.m.i, nonché copia del Piano di Sicurezza.
L’Appaltatore risponde in solido con il subappaltatore:
o della effettuazione e del versamento delle ritenute fiscali sui redditi di lavoro dipendente;
o del versamento dei contributi previdenziali e dei contributi assicurativi obbligatori per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali dei dipendenti a cui è tenuto il subappaltatore;
Nei cartelli esposti all’esterno del cantiere devono essere indicati anche i nominativi di tutte le imprese subappaltatrici.
Le imprese subappaltatrici devono osservare integralmente il trattamento economico e normativo stabilito dai contratti collettivi nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si svolgono i lavori e sono responsabili, in solido con l’Appaltatore, dell’osservanza delle norme anzidette nei confronti dei loro dipendenti per le prestazioni rese nell’ambito del subappalto.
Ai fini del pagamento degli stati di avanzamento dei lavori o dello stato finale dei lavori, l’affidatario e, suo tramite, i subappaltatori, trasmettono alla Stazione Appaltante i dati necessari ai fini dell’acquisizione d’ufficio del DURC come previsto dall’art. 105, comma 9, del D.Lgs. n°50/2016.
Ai sensi dell’art. 105 comma 18 del D.Lgs. n°50/2016, la Stazione Appaltante provvede al rilascio dell’autorizzazione al subappalto entro 30 (trenta) giorni dalla relativa richiesta. Il termine di 30 (trenta) giorni può essere prorogato una sola volta, ove ricorrano giustificati motivi. Trascorso tale termine senza che si sia provveduto, l’autorizzazione si intende concessa a tutti gli effetti qualora siano verificate tutte le condizioni di legge per l’affidamento del subappalto.
Per i subappalti o cottimi di importo inferiore al 2% (due per cento) dell’importo delle prestazioni affidate o di importo inferiore a € 100.000 (Euro centomila/00), i termini per il rilascio dell’autorizzazione da parte della Stazione Appaltante sono ridotti della metà.
I lavori affidati in subappalto non possono essere oggetto di ulteriore subappalto pertanto il subappaltatore non può subappaltare a sua volta i lavori.
L’Appaltatore resta in ogni caso l’unico responsabile nei confronti della Stazione Appaltante per l’esecuzione delle opere oggetto di subappalto, sollevando quest’ultima da qualsiasi eventuale pretesa delle imprese subappaltatrici o da richieste di risarcimento danni eventualmente avanzate da terzi in conseguenza anche delle opere subappaltate.
Le Stazioni Appaltanti rilasciano i certificati necessari per la partecipazione e la qualificazione di cui all’articolo 83, comma 1, e all’articolo 84, comma 4, lettera b) del D.Lgs. n°50/2016, all’Appaltatore, scomputando dall’intero valore dell’appalto il valore e la categoria di quanto eseguito attraverso il subappalto. I subappaltatori possono richiedere alle Stazioni Appaltanti i certificati relativi alle prestazioni oggetto di appalto realmente eseguite.
Art. 37
DOCUMENTI CHE FANNO PARTE DEL CONTRATTO
Xxxxx parte integrante e sostanziale del contratto d’appalto, oltre al presente Capitolato Speciale d’Appalto, il Capitolato Generale d’Appalto, di cui al D.M. 145/2000 per quanto non in contrasto con il presente capitolato o non previsto da quest’ultimo, e la seguente documentazione:
a. La Relazione Generale;
b. La Relazione Tecnica Specialistica;
c. Il Capitolato Speciale d’Appalto;
d. L’Elenco Prezzi Unitari;
e. Il Piano di Sicurezza e Coordinamento, redatto ai sensi dell’Allegato XV del D.Lgs. n°81/2008 e D.Lgs. n°106/2009, recante i contenuti minimi dei piani di sicurezza;
f. Il Cronoprogramma dei Lavori;
g. Gli elaborati grafici progettuali;
h. Le polizze di garanzia.
Sono contrattualmente vincolanti tutte le leggi e le norme vigenti in materia di lavori pubblici e in particolare:
a. il Codice dei Contratti;
b. il Regolamento Generale, per quanto applicabile;
c. il decreto legislativo n°81 del 2008, con i relativi allegati.
Non fanno invece parte del contratto e sono estranei ai rapporti negoziali:
a. il computo metrico e il computo metrico estimativo;
b. le tabelle di riepilogo dei lavori e la loro suddivisione per categorie omogenee, ancorché inserite e integranti il presente Capitolato Speciale; esse hanno efficacia limitatamente ai fini dell’aggiudicazione per la determinazione dei requisiti speciali degli esecutori e ai fini della valutazione delle addizioni o diminuzioni dei lavori di cui all’articolo 106 del Codice dei Contratti;
c. le quantità delle singole voci elementari rilevabili dagli atti progettuali, e da qualsiasi altro loro allegato.
I documenti sopra elencati possono anche non essere materialmente allegati, fatto salvo il Capitolato Speciale e l’Elenco Prezzi Unitari, purché conservati dalla Stazione Appaltante e controfirmati dai contraenti.
In relazione alla tipologia di opera e al livello di progettazione posto a base di gara, possono essere allegati al contratto ulteriori documenti, dichiarati nel bando o nella lettera di invito, diversi dagli elaborati progettuali.
Qualora uno stesso atto contrattuale dovesse riportare delle disposizioni di carattere discordante, l’Appaltatore ne farà oggetto d’immediata segnalazione scritta alla Stazione Appaltante per i conseguenti provvedimenti di modifica.
Se le discordanze dovessero riferirsi a caratteristiche di dimensionamento grafico, saranno di norma ritenute valide le indicazioni riportate nel disegno con scala di riduzione minore. In ogni caso dovrà ritenersi nulla la disposizione che contrasta o che in minor misura collima con il contesto delle norme e disposizioni riportate nei rimanenti atti contrattuali.
Nel caso si riscontrassero disposizioni discordanti tra i diversi atti di contratto, fermo restando quanto stabilito nella seconda parte del precedente capoverso, l’Appaltatore rispetterà, nell’ordine, quelle indicate dagli atti seguenti: Contratto - Capitolato Speciale d’Appalto - Elenco Prezzi (ovvero modulo in caso di offerta prezzi) - Disegni.
Qualora gli atti contrattuali prevedessero delle soluzioni alternative, resta espressamente stabilito che la scelta spetterà, di norma e salvo diversa specifica, alla Direzione dei Lavori.
In caso di discordanza tra i vari elaborati di progetto vale la soluzione più aderente alle finalità per le quali il lavoro è stato progettato e comunque quella meglio rispondente ai criteri di ragionevolezza e di buona tecnica esecutiva.
L’Appaltatore dovrà comunque rispettare i minimi inderogabili fissati dal presente Capitolato avendo gli stessi, per esplicita statuizione, carattere di prevalenza rispetto alle diverse o minori prescrizioni riportate negli altri atti contrattuali.
L’interpretazione delle clausole contrattuali, così come delle disposizioni del Capitolato Speciale di gara, deve essere fatta tenendo conto delle finalità del contratto e dei risultati ricercati con l’attuazione del progetto approvato; per ogni altra evenienza trovano applicazione gli articoli da 1362 a 1371 del Codice Civile.
La sottoscrizione del contratto e dei suoi allegati da parte dell’Appaltatore equivale a dichiarazione di perfetta conoscenza e incondizionata accettazione, anche dei suoi allegati, della legge, dei regolamenti e di tutte le norme vigenti in materia di lavori pubblici, nonché alla completa accettazione di tutte le norme che regolano il presente appalto, e del progetto per quanto attiene alla sua perfetta esecuzione.
Art. 38
SOSPENSIONI - RIPRESE DEI LAVORI - PROROGHE
Per le sospensioni e la ripresa dei lavori si fa riferimento all’Art. 107 del D.Lgs. n°50/2016.
1. In tutti i casi in cui ricorrano circostanze speciali che impediscono in via temporanea che i lavori procedano utilmente a regola d’arte, e che non siano prevedibili al momento della stipulazione del contratto, il Direttore dei Lavori può disporre la sospensione dell’esecuzione del contratto, compilando, con l’intervento dell’esecutore o di un suo legale rappresentante, apposito verbale di sospensione, con l’indicazione delle ragioni che hanno determinato l’interruzione dei lavori, nonché dello stato di avanzamento dei lavori, delle opere la cui esecuzione rimane interrotta e delle cautele adottate affinché alla ripresa le stesse possano essere continuate ed ultimate senza eccessivi oneri, della consistenza della forza lavoro e dei mezzi d’opera esistenti in cantiere al momento della sospensione. Il verbale è inoltrato al Responsabile del Procedimento entro cinque giorni dalla data della sua redazione.
2. La sospensione può, altresì, essere disposta dal RUP per ragioni di necessità o di pubblico interesse, tra cui l’interruzione di finanziamenti per esigenze di finanza pubblica. Qualora la sospensione, o le sospensioni se più di una, durino per un periodo di tempo superiore ad un quarto della durata complessiva prevista per l’esecuzione dei lavori stessi, o comunque quando superino sei mesi complessivi, l’esecutore può chiedere la risoluzione del contratto senza indennità; se la Stazione Appaltante si oppone, l’esecutore ha diritto alla rifusione dei maggiori oneri derivanti dal prolungamento della sospensione oltre i termini suddetti. Nessun indennizzo è dovuto all’esecutore negli altri casi.
3. La sospensione è disposta per il tempo strettamente necessario. Cessate le cause della sospensione, il RUP dispone la ripresa dell’esecuzione e indica il nuovo termine contrattuale.
4. Ove successivamente alla consegna dei lavori insorgano, per cause imprevedibili o di forza maggiore, circostanze che impediscano parzialmente il regolare svolgimento dei lavori, l’esecutore è tenuto a proseguire le parti di lavoro eseguibili, mentre si provvede alla sospensione parziale dei lavori non eseguibili, dandone atto in apposito verbale. Le contestazioni dell’esecutore in merito alle sospensioni dei lavori sono iscritte a pena di decadenza nei verbali di sospensione e di ripresa dei lavori, salvo che per le sospensioni inizialmente legittime, per le quali è sufficiente l’iscrizione nel verbale di ripresa dei lavori; qualora l’esecutore non intervenga alla firma dei verbali o si rifiuti di sottoscriverli, deve farne espressa riserva sul registro di contabilità. Quando la sospensione supera il quarto del tempo contrattuale complessivo il Responsabile del Procedimento dà avviso all’ANAC. In caso di mancata o tardiva comunicazione l’ANAC irroga una sanzione amministrativa al RUP di importo compreso tra 50 e 200 euro per giorno di ritardo.
5. L’esecutore che per cause a lui non imputabili non sia in grado di ultimare i lavori nel termine fissato può richiederne la proroga, con congruo anticipo rispetto alla scadenza del termine contrattuale. In ogni caso la sua concessione non pregiudica i diritti spettanti all’esecutore per l’eventuale imputabilità della maggiore durata a fatto della Stazione Appaltante. Sull’istanza di proroga decide il Responsabile del Procedimento, sentito il Direttore dei Lavori, entro trenta giorni dal suo ricevimento. L’esecutore deve ultimare i lavori nel termine stabilito dagli atti contrattuali, decorrente dalla data del verbale di consegna ovvero, in caso di consegna parziale dall’ultimo dei verbali di consegna. L’ultimazione dei lavori, appena avvenuta, è comunicata dall’esecutore per iscritto al Direttore dei Lavori, il quale procede subito alle necessarie constatazioni in contraddittorio. L’esecutore non ha diritto allo scioglimento del contratto né ad alcuna indennità qualora i lavori, per qualsiasi causa non imputabile alla Stazione Appaltante, non siano ultimati nel termine contrattuale e qualunque sia il maggior tempo impiegato.
6. Nel caso di sospensioni totali o parziali dei lavori disposte dalla Stazione Appaltante per cause diverse da quelle di cui ai precedenti commi 1, 2 e 4, l’esecutore può chiedere il risarcimento dei danni subiti, quantificato sulla base di quanto previsto dall’articolo 1382 del codice civile.
Art. 39
VARIAZIONI ALLE OPERE PROGETTATE
Modifica di contratti durante il periodo di efficacia
La Stazione Appaltante si riserva la insindacabile facoltà di introdurre nelle opere, all’atto esecutivo, quelle varianti che riterrà opportune, nell’interesse della buona riuscita e dell’economia dei lavori, senza che l’Appaltatore possa trarne motivi per avanzare pretese di compensi ed indennizzi, di qualsiasi natura e specie, non stabiliti nel presente Capitolato Speciale.
Le modifiche al contratto saranno ammesse solo per le motivazioni e nelle forme previste dall’art. 106 del D.Lgs. n°50/2016.
1. I contratti di appalto possono essere modificati senza una nuova procedura di affidamento a norma del Codice nei casi seguenti:
a) se le modifiche, a prescindere dal loro valore monetario, sono state previste nei documenti di gara iniziali in clausole chiare, precise e inequivocabili, che possono comprendere clausole di revisione dei prezzi. Tali clausole fissano la portata e la natura di eventuali modifiche nonché le condizioni alle quali esse possono essere impiegate, facendo riferimento alle variazioni dei prezzi e dei costi standard, ove definiti. Esse non apportano modifiche che avrebbero l’effetto di alterare la natura generale del contratto o dell’accordo quadro. Per i contratti relativi ai lavori, le variazioni di prezzo in aumento o in diminuzione possono essere valutate, sulla base dei prezzari di cui all’articolo 23, comma 7 del D.Lgs. n°50/2016, solo per l’eccedenza rispetto al dieci per cento rispetto al prezzo originario e comunque in misura pari alla metà. Per i contratti relativi a servizi o forniture stipulati dai soggetti aggregatori restano ferme le disposizioni di cui all’articolo 1, comma 511, della legge 28 dicembre 2015, n°208;
b) per lavori, servizi o forniture, supplementari da parte del contraente originale che si sono resi necessari e non erano inclusi nell’appalto iniziale, ove un cambiamento del contraente produca entrambi i seguenti effetti, fatto salvo quanto previsto dal successivo comma 5 per gli appalti nei settori ordinari:
1) risulti impraticabile per motivi economici o tecnici quali il rispetto dei requisiti di intercambiabilità o interoperabilità tra apparecchiature, servizi o impianti esistenti forniti nell’ambito dell’appalto iniziale;
2) comporti per l’amministrazione aggiudicatrice o l’ente aggiudicatore notevoli disguidi o una consistente duplicazione dei costi;
c) ove siano soddisfatte tutte le seguenti condizioni, fatto salvo quanto previsto per gli appalti nei settori ordinari dal successivo comma 5:
1) la necessità di modifica è determinata da circostanze impreviste e imprevedibili per l’amministrazione aggiudicatrice o per l’ente aggiudicatore. In tali casi le modifiche all’oggetto del contratto assumono la denominazione di varianti in corso d’opera. Tra le predette circostanze può rientrare anche la sopravvenienza di nuove disposizioni legislative o regolamentari o provvedimenti di autorità od enti preposti alla tutela di interessi rilevanti;
2) la modifica non altera la natura generale del contratto;
d) se un nuovo contraente sostituisce quello a cui la Stazione Appaltante aveva inizialmente aggiudicato l’appalto a causa di una delle seguenti circostanze:
1) una clausola di revisione inequivocabile in conformità alle disposizioni di cui alla lettera a);
2) all’aggiudicatario iniziale succede, per causa di morte o per contratto, anche a seguito di ristrutturazioni societarie, comprese rilevazioni, fusioni, scissioni, acquisizione o insolvenza, un altro operatore economico che soddisfi i criteri di selezione qualitativa stabiliti inizialmente, purché ciò non implichi altre modifiche sostanziali al contratto e non sia finalizzato ad eludere l’applicazione del presente codice;
3) nel caso in cui l’amministrazione aggiudicatrice o l’ente aggiudicatore si assuma gli obblighi del contraente principale nei confronti dei suoi subappaltatori;
2. Ferma restando la responsabilità dei progettisti esterni, i contratti possono parimenti essere modificati, oltre a quanto previsto al precedente comma 1, anche a causa di errori o di omissioni del progetto esecutivo che pregiudicano, in tutto o in parte, la realizzazione dell’opera o la sua utilizzazione, senza necessità di una nuova procedura a norma del Codice, se il valore della modifica è al di sotto di entrambi i seguenti valori:
a) le soglie fissate all’articolo 35 del D.Lgs. n°50/2016;
b) il 10 per cento del valore iniziale del contratto per i contratti di servizio e fornitura sia nei settori ordinari che speciali ovvero il 15 per cento del valore iniziale del contratto per i contratti di lavori sia nei settori ordinari che speciali. Tuttavia la modifica non può alterare la natura complessiva del contratto o dell’accordo quadro. In caso di più modifiche successive, il valore è accertato sulla base del valore complessivo netto delle successive modifiche.
3. Ai fini del calcolo del prezzo di cui ai commi 1, lettere b) e c), 2 e 5 il prezzo aggiornato è il valore di riferimento quando il contratto prevede una clausola di indicizzazione.
4. Le amministrazioni aggiudicatrici o gli enti aggiudicatori che hanno modificato un contratto nelle situazioni di cui al comma 1, lettere b) e c), pubblicano un avviso al riguardo nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Tale avviso