Anas SpA Area Compartimentale Valle d'Aosta Intervento di manutenzione straordinaria per l'adeguamento dei livelli di luminanza mediante il rifacimento degli impianti di illuminazione e di segnalazione della galleria "Elevaz 1" dal km 138+000 al km...
Anas SpA Area Compartimentale Valle d'Aosta | ||||||
Intervento di manutenzione straordinaria per l'adeguamento dei livelli di luminanza mediante il rifacimento degli impianti di illuminazione e di segnalazione della xxxxxxxx "Xxxxxx 0" xxx xx 000x000 xx xx 000x000 della XX 00 "xxxxx Xxxxx X'Xxxxx" | ||||||
PROGETTAZIONE : | ||||||
ANAS - COMPARTIMENTO DI AOSTA | ||||||
I PROGETTISTI Xxx. Xxxxxxxx XXXXXXXX P.i. Xxxxxxxx XXXXXX | GRUPPO DI PROGETTAZIONE ANAS | |||||
COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE Xxx. Xxxxxxxx XXXXXXXX | ||||||
VISTO: IL RESP. DEL PROCEDIMENTO Xxx. Xxxxxxx XXXXX | ||||||
ASSISTENZA ALLA PROGETTAZIONE Cambiaso Ingegneria Srl Xxx. Xxxxxxxx Xxxxxxxx Via Brigata Liguria 1 int.9 sc.A 00000 Xxxxxx tel. 0000000000 | ||||||
XXX XX0000XX000 | DATA | PERIZIA n. 18 del 21.02.2017 | ||||
ELABORATO 6 | CSA Norme tecniche | |||||
CODICE PROGETTO PROGETTO LIV. PROG. N. PROG. | NOME FILE | REVISIONE | SCALA: | |||
CODICE ELAB. | A | |||||
C | $**,251$0(172 | |||||
B | $**,251$0(172 | |||||
A | EMISSIONE | 20/01/2017 | X.XXXXXX | X.XXXXXXXX | ||
REV. | DESCRIZIONE | DATA | REDATTO | VERIFICATO | APPROVATO |
C | O | A | O | 0 | 1 | 8 | E |
9 | 8 | 5 | 8 |
P | 0 | 0 | I | M | 0 | 0 | T | A | M | E | T | 0 | 2 |
SOMMARIO
1.1 DESIGNAZIONE DELLE OPERE D’APPALTO 9
1.2 DESCRIZIONE ANALITICA DELLE OPERE E FORNITURE DI MANUTENZIONE 9
1.3 REQUISITI MINIMI DI SERVIZIO 11
1.4 CONOSCENZA DELLE CONDIZIONI DI APPALTO 17
1.5 OSSERVANZA DI LEGGI, REGOLAMENTI DEL CAPITOLATO GENERALE DI APPALTO 17
1.6 DOCUMENTAZIONE TECNICA RICHIESTA PER GLI IMPIANTI 18
1.7 MESSA IN ESERCIZIO DELLA GALLERIA 19
1.8 VERIFICHE E PROVE FINALI 21
2.6 ATTRAVERSAMENTI INTERRATI 26
2.10 SABBIE, GHIAIE E PIETRISCHI 28
2.11 CALCESTRUZZI STRUTTURALI 29
3 IMPIANTO DI DRENAGGIO LIQUIDI INFIAMMABILI E DI CALOTTA 29
3.2 LAMIERE PER RACCOLTA DELLE ACQUE DI VOLTA 30
3.3 CANALETTA ISPEZIONABILE FRANGIFIAMMA PER DRENAGGIO PIATTAFORMA 30
3.4 VASCA DI ACCUMULO LIQUIDI 31
4 IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE IN GALLERIA E ALL’APERTO 32
4.2 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE A LED PER GALLERIA 33
4.3 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE A LED PER ESTERNO 33
4.6 SISTEMA DI CONTROLLO E REGOLAZIONE ILLUMINAZIONE A LED 36
5 IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA 40
5.2 CORPO ILLUMINATE PUNTUALE PER ILLUMINAZIONE DI EVACUAZIONE 40
5.3 PLAFONIERA PER IDENTIFICAZIONE USCITA DI EMERGENZA 41
5.4 SEGNA MARGINE OTTICO A LED 42
5.5 ALIMENTATORE STABILIZZATO AC/DC 42
6 APPARECCHIATURE E DISTRIBUZIONE ELETTRICA IN CABINA 43
6.1 STRUTTURA PREFABBRICATA PER LOCALE TECNICO 43
6.3 IMPIANTO LUCE, FM E SPECIALI IN CABINA 45
6.6 QUADRI DI BASSA TENSIONE 46
6.7 CARATTERISTICHE TECNICHE 46
6.8 RISPONDENZA A NORME TECNICHE E LEGGI ANTINFORTUNISTICHE 47
6.9 COMPOSIZIONE E SUDDIVISIONE DEL QUADRO 47
6.12 SBARRE PRINCIPALI E DERIVAZIONI 49
6.13 CIRCUITI AUSILIARI E CABIAGGI 49
6.15 QUADRI DI DISTRIBUZIONE SECONDARIA 51
6.16 GRUPPO STATICO DI CONTINUITÀ PER IMPIANTI DI GALLERIA 52
6.17 GRUPPO STATICO DI CONTINUITÀ PER LOCALE TECNICO DI CABINA 57
7.2 IMPIANTO DI MONITORAGGIO DELLE AREE ESTERNE 60
7.3 SISTEMA ANTIEFFRAZIONE POZZETTI 60
7.4 SISTEMA ANTINTRUSIONE DI CABINA 61
7.5 SISTEMA ANTIFURTO E MONITORAGGIO CAVI 61
7.7 PROTEZIONE COPERCHI DA PALO 63
7.9 INIEZIONI DI MISCELE CEMENTIZIE 64
8 IMPIANTO DI MESSA A TERRA 64
8.2 SPECIFICHE IMPIANTO DI TERRA 66
9 IMPIANTO DI SEGNALETICA VERTICALE DI EMERGENZA 67
9.3 PANNELLI A MESSAGGIO VARIABILE 68
9.4 PANNELLI A MESSAGGIO VARIABILE GRAFICO FULL COLOR 69
9.5 UNITÀ DI CONTROLLO LOCALE PER GESTIONE PMV 70
9.6 PANNELLO DI PERCORRENZA CORSIA 72
9.7 PORTALE IN ACCIAIO ZINCATO A CALDO 72
9.8 CARTELLO LUMINOSO SOS - ESTINTORE - IDRANTE 73
9.9 CARTELLO DI INDICAZIONE LUOGO SICURO O USCITE ALL’APERTO 74
9.10 CARTELLO DI INDICAZIONE BY-PASS 75
9.11 CARTELLO DI INDICAZIONE PIAZZOLA DI SOSTA 75
10 IMPIANTO DI VIDEOSORVEGLIANZA 75
10.2 TELECAMERA FISSA FULL HD 76
11 IMPIANTO DI TRASMISSIONE DATI E SUPERVISIONE 78
11.4 PLC PER GALLERIE A SINGOLO/DOPPIO FORNICE DI LUNGHEZZA COMPRESA TRA
11.5 PLC PER GALLERIE A SINGOLO/DOPPIO FORNICE DI LUNGHEZZA COMPRESA TRA 1000 E 2000 METRI 81
11.6 PLC PER GALLERIE A SINGOLO/DOPPIO FORNICE DI LUNGHEZZA SUPERIORE AI
11.7 XXXXXXX XX XXXXX XXX/XXX 00
11.10 SOFTWARE DI SUPERVISIONE PER GALLERIE A SINGOLO/DOPPIO FORNICE DI LUNGHEZZA COMPRESA TRA 500 E 1000 METRI 84
11.11 SOFTWARE DI SUPERVISIONE PER GALLERIE A SINGOLO/DOPPIO FORNICE DI LUNGHEZZA COMPRESA TRA 1000 E 2000 METRI 87
11.12 SOFTWARE DI SUPERVISIONE PER GALLERIE A SINGOLO/DOPPIO FORNICE DI LUNGHEZZA SUPERIORE AI 2000 METRI 89
12.3 CAVI TIPO FG10(O)M1 0.6/1KV E FG10M1 0.6/1KV – CEI 20-13 93
12.4 CAVI RESISTENTI AL FUOCO TIPO FTG10(O)M1 0.6/1 KV E FTG10M1 0.6/1KV– CEI
12.5 CAVI TIPO N07G9-K 450/750V - CEI 20-38 96
12.6 CAVI TIPO H05V-K 300/500V - CEI 20-20 96
12.7 CAVI TIPO N07V-K 450/750V - CEI 20-20 97
12.8 CAVI TIPO ARG7R - CEI 20-13 E CEI 20-29 97
12.10 CAVI ISOLATI (PER CIRCUITI DI SEGNALAZIONE, SOCCORSO E TELECONTROLLO) 98
12.11 PROPRIETÀ "ANTIFIAMMA" E "ZERO ALOGENI" 98
12.12 CAVI PER MT TIPO RG7H1R - CEI 20-13 98
12.13 CAVI PER TRASMISSIONE DATI 99
12.15 SISTEMI DI POSA DEI CAVI 100
12.16 ATTRAVERSAMENTO SUPERFICI DI COMPARTIMENTAZIONE 101
12.17 PRODOTTI PER BARRIERA TAGLIAFUOCO 102
12.18 SETTI TAGLIAFUOCO DI TIPO COMPONIBILE 102
13 CAVIDOTTI E PASSERELLE 103
13.1 TUBAZIONI 103
13.2 CANALIZZAZIONI 106
13.3 TUBO RIGIDO IN PVC SERIE PESANTE 108
13.4 TUBO RIGIDO IN PVC FILETTABILE 108
13.5 TUBO CORRUGATO IN PVC SERIE PESANTE 109
13.6 GUAINA FLESSIBILE CON SPIRALE RIGIDA IN PVC 109
13.7 GUAINA FLESSIBILE CON SPIRALE IN ACCIAIO ZINCATO 110
13.8 TUBO IN PVC CON GIUNTI A BICCHIERE 110
13.9 TUBO IN ACCIAIO ZINCATO LEGGERO 110
13.10 TUBAZIONI IN ACCIAIO INOX 111
13.11 CAVIDOTTO IN PVC/PE CORRUGATO PER POSA INTERRATA 111
13.12 CANALE O PASSERELLA IN ACCIAIO INOX 111
13.13 CANALE O PASSERELLA IN ACCIAIO INOX CON COPERCHIO 112
13.14 CANALE IN PVC AUTOPORTANTE 112
13.15 CANALE IN PVC AUTOPORTANTE CON COPERCHIO 113
14 CASSETTE DI DERIVAZIONE 113
14.1 GENERALITÀ 113
14.2 CASSETTE DI DERIVAZIONE IN ACCIAIO INOX 115
14.3 CASSETTE DI DERIVAZIONE RESISTENTI AL FUOCO 115
14.4 CASSETTE DI DERIVAZIONE STAGNE DA ESTERNO IN PVC 115
14.5 CASSETTE DI DERIVAZIONE METALLICHE 116
15 ULTERIORI PRESCRIZIONI SULLE OPERE 117
15.1 VERNICIATURE 117
15.2 ETICHETTATURA ED INDIVIDUAZIONE COMPONENTI 117
15.3 MATERIALI PER OPERE METALLICHE 117
15.4 FERRO 118
15.5 CARPENTERIE IN ACCIAIO 118
15.6 SALDATURE 119
15.7 BULLONATURE 119
15.8 ACCIAI INOSSIDABILI 119
15.9 ACCIAI IN BARRE AD ADERENZA MIGLIORATA B450 C 120
15.10 RETI IN ACCIAIO ELETTRO-SALDATO 121
16 ACCETTAZIONE, QUALITÀ ED IMPIEGO DEI MATERIALI 121
1 OGGETTO DELL’APPALTO
Il presente capitolato disciplina l'appalto avente per oggetto l'esecuzione dei lavori e delle sommi- nistrazioni in economia occorrenti per la manutenzione straordinaria delle apparecchiature elettro- meccaniche e più in generale degli impianti tecnologici presenti nelle tratte stradali.
Il documento disciplina le norme tecniche prestazionali dei sistemi e sub sistemi impiantistici pre- senti nelle infrastrutture stradali con particolare riferimento alle gallerie stradali monodirezionali e bidirezionali.
-
1.1 DESIGNAZIONE DELLE OPERE D’APPALTO
Sono oggetto del presente capitolato:
Impianti in galleria che consistono essenzialmente in
• impianto di illuminazione permanente, di sicurezza e di rinforzo;
• segnaletica luminosa;
• pannelli messaggio variabile (PMV);
• semafori;
• sistema SOS;
• impianto TVCC;
• sistema di supervisione ed automazione di galleria;
• impianti elettrici di alimentazione;
• cabine elettriche;
• quadri elettrici MT e BT;
• gruppi di continuità (UPS);
• distribuzione elettrica primaria ;
• distribuzione elettrica secondaria;
• servizi ausiliari;
• impianti di trasmissione dati/fonia in fibra ottica.
1.2 DESCRIZIONE ANALITICA DELLE OPERE E FORNITURE DI MANUTENZIONE
Per manutenzione straordinaria si intende la serie di interventi non periodici.
La manutenzione straordinaria è una tipologia di intervento comportante opere e modifiche neces- sarie per consolidare, rinnovare e sostituire parti anche strutturali, nonché per realizzare e integra-
re i servizi tecnologici. E’ considerata manutenzione straordinaria ogni intervento di rinnovamento o sostituzione di parti complete sia strutturali sia tecnologiche.
Si riporta l’elenco dei principali interventi rientranti nella manutenzione straordinaria di galleria:
- impianti elettrici:
• rifacimento per adeguamento a norme di legge o CEI;
• rifacimento e adeguamento alle norme di sicurezza;
• sostituzione dei trasformatori MT/BT;
• sostituzione apparecchiature di cabine (UPS, rifasatori, centraline);
• spostamento dei contatori;
• sostituzione o intervento sui quadri generali;
• sostituzione dei corpi illuminanti;
• installazione o sostituzione di impianto di terra/parafulmine.
- impianti di ventilazione:
• sostituzione di ventilatore di galleria;
• sostituzione della rete di distribuzione dell’aria;
• sostituzione delle serrande tagliafuoco;
- impianti antincendio:
• sostituzione gruppo di sollevamento;
• sostituzione idranti;
• sostituzione o integrazione di porte tagliafuoco;
• modifica o adeguamento rete distribuzione acqua antincendio;
• rifacimento impianto di rilevazione incendio.
- impianti di sicurezza:
• rifacimento impianto TVCC, di segnalazione, di supervisione, radio;
• sostituzione centrale;
• integrazione impianto con nuovi punti di rilevazione.
L’impresa dovrà effettuare preventivamente un sopralluogo, con modalità e tempistiche concordan- te con l’Appaltante. Nello specifico l’impresa dovrà effettuare la verifica dello stato di fatto della
galleria, in relazione a tutti gli impianti, allo stato di usura e deterioramento dei materiali e alla loro corretta funzionalità. L’impresa dovrà inoltre raccogliere informazioni relative alla consistenza in termini di numero di apparecchiature e componenti installati per fornire un quadro complessivo chiaro del manufatto.
Da un punto di vista operativo l’impresa è tenuta ad effettuare tutte le operazioni necessarie per garantire il corretto funzionamento dei sistemi installati all’interno della galleria e nell’area di perti- nenza. In particolare tutte le attività di manutenzione straordinaria, qualora non espressamente oggetto contrattuale, dovranno essere concordate con la società Appaltante.
1.3 REQUISITI MINIMI DI SERVIZIO
Di seguito si riportano le prescrizioni e requisiti minimi dovuti dalla società appaltatrice.
Nello specifico si delineano le logiche attraverso le quali deve essere erogato il servizio, in relazione a tutte le azioni necessarie previste dalle norme e dalla buona tecnica col fine di svolgere corretta- mente le pratiche manutentive.
Al fine della corretta gestione del processo l’impresa appaltatrice dovrà eseguire i lavori garantendo nel contempo la corretta e chiara gestione della documentazione secondo standard che garantisca- no la qualità e la tracciabilità del processo.
Nello specifico si vuole veicolare l’informazione destinata a guidare gli interventi di manutenzione e d’ispezione, nonché la raccolta delle informazioni di ritorno conseguenti all’intervento per l’aggiornamento del sistema informativo.
Esecuzione dell’intervento manutentivo
Dovranno essere fornite prove fotografiche per documentare l’avvenuto intervento sul componen- te/macchinario interessato dal guasto.
Tutti gli eventuali problemi sorti durante la fase di esecuzione dell’intervento dovranno essere tem- pestivamente segnalati al responsabile dell’Appaltante per via telefonica, e attraverso supporto in- formatico per tenere traccia della comunicazione avvenuta e completata da una relazione tecnica opportunamente inserita nel sistema informatico.
Nello specifico la raccolta, il trattamento e l’archiviazione di tutti i dati legati al processo manutenti- vo deve essere effettuata col supporto di moduli che interagiscono tra di loro.
Per questo motivo l’appaltatore dovrà utilizzare un Document Management System denominato PDM ANAS, per l’archiviazione dei documenti sia di quelli relativi all’anagrafica delle apparecchiatu- re sia per quanto riguarda gli AS-BUILT.
Nel predisporre gli strumenti di raccolta e articolazione delle informazioni da acquisire, l’impresa appaltatrice dovrà considerare:
- il livello delle informazioni prodotte, ovvero trasmesse ed acquisite nelle fasi precedenti il proces- so costruttivo e gestionale - manutentivo;
- la trasmissibilità delle informazioni manutentive tra tutti gli operatori del processo;
- gli obblighi di legge;
Ai fini manutentivi, il sistema di classificazione e di codificazione deve seguire un preciso processo di qualità in modo da permettere di identificare in maniera chiara e univoca:
- le principali peculiarità del manufatto e le sue parti.
- le unità tecnologiche e i singoli elementi tecnici (sistema tecnologico);
- le tipologie di attività (servizi) gestionali e manutentivi;
- le specializzazioni delle imprese e degli operatori che eseguono le attività.
Fase di start-up
Nella fase di start-up si dovranno raccogliere inizialmente i nominativi delle ditte che sono interve- nute nella costruzione e quelli delle ditte fornitrici dei materiali ed attrezzature che compongono il manufatto.
Dovranno essere raccolte e archiviate tutte le certificazioni, le garanzie e le coperture assicurative disponibili, relative all’intero sistema galleria nel suo complesso o a classi di elementi del sistema tecnologico.
Nella stessa fase di transizione iniziale dovranno essere verificati e aggiornati tutti gli elaborati gra- fici di AS-BUILT per assicurare di disporre all’inizio delle attività offerte, di un archivio grafico ag- giornato e che rispecchi il reale stato di fatto di ciò che è oggetto di incarico.
L’impresa appaltatrice si farà carico di adempiere a quanto sopra indicato in un tempo massimo di 3 (tre) mesi a partire dall’assegnazione dell’incarico qualora non già meglio definito nelle norme generali di appalto.
Conduzione e gestione impianti
La fase di conduzione e gestione si articolerà in tutta una serie di attività volte a rendere più effi- ciente le lavorazioni. Nello specifico per la corretta gestione dovranno essere prodotte tutta una serie di raccolte dati e schede per il recording dell’informazione relativa a:
• caratteristiche impiantistico-tecnologiche;
• fascicolazione;
• schede tecniche;
• specifiche di prestazione.
Questi strumenti devono essere finalizzati alla gestione dei sistemi installati fino alla specificità del singolo apparecchio e del componente. Accanto a questi ultimi dovranno essere affiancati i piani di manutenzione che di volta in volta verranno implementati con l’integrazione di informazioni e sup- portati dal sistema di gestione della manutenzione.
Caratteristiche impiantistico-tecnologiche
L’individuazione delle caratteristiche tecnologiche delle singole dotazioni impiantistiche avverrà considerando:
✓ i dati tecnici di progetto;
✓ la tipologia di impianto (descrizione tecnica degli impianti);
✓ il tipo, le caratteristiche ed il numero delle apparecchiature costitutive dell’impianti;
✓ le potenzialità specifiche dei singoli impianti e loro parti.
Fascicolazione
A seguito della raccolta della documentazione tecnico-amministrativa, identificativa e grafica del manufatto, sarà predisposto un fascicolo, nel quale dovranno essere inseriti tutti i documenti esi- stenti e/o disponibili. Sulla documentazione raccolta sarà eseguito un esame dei contenuti e dei da- ti. Tale esame è finalizzato a rilevare eventuali mancanze di documenti e/o disegni, ad evidenziare le incongruenze tra i dati, nonché a delineare le procedure da attivare per l’attività di sopralluogo.
Scheda tecnica
La scheda tecnica illustrerà le caratteristiche essenziali delle parti costitutive degli impianti, il loro funzionamento, le condizioni di installazione, le operazioni manutentive semplici e i dispositivi di protezione adottati.
Deve essere prevista una articolazione in schede per ciascuna unità tecnologica ed elemento tecni- co rilevante ai fini manutentivi, contenente informazioni relative a:
- identificazione fisica, tecnica e commerciale (dati sulla provenienza, se conosciuti);
- materiali costituenti e modalità di assemblaggio/disassemblaggio dell’unità o delle sue par- ti;
- rappresentazione e descrizione delle modalità di funzionamento;
- connessioni tra le unità adiacenti;
- -prestazioni attinenti la manutenzione, ovvero relative ai requisiti di affidabilità e manute- nibilità,durata prevista nel ciclo di vita utile, con o senza manutenzione periodica;
- ispezionabilità, ossia modalità di accesso all’elemento e dispositivi atta a favorirla;
- indicazioni relative ad eventuali emissioni di sostanze tossico-nocive derivanti da anomalie o guasti che possono prodursi durante e alla fine del ciclo di vita dell’unità tecnologica e dell’elemento tecnico.
Specifiche di prestazione
La scheda delle specifiche tecniche di prestazioni ha come obiettivo l’identificazione e la descrizione del che cosa si vuole nel tempo in fatto di qualità tecnologica.
I manuali di manutenzione relativi a prodotti complessi evidenzieranno con una precisa formalizza- zione le esigenze attese dell’utenza, al fine di trasporle in una serie di caratteri che le connotano (requisiti) a cui sono attribuibili termini quantitativi (prestazioni) e relative istruzioni operative (spe- cifiche di prestazione) da soddisfare.
Dovrà essere posta particolare attenzione al rendimento prestazionale dei sistemi da un punto di vista tecnologico, indicando:
- le classi di requisiti tecnologici per ciascun subsistema tecnologico e/o elemento tecnico nel ciclo di vita;
- le specifiche di prestazioni tecnologiche di ciascun subsistema tecnologico e/o elemento tecnico nel ciclo di vita.
Per individuare e valutare il rendimento prestazionale dei subsistemi tecnologici o delle loro parti, durante il ciclo di vita utile dell’organismo edilizio, si dovrà:
- definire antecedentemente, in applicazione della politica gestionale-manutentiva e dei dettati di legge, i requisiti e le relative specifiche di prestazione, tecnologiche ed ambientali, da rispettare tassativamente;
- definire le specifiche di prestazione dei requisiti attinenti la manutenzione, ovvero requisiti di affi- dabilità, durabilità, manutenibilità, adattabilità alle variazioni d’uso durata prevista nel ciclo di vita
Scheda di monitoraggio diagnostico
L’impresa appaltatrice dovrà produrre le schede di monitoraggio diagnostico mediante le quali indi- viduerà e descriverà puntualmente, per ogni unità tecnologica ed elemento tecnico, le informazioni necessarie per effettuare la diagnosi dello stato di degrado fisico e/o funzionale degli impianti, oltre a fornire i criteri di valutazione dell’entità del degrado, nonché lo scostamento dalle prestazioni ri- chieste. La scheda di monitoraggio diagnostico indicherà:
- cosa controllare: le parti (elemento tecnico e sua localizzazione) che possono essere sog- gette al degrado fisico e/o funzionale;
- come controllare: i metodi normalizzati e gli strumenti da adottare per la diagnosi generale e l’eventuale diagnosi approfondita (strumentazioni e metodi di prova da adottare);
- che cosa si può riscontrare: i segni più frequenti di anomalia e di difetto, (che possono an- ticipare l’insorgenza del guasto), i sintomi degli stati di alterazione o di degradazione, le più frequenti modalità di guasto, le eventuali modalità di propagazione di guasti;
- come valutare: i criteri guida per l’interpretazione dei segni riscontrati, per la valutazione dell’entità del guasto o del degrado, per l’individuazione delle cause;
- quando o come ricontrollare: le scadenze da prevedere e le metodiche da adottare per le successive ispezioni periodiche (frequenza delle ispezioni periodiche).
Le informazioni contenute nelle schede dovranno consentire di costruire, attraverso la raccolta del- le “informazioni di ritorno”, le statistiche ragionate degli interventi ispettivi, finalizzate ad individua- re:
- il comportamento degli elementi tecnici sottoposti ad invecchiamento naturale;
- i fattori esterni ed interni che influenzano l’insorgere di patologie e le cadute prestazionali.
Per la manutenzione predittiva e programmata a scadenza fissa si raccoglieranno i dati relativi a:
- l’eventuale isolamento dell’elemento oggetto dell’intervento;
- le modalità di esecuzione degli interventi predittivi e/o programmati;
- le risorse necessarie per poterli realizzare (attrezzature, materiali da utilizzare, manodopera, tem- pi), ovvero le competenze richieste e i costi preventivati per lo svolgimento dell’intervento;
- i pericoli che eventualmente possono presentarsi nel corso dei lavori di manutenzione, nonché i dispositivi e/o i provvedimenti programmati per prevenire tali rischi;
- gli eventuali disturbi all’utenza o a terzi causabili dall’intervento;
- l’eventuale indisponibilità di altre unità tecnologiche o parti del sistema nel corso dell’intervento;
- come limitare il danneggiamento del prodotto durante l’esecuzione degli interventi;
- gli eventuali test di funzionamento;
- la rimessa in esercizio.
Document management
L’impresa appaltatrice dovrà usare un sistema di gestione documentale denominato PDM ANAS (si- stema proprietario) per eseguire operazioni massive sui documenti, catalogandoli attraverso un opportuno protocollo di qualità definito dall’Appaltante che consente di reperire le informazioni in maniera facile e accessibile, con una notevole riduzione dei tempi rispetto a un approccio basato unicamente su schede tecniche che potrebbe comportare anche ulteriori problematiche sia di smar- rimento che deterioramento della documentazione stessa.
In particolare il PDM consentirà all’impresa appaltatrice di effettuare le seguenti operazioni:
✓ creare Schede Anagrafiche dei documenti oggetto di consegna;
✓ effettuare l’upload dei file nelle schede anagrafiche;
✓ creare ed emettere la ricevuta elettronica di consegna da firmare e inviare ad ANAS;
✓ correggere gli eventuali documenti da modificare;
✓ ricevere le stampe dei documenti verificati/istruiti;
✓ controllare la correttezza delle stampe.
Per maggiori dettagli relativi alle procedure che l’appaltatore dovrà seguire nell’utilizzo del sistema si faccia riferimento al documento “Capitolato d’Oneri - Prescrizioni per la consegna dei documenti tramite il “Sistema PDM” di Anas”
Gestione dell’anagrafica tecnica e degli AS-BUILT
Al processo di gestione della documentazione dovrà essere dato massimo risalto, per soddisfare ai requisiti qualitativi che le esigenze delle attività di manutenzione impongono. Nello specifico ogni qualvolta saranno effettuate delle modifiche agli impianti, sia di tipo funzionale che strutturale, come ad esempio nel layout delle apparecchiature in campo, cambiamento di passaggi di tubazioni, nuove disposizioni dei corpi illuminanti, ecc., l’impresa appaltatrice provvederà ad aggiornare la do- cumentazione grafica e a reinserirla in tempi ridotti all’interno del sistema di gestione della docu- mentazione (PDM ANAS).
In questo modo sarà possibile tenere traccia dei mutamenti di ciascun impianto durante il naturale ciclo di vita ed avere un riferimento sempre aggiornato della situazione impiantistica. E’ inoltre con- siderato imprescindibile l’accompagnamento da parte dell’appaltatrice nei confronti dell’appaltante nel delicato passaggio nella fase di start-up appena successiva all’assegnazione delle attività si ser- vizio di manutenzione e la fase successiva alla conclusione del servizio stesso.
1.4 CONOSCENZA DELLE CONDIZIONI DI APPALTO
L'assunzione dell'appalto di cui al presente Capitolato implica da parte dell'Appaltatore la conoscen- za perfetta non solo di tutte le norme generali e particolari che lo regolano, ma altresì di tutte le condizioni locali che si riferiscono ai lavori ed alle somministrazioni, quali la possibilità di poter uti- lizzare materiali locali in rapporto ai requisiti richiesti, l'esistenza di adatti scarichi dei rifiuti ed in generale di tutte le circostanze generali e speciali che possano aver influito sul giudizio dell'Appal- tatore circa la convenienza di assumere l'opera, anche in relazione al ribasso da lui offerto sui prez- zi stabiliti dall'Appaltante.
-
1.5 OSSERVANZA DI LEGGI, REGOLAMENTI DEL CAPITOLATO GENERALE DI APPALTO
L'appalto è regolato, oltre che dalle norme del presente Capitolato Norme Tecniche principalmente dal Capitolato Norme Generali a cui fare riferimento per gli aspetti legali ed amministrativi ed per l’applicazione contrattuale.
L’impresa, ad integrazione di quanto prescritto nel Capitolato Norme Generali si intende inoltre ob- bligata all'osservanza:
a) della normativa vigente relativa alla sicurezza degli impianti elettrici di illuminazione pubbli- ca ed in particolare da quanto previsto dalla Legge 1 marzo 1968 n. 186 e sue successive modifiche ed integrazioni;
b) del DM 37/08;
c) del DPR 151/11 e ss.mm.ii;
d) delle Norme del Comitato Elettrotecnico Italiano (C.E.I), dell'Ente erogatore dell'energia elettrica e gestore delle linee ed apparecchiature elettriche ed impianti telefonici e trasmis- sione dati;
e) delle Norme dell'Ente di Unificazione Italiano U.N.I. per quanto applicabili;
f) della normativa tecnica europea con particolare riferimento alle guide del PIARC;
g) delle leggi e regolamenti relativi agli impianti elettrici, nonché di tutte le altre norme citate negli altri capitoli del presente Capitolato;
h) delle procedure di qualità, linee guida e regolamenti emanati da ANAS relativi agli aspetti impiantistici.
Per quanto riguarda l'impiego di materiali per i quali non si abbiano norme ufficiali, l'Impresa su richiesta della Direzione dei Lavori è tenuta all'osservanza delle norme che, pur non avendo carat-
tere ufficiale fossero raccomandate dai competenti organi tecnici. Resta inteso comunque che tutti i materiali impiegati, salvo diverse prescrizioni della Direzione dei Lavori, dovranno recare il mar- chio identificativo IMQ e il marchio CE o equivalenti secondo normativa comunitaria. L'osservanza di tutte le norme prescritte si intende estesa a tutte le leggi, decreti, disposizioni, ecc. che potran- no essere emanati durante l'esecuzione dei lavori e riguardino l'accettazione e l'impiego dei mate- riali da impiegare e quant'altro attinente ai lavori.
1.6 DOCUMENTAZIONE TECNICA RICHIESTA PER GLI IMPIANTI
La Ditta deve consegnare all’Ente Appaltante la documentazione elencata nel seguito prima dell’inizio del collaudo e comunque non oltre la data di messa in servizio e consegna degli impianti.
La documentazione richiesta è:
- 3 copie di disegni aggiornati e xxxxxxxx ‘‘as built’’ firmati, con la chiara e completa rappre- sentazione grafica di tutte le opere eseguite, compresi i necessari schemi funzionali. Di tali disegni e schemi funzionali deve inoltre essere consegnata una copia su supporto magnetico con estensio- ne dei file *.dxf;
- 3 copie della relazione tecnica finale descrittiva degli interventi realizzati con dati di proget- to, dimensioni e caratteristiche delle apparecchiature installate;
- certificazione degli impianti eseguita da professionista abilitato con inserita la descrizione dei lavori e l’elenco allegato degli elaborati;
- dichiarazione di conformità secondo DM 37/08 con allegati richiamati;
- tabelle di calcolo verifiche protezione cavi e tabelle di calcolo verifiche delle misure di iso- lamento, firmate da professionista abilitato;
- schema blocchi dell’impianto con indicate le sezioni dei cavi ed i valori di ICC;
- curve caratteristiche degli interruttori con i tempi di intervento;
- elenco materiali utilizzati con descritto il tipo di certificazione od omologazione;
- certificazioni e/od omologazione dei materiali che lo richiedono;
- certificazione di rispondenza alle norme CEI da parte del costruttore dei quadri elettrici;
- dichiarazione della Ditta di conformità dei materiali installati a quelli omologati con indica- zione specifica del luogo di installazione.
L’Impresa deve inoltre fornire all’ Ente Appaltante un manuale per la manutenzione e l’esercizio degli impianti, contenente:
- le istruzioni per la messa a punto degli impianti;
- le istruzioni per l’avviamento e l’esercizio delle apparecchiature e degli impianti;
- le istruzioni per i lavori di manutenzione, compresi gli eventuali accorgimenti particolari per la manutenzione e sostituzione degli apparecchi e loro parti;
- la definizione della periodicità dei controlli;
- le istruzioni per diagnosticare le principali disfunzioni che si possono verificare;
- onde facilitare le riparazioni, le istruzioni devono permettere una veloce localizzazione delle parti difettose, eventualmente mediante strumentazioni di misura apposita.
Le istruzioni per la manutenzione delle apparecchiature meccaniche, elettriche e di controllo devo- no contenere tutte le informazioni necessarie per l’installazione, la taratura e la messa a punto di tutti i dispositivi o sistemi ed i relativi strumenti necessari.
Se durante le riparazioni si possono correre rischi per le persone e per le apparecchiature non evi- denti, questi devono essere menzionati nelle istruzioni corrispondenti.
Tutto il complesso della documentazione tecnica, delle schede tecniche e delle specifiche tecniche dei singoli apparati, dovrà essere fornito in formato elettronico utilizzando il formato PDF (Portable Document Format), formato aperto in grado di dialogare con qualsiasi applicazione.
Ogni documento PDF dovrà contenere una completa descrizione delle informazioni di base compo- sta da proprietà (Titolo, Autore, ecc.) testo, stili di carattere (font), immagini e oggetti di grafica vettoriale che compongono il documento.
Tutto il progetto “as built’’ dovrà essere organizzato un database elettronico, vero e proprio censi- mento degli impianti installati, con una rappresentazione completa di tutte le opere eseguite, con rappresentazione attraverso tabelle schematiche contenenti tutte le informazioni e i rimandi alle schede tecniche e funzionali, necessarie soprattutto nella fase della manutenzione ordinaria, al fine di minimizzare i rischi proprio in questa fase.
Il data base degli impianti dovrà essere integrato ed integrabile nel sistema SOAWE per il censi- mento di tutte le opere e gli impianti di ANAS.
Inoltre, proprio per facilitare e informatizzare la manutenzione ordinaria degli impianti, ciascuna apparecchiatura o componente elettronico installato nel corso dei lavori dovrà contenere dei “tag RFID”, particolari etichette elettroniche che possono essere lette e programmate, contenenti tutte le informazioni tecniche relative e necessarie nel corso delle operazioni di manutenzione ordinaria
1.7 MESSA IN ESERCIZIO DELLA GALLERIA
Al termine di qualsiasi intervento di manutenzione straordinaria la ditta appaltatrice dovrà produr- re, verificarne l’esistenza e archiviare la seguente documentazione, in base alla tipologia di lavoro eseguito:
✓ certificato di conformità DM 37/08;
✓ schede di accettazione delle forniture e schede tecniche di tutti i dispositivi installati;
✓ progetto esecutivo;
✓ progetto AS-BUILT;
✓ certificati di collaudo;
✓ manuali di uso e di installazione;
✓ fascicolo e/o piano della manutenzione;
✓ mappatura e indirizzamento sistema SCADA;
✓ avvenuto inserimento sistema catastale ANAS;
✓ parere Direzione Sistemi Informativi ed Impianti;
✓ parere Servizio Infrastrutturazione Tecnologica Impianti della DOCT.
La stazione appaltante dovrà inoltre produrre una documentazione che attesti di aver eseguito le seguenti misure e/o verifiche, in base alla tipologia di lavoro eseguito:
✓ relazione di cui alla norma CEI 64-14 e 64-14 V1, Verifiche degli impianti elettrici utilizzato- ri;
✓ misure Resistenza di terra, Misure tensioni di Passo e di Contatto, verifiche equipotenziali;
✓ certificazioni relative alle prove e verifiche di carico degli ancoraggi dei dispositivi impianti- stici in galleria ovvero verifica di tenuta effettuata in sede di collaudo;
✓ misure illuminotecniche tratti in galleria: rispondenza alla relazione di calcolo;
✓ relazione che attesti le prove e la funzionalità di tutti i sistemi impiantistici (attivazione SOS, verifica intelligibilità dell’audio della colonnina SOS, verifica attivazione rivelazione in- cendi, prove sulla segnaletica luminosa di emergenza, verifica della segnalazione asporta- zione estintori, distacco energia principale e attivazione sistemi di emergenza e sicurezza (GE e UPS), attivazione sovrappressione bypass, verifica illuminazione di evacuazione pe- donale con misura a terra, verifiche sistema TVCC ed eventuale sistema di rilevazione im- magini digitali, verifica eventuale sistema di conteggio traffico, ecc.);
✓ relazione che attesti la verifica della presenza di cavi resistenti al fuoco per il 50% dei cir- cuiti dell’illuminazione permanente, per i circuiti della ventilazione e di tutti i circuiti neces- sari alla sicurezza esposti eventualmente al fuoco;
✓ relazione che attesti le verifiche sui materiali : (es. acciaio AISI 304 ovvero 316 per i venti- latori, per i corpi illuminanti, per le passerelle e gli ancoraggi, fissaggio resistenti al fuoco per le strutture ancorate in volta);
✓ relazione che attesti la funzionalità del sistema di telecontrollo in cabina MASTER ovvero tramite sala remota: la verifica finale prevede una simulazione di emergenza e tutti i si- stemi attivati devono correttamente funzionare nell’insieme;
✓ verifica presenza schema sinottico in cabina;
✓ verifica presenza schemi elettrici nelle tasche dei quadri.
Il Direttore dei Lavori a opere completamente ultimate e funzionanti e dopo che siano state esegui- te positivamente le prove e verifiche preliminari di cui al precedente paragrafo, procederà in con- traddittorio con la Ditta esecutrice alle "verifiche e prove finali" e di funzionamento, intese ad ac- certare la corrispondenza delle opere eseguite a tutte le condizioni contrattuali.
Tali verifiche saranno eseguite in seguito alla comunicazione della Ditta al DL dell’avvenuta ultima- zione dei lavori.
Se i risultati saranno positivi, salvo aspetti di dettaglio secondari e non funzionali, verrà rilasciato il certificato di ultimazione dei lavori nel quale, eventualmente, si potranno prescrivere piccole lavo- razioni ancora mancanti definendone anche i tempi di effettuazione.
Le verifiche finali si possono suddividere in due parti:
- Esami a vista: avvalendosi della documentazione "as built" accertano che i componenti dell'im- pianto elettrico siano conformi alle prescrizioni di sicurezza, siano stati scelti correttamente ed installati secondo normativa, siano integri in modo da non compromettere la sicurezza;
- Prove e misure: accertano la rispondenza delle parti di impianto ai dati progettuali ed alla nor- mativa in vigore.
Tali verifiche e prove verranno effettuate con personale e mezzi messi a disposizione dell'Appalta- tore. Gli oneri per queste prove sono inclusi nei prezzi unitari di contratto.
Si intende che nonostante l'esito favorevole di esse l'Appaltatore rimane responsabile delle defi- cienze di qualunque natura e origine che abbiano a riscontrarsi fino al collaudo definitivo e fino alla scadenza dei termini di garanzia.
2 OPERE CIVILI
Nel seguito sono descritte le modalità esecutive delle opere civili che potrebbero rendersi necessa- rie per l’esecuzione dei lavori. Resta inteso che non tutte le lavorazioni evidenziate nei paragrafi
successivi fanno parte dell’intervento; esse tuttavia vengono ugualmente riportate poiché si riten- gono utili per l’eventuale realizzazione di opere in variante al momento non prevedibili.
L'Impresa dovrà in ogni caso presentare alla DL, entro 30gg dalla data del Verbale di Consegna dei Lavori o in accordo con il piano temporale, i disegni e le descrizioni di dettaglio di tutte le opere murarie ritenute necessarie al compimento degli impianti, perché la DL possa valutare eventuali interferenze con le strutture e coordinare i lavori nel modo migliore.
Ogni onere relativo allo smantellamento di opere e allo spostamento degli impianti già eseguiti, a causa del ritardo dell'Impresa nella presentazione dei disegni di cui sopra, sarà imputato alla stessa ed inscritto negli Stati di Avanzamento e nello Stato Finale. Il valore del danno, a carico dell'Impre- sa sarà stabilito, insindacabilmente, dalla DL.
Per la provvista di materiali in genere, si richiamano espressamente le prescrizioni dell'art. 16 del Capitola- to Generale d'Appalto DM 145/2000. In ogni caso i materiali, prima della posa in opera, dovranno essere riconosciuti idonei ed accettati dalla Direzione dei Lavori. I materiali proveranno da località o fabbriche che l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché corrispondano ai requisiti di cui sopra. Quando la Direzione dei Lavori abbia rifiutato una qualsiasi provvista come non atta all'impiego, l'Appaltatore dovrà sostituirla con altra che corrisponda alle caratteristiche volute; i materiali rifiutati dovranno essere allontanati imme- diatamente dal cantiere a cura e spese della stessa Appaltatore. Malgrado l'accettazione dei materiali da parte della Direzione dei Lavori, l'Appaltatore resta totalmente responsabile della riuscita delle opere an- che per quanto può dipendere dai materiali stessi.
Preliminarmente all’esecuzione delle opere di scavo l'Appaltatore deve procedere ai tracciamenti necessari per la definizione esatta della collocazione dei centri luminosi e di altre ed eventuali ap- parecchiature (ad esempio i quadri elettrici). Inoltre l'Impresa è obbligata ad assumere le informa- zioni necessarie per accertarsi se nella sede dei medesimi vi siano tombini, fognature, acquedotti, elettrodotti, cavi telefonici, gasdotti, oleodotti, o altri manufatti interrati ed a prendere tutti i prov- vedimenti e misure necessarie per eseguire le opere senza danneggiare detti manufatti nella realiz- zazione dei relativi sottopassaggi, incroci, parallelismi, restando a suo carico ogni responsabilità per danni e ripristini e per le pratiche burocratiche inerenti all'autorizzazione da rilasciare da parte degli Enti interessati. Negli scavi devono essere adottate tutte le cautele atte a prevenire scoscendimenti e smottamenti, restando l'Impresa esclusivamente responsabile degli eventuali danni e obbligata a provvedere, a proprie spese, alla rimozione delle materie franate e al ripristino delle sezioni corret- te. Nel caso che, a giudizio della Direzione Lavori, le condizioni nelle quali i lavori si svolgono lo ri- chiedano, l'Impresa è tenuta a coordinare opportunamente la successione e l'esecuzione delle ope- re di scavo e murarie, essendo gli oneri relativi compensati nei prezzi contrattuali. Gli scavi e i tra- sporti devono essere eseguiti con mezzi d'opera e manodopera adeguati. In ogni caso deve essere assicurato il regolare smaltimento e deflusso delle acque di qualunque provenienza. I materiali
provenienti dagli scavi, e non idonei per la formazione dei rilevati o per altro impiego nei lavori, devono essere portati a rifiuto in zone disposte a cura e spese dell'Impresa, quelli invece utilizzabi- li, ed esuberanti le necessità di lavoro, devono essere portati, sempre a cura e spese dell'Impresa, su aree indicate dalla Direzione Lavori. Sono compensati fra gli oneri degli scavi l'abbattimento e/o potature di piante, l'estirpazione di ceppaie e radici nella zona di pertinenza degli scavi stessi. Du- rante la fase di scavo dovranno essere approntati tutti i ripari necessari per evitare incidenti ed in- fortuni a persone, animali o cose per effetto di scavi aperti non protetti. Durante le ore notturne la segnalazione di scavo aperto o di presenza di cumulo di materiale di risulta o altro materiale sul sedime stradale, dovrà essere di tipo luminoso o a fiamma od a sorgente elettrica, tale da evitare il pericolo esistente per il transito pedonale e veicolare. Nessuna giustificazione potrà essere addotta dall'Appaltatore per lo spegnimento di dette luci di segnalazione durante la notte anche se causato da precipitazioni meteoriche. Tutti i ripari (cavalletti, transenne, ecc.) dovranno riportare il nome della ditta appaltatrice dei lavori, il suo indirizzo e numero telefonico. Il reinterro di tutti gli scavi necessari per la collocazione dei cavidotti e dei pozzetti, dopo l'esecuzione dei getti, è compensato con il prezzo dell'opera. Nessun compenso potrà essere richiesto per i sondaggi da eseguire prima dell'inizio degli scavi per l'accertamento dell'esatta ubicazione dei servizi nel sottosuolo. In caso di inevitabili interruzioni di qualche tratto di strada devono essere disposti opportuni avvisi. In ogni modo l'impresa deve rendere possibile in posizioni opportune, lo scambio dei veicoli. L'Impresa as- sume la responsabilità di eventuali danni od a persone od a cose derivanti dalla mancata od insuf- ficiente osservanza delle prescrizioni o cautele necessarie. Costituisce onere per la Ditta anche la stesura progressiva di materiale occorrente per dare alla pavimentazione stradale la sua primitiva consistenza e sagoma. Il materiale di scavo eccedente, dopo l’eventuale costipamento del materia- le di reinterro, deve essere portato a discarica autorizzata a propria cura e spese. Per garantire la continuità del transito si devono costruire adeguate passerelle provvisorie, salvo diverse autorizza- zioni concesse dalla Stazione Appaltante circa temporanee sospensione o diversioni del transito. Per evitare che il dissesto dipendente dall’apertura delle trincee si estenda a tratti di eccessiva lun- ghezza, resta stabilito che non possono essere mantenuti aperti tronchi di trincea estesa superiore ai metri 50, salvo diversa indicazione da parte della DL o della SA. Per gli scavi su strade e simili devono essere osservate le norme di sicurezza del Codice della Strada.
La “microtrincea” viene eseguita utilizzando idonee frese/scavacanali a disco montate su opportuna macchina operatrice di piccole dimensioni. Il taglio dello scavo dovrà risultare netto in superficie, evitando in modo assoluto di lesionare la pavimentazione limitrofa alla sezione di scavo. Non sono consentiti bruschi cambi di direzione dei percorsi, ove questi siano richiesti dovranno effettuarsi tramite tagli angolati, tali da consentire il rispetto del minimo raggio di curvatura dei minitubetti, dei monotubi di raccordo o dei cavi conduttori. Di seguito sono illustrate le fasi essenziali di esecu- zione della “microtrincea” per la posa dei cavi:
- Esecuzione del taglio a mezzo di un taglia asfalti;
- Pulizia dello scavo;
- Posa del conduttore di terra sul fondo dello scavo;
- Posa dei restanti cavi conduttori;
- Riempimento dello scavo con sabbia;
- Riempimento con asfalto colato degli ultimi 3 cm.
La larghezza del taglio dovrà essere pari ad un massimo di 2 cm, e la sua profondità sarà al mas- simo di 25 cm.
Lo scavo per la posa delle tubazioni dovrà essere realizzato in modo tale che sia perfettamente ri- spettato lo sviluppo di progetto del relativo contratto applicativo. In ogni caso, salvo impedimenti o diversa indicazione, la profondità dello scavo dovrà essere di almeno 60cm e la larghezza minima di 30cm. Gli scavi necessari per la posa dei cavidotti saranno eseguiti a pareti quanto più possibile regolari, con la minima larghezza compatibile con la natura della terra e con il diametro esterno del tubo, ricavando, ove sia necessario, opportuni allargamenti e nicchie. I materiali provenienti dagli scavi dovranno essere depositati nella trincea a ricoprimento delle tubazioni posate solo nel caso il materiale sia ritenuto idoneo a giudizio della D.L., altrimenti dovrà essere trasportato a discarica autorizzata in modo da ostacolare il meno possibile la viabilità e lo scolo delle acque. Saranno inol- tre rispettate le seguenti prescrizioni:
- Il taglio del tappetino bituminoso e del sottofondo in agglomerato, se presenti, dovrà av- venire mediante l'impiego di adeguati mezzi meccanici (fresatrice, sega a taglio, ecc…). Il taglio avrà una profondità minima di 20 cm e gli spazi del manto stradale non tagliato non dovranno superare in lunghezza il 50% del taglio effettuato con la vanghetta idraulica;
- Esecuzione dello scavo in trincea, con le dimensioni indicate negli elaborati di progetto re- lativi ai singoli contratti applicativi;
- Fornitura e posa, su letto di sabbia predisposto, di tubazioni corrugate flessibili in polietile- ne, a sezione circolare, in numero e diametro indicati negli elaborati di progetto relativi ai singoli contratti applicativi;
- Formazione di cassonetto in calcestruzzo dosato a 250 kg di cemento tipo 325 per metro cubo di impasto, a protezione delle tubazioni in plastica; il calcestruzzo sarà superiormente lisciato in modo che venga impedito il ristagno d'acqua;
- Sopra il cavidotto, circa 10-15 cm sopra il limite superiore, dovrà essere collocato un na- stro avvisatore di colore rosso, compreso nel prezzo dello scavo, con evidenziato il nome dell’impianto di appartenenza;
- Il riempimento dello scavo dovrà effettuarsi con materiali di risulta o con ghiaia naturale vagliata, sulla base delle indicazioni fornite dagli elaborati grafici. Particolare cura dovrà porsi nell'operazione di costipamento da effettuarsi con mezzi meccanici; l'operazione di riempimento dovrà avvenire dopo almeno 6 ore dal termine del getto di calcestruzzo. Lad- dove non risulti possibile rispettare la profondità di posa indicata negli elaborati di progetto relativi ai singoli contratti applicativi si dovrà valutare l’opportunità di utilizzare tubazioni in acciaio zincato anziché in polietilene ed in ogni caso lo scavo dovrà essere riempito intera- mente, salvo il letto di sabbia ed eventuali strati bituminosi superficiali, con getto in cls;
- Ogni strato del reinterro dovrà essere costipato mediante adeguati mezzi meccanici; inoltre nel caso di scavo su asfalto, il tappeto di usura dovrà essere steso dopo un periodo di as- sestamento di 10/15 giorni.
Nell'esecuzione dei pozzetti saranno mantenute le caratteristiche dimensionali e costruttive, nonché l'ubicazione, indicate nei disegni allegati. Saranno inoltre rispettate le seguenti prescrizioni:
- Esecuzione dello scavo con misure adeguate alle dimensioni del pozzetto;
- Formazione di platea in calcestruzzo dosato a 200 kg di cemento tipo 325 per metro cubo di impasto, con fori per il drenaggio dell'acqua;
- Posa del pozzetto prefabbricato costituito da un elemento a cassa, con due fori di drenag- gio. Il manufatto, di calcestruzzo vibrato, dovrà avere sulle pareti laterali la predisposizione per l'innesto dei tubi di plastica, costituita da zone circolari con parete a spessore ridotto;
- Inserimento delle tubazioni interessate dal pozzetto; sigillature con malta di cemento degli spazi fra muratura e tubo;
- Fornitura e posa di chiusino in ghisa (grigia o sferoidale a seconda delle indicazioni eviden- ziate negli elaborati di progetto relativi ai singoli contratti applicativi, completo di telaio, per traffico incontrollato;
- Riempimento del vano residuo con materiale di risulta o con ghiaia naturale costipata; tra- sporto alla discarica del materiale eccedente;
- Trasporto del materiale scavato eccedente:
- Ripristino del suolo pubblico originario;
Tutti i pozzetti saranno senza fondo, o comunque con adeguati fori per evitare il ristagno dell’acqua.
2.6 ATTRAVERSAMENTI INTERRATI
Gli attraversamenti interrati serviranno per sottopassare strade o altre opere esistenti e potranno intersecare sia ortogonalmente che obliquamente le opere stesse. L'esecuzione sarà eseguita da fosse di spinta debitamente predisposte, delle dimensioni e caratteristiche risultanti dai calcoli di- mensionali e statici in funzione dei diametri dei tubi da spingere e della lunghezza di spinta da ese- guire. L'infissione potrà anche avvenire contrastando l'attrezzatura di spinta con palancolate laterali infisse nel terreno prima dell'esecuzione dello scavo. La condotta da infiggere nel terreno sarà co- stituita da tubi in acciaio, tipo Fe 510 saldati, il tutto come da disegni di progetto relativi ai singoli contratti applicativi. Gli attraversamenti stradali avranno all'interno del tubo "guaina" un tubo di ac- ciaio o ghisa sferoidale dotato di opportuni distanziatori in modo da alloggiare equamente nella guaina stessa. La formazione della livelletta per la posa delle tubazioni dovrà essere eseguita con attrezzatura di alta precisione a raggi laser e comunque saranno accettati spostamenti non mag- giori di circa il 20%. Dovranno comunque essere osservate tutte le norme e prescrizioni previste con D.M. 24/11/1984, con D.M. n. 216/4.6 (Servizio Lavori e Costruzioni) e n. 173/508-604 (Servi- zio Impianti Elettrici) e altre disposizioni vigenti in materia. Dovranno altresì essere adottate, negli attraversamenti idraulici, tutte le metodologie necessarie ad evitare sifonamenti, smottamenti e quant'altro potesse compromettere la stabilità e sicurezza delle opere incontrate.
La verniciatura dei piedritti della galleria sarà effettuata per una fascia di circa m 4,15 a partire dal- la base del piedritto, eseguita a più mani con prodotto atossico non infiammabile con trattamento preliminare del supporto di calcestruzzo costituito da rotolavaggio. Il rotolavaggio sarà eseguito con macchinari ad avanzamento automatico dotati di braccio meccanico, in modo da non danneg- giare le strutture portanti e rimuovere selettivamente il materiale superficiale ammalorato o le parti incoerenti, le fioriture di calcare, i depositi di polvere e lo smog. La verniciatura sarà effettuata con applicazione di vernice di tipo bicomponente epossidica idro diluibile colore bianco, non ingiallente. L’applicazione sarà uniforme, operata a due mani e comunque fino a completa copertura del sup- porto, con una quantità minima di 400 gr/m2, spessore compreso tra 180 e 220 micron. La vernice deve essere così caratterizzata nel rispetto delle norme vigenti:
- Resistenza al graffio (ISO 1518): nessuna perforazione;
- Fattore di riflessione (ISO 2814) 60°: => 98;
- Fattore di lucentezza (ISO 2813) 60°: => 30;
- Adesione (ISO 4624-78) => 1,50 MPA.
Dato che si prevede l’impiego esclusivo di illuminazione con lampade a LED, i colori delle vernici dovranno essere tali da garantire le rese cromatiche previste dalle Linee Guida Anas (RAL 9010 e RAL 202) che si ottengono utilizzando lampade SAP.
L’acqua per l’impasto con leganti idraulici (UNI EN 1008) dovrà essere dolce, limpida, priva di so- stanze organiche o grassi e priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non essere aggressiva per il conglomerato risultante. In caso di necessità, dovrà essere trattata per ottenere il grado di purezza richiesto per l’intervento da eseguire. In taluni casi dovrà essere, altresì, additivata per evitare l’instaurarsi di reazioni chimico-fisiche che potrebbero causare la pro- duzione di sostanze pericolose. Le acque utilizzate devono rispondere ai requisiti stabiliti dalle nor- me tecniche emanate con D.M. 14 febbraio 1992 (S.O. alla G.U. n. 65 del 18/3/1992) in applicazio- ne dell'Art. 21 della Legge 1086 del 5 novembre 1971.
I cementi da impiegare in qualsiasi lavoro devono rispondere ai limiti di accettazione contenuti nel- la legge 26 maggio 1965, n. 595 e nel DM 3 giugno 1968 (“Nuove norme sui requisiti di accetta- zione e modalità di prova dei cementi”) e successive modifiche e integrazioni (DM 20 novembre 1984 e DM 13 settembre 1993). Tutti i cementi devono essere, altresì, conformi al DM n. 314 emanato dal Ministero dell’Industria in data 12 luglio 1999 (che ha sostituito il DM n. 126 del 9 marzo 1988 con l’allegato “Regolamento del servizio di controllo e certificazione di qualità dei cementi” dell’ICITE - CNR) ed in vigore dal 12 marzo 2000, che stabilisce le nuove regole per l’attestazione di conformità per i cementi immessi sul mercato nazionale e per i cementi destinati ad essere impiegati nelle opere in conglomerato normale, armato e precompresso. I requisiti da soddisfare devono essere quelli previsti dalla norma UNI EN 197-2007 “Cemento: Composizione, specificazioni e criteri di conformità per cementi comuni”. Gli agglomerati cementizi, oltre a soddi- sfare i requisiti di cui alla legge 595/1965, devono rispondere alle prescrizioni di cui al summenzio- nato DM del 31 agosto 1972 e s.m.i. I cementi e gli agglomeranti cementizi devono essere forniti o in sacchi sigillati o in imballaggi speciali a chiusura automatica a valvola, che non possono essere aperti senza lacerazione, o alla rinfusa. Per ciascuna delle tre alternative valgono le prescrizioni di cui all’art. 3 della legge 595/1965.
2.10 SABBIE, GHIAIE E PIETRISCHI
Dovranno corrispondere ai requisiti stabiliti dal D.M. 14 febbraio 1992 norme tecniche alle quali de- vono uniformarsi le costruzioni in conglomerato cementizio, normale e precompresso, ed a struttu- ra metallica. Le dimensioni dovranno essere sempre le maggiori tra quelle previste come compati- bili per la struttura a cui il calcestruzzo è destinato; di norma però non si dovrà superare la lar- ghezza di cm 5 (per larghezza s'intende la dimensione dell'inerte misurato in una setacciatrice) se si tratta di lavori correnti di fondazione; di cm 4 se si tratta di getti per volti, per lavori di elevazio- ne, muri di sostegno, piedritti, rivestimenti di scarpate o simili; di cm 3 se si tratta di cementi ar- mati e di cm 2 se si tratta di cappe o di getti di limitato spessore (parapetti, cunette, copertine, ecc.). Per le caratteristiche di forma valgono le prescrizioni riportate nello specifico articolo riguar- dante i conglomerati cementizi.
Le sabbie, naturali o artificiali, da impiegare nelle malte e nei calcestruzzi devono:
- Essere ben assortite in grossezza;
- Essere costituite da grani resistenti, non provenienti da roccia decomposta o gessosa;
- Avere un contenuto di solfati e di cloruri molto basso (soprattutto per malte a base di ce- mento);
- Essere tali da non reagire chimicamente con la calce e con gli alcali del cemento, per evita- re rigonfiamenti e quindi fessurazioni, macchie superficiali;
- Essere scricchiolanti alla mano;
- Non lasciare traccia di sporco;
- Essere lavate con acqua dolce anche più volte, se necessario, per eliminare materie nocive e sostanze eterogenee;
- Avere una perdita in peso non superiore al 2% se sottoposte alla prova di decantazione in acqua.
La ghiaia da impiegare nelle malte e nei conglomerati cementizi deve essere costituita da elementi puliti di materiale calcareo o siliceo, ben assortita, priva di parti friabili, lavata con acqua dolce, se necessario, per eliminare materie nocive.
Il pietrisco, utilizzato in alternativa alla ghiaia, deve essere ottenuto dalla frantumazione di roccia compatta, durissima silicea o calcarea, ad alta resistenza meccanica. Le dimensioni dei granuli delle ghiaie e del pietrisco per conglomerati cementizi sono prescritte dalla Direzione Lavori in base alla destinazione d’uso e alle modalità di applicazione. In ogni caso le dimensioni massime devono es- sere commisurate alle caratteristiche geometriche dei cavidotti. Nel dettaglio gli elementi costituen- ti ghiaie e pietrischi devono essere di dimensioni tali da passare attraverso un setaccio con maglie circolari del diametro di 1cm. Sabbia, ghiaia e pietrisco sono in genere forniti allo stato sciolto e
sono misurati o a metro cubo di materiale assestato sugli automezzi per forniture o a secchie, di capacità convenzionale pari ad 1/100 di m³, nel caso in cui occorrono solo minimi quantitativi.
2.11 CALCESTRUZZI STRUTTURALI
Sono idonei alla produzione di calcestruzzo per uso strutturale gli aggregati ottenuti dalla lavora- zione di materiali naturali, artificiali, ovvero provenienti da processi di riciclo conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 12620 e, per gli aggregati leggeri, alla norma europea armonizzata UNI EN 13055-1. Il sistema di attestazione della conformità di tali aggregati, ai sensi del DPR 246/93 è indicato nella Tab. 11.2.II contenuta nell’art. 11.2.9.2 del DM 14 gennaio 2008 recante “Norme tecniche per le costruzioni” emesso ai sensi delle leggi 5 novembre 1971,n. 1086, e 2 feb- braio 1974, n. 64, così come riunite nel Testo Unico per l’Edilizia di cui al DPR 6 giugno 2001, n. 380, e dell’art. 5 del DL 28 maggio 2004, n. 136, convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1 della legge 27 luglio 2004, n. 186 e ss. mm. ii. (d’ora in poi DM 14 gennaio 2008).
È consentito l’uso di aggregati grossi provenienti da riciclo, secondo i limiti di cui alla Tab. 11.2.III contenuta sempre nel summenzionato art. 11.2.9.2, a condizione che la miscela di calcestruzzo confezionata con aggregati riciclati, venga preliminarmente qualificata e documentata attraverso idonee prove di laboratorio. Per tali aggregati, le prove di controllo di produzione in fabbrica di cui ai prospetti H1, H2 ed H3 dell’annesso ZA della norma europea armonizzata UNI EN 12620, per le parti rilevanti, devono essere effettuate ogni 100 tonnellate di aggregato prodotto e, comunque, negli impianti di riciclo, per ogni giorno di produzione. Nelle prescrizioni di progetto si potrà fare utile riferimento alle norme UNI 8520-1:2005 e UNI 8520-2:2005 al fine di individuare i requisiti chimico-fisici, aggiuntivi rispetto a quelli fissati per gli aggregati naturali, che gli aggregati riciclati devono rispettare, in funzione della destinazione finale del calcestruzzo e delle sue proprietà pre- stazionali (meccaniche, di durabilità e pericolosità ambientale, ecc.), nonché quantità percentuali massime di impiego per gli aggregati di riciclo, o classi di resistenza del calcestruzzo, ridotte rispet- to a quanto previsto nella tabella sopra menzionata.
Per quanto riguarda gli eventuali controlli di accettazione da effettuarsi a cura del Direttore dei La- vori, questi sono finalizzati almeno alla determinazione delle caratteristiche tecniche riportate nella Tab. 11.2.IV del menzionato art. 11.2.9.2. I metodi di prova da utilizzarsi sono quelli indicati nelle Norme Europee Armonizzate citate, in relazione a ciascuna caratteristica.
3 IMPIANTO DI DRENAGGIO LIQUIDI INFIAMMABILI E DI CALOTTA
Il sistema di drenaggio della piattaforma stradale in galleria assume il ruolo di impianto di sicurez- za. L’impianto, infatti, deve garantire la rapida intercettazione e l’allontanamento dei liquidi de-
fluenti in carreggiata, siano essi oli e liquidi infiammabili originati da sversamenti accidentali, reflui dei lavaggi, reflui dell’impianto antincendio, acque di percolazioni o infiltrazione, nonché acque me- teoriche in prossimità degli imbocchi. Sulla piattaforma all’interno delle gallerie non deve essere utilizzato asfalto drenante oltre 50m dagli imbocchi. La rete idraulica di raccolta e smaltimento del- le acque di piattaforma deve essere separata dal sistema di raccolta dei drenaggi a tergo del rive- stimento definitivo, ove previsto, con collettori disposti in prossimità dei margini della carreggiata al fine di agevolare le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria.
A tal fine si deve prevedere l’installazione dei seguenti componenti:
- Lamiere per raccolta delle acque proveniente dalla volta della galleria (percolazioni e/o infiltra- zioni);
- Caditoie dotate di dispositivi atti ad evitare la propagazione della fiamma;
- Tubazioni interrate per la raccolta e convogliamento dei liquidi;
- Vasca di intercettazione ed accumulo dei liquidi raccolti.
3.2 LAMIERE PER RACCOLTA DELLE ACQUE DI VOLTA
Il sistema di rivestimento drenante per la captazione delle acque di percolazione in galleria natura- le, è costituito da lastre grecate in acciaio inox AISI 430 precurvate spessore min. 5/10 mm pre- verniciate, sagomatura grecata con altezza delle greche di circa 30 mm e passo medio delle greche 100 mm. La lamiera sarà posizionata in corrispondenza dei giunti esistenti per una larghezza di cir- ca 1 metro, mediante fissaggi alla parete in c.a. a mezzo di tasselli a battuta del diametro 8 mm e lunghezza 120 mm con vite in acciaio corredati da rondelle in acciaio e guarnizione di tenuta in neoprene o similare, posti lungo i bordi laterali longitudinali di ogni lamiera ad interasse non supe- riore a 500 mm e in corrispondenza delle giunzioni tra le stesse in ragione di tre per ogni sovrap- posizione orizzontale.
3.3 CANALETTA ISPEZIONABILE FRANGIFIAMMA PER DRENAGGIO PIATTAFORMA
Le caditoie di raccolta, posizionate normalmente ad interasse non superiore a 25m, devono garan- tire anche l’ispezione e la manutenzione dei collettori di smaltimento. Deve, inoltre, essere atten- tamente valutata la necessità di installare caditoie munite di dispositivi atti ad evitare la propaga- zione della fiamma.
La canaletta frangifiamma dovrà essere un prodotto specifico per gallerie, appositamente concepito per smaltire le acque del sistema antincendio o liquidi persi dai veicoli in transito, prodotta con ma- teriale polimerico (Polietilene) vergine al 100%, avente densità 0.900 kg/dm3 (ISO 1183), fornito da azienda certificata UNI EN ISO 9001/2008. La canaletta avrà altezza compresa tra 640mm e 1200mm e l’intero sistema è costituito da:
- Canaletta telescopica rotostampata in PE autoestinguente di classe V2, di dimensioni 1000mm x 250mm x 500mm, e un’uscita posta sulla parte inferiore centrale di dimensioni 300mm x 200mm;
- La canaletta è fornita di due canali di diametro D125 posti lateralmente all’uscita per creare 2 punti di ispezione nel sifone sottostante. Le ispezioni verranno chiuse con dei tappi filettati stampati in PP e relative guarnizioni. Le appendici inferiori possono essere tagliate facilmente a misura per adattare la canaletta alle diverse quote stradali;
- Sifone rotostampato in PE autoestinguente di classe V2, di dimensioni 1400mm x 420mm x 850mm. Questo sarà collegato al collettore principale di diametro esterno fino a 452mm trami- te bicchieri e guarnizioni dedicate. La sua particolare forma permette di realizzare un effetto si- fone e al contempo un effetto frangifiamma. Sulla parte superiore ci sono 3 ingressi per l’inserimento della canaletta telescopica;
- Longheroni in acciaio INOX AISI304 per alloggiamento della griglia;
- Griglia in ghisa sferoidale classe D400 fissata con bulloneria;
- n. 3 guarnizioni elastomeriche per garantire la perfetta tenuta stagna, tra il corpo superiore e quello inferiore;
- n. 2 guarnizioni elastomeriche per garantire la perfetta tenuta stagna, tra il corpo inferiore e il collettore principale.
3.4 VASCA DI ACCUMULO LIQUIDI
La necessità di installare vasche di intercettazione e/o accumulo a valle della rete di drenaggio del- la piattaforma, deve essere valutata in relazione anche al contesto ambientale ove inserita la galle- ria. Ove prevista, la vasca dovrà essere posizionata all’esterno della galleria in area ad accesso car- rabile e garantire semplicità di ispezione e manutenzione. E’ necessario valutare la necessità di in- stallare sistemi di monitoraggio e controllo del livello idrico nelle vasche.
L’Impianto di trattamento delle acque in continuo è composto da un separatore di sabbie e liquidi leggeri per portate di dilavamento da superficie scolante fino a 75 l/s. Il separatore sarà realizzato con manufatti circolari in HDPE con profilo di parete strutturato, diametro interno utile 2000 mm, rigidità anulare SN2, composti da elementi assemblati con giunzioni elettrosaldate, lunghezza 12,2 m, volume statico 32 mc, complessivo 38 mc; completo di:
- Sistema trattamento di desabbiatura e disoleatura a gravità completo di deflettori in HDPE;
- Innesto a bicchiere per tubazione di ingresso e tronchetto di uscita in HDPE DE315;
- n. 2 moduli di ispezione DN800 mm con prolunga DN800 H250 e riduzione a passo d’uomo DN625 mm, da assemblare, completi di guarnizioni elastomeriche, altezza complessiva sopra estradosso 1150 mm;
- n. 1 otturatore automatico a galleggiante completo di torrino di ispezione e manutenzione DN1000 mm, n. 1 modulo di prolunga DN1000 H1000, da assemblare con guarnizione elasto- merica, altezza complessiva sopra estradosso 1100 mm.
L'impianto deve essere completato con un pozzetto scolmatore formato da tubo spiralato ID1200 predisposto con bicchiere di ingresso e di by-pass per tubi corrugati DE800, lama di sfioro in PE e bicchiere di scarico al separatore per tubo liscio in HDPE o PVC DE315.
4 IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE IN GALLERIA E ALL’APERTO
Le gallerie e i sottopassi devono essere provvisti di illuminazione diurna e notturna progettate se- condo il D.M. 14 settembre 2005 “Norme di illuminazione delle gallerie stradali”. Si distinguono le seguenti tipologie di illuminazione:
- Illuminazione ordinaria costituita dall’illuminazione permanente e dall’illuminazione di rin- forzo;
- Illuminazione di emergenza costituita dall’illuminazione della galleria in condizioni di inter- ruzione di erogazione dell’energia elettrica e in grado di garantire un livello minimo di lu- minanza di 1 cd/mq sull’intera galleria per un tempo minimo di 30 minuti. L’emergenza de- ve essere segnalata agli utenti della galleria tramite l’indicazione “Galleria non illuminata”;
- Illuminazione di sicurezza costituita dall’illuminazione delle vie di fuga.
L’impianto di illuminazione in galleria è costituito da corpi illuminanti a Led posati su passerella me- tallica forata in acciaio inox AISI 304 o 316L, collegati a cassetta di derivazione tramite spina CEE 2P 16A 230V IP66 ed alimentati tramite dorsale di opportuna sezione. Nel caso dei circuiti afferenti l’illuminazione permanente si utilizzeranno cassette di derivazione con grado di protezione non in- feriore a IP65 secondo CEI EN 60529, grado di resistenza agli urti minimo IK07 e certificazione per garantire la funzionalità per almeno 90 minuti a 850° secondo norma EN 50362. L’impianto di illu- minazione all’aperto, invece, è costituito da corpi illuminanti sempre a Led installati su pali in ac- ciaio o vetroresina di opportuno diametro e lunghezza. Per conseguire il massimo risparmio ener- getico, in conformità con la UNI11095/11, si prevede la realizzazione di un sistema di controllo del flusso luminoso per lampade a led gestito con tecnologia ad onde convogliate o onde radio.
4.2 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE A LED PER GALLERIA
Il corpo illuminante utilizzato è di tipo modulare, completo di interfaccia per la gestione del flusso luminoso punto-punto ad onde convogliate o onde radio con alimentatore interno, di tipo simmetri- co o asimmetrico controflusso con struttura portante realizzata in alluminio estruso, pressofuso o in acciaio inox almeno AISI 304. Deve essere dotato di sistema di dissipazione del calore concepito in modo tale da garantire per il gruppo ottico il mantenimento di almeno l’80% del flusso luminoso a T=25°C per un periodo di almeno 90.000 ore (L80B10) ed una vita media di almeno 110.000 ore in condizioni di normale funzionamento (TM21 – L70). Finitura superficiale mediante anodizzazione o verniciatura con garanzia integrale di almeno 10 anni contro la perforazione passante. Supporto di montaggio completo di piastra e chiusure a leva per aggancio rapido a canalina porta-cavi, con sistema anti-caduta il tutto realizzato in lamiera di acciaio inox almeno AISI 304. Alimentazione elettrica da 230V±15% 50Hz, cosϕ>0,9, corrente di pilotaggio da 350mA fino a 750mA, tempera- tura colore compresa tra 4000K e 6000K, efficienza luminosa non inferiore a 105lm/W, temperatu- ra di funzionamento da -30°C a +45°C, classe di isolamento elettrico II, grado di protezione IP66 conforme a EN60598-1, grado di resistenza meccanica agli urti non inferiore a IK08. Il corpo illu- minante viene fornito con cavo uscente di sezione minima 2x1.5mmq di tipo FTG10(O)M1 nel caso di utilizzo per illuminazione permanente e FG10(O)M1 nel caso di utilizzo per illuminazione di rin- forzo, e spina CEE 2P 16A 230V IP66, completo di viteria in acciaio inox almeno AISI 304. Sono compresi accessori, staffe per attacco alla canalina, materiali per il cablaggio e quanto altro occorre per dare il lavoro compiuto a perfetta regola d’arte. Garanzia del costruttore sull’intero prodotto di almeno 5 anni.
4.3 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE A LED PER ESTERNO
L’apparecchio utilizzato è a Led ed è adatto per applicazioni nel campo della pubblica illuminazione. Deve avere classe di isolamento II, grado di protezione almeno IP66, driver completamente pro- grammabile ed impostabile attraverso Tool di configurazione dedicato, alimentazione 230V/50Hz, driver regolabile con ingresso 1-10V x XXXX, sistema CLO (ConstaFlux). Il driver deve essere rego- labile con ingresso 1-10V e/x XXXX per controllo esterno. Temperatura Colore: Tc = 4000 K - Resa Cromatica: CRI>75 - Sorgente Luminosa: LED ad alta potenza, corrente di pilotaggio programma- bile 200mA<If<700mA - Ottica: in PMMA. Concetto di illuminazione Multi-layer, ogni ottica illumina tutta la sede stradale, per garantire i parametri di uniformità anche in caso di spegnimento di qual- che LED. Durata di vita economica: fino a 100.000 ore, L90F10, Ta=25°C; Flusso luminoso residuo superiore al 90% del flusso iniziale a T ambiente esterna media pari a 25°C. Durata di vita comple- tamente impostabile tramite Tool di configurazione. LED e driver forniti di sensore di temperatura, per evitare sovra-temperature sulla piastra e garantire la durata dei LED. Corpo, copertura superio- re, clip di chiusura e attacco palo in pressofusione di alluminio, a basso contenuto di rame anti- corrosione, verniciati secondo indicazione colore fornita dalla Direzione Lavori. Apparecchio fornito
con driver elettronico incapsulato per applicazioni outdoor, cablato in Classe 2. Comprensivo di in- terfaccia per la gestione sia ad onde convogliate che ad onde radio.
I pali saranno del tipo in lamiera di acciaio zincato a caldo o in vetroresina, tipo troncoconico curvo o diritto, e dovranno essere posati entro apposito plinto prefabbricato in cls vibrato di dimensioni 80x80x100cm con resistenza caratteristica non minore di Rck 40 N/mmq per pali di illuminazione, tale da garantire la facilità di posa dei servizi grazie alla predisposizione di appositi fori. Il plinto deve essere realizzato da azienda in possesso di certificazione di Sistema Qualità Aziendale UNI EN ISO 9001. I plinti dovranno essere utilizzati per un rapido e preciso posizionamento dei pali stradali nelle varie dimensioni per garantire la portata dei pali nelle varie altezze. Devono essere dimensio- nati in funzione dell'altezza del palo e della zona sismica (D.M. 14.01.2008) e devono essere certi- ficati secondo le norme UNI NTC del 2008.
Nel plinto dovranno essere ricavati:
- Un pozzetto ispezionabile con fori laterali per l'innesto dei cavidotti;
- Un foro disperdente alla base;
- Fori passacavi;
- Foro alloggiamento del palo;
Inoltre dovrà essere utilizzabile con chiusini sia in ghisa che in cls. Il palo deve essere bloccato nel basamento attraverso l’utilizzo di sabbia e cemento e la distanza di posizionamento di due pali suc- cessivi deve essere compresa tra 20 e 30 metri in accordo con i calcoli illuminotecnici.
Saranno costituite da un complesso di strumentazioni di rilevamento e di apparecchiature di attua- zione in grado di regolare il livello di illuminamento degli imbocchi in funzione del valore di lumi- nanza esterna.
La stazione di rilevamento esterna per la luminanza debilitante sarà costituita da:
- Una sonda fotosensibile tarata sui parametri di sensibilità spettrale dell'occhio umano, per la determinazione della luminanza debilitante;
- Un convertitore analogico atto ad elaborare la grandezza fisica misurata in un segnale elettrico (modulo di controllo);
La stazione sarà contenuta entro custodia stagna IP65 adatta per l'installazione all'aperto con la sonda fotosensibile alloggiata entro dispositivo ottico a cannocchiale.
Le caratteristiche principali della sonda di luminanza sono le seguenti:
- Sensore d’immagine CMOS a colori ad alta risoluzione dotato di matrice di 1280x1024 pixel per un totale di 1,3Megapixel;
- Calcolo della luminanza debilitante secondo le prescrizioni della norma UNI11095 Nov. 2011 per angoli compresi all’interno del diagramma di Xxxxxx;
- Campo di sensibilità dei pixel compreso tra 0 cd/m2 e 20000 cd/m2;
- Campo di uscita (luminanza debilitante) del rilevatore compreso tra 0 cd/m2 e 1080 cd/m2;
- Trasmissione dati, da e verso il modulo di controllo, mediante porta seriale a tre conduttori con protocollo proprietario;
- Collegamento con PC, tramite linea seriale, per centratura iniziale, taratura e determinazione dell’area sotto controllo.
Le caratteristiche principali del modulo di controllo sono le seguenti:
- Tensione di alimentazione 24 Vdc/Vac ± 10%;
- Programmazione con tastiera a membrana su DIM;
- Visualizzazione su display a cristalli liquidi 2 x 16 caratteri su modulo DIM e LED di segna- lazione;
- Trasmissione dati dal rilevatore ottico al circuito di controllo mediante due o cinque con- duttori
- Segnale di controllo ai regolatori su protocollo proprietario;
- 4 uscite digitali a relè NO+NC - 1 uscita relè di allarme NO + NC;
- 4 ingressi optoisolati, configurabili singolarmente;
- Porte seriali RS232 e RS485;
- Impostazione soglie di attivazione dei relè di uscita;
- Impostazione isteresi di intervento dei relè;
- Lettura del valore di luminanza rilevato;
- Visualizzazione dello stato dei relè di uscita;
- Visualizzazione dello stato degli ingressi digitali;
- Visualizzazione allarmi;
- Reset dei parametri impostati e ritorno automatico ai parametri di default;
- Totale programmabilità da remoto tramite BUS o modem GSM;
- Vari tipi di funzionamenti: crepuscolare, rinforzo, ciclo, crepuscolare + ciclo, rinforzo + ci- clo
- Possibilità di impostare dei cicli orari di funzionamento che vanno a comandare singolar- mente il segnale di controllo e le 4 uscite digitali;
- Il microprocessore registra su memoria interna le ore di funzionamento dei singoli circuiti di rinforzo che vengono attivati dal modulo, registra a campionamento costante le misure rilevate dalle sonde e gli eventuali allarmi di malfunzionamento sonde, condizione di de- grado, allarmi, ed altro;
- Possibilità di azzerare tutti i tempi di tempi di ritardo e di rampa impostati per velocizzare le eventuali operazioni di messa in servizio e controllo;
- Disponibilità di una password personalizzata impostabile dall’utente.
4.6 SISTEMA DI CONTROLLO E REGOLAZIONE ILLUMINAZIONE A LED
Per la gestione del flusso luminoso è prevista la fornitura di una scheda elettronica da posizionare all’interno di ogni proiettore e una centrale da ubicare all’interno della cabina elettrica ed in parti- colar modo inserita sul quadro di illuminazione, con opportuno posizionamento di un banco di filtri tra il modulo di controllo e gli interruttori di comando di ciascuna linea elettrica al fine di isolare la centralina dalla rete. Ogni centralina dovrà essere in grado di controllare almeno 900 punti luce contemporaneamente indifferentemente tra corpi illuminanti di permanente e rinforzo. Ciascuna centralina dovrà essere in grado di interfacciarsi con il sistema SCADA di galleria. Ciascuna centra- lina dovrà comunicare con gli apparecchi a Led (direttamente o mediante gateway) ed essere in grado di leggere tutti i valori dei parametri degli apparecchi a Led. I protocolli di trasmissione sulla rete Ethernet saranno basati su protocollo Modbus TCP/IP. Ciascuna lampada a Led dovrà essere fornita di un modulo di interfaccia (già inserito nel proiettore) in modo da poter comunicare con la centralina di gestione in modalità punto-punto. Il sistema dovrà:
- Effettuare una scansione periodica (con frequenza impostabile da remoto) di tutti gli apparecchi in rete per verificare lo stato di funzionamento degli apparecchi;
- Determinare lo stato generale di funzionamento degli apparecchi a LED;
- Essere in grado di controllare almeno due fornici indipendenti. Il sistema dovrà, altresì, disporre:
a) di una interfaccia consultabile via Web per:
- Impostare i parametri del sistema;
- Verificare la percentuale dello stato di funzionamento corretto degli apparecchi;
- Verificare la percentuale dello stato di funzionamento dei gateway;
- Rendere disponibile un sinottico della galleria con indicazione del funzionamento dei singoli apparecchi
b) di una interfaccia grafica locale in grado di controllare l’impianto
c) di una interfaccia modbus TCP per l’integrazione con il PLC o sistema SCADA ANAS, che consen- te di:
- Leggere e impostare l’intensità luminosa generale della galleria;
- Leggere la percentuale di funzionamento dei gateway. Il gateway, infine, dovrà essere in grado:
- Di conversare con l’interfaccia Ethernet e l’interfaccia della rete locale in galleria (bus, onde convogliate, wireless, ecc.);
- Di gestire la comunicazione locale con almeno 250 apparecchi in una delle tipolo- gie adottate.
In particolare si prevede di installare un sistema di controllo e diagnostica dei singoli punti luce ba- sato sulla comunicazione in tempo reale a onde convogliate o onde radio tra centralina e singoli proiettori a LED, secondo le prescrizioni della EN 50065-1 (trasmissioni di segnali su rete elettriche a bassa tensione nella gamma di frequenze da 3 a 148,5 KHz).
Tale sistema di gestione e controllo dei proiettori a lampade LED proposti permette di monitorare continuamente i corpi illuminanti e diminuire ulteriormente i consumi energetici.
Il sistema è composto da due tipi di componenti:
- componenti da installare all'interno dell'apparecchio a LED;
- componenti da installare all'interno del quadro di alimentazione.
Con la comunicazione ad onde convogliate o onde radio, è possibile agire su tutti i parametri dei corpi illuminanti a LED, come ad esempio la frequenza di acceso/spento, la tensione di rete, la cor- rente assorbita, il tempo totale di accensione.
Il modulo ricetrasmittente installato all’interno del singolo proiettore è un modulo che lavora a on- de convogliate o onde radio per il controllo, comando e segnalazione dei parametri dei punti luce a LED (uno per ogni punto luce da telecontrollare), con le seguenti caratteristiche:
• Posizionamento nel vano del proiettore;
• Grado di protezione standard IP00 (IP 20 in alternativa) per montaggio all’interno del proiettore;
• Uscita optoisolata con comando duty cycle a frequenza 200Hz per il comando della dimmerazio- ne; da 0 % a 100% del proiettore con step di 1% (a richiesta comando 0-10Vdc);
• Duty Cycle possibile (o comando 0-10Vdc): da 0% a 100% con step di 1%;
• Isolamento tra alimentazione e comando: min 6mm in aria e 5000Vdc;
• Comunicazione tramite onde convogliate direttamente sui cavi di alimentazione con modulazione tipo ASK e portante a 125KHz (classe1 16);
• Tensione di alimentazione: 230Vac +/-10% 50Hz;
• Temperatura di funzionamento: da -10 a +60°C;
• Temperatura di stoccaggio: da -30 a +80°C;
• Lettura per ogni punto luce delle seguenti grandezze da remoto:
- Stato della lampada (accesa/spenta);
- Tensione di rete;
- Corrente assorbita;
- Tempo totale di proiettore acceso;
- Tempo totale di proiettore alimentato.
Il Modulo di controllo è installato nel quadro di alimentazione dell'impianto, per la gestione della comunicazione a onde convogliate o onde radio con i moduli all’interno dei singoli proiettori. E’ predisposto inoltre per comunicare verso il sistema di telegestione centrale.
• Codice Utente, codice Impianto;
• Cambio ora “Solare / Legale”;
• Controllo di almeno 900 moduli LED;
• Memorizzazione dei seguenti dati:
- Numero identificativo del singolo modulo proiettore;
- Tempo di riscaldamento;
- Angolo di massima dimmerazione;
- Angolo per la funzione di “Minimo consumo”;
- Rampa di salita;
- Rampa di discesa;
- Gruppi di appartenenza;
- Tratta di appartenenza;
- Angolo di minimo consumo letto dal modulo;
- Contatore di chiamate al modulo;
- Contatore di chiamate al modulo non risposte;
- Contatore di chiamate non risposte consecutive;
- Contatore di chiamate consecutive con risposte di xxxxxxx spenta;
- 1 byte che definisce quali parametri devono essere trasferiti al modulo;
- Data in cui deve avvenire il trasferimento;
- Abilitazione applicazione della “Funzione scenografica”.
Per ogni modulo del proiettore inoltre il modulo da quadro mantiene in memoria 2 scenografie. Le 2 scenografie sono associate ai 2 periodi dell’anno definiti come ora solare e ora legale. Le sceno- grafie sono costituite da 5 tempi associati a 5 livelli di dimmerazione. Per ogni scenografia quindi il modulo da quadro memorizza le seguenti informazioni:
- Il primo step è impostato all’accensione del modulo;
- Livello di dimmerazione del primo step;
- Ora del secondo step di dimmerazione;
- Livello di dimmerazione del secondo step;
- Ora del terzo step di dimmerazione;
- Livello di dimmerazione del terzo step;
- Ora del quarto step di dimmerazione;
- Livello di dimmerazione del quarto step;
- Ora del quinto step di dimmerazione;
- Livello di dimmerazione del quinto step;
Nel caso di sistema ad onde convogliate, sono inoltre previste bobine filtro installate nel quadro di comando per isolare la rete telecontrollata verso monte (lato alimentazione), di corrente nominale da individuare in funzione della corrente nominale prevista in linea.
5 IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA
L’illuminazione di sicurezza deve consentire la messa in sicurezza degli utenti attraverso le vie di fuga, ovvero l’individuazione da parte degli utenti e degli addetti al soccorso delle dotazioni per la sicurezza antincendio e le stazioni di emergenza. In generale dovrà essere previsto un elemento luminoso a led su entrambi i lati della galleria, con la duplice funzione di illuminare il camminamen- to in prossimità della barriera stessa e di segnalare il verso di percorrenza della galleria in caso di emergenza. Si deve prevedere, inoltre, l’installazione di un modulo adatto ad individuare in manie- ra univoca una via di fuga o un luogo sicuro (per esempio le porte di un by-pass). Il picchetto lu- minoso in galleria può essere installato secondo due modalità:
- Sul profilo redirettivo;
- Sul piedritto della galleria.
L’illuminazione a terra deve essere realizzata tramite moduli a LED che dovranno assicurare un il- luminamento medio di 5 lux per una fascia di minimo 90cm, all’interno della quale l’illuminamento minimo non dovrà essere inferiore a 2 lux. Tale fascia dovrà iniziare entro una distanza di 30 cm dal piede della barriera redirettiva o del piedritto.
5.2 CORPO ILLUMINATE PUNTUALE PER ILLUMINAZIONE DI EVACUAZIONE
Il sistema è costituito da un picchetto luminoso o plafoniera, ad interasse massimo di 25ml, forma- to da una calotta esterna trasparente incolore, antiurto, provvista di supporto per il montaggio del- la fonte luminosa, in acciaio inox AISI 304, in policarbonato, resina poliestere rinforzata con fibre di vetro senza alogeni, o materiali con prestazioni equivalenti. Le parti incollate con prodotti acrilici devono garantire la realizzazione di involucri perfettamente stagni in grado di impedire l'ingresso di umidità e polveri. Esso è costituito da due sorgenti luminose: una sorgente luminosa a LED è de- stinata a delineare il percorso di evacuazione e guidare i pedoni verso l’uscita di emergenza in con- formità alla norma UNI EN 16276, un’altra sorgente luminosa a LED è destinata all’illuminazione a terra del medesimo percorso in conformità alla norma EN 1838/1999, D.lgs. n° 264/2006 e Linee Guida ANAS. Ulteriori caratteristiche tecniche:
- Sorgente luminosa costituita da una scheda a circuito stampato con led di potenza che do- vranno essere tali da assicurare un illuminamento medio di 5 lux all’interno del quale l'illu- minamento minimo non dovrà essere inferiore a 2 lux;
- Tensione di alimentazione 24Vdc;
- Potenza in funzionamento di emergenza 4W;
- Sorgente luminosa costituita da una scheda a circuito stampato con led di potenza che in condizione normale, dovranno garantire l’intensità luminosa di ciascuna luce non maggiore
di 40 cd in un cono di 2x15° come da normativa UNI EN 16276; in caso di emergenza l’intensità della luce deve poter essere aumentata;
- Intensità luminosa minima di 1 cd in tutte le direzioni.
5.3 PLAFONIERA PER IDENTIFICAZIONE USCITA DI EMERGENZA
Il sistema è costituito da una sorgente luminosa a LED, per l’illuminazione delle uscite di emergen- za nelle gallerie stradali conforme alle indicazioni delle “Linee Guida per la progettazione della sicu- rezza nelle Gallerie Stradali secondo la normativa vigente”, nonché alle norme UNI EN 16276. I moduli luminosi dovranno essere installati attorno o su entrambi i lati della porta di uscita di emer- genza, garantendo la visibilità anche in situazioni di fumo molto denso. Il sistema dovrà essere col- legato ad una centralina di controllo, alimentata dalla rete, che consente l’attivazione dei moduli. Principali caratteristiche costruttive:
- Costituito da una plafoniera con calotta esterna trasparente incolore, provvista di supporto per il montaggio della fonte luminosa. Le parti incollate con prodotti acrilici devono garanti- re la realizzazione di involucri perfettamente stagni in grado di impedire l'ingresso di umidi- tà e polveri;
- Componentistica per il fissaggio e collegamento del sistema in acciaio inox AISI 304 e tale da garantire una resistenza di strappo di almeno 150 Kg;
- Componenti elettroniche completamente sigillate ed impermeabili, IP66;
- Bassa infiammabilità testato a norma UL94-V0;
- I moduli devono essere in grado di resistere alle condizioni ambientali delle gallerie, a si- stemi di pulizia ad alta pressione o getto di vapore e spazzolatrici;
- Le sporgenze degli elementi puntuali di fissaggio devono essere raccordate e prive di spi- goli vivi.
- Equipaggiamento elettronico comprensivo di LED a efficienza luminosa non minore di 100 lm/W, di colore verde;
- In caso di emergenza l’intensità luminosa dovrà essere non minore di 100 cd in tutte le di- rezioni di emissione e dovranno lampeggiare con una frequenza compresa tra 0,5 Hz e 2,0 Hz;
- Sistema di alimentazione dei LED in grado di garantire la regolazione lineare dell’intensità luminosa emessa da 0% (spento) a 100% (Massima) tramite segnale 0÷20mA od a gradini tramite contatti “ONOFF”;
- Corrente max assorbita 140mA a 24V;
- Con durata media dei LED di 75.000 ore senza decremento luminoso;
- I corpi luminosi sono dotati di morsettiera in ceramica resistente al calore.
5.4 SEGNA MARGINE OTTICO A LED
L’involucro del modulo a led sarà di colore bianco, realizzato in pressofusione di alluminio- magnesio e avrà dimensioni indicative di 165x165x20mm.
Il corpo illuminante sarà costituito da led di colore bianco ad altissima luminosità e sarà dato in opera mediante il fissaggio alla pavimentazione mediante tirafondi o viti in acciaio inox con diame- tro di circa 4-5mm. Per i collegamenti elettrici, ogni modulo sarà dotato di morsetti per accesso ca- vi di sezione minima 2,5mmq con derivazione diretta al corpo illuminante in grado di garantire un grado di protezione almeno IP66. In particolare, il modulo ottico avrà le seguenti caratteristiche:
• Colore della luce: bianco;
• Alimentazione: 24Vdc;
• Assorbimento: fino a 50mA;
• Dimensioni indicative: 165x165x20mm;
• Grado di protezione: minimo IP66;
• Classe di isolamento: II;
• Tempo di vita: > 80.000 ore.
L’alimentazione dei moduli ottici avverrà tramite l’utilizzo di centraline eventualmente posizionate all’interno del quadro elettrico di illuminazione di galleria o in apposito quadretto comunque ubicato nei locali della cabina elettrica. I moduli verranno installati su entrambi i lati della carreggiata.
5.5 ALIMENTATORE STABILIZZATO AC/DC
L’alimentatore sarà del tipo stabilizzato AC/DC adatto per applicazioni ove sia necessario un elevato rapporto tra la potenza di uscita ed una tensione particolarmente stabile e precisa; esso sarà allog- giato entro apposito contenitore in alluminio pressofuso o acciaio inox almeno AISI 304. Il disposi- tivo sarà provvisto di protezione contro il sovraccarico elettrico e termico. L’alimentatore sarà tara- to nel range 20-26Vdc. E' possibile una regolazione interna della tensione di uscita tramite contatto NO. La potenza nominale è considerata per servizio continuo. L’alimentatore stabilizzato dovrà ave- re le seguenti caratteristiche:
• Temperatura di funzionamento tra 0 e +40°C;
• Uscita opto-isolata;
• Tensione d’ingresso: 200 ÷ 260Vac;
• Corrente ingresso a 230Vac: 1,2 A;
• Fusibile d'ingresso di taglia almeno pari a 1,6 A;
• Tensione di uscita selezionabile: 20Vdc o 28Vdc;
• Corrente di uscita massima a 24Vdc in servizio continuo: 10 A;
• Potenza massima in uscita: 250W;
• Dimensioni indicative: 145x72x182mm;
• Grado di protezione: IP20;
• Protezione termica: 80°C.
Sarà compreso ogni altro componente necessario nessuno escluso; compresa la realizzazione dei cablaggi, l'assemblaggio, il tutto a norma di legge, ogni altro onere e magistero compreso.
6 APPARECCHIATURE E DISTRIBUZIONE ELETTRICA IN CABINA
6.1 STRUTTURA PREFABBRICATA PER LOCALE TECNICO
Costruita ed assemblata con pannelli di calcestruzzo ad alta resistenza, dello spessore mm 80-120 e solaio di copertura min. di mm 160, realizzati con armatura in acciaio B450C e calcestruzzo RbK 400 Kg/cmq. Impermeabilizzazione della copertura con guaina spessore mm 4. Imbiancatura inter- na con tempera di colore bianco, rivestimento esterno murale plastico colore a scelta della D.L. Co- struita in conformità alle leggi vigenti in materia di costruzioni prefabbricate in cemento, completa di cunicoli dell'altezza minima di 0,70 m per il passaggio dei conduttori MT/bt, di platea di fonda- zione, casseratura, armatura con rete elettrosaldate maglia cm 15x15 Ø 10, copricunicoli in lamiera striata. Sono comprese nella fornitura le porte in resine isolante omologate ENEL, le griglie di area- zione in resina isolante omologate ENEL, serrature omologate ENEL, le pareti divisorie tra i vani. Pavimentazione interna alla cabina realizzata in cemento lisciato o con finiture similari. Le aperture di ventilazione saranno poste in maniera tale da ottimizzare il raffreddamento dell'apparecchiatura installata, con possibilità di avere un sistema di ventilazione sopratetto a tutta circonferenza. Le griglie di aerazione saranno con protezione antitopo e antipioggia in ogni locale. L'armatura del calcestruzzo e tutte le parti metalliche dovranno essere collegate tra di loro mediante saldature, con possibilità di collegamento ad un anello di terra esterno. Sigillatura delle fughe verticali di giunzione con mastice acrilico, opportunamente formulato per l'adesione su superfici in calcestruz-
zo. Sistema di smaltimento acqua piovana. Nel prezzo sono compresi e compensati la fornitura del- le pratiche amministrative di concessione edilizia, calcoli di verifica statica, ogni onere ed accesso- rio necessario per la posa e dove espressamente previsto si dovranno utilizzare porte metalliche.
Lo shelter è costituito da sistemi pre-assemblati dedicati ad alloggiamento di apparecchiature elet- tromeccaniche, elettroniche, elettriche. Costituito da pannelli isolanti in struttura sandwich poliure- tano/lamiera, aventi la capacità di contenere l’effetto delle escursioni termiche ambientali sulle ap- parecchiature contenute. La struttura resistente dello Shelter è atta a realizzare una struttura amo- vibile in grado di sopportare le sollecitazioni indotte dal peso proprio e da quello delle apparecchia- ture contenute durante le fasi di sollevamento/spostamento per tutta la vita operativa dello Shelter. La struttura metallica degli Shelters dovrà essere realizzata con materiali idonei a resistere alle azioni ossidanti degli agenti atmosferici in ambiente particolarmente aggressivo (ambiente ma- rino, industriale altamente inquinato). Dimensioni interne (mm): lunghezza: 1.200, larghezza: 1.200, altezza: 2.380. Dimensioni esterne (mm) – con ingombro copertura lunghezza: 1.986 (com- presa copertura) larghezza: 2.200 (compresa copertura) altezza: 2.665. La struttura isotermica del- lo shelter dovrà essere realizzata tramite assemblaggio su struttura portante esterna in acciaio di pannelli isotermici di spessore 60mm. Lo shelter deve comprendere al suo interno:
- N. 2 plafoniere 2X18W a tenuta stagna uno per ambiente interno e uno per ambiente esterno;
- N. 1 Microswitch porta con cavo armato e contatto pulito, da collegare su morsettiera del Quadro Elettrico;
- Elemento ANTIRODITORE per passaggio 18 cavi;
- Rilevatore volumetrico interno a doppia tecnologia portata 12m – sistema anti intrusione;
- Rilevatore volumetrico esterno a doppia tecnologia portata 2m – sistema anti intrusione area esterna (n°4, suddivisi su ciascun perimetro/lato esterno);
- Sistema di collegamento masse metalliche per messa a terra;
- N. 1 presa 2x16 A tipo P30 bipasso + shuko protetta e sezionata in scatola protetta con re- lativi cavi di cablaggio;
- Interruttore bipolare per accensione plafoniera in scatola protetta.
Gli Shelter dovranno essere dotati di sistema integrato active cooling + free cooling, inclusi nella fornitura. Non saranno ammessi shelter con climatizzatore. Il sistema combinato Active Cooling + Free Cooling permetterà all’unità installata di:
- Ridurre l’impatto ambientale;
- Massimizzare l’efficienza energetica;
- Riduzione del consumo di energia tramite uso FCU durante i periodi di basso carico termi- co).
Il sistema dovrà essere progettato per garantire un grado di protezione IP55 in condizione di fun- zionamento, questa caratteristica renderà il sistema adatto all’uso in ambienti estremi dal punto di vista atmosferico, come quello in prossimità delle arterie stradali/autostradali.
6.3 IMPIANTO LUCE, FM E SPECIALI IN CABINA
L'impianto elettrico BT di cabina dovrà comprendere l'impianto di illuminazione generale dimensio- nato per avere un livello di illuminamento medio non inferiore a 200-250 lux, un impianto di illumi- nazione di emergenza (con corpi del tipo autoalimentato o alimentati da soccorritore) che garanti- sca per circa due ore un illuminamento medio pari a circa 10 lux ed un impianto di forza motrice (FM) costituito da quadretti prese CEE interbloccate di servizio. La dotazione impiantistica della ca- bina sarà completata con eventuali impianti speciali (rivelazione incendi, spegnimento, antintrusio- ne, ecc.). Le dimensioni dei cunicoli e/o delle tubazioni annegate nella platea della cabina per il passaggio dei conduttori devono avere dimensioni appropriate. In particolare, si dovranno evitare eccessivi costipamenti dei cavi, raggi di curvatura eccessivamente ridotti e promiscuità tra cavi per MT, cavi per BT e cavi per impianti speciali. La posizione, le dimensioni, gli accessi e lo schema di cabina devono essere concordati con il competente ufficio tecnico dell'ENEL previo l'inizio dell'attivi- tà di installazione.
Lungo le pareti, ad una altezza di circa 50 cm, dovrà essere realizzato un collettore di terra costi- tuito da un anello in piatto di rame o di acciaio zincato da 40x5 mm. L’anello dovrà essere collega- to alla rete elettrosaldata presente nella platea di fondazione almeno in corrispondenza degli angoli di ciascun locale. Al collettore dovranno essere collegate tutte le parti metalliche e le apparecchia- ture di cabina. In particolare:
⮚ Porte e finestre metalliche;
⮚ Carpenterie dei quadri elettrici;
⮚ Carcasse dei trasformatori;
⮚ Centri stella del/i trasformatore/i;
⮚ Rotaie dei trasformatori;
⮚ Passerelle e canaline metalliche (se necessario).
I collegamenti a terra di parti mobili dovranno essere realizzati con treccia di rame avente sezione minima pari a 50mmq. Il collettore sarà poi collegato al dispersore esterno mediante almeno due conduttori di terra aventi sezione adeguata. Il dispersore sarà possibilmente costituito da un anello lungo il perimetro della cabina, realizzato in corda di rame nudo da 35mmq (sezione minima) o al- tro materiale equivalente. Il dispersore sarà integrato con elementi verticali (spandenti) e sarà col- legato ai ferri di armatura della fondazione.
Dovranno essere forniti i seguenti accessori (dotazione minima):
⮚ Piantina con evidenziato lo schema elettrico della cabina da posizionare a parete;
⮚ Estintori in numero e tipo indicato negli altri elaborati di progetto del singolo contratto applicativo fissati a parete in posizione opportuna;
⮚ Lampada portatile di emergenza con batterie sempre in carica;
⮚ Contenitore per guanti isolanti;
⮚ Guanti isolanti in lattice in conformità alle norme NFC 18415 e VDE 0680 classe di iso- lamento 3;
⮚ Tappeto isolante ad alto potere dielettrico antisdrucciolo per tensioni di esercizio 25kV
⮚ Cartelli monitori previsti dal D.lgs. 81/08.
I quadri di bassa tensione dovranno essere di tipo e di forma indicata nel progetto del singolo con- tratto applicativo, realizzati affiancando scomparti completamente normalizzati, contenenti le appa- recchiature di bassa tensione, pure normalizzate, progettati singolarmente e nel loro insieme per offrire con la massima semplicità costruttiva una molteplicità di impiego per soddisfare le più sva- riate esigenze dell’impianto.
Caratteristiche ambientali:
temperatura ambiente massima 40°C
temperatura ambiente media (rif. 24 h) 35° C
temperatura ambiente minima -10° C
umidità relativa massima 25°C 90%
installazione all'interno di un fabbricato in muratura
altitudine s.l.m. <1000 m
Caratteristiche elettriche:
tensione di esercizio 400V
frequenza nominale 50 Hz
sistema elettrico trifase + neutro
6.8 RISPONDENZA A NORME TECNICHE E LEGGI ANTINFORTUNISTICHE
Per quanto non espressamente precisato nel presente Capitolato, i quadri dovranno essere rispon- denti alle specifiche norme vigenti all’atto della fornitura e dovranno soddisfare le seguenti caratte- ristiche:
⮚ Impiego di materiali isolanti ad alto grado di auto estinguibilità e completa segregazione metallica tra i singoli scomparti, per impedire il diffondersi di incendi
⮚ Messa a terra franca di tutta la struttura del quadro e dei componenti estraibili per tutta la corsa di sezionamento od inserzione
⮚ Protezioni IP20 dopo la traslazione degli interruttori estraibili o sezionabili
⮚ Isolamento in aria di tutte le parti in tensione
⮚ Blocchi meccanici ed elettromeccanici in conformità allo schema di progetto del singolo contratto applicativo
⮚ Accessibilità agli apparecchi ed ai circuiti senza pericolo di contatti con i componenti in ten- sione
⮚ Accurata scelta dei materiali isolanti impiegati in base a caratteristiche di bassa emissione di fumi
Gli scomparti dovranno essere forniti completamente montati e provati in tutti i loro componenti ed allestimenti definitivi, con prove di officina eseguite in presenza della Direzione Lavori.
6.9 COMPOSIZIONE E SUDDIVISIONE DEL QUADRO
I quadri saranno costituiti da scomparti affiancati e saranno completamente chiusi e bullonati tra loro. La modularità degli scomparti e dei vari componenti dovrà consentire eventuali futuri amplia- menti sui due fianchi. I vari scomparti dovranno essere completamente segregati fra di loro e sa- ranno a loro volta compartimentati in celle elementari metallicamente segregate le une dalle altre come indicato negli elaborati di progetto del singolo contratto applicativo.
Ogni scomparto dovrà essere un’unità indipendente, costituita da una struttura autoportante in la- miera di acciaio, spessore 20-30/10 mm, composta da elementi normalizzati, provvisti di forature modulari, messi insieme tra loro mediante punti elettrici e viti speciali che ne assicurano robustezza e continuità elettrica. Su tale struttura, ove previsto progettualmente dai singoli contratti applicati- vi, dovranno essere applicate le chiusure laterali e posteriori in lamiera, le portelle anteriori, i setti di compartimentazione e segregazione, i supporti metallici per i diversi apparecchi. Lo spessore mi- nimo della lamiera d'acciaio per tali elementi non dovrà essere inferiore a 20/10 di mm, riscontrato prima dei trattamenti protettivi. Gli scomparti dovranno essere suddivisi nelle seguenti zone:
⮚ Zona anteriore riservata alle celle degli apparecchi di potenza, agli strumenti di misura e/o protezioni e ai servizi ausiliari; tale zona è suddivisa da celle individuali, chiuse metallica- mente su tutti i lati con dimensioni modulari in funzione delle apparecchiature da alloggiare
⮚ Prima zona posteriore, contenente le sbarre di derivazione e le connessioni in sbarra degli interruttori di grande portata
⮚ Seconda zona posteriore, riservata alle connessioni di potenza degli interruttori che sono normalmente realizzate in cavo
La zona anteriore che ospita la sezione delle apparecchiature a conformazione modulare dovrà es- sere dotata di doppio frontale con pannellatura in vetro trasparente stratificato.
Gli interruttori generali di macchina dovranno essere di tipo scatolato o di tipo aperto in base alla potenza nominale del trasformatore. Il potere d’interruzione dovrà essere adeguato al valore di po- tenza massima prevista sulla distribuzione in bassa tensione. Gli interruttori d’utenza dei circuiti esterni potranno essere di tipo scatolato e/o modulari in esecuzione fissa. Gli interruttori che ali- mentano i circuiti di cabina dovranno essere di tipo modulare in esecuzione fissa. Gli interruttori suddetti dovranno essere opportunamente coordinati tra di loro in modo da garantire la selettività, la protezione dei circuiti e tarati secondo quanto indicato negli schemi di progetto dei singoli con- tratti applicativi. Il potere di interruzione degli interruttori automatici dovrà essere almeno uguale alla corrente di corto circuito trifase calcolata sulle sbarre del quadro di b.t. Eccezioni: in alcuni casi il potere di interruzione dell'interruttore automatico potrà essere inferiore alla corrente di corto cir- cuito suddetta, se a monte esiste un dispositivo:
⮚ Xxx abbia un potere di interruzione corrispondente alla corrente di corto circuito sopra de- terminato (filiazione);
⮚ Che limiti l'energia specifica passante (Ft) a un valore inferiore a quello ammissibile dall'in- terruttore automatico e dai conduttori protetti.
6.12 SBARRE PRINCIPALI E DERIVAZIONI
Le sbarre principali e le derivazioni dovranno essere in piatto elettrolitico di rame nudo (ETP UN1 5649-71) a spigoli arrotondati, opportunamente dimensionate e ammarate per sopportare le solle- citazioni termiche ed elettrodinamiche conseguenti alle correnti di corto circuito. L'isolamento dovrà essere completamente realizzato in aria; i supporti sbarre dovranno essere realizzati mediante elementi componibili stampati in materiale isolante autoestinguente con elevata resistenza mecca- nica e caratteristiche anti-traccia. La forma di segregazione dovrà essere quella prevista dagli ela- borati di progetto dei singoli contratti applicativi. Per il raffreddamento della zona sbarre si dovran- no prevedere delle feritoie sul pannello frontale in basso e nella parte inferiore del pannello poste- riore di chiusura. Per lo sfogo dell'aria calda si dovranno prevedere apposite feritoie sul tetto. L'Ap- paltatore, prima dell'allestimento in sede d’approvazione materiali da parte della Direzione Lavori, dovrà sottoporre ad approvazione il dimensionamento delle capacità di smaltimento della xxxxxxxx- ria in relazione agli autoconsumi interni delle apparecchiature previste in sede di progetto costrutti- vo del singolo contratto applicativo.
6.13 CIRCUITI AUSILIARI E CABIAGGI
Le apparecchiature ausiliarie dovranno essere disposte in celle separate metallicamente dalle celle interruttori. Dovrà essere sempre possibile accedere alle apparecchiature ausiliarie con il quadro in tensione. Il cablaggio interno dovrà essere realizzato con cavi di tipo flessibile non propaganti l'in- cendio (sec. CEI 20-22), di sezione non inferiore a 1,5mmq per i circuiti ausiliari e 2,5mmq per i circuiti di potenza. Tutte le connessioni dovranno essere effettuate mediante capocorda a com- pressione, e ciascun conduttore dovrà essere numerato con idonei contrassegni. I conduttori do- vranno essere alloggiati su apposite canalette di materiale plastico e in appositi vani all'interno de- gli scomparti. Tutti i conduttori dovranno far capo a morsettiere componibili numerate. Opportune targhette, pantografate, dovranno indicare a fronte quadro, ciascuna apparecchiatura e relativa sequenza di manovra. Tutte le indicazioni di stato e i comandi di ogni apparecchiatura dovranno essere riportati in morsettiera per poter essere utilizzati per il telecomando e il telecontrollo dal Centro Operativo. Una sbarra collettrice in rame, avente una sezione nominale di 200mmq, dovrà percorrere longitudinalmente tutto il quadro; a tale sbarra dovranno essere collegati tutti i compo- nenti principali. Tutti gli elementi di carpenteria dovranno essere francamente collegati fra loro per mezzo di viti speciali atte a garantire un buon contatto elettrico fra le parti. Le porte dovranno es- sere collegate in modo equipotenziale alla struttura per mezzo di treccia di rame avente sezione di 16 mm2. Il ciclo di verniciatura per i quadri di bassa tensione dovrà essere del tutto simile a quello previsto per i quadri di media tensione. Serie di accessori che dovranno essere forniti:
⮚ Mensola di supporto leve varie e maniglie
⮚ Golfari di sollevamento
⮚ Vernice per ritocchi punti danneggiati
⮚ Schemi e disegni di progetto dei singoli contratti applicativi
⮚ Istruzioni per l'installazione, l'esercizio e la manutenzione del quadro
⮚ Targhe d’identificazione apparecchiature
⮚ Schema unifilare in dotazione alla carpenteria
⮚ Cartellonistica di prevenzione antinfortunistica conforme al DLGS. 81/08 ed al D.L. 626;
⮚ Prove di tipo
⮚ Manuale di manutenzione ordinaria e straordinaria.
L'Appaltatore dovrà produrre copia dei certificati relativi alle prove di tipo realizzate da un laborato- rio indipendente attestanti la rispondenza del quadro e delle apparecchiature alle Norme vigenti. In particolare è richiesta dimostrazione delle seguenti prove:
- Prova di tensione a frequenza industriale dei circuiti di potenza;
- Prova di tensione dei circuiti ausiliari;
- Prova di funzionamento meccanico;
- Prova dei dispositivi ausiliari;
- Verifica dei cablaggi;
- Controllo dell'intercambiabilità dei componenti estraibili e degli altri componenti identici fra loro per costruzione e caratteristiche;
- Prova per la verifica dei limiti di sovratemperatura;
- Prova per la verifica delle distanze in aria e superficiali;
- Prova per la verifica della tenuta di corto circuito;
- Prove per la verifica della tenuta al corto circuito del circuito di protezione (CEI 17-13/1);
- Prova per la verifica dei guasti di protezione.
Descrizioni particolari
Gli arrivi dal trasformatore di potenza e/o dal gruppo elettrogeno saranno in cavo unipolare o in blindosbarra. Tensioni ausiliarie, salvo particolare e diversa definizione sugli schemi di progetto dei singoli contratti applicativi:
- 230 V c.a. per comandi e protezioni;
- 230 V c.a. per alimentazioni motori carica molle interruttori;
- 230 V c.a. per resistenze anticondensa;
- 230V c.a. per circuiti di sgancio.
6.15 QUADRI DI DISTRIBUZIONE SECONDARIA
Caratteristiche Elettriche
Norme: XXX 00/00-0, XXX XX 00000-0, DLGS. 81/08
Tensione di isolamento: 1000 V
Tensione nominale d’impiego: 400 V
Corrente nominale sbarre principali: fino a 1000 A Corrente di x.xx-x.xx simmetrica x 1”: 15 kA
Tensione di prova a 50 Hz per 1 min.: 2,5 kV Frequenza: 50 Hz
Tensione aux. comandi segnalazioni: 230 V
Altitudine: <1000 m s.l.m.
Temperatura ambiente: 35°C Sistema di neutro: TN
Sbarre
Sistema: Trifase + N
Isolamento: aria
Materiale: rame
Caratteristiche Meccaniche
Spessore lamiera: 20/10 mm
Verniciatura esterna: RAL 7030 od altro a scelta della D.L.
Verniciatura interna: RAL 1019 od altro a scelta della D.L. Forma di segregazione: Forma 3
Grado di protezione esterno: ≥IP31(secondo luogo di installazione)
Grado di protezione a porta aperta: IP20
Quadro con accessibilità: [x] Fronte [ ] Retro
Linee entranti: [x] Cavo [ ] Alto [x] Basso
Linee uscenti [x] Cavo [ ] Alto [x] Basso
6.16 GRUPPO STATICO DI CONTINUITÀ PER IMPIANTI DI GALLERIA
E’ prevista l’installazione di gruppi di continuità in grado di garantire un'alimentazione di riserva che sopperisca alla mancanza dell'alimentazione normale senza alcuna interruzione (no break) per un tempo minimo di almeno 30 minuti. E’ necessario prevedere un gruppo statico di continuità per gallerie di qualsiasi lunghezza. In particolar modo, per gallerie di lunghezza inferiore ai 500 metri si provvederà all’installazione del solo UPS, per gallerie la cui lunghezza supera i 500 metri il gruppo di alimentazione secondaria sarà costituito dall’accoppiamento UPS-gruppo elettrogeno. Fanno par- te dei circuiti di sicurezza quelli destinati a garantire la continuità dell’alimentazione dei seguenti impianti, ove previsti:
- Illuminazione di emergenza;
- Sistemi di videosorveglianza;
- Sistemi di rivelazione incendio;
- Sistemi antincendio;
- Sistemi di supervisione e controllo;
- Sistemi di comunicazione;
- Stazioni di emergenza;
- Sistemi di alimentazione by-pass;
- Sistemi semaforici e pannelli a messaggio variabile;
- Sistemi e dotazioni impiantistiche asservite all’impianto di raccolta dei liquidi infiammabili ed inquinanti.
Il gruppo UPS deve essere del tipo statico on-line (carico alimentato dall'inverter sia in condizioni ordinarie che all'insorgere di interruzioni di alimentazione da rete o "buchi di tensione") completo di convertitore AC/DC (raddrizzatore), accumulatori, convertitore DC/AC (inverter) e commutatore
statico. La potenza dell'UPS deve essere pari alla massima potenza che il carico alimentato può ri- chiedere in regime permanente maggiorata del 10-15% per futuri ampliamenti ed approssimata per eccesso alla più prossima potenza commerciale. Per l’UPS (monofase-monofase) la linea di ali- mentazione deve essere dimensionata per 1,5 In (In = corrente nominale in uscita all'UPS). Per l’UPS (trifase-trifase, trifase-monofase) la linea di alimentazione deve essere dimensionata per 1,1 In (In = corrente nominale in uscita all'UPS). L'energia erogata dall'UPS deve essere fornita da una batteria di accumulatori mantenuta in continua carica dalla rete. Gli accumulatori devono essere del tipo a ricombinazione di gas (accumulatori ermetici) e pertanto completamente chiusi salvo la valvola di sfogo. La capacità degli accumulatori deve garantire un'autonomia dell'alimentazione alla potenza nominale dell'UPS per un tempo adeguato e nel caso specifico per almeno 1 ora. Deve es- sere predisposto (se non incorporato nell'UPS) un circuito di by-pass ad azionamento manuale per permettere in caso di avaria o di interventi di manutenzione, di alimentare il carico in modo indi- pendente dall'UPS. Il commutatore statico e la serie raddrizzatore/carica batteria/Inverter saranno alimentati da un unico arrivo da rete. La protezione contro i contatti indiretti dei circuiti a valle dell'UPS deve essere garantita da opportuno interruttore differenziale installato immediatamente a monte dello stesso. Tale interruttore differenziale deve essere di tipo B (sensibile anche a correnti di guasto unidirezionali) e deve avere corrente differenziale di intervento compatibile con la corren- te di dispersione dei filtri in ingresso all'UPS.
Il gruppo statico dovrà consentire l'alimentazione per tutti quei "carichi critici" che necessitano un'autonomia della rete in caso di interruzione della stessa. Dovrà inoltre garantire:
• Isolamento galvanico tra utenze e rete;
• Continuità assoluta di alimentazione, anche in mancanza di fornitura da parte dell’Ente Erogatore;
• Completa eliminazione delle perturbazioni di rete quali micro-interruzioni e fluttuazioni di tensione e frequenza;
• Elevata qualità della forma d'onda della corrente erogata. Sarà costituito dalle seguenti sezioni:
• La sezione raddrizzatore dovrà provvedere alla trasformazione della tensione di rete in ten- sione continua stabilizzata necessaria all'alimentazione dell'inverter stesso, nonché alla ca- rica e al mantenimento in carica della batteria collegata in tampone. La sezione inverter trasformerà la tensione continua fornita dalla "sezione raddrizzatore" (o dalla batteria) in una tensione alternata sinusoidale stabilizzata in ampiezza e frequenza. La sezione com- mutazione automatica avrà il compito di commutare istantaneamente e senza interruzione l'alimentazione del carico dell'inverter nel caso di avaria che precluda la continuità di servi- zio o in caso di sovraccarichi, per cause esterne, oltre i limiti cui l'apparecchiatura è in gra-
do di sopportare. La sezione batterie di accumulatori soddisferà alle prescrizioni esposte in altro capitolo.
Il gruppo di continuità statico dovrà essere del tipo a diodi controllati. Il raddrizzatore carica batte- ria dovrà essere costituito principalmente da un circuito di potenza e da un circuito elettronico di comando e controllo. Per il circuito di potenza in particolare sarà previsto un interruttore automati- co di protezione in ingresso, un ponte raddrizzatore interamente controllato a tiristori, un filtro in- duttanza-capacità dimensionato in modo tale da garantire alla batteria una corrente armonica tra- scurabile rispetto alla corrente di mantenimento. In particolare quando la rete rientra nei limiti il raddrizzatore carica batteria fornirà di nuovo l'energia necessaria all'utilizzazione e contempora- neamente alla ricarica della batteria. Il passaggio batteria-raddrizzatore carica-batteria dovrà avve- nire senza perturbazioni sull'utilizzazione. La durata del ciclo di carica, che inizierà automaticamen- te nel caso di una mancanza di rete, potrà essere regolata da un dispositivo a tempo. Il ciclo di ca- rica della batteria comprenderà due momenti:
• Durante il primo, la carica della batteria di accumulatori sarà effettuata a corrente costante limitata. La tensione continua, aumenterà man mano che aumenterà la carica della batte- ria per raggiungere alla fine di questo periodo 2,25V (tensione di carica);
• Durante il secondo, la carica della batteria di accumulatori avverrà a tensione costante 2,25 V. La corrente di carica diminuirà continuamente per raggiungere alla fine del periodo il valore della corrente di conservazione. Il ciclo continuerà per il periodo di funzionamento normale, al termine del quale la tensione viene portata a 2,2 V.
Un circuito elettronico di comando e controllo provvederà alle funzioni per la "regolazione di ten- sione", la "limitazione di corrente", la "sorveglianza di tensione alta" ed la "rampa di accensione". La "regolazione di tensione" invierà i segnali di accensione dei tiristori, tenendo permanentemente costante la tensione ai capi della batteria in modo che in regime normale, funzioni l'alimentazione statica mentre in regime di messa in servizio o di manutenzione funzioni la tensione di equalizza- zione (l'invertitore dovrà essere spento). Per la "limitazione di corrente" si dovrà agire quando la corrente di carica tende ad oltrepassare il valore "corrente di carica massima". Per la "sorveglianza di tensione alta" si dovrà provocare l'arresto del raddrizzatore carica batteria nel caso in cui la ten- sione erogata raggiunga la soglia di "tensione massima". Tale funzione proteggerà la batteria evi- tando l'ebollizione dell'elettrolito. Per la "rampa di accensione" questa limiterà la corrente di spunto all'accensione del raddrizzatore carica batteria, imponendo un aumento graduale della tensione continua. La batteria sarà di un tipo stazionario al piombo e sarà montata su una pedana isolante, per rendere la sua installazione conforme alle norme CEI, e dovrà garantire l'erogazione per alme- no 30 minuti alla massima potenza.
L'invertitore sarà costituito essenzialmente dai seguenti circuiti principali:
• Circuito di potenza;
• Circuito elettronico di comando e controllo;
• Circuito di misura e di segnalazione.
Il primo dovrà essere composto principalmente da un filtro d'ingresso (condensatori), da ponti mu- tatori a sfasamento regolabile, da trasformatore di accoppiamento delle tensioni erogate dai ponti mutatori, da un filtro di uscita e da un interruttore di uscita ultrarapido. Il secondo avrà una fun- zione "regolazione di fase" che ha lo scopo di mantenere la tensione dell'invertitore in fase con la tensione della rete quando questa è nei limiti delle tolleranze ammesse. Una funzione "regolazione dell'ampiezza della tensione" manterrà il valore efficace fondamentale della tensione dell'invertitore uguale alla tensione nominale. Una funzione "distribuzione" che permetterà l'accensione ciclica dei tiristori. Una funzione "tensione di batteria bassa" che dovrà provocare l'arresto dell'invertitore qualora il valore minimo della tensione continua in ingresso raggiunga la soglia della "tensione mi- nima" (1,65V per batteria al piombo), al fine di proteggere la batteria evitando ogni scarica prolun- gata anormale. Una funzione "logica di comando" che invierà i segnali di comando ai componenti dei by-pass statici (contattore elettromeccanico - diodi controllati) al fine di permettere il passaggio dell'alimentazione da invertitore a rete e viceversa ove necessario (avaria invertitore, sovraccarico, ecc.). Il terzo sarà realizzato essenzialmente da un sistema visivo ottico-luminoso situato sulla pa- rete frontale dell'armadio e da un sistema di comando interno dell'apparecchiatura e comunque do- tato di tutte quelle apparecchiature necessarie che permetteranno in ogni istante di avere una chiara e precisa visualizzazione dello stato di funzionamento di tutto il complesso di dispositivi.
Dovrà essere il complesso di dispositivi che permetteranno di utilizzare direttamente la rete di ali- mentazione finché le caratteristiche di tensione e frequenza di questa siano compatibili con l'utiliz- zatore, ma anche di disinserire l'inverter, nel caso di avaria causa forti correnti di spunto o per ma- nutenzione. Sarà composto da una parte automatica e da una manuale. Quella automatica costitui- ta da un circuito elettronico di comando e controllo assolverà le funzioni di invio segnali di riferi- mento, del controllo della tensione di rete onde evitare la commutazione se non sono verificate le condizioni d'intensità di fase e tensione nei limiti, comando dei tiristori e relativa chiusura del con- tattore elettromeccanico ove ricorrono le condizioni dei by-pass. Quella manuale si compone di un complesso di sezionatori, interruttori, ecc., che nel caso di manutenzione generale, consentirà l'a- limentazione dell'utilizzatore senza perturbazioni. Gli organi di comando dovranno essere identifica- ti chiaramente e accessibili con la massima sicurezza nonché permettere la prova del gruppo dopo una eventuale messa a punto. L'apparecchiatura dovrà comunque avere componenti conformi alle norme di costruzione e alle raccomandazioni CEI in vigore. Gli stessi saranno abbondantemente sovradimensionati per ottenere una grande affidabilità. Gli armadi saranno in lamiera di acciaio pressopiegata, saldata e verniciata a fuoco previo trattamento antiruggine. I sotto sistemi funzio- nali saranno realizzati a blocchi modulari al fine di permettere la massima accessibilità nel caso di guasti o durante le operazione di manutenzione. Le logiche di comando saranno a tecnologia avan-
zata realizzate su schede modulari estraibili; i sistemi di comando e controllo saranno dotati di au- todiagnosi al fine di individuare, per ogni singola apparecchiatura o unità modulare, gli eventuali guasti e la relativa topografia, intervenendo automaticamente per disinserire l'apparecchiatura in avaria senza pregiudicare il regolare funzionamento del sistema di alimentazione. Le principali se- gnalazioni saranno doppiate con contatti liberi e disponibili su una morsettiera per un eventuale ri- porto a distanza. I trasformatori di potenza e le induttanze di uscita dovranno essere posti su sup- porti antivibranti in modo da limitare le vibrazioni e quindi il rumore prodotto dal gruppo stesso. Per quanto riguarda la compensazione dovuta alla caduta di tensione introdotta dai cavi di colle- gamento, l'inverter dovrà essere equipaggiato da un regolatore di tensione che consenta di opera- re sull'invertitore per compensare tale caduta, innalzando la propria tensione di uscita in funzione della corrente erogata. L'inverter dovrà essere dimensionato infine in modo da poter essere so- vraccaricato, quando le necessità lo richiedano. Ovviamente le situazioni in cui l'inverter sarà so- vraccaricato sono da considerarsi anomale e pertanto dovranno essere limitate nel tempo. Le con- dizioni anomale che invece fossero continue potrebbero portare l'inverter a lavorare fuori dei suoi limiti, esponendolo a possibili danneggiamenti pertanto sarà provvisto di un dispositivo che, nel ca- so si ecceda nelle condizioni di sovraccarico, provveda a disconnetterlo automaticamente. Infine l'inverter dovrà essere progettato e dimensionato per sopportare senza danno anche un cortocir- cuito permanente.
Caratteristiche principali:
⮚ Cosϕ: 0,8;
⮚ Tensione di ingresso 380 Vac +/-15%;
⮚ Tensione di uscita: 380 Vac + /- 1,5%;
⮚ V in regime statico e dinamico: ±3.5%;
⮚ Frequenza di ingresso: 50Hz ± 5%;
⮚ Frequenza di uscita: 50Hz ± 0.5%;
⮚ Distorsione max armonica: < 3%;
⮚ Autonomia in caso mancanza rete almeno 30 minuti.
Gli elementi costituenti la batteria saranno di tipo ermetico in vaso chiuso conforme alle Norme CEI 21-6/74 fasc. 361 e provvisti di contrassegno relativo.
Dovranno essere classificati come Accumulatori senza manutenzione, essere a bassissima auto- scarica, ed essere esenti da presenza di antimonio. Tale sostanza presente in concentrazione mi- nima, grazie alla caratteristica costruttiva degli elementi, consentirà una riduzione della corrente assorbita in carica e quella che provoca l'elettrolisi dell'acqua. I contenitori saranno sempre in ma-
teriale plastico acrilanitrilico trasparente traslucido chiusi in modo ermetico da un coperchio dello stesso materiale. Ciascun elemento dovrà essere numerato in modo progressivo.
Le piastre che compongono l'elemento saranno così composte:
• Quelle positive avranno una struttura tubolare conduttrice, ottenuta per pressofusione in lega leggera e priva di antimonio;
• Quelle negative saranno di materiale attivo riportato su griglia. Anche per queste varrà il criterio costruttivo di bassa percentuale di antimonio.
L'isolamento interno dovrà essere assicurato da un reticolo di tubetti contenenti la materia attiva positiva, con frapposto un separatore microscopico.
I cavi per il collegamento con gli utilizzatori o con il carica batterie dei poli positivo/negativo della batteria saranno in corda di rame stagnato rigido o flessibile munito alle estremità di capicorda in rame o ottone stagnato di tipo ad occhiello fissato per compressione.
I capicorda saranno rivestiti da una guaina termo-restringente fino a ricoprire anche parte dell'iso- lante del cavo. La connessione al polo sarà protetta con una calotta isolante o con altro sistema equivalente atto ad impedire la possibilità di toccare contemporaneamente le due polarità.
I conduttori saranno posti entro tubazioni in PVC rigido di tipo filettabile ancorate alle pareti o ad altre strutture fisse del locale.
I tratti terminali delle tubazioni saranno di tipo flessibile collegate a quelle rigide mediante adatto raccordo. Il collegamento fra i poli dei vari elementi sarà ottenuto con tratti di sbarra in rame pro- tetta con piombatura e rivestita da una guaina isolante in materiale autoestinguente. La connes- sione a ciascun polo sarà effettuata mediante bulloni in acciaio inossidabile. I poli, le parti terminali delle sbarre di collegamento ed i bulloni di fissaggio, saranno protetti, se previsto dalle prescrizioni di manutenzione, con un velo di vaselina. Su ciascun polo sarà posta una calotta in materiale iso- lante di forma e dimensioni tali da racchiudere, oltre al polo ed al bullone anche parte della guaina isolante che riveste la sbarra di collegamento; ciò affinché non sia possibile il contatto accidentale con parti conduttrici sia sui collegamenti intermedi che su quelli terminali della batteria. Connessio- ni fra gli elementi delle batterie con tratti di sbarra in acciaio inossidabile o nichelato. La protezione contro i contatti accidentali con i poli o con le connessioni sarà attenuata mediante calotte di co- pertura in materiale isolante fissate a scatto su più poli.
6.17 GRUPPO STATICO DI CONTINUITÀ PER LOCALE TECNICO DI CABINA
Si deve prevedere un UPS dedicato alla continuità delle apparecchiature sensibili ubicate nel locale tecnico della cabina principale quali:
- PC SCADA per supervisione e controllo;
- Server impianto di videosorveglianza;
- Armadio apparati nodo di rete.
Il Gruppo Statico di Continuità deve essere del tipo monofase a doppia conversione con tecnologia a microprocessore, della potenza di 1000VA/900W con commutazione PWM - sinusoidale, atto ad alimentare utenze privilegiate, sia in presenza che in assenza della rete di alimentazione, alla ten- sione di 230 V - 50 Hz. Autonomia 45 minuti con aggiunta di box batterie. L'UPS deve essere com- pleto di batteria di accumulatori al piombo ermetico, esente da esalazioni e manutenzione, atta a conferire un'autonomia di 45 minuti primi alla metà del carico. L’UPS deve avere le seguenti carat- teristiche:
- Tecnologia ON-LINE doppia conversione (VFI secondo normativa EN62040-3);
- Forma d'onda di uscita sinusoidale a bassa distorsione;
- Controllo a microprocessore;
- Batterie entro contenute;
- Predisposizione per possibilità di aggiunta di box di espansione batterie;
- Elevata silenziosità grazie alla frequenza di commutazione al di fuori del campo dell'udibile;
- Conservazione dello stato del neutro tra ingresso ed uscita (questo requisito è necessario per permettere il corretto intervento degli interruttori differenziali posti a valle del gruppo di continuità);
- Sistema di supervisione per monitoraggio locale con display alfanumerico a cristalli liquidi indicanti le principali grandezze elettriche (tensioni, correnti, potenze ingresso/uscita, se- gnalazioni e allarmi);
- Indicatore % di carica della batteria e tempo autonomia residua in minuti;
- Test di funzionalità della batteria;
- Modalità di funzionamento come convertitore di frequenza 50/60hz;
- Emergency Power Off standard.
7 SISTEMI ANTIFURTO
Per gli impianti di galleria possono essere individuate due aree di intervento:
- Area esterna alla galleria (cabina elettrica, tratto cabina-imbocco galleria, serbatoio gaso- lio, riserva idrica antincendio);
- Area interna alla galleria (passerelle metalliche e cavidotti sotto marciapiede o profilo redi- rettivo).
Per quanto concerne l’area esterna alla galleria si metteranno in opera interventi dissuasivi e di protezione quali:
- Impianto di videosorveglianza (per monitoraggio piazzale, serbatoio gasolio e riserva idrica antincendio);
- Sistema antieffrazione dei pozzetti mediante il riempimento degli stessi con strato di sabbia e calcestruzzo, previa iniezione di malte cementizie entro i cavidotti;
- Impianto antintrusione per controllo accessi di cabina e locali tecnologici;
- Sistema di antifurto elettronico dei cavi mediante una centralina da installare in ogni singo- lo quadro elettrico.
Per quanto concerne, invece, l’area interna alla galleria, si metteranno in opera i seguenti sistemi:
- Antieffrazione dei pozzetti mediante il riempimento degli stessi con strato di sabbia e cal- cestruzzo;
- Ancoraggio dei cavi alla passerella metallica mediante l’utilizzo di fascette stringi cavo e/o colate di resine epossidiche.
Gli impianti su rete stradale, invece, possono essere suddivisi per come segue:
- Impianti di illuminazione in itinere ed illuminazione svincoli;
- Apparati su rete stradale (PMV e telecamere).
In particolar modo, per gli impianti di illuminazione in itinere ed illuminazione svincoli, è possibile attuare le seguenti soluzioni:
- Protezione delle morsettiere all’interno delle cassette da palo mediante l’utilizzo di bulloni di tipo antifurto;
- Sistema antieffrazione dei pozzetti mediante il riempimento degli stessi con uno strato di sabbia e calcestruzzo, previa iniezione di malte cementizie entro i cavidotti;
- Posa in opera di apparati di videosorveglianza;
- L’ancoraggio a passerella metallica dei cavi passanti sui viadotti attraverso l'utilizzo di fa- scette stringi cavo, resine epossidiche e ancoraggio coperchi a passerella metallica con viti auto perforanti.
7.2 IMPIANTO DI MONITORAGGIO DELLE AREE ESTERNE
Per la sorveglianza delle aree esterne come xxxxxxxx xx xxxxxx, xxxxxxxx xx xxxxxxxxxx xxxxxxx, xxxxx- xx idriche antincendio e svincoli), si deve prevedere l’installazione di un impianto di videosorve- glianza costituito da:
- telecamera HD, 720p60, Day/Night, sensore CMOS 1/3"" progressive scan risoluzione 1,4 Mpx, gamma dinamica 84 dB, supporto ottiche manual iris, DC-iris e SR-iris, automatic back focus motorizzato, sensibilità minima garantita 0,017/0,0057 Lux (F1.2 - 30 IRE), quad-streaming, compressione H264 MP (Main Profile), iDNR, Intelligent Video Anlysis (IVA), supporto criptatura SSL 128 bit, ROI, ONVIF conformant, supporto DynDNS, FTP su allarme e Drop Box, ingresso e uscita allarme, ingresso ed uscita audio per allarme audio, slot per registrazione su memory card SDHC/SDXC o su NAS iSCSI/VRM, porta ethernet RJ45, uscita analogica in simultanea a segnale IP. Alimentazione 12 VDC o 24 VAC x XxX. Completa di obiettivo 1/2,5"" Varifocal 1.8-3mm SR-Iris, CS-mount. 5MP, IR corrected, cu- stodia in alluminio grigio ad apertura laterale con viti antimanomissione, vetrino ad alta ri- soluzione termostatato, binario interno rimovibile in grado di alloggiare una telecamera fi- no a 91 x 81 x 262 mm, custodia termostatata con range di temperatura fino a - 40°C/+50°C, grado di protezione IP66, passaggio cavi attraverso raccordi posteriori o pas- sante da staffa (opzionale), alimentazione 230 VAC 0,21 A con convertitore AC/DC per te- lecamere IP;
- CABINET (per applicazioni da esterno) o armadio RACK per alloggiamento apparati di ali- mentazione e trasmissione flussi video (media converter, alimentatori, switch);
- Cavi di collegamento al punto di consegna più vicino da parte del Gestore Telefonico;
- Pali di tipo conico diritto h=5500mm, d=115mm, sp=3mm;
- Staffe di aggancio.
7.3 SISTEMA ANTIEFFRAZIONE POZZETTI
Tale sistema prevede l’eliminazione dei chiusini ed il riempimento dei pozzetti per come di seguito specificato:
- Primo strato di sabbia a contatto con i cavi di spessore non inferiore a 30cm;
- Secondo strato di cls classe di resistenza C20/25 (N/mmq) di spessore non inferiore a 25 cm;
Nastro segnalatore interposto tra il primo ed il secondo strato.
7.4 SISTEMA ANTINTRUSIONE DI CABINA
Per proteggere i xxxxxx xxxxx xxxxxx xxxxxxxxx x xxx xxxxxx xx xxxxxxxxx, xx prevede l’installazione di un sistema di antintrusione e controllo degli accessi che deve essere in grado di segnalare l’intrusione di personale non autorizzato all’interno dei locali tecnologici. Tale sistema deve essere composto almeno dalle seguenti apparecchiature e materiali:
- Sensori a doppia tecnologia per il rilevamento di tentativi di intrusione;
- Centrale completa di alimentatore per il controllo di tutti i componenti;
- Organi di comando per l’inserimento ed il disinserimento dell’impianto tramite tastiera;
- Segnalatori con capacità di emissione di segnali di allarme acustici e/o in grado di effettua- re chiamate di emergenza verso la Sala Operativa Compartimentale;
- Predisposizione per trasmissione della chiamata tramite GSM;
- Cavi e canalizzazioni per i collegamenti fra le varie apparecchiature.
In corrispondenza di tutti gli accessi ai locali di cabina e sala pompe, verranno installati contatti magnetici in alluminio ad alta tolleranza; in corrispondenza dei piazzali e all’interno dei locali tecno- logici verranno installati rilevatori volumetrici con due canali MV e due canali PIR quadrupla tecno- logia antitrusione mod. WATCH OUT fino a 15 metri. L’impianto sarà dotato di una centrale antin- trusione ad 8 ingressi espandibile a 40 ingressi con combinatore telefonico integrato e predisposto per funzionamento GSM. La centrale antintrusione, ubicata in cabina, sarà equipaggiata con un’interfaccia telefonica GSM/GPRS per l'invio e la ricezione di chiamate su rete GSM attraverso un combinatore telefonico esistente, completo di prolunga da ml. 5,00 di cavo per antenna GSM. La centrale, altresì, sarà equipaggiata con batteria da 12 Volt 7,5Ah a tampone. All’esterno dei locali ed eventualmente all’interno, verrà installata a parete una sirena 110db 12V per impianti antintru- sione. Tutti i collegamenti tra gli apparati che costituiscono l’impianto antintrusione verranno rea- lizzati utilizzando cavi allarmati schermati di tipo 2x0,50 + 4x0,22. Tale sistema verrà integrato con l’installazione nei locali di cabina di porte metalliche a due ante (cm 120 x 215) con serratura HB. Gli allarmi generati dall’impianto antintrusione di cabina dovranno essere riportati alla Sala Operati- va Compartimentale.
7.5 SISTEMA ANTIFURTO E MONITORAGGIO CAVI
Il sistema deve essere provvisto di impianti elettrici situati sia in cabine attrezzate che in luoghi aperti, necessari per garantire l’illuminazione, il ricambio d’aria, i servizi ausiliari e i sistemi di sicu- rezza. Le utenze asservite dalle cabine di alimentazione vengono collegate con cavi in rame e/o al- luminio; questi devono essere collocati per quanto possibile in sede protetta e/o in canalizzazioni in acciaio inox. Pur osservando le prescrizioni di posa e i passaggi cavi previsti, bisogna porre una particolare attenzione alla verifica dei cavi stessi, intesa come “presenza del cavo” e “degrado del cavo”. Questi due fattori sono importanti e fondamentali per poter garantire la sicurezza delle stra- de autostradali, in quanto è necessario sapere preventivamente se i sistemi di illuminazione e i ser-
vizi di emergenza sono disponibili. Per tale motivo dovrà essere previsto e montato per ogni utenza “sensibile” un sistema che garantisca costantemente il monitoraggio del collegamento tra le cabine, i Q.E. e gli apparati illuminanti. Le finalità sono quelle di monitorare i sistemi e comunicare even- tuali anomalie degli impianti, nei seguenti modi: Presenza del cavo: viene verificato costantemente lo stato del cavo e quindi la sua presenza in impianto, sia durante il normale funzionamento e sia durante l’inattività dell’utenza (prevista per al massimo 1 (una) ora. Questi controlli sono dei prov- vedimenti doverosi in considerazione dei sempre più frequenti furti rame sugli impianti. Il dispositi- vo dovrà essere in grado di verificare in tempo reale un eventuale furto del cavo per un pronto in- tervento. Per dare una migliore indicazione alla sala controllo e alle forze dell’ordine, il sistema do- vrà garantire di poter identificare nel raggio massimo di 250 metri il punto di taglio del cavo stesso, riportando i dati al centro di controllo. Degrado del cavo: il sistema dovrà essere predisposto per poter verificare lo stato di servizio dei cavi sia corretto ed efficiente in modo da garantire la sicu- rezza del servizio. Un degrado delle caratteristiche di isolamento o una problematica sul cavo, può determinare disservizi anche gravi nel sistema di distribuzione dell’energia. Il dispositivo dovrà es- sere in grado di determinare i valori di degrado del cavo e, attraverso un opportuno algoritmo, pia- nificare un intervento preventivo per la riparazione e/o sostituzione di un cavo danneggiato. Il fun- zionamento del sistema dovrà permettere anche una manutenzione preventiva degli impianti, che in termini di tempo e di oneri risulti molto più vantaggiosa. Gli obiettivi del sistema evoluto, com- preso la parte opzionale, dovranno essere i seguenti:
- Verificare che i cavi posati in impianto siano presenti e non siano stati rubati da malinten- zionati;
- Eseguire periodicamente, in modalità automatica, la misura della resistenza di isolamento dei cavi rispetto a terra; questa funzione permette di ottenere una fotografia dello stato dei cavi, consentendo l’intervento in anticipo rispetto ad un ipotetico degrado che creereb- be dei fuori servizio o dei malfunzionamenti dell’impianto;
- Misurare i parametri elettrici delle utenze, al fine di poter tracciare una mappa dei consumi pianificare azioni adeguate e/o funzionalità adeguate per il miglioramento dell’efficienza energetica;
- L’invio di allarmi secondo una configurazione programmabile mediante SMS al personale addetto alla sicurezza o di manutenzione, e via E-MAIL al personale addetto al monitorag- gio e gestione e segnalazione POP-UP alla SOC compartimentale su sistema RMT.
Generare allarmi tecnici:
- Mancanza di alimentazione del quadro;
- Salto dell’interruttore magnetotermico;
- Salto dell’interruttore differenziale generale;
- Salto degli interruttori differenziali di ogni fase;
- Da remoto riarmo di elementi e accensione/spegnimento luci.
Il sistema di controllo cavi dovrà essere compatibile non solo per le nuove installazioni, ma anche per l’utilizzo in impianti esistenti. Tale apparecchiatura dovrà interfacciarsi con il sistema aziendale RMT. Il dispositivo dovrà essere realizzato in contenitore isolante con grado di protezione IP 54, adatto al montaggio all’interno dei quadri elettrici. Dovrà essere previsto anche un display funzio- nale per il rilevamento di tutti i parametri elettrici e una serie di led necessari alla verifica dello sta- to della comunicazione in RS485 verso il PLC locale e lo stato dei relè interni.
Scheda tecnica prodotto
Tipo prodotto | SISTEMA DI CONTROLLO E MONITORAGGIO DEI CAVI ELETTRICI |
Materiale | Dispositivo elettronico in contenitore isolante |
Grado di protezione | IP 54 |
Resistenza agli urti | Secondo Norma |
Corrente Nominale | 1A |
Tensione Nominale | 000-000-000 Vca |
N° poli | 2/6 |
Protezione | Interna (tramite fusibili) |
Conformità Normative | CE |
Per i cavi posati su passerelle e canali sia in galleria che sui viadotti, si prevede l’utilizzo di un si- stema di ancoraggio dei cavi attraverso l'utilizzo di fascette di cablaggio resistenti alle alte tempe- rature con classe di autoestinguenza UL 94 VO in etilene tetrafluoro etilene, temperatura di servizio
-40°C/+150°C, posate ad una distanza non inferiore ad 1m tale da fissare tutti i cavi presenti sui canali
7.7 PROTEZIONE COPERCHI DA PALO
Per proteggere i cavi all’interno delle apposite morsettiere, si deve prevedere un sistema di antief- frazione della cassetta da palo attraverso l'utilizzo di bulloni con dado antifurto in acciaio inox M8x50 in sostituzione di quelli esistenti.
Ove si ritenesse necessario, l’ancoraggio dei cavi alle passerelle verrà eseguito anche mediante l’utilizzo di resine epossidiche. Si dovrà tener presente l'influenza della temperatura e dello stato fisico del prodotto perché ciascuna resina epossidica ha una temperatura minima di utilizzazione, indicata dalle case produttrici, che in genere si aggira intorno ai 278K al di sotto della quale la po- limerizzazione avviene lentamente ed in modo incompleto. La malta sintetica dovrà presentare ca- ratteristiche di assoluto pregio per la quasi totale impermeabilità, per l'eccezionale resistenza agli aggressivi chimici, per le elevate caratteristiche meccaniche, per il basso modulo elastico e per le notevoli proprietà superficiali.
7.9 INIEZIONI DI MISCELE CEMENTIZIE
I trattamenti possono definirsi di “riempimento” dei tubi corrugati esistenti, quando riempiono i vuoti e i tubi esistenti senza alterare le loro dimensioni, mediante iniezioni di miscele cementizie atossiche molto fluide e stabili, ad alta capacità di permeazione. I materiali iniettati, dovranno sod- disfare i requisiti di carattere ambientale ed ecologico, così come indicato nella attuale Legislazione in materia e successive modifiche. Le iniezioni saranno effettuate impiegando tubi di diametro non inferiore ai 40mm, eventualmente giuntato tramite manicotti o quanto altro occorra per la perfetta efficienza del tubo. I cavidotti da iniettare potranno essere orizzontali o sub-orizzontali o comunque inclinati, pertanto dovranno essere adottati opportuni accorgimenti (tubetti di sfiato, otturatore sul- la bocca del perforo, ecc.) per evitare che la miscela cementizia riempia solo parzialmente la cavità o ne fuoriesca. Le malte cementizie utilizzate per l’iniezione dovranno avere la seguente composi- zione:
- Cemento tipo 4,25: 100 kg;
- Acqua: 50-70 kg;
- Bentonite: 0-2 kg;
- Eventuale additivo antiritiro e/o accelerante.
8 IMPIANTO DI MESSA A TERRA
L'impianto di terra deve essere conforme a quanto indicato dalla norma CEI EN 50522 2011-03 “Messa a terra degli impianti elettrici a tensione superiore a 1 kV in c.a.” (in alta tensione) e dalla CEI 64-8 (in bassa tensione).
Dimensioni minime del dispersore in BT
Tipo di elettrodo | Dimensioni (mm) Sezione (mmq) | Acciaio zincato a caldo (norme CEI 7-6)* | Acciaio rive- stito in rame | Rame |
Nastro | Spessore | 3 | Allo studio | 3 |
Sezione | 100 | 50 | ||
Tondino o cond. mas- siccio | Sezione | 50 | 35 | |
Conduttore cordato | Diametro fili | 1,8 | 1,8 | |
Sezione | 50 | 25 | ||
Picchetto a tubo | Diametro esterno | 40 | 30 | |
Spessore | 2 | 3 | ||
Picchetto massiccio | Diametro esterno | 20 | 15 | |
Picchetto in profilato | Spessore | 5 | 5 | |
Dim. trasversale min. | 50 | 50 |
* può essere utilizzato acciaio senza rivestimento protettivo purché con spessore aumentato del 50% e con sezione non inferiore a 100mmq.
Dimensioni minime del dispersore in AT
Tipo di elettrodo | Dimensioni (mm) Sezione (mmq) | Acciaio zincato a caldo (norme CEI 7-6)* | Acciaio rive- stito in rame | Rame |
Nastro | Spessore | 3 | Allo studio | 2 |
Sezione | 90 | 50 | ||
Tondino o cond. massiccio | Sezione | – | 25 | |
Conduttore cordato | Diametro fili | – | 1,8 | |
Sezione | – | 25 | ||
Picchetto a tubo | Diametro esterno | 25 | 20 | |
Spessore | 2 | 2 | ||
Picchetto massiccio | Diametro esterno | 20 | – |
* può essere utilizzato acciaio senza rivestimento protettivo purché con spessore aumentato del 50% e con sezione non inferiore a 100mmq.
8.2 SPECIFICHE IMPIANTO DI TERRA
In ogni caso, i dispersori devono avere dimensioni minime tali da resistere alla corrosione e alle sollecitazioni termiche della corrente. Negli impianti alimentati in A.T. le dimensioni minime succita- te sono ampiamente sufficienti a soddisfare ogni requisito a riguardo di sollecitazioni termiche. È vietato l’uso, come dispersore, delle tubazioni dell’impianto idrico, anche pubblico, nonché delle armature dei cavi. La posa di dispersori in rame in scavi predisposti, nonché i collegamenti nella loro parte interrata o entro fondazioni, dovrà prevedere le precauzioni onde ridurre i danni per ef- fetto elettrolitico in prossimità di tubazioni, strutture o altri elementi in metallo corrodibile. Ove tale vicinanza sia inevitabile, si dovrà infilare il conduttore entro tubo isolante, ovvero sostituirlo con tratto di cavo isolato, ovvero adottare provvedimenti tali che la distanza minima tra i due metalli diversi non sia inferiore ad almeno 1 m. La posa del dispersore in cavo entro scavi predisposti do- vrà avvenire ad una profondità di almeno 50 cm dal piano del calpestio e ad una distanza minima dell’edificio di 1,50 m; successivamente dovrà essere ricoperto per almeno 30 cm da terreno vege- tale; non sarà ammessa la copertura con il solo materiale di “risulta” del cantiere. In corrisponden- za di giunzioni interrate dovranno essere eseguite opportune protezioni al fine di evitare fenomeni di ossidazioni e corrosioni nel tempo. I conduttori di terra ed i conduttori di protezione devono ave- re sezioni tali da resistere alle sollecitazioni meccaniche presumibili nel luogo di installazione e alle sollecitazioni termiche prodotte dalla corrente. Nei confronti delle sollecitazioni meccaniche, i con- duttori di terra in AT devono avere sezioni non inferiori a:
- 16mmq se in rame;
- 35mmq se in alluminio;
- 50mmq se in acciaio.
Mentre in BT si deve fare riferimento alla tabella 54° della CEI 64-8. In relazione alle sollecitazioni termiche, la sezione dei conduttori di terra e dei conduttori di protezione (in AT e in BT) non deve risultare inferiore a:
I 2t
k
S =
Dove K dipende da temperatura iniziale e temperatura finale massima ammessa e dai materiali uti- lizzati. Il tempo t equivale al tempo di intervento delle protezioni. L'impianto di terra progettato (in- tenzionale) deve inoltre, laddove possibile, essere collegato agli elementi strutturali metallici (im- pianto di terra di fatto). In ogni caso, i soli dispersori intenzionali (senza l'ausilio dei dispersori di fatto), devono garantire l'idoneità dell'impianto di terra. Al collettore di terra, oltre al conduttore di terra dovranno essere collegati i conduttori di protezione ed i conduttori equipotenziali principali ed i centro stella dei trasformatori e di eventuali gruppi elettrogeni. I conduttori equipotenziali princi- pali devono collegare al collettore di terra le masse estranee entranti nel fabbricato e devono esse- re realizzati con conduttore avente sezione pari ad almeno la metà di quella del conduttore di fase
di sezione più elevata con un minimo di 6mmq ed un massimo di 25mmq. I conduttori di protezio- ne devono collegare a terra tutte le masse e se facenti parte della stessa conduttura devono avere sezione concorde a quanto indicato nella tabella 54F della Norma CEI 64-8. Un conduttore di pro- tezione può essere comune a più circuiti purché sia applicata la precedente prescrizione con riferi- mento alla sezione del conduttore di fase maggiore. Se il conduttore di protezione non fa parte del- la stessa conduttura del conduttore di fase, deve avere sezione almeno pari a 2.5 o 4mmq a se- conda che ne sia prevista o meno protezione meccanica. Sia in AT sia in BT gli impianti di terra de- vono garantire la sicurezza delle persone con le modalità indicate nella Normativa CEI. In particola- re, in AT, il valore di resistenza di terra deve essere tale da garantire delle tensioni di passo e di contatto al disotto dei limiti massimi ammessi mentre in BT il valore deve essere compatibile con i dispositivi di interruzione automatica del circuito di alimentazione. Tutta la viteria e bulloneria im- piegata per realizzare i collegamenti di terra e tutti i materiali accessori saranno o in rame o in ac- ciaio inossidabile o zincato a caldo. Le superfici di contatto, se in rame, dovranno essere stagnate o ravvivate e comunque sgrassate prima della giunzione. Tutti i punti accessibili connessi agli impian- ti di terra (scatole di ispezione, nodi di terra, piastre di misura equipotenziale, ecc.) dovranno ripor- tare il segno grafico di messa a terra. I conduttori di protezione attestati alla sbarra dovranno esse- re muniti di contrassegno tale da consentire di risalire agevolmente alla loro provenienza. Non sa- ranno ammesse identificazioni dei cavi mediante scritte effettuate a mano su etichette o sulle guaine dei cavi stessi. All’interno della cassetta di contenimento dovrà trovare posto lo schema det- tagliato di tutte le connessioni relative al nodo equipotenziale con riportata la tabella relativa alle sigle dei cavi e la loro destinazione. I pozzetti della rete di dispersione dovranno essere rintraccia- bili mediante cartelli indicatori di messa a terra, posti nelle immediate vicinanze e dovranno riporta- re oltre alla numerazione del dispersore indicata negli elaborati grafici di progetto dei singoli con- tratti applicativi o definiti in sede di DL, anche le distanze dal cartello stesso; ove non fosse possibi- le fissare dei cartelli indicatori, i pozzetti dovranno essere contrassegnati in modo visibile, con il simbolo di messa a terra e con la numerazione del dispersore; la marcatura dovrà essere effettuata a mezzo di vernice ad elevate caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici, ovvero con con- trassegni, targhette o altro definito in sede di DL, fissati con tasselli ad espansione.
9 IMPIANTO DI SEGNALETICA VERTICALE DI EMERGENZA
La segnaletica verticale di emergenza si compone di una serie di apparati la cui funzione è quella di:
- Segnalare all’utente, tramite cartelli luminosi, il posizionamento di stazioni di emergenza in galleria, by-pass, piazzole di sosta, uscite all’aperto;
- Informare l’utente, tramite PMV alfanumerici e grafici, delle condizioni in galleria, di even- tuali situazioni di pericolo e di emergenza.
La segnaletica verticale di emergenza (piazzole, S.O.S., estintori, idranti, uscite di emergenza) deve essere di tipo luminoso, di classe minima L2 così come descritta dal norma 12899-1 e rivestita da un film rifrangente microprismatico in grado di assicurare la visibilità del segnale anche in caso di assenza di energia elettrica; la rimanente segnaletica deve essere almeno ricoperta di pellicola ad elevatissima rifrangenza microprismatica, secondo la definizione della norma UNI 11122 (Luglio 2004) realtiva alle “Caratteristiche prestazionali dei materiali per segnaletica verticale con tecnolo- gia a microprismi”.
I semafori saranno del tipo a due lanterne (verde/rosso) o tre lanterne (verde/giallo/rosso) con diametro 300mm, assemblate orizzontalmente con piastra di supporto, con accensione a led ad al- ta luminosità, lente di chiusura in policarbonato trasparente, corpo in lega metallica, alimentazione 230V, IP65, conformità illuminamento, luminanza e contrasto secondo EN 12899, completo di ac- cessori elettrici e di installazione. Nella fornitura e posa in opera sono inclusi gli allacci all'impianto dorsale, le opere di assistenza muraria e gli oneri per noli ed opere provvisionali. In presenza di galleria la cui lunghezza superi i 500 metri, è necessario installare lanterne semaforiche che con- sentano la chiusura della galleria in situazione di emergenza. Nel caso di gallerie monodirezionali, le lanterne semaforiche dovranno essere installate obbligatoriamente ad imbocco galleria sul lato destro ed eventualmente anche sul lato sinistro rispetto al verso di percorrenza della galleria. In questo caso il sistema può essere replicato all’altro imbocco nel caso in cui si renda necessario par- zializzare il traffico su un’unica canna con doppio senso di circolazione. Nel caso, invece, di gallerie bidirezionali andranno posizionate obbligatoriamente ad imbocco galleria soltanto sul lato destro rispetto al verso di percorrenza della galleria. Il semaforo all’imbocco della galleria deve essere preceduto dal cartello di preavviso semaforico come da Figura II 31/a Art. 99.
9.3 PANNELLI A MESSAGGIO VARIABILE
A distanza di 150 metri prima degli imbocchi, dovranno essere previsti pannelli a messaggio varia- bile costituiti da una indicazione alfanumerica (tipicamente 3x15, 3x20, 4x15 caratteri) e da un pit- togramma di tipo full color. E’ necessario installare anche ad imbocco galleria un PMV di tipo 2x12 caratteri in presenza di carreggiata con due sole corsie di marcia; in caso di due corsie di marcia e corsia di emergenza al PMV 2x12 caratteri si dovrà abbinare un pannello grafico di tipo full color.
Il pannello alfanumerico a messaggio variabile dovrà essere conforme per ogni sua caratteristica ed in ogni sua parte alla normativa europea di riferimento CEI UNI EN 12966-1:2010, con Certifica- to di Omologazione da parte del Ministero dei Trasporti e Certificato di Marcatura CE. II PMV per- mette di visualizzare i messaggi con modalità fissa, lampeggiante e alternando i messaggi secondo
tempi preimpostati. Il contenitore del PMV è costituito da una lamiera di alluminio, il telaio interno è costituito da un tubolare in acciaio zincato a caldo mentre l’esterno è verniciato con fondo e con vernici epossidiche. Per ogni scheda è montato un sistema per la protezione dall’irraggiamento so- lare diretto sui singoli led e migliorare il contrasto visivo. Lo schermo del PMV viene protetto per ogni singolo carattere con uno schermo trasparente stabilizzato agli UV, anti-frantumazione in poli- carbonato. Il grado di protezione di tutta la struttura meccanica dovrà essere almeno IP55. Tutti i materiali impiegati dovranno essere conformi alle norme. Il PMV è dotato di un circuito di regola- zione automatica in grado di adattare automaticamente la luminosità emessa alle condizioni am- bientali di luce ed evitare qualsiasi abbagliamento notturno; i LED montati sui pannelli sono dotati ciascuno di un circuito regolatore di corrente che ne garantisce la costanza ed uniformità di emis- sione. Ogni matrice carattere è controllata da elettronica di gestione dedicata che provveda al col- loquio con l'unità di controllo mediante interfaccia RS-485, ed alla gestione della diagnostica.
Le schede elettroniche e i moduli interni al pannello sono intercambiabili. Nella fornitura e posa in opera è compreso ogni onere e accessorio per dare l'opera finita e funzionante, compreso l'allac- ciamento dal punto di consegna dell’energia elettrica e dati fino all'unità di controllo locale posta nelle immediate vicinanze (alla base del portale) e collegamento alle puntazze di terra nell'apposito pozzetto.
9.4 PANNELLI A MESSAGGIO VARIABILE GRAFICO FULL COLOR
Il pannello grafico full color è da prevedersi obbligatoriamente accoppiato con un PMV alfanumeri- co 3x15, 3x20 0 4x15 caratteri e deve avere dimensioni tipiche 900x900mm o 1200x1200mm.
Il pannello a messaggio variabile (PMV) con tecnologia a LED di tipo grafico full-color, deve essere in grado di presentare all'utenza i segnali stradali del codice della strada secondo fig. e art. del DPR 495/92. Il pannello a messaggio variabile è conforme per ogni sua caratteristica ed in ogni sua par- te alla normativa europea di riferimento CEI UNI EN 12966-1:2010, con Certificato di Omologazio- ne da parte del Ministero dei Trasporti e Certificato di Marcatura CE. II PMV permette di visualizza- re i messaggi con modalità fissa, lampeggiante e alternando i messaggi secondo tempi preimposta- ti.
Il contenitore del PMV è costituito da una lamiera di alluminio, il telaio interno è costituito da un tubolare in acciaio zincato a caldo mentre l’esterno è verniciato con fondo e con vernici epossidi- che.
Per ogni scheda è montato un sistema per la protezione dall’irraggiamento solare diretto sui singoli led e migliorare il contrasto visivo. Lo schermo del PMV viene protetto internamente contro infiltra- zioni di acqua e polvere da uno schermo trasparente stabilizzato agli UV, anti-frantumazione in po- licarbonato ed è dotato di contropiastre con la funzione di evitare l'irraggiamento diretto sulle schede elettroniche e migliorare la dissipazione del calore. Il grado di protezione di tutta la struttu-
ra meccanica dovrà essere almeno IP55. Tutti i materiali impiegati sono conformi alle norme. Il PMV è dotato di un circuito di regolazione automatica in grado di adattare automaticamente la lu- minosità emessa alle condizioni ambientali di luce ed evitare qualsiasi abbagliamento notturno; i LED montati sui pannelli sono dotati ciascuno di un circuito regolatore di corrente che ne garanti- sce la costanza ed uniformità di emissione. Ogni matrice carattere è controllata da elettronica di gestione dedicata che provveda al colloquio con l'unità di controllo mediante interfaccia RS-485, ed alla gestione della diagnostica. Le schede elettroniche e i moduli interni al pannello sono intercam- biabili.
9.5 UNITÀ DI CONTROLLO LOCALE PER GESTIONE PMV
L'unità elettronica per il controllo dei pannelli a messaggio variabile (PMV) è installata all'interno di un armadio di dimensioni adeguate in vetroresina, pressato a caldo, di colore grigio chiaro uguale o similare al RAL 7032 (inalterabile alle intemperie), autoestinguente, con porta completa di chiu- sura, grado di protezione IP65. L’unità di controllo dovrà possedere le seguenti caratteristiche tec- niche:
- Scheda a microcontrollore senza parti in movimento in grado di garantire affidabilità nel tempo;
- Possibilità di messaggi pre-memorizzati su EEPROM estraibile e personalizzabile;
- Messaggi di diagnostica inviabili via SMS anche a più utenti preregistrati (opzione disponi- bile con modem GSM);
- Visualizzazione sui PMV di data e ora;
- Gestione sincronizzata del lampeggio e degli eventuali messaggi alternati sui PMV;
- Visualizzazioni messaggi fisso, lampeggiante, lampeggiante su singola riga, alternato;
- Messaggi alternati in modo istantaneo, senza intervalli di ritrasmissione tra l'uno e l'altro;
- Invio di messaggi non predefiniti in memoria (CUSTOM) mediante un semplice SMS da numero autorizzato con modem GSM;
- PMV controllabili fino a 5 contemporaneamente;
- Possibilità di controllo mediante consolle locale per l'invio manuale dei messaggi, completa di tastiera e display LCD retroilluminato 2 x 16 caratteri;
- Interfaccia seriale di tipo RS 485 per il collegamento in parallelo della centralina con i PMV per un massimo di 5;
- Interfaccia seriale di tipo RS 232 per il collegamento con un terminale per l'esecuzione dei test in locale;
- Interfaccia seria le di tipo RS 485 per il controllo remoto dei PMV con protocollo in codice ASCII per gestione completa dei PMV su RS 485. In opzione è disponibile modem GSM/GPRS, Ethemet a 10/100 Mbit 10 Base-T con connettorizzazione RJ45 per la gestione di protocolli TCP/IP;
- 8 ingressi analogici + 10 digitali per controllo locale da PLC;
- Possibilità di controllo locale da consolle, locale da PC di diagnostica, locale da PLC, remoto da RS485, GSM/GPRS, Ethemet.
La disposizione interna delle parti componenti la centralina è realizzata con criteri di ergonomia tali da permettere una facile manutenzione. Le schede dovranno essere facilmente accessibili e smon- tabili. L'unità elettronica di controllo gestisce una scheda di diagnostica ON UNE in tempo reale in grado di effettuare:
- Accensione e spegnimento dei PMV in modo automatico;
- Verifica del corretto funzionamento dei PMV attraverso TEST ON UNE di controllo pixel a pixel in grado di individuare malfunzionamenti anche parziali dei singoli pixel. Tale test de- ve essere effettuato senza la necessità di dover visualizzare un particolare pittogramma e comunque non dovrà perturbare la visualizzazione presente sul PMV;
- Verifica della corretta rappresentazione del pittogramma trasmesso. Tale dispositivo con- trolla costantemente i PMV ed avvisare, tramite il protocollo di trasmissione, nel caso siano rilevati problemi di funzionamento del pannello e dei sui dispositivo di alimentazione.
Il sistema è in grado di segnalare le seguenti condizioni di allarme:
- Avaria sul dispositivo di alimentazione della logica;
- Avaria sul dispositivi di alimentazione dei LED;
- Avaria sull'alimentazione delle ventole di raffreddamento;
- Allarme temperatura elevata: saranno definite almeno 3 soglie, con attivazione e disattiva- zione in modo automatico delle ventole e chiusura dell'alimentazione al PMV al superamen- to di 80° C.
In caso di allarme, dopo 10 secondi, l'unita di controllo provvede automaticamente a ripristinare o spengere il PMV, in questo ultimo caso continua a visualizzare lo stato di allarme affinché, prima di spengere e riaccendere il dispositivo tramite la funzione ON/OFF, si possano verificare i problemi segnalati. Alimentazione 230V AC 50 Hz (assorbimento max 50W) completo di protezione di linea e presa di servizio.
9.6 PANNELLO DI PERCORRENZA CORSIA
Nelle gallerie di lunghezza superiore a 1000 metri, i semafori e il sistema PMV andranno ripetuti ogni 300 metri all’interno della galleria; in questo caso si dovranno adottare le lanterne semafori- che a messaggio variabile o di percorrenza corsia poste sopra le corsie di marcia come da fig. II 458 Art. 164 del D.P.R. 495/92.
Il pannello di percorrenza corsia dovrà avere tecnologia a LED di tipo grafico per la visualizzazione di pittogrammi predefiniti. Sarà del tipo a due stati (freccia verde/croce rossa) o quattro stati (frec- cia verde/croce rossa/freccia gialla destra/freccia gialla sinistra). Il pannello a messaggio variabile è conforme per ogni sua caratteristica ed in ogni sua parte alla normativa europea di riferimento CEI UNI EN 12966-1:2010, con Certificato di Omologazione da parte del Ministero dei Trasporti e Certi- ficato di Marcatura CE. Il contenitore del PMV è costituito da una lamiera di alluminio, il telaio in- terno è costituito da un tubolare in acciaio zincato a caldo mentre l’esterno è verniciato con fondo e con vernici epossidiche. Lo schermo del PMV viene protetto internamente contro infiltrazioni di acqua e polvere da uno schermo trasparente stabilizzato agli UV, anti-frantumazione in policarbo- nato ed è dotato di contropiastre con la funzione di evitare l'irraggiamento diretto sulle schede elettroniche e migliorare la dissipazione del calore. Il grado di protezione di tutta la struttura mec- canica deve essere almeno IP55. Tutti i materiali impiegati sono conformi alle norme. Il PMV è do- tato di un circuito di regolazione automatica in grado di adattare automaticamente la luminosità emessa alle condizioni ambientali di luce ed evitare qualsiasi abbagliamento notturno; i LED mon- tati sui pannelli sono dotati ciascuno di un circuito regolatore di corrente che ne garantisce la co- stanza ed uniformità di emissione. Ogni matrice carattere è controllata da elettronica di gestione dedicata che provveda al colloquio con l'unità di controllo mediante interfaccia RS-485, ed alla ge- stione della diagnostica. Le schede elettroniche e i moduli interni al pannello sono intercambiabili. Nella fornitura e posa in opera è compreso ogni onere e accessorio per dare l'opera finita e funzio- nante, compreso l'allacciamento energia e dati fino all'unità di controllo locale posta nelle immedia- te vicinanze (in corrispondenza della postazione SOS più vicina).
9.7 PORTALE IN ACCIAIO ZINCATO A CALDO
La struttura deve essere idonea per il sostegno di targhe segnaletiche, può essere del tipo a caval- letto, a portale o a farfalla ed avrà le seguenti caratteristiche:
- Struttura costituita con elementi tubolari a sezione circolare o scatolare uniti mediante sal- datura ed opportunamente sagomati e rinforzati;
- Quota dei correnti rispetto al suolo tale che il bordo inferiore delle targhe montate sul por- tale si trovi in ciascun punto ad almeno m 5.50 di altezza sulla sottostante carreggiata;
- Collegamenti delle principali parti della struttura ottenuti mediante flange di dimensioni adeguate, munite di fazzoletti e serrate con bulloni classe 8.8 di sezione adeguata;
- Sollecitazione max risultante inferiore a 16 kg/mmq in qualsiasi punto della struttura;
- Zincatura a caldo, previo trattamento di sgrassaggio e decapaggio, con copertura di zinco non inferiore a 650 g per mq di superficie; strato di zinco uniforme e continuo, esente da scaglie e scorie;
- Ancoraggio al plinto di fondazione in calcestruzzo mediante piastre, flange e tirafondi affo- gati nel calcestruzzo per una profondità di almeno 60 cm, tra loro connessi con collega- menti saldati;
- Blocco di fondazione dimensionato così che, in presenza della sollecitazione max prevista per il portale, la pressione del terreno sul bordo compresso non superi 1 kg/cmq, in ogni caso senza tenere conto della presenza del terreno che ne circonda i lati;
È compreso ogni onere per fornitura materiali, lavorazioni, sfrido, assemblaggio, trasporto a piè d'opera. È compreso, inoltre, ogni altro onere per la preventiva presentazione alla D.L. della rela- zione di calcolo del portale e del relativo plinto di fondazione con allegati disegni esecutivi firmati da un ingegnere iscritto all'albo, nonché dal computo dettagliato del peso teorico che dovrà trovare riscontro con gli accertamenti che saranno effettuati dalla D.L. per la determinazione del peso ef- fettivo.
9.8 CARTELLO LUMINOSO SOS - ESTINTORE - IDRANTE
Il cartello in esame deve essere posto in corrispondenza di ogni postazione SOS. Il cartello lumino- so per segnaletica di sicurezza in galleria sarà costituito da un cassonetto luminoso triangolare bi- facciale a tutto schermo, a forma di parallelepipedo con base triangolare di dimensioni 450x450x450 mm, altezza 1500 mm, costituito da struttura portante in acciaio INOX AISI 304 o 316L e schermo in materiale autoestinguente, ad elevata resistenza meccanica, alle escursioni ter- miche, agli agenti corrosivi, agli idrocarburi e all'invecchiamento ai raggi UV da entrambi i lati, completo di pellicola SCOTCHLITE DIAMONT GRADE 3M translucente tipo 3990T classe III con simbologia come previsto da DPR n495/92 (Figura II 305 Art. 135 e Figura II 178 Art.125) e pelli- cola trasparente supplementare antigraffio. Tale schermo sarà costituito da parallelepipedo trian- golare in policarbonato (LEXAN) spessore minimo 3 mm completo di idonee guarnizioni in gomma siliconica a cellula chiusa in modo da garantire un grado di protezione IP65.
Il cartello deve essere provvisto di:
- Doppio attacco posteriore in barra omega od equivalente per fissaggio dello stesso alla pa- rete o al rivestimento della galleria;
- Impianto di illuminazione interna realizzato con lampade fluorescenti o a led di potenza e quantità idonea montate in posizione tale da garantire una luce uniformemente distribuita su tutto il segnale;
- Apparecchiature elettriche e relativo impianto in classe di isolamento II;
- Staffe regolabili e accessori per l'installazione.
Per la protezione della derivazione ed il relativo cavo di collegamento il cartello è corredato da una protezione meccanica costituita da lamiera in acciaio inox AISI 304 o 316L sp. 10/10 di altezza 100 mm. Il cartello è così composto:
- n. 1 cartello in acciaio a base triangolare di dimensioni 450x450x450 mm ed altezza 1500 mm;
- n. 1 parallelepipedo a base triangolare in policarbonato (Lexan) dim.450x450x450 h950mm sp. 4mm;
- Pellicola adesiva Scotchlite Diamone Grade;
- Chiusure in acciaio con gancio a scatto;
- Cerniere in acciaio;
- Profilo ad Omega in acciaio 41x21 mm;
- Plafoniera con tubo fluorescente da 18W e presa cavo con ghiera PG 11;
- n. 1 cassetta di derivazione dim. 120x80 mm completa di morsettiera e fusibili n. 1pressacavo PG 13.5 e n. 1 pressacavo PG 11.
Il cartello sarà completo di attacchi in acciaio inox dotati di sistema di regolazione a cannocchiale per l'aggancio alla parete. Il prezzo si intende comprensivo degli oneri relativi all'alimentazione elettrica derivata dalla dorsale posata lungo il cavidotto sotto marciapiede, ovvero di muffola di de- rivazione, fornitura e posa dei cavi di collegamento tipo FTG10OM1 CEI20-45 (l<10m), guaine e/o tubazioni terminali e lavori di allacciamento. Risulta altresì compreso ogni accessorio necessario per rendere l'opera perfettamente funzionante e realizzata a perfetta regola d'arte.
9.9 CARTELLO DI INDICAZIONE LUOGO SICURO O USCITE ALL’APERTO
Il cartello di indicazione luogo sicuro o uscita all’aperto, deve essere posto ogni 75m, alternativa- mente sui due piedritti della galleria, in modo da indicare le vie di fuga più vicine e la relativa di- stanza. Il cartello sarà del tipo retroilluminato triangolare bifacciale con cassonetto in profilato di alluminio, grado di protezione IP65, completato sulle facce a vista con idonei pittogrammi serigra- fati su un'unica pannellatura in policarbonato avente reazione al fuoco di classe 1 dello spessore minimo di 4 mm. La componentistica elettrica, completa di lampada fluorescente da 32 W con rela- tivo starter, marchiata IMQ, sarà per tensione da 230 V in classe di isolamento II. Il cartello sarà di forma triangolare, di altezza 100 cm, i due lati esposti di lunghezza 60 cm ed inclinati di 30° rispet- to alla base fissata a parete. Compresa la fornitura e la posa in opera, completo di viti di fissaggio, collegamenti elettrici ed ogni altra fornitura, prestazione ed onere.
9.10 CARTELLO DI INDICAZIONE BY-PASS
Il cartello deve essere installato in corrispondenza di ogni luogo sicuro o by-pass. Il cartello sarà del tipo bifacciale retroilluminato, dimensioni utili delle figure rappresentate 50x120cm, conforme alla Circolare ANAS 08.09.99, al D.P.R. 495/92, al D.P.R. 610/96 e al C.d.S., con cassonetto in pro- filati metallici e pannellatura in policarbonato IP65, completo di lampade ad alta efficienza ed ac- cessori, conformità illuminamento, luminanza e contrasto secondo EN 12899, incluso allacci all'im- pianto dorsale, opere di assistenza muraria per l'installazione ed oneri per noli ed opere provvisio- nali.
9.11 CARTELLO DI INDICAZIONE PIAZZOLA DI SOSTA
Il cartello dovrà essere posto sia in prossimità della piazzola di sosta e sia 250 metri prima della piazzola stessa e dovrà indicare anche la presenza della postazione SOS. Il cartello con indicazione piazzola di sosta come da fig. II 178 art. 125 DPR 495/92, è costituito da un cassonetto in profili di alluminio con grado di protezione IP65, completato sulle facce a vista con idonei pittogrammi seri- grafati su un'unica pannellatura in policarbonato avente reazione al fuoco di classe 1 dello spessore minimo di 4 mm. La componentistica elettrica, completa di lampada fluorescente da 32W con rela- tivo starter, marchiata IMQ, sarà per tensione da 230V in classe di isolamento II. Compresa la for- nitura e la posa in opera, completo di viti di fissaggio, collegamenti elettrici alla cassetta di deriva- zione a mezzo cavi elettrici in rame tipo FG10OM1 (escluso dalla fornitura) ed ogni altra fornitura, prestazione ed onere per dare l'opera completa e funzionante.
10 IMPIANTO DI VIDEOSORVEGLIANZA
L’installazione di un impianto di sorveglianza mediante telecamere per ogni senso di marcia deve essere valutata caso per caso. Un impianto di sorveglianza deve essere previsto quando la lun- ghezza della galleria è maggiore di 3000m ovvero per tutte le gallerie dotate di un centro di con- trollo presidiato. L’impianto di sorveglianza deve essere connesso con una sala di controllo presi- diata. Le telecamere devono essere installate in modo da consentire:
- Il controllo della situazione del traffico all’interno della galleria;
- Il controllo delle piazzole di sosta/emergenza e degli armadietti SOS.
L’installazione di un impianto di rilevazione automatico degli incidenti ovvero dell’instaurazione di condizioni di traffico anomale deve essere valutata caso per caso. Un impianto di rilevazione auto- matico degli incidenti stradali deve essere previsto quando la lunghezza della galleria è maggiore di 3000m ovvero per tutte le gallerie dotate di un centro di controllo. Gli impianti del sottosistema di sorveglianza e rilevazione devono essere interfacciati tramite il sistema di controllo e gestione della galleria con gli altri sistemi di sicurezza in essa installati. Gli impianti del sottosistema di sorveglian- za e rilevazione devono essere collegati alla alimentazione elettrica di sicurezza.
10.2 TELECAMERA FISSA FULL HD
La telecamera di che trattasi è dei tipo fissa Full HD con analisi DAI a bordo, dotata di sensore me- gapixel Progressive Scan, che supporta le funzionalità delle ottiche sia DC-iris che P-iris, equipag- giata con funzione di messa a fuoco da remoto, con funzionalità per le riprese diurne e notturne in grado di produrre immagini con livelli di illuminazione minimi di 0,4 lux durante le ore diurne e di 0,06 lux durante quelle notturne. La telecamera dovrà: avere un’ampia gamma dinamica fino a 120dB nel range da 0,4 a 400.000 lux, essere predisposta per il caricamento di algoritmi AID di Controllo Taffico, disporre di una porta Ethernet 10BASE-T/100BASE-TX, supportare la modalità di alimentazione Power over Ethernet (PoE) conformemente allo standard IEEE 802.3af e allo stan- dard IEEE 802.3at, essere in grado di trasmettere contemporaneamente flussi video Motion JPEG e H.264, supportare almeno due flussi video configurabili singolarmente con risoluzioni HDTV 720p (1280x720) a 30 fotogrammi al secondo in formato H.264. Tramite supporto H.264 dovrà garantire le funzionalità unicast e multicast, nonché la trasmissione di immagini a velocità fissa (CBR) e va- riabile (VBR), essere dotata di una memoria video per il salvataggio delle immagini pre e post al- larme e dovrà disporre di uno slot per le schede SD/SDHC (incluse nella fornitura) utilizzabile per ampliare la memoria video locale o per lo storage in locale delle registrazioni, avere la possibilità di eseguire la regolazione posteriore a distanza della messa a fuoco dall'interfaccia web. La telecame- ra deve disporre, inoltre, di un server Web incorporato per creare video ed effettuare operazioni di configurazione tramite un browser Web standard che supporti HTTP, inoltre dovrà supportare API aperte e pubblicate utilizzabili per l’integrazione di applicazioni di terze parti, essere equipaggiata con una piattaforma che permette il caricamento di applicazioni di analisi Video CITILOG di terze parti per rilevamento di veicolo fermo in condizioni di traffico fluido. Il sistema deve poter analizza- re il movimento dei veicoli fino ad una distanza di 250 metri in itinere e 140 metri in galleria rettili- nea e dovrà essere in grado di svolgere le seguenti funzioni: - veicolo fermo in condizioni di traffico congestionato (tale funzionalità dovrà permettere di differenziare i veicoli fermi temporaneamente per una congestione del traffico da quelli fermi a causa di un incidente), - traffico congestionato e veicoli lenti (il sistema deve generare un allarme quando la velocità di un veicolo scende al di sotto di una determinata soglia), - rilevamento del movimento dei pedoni lungo il ciglio della sede stra- dale, - veicolo in movimento nel senso contrario di marcia, - rilevamento fumi o riduzione visibilità,
- presenza di detriti sulla sede stradale. La telecamera deve possedere una custodia in metallo per
ambienti esterni di classe IP66, a prova di atti vandalici e per un suo utilizzo a temperature com- prese tra -40° e +50°C anche se alimentata tramite Power over Ethernet. Nel caso di operatività a temperature eccezionalmente basse, la telecamera dovrà essere munita di un modulo di preriscal- damento atto a garantirne lo “start-up”, anche a seguito di un’interruzione prolungata di corrente, essere conforme allo standard per il video di rete come definito dall’organizzazione ONVIF. La tele- camera sarà interfacciata con il Sistema Aziendale RMT con i relativi allarmi sopra indicati. Nel prezzo sono inclusi staffa di supporto, collare a palo, alimentatore ed ogni altro onere previsto e/o prevedibile, anche se non espressamente indicato, necessario per dare il dispositivo in opera e fun- zionante a perfetta regola d'arte.
Da installare in telecamera fissa Full HD con analisi DAI a bordo con le seguenti funzionalità di ri- conoscimento:
- Veicolo fermo in condizioni di traffico fluido. Il sistema deve poter analizzare il movimento dei veicoli fino ad una distanza di 250 metri in itinere e 140 metri in galleria rettilinea;
- Veicolo fermo in condizioni di traffico congestionato. Tale funzionalità dovrà permettere di differenziare i veicoli fermi temporaneamente per una congestione del traffico da quelli fermi a causa di un incidente. A questo proposito il sistema dovrà generare un allarme do- po un periodo di stazionarietà del veicolo più lungo;
- Traffico congestionato. Il sistema dovrà modificare in automatico la configurazione modifi- cando il parametro che regola il tempo di arresto del veicolo prima dell’allerta;
- Veicoli lenti. Il sistema deve generare un allarme quando la velocità di un veicolo scende al di sotto di una determinata soglia;
- Pedoni. Rilevamento del movimento dei pedoni lungo il ciglio della sede stradale;
- Veicolo in movimento contrario di xxxxxx;
- Rilevamento fumi o riduzione di visibilità;
- Presenza di detriti sulla sede stradale.
Personal Computer in chassis idoneo ad essere installato in un rack 19”. Il server deve supportare un sistema operativo Windows, utilizzare interfacce user-friendly e deve essere in grado sia di in- viare i dati ad una o più workstation di gestione, sia ricevere dati dalle stesse workstation di ge- stione e dagli apparati di analisi dei flussi video (da questi ultimi, ad esempio, le sequenze video relative ad un evento devono essere scaricate automaticamente sul server di comunicazione). Sul
server deve essere installato e configurato idoneo software applicativo. Il server deve interfacciarsi con il sistema Aziendale RMT.
Piattaforma VMS in grado di gestire fino a 50 telecamere, dotata di software client/server enterpri- se-class per un sistema di gestione a matrice video virtuale. Il sistema VMS permette la gestione degli utenti, delle priorità e degli allarmi, monitor indipendenti per postazione operatore, mappe grafiche, monitoring degli apparati e della configurazione del sistema. La piattaforma VMS, inoltre, dovrà supportare la registrazione su dispositivi NVR.
11 IMPIANTO DI TRASMISSIONE DATI E SUPERVISIONE
Il centro di controllo è il punto di raccolta di tutte le informazioni provenienti dagli impianti di galle- ria e dalle strutture di superficie dell’asse viario. Le principali categorie di trasmissione riportate al centro di controllo sono:
- Dati: dai supervisori di galleria e dalle utenze di superficie;
- Video: dalle unità TVCC di galleria e dalle telecamere in asse viario;
- Fonia: dalle colonnine SOS;
- Radio: dai sistemi UHF/GSM.
Il centro di controllo prevede i seguenti componenti:
- Rete di dorsale;
- PLC di superficie;
- Sala server;
- Server di acquisizione ed elaborazione dati / immagini / fonia / radio;
- Sistema di controllo delle fonti di continuità;
- UPS;
- Sistema di raffreddamento;
- Sala operativa;
- Rete centro di controllo;
- Videowall;
- Postazioni operatore.
Quanto detto a proposto della rete di galleria in termini di sicurezza delle comunicazioni è ovvia- mente del tutto valido anche per la rete di tratta. In questo caso, l’interruzione delle rete non de- grada il livello del controllo automatico nelle gallerie, ma fa venir meno la funzione di sorveglianza umana e conseguentemente le possibilità di intervento e di gestione degli eventi. Questo non è meno grave, anche se il controllo di galleria è in grado di mantenere, in modo autonomo, la corret- ta gestione delle condizioni di normalità, e di gestire le prime sequenze di messa in sicurezza in ca- so di incidente e/o incendio. E’ anche da notare che, a differenza delle gallerie, in cui, come detto, il guasto in un punto della rete di comunicazione è più che un’eventualità, il guasto sulla rete di tratta è molto meno probabile. Infatti, il cavo della rete di tratta corre protetto in tutto il suo svi- luppo, ed in particolare nelle aree di galleria. Gli accoppiamenti fra la dorsale di tratta e le reti di galleria hanno luogo nelle cabine, che possiamo considerare aree protette. La rete di tratta sarà un doppio anello. La velocità di comunicazione sarà nell’ordine dei Gb/sec. Le apparecchiature di rete dovranno sempre fornire immediata segnalazione dello stato della rete e della condizione di funzio- namento eventualmente degradata. Le comunicazioni video, voce e dati saranno sempre separate su reti dedicate. La rete di tratta dovrà essere posata in percorsi protetti per tutta la lunghezza, specialmente in galleria. Il mezzo trasmissivo è la fibra ottica, che, date le distanze, sarà di tipo monomodale 9/125. La lunghezza delle singole tratte determinerà le caratteristiche delle porte otti- che sui dispositivi dei nodi principali. Il cavo utilizzato deve garantire tutte le caratteristiche di iso- lamento all’umidità, resistenza alla tensione di posa, protezione meccanica antiroditore, resistenza alla fiamma e al calore, in accordo con le normative e i requisiti ambientali in galleria e in superfi- cie. Lungo l’asse viario sono consentite derivazioni Ethernet punto-punto per il collegamento dei pannelli PVM, delle colonnine SOS e delle telecamere digitali. Il protocollo di comunicazione sarà modbus TCP/IP o RTU in configurazione bus/seriale.
Il nodo di tratta è il punto di connessione alla rete di tratta. L’apparato caratterizzante del nodo è costituito da un cassetto ottico e da uno switch di tipo industriale, dotato di interfaccia ottica all’anello e porte di collegamento dei dispositivi di automazione, quali PLC, isole I/O intelligenti o remote, sistemi Modbus TCP/IP, ma in particolare per l’accoppiamento alle reti di galleria. Le reti di tratta e di galleria sono accoppiate in modo diretto. In questo modo tutte le unità di automazione o i sottosistemi, collegati alla rete in protocollo Modbus TCP/IP, sono accessibili sia dalla sala opera- tiva dal centro di controllo, sia da strutture di assistenza remota, per diagnosi, impostazione, confi-
gurazione. Non è accettata l’interposizione di PLC o postazioni SCADA, che ridurrebbero la visibilità delle unità collegate alla rete alla sola immagine dei dati scambiati. I nodi possono essere:
- Nel locale tecnico della cabina principale;
- In quadri di piazzale, svincolo, casello;
- In prossimità di colonnine SOS o di PMV.
Le apparecchiature caratteristiche del nodo di galleria sono:
- Cassetto ottico per attestazione delle fibre della rete;
- Switch per singolo o doppio anello e relativo alimentatore (uno per ogni rete dati, video, voce);
- Bretelle ottiche da cassetto a switch;
- Bretelle UTP cat. 6 da switch ad apparecchiature di controllo;
- PLC o RIO da connettere allo switch dati.
Al nodo di galleria fanno capo servizi dati, video e voce, serviti però da apparecchiature attive ben distinte e collegate a cavi in fibra ottica separate, oppure derivate dallo stesso cavo.
11.4 PLC PER GALLERIE A SINGOLO/DOPPIO FORNICE DI LUNGHEZZA COMPRESA TRA 500 E 1000 METRI
Il PLC "Master" è destinato all’acquisizione dei segnali di stato, misura ed allarme relativi alle uten-
ze di cabina e di galleria predisposto per switch rame/fibra con gestione ad anello; le utenze di ca- bina sono collegate tra loro tramite rete Ethernet (TCP/IP) in rame, mentre quelle di galleria sono interconnesse tramite fibra ottica con tipologia ad anello. La configurazione Hardware del PLC è la seguente:
- N. 3 porte ethernet interfacciate con nodo concentratore di cabina (switch ethernet), rete di cabina e PLC slave in back-up;
- N. 2 porte seriali RS232 e RS485 configurabili, la prima con connessione a morsetti e la se- conda con connessione D-SUB;
- Protocollo MODBUS RTU;
- Memoria di programma 1000 KB;
- N. 2 moduli di comunicazione;
- N. 210 Digital Input;
- N. 64 Digital Output;
- N. 16 Analogic Input;
- N. 16 Analogic Output.
Il tutto comprensivo di carpenteria in acciaio inox AISI 304 o in lamiera di alluminio verniciata, ca- blaggio, attestazione cavi di segnalazione e comando, schema elettrico, configurazione software per la gestione ed il controllo di tutti gli impianti sia in cabina che in galleria, certificazioni e Dichia- razione di Conformità.
11.5 PLC PER GALLERIE A SINGOLO/DOPPIO FORNICE DI LUNGHEZZA COMPRESA TRA 1000 E 2000 METRI
Il PLC "Master" è destinato all’acquisizione dei segnali di stato, misura ed allarme relativi alle uten-
ze di cabina e di galleria predisposto per switch rame/fibra con gestione ad anello; le utenze di ca- bina sono collegate tra loro tramite rete ethernet (TCP/IP) in rame, mentre quelle di galleria sono interconnesse tramite fibra ottica con tipologia ad anello. La configurazione Hardware del PLC è la seguente:
- N. 2 porte ethernet interfacciate con nodo concentratore di cabina (switch ethernet), rete di cabina e PLC slave in back-up;
- N. 2 porte seriali RS232 e RS485 configurabili, la prima con connessione a morsetti e la se- conda con connessione D-SUB;
- Protocollo MODBUS RTU;
- Memoria di programma 1000 KB;
- N. 2 Moduli di comunicazione;
- N. 230 Digital Input;
- N. 90 Digital Output;
- N. 16 Analogic Input;
- N. 16 Analogic Output.
Il tutto comprensivo di carpenteria in acciaio inox AISI 304 o in lamiera di alluminio verniciata, ca- blaggio, attestazione cavi di segnalazione e comando, schema elettrico, configurazione software per la gestione ed il controllo di tutti gli impianti sia in cabina che in galleria, certificazioni e Dichia- razione di Conformità.
11.6 PLC PER GALLERIE A SINGOLO/DOPPIO FORNICE DI LUNGHEZZA SUPERIORE AI 2000 METRI
Il PLC "Master" è destinato all’acquisizione dei segnali di stato, misura ed allarme relativi alle uten- ze di cabina e di galleria predisposto per switch rame/fibra con gestione ad anello; le utenze di ca- bina sono collegate tra loro tramite rete Ethernet (TCP/IP) in rame, mentre quelle di gallerie sono interconnesse tramite fibra ottica con tipologia ad anello. La configurazione Hardware del PLC è la seguente:
- N. 3 porte ethernet interfacciate con nodo concentratore di cabina (switch ethernet), rete di cabina e PLC slave in back-up;
- N. 2 porte seriali RS232 e RS485 configurabili, la prima con connessione a morsetti e la se- conda con connessione D-SUB;
- Protocollo MODBUS RTU;
- Memoria di programma 1000 KB;
- N. 2 Moduli di comunicazione;
- N. 320 Digital Input;
- N. 90 Digital Output;
- N. 16 Analogic Input;
- N. 16 Analogic Output.
Il tutto comprensivo di carpenteria in acciaio inox AISI 304 o in lamiera di alluminio verniciata, ca- blaggio, attestazione cavi di segnalazione e comando, schema elettrico, configurazione software per la gestione ed il controllo di tutti gli impianti sia in cabina che in galleria, certificazioni e Dichia- razione di Conformità.
11.7 PIASTRA DI FONDO SOS/RIO
La piastra di fondo deve essere installata in armadio SOS di galleria o in apposito armadietto in ac- ciao inox AISI 304 o 316L (compreso) ed è costituita da:
- N. 1 piastra metallica dimensioni 780x580 mm;
- N. 1 interruttore generale sezionatore 2P 32°;
- N. 1 portafusibile per protezione ingresso 230Vac alimentatore switching;
- N. 1 portafusibile per protezione uscita 24Vdc alimentatore switching;
- N. 1 alimentatore 230Vac/24Vdc 2.5A per alimentazione PLC;
- N. 1 PLC comprensivo di CPU;
- N. 1 modulo di espansione per ingressi digitali;
- N. 1 modulo di espansione per ingressi analogici;
- N. 6 relè di interfaccia 24Vdc.
Il PLC/RIO di nodo SOS dovrà essere dotato di software e configurato per l’acquisizione delle se- guenti informazioni:
- ON/OFF porta estintore;
- ON/OFF porta manichetta;
- Attivazione pulsante chiamata 115;
- Attivazione pulsante chiamata 113;
- Attivazione pulsante chiamata 118;
- In alternativa ai tre numeri precedenti (numero unico di emergenza 112);
- Attivazione pulsante chiamata SOC ANAS;
- Stato presenza estintore;
- Stato presenza manichetta;
- Stato pressostato.
Il tutto comprensivo di cablaggio di n. 16 ingressi digitali, di n. 6 uscite digitali, di n. 4 ingressi ana- logici del quadro elettrico, nonché dei cavi di alimentazione, segnalamento e comando. Sono, altre- sì, compresi nel prezzo lo schema elettrico, le certificazioni e la Dichiarazione di conformità
Il requisito essenziale della sala server è il mantenimento dell’alimentazione e delle condizioni am- bientali tali da garantire la continuità del servizio delle macchine server. La fermata delle macchine server è infatti un evento catastrofico, non solo per l’interruzione del servizio di sorveglianza, moni- toraggio e comunicazione, ma anche perché la fermata di una macchina senza opportuna procedu- ra di shutdown può seriamente danneggiare dati, programmi e risorse, cosicché la ripartenza della macchina dopo un’interruzione improvvisa non è garantita. La sala server deve essere equipaggiata con UPS di sufficiente potenza da garantire almeno 2 ore di funzionamento senza interruzioni di tutti i server e le postazioni operative. I server devono essere refrigerati, preferibilmente con si- stemi di ventilazione forzata sui singoli quadri per garantire la massima efficienza del sistema. Il controllo delle condizioni ambientali (temperatura, allagamento, fumo) e dalla disponibilità delle risorse di continuità (UPS, Generatore) è affidata ad uno specifico sistema.
La funzionalità dei programmi sviluppati per la supervisione della tratta sono suddivise fra gli appli- cativi di livello 2 (SCADA) e di livello 3 (Gestione DATI). Questi applicativi risiedono sui rispettivi server. Le funzionalità del livello 2, “supervisione di tratta”, sono sviluppate in un ambiente di con- figurazione SCADA (Supervisory Control And Data Acquisition), come per i supervisori di galleria. Oltre ai dati di superficie, convergono al livello 2 di tratta anche dati aggregati dei sistemi di livello 2 di galleria, cha diventeranno parte della supervisione di tratta. Il livello di dettaglio al centro di controllo arriva al singolo sottosistema di galleria, di cui è controllato lo stato d’insieme, gli allarmi cumulativi, le misure di efficienza, e a cui impartire i macro comandi. La tratta nel suo insieme è l’oggetto di livello massimo nella rappresentazione dello SCADA del centro di controllo. Le funziona- lità del livello 3, “gestione eventi”, sono sviluppate in un ambiente di gestione dati RDBMS (Rela- tional Data Base Management Systems), con linguaggio standard SQL per la gestione dei dati e programmi in linguaggio di alto livello (Java, C++) per i processi. La struttura del livello 3 prevede:
- Il livello di scambio dati con i sistemi di galleria, basato sullo standard di comunicazione OPC;
- Il livello di archiviazione dati in forma DB;
- Il livello gestione dati;
- Il livello di elaborazione dati (processi);
- Il livello di pubblicazione dati in tecnologia WEB;
Le funzionalità principali a carico del sistema di livello 3 sono:
- Gestione degli eventi di tratta;
- Storicizzazione dei dati;
- Rapporti di esercizio;
- Procedure e rapporti di manutenzione;
- Statistiche d’esercizio (traffico, consumi energetici);
- Ricostruzione storica degli eventi.
Si definiscono, di seguito, i requisiti minimi per l’architettura del sistema di controllo per le differen- ti classi di galleria. Ai fini dell’architettura del sistema di controllo, la classificazione fa riferimento, in primo luogo, alla lunghezza.
11.10 SOFTWARE DI SUPERVISIONE PER GALLERIE A SINGOLO/DOPPIO FORNICE DI LUNGHEZZA COMPRESA TRA 500 E 1000 METRI
I requisiti minimi per questa tipologia di galleria sono:
- Lunghezza compresa fra i 500 e 1000 metri singolo o doppio fornice, oppure lunghezza compresa fra 500 e 1000 metri doppio fornice con by-pass, oppure lunghezza inferiore ai 500 metri singolo o doppio fornice.
La galleria è caratterizzata dai seguenti equipaggiamenti:
- Una/due cabine elettriche;
- Colonnine SOS (per L>500 metri);
- Eventuali luoghi sicuri (by-pass per L>1000m);
- Illuminazione permanente e di rinforzo;
- Illuminazione di evacuazione (per L>500 metri)
- Ventilazione (L<1000 metri solo se indicato nell’Analisi di Rischio);
- Impianto idrico antincendio;
- Strumenti di misura ambientali e rilevamento traffico;
- Sistema di rilevamento incendio;
- Sistemi di segnalamento (cartelli luminosi, PMV, semafori e freccia-croce);
- Videosorveglianza;
- Impianto di ritrasmissione radio (per L>500 metri);
- Impianto di radiodiffusione sonora (solo in presenza di by-pass).
Nel caso di cabina unica, all’interno della stessa viene installato un PLC Master, in configurazione non ridondata, e un server di supervisione. I segnali di cabina sono riportati alla periferica a bordo del PLC. Il collegamento con le colonnine SOS è di tipo bus o collegamento Ethernet punto-punto. Di conseguenza il protocollo di comunicazione sarà Modbus 485 o Modbus TCP/IP. Nel caso di doppia cabina elettrica, in ciascuna deve essere installato un PLC ed in quella principale un server di supervisione. I due PLC Master e Slave devono essere in configurazione ridondata distante. La ridondanza distante garantisce il medesimo principio di ridondanza in locali separati che ispira il progetto della distribuzione elettrica. La commutazione fra i PLC in caso di guasto non deve inter- rompere alcun comando né di cabina né di galleria. Durante la prova di commutazione si deve veri- ficare, in particolare, che:
- Non si verifichino sganci di interruttori in nessuna delle due cabine;
- Non ci sia interruzione di alcun servizio di galleria (illuminazione, ventilazione, segnalamen- to).
I segnali di cabina sono riportati su periferiche remote collegate direttamente alla rete di galleria, in modo da poter essere gestite da entrambi i PLC in configurazione ridondata distante. Le periferi-
che sono collocate preferibilmente nei rispettivi quadri di potenza che raccolgono i segnali di stato e di comando interni al quadro. In questo modo saranno ridotti i cablaggi in campo fra i quadri e il PLC centrale. Le apparecchiature elettriche comunicanti (protezioni elettroniche, multimetri) saran- no collegate in Modbus RTU all’interno del quadro, e riportate in Modbus TCP/IP su Ethernet trami- te convertitore di protocollo. Nei luoghi sicuri sarà installato entro armadio SOS o in apposito con- tenitore in acciaio inox almeno AISI 304, un PLC con autonomia di esecuzione delle logiche che ge- stiscono il locale. Il PLC del luogo sicuro sarà in configurazione non ridondante, collegato alla dor- sale di galleria. La dorsale di galleria è una rete ad anello in fibra ottica, con dispositivi intelligenti nei nodi in grado di riconfigurare la rete in caso di guasto in una tratta intermedia. Per nodi si in- tendono:
- PLC di cabina;
- PLC nodo SOS di galleria;
- PLC nodo SOS di luogo sicuro.
In considerazione delle limitate distanze fra i nodi, la fibra ottica sarà di tipo multimodale, 62.5/125, altrimenti per distanze maggiori sarà di tipo monomodale 9/125. Il cavo in fibra ottica dovrà avere tutte le caratteristiche di resistenza meccanica agli urti e contro l’attacco dei roditori, con protezioni contro l’umidità. Il protocollo di comunicazione sarà Modbus TCP/IP per tutte le ap- parecchiature del sistema di controllo (PLC, periferiche I/O) e tutti i sottosistemi collegati. E’ possi- bile ottimizzare le opere di installazione per la fibra ottica utilizzando il medesimo cavo per tutti i servizi TCP/IP, avendo cura di mantenere separate le reti dati, voce e video attraverso opportuna gestione delle fibre nei punti di derivazione. Le colonnine SOS e gli eventuali PMV saranno collegati al nodo più vicino, in protocollo Modbus TCP/IP. La distanza dal nodo determinerà la scelta del supporto fisico da impiegare: cavo UTP oppure fibra ottica. Il software di Supervisione SCADA comprensivo di sviluppo delle pagine grafiche, deve consentire le seguenti funzionalità:
- L’interazione dell’utente con tutti i sottosistemi controllati, mediante un’interfaccia di facile utilizzo;
- La visualizzazione e la memorizzazione delle grandezze analogiche lette dal sistema;
- La visualizzazione e la memorizzazione degli allarmi presenti e passati;
- La gestione di utenze a vari livelli.
Il tutto comprensivo di Licenza Runtime SCADA (75 Tags) in modo tale da consentire l’utilizzo del software di Supervisione e Controllo 24h/365 gg. Nel prezzo è, inoltre, compresa una postazione operatore costituita da: PC industriale con Sistema Operativo Windows 7 Ultimate 64 bit, processo- re Intel Atom Dual Core N2800 1,86GHz, memoria RAM da 2 GB, HDD da 1 TB, n. 2 porte seriali RS232, n. 1 porta seriale RS485, n. 6 porte USB, n. 2 porte PS/2 per tastiera e mouse (inclusi), n. 1 porta VGA, n. 1 porta DVI-D, n. 2 porte Ethernet 10/100/1000 Mbps RJ45, n. 1 monitor 19", n. 1
stampante laser a colori e gruppo statico di continuità. Il tutto deve essere predisposto per inte- grazione su sistema Aziendale RMT.
11.11 SOFTWARE DI SUPERVISIONE PER GALLERIE A SINGOLO/DOPPIO FORNICE DI LUNGHEZZA COMPRESA TRA 1000 E 2000 METRI
I requisiti minimi per questa tipologia di galleria sono:
- Lunghezza compresa tra 1000 e 2000 metri a singolo fornice, oppure con lunghezza com- presa tra 1000 e 2000 metri a doppio fornice con by-pass.
La galleria è caratterizzata dai seguenti equipaggiamenti:
- Doppia cabina;
- Colonnine SOS;
- Luoghi sicuri (by-pass);
- Illuminazione permanente e di rinforzo;
- Illuminazione di evacuazione
- Ventilazione;
- Impianto idrico antincendio;
- Strumenti di misura ambientali e rilevamento traffico;
- Sistema di rilevamento incendio;
- Sistemi di segnalamento (cartelli luminosi, PMV, semafori e freccia-croce);
- Videosorveglianza;
- Impianto di ritrasmissione radio;
- Impianto di radiodiffusione sonora.
In ciascuna cabina deve essere installato un PLC e nella cabina principale un server di supervisio- ne. I due PLC ed il server sono in configurazione ridondata distante. La ridondanza distante garan- tisce il medesimo principio di ridondanza in locali separati che ispira il progetto della distribuzione elettrica. La commutazione fra i PLC in caso di guasto non deve interrompere alcun comando né di cabina né di galleria. Durante la prova di commutazione si deve verificare, in particolare, che:
- Non si verifichino sganci di interruttori in nessuna delle due cabine;
- Non ci sia interruzione di alcun servizio di galleria (illuminazione, ventilazione, segnalamen- to).
I segnali di cabina devono essere riportati su periferiche remote collegate direttamente alla rete di galleria in modo da poter essere gestite da entrambi i PLC in configurazione ridondata distante. Le periferie sono collocate preferibilmente nei rispettivi quadri di potenza che raccolgono i segnali di stato e di comando interni al quadro. In questo modo saranno ridotti i cablaggi in campo fra i qua- dri e il PLC di cabina. Le apparecchiature elettriche comunicanti (protezioni elettroniche, multime- tri) saranno collegate in Modbus RTU all’interno del quadro e riportate in Modbus TCP/IP su Ether- net tramite convertitore di protocollo. Nei luoghi sicuri (bypass, vie di fuga o cunicoli di sicurezza) sarà installato un PLC in armadio SOS o in apposito contenitore in acciaio inox almeno AISI 304 con autonomia di esecuzione delle logiche che gestiscono il locale. In considerazione dei maggiori rischi e criticità dovuti alla lunghezza della galleria, il PLC ubicato all’interno luogo sicuro sarà in configurazione ridondante. I segnali e i comandi critici saranno a loro volta ridondati. La dorsale di galleria è una rete a doppio anello in fibra ottica, con dispositivi intelligenti nei nodi in grado di ri- configurare la rete o accoppiare gli anelli in caso di guasto in una tratta intermedia. Per nodi si in- tendono:
- PLC di cabina;
- PLC nodo SOS di galleria;
- PLC nodo SOS di luogo sicuro.
In considerazione delle limitate distanze fra i nodi, la fibra ottica sarà di tipo multimodale, 62.5/125 o 50/125; per distanze maggiori si deve utilizzare un cavo in fibra ottica di tipo monomodale 9/125. Il cavo in fibra ottica dovrà avere tutte le caratteristiche di resistenza meccanica agli urti e contro l’attacco dei roditori, con protezioni contro l’umidità. Il protocollo di comunicazione sarà Modbus TCP/IP per tutte le apparecchiature del sistema di controllo (PLC, periferiche I/O). E’ possibile ot- timizzare le opere di installazione del cavo in fibra ottica, utilizzando il medesimo cavo per tutti i servizi TCP/IP, avendo cura di mantenere separate le reti dati, voce e video attraverso opportuna gestione delle fibre nei punti di derivazione. Le colonnine SOS e gli eventuali PMV saranno collegati al nodo più vicino, in protocollo Modbus TCP/IP. La distanza dal nodo determinerà la scelta del supporto fisico da impiegare: cavo UTP oppure fibra ottica. Il software di Supervisione SCADA comprensivo di sviluppo delle pagine grafiche, deve consentire le seguenti funzionalità:
- L’interazione dell’utente con tutti i sottosistemi controllati, mediante un’interfaccia di facile utilizzo;
- La visualizzazione e la memorizzazione delle grandezze analogiche lette dal sistema;
- La visualizzazione e la memorizzazione degli allarmi presenti e passati;
- La gestione di utenze a vari livelli.
Il tutto comprensivo di Licenza Runtime SCADA (150 Tags) in modo tale da consentire l’utilizzo del software di Supervisione e Controllo 24h/365 gg. Nel prezzo è, inoltre, compresa una postazione
operatore costituita da: PC industriale con Sistema Operativo Windows 7 Ultimate 64 bit, processo- re Intel Atom Dual Core N2800 1,86GHz, memoria RAM da 2 GB, HDD da 1 TB, n. 2 porte seriali RS232, n. 1 porta seriale RS485, n. 6 porte USB, n. 2 porte PS/2 per tastiera e mouse (inclusi), n. 1 porta VGA, n. 1 porta DVI-D, n. 2 porte Ethernet 10/100/1000 Mbps RJ45, n. 1 monitor 19", n. 1 stampante laser a colori e gruppo statico di continuità. Il tutto deve essere predisposto per inte- grazione su sistema Aziendale RMT.
11.12 SOFTWARE DI SUPERVISIONE PER GALLERIE A SINGOLO/DOPPIO FORNICE DI LUNGHEZZA SUPERIORE AI 2000 METRI
I requisiti minimi per questa tipologia di galleria sono:
- Lunghezza superiore ai 2000 metri a singolo fornice, oppure lunghezza superiore ai 2000 metri a doppio fornice con by-pass, oppure lunghezza superiore ai 2000 metri a singolo fornice con by-pass e cunicolo di sicurezza.
La galleria è caratterizzata dai seguenti equipaggiamenti:
- Doppia cabina;
- Colonnine SOS;
- Luoghi sicuri (bypass, cunicoli di sicurezza);
- Illuminazione permanente e di rinforzo;
- Illuminazione di evacuazione;
- Ventilazione;
- Impianto idrico antincendio;
- Strumenti di misura ambientali e rilevamento traffico;
- Sistema di rilevamento incendio;
- Sistemi di segnalamento (cartelli luminosi, PMV, semafori e freccia-croce);
- Videosorveglianza;
- Impianto di ritrasmissione dati;
- Impianto di radiodiffusione sonora.
In ciascuna cabina deve essere installato un PLC e nella cabina principale un server di supervisio- ne. I due PLC ed il server sono in configurazione ridondata distante. La ridondanza distante garan- tisce il medesimo principio di ridondanza in locali separati che ispira il progetto della distribuzione
elettrica. La commutazione fra i PLC in caso di guasto non deve interrompere alcun comando né di cabina né di galleria. Durante la prova di commutazione si deve verificare, in particolare, che:
- Non si verifichino sganci di interruttori in nessuna delle due cabine;
- Non ci sia interruzione di alcun servizio di galleria (illuminazione, ventilazione, segnalamen- to).
I segnali di cabina sono riportati su periferiche remote collegate direttamente alla rete di galleria in modo da poter essere gestite da entrambi i PLC in configurazione ridondata distante. Le periferiche sono collocate preferibilmente nei rispettivi quadri di potenza che raccolgono i segnali di stato e di comando interni al quadro. In questo modo saranno ridotti i cablaggi in campo fra i quadri e il PLC di cabina. Le apparecchiature elettriche comunicanti (protezioni elettroniche, multimetri) saranno collegate in Modbus RTU all’interno del quadro, e riportate in Modbus TCP/IP su Ethernet tramite convertitore di protocollo. Nei luoghi sicuri e nei cunicoli di sicurezza si dovrà installare un PLC in armadio SOS o in apposito contenitore in acciaio inox almeno AISI 304 con autonomia di esecuzio- ne delle logiche che gestiscono il locale. In considerazione dei maggiori rischi e criticità dovuti alla lunghezza della galleria, il PLC del luogo sicuro sarà in configurazione ridondante. I segnali e i co- mandi critici saranno a loro volta ridondati. La dorsale di galleria è una rete ad anello in fibra otti- ca, con dispositivi intelligenti in corrispondenza dei nodi che siano in grado di riconfigurare la rete in caso di guasto in una tratta intermedia. Per nodi si intendono:
- PLC di cabina;
- PLC nodo SOS di galleria;
- PLC nodo SOS di luogo sicuro.
In considerazione delle limitate distanze fra i nodi, la fibra ottica sarà di tipo multimodale, 62.5/125 o 50/125, per distanze maggiori si dovrà provvedere all’installazione di una fibra ottica del tipo monomodale 9/125. Il cavo in fibra ottica dovrà avere tutte le caratteristiche di resistenza mecca- nica agli urti e contro l’attacco dei roditori, con protezioni contro l’umidità. Il protocollo di comuni- cazione sarà Modbus TCP/IP per tutte le apparecchiature del sistema di controllo (PLC, periferiche I/O). E’ possibile ottimizzare le opere di installazione del cavo in fibra ottica utilizzando il medesimo cavo per tutti i servizi TCP/IP, avendo cura di mantenere separate le reti dati, voce e video attra- verso opportuna gestione delle fibre nei punti di derivazione. Le colonnine SOS e gli eventuali PMV saranno collegati al nodo più vicino, in protocollo Modbus TCP/IP. La distanza dal nodo determine- rà la scelta del supporto fisico da impiegare: cavo UTP oppure fibra ottica. Il software di Supervi- sione SCADA comprensivo di sviluppo delle pagine grafiche, deve consentire le seguenti funzionali- tà:
- L’interazione dell’utente con tutti i sottosistemi controllati, mediante un’interfaccia di facile utilizzo;
- La visualizzazione e la memorizzazione delle grandezze analogiche lette dal sistema;
- La visualizzazione e la memorizzazione degli allarmi presenti e passati;
- La gestione di utenze a vari livelli.
Il tutto comprensivo di Licenza Runtime SCADA (1500 Tags) in modo tale da consentire l’utilizzo del software di Supervisione e Controllo 24h/365 gg. Nel prezzo è, inoltre, compresa una postazio- ne operatore costituita da: PC industriale con Sistema Operativo Windows 7 Ultimate 64 bit, pro- cessore Intel Atom Dual Core N2800 1,86GHz, memoria RAM da 2 GB, HDD da 1 TB, n. 2 porte se- riali RS232, n. 1 porta seriale RS485, n. 6 porte USB, n. 2 porte PS/2 per tastiera e mouse (inclusi),
n. 1 porta VGA, n. 1 porta DVI-D, n. 2 porte Ethernet 10/100/1000 Mbps RJ45, n. 1 monitor 19",
n. 1 stampante laser a colori e gruppo statico di continuità. Il tutto deve essere predisposto per in- tegrazione su sistema Aziendale RMT.
12 CAVI E CONDUTTORI
Le presenti specifiche sono riferite sia ai cavi previsti dal progetto dei singoli contratti applicativi che a quelli eventualmente proposti in fase di esecuzione dei lavori.
Sono ammessi conduttori di primaria marca e dotati di Marchio Italiano di Qualità (o marchio equi- valente) e rispondenti alla Normativa specifica vigente (CEI ed UNEL)
Per quanto concerne il colore dell'isolamento dei conduttori si fa riferimento alla tabella UNEL 00722. Più precisamente:
Fase R: nero Fase S: grigio Fase T: marrone Neutro: azzurro
Terra : giallo-verde
L’azzurro ed il giallo-verde non potranno essere utilizzati per altri servizi nemmeno per gli impianti ausiliari.
Eventuali circuiti SELV dovranno avere colore diverso dagli altri circuiti.
I cavi per energia devono avere conduttore in rame con sezione non inferiore a: 1,5mmq per circuiti luce
2,5mmq per circuiti FM
L’isolamento dovrà essere idoneo alle condizioni di posa.
A seconda delle applicazioni, i cavi possono essere scelti tra i seguenti (tutti non propaganti la fiamma):
Senza guaina: X00X-X 000/000 X, X00X0-X 450/750 V
Con guaina: FROR 450/750V, FG7(O)R 0,6/1kV, FG7R 0,6/1kV, FG7(O)M1 0,6/1kV, FG7M1 0,6/1kV, FG10(O)M1 0,6/1kV, FG10M1 0,6/1kV, FTG10(O)M1 0,6/1kV, FTG10M1 0,6/1kV.
I cavi per i circuiti di comando e segnalazione devono avere conduttore in rame con sezione non inferiore a 0.5mmq e isolamento idoneo alle condizioni di posa. A seconda dei casi, oltre che fra i cavi per energia, i cavi per i circuiti di comando e segnalazione possono essere scelti tra i seguenti (tutti non propaganti la fiamma):
Senza guaina: H05V-K 300/500V
Con guaina: FROR 300/500V, LSZH M1 300/500V.
Per alcune applicazioni speciali (ad esempio circuiti di sicurezza) si prescrive l’utilizzo di cavo con guaina resistente al fuoco tipo FTG10(O)M1 0,6/1kV, FTG10M1 0,6/1kV.
Infine è ammesso l’uso di condotti sbarre (compatte o ventilate) qualora sussistano validi motivi tecnico-economici che ne fanno preferire l’uso al posto dei cavi tradizionali.
I conduttori ed i cavi vengono posti in opera possibilmente in un solo pezzo; eventuali giunzioni sono ammesse in cassette isolate dotate di morsettiera fissa e autorizzate dalla D.L. per pezzature fuori norma.
Per le linee composte da corde unipolari si prescrive che tutti i conduttori, che compongono ogni singola linea, siano graffati fra loro e riconosciuti con apposita targhetta indicatrice.
Tutti i cavi devono essere isolati per la tensione massima tra i conduttori posati nello stesso tubo o canale. Le sezioni dei conduttori devono essere commisurate alle correnti di impiego e alla corrente nominale delle protezioni in modo che ne sia garantita la protezione contro i sovraccarichi ed i cor- tocircuiti nelle reali condizioni di posa (al più può essere omessa la protezione contro i sovraccarichi nei circuiti di alimentazione impianti di illuminazione anche se sempre auspicata). Le sezioni dei conduttori inoltre devono garantire che le massime cadute di tensione tra l'origine dell'impianto e qualsiasi punto dell'impianto stesso non superino il 4%. I cavi interrati direttamente0 o posati in tubo protettivo non idoneo a proteggerli meccanicamente devono essere posati ad almeno 0.5 m di profondità e devono essere protetti con apposita lastra o tegolo. Non è prescritta alcuna profondità minima di installazione se il cavo risulta protetto meccanicamente nei confronti degli usuali attrezzi manuali di scavo da tubi metallici, condotti o cunicoli. Le tubazioni interrate devono far capo a poz- zetti di ispezione di adeguate dimensioni dotate di robusti chiusini specie per le aree carrabili. Sulle passerelle possono essere posati solamente cavi con guaina. Le condutture relative a impianti spe- ciali di comunicazione e di sicurezza (quali impianti telefonici, TVCC, circuiti SELV o PELV, rivelazio-
ne incendi, antintrusione, ecc.) vanno tenute tra loro distinte. Le condutture non devono essere posate in prossimità di tubazioni che producano calore, fumi o vapori. Ogni conduttura, nell'attra- versare pareti o solai di compartimentazione al fuoco non deve modificarne le caratteristiche in termini di REI.
Il tipo di cavo nonché la sua formazione saranno definite negli altri documenti di progetto dei sin- goli contratti applicativi (in particolare si vedano gli schemi elettrici unifilari dei quadri di media e bassa tensione).
Per linee di alimentazione degli utilizzatori in campo è prevista un’unica dorsale del conduttore di protezione corrente entro entrambi i cavidotti, sia dal lato corsia di sorpasso che corsia di emer- genza di ciascun fornice. Tale dorsale è richiusa ad anello in cabina elettrica e collegata al sistema di dispersione generale.
Ogni circuito di alimentazione terminale (alimentazione dei ventilatori, segnaletica luminosa, ecc.) prevede una derivazione, normalmente in cavo X00X-X, XX00X0, XX00(X)X0, XXX00X0, FTG10(O)M1 di idonea sezione, da tale dorsale in prossimità della interruzione dei cavidotti presso le risalite dei cavi nella crena a parete in galleria. La giunzione deve essere realizzata in modo tale da garantire la continuità metallica della dorsale principale che non deve mai essere interrotta ed evitare fenomeni di ossidazione che ne pregiudichino il corretto funzionamento.
Per le linee di alimentazione dei quadri elettrici, siano essi collocati in cabina o in galleria, ogni sin- gola linea è provvista di conduttore di protezione, di idonea sezione direttamente connesso all’impianto di terra di cabina.
12.3 CAVI TIPO FG10(O)M1 0.6/1KV E FG10M1 0.6/1KV – CEI 20-13
Saranno conformi costruttivamente alle norme del comitato CEI 20 applicabili e provvisti di Marchio Italiano di Qualità (IMQ).
Trattasi di cavi a bassissima emissione di fumi opachi e gas tossici secondo la Norma CEI 20-37. Saranno essenzialmente costituiti da:
CONDUTTORE: il conduttore (da 1÷4) sarà formato da corde rigide(R) o da filo flessibile(F) stagna- to
ISOLANTE: per l'isolamento delle singole anime sarà impiegata una composizione a base di gomma di qualità G10. Avrà elevata resistenza all'invecchiamento termico, al fenomeno delle scariche par- ziali e all'Azoto che consentirà maggior temperatura di esercizio dei conduttori
ISOLAMENTO INTERMEDIO: sull'insieme delle anime dei cavi multipolari, sarà predisposto un riempitivo in gomma ad alta autoestinguenza.
DISTINZIONE DEI CAVI A PIÙ ANIME: la distinzione delle anime dovrà essere eseguita secondo le tabelle UNEL 00722-78 per cavi di tipo "5" (senza conduttore di protezione) e così suddivisa:
⮚ Bipolari: blu chiaro, nero
⮚ Tripolari: blu chiaro, nero, marrone
⮚ Quadripolari: blu chiaro, nero, marrone, nero (per questa formazione si dovrà provvedere a distinguere una delle due anime nere con nastratura di diverso colore)
⮚ Unipolari: nero (ogni singola anima dovrà essere distinta con nastratura di differente colore come per la formazione quadripolare)
PROTEZIONE ESTERNA: la guaina protettiva esterna sarà costituita da materiale termoplastico qualità M1 colore verde
INSTALLAZIONE: per quanto concerne il tipo di posa, raggi di curvatura, temperatura di posa, ecc., si dovranno seguire scrupolosamente le prescrizioni imposte dalle normative che ne regolano la materia, nonché le raccomandazioni da parte delle Case Costruttrici. L'attestazione ai poli delle ap- parecchiature di sezionamento o interruzione sarà effettuata a mezzo capicorda a pinzare con pin- zatrice idraulica in modo che il contatto tra conduttore e capicorda sia il più sicuro possibile
DEFINIZIONE DELLA SIGLA:
F = corda flessibile
G10 = tipo di materiale isolante
O = formazione multipolare-anime cordate
M1 = materiale isolante guaina esterna qualità M1 0.6/1kV = tensione nominale Vo/V = 0.6/1kV
Dovrà essere provvisto di certificazione di conformità rilasciato dal CESI o da laboratori di prova di Istituti Universitari e fornibile su richiesta della S.A. o della D.L.
12.4 CAVI RESISTENTI AL FUOCO TIPO FTG10(O)M1 0.6/1 KV E FTG10M1 0.6/1KV– CEI 20-45 (RF31-22)
Saranno conformi costruttivamente alle norme del comitato CEI 20 applicabili.
Trattasi di cavi resistenti al fuoco, secondo la Norma CEI 20-36, e a bassissima emissione di fumi opachi e gas tossici secondo la Norma CEI 20-37.
Saranno essenzialmente costituiti da:
CONDUTTORE: il conduttore (1÷4) sarà formato da corde rigide o da fili di rame con sezione e re- sistenza Ohmica secondo le prescrizioni CEI
ISOLANTE: per l'isolamento delle singole anime sarà impiegata una composizione base di silicone calzavetro ad elevate caratteristiche meccaniche ed elettriche. Avrà elevata resistenza all'invec- chiamento termico al fenomeno delle scariche parziali e all'Azoto che consentirà una maggior tem- peratura di esercizio dei conduttori
ISOLAMENTO INTERMEDIO: sull'insieme delle anime dei cavi multipolari, sarà predisposto un riempitivo in fibra di vetro; il tutto contenuto con nastratura in vetro
DISTINZIONE DEI CAVI A PIÙ ANIME: la distinzione delle anime dovrà essere eseguita secondo le tabelle UNEL 00722-78 per cavi di tipo "5" senza conduttore di protezione e così suddivise:
⮚ Bipolari: blu chiaro, nero
⮚ Tripolari: blu chiaro, nero, marrone
⮚ Quadripolari: blu chiaro, nero, marrone, nero (per questa formazione si dovrà provvedere a distinguere una delle due anime nere con nastratura di diverso colore)
⮚ Unipolari: nero (ogni singola anima dovrà essere distinta con nastratura di differente colore come per la formazione quadripolare)
PROTEZIONE ESTERNA: la guaina protettiva esterna sarà costituita da uno speciale elastomero termoplastico di qualità M1 o reticolato M2 del tipo non propagante l'incendio e a bassa emissione di gas corrosivi, nonché ridotta emissione di gas tossici e fumi opachi come da norme CEI
INSTALLAZIONE: per quanto concerne il tipo di posa, raggi di curvatura, temperatura di posa, ecc., si dovranno seguire scrupolosamente le prescrizioni imposte dalle normative che ne regolano la materia, nonché le raccomandazioni da parte delle Case Costruttrici. L'attestazione ai poli delle ap- parecchiature di sezionamento o interruzione sarà effettuata a mezzo di capicorda a pinzare con pinzatrice idraulica in modo che il contatto tra il conduttore e capocorda sia il più sicuro possibile
DEFINIZIONE DELLA SIGLA: FTG10(O)M1-0,6/1 KV
F = a corda flessibile rotonda G10 = tipo di materiale isolante O = cavo di forma rotonda
M1 = guaina termoplastica atossica
Dovrà essere provvisto di certificazione di conformità rilasciato dal CESI o da laboratori di prova di Istituti Universitari e fornibile su richiesta della S.A. o della D.L.
12.5 CAVI TIPO N07G9-K 450/750V - CEI 20-38
Saranno conformi costruttivamente alle norme ANPI (Atossici non propaganti l'incendio) e alle norme del comitato CEI n. 20 applicabili e provvisti di Marchio Italiano di Qualità (IMQ).
Trattasi di cavi a bassissima emissione di fumi opachi e gas tossici secondo la Norma CEI20-37. Saranno essenzialmente costituiti da:
CONDUTTORE: sarà del tipo a corda flessibile di rame stagnato ISOLANTE: sarà del tipo elastomero qualità G9
INSTALLAZIONE: per questo tipo di cavo sarà ammessa la posa solo in condutture o canalizzazioni in PVC o resina, oppure in guaine metalliche purché con rivestimento interno in PVC e in impianti eseguiti con tubo "Mannesmann"
DEFINIZIONE DELLA SIGLA:
N = riferimento alle Norme Nazionali
0 = tensione nominale Vo/V 450/750V G9 = elastomero qualità G9
K = tipo di conduttore a corda flessibile
Dovrà essere provvisto di certificazione di conformità rilasciato dal CESI o da laboratori di prova di Istituti Universitari e fornibile su richiesta della S.A. o della D.L.
12.6 CAVI TIPO H05V-K 300/500V - CEI 20-20
Saranno conformi costruttivamente alle norme del comitato CEI n. 20 applicabili e successive va- rianti e provvisti di Marchio Italiano di Qualità (IMQ). Saranno essenzialmente costituiti da:
CONDUTTORE: sarà del tipo a corda flessibile di rame ricotto non stagnato ISOLANTE: sarà del tipo in PVC (polivinilcloruro)
INSTALLAZIONE: per questo tipo di cavo sarà ammessa la posa solo in condutture o canalizzazioni in PVC o resina, oppure in guaine metalliche purché con rivestimento interno in PVC e in impianti eseguiti con tubo "Mannesmann"
DEFINIZIONE DELLA SIGLA:
H = riferimento alle Norme (armonizzato)
05 = tensione nominale Vo/V 300/500V V = materiale isolante (PVC)
K = tipo di conduttore a corda flessibile
Dovrà essere provvisto di certificazione di conformità rilasciato dal CESI o da laboratori di prova di Istituti Universitari e fornibile su richiesta del Committente o della D.L.
12.7 CAVI TIPO N07V-K 450/750V - CEI 20-20
Saranno conformi costruttivamente alle norme del comitato CEI n. 20 applicabili e provvisti di Mar- chio Italiano di Qualità (IMQ). Saranno essenzialmente costituiti da:
CONDUTTORE: sarà del tipo a corda flessibile di rame ricotto non stagnato ISOLANTE: sarà del tipo in PVC (polivinilcloruro) di qualità TIl secondo prescrizioni CEI
INSTALLAZIONE: per questo tipo di cavo sarà ammessa la posa solo in condutture o canalizzazioni in PVC o resina, oppure in guaine metalliche purché con rivestimento interno in PVC e in impianti eseguiti con tubo "Mannesmann"
DEFINIZIONE DELLA SIGLA:
N = riferimento alle Norme Nazionali 0 = tensione nominale V0/V 450/750V V = materiale isolante (PVC)
K = tipo di conduttore a corda flessibile
Dovrà essere provvisto di certificazione di conformità rilasciato dal CESI o da laboratori di prova di Istituti Universitari e fornibile su richiesta del Committente o della D.L.
12.8 CAVI TIPO ARG7R - CEI 20-13 E CEI 20-29
Cavi di energia tipo ARG7R, conformi alla norma CEI 20-13, anima conduttore a corda compatta a fili di alluminio in accordo alla norma CEI 20-29, classe 2. Isolante in gomma HEPR ad alto modulo, che conferisce al cavo elevate caratteristiche elettriche, meccaniche e termiche. Guaina in PVC speciale di qualità Rz, colore grigio. Conformità ai requisiti essenziali delle direttive BT 2006/95/CE. Adatti per posa fissa sia all'interno, che all'esterno, in tubazioni, canalette o sistemi similari. Posso- no essere direttamente interrati. Posti in opera direttamente interrati in scavo già predisposto, o in canalette, tubazioni o sistemi similari.
Dovranno essere di tipo unipolare flessibile con tensione nominale 1,8/3kV per impianti fotovoltaici e solari con isolante e guaina in mescola reticolata a basso contenuto di alogeni. Nello specifico il cavo è costituito da un conduttore a corda flessibile classe 5 di rame stagnato ricotto secondo la Norma CEI 20-29, isolante in gomma speciale HEPR G21, guaina in mescola reticolata tipo M21. Il cavo deve essere adatto per posa fissa sia all'interno che all'esterno in tubazioni, canalette oppure direttamente interrato. Il cavo deve essere posto in opera completo di capocorda, terminazioni, si- glature, morsettiere di collegamento e cavo segnaletico installato secondo normativa vigente. Inol- tre i cavi saranno a norma CEI 20-13, CEI20-22 II e CEI 20-37 I, marchiatura I.M.Q., colorazione delle anime secondo norme UNEL.
12.10 CAVI ISOLATI (PER CIRCUITI DI SEGNALAZIONE, SOCCORSO E TELECONTROLLO)
Dovranno essere di tipo resistente al fuoco, con isolamento elastomerico reticolato a base poliole- fenilica, adatti per tensione di esercizio fino a 1000 V, grado di isolamento 4. Saranno di tipo multi- polare nelle sezioni e tipologie indicate negli allegati elaborati grafici ed avranno conduttori di rame stagnato, rivestiti con guaina antifuoco e riempitivi speciali aventi caratteristiche tali da assicurare, in caso di incendio, un ridottissimo sviluppo di fumi opachi, la totale assenza di acido cloridrico e ridottissimo sviluppo di gas o sostanze tossiche e resistere per 3 ore sottoposti alla fiamma di 750°C.
I cavi devono essere costruiti secondo le Norme CEI 46-5, 20-22, 20-35, 20-36, 20-37 e 20-38.
12.11 PROPRIETÀ "ANTIFIAMMA" E "ZERO ALOGENI"
Per quanto riguarda le proprietà del cavo "Antifiamma" e "Zero alogeni" si dovrà fare riferimento alle norme:
CEI 20-22 (Cap. III): Norme di prova che devono accertare la proprietà di non propagazione d'in- cendio da parte di cavi elettrici;
CEI 20-37: Prove sui gas emessi durante la combustione di cavi elettrici "Cavi aventi ridotta emis- sione di fumi e di gas tossici o corrosivi".
Nonché le raccomandazioni della Standard DIN VDE 0207/24, HM4 del marzo 1989.
12.12 CAVI PER XX XXXX XX0X0X - CEI 20-13
I cavi MT di collegamento tra il punto di consegna e la sezione ricevitrice e quelli in partenza dal- lo/dai scomparto/i MT e i terminali MT del/i trasformatore/i dovranno essere del tipo RG7H1R, uni- polari, con guaina di colore rosso, sezione adeguata e comunque non inferiore a 25mmq, dotati di
schermo metallico con resistenza non superiore a 3 Ω / km a 20°C connesso a terra ad entrambe le estremità e di apposite teste di cavo. La temperatura di posa, i raggi di curvatura minimi e gli sforzi di tiro durante la posa devono essere conformi alle prescrizioni del costruttore del cavo.
La tensione di isolamento Vo/V dovrà essere compatibile con la tensione nominale dell’impianto.
12.13 CAVI PER TRASMISSIONE DATI
Dovranno essere ad una o più coppie secondo gli schemi e le modalità di collegamento proprie del- le apparecchiature approvvigionate. I cavi dovranno essere almeno di categoria 6, isolati acustica- mente e dovranno avere bassa capacità, schermatura globale interna e schermatura di superficie del tipo a calza con schermatura della superficie superiore al 65%.
I conduttori dovranno essere a trefoli 24 AWG (7x32); dovranno avere rivestimento esterno in PVC cromo; impedenza nominale 100 ohm, capacità nominale 40 pF/m.
I conduttori dovranno essere in rame stagnato con smalto isolante, dovranno avere la schermatura interna di tipo chiuso in alluminio e poliestere ed essere corredati dei connettori di collegamento terminale alle apparecchiature per collegamenti RS 232, RS 422 e RS485.
E' utilizzato quale dorsale dati con protocollo Ethernet un cavo multifibre ottiche (da n. 6,12, 24 e 48 fibre) avente le seguenti caratteristiche:
⮚ Fibre tipo monomodale con diametro del nucleo mm 9/125 micron;
⮚ Attenuazione massima: 0,70 dB/Km a I310 nm, 0,70 dB/Km a 1550 nm;
⮚ Dispersione zero;
⮚ Lunghezza d'onda 1300-1322 nm;
⮚ Pendenza <0,092 nm2-km
⮚ Guaina esterna idonea per posa interna/esterna, autoestinguente, resistente alle radiazioni emesse nell'ultravioletto, all'umidità, alle muffe e a ridottissima emissio- ne di fumi e gas tossici e corrosivi, dotata di protezione perimetrale antiroditore in acciaio.
Il cavo presenta inoltre le seguenti caratteristiche termiche e meccaniche minime:
⮚ Temperatura di funzionamento: -20°C, +70 °C
⮚ Resistenza agli impatti: 1485 N/cm
⮚ Resistenza alle flessioni: 1000 cicli
Solo in casi del tutto eccezionali, previa richiesta e avvenuta approvazione della D.L., é ammessa la giunzione dei cavi in fibra per la realizzazione delle tratte di interconnessione. In tal caso le perdite nel punto di connessione non devono essere maggiori di 0,3 dB.
Per quanto riguarda le proprietà delle fibre ottiche si dovranno adottare le raccomandazioni specifi- cate nelle Normative CCITT riferite ai vari tipi di fibre di seguito descritte:
⮚ EN 187.000 Normativa generale dei cavi
⮚ EN 188.000 Normativa europea sulle fibre.
Le terminazioni per collegamenti punto-punto con fibre monomodali ad un canale in ricezione e trasmissione, avranno le caratteristiche con una capacità ottica adatta per:
⮚ potenzialità nominale 100 Kband
⮚ temperatura di funzionamento -20°C +70°C
⮚ collegamento sul lato dati tipo femmina con vite di bloccaggio
⮚ collegamento lato ottico ST
⮚ alimentazione 11-14 V d.c.
⮚ assorbimento 100 mA
⮚ lunghezza d'onda 1300 mm
⮚ potenza di emissione 50 microwatt (-13 db)
⮚ sensibilità 1 microwatt (-30 dbm)
⮚ potenzialità ottica 17 db
⮚ interdistanza massima 48 km
12.15 SISTEMI DI POSA DEI CAVI
Sono ammesse le seguenti tipologie di posa:
- Entro tubazioni direttamente interrate
- Entro tubazioni, metalliche o in PVC, in vista o incassate entro struttura: i tubi do- vranno avere un diametro tale da consentire un comodo infilaggio e sfilaggio dei conduttori.
- Entro canalizzazioni in vista di tipo metallico o in PVC: i cavi dovranno essere di- sposti in modo ordinato, senza incroci. I cavi andranno legati alle canalizzazioni mediante apposite fascette con regolarità ed in corrispondenza di curve, dirama-