PATTO TERRITORIALE SPECIALIZZATO IN AGRICOLTURA DELLA ZONA OVEST DI TORINO
2000
Patto Territoriale Specializzato per
l'Agricoltura
PATTO TERRITORIALE SPECIALIZZATO IN AGRICOLTURA DELLA ZONA OVEST DI TORINO
Relazione finale
1. L’AMBITO TERRITORIALE E LA SITUAZIONE SOCIO ECONOMICA 1
1.1 Il contesto socio-demografico 1
1.2 Industria e artigianato 2
1.3 Il Terziario 4
1.4 I SERVIZI SOCIALI 5
1.5 Elementi di debolezza e di criticità 7
1.6 Elementi di forza 8
2. IL SETTORE AGRICOLO 10
2.1 Tendenze in atto a livello regionale 10
2.2 Il settore agricolo nella Zona Ovest 12
2.3 Le prospettive del settore agricolo 17
3. DESCRIZIONE DEGLI OBIETTIVI INDIVIDUATI 19
3.1 IL PROCESSO DI CONCERTAZIONE: DALLA COALIZIONE PUBBLICA AL “PROTOCOLLO D’INTESA” 19
3.2 Gli Assi di Sviluppo locale 20
3.3 Linee strategiche di sviluppo dell’asse 3 in agricoltura 24
4. INDICAZIONE DELLE LINEE D’INTERVENTO INDIVIDUATE E DESCRIZIONE DEI LORO PRINCIPALI CONTENUTI OPERATIVI E DELLA LORO COERENZA CON GLI OBIETTIVI 28
4.1 I PROGRAMMI DI SVILUPPO EUROPEI E REGIONALI IN AGRICOLTURA 28
4.2 Il processo di costruzione dal Patto Territoriale della Zona Ovest al
Patto specializzato per lo sviluppo dell’agricoltura nella Zona Ovest 29
4.2.1 La Concertazione Integrativa. 29
4.2.2 L’individuazione del piano di interventi del settore agricolo 31
4.3 Principali contenuti operativi del Patto Territoriale Specializzato in
Agricoltura 33
5. ELENCAZIONE DELLE INIZIATIVE TRASMESSE IN ISTRUTTORIA 35
5.1 I progetti di investimento produttivo da presentare all’istruttoria bancaria 35
5.2 Progetti di iniziative infrastrutturali da presentare all’istruttoria bancaria 36
5.3 Programma e tempi degli investimenti produttivi 37
6. IL SOGGETTO DELEGATO PER LA REALIZZAZIONE DEL PATTO 41
1. L’AMBITO TERRITORIALE E LA SITUAZIONE SOCIO ECONOMICA
1.1 Il contesto socio-demografico
I Comuni ricadenti nell’area vasta del Patto Territoriale della Zona Ovest - Alpignano, Buttigliera Alta, Collegno, Druento, Grugliasco, Pianezza, Rivoli, Rosta, San Gillio, Venaria Reale, Villarbasse -, fanno tutti parte, dal punto di vista amministrativo, della provincia di Torino. Tali Comuni sono stati riconfermati quali aree a declino industriale, ai sensi del nuovo Obiettivo 2 - Regolamento CEE 1260/99, con la deliberazione della Giunta Regionale N. 365 del 6 agosto 1999 - allegato A, nella quale la Regione Piemonte ha provveduto - anche in considerazione della richiesta dell’U.E. di contrazione delle aree che ha conseguentemente ridotto a 997.000 abitanti la popolazione interessata - ad individuare le aree predette,
Si tratta di territori comunali contigui che, collocati a ridosso della più importante company-town italiana, fanno parte della prima cintura metropolitana torinese e hanno una grande omogeneità da un punto di vista orografico, economico, culturale, con una storia per molti tratti comune. Sono Comuni di piccole e medie dimensioni, la maggior parte dei quali cresciuti vertiginosamente, arrivando quasi a raddoppiare la popolazione, tra gli anni ‘60 e ‘70 per assorbire le ondate migratorie dal Sud d’Italia e negli anni ‘80 soprattutto per accogliere residenti ed attività produttive in uscita dal capoluogo piemontese.
La superficie territoriale complessiva dell’area vasta del Patto Territoriale è pari a 174,03 kmq. In particolare, il 56,5% della superficie è collinare (secondo la classificazione Istat, con un’altitudine minima di 247 metri ed una massima di 529 metri), la parte restante è pianeggiante.
L'area vasta del Patto Territoriale si distingue fra tessuto fortemente urbanizzato e vasta estensione di terreno agricolo: sono presenti risorse paesaggistiche, naturalistiche, storico-culturali, centri storici significativi, patrimoni monumentali che vanno adeguatamente tutelati e valorizzati al fine di un allargamento dello spettro delle opportunità dello sviluppo sociale ed economico. Soprattutto, nell’area vasta del Patto è presente una rete diffusa sul territorio di aziende artigiane e di grandi, medie e piccole imprese manifatturiere.
Nel complesso, l’area vasta del Patto è molto dotata di importanti collegamenti stradali (tangenziale, autostrada del Frejus) e ferroviari (linea Torino-Bardonecchia-Modane).
La popolazione residente nell’area del Patto Territoriale della Zona Ovest è pari a
228.146 unità. I comuni più popolati sono: Rivoli (52.447 ab.), Collegno (47.548 ab.),
Grugliasco (40.797 ab.) e Venaria Reale (34.438 ab.). La densità media dell’area, con
1.397 abitanti per kmq, si colloca molto al di sopra della media provinciale (325), regionale (169) e nazionale (190,7). L’area vasta, quindi, rappresenta nell’hinterland torinese non solo un’area vitale del sistema industriale della provincia, ma anche una zona densamente abitata.
Per quanto riguarda la popolazione suddivisa per classi d’età, l’analisi dei dati disponibili mette in luce una percentuale delle classi di età superiori ai 55 anni sul totale della popolazione residente (22,3%) che risulta essere relativamente contenuta se rapportata al peso corrispondente registrato negli ambiti provinciale (28.2%) e regionale (30.6%).
Il tasso medio di disoccupazione “reale” (che non tiene conto del numero - e quindi delle percentuali - degli iscritti agli ex Uffici di collocamento) appare variabile e presenta una “forbice” che va da percentuali assolutamente in linea con le medie del Nord del Paese (6-8% di realtà quali Villarbasse, Rosta e Grugliasco), a tassi pari alla media nazionale (12-15% di Venaria, Collegno, Alpignano e Rivoli), coincidenti questi ultimi, di fatto, con le realtà urbane della “prima cintura” torinese. Inoltre, il numero dei lavoratori espulsi negli anni passati dal ciclo produttivo a seguito delle ristrutturazioni aziendali e posti in cassaintegrazione o in mobilità risulta particolarmente elevato nei Comuni di Collegno, Rivoli, Druento e Pianezza (nel periodo compreso tra il 1992 e il 1996 lo “snellimento” delle aziende manifatturiere torinesi ha interessato all’incirca 150 mila lavoratori). Uno dei principali problemi dell’area vasta del Patto è senz’altro quello della disoccupazione giovanile.
Queste prime osservazioni mettono in luce uno dei principali problemi del territorio interessato al Patto Territoriale della Zona Ovest, ovvero la necessità di favorire l’avvio di percorsi virtuosi di crescita qualitativa del tessuto socio-economico locale.
1.2 Industria e artigianato
L’area del Patto Territoriale costituisce uno dei poli industriali più importanti della Provincia e della Regione e il settore industriale rappresenta il motore propulsore dello sviluppo locale. Da esso dipendono e sono orientate il resto delle attività economiche dell’area. E’ naturale, quindi, che i processi di ristrutturazione del settore manifatturiero abbiano avuto, nel recente passato, e abbiano ancor oggi, riflessi immediati in questa area.
Una delle peculiarità dello sviluppo industriale ed artigianale della Zona Ovest è data dalla forte specializzazione produttiva nel settore metalmeccanico che ha trovato radicamento nel territorio. Un certo peso hanno anche le imprese industriali di apparecchiature elettriche/elettroniche, della gomma e delle materie plastiche, e quelle chimiche.
Il tessuto produttivo locale (con l’eccezione di Venaria - in cui prevale il commercio e la grande distribuzione - Rosta e Villarbasse) è rimasto sostanzialmente legato all’indotto dell’auto (non solo di marca FIAT) anche se la ristrutturazione del comparto
ha spinto molte imprese a diversificare la committenza e numerosi produttori, esclusi dal rapporto diretto con la multinazionale torinese, sono divenuti subfornitori.
Ci troviamo dinanzi ad un sistema produttivo in cui, accanto ad alcune importanti realtà aziendali competitive (quali Comau, Pininfarina, Fata Automation, Elbi, Gruppo Plastico Industriale, AMP Italia, Sandretto, Rambaudi, Fergat, AET Telecomunicazioni, Xxxxxxxx, Stola, Bertone, etc.) attente ai processi di innovazione tecnologica di prodotto e di processo e dotate di un buon tasso di commercializzazione dei loro beni (anche internazionale), convive una miriade di piccole e piccolissime imprese subfornitrici, molte delle quali di tipo artigianale, a conduzione famigliare, con un numero di addetti variabile tra le due e le tre unità, in generale poco disposte ad innovare e ad investire in formazione ed in qualità.
Si può inoltre affermare che le imprese manifestano una tendenza alla crescita dimensionale che però è spesso fortemente condizionata dalla difficoltà di reperimento di personale qualificato e non, da inserire nelle strutture aziendali.
I processi di crescita maturati negli ultimi due decenni portano come segni distintivi:
• la crescita dal basso di un consistente gruppo di PMI, caratterizzata dall’operare di una imprenditorialità formatasi nell’artigianato e tra i quadri tecnici ed operai delle imprese preesistenti o di aree geograficamente contigue;
• la flessibilità negli aspetti produttivi e negli orientamenti strategici delle aziende, che si estrinseca in una forte capacità adattiva all’evoluzione del mercato;
• la tendenziale integrazione sovraziendale di imprese che, presentando un forte livello di specializzazione, si complementano in cicli produttivi che coinvolgono una pluralità di aziende;
• la forte integrazione del sistema industriale locale nei processi di globalizzazione in atto. Una quota consistente delle imprese esporta larga parte del fatturato. Sono numerose le aziende industriali, che hanno ormai avviato processi di decentramento all’estero di fasi del ciclo produttivo, attraverso la costituzione di joint-ventures con partners locali o attraverso l’apertura di stabilimenti in proprio.
Nel complesso, oggi, pur in presenza di una sostanziale tenuta del tessuto manifatturiero locale, emergono alcuni segnali preoccupanti rappresentati dalla caduta del livello di occupazione nell’industria. Il calo dell’occupazione industriale ha coinvolto tutti i comparti manifatturieri, con riduzioni molto sensibili nei settori autoveicoli, abbigliamento, legno, minerali non metalliferi e di intensità particolare nelle industrie elettromeccaniche, metallurgiche e della gomma e materie plastiche. In generale, alla riduzione di occupazione ha corrisposto un minor calo del numero di aziende, con diminuzione della dimensione media di impresa (passata in provincia di Torino da 16.1 a 14 addetti tra il 1981 e il 1991). Il fenomeno è stato più rilevante in alcuni settori meccanici (meccanica strumentale e di precisione, elettromeccanica) e nella metallurgia. Sempre più nell’area vasta del Patto aziende manifatturiere di medio- grandi dimensioni, nate tra gli anni ‘50 e ‘60, stanno lasciando il posto ad imprese di dimensioni minori a testimonianza, comunque, del permanere nell’area di una certa
vivacità e di una capacità di rigenerazione del tessuto industriale locale che deve però essere sostenuta.
In sintesi, le problematiche che il sistema produttivo è costretto ad affrontare sono le seguenti:
• una forte pressione competitiva dovuta alla forte integrazione del tessuto produttivo locale nel mercato europeo e globale;
• una tendenza generale ad una caduta dell’occupazione abbinata ad una difficoltà di reperimento di personale qualificato e di quadri intermedi da inserire nelle strutture aziendali;
• un forte squilibrio finanziario delle PMI connessa ad una loro bassa capitalizzazione;
• una modesta attenzione ad investimenti nel marketing e nella costruzione di reti commerciali;
• un carente livello di managerialità interna nelle PMI;
• una generale difficoltà, soprattutto per le piccole imprese, ad investire nella formazione del personale.
1.3 Il Terziario
La crisi dei primi anni ‘90 ha colpito soprattutto alcune attività commerciali (intermediazione, autoriparazioni), i trasporti terrestri e i servizi personali che hanno perso sia imprese che dipendenti. In altri settori (ingrosso, dettaglio di largo consumo, pubblici esercizi, credito, igiene, servizi ricreativi e culturali) le attività si sono concentrate, con crescita dell’occupazione. Solo i servizi privati della sanità e dell’istruzione, i servizi per le imprese e alcune attività connesse ai trasporti hanno registrato una crescita diffusa di aziende e di occupazione. Rispetto ai dati sull’occupazione nelle imprese torinesi, i dati INPS sui lavoratori dipendenti effettivamente occupati nella provincia di Torino mostrano una riduzione totale dei dipendenti fra il 1991 e il 1994 pari all’11,6%, con perdite del 15,9% nell’industria, ma anche del 2,8% nei servizi. Il terziario privato perde complessivamente occupazione dipendente fra il 1991 e il 1994, con riduzioni fra il 15 e il 25% nell’intermediazione commerciale, nelle assicurazioni e nei servizi ricreativi; dell’ordine del 10% nelle attività di riparazione e nei servizi personali; fra il 5 e l’8% nel credito, nei servizi alle imprese e nel commercio all’ingrosso.
Alla luce di questa evoluzione, si può notare che nell’area vasta del Patto, i principali squilibri della composizione interna del terziario derivano innanzitutto dal sottodimensionamento degli esercizi operanti nella distribuzione commerciale. Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita della distribuzione organizzata, determinata soprattutto dalla nascita e dallo sviluppo di grossi centri, che ha avviato un processo di modernizzazione dell’attività commerciale, producendo almeno tre effetti positivi:
• recupera un ritardo accumulato che vedeva il terziario di questa zona subordinato ai processi di sviluppo del settore industriale;
• compensa in parte la perdita di posti di lavoro nel settore secondario e stabilizza l’occupazione nel settore commerciale riducendo la quota delle piccole unità;
• abbassa tendenzialmente i prezzi dei prodotti venduti grazie ai vantaggi delle economie di scala.
Un secondo aspetto del terziario dell’area vasta del Patto Territoriale è rinvenibile nella fortemente sottodimensionata dotazione di attività terziarie avanzate (credito, assicurazioni, servizi professionali di sostegno alle attività produttive) e della Pubblica Amministrazione.
Un poderoso impulso allo sviluppo del terziario dovrebbe venire nei prossimi anni dalla creazione di un vero e proprio polo universitario nell’area centrato sulla formazione scientifica e ambientale.
L’area vasta del Patto costituisce inoltre un territorio con potenzialità nel settore del turismo data la presenza di risorse artistico-culturali di assoluto rilievo (quali il Museo d'Arte Contemporanea del Castello di Rivoli e la Reggia di Venaria Reale, il Villaggio Leumann e la Certosa Reale di Collegno) e centri storici e luoghi di culto di particolare interesse.
La vocazione turistica dell'area si evidenzia anche dal punto di vista dei beni ambientali data la presenza di elementi attrattori quali il Parco della Mandria e la Collina Morenica, che rappresentano un importante patrimonio in grado di offrire reali opportunità economiche ed occupazionali
Il settore turistico-culturale-ambientale potrebbe rappresentare una fonte di primaria importanza per la produzione di reddito e per l’occupazione in alcuni comuni del Patto. Occorre che ci si ponga l’obiettivo di costruire una vera politica turistica, dove istituzioni, operatori economici e associazionismo collaborano in modo attivo e sinergico per arrivare eventualmente alla creazione di un vero e proprio prodotto turistico spendibile sui mercati del settore.
1.4 I servizi sociali
L’invecchiamento della popolazione costituisce un problema abbastanza rilevante nell’area vasta del Patto. La popolazione anziana (maggiore di 65 anni) residente rappresenta al momento oltre il 10% della popolazione complessiva, ma è destinata ad aumentare rapidamente nei prossimi anni. L’innalzamento dell’età media della popolazione residente nei Comuni dell’area del Patto comporta una domanda di servizi sociali e sanitari sempre più gravosa per i Comuni stessi. Da sottolineare che i casi di anziani che vivono da soli sono in crescita. I servizi che attualmente i Comuni possono offrire sono per lo più limitati ai Centri Diurni che accolgono gli anziani la cui famiglia non è in grado di assistere durante il giorno. Nell’assistenza domiciliare si ha una forte presenza di cooperative sociali private che operano in convenzione.
Quello di provvedere ad una adeguata assistenza agli anziani è forse il problema sanitario e sociale più tipico e rilevante, sul quale è necessario attivare un sistema di misure integrate di prevenzione, assistenza e cura. Il problema degli anziani è tipicamente un problema complesso, intrecciato con i fenomeni economici e sociali più generali. Esso può, quindi, essere affrontato solo attraverso una pluralità di interventi: strutture specializzate per anziani, residenze assistite, residenze protette, centri diurni, assistenza domiciliare integrata, centri di riabilitazione, accompagnamenti e così via. Questi settori di attività sono naturalmente già operanti sul territorio, ma richiedono tutti di essere potenziati, diffusi e resi più efficienti.
Andrebbero potenziati e sviluppati anche i settori dell’assistenza e della prevenzione sugli altri aspetti del disagio sociale (maternità e condizione femminile, infanzia, portatori di handicap, tossicodipendenza, AIDS, etc.). In un territorio formato da grandi quartieri urbani ad alta intensità abitativa l’attenzione deve concentrarsi soprattutto su questi temi: occorre cercare di costruire una dimensione comunitaria che possa consentire un controllo distribuito e capillare della condizione sociosanitaria e l’attuazione di prevenzione e di assistenza.
Problemi analoghi, legati ad un regime demografico maturo e alla implementazione di politiche di “razionalizzazione” dei servizi, si segnalano nel campo dei servizi scolastici, sia di grado inferiore che superiore. Nel complesso, a livello di area vasta del Patto si deve notare che la dotazione scolastica di base appare soddisfacente, da un punto di vista quantitativo. Diventa, quindi, centrale il miglioramento delle prestazioni (anche dal punto di vista dell’adeguamento degli standards edilizi, della manutenzione e della dotazione dei servizi parascolastici) e in generale dell’efficienza del servizio. E diventano anche in questo caso territori di frontiera per un miglioramento radicale del rapporto popolazione/istruzione alcune attività innovative (per la primissima infanzia, per l’educazione permanente, per la formazione e riqualificazione professionale legata alla riorganizzazione del mercato del lavoro, per l’educazione ambientale, etc.). Appare particolarmente necessario un adeguamento dei mezzi strumentali e della didattica del sistema locale di formazione professionale. Occorrerebbe un’azione decisa avente per obiettivo una riorganizzazione delle strutture operative del sistema della formazione professionale secondo i nuovi assi di sviluppo tecnologico-settoriali, riducendo strutturalmente i tempi di reazione alle innovazioni almeno dal punto di vista dell’adeguamento dei programmi e delle metodologie didattiche. E’ su questi terreni più sperimentali che dovrebbe, quindi, orientarsi l’intervento del Patto Territoriale, tenendo particolarmente presente che l’incrocio tra dinamiche demografiche e politiche di “razionalizzazione” dei servizi pubblici sfavorisce in modo particolare i piccoli comuni.
Va evidenziato il contributo in termini di conoscenza del territorio, delle sue problematiche e dei livelli di coesione sociale che può provenire tanto dall’associazionismo e dal volontariato quanto dalla cooperazione portatori di idee innovative e dinamiche nell’ottica di uno sviluppo locale armonizzabile con le esigenze di tutela ed espressione dei cittadini.
1.5 Elementi di debolezza e di criticità
Si rilevano, tra i più influenti elementi di debolezza e criticità dell’area: Sociali e demografici:
• un invecchiamento tendenziale della popolazione come conseguenza di un andamento demografico pressoché stazionario;
• un tasso di disoccupazione elevata connotata soprattutto da scarsa qualificazione professionale e livelli di istruzione complessivamente bassi, in presenza di un sistema formativo che, nonostante alcuni recenti sforzi di adeguamento e modernizzazione, appare in modo persistente ancorato a un’offerta di figure professionali di tipo tradizionale;
• il consolidarsi di diverse emergenze sociali (droga, microcriminalità, immigrazione, problema abitativo, assistenza agli anziani, etc.) rispetto a cui, non sempre i servizi pubblici possono rispondere con adeguatezza.
Territoriali e ambientali:
• un sistema territoriale congestionato e a complessa gestibilità con un elevato livello di inquinamento dovuto, in primo luogo, alla commistione territoriale tra attività produttive e zone residenziali;
• Problemi di collegamento viario sia all’interno dell’area vasta del Patto che tra questa e la città di Torino;
• mancanza di strutture ricettive . Questa mancanza viene segnalata dalle imprese come una carenza nell’ambito dell’assetto dei servizi utilizzabili dalle unità produttive, soprattutto in considerazione della rilevante proiezione internazionale di molte imprese locali;
• una generale carenza di aree attrezzate per gli ampliamenti e le localizzazioni di imprese industriali ed artigianali;
Economici:
• condizioni di marginalità agricola concentrata soprattutto nelle aree di collina;
• diffusa disoccupazione giovanile, soprattutto femminile, e di altre fasce deboli del mercato del lavoro;
• fortissima concentrazione industriale in pochi comparti produttivi (industria automobilistica, innanzitutto) e la conseguente fragilità strutturale dell’economia locale di fronte a crisi di settore;
• egemonia della cultura industriale metalmeccanica a scapito di quella dei servizi;
• stasi del settore commerciale.
1.6 Elementi di forza
Sociali e demografici:
• la qualità delle competenze professionali presenti nell'area; Territoriali e ambientali:
• il recupero e la valorizzazione dell’ambiente attraverso lo sviluppo del territorio in termini di mantenimento e miglioramento ambientale;
• la contiguità territoriale con la città e l’area metropolitana di Torino costituisce un fattore localizzativo per le imprese dell’area vasta del Patto remunerativo in termini di dotazione di infrastrutture (aeroporto di Caselle, interporto di Orbassano, tangenziale nord-ovest e relative autostrade, ferrovia Torino-Bardonecchia- Modane);
• la possibilità, attraverso una più stretta integrazione tra gli undici Comuni dell’area vasta del Patto, di dimensionare le attrezzature, i servizi e le funzioni di qualità superiore in un ambito territoriale più ampio su scala sovracomunale;
Economici:
• il fulcro dell’economia locale, nonostante il processo di terziarizzazione, resta l’industria che mantiene sostanzialmente intatta la sua forte vocazione metalmeccanica con la presenza di veri e propri poli di eccellenza (auto e indotto, avionica-spazio, telecomunicazioni, macchine utensili, etc.). Nel complesso, emerge l’immagine di un sistema produttivo tecnologicamente avanzato e ormai perfettamente integrato nell’economia internazionale;
• la sedimentazione e l’accumulazione di un ricco patrimonio di conoscenze tecniche e professionali, di capacità organizzative e di innovazione, di tecnologie avanzate e di know-how qualificato,
• la presenza di un sistema di imprese distribuito su tre livelli dimensionali e organizzativi - grande, media e piccola industria - dà maggiore solidità e robustezza al sistema produttivo perché da un lato compensa con il maggior dinamismo della piccola e media impresa il ridimensionamento e la ristrutturazione della grande industria e dall’altra rivitalizza l’indotto delle piccole imprese quando la grande industria percorre un ciclo espansivo;
• la scelta di rilanciare la competitività aziendale sulla qualità del prodotto mantenendo il controllo sulla variabile prezzo non riguarda più solo le imprese più avanzate ed esposte sui mercati internazionali, ma coinvolge sempre più diffusamente il tessuto delle piccole e medie imprese a tal fine è necessario l’impiego di risorse difficilmente accessibili sotto una certa soglia dimensionale. A tale proposito, le associazioni di categoria iniziano ad avere un maggiore ruolo attivo nello svolgere un’opera di convincimento nei confronti dei vari soggetti
imprenditoriali affinché si trovino dei meccanismi leggeri e flessibili che consentano un più stretto coordinamento fra le aziende;
• l’inserimento del territorio dell’area vasta del Patto della Zona Ovest, così come di buona parte di quello della provincia di Torino, fra le aree a declino industriale della Comunità Europea fa sì che si possa beneficiare di significative risorse destinate al sostegno degli investimenti e dell’occupazione;
• il recupero del settore agricolo produttivo attraverso una maggiore qualificazione delle produzioni e, quindi, una più incisiva presenza sul mercato del prodotto tipico locale;
• lo sviluppo del settore turistico. Il turismo rappresenta una duplice risorsa perché nel rendere una zona vitale la mette anche nelle condizioni di attrarre ulteriori investimenti in altri rami di attività economica.
2. IL SETTORE AGRICOLO
2.1 Tendenze in atto a livello regionale .
Fra il 1990 e il 1998 il Prodotto Lordo del Piemonte è cresciuto nel complesso dell’8,3%; il comparto agricolo ha registrato in tale periodo una crescita dell’11,2% (con un incidenza -2,9% - sul PL regionale rimasta comunque stazionaria e, dal punto di vista occupazionale, un forte calo strutturale registrato in tutte le province).
I dati relativi alle indagini ISTAT sulla struttura delle aziende agricole nel corso del decennio 1985-1995 testimoniano un interessante cammino evolutivo dell’agricoltura piemontese.
A livello regionale le tendenze delle dinamiche economiche sono complessivamente positive: si assiste ad una progressiva diversificazione settoriale, una progressiva riqualificazione delle strutture aziendali ed all'acquisizione di un ruolo sempre più incisivo del tessuto delle piccole e medie imprese, nel cui ambito si collocano molte imprese della trasformazione e commercializzazione agroalimentare, spesso legate al tessuto produttivo agricolo.
Il sistema della PMI ha bisogno per la sua ulteriore evoluzione di abbinare i vantaggi della flessibilità con assetti relazionali ed organizzativi capaci di garantire risorse e strategie operative di scala più ampia ancorché fondate su aree sistema locali. Ciò nel caso dell’agroalimentare rinvia alla definizione di politiche dedicate e di una programmazione negoziata che rendano possibili strategie di area sostenute dalla erogazione di servizi innovativi.
L’obiettivo è quello di perseguire la sempre maggiore integrazione del sistema agroalimentare, il progressivo orientamento verso segmenti evoluti di molte produzioni agricole, il riposizionamento di alcune filiere verso funzioni e prodotti di pregio, l’acquisizione di una sempre maggiore consapevolezza, da parte delle imprese agricole, della strategicità dell’ambiente.
A fronte di un significativo aumento degli investimenti, certamente stimolato dall’intervento pubblico, va segnalata la scarsità quantitativa di forza lavoro e la perdurante carenza di manodopera qualificata, che costituiscono un forte limite alla crescita del settore.
Il Piano di Sviluppo Regionale tiene conto delle caratteristiche ed esigenze del sistema agricolo ed agroindustriale e delle aree rurali regionali al fine di creare e/o consolidare, grazie all’attuazione coerente e coordinata sul territorio delle previste misure, di un ambiente favorevole alla valorizzazione dei vantaggi competitivi delle filiere agroindustriali e dei sistemi produttivi locali.
I principali punti di forza, disparità carenze del settore agricolo regionale, sui quali il PSR intende intervenire sono i seguenti:
a) Punti di forza:
• base produttiva rappresentata da un numero importante di aziende professionali, vitali, interessate negli ultimi 20 anni, da investimenti aziendali che ne hanno aumentato il capitale fisso, con un buon livello di imprenditorialità e capaci di misurarsi, grazie all’organizzazione flessibile della produzione ed a livelli di integrazione produttiva e relazioni verticali di filiera, in molti comparti correlati ad una forte e radicata esperienza cooperativa;
• elevata capacità competitiva con le nuove opportunità offerte dal mercato;
• sistemi locali specializzati nella produzione, e spesso nella prima e seconda trasformazione dei prodotti agricoli, connotati anche da denominazioni di tutela e marchi di qualità (la Provincia di Torino risulta essere un’area specializzata nei prodotti lattiero-caseari e nella coltivazione di cereali);
• forte incidenza dell’export agroalimentare sul totale dell’export regionale (spumanti, vini, frutta e riso);
• il fatto che parte significativa della produzione agroalimentare regionale risulta dotata di denominazione di origine controllata;
• presenza di una rete di centri di assistenza tecnica consolidata.
b) Punti di debolezza:
• modeste dimensioni fisiche ed economiche medie delle aziende agricole (7,3 ettari di SAU nel 1995);
• invecchiamento della popolazione dedita all’agricoltura;
• carenze di concentrazione, qualificazione ed organizzazione dell’offerta;
• insufficiente sviluppo di certi segmenti ai fini del soddisfacimento della trasformazione per usi industriali specifici.
c)Potenzialità e opportunità di sviluppo rurale:
• segmentazione dei mercati;
• sviluppo della grande distribuzione organizzata;
• sviluppo di canali commerciali brevi, legati a prodotti tipici locali (c.d. filiere corte);
• incremento della domanda interna ed internazionale di prodotti di qualità e tipici a denominazione e marchio;
• sviluppo della domanda di prodotti da produzione integrata e biologici, in genere ad alta garanzia per salute, nonché della c.d. economia del gusto oltre la scala locale;
• ulteriore crescita del turismo enogastronomico e culturale (nell’ambito del turismo rurale) e dell’agriturismo (specie in forma cooperativa tra le diverse imprese agrituristiche).
d)Minacce:
• inasprimento della concorrenza sia estera che interna;
• calo della domanda per alcune produzioni (es. carne bovina)
• perdite di quote di mercato per mancata innovazione di prodotto e mancata certificazione qualità;
• esclusione o riduzione della partecipazione ai canali commerciali emergenti;
• rischio di sparizione di prodotti tipici minori;
• carenza di disponibilità di manodopera.
2.2 Il settore agricolo nella Zona Ovest
La valorizzazione e tutela del patrimonio agricolo, ambientale e naturalistico dell’area vasta è un punto di riferimento essenziale nel processo di programmazione territoriale dal basso; lo sviluppo dell’area dovrà pertanto assecondare le reali vocazioni del territorio, rispettandone le caratteristiche peculiari, l’intima essenza e il valore.
La presenza ancora significativa di attività agricole, concentrate soprattutto nei territori comunali di Buttigliera Alta, Rivoli, Rosta, San Gillio e Villarbasse, differenzia il territorio del Patto dal resto del contesto metropolitano torinese. Vi sono ancora ampie aree agricole nelle quali la struttura del paesaggio risulta tuttora conservata ed integra nei suoi rapporti tra cascine, canali irrigui, percorsi, aree a coltivo. Vi sono terreni molto fertili e produttivi, caratterizzati da un ricco sistema di canali, che sono tuttora coltivati. Per questa ragione il territorio agricolo costituisce un ambito di intervento prioritario. Da questo punto di vista quindi l’agricoltura dell’ara vasta del patto presenta potenzialità di sviluppo che gli attori locali vogliono assecondare promuovendo un piano di intervento capace di valorizzarle a pieno.
Negli ultimi anni l’agricoltura della Zona Ovest ha subito grandi mutamenti analogamente alle altre zone agricole dell’Italia settentrionale. A parte i progressi tecnologici, le modificazioni socio-economiche più significative sono state la diminuzione del numero degli addetti occupati e la loro progressiva invecchiamento, la comparsa e la diffusione di forme di agricoltura part-time e la nascita di imprese agricole di servizio.
Dal punto di vista occupazionale, secondo i dati censuari, il settore agricolo assorbe appena l’1% degli occupati totali, valore che è di molto inferiore al dato nazionale (8%). Ma, l’importanza che riveste sul piano sociale travalica le risultanze ottenute dalle statistiche ufficiali che non colgono i fenomeni di occupazione nascosta e part- time, assai diffusi nell’area vasta del Patto in agricoltura.
Il settore presenta spiccati caratteri di marginalità economica e sottocupazione, in un contesto di unità produttive di piccola dimensione, con prevalente presenza di forza lavoro maschile e una tendenza della donna ad “uscire” dall’agricoltura prima dell’uomo.
La forza-lavoro femminile rappresenta, comunque, un elemento di notevole importanza nella struttura dell’azienda agricola. Il tasso di femminilizzazione infatti, anche se in fase di lenta ma costante discesa, è elevato, con una presenza femminile molto più marcata fra i coltivatori diretti.
Accanto alle figure tradizionali del mondo agricolo, inizia a rilevarsi la presenza di giovani e di “inserimenti” di soggetti provenienti da altre attività (impiegatizie o altro) che si dedicano con rinnovata passione alle attività agricole, rappresentando un elemento dinamico e di innovazione.
Protocollo d’Intesa
COLTIVATORI DIRETTI – LAVORATORI DIPENDENTI E MEZZADRI NEI COMUNI DEL PATTO TERRITORIALE
IRES PIEMONTE – Occupazione Agricola in Piemonte – Fonte SCAU (1990/92)
1990 | 1991 | 1992 | |||||||||||||||||||
COLTIV. DIRETTI | LAVOR DIP. | MEZZADRI | TOT | COLTIV DIRETTI | LAVOR DIP. | MEZZADRI | TOT. | COLTIV DIRETTI | LAVOR DIP. | MEZZADRI | TOT | ||||||||||
M | F | M | F | M | F | M | F | M | F | M | F | M | F | M | F | M | F | ||||
ALPIGNANO | 45 | 45 | 21 | 5 | 0 | 0 | 116 | 44 | 46 | 14 | 4 | 0 | 0 | 108 | 41 | 41 | 14 | 3 | 0 | 0 | 99 |
BUTTIGLIERA | 13 | 17 | 9 | 2 | 0 | 0 | 41 | 13 | 19 | 8 | 3 | 0 | 0 | 43 | 14 | 16 | 5 | 3 | 0 | 0 | 38 |
COLLEGNO | 44 | 40 | 28 | 17 | 0 | 0 | 129 | 44 | 38 | 31 | 15 | 0 | 0 | 128 | 44 | 35 | 34 | 14 | 0 | 0 | 127 |
DRUENTO | 54 | 32 | 7 | 2 | 0 | 0 | 95 | 50 | 34 | 5 | 2 | 0 | 0 | 91 | 49 | 28 | 5 | 3 | 0 | 0 | 85 |
GRUGLIASCO | 34 | 30 | 83 | 75 | 0 | 0 | 222 | 32 | 30 | 81 | 87 | 0 | 0 | 230 | 32 | 28 | 82 | 85 | 0 | 0 | 227 |
PIANEZZA | 53 | 41 | 7 | 1 | 0 | 0 | 102 | 51 | 40 | 9 | 1 | 0 | 0 | 101 | 52 | 34 | 7 | 2 | 0 | 0 | 95 |
RIVOLI | 111 | 89 | 24 | 8 | 0 | 0 | 232 | 109 | 81 | 15 | 7 | 0 | 0 | 212 | 104 | 75 | 25 | 3 | 0 | 0 | 207 |
ROSTA | 7 | 9 | 2 | 0 | 0 | 0 | 18 | 6 | 7 | 2 | 1 | 0 | 0 | 16 | 6 | 5 | 2 | 0 | 0 | 0 | 13 |
X.XXXXXX | 19 | 24 | 3 | 2 | 0 | 0 | 48 | 19 | 23 | 1 | 2 | 0 | 0 | 45 | 20 | 23 | 1 | 2 | 0 | 0 | 46 |
VENARIA | 29 | 25 | 17 | 6 | 0 | 0 | 77 | 25 | 19 | 19 | 2 | 0 | 0 | 65 | 25 | 13 | 16 | 2 | 0 | 0 | 56 |
VILLARBASSE | 27 | 26 | 0 | 1 | 0 | 0 | 54 | 25 | 22 | 6 | 1 | 0 | 0 | 54 | 29 | 21 | 4 | 1 | 0 | 0 | 55 |
TOTALE | 436 | 37 8 | 201 | 119 | 1134 | 418 | 359 | 191 | 125 | 1093 | 416 | 319 | 195 | 118 | 1048 |
OCCUPATI
1200
1000
800
TOTALE LAVORATORI COLTIVATORI DIRETTI
LAVORATORI DIPENDENTI
600
400
200
0
ANNO 1990
ANNO 1991
ANNO 1992
Radicalmente mutata è la domanda di servizi: con l'affermarsi della PAC che controlla e contingenta le produzioni è notevolmente aumentato il bisogno di assistenza globale: dalla consulenza sul tipo di coltivazioni o di allevamento da fare, all'assitenza sugli aspetti normativi e sul rispetto dei parametri comunitari (…): la richiesta è quella di un servizio globale, che ha costi ancora molto elevati.
La situazione attuale vede il territorio agricolo ripartito in molte proprietà, la cui gestione è però affidata a pochissime imprese che affittano i campi per coltivarli nelle poche colture, la maggior parte a carattere estensivo, che caratterizzano i pur fertili terreni della Zona Ovest. In particolare nei terreni posti a coltura si identificano: seminativi, il foraggiero, i cereali da paglia (frumento e orzo), il mais, la colza, la soia, , prati stabili. Accanto a queste coltivazioni tradizionali, sono comparse inoltre alcune importanti coltivazioni e produzioni parallele quali il vivaismo ornamentale, l’apicoltura e la frutticoltura. Sotto la dicitura arboricoltura da legno si possono conteggiare: pioppeti e impianti di latifoglie autoctone. Vi sono poi terreni con usi diversi: orti urbani, prati e giardini, aree estrattive etc. Sono inoltre presenti nell’area imprese dedite all’allevamento bovino (vitelli, xxxxx/e vacche) orientato prevalentemente alla produzione di carne e lattiero – casearia., e allevamento vario( suini, equini, ovini da latte, ovini da carne, caprini da latte, caprini da carne, ovaiole, polli). Non esiste invece, al momento, attività agrituristica, se si escludono i maneggi ai bordi del parco.
Uno dei futuri possibili per questo settore è la sua graduale riconversione verso una logica di agricoltura multifunzionale e sperimentale o verso usi agrituristici che salvaguardino l’integrità del territorio agricolo, ricreando le condizioni per l’esistenza della rete irrigua attraverso il suo utilizzo per scopi civili, agevolando, non solo economicamente, l’opera dei consorzi per la manutenzione dei canali e favorendo la formazione di persone che apprendano un sapere che in alcun modo dovrebbe essere perduto.
Le dimensioni delle aziende sono varie vicino a piccole e piccolissime realtà cresce il numero di imprese di più grandi dimensioni che svolge attività polifunzionali e diversificate. Esistono, fra le punte avanzate, aziende zootecniche capaci di commercializzazione internazionale, altre capaci di sviluppare la vendita diretta dei prodotti di fattoria e di allevamento (quali piccoli macelli, etc.).
A tal proposito si segnala l’attivazione nei territori di Grugliasco e Rivoli del Centro Agroalimentare Torino S.c.p.a. istituito nell’ambito dell’intervento complessivo di riordino e modernizzazione delle strutture grossiste italiane di prodotti agroalimentari previsti dalla legge 41/86. Tale centro, di complessivi mq 440.000 di cui 50.000 destinati a mercato ortofrutticolo, è in una posizione strategica in relazione ai collegamenti con il resto di Italia e di Europa attraverso Tangenziali, autostrade e ferrovie
Alcuni principali punti di debolezza sono comuni a tutta l’area vasta del Patto Territoriale per l’Agricoltura: il vero limite è rappresentato dalla parcellizzazione della proprietà fondiaria che per l'80% non fa capo a chi la coltiva. Inoltre:
• la polverizzazione delle unità produttive;
• lo scarso ricambio generazionale;
• la tendenza ad ordinamenti monocolturali;
• la diffusa presenza di attività a tempo parziale.
Si tratta di una agricoltura che offre prodotti di alta qualità ma, contemporaneamente, che si caratterizza per un tipo di attività non sempre in grado di dare redditi adeguati, con problemi strutturali ed infrastrutturali, con limitati indirizzi produttivi e spesso elevati costi di produzione.
La principale difficoltà viene individuata nelle strutture e negli interventi di valorizzazione nella filiera corta dei prodotti locali.
R A P P O R T O S U P E R F I C I E A G R I C O L A U T I L I Z Z A T A E T O T A L I T A ' D E L T E R R I T O R I O . F O N T E : I S T A T 1 9 9 0
5 0 , 0 0 %
4 5 , 0 0 %
4 0 , 0 0 %
3 5 , 0 0 %
3 0 , 0 0 %
2 5 , 0 0 %
2 0 , 0 0 %
1 5 , 0 0 %
1 0 , 0 0 %
5 , 0 0 %
0 , 0 0 %
P A T T O A G R . T O O V E S T
P R O V I N C I A
R E G I O N E
SUPERFICIE TOTALE (mq)
SAU(mq)
35.000.000
30.000.000
25.000.000
20.000.000
15.000.000
10.000.000
5.000.000
ALPIGNANO
BUTTIGLIERA ALTA
COLLEGNO
DRUENTO
GRUGLIASCO
PIANEZZA
RIVOLI
ROSTA
SAN GILLIO
VENARIA REALE
VILLARBASSE
-
SUP TOT MQ | SAU MQ | %TERRITORIO PER USO AGR ICOLO | |
PATTO AGR | 173.600.000 | 66.790.000 | 38,47% |
PROVINCIA | 6.830.200.000 | 2.487.090.000 | 36,41% |
REGIONE | 00.000.000.000 | 00.000.000.000 | 44,11% |
C o m uni | S U P E R F I C IE TO TA L E ( m q ) | SA U ( m q ) | % |
A L P IG N A N O | 1 1 . 900 . 0 00 | 5 . 42 0 . 000 | 4 5 , 5 5 % |
B U T T IG L IE R A A L T A | 8 . 200 . 0 00 | 2 . 33 0 . 000 | 2 8 , 4 1 % |
C O LLE G N O | 1 8 . 100 . 0 00 | 7 . 69 0 . 000 | 4 2 , 4 9 % |
D R U E N T O | 2 7 . 700 . 0 00 | 9 . 43 0 . 000 | 3 4 , 0 4 % |
G R U G L IA S C O | 1 3 . 100 . 0 00 | 4 . 26 0 . 000 | 3 2 , 5 2 % |
P XXX EZ Z A | 1 6 . 5 0 0 . 0 0 0 | 9 . 53 0 . 000 | 5 7 , 7 6 % |
R IV O L I | 2 9 . 500 . 0 00 | 11 . 79 0 . 000 | 3 9 , 9 7 % |
R O S T A | 9 . 000 . 0 00 | 85 0 . 000 | 9 , 4 4 % |
S A N G ILL IO | 8 . 900 . 0 00 | 3 . 80 0 . 000 | 4 2 , 7 0 % |
VEN AR IA R EAL E | 2 0 . 3 0 0 . 0 0 0 | 8 . 59 0 . 000 | 4 2 , 3 2 % |
V IL L A R BASSE | 1 0 . 4 0 0 . 0 0 0 | 3 . 10 0 . 000 | 2 9 , 8 1 % |
Dal punto di vista della qualità ambientale il territorio dell’area vasta del Patto Territoriale della Zona Ovest non è interessato da situazioni di acuto degrado, anche se l'allarme inquinamento, imputabile in particolare all'inquinamento dell'aria (elevata presenza di biossido di azoto, polveri, monossido di carbonio, ozono, ecc.) e all'inquinamento acustico derivanti dall'elevata presenza di industrie e dalla presenza di un traffico ad altissima densità, pone il problema dell'ambiente e della sua salvaguardia tra quelli che in particolare necessitano un intervento immediato (principalmente con riferimento ai problemi di inquinamento e di degrado che costellano il percorso della tangenziale, il principale asse viario di comunicazione extraurbana a servizio dei comuni dell'area ovest).
La vicina metropoli e il sistema viario tangenziale impongono sicuramente una minore libertà d'azione alle amministrazioni locali e spesso l'integrazione tra i diversi comparti ambientali risulta essere un opera intrisa di problematiche difficilmente eludibili.
Le amministrazioni, consapevoli dell’importanza di un uso corretto del suolo e della sua conservazione, hanno comunque sempre manifestato la volontà di mantenere, nonostante l'elevato livello di urbanizzazione, un'area più o meno vasta che fungesse come una sorta di polmone verde creando uno stacco, discontinuità con quelle zone ormai saturate dagli insediamenti urbani e industriali.
2.3 Le prospettive del settore agricolo
Dal settore - in virtù della profonda trasformazione che stanno attraversando le imprese agricole, sotto l’impulso delle indicazioni della PAC e dell’individuazione di inediti settori di attività - provengono segnali di ripresa e iniziativa.
Le organizzazioni di rappresentanza, (Federazione Provinciale Coltivatori Diretti; CIA e Confagricoltura) sono impegnate nell’accompagnamento di questo processo di diversificazione che vede nell'area la nascita di attività agrituristiche, florivivaistiche, di valorizzazione della filiera del legno, di sostegno delle produzioni locali e di tutela del patrimonio boschivo e delle sponde di fiumi e torrenti.
Per quanto riguarda le produzioni agricole si può notare che esistono delle interessanti prospettive che derivano dalle recenti misure comunitarie in tema di
politica agraria rivolte da un lato al contenimento delle produzioni eccedentarie e al sostegno dei redditi agricoli e, dall’altro, a favorire la diffusione di tecniche a basso impatto ambientale attraverso:
⮚ la riduzione dell’impiego dei prodotti chimici;
⮚ l’estensivizzazione delle produzioni vegetali e zootecniche;
⮚ l’impiego di metodi di produzione alternativi ed ecosostenibili;
⮚ la cura dei terreni agricoli e forestali abbandonati;
⮚ il ritiro dei seminativi dalla produzione;
⮚ la realizzazione di progetti dimostrativi e di formazione.
Il territorio agricolo costituisce un ambito di intervento prioritario, una risorsa da salvaguardare, in un contesto in cui forti risultano le interferenze con la città metropolitana, e la tutela della risorsa ambientale deve essere sorretta da meccanismi volti a diversificare le produzioni e ad incrementare i livelli di produttività. Il piano di intervento del Patto Territoriale Specializzato per l’Agricoltura della Zona Ovest deve orientarsi a riscoprire e valorizzare il territorio non urbanizzato riconoscendone il valore di risorsa strettamente connessa alla storia delle città e nello stesso tempo in grado di integrare il disegno di sviluppo delineato dal Patto Territoriale Generalista della Zona Ovest..
Occorre assicurare la sopravvivenza dell'attività agricola individuando meccanismi di incentivo e/o agevolazione, adeguati, mettendo anche in atto politiche consapevoli del fatto che il legame con la terra, la salvaguardia della produzione e la tutela del paesaggio non urbanizzato si pongano come valori di estremo rilievo.
Anche in tal senso le maggiori prospettive di sviluppo economico e sociale per le zone rurali del territorio del Patto Territoriale della Zona Ovest si possono ricondurre:
⮚ allo sviluppo del turismo ambientale;
⮚ alla tutela e valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio forestale;
⮚ alla valorizzazione diretta delle tipicità produttive e delle produzioni tipiche (commercializzazione diretta e filiere corte);
⮚ alle nuove professioni ed ai nuovi servizi di sostegno all'imprenditoria agricola.
3. DESCRIZIONE DEGLI OBIETTIVI INDIVIDUATI
3.1 Il processo di concertazione: dalla coalizione pubblica al “Protocollo d’Intesa”
L'idea di avviare un processo di aggregazione e coalizione fra Comuni appartenenti alla Zona Ovest di Torino finalizzato a generare idee progettuali "dal basso" per lo sviluppo socio-economico locale può essere fatta coincidere con il mese di aprile 1996, ovvero in un “periodo” in cui a livello nazionale si cominciava a discutere (in modo più o meno formale) intorno allo strumento del “Patto Territoriale”.
Da un punto di vista prettamente cronologico, la genesi e l’evoluzione del “Patto della Zona Ovest” può essere così schematizzata. Il 17 aprile 1996 si svolgeva ad Alpignano (Comune Capofila) il 1° incontro dei nove Comuni facenti parte dell’area (Alpignano, Collegno, Druento, Grugliasco, Pianezza, Rivoli, Rosta, Venaria e Villarbasse) e, con la partecipazione della Provincia di Torino, si avviava in quella sede un confronto volto all’avvio di una collaborazione permanente orientata a promuovere lo sviluppo locale in una logica di “area vasta”. Nel corso di incontri successivi, al fine di rendere più stringente la collaborazione, le Amministrazioni giungevano a formalizzare e sottoscrivere un Protocollo d’Intesa per lo sviluppo economico della Zona Ovest della provincia di Torino (luglio 1996). Tale Protocollo prevedeva il coinvolgimento attivo di tutti gli Attori pubblici e privati dell’area ed individuava i seguenti settori prioritari di intervento finalizzati prioritariamente a “...dar luogo ad un “patto di fiducia” per l’occupazione ed a creare consenso sulle iniziative programmate e concordate sul bacino territoriale interessato...” (ritenuti, pertanto, alla stregua di “assi strategici per lo sviluppo locale”):
1. urbanistica e semplificazione del contesto amministrativo;
2. politiche attive del lavoro ed iniziative a sostegno delle imprese;
3. tutela e salvaguardia dell’ambiente;
4. promozione turistica del territorio ed attività di marketing territoriale.
Nell’ambito dei successivi incontri tra i sottoscrittori del Protocollo d’Intesa, si avanzava la proposta di utilizzare lo strumento del “Patto Territoriale” per concretizzare gli obiettivi contenuti nell’accordo e, a questo proposito, venivano avviati contatti con il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (febbraio ‘97) al fine di presentare l’iniziativa e verificarne la congruenza alla luce della disciplina giuridica all’epoca vigente.
Successivamente gli Enti promotori hanno avviato una indagine territoriale attraverso un percorso di ricerca - azione (e di animazione del territorio) finalizzato a coinvolgere gli attori leader dell'area, sia pubblici che privati ( Enti locali, Rappresentanze degli
interessi, Associazionismo, Autonomie funzionali, Istituti di credito, imprese no – profit) e a costruire un documento di analisi e di indirizzo delle politiche di sviluppo per la costituzione di un Patto Territoriale da realizzare anche secondo gli obiettivi dichiarati dalle normative di settore nel frattempo emanate.
Il lavoro svolto ha portato in data 1° ottobre ‘98 all’insediamento formale (ad Alpignano) del Tavolo Largo della Concertazione del “Patto Territoriale della Zona Ovest”, l’organismo "principe" di indirizzo e controllo nel quale si è sviluppato materialmente il partenariato.
L’ufficializzazione e l’insediamento del Tavolo Largo della concertazione rappresenta il punto conclusivo dell’attività di animazione territoriale e, per certi versi, il raggiungimento del primo obbiettivo fondamentale, ufficializzato il 16 gennaio 1999 con la stipula del “Protocollo d’intesa del Patto Territoriale della Zona Ovest di Torino” sottoscritto dai Sindaci dei Comuni aderenti, dall’Amministrazione Provinciale di Torino, da sedici rappresentanti di forze sociali (Unione Industriale, A.M.M.A; A.P.I., C.N.A., Confartigianato, Coldiretti, Lega delle Cooperative, Confcooperative, Confesercenti, A.S.C.O.M., C.G.I.L., C.I.S.L., U.I.L., A.R.C.I., A.C.L.I. e A.P.T) e da
cinque rappreesentanti di autonomie funzionali (A.R.P.A., Camera di Commercio, I.N.A.I.L., I.N.P.S. e Agenzia per l’Impiego del Piemonte).
Successivamente le Amministrazioni Comunali hanno avviato la seconda fase del progetto, finalizzata alla definizione dei contenuti progettuali del patto territoriale, relativamente: alle proposte di investimenti produttivi privati, agli interventi infrastrutturali e alle azioni concertate tra gli attori locali a sostegno dello sviluppo economico, al fine di concorrere ai finanziamenti a valere sui fondi CIPE.
La coalizione ha individuato una modalità di lavoro strutturata attraverso tre momenti organizzativi di tipo tecnico: Tavolo Largo, Cabina di Regia e Segreteria Tecnica, e uno politico:il Coordinamento dei Comuni .
Tali organismi, al fine di garantire la partecipazione democratica al processo concertativo e la trasparenza delle decisioni, hanno adottato un Regolamento di funzionamento.
3.2 Gli Assi di Sviluppo locale
Attraverso l'analisi del contesto socio-economico e l'attività di ricerca-azione sono stati individuati i bisogni e le potenzialità espresse dal territorio, che hanno condotto a determinare, così come esplicitato nel Primo Protocollo d'Intesa, gli Assi prioritari di sviluppo dell’area.
Gli Assi individuati costituiscono altrettanti “contenitori” (o “linee strategiche” di sviluppo che permettono di configurare un’ “idea forza” di area vasta) in cui convogliare la progettualità locale pubblica e privata, tra questi date le specificità dell’area, anche l’asse di sviluppo legato alla tutela e salvaguardia dell’ambiente e allo sviluppo e consolidamento del settore agricolo.
Asse 1 – Rafforzamento e sviluppo del tessuto imprenditoriale
L’obiettivo primario del presente Asse è quello di avviare una serie di iniziative orientate alle imprese operanti sul territorio (con particolare riguardo al sistema delle PMI) che permettano di stimolare i flussi di miglioramento ed aggiornamento della struttura economica in modo da consolidare e rendere più competitivo il tessuto produttivo orientandolo, nel contempo, a più incisivi processi di innovazione tecnologica ed organizzativa (nonché di differenziazione e diversificazione merceologica) e, quindi, al fine di incidere (in un arco temporale di medio-lungo periodo) sul sistema economico locale, attualmente di tipo prettamente mono- industriale.
All’interno di questo Asse, le principali proposte avanzate dalle Parti Sociali concernono interventi tesi innanzitutto a garantire un processo di maggiore (e migliore) snellimento burocratico e procedurale, in armonia con quanto previsto dalla recente normativa nazionale. In particolare, si considerano come prioritarie ed urgenti due azioni: 1) la realizzazione dello Sportello Unico per le Imprese, che permetta di servire in modo integrato tutte le imprese esistenti nell’area; 2) l’insediamento di una sede distaccata (dotata di autonomia operativa) della Camera di Commercio di Torino. Un’altra istanza concerne lo snellimento del sistema degli appalti pubblici locali e, all’interno di esso, il superamento della formula “del massimo ribasso” al fine di privilegiare la qualità del servizio e/o del prodotto piuttosto che il costo di erogazione e/o di produzione.
Altri interventi dovranno orientarsi verso il miglioramento e l’ampliamento della gamma dei servizi reali alle aziende, in specie quelle piccole e medie (da erogare anche in forma consortile), con particolare riguardo alla commercializzazione dei beni, logistica e stoccaggio delle merci, certificazione dei processi e dei prodotti/servizi, finanza e gestione aziendale, assistenza ai processi di spin-off e di trasferimento della proprietà d’impresa, sostegno all’acquisizione di tecnologie avanzate, ricerca applicata (in partnership con i principali centri d’eccellenza dell’area torinese), trasferimento tecnologico, nuovi servizi telematici e multimediali, creazione di mense aziendali comuni. Accanto ai servizi reali altri interventi dovranno riguardare la messa a disposizione delle aree comunali residue destinabili a nuovi insediamenti produttivi (o localizzazione di imprese provenienti da altri contesti) secondo quanto previsto dai rispettivi Piani Regolatori.
Un ultimo obiettivo qualificante concerne la formazione e l’orientamento professionale. Gli interventi dovranno essere volti ad integrare e rafforzare l’attuale sistema delle agenzie formative locali in modo da favorire e garantire lo sviluppo armonico interno delle aziende con il dovuto aggiornamento professionale del personale. Si prospettano, in particolare, azioni tese a rimodulare l’attività dei Centri (ed una loro mesa “in rete”, eventualmente in forma consortile) attraverso la programmazione concertata di corsi realmente orientati alle specifiche esigenze di personale qualificato espresse dal tessuto produttivo locale. In altre parole, gli interventi nell’ambito della formazione professionale dovranno prevedere la qualificazione e riqualificazione del mercato del lavoro locale in armonia con l’evoluzione e lo sviluppo del sistema aziendale in modo da mantenere, quantomeno, gli attuali livelli occupazionali e
favorire, ove possibile, il riassorbimento graduale della forza lavoro precedentemente espulsa, nonché della disoccupazione di lunga durata, in particolare giovanile.
Asse 2 – Turismo e commercio
L’obiettivo primario del presente Asse è quello di avviare una serie di iniziative orientate ad integrare, valorizzare e far interagire l’insieme delle risorse storico- naturali presenti nell’area (residenze sabaude, ville barocche, parchi naturali), nonché a mettere “in rete” i singoli progetti comunali già presentati in funzione del DOCUP ‘97-’99.
Gli interventi dovranno contemplare la realizzazione di circuiti e progetti turistici integrati (i c.d. “pacchetti turistici”) caratterizzati da una pluralità di funzioni accompagnate da azioni dirette a promuovere (in un’ottica di “marketing territoriale”) il prodotto turistico sul mercato regionale, nazionale ed internazionale e differenziate per fasce potenziali di utenti (in sostanza, dal semplice “turismo di prossimità” o da “week- end” destinato, in prevalenza, ai torinesi, a quello d’affari e/o estero). Accanto alla promozione dovranno essere avviate azioni volte a migliorare (da un punto di vista quantitativo e qualitativo) l’offerta ricettiva locale (alberghi, camping, ristoranti, ostelli, agriturismi), da tutti considerata assolutamente carente ed inadeguata, nonché interventi di formazione che accompagnino e completino le precedenti azioni (in particolare, interventi tesi alla qualificazione e riqualificazione degli operatori di base dei servizi ricettivi).
Si prevedono, inoltre, interventi qualificati ed azioni mirate al risanamento delle case d’epoca e dell’arredamento urbano siti all’interno dei centri storici comunali.
In ultimo, sono previste in questo Asse una serie di azioni orientate ad incentivare: a) la rimodulazione del sistema degli orari di apertura degli esercizi commerciali al dettaglio (specie in occasione di particolari eventi e/o festività); b) la creazione di “Centri commerciali naturali” (aggregazione di piccoli esercizi commerciali); c) la rivalorizzazione degli antichi mestieri tradizionali, in particolare quelli artigianali; d) la promozione e/o valorizzazione (in modo coordinato ed integrato) di eventi legati alle specificità locali (sagre, manifestazioni, fiere, mercati).
Asse 3 – Ambiente ed agricoltura
La massiccia (e concentrata) presenza di attività produttive nell’area pone numerosi problemi di natura ambientale (inquinamento del suolo, delle acque e dell’aria). Pertanto, l’Asse persegue il peculiare obiettivo di favorire investimenti in impianti e tecnologie volti ad abbassare significativamente le emissioni solide, liquide ed atmosferiche.
All’interno dell’Asse sono previsti, inoltre, interventi orientati a migliorare il trattamento delle acque e la raccolta/stoccaggio/trattamento dei rifiuti, nonché il loro recupero ed il riciclaggio. A questo proposito si auspicano interventi che vadano verso una razionalizzazione delle attività svolte in questo ambito dai vari Consorzi intercomunali al fine di arrivare alla creazione di un organismo “unico” che permetta di servire in modo integrato tutti i Comuni facenti parte del Patto Territoriale.
Altri interventi riguarderanno il recupero di siti degradati (da destinare ad uso pubblico e/o sociale, o ad uso privato e/o produttivo in modo da utilizzare aree e strutture abbandonate evitando di occupare ulteriori spazi) e di sponde fluviali (in particolare quelle della Dora Riparia da riconvertire a Parco naturale).
Ad integrazione delle suddette azioni sono previsti interventi di formazione professionale (rivolti ad operatori di settore e non) orientati a fornire una adeguata preparazione sia in materia di trattamento delle acque e smaltimento/riciclaggio dei rifiuti solido-urbani ed industriali (nonché di risparmio delle risorse energetiche), sia nell’ambito dell’uso e della gestione razionale (ed eco-sostenibile) del territorio.
Sempre restando in un’ottica di salvaguardia (e presidio) del territorio e dell’ambiente, date le caratteristiche geomorfologiche del territorio e la significativa presenza di attività e imprese agricole, sono previsti interventi tesi a promuovere la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici (in particolare attraverso la creazione di marchi a garanzia dell’eco-compatibilità dei prodotti locali) e delle risorse boschive esistenti (utilizzo razionale e compatibile del patrimonio boschivo), e interventi tesi ad incentivare lo sviluppo e/o il consolidamento di un turismo di nicchia ambientale e sostenibile, il tutto in raccordo ed in sinergia con gli interventi previsti nel precedente Asse 2.
In particolare in coerenza con gli orientamenti dell’Unione Europea in materia di agricoltura, attenzione alla sicurezza alimentare globale e alla protezione ambientale, e attraverso il perseguimento di obiettivi di sviluppo tendenti realizzare un modello multifunzionale di agricoltura che sia anche ecosostenibile, il modello di settore che si intende promuovere è quello di comparto che svolge oltre un ruolo primario di produttore di alimenti sani e di qualità, anche un ruolo di:
• valorizzazione delle produzioni tipiche;
• trasformazione dei prodotti e commercializzazione degli stessi anche attraverso la valorizzazione della filiera corta;
• tutela del territorio, protezione dell’ambiente e di promozione di altre attività collegate a quella strettamente agricola;
• produzione di biomasse per la produzione di energia verde;
• sviluppo del turismo rurale diffuso e delle politiche di accoglienza di qualità.
Asse 4 – Servizi alla persona
Le politiche dello sviluppo produttivo e dell’occupazione nell’area interessata dal Patto Territoriale dovranno comprendere necessariamente le c.d. “economie sociali” e, quindi, prevedere risposte mirate al fine di perseguire una più alta qualità della vita della popolazione locale. Pertanto, l’obiettivo prioritario perseguito con questo Asse sarà quello di porre in essere tutta una serie di interventi (meglio se all’interno di una logica di partnership tra Enti Locali ed i soggetti che già operano nel settore) volti ad aumentare e migliorare il sistema dei servizi socio-assistenziali esistente (da più parti ritenuto quantitativamente e qualitativamente insufficiente), con particolare riguardo ai servizi offerti alle categorie sociali più deboli (le c.d. “fasce deboli”: persone anziane, portatori di handicap, bambini, famiglie monoparentali, persone a rischio di esclusione
sociale - ex detenuti, tossicodipendenti, alcolisti - , giovani in condizioni di disagio e di difficoltà di inserimento sociale).
Le azioni si orienteranno, inoltre, verso l’incentivazione di studi e progetti (anche sperimentali e “pilota”) nel campo dell’assistenza domiciliare integrata ed il sostegno alla nascita di imprese no profit rivolte al sociale che operino in un’ottica di nuovo welfare territoriale. Ad integrazione delle suddette azioni sono previsti interventi di formazione professionale rivolti agli operatori del settore orientati a migliorare la preparazione personale e le competenze acquisiste.
Infine, come nel caso dell’Asse 3, le azioni qui previste dovranno essere interpretate all’interno di una politica sperimentale di razionalizzazione dei servizi socio- assistenziali esistenti: quindi, anche in questo Asse si auspicano interventi che vadano verso un accorpamento delle attività svolte dai diversi Consorzi intercomunali che erogano servizi alla persona al fine di arrivare alla creazione di un organismo “unico” che permetta di servire in modo integrato tutti i Comuni facenti parte del Patto Territoriale.
3.3 Linee strategiche di sviluppo dell’asse 3 in agricoltura
Il Patto Territoriale Specializzato in Agricoltura della Zona Ovest intende promuovere lo sviluppo multifunzionale dell’agricoltura e delle imprese verdi, sostenendo ed integrando tali imprese attraverso sinergie con altri settori economici (in particolare commercio, operatori turistici, ristorazione, artigianato).
In una logica di multifunzionalità, diventa strategico puntare sulla diffusione di una nuova cultura del fare impresa agricola in una logica di ecosostenibilità dell’agricoltura.
Coerentemente a quanto disposto nel PSR regionale, alle tendenze in atto nel settore e alle caratteristiche delle imprese agricole dell’area, il Tavolo della concertazione ha individuato alcuni obiettivi prioritari d’intervento.
La strategia concordata mira a sostenere lo sviluppo del settore agricolo della zona Ovest di Torino al fine di salvaguardare l’occupazione esistente e favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. Nello stesso tempo si intende incentivare l'agricoltura quale forma di promozione "diversa" dell'ambiente, attraverso la predisposizione di una strategia d'intervento che miri alla valorizzazione delle radici culturali e sociali delle città e allo sviluppo di attività produttive affini al settore agricolo. Il Patto Specializzato per l'Agricoltura diventa occasione di avvicinamento ai temi ambientali e di impulso al mantenimento dell'attività agricola produttiva quale presupposto strutturale dell'area, interfaccia fra città e campagna.
Il Patto si propone quale polo di riferimento per l'agro-ecosistema, anello di congiunzione con le diverse iniziative esistenti sul territorio alle quali si rivolge per
un'integrazione che costruisca un unico filone d'intervento che partendo dalla transizione città-campagna si dirige verso l'area agricola pedemontana e verso l'area montana forestale.
Obiettivi strategici:
1. Valorizzazione e promozione dei prodotti locali e delle produzioni tipiche ad elevato standard qualitativo, espressione della cultura rurale, in un quadro di iniziative per la ecocompatibilità:
• incentivazione delle produzioni biologiche e riqualificazione delle produzioni agricole, orientate specificatamente, verso l’applicazione di Sistemi di Qualità (norme ISO 9000 e seguenti) con relativa futura certificazione dei prodotti;
• valorizzazione delle filiere corte e iniziative di vendita diretta dei prodotti (commercializzazione diretta dei prodotti agricoli, riqualificazione delle aree mercatali, in particolare promozione di Centri Commerciali Naturali, rete operatori dei circuiti commerciali e turistici, assunzione di nuovi sistemi di packaging);
• campagne di educazione al gusto e riscoperta della biodiversità;
• certificazione e sviluppo della politica dei marchi; in particolare si intende promuovere la realizzazione di un marchio per la valorizzazione dei prodotti agricoli della zona.
Il marchio dovrà garantire che i prodotti siano di esclusiva provenienza agricola, realizzati in assoluta conformità con i requisiti di legge, commercializzati direttamente dalle aziende agricole o in filiera corta tramite accordi con i dettaglianti e la ristorazione. E’ in fase di studio, in collaborazione con Federazione Provinciale Coltivatori Diretti, l’applicabilità di una Denominazione di Origine Protetta (DOP) - applicabile alle produzioni per le quali tutto il processo produttivo è localizzato all’interno di un’area geografica delimitata – o di attestazioni di Indicazione Geografica Protetta (IGP) – che prevede che tutto il ciclo produttivo sia realizzato entro un’area geografica, ma può applicarsi a quei prodotti finiti che presentino una caratterizzazione geografica in termini di qualità e/o reputazione di una fase del processo produttivo - come sancito dai Reg CEE 2081/92 e Reg CEE 2082/92.
2. Servizi e infrastrutture per il potenziamento del settore la tutela e valorizzazione del paesaggio agrario;
• una politica mirata alla conservazione e alla creazione del "verde agricolo" che incentivi la sperimentazione di attività agricole innovative, attraverso le quali sia possibile la ricostruzione del paesaggio agrario tradizionale, classicamente articolato attorno alla praticoltura; ciò in particolare attraverso il potenziamento o la rilocalizzazione nell’area di imprese zootecniche capaci di valorizzare i prati anche attraverso il pascolamento e di avviare attività di caseificazione aziendale e di commercializzazione diretta delle produzioni;
• avvio e consolidamento di attività fruitive e turistiche ecocompatibili, valorizzando il rapporto tra la città, gli spazi aperti costruiti dall’uomo, i coltivi, la viabilità minore, la rete irrigua di antico impianto;
• riqualificazione, salvaguardia, manutenzione territorio agricolo, collinare e delle fasce fluviali;
3. Costituzione di servizi per lo sviluppo rurale, la diffusione della cultura e del turismo rurale finalizzati alla valorizzazione e al miglior uso delle caratteristiche del territorio rurale, oltre che alla diffusione della conoscenza del mondo rurale e dell’agricoltura nell’ambito urbano e nelle scuole. In particolare:
• valorizzare le potenzialità di sviluppo del settore promovendo l’ammodernamento nella gestione delle attività, il miglioramento della competitività aziendale e iniziative nel campo del turismo rurale e dell’agriturismo;
• miglioramento quali-quantitativo dell’offerta ricettiva agrituristica;
• promozione turismo enogastronomico (ristorazione, preparazione spuntini e merende in azienda, produzione e vendita diretta di prodotti biologici, …) e ricreativo sportivo (organizzazione di attività, eventi, escursioni, servizi noleggio attrezzature);
• promozione eventi locali fiere e sagre a tema.
4. Realizzazione di filiere per biomasse e fonti rinnovabili e promozione della relativa domanda: costruzione di un ciclo d’approvvigionamento delle biomasse al fine di utilizzare contemporaneamente biomasse di origine diversa (boschiva, aree verdi e raccolta differenziata), ma con particolare riferimento alla sperimentazione dell’utilizzo di cippato di legna, quale combustibile per impianti termici a biomassa, proveniente dalle risorse forestali della collina morenica di Rivoli-Avigliana.
A tale proposito segnaliamo nell’ambito dell’iniziativa Biomasse dalle Valli Torinesi il Progetto “Risorsa Bosco e Cippato” realizzata in collaborazione con la Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Torino. Il progetto, in una logica di approccio modulare e progressivo, prevede interventi di valorizzazione delle risorse boschive della collina morenica di Rivoli-Avigliana. In particolare persegue un’azione specifica di sfruttamento del materiale legnoso per la produzione di biocombustibile, con conseguente utilizzo del materiale presso impianti di riscaldamento ad uso pubblico e privato. E’ attualmente in atto una sperimentazione presso i Comuni di Rivoli e Rosta, che sono stati ammessi a contributo sulle risorse stanziate dalla Legge Regionale 10/91 Concessione di contributi per interventi di risparmio energetico negli edifici di proprietà degli enti locali piemontesi – Bando 1998.
5. Attività di formazione e aggiornamento in collaborazione con la Facoltà di Agraria e Veterinaria, Centri di Formazione Professionali territoriali, Associazioni di Categoria:
• formazione e aggiornamento degli agricoltori (coltivatori diretti e imprenditori agricoli), in particolare sulle tecniche colturali ecosostenibili praticabili nelle loro aziende;
• formazione di manodopera specializzata per il settore agricolo e l’agroindustria finalizzata al recupero anche dei vecchi mestieri scomparsi e a figure tecnico manuali specializzate ( con azioni progettate che riguardino in particolare l’imprenditoria giovanile e femminile).
6. Creazione servizi di assistenza per l’innovazione e la crescita delle imprese agricole.
7. Creazione di una rete di servizi di sostituzione e servizi alla persona per alleviare i carichi di lavoro nelle aziende agricole e gli impegni collegati all’organizzazione della famiglia.
4. INDICAZIONE DELLE LINEE D’INTERVENTO INDIVIDUATE E DESCRIZIONE DEI LORO PRINCIPALI CONTENUTI OPERATIVI E DELLA LORO COERENZA CON GLI OBIETTIVI
4.1 I programmi di sviluppo europei e regionali in agricoltura
I nuovi orientamenti dell’Unione Europea in materia di agricoltura, ambiente e tutela del territorio, contenuti in Agenda 2000, sono totalmente volti alla riformulazione della politica agricola comune con una forte attenzione dedicata in particolare alla:
⮚ sicurezza alimentare globale
⮚ protezione ambientale.
Per questo negli obiettivi dello sviluppo dell’agricoltura nell’ambito dell’attuale PAC è compreso anche quello di assicurare un modello multifunzionale di agricoltura europea che sia anche ecosostenibile. Un modello di settore che svolge oltre un ruolo primario di produttore di alimenti sani e di qualità, anche un ruolo di:
• produzione di biomasse per la produzione di energia verde;
• spina dorsale delle regioni rurali in termini di occupazione e coesione sociale;
• tutela del territorio, protezione dell’ambiente e di promozione di altre attività collegate a quella strettamente agricola;
• sviluppo del turismo rurale diffuso e delle politiche di accoglienza di qualità;
• valorizzazione delle produzioni tipiche;
• trasformazione dei prodotti e commercializzazione degli stessi anche attraverso la valorizzazione della filiera corta;
In tale direzione anche il Piano Rurale di Sviluppo regionale che, nell’ambito dell’Obiettivo globale di “promozione di uno sviluppo (ambientalmente e socialmente) sostenibile in tutte le aree rurali della Regione, mediante il consolidamento della multifunzionalità e pluriattività dell’agricoltura nel contesto economico, sociale e territoriale della Regione, con la creazione per agricoltori e per le loro famiglie anche con fonti di reddito e di occupazione complementari, specie nelle aree in declino rurale e nell’ambito delle pari opportunità tra uomini e donne”, adotta una strategia finalizzata a realizzare: :
1. la permanenza e il consolidamento di un agricoltura, multifunzionale e pluriattiva, su tutto il territorio regionale, matrice di comunità locali vitali e fattore importante di processi di sviluppo rurale integrato, capaci di accelerare le necessarie ristrutturazioni e riconversioni del settore, nonché di motivare la diversificazione delle attività e delle fonti di reddito e l’utilizzo e la valorizzazione delle risorse locali e del territorio;
2. sistemi produttivi ambientalmente compatibili, in grado di preservare l’ambiente naturale e di tutelare e valorizzare il paesaggio, di rispondere alla domanda dei consumatori e della società più in generale per quanto riguarda la qualità e la sicurezza die prodotti alimentari ed il benessere degli animali;
3. un sistema di aziende agricole, per la stragrande maggioranza a conduzione familiare, dunque corrispondente al modello prevalente di agricoltura europea, da rafforzare dal punto di vista competitivo mediante processi di innovazione di prodotto, tecnologica, organizzativa e commerciale in linea con le caratteristiche e tendenze delle diverse realtà rurali, nonché con azioni in grado di sollecitare il necessario e già in atto ricambio generazionale;
4. sul sistema regionale di filiere agroalimentari, che hanno la loro base produttiva in sistemi locali specializzati di produzione e di trasformazione e commercializzazione (c.d. distretti agricoli ed agroindustriali), di cui occorre elevare, con azioni mirate, la competitività sui mercati locali, nazionali ed internazionali, per un ulteriore valorizzazione della qualità commerciale dei prodotti agricoli e agroalimentari del Piemonte;
5. su un miglioramento di servizi/strutture/infrastrutture a favore della popolazione rurale (persone e famiglie) e delle imprese;
6. su un insieme composito di iniziative in grado di realizzare condizioni e prospettive di pari opportunità tra uomini e donne.
4.2 Il processo di costruzione dal Patto Territoriale della Zona Ovest al Patto specializzato per lo sviluppo dell’agricoltura nella Zona Ovest
4.2.1 La Concertazione Integrativa
Il patto territoriale Specializzato per l’Agricoltura della Zona Ovest di Torino, come già evidenziato nelle pagine precedenti, nasce dal Patto Territoriale Generalista della zona ovest di Torino a seguito della delibera Cipe del 15 febbraio 2000 che fissa il termine del 15 maggio 2000 per la partecipazione all’assegnazione di risorse specifiche per il settore agricolo, che ammontano per il Centro Nord a circa 75 miliardi, subordinandola alla presentazione entro tale data dell’istruttoria bancaria, prevista dal punto 2.10.1 della delibera Cipe del 21 marzo 1997, ed alla zonizzazione.
Tenuto conto che l’opportunità di concorrere a fonti di finanziamento specifiche era già stata positivamente precedentemente perseguita allorquando era stato deciso di avviare il bando per i settori ammissibili al finanziamento con risorse Cipe (che aveva già ricompreso l’agricoltura nelle more della pubblicazione del D.M. previsto dalla delibera Cipe del 11 Novembre 1999), e coerentemente con tale scelta, la Cabina di
Regia in data 13 marzo 2000 ha deciso, previa verifica di fattibilità con gli Enti competenti, di trasferire sul Patto Specializzato la componente agricola consentendo alla stessa di accedere agli specifici fondi stanziati per il settore e, ferma restando la partecipazione della stessa alla concertazione già realizzata, ampliare la riflessione sulle problematiche del settore agricolo attraverso la costituzione di un Tavolo di Concertazione specializzato che avesse come finalità la definizione più puntuale di obiettivi e impegni e la programmazione di un ulteriore piano di interventi.
In particolare tale decisione è motivata dalla presenza di opportunità oggettive:
⮚ far concorrere tale settore all’assegnazione di risorse certe, al momento non stanziate per i Patti Generalisti;
⮚ far concorrere tale settore sulla base della normativa di riferimento vigente al momento dell’emanazione del Bando per la selezione delle domande di agevolazione (regolamento n. 950 CE del 20 maggio 1997 e regolamento n. 951 CE del 20 maggio 1997). Infatti l’applicabilità di tali regolamenti resta subordinata alla concessione delle agevolazioni entro il 30 giugno 2000;
⮚ far accedere un maggior numero di imprese all’assegnazione delle risorse in quanto con tale trasferimento è stato possibile far concorrere anche le imprese
(15) rimaste escluse per carenza fondi;
⮚ consentire, xxxxx restando l’investimento a suo tempo presentato, il ricalcolo delle agevolazioni richieste sulla base delle percentuali pubblicate in data 21 dicembre 1999 e dei chiarimenti successivamente forniti dai competenti Ministeri;
⮚ consentire tra l’altro la possibilita’ per le imprese, riconducibili agli altri settori ammissibili ai fondi Cipe, inserite nella riserva di accedere all’istruttoria bancaria.
Sulla base di quanto esposto il Tavolo Largo della Concertazione del Patto Territoriale Generalista, dopo aver confermato i principi ispiratori del Protocollo di Intesa siglato ad Alpignano in data 16 gennaio 1999 che delineano il piano di sviluppo integrato per i Comuni dell’area vasta del Patto Territoriale della Zona Ovest di Torino, ha:
⮚ ratificato in data 28 marzo 2000 la decisione della Cabina di Regia del 13 marzo 2000 di avviare un Patto Territoriale Specializzato per l’Agricoltura della Zona Ovest di Torino al fine di consentire l’accesso alle risorse specifiche attribuite al settore agricolo dalla delibera Cipe del 15.2.2000, subordinandolo al ritiro dei 38 progetti imprenditoriali e di 1 infrastruttura agricola promossa dal Comune di Rivoli, già avviati ad istruttoria bancaria nel Patto Territoriale Generalista;
⮚ riconosciuto come conseguenza e validazione del processo di concertazione sin qui realizzato al neo costituito Tavolo Largo della Concertazione del Patto Specializzato per l’Agricoltura l’utilizzo degli specifici protocolli siglati nell’ambito del Patto Territoriale della Zona Ovest di Torino, attesa l’attiva partecipazione delle categorie in esso rappresentate ;
⮚ deliberato di sottoscrivere il protocollo di intesa del Patto Territoriale Specializzato per l’Agricoltura della Zona Ovest di Torino quale momento qualificante del processo di concertazione vista la coincidenza e coerenza degli obiettivi proposti dal Patto Territoriale Specializzato con il piano di sviluppo integrato del territorio originariamente definiti dal Patto Territoriale Generalita della Zona Ovest di Torino;
⮚ deliberato con riferimento alla Tab. 1 del Decreto Ministeriale 1 dicembre 1999 che gli investimenti di cui al punto B possono fruire delle aliquote massime di agevolazione, fissate rispettivamente al 70% e all’80% secondo la classificazione, ordinaria o svantaggiata, delle zone agricole.
Conseguenza di tale deliberazione è stato l’avvio delle procedure per la costituzione del Tavolo della Concertazione del Patto Specializzato per l’Agricoltura della Zona Ovest di Torino. A tale Tavolo aderiscono tutti i soggetti Promotori del Patto Territoriale della Zona Ovest: Comune di Alpignano, Buttigliera Alta, Collegno, Druento, Grugliasco, Pianezza, Rivoli, Rosta, San Gillio, Venaria Reale e Villarbasse,
15 rappresentanti di forze sociali (Unione Industriale, A.M.M.A; A..P.I., C.N.A., Confartigianato, Coldiretti, Lega delle Cooperative, Confcooperative, Confesercenti, A.S.C.O.M., C.G.I.L., C.I.S.L., U.I.L., A.R.C.I., A.C.L.I. e A.P.T) e cinque rappresentanti di autonomie funzionali (A.R.P.A., Camera di Commercio, I.N.A.I.L., I.N.P.S.). A questi si sono aggiunte la Facoltà di Agraria e la Facoltà di Veterinaria, ed il Soggetto Responsabile del Patto Territoriale della Zona Ovest di Torino.
4.2.2 L’individuazione del piano di interventi del settore agricolo
Al 6 dicembre ’99 nell’ambito del patto generalista di cui si è già detto sono state presentate 199 domande di agevolazione con investimenti per complessivi circa 760 miliardi, con richieste di contributi per oltre 146 miliardi e nuovi occupati per 1.660 circa.
In seguito al lavoro dell’apposita commissione composta da membri della Cabina di Regia e della Segreteria Tecnica del Patto sono state selezionate le domande in applicazione dei criteri di valutazione stabiliti con il bando, di cui sopra, e nel rispetto dei “plafond” di settore e complessivi definiti precedentemnte.
In tale ambito le domande riconducibili al settore agricolo presentate e ritenute ammissibili sono risultate 53 (oltre a 2 riconducibili a servizi per l’agricoltura) per investimenti complessivi di L. 34.950 milioni circa, con contributi per oltre L. 14.148 milioni circa e 51 occupati.
Le domande del settore agricolo in posizione utile per l’avvio all’istruttoria bancaria sono risultate 38 (oltre a 2 riconducibili a servizi per l’agricoltura).
Poiché la Cabina di Regia ha deciso di trasferire sul Patto Specializzato la componente agricola, avendo verificato con il competente Ministero del Tesoro la fattibilità di tale operazione previo ritiro delle domande dal Patto Territoriale Generalista in istruttoria bancaria, è stato possibile, come su indicato, far concorrere anche le 15 imprese rimaste escluse per carenza fondi, portando in una prima fase a 53 i progetti imprenditoriali sui cui l’apposita commissione composta da membri della Cabina di Regia e della Segreteria Tecnica del Patto ha avviato il lavoro di selezione delle domande, presentate nell’ambito del Patto Territoriale Specializzato per l’Agricoltura della Zona Ovest di Torino, in applicazione dei criteri di valutazione stabiliti con il bando e sulla base della normativa di riferimento del settore
(regolamento n. 950 CE del 20 maggio 1997 e regolamento n. 950 CE del 20 maggio
1997).
Al fine di procedere alla selezione la segreteria tecnica, coinvolgendo operativamente l’ Associazione Provinciale Coltivatori Diretti, in qualità di rappresentante del settore agricolo nella cabina di regia, ha convocato, presso l’ufficio del Patto Territoriale della Zona Ovest, i 53 imprenditori agricoli, che avevano presentato progetti imprenditoriali nell’ambito del Patto Territoriale Generalista, per:
- verificare i requisiti di accesso dei progetti alla normativa vigente;
- rimodulare il progetto sulla base della nuova modulistica;
- valutare la coerenza dei programmi di investimento presentati con gli obiettivi specifici del Patto Territoriale Specializzato per l’Agricoltura della Zona Ovest di Torino;
- valutare la coerenza dei programmi di cui al punto precedente con la deliberazione CIPE del 11/11/1999;
- ricalcolare , fermo restando l’investimento a suo tempo presentato, le agevolazioni richieste sulla base delle percentuali pubblicate in data 21 dicembre 1999 e dei chiarimenti successivamente forniti;
- integrare le domande di agevolazione della documentazione necessaria per potere avviare i progetti all’istruttoria bancaria;
- assumere gli impegni della coalizione locale, formalizzati attraverso la sottoscrizione del Patto Territoriale della Zona Ovest e di 5 Protocolli Integrativi:
♦ Protocollo d'Intesa per lo snellimento e la trasparenza delle Procedure Amministrative;
♦ Protocollo d'Intesa tra gli Istituti bancari ed i Consorzi Fidi;
♦ Protocollo d'Intesa per la qualità ambientale;
♦ Protocollo d'Intesa per la costituzione di un Patto per il Sociale;
♦ Protocollo d'Intesa sui Saperi Locali.
Nell’ambito del processo di lavoro su indicato la segreteria tecnica a preso atto della scelta di 8 imprenditori agricoli di ritirare il progetto presentato.
Pertanto a seguito della selezione sono stati avviati all’istruttoria bancaria 45 progetti di investimento così come indicato nella tabella riepilogativa di seguito riportata.
4.3 Principali contenuti operativi del Patto Territoriale Specializzato in Agricoltura.
Gli obiettivi del Patto Specializzato per l’Agricoltura della Zona Ovest, e i progetti di investimento presentati, sono coerenti con le finalità del PSR della Regione Piemonte e agli assi d’intervento da questo previsti (Ammodernamento del Sistema Agricolo ed Agroindustriale; Sostegno allo sviluppo dei territori rurali e forestali; Ambiente).
La coerenza si realizza in particolare con riferimento alle finalità di ammodernamento del sistema agroalimentare, alla tutela dell’ambiente con particolare riferimento alla ecosostenibilità delle iniziative e alla promozione delle coltivazioni biologiche
Altri legami di coerenza, nell’ambito della strategia complessiva del Patto per l’Agricoltura, sono relativi alla promozione del turismo rurale (incentivazione e supporto alla creazione di aziende agrituristiche) e di filiere corte nell’ottica della integrazione funzionale tra settori produttivi.
Relativamente alle finalità indicate nella deliberazione C.I.P.E. 11.11.1999, i progetti presentati nell'ambito del Patto Specializzato, si propongono, in particolare di accrescere l’orientamento competitivo e le capacità concorrenziali del sistema agroalimentare attraverso investimenti per l’ammodernamento dei macchinari, l’ampliamento delle strutture di servizio alla produzione, il rafforzamento delle produzioni derivanti dalla trasformazione dei prodotti agricoli, con l’effetto sperato della salvaguardia dell’occupazione (96 occupati), nonché un importante incremento del lavoro (circa 25 nuovi occupati) nella filiera agroalimentare.
Quest’ultimo dato appare ancor più significativo se rapportato alle dimensioni e tipologia delle imprese coinvolte prevalentemente a conduzione familiare.
Interessante è il dato ricavabile dall’età dei proponenti, e dei coadiuvanti coinvolti nell’impresa agricola, che lascia intravedere un rinnovato interesse delle nuove generazioni nella gestione di attività agricole e nella conduzione dell’impresa familiare. Appare di tutto rilievo il fatto che, in un’area a forte vocazione industriale, il rafforzamento del settore agricolo costituisca un contributo alla tutela delle risorse naturali e forestali, favorendo quindi l’equilibrio dell’habitat naturale, nel senso di protezione dalla compromissione da altri impieghi e di mantenimento del paesaggio, vocazione confermata dalla presenza di progetti di sviluppo agrituristico delle attività. Di particolare significato è il dato relativo alla partecipazione delle imprese agricole (circa il 10% del totale delle imprese iscritte alla C.C.I.A.A., sezione speciale piccoli imprenditori – coltivatori diretti), al processo di concertazione avviato con il Patto Territoriale generalista e poi confermato con la sottoscrizione del Patto Territoriale Specializzato per l’Agricoltura della Zona Ovest.
Quanto sopra descritto testimonia la partecipazione attiva del settore agricolo al processo di sviluppo economico locale quale elemento di novità e di rottura dello storico isolamento del settore dalle dinamiche e politiche di sviluppo integrato con gli altri comparti produttivi. Nello stesso tempo tale coinvolgimento, favorendo l’integrazione economica di filiera, contribuisce a garantire una partecipazione adeguata dei produttori dei prodotti di base ai vantaggi economici che da essi derivano e può migliorare l’organizzazione dell’offerta.
5. ELENCAZIONE DELLE INIZIATIVE TRASMESSE IN ISTRUTTORIA
5.1 I progetti di investimento produttivo da presentare all’istruttoria bancaria
n. | ente proponente | localizzazio ne | investimenti | contributi | Nuova occup | |
1 | 2 | XXXXXXXXXX XXXX | XXXXXXXXXXX | 159,00 | 108,00 | 0,0 |
2 | 4 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXXXX | X. XXXXXX | 201,00 | 114,00 | 0,0 |
3 | 5 | AZIENDA XXXXXXXX XXXXXXX E BRANCA | RIVOLI | 752,00 | 461,00 | 0,0 |
4 | 6 | FRATELLI GOTTERO & FIGLI s.s. | RIVOLI | 486,00 | 304,00 | 1,0 |
5 | 7 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXXXX | XXXXXX | 120,00 | 84,00 | 0,0 |
6 | 8 | AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXXXX | XXXXXX | 410,00 | 320,00 | 1,0 |
7 | 9 | FRATELLI GOTTERO & FIGLI s.s. | RIVOLI | 349,00 | 122,00 | 1,5 |
8 | 10 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXXXXXX | COLLEGNO | 743,00 | 487,00 | 1,0 |
9 | 11 | AZIENDA AGRICOLA ALLEVAMENTO CHIARA DE | RIVOLI | 698,00 | 488,00 | 0,0 |
10 | 12 | MARTINI AZIENDA AGRICOLA NOVERO XXXXX | XXXXX | 204,00 | 134,00 | 0,0 |
11 | 13 | XXXXXXXX XXXXXX | XXXXXXX | 381,00 | 216,00 | 0,0 |
12 | 16 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXX E | RIVOLI | 217,00 | 145,00 | 0,0 |
13 | 17 | XXXXXXX AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXX | XXXXXXX | 19,00 | 10,00 | 0,0 |
14 | 18 | AZIENDA AGRICOLA PICCO XXXXX XXXXXXX | XXXXXXXXXXX | 150,90 | 120,00 | 0,0 |
15 | 19 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXX XXXXXXXXXX X | XXXXXXXX | 309,00 | 152,00 | 0,0 |
XXXXX XXXXX | ||||||
16 | 20 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXX | X. XXXXXX | 2952,00 | 2150,00 | 0,0 |
17 | 21 | AZIENDA XXXXXXXX XXXXXX ANNUNZIATA | RIVOLI | 2500,00 | 1943,00 | 6,0 |
18 | 22 | XXXXXX XXXXXXXX | XXXXXXXX | 320,00 | 224,00 | 0,0 |
19 | 23 | XXXXX XXXXXXXX | XXXXXX | 92,00 | 64,00 | 0,0 |
20 | 25 | AZIENDA AGRICOLA ROVEI XXXXXXX XXXXXXX | XXXXXXXX | 229,00 | 80,00 | 1,0 |
21 | 26 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXX XXXXXXXX | XXXXXXXX | 1132,00 | 121,00 | 2,0 |
22 | 27 | AZIENDA AGRICOLA SCAGLIA DI XXXXX | XXXXXX | 1218,00 | 668,00 | 3,0 |
23 | 28 | XXXXXXXX XXXXX AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXX XXXXXXX | XXXXXX | 570,00 | 332,00 | 0,0 |
24 | 29 | & C. s.s. AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXX | XXXXXXXXXXX | 168,00 | 129,00 | 1,0 |
25 | 30 | AZIENDA AGRICOLA ROVEI XXXX XXXXX | XXXXXXXX | 134,00 | 85,00 | 0,0 |
26 | 31 | XXXXXX XXXXXX | XXXXXX | 208,00 | 120,00 | 0,0 |
27 | 32 | AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXXX | XXXXXXXXX | 1197,00 | 738,00 | 1,0 |
28 | 33 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXX XXXXXXXX | XXXXXXX | 144,00 | 97,00 | 0,0 |
29 | 34 | XXXXXXX XXXX XXXXXX | XXXXX | 234,00 | 152,00 | 0,0 |
30 | 35 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXXXXX | XXXXXX | 633,00 | 353,00 | 0,0 |
31 | 36 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXX | RIVOLI | 595,00 | 433,00 | 1,0 |
32 | 37 | FED.PROV.COLTIVATORI DIRETTI DI TORINO | RIVOLI | 1389,00 | 694,00 | 1,0 |
33 | 38 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXX XXXXXXXXX | GRUGLIASCO | 1053,00 | 716,00 | 0,0 |
34 | 39 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXX | XXXXXXX | 147,00 | 102,00 | 0,0 |
35 | 41 | XXXXXXXXXXX XXXXXXX | XXXXXX | 2481,00 | 1516,00 | 4,0 |
36 | 43 | AZIENDA AGRICOLA DE LISEVITTORIA | X. XXXXXX | 290,00 | 198,00 | 0,0 |
37 | 44 | AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXX | XXXXXX | 67,00 | 35,00 | 0,0 |
38 | 45 | AZIENDA AGRICOLA CHIAMBRETTO | DRUENTO | 616,00 | 373,00 | 0,0 |
XXXXXXXXX | ||||||
39 | 46 | AZIENDA XXXXXXXX XXXXXXX MIESIN | PIANEZZA | 152,00 | 89,00 | 0,0 |
40 | 48 | XXXXXXX XXXXXXX XXXXXXXX MORSANIGA XXXXXXXX | XXXXXXXX | 1671,00 | 1159,00 | 0,0 |
41 | 50 | AZIENDA AGRICOLA NERVO XXXXX | XXXXXX | 234,00 | 187,00 | 0,0 |
42 | 51 | XXXXXXXX XXXXXXXX | BUTTIGLIERA | 168,00 | 92,00 | 0,0 |
43 | 52 | AZIENDA AGRICOLA CHIALANTE GRAZIELLA | X. XXXXXX | 183,00 | 128,00 | 0,0 |
44 | 53 | XXXXXXXX XXXXXXXX | XXXXXXXXX | 896,00 | 595,00 | 0,0 |
45 | 54 | AZIENDA AGRICOLA ALLEMANINI XXXXXXXXXXXX | XXXXXXXX | 1514,00 | 1004,00 | 0,0 |
totale | 28385,90 | 17842,00 | 24,50 |
* I progetti ammessi si propongono di mantenere occupazione per 96 unità
* Cifre espresse in milioni di lire
5.2 Progetti di iniziative infrastrutturali da presentare all’istruttoria bancaria
L’area compresa nel Patto Specializzato per la promozione dell’agricoltura della Zona Ovest, mantiene anche al momento attuale una tradizione agricola significativa, concretamente leggibile a livello territoriale nella fitta rete di strade poderali ed interpoderali utilizzate dagli operatori agricoli per lo svolgimento delle attività rurali.
La tutela e la valorizzazione di questa risorsa costituiscono linee prioritarie di un intervento che realizza da una parte un servizio essenziale alle aziende agricole, dall’altra promuove la crescita di attività ricreative nelle zone di campagna.
(Cifre espresse in milioni di lire)
N. | COMUNE | OPERA | VALORE INTERVENTO | FINANZA PATTO |
1 | Rivoli | Sistemazione rete stradale agricola | 300,000 | 300,000 |
Grad | Imprese collegate | Ubicazione | Investimenti totali |
38 | AZIENDA XXXXXXXX XXXXXXX E BRANCA | via g.b. rossano 151 | 752 |
41 | FRATELLI GOTTERO & XXXXX x.x. | xxx xxxxxx 000 | 000 |
53 | AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXXXX | xxx xxxxx xxxxx 0 | 410 |
56 | FRATELLI GOTTERO & XXXXX x.x. | xxx xxxxxx 000 | 000 |
62 | AZIENDA AGRICOLA ALLEVAMENTO | fr. Tetti neirotti 60/a | 698 |
107 | AZIENDA XXXXXXXX XXXXXX ANNUNZIATA | xxx xxxxxxxxxxx 00 | 0.000 |
118 | XXXXX XXXXXXXX | via sessanti 52 | 92 |
122 | AZIENDA AGRICOLA SCAGLIA DI XXXXX | via arigianelli 71/7 | 1.218 |
123 | AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXX | via moncalieri 11 | 570 |
126 | XXXXXX XXXXXX | via moncalieri 43 | 208 |
130 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXXXXX | via piol 20 | 633 |
131 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXX | xxx xxxxxxxxxxx 00 | 595 |
Totale progetti: 12 | Totale | 8.511 |
1999 = 10 progetti | 01/10/1999 | AZIENDA AGRICOLA ROVEI XXXXXXX XXXXXXX |
05/10/1999 | AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXXX | |
06/10/1999 | AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXX | |
15/10/1999 | AZIENDA XXXXXXXX XXXXXX ANNUNZIATA | |
31/10/1999 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXX E XXXXXXX | |
01/11/1999 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXXXXX | |
08/11/1999 | AZIENDA AGRICOLA NOVERO XXXXX | |
15/11/1999 | AZIENDA AGRICOLA SCAGLIA DI XXXXX XXXXXXXX XXXXX | |
19/11/1999 | AZIENDA XXXXXXXX XXXXXXX MIESIN XXXXXXX | |
22/12/1999 | AZIENDA AGRICOLA ALLEVAMENTO XXXXXX XX XXXXXXX | |
2000 = 20 progetti | 01/01/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXX |
01/01/2000 | FRATELLI XXXXXXX & FIGLI s.s. | |
01/01/2000 | FED.PROV.COLTIVATORI DIRETTI DI TORINO | |
10/01/2000 | XXXXXXX XXXX XXXXXX | |
20/01/2000 | AZIENDA AGRICOLA ROVEI XXXX XXXXX | |
15/03/2000 | AZIENDA AGRICOLA DE LISEVITTORIA | |
15/03/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXX | |
30/03/2000 | XXXXXXXXXX XXXX | |
01/04/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXXXX | |
01/04/2000 | XXXXXX XXXXXX | |
01/04/2000 | XXXXXXXXXXX XXXXXXX | |
10/04/2000 | AZIENDA XXXXXXXX XXXXXXX E BRANCA | |
30/04/2000 | XXXXXX XXXXXXXX | |
15/05/2000 | XXXXX XXXXXXXX | |
06/06/2000 | XXXXXXXX XXXXXXXX | |
06/06/2000 | XXXXXXXX XXXXXXXX | |
15/06/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXX XXXXXXXXX | |
15/06/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXXXXXX XXXXXXXXX | |
30/06/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXX | |
30/06/2000 | AZIENDA AGRICOLA CHIALANTE GRAZIELLA | |
2001 = 13 progetti | 01/07/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXX XXXXXXXX |
01/07/2000 | AZIENDA AGRICOLA MORSANIGA XXXXXXXX | |
01/07/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXXXXXX | |
01/07/2000 | XXXXXXXX XXXXXX | |
01/07/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXX | |
10/07/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXXXX | |
15/07/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXX XXXXXXXXXX E XXXXX XXXXX | |
15/07/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXXXXX XXXXXXXXXXXX | |
01/09/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXX | |
01/09/2000 | AZIENDA AGRICOLA PICCO XXXXX XXXXXXX | |
01/09/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXX | |
30/09/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXX XXXXXXX & C. s.s. | |
10/10/2000 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXXXX | |
2002 = 2 | 01/01/2001 | AZIENDA AGRICOLA XXXXXX XXXXXXXX |
01/09/2001 | FRATELLI XXXXXXX & FIGLI s.s. |
Relazione finale
5.3 Programma e tempi degli investimenti produttivi
I 45 progetti di investimento produttivo ammessi al Patto Territoriale Specializzato in Agricoltura richiedono agevolazioni per complessivi 17.842 milioni di lire. Alla data odierna 17 progetti sono stati iniziati (precisamente n. 10 nel corso dell’anno 1999 e n. 7 nel corso del 2000). Complessivamente l’inizio degli investimenti è previsto per n. 10 progetti nel 1999, per n. 20 progetti nel 2000, per n. 13 progetti nel 2001 e per n. 2 progetti nel 2002., secondo la seguente tabella
Inizio investimenti progetti ammessi al Patto Specializzato in Agricoltura
Patto Territoriale Specializzato in Agricoltura della Zona Ovest di Torino
37
Protocollo d’Intesa
La durata media degli investimenti è di 30 mesi, oltre l’anno a regime, secondo il programma descritto nella tabella che segue.
Relazione finale
ova
Programma investimenti dei progetti ammessi al Patto specializzato
ente proponente comune | Tempi investimento | fabbisogni contributi MP | |||||||||||||||||||||||||||||
n. elenco regime | 1999 | 2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | quote | durata occ. nu | ||||||||||||||||||||||
IV | I | II | III | IV | I | II | III | IV | I | II | III | IV | I | II | III | IV | I | II | III | IV | |||||||||||
1 XXXXXXXXXX XXXX | XXXXXXXXXXX | 2004 | 3 | 36 | 199,00 | 108,00 | 80,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
2 AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXXXX | X. XXXXXX | 2001 | 2 | 8 | 241,00 | 114,00 | 101,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
3 AZIENDA XXXXXXXX XXXXXXX E BRANCA | RIVOLI | 2004 | 4 | 35 | 887,00 | 461,00 | 150,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
4 FRATELLI GOTTERO & FIGLI s.s. | RIVOLI | 2004 | 4 | 47 | 572,00 | 304,00 | 100,00 | 1,0 | |||||||||||||||||||||||
5 AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXXXX | XXXXXX | 2003 | 3 | 36 | 144,00 | 84,00 | 50,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
6 AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXXXX | XXXXXX | 2003 | 3 | 29 | 492,00 | 320,00 | 90,00 | 1,0 | |||||||||||||||||||||||
7 FRATELLI GOTTERO & FIGLI s.s. | RIVOLI | 2004 | 3 | 19 | 759,00 | 122,00 | 75,00 | 1,5 | |||||||||||||||||||||||
8 AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXXXXXX | XXXXXXXX | 2004 | 4 | 42 | 892,00 | 487,00 | 150,00 | 1,0 | |||||||||||||||||||||||
9 AZIENDA AGRICOLA ALLEVAMENTO CHIARA DE XXXXXXX | RIVOLI | 2001 | 2 | 12 | 872,00 | 488,00 | 349,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
10 AZIENDA AGRICOLA NOVERO XXXXX | XXXXX | 2002 | 2 | 26 | 245,00 | 134,00 | 102,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
11 XXXXXXXX XXXXXX | DRUENTO | 2004 | 4 | 36 | 463,00 | 216,00 | 80,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
12 AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXX E XXXXXXX | XXXXXX | 2004 | 4 | 48 | 261,00 | 145,00 | 44,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
13 AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXX | XXXXXXX | 2002 | 2 | 12 | 32,00 | 10,00 | 4,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
14 AZIENDA AGRICOLA PICCO XXXXX XXXXXXX | XXXXXXXXXXX | 2003 | 3 | 37 | 150,90 | 120,00 | 60,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
15 AZIENDA AGRICOLA XXXXXX XXXXXXXXXX E XXXXX XXXXX | XXXXXXXX | 2004 | 4 | 42 | 309,00 | 152,00 | 105,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
16 AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXX | X. XXXXXX | 2005 | 4 | 46 | 3552,00 | 2150,00 | 600,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
17 AZIENDA XXXXXXXX XXXXXX ANNUNZIATA | RIVOLI | 2004 | 4 | 35 | 2954,00 | 1943,00 | 500,00 | 6,0 | |||||||||||||||||||||||
18 XXXXXX XXXXXXXX | XXXXXXXX | 2002 | 2 | 12 | 384,00 | 224,00 | 96,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
19 XXXXX XXXXXXXX | XXXXXX | 2002 | 2 | 9 | 111,00 | 64,00 | 34,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
20 AZIENDA AGRICOLA ROVEI XXXXXXX XXXXXXX | XXXXXXXX | 2001 | 2 | 15 | 229,00 | 80,00 | 60,00 | 1,0 | |||||||||||||||||||||||
21 AZIENDA AGRICOLA XXXXXX XXXXXXXX | XXXXXXXX | 2004 | 3 | 36 | 1132,00 | 121,00 | 339,60 | 2,0 | |||||||||||||||||||||||
22 AZIENDA AGRICOLA SCAGLIA DI XXXXX XXXXXXXX XXXXX | XXXXXX | 2004 | 4 | 34 | 1438,00 | 668,00 | 250,00 | 3,0 | |||||||||||||||||||||||
23 AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXX XXXXXXX & C. s.s. | RIVOLI | 2002 | 2 | 15 | 673,00 | 332,00 | 120,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
24 AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXX | XXXXXXXXXXX | 2002 | 2 | 12 | 205,00 | 129,00 | 40,00 | 1,0 | |||||||||||||||||||||||
25 AZIENDA AGRICOLA ROVEI XXXX XXXXX | XXXXXXXX | 2003 | 3 | 36 | 161,00 | 85,00 | 40,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
26 XXXXXX XXXXXX | XXXXXX | 2004 | 4 | 45 | 250,00 | 120,00 | 60,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
27 AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXXXX | XXXXXXXXX | 2003 | 3 | 35 | 1436,00 | 738,00 | 332,00 | 1,0 | |||||||||||||||||||||||
28 AZIENDA AGRICOLA XXXXXX XXXXXXXX | XXXXXXX | 2003 | 2 | 18 | 173,00 | 97,00 | 40,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
29 XXXXXXX XXXX XXXXXX | XXXXX | 2003 | 2 | 24 | 317,00 | 152,00 | 48,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
30 AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXXXXXX | XXXXXX | 2002 | 2 | 26 | 750,00 | 353,00 | 170,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
31 AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXX | XXXXXX | 2004 | 3 | 34 | 724,00 | 433,00 | 130,00 | 1,0 | |||||||||||||||||||||||
32 FED.PROV.COLTIVATORI DIRETTI DI TORINO | RIVOLI | 2005 | 4 | 51 | 1667,00 | 694,00 | 278,00 | 1,0 | |||||||||||||||||||||||
33 AZIENDA AGRICOLA XXXXXX XXXXXXXXX | GRUGLIASCO | 2003 | 3 | 24 | 1264,00 | 716,00 | 256,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
34 AZIENDA AGRICOLA XXXXXXX XXXXX | XXXXXXX | 2003 | 3 | 25 | 176,00 | 102,00 | 35,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
35 XXXXXXXXXXX XXXXXXX | XXXXXX | 2004 | 3 | 43 | 3288,00 | 1516,00 | 500,00 | 4,0 | |||||||||||||||||||||||
36 AZIENDA AGRICOLA DE LISEVITTORIA | X. XXXXXX | 2001 | 2 | 10 | 290,00 | 198,00 | 65,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
37 AZIENDA AGRICOLA XXXXX XXXXXXX | XXXXXX | 2004 | 4 | 51 | 79,00 | 35,00 | 14,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
38 AZIENDA AGRICOLA XXXXXXXXXXX XXXXXXXXX | XXXXXXX | 2004 | 3 | 33 | 739,00 | 373,00 | 133,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
39 AZIENDA XXXXXXXX XXXXXXX MIESIN XXXXXXX | XXXXXXXX | 2003 | 3 | 38 | 180,00 | 89,00 | 36,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
40 AZIENDA AGRICOLA MORSANIGA XXXXXXXX | XXXXXXXX | 2003 | 2 | 21 | 1999,00 | 1159,00 | 360,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
41 AZIENDA AGRICOLA NERVO XXXXX | XXXXXX | 2003 | 3 | 36 | 281,00 | 187,00 | 48,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
42 XXXXXXXX XXXXXXXX | BUTTIGLIERA | 2001 | 2 | 7 | 202,00 | 92,00 | 34,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
43 AZIENDA AGRICOLA CHIALANTE GRAZIELLA | X. XXXXXX | 2003 | 3 | 29 | 220,00 | 128,00 | 40,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
44 XXXXXXXX XXXXXXXX | XXXXXXXXX | 2005 | 4 | 45 | 1057,00 | 595,00 | 220,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
45 AZIENDA AGRICOLA ALLEMANINI XXXXXXXXXXXX | XXXXXXXX | 2004 | 4 | 41 | 1787,00 | 1004,00 | 305,00 | 0,0 | |||||||||||||||||||||||
totale | 34236,90 | 17842,00 | 6723,60 | 24,50 |
La conclusione degli investimenti a regime, con la relativa erogazione completa dei finanziamenti, è così prevista:
P r o g r e s s i o n e d e i c o n t r i b u t i t o t a l i e r o g a t i a f i n e i n v e s t i m e n t o
1 7 .8 4 2 ,0 0
1 4 . 4 0 3 , 0 0
c o n t r i b u ti to ta l i
6 . 1 9 5 , 0 0
2 . 3 1 5 , 0 0
9 7 2 , 0 0
2 0 . 0 0 0 , 0 0
1 8 . 0 0 0 , 0 0
1 6 . 0 0 0 , 0 0
1 4 . 0 0 0 , 0 0
1 2 . 0 0 0 , 0 0
contributi totali
1 0 . 0 0 0 , 0 0
8 . 0 0 0 , 0 0
6 . 0 0 0 , 0 0
4 . 0 0 0 , 0 0
2 . 0 0 0 , 0 0
-
2 0 0 0
2 0 0 1
2 0 0 2
f i n e i n v e s t i m e n t o
2 0 0 3
2 0 0 4
a n n o a re gim e | c ontrib u t i | n. prog e tti |
2 001 | 972,00 | 5 |
2 002 | 1.246,00 | 7 |
2 003 | 3.977,00 | 1 3 |
2 004 | 8.208,00 | 1 7 |
2 005 | 3.439,00 | 3 |
6. Il soggetto delegato per la realizzazione del Patto
I soggetti promotori del Patto specializzato in agricoltura della Zona Ovest di Torino, nonché tutti i sottoscrittori, hanno individuato nel Comune di Collegno il soggetto delegato per tutti gli atti necessari alla presentazione del Patto all’istituto concessionario per l’istruttoria bancaria e per la realizzazione di quanto in esso contenuto, comprese le attività di competenza del soggetto responsabile in caso di esito positivo della richiesta di finanziamento.
Il Comune di Collegno, anche nella sua qualità di comune capofila degli undici comuni promotori del Patto Territoriale Specializzato, si può avvalere di una consolidata struttura organizzativa, attiva fin dal 1996 e articolata dal mese di marzo 2000 come segue:
x. Xxxxxxxxxxxxx dei Comuni, composto dai Sindaci o Assessori delegati degli undici Comuni promotori con il compito di confrontare e connettere le politiche locali, assicurare una unica direzione delle politiche e dei processi pubblici, rendere disponibili le strutture comunali assecondando nelle diverse materie i progetti approvati, portare agli altri partner le linee di intervento di parte pubblica, assicurare il finanziamento del Patto nella prima fase.
b. Tavolo largo della Concertazione, composto da tutti i soggetti promotori del Patto, con il compito di discutere e delineare gli indirizzi strategici di lavoro.
c. Cabina di regia, composto di sei rappresentanti dei Comuni e di sei rappresentanti delle parti sociali (attualmente vi fanno parte funzionari dell’Unione Industriale di Torino, della Confederazione Nazionale dell’Artigianato, della Federazione Provinciale dei Coltivatori Diretti, della Confesercenti, del Forum Regionale del Terzo Settore, della Confederazione Generale Italiana del Lavoro), con il compito di rendere operativi gli indirizzi delineati dal Tavolo Largo della Concertazione e anche con compiti esecutivi relativamente alle professionalità derivanti dall’ente di appartenenza.
d. Segreteria Tecnica, composta da cinque funzionari dei quattro più grandi Comuni promotori, con compiti operativi. Ai funzionari si affiancano, secondo le necessità, funzionari della Cabina di regia e dell’istituto concessionario per l’istruttoria bancaria.