Azienda Pubblica Servizi alla Persona
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Azienda Pubblica Servizi alla Persona
Città di Siena
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Azienda Pubblica Servizi alla Persona
Città di Siena
Sostituzione di Boiler per la produzione di ACS e messa a punto dell'impianto nella centrale idrica a servizio della Residenza Sanitaria Assistenziale posta in via Campansi n.18
Specificazione delle prescrizioni tecniche
art. 43, comma 3, lettera b), del Regolamento generale
CAPITOLO 1
NORME TECNICHE DI ESECUZIONE
IMPIANTI
1.1 - PRESCRIZIONI INTEGRATIVE GENERALI DI APPALTO
Art. 1.1.1 - NOTE GENERALI
Il presente capitolo "Prescrizioni Integrative Generali di Appalto" completa le prescrizioni amministrative che regolano l'appalto e che sono raccolte e descritte nel "Capitolato Speciale di Appalto - Norme Generali".
Le Norme Tecniche per l’Esecuzione delle Opere che seguono rappresentano quelle minime richieste per apparecchiature e materiali. Essendo di carattere generale, esse possono talvolta comprendere apparecchiature e materiali non previsti nel presente appalto.
Art. 1.1.2 - LEGGI, NORME E REGOLAMENTI
Gli impianti descritti dovranno essere eseguiti a perfetta regola d'arte, ed essere resi in opera finiti e funzionanti, completi di tutte le apparecchiature di completamento necessarie, anche se non espressamente indicate nell'elenco dei materiali o indicato sui disegni.
Gli impianti devono essere realizzati in ogni loro parte e nel loro insieme in conformità alle leggi, norme,prescrizioni, regolamentazioni e raccomandazioni emanate dagli enti, agenti in campo nazionale e locale, preposti dalla legge al controllo ed alla sorveglianza della regolarità della loro esecuzione, in particolare alle seguente leggi, norme e regolamenti:
Normative INAIL e ASL/USL;
Normative vigenti sul contenimento dei consumi energetici Xxxxx 10/1991 e.s.m.;
DLgs 192/2005 così come modificato ed integrato dal DLgs 311/2006, dal DLgs 115/2008 e dal DPR 59/2009 e successive modificazioni Leggi e decreti e disposizioni dei vigili del fuoco di qualsiasi tipo, con particolare riferimento al DPR 151/2011 concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi;
Decreto Presidente Repubblica n. 577 del 29 luglio 1982: "Approvazione del regolamento concernente l'espletamento dei servizi di prevenzione e di vigilanza antincendi" e s.m.i.;
DM 18 settembre 2002 DM18 Settembre 2002 del Ministero dell'interno recante: "Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private" e s.m.i.;
Circolare del Ministero LL.PP. n. 13011 del 22 novembre 1974; D.M.LL.PP. 12/12/1985 "Norme tecniche per le tubazioni";
Circ. LL.PP. 20/3/86 n. 27291 "Installazioni relative alla normativa sulle tubazioni"; Norma UNI 9317 impianti di riscaldamento - condizionamento e controllo;
Norme UNI/CTI applicabili con particolare riferimento alle UNI 10339 ed UNI EN 13779; Norma ISO 7730 "condizioni di benessere ambientale";
Norma UNI 7941/7942 "Regolazione automatica per gli impianti di benessere";
DM 12 aprile 1996 del Ministero dell’interno recante: “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la co-struzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi” e s.m.i.;
DLgs 9 aprile 2008 , n. 81: "attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro";
Direttiva Apparecchi a Pressione PED 97/23/CE recepita in Italia con il Decreto Legislativo n° 93/2000
D.M.1.12.1975 - Verifica gli impianti termici ad acqua calda con temperatura di esercizio non superiore a quella di ebollizione alla pressione atmosferica
Raccolta R edizione 2009 - Specificazioni tecniche applicative del Titolo II del DM 1.12.75
DM 11 aprile 2011 - Disciplina delle modalità di effettuazione delle verifi che periodiche di cui all’All. VII del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonché i criteri per l’abilitazione dei soggetti di cui all’articolo 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo.
DPR 16 aprile 2013 n.74 - Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192.
D.M 10 febbraio 2014 - Modelli di libretto di impianto per la climatizzazione e di rapporto di efficienza energetica di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 74/2013.
Tutti i componenti di produzione, distribuzione e utilizzazione del calore devono essere omologati, secondo le prescrizioni della Direttiva Apparecchi a Pressione PED 97/23/CE nel rispetto della legge 10/91, del DLgs 192/2005 così come modificato ed integrato dal DLgs 311/2006, dal DLgs 115/2008 e dal DPR 59/2009 e dai relativi regolamenti di esecuzione, e ciò deve essere documentato dai certificati di omologazione (e/o di conformità dei componenti ai prototipi omologati) che l'Appaltatore deve fornire alla D. L..
Tutti i serbatoi, i recipienti in pressione e le apparecchiature soggetti a collaudo o ad omologazione INAIL devono essere regolarmente collaudati e provvisti di targa di collaudo e/o punzonatura dell'INAIL.
Si precisa che l'Appaltatore deve assumere in loco, sotto la sua completa ed esclusiva responsabilità, le necessarie informazioni presso le sedi locali ed i competenti uffici dei vari Enti e di prendere con essi ogni necessario accordo inerente la realizzazione ed il collaudo degli impianti.
Tutte le spese inerenti la messa a norma degli impianti, comprese quelle maggiori opere non espressamente indicate nel progetto ma richieste dagli Enti di cui sopra, e le spese per l'ottenimento dei vari permessi (relazioni, disegni, ecc.) sono a completo carico dell'Appaltatore che, al riguardo non può avanzare alcuna pretesa di indennizzo o di maggior compenso, ma anzi deve provvedere ad eseguirle con la massima sollecitudine, anche se nel frattempo fosse già stato emesso il certificato di ultimazione dei lavori.
In caso di emissione di nuove normative l'Appaltatore è tenuto a darne immediata comunicazione alla D.L. e deve adeguarvisi; il costo supplementare verrà riconosciuto se la data di emissione della Norma risulterà posteriore alla data dell'appalto.
Tutte le documentazioni di cui sopra devono essere riunite in una raccolta, suddivisa per tipi di apparecchiature e componenti, e consegnata alla D.L..
Sarà cura dell’Appaltatore predisporre tutte le certificazioni delle apparecchiature installate ai fini della sicurezza INAIL e consegnata alla D.L. per la successiva denuncia.
Art. 1.1.3 - CRITERI DI VALUTAZIONE DELLA FORNITURA
Per la realizzazione degli impianti si intendono incluse nelle prestazioni della ditta tutte le opere indicate e descritte nella documentazione di riferimento ed in genere tutto quanto necessario per una perfetta esecuzione e funzionamento degli impianti, anche nelle parti eventualmente non descritte o mancanti sui disegni.
Nella fornitura degli impianti, oggetto delle presenti specifiche, si ritengono incluse tutte le prestazioni necessarie a dare l'opera completamente finita e funzionante. In particolare oltre alla fornitura dei materiali/componenti sono inclusi e compresi nei singoli prezzi offerti le opere e spese previste ed impreviste necessarie per la fornitura, installazione e messa in opera degli impianti di cui al presente documento, che devono essere consegnati completi di ogni loro parte secondo le prescrizioni tecniche e le migliori regole d'arte, a titolo indicativo:
tutti i trasporti da officina a cantiere;
trasporto, scarico e posa in opera con mezzi speciali e mano d'opera specializzata di tutti i carichi speciali (vengono considerati tali quelli eccedenti i mezzi normalmente disponibili in cantiere);
tutte le opere murarie;
la trapanatura nel cemento armato dei fori per fissaggio di tasselli ad espansione per il sostegno degli ancoraggi;
la fornitura di zanche, tasselli e quant’altro necessario per murare gli staffaggi e/o ancoraggi di tubazioni, apparecchi e apparecchiature;
la fornitura di isolamenti e/o antivibranti per basamenti;
la verniciatura protettiva delle tubazioni o qualsiasi altra opera metallica facente parte del progetto; la coibentazione termica delle tubazioni, valvole, ecc.;
la strumentazione da installare sui circuiti e sulle apparecchiature.
Gli impianti alla consegna devono essere in condizioni di perfetto funzionamento e collaudabili, e ciò nonostante qualsiasi deficienza di previsione ancorché se i relative progetti fossero stati approvati dalla D.L.. Si ricorda espressamente che l'Appaltatore deve obbligatoriamente e senza alcun aumento di prezzo apportate tutte quelle modifiche, integrazioni anche di materiali che dovessero emergere per necessità durante il corso dei lavori e che siano indispensabili al raggiungimento dello scopo prefisso.
Vengono riconosciute economicamente soltanto quelle opere che esulano dagli scopi indicati, e che siano ordinate per scritto dalla D.L..
Si stabilisce pertanto che:
quanto risulta negli elaborati dattiloscritti e nelle tavole di progetto allegate, definisce in modo necessario e sufficiente l'oggetto dell'appalto e consente alle Ditte Concorrenti una idonea valutazione dell'appalto stesso;
gli elaborati dattiloscritti possono anche non comprendere tutti i particolari degli impianti e delle forniture con tutti i magisteri.
L'Appaltatore è tenuto perciò ad eseguire, compresi nel prezzo contrattuale, tutti i lavori necessari a rendere gli impianti completi di tutti i loro particolari finiti a regola d'arte e funzionanti la rappresentazione grafica, per quanto accurata, non comprende e non può comprendere tutti i particolari dei lavori e le innumerevoli situazioni inerenti alla posa di tubazioni, linee e canalizzazioni, quali ad esempio curvature per sottopassare e seguire l'andamento di travi ribassati o di pilastri ecc..
D'altra parte, una descrizione per quanto dettagliata, non può essere tanto approfondita da comprendere gli innumerevoli elementi accessori compresi nelle numerose parti degli impianti, descrivere le funzioni di tutte le singole apparecchiature, precisare tutte le modalità esecutive delle varie opere oggetto dell'appalto e quindi la fornitura e la posa in opera di tutti gli impianti, anche se non esplicitamente indicati nel progetto, necessari per realizzare i fini richiesti nei dati tecnici la qualità degli impianti stessi deve corrispondere a quanto di più avanzato il progresso tecnologico ha reso disponibile per impianti del genere qualsiasi opera sia indicata anche in uno solo dei documenti di appalto (elaborati dattiloscritti e disegni) deve essere eseguita come se fosse prescritta in tutti i documenti di appalto tranne giudizio dell'E.A.
Si intende che i prezzi unitari di offerta si riferiscono a macchine ed apparecchiature con le caratteristiche tecnico-dimensionali indicate nel progetto. Pertanto nell'elaborazione dell'offerta e successivamente nell'installazione si deve far riferimento esclusivamente a quanto risulta nel progetto stesso.
L'Appaltatore ha comunque la responsabilità del corretto funzionamento dell'impianto ed ha l'onere della verifica di tutti i calcoli e dimensionamenti di progetto.
Art. 1.1.4 - OPERE DI ASSISTENZA MURARIA
Sono considerate opere murarie le seguenti opere:
tracce, forature con o senza trapano e rotture, riparazioni, ripristini nelle murature o tavolati; la muratura di zanche e tasselli;
tutti i lavori di fissaggio;
il trasporto a discarica dei materiali di risulta;
i materiali edili necessari alle assistenze xxxxxxx. I ripristini di compartimentazioni REI
Sono comprese nel prezzo degli Impianti Termofluidici, salvo quanto diversamente previsto per i casi specifici identificati negli elaborati progettuali e nel Computo Metrico Estimativo.
Art. 1.1.5 - ATTRAVERSAMENTI
L’Appaltatore prima dell’esecuzione di passaggi o forature per l’attraversamento di tubazioni, cavidotti o altro dovrà richiedere l’approvazione della D.L.
Art. 1.1.6 - RUMORE E VIBRAZIONI DELLE APPARECCHIATURE
L'Appaltatore dovrà provvedere ad idonei sistemi di smorzamento delle vibrazioni onde evitare che sollecitazioni anormali vengano trasmesse alle strutture e/o si producano rumori oltre i limiti consentiti dalla normativa vigente.
Art. 1.1.7 - CORRISPONDENZA PROGETTO-ESECUZIONE
L'Appaltatore dovrà eseguire i lavori in conformità del progetto esecutivo e non potrà nell'esecuzione apportare di propria iniziativa alcuna modifica se non dettata da inconfutabili esigenze tecniche. In tal caso l'Appaltatore dovrà sottoporre alla D.L. la soluzione per l'eventuale approvazione prima di poter eseguire tali lavori.
Qualora l'Appaltatore avesse eseguito delle modifiche al progetto senza la prescritta approvazione, è facoltà
della D.L. ordinare la modifica ed il rifacimento secondo quanto indicato nel progetto e senza che l'Appaltatore abbia nulla a pretendere.
Art. 1.1.8 - IDENTIFICAZIONE DELLE APPARECCHIATURE
Tutte le apparecchiature quali pompe, valvole, saracinesche, tubazioni ecc. dovranno essere identificate a mezzo di targhette permanentemente applicate alle stesse.
Le targhette dovranno corrispondere all'identificazione rilevabile dai disegni finali e dovranno indicare i dati tecnici principali dell'apparecchiatura.
Art. 1.1.9 - OBBLIGHI ED ONERI DELL'APPALTATORE
1.1.9.1 NOTE GENERALI
Gli impianti dovranno essere realizzati oltre che secondo le prescrizioni dei capitolati anche secondo le buone regole dell’arte intendendosi con tale denominazione tutte le norme più o meno codificate di corretta esecuzione dei lavori.
Oltre agli obblighi e oneri del "Capitolato Speciale di Appalto - Norme Generali" ed agli oneri derivanti da quanto indicato nelle Specifiche Tecniche e nella Relazione tecnica, si intendono a carico dell'Appaltatore, e quindi compresi nei compensi del contratto di fornitura, tutti i seguenti oneri necessari per dare gli impianti ultimati e funzionanti.
1.1.9.2 ONERI DI CANTIERE
Sono a completo carico dell'Appaltatore tutti gli allacciamenti, approvvigionamenti, opere e relativi consumi per la conduzione del cantiere e l'esecuzione delle opere in appalto e i seguenti ulteriori oneri:
smontaggio, demolizione e trasporto in discarica di tutte le apparecchiature da sostituire
smontaggio di eventuali apparecchiature installate provvisoriamente e rimontaggio secondo il progetto esecutivo;
smontaggio e rimontaggio di apparecchiature che, a giudizio insindacabile della D.L., possono compromettere la buona esecuzione di altri lavori in corso;
protezione mediante fasciature, copertura ecc. degli apparecchi e di tutte le parti degli impianti per difenderli da rotture, guasti, manomissioni ecc., in modo che a lavoro ultimato il materiale sia consegnato come nuovo;
operazioni di pulizia, ripristini e verniciatura che dovessero essere ripetuti in conseguenza di esecuzione ritardata di impianti e modifiche per aderire alle prescrizioni di Capitolato;
pulizie interne ed esterne di tutte le apparecchiature, i componenti e le parti degli impianti, secondo le modalità prescritte dai costruttori, dalla D.L., dal Capitolato Tecnico o dalla migliore tecnica, prima della messa in funzione;
montaggio e smontaggio di tutte le apparecchiature che per l'esecuzione della verniciatura finale richiedessero una tale operazione;
fornitura e manutenzione in cantiere e nei locali ove si svolge il lavoro di quanto occorre per l'ordine e la sicurezza, come: cartelli di avviso, segnali di pericolo diurni e notturni, protezioni e quant'altro venisse particolarmente indicato dalla D.L. a scopo di sicurezza;
fornitura di tutto quanto necessario per eseguire le prove e i collaudi degli impianti (operai, mezzi d’opera, energia, acqua, ecc..)
1.1.9.3 MONTAGGI APPARECCHIATURE
Tutti i materiali e le apparecchiature dovranno essere installate in accordo alle prescrizioni del costruttore e conformemente alle specifiche e capitolati di contratto e comunque nel pieno rispetto delle normative vigenti sulla sicurezza del lavoro. I montaggi dovranno essere eseguiti da personale specializzato.
Prima, durante e dopo qualsiasi intervento l'Appaltatore ha l'obbligo di garantire la pulizia dei luoghi di lavoro in considerazione della tipologia degli interventi e del luogo di esecuzione.
I lavori da eseguire in relazione al montaggio di apparecchiature e componenti consistono in: prelievo da depositi o magazzino
trasporto a piè d’opera
creazione dei supporti e basamenti erezione
livellamento
spessoramento, compreso fornitura degli spessori come prescritti dalla Direzione Lavori fissaggio dell’apparecchiatura e montaggio compreso il serraggio dei bulloni di Fondazione pulizia interna ed esterna
prova idraulica prova funzionale collaudi.
L’Appaltatore prima di iniziare la posa di apparecchiature dovrà procedere all’esecuzione delle seguenti operazioni:
Innanzitutto procederà alla verifica delle posizioni delle apparecchiature ed alla tracciatura sulla base dei disegni consegnatigli dalla Direzione Lavori;
L’Appaltatore dovrà eseguire i lavori di aggiustaggio che si potrebbero rendere necessari per l’installazione delle apparecchiature, realizzando anche dove necessario i supporti delle stesse.
L’Appaltatore dovrà procedere al tracciamento delle posizioni dei supporti prima di procedere alla saldatura delle mensole di sostegno delle strutture metalliche nonché dei sostegni degli isolamenti.
1.1.9.4 MESSA IN OPERA
L’Appaltatore, ultimate le operazioni preliminari descritte ai punti precedenti, dovrà procedere alle altre operazioni richieste dalla Direzione Lavori, che sia opportuno eseguire a terra.
Dopo di che procederà alla messa in opera delle apparecchiature procedendo al trasporto a piè d’opera, al loro sollevamento, all’orientamento secondo i disegni, alla messa a piombo, nonché al fissaggio ai bulloni di ancoraggio.
Nel caso in cui le unità siano fornite in pezzi distaccati l’Appaltatore dovrà assemblare i vari componenti seguendo le relative istruzioni e disegni di montaggio del fornitore.
1.1.9.5 DISEGNI DI CANTIERE
In base ai disegni di progetto e di tutti gli elaborati allegati, l'Appaltatore deve redigere il progetto costruttivo con i disegni di dettaglio e di montaggio di tutte le opere. Per disegni di dettaglio e di montaggio si intendono:
le piante in scala opportuna, dove siano riportate le canalizzazioni, le tubazioni, macchine ed elementi speciali, apparecchi sanitari, ecc., quotati rispetto ai solai, alle pareti, al pavimento o assi strutturali;
le piante delle centrali, in scala opportuna, con indicati i percorsi delle reti, gli ingombri effettivi delle macchine, dei quadri, ecc. (con le relative zone di rispetto) e le quote di installazione di tutti gli impianti;
i particolari di dettaglio dei cavedi degli impianti, con gli ingombri dei vari componenti che vi sono all'interno; inoltre le sezioni ai vari piani e nei punti di uscita dai cavedi delle canalizzazioni, tubazioni, ecc.
la verifica degli ingombri degli altri impianti presenti negli stessi cavedi, piani o centrali, per controllarne le interferenze e per individuare percorsi ottimali per ciascuna rete.
Devono pertanto essere confrontati i disegni dell'impiantista elettrico con quelli dell'impiantista termofluidico per definire le zone interessate da ciascuna rete:
l'indicazione sui disegni dei carichi statici e dinamici delle macchine, le potenze e le caratteristiche dei vari motori e/o macchine,
le modalità di montaggio e di ancoraggio alle strutture disegni quotati per la realizzazione di opere murarie necessarie quali ad esempio basamenti, cunicoli,
ecc..
Tutti i disegni di dettaglio e di montaggio, una volta approvati dalla D.L., sono considerati integrativi del progetto originale esecutivo.
Modifiche e lavori non previsti possono succedersi varie volte nel corso dei lavori e l'Appaltatore deve procedere ai successivi aggiornamenti del progetto senza pretendere alcun indennizzo aggiuntivo.
L'Appaltatore può redigere il proprio progetto in fasi successive e concordate con la D.L.. Tali fasi devono risultare in seguito all'esame del Programma Lavori dettagliato sottoposto dall'Appaltatore ed accettato dalla
D.L..
Gli elaborati per l'approvazione vanno consegnati alla D.L. in triplice copia; una viene restituita firmata ed approvata, oppure approvata con riserva oppure respinta. In questo ultimo caso l'Appaltatore non può procedere con i relativi lavori, ma deve sottoporre nuovi elaborati ed è responsabile per i ritardi che ci potranno essere rispetto al Programma Lavori concordato.
Nel caso dell'approvazione con riserva deve apportare le modifiche richieste e quindi procedere nel lavoro. E' comunque stabilito che l'Appaltatore non può procedere ad alcun lavoro se non è in possesso dei relativi disegni di progetto e di cantiere approvati e firmati dalla D.L..
Si precisa che tutte le approvazioni non corresponsabilizzano minimamente la D.L. sul buon funzionamento degli impianti e sulla rispondenza degli stessi in termini di collaudo in corso d'opera e finale, la cui responsabilità resta completamente a carico dell'Appaltatore.
1.1.9.6 PARTICOLARI COSTRUTTIVI
E' pure compito dell'Appaltatore fornire tutti i disegni costruttivi necessari per le opere inerenti gli impianti, per esempio basamenti, pozzetti, ecc. compresi i relativi calcoli strutturali.
Tali disegni devono essere consegnati alla D.L. in triplice copia ed in base al Programma Lavori, considerando l tempo di approvazione da parte della D.L..
L'Appaltatore deve anche presentare all'approvazione della D.L. i sistemi di ancoraggio, di sospensione ed il mensolame per il sostegno delle tubazioni, delle canalizzazioni e delle varie linee.
1.1.9.7 DOCUMENTAZIONE PER PRATICHE BUROCRATICHE
E' compito dell'Appaltatore, se dovesse essere richiesto dalla D.L., collaborare e fornire la seguente documentazione:
progetti, calcoli, relazioni, disegni e qualunque altro elaborato necessario per ottenere tutte le licenze, approvazioni, autorizzazioni e collaudi da parte dei competenti Enti di controllo (Comune, VV.F., INAIL,ecc.);
fornire certificazioni ed omologazioni necessarie durante l'esecuzione delle opere a giudizio della D.L. e secondo quanto richiesto dal presente Capitolato e dalla Normativa Vigente;
fornire alla D.L. la suddetta documentazione nel numero di copie richieste da inoltrare agli Enti di controllo;
seguire le pratiche fino al completamento dell'iter burocratico;
procedere alla stesura finale dei documenti secondo la ex Legge 10 del 09/01/1991 da presentare in Comune, aggiornati con le eventuali variazioni avvenute in corso d'opera;
rilasciare una dichiarazione che riepiloghi tutte le apparecchiature soggette ad omologazione. Detta dichiarazione deve elencare: tipo di dispositivo, marca, numero di omologazione, termine di validità.
1.1.9.8 DOCUMENTAZIONE FINALE
1.1.9.8.1 Note Generali
A lavori ultimati, in coincidenza del Certificato di Ultimazione Lavori, l'Appaltatore deve fornire la documentazione finale qui sotto elencata.
La mancata consegna di tale documentazione rende l'Appaltatore responsabile per i conseguenti ritardi che vi possano essere rispetto al Programma Lavori.
1.1.9.8.2 Disegni finali
I disegni finali di cantiere, aggiornati e perfettamente corrispondenti agli impianti realizzati, con l'indicazione del tipo e delle marche di tutte le apparecchiature, componenti e materiali installati.
Particolare cura va riservata al posizionamento esatto, in piante e nelle sezioni, degli impianti. Quantità (se non diversamente indicato):
n.3 copie entro robuste cartelle in plastica per una facile consultazione ed una buona conservazione
n.1 copia su supporto informatico (dischetto CD).
I disegni esecutivi finali degli impianti (as-built) dovranno essere corredati di piante, sezioni e quant'altro necessario per l'immediata individuazione e con l'esatta ubicazione di ogni singolo componente degli impianti e delle reti, nonché i disegni di ingombro e di posizionamento delle macchine, gli schemi funzionali e i percorsi
delle tubazioni con i dimensionamenti in ogni punto significativo.
1.1.9.8.3 Manuali d'uso e manutenzione
Tutte le norme, le istruzioni per la conduzione e la manutenzione degli impianti e delle singole apparecchiature, secondo le istruzioni date dalla D.L..
Si vuole qui precisare che non si tratta di generiche informazioni, ma precise documentazioni di ogni apparecchiatura con fotografie, disegni, schemi ed istruzioni per messa in marcia, funzionamento, manutenzione, smontaggio, installazione e taratura.
Tutto ciò perfettamente ordinato, con un indice preciso ed analitico per l'individuazione rapida delle apparecchiature ricercate.
Quantità (se non diversamente indicato):
n.3 copie. Ogni copia è costituita da uno o più volumi rilegati con copertina in pesante cartone plastificato.
1.1.9.8.4 Schemi
In ogni centrale, sottocentrale e locale tecnico va fornito ed installato a parete un pannello con gli schemi delle relative apparecchiature ed impianti.
Tipo e caratteristiche dei pannelli sono da concordare con la D.L.. Qualora non fosse possibile installare disegni su pannelli, vanno forniti entro robuste cartelle di plastica.
Questi disegni sono da considerarsi in aggiunta a quelli precedentemente richiesti.
Per ciascun impianto dovrà inoltre essere predisposto, ai sensi del DM 18 settembre 2002 "Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private" uno schema funzionale, unificato con gli altri impianti, in cui risultino:
gli attraversamenti di strutture resistenti al fuoco; l'ubicazione delle macchine;
la logica sequenziale delle manovre e delle azioni previste in emergenza;
1.1.9.8.5 Liste ricambi, materiali di consumo ed attrezzi
Una lista completa delle parti di ricambio consigliate per un periodo di conduzione di due anni, con la precisa indicazione di marche, numero di catalogo, tipo e riferimento ai disegni.
Accanto al nome di ogni singola ditta fornitrice di materiali deve essere riportato:
indirizzo, numero di telefono e, possibilmente, di xxxxx e fax, al fine di reperire speditamente le eventuali parti di ricambio;
una lista completa di materiali di consumo, quali olii, grassi, gas, ecc. con precisa indicazione di marca, tipo e caratteristiche tecniche;
una lista completa di attrezzi, utensili e dotazioni di rispetto necessari alla conduzione ed ordinaria manutenzione, ivi inclusi eventuali attrezzi speciali per il montaggio e smontaggio degli impianti.
1.1.9.8.6 Nulla osta
Nulla osta degli Enti preposti alla operatività degli impianti.
1.1.9.8.7 Dichiarazione di conformità
Si intende la dichiarazione di conformità degli impianti realizzati in accordo alle prescrizioni dell'Art.7 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 22 gennaio 2008, n. 37 “Riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici”.
1.1.9.8.8 Tarature, prove e collaudi
Devono essere effettuate le operazioni di taratura, regolazione e messa a punto di ogni parte dell'impianto. E' compito dell'Appaltatore:
eseguire i collaudi ordinati dalla D.L e/o dal Collaudatore;
eseguire tutte le prove e collaudi previsti nel presente Capitolato. L'Appaltatore deve informare per iscritto la D.L., con almeno una settimana di anticipo, quando l'impianto è predisposto per le prove in corso d'opera e per le prove di funzionamento
sostenere le spese per i collaudi provvisori e definitivi, restando escluso solo l'onorario per il Collaudatore ufficiale
mettere a disposizione della D.L. e/o del Collaudatore gli apparecchi e gli strumenti di misura e controllo e la necessaria mano d'opera per le misure e le verifiche in corso d'opera ed in fase di collaudo dei lavori eseguiti.
Elenco strumenti indispensabili (elenco avente carattere indicativo e non esaustivo): termometro per aria ed acqua
igrometro anemometro
fonometro integratore (almeno di classe I secondo standard IEC n°651 del 1979 e n°804 del 1985) adatto alla misurazione della Leq (A) e completo di stampante
pinza amperometrica
misuratore impedenza anello di guasto misuratore di isolamento
misuratore della resistenza elettrica dei conduttori equipotenziali.
I suddetti strumenti di misura devono essere corredati dei relativi certificati di taratura.
Nel periodo fino alla consegna l'onere di conduzione e manutenzione degli impianti e dell'addestramento del personale dell'E.A. è a carico dell'Appaltatore (con esclusione dei costi dell'energia, gas, acqua, ecc.). Dopo la consegna l'onere della conduzione è a carico dell'E.A., salvo contratto specifico integrativo con l'Appaltante.
L'esito favorevole di prove e verifiche non esonera l'Appaltatore da ogni responsabilità nel caso che, nonostante i risultati ottenuti, non si raggiungano i prescritti requisiti nelle opere finite.
1.1.9.8.9 Buone regole dell'arte
Gli impianti devono essere realizzati, oltre che secondo le prescrizioni del presente capitolato, anche secondo le buone regole dell'arte, intendendosi con tale denominazione tutte le norme più o meno codificate di corretta esecuzione dei lavori; come prescritto dalla legge n.17 del 2007 e dal D.M. 22 gennaio 2008 n.37.
Ad esempio tutte le rampe di tubazioni devono avere gli assi allineati; i collettori devono avere gli attacchi raccordati e gli assi dei volantini delle valvole d'esclusione delle linee in partenza e/o arrivo devono essere allineati; tutti i rubinetti di sfiato di tubazioni o serbatoi devono essere in posizione facilmente accessibile, senza necessità d'uso di scale o altro; tutti i serbatoi, le pompe, le apparecchiature di regolazione, i collettori e le varie tubazioni in arrivo/partenza devono essere provvisti di targa d'identificazione in plexiglas, con tutte le indicazioni necessarie (circuito, portata, prevalenza, capacità ecc.) e così via.
Tutto quanto sopra è ovviamente compreso nel prezzo di appalto dei lavori.
2.1.9.9 SCELTA ED APPROVAZIONE DEI MATERIALI
1.1.9.9.1 Qualità e provenienza dei materiali
Tutti i materiali impiegati, le macchine, gli apparecchi e le apparecchiature forniti e posti in opera, devono essere della migliore qualità, lavorati a perfetta regola d'arte e corrispondenti al servizio cui sono destinati; devono rispondere alle norme UNI, CIG, CNR, CEI, di prova e di accettazione, ed alle tabelle UNEL in vigore, nonché alle altre norme e prescrizioni richiamate nel presente Capitolato. Tutte le apparecchiature dovranno essere marchiate CE.
Resta comunque stabilito che tutti i materiali, componenti e le loro parti, opere e manufatti, devono risultare rispondenti alle norme emanate dai vari organi, enti ed associazioni che ne abbiano titolo, in vigore al momento dell'aggiudicazione dei lavori o che vengano emanate prima dell'ultimazione dei lavori stessi.
Ogni approvazione rilasciata dalla D.L.. non costituisce implicita autorizzazione in deroga alle norme facenti parte degli elaborati contrattuali, a meno che tale eventualità non venga espressamente citata e motivata negli atti approvativi.
Qualora la D.L. rifiuti dei materiali ancorché posti in opera perché ritenuti a suo insindacabile giudizio per qualità, lavorazione, installazione non idonei, l'Appaltatore a sua cure e spese deve allontanarli dal cantiere e sostituirli con altri che soddisfino alle condizioni prescritte.
1.1.9.9.2 Marche e modelli
L’accettazione delle marche e dei modelli delle apparecchiature e dei componenti da impiegare nell'esecuzione degli impianti in oggetto è eseguita dalla D.L. in base all'elenco prodotto dall’Appaltatore.
1.1.9.9.3 Standard di Qualità
Le apparecchiature da impiegare per la realizzazione degli impianti che l'Appaltatore sottoporrà all’approvazione della D.L. dovranno rispondere agli standard di qualità stabiliti nelle specifiche di progetto. La verifica del possesso dei requisiti di idoneità delle apparecchiature sarà effettuata, ad insindacabile giudizio, dalla D.L..
1.1.9.9.4 Collaudi in fabbrica
Le apparecchiature speciali, macchine e componenti funzionali vanno sottoposti a prove/collaudi in fabbrica. L'Appaltatore deve informare la D.L. tre settimane prima della data di esecuzione per permetterne l'eventuale presenza. è comunque tenuto a redigere il Verbale di Collaudo in Fabbrica che va a far parte della documentazione finale.
1.1.9.9.5 Materiali in cantiere
Dopo il loro arrivo in cantiere tutti i materiali, le apparecchiature ed i componenti da impiegare nell'esecuzione degli impianti devono essere approvati dalla D.L. che ne verifica la rispondenza al verbale e alle prescrizioni contrattuali.
L'approvazione da parte della D.L. nulla toglie alla responsabilità dell'Appaltatore sull'esecuzione dei lavori,sulla rispondenza delle opere eseguite alle norme contrattuali e sul buon funzionamento degli impianti. La D.L. ha la facoltà di rifiutare quei materiali o componenti, o apparecchiature che, anche se già posti in opera, non abbiano ottenuto l'approvazione di cui sopra o non rispondano alle norme contrattuali.
La D.L. può pertanto a suo insindacabile giudizio ordinare la sostituzione degli impianti non conformi, restando inteso che tutte le spese per tale sostituzione sono a carico dell'Appaltatore.
1.1.9.9.6 Opere da ricoprire
L'Appaltatore deve dare piena opportunità alla D.L. di verificare, misurare e prevedere qualsiasi opera prima che sia ricoperta o comunque posta fuori vista, notificandolo per iscritto almeno con 72 ore di anticipo. La D.L. darà corso alla verifica, misura e prova, a meno che notifichi all'Appaltatore di non considerarlo necessario.
1.1.9.10 VERIFICHE E PROVE DA PREVEDERE
1.1.9.10.1 Note generali
La ditta installatrice ha l'obbligo di eseguire o far eseguire, durante l'esecuzione delle opere, dal proprio personale o dalla D.L. tutte le verifiche quantitative, qualitative e funzionali richieste dalla D.L., in modo che si abbia tutta la documentazione necessaria e completa prima della dichiarazione di ultimazione dei lavori. Prima, durante e alla fine del montaggio delle apparecchiature devono essere effettuate le necessarie prove e verifiche di conformità delle forniture con le norme di riferimento con le prescrizioni e con le specifiche tecniche.
Le verifiche e prove da prevedere sono le seguenti: verifiche e prove preliminari
verifiche in officina e prove in fabbrica verifiche e prove in corso d'opera messa a punto e taratura verifiche e prove definitive. Tutte le verifiche e prove devono essere fatte a cura dell'Appaltatore in contraddittorio con la D.L., alla eventuale presenza della Commissione di Collaudo.
1.1.9.10.2 Consistenza delle verifiche e prove preliminari 1.1.9.10.2.1 Note generali
In linea generale consistono nella verifica qualitativa e quantitativa dei materiali e nelle prove di funzionamento
dei singoli apparecchi sia in corso d'opera che al termina dei lavori.
Tali verifiche preliminari sono eseguite utilizzando personale ed attrezzature messa a disposizione dell'Appaltatore.
Le verifiche possono comprendere oltre le parti in vista, anche quelle sepolte e nascoste ed è dunque obbligo dell'Appaltatore scoprire quelle parti di lavoro che fossero indicate, senza diritto ad alcun compenso per i lavori di scoprimento e di conseguente ripristino.
Il Direttore dei Lavori, qualora riscontri dalla prove preliminari imperfezioni di qualsiasi genere relative ai materiali impiegati od all'esecuzione, deve prescrivere con appositi ordini di servizio i lavori che l'Appaltatore deve eseguire per mettere gli impianti nelle condizioni contrattuali e il tempo concesso per la loro attuazione;
soltanto dopo aver accertato con successive verifiche e prove che gli impianti corrispondono in ogni loro parte a tali condizioni, redige il verbale delle prove facendo esplicita dichiarazione che da parte dell'Appaltatore sono state eseguite tutte le modifiche richieste a seguito delle prove preliminari.
Resta inteso che nonostante l'esito favorevole di esse l'Appaltatore rimane responsabile delle deficienze di qualunque natura e origine, che abbiano a riscontrarsi fino alla scadenza dei termini di garanzia.
Gli oneri per tali verifiche sono inclusi nell’importo del contratto.
1.1.9.10.2.2 Verifiche in officina e prove in fabbrica
Vengono effettuate alla presenza della D.L. ed hanno per oggetto la verifica dello stato di avanzamento delle forniture, con possibilità di collaudo di alcuni componenti.
La D.L. deve godere di libero accesso alle officine e/o fabbriche dell'Appaltatore e dei suoi subfornitori. Le verifiche in officina interessano principalmente l'assemblaggio di parti di impianto prefabbricate.
Per i materiali e le apparecchiature sottoposti a collaudo da parte di Enti ufficiali devono essere forniti i certificati.
1.1.9.10.2.3 Periodo di messa a punto e taratura
A montaggi completati ha inizio un periodo di funzionamento degli impianti, durante il quale l'Appaltatore deve provvedere ad effettuare tutte le operazioni di messa a punto, prove e tarature degli impianti secondo la procedura denominata TAB, Testing Adjusting Balancing, con l'ausilio di schede tipo, per la registrazione dei risultati ottenuti e della metodologia di prove adottata.
1.1.9.10.2.4 Verifiche e prove in corso d’opera 1.1.9.10.2.4.1 Note generali
Si intendono per verifiche e prove in corso d’opera degli impianti termofluidici tutte quelle operazioni atte a rendere l'impianto perfettamente funzionante, compreso il bilanciamento dei circuiti d'acqua, la taratura delle regolazioni, ecc., il funzionamento delle apparecchiature alle condizioni previste.
Le verifiche e le prove di cui in appresso, si devono in ogni caso effettuare durante l'esecuzione delle opere ed in modo che esse risultino completate prima della dichiarazione di ultimazione dei lavori:
Verifica preliminare intesa ad accertare che la fornitura del materiale costituente gli impianti quantitativamente e qualitativamente corrisponda alle prescrizioni contrattuali e che la posa in opera ed il montaggio di tubazioni, canalizzazioni, macchine, apparecchiature, prese ed ogni altro componente dell'impianto sia corretto. Per le tubazioni che corrono in cavedi chiusi od in tracce le prove devono essere eseguite prima della chiusura. E' inteso che le prove siano eseguite prima della posa dell'eventuale isolamento.
Prova idraulica a freddo con tubazioni ancora in vista e prima che si proceda a verniciature e coibentazioni; la prova deve essere fatta, se possibile, mano a mano che si esegue l'impianto, ed in ogni caso ad impianto ultimato, prima di effettuare le prove di cui alle seguenti lettere c) e d), ad una pressione di 1,5 volte superiore a quella corrispondente alla pressione massima di esercizio (ma comunque non inferiore a 6 bar), e mantenendo tale pressione per ore 24 (ventiquattro). Tutte le tubazioni in prova, complete di valvole rubinetti o altri organi di intercettazione mantenuti in posizione "aperta", devono avere le estremità chiuse con tappi a vite o flange, in modo da costituire un circuito chiuso; dopo aver riempito il circuito stesso, si sottopone a pressione la rete o parte di essa a mezzo di una pompa idraulica munita di manometro, inserita in un punto qualunque del circuito. Si ritiene positivo l'esito della prova quando non si verifichino fughe o deformazioni permanenti.
Prova preliminare di circolazione, tenuta e dilatazione con fluidi scaldanti e raffreddanti, per controllare gli effetti della dilatazione nelle condutture dell'impianto, portando la temperatura nelle apparecchiature di trasformazione ai valori previsti e mantenendola per tutto il tempo necessario per l'accurata ispezione di tutto il complesso delle condutture e dei corpi scaldanti o refrigeranti. L'ispezione si deve iniziare quando la rete e le apparecchiature di trasformazione abbiano raggiunto lo stato di regime. Si ritiene positivo il risultato delle prove quando in tutte indistintamente le apparecchiature l'acqua arrivi alla temperatura stabilita, quando le dilatazioni non abbiano dato luogo a fughe o deformazioni permanenti e quando i vasi di espansione contengano a sufficienza tutte le variazioni di volume dell'acqua dell'impianto.
1.1.9.10.3 Consistenza delle verifiche e prove definitive
1.1.9.10.3.1 Note generali
Il Direttore dei Lavori e/o il Collaudatore, a opere completamente ultimate e funzionanti e dopo che siano state eseguite positivamente le prove e verifiche preliminari di cui al precedente articolo, procede in contraddittorio con la Ditta esecutrice alle "verifiche e prove finali" e di funzionamento.
Le verifiche e prove definitive sono intese ad accertare e certificare per conto dell'E.A. che le prestazioni finali degli impianti nel loro insieme corrispondano alle prescrizioni contrattuali.
Viene fissato il programma delle verifiche e prove informandone l'Appaltatore.
Prima dell'inizio delle verifiche e prove definitive, l'Appaltatore deve aver provveduto affinché:
- copia della documentazione di messa a punto e tarature (TAB) sia presentata in visione alla D.L.
- nelle centrali, sottocentrali, locali tecnici, ecc., ci siano tutte le apparecchiature e quei materiali di ricambio necessari per le prove (es. fusibili, cinghie di motori, ecc.).
Qualora ciò non avvenga, la D.L. e/o il Collaudatore non procederanno ad alcuna prova e ritorneranno soltanto quando tali obblighi siano stati soddisfatti. Ovviamente i ritardi nella consegna degli impianti sono
addebitati all'Appaltatore, compresa l'eventuale penale per mancata ultimazione dei lavori.
La verifica della buona esecuzione degli impianti è approfondita sino al punto giudicato necessario per formare la convinzione che tutte le parti siano in piena regola senza che l'Appaltatore abbia diritto a chiedere alcun indennizzo.
Le prove si suddividono in due parti:
- esami a vista che, avvalendosi della documentazione "as‐built", accertino che i componenti dei vari impianti siano conformi alle richieste di Capitolato, alle prescrizioni di sicurezza, siano stati scelti correttamente ed installati secondo normativa, siano integri in modo da non compromettere la sicurezza;
- prove per accertare la rispondenza delle parti di impianto ai dati progettuali prestazionali ed alla normativa in vigore.
In particolare, per le verifiche e prove definitive degli impianti di climatizzazione occorre procedere a:
- Verifica invernale:
La verifica invernale ha luogo entro la prima stagione invernale corrente successiva all'emissione del Certificato di Ultimazione Lavori, in un periodo da fissarsi fra il 1 gennaio e il 28 febbraio.
- Verifica estiva:
La verifica estiva ha luogo in un periodo generalmente corrente tra il 15 giugno ed il 30 agosto. Verifica di mezza‐ stagione
- Dove il funzionamento con caratteristiche di mezza stagione sia prolungato, la D.L. può chiedere una verifica anche in questi periodi.
I periodi saranno precisati dalla D.L. a seconda dell'ubicazione dell'impianto.
Per le verifiche e prove definitive degli impianti elettrici l'Appaltatore deve prevedere in ogni quadro un numero di fusibili di scorta così ripartiti:
- n. 6 per ogni taratura di fusibili tipo Diazed
- n. 3 per ogni taratura di fusibili tipo NH
- le tarature considerate sono quelle relative ai fusibili installati in ogni quadro.
Le apparecchiature della regolazione automatica devono essere provate e verificate alla presenza di un tecnico specialista della ditta fornitrice dei materiali.
1.1.9.10.3.2 Note conclusive
Le verifiche e prove definitive vengono effettuate con personale e mezzi messi a disposizione dall'Appaltatore. Per tale onere non è previsto alcun compenso.
Le verifiche possono comprendere oltre le parti in vista, anche quelle sepolte e nascoste ed è dunque obbligo dell'Appaltatore scoprire quelle parti di lavoro che fossero indicate, senza diritto ad alcun compenso per i lavori di scoprimento e di conseguente ripristino.
L'esecuzione e il risultato delle verifiche e prove definitive formano oggetto di verbali firmati dalla D.L. e/o collaudatore e dall'Appaltatore. Se durante le verifiche e prove definitive dovessero risultare manchevolezze o deficienze di qualsiasi genere relative ai materiali impiegati ed all'esecuzione , esse devono essere indicate sul verbale.
L'Appaltatore deve, entro 30 giorni al massimo o entro i tempi indicati nei suddetti verbali, provvedere a tutte le modifiche e sostituzioni necessarie a ciò senza alcuna remunerazione.
Resta inteso che nonostante l'esito favorevole di esse l'Appaltatore rimane responsabile delle deficienze di qualunque natura e origine, che abbiano a riscontrarsi fino alla scadenza dei termini di garanzia.
1.1.9.11 COLLAUDO E CONSEGNA DEFINITIVA DEGLI IMPIANTI
L'Appaltatore ha altresì l'obbligo di eseguire o far eseguire in sede di collaudo tutte le prove di accettazione e di collaudo previste dalle norme, regolamenti e disposizioni, anche se non esplicitamente indicate nel presente disciplinare a insindacabile giudizio del collaudatore.
Il collaudo (provvisorio e definitivo) degli impianti sarà effettuato nei tempi e nei modi stabiliti nel contratto di appalto. Si precisa che qualora l’Appaltatore non metta la D.L. e il collaudatore nelle condizioni di poter effettuare le verifiche e prove definitive di cui al paragrafo precedente il collaudo sarà prolungato del tempo necessario per effettuare tali prove senza che per questo l’Appaltatore possa pretendere riconoscimenti di maggiori oneri.
In tale periodo la conduzione e la manutenzione degli impianti resta a carico dell'Appaltatore (E.A.), salvo il caso in cui sia avvenuta una consegna anticipata.
1.1.9.12 GARANZIA
Durante il periodo di garanzia, che decorre dalla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio fino all’approvazione dello stesso come stabilito nel contratto di appalto, l'Appaltatore ha l'obbligo di garantire tutti gli impianti, sia per la qualità dei materiali, sia per il montaggio, sia infine per il regolare funzionamento, dalla data del Certificato di collaudo provvisorio.
L'Appaltatore deve riparare tempestivamente a sue spese i guasti e le imperfezioni che si verificassero negli impianti per effetto della non buona qualità dei materiali e per difetti di montaggio o funzionamento, escluse soltanto le riparazioni dei danni che, a giudizio dell'E.A., non possano attribuirsi all'ordinario esercizio dell'impianto, ma ad evidente imperizia o negligenza del personale che ne fa uso o a normale usura. Pertanto, se durante il periodo di garanzia, si verificasse un'avaria la cui riparazione fosse di spettanza dell'Appaltatore, oppure che le prestazioni degli impianti non mantenessero la rispondenza alle prescrizioni contrattuali, viene redatto dall'E.A. un Verbale di Avaria circostanziato che verrà notificato all'Appaltatore stesso.
Se l'Appaltatore non provvedesse alla riparazione nel termine impostogli dalla E.A., l'avaria verrà riparata o le prestazioni verranno ristabilite d'ufficio a spese dell'Appaltatore stesso.
l termine di garanzia relativo alle apparecchiature riparate o interessate alla mancata rispondenza od a quelle parti che ne dipendano, viene prolungato per una durata pari al periodo in cui gli impianti non possono essere usati, comunque non superiore al periodo di garanzia.
Con la firma del contratto l'Appaltatore riconosce inoltre essere a proprio carico anche il risarcimento all'E.A. di tutti i danni diretti che potessero essere causati da guasti o anomalie funzionali degli impianti fino alla fine del periodo di garanzia.
Per quanto non precisato nel presente C.S.A., si fa riferimento alle normative e/o consuetudini vigenti e alle disposizioni del Codice Civile.
1.2 - SPECIFICHE TECNICHE
Art. 1.2.1 - NOTE GENERALI
Le Specifiche Tecniche che seguono rappresentano quelle minime richieste per apparecchiature e materiali. Essendo di carattere generale, esse possono talvolta comprendere apparecchiature e materiali non previsti nel presente appalto.
Art. 1.2.2 - BASAMENTI DELLE APPARECCHIATURE
Dovranno essere previsti tutti i basamenti delle apparecchiature sia metallici che in conglomerato cementizio o
altro materiale. Questi dovranno avere un'altezza non minore di 10 cm ed una superficie pari al supporto o all'ingombro dell'apparecchiatura più una fascia perimetrale libera non minore di 10 cm.
I basamenti dovranno essere previsti per tutte le apparecchiature appoggiate a pavimento o comunque quando ritenuto necessario. I basamenti dovranno essere dotati di interposto strato isolante qualora necessario per limitare la trasmissione di vibrazioni al pavimento ed il rumore.
Art. 1.2.3 - TUBAZIONI
1.2.3.1 Tubazioni in acciaio
1.2.3.1.1 Tubazioni in acciaio nero
Per il convogliamento di acqua a qualsiasi temperatura in circuiti di tipo chiuso sarà impiegato tubo di acciaio nero senza saldatura, tipo gas dei seguenti tipi:
in acciaio xxxx Xxxxxxxxxx s.s. UNI EN 10255 (ex UNI 8863) serie media e serie pesante;
in acciaio nero Mannesmann s.s. tipo liscio commerciale, UNI EN 10216‐1 (ex UNI 7287) a partire dal DN50 Eventuali tubazioni in acciaio nero del tipo saldato dovranno rispondere alle norme A.P.I. ed in ogni caso la Ditta installatrice deve chiedere l'autorizzazione alla D.L
1.2.3.1.2 Tubazioni in acciaio zincato
Possono essere dei seguenti tipi:
in acciaio xxxx Xxxxxxxxxx s.s. UNI EN 10255 (ex UNI 8863) serie leggera e serie media fortemente zincate internamente ed esternamente, filettate a vite e manicotto oppure flangiate.
I giunti tra i tubi in ferro zincato possono essere eseguiti mediante filettatura o flangiatura o mediante l'utilizzo di giunti di tipo victaulic o equivalente
I raccordi devono essere in ghisa malleabile zincata del tipo con bordo.
1.2.3.1.3 Tubazioni in acciaio inossidabile
Possono essere dei seguenti tipi:
conformi AISI 304 per utilizzo in genere nelle industrie farmaceutiche ed alimentari ASTM A450 requirements. 3
1.2.3.2 Prescrizioni comuni
1.2.3.2.1 Prescrizioni per la fornitura
Tutte le tubazioni da impiegare nella realizzazione dell'impianto dovranno pervenire al Cantiere in ottimo stato di conservazione, le tubazioni saranno in acciaio della migliore qualità e risulteranno prive di difetti superficiali che possano pregiudicarne l'impiego.
Saranno ammessi locali leggeri aumenti o diminuzioni di spessore, piccole striature longitudinali dovute al processo di fabbricazione, purché lo spessore rimanga compreso in ogni punto entro le tolleranze prescritte.
Per le tubazioni in acciaio nero è accettabile la presenza di una leggera patina di ossidazione molto superficiale. Sarà ammessa l'eliminazione dei difetti purché lo spessore non risulti inferiore al minimo prescritto.
I tubi saranno ragionevolmente diritti a vista e presenteranno sezione circolare entro le tolleranze prescritte. Le estremità di ciascun tubo saranno tagliate perpendicolarmente all'asse del tubo stesso e non presenteranno sbavature.
1.2.3.2.2 Prescrizioni per il montaggio
Per giunti, raccordi, flange e guarnizioni devono essere rispettate le seguenti norme:
per tubazioni in acciaio nero i giunti tra i tubi e tra i tubi ed i raccordi, eseguiti mediante saldature a regola d'arte con saldatura elettrica od ossiacetilenica previa preparazione delle testate da saldare:
superfici da saldarsi accuratamente pulite ed egualmente distanziate lungo la circonferenza dei tubi prima della saldatura;
saldature larghe almeno 2 volte e mezzo lo spessore dei tubi da saldarsi;
la saldatura dovrà penetrare in tutto lo spessore del tubo e con regolarità, senza diminuire lo spessore del tubo;
le saldature dovranno essere pulite da ossidi e gocce di metallo.
per tubazioni in acciaio nero sono altresì ammesse giunzioni filettate unicamente per tubi UNI EN 10255 senza saldatura serie media o pesante;
per tubazioni in acciaio zincato i giunti saranno eseguiti mediante filettatura o flangiatura o mediante l'utilizzo di giunti di tipo victaulic o equivalente
se non diversamente indicato, i giunti tra tubi ed apparecchiature (valvole, saracinesche, filtri, ecc.) sono filettati per diametri fino a DN 50 compreso, flangiati per diametri superiori;
per i collegamenti delle apparecchiature dove necessario devono essere usate flange del tipo a collarino o del tipo a sovrappressione secondo le norme UNI. I raccordi degli apparecchi saranno comunque eseguiti con raccordi montabili (in ghisa malleabile a vite, o con flange a collare da saldare in acciaio forgiato secondo i diametri e le pressioni di esercizio);
le tubazioni non dovranno avere curve a piccolo raggio né brusche variazioni di sezione;
le flange saranno del tipo a saldare di testa UNI 2280/84 secondo la pressione nominale d’esercizio. tutte le flange dovranno avere il gradino di tenuta UNI 2229 ed il diametro esterno del collarino corrispondente al diametro esterno della tubazione (ISO);
le guarnizioni da usare dovranno essere del tipo klingerite (o equivalente approvato) spessore 2 mm. i bulloni dovranno essere a testa esagonale UNI 5727‐65;
sulle curve non sono ammesse variazioni di sezione.
Inoltre, Per quanto riguarda le curve, devono essere usate esclusivamente curve in acciaio stampato, non p sono ammesse curvature eseguite a caldo, sono ammesse curvature a freddo con macchina curvatubi per i diametri DN 15 e DN20 solo per tubazioni incassate.
Le giunzioni fra tubi di differente diametro dovranno essere effettuate mediante idonei raccordi conici, e assolutamente, mai mediante innesto diretto di un tubo di diametro inferiore entro quello di diametro maggiore. I cambiamenti di sezione potranno avere raccordi assiali, solo nel caso di colonne verticali, mentre fra le tubazioni orizzontali il raccordo tra due differenti diametri dovrà essere di tipo eccentrico con allineamento sulla generatrice superiore per evitare formazione di sacche d'aria.
Le derivazioni verranno eseguite utilizzando raccordi filettati oppure curve a saldare tagliate a scarpa. Le curve saranno posizionate in maniera che il loro verso sia concordante con la direzione di convogliamento dei fluidi. Nelle derivazioni nelle quali i tubi vengono giuntati mediante saldatura non sarà comunque ammesso per nessuna ragione l'innesto del tubo di diametro inferiore entro quello di diametro maggiore.
Nei collettori di distribuzione, i tronchetti di raccordo alle tubazioni potranno essere giuntati o con l'impiego di curve tagliate a scarpa o con innesti diritti. In tal caso tuttavia i fori sul collettore dovranno essere svasati ad imbuto esternamente ed i tronchetti andranno saldati di testa sull'imbuto di raccordo. 1 tronchetti di diametro nominale inferiore ad 1 " potranno essere giuntati con innesti diritti senza svasatura ma curando ovviamente che il tubo di raccordo non penetri entro il tubo del collettore.
Le tubazioni che debbono essere collegate ad apparecchiature che possono trasmettere vibrazioni all'impianto dovranno essere montate con l'interposizione di idonei giunti elastici antivibranti. Ove necessario e comunque nei punti indicati nel progetto saranno installati giunti elastici per evitare la trasmissione delle vibrazioni dalle macchine alle tubazioni.
Per le tubazioni che convogliano acqua, i giunti saranno del tipo sferico in gomma naturale o sintetica, adatta per resistere alla massima temperatura di funzionamento dell'impianto e muniti di attacchi a flangia. Le tubazioni collegate a tutte le apparecchiature dovranno essere supportate in modo da evitare sforzi eccessivi, deformazioni nel collegamento e consentire la rimozione delle apparecchiature in modo agevole, senza richiedere supporti provvisori ad
avvenuto smontaggio.
Tutte le colonne verticali dovranno essere fissate in modo da evitare carichi di punta o torsioni.
Negli attraversamenti di strutture, per diametri superiori a DN50, le tubazioni dovranno essere intubate all'interno di spezzoni di tubo in materiale plastico atti a consentire all'interno di essi il libero passaggio delle tubazioni e del relativo rivestimento isolante previsto.
Sotto ogni valvola od accessorio che nell'usuale funzionamento dia origine a gocciolamenti (comunque dannosi alle strutture sottostanti) sarà installata una bacinella di protezione con scarico.
Negli eventuali collegamenti tra tubazioni metalliche di materiale diverso dovranno essere impiegati dei giunti dielettrici per prevenire la corrosione galvanica.
Dove necessario dovranno essere previsti giunti di dilatazione e punti fissi in relazione al percorso (eventuali autocompensi), alla lunghezza del tratto rettilineo e alla escursione di temperatura.
I compensatori di dilatazione per i tubi di ferro fino al DN40 potranno essere del tipo a U.
Tutti i punti alti delle reti di distribuzione dovranno (anche se non indicati sui disegni di progetto) essere dotati di barilotti di sfogo aria realizzati con tubi di acciaio, con fondi bombati, e dotati in sommità di valvole automatiche di sfogo aria, complete di rubinetto a sfera di intercettazione con volantino a galletto.
Tutti i punti bassi dovranno essere dotati di dispositivi di scarico e spurgo costituiti da rubinetti a sfera con attacco portagomma.
1.2.3.2.4 Staffaggi e supporti
Salvo ove diversamente puntualmente indicato negli elaborati progettuali gli staffaggi ed i supporti delle reti idrauliche dovranno essere realizzati secondo le seguenti indicazioni.
Le tubazioni non correnti sottotraccia devono essere sostenute da apposito staffaggio atto a sopportarne il peso, consentirne il bloccaggio e permetterne la libera dilatazione;
Gli staffaggi devono essere realizzati in modo da garantire la continuità della coibentazione per evitare il realizzarsi di ponti termici per le reti di acqua riscaldata e di punti freddi con condensazione e gocciolamento per le reti acqua refrigerata pertanto devono essere previsti adeguati isolamenti, quali guarnizioni in gomma o simili, per eliminare vibrazioni e trasmissione di rumore, nonché per eliminare i ponti termici negli staffaggi delle tubazioni percorse da acqua refrigerata.
I modi di fissaggio degli staffaggi alle strutture dovranno essere adeguati al carico ed in special modo alla tipologia di struttura su cui vengono applicati. Salve restando tutte le prerogative di affidabilità, sono da preferirsi i sistemi ad espansione; fermo restando che, in ogni modo, il sistema di staffaggio sia autoportante e quindi non dipendente dalla congiunzione alle apparecchiature in alcun modo.
Per i casi che si riterranno più delicati, il sistema dovrà essere scelto in accordo con la D.L. e sottoposto a campionatura per approvazione.
Gli staffaggi devono essere eseguiti sia mediante staffe continue per fasci tubieri in profilati d'acciaio e dotati di selle di guida per l'alloggiamento stabile del tubo, oppure potranno essere di tipo prefabbricato di serie a collare pensile regolabile, purché di tipo snodato regolabili (Flamco o similare).
Per gli staffaggi costruiti in carpenteria, le tubazioni dovranno essere dotate di distanziatore saldato sulla tubazione per consentire la continuità dell'isolamento termico.
Per brevi diramazioni, piccole colonne montanti, attacchi ad apparecchi terminali sono ammessi ancoraggi alle murature o alle strutture tramite collari in acciaio apribili e fissati coli sistema ad espansione.
Gli staffaggi di tubazioni a vista dovranno essere curati anche sotto il profilo estetico e di robustezza sempre proporzionale al carico da sopportare.
Dovrà essere assicurata la libera dilatazione delle tubazioni. Per tubazioni di acqua calda si dovrà considerare la max. temperatura (di mandata) anche per le tubazioni di ritorno.
La libera dilatazione sarà permessa sia dal tracciato delle tubazioni sia da appropriati dispositivi (dilatatori a lira,
compensatori); i punti fissi saranno previsti ai raccordi agli apparecchi e in tutti i punti dove sarà necessario. Saranno disposti in modo da resistere agli sforzi senza permettere scivolamenti delle tubazioni.
Saranno ottenuti con collari piatti o con altri sistemi efficienti; in caso di saldatura delle tubazioni la saldatura dovrà essere di tipo elettrico.
I supporti che permettono uno slittamento saranno disposti in modo da permettere lo slittamento assorbendo gli sforzi laterali per mantenere l’allineamento senza danneggiare le tubazioni o l’isolamento.
I dilatatori a lira o i compensatori saranno montati con una pretensione corrispondente alla metà dello spostamento che devono compensare.
Le dilatazioni dovranno prodursi senza sforzi che danneggino parti del sistema e senza provocare deformazioni permanenti.
Per le linee di tubazioni acqua calda fino al DN40 devono essere previste slitte di scorrimento fissate al tubo e libere di muovere longitudinalmente sugli staffaggi. Per impedire spostamenti trasversali devono essere saldati sullo staffaggio dei fermi laterali alla slitta che pur lasciandola libera di scorrere devono costituire contenimento sia orizzontale che verticale.
Per i diametri maggiori di DN50 i supporti scorrevoli saranno del tipo a rullino, preferibilmente del tipo prefabbricato in serie. In caso di costruzione artigianale, la campionatura dovrà essere sottoposta alla D.L.
I supporti e gli ancoraggi dovranno essere disposti ad un interasse non superiore ai seguenti: 2,5 m per tubazioni da DN 15 a DN 32
3,5 m per tubazioni da DN 40 a DN 80
Supporti dovranno comunque essere previsti in prossimità di valvole, cambiamenti di direzione od altri apparecchi che dal luogo a flessioni.
Le tubazioni orizzontali avranno una pendenza del 2% che permetterà lo sfogo d’aria e lo scarico dell’acqua per vuotare il circuito, in tutti i punti bassi saranno previsti gli opportuni drenaggi, e nei punti alti gli sfiati: le frecce e le contropendenze non sono ammesse.
Le tubazioni verticali dovranno essere montate in modo che l’asse tra due punti fissi sia perfettamente verticale,
Il mensolame deve essere in acciaio verniciato previo trattamento con due mani di antiruggine di diverso colore, o in acciaio zincato.
Il mensolame esposto agli agenti atmosferici deve essere zincato e, se richiesto, ulteriormente protetto con vernice a base bituminosa.
Tranne qualche caso assolutamente particolare, quanto fissato a detti supporti deve essere smontabile; pertanto non sono ammesse saldature fra supporti e tubi o altri sistemi di fissaggio definitivo.
Qualora sia necessario effettuare saldature, queste devono essere ricoperte con due mani di vernice antiruggine. L'assuntore dovrà sottoporre all'approvazione della D.L. i disegni dettagliati indicanti i tipi, il numero e la posizione di sospensioni, supporti ed ancoraggi che intende installare.
1.2.3.2.5 Verniciatura
Tutte le tubazioni in ferro nero, le carpenterie e gli staffaggi in materiale metallico non zincato, devono essere verniciati con due mani di antiruggine, di cui la prima di colore rosso, la seconda di colore grigio. Gli staffaggi e le tubazioni non coibentate saranno verniciate con due mani di vernice di finitura.
Le tubazioni avranno i colori previsti dalla D.L. per la identificazione dei fluidi convogliati.
La verniciatura antiruggine delle tubazioni deve essere eseguita secondo le seguenti modalità: preparazione superficiale a piè d'opera:
spazzolatura meccanica per asportazione delle tracce di ossidazione formatesi durante la permanenza più o meno lunga in cantiere, premettendo che all'arrivo in loco i tubi si dovranno presentare in ottimo stato; sgrassaggio con solvente ove necessario;
esecuzione della prima mano di antiruggine rossa accuratamente stesa su tutta la superficie del tubo; asportazione della vernice con energica spazzolatura nei punti di giunzione da saldare.
dopo la posa in opera delle tubazioni:
ripristino della prima mano di vernice sui tratti interessati dalle saldature; esecuzione della seconda mano di antiruggine grigia.
mano a finire di colore diverso dall'antiruggine.
In particolare L’appaltatore dovrà rispettare attentamente tutte le prescrizioni indicate dal fornitore delle vernici con particolare riguardo alle prescrizioni di sicurezza ed ai limiti di impiego in funzione della temperatura del fluido entro le tubazioni. I colori per le parti in vista saranno concordate con la D. L..
1.2.3.2.6 Continuità elettrica
Tutte le tubazioni saranno collegate a terra e saranno previsti cavallotti di continuità elettrica sui giunti (manicotti, flange, ecc.).
1.2.3.3 Note finali
Tubazioni, giunzioni, curve, raccordi ed organi vari facenti parte dell'impianto devono essere adatti alla pressione di esercizio dell'impianto stesso.
Essendo l’impianto installato in zona sismica, i supporti devono essere garantiti per resistere agli sforzi laterali in caso di sisma.
Tutte le tubazioni (in acciaio, ghisa, rame, PVC, ecc.) prima dell'installazione devono essere corredate di una specifica dichiarazione di conformità alle prescrizioni richieste.
Le tubazioni devono essere installate in modo da uniformarsi alle condizioni del fabbricato così da non interessare né le strutture, né i condotti ed in modo da non interferire con le apparecchiature installate per altri impianti.
Nell'attraversamento di pavimenti, muri, soffitti e tramezze devono essere forniti ed installati spezzoni di tubo zincato aventi un diametro sufficiente alla messa in opera della tubazione; per le tubazioni che debbono attraversare il pavimento la parte superiore dello spezzone deve sporgere 5 cm sopra la quota del pavimento finito.
Il diametro del manicotto deve essere maggiore di almeno 4 centimetri al diametro esterno della tubazione (isolamento compreso). La corona circolare di circa 2 cm, così formata, va riempita con adatto materiale, pressata e resa impermeabile.
Nel montaggio dei circuiti di acqua calda, fredda, refrigerata e di torre si deve avere cura di realizzare le opportune pendenze minime ammesse in relazione al fluido trasportato (comunque mai al disotto dello 0,2%) nel senso del moto, in modo da favorire l'uscita dell'aria dagli sfiati che devono essere previsti in tutti i punti alti dei circuiti, mentre nei punti bassi devono essere previsti dispositivi di spurgo e scarico.
Sfiati e scarichi devono essere convogliati ad imbuti di raccolta collegati alla fognatura completi di rete antitopo. Per la formazione degli scarichi soggetti al bagnasciuga si adottano tubazioni zincate con raccorderie zincate, o se richiesto, in acciaio inossidabile.
Alla fine del montaggio tubazioni, mensolame, tiranti, ecc. devono essere spazzolati esternamente con cura, prima di essere verniciati previo trattamento con due mani di antiruggine bicolore ed una mano di vernice a finire (se specificatamente richiesta), da eseguirsi dopo il collaudo preliminare o su autorizzazione della D.L.. Anche tutti i macchinari e le saracinesche in ghisa devono essere forniti completamente verniciati.
Eventuali ritocchi a fine lavori, per consegnare gli impianti in perfetto stato, devono essere effettuati dall'Appaltatore.
Alla fine del montaggio, le reti devono essere pulite con soffiaggio mediante aria compressa e con lavaggio prolungato, previo accordo con la D.L..
Le tubazioni devono essere date complete di tutti gli accessori, collettori, valvole di intercettazione, di ritegno, ecc. atte a garantire il razionale funzionamento degli impianti.
Tutti i collettori devono avere coperchi bombati ed essere di diametro minimo pari a 1,25 volte il diametro della massima diramazione.
Per i collettori zincati la zincatura deve essere fatta a caldo dopo la lavorazione. Tutte le diramazioni devono essere dotate di targhetta indicatrice.
Su tutte le tubazioni in PVC, PVC pesante, polietilene alta densità, polipropilene, devono essere previsti dei manicotti di dilatazione.
1.2.3.3.1 Targhette indicatrici e colorazioni distintive per le tubazioni
In tutti i locali tecnici nei quali sono installate apparecchiature deve essere prevista l'installazione di targhette indicatrici che consentano la corretta individuazione dei circuiti e dei componenti.
Inoltre dovranno essere accuratamente indicate le posizioni che dovranno assumere le valvole, gli interruttori, i selettori, ecc., nella stagione estiva ed in quella invernale.
Tali targhette dovranno consentire una chiara interpretazione del funzionamento e guidare le manovre di gestione anche di personale non esperto.
Una campionatura delle targhette e del sistema di fissaggio che si intende adottare sulle tubazioni, coibentate e non, sulle apparecchiature e componentistica varia dovrà essere presentata alla D.L.
In linea generale le targhette dovranno essere in lamiera di alluminio anodizzato con scritta pantografata ad incisione.
E' da escludere il fissaggio con autoadesivi e per incollaggio in genere. Tutte le tubazioni in centrale o comunque in vista, dovranno essere contraddistinte da colorazione convenzionale tramite apposizione di fascia anulare autoadesiva di altezza 50mm almeno ogni 6m di lunghezza di tubazione ed applicata sopra il rivestimento di finitura della coibentazione.
Per le tubazioni in vista non coibentate le fasce di colore distintivo dovranno essere apposte mediante verniciatura.
Per individuare la direzione di flusso dei fluidi dovranno essere applicate (in corrispondenza delle fasce distintive) delle frecce direzionali in materiale autoadesivo applicato sulla superficie di finitura della coibentazione.
Per le tubazioni in vista non coibentate le frecce di flusso dovranno essere verniciate con l'uso di apposita mascherina.
1.2.3.4 Tubazioni in PP-R per linee in pressione circuiti aperti acqua sanitaria calda e fredda
Per il convogliamento di acqua fredda in circuiti di tipo aperto sarà impiegato tubo PPR idoneo per distribuzione di acqua sanitaria calda e fredda, , pressione massima d'esercizio 20 bar, rispondenti alle prescrizioni della Circolare n. 102 del 02/12/78 del Ministero della Sanità, posate A VISTA con giunzioni saldate.
Tubo tipo faser FIBER‐T fibrorinforzato pluristrato, avente dilatazione termica ridotta ed alta stabilizzazione termica. Realizzato in PPRCT (polipropilene copolimero random pressure resistance) per lo strato interno, PPR‐ F (polipropilene copolimero random caricato con fibre di vetro) per lo strato intermedio, PPR (polipropilene copolimero random) per lo strato esterno, di diametro esterno 20 mm, spessore 2,8 mm SDR 7,4, diametro interno 16,2 mm (DN15), realizzato mediante pluri‐estrusione. Prodotto in conformità ai requisiti richiesti dalle normative UNI EN ISO 15874‐2, 15874‐5 e DIN 8077 e 8078 (relativamente alle dimensioni e campi di pressioni per tubazioni in polipropilene) e al DM 174, per il trasporto di fluidi potabili, caldi e freddi, per consumo umano, per riscaldamento, condizionamento e aria compressa. Adatto alla veicolazione di fluidi ad una temperatura massima in esercizio continuo di 70°C ad una pressione massima di 8,1 bar. Conduttività termica a 20°C: 0,240 W/mK. Coefficiente di dilatazione: α 0,035 mm/m°C. Rugosità interna: 0,007 mm.
Collegamenti tramite saldatura
L'unione di due tubi avviene sempre tramite un raccordo, come ad es. un manicotto, una curva, un tee ed è fondamentale sintonizzare le misure di raccordo, tubo e utensile per la saldatura.
Il costo degli staffaggi, pezzi speciali ed accessori (sfiati, scarichi, raccordi, ispezioni, ecc.) sarà compreso nel prezzo in opera della tubazione Le tubazioni saranno installate in modo da uniformarsi alle condizioni del fabbricato, in maniera da non interessare né le strutture, né i condotti ed in modo da non interferire con le apparecchiature relative ad altri impianti.
Risulteranno ben dritte e parallele fra loro e con altre canalizzazioni eventualmente risultanti con esse allineate.
Le tubazioni saranno date complete di tutti gli accessori di collegamento, derivazione e sostegno. I pezzi speciali costituenti raccordi riduzioni, derivazioni etc,
Le giunzioni con altri materiali verranno assicurate mediante l'utilizzazione di speciali raccordi e mai direttamente.
Installazione delle tubazioni:
Le tubazioni correnti in vista (poste nelle centrali, nei cunicoli, nei cavedi, negli scannafossi nei controsoffitti, etc.) saranno sostenute da apposito staffaggio che ne permetta la libera dilatazione.
Lo staffaggio sarà eseguito sia mediante staffe continue, per fasci tubieri, sia mediante pendm con collare, per le tubazioni singole. Le staffe o pendini saranno installati in modo tale che il sistema delle tubazioni sia autoportante e quindi non dipendente dalla congiunzione alle apparecchiature in alcun punto.
Lo staffaggio dovrà tenere conto dell'isolante continuo e pertanto, sia nel caso di staffe continue, sia nel caso di pendini singoli, le tubazioni dovranno essere sostenute da appositi braccioli a collare, fissati alle staffe dei
pendini, tramite sistema a vite regolabile livellante.
Le staffature dovranno essere verificate all’attuale normativa sismica.
La superficie di appoggio dei collari dovrà essere tale da garantire la indeformabilità dell'isolante. Tutti gli staffaggi dovranno essere realizzati con profilo da "U" opportunamente sagomato e saldato,
utilizzando una gamma di misure unificate per grandezze e forma, proporzionalmente dimensionata secondo il carico da sostenere.
Dovrà essere prodotta preventivamente una campionatura del tipo di staffaggio previsto, accompagnata dai relativi calcoli dimostranti l'idoneità a sostenere la varia casistica di carichi, e verifica sismica, firmata da ingegnere qualificato ed iscritto all'albo professionale.
Detta campionatura dovrà essere autorizzata dalla Direzione Lavori con apposito verbale firmato dalle parti, fermo restando la totale responsabilità da parte dell'Appaltatore sulla stabilità delle opere.
Tutti gli staffaggi potranno essere in acciaio nero successivamente verniciati dopo lavorazione, con due mani di antiruggine al piombo e due mani di smalto a finire nel colore scelta dalla Direzione Lavori, oppure in acciaio zincato a caldo, sempre dopo lavorazione.
Nel montaggio dei circuiti idraulici, si realizzeranno sempre le opportune pendenze.
Per le tubazioni che dovessero attraversare il pavimento, la parte superiore dello spezzone dovrà sporgere di 5 cm. sopra la quota del pavimento finito.
Nel caso di tubazioni isolate il diametro degli spezzoni dovrà essere sufficiente a permettere la protezione ed il passaggio del materiale isolante.
Le tubazioni installate dentro tracce, dovranno essere poste in modo da consentire la libera dilatazione impedendo l'insorgere di rumori.
Dove necessario, in funzione delle dilatazioni, dovranno essere previsti punti fissi e compensatori di dilatazione.
Il relativo onere sarà compreso nel prezzo delle tubazioni, quali facente parte degli accessori.
Si provvederà alla pulizia delle tubazioni mediante lavaggio con acqua e miscela solvente di tipo idoneo per la parte interna e spazzolatura, pulizia da sporcizia etc. per la parte esterna.
Tutte le tubazioni, acqua calda, fredda, ricircolo e diretta, dovranno essere coibentate, con spessori conformi al DPR 412.
Collaudo provvisorio in opera:
In corso d'opera dovrà essere provveduto al collaudo delle varie parti d'impianto progressivamente realizzate, mediante riempimento di tutte le tubazioni con acqua, alla pressione di 6 Atm, per la durata di un minimo di 2 (due) ore.
l manometro (di scala non superiore a 10 Atm.), installato a controllo di detta pressione, non dovrà subire durante il suddetto tempo il minimo calo di pressione. I Verrà redatto un apposito verbale firmato dall'Appaltatore e dalla Direzione Lavori.
È fatto divieto assoluto di coprire, con murature o strutture di qualunque tipo e natura, le tubazioni prima di aver subito e positivamente superato il suddetto collaudo.
Al termine dei lavori l'impianto, nella sua totalità, dovrà essere sottoposto al "collaudo totale", seguendo le stesse modalità sopradescritte e generali.
1.2.3.5 Tubazioni in rame
Tubazione in rame crudo trafilato in verghe, stato fisico R290 a norma UNI EN 1057, disossidata al fosforo
Cu-DHP (Cu: 99.90% min. - P: 0,015% – 0,040%) secondo UNI EN 1412, per distribuzione di fluidi e gas in pressione con giunzioni a saldare.
Art. 1.2.4 - RIVESTIMENTO ISOLANTE
1.2.4.1 Caratteristiche generali
Tutti i materiali isolanti utilizzati devono essere dotati di omologazione ministeriale (estesa a tutta la gamma di spessori, in conformità alla circolare n. 17) riferita alla resistenza al fuoco in classe A1 e come prescritto nel D.M. 15 marzo 2005 “ requisiti di reazione al fuoco dei materiali da costruzione”, rilasciata dal Ministero dell'Interno o da altro laboratorio
legalmente riconosciuto dal Ministero stesso.
Devono essere fornite inoltre le seguenti certificazioni e dichiarazioni:
- marchio di conformità e dichiarazione di conformità come previsto nel Decreto Ministeriale del 15 marzo 2005
- dichiarazione di estensione attestante che tutto quanto fornito ha eguali caratteristiche di quanto certificato
- certificato attestante che quanto fornito è stato prodotto secondo processi e procedure conformi alle norme UNI EN 29002. Le caratteristiche tecniche dei materiali devono essere supervisionate da istituti per il controllo della qualità.
La fornitura deve essere comprensiva di qualsiasi materiale (mastice, nastri, autoadesivi ecc.), necessario per la perfetta posa del materiale isolante.
1.2.4.2 Tubazioni
1.2.4.2.1 Note generali
L'isolamento delle tubazioni, serbatoi, collettori, ecc. deve essere eseguito dopo il buon esito della prova idrica e su autorizzazione della D.L..
Le tubazioni nere devono essere isolate dopo aver preparato la superficie di appoggio con spazzolatura e coloritura con due mani di vernice antiruggine resistente alla temperatura d'esercizio (vedere capitolo "Verniciature").
1.2.4.2.2 Materiali isolanti
Se non diversamente specificato, gli isolanti termici da utilizzare sono essenzialmente i seguenti:
- coppelle in fibra di vetro
densità non inferiore a 50 kg/m3 resistenza al fuoco in classe 0
conducibilità termica non superiore a 0,034 W/m°C alla temperatura di riferimento di +40°C
- materassino in fibra di vetro densità non inferiore 25 kg/m3 resistenza al fuoco in classe 0
conducibilità termica non superiore a 0,037 W/m°C alla temperatura di riferimento di +40°C
- guaine a cellule chiuse, tipo per reti di acqua calda
adatte per l'impiego con fluidi con temperatura compresa tra +8°C e +100°C. Prodotte senza l'ausilio di fluoro, cloro o idrocarburi
densità non inferiore a 60 kg/m3 resistenza al fuoco in classe 1
conducibilità termica < 0,040 W/m°C alla temperatura media di riferimento di +40°C
- guaine a cellule chiuse, tipo per reti acqua refrigerata
adatte per l'impiego con fluidi con temperatura compresa tra ‐40°C e +100°C.
Prodotte senza l'ausilio di fluoro, cloro o idrocarburi densità non inferiore a 60 kg/m3
resistenza al fuoco in classe 1
conducibilità termica < 0,036 W/m°C alla temperatura media di riferimento di 0°C (< 0,040 W/m°C alla temperatura media di riferimento di +40°C)
resistenza alla diffusione del vapore acqueo > 7.000
- lastre a cellule chiuse, tipo per acqua refrigerata
adatte per l'impiego con fluidi con temperatura compresa tra ‐40°C e +100°C.
Prodotte senza l'ausilio di fluoro, cloro o idrocarburi densità non inferiore a 60 kg/m3
resistenza al fuoco in classe A1 e come prescritto nel D.M. 15 marzo 2005 “ requisiti di reazione al fuoco dei materiali da costruzione….”
conducibilità termica < 0,036 W/m°C alla temperatura media di riferimento di 0°C (< 0,040 W/m°C alla temperatura media di riferimento di +40°C)
resistenza alla diffusione del vapore acqueo > 7.000
1.2.4.2.3 Spessori di isolamento delle tubazioni convoglianti fluidi caldi
Gli spessori minimi dell'isolamento, per le tubazioni convoglianti fluidi caldi, devono essere quelli previsti nel Decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993, n.412: "Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del mantenimento dei
consumi di energia, in attuazione dell'art.4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n.10, allegato B", qui sotto integralmente riportato:
ISOLAMENTO DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE DEL CALORE NEGLI IMPIANTI TERMICI
Le tubazioni delle reti di distribuzione dei fluidi caldi in fase liquida o vapore degli impianti termici devono essere coibentate con materiale isolante il cui spessore minimo è fissato dalla seguente tabella in funzione del diametro della tubazione espresso in mm e della conduttività termica utile del materiale isolante espressa in W/m°C alla temperatura di 40°C.
Per valori di conduttività termica utile dell'isolante differenti da quelli indicati in tabella, i valori minimi dello spessore del materiale isolante sono ricavati per interpolazione lineare dei dati riportati nella tabella stessa.
I montanti verticali delle tubazioni devono essere posti al di qua dell'isolamento termico dell'involucro edilizio, verso l'interno del fabbricato ed i relativi spessori minimi dell'isolamento che risultano dalla tabella 1, vanno moltiplicati per 0,5.
Per tubazioni correnti entro strutture non affacciate né all'esterno né su locali non riscaldati gli spessori di cui alla tabella, vanno moltiplicati per 0,3.
Nel caso di tubazioni preisolate con materiali o sistemi isolanti eterogenei o quando non sia misurabile direttamente la conduttività termica del sistema, le modalità di installazione e i limiti di coibentazione sono fissati da norme tecniche UNI.
I canali dell'aria calda per la climatizzazione invernale posti in ambienti non riscaldati devono essere coibentati con uno spessore di isolante non inferiore agli spessori indicati nella precedente tabella per tubazioni di diametro esterno da 20 a 39 mm.
Qualora, negli altri elaborati di gara, siano previsti spessori superiori rispetto a quelli minimi di legge, dovranno essere adottati gli spessori maggiorati.
In ogni caso gli spessori sono relativi al solo materiale isolante, escludendo eventuali impermeabilizzazioni, protezioni esterne e simili.
1.2.4.2.6 Tecnologie di posa
La posa delle coppelle va eseguita a giunti sfalsati.
Sulle tubazioni convoglianti acqua calda o vapore le coppelle vanno legate con filo di ferro zincato.
Sulle tubazioni convoglianti acqua fredda o refrigerata le coppelle vanno legate con filo di ferro zincato ed i giunti stuccati con mastice di emulsione bituminosa.
Le guaine isolanti vanno poste in opera, dove possibile, infilandole sulla tubazione dall'estremità libera e facendole quindi scorrere sul tubo stesso. Nel caso in cui la posa in opera sopradescritta non sia possibile, si devono tagliare le guaine longitudinalmente, applicarle sulle tubazioni e saldare i due bordi. A giunzioni effettuate (sia trasversali che longitudinali) deve essere applicato sulle stesse del nastro adesivo.
I collanti, i nastri adesivi e qualsiasi altro materiale accessorio devono essere quelli raccomandati o quelli forniti dalla medesima casa costruttrice del materiale isolante.
Può essere richiesto di avvolgere le coppelle, a legatura avvenuta, con materiali di vario tipo come cartone ondulato, cartonfeltro bitumato, carta crespata politenata e simili.
Per le tubazioni convoglianti acqua fredda o refrigerata, ad esclusione di quelle isolate con guaine a cellule chiuse, deve essere realizzata una efficace barriera al vapore.
Questa deve essere ben aderente all'isolamento e non deve presentare soluzioni di continuità. Tale barriera può essere realizzata con cartonfeltro bitumato dal peso non inferiore a 500 g/mq oppure con guaine di PVC termosaldate.
E' ammesso realizzare la barriera vapore mediante applicazione, sulle coppelle, di uno strato di emulsione bituminosa (almeno due mani) armata con fibra di vetro.
Le tubazioni esposte agli agenti atmosferici o posate in luoghi particolarmente umidi (cunicoli e simili), vanno adeguatamente protette con strato impermeabilizzante posato al di sopra dell'isolamento termico. Tale strato può essere realizzato mediante avvolgimento con benda di mussolona catramata che deve avere lo spessore minimo di mm 5, oppure mediante l'impiego di PVC termosaldato di spessore non inferiore a mm 3, oppure ancora mediante benda mussolona e spalmatura di emulsione bituminosa ripetendo l'operazione due volte. Il rivestimento protettivo esterno deve essere adeguato al tipo di posa per conferire all'insieme dell'isolamento la necessaria robustezza meccanica.
Se è richiesta la protezione con lamierino metallico (rame, acciaio inossidabile, alluminio) questo deve avere lo spessore minimo di 0,6 mm ed essere bordato, e debitamente calandrato e sagomato in modo da ben adattarsi alle superfici sottostanti.
Tutte le connessioni longitudinali vanno sovrapposte e graffate a maschio e femmina e fissate con viti autofilettanti in acciaio inossidabile. Connessioni trasversali sovrapposte di almeno 25 mm pure fissate con viti autofilettanti in acciaio inossidabile.
Ove si presentino attacchi e sporgenze il rivestimento in lamierino va tagliato a sagoma e l'attacco protetto da mascherina metallica.
Il rivestimento con lamierino deve essere reso impermeabile inserendo nelle giunzioni longitudinali e trasversali, delle paste adesive del tipo permanentemente elastico (per es.: sigillante siliconico).
Se la protezione finale è in PVC, questa deve essere realizzata mediante posa, al di sopra dell'isolante termico, di un foglio autoavvolgente in PVC avente lo spessore minimo di mm 0,35, fissato con chiodi in plastica. Le testate vanno protette con mascherine di alluminio.
L'impermeabilizzazione della protezione esterna va eseguita con paste adesive di tipo permanentemente elastico come detto.
Se non diversamente indicato, saracinesche, valvole, ecc. delle reti acqua refrigerata, vapore, acqua surriscaldata, acqua fredda (per quest'ultima limitatamente all'installazione in centrali e sottocentrali), devono essere isolate con spessore dell'isolamento non inferiore a quello dei tubi che sono collegati ad esse.
L'isolamento termico di dette componenti va protetto con scatole metalliche opportunamente sagomate apribili mediante clips. Eventuali vuoti tra il materiale isolante incollato alle scatole e flange o valvole, vanno riempiti di fibra minerale sciolta, perfettamente costipata. In corrispondenza delle flangiature l'isolamento termico va interrotto per una lunghezza tale da consentire la posa dei bulloni (almeno 70 mm); il giunto va protetto con opportuna scatola.
Tutte le testate vanno protette con lamierini sagomati di opportuno spessore.
Nel caso di protezione esterna in lamierino metallico, per le tratte di una certa lunghezza (indicativamente 10,20 m, comunque in funzione della temperatura del fluido) vanno realizzati giunti di dilatazione di tipo telescopico per evitare deformazioni alla protezione stessa.
Il rivestimento isolante e l'eventuale barriera al vapore devono essere continui e cioè senza interruzioni in corrispondenza degli appoggi. Gli appoggi devono essere realizzati mediante interposizione di materiali avente funzione di taglio termico, quali:
- poliuretano ad alta densità
‐vetro cellulare espanso
- doghe di legno duro trattato con olio di antracene
- supporti particolari forniti dal produttore dell'isolante termico.
Tale accorgimento deve essere adottato anche per passaggi attraverso pareti, solette, ecc.. Per piccoli diametri e per brevi tratte (es.: collegamenti terminali di ventilconvettori e relativo valvolame) è consentito l'uso di nastro anticondensa.
L'isolamento termico deve essere eseguito curando anche l'aspetto estetico, ossia realizzando una buona cilindratura esterna, curando particolarmente la finitura dei pezzi speciali delle testate e simili.
L'isolamento termico dei serbatoi, degli scambiatori, vasi di espansione, separatori e componenti varie di una certa grandezza va eseguito con le stesse tecnologie sopra precisate ma ricorrendo a spessori e densità maggiori del coibente e a spessori maggiori dei materiali usati per la protezione.
Inoltre ogni 10 m devono essere dipinte delle frecce, lunghe 30 cm indicanti il senso di percorrenza del fluido. L'identificazione di più circuiti utilizzanti fluido ad eguali condizioni deve essere fatta con i relativi colori e con l'aggiunta di un numero romano.
Le tabelle dell'identificazione devono essere messe sotto vetro nelle centrali.
Devono essere effettuati eventuali ritocchi a fine lavori, per consegnare gli impianti in perfetto stato.
Art. 1.2.5 - VALVOLAME E COMPONENTI VARI
1.2.5.1 Note generali
Tutte le valvole, saracinesche, rubinetti e componenti vari devono essere adatti alle pressioni e temperature di esercizio nonché alla natura del fluido convogliato.
Qualora il diametro nominale del valvolame sia espresso in millimetri, gli attacchi si intendono flangiati; con diametro nominale espresso in pollici, gli attacchi si intendono filettati.
Tutto il materiale flangiato si intende completo di controflange, bulloni e guarnizioni.
Standard di qualità KSB CALEFFI, CAZZANIGA
1.2.5.2 Valvole a sfera
Da usare in questo appalto, solamente fino a DN40 (1”1/2), possono essere usate come organi di intercettazione per le reti di acqua fredda, calda, refrigerata, glicolata e, in opportuna versione, per reti gas.
Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati:
fino al DN 32:
passaggio totale;
pressione nominale PN 16, pressione e di impiego secondo UNI 1284;
corpo, premistoppa, stelo ed anello di fondo saranno totalmente in ottone OT 58 UNI 5705 fino a DN32 in ottone; sfera in ottone cromato a forte spessore;
guarnizione di tenuta sulla sfera in PTFE;
leva di comando in lega d'alluminio, plastificata, con boccola distanziatrice ove sia richiesta la coibentazione; attacchi a manicotto filettati gas femmina UNI 338;
temperatura max d'esercizio 100°C. oltre DN 32:
passaggio totale
pressione nominale PN 16, pressione e di impiego secondo UNI 1284; corpo e coperchio in acciaio ASTM A 105;
stelo in acciaio inox in esecuzione antisfilamento;
tenuta sullo stelo in PTFE con molle di registro automatico per assorbimento di variazione di temperatura; sfera in acciaio inox 304; guarnizione in PTFE a doppio incasso; leva di manovra in duralluminio plastificato. Le flange di collegamento saranno forate secondo norme UNI PN 10 e/o PN16.
Nel caso di impiego per reti gas, sull'asta va prevista la tenuta con anelli O‐Ring in VITON. Se espressamente richiesto, devono essere adottati attacchi flangiati unificati.
1.2.5.3 Valvole a farfalla
Da usare per diametri superiori al DN40. sono usate come organi di intercettazione per le reti di acqua fredda, calda, refrigerata, glicolata e, in opportuna versione, per reti gas ed impianto antincendio.
Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati:
- pressione nominale PN 10
- tipo wafer
- corpo e farfalla in ghisa
- guarnizione di tenuta in EPDM
- albero e sede di tenuta in acciaio inox
- comando a leva, con dispositivo di bloccaggio ed indice di apertura
- temperatura max d'esercizio 120°C.
Solo se espressamente richiesto negli altri elaborati, possono essere adottate varianti costruttive, tra loro variamente combinate, tra cui:
- pressione nominale PN 16
- tipo wafer semilug (possibilità di montaggio su singola flangia e distacco delle tubazioni a monte o a valle senza svuotare l'impianto)
- corpo e farfalla in ghisa sferoidale
- comando tramite volantino e demoltiplicatore ad ingranaggi. Nel caso di impiego per reti gas, la guarnizione di tenuta è in NBR.
1.2.5.4 Valvola di ritegno a flusso avviato
Sarà del tipo a molla, adatta per il funzionamento verticale ed orizzontale. Corpo e coperchio saranno in ghisa GG25. Il tappo sarà in acciaio inox fino a DN 150, in acciaio al carbonio con superficie di tenuta inox per i diametri superiori.
La tenuta sul tappo sarà in acciaio inox; la molla di chiusura in acciaio; le sedi in anello di acciaio inox rullato nel corpo; le guarnizioni in grafite pura. Le flange di collegamento saranno dimensionate e forate secondo norme UNI PN 10 e/o PN 16 con risalto UNI 2229.
1.2.5.5 Valvole a flusso avviato
Sono normalmente usate come organi di intercettazione e taratura per reti di acqua surriscaldata, nonché come organi di intercettazione per reti vapore.
Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati:
- pressione nominale PN 16
- corpo e coperchio in ghisa
- albero e sedi di tenuta in acciaio inox
- tipo esente da manutenzione, con soffietto di tenuta in acciaio inox
- premistoppa di sicurezza
- tappo con tenuta in PTFE (versione per sola intercettazione)
- otturatore sagomato con guarnizione in EPDM (versione per taratura)
- indicatore di apertura con dispositivo di bloccaggio (versione per taratura)
- attacchi flangiati unificati
- temperatura max d'esercizio 200°C (versione per la sola intercettazione) con mantenimento della PN 16, o 120°C (versione per taratura).
Solo se espressamente richiesto negli altri elaborati, possono essere adottate varianti costruttive quali: corpo e coperchio in ghisa sferoidale pressione nominale PN 25 (a 120°C) e PN20 a 200°C
1.2.5.6 Valvole servocomandate
Saranno del tipo a due o tre vie, a strozzamento, miscelatrici o deviatrici equipaggiate con motorizzazione elettromeccanica e avranno corpo in ghisa GG 25 con attacchi a flange piane forate secondo norme UNI PN 16; sede valvola, stelo ed otturatore in acciaio inox; superfici di tenuta metalliche.
Il premistoppa sarà in ottone con guarnizioni OR o in acciaio inox con guarnizioni in dischi di PTFE. I servomotori saranno del tipo elettromeccanico; avranno relè di posizionamento incorporato in combinazione con regolatori con segnale di uscita in continuo 2 ‐ 10 V; avranno possibilità di regolazione manuale per mezzo di pulsante a stelo del motore retratto. Il senso di azione sarà selezionabile tramite commutatore.
1.2.5.7 Valvole a tre vie miscelatrici modulanti
Idonee per eseguire una regolazione proporzionale, a due posizioni o flottante. Il corpo valvola sarà in ghisa GG22 con attacchi filettati secondo le norme DIN 259; il premistoppa, in teflon autoregolante, avrà perfetta tenuta; sede di otturatore saranno in cromo‐nichel.
Le valvole saranno del tipo bilanciato, complete di dispositivo di ritorno in posizione di riposo. La caratteristica di lavoro sarà lineare; la capacità di regolazione sarà tale da evitare salti di portata anche ad inizio corsa.
Il servocomando sarà di tipo magnetico esente da manutenzioni, senza organi intermedi di trasmissione del moto e di contatti e privo di attriti ed usure; esso sarà corredato di posizionatore manuale con possibilità di fissare i limiti di
corsa.
1.2.5.8 Valvole a sede inclinata e regolazione micrometrica.
Possono essere usate come organi di intercettazione e taratura per reti di acqua fredda, calda, refrigerata, glicolata. Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati:
- pressione nominale PN 16
- corpo valvola in bronzo
- sede inclinata con anello di tenuta otturatore in teflon
- otturatore con profilo atto ad una regolazione progressiva ed accurata
- dispositivo di preregolazione
- prese piezometriche per il rilievo della pressione differenziale, con anelli O‐Ring in EPDM
- attacchi a manicotto filettati gas femmina
- attacco filettato per lo scarico
- temperatura max d'esercizio 120°C.
Solo se espressamente richiesto negli altri elaborati, possono essere adottate varianti costruttive, tra loro variamente combinate, tra cui:
- corpo valvola in ghisa
- sede inclinata con tenuta in PTFE
- assenza delle prese piezometriche
- attacchi a flangia unificati
- assenza dell'attacco filettato per lo scarico.
1.2.5.9 Valvole di ritegno
1.2.5.9.1 Valvole di ritegno a disco
Sono il tipo da usare normalmente, salvo specifiche richieste alternative contenute negli altri elaborati. Caratteristiche costruttive, salvo particolari prescrizioni:
- pressione nominale PN 16
- corpo in ottone o in ghisa per diametri superiori al DN 100
- otturatore a disco in acciaio inox o a cono in ghisa per diametri superiori al DN 100
- molla in acciaio inox
- superfici di tenuta sul corpo e sull'otturatore lappate
- tenuta morbida in EPDM, per esercizio fino a 120°C, oppure in VITON fino a 200°C
- attacchi filettati nel caso di designazione del DN in pollici, oppure tipo wafer nel caso di designazione in millimetri
- temperatura max d'esercizio 120°C oppure 200°C a seconda del tipo di tenuta.
1.2.5.9.2 Valvole di ritegno a clapet
Sono da usare solo se espressamente richiesto negli altri elaborati.
Caratteristiche costruttive ove sia richiesta l'esecuzione in bronzo e salvo particolari prescrizioni:
- pressione nominale PN 10
- corpo in ottone
- battente in gomma dura
- attacchi a manicotto filettati femmina
- temperatura max d'esercizio 100°C
Caratteristiche costruttive ove sia richiesta l'esecuzione in ghisa e salvo particolari prescrizioni:
- pressione nominale PN 16
- corpo, coperchio e battente in ghisa
- sede di tenuta del corpo in ottone o bronzo
- anello di tenuta in gomma dura
- attacchi flangiati unificati
- temperatura max d'esercizio 100°C.
1.2.5.9.3 Valvole di ritegno a flusso avviato
Sono da usare solo se espressamente richiesto negli altri elaborati. Caratteristiche costruttive salvo particolari prescrizioni:
- corpo e coperchio in ghisa
- sede del corpo e tappo in acciaio inox
- molla in acciaio armonico
- attacchi flangiati unificati
- temperatura max d'esercizio 120°C
1.2.5.10 Filtri
Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: pressione nominale PN 16 tipo ad Y
qualora sia richiesta l'esecuzione flangiata, il corpo ed il coperchio sono in ghisa G20‐22 UNI 5007 qualora sia richiesta l'esecuzione filettata, corpo e tappo sono in bronzo
cestello filtrante estraibile in lamierino di acciaio inox 18/8 AISI 304 bulloni in acciaio al carbonio; guarnizioni in grafite pura;
attacchi flangiati e forati secondo norme UNI PN 10 e/o PN 16 con risalto UNI 2229. temperatura max d'esercizio 300°C se l'esecuzione è in ghisa e 120°C se in bronzo
pressione di prova e di impiego secondo le norme UNI 1284.
L'elemento filtrante, come già detto, sarà in lamiera di acciaio forata con fori di diametro inferiore a 0,6 mm, di spessore non inferiore a 0,5 mm, con una percentuale di vuoto/pieno non inferiore al 15%.
1.2.5.11 Xxxxxxxxx a maschio
Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati:
- pressione nominale PN 10
- tipo a 2 o, se richiesto, a 3 vie
- qualora sia richiesta l'esecuzione flangiata, sono in ghisa con maschio in bronzo
- qualora sia richiesta l'esecuzione filettata, sono completamente in bronzo
- tipo con premistoppa e vite spingimaschio se in ghisa o con premistoppa a calotta se in bronzo
- temperatura max d'esercizio a 120°C.
1.2.5.12 Giunti antivibranti
Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altre elaborati:
- pressione nominale PN 10
- corpo di gomma, cilindrico, in materiale di caucciù, elastico vulcanizzato, contenuto tra flange di acciaio
- temperatura max d'esercizio 100°C.
- Solo se espressamente richiesto negli altri elaborati, possono essere adottate varianti costruttive, tra cui:
- tipo con soffietto di acciaio legato e flange in gomma EPDM rinforzate con metallo, con gomma isolante tra soffietto e flange, temperatura max d'esercizio 140°C, PN 10
- tipo con canotto ad ondulazione sferica, in gomma rinforzata con fibre sintetiche, superficie esterna resistente all'invecchiamento, temperatura max d'esercizio 90°C, attacchi flangiati o filettati, PN 16.
1.2.5.13 Compensatori delle dilatazioni
Vanno adottati qualora le dilatazioni delle tubazioni non possano essere assorbite dalle curve o da configurazioni del tipo a lira.
Le spinte vanno scaricate sui punti fissi, con guide intermedie per permettere solo movimenti assiali ed impedire flessioni o disassamenti.
Il posizionamento dei punti fissi va concordato con la D.L., previa notifica delle sollecitazioni trasmesse alle strutture. Caratteristiche costruttive dei compensatori di dilatazione, se non diversamente indicato negli altri elaborati:
- pressione nominale PN 16
- tipo a soffietto a pareti ondulate multiple in acciaio inox AISI321
- movimento totale in funzione delle esigenze
- attacchi a flangia unificati
- temperatura max d'esercizio 300°C.
Solo su espressa richiesta può essere utilizzato il tipo con:
- canotto ad ondulazione sferica, in gomma rinforzata con fibre sintetiche e superficie esterna resistente all'invecchiamento
- attacchi unificati flangiati o filettati
- pressione d'esercizio PN 16
- temperatura max d'esercizio 90°C.
1.2.5.14 Sfoghi aria, drenaggi
1.2.5.14.1 Valvole di sfiato aria
Vanno previste nei punti alti delle reti ed in genere ovunque vi possa essere formazione di sacche d'aria. Per facilitare la separazione, possono essere corredate di proprio separatore. Qualora non conteggiate, si intendono comprese negli oneri di fornitura e posa in opera delle tubazioni.
Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati:
- esecuzione completamente metallica
- tipo automatico a galleggiante, con rubinetto manuale di intercettazione
- tappo igroscopico di sicurezza
- anello O‐Ring di tenuta tra corpo e coperchio onde consentire l'ispezionabilità.
1.2.5.14.2 Barilotti di sfiato
I barilotti di sfiato aria devono essere in tubo nero trafilato Ø 2", lunghezza 30 cm con attacchi Ø 3/8", completi di valvolina di sfiato automatico tipo "Jolly".
1.2.5.14.3 Gruppi di scarico
I gruppi di scarico reti e di sfiato aria, se montati all'esterno, devono essere racchiusi in apposita scatola in doppia lamiera con interposta lana minerale dello spessore di 50 mm.
1.2.5.14.5 Gruppi di drenaggio
I gruppi di drenaggio per reti di vapore devono essere costituiti da: scaricatore di condensa, filtro a cestello, indicatore di passaggio e tre valvole di intercettazione e by‐pass.
1.2.5.15 Manometri ed idrometri
I manometri e gli idrometri devono essere in scatola cromata a bagno di glicerina, Ø minimo 80 mm, del tipo a tubo di Xxxxxxx, ritarabile. La pressione di fondo scala deve essere compresa fra 1,5 e 2 volte il valore previsto per la grandezza da misurare.
Gli apparecchi devono essere completi di rubinetto a tre vie con flangetta di controllo e ricciolo antivibrante o di rubinetto tipo semplice. Xxxxxxxx e rubinetto in rame.
1.2.5.16 Termometri
I termometri devono essere a quadrante a dilatazione, con scatola cromata Ø minimo 80 mm. Devono avere i seguenti campi:
- 0° ÷ 120°C per l'acqua calda
- ‐10°C ÷ 40°C per l'acqua refrigerata
- 0° ÷ 80°C per l'acqua di torre
- 0° ÷ 200°C per l'acqua surriscaldata e vapore.
Devono consentire la lettura delle temperature con la precisione di 0,5°C per l'acqua fredda e di 1°C per gli altri fluidi. Devono essere marchiati CE o INAIL
1.2.5.17 Pompe
Secondo quanto precisato sul foglio dati le pompe dovranno essere adatte per funzionamento in centrale termica.
Le pompe dovranno essere di tipo a rotore bagnato ErP 2009/125/CE con requisiti imposti per la fase 2 o superiore (minimo ErP 2015)
Le pompe saranno progettate per servizio continuo a pieno carico (8000 ore/anno).
La portata di progetto, riferita alla girante montata, dovrà essere preferibilmente situata in prossimità del punto di massimo rendimento.
Le curve caratteristiche prevalenza‐portata dovranno risultare tali che la prevalenza sia sempre crescente al diminuire della portata, sino all'annullamento di questa. La prevalenza a mandata chiusa deve essere compresa tra il 110% ed il 120% della prevalenza richiesta con portata di progetto.
Valori al di fuori di detti limiti richiedono esplicita approvazione della Committente e saranno verificati nella prova di funzionamento d'officina senza tolleranza.
Quando sono previste due o più pompe in parallelo, le curve caratteristiche dovranno essere perfettamente uguali. Il numero di indice di cavitazione dovrà essere inferiore a 200.
Il valore di NPSH richiesto dovrà essere inferiore a quello disponibile calcolato considerando, nel caso delle pompe orizzontali, che la distanza tra piano di posa e mezzeria della girante sia di 40cm.
La pompa dovrà poter funzionare continuamente nel campo di portata 30‐100% di quella di progetto. Il funzionamento della pompa dovrà essere stabile dal 30% fino al 120% della portata di progetto
La velocità totale di vibrazione sui cuscinetti non dovrà superare i 5 mm/s a macchina nuova in collaudo e nel periodo di garanzia.
Le pompe dovranno avere velocità critiche torsionali e flessionali differenti di almeno il 20% dalle velocità di funzionamento continuo.
Caratteristiche costruttive
Gli spessori dei corpi e delle volute saranno previsti per la pressione minima di 10 bar in ogni caso maggiore ad 1,2 volte la pressione di progetto. Il sovraspessore di corrosione di almeno 1,5mm.
La pressione di progetto sarà < del 10% della pressione massima di esercizio a mandata chiusa alla velocità massima continua.
Le giranti saranno progettate per resistere alla massima velocità di rotazione.
Le flange di aspirazione dovranno essere atte a sopportare anche la pressione di prova idraulica della carcassa.
Le tenute verso l'esterno dovranno essere meccaniche di tipo idoneo al fluido trattato ed alle condizioni operative. La potenza nominale dovrà comunque essere non inferiore alla potenza assorbita dalla pompa.
La potenza assorbita dalla pompa dovrà essere calcolata nel punto di funzionamento richiesto nelle peggiori condizioni di esercizio previste.
I motori delle pompe monoblocco completi di giranti dovranno essere equilibrati staticamente e dinamicamente.
Il corpo pompa dovrà essere dotato di opportuni sfiati aria per il riempimento e drenaggi di diametro non inferiore a 1/2"
In tutte le pompe orizzontali e verticali in line deve essere possibile lo smontaggio di tutti gli organi rotanti, senza staccare le tubazioni di aspirazione e di mandata.
Le flange di aspirazione e di mandata delle pompe devono essere in grado di sopportare le forze esterne ed i momenti dovuti alla dilatazione o contrazione delle tubazioni di collegamento.
Materiali
Il costruttore potrà offrire pompe costruite con materiali diversi da quelli sottoelencati come variante e per poterne eseguire la fornitura dovrà ottenere l'approvazione scritta della Committente. In ogni caso la qualità dei materiali dovrà sempre essere certificata ed approvata dalla Committente in sede di ordine.
Ispezioni e collaudi Note generali
Il fornitore dovrà assicurare la propria assistenza all'esecuzione dei collaudi richiesti dalla Committente. Ispezioni e collaudi positivi non esonerano il costruttore dalle responsabilità assunte con l'ordine e con la presente. Le singole apparecchiature saranno fornite dotate di targhetta resistente alla corrosione e conforme alle specifiche ed alle norme applicate.
I collaudi e le prove seguenti potranno svolgersi indifferentemente in fabbrica o in opera.
Prove di funzionamento
Verranno controllate le prestazioni garantite, di portata, prevalenza e rendimento, nonché la pressione di mandata a
premente chiuso e verrà rilevata la curva caratteristica di ogni pompa.
La Committente potrà richiedere che, a proprie spese, venga effettuata da parte di Ente Ufficiale, la taratura degli strumenti usati al collaudo. Compatibilmente con le attrezzature della sala prove del costruttore, le pompe dovranno venire collaudate nelle condizioni più vicine possibile a quelle di esercizio.
Saranno ammesse le seguenti tollerante:
‐ portata: +5 ‐3%
‐ prevalenza: 0%
‐rendimento: 5% della potenza perduta (differenza tra potenza utile e potenza assorbita).
Nel caso in cui la differenza tra NPSH disponibile e NPSH richiesto si inferiore a 0,50 m sarà eseguita la prova dell'NPSH. Nessuna tolleranza sarà ammessa sul valore dell'NPSH alla portata di progetto indicata sul foglio dati. Durante le prove di collaudo il funzionamento meccanico delle pompe deve essere soddisfacente sotto tutti i punti di vista. Dovrà essere eseguito il controllo delle vibrazioni, del sistema di lubrificazione, etc. Il controllo delle vibrazioni dovrà essere effettuato alla portata e velocità di progetto della pompa ed in altre eventuali condizioni espressamente indicate dalla Committente. La temperatura dei supporti sarà misurata a regime e non dovrà essere superiore di 50 C rispetto alla temperatura ambiente.
1.2.5.18 Vasi di espansione e relativi accessori
Generalità
Per tutti i circuiti dovranno essere previsti vasi di espansione del tipo chiuso a membrana, che permettano la dilatazione dei fluidi scaldante e raffreddante, completi dei relativi accessori.
Vasi chiusi a membrana
I vasi di espansione a membrana dovranno essere costituiti in lamiera di acciaio di forte spessore; opportunamente rinforzati da costolature, dovranno contenere una membrana in materiale sintetico resistente alle alte temperature.
I vasi dovranno essere caricati di azoto alla pressione necessaria a seconda dell'altezza statica di colonna d'acqua. I vasi devono essere marchiati CE o collaudati INAIL.
1.2.5.19 Valvola di sicurezza
La valvola di sicurezza dovrà essere del tipo omologata INAIL. e dovrà essere montata sulle apparecchiature nella sua immediata vicinanza come risulta dagli schemi allegati.
1.2.5.21 Targhette indicatrici
Tutte le apparecchiature ed i relativi componenti singoli (caldaie, elettropompe, scambiatori di calore, sistemi di regolazione, valvole, ecc.) devono essere identificati con opportune targhette. Su tutte le tubazioni che fanno capo ai collettori vanno previste targhette fissate su piastrine complete di tondino a saldare sui tubi stessi. Le targhette, ben visibili ad occhio nudo ad una distanza di 3 m, devono essere in alluminio o plastica rigida, con diciture incise da definire con la D.L.. Il fissaggio deve essere fatto con viti.
Non sono ammesse targhette autoadesive di alcun genere.
Art. 1.2.6 - AUTOMAZIONE DEGLI IMPIANTI TERMOFLUIDICI
1.2.6.1 Prescrizioni generali
Tutte le apparecchiature provviste di componenti elettronici devono essere costruite nel rispetto della normativa CEI e marchiati CE.
Devono essere rispettate tutte le norme CEI, che stabiliscono le caratteristiche elettriche, meccaniche, fisiche, ecc. delle varie apparecchiature e materiali (tubi, contattori, strumenti, trasformatori, cassette, prese, ecc.).
Devono essere inoltre rispettate le prescrizioni contenute nella legge n. 37/08
I cavi impiegati devono essere di primaria marca, dotati di Marchio Italiano di Qualità IMQ e rispondere alle Norme Tecniche e costruttive stabilite dal CEI.
I conduttori devono essere in rame.
In particolare tutti i collegamenti tra le apparecchiature di controllo e tra le apparecchiature e gli elementi in campo vengono eseguiti con cavo non propagante l'incendio ed a bassa emissione di gas tossico e corrosivi.
1.2.6.2 Regolazione e controllo
Le necessità di regolare la temperatura di mandata dell’acqua sarà esercitata dal sistema di controllo elettronico, su segnalazione di sonde incorporate a bordo macchina o installate in ambiente, ovvero sulle canalizzazioni di mandata e ripresa, e dalle richieste dell’utente, fornite mediante comando a filo dedicato o telecomando.
I regolatori saranno del tipo per installazione su quadro elettrico con modulo DIN o a bordo macchina.
I regolatori saranno con logica tale da attuare convenientemente il tipo di controllo indicato sugli elaborati di progetto per i singoli punti di controllo.
1.2.6.3 Sonde
Sarà del tipo da immersione con guaina in acciaio inox munita di sensore di misura al silicio intercambiabile e protetto contro la corrosione con caratteristica tensione /resistenza lineare.
Xxxxx xx xxxxxx ‐00 +150 °C, pressione massima di esercizio 40 bar e temperatura ambiente in esercizio ‐ 10 +125°C.
Art. 1.2.7 - VERNICIATURA
Tutti i supporti, i profilati e le tubazioni in acciaio nero devono essere protetti, dopo spazzolatura, con due mani di vernice.
Nel caso di installazione in aree protette agli agenti atmosferici la vernice deve essere del tipo antiruggine a base di minio di olio fenolico. Le due mani di vernice devono essere di colore diverso.
Nel caso di installazione in aree esposte agli agenti atmosferici e dove non sia previsto qualsiasi tipo di protezione superficiale, la prima mano di vernice deve essere di tipo antiruggine su base di minio di olio fenolico; la seconda mano deve essere di tipo epossibituminoso.
Le canalizzazioni e le tubazioni in acciaio zincato nei tratti in vista e dove non ne sia previsto l'isolamento devono essere protette con verniciatura a smalto previo idoneo trattamento aggrappante.
Le tubazioni in acciaio nero nei tratti in vista e dove non sia previsto l'isolamento, oltre alla protezione di cui ai punti precedenti devono essere finite con verniciatura a smalto.
Qualora le verniciature e le protezioni di cui sopra siano state intaccate prima della consegna degli impianti dovranno essere ritoccate o rifatte.
Art. 1.2.7 - SUPPORTI E GIUNTI ANTIVIBRANTI APPARECCHIATURE
Tutte le apparecchiature con organi in movimento che possono causare delle vibrazioni devono essere provviste di supporti e giunti antivibranti.
In particolar modo quelle installate su solai (gruppi frigoriferi, torri di raffreddamento, unità di trattamento aria, elettroventilatori di estrazione, ecc.) devono essere montate su adeguati supporti antivibranti, ciascuno ben definito nelle sue caratteristiche fisiche e geometriche con apposita relazione di calcolo.
Tutte le apparecchiature che possono trasmettere vibrazioni vanno installate su supporti antivibranti del tipo a molla.
I connettori antivibranti sulle tubazioni devono essere in gomma telata rigida e se richiesto, del tipo a snodo con corpo elastico.
I giunti antivibranti da installare sui canali dell'aria devono essere in tela plastificata o, se richiesto, del tipo a cannocchiale con interposta guarnizione, per garantire la perfetta tenuta d'aria.
Art. 1.2.8 - APPARECCHIATURE
1.2.8.1 Boiler Tank in Tank
Norme, standard e prescrizioni
La progettazione, la costruzione ed il collaudo devono soddisfare, oltre la presente Specifica, anche le altre eventuali Specifiche, standard, prescrizioni e norme di volta in volta indicate nei diversi elaborati tecnici della Committente.
Delle norme e Specifiche si intende vada applicata l'ultima edizione delle seguenti norme:
‐ UNI per gli acciai, i tronchetti, le flange, i manicotti e le filettature; ‐ INAIL per la costruzione; Descrizione tecnica
Il boiler sarà realizzato in acciaio INOX del tipo Tank in Tank completo di attacchi per sonde, isolamento termico e rivestimento esterno e quant'altro occorrente per dare l'opera finita a regola d'arte.
I dati tecnici generali dovranno essere comunque garantiti. L'Appaltatore dovrà qualora lo ritenga necessario, aumentare quanto ritenuto opportuno, rispetto a quanto indicato nel presente progetto, in modo da garantire i dati tecnici generali richiesti.
1.3 - ADEGUAMENTI ANTISISMICI DEGLI IMPIANTI
Art. 1.3.1 - FINALITÀ
Gli interventi proposti sono finalizzati a mantenere al più alto grado possibile di efficienza l’intero sistema impiantistico onde garantire agli occupanti un elevato grado di sicurezza durante l’evento sismico e la possibilità di un utilizzo continuativo con sufficienti requisiti ambientali nei tempi successivi al terremoto.
L’impianto dovrà essere ancorato alle strutture portanti dell’edificio ed i relativi dispositivi di ancoraggio con i relativi bulloni dovranno essere dimensionati per resistere ad accelerazioni sismiche pari a 0,5 g in direzione orizzontale e 0,4 g in verticale agenti simultaneamente.
La Ditta esecutrice dovrà, sulla scorta delle caratteristiche proprie delle attrezzature selezionate (Centrali di Trattamento Aria, Pompe, Ventilatori, Serbatoi, Gruppi Frigoriferi, etc…) dimensionare costruttivamente e riportare i dettagli relativi agli ancoraggi con dimensioni e tipo dei bulloni eventualmente usati in ossequio alla Normativa Vigente. I calcoli di dettaglio dovranno essere approvati dalla Direzione Lavori.
Art. 1.3.2 - GENERALITÀ
Nella installazione delle attrezzature impiantistiche devono essere adottati, al minimo, i seguenti accorgimenti di carattere generale:
ancorare l’impianto (componenti, tubazioni, canalizzazioni) alle strutture portanti dell’edificio preservandolo da spostamenti relativi di grande entità durante il terremoto.
Assorbire i movimenti relativi delle varie parti dell’impianto (tubazioni, canalizzazioni ed apparecchiature) causate da deformazioni e/o movimenti strutturali senza rottura delle connessioni.
Adottare apparecchiature con certificazioni antisismiche. Evitare di montare gli impianti in modo eccessivamente rigido.
Evitare di attraversare, nei limiti del possibile, i giunti sismici predisposti nella struttura.
Evitare, in modo assoluto, di posizionare componenti, attrezzature e macchinari a cavallo di giunti sismici strutturali. Usare sospensioni a V lungo i tratti orizzontali delle tubazioni e canalizzazioni collegandosi unicamente ad un solo sistema strutturale.
Adottare per i macchinari particolari basamenti antivibranti.
Cercare, nei limiti del possibile, di collocare le apparecchiature posizionate sulla copertura lontano dal perimetro oltre che ancorarle in modo efficace.
Ove possibile ancorare le attrezzature al solaio.
Art. 1.3.3 - INSTALLAZIONE DI APPARECCHIATURE
Per i montaggi di attrezzature dotati di dispositivi per l’isolamento delle vibrazioni, quali ventilatori, motori compressori, etc., si rendono necessari angolari e/o barre tali da limitare il movimento e trasferire le forze sismiche direttamente al solaio così come rappresentato nei particolari di seguito riportati:
Montaggio di limitatori laterali e verticali del movimento intorno alla base delle attrezzature
Attrezzature isolate con tamponi antivibrazione o tramite spessori di neoprene ed ancorati al componente ed alla soletta non necessitano dei fermi
Per apparecchiature senza dispositivi di isolamento delle vibrazioni è necessario prevedere: Appoggi e sostegni di contenitori ed attrezzature devono essere progettati per resistere alle forze sismiche di progetto
Tutte le apparecchiature ed i contenitori da installare sul pavimento devono essere bullonati alla soletta Non usare tubi filettati come gambe di sostegno di componenti e contenitori
Attrezzature caratterizzate da altezze superiori a 2 m devono essere adeguatamente controventate ed ancorate a solette e muri strutturali
Prevedere controventature lungo tutti i lati per i componenti sospesi.
Art. 1.3.4 - TUBAZIONI
Per l’installazione delle tubazioni attenersi alle seguenti modalità:
Il distanziamento dei supporti deve essere effettuato adottando le massime distanze riportate nella seguente tabella:
I supporti devono essere collocati il più vicino possibile ai carichi concentrati (valvole, flange, etc..) nonché sui tratti dritti piuttosto che su gomiti e curve.
Non fissare le tubazioni rigidamente a parti diverse dell’edificio che possano muoversi in modo differente durante il terremoto (ad esempio muro/parete e tetto)
Alle tubazioni sospese deve essere lasciata una certa libertà di movimento ed i collegamenti ai terminali (componenti ed attrezzature) devono essere realizzati con giunti elastici.
Per eventuali attraversamenti di giunti sismici devono essere adottati giunti ad omega e/o tubazioni flessibili. Per tutte le tubazioni con diametro maggiore di 65 mm prevedere controventi sia longitudinali che trasversali Per gli attraversamenti di murature e solai prevedere manicotti generosi per consentire movimenti differenziali
Per le tubazioni di piccolo diametro (gas medicali) prevedere staffaggi ed ancoraggi.
Art. 1.3.5 - VARIE
Per gli impianti elettrici di supporto agli impianti meccanici attenersi alle prescrizioni contenute nel Capitolato di pertinenza (Impianti Elettrici & Speciali) con le seguenti caratteristiche minimali:
Ancorare all’edificio tutti i quadri di distribuzione ed i pannelli.
Evitare di attraversare giunti sismici. Evitare l’utilizzo di interruttori al mercurio.
CAPITOLO 2
NORME TECNICHE DI ESECUZIONE IMPIANTI ELETTRICI
2.1 - PRESCRIZIONI INTEGRATIVE GENERALI DI APPALTO
Art. 2.1.1 - ONERI DI CANTIERE
Sono a completo carico dell'Appaltatore tutti gli allacciamenti, approvvigionamenti, opere e relativi consumi per la conduzione del cantiere e l'esecuzione delle opere in appalto e i seguenti ulteriori oneri:
• smontaggio di eventuali apparecchiature installate provvisoriamente e rimontaggio secondo il progetto definitivo
• montaggio e rimontaggio di apparecchiature che, a giudizio insindacabile della D.L., possono compromettere la buona esecuzione di altri lavori in corso
• protezione mediante fasciature, copertura ecc. degli apparecchi e di tutte le parti degli impianti per difenderli da rotture, guasti, manomissioni ecc., in modo che a lavoro ultimato il materiale sia consegnato come nuovo
• pulizie interne ed esterne di tutte le apparecchiature, i componenti e le parti degli impianti, secondo le modalità prescritte dai costruttori, dalla D.L. o dalla migliore tecnica, prima della messa in funzione
• montaggio e smontaggio di tutte le apparecchiature che per l'esecuzione della verniciatura finale richiedessero una tale operazione
• fornitura e manutenzione in cantiere e nei locali ove si svolge il lavoro di quanto occorre per l'ordine e la sicurezza, come: cartelli di avviso, segnali di pericolo diurni e notturni, protezioni e quant'altro venisse particolarmente indicato dalla D.L. a scopo di sicurezza.
2.2 - IMPIANTI ELETTRICI
I materiali, gli apparecchi e la messa in opera degli impianti elettrici saranno conformi al progetto, alla normativa vigente ed a quanto disposto dal presente capitolato; in particolare, la posizione dei terminali utilizzatori (punti luce, punti presa per energia e segnale) dovrà rispettare quanto stabilito dalle prescrizioni indicate negli elaborati grafici redatti dal Professionista incaricato.
Tutti i materiali impiegati devono rispondere alle norme UNI, CEI, di prova e di accettazione, nonché alle altre norme e prescrizioni richiamate nel presente Capitolato.
Resta comunque stabilito che tutti i materiali, componenti e le loro parti, opere e manufatti, devono risultare rispondenti alle norme emanate dai vari organi, enti e associazioni che ne abbiano titolo, in vigore al momento dell'aggiudicazione dei lavori o che vengano emanate prima dell'ultimazione dei lavori stessi.
Ogni approvazione rilasciata dalla D.L.. non costituisce implicita autorizzazione in deroga alle norme facenti parte degli elaborati contrattuali, a meno che tale eventualità non venga espressamente citata e motivata negli atti approvativi.
L’accettazione delle marche e dei modelli delle apparecchiature e dei componenti da impiegare nell'esecuzione degli impianti in oggetto è eseguita dalla D.L. in base all'elenco prodotto dall’Appaltatore.
Le apparecchiature da impiegare per la realizzazione degli impianti che l'Appaltatore sottoporrà all’approvazione della D.L. dovranno rispondere agli standard di qualità stabiliti nelle specifiche di progetto.
La verifica del possesso dei requisiti di idoneità delle apparecchiature sarà effettuata, ad insindacabile giudizio, dalla D.L..
Le apparecchiature speciali, vanno sottoposte a prove/collaudi in fabbrica.
Controlli e verifiche sulle realizzazioni degli impianti verranno eseguite sia in corso d'opera che a lavori ultimati ed interesseranno parte degli impianti, in base alle effettive esigenze, o tutta la rete installata.
In ogni caso, fermo restando soddisfatte pienamente le prescrizioni di Norma vigenti, la qualità della messa in opera degli elementi facenti parte l’impianto e delle relative rifiniture dovrà essere di livello elevato e mai in
nessun caso dovrà avere aspetto finale incompleto.
Art. 2.2.1 - PRESCRIZIONI GENERALI
I conduttori saranno in rame elettrolitico di prima fusione; qualora, nello stesso impianto, venissero impiegati sia conduttori in rame che in alluminio, non dovranno esserci punti di contatto diretto fra i due metalli, salvo che con le apposite morsettiere, dovranno rispondere alle nuove diretive CPR.
I tubi di protezione sotto traccia e le canalizzazioni plastiche rigide dei cavi, a vista o in spazi nascosti, saranno realizzati con resine poliviniliche e avranno spessori adeguati, nonché adeguata resistenza allo schiacciamento e alla deformazione; diversamente, si dovranno applicare in opera delle protezioni aggiuntive contro azioni meccaniche di qualsiasi tipo sopra i tracciati delle canalizzazioni installate. Le canalizzazioni metalliche saranno staffate secondo i percorsi indicati negli elaborati di progetto e dovranno presentare adeguata resistenza meccanica alle sollecitazioni del peso dei cavi in esse contenuti.
Tutti gli interruttori avranno distanze di isolamento e contatti idonei alla tensione di esercizio, non dovranno essere soggetti a surriscaldamenti o deformazioni, essere di facile manovrabilità e con i dispositivi di sicurezza richiesti dagli elaborati di progetto.
Le valvole, le morsettiere, le cassette, i comandi e tutti gli altri organi di presa, controllo e comando dovranno essere facilmente individuabili e di immediata lettura od uso.
La tensione di alimentazione delle lampade ad incandescenza e degli apparecchi monofase non dovrà superare i 230 Volt, mentre per quelli trifase non si dovranno superare i 400 Volt.
I conduttori avranno, salvo altre prescrizioni, sezione non inferiore a:
- 1,5 mmq per i circuiti luce entro i cablaggi dei regolatori;
- 2,5 mmq per altri circuiti F.M. (singole utenze);
- 6,0 mmq per tutti i cablaggi entra-esci tra i corpi illuminanti e nei pozzetti di scambio/derivazione;
- 10,0 mmq per le linee dorsali;
- 16,0 mmq per le linee dorsali;
- 25,0 mmq per le linee dorsali;
- 70,0 mmq Per le linee dorsali principali;
Si avrà poi protezione minima di grado IP40-IP55-IP66 ove richiesto e la caduta di tensione massima ammessa sino all'utilizzo dovrà essere del 4% per tutti i circuiti luce e prese.
Sarà inoltre predisposta la completa messa a terra degli elementi costituenti l’impianto di illuminazione ordinaria e di emergenza, con esclusione di quegli elementi dell’impianto di illuminazione facenti parte della Classe II di isolamento.
L’impianto di terra sarà realizzato con una rete di conduttori totalmente separata, posati entro le tratte delle canalizzazioni a fianco delle linee di energia. Nei cavi multipolari, il Conduttore PE sarà assemblato con i cavi di Fase e Neutro.
Art. 2.2.2 - INSTALLAZIONE
Tutti i conduttori dell'impianto elettrico, anche se isolati, dovranno essere messi in opera (sia sottotraccia che in vista) in tubi di protezione in plastica o canalizzazioni in PVC o metalliche in Acciaio INOX o altro materiale eventualmente richiesto per le installazioni.
Il diametro interno dei tubi protettivi sarà comunque almeno 1,5 volte il diametro del cerchio circoscritto dal fascio di cavi contenuto e, comunque, mai inferiore a 20 mm.
Tutte le parti dell'impianto dovranno risultare chiaramente distinguibili (con colori e posizioni adeguate) e le separazioni richieste fra le varie reti saranno eseguite con l'esclusione di qualsiasi punto di contatto.
I cavi disposti nelle canalizzazioni di tipo FG16(O)M16 0,6/1 kV di tipo multipolare non dovranno essere soggetti a fenomeni di surriscaldamento o condensa e nessun elemento o parte di impianto elettrico, telefonico, televisivo, etc... estraneo all'impianto, dovrà trovarsi nei percorsi dei cavi di energia, ma essere collocato in scomparto esclusivo o in tubazione separata.
Negli edifici civili le giunzioni dei conduttori saranno eseguite con l'impiego di morsetti collocati in cassette o scatole di derivazione; nessun conduttore, cavo o altra parte dell'impianto elettrico potrà essere soggetto (o trasmettere) sollecitazioni meccaniche eccedenti il peso proprio.
Tutte le cassette e le scatole di derivazione saranno in superficie su parete, salvo altre prescrizioni; gli allacciamenti su apparecchi di particolare potenza saranno del tipo previsto dalle norme vigenti. Le altre modalità di posa previste, ove possibile, saranno esclusivamente di tipo incassato.
I quadri saranno posizionati in luoghi accessibili, mantenendo accuratamente una posizione non particolarmente esposta al pubblico. La loro esecuzione sarà di ottima fattura adottando ogni regola tecnica necessaria per la corretta installazione sul posto e realizzato con componentistica certificata CE e con almeno un marchio di qualità stampigliato.
2.2.2.1 LINEE DI ALIMENTAZIONE
Le giunzioni o derivazioni dovranno essere eseguite in scatole apposite lungo le canalizzazioni. Le scatole e i cavi installati dovranno essere facilmente riconoscibili, identificabili e ispezionabili.
2.2.2.2 LINEE ELETTRICHE
- Linee elettriche in cavo multipolare flessibile isolato in EPR con caratteristiche di non propagazione del fuoco (norme CEI 20-13, 20-22) con sigla di designazione FG16(O)M16 0,6/1 kV a bassissima emissione di gas tossici, da porre in opera incluso ogni onere di installazione su tubazione in vista, canalizzazione a vista o incassata, su canaletta, su passerella o graffettata, comprese, le scatole di derivazione, tutte le opere murarie necessarie con scassi e ripristini, le giunzioni ed i terminali; nei cavi quadripolari di sezione superiori a 25 mmq, se previsti, il quarto conduttore dovrà essere considerato di sezione comunque uguale a quelli di fase; di sezione inferiore in tutti gli altri casi, secondo quanto prescritto dalle norme CEI.
- Linee elettriche in cavo unipolare flessibile in PVC con caratteristiche di non propagazione del fuoco (norme CEI 20-13, 20-22) con sigla di designazione N07G9-K 450/750 V a bassissima emissione di gas tossici, da porre in opera sempre e comunque in modo segregato, incluso ogni onere di installazione su tubazione in vista, canalizzazione a vista o incassata, comprese le scatole di derivazione, tutte le opere murarie necessarie con scassi e ripristini, le giunzioni ed i terminali; sezioni 1,5-2,5-4,0-6,0-10,0-16,0 mmq per Fase, Neutro, Terra.
2.2.2.3 TUBAZIONI, SCATOLE, CANALI
- Tubazione metallica rigida tipo elios zincato, filettabile da porre in opera completa di tutti i fissaggi, giunzioni, curve, e collegamenti alle scatole di derivazione e con diametro esterno di 16-22-28-32-38-50 mm.
- Guaina metallica flessibile ricoperta in pvc autoestinguente da porre in opera completa di tutti i fissaggi, giunti non girevoli, curve, e collegamenti alle scatole di derivazione e con diametro interno di 12-15-20- 25 mm.
- Scatola di derivazione in silumin fuso con pareti chiuse IP55 con spessore minimo di mm. 2, da installare a vista o incasso e porre in opera completa di tutti i fissaggi, opere murarie e giunzioni, dimensioni interne assimilabili a mm. 90x90x50-130x105x50-155x130x55-180x155x70-240x205x80- 300x245x110-390x300x140.
- Scatola di derivazione in plastica di incasso da porre in opera completa di opere murarie per il fissaggio su forati o mattoni, coperchio a vista e collegamenti delle dimensioni di mm.92x92x45-118x96x50- 118x96x70-152x98x70-160x130x70-196x152x70-294x152x70-392x152x70.
- Scatola di derivazione stagna IP55 in pvc autoestinguente con pareti lisce o passacavi completa di raccordi installati in modo idoneo a garantire il grado di protezione da porre in opera in vista con fissaggi, collegamenti e giunzioni.
2.2.2.4 QUADRI ELETTRICI
I quadri in lamiera d'acciaio devono essere realizzati con intelaiatura di profilato in acciaio dello spessore di 30/10 mm e pannelli in lamiera di acciaio ribordata dello spessore di 20/10 mm e comunque sufficientemente robusta da sostenere le apparecchiature e da resistere alle sollecitazioni a cui sono sottoposti.
I quadri in materiale isolante sono costruiti secondo criteri di robustezza meccanica sia nell'intelaiatura che nelle parti mobili.
Esecuzione a parete oppure, ove necessario, a pavimento su opportuno basamento di ottima rifinitura. Particolare cura deve essere riservata nella chiusura delle feritoie per ingresso e uscita cavi che, a lavoro ultimato, devono essere chiuse per mantenere il grado di protezione prescritto per il quadro.
Sulle portine e sui pannelli apribili non vanno fissate apparecchiature. Fanno eccezione: strumenti di misura, selettori di comando, borchie di segnalazione luminosa, per i quali è ammesso il montaggio su detti pannelli o portine.
Sui Pannelli e sulle portine NON sono ammesse installazioni di pannellature estranee alle carpenterie dei quadri stessi, né alcun tipo di mascheratura che possa inficiare la visibilità degli apparecchi installati all’interno. Non sono ammesse coperture estetiche atte ad oscurare la visibilità degli apparecchi che dovranno essere sempre ben individuabili anche a porte chiuse, se dotate di finestrature in cristallo.
Il cristallo dovrà essere del tipo temperato, di sicurezza e anti‐scheggia.
I quadri dovranno essere chiusi su ogni lato perimetrale e superiormente e i pannelli perimetrali dovranno essere asportabili per mezzo di viti.
Sul fronte dei quadri devono essere posizionati:
• pulsanti, selettori, borchie di segnalazione
• manovre per interruttori con blocco porta o dispositivo similare.
Tutti i componenti elettrici dovranno essere facilmente accessibili da fronte mediante pannelli avvitati o incernierati.
La siglatura deve avvenire nel seguente modo:
• su ogni apparecchiatura
• su ogni cavo di cablaggio
• sui morsetti delle linee in uscita ed ingresso dalle morsettiere
• sul pannello frontale in corrispondenza dei pulsanti, selettori, apparecchi di manovra, ecc..
Nel caso ci siano motori a doppia velocità, i comandi e le segnalazioni devono essere doppi e deve essere riportato anche il comando per la scelta delle velocità.
Pulsanti e borchie di segnalazione sono di tipo modulare, quadrati o rettangolari, con identificazione del servizio inciso sulla calotta frontale o con targhette laterali con incisioni.
La posizione di pulsanti, selettori di comando, borchie, ecc., deve essere razionalmente studiata in base alla collocazione della relativa apparecchiatura controllata.
Le lampade di segnalazione possono essere sostituite dal retro e sono su portalampada a spina.
Si fa presente che l'azionamento delle macchine deve avvenire solo con selettori o pulsanti passo‐passo; non sono ammessi pulsanti marcia‐arresto.
Per ogni motore devono risultare le seguenti segnalazioni:
• luce rossa: macchina ferma
• luce verde: funzionamento
• giallo lampeggiante: termico scattato.
Il collegamento tra parti fisse e mobili deve essere realizzato con cavetto flessibile e particolare cura è riservata in corrispondenza della parte ruotante per evitare strappi o rotture. Si preferiscono morsetti componibili sia sulla parte fissa che su quella ruotante.
Tutte le apparecchiature vanno contrassegnate con targhette in plexiglass e dicitura incisa. Quelle sulla carpenteria sono fissate con viti.
Contattori, fusibili, trasformatori ausiliari, ecc. devono essere fissati ai pannelli in lamiera con viti MA.
Tutti i conduttori di collegamento devono essere dimensionati per la portata nominale delle apparecchiature. Vanno scelte sbarre di rame nude o corde isolate a seconda delle portate e delle necessità costruttive.
All'interno dovrà essere possibile un’agevole ispezionabilità ed una facile manutenzione. Le distanze, i dispositivi e le eventuali separazioni metalliche, dovranno impedire che interruzioni di elevate correnti di corto circuito o avarie notevoli possano interessare l'equipaggiamento elettrico montato in vani adiacenti.
I quadri e tutti i componenti di essi devono essere installati in modo tale da evitare reciproche influenze con altre
apparecchiature, che possono determinare declassamenti.
I conduttori devono essere adeguatamente fissati alla struttura del quadro in modo che il loro peso non gravi sulle apparecchiature e possano sopportare le elevate sollecitazioni elettrodinamiche delle correnti di corto circuito.
I conduttori vanno collegati alle apparecchiature con appositi capicorda a pressione.
Il capo di ogni conduttore fissato a morsetti o ad apparecchiature va numerato mediante anellino segna‐filo. Tutti i circuiti, sia di potenza che ausiliari che entrano od escono dal quadro devono far capo ad apposite morsettiere di tipo componibile, sezione adeguata, e con cartellini di numerazione.
Naturalmente, questi conduttori in arrivo e partenza devono essere saldamente ancorati con collari ad appositi profilati per evitare che il loro peso gravi sulle apparecchiature o sui morsetti terminali.
Tutti i conduttori devono essere contraddistinti alle due estremità da appositi anellini segna‐filo in plastica con idoneo porta‐cartellino. I collegamenti principali ed ausiliari devono essere riportati su apposita morsettiera numerata ed i morsetti devono essere di sezione adeguata ai conduttori.
Nei locali contenenti apparecchiature derivate da più di un quadro, la siglatura delle linee deve riportare, oltre al numero della linea, la sigla del quadro relativo.
Le sigle sui quadri vanno proposte dalla ditta e concordate con la D.L., comunque analoghe a quelle eventualmente già esistenti.
Tutti i segnali in arrivo da apparecchiature fuori quadro devono far capo a relé ausiliari con zoccolo in esecuzione estraibile e morsetti di collegamento anteriori.
I circuiti ausiliari di comando, segnalazione allarme e regolazione sono alimentati a 24 V c.a., tramite trasformatore.
I quadri si intendono sempre dotati di pulsante (o interruttore, a scelta della D.L.) per consentire la prova contemporanea di tutte le lampade di segnalazione esistenti sui quadri stessi. Sui quadri delle UTA od in quelli che alimentano UTA, deve essere predisposta in morsettiera la possibilità di effettuare l'arresto di tutti i ventilatori tramite un comando proveniente dalla centralina rilevamento incendio o dalle serrande tagliafuoco relative (dette linee sono escluse).
Ogni quadro deve essere predisposto in modo che al mancare ed al successivo ritorno della tensione di rete, le utenze prima alimentate possano riprendere in modo automatico il loro regolare funzionamento. In particolare, le utenze di potenza uguale o superiore a 10 HP devono essere dotate di opportuni ritardatori in modo che il loro reinserimento avvenga in sequenza.
Le apparecchiature installate dovranno essere riferite ai seguenti tipi:
- Interruttore automatico magnetotermico differenziale unipolare, bipolare, tripolare, tetra polare ordinario e auto-ripristinante, caratteristica “C”, potere di interruzione 16kA, conforme alle norme CEI 23-3, 17-5 (P2) compresa la quota di cablaggio, gli accessori da inserire all'interno del quadro, box metallico a chiusura, da porre in opera perfettamente funzionante.
- Interruttore automatico magnetotermico differenziale unipolare, bipolare, tripolare, tetra polare ordinario e auto-ripristinante, caratteristica “C”, potere di interruzione 10kA, conforme alle norme CEI 23-3, 17-5 (P2) compresa la quota di cablaggio, gli accessori da inserire all'interno del quadro, box metallico a chiusura, da porre in opera perfettamente funzionante.
- Interruttore automatico magnetotermico unipolare, bipolare, tripolare, tetrapolare, caratteristica “C”, potere di interruzione 10kA conforme alle norme CEI 23-3, 17-5 (P2) compresa la quota di cablaggio, gli accessori da inserire all'interno del quadro, box metallico a chiusura, da porre in opera perfettamente funzionante.
- Quadro elettrico a struttura modulare con grado di protezione minimo IP 43 o a struttura monoblocco con grado di protezione minimo IP 65, in plastica o lamiera, di spessore minimo 20/10, elettrosaldata e pressopiegata, verniciata a fuoco con polvere epossidica o con vernice nitromartellata, previo ciclo di sgrassatura e decappaggio. Il quadro a struttura metallica dovrà essere corredato di pannelli asportabili per manutenzione, portello finestrato con vetro infrangibile o di sicurezza resistente agli urti, incernierato e munito di serratura a chiave. All'interno dovranno essere installate tutte le carpenterie atte a mantenere le apparecchiature, nel pieno rispetto delle normative CEI, idonee al perfetto funzionamento; comprese le targhette pantografate da porre sotto ogni asola portainterruttori e lo
schema unifilare di dotazione.
2.3 - DISTRIBUZIONE CIRCUITI LUCE E PRESE E CIRCUITI SPECIALI
- Punto di alimentazione apparecchio utilizzatore fisso monofase da predisporre in apposita canalizzazione metallica staffata a superficie e da porre in opera con relativa linea dorsale di alimentazione; saranno eseguiti tutti i collegamenti elettrici necessari al funzionamento, comprese le scatole di derivazione e morsetti a mantello, conduttori del tipo FG16(O)M16 oppure FTG10(O)M1 0,6/1 kV con sezione minima sia per la fase che per la terra non inferiore a mmq. 1,5 in scatola portafrutto.
- PULSANTE DI SGANCIO DI EMERGENZA. Fornitura e Posa in Opera di Sistema di Sgancio a Lancio di Corrente per la messa fuori Tensione dell'Impianto Elettrico dell'Area Camera Bianca, costituito essenzialmente da: Quota parte cavo elettrico 2x1,5 mmq iin cavo tipo FG16(O)M16, 0,6/1kV da installarsi internamente ad apposita canalizzazione in parete, per una lunghezza complessiva stimata di metri 15; elemento di comando a pulsante FUNGO o a rottura di vetro con martelletto, a seconda delle esigenze, completo di scatola in resina plastica; cartello di identificazione da applicarsi accanto al comando, Quota parte canalizzazione in tubazione predisposta entro parete per una lunghezza stimata di metri 15, scatole di derivazione, accessori, cablaggi elettrici completi, morsetti e quant'altro occorrente per dare l'opera finita e pronta all'uso secondo la regola dell'Arte.
- Punto di alimentazione apparecchio utilizzatore fisso trifase da predisporre in apposita canalizzazione metallica staffata a superficie e da porre in opera con relativa linea dorsale di alimentazione; saranno eseguiti tutti i collegamenti elettrici necessari al funzionamento, comprese le scatole di derivazione e morsetti a mantello, conduttori del tipo FG16(O)M16 0,6/1 kV con sezione minima sia per la fase che per la terra non inferiore a mmq. 2,5 in scatola portafrutto.
Art. 2.3.1 - TUBAZIONI PER IMPIANTI ELETTRICI
Le tubazioni per impianti elettrici saranno conformi alle specifiche della normativa vigente in materia ed avranno le caratteristiche indicate dettagliatamente nelle descrizioni delle opere relative; i materiali utilizzati per le canalizzazioni elettriche saranno, comunque, dei tipi seguenti:
a) Tubazione metallica rigida tipo elios zincato, filettabile, adatta per esterni;
b) Guaina metallica flessibile ricoperta in PVC autoestinguente, per esterni;
c) Canalizzazione Metallica in Acciaio INOX mm 200x80 e mm 100x50.
2.4 - LAVORAZIONI ELETTRICHE
- SETUP E START-UP ELETTRICO IMPIANTI. Procedura di Setup e Avviamento Impianti interni all'area oggetto di intervento, allo scopo di rendere conforme alle specifiche di progetto le funzionalità delle apparecchiature, consistente essenzialmente in Prova di Comunicazione BUS e Sistemi di Telegestione, Tarature delle protezioni, nonché verifica della corretta equipotenzialità delle masse all'impianto di Terra. Il tutto secondo quanto occorrente per rendere l'opera finita, pronta all'uso alla regola dell'arte.
2.5 - MARCATURE CE E IMQ
Tutte le apparecchiature elettriche saranno unicamente contrassegnate, secondo quanto applicabile, dal marchio CE, CEI, IMQ.
2.6 - VERIFICHE E PROVE
Le tipologie di verifiche e prove da prevedere sono le seguenti:
‐ verifiche in officina
‐ prove in fabbrica
‐ verifiche e prove in xxxxx x'xxxxx
‐ xxxxx a punto e taratura verifiche e prove definitive.
2.7 - TARATURE E COLLAUDI
Devono essere effettuate le operazioni di taratura, regolazione e messa a punto di ogni parte dell'impianto. Sarà compito dell'Appaltatore:
• eseguire i collaudi ordinati dalla D.L.;
• eseguire tutte le prove e collaudi previsti nel presente Capitolato. L'Appaltatore deve informare per iscritto la D.L., con almeno una settimana di anticipo, quando l'impianto è predisposto per le prove in corso d'opera e per le prove di funzionamento;
• sostenere le spese per i collaudi provvisori e definitivi, restando escluso solo l'onorario per il Collaudatore ufficiale;
• sostenere le spese per il Collaudatore qualora i collaudi si dovessero ripetere per esito negativo;
• mettere a disposizione della D.L. gli apparecchi e gli strumenti di misura e controllo e la necessaria mano d'opera per le misure e le verifiche in corso d'opera ed in fase di collaudo dei lavori eseguiti.
Elenco strumenti indispensabili (avente solo carattere indicativo, non esaustivo):
- multimetro;
- multimetro a pinza;
- misuratore di resistenza di terra;
- misuratore di impedenza dell’anello di guasto;
- apparecchio di prova della continuità elettrica;
- apparecchio di prova degli interruttori differenziali;
- luxmetro.
I suddetti strumenti di misura devono essere corredati dei relativi certificati di taratura.
2.8 - DOCUMENTAZIONI FINALI E CERTIFICATI DI CONFORMITA’
I disegni consegnati per l'appalto e gli altri che si renderanno necessari in fase costruttiva per la realizzazione degli impianti, devono essere mantenuti perfettamente aggiornati durante la fase delle lavorazioni, in modo che al termine dei lavori sia possibile redigere gli elaborati "As Built" con estrema precisione, con sigle e formati unificati, ecc. secondo le indicazioni della D.L.. Essi faranno parte integrante della documentazione finale. Questo onere di carattere generale è a carico dell'Appaltatore e deve essere compreso in tutti i singoli prezzi unitari che concorrono a formare il prezzo globale. In tale onere va compresa anche la consegna finale, entro pesanti cartelle in plastica, delle copie richieste negli elaborati di appalto (siano esse copie cartacee oppure supporti informatici).
L'installatore dell'impianto, a conclusione lavori, rilascerà la dichiarazione di conformità ai sensi del decreto n. 37 del 22 Gennaio 2008.
Oltre agli elaborati “As Built” redatti come sopra indicato, la Dichiarazione sarà accompagnata anche dalla seguente ulteriore documentazione:
• Relazione con la tipologia degli apparecchi e dei materiali impiegati;
• Copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico professionali dell’installatore.
2.9 - GARANZIA
Durante il periodo di garanzia, che decorre dalla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio fino all’approvazione dello stesso come stabilito nel contratto di appalto, l'Appaltatore ha l'obbligo di garantire tutti gli impianti, sia per la qualità dei materiali, sia per il montaggio, sia infine per il regolare funzionamento, dalla data del Certificato di collaudo provvisorio.
L'Appaltatore deve riparare tempestivamente a sue spese i guasti e le imperfezioni che si verificassero negli impianti per effetto della non buona qualità dei materiali e per difetti di montaggio o funzionamento, escluse soltanto le riparazioni dei danni che, a giudizio dell'E.A., non possano attribuirsi all'ordinario esercizio dell'impianto, ma ad evidente imperizia o negligenza del personale che ne fa uso o a normale usura. Pertanto, se durante il periodo di garanzia, si verificasse un'avaria la cui riparazione fosse di spettanza dell'Appaltatore, oppure che le prestazioni degli impianti non mantenessero la rispondenza alle prescrizioni contrattuali, viene redatto dall'E.A. un Verbale di Avaria circostanziato che verrà notificato all'Appaltatore stesso.
Se l'Appaltatore non provvedesse alla riparazione nel termine impostogli dalla E.A., l'avaria verrà riparata o le prestazioni verranno ristabilite d'ufficio a spese dell'Appaltatore stesso.
Il termine di garanzia relativo alle apparecchiature riparate o interessate alla mancata rispondenza od a quelle parti che ne dipendano, viene prolungato per una durata pari al periodo in cui gli impianti non possono essere usati, comunque non superiore al periodo di garanzia.
Con la firma del contratto l'Appaltatore riconosce inoltre essere a proprio carico anche il risarcimento all'E.A. di tutti i danni diretti che potessero essere causati da guasti o anomalie funzionali degli impianti fino alla fine del periodo di garanzia.
2.10 - ADDESTRAMENTO
Prima della consegna finale ed in ogni caso prima del Collaudo, l'Appaltatore deve addestrare il personale dell'E.A. all'esercizio ed alla manutenzione degli impianti.
Sommario
1.1 ‐ PRESCRIZIONI INTEGRATIVE GENERALI DI APPALTO 1
Art. 1.1.1 ‐ NOTE GENERALI 1
Art. 1.1.2 ‐ LEGGI, NORME E REGOLAMENTI 1
Art. 1.1.3 ‐ CRITERI DI VALUTAZIONE DELLA FORNITURA 2
Art. 1.1.4 ‐ OPERE DI ASSISTENZA MURARIA 3
Art. 1.1.5 ‐ ATTRAVERSAMENTI 3
Art. 1.1.6 ‐ RUMORE E VIBRAZIONI DELLE APPARECCHIATURE 3
Art. 1.1.7 ‐ CORRISPONDENZA PROGETTO‐ESECUZIONE 3
Art. 1.1.8 ‐ IDENTIFICAZIONE DELLE APPARECCHIATURE 4
Art. 1.1.9 ‐ OBBLIGHI ED ONERI DELL'APPALTATORE 4
1.1.9.1 NOTE GENERALI 4
1.1.9.2 ONERI DI CANTIERE 4
1.1.9.3 MONTAGGI APPARECCHIATURE 4
1.1.9.4 MESSA IN OPERA 5
1.1.9.5 DISEGNI DI CANTIERE 5
1.1.9.6 PARTICOLARI COSTRUTTIVI 6
1.1.9.7 DOCUMENTAZIONE PER PRATICHE BUROCRATICHE 6
1.1.9.8 DOCUMENTAZIONE FINALE 6
1.1.9.8.1 Note Generali 6
1.1.9.8.2 Disegni finali 6
1.1.9.8.3 Manuali d'uso e manutenzione 7
1.1.9.8.4 Schemi 7
1.1.9.8.5 Liste ricambi, materiali di consumo ed attrezzi 7
1.1.9.8.6 Nulla osta 7
1.1.9.8.7 Dichiarazione di conformità 7
1.1.9.8.8 Tarature, prove e collaudi 7
1.1.9.8.9 Buone regole dell'arte 8
2.1.9.9 SCELTA ED APPROVAZIONE DEI MATERIALI 8
1.1.9.9.1 Qualità e provenienza dei materiali 8
1.1.9.9.2 Marche e modelli 8
1.1.9.9.3 Standard di Qualità 9
1.1.9.9.4 Collaudi in fabbrica 9
1.1.9.9.5 Materiali in cantiere 9
1.1.9.9.6 Opere da ricoprire 9
1.1.9.10 VERIFICHE E PROVE DA PREVEDERE 9
1.1.9.10.1 Note generali 9
1.1.9.10.2 Consistenza delle verifiche e prove preliminari 9
1.1.9.10.2.1 Note generali 9
1.1.9.10.2.2 Verifiche in officina e prove in fabbrica 10
1.1.9.10.2.3 Periodo di messa a punto e taratura 10
1.1.9.10.2.4 Verifiche e prove in corso d’opera 10
1.1.9.10.2.4.1 Note generali 10
1.1.9.10.3 Consistenza delle verifiche e prove definitive 11
1.1.9.10.3.1 Note generali 11
1.1.9.10.3.2 Note conclusive 11
1.1.9.11 COLLAUDO E CONSEGNA DEFINITIVA DEGLI IMPIANTI 12
1.1.9.12 GARANZIA 12
1.2 ‐ SPECIFICHE TECNICHE 12
Art. 1.2.1 ‐ NOTE GENERALI 12
Art. 1.2.2 ‐ BASAMENTI DELLE APPARECCHIATURE 12
Art. 1.2.3 ‐ TUBAZIONI 13
1.2.3.1 Tubazioni in acciaio 13
1.2.3.1.1 Tubazioni in acciaio nero 13
1.2.3.1.2 Tubazioni in acciaio zincato 13
1.2.3.1.3 Tubazioni in acciaio inossidabile 13
1.2.3.2 Prescrizioni comuni 13
1.2.3.2.1 Prescrizioni per la fornitura 13
1.2.3.2.2 Prescrizioni per il montaggio 13
1.2.3.2.4 Staffaggi e supporti 15
1.2.3.2.5 Verniciatura 16
1.2.3.2.6 Continuità elettrica 17
1.2.3.3 Note finali 17
1.2.3.4 Tubazioni in PP‐R per linee in pressione circuiti aperti acqua sanitaria calda e fredda 18
1.2.3.5 Tubazioni in rame 19
Art. 1.2.4 ‐ RIVESTIMENTO ISOLANTE 19
1.2.4.1 Caratteristiche generali 19
1.2.4.2 Tubazioni 20
1.2.4.2.1 Note generali 20
1.2.4.2.2 Materiali isolanti 20
1.2.4.2.3 Spessori di isolamento delle tubazioni convoglianti fluidi caldi 20
1.2.4.2.6 Tecnologie di posa 21
Art. 1.2.5 ‐ VALVOLAME E COMPONENTI VARI 23
1.2.5.1 Note generali 23
1.2.5.2 Valvole a sfera 23
1.2.5.3 Valvole a farfalla 23
1.2.5.4 Valvola di ritegno a flusso avviato 24
1.2.5.5 Valvole a flusso avviato 24
1.2.5.6 Valvole servocomandate 24
1.2.5.7 Valvole a tre vie miscelatrici modulanti 24
1.2.5.8 Valvole a sede inclinata e regolazione micrometrica. 25
1.2.5.9 Valvole di ritegno 25
1.2.5.9.1 Valvole di ritegno a disco 25
1.2.5.9.2 Valvole di ritegno a clapet 25
1.2.5.9.3 Valvole di ritegno a flusso avviato 26
1.2.5.10 Filtri 26
1.2.5.11 Xxxxxxxxx a maschio 26
1.2.5.12 Giunti antivibranti 26
1.2.5.13 Compensatori delledilatazioni 26
1.2.5.14 Sfoghi aria, drenaggi 27
1.2.5.14.1 Valvole di sfiato aria 27
1.2.5.14.2 Barilotti di sfiato 27
1.2.5.14.3 Gruppi di scarico 27
1.2.5.14.5 Gruppi di drenaggio 27
1.2.5.15 Manometri ed idrometri 27
1.2.5.16 Termometri 27
1.2.5.17 Pompe 27
1.2.5.18 Vasi di espansione e relativi accessori 29
1.2.5.19 Valvola di sicurezza 29
1.2.5.21 Targhetteindicatrici 29
Art. 1.2.6 ‐ XXXXXXXXXXX XXXXX XXXXXXXX XXXXXXXXXXXXX 00
1.2.6.1 Prescrizionigenerali 29
1.2.6.2 Regolazione e controllo 30
1.2.6.3 Sonde 30
Art. 1.2.7 ‐ VERNICIATURA 30
Art. 1.2.7 ‐ SUPPORTI E GIUNTI ANTIVIBRANTI APPARECCHIATURE 30
Art. 1.2.8 ‐ APPARECCHIATURE 31
1.2.8.1 Boiler Tank in Tank 31
1.3 ‐ ADEGUAMENTI ANTISISMICI DEGLI IMPIANTI 31
Art. 1.3.1 ‐ FINALITÀ 31
Art. 1.3.2 ‐ GENERALITÀ 31
Art. 1.3.3 ‐ INSTALLAZIONE DI APPARECCHIATURE 32
Art. 1.3.4 ‐ TUBAZIONI 32
Art. 1.3.5 ‐ VARIE 32
2.1 ‐ PRESCRIZIONI INTEGRATIVE GENERALI DI APPALTO 34
Art. 2.1.1 ‐ ONERI DI CANTIERE 34
2.2 ‐ IMPIANTI ELETTRICI 34
Art. 2.2.1 ‐ PRESCRIZIONI GENERALI 35
Art. 2.2.2 ‐ INSTALLAZIONE 35
2.2.2.1 LINEE DI ALIMENTAZIONE 36
2.2.2.2 LINEE ELETTRICHE 36
2.2.2.3 TUBAZIONI, SCATOLE, CANALI 36
2.2.2.4 QUADRI ELETTRICI 36
2.3 ‐ DISTRIBUZIONE CIRCUITI LUCE E PRESE E CIRCUITI SPECIALI 39
Art. 2.3.1 ‐ TUBAZIONI PER IMPIANTI ELETTRICI 39
2.4 ‐ LAVORAZIONI ELETTRICHE 39
2.5 ‐ MARCATURE CE E IMQ 39
2.6 ‐ VERIFICHE E PROVE 40
2.7 ‐ TARATURE E COLLAUDI 40
2.8 ‐ DOCUMENTAZIONI FINALI E CERTIFICATI DI CONFORMITA’ 40
2.9 ‐ GARANZIA 41
2.10 ‐ ADDESTRAMENTO 41