Banco Bpm, nuovo contratto di lavoro - Il Banco Bpm ridisegna i ruoli dei 24mila addetti.
Banco Bpm, nuovo contratto di lavoro - Il Banco Bpm ridisegna i ruoli dei 24mila addetti.
Anno nuovo, integrativo nuovo. Moderno, semplice, utile. Al Banco Bpm, da ieri, è entrato in vigore il nuovo contratto che riguarda tutti i 24mila lavoratori. Oltre al riconoscimento di un premio aziendale di 700 euro, fruibile cash o anche in welfare, e di ulteriori 150 euro fruibili solo in servizi di welfare, l'accordo siglato con Fabi, First, Fisac, Uilca, Unisin Falcri Silcea e Sinfub ridisegna le figure professionali e i ruoli. Come si legge nell'accordo, ferma restando la piena applicazione delle disposizioni di legge e del contratto nazionale vigente. Applicazione che nei gruppi è sempre più rivista con specifici accordi aziendali e che Abi e i sindacati si erano ripromessi di rivedere nell'ultimo contratto nazionale, demandando il tutto a un cantiere che ancora non è partito.
Al Banco Bpm, come spiega il condirettore generale Xxxxxxxxx Xxxxxx, «abbiamo definito nel nuovo contratto di secondo livello le norme applicabili alle nuove figure professionali previste dal nuovo modello della rete commerciale dal modello distributivo che ha previsto una generale riconfigurazione territoriale e del servizio alla clientela». Il modello ruota attorno a una nuova segmentazione della clientela attraverso l'accentramento presso le filiali della clientela privati, personal, business e imprese con fatturato fino a 75 milioni di euro, la valorizzazione dei controlli di primo livello presso le filiali hub e indipendenti, l'innovazione degli attuali modelli di presidio delle filiali retail e della clientela, gli elevati livelli di servizio ed efficienza operativa nella concessione del credito e, infine, l'innovazione nel modello di servizio alle imprese attraverso centri corporate (oltre 75 milioni di euro) sul territorio con servizi e gestori dedicati.
Con il nuovo modello arrivano l'addetto alle imprese, che supporta il gestore imprese attraverso lo svolgimento di attività di tipo amministrativo, e l'addetto corporate, il gestore di clienti che gestisce portafogli privati, personal, business, imprese. Arrivano poi i deliberanti crediti in direzione territoriale che valuteranno il merito creditizio delle pratiche provenienti dalle filiali e delibereranno affidamenti nell'ambito dei poteri ad esse delegati. Ci sono poi i preposti di filiale che nelle cosiddette spoke hanno la responsabilità dell'attività commerciale e non creditizia e operativa, il referente controlli presso le filiali hub e indipendenti, il referente commerciale e il responsabile coordinamento privati e imprese. Ad ognuno di questi ruoli corrisponde un livello inquadramentale e un'indennità che però potrà cessare qualora il lavoratore venga adibito ad altro ruolo o attività. Per entrare nel ruolo servirà molta formazione e proprio per questo l'accordo «valorizza il ruolo della formazione e i controlli di primo livello - dice Poloni - la formazione, l'aggiornamento professionale e lo sviluppo delle competenze costituiscono un fattore fondamentale e strategico affinché i lavoratori possano ricoprire in modo ottimale il ruolo assegnato».
Nel piano industriale Banco Bpm era già stata data un'indicazione di 100mila giornate di formazione per il 2017, il 2018 e il 2019. Se nel 2017 gran parte della formazione è stata dedicata all'aggiornamento professionale e all'integrazione informatica, da quest'anno verrà invece dedicata alle figure professionali e ai nuovi ruoli.
Infine «con l'accordo si disciplina in maniera univoca all'interno del gruppo anche il tema della mobilità», dice Xxxxxx. Il nuovo modello «non richiede maggiore mobilità territoriale rispetto ai modelli precedentemente adottati dai due gruppi», spiega il manager. A questo si aggiunga - continua - che
«si sta ponendo grande attenzione allo sviluppo tecnologico e alla modalità di svolgimento della prestazione che renderanno sempre meno necessario dover muovere le persone. Portare il lavoro dalle persone ridurrà i disagi della mobilità e consentirà anche di ridurre i costi».
Tra innovazione, tecnologia e mobilità si muove anche la sperimentazione dello smart working che verrà avviata nei prossimi giorni e «che rappresenta uno strumento con cui il gruppo intende andare incontro alle esigenze di conciliazione vita lavoro dei colleghi - osserva Poloni - e fare in modo che possano essere svolte anche da casa le attività che possono essere gestite non dalla classica postazione in ufficio».