VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
V 01. RAPPORTO AMBIENTALE
V 01
Comune di Abbasanta |
Comune di Norbello |
PIANO URBANISTICO INTERCOMUNALE |
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA |
Il Tecnico incaricato |
Dott. Xxx. Xxxxxxx Xxxxxx |
Settembre 2020 |
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1 UFFICIO DEL PIANO COMUNALE E LE FASI DI FORMAZIONE 5
1.1 Quadro normativo di riferimento 8
1.1.1 Il contesto comunitario: la direttiva 2001/42/CE 8
1.1.2 Il contesto nazionale: i decreti legislativi 16 gennaio 2008, n. 4 e 128/2010 9
1.1.3 Il contesto regionale in materia di valutazione degli impatti ambientali 9
1.2 Finalità e struttura del Rapporto Ambientale 11
2. CARATTERISTICHE E CONTENUTI DEL PIANO URBANISTICO INTERCOMUNALE 123
2.1 L’adeguamento del PUI al Piano Paesaggistico Regionale 12
2.2 Obiettivi generali e interventi strategici del PUI 14
2.3 Contesto e caratteri del Piano Urbanistico InterComunale 15
2.4 Obiettivi specifici del Piano Urbanistico InterComunale 15
3. IMPOSTAZIONE PROCEDURALE E METODOLOGICA DELLA VAS 18
3.1 Descrizione delle fasi della VAS 18
3.1.1 Mappatura degli interlocutori 18
3.1.2 Risultati della fase di Scoping 20
3.1.3 Analisi di coerenza esterna 21
3.1.5 Individuazione degli obiettivi di protezione ambientale e valutazione degli effetti ambientali del PUI 22
3.1.6 Progettazione del sistema di monitoraggio del PUI 23
3.1.7 Partecipazione, consultazione e comunicazione 24
4. CONTESTO DI RIFERIMENTO DEL PUI DEI COMUNI ABBASANTA E NORBELLO 25
4.2 Contesto ambientale e territoriale di riferimento 26
4.2.1 Unità di paesaggio locale 27
4.2.2 ANALISI SWOT (Supporto alle scelte) 29
Unità di Paesaggio locale - Vallata di Chenale 31
Unità di Paesaggio locale- Sant’Xxxxxxxx e località limitrofe 32
Unità di Paesaggio locale - Sant’Xxxxxxx 33
Unità di Paesaggio locale - Sa Paule de S’Istoia 34
4.3.1 Schede monografiche per l'analisi delle componenti antropiche e ambientali 36
Indicatore: Qualità dell’aria 36
Indicatore: Acqua e reti idrologiche 40
Indicatore: Biodiversità, habitat, flora e fauna 51
Indicatore: Paesaggio e assetto storico culturale 66
Indicatore: Sistema insediativo 75
Indicatore: Sistema economico produttivo ed agricolo 81
5. VALUTAZIONE DI COERENZA E DEI POTENZIALI EFFETTI AMBIENTALI DEL PUI 97
5.1 Verifica di coerenza del PUI rispetto ad altri piani/programmi pertinenti (verifica di coerenza esterna) 97
5.1.1 Piano Paesaggistico Regionale - Primo ambito omogeneo; 98
5.1.2 Piano Stralcio per L’assetto Idrogeologico (PAI) 102
5.1.3 Programma di Sviluppo Rurale per la Sardegna 2014/2020 104
5.1.4 Piano Energetico Ambientale della Regione Sardegna 0000-0000 000
5.1.5 Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile – Aggregazione di Ghilarza 110
5.2 Confronto tra le scelte del PUI ed i possibili scenari alternativi 113
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5.2.1 PUI Xxxxxxxxx Xxxxxxxx - Scenario 1 114
5.2.2 XXX Xxxxxxxxx e Norbello - scenario 2 116
5.3 Verifica di coerenza del PUI rispetto ai pertinenti obiettivi di protezione ambientale 121
5.4 Verifica di coerenza degli obiettivi ambientali contestualizzati a livello locale 124
6. POTENZIALI IMPATTI AMBIENTALI DELLA STRATEGIA DI SVILUPPO DEL PUI 127
6.1 La metodologia di valutazione 127
6.2 Effetti ambientali attesi in seguito all’attuazione degli interventi del PUI 129
7. IL SISTEMA DI MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI AMBIENTALI DEL PUI 134
7.1 Ruoli, strumenti e procedimento del monitoraggio 134
7.2 Gli indicatori per la misurazione degli effetti ambientali 137
7.2.1 Indicatori e sistema di monitoraggio PUI Abbasanta e Norbello 137
8. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 140
1 UFFICIO DEL PIANO COMUNALE E LE FASI DI FORMAZIONE
Con la deliberazione del C.C. n. 61 del 23.12.2010 è stato approvato l'ACCORDO DI PROGRAMMA tra i Comuni di Abbasanta e Norbello per l’adeguamento dei loro Piani Urbanistici Comunali (PUC), alle norme contenute nel Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) – ai sensi dell’art. 107 delle norme tecniche di attuazione - e al Piano Assetto Idrogeologico (P.A.I.), nominando il Comune di Abbasanta quale Comune Capofila, in modo tale da dotare i due Comuni di uno strumento attuativo concertato, concepito per soddisfare il potenziale economico e strategico delle tre comunità amministrate; lo stesso ACCORDO DI PROGRAMMA è stato approvato dal Comune di Norbello con la deliberazione C.C. n. 6 del 17.01.2011;
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Con delibera della Giunta Comunale di Abbasanta. comune capofila, n. 116 del 6 Dicembre 2011 è stato costituito l’Ufficio di Piano Intercomunale con la missione di aggiornare i PUI di Abbasanta e Norbello adeguandoli alle norme sovraordinate del PPR e del PAI.
Vista la complessità di tale attività amministrativa, i due comuni, hanno ritenuto opportuno costituire un’unica struttura organizzativa denominata “Ufficio del Piano”, incardinata nelle Aree Tecniche del settore Urbanistica e Gestione Territoriale.
L’ufficio del Piano intercomunale risulta composto da professionalità interne supportate da consulenti esterni che hanno maturato specifiche esperienze e dotati di adeguato capacità professionale inerente alla redazione di strumenti urbanistici generali.
L’Ufficio del Piano con sede ad Abbasanta, è composto dai seguenti Gruppi di Lavoro, suddivisi per aree tematiche e modificabili in funzione delle esigenze che dovessero emergere nel corso dell’attività di pianificazione:
SINDACO pro tempore di Xxxxxxxxx Xxxx. Xxxxxxx Xxxxx
SINDACO pro tempore di Xxxxxxxx Xxxx. Xxxxxx Xxxxx
STRUTTURA INTERNA:
- Arch. Xxxxxxxxxx Xxxxx, responsabile dell’Ufficio del Piano;
- Xxx. Xxxxxxxxxx Xxxxx sostituito nel gennaio 2015 dal Geom. Xxxxx Xxxxx Xxxxx;
- Geom. Xxxxxxx Xxxx e Geom. Xxxxxxxx Xxxxx con compito di raccolta e ricerca di materiale in archivio, ricerche ed indagini sul territorio.
COLLABORAZIONI ESTERNE:
COORDINAMENTO PUI: Arch. Xxxxxxxxx Xxxxxxx SISTEMA AMBIENTALE:
- Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxx, sistema ambientale
- Dott. Agr. Xxxxxxxxx Xxxxx, sistema ambientale e agricolo
- Dott. Geol. Xxxxx Xxxxx, geologia
- Xxx. Xxxxx Xxxxxxx, studio compatibilità idraulica (Xxx. Xxxxxx Xxxxx, sostituita nel giugno 2020) SISTEMA STORICO CULTURALE:
- Arch. Xxxxx Xxxxxxx Manca, beni culturali
- Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxx, archeologia SISTEMA INSEDIATIVO:
- Arch. Xxxxx Xxxxxxx Manca, sistema insediativo
- Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxx, analisi sociodemografiche
- Xxx. Xxxxx Xxxxxxx, sistema della mobilità IMPLEMENTAZIONE GIS:
- Xxx. Xxxxxxx Xxxxxx (Xxx. Xxxxxx Xxxxx sostituita nel giugno 2020)
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) con coordinamento dell’attività di comunicazione:
- Xxx. Xxxxxxx Xxxxxx (Dott. Agr. Xxxxx Xxxxx sostituita nel giugno 2020)
La prima attività del costituendo Ufficio del Piano ha riguardato l’aggiornamento della base cartografica, affidata nel corso del 2011 ad una ditta specializzata.
L’intero patrimonio di conoscenze territoriali, gestito dalle Amministrazioni attraverso un sistema GIS, consentirà in futuro una gestione integrata non solo degli aspetti legati al controllo delle trasformazioni territoriali, ma ad una molteplicità di funzioni amministrative legate ai servizi sociali, finanziari e di fiscalità locale, anagrafici, ecc.
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La presenza del personale interno all’Amministrazione, oltre a garantire la perfetta conoscenza del territorio e favorire la disponibilità di informazioni e materiale relativo agli strumenti di pianificazione vigenti, rappresenta elemento indispensabile di motivazione, crescita professionale e conoscenza dello strumento di pianificazione già dalla sua costruzione che garantirà quindi una facile e corretta gestione a regime.
Il lavoro per la formazione del PUI è iniziato nella seconda metà del 2012 e si è articolato nelle tre fasi del Documento Preliminare, della definizione del Quadro Conoscitivo e nella definizione del Progetto del PUI.
La prima fase è stata dedicata alla formazione del Documento Preliminare approvato con Deliberazione n. 3 del 27.02.2013 con il quale sono stati fissate le linee guida del PUI (vedi Par. 1.3 Obiettivi generali del PUI).
Il Comune di Abbasanta, in qualità di autorità procedente, ha avviato la procedura di VAS per la redazione del Piano Urbanistico Intercomunale (PUI) dei comuni di Abbasanta e Norbello, con avviso di avvio del procedimento in data 16.09.2013 sempre nella stessa data, con nota prot. 4112, ha provveduto ad informare la Provincia di Oristano, in qualità di autorità competente, dell’avvio del provvedimento di redazione del PUI.
Secondo l’applicazione delle disposizioni in materia di Valutazione Ambientale Strategica per il Piano Urbanistico Intercomunale (PUI) di Abbasanta e Norbello previste nelle Linee Guida (Approvazione delle Linee Guida per la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali DELIBERAZIONE N. 44/51 DEL 14.12.2010) hanno visto in seguito all’avvio del procedimento, in data 28.10.2013 la consegna del Documento di Scoping e in data 20.11.2013 lo svolgimento dell'incontro di scoping, presso la sala consiliare del Comune di Abbasanta, con i soggetti competenti in materia ambientale, autorità competente e autorità procedente.
La seconda fase ha seguito la costruzione del Quadro Conoscitivo.
Questa seconda fase più propriamente conoscitiva non è esente da approfondimenti di natura progettuale e gestionale. Mettendo da parte un approccio pianificatorio di tipo lineare che vede disposti in sequenza i tre momenti dell’analisi, del progetto e della gestione si è optato per un processo circolare nel quale i tre momenti si influenzano a vicenda. In particolare, pur nella necessità di descrivere un quadro esaustivo della situazione, le analisi territoriali si sono indirizzate su alcuni temi dominanti quali quelli del carico antropico, sulle risorse ambientali e sulle infrastrutture territoriali che preludono a soluzioni progettuali basate sulla sostenibilità.
La terza fase ha riguardato la messa a punto del progetto del piano.
Il Comune di Abbasanta, nell’ottica di un percorso partecipativo relativo alle procedure di VAS ha tenuto durante la costruzione del piano nel periodo precedente all’adozione del PUI i seguenti ulteriori incontri pubblici, durante sedute di Consiglio Comunale, che ha visto coinvolti anche pubblico e pubblico interessato:
- 20.05.2014 – presentazione progetto di piano – presentazione dello stato di attuazione del PUI nell’ambito della VAS;
- 29.10.2014 – presentazione PUI;
- 30.01.2015 – presentazione PUI e del rapporto ambientale;
Successivamente con deliberazione del C.C. n. 13 del 27/04/2015 il Comune di Abbasanta ha provveduto all’adozione del Piano Urbanistico Intercomunale di Abbasanta e Norbello, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica, con riferimento al territorio di propria competenza;
A seguito della tornata elettorale amministrativa del 31.05.2015 si è ravvisata la necessità di tentare di coinvolgere l’Amministrazione di Ghilarza nel percorso di una programmazione urbanistica unitaria, oltre all’opportunità di concludere il procedimento di copianificazione – di cui all’art. 49, commi 2 e 4 delle NTA del PPR – e di adozione preliminare della variante al PAI.
Pertanto, con la deliberazione del Consiglio Comunale n.41 del 24/07/2015 sono stati revocati gli atti di adozione del PUI di Abbasanta e Norbello e segnatamente la deliberazione del Consiglio Comunale di Abbasanta n. 13 del 27/04/2015 avente per oggetto “Adozione del Piano Urbanistico Intercomunale (PUI) di Abbasanta e Norbello, del Rapporto Ambientale e della Sintesi non Tecnica”;
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Con deliberazione del Consiglio Comunale n. 17 del 07.08.2017 il comune di Norbello ha proceduto all’adozione variante al PAI ai sensi dell’art. 37, comma 3 lettera b) delle Norme di Attuazione del P.A.I. - Parte Frana.
Con deliberazione del Consiglio Comunale n. 4 del 02.02.2018 il comune di Abbasanta ha proceduto all’ Adozione della "Proposta di Variante al Piano per l'Assetto Idrogeologico dei Comuni di Abbasanta e Norbello ai sensi dell'art. 37, c. 7 e 3, lettera B) delle norme di attuazione del P.A.I.
Con deliberazione del Consiglio Comunale n. 7 del 19.04.2019 il comune di Norbello ha proceduto all’adozione variante al PAI ai sensi dell’art. 37, comma 3 lettera b) delle Norme di Attuazione del P.A.I. - Parte Idraulica.
In data 06.06.2019 è stato redatto il verbale dell’attività di definizione delle aree di rispetto indicate dall’art. 49, commi 2 e 4, delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Paesaggistico Regionale per i beni paesaggistici e identitari individuati e tipizzati ai sensi dell’articolo 134, comma 1, lettera c) del D.Lgs. 42/2004 e ss. mm. e ii., come inseriti nel “Repertorio dei beni paesaggistici storico-culturali individuati e tipizzati dal PPR e dei contesti identitari” del Comune di ABBASANTA (OR).
Il Comitato Istituzionale dell’ADIS con le Deliberazioni n. 11 e 12 DEL 09.09.2020 ha adottato preliminarmente la Variante ai sensi dell’art. 37 c. 3 lett. b delle Norme di Attuazione del PAI, per la perimetrazione delle aree a pericolosità idraulica e da frana nel territorio Comunale di Abbasanta.
Essendo stato nel frattempo modificato l’art. 20 della L.R. 45/89, la procedura di approvazione del piano urbanistico comunale o intercomunale prevede la redazione di un Piano urbanistico preliminare contenente gli indirizzi per la pianificazione, le analisi e le valutazioni preliminari inerenti agli aspetti relativi all'assetto idrogeologico, agli aspetti paesaggistici, ambientali, storico-culturali e insediativi, richieste ai fini dell'adeguamento al PPR e il Rapporto ambientale preliminare comprendente le informazioni richieste dall'Allegato VI alla parte II del decreto legislativo n. 152 del 2006, considerate tutte le attività già svolte per la redazione del Piano Urbanistico Intercomunale, ivi compresi gli incontri con la popolazione ed i soggetti competenti in materia ambientale, e considerato che il PUI non ha subito sostanziali variazioni rispetto alla versione adottata.
Pur prendendo atto della volontà manifestata dall’Amministrazione Comunale di Norbello di non voler portare a compimento il percorso di adozione del PUI, per la parte di propria competenza durante il mandato amministrativo in corso, in virtù della procedura fin qui seguita e del dettaglio attuale degli elaborati costituenti il PUI, l’Amministrazione Comunale di Abbasanta, dopo aver consultato l’assessorato regionale all’urbanistica, ha deciso di procedere, ai sensi dell’art. 20 comma 6 della L.R. 45/89 e ss. mm. ii., all’adozione del Piano Urbanistico Intercomunale dei Comuni di Abbasanta e Norbello, per l’ambito di propria competenza precisando che tutte le successive fasi procedurali seguiranno rigidamente quanto previsto dai commi da 7 a 19 del citato art. della L.R. 5/89 così come sostituito dall’articolo 23, comma 1, della legge regionale 11 gennaio 2019, n. 1
Con deliberazione n. / del il Consiglio comunale di Abbasanta ha adottato contestualmente al Piano Urbanistico intercomunale il Rapporto Ambientale sulla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) corredato di Sintesi non tecnica ai sensi di quanto stabilito dalla Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001, la parte seconda del D.Lgs. n. 152/2006, come modificata da ultimo dal D.Lgs. n. 128/2010.
Il rapporto ambientale sulla valutazione ambientale strategica (VAS) è il documento che:
- individua, descrive e valuta gli impatti significativi sulle componenti ambientali, aria, clima acustico, acqua, suolo e sottosuolo, paesaggio, natura, verde urbano e patrimonio storico e culturale e sulla salute derivanti dall’attuazione del piano o del programma;
- individua, descrive e valuta le ragionevoli alternative, alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano, tenendo conto di quanto emerso dalla consultazione dei soggetti competenti in materia ambientale;
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- concorre alla definizione degli obiettivi e delle strategie del piano;
- indica i criteri di compatibilità ambientale, gli indicatori ambientali di riferimento e le modalità per il monitoraggio.
Per la redazione del rapporto ambientale sono utilizzate le informazioni pertinenti agli impatti ambientali disponibili nell’ambito di piani o programmi sovraordinati, nonché di altri livelli decisionali.
Per facilitare l’informazione e la partecipazione del pubblico, il rapporto ambientale è accompagnato da una sintesi non tecnica che illustra con linguaggio non specialistico i contenuti del Rapporto Ambientale in relazione alla stesura del Piano Urbanistico Intercomunale.
1.1 Quadro normativo di riferimento
La redazione di piani e programmi d'azione che avevano ricadute sull'ambiente, fino ai primi degli anni 70, non erano soggetti a processi di analisi che permettevano di valutare l'impatto che i piani stessi avevano sull'ambiente.
Con il Primo Programma di Azione Ambientale (1973) si sottolinea l'esigenza di ricorrere ad una stima dello stato ambientale estesa ai piani, così da monitorare e prevenire i danni ambientali, non con la valutazione d‘impatto delle opere, ma già a monte nel processo di pianificazione. Poi con il Quarto Programma di Azione Ambientale (1987) che si ufficializza l‘impegno ad estendere la procedura di valutazione di impatto ambientale anche alle politiche e ai piani.
1.1.1 Il contesto comunitario: la direttiva 2001/42/CE
La VAS è un processo di supporto alla decisione introdotto nello scenario programmatico europeo dalla Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 “Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”. Essa completa una lunga stagione normativa che ha visto l’Unione Europea e gli Stati membri impegnati nella applicazione di procedure, metodologie e tecniche per integrare la valutazione ambientale preventiva nei progetti, nei programmi e nei piani e che ha portato alla promulgazione della Direttiva 85/337/CEE relativa alla valutazione degli effetti di determinati progetti sull’ambiente (VIA) e della Direttiva 92/43/CEE sulla Valutazione di Incidenza Ambientale (VIA), finalizzata alla tutela della biodiversità sui Siti di Interesse Comunitario (SIC).
Rispetto a queste ultime, la Direttiva 2001/42/CE si configura come una iniziativa legislativa ad alto potenziale di prevenzione ambientale, posto che regola decisioni che ricadono in ambiti territoriali e settoriali molto più ampi di quelli dei progetti regolati dalla direttiva sulla VIA o di quelli relativi alla Rete NATURA 2000 (SIC e ZPS), dove la valutazione ambientale è peraltro uno strumento generale di prevenzione utilizzato principalmente per conseguire la riduzione e/o la compensazione dell’impatto ambientale.
La direttiva sulla VAS estende l’ambito di applicazione nella consapevolezza che i cambiamenti ambientali sono causati non solo dalla realizzazione puntuale di nuovi progetti, ma anche dalla messa in atto delle decisioni strategiche contenute nei piani e programmi. Essa rappresenta inoltre una opportunità per dare
impulso decisivo al nuovo modello di pianificazione e programmazione sostenibile, introducendo uno strumento chiave, la VAS, per assumere la sostenibilità come obiettivo determinante nel processo decisionale.
Anche nel TRATTATO CHE ISTITUISCE LA COMUNITÀ EUROPEA (24.12.2002) all' art. 6 si enuncia che "Le esigenze connesse con la tutela dell'ambiente devono essere integrate nella definizione e nell'attuazione delle politiche e azioni comunitarie di cui all'articolo 3, in particolare nella prospettiva di promuovere lo sviluppo sostenibile".
1.1.2 Il contesto nazionale: i decreti legislativi 16 gennaio 2008, n. 4 e 128/2010
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Il recepimento effettivo delle Direttiva VAS in Italia è avvenuto con il D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Testo unico in materia ambientale) recante “Norme in materia ambientale”, che riordina e modifica gran parte della normativa ambientale. Per quanto riguarda la VAS, il D.Lgs. n. 152/2006, nella Parte II, Titolo II, recepisce la Direttiva 2001/42/CE, ripartendo le competenze per l’effettuazione della Procedura di VAS dei piani/programmi fra lo Stato e le Regioni secondo il criterio di riparto definito dalla competenza per l’approvazione degli stessi. Il 29 gennaio 2008 è stato pubblicato il Decreto Legislativo 16 gennaio 2008,
n. 4 (“X.xxx. 0/0000”) recante “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale”. Il provvedimento prevede la totale riscrittura delle norme sulla Valutazione di Impatto Ambientale e sulla Valutazione Ambientale Strategica contenute nel D.lgs. 152/2006 al fine di accogliere le censure avanzate dall'Unione Europea in merito alla non corretta trasposizione nazionale delle regole comunitarie.
1.1.3 Il contesto regionale in materia di valutazione degli impatti ambientali
L.R. 25/11/2004, n. 8. Pubblicata nel B.U. Sardegna 25 novembre 2004, n. 38. Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale, all’ Art. 5 (Studio di compatibilità paesistico-ambientale) indica che ui piani urbanistici dei comuni, i cui territori ricadono nella fascia costiera di duemila metri dalla linea di battigia marina, devono contenere lo studio di compatibilità paesistico ambientale e deve essere redatto nel rispetto degli obblighi e delle procedure di cui alla direttiva 2001/42/CE (V.A.S.) concernente la valutazione degli effetti dei piani e dei programmi sull'ambiente.
Circ.Ass. 3/02/2005, n. 40/GAB. Pubblicata nel B.U. Sardegna 7 febbraio 2005, n. 4. Emanata dall'Assessore regionale degli Enti locali, finanze ed urbanistica di concerto con l'Assessore regionale della Pubblica istruzione, beni culturali, informazioni, spettacolo e sport e con l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente. Circolare esplicativa della X.X. 00 xxxxxxxx 0000, x. 0, xxxxxxx "Xxxxx urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale".
Con il DPGR n. 66 del 28/04/2005 “Ridefinizione dei Servizi delle Direzioni generali della Presidenza della Regione e degli Assessorati, loro denominazione, compiti e dipendenza funzionale”, la competenza in materia di VAS è stata assegnata al Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti (SAVI) dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente.
Conseguentemente, la Giunta Regionale, con Deliberazione n. 38/32 del 02/08/2005, ha attribuito al predetto Servizio, funzioni di coordinamento per l’espletamento della Valutazione Ambientale Strategica di piani e programmi.
Successivamente, con Legge Regionale n. 9 del 12 giugno 2006, concernente il conferimento di funzioni e compiti agli enti locali, sono state attribuite alla Regione le funzioni amministrative non ritenute di livello nazionale relative alla valutazione di piani e programmi di livello regionale o provinciale (art. 48), e alle Province quelle relative alla valutazione di piani e programmi di livello comunale e sub-provinciale (art. 49).
La Delibera n 24/23 del 23/04/2008 annuncia che è in corso di predisposizione da parte dell’Assessorato della Difesa dell'Ambiente un disegno di legge che regolamenti, in maniera organica, le procedure in
nazionale con le norme regionali; prevede delle disposizioni specifiche in materia di valutazione ambientale strategica; annuncia che a breve verranno predisposte le linee guida per le valutazioni strategiche di competenza provinciale, ai termini della legge regionale n. 9/2006, così come modificata dal comma 19 dell’art. 5 della L.R. n. 3/2008.
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Tuttavia, la disciplina in materia di VIA e VAS è stata, a livello nazionale, oggetto di ulteriori modifiche, in particolare con l’adozione del decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128, concernente “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69”, e con ulteriori provvedimenti adottati dal legislatore nazionale nei primi mesi del 2012. A fronte delle soprarichiamate modifiche normative introdotte a livello nazionale, l’Assessore sottolinea la necessità di adeguare le direttive in materia di VIA e VAS mediante una riformulazione della deliberazione 24/23 del 23 aprile 2008, al fine di rendere più certa l’azione amministrativa nell’ambito delle valutazioni ambientali, introducendo, altresì, alcune semplificazioni.
L'entrata in vigore del Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) impone ai Comuni della Sardegna di adeguare i loro strumenti urbanistici alle disposizioni e ai principi alla base del P.P.R. stesso. I nuovi PUC dovranno, pertanto, essere elaborati in conformità a quanto disposto dal PPR e dovranno essere sottoposti a VAS. Al fine di garantire un supporto costante per una corretta conduzione del processo di VAS, l’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti, ha emanato le Linee Guida per la VAS applicata ai Piani Urbanistici Comunali (“Linee Guida VAS Sardegna”) (2007, 2010).
Con DELIBERAZIONE N. 34/33 DEL7.8.2012 Direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione ambientale in sostituzione della deliberazione n. 24/23 del 23 aprile 2008. La Giunta regionale Delibera - di stabilire che le procedure di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica devono essere svolte secondo quanto specificato negli allegati A, B, C e D alla presente deliberazione, che sostituiscono integralmente quelli già approvati con la Delib.G.R. 23 aprile 2008, n. 24/23; - che con successiva deliberazione, in applicazione dell'art. 33 comma 2 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., verranno definite le modalità di corresponsione degli oneri istruttori in capo ai proponenti delle istanze di valutazione di impatto ambientale. […]. Allegato C. Valutazione ambientale strategica di piani e programmi procedura di verifica e di valutazione.
Di seguito vengono riassunti alcuni importanti riferimenti normativi in merito alla VAS:
- Direttiva 2001/42/CE (Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente)
- D.Lgs. del 03/04/06 n. 152 - Testo unico in materia ambientale – in vigore dal 31 Luglio 2007
- X.Xxx. n. 4 del 16 gennaio 2008 (Modifiche al D. Lgs. n.152 del 2006) entrato in vigore il 13 Febbraio 2008
- L.R. 12 giugno 2006 n. 9 (Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali)
- L.R. n. 8 del 25.11.2004 - Piano Paesaggistico Regionale – RAS -, approvato con D.G.R. n.36/7 del 5/9/2006
- DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008 - Direttive per lo svolgimento delle procedure di XXX x xx XXX
- X.X.X. 00/0 xxx 00.00.0000 “Direttive Regionali in materia di inquinamento acustico ambientale” (art. 24)
- Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione Europea redatto dalla DG XI della Commissione europea;
- D.G.R. 44/51 del 14.12.2010 “Linee Guida per la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali” - RAS (2007,2010)
1.2 Finalità e struttura del Rapporto Ambientale
Il rapporto ambientale deve dare conto dell’intero processo di elaborazione e approvazione del Piano, dimostrando che i fattori ambientali sono stati integrati nel processo decisionale con riferimento agli atti normativi e programmatici per lo sviluppo sostenibile definiti a livello internazionale, comunitario, nazionale e regionale. Nel rapporto ambientale, in particolare, devono essere individuati, descritti e valutati:
- la situazione ambientale di partenza attraverso opportuni indicatori;
- gli obiettivi di sostenibilità ambientale che si intendono perseguire attraverso il PUI;
- i criteri per l’integrazione della componente ambientale;
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- gli effetti significativi che l’attuazione del PUI potrebbe avere sull’ambiente;
- le ragionevoli alternative sulla base degli obiettivi e dell’ambito territoriale del PUI;
- il sistema di monitoraggio.
Dovranno essere illustrate, infine, le misure ritenute più opportune per la mitigazione dei potenziali effetti ambientali che l’attuazione del PUC potrebbe comportare. Tali azioni potranno assumere la forma di piani attuativi specifici o disposizioni all’interno di regolamenti attuativi del PUC o altri regolamenti comunali. Al fine di favorire la più ampia partecipazione, il rapporto ambientale deve essere affiancato da una “sintesi non tecnica” contenente tutte le informazioni presenti nel rapporto ambientale in forma comprensibile anche per i “non addetti ai lavori”.
2. CARATTERISTICHE E CONTENUTI DEL PIANO URBANISTICO INTERCOMUNALE
2.1 L’adeguamento del PUI al Piano Paesaggistico Regionale
La L.R. n. 8/2004, denominata anche “Legge Salvacoste” (“Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale”), recependo quanto stabilito dal “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (D. Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42), ha introdotto il PPR quale “principale strumento della pianificazione territoriale regionale“, che assume i contenuti di cui all’art. 143 del D.Lgs.
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n. 42/2004, e ne stabilisce la procedura di approvazione. Il 20 novembre 2005 la Regione Sardegna ha approvato la proposta di PPR ai sensi dell’articolo 135 del D.Lgs. n. 42/2004, nei termini previsti dalla
L.R. n. 8/2004. Con D.G.R. n. 22/3 del 24 maggio 2006, in riferimento all’art. 2, comma 1, della stessa
L.R. n. 8/2004, il PPR è stato adottato per il Primo Ambito omogeneo relativo all’area costiera. La Giunta Regionale, a seguito delle osservazioni espresse dalla Commissione consiliare competente in materia di urbanistica, ha approvato in via definitiva il Primo Ambito omogeneo del PPR con Delibera n. 36/7 del 5 settembre 2006. Il PPR è entrato quindi in vigore con la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Sardegna avvenuta l’8 settembre 2006. Il quadro legislativo ha subito da allora alcune evoluzioni di tipo normativo fino ad arrivare alla Deliberazione n. 6/18 del 14.2.2014 di approvazione definitiva dell’aggiornamento e revisione PPR. Ma con Deliberazione n. 39/1 del 10 ottobre 2014 la Giunta Regionale ha revocato la D.G.R. n.45/2 del 25 ottobre 2013, concernente l’approvazione preliminare del Piano Paesaggistico della Sardegna. Il provvedimento ha fatto seguito alla D.G.R n. 10/20 del 28 marzo 2014 con cui era stata annullata la Deliberazione n. 6/18 del 14.2.2014 di approvazione definitiva dell’aggiornamento e revisione PPR. Con la revoca del Pps 2013 si è tornati alle norme di attuazione del 2006 integrate dall'aggiornamento, al 3 ottobre 2014, del repertorio del Mosaico dei Beni Paesaggistici approvato con Deliberazione 39/1 del 10 ottobre 2014. I principi contenuti nel PPR, assunti a base delle azioni da attuare per il perseguimento dei fini di tutela paesaggistica, costituiscono quindi il quadro di riferimento e coordinamento per lo sviluppo sostenibile del territorio regionale, coerentemente con la Convenzione Europea del Paesaggio e con lo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo. I principi concernono:
- il controllo dell’espansione delle città;
- la gestione dell’ecosistema urbano secondo il principio di precauzione;
- la conservazione e sviluppo del patrimonio naturale e culturale;
- l’alleggerimento della eccessiva pressione urbanistica, in particolare nelle zone costiere;
- le politiche settoriali nel rispetto della conservazione della diversità biologica;
- le strategie territoriali integrate per le zone ecologicamente sensibili;
- la protezione del suolo con la riduzione di erosioni;
- la conservazione e recupero delle grandi zone umide;
- la gestione e recupero degli ecosistemi marini;
- la conservazione e gestione di paesaggi di interesse culturale, storico, estetico ed ecologico;
- una più adeguata compatibilità delle misure di sviluppo che incidano sul paesaggio;
- il recupero di paesaggi degradati da attività umane.
Inoltre, in base al combinato disposto degli articoli 3, comma 2, e 40 della legge regionale 12 giugno 2006, n.9, alla Regione sono attribuite le funzioni di programmazione, indirizzo e coordinamento per le materia conferite agli Enti Locali; funzioni queste esercitate mediante gli atti di programmazione previsti dalle leggi di settore o, se non previste e fino al riordino della relativa normativa, mediante deliberazione della Giunta Regionale su proposta dell’Assessore competente, secondo le procedure di cui all’art.13 della legge regionale 17 gennaio 2005, n. 1. Le Norme Tecniche di Attuazione del PPR, all’art. 3: “Efficacia del
P.P.R.”, recitano:
1. Le previsioni del P.P.R. sono cogenti per gli strumenti urbanistici dei Comuni e delle Province e sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti urbanistici.
2. Per quanto attiene alla tutela del paesaggio, le disposizioni del P.P.R. sono comunque prevalenti sulle disposizioni contenute negli altri atti di pianificazione ad incidenza territoriale previsti dalle normative di settore, comprese quelle degli enti gestori dell’aree protette, qualora siano più restrittive.
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3. Gli enti locali e gli enti gestori delle aree protette provvedono all’adeguamento dei rispettivi strumenti di pianificazione e programmazione alle previsioni del P.P.R., entro dodici mesi dalla sua approvazione, specificandone ed integrandone i contenuti.
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) si applica nel bacino idrografico unico regionale della Regione Sardegna, corrispondente all’intero territorio regionale, comprese le isole minori. Esso suddivide il bacino idrografico unico regionale in sette sottobacini: sub-bacino n.1 Sulcis, sub-bacino n.2 Tirso, sub-bacino
n.3 Coghinas-Mannu-Temo, sub-bacino n.4 Liscia, subbacino n.5 Posada-Cedrino, sub-bacino n.6 Sud- Orientale, sub-bacino n.7 Flumendosa- Campidano-Cixerri.
Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI):
- prevede indirizzi, azioni settoriali, norme tecniche e prescrizioni generali per la prevenzione dei pericoli e dei rischi idrogeologici nel bacino idrografico unico regionale e nelle aree di pericolosità idrogeologica;
- disciplina le aree di pericolosità idraulica molto elevata (Hi4), elevata (Hi3), media (Hi2) e moderata (Hi1) individuate e perimetrate nel territorio;
- disciplina le aree di pericolosità da frana molto elevata (Hg4), elevata (Hg3), media (Hg2) e moderata (Hg1) individuate e perimetrate nel territorio.
- detta inoltre disposizioni generali di indirizzo per il controllo degli usi del territorio nelle aree di pericolosità idrogeologica potenziale non delimitate nella cartografia di piano
Il PAI (art. 4 delle NTA) ha valore di piano territoriale di settore e, in quanto dispone con finalità di salvaguardia di persone, beni, ed attività dai pericoli e dai rischi idrogeologici, prevale sui piani e programmi di settore di livello regionale. I Comuni e le altre Amministrazioni interessate provvedono a riportare alla scala grafica della strumentazione urbanistica vigente i perimetri delle aree a rischio R4, R3, R2 e delle aree pericolose H4, H3, H2 e ad adeguare contestualmente le norme dello strumento urbanistico. In sede di redazione e/o di adeguamento dei PUC e degli altri strumenti urbanistici, le Amministrazioni interessate introducono nelle norme dello strumento urbanistico le limitazioni d’uso prescritte dal PAI per gli ambiti a pericolosità idraulica o da frana ed effettuano la verifica della programmazione urbanistica con le condizioni di dissesto idrogeologico presenti o potenziali evidenziati dal PAI.
Ancora all’art. 8, comma 2 delle NTA si prevede che Indipendentemente dall’esistenza di aree perimetrate dal PAI, in sede di adozione di nuovi strumenti urbanistici anche di livello attuativo e di varianti generali agli strumenti urbanistici vigenti i Comuni - tenuto conto delle prescrizioni contenute nei piani urbanistici provinciali e nel piano paesistico regionale relativamente a difesa del suolo, assetto idrogeologico, riduzione della pericolosità e del rischio idrogeologico, assumono e valutano le indicazioni di appositi studi di compatibilità idraulica e geologica e geotecnica, predisposti in osservanza dei successivi articoli 24 e 25, riferiti a tutto il territorio comunale o alle sole aree interessate dagli atti proposti all’adozione. Le conseguenti valutazioni comunali, poste a corredo degli atti di piano costituiscono oggetto delle verifiche di coerenza di cui all’articolo 32 commi 3, 5, della legge regionale 22.4.2002, n. 7 (legge finanziaria 2002). Il presente comma trova applicazione anche nel caso di variazioni agli strumenti urbanistici conseguenti all’approvazione di progetti ai sensi del DPR 18.4.1994, n. 383, “Regolamento recante disciplina dei procedimenti di localizzazione delle opere di interesse statale”
2.2 Obiettivi generali e interventi strategici del PUI
Le scelte strategiche del PUI per il governo dei territori comunali di Abbasanta e Norbello si ispirano ai seguenti principi, che ne costituiscono il quadro di riferimento:
sostenibilità, affinché il progetto di riconversione e sviluppo urbanistico ed edilizio che soddisfa i bisogni del presente, non comprometta la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri. Viene in particolare affrontato il tema della sostenibilità su tre dimensioni:
1. dimensione ecologica, che prende in considerazione la stabilità degli ecosistemi e la riproducibilità delle risorse;
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2. dimensione economica, che prende in considerazione il sostentamento della popolazione e l'efficienza;
3. dimensione sociale, che tende a garantire l'equità, sia all'interno di una stessa generazione, sia tra generazioni diverse.
sviluppo compatibile, secondo il quale l'uomo è portatore di una responsabilità per la protezione e il miglioramento dell'ambiente per le generazioni presenti e future; le risorse naturali devono essere salvaguardate a beneficio delle generazioni presenti e future attraverso una programmazione e una gestione appropriata e attenta. Deve inoltre essere mantenuta e, ove possibile, ricostituita e migliorata la capacità dell’ambiente di produrre risorse vitali rinnovabili mediante il consolidamento ed il potenziamento dello sviluppo insediativo e produttivo congiuntamente alla protezione, salvaguardia e valorizzazione del grande patrimonio culturale e ambientale presente;
- sussidiarietà, adeguatezza ed efficienza, mediante trasparenza e partecipazione;
- l’adozione e l’utilizzo di un sistema informativo territoriale unificato ed accessibile, al fine di disporre di elementi conoscitivi raffrontabili;
- coinvolgimento diretto delle imprese e dei cittadini, nonché delle loro rappresentanze, alla pianificazione attuativa ed alla realizzazione delle previsioni urbanistiche;
- qualità paesaggistica ed architettonica, intesa come l’esito di un coerente sviluppo progettuale che recepisca le esigenze di carattere funzionale ed estetico poste a base della progettazione e della realizzazione delle opere e che garantisca il loro armonico inserimento nel paesaggio e nell’ambiente circostante.
Gli obiettivi generali che ne discendono si possono riassumere in cinque punti:
1. valorizzazione economica dei paesaggi e delle produzioni agro-zootecniche locali attraverso la riconnessione ecologica dei sistemi naturali e semi-naturali e la costruzione di percorsi storico- paesaggistici, sulla base del concetto di “paesaggi storico culturali”;
2. nuovo modello interpretativo del sistema dei beni culturali, funzionale alla tutela, alla valorizzazione e allo sviluppo turistico dell'area attraverso un progetto basato sulla riqualificazione della rete della viabilità rurale storica capace di riconnettere il complesso e denso tessuto costituito dalle emergenze storico-archeologiche;
3. riqualificazione/rigenerazione dell’ambito urbano esistente di Abbasanta – Xxxxxxxx - Xxxxxxxx;
4. Promozione dell’innovazione nel campo delle energie rinnovabili e della sostenibilità dei cicli ecologici, attraverso l’attivazione di opportuni progetti strategici in condivisione con il PAES.
5. processo di “adeguamento” produttivo sostenibile basato sulla valorizzazione delle risorse locali dove, accanto ai tradizionali settori del commercio e dei servizi esistenti, dovranno acquisire un ruolo più centrale le attività in campo turistico - culturale e quelle che vanno sotto la dizione di “green economy”:
2.3 Contesto e caratteri del Piano Urbanistico InterComunale
Il Piano Urbanistico Intercomunale di Abbasanta e Norbello, a partire dalle informazioni contenute nel PPR: ha verificato e completato i dati territoriali necessari alla costruzione del quadro delle conoscenze a scala intercomunale, in coerenza con le specifiche del sistema informativo territoriale Regionale (SITR) fornite alla scopo di condividere le conoscenze a scala regionale, come previsto dall’Art. 108 dalle NTA de PPR; caratterizza e precisa le aree della naturalità e seminaturalità e di quelle utilizzate a scopo agroforestale, definendo nel suo complesso il sistema agricolo; contiene l’individuazione cartografica delle aree, degli edifici e dei manufatti di interesse storico monumentale e architettonico e paesaggistico di cui all’Art. 135 del D.Lgs 22 gennaio 2004 n°42 e successive modifiche;
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- individua in modo dettagliato i tessuti di antica e prima formazione che corrispondono:
1) al centro storico di Abbasanta
2) al nucleo di Sant’Xxxxxxxx;
3) al centro storico di Norbello;
4) al nucleo storico di Domusnovas Canales;
- contiene un’analisi della popolazione e dello sviluppo demografico e individua il fabbisogno abitativo riferito ad un arco temporale decennale;
- individua e descrive le risorse economiche, sociali e culturali del territorio;
- valuta l’idoneità del territorio alle trasformazioni, in coerenza con il quadro conoscitivo elaborato;
- configura le aree di espansione da destinare a residenze, servizi, attività ricettive e produttive;
- propone per i contesti territoriali caratterizzati da programmi complessi lo strumento del progetto speciale che contiene al suo interno il metodo della compensazione e la definizione di principi qualitativi e prestazionali;
- individua e disciplina le zone territoriali omogenee in ambito urbano;
- definisce e localizza le opere ed i servizi pubblici e di interesse pubblico , le reti ed i servizi di comunicazione da realizzare o riqualificare;
- prevede la dotazione minima complessiva dei servizi;
- regolamenta l’uso del territorio agricolo in conformità alla pianificazione paesaggistica regionale.
2.4 Obiettivi specifici del Piano Urbanistico InterComunale
Lo sviluppo del lavoro di indagine e conoscenza, a partire dagli obiettivi generali individuati fin dalla prima fase del documento preliminare, ha dato origine a cinque linee strategiche per altrettanti gruppi di obiettivi specifici:
1. Obiettivi specifici per il Sistema Ambientale ed Agricolo:
a. adottare il concetto di agricoltura verde “greening” quale attività di presidio antropico, finalizzata sia alle produzioni di qualità sia al mantenimento della qualità paesistica ed ambientale, attraverso la prevenzione dei rischi e l’equilibrio dell’ecosistema territoriale;
b. inclusione di Abbasanta e Norbello nel GAL Terre Shardana nella sub-divisione del Guilcer, per la costruzione e gestione di “distretti rurali” permanenti e sviluppo e promozione del concetto di multifunzionalità delle aziende agricole;
c. sviluppo di reti di mercati per la vendita e la promozione dei prodotti locali e rilancio del mondo della cooperazione e delle Organizzazioni dei Produttori al fine di creare le premesse per una organizzazione a valle della produzione;
d. promozione di forme di associazionismo tra imprese locali per favorire la diversificazione delle attività (multifunzionalità delle aziende), che generino nuove fonti di reddito e occupazione rurale attraverso l’integrazione e “messa in rete” di economie parallele turistiche e culturali;
e. internazionalizzazione delle conoscenze dello sviluppo rurale ed progetti di “marketing territoriale”;
f. promozione di impianti per l’utilizzo di energie rinnovabili nelle aziende agricole, secondo logiche di generazione diffusa con effetti di integrazione di reddito;
g. politiche attive di valorizzazione e fruizione turistica dell’ambiente rurale allo scopo di conservare il tessuto identitario e la continuità tra elementi paesaggistici e culturali;
h. costituzione del Parco della Biodiversità della valle di Chenale, inteso come parco agricolo periurbano intercomunale, che associ le vocazioni produttive, scientifico-didattiche e di svago;
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i. salvaguardare, riqualificare e mantenere gli elementi paesaggistici del tessuto agrario (muri a secco, siepi, al fine di conservare e/o ripristinare l’equilibrio fra il paesaggio agricolo e il paesaggio seminaturale circostante;
j. assicurare la continuità dei corridoi ecologici tra le aree ZPS, SIC, o altrimenti tutelate, a cavallo dei territori di Abbasanta e Norbello al fine di perseguire l’obiettivo di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario.
2. Obiettivi specifici per il Sistema Storico Culturale:
x. Xxxxxxxxxxx il patrimonio architettonico dei nuclei originari di Abbasanta e Norbello nel rispetto dell’impianto morfologico, delle tipologie edilizie originarie e del contesto paesaggistico urbano;
b. Recupero dei tracciati della viabilità rurale storica finalizzato alla realizzazione di greenways, alternative al traffico automobilistico, quali elementi di riconnessione delle emergenze ambientali e storico-culturali (siti
c. Recuperare e valorizzare il patrimonio edilizio rurale storico attraverso la riqualificazione dell'edificato e del sistema degli spazi aperti, favorendo il riutilizzo per le aziende agricole e a scopo abitativo;
d. valorizzazione in chiave identitaria e turistica dei borghi rurali di Sant'Xxxxxxx e di Sant'Xxxxxxxx;
e. valorizzare il patrimonio archeologico ed architettonico diffuso.
3. Obiettivi specifici per il Sistema Insediativo ed Infrastrutturale:
a. recupero e rigenerazione dei centri storici e dei tessuti consolidati (zone B) dei centri di Abbasanta e Norbello;
b. completamento delle espansioni residenziali recenti e riqualificasione dei margini tra città e campagna;
c. riorganizzazione dei servizi pubblici locali, attraverso la definizione di un Piano dei Servizi esteso all’intero bacino dell’unione di comuni con miglioramenti delle prestazioni erogate e nelle modalità di gestione;
d. rigenerare gli spazi pubblici attraverso una programmazione degli interventi orientati alla riduzione e/o eliminazione del traffico veicolare privato, specie quello generato dai non residenti, con la creazione di un isola ambientale (aree pedonale e ZTL);
e. rigenerazione della fascia di territorio interessata dalle grandi direttici di traffico (SS 131 ferrovia) attraverso una riorganizzazione complessiva dei servizi generali presenti e la collocazione di nuove funzioni di rango elevato che trasformino una vasta area marginale in un parco pluritematico (intermodale, energetico, produttivo, tecnologico, culturale, per le attività ricreative ed il tempo libero) capace di risolvere l’effetto barriera attualmente presente;
x. xxxxxxxxxxxx e valorizzazione dei corridoi ecologici tra Abbasanta e Norbello da una parte e Abbasanta e Ghilarza dall’altra;
g. completamento ed integrazione delle reti infrastrutturali (rete viabilistica e dei sottoservizi) per rendere più completo e funzionale il modello viabilistico.
4. Obiettivi specifici nel campo dell’Innovazione e dell’Energia:
a. mobilità sostenibile, capace di avvicinare i centri limitrofi e di servire i territori anche attraverso modalità a basse o zero emissioni (greenways ciclo pedonali, ippovie ecc.) e di connettersi alla rete regionale;
b. aggregazione ed efficentamento di servizi pubblici generali per realizzare economie di scala;
c. coinvolgimento delle comunità locali in progetti di transizione dal modello energetico basato sui combustibili fossili verso fonti rinnovabili a “generazione distribuita” basate sulla “smart grid”, che superino le criticità dei parchi eolici e fotovoltaici centralizzati, confliggenti tanto con il paesaggio quanto con le ricadute economiche per la popolazione;
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d. Individuare e intervenire con attività atte a salvaguardare il suolo e le zone soggette a limiti (rischi) di natura idrogeologica e pedologica;
e. Regolamento Energetico Ambientale (REA) che, oltre a fissare i parametri e le prestazioni energetiche per le nuove costruzioni, individua le modalità di riconversione del patrimonio edilizie esistente;
f. rafforzamento delle forme d’uso coerenti con il ciclo integrato dell’acqua (riuso delle acque reflue, recupero delle acque meteoriche, uso delle falde acquifere sotterranee).
5. Obiettivi specifici nel campo della green economy:
a. potenziamento delle eccellenze locali;
b. promozione di strutture di supporto alle attività economiche legate alle risorse territoriali, che seguano tutte le fasi del ciclo produttivo, dalla ricerca, alla trasformazione, alla commercializzazione;
c. potenziamento delle eccellenze locali progetti per il sughero;
d. potenziamento delle eccellenze locali; progetti per i materiali lapidei;
e. potenziamento delle eccellenze locali; progetti per i prodotti lattiero caseari;
f. potenziamento delle eccellenze locali; progetti per la filiera del cavallo; Tanca Regia, Abbasanta e Norbello.
3. IMPOSTAZIONE PROCEDURALE E METODOLOGICA DELLA VAS
3.1 Descrizione delle fasi della VAS
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La Direttiva 2001/42/CE (Direttiva VAS) e smi ha introdotto in maniera ufficiale il processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), recepita in Italia attraverso alcune leggi regionali e, solo da pochi anni, dal nuovo Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/2006) e sue modifiche e integrazioni, è un processo amministrativo e tecnico che ha come fine la valutazione di possibili influssi (effetti e/o impatti) che la redazione e l’attuazione di un Piano o, più in generale, di uno strumento di pianificazione e programmazione territoriale può originare sul territorio di Abbasanta e Norbello, comuni limitrofi con numerosi punti in comune, sia per ciò che concerne gli aspetti ambientali che antropici. La procedura è stata condotta in modo parallelo a quella di redazione e di approvazione del Piano intercomunale così che l’adozione delle scelte politiche e gestionali possa avvenire sapendo quali sono e quali saranno gli effetti sull’ambiente. Nelle fasi procedurali e amministrative del processo di VAS si deve prevedere la presenza e la informazione del pubblico che ha competenze in materia ambientale e in seconda battuta può essere necessaria la presenza anche del pubblico interessato.
A tal fine, l’applicazione delle disposizioni in materia di Valutazione Ambientale Strategica per il Piano Urbanistico Intercomunale (PUI) di Abbasanta e Norbello sono previste nelle Linee Guida per la predisposizione dei PUC, luglio 2010. Nella fase preliminare del processo di VAS si redige il Documento di Xxxxxxx ha rappresentato la sintesi e le indicazioni metodologiche che sono state utilizzate nella VAS del PUI di Abbasanta e Norbello, il documento di indirizzo per le tappe consecutive del processo complessivo di valutazione e quindi di pianificazione, in quanto in esso si trovano i dati essenziali per la stima dello stato dell’ambiente nell’ambito territoriale di riferimento del PUI, con lo scopo di evidenziare eventuali situazioni critiche o sensibili.
3.1.1 Mappatura degli interlocutori
Nella fase preliminare di VAS sono stati identificati i possibili interlocutori del procedimento e le modalità di partecipazione attraverso un piano strutturato di coinvolgimento degli attori che ha compreso:
- la mappa dei possibili attori coinvolti, con l’indicazione del ruolo e della fase in cui ne è obbligatoria od auspicabile la partecipazione;
- la definizione delle specifiche finalità (informazione, consultazione, partecipazione) e delle diverse modalità di coinvolgimento in corrispondenza delle diverse fasi del processo;
- la previsione delle metodologie partecipative più idonee per consentire un efficace apporto al processo valutativo;
- le modalità per rendere trasparente il processo di coinvolgimento dei diversi attori, rendendo pubblico il contributo di ciascuno ed il suo eventuale recepimento.
Di seguito si riporta l’elenco dei soggetti competenti in materia ambientale che sono stati coinvolti nel processo di VAS del Piano Urbanistico Intercomunale:
- PROVINCIA DI ORISTANO:
a. Settore ambiente e suolo Dirigente: Xxx. Xxxxxxx Xxxx Via Liguria, 60 - 09170 Oristano -
PEC xxxxxxxxx.xxxxxxxx@xxxx.xxxxxxxxx.xx
- XXXXXXX XXXXXXXX:
a. Assessorato regionale della difesa dell’ambiente – Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti (SAVI); Direttore: Xxx. Xxxxxxxx Xxxxx-Xxx Xxxx, 00 - 00000 Xxxxxxxx PEC xxxxxx.xxxxxxxx@xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx
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b. Assessorato regionale della difesa dell’ambiente – Servizio tutela della natura; Direttore: Dott.ssa Xxxxx Xxxxxxx Xxx Xxxx, 00 - 00000 Xxxxxxxx-XXX xxxxxx.xxxxxxxx@xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx
c. Assessorato regionale della difesa dell’ambiente – Servizio Tutela dell’atmosfera e del territorio; Direttore: Xxx. Xxxxxxxxx Xxxxx Xxx Xxxx, 00 - 00000 Xxxxxxxx PEC xxxxxx.xxxxxxxx@xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx
d. Assessorato regionale della difesa dell’ambiente – Servizio Tutela del suolo e politiche forestali; Direttore: Dott.ssa Xxxxx Xxxxx Xxx Xxxx, 000 - 00000 Xxxxxxxx PEC xxxxxx.xxxxxxxx@xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx
e. Assessorato regionale Enti locali, finanze e urbanistica – Servizio pianificazione paesaggistica e urbanistica; X.xx Xxxxxxx, 000 - 00000 Xxxxxxxx Direttore: Xxx. Xxxxxxx Xxxxx PEC xxxx.xxx.xxxxxxxxxxxxxx@xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx
f. Assessorato regionale Enti locali, finanze e urbanistica – Servizio tutela paesaggistica per le province di Oristano e del Medio – Campidano Direttore: Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxx Vico Arquer nn. 12/14 - 09170 Oristano PEC xxxx.xxx.xxxxxxxxxx.xx@xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx
g. Assessorato regionale ai Lavori pubblici – Servizio del genio civile di Oristano; Direttore: Xxx. Xxxxxxx Xxxxx Xxx Xxxxxxxxx, 00/x - 00000 Xxxxxxxx PEC xxxx.xxxxxx.xx@xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx
- Comune di Aidomaggiore Piazza Parrocchia 6, 09070 PEC xxxxxxxxxx@xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx
- Comune di Ghilarza Xxx Xxxxxxxxx, 00 - 00000 Xxxxxxxx (XX) PEC xxxxxxxxxx@xxx.xxxxxx.xxxxxxxx.xx.xx
- Comune di Borore Xxx Xxxx x. 00 - 00000 Xxxxxx (XX) PEC xxxxxxxxxx@xxx.xxxxxx.xxxxxx.xx.xx
- Comune di Paulilatino Viale della Libertà 33 PEC xxxxxxxxxx@xxx.xxxxxx.xxxxxxxxxxx.xx.xx
3.1.2 Risultati della fase di Scoping
La fase di Scoping rappresenta la fase preliminare del processo di Piano e di VAS, finalizzata ad inquadrare il contesto territoriale, i tematismi e definire le modalità con cui condurre la procedura di VAS. In particolare, nel documento di Xxxxxxx si esplicano:
- obiettivi da perseguire col Piano Urbanistico Intercomunale;
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- metodologia per la conduzione dell'Analisi Ambientale: aspetti da approfondire con l'analisi ambientale (componenti ambientali, fattori che influiscono sull'evoluzione dello stato dell'ambiente, indicatori da utilizzare, modalità di elaborazione delle informazioni, etc.);
- Piani con i quali il PUI si relaziona, sia di pari livello, che sovraordinati;
- coerenza delle strategie degli strumenti oggetto di valutazione con i criteri generali di sostenibilità ambientale (consumo di risorse, produzione di rifiuti, tutela della biodiversità, emissioni di gas serra, ecc.);
- informazioni da inserire nel rapporto ambientale: definire un primo indice ragionato del Rapporto Ambientale;
- modalità con cui condurre i processi di partecipazione e consultazione;
- elenco delle autorità con competenze ambientali che potrebbero essere interessate dall'attuazione della Pianificazione territoriale.
Per “Scoping” si può intendere quindi, la “definizione dell’ambito di influenza del Piano”, avente l’obiettivo di individuare l‘ambito di applicazione ed il contesto del Piano, le metodologie di analisi, le interrelazioni, gli attori, le sensibilità, i rischi e le opportunità; in sintesi, tutti gli elementi fondamentali della conoscenza di base necessari per conseguire gli obiettivi generali e specifici del Piano.
I contenuti del documento di scoping sono stati discussi e condivisi con i soggetti competenti in materia ambientale. A tal fine è stato convocato un incontro al quale sono stati invitati i soggetti competenti in materia ambientale, avendo cura di inviare a questi il documento di scoping con sufficiente anticipo rispetto alla data prevista per l’incontro.
Nell’ambito del processo di Valutazione Ambientale Strategica del Piano Urbanistico Intercomunale (PUI) del comune di Abbasanta e del Comune di Norbello, in data 20.11.2013 alle ore 10.30 presso la sala consiliare del Comune di Abbasanta (Agorà in Via Guiso) si è svolto l'incontro di scoping ai sensi dell'art.13 comma 1 del D. Lgs. 152/2006 così come modificato dal D.Lgs. n. 4/2008, e come precisato dalle Linee Guida RAS.
All’incontro hanno partecipato:
- Comune di Abbasanta: Sindaco pro tempore Xxxx. Xxxxxxx Xxxxx
- Responsabile dell’Ufficio Tecnico: Arch. Xxxxxxxxxx Xxxxx
- Assessore ai Servizi Sociali – Cultura – Pubblica Istruzione: Dott.ssa Xxxxx Xxxxx Comune di Norbello: Sindaco pro tempore Xxxx. Xxxxxxx Xxxxx
- Responsabile dell’Ufficio Tecnico: Xxxxxxxxxx Xxxxx Xxxxxxxxxx tecnico: Xxxxxxxx Xxxxx
- Consulenti: Dott.Agr. Xxxxx Xxxxx (ex Tecnico incaricato VAS), Arch. Xxxxxxxxx Xxxxxxx (Coordinatore PUI), Geol. Xxxxx Xxxxx (Aspetti geopedologici), Dott. Agr. Xxxxx Xxxxxxxxx (Uso suolo, vegetazione, biodiversità e paesaggio) Arch. Xxxxx Xxxxxxx Manca e Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxx (Beni storico culturali e archeologia), Xxx. Xxxxxx Xxxxx, Xxx. Xxxxx Xxxxxxx (Piano Assetto Idrogeologico).
- Autorità competente: Provincia di Oristano Settore ambiente e suolo: - Dott.ssa Xxxxxxxxxx Xxxxx
- STIR CFVA Settore tecnico cartografico Commissario Xxxxxxxxx Xxxxx
- STIR CFVA Oristano Settore tecnico cartografico Commissario Capo Xxxxxx Xxxxx
- STIR CFVA Stazione Forestale di Ghilarza Assistente Capo Xxxxx X.X. Xxxxx Xxxxxxx l’incontro sono stati illustrati e discussi i seguenti aspetti:
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Introduzione ai lavori Dott.Agr. Xxxxx Xxxxx, presentazione del PUI (Sindaco di Abbasanta-Sindaco di Norbello); illustrazione Linee Guida del PUI, Documento Preliminare (Arch. Xxxxxxxxx Xxxxxxx), relazioni sui risultati preliminari degli aspetti geopedologici (Geol. Xxxxx Xxxxx) dell’uso suolo, vegetazione, biodiversità e paesaggio (Dott. Agr. Xxxxx Xxxxxxxxx) dei beni storico culturali e archeologia (Arch. Xxxxx Xxxxxxx Manca, Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxx); analisi dei dati in merito al Piano Assetto Idrogeologico dei Comuni di cui all’oggetto (Xxx. Xxxxxx Xxxxx, Xxx. Xxxxx Xxxxxxx).
Presentazione del Rapporto di Scoping (Dott.Agr. Xxxxx Xxxxx) e ne sono derivate delle analisi e osservazioni generali in merito al Rapporto di Scoping:
- le schede monografiche utilizzate per l’analisi ambientale dovranno riportare tutti gli aspetti che rendono evidenza della situazione reale del territorio oggetto di studio (esempio fatto, nella scheda relativa all’uso del suolo non sono stati contemplati indicatori quali cave – discariche – siti contaminati). Si suggerisce in tal senso di riportare gli indicatori presenti nelle schede delle linee guida della RAS al fine di non correre il rischio di descrivere una situazione ambientale incompleta che potrebbe determinare, in una fase più avanzata della pianificazione, richieste di integrazioni da parte di vari soggetti coinvolti ( Dott.ssa Obinu).
- relativamente alla metodologia adottata per la valutazione degli effetti ambientali si suggerisce di completare la stessa con l’inserimento di una specifica tabella che riporti per ciascun effetto non mitigabile e/o irreversibile – le azioni di mitigazione e/o di compensazione che le amministrazioni comunali intendono perseguire in maniera concreta, inserendo ad esempio specifiche norme nelle NTA, regolamento edilizie o allegati agli stessi. La valutazione degli effetti del Piano dovrà essere eseguita sulle diverse alternative considerate ( Dott.ssa Obinu).
- Necessità di rivedere l’indice del rapporto ambientale oltre che tenendo conto di quanto fino ad ora esplicitato, inserendo anche nel capitolo 5 un paragrafo riguardante la contestualizzazione degli obiettivi ambientali a livello locale ( Dott.ssa Obinu).
- Si sottolinea l’importanza degli studi preliminari riguardanti il quadro conoscitivo, precisando che se da questi dovessero venire alla luce delle nuove problematiche, queste devono essere recepite nel PUI, tramite l’eventuale introduzione di nuovi obiettivi e conseguenti azioni di mitigazione, gli obiettivi del PUI devono andare di pari passo con le indicazioni del Rapporto Ambientale, cioè i due documenti seguono linee comuni nella loro redazione e ill piano d’azione di coinvolgimento del pubblico interessato deve essere ben dettagliato per un chiaro rapporto di collaborazione atto all’ottenimento degli obiettivi di partecipazione ( Dott.ssa Xxxxx).
I quesiti in merito alla procedura del processo di VAS per i Comuni di Abbasanta e Norbello e sulle informazioni che riguardano il Rapporto Ambientale richiesti ai soggetti competenti in materia ambientale sono stati recepiti e inseriti le Rapporto di Scoping (versione definitiva) che ha segnato la fine della fase di scoping (prevista per il 20.12.2013).
Al fine di incoraggiare la partecipazione dei soggetti con competenze ambientali coinvolti nel processo è stato predisposto un questionario somministrato agli stessi soggetti, redatto secondo le indicazioni delle Linee Guida RAS.
3.1.3 Analisi di coerenza esterna
Il quadro di riferimento pianificatorio e programmatico con il quale il Piano considerato deve essere confrontato risulta costituito dagli Strumenti di programmazione e pianificazione di pari livello o sovra- locali, che definiscono indirizzi, vincoli o regole per l’ambito locale/provinciale/regionale di appartenenza o per i settori di competenza del Piano. La procedura è finalizzata a:
- costruire un quadro d'insieme strutturato contenente gli obiettivi ed indirizzi fissati dalle Politiche, Piani e Programmi territoriali o settoriali di riferimento;
- evidenziare le questioni, già valutate in Piani e Programmi di diverso ordine, che nel processo di VAS possono essere utili alla definizione di azioni progettuali o indirizzi per la pianificazione attuativa a scala locale o sovra-locale.
Sulla base dei risultati di tale analisi è stato possibile rimodulare gli obiettivi generali del PUI, orientare la scelta degli obiettivi specifici e delle relative azioni, e raccogliere indicazioni che possano costituire un riferimento per l’eventuale pianificazione di settore.
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Tale analisi, da redigersi a cura dell’amministrazione comunale e dei tecnici eventualmente incaricati, è la diagnosi della situazione ambientale del territorio comunale e consiste nell’esaminare lo stato qualitativo di una serie di componenti ambientali. Il risultato di tale analisi deve rappresentare la base conoscitiva dello stato dell’ambiente e delle risorse del territorio interessato dall’attuazione del Piano e dovrà consentire lo svolgimento delle successive valutazioni sugli effetti che lo stesso potrà determinare sull’ambiente.
L’analisi ambientale, pertanto, consiste nel rilevare e combinare una serie di informazioni inerenti allo stato delle risorse naturali ed alle relative pressioni esercitate su queste da fattori antropici e/o produttivi, al fine di rilevare eventuali criticità ambientali che potrebbero essere condizionate dall’attuazione del PUI, e di evidenziare vocazioni del territorio che possono essere esaltate dal Piano.
La raccolta delle informazioni utili per l’analisi ambientale potrà essere integrata all’interno del processo di adeguamento del PUI al PPR ed al PAI nella fase di analisi territoriale e di riordino della conoscenza. Il documento di diagnosi della situazione ambientale dovrà illustrare i risultati dell’analisi delle componenti ambientali (qualità dell’aria, acqua, rifiuti, suolo, flora, fauna e biodiversità, paesaggio e assetto storico culturale, assetto insediativo e demografico, sistema economico produttivo, mobilità e trasporti, energia, rumore).
L’analisi ambientale, che ha portato alla stesura del Rapporto Ambientale, si incentra su quattro progressivi momenti di valutazione fondamentali distinti:
- la valutazione di coerenza esterna rispetto ai Piani e Programmi con i quali il PUI si relaziona;
- l’analisi ambientale di contesto;
- la valutazione degli effetti del Piano sull’ambiente, comprendente anche la valutazione di coerenza del Piano rispetto ai criteri generali di sostenibilità ambientale;
- l’analisi di coerenza interna.
3.1.5 Individuazione degli obiettivi di protezione ambientale e valutazione degli effetti ambientali del PUI
Definizione degli obiettivi specifici di Piano ed individuazione delle azioni progettuali. Sulla base di quanto emerso nei punti precedenti sono stati definiti gli obiettivi specifici “sostenibili” e le azioni di Piano, sottoposte alla verifica di coerenza interna ed alla fase valutativa successiva relativa agli effetti sulle componenti ambientali.
La procedura di valutazione prevede un’analisi di coerenza interna finalizzata a verificare l'esistenza di contraddizioni all'interno del Piano, nonché in merito alla coerenza fra obiettivi di piano ed obiettivi di sostenibilità ambientale.
In particolare, la valutazione è orientata ad individuare, per esempio, obiettivi non dichiarati, non perseguiti, oppure ancora obiettivi ed indicatori conflittuali. Tale analisi è finalizzata ad evidenziare
problematiche non emerse esplicitamente nelle altre fasi dell’elaborazione del Rapporto Ambientale, oltre che a verificare la coerenza tra gli obiettivi rimodulati dello strumento di Piano ed i criteri di sostenibilità ambientale contestualizzati per il territorio comunale.
Il processo di elaborazione del Piano Intercomunale, sia per quanto concerne l’adeguamento al PPR che al PAI, come detto, è stato condotto parallelamente al percorso di VAS, aspetto che ha garantito la contestuale costruzione di obiettivi/azioni di Piano già calibrati sulle esigenze e prospettive di coerenza ambientale e di sostenibilità.
3.1.6 Progettazione del sistema di monitoraggio del PUI
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L'attività di monitoraggio si attua durante la fase successiva all'approvazione del piano e si propone di verificare i seguenti obiettivi:
- verificare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati;
- adottare le misure correttive nel caso di impatti negativi imprevisti;
- verificare gli effetti che induce sul contesto ambientale descritto.
Ne consegue quindi che la VAS non si conclude con l’adozione del PUI e del rapporto ambientale, ma prosegue con le attività di controllo continuo, che devono monitorare l’evoluzione degli effetti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del Piano, in modo da poter intervenire per tempo attraverso appropriati interventi correttivi.
La metodologia prevede che il processo si svolga in tre fasi:
- analisi: nell’ambito di questa prima fase vengono acquisiti i dati e le informazioni necessari a quantificare e popolare gli indicatori. Si procede in questo modo al controllo degli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del piano e alla verifica del raggiungimento degli obiettivi di protezione ambientale posti, tramite la misurazione degli scostamenti rispetto ai target prefissati;
- diagnosi: alla luce dei risultati dell’analisi, questa seconda fase consiste nell’identificazione e nella descrizione delle cause degli eventuali scostamenti registrati rispetto alle aspettative, ascrivibili sia a cambiamenti intervenuti sul contesto ambientale che a problemi nell'attuazione del piano;
- terapia: individua se e quali azioni di un nuovo orientamento del piano sia necessario intraprendere (possono riguardare obiettivi, azioni, condizioni per l'attuazione, tempi di attuazione, ecc) per renderlo coerente con gli obiettivi di sostenibilità fissati.
Gli indicatori saranno:
- rappresentativi dei temi e delle aree considerate;
- essenziali e completi, per evitare duplicazioni;
- semplici da interpretare;
- commisurati per un arco di tempo congruo;
- comparabili con gli indicatori che descrivono aree, settori o attività simili;
- scientificamente fondati e basati su statistiche attendibili;
- accompagnati da valori di riferimento per confrontare l'evoluzione temporale;
- utili per eventuali azioni da proporre nel corso della fase di terapia del monitoraggio.
Per il processo di monitoraggio ci si avvarrà del sistema delle Agenzie Ambientali (ARPA Sardegna) come stabilito dal comma 1 dell’art. 18 del D. Lgs. 152/2006, modificato dal D. Lgs. 4/2008. I risultati del monitoraggio saranno resi pubblici e le decisioni di ri-orientamento si renderanno visibili e consultabili attraverso la pubblicazione nel sito web dei comuni interessati dal PUI e, se necessario, attraverso l’organizzazione di specifici incontri.
3.1.7 Partecipazione, consultazione e comunicazione
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Limitare la partecipazione del pubblico alla fase di consultazione successiva all’adozione del PUI, risulterebbe inutile e controproducente, quindi al fine di costruire un piano il più possibile condiviso, il processo partecipativo verrà avviato sin dalle prime fasi di redazione. I soggetti coinvolti saranno: i soggetti competenti in materia ambientale in seguito il pubblico interessato ed in ultima istanza il pubblico. La partecipazione dei soggetti competenti in materia ambientale è prevista fin dalle prime fasi del lavoro di redazione, si coinvolgeranno alla prima riunione di scoping ed alle eventuali altre successive, mentre pubblico interessato e pubblico si coinvolgeranno nelle fasi successive del processo di VAS, in diversi momenti nell’ambito di momenti strutturati per il raggiungimento di specifiche finalità. Le fasi di partecipazione saranno preventivamente preparate e i soggetti coinvolti saranno informati circa i contenuti in merito ai quali sarà chiesto loro di esprimere un parere, al fine di rendere efficace il processo.
L’incontro di scoping è il primo momento di partecipazione in tale occasione verranno coinvolti i soggetti competenti in materia ambientale al fine di illustrare gli obiettivi generali individuati dalle amministrazioni comunali di Abbasanta e Norbello. Verrà specificata la metodologia adottata per la conduzione del processo di VAS, la struttura del rapporto ambientale, il livello di coinvolgimento del pubblico interessato e dei portatori di interesse più importanti. I contributi tutti i soggetti competenti in materia ambientale, che scaturiranno inseguito agli incontri verranno verbalizzati e, se si ritiene opportuno, si utilizzeranno nella fase di redazione ed elaborazione del PUI e del Rapporto Ambientale.
Nelle fasi finali una volta che il PUI è stato concluso, verrà adottato dai consigli comunali e, come previsto sia dalla L.R. 45/89 sia dalla parte seconda del D. Lgs. 152/2006, così come modificata dal D. Lgs. 4/2008, messo a disposizione del pubblico, insieme al rapporto ambientale e alla sintesi non tecnica, così da fornire la possibilità a tutti gli interessati di prenderne visione ed esprimere le proprie osservazioni. La partecipazione proseguirà con l’Informazione, quindi l’amministrazione comunale provvederà alla diffusione della notizia dell’avvenuto deposito del PUI, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica, definendo dove sarà possibile visionare la documentazione. Tra il 15° e il 45° le amministrazioni comunali, se necessario, organizzeranno un incontro con il pubblico avviando la fase di consultazione per presentare il PUI ed il relativo rapporto ambientale ai cittadini. Durante questa fase, infine, si consulteranno i soggetti competenti in materia ambientale secondo il seguente schema invio preliminare del PUI e del rapporto ambientale, presentazione, discussione e verbalizzazione dei risultati. L’ultima fase della VAS nel momento partecipativo è quella di diffonderne i risultati . Il tutto si conclude con l’Informazione sulla decisione del PUI, quindi al fine di rendere noti i contenuti del parere ambientale emesso dall’autorità competente, le amministrazioni comunali pubblicheranno sul BURAS gli esiti della valutazione ambientale del PUI, indicando dove sarà possibile prendere visione del piano approvato e di tutta la documentazione oggetto dell’istruttoria. Si renderanno pubblici (attraverso la pubblicazione sul sito internet) il parere motivato espresso dall’autorità competente, la dichiarazione di sintesi e le misure adottate in merito al monitoraggio.
4. CONTESTO DI RIFERIMENTO DEL PUI DEI COMUNI ABBASANTA E NORBELLO
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L’attività di pianificazione del territorio di riferimento ha come obbiettivo l’adeguamento dei Piani Urbanistici Comunali al Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) e al Piano Paesaggistico Regionale (PPR). Abbasanta e Norbello in un’azione di pianificazione territoriale condivisa seguono il percorso di adeguamento insieme, al fine di creare un piano adeguato, capace di armonizzare i bisogni evolutivi con una corretta interpretazione delle naturali vocazioni del comune territorio e condividere con gli Enti locali la costruzione delle regole, anche per la semplificazione delle procedure di approvazione del piano stesso.
Il Piano Paesaggistico Regionale sottolinea la grande rilevanza della salvaguardia del territorio, dell’ambiente naturale e della biodiversità, in coerenza con i principi dello sviluppo sostenibile, tutti aspetti che possono essere presi in considerazione per i Comuni dell’Altopiano di Abbasanta come un unicum territoriale. Pertanto, in linea con gli indirizzi del PPR, la pianificazione settoriale e locale dei due comuni è indirizzata verso il miglioramento delle produzioni e dei servizi ambientali, verso la conservazione attiva e la riqualificazione dei paesaggi agrari e seminaturali e verso la mitigazione o la rimozione dei fattori di criticità e degrado.
Per cui si sono sviluppate delle azioni di piano che regolano i fenomeni di consumo delle risorse ambientali e di tutela generale, sia degli habitat naturali che semi-naturali, attraverso delle azioni adattate al territorio. Il Piano Urbanistico Intercomunale ha elaborato azioni di pianificazione urbana ed extraurbana tenendo conto delle risorse naturali (suolo, vegetazione, ecc.) e della sicurezza per la collettività, facendo emergere le potenzialità naturalistiche, paesaggistiche, produttive ed edificatorie dei due comuni e del contesto ambientale e paesaggistico in cui si trovano.
I comuni di Abbasanta e Norbello con il Piano hanno voluto pianificare degli interventi e definire delle destinazioni d’uso di gestione del territorio rispettando i criteri di sviluppo compatibile e sostenibile che considerano la vocazione delle terre per i diversi usi che anche storicamente contraddistinguono l’area con l’obiettivo prioritario di preservare le risorse ambientali da un eventuale consumo irreversibile.
La programmazione intercomunale si inserisce in un contesto programmatico che ha visto la Regione Sarda partire con la L.R. n. 8/2004, denominata anche “Legge Salvacoste” (“Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale”), recependo quanto stabilito dal “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (D. Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42), ha introdotto il PPR quale “principale strumento della pianificazione territoriale regionale” che assume i contenuti di cui all’art. 143 del D.Lgs. n. 42/2004, e ne stabilisce la procedura di approvazione.
Il 20 novembre 2005 è stata approvata la proposta di PPR ai sensi dell’articolo 135 del D.Lgs. n. 42/2004, nei termini previsti dalla L.R. n. 8/2004. Con D.G.R. n. 22/3 del 24 maggio 2006, in riferimento all’art. 2, comma 1, della stessa L.R. n. 8/2004, il PPR è stato adottato per il Primo Ambito omogeneo relativo all’area costiera.
La Giunta Regionale, a seguito delle osservazioni espresse dalla Commissione consiliare competente in materia di urbanistica, ha approvato in via definitiva il Primo Ambito omogeneo del PPR con Delibera n. 36/7 del 5 settembre 2006. Il PPR è entrato quindi in vigore con la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Sardegna avvenuta l’8 settembre 2006.
Il 25 luglio 2012 il Consiglio Regionale della Sardegna ha approvato le Linee Guida per il lavoro di predisposizione del Piano Paesaggistico Regionale ai sensi dell'articolo 11 della L.R. 45 del 22 dicembre 1989 così come modificato dalla LR n.8 del 25 novembre 2004 e dall'art. 10 della L.R. 21 del 21 novembre 2011. Tali Linee Guida sono strutturate secondo tre Titoli: il Titolo 1 reca i principi generali della tutela e valorizzazione del paesaggio e riprende completamente le Linee Guida per il lavoro di
predisposizione del PPR approvate dal Consiglio nella seduta del 25 maggio 2005; il Titolo 2 del documento contiene le indicazioni per la revisione e l’aggiornamento del PPR degli Ambiti Costieri (D.G.R.
n. 82 del 7 settembre 2006), da condurre ai sensi dell’art. 11 della L.R. n. 4 del 23 ottobre 2009; il Titolo 3 del documento, infine, si riferisce alle Linee Guida per la redazione ad approvazione del PPR degli Ambiti Interni, da condurre ai sensi dell’articolo 11 della L.R. n.45 del 22 dicembre 1989 e ss.mm.ii.
I principi contenuti nel PPR, assunti a base delle azioni da attuare per il perseguimento dei fini di tutela paesaggistica, costituiscono quindi il quadro di riferimento e coordinamento per lo sviluppo sostenibile dei territori comunali, coerentemente con la Convenzione Europea del Paesaggio e con lo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo. I principi che vengono considerati per i comuni interni, di Abbasanta e Norbello riguardano:
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- la gestione dell’ecosistema urbano secondo il principio di precauzione;
- la conservazione e sviluppo del patrimonio naturale e culturale;
- le politiche settoriali nel rispetto della conservazione della diversità biologica;
- le strategie territoriali integrate per le zone ecologicamente sensibili;
- la protezione del suolo con la riduzione di erosioni;
- la conservazione e gestione di paesaggi di interesse culturale, storico, estetico ed ecologico;
- una più adeguata compatibilità delle misure di sviluppo che incidano sul paesaggio;
- il recupero di paesaggi degradati da attività umane.
4.2 Contesto ambientale e territoriale di riferimento
I comuni di Abbasanta e Norbello con una superficie rispettivamente di Ha 3.982,67 e Ha 2.622,58 sono inseriti nella regione storica dell’Altopiano di Abbasanta, il contesto territoriale situato al centro della Sardegna confina a Sud-Est con il complesso lagunare interno del Lago Omodeo, mentre a Nord confina con il Marghine-Goceano, ad Est con il Montiferru e a Sud con l’Alto Oristanese.
4.2.1 Unità di paesaggio locale
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Il paesaggio è frutto dell’interazione tra l’uomo e l’ambiente in cui vive, in altre parole lo si può intendere come l’ambito territoriale di una cultura. Quello che vediamo intorno a noi è il paesaggio che nel corso del tempo gli abitanti di questo territorio hanno costruito, ciascuno contribuendo alla produzione e alla
stratificazione di un elemento fondante del “patrimonio identitario” dei comuni dell’altopiano e delle sue comunità, costituito anche di valori e di significati simbolici, in parte peculiari e caratteristici di questi luoghi.
L’ambiente basaltico, modellato dalle utilizzazioni pastorali, scarsamente coltivato, ha richiesto l’intervento e la fatica di molte generazioni, che col tempo attuando la pratica dello spietramento e bonifica con risultati di grande efficacia per quanto riguarda la produzione zootecnica, ma anche, si pensi ad esempio ai grandi cumuli di pietra basaltica, agli stagni temporanei, all’intrigo dei muretti a secco realizzati con le pietre basaltiche derivate dagli spietramenti, tutto ciò a definire una di considerevole valenza paesaggistica dell’altipiano nel suo complesso.
Allo stesso tempo la dislocazione delle varie attività agro-pastorali e l’ordinamento fondiario hanno dato luogo alla costruzione di edifici rurali di varia funzione, correlata al tipo di attività praticata all’interno di un sistema di gestione piuttosto articolato (semplici ripari realizzati in pietra e sughero, sos barraccos,
case destinate ad abitazione, ricoveri per il bestiame, fienili, mulini, ecc.). Anche questi manufatti contribuiscono significativamente alla costruzione del paesaggio agrario.
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In molti casi tutto questo ha contribuito a rinsaldare l’attaccamento degli abitanti al territorio originario e l’orgoglio della propria storia nonché il senso di appartenenza a una comunità, anche quando costretti a lunghi periodi di migrazione.
Questo legame si è alimentato nella condivisione di una cultura costruita intorno a un nucleo di valori in cui riconoscersi e di un vissuto emotivo in cui il paesaggio svolge un ruolo rilevante. Per cui molte persone scelgono di dedicarsi alle attività agricole per un tempo limitato, non come fonte di reddito principale, e permangono in campagna per periodi
brevi, tendono quindi a realizzare delle piccole abitazioni e dei vani appoggio per riporre i materiali.
Ne deriva quindi un paesaggio, che nelle sue permanenze e nelle sue trasformazioni, è la testimonianza di questa trasmissione di un patrimonio culturale, dei suoi mutamenti, della sua evoluzione, ma anche del suo possibile degrado; il paesaggio rappresenta l’esito visibile della storia di un territorio ed è un elemento essenziale nella produzione di una memoria condivisa.
La consapevolezza del suo valore per la vivibilità dei luoghi deve essere il punto da cui partire nella formazione delle azioni progettuali e delle aspirazioni collettive circa le prospettive di sviluppo di un territorio.
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L’ambito territoriale dell’analisi considera la suddivisione delle unità di paesaggio definite secondo aspetti riguardanti la geo-morfologia, la pedologia e le potenzialità d’uso del suolo.
Legenda Carta delle Unità di paesaggio
E1 - Paesaggi con forme da ondulate a subpianeggianti, prevalentemente prive di copertura arbustiva ed arborea E2 - Paesaggi con forme da ondulate a subpianeggianti, a tratti con copertura arbustiva ed arborea.
G1 - Paesaggi sulle sommità collinari, con copertura arbustiva ed arborea. G2 - Paesaggi con forme da ondulate, con prevalente utilizzazione agricola.
L2 - Paesaggi pianeggianti o leggermente depresse, con prevalente utilizzazione agricola. Clip_CARTOGR_5000_AN
4.2.2 ANALISI SWOT (Supporto alle scelte)
L’analisi SWOT si conduce sui punti di forza (Strenghts) e di debolezza (Weaknesses) di un territorio, che guideranno le scelte di pianificazione, al fine di far emergere le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) che derivano dal contesto ambientale, in base alle quali si cerca di interpretare e di prevedere l'evoluzione dello stesso.
Si tratta di un’analisi complessiva del territorio strutturata in modo tale da mettere in evidenza i principali problemi e potenzialità che costituiscono le specificità delle Unità di paesaggio descritte, così come le opportunità e le minacce che possono derivare da condizionamenti che agiscono sugli ambiti stessi.
Con riferimento alla valutazione ambientale di un Piano Urbanistico Comunale, l’analisi SWOT è un valido
strumento di sostegno alle scelte, capace di individuare le strategie di sviluppo del territorio in relazione ad un obiettivo globale di sviluppo sostenibile, evidenziando in che modo la strategia di sviluppo delineata dal PUC potrà contribuire allo sviluppo sostenibile del contesto territoriale o, viceversa, quali effetti negativi rischia di comportare.
A questo tipo di analisi segue quella della definizione degli indicatori ambientali che interessano i diversi assetti (ambientale, insediativo, storico culturale) del contesto territoriale in cui si intende realizzare un determinato programma di intervento; l’obiettivo è quello di riconoscere le opportunità di sviluppo di uno o più comuni limitrofi, derivanti dalla valorizzazione dei punti di forza e dal contenimento dei punti di debolezza, alla luce del quadro di opportunità e rischi che, di norma, deriva dalla congiuntura esterna.
Il suo iter segue diverse fasi, di seguito sintetizzate:
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1. Raccolta delle informazioni sul settore ambientale, interno ed esterno, nel quale si svilupperà il PUI;
2. Identificazione delle unità di paesaggio locale che caratterizzano l’ambito d’azione del PUI;
3. Individuazione dei fattori esogeni, classificandoli come opportunità e minacce, per ogni ambito analizzato;
4. Individuazione dei fattori endogeni, classificandoli come punti di forza e di debolezza, per ogni ambito analizzato;
5. Classificazione/Selezione delle possibili strategie. In tale fase, si fa leva sui punti di forza e si cerca di ridurre i punti di debolezza, si massimizzano le opportunità e si minimizzano le minacce, permettendo così la realizzazione degli obiettivi del PUI;
6. Monitoraggio, che può essere considerata una fase di controllo, in cui si fa una valutazione complessiva sull’efficacia delle strategie adottate.
Nelle schede di analisi delle singole unità di paesaggio locale si sono individuati i fattori esogeni, classificandoli come opportunità e minacce, per ogni ambito analizzato; e i fattori endogeni, classificandoli come punti di forza e di debolezza, per ogni ambito. E’ una descrizione generale nonché una osservazione sulle principali caratteristiche del territorio, richiesta per l’avvio di procedure di pianificazione, nella fase della valutazione ex-ante del quadro della progettualità, al fine di individuare possibili strategie da attivare per il territorio attraverso la consultazione di tutte le forze sociali interessate.
L’analisi SWOT è articolata in:
1. PUNTI DI FORZA (aree di potenzialità territoriale; risorse; vocazioni e specializzazioni produttive dell’area);
2. PUNTI DI DEBOLEZZA/CRITICITA’ (settori complessi; insufficienze nel sistema delle infrastrutture; insufficienze nel sistema delle risorse umane; carenze nel sistema delle reti di sviluppo locale);
3. OPPORTUNITÀ (Legami con i territori limitrofi; geografia territoriale);
4. MINACCE (Caratteri negativi estrinseci al territorio).
L’analisi SWOT, descritta nelle schede riassuntive, è stata redatta sulla base delle relazioni specialistiche di supporto al Piano che descrivono e analizzano gli assetti programmatici e di pianificazione, e delle indicazioni raccolte da parte della popolazione locale durante i diversi incontri programmati.
Unità di Paesaggio locale - Vallata di Chenale Paesaggio con forme ondulate, sulle sommità collinari e in corrispondenza dei litotipi più compatti, con copertura arbustiva ed arborea. | |
Inquadramento territoriale | |
Punti di forza | Punti di debolezza |
- Area verde adiacente ai centri abitati - Area dalla forte valenza storica - Punto d’incontro e collegamento dei tre centri abitati - Risorse ambientale e agricole e antichi saperi - Memoria storica e culturale | - Presenza di aree abbandonate e degradate - Area poco visitata/vissuta rispetto al passato - Ridotta sentieristica - Scarsa regimazione delle acque |
Opportunità | Criticità e minacce |
- Realizzazione degli orti urbani - Rivalutazione storica del sito - Realizzazione itinerari naturalistici e ippovie - Parco della agro-biodiversità - Luogo di rivalutazione emozionale | - Inadeguata gestione e valorizzazione del sito e del patrimonio storico culturale - Mancanza di promozione culturale complessiva che consenta la creazione di un sistema turistico di tipo sovracomunale e la messa in rete di tutte le emergenze. - Abbandono |
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Unità di Paesaggio locale- Sant’Xxxxxxxx e località limitrofe Paesaggio con forme da ondulate, con prevalente utilizzazione agricola, attitudini colture erbacee e arboree, anche irrigue. | |
Inquadramento territoriale | |
Punti di forza | Punti di debolezza |
- Attaccamento degli abitanti alla terra - Rivalutazione di attività agricole - Luoghi di socializzazione e identità - Aree agricole vissute e salvaguardate - Controllo e custodia del territorio | - Eccessivo frazionamento - Mancanza di unità aziendale - Impossibile unità programmatica - Impossibile gestione dei servizi (Strade, fognature, ecc) - Non gestibilità delle fonti eventuali fonti inquinanti |
Opportunità | Criticità e minacce |
- Realizzazione attività agricole di qualità - Rivalutazione del ruolo di “agricoltore custode” - Tutela e valorizzazione della agrobiodiversità - Potenzialità lavorativa per giovani, donne, e disabili. | - Inadeguata gestione del patrimonio agricolo. - Mancanza di agevolazione promozione da parte degli Enti. - Possibilità di abbandono |
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Unità di Paesaggio locale - Sant’Xxxxxxxx Paesaggio con forme ondulate, con copertura arbustiva ed arborea, | |
Inquadramento territoriale | |
Punti di forza | Punti di debolezza |
- Ambiente naturale con grandi potenzialità turistiche - Area dalla forte valenza identitaria - Punto d’incontro, socializzazione culturale e folcloristica - Risorsa agro-ambientale | - Presenza di alcune aree abbandonate e degradate - Ridotta sentieristica |
Opportunità | Criticità e minacce |
- Realizzazione di attività turistiche - Rivalutazione storica del sito - Realizzazione itinerari naturalistici e ippovie - Area di potenziamento della agro- biodiversità | - Scarsa gestione e valorizzazione del sito come patrimonio storico-culturale - Scarso impulso che consenta la creazione di un sistema turistico di tipo sovracomunale e la messa in rete di tutte le emergenze. |
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Unità di Paesaggio locale - Sa Paule de S’Istoia Paesaggio con forme ondulate, con copertura arbustiva ed arborea, | |
Inquadramento territoriale | |
Punti di forza | Punti di debolezza |
- Area fertile e ricca d’acqua - Territorio dalla valenza agricola storica - Risorsa ambientale e agricola con la presenza di vecchie cultivar | - Eccessivo frazionamento territoriale - Difficoltà di realizzazione di imprese agricole produttive - Scarsa regimazione delle acque |
Opportunità | Criticità e minacce |
- Realizzazione attività agricole di qualità - Rivalutazione del ruolo di “agricoltore custode” - Tutela e valorizzazione della agrobiodiversità - Potenzialità lavorativa per giovani, donne, e disabili. | - Spopolamento - Pratiche agricole inadeguate |
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L’analisi delle componenti ambientali è una fase iniziale della valutazione ambientale del piano in cui viene esaminato lo stato qualitativo di una serie di componenti ambientali in modo da consentire lo svolgimento delle valutazioni sugli effetti che l’attuazione del Piano potrà determinare sull’ambiente.
Il presente rapporto di diagnosi della situazione ambientale illustra i risultati dell’analisi delle tematiche ambientali di seguito elencate:
1. Qualità dell’aria;
2. Acqua e reti idrologiche;
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3. Rifiuti;
4. Suolo;
5. Biodiversità;
6. Paesaggio e assetto storico culturale;
7. Sistema insediativo;
8. Sistema agricolo ed economico produttivo;
9. Trasporti e mobilità;
10. Rumore;
11. Energia.
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4.3.1 Schede monografiche per l'analisi delle componenti antropiche e ambientali
Indicatore: Qualità dell’aria |
Informazioni generali Per inquinamento atmosferico si intende qualunque sostanza, introdotta in atmosfera a seguito di processi naturali o antropici, la cui concentrazione è in grado di provocare effetti dannosi sulla salute umana, sulla vita animale e vegetale e sui materiali (in particolare i materiali da costruzione) ovvero effetti anche solo di disturbo o alterazione del benessere. Si distinguono: - Inquinanti primari, cioè emessi in atmosfera direttamente da sorgenti identificabili, naturali (vulcani, cicli biologici etc.) o antropiche ( emissioni da traffico, industriali, agricoltura...); - Inquinanti secondari, prodotto di reazioni chimiche che coinvolgono gli inquinanti primari e i componenti naturali dell'atmosfera. Il grado di inquinamento atmosferico, quindi la qualità dell'aria rispecchia le caratteristiche dell'area in cui è condotta l'indagine; caratteristiche puntuali quali l'orografia dei luoghi, le condizioni meteo-climatiche (che possono influenzare in maniera importante la presenza o meno degli inquinanti e le loro concentrazioni), la tipologia delle sorgenti emissive, le caratteristiche delle stesse sostanze inquinanti ( es: se soggette a reazioni chimiche) intervengono quali variabili la cui combinazione fornisce elementi importanti ai fini della valutazione della qualità dell'aria, nell'area oggetto di indagine. La normativa considera soprattutto gli inquinanti derivanti da: - processi industriali e attività di combustione: biossido di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio, polveri totali sospese; - il traffico veicolare: benzene, idrocarburi policiclici aromatici, polveri fini; - inquinamento fotochimico: ozono. Di seguito in breve un elenco dei principali inquinanti individuati dalla normativa italiana, in cui si dà indicazione in merito alle fonti di inquinamento, le principali caratteristiche e con le loro caratteristiche e le conseguenze sulla salute umana e sull'ambiente. Il Biossido di Zolfo – SO2 si origina dalla combustione di carburanti contenenti zolfo (es. olio combustibile, gasolio, carbone). Sono responsabili delle sue emissioni le centrali termoelettriche, l'industria, gli impianti di riscaldamento domestico, gli autoveicoli (diesel). Si tratta di una sostanza irritante delle mucose dell'apparato respiratorio, sull'ambiente contribuisce alla formazione delle piogge e delle deposizioni acide, che recano danni alla vegetazione, alla fauna ittica (acidificazione dei laghi) e corrodono edifici e monumenti. Gli Ossidi di Azoto – NOx si originano a causa dei processi di combustione, negli autoveicoli e negli impianti industriali e di riscaldamento, indipendentemente dal tipo di combustibile utilizzato. Nell’uomo il biossido di azoto causa irritazioni alle vie respiratorie in particolare nei soggetti asmatici. Sull'ambiente il biossido di azoto contribuisce ad originare lo smog fotochimico., può inoltre dare origine a nebbie e piogge acide, formando acido nitrico a contatto con l'umidità atmosferica. |
Il Monossido di Carbonio – CO si origina quando la combustione avviene in carenza di ossigeno, cioè sia nei motori degli autoveicoli che negli impianti di riscaldamento domestici e negli impianti industriali. Le sue concentrazioni negli ambienti esterni sono molto variabili e legate alla presenza di traffico intenso. Nell’uomo il monossido di carbonio si lega all'emoglobina del sangue e fa sì che diminuisca la capacità di trasporto dell'ossigeno nell'organismo. sull'ambiente L'anidride carbonica che si forma in atmosfera dal monossido di carbonio è uno dei gas responsabili dell'effetto serra. Le Particelle sospese - PM10 (polveri di diametro aerodinamico < 10 μm) si originano nelle combustioni (particelle incombuste); nelle aree urbane sono generate dalle centrali termiche e dagli autoveicoli. Fanno parte di questa categoria anche le polveri prodotte dall'abrasione dei freni, dei pneumatici, del manto stradale, queste tendono a depositarsi al suolo, anche se vengono frequentemente riportate in sospensione dal passaggio degli autoveicoli; quelle più piccole rimangono in sospensione più a lungo e quindi vengono più facilmente inalate. La pioggia ha un effetto depurante, mentre con la nebbia, al contrario, si rilevano concentrazioni elevate. L’uomo avverte irritazioni nell'apparato respiratorio. La loro pericolosità è però soprattutto dovuta alle sostanze nocive che contengono o che su di esse sono assorbite: ad esempio, piombo, vanadio, cromo, amianto, idrocarburi policiclici Aromatici (IPA). È stato dimostrato che alcune di queste sostanze sono cancerogene (amianto, benzopirene ed altri IPA). Nell'ambiente contribuiscono alla diminuzione della trasparenza dell'aria e all'annerimento e/o corrosione di monumenti, edifici, ecc. Sulla flora, a causa delle incrostazioni sulle foglie, interferiscono con il processo fotosintetico. L’ Ozono - O3 (inquinante secondario) che si origina per reazioni chimiche, favorite dalla radiazione solare, tra inquinanti primari che vengono immessi direttamente nell'atmosfera, quali gli ossidi di azoto e gli idrocarburi, che svolgono la funzione di precursori. Nell'atmosfera è presente, in condizioni naturali, in percentuale molto bassa (0,00004%) e si concentra ad un'altezza dal suolo compresa tra i 20 ed i 60 km. È un gas che esplica i suoi effetti negativi anche a concentrazioni molto basse, provocando irritazione agli occhi (in concentrazioni attorno ai 200 mg/m3). Produce un rapido deterioramento dei materiali e riduce la produttività di alcune colture agrarie. Il benzene - C6H6 idrocarburo aromatico volatile, presente come additivo nelle benzine, ha un alto impatto ambientale. Si genera dalle combustioni e dall'utilizzo del petrolio e dei suoi derivati. Nelle aree urbane la loro presenza è dovuta ai gas di scarico degli autoveicoli, in particolare quelli con motore a benzina. È una fonte importante anche l'evaporazione diretta dai depositi e dai distributori di carburante. Sulla salute ci sono effetti molto diversificati, in particolare sono classificati come cancerogeni, per cui non è possibile definire una soglia minima al di sotto della quale non si hanno effetti apprezzabili sulla salute. I danni sull'ambiente riguardano il loro forte potere di ossidazione, che gli permette di danneggiare piante e materiali. |
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Valori limite Nella Tabella 1 vengono indicanti i valori limite imposti dalla normativa per gli agenti inquinanti che possono creare danni alla salute umana, animale e delle piante: Tabella 1 – Limiti di legge (Fonte: Relazione annuale sulla qualità dell’aria in Sardegna 2013 - ARPAS) |
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Stato della qualità dell’aria Il monitoraggio dei suddetti parametri presuppone la presenza nei territori comunali di una stazione di rilevamento, la rete regionale di rilevamento ha delle stazioni in provincia di Oristano ma solo ad Oristano e Santa Giusta, i comuni in oggetto non posseggono centraline di controllo. La valutazione indiretta viene fatta basandosi su dati dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, che ha realizzato l’inventario regionale delle sorgenti di emissione, in attuazione del d.lgs n. 155/2010 e s.m.i., che recepisce la direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa (Allegato A alla Delib.G.R. n.52/19 del 10.12.2013) in attuazione del documento sulla valutazione della qualità dell’aria in Sardegna e sull’individuazione delle possibili misure da attuare per il raggiungimento degli obiettivi di cui al D.Lgs n. 351/99. I dati diretti sono costituiti essenzialmente dalle emissioni delle principali industrie, che li hanno forniti attraverso appositi questionari, mentre i dati indiretti sono costituiti da: - censimenti ISTAT della popolazione e dell’agricoltura; - dati ACI sul parco autoveicolare regionale; - dati sul consumo di combustibili provenienti dal Bollettino Petrolifero; - carta dell’uso del suolo della R.A.S.; - statistiche sugli incendi boschivi ; - statistiche sul traffico stradale, aereo e portuale. L’inventario tiene in considerazione l’intero territorio regionale, nella tabella 2 vengono prese in considerazione le emissioni totali per i comuni di Abbasanta e Norbello. Dal punto di vista grafico, le emissioni da sorgenti diffuse e lineari sono spalmate sull’intero territorio comunale e la loro entità è rappresentata dall’intensità di colore indicato in legenda. I territori dei comuni oggetto di studio si collocano sempre nei valori minimi di emissione, tranne che per i valori riferibili all’emissione del benzene, che per il territorio di Abbasanta mostrano valori più alti per la maggiore vicinanza alla SS 131. |
Aspetto | Indicatore | U.M. | Fonti |
Emissioni totali di monossido di carbonio (Mg) distribuite a livello comunale | ASSESSORATO DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE Allegato A alla Delib.G.R. n.52/19 del 10.12.2013 | ||
Emissioni totali di ossidi di zolfo (SOx) distribuite a livello comunale | ASSESSORATO DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE Allegato A alla Delib.G.R. n.52/19 del 10.12.2013 | ||
Emissioni totali di benzene (kg) distribuite a livello comunale | ASSESSORATO DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE Allegato A alla Delib.G.R. n.52/19 del 10.12.2013 | ||
Emissioni totali di materiale particolato PM10 (Mg) distribuite a livello comunale | ASSESSORATO DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE Allegato A alla Delib.G.R. n.52/19 del 10.12.2013 |
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Tabella 2 – Emissioni totali per i comuni di Abbasanta e Norbello (Fonte: Zonizzazione del territorio e classificazione di zone e agglomerati
in materia di qualità dell’aria ambiente, 2013 - RAS)
Indicatore: Acqua e reti idrologiche |
Informazioni generali L’interpretazione delle caratteristiche idrogeologiche è strettamente connessa alla geolitologia. Per poter individuare le unità idrogeologiche, si è reso necessario determinare le peculiarità idrogeologiche di tutti i litotipi presenti, al fine di schematizzare le classi di permeabilità presenti nell’area esaminata. La permeabilità, che deve essere intesa come la proprietà delle rocce di lasciarsi attraversare dall’acqua sottoposta a un carico idraulico; si distingue in due grandi tipologie, quella per porosità e quella per fessurazione. La prima si manifesta in rocce porose, più o meno cementate, caratterizzate da numerosi piccoli vuoti intergranulari e intercomunicanti, mentre la seconda è tipica di rocce coerenti o lapidee ma interessate da diverse famiglie di fessure e giunti. Nel territorio di Abbasanta e Norbello si sono rilevate le seguenti unità idrogeologiche con le relative caratteristiche di permeabilità: - Unità detritica quaternaria (Permeabilità alta per porosità); - Unità delle alluvioni plio-quaternarie (permeabilità per porosità complessivamente medio - bassa); - Unità delle vulcaniti plio-quaternarie (permeabilità complessivamente per fessurazione da medio- bassa a bassa; localmente, in corrispondenza di facies fessurate, vescicolari o cavernose, permeabilità per fessurazione e subordinatamente per porosità medio-alta) - Unità detritico carbonatica miocene superiore (permeabilità complessiva medio bassa per porosità; localmente medio alta per porosità per termini sabbioso arenacei); - Unità detritico carbonatica oligocene - miocene inferiore (Permeabilità complessiva medio-alta per porosità; localmente medio-bassa in corrispondenza dei termini marnosi); - Unità delle vulcaniti oligo mioceniche (Permeabilità per fessurazione complessiva medio-bassa, più alta nei termini con sistemi di fratturazione marcati (espandimenti ignimbritici e lavici) e più bassa in quelli meno fratturati (cupole di ristagno) e nei livelli piroclastici e epiclastici). La gran parte del territorio appartiene all’unità vulcanica plio-pleistocenica che condiziona anche l’idrografia superficiale. I corsi d’acqua hanno una bassa densità nel proprio reticolo e hanno origine nel settore nord est del territorio. All'interno di questa unità fisiografica si individuano tre principali bacini che sottendono il Xxx Xxxxx, il Riu Bonorchis e il Riu Serrieddu. Il Riu Mannu che attraversa il territorio di Abbasanta nel settore ovest risulta canalizzato e regimato in corrispondenza di Tanca Regia; ha un bacino allungato lungo la direttrice nord sud, con un alveo poco incassato e compreso completamente nelle formazioni vulcaniche. Le altre due aste fluviali si uniscono nei primi affioramenti mesozoici dove danno origine al Riu Siddo caratterizzato da un alveo ad andamento meandriforme e per molti tratti incassato. Nel settore della valle Chenale si segnalano, il Riu Serrieddu che ha origine nel settore a valle dell'abitato di Abbasanta e che raccoglie le acque provenienti dai canali dell'abitato di Abbasanta e Ghilarza. Relativamente a questo bacino si evidenzia l'asta fluviale, canalizzata per gran parte del percorso che ha origine in località Osoddeo e il riu Benas che ha origine nel settore a nord di Norbello dalla sorgente Suei. Nel settore di altopiano basaltico studiato tra i caratteri idrogeologici superficiali più significativi si segnalano le aree endoreiche a difficoltà di drenaggio che in corrispondenza degli eventi pluviometrici più importanti si trasformano in settori di acqua stagnante. Alcune di queste sono state interessate in passato da opere di bonifica (Tanca Reggia, Xxxxx de s'Istoia) mentre tali opere risultano meno evidenti in altri settori (località su Fossu). |
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Le sorgenti presenti nell'altopiano basaltico si localizzano lungo fasce tettonizzate legate a uno o più sistemi di frattura. | |
Raramente superano la portata media annua di 1 l/sec, fatta eccezione per la sorgente in località Bonorchis caratterizzata da portate importanti (maggiori di 5 l/s) e in parte captata per uso acquedottistico. Sono inoltre presenti delle sorgenti al margine dell'altopiano in corrispondenza dei livelli più sommitali delle formazioni sedimentarie oligo-mioceniche al contatto con i basalti, che in passato hanno rappresentato una importante risorsa per le comunità locali. | |
L'idrogeologia sotterranea risulta complessa, con livelli freatici sovrapposti e condizionati dalla tettonica e che interessano diverse litologie. | |
Relativamente al settore ovest del territorio, si sono cartografate le isofreatiche e la direzione di flusso della prima falda, rilevate nello studio di tesi dal dottor geologo Xxxxxxx Xxxxx. Si segnalano diversi pozzi tra cui si evidenziano quelli ad uso acquedottistico presenti nella zona industriale di Abbasanta e in prossimità del campo sportivo di Norbello. | |
Fig. 1 Tratto del Rio Siddo, Costa e Pardu - Norbello | |
I BACINI IDROGRAFICI | |
Norbello | |
Il maggior bacino idrografico che attraversa il territorio di Norbello è relativo al Rio Siddo, con un'area di circa 76 kmq, mentre un sub-bacino ad esso confluente è quello del Riu Bonorchis con estensione di 15 kmq che si immette in destra in loc Caddaris. Il Rio Siddo dall'immissione del Riu Bonorchis assume la denominazione di Riu Merchis con un'area di 56 kmq, che rappresenta il confine con i comuni di Aidomaggiore e di Borore. | |
Il Riu Merchis riceve diversi affluenti minori tra i quali si ricorda il Riu Margheri Stara che alla confluenza nel Riu Merchis ha un'area di circa 7 kmq. Il Riu Siddo nel tratto vallivo del territorio di Norbello riceve in destra il Riu Serrieddu (che rappresenta il compluvio della valle di Chenale e riceve le acque della canalizzazione che attraversa Abbasanta e la zona a monte dell'abitato) circa 9 kmq, e il Riu Benas che proviene dai versanti sovrastanti la strada provinciale Norbello-Domusnovas Canales in prossimità di Funtana Suei con unestensione di poco più di 2 kmq. | |
Altri rii minori attraversano il territorio di Norbello tra i quali si cita la canalizzazione artificiale realizzata per il drenaggio della Paule de s'Istoia e che si immette nel Riu Bonorchis nella località tra il Nuraghe Alinos e il Nuraghe Aiga. | |
Le portate di massima piena sono molto variabile stante la differenza dei bacini afferenti ai diversi alvei esaminati. Richiamando i valori di portata per il tempo di ritorno di 500 anni si sintetizzano: quasi 500 mc/s nel Rio Siddo, un valore di quasi 400 mc/s per il Riu Merchis alla confluenza con il Riu Bonorchis, |
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quest'ultimo ha una portata di poco più di 110 mc/s. Il Riu Serrieddu alla confluenza con il Riu Siddo e il Riu Margheri Stara alla immissione nel Riu Merchis raggiungono i 90 mc/s mentre il Riu Benas alla confluenza con il Riu Serrieddu ha una portata di 33 mc/s per il medesimo tempo di ritorno. Abbasanta | |
Nel Comune di Abbasanta le aste più significative sono quella del Riu di San Xxxxxxxx che presenta uno sviluppo lineare superiore ai 10 km e un bacino idrografico complessivo di circa 40 kmq e quella del Riu Bonorchis con un bacino idrografico per la parte in Abbasanta pari a circa 8 kmq ed una lunghezza di poco superiore ai 5 km. Altre aste minori che interessano il territorio comunale di Abbasanta sono il Riu Pitziu che assieme al sopracitato Riu di San Xxxxxxxx generano le canalizzazioni agricole denominate Canale Mannu e Canale Pitziu e il Riu Chenale, compluvio che attraversa il centro abitato di Abbasanta come canale tombato pet riprendere il suo percorso a cielo aperto nella valle da cui prende il nome. Le portate di piena calcolate per i 4 tempi di ritorno previsti dalle N.A. del P.A.I. differiscono molto tra le diverse aste citate a causa sia delle diverse estensioni dei bacini idrografici che delle diverse caratteristiche geomorofologiche. In analogia con quanto illustrato per Norbello si riportano i valori per il tempo di ritorno di 500 anni: circa 200 mc/s nel Riu di San Xxxxxxxx per il bacino con sezione di chiusura in prossimità del confine comunale di Ghilarza, poco più di 60 mc/s per il Riu Bonorchis per il bacino con sezione di chiusura in prossimità del confine comunale di Norbello e circa 40 mc/s per il Riu Chenale per il bacino con sezione di chiusura al termine del tratto tombato nell’edificato di Abbasanta. Fig.2 Reticolo idrografico – Comuni di Abbasanta e Norbello Rete dei servizi acquedottistici, fognari ed energetici | |
Per ricostruire il tracciato della condotta idrica interrata si è fatto riferimento alla cartografia in scala 1:1000 edalle informazioni note al gruppo di lavoro da archivi ESAF-Abbanoa, mentre per il resto del territorio si sono considerati i dati estrapolati dal GDB 10K regionale Elemento idrico (040401) e Condotta Idrica (PPR) confrontandoli e integrandoli in base a quanto riportato nell’aerofoto in scala 1:5000. Sono presenti numerosi serbatoi alcuni dei quali probabilmente in disuso. Al momento non si conoscono con sufficiente precisione i tracciati dei collettori fognari che dai centri abitati recapitano i reflui ai depuratori. Per servizi energetici si intendono esclusivamente i manufatti visibili relativi alla sola fornitura di |
energia elettrica in alta e media tensione ai centri abitati di Abbasanta e Norbello.
Se si escludono i due campi fotovoltaici, uno nel Comune di Abbasanta e l’altro nel territorio di Norbello, entrambi localizzati in prossimità dellla S.S. 131, allo stato attuale non si rileva la presenza nel territorio di altri sistemi di generazione e/o cogenerazione.
Per delineare il tracciato e localizzare i tralicci ci si è riferiti ai dati forniti dalla cartografia al 1000 e dal dato Linea Elettrica (070301) del GDB 10k, confrontando il tutto con l’Ortofoto 2006 e apportando le giuste correzioni.
Per la codifica degli impianti fotovoltaici si adotterà un nuovo codice all’interno del ciclo dell’energia elettrica.
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Indicatore: Rifiuti |
Aspetti generali L’ Osservatorio Provinciale sui rifiuti della Provincia di Oristano stila periodicamente una relazione redatta sulla base delle informazioni acquisite dagli impianti di trattamento dei rifiuti, dai Comuni e dalle Unioni dei Comuni. La raccolta dei dati avviene attraverso la compilazione delle schede predisposte dall’ARPA Sardegna da parte dei singoli Comuni. Nel 2012 la raccolta differenziata a livello regionale ha raggiunto un’efficienza pari al 48,5% mentre la Provincia di Oristano si è attestata al 63,8%, facendo registrare per il terzo anno consecutivo il valore più alto a livello regionale. A seguire un estratto dei dati relativi alla produzione dei rifiuti indifferenziati e differenziati sia in forma aggregata per il comune di Abbasanta e per il comune di Norbello. Stato della gestione dei rifiuti I comuni di Abbasanta e Norbello si trovano nella categoria di comuni che effettuano in maniera autonoma la raccolta differenziata dei RSU, con una produzione pro-capite annua (FIG.1 ) che va dai 250-300 kg/anno per il comune di Norbello e 300-350 Kg/anno per il comune di Abbasanta; con una percentuale di efficienza che va da 50-60 % per entrambi i comuni (FIG.2 ).
Fig.1 Produzione pro-capite annua Fig.2 Percentuale di efficienza |
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Indicatore: Suolo | |
Informazioni generali Esiste stretta correlazione tra la risorsa suolo e le risorse biotiche che da essa dipendono, le piante traggono il loro nutrimento dalla terra, in cui sono concentrati tutti gli elementi nutritizi utilizzati dalle piante stesse, questi risultano essere disciolti nell’acqua. Se ne deduce quindi la forte importanza di tale risorsa che non può non essere considerata tra i principali indicatori della tutela e salvaguardia dell’ambiente nel suo complesso. I caratteri legati al suolo rappresentano una risorsa importante di un territorio, questi devono essere salvaguardati, infatti, fenomeni naturali (erosione, rischio idrogeologico) e fenomeni antropici (eccessivo sfruttamento) possono modificare la struttura originaria anche in maniera irreversibile. Per l’analisi si sono considerati gli strati informativi riguardanti geolitologica, pedologica, idrogeologica, geomorfologia e uso del suolo che danno indicazione dello stato generale del territorio. Approfondimenti su ulteriori tematismi derivati, come le emergenze ambientali, le valenze ambientali, la capacità d’uso dei suoli, l’attitudine dei suoli ad usi diversi e la sostenibilità d’uso del paesaggio agrario. Stato della situazione geopedologica e idrogeologica | |
Aspetto | Caratteri geopedologici e geomorfologici |
FONTI: | I caratteri geopedologici rappresentano una risorsa importante di un |
territorio, questi devono essere salvaguardati, infatti, fenomeni naturali | |
- Carta dell’uso del | (erosione, rischio idrogeologico) e fenomeni antropici (eccessivo |
suolo alla scala 1:25.000 (RAS, 2008) - Quadro conoscitivo PUI | sfruttamento) possono modificare la struttura originaria anche in maniera irreversibile. Dall’analisi di alcune carte tematiche di base (geolitologica, pedologica, idrogeologica, geomorfologia, uso del suolo) si sono ottenute |
- ISTAT, Popolazione | indicazioni dello stato generale del territorio. |
2014 | L’Altopiano di Abbastanta è caratterizzato per circa il 90 % del suo |
territorio da una geologia riconoscibile nella “Subunità di Dualchi | |
(BASALTI DELLA CAMPEDA- PLANARGIA) Andesiti basaltiche | |
subalcaline, porfiriche per fenocristalli di Pl, Cpx, Opx, Ol; in estesi | |
espandimenti. Trachibasalti e basalti debolmente alcalini, porfirici per | |
fenocristalli di Pl, Ol, Cpx; in estese colate sovrapposte. PLIOCENE | |
SUPERIORE”descritta da una litologia dei così detti “BASALTI DEL | |
PLATEAU monolitologico non stratificato non fratturato”. | |
Le classi di pendenza sono uno strumento per la definizione delle classi | |
di suscettività d’uso dei suoli, nel territorio in oggetto si riscontra una | |
maggiore distribuzione delle aree pianeggianti a potenziale uso agricolo | |
e/o con scarse limitazioni d’uso. | |
Le formazioni Oligo-Mioceniche affiorano nel settore nordorientale in | |
corrispondenza del basso morfologico rappresentato dalla Valle di | |
Chenale. La maggior parte degli affioramenti appartiene alla famiglia | |
delle rocce sedimentarie mentre in direzione est lungo la strada | |
provinciale Norbello – Aidomaggiore, a 700 metri rispetto all'abitato di | |
Domus Novas Canales affiora una formazione vulcano sedimentaria. |
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La geomorfologia del territorio di Abbasanta e Norbello è caratterizzata dalla presenza di un alto morfologico esteso, con bassissime pendenze formato da litologie vulcaniche basaltiche costituenti l'unità fisiografica dei Plateau plio- pleistocenici. Il plateau si blocca verso est (a monte della Valle di Chenale) con la presenza di diverse scarpate, più o meno nette e continue, che segna il passaggio al dominio degli affioramenti terziari, con la presenza di diffuse, anche se non continue, coltri detritiche. Il passaggio ben riconoscibile in campagna avviene in prevalenza con scarpate subverticali, che in taluni punti superano i 10 metri di altezza (margine con l'abitato di Norbello, vallata del Riu Siddo e in località Costa 'e Pardu al confine con Aidomaggiore). Il settore più a valle è costituito da affioramenti della successione miocenica, dove la morfologia di queste aree è caratterizzata da forme più dolci; escludendo alcuni affioramenti della successione marnoso arenacea, con forme più aspre derivate dalla presenza di livelli con maggiore componente carbonatica. L'azione erosiva delle acque superficiali risulta più evidente in corrispondenza del Riu Siddo, nelle formazioni mioceniche in vicinanza delle formazioni basaltiche, con profonde incisioni che hanno generato valli a V con fondo stretto e versanti acclivi. Sempre in corrispondenza della stessa asta fluviale si segnala la presenza di un orlo di scarpata, che supera i cinque metri, e che interessa le formazioni mioceniche a prevalente componente sabbiosa. Si ha la presenza di una cava attiva in località Sos Contones, nel comune di Norbello non lontano dal santuario campestre di X. Xxxxxxx. I dati sullo stato della situazione geopedologica e idrogeologica derivano dall’elaborato di adeguamento del PUI al PAI ai sensi dell'art. 8 comma 2 delle norme di attuazione. In cui viene effettuata l'analisi della pericolosità franosa, intesa come probabilità che un evento potenzialmente distruttivo si verifichi in un dato periodo di tempo e in una data area. Si è, quindi, condotta un’analisi pesata di ogni sito potenzialmente soggetto a pericolo di frana, valutando l'influenza che i diversi fattori, attivi e passivi, di suscettività franosa (fattori geologici, morfologici, geotecnici, vegetazionali, climatici e antropici) hanno sulle condizioni di stabilità dei versanti in studio. Ciascun tematismo di suscettività franosa ha visto la predisposizione di una specifica cartografia tematica con relativo database. I fattori di suscettività franosa sono stati indicizzati mediante l'attribuzione di pesi numerici proporzionali alla stimata incidenza del singolo fattore sul possibile sviluppo del fenomeno stesso. La carta di pericolosità franosa, che costituisce l'elaborato grafico derivato di sintesi del processo di valutazione, è stata ottenuta attraverso la sovrapposizione (overlay mapping) e la sommatoria, in ogni area potenzialmente soggetta a pericolo di frana, dei pesi attribuiti a tutti i tematismi franosi considerati. In osservanza delle disposizioni di cui agli artt. 8 e 26 del N.T.A. di attuazione del Piano di Assetto Idrogeologico. |
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Indicatore | Capacità d’uso del suolo |
FONTI: - Carta dei suoli della Sardegna Aru et al. 1991. - Quadro conoscitivo PUI. | La CAPACITA’ D’USO DEI SUOLI (LAND CAPABILITY) attribuisce ad un suolo una classe di capacità d’uso, attribuite a ciascuna unità cartografica secondo la Land Capability Classification (Kliengebel and Xxxxxxxxxx, U.S.D.A., 1961, e successive revisioni), è uno dei sistemi di classificazione più utilizzati perché applicabile a vari complessi agro- pastorali e non a specifiche attività agricole attuate in territorio. Il metodo della attribuzione di capacità d’uso non è riferito solo alle proprietà fisiche del suolo, che determinano la sua attitudine più o meno ampia nella scelta di particolari colture, quanto piuttosto alle limitazioni da questo presentate nei confronti di un uso agricolo generico. Tali limitazioni derivano principalmente dalle qualità intrinseche del suolo, ma anche dalle caratteristiche dell'ambiente biotico e abiotico in cui questo è inserito. Per cui parametri di fertilità chimica del suolo limitano l’utilizzo, in quanto rispecchiano caratteristiche di scarsa produttività di un territorio, relazionati ad aspetti fisici quali ad esempio la morfologia, il clima, la vegetazione ecc. Dalla tabella di riferimento di seguito mostrata si evince come il concetto di limitazione è legato ad una seri di parametri di adattabilità colturale, infatti all'aumentare della limitazione corrisponde una diminuzione dei possibili usi agro-silvo-pastorali: Tabella: Classi di capacità d’uso (Fonte Linee Guida RAS) |
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Capacità d’uso dei suoli – Comune di Abbasanta CLASSI LIMITAZIONI D'USO ATTITUDINI VI-V A tratti rocciosità e pietrosità elevate, scarsa profondità, Conservazione e ripristino della vegetazione eccesso di scheletro, idromorfia dovuta al substrato naturale, forestazione, pascolo impermeabile regimato e migliorato. II-I Tessitura fine, drenaggio lento, pericolo d'inondazione Colture erbacee anche irrigue VIII-VII Rocciosita' e pietrosità elevate, scarsa profondità, Ripristino e conservazione della vegetazione eccesso di scheletro, idromorfia dovuta al substrato naturale; riduzione od eliminazione impermeabile. del pascolamento VII-VI Rocciosità e pietrosità elevate, scarsa profondità, Pascoli migliori con specie idonee ai suoli a eccesso di scheletro e di carbonati, forte pericolo di reazione subalcalina, possibili impianti di erosione specie arboree resistenti all'aridita Capacità d’uso dei suoli – Comune di Norbello CLASSI LIMITAZIONI D'USO ATTITUDINI VI-V A tratti rocciosità e pietrosità elevate, scarsa profondità, Conservazione e ripristino della vegetazione eccesso di scheletro, idromorfia dovuta al substrato naturale, forestazione, pascolo regimato e impermeabile migliorato. II-I Tessitura fine, drenaggio lento, pericolo Colture erbacee anche irrigue d'inondazione VI-V A tratti rocciosità e pietrosità elevate, scarsa Conservazione e ripristino della vegetazione profondità, eccesso di scheletro, idromorfia dovuta al naturale, forestazione, pascolo regimato e substrato impermeabile migliorato. VII-VI Rocciosità e pietrosità elevate, scarsa profondità, eccesso pascoli migliori con specie idonee ai suoli a di scheletro e di carbonati, forte pericolo di erosione reazione subalcalina, possibili impianti di specie arboree resistenti all'aridità III-II-I A tratti tessitura fine, eccesso di carbonati, moderato Colture erbacee ed arboree anche irrigue pericolo di ersosione VII-V-IV A tratti rocciosita e pietrosita elevate, scarsa profondita, Conservazione, ripristino ed infittimento della eccesso di scheletro, drenaggio vegerazione naturale, colture erbacee ed lento, forte pericolo di erosione arboree anche irrigue nelle aree a minore acclivita | Area (Ha) 3077 202 689 13 Area (Ha) 2020 100 5 263 218 13 | |
Indicatore | Uso del suolo | |
FONTI: | I dati sull’uso del suolo, sulla copertura vegetale e sulla transizione tra le diverse categorie d’uso figurano tra le informazioni più frequentemente richieste per la formulazione delle strategie di gestione sostenibile del patrimonio paesistico- ambientale e per controllare e verificare l’efficacia delle politiche ambientali e l’integrazione delle istanze ambientali nelle politiche settoriali (agricoltura, industria, turismo, ecc.). Di seguito vengono riportati i dati aggiornati al 2015 derivati da quadro conoscitivo della redazione del Piano: Descrizione delle classi La descrizione delle voci di legenda, che si riporta di seguito, intende fornire un quadro di riferimento dei criteri seguiti per la discriminazione delle classi nella Carta di Uso del Suolo della RAS; riveste un’importanza notevole come riferimento per la terminologia utilizzata nei diverso contesti tecnici e scientifici. La condivisione di questa classificazione permette di armonizzare, secondo uno standard europeo, informazioni descrittive di estrema importanza nella pianificazione paesaggistica. | |
- Carta dell’uso del | ||
suolo alla scala | ||
1:25.000 (RAS, | ||
2008) | ||
- Quadro | ||
conoscitivo PUI | ||
- ISTAT, | ||
Popolazione 2014 |
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Cod. UDS | DESCRIZIONE UDS | ETTARI | % |
121 | INSEDIAMENTO INDUSTRIALE, COMMERCIALE | 1,21 | 0,02 |
512 | BACINI D'ACQUA | 0,35 | 0,01 |
11110 | TESSUTO RESIDENZIALE COMPATTO E DENSO | 78,26 | 1,18 |
11120 | TESSUTO RESIDENZIALE RADO | 14,87 | 0,23 |
11210 | TESSUTO RESIDENZIALE RADO E NUCLEIFORME | 6,38 | 0,10 |
11220 | FABBRICATI RURALI | 47,31 | 0,72 |
12110 | INSEDIAMENTI INDUSTRIALI, ARTIGIANALI E COMMERCIALI E SPAZI ANNESSI | 55,35 | 0,84 |
12120 | INSEDIAMENTI DI GRANDI IMPIANTI DI SERVIZI | 15,66 | 0,24 |
12200 | RETI ED AREE INFRASTRUTTURALI STRADALI E FERROVIARIE | 6,27 | 0,09 |
12210 | RETI STRADALI E SPAZI ACCESSORI | 22,23 | 0,34 |
12220 | RETI FERROVIARIE | 1,83 | 0,03 |
12400 | AREE AEROPORTUALI ED ELIPORTI | 2,78 | 0,04 |
00000 | XXXXXXXX | 15,52 | 0,23 |
14100 | AREE VERDI URBANE | 2,22 | 0,03 |
14210 | AREE RICREATIVE E SPORTIVE | 20,64 | 0,31 |
14220 | AREE ARCHEOLOGICHE | 5,76 | 0,09 |
00000 | XXXXXXXX | 1,61 | 0,02 |
21110 | SEMINATIVI IN AREE NON IRRIGUE | 816,90 | 12,37 |
21120 | PRATI ARTIFICIALI | 1163,91 | 17,62 |
21200 | SEMINATIVI IN AREE IRRIGUE | 220,16 | 3,33 |
22300 | OLIVETI | 156,75 | 2,37 |
00000 | XXXXX STABILI | 52,11 | 0,79 |
24110 | COLTURE TEMPORANEE ASSOCIATE ALL'OLIVO | 151,51 | 2,29 |
24130 | COLTURE TEMPORANEE ASSOCIATE AD ALTRE COLTURE PERMANENTI | 1416,79 | 21,45 |
24200 | SISTEMI COLTURALI E PARTICELLARI COMPLESSI | 57,21 | 0,87 |
24300 | AREE PREVALENTEMENTE OCCUPATE DA COLTURA AGRARIE CON PRESENZA DI SPAZI NATURALI IMPORTANTI | 89,56 | 1,36 |
24400 | AREE AGROFORESTALI | 156,89 | 2,38 |
00000 | XXXXX XX XXXXXXXXXX | 252,53 | 3,82 |
31121 | PIOPPETI, SALICETI, EUCALITTETI ECC. ANCHE IN FORMAZIONI MISTE | 14,54 | 0,22 |
00000 | XXXXXXXXX | 1080,59 | 16,36 |
31220 | ARBORICOLTURA CON ESSENZE FORESTALI DI CONIFERE | 2,29 | 0,03 |
32100 | AREE A PASCOLO NATURALE | 337,71 | 5,11 |
32200 | FORMAZIONI DI RIPA NON ARBOREE | 3,59 | 0,05 |
00000 | XXXXXXXXXXX ED ARBUSTETI | 27,39 | 0,41 |
32220 | FORMAZIONI DI RIPA NON ARBOREE | 9,67 | 0,15 |
32310 | MACCHIA MEDITERRANEA | 141,51 | 2,14 |
32400 | AREA A VEGETAZIONE ARBOREA E ARBUSTIVA IN EVOLUZIONE | 40,93 | 0,62 |
32410 | AREE A RICOLONIZZAZIONE NATURALE | 78,61 | 1,19 |
33300 | AREE CON VEGETAZIONE RADA >5% E <40% | 3,08 | 0,05 |
41000 | ZONE UMIDE INTERNE | 16,83 | 0,25 |
41100 | PALUDI INTERNE | 8,53 | 0,13 |
51220 | BACINI ARTIFICIALI | 7,91 | 0,12 |
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Tabella 1 - Codice e livelli classificati UDS come da RAS 2008 (con dimensione superfici e relative %)
Indicatore: Biodiversità, habitat, flora e fauna |
Informazioni generali Le indagini territoriali che hanno avuto come obbiettivo quello di mettere i luce la biodiversità considerano le diverse tipologie di vegetazione e habitat presenti e con esse le specie faunistiche correlate. La vegetazione attuale dei comuni di Abbasanta e Norbello è il risultato di lunghi processi di antropizzazione che già dalla preistoria hanno sconvolto tutto il territorio, lo dimostrano i numerosissimi resti archeologici presenti, e con esso il rivestimento vegetale originario. La presenza di numerosi complessi nuragici conferma l’antica presenza umana nel territorio, che con una secolare attività agro-pastorale ha notevolmente modificato la copertura vegetale primaria, eliminando quasi completamente la copertura boschiva a favore delle aree prative. Il pascolamento ha determinando nel tempo e nello spazio una miriade di stadi di degradazione della vegetazione forestale originaria, fisionomicamente e floristicamente assai differenziati. Oltre all’intervento antropico sono anche il clima e la geopedologia che influenzano le caratteristiche fisionomiche della vegetazione di un territorio, nell’area in esame, in maniera generale si possono distinguere le seguenti categorie: - vegetazione dei prati termofili terofitici; - vegetazione della macchia termofila con arbusti radi di varia altezza e con diversi aspetti fisionomici; - vegetazione forestale xerofila con alberi sclerofillici, sempreverdi (pascolo arborato a sughera); - vegetazione forestale meso-termofila con alberi caducifogli (querce a foglie caduche); - vegetazione delle foreste riparie dei corsi d’acqua perenni o temporanei; La conoscenza della flora e della vegetazione ha una notevole importanza perché solo attraverso l’analisi della composizione floristica è possibile ricostruire la storia naturale di un territorio, anche in riferimento alle sue vicende geologiche, climatiche, storico-culturali, dell’uso del suolo, e comprendere i motivi dell’assetto della vegetazione attuale. Tutto ciò in funzione anche delle azioni programmatiche da effettuare ho effettuate nel territorio. La flora vascolare presente in un’area è inoltre importante per la eventuale presenza di un contingente di specie endemiche che contribuisce ad aumentare l’elevato grado di biodiversità e quindi il valore dell’area stessa. Di seguito verrà fatta una breve trattazione dello stato degli habitat e della biodiversità floristica e faunistica del territorio, individuando l’eventuale presenza di aree da tutelare, proponendo alcune forme di gestione e tutela, in merito soprattutto a specie e habitat della direttiva habitat 92/43, specificando se prioritari o meno. DESCRIZIONE DEGLI HABITAT PRESENTI NEL TERRITORIO DI ABBASANTA E NORBELLO SECONDO LA DIRETTIVA 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. DH: 3170* Stagni temporanei mediterranei Le zone umide temporanee, caratteristiche del territorio al punto da essere stato loro attribuito in passato anche un nome specifico, “paule” o “pischina”, che spesso identifica anche il nome delle località in cui l’habitat è da sempre presente, sono un habitat di grande interesse (biologico, ecosistemico e paesaggistico; sono caratterizzate dalla presenza di acqua dolce d’origine piovana nel periodo invernale e primaverile e frequenti soprattutto nei pianori basaltici. Nel territorio di Abbasanta troviamo tale habitat nella zona di Ponte Pule, Zaccardani, Sos Contones, Su Littu alle adiacenze di Rio S.Xxxxxxxx a Su Pranu; a Norbello gli stagni temporanei sono nella zona tra Rio |
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Merchis e Rio Margheri, Piliferta, e nella zona tra Nuraghe Ruiu e Nuraghe Truschea. Gli stagni umidi oligotrofici temporanei sono tra gli ecosistemi di maggior interesse biologico e biogeografico della regione Mediterranea. Essi ospitano infatti una flora ricca e peculiare, capace di adattarsi alle severe condizioni determinate dalle fluttuazioni della disponibilità idrica e dalla scarsità di nutrienti. In Sardegna questo è rappresentano uno degli habitat più caratteristici e peculiari, che richiede pertanto particolari misure di tutela e gestione, non solo per l’importanza che essi rivestono dal punto di vista floristico, ma anche per l’avifauna e il paesaggio. Il territorio presenta delle aree in cui gli stagni temporanei sono presenti e si trovano in un buono stato di conservazione. Pochi mostrano segni antropici riconducibili a opere di drenaggio. Le specie caratterizzanti l’habitat sono numerose e vanno da quelle più comuni ed a areale vasto, come Ranunculus aquatilis s.l., Ranunculus ololeucos, Callitriche sp. pl., Alisma plantago- aquatica, Baldellia ranunculoides, Isoëtes sp. pl., Lemna sp. pl., Utricularia australis, Oenanthe xx.xx., Carex sp. pl., Mentha pulegium, Isolepis setacea, Juncus sp., Cicendia filiformis, a quelle più rare, quali Apium crassipes, Eryngium corniculatum, Elatine macropoda. Sebbene siano habitat fortemente vulnerabili, la loro conservazione per migliaia di anni è stata compatibile con le attività agropastorali tradizionali e, in alcuni casi, favorita da queste, le indicazioni gestionali riguardano la regolamentazione delle attività idrauliche di drenaggio delle acque in tali zone. 31.811 Cespuglieti a Prunus e Rubus Nell’area dei comuni non esistono le formazioni a macchia, gli aspetti più comuni, delle specie arbustive presenti, degnie di essere segnalate sono limitati alle formazioni a Rubus ulmifolius e Prunus spinosa, Pyrus spinosa e Crataegus monogyna, che per lo più è relegato alle siepi o sparsamente distribuito nei pascoli degradati alla pari di diverse specie del genere Rosa (Rosa canina e Rosa sempervirens). 34.81 Prati mediterranei subnitrofili (incl. vegetazione mediterranea postcolturale) Nel territorio gran parte della vegetazione erbacea è condizionata per la sua composizione floristica dalla presenza degli animali domestici (soprattutto il pascolo ovino). Per effetto del pascolo, specie a disseminazione zoocora, ruderali, ubiquitarie e banali ad ampio spettro ecologico arricchiscono anche gli ambienti più difficili da raggiungere. Di seguito sono riportati i popolamenti erbacei maggiormente riconoscibili e attribuibili in modo sufficientemente chiaro ad una categoria specifica. - Prati stabili a prevalenza di trifoglio subterraneo cioè prati naturali aridi mediterranei a prevalenza di specie annuali. Si tratta di un insieme di habitat molto ricco di specie annuali dei generi Achillea ligustica, Air xxx.xx., Avena fatua, Beta vulgaris, Carthamus lanatus, Convolvolus arvensis, Cynosurus cristatus, Cynosurus echinatus, Cyperus longus, Daucus carota, Dipsacus ferox, Epilobium hirsutum, Erymgium campestre, Gastridium ventricosum, Glyceria sp., Helminthia echioides, Hordeum bulbosum,Hordeum murinum, Juncus conglomeratus, Lactuca serriola, Lathyrus latifolius, Oenanthe crocata, Onopordon illyricum, Phalaris aquatica, Phalaris arundinacea, Rumex lapathyfolius, Specie dominanti: Trifolim campestre, Typha latifolia, Vulpia ligustica, sebbene la biomassa possa essere maggiormente rappresentata da specie perenni quali Asphodelus microcarpus, Carlina corymbosa, Cynara cardunculus, Dactylis glomerata/hispanica, Ferula communis, Thapsia garganica, Brachypodium (=Trachynia) retusum. Si estendono in gran parte del territorio in modo frammentato e risentono delle utilizzazioni a pascolo, degli incendi e delle arature, per lo più sporadiche. I suoli sono in gran parte esili e aridi ciò che favorisce le specie annuali come numero e le emicriptofite termofili perenni. - Praterie perenni a prevalenza di asfodelo cioè prati naturali mediterranei a prevalenza di specie erbacee perenni dove si affermano le emicriptofite che contribuiscono a dare |
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maggiore stabilità al suolo e mantengono lo strato verde per un periodo di tempo superiore rispetto alle zone di minore quota. Vulpia sicula, Cynosurus cristatus, Cynosurus polibracteatus, Agrostis stolonifera, Poa pratensis, Brachypodium rupestre, Lolium sp., sono specie indicatrici di questo tipo di popolamento erbaceo, accanto alle ubiquitarie a maggiore ampiezza ecologica come Asphodelus microcarpus, Pteridium aquilinum e Carlina corymbosa. - Prati non sottoposti a rotazione e vegetaz. di post-coltura /sin antropica cioè le formazioni erbacee di post-coltura, questi sono i prati originati dal riposo temporaneo (1-2 anni) delle colture agrarie, dove prevalgono specie segetali, ruderali e di ambienti ricchi di nutrienti, quali sono appunto le colture agrarie, a causa degli apporti di concimi naturali o chimici. La composizione floristica è molto variabile anche da un anno all’altro e l’affermazione delle singole specie dipende spesso dalle modalità delle utilizzazioni agrarie, oltre che dalle condizioni ecologiche complessive. DH 6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea I prati aridi mediterranei (6220*) sono presenti nel territorio come formazioni di origine secondaria dovute alle utilizzazioni antropiche di varia natura come il pascolamento, le lavorazioni e gli abbruciamenti. Si sviluppano su qualsiasi tipo di suolo e sono costituiti da specie abbastanza comuni come Brachypodium (=Trachynia) retusum. Questo tipo di prati possono essere distinti per il loro caratteristiche legate in particolare agli effetti creati dal clima mediterraneo, si costituiscono infatti da specie annuali termofile. La prevalenza si riferisce al numero delle specie rinvenibili nel prato, le più diffuse delle quali sono: Hyparrenia hirta, Psoralea bituminosa, Convolvulus althaeoides, Stipa offneri, Poa bulbosa, Trifolium subterraneum, Arenaria leptoclados, Trachynia distachya, Hypochaeris achyrophorus, Stipa capensis, Tuberaria guttata, Briza maxima, Trifolium scabrum, Trifolium cherleri, Ammoides pusilla, Cerastium semidecandrum, Linum strictum, Lotus ornithopodioides, Ornithopus compressus, T. arvense, T. glomeratum, Hippocrepis unisiliquosa, Poa trivialis L. ssp. Semineutra, Veronica arvensis L., Cirsium scabrum, Hordeum bulbosum, Cichorium intybus. Caratterizza tali formazioni anche la presenza di erbacee perenni, quali Asphodelus microcarpus, Ferula communis, Dactylis glomerata, Carlina corymbosa etc. In una stessa area la composizione floristica e il carattere più o meno termofilo delle specie è determinato soprattutto dal tipo di suolo. Tale habitat è in un medio/buono stato di conservazione, è da considerare comunque che talune aree potrebbero risultare compromesse in quanto aspetti di degradazione più o meno avanzata si mostrano al termine di processi regressivi legati al sovrapascolamento o a ripetuti fenomeni di incendio. Infatti, in condizione di totale abbandono, i processi naturali sfavoriscono lo sviluppo di comunità riferibili all’Habitat 6220* e si ha l’ingresso di specie perenni arbustive legnose che tendono a soppiantare la vegetazione erbacea. Può verificarsi in questi casi il passaggio ad altre tipologie di Habitat, quali gli ‘Arbusteti submediterranei e temperati’, i ‘Matorral arborescenti mediterranei’ e le ‘Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche. 41.72 Querceti a roverella con Q. congesta della Sardegna e Corsica I querceti caducifogli delle aree situate nella fascia altitudinale dai 300 ai 600 m s.l.m. con un clima caldo- arido la quercia caducifoglia presente è la quercia contorta o Quercus congesta, un’entità termofila, distribuita in modo frammentario e sporadico lungo tutta la fascia costiera, indifferentemente dal substrato, e nelle aree collinari interne sino a 400-600 m di quota. Si tratta di un albero con chioma globosa e rami contorti, serpeggianti, tendenti ad inclinarsi verso il basso o penduli e in taluni casi arrivano a toccare il terreno. La quercia contorta forma, in alcune zone del territorio ( Su Monte e su Cavalleri, Mura de Sauccos, Montigu, Brunellu, Creccos Lobaos, Mura e Sirgus) boschi di una certa estensione, ma poco compatti e spesso non puri, ma accompagnati da quercia da sughero, in quanto sono soggetti ad utilizzazioni antropiche come il |
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pascolo ovino e soprattutto in passato soggette ad incendio. 44.12 Saliceti collinari planiziali e mediterraneo montani La vegetazione ripariale costituisce un insieme di formazioni molto articolato e complesso e in riferimento alla fisionomia, spesso a tratti anche brevi abbiamo l’alternarsi di diverse specie che vanno a costituire cenosi diverse, creando difficoltà per l’identificazione e la descrizione dell’habitat corrispondente. Nell’area di studio dei comuni di Abbasanta e Norbello si interseca una rete idrografica di circa 60 km di lunghezza considerando gli assi idrografici principali di Riu Margheri Stara, Riu Siddo, Riu Bonorchis, Rio San Xxxxxxxx, Riu Canale Mannu, Xxx Xxxxx, Canale Pitriu. In essa si riscontrano: - Ontaneti della fascia basale sino a 400-500 m di quota, con presenza di Vitex agnus-castus, Tamarix africana, Salix fragilis, Salix alba e Clematis vitalba. - Tamariceti a Tamarix africana; nelle zone umide peristagnali, corsi d’acqua, a quote basse. - Populeti a pioppo bianco (Populus alba) lungo i corsi d’acqua o nelle aree permanentemente umide. - Frassineti a Fraxinus angustifolia ssp. oxycarpa; lungo i corsi d’acqua di bassa quota e in aree paludose o temporaneamente inondate, soprattutto lungo il Rio Bonorchis in località Mesu Enas, in alcuni tratti di Rio Siddo. DH 92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba Le formazioni ripariali con il genere Populus alba, si ritrovano sia lungo i corsi d'acqua, sia in aree umide, dove la specie mostra una ristretta estensione, la sua presenza è legata soprattutto alle condizioni di umidità perdurante anche nella stagione estiva. Questa specie quindi non dà mai origine ad aspetti di vegetazione di una certa consistenza. Il pioppo bianco non si trova mai da solo ma da altre speciestrettamente legate all’ambiente umido come Fraxinus angustifolia, Ulmus minor, Salix fragilis, Rubus ulmifolius, Rubia peregrina, Arum italicum, Sambucus nigra, Clematis vitalba, Melissa officinalis, Ranunculus ficaria, Tamus communis, Hedera helix, Laurus nobilis, Rosa sempervirens, Euonymus europaeus, Ranunculus lanuginosus, Brachypodium sylvaticum, Hypericum hircinum. 53.1 Vegetazione dei canneti e di specie simili I canneti riscontrabili a tratti lungo le reti idrografiche principali e secondarie sono soprattutto ad Arundo donax secondariamente a Phragmites australis (fragmiteti) hanno una considerevole presenza nelle zone umide ad acqua dolce a cui si legano inframmezzati i tifeti a Typha latifolia oltre che ai margini dei corsi d’acqua a debole flusso e con umidità costante per tutto il periodo dell’anno, si sviluppano sui canali terrosi ed anche su quelli artificiali favoriti dall’apporto di depositi di sostanza organica che si accumula soprattutto in quelli debole pendenza e a lento scorrimento. Accompagnati da specie erbacee quali Mentha pulegium, Apium nodiflorum, Nasturtium officinale, Xxxxxx xxxxxxx, Lemna sp., Glyceria sp. e Iris pseudacorus. DH 9320 Foreste di Olea e Ceratonia; EUNIS: G2.4. L’habitat in cui è presente l’olivastro nelle diverse rappresentazioni fisionomiche della macchia o del bosco (oleastreto) caratterizza soprattutto l’area sud-orientale in corrispondenza dell’abitato di Domus Novas Chenale (Loc. Sirbonica e Costa e Pardu) e l’area sud-occidentale (Loc. Su Murazzolu, Terra Ruia, Su Caramarzu) , dove vi è la presenza di oleastri, olivi selvatici sviluppatisi da seme, e olivastri, olivi inselvatichiti derivati dall’abbandono degli oliveti da parte dell’uomo (Olea europea ssp. oleaster). Entrambe le subspecie si riscontrano spesso anche nell’habitat “Macchia bassa a olivastro e lentisco” (Habitat 32.211 del sistema di classificazione CORINE Biotopes); i due habitat infatti sono collegati a mosaico da aspetti strutturali intermedi, mentre la composizione floristica è sostanzialmente analoga. Molto spesso nell’area l’oleastro in forma arborea si ritrova a costituire insieme alla sughera e alla quercia contorta formazioni di pascolo arborato con esemplari anche di grandi dimensioni. |
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DH 9330 Foreste di Quercus suber Le caratteristiche pedologiche influenzano notevolmente la presenza della sughera, questa specie vegeta favorevolmente in terreni acidi, sciolti, derivati da substrati di natura silicea, granitici, di origine effusiva o scistosi, e rifugge da quelli calcarei, compatti, a reazione basica. Il territorio dei comuni di Abbasanta e Norbello è per la quasi totalità caratterizzato da un substrato geo-litologico di rocce effusive acide (basalti) per cui la sughereta è una formazione forestale dominante. La sughereta è una formazione vegetale che nell’area in esame è tipicamente aperta, sia per il naturale portamento della chioma e sia perchè si tratta, in tutti i casi, di un bosco a forte utilizzazione antropica per la legna da ardere, per il pascolo e in passato per l’estrazione del sughero. Essendo un bosco di origine antropica, raramente lo si riscontra in formazione pura, la sughera tende a formare boschi misti con la quercia contorta e l’oleastro, con rara presenza di sottobosco, si tratta quindi di pascoli arborati in cui la composizione floristica è quella tipica segetale e prativa delle formazioni erbacee più naturali, implementata anche dall’apporto di specie foraggiere coltivate. DH 6310 Dehesas con Quercus spp. sempreverde Le dehesas corrispondono al termine italiano di pascoli arborati. Sono considerate dehesas le formazioni con copertura di specie arboree variabile dal 20 al 50%; coperture inferiori al 20% su terreni arati o intensamente pascolati sono indicati come prati, mentre coperture superiori al 50% ricadono nelle formazioni boschive (sugherete, lecceta, olestreto ecc) vere e proprie indipendentemente da altri aspetti. La flora varia in funzione del pascolo e anche degli apporti di sementi delle colture foraggiere che vi si praticano. Nell’area dei comuni in analisi sono costituiti prevalentemente, da Quercus suber e subordinatamente da Q.congesta e Olea oleaster e in alcuni casi perastro (Pyrus spinosa = Pyrus amygdaliformis). In passato la pratica della pulizia del sottobosco per il pascolo e la coltivazione di erbai, ne ha originato la formazione, oggi con la continua rarefazione degli alberi e la mancanza di rinnovazione naturale permette il mantenimento dell’habitat. Si tratta quindi di un habitat seminaturale, mantenuto dalle attività agro-zootecniche, in particolare l’allevamento brado ovino, bovino e più raramente suino. All’interno dell’area oggetto di studio i pascoli arborati si trovano in un buono stato di conservazione. Le attività zootecniche e agricole presenti non mostrano fenomeni impattanti per il mantenimento e la conservazione di tale habitat ed anzi lo favoriscono, poiché, se si abbandonassero tali aree, le dinamiche naturali tenderebbero a favorire la ricostituzione delle comunità forestali sempreverdi. L’habitat è identificabile facilmente per la sua struttura fisionomica e per la percentuale di presenza delle specie arboree (20-40%) quali Quercus suber e Q. congesta, e per la componente erbacea emicripofitica e terofitica riferibile alla presenza di specie ubiquitarie quali: Brachypodium (=Trachynia) retusum, Hyparrenia hirta, Poa bulbosa, Trifolium subterraneum, Tuberaria guttata, Briza maxima, ecc. Altro indicatore è inoltre la fitomassa, che spesso può essere data in termini di abbondanza di specie erbacee perenni, la cui composizione floristica varia in funzione delle utilizzazioni e del tipo di suolo. Alcune di queste specie erbacee perenni sono: Asphodelus microcarpus, Ferula communis, Dactylis glomerata, Carlina corymbosa etc. Si tratta di un tipico habitat seminaturale, originatosi in secoli di co- evoluzione uomo-ambiente e mantenutosi grazie a un delicatissimo equilibrio. Le principali cause che potrebbero portare alla perdita o alla riduzione dell’habitat 6310 sono infatti legate alle modalità di utilizzo di queste aree da parte dell’uomo: abbandono delle pratiche |
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agro-zootecniche e, in direzione opposta, il passaggio a forme di sfruttamento intensivo del suolo. La cessazione delle pratiche agro-pastorali porterebbe alla ricostituzione delle comunità forestali (prima la macchia e poi il bosco), mentre l’intensificazione delle attività zootecniche condurrebbe alla costituzione di pascoli aperti, privi della componente arborea. Per la conservazione pascoli arborati è quindi necessario prevedere una gestione adeguata delle aree interessate che garantisca un costante utilizzo ma anche un’intensità d’uso moderata. 82.3 Colture di tipo estensivo e sistemi agricoli complessi In questa categoria vengono inserite quelle situazioni peculiari delle aree agricole di contorno dei due novenari presenti nel territorio (Sant’Xxxxxxxx in agro di Abbasanta e Sant’Xxxxxxx in agro di Norbello). In tali zone esiste una notevole complessità legata all’eccesivo frazionamento della proprietà e alle molteplicità d’uso del suolo che ogni singolo proprietario ha effettuato nel tempo. Sono presenti colture agrarie associate alle attività pastorali ma accanto ad esse si riscontrano numerosi piccoli appezzamenti in cui si coltiva la vite, l’olivo, frutteti e altre colture arboree di minima estensione insieme agli orti familiari. Tali zone acquistano un grande valore in quanto questa tipologia di habitat è frutto dell’interazione tra l’uomo e l’ambiente, quindi quello che oggi vediamo è il paesaggio che nel corso del tempo gli abitanti del territorio hanno costruito, ciascuno contribuendo alla produzione e alla stratificazione di un elemento fondante del “patrimonio identitario” dei comuni, costituito anche di valori e di significati simbolici, in parte peculiari e caratteristici di questi luoghi. L’ambiente basaltico, modellato dalle utilizzazioni pastorali scarsamente coltivato, ha richiesto l’intervento e la fatica di molte generazioni, che col tempo attuando la pratica dello spietramento e bonifica con risultati di grande efficacia per quanto riguarda la produzione zootecnica, ma anche, si pensi ad esempio all’intrigo dei muretti a secco realizzati con le pietre basaltiche (derivate dagli spietramenti) tutto ciò a definire una di considerevole valenza paesaggistica di queste aree nel loro complesso. 83.11 Oliveti L’altopiano basaltico è particolarmente vocato per la coltivazione dell’olivo, questa pratica di antica data, è stata da sempre favorita dagli stimoli per l'innesto dei ceppi selvatici, comuni nel territorio. Come è noto i rapporti genetici molto stretti tra l’olivastro e l’olivo hanno da sempre assicurato la piena compatibilità e quindi la buona riuscita dell’attività agricola. Abbasanta e Norbello non si differenziano dal resto dell’altipiano, anche se non si rinvengono oliveti particolarmente datati. Gli oliveti coltivati, più antichi hanno un sesto (10x10) che deriva dalla consociazione con il vigneto coltivato ad alberello, tipologia comunissima nei due comuni. Nei tempi più recenti i numerosi impianti realizzati mostrano un sesto più ridotto e mai in consociazione con la vite. Le aree maggiormente interessate alla coltura dell'olivo sono i dintorni degli abitati di Sant’Xxxxxxxx e Sant’Xxxxxxx, Corriga, Mura Anzones, Sa Codina Morta, Su Noardu. 83.21 Vigneti La coltura della vite (Vitis vinifera L.) risale di epoca antichissima, presente da sempre nel territorio, non ha mai trovato grandi spazi di coltivazione, se non per l’ottenimento di un modesto vino destinato al consumo familiare, anche se ad oggi anche nei territori di Abbasanta e Norbello sono dimostrate peculiari, anche se rare, maestranze che dimostrano realizzare eccellenti vini. I vigneti, di ridottissime dimensioni sono presenti anch’essi nelle aree meglio esposte del territorio, legati all’oliveto a formare l’intrigo di sistemi agricoli complessi che caratterizza le zone coltivate dei due comuni. Il trattamento è unico, si tratta della tradizionale forma ad alberello, che oggi è quasi esclusivo nelle zone collinari, inesistenti le forme a spalliera e a tendone. |
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DH 5230* Matorral arborescenti di Laurus nobilis L’habitat è assolutamente raro nell’area, dove presente, è caratterizzato dalla presenza di alloro (Laurus nobilis L.) in forma arborea o arborescente. Si tratta di formazioni vegetali poco estense, infatti, l'alloro diviene dominante solo in condizioni orografiche o edafiche particolari in cui vengono mitigate sia l'aridità estiva che le gelate invernali, rendendo questa specie competitiva tanto nei confronti delle sclerofille sempreverdi quanto delle latifoglie decidue. Gli aspetti fisionomici e le specie correlate sono piuttosto variabili. Si possono individuare alcuni aspetti presenti nel territorio: formazioni residuali di foresta di alloro, (Vallata di Chenale) nelle linee confinarie dei muretti a secco (Loc. S’Angrone) e formazioni ripariali (Rio Siddo). La distribuzione di Laurus nobilis allo stato spontaneo, nell’Isola, si colloca nella zona centro- settentrionale; gli aspetti di maggiore interesse ed estensione sono nel territorio limitrofo all’altopiano di Abbasanta che è il Marghine, nelle adiacenze del Rio Siddo in comune di Norbello trova comunque aspetti interessanti, anche con piante di grandi dimensioni. Si tratta però di formazioni ormai rare e di superfici ridotte rispetto alle formazioni boschive descritte in passato. Lo stato di conservazione dell’habitat non è buono, in quanto molto spesso viene eliminato per evitare intromissioni della specie (altamente pollonifera) in zone coltivate o nel pascolo. Nella seguente tabella sono riassunte le classi di habitat cartografati, per ognuna è indicata la superficie totale in ettari: |
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HABITAT | Superfici Ha |
22.4 Vegetazione delle acque ferme (Stagni temporanei mediterranei) | 27,13 |
32.12-Matorral ad olivastro e lentisco | 36,93 |
34.81-Prati mediterranei subnitrofili (incl. Vegetazione mediterranea postcolturale) | 2170,80 |
41.72-Querceti a roverella con Q. congesta della Sardegna e Corsica | 407,64 |
44.12-Saliceti collinari planiziali e mediterraneo montani | 53,67 |
44.61 Foreste mediterranee ripariali a pioppo | 9,10 |
45.11 Boscaglie ad olivastro | 196,72 |
45.21-Sugherete tirreniche | 800,11 |
82.1 Seminativi intensivi e continui | 308,63 |
82.3-Colture di tipo estensivo e sistemi agricoli complessi | 378,94 |
83.11-Oliveti | 92,62 |
83.322-Piantagioni di eucalipti | 13,20 |
84.6-Pascolo alberato in Sardegna (Dehesa) | 2108,56 |
Superficie totale comuni | 6604,05 |
Fig. 1 Carta degli habitat dei Comuni di Abbasanta e Norbello Classi habitat CORINE Biotopes: 22.4 Vegetazione delle acque ferme (Stagni temporanei mediterranei) 32.12-Matorral ad olivastro e lentisco 34.81-Prati mediterranei subnitrofili (incl. vegetazione mediterranea pos-colturale) 41.72-Querceti a roverella con Q. congesta 44.12-Saliceti collinari planiziali e mediterraneo montani 44.61 - Foreste mediterranee ripariali a pioppo 45.11 - Boscaglie ad olivastro 45.21-Sugherete tirreniche 82.1- Seminativi intensivi e continui 82.3-Colture di tipo estensivo e sistemi agricoli complessi 83.11-Oliveti 83.322-Piantagioni di eucalipti 84.6-Pascolo alberato in Sardegna (Dehesa) ELENCO FLORISTICO Una importante caratteristica delle piante, a qualsiasi gruppo biologico appartengano, è che vivono sempre insieme ad altre piante, e in spesso in correlazione con animali o microorganismi in sintesi queste non vivono mai isolate. Basti pensare alla stretta dipendenza esistente con gli insetti per attuare il processo di impollinazione. Normalmente, in un’area, in base alle condizioni ambientali e al suolo, tendono a riunirsi in comunità formate da un numero variabile di specie. La conoscenza della flora ha una notevole importanza perché solo attraverso l’analisi della composizione floristica è possibile ricostruire la storia naturale di un territorio, anche in riferimento alle sue vicende geologiche, climatiche, storico-culturali, dell’uso del suolo, e comprendere i motivi dell’assetto della vegetazione attuale. La tabella che segue, è un elenco floristico, non esaustivo, di specie presenti nel territorio, per esse si è indicato il nome comune, il nome scientifico e l’eventuale carattere di endemicità. |
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Nome comune | Nome scientifico | Ende- mismo | ||
Millefoglio ligure | Achillea ligustica All. | |||
Mestolaccia minore | Alisma ranunculoides L. | |||
Aglio roseo | Allium roseum L. | |||
Aglio pelosetto | Allium subhirsutum L. | |||
Aglio selvatico | Allium triquetrum L. | |||
Ontano nero | Alnus glutinosa (L.) Xxxxxxxx | |||
Amaranto bianco | Amaranthus albus L. | |||
Orchidea a farfalla | Anacamptis laxiflora (Lam.) X.X.Xxxxxxx, Xxxxxxxx & X.X.Xxxxx | |||
Orchidea a farfalla | Anacamptis longicornu (Poir.) X.X.Xxxxxxx, Xxxxxxxx & X.X.Xxxxx | |||
Orchidea a farfalla | Anacamptis papilionacea (L.) X.X.Xxxxxxx, Xxxxxxxx & X.X.Xxxxx | |||
Centonchio dei campi | Anagallis arvensis L. | |||
Legno puzzo | Anagyris foetida L. | |||
Sedano d’acqua | Apium nodiflorum (L.) Lag. | |||
Arisaro comune | Arisarum vulgare Targ.-Tozz. | |||
Spillone di Sardegna | Armeria sardoa Sprengel ssp. sardoa | X | ||
Artemisia arborea | Artemisia arborescens L. | |||
Canna comune | Arundo donax L. | |||
Asparago | Asparagus acutifolius L. | |||
Asfodelo | Asphodelus microcarpus Salzm. et Viv. | |||
Masticogna laticifera | Atractylis gummifera L. | |||
Avena barbata | Avena barbata Potter | |||
Avena selvatica | Avena fatua L. | |||
Avena | Avena sativa L. | |||
Pratolina spatolata | Bellium bellidioides L. | X | ||
Pratolina comune | Bellis perennis L. | |||
Bietola comune | Beta vulgaris L. | |||
Borragine | Borago officinalis L. | |||
Sonaglino maggiore | Briza maxima L. | |||
Gamberaia calabrese | Callitriche brutia Xxxxxxx | |||
Xxxxxxx raggio d’oro | Xxxxxxx xxxxxxxxx L. | |||
Bagolaro | Celtis australis X. | |||
Xxxxx giallo | Centaurea schouwii DC. | |||
Peverina palustre | Cerastium palustre Moris | X | ||
Farinello con foglie di viburno | Chenopodium opulifolium Xxxxxxxx ex Xxxx et Ziz | |||
Crisantemo giallo | Chrysanthemum coronarium X. | |||
Xxxxxxx | Cichorium intybus L. | |||
Cardo scabro | Cirsium scabrum (Poir.) Xxxxxx et Xxxxxxxx | |||
Vitalba | Clematis vitalba L. | |||
Biancospino | Crataegus monogyna Jacq. | |||
Zafferano minore | Crocus minimus DC | X | ||
Zigolo | Cyperus longus Lam. | |||
Dafne gnidio | Daphne gnidium L. | |||
Carota selvatica | Daucus carota X. | |||
Xxxxxxxxxxxx spinosissimo | Dipsacus ferox Loisel. | X | ||
viperina maggiore | Echium italicum L. | |||
Viperina azzurra | Echium vulgare L. | |||
Becco di gru comune | Erodium cicutarium (L.) L'Hér. |
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Calcatreppola campestre | Eryngium campestre L. | |||
Euforbia cespugliosa | Euphorbia peplus L. | |||
Ferula | Ferula communis L. | |||
Festuca alofila | Festuca fenas Lag. | |||
Fico | Ficus carica X. | |||
Xxxxxxxxx selvatico | Foeniculum vulgare Xxxxxx | |||
Frassino ossifillo | Fraxinus oxycarpa Bieb. | |||
Scarlina tomentosa | Galactites tomentosa Moench | |||
Caglio asprello | Galium aparine L. | |||
Gladiolo bizantino | Gladiolus byzantinus Xxxxxx | |||
Gramignone minore | Glyceria notata Chevall | |||
Graziola | Gratiola officinalis L. | |||
Edera | Hedera helix L. | |||
Orzo bulboso | Hordeum bulbosum L. | |||
Orzo | Hordeum murinum All. | |||
Orzo comune | Hordeum vulgare L. | |||
Iperico | Hypericum perforatum L. | |||
Inula vischiosa | Inula viscosa (L.) Aiton | |||
Giglio giallo | Iris pseudacorus L. | |||
Lisca delle pozze | Isolepis cernua (Vahl) Roem. et Schult. | |||
Giunco glomerulato | Juncus conglomeratus L. | |||
Giunco delle pozze | Xxxxxx tenageia L. fil. | |||
Alloro | Laurus nobilis L. | |||
Malva arborea | Lavatera arborea L. | |||
Lenticchia d’acqua | Lemna minuta Kunth in Humboldt | |||
Spina santa | Lycium europaeum X. | |||
Xxxxxxxxx | Magydaris pastinacea (Lam.) Paol. | |||
Menta d’acqua | Mentha aquatica L. | |||
Menta a foglie rotonde | Mentha insularis Req | X | ||
Nontiscordardimè cangiante | Myosotis discolor Pers. | |||
Narciso nostrano | Narcissus tazzetta X. | |||
Xxxxxxx autunnale | Narcissus serotinus X. | |||
Xxxxxxxxx acquatico | Oenanthe pimpinelloides L. | |||
Olivastro | Olea europaea L. var. sylvestris Brot. | |||
Ofride fior di bombo | Ophrys bombyliflora Link | |||
Ofride | Ophrys fusca Link | |||
Ofride | Ophrys incubacea subsp. incubacea Bianca | |||
Ofride | Ophrys lutea subsp. corsica (Xxxxxxxx ex X. Xxxxxxxx & X. | |||
Ofride | Ophrys passionis subsp. passionis Sennen | |||
Ofride | Ophrys speculum Link | |||
Ofride | Ophrys tenthredinifera subsp. Neglecta (Parl.) E.G. Xxxxx | |||
Orchidea aguzza | Orchis lactea Xxxxxx | |||
Ginestrella comune | Osyris alba L. | |||
Peonia | Paeonia morisii Xxxxx, Xxxxxxxx e Xxxxxxxxxxx | X | ||
Asterisco spinoso | Pallenis spinosa (L.) Cass. | |||
Panico brasiliano | Paspalum dilatatum Poir. in Lam | |||
Lentisco | Pistacia lentiscus L. | |||
Piantaggine | Plantago coronopus L. var. columnae (Gouan) Willd | |||
Piantaggine maggiore | Plantago major L. ssp. intermedia (Gilib.) Xxxxx | |||
Fienarola comune | Poa trivialis L ssp. semineutra (Willd.) Portal | |||
Poligono | Polygonum arenastrum Boreau |
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Pioppo bianco | Populus alba X. | |||
Xxxxxx nodosa | Potamogeton nodosus Poir. in Lam | |||
Prugnolo | Prunus spinosa L. | |||
Perastro | Pyrus amygdaliformis Vill. | |||
Pero selvatico | Pyrus pyraster Burgsd. | |||
Quercia contorta | Quercus congesta Presl | |||
Leccio | Quercus ilex L. | |||
Sughera | Quercus suber L. | |||
Ranuncolo | Ranunculus batrachioides Pomel | |||
Ranuncolo a foglie grandi | Ranunculus macrophyllus Desf. | |||
Ranuncolo | Ranunculus ophioglossifolius Vill. | |||
Alaterno | Rhamnus alaternus L. | |||
Zafferanetto | Romulea requienii Parl. | X | ||
Rosa selvatica | Rosa canina L. sensu Bouleng. | |||
Rosa di San xxxxxxxx | Xxxx sempervirens L. | |||
Robbia | Rubia peregrina L. | |||
Rovo | Rubus ulmifolius Schott | |||
Romice capo di bue | Rumex bucephalophorus X. | |||
Xxxxxx comune | Salix alba X. | |||
Xxxxxx di Gallura | Salix atrocinerea Brot. | |||
Scrofularia trifogliata | Scrophularia trifoliata L. | X | ||
Salice fragile | Salix fragilis X. | |||
Xxxxxxx | Sambucus nigra L. | |||
Scilla autunnale | Scilla autumnalis L. | |||
Serapide cuoriforme | Serapias cordigera L. | |||
Serapide | Serapias lingua L. | |||
Serapide | Serapias parviflora Parl. | |||
Xxxxxx xxxxxx | Xxxxxx xxxx (Xxxxxx) Xxxxxx | |||
Salsapariglia | Smilax aspera L. | |||
Corinoli comune | Smyrnium olusatrum L. | |||
Corinoli arrotondato | Smyrnium rotundifolium Xxxxxx | |||
Morella comune | Solanum nigrum L. | |||
Coltellaccio maggiore | Sparganium erectum L. ssp. neglectum (Xxxxx) K. | |||
Viticci autunnali | Spiranthes spiralis (L.) Xxxx | |||
Cardo xxxxxxx | Xxxxxxx marianum (L.) Gartner | |||
Tamerici | Tamarix africana Xxxxxx | |||
Tamaro | Tamus communis L. | |||
Firrastrina comune | Thapsia garganica L. | |||
Trifoglio | Trifolium michelianum Savi | |||
Trifoglio ornitopodo | Trifolium ornithopodioides L. | |||
Tifa | Typha latifolia X. | |||
Xxxx | Ulmus minor Xxxxxx | |||
Scilla marittima | Urginea maritima (L.) Xxxxx | |||
Scilla ondulata | Urginea undulata (Desf.) Steinh. | |||
Ortica | Urtica dioica L. | |||
Ortica | Urtica membranacea Xxxxxx | |||
Verbasco a candelabro | Verbascum pulverulentum Vill. | |||
Verbena minore | Verbena supina L. | |||
Xxxxxxxx dei campi | Veronica arvensis L. | |||
Pervinca sarda | Vinca sardoa (Xxxxxx) Pignatti | X | ||
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SPECIE FAUNISTICHE NIDIFICANTI E NON NIDIFICANTI La tabella seguente riporta le specie faunistiche presenti nel sito. Per ciascuna specie è stato indicato se questa è nidificante o no, e se si tratta di un endemismo, e se inserita negli allegati della Direttiva Habitat e Direttiva Uccelli. | ||||||||
Specie faunistiche | Nidificante | Non nidificante | Endemismo | Direttiva Uccelli | Direttiva Habitat | |||
Nome comune | Nome scientifico | |||||||
Airone bianco maggiore | Casmerodius albus | X | I | |||||
Airone cenerino | Ardea cinerea | X | ||||||
Airone guardabuoi | Bubulcus ibis | X | ||||||
Albanella minore | Circus pygargus | X | I | |||||
Algiroide nano | Algyroides fitzingeri | X | X | IV | ||||
Allodola | Alauda arvensis | X | II/B | |||||
Aquila reale | Aquila chrysaetos | X | I | |||||
Assiolo | Otus scops | X | ||||||
Astore | Accipiter gentilis | |||||||
Averla capirossa | Lanius senator | X | ||||||
Averla piccola | Lanius collurio | X | I | |||||
Ballerina bianca | Motacilla alba | X | ||||||
Ballerina gialla | Motacilla cinerea | X | ||||||
Barbagianni | Tyto alba | X | ||||||
Beccaccia | Scolopax rusticola | X | XX/X, XXX/X | |||||
Xxxxxxxxxx | Gallinago gallinago | X | II/A, III/B | |||||
Beccamoschino | Cisticola juncidis | X | ||||||
Biacco | Coluber viridiflavus | X | IV | |||||
Calandra | Melanocorypha calandra | X | I | |||||
Calandrella | Calandrella brachydactyla | X | I | |||||
Xxxxxxxx | Anthus campestris | X | I | |||||
Cannaiola | Acrocephalus scirpaceus | X | ||||||
Xxxxxxxx | Xxxxxx atricapilla | X | ||||||
Cardellino | Carduelis carduelis | X | ||||||
Cinciallegra | Parus major | X | ||||||
Cinciarella | Parus caeruleus | X | ||||||
Cinghiale | Sus scrofa | |||||||
Civetta | Athene noctua | X | ||||||
Codirosso spazzacamino | Phoenicurus ochruros | X | ||||||
Colombaccio | Columba palumbus | x | XX/X, XXXX | |||||
Xxxxxxxx xxxxxxxxx | Oryctolagus cuniculus | X | ||||||
Cornacchia grigia | Corvus cornix | X | II/B | |||||
Corvo imperiale | Corvus corax | X | ||||||
Cuculo | Cuculus canorus | X | ||||||
Culbianco | Oenanthe oenanthe | X | ||||||
Discoglosso sardo | Discoglossus sardus | X | X | II, IV | ||||
Donnola | Mustela nivalis boccamela | X | ||||||
Falco cuculo | Falco vespertinus | X | I | |||||
Falco di palude | Circus aeruginosus | X | I | |||||
Xxxxx xxxxxxxxxx | Falco peregrinus | X | I | |||||
Fringuello | Fringilla coelebs | X | ||||||
Gabbiano reale | Larus michahellis | X | II/B |
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Gallinella d'acqua | Gallinula chloropus | X | II/B | |||||
Garzetta | Egretta garzetta | X | I | |||||
Germano reale | Anas platyrhynchos | X | XX/X, XXX/X | |||||
Gheppio | Falco tinnunculus | X | ||||||
Ghiandaia | Garrulus glandarius | X | II/B | |||||
Ghiandaia marina | Coracias garrulus | X | I | |||||
Gongilo | Chalcides ocellatus | X | IV | |||||
Grillaio | Falco naumanni | X | I | |||||
Gruccione | Merops apiaster | X | ||||||
Lepre sarda | Lepus capensis mediterraneus | X | ||||||
Lucertola campestre | Podarcis sicula | X | IV | |||||
Lucertola tirrenica | Podarcis tiliguerta | X | X | IV | ||||
Luì piccolo | Phylloscopus collybita | X | ||||||
Magnanina comune | Xxxxxx undata | X | I | |||||
Magnanina xxxxx | Xxxxxx sarda | X | I | |||||
Xxxxxx xxxxxxxxx | Alcedo atthis | X | I | |||||
Martora | Martes martes | X | ||||||
Merlo | Turdus merula | X | II/B | |||||
Natrice dal collare | Natrix natrix | |||||||
Occhiocotto | Xxxxxx melanocephala | X | ||||||
Occhione | Burhinus oedicnemus | X | I | |||||
Passera mattugia | Passer montanus | X | ||||||
Passera sarda | Passer hispaniolensis | X | ||||||
Pavoncella | Vanellus vanellus | X | II/B | |||||
Peppola | Fringilla montifringilla | X | ||||||
Pernice sarda | Alectoris xxxxxxx | X | X, II/B/, IIIA | |||||
Pettirosso | Erithacus rubecula | X | ||||||
Picchio rosso maggiore | Dendrocopos major | X | ||||||
Piccione selvatico | Xxxxxxx xxxxx | X | II/A | |||||
Pigliamosche | Muscicapa striata | X | ||||||
Xxxx xxxx boschereccio | Tringa glareola | X | I | |||||
Xxxx xxxx culbianco | Tringa ochropus | X | ||||||
Pispola | Anthus pratensis | X | ||||||
Piviere dorato | Pluvialis apricaria | X | I, II/B, III/B | |||||
Poiana | Buteo buteo | X | ||||||
Quaglia | Coturnix coturnix | X | II/B | |||||
Raganella tirrenica | Hyla sarda | X | X | IV | ||||
Riccio europeo | Erinaceus europaeus | X | ||||||
Rondine | Hirundo rustica | X | ||||||
Rondine montana | Ptyonoprogne rupestris | X | ||||||
Rondone comune | Apus apus | X | ||||||
Rondone maggiore | Tachymarptis melba | X | ||||||
Rospo smeraldino | Bufo viridis | X | IV | |||||
Saltimpalo | Saxicola torquatus | X | ||||||
Scricciolo | Troglodytes troglodytes | X | ||||||
Sparviere | Accipiter nisus | X | ||||||
Spioncello | Anthus spinoletta | X | ||||||
Sterpazzola di Sardegna | Xxxxxx conspicillata | X | ||||||
Stiaccino | Saxicola rubetra | X |
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Storno | Sturnus vulgaris | X | II/B | |||||
Storno nero | Sturnus unicolor | X | ||||||
Taccola | Corvus monedula | X | II/B | |||||
Testuggine palustre europea | Emys orbicularis | X | II, IV | |||||
Torcicollo | Jynx torquilla | X | ||||||
Tordo bottaccio | Turdus philomelos | X | II/X | |||||
Xxxxxxx dal collare | Streptopelia decaocto | X | II/X | |||||
Xxxxxxx selvatica | Streptopelia turtur | X | II/B | |||||
Tottavilla | Lullula arborea | X | I | |||||
Upupa | Upupa epops | X | ||||||
Usignolo | Luscinia megarhynchos | X | ||||||
Usignolo di fiume | Cettia cetti | X | ||||||
Xxxxxxx | Carduelis chloris | X | ||||||
Verzellino | Serinus serinus | X | ||||||
Volpe | Vulpes vulpes | X | ||||||
Il quadro faunistico sopra delineato comprende le specie la cui presenza può essere considerata come probabile in quanto il territorio dei due comuni ricade nel loro areale distributivo o include habitat ad essi potenzialmente idonei ma che, in mancanza di riscontri diretti, richiedono ulteriori accertamenti per verificarne la presenza nell’area. Le specie di uccelli segnalate verosimilmente presenti comprendono: non Passeriformi e Passeriformi, la nidificazione di alcune specie delle circa 150 specie di uccelli nidificanti in Sardegna (cfr. Xxxxxx, 1995). La lista comprende specie di interesse comunitario (Allegato 1, Dir. 2009/147/CE), di cui 12 nidificanti certe (Grillaio, Pernice sarda, Occhione, Ghiandaia marina, Calandra, Calandrella, Tottavilla, Xxxxxxxx e Averla piccola), 2 nidificanti possibili (Magnanina sarda e Magnanina), e le altre 10 svernanti e/o migratrici regolari. Alcuni elementi di valore del popolamento ornitico nidificante sono rappresentati dal Grillaio (specie prioritaria, rara a livello regionale: probabili 2-3 coppie, da accertare come nidificante), dalla Ghiandaia marina (specie prioritaria, rara a livello regionale e distribuita principalmente nel settore centro- occidentale dell’Isola, dall’Occhione (specie di interesse comunitario che ha in Sardegna una parte rilevante della popolazione nazionale: possibili una ventina di coppie presenti) e da diverse specie di passeriformi, tipiche degli ambienti aperti, in parte di interesse comunitario, alcune delle quali ormai rare come nidificanti nella ZPS (Calandra, Calandrella e Allodola), altre piuttosto abbondanti e diffuse (Strillozzo). Il popolamento di uccelli migratori/svernanti comprende diverse specie di interesse comunitario (Piviere dorato e Calandra) e venatorio (Allodola e Pavoncella) presenti in numeri probabilmente più consistenti di quanto non traspaia dalle informazioni finora disponibili. La presenza di formazioni arboree per lo più rade (pascolo alberato) limita la presenza di specie caratteristiche di ambienti boschivi o della macchia (Colombaccio, Tortora selvatica, Merlo, Occhiocotto, Capinera, Fringuello, ecc.), che risultano verosimilmente presenti ma non abbondanti, favorendo comunque la variabilità della zoocenosi nel suo complesso e concorrendo ad aumentare il valore ambientale intrinseco dell’area. Non esaustivo è il quadro relativo alle altre categorie di vertebrati terrestri (Anfibi, Rettili e Mammiferi) in quanto non esistono dei monitoraggi mirati e pertanto delle specie di cui risulta documentata l’effettiva presenza. Per quanto riguarda la batraco/erpetofauna nel territorio risulta documentata la presenza di 3 specie di anfibi anuri (Discoglosso sardo, Rospo smeraldino e Raganella sarda) e appena 6 specie di Rettili (Testuggine palustre europea, Algiroide nano, Lucertola tirrenica, Lucertola campestre, Gongilo e Biacco). Si tratta in tutti i casi di taxa di rilevante interesse conservazionistico, tutti inseriti nell’Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE e due (Discoglossus sardus e Emys orbicularis) |
anche nell’Allegato II. I Mammiferi comprendono 5 specie presenti (Riccio europeo, Coniglio selvatico, Lepre sarda, Volpe e Donnola), nessuna delle quale riveste un particolare interesse conservazionistico, ad eccezione del Riccio europeo, Lepre sarda e Donnola, inclusi nell’Allegato III della Convenzione di Berna e del Coniglio selvatico, classificato come “Near Threatened” (prossimo alla minaccia) nella Lista Italiana (Rondinini et al., 2013). Si sospetta ancora la presenza della Nutria, residuo di un allevamento effettuato circa 10 anni fa nel territorio di Abbasanta, ma negli ultimi tempi non esistono segnalazioni in merito alla sua presenza. Totalmente carente il quadro conoscitivo relativo alla chirotterofauna, anche se in base alla bibliografia (Xxxxxxx, 2008) può essere ipotizzata la presenza di almeno 10 specie (Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Rhinolophus mehelyi, Miniopterus schreibersii, Myotis punicus, Myotis capaccinii, Myotis daubentonii, Pipistrellus pipistrellus, Pipistrellus kuhlii, Hypsugo savi, Eptesicus serotinus, Tadarida kenioti), la cui conferma richiederebbe approfondimenti mirati e pertanto non sono state incluse nell’elenco. |
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Indicatore: Paesaggio e assetto storico culturale |
Aspetti generali Xxxxxxxx il paesaggio e il suo significato, che racchiude tante accezioni, quante sono le discipline che tendono ad analizzarlo è profondamente complicato. Questo può essere descritto considerando numerosi aspetti (Geologia, geomorfologia, clima, suolo, flora, fauna) nella presente scheda di analisi, si terrà conto delle attività trasformatrici dell’uomo nel tempo, queste che hanno coinvolto popoli del territorio hanno dato origine agli insediamenti stabili, ai villaggi, ai nuraghi, ai paesi creando nuovi tipi di paesaggio in cui prevale decisamente l’impronta antropica. Per cui aspetti prettamente geografici ed ecologia umana compendiano, in qualche modo, il complesso del sistema paesaggistico, originando un assetto storico culturale caratteristico dei territori comunali in esame nel presente rapporto. I primi dati informativi riguardano il «Repertorio Regionale dei Beni Paesaggistici» (da qui in poi semplicemente Repertorio) pubblicato sul BURAS n. 49 del 31/10/2013 . In esso sono presenti 196 siti archeologici (ex art. 143, comma 1, lettera a del D.Lgs 42/04 e xx.xx.), così suddivisi: abitato: 2; allée couverte: 12; domus de janas: 12; fonte-pozzo: 6; insediamento: 35; nuraghe: 43; ruderi: 7; tomba: 50; tomba dei giganti: 28; villaggio: 1, come rappresentati nella seguente tavola I territori comunali di Abbasanta e Norbello si estendono fra l'altopiano basaltico di Abbasanta e i bassi rilievi e le valli incise dal Rio Merchis - Siddo, che segnano il confine, geografico e amministrativo, con il Comune di Aidomaggiore a Est. Il territorio, apparentemente omogeneo e uniforme, si presenta costituito da diverse unità geologiche, morfologiche e pedologiche. Il rapporto fra l’insediamento umano e l'ambiente, nelle diverse epoche fino alla contemporaneità, è strettamente legato alla distribuzione delle risorse idriche (sorgenti, pozzi, corso dei fiumi e torrenti) ma con una preferenza costante nei confronti di quei terreni che |
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presentano un'alta produttività agricolo-pastorale o, soprattutto nel caso dell'insediamento nuragico e alto-medievale, una particolare attenzione nei confronti della sicurezza degli insediamenti. Le attestazioni archeologiche |
L'ambito territoriale preso in esame risulta riccamente insediato e sfruttato fin dal neolitico. Sono infatti molto numerose le sepolture ipogeiche, conosciute con il nome di domus de janas, ascrivibili alla facies culturale di Ozieri (come quella di Livrandinu, nel comune di Norbello o quella di Chenale o Chirigheddu di Abbasanta), quasi sempre riutilizzate nelle epoche successive e quindi prive di corredi funerari originali che ci consentano una datazione certa del loro primo utilizzo (comunque ascrivibile, per funzione e tipologia a un periodo compreso fra il Neolitico Recente e l'Età del Rame). Nel Repertorio del PPR del 2013 sono indicate solo 12 Domus de Janas, anche se molte altre vanno estrapolate da quegli elementi archeologici indicati genericamente con l'attributo "Tombe" (50). L'unico insediamento attribuibile con certezza al Neolitico Recente è quello di Sorralia, nei pressi dell'abitato di Norbello. L'insediamento, individuato nel corso di lavori per la realizzazione del campo sportivo è stato indagato attraverso sopralluoghi e ricognizioni di superficie nel 1986, in occasione di lavori per la sistemazione di un serbatoio idrico presso il campo sportivo. L'insediamento, che copre un'estensione di circa 3 ettari e che era con ogni probabilità costituito da abitazioni sparse di forma presumibilmente circolare, non è mai stato oggetto di scavi stratigrafici e attualmente non è percepibile, in quanto l'area è oggi occupata dal campo sportivo. Sono ascrivibili all'Età del Rame (Calcolitico) strutture funerarie di tipo dolmenico, nella forma del dolmen semplice (struttura elementare trilitica costituita da pietre fitte ortogonali al terreno su cui è disposta una lastra di copertura come quelle di Nurachei A e B, di Mura 'e Iscovas e di Sa Codina e S'Ispeddosu di Norbello, e Mura 'e Putzu, Mesu Enas e Sangrone di Abbasanta) e nella forma più complessa dell'allée couverte, che si presenta come un'evoluzione tipologica del tipo dolmenico (come quella di sa Pedra Piccada A a Norbello). La Civiltà Nuragica (sviluppatasi in Sardegna a cavallo fra il Bronzo Medio e l'Età del Ferro) è certamente quella di cui residuano il numero più consistente di tracce archeologiche sul territorio, per quanto riguarda quasi tutte categorie funzionali. Se per le età precedenti le attestazioni sono riferibili esclusivamente all'ambito funerario, all'età Nuragica sono ascrivibili edifici civili e di difesa, sepolture e luoghi di culto (compresi templi a mégaron, come nel caso del sito di Orconale a Norbello e fonti come quella di Cala 'e Gastea ad Abbasanta). In particolare, da Repertorio, sono attestati 43 nuraghi distribuiti uniformemente su tutto il territorio, 28 tombe dei giganti (anche per questa particolare tipologia funeraria vale la possibile catalogazione nel Repertorio col generico attributo "tomba"), 35 insediamenti (attribuibili però anche alle fasi successive, in quanto nel Repertorio non è riportata l'esatta attribuzione cronologica) e 6 fonti-pozzi. Questa ultima tipologia ha risentito certamente delle profonde trasformazioni territoriali avvenute nel corso dei secoli e soprattutto della necessità degli abitanti di attingere all'acqua ai fini della pastorizia e dell'agricoltura, modificando sostanzialmente la dislocazione delle sorgenti. L'unica fonte attribuibile con certezza all'età nuragica (in quanto conserva ancora in situ parte delle strutture nuragiche) è quella già citata di Xxxx 'e Gastea, nel territorio di Abbasanta. Molti degli insediamenti di Età Nuragica hanno avuto continuità di vita e frequentazione nelle epoche successive (soprattutto in Epoca Romana e Altomedievale, come nel caso dei nuraghi Losa e Aiga di Abbasanta e Xxxxxxxx, Truschea, Mura Pedrosa e Orconale di Norbello, dove sono presenti abitazioni rettangolari attribuibili al periodo Romano). A seguito della conquista Romana la regione viene interessata da una consistente |
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frequentazione legata soprattutto alla realizzazione dell'arteria stradale che collegava i centri di Xxxxxxx e Turris Libisonis e che tagliava la regione, passando per il centro di Ad Medias (collocabile certamente nei pressi dell'odierno abitato di Abbasanta o dell'importante polo insediativo del Nuraghe Losa ma ad oggi non individuato con certezza). Dall'arteria centrale dovevano certamente partire dei diverticula, strade secondarie, che consentivano la mobilità lungo tutta l'area in esame: a Occidente verso le coste del Mar di Sardegna e a Oriente verso il Barigadu e le Barbagie. Ancora oggi sono visibili numerosi tratti della viabilità storica (reimpiegata evidentemente anche nelle età successive, soprattutto nel Medioevo), anche se questa particolare evidenza archeologica non è documentata nel Repertorio RAS. Si procederà comunque all'individuazione dei lacerti, alla documentazione, al posizionamento in carta e alla proposta di un perimetro di tutela urbanistico (zona H). Sul colle di Sella, nel comune di Norbello, è presente un insediamento, probabilmente fortificato, di età romana e una estesa necropoli a incinerazione di cui ancora sono ben leggibili le fosse. Una vasta necropoli a incinerazione si estende nell'area archeologica di Losa, a meridione del Nuraghe e del relativo villaggio. L'età medievale, che ha visto nascere i centri abitati di Abbasanta e Norbello, è attestata, come detto, soprattutto per la frequentazione di insediamenti precedenti. Ai primi decenni del 1200 è ascrivibile la realizzazione della chiesa dedicata alla madonna della Mercede a Norbello, in cui scavi archeologici (condotti negli anni '80 all'interno e all'esterno dell'aula) hanno messo in luce sepolture e corredi pertinenti a una necropoli di età altomedievale (piena età giudicale). Si ascrivono alla piena età medievale la chiesa di Santa Vittoria e il Castello di Sella (comune di Norbello), posti sull'omonimo altipiano, sul versante opposto rispetto all'insediamento romano fortificato. Del castello residuano solo una cisterna intonacata e lacerti del tracciato murario e il sito è stato, con ogni probabilità, oggetto di scavi clandestini. La frequentazione del sito fin dall'età del bronzo è testimoniata dalla presenza del nuraghe monotorre di Sella e di una muraglia in opera poligonale, addossata al mastio del nuraghe stesso. L’analisi condotta evidenzia il carattere diffuso del patrimonio paesaggistico, storico culturale e archeologico dei comuni, per cui la gestione di alcune aree con particolari caratteristiche di pregio paesaggistico e storico-culturale, nonché le pressioni derivanti dalle attività antropiche possono determinare rischi per il patrimonio paesaggistico, archeologico e storico culturale; ad esempio, l’intervento antropico non regolamentato può determinare problematiche di vario tipo, trattandosi di aree dalle quali si esportano nelle zone circostanti emissioni e pressioni di varia natura. A queste problematiche, corrispondono, le attività sia nell’aggiornamento e revisione, la costruzione di strumenti atti a favorire la conoscenza del patrimonio paesaggistico e la definizione di un insieme di direttive e indirizzi per la pianificazione locale e settoriale e di linee guida per gli ambiti di paesaggio - rivisitate nel corso dell’aggiornamento e revisione anche attraverso il processo di pianificazione partecipata che intendono favorire percorsi di valorizzazione del patrimonio e di riscoperta e di riappropriazione dei valori identitari e di relazione tra i luoghi e le comunità che li abitano. Per quanto riguarda i paesaggi urbani e insediativi in generale, le maggiori problematiche sono relative alla crescita edilizia in presenza di una pianificazione frammentata. |
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ABBASANTA Il nome di Abba Santa appare per la prima volta nel XIV secolo; intorno all’anno 1342 compare il centro di Acqua Santa, mentre nel 1346 e nel 1350 si hanno Abbe Sante e Abba Santa. Il centro raggiunse notevole importanza alla fine del XIV secolo, tanto che le adesioni dei villaggi del Guilceri al trattato di pace del 1388 tra Xxxxxxxx x’Xxxxxxx e gli Aragonesi, si ebbero ad Abbasanta, più precisamente nella casa di Xxxxxxxx Xxxxxxx. Intorno al sedicesimo secolo il villaggio di Abbasanta si pensa potesse avere circa 650 abitanti suddivisi in 130 fuochi (famiglie); esso di raccoglieva a schiera intorno alla Chiesa di Santa Caterina (parrocchiale) dedicata ad una omonima santa egiziana, il cui culto era arrivato nella Sardegna centrale nel periodo della dominazione bizantina. Le abitazioni ricadenti tra la parrocchiale e la chiesa di Santa Amada, conservano testimonianze interessanti che attestano la loro primitiva costruzione nel periodo aragonese- spagnolo seguendo una direttrice comune verso la chiesa. Come dovevano essere le case del periodo aragonese lo si può dedurre da ciò che è rimasto dei portali, di alcune porte e finestre del centro storico ma in particolar modo, dai tre edifici aragonesi con portici colonnati situati di fronte alla chiesa parrocchiale di Santa Caterina e dalla abitazione in via Norbello. Successivamente il tessuto edilizio si estese verso altre tre chiese considerate rurali e dotate di muristenes: la chiesa di Santa Xxxxx, la chiesa/oratorio di San Xxxxxxx (demolita con Ordinanza comunale nel 1970) e la chiesa di Sant’Xxxxxxx. La rete viaria antica era composta da vie strette, pavimentata in acciottolato di pietre basaltiche o addirittura in terra battuta. Oggi il centro più antico di Abbasanta appare come un grande parallelepipedo con ai vertici le antiche chiese e con al suo interno un tessuto edilizio compatto a maglia “larga” in cui spicca la presenza di alcuni isolati occupati dai vecchi opifici che richiamano alla mente le produzioni industriali dell’inizio del secolo scorso. Nel XIX e XX secolo l’economia subì una svolta in seguito alla realizzazione di importanti infrastrutture che videro il territorio di Abbasanta coinvolto direttamente: la costruzione nel 1827 della Xxxxx Xxxxxx, la realizzazione nel 1880, della strada ferroviaria Cagliari – Sassari e quindi Oristano – Ozieri dove si colloca ancora oggi la stazione di Abbasanta, l’arrivo nel territorio dei caseari continentali e la costruzione della diga sul Tirso alla fine degli anni Venti del XX secolo. Il riflesso della realizzazione delle grandi opere pubbliche della Sardegna ha influito sulla economia degli abbasantesi che progressivamente hanno modificato le abitudini di vita e con esse il modello spaziale e funzionale abitativo. Mentre prima la casa era anche corte colonica con l’esigenza di annettere vaste aree cortilizie attorno all’abitazione vera e propria, che si arricchiva degli spazi destinati all’allevamento degli animali da cortile e delle bestie da soma ed alle attività domestico – rurali per il governo delle masserie, in seguito a queste grandi realizzazioni la casa progressivamente si modifica: tali spazi sono stati occupati da nuovi volumi incrementando, per la prima volta, il rapporto tra il volume edificato e superficie territoriale. Soprattutto dopo il secondo conflitto mondiale le abitazioni di Abbasanta perdono definitivamente il loro carattere rurale, acquisendo le caratteristiche di “civili abitazioni”. L’edificazione si è quindi orientata verso la realizzazione di un tessuto abitativo prospettante sul filo strada con ampi cortili sul retro che spesso risultano chiusi al centro dell’isolato. In questi ultimi decenni le abitazioni di Abbasanta hanno subito un profondo cambiamento sia nell’uso dei materiali da costruzione sia nell’architettura. La pietra basaltica è stata sostituita da altri materiali, il numero dei vani per abitazione si è moltiplicato. La tipologia tipica delle case di recente costruzione è di abitazioni a due piani con giardino, adeguata alle esigenze familiari e al benessere del nucleo familiare. Le strade recenti sono larghe, piane e asfaltate ed hanno sostituito le vecchie arterie. La politica degli ultimi anni ha visto una espansione residenziale protrarsi al di là della ferrovia |
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con predominanza dell’abitazione singola o binata. Le lottizzazioni private, avviate una trentina di anni fa, sono ormai definite e consolidate. La politica del recupero e della ristrutturazione è stata avviata solo con la redazione del PUC vigente che, per la prima volta, si è posto l’obiettivo dell’individuazione, riqualificazione e recupero del centro più antico; questo ha sviluppato una presa di coscienza tra gli abitanti, orientata verso una politica di recupero della propria identità storica. NORBELLO La storia del territorio di Abbasanta è legata alla storia dei centri limitrofi che hanno condiviso vicissitudini storico-ambientali caratterizzando il luogo e rendendolo quello che è oggi. Uno dei centri che ha visto la sua storia intrecciata con quella di Abbasanta è Norbello. Norbello è un piccolo centro situato sull’altopiano di Abbasanta, paese con il quale divide i confini insieme con Ghilarza e con i quali costituisce un continuum urbano che si affaccia sulla valle di Chenale, il cui contorno ha determinato la storia e le origini di questi luoghi. Le antiche popolazioni insediatesi hanno individuato lungo i bordi della vallata facili condizioni di sopravvivenza: la presenza di sorgenti d’acqua, le condizioni climatiche più favorevoli per l’agricoltura nelle sottostanti valli fertili protette dai venti freddi, i materiali costruttivi per gli insediamenti, hanno costituito condizioni vantaggiose per la difesa da incursioni e da attacchi esterni. Molto probabilmente il territorio ha assunto importanza in fase di sviluppo di traffici interni nel periodo romano e medievale per la sua centralità geografica; importante lo divenne in modo particolare nel periodo giudicale per la difesa del territorio di confine del Giudicato d’Arborea, di cui si conservano memorie storiche nei resti del castello di Sella, situato a nord del bordo valle dell’abitato di Domusnovas Canales, frazione di Norbello dal 1949. Il centro urbano di Norbello che ci viene tramandato è il risultato della storia recente e della cultura materiale basata sulla cultura del lavoro e sulla struttura socio – produttiva ad essa legata. Il Casalis nel 1840 riferisce che il paese di Norghiddo conta 560 abitanti la cui occupazione principale era l’agricoltura. L’organizzazione urbana è quella di un piccolo villaggio cresciuto a ragnatela intorno a corti di bestiame e agli edifici padronali costruiti con sobrietà, in conci di pietra basaltica. Da una analisi attenta degli isolati rappresentati nella cartografia del De Candia è possibile individuare due fasi di crescita e formazione del nucleo urbano. La prima fase si presenta con maglia fitta e chiusa in cui il tessuto edilizio si articola con rioni più piccoli e frammentati disposti in modo regolare con direzione nord – sud; questa fase è individuabile al centro del paese: la maglia del tessuto edilizio corrisponde ai bisogni di protezione e difesa del nucleo famigliare, degli animali e dei mezzi di lavoro. Nella seconda fase, la maglia di sviluppo è più larga e si concentra intorno al nucleo centrale, precisamente a nord ovest e sud est; le esigenze sono quelle dell’allevatore per l’espansione funzionale all’aperto degli edifici utili al lavoro. Questi isolati più compatti e allungati arrivano ai bordi del pianoro inglobando la chiesa parrocchiale di San Quirico e Giuditta. L’aggregato urbano si snoda con volumi bassi e sagome ricorrenti. All’interno del paese pochissimi sono gli slarghi e le piazze ad uso collettivo. La viabilità storica si sviluppa ad anello intorno al centro urbano dal quale si diramano le direttrici più importanti: la strada per Abbasanta, l’unica localizzata sull’altopiano in direzione ovest, quella per Ghilarza, che attraversa la valle di Chenale in direzione sud, e quella per Domusnovas Canales e Sedilo che attraversa la valle in direzione nord ovest. Sino alla fine del 1800 gli edifici “pubblici” erano esclusivamente gli edifici di culto. Il Casalis, per il paese di Norghiddo menziona la chiesa maggiore, dedicata ai santi martiri Xxxxxxx e Xxxxxxxx e tre chiese minori: la chiesa della Mercede, la chiesa dell’Xxxxxx Xxxxxxx, la |
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chiesa di S. Xxxxxxxx Xxxxxxxx. Queste quattro chiese sono dislocate lungo il bordo della vallata e sono quasi tutte di origine medievale: in particolare la chiesa di S. Xxxxx della Mercede e la chiesa di San Xxxxxxxx, sono databili ai primi del XII secolo. Le altre chiese sono localizzate due nella frazione di Domusnovas Canales, la chiesa di San Giorgio e quella di San Giuliano, e una nel novenario campestre di San Xxxxxxx, consacrata nel 1957. Di seguito le immagini orto rettificate in una sequenza diacronica dei centri abitati di Abbasanta e Norbello dal 1954 al 2010 Per beni identitari si intendono quelle categorie di immobili, aree e/o valori immateriali, che consentono il riconoscimento del senso di appartenenza delle comunità locali alla specificità della cultura sarda, del suo paesaggio e della sua identità (Art.5 P.P.R.). In linea con l’obiettivo fondamentale del P.P.R. regionale, istituito con la L.R. 25 novembre 2004, n.8, e con il “Codice Urbani”, volto a tutelare, salvaguardare e valorizzare i beni paesaggistici e culturali furono individuati 103 Beni che componevano il paesaggio del territorio di Abbasanta. In seguito all’applicazione della L.R. n. 13/2008, secondo le indicazioni contenute nelle Linee Guida, sulla base delle fonti storiche, storiografiche, cartografiche, bibliografiche e archeologiche, nonché dopo sopralluoghi ed indagini accurate, sono stati identificati altri Beni che caratterizzano il territorio preso in esame. Per il territorio di Abbasanta il numero complessivo dei Beni Architettonici è 43; Per il territorio di Norbello e la frazione di Domusnovas Canales il numero complessivo dei Beni Architettonici è 16. Inoltre, per questa categoria di Beni è stata fatta la seguente classificazione: - in centro urbano e quindi interno ed esterno al Centro Matrice; - esterno al centro urbano. |
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Da questa ulteriore distinzione risulta per Abbasanta: - I Beni Architettonici localizzati in centro urbano e in Centro Matrice sono: 28 - I Beni Architettonici localizzati in centro urbano esterni al Centro Matrice sono: 10; - I Beni Architettonici esterni al centro urbano sono: 5. Da questa ulteriore distinzione risulta per Norbello e Domusnovas Canales: - I Beni Architettonici localizzati in centro urbano e in Centro Matrice sono: 2 - I Beni Architettonici localizzati in centro urbano esterni al Centro Matrice sono: 8; 2 di questi Beni sono nella frazione di Domusnovas Canales - I Beni Architettonici esterni al centro urbano sono: 6. Nell’attività di ricerca, analisi e individuazione dei beni culturali del territorio comunale sono state rispettate le indicazioni contenute nelle Linee Guida per l’adeguamento dei PUC al Piano Paesaggistico Regionale che suddivide i beni storico-culturali in Paesaggistici e Identitari. In base all’allegato 3 del P.P.R. le categorie dei Beni Paesaggistici e Identitari sono: Categoria di Beni Paesaggistici: - gli immobili e aree di notevole interesse pubblico, tutelati ai sensi dell’art. 136 del D.Lgs. 22.1.04 n. 42 e smi; - zone di interesse archeologico tutelate ai sensi dell’art. 142, comma 1, lett. m, del D.Lgs. 22.1.04 n. 42 e smi; - immobili e aree tipizzati individuati e sottoposti a tutela dal Piano Paesaggistico, ai sensi lett. i, del D.Lgs. 22.1.04 n. 42 e smi; Aree caratterizzate da edifici e manufatti di valenza storico culturale: - Beni d’interesse paleontologico: categoria PPR - a1 - Luoghi di culto dal preistorico all’alto medioevo: categoria PPR - a2 - Aree funerarie dal preistorico all’alto medioevo: categoria PPR - a3 - Insediamenti archeologici dal prenuragico all’età moderna, comprendenti sia insediamenti di tipo villaggio e di tipo urbano, sia insediamenti rurali: categoria PPR - a4 - Architetture religiose medioevali, moderne e contemporanee : categoria PPR - a5 - Architetture militari storiche sino alla II a guerra mondiale: categoria PPR - a6 Aree caratterizzate da insediamenti storici: - Le matrici di sviluppo dei centri di antica e prima formazione, letti dalla cartografia storica, comprensivi anche dei centri di fondazione moderni e contemporanei, i nuclei specializzati del lavoro e l’insediamento sparso: - Gli elementi dell’insediamento rurale sparso Categoria di Beni Identitari: - Immobili e Aree tutelati ai sensi dell’art. 5 comma 5 e dell’art. 9 delle N.T.A. Aree caratterizzate dalla presenza di edifici e manufatti di valenza storico culturale: - Elementi individui storico-artistici dal preistorico al contemporaneo, comprendenti rappresentazioni iconiche o aniconiche di carattere religioso, politico, militare: categoria PPR - b 1 - Archeologie industriali e aree estrattive: categoria PPR - b 2 - Architetture e aree produttive storiche: categoria PPR - b 3 - Architetture specialistiche civili storiche: categoria PPR - b 4 Reti ed elementi connettivi: - Rete infrastrutturale storica: categoria PPR - c 1 - Trame e manufatti del paesaggio agro-pastorale storico-culturale: categoria PPR - c 2 |
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Aree di insediamento produttivo di interesse storico culturale - Luoghi caratterizzati da forte identità in relazione a fondamentali processi produttivi di rilevanza storica: categoria PPR - c 3 Nelle seguenti tabelle è esposto l’elenco dei beni architettonici per ogni centro abitato. ELENCO DEI BENI ARCHITETTONICI ABBASANTA (Glossario: CM = Centro Matrice; CU = Centro Urbano; ECU = Esterno Centro Urbano; CS = Centro Storico.) |
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N. | Denominazione | ID | Xxxxxxx- |
0 | Xxxxxx xxxxxxxxxxxx Xxxxx Xxxxxxxx x'Xxxxxxxxxxx | 0001 | CM |
2 | Chiesa Santa Amada | 0002 | CM |
3 | Chiesa Santa Xxxxx | 0003 | CM |
4 | Chiesa Sant'Xxxxxxx | 0004 | CM |
5 | Resti chiesa San Xxxxxxx | 0005 | CM |
6 | Cimitero | 0006 | CU |
7 | Monumento ai caduti | 0007 | CM |
8 | Sugherificio | 0008 | CU |
9 | Caseificio | 0009 | CM |
10 | Stazione ferroviaria | 0010 | CU |
11 | Ex fiera bestiame | 0011 | CU |
12 | Municipio | 0012 | CM |
13 | Scuole medie | 0013 | CM |
14 | Passeggiata Sos Molinos | 0014 | CM - CU |
15 | Casa Aragonese | 0015 | CM |
16 | Casa Xxxxxx - Aragonese | 0016 | CM |
17 | Casa Eredi Xxx. Xxxxxxx Xxxxx | 0017 | CM |
18 | Casa Xxxxxxx Xxxxxxxx | 0018 | CM |
19 | Casa Xxxxx Xxxxx | 0019 | CM |
20 | Casa Eredi Porelli | 0020 | CU |
21 | Casa Arca Gaspara | 0021 | CU |
22 | Casa Xxxxx Xxxxxxx | 0022 | CM |
23 | Xxxx Xxxx Xxxxxx | 0000 | XX |
00 | Xxxx Xxxx Xxxxxx | 0024 | CM |
25 | Casa Carta Giorgina | 0025 | CM |
26 | Casa Xxxxxx Xxxxx | 0026 | CM |
27 | Casa Eredi Xxxxxx Xxxxx | 0027 | CM |
28 | Casa Xxxx Xxxxxxxx | 0028 | CM |
29 | Casa Casula / Roccu | 0029 | CM |
30 | Casa Caria / Usai / Vacca / Mulliri | 0030 | CM |
31 | Casa Porcu - Soru | 0031 | CM |
32 | Casa Xxxxx Xxxxxxxxx Xxxxx | 0032 | CM |
33 | Casa Xxxxxxx Xxxxxxx | 0033 | CM |
34 | Casa Xxxxx Xxxxx | 0034 | CU |
35 | Casello Ferroviario 130 | 0035 | XX |
00 | Xxxxxxx Xxxxxxxxxxx 129 | 0036 | CU |
37 | Scritta fascista via Oristano | 0037 | CU |
38 | Scritta fascista Piazza della Vittoria | 0038 | CM |
39 | Chiesa Sant'Xxxxxxxx | 0039 | ECU |
40 | Percorso processione Sant'Xxxxxxxx | 0040 | ECU |
41 | Chiesa San Xxxxxxx (Tanca Regia) | 0041 | ECU |
42 | Funtana Josso | 0042 | ECU |
43 | Casello Ferroviario 128 | 0043 | ECU |
ELENCO DEI BENI ARCHITETTONICI NORBELLO E DOMUSNOVAS CANALES (Glossario: CM = Centro Matrice; CU = Centro Urbano; ECU = Esterno Centro Urbano; CS = Centro Storico.) Molti degli edifici presi in considerazione in questo studio sono stati individuati nel PUC vigente come “edifici da salvaguardare”. Quelli che rientrano nella zona A del centro storico sono tutelati dalle norme tecniche del P.P. vigente; per quelli che invece ricadono in altre zone del centro abitato dove non sono previsti piani di salvaguardia si è ritenuto opportuno formulare delle norme di salvaguardia. |
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N. | Denominazione | ID Univoco | Localiz- zazione |
1 | Chiesa parrocchiale SS. Xxxxxxx e Giulitta | 0001 | CM |
2 | Chiesa Santa Xxxxx della Mercede | 0002 | XX - XX |
0 | Xxxxxx Xxx Xxxxxxxx | 0000 | XX - XX |
4 | Chiesa dell'Xxxxxx Xxxxxxx | 0004 | CU - CS |
5 | Cimitero Norbello | 0005 | CU |
6 | Monumento ai caduti | 0006 | CM |
7 | Latteria Sociale | 0007 | CU - CS |
8 | Passeggiata panoramica vallata di Chenale | 0008 | CU - CS |
9 | Chiesa parrocchiale San Giorgio - Domusnovas Canales | 0009 | CU |
10 | Cimitero Domusnovas Canales | 0010 | XX |
00 | Xxxxxx Xxx Xxxxxxx | 0011 | ECU |
12 | Chiesa San Giuliano | 0012 | ECU |
13 | Funtana Suei | 0013 | ECU |
14 | Castello di Sella (ruderi) | 0014 | ECU |
15 | Casello Ferroviario 132 | 0015 | ECU |
16 | Casello Ferroviario 134 | 0016 | ECU |
Indicatore: Sistema insediativo | ||
Aspetti da esaminare Il sistema insediativo è la risultante dell’interazione tra l’uomo, le sue attività e il territorio, sarà quindi necessario mettere in luce tali aspetti evolutivi per far emergere la reale situazione territoriale. Le azioni di piano verranno guidate in modo che seguano indirizzi coerenti, e si evitino degli interventi urbanizzazione incontrollata. Si verificherà tutta l’evoluzione degli insediamenti (aree edificate, aree occupate insediamenti produttivi) nell’ambito dei territori comunali. Verrà valutato e cartografato lo spazio da destinare alle aree di nuova urbanizzazione in base ai reali fabbisogni abitativi previsti in un arco temporale decennale. L’obiettivo sarà quello di prediligere l’utilizzo delle strutture abitative esistenti programmando interventi di ristrutturazione e ripristino. Il piano analizzerà lo stato odierno dei fabbricati, abitazioni e dei servizi presenti nei territori comunali. Stato dell’assetto insediativo | ||
Indicatore | Edificato (urbano, extra urbano, diffuso) | |
Fonte: Quadro conoscitivo PUI | Nei seguenti paragrafi verranno analizzati i dati quantitativi riguardanti lo stoch del patrimonio immobiliare presente nel territorio di Abbasanta e Norbello. In particolare, si valuteranno le quantità assolute e la loro distribuzione tra centri maggiori, borghi rurali e case sparse nell’agro e all’interno dei centri maggiori, la distribuzione per zone territoriali omogenee A, B e C. Dall’incrocio con la distribuzione della popolazione residente si ricavano i dati sul tasso medio di insediamento (Volumetria pro capite) e le quantità di patrimonio edilizio non occupato a vario titolo (per degrado o per scelta) e considerabile ai fini di una potenziale offerta residenziale futura. Quadro riassuntivo della distribuzione della popolazione | |
Nella tabella che segue sono riportati i dati della distribuzione della popolazione residente nei due territori comunali di Abbasanta e Norbello: Non essendo a tutt’oggi disponibile per i due comuni un data base della popolazione residente (dati ufficio anagrafe) incrociato con un data base territoriale che rilevi la toponomastica con i numeri civici, ed essendo le sezioni di censimento ISTAT di Abbasanta e Norbello così ampie da non far distinguere le singole zone omogenee A, B e C, non risulta possibile definire con precisione statistica la ripartizione della popolazione nei due centri nelle tre zone A, B, e C. Tuttavia per ricostruire un dato |
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Distribuzione della popolazione residente | ||||||||||
Zone Urbanistiche | A | B | C | E | totali | |||||
ab. | famiglie | ab. | famiglie | ab. | famiglie | ab. | famiglie | ab. | famiglie | |
Abbasanta | 267 | 109 | 1.915 | 785 | 601 | 242 | 15 | 7 | 2.798 | 1.143 |
Sant'Xxxxxxxx | 12 | 5 | 0 | 0 | 0 | 0 | 8 | 3 | 20 | 8 |
totale | 279 | 114 | 1.915 | 785 | 601 | 242 | 23 | 10 | 2818 | 1151 |
Norbello | 486 | 204 | 250 | 102 | 390 | 170 | 12 | 5 | 1138 | 481 |
DomusnovasCanales | 40 | 0 | 7 | 3 | 0 | 0 | 0 | 0 | 47 | 0 |
totale | 526 | 204 | 257 | 105 | 390 | 170 | 12 | 5 | 1.185 | 481 |
che assume importanza nella verifica degli standard residenziali, si è proceduto con un ulteriore approfondimento basato: - su un aggiornamento dei dati sulla popolazione contenuti nelle relazioni dei Piani Particolareggiati dei Centri Storici di Abbasanta, Norbello e Domusnovas - su una simulazione a campione dell’incrocio del data Base anagrafico con la toponomastica; - su una stima degli abitanti teorici nelle zone C1 realizzate. Nella tabella che segue sono riportati i dati reperibili sulle zone A dei PUC esistenti, all’interno dei perimetri di antica e prima formazione dei centri di Abbasanta, Norbello e Domusnovas Canales Patrimonio immobiliare centri di antica e prima formazione | ||
ZTO dei PUC vigenti Patrimonio immobiliare zone di completamento edilizio | ||
ZTO dei PUC vigenti |
Zona A Abbasanta | Sottozona | Sup territoriale | Sup fondiaria | Volumi edificati | Ift | Iff | Abitanti teorici | Abitanti residenti | Indice di insed. reale |
mq | mq | mc | mc/mq | mc/mq | vol/100 mc | x. | xx/ab | ||
62.611 | 188.837 | 3,02 | 1888 | 267 | 707 | ||||
Zona A Norbello | Sottozona | Sup territoriale | Sup fondiaria | Volumi edificati | Ift | Iff | Abitanti teorici | Abitanti residenti | Indice di insed. reale |
mq | mq | mc | mc/mq | mc/mq | vol/100 mc | x. | xx/ab | ||
A | 143.398 | 259.200 | 1,81 | 486 | 533 | ||||
Centro Matrice Domusnovas Canales | Sottozona | Sup territoriale | Sup fondiaria | Volumi edificati | Ift | Iff | Abitanti teorici | Abitanti residenti | Indice di insed. reale |
mq | mq | mc | mc/mq | mc/mq | vol/100 mc | n. | |||
37.010 | 21.200 | 0,57 | 40 | 530 |
Zone B Abbasanta | Sottozona | Sup territoriale | Sup fondiaria | Volumi edificati | Ift | Iff | Abitanti teorici | Abitanti residenti | Indice di insed. reale |
mq | mq | mc | mc/mq | mc/mq | vol/100 mc | x. | xx/ab | ||
B1 | 25.489 | 75.488 | |||||||
B2 | 19.527 | 46.272 | |||||||
B | 356.005 | 575.075 | |||||||
TOTALE | 401.021 | 696.835 | 1,74 | 1.915 | 000 | ||||
Xxxx X Xxxxxxxx | Xxxxxxxxx | Sup. territoriale | Sup fondiaria | Volumi edificati | Ift | Iff | Abitanti teorici | Abitanti residenti | |
mq | mq | mc | mc/mq | mc/mq | vol/100 mc | n. | |||
B2 | 93.080 | 110.800 | 1,19 | 250 | 443 |
1 sup. 33 isolati zona A
Patrimonio immobiliare zone di completamento edilizio | ||||||||||||||||
In base al PUC vigente di Abbasanta sono stati realizzate n. 13 zone C con Piani di Lottizzazione convenzionati che sono stati riportati della tabella che precede. ZTO dei PUC vigenti | ||||||||||||||||
Principali parametri urbanistici zone C Abbasanta | ||||||||||||||||
ZONE C | SUPERFICIE | INDICI | VOLUMI | Abitazi oni esisten ti | ABITANTI | |||||||||||
Codice | Nome - denominazione della ditta | Territori ale (A) mq | Pubblic a (B) mq | Fondiar ia (A-B) mq | Territori ale mc/mq | Fondiari o mc/mq | Esistent i | da piano | Da realizza re (mc) | % di realizz. | insediati reali | dotazio nevol. reale (mc/ab) | insediab ili | dotazion evolume tric a (mc/ab) | ||
095001 - 01 | Loc. "Ziu Marzane" Comp.2 | 6715 | 2616 | 4099 | 1,00 | 1,23 | 3840 | 5.050 | 1.210 | 76,0% | 5 | 17 | 51 | 100 | ||
095001 - 02 | "Sas Piras" - Comunale | 40550 | 25423 | 15127 | 1,00 | 2,90 | 43.020 | 43.810 | 790 | 98,2% | 46 | 152 | 283 | 438 | 100 | |
095001 - 03 | "Xxxxx Xxxxxxxxx e più" Comp. A - Sas Piras | 21765 | 8268 | 13497 | 1,00 | 1,42 | 19.214 | 19.214 | 0 | 100,0% | 9 | 29,7 | 647 | 206 | 100 | |
095001 - 04 | "Xxxxxxx Xxxxx" - Sargas | 7492 | 3468 | 4024 | 1,00 | 1,60 | 6.445 | 6.445 | 0 | 100,0% | 7 | 23 | 279 | 71 | 100 | |
095001 - 05 | "Xxxx Xxxxxxxxxx" Comp. B Sas Piras | 3244 | 881 | 2363 | 1,00 | 1,43 | 3.370 | 3.370 | 0 | 100,0% | 4 | 13,2 | 255 | 34 | 100 | |
095001 - 06 | "Mereu loc. Suiles | 10300 | 3620 | 6680 | 1,00 | 1,39 | 1.430 | 9.270 | 7.840 | 15,4% | 1 | 3 | 433 | 103 | 100 | |
095001 - 07 | "Manca Antioco epiù" | 12389 | 3277 | 9112 | 1,00 | 1,22 | 7.820 | 11.112 | 3.292 | 70,4% | 9 | 29,7 | 263 | 123 | 100 | |
095001 - 08 | "Oppo Antoco ederedi" | 14006 | 6183 | 7823 | 0,93 | 2,56 | 18.200 | 20.000 | 1.800 | 91,0% | 13 | 42,9 | 424 | 215 | 100 | |
095001 - 09 | "Eredi Dessy" | 7545 | 2551 | 4994 | 1,57 | 2,34 | 10.817 | 11.677 | 860 | 92,6% | 10 | 33 | 328 | 118 | 100 | |
095001 - 10 | "Xxxxxxx Xxxxxx epiù" | 16558 | 5075 | 11483 | 1,00 | 0,86 | 8.620 | 9.930 | 1.310 | 86,8% | 7 | 23,1 | 373 | 165 | 100 | |
095001 - 11 | "Campus-Mele- Licheri" | 11928 | 1459 | 10469 | 1,00 | 0,77 | 4.732 | 8.089 | 3.357 | 58,5% | 12 | 39,60 | 119 | 73 | 100 | |
095001 - 12 | "Xxxxxxxx Xxxxx xxxxxxxx lottizzazione Mereu" | 1645 | 435 | 1210 | 1,00 | 0,88 | 0 | 1.062 | 1.062 | 0,0% | 50 | 165,00 | 15 | 100 | ||
095001 - 13 | "Floris" | 9549 | 2629 | 6920 | 1,00 | 1,40 | 9715 | 9715 | 0 | 100,0% | 14 | 46,2 | 210 | 97 | 100 | |
Totale | 141.921 | 123.668 | 149.029 | 21.521 | 601 | 205,91 | ||||||||||
La volumetria complessiva dei 13 PdL convenzionati è pari a mc 149.029; la volumetria realizzata è pari a mc 71.073 mentre la residua è pari a mc 24.822. Risulta significativa la differenza tra popolazione teoricamente insediabile (con indice di insediamento pari a 100 mc/ab) che per una volumetria esistente di mc 71.073 genera una popolazione teorica di 710 abitanti, e la popolazione effettivamente insediata, pari a 277 abitanti come ricavata dai dati dell’Ufficio Anagrafe. L’indice reale medio di insediamento è pari a 256 mc/ab e rivela una notevole dimensione media dei fabbricati residenziali. Per il Comune di Norbello sono stati realizzati tre PdL. La situazione è riassunta nella tabella seguente: |
Principali parametri urbanistici zone C Norbello | |||||||||||||||
ZONE C | SUPERFICIE | INDICI | VOLUMI | Abitazio ni esistent i | ABITANTI | ||||||||||
Codice | Nome - denominazion e della ditta | Territoriale (A) mq | Pubblica (B) mq | Fondi aria (A-B) mq | Territori ale mc/mq | Fondia rio mc/mq | Esistenti | da piano | da realizzare mc | % di realizz azione | insedi ati reali | dotazio nevol. reale (mc/ab | insedia bili | dotazio nevolu metric a (mc/ab) | |
095001 - 01 | Lott. C1 comunale Chirigheddu | 11014 | 5233 | 5781 | 1,00 | 1,63 | 9.423 | 9.423 | 0 | 100,0% | 10 | 38 | 248 | 94 | 100 |
095001 - 02 | Lott. C1 comunale Putzu Cadinu | 28099 | 12299 | 15800 | 1,00 | 1,49 | 16.230 | 23.600 | 7.370 | 68,8% | 19 | 65 | 250 | 438 | 100 |
095001 - 03 | Lott. C1 comunale 167 | 110276 | 69603 | 40673 | 1,00 | 1,89 | 74.870 | 76.818 | 1.948 | 97,5% | 80 | 287 | 261 | 206 | 100 |
Totale | 149.389 | 100.523 | 109.841 | 9.318 | 390 | 257,75 |
Indicatore | Struttura della popolazione e analisi della densità demografica |
Fonte: Quadro conoscitivo PUI | Da qualche anno l’Istat elabora e rilascia periodicamente le previsioni demografiche per il futuro. L’importanza di tali previsioni per la pianificazione di politiche economiche e sociali è stata ampiamente discussa e, sempre più, le politiche vanno tagliate sulla base dei dati che fotografano la situazione attuale ma che disegnano anche il probabile futuro, soprattutto in un periodo di risorse sempre più scarse. Inoltre, l’Italia, e soprattutto certe aree del Paese, stanno facendo registrare dei fenomeni di spopolamento e invecchiamento della popolazione molto significativi, con degli scenari futuri che vedono l’accentuarsi di tali fenomeni. Le previsioni demografiche dell’Istat si basano sul metodo delle coorti (cohort components). Sulla base di tale metodologia, come primo passo si calcolano i tassi medi di mortalità e migratorietà per ogni coorte di popolazione (es. per ogni gruppo di popolazione appartenente a diverse fasce d’età), tenendo conto degli ultimi anni (es. ultimi 5 anni) per i quali si dispone di dati affidabili. Il tasso di natalità viene calcolato, invece, tenendo conto sia dei nati degli ultimi anni sia della popolazione femminile in età fertile (15 – 49 anni) presente negli ultimi 5 anni. Una volta calcolati i tassi, si suppone che essi restino costanti nei prossimi anni e si effettua così, una proiezione per gli anni futuri. Tenendo conto del parere di esperti (demografi, principalmente) è possibile determinare delle ipotesi di sviluppo della popolazione superiore o inferiore rispetto al sentiero che il semplice calcolo dei tassi può determinare, ipotizzando tre scenari di evoluzione demografica: centrale, basso e alto. Su tale base, l’Istat ha elaborato le proiezioni della popolazione per la Sardegna per il periodo2012 – 2060 di cui si da rappresentazione grafica nella figura seguente. L’Istat si è fermato alle regioni come minima unità territoriale di riferimento per le previsioni demografiche. Non sono state elaborate previsioni né a livello provinciale né, tanto meno, a livello comunale. I motivi possono essere rintracciati, da una parte, da un’accurata gestione della diffusione delle informazioni statistiche; tale diffusione non deve essere troppo ricca, al fine di non incorrere nel rischio di travolgere chiunque cerchi le informazioni necessarie al proprio scopo (troppa informazione può condurre al paradosso dell’impermeabilità all’informazione stessa). D’altro canto, e soprattutto, se avrebbe senso elaborare previsioni per molte delle province italiane, per alcune le previsioni potrebbero essere poco significative, in particolare per quelle province con una popolazione esigua. Tale discorso vale a maggior ragione per i comuni. È importante tenere conto delle previsioni Istat, perché non si può non considerare l’andamento demografico regionale quando si vuole disegnare uno scenario di un territorio delimitato, come quello di Abbasanta e Norbello, che, seppure relativamente piccolo, non è isolato dal resto della regione ma, anzi, è coinvolto da fenomeni migratori intra-regionali e, soprattutto, è accomunato col resto della regione da molti aspetti socio-economici e culturali che rivestono un’importante determinante per la dinamica demografica. Lo scenario più probabile per l’Italia nel suo complesso vede una lieve crescita, sostenuta essenzialmente direttamente dalle immigrazioni (apporto di nuova popolazione proveniente dall’estero), ma anche indirettamente, in quanto la popolazione in ingresso in Italia è relativamente giovane e con una fertilità maggiore rispetto a quella italiana, sollevando così la |
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natalità totale. Per quanto riguarda la Sardegna, mancando una significativa corrente migratoria in ingresso, ciò dovuto alla relativa scarsa attrattiva economica del territorio regionale, si può prevedere un declino demografico, peraltro già iniziato in anni recenti e piuttosto accentuato da almeno un decennio nei territori interni. Fanno eccezione, infatti, i grandi centri, che presentano una certa attrattiva economica e anche come disponibilità di servizi, e, soprattutto, le località costiere a vocazione turistica. Nel caso dei Comuni di Abbasanta e Norbello, che presentano una popolazione complessiva poco superiore ai 4.000 abitanti, non è possibile adottare il metodo di previsioni delle coorti. Tuttavia, è possibile ragionare su quali possono essere gli scenari futuri della popolazione. I due grafici seguenti mostrano l’andamento recente della numerosità della popolazione residente e del numero di famiglie, per i due Comuni. I dati sulla popolazione mostrano una sostanziale stabilità, a parte un lieve calo registrato nell'anno 2011. POPOLAZIONE RESIDENTE NUMERO FAMIGLIE
Il calo che si nota per quanto riguarda la popolazione totale a partire dall’anno 2011 è dovuto al calcolo eseguito dall’Istat tenendo conto dei risultati del Censimento della popolazione. Il calo della popolazione totale è dovuto ad un numero di cittadini che sono sfuggiti alle operazioni censuarie; entro l’anno 2013 tali persone devono essere recuperate (in tal caso aumenterà il dato Istat) oppure cancellate dall’anagrafe (in tal caso diminuisce il dato totale dell’anagrafe, lasciando inalterati i dati utilizzati nella presente analisi). Come si può notare, già nell’anno 2012 si può registrare il ritorno alla dinamica precedente al censimento. La popolazione residente ad Abbasanta al 31/12/2012 è pari a 2.818, in calo, seppur poco significativo, rispetto ai 2.865 abitanti del 2002; in termini percentuali, si tratta di un calo di circa il -1,6% in dieci anni. A Norbello la popolazione è passata dai 1.210 residenti del 2002 a 1.185 nel 2012. Anche in questo caso si può parlare di sostanziale stabilità: in termini percentuali, il calo è del -2% in dieci anni. In questi casi si parla di stabilità perché, essendo piccoli i numeri di riferimento (la popolazione totale), è sufficiente l'immigrazione o emigrazione di due-tre famiglie affinché una situazione statica si trasformi in crescita o calo generale. Per quanto riguarda il numero di famiglie, ad Abbasanta si è passati da 1.019 del 2003 a 1.151 nel 2012, mentre a Norbello si è passati da 443 nuclei familiari del 2003 a 481 del 2012. T |
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ale crescita è dovuta, nonostante il calo, seppur lieve, della popolazione, alla crescita della quota di nuclei familiari con un solo componente, tendenza registrata anche nel resto della Sardegna e, più in generale, in Italia. | ||
Nel caso delle famiglie, si può parlare di crescita vera e propria, in quanto si tratta di tassi di crescita del 12,9% (Abbasanta) e 8,6% (Norbello) in dieci anni; in altre parole, si può considerare strutturale il fenomeno della crescita del numero dei nuclei familiari in entrambi i Comuni. | ||
Scenario demografico decennio 2015 - 2025 | ||
Date le premesse del precedente paragrafo, è possibile delineare uno scenario di sviluppo demografico. Nel fare ciò non si può non tenere conto degli andamenti demografici della provincia e dell’intera Sardegna. | ||
La tabella seguente presenta alcuni dati relativi alla Sardegna, alla provincia di Oristano e ai Comuni di Abbasanta e Norbello. | ||
Come si può notare la crescita media annua della popolazione sarda è negativa (tasso medio annuo: -0,46%); ancora maggiore è il calo registrato nella Provincia di Oristano (-0,63%). | ||
INDICATORI DEMOGRAFICI 2007 – 2012 (valori medi annui) | ||
La popolazione residente nei Comuni di Abbasanta e Norbello dovrebbe far registrare nel prossimo futuro una stabilità, rimanendo, quindi sui 2.800 – 2.900 abitanti per Abbasanta e 1.100 – 1.200 per Norbello. | ||
Questa conclusione è rafforzata dai buoni tassi di fertilità (rispetto alla media regionale) e dai bassi tassi di mortalità (indicatori di un invecchiamento non troppo pronunciato) che permetteranno il contenimento del calo demografico già | ||
registrato in tanti territori del centro Sardegna. |
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Sar degna | Oristano | Xxxxxxxxx | Xxxxxxxx | |
Crescita popolazione | -0,46% | -0,63% | -0,48% | 0,19% |
Crescita famiglie | 1,42% | 0,81% | 1,62% | 1,90% |
Tasso di fertilità | 1,50% | 1,26% | 1,80% | 1,43% |
Tasso di mortalità | 0,88% | 1,00% | 0,81% | 0,88% |
Tasso di migratorietà | 0,25% | 0,00% | -0,22% | 0,46% |
Indicatore: Sistema economico produttivo ed agricolo |
Aspetti da esaminare I territori comunali mostrano un tessuto economico-produttivo abbastanza complesso, vista la loro posizione geografica centrale, che negli anni ha fatto sì che i paesi divenissero meta di vari interventi economici e produttivi. Nell’indagine si realizzerà una caratterizzazione degli stessi che ha come scopo quello di identificare eventuali fattori di pressione ambientale presenti nel territorio, che possano eventualmente provocare degli sull’ ambiente, ad esempio: emissioni in atmosfera, scarichi idrici, produzione di rifiuti, rischio di contaminazione del suolo ecc. L’analisi delle attività economico-produttive presenti nel territorio, indicherà il settore di appartenenza, se si tratta di attività industriali o meno, considerando soprattutto quelle indicate come “a rischio di incidente rilevante”. Per ogni impresa sarà opportuno indicare il relativo grado di controllo che queste possiedono in merito agli aspetti ambientali che si generano dall’esercizio delle loro attività. Negli ultimi anni in gran parte della Sardegna si è manifestato il processo di decadimento delle colture agrarie, il territorio dei Comuni di Abbasanta e Norbello manifestano in pieno tale problematica, dalla fine degli anni Sessanta si sono progressivamente ridotte le superfici coltivate, sia come estensione sia come tipologie. La coltura dei cereali allo stato attuale è limitata a modeste superfici di avena o di orzo per il fabbisogno delle aziende pastorali, mentre è pressoché scomparsa la coltura del frumento. E’ fortemente ridotto anche lo spazio delle colture periurbane che caratterizzavano l’intorno dei centri abitati ed oggi, di queste ultime permangono piccoli appezzamenti con ortaglie e frutteti, variamente curati, in cui si alternano spazi ben curati ad altri in totale abbandono. Ciononostante, questi appezzamenti hanno una certa importanza per la presenza di cultivar locali che potrebbe essere opportunamente valorizzate. L'analisi che si porterà avanti tenderà a mettere in luce tali aspetti, quantificandoli e prevedendo delle azioni di piano mirate ad una valorizzazione dell'esistente per una ripresa economica gestita da tali attività. Ciò richiede uno sforzo per individuare uno schema interpretativo che renda palesi le specificità ed i vantaggi competitivi offerti a livello locale. Adottato uno schema, che deve essere sufficientemente plasmabile per potersi adattare a diverse realtà produttive, occorre trovare gli elementi del tessuto produttivo locale che possano costituire un fondamento per nuovi indirizzi strategici. Nella presente analisi il livello territoriale di riferimento è quello comunale, ma in parecchi casi lo sguardo si estende per osservare il sistema locale del lavoro di riferimento , vale a dire il SLL di Ghilarza che, oltre ai Comuni di Abbasanta e Norbello comprende anche i territori dei Comuni di Aidomaggiore, Allai, Ardauli, Bidonì, Boroneddu, Busachi, Fordongianus, Ghilarza, Neoneli, Nughedu Santa Vittoria, Paulilatino, Samugheo, Sedilo, Sorradile, Xxxxxxxx, Ulà Tirso, Soddì. Le imprese nei comuni di Abbasanta e Norbello |
In questo paragrafo verrà delineato il quadro della situazione sia complessiva sia settoriale del mondo delle imprese operanti nel territorio di riferimento. La scarsa disponibilità di informazioni con un dettaglio a livello comunale consente solo un’incompleta analisi dell’economia del territorio comunale. I dati ai quali si fa riferimento in questo documento si riferiscono all’anagrafe delle imprese, forniti dalla Camera di Commercio di Sassari, che permette di seguire la consistenza e la movimentazione delle imprese e delle unità locali con un livello settoriale molto dettagliato. |
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L’analisi sarà elaborata a diversi livelli territoriali, sia per fotografare la situazione imprenditoriale nei due comuni oggetto di studio, sia per monitorare il territorio all’interno del quale sono situati i due comuni. Si tratta di fonti ufficiali che se, da un lato, sacrificano la ricchezza di informazioni a livello locale, dall'altro garantiscono un'alta qualità e attendibilità dei dati, oltre che sono rivestiti dal carattere di “statistiche ufficiali”. Non sono disponibili informazioni relative alla performance o alla dimensione delle imprese, in quanto il database fornito cortesemente dalla Camera di Commercio non contiene dati di bilancio, a partire dai quali sarebbe stato possibile costruire indicatori di produttività, di profittabilità e di dimensione. Al fine di presentare un quadro della situazione economica del territorio Il territorio del Comune di Abbasanta presenta nel 2012 un numero di unità locali di impresa attive pari a 263. Come mostra la Tabella 1, la numerosità è diminuita rispetto all’anno precedente di 9 unità (-3,3%). Per quanto riguarda il Comune di Norbello, le imprese attive nel 2012 sono state pari a 112, in lieve calo rispetto al 2011. In entrambi i comuni si può parlare di periodo critico, uniforme alla congiuntura sfavorevole nazionale e internazionale, ma dalle conseguenze più gravi rispetto al resto della Sardegna. Tabella 1 – Imprese Comuni di Abbasanta e Norbello anni 2011 e2012 Come risulta dalla Tabella 2, le diminuzioni registrate in tutte le province della Sardegna nell’anno 2012, non hanno avuto la consistenza registrata nei comuni di Abbasanta e Norbello. La Tabella 2 mostra che la provincia di Oristano è quella che ha risentito maggiormente del periodo di recessione economica, con una diminuzione del numero di imprese attive pari al - 1,5%, contro il valore medio della Sardegna pari a -0,8%. Tabella 2 – Imprese attive per provincia anno 2012 Scendendo nel dettaglio del territorio interessato dalla presente analisi, si può notare che nel Sistema Locale del Lavoro di Ghilarza, al cui territorio appartengono i Comuni di Abbasanta e Norbello, la diminuzione percentuale è più marcata anche del valore provinciale. Per concludere, se la dinamica imprenditoriale nel comune di Norbello è allineata a quella registrata nel SLL di Ghilarza, già di per se fra le peggiori della Sardegna, nel Comune di Abbasanta la diminuzione di imprese attive è ancora più grave, con il -3,3% su menzionato. |
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XXXXXXXXX | XXXXXXXX | |||||
2011 | 2012 | variazione % | 2011 | 2012 | variazione % | |
registrate | 302 | 300 | -2 -0,7% | 120 | 119 | -1 -0,8% |
attive | 272 | 263 | -9 -3,3% | 114 | 112 | -2 -1,8% |
iscrizioni | 17 | 12 | -5 -29,4% | 5 | 5 | 0 0,0% |
cessazioni | 21 | 15 | -6 -28,6% | 7 | 6 | -1 -14,3% |
ATTIVE | variazione | % | |
Prov XXXXXXX | 00000 | -278 | -0,6% |
Prov NUORO | 25846 | -242 | -0,9% |
Prov XXXXXXXX | 00000 | -391 | -0,6% |
Prov ORISTANO | 13585 | -209 | -1,5% |
SARDEGNA | 147645 | -1120 | -0,8% |
SLL XXXXXXXX | 0000 | -41 | -1,7% |
Figura 2 - Variazione % Imprese Attive 2011 – 2012 La Figura 3 permette di confrontare la distribuzione del numero di attività presenti nei Comuni di Abbasanta e Norbello con il totale del territorio del SLL di Ghilarza col dato nazionale. Come si può notare, è forte il peso delle imprese nei settori commerciali nel Comune di Abbasanta, dove è rilevante anche il peso della manifattura; meno rilevante, invece la percentuale di attività agricole e del comparto edile. Agricoltura e edilizia rivestono un ruolo di primaria importanza, invece, sia per il Comune di Norbello, sia per l’intero territorio dei comuni facenti parte del SLL di Ghilarza. È da evidenziare il maggiore sviluppo dell’economia del territorio comunale di Abbasanta, che, a differenza del contesto territoriale più allargato caratterizzato da un peso rilevante di settori tradizionali quali l’agricoltura e l’edilizia, dimostra, seppure debolmente, ma in modo significativo, una predisposizione verso l’industria e il commercio. | |||||
codice | settore | codice | settore | ||
A | AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA | L | ATTIVITA' IMMOBILIARI | ||
B | ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE | M | ATTIVITÀ PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE | ||
C | ATTIVITÀ MANIFATTURIERE | N | NOLEGGIO, AGENZIE DI VIAGGIO, SERVIZI DI SUPPORTO ALLE IMPRESE | ||
D | FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA, GAS, VAPORE E ARIA CONDIZIONATA | O | AMMINISTRAZIONE PUBBLICA E DIFESA; ASSICURAZIONE SOCIALE OBBLIGATORIA | ||
E | FORNITURA DI ACQUA; RETI FOGNARIE, ATTIVITÀ DI GESTIONE DEI RIFIUTI E RISANAMENTO | P | ISTRUZIONE | ||
F | COSTRUZIONI | Q | SANITA' E ASSISTENZA SOCIALE | ||
G | COMMERCIO ALL'INGROSSO E AL DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI E MOTOCICLI | R | ATTIVITÀ ARTISTICHE, SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DIVERTIMENTO | ||
H | TRASPORTO E MAGAZZINAGGIO | S | ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI | ||
I | ATTIVITÀ DEI SERVIZI DI ALLOGGIO E DI RISTORAZIONE | T | ATTIVITÀ DI FAMIGLIE E CONVIVENZE COME DATORI DI LAVORO PER PERSONALE DOMESTICO; PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI INDIFFERENZIATI PER USO PROPRIO DA PARTE DI FAMIGLIE E CONVIVENZE | ||
J | SERVIZI DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE | U | ORGANIZZAZIONI ED ORGANISMI EXTRATERRITORIALI | ||
K | ATTIVITÀ FINANZIARIE E ASSICURATIVE | X | non classificate |
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Indicatore | Il sistema agricolo |
Fonte: Quadro conoscitivo PUI | La Politica Agricola Comune (PAC) 2014/2020, è chiamata ad affrontare una serie di sfide economiche, ambientali e territoriali per garantire il futuro del settore agricolo e delle aree rurali. Nei prossimi anni dovrà garantire un regolare approvvigionamento alimentare sano e naturale a prezzi accessibili, mediante un utilizzo responsabile delle risorse naturali, e preservare l'agricoltura per garantire la vitalità delle aree rurali. I sistemi agricoli, naturali e seminaturali avranno ulteriormente un ruolo centrale nelle future politiche agricole comunitarie e su di esse verranno concentrate importanti risorse per assicurare e tutelare la loro funzione produttiva, protettiva, turistico-ricreativa e di salvaguardia dell'ambiente naturale. Per la redazione del Piano Urbanistico Intercomunale di Abbasanta e Norbello, aggiornato al PPR della Regione Sardegna, i tecnici responsabili, in accordo con le suddette Amministrazioni, hanno ritenuto utile definire anche la redazione della Carta dei Sistemi agricoli che sottintende anche quelli naturali, seminaturali e per differenza i sistemi antropici “tout court”. La conservazione della biodiversità e la tutela dei sistemi agro-forestali è uno degli obiettivi fondamentali per favorire lo sviluppo rurale dei territori. Il lavoro svolto, quindi, rappresenta un indispensabile strumento di monitoraggio e di conoscenza dei sistemi presenti nel territorio di Abbasanta e Norbello, ciò proprio per poter procedere in seguito all'organizzazione di un tipo di salvaguardia che risponda alla duplice esigenza di garantire i redditi degli agricoltori ma, nello stesso tempo, di impegnarli direttamente nella tutela della biodiversità e del paesaggio dell'agricoltura tradizionale del proprio territorio. In Sardegna è presente un patrimonio di biodiversità e di habitat agricoli e forestali dipendenti dalla gestione sostenibile delle aziende agro pastorali il cui abbandono a causa dei bassi redditi è causa di declino ambientale. Il PSR 2014-2020 (Versione 1.0 e quello precedente) della Regione Sardegna, conferma quanto suddetto e cioè che la stretta correlazione che intercorre fra gli attori principali (in primis agricoltori ed allevatori) ed il loro territorio deve riconsegnare la speranza, rafforzare sensibilità, conoscenza e attività di coordinamento. Ma soprattutto voglia di vivere il “proprio” territorio garantendo uno stato sociale ed economico di rispetto favorendo allo stesso tempo una salubrità ambientale direttamente connessa alla gestione del territorio a pari passo con le misure ed i pagamenti relativi al PSR. Non parliamo di fantascienza ma di quello che i nostri genitori svolgevano in passato, per es: - impiegavano colture, tecniche agronomiche nel rispetto dell’identità dei luoghi forse inconsapevolmente anche sotto il profilo paesaggistico e ambientale; - promuovevano l’equilibrio negli ecosistemi agricolo-zootecnico-forestali; - tutelavano, conservavano e valorizzavano le risorse genetiche attraverso la conservazione dei prodotti anche scambiandosi i prodotti con i rispettivi colleghi; - svolgevano l’attività di raccolta, conservazione, caratterizzazione e valorizzazione di risorse genetiche. Insomma, le generazioni precedenti facevano tutto quello che oggi pare, la politica agricola voglia ricordarci. Per la visione totale del territorio in oggetto è necessario comprendere le diversità dei sistemi che ne fanno parte e che sono le |
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discriminanti. La legenda della carta comprende le seguenti unità cartografiche: - Sistemi agricoli - Sistemi artificiali - Sistemi naturali - Sistemi seminaturali È stato possibile definire i vari sistemi (unità) suddetti, dalla estrapolazione dei dati dalla Carta della copertura vegetale esposta ed analizzata nei Comuni di Abbasanta e Norbello oltre che alla analisi di tutti i dati agronomico-forestali ricavati dai rilievi e dai dati ottenuti dalle elaborazioni. Un’analisi più approfondita dei dati ha permesso di identificare, analizzare ed associare i dati del Database e riunirli nei sistemi di cui sopra. Fig. 4 - Grafico a torta delle % delle superfici dei sistemi agricoli nei comuni di Abbasanta e Norbello Le seguenti unità cartografiche della legenda della carta dei sistemi agricoli dei Comuni di Abbasanta e Norbello vengono di seguito descritte: Sistemi agricoli (>3500 Ha di territorio tot. / <52% della superficie tot.) - Colture erbacee - Aree ad agricoltura part-time/orti familiari Seminativi a rotazione - Piantagioni di specie non autoctone ed esotiche Piantagioni di eucalitti - Piantagioni di conifere non autoctone Praterie annuali - Prati non sottoposti a rotazione e vegetazione di post-coltura/sin antropica Praterie perenni - Prato stabili a prevalenza di trifoglio sub terraneo Oliveti - Vigneti |
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Sistemi artificiali (>280 Ha di territorio tot. / >4% della superficie tot.)
- Aree antropizzate, urbanizzate e degradate Aree urbanizzate
- Aree edificate e antropizzate in ambiti rurali
- Cave ed aree estrattive
- Lagune e canali artificiali
Sistemi naturali (>1500 Ha di territorio tot. / >23% della superficie tot.)
- Altre formazioni edagoigrofile e idrofile Canneti/tifeti/fragmiteti
- Vegetazione acquatiche dulciacquicola Boschi di querce caducifoglie
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- Querceti caducifogli con latifoglie sempreverdi Sugherete con latifoglie decidue
- Boschi di sughera
- Sugherete con latifoglie decidue Xxxxxxxxx con latifoglie sempreverdi Boschi e boscaglie a olivastro Formazioni a prevalenza di olivastro Boschi edagoigrofili
- Ontaneti
- Garighe e arbusteti montani
- Formazioni mesofile a prevalenza di prugnolo, biancospino, rovo, etc. Sistemi seminaturali (>1300 Ha di territorio tot. / >20% della superficie tot.)
- Boschi di querce caducifoglie
- Querceti caducifogli su pascolo/colture erbacee Boschi di sughera
- Sugherete su pascolo/colture erbacee Praterie perenni
- Praterie perenni a prevalenza di asfodelo
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Indicatore: Trasporti e mobilità |
Caratteri generali |
Nei Comuni oggetto del presente Piano non esiste un sistema urbano dei trasporti, esistono solo dei mezzi di trasporto “comuni” legati agli spostamenti dei bambini e/o ragazzi per il raggiungimento delle scuole. Aspetto che verrà preso in considerazione per ciò che riguarda soprattutto un eventuale miglioramento del servizio ed inoltre per i problemi riguardanti la riduzione dell’emissione di gas inquinanti nell’atmosfera. Tale aspetto è stato trattato nella scheda riguardante l’energia. Altri fattori da considerare riguardano la predisposizione di eventuali nuovi spazi per il traffico privato (strade e aree di parcheggio). Ma aspetto di rilevante importanza previsto nel piano è quello di specificare e creare adeguati servizi e risposte finalizzati a limitare il più possibile l’uso delle vetture a favore di mezzi più idonei e meno impattanti quali ad esempio le biciclette. Si reperiranno delle informazioni riguardanti la struttura della viabilità urbana considerando gli aspetti relativi all’utilizzo degli automezzi, il tutto finalizzato alle alternative possibili/disponibili, ad esempio l’eventuale possibilità di creare, almeno nelle vie più frequentate, ad esempio delle piste ciclabili. Di seguito verrà fatta una analisi dello stato delle infrastrutture e dei servizi legati ai trasporti e alla mobilità. La macro-accessibilità è rappresentata dal sistema viario di scambio e attraversamento che collega il centro abitato ad altri centri ed al resto del territorio. La viabilità extra comunale ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà garanzia di inclusione e crescita per i comuni della Valle di Chenale e del territorio del Guilcer. La connessione con il resto del territorio regionale assume infatti caratteristiche proprie dei centri maggiori dell’isola. Rete stradale |
Per la rappresentazione della sede stradale si è partiti dai dati del GDB 10k areali e lineari Area Stradale (010104), Elemento stradale (010107) e Viabilità mista secondaria (010105) confrontandoli con l’Ortofoto 2006 e i dati cartografici al 1000 e 5000. Per la rappresentazione degli elementi viari si propone una legenda basata su una più netta separazione cromatica fra i diversi tratti stradali. Si suddividono le strade di accesso in Primarie, principali e secondarie. In base a quanto riportato nella Tav. 3.2.1 si evince che la connessione degli abitati di Abbasanta e Norbello al resto del territorio regionale avviene agevolmente attraverso le Strade Statali 131 e 131 DCN che, oltre a costituire strade extraurbane principali di grande scorrimento, fanno parte della rete stradale di livello fondamentale indicata nel Piano Regionale dei Trasporti come elemento del SNIT (Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti) attuale e futuro, esteso all’ambito europeo. La prima, cosiddetta direttrice longitudinale, porta ad Oristano verso Sud e a Sassari in direzione Nord; la seconda, direttrice trasversale, collega i centri a Nuoro e Olbia. Altre due arterie importanti per l’accesso ad Abbasanta e l’interconnessione con i comuni di Norbello e Ghilarza sono la direttrice Nord Ovest-Sud Est rappresentata dalla SP 15, che collega Abbasanta con con la SS 131 in direzione Nord Ovest passando per la stazione ferroviaria e prosegue verso Ghilarza a Sud Est dell’abitato e la SP 23 che a Nord Est conduce a Norbello ed a Sud Ovest congiunge Abbasanta con la SS 131 DCN. |
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Rete ferroviaria |
Per rappresentare il tracciato di linea ferroviaria si è partiti sempre dai dati contenuti nel GDB 10k lineari Elemento Ferroviario (010202) confrontandoli con l’Ortofoto 2006 e i dati cartografici al 1000 e 5000. La linea ferroviaria che attraversa il territorio regionale da Nord a Sud ferma ad Abbasanta nella storica stazione risalente al 1880 che è stata riammodernata nel 2008 con il progetto “Pegasus” ad opera della Rete Ferroviaria Italiana (gruppo Ferrovie dello Stato). La ferrovia ha costituito sino a cinquant’anni fa un forte condizionamento nello sviluppo del territorio comunale di Abbasanta. Il centro abitato e la stazione sono stati a lungo connessi da una breve via scarsamente abitata e la loro unione è avvenuta fisicamente a seguito del progressivo smantellamento della vasta area militare retrostante la stazione; da quel momento l’edificato si è potuto estendere verso Ovest, sino a raggiungere la ferrovia, senza mai oltrepassarla fino alla realizzazione, negli anni ’60 e ’70 della nuova SS 131, divenuta la nuova barriera ad Ovest dell’abitato. La linea ferroviaria nel territorio di Abbasanta viene attraversata dalla rete stradale in due punti: con un sottopasso lungo la xxx Xxxxxxxx Xxxxxxxx (XX 18) e con un attraversamento a raso in xxx Xxxxxxxxx Xxxxxxx (XX 00); Il Comune di Norbello presenta due attraversamenti in sovrappasso entrambi lungo la SP 64. La stazione ferroviaria di Abbasanta costituisce inoltre un centro di interscambio con i bus che effettuano trasporti extraurbani in quanto il piazzale antistante è adoperato anche come capolinea per diverse compagnie di trasporto fra le quali le linee dell’Arst e della ditta Pisanu. Rete della viabilità – microaccessibilità |
La microaccessibilità è rappresentata dal sistema di strade e vicoli interni ai centri abitati di interesse per il raggiungimento di particolari servizi o luoghi di attrazione e di ritrovo. I dati di input, oltre a quelli già riportati per quanto riguarda la macroaccessibilità, sono rappresentati dalla valutazione dei percorsi maggiormente battuti all’interno degli abitati stessi. Si è scelto di rappresentare in un'unica tavola in scala 1:5000 la microcircolazione degli abitati di Abbasanta e Norbello includendo anche il tracciato interno di Ghilarza, per il quale si riportano solo le informazioni fondamentali. Il centro abitato di Abbasanta è diviso in due parti dalla SP 15 che percorre l’abitato da Ovest ad Est, una delle strade principali e più trafficate. Essa costituisce percorso obbligato per raggiungere la stazione ferroviaria provenendo da Ghilarza e in parte da Norbello a partire dall’incrocio con la SP 23 (dove prende appunto il nome di via Norbello). Più a Sud il percorso della via Xxxxxxxx Xxxxxxxx partendo da Ovest interseca il tracciato ferroviario, lambisce i confini del centro matrice e si ricongiunge quasi all’xxxxxx xxx xxxxx xxx xx XX 00. La viabilità interna di Norbello presenta due assi fondamentali nelle direzioni sud-ovest-nord-est (Abbasanta) e nord-ovest-sud-est (S.S. 131), coincidenti con il tracciato della SP 23 che attraversa l’abitato. Altre strade importanti sono la via delle Autonomie (periferie di espansione settore ovest) e la xxx Xxxxx (xxxxxx xxxxxxx). Il collegamento con Abbasanta e Ghilarza avviene nel versante sud-ovest lungo la S.P. 23. Distribuzione dei servizi alla collettività |
La localizzazione dei servizi e dei punti di interesse influenza grandemente la viabilità e la distribuzione antropica nel territorio. Pertanto si è deciso di completare le informazioni riguardanti il sistema delle infrastrutture includendo un nuovo tematismo definito con il numero “08 – Servizi alla collettività” e riportato in aggiunta all’elenco iniziale formulato dalla Regione nelle Linee Guida. In funzione del potere attrattivo e di movimento delle masse si sono individuati i seguenti “subsistemi”: |
- Ospedali - Scuole - Sedi Amministrative - Stazione Ferroviaria e Intermodale - Centri commerciali - Parcheggi collettivi - Altri servizi Le informazioni a riguardo sono state ricavate dalle cartografie 1:1000 e 1:5000 con le modifiche apportate in sede di riunione di piano confrontando i dati con quelli effettivamente esistenti in loco. Considerando la totalità dei servizi presenti nei tre territori di Abbasanta, Norbello e Ghilarza l’offerta che si presenta agli utenti non è dissimile da quella offerta da una realtà di tipo urbano. Attualmente i servizi risultano concentrati all’interno dei tre centri urbani ed in particolare nelle vie principali. Strade storiche |
Sebbene tale argomento sia ampiamente trattato nell’Assetto storico culturale del presente PUI, sembra importante inquadrare la passata conformazione della viabilità che, in rapporto con quella attuale costituirà base progettuale per gli scenari futuri. Per strade storiche si intendono in questo contesto gli antichi tracciati dei quali si posseggono dati geografici ufficiali. È stato possibile desumere la viabilità della metà dell’ottocento tramite le mappe in fogli 1:50.000 elaborate dal Real Corpo di stato Maggiore tra il 1841 ed il 1851 sotto la direzione del Generale Xxxxx Xxxxxxxx disponibili in formato digitale presso il sito dell’Archivio Storico di Cagliari. Alcuni tracciati sono utilizzati tutt’oggi. Tramite la carta delle strade romane del Lamarmora, sempre datata 1840 in scala 1:1.000.000, si è risaliti con la dovuta approssimazione al tracciato romano che passava per Ad Medias. Di tale tracciato non restano che brevi tratti visibili ma non in uso. |
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Indicatore: Rumore |
Aspetti generali e livello degli indicatori La “Legge quadro sull'inquinamento acustico” n. 447 del 26/10/1995 e il DPCM 14/12/97 impongono ai Comuni di suddividere il proprio territorio in classi acustiche in funzione della destinazione d'uso delle varie aree (residenziali, industriali, ecc.): tale zonizzazione consente di disciplinare i limiti delle emissioni sonore tollerabili al fine di garantire la salvaguardia ambientale e indirizzare le azioni idonee a riportare le condizioni di inquinamento acustico al di sotto dei limiti di norma. La Zonizzazione Acustica è, quindi, la classificazione del territorio ai fini acustici effettuata mediante l’assegnazione ad ogni singola unità territoriale individuata di valori limite di rumorosità stabiliti dalla normativa. È di competenza comunale la predisposizione di tali Piani e l'iter di approvazione da svolgere secondo le indicazioni contenute nelle direttive, linee guida e documenti tecnici emanati dalla Regione Sardegna, con D.G.R n.62/9 del 14/11/2008. Attualmente, il Comune di Abbasanta è dotato di Piano di zonizzazione acustica, mentre il comune di Norbello no. La zonizzazione acustica è uno strumento di governo del territorio la cui finalità è quella di perseguire, attraverso il coordinamento con gli altri strumenti urbanistici vigenti (P.U.C.), un miglioramento della qualità acustica delle aree urbane e più in generale di tutti gli spazi fruiti dalla popolazione, disciplinandone l'uso e vincolando le modalità di sviluppo delle attività ivi svolte. Tale obiettivo può essere raggiunto attraverso l’armonizzazione delle esigenze di protezione dal rumore e degli aspetti inerenti alla pianificazione urbana e territoriale e al governo della mobilità. Si redige un quadro conoscitivo sulla normativa nazionale e regionale di settore, sulla strumentazione urbanistica vigente e in itinere e sulla strumentazione per il governo della mobilità, al fine di garantire compatibilità (fisica e funzionale) tra zone acustiche proposte dal Piano di Classificazione Acustica, zone omogenee in cui gli strumenti urbanistici articolano il territorio comunale e interventi di governo della mobilità. In seguito, si procede alla lettura dello stato di fatto del territorio comunale cioè sono state prese in esame le attività che, come l’attività industriale, costituiscono le fonti dirette di inquinamento acustico e le attività che, quando raggiungono concentrazioni consistenti, attraggono flussi veicolari tali da innalzare i livelli sonori nell’area. Tramite le indagini fonometriche, si caratterizza il clima acustico allo stato attuale e verificare la classificazione preliminare eseguita nelle fasi precedenti in modo da arrivare alla classificazione acustica omogenea nei diversi ambiti comunali. CLASSIFICAZIONE DELLE ZONE ACUSTICHE Aree classificate come zona I – V - VI L'individuazione delle zone appartenenti alla classe I è avvenuta attraverso lo studio della cartografia, avvenuto con l’ausilio dell’amministrazione comunale e da appositi sopralluoghi. Sono state identificate in classe I, come si evince dalla cartografia di Piano, le aree di superficie coperte dai ricettori sensibili scuole, asili e strutture sanitarie. Dalla classe I sono state escluse le aree all’interno del paese urbanizzato dedicate a verde e aree sportive, per le quali la quiete sonica non è da ritenersi un elemento strettamente indispensabile per la loro fruizione. Ciò è stato necessario per evitare una eccessiva suddivisione del territorio comunale. Per quanto concerne l’attribuzione della classe V e della classe VI, si è deciso, in accordo con |
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quanto definito nel P.U.C. di attribuire solo la classe V nexxx xxxx xxxxxxx xxxxxxxxxxx xxxxxxxx xx xx xxxxx xxx xxxxxx xxxxxx. Xxee classificate come zona II - III – IV TERRITORIO ESTERNO AL CENTRO ABITATO Ai fini di una valutazione il più possibile coerente con la realtà del territorio in esame, sono state valutate preliminarmente le aree esterne al centro abitato; per tali porzioni di territorio è stata applicata la procedura di valutazione della sensibilità del territorio sia “qualitativa” che “quantitativa”. Pertanto, è stato applicato un metodo basato sull’osservazione diretta delle caratteristiche ai fini acustici del territorio attraverso sopralluoghi, confronto con i tecnici delle amministrazioni locali, analisi delle previsioni urbanistiche sia a scala locale, sia a scala sovra locale, attribuendo la classe II per le aree rurali interessate da vincolo paesistico. L’analisi delle carte e del Piano Urbanistico Comunale ha evidenziato aree di rispetto ambientale all’interno dei territori inseriti in classe III. Pertanto, per congiungere gli obiettivi della pianificazione con la realtà acustica del territorio, tali aree sono state inserite, in classe II. CENTRO URBANO La maggior parte del territorio comunale è stato classificato in classe III sulla base di un’analisi qualitativa, in quanto ritenuto il metodo più idoneo per una corretta individuazione delle attività riguardanti il centro abitato. Tale scelta in merito al fatto che - non esistendo dati statistici su cui poter fondare l’utilizzo del metodo puramente quantitativo – non sarebbe stato possibile effettuare in ogni singolo isolato una valutazione dei parametri di densità delle diverse attività svolte. In considerazione della mancanza dei sopraccitati dati statistici in base ai quali assegnare dei punteggi relativi ad ogni parametro preso in considerazione, e volendo comunque effettuare una preliminare classificazione acustica tramite il metodo quantitativo, si è ritenuto opportuno procedere all’esame dei tre parametri assegnando i seguenti valori: |
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Parametri | Valori | |
Densità popolazione | nulla-bassa | medio-alta |
Densità attività commerciali | nulla-bassa | medio-alta |
Densità attività artigianali | nulla-bassa | medio-alta |
Punteggio corrispondente | 0.5 | 2.5 |
Indicatore: Energia | |
Considerazioni generali | |
Il Piano Energetico ambientale regionale (P.E.A.R.S.) DELIBERAZIONE N. 4/3 DEL 5.2.2014 è un documento pianificatorio che governa, in condizioni dinamiche, lo sviluppo del sistema energetico regionale con il compito di individuare le scelte fondamentali in campo energetico sulla base delle direttive e delle linee di indirizzo definite dalla programmazione comunitaria, nazionale e regionale. La sua adozione assume, pertanto, una importanza strategica soprattutto alla luce degli obiettivi che a livello europeo, l’Italia è chiamata a perseguire entro il 2020, ossia la riduzione dei consumi energetici, la riduzione della CO2 prodotta associata ai propri consumi e lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili che in base alla Direttiva 2009/28/CE dovranno coprire il 17% dei consumi finali lordi nel 2020. La Regione Sardegna con l’adesione al “Patto dei Sindaci” ha portato avanti l’iniziativa Sardegna CO2.0 che prevede una serie di azioni integrate e coordinate di breve, medio e lungo periodo, destinate a ridurre progressivamente il bilancio delle emissioni di CO2 nel territorio isolano, avviando, contestualmente, una riconversione dei processi produttivi e imprenditoriali tradizionali verso la green economy che sia suscettibile di perseguire ricadute occupazionali. Nello specifico il Progetto Smart mira alla messa a punto di interventi di efficientamento energetico, sviluppo delle fonti rinnovabili e rilancio di nuovi programmi di politica energetica sostenibile. Tra le Comunità selezionate (tra comuni singoli e associati) vi sono anche i comuni di Abbasanta e Norbello, comuni virtuosi che si sono dimostrati sensibili ai temi del risparmio energetico e dell’energia sostenibile. I valori di consumo energetico sono strettamente correlati con le emissioni di CO2 nell’atmosfera, l’inventario Base delle Emissioni (IBE) quantifica le emissioni di gas ad effetto serra generate all’interno dei confini amministrativi dei comuni durante un anno di riferimento. Nell’IBE vengono quantificate le emissioni dirette e indirette. Le emissioni dirette derivano dalla combustione di carburante negli edifici, in attrezzature ed impianti e nel settore dei trasporti; le emissioni indirette sono quelle relative alla produzione di elettricità, calore o freddo consumati nel territorio. A seconda della scelta dei settori inclusi nell’IBE, possono essere incluse altre fonti di emissione. Per la redazione dell’Inventario Base delle Emissioni sono stati presi in considerazione i seguenti dati: 1. I consumi del comune: i consumi di elettricità degli edifici comunali i consumi di combustibili derivanti da fonte petrolifera (sostanzialmente gasolio e Gas Propano Liquido (GPL), a causa dell’assenza di una rete di distribuzione di gas naturale nell’isola) per i fabbisogni di riscaldamento e acqua calda sanitaria degli edifici comunali 2. I consumi di energia elettrica connessi al fabbisogno di illuminazione pubblica 3. I consumi del settore residenziale, ovvero: consumi di energia elettrica consumi di combustibili da fonte petrolifera e da biomassa (legate principalmente all’utilizzo di legna e biomassa) 4. I consumi del settore terziario: consumi di energia elettrica per i soddisfare i fabbisogni di illuminazione, climatizzazione e processi produttivi (ove presenti) consumi di olio combustibile, gasolio e GPL principalmente per i fabbisogni di riscaldamento e acqua calda sanitaria 5. Il settore dei trasporti, suddiviso nelle due seguenti categorie: i consumi di gasolio e benzina per l’utilizzo dei veicoli comunali |
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I consumi di gasolio e benzina connesse alla circolazione, nell’ambito del territorio comunale inteso nei propri confini amministrativi, degli autoveicoli di privata proprietà.
I dati utilizzati per l’analisi sono derivati dalle seguenti fonti:
- consumi comunali: Ufficio Tecnico Comunale
- utenze elettriche settore residenziale e terziario: fonte Enel
- consumi di combustibile per i settori residenziale e terziario: stimati utilizzando dati Enel e ENEA
- trasporti pubblici e privati: Automobile Club Italia e dati ISTAT per individuare le matrici
origine/destinazione dei veicoli.
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Nella tabella che segue vengono indicati i consumi provinciali in merito alle residenze e di seguito quelli riferiti ai comuni di Abbasanta e Norbello:
Tabella 6. Consumi finali energia a livello provinciale nel settore residenziale espresso in Ktep, divisi per fonte
Tabella 7. Consumi finali energia a livello comunale nel settore residenziale espresso divisi per fonte
Tabella 11. Consumi finali energia a livello comunale nel settore terziario espresso divisi per fonte
L’analisi sul consumo energetico dei trasporti e la relativa emissione di CO2 è stata effettuata considerando i tre fondamentali settori:
- mobilità relativa all’attività dell’amministrazione municipale
- mobilità relativa allo spostamento di privati
- mobilità relativa alle attività commerciali
Poiché i settori per tipologia, dimensione e reperimento dati sono profondamente diversi tra loro si è proceduto ad affrontare in diverso modo l’analisi ad essa relativa: mentre erano disponibili dati analitici sufficientemente precisi sui mezzi pubblici utilizzati direttamente dalle amministrazioni dell’aggregazione, facendo riferimento ai consumi in litri di combustibili e/o alla spesa annua del carburante utilizzato, per quanto riguarda la mobilità privata relativa agli
spostamenti interni in ciascun comune e all’interno dell’aggregazione, è stato costruito un modello di calcolo basato sui parametri provenienti dall’indagine sui comportamenti di mobilità condotto dall’ISFORT (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per I Trasporti) su base campionaria e a livello nazionale per ciascun anno base considerato.
Le emissioni relative ai trasporti legati alla raccolta e il conferimento dei rifiuti sono state incluse nella voce “trasporti privati e commerciali”, come richiesto dalle Linee Guida, e sommati alla mobilità interna dei privati. Infine, si è preferito non prendere in considerazione le emissioni associate sul trasporto pubblico, interamente gestito da società esterne all’amministrazione pubblica e ritenute non influenzabili dalle scelte relative alla pianificazione energetica dell’aggregazione.
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Di seguito viene descritto il percorso metodologico che ha portato alla definizione dei km di percorrenza all’interno del territorio di Ghilarza dei trasporti privati e di quelli collegati all’attività di raccolta e conferimento in discarica dei rifiuti gestito da società esterne.
Le emissioni dei trasporti privati sono state calcolate come somma di due contributi: gli spostamenti dei mezzi privati all’interno di ciascun comune e lo spostamento degli stessi all’interno dell’aggregazione.
Per quanto riguarda la percorrenza annuale dei mezzi privati all’interno dell’aggregazione di ciascun comune sono stati calcolati come contributo di due fattori, considerati i seguenti parametri:
- popolazione residente all'anno base considerato;
- percentuale di popolazione mobile (che effettua almeno un viaggio superiore ai 5 min nell'arco della giornata);
- percentuale di popolazione mobile motorizzata (spostamento con mezzo privato);
- numero medio di viaggi giornalieri;
- percentuale di mobilità interna (mobilità che avviene entro un raggio di chilometri corrispondenti ai confini amministrativi dei vari comuni dell’aggregazione) che determina la lunghezza media del singolo viaggio;
- coefficiente di occupazione veicolare (numero medio di persone per veicolo).
I consumi energetici registrati all’anno base e le relative emissioni di CO2 sono stati a questo punto ricavati tenendo in debita considerazione la distribuzione delle emissioni in funzione della tipologia di alimentazione dei veicoli circolanti (sostanzialmente a gasolio e benzina).
Per quanto riguarda gli spostamenti intercomunale dei mezzi privati all’interno dell’aggregazione sono stati considerati invece:
- la matrice origine/destinazione degli spostamenti generati all’interno delle comunità pioniere, dato disponibile al 2005 come risultato di uno studio sui flussi di traffico a livello regionale, aggiornato sulla matrice origine-destinazione dei movimenti pendolari rilevata dall’ISTAT col censimento PA del 2001);
- la matrice delle distanze chilometriche tra i comuni della Sardegna, che, in combinazione con la prima fonte, permette di risalire alla produzione chilometrica complessiva della mobilità private in termini di veicoli*km totali annui in modalità “auto privata”;
- la composizione, o mix, dei veicoli privati ad alimentazione tradizionale circolanti a livello regionale/provinciale, tale per cui sia possibile risalire ad un veicolo circolate “tipo”, dato messo a disposizione dall’ACI/ISTAT ed aggiornato al 31/12/2005 (fonte: Autoritratto 20051). Il mix si basa sulle informazioni seguenti: classe di veicolo per dispositivo antinquinamento (EURO0,…EURO5), tipologia di alimentazione (prioritariamente benzina e diesel), classe di cilindrata (<1400cc, tra i 1440 e i 2000 cc, oltre i 2000cc). Il dato riguarda le immatricolazioni e non l’utilizzo.
Per quanto riguarda invece la percorrenza annuale degli automezzi della società di gestione di raccolta e conferimento dei rifiuti, non potendo acquisire i km di percorrenza registrati su strada sono stati adottati i seguenti parametri:
- numero di km percorsi all’interno di ciascun centro abitato per lo spostamento tra i vari punti di raccolta del centro abitato;
- numero di km percorsi all’interno del dei confini amministrativi dell’aggregazione Sardegna Centrale Energia Sostenibile;
- tonnellate di rifiuti raccolti ogni anno (che determina il riempimento degli automezzi);
- capacità di contenimento degli automezzi utilizzati;
- frequenza settimanale di raccolta.
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I consumi energetici registrati all’anno base e le relative emissioni di CO2 sono stati ricavati considerando che gli automezzi utilizzati per la raccolta rifiuti sono tutti alimentati a gasolio. Nella successiva tabella 12 vengono riassunti i consumi energetici e i relativi valori di emissioni di CO2, suddivisi per i tre settori considerati:
Tabella 12. Consumi combustibile divisi per categoria e tipologia nel settore trasporti nel territorio di aggregazione
La progettualità comunale e sovra comunale dell’aggregazione Sardegna Centrale Energia Sostenibile è variegata e complessa, essendo l’aggregazione costituita da sedici comuni. Tutte le sedici comunità che costituiscono l’aggregazione si sono distinte nel corso degli anni per le azioni intraprese a favore di interventi mirati alla riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2, favorendo nel contempo la diffusione di energie sostenibili.
Quasi tutti i comuni hanno dotato alcune delle strutture comunali di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, principalmente si tratta di impianti fotovoltaici ma in alcuni casi anche di impianti di solare termico, come nel caso di Ghilarza (33 m2) e Samugheo (99 m2).
Gli impianti fotovoltaici variano da impianti di piccola taglia, presenti nella maggioranza dei casi, con valori di potenza totale installata che si attestano in media su valori di 20-30 kW per comunità, fatta eccezione di alcuni comuni in cui sono stati fatti investimenti più importanti con impianti di grossa taglia come quelli di Norbello e Ghilarza.
All’interno dell’aggregazione, inoltre, i comuni di Ghilarza e Samugheo acquistano da alcuni anni energia verde dal consorzio CEV, con percentuali di acquisto che sono aumentate negli anni e che attualmente soddisfano il 100% dei consumi per il comune di Ghilarza.
Quasi tutti i comuni hanno provveduto inoltre all’efficientamento degli impianti di illuminazione pubblica, che sono una delle principali voci di consumo per il comune e quindi anche una tra le più importanti fonti di spesa oltre che di emissioni di CO2.
Le più impattanti lampade a vapori di sodio sono state infatti sostituite, parzialmente o integralmente, in quasi tutti i comuni dell’aggregazione, con le lampade a vapori di sodio ad alta pressione (sap).
Pochi ancora sono gli interventi effettuati nei comuni dell’aggregazione in merito all’efficientamento degli edifici e sulla mobilità. Di seguito una breve sintesi delle principali azioni effettuate da ciascun comune dell’aggregazione:
Abbasanta: il comune ha efficientato l’impianto di illuminazione pubblica.
Norbello: il comune ha effettuato interventi sul fotovoltaico con la realizzazione di un grosso impianto e ha efficientato il sistema di illuminazione pubblica con la sostituzione del 50% dei lampioni. Il comune inoltre ha partecipato al bando per la fontana pubblica e ha un progetto con il comune di Abbasanta per edifici ad impatto zero.
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I risultati dell’analisi ambientale sono di seguito espressi, tramite la matrice delle criticità ambientali che analizzano ogni parametro ambientale secondo il metodo SWOT.
5. VALUTAZIONE DI COERENZA E DEI POTENZIALI EFFETTI AMBIENTALI DEL PUI
5.1 Verifica di coerenza del PUI rispetto ad altri piani/programmi pertinenti (verifica di coerenza esterna)
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L’analisi della coerenza esterna mette in relazione il piano in esame, PUI dei comuni di Abbasanta e Norbello, con altri Piani, sia sovra che sotto ordinati e di pari livello, territoriali e di settore attraverso l’analisi dei rapporti pertinenti esistenti, considerando un confronto tra gli obiettivi/azioni del PUI e gli indirizzi e/o previsioni degli altri Piani, evidenziando le potenziali coerenze o incoerenze. Caratteristica generale della pianificazione urbanistica è quella che deve sempre essere posta in relazione al contesto programmatico esistente.
Tale confronto permette appunto di valutare se le linee di sviluppo tracciate all’interno del PUI sono coerenti con gli indirizzi previsti dagli altri Piani e/o Programmi già esistenti con i quali il PUI ha delle interazioni. Per questo si procede ad esaminare gli strumenti pianificatori sovraordinati rispetto ai quali sarà svolta la cosiddetta “analisi di coerenza esterna”, necessaria per l’approfondimento e la specificazione di eventuali relazioni ed interferenze esistenti. L’obiettivo è quello di mettere in luce eventuali implicazioni o carenze negli obiettivi/azioni del PUI considerando l’eventuale possibilità di modifica o integrazione degli stessi attraverso un processo di continuo controllo ed aggiornamento. Si riporta di seguito l’elenco degli strumenti pianificatori individuati con i quali si effettuerà l’analisi di coerenza esterna degli obiettivi del Piano in esame:
- Piano Paesaggistico Regionale - Primo ambito omogeneo, approvato con Decreto del Presidente della Regione del 7 Settembre 2006 n. 82;
- Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) Aggiornato con Decreto del Presidente della Regixxx Xxxxxxxx x. 00 xxx 21 marzo 2008;
- Piano Forestale Ambientale Regionale, Piano Forestale Ambientale Regionale redatto ai sensi del D.Lgs. 227/2001. Approvato con Delibera 53/9 del 27.12.2007;
- Programma di Sviluppo Rurale per la Sardegna 2014/2020
- Piano Regionale di gestione dei Rifiuti, Approvato con Delibera 21-59 del 08.04.2008;
- Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali approvato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 50/17 del 21.12.2012;
- Piano Regionale di Tutela delle Acque Approvato con Delibera del 4 aprile 2006, n. 14/16, Art. 44, D.Lgs. 11 maggio 1999 n. 152 e s.m.i.; Art 2, L.R. 14/2000;
- Piano di risanamento della qualità dell’aria, D.lgs n. 351/99 approvato con delibera della Giunta Regionale n. 55/6 del 29.11.2005;
- Piano Regionale delle Attività Estrattive, L.R. 7 giugno 1989, n. 30, art. 6, e delibera n. 37/14 del 25.09.2007
- Piano Regionale dei Trasporti, approvazione della proposta definitiva con deliberazione n. 66/23 del 27 novembre 2008
- Piano Regionale Di Sviluppo Turistico Sostenibile, Proposta Di Linee Guida – Sintesi Del Documento, Febbraio 2006
- Piano Territoriale Di Coordinamento/Piano Urbanistico della Provincia di Oristano in itinere.
- Piano Energetico Ambientale DELLA REGIONE SARDEGNA 2014-2020 PROPOSTA TECNICA DELIBERAZIONE N. 4/3 DEL 5.2.2014;
- Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile – Aggregazione di Ghilarza
- Piano di zonizzazione acustica approvato con delibera n. 92 del 16.2008;
5.1.1 Piano Paesaggistico Regionale - Primo ambito omogeneo, approvato con Decreto del Presidente della Regione del 7 Settembre 2006 n. 82;
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Il Piano Paesaggistico del 2006 sottopone il territorio a “specifica normativa d’uso (…) con specifica considerazione dei valori paesaggistici”; la struttura delle norme, recepisce disposizioni diverse già vigenti, modifica i contorni di alcuni ambiti di paesaggio. Riguardo al rapporto con gli altri piani regionali, il PPR per espressa previsione del D.Lgs. n. 42/2004, proprio per la sua natura, si colloca in una posizione sovraordinata, in quanto fornisce elementi e indirizzi ai quali i piani sott’ordinati, dei comuni e delle province, e i piani di settore devono attenersi; unica eccezione è rappresentata dal Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) il quale, data la sua natura, individua pericolosità e rischi condizionando l’uso delle aree. Il PPR tiene conto nella sua definizione del quadro conoscitivo dei piani vigenti e dei relativi Sistemi informativi quale fonte utile a costruire il quadro conoscitivo del PPR. Nel QUADRO DELLE AZIONI STRATEGICHE, si esplicitano il VALORE PAESAGGISTICO, le CARATTERISTICHE DELLE AREE
COMPONENTI DI PAESAGGIO e le CATEGORIE DI AZIONI che coinvolgono il territorio regionale nel suo complesso, strategie ed azioni che vengono perseguite a livello territoriale in modo che vengano rispettati i termini di coerenza tra PUI e PPR. Per diversi livelli di valori ambientali e paesaggistici quali:
- Integrità, unicità, irripetibilità ed elevata rilevanza percettiva, estetica, ambientale e culturale;
- Forte identità ambientale, storico-culturale e insediativa in presenza di processi di modificazione;
- Modesta identità ambientale, storico-culturale e insediativa, in assenza di profili di pregio;
- Identità ambientale, storico culturale e insediativa compromessa in modo irrimediabile.
Fanno seguito azioni di gestione quali la conservazione e il mantenimento delle caratteristiche, degli elementi costitutivi e delle morfologie di territori che costituiscono sistemi rilevanti naturali e seminaturali, e connotati da relazioni storiche, comprendenti anche marginali interventi urbanistici ed edilizi.
Gestione e trasformazione necessaria alla organizzazione complessiva del territorio prevalentemente orientata all’attività agricola attraverso interventi compatibili con i livelli di valore paesaggistico riconosciuti
Trasformazione urbanistica ed edilizia con interventi di recupero e riqualificazione orientati in senso ambientale, riqualificazione e rinaturalizzazione finalizzate a reintegrare i valori preesistenti ovvero a realizzare nuovi valori paesaggistici. Recupero, riqualificazione e rinaturalizzazione tesi al ripristino delle originarie qualità ambientali ovvero alla realizzazione di nuovi valori paesaggistici. Operativamente l’analisi del contesto programmatico del PUI sarà realizzata utilizzando delle matrici di coerenza mediante le quali sarà possibile comparare gli obiettivi globali e specifici “coerenti” del PUI con gli obiettivi di protezione ambientale del PPR.
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Obiettivi generali dello strumento di settore | Obiettivi generali del PUI | Obiettivi specifici del PUI |
PRINCIPI DEL PPR (Art. 1 delle NTA) Il controllo delle espansioni delle città | OG.2 nuovo modello interpretativo del sistema dei beni culturali, funzionale alla tutela, alla valorizzazione e allo sviluppo turistico dell'area attraverso un progetto basato sulla riqualificazione della rete della viabilità rurale storica capace di riconnettere il complesso e denso tessuto costituito dalle emergenze storico-archeologiche | OS.2.1 Valorizzare il patrimonio architettonico dei nuclei originari di Abbasanta e Norbello nel rispetto dell’impianto morfologico, delle tipologie edilizie originarie e del contesto paesaggistico urbano OS.2.3 Recuperare e valorizzare il patrimonio edilizio rurale storico attraverso la riqualificazione dell'edificato e del sistema degli spazi aperti, favorendo il riutilizzo per le aziende agricole e a scopo abitativo |
PRINCIPI DEL PPR (Art. 1 delle NTA) La gestione dell’ecosistema urbano secondo il principio di precauzione | OG.4 Promozione dell’innovazione nel campo delle energie rinnovabili e della sostenibilità dei cicli ecologici, attraverso l’attivazione di opportuni progetti strategici in condivisione con il PAES | OS4.1 mobilità sostenibile, capace di avvicinare i centri limitrofi e di servire i territori anche attraverso modalità a basse o zero emissioni (greenways ciclo pedonali, ippovie ecc.) e di connettersi alla rete regionale; OS4.2 aggregazione ed efficentamento di servizi pubblici generali per realizzare economie di scala OS4.3 coinvolgimento delle comunità locali in progetti di transizione dal modello energetico basato sui combustibili fossili verso fonti rinnovabili a “generazione distribuita” basate sulla “smart grid”, che superino le criticità dei parchi eolici e fotovoltaici centralizzati, confliggenti tanto con il paesaggio quanto con le ricadute economiche per la popolazione. OS4.4 Individuare e intervenire con attività atte a salvaguardare il suolo e le zone soggette a limiti (rischi) di natura idrogeologica e pedologica. OS4.5 Regolamento Energetico Ambientale (REA) che, oltre a fissare i parametri e le prestazioni energetiche per le nuove costruzioni, individua le modalità di riconversione del patrimonio edilizie esistente OS4.6 Rafforzamento delle forme d’uso coerenti con il ciclo integrato dell’acqua (riuso delle acque reflue, recupero delle acque meteoriche, uso delle falde acquifere sotterranee) |