PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
2021_022 – Provincia di Reggio Emilia e Mantova
Manutenzione straordinaria del ponte sul fiume Po tra Xxxxxxxxx (XX) x Xxxxxx (XX) – 0x Xxxxx
XX – Capitolato Speciale d’Appalto – PARTE TECNICA
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
Ponte tra Dosolo e Guastalla
Interventi di emergenza per la messa in sicurezza del fiume Po – ponte tra Dosolo e Guastalla
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO PARTE TECNICA
2021_022 – Provincia di Reggio Emilia e Mantova
Manutenzione straordinaria del ponte sul fiume Po tra Xxxxxxxxx (XX) x Xxxxxx (XX) – 0x Xxxxx
XX – Capitolato Speciale d’Appalto – PARTE TECNICA
Indice
PARTE 1 – PRECOMPRESSIONE ESTERNA PARTE 2 – RIRPISTINO PONTI E VIADOTTI PARTE 3 – OPERE IN ALVEO
PARTE 4 – RELAZIONE SUI MATERIALI E SPECIFICA DI ESECUZIONE
2021_022 – Provincia di Reggio Emilia e Mantova
Manutenzione straordinaria del ponte sul fiume Po tra Xxxxxxxxx (XX) x Xxxxxx (XX) – 0x Xxxxx
XX – Capitolato Speciale d’Appalto – PARTE TECNICA
PARTE 1. PRECOMPRESSIONE ESTERNA
RTP: ITS Srl (capogruppo), Prof. Xxx. Xxxx Xxxxxxx Xxxxxxx
Nome file: 2021_022_PE TAM RE 02_A_Capitolato speciale_PARTE TECNICA.docx
Dossier Tecnico sui Sistemi di Post-Tensione Esterna
(da impiegarsi per interventi di ripristino)
Sommario
1 Introduzione 2
2 Riferimenti 2
3 Utilizzo dei sistemi di postensione esterna sul territorio italiano 2
4 Nota sulla performance dei sistemi di postensione 3
5 Note progettuali 4
6 Presentazione delle varie configurazioni di impiego 8
7 Descrizione del sistema 10
7.1 Range 10
7.2 Configurazioni 10
7.2.1 Ancoraggio su elementi in carpenteria metallica 11
7.2.2 Ancoraggio su ringrossi in calcestruzzo realizzati in opera 14
8 Componenti 16
8.1 Trefolo viplato ed ingrassato 16
8.2 Cappuccio di protezione 16
8.3 Piattello 16
8.4 Morsetti 17
8.5 Cella di carico 17
8.6 Corpo fusione 17
8.7 Trattamenti protettivi 17
9 Installazione 18
10 Allegati 20
1 Introduzione
Scopo di questo documento è la presentazione del sistema di Post-Tensione esterna TENSA per le specifiche applicazioni di ripristino strutturale, nelle sue diverse tipologie e modalità di connessione alla struttura, con la descrizione delle singole parti e caratteristiche.
Vengono inoltre fornite indicazioni di carattere pratico circa l’installazione e l’assemblaggio dei componenti.
2 Riferimenti
I riferimenti seguiti per la progettazione, la validazione e la qualifica del sistema sono:
[1] Decreto Ministeriale 17 gennaio 2018 – Norme tecniche per le Costruzioni;
[2] UNI EN 1993-1-11: Eurocodice 3 – Progettazione delle strutture in acciaio – Parte 1-11: Progettazione di strutture con elementi tesi – gennaio 2007;
[3] ETAG 013 – Guideline for European Technical Approval of Post-Tensioning Kits for prestressing of structures – 2002;
[4] EAD 160004-00-0301 – Post-tensioning kits for prestressing of structures – September 2016;
[5] ETA 08/0012 – PT TENSACCIAI – Bonded and unbonded strand post-tensioning system – Version 3 - 23/01/2017;
[6] AICAP – Raccomandazioni – Realizzazione e gestione del calcestruzzo strutturale presollecitato con armatura post-tesa – Parte Prima: “Installazione dei componenti di sistema di post-tensione - Qualifica delle organizzazioni specialistiche e del loro personale”
- Parte Seconda: “Regole operative di progettazione ed esecuzione” – Parte Terza “Qualifica delle OSP e del loro personale – Regolamento operativo” – 2020.
[7] XXX 00000 – CEN Workshop Agreement – Requirements for the installation of post- tensioning kits for prestressing of structures and qualification of the specialist company and its personnel- 2003
[8] SETRA – Précontrainte Extérieure – Février 1990.
[9] UNI EN 1992-1-1 : Eurocodice 2 – Progettazione delle strutture di calcestruzzo – Parte 1-1 : regole generali e regole per gli edifici.
3 Utilizzo dei sistemi di postensione esterna sul territorio italiano
In Italia i sistemi di post-tensione devono rispettare quanto previsto nelle Norme Tecniche per le Costruzioni 2018 [1].
Secondo quanto indicato da [1] al paragrafo 11.1 c) (“Materiali e prodotti per uso strutturale – Generalità), l’impiego dei sistemi di Post-Tensione, in quanto prodotti per uso strutturale, è consentito unicamente se in possesso di marcatura CE in conformità a Benestare Tecnici Europei (ETA), non essendo disponibile una norma europea armonizzata.
Il sistema di Post-Tensione TENSA è conforme alle NTC 2018 [1], paragrafo 11.1 c) (“Materiali e prodotti per uso strutturale – Generalità), essendo provvisto di Valutazione Tecnica Europea ETA 08/0012 del 23/1/2017 [5] rilasciata da TAB CEREMA e Certificato di Costanza della Performance (CCP, “marcatura CE”) numero 1683 – CPR – 0037, rilasciato da NB ASQPE.
Secondo quanto previsto dalle linee guida necessarie all’ottenimento di ETA, EAD 160004-00-0301 [4], al paragrafo 1.2.1 (Information on the intended use(s) of the construction product – Intended
use(s)), nel caso specifico di sistemi di post-tensione esterna, tale impiego è ammesso unicamente per sistemi il cui ETA copra lo specifico utilizzo in “post-tensione di strutture con cavi esterni”. Inoltre nel caso di post-tensione esterna su strutture in carpenteria metallica, tale impiego è consentito solo nel caso in cui sia garantita nell’ETA la categoria opzionale d’uso “post-tensione di strutture in carpenteria metallica con cavi esterni”.
Per quanto concerne i sistemi di Post-Tensione TENSA, nell’ETA 08/0012 del 23/1/2017 [5] al paragrafo 2.1 (Specifications of the intended use in accordance with the applicable European Assessment Document – Intended use) si conferma sia la categoria d’uso “post-tensione di strutture con cavi esterni” sia la categoria d’uso opzionale “post-tensione di strutture in carpenteria metallica con cavi esterni”.
4 Nota sulla performance dei sistemi di postensione
La post-tensione è una tecnologia il cui successo è legato a numerosi fattori fra cui:
- Sviluppo coerente e coordinato delle fasi di progetto, produzione, fornitura, installazione, tenendo adeguatamente in conto sia delle prescrizioni circa la protezione alla corrosione (durabilità) sia della necessaria ridondanza strutturale;
- Scelta di un sistema adeguato e performante, provvisto delle certificazioni di sistema previste dalle norme cogenti (ETA);
- Componenti adeguatamente controllati secondo i piani di qualità previsti dalle norme di riferimento indicate nell’ETA;
- Corretta installazione effettuata da personale formato ed esperto;
- Adeguata progettazione e attuazione delle fasi di ispezione e manutezione dei manufatti durante la vita dell’opera.
Assicurare il rispetto dei fattori di cui sopra è essenziale per garantire le prestazioni del sistema di post-tensione. La sicurezza strutturale e la durabilità del sistema non sono semplicemente funzione del design iniziale, ma dipendono anche dal controllo della produzione, dalla spedizione e stoccaggio, dalla supervisione alla posa e le competenze specifiche del personale coinvolto.
Per garantire quindi la qualità globale del sistema e la sua conformità con i requisiti contrattuali e cogenti di legge, occorre coniugare progettazione, controllo qualità della produzione, spedizione, stoccaggio e della messa in opera.
Un’adeguata progettazione dell’opera e la corretta installazione ed impiego dei sistemi di post- tensione, nelle configurazioni qui presentate e provviste di ETA 08/0012 del 23/1/2017 [5], consentono il raggiungimento delle prestazioni attese per il sistema di post-tensione per il periodo di vita utile dell’opera.
L’installazione gioca anch’essa un ruolo decisivo e deve essere effettuata in conformità con l’ETA e con le prescrizioni specifiche per il sistema.
Questa deve essere dunque svolta da personale formato e autorizzato alla posa, preferibilmente facente parte della OSP (“Organizzazione specialista di post-tensione”), società autorizzata all’installazione del sistema di post-tensione [6].
La OSP infatti:
- Dispone delle adeguate attrezzature per le operazioni specialistiche;
- Utilizza unicamente personale esperto e addestrato;
- Prepara ed esegue i lavori in cantiere in accordo con le specifiche di progetto;
- Può reagire prontamente a problemi imprevisti, dimostrando la capacità di proporre ed eseguire soluzioni appropriate, sicure e adatte al cantiere.
5 Note progettuali
Considerata la grande quantità di ponti ormai datati, presenti sul territorio italiano, ci si trova sempre più spesso ad affrontare il progetto di ripristini/rinforzi di ponti e viadotti esistenti. La post- tensione esterna aggiuntiva viene applicata ormai da tempo, a ponti esistenti realizzati in passato con la tecnica della pre-tensione o post-tensione.
Inoltre questa metodologia può essere applicata anche a travi non precompresse, in calcestruzzo ordinario sia di ponti che di strutture in genere. In rari casi l’applicazione può esser estesa inoltre a strutture in acciaio.
L’aggiunta di cavi di post-tensione può essere adottata al fine di perseguire uno o più dei seguenti obbiettivi:
- Recupero della precompressione originaria persa nel tempo a causa delle perdite di carico differite (rilassamento dell’acciaio, viscosità e ritiro del calcestruzzo);
- Aumento della capacità portante dell’elemento strutturale introducendo cavi con adeguati profili per la ”ridistribuzione” degli sforzi. Le forze di precompressione vanno a controbilanciare le forze indotte dai carichi agenti;
- Aumento dello sforzo assiale nell’elemento strutturale per la riduzione della fessurazione creatasi nel tempo, con conseguente aumento della durabilità;
- Riduzione delle deformate degli elementi strutturali dovute a effetti viscosi, perdita di precompressione o ad aumento dei carichi agenti.
I cavi esterni vengono solitamente deviati al fine di controbilanciare i carichi permanenti e i carichi variabili. Il migliore risultato si ha quando il cavo assume un andamento parabolico, ossia la distribuzione del momento flettente dovuto al carico uniformemente distribuito.
Solitamente le travi di ponti esistenti presentano degli irrigidimenti trasversali che possono essere variabili in numero lungo la luce. Queste zone si prestano per l’installazione dei sistemi di deviazione del cavo (realizzati tramite carpenterie metalliche o ringrossi in calcestruzzo).
I conseguenti andamenti dei cavi sono quindi generalmente delle spezzate e non delle vere e proprie parabole. Tale geometria garantisce l’applicazione di carichi di precompressione, minimizzando i costi e i pesi delle carpenterie di deviazione aggiuntive.
Per quanto riguarda le forze di tesatura massime consentite, nonostante la norma consenta di raggiungere oltre l’80% della resistenza ultima caratteristica del cavo (Fpk), nella pratica si tende ad applicare tensioni inferiori, in modo da tenere conto anche degli effetti di variabilità tensionale indotti dai carichi variabili. Il massimo carico di tesatura può quindi essere portato precauzionalmente a 60% di Fpk.
Nel caso in cui, in fase progettuale si preveda anche una possbile ritesatura dei cavi (attraverso gli accorgimenti descritti ai paragrafi successivi) nel futuro, tale limite può essere ridotto ulteriormente.
Nell’immagine di seguito è riportato un semplice schema al fine di chiarire l’applicazione.
Si consideri ad esempio una trave in semplice appoggio di lunghezza L, con 2 irrigidimenti a distanza L1 dagli appoggi.
Ipotizzando di inserire un cavo che va dal baricentro delle estremità e devia nei punti di ringrosso, le forze equivalenti alla precompressione e il relativo momento agente sulla trave, trascurando le perdite di carico, sono quelli riportati nella figura qui di seguito.
Figura 1: Esempio applicativo trave in semplice appoggio, 2 punti di deviazione
Essendo Fp la forza di precompresssione e ϑ l’angolo di inclinazione del cavo, le forze verticali Fv che si generano nei punti di deviazione sono pari a: 𝐹𝑣 = 𝐹𝑝 · sin 𝜃. Oltre a queste agiscono le forze Fp in prossimità degli ancoraggi con l’inclinazione data dalla disposizione degli stessi.
Un aspetto da tenere conto nelle verifiche è che il cavo di PT esterna è di tipo scorrevole, ossia nella lunghezza libera del cavo non esiste aderenza tra l’acciaio da precompressione e il calcestruzzo della struttura.
Le verifiche agli stati limite d’esercizio saranno svolte semplicemente considerando la sezione e le armature pre-esistenti e aggiungendo ai carichi agenti quelli equivalenti alla precompressione.
Allo stato limite ultimo, in accordo a quanto previsto in [9] (par. 5.10.8), pur avendo cavi non aderenti, è concesso di stimare l’aumento della tensione nei cavi, dovuto alla deformazione globale dell’elemento strutturale, in 100 MPa.
Le verifiche agli SLU, per una specifica sezione, possono quindi essere eseguite attraverso due metodologie:
a) si determina il momento resistente della sezione originaria e lo si confronta con il momento agente scontato del momento di bilanciamento dovuto alla precompressione (eventualmente incrementato dei 100MPa come sopra descritto);
b) si confronta il momento agente con il momento resistente calcolato aggiungendo la forza di precompressione esterna (eventualmente incrementata di 100 MPa) applicata nella sezione in esame con la sua eccentricità data dal profilo del cavo. Questo approccio è formalmente quello più corretto.
Di seguito si riportano altri due casi riscontrabili nella pratica comune.
Nal caso di trave in semplice appoggio con 3 irrigidimenti, in questo caso l’andamento del momento flettente di bilanciamento è meglio approssimabile a quello parabolico.
Le forse verticali di bilanciamento sono date in questo caso da:
𝐹𝑣1 = 𝐹𝑝 · sin 𝜃1 − 𝐹𝑝 · sin 𝜃2
𝐹𝑣2 = 2 · 𝐹𝑝 · sin(𝜃2)
Figura 2: Esempio applicativo trave in semplice appoggio, 3 punti di deviazione
Nel caso invece di travi continue a più campate, oppure travi tampone semplicemente appoggiate (mediante selle Gerber o altri sistemi) a travi stampella, l’andamento dei cavi dovrà seguire anche in questo caso l’andamento del momento flettente con la possibilità di massimizzare le eccentricità dei punti di deviazione ottimizzando il sistema.
Le forze di bilanciamento sono in questo ultimo caso:
𝐹𝑣1 = 𝐹𝑝 · sin 𝜃1 + 𝐹𝑝 · sin 𝜃2
𝐹𝑣1 = 2 · 𝐹𝑝 · sin(𝜃2)
Figura 3: Esempio applicativo trave continua su 3 appoggi
É da precisare che l’inserimento di forze di precompressione in elementi strutturali esistenti è sempre un’operazione delicata. Bisogna tenere in considerazione i seguenti aspetti:
- Le caratteristiche dei materiali (calcestruzzo, acciaio ordinario e acciaio da precompressione) devono essere valutate attentamente, anche attraverso saggi e prove distruttive;
- Le geometrie e la disposizione dei cavi/barre esistenti devono essere rilevate accuratamente anche attraverso metodi indiretti, oltre all’analisi dei documenti progettuali originali;
- La tensione ancora presente nei cavi di precompressione è da valutarsi attentamente: questa è la difficoltà maggiore. Nel caso sia complicato determinarla attraverso il progetto originale, è buona norma effettuare le verifiche ipotizzando due livelli di precompressione esistente, identificando un livello massimo (meno perdite avvenute) e minimo (massime perde avvenute);
- Il livello di precompressione aggiuntivo deve essere limitato ad un valore massimo che non porti ad una riduzione del momento flettente per l’eccessiva azione assiale nella sezione;
- L’installazione dei sistemi di ancoraggio (come descritto nei paragrafi successivi) comporta l’applicazione di forze concentrate di grande entità. Un accurato progetto di tali zone è necessario al fine di evitare rotture locali o fessurazioni aggiuntive.
Nel calcolo delle perdite di carico, come prescritto in [1] e in [9], è importante considerare che le perdite dovute agli effetti reologici del calcestruzzo (ritiro e viscosità) non sono da tenere in considerazione poichè il cls è da considerarsi completamente maturo e gli effetti di ritiro e viscosità completamente avvenuti. Le uniche perdite di carico che entrano in gioco sono quindi la deformazione elastica del calcestruzzo (perdita modesta spesso trascurabile), le perdite di attrito dovute all’andamento non rettilineo dei cavi, la perdita di rilassamento dell’acciaio e le perdite di incuneaggio dovute al rientro dei morsetti durante la fase di tesatura (assumibile con un rientro di 2/3 mm considerati i bassi carichi in gioco).
Un ultimo importante aspetto è quello di considerare sempre l’opera nel suo complesso. L’aggiunta di cavi di precompressione, ad esempio ai lati di una trave, porta ad avere degli sforzi di diffusione dei carichi concentrati all’interno del calcestruzzo.
Deve essere quindi progettato l’elemento strutturale, non solo verificando la statica longitudinale, ma tenendo conto anche della statica trasversale.
In alcuni casi ad esempio, l’aggiunta di precompressione trasversale (o di opportune barre) in prossimità delle zone di ancoraggio permette una miglior diffusione delle forze, evitando sforzi di trazione che potrebbero generare ulteriori fessurazioni generate dall’intervento di ripristino stesso.
Figura 4: Zona di ancoraggio PT esterna
L’applicazione della post-tensione esterna è spesso da preferirsi in confronto ad altri tipo di rinforzi strutturali (fibre, ringrossi, resine, ecc.) poichè è un sistema di tipo attivo. La precompressione, pur incrementando di poco il peso complessivo dell’opera, porta benefici direttamente durante la fase di installazione (chiusura delle fessure, riduzione delle frecce presenti, ecc.) ed è attiva per qualsiasi combinazione di carico.
Al contrario, i sistemi passivi, come l’aggiunta di fibre ad alta resistenza in prossimità dei lembi tesi delle travi, portano i loro benefici solo dopo l’applicazione dei carichi, quando le deformazioni aggiuntive ne attivano la collaborazione. É quindi spesso difficile con questi sistemi garantirne l’attivazione per i soli carichi permanenti.
6 Presentazione delle varie configurazioni di impiego
Il sistema di Post-Tensione esterna può avere diverse configurazioni di impiego e modalità di connessione alla struttura.
Nel caso specifico di applicazioni volte al ripristino strutturale, la soluzione maggiormente utilizzata è quella che prevede l’impiego di cavi unbonded ossia senza alcun tipo di iniezione aderente (boiacca cementizia) né nella lunghezza libera né nella zona degli ancoraggi.
I trefoli sono adeguatamente protetti:
• in lunghezza libera mediante uno strato di grasso e un’estrusione individuale di guaina in plastica, detta anche “vipla”
• nelle zone di ancoraggio mediante iniezione localizzata di grasso protettivo.
La trasmissione della forza di precompressione alla struttura avviene unicamente tramite il piattello della testata di ancoraggio, in quanto non esiste alcuna forma di aderenza permanente del trefolo alla struttura esterna.
Di seguito si riportano i differenti tipi di connessione alla struttura.
- Ancoraggio su carpenteria metallica: il piattello, con il quale viene trasferita la forza di postensione alla struttura, poggia su una piastra di ripartizione facente parte di una carpenteria metallica, saldata o imbullonata alla struttura.
La deviazione del fascio di trefoli, dal piattello alla lunghezza libera del cavo, avviene all’interno di tubi meccanici direttamente saldati alla piastra di ripartizione, sulla quale, ove presente, verrà posata la cella di carico, che permette il controllo della forza agente sul cavo in fase di tesatura e il monitoraggio della stessa in esercizio.
Figura 5: Sistema di PT esterna con ancoraggio su carpenteria metallica
- Ancoraggio su ringrossi in calcestruzzo: in questo caso vengono realizzati o ricavati dei ringrossi di calcestruzzo nei quali vengono posizionati ed installati la fusione in ghisa, il raccordo in plastica e la relativa armatura di confinamento.
La guaina di lunghezza libera si connette al raccordo e prosegue poi all’esterno del getto di calcestruzzo.
Figura 6: Sistema di PT esterna con ancoraggio su ringrossi in calcestruzzo
7 Descrizione del sistema
Il sistema di Post-Tensione esterna può essere realizzato sia su carpenterie metalliche attraverso l’utilizzo di un tubo meccanico per consentire la deviazione del fascio dei trefoli, sia attraverso la realizzazione in opera con ringrossi in calcestruzzo dove verrà installato l’ancoraggio composto da fusione in ghisa e raccordo in plastica.
7.1 Range
Il range dimensionale del sistema prevede cavi da 4 a 37 trefoli classe 1860 MPa.
Nel caso degli interventi di ripristino strutturale il range dimensionale maggiormente utilizzato è tipico di cavi di piccola / media dimensione, ossia il seguente:
Sistema | Range (n° trefoli) | Dimensioni di riferimento |
PT - Esterna | 4 – 12 | 4 – 7 – 9 - 12 |
7.2 Configurazioni
Ogni ancoraggio può essere, a seconda delle necessità:
• Ritesabile: sovralunghezza di trefolo per garantire regolazione e cap di protezione lungo
• Fisso: sovralunghezza di trefolo minima e cap di protezione standard Inoltre ogni ancoraggio può essere equipaggiato o meno con cella di carico.
A meno di particolari profili del cavo, è di uso comune avere un ancoraggio fisso e uno ritesabile per ogni cavo, in modo da garantire regolazione futura e monitoraggio del carico.
7.2.1 Ancoraggio su elementi in carpenteria metallica
Facendo riferimento alle Figure 3, 4, 5 e 6, il sistema di Post-Tensione esterna è costituito dai seguenti componenti:
1 – Trefolo viplato e ingrassato; 2 – Cap di protezione lungo;
3 – Piattello;
4 – Xxxxxxxx;
5 – Piastra di fissaggio cap di protezione; 6 – Cella di carico toroidale;
7 – Tubo meccanico con piastra di ripartizione e centraggio cella; 8 – Guaina liscia in HDPE;
9 – Cap di protezione standard.
Figura 3: Ancoraggio ritesabile con cella di carico su carpenteria metallica
Figura 4: Ancoraggio ritesabile senza cella di carico su carpenteria metallica
Figura 5: Ancoraggio fisso con cella di carico su carpenteria metallica
Figura 6: Ancoraggio fisso senza cella di carico su carpenteria metallica
Foto 1: esempio di ancoraggio su carpenteria metallica con cella di carico
Foto 2: esempio di ancoraggio ritesabile con cella di carico su carpenteria metallica
Foto 3: esempio cap di protezione per ancoraggio ritesabile su carpenteria metallica
Foto 4: esempio di ancoraggio senza cella di carico su carpenteria metallica con cap standard
7.2.2 Ancoraggio su ringrossi in calcestruzzo realizzati in opera
Facendo riferimento alle Figure 7, 8, 9 e 10, il sistema di Post-Tensione esterna è costituito dai seguenti componenti:
1 – Trefolo viplato ed ingrassato; 2 – Cap di protezione lungo;
3 – Piattello;
4 – Xxxxxxxx;
5 – Piastra di fissaggio cap di protezione; 6 – Cella di carico toroidale;
7 – Piastra di ripartizione e di centraggio cella; 8 – Fusione in ghisa;
9 – Spirale di confinamento; 10 – Raccordo in plastica; 11 – Guaina liscia in HDPE;
12 – Cap di protezione standard.
Figura 7: ancoraggio ritesabile con cella di carico su ringrosso in calcestruzzo realizzato in opera
Figura 8: ancoraggio ritesabile senza cella di carico su ringrosso in calcestruzzo realizzato in opera
Figura 9: ancoraggio fisso con cella di carico su ringrosso in calcestruzzo realizzato in opera
Figura 10: ancoraggio fisso senza cella di carico su ringrosso in calcestruzzo realizzato in opera
Foto 5: esempio di ancoraggio con cella di carico su ringrosso in calcestruzzo realizzato in opera
8 Componenti
8.1 Trefolo viplato ed ingrassato
Si utilizza trefolo a 7 fili in acciaio armonico a basso rilassamento ingrassato e ricoperto di polietilene ad alta densità di diametro nominale 15.2 mm o 15.7 mm e resistenza nominale 1860 MPa.
8.2 Cappuccio di protezione
I cap forniscono una protezione permanente agli ancoraggi. Nel caso dei cap per gli ancoraggi ritesabili sono realizzati in lamierino zincato, mentre i cap per gli ancoraggi fissi sono realizzati in plastica.
8.3 Piattello
I piattelli sono realizzati in acciaio C45N secondo EN ISO 683-1:2018 e sono dotati di un gradino di centraggio per facilitarne l'allineamento con il corpo fusione o la piastra del tubo meccanico. Sono provvisti di un numero di fori tronco-conici necessari all’afferraggio mediante morsetti dei trefoli costituenti il cavo.
8.4 Morsetti
I morsetti, di lunghezza totale pari a 43 mm, sono realizzati in 3 settori, uniti mediante una molla. Forma e dimensioni sono riportate nella Figura 11.
8.5 Cella di carico
Figura 11: Morsetto
La cella deve essere realizzata in acciaio inossidabile. Il connettore in uscita deve essere posizionato lasciando un franco di almeno 2 mm tra esso e la base di appoggio della cella, in modo da permettere l’utilizzo di piastre di centraggio con gradino esterno. La lettura del carico deve mostrare i valori di forza applicata in kN con una tolleranza di 0,1 kN.
Sono possibili 2 metodi di lettura del carico:
• Manuale: tramite l’utilizzo di un palmarino, viene effettuato il collegamento alla cella e visualizzato il valore direttamente in loco
• Automatico: tramite l’utilizzo di unità di raccolta dati collegate alle celle con cavi o wireless. I dati raccolti sono inviati istantaneamente a un portale online o ad un’applicazione per smartphone che ne permette la lettura in tempo reale. È possibile l’impostazione di allarmi e la lettura a intervalli temporali a scelta a discrezione della committenza.
8.6 Corpo fusione
Il corpo fusione è realizzato in ghisa a grafite sferoidale secondo EN1563 ed è progettato con una forma in grado di trasmettere la forza di precompressione dal piattello al calcestruzzo. La parte anteriore è di forma quadrata, al fine di trasmettere meglio la forza al calcestruzzo circostante, mentre la parte posteriore è dotata di un filetto interno che permette l’accoppiamento con il raccordo in plastica.
8.7 Trattamenti protettivi
Al termine della tesatura dei cavi verrà iniettata della schiuma poliuretanica all’interno del tubo meccanico o della fusione in ghisa al fine di creare un tappo di ritegno alla successiva iniezione di grasso (o similare) all’interno dei cap di protezione e nella zona posteriore al piattello.
9 Installazione
Come anche indicato in [6] e [7], per garantire il corretto funzionamento del Sistema di Post- Tensione esterna, l’installazione deve essere effettuata da società specializzate, provviste di tecnici la cui formazione e qualifica deve avvenire secondo adeguate procedure interne.
Tali società, dette OSP (Organizzazioni Specialistiche di Post-Tensione), devono possedere un sistema di gestione della qualità certificato ISO9001, a copertura delle attività di post-tensione. Devono possedere i seguenti requisiti tecnico / logistici / operativi:
- Requisiti Tecnici:
OSP deve saper gestire:
• Dettagli specifici del progetto di Post-Tensione;
• Procedure di installazione;
• Procedure di formazione del personale;
• Aspetti legati alla sicurezza;
• Procedure di Assicurazione Qualità;
• Preparazione di istruzioni di lavoro per i cantieri;
• Tecnologia e specifiche tecniche per materiali e componenti (*);
• Specifiche di fabbricazione (disegni costruttivi) (*);
• Accettazione delle procedure per materiali, componenti ed attrezzature (*).
(*) attività sempre svolte in contatto con il fornitore del sistema di postensione.
Il personale tecnico deve essere in grado di controllare che il sistema di post-tensione e i metodi di installazione proposti siano compatibili con il progetto generale preparato dal progettista e con i metodi di costruzione proposti dall’impresa generale. In caso di discrepanze il personale tecnico deve essere in grado di suggerire migliorie alle altre parti, tali da assicurare tale compatibilità.
- Requisiti Logistici:
OSP deve saper gestire:
• Procedure di approvvigionamento di tutti i materiali, componenti e attrezzature necessarie per eseguire i lavori di post-tensione, secondo le specifiche di progetto e dell’ETA dei sistemi impiegati;
• Procedure per l’accettazione dei materiali, componenti ed attrezzature in entrata;
• Controllo dello stoccaggio;
• Spedizione di materiali, componenti ed attrezzature al cantiere;
• Rintracciabilità di materiali, componenti ed attrezzature.
• Taratura delle attrezzature di post-tensione;
• Compilazione della documentazione AQ/CQ;
• Manutenzione e riparazione dell’attrezzatura di post-tensione;
• Risorse per la formazione del personale.
La OSP dovrà raccogliere le attestazioni di conformità dei materiali, componenti e attrezzature fornite al cantiere operativo, in modo da garantire la piena rintracciabilità, come richiesto dalle procedure di assicurazione qualità definite dal detentore dell’ETA.
- Capacità operativa: OSP deve saper gestire:
• Preparazione di istruzioni di lavoro specifiche per il cantiere;
• Formazione del personale di cantiere (è necessario conservare la relativa documentazione);
• Programma dei lavori;
• Magazzinaggio e movimentazione dei materiali e componenti;
• Prove sui materiali laddove richiesti;
• Controllo di misure di sicurezza in cantiere;
• Installazione del sistema di post-tensione;
• Tesatura del sistema di post-tensione;
• Taglio sovralunghezza degli elementi in tensione;
• Protezione temporanea e permanente del cavo;
• Manutenzione delle attrezzature di post-tensione;
• Controllo qualità e supervisione;
• Registrazione di cantiere;
• Trasmissione delle registrazioni di qualità del cliente;
• Documentazione “as-built”.
Deve essere garantito che il sistema di post-tensione sia predisposto ed installato in accordo con i requisiti dell’ETA e delle specifiche di progetto. Prima di iniziare il cantiere dovranno essere redatte procedure generali che coprano ogni fase costruttiva e che tengano conto delle prescrizioni contenute nell’ETA del sistema.
Il personale tecnico dovrà ricevere regolare formazione, in modo da essere costantemente aggiornato sulla tecnologia, sulle procedure, sui regolamenti e sulle norme per l’installazione del sistema di post-tensione.
In particolare la posa in opera viene effettuata secondo uno specifico set di procedure nel quale è possibile individuare le seguenti operazioni:
1. Preparazione e installazione della guaina;
2. Preparazione dei trefoli;
3. Posa della piastra di centraggio (solo in caso di utilizzo di cella di carico);
4. Posa cella di carico (se presente);
5. Posa dell’anello di fissaggio del cap (solo in caso di utilizzo di cella di carico);
6. Posa piattello e morsetti;
7. Messa in tensione dei trefoli;
8. Iniezione schiuma poliuretanica per protezione dalla successiva iniezione di grasso;
9. Eventuale taglio delle sovralunghezze di trefolo per l’installazione dei cap;
10. Installazione dei cappucci di protezione (corto in plastica su ancoraggio fisso e lungo in acciaio su ancoraggio ritesabile);
11. Iniezione di grasso protettivo.
La messa in tensione dei trefoli avviene con l’impiego di un martinetto mono-trefolo, garantendo l’uniformità di carico fra i singoli trefoli mediante il riscontro dei medesimi allungamenti. Nel caso in cui è presente la cella di carico, al termine delle operazioni di completamento si procederà al controllo della forza nel cavo collegando il lettore alla cella di carico. In caso di necessità nel tempo è possibile effettuare ritesature e nell’eventualità la sostituzione completa del cavo.
Va considerato che il carico applicato in fase di tesatura è maggiore del carico rilevato dopo la rimozione del martinetto, in virtù delle perdite dovute al rientro dei morsetti.
E’ quindi errato confrontare tale valore con quello rilevato dalle celle senza prima averlo compensato con la perdita dovuta al rientro dei morsetti (in genere 2/3 mm per carichi bassi).
Le celle di carico sono inoltre generalmente montate dal lato opposto alla tesatura e pertanto risentono anche degli attriti interni al cavo.
10 Allegati
Allegato 1: Sistema PT Esterna – Dimensioni – Cap di protezione lato regolabile Allegato 2: Sistema PT Esterna – Dimensioni – Cap di protezione lato fisso Allegato 3: Sistema PT Esterna – Dimensioni – Anello di fissaggio cap di protezione Allegato 4: Sistema PT Esterna – Dimensioni – Cella di carico toroidale
Allegato 5: Sistema PT Esterna – Dimensioni – Tubo meccanico e piastra Allegato 6: Sistema PT Esterna – Dimensioni – Piattello MT
A
ØD
N° n fori ØE su ØF
ØG
B C
Piattello | Dimensioni | |||||||
A [mm] | B [mm] | C [mm] | ØD [mm] | n | ØE [mm] | ØF [mm] | ØG [mm] | |
4 MT | 400 | 30 | 30 | 115 | 8 | 8 | 150 | 162 |
7 MT | 400 | 30 | 30 | 135 | 8 | 8 | 180 | 198 |
9 MT | 400 | 30 | 30 | 155 | 6 | 10 | 184 | 200 |
12 MT | 400 | 30 | 30 | 170 | 6 | 10 | 201 | 220 |
SISTEMA PT ESTERNA
Dimensioni - Cap di protezione lato regolabile
ALLEGATO 1
Piattello | Dimensioni | ||||
A [mm] | ØB [mm] | n | ØC [mm] | ØD [mm] | |
4 MT | 97 | 161 | 8 | 7 | 150 |
7 MT | 102 | 191 | 8 | 7 | 180 |
9 MT | 111 | 200 | 6 | 10 | 184 |
12 MT | 121 | 216 | 6 | 9 | 201 |
SISTEMA PT ESTERNA
Dimensioni - Cap di protezione lato fisso
ALLEGATO 2
A
B
ØC
ØD
N° n fori ØE su ØF ØG
Piattello | Dimensioni | |||||||
A [mm] | B [mm] | ØC [mm] | ØD [mm] | n | ØE | ØF [mm] | ØG [mm] | |
4 MT | 15 | 3 | 82 | 107 | 8 | M6 | 150 | 162 |
7 MT | 15 | 3 | 100 | 127 | 8 | M6 | 180 | 198 |
9 MT | 15 | 3 | 120 | 148 | 6 | M8 | 184 | 200 |
12 MT | 15 | 3 | 136 | 162 | 6 | M8 | 201 | 220 |
SISTEMA PT ESTERNA
Dimensioni - Piastra di fissaggio cap di protezione
ALLEGATO 3
D
ØC ØB
ØA
60
50
50
E
Piattello | Dimensioni [mm] | ||||
ØA | ØB | ØC | D | E | |
4 MT | 170 | 82 | 105 | 40 | 203 |
7 MT | 220 | 100 | 125 | 40 | 253 |
9 MT | 225 | 120 | 146 | 40 | 250 |
12 MT | 270 | 136 | 160 | 50 | - |
SISTEMA PT ESTERNA
Dimensioni - Cella di carico toroidale
ALLEGATO 4
E
ØA
N° n fori ØB su ØC ØD
ØG**
F
L*
Piattello | Dimensioni | |||||||
ØA [mm] | n | ØB | ØC [mm] | ØD [mm] | E [mm] | F [mm] | ØG [mm] | |
4 MT | 202 | 8 | M8 | 150 | 84 | 30 | 50 | 101.6 |
7 MT | 230 | 8 | M6 | 180 | 102 | 40 | 50 | 114.3 |
9 MT | 235 | 6 | M8 | 184 | 122 | 40 | 50 | 133 |
12 MT | 280 | 6 | M8 | 201 | 138 | 40 | 50 | 148 |
* Lunghezza variabile
** Valore soggetto a possibili variazioni
SISTEMA PT ESTERNA
Dimensioni - Tubo meccanico
ALLEGATO 5
Piattello | Dimensioni | |||
ØA [mm] | B [mm] | C [mm] | Peso [kg] | |
4 MT | 105 | 45 | 53 | 2.8 |
7 MT | 125 | 49 | 55 | 4 |
9 MT | 146 | 52 | 58 | 6 |
12 MT | 160 | 62 | 68 | 8.5 |
SISTEMA PT ESTERNA
Dimensioni - Piattello MT
ALLEGATO 6
2021_022 – Provincia di Reggio Emilia e Mantova
Manutenzione straordinaria del ponte sul fiume Po tra Xxxxxxxxx (XX) x Xxxxxx (XX) – 0x Xxxxx
XX – Capitolato Speciale d’Appalto – PARTE TECNICA
PARTE 2. RIPRISTINO PONTI E VIADOTTI
RTP: ITS Srl (capogruppo), Prof. Xxx. Xxxx Xxxxxxx Xxxxxxx
Nome file: 2021_022_PE TAM RE 02_A_Capitolato speciale_PARTE TECNICA.docx
SOMMARIO
1 PREMESSA 7
2 RISANAMENTO DELL´INTRADOSSO TRAVI 8
2.1 GENERALITÀ 8
2.2 MATERIALI 8
2.2.1 Malte tissotropiche da ripristino 8
2.2.2 Acciaio in barre da c.a. 11
2.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI 11
2.3.1 Generalità 11
2.3.2 Scalpellatura meccanica o idrodemolizione dell'intradosso travi 11
2.3.3 Trattamento ferri d'armatura 12
2.3.4 Posizionamento di armature aggiuntive e trattamento delle barre di armatura esistente 13
2.3.5 Preparazione delle superfici da ripristinare 13
2.3.6 Messa in opera delle miscele di ripristino 13
2.3.7 Finitura superficiale 14
2.3.8 Stagionatura 14
3 RISANAMENTO DELL´INTRADOSSO TRAVI IN PRESENZA DI CAVITÀ E RELATIVA INIEZIONE DELLE STESSE 14
3.1 GENERALITÀ 14
3.2 MATERIALI 15
3.2.1 Malte tissotropiche da ripristino 15
3.2.2 Resine epossidiche e boiacche cementizie a bassa viscosità per iniezione di cavità 16
3.2.3 Adesivo epossidico 17
3.2.4 Acciaio in barre da CA 18
3.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI 18
3.3.1 Generalità 18
3.3.2 Scalpellatura meccanica o idrodemolizione dell'intradosso travi 19
3.3.3 Trattamento ferri d'armatura, guaine e trefoli 19
3.3.4 Predisposizione dei fori per la successiva iniezione delle cavità 19
3.3.5 Posizionamento di armature aggiuntive 19
3.3.6 Preparazione delle superfici da ripristinare (NP 05 - Idrolavaggio) 20
3.3.7 Messa in opera delle miscele di ripristino 20
3.3.8 Finitura superficiale 20
3.3.9 Stagionatura 20
3.3.10 Iniezione delle cavità 21
4 INIEZIONE DELLE GUAINE DEI CAVI ESISTENTI 21
4.1 GENERALITÀ 21
4.2 MATERIALI 22
4.2.1 Resina epossidica a bassissima viscosità per iniezioni 22
4.2.2 Betoncino cementizio premiscelato colabile 23
4.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI 24
4.3.1 Generalità 24
4.3.2 Individuazione del tracciato dei cavi 25
4.3.3 Localizzazione delle guaine 25
4.3.4 Rimozione della sigillatura delle testate 25
4.3.5 Istallazione dei tubetti di iniezione ed operazioni propedeutiche all'iniezione 25
4.3.6 Iniezione delle guaine 26
4.3.7 Sigillature delle testate e ripristini 26
5 TRATTAMENTO PROTETTIVO DELLE SUPERFICI IN CALCESTRUZZO 27
5.1 GENERALITA´ 27
5.2 MATERIALI 27
5.2.1 Trattamento protettivo 27
5.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI 28
5.3.1 Preparazione del supporto 28
5.3.2 Applicazione del trattamento protettivo 28
6 RINFORZO STRUTTURALE DELLE TRAVI DI IMPALCATO MEDIANTE L´UTILIZZO DI PLACCAGGI METALLICI 28
6.1 GENERALITÀ 29
6.2 MATERIALI 29
6.2.1 Resina per fissaggi di barre filettate 29
6.2.2 Barre filettate dadi e rosette 30
6.2.3 Adesivo epossidico per incollaggi strutturali 30
6.2.4 Resina epossidica a bassissima viscosità per intasamenti 30
6.2.5 Carpenterie metalliche 30
6.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI 30
6.3.1 Generalità 30
6.3.2 Inghisaggio delle barre di prima fase 31
6.3.3 Montaggio delle lamiere di rinforzo 31
6.3.4 Esecuzione delle giunzioni saldate 31
6.3.5 Intasamento dei giochi costruttivi di montaggio 32
6.3.6 Completamento dell'inghisaggio delle restanti barre 32
7 RINFORZO STRUTTURALE DELLE TRAVI DI IMPALCATO MEDIANTE PRECOMPRESSIONE ESTERNA 32
7.1 GENERALITÀ 32
7.2 MATERIALI 33
7.2.1 Guaina in HDPE per viplatura dei trefoli 33
7.2.2 Cera di petrolio o grasso 33
7.2.3 Guaina di protezione esterna 33
7.2.4 Carpenterie metalliche 34
7.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI 34
7.3.1 Generalità 34
7.3.2 Montaggio delle carpenterie metalliche 34
7.3.3 Messa in tensione dei cavi 35
7.3.4 Controllo degli allungamenti 36
7.3.5 Iniezioni 36
7.3.6 Sigillatura delle testate 36
8 RINFORZO STRUTTURALE DEI TRASVERSI DI IMPALCATO MEDIANTE PRECOMPRESSIONE ESTERNA 37
8.1 GENERALITÀ 37
8.2 MATERIALI 37
8.2.1 Guaina di protezione esterna 37
8.2.2 Carpenterie metalliche 37
8.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI 38
8.3.1 Montaggio delle carpenterie metalliche 38
8.3.2 Messa in tensione delle barre. 38
8.3.3 Controllo degli allungamenti 39
8.3.4 Iniezioni 40
8.3.5 Sigillatura delle testate 40
9 INTERVENTI CON MATERIALI FIBRORINFORZATI 40
9.1 GENERALITÀ 40
9.2 MATERIALI 40
9.2.1 Betoncini fibrorinforzati 40
9.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI 42
9.3.1 Stagionatura 42
9.3.2 Accettazione in xxxxx x'xxxxx 00
00 MISURAZIONE E CONTABILIZZAZIONE 42
10.1 NORME GENERALI 42
10.2 CRITERI DI MISURA 43
10.2.1 Conglomerati cementizi 43
10.2.2 Casseforme 44
10.2.3 Acciaio per c.a. 45
1 PREMESSA
Il presente Capitolato Speciale d'Appalto, relativo al ripristino di ponti e viadotti in c.a. ed in c.a.p., si compone di due parti principali: la prima relativa alle tecniche di precompressione esterna per la riparazione delle travi precompresse a cavi scorrevoli post tesi e la seconda relativa al rinforzo strutturale mediante l'utilizzo di materiali compositi fibrosi.
Per eventuali ulteriori lavorazioni, non espressamente richiamate nel presente capitolato, si ri– manda al contenuto delle norme tecniche costituenti i Capitolati Speciali d'Appalto vigenti in ANAS.
Per quanto riguarda il ripristino delle travi in c.a.p. a cavi scorrevoli post tesi, il presente capitolato descrive gli interventi previsti classificando le possibili difettosità come segue:
1. Copriferro insufficiente o carbonatato o degradato, con riferimento in generale alle ar– mature ordinarie ed in particolar modo per le guaine dei cavi di precompressione, in corrispondenza della parete delle anime, ciò a causa di un originario non corretto rap– porto tra lo spessore delle stesse ed il diametro delle guaine;
2. L'intradosso del martello inferiore delle travi si presenta al più con degrado superficiale tipico del calcestruzzo in opera da diversi decenni, eventualmente con armature lente scoperte, corrose o con le barre longitudinali di armatura disposte erroneamente all'esterno delle staffe trasversali e quindi tendenti all'espulsione del copriferro;
3. Il martello inferiore si trova in condizioni analoghe al precedente caso 1) ma, specifica– tamente nelle zone comprese tra i quarti della trave e la sezione di mezzeria (ovvero dove i cavi sono nella loro posizione più bassa e tra loro raggruppati) sono presenti del– le cavità intorno ai cavi di precompressione le cui guaine, prive del copriferro e dell'aderenza alla trave, risultano però correttamente essere state iniettate;
4. Il martello inferiore si trova in condizioni analoghe al precedente caso 3), le guaine dei cavi, in questo caso, risultano prive di iniezione o iniettate solo parzialmente, ma i trefoli o i fili che compongono il cavo sono in buono stato;
5. Il martello inferiore si trova in condizioni analoghe al precedente caso 4) ma con fili o trefoli che presentano segni evidenti di corrosione.
Le difettosità descritte vengono risanate mediante i seguenti interventi, applicabili tra loro separa– tamente o in combinazione:
- Risanamento dell'intradosso delle travi;
- Risanamento dell'intradosso delle travi in presenza di cavità aperte oppure occulte e re– lativa iniezione delle stesse;
- Iniezione delle guaine dei cavi di precompressione esistenti;
- Applicazione di sistemi protettivi sulla superficie del calcestruzzo;
- Rinforzo strutturale delle travi di impalcato mediante l'utilizzo di placcaggi metallici appli– cati all'intradosso delle travi;
- Rinforzo strutturale delle travi mediante l'uso di tecniche di precompressione esterna.
2 RISANAMENTO DELL´INTRADOSSO TRAVI
2.1 GENERALITÀ
Nel presente articolo vengono trattati i materiali ed i magisteri inerenti il ripristino di elementi strutturali in c.a. e c.a.p. con particolare riferimento all'intradosso delle travi da ponte.
Si terrà presente, in linea generale, che scopo del ripristino dei conglomerati cementizi è ricreare la sagoma di progetto del manufatto in corrispondenza dei punti degradati.
Il ripristino di tali strutture degradate o l'adeguamento degli elementi in conglomerato cementizio dovrà garantire comunque, sia la monoliticità tra il vecchio calcestruzzo ed il materiale con cui viene eseguito il ripristino, sia la resistenza agli agenti aggressivi dell'ambiente d'esercizio.
Si specifica che, qualora nelle fasi di risanamento del martello descritte nella presente sezione do– vessero palesarsi delle cavità non individuate nella fase di indagine preliminare al progetto queste saranno in ogni caso trattate e risanate secondo le procedure previste nella specifica sezione “RI– SANAMENTO DELL'INTRADOSSO TRAVI IN PRESENZA DI CAVITA' E RELATIVA INIEZIONE DELLE STESSE".
Nei paragrafi seguenti vengono definiti i materiali, con i loro requisiti e prestazioni, da applicare secondo le tecniche indicate.
2.2 MATERIALI
2.2.1 MALTE TISSOTROPICHE DA RIPRISTINO
Voce di elenco prezzi:
B.09.220.2 – Tixotropica fibrorinforzata con fibre inorganiche
Per il ripristino si utilizzerà una malta tissotropica, a ritiro compensato e a presa normale, per ele– vate prevalenze o lunghe distanze, a base cementizia, composta da leganti idraulici resistente ai solfati, aggregati selezionati, fibre sintetiche in poliacrilonitrile, inibitore di corrosione organico, speciali additivi espansivi e ritentori d'acqua per la ricostruzione di strutture degradate in calce– struzzo. La malta dovrà essere addizionata con opportuno additivo anti ritiro (SRA) per consentire la corretta espansione all'aria del materiale. L'applicazione della malta dovrà essere effettuata previa adeguata preparazione del supporto asportando il calcestruzzo ammalorato fino ad otte– nere un sottofondo solido, esente da parti in distacco e sufficientemente ruvido. Il prodotto dovrà essere applicato su sottofondo pulito e saturo di acqua, a spruzzo con pompa intonacatrice, in
uno spessore compreso tra 1 e 5 cm per strato. Spessori superiori a 3 cm devono essere eseguiti solo dopo aver posizionato dei ferri di contrasto avendo cura di applicare un copriferro di almeno 2 cm.
Il prodotto dovrà rispondere ai requisiti prestazionali essenziali ed aggiuntivi previsti dalla norma armonizzata UNI EN 1504 parte 3 per le malte strutturali di classe R4. In particolare:
Caratteristiche prestazionali es– senziali | Metodo di prova | Valori di riferimento per la malta di classe R4 |
Resistenza a compressione | EN 12190 | ≥ 45 MPa |
Contenuto di ioni cloruro | EN 1015–17 | ≤ 0,05% |
Legame di aderenza | EN 1542 | ≥ 2MPa |
Durabilità – resistenza alla carbo– natazione | EN 13295 | dk ≤ cls di controllo |
Durabilità, compatibilità termale, gelo–disgelo. | EN 13687–1 | Forza di legame ≥ 2 MPa dopo 50 cicli |
Modulo elastico | EN 13412 | ≥ 20 MPa |
Assorbimento capillare (permeabi– lità all'acqua) | EN 13057 | ≤ 0,5 kgm2h–0,5 |
In aggiunta alle caratteristiche prestazionali essenziali sopra elencate, la malta R4 deve rispettare le ulteriori prescrizioni progettuali:
Prestazioni aggiuntive | Metodo di prova | Valori di riferimento |
Resistenza alla flessione | EN 196–1 | ≥ 7 MPa |
Resistenza allo sfilamento delle barre in acciaio | RILEM – CEB – FIB RC6 –78 | ≥ 25 MPa |
Risultato all'O–ring test | – | Nessuna fessurazione dopo 180 giorni |
Espansione contrastata all'aria | UNI 8147 mod | ≥ 400 µm/m |
Resistenza al fuoco | EN 13501–1 | Classe A1 |
note:
• Si definiscono a ritiro compensato malte, betoncini e calcestruzzi che compensano il ritiro igrometrico con una opportuna reazione espansiva nella fase iniziale dell'indurimento. Le azioni di espansione per il controllo del ritiro dovranno avvenire in fase di indurimento del materiale e non quando esso ha consistenza plastica.
• Le fibre sintetiche poliacriliche contribuiscono a contrastare la fessurazione dei materiali cementizi conseguente al ritiro plastico.
Controlli di accettazione in cantiere:
Caratteristica | Norma riferimento | Frequenza prova o osservazione | Esecuzione controllo | Limiti EN 1504 – 3 Valore di atteso Frequenza di prelie– vo | |
Accettazione della malta da riparazione in cantiere | |||||
Identità dei prodotti applicati | Verifica della certificazione e delle prove qualifica. Schede tec– niche e DOP | EN 1504 –3 | Al momento della qualifica del fornitore | SI | Nessun valore prescritto , salvo la dichiarazione del produttore |
Verifica delle condizioni ambientali e requisiti prima e/o durante l’’applicazione | |||||
Temperatura ambiente | Termometro accuratezza 1°C | Per tutta la durata dell'applicazione | A discrezio– ne Da indicarsi nei PCQ | Assenti | |
Precipitazioni | Ispezione visiva | Quotidiana | A discrezio– ne Da indicarsi nei PCQ | Assenti |
Verifica delle condizioni del sottofondo , requisiti della malta prima e dopo l'applicazione | |||||
Saturazione del sottofondo | Visiva | Quotidiana prima di Iniziare l'intervento di risanamento | SI | Assente | |
Massa volumica dell'impasto fresco | In laboratorio ed in sito | A discrezione della Direzione Lavori | SI | Assente In laboratorio con frequenza decisa dal direttore lavori | |
Resistenza a compressione a 7 e 28gg | In laboratorio su pri– smi 4x4x16 | UNI EN 12190 | A discrezione del Direttore lavori | SI | Secondo quanto previsto dalla EN 1504–3 per le malte di classe IV. Comunque valori ≥ a quanto definito nel progetto |
Resistenza a flessione a 28gg | In laboratorio su ter– na Prismi 4x4x16cm per malte | EN 196/1 | Sugli stessi prismi che verranno testati a compressione | Solo per ripri– stino o consolidamento strutturale con malta | Assente Non previsto dalla EN 1504 – 3 e quindi a discrezione della |
Direzione lavori | |||||
Aderenza in sito | Trazione diretta | EN 1542 | Ogni 500m2 o con frequenza decisa dal direttore lavori | SI | ≥ 1,2MPa in sito ; In laboratorio se– condo la 1766 ( supporto MC 0,40 ) ≥ 2 MPa previsto per la classe IV |
2.2.2 ACCIAIO IN BARRE DA C.A.
Si utilizzerà acciaio in barre da Cemento Armato del tipo B450C secondo quanto specificato in “Capitolato Speciale d'Appalto Parte 2ª Norme Tecniche – Calcestruzzi E Acciai Per CA e CAP".
2.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI
2.3.1 GENERALITÀ
La tecnica di intervento per il ripristino dell'intradosso delle travi può essere sintetizzata nelle se– guenti fasi:
− scalpellatura meccanica, idroscarifica o scarifica meccanica dell'intradosso travi;
− rimozione di eventuali ferri di armatura disposti erroneamente all'esterno delle staffe tra– sversali;
− risagomatura e pulizia delle armature esistenti se necessaria;
− posa di nuove barre di armatura longitudinale, in quantitativo e diametro equivalente a quelle rimosse, da disporre all'interno delle armature trasversali;
− preparazione delle superfici da ripristinare;
− applicazione del materiale di ripristino;
− finitura superficiale
− stagionatura.
−
2.3.2 SCALPELLATURA MECCANICA O IDRODEMOLIZIONE DELL'INTRADOSSO TRAVI
L'asportazione del calcestruzzo all'intradosso delle travi fino a rinvenimento totale delle armature longitudinali e trasversali e comunque per uno spessore di almeno 5 cm, necessario ad asportare tutto il calcestruzzo ammalorato, avverrà preferibilmente mediante idroscaridica o in alternativa con scalpellatura o scarifica meccanica, adottando tutte le precauzioni necessarie ad evitare il danneggiamento delle strutture superstiti.
Nel caso di idroscarifica dovranno usarsi pressioni del getto d'acqua maggiori a 400 Bar e portata compresa tra 100 e 300 l/min.
Tali macchine dovranno essere sottoposte alla preventiva approvazione della Direzione Lavori ed essere corredate di sistemi di preregolazione con comando a distanza e di sistemi sicurezza e protezione, che consentano il corretto funzionamento anche in presenza di traffico, nonché il controllo delle acque di scarico, la qualità delle quali dovrà essere conforme ai limiti della tabella "A" della legge 319/76.
La superficie del calcestruzzo di supporto dovrà risultare macroscopicamente ruvida (asperità non inferiore a 5 mm di profondità) allo scopo di ottenere la massima aderenza tra il nuovo ed il vecchio materiale.
Tale macro ruvidità è indispensabile affinché si realizzi il meccanismo dell'espansione contrastata che è alla base del funzionamento dei materiali a ritiro compensato.
Se i conglomerati a ritiro compensato venissero applicati in assenza di contrasto (ruvidità del sup– porto, confinamento e armatura per gli spessori > 30 mm), sarebbero destinati inevitabilmente a perdere aderenza con il supporto durante l'espansione iniziale ed ad avere fessure da ritiro igro– metrico. E' necessario quindi prevedere un'armatura di contrasto per spessori > ai 30 mm.
2.3.3 TRATTAMENTO FERRI D'ARMATURA
I ferri di armatura ordinaria del calcestruzzo armato messi a nudo in fase di esportazione del con– glomerato cementizio ammalorato dovranno essere eventualmente risagomati e accuratamente puliti, mediante sabbiatura, rimuovendo qualsiasi traccia di ruggine.
Nel caso in cui gli interventi di ripristino siano locali e non generalizzati è opportuno applica– re sulle barre di armatura esistenti, opportunamente pulite, una malta cementizia anticorrosiva rispondente alla 1504–7. Il prodotto passivante dovrà possedere un pH superiore a 12 per garan– tire la passivazione dell'armatura e dovrà essere applicato a pennello in due mani per uno spes– sore minimo di 2 mm. Lo stesso trattamento può essere evitato nel caso in cui trattamento di ri– pristino sia generalizzato e purché sulla superficie ripristinata sia poi applicato un protettivo su– perficiale elastomerico cementizio.
Il prodotto passivante dovrà rispondere ai requisiti prestazionali essenziali previsti dalla norma armonizzata UNI EN 1504 parte 7. In particolare:
Caratteristiche prestazionali essenziali | Metodo di prova | Valori di riferimento per il passi– vante |
Adesione al supporto | EN 1542 | ≥ 2 MPa |
Resistenza allo sfilamento delle barre di acciaio | EN 15184 | Carico pari almeno all'80% del cari– co determinato su armatura non rivestita |
Resistenza alla corrosione | EN 15183 | Dopo la serie dei cicli le barre d'acciaio rivestite devono essere esenti da corrosione. La penetra– |
zione della ruggine all'estremità della piastra d'acciaio priva di rive– stimento deve essere < 1 mm |
2.3.4 POSIZIONAMENTO DI ARMATURE AGGIUNTIVE E TRATTAMENTO DELLE BARRE DI ARMATURA ESI− STENTE
Xxxxxx Xxxxxx: B.09.020.2 – Passivazione dei ferri di armatura
Qualora sia necessario aggiungere delle armature a ripristino di quelle esistenti in avanzato stato di degrado o posizionate erroneamente all'esterno delle staffe trasversali, queste verranno poste in opera prima della pulizia della superficie di supporto.
Si utilizzeranno barre di acciaio tipo B450C.
Le barre longitudinali da reintegrare all'intradosso delle travi saranno riposizionate correttamente all'interno delle staffe trasversali.
Dovrà essere comunque garantito un copriferro netto di almeno 20 mm, ottenibile o mediante corretta risagomatura/riposizionamento delle armature o con sovraspessori rispetto all'originale.
2.3.E PREPARAZIONE DELLE SUPERFICI DA RIPRISTINARE
Elenco Prezzi: Idrolavaggio
Per avere la certezza che il supporto sia pulito al momento dell'applicazione della malta tixtropica è necessario effettuare la pulizia immediatamente prima dell'applicazione del materiale e dopo che tutte le altre operazioni di preparazione siano state ultimate.
Si dovranno pertanto asportare mediante idrolavaggio (circa 100 atm) le polveri e le parti incoe– renti eventualmente ancora presenti, le tracce di grassi, oli ottenendo cosi una superficie compo– sta da un conglomerato cementizio sano, pulito e compatto.
L'operazione di pulizia con acqua in pressione, se eseguita immediatamente prima dell'applica– zione del materiale, consente anche la saturazione del calcestruzzo (condizione S.S.A.), comunque necessaria per una corretta applicazione dei materiali a ritiro compensato.
2.3.6 MESSA IN OPERA DELLE MISCELE DI RIPRISTINO
La messa in opera della malta tissotropica monocomponente, a ritiro compensato e a presa nor– male, per elevate prevalenze o lunghe distanze, a base cementizia, composta da leganti idraulici resistente ai solfati, aggregati selezionati, fibre sintetiche in poliacrilonitrile, inibitore di corrosione organico, speciali additivi espansivi e ritentori d'acqua sarà eseguita a spruzzo, a mezzo di pompa intonacatrice, in uno spessore compreso tra 1 e 5 cm per strato.
Qualora gli spessori superino i 3 cm è necessario prevedere una rete metallica o di altro materiale per garantire il contrasto all'espansione della malta e la corretta aderenza di questa al supporto.
2.3.7 FINITURA SUPERFICIALE
Dopo l'applicazione delle miscele di ripristino la superficie di intradosso del martello ed i risvolti dovranno essere regolarizzati al fine di ottenerne la planarità mediante tirata staggia.
Si procederà quindi a successiva fratazzatura dell'intradosso da eseguirsi dopo un certo tempo dall'applicazione in funzione delle condizioni climatiche.
2.3.8 STAGIONATURA
Una corretta stagionatura è fondamentale per evitare la formazione di fessure dovute all'imme– diata evaporazione di parte dell'acqua di impasto sotto l'azione del sole e del vento.
Ultimate le operazioni di finitura superficiale si procederà quindi ad accurata stagionatura della malta mediante applicazione di acqua nebulizzata per almeno 24 ore dopo l'applicazione.
3 RISANAMENTO DELL´INTRADOSSO TRAVI IN PRESENZA DI CAVITÀ E RELATIVA INIEZIO- NE DELLE STESSE
3.1 GENERALITÀ
Nel presente articolo vengono trattati i materiali ed i magisteri inerenti il ripristino di elementi strutturali in c.a. e c.a.p., con particolare riferimento all'intradosso delle travi da ponte, in presenza di cavità nel calcestruzzo che siano aperte e visibili, oppure occulte o che si manifestino successi– vamente durante le fasi di lavorazione.
Si terrà presente, in linea generale, che scopo del ripristino dei conglomerati cementizi con feno– meni di degrado superficiale e/o in presenza di cavità nella massa di calcestruzzo è di:
– ricreare la sagoma di progetto del manufatto in corrispondenza dei punti degradati;
– riempire le cavità;
ciò garantendo sia la monoliticità tra il vecchio calcestruzzo ed il materiale con cui viene eseguito il ripristino, sia la resistenza agli agenti aggressivi dell'ambiente d'esercizio.
Le indagini preliminari al progetto di ripristino hanno individuato le zone in cui si sono evidenziate delle cavità da risanare secondo le tecniche successivamente descritte.
Nel caso specifico le cavità si presentano generalmente nella parte inferiore del martello delle tra– vi, tra i quarti della trave e la sezione di mezzeria, dove i cavi di precompressione si trovano nella posizione più bassa e tra loro raggruppati.
Con molta probabilità è stata proprio l'eccessiva mutua vicinanza delle guaine ad impedire che il calcestruzzo penetrasse tra le stesse; inoltre, l'effetto tappo prodotto dal gruppo di guaine posi– zionate in corrispondenza del raccordo anima–martello, unito probabilmente ad una non efficace vibrazione, ha impedito il regolare getto del calcestruzzo e conseguentemente la formazione di vuoti anche al disotto delle guaine.
In tal caso l'intradosso della trave si presenta apparentemente integro (salvo fenomeni di degrado superficiale riconducibili agli agenti atmosferici) ma in realtà è costituito da una sottile “crosta" di malta, ovvero della sola parte di fino del getto che è riuscita in tali condizioni a raggiungere il fon– do del cassero.
Nella fase di indagine precedente il progetto le cavità sono state individuate ed aperte mediante martellamento a mano dell'intradosso delle travi.
Nei paragrafi seguenti vengono definiti i materiali, con i loro requisiti e prestazioni, da applicare secondo le tecniche indicate.
3.2 MATERIALI
3.2.1 MALTE TISSOTROPICHE DA RIPRISTINO
Xxxxxx Xxxxxx: B.09.220.2 – Tixotropica fibrorinforzata con fibre inorganiche
Per il ripristino si utilizzerà una malta tissotropica, a ritiro compensato e a presa normale, per ele– vate prevalenze o lunghe distanze, a base cementizia, composta da leganti idraulici resistente ai solfati, aggregati selezionati, fibre sintetiche in poliacrilonitrile, inibitore di corrosione organico, speciali additivi espansivi e ritentori d'acqua per la ricostruzione di strutture degradate in calce– struzzo. La malta dovrà essere addizionata con opportuno additivo anti ritiro (SRA) per consentire la corretta espansione all'aria del materiale. L'applicazione della malta dovrà essere effettuata previa adeguata preparazione del supporto asportando il calcestruzzo ammalorato fino ad otte– nere un sottofondo solido, esente da parti in distacco e sufficientemente ruvido. Il prodotto dovrà essere applicato su sottofondo pulito e saturo di acqua, a spruzzo con pompa intonacatrice, in uno spessore compreso tra 1 e 5 cm per strato. Spessori superiori a 3 cm devono essere eseguiti solo dopo aver posizionato dei ferri di contrasto avendo cura di applicare un copriferro di almeno 2 cm.
Il prodotto dovrà rispondere ai requisiti prestazionali essenziali ed aggiuntivi previsti dalla norma armonizzata UNI EN 1504 parte 3 per le malte strutturali di classe R4. In particolare:
Caratteristiche prestazionali essenziali | Metodo di prova | Valori di riferimento per la malta di classe R4 |
Resistenza a compressione | EN 12190 | ≥ 45 MPa |
Contenuto di ioni cloruro | EN 1015–17 | ≤ 0,05% |
Legame di aderenza | EN 1542 | ≥ 2MPa |
Durabilità – resistenza alla carbonatazione | EN 13295 | dk ≤ cls di controllo |
Durabilità, compatibilità termale, gelo– disgelo. | EN 13687–1 | Forza di legame ≥ 2 MPa dopo 50 cicli |
Modulo elastico | EN 13412 | ≥ 20 MPa |
Assorbimento capillare (permeabilità all'acqua) | EN 13057 | ≤ 0,5 kgm2h–0,5 |
In aggiunta alle caratteristiche prestazionali essenziali sopra elencate, la malta R4 deve rispettare le ulteriori prescrizioni progettuali:
Prestazioni aggiuntive | Metodo di prova | Valori di riferimento |
Resistenza alla flessione | EN 196–1 | ≥ 8 MPa |
Resistenza allo sfilamento delle barre in acciaio | RILEM – CEB – FIB RC6 –78 | ≥ 25 MPa |
Risultato all'O–ring test | – | Nessuna fessurazione dopo 180 giorni |
Espansione contrastata all'aria | UNI 8147 mod. | ≥ 400 µm/m |
Resistenza al fuoco | EN 13501–1 | Classe A1 |
note:
• Si definiscono a ritiro compensato malte, betoncini e calcestruzzi che compensano il ritiro igrometrico con una opportuna reazione espansiva nella fase iniziale dell'indurimento. Le azioni di espansione per il controllo del ritiro dovranno avvenire in fase di indurimento del materiale e non quando esso ha consistenza plastica.
• Le fibre sintetiche poliacriliche contribuiscono a contrastare la fessurazione dei materiali cementizi conseguente al ritiro plastico.
3.2.2 RESINE EPOSSIDICHE E BOIACCHE CEMENTIZIE A BASSA VISCOSITÀ PER INIEZIONE DI CAVITÀ
Xxxxxx Xxxxxx B.09.220.2 – Tixotropica fibrorinforzata con fibre inorganiche
Per il riempimento delle cavità del calcestruzzo o di vespai si eseguiranno iniezioni a bassa pres– sione di boiacca cementizia. La boiacca dovrà essere realizzata usando un legante ad alta resi– stenza ai solfati.
In alternativa , in funzione delle dimensioni delle cavità , o a completamento delle iniezioni con si– stemi cementizi possono essere usate resine epossidiche superfluide esenti da solventi. La resina dovrà rispondere ai seguenti requisiti prestazionali essenziali ed aggiuntivi richiesti dalla norma armonizzata UNI EN 1504–5.
In particolare:
Metodo di prova | Valori di riferimento per le resine da iniezione | |
Adesione mediante forza di aderenza per trazione | EN 12618–2 | Rottura coesiva del substrato |
Ritiro volumetrico | EN 12617–2 | ≤ 3 % |
Temperatura di transizione vetrosa | EN 12614 | ≥40 ° C |
Tempo di iniettabilità in mezzo asciutto | EN 1771 | < 4 min per fessure da 0,1 mm < 8 min per fessure da 0,2 mm Trazione indiretta > 7 MPa |
Tempo di iniettabilità in mezzo non asciut– to | EN 1771 | < 4 min per fessure da 0,1 mm < 8 min per fessure da 0,2 mm Trazione indiretta > 7 MPa |
Sviluppo della resistenza a trazione a 10° dopo 72h | EN 1543 | >3 MPa |
Durabilità, cicli termici e di bagnato asciut– to | EN 12618–2 | Rottura coesiva del substrato |
Adesione mediante resistenza al taglio in– clinato | EN 12618–3 | Rottura monolitica |
In aggiunta alle caratteristiche prestazionali essenziali sopra elencate, la resina di iniezione è op– portuno rispetti le ulteriori prescrizioni progettuali:
Prestazioni aggiuntive | Metodo di prova | Valori di riferimento |
Resistenza a trazione | EN ISO 527 | ≥ 35 N/mm2 |
Viscosità Xxxxxxxxxx | – | Valore consigliato 300–400 mPa s |
Modulo elastico a trazione | EN ISO 527 | ≥ 2000 N/mm2 |
3.2.3 ADESIVO EPOSSIDICO
Xxxxxx Xxxxxx: Adesivo epossidico)
Adesivo epossidico tissotropico per l'incollaggio di piastre esterne in acciaio per il rinforzo del cal– cestruzzo, mediante applicazione a spatola.. L'applicazione dell'adesivo dovrà essere effettuata previa adeguata preparazione del supporto asportando le parti friabili o in fase di distacco, spor– co o vernici.
Il prodotto dovrà rispondere ai requisiti prestazionali essenziali ed aggiuntivi previsti dalla norma armonizzata UNI EN 1504 parte 4 per gli incollaggi strutturali, in particolare:
Caratteristiche prestazionali essenziali | Metodo di prova | Valori di riferimento per l'adesivo epossidico |
Aderenza –pull out | EN 12188 | La sollecitazione alla trazione crea– ta dal giunto incollato in una prova a trazione diretta deve essere ≥ 14 N/mm2. |
Aderenza – resistenza al taglio inclinato | EN 12188 | La resistenza al taglio in compres– sione di prismi incollati obliqua– mente a varie angolatura θ deve essere > dei valori σ0 sotto riportati in N/mm2: 50° 50 |
60° 60 70° 70 | ||
Durabilità del sistema composito: cicli di umidità | EN 13733 | Il carico di taglio–compressione alla rottura dei provini di calcestruzzo indurito dopo i cicli di umidità non deve essere inferiore alla resisten– za a trazione del calcestruzzo. |
Modulo di elasticità a compressione | EN 13412 | ≥ 2000 N/mm2 |
Resistenza al taglio | EN 12188 | ≥ 12 MPa |
Temperatura di transizione vetrosa | EN 12614 | ≥ 40 °C |
Coefficiente di espansione termica | EN 1770 (compreso fra –25°C e +60°C) | ≤100 x 10–6 per K |
Ritiro lineare | EN 12617–1 | ≤0,1% |
Adesione del calcestruzzo | EN 12636 | Rottura nel calcestruzzo |
Adesione del calcestruzzo a superficie sa– tura asciutta | EN 12636 | Rottura nel calcestruzzo |
3.2.4 ACCIAIO IN BARRE DA CA
Si utilizzerà acciaio in barre da Cemento Armato del tipo B450C secondo quanto specificato in “Capitolato Speciale d'Appalto Parte 2ª Norme Tecniche – Calcestruzzi E Acciai Per CA e CAP".
3.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI
3.3.1 GENERALITÀ
La tecnica di intervento per il ripristino dell'intradosso delle travi in presenza di cavità aperte può essere sintetizzata nelle seguenti fasi:
− scalpellatura meccanica o idrodemolizione dell'intradosso travi;
− rimozione manuale o con demolitore leggero delle porzioni ammalorate di calcestruzzo all'interno delle cavità;
− rimozione di eventuali ferri di armatura disposti erroneamente all'esterno delle staffe tra– sversali;
− risagomatura e spazzolatura delle armature esistenti e delle guaine dei cavi o trefoli;
− predisposizione dei fori per la successiva iniezione delle cavità;
− posa di nuove barre di armatura longitudinale, in quantitativo e diametro equivalente a quelle rimosse, da disporre all'interno delle armature trasversali;
− preparazione delle superfici da ripristinare;
− applicazione del materiale di ripristino per la ricostruzione dell'intradosso;
− finitura superficiale e stagionatura;
− iniezione delle cavità.
−
3.3.2 SCALPELLATURA MECCANICA O IDRODEMOLIZIONE DELL'INTRADOSSO TRAVI
L'asportazione del calcestruzzo all'intradosso delle travi fino a rinvenimento totale delle armature longitudinali e trasversali e comunque per uno spessore necessario a rimuovere tutto il calce– struzzo ammalorato, avverrà preferibilmente mediante idroscaridica o in alternativa con scalpella– tura o scarifica meccanica, adottando tutte le precauzioni necessarie ad evitare il danneggiamen– to delle strutture superstiti.
Nel caso di idroscarifica dovranno usarsi pressioni del getto d'acqua maggiori a 400 Bar e portata compresa tra 100 e 300 l/min.
Tali macchine dovranno essere sottoposte alla preventiva approvazione della Direzione Lavori ed essere corredate di sistemi di preregolazione con comando a distanza e di sistemi sicurezza e protezione, che consentano il corretto funzionamento anche in presenza di traffico, nonché il controllo delle acque di scarico, la qualità delle quali dovrà essere conforme ai limiti della tabella "A" della legge 319/76.
La superficie del calcestruzzo di supporto dovrà risultare macroscopicamente ruvida (asperità non inferiore a 5 mm di profondità) allo scopo di ottenere la massima aderenza tra il nuovo ed il vecchio materiale.
Tale macro ruvidità è indispensabile affinché si realizzi il meccanismo dell'espansione contrastata che è alla base del funzionamento dei materiali a ritiro compensato.
Se i conglomerati a ritiro compensato venissero applicati in assenza di contrasto (ruvidità del sup– porto, confinamento e armatura per gli spessori > 30 mm), sarebbero destinati inevitabilmente a perdere aderenza con il supporto durante l'espansione iniziale ed ad avere fessure da ritiro igro– metrico. E' necessario quindi prevedere un'armatura di contrasto per spessori > ai 30 mm.
3.3.3 TRATTAMENTO FERRI D'ARMATURA, GUAINE E TREFOLI
I ferri di armatura ordinaria del cemento armato messi a nudo in fase di esportazione del con– glomerato cementizio dovranno essere eventualmente risagomati ed accuratamente spazzolati rimuovendo qualsiasi traccia di corrosione.
Le guaine dei cavi di precompressione o trefoli che dovessero risultare eventualmente scoperti saranno anch'essi accuratamente spazzolati rimuovendo qualsiasi traccia di corrosione.
3.3.4 PREDISPOSIZIONE DEI FORI PER LA SUCCESSIVA INIEZIONE DELLE CAVITÀ
In corrispondenza di ciascuna cavità saranno predisposti almeno due fori di iniezione di cui alme– no uno da disporre nella parte superiore della cavità e da utilizzare come foro di sfiato in fase di iniezione e di fuoriuscita del materiale a controllo dell'avvenuto riempimento.
3.3.E POSIZIONAMENTO DI ARMATURE AGGIUNTIVE
Qualora sia necessario aggiungere delle armature a ripristino di quelle esistenti in avanzato stato di degrado o posizionate erroneamente all'esterno delle staffe trasversali, queste verranno poste in opera prima della pulizia della superficie di supporto.
Si utilizzeranno barre di acciaio tipo B450C.
Le barre longitudinali da reintegrare all'intradosso delle travi saranno riposizionate correttamente all'interno delle staffe trasversali.
Dovrà essere comunque garantito un copriferro netto di almeno 20 mm, ottenibile o mediante corretta risagomatura/riposizionamento delle armature o con sovraspessori rispetto all'originale.
3.3.6 PREPARAZIONE DELLE SUPERFICI DA RIPRISTINARE (NP 05 – IDROLAVAGGIO)
Per avere la certezza che il supporto sia pulito al momento dell'applicazione della malta tixtropica è necessario effettuare la pulizia immediatamente prima dell'applicazione del materiale e dopo che tutte le altre operazioni di preparazione siano state ultimate.
Si dovranno pertanto asportare mediante idrolavaggio (circa 100 atm) le polveri e le parti incoe– renti eventualmente ancora presenti, le tracce di grassi, oli ottenendo cosi una superficie compo– sta da un conglomerato cementizio sano, pulito e compatto, condizione S.S.A.
L'operazione di pulizia con acqua in pressione, se eseguita immediatamente prima dell'applica– zione del materiale, consente anche la saturazione del calcestruzzo, comunque necessaria per una corretta applicazione dei materiali a ritiro compensato.
3.3.7 MESSA IN OPERA DELLE MISCELE DI RIPRISTINO
La messa in opera della malta tissotropica monocomponente, a ritiro compensato e a presa nor– male, per elevate prevalenze o lunghe distanze, a base cementizia, composta da leganti idraulici resistente ai solfati, aggregati selezionati, fibre sintetiche in poliacrilonitrile, inibitore di corrosione organico, speciali additivi espansivi e ritentori d'acqua sarà eseguita a spruzzo, a mezzo di pompa intonacatrice, in uno spessore compreso tra 1 e 5 cm per strato.
Qualora gli spessori superino i 3 cm è necessario prevedere una rete metallica o di altro materiale per garantire il contrasto all'espansione della malta e la corretta aderenza di questa al supporto.
3.3.8 FINITURA SUPERFICIALE
Dopo l'applicazione delle miscele di ripristino la superficie di intradosso del martello ed i risvolti dovranno essere regolarizzati al fine di ottenerne la planarità mediante tirata staggia.
Si procederà quindi a successiva fratazzatura dell'intradosso da eseguirsi dopo un certo tempo dall'applicazione in funzione delle condizioni climatiche.
3.3.9 STAGIONATURA
Una corretta stagionatura è fondamentale per evitare la formazione di fessure dovute all'imme– diata evaporazione di parte dell'acqua di impasto sotto l'azione del sole e del vento.
Ultimate le operazioni di finitura superficiale si procederà quindi ad accurata stagionatura della malta mediante applicazione di acqua nebulizzata per almeno 24 ore dopo l'applicazione.
3.3.10 INIEZIONE DELLE CAVITÀ
Per ciascuna cavità si attrezzeranno tutti i fori, preventivamente eseguiti, con tubetti d'iniezione provvisti di apposita cuffia, da sigillare con paste collanti epossidiche, previa accurata pulizia del supporto.
A stagionatura ultimata della malta di rifacimento del fondello trave e dopo almeno 48 ore dall'ul– timazione delle operazioni di sigillatura dei tubetti, si procederà alla soffiatura all'interno delle ca– vità, per eliminare eventuali sacche d'acqua, polveri e per valutare la consistenza dei vuoti da iniettare.
Le operazioni di iniezione della cavità, da realizzarsi con tecnica tradizionale (non sottovuoto), prevedono l'iniezione di resina epossidica a bassissima viscosità.
In linea di massima sarà conveniente partire iniettando le cavità in prossimità della mezzeria della trave per poi procedere in direzione delle estremità della trave.
Per ciascuna cavità si procederà iniettando dal foro/i situati più in basso sino alla fuoriuscita della miscela dai tubetti posti più in alto.
I tubi già iniettati dovranno essere man mano sigillati.
La pressione d'iniezione dovrà essere la più bassa possibile, compatibilmente con l'esigenza di ot– tenere un buon riempimento delle cavità e, comunque, in nessun caso si dovranno superare i 5 bar.
4 INIEZIONE DELLE GUAINE DEI CAVI ESISTENTI
4.1 GENERALITÀ
Nel presente articolo vengono trattati i materiali ed i magisteri inerenti il riempimento delle guaine per i cavi di precompressione di tipo post–teso nei quali questa sia stata eseguita originariamente in modo parziale o sia completamente assente. Siamo nel caso in cui le indagini preliminari al progetto di ripristino hanno consentito di appurare che una parte dei cavi di precompressione non risulta essere iniettata o presenta iniezioni parziali.
Sulla base delle risultanze di dette indagini il progetto specifica quali sono le travi in cui si è cer– tamente riscontrata la presenza di guaine non iniettate o iniettate in modo parziale.
Per ciascuna di queste travi il progetto indica il numero di guaine per il quale occorre prevedere l'iniezione.
Si precisa che l'assenza di iniezione su determinati cavi è stata accertata in quanto la presenza di alcune cavità nell'intorno delle guaine all'intradosso del martello ha consentito la diretta ispezione delle guaine inferiori denominate 1, 2 e 3 secondo lo schema di figura seguente.
Si precisa inoltre che le guaine 4 e 5 non risultano essere mai state direttamente accessibili e quindi non ispezionabili se non a mezzo di una specifica campagna di indagine endoscopica o con altri mezzi idonei allo scopo.
E' ipotizzabile che, con buona probabilità, le guaine siano effettivamente state tutte quante inietta– te ma che la presenza di cavità nella trave, unita alla non tenuta delle guaine, abbia impedito il lo– ro corretto riempimento. In molti casi si è infatti rilevata la presenza di malta da iniezione nelle ca– vità del calcestruzzo.
Dietro tali premesse/precisazioni il criterio con cui in progetto sono state quantificate le guaine da iniettare è il seguente:
• In presenza di almeno una delle guaine inferiori non iniettata (rilevabile direttamente) si
è ipotizzato in ogni caso che anche le guaine superiori (N° 4 e 5 non accessibili ed ispe– zionabili direttamente) siano sprovviste di iniezione; in tal caso il numero di guaine da iniettare varia da un minimo di 3 (1 inferiore e 2 superiori) ad un massimo di 5.
• In presenza di tutte e tre le guaine inferiori iniettate (rilevabili direttamente) si è ipotizza– to che anche quelle superiori lo siano; in tal caso non sono stati previsti interventi di iniezione sulle guaine.
• In presenza di travi senza cavità si ipotizza che tutte e 5 le guaine siano provviste di inie– zione.
Si specifica che:
• qualora nelle fasi di lavorazione dovessero individuarsi ulteriori guaine sprovviste di inie– zione saranno ripristinate secondo quanto specificato nella presente sezione;
• qualora nelle fasi di ripristino delle guaine dovessero palesarsi delle cavità occulte nell'intorno delle guaine queste saranno preventivamente risanate mediante iniezione se– condo le procedure previste nella specifica sezione “RISANAMENTO DELL'INTRADOSSO TRAVI IN PRESENZA DI CAVITA' E RELATIVA INIEZIONE DELLE STESSE".
4.2 MATERIALI
4.2.1 RESINA EPOSSIDICA A BASSISSIMA VISCOSITÀ PER INIEZIONI
Resina epossidica a bassissima viscosità per iniezioni)
Per il riempimento delle guaine devono essere usate resine epossidiche superfluide esenti da sol– venti. La resina dovrà rispondere ai seguenti requisiti prestazionali essenziali ed aggiuntivi richiesti dalla norma armonizzata UNI EN 1504–5. In particolare:
Metodo di prova | Valori di riferimento per le resine da inieizione |
Adesione mediante forza di aderenza per trazione | EN 12618–2 | Rottura coesiva del substrato |
Ritiro volumetrico | EN 12617–2 | ≤ + 3 % |
Temperatura di transizione vetrosa | EN 12614 | ≥40 ° C |
Tempo di iniettabilità in mezzo asciutto | EN 1771 | < 4 min per fessure da 0,1 mm < 8 min per fessure da 0,2 mm Trazione indiretta > 7 MPa |
Tempo di iniettabilità in mezzo non asciut– to | EN 1771 | < 4 min per fessure da 0,1 mm < 8 min per fessure da 0,2 mm Trazione indiretta > 7 MPa |
Sviluppo della resistenza a trazione a 10° dopo 72h | EN 1543 | >3 MPa |
Durabilità, cicli termici e di bagnato asciut– to | EN 12618–2 | Rottura coesiva del substrato |
Adesione mediante resistenza al taglio in– clinato | EN 12618–3 | Rottura monolitica |
In aggiunta alle caratteristiche prestazionali essenziali sopra elencate, la resina di iniezione è op– portuno rispetti le ulteriori prescrizioni progettuali:
Prestazioni aggiuntive | Metodo di prova | Valori di riferimento |
Resistenza a trazione | EN ISO 527 | ≥ 35 N/mm2 |
Viscosità Xxxxxxxxxx | EN ISO 3219 | Valore consigliato 300–400 mPa s |
Modulo elastico a trazione | EN ISO 527 | ≥ 2000 N/mm2 |
4.2.2 BETONCINO CEMENTIZIO PREMISCELATO COLABILE
Xxxxxx Xxxxxx:B.09.230.a – Colabile espansivo pre miscelato
Betoncino cementizio premiscelato colabile, a ritiro compensato e a presa normale, ad elevata duttilità, composto da cementi ad alta resistenza, aggregati selezionati, fibre sintetiche in poliacri– lonitrile, fibre inorganiche e speciali additivi per la ricostruzione di strutture in calcestruzzo. Il be– toncino dovrà essere miscelato con opportuno additivo anti ritiro (SRA).
Il prodotto dovrà essere applicato su sottofondo pulito e saturo di acqua, mediante pompa per calcestruzzo, in casseri a tenuta, in uno spessore compreso tra 50 e 100 mm. Dopo lo scassero il getto dovrà essere protetto dall'evaporazione rapida dell'acqua d'impasto mediante stagionatura umida o con una mano di agente antievaporante a solvente.
Il prodotto dovrà rispondere ai requisiti prestazionali essenziali ed aggiuntivi previsti dalla norma armonizzata UNI EN 1504 parte 3 per le malte strutturali di classe R4. In particolare:
Caratteristiche prestazionali essenziali | Metodo di prova | Valori di riferimento per la malta di classe R4 |
Resistenza a compressione | EN 12190 | ≥ 45 MPa |
Contenuto di ioni cloruro | EN 1015–17 | ≤ 0,05% |
Legame di aderenza | EN 1542 | ≥ 2MPa |
Durabilità – resistenza alla carbonatazione | EN 13295 | dk ≤ cls di controllo |
Durabilità, compatibilità termale, gelo– disgelo. | EN 13687–1 | Forza di legame ≥ 2 MPa dopo 50 cicli |
Modulo elastico | EN 13412 | ≥ 20 MPa |
Assorbimento capillare (permeabilità all'acqua) | EN 13057 | ≤ 0,5 kgm2h–0,5 |
In aggiunta alle caratteristiche prestazionali essenziali sopra elencate, la malta R4 deve rispettare le ulteriori prescrizioni progettuali:
Prestazioni aggiuntive | Metodo di prova | Valori di riferimento |
Resistenza alla flessione | EN 1015–11 | ≥ 7 MPa |
Resistenza allo sfilamento delle barre in acciaio | RILEM – CEB – FIB RC6 –78 | ≥ 25 MPa |
Risultato all'O–ring test | – | Nessuna fessurazione dopo 180 giorni |
Espansione contrastata all'aria | UNI 8147 (metodo A) | ≥ 400 µm/m |
Prova di inarcamento | Campione convesso | |
Assorbimento capillare | EN 13057 | < 0,1 kg/m2h0,5 |
Resistenza al fuoco | EN 13501–1 | Classe A1 |
4.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI
4.3.1 GENERALITÀ
La tecnica di intervento per il ripristino dell'iniezione delle guaine dei cavi esistenti può essere sin– tetizzata nelle seguenti fasi:
− individuazione del tracciato dei cavi;
− localizzazione delle guaine;
− rimozione della sigillatura delle testate;
− istallazione dei tubetti di iniezione ed operazioni propedeutiche all'iniezione;
− iniezione delle guaine;
− sigillature delle testate e ripristini;
Le operazioni di iniezione delle guaine potranno essere iniziate solo dopo l'esecuzione degli inter– venti relativi al rifacimento del fondello trave e all'eventuale riempimento delle cavità come de– scritti precedentemente.
4.3.2 INDIVIDUAZIONE DEL TRACCIATO DEI CAVI
L'individuazione del presumibile tracciato dei cavi di precompressione sarà preliminarmente ese– guita mediante misure geometriche, effettuate con riferimento ai disegni di progetto disponibili e con l'ausilio di sondaggi eseguiti con apposita apparecchiatura elettromagnetica e/o ad ultrasuo– ni.
4.3.3 LOCALIZZAZIONE DELLE GUAINE
Si procederà quindi alla materiale localizzazione delle guaine mediante tasselli effettuati con mi– cro–demolitori, con un passo di 3–4 m su ogni cavo, partendo dal centro della trave e procedendo verso le testate.
4.3.4 RIMOZIONE DELLA SIGILLATURA DELLE TESTATE
In corrispondenza delle testate di ancoraggio dei cavi da iniettare si eseguirà la rimozione della sigillatura delle stesse mediante idonei mezzi di demolizione atti a non danneggiare i dispositivi di ancoraggio.
Le testate saranno accuratamente pulite rimuovendo eventuali tracce di incrostazioni o corrosio– ne.
Si procederà quindi all'individuazione del foro di iniezione originario, liberandolo da ostruzioni eventualmente mediante riperforatura con trapano.
Nel caso di testate di ancoraggio poste all'estradosso delle travi si procederà alla demolizione lo– calizzata di una sufficiente porzione di soletta, con idonei mezzi demolitori, per la profondità ne– cessaria al raggiungimento della testata.
4.3.E ISTALLAZIONE DEI TUBETTI DI INIEZIONE ED OPERAZIONI PROPEDEUTICHE ALL’INIEZIONE
Non tutti i tasselli serviti per localizzare e valutare lo stato delle guaine saranno attrezzati per l'i– niezione, ma soltanto quelli ritenuti più idonei; su di essi si applicheranno i tubetti d'iniezione provvisti di apposita cuffia, da sigillare con paste collanti epossidiche, previa accurata pulizia del supporto.
Qualora la profondità del tassello sia rilevante, la pasta collante sarà stesa in più strati successivi. Tubetti di iniezione verranno introdotti anche nei fori degli ancoraggi dei cavi, preliminarmente scoperti e puliti, eventualmente riperforati con trapano, quindi stuccati con pasta collante epossi– dica.
I tasselli non utilizzati per l'iniezione delle guaine saranno chiusi mediante malta, tissotropica da ripristino.
Si procederà, inoltre, a stuccature e riparazioni di zone di conglomerato cementizio poroso, ve– spai ecc., in modo da chiudere possibili vie di uscita dei materiali di iniezione secondo le modalità descritte nelle specifiche sezioni.
Dopo almeno 48 ore dall'ultimazione delle operazioni di sigillatura dei tubetti e stuccatura, si pro– cederà alla soffiatura all'interno delle guaine, per eliminare eventuali sacche d'acqua e per valuta– re la consistenza dei vuoti nei vari tratti.
4.3.6 INIEZIONE DELLE GUAINE
Le operazioni di iniezione delle guaine, da realizzarsi con tecnica tradizionale (non sottovuoto), prevedono l'iniezione di resina epossidica a bassissima viscosità scegliendo il punto iniziale in ba– se alle risultanze della soffiatura.
In linea di massima sarà conveniente partire dai fori di iniezione in mezzeria della trave e proce– dere sino alla fuoriuscita (se possibile) della miscela dai primi tubetti posti ai lati del punto di inie– zione.
Si inietteranno poi questi ultimi e, successivamente, quelli adiacenti, in successione, fino ad otte– nere la fuoriuscita della miscela dalle testate dei cavi.
I tubi già iniettati dovranno essere man mano sigillati.
La pressione d'iniezione dovrà essere la più bassa possibile, compatibilmente con l'esigenza di ot– tenere un buon riempimento dei cavi e, comunque, in nessun caso si dovranno superare i 5 bar.
4.3.7 SIGILLATURE DELLE TESTATE E RIPRISTINI
Ad indurimento della resina avvenuto si procederà innanzitutto alla rimozione dei tubetti di inie– zione.
Si eseguirà quindi il ripristino della sigillatura delle testate mediante betoncino cementizio premi– scelato colabile su supporto pulito e saturo d'acqua.
Nel caso di ancoraggi all'estradosso travi si procederà al ripristino della porzione di soletta prece– dentemente demolita
Si eseguirà in tal caso la preventiva risagomatura o ripristino di armature esistenti che dovessero essere state danneggiate durante le fasi di demolizione, con barre di armatura tipo B450 C.
Per avere la certezza che il supporto sia pulito al momento del ripristino è consigliabile effettuare la pulizia immediatamente prima dell'applicazione del materiale, dopo che tutte le altre operazioni di preparazione siano state ultimate.
Si dovranno pertanto asportare con i mezzi più opportuni le polveri e le parti incoerenti in fase di distacco eventualmente ancora presenti dopo la demolizione del calcestruzzo, l'ossido eventual– mente presente sui ferri di armatura, le impurità, le tracce di grassi, oli e sali aggressivi, ottenendo cosi una superficie composta da un conglomerato cementizio sano, pulito e compatto.
Per l'applicazione di materiali cementizi a ritiro compensato è consigliabile effettuare la pulizia della superficie di supporto mediante lavaggio con acqua in pressione (80–100 Bar e acqua calda nel periodo invernale).
L'operazione di pulizia con acqua in pressione, se eseguita immediatamente prima dell'applica– zione del materiale, consente anche la saturazione del calcestruzzo, comunque necessaria per una corretta applicazione dei materiali a ritiro compensato.
Si eseguirà in fine il pretrattamento promotore di adesione fra vecchi e nuovi getti con particolare soluzione acquosa di resine acrilico–viniliche stese a pennello, rullo o spruzzo.
Il ripristino sarà eseguito mediante betoncino cementizio fibrorinforzato premiscelato colabile.
5 TRATTAMENTO PROTETTIVO DELLE SUPERFICI IN CALCESTRUZZO
5.1 GENERALITA'
Si richiede l'applicazione di un trattamento di protezione della superficie in calcestruzzo delle travi e dei trasversi al fine di aumentare la durabilità dell'intervento eseguito. Il trattamento protettivo sarà applicato una volta terminato tutte le operazioni preliminari sopra descritte.
5.2 MATERIALI
E.2.1 TRATTAMENTO PROTETTIVO
Xxxxxx Xxxxxx:B.09.215.a – Malte preconfezionate additivate con polimeri spessore minimo 2 mm
Applicazione di un rivestimento protettivo superficiale in polimero–cemento, flessibile e con pro– prietà di crack bridging, dato a spatola o spruzzo avente spessore compreso fra i 2 e 3 mm. Il si– stema deve essere impermeabile al cloro e ai cloruri. Il coefficiente di diffusione dell'anidride car– bonica (K) deve essere compreso fra 0,25 e 0,30.
Il protettivo elastoplastico non va applicato con temperature inferiori ai 5° C e su superfici conte– stualmente esposte all'irraggiamento del sole battente.
Nel caso di applicazione su malte da ripristino aspettare che queste siano maturate almeno 20 giorni.
Il prodotto dovrà rispondere ai requisiti prestazionali essenziali ed aggiuntivi previsti dalla norma armonizzata UNI EN 1504 parte 2 (secondo i principi PI, MC e IR) per i rivestimenti superficiali. In particolare:
Caratteristiche prestazionali essenziali | Metodo di prova | Valori di riferimento per il rivesti– mento secondo UNI EN 1504–2 |
Permeabilità alla CO2 | EN 1062–6 (Metodo B) | SD> 50 m |
Permeabilità al vapore acqueo | EN ISO 7783–1 | SD< 5 m |
Assorbimento capillare e permeabilità all'acqua libera | EN 1062–3 | W < 0,1 kg/m2h0,5 |
Adesione al calcestruzzo per trazione di– retta (per sistemi flessibili senza traffico) | EN 1542 | ≥ 0,8 N/mm2 |
Compatibilità termica ai cicli di gelo – di– sgelo misurata come aderenza (per si– stemi flessibili senza traffico) | EN 13687–1 | ≥ 0,8 N/mm2 |
Crack bridging statico a –20°C | EN 1062–7 | Classe A3 (>0,5 mm) |
Il prodotto dovrà avere una consistenza e un tempo di inizio presa tali da consentire una agevole applicazione a spruzzo o a spatola.
5.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI
E.3.1 PREPARAZIONE DEL SUPPORTO
Il trattamento potrà essere applicato sia su superficie preliminarmente ricostruite con malte tisso– tropiche e/o colabili che su superficie alle quali non sia stato fatto alcun intervento di ricostruzio– ne precedentemente.
Il supporto, sia ricostruito che originario, sarà preparato mediante idrolavaggio da eseguirsi con idropulitore a pressione al fine di eliminare eventuale polvere di smog, incrostazioni, polveri ecc.. La superficie deve essere pulita e pronta a ricevere il trattamento protettivo.
Nel caso l'operazione di idrolavaggio eseguita sulle strutture originarie provochi distacchi di mate– riale, prima della applicazione del trattamento protettivo, dovranno essere risarciti con malte tis– sotropiche da ripristino.
E.3.2 APPLICAZIONE DEL TRATTAMENTO PROTETTIVO
Il protettivo elastoplastico non va applicato con temperature inferiori ai 5° C e su superfici conte– stualmente esposte all'irraggiamento del sole battente.
Il primer va applicato sulla superficie pulita, priva di muschi ed altri contaminanti.
Nel caso di applicazione su malte da ripristino aspettare che queste siano maturate almeno 20 giorni.
Il prodotto dovrà avere una consistenza e un tempo di inizio presa tali da consentire una agevole applicazione a spruzzo o a spatola.
6 RINFORZO STRUTTURALE DELLE TRAVI DI IMPALCATO MEDIANTE L´UTILIZZO DI PLAC- CAGGI METALLICI
6.1 GENERALITÀ
Nel presente articolo vengono trattati i materiali ed i magisteri inerenti il rinforzo di travi in CAP mediante l'introduzione di elementi passivi resistenti a trazione. Detti elementi saranno disposti all'intradosso della trave e costituiti la lamiere metalliche ad essa collegate mediante l'inghisaggio chimico di connettori costituiti da barre metalliche filettate.
Il rinforzo si rende necessario nei casi in cui, a causa delle difettosità di getto originarie delle travi, da risanare come precedentemente specificato nel presente capitolato, non si è ottenuta l'aderenza tra la trave in calcestruzzo ed i cavi di precompressione.
Le indagini preliminari al progetto di riparazione hanno individuato le zone in cui si sono manife– state dette cavità e, conseguentemente, le travi in cui detti rinforzi si rendono necessari.
Nella fase di indagine precedente il progetto le cavità sono state individuate ed aperte mediante martellamento a mano dell'intradosso delle travi.
Si specifica che, qualora nella fase di risanamento del martello dovessero palesarsi una o più cavi– tà non individuate nelle indagini preliminari al progetto, in particolare su travi per le quali non si prevede in progetto di eseguire interventi di rinforzo, se ne darà immediata comunicazione alla DL.
La DL, sentito anche il parere del Progettista, valuterà l'opportunità di prevedere, anche per detta trave, la messa in opera di interventi di rinforzo da definire in base al grado degli ammaloramenti rilevati.
6.2 MATERIALI
6.2.1 RESINA PER FISSAGGI DI BARRE FILETTATE
Fissaggio di elementi in acciaio (quali piastre o elementi di carpenteria metallica in genere) su elementi strutturali in calcestruzzo mediante ancoraggio chimico ad iniezione di barre filettate di diametro compreso tra 8 e 40 mm.
L'ancoraggio avverrà mediante utilizzo di un adesivo composto da resina a base epossidica. Il prodotto dovrà rispondere ai requisiti prestazionali essenziali previsti dalla norma armonizzata UNI EN 1504 parte 6 per i sistemi di ancoraggio delle barre di armatura nel calcestruzzo. In parti– colare:
Metodo di prova | Valori di riferimento per le resine da inieizione | |
Resistenza allo sfilamento delle barre di acciaio (spostamento relativo ad un carico di 75 kN) | EN 1881 | ≤ 0,6 mm |
Scorrimento viscoso | EN 1544 | ≤ 0,6 mm |
Temperatura di transizione vetrosa | EN 12614 | >45 ° C |
Resistenza a compressione | EN 12190 | >80 % del valore dichiarato dal produttore (dopo 7 gg in MPa) |
6.2.2 BARRE FILETTATE DADI E ROSETTE
Barre a filettatura metrica continua di classe 5.6 o 5.8 le cui caratteristiche sono di seguito specifi– cate:
− Tensione di snervamento fyb ≥ 300 N/mmq
− Tensione di rottura ftb ≥ 500 N/mmq
− Acciaio galvanizzato ≥5μm
− Acciaio zincato a caldo ≥45μm Rosette ISO 7089 in acciaio galvanizzato zincato a caldo
Dado classe 8
− Acciaio galvanizzato ≥5μm
− Acciaio zincato a caldo ≥45μm
6.2.3 ADESIVO EPOSSIDICO PER INCOLLAGGI STRUTTURALI
Si veda paragrafo 3.1.3
6.2.4 RESINA EPOSSIDICA A BASSISSIMA VISCOSITÀ PER INTASAMENTI
Si veda paragrafo…3.1.2
6.2.E CARPENTERIE METALLICHE
Le carpenterie metalliche degli elementi di rinforzo, in acciaio S355J2G1W di tipo autoprotetto, sa– ranno realizzate secondo le specifiche costruttive e di tolleranza previste nella sezione del “Capi– tolato Speciale d'Appalto Parte 2ª Norme Tecniche – Ponti E Viadotti In Acciaio"
6.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI
6.3.1 GENERALITÀ
La tecnica di intervento per il rinforzo mediante placcaggi metallici può essere sintetizzata nelle seguenti fasi:
− inghisaggio delle barre di prima fase;
− montaggio delle lamiere di rinforzo;
− esecuzione delle giunzioni saldate;
− intasamento dei giochi costruttivi di montaggio;
− completamento dell'inghisaggio delle restanti barre;
6.3.2 INGHISAGGIO DELLE BARRE DI PRIMA FASE
Per ciascuno dei segmenti di lamiera da montare si predisporrà l'inghisaggio di un numero di bar– re filettate di connessione strettamente necessario al sostegno in posizione del rinforzo (minimo 4 barre per segmento da disporre nella posizione ritenuta più congrua).
Il posizionamento dei fori pilota sarà eseguito mediante apposita dima.
La foratura del supporto in calcestruzzo, con diametro e profondità indicata sugli elaborati di pro– getto, sarà eseguita a roto–percussione.
In presenza di ferri di armatura ordinaria che dovessero interferire con l'esecuzione del foro si procederà al taglio degli stessi mediante carotatore per poi proseguire l'esecuzione della restante parte del foro mediante roto–percussione.
Per garantire la tenuta del fissaggio occorre pulire accuratamente il foro con getto d'aria e con scovolino ed eventualmente asciugare il foro se bagnato.
Si procederà quindi all'iniezione della resina all'interno del foro per poi inserire manualmente la barra in acciaio con movimento rotatorio al fine di distribuire la resina uniformemente su tutta la superficie.
Per profondità del foro maggiori di 15/20 cm, affinché l'iniezione della resina raggiunga la profon– dità desiderata, è opportuno servirsi di apposito tubo miscelatore da collegare all'estremità dell'ugello.
Una volta erogata la resina all'interno del foro occorre che le barre siano posizionate entro un de– terminato tempo di lavoro quindi mantenute in posizione, senza intervenire, fino a completo in– durimento, secondo quanto riportato nelle indicazioni presenti nella scheda tecnica del prodotto impiegato.
6.3.3 MONTAGGIO DELLE LAMIERE DI RINFORZO
Sarà cura dell'impresa l'esecuzione di un rilievo preliminare per la definizione della geometria ef– fettiva della trave e verificarne la rispondenza con quanto indicato nei disegni di progetto nonché la compatibilità con la geometria degli elementi di rinforzo; ciò tenuto debitamente in conto che il martello della trave sarà oggetto di interventi di ripristino/ricostruzione.
Le lamiere di rinforzo saranno messe in opera mediante adesivo epossidico per incollaggio da applicare a spatola, con rasatura a zero sul supporto in calcestruzzo (relativamente alla superficie di intradosso della trave) e con spessore di 1–2 mm da applicare sul fondo della lamiera di acciaio. Si procederà quindi all'incollaggio delle lamiere e serraggio dei bulloni delle barre di prima fase, previa posa in opera delle rosette e piastrame, così come specificato negli elaborati di progetto e sigillatura del gioco tra piastra e barra utilizzando il medesimo prodotto adottato per l'esecuzione degli ancoraggi o, in alternativa, mediante adesivo epossidico per incollaggi.
6.3.4 ESECUZIONE DELLE GIUNZIONI SALDATE
Si procederà quindi alla posa in opera dei coprigiunti di collegamento tra i vari segmenti ed all'esecuzione in opera delle saldature di collegamento come da elaborati di progetto e secondo
quanto prescritto nella sezione del “Capitolato Speciale d'Appalto Parte 2ª Norme Tecniche – Pon– ti E Viadotti In Acciaio".
6.3.E INTASAMENTO DEI GIOCHI COSTRUTTIVI DI MONTAGGIO
Si procederà quindi all'intasamento dei giochi costruttivi (6 mm nominali) tra i risvolti della lamiera ed il martello della trave, mediante colatura o iniezione di resine epossidiche a bassissima viscosi– tà, previa sigillatura, con i mezzi ritenuti più idonei, delle fughe laterali e delle forature delle lamie– re.
6.3.6 COMPLETAMENTO DELL’INGHISAGGIO DELLE RESTANTI BARRE
Si procederà in fine all'installazione delle restanti barre filettate, con le medesime modalità speci– ficate al precedente paragrafo “Inghisaggio delle barre di prima fase" eseguendo le forature del supporto attraverso i prefori della lamiera di rinforzo, dotati di diametro opportunamente mag– giorato e tale da consentire il passaggio della punta di perforazione.
7 RINFORZO STRUTTURALE DELLE TRAVI DI IMPALCATO MEDIANTE PRECOMPRESSIONE ESTERNA
7.1 GENERALITÀ
Nel presente articolo vengono trattati i materiali ed i magisteri inerenti il rinforzo di travi in CAP mediante l'introduzione di cavi di precompressione esterna. Per queste lavorazioni si rimanda, per quanto non specificamente indicato nel seguito, a quanto indicato in “Capitolato Speciale d'Appalto Parte 2ª Xxxxx Xxxxxxxx – Opere d'arte maggiori Ponti e Viadotti".
Il rinforzo si rende necessario nei casi in cui, a causa delle difettosità originarie delle travi, da risa– nare come precedentemente specificato nel presente capitolato, l'assenza di protezione delle ar– mature di precompressione ha causato fenomeni corrosivi delle stesse con conseguente riduzio– ne della sezione resistente.
Le indagini preliminari al progetto di riparazione individuano le travi in cui detti rinforzi si rendono necessari.
Si specifica che, qualora nella fase di risanamento del martello dovessero palesarsi ulteriori casi di trefoli in avanzato stato di corrosione non individuati nelle indagini preliminari al progetto, in par– ticolare su travi per le quali non si prevede in progetto di eseguire interventi di rinforzo, se ne da– rà immediata comunicazione alla DL.
La DL, sentito anche il parere del Progettista, valuterà l'opportunità di prevedere, anche per detta trave, la messa in opera di interventi di rinforzo da definire in base al grado degli ammaloramenti rilevati.
7.2 MATERIALI
7.2.1 GUAINA IN HDPE PER VIPLATURA DEI TREFOLI
La guaina in Polietilene ad Alta Densità dovrà essere tassativamente estrusa a caldo intorno al tre– folo impregnato di grasso o cera di petrolio in accordo alle NF T 54–072 o altra normativa appro– vata dalla DL.
In assenza di indicazioni riportate nello ETA del fornitore, ci si dovrà attenere ai seguenti requisiti:
• Spessore minimo della guaina: 1,5 mm ( –0, +0,25 )
• Tensione minima di trazione allo snerva–mento 19 MPa
• Allungamento minimo a rottura: 350 %
• Percentuale di carbonio: 2,3% +/– 0,3%
• Resistenza agli agenti esterni:
la guaina, esposta per 1000 ore in atmosfera salina secondo le ASTM B 117T, deve garantire la protezione dell'acciaio contro la corrosione e non deve presentare un aumento della durezza Shore superiore al 20 %;
la guaina, esposta per 1200 ore alla prova di invecchiamento secondo le ASTM E 4260 type E, de– ve mantenere inalterate le sue caratteristiche meccaniche.
7.2.2 CERA DI PETROLIO O GRASSO
In assenza di indicazioni riportate nello ETA del fornitore, ci si dovrà attenere ai seguenti requisiti.
Il materiale prescelto e approvato dalla Direzione Lavori, dovrà avere consistenza solida a tempe– ratura ambiente e liquida alla temperatura di iniezione; dovrà riempire completamente i vuoti tra i fili costituenti il trefolo e tra questo e la guaina per viplatura, rimanere flessibile e non ridursi di volume per 30 anni.
Le sue prestazioni dovranno rimanere inalterate in un campo di temperature comprese tra –30 C° e +60 C° e di umidità relativa 20%–100%, anche in ambiente salino, e dovrà impedire all'acqua di scorrere sui trefoli anche nel caso di rottura accidentale della guaina.
7.2.3 GUAINA DI PROTEZIONE ESTERNA
Le guaine saranno lisce, in Polietilene ad Alta Densità (HDPE) stabilizzato ai raggi U.V. le cui carat– teristiche dovranno soddisfare le EN 12201, quando non diversamente autorizzato dalla D.L.
Esse, in assenza di indicazioni riportate nello ETA del fornitore, ci si dovrà attenere ai seguenti re– quisiti: avranno diametro interno sufficiente al contenimento del numero dei trefoli costituente il cavo, precisamente il rapporto tra la sezione trasversale totale dei trefoli e la sezione interna della guaina non dovrà essere superiore a 0,5; lo spessore tale da garantire la necessaria resistenza sia alle pressioni radiali che all'usura nelle zone di deviazione dei trefoli; il rapporto tra il diametro e lo spessore della guaina non dovrà essere superiore a 18 e comunque dovrà essere in grado di
sopportare tutte le sollecitazioni che si hanno nella fase di montaggio, di eventuale iniezione ed in esercizio.
Qualora siano richieste saldature tra segmenti di guaina, queste dovranno essere fatte preferibil– mente prima dell'infilaggio dei trefoli o, comunque, garantendo che i trefoli stessi non vengano danneggiati o dal surriscaldamento o dalle correnti di saldatura. L'appaltatore dovrà sottoporre all'approvazione della DL il metodo che intende seguire per assemblare i segmenti di guaina onde ottenere la lunghezza richiesta per ciascuno cavo.
Le guaine dovranno essere posate secondo il tracciato previsto a progetto e tenute in posizione prima dell'inizio dell'infilaggio dei trefoli. Esse saranno collegate ai dispositivi d'ancoraggio tramite elementi di transizione che garantiscano la perfetta tenuta.
7.2.4 CARPENTERIE METALLICHE
Le carpenterie metalliche degli elementi di rinforzo, in acciaio S355J2G1W di tipo autoprotetto, sa– ranno realizzate secondo le specifiche costruttive e di tolleranza previste nella sezione del “Capi– tolato Speciale d'Appalto Parte 2ª Norme Tecniche – Opere d'arte maggiori Ponti e Viadotti".
7.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI
7.3.1 GENERALITÀ
La tecnica di intervento per il rinforzo mediante precompressione esterna può essere sintetizzata nelle seguenti fasi:
− Montaggio delle carpenterie metalliche;
− Messa in opera del sistema di precompressione;
− Tesatura dei cavi;
− Iniezioni;
− Sigillatura delle testate.
In aggiunta a quanto indicato in “Capitolato Speciale d'Appalto Parte 2ª Xxxxx Xxxxxxxx – Opere d'arte maggiori Ponti e Viadotti", si precisa quanto riportato nei paragrafi successivi.
7.3.2 MONTAGGIO DELLE CARPENTERIE METALLICHE
La messa in opera del sistema di precompressione prevede il montaggio di elementi di xxxxxxxx– ria metallica quali blocchi di deviazione, blocchi di ancoraggio in testata e piastre di rinforzo la cui installazione sarà eseguita mediante le stesse tecniche, fasi e con i materiali già descritti nella pre– cedente sezione “RINFORZO STRUTTURALE DELLE TRAVI DI IMPALCATO MEDIANTE L'UTILIZZO DI
PLACCAGGI METALLICI" alla quale si rimanda integralmente, con le seguenti precisazioni:
I punti di deviazione dei cavi saranno realizzati tramite i dispositivi strutturali definiti in progetto previo controllo di compatibilità dei raggi di curvatura con i limiti indicati dal produttore del siste– ma di ancoraggio.
I blocchi di ancoraggio dei cavi in testata saranno realizzati tramite i dispositivi strutturali definiti in progetto previo controllo di compatibilità geometrica con le testate di ancoraggio del sistema di precompressione che si intende impiegare.
I blocchi di ancoraggio in testata saranno messi in opera mediante adesivo epossidico per incol– laggio da applicare a spatola, con rasatura a zero sul supporto in calcestruzzo (relativamente alla superficie di testata della trave) e con spessore di 1–2 mm da applicare sulla parte in lamiera di acciaio, escludendo i risvolti.
Si procederà quindi all'intasamento dei giochi costruttivi tra i risvolti della lamiera e la testata della trave, mediante colatura o iniezione di resine epossidiche a bassissima viscosità, previa sigillatura, con mezzi ritenuti più idonei, delle fughe laterali e delle forature delle lamiere.
Si procederà in fine all'installazione delle barre filettate di ancoraggio, eseguendo le forature del supporto attraverso i prefori della lamiera di rinforzo in base alla procedura già precedentemente definita.
7.3.3 MESSA IN TENSIONE DEI CAVI
L'appaltatore, sulla base del tipo di ancoraggio prescelto, dovrà fornire preliminarmente le carat– teristiche delle pompe e dei martinetti che utilizzerà; dovrà inoltre indicare, sulla base del piano di tesature approvato dalla D.L., la pressione da applicare ad essi per ottenere la tensione dei trefoli specificata in progetto tenuto conto delle perdite di carico che si hanno nel complesso ancorag– gio–martinetto per attriti interni, rientro dei cunei, deviazioni dei cavi, etc.
Si procederà inoltre ad una verifica preliminare di compatibilità geometrica del sistema di tesatura con martinetto da impiegarsi, relativamente agli spazi disponibili.
Prima della tesatura verrà effettuata la taratura dei manometri con un manometro campione e verrà acquisita tutta la certificazione relativa alle attrezzature impiegate.
Verranno inoltre accuratamente puliti i trefoli secondo le procedure che dovranno essere indicate dalla ditta fornitrice.
La messa in tensione è subordinata all'ottenimento della resistenza minima del calcestruzzo, ri– chiesta dagli elaborati di progetto, e dalla raggiunta funzionalità degli ancoranti.
Ottenuto il benestare da parte della D.L. per l'inizio delle operazioni di tesatura e, dopo aver com– pletato le operazioni di posizionamento delle piastre di contrasto con le relative morsetterie, si procederà alle operazioni di tiro.
I cavi potranno essere tesati da una o da entrambe le estremità a mezzo di martinetti multitrefolo, capaci cioè di tendere contemporaneamente tutti i trefoli costituenti il cavo.
Solo in particolari esigenze costruttive, laddove non si possa utilizzare un martinetto multiplo, sarà ammesso, dietro approvazione della D.L., l'utilizzo di martinetti di tipo monotrefolo.
Le pressioni massime e di conseguenza le tensioni finali che andranno ad agire sui singoli cavi verranno raggiunte per gradini intermedi secondo quanto specificato sugli elaborati di progetto. Per ogni singolo gradino di tesatura si dovrà riportare su apposite tabelle i relativi allungamenti dei cavi.
Tale operazione verrà ripetuta sino ad arrivare alle pressioni ed alle tensioni massime richieste dai programmi di tesatura con lettura finale degli allungamenti.
Durante tutte le operazioni di tiro sarà buona norma delimitare e proteggere le zone retrostanti le testate di ancoraggio per evitare il passaggio di personale non addetto alle operazioni stesse.
7.3.4 CONTROLLO DEGLI ALLUNGAMENTI
Per un corretto controllo degli allungamenti si procederà come segue:
Effettuare un primo gradino di messa in tensione ad una pressione di allineamento pari ad valore incluso fra 0,05 ÷ 0,10 della pressione finale Po.
L'allungamento corrispondente a questo gradino non deve essere preso in conto in quanto ac– cumula un insieme di allungamenti di assestamento, di tipo non elastico, quali presa del martinet– to, corda molle dei trefoli, allineamento martinetti ecc.
Ogni gradino di allungamento è ricavato per misura della corsa del pistone del martinetto (da mi– surare con asta millimetrata).
L'allungamento totale misurato in sito Ar, somma degli allungamenti parziali misurati in ciascuno step di carico, escludendo lo step iniziale di messa in tensione i cui allungamenti saranno compu– tati con opportuna estrapolazione, dovrà situarsi nella forchetta compresa tra 0,95 e 1,10 dell'allungamento teorico calcolato Ao.
Si possono riscontrare le seguenti due anomalie:
− l'allungamento Ar è troppo elevato: si limiterà quindi la messa in tensione al valore di al– lungamento massimo (1,10xAo), annotando il valore di pressione raggiunto per ottenere detto allungamento; si sottoporrà quindi il risultato ottenuto all'attenzione della DL per la risoluzione dell'anomalia.
− L'allungamento Ar è inferiore a 0.95xAo: si terminerà quindi la messa in tensione alla pressione finale Po; si sottoporrà quindi il risultato ottenuto all'attenzione della DL per la risoluzione dell'anomalia.
Secondo la lunghezza dei cavi e la corsa dei martinetti può essere necessario effettuare più ripre– se di tesatura per ottenere la tensione finale.
7.3.E INIEZIONI
Non è prevista l'iniezione della guaine a protezione dei trefoli in quanto si prevede l'utilizzo di tre– foli zincati, singolarmente ingrassati e viplati.
7.3.6 SIGILLATURA DELLE TESTATE
Le testate di ancoraggio dei cavi saranno sigillate mediante apposita cuffia amovibile in polietilene ad alta densità HDPE, stabilizzata ai raggi U.V., successivamente iniettata con cera di petrolio o grasso.
8 RINFORZO STRUTTURALE DEI TRASVERSI DI IMPALCATO MEDIANTE PRECOMPRESSIONE ESTERNA
8.1 GENERALITÀ
Nel presente articolo vengono trattati i materiali ed i magisteri inerenti il rinforzo dei trasversi (in
c.a. o c.a.p) di impalcato mediante l'introduzione di barre di precompressione esterna. Per queste lavorazioni si rimanda, per quanto non specificamente indicato nel seguito, a quanto indicato in “Capitolato Speciale d'Appalto Parte 2ª Xxxxx Xxxxxxxx – Opere d'arte maggiori Ponti e Viadotti". Il rinforzo si rende necessario quando sussistono fenomeni di corrosione avanzata della precom– pressione esistente ovvero quando, applicando interventi di rinforzo ad alcune delle travi costi– tuenti l'impalcato mediante precompressione aggiuntiva, si verificano sui trasversi esistenti stati tensionali dovuti a sollecitazioni aggiuntive non congruenti con la capacità resistente del trasverso stesso.
8.2 MATERIALI
8.2.1 GUAINA DI PROTEZIONE ESTERNA
Le guaine saranno lisce, in Polietilene ad Alta Densità (HDPE) stabilizzato ai raggi U.V. le cui carat– teristiche dovranno soddisfare le EN 12201, quando non diversamente autorizzato dalla D.L.
Esse avranno diametro interno specificato in progetto.
Qualora siano richieste saldature tra segmenti di guaina, queste dovranno essere fatte preferibil– mente prima dell'infilaggio delle barre o, comunque, garantendo che esse non vengano danneg– giate o dal surriscaldamento o dalle correnti di saldatura. L'appaltatore dovrà sottoporre all'approvazione della DL il metodo che intende seguire per assemblare i segmenti di guaina onde ottenere la lunghezza richiesta.
Le guaine dovranno essere posate secondo il tracciato previsto a progetto e tenute in posizione prima dell'inizio dell'infilaggio delle barre. Esse saranno collegate ai dispositivi d'ancoraggio tramite elementi di transizione che garantiscano la perfetta tenuta.
8.2.2 CARPENTERIE METALLICHE
Le carpenterie metalliche degli elementi di rinforzo, in acciaio S355J2G1W di tipo autoprotetto, sa– ranno realizzate secondo le specifiche costruttive e di tolleranza previste nella sezione del “Capi– tolato Speciale d'Appalto Parte 2ª Norme Tecniche – Opere d'arte maggiori Ponti e Viadotti".
8.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI
La tecnica di intervento per il rinforzo mediante precompressione esterna può essere sintetizzata nelle seguenti fasi:
− Montaggio delle carpenterie metalliche;
− Messa in opera del sistema di precompressione;
− Tesatura delle barre;
− Iniezioni;
− Sigillatura delle testate.
In aggiunta a quanto indicato in “Capitolato Speciale d'Appalto Parte 2ª Xxxxx Xxxxxxxx – Opere d'arte maggiori Ponti e Viadotti", si precisa quanto riportato nei paragrafi successivi.
8.3.1 MONTAGGIO DELLE CARPENTERIE METALLICHE
La messa in opera del sistema di precompressione prevede il montaggio di elementi di xxxxxxxx– ria metallica quali blocchi di ancoraggio e piastre di rinforzo la cui installazione sarà eseguita me– diante le stesse tecniche, fasi e con i materiali già descritti nella precedente sezione “RINFORZO STRUTTURALE DELLE TRAVI DI IMPALCATO MEDIANTE L'UTILIZZO DI PLACCAGGI METALLICI" alla
quale si rimanda integralmente, con le seguenti precisazioni:
I blocchi di ancoraggio in testata saranno realizzati tramite i dispositivi strutturali definiti in proget– to previo controllo di compatibilità geometrica con le testate di ancoraggio del sistema di pre– compressione che si intende impiegare.
I blocchi di ancoraggio in testata saranno messi in opera mediante adesivo epossidico per incol– laggio da applicare a spatola, con rasatura a zero sul supporto in calcestruzzo (relativamente alla superficie di testata della trave) e con spessore di 1–2 mm da applicare sulla parte in lamiera di acciaio, escludendo i risvolti.
Si procederà quindi all'intasamento dei giochi costruttivi tra i risvolti della lamiera e la testata del trasverso, mediante colatura o iniezione di resine epossidiche a bassissima viscosità, previa sigilla– tura, con mezzi ritenuti più idonei, delle fughe laterali e delle forature delle lamiere.
Si procederà in fine all'installazione delle barre filettate di ancoraggio, eseguendo le forature del supporto attraverso i prefori della lamiera di rinforzo in base alla procedura già precedentemente definita.
8.3.2 MESSA IN TENSIONE DELLE BARRE.
L'appaltatore, sulla base del tipo di ancoraggio prescelto, dovrà fornire preliminarmente le carat– teristiche delle pompe e dei martinetti che utilizzerà; dovrà inoltre indicare, sulla base del piano di tesature approvato dalla D.L., la pressione da applicare ad essi per ottenere la tensione delle bar– re specificata in progetto tenuto conto delle perdite di carico che si hanno nel complesso anco– raggio–martinetto per attriti interni, assestamenti etc.
Si procederà inoltre ad una verifica preliminare di compatibilità geometrica del sistema di tesatura con martinetto da impiegarsi, relativamente agli spazi disponibili.
Prima della tesatura verrà effettuata la taratura dei manometri con un manometro campione e verrà acquisita tutta la certificazione relativa alle attrezzature impiegate.
La messa in tensione è subordinata all'ottenimento della resistenza minima del calcestruzzo, ri– chiesta dagli elaborati di progetto, e dalla raggiunta funzionalità degli ancoranti.
Ottenuto il benestare da parte della D.L. per l'inizio delle operazioni di tesatura e, dopo aver com– pletato le operazioni di posizionamento delle piastre di contrasto, si procederà alle operazioni di tiro.
Le barre saranno tesate secondo il piano di tesatura specificato in progetto: le pressioni massime e di conseguenza le tensioni finali che andranno ad agire sulle barre verranno raggiunte per gra– dini intermedi secondo quanto specificato sugli elaborati di progetto.
Per ogni singolo gradino di tesatura si dovrà riportare su apposite tabelle i relativi allungamenti delle barre.
Tale operazione verrà ripetuta sino ad arrivare alle pressioni ed alle tensioni massime richieste dai programmi di tesatura con lettura finale degli allungamenti.
Durante tutte le operazioni di tiro sarà buona norma delimitare e proteggere le zone retrostanti le testate di ancoraggio per evitare il passaggio di personale non addetto alle operazioni stesse.
8.3.3 CONTROLLO DEGLI ALLUNGAMENTI
Per un corretto controllo degli allungamenti si procederà come segue:
Effettuare un primo gradino di messa in tensione ad una pressione di allineamento pari ad valore incluso fra 0,05 ÷ 0,10 della pressione finale Po.
L'allungamento corrispondente a questo gradino non deve essere preso in conto in quanto ac– cumula un insieme di allungamenti di assestamento, di tipo non elastico, quali presa del martinet– to, assestamenti, allineamento martinetti ecc.
Ogni gradino di allungamento è ricavato per misura della corsa del pistone del martinetto (da mi– surare con asta millimetrata).
L'allungamento totale misurato in sito Ar, somma degli allungamenti parziali misurati in ciascuno step di carico, escludendo lo step iniziale di messa in tensione i cui allungamenti saranno compu– tati con opportuna estrapolazione, dovrà situarsi nella forchetta compresa tra 0,95 e 1,10 dell'allungamento teorico calcolato Ao.
Si possono riscontrare le seguenti due anomalie:
− l'allungamento Ar è troppo elevato: si limiterà quindi la messa in tensione al valore di al– lungamento massimo (1,10xAo), annotando il valore di pressione raggiunto per ottenere detto allungamento; si sottoporrà quindi il risultato ottenuto all'attenzione della DL per la risoluzione dell'anomalia.
− L'allungamento Ar è inferiore a 0.95xAo: si terminerà quindi la messa in tensione alla pressione finale Po; si sottoporrà quindi il risultato ottenuto all'attenzione della DL per la risoluzione dell'anomalia.
Secondo la lunghezza delle barre e la corsa dei martinetti può essere necessario effettuare più riprese di tesatura per ottenere la tensione finale.
8.3.4 INIEZIONI
Le guaine vengono iniettate con metodologia tradizionale utilizzando boiacca di cemento; si ri– manda alle prescrizioni relative riportate in “Capitolato Speciale d'Appalto Parte 2ª Xxxxx Xxxxx– che – Calcestruzzi E Acciai Per CA e CAP".
8.3.E SIGILLATURA DELLE TESTATE
Le testate di ancoraggio delle barre saranno sigillate mediante apposita cuffia amovibile in polieti– lene ad alta densità HDPE, stabilizzata ai raggi U.V., successivamente iniettata con cera di petrolio o grasso.
9 INTERVENTI CON MATERIALI FIBRORINFORZATI
9.1 GENERALITÀ
Nel presente articolo vengono trattati i materiali ed i magisteri inerenti il ripristino di elementi strutturali in c.a. e c.a.p. con malte e betoncini fibrorinforzati a comportamento incrudente. Le malte ed i betoncini fibrorinforzati devono essere marcati secondo la 1504–3.
9.2 MATERIALI
9.2.1 BETONCINI FIBRORINFORZATI
Per il ripristino si utilizzerà una betoncino premiscelato colabile ad alta resistenza (Rcm>85 MPa) e fibre di acciaio o di diversa natura disperse nella matrice. La malta dovrà essere addizionata con opportuno additivo anti ritiro (SRA) per consentire la corretta espansione all'aria del materiale. L'applicazione della malta dovrà essere effettuata previa adeguata preparazione del supporto asportando il calcestruzzo ammalorato fino ad ottenere un sottofondo solido, esente da parti in distacco e sufficientemente ruvido. Il prodotto dovrà essere applicato su sottofondo pulito e satu– ro di acqua in uno spessore compreso tra 1 e 5 cm per strato.
Il prodotto per la ricostruzione delle sezioni di solette e trave dovrà rispondere ai requisiti presta– zionali essenziali ed aggiuntivi previsti dalla norma armonizzata UNI EN 1504 parte 3 per le malte strutturali di classe R4. In particolare:
Caratteristiche prestazionali essenziali | Metodo di prova | Valori di riferimento per la malta di classe R4 |
Resistenza a compressione | EN 12190 | ≥ 45 MPa |
Contenuto di ioni cloruro | EN 1015–17 | ≤ 0,05% |
Legame di aderenza | EN 1542 | ≥ 2MPa |
Durabilità – resistenza alla carbonatazione | EN 13295 | dk ≤ cls di controllo |
Durabilità, compatibilità termale, gelo– disgelo. | EN 13687–1 | Forza di legame ≥ 2 MPa dopo 50 cicli |
Modulo elastico | EN 13412 | ≥ 20 MPa |
In aggiunta alle caratteristiche prestazionali essenziali sopra elencate, la malta R4 deve rispettare le ulteriori prescrizioni progettuali:
Prestazioni aggiuntive | Metodo di prova | Valori di riferimento |
Resistenza alla flessione | EN 196/1 | ≥ 30 MPa |
Resistenza alla flesso–trazione | UNI EN 14651 | frm1≥11 MPa e frm3≥11 MPa |
Ritiro contrastato | – | < 200 µm/m |
Diametro massimo dell'aggregato | ≤ 6 mm | |
Resistenza al fuoco | EN 13501–1 | Classe A1 |
Il prodotto per la ricostruzione di cordoli, pulvini e pile dovrà rispondere ai requisiti prestazionali essenziali ed aggiuntivi previsti dalla norma armonizzata UNI EN 1504 parte 3 per le malte struttu– rali di classe R4. In particolare:
Caratteristiche prestazionali essenziali | Metodo di prova | Valori di riferimento per la malta di classe R4 |
Resistenza a compressione | EN 12190 | ≥ 45 MPa |
Contenuto di ioni cloruro | EN 1015–17 | ≤ 0,05% |
Legame di aderenza | EN 1542 | ≥ 2MPa |
Durabilità – resistenza alla carbonatazione | EN 13295 | dk ≤ cls di controllo |
Durabilità, compatibilità termale, gelo– disgelo. | EN 13687–1 | Forza di legame ≥ 2 MPa dopo 50 cicli |
Modulo elastico | EN 13412 | ≥ 20 MPa |
In aggiunta alle caratteristiche prestazionali essenziali sopra elencate, la malta R4 deve rispettare le ulteriori prescrizioni progettuali:
Prestazioni aggiuntive | Metodo di prova | Valori di riferimento |
Resistenza alla flesso–trazione | UNI EN 14651 | frm1≥6,5 MPa e frm3≥7 MPa |
Diametro massimo dell'aggregato | ≤ 10 mm | |
Resistenza al fuoco | EN 13501–1 | Classe A1 |
9.3 FASI ESECUTIVE E PRESCRIZIONI
9.3.1 STAGIONATURA
Una corretta stagionatura è fondamentale per evitare la formazione di fessure dovute all'imme– diata evaporazione di parte dell'acqua di impasto sotto l'azione del sole e del vento.
Ultimate le operazioni di finitura superficiale si procederà quindi ad accurata stagionatura dei be– tonicni mediante applicazione di acqua nebulizzata per almeno 48 ore dopo l'applicazione e la successiva immediata protezione della stessa superficie.
9.3.2 ACCETTAZIONE IN CORSO D’OPERA
Ai fini della valutazione della qualità del materiale fornito, i possibili controlli che la Direzione Lavo– ri potrà richiedere sono riportati nella tabella sottostante.
Le prove dovranno essere ripetute con la frequenza ritenuta necessaria dalla Direzione Lavori.
Tipo FRC | Tipo controllo | Metodo |
FRC fresco | Corretta miscelazione | Ispezione visiva secondo UNI EN 206–1 (compreso il control– lo della uniforme distribuzione delle fibre) e rispetto dei tempi di miscelazione dichiarati dal fornitore |
FRC fresco | Classe di consistenza | Abbassamento al cono secondo UNI EN 12350–2 o prova di spandimento secondo UNI EN 12350–8 |
FRC indurito | Resistenza a compressione a 1gg su due campioni | Verifica secondo UNI EN 12390–3 |
FRC indurito | Resistenza a compressione a 3gg su due campioni | Verifica secondo UNI EN 12390–3 |
FRC indurito | Resistenza a compressione a 7gg su due campioni | Verifica secondo UNI EN 12390–3 |
FRC indurito | Resistenza a compressione a 28gg su due campioni | Verifica secondo UNI EN 12390–3 |
FRC indurito | Resistenze a flessione residue fR3m e fR1m a 28gg | Verifica secondo UNI EN 14651 |
FRC indurito | Distribuzione omogenea fibre | Microcarotaggi su opere realizzate per eseguire ispezione visiva |
* valida solo per fibre metalliche
10 MISURAZIONE E CONTABILIZZAZIONE
10.1 NORME GENERALI
Sia per i lavori compensati a corpo che per quelli compensati a misura, l'Appaltatore ha l'onere contrattuale di predisporre in dettaglio tutti i disegni contabili delle opere realizzate e delle lavo– razioni eseguite con l'indicazione (quote, prospetti e quant'altro necessario) delle quantità, parziali e totali, nonché con l'indicazione delle relative operazioni aritmetiche e degli sviluppi algebrici ne– cessari alla individuazione delle quantità medesime, di ogni singola categoria di lavoro attinente l'opera o la lavorazione interessata.
Detti disegni contabili, da predisporre su supporto informatico e – in almeno duplice copia – su supporto cartaceo, saranno obbligatoriamente consegnati tempestivamente alla Direzione Lavori per il necessario e preventivo controllo e verifica, da effettuare sulla base delle misurazioni ese– guite in contraddittorio con l'Appaltatore, durante l'esecuzione dei lavori.
Tale documentazione contabile è indispensabile per la predisposizione degli Stati di Avanzamento Lavori e per l'emissione delle relative rate di acconto, secondo quanto stabilito in merito per i pa– gamenti.
La suddetta documentazione contabile resterà di proprietà dell'Amministrazione committente.
Tutto ciò premesso e stabilito, si precisa che:
• i lavori compensati “a misura" saranno liquidati secondo le misure geometriche, o a numero, o a peso, così come rilevate dalla Direzione dei Lavori, in contraddittorio con l'Appaltatore, du– rante l'esecuzione dei lavori;
• i lavori da compensare “a corpo" saranno controllati in corso d'opera attraverso le misure geometriche, o a peso, o a numero, rilevate dalla Direzione dei Lavori in contraddittorio con l'Appaltatore e, quindi, confrontate con le quantità rilevabili dagli elaborati grafici facenti parte integrante ed allegati al Contratto di Appalto. Per la predisposizione degli Stati di Avanzamen– to Lavori e per l'emissione delle relative rate d'acconto, il corrispettivo da accreditare nei S.A.L. è la parte percentuale del totale del prezzo a corpo risultante da tale preventivo controllo, ef– fettuato a misura, oltre le prescritte trattenute di Legge e le eventuali risultanze negative (de– trazioni) scaturite a seguito del Collaudo in corso d'opera. A completamento avvenuto di tutte le opere a corpo, risultante da apposito Verbale di constatazione redatto in contraddittorio con l'Appaltatore, la Direzione dei Lavori provvederà, con le modalità suddette, al pagamento del residuo, deducendo le prescritte trattenute di Legge e le eventuali risultanze negative sca– turite dalle operazioni e dalle verifiche effettuate dalla Commissione di Collaudo in corso d'opera.
10.2 CRITERI DI MISURA
10.2.1 CONGLOMERATI CEMENTIZI
I conglomerati cementizi (malte e betoncini) saranno computati a volume, con metodi geometrici. Non saranno dedotti dai volumi:
i volumi del ferro di armatura;
i volumi dei cavi per la precompressione;
Si specifica, inoltre, che gli articoli di Elenco Prezzi comprendono tutti gli oneri descritti nelle pre– senti Xxxxx Xxxxxxxx, con particolare riferimento a:
la fornitura a piè d'opera di tutti i materiali occorrenti (aggregati, acqua, aggiunte minerali, additivi, acceleranti, ritardanti, leganti, ecc.;
la mano d'opera;
i ponteggi e le impalcature;
le attrezzature ed i macchinari per la confezione;
la sistemazione delle carpenterie e delle armature metalliche;
l'esecuzione dei getti da realizzare senza soluzione di continuità, in modo da evitare ogni ripresa, impiegando anche manodopera su più turni ed in giornate festive (ove necessario);
l'eventuale esaurimento dell'acqua nei casseri; la vibrazione;
la predisposizione di fori, tracce, cavità, ammorsature, ecc.;
il taglio di filo, chiodi, reggette con funzione di legatura di collegamento dei casseri con la sigillatu– ra degli incavi e la regolarizzazione delle superfici nel getto;
la necessità di coordinare le attività, qualora l'Appaltatore dovesse affidare i lavori di protezione superficiale dei conglomerati cementizi a ditte specializzate;
le prove ed i controlli, con la frequenza indicata nelle presenti Norme Tecniche, ovvero prescritta dalla Direzione Lavori e, infine, quant'altro occorra per dare il lavoro finito a perfetta regola d'arte
Non sono compresi negli articoli di cui sopra gli oneri per:
le casseforme, salvo quanto diversamente specificato nelle voci di elenco Xxxxxx;
le centinature e le armature di sostegno delle casseforme, salvo quelle per getti di luce retta infe– riore a quanto indicato nei relativi articoli di elenco Xxxxxx.
I suddetti articoli verranno contabilizzati con i relativi articoli di Xxxxxx Xxxxxx.
Si prevede, inoltre, che nel caso di sospensione dei getti per effetto di un abbassamento della temperatura atmosferica ordinata dalla Direzione Lavori, l'Impresa non avrà diritto ad alcun risar– cimento, come pure non potrà richiedere alcun compenso per particolari accorgimenti da adot– tarsi nel caso di esecuzione dei getti a basse temperature.
10.2.2 CASSEFORME
Le casseforme saranno contabilizzate a parte, solo per quanto sia esplicitamente indicato negli articoli di Xxxxxx Xxxxxx; i suddetti articoli comprendono tutti gli oneri, le forniture e le prestazioni relative a materiali, mano d'opera, noli, armo, disarmo, sfrido, trasporti, disarmanti, ecc.
In particolare, le casseforme saranno computate in base allo sviluppo delle facce interne a contat– to del conglomerato cementizio, ad opera finita.
Le armature di sostegno verranno contabilizzate a parte, solo per quanto sia esplicitamente indi– cato negli articoli di Xxxxxx Xxxxxx, che comprendono tutti gli oneri, le forniture e le prestazioni re– lative a materiali, mano d'opera, noli, armo, disarmo, sfrido, trasporti, disarmanti, ecc., necessari per la loro esecuzione.
10.2.3 ACCIAIO PER C.A.
L'acciaio in barre per armatura sarà computato in base al peso teorico dei vari diametri nominali indicati nei progetti esecutivi, trascurando le quantità superiori alle indicazioni di progetto, le lega– ture, gli eventuali distanziatori e le sovrapposizioni per le giunte non previste o non necessarie, intendendosi come tali anche quelle che collegano barre di lunghezza inferiore a quella commer– ciale.
Il peso degli acciai sarà determinato con metodo analitico, misurando lo sviluppo teorico di pro– getto di ogni barra e moltiplicando per la corrispondente massa lineare nominale di progetto.
Relativamente al peso di trefoli o trecce di acciaio per le strutture in conglomerato cementizio precompresso, questo sarà determinato moltiplicando il loro sviluppo teorico (compreso tra le facce esterne degli apparecchi di appoggio) per il peso dell'unità di misura determinato mediante pesatura.
Il peso dell'acciaio in barre per calcestruzzi precompressi sarà determinato moltiplicando lo svi– luppo teorico di progetto delle barre (compreso tra le facce esterne degli apparecchi di ancorag– gio) per il peso unitario della barra, calcolato in funzione del diametro nominale e della massa vo– lumica dell'acciaio, pari a 7,85 kg/dm3.
Per quanto concerne, infine, il peso dell'acciaio per le strutture in conglomerato cementizio arma– to precompresso sia con il sistema a fili aderenti che con il sistema a cavi scorrevoli, questo sarà determinato moltiplicando lo sviluppo teorico di progetto dei cavi (compreso tra le facce esterne degli apparecchi di bloccaggio) per il numero dei fili ovvero dei fili componenti il cavo per il peso unitario dei fili stessi, calcolato in funzione del diametro nominale e della massa volumica dell'acciaio, pari a 7,85 kg/dm3.
Si evidenzia, inoltre, come l'articolo di Elenco Prezzi dell'acciaio per strutture in conglomerato ce– mentizio armato precompresso comprenda la fornitura dell'acciaio, nonché la fornitura e la posa in opera dei materiali e dispositivi necessari alla realizzazione dei diversi tipi di sistemi di precom– pressione sopra citati, nonché tutti gli oneri necessari per dare l'acciaio in opera in perfetta regola d'arte.
2021_022 – Provincia di Reggio Emilia e Mantova
Manutenzione straordinaria del ponte sul fiume Po tra Xxxxxxxxx (XX) x Xxxxxx (XX) – 0x Xxxxx
XX – Capitolato Speciale d’Appalto – PARTE TECNICA
PARTE 3. OPERE IN ALVEO
RTP: ITS Srl (capogruppo), Prof. Xxx. Xxxx Xxxxxxx Xxxxxxx
Nome file: 2021_022_PE TAM RE 02_A_Capitolato speciale_PARTE TECNICA.docx
Indice
NORME PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEI LAVORI
1 MANTUTENZIONE ALVEI 1
1.1 Decespugliamento di scarpate fluviali 1
1.2 Disboscamento di scarpate fluviali 1
1.3 Sfalcio e decespugliamento di rilevati arginali 1
2 MOVIMENTI TERRA 3
2.1 Scavo di sbancamento o ricalibratura d’alveo con sistemazione entro l’ambito del cantiere 3
2.2 Scavo di sbancamento o ricalibratura d’alveo con sistemazione fuori dall’ambito del cantiere 4
2.3 Scavo di fondazione a sezione obbligata 4
3 DEMOLIZIONI 5
3.1 Demolizione di strutture in petrame a secco o in gabboni 5
3.2 Demolizione di strutture in mattoni 5
3.3 Demolizione di strutture in calcestruzzo 5
3.4 Demolizione di strutture in calcestruzzo 5
3.5 Taglio e demolizione di pavimentazione stradale 5
4 FORMAZIONE DI DRENAGGI 6
4.1 Formazione di drenaggi con materiale arido 6
4.2 Filtri drenanti 6
4.3 Tubazioni forate in calcestruzzo 6
4.4 TUBAZIONI IN PVC 6
5 FORMAZIONE DI RILEVATI 7
5.1 Preparazione del piano di posa e del rilevato arginale 7
5.2 Formazione o ringrosso di rilevati arginali con materiale proveniente da cave 7
5.3 Formazione o ringrosso di rilevati arginali con materiale proveniente da aree demaniali 7
6 OPERE DI PROTEZIONE SPONDALE 9
6.1 Formazione di protezione spondale in massi naturali 9
6.2 Sistemazione faccia a vista delle mantellate 10
6.3 Formazione di protezione spondale in massi artificiali 10
6.4 Formazione di protezione spondale in gabbioni 10
6.5 Formazione di protezione in materassi metallici 10
6.6 Formazione di protezione spondale mediante copertura diffusa con astoni di salice 10
6.7 Formazione e posa in opera di lastre in c.a. a protezione del petto arginale 11
6.8 Teli ripartitori di carichi 11
6.9 Tappeti filtranti zavorrati 11
6.10 BURGHE 11
6.11 BURGONI 11
6.12 Materassi bituminosi filtranti tipo Fixtone 12
6.13 Sacconi riempiti di sabbia 12
7 GEOSINTETICI E GEOCOMPOSTI 13
7.1 Fornitura e posa in opera di tessuto non tessuto fuori acqua 13
7.2 Fornitura e posa in opera di tessuto non tessuto sotto il pelo dell’acqua 13
7.3 Fornitura e posa in opera di georate tridimensionale antierosione, rinforzata con griglia in poliestere 13
7.4 Fornitua e posa in opera di geomembrana impermeabile 13
8 PAVIMENTAZIONI STRADALI 14
8.1 Costruzione di cassonetto stradale con regolarizzazione e rullatura del fondo 14
8.2 Fondazioni stradali in misto granulare 14
8.3 Conglomerato bituminoso per strati di base 14
8.4 Conglomerato bituminoso per strati di usura 14
9 OPERE IN VERDE 15
9.1 Fornitura a pieè d’opera di terreno agrario 15
9.2 Fornitura e posa di talee 15
9.3 Fornitura e posa di specie arbustive 15
9.4 Inerbimento di superfici: semplice o potenziato 15
NORME TECNICHE
1 NORME GENERALI PER L’ESECUZIONE DEI LAVORI 1
1.1 GENERALITÀ 1
1.2 Ordine da tenersi nell’avanzamento lavori 1
1.3 Lavori eseguiti ad iniziativa dell’Impresa 1
1.4 Preparazione dell’area di cantiere e dei lavori 1
2 MANUTENZIONE ALVEI 3
2.1 GENERALITÀ 3
2.2 Decespugliamento di scarpate fluviali 3
2.2.1 Modalità esecutive 3
2.3 Disbosscamento di scarpate fluviali 3
2.3.1 Modalità esecutive 3
2.4 Sfalcio e decespugliamento di rilevati arginaliDecespugliamento di scarpate fluviali 3
2.4.1 Modalità esecutive 3
3 MOVIMENTI TERRA 5
3.1 SCAVI 5
3.1.1 Generalità 5
3.1.2 Scavi di sbancamento 5
3.1.3 Scavi per ricalibrature d’ alveo 5
3.1.4 Scavi di fondazione 5
3.1.5 Modalità esecutive 5
4 DEMOLIZIONI 7
4.1 GENERALITÀ 7
4.2 Modalità esecutive 7
5 FORMAZIONE E DRENAGGI 8
5.1 GENERALITÀ 8
5.2 Drenaggi in generale 8
5.2.1 Caratteristiche dei materiali 8
5.2.2 Modalità esecutive 8
5.2.3 Prove di accettazione e controllo 8
5.3 Filtri drenanti al piede dei rilevati 8
5.3.1 Caratteristiche dei materiali 8
5.3.2 Modalità esecutive 9
5.3.3 Prove di accettazionee controllo 9
5.4 TABULAZIONI DI RACCOLTA E ALLONTANAMENTO ACQUE DRENATE 9
5.4.1 Generalità 9
5.4.2 Caratteristiche dei materiali 9
5.4.3 Modalità esecutive 9
5.4.4 Prove di accettazionee controllo 10
6 FORMAZIONE DI RILEVATI 11
6.1 GENERALITÀ 11
6.2 Caratteristiche dei materiali 11
6.3 Modalità esecutive 11
6.4 Prove di accettazione e controllo 12
7 OPERE DI PROTEZIONE SPONDALE 13
7.1 Opere di protezione spondale in massi naturali o artificiali 13
7.1.1 Generalità 13
7.1.2 Caratteristiche dei materiali 13
7.1.3 Modalità esecutive 13
7.1.4 Prove di accettazionee controllo 14
7.2 Opere di protezione spondale in gabboni e materassi metallici 15
7.2.1 Generalità 15
7.2.2 Caratteristiche dei materiali 15
7.2.3 Modalità esecutive 16
7.2.4 Prove di accettazionee controllo 17
7.3 OPERE DI PROTEZIONE SPONDALE REALIZZATE MEDIANTE COPERTURA DIFFUSA CON ASTONI DI SALICE 17
7.3.1 Generalità 17
7.3.2 Caratteristiche dei materiali 17
7.3.3 Modalità esecutive 18
7.3.4 Prove di accettazionee di controllo 18
7.4 Burghe contenti pietrame o ciottolo 19
7.4.1 Generalità – caratteristiche dei materiali 19
7.4.2 Modalità esecutive 19
7.4.3 Prove di accettazionee controllo 19
7.5 Burgoni in ciottolo o pietrame 19
7.5.1 Generalità – caratteristiche dei materiali 19
7.5.2 Modalità esecutive 20
7.5.3 Prove di accettazionee controllo 20
7.6 Materiali bituminosi filtranti tipo “fixtone” 20
7.6.1 Generalità – caratteristiche dei materiali 20
7.7 Sacconi riempiti in sabbia 21
7.7.1 Generalità – caratteristiche dei materiali 21
7.7.2 Modalità esecutive 21
7.7.3 Prove di accettazionee controllo 21
7.8 Tappeti filtranti zavorrati 22
7.8.1 Generalità – caratteristiche dei materiali 22
7.8.2 Prove di accettazionee controllo 22
7.9 Teli ripartitori di carichi 23
7.9.1 Generalità – caratteristiche dei materiali 23
8 GEOSINTETICI E GEOCOMPOSITI 24
8.1 Geotessili in tessuto non tessuto 24
8.1.1 Generalità 24
8.1.2 Caratteristiche dei materiali 24
8.1.3 Modalità esecutive 24
8.1.4 Prove di accettazione e controllo 24
8.2 Georeti tridimensionali antierosione 25
8.2.1 Generalità 25
8.2.2 Caratteristiche dei materiali 25
8.2.3 Modalità esecutive 25
8.2.4 Prove di accettazionee controllo 26
8.3 Geomembrane impermeabili 26
8.3.1 Generalità 26
8.3.2 Caratteristiche dei materiali 26
8.3.3 Modalità esecutive 26
8.3.4 Prove di accettazione e controllo 27
9 OPERE IN VERDE 28
9.1 GENERALITÀ 28
9.1.1 Generalità 28
9.1.2 Accantonamento degli strati fertili di suolo e del materiale di scavo 28
9.1.3 Difesa della parte epigea degli alberi e arbusti esistenti 28
9.1.4 Difesa della parte ipogea degli alberi esistenti 29
9.2 Preparazione del terreno 30
9.2.1 Caratteristiche dei materiali 30
9.2.2 Modalità esecutive 30
9.3 MESSA A DIMORA DI TALEE E PIANTINE 32
9.3.1 Caratteristiche dei materiali 32
9.3.2 Modalità esecutive 32
9.3.3 Prove di accettazione e controllo 33
9.4 Formazione di prati 33
9.5 MESSA A DIMORA DI ALBERI E ARBUSTI 35
9.5.1 MATERIALE AGRARIO 35
9.5.2 Acqua per l’irrigazione 35
9.5.3 Fertilizzanti, Concimi, Ammendanti, Correttivi, Compost 35
9.5.4 Fitofarmaci 36
9.5.5 Pali di sostegno, ancoraggi e legature 36
9.5.6 Pacciamatura 36
9.6 MATERIALE VIVAISTICO 36
9.6.1 Generalità 37
9.6.2 Requisiti di qualità 37
9.6.3 Requisiti progettuali 38
9.7 TRASPORTO E DEPOSITO DELLE PIANTE 39
9.8 EPOCA DI MESSA A DIMORA DELLE PIANTE 39
9.9 MESSA A DIMORA DEGLI ALBERI 39
9.9.1 Preparazione delle buche 39
9.9.2 Modalità di trapianto 40
9.9.3 Ancoraggio 40
9.9.4 Substrato e concimazione d’impianto 41
9.10 GARANZIE DELLE OPERE DI PIANTAGIONE 41
9.10.1 Di attecchimento 41
9.10.2 Dello stato di sanità 41
10 PAVIMENTAZIONI STRADALI 42
10.1 GENERALITÀ 42
10.2 Fondazioni in misto granulare 42
10.2.1 Generalità 42
10.2.2 Caratteristiche dei materiali 42
10.2.3 Modalità esecutive 43
10.2.4 Prove di accettazione e controllo 44
10.3 Strati di base 44
10.3.1 Generalità 44
10.3.2 Caratteristiche dei materiali 44
10.3.3 Modalità esecutive 46
10.3.4 Prove di accettazione e controllo 47
10.4 Strati di collegamento e di usura 48
10.4.1 Generalità 48
10.4.2 Caratteristiche materiali 48
10.4.3 Modalità esecutive 51
10.4.4 Prove di accettazione e controllo 51
1 MANTUTENZIONE ALVEI
1.1 Decespugliamento di scarpate fluviali
Nel prezzo è compreso anche l'abbattimento di alberi di alto fusto, di diametro non superiore a 6 cm.
Il prezzo comprende inoltre tutte le operazioni necessarie per eseguire il lavoro così come descritto nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto – Norme tecniche, sia esso effettuato a mano o a macchina. Sono compresi altresì l'allontanamento del materiale estratto e la sua eliminazione a discarica, nonché le operazioni di regolarizzazione del terreno a lavori ultimati. Se durante i lavori l’Impresa dovesse rinvenire nel terreno dei materiali estranei, dovrà, a sue spese, provvedere al loro allontanamento e al trasporto a rifiuto. Sono a carico dell’Impresa anche gli oneri per il recupero e le indennità di eventuali aree di stoccaggio dei materiali, nonché per la pulizia ed il ripristino di tutte le aree interessate dai lavori, dal passaggio e dalle manovre di mezzi, o dal deposito di materiali. Resta a carico dell’Impresa anche il corrispettivo per le discariche.
I lavori di decespugliamento, nel caso di appalto a misura, saranno compensati a metro quadrato di superficie ripulita.
1.2 Disboscamento di scarpate fluviali
Il prezzo comprende tutte le operazioni necessarie per eseguire il lavoro così come descritto nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche, sia esso effettuato a mano o a macchina. Sono compresi altresì l'allontanamento del materiale non utilizzabile e la sua eliminazione a discarica, nonché, per i tronchi abbattuti, l'accatastamento, il taglio dei rami, la riduzione in astoni di lunghezza commerciale ed il trasporto nei luoghi indicati dalla Direzione Lavori. Il prezzo compensa anche la successiva regolarizzazione del terreno. Se durante i lavori l’Impresa dovesse rinvenire nel terreno dei materiali estranei, dovrà, a sue spese, provvedere al loro allontanamento e al trasporto a rifiuto, indennità di discarica incluse.
Sono a carico dell’Impresa anche gli oneri per il recupero e le indennità di eventuali aree di stoccaggio dei materiali, nonché per la pulizia ed il ripristino di tutte le aree interessate dai lavori, dal passaggio e dalle manovre di mezzi, o dal deposito di materiali. Resta a carico dell’Impresa anche il corrispettivo per le discariche.
I lavori di disboscamento, nel caso di appalto a misura, saranno compensati a metro quadrato di superficie ripulita.
1.3 Sfalcio e decespugliamento di rilevati arginali
Nel prezzo sono compresi gli oneri per l'allontanamento del materiale estratto e per la sua eliminazione a discarica, nonché per le operazioni di regolarizzazione del terreno a lavori ultimati.
Nel caso il materiale derivato avesse valore commerciale, l’Appaltatore è tenuto alla sua acquisizione previo il pagamento del canone erariale stabilito dagli Uffici competenti.
Se durante i lavori l’Impresa dovesse rinvenire nel terreno dei materiali estranei, dovrà, a sue spese, provvedere al loro allontanamento e al trasporto a rifiuto. Sono a carico dell’Impresa anche gli oneri per il recupero e le indennità di eventuali aree di stoccaggio dei materiali, nonché per la pulizia ed il ripristino di tutte le aree interessate dai lavori, dal passaggio e dalle manovre di mezzi, o dal deposito di materiali. Resta a carico dell’Impresa anche il corrispettivo per le discariche.
I lavori di sfalcio e decespugliamento di rilevati arginali, nel caso di appalto a misura, saranno compensati a metro quadrato di superficie sistemata su piani e scarpate arginali di qualsiasi sviluppo, siano essi effettuati a macchina o a mano.
2 MOVIMENTI TERRA
Le sezioni di rilievo dovranno essere chiaramente individuate in sito mediante opportuna picchettazione, tale da rendere riconoscibile la sezione anche una volta eseguiti i lavori. La distanza fra due sezioni dovrà essere tale da evidenziare ogni variazione sostanziale. Gli oneri per tutte le operazioni di rilievo e di misurazione sono a carico dell’Impresa.
Nel prezzo di tutti gli scavi si intendono compensati anche:
- l'esecuzione dello scavo anche in presenza d'acqua, compreso l'onere per gli eventuali aggottamenti con l'impiego di pompe;
- l'innalzamento, carico, trasporto e messa a rinterro o a rilevato del materiale scavato nelle aree individuate dalla Direzione Lavori (rinterro e rilevato da realizzarsi con le modalità previste nel paragrafo "Formazione di rilevati" del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche), oppure il carico sui mezzi di trasporto, trasporto del materiale di qualsiasi entità proveniente dallo scavo, scarico e sistemazione a discarica pubblica od invece entro le aree poste a disposizione dal Committente o scelte dall’Appaltatore;
- le indennità di deposito temporaneo o definitivo, ovvero il canone demaniale nel caso il materiale avesse valore commerciale e l’Appaltatore intendesse acquisirlo;i permessi, i diritti o canoni di discarica se necessari;
- l'esecuzione di fossi di guardia e di qualsiasi altra opera per la deviazione delle acque superficiali e l'allontanamento delle stesse dagli scavi;
- l'esecuzione delle armature, sbadacchiature e puntellamenti provvisori delle pareti degli scavi compreso manodopera, noleggio e sfrido di legname, chioderia e quant'altro occorra per l'armatura ed il disarmo. Sono escluse invece le armature continue degli scavi tipo armature a cassa chiusa e palancole metalliche o simili ad infissione o marciavanti, da utilizzare a insindacabile giudizio della Direzione Lavori;
- l'eventuale mancato recupero, parziale o totale, del materiale impiegato nelle puntellature, nelle sbadacchiature e nelle armature suddette, e ciò anche se gli scavi fossero eseguiti per campioni;
- i maggiori oneri derivanti dagli allargamenti e dalle scarpate che si dovranno dare agli scavi stessi in relazione alle condizioni naturali ed alle caratteristiche delle opere;
- l'accurata pulizia delle superfici di scavo e la loro regolarizzazione;
- la demolizione delle eventuali tombinature o fognature di qualsiasi tipo e dimensioni nonché il loro rifacimento;
- l'incidenza degli interventi, ove necessario, per ricerca, assistenza e superamento di cavi, tubazioni e condutture sotterranee (SIP - ENEL - GAS - METANO - ACQUA - etc.).
- I rilevamenti e la misurazione degli scavi agli effetti del pagamento saranno eseguiti in contraddittorio con l’Impresa prima dell'inizio dei lavori ed al momento della contabilizzazione.
- Nel caso di appalti a misura i movimenti di terra saranno valutati generalmente a m3.
2.1 Scavo di sbancamento o ricalibratura d’alveo con sistemazione entro l’ambito del cantiere
Il prezzo comprende, oltre a tutti gli oneri richiamati al punto 2, il trasporto del materiale, lo scarico e la sistemazione entro l’area del cantiere.
Lo scavo per ricalibrature d'alveo sarà misurato e compensato a volume di materiale in posto prima dello scavo, computato con il metodo delle sezioni ragguagliate.
2.2 Scavo di sbancamento o ricalibratura d’alveo con sistemazione fuori dall’ambito del cantiere
Il prezzo comprende, oltre a tutti gli oneri richiamati al punto 2, il trasporto del materiale, lo scarico e la sistemazione nella discarica.
Lo scavo di sbancamento sarà misurato e compensato a volume di materiale in posto prima dello scavo computato con il metodo delle sezioni ragguagliate.
2.3 Scavo di fondazione a sezione obbligata
Nel caso di appalti a misura lo scavo di fondazione sarà misurato a volume in base alle sezioni obbligate di scavo risultanti dai disegni di progetto, a partire dal piano campagna originario o dal piano ottenuto a seguito di sbancamento, salvo che l’Ufficio di Direzione Lavori non adotti, a suo insindacabile giudizio, altri sistemi.
3 DEMOLIZIONI
Il prezzo deve intendersi applicabile per qualunque quantitativo di materiale da demolire, anche di dimensioni minime.
Nel prezzo sono compresi tutti gli oneri relativi a tale categoria di lavori, sia che venga eseguita in elevazione, fuori terra, in fondazione, entro terra, in breccia e in qualunque forma, comunque senza l'uso di mine.
In particolare sono compresi i ponti di servizio, le impalcature, le armature e sbadacchiature eventualmente occorrenti, nonché l'immediato allontanamento dei materiali di risulta.
L’Impresa è obbligata a recuperare i materiali dichiarati utilizzabili dall’Ufficio di Direzione Lavori, che rimangono proprietà dell'Amministrazione, e a caricare, trasportare a scaricare a rifiuto quelli non utilizzabili. Il prezzo è comprensivo anche del corrispettivo per le discariche.
3
Negli appalti a misura, le demolizioni sono valutate a m misurate in sito prima dell'esecuzione del lavoro.
3.1 Demolizione di strutture in petrame a secco o in gabboni
La demolizione di strutture in pietrame a secco o gabbioni sarà compensata, nei lavori a misura, con valutazione a metro cubo di materiale demolito, misurato in sito prima dell'esecuzione del lavoro.
3.2 Demolizione di strutture in mattoni
La demolizione di strutture in mattoni sarà compensata, negli appalti a misura, con valutazione a metro cubo di materiale demolito, misurato in sito prima dell'esecuzione del lavoro.
3.3 Demolizione di strutture in calcestruzzo
La demolizione di strutture in calcestruzzo sarà compensata, negli appalti a misura, con valutazione a metro cubo di materiale demolito, misurato in sito prima dell'esecuzione del lavoro.
3.4 Demolizione di strutture in calcestruzzo
La demolizione di strutture in cemento armato sarà compensata, negli appalti a misura, con valutazione a metro cubo di materiale demolito, misurato in sito prima dell'esecuzione del lavoro. Saranno da considerarsi demolizioni di strutture in cemento armato quelle relative a conglomerati cementizi con armatura superiore a 30 kg/m3.
3.5 Taglio e demolizione di pavimentazione stradale
Il prezzo compensa il taglio, la demolizione e la rimozione della pavimentazione stradale di qualsiasi tipo e di qualunque spessore, da realizzarsi con adeguati mezzi meccanici, lungo i tracciati preventivamente individuati.
Sono compresi nel prezzo il carico e il trasporto a discarica a qualsiasi distanza del materiale rimosso, nonché i relativi oneri, canoni o diritti.
Negli appalti a misura la valutazione sarà fatta a metro cubo (m3).
4 FORMAZIONE DI DRENAGGI
4.1 Formazione di drenaggi con materiale arido
Il prezzo comprende: la fornitura del materiale delle dimensioni prescritte, la posa in opera secondo le indicazioni di progetto e quant'altro occorrente per ultimare l'opera a regola d'arte.
I drenaggi in materiale arido per i riempimenti a tergo di strutture o per la realizzazione di canali drenanti saranno compensati, negli appalti a misura, ad assestamento avvenuto, con valutazione a metro cubo.
4.2 Filtri drenanti
Il prezzo comprende la fornitura del materiale delle dimensioni e della distribuzione granulometrica prescritta, la posa in opera secondo le indicazioni di progetto, la compattazione del materiale e quant'altro occorrente per ultimare l'opera a regola d'arte.
Il prezzo compensa altresì la realizzazione di tappeti drenanti al piede dei rilevati arginali, anche a più strati, ognuno dei quali opportunamente compattato.
Negli appalti a misura la valutazione sarà fatta a m3, a compattazione ed assestamento avvenuti, salva diversa disposizione nella voce di elenco.
4.3 Tubazioni forate in calcestruzzo
Il prezzo comprende la fornitura delle tubazioni, il carico e lo scarico a piè d'opera, la posa secondo le modalità previste e ogni lavoro e provvista per dare l'opera ultimata a regola d'arte.
Il prezzo compensa la fornitura e la posa in opera di tubazioni forate in calcestruzzo semplice, posate secondo le indicazioni di progetto.
Negli appalti a misura la valutazione sarà a metro lineare.
4.4 Tubazioni in PVC
Il prezzo comprende la fornitura delle tubazioni, il carico e lo scarico a piè d'opera, la posa secondo le modalità previste e ogni lavoro e provvista per dare l'opera ultimata a regola d'arte.
Il prezzo compensa, con valutazione a metro lineare negli appalti a misura, la fornitura e la posa in opera di tubazioni in PVC rigido serie 303/1.
5 FORMAZIONE DI RILEVATI
5.1 Preparazione del piano di posa e del rilevato arginale
Il prezzo compensa la preparazione del piano di posa per nuove arginature o per ringrosso o rialzo di arginature esistenti, eseguita mediante scavo di cassonetto o di gradonature, secondo le geometrie e le dimensioni previste dagli elaborati progettuali.
Il prezzo comprende l'onere dell'accumulo a piè d'opera, della separazione del materiale vegetale per la successiva ripresa e la posa lungo le scarpate arginali, il riutilizzo del materiale terroso idoneo integrato con altro proveniente dalle cave di prestito per il reintegro del cassonetto o dei gradoni e la posa a regola d’arte del detto materiale a riempimento del cassonetto e delle gradonature.
Negli appalti a misura, salvo diversa precisazione nella voce di elenco, la preparazione del piano di posa viene compensato a mq se di spessore prestabilito, oppure a m3 se di spessore variabile in funzione dei luoghi.
5.2 Formazione o ringrosso di rilevati arginali con materiale proveniente da cave
I rilevamenti e la misurazione dei rilevati agli effetti del pagamento saranno eseguiti in contraddittorio con L’Impresa prima dell'inizio dei lavori ed al momento della loro contabilizzazione.
Le sezioni di rilievo dovranno essere chiaramente individuate in sito mediante opportuna picchettazione, tale da rendere riconoscibile la sezione anche una volta eseguiti i lavori. La distanza fra le due sezioni di rilievo sarà tale da evidenziare ogni variazione di rilievo ai fini esecutivi. Gli oneri per tutte le operazioni di rilievo e di misurazione sono a carico dell’Impresa.
I rilevati eseguiti saranno misurati a compattazione ed assestamento avvenuti e computati con il metodo delle sezioni ragguagliate. Il prezzo comprende la fornitura a piè d'opera del materiale, la posa per strati dello spessore indicato nei disegni di progetto, la compattazione con il macchinario e le modalità prescritte negli stessi elaborati progettuali e quant'altro necessario per dare l'opera finita a regola d'arte secondo le modalità e caratteristiche previste nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche, comprese le prove di accettazione e controllo.
Il prezzo compensa la formazione di nuovi rilevati arginali o il ringrosso e/o il rialzo di rilevati esistenti con materiale proveniente da cave private individuate dall’Impresa Appaltante.
Negli appalti a misura il prezzo è riferito al m3 dato in opera finito.
L'area delle sezioni in rilevato verrà computata rispetto al piano campagna, senza tener conto né dello scavo di scoticamento o di ammorsamento (nel caso di ringrosso o rialzo arginale), né dell'occorrente materiale di riempimento; né dei cedimenti subiti dal terreno stesso per effetto del compattamento meccanico o per naturale assestamento; né della riduzione di volume che il materiale riportato subirà, rispetto al volume che occupava nel sito di scavo oppure allo stato sciolto, a seguito del compattamento meccanico.
Qualora l’Impresa superasse le sagome fissate dall’Ufficio di Direzione Lavori, il maggiore rilevato non verrà contabilizzato e l’Impresa, se ordinato dall’Ufficio di Direzione Lavori, rimuoverà, a sua cura e spese, i volumi di terra riportati o depositati in più, provvedendo nel contempo a quanto necessario per evitare menomazioni alla stabilità dei rilevati accettati dall’Ufficio di Direzione Lavori.
5.3 Formazione o ringrosso di rilevati arginali con materiale proveniente da aree demaniali
Nel caso che il materiale provenga da scavi di ricalibratura d'alveo o di sbancamento in aree demaniali, nel prezzo risulta compensato, oltre a tutto quanto già descritto alla voce l'onere per lo scavo, il carico del materiale nel luogo di giacenza, il trasporto e lo scarico a piè d'opera nell'area dei lavori, nonché la
sistemazione finale dell'area di prelievo del materiale secondo le indicazioni progettuali o dall’Ufficio di Direzione Lavori.
6 OPERE DI PROTEZIONE SPONDALE
6.1 Formazione di protezione spondale in massi naturali
Di norma il peso del materiale, deve essere determinato con l'impiego della bilancia a bilico; in casi particolari, riconosciuti dall’Ufficio di Direzione Lavori, mediante ordine di servizio, la determinazione del peso dei massi naturali può essere effettuata mediante mezzi galleggianti stazzati.
L'operazione di pesatura verrà effettuata in contraddittorio tra dall’Ufficio di Direzione Lavori, o suoi rappresentanti; le parti firmeranno le bollette, madre e figlie, nel numero disposto dall’Ufficio di Direzione Lavori.
Per le operazioni di pesatura l’Impresa deve disporre di uno o più bilici, secondo le disposizioni dall’Ufficio di Direzione Lavori, rimanendo a tutto suo carico ogni spesa ed onere relativi alle operazioni di pesatura, ivi compresi, l'impianto dei bilici ed il relativo controllo iniziale, quelli periodici da parte del competente Ufficio, le eventuali riparazioni dei bilici e la costruzione di una baracca ad uso del personale dell'Amministrazione preposto alle operazioni di pesatura.
Il peso dei carichi viene espresso in tonnellate e frazioni di tonnellate fino alla terza cifra decimale; se ne detrae la tara del veicolo e della cassa, nonché il peso dei cunei o scaglioni usati per fermare i massi di maggiore dimensione, ottenendo così il peso netto che viene allibrato nei registri contabili.
L’Impresa deve fornire appositi bollettari; ciascuna bolletta viene datata ed oltre il peso netto deve portare il peso lordo, la targa o il contrassegno dei veicolo o delle casse a cui la bolletta stessa si riferisce, nonché la categoria del materiale.
Ad ogni veicolo o cassone carico corrisponde quindi una serie di bollette, di cui la madre resta al personale dell'Amministrazione che ha effettuato la pesatura e le figlie di xxxxx vengono consegnate al rappresentante dell’Impresa, al conducente del mezzo di trasporto ed al personale dell'Amministrazione che sorveglia la posa del materiale in opera.
Quando i materiali vengano imbarcati sui pontoni o su altri galleggianti, ciascuno di tali mezzi deve essere accompagnato da una distinta di carico nella quale dovranno figurare la matricola di identificazione del galleggiante, la stazza a carico completo, l'elenco delle bollette figlie riguardanti ciascuno degli elementi imbarcati e la somma dei pesi lordi che in esse figurano.
La somma deve coincidere con la lettura della stazza a carico completo.
E’ ammessa la fornitura di massi naturali proveniente da salpamenti, previa autorizzazione dell’Ufficio di Direzione Lavori.
Lo scarico non può essere mai iniziato senza autorizzazione del Rappresentante dell’Ufficio di Direzione Lavori, questi, prima di autorizzare il versamento, controlla il carico, eseguito lo scarico verifica se lo zero della scala di stazza corrisponde alla linea di galleggiamento, quindi completa le bollette apponendovi la propria firma.
Il materiale comunque perduto lungo il trasporto non può essere contabilizzato.
Oltre a quanto stabilito nel Capitolato, l’Ufficio di Direzione Lavori ha la più ampia facoltà di aggiungere tutte quelle condizioni che ritenga più opportune per assicurare la buona riuscita delle operazioni di pesatura nonché l'efficienza dei controlli sui pesi dei carichi, sulla regolarità dei trasporti e sul collocamento in opera dei massi.
Nessuno speciale compenso o indennità può riconoscersi all’Impresa per il tempo necessario alle operazioni di taratura, stazzatura, pesatura dei materiali o per controlli su dette operazioni.
6.2 Sistemazione faccia a vista delle mantellate
Il prezzo compensa la sistemazione faccia a vista a superficie pianeggiante delle mantellate e comprende tutti gli oneri occorrenti per far assumere al paramento lato fiume l'aspetto di un mosaico grezzo, con assenza di grandi vuoti o soluzioni di continuità; il prezzo comprende altresì la fornitura del terreno vegetale, l'intasamento della mantellata e la semina fino ad attecchimento avvenuto.
Negli appalti a misura la valutazione sarà fatta a metro quadrato.
6.3 Formazione di protezione spondale in massi artificiali
Il prezzo compensa la realizzazione delle difese di sponda in massi artificiali, compresi tutti gli oneri per la fornitura ed il trasporto dei componenti del calcestruzzo, per la realizzazione del getto ed in generale per tutto quanto occorrente per la costruzione dei prismi e per la loro posa in opera secondo le modalità descritte nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche e le prescrizioni progettuali. Sono compresi anche gli oneri per il prelievo dei campioni e per le prove di laboratorio.
Negli appalti a misura, la valutazione sarà fatta a metro cubo riferita ai volumi effettivi dedotti geometricamente dalla misurazione dei singoli prismi da effettuarsi prima della posa in opera.
6.4 Formazione di protezione spondale in gabbioni
Il prezzo compensa tutti gli oneri per la confezione del gabbione a seconda della sua altezza, compresi i materiali impiegati, nonché quelli per la posa in opera.
Nel prezzo sono compresi cioè tutti gli oneri per la fornitura, il trasporto, la posa ed il montaggio delle scatole metalliche; gli oneri per la fornitura del filo zincato necessario per le cuciture di ogni scatola, per i collegamenti tra le varie scatole e per i tiranti tra le facce opposte o contigue e tutte le operazioni di cucitura, collegamento e tirantaggio.
Il prezzo comprende, altresì, la fornitura, il trasporto e la posa del materiale di riempimento secondo le indicazioni riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche, nonché l'eventuale posa in opera del gabbione da realizzarsi successivamente al riempimento dello stesso.
Negli appalti a misura, la valutazione sarà effettuata a metro cubo riferita ai volumi effettivi dedotti geometricamente dalla misurazione delle singole figure geometriche da effettuarsi prima della posa in opera.
6.5 Formazione di protezione in materassi metallici
Nel prezzo sono compresi tutti gli oneri per la fornitura, il trasporto, la posa ed il montaggio delle scatole metalliche di spessore predefinito, gli oneri per la fornitura del filo zincato necessario per le cuciture di ogni scatola, per i collegamenti tra le varie scatole e per i tiranti tra le facce opposte o contigue, incluse le operazioni stesse di cucitura, collegamento e tirantaggio, la fornitura, il trasporto e la posa del materiale di riempimento secondo le indicazioni riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche, nonché la posa in opera del materasso da realizzarsi, eventualmente, successivamente al riempimento dello stesso.
Negli appalti a misura, la valutazione sarà effettuata a metro quadrato riferita ai volumi effettivi dedotti geometricamente dalla misurazione delle singole figure geometriche da effettuarsi prima della posa in opera.
6.6 Formazione di protezione spondale mediante copertura diffusa con astoni di salice
Nel prezzo sono compresi tutti gli oneri per la regolarizzazione e la predisposizione della sponda, l'approvvigionamento del materiale vegetale, sia esso proveniente da vivaio o reperibile in loco, il taglio degli
astoni, il loro trasporto fino al luogo del cantiere, il loro eventuale immagazzinamento, il corretto posizionamento delle verghe, l'infissione dei picchetti e l'ancoraggio tramite filo di ferro zincato, la ricopertura con uno strato di terreno vegetale e quant'altro necessario per eseguire l'opera con le modalità descritte nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche e negli elaborati progettuali. Nei prezzi risultano altresì compresi gli oneri per la garanzia dell’attecchimento, il ripristino delle fallanze, nonché l'onere relativo alla realizzazione della protezione al piede eseguita con le dimensioni e le modalità previste negli elaborati progettuali e nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche.
La copertura diffusa, negli appalti a misura, sarà valutata a metro lineare di protezione messa in opera sulla base dell'altezza della sponda, misurata verticalmente a partire dalla difesa al piede, ovvero a metro quadrato di superficie spondale insediata, se così indicato nella voce di elenco.
6.7 Formazione e posa in opera di lastre in c.a. a protezione del petto arginale
Il prezzo compensa la fornitura e la posa in opera di lastre in c.a. prefabbricate, con spessore minimo delle nervature di 15 cm e delle dimensioni previste in progetto, realizzate con calcestruzzo avente resistenza caratteristica cubica minima pari a 300 kg/cm2 e debitamente armate con una quantità di ferro non inferiore a 80 kg/m3.
Il prezzo comprende anche l'onere per la preparazione del piano di posa, per l'innaffiamento, per la regolarizzazione dei giunti secondo le modalità ed i tipi di progetto, per l'esecuzione delle prove di accettazione e controllo sui materiali previste in capitolato e per ogni altra operazione necessaria per dare l'opera finita e regola d'arte.
Negli appalti a misura, la valutazione verrà effettuata a metro quadrato di superficie coperta.
6.8 Teli ripartitori di carichi
Relativamente ai teli ripartitori di carichi si provvederà alla pesatura di uno o più campioni della fornitura messa a disposizione dall’Appaltatore, a discrezione dell’Ufficio di Direzione Lavori, per verificare la loro rispondenza alle caratteristiche prescritte nel relativo prezzo unitario. Di detta pesatura verrà redatto apposito verbale.
Negli appalti a misura, la valutazione verrà effettuata a metro quadrato di superficie coperta.
6.9 Tappeti filtranti zavorrati
Il tappeto filtrante zavorrato sarà valutato a metro quadro per la superficie effettiva, misurando fuori acqua le singole fasce confezionate misurate prima della posa in opera con esclusione della fascia necessaria alla sovrapposizione questa non inferiore a 20 cm.
Con il prezzo in elenco si intendono compensate ogni fornitura e lavorazione necessaria alla buona esecuzione delle opere, la mobilitazione di cantiere ed eventuali opere provvisionali.
6.10 Burghe
Le burghe verranno conteggiate ad unità prima delle operazioni di varo e saranno compensate solo quelle regolarmente poste in opera.
6.11 Burgoni
I burgoni verranno conteggiati a numero di elementi regolarmente posti in opera.
6.12 Materassi bituminosi filtranti tipo Fixtone
I materassi bituminosi filtranti tipo Fixtone andranno valutati a m2 sulla base dei disegni di progetto.
6.13 Sacconi riempiti di sabbia
I sacconi verranno conteggiati a numero di elementi regolarmente posti in opera.
7 GEOSINTETICI E GEOCOMPOSTI
7.1 Fornitura e posa in opera di tessuto non tessuto fuori acqua
Il prezzo compensa la fornitura e la posa in opera di tessuto non tessuto e comprende tutti gli oneri per gli sfridi, le sovrapposizioni, le cuciture, le prove di laboratorio richieste dalla Direzione Lavori e quant'altro necessario per eseguire l'opera con le modalità previste nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto – Norme tecniche e nei disegni di progetto.
Negli appalti a misura i geotessili in tessuto non tessuto saranno compensati a metro quadrato, in ragione della grammatura e in base alla superficie effettivamente coperta dal telo, senza tenere conto delle sovrapposizioni.
7.2 Fornitura e posa in opera di tessuto non tessuto sotto il pelo dell’acqua
Il prezzo compensa la posa in opera di tessuto non tessuto come al numero precedente e con gli stessi oneri, ma posato sotto il livello dell'acqua.
7.3 Fornitura e posa in opera di georate tridimensionale antierosione, rinforzata con griglia in poliestere
Il prezzo compensa la fornitura e la posa in opera di georete tridimensionale in nylon rinforzata con griglia in poliestere delle caratteristiche riportate nel Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche e comprende tutti gli oneri per gli sfridi, i sormonti, le cuciture, gli ancoraggi, le prove di laboratorio richieste dall’Ufficio di Direzione Lavori e quant'altro necessario per eseguire l'opera con le modalità previste nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche e nei disegni di progetto.
Negli appalti a misura, le georeti tridimensionali antierosione saranno compensate a metro quadrato, in base alla superficie effettivamente coperta dalla georete, senza tenere conto dei sormonti.
7.4 Fornitua e posa in opera di geomembrana impermeabile
Il prezzo compensa la pulitura e la livellazione del terreno di posa, la fornitura e la posa in opera di uno strato in tessuto non tessuto di peso unitario non inferiore a 70 g/m2, la fornitura e la posa in opera della geomembrana impermeabile delle caratteristiche riportate nel Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche e comprende tutti gli oneri per gli sfridi, i sormonti, gli ancoraggi, le giunzioni o saldature, le prove di laboratorio richieste dall’Ufficio di Direzione Lavori e quant'altro necessario per eseguire l'opera con le modalità previste nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche e nei disegni di progetto.
Negli appalti a misura, le geomembrane impermeabili saranno compensate a metro quadrato in base alla superficie effettivamente coperta dal telo, senza tenere conto dei sormonti.
8 PAVIMENTAZIONI STRADALI
8.1 Costruzione di cassonetto stradale con regolarizzazione e rullatura del fondo
Il prezzo compensa la realizzazione di cassonetto stradale, comprendente la regolarizzazione e la rullatura con rullo di adatto peso, statico o vibrante, o con piastra vibrante idonea, del piano di fondo dello scavo di cassonetto, compresi gli oneri per il funzionamento del rullo o della piastra e per ogni altra operazione necessaria per completare l'opera a regola d'arte.
Negli appalti a misura, la valutazione verrà effettuate a metro quadrato per lo spessore riportato nei disegni di progetto.
8.2 Fondazioni stradali in misto granulare
Il prezzo compensa la formazione di fondazioni stradali e di strade sterrate realizzate secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche.
La valutazione, negli appalti a misura, avverrà a metro cubo a compattazione avvenuta.
8.3 Conglomerato bituminoso per strati di base
Il prezzo compensa l'esecuzione di strati di base dello spessore compresso di 6 cm, realizzati secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche.
La valutazione, negli appalti a misura, avverrà a metro quadro a compattazione avvenuta.
8.4 Conglomerato bituminoso per strati di usura
Il prezzo compensa l'esecuzione di strati di usura dello spessore compresso di 3 cm, realizzati secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche. Il prezzo comprende anche la provvista e la stesa di una mano di ancoraggio costituita da bitume di penetrazione 80/100 modificato con polimeri sintetici e stesa con apposita attrezzatura a pressione alla temperatura di almeno 160 °C, in ragione di 1 kg/m2.
La valutazione, negli appalti a misura, avverrà a metro quadro a compattazione avvenuta.
9 OPERE IN VERDE
9.1 Fornitura a pieè d’opera di terreno agrario
Il prezzo compensa la fornitura a piè d'opera di terreno agrario delle caratteristiche riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche.
La valutazione, negli appalti a misura, avverrà a metro cubo a opera eseguita.
La misurazione di detto volume avverrà dopo la stesa del terreno sulle superfici da inerbire, misurando, con il metodo della sezioni ragguagliate, la superficie occupata e moltiplicandola per lo spessore teorico previsto in progetto (verificata la corrispondenza dello stesso).
9.2 Fornitura e posa di talee
Il prezzo compensa la fornitura e la posa di talee di specie arbustive, con diametro minimo 3 cm e lunghezza minima 80 cm, ad elevata capacità vegetativa, infisse per almeno 60 cm nel terreno oppure negli interstizi delle difese spondali. Sono compresi tutti gli oneri per dare il lavoro ultimato a regola d'arte secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche.
Nei contratti a misura, la valutazione sarà effettuata a numero.
9.3 Fornitura e posa di specie arbustive
Il prezzo compensa la fornitura e la posa in opera di specie arbustive autoctone di piccole dimensioni (altezza inferiore a 80 cm) a radice nuda e/o con pane di terra. Il prezzo comprende la fornitura delle specie arbustive, l'esecuzione della buca, l'impianto, il reinterro, la concimazione e la bagnatura dell'impianto, le potature di formazione e tutto quanto necessario per eseguire il lavoro a regola d'arte con le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche.
Nei contratti a misura, la valutazione sarà effettuata a numero.
9.4 Inerbimento di superfici: semplice o potenziato
I prezzi compensano l'inerbimento di superfici piane o inclinate con un miscuglio di sementi di specie erbacee selezionate mediante tecnica a spaglio o meccanica, realizzato con le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Norme tecniche.
I prezzi comprendono anche tutte le operazioni necessarie per la preparazione alla semina del terreno agrario, compresa quindi la stesa del terreno stesso lungo le superfici da inerbire per lo spessore previsto in progetto. I prezzi comprendono anche i lavori di vangatura, fresatura ed erpicatura del terreno agrario da eseguirsi prima delle operazioni di semina o di piantamento, realizzati secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III.
Per quanto concerne l’inerbimento potenziato è previsto altresì la spruzzatura di una emulsione bituminosa non inferiore a 2 kg/mq, lo spargimento di fertilizzanti e concimi con l’innaffiamento sistematico per il tempo occorrente. Nei contratti a misura, la valutazione sarà effettuata a metro quadrato.
NORME TECNICHE
1 NORME GENERALI PER L’ESECUZIONE DEI LAVORI
1.1 Generalità
L’Impresa è tenuta alla scrupolosa osservanza delle norme contenute nel Capitolato e di quanto altro prescritto nei documenti di progetto.
Nell’esecuzione dei lavori l’Impresa è altresì obbligata ad osservare ed a far osservare dal proprio personale tutte le norme antinfortunistiche e sulla sicurezza del lavoro vigenti all’epoca dell’appalto, nonché quelle specificatamente indicate nei piani di sicurezza di cui all’art. 31) della Legge 415/98.
L’Impresa è diretta ed unica responsabile di ogni conseguenza negativa, sia civile che penale, derivante dalla inosservanza o dalla imperfetta osservanza delle norme di cui ai precedenti commi.
All’atto della consegna dei lavori l’Appaltatore procederà in contraddittorio con l’Ufficio di Direzione Lavori al tracciamento con metodi topografici di sezioni trasversali e/o profili longitudinali, dei limiti degli scavi e dei rilevati e di tutte le opere d’arte previste in base ai disegni di progetto ed ai capisaldi e riferimenti che verranno indicati dall’Ufficio di Direzione Lavori.
1.2 Ordine da tenersi nell’avanzamento lavori
L’Impresa ha la facoltà di sviluppare i lavori nel modo che crederà più opportuno per darli perfettamente compiuti nel termine stabilito dal programma esecutivo dei lavori e nel termine contrattuale, purché esso, a giudizio dell’Ufficio di Direzione Lavori, non riesca pregiudizievole alla buona riuscita delle opere ed agli interessi dell'Amministrazione.
Tuttavia, l'Amministrazione ha diritto di prescrivere l'esecuzione ed il compimento di determinati lavori entro un ragionevole termine, anche in difformità rispetto alle indicazioni del citato programma, specialmente in relazione ad esigenze di ordine od interesse pubblico, senza che l’Impresa possa rifiutarvisi ed avanzare pretese di particolari compensi.
L’Impresa dovrà provvedere, durante l'esecuzione dei lavori, a mantenere pulite le aree di lavoro, di manovra, di passaggio, o di deposito temporaneo; è altresì obbligata, al termine dei lavori, a riportarle nelle condizioni che le caratterizzavano prima dell'inizio dei lavori. Tali oneri sono inglobati nei prezzi di elenco.
1.3 Lavori eseguiti ad iniziativa dell’Impresa
L’Appaltatore che nel proprio interesse o di sua iniziativa abbia impiegato materiali o componenti di caratteristiche superiori a quelle prescritte nei documenti contrattuali, o eseguito una lavorazione più accurata, non ha diritto ad aumento dei prezzi e la contabilità è redatta come se i materiali avessero le caratteristiche stabilite.
Nel caso sia stato autorizzato per ragioni di necessità o convenienza da parte del Direttore dei Lavori l’impiego di materiali o componenti aventi qualche carenza nelle dimensioni, nella consistenza o nella qualità, ovvero sia stata autorizzata una lavorazione di minor pregio, viene applicata una adeguata riduzione del prezzo in sede di contabilizzazione, sempre che l’opera sia accettabile senza pregiudizio e salve le determinazioni definitive dell’organo di collaudo.
1.4 Preparazione dell’area di cantiere e dei lavori
Prima che abbia luogo la consegna dei lavori, L’Impresa dovrà provvedere a sgombrare la zona, dove essi dovranno svolgersi, dalla vegetazione boschiva ed arbustiva eventualmente esistente e procedere alla