AZIENDA SOCIO SANITARIA TERRITORIALE DI LODI
AZIENDA SOCIO SANITARIA TERRITORIALE DI LODI
Regione Lombardia
Presidio Unico – Stabilimento Ospedaliero di Lodi
PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO DEGLI INCARICHI DI PROGETTAZIONE DEFINITIVA ED ESECUTIVA, COMPRENSIVA DEL COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE, NONCHÉ DI COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA IN FASE DI ESECUZIONE DEI LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE ED ADEGUAMENTO DEL PRESIDIO UNICO - STABILIMENTO OSPEDALIERO DI LODI (AMPLIAMENTO AREA DEDICATA AL P.S. – ADEGUAMENTO NORMATIVO FARMACIA OSPEDALIERA – RISTRUTTURAZIONI AREE DH-DS CENTRALIZZATO – CENTRO EMOTRASFUSIONALE E LABORATORIO DI MICROBIOLOGIA – AREA MORGUE)
DOCUMENTO PRELIMINARE ALLA PROGETTAZIONE
(redatto ai sensi dell’art. 23, comma 3 e 4, del decreto legislativo n. 50/2016 e dell’art. 15, commi 5 e 6, del D.P.R. n. 207/2010)
U.O.C. Gestione Servizi Tecnico Patrimoniali Il Responsabile Unico del Procedimento Arch. Xxxxxxxx Xxxx
Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Xxxx
00000 Xxxx – Piazza Ospitale, 10 – Tel. 0371-37.1 / Fax 0371-37.6438 – C.F. e P.IVA 09322180960
Nota generale.
Principali abbreviazioni del testo:
SA: Stazione Appaltante;
RUP: Responsabile del Procedimento ai sensi dell’art. 31 del D.lgs. 50/2016 (art. 10 del D.P.R. 207/10); DPP: Documento Preliminare alla Progettazione ai sensi dell’art. 15 del D.P.R. 207/10;
DL: Direzione Lavori ai sensi dell’art. 101 del D.lgs. 50/2016; DO: Direzione Operativa ai sensi dell’art. 101 del D.lgs. 50/2016; IC: Ispettore di Cantiere ai sensi dell’101 del D.lgs. 50/2016;
CSP: Coordinatore per la progettazione ai sensi dell’art. 91 del D.Lgs. 81/08; CSE: Coordinatore per l’esecuzione ai sensi dell’art. 92 del D.Lgs. 81/08
INDICE
1. Premesse 4
2. Fattibilità tecnica e amministrativa 5
............................................................................................................................................................. 6 3. Illustrazione degli interventi in progetto ..................................................................................... 8
4. Requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi 10
5. Stima dei costi 11
6. Fasi di progettazione e loro sequenza logica nonché tempi di svolgimento 13
7. Elaborati grafici e descrittivi da redigere 17
8. Procedura CAD 21
9. Regole e norme tecniche da rispettare 28
1. Premesse
- Con DGR n. X/5805 del 18 novembre 2016 recante: “Determinazioni in ordine ai criteri e agli ambiti per l’utilizzo dei fondi di investimento per l’esercizio finanziario 2017 e seguenti – indicazioni per la ricognizione delle esigenze del piano straordinario”, è stata avviata una fase di ricognizione di investimenti per gli esercizi 2017 e seguenti, con riferimento agli ambiti seguenti: A) piani di incremento dei livelli di sicurezza antincendio e sicurezza sismica dei presidi di riferimento delle ASST e IRCCS di diritto pubblico; B) piani strategici di razionalizzazione in attuazione del criterio di continuità delle cure in attuazione della LR 23/2015; C) implementazione dei sistemi informativi aziendali finalizzata all’attuazione della LR 23/2015; D) sostituzione di grandi apparecchiature biomediche giunte a fine vita o di cui si prevede l’esigenza di sostituzione nel prossimo biennio;
- Con D.G.R. n. X/6548 del 4 maggio 2017 recante: “Programma regionale straordinario investimenti in sanità – Determinazioni conseguenti alla deliberazione di giunta regionale n. X/5805/2016 e assegnazione finanziamenti” è stato approvato l’elenco degli interventi di edilizia sanitaria comprendente, tra gli altri, gli interventi di “Ampliamento area dedicata al P.S.” (Lodi), per un importo di € 730.000,00, di “Adeguamento normativo Farmacia ospedaliera” (Lodi) per un importo di €. 1.650.000,00, di “Ristrutturazioni aree DH-DS Centralizzato – Centro emotrasfusionale e laboratorio di microbiologia – Area morgue” (Lodi) per un importo di €. 4.180.000,00 e di “Adeguamento prevenzione incendi – prima fase” (Codogno) per un importo di €. 1.200.000,00 e così per un importo complessivo di €. 7.760.000,00 (quest’ultimo intervento non oggetto della presente progettazione);
- Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 50/2016 si rende necessario procedere con una gara di lavori, ponendo a base di gara il progetto esecutivo;
- Il progetto di fattibilità tecnico economica è stato redatto dall’ufficio tecnico della Stazione Appaltante;
- Oggetto della presente procedura sarà quindi la redazione del progetto definitivo ed esecutivo, comprensivi del coordinamento della sicurezza in fase di progettazione nonché del coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione degli interventi di ristrutturazione ed adeguamento del Presidio Unico, stabilimento Ospedaliero di Lodi;
- La presente relazione rappresenta il documento preliminare necessario all’avvio dell’attività di progettazione;
- Precisazioni di natura procedurale per l’appalto dei lavori:
a) la tipologia di contratto individuata per la realizzazione dell’opera è la sola esecuzione di lavori;
b) per l’appalto di lavori si seguirà una procedura aperta, con pubblicazione del bando;
c) il contratto sarà stipulato a corpo;
d) in relazione alle caratteristiche dell'oggetto del contratto, verrà adottato il criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
2. Fattibilità tecnica e amministrativa
Cosa è stato realizzato
Gli interventi finora realizzati ed inseriti nel IV e VI atto integrativo hanno determinato la prosecuzione degli obiettivi programmati (ammodernamento tecnologico, adeguamento normativo, assolvimento dei requisiti di accreditamento, attenzione all’area materno infantile, ecc) e permesso un adeguamento funzionale ed una generale rivisitazione per l’ottimizzazione dell’attività sanitaria e del comfort alberghiero dei degenti, anche al fine di garantire il rispetto dei requisiti di accreditamento e delle condizioni di sicurezza previste dalla vigente normativa.
Va qui ricordato, infatti, come nel tempo si siano succeduti interventi volti ad una generale ristrutturazione del plesso ospedaliero, in larga parte assistiti da finanziamenti statali a valere sui fondi di cui all’art. 20 della Legge n. 67/1988, da finanziamenti regionali e, in misura rilevante, anche da finanziamenti propri aziendali provenienti da alienazioni del patrimonio disponibile.
Fra i primi rilevanti interventi va menzionata la realizzazione della cosiddetta Terza Ala dell’Ospedale Maggiore, un monoblocco a corpo triplo articolato su nove livelli ospitanti degenze, attività laboratoristiche ed ambulatoriali ed un blocco operatorio. La sua realizzazione, iniziata nel 1998 ed ultimata nel 2006, ha comportato un investimento di € 13, 5 milioni circa, finanziato per € 9,2 milioni circa con fondi statali e regionali e per € 4,3 milioni con fondi aziendali.
Un primo intervento sul Dipartimento di Emergenza ed Accettazione, realizzato tra il 2007 ed il 2010, ha comportato un investimento di € 3,9 milioni finanziato per € 1,3 milioni circa con fondi statali e regionali e per € 2,6 milioni con fondi aziendali.
Con un importante intervento di ristrutturazione generale e di ampliamento nell’ambito del IV Atto Integrativo dell’Accordo di Programma Quadro sugli Investimenti in Sanità, realizzato tra il 2009 ed il 2015, si è proceduto ad un complessivo e drastico innalzamento delle prestazioni energetiche della struttura, a primi lavori di consolidamento statico strutturale, ad opere di adeguamento normativo e alla riqualificazione di importanti parti dell’Ospedale quali l’area intensiva e subintensiva e l’area materno-infantile. Con l’occasione, lo Stabilimento di Lodi è stato integrato con la costruzione del nuovo padiglione di ingresso nel quale trovano luogo l’area di accesso al Pronto Soccorso, l’area di accoglienza, i servizi commerciali accessori, il punto prelievi ed il CUP. L’investimento complessivo, in questo caso, ha visto l’impiego di € 22,8 milioni, finanziato per € 16,6 milioni con fondi statali e regionali e per € 6,2 milioni con fondi aziendali.
Nell’ambito del VI Atto Integrativo dell’Accordo di programma quadro in materia di Edilizia Sanitaria, il presidio è stato oggetto di un ulteriore intervento di ristrutturazione, ultimato nel 2016, limitatamente ad un reparto di degenza ed all’area dedicata ai servizi religiosi. L’investimento complessivo, pari ad € 1,4 milioni circa, è interamente coperto da contributo statale e regionale.
Agli interventi finanziati o cofinanziati mediante contributi statali e regionali, ammontanti a complessivi € 41,6 milioni (di cui € 28,5 milioni assistiti dai suddetti finanziamenti ed € 13,1 milioni coperti con fondi aziendali), si aggiungono ulteriori interventi di adeguamento o di ristrutturazione interamente gravanti su somme derivanti da alienazioni immobiliari, il cui importo complessivo ammonta ad € 5,0 milioni circa. L’ammontare complessivo degli investimenti sino ad oggi realizzati sull’Ospedale Maggiore di Lodi è dunque pari ad € 46,6 milioni.
Con il VII Atto Integrativo dell'Accordo di Programma Quadro degli Investimenti in Sanità, si procederà all’esecuzione di un ulteriore intervento di ristrutturazione dedicato ad opere di adeguamento del Dipartimento Materno Infantile, con la realizzazione di un nuovo blocco parto, dell’area di degenza TIN e Neonatologia e dei servizi ad essa complementari. Lo stanziamento è pari ad € 4,2 milioni interamente finanziati con fondi statali e regionali.
L’adeguamento dell’Ospedale Maggiore di Lodi alle disposizioni contenute nella nuova regola tecnica di prevenzione incendi di cui al D.M. 19 marzo 2015, formerà infine oggetto di un intervento nel quadro dei fondi stanziati dalla Giunta regionale con deliberazione n. 5508/2016 per un importo di €1,3 milioni circa.
I suddetti interventi verranno programmati, nella loro esecuzione, a partire dal 2018.
Sicché l’insieme degli investimenti ad oggi realizzati e di quelli programmati, riferiti all’Ospedale Maggiore di Lodi raggiunge l’importo complessivo di € 52,1 milioni.
Il Programma regionale straordinario investimenti in sanità
Con deliberazione di Giunta della Regione Lombardia n. X/6548 del 4 maggio 2017, avente ad oggetto: “Programma regionale straordinario investimenti in sanità – determinazioni conseguenti alla deliberazione di giunta regionale n. X/5805/2016 e assegnazione finanziamenti”, è stato approvato l’elenco degli interventi di edilizia sanitaria riportato nell’allegato numero “2” della predetta deliberazione, comprendente, tra gli altri, gli interventi finalizzati alla razionalizzazione del Presidio Ospedaliero Unico di Lodi, per la realizzazione dei quali, la medesima predetta deliberazione regionale ha previsto lo stanziamento di una somma pari a € 6.560.000,00, così suddivisa:
- Ampliamento area dedicata al pronto soccorso | € 730.000,00 |
- Adeguamento normativo farmacia ospedaliera | € 1.650.000,00 |
- Ristrutturazione aree d.h. - d.s. centralizzato Centro emotrasfusionale e laboratorio di microbiologia Area morgue | € 4.180.000,00 |
L’allegato numero “3” della sopra richiamata deliberazione di Giunta della Regione Lombardia n. X/6548 del 4 maggio 2017, recante “Modalità di utilizzo e monitoraggio delle risorse”, che impartisce le opportune disposizioni in merito al percorso procedurale di approvazione e ammissione al finanziamento degli interventi in esso contenuti, disponendo, in particolare, che, per i progetti relativi a lavori sussidiati d’importo uguale o superiore a € 300.000,00, al fine di ottenere il decreto di approvazione del progetto, le Aziende Sanitarie interessate dovranno trasmettere i progetti da porre a base di gara secondo le modalità individuate dalle linee guida di cui al decreto della Direzione Generale Welfare n. 13863 del 23 dicembre 2016 e in coerenza con il decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, entro 16 mesi dalla data della medesima predetta deliberazione, ovvero entro e non oltre il termine perentorio del 4 settembre 2018.
La realizzazione dei suddetti interventi comporterà una riqualificazione dello Stabilimento ospedaliero di Lodi.
Obiettivi del progetto di riqualificazione del Presidio Unico – Stabilimento ospedaliero di Lodi
I continui sviluppi delle conoscenze mediche, della ricerca e delle tecniche terapeutiche hanno comportato un aumento di complessità dell'attività medica e delle strutture sanitarie. Se il contesto tecnologico della medicina è profondamente cambiato, l'intervento pubblico nel settore delle costruzioni stenta a seguirne l'evoluzione.
In questi ultimi anni, nei paesi ad elevato sviluppo socio-economico, si sono verificate profonde modificazioni nel tipo di patologia prevalente. La drastica riduzione della morbosità per malattie infettive e l'allungamento della vita media ha, infatti, consentito l'evidenziarsi di malattie proprie della vita adulta e presenile. Il quadro nosologico generale è sempre più influenzato quindi da numerose e diverse malattie che si caratterizzano per l'andamento cronico-degenerativo, la presenza di forme di invalidità e la tendenza alle pluri-patologie.
Questo orientamento, unitamente alla necessità di governo delle tecnologie (acquisto- manutenzione-gestione) e di maggiore flessibilità nell'utilizzo del personale si accompagnerà alla suddivisione delle strutture sanitarie sia in termini prestazionali (prestazioni di base, prestazioni diversificate con tecnologia di media complessità, prestazioni con alti livelli di specializzazione tecnico scientifica) che assistenziali (a bassa intensità di cure e complessità nelle presenze professionali).
Gli interventi prospettati e la loro articolazione organizzativa dovrebbero consentire di rendere disponibili, attraverso momenti di qualificazione e ridistribuzione interna, le risorse umane richieste dall'aumento del livello assistenziale. Inoltre dovrebbe realisticamente essere possibile contenere o eliminare le diseconomie di sistema (ricoveri impropri, sovrapposizione di intervento, duplicazione dei servizi) che riducono le potenzialità complessive della struttura.
Attraverso il superamento della logica di appartenenza divisionale e grazie all'utilizzo di relazioni orizzontali, sono infatti realizzabili sia la promozione dell'attività multi disciplinare, sia il massimo utilizzo delle risorse esistenti in termini di capacità, personale ed apparecchiature.
Da queste linee di tendenza e dall'analisi del contesto, in relazione alle condizioni strutturali, funzionali e sanitarie, sono stati individuati gli obiettivi dell'intervento di riqualificazione generale del complesso ospedaliero di Lodi, iniziato con l'ampliamento del presidio prima, a fine anni '90, mediante la realizzazione della Terza Ala e proseguito poi, tra il 2006 e il 2015, con la realizzazione del nuovo padiglione di ingresso unitamente ai primi interventi interni all'edificio utili alla riqualificazione sia strutturale che sanitaria per garantire l'aumento del livello assistenziale richiesto e di cui qui di seguito si sintetizzano gli obiettivi individuati, prefissati già in precedenza agli interventi finora realizzati e ritenuti validi anche per quanto richiesto dall'intervento in oggetto, ovvero :
- razionalizzare i percorsi interni con la separazione fra i percorsi dell'emergenza, dei degenti, degli utenti esterni e dei visitatori;
- riqualificare le aree di degenza in un quadro di elevata qualità alberghiera;
- concentrare le aree di degenza ottimizzando le risorse umane richieste dall'aumento del livello assistenziale;
- garantire un contenitore flessibile con capacità di adattarsi a nuove esigenze e, al contempo, un contenitore funzionale, moderno con un proprio valore aggiunto in termini di qualità architettonica;
- potenziare i servizi ambulatoriali e di day hospital, favorendo la gradualità della cura;
- offrire al personale sanitario aree di lavoro concentrate e dotate di servizi adeguati al fine di favorire i rapporti interdisciplinari, in un percorso progettuale che segua il paziente a partire dal medico di base sino alla dimissione protetta;
- garantire un sistema dell'accoglienza che consenta un chiaro orientamento all'utente della struttura;
- razionalizzare i servizi di supporto in un quadro aziendale;
- garantire il rispetto dei requisiti di accreditamento e delle condizioni di sicurezza previste dalla vigente normativa;
- garantire, in genere, l'adeguamento alla normativa vigente;
- garantire la verifica e messa a norma del complesso edilizio per la prevenzione incendi;
- garantire la messa a norma degli impianti tecnologici.
Gli interventi finora realizzati hanno già in parte determinato l'ammodernamento tecnologico, l'adeguamento normativo e l'assolvimento dei requisiti di accreditamento oltre che porre l'attenzione su aspetti sanitari in continua evoluzione e di nuova concezione che giustificano e indirizzano costanti adeguamenti funzionali e rivisitazione degli spazi e delle strutture per l'ottimizzazione dell'attività sanitaria e del comfort alberghiero dei degenti, oltre a garantire il rispetto dei requisiti di accreditamento e delle condizioni di sicurezza previste dalla normativa.
In fasi successive e graduali dovranno essere realizzati tutti gli interventi, sia complessivi che puntuali, che avranno lo scopo di completare e/o migliorare la qualità dei servizi erogati e ottimizzare le risorse per elevare gli standard di degenza.
L'intervento richiesto dovrà quindi essere finalizzato non solo al raggiungimento degli standard per l'accreditamento della struttura ma anche al lori superamento nell'obbiettivo di raggiungere livelli prestazionali tali da contribuire ad un miglioramento della sua collocazione sul "mercato" dell'offerta sanitaria in Lombardia.
In base a quanto suddetto e in relazione alle condizioni strutturali, funzionali e sanitarie, l’ipotesi progettuale dovrà quindi sviluppare questi concetti, approfondendo inoltre aspetti sensibili per l’esecuzione delle opere, per cui dovranno necessariamente essere coinvolti i diversi organi competenti in materia di ristrutturazione, ampliamento e accreditamento (ATS Milano, Ufficio Tecnico Territoriale Regionale, Comune, VVF, ecc) per il rilascio delle dovute e/o necessarie autorizzazioni e/o pareri che la progettazione in oggetto dovrà necessariamente ottenere.
3. Illustrazione degli interventi in progetto
La proposta progettuale dovrà essere redatta conformemente al D.P.R. 14/01/1997 ed alla D.G.R. n. 6/38133 del 06/08/1998 e a quanto riportato nella D.G.R. n. X/4873 del 29/02/2016.
I reparti progettati dovranno rispondere ai requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi in vigore al momento della progettazione.
Si dovrà quindi prevede a titolo esemplificativo:
- la verifica di tutti gli spazi operativi secondo il DPR 14 gennaio 1997 e le varie normative specifiche di riferimento;
- la verifica e riorganizzazione di tutti gli spazi operativi, per renderli accreditabili, prevedendo interventi mirati a rendere più funzionali e vivibili gli spazi a norma con le richieste igienico- sanitarie e di accreditamento.
Il progetto dovrà comprendere le seguenti opere ed interventi:
3.1. Ampliamento morgue – servizio mortuario - Piano Seminterrato blocchi B1 (parte) L’area dedicata alla Morgue, dislocata al piano seminterrato del blocco “B1”, necessita di una radicale ristrutturazione ed una più ampia e razionale dotazione di spazi accessori quali la camera autoptica ed aree dedicate ad un sostanziale miglioramento dell’accoglienza e della riservatezza garantita ai visitatori.
Il servizio mortuario così riformato, rispetterà i canoni di accessibilità consentendo l’entrata e l’uscita autonoma dal reparto senza interferenze rispetto al sistema generale dei percorsi interni alla struttura. Gli spazi ad esso dedicati sono accessibili dall’esterno tramite percorso pedonale e carrabile dedicato per parenti e mezzi funebri; le camere ardenti saranno aperte direttamente sull’esterno per l’ingresso dolenti e l’uscita del feretro. Il Servizio è raggiungibile mediante collegamenti verticali attraverso gli ascensori dai reparti di degenza.
E’ prevista la riattivazione della chiesa settecentesca del Santo Spirito, parte del plesso dell’Ospedale Vecchio assegnato alla ASST di Lodi per le attività erogative territoriali in esso ospitate, quale cappella a disposizione per la celebrazione dei riti funebri, funzione per la quale fu in origine edificata ed utilizzata sino al 2002.
L’intervento è subordinato al trasferimento del laboratorio di microbiologia. Area interessata dall’intervento - Totale mq. 370,00.
3.2. Ampliamento area dedicata al Pronto Soccorso – Piano Seminterrato blocchi B1 (parte), B2 e B3
L’area del pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore di Lodi è sottoposta a una crescente pressione derivante dal costante incremento del numero di accessi. L’attuale configurazione, necessita di una parziale revisione anche in relazione al riordino della rete di emergenza ed urgenza aziendale. E’ infatti sopravvenuta la soppressione del pronto soccorso di Casalpusterlengo e del punto di primo intervento di Sant’Angelo Lodigiano, strutture attualmente sostanzialmente dedicate alla degenza riabilitativa e dunque sprovviste dei servizi clinico diagnostici di supporto ad un efficiente pronto soccorso.
Per far fronte alla crescente domanda gravante sul pronto soccorso di Lodi è dunque necessario estenderne, anche in termini di superfici disponibili, la capacità di trattare sia pazienti adulti che pazienti pediatrici. Tale estensione interesserà l’adiacente area già occupata in parte dal laboratorio di microbiologia, oggetto del trasferimento di seguito descritto.
Area interessata dall’intervento - Totale mq. 300,00.
3.3. Centro emotrasfusionale e laboratorio di microbiologia – Piano 1° blocco B1
Nell’area resa disponibile con il trasferimento del Day Hospital medico oncologico (blocco B1 - piano primo) verso il nuovo servizio centralizzato, area adiacente alla zona laboratoristica localizzata al primo piano della terza ala (blocco F), verranno trasferite funzioni laboratoristiche ad essa complementari quali il laboratorio di microbiologia, oggi dislocato in prossimità del pronto soccorso in locali ancora non interessati da interventi di ristrutturazione, e le attività laboratoristiche del centro trasfusionale.
Verrà così realizzata nella struttura un’unica area dedicata alle attività di laboratorio integrate con il conseguente miglior impiego delle risorse strumentali e di personale ad esse dedicate. Nella nuova area laboratoristica integrata è prevista la concentrazione di tutta l’attività di analisi di chimica clinica e di microbiologia necessitante all’assolvimento della domanda derivante dai quattro stabilimenti aziendali e dall’utenza ambulatoriale dell’intera area provinciale servita.
L’intervento è subordinato al trasferimento del D.H. medico oncologico. Area interessata dall’intervento - Totale mq. 640,00.
3.4. Day Hospital – Day Surgery centralizzato – Piano 1° blocchi A1 e A2
L’area costituita dal piano primo dei blocchi A1 e A2, in buona parte oggi non utilizzata e mai interessata da interventi di ristrutturazione sin dall’originaria costruzione del plesso, verrà dedicata ad un reparto di degenza day-hospital unificato, nel quale verranno riuniti tutti i posti letto del suddetto regime di ricovero attribuiti alle diverse specialità mediche e chirurgiche, oggi distribuiti nei vari reparti, ivi compresi i posti letto di day surgery provenienti dallo stabilimento di Sant’Angelo Lodigiano, trasformato in Presidio Ospedaliero Territoriale.
La razionale riunione in un’unica area degenziale di tutti i posti letto per prestazioni in regime di
D.H. e di D.S. consentirà intuibili economie di scala in termini di maggiore efficienza ed efficacia delle risorse impiegate in termini di assistenza medica ed infermieristica.
Area interessata dall’intervento - Totale mq. 1.050,00.
3.5. Farmacia – Padiglione Ex Maternità corpo C
L'intervento in oggetto prevede la realizzazione di camere a contaminazione controllata per allestimento di farmaci chemioterapici e per nutrizione parenterale presso il servizio di Farmacia ospedaliera dell'Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Lodi, collocata al piano rialzato del Padiglione Ex-Maternità (corpo C).
Lavorare in condizioni asettiche è un requisito imprescindibile. Spesso però i banchi sterili o le cabine di sicurezza microbiologica non sono sufficienti sia per il limitato spazio di lavoro a disposizione, sia per la mancanza di controllo sull’ambiente per prevenire eventuali contaminazione del materiale sterile. In tali contesti è difficile garantire il livello richiesto di pulizia ambientale se non ricorrendo a soluzioni edili-impiantistiche complesse e non sempre facilmente ed economicamente realizzabili.
L’intervento proposto consentirà quindi la manipolazione dei prodotti ponendo particolare attenzione alla salvaguardia degli operatori addetti a tali specifiche lavorazioni, dei pazienti, del personale aziendale e degli ambienti esterni, mediante il confinamento delle eventuali contaminazioni aerodisperse, la totale filtrazione dell'aria prima dell'espulsione all'esterno e infine il corretto flusso dei materiali e del personale addetto.
La realizzazione delle camere a contaminazione controllata, delle quali il Servizio Farmaceutico è ad oggi sostanzialmente sprovvisto, sarà resa possibile grazie all’unificazione dei magazzini farmaceutici ed economali aziendali.
Area interessata dall’intervento - Totale mq. 550,00.
3.6. Rifacimento facciate e piazzale Ex Maternità
Per quanto riguarda il Padiglione Ex Maternità, denominato Corpo "C", questo ospita attualmente il reparto di neonatologia, la farmacia e gli uffici direzionali aziendali e di presidio; di più antica costruzione, risalente infatti agli anni Venti, si sviluppa su tre piani fuori terra e mostra ancora oggi i caratteri costruttivi e tecnologici tipici dell’epoca.
Per quanto attiene il degrado dei rivestimenti della Palazzina, questi presentano un intonaco in più punti ammalorato con evidenti ristagni d’acqua piovana e conseguenti dissesti. L’intervento prevede il ripristino, il consolidamento e la protezione degli intonaci.
La proposta prevede inoltre il rifacimento della pavimentazione del piazzale antistante il padiglione, attualmente realizzato in asfalto con parecchie zone sconnesse e pericolose per il transito pedonale; si provvederà alla successiva razionalizzazione dello spazio destinato a parcheggio e all’installazione di rastrelliere.
4. Requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi
Edile
Si dovrà procedere con la progettazione delle opere in modo tale che queste siano in grado di assorbire le nuove istanze che dovessero manifestarsi nel corso dell’utilizzo degli stessi. Le tecniche costruttive previste potranno essere basate sull’utilizzo di elementi preformati con l’impiego di elementi stratificati in grado di raggiungere i livelli prestazionali richiesti dalle normative vigenti.
L’utilizzo di queste tecnologie presenta i seguenti vantaggi:
- riduzione dei tempi di realizzazione e assemblaggio costruttivo;
- ridotto impatto ed inquinamento in fase di modificazione della struttura (abbattimento delle polveri, riduzione del rumore, velocità di intervento);
- ampia flessibilità e modificabilità per gli adeguamenti impiantistici;
- facilità di manutenzione (ispezionabilità e sostituibilità dei componenti).
Nella scelta dei componenti e dei materiali di finitura ci si dovrà prevalentemente orientare verso l’utilizzo di prodotti certificati a basso impatto ambientale ed economicamente vantaggiosi.
Dovranno essere valutate infine le metodologie di posa e di assemblaggio, prediligendo prodotti facilmente riciclabili o dismissibili.
La scelta delle tecnologie edilizie dovrà contemperare il più possibile, nel rispetto delle esigenze legate alla destinazione d’uso degli edifici, anche le esigenze della conservazione.
Qualità ambientale e umanizzazione
Gli obiettivi di qualità ambientale e di umanizzazione, che integrano e completano il mero ricorso agli standard normativi e tecnico - prestazionali del progetto, impongono il ricorso ad altri requisiti primari:
a) la creazione di spazi funzionali al tipo di attività;
b) la creazione di luoghi psicologicamente e fisiologicamente confortevoli per chi li occupa. Nel programma di umanizzazione un ruolo fondamentale è svolto anche dal corretto uso del colore per pareti, soffitti, pavimenti e arredi dei luoghi di cura, soprattutto delle aree comuni e delle camere di degenza. Nella fase progettuale, le scelte cromatiche devono essere dettate da esigenze di tipo tanto estetico quanto fisiologico e psicologico e pertanto devono:
a) rispettare, nei limiti del possibile, l'equilibrio tra unità, complessità e varietà cromatica che dipende dalla quantità di informazioni visive generate nell'ambiente da colori dominanti (pareti), subdominanti (zone secondarie come muri di fondo, soffitti e pavimenti), colori di contorno (arredi, attrezzature,...) e contrasti cromatici;
b) favorire il processo di guarigione del malato;
c) proteggerne il benessere psico - fisiologico;
d) non rappresentare un ostacolo alle diagnosi dei medici ed ai servizi terapeutici e riabilitativi;
e) intensificare l'effetto della luce senza provocare fenomeni di disturbo quali abbagliamento, riverbero, ecc.;
f) rispettare l'ergonomia visiva che dipende dalla qualità e quantità della luce, dai colori usati e dai tipi di contrasto prescelti;
g) migliorare le condizioni di lavoro del personale.
Le scelte cromatiche, inoltre, concorrono alla definizione di specifiche aree, favorendo l'orientamento e diventando cosi una vera e propria fonte d'informazione.
Ricorso alle tecniche di Ingegneria naturalistica e CAM
La tipologia di opere contemplate nel presente DDP non prevede, de minimis, l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica ovvero discipline tecnico-scientifiche che studiano e utilizzano modalità di esecuzione, come materiale da costruzione, con materiale vegetale vivo (piante o parti di esse)
in abbinamento ad altri materiali inerti non cementiti quali pietrame, la terra, il legname, l’acciaio, nonché in unione con stuoie in fibre vegetali o sintetiche.
Tuttavia è richiesto che il progetto e le successive modalità esecutive ivi contemplate dimostrino condizioni superiori a quelle previste dai CAM di cui ai cap. 2.4 e 2.5 dei “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici e per la gestione dei cantieri della pubblica amministrazione” (Piano d’Azione Nazionale sul Green Public Procurement –PANGPP) pubblicati sulla GURI SG n. 16 del 21.1.2016.
Impianti
Il progetto impiantistico sarà impostato con i seguenti criteri:
• conseguimento in tutte le stagioni delle migliori condizioni di comfort termoigrometrico;
• riduzione delle necessità manutentive sia in termini di numero di interventi che in termini di entità;
• minimizzazione dell’impatto ambientale degli impianti in termini di inquinamento d’aria, acqua e suolo e di inquinamento acustico;
• massima affidabilità;
• semplificazione ed ottimizzazione della regolazione e del controllo centralizzato degli impianti;
• compatibilità con i sistemi di supervisione degli impianti esistenti.
Particolare attenzione dovrà essere posta in merito ai sistemi di ventilazione per garantire gli adeguati ricambi aria/ora.
Data la peculiarità dei pazienti, il reparto in questione dovrà essere dotato di adeguati sistemi di controllo accessi, telecamere, videosorveglianza, ecc.
Opere provvisionali
Al fine di poter realizzare l’intervento in oggetto devono essere previste la progettazione e la realizzazione di tutte le opere provvisionali necessarie o funzionali alla realizzazione del progetto. A titolo esemplificativo si fa riferimento a:
- Zone di accesso ai cantieri e limitrofe;
- Aree e logistica di cantiere;
Poiché per l’attuazione di un progetto non può prevedersi la temporanea dismissione o l’integrale trasferimento delle attività sanitarie ivi ospitate, è necessario programmare con attenzione ed oculatezza ciascuna delle fasi esecutive dei lavori.
In questo caso, gli interventi proposti non dovranno comportare la riduzione delle prestazioni sanitarie erogate dal presidio né lo spostamento, nemmeno temporaneo, delle medesime a causa delle attività di cantierizzazione.
5. Stima dei costi
Calcolo sommario della spesa – Quadro Tecnico Economico – Limiti finanziari da rispettare Ai fini della determinazione dei costi di intervento, si assumono quali costi base quelli derivanti, a consuntivo, da interventi di ristrutturazione recentemente conclusi su reparti ospedalieri ovvero da progetti esecutivi in itinere.
La struttura economica dell’intervento di ristrutturazione oggetto della presente relazione viene rappresentata nel seguente prospetto:
QUADRO ECONOMICO | |||
Descrizione | Importo € | ||
OPERE EDILI ED AFFINI | 1.975.571,76 | ||
PIANO | AMBITO | (compresi oneri sicurezza) | |
2.065.971,20 | |||
STRAO RDINA RIO FINANZ IARIO | B PIANI STRATE GICI – L.R. N. | OPERE TERMOMECCANICHE compresi oneri sicurezza) | |
OPERE ELETTRICHE (compresi oneri sicurezza) | 800.665,70 | ||
2017 | 23/2015 | ||
Importo dei lavori | 4.842.208,66 | ||
Oneri della sicurezza (P.S.C.) | 193.688,35 | ||
IMPORTO TOTALE QTE | 5.035.897,01 |
L’importo totale dei lavori del suddetto quadro economico si pone quale limite finanziario da non superare per la progettazione definitiva ed esecutiva.
Finanziamento dell’opera
L’opera sarà finanziata tramite i seguenti fondi :
Programma regionale straordinario investimenti – DGR 5805/2016 – Legge di stabilità regionale 2017/2019.
Descrizione | Importo € |
Importo lavori a base d'appalto | 4.842.208,66 |
Oneri per la sicurezza | 193.688,35 |
Totale lavori a base d'appalto | 5.035.897,01 |
Somme a disposizione dell'amministrazione | |
Iva 10% sui lavori | 503.589,70 |
Arredi e attrezzature (IVA compresa) | 398.857,53 |
Imprevisti | 19.896,60 |
Spese tecniche (compresi oneri e IVA) | 551.400,19 |
Fondo Art.113 Dlgs 50/2016 | 50.358,97 |
Totale somme a disposizione dell'amministrazione | 1.524.102,99 |
TOTALE GENERALE INTERVENTO | 6.560.000,00 |
Stima degli incarichi professionali
Sulla base della quantificazione sommaria delle opere precedentemente riportata, è possibile stimare, sulla base delle disposizioni di cui al D.M. 17 giugno 2016, l’ammontare dei seguenti incarichi:
Tabella 1:categorie delle opere con riferimento al DM 16/6/2016
DESCRIZIONE | ID Opere (DM 16 giugno 2016) | IMPORTO (€) |
EDILIZIA | E.10 | 1.975.571,76 |
IMPIANTO MECCANICO | IA.02 | 2.065.971,20 |
IMPIANTO ELETTRICO | IA.04 | 800.665,70 |
TOTALE | 4.842.208,66 |
Si ricorda che l’importo totale riportato in tabella è solo l’importo relativo alla realizzazione delle opere, comprensive dei costi connessi con la sicurezza; per l’importo totale comprensivo di oneri ed altro vedasi la Tabella riportante il Quadro Tecnico Economico riportato al paragrafo “Finanziamento dell’opera”.
Tabella 2: importo degli incarichi
INCARICHI | € (incluse spese IVA esclusa) |
PROGETTAZIONE DI FATTIBILITA' TECNICA ED ECONOMICA | -- |
PROGETTAZIONE DEFINITIVA | 217.389,61 |
PROGETTAZIONE ESECUTIVA | 133.643,79 |
COORD. SICUREZZA IN ESECUZIONE | 99.456,95 |
IMPORTO TOTALE | 450.490,35 |
6. Fasi di progettazione e loro sequenza logica nonché tempi di svolgimento
Sarà onere esclusivo del progettista la ricerca di ogni documento presso gli archivi degli Enti utile alla ricostruzione del quadro conoscitivo delle strutture ed impianti esistenti (pilastri, solai, fondazioni, ecc.) e lo svolgimento di saggi, carotaggi, prove di carico, indagini indirette senza che nessuna attività o onere economico sia posto in capo alla Stazione Appaltante.
Le attività sopra esplicitate non sono da intendersi come discrezionali ma come rientranti all’interno della prestazione progettuale.
Livelli di progettazione e individuazione delle modalità di realizzazione dei lavori
In conformità con l’art. 23 e l’art. 147 del D.Lgs. 50/2016, sono richiesti i seguenti livelli di progettazione:
- Progettazione definitiva
- Progettazione esecutiva
Come confermato anche dalle Linee Guida redatte da ANAC, durante il regime transitorio, fino all’adozione del D.M. previsto dall’art. 23, comma 3 del nuovo Codice, resta ferma la disciplina della parte II, titolo II, capo I del D.P.R. n. 207/2010, così come previsto dall’art. 216, comma 4 del nuovo Codice. Ciò implica che saranno redatti gli elaborati previsti dal D.P.R. 207/2010 per ogni
livello di progettazione nonché quelli previsti dalle norme di legge e dalla normativa tecnica vigente in materia di progettazione edilizia, di strutture, di impianti, di sicurezza, accreditamento, ecc.. Si osserva che il progetto di fattibilità tecnica ed economica deve intendersi quale sostitutivo del progetto preliminare.
Il Progettista dovrà produrre ogni altra documentazione si dovesse rendere necessaria al fine del conseguimento del titolo edilizio ed all’ottenimento dei pareri autorizzativi da parte di tutti gli Enti coinvolti da parte della Stazione Appaltante, compresi i VV.F..
Ogni livello di progettazione, difatti, dovrà recepire eventuali prescrizioni e indicazioni contenute nei pareri delle Amministrazioni, degli Enti competenti, dei Soggetti Verificatori, emessi in relazione al livello progettuale precedente, o dettati da aggiornamenti legislativi intervenuti nel corso dello sviluppo progettuale.
Sarà onere del Progettista redigere eventuali relazioni specialistiche per l’intervento in oggetto. Il Progettista sarà responsabile dell’ottenimento dei pareri di cui al paragrafo precedente.
Al fine di poter definire lo stato di consistenza dei luoghi dovranno essere eseguiti o implementati i rilievi disponibili, attraverso sopralluoghi, concordati preventivamente ed indagini e rilievi specifici; saranno eseguite le eventuali necessarie correzioni e qualora non fossero disponibili, saranno eseguiti i necessari rilievi per il corretto e completo sviluppo della progettazione.
A titolo indicativo ma non esaustivo, si riportano le verifiche, gli accertamenti e le indagini a carico del Progettista.
Xxxxxxx, accertamenti ed indagini
Il Progettista procederà a realizzare tutti gli studi necessari per un’adeguata conoscenza del contesto in cui è inserita l’opera, corredati da accertamenti ed indagini preliminari, dovrà proporre ed eseguire rilievi ed indagini volti a costituire la base conoscitiva per identificare lo stato di strutture ed impianti.
La campagna di indagini non potrà in nessun caso giustificare proroghe alla consegna dei livelli progettuali come definiti nei paragrafi precedenti, né dare seguito a richieste di costi aggiuntivi.
Di conseguenza il Progettista dovrà eseguire a proprio carico tutti i rilievi e indagini necessari tra cui:
- rilievo architettonico di dettaglio sulla base della verifica del rilievo esistente relativo alle sole piante dei piani ed esecuzione del rilievo per alzato e sezioni;
- rilievo impiantistico di dettaglio per la parte elettrica, meccanica, elettrico per meccanico e speciale, idrico sanitario (eventuale ricircolo, circuito primario), antincendio, scarichi, fonia e dati;
- eventuali indagini strutturali che ritenesse necessarie;
- censimento materiali e mappatura di eventuale amianto e lane minerali; al fine di definire le attività propedeutiche alla fase di cantiere, si dovrà eseguire un censimento dei materiali asportabili/rimuovibili ancora presenti nell’ edificio. Sarà condotto un censimento dei materiali che, una volta demoliti, diventeranno rifiuti da inviare a smaltimento o recupero, fra i quali si citano, in via esemplificativa e non esaustiva: acciaio, calcestruzzo, laterizi, cavi elettrici, materiale da coibentazione pericoloso e non, ecc.. Per i materiali fibrosi – siano essi di natura friabile o compatta – sarà condotta una analisi delle fibre al fine di ricercare la presenza di amianto e classificare la tipologia di fibre. Il numero dei campioni di censimento dei materiali sarà concordato preventivamente con la Stazione Appaltante e sarà stabilito per categorie omogenee di materiale.
- rilievi ambientali (campi elettromagnetici, acustica, ecc.);
- ogni altro rilievo o indagine che il Progettista ritenesse opportuna.
Pertanto, il progetto comprenderà le ricerche ed indagini strettamente necessarie ad una corretta comprensione dell’edificio in tutte le sue componenti nonché ad una prima reale individuazione delle scelte di intervento e dei relativi costi.
Resta intesa la responsabilità del Progettista in merito alla verifica ed approfondimento, anche attraverso eventuali rilievi ed indagini non specificate nel precedente elenco sopra riportato e del materiale messo a disposizione dalla Stazione Appaltante.
Analisi dei vincoli edilizi ed urbanistici
I vincoli sussistenti sui fabbricati e le aree di intervento sono oggetto di verifica a carico del Progettista.
Analisi dei vincoli di distribuzione/di tipo impiantistico
- Alimentazione elettrica;
- Approvvigionamento idrico;
- Gas medicinali;
- Antincendio;
- Condizionamento;
- Fognatura.
Il Progettista dovrà verificare la compatibilità ed eventuali necessità di ampliamento, ovvero di nuovi impianti. Per il collegamento dei nuovi impianti alle centrali e reti di distribuzioni esistenti, il Progettista dovrà verificare la compatibilità ed eventuali necessità di ampliamento.
Resta intesa la responsabilità del Progettista in merito alla verifica ed approfondimento (anche attraverso eventuali rilievi ed indagini) di quanto sopra riportato.
Analisi dei vincoli nello svolgimento del cantiere in rapporto alle attività circostanti
Nella formulazione dell’ipotesi progettuale di accantieramento, dovrà essere mostrata particolare attenzione alle attività presenti a contorno, fornendo specifiche disposizioni tecniche e pratiche volte a salvaguardare la sicurezza interna ed esterna all’area di cantiere.
La Stazione Appaltante ha la facoltà di sottoporre l’attività di progettazione a verifica in itinere; in questo caso il Progettista si impegna a consegnare gli elaborati necessari al processo di verifica ai verificatori indicati dalla Stazione Appaltante, nonché tutta la riemissione di elaborati, che saranno necessarie durante le approvazioni.
Il progetto dovrà proporre un cronoprogramma relativo alle attività ed ai tempi d’esecuzione prevedibili, che affronti le tempistiche d’intervento suddivise in fasi di realizzazione e che definisca e minimizzi le interferenze con l’esistente.
Tempi della progettazione e loro sequenza logica
Il Progettista dovrà consegnare la progettazione di ogni livello richiesto entro i tempi riportati nel Disciplinare e nel presente Documento Tecnico per la Progettazione e secondo le modalità ivi riportate.
La progettazione definitiva ed esecutiva dovrà proporre un cronoprogramma relativo alle attività ed ai tempi d’esecuzione prevedibili, che affronti le tempistiche d’intervento, eventualmente suddivise in fasi di realizzazione, e che definisca e minimizzi le interferenze con l’esistente. Il Progettista dovrà analizzare ed approfondire la tematica relativa alla necessità di eventuali fasi di cantiere.
Per quanto riguarda l’impatto del cantiere sulle attività esistenti, il Progettista deve prevedere e descrivere le soluzioni mirate a garantire il regolare svolgimento di dette attività durante le fasi di cantiere (utenze attive, contenimento polveri, rumori e vibrazioni, accesso all’area, viabilità di servizio, ecc.) anche con il ricorso ad adeguate planimetrie per lo studio della viabilità di accesso ai cantieri e della viabilità provvisoria, quindi comprensivo di uno studio dei percorsi interni la struttura ospedaliera nelle varie fasi di cantiere.
Per la redazione dei singoli livelli di progettazione, vengono prescritti i seguenti termini:
Tabella 3: fasi e tempi della progettazione
PROGETTAZIONE DEFINITIVA: | 60 gg soggetti a ribasso |
ADEGUAMENTO del progetto definitivo alle indicazioni derivanti dalla verifica art. 26 D.Lgs. 50/2016 o alle indicazioni derivanti dalla Direzione Sanitaria | 10 gg dalla ricezione da parte del progettista dell’ultimo parere rilasciato dalla SA |
PRIME INDICAZIONI PER IL COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE | Attività il cui svolgimento viene considerato in parallelo a quello della redazione del Progetto Definitivo |
PROGETTAZIONE ESECUTIVA: | 60 gg soggetti a ribasso |
ADEGUAMENTO del progetto esecutivo alle indicazioni derivanti dalla verifica art. 26 D.Lgs. 50/2016 o alle indicazioni derivanti dalla Direzione Sanitaria | 10 gg dalla ricezione da parte del progettista dell’ultimo parere rilasciato dalla SA |
COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE (PSC) | Attività il cui svolgimento viene considerato in parallelo a quella della redazione del Progetto Esecutivo |
Validazione del progetto esecutivo | 10 gg dalla data di ricezione da parte della SA del Progetto Esecutivo corredato degli eventuali adeguamenti richiesti al progettista |
Relativamente ai termini sopra riportati, si specifica quanto segue:
- i termini indicati per le progettazioni non comprendono i tempi necessari per l’acquisizione di pareri o autorizzazioni;
- i termini indicati per le progettazioni comprendono i termini connessi all’acquisizione di accordi e pareri informali da parte degli Enti di Controllo e per la presentazione informale del progetto agli stessi;
- Tutti i termini espressi in numero di giorni nel Contratto e nei Documenti Contrattuali, vanno intesi – laddove non diversamente previsto – nel senso di giorni naturali e consecutivi e, quindi, comprensivi di ogni eventuale festività.
Verifica della progettazione
I livelli della progettazione saranno verificati secondo le disposizioni legislative e regolamentari vigenti alla data della relativa verifica, fermo restando che il RUP provvederà in ogni fase ad accertare i contenuti degli elaborati rispetto ai contenuti del presente DPP.
La Stazione Appaltante ha la facoltà di sottoporre l’attività di progettazione a verifica in itinere.
È facoltà della Stazione Appaltante prorogare il termine di approvazione, in relazione alla necessità di acquisire, autorizzazioni o assensi comunque denominati di altre Amministrazioni o di altri Enti competenti sulla progettazione consegnata.
Il Progettista è tenuto a consegnare gli elaborati necessari al processo di verifica ai Verificatori indicati dalla Stazione Appaltante, ad apportare a proprie spese le modifiche ed integrazioni richieste e a fornire la relativa documentazione tecnico-progettuale revisionata (sia in formato cartaceo che digitale) entro 10 giorni dal ricevimento della richiesta. Dalla nuova consegna effettuata dal Progettista, decorre, per la rimanente parte, il termine per verifica-approvazione della progettazione.
La Stazione Appaltante, anche attraverso professionisti a tal fine incaricati, può seguire la redazione di ogni livello progettuale per verificarne la corretta elaborazione. Ove la Stazione Appaltante riscontri carenze o inosservanze nella progettazione rispetto alle norme e criteri applicabili, ne darà avviso al Progettista impartendo, se del caso, le opportune prescrizioni cui il Progettista dovrà attenersi.
L’approvazione di ogni livello progettuale, le eventuali richieste di modifica degli elaborati progettuali, nonché le prescrizioni da parte della Stazione Appaltante non comporteranno in nessun caso esonero di responsabilità per il Progettista, il quale rimarrà il solo ed esclusivo responsabile della progettazione e non avrà diritto di chiedere compensi aggiuntivi, oneri, danni, ecc..
7. Elaborati grafici e descrittivi da redigere
L’elenco di seguito riportato è redatto sulla base delle indicazioni contenute all’interno del D.P.R. 207/2010 e del D.M. 17 giugno 2016.
Xxxxxxx redatti gli elaborati ritenuti necessari alla definizione del progetto (in riferimento a quanto richiesto dal titolo II, capo I del DPR 207/2010), dal vigente Regolamento Edilizio, dal D.D.G. n. 13863 del 23 dicembre 2016, nonché quelli previsti dalle norme di legge e dalla normativa tecnica vigente in materia di progettazione edilizia e di sicurezza.
Dovrà inoltra essere prodotta una relazione contenente la descrizione degli interventi migliorativi finalizzati all’incremento dei livelli di sicurezza sismica per la parte di edificio coinvolta dall’intervento valutando i relativi costi di adeguamento.
Il progetto sarà altresì completato da tutti documenti necessari per l’ottenimento dei pareri preliminari da parte delle Autorità Competenti, compresi i pareri ATS Città Metropolitana di Milano. Tutti gli elaborati devono essere sottoscritti dal Progettista (timbro dell’ordine di appartenenza e firma autografa) o dai progettisti responsabili degli stessi nonché dal “Progettista responsabile dell’integrazione fra le varie prestazioni Specialistiche”.
Progetto Definitivo
Il Progetto definitivo dovrà essere conforme per contenuti a quanto previsto dall’art.23 del D.Lgs. 50/2016 e dagli articoli dal 24 al 32 del DPR 207/2010.
Il Progetto definitivo dovrà:
- essere conforme al Progetto di fattibilità tecnica ed economica;
- essere conforme, sia per contenuto sia per livello di approfondimento, a quanto previsto dalla normativa in materia;
- accogliere tutte le prescrizioni ed indicazioni fatte dagli Enti e dalla Stazione Appaltante in fase di approvazione del Progetto di fattibilità tecnica ed economica;
- contenere studi necessari per un’adeguata conoscenza del contesto in cui è inserita l’opera, corredati di accertamenti ed indagini. In essi dovranno essere segnalati eventuali situazioni di particolare rilevanza che possano interessare la realizzazione delle opere previste e che dovranno essere oggetto di approfondimento in sede di perfezionamento della progettazione;
- risultare conforme alle specifiche individuate dai documenti contrattuali.
Il progetto dovrà contenere gli elaborati individuati nella sottostante Tabella 5 e intesi come minimi richiesti. Il Progettista dovrà inoltre presentare tutti gli eventuali ulteriori elaborati ritenuti necessari per la corretta definizione dell’opera. E’ facoltà della Stazione Appaltante integrare l’elenco degli elaborati per una completa descrizione dell’intervento ovvero per riscontrare le esigenze di verifica ed autorizzazione da parte degli enti competenti, senza alcun onere aggiuntivo.
Gli elaborati grafici e descrittivi, nonché i calcoli, devono essere sviluppati ad un livello di definizione tale che nella successiva fase progettuale non si abbiano apprezzabili differenze tecniche.
I documenti dovranno essere redatti in modo da garantire la massima percorribilità delle informazioni. A titolo esemplificativo si richiede che le sigle di identificazione delle componenti edilizie ed impiantistiche siano le medesime in tutta la documentazione di progetto (schemi, elenchi, tabelle, disegni, etc).
Il Progetto definitivo dovrà essere consegnato in n. 3 (tre) copie cartacee, n.1 (una) copia su supporto informatico (i file dovranno essere forniti sia in formato editabile che in pdf) e n. 1 (una) copia su supporto informatico con tutti gli elaborati sottoscritti dai progettisti (i file dovranno essere forniti in formato pdf), oltre le copie necessarie alla richiesta di parere agli Enti. Eventuali copie supplementari verranno predisposte dal Progettista su richiesta della Stazione Appaltante, salvo rimborso a piè di lista delle sole spese vive di riproduzione a carico della Stazione Appaltante.
Si riportano di seguito alcune specifiche integrative rispetto a quanto richiesto dalla normativa vigente:
• Relazioni tecniche e specialistiche
Le Relazioni tecniche, oltre a quanto richiesto dalla normativa vigente, dovranno affrontare anche le seguenti tematiche:
- impianti (meccanici, elettrici e speciali) e sicurezza; dovranno essere comprese le indicazioni per la salvaguardia del funzionamento degli impianti in caso di sisma;
- prevenzione incendi;
- risparmio energetico;
- incremento dei livelli di sicurezza sismica;
- prestazioni acustiche dell’edificio.
Particolare attenzione deve essere posta nella descrizione di fabbricati ed impianti esistenti, descrivendo il rilievo architettonico ed impiantistico effettuato e le indagini effettuate per la completa descrizione degli immobili esistenti anche mediante apposita relazione ed eventuali elaborati grafici.
Dovranno inoltre essere descritti gli interventi migliorativi finalizzati all’incremento dei livelli di sicurezza sismica della parte di edificio interessata dall’intervento.
• Elenco dei prezzi unitari, computo metrico estimativo e quadro economico del Progetto
Il quadro economico non potrà, in nessun caso, eccedere le disponibilità comunicate dalla Stazione Appaltante.
• Elaborati grafici del Progetto definitivo
Gli elaborati grafici, redatti in scala opportuna e debitamente quotati, con le necessarie differenziazioni in relazione alla dimensione, alla categoria e alla tipologia dell’intervento, e tenendo conto della necessità di includere gli eventuali interventi di ripristino, con la stima dei relativi costi, sono costituiti, salva diversa motivata determinazione del Responsabile del Procedimento, in conformità di quanto disposto dall’art.23 del D.Lgs. 50/2016 e dagli articoli dal 24 al 32 del DPR 207/2010.
Tabella 5: Prestazioni affidate - Progettazione Definitiva
FASE PRESTAZIONALE | CODICE (DM 17 giugno 2016) | DESCIZIONE |
b.II) PROGETTAZIONE DEFINITIVA | QbII.01 | Relazioni generale e tecniche, Elaborati grafici, Calcolo delle strutture e degli impianti, eventuale Relazione sulla risoluzione delle interferenze e Relazione sulla gestione materie |
QbII.02 | Rilievi dei manufatti | |
QbII.03 | Disciplinare descrittivo e prestazionale | |
QbII.05 | Elenco prezzi unitari ed eventuali analisi, Computo metrico estimativo, Quadro economico | |
QbII.08 | Schema di contratto, Capitolato speciale d'appalto | |
QbII.17 | Progettazione integrale e coordinata - Integrazione delle prestazioni specialistiche | |
QbII.18 | Elaborati di progettazione antincendio | |
QbII.20 | Elaborati e relazioni per requisiti acustici (legge 447/1995 - D.P.C.M. 512/1997) | |
QbII.21 | Relazione energetica (ex legge 10/1991 e s.m.i.) |
Progetto Esecutivo
Il Progetto esecutivo dovrà essere conforme per contenuti a quanto previsto dall’art.23 del D.Lgs. 50/2016 e dagli articoli dal 33 al 43 del DPR 207/2010.
Il progetto esecutivo dovrà inoltre contenere tutta la documentazione necessaria e prevista dalla
D.D.G. n. 13863 del 23 dicembre 2016.
Il Progetto esecutivo costituirà l’ingegnerizzazione di tutte le lavorazioni già previste nel Progetto definitivo e, pertanto, definirà compiutamente ed in ogni particolare architettonico, strutturale e impiantistico, l’intervento da realizzare, verificando e recependo le prescrizioni dettate dagli Enti nei relativi pareri acquisiti ed in conformità alle indicazioni ed alle prescrizioni della Stazione Appaltante.
Il progetto dovrà contenere gli elaborati individuati nella sottostante Tabella 6, intesi come minimi richiesti. Il progettista dovrà inoltre presentare tutti gli eventuali ulteriori elaborati ritenuti necessari per la corretta definizione dell’opera. E’ facoltà della Stazione Appaltante integrare l’elenco degli elaborati per una completa descrizione dell’intervento ovvero per riscontrare le esigenze di verifica ed autorizzazione da parte degli Enti competenti, senza alcun onere aggiuntivo.
I documenti dovranno essere redatti in modo da garantire la massima percorribilità delle informazioni. A titolo esemplificativo si richiede che le sigle di identificazione delle componenti edilizie ed impiantistiche siano le medesime in tutta la documentazione di progetto (schemi, elenchi, tabelle, disegni, etc).
Il Progetto esecutivo dovrà essere consegnato in n. 3 (tre) copie cartacee, n.1 (una) copia su supporto informatico (i file dovranno essere forniti sia in formato editabile che in pdf) e n. 1 (una) copia su supporto informatico (i file dovranno essere forniti in formato pdf, sottoscritti con firma digitale e debitamente compressi) oltre le copie necessarie alla richiesta di parere agli Enti. Eventuali copie supplementari verranno predisposte dal Progettista su richiesta della Stazione Appaltante, salvo rimborso a piè di lista delle sole spese vive di riproduzione a carico della Stazione Appaltante.
Tabella 6: Prestazioni affidate - Progettazione Esecutiva
FASE PRESTAZIONALE | CODICE (DM 17 giugno 2016) | DESCIZIONE |
b.III) PROGETTAZIONE ESECUTIVA | QbIII.01 | Relazione generale e specialistiche, Elaborati grafici, Calcoli esecutivi |
QbIII.03 | Computo metrico estimativo, Quadro economico, Elenco prezzi e eventuale analisi, Quadro dell'incidenza percentuale della quantità di manodopera | |
QbIII.04 | Schema di contratto, capitolato speciale d'appalto, cronoprogramma | |
QbIII.05 | Piano di manutenzione dell'opera | |
QbIII.06 | Progettazione integrale e coordinata - Integrazione delle prestazioni specialistiche | |
QbIII.07 | Piano di Sicurezza e Coordinamento |
• Relazioni tecniche e specialistiche
Le Relazioni tecniche e specialistiche, oltre a quanto richiesto dai citati D.P.R. e D.D.G., dovranno affrontare anche le seguenti tematiche:
- impianti (meccanici, elettrici e speciali) e sicurezza; dovranno essere comprese le indicazioni per la salvaguardia del funzionamento degli impianti in caso di sisma;
- prevenzione incendi;
- risparmio energetico;
- incremento dei livelli di sicurezza sismica;
- prestazioni acustiche dell’edificio.
Particolare attenzione dovrà essere posta nella descrizione dei fabbricati esistenti descrivendo il rilievo architettonico ed impiantistico effettuato e le indagini effettuate per la completa descrizione dell’immobile (indagine strutturale, esistenza fibre contenti amianto o che richiedano cautele nello smaltimento, ecc.), anche mediante apposita relazione ed eventuali elaborati grafici.
Dovranno inoltre essere descritti gli interventi migliorativi finalizzati all’incremento dei livelli di sicurezza sismica della parte di edificio interessata dall’intervento.
Dovranno inoltre contenere le dichiarazioni previste nella citata D.D.G. n. 13863 del 23 dicembre 2016.
• Quadro economico e calcolo sommario della spesa
Il Progettista, oltre a quanto richiesto dal citato D.P.R. (art. 22), dovrà provvedere anche alla specificazione delle opere generali e delle eventuali opere specializzate comprese dell’intervento con i relativi importi, proponendo una tabella riportante i criteri ed i sub-criteri in cui l’intervento è suddivisibile, allo scopo di consentire l'applicazione della metodologia di determinazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa; il calcolo sommario della spesa dovrà inoltre identificare le categorie da porre a base di gara.
Il quadro economico non potrà, in nessun caso, eccedere le disponibilità comunicate dalla Stazione Appaltante.
• Elaborati grafici di progetto
Gli elaborati grafici, redatti in scala opportuna e debitamente quotati, con le necessarie differenziazioni in relazione alla dimensione, alla categoria e alla tipologia dell’intervento sono costituiti, salva diversa motivata determinazione del Responsabile del Procedimento, in conformità di quanto disposto dal titolo II, capo I del DPR 207/2010 e dalla “Guida pratica per la programmazione, la redazione dei progetti, l’attuazione degli investimenti” approvata con D.D.G. n. 13863 del 23 dicembre 2016.
Coordinamento della sicurezza in fase di Esecuzione
Si rimanda a quanto previsto dal X.Xxx. 9 aprile 2008, n. 81 “Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”
FASE PRESTAZIONALE | CODICE (DM 17 giugno 2016) | DESCIZIONE |
c.I) ESECUZIONE DEI LAVORI | QcI.12 | Coordinamento della sicurezza in esecuzione |
Tutti gli elaborati (tavole e relazioni tecniche) devono essere firmati da progettista abilitato con timbro di iscrizione all’ordine o collegio.
8. Procedura CAD
La presente procedura definisce le modalità e le specifiche prescritte per gli elaborati grafici realizzati con il programma AutoCAD (Autodesk). Per quanto non espressamente indicato si fa riferimento alle comuni regole del disegno tecnico e alla normativa UNI di riferimento.
Gestione dei file
Supporti di trasmissione/archiviazione accettati
In relazione alla quantità di informazioni che si vogliono trasferire/archiviare si possono utilizzare:
• CD
• DVD
È obbligatorio il salvataggio di tutta la documentazione sia in formato *.pdf che in formato editabile
*.dwg, suddivisa in apposite e separate cartelle e/o sottocartelle.
Si precisa che in merito agli elaborati editabili (*.dwg) dovranno essere salvati anche tutti gli elementi inseriti nel file come riferimenti esterni (*.jpg, *.png, *.tif, *bmp, *.dwg, xrif, ecc.)
Modalità di gestione e compressione dei dati
I documenti vanno trasferiti sui supporti informatici mediante comando “copy/paste” o con altro programma di utilità in caso di trasferimento su supporto CD/DVD; copie ottenute mediante programmi di backup non sono accettate.
I programmi di compressione/decompressione possono essere utilizzati purché, indipendentemente dal programma utilizzato, siano nel formato *.zip
Protezione anti-virus
La documentazione deve essere correttamente controllata ed esente da virus prima di essere trasferita sui supporti da distribuire.
Versione di AutoCAD supportata
La documentazione deve essere resa compatibile ad ogni invio con il formato *.dwg riferito alla versione 2008 di AutoCAD.
Altri formati generati da altri pacchetti software possono essere accettati purché compatibili e apribili con la versione citata in precedenza.
Registrazione dei file
Prima della registrazione finale dei disegni si devono eseguire le seguenti operazioni: Eseguire ZOOM Extend (Estensioni);
"Pulire" il file con il comando "PURGE / XXXXXXX";
Verificare la presenza di eventuali errori nel file e correzione degli stessi con il comando "AUDIT / VERIFICA".
Specifiche
Allegata ai supporti di archiviazione consegnati è obbligatoria una lista dettagliata e comprensibile dei file e del loro contenuto. La lista dovrà riportare obbligatoriamente almeno:
- numero elaborato (identico a quello indicato sulla cartiglio);
- contenuto di ogni elaborato;
- scala/e di rappresentazione;
- formato e/o dimensioni, in caso di formato personalizzato, del foglio di stampa;
- nome del file in cui è rappresentato l'elaborato grafico;
- nome del file *.ctb associato (da utilizzare per eventuale stampa).
Variabili di sistema
Al fine di uniformare gli elaborati grafici occorre standardizzare alcune impostazioni di carattere generale.
Queste variabili sono da verificare prima dell' inizio dell’esecuzione grafica e comunque da controllare, prima della fase di stampa finale e salvataggio per consegna, mediante rigenerazione.
Variabile "LTSCALE":
Impostazione "LTSCALE" = 1
La variabile impostata ad 1 permette di evitare che le parti di uno stesso elaborato grafico realizzato in un unico file e scambiato tra più operatori su computer diversi, oppure suddiviso in più file (eseguiti separatamente da operatori diversi e/o su computer diversi), subiscano alterazioni automatiche non previste (lunghezza dei trattini delle linee tratteggiate) in fase di passaggio- apertura-rigenerazione del file o montaggio delle singole parti.
Eventuali variazioni di scala delle linee potranno comunque essere gestite singolarmente secondo le necessita specifiche utilizzando la funzione "Proprietà dell'oggetto" e modificando nella relativa finestra il valore "Scala tipo di linea".
Variabile "PSLTSCALE" :
Impostazione "PSLTSCALE" = 0
Nello spazio carta e per ogni "spazio carta", ai tipi di linea non deve essere applicata alcuna scala particolare. Le lunghezze per i tipi di linea, con la variabile impostata a 0, sono basate sulle unità di disegno dello spazio (modello o carta) in cui gli oggetti sono stati creati.
La variabile va impostata a 0 per ogni spazio carta necessario alla rappresentazione del progetto.
Variabile "TEXTFILL" :
Impostazione "TEXTFILL" = 1
La variabile controlla il riempimento dei font True Type dei caratteri di testo durante la stampa e il rendering.
La variabile impostata sul valore 1 garantisce che il testo venga visualizzato e stampato "pieno".
Non saranno accettati elaborati in cui il testo viene visualizzato solo con i contorni ovvero con la variabile impostata sul valore 0.
Variabile "MIRRTEXT" :
Impostazione "MIRRTEXT" = 0
La variabile impostata a 0 consente di evitare la riflessione del testo in caso di utilizzo del comando "specchio".
Non saranno accettati elaborati in cui le informazioni di testo, gli attributi e definizioni di attributi, vengono invertite o capovolte in un' immagine speculare.
SPAZIO MODELLO e SPAZIO CARTA
Caratteristiche dello SPAZIO MODELLO
È l'area senza limiti in cui si disegnano tutte le componenti grafiche necessarie alla rappresentazione di un oggetto.
Scala del disegno nello SPAZIO MODELLO : 1 unità disegno = 1 m reale
Si intende l'unità di misura con la quale si disegna nello "spazio modello".
L'unità da utilizzarsi è il metro; la scala del disegno deve essere 1:1, ovvero una unità grafica nello "spazio modello" è pari a un metro nella realtà.
Ad esempio: per disegnare una linea lunga nella realtà 5 m si disegna una linea nello "spazio modello" impostando il valore di lunghezza pari a 5.
Non saranno accettati elaborati in cui le entità realizzate nello "spazio modello" siano realizzate a scale diverse per ottenere stampe in scale diverse. L'impaginazione è realizzata solo ed esclusivamente nello "spazio carta" (layout).
Lo "spazio modello" è solo uno spazio di lavoro, lo "spazio carta" è solo uno spazio di rappresentazione.
Caratteristiche dello SPAZIO CARTA
È l'area in cui si rifiniscono le tavole prima della stampa; queste infatti possono essere qui assemblate utilizzando:
- elementi standard (squadratura, cartiglio, legende, note generali, ecc.)
- singole finestre per la visualizzazione delle viste sullo "spazio modello" dove fisicamente è stato disegnato l'oggetto. Tale modalità permette di avere all'interno di una stessa tavola parti dell'oggetto rappresentate a scala diversa, senza doverle copiare e scalare all'interno dello "spazio modello".
Nello "spazio carta" vanno assemblate le tavole.
Scala del disegno nello SPAZIO CARTA : 1 unità disegno = 1 mm reale
Si intende la scala di riduzione grafica generale per la stampa da impostarsi nello "spazio carta". All'interno della finestra "Gestione impostazioni di pagina" di ogni layout tale scala deve essere pari a 1:1.
La scala di stampa effettiva di ogni tavola sarà gestita all'interno delle singole finestre (viewports) create nella fase di assemblaggio della tavola stessa, tante quante sono le scale e le necessita di ogni rappresentazione.
Gestione delle impostazioni di pagina
Ogni layout costituisce uno spazio carta atto ad accogliere una tavola di rappresentazione. È possibile realizzare tanti layout quanti siano necessari alla corretta rappresentazione del progetto e più precisamente di quanto contenuto nello spazio modello.
Ogni layout deve avere compilato attraverso il comando "Gestione impostazioni pagina" (page setup manager) tutti i campi ed i parametri necessari ad una corretta stampa degli elaborati.
È tassativa la corrispondenza 1 layout = 1 tavola di disegno.
Di seguito viene definita una tabella esplicativa sui principali parametri e le rispettive configurazioni.
Parametri | Impostazioni |
Dimensioni del foglio (paper size) | Da definire a seconda delle esigenze secondo la definizione UNI dei formati (ove possibile). |
Area di stampa (plot area) | Impostare su "finestra" (window) e selezionare l'area effettiva di stampa che dovrà coincidere con il profilo esterno della squadratura del foglio. |
Offset di stampa (plot offset) | Impostare su "centrata" per posizionare l'area di stampa al centro del formato del foglio impostato/selezionato. |
Scala di stampa (plot scale) | Inderogabilmente 1=1. |
Tabella stili di stampa | Associare il corrispondete *.ctb di stampa per la corretta visualizzazione a video della stampa. |
Opzioni di stampa (plot options) | Selezionare "stampa con stili di stampa" (plot with plot style). |
Orientamento disegno (drawing orientation) | Definito a seconda delle esigenze. |
Scala di stampa effettiva dei disegni : scala singola finestra
La scala di stampa effettiva dei disegni va invece impostata utilizzando il metodo della composizione delle tavole nello spazio carta con la creazione di finestre (viste) sullo spazio modello, ciascuna delle quali ha una propria scala di riduzione grafica.
Non vi è un limite di "finestre" utilizzabili; ogni finestra deve essere posta su di un layer apposito chiamato "00_WIEW" che andrà spento e inibito alla stampa, o reso visibile solo in caso di stralci (in caso di planimetrie) per delimitare i contorni e per una migliore lettura grafica in fase di stampa. La definizione del fattore di scala di ogni "finestra" può essere ottenuta utilizzando la barra degli strumenti "Finestre" operando sul fattore di scala secondo le equazioni riportate nella seguente tabella:
Unità disegno nello "spazio modello" | Scala di stampa layout "spazio carta" | Scala delle finestre nello "spazio carta" | Risultato di stampa |
1 unità = 1 m | 1:1 | 1:2 | 1:5 |
1 unità = 1 m | 1:1 | 1:1 | 1:10 |
1 unità = 1 m | 1:1 | 1:0,5 | 1:20 |
1 unità = 1 m | 1:1 | 1:0,2 | 1:50 |
1 unità = 1 m | 1:1 | 1:0,1 | 1:100 |
1 unità = 1 m | 1:1 | 1:0,05 | 1:200 |
1 unità = 1 m | 1:1 | 1:0,02 | 1:500 |
1 unità = 1 m | 1:1 | 1:0,01 | 1:1000 |
1 unità = 1 m | 1:1 | 1:0,005 | 1:2000 |
1 unità = 1 m | 1:1 | 1:0,002 | 1:5000 |
1 unità = 1 m | 1:1 | 1:0,001 | 1:10.000 |
1 unità = 1 m | 1:1 | 1:0,0005 | 1:20.000 |
Non sono ammesse scale di stampa intermedie, ad esempio 1:400, 1:300, ecc...
A titolo esplicativo si evidenzia la relazione fra scale di stampa e tipologia della rappresentazione:
Scala di stampa | Oggetto / Tipologia di rappresentazione |
1:2000 1:1000 | Planimetrie generali e planivolumetrici |
1:500 | |
1:200 1:100 | Architettonici, strutturali ed impiantistici (non in dettaglio) |
1:50 | |
1:20 | Architettonici, strutturali ed impiantistici |
1:10 1:5 | (in dettaglio) |
Tabella stili di stampa
La gestione dell'associazione colore oggetto/spessori linee è legata ai file di configurazione *.ctb editabili all'interno del programma.
Al fine di uniformare la resa grafica dovranno essere predisposti diversi file di configurazione *.ctb corrispondenti a ciascun file/tavola grafica e/o gruppi di file/tavole grafiche in base alle diverse tipologie e/o scale di progetto, necessari alla corretta rappresentazione grafica delle tavole in fase di stampa.
Essenzialmente dovranno essere predisposti almeno i file di configurazione *.ctb corrispondenti alle seguenti categorie di progetto:
- EDILI / INQUADRAMENTO
- STRUTTURALI
- IMPIANTI ELETTRICI
- IMPIANTI MECCANICI
- ANTINCENDIO
- DETTAGLI
In caso di eventuale necessità sarà possibile creare più file di configurazione *.ctb appartenenti alla stessa categoria di progetto, purché diversamente nominati in una sottocategoria. ( ad esempio EDILI_Tav.n-nn).
In via generale si definiscono i colori dal numero 1 al 9 "colori fondamentali"; questi avranno un colore di stampa nero e la gradazione dello spessore linee completa per la corretta rappresentazione grafica di un elaborato. Gli altri colori si intendono generalmente definiti con “colore oggetto” e potranno essere utilizzati e gestiti per tutte le opportune necessità grafiche di rappresentazione, sia in termini di spessori di linee che di gradazione dei colori associati ad eventuali retini utilizzati.
Al fine di un controllo migliore delle eventuali aggiustamenti grafici in fase di stampa, l'attribuzione del colore alle entità deve essere effettuata nella gestione dei layer in modalità BYLAYER e non assegnata direttamente alle entità (cioè è meglio creare un nuovo layer piuttosto che forzare un colore a un layer già esistente); pertanto tutti i setup di stampa relativi alle proprietà grafiche di ciascun layer dovranno essere gestiti ed impostati all'interno del file di configurazione *.ctb.
Spessore linee
La definizione dello spessore delle linee è definito con l'associazione colore layer / spessore xxxxx.Xx prescrive di non variare gli spessori di singole linee del disegno nella tabella di gestione dei layer mantenendo le impostazioni di default onde evitare di vanificare l'associazione effettuata con i file *.ctb.
In caso di necessità contingenti alle lavorazioni da effettuare, è concesso di derogare da quando affermato precedentemente variando le proprietà dei singoli oggetti al fine di raggiungere il risultato prefissato.
Tipo di linea
Per una corretta gestione grafica dell'elaborato è opportuno che, i tipi linea necessari, siano associati ad ogni layer all'interno della finestra "Gestore proprietà layer" in modo che l'abbinamento layer - tipo linea sia univoco.
Si sconsiglia di modificare il "tipo di linea" delle singole linee del disegno nello spazio modello variando le proprietà dell'oggetto onde evitare che, ad un unico layer, siano associati diversi tipi di linea difficilmente poi gestibili nel caso di variazioni grafiche generali del disegno (salvo necessità particolari).
Si prescrive comunque che un'intera commessa che sia spacchettabile in diversi file differenti deve mantenere, in tutte le sue parti, le medesime impostazioni sia di tipo linea che di scala di rappresentazione.
Stili di testo
Per gli elaborati si deve utilizzare il carattere di testo: XXXXX.
Si consiglia di impostare un'altezza carattere ed un' inclinazione carattere pari a 1. Si modificherà di volta in volta mediante le proprietà oggetto l'altezza del carattere a secondo le esigenze e secondo le debite proporzioni.
Qualora si rendesse necessario l'utilizzo di altri stili, si dovranno utilizzare esclusivamente i font presenti nella versione base di AutoCAD.
Qualora fosse necessario diversificare i testi all'interno dello stesso elaborato si precisa che a ciascun gruppo di testi dovrà corrispondere un layer specifico associato e nominato come da precisazioni indicati ai punti seguenti.
Layers
Vengono qui precisate le caratteristiche da definire all'interno della finestra "Gestione proprietà layer".
Nome | La definizione del nome dovrà consentire la comprensione degli elementi rappresentati. |
Colore | L'assegnazione del giusto colore è legato all'associazione del colore layer / spessore di linea di stampa definito dai file *.ctb al layer corrispondente in funzione alla resa grafica che si vuole ottenere per le entità presenti in quel determinato layer. |
Tipo di linea | Definito secondo le modalità operative e secondo le indicazioni al punto 5 |
Spessore linea | Deve essere impostato sul parametro di default e comunque definito secondo le modalità operative e secondo le indicazioni al punto 4 |
Il layer "0" è di default e, pertanto, non è eliminabile ne rinominabile; si tratta di un layer "di transito"che non va utilizzato per disegnare.
Tutti i layer dovranno essere gestiti in fase di stampa (ovvero resi visibili / stampabili o viceversa) all'interno della singola finestra di disegno nello spazio carta, pertanto non dovranno esserci layer spenti, congelati e/o bloccati all'apertura del file.
Riferimenti esterni ("gestione xrif")
Nel caso di progettazioni particolarmente complesse che richiedano la suddivisone delle lavorazioni in più parti distinte da affidarsi a operatori diversi (collaboratori interni o altri studi), oppure, qualora per esigenze specifiche si ritenga opportuno organizzare il lavoro gerarchizzando e strutturando le varie parti del progetto, è conveniente ricorrere all'uso dei riferimenti esterni (xrif) all'interno del modello.
Le singole parti dovranno poi essere assemblate inserendole in un file generale/finale.
Si preferisce che i file siano inseriti utilizzando un percorso "comune" tra tutti gli operatori o comunque le procedure di montaggio dei riferimenti esterni deve garantire la corretta composizione e visualizzazione di tutte la parti del progetto, indipendentemente dalla organizzazione / suddivisione delle cartelle di archiviazione.
Qualora la consegna del progetto preveda elaborati realizzati tramite xrif, dovranno essere salvati e consegnati in una cartella apposita tutti i file xrif originari, debitamente nominati affinché sia comprensibile la porzione di progetto inclusa senza la necessità di apertura del singolo file.
Ciascuna parte dovrà essere realizzata seguendo tutte le impostazioni tecnico - grafiche descritte in questa procedura, in modo che i singoli file siano omogenei per layer, colori, tipi di linee, spessori di stampa, ecc.
Alternativamente si consente, a lavoro ultimato o ad ogni step di consegna, di creare una tavola unica ed autonoma nella quale vengono inseriti i file di riferimento esterno.
Nella finestra relativa ai "riferimenti esterni" dovranno comparire in elenco solamente i file e tutti gli elementi realmente presenti e inseriti, non dovranno pertanto esserci elementi "staccati" e/o "senza riferimento".
In sintesi, tutto il progetto deve essere correttamente visualizzato, indipendentemente dalla postazione di lavoro, come da risultato finale di copia cartacea.
Gestione dei blocchi e dei tratteggi
Per una migliore gestione dell'elaborato grafico si consiglia l'uso di entità blocco qualora siano presenti degli elementi progettuali ripetitivi e seriali (es. porte, finestre, arredi, simboli grafici, quote altimetriche..).
Nel contempo si raccomanda che tali blocchi, qualora contengano delle descrizioni o dei valori da esplicitare, siano realizzati con l'utilizzo degli attributi.
I blocchi, formati da entità disposte su appositi layer secondo le esigenze, devono essere creati sul layer 0 oppure, se inseriti da un file esterno, vanno inseriti nel layer 0 di riferimento.
E’ sconsigliabile scalare i blocchi; in caso di necessità è possibile crearne altri con nel nome del blocco i suffissi di scala relativi.
Ogni blocco deve essere nominato secondo la funzione che svolge (es: porta_120x210).
Non si accettano blocchi con denominazione numerica data in automatico dal programma o non editabili poiché non presenti e/o non trovati.
In merito all'utilizzo di tratteggi, per una migliore gestione dell'elaborato grafico, si dovranno utilizzare i tratteggi presenti all'interno della versione base di AUTOCAD.
Si precisa che ad ogni tipologia di tratteggio utilizzata o ad ogni utilizzo diverso dello stesso tipo di tratteggio dovrà corrispondere un layer associato denominato secondo le indicazioni di cui ai precedenti punti.
Tutti i tratteggi dovranno essere inoltre inseriti, secondo la procedura prevista dalla versione base di AUTOCAD, suddivisi per ogni singolo elemento da tratteggiare (ove possibile) utilizzando l'opzione "crea tratteggi separati" nell'apposita finestra. Tutti i riempimenti dovranno pertanto essere realizzati tramite tratteggi e, ad esclusione del campione "solid" che non prevede tale opzione, non dovranno risultare esplosi.
Quotatura
Per ogni scala di rappresentazione dovrà essere creato uno stile di quota e per ogni stile di quota dovrà essere creato un layer differente. In caso di diversi stili di quota inseriti nello stesso elaborato grafico, essi dovranno essere creati, impostati e/o modificati direttamente nella sezione "Gestione stili di quota".
Ciascuno stile dovrà comunque avere delle impostazioni standard qui di seguito riportate:
Linee di quota | Sopprimere le linee di estensione Colore : DaLayer |
Simboli e frecce | Simbolo : Punto piccolo Dimensioni : proporzionali alla scala di rappresentazione |
Testo | Stile di testo : ARIAL Colore : DaLayer Altezza : proporzionale alla scala di rappresentazione Posizionamento : centrato sia verticalmente che orizzontalmente Allineamento : con la linea di quota Adattamento : testo o linee (adattati) e sopra la linea di quota con una direttrice |
Unità primarie | Quote lineari - Formato unità : Decimali - Precisione : 0.00 - Separatore decimale : punto - Arrotondamento : 0.5 |
Scala di misurazione - fattore di scala : 100 Quote angolari - Formato unità : Gradi decimali - Precisione : 0 |
Le quote usate per il disegno devono essere di tipo associativo, non possono essere esplose, e devono usare lo stile di testo ARIAL come definito alla sezione 6.
Il testo della quota deve essere quello rilevato dal comando di quotatura e non deve essere modificato manualmente. Nel caso di rappresentazioni fuori scala il testo va sottolineato.
La quotatura va realizzata utilizzando stili di quota specifici suddivisi per scale di stampa.
Squadratura / cartiglio
La squadratura dovrà essere inserita direttamente nello "spazio carta".
La squadratura va disegnata direttamente nel file utilizzando appositi layer che dovranno essere unici in tutti i formati per tipo di linea, colore e tutte le altre proprietà (quindi anche spessore di stampa).
A tale scopo dovranno essere creati layer propri per Squadratura/Cartiglio facilmente identificabili nell'elenco dei layer.
La squadratura dovrà essere costituita da:
- una linea "esterna" più sottile, che identifica il formato del foglio (standard e/o personalizzato);
- una linea "interna" più spessa, che inquadra l'area di impaginazione del foglio;
- distanza tra le due linee pari a 5 mm;
- spessore linea interna 0,5 mm, spessore linea esterna 0,1 mm;
- cartiglio inserito in basso a destra.
Il cartiglio standard va realizzato e/o inserito (se realizzato come blocco e/o xrif) nello "spazio carta".
Le dimensioni devono essere in millimetri, con ingombro massimo pari al formato A4 verticale (larghezza 210 mm e altezza 297mm), compresi 5 mm di distanza da lasciarsi tra le due linee di squadratura.
Il cartiglio sarà costituito da parti fisse (uguali per tutti gli elaborati grafici) e da parti modificabili; le prime non andranno per alcun motivo modificate e dovranno riportare quanto segue:
- committenza;
- soggetti interessati con relativo spazio timbro/firma (progettisti, impresa, RUP, ecc.);
- intestazione della pratica di riferimento.
Le parti modificabili dovranno invece riportare i seguenti elementi:
- livello di progettazione;
- oggetto della tavola;
- numero progressivo dell'elaborato grafico (possibilmente diversificato per le diverse categorie di progetto (opere edili, opere impiantistiche, opere strutturali, sicurezza, ecc.);
- data di realizzazione;
- scala di rappresentazione;
- eventuali informazioni aggiuntive utili all'identificazione e comprensione dell'elaborato grafico.
Dimensioni fuori formato
Eventuali dimensioni fuori formato standard UNI potranno essere utilizzati solo per esigenze particolari. Andranno realizzati secondo allargamento della tavola:
- verticale, con formati multipli del modulo A4 verticale (297 mm), fino ad una misura massima di 90 cm;
- orizzontale, con formati multipli del modulo A4 orizzontale (210 mm).
Eventuali misure intermedie, in entrambi i casi, andranno realizzate utilizzate il mezzo modulo.
I trattini di piegatura del foglio vanno riportati tra le due linee di squadratura, secondo le indicazioni dimensionali già descritte precedentemente; in tale modo il primo modulo in basso a destra conterrà sempre il cartiglio per l'identificazione della tavola.
9. Regole e norme tecniche da rispettare
Fermo restando il richiamo alle norme generali, di seguito si riportano a titolo indicativo ma non esaustivo i principali riferimenti normativi per lo sviluppo del progetto.
La progettazione delle opere dovrà essere redatta, nel rispetto delle disposizioni di legge, decreti e circolari degli Organi delle Stato, della Regione Lombardia e delle norme di buona tecnica (UNI- CIGCEI-UNEL-ISPESL- ecc).
La scelta dei materiali da costruzione dovrà avvenire nel rispetto dell’ordinamento legislativo vigente all’atto della realizzazione dell’intervento.
Sono richiamate a seguire, a titolo non esaustivo, le leggi e norme oggi cogenti.
Lavori pubblici - Urbanistica – Edilizia Norme in materia di contratti pubblici
La progettazione dovrà essere svolta in conformità alle disposizioni di cui al D.Lgs. 18 aprile 2016,
n. 50 ed alle disposizioni di cui al D.P.R. 207/10 (per gli articoli non abrogati e alle successive disposizioni ANAC.
• D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro;
• D.lgs. 18 aprile 2016, n. 50, Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture;
• Linee guida attuative del nuovo Codice degli Appalti recanti “Indirizzi generali sull’affidamento dei servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria”
Normativa Urbanistica e Norme di Edilizia generale
• Insieme dei Regolamenti Edilizi, Piano Territoriale, P.G.T., Documenti Catastali, norme di attuazione locali inerenti a particolari vincoli e/o prescrizioni per l’amministrazione comunale di riferimento.
• D.M. 14 gennaio 2008 “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni” - pubblicato
GU n°29 del 04 febbraio 2008 e successive circolari, chiarimenti, modifiche ed integrazioni ed allegati;
• Legge n. 1086/71;
• Legge 2/2/1974, n. 64 Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche
e successive.
Specifiche sanitarie
Normativa nazionale e regionale in materia di accreditamento, qualità ed autorizzazione all’esercizio
Le Leggi e Norme fondamentali di Igiene, Tecnica ed Organizzazione Ospedaliera da adottare nelle successive fasi di progettazione sono, sinteticamente, le seguenti:
• D.G.R. del 12/03/2004 n. VII/16721 e s.m.i. – Attuazione della prima fase – annualità 2004 – del Piano Pluriennale degli investimenti in Sanità.
• D.G.R. del 02/02/2001 n. 3312 e s.m.i. – Attuazione delle direttive in ordine all’attuazione delle disposizioni di cui alla L.R. del 12/08/1999 n. 15, relative alle attività sanitarie svolte presso strutture pubbliche e private;
• X.Xxx. n. 254 del 28/07/2000 – Disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs. n. 229 del 19/06/1999 per il potenziamento delle strutture per l’attività libero-professionale dei dirigenti sanitari;
• D.g.r. n. 5954 del 05/12/2016 – Determinazioni in ordine alla gestione del servizio sociosanitario per l’esercizio 2017;
• D.G.R. n. 4873 del 29/02/2016 – Indicazioni relative all’assolvimento delle disposizioni di cui all’art. 1, comma 541, della Legge 28/12/2015, n. 208, standard ospedalieri e Legge 161/2014. Primo provvedimento;
• D.G.R. n. 898 del 01/12/2010 – Ulteriori determinazioni in ordine ai requisiti tecnologici e strutturali delle strutture sanitarie di diritto pubblico e privato;
• Ministero della Sanità I.S.P.E.S.L. Roma anno 1999 e s.m.i. - Linee Guida per la definizione degli standard di sicurezza e di igiene ambientale dei Reparti Operatori;
• D.G.R. del 17/12/1999 n.6/47077 e s.m.i. – Approvazione delle linee guida sulla Prevenzione e Sicurezza nelle Sale Operatorie;
• L.R. del 12/08/1999 n.15 e s.m.i.;
• D.G.R. 06/08/1998 n. 6/38133 e s.m.i. - Recante le Disposizioni di Attuazione della Giunta Regionale del Decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997, atto di indirizzo e coordinamento alle regioni ed alle province autonome di Trento e Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private;
• L.R. del 11/07/1997 n. 31 e s.m.i. – Norme per il riordino del Servizio Sanitario Regionale e sua integrazione con le attività dei servizi sociali.
• D.P.R. del 14/01/1997 e s.m.i. - Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento alle regioni e alle provincie autonome di Trento e di Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private;
• D.M. Ambiente 26 giugno 2000 n. 219 – Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti;
• DPR 15 luglio 2003, n. 254 - Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari a norma dell'art. 24 della Legge 31 luglio 2002, n. 179;
• X.X.X. Xxxxxx Xxxxxxxxx x. 00000 del 29/12/1999, Indicazioni relative alla programmazione degli interventi, alla redazione ed approvazione dei progetti esecutivi, alle varianti, all’uso dei ribassi d’asta, al collaudo delle opere, alle richieste di erogazione dei finanziamenti, al monitoraggio degli interventi;
• L.R. n. 33 del 30/12/2009 e s.m.i. – Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità;
• Circolare Ministero LL.PP. n. 13011 del 22/11/74: requisiti fisico-tecnici per le costruzioni edilizie ospedaliere. Proprietà termiche, idrometriche, di ventilazione e di illuminazione;
• Regolamento concernente “Disciplina in materia di autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private ai sensi dell’art. 43 della L.P. n. 3 del 3 febbraio 1998”;
• Decreto 2 aprile 2015 , n. 70 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”;
• ISPESL “Linee Guida per gli interventi di prevenzione relativi alla sicurezza e all’igiene del lavoro nel “Blocco Parto””;
e successive.
Barriere Architettoniche
• Legge n. 13 del 09 gennaio 1989, Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati;
• D.M. 14 giugno 1989 n. 236 prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche;
• D.P.R. del 24 luglio 1996 n. 503 e s.m.i., Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici;
• Legge n. 104/92;
• L.R. del 20/02/1989 n. 6 3 s.m.i., “Norme sull’eliminazione delle barriere architettoniche e prescrizioni tecniche di attuazione”;
e successive.
Prevenzione incendi e sicurezza
Protezione Antisismica
• LR 33/2015 - Disposizioni in materia di opere o di costruzioni e relativa vigilanza in zone sismiche;
• DGR 5001/2016 - Approvazione delle linee di indirizzo e coordinamento per l’esercizio delle funzioni trasferite ai comuni in materia sismica (artt. 3, comma 1, e 13, comma 1, della l.r. 33/2015);
• Delibera Giunta regionale 11 luglio 2014 - n. X/2129 “Aggiornamento delle zone sismiche in Regione Lombardia (l.r. 1/2000, art. 3, c. 108, lett. d)”;
• Legge del 02 febbraio 1974 n. 64 e s.m.i. ”Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche”;
• D.P.R. 06 giugno 2001, n. 380 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”
• D.P.C.M n. 3274 del 20 marzo 2003, “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”
• Xxxxx Xxxxxxxx per le Costruzioni approvate con Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2008 – sito del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici: “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni” del Ministero delle Infrastrutture, di concerto con il Ministro dell’Interno e con il Capo Dipartimento della protezione civile.
• D.M. 14 settembre 2005, Norme tecniche per le costruzioni
• D.M. 14 gennaio 2008, Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni;
• Circolare 2 febbraio 2009 contenente le Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008
e successive.
• D.G.R. 10 ottobre 2014 - n. X/2489 Differimento del termine di entrata in vigore della nuova classificazione sismica del territorio approvata con D.G.R. 21 luglio 2014, n. 2129; “Aggiornamento delle zone sismiche in Regione Lombardia (l.r. 1/2000, art. 3, comma 108, lett. d)”
• Direttiva 9 febbraio 2011 - Indicazioni per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale tutelato, con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni, di cui al
D.M. 14 gennaio 2008 e relativa Circolare contenente Istruzioni per l’applicazione delle Norme tecniche per le costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008. Le NTC e la relativa circolare costituiscono il riferimento generale per tutto quanto indicato nel presente documento;
• Circolare n.617 del 2 febbraio 2009 - Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008;
• Nota esplicativa del Dipartimento della Protezione Civile del 4 giugno 2003;
• Decreto del Dipartimento della Protezione Civile del 21.10.2003 e successive circolari, chiarimenti, modifiche ed integrazioni ed allegati - “Disposizioni attuative dell’art. 2, commi 2, 3 e 4
• dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003” (G.U. n. 252 del 29 ottobre 2003).
e successive.
Prevenzione Incendi
• D.M. del 30 novembre 1983 e s.m.i., Xxxxxxx, definizioni generali, simboli grafici di prevenzione incendi;
• Decreto Ministero dell’Interno 04 maggio 1998 e s.m.i., “Disposizioni relative alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande di prevenzione incendi, nonché all’uniformità dei connessi servizi resi dai Comandi provinciali dei vigili del fuoco” ;
• Ministero dell’Interno – Circolare 5 maggio 1998 n.9 - Decreto del Presidente della Repubblica 12
gennaio 1998, n. 37 – Regolamento per la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi – Chiarimenti applicativi;
• Decreto 18 settembre 2002 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la co-struzione e l'esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private.”
• Decreto ministeriale 22 febbraio 2006, “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi
per la progettazione, la costruzione e l’esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici.
• D.P.R. 1 agosto 2011 n. 151 “Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell’articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122”;
• Decreto 7 agosto 2012 “Disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell’articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n. 151;
• Decreto 19 marzo 2015 “Aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private di cui al decreto 18 settembre 2002.”
• Normativa di riferimento in relazione al tipo di impianto termico scelto e al relativo combustibile; e successive.
• Decreto del Ministero dell’Interno 22 novembre 2002 - “Disposizioni in materia di parcamento di autoveicoli alimentati a gas di petrolio liquefatto all’interno di autorimesse in relazione al sistema di sicurezza dell’impianto”;
• D.P.R. 6 novembre 2002, n. 293 - “Regolamento di semplificazione recante modifica all’articolo 141 del Regio Decreto 6 maggio 1940, n. 635, e successive modificazioni”;
• Decreto 29 Novembre 2002 - Requisiti tecnici per la costruzione, l'installazione e l'esercizio dei serbatoi interrati destinati allo stoccaggio di carburanti liquidi per autotrazione, presso gli impianti di distribuzione. Chiarimenti relativi agli impianti termici per cucine e lavaggio stoviglie;
• Decreto 24 maggio 2002 – “Norme di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione stradale di gas naturale per autotrazione”;
• Rettifica dell'allegato al decreto 24 maggio 2002. - Decreto del Presidente del Consiglio 8 marzo 2002 “Disciplina delle caratteristiche merceologiche dei combustibili ai fini dell'inquinamento atmosferico, nonché delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione”;
• Disposizioni sulle modalità d’installazione degli apparecchi evacuatori di fumo e calore;
• D.P.R. 12 gennaio 1998, N. 37 - Regolamento per la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi - Chiarimenti applicativi;
• D.M. 10 marzo 1998 Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro;
• Direttiva 96/82/CE Consiglio del 9 dicembre 1996 sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose. Modifiche a seguito dei pareri delle Commissioni parlamentari e della Conferenza Stato – regioni. Modifiche effettuate a seguito del Consiglio dei Ministri del 23 luglio u.s.;
• Circolare n. 31 del 31/08/1978;
• Norme di sicurezza per l'installazione di motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o a macchina operatrice;
• Decreto 12 aprile 1996 - Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi;
• Testo coordinato a cura di P.I. Xxxxxxxxx Xxxxxxx Servizio Formazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Bergamo Ultima revisione: 14 dicembre 1998
• Lettera-Circolare prot. n° P1143/4134 sott. 1 del 11 giugno 1996 Xxxxxxx: Decreto Ministro dell'Interno 12 aprile 1996 - Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la
progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi -
Chiarimenti ed indirizzi applicativi;
• Decreto 1° Febbraio 1986 - Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l'esercizio di autorimesse e simili;
• Decreto Ministeriale 12 aprile 1996 - Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi;
• Supplemento Ordinario n. 74 alla Gazzetta Ufficiale n. 103 del 4 maggio 1996 • Impianti a combustibile liquido;
• Circolare Ministeriale n. 73 del 21/07/1971 - Impianti termici ad olio combustibile o a gasolio - Istruzioni per l'applicazione delle norme contro l'inquinamento atmosferico - disposizioni ai fini della prevenzione incendi;
• Circolare n. 99 del 15.10.64 Attività 5 - Depositi di O2;
• DM 24.11.84 Attività 6 - Reti di metano;
• DM 18.5.95 Attività 22 - Depositi di soluzioni idroalcoliche;
• Circolare n. 31 del 31.8.78 Attività 64 - Gruppi Elettrogeni;
• DM 15.9.05 Attività 95 - Ascensori e montacarichi;
• DM 30.11.1983 Xxxxxxx, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi;
• DM 26.6.1984 Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi;
• DM 16.2.2007 Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione;
• DM 9.3.2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco;
• Lett. - Circ. Prot. n. 1968 del 15.2.2008 Pareti di muratura portanti resistenti al fuoco;
• I dispositivi per la rilevazione dei fumi devono, inoltre, essere conformi alla normativa in materia: UNI EN 54 – 2,3,4,5,7,10,11,12,17,18,20,21;
• UNI EN 15650:2010: Ventilazione degli edifici – Serrande tagliafuoco;
• UNI EN 15423:2008 Ventilazione degli edifici - Misure antincendio per i sistemi di distribuzione dell’aria negli edifici
Igiene dei Luoghi di Lavoro
• D.P.R. del 19 marzo 1956 n. 303 e s.m.i., Norme generali per l’igiene del lavoro: il D.P.R. 303/1956 e stato abrogato dal Testo Unico in materia di sicurezza e salute sul lavoro, con la sola eccezione dell’articolo 64 che e ancora in vigore;
• D.P.R. 6 giugno 2001 n. 380, Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia;
• X.Xxx. del 09 aprile 2008 n.81 Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n.123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro;
• Leggi, Norme, Regolamenti e Disposizioni comunitarie, nazionali, regionali, “tipo” e locali relative all’igiene e sicurezza dei luoghi di lavoro (cfr. Regolamento Locale di Igiene ecc.);
e successive.
Acustica
• D.P.C.M. del 01/03/1991 – Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno;
• L. n. 447 del 26/10/1995 e s.m.i. - Legge quadro sull’inquinamento acustico;
• D.P.C.M. del 14/11/1997 - Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore;
• D.P.C.M. del 05/12/1997 e Nota del Ministero dell’Ambiente n. 3632/SIAR/98 e s.m.i. – Determinazioni dei requisiti acustici passivi degli edifici;
• D.M. del 16/03/1998 – Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico;
• Legge Regionale n.13 del 13/8/2001 “norme in materia ‘inquinamento acustico”
• Norma Tecnica Pr EN 12354 – 1/2/3 - Stima dei requisiti acustici dell’edificio a partire dia requisiti degli elementi;
• Norma UNI EN ISO 717 - Determinazione dell’indice di valutazione del potere fonoisolante. e successive.
Normativa efficienza energetica in edilizia e fonti energetiche rinnovabili
Si dovrà tener conto delle prescrizioni dettate dalle seguenti norme, per quanto pertinenti con le opere da realizzare:
Normativa nazionale
• DM “Requisiti minimi” 26/6/2015;
• DM “Linee Guida” 26/6/2015;
• DM “Relazioni Tecniche” 26/6/2015;
• Legge 9 gennaio 1991, n. 10, Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia d’uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili d’energia;
• D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412, Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici al fine del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10;
• D.P.R. 21 dicembre 1999, n. 551, Regolamento recante modifiche al D.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993, in materia di progettazione, installazione l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici al fine del contenimento dei consumi di energia;
• Legge 1 marzo 2002, N. 39 Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee” Legge comunitaria 2001;
• Xxxxxxx xxx 00 xxxxxx 0000, Xxxxx individuazione degli obiettivi quantitativi per l’incremento dell’efficienza energetica negli usi finali di energia, ai sensi dell’art.9, comma1, del D.lgs. 16 marzo 1999, n. 79;
• D.Lgs 12 agosto 2005, n.192, Attuazione della Direttiva 2002/91/CE relative al rendimento energetico nell’edilizia;
• D.Lgs 29 dicembre 2006, n. 311, Disposizioni correttive ed integrative al D.Lgs 19 agosto 2005, n.192, recante attuazione della Direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia;
• D.G.R. 22 dicembre 2008 n.8/8745 Determinazione in merito alle disposizioni per l’efficienza energetica in edilizia e per la certificazione energetica degli edifici;
• Decreto 26 giugno 2009 “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”;
• D.P.R. 2 aprile 2009, n.59 Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del D.Lgs. 19 agosto 2005, n.192, concernente attuazione della Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia;
• D.Lgs. 3 marzo 2011, n. 28 Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE;
• D.G.R. 30 novembre 2011 n.9/2601 Disposizioni per l’esercizio, il controllo, la manutenzione e l’ispezione degli impianti termici nel territorio regionale;
• Decreto Legge 4 giugno 2013, n. 63 Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia per la definizione delle procedure d’infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale;
• Legge 03 agosto 2013, n. 90 Conversione, con modificazioni, del decreto-legge 4 giugno 2013,
n.63 - Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia per la definizione delle procedure d’infrazione avviate dalla Commissione Europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale;
• Decreto Legislativo n. 192 del 19 agosto 2005 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati - Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia;
• Decreto Legislativo n. 20 del 8 febbraio 2007, e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati - Attuazione della direttiva 2004/8/Ce sulla promozione della cogenerazione basata su una domanda di calore utile nel mercato interno dell'energia, nonché modifica alla direttiva 92/42/CEE;
• Decreto Legislativo n. 115 del 30 maggio 2008 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati– Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e abrogazioni della direttiva 93/76/CEE;
• D.Lgs. n. 15 del 16 febbraio 2011 - Attuazione della direttiva 2009/125/CE relativa all'istituzione di un quadro per l'elaborazione di specifiche per progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all'energia; (alla citata direttiva 2009/125/CE sono collegati una serie di Regolamenti specifici per tematiche: Si citano in maniera non esaustiva: Regolamento (UE) n. 327/2011 del
30 marzo 2011 (ventilatori a motore), Regolamento (UE) N.206/2012 del 6 marzo 2012 (condizionatori d'aria e dei ventilatori), Regolamento (UE) n. 547/2012 del 25 giugno 2012 (pompe per acqua), Regolamento (UE) n. 622/2012 dell’ 11 luglio 2012 (circolatori), Regolamento (UE) N. 813/2013 della Commissione del 2 agosto 2013 (apparecchi per il riscaldamento d’ambiente e apparecchi di riscaldamento misti),Regolamento (UE) n. 814/2013 del 2 agosto 2013, (scaldacqua e serbatoi per l’acqua calda), regolamento (UE) n. 4/2014 del 6 gennaio 2014 (motori elettrici), Regolamento (UE) N.1253/2014 della Commissione, del 7 luglio 2014 (unità di ventilazione));
• Decreto Legislativo n. 104 del 28 giugno 2012 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati - Attuazione della direttiva 2010/30/UE, relativa all'indicazione del consumo di energia e di altre risorse dei prodotti connessi all'energia, mediante l'etichettatura ed informazioni uniformi relativa ai prodotti;
• Decreto Presidente Repubblica n.74 del 16 aprile 2013 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati - Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192;
• Decreto Legislativo n.102 del 4 luglio 2014, e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati - Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 0000/0/XX x 0000/00/XX;
Xxxxxxxxx xxxxxxxxx Xxxxxxxxx
• DGR X/3868 17/07/2015 Disposizioni in merito alla disciplina per l’efficienza energetica degli edifici ed al relativo attestato di prestazione energetica a seguito dell’approvazione dei decreti ministeriali per l’attuazione del D.lgs 192/2005,come modificato con L. 90/2013;
• Decreto 6480 30/07/2015 (T.U.) Disposizioni in merito alla disciplina per l’efficienza energetica degli edifici e per il relativo attestato di prestazione energetica, a seguito della DGR 3868 del 17/07/2015;
• Legge Regionale n. 26 del 20 aprile 1995 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati - Nuove modalità di calcolo delle volumetrie edilizie e dei rapporti di copertura limitatamente ai casi di aumento degli spessori dei tamponamenti perimetrali e orizzontali per il perseguimento di maggiori livelli di coibentazione termo acustica o di inerzia termica;
• Legge Regionale n. 26 del 12 dicembre 2003 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati – Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche;
• Legge Regionale n. 1 del 2 febbraio 2004 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati - Contenimento dei consumi energetici degli edifici attraverso la contabilizzazione del calore;
• Legge Regionale n. 39 del 21 dicembre 2004 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati –Norme per il risparmio energetico degli edifici e per la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti;
• Legge Regionale n. 12 dell’11 marzo 2005, e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati - Legge per il governo del territorio;
• Legge Regionale n. 24 del 11 Dicembre 2006 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati - Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell'ambiente;
• Delibera Giunta Regionale n. VIII/8745 del 22 Dicembre 2008 e successive circolari, chiarimenti,
• modifiche, integrazioni ed allegati - Determinazioni in merito alle disposizioni per l’efficienza energetica in edilizia e per la certificazione energetica degli edifici;
• Decreto Direttore Generale n.5796 del 11 giugno 2009 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati - Aggiornamento della procedura di calcolo per la certificazione energetica degli edifici;
• Legge Regionale n. 13 del 16 luglio 2009 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati – Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia;
• Regolamento Regionale n. 7 del 15 febbraio 2010 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati – Regolamento regionale per l’installazione di sonde geotermiche che non comportino il prelievo d’acqua;
• Decreto Dirigente Unita Operativa n. 7358 del 22 luglio 2009 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati - Rettifica delle precisazioni approvate con decreto 7148 del 13.07.2009, relative all’applicazione delle disposizioni per l’efficienza energetica in edilizia, di cui alla DGR 8745 del 22.12.2008;
• Delibera Giunta Regionale n. X/1118 del 20 dicembre 2013 e successive circolari, chiarimenti, modifiche, integrazioni ed allegati - Aggiornamento delle disposizioni per l'esercizio, il controllo, la manutenzione e l'ispezione degli impianti termici;
Norme quadro di riferimento nazionale
• UNI/TS 11300-1 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale;
• UNI/TS 11300-2 Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale, per la produzione di acqua calda sanitaria, per la ventilazione e per l'illuminazione in edifici non residenziali;
• UNI/TS 11300-3 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 3: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva;
• UNI/TS 11300-4 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 4: Utilizzo di energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria;
• Raccomandazione CTI 14 Prestazioni energetiche degli edifici – Determinazione della prestazione energetica per la classificazione dell’edificio;
Norme tecniche a supporto
• UNI EN ISO 6946 Componenti ed elementi per edilizia – Resistenza termica e trasmittanza termica –Metodo di calcolo;
• UNI EN 00000-0-0 Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo per il calcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell’impianto – Parte 4-6: Sistemi di generazione del calore, sistemi fotovoltaici;
• UNI EN 00000-0-0 Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo per il calcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell’impianto - Parte 4-7: Sistemi di generazione per il riscaldamento degli ambienti, sistemi di combustione a biomassa;
• UNI EN 15603 Prestazione energetica degli edifici - Consumo energetico globale e definizione dei metodi di valutazione energetica;
• UNI EN 1264-1 Sistemi radianti alimentati ad acqua per il riscaldamento e il raffrescamento integrati nelle strutture - Parte 1: Definizioni e simboli;
• UNI EN 1264-2 Sistemi radianti alimentati ad acqua per il riscaldamento e il raffrescamento integrati nelle strutture - Parte 2: Riscaldamento a pavimento: metodi per la determinazione della potenza termica mediante metodi di calcolo e prove;
• UNI EN 1264-3 Sistemi radianti alimentati ad acqua per il riscaldamento e il raffrescamento integrati nelle strutture - Parte 3: Dimensionamento;
• UNI EN 1264-4 Sistemi radianti alimentati ad acqua per il riscaldamento e il raffrescamento integrati nelle strutture - Parte 4: Installazione;
• UNI EN 00000-0-0 Caldaie per riscaldamento a gas - Parte 2-1: Norma specifica per gli apparecchi di tipo C ed apparecchi di tipo B2, B3 e B5 di portata termica nominale non maggiore di 1 000 kW;
• UNI EN 303-1 Caldaie per riscaldamento - Parte 1: Caldaie con bruciatori ad aria soffiata - Terminologia, requisiti generali, prove e marcatura;
• UNI EN 303-5 Caldaie per riscaldamento - Parte 5: Caldaie per combustibili solidi, con alimentazione manuale o automatica, con una potenza termica nominale fino a 500 kW - Terminologia, requisiti, prove e marcatura
• UNI EN 442-2 Radiatori e convettori - Parte 2: Metodi di prova e valutazione;
• UNI EN 13836 Caldaie a gas per riscaldamento centrale - Caldaie di tipo B di portata termica nominale maggiore di 300 kW, ma non maggiore di 1 000 kW ;
• UNI EN 14037-1-2-3 Strisce radianti a soffitto alimentate con acqua a temperatura minore di 120 °C;
• XXX XX 00000 Xxxxxx per misurare le prestazioni di scaldacqua elettrici ad accumulo per uso domestico;
• UNI EN ISO 6946 Componenti ed elementi per edilizia - Resistenza termica e trasmittanza termica - Metodo di calcolo;
• UNI 11135 Condizionatori d'aria, refrigeratori d'acqua e pompe di calore - Calcolo dell'efficienza
• stagionale;
• UNI EN 15243 Ventilazione degli edifici - Calcolo delle temperature dei locali, del carico termico e dell’energia per edifici dotati di impianto di climatizzazione degli ambienti;
• UNI EN 15239 Ventilazione degli edifici - Prestazione energetica degli edifici - Linee guida per l’ispezione dei sistemi di ventilazione;
• UNI EN 15240 Ventilazione degli edifici - Prestazione energetica degli edifici - Linee guida per l’ispezione degli impianti di climatizzazione;
• UNI EN 15241 Ventilazione degli edifici - Metodi di calcolo delle perdite di energia dovute alla ventilazione e alle infiltrazioni negli edifici + EC 1-2012 UNI EN 15241:2008;
• UNI EN 12309-1-3-4-5-6-7 Apparecchi per il riscaldamento e/o raffrescamento ad assorbimento e
• adsorbimento, funzionanti a gas, con portata termica nominale non maggiore di 70 kW;
• UNI EN 14511-2 Condizionatori, refrigeratori di liquido e pompe di calore con compressore elettrico per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti - Parte 2: Condizioni di prova;
• UNI EN 14511-3 Condizionatori, refrigeratori di liquido e pompe di calore con compressore elettrico per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti - Parte 3: Metodi di prova;
• UNI EN 14511-4 Condizionatori, refrigeratori di liquido e pompe di calore con compressore elettrico per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti - Parte 4: Requisiti operativi, marcatura e istruzioni;
• UNI EN 14825 Condizionatori d'aria, refrigeratori di liquido e pompe di calore, con compressore elettrico, per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti - Metodi di prova e valutazione a carico parziale e calcolo del rendimento stagionale;
• UNI EN 15217 Prestazione energetica degli edifici - Metodi per esprimere la prestazione energetica e per la certificazione energetica degli edifici;
• UNI EN 15665 Ventilazione degli edifici - Determinazione dei criteri di prestazione per i sistemi di ventilazione residenziali;
• UNI EN 12809 Caldaie domestiche indipendenti a combustibile solido - Potenza termica nominale non maggiore di 50 kW - Requisiti e metodi di prova + EC 1-2008 UNI EN 12809:2004;
• UNI EN 12815 Termocucine a combustibile solido - Requisiti e metodi di prova + EC 1-2008 UNI EN 12815:2006 + EC 2-2011 UNI EN 12815:2006;
• UNI EN ISO 9806 Energia solare - Collettori solari termici - Metodi di prova;
• UNI EN 12976-1 Impianti solari termici e loro componenti - Impianti prefabbricati - Parte 1: Requisiti generali;
• UNI EN 12976-2 Impianti solari termici e loro componenti - Impianti prefabbricati - Parte 2: Metodi di prova;
• UNI EN 13229 Inserti e caminetti aperti alimentati a combustibile solido - Requisiti e metodi di prova + EC 1-2009 UNI EN 13229:2006;
• UNI EN 13240 Stufe a combustibile solido - Requisiti e metodi di prova;
• UNI EN 15250 Apparecchi a lento rilascio di calore alimentati a combustibili solidi - Requisiti e metodi di prova;
• UNI EN 15270 Bruciatori a pellet per piccole caldaie da riscaldamento - Definizioni, requisiti, metodi di prova, marcatura;
• UNI EN 12977-1 Impianti solari termici e loro componenti - Impianti assemblati su specifica - Parte 1: Requisiti generali per collettori solari ad acqua e sistemi combinati;
• UNI EN 12977-2 Impianti solari termici e loro componenti - Impianti assemblati su specifica - Parte 1: Metodi di prova per collettori solari ad acqua e sistemi combinati;
• UNI EN 12977-3 Impianti solari termici e loro componenti - Impianti assemblati su specifica - Parte 3: Caratterizzazione delle prestazioni dei serbatoi di stoccaggio acqua per impianti di riscaldamento solare;
• UNI EN 15232 Prestazione energetica degli edifici - Incidenza dell'automazione, della regolazione e della gestione tecnica degli edifici;
• UNI EN ISO 13791 Prestazione termica degli edifici - Calcolo della temperatura interna estiva di un locale in assenza di impianti di climatizzazione - Criteri generali e procedure di validazione;
• UNI EN ISO 13792 Prestazione termica degli edifici - Calcolo della temperatura interna estiva di un locale in assenza di impianti di climatizzazione - Metodi semplificati;
• UNI 10375 Metodo di calcolo della temperatura interna estiva degli ambienti;
• UNI EN 13125 Chiusure oscuranti e tende - Resistenza termica aggiuntiva - Assegnazione di una classe di permeabilità all'aria ad un prodotto;
• UNI 8211 . Impianti di riscaldamento ad energia solare. Terminologia, funzioni, requisiti e parametri per l' integrazione negli edifici;
• UNI EN ISO 9488 ü UNI EN ISO 9488:2001: Energia solare – Vocabolario;
• CEN/TR 14788 Ventilation for buildings – Design and dimensioning of residential ventilation systems;
• UNI CEN/TR 15615 Spiegazione della relazione generale tra le varie norme europee e la direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD) - Documento riassuntivo.
Banche dati
• UNI 10351 Materiali da costruzione – Conduttività termica e permeabilità al vapore;
• UNI EN ISO 10456 Materiali e prodotti per edilizia - Proprietà igrometriche - Valori tabulati di progetto e procedimenti per la determinazione dei valori termici dichiarati e di progetto;
• UNI 10355 Murature e solai – Valori di resistenza termica e metodo di calcolo;
• UNI EN 1745 Muratura e prodotti per muratura – Metodi per determinare i valori termici di progetto;
• UNI/TR 11552 Abaco delle strutture costituenti l’involucro opaco degli edifici; Parametri termofisici;
• UNI EN 410 Vetro per edilizia – Determinazione delle caratteristiche luminose e solari delle vetrate;
• UNI EN 673 Vetro per edilizia – Determinazione della trasmittanza termica (valore U) –Metodo di calcolo;
• UNI EN ISO 7345 Isolamento termico – Grandezze fisiche e definizioni;
• UNI EN 12792 Ventilazione degli edifici - Simboli, terminologia e simboli grafici;
• UNI EN ISO 15927-6 Prestazione termoigrometrica degli edifici - Calcolo e presentazione dei dati climatici - Parte 6: Differenze di temperatura cumulate (gradi giorno);
• UNI EN ISO 15927-1 Prestazione termoigrometrica degli edifici - Calcolo e presentazione dei dati climatici - Medie mensili dei singoli elementi meteorologici;
• UNI ISO 3046 (Serie intera) Motori alternativi a combustione interna – Prestazioni;
Contenimento Consumi Energetici
• Legge n. 10 del 9 gennaio 1991: Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia d’uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili d’energia.
• D.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993, Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici al fine del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10.
• D.P.R. n. 551 del 21 dicembre 1999 Regolamento recante modifiche al D.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993, in materia di progettazione, installazione l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici al fine del contenimento dei consumi di energia.
• Direttiva 91/2002/CE Del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2002 sul rendimento energetico nell’edilizia.
• Decreto del 20 luglio 2004, Nuova individuazione degli obiettivi quantitativi nazionale di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili, di cui all’art. 16, comma 4, del D.Lgs 23 maggio, n. 164.
• X.X. x. 00 xxx 00/00/0000, Xxxxx per il risparmio energetico degli edifici per la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti.
• X.Xxx n.192 del 12 agosto 2005 Attuazione della Direttiva 2002/91/CE relative al rendimento energetico nell’edilizia.
• X.Xxx n. 311 del 29 dicembre 2006, Disposizioni correttive ed integrative al D.Lgs n.192/2005, recante attuazione della Direttiva 2002/91/CE relative al rendimento energetico nell’edilizia.
• Delibera della Regione Lombardia del 28 giugno 2007, Disposizioni inerenti all’efficienza energetica in edilizia,
• D.P.R. n. 59 del 02 aprile 2009, Regolamento di attuazione dell’art. 4, comma 1, lettera a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, contenente l’attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia;
e successive.
Varie
• Le prescrizioni e indicazioni ENEL o dell’azienda distributrice dell’energia elettrica per quanto di competenza nei punti di consegna;
• Le leggi e le circolari Ministeriali inerenti gli impianti elettrici e la Sicurezza sul lavoro;
• Le varie circolari e le disposizioni del Comando dei Vigili del Fuoco della località di esecuzione dei lavori;
• Le norme UNI e UNEL per quanto riguarda i materiali unificati, gli impianti ed i loro componenti, criteri di progetto, le modalità di costruzione e di esecuzione, le modalità di collaudo, ecc.;
• Le prescrizioni e indicazioni della TELECOM;
• Normative ISPESL, ASL e ARPA;
• Le norme C.E.I. (Comitato Elettrotecnico Italiano) per gli impianti e le apparecchiature elettriche, da intendersi sempre all’ultima edizione e completa di varianti;
• CEI 17-13/1 fascicolo 2463 E: apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione
• CEI 64-8 V1 fascicolo 5902: impianti elettrici a tensione normale non superiore a 1000V in corrente alternata e 1500V in corrente continua;
• CEI 64-8/7 Sez.710: impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua. Ambienti e applicazioni particolari. Locali ad uso medico;
• CEI 81-10 V1: protezione contro i fulmini;
• CEI 31-35/A: “Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas: Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi con
pericolo di esplosione per la presenza di gas, vapori o nebbie infiammabili: esempi di applicazione”;
• CEI 64.56 1° ed. (mar-03): “Edilizia ad uso residenziale e terziario. Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione degli impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri particolari per locali ad uso medico”;
• Norma UNI EN 12464-1: illuminazione dei posti di lavoro;
• Norma UNI EN 1838: applicazione dell’illuminotecnica. Illuminazione di emergenza;
• Decreto 18 settembre 2002: “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private”;
• Norma UNI 9795: sistemi fissi automatici di rilevazione, di segnalazione manuale e di allarme incendio;
• D.M. n. 236 14/06/89: obbligo di accessibilità;
• D.M. 16/02/82: elenco delle attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco;
• D.P.R. n. 151 01/08/2011: “Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122”;
• Norma UNI EN 81-1: Regole di sicurezza per la costruzione e l’installazione degli ascensori e dei montacarichi. Ascensori elettrici;
• D.M. n. 37 22/01/2008: Regolamento recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
Deve essere rispettato quanto elencato alle voci seguenti, compresi i successivi aggiornamenti anche se non specificati.
La rispondenza alle norme sopra citate sarà intesa nel senso più restrittivo e cioè non solo l’esecuzione dell’impianto sarà rispondente alle norme, ma bensì ogni singolo componente dell’impianto stesso. I materiali impiegati saranno tutti di primarie case costruttrici e muniti, ove possibile, dei marchi dell’Istituto Italiano di Qualità I.M.Q.. Tutte le apparecchiature per le quali è richiesto saranno dotate di marchio CE.
I materiali non previsti nello scopo delle predette leggi e senza norme di riferimento saranno comunque conformi alla Legge n. 186/1968.
Impianto rilevazione incendio
UNI EN 54 – 1/5/6/7/8/9 “Componenti sistemi di rilevazione incendio”
UNI EN 9795 “sistemi fissi automatici di rilevazione, di segnalazione manuale e di allarme incendio”
Impianto diffusione sonora
Norma EN 60849 per la diffusione EVAC
Cablaggio strutturato
Norme Internazionali/Electronic