RELAZIONE DELLA COMMISSIONE
COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE
Bruxelles, 1.6.2001
COM(2001) 288 definitivo
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE
AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO
SULL'ASSISTENZA MACROFINANZIARIA AI PAESI TERZI NEL 2000
Elenco delle sigle
AMF assistenza macrofinanziaria
ASA accordo di stabilizzazione e di associazione
ASB accordo stand-by
B-E Bosnia-Erzegovina
BEI Banca europea per gli investimenti
BERS Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo
CAMEL capitale, attivo, gestione, utili, liquidità ("capital, assets, management, earnings, liquidity": i parametri in uso nel sistema internazionale di valutazione dell'affidabilità finanziaria - "rating" - delle banche)
CBA regime del comitato monetario ("Currency Board Arrangement") CE Comunità europea
DEM xxxxx xxxxxxx
DSP diritti speciali di prelievo
EFF agevolazione ampliata di credito dell'FMI ("Extended Fund Facility")
ESAF agevolazione rafforzata dell'FMI per l'aggiustamento strutturale ("Enhanced Structural Adjustement Facility")
EUR euro
FESAL prestito della Banca mondiale per l'aggiustamento strutturale finanziario e imprenditoriale ("Financial and Enterprise Structural Adjustement Loan")
FMI Fondo monetario internazionale
FYROM ex Repubblica iugoslava di Macedonia
IED investimenti esteri diretti
IFI Istituti finanziari internazionali
IPC indice dei prezzi al consumo
IVA imposta sul valore aggiunto
MI memorandum d'intesa
NSI nuovi Stati indipendenti
NU Nazioni unite
OMC Organizzazione mondiale del commercio
PECO paesi dell'Europa centrale e orientale
PIL prodotto interno lordo
PRGF agevolazione dell'FMI per la riduzione della povertà e per la crescita ("Poverty Reduction and Growth Facility", in precedenza ESAF)
RFI Repubblica federale di Iugoslavia
SAF agevolazione dell'FMI per l'aggiustamento strutturale ("Structural Adjustement Facility")
UE Unione europea
UNMIK Amministrazione civile temporanea delle Nazioni Unite in Kosovo USD dollaro USA
Indice
I. INTRODUZIONE 7
II. QUADRO GENERALE. 7
1. Precedenti 7
2. L’assistenza macrofinanziaria nel 2000 8
3. Tendenze e andamento dell'assistenza macrofinanziaria 10
III. ALBANIA 17
1. Compendio 17
2. Risultati macroeconomici 18
3. Riforme strutturali 19
4. Assistenza macrofinanziaria 19
IV. ARMENIA 21
1. Compendio 21
2. Risultati macroeconomici 21
3. Riforme strutturali 22
4. Assistenza finanziaria eccezionale 23
X. XXXXXX-XXXXXXXXXX 00
1. Compendio 24
2. Risultati macroeconomici 25
3. Riforme strutturali 25
4. Assistenza macrofinanziaria 27
VI. BULGARIA 28
1. Compendio 28
2. Risultati macroeconomici 29
3. Riforme strutturali 30
4. Assistenza macrofinanziaria 31
XXX. XX XXXXXXXXXX XXXXXXXXX XX XXXXXXXXX 00
1. Compendio 32
2. Risultati macroeconomici 33
3. Riforme strutturali 34
4. Assistenza macrofinanziaria 35
VIII. GEORGIA 37
1. Compendio 37
2. Risultati macroeconomici 38
3. Riforme strutturali 38
4. Assistenza finanziaria eccezionale 39
IX. KOSOVO 41
1. Compendio 41
2. Risultati macroeconomici 42
3. Riforme strutturali 42
4. Assistenza macrofinanziaria 44
X. MOLDOVA 45
1. Compendio 45
2. Risultati macroeconomici 45
3. Riforme strutturali 47
4. Assistenza macrofinanziaria 47
XI. MONTENEGRO 48
2. Risultati macroeconomici 49
3. Riforme strutturali 50
4. Assistenza macrofinanziaria 50
XII. ROMANIA 52
2. Risultati macroeconomici 53
3. Riforme strutturali 54
4. Assistenza macrofinanziaria 55
XIII. TAGIKISTAN 56
1. Compendio 56
2. Risultati macroeconomici 56
3. Riforme strutturali 57
4. Assistenza macrofinanziaria 58
XIV. UCRAINA 59
1. Compendio 59
2. Risultati macroeconomici 60
3. Riforme strutturali 61
4. Assistenza macrofinanziaria 62
I. INTRODUZIONE
Nella presente relazione si descrivono la situazione economica, l’andamento delle riforme e le prospettive dei paesi beneficiari di assistenza macrofinanziaria nel 2000, con particolare riferimento al soddisfacimento delle condizioni a cui tale assistenza è subordinata.
Nel Capitolo II si presenta il quadro generale dell’assistenza macroeconomica della CE ai paesi terzi, rammentandone il contesto storico e descrivendo in compendio le operazioni nel 2000, con un'analisi della condivisione degli oneri tra i donatori internazionali.
Nei capitoli successivi si esaminano aspetti pertinenti del processo di transizione in corso nei paesi a favore dei quali il Consiglio ha deciso nuove operazioni di assistenza macrofinanziaria oppure sono stati effettuati versamenti nel 2000 nell'ambito di operazioni decise in passato.
La presente relazione è stata elaborata in ottemperanza alle decisioni del Consiglio riguardanti l’assistenza macrofinanziaria o l'assistenza finanziaria eccezionale della Comunità ai paesi terzi e costituisce il seguito delle relazioni presentate negli anni scorsi1.
Nell'Allegato 1 figura l'elenco completo delle operazioni di assistenza macrofinanziaria decise dal Consiglio, con i corrispondenti versamenti effettuati sino a tutto il 2000. Nell'Allegato 2 si presenta in compendio l'assistenza macrofinanziaria fornita da donatori bilaterali e multilaterali ai paesi beneficiari dell'assistenza macrofinanziaria comunitaria. Nell'Allegato 3, infine, sono indicati in breve gli indicatori macroeconomici scelti.
II. QUADRO GENERALE
1. Precedenti
Intesa inizialmente come sostegno intracomunitario alla bilancia dei pagamenti, dal 1990 l'assistenza macrofinanziaria della Comunità è stata estesa a paesi terzi, soprattutto ai paesi dell'Europa centrale e dell'Est europeo (PECO), e gradualmente anche ad altri paesi dell'ex Unione sovietica e del Mediterraneo, allo scopo di favorirne le iniziative di riforma politica ed economica.
1 Vedansi le seguenti Comunicazioni della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo dal titolo "Relazione sull'attività di assistenza macrofinanziaria a favore di paesi terzi": COM(92)400 del 16 settembre 1992
COM(94)229 del 7 giugno 1994
COM(95)572 del 27 novembre 1995 COM(96)695 dell’8 gennaio 1997 COM(98)3 del 13 gennaio 1998
COM(1999)580 del 15 novembre 1999
COM(2000)682 del 27 ottobre 2000.
All'inizio degli anni Novanta la Comunità europea ha deciso di estendere l'AMF ai PECO, nell'intento di promuoverne il processo di transizione verso l’economia di mercato. Si è anche deciso che, nell'ambito del processo di coordinamento dell'assistenza concordato tra i 24 paesi più industrializzati (G24), la Commissione avrebbe sollecitato altri donatori a contribuire in forma analoga, a sostegno dei piani economici che i PECO stavano attuando di concerto con l'FMI e con la Banca mondiale.
La CE e il G24 hanno proceduto tra il 1990 e il 1994 a varie operazioni di sostegno alla bilancia dei pagamenti a favore della maggior parte dei PECO. Da allora, la CE ha incentrato la propria assistenza macrofinanziaria nella regione soprattutto nei paesi balcanici, più particolarmente nei paesi dell'ex Repubblica di Iugoslavia. Fuori della regione dell'Europa centrale e dell'Est europeo, il Consiglio ha deciso varie altre operazioni a favore di alcuni nuovi Stati indipendenti (NSI) e di qualche paese mediterraneo.
L'AMF va a sostegno delle iniziative di riforma politica ed economica dei paesi beneficiari, viene attuata in associazione con i piani di sostegno dell'FMI e della Banca mondiale e ha continuato ad ispirarsi a un insieme dei principi che pongono in rilievo il carattere eccezionale dell'assistenza stessa, la sua complementarità rispetto ai finanziamenti degli IFI e le condizioni di carattere macroeconomico alle quali tale assistenza è subordinata. In particolare, con la sua AMF la Comunità ha sostenuto le iniziative dei paesi beneficiari intese ad attuare riforme economiche e modifiche strutturali e, in stretto coordinamento con l'FMI e con la Banca mondiale, ha promosso politiche specificamente adattate alle esigenze dei vari paesi, con l'obiettivo generale di stabilizzarne la situazione finanziaria e d'introdurvi l'economia di mercato. La Commissione attua questo tipo di assistenza in consultazione con il Comitato economico e finanziario.
2. L’assistenza macrofinanziaria nel 2000
a) Nuove decisioni
Nel 1999 era stata incrementata l'AMF ai paesi balcanici: considerato l'aggravarsi delle difficoltà delle bilance dei pagamenti e in seguito alla crisi del Kosovo, il Consiglio aveva deciso cinque operazioni per l'importo massimo di 460 milioni EUR a favore di Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, ex Repubblica iugoslava di Macedonia (FYROM) e Romania. Nel 2000 sono state decise nuove operazioni AMF a favore di due entità balcaniche, il Kosovo e il Montenegro, e di un NSI, la Moldova. Nel marzo 2000 il Consiglio ha deciso inoltre di estendere al Tagikistan l'assistenza eccezionale decisa nel novembre 1997 a favore dell'Armenia e della Georgia, e di aumentare di conseguenza gli importi massimi dei pacchetti di sovvenzioni e di prestiti previsti per tale assistenza.
Nel febbraio 2000 il Consiglio ha deciso di fornire assistenza finanziaria eccezionale al Kosovo, a titolo di sovvenzioni, per l'importo massimo di 35 milioni EUR. I fondi dovevano esser messi a disposizione dell'Amministrazione civile temporanea delle Nazioni Unite in Kosovo (UNMIK) per il tramite della sua Autorità finanziaria centrale (CFA). Considerati i notevoli progressi compiuti dall'UNMIK nell'organizzare le funzioni amministrative essenziali e nel costituire una solida struttura economica in Kosovo in circostanze molto difficili, nella seconda metà del marzo 2000 è stata erogata una prima quota di 20 milioni EUR. Da una missione ispettiva della Commissione svoltasi nel giugno 2000 è risultato che l'UNMIK aveva compiuto buoni progressi nel
dotare il Kosovo di una struttura economica e che, in generale, risultavano soddisfatte le condizioni a cui era subordinato il versamento della seconda quota. Si è deciso quindi di procedere al versamento della seconda quota di 15 milioni EUR nella seconda metà di agosto. Quest'assistenza eccezionale, facente parte di un pacchetto globale di assistenza della Comunità europea, era complementare alle risorse fornite dalla Banca mondiale e da donatori bilaterali.
La situazione macroeconomica del Montenegro, già deterioratasi nel decennio del graduale dissolversi della Repubblica socialista federativa di Iugoslavia, ha risentito della crisi del Kosovo e del massiccio afflusso di rifugiati kosovari. Nel riconoscere la difficile situazione del Governo del Montenegro, il 22 maggio 2000 il Consiglio ha deciso di erogare a questo paese un'assistenza finanziaria eccezionale della Comunità per l'importo massimo di 20 milioni EUR a titolo di sovvenzioni a fondo perduto, da versare in almeno due quote successive, in subordine all'ottemperanza alle condizioni in materia di politica economica. Dopo la firma del memorandum d'intesa (MI) tra la Repubblica e la Commissione, la prima quota dell'assistenza, dell'importo di 7 milioni EUR, è stata versata nell'agosto 2000. Le autorità montenegrine hanno ottemperato, in generale, alle condizioni in materia di politica economica, indicate nell'MI, alle quali era subordinata l'assistenza, avviando sollecitamente i lavori per organizzare un'economia a orientamento di mercato. All'inizio del gennaio 2001, quindi, è stata versata la seconda quota, dell'importo di 12,95 milioni EUR. Circa 50.000 EUR sono stati utilizzati per il supporto tecnico nell'ambito dell'attuazione di tale assistenza.
Nel 2000 la Moldova ha continuato a sperimentare gravi problemi economici. Il 1° dicembre 2000 il Governo ha firmato con l'FMI un MI triennale nell'ambito della PRGF, l'agevolazione per la riduzione della povertà e per la crescita, e nell'ultima settimana del 2000 la Moldova ha ricevuto finanziamenti esterni per il totale di circa 42 milioni USD. Nel luglio 2000 il Consiglio ha deciso di fornire alla Moldova un'AMF dell'importo massimo di 15 milioni EUR. Il versamento della prima quota, di 10 milioni EUR, è subordinato all'esito favorevole dell'esame dell'FMI su come la Moldova attua l'accordo.
Nel marzo 2000 il Consiglio ha deciso di estendere al Tagikistan l'assistenza finanziaria eccezionale già prevista a favore della Armenia e della Georgia nel novembre 1997: di conseguenza, il Consiglio ha deciso di aumentare di 110 milioni EUR (75 milioni EUR a titolo di prestiti e 35 milioni EUR a titolo di sovvenzioni) l'importo massimo di tale assistenza, che passa così al totale di 375 milioni EUR (245 milioni EUR a titolo di prestiti e 130 milioni EUR a titolo di sovvenzioni). Le trattative riguardanti i termini, gli importi e le condizioni a cui è subordinata l'assistenza sono sfociate in un accordo, firmato ufficialmente dalle autorità tagiche nel dicembre 2000.
b) Versamenti
I versamenti dell'assistenza macrofinanziaria sono ammontati in totale nel 2000 a 265 milioni EUR, compresi 50 milioni EUR versati nei primi giorni del gennaio 2001 in esecuzione di procedure avviate nel dicembre 2000. Questi versamenti comprendevano 35 milioni EUR a favore del Kosovo, 20 milioni EUR a favore del Montenegro, 20 milioni EUR a favore della Bosnia, 30 milioni EUR a favore della FYROM, 60 milioni EUR a favore della Bulgaria e 100 milioni EUR a favore della Romania. Gli ultimi quattro versamenti facevano parte di operazioni decise in
precedenza, mentre i versamenti a favore del Kosovo e del Montenegro rientravano in operazioni decise nel corso del 2000.
Dei 265 milioni EUR versati, 85 milioni erano a titolo di sovvenzioni. Ne hanno beneficiato la FYROM (20 milioni EUR), il Kosovo (35 milioni EUR), la Bosnia (10 milioni EUR) e il Montenegro (20 milioni EUR). Il resto dell'assistenza consisteva in prestiti a lungo termine (10 milioni EUR per la FYROM, 10 milioni EUR per la Bosnia, 60 milioni EUR per la Bulgaria, 100 milioni EUR per la Romania).
c) Rimborsi e operazioni non concretatesi in versamenti
Nel 2000 si sono ricevuti vari rimborsi: l'Estonia (20 milioni EUR) e la Lettonia (40 milioni EUR) hanno adempiuto entro i termini alle loro obbligazioni finanziarie e non hanno più debiti in sospeso nei confronti della CE. Hanno effettuato altri rimborsi nel rispetto delle scadenze la Lituania (50 milioni EUR), la Romania (80 milioni EUR) e la Moldova (5 milioni EUR).
Alcune operazioni AMF decise nella prima metà degli anni Novanta non sono state versate in misura integrale come previsto inizialmente. I motivi sono stati il miglioramento della situazione finanziaria nei confronti dell'estero (nei paesi balcanici, in Ungheria, nella Repubblica Slovacca e più di recente anche in Algeria) oppure il difficile clima politico e/o il rallentamento del processo di riforma (in Bielorussia e, ancora, in Algeria). In questi casi non è più previsto il versamento delle quote rimanenti. Tra le operazioni decise di recente, si è avuto qualche ritardo nei versamenti a favore di Armenia, Georgia, Ucraina, Albania e Bosnia, mentre le operazioni a favore della FYROM, della Romania e della Moldova saranno attuate probabilmente secondo il calendario previsto. Nell'ultima colonna dell'Allegato 1 sono indicati i particolari relativi agli importi non versati.
d) Altro
Nel 2000 la Commissione non ha presentato al Consiglio nessun'altra proposta di AMF.
3. Tendenze e andamento dell'assistenza macrofinanziaria
Con la sua assistenza macrofinanziaria, la Comunità intendeva inizialmente favorire lo stabilizzarsi della situazione economica e sostenere la bilancia dei pagamenti. Nel corso degli anni è aumentato il numero dei paesi ai quali era opportuno che la Comunità estendesse un simile sostegno, poiché un numero crescente di paesi vicini alla Comunità si sono impegnati ad attuare rigorosi programmi di riforme economiche. Ne è conseguito un mutamento nell'equilibrio geografico dell'assistenza rispetto ai primi anni, quando i paesi beneficiari erano per la maggior parte quelli siti nelle immediate vicinanze della Comunità. Come risultato dei conflitti nei Balcani occidentali, in particolare quello del Kosovo nel 1999, nelle decisioni adottate dal Consiglio nel 1999 e 2000 si è palesata la tendenza a un incremento relativo dell'AMF a favore dei paesi balcanici: nel 2000, l'assistenza decisa a favore di questa regione è stata pari a circa il 30% del totale, rispetto al 34% nel 1999 e al 3% nel periodo 1990-1998.
Una particolarità delle decisioni adottate nel 2000 era che lo scopo di tre delle quattro operazioni decise era sostenere il bilancio dei paesi o entità scelti come beneficiari. Inoltre, due delle operazioni decise erano a favore di entità, che non possono rientrare in
un programma economico patrocinato dall'FMI. Come già si è osservato nel 1999, l'AMF non soltanto ha l'obiettivo di promuovere la stabilizzazione macroeconomica e sostenere la bilancia dei pagamenti, ma svolge anche un'utilissima funzione di sostegno del programma governativo di riforme strutturali. In tal modo, l'AMF si è efficacemente associata all'assistenza prevista nell'ambito dei programmi Phare, Tacis e OBNOVA, il cui intento era rafforzare i poteri delle istituzioni essenziali perché abbiano successo le iniziative volte ad attuare le necessarie riforme strutturali.
Le Tabelle 1 e 2 ed i Grafici 1a e 2a che le corredano evidenziano il carattere eccezionale dell'AMF. In massima parte, si sono decise le operazioni AMF e si sono versati i relativi importi negli anni immediatamente successivi al mutamento del regime politico ed economico nei paesi dell'Europa centrale e dell'Est europeo. Da allora, le fluttuazioni negli importi dell'AMF riflettono decisioni prese caso per caso, previo esame della situazione macroeconomica e del fabbisogno finanziario dei paesi potenzialmente beneficiari. Il Grafico 1a, relativo alle operazioni decise nell'intero periodo tra il 1990 e il 2000 (per il totale di 5,4 miliardi EUR), e il Grafico 2a, relativo agli importi effettivamente versati (per il totale di 4,3 miliardi EUR), mostrano che l'assistenza si è incentrata in gran parte su quei PECO che sono candidati all'adesione all'UE (circa il 60% dell'assistenza macrofinanziaria totale nell'ultimo decennio). Come si è già indicato, l'assistenza a favore dei paesi candidati è stata fornita in misura prevalente nella prima metà dello scorso decennio, il che attesta il progressivo esaurirsi di questo tipo di assistenza e, in parallelo, il progredire dell'aggiustamento macroeconomico e delle riforme nei paesi beneficiari. In tempi più recenti, l'assistenza macrofinanziaria è andata soprattutto a favore dei Balcani occidentali (operazioni nel 1999 e 2000) e di alcuni NSI a basso reddito. Gli importi relativamente bassi a favore dei paesi mediterranei (pari al 15% degli importi totali autorizzati, e nessuna nuova autorizzazione dal 1996) sono dovuti all'esistenza di altre forme di sostegno macroeconomico (in particolare le agevolazioni MEDA per l'aggiustamento strutturale) messo a disposizione di questi paesi.
Tabella 1: Assistenza macrofinanziaria 1990-2000
Importi massimi autorizzati, in milioni di euro
1990 | 1991 | 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 | 1999 | 2000 | Totali | |
Per regione | ||||||||||||
Candidati adesione UE | 870 | 1.220 | 410 | 255 | 250 | 300 | 3.305 | |||||
Balcani occidentali | 70 | 35 | 40 | 160 | 55 | 360 | ||||||
NSI | 130 | 255 | 15 | 265 | 150 | 125 | 940 | |||||
Mediterraneo | 588 | 200 | 788 | |||||||||
Totale importi autorizzati | 870 | 1.808 | 480 | 0 | 620 | 255 | 15 | 555 | 150 | 460 | 180 | 5.393 |
di cui a titolo di sovvenzione | 28 | 70 | 35 | 95 | 70 | 90 | 388 |
Tabella 2: Operazioni macrofinanziarie 1990-2000 Versamenti, in milioni di euro
1990 | 1991 | 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 | 1999 | 2000 | Totali | |
Per regione | ||||||||||||
Candidati adesione UE | 000 | 000 | 000 | 270 | 70 | 80 | 40 | 70 | 250 | 40 | 160 | 2.730 |
Balcani occidentali | 35 | 35 | 15 | 20 | 25 | 15 | 25 | 105 | 275 | |||
NSI | 25 | 135 | 115 | 100 | 156 | 71 | 602 | |||||
Mediterraneo | 438 | 150 | 100 | 688 | ||||||||
Totale versamenti | 350 | 695 | 1.178 | 305 | 245 | 330 | 175 | 195 | 421 | 136 | 265 | 4.295 |
di cui a titolo di sovvenzione | 63 | 35 | 15 | 20 | 18 | 28 | 85 | 264 |
NB: Le cifre relative al 2000 comprendono versamenti alla Bosnia, alla FYROM e al Montenegro che, per motivi tecnici, sono stati effettuati all'inizio del gennaio 2001.
Grafico 1 a): Importi massimi autorizzati ogni anno, in milioni di euro
1808
870
480
620
555
460
255
0
15
150
180
1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000
Grafico 1 b): Autorizzazioni AMF 1990-2000, per regione
Mediterraneo 15%
NSI 17%
Balcani occidentali 7%
Candidati adesione UE 61%
Grafico 1 c): Autorizzazioni AMF 1999-2000, per regione
Mediterraneo
NSI 20%
0%
Candidati adesione UE 46%
Balcani occidentali 34%
Grafico 2 a): Importi versati ogni anno, in milioni di euro
1178
695
350
421
305
245
330
175
195
265
136
1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000
Grafico 2 b): Versamenti AMF 1990-2000, per regione
Mediterraneo 16%
NSI 14%
Balcani occidentali 6%
Candidati adesione UE 64%
Grafico 2 c): Versamenti AMF 1999-2000, per regione
Mediterraneo
NSI 0,177057357
0%
Candidati adesione UE
0,498753117
Balcani occidentali 0,324189526
4. Condivisione degli oneri
Nell'ambito del processo di coordinamento tra i donatori a favore dei PECO e dei Balcani occidentali, di concerto con la Banca mondiale la Commissione europea ha organizzato conferenze intese a raccogliere promesse di contributi, nel corso delle quali si accerta il fabbisogno di finanziamenti esterni e si concordano in linea di principio i contributi potenziali degli IFI e dei donatori bilaterali, compresa la CE. Un'impostazione analoga è stata seguita per altri paesi potenzialmente beneficiari, convocando, per iniziativa della Banca mondiale, riunioni del Gruppo consultivo.
Nell'Allegato 2 sono indicate in sintesi le risorse fornite dai vari finanziatori per provvedere al fabbisogno residuo di finanziamenti esterni dei paesi beneficiari dell'AMF comunitaria. Nell'Allegato 2.1 sono indicati i particolari relativi a ciascun paese beneficiario nel 2000.
Dall'avvio dell'AMF, gli importi assoluti impegnati dalla CE hanno registrato fortissime fluttuazioni, in parallelo con l'entità del sostegno finanziario fornito dalla comunità internazionale (vedansi l'Allegato 2 e le tabelle analoghe nelle precedenti relazioni sull'AMF).
Inizialmente, l'assistenza comunitaria era di gran lunga superiore all'entità dei finanziamenti forniti dagli IFI: in effetti la Comunità ha svolto una funzione cruciale, al tempo stesso come principale erogatrice di tali fondi e come coordinatrice dell'assistenza bilaterale a favore dei PECO tramite la procedura G24.
Man mano che gli IFI sono stati in grado di mobilitare maggiori risorse mediante nuovi strumenti, la loro quota nei pacchetti di finanziamenti si è accresciuta in misura sostanziale2.
Nel contempo sono stati mobilitati i contributi di creditori esteri, pubblici e privati, in forma di operazioni di abbuono e di riduzione del debito, operazioni che hanno assunto particolare rilievo nel 1994, 1995 e 1999. Tra i paesi a cui è stata accordata l'AMF comunitaria, quelli che hanno beneficiato di tali abbuoni del debito e operazioni analoghe sono stati i seguenti: Algeria nel 1991 e 1994; Bulgaria nel 1991, 1994 e 1997; Moldova nel 1996; Ucraina nel 1994, 1995 e 1999, più ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Bosnia-Erzegovina e Albania nel 1999. Nel 2000 non sono stati concessi abbuoni del debito a nessun paese beneficiario dell'AMF comunitaria.
2 Come già si è detto, nel 2000 due delle quattro operazioni UE (Kosovo e Montenegro) sono state decise fuori del contesto di un programma dell'FMI, il che spiega in parte perché la quota degli IFI nel 2000 sia stata molto esigua rispetto agli anni precedenti.
Situazione delle riforme economiche |
1. Liberalizzazione dei prezzi Prezzi perlopiù determinati dal mercato, tranne per pochi servizi pubblici selezionati. |
2. Liberalizzazione degli scambi Nessuna restrizione quantitativa per le importazioni. Gli ultimi divieti di esportazione abrogati nel settembre 1999. Per i dazi doganali sono previste quattro aliquote (0, 5, 10 e 20%). Adesione all'OMC nel settembre 2000. |
3. Regime valutario Dal luglio 1992 il tasso di cambio fluttua liberamente. Sistema di cambi ampiamente esente da restrizioni per le operazioni in conto corrente, compreso il rimpatrio dei profitti. |
4. Investimenti esteri diretti Regime liberista. È consentito vendere terreni a stranieri. Le operazioni catastali sono state completate nella maggior parte delle zone accessibili. |
5. Politica monetaria I massimali per i crediti interbancari sono stati aboliti nel novembre 1999. Le banche sono libere di fissare i loro tassi attivi. Soppressione nel luglio 2000 dei tassi minimi sui conti di deposito a breve termine. Vendite all'asta di buoni del tesoro (3, 6, 12 mesi). |
6. Finanze pubbliche IVA introdotta nel luglio 1996. Per il 2000 le entrate e le spese di bilancio sono stimate rispettivamente al 23% e al 32,6% del PIL. |
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese Privatizzazione quasi integrale dei terreni coltivabili. Terminata nel 2000 la privatizzazione di circa 470 PMI (programma del 1997). È stata privatizzata nel 2000 la prima grande impresa strategica statale (AMC). La borsa è stata istituita nel marzo 1996. |
8. Riforma del settore finanziario Sistema bancario a due livelli, dominato dall'unica grande banca ancora di proprietà statale, la Cassa di risparmio. La Banca nazionale commerciale è stata privatizzata nel 2000. |
III. ALBANIA
1. Compendio
In attuazione del programma triennale dell'FMI adottato nel maggio 1998, le autorità albanesi sono riuscite a compiere altri progressi nella stabilizzazione macroeconomica: nel 2000 la crescita del PIL è stata del 7,8%, cioè analoga a quella registrata nel 1998 e 1999, il disavanzo fiscale e il disavanzo delle partite correnti si sono entrambi ridotti in misura considerevole, il corso di cambio del lek è rimasto forte rispetto al dollaro e l'inflazione annua è stata tenuta a basso livello (circa il 4%).
Considerevoli progressi si sono compiuti per quanto riguarda le riforme strutturali. Nell'ambito delle riforme del settore finanziario, è stata privatizzata una delle due banche di proprietà statale e si sono avviate le procedure per privatizzare l'altra, mentre la Banca centrale ha smesso di esercitare il controllo diretto sui crediti. Il programma di privatizzazione delle PMI, iniziato nel 1997, è stato completato nel 2000, e nel giugno 2000 si è registrato un notevole progresso nella privatizzazione dei settori strategici, con la vendita della società di telefonia mobile AMC. Infine, altri progressi si sono compiuti per migliorare l'esazione fiscale e nella gestione delle spese pubbliche.
L'assistenza macrofinanziaria dell'importo massimo di 20 milioni EUR, decisa dal Consiglio nell'aprile 1999, non è stata iniziata per la reticenza delle autorità albanesi ad accrescere il loro indebitamento al tasso d'interesse di mercato nell'ambito di una situazione relativamente favorevole di riserve internazionali nette (NIR).
2. Risultati macroeconomici
Tra il 1993 e il 1996, con l'aiuto di un'ingente assistenza internazionale l'Albania ha compiuti notevoli progressi nella stabilizzazione e liberalizzazione della sua economia e nell'attuazione delle riforme strutturali. Dopo un periodo di tensione nel 1997 in seguito al crollo degli schemi piramidali, il nuovo Governo è riuscito a ripristinare la stabilità macroeconomica.
Dopo un programma semestrale di emergenza, le autorità albanesi hanno attuato un amplissimo programma di aggiustamento macroeconomico e strutturale a medio termine, al quale l'FMI ha concesso il suo appoggio nell'ambito della PRGF (che ha sostituito l'ESAF). Il promettente inizio di ripresa manifestatosi nel 1998 è proseguito nel 1999, con una crescita del PIL di circa l'8% per il secondo anno successivo. A fine 1999 l'inflazione annua era negativa, il disavanzo del bilancio alimentato da finanziamenti interni si era ancora ridotto e il disavanzo delle partite correnti, di cui si aspettava un grave peggioramento come conseguenza della crisi del Kosovo, è stato contenuto all'8,5% del PIL.
Il miglioramento della situazione politica interna e il rafforzamento delle istituzioni hanno consentito di conseguire una stabilità sufficiente perché l'economia registrasse ragguardevoli risultati nel 2000. La crescita del PIL ha raggiunto il 7,8%, con l'apporto principale dei settori delle costruzioni, dei trasporti e dell'agricoltura. Nonostante il rincaro del petrolio e la crisi dell'energia nell'ultimo trimestre dell'anno, l'inflazione è rimasta sotto controllo (il 4% a fine anno), grazie al rigoroso controllo monetario, all'aumento generale della produttività e alla stabilità della moneta nazionale, il lek. Sviluppi positivi si sono avuti anche nel settore tributario: in seguito a un ingente aumento del gettito fiscale (del 25% rispetto al 1999), secondo le stime il disavanzo fiscale si è ridotto dall'11,5% del PIL nel 1999 al 9,5% nel 2000. Il finanziamento da fonti interne è calato in lieve misura (il 5,0% nel 2000 rispetto al 5,4% nel 1999), ma i cospicui proventi delle privatizzazioni hanno consentito di ridurre di molto l'indebitamento. Per quanto riguarda le spese, l'esecuzione del bilancio 2000 ha corrisposto alle previsioni. Nel 2000 è migliorato anche il saldo delle partite correnti. Come di consueto, ingenti rimesse da parte degli Albanesi all'estero (nella prima metà del 2000 sono affluiti in Albania circa 160 milioni USD) hanno compensato parzialmente il disavanzo commerciale, tuttora molto elevato, cosicché il disavanzo delle partite correnti, secondo le previsioni, dovrebbe risultare di circa 260 milioni USD, pari a circa il 7% del PIL (rispetto all'8% nel 1999). Gli investimenti esteri diretti sono aumentati in misura considerevole, grazie in particolare ai proventi della privatizzazione della società di telefonia mobile AMC. A fine 2000 le riserve ufficiali lorde sono arrivate a 550 milioni USD, pari a 4,5 mesi d'importazioni.
Non vanno sottovalutate, tuttavia, le ripercussioni che potrebbe esercitare sulla situazione economica la crisi dell'energia: si prevede infatti che la penuria d'energia avrà un'incidenza negativa sulla produzione industriale, e l'inflazione potrebbe aggravarsi a causa del rincaro dell'energia. Per quanto riguarda il settore tributario, se alcune imprese dovessero cessare la loro attività potrebbe ridursi il gettito fiscale, mentre potrebbero aumentare le sovvenzioni governative alle importazioni di energia. In un simile contesto, è stato elaborato un piano d'azione per il settore dell'elettricità, inteso nel breve periodo a combattere i furti di elettricità e il non pagamento delle bollette dell'elettricità e, nel più lungo periodo, ad ammodernare le reti di produzione e di distribuzione dell'elettricità, che sono ampiamente obsolete.
3. Riforme strutturali
Per quanto riguarda la riforma del settore finanziario, si è compiuto qualche progresso nella privatizzazione delle due banche ancora di proprietà statale. La Banca commerciale nazionale è stata venduta a investitori stranieri nel novembre 2000, ma si è posposta la privatizzazione della Cassa di risparmio. Si sono iniziati peraltro i preparativi al riguardo, con l'adozione in Parlamento della legge necessaria a tale scopo, con l'audit dei conti effettuato da una società internazionale di revisione contabile, la KPMG, e con la ricapitalizzazione da parte dello Stato, a copertura del passivo della Cassa. Si sono anche presi provvedimenti per la privatizzazione della società di assicurazioni di proprietà statale, l'INSIG. La Banca centrale ha rinunciato ad esercitare il controllo diretto sui crediti, il che ha incoraggiato l'attività bancaria privata e, insieme con la ripresa delle attività economiche, ha contribuito a far aumentare di molto i crediti concessi dalle banche al settore privato.
La privatizzazione e ristrutturazione delle imprese è proseguita con successo nel 2000. La società di telefonia mobile AMC è stata venduta al prezzo inaspettatamente elevato di 86 milioni USD (pari a 91 milioni EUR) e gli investitori hanno subito proceduto a investimenti per migliorare la qualità della rete e per soddisfare la crescente domanda degli utenti. Le quattro medie imprese che dovevano ancora essere privatizzate in attuazione del programma di privatizzazioni del 1997 sono state vendute anch'esse nel corso dell'anno. Altri progressi si sono compiuti nei settori strategici: è stata ristrutturata la Servcom, società di servizi del settore petrolifero, la legge relativa alla sua privatizzazione è stata adottata dal Parlamento nel dicembre 2000 e si è iniziata l'attuazione di un nuovo piano d'azione per la ristrutturazione del settore dell'elettricità.
La riforma dell'esazione fiscale ha contribuito a incrementare il gettito fiscale nel 2000 di circa il 25% rispetto al 1999. Per le entrate doganali, i provvedimenti principali adottati comprendevano mutamenti dei dirigenti presso i più importanti uffici doganali, miglioramento dei controlli sulle merci in transito e riesame regolare dei prezzi di riferimento. Riguardo all'imposizione fiscale interna, il potenziamento delle procedure di esazione ha accresciuto di molto il numero di contribuenti IVA e di piccole imprese registrate. È stato possibile ridurre l'evasione fiscale anche migliorando il coordinamento tra le amministrazioni tributaria e doganale.
Xxxxx progressi si sono registrati inoltre nella riforma della gestione delle spese pubbliche, con l'adozione, dopo intensi dibattiti tra i ministeri interessati e la collettività dei donatori, del Programma quadro per le spese nel medio periodo, relativo al triennio 2001-2003, di cui è prevista la revisione su base regolare. Tale Programma, nel quale sono indicati quattro settori essenziali di spese - le infrastrutture, l'istruzione, la sanità e gli affari sociali - costituisce un primo segno concreto della migliorata efficienza della pubblica amministrazione in Albania.
4. Assistenza macrofinanziaria
Nell'ambito del programma triennale dell'FMI, basato sull'agevolazione PRGF e approvato nel maggio 1998, il Consiglio decise il 22 aprile 1999 di concedere all'Albania, a titolo di assistenza macrofinanziaria, una linea di credito dell'importo massimo di 20 milioni EUR. Contrariamente alle due precedenti operazioni di assistenza macrofinanziaria (una sovvenzione di 70 milioni EUR decisa nel 1992 e
un'altra sovvenzione di 35 milioni EUR decisa nel 1994), quest'assistenza sarebbe stata fornita a titolo di prestito.
In effetti non si è proceduto a quest'assistenza macrofinanziaria comunitaria perché a due riprese - nel dicembre 1999 e nel giugno 2000 - le autorità albanesi hanno dichiarato al personale della Commissione inviato in missione nel loro paese di voler riflettere più a fondo se impegnarsi o no in un'operazione d'indebitamento a tasso d'interesse di mercato, nella loro attuale situazione di NIR relativamente consistenti. I servizi della Commissione hanno informato quindi le autorità albanesi della propria intenzione di xxxxxxxxx quest'assistenza dal loro programma.
Il 30 giugno 2000 il Consiglio di amministrazione dell'FMI ha approvato il terzo accordo annuale nell'ambito dell'agevolazione PRGF, riguardante il periodo luglio 2000-luglio 2001. Entro il gennaio 2001 era previsto l'esame a metà termine di questo terzo accordo annuale. La crisi del Kosovo ha indotto la Banca mondiale ad attribuire importanza più immediata al sostegno a favore dei settori sociali e agli interventi di emergenza nelle infrastrutture. Nell'ambito della strategia di assistenza ai paesi relativa all'Albania per il periodo 1998-2001, la Banca mondiale ha proseguito nell'erogazione del credito per l'aggiustamento strutturale (SAC, secondo la sigla inglese) dell'importo di 45 milioni USD deciso nel giugno 1999.
Con la fine del 2000 l'Albania non può più beneficiare del programma di assistenza PHARE, ma in futuro potrà essere ammessa a fruire del nuovo strumento comunitario a favore dei Balcani occidentali, CARDS (Assistenza comunitaria per la ricostruzione, lo sviluppo e la stabilizzazione).
Situazione delle riforme economiche |
1. Liberalizzazione dei prezzi Xxxxxx quasi tutti liberalizzati e sussidi ai consumatori fortemente ridotti. Prezzi regolamentati solo in pochissimi casi. |
2. Liberalizzazione degli scambi Politica commerciale liberista. Regime d'importazioni semplice e relativamente aperto, con aliquote basse. Nessuna restrizione quantitativa. Adesione all'OMC prevista per il 2001. |
3. Regime valutario Fluttuazione del tasso di cambio. Interventi ufficiali limitati. Regime di cambi molto liberale. Nessuna restrizione per l'accesso alle valute estere. Per le valute estere è dominante il mercato interbancario. |
4. Investimenti esteri diretti Politica liberista. In particolare, nessuna restrizione per il rimpatrio di profitti e capitali. |
5. Politica monetaria La Banca centrale è totalmente indipendente. L'inflazione è rimasta molto bassa, nonostante un rilassamento della politica monetaria verso la fine del 2000. |
6. Finanze pubbliche Per il 2000, entrate di bilancio e spese totali stimate rispettivamente a circa il 17% e circa il 24% del PIL. |
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese La privatizzazione delle medie e grandi imprese è proseguita a ritmo piuttosto lento. Si è iniziata la liquidazione di numerose imprese non vendute. Il Governo non ha ancora finito di privatizzare le aziende elettriche. |
8. Riforma del settore finanziario Il sistema bancario comprende la Banca centrale e 31 banche commerciali, di cui tre di proprietà estera. Il Governo ha deciso di privatizzare la Cassa di risparmio e ha invitato investitori strategici a partecipare alla relativa gara d'appalto. Adottata di recente la legge sul mercato delle assicurazioni. Sono già operativi la Commissione per i titoli mobiliari ed i cambi ed il Monte titoli centrale. |
IV. ARMENIA
1. Compendio
Dopo un periodo di stagnazione all'inizio del 2000, la crescita del PIL si è accelerata sino a circa il 4% su base annua nei primi 10 mesi dell'anno, sebbene la produzione agricola abbia risentito di una grave siccità in estate.
Nell'ambito del programma ESAF a favore dell'Armenia, l'FMI ha terminato verso la fine del 1999 il suo terzo esame a metà termine della situazione. Le autorità armene stanno ora negoziando un nuovo programma triennale nell'ambito dell'agevolazione PRGF dell'FMI.
Sinora l'Armenia ha condotto adeguate politiche macroeconomiche, ma registra tuttora gravi disavanzi di bilancio e delle partite correnti, derivanti in parte dal blocco commerciale impostole (per l'irrisolto conflitto del Nagorno Karabakh). Suscitano preoccupazioni anche il ritmo delle riforme economiche e del processo di privatizzazione, e la situazione del reddito di bilancio. L'FMI insiste perché l'Armenia impieghi i proventi delle privatizzazioni per ridurre il suo ingente debito estero.
La mancanza di prospettive chiare, per l'Armenia, di concludere un nuovo accordo con l'FMI entro il 2000, i deludenti risultati nel settore tributario e la lentezza nell'attuazione delle riforme strutturali hanno indotto la Commissione a posporre il versamento della terza quota dell'assistenza a titolo di sovvenzione, inizialmente previsto per il 2000.
2. Risultati macroeconomici
Dopo un periodo di stagnazione all'inizio del 2000, la crescita del PIL si è accelerata sino a raggiungere nei primi dieci mesi dell'anno circa il 4%, su base annua, grazie all'accelerarsi della produzione industriale e delle costruzioni. La produzione agricola, invece, ha risentito della grave siccità estiva.
Nel 2000 le entrate di bilancio sono ancora rimaste al di sotto dei livelli indicati nelle proiezioni, con conseguenti tagli delle spese e il rapido accumularsi di arretrati di spesa.
L'inflazione si è arrestata: i prezzi sono scesi di circa lo 0,5%, nonostante il considerevole rincaro dell'energia. La moneta nazionale si è deprezzata nel 2000 di circa il 6%, in termini nominali, rispetto al dollaro USA.
Nei primi otto mesi del 2000 il fatturato commerciale è cresciuto del 13% (su base annua) sino a raggiungere 740 milioni USD. Tuttavia, sempre su base annua, nei primi nove mesi del 2000 si è registrato un lieve peggioramento del disavanzo commerciale, nonostante il notevole accelerarsi della crescita delle esportazioni. Si prevede che il disavanzo commerciale e il disavanzo delle partite correnti resteranno molto gravi (pari a oltre il 20% del PIL) sinché resterà in vigore il blocco commerciale imposto dall'esterno a causa dell'irrisolto conflitto del Nagorno Karabakh.
Nella prima metà del 2000 si è accresciuta di molto l'entità totale degli IED, con cospicui afflussi da parte degli investitori stranieri residenti e la ripresa degli investimenti da parte della Russia. Le riserve in valuta estera sono rimaste al rassicurante livello di oltre 3 mesi d'importazioni. Il debito estero ammontava a fine 1999 a circa 850 milioni USD, pari al 47% del PIL, e il servizio del debito era pari al 17% delle entrate di bilancio. Il debito estero è ingente in termini di quoziente entità del debito più servizio del debito/esportazioni, anche se si prevede che l'Armenia beneficerà di cospicui trasferimenti e investimenti dall'estero; è invece ritenuto ragionevolmente sostenibile se misurato in termini di quoziente entità del debito più servizio del debito/gettito fiscale.
3. Riforme strutturali
Si sono intraprese serie iniziative per ristrutturare la pubblica amministrazione: si sono elaborati o presentati al Parlamento disegni di legge o programmi relativi alla dichiarazione obbligatoria dei redditi e delle proprietà da parte degli alti funzionari, al controllo statale sulle ispezioni e sulla concessione di autorizzazioni e alla riforma del servizio civile. Nonostante gli annunci di drastici tagli previsti nel pletorico apparato statale, sembra che vi sia stato un lieve aumento numerico dei dipendenti statali.
Nel settore dell'energia, grazie al rigoroso pacchetto statale adottato nell'agosto 1999, tutti gli arretrati erano stati pagati entro il settembre 1999, ma nel 2000 la situazione fiscale è gravemente peggiorata e si sono accumulati nuovi arretrati. Per il risanamento finanziario del settore dell'energia in Armenia si è elaborato un programma relativo al periodo 2000-2002, riguardante la regolamentazione dei flussi finanziari, i debiti e le relazioni finanziarie tra i diversi settori di produzione.
Il Governo è riuscito invece a migliorare in misura considerevole il recupero dei costi nel settore dell'irrigazione. Il livello generale di riscossione per la stagione d'irrigazione 1999 è stato vicino all'obiettivo concordato del 65%.
Nel settore finanziario, è stata adottata la legge relativa al mercato delle assicurazioni: si è costituita una commissione per i valori mobiliari ed i cambi ed è divenuto operativo un monte titoli centrale. Nell'agosto 2000 il Governo ha adottato la decisione per la privatizzazione della Cassa di risparmio e nel dicembre 2000 ha invitato potenziali investitori strategici a partecipare alla relativa gara d'appalto.
Per quanto riguarda le privatizzazioni, il 65% delle 10.000 piccole imprese operanti in Armenia erano state privatizzate entro il 1998. Al febbraio 2000 risultavano privatizzate
1.500 delle 2.000 medie e grandi imprese. Il ritmo della privatizzazione delle medie e
grandi imprese si è rallentato: da quasi 200 nel 1998 a 54 nel 1999 a 33 nei primi otto mesi del 2000. Il motivo principale di tale rallentamento è il fatto che oltre 300 medie e grandi imprese erano state offerte varie volte per la privatizzazione, senza che mai si fosse riusciti a trovare acquirenti. Da allora, il Governo ha deciso di liquidare queste imprese e molte di esse, in effetti, sono in corso di liquidazione.
Il 25 aprile 2000 il Parlamento armeno ha deciso di escludere le reti di distribuzione dell'elettricità dall'elenco delle proprietà statali da privatizzare nel 1998-2000. Tuttavia, in base a una legge specifica in materia di privatizzazione adottata nell'agosto 2000, il 51% delle azioni delle quattro imprese di distribuzione dell'elettricità saranno vendute nel 2001 a investitori strategici (il 20% delle azioni sono già state vendute alla BERS e il rimanente sarà venduto ai dipendenti).
4. Assistenza finanziaria eccezionale
Dei 1.250 milioni EUR della linea di credito commerciale aperta dalla Comunità a favore degli NSI nel 1992, l'Armenia ha beneficiato di circa 58 milioni EUR a titolo di prestiti. Tuttavia, a causa delle difficili condizioni politiche, economiche e finanziarie, l'Armenia non fu in grado di onorare adeguatamente alle proprie obbligazioni finanziarie estere, comprese quelle nei confronti della Comunità. Per sostenere le iniziative armene intese all'aggiustamento e alle riforme e per facilitarle la soluzione del suddetto problema del debito, il Consiglio adottò nel novembre 1997 la proposta della Commissione intesa a concedere all'Armenia e alla Georgia un'assistenza finanziaria eccezionale e acconsentì, in linea di principio, a rendere disponibili prestiti sino all'importo massimo di 170 milioni EUR e sovvenzioni per un massimo di 95 milioni EUR.
Nel dicembre 1998, dopo che l'Armenia aveva pagato integralmente i suoi arretrati nei confronti della Comunità (51 milioni EUR) e l'FMI aveva ripristinato il proprio programma a favore del paese, la Commissione versò la prima quota della sua assistenza finanziaria eccezionale a favore dell'Armenia (28 milioni EUR a titolo di prestito e 8 milioni EUR a titolo di sovvenzione). La seconda quota (4 milioni EUR a titolo di sovvenzione) fu versata nel dicembre 1999, poco dopo l'esito positivo del terzo esame a metà termine effettuato dall'FMI nell'ambito dell'ESAF e dopo il rimborso da parte dell'Armenia di 5 milioni EUR, in conto capitale, del prestito di 28 milioni EUR erogatole nel 1998.
Nel luglio 1999 le autorità armene ed i servizi della Commissione conclusero un accordo di principio sulle condizioni di ordine strutturale a cui doveva essere subordinato il versamento della terza quota dell'assistenza, previsto per il 2000. Le autorità armene, tuttavia, non hanno ratificato tale accordo. Inoltre, considerati i deludenti risultati fiscali e il rallentamento delle riforme strutturali nel 1999 e nel 2000, non vi erano chiare prospettive per l'Armenia di concludere entro il 2000 un accordo con l'FMI su un nuovo programma triennale. Di conseguenza, la missione della Commissione recatasi a Jerevan nel giugno 2000 ha ritenuto che non fossero soddisfatte le condizioni per il versamento della quota di sovvenzioni prevista nel 2000.
Situazione delle riforme economiche | |||||
1. Liberalizzazione dei prezzi Xxxxxx quasi tutti liberalizzati, selezionati. | tranne | per | pochi | servizi | pubblici |
2. Liberalizzazione degli scambi Entrambe le entità hanno abrogato nel maggio 1999 gli accordi commerciali preferenziali con la Croazia e con la RFI. Dal gennaio 1999 è in vigore un Codice doganale uniforme, con un regime comune di aliquote, tra lo 0 e il 15%, e quattro categorie di prodotti. La B-E non è ancora membro dell'OMC. | |||||
3. Regime valutario A norma del regime del comitato monetario, dal giugno 1998 la moneta comune, il KM, è ancorata al DEM in regime di parità. | |||||
4. Investimenti esteri diretti Ambiente molto sfavorevole, dovuto a evidenti gravi rischi ed a mancanza di trasparenza in sede politica. La Federazione non ha ancora dato attuazione integrale alla legge statale sugli IED. | |||||
5. Politica monetaria La Banca centrale della B-E è responsabile dell'applicazione del regime del comitato monetario. Alla Banca centrale e alle altre banche è vietato concedere prestiti al Governo. | |||||
6. Finanze pubbliche Disavanzi di bilancio più gravi del previsto, causati dall'aumento dei costi salariali e pensionistici e da ammanchi nelle entrate. Sono necessarie altre riforme per migliorare l'esazione fiscale e per istituire sistemi di prestazioni sociali validi sotto il profilo economico. | |||||
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese Buoni progressi, di recente, nella privatizzazione delle piccole imprese in entrambe le entità. Procede con lentezza la privatizzazione delle grandi imprese, che dovrebbe peraltro riacquistare slancio grazie ad assistenza tecnica esterna nelle procedure di appalto. | |||||
8. Riforma del settore finanziario In entrambe le entità vige ora un quadro normativo del settore bancario, ma la privatizzazione o liquidazione delle banche statali è stata ritardata e non se ne prevede la conclusione prima della metà del 2001. Buoni progressi nella riforma dei sistemi di pagamenti: gli Uffici di pagamenti sono stati chiusi ufficialmente, le loro funzioni sono state trasferite ad operatori pubblici e privati e si è istituita una stanza di compensazione a livello centrale. |
X. XXXXXX-XXXXXXXXXX
0. Compendio
Nell'ambito dell'attuale accordo stand-by (ASB) con il sostegno dell'FMI, la Bosnia- Erzegovina (B-E) ha compiuto notevoli progressi verso la stabilità macroeconomica, ottemperando a rigorose regole nell'ambito del regime del comitato monetario e applicando austerità fiscale. L'FMI ha terminato il 22 dicembre 2000 il quarto e quinto esame previsti ai termini dell'ASB e in base al loro esito, considerati anche i soddisfacenti progressi per quanto riguarda le condizioni di carattere strutturale a cui è subordinata l'assistenza macrofinanziaria comunitaria, la Commissione ha versato a fine 2000 la seconda quota, dell'importo di 20 milioni EUR. Nel settore delle riforme strutturali vi sono stati notevoli progressi nella privatizzazione delle piccole imprese, nelle riforme dei sistemi di pagamenti e dell'amministrazione doganale e, di recente, anche del settore bancario. Tuttavia, per stimolare lo sviluppo del settore privato e gli investimenti esteri, le autorità devono progredire nella privatizzazione delle grandi imprese e proseguire nell'armonizzazione fiscale, devono costituire un regime d'investimenti trasparente e uniforme e, più in generale, devono migliorare la cooperazione tra le entità, così da costituire uno spazio economico unico.
2. Risultati macroeconomici
Secondo le stime, la crescita del PIL nel 1999, su cui ha inciso negativamente la crisi del Kosovo, dovrebbe essere stata del 9%. Per il 2000 le autorità avevano previsto inizialmente una crescita del PIL dell'ordine del 12-15%, ma secondo le stime la crescita non è stata superiore al 10%, dati gli effetti nefasti di una delle peggiori siccità avutesi nella B-E negli ultimi anni. La forte crescita economica ha avuto scarsi influssi sulla disoccupazione, che secondo le stime colpiva a fine 1999 il 40% della manodopera.
L'ottemperanza alle regole del regime del comitato monetario (CBA) ha contribuito a moderare le pressioni inflazionistiche. Secondo le previsioni, nel 2000 l'inflazione annua misurata in konvertible marka (KM), la moneta messa in circolazione dal comitato monetario dalla metà del 1998, dovrebbe risultare del 3% in entrambe le entità. A fine 2000 il KM era accettato nella B-E in misura quasi integrale, come attesta l'ingente incremento delle riserve estere detenute dalla Banca centrale, che a fine 1999 erano di 866 milioni KM (pari a circa 2,5 mesi d'importazioni) rispetto a 300 milioni KM a fine 1998. Per quanto riguarda il settore finanziario, secondo le proiezioni iniziali i disavanzi globali in rapporto al PIL (senza tener conto delle sovvenzioni) dovevano situarsi rispettivamente all'1,6% e al 3,3% per la Federazione e per la Repubblica Serba (1,1% e 2,1% tenuto conto delle sovvenzioni), ma disavanzi maggiori del previsto, dovuti all'aumento delle spese per i salari e le pensioni e ad ammanchi nelle entrate, hanno costretto le due entità a prendere provvedimenti per adeguare le spese correnti alle risorse disponibili.
Il disavanzo delle partite correnti si era ridotto di molto nel 1999 (a circa il 21% del PIL, rispetto al 32% nel 1998) come risultato del duplice rallentamento nell'attuazione dei progetti di ricostruzione e nella crescita della domanda privata interna. Il disavanzo è ancora diminuito nel 2000 ed è rimasto finanziato per la maggior parte dall'assistenza di donatori. Il debito estero è tuttora elevato (nel 1999 era pari a circa il 70% del PIL), il che è dovuto in parte al gravoso onere del debito ereditato dall'ex Repubblica federativa socialista di Iugoslavia. Nondimeno, il servizio del debito come percentuale delle esportazioni di merci e di servizi è relativamente basso, perché si tratta in gran parte di prestiti agevolati e anche perché i Club di Londra e di Parigi hanno acconsentito a concedere favorevoli ritempificazioni del debito.
3. Riforme strutturali
Si sono compiuti progressi nella riforma della gestione delle spese pubbliche a entrambi i livelli dello Stato e delle entità. A livello statale si è istituito un Ministero del tesoro, previa adozione in Parlamento, nel settembre 2000, della legge necessaria a tale scopo. A livello delle entità, previa adozione del necessario quadro normativo si è attuato un processo analogo, istituendo un'Unità del tesoro dipendente dal rispettivo Ministero delle finanze. Il quadro giuridico per creare gli Istituti supremi di audit è stato adottato a fine 1999 in tutte e due le entità. Si è ottemperato alla condizione (figurante nei bilanci di previsione adottati nell'autunno 1999) di non far aumentare le spese militari in termini reali nel bilancio 2000 delle due entità. Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, il disegno di legge per la fusione dei due fondi pensione era stato presentato al Parlamento della Federazione il 26 agosto 1999 ma non è ancora stato adottato a causa della forte opposizione politica.
Nelle riforme dei settori doganale e tributario si sono compiuti progressi tangibili, specialmente grazie al miglioramento della cooperazione tra le entità. Per quanto riguarda in particolare le riforme doganali, le due entità hanno cooperato strettamente con la missione CAFAO finanziata dall'UE. Piuttosto progredita è la fusione dei due elementi di controllo e di esazione tributaria tra la Guardia di finanza e l'Amministrazione tributaria della Federazione. L'Amministrazione tributaria dipende ora direttamente dal Ministero delle finanze della Federazione. Per istituire un controllo sui grandi commercianti e costituire unità d'indagine e d'informazioni è già stato adottato e si sta applicando il necessario quadro giuridico (legge sull'Amministrazione tributaria della Federazione, in vigore dal 31 agosto 2000). Di recente (nella Repubblica Serba nell'aprile 2000 e nella Federazione all'inizio di settembre) sono stati adottati anche regolamenti doganali, comprendenti regolamenti specifici sui poteri in materia doganale, sulle infrazioni e sulle sanzioni. Si sta ora formando il personale che dovrà vigilare sull'ottemperanza di queste leggi. Vi sono stati alcuni progressi, che peraltro non possono considerarsi soddisfacenti, nel sopprimere le strutture parallele nella Federazione, ma il coordinamento è tuttora carente, specialmente nelle città di Mostar e di Travnik: si può constatare che i due gruppi etnici predominanti continuano ad operare separatamente, nonostante che abbiano ormai i loro uffici nello stesso edificio. Si sono armonizzate gradualmente le aliquote delle accise e delle imposte sulle vendite. Il 4 luglio 2000, seguendo le raccomandazioni dell'FMI e della Banca mondiale, le entità hanno raggiunto l'accordo su come procedere nelle riforme delle accise e delle imposte sulle vendite, in termini di esazione e di attribuzione del gettito.
L'accettazione e l'utilizzo del KM sono ormai molto diffusi nella B-E: per la maggior parte, le operazioni commerciali vengono effettuate in KM in entrambe le entità. A questo risultato si è giunti dopo che i Governi delle due entità hanno adottato provvedimenti per promuovere l'utilizzo del KM, ivi incluso il divieto dei pagamenti non in contanti mediante monete diverse dal KM. In ambedue le entità vi sono stati buoni progressi nella riforma dei sistemi di pagamenti, con la chiusura a fine 2000 degli Uffici di pagamenti (SPP, ZAP e ZPP). Si stanno attribuendo agli organi pertinenti le funzioni non di pagamento, quali i controlli tributari e la raccolta d'informazioni. Inoltre, la Banca centrale ha istituito una stanza di compensazione a livello centrale per le operazioni interbancarie.
In entrambe le entità si sono registrati di recente buoni progressi nella privatizzazione delle piccole imprese. Nella Federazione, che si è avviata in tal senso (nel maggio 1999) prima della Repubblica Serba, si prevede che le autorità avranno completato entro la fine del 2000 la privatizzazione di 150 piccole imprese e di 350 uffici. Secondo le stime della Banca mondiale, nella Repubblica Serba sono state vendute circa un terzo delle piccole imprese (169 in totale) di cui si era prevista la privatizzazione. Dopo gravi ritardi attinenti inizialmente alle operazioni di registrazione e di distribuzione, la Repubblica Serba ha avviato il 16 ottobre il suo programma di privatizzazione mediante voucher. Secondo la Banca mondiale, le agenzie di privatizzazione delle entità (compresa l'agenzia del cantone di Mostar, nella Federazione) avevano personale adeguato ed erano operative già dal gennaio 2000. A medio termine, la sfida consiste nel proseguire la privatizzazione delle grandi imprese e la ristrutturazione delle aziende d'infrastrutture pubbliche essenziali.
Per quanto riguarda le riforme del settore bancario e la privatizzazione delle banche statali, i bilanci patrimoniali pubblici (BPP) sono stati presentati ai rispettivi Uffici per il settore bancario delle entità e, prima di mettere in vendita le banche, si stanno
effettuando presso di esse test di solvibilità. Nella Federazione dovrebbero esser poste in vendita tra breve tre banche statali (Union Banka, Banca centrale di affari, Banca d'investimenti della Federazione). Nella Repubblica Serba, che ha avviato tale processo molto più tardi, di recente si sono registrati buoni progressi: sono stati approvati i BPP di dieci delle undici banche statali e si stanno preparando i piani di privatizzazione. La legge sulle banche commerciali è stata adottata nella Repubblica Serba nel luglio 1999, mentre la legge sull'assicurazione dei depositi è stata adottata nella Federazione nell'agosto 2000, ma non ancora nella Repubblica Serba.
4. Assistenza macrofinanziaria
Il 10 maggio 1999 il Consiglio aveva adottato una decisione intesa a concedere alla Bosnia-Erzegovina un'assistenza macrofinanziaria eccezionale dell'importo massimo di 60 milioni EUR, comprendente una parte di sovvenzioni per l'importo massimo di 40 milioni EUR e prestiti per l'importo di 20 milioni EUR. Dopo la conclusione del primo esame nell'ambito del programma dell'FMI e il pagamento integrale da parte della B-E dei suoi debiti ancora in sospeso nei confronti della Comunità e della BEI, nel dicembre 1999 la Commissione versò la prima quota di 25 milioni EUR, comprendente 15 milioni EUR a titolo di sovvenzioni e 10 milioni EUR a titolo di prestiti. In seguiti ai buoni progressi compiuti nell'ambito del programma dell'FMI, compreso l'esito favorevole del quarto e quinto esame e la soddisfacente ottemperanza alle condizioni specifiche (attinenti alla riforma strutturale) a cui era subordinata l'assistenza comunitaria, una seconda quota di 20 milioni EUR è stata versata a fine 2000. 2 milioni EUR delle sovvenzioni di 10 milioni EUR sono stati messi a disposizione del bilancio statale, in considerazione del suo fabbisogno finanziario, mentre il resto è stato posto a disposizione dei bilanci delle due entità. Il versamento della terza quota, 15 milioni EUR a titolo di sovvenzioni, è stata vincolata al soddisfacimento di una serie di criteri relativi alle riforme strutturali e al proseguire dei progressi nell'ambito del programma dell'FMI.
L'FMI aveva approvato l'ASB (81 milioni USD) nel maggio 1998. Nel giugno 1999, in seguito agli effetti nefasti della crisi del Kosovo, l'FMI decise di aumentare di 23 milioni USD la propria assistenza. Dopo qualche ritardo nell'attuazione politica, l'FMI ha concluso il proprio quarto e quinto esame il 22 dicembre 2000, mettendo quindi a disposizione 21 milioni USD, e ha esteso il programma fino al maggio 2001. La Banca mondiale sta conducendo due operazioni su base politica a favore delle riforme delle pubbliche finanze (PFSAC II) e a favore delle privatizzazioni e delle riforme del settore bancario (EBPAC), dell'importo rispettivo di 72 e 50 milioni USD.
Dal 2001 la Bosnia-Erzegovina non può più beneficiare del programma di assistenza OBNOVA, ma può essere ammessa a fruire del nuovo strumento comunitario a favore dei Balcani occidentali, CARDS (Assistenza comunitaria per la ricostruzione, lo sviluppo e la stabilizzazione).
Situazione delle riforme economiche |
1. Liberalizzazione dei prezzi Nel 2000 la percentuale dei prezzi amministrati nel paniere dell'IPC era di quasi il 20%. Si stanno liberalizzando gradualmente i prezzi dei prodotti energetici e in particolare del riscaldamento. |
2. Liberalizzazione degli scambi Il regime è ampiamente liberalizzato. |
3. Regime valutario In base al regime del comitato monetario, dal gennaio 1999 il lev è ancorato all'euro. Si è stabilita la parità 1:1 con il xxxxx xxxxxxx. |
4. Investimenti esteri diretti Gli investitori stranieri sono liberi di rimpatriare profitti e proventi. |
5. Politica monetaria La Banca centrale è responsabile delle attività del comitato monetario, che ha conservato la propria credibilità ed è sostenuto da ingenti riserve. |
6. Finanze pubbliche Per il 2000 (e il 2001) era previsto un disavanzo dell'1,5%, un notevole miglioramento rispetto al 1999. È probabile che si sia conseguito tale obiettivo senza difficoltà. |
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese Si è conclusa una prima serie di privatizzazioni (pressoché due terzi delle proprietà statali). È stata avviata una seconda serie, riguardante le imprese nei settori dei servizi pubblici e di altre infrastrutture. |
8. Riforma del settore finanziario La situazione finanziaria del settore bancario è migliorata in misura sostanziale dopo la crisi del 1996. I problemi principali sono la riluttanza a concedere prestiti a un settore privato ancora debole ed i ritardi nelle privatizzazioni. |
VI. BULGARIA
1. Compendio
Nel 2000 è proseguita in Bulgaria la stabilità economica, si è continuato ad attuare riforme economiche e si è mantenuto il regime del comitato monetario.
La stabilità macroeconomica e le riforme strutturali hanno contribuito a una sostanziale crescita economica, che secondo le previsioni dovrebbe risultare vicina al 5% per il 2000.
Il Governo bulgaro prosegue le sue riforme strutturali nelle privatizzazioni e nelle riforme normative. Nonostante considerevoli miglioramenti nelle riforme strutturali, non si può dire che in Bulgaria vi sia ora un'economia di mercato funzionante, in grado di far fronte a medio termine alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato dell'UE.
La Bulgaria ha continuato a necessitare di assistenza macrofinanziaria. L'8 novembre 1999 il Consiglio decise di concedere alla Bulgaria un prestito di 100 milioni EUR, il quarto di questo tipo. Una prima quota di 40 milioni EUR fu versata nel dicembre 1999 e una seconda quota di 60 milioni EUR nel settembre 2000.
L'assistenza comunitaria aumenterà dal 2000 in poi con l'applicazione degli strumenti di preadesione ISPA e SAPARD. Si prevede che l'assistenza comunitaria in forma di sovvenzioni raggiungerà l'importo totale di 256 milioni EUR all'anno nel periodo 2000- 2006.
L'FMI ha approvato nel settembre 1998 un'EFF a favore della Bulgaria d'importo totale pari a 627,62 milioni DSP (circa 814 milioni USD). Nel settembre 2000 l'FMI ha terminato il quarto esame nell'ambito di tale agevolazione, il che ha consentito il versamento di 52,3 milioni DSP (circa 68 milioni USD), portando il totale delle erogazioni dell'FMI nell'ambito del programma a 470,7 milioni DSP (circa 610 milioni USD).
Nello stesso settembre 2000, la Banca mondiale ha approvato un prestito di 30 milioni EUR (pari a 14,39 milioni USD) a favore della Bulgaria, inteso a contribuire all'attuazione del progetto di aggiornamento del settore scolastico.
2. Risultati macroeconomici
Sviluppi economici favorevoli all'interno e all'esterno del paese hanno incrementato la crescita in Bulgaria, portando a risultati finanziari migliori del previsto. In termini reali, la crescita annuale del PIL dovrebbe esser stata vicina al 5% nel 2000. Le esportazioni sono aumentate a ritmo più rapido delle importazioni, il che dovrebbe aver contributo a ridurre il disavanzo commerciale.
Nella prima metà del 2000 il PIL è cresciuto del 5,2%, in termini reali, rispetto al medesimo periodo nel 1999. La crescita si è accelerata nel secondo trimestre del 2000, raggiungendo il 5,5%, rispetto al 4,8% nel primo trimestre, grazie soprattutto alle esportazioni e agli investimenti. Nel secondo trimestre del 2000 gli investimenti in beni capitali risultavano incrementati in termini reali del 12% su base annuale, dopo aver raggiunto un incremento del 18% nel primo trimestre. La produzione industriale è aumentata gradualmente: in settembre era superiore del 10,4% a quella dello stesso mese nel 1999.
Il disavanzo commerciale è lievemente peggiorato nei primi otto mesi del 2000 rispetto al medesimo periodo del 1999. Il valore in dollari delle esportazioni si è incrementato di quasi il 23%, mentre per le importazioni l'aumento è stato di circa il 19% rispetto ai primi otto mesi del 1999. Quasi metà del rincaro delle importazioni era dovuto all'aumento del prezzo dell'energia. La Bulgaria è al tempo stesso importatrice netta di petrolio ed anche grande esportatrice di prodotti petroliferi, il cui valore si è triplicato nel secondo trimestre del 2000 rispetto al medesimo periodo nel 1999. Un altro sviluppo positivo è stata la stagione turistica insolitamente favorevole. Tutto ciò ha portato al ridursi del disavanzo delle partite correnti da 434 milioni USD nei primi otto mesi del 1999 a 361 milioni USD nei primi otto mesi del 2000, mentre nel medesimo periodo il disavanzo commerciale si è aggravato da 682 milioni USD a 727 milioni USD.
Nei primi otto mesi del 2000 gli IED in Bulgaria sono ammontati a 366 milioni USD, il che ha più che compensato il disavanzo delle partite correnti nel medesimo periodo. Gli investimenti nel settore bancario, compresa la vendita della Banca bulgara unita, sono ammontati in totale a 126 milioni USD. Dopo che un primo tentativo di privatizzare la manifattura statale dei tabacchi ha riscosso scarso interesse, il Governo ha deciso di rilanciare la vendita della Bulgartabac. Vi sono stati ritardi anche nella privatizzazione del monopolio delle telecomunicazioni BTC.
L'inflazione dei prezzi al consumo, che nel 1999 si situava in media allo 0,4%, è aumentata gradualmente al 12%, su base annuale, nell'ottobre 2000. Il rincaro dei combustibili ha contribuito all'aggravarsi dell'inflazione, mentre il rincaro delle sostanze alimentari si è lievemente ridotto rispetto a quello registrato in agosto. L'indice dei prezzi al consumo è aumentato in misura molto superiore all'obiettivo dell'8-9% a fine anno stabilito per il 2000. La Bulgaria ha rialzato a più riprese il tasso principale d'interesse, e il rendimento medio annuale dei buoni del tesoro a tre mesi ha raggiunto a fine ottobre quasi il 4,5%.
La disoccupazione è scesa dalla punta del 19% in aprile al 17,8% in settembre, come risultato in parte dell'ampia offerta di lavoro stagionale nell'agricoltura e nel turismo, e
in parte dei nuovi posti di lavoro creati nel settore dei servizi. Il totale ufficiale dei disoccupati è sceso pochissimo al di sotto di 680.000, anche se secondo le organizzazioni sindacali il totale effettivo è superiore a un milione. Su una popolazione attiva di 4,7 milioni, secondo le stime 1,2 milioni di persone lavorano nell'economia grigia. Si stanno prendendo iniziative per far includere il settore grigio nell'economia ufficiale.
3. Riforme strutturali
Si è proseguito nella ristrutturazione economica prosegue secondo il piano delineato nel programma economico a medio termine. In base ai primi risultati del programma di controllo relativo a 154 imprese in difficoltà, gli arretrati nel pagamento delle imposte e dei contributi sociali erano ingenti e stavano aumentando in un numero limitato delle imprese sottoposte a controllo. Per le società che provvedono al riscaldamento su base distrettuale è stato approvato un piano d'azione nel quale si prevede la chiusura di quelle non sostenibili sotto il profilo economico nel più lungo periodo e l'aumento delle sovvenzioni per ristrutturare quelle che si presume abbiano un futuro.
Le privatizzazioni sono entrate in una seconda fase: la prima si era incentrata sulle imprese, comprendendo circa il 63% di tutto il patrimonio statale, mentre la seconda fase del programma di privatizzazioni riguarda soprattutto i servizi pubblici e le infrastrutture. I risultati del controllo effettuato su 154 imprese in difficoltà hanno mostrato che le perdite erano ancora gravissime, con conseguente urgenza di procedere ad altre ristrutturazioni. Si è proseguito nella privatizzazione del settore bancario, che dovrebbe portare a un sostanziale e quanto mai necessario miglioramento dell'intermediazione finanziaria. Sono proseguite anche le grandi riforme dell'assicurazione malattia, del sistema di prestazioni sociali e delle pensioni, rafforzando ancora l'orientamento di mercato dell'economia.
4. Assistenza macrofinanziaria
La quarta operazione di assistenza macrofinanziaria si è svolta nel 1999-20003. Poiché gli effetti del conflitto del Kosovo sulle partite correnti avevano aggravato il disavanzo finanziario, la Commissione propose nel luglio 1999 un prestito di 100 milioni EUR a titolo di assistenza macrofinanziaria. Il Consiglio adottò tale proposta l'8 novembre 1999 (decisione 1999/731/CE). Poco dopo, la Commissione portò a termine le trattative inerenti alle condizioni del prestito, previsto in due quote. Il versamento della prima quota era subordinato all'esito favorevole del secondo esame nell'ambito del programma a medio termine dell'FMI. L'esito favorevole fu confermato verso la fine di novembre, consentendo così il versamento della prima quota, dell'importo di 40 milioni EUR, nel dicembre 1999. Il versamento della seconda quota era condizionato dai risultati di vari provvedimenti di riforme strutturali che la Bulgaria doveva attuare. Tali condizioni erano consone all'insieme di condizioni previste nel programma a medio termine dell'FMI e per il prestito della Banca mondiale a favore dell'aggiustamento strutturale (FESAL), ma ponevano l'accento su riforme di particolare importanza per il processo di adesione, soprattutto la ristrutturazione delle imprese di proprietà statale, la trasparenza degli aiuti di Stato e il corpus giuridico in materia ambientale. Considerati i progressi compiuti in queste riforme, la seconda quota è stata versata nel settembre 2000.
3 Il Consiglio aveva approvato altri prestiti a titolo di assistenza macrofinanziaria nel giugno 1991 (290 milioni EUR versati nell'agosto 1991 e nel marzo 1992), nell'ottobre 1992 (110 milioni EUR versati nel dicembre 1994 e nell'agosto 1996) e nel luglio 1997 (250 milioni EUR versati nel febbraio e nel dicembre 1998).
VII. EX REPUBBLICA IUGOSLAVA DI MACEDONIA
1. Compendio
Nel periodo successivo al suo costituirsi, nel 1992, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia (FYROM) ha sperimentato un grave calo del suo PIL. Sono seguiti vari anni di crescita del PIL positiva ma bassa: nel 2000 il tasso di crescita è stato ancora molto inferiore a quello del 1992.
Nel 2000 la crescita economica è stata molto elevata per la prima volta dalla dichiarazione dell'indipendenza: in termini reali il PIL si è accresciuto di circa il 6%. Contrariamente all'ultima parte del 1999, quando il fattore dominante della crescita era stato il boom successivo al conflitto nel Kosovo, nel 2000 il fattore che ha determinato integralmente la crescita è stato il forte aumento della domanda interna, riguardante al tempo stesso i consumi privati e gli investimenti. Il sostegno internazionale a favore della RFI/Kosovo ha portato al costituirsi di un importante mercato per le esportazioni di una gamma di merci e di servizi. Inoltre, la massiccia presenza nella FYROM di squadre di soccorso, di militari e di altro personale ha ancora incrementato la domanda interna. Il
ripristino delle rotte commerciali internazionali e il forte aumento della domanda interna hanno portato a un considerevole incremento delle importazioni, con il conseguente aggravarsi del disavanzo delle partite correnti.
Le trattative con l'FMI riguardanti un nuovo programma da far rientrare eventualmente nell'ambito delle agevolazioni PRGF/EFF si sono concluse infine nell'autunno 2000. Il Consiglio di amministrazione dell'FMI ha approvato in novembre l'agevolazione triennale, e la Banca mondiale ha approvato in dicembre un secondo prestito FESAL. In tale contesto, il Governo si è impegnato ad attuare un ambizioso programma di riforme economiche.
L'adozione di un nuovo programma economico e la conclusione positiva delle trattative con l'FMI e con la Banca mondiale, nonché l'accordo su un memorandum d'intesa relativo alle condizioni di erogazione dell'AMF comunitaria, hanno consentito alla Commissione di procedere all'attuazione dell'assistenza dell'importo massimo di EUR 80 milioni decisa dal Consiglio nel novembre 1999.
Situazione delle riforme economiche 1. Liberalizzazione dei prezzi La liberalizzazione dei prezzi è pressoché completa. Restano controllati soltanto i prezzi di pochissimi prodotti, tra cui il petrolio ed i suoi derivati. |
2. Liberalizzazione degli scambi Permangono poche barriere doganali e di altro tipo. L'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA) concluso di recente comporterà maggiore libertà di accesso al mercato per i prodotti UE e la graduale riduzione dei dazi doganali sui prodotti di maggiore importanza. |
3. Regime valutario Dall'inizio del 1994 il dinaro è ancorato di fatto all'euro. Dopo la svalutazione del luglio 1997 il cambio è di circa 60,5 dinari per un euro. |
4. Investimenti esteri diretti L'ambiente è migliorato, ma è tuttora necessaria l'autorizzazione del Governo per effettuare alcuni tipi di IED. La mancanza di un adeguato mercato fondiario ostacola anch'essa gli afflussi di IED, che negli ultimi anni sono stati irregolari e sono consistiti soprattutto in poche grandi operazioni commerciali. |
5. Politica monetaria La politica monetaria è basata essenzialmente sull'ancoraggio del tasso di cambio. |
6. Finanze pubbliche Nel 2000 le entrate sono state molto cospicue, in parte per l'introduzione dell'IVA in aprile ma anche per il rafforzamento generale dell'attività economica. All'inizio dell'anno, qualche slittamento nelle retribuzioni del settore pubblico ha eroso parzialmente i profitti di bilancio. Secondo le stime, si registrerà un'eccedenza pari al 2,2% del PIL. |
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese Il programma di privatizzazioni si è avviato nel 1993. Circa 1200 delle 1216 imprese sono ormai privatizzate, ma solo alcune sono state ristrutturate. 40 imprese che registrano gravi perdite devono essere vendute o chiuse entro il 2001. Si sta contrattando la privatizzazione di nove imprese e il processo di privatizzazione sembra ora in ripresa. |
8. Riforma del settore finanziario Sistema bancario a due livelli. Vi sono 20 banche, la filiale di una banca estera e 19 casse di risparmio. Il settore è dominato dalla Stopanska Banka, che è stata ristrutturata ed è stata venduta alla Banca nazionale di Grecia. La vigilanza bancaria viene esercitata dalla Banca nazionale. |
Nel dicembre 2000 e nel gennaio 2001 è stata versata la prima quota dell'assistenza, comprendente sovvenzioni dell'importo di 20 milioni EUR e prestiti dell'importo di 10 milioni EUR.
2. Risultati macroeconomici
Dalla metà del 1999, gli sviluppi successivi al conflitto nel Kosovo hanno portato a una forte crescita nella FYROM. Poco dopo che si era conclusa la crisi nel Kosovo si è registrata una vivace ripresa delle esportazioni verso la RFI/Kosovo. Anche la scelta di Skopje come base principale per l'intervento internazionale nel Kosovo ha portato a cospicui redditi nel settore dei servizi. Il boom successivo al conflitto è proseguito per tutto il 2000, ma il fattore dominante della crescita è stata la domanda interna, riguardante in particolare i consumi privati piuttosto che le esportazioni nette. Secondo le stime, nel 2000 il PIL si è accresciuto del 6% in termini reali, con il supporto di un forte aumento della domanda interna, stimato a quasi l'8% in termini reali. I consumi privati si sono incrementati in misura considerevole in particolare nel primo trimestre dell'anno, prima dell'introduzione dell'IVA il 1° aprile, e secondo le stime la formazione lorda di capitale (compresa l'accumulazione di scorte) è aumentata di quasi il 30%, dopo un grave calo nel 1999. Con la domanda interna in aumento di circa l'8% e la crescita del PIL del 6% in termini reali, la crescita economica è stata determinata integralmente dalla domanda interna.
Le importazioni si sono incrementate a ritmo più rapido delle esportazioni e questa situazione nei confronti dell'esterno ha costituito un ostacolo per la crescita. Il disavanzo delle partite correnti ha registrato risultati molto peggiori rispetto al 1999, giungendo a circa il 6,5% del PIL nel 2000 contro il 4,0% del PIL nel 1999, tornando quindi ai livelli di quasi tutti gli anni successivi all'indipendenza. Il peggioramento nel 2000 è stato causato soprattutto dal fortissimo aumento delle importazioni di merci, mentre si è avuto un lieve miglioramento nel bilancio dei servizi. I risultati piuttosto favorevoli relativi alle esportazioni sono stati controbilanciati dalle importazioni a fini non soltanto di consumo privato ma anche per l'acquisto di macchinari ecc. necessari per la formazione di capitale.
Particolarmente positivi sono stati nel 2000 i risultati nel settore tributario. La ripresa dell'attività economica e specialmente il gettito IVA superiore al previsto, dopo l'introduzione dell'imposta il 1° aprile, hanno portato a un'eccedenza del bilancio delle pubbliche amministrazioni pari a circa il 2¼% del PIL per l'intero anno. Dopo un grave slittamento all'inizio dell'anno, inerenti alle retribuzioni dei dipendenti statali, le autorità hanno stabilito che il Gabinetto del Capo del Governo eserciti controllo diretto sulle assunzioni e sulle retribuzioni in vari ministeri tecnici.
Il tasso di disoccupazione, pur in lieve calo, è rimasto elevato: 32,1%, secondo l'inchiesta sulla manodopera effettuata nella primavera 2000, quindi di poco inferiore al tasso medio ufficiale del 32,4% nel 1999. I gravi problemi strutturali del mercato del
lavoro rendono improbabile che la forte crescita economica basti da sola a ridurre in misura considerevole il tasso di disoccupazione.
L'inflazione è stata del 6,1% su base annua, lievemente superiore a quella degli anni precedenti, soprattutto per l'effetto una tantum dell'introduzione dell'IVA. Le autorità sono riuscite più o meno a contenere l'inflazione quando gli effetti che l'introduzione dell'IVA ha esercitato sui prezzi si sono manifestati con evidenza nei tre mesi successivi. Non vi sono state modifiche nella politica monetaria: senza gravi tensioni, il corso di cambio del dinaro è stato mantenuto stabile nei confronti dell'euro per tutto l'anno.
3. Riforme strutturali
Come elemento delle trattative con l'FMI e con la Banca mondiale su un nuovo programma economico a cui gli IFI possano accordare il loro sostegno, il Governo ha presentato un programma pluriennale di riforme, riguardante pressoché tutti i settori delle riforme economiche.
Per quanto riguarda la riforma fiscale, nel loro operato nel corso del 2000 le autorità hanno seguito i principi orientativi concordati con gli IFI per la trasformazione del settore tributario nel medio periodo. Questi principi comprendono il miglioramento della trasparenza fiscale e della strutturazione ed elaborazione del bilancio di previsione; il trasferimento dell'onere fiscale dalle imposte dirette alle imposte indirette; la riforma della pubblica amministrazione e la razionalizzazione delle spese; l'integrazione nella contabilità statale della parte essenziale delle entrate speciali fuori bilancio; una migliore gestione del debito. Nel corso dell'anno si sono intraprese varie iniziative, in particolare l'introduzione dell'IVA, ma le autorità hanno anche istituito un Dipartimento del tesoro presso il Ministero delle finanze, hanno emesso titoli di Stato negoziabili in cambio dei depositi in valuta estera congelati e hanno istituito un'Unità di controllo del debito presso il Ministero delle finanze.
Notevoli progressi si sono compiuti nel settore finanziario. Il settore bancario era già prevalentemente di proprietà privata e in aprile è stata infine privatizzata anche la massima banca commerciale, la Stopanska Banka, che è stata venduta a investitori stranieri (la Banca nazionale di Grecia). Questa vendita, come in precedenza quella della Kreditna Banka, la chiusura dell'Almako Banka e l'annuncio dell'intenzione di vendere la terza massima banca costituiscono iniziative di grande rilievo nella ristrutturazione del settore, che sono state potenziate con l'adozione in giugno della nuova legge relativa al settore bancario. Si è così rafforzato il corpus giuridico inerente alla vigilanza bancaria e si sono ampliati i poteri di controllo della Banca centrale.
Negli ultimi anni la privatizzazione delle grandi imprese è stata insoddisfacente. Come diretto risultato della precedente riluttanza del Governo a procedere alla necessaria privatizzazione di una serie d'imprese statali in perdita, l'FMI ha deciso d'interrompere l'attuazione del programma ESAF. Il processo di privatizzazione ha registrato tuttavia una notevole accelerazione a metà 2000: nove imprese sono state vendute (a investitori o ai dipendenti dell'impresa stessa) oppure sono state liquidate. L'impresa le cui perdite erano le più gravi, la FENI - una fonderia di nichelio - è stata privatizzata in novembre. Era questa l'ultima azione a cui le autorità dovevano procedere per ottenere l'approvazione da parte dei Consigli di amministrazione dell'FMI e della Banca mondiale.
In novembre il Governo della FYROM e la Commissione europea, che agiva per conto della Comunità, hanno concluso un accordo di stabilizzazione e di associazione, nel quale si prevedono il rafforzamento della cooperazione in pressoché tutti i settori d'interesse comune e l'istituzione progressiva di una zona di libero scambio. La FYROM è il primo paese ad aver concluso un simile accordo con la Comunità.
4. Assistenza macrofinanziaria
L'8 novembre 1999 il Consiglio decise di concedere alla FYROM 80 milioni EUR a titolo di assistenza macrofinanziaria supplementare, ripartita in prestiti sino all'importo massimo di 50 milioni EUR e in sovvenzioni sino all'importo massimo di 30 milioni EUR. Considerata la fragile situazione economica della FYROM al momento della suddetta decisione, e tenuto conto in particolare dell'entità del debito estero (oltre il 40% del PIL e in rapido aumento), il Consiglio decise a titolo eccezionale di erogare parte dell'assistenza macrofinanziaria a titolo di sovvenzioni. Per una prima operazione di assistenza, dell'importo di 40 milioni EUR a titolo di prestiti, erano stati effettuati versamenti nel settembre 1997 e nel febbraio 1998.
Secondo quanto era previsto nella decisione del Consiglio, la prima quota dell'assistenza macrofinanziaria comunitaria dell'importo massimo di 80 milioni EUR doveva essere erogata previo accordo tra il paese e l'FMI su un programma macroeconomico, a cui sarebbe stato concesso il supporto di un'agevolazione PRGF/EFF. L'approvazione del Consiglio di amministrazione dell'FMI, oltre alla firma dell'MI e degli accordi relativi ai prestiti e alle sovvenzioni, costituivano le condizioni per l'erogazione della prima quota dell'assistenza, sullo sfondo di buoni progressi nella stabilizzazione e nelle riforme economiche. L'MI e gli accordi relativi ai prestiti e alle sovvenzioni sono stati conclusi in novembre e firmati poi mediante scambio di lettere. In parallelo, il Consiglio di amministrazione dell'FMI ha approvato il programma economico e l'accordo relativo alla quota superiore del credito (PRGF/EFF). Risultavano quindi soddisfatte tutte le condizioni per erogare la prima quota dell'assistenza macrofinanziaria comunitaria. A fine dicembre 2000 è stata quindi versata la prima quota di 30 milioni EUR, di cui 20 a titolo di sovvenzioni e 10 a titolo di prestiti4.
La Comunità ha proseguito inoltre il suo sostegno eccezionale al bilancio, dell'importo massimo di 25 milioni EUR, inteso ad aiutare la FYROM ad affrontare i costi causati dall'afflusso di rifugiati durante la crisi del Kosovo.
In novembre l'FMI ha approvato un prestito triennale EFF di 31 milioni USD e un prestito triennale PRGF di 13 milioni USD5. Il credito dell'FMI è inteso a favorire il programma economico e il programma strategico per la riduzione della povertà del Governo della FYROM. In dicembre il Consiglio di amministrazione della Banca mondiale ha approvato il secondo programma di aggiustamento dei settori finanziario e imprenditoriale (FESAL II). La dotazione del programma è di 50,3 milioni USD, di cui 30,3 milioni USD a titolo di prestito e 20 milioni USD a titolo di crediti dell'Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA). Obiettivo del prestito FESAL II è sostenere il programma governativo di riforme nei settori finanziario e
4 Per motivi tecnici, la parte della prima quota consistente in prestiti è stata erogata il 15 gennaio 2001.
5 Il prestito nell'ambito del PRGF è stato approvato in linea di principio il 29 novembre e definitivamente il 15 dicembre.
imprenditoriale, stimolando così la crescita del settore privato e la creazione di posti di lavoro. Uno degli scopi strategici del FESAL II è vendere grandi imprese a investitori stranieri strategici.
Dal 2001 la FYROM non può più beneficiare del programma di assistenza PHARE, ma può essere ammessa a fruire del nuovo strumento comunitario a favore dei Balcani occidentali, CARDS (Assistenza comunitaria per la ricostruzione, lo sviluppo e la stabilizzazione).
Situazione delle riforme economiche |
1. Liberalizzazione dei prezzi I prezzi sono stati liberalizzati in massima parte. |
2. Liberalizzazione degli scambi La politica degli scambi internazionali ha carattere liberistico. Sono state soppresse la massima parte delle restrizioni all'importazione e all'esportazione. La Georgia è divenuta membro dell'OMC nel 1999. |
3. Regime valutario Il lari non è soggetto a restrizioni di cambio. Si effettuano vendite all'asta presso l'Ufficio interbancario dei cambi di Tbilisi. |
4. Investimenti esteri diretti Normativa globale adeguata. Nessun limite al rimpatrio di capitali e di profitti. È consentito detenere conti bancari in valuta estera. Gli investitori stranieri possono essere soltanto affittuari, non proprietari, di terreni agricoli. Si sta procedendo alla privatizzazione (attribuzione di proprietà e registrazione catastale) dei terreni urbani e industriali. |
5. Politica monetaria La Banca centrale è totalmente indipendente. La prudente politica monetaria ha contribuito nel 2000 a ridurre l'inflazione ed a stabilizzare il corso di cambio. |
6. Finanze pubbliche Maggiorazione del gettito fiscale. Entrate di bilancio (comprese le sovvenzioni) stimate al 15% del PIL; spese totali e indebitamento netto stimati al 19,5% del PIL. La Commissione per la lotta contro la corruzione, costituita di recente, ha proposto una serie di riforme per accrescere la trasparenza e rafforzare il sistema di governo. |
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese Grandi progressi nella privatizzazione del settore dell'energia: si stanno sollecitando offerte pubbliche di acquisto per imprese della Georgia orientale e occidentale, ma la debolezza di questo settore resta un grave ostacolo alla crescita economica. Prosegue la privatizzazione del settore delle telecomunicazioni: 150 investitori strategici sono stati invitati a partecipare alle gare d'appalto relative alle due imprese di proprietà statale. |
8. Riforma del settore finanziario Vi sono 32 banche commerciali. A metà gennaio 2001, soltanto metà delle banche erano riuscite a soddisfare la nuova disposizione relativa al capitale minimo (5 milioni di lari). Il settore bancario è sempre più fragile: per 21 banche il rating CAMEL è basso, e scarsa è la fiducia del pubblico. |
VIII. GEORGIA
1. Compendio
Come conseguenza della grave siccità, che ha ridotto in misura considerevole le produzione agricola, secondo le previsioni la crescita economica non ha superato nel 2000 l'1,2%. Dato il grave onere del debito estero e la limitata capacità della Georgia di assicurarne il servizio, si prevede che ancora per qualche anno si registreranno ingenti disavanzi, all'interno e nei confronti dell'estero. Per quanto riguarda le riforme strutturali, si sono adottati provvedimenti di rilievo per migliorare l'esazione fiscale e potenziare il servizio civile. Si è avviata la riforma del sistema giudiziario. Sono state privatizzate numerose grandi imprese, anche se in questo settore resta molto da fare. La Georgia ha compiuto notevoli progressi anche nella riforma del proprio settore dell'energia.
Nel luglio 1999 il Consiglio di amministrazione dell'FMI concluse con esito positivo il suo esame a metà termine della terza agevolazione annuale ESAF. Da allora, ricorrenti xxxxxxxx nelle entrate, a cui si sono aggiunte inopportune priorità nelle spese, hanno aggravato ancora l'accumularsi degli arretrati di spesa. Tuttavia, dopo vari mesi di risultati soddisfacenti per quanto riguarda il gettito fiscale, il 12 gennaio 2001 l'FMI ha deciso di attuare un nuovo programma triennale (PRGF) a favore della Georgia.
La mancanza di chiare prospettive, per la Georgia, di concludere entro il 2000 un nuovo accordo con l'FMI, soprattutto a causa dei deludenti risultati fiscali, hanno indotto la Commissione a posporre il versamento della terza quota dell'assistenza, prevista inizialmente per il 2000.
2. Risultati macroeconomici6
La situazione macroeconomica della Georgia si è deteriorata nel 2000: nei primi tre trimestri il PIL è diminuito dello 0,2% su base annuale. La causa è stata una grave siccità, che ha ridotto di molto la produzione agricola. Hanno invece registrato un'espansione la produzione industriale, gli scambi commerciali, i trasporti, le comunicazioni ed i servizi. Di conseguenza, secondo le previsioni attuali la crescita economica nel 2000 risulterà pari all'1,2%.
Nei primi otto mesi del 2000 le entrate del bilancio statale sono state inferiori all'obiettivo stabilito, soprattutto a causa di manchevolezze nell'amministrazione, corruzione e difficoltà nella riscossione delle entrate, soprattutto i dazi doganali, in un paese diviso nel quale è piuttosto diffusa l'economia nera. Secondo le previsioni, l'inflazione a fine anno dovrebbe risultare inferiore a quella del 1999, riducendosi al 7%. Nel 2000 il tasso di cambio del lari è rimasto stabile a circa due lari per un dollaro USA.
Sempre secondo le previsioni, nel 2000 il disavanzo delle partite correnti dovrebbe esser rimasto all'altissimo livello del 14% del PIL. Si presume che il commercio estero avrà risentito della grave siccità e del conseguente calo della produzione agricola.
Le riserve in valuta estera sono rimaste esigue, pari a circa 1,1 mese d'importazioni. A fine 2000 il debito estero ammontava a circa 1,8 miliardi USD, pari a circa il 59% del PIL (era del 48% del PIL nel 1998). Nel 2000 la Georgia ha concluso con i suoi maggiori creditori nuovi accordi di ritempificazione, che renderanno più sostenibile nel prossimo futuro il suo onere di servizio del debito.
3. Riforme strutturali
Per combattere la corruzione, che è uno dei maggiori problemi che ostacolano le riforme, si è costituita di recente una commissione anticorruzione, che ha preparato una relazione proponendo un'ampia serie di riforme intese ad accrescere la trasparenza ed a rafforzare il sistema di governo. Nel 2000 ci si è adoperati per riformare il sistema tributario georgiano mediante un programma USAID e si sono adottate anche severe misure, quali il licenziamento di capiservizio che non erano riusciti a conseguire gli obiettivi stabiliti e la formazione di una "legione finanziaria", incaricata di assicurare la riscossione fiscale. Si è previsto anche di costituire un'unità speciale per la riscossione delle imposte sul petrolio e sul tabacco. La riforma del dipartimento doganale è rimasta nelle fasi iniziali. Un fattore importante del persistente livello elevato di arretrati fiscali è stata la riluttanza delle autorità ad esigere gli arretrati dovuti dalle imprese statali, ma il dipartimento tributario ha chiesto il sequestro dei conti bancari di 1.399 imprese, che avevano accumulato arretrati per l'importo di 71,5 milioni USD, ed i tribunali hanno pronunciato sentenze riguardo alla metà di tali casi. Nondimeno, data la mancanza di flessibilità dell'amministrazione giudiziaria, vi sono stati ritardi nei pagamenti in contanti a favore del bilancio. Sono stati portati in tribunale 204 casi di fallimenti, ma soltanto cinque imprese sono state dichiarate fallite, anche se si sono riscossi da queste imprese 13 milioni USD. Per rendere più efficace la legge in materia di fallimenti si è previsto di costituire un organo indipendente denominato "Ufficio dei fallimenti". Si è
6 Di recente, le autorità hanno riveduto i dati relativi al PIL nominale: le nuove stime sono inferiori di circa il 34% ai dati pubblicati in precedenza, soprattutto in seguito alla revisione delle stime relative alle attività informali.
avviata inoltre una riforma del sistema giudiziario, in base alla quale i giudici dovranno sostenere un esame per conservare la loro carica.
Si stima che siano state privatizzate 1.292 medie e grandi imprese, ossia l'80%, che in gran parte sono ora di proprietà di persone già attive al loro interno. Poche di queste imprese, tuttavia, sono state poi ristrutturate. Le restanti 20% costituiscono una percentuale considerevole del valore patrimoniale totale: si tratta delle maggiori imprese strategiche, comprese quelle del settore delle infrastrutture.
Nel 2000 i proventi delle privatizzazioni trasferiti al bilancio statale sono ammontati a circa 13 milioni USD. Sono state privatizzate la compagnia aerea georgiana, la Kaspi Cement, la Chiaturmanganese e le imprese di cantieristica navale e di riparazione degli aeromobili. È stata presentata al Parlamento la documentazione relativa alla politica di autorizzazioni e di tariffazione nel settore delle telecomunicazioni e 150 società estere sono state invitate a partecipare alle gare d'appalto relative a due società di telecomunicazioni di proprietà statale. Globalmente, la Georgia ha compiuto progressi sostanziali nella riforma del settore dell'energia. Sono state offerte per la privatizzazione imprese di generazione e di distribuzione dell'energia delle regioni orientali e occidentali della Georgia e si sono avuti progressi verso la privatizzazione nel settore del gas. La Georgia è uno dei pochi paesi dell'ex Unione Sovietica ad aver venduto a investitori strategici imprese di distribuzione dell'energia.
La mancanza di un mercato dei capitali ha impedito di migliorare il governo societario, a cui si sarebbe giunti stabilendo regole adeguate per l'annuncio, la trattazione e la quotazione dei valori mobiliari. Il sistema bancario si è mostrato sempre più fragile e la fiducia da parte del pubblico è rimasta scarsa, nonostante adeguate iniziative nel campo della normativa e della vigilanza bancarie intraprese dalla Banca nazionale della Georgia.
Importanti, specialmente per le PMI, sono state l'attribuzione della proprietà e la registrazione catastale dei terreni industriali e urbani, poiché i tassi d'interesse erano elevati e le banche si mostravano caute, richiedendo garanzie collaterali. A fine 1999 oltre 3.200 imprese private avevano iscritto le loro proprietà terriere presso i conservatori dei registri immobiliari regionali e municipali del dipartimento statale di gestione del territorio. Altre iniziative in tal campo si sono intraprese nel 2000.
4. Assistenza finanziaria eccezionale
Dei 1.250 milioni EUR della linea di credito commerciale che la Comunità mise a disposizione degli NSI nel 1992, la Georgia beneficiò di circa 113 milioni EUR a titolo di prestiti. Tuttavia, a causa della sua difficile situazione politica, economica e finanziaria, la Georgia non fu in grado di provvedere adeguatamente al servizio del suo debito estero, comprese le sue obbligazioni nei confronti della Comunità. Per sostenere il paese nelle sue iniziative di riforma e facilitare la soluzione del problema del debito, nel novembre 1997 il Consiglio adottò la proposta della Commissione intesa a concedere assistenza finanziaria eccezionale all'Armenia e alla Georgia e acconsentì in linea di principio a mettere a loro disposizione prestiti per l'importo massimo di 170 milioni EUR e sovvenzioni per l'importo massimo di 95 milioni EUR.
Nel luglio 1998, quando la Georgia aveva pagato integralmente i propri arretrati nei confronti della Comunità (131 milioni EUR) e l'FMI aveva ripreso l'attuazione del suo programma, la Commissione versò la prima quota dell'assistenza finanziaria eccezionale
(110 milioni EUR a titolo di prestiti e 10 milioni EUR a titolo di sovvenzioni). La seconda quota (9 milioni EUR a titolo di sovvenzioni) prevista nell'ambito di tale assistenza fu versata nel settembre 1999, poco dopo il rimborso da parte della Georgia di 10 milioni EUR, a titolo di capitale, del prestito di 110 milioni EUR concessole nel 1998.
La mancanza di chiare prospettive, per la Georgia, di concludere entro il 2000 un nuovo accordo con l'FMI su un nuovo programma triennale, soprattutto a causa dei deludenti risultati fiscali (le entrate doganali sono rimaste molto scarse), hanno indotto la Commissione a posporre il versamento della terza quota dell'assistenza, a titolo di sovvenzioni, previsto inizialmente per il 2000.
Situazione delle riforme economiche |
1. Liberalizzazione dei prezzi I prezzi sono liberalizzati, tranne quelli di pochi servizi pubblici. |
2. Liberalizzazione degli scambi Nell'agosto 1999 l'UNMIK ha modificato il codice doganale vigente nella RFI, introducendo l'aliquota di dazio doganale del 10%, accise di varie aliquote e l'imposta sulle vendite (15%) per le merci importate. L'UNMIK ha mantenuto in vigore gli accordi commerciali preferenziali della RFI con la FYROM. |
3. Regime valutario Sebbene il dinaro iugoslavo resti la moneta ufficiale, è stato legalizzato l'impiego del xxxxx xxxxxxx (e di altre valute). |
4. Investimenti esteri diretti Ambiente quanto mai sfavorevole, per i gravi rischi e le incertezze in sede giuridica. L'UNMIK ha adottato a fine 2000 un regolamento sugli IED. |
5. Politica monetaria Dato il suo statuto, il Kosovo non ha una banca centrale né una politica monetaria. L'Autorità preposta al settore bancario e ai pagamenti nel Kosovo (BPK) svolge varie funzioni normalmente spettanti a una banca centrale. |
6. Finanze pubbliche Il disavanzo di bilancio nel 2000 è stato inferiore al previsto grazie a entrate locali più cospicue del previsto. È necessario potenziare ancora l'imposizione fiscale ed i provvedimenti intesi a migliorare l'esazione. Non vi è ancora un sistema generalizzato di sicurezza sociale. |
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese La privatizzazione delle pubbliche imprese è ostacolata dalle incertezze in sede giuridica. L'UNMIK ha iniziato a commercializzare le imprese mediante contratti di gestione. |
8. Riforma del settore finanziario Il corpus normativo riguardante le banche e la vigilanza bancaria è stato definito ed è in corso di applicazione. Si sono compiuti progressi nell'introduzione di un sistema di pagamenti, secondo il quale le operazioni avvengono essenzialmente fuori linea. È in preparazione la normativa del settore assicurativo. |
IX. KOSOVO
1. Compendio
Anche prima della crisi nella primavera 1999, sull'economia del Kosovo influivano negativamente l'isolamento internazionale della Repubblica federale di Iugoslavia (RFI), la lentezza con cui venivano attuate le riforme economiche e la totale assenza d'investimenti da quasi un decennio. Come conseguenza del conflitto, sono stati danneggiati gli alloggi e le pubbliche infrastrutture, vi è stato un ristagno nella produzione agricola e industriale e sono cessate persino le poche funzioni basilari di pagamento svolte dal settore finanziario ufficiale.
Dalla fine del conflitto, nel giugno 1999, la collettività internazionale e più in particolare l'UE hanno contribuito alla ricostruzione e allo sviluppo della provincia mediante un'ampia assistenza finanziaria. Con la risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza, si è costituita l'Amministrazione civile temporanea delle Nazioni Unite in Kosovo (UNMIK), che ha compiuti sostanziali progressi in vari settori. In campo economico l'UNMIK, e in particolare il suo IV pilastro per la ricostruzione e lo sviluppo economici, di cui è responsabile l'UE, si è già ampiamente adoperata per organizzare un valido contesto istituzionale ed economico, comprendente la legalizzazione del xxxxx xxxxxxx e un bilancio consolidato del Kosovo. Si sono compiuti progressi in importanti settori economici, quali la promozione del processo di ricostruzione, lo sviluppo del settore privato, le attività bancarie ed i pagamenti, l'ampliamento della base di prelievo e la conduzione di valide politiche di bilancio.
Come risultato, è evidente la ripresa, a ritmo piuttosto rapido, dell'attività economica dopo la fine del conflitto, anche se è limitata essenzialmente agli scambi commerciali, ad alcuni servizi e alla ricostruzione di base. La situazione politica del Kosovo resta difficile - all'interno e nei confronti dell'estero - e risente tuttora di tensioni etniche e sociali.
Nel febbraio 2000, per proposta della Commissione, il Consiglio ha deciso di concedere al Kosovo un'assistenza finanziaria eccezionale della Comunità per l'importo massimo di 35 milioni EUR, a titolo di sovvenzioni. I versamenti sono stati effettuati in due quote, nel marzo e nell'agosto 2000.
2. Risultati macroeconomici
Anche prima della crisi nella primavera 1999, sull'economia del Kosovo influivano negativamente l'isolamento internazionale della Repubblica federale di Iugoslavia (RFI), la lentezza con cui venivano attuate le riforme economiche e la totale assenza d'investimenti da quasi un decennio. Come conseguenza del conflitto, sono stati danneggiati gli alloggi e le pubbliche infrastrutture, vi è stato un ristagno nella produzione agricola e industriale e sono cessate persino le poche funzioni basilari di pagamento svolte dal settore finanziario ufficiale. Nell'ottobre 1999, secondo le stime dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) il tasso di disoccupazione era ben al di sopra del 50%, ed era particolarmente alto tra i giovani, che costituiscono un'elevata percentuale della popolazione.
Benché manchino dati statistici affidabili, vi sono segni di una ripresa notevolmente rapida dell'attività economica dopo il conflitto. Secondo le stime, nel 2000 la produzione agricola era tornata a oltre il 75% del suo livello prebellico e le costruzioni e alcuni servizi correlati agli scambi commerciali erano in pieno boom. La produzione industriale, invece, risultava ancora molto scarsa.
Secondo stime non ufficiali, nel 1995 il PIL pro capite era di circa 500 USD. Alcune stime preliminari, effettuate dall'FMI a titolo alquanto precario, danno come risultato un PIL pro capite dell'ordine di 650-850 USD nel 2000, mentre i dati dell'UNMIK suggeriscono una cifra forse superiore a 1.000 USD. Una fonte importante del reddito familiare restano le rimesse degli emigrati.
Secondo indizi basati sulla casistica, sinora l'inflazione non costituisce un problema e non si registrano lamentele per l'aumento dei prezzi o per la penuria di beni essenziali. Le importazioni sono stimate a circa l'80% del PIL, mentre le esportazioni sono praticamente nulle, anche se vi sono alcuni scambi non ufficiali con il resto della Serbia.
3. Riforme strutturali
Lo sviluppo del settore privato è considerato un settore di priorità cruciale per la trasformazione dell'economia kosovara. L'UNMIK procede con una strategia mista, definita tra l'altro in un "Libro Bianco" diffuso nel maggio 2000, che prevede sostegno alle imprese esistenti e incentivi per la costituzione di nuove imprese. Per le imprese pubbliche esistenti, la strategia dell'UNMIK mira ad attirare investitori privati mediante concessioni, locazioni o contratti di gestione. Un primo esempio di contratto di gestione che l'UNMIK spera di ripetere per altre medie e grandi imprese è quello concluso con la Swiss Holderbank per il cementificio Sharr, nel quale è prevista una concessione decennale per lo sfruttamento della fabbrica come contropartita d'ingenti investimenti e della ristrutturazione di quest'industria. Altri elementi principali del "Libro bianco" sono la commercializzazione nel breve periodo delle imprese non private, il completamento del quadro giuridico, la definizione dei diritti di proprietà e l'ottenimento del consenso sociale per le privatizzazioni. Nel lungo periodo le imprese pubbliche saranno trasferite a un'Agenzia imprenditoriale del Kosovo (KEA), la quale ne deciderà la ristrutturazione
e la commercializzazione. Con il persistere dell'incertezza istituzionale, procedere alle privatizzazioni resta estremamente difficile.
In base alle raccomandazioni dell'FMI, l'Autorità preposta al settore bancario e ai pagamenti nel Kosovo (BPK), istituita nel novembre 1999, ha compiuto considerevoli progressi nell'elaborare il quadro giuridico e normativo per un valido sistema bancario e dei pagamenti. I progressi sono stati più rapidi del previsto nel settore delle autorizzazioni e della vigilanza bancarie. L'unica banca che ha ottenuto l'autorizzazione nel Kosovo (la Banca delle microimprese) sembra funzionare sinora senza difficoltà, espandendo di continuo il suo ambito operativo e la sua gamma di prodotti e incrementando il numero e le qualifiche del proprio personale. La BPK ha accordato l'approvazione preliminare a sette altre richieste di autorizzazione ad aprire banche, ma nel corso del 2000 non sono state concesse altre autorizzazioni integrali, per vari motivi: l'incapacità di alcune nuove banche di raccogliere capitale sufficiente, la necessità di svolgere indagini su alcuni grandi azionisti e certe questioni irrisolte riguardanti la proprietà delle sedi bancarie. La BPK ha anche concesso l'approvazione a nove gruppi microfinanziari non bancari perché offrano la possibilità di detenere depositi limitati e di ottenere microcrediti, essenzialmente per quel segmento del mercato che non potrebbe accedere a tali servizi bancari. Otto istituti sono già operativi.
La BPK ha continuato a sviluppare il proprio sistema di pagamenti, così da offrire servizi di pagamento all'UNMIK, all'amministrazione civile del Kosovo e alle ONG. È stato installato un moderno sistema, donato dalla Norvegia, che è divenuto operativo nel giugno 2000, e si sta ora provvedendo alla formazione del personale. La BPK ha assunto tra i propri incarichi le importazioni e gli invii di denaro liquido all'interno della provincia. Si sono iniziati i preparativi per il passaggio, nel 2002, dal xxxxx xxxxxxx all'euro.
Uno sviluppo istituzionale di pari importanza è stato promosso dall'UNMIK in campo finanziario. Il costituirsi dell'Autorità finanziaria centrale (CFA), nel novembre 1999, è stato un primo importante passo verso la creazione di un sistema moderno di gestione del bilancio. La CFA, che nel 2000 è divenuta un dipartimento della JIAS, ha responsabilità specifiche per l'elaborazione e l'esecuzione del bilancio del Kosovo. L'Amministrazione tributaria dell'UNMIK si è insediata ufficialmente nell'aprile 2000 e da allora sta costituendo una struttura organizzativa basata su funzioni di amministrazione tributaria (trattamento delle dichiarazioni, audit, esazione, servizi ai e formazione dei contribuenti, ricorsi ecc.). L'Amministrazione ha iniziato nel 2000 a gestire due imposte: quella sulle vendite nei settori alberghiero, delle sostanze alimentari e delle bevande e l'imposta presuntiva. Il Servizio doganale dell'UNMIK si è costituito ufficialmente a fine agosto 1999, con l'appoggio della Missione di assistenza doganale nel Kosovo (CAM-K), finanziata dalla CE, e il suo compito essenziale è riscuotere i dazi ai punti di passaggio delle frontiere internazionali, sulla linea di confine amministrativo (ABL) con il Montenegro e su un punto di esazione fiscale all'interno della provincia.
Dopo una prima fase nella quale la CFA ha avuto qualche problema ad incrementare e stabilizzare il livello delle entrate ed a controllare le spese, soprattutto per le retribuzioni nei servizi pubblici e per le infrastrutture, la situazione del bilancio ha mostrato segni di sostanziale miglioramento, in particolare dall'estate 2000. Le entrate hanno registrato un andamento molto favorevole, raggiungendo a fine novembre l'importo di 216,6 milioni DEM. Per quanto riguarda le spese, gli esborsi effettivi a fronte degli importi previsti nel bilancio sono inferiori al calcolo proporzionale: al novembre 2000, il totale delle
spese ammontava a 321,8 milioni DEM. In agosto si sono iniziati alcuni aggiustamenti, con storni di stanziamenti di bilancio tra i dipartimenti ma lasciando pressoché immutato il totale delle spese (430,8 milioni DEM). Allo stato dei fatti, la CFA prevede per il 2000 un disavanzo di circa 300 milioni DEM per il bilancio in senso lato (compresi circa 100 milioni DEM non interamente integrati nel bilancio e finanziati mediante sovvenzioni specifiche dei donatori), che sarà finanziato integralmente dall'assistenza esterna.
In generale; nel 2000 i risultati sono stati positivi, ma con qualche insuccesso. È stata sospesa l'introduzione della ritenuta alla fonte del 15% sulle retribuzioni, poiché le NU hanno rifiutato di accordare la rinuncia all'applicazione generale che era stata loro chiesta per esentare da tale imposta le retribuzioni del personale locale NU. L'assenza di ogni forma d'imposizione fiscale aggrava il divario di livello retributivo tra il personale locale assunto direttamente dalle NU e il personale (compresi i magistrati ed i direttori dei dipartimenti kosovari) che lavora per l'amministrazione del Kosovo. Un altro settore nel quale la CFA è dovuta rimanere particolarmente vigilante per evitare gravi slittamenti politici è stato il controllo delle spese dei dipartimenti che spendono molto: ciò riguardava in particolare i servizi pubblici, soprattutto il settore dell'energia.
4. Assistenza macrofinanziaria
Nel febbraio 2000, in base a una proposta della Commissione, il Consiglio ha deciso di concedere al Kosovo un'assistenza finanziaria eccezionale della Comunità dell'importo massimo di 35 milioni EUR, a titolo di sovvenzione7. I fondi dovevano esser messi a disposizione dell'Amministrazione civile temporanea delle Nazioni Unite in Kosovo (UNMIK) per il tramite della sua Autorità finanziaria centrale (CFA).
Considerati i ragguardevoli progressi compiuti dall'UNMIK nell'organizzare le funzioni amministrative essenziali e nel costituire nel Kosovo un valido contesto economico, la prima quota di 20 milioni EUR è stata erogata nella seconda metà del marzo 2000.
La seconda quota di 15 milioni EUR è stata versata nella seconda metà di agosto. Una missione ispettiva effettuata in giugno ha constatato che le condizioni alle quali era subordinato il versamento della seconda quota erano state soddisfatte, in linea generale, nei seguenti settori: promozione del processo di ricostruzione, sviluppo del settore privato, attività bancarie e pagamenti, sviluppo della base di prelievo e valide politiche di bilancio. Quest'assistenza eccezionale, facente parte di un pacchetto globale di assistenza della Comunità europea per l'importo totale di circa 300 milioni EUR (ivi compresi circa 73 milioni EUR per il settore del bilancio ma esclusi gli aiuti umanitari), era complementare alle risorse fornite dalla Banca mondiale e da donatori bilaterali.
7 Decisione 2000/140/CE del 14 febbraio 2000, GU L 47 del 19.2.2000, pp. 28-29.
X. MOLDOVA
Situazione delle riforme economiche |
1. Liberalizzazione dei prezzi In grande maggioranza, i prezzi sono stati liberalizzati in una fase precoce della transizione. Permangono solo pochissimi prezzi amministrati. |
2. Liberalizzazione degli scambi In Moldova il regime commerciale è molto liberista. Le aliquote doganali sono strutturate in tre bande (5, 10 e 15%) e l'aliquota media semplice è soltanto del 7%. La Moldova spera di poter aderire all'OMC all'inizio del 2001. |
3. Regime valutario Tasso di cambio in libera fluttuazione; convertibilità illimitata dei conti correnti. |
4. Investimenti esteri diretti Il regime IED è aperto e non discriminatorio. |
5. Politica monetaria Politiche conservatrici, miranti alla stabilità dei prezzi mediante l'impiego di aggregati monetari come ancoraggi nominali. |
6. Finanze pubbliche Nel 1999 e nel 2000 si è attuata una grandiosa, e necessaria, riduzione del disavanzo di bilancio, soprattutto diminuendo le spese per l'assistenza sanitaria, l'istruzione e il settore pubblico. Il quoziente debito/PIL è pari a circa il 110%; la massima parte del servizio del debito dovrà essere onorata nei prossimi tre anni. |
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese Le riforme strutturali si sono accelerate in misura considerevole nel 2000. Ottimi progressi si sono compiuti nel settore dell'energia. È prevista la riforma agraria e la privatizzazione dei settori del vino e del tabacco, molto importanti sotto il profilo economico, è stata infine approvata nell'ottobre 2000. |
8. Riforma del settore finanziario Il settore bancario è esiguo e sottosviluppato, in parte poiché mancano possibilità interessanti d'investimenti. La Banca centrale stimola attivamente il risanamento del settore bancario. Sui mercati continua a registrarsi insufficienza di capitali. |
1. Compendio
Nel 2000 la Moldova ha dovuto ancora affrontare gravi problemi economici. Tuttavia, i danni alla produzione agricola causati dalle avverse condizioni climatiche sono stati controbilanciati da una ripresa nell'industria, nei trasporti e nelle costruzioni, che ha assicurato al PIL il medesimo livello del 1999. Le politiche fiscali sono state inasprite in grande misura e considerevoli progressi si sono compiuti nelle riforme strutturali, in particolare nella produzione vinicola, nel settore dell'energia e nelle privatizzazioni fondiarie.
Nel 2000 il tasso d'inflazione si è ridotto della metà, attestandosi a dicembre appena al di sopra del 20% su base annua. Il disavanzo delle partite correnti si è invece aggravato, in gran parte a causa dell'aumento delle importazioni derivante dal crescere della domanda interna. Nonostante l'assenza totale di finanziamenti esteri e l'ingente servizio del debito estero, le riserve lorde sono rimaste pressoché invariate nel corso dell'anno, pari a circa 2½ d'importazioni di merci e di servizi. Il corso di cambio è rimasto più o meno stabile, intorno a 12,5 lei per un dollaro USA.
Il 1° dicembre 2000, il giorno successivo all'approvazione definitiva del bilancio di previsione per il 2001 da parte del Parlamento, il Governo ha firmato con l'FMI un nuovo memorandum triennale d'intesa nell'ambito dell'agevolazione PRGF. Nell'ultima settimana del 2000 la Moldova ha quindi ricevuto un finanziamento estero del totale di circa 42 milioni USD.
Nel luglio 2000 il Consiglio ha deciso di concedere alla Moldova un prestito di 15 milioni EUR, a titolo di assistenza macrofinanziaria. L'erogazione della prima quota è subordinata all'esito positivo dell'esame che l'FMI effettuerà dell'attuazione dell'accordo suddetto.
2. Risultati macroeconomici
Dopo la proclamazione dell'indipendenza, nel 1991, l'economia della Moldova ha registrato un regresso di oltre il 60%: il paese risente tuttora gravemente delle perturbazioni derivanti dalla crisi russa, e nel 2000 hanno inciso negativamente sulla crescita le sfavorevoli condizioni climatiche e il rincaro dell'energia. Tuttavia, valide politiche finanziarie, combinandosi con il graduale miglioramento dell'economia dei
principali partner commerciali della Moldova, hanno favorito, anche se a livelli molto bassi, una certa stabilizzazione finanziaria e macroeconomica.
Le più recenti previsioni indicano una crescita del PIL dell'1,0% nel 2000. La ripresa è derivata principalmente dall'incremento della domanda di consumi: il fatturato del commercio al minuto (delle imprese registrate) è aumentato di circa il 5,0%, dopo il crollo del 27,8% nel 1999. A causa della siccità, la produzione agricola si è ridotta di quasi il 10%, ma la produzione industriale ha avuto una considerevole ripresa, con una crescita di oltre il 2% dopo il calo del 9% nel 1999.
Dopo il rapido accelerarsi dell'inflazione, sino al tasso di circa il 45% nel 1999, grazie a un risoluto inasprimento delle politiche fiscale e monetaria la Moldova è riuscita entro la fine del 2000 a ridurre l'aumento dell'inflazione dei prezzi al consumo appena al di sopra del 20%.
Nel 1999 e nel 2000 la politica finanziaria ha registrato un andamento al tempo stesso impressionante e inusitato, dovuto in gran parte alla razionalizzazione delle spese nel settore sanitario, nell'istruzione e nel settore pubblico. Il disavanzo del bilancio statale come percentuale del PIL si è ridotto da oltre l'8% nel 1998 al 2,6% nel 1999 ad appena più dell'1% nel 2000.
La politica monetaria è stata resa più rigorosa nel 2000. I cospicui afflussi di valuta estera hanno portato a un lieve apprezzamento del corso di cambio del leu, consentendo alla banca centrale di rimpinguare le proprie riserve internazionali, nonostante gli ingenti obblighi di servizio del debito.
Il disavanzo delle partite correnti si è accentuato nel 2000 sino a circa l'8% del PIL, in gran parte per l'aumento delle importazioni in concomitanza con l'incremento del reddito. Le esportazioni sono rimaste fiacche, in parte come conseguenza della siccità: sono aumentate del 5%, mentre le importazioni risultavano accresciute di oltre il 30%, su base annua, al dicembre 2000.
Nel 2000 si sono intraprese iniziative per ridurre gli arretrati dei pagamenti nel servizio del debito e nel settore dell'energia. In marzo sono stati pagati 137 milioni USD di arretrati dovuti alla Gazprom, mediante (i) il rilascio di cambiali dirette per il valore di 90 milioni USD, per saldare i debiti relativi alle forniture di gas naturale nel 1996 e nel 1997 e (ii) la conclusione di un accordo di permuta ("swap") debito/partecipazione azionaria nel settore del gas, in base al quale la Gazprom ha acquisito il 51% della Moldovagaz rinunciando in cambio al suo credito di 47 milioni USD di arretrati (soprattutto grazie a quest'operazione, gli afflussi di IED si sono considerevolmente accelerati, passando dal 2,6% del PIL nel 1999 al 10% del PIL, ossia 143 milioni USD, nel 2000). In aprile è stato firmato infine l'accordo di ritempificazione con le autorità russe riguardo alla totalità del debito nei confronti della Russia, compreso quello con la Oneximbank. Inoltre, sono stati avviati colloqui per la ritempificazione con vari creditori commerciali detentori di garanzie governative. Nonostante le iniziative per concludere con i creditori accordi di ritempificazione e per normalizzare le relazioni con i fornitori di energia, persistono rischi sulla sostenibilità del debito estero della Moldova.
3. Riforme strutturali
Gli sviluppo politici, in particolare il fatto che il Parlamento non avesse adottato le leggi per privatizzare i settori vinicolo e del tabacco, avevano portato a una stasi delle riforme nel 1999. Nel 2000, invece, si sono compiuti notevoli progressi nel privatizzare il settore dell'energia; inoltre, nell'ottobre 2000, sono state infine approvate le privatizzazioni dei settori vinicolo e del tabacco.
I preparativi per privatizzare la Moldtelecom, l'impresa nazionale di telecomunicazioni della Moldova, hanno proceduto con lentezza, anche se per coadiuvare la ristrutturazione in tale settore è stato costituito un organo normativo indipendente.
Si è accelerata di molto la riforma fondiaria: metà delle aziende agricole statali o collettive di cui era in programma la privatizzazione hanno iniziato a ristrutturarsi, e nel 2000 sono già stati registrati mediante il sistema catastale metà degli appezzamenti fondiari da registrare.
Per varie imprese fortemente indebitate, alcune delle quali con debiti scaduti da lungo tempo, si sono avviate ufficialmente procedure di ristrutturazione e di fallimento.
Sebbene nel 2000 si siano compiuti progressi sostanziali nelle riforme strutturali, per migliorare il sistema di governo e favorire gli investimenti restano essenziali altre riforme del quadro giuridico e regolamentare.
4. Assistenza macrofinanziaria
Il 10 luglio 2000 il Consiglio ha deciso di concedere alla Moldova un pacchetto di assistenza macrofinanziaria dell'importo massimo di 15 milioni EUR. Tuttavia, poiché l'FMI aveva sospeso il suo programma a favore del paese, la Commissione non ha potuto procedere al versamento.
Il 1° dicembre, il giorno successivo all'approvazione definitiva del bilancio di previsione per il 2001 da parte del Parlamento, il Governo della Moldova ha firmato con l'FMI un nuovo memorandum triennale d'intesa nell'ambito dell'agevolazione PRGF. Nell'ultima settimana del 2000 la Moldova ha ricevuto dunque finanziamenti esteri per il totale di circa 42 milioni USD.
Inoltre la Commissione ha concluso un accordo, ad referendum, sulle condizioni per l'erogazione della sua assistenza macrofinanziaria, secondo il quale 10 milioni EUR saranno versati a titolo di prima quota e gli altri 5 milioni EUR come seconda quota. L'erogazione della prima quota è subordinata all'esito positivo del primo esame che l'FMI effettuerà nell'ambito della PRGF e ai progressi che il paese compierà in varie riforme strutturali concordate tra i servizi della Commissione e le autorità moldave. Le condizioni per il versamento della seconda quota saranno negoziate in seguito.
Nonostante la sua difficile situazione finanziaria, il 7 dicembre 2000 la Moldova ha effettuato un primo rimborso in conto capitale, dell'importo di 5 milioni EUR, di un precedente prestito macrofinanziario UE.
XI. MONTENEGRO
Situazione delle riforme economiche |
1. Liberalizzazione dei prezzi Molti prezzi sono stati liberalizzati negli ultimi due anni. Si prevede che i prezzi del latte e del pane saranno liberalizzati nel corso del 2001. Prima di liberalizzare integralmente i prezzi delle principali categorie di sostanze alimentari, ancora soggetti a controlli, il Governo cercherà modalità di compensazione (nell'ambito del programma UE per la sicurezza alimentare) a favore degli strati più poveri della popolazione. |
2. Liberalizzazione degli scambi Si è compiuto qualche progresso: si è ridotto il numero di merci soggette a restrizioni e si sta discutendo, anche con rappresentanti del mondo commerciale, la riforma del Servizio doganale. |
3. Regime valutario Il xxxxx xxxxxxx è divenuto nel dicembre 2000 l'unica moneta legale. |
4. Investimenti esteri diretti L'ambiente è tuttora considerato sfavorevole, per i gravi rischi, la mancanza di trasparenza politica e le incertezze in sede politica per quanto riguarda i futuri dispositivi costituzionali. |
5. Politica monetaria La legge relativa alla Banca centrale, adottata di recente, le conferisce le responsabilità di vigilanza e di regolamentazione nei confronti delle banche montenegrine ma, de facto, nessun controllo sulla politica monetaria, poiché la massa monetaria di base è determinata dai risultati della bilancia dei pagamenti. |
6. Finanze pubbliche L'adozione, nel dicembre 2000, della legge finanziaria organica dovrebbe fornire la base per potenziare le funzioni del Ministero delle finanze nell'esecuzione del bilancio e nel controllo delle spese e può anche preparare la strada per l'introduzione di un sistema di tesoreria. |
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese La privatizzazione in massa mediante voucher, riguardante circa 191 imprese, dovrebbe completarsi entro la metà del 2001. Si stanno privatizzando altre 110 imprese mediante gare d'appalto, vendite all'asta o procedimenti di fallimento. Si sono sollecitate offerte d'appalto per l'impresa di telecomunicazioni e per l'azienda elettrica. |
8. Riforma del settore finanziario Dopo l'adozione, nel dicembre 2000, della legge sul sistema bancario, si prevedono progressi nella riforma di tale settore. Attualmente le banche montenegrine sono 14 e in massima parte necessitano di ingenti risorse finanziarie prima di potersi trasformare in solide istituzioni finanziarie. Si è aperta di recente in Montenegro una nuova banca estera. |
1. Compendio
Il Montenegro è una delle repubbliche costitutive della Repubblica federale di Iugoslavia (RFI) e conta circa 600.000 abitanti. La sua situazione macroeconomica non ha fatto che deteriorarsi nel decennio del graduale dissolversi della Repubblica socialista federativa di Iugoslavia, con grave perturbamento degli schemi commerciali, guerre nella regione e il declino economico del grande mercato serbo. La crisi del Kosovo e l'ingente afflusso di rifugiati da quella regione hanno aggravato ancora il deteriorarsi della situazione economica del paese.
Nel riconoscere la difficile situazione del Governo del Montenegro, il 22 maggio 2000 il Consiglio ha deciso di concedere alla Repubblica un'assistenza finanziaria eccezionale della Comunità dell'importo massimo di 20 milioni EUR a titolo di sovvenzioni, da erogare in almeno due quote successive, in subordine al soddisfacimento di condizioni in materia di politica economica. Scopo dell'assistenza è sostenere e accelerare le iniziative del Governo riformista per costituire un'economia a orientamento di mercato e, in particolare, per
migliorare la trasparenza di bilancio, la base imponibile e il gettito fiscale accrescendo al tempo stesso l'efficienza delle pubbliche spese.
Nella seconda metà del 2000 e prima dell'erogazione della seconda quota, le autorità hanno avviato grandi provvedimenti di riforma, soddisfacendo in generale alla condizioni in materia di politica economica a cui era subordinata l'assistenza. In particolare, si sono compiuti notevoli progressi per quanto riguarda la preparazione del bilancio e si è ben avviata la riforma della politica e amministrazione tributarie. L'adozione definitiva di una legge finanziaria organica nel dicembre 2000 dovrebbe costituire un importante presupposto per potenziare la gestione e il controllo delle spese pubbliche.
2. Risultati macroeconomici
In mancanza di un sistema contabile nazionale e con la scarsa disponibilità di dati economici, è tuttora difficile valutare la situazione macroeconomica del Montenegro. Perdipiù, l'ampiezza dell'economia grigia getta dubbi sull'adeguatezza delle statistiche ufficiali per misurare le condizioni del paese o per elaborare proiezioni in materia di politica economica e di situazione tributaria.
Nei primi tre trimestri del 2000, l'attività economica è apparsa ampiamente impedita dall'interruzione degli scambi commerciali con la Serbia e non si è osservata praticamente nessuna ripresa economica. La produzione industriale, nondimeno, ha avuto un certo risveglio nell'ottobre 2000, soprattutto per il riavvio della produzione nella grande fabbrica di alluminio. Nei primi dieci mesi dell'anno la produzione industriale è aumentata di quasi il 4% rispetto al medesimo periodo nel 1999. Poiché le pressioni sui costi hanno continuato ad avere effetti negativi sulla produzione e sull'occupazione, può non rivelarsi veritiera la stima del Ministero dello sviluppo di una crescita del 5% in termini reali nel 2000.
L'ambiente macroeconomico si può descrivere come una combinazione di politiche tributaria e del reddito improntate all'espansionismo in un contesto di rigide condizioni monetarie. Sulle spese pubbliche ha influito in notevole misura l'aumento delle retribuzioni dei pubblici dipendenti e delle prestazioni sociali correlate ai salari, che costituiscono due terzi delle spese totali del bilancio montenegrino. Dato l'ammanco delle pubbliche entrate, l'espansione fiscale è stata finanziata in ampia misura da afflussi di aiuti esteri.
Dal dicembre 1999 al settembre 2000 il salario minimo è aumentato del 60% e le retribuzioni medie si sono accresciute del 55% in termini nominali. L'inflazione ha eroso solo una parte di questi aumenti: nel medesimo periodo i prezzi al consumo sono saliti del 17%, cosicché i redditi hanno pur sempre registrato un considerevole miglioramento in termini reali.
L'inflazione ha registrato un continuo rallentamento, attestandosi nell'ottobre 2000 al tasso mensile dell'1%, dopo una punta del 5% in gennaio, il che implicava peraltro un'inflazione tendenziale di quasi il 13%.
Presumibilmente, l'incremento del reddito reale ha stimolato le importazioni, con conseguente aggravarsi del disavanzo commerciale sino a 45 milioni USD per i primi dieci mesi del 2000, rispetto ai 31,5 milioni USD nel medesimo periodo del 1999. Il riavvio degli scambi commerciali con la Serbia dovrebbe aver avuto effetti favorevoli sul volume degli scambi nel saldo del bilancio 2000.
Le finanze pubbliche del Montenegro sono rimaste in condizione critica. Per il 2000, secondo le stime il disavanzo prima del versamento delle sovvenzioni dovrebbe essere di circa 90 milioni DEM (pari al 7,5% del PIL stimato) e gli arretrati dovrebbero essersi accumulati a 85 milioni DEM a fine 2000, con un disavanzo effettivo globale del bilancio montenegrino, su base cumulativa, di 175 milioni DEM, pari al 14,6% del PIL. Le sovvenzioni raggiungeranno probabilmente 110 milioni DEM (le sovvenzioni USA sono stimate a 59 milioni DEM; quelle UE a 51 milioni DEM) e l'importo di 20 milioni DEM in eccedenza rispetto all'ammanco di cassa previsto potrebbe servire per ridurre gli arretrati in sospeso.
Per i primi dieci mesi del 2000, il bilancio consolidato (comprendente il bilancio della Repubblica ed i fondi extrabilancio) ha registrato un disavanzo di quasi 100 milioni DEM. Secondo le previsioni, a fine 2000 gli arretrati netti del bilancio consolidato sono arrivati a circa 120 milioni DEM.
3. Riforme strutturali
La principale dimostrazione dell'impegno del Governo di attuare riforme verso l'economia di mercato è l'estensione del programma di privatizzazione iniziato nel 1991. La fase attuale del programma (privatizzazione generalizzata mediante voucher), riguardante 191 imprese, dovrebbe concludersi entro la metà del 2001. Altre 110 imprese sono in corso di privatizzazione mediante vendite a lotti, gare d'appalto, vendite all'asta o procedimenti di fallimento. Si sono già sollecitate offerte d'appalto per l'impresa di telecomunicazioni e per l'azienda elettrica.
Si procede nella liberalizzazione dei prezzi. Le autorità si rendono conto che è necessario anzitutto liberalizzare i prezzi dell'energia e poi iniziare le procedure di privatizzazione dell'azienda elettrica e della Yugopetrol, l'organo statale che controlla l'importazione, la raffinazione e la distribuzione del petrolio. Qualche progresso si è fatto nella liberalizzazione degli scambi, riducendo il numero di prodotti soggetti a restrizioni.
Il Parlamento ha adottato nel 2000 le nuove leggi sulla Banca centrale del Montenegro e sul sistema bancario, che rispondono alle norme internazionali e dovrebbero fornire la base per trasformare l'attuale economia per contanti in un sistema d'intermediazione finanziaria a orientamento di mercato. Tuttavia, sarà necessario anche definire le funzioni rispettive della Banca centrale di Podgorica e della Banca federale centrale di Belgrado, tenendo conto degli sviluppi politici in Iugoslavia. La ristrutturazione del settore bancario richiede grandi lavori e ingenti risorse finanziarie e resta da vedere in quale misura sia possibile trasformare in istituti finanziari vitali le 14 banche montenegrine attualmente operative. Si è aperta di recente una nuova banca straniera ed a fine 2000 le autorità stavano esaminando le domande di apertura di altri tre istituti esteri.
4. Assistenza macrofinanziaria
Il 22 maggio 2000 il Consiglio ha deciso di concedere alla Repubblica del Montenegro un'assistenza finanziaria eccezionale dell'importo massimo di 20 milioni EUR a titolo di sovvenzioni da versare in almeno due quote successive. Obiettivo di tale assistenza era attenuare, mediante sostegno al bilancio, le restrizioni finanziarie del paese. In particolare, scopo dell'assistenza era sostenere e accelerare le iniziative delle autorità del Montenegro per migliorare la trasparenza del bilancio e per intraprendere altre iniziative intese a potenziare la base imponibile e il gettito fiscale, accrescendo al tempo stesso l'efficienza delle pubbliche spese.
Dopo la firma del memorandum d'intesa (MI), nell'agosto 2000 è stata versata la prima quota dell'assistenza, dell'importo di 7 milioni EUR. L'erogazione della seconda quota, di 12,95 milioni EUR, che era subordinata all'attuazione di vari provvedimenti politici indicati nell'MI, è stata varata a fine 2000 (il versamento è stato effettuato all'inizio del gennaio 2001), dopo che i servizi della Commissione hanno accertato che le condizioni al riguardo erano state soddisfatte. 50.000 EUR di quest'assistenza sono stati utilizzati
come supporto tecnico, per assistere le autorità, soprattutto il Ministero delle finanze, nell'attuazione delle riforme correlate ad alcune delle condizioni enunciate nell'MI.
In base alla decisione del Consiglio e data la mancanza di un ampio programma macroeconomico sostenuto dagli IFI, le condizioni politiche a cui è subordinata tale assistenza s'incentrano in massima parte su provvedimenti intesi a migliorare le procedure di bilancio e ad accrescere la trasparenza finanziaria, piuttosto che su obiettivi specifici di tipo tributario e finanziario. Nell'esaminare se le condizioni risultassero soddisfatte, la Commissione ha concluso che in generale le autorità avevano ottemperato alle condizioni in materia di politica economica, compiendo progressi, in particolare, nella preparazione del bilancio e nelle riforme della politica e amministrazione tributarie. I progressi sono stati inferiori nella gestione e controllo delle spese pubbliche, sebbene l'adozione di una legge finanziaria organica da parte del Governo nel dicembre 2000 abbia costituito un passo importante per potenziare le funzioni ed i poteri del Ministero delle finanze nel controllo delle spese pubbliche, in quanto fornisce anche il fondamento giuridico per costituire un sistema di tesoreria.
XII. ROMANIA
1. Compendio
La situazione macroeconomica della Romania resta fragile, ma nel 2000 vi sono stati segni di graduale miglioramento. Risultati di rilievo sono stati il considerevole ridursi del disavanzo delle partite correnti, il rimborso integrale e puntuale di tutte le obbligazioni nei confronti dell'estero e il ricostituirsi di riserve ufficiali. Nel corso del 2000, indizi incoraggianti sono state la ripresa delle esportazioni e la crescita del PIL in termini reali. Tuttavia, il tasso d'inflazione è rimasto eccessivamente elevato e quanto mai deludente è stato l'afflusso d'investimenti esteri diretti.
Per quanto riguarda le riforme strutturali, non vi sono stati progressi rilevanti e resta scarsa la disciplina finanziaria del settore imprenditoriale. La privatizzazione delle piccole e medie imprese è proseguita a rapido ritmo, ma minori progressi si sono registrati nella privatizzazione e nella ristrutturazione delle grandi aziende statali in perdita. Si sono avviate numerose operazioni di privatizzazione, ma solo poche sono state completate, mentre si sono dovute posporre o annullare la maggior parte di esse. Ha continuato a deteriorarsi la situazione nel settore agricolo, che è di gran lunga la massima fonte di occupazione. La crescita del settore privato è stata ostacolata dalle difficoltà di natura giuridica, politica ed economica, quali il disfunzionamento del sistema finanziario e l'ambiguità nella normativa dei diritti di proprietà.
Nel novembre 1999 il Consiglio UE decise di concedere alla Romania, nell'ambito di un programma FMI, un'assistenza macrofinanziaria di 200 milioni EUR in appoggio alle iniziative statali intese ad accelerare le riforme e ad assicurare la stabilità macroeconomica. La prima quota di 100 milioni EUR è stata versata quando l'FMI ha
concluso con esito positivo il primo esame dell'ASB. Purtroppo le condizioni imposte dall'FMI sono risultate ben presto non rispettate e non si è effettuato il successivo esame dell'attuazione del programma, previsto per il settembre 2000. Di conseguenza, non è mai stata versata la seconda quota dell'assistenza macrofinanziaria, che era in forma di prestito.
Situazione delle riforme economiche |
1. Liberalizzazione dei prezzi A fine 1999 il numero di prezzi controllati (essenzialmente servizi pubblici ed energia) costituiva circa il 7% del paniere dell'IPC. |
2. Liberalizzazione degli scambi Nel 1999 l'aliquota media NPF era di circa il 16% per i prodotti industriali e di circa il 34% per i prodotti agricoli. La Romania ha firmato un accordo Europa con l'UE e accordi di libero scambio con il CEFTA, l'EFTA, la Moldova e la Turchia. Nel 1998 è stata introdotta una soprattassa sulle importazioni, dell'aliquota del 4% nel 1999. |
3. Regime valutario Il leu fluttua liberamente, ma la Banca centrale interviene di frequente per mantenere la competitività nei confronti dell'estero. Nessuna limitazione alla convertibilità dei conti correnti. |
4. Investimenti esteri diretti Il regime degli IED è aperto e non discriminatorio. Il rimpatrio dei profitti è libero. Dall'inizio del 1997, gli investitori stranieri possono essere proprietari dei terreni necessari per svolgere le loro attività. Nel 1999 non erano consentiti ai non residenti gli investimenti finanziari in titoli a reddito fisso. I testi di legge relativi agli IED e agli investimenti finanziari sono stati modificati più volte tra il 1997 e il 1999, con conseguente incertezza giuridica. |
5. Politica monetaria La Banca nazionale di Romania è indipendente, ma la legge relativa alla banca centrale ne riduce il mandato ad assicurare la stabilità dei prezzi e limita l'importo dei finanziamenti che essa può concedere al Governo. L'efficacia della politica monetaria è tuttora ostacolata dalla mancanza di un mercato secondario per i titoli di Stato. |
6. Finanze pubbliche La riforma tributaria di base è già completa, ma per risanare le finanze pubbliche restano da compiere ancora grandi progressi: in particolare, riformare il sistema pensionistico e il settore sanitario, rafforzare la disciplina finanziaria, affrontare il problema dei passivi non finanziati, migliorare l'elaborazione del bilancio di previsione e il controllo delle spese. |
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese A fine 2000 risultavano privatizzate la maggior parte delle piccole e medie imprese, ma rimanevano pubbliche la maggior parte delle grandi imprese. Si constatano tuttora carenze nel governo societario e nella disciplina finanziaria delle aziende pubbliche, che perlopiù hanno grandi dimensioni e sono in perdita. Nell'ambito del prestito della Banca mondiale per l'aggiustamento del settore privato, le autorità si sono impegnate a privatizzare 63 grandi imprese di proprietà statale. |
8. Riforma del settore finanziario La riforma del settore bancario si era avviata lentamente, e vi erano state gravi difficoltà nel 1997 e nel 1999. Tuttavia, le autorità hanno compiuto un rilevante progresso chiudendo una grande banca statale in perdita, che costituiva un terzo del sistema bancario. I mercati dei capitali presentano tuttora dimensioni esigue e scarso sviluppo. |
Nel novembre 2000 la Romania ha eletto un Governo socialdemocratico di minoranza, che ha annunciato in dicembre il proprio programma, dandovi un posto di rilievo alle questioni economiche e presentandovi ambiziosi obiettivi. Il nuovo Governo si è impegnato ad affrontare i punti principali della strategia economica a medio termine approvata dalla precedente coalizione nel marzo 2000, ma deve ancora procedere a iniziative concrete.
2. Risultati macroeconomici
Dopo tre anni di recessione, nel 2000 la Romania ha registrato un modesto incremento dell'attività economica. Secondo i dati preliminari relativi ai primi nove mesi del 2000, la crescita economica dovrebbe esser stata del 2,1%. La produzione industriale risultava superiore dell'8,2% rispetto al medesimo periodo nel 1999, confermando la moderata ripresa dell'attività. Il settore estero costituiva la fonte principale della ripresa: infatti, l'accelerarsi della crescita UE ha incrementato la domanda di esportazioni. Scarsi sono stati i risultati in agricoltura, poiché la siccità ha ridotto la produzione. È rimasta invece limitata la domanda interna, poiché sui consumi del settore privato ha influito negativamente il modesto aumento dei salari in termini reali.
Il saldo delle partite correnti ha mostrato un buon andamento: secondo i dati preliminari, il disavanzo nel 2000 potrebbe esser pari al 3,2% del PIL. Nei primi nove mesi del 2000 il disavanzo delle partite correnti ha registrato una certa riduzione: il disavanzo cumulativo è sceso a 682 milioni USD, rispetto a 781 milioni USD nel medesimo periodo nel 1999. Nella prima metà del 2000 i proventi delle esportazioni, in dollari USA, sono aumentati del 27%, raggiungendo il livello massimo degli ultimi dieci anni. Anche le importazioni si sono incrementate, ma a un tasso lievemente inferiore rispetto alle esportazioni. Nondimeno, un'ampia componente del miglioramento è dovuta all'eccedenza dei trasferimenti correnti e ad un andamento più favorevole nella bilancia dei servizi, il che pone un interrogativo sulla qualità del miglioramento del saldo delle partite correnti.
Data l'incertezza del contesto macroeconomico, nella prima metà del 2000 si sono ridotti gli afflussi di IED, attestandosi a 347 milioni USD lordi rispetto a 688 milioni USD nel 1999. Nondimeno, si sono attenuate le preoccupazioni riguardo alla capacità di credito della Romania nei confronti dell'estero e alla sua possibilità di servire il proprio debito estero, poiché le autorità hanno provveduto integralmente e puntualmente ai rimborsi nei confronti dell'estero.
Non vi è nessun indizio di una tendenza discendente dell'inflazione: nel 2000 il tasso medio d'inflazione, 49%, è risultato superiore a quello del 1999, che era del 45,8%. L'economia manca di un ancoraggio effettivo in termini nominali. La mancanza di rigore nelle condizioni monetarie ha esercitato una notevole pressione al ribasso del tasso di cambio in termini nominali: tra gennaio e dicembre il lei si è deprezzato del 40% rispetto al dollaro USA e di un terzo rispetto all'euro.
Nel 2000 non vi sono stati miglioramenti della situazione finanziaria: il disavanzo delle pubbliche amministrazioni è risultato del 3,7%, come nel 1999. La politica fiscale si è rilassata nell'estate 2000, ma negli ultimi mesi dell'anno la ripresa dell'attività economica ha incrementato il gettito fiscale e attenuato in lieve misura le pressioni fiscali. Il Governo precedente aveva introdotto vari provvedimenti intesi a incrementare i pagamenti tributari ed a limitare l'accumularsi di arretrati tra le imprese. Tali iniziative avevano avuto qualche limitato successo, ma nonostante questi recenti sviluppi positivi
la situazione fiscale è fragile. Resteranno forti le pressioni per l'aumento delle retribuzioni del settore pubblico, il pagamento d'interessi costituisce un onere gravoso e gli arretrati fiscali continuano a vincolare pesantemente la gestione della politica fiscale.
3. Riforme strutturali
Le riforme strutturali e in particolare la privatizzazione nel settore bancario hanno accusato un ritardo nel 2000. Nonostante gli impegni assunti nell'ambito dell'ASB con l'FMI, non vi è stato nessun progresso concreto per la privatizzazione della BCR (Banca Comerciala Romana). Inoltre, un'altra banca di proprietà statale - la Banca Agricola - ha continuato a necessitare d'ingenti apporti liquidi della Banca centrale. Il massimo fondo d'investimenti è fallito, con la conseguenza che la massima cooperativa di credito ha dovuto sospendere i pagamenti. Varie piccole banche e cooperative di credito sono state chiuse o hanno dichiarato fallimento. Causa di questi problemi è l'inadeguato quadro normativo e di vigilanza del settore finanziario. Nondimeno, le autorità hanno agito con risolutezza, evitando che i problemi, culminati nel maggio-giugno 2000, si traducessero in una crisi sistemica, e successivamente hanno introdotto leggi relative alle cooperative di credito e hanno costretto un piccolo numero di banche private a cessare le loro attività.
Il sistema finanziario non svolge la sua normale funzione d'incanalare i risparmi verso gli investimenti. La Romania non dispone di un sistema finanziario funzionante atto a sostenere lo sviluppo dell'attività economica e degli investimenti a lungo termine. Il combinarsi della debole situazione economica e della scarsa fiducia del grande pubblico ha causato un calo del credito interno nei confronti del settore non statale dal 14,8% del PIL nel giugno 1999 al 10,7% nel giugno 2000.
La mancanza di disciplina finanziaria ha continuato ad essere un grave problema nel 2000. L'entità degli arretrati nei confronti del bilancio, pur essendosi stabilizzata verso la fine dell'anno, è tuttora eccessiva. Il problema è risultato particolarmente grave nel settore delle grandi infrastrutture di proprietà statale. Tuttavia, è stata respinta la raccomandazione di aumentare i prezzi del gas e dell'elettricità formulata dall'autorità normativa preposta a tali settori, anche se un simile aumento avrebbe potuto contribuire ad alleviare il problema.
La creazione d'imprese è rimasta gravemente ostacolata da incertezze nei diritti di proprietà e da considerevoli e ripetute modifiche del contesto giuridico e regolamentare. Secondo le indicazioni, l'accesso ai mercati è divenuto più difficile: nel 1999 e nei primi mesi del 2000 è diminuito il numero di nuove imprese estere registrate in Romania. All'inizio del 2000 è stata migliorata la legge in materia di fallimenti ed è stato approvato un nuovo aiuto di Stato, ma l'uscita dal mercato resta un problema: sono troppe le imprese non vitali a cui è consentito di proseguire le proprie operazioni. I motivi di questa situazione sono la negligenza dello Stato nel tener conto delle dure limitazioni di bilancio, la sua riluttanza ad applicare le norme relative agli aiuti di Stato e la lentezza e la difficoltà con le quali i tribunali attuano la legge in materia di fallimenti.
Si sono prese iniziative per proseguire la ristrutturazione di alcuni settori, in particolare quello minerario e quello marittimo, e nel lanciarne altri. Vi è stato qualche successo in settori quali i tessili, il mobilio e il subappalto nella distribuzione di elettricità, il che mostra l'esistenza di un potenziale inutilizzato di crescita economica. Inoltre, si sono migliorate le prassi aziendali ed è stata chiusa o ristrutturata qualcuna delle massime
imprese in perdita. Infine, si sono elaborate ambiziose strategie di ristrutturazione, cominciando ad attuarle nei settori del gas e dell'elettricità, compreso lo scorporamento delle attività.
4. Assistenza macrofinanziaria
A fine 1998 le autorità romene avevano iniziato trattative con l'FMI e con la Banca mondiale su un nuovo programma di stabilizzazione macroeconomica. Nell'agosto 1999 fu approvato un ASB per l'importo di 400 milioni DSP. Furono effettuati due versamenti dell'importo di 140 milioni DSP. Nel giugno 1999 la Banca mondiale approvò crediti per il totale di 325 milioni USD, comprendenti un nuovo prestito per l'aggiustamento del settore privato (PSAL) dell'importo di 300 milioni USD, di cui fu versata la prima quota di 150 milioni USD. L'FMI completò nel giugno 2000 il primo esame dell'ASB, dopo di che fu versata la seconda e ultima quota dello PSAL, dell'importo di 150 milioni USD.
Dopo la firma di una lettera d'intenti tra le autorità romene e l'FMI, l'8 novembre 1999 il Consiglio decise di accordare alla Romania un nuovo prestito a lungo termine a sostegno della bilancia dei pagamenti, per l'importo massimo di 200 milioni EUR. Si trattava del quarto prestito di questo tipo dal 1992. A fine 1999 la Commissione e le autorità romene si accordarono sulle condizioni a cui era subordinata l'erogazione dell'assistenza. Si decise che il pagamento sarebbe avvenuto in due quote di uguale importo: la prima quota fu erogata dopo l'esito positivo del primo esame nell'ambito dell'ASB con l'FMI. Il versamento della seconda quota era subordinato al proseguimento dell'attuazione soddisfacente del programma dell'FMI, ai progressi in varie riforme strutturali (in particolare nella ristrutturazione d'imprese e nella privatizzazione nel settore bancario) e all'instaurazione di una consistente strategia economica a medio termine.
Nell'estate 2000, nell'imminenza delle elezioni parlamentari e presidenziali, si attenuò l'impegno del Governo in carica a costituire un contesto macroeconomico. L'ASB concluso con l'FMI, che era stato esteso nel giugno 2000, fu dichiarato scaduto dopo l'esame effettuato dall'FMI in settembre. Il Governo in carica non aveva rispettato il proprio impegno di ridurre gli arretrati delle imprese di proprietà statale, di limitare l'aumento delle retribuzioni del settore pubblico, di ristrutturare e privatizzare le banche ancora di proprietà statale. Di conseguenza, non è stata versata la seconda quota del prestito a titolo di assistenza macrofinanziaria.
XIII. TAGIKISTAN
Situazione delle riforme economiche |
1. Liberalizzazione dei prezzi La maggior parte dei prezzi erano già stati liberalizzati a fine 1996. |
2. Liberalizzazione degli scambi Regime di scambi relativamente liberistico, con aliquota media dell'8% e nessuna grave barriera di carattere non tariffario. È stata chiesta l'adesione all'OMC. Unione doganale con Russia, Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan. |
3. Regime valutario Regime valutario relativamente liberistico. Dal luglio 2000 è operativo un mercato interbancario in valuta estera, che ha sostituito l'Ufficio cambi internazionali del Tagikistan ed ha portato a un corso di cambio maggiormente determinato dal mercato. Dall'ottobre 2000 si è adottata una nuova moneta nazionale, il somoni. |
4. Investimenti esteri diretti Gli IED sono modesti perché il paese è considerato a forte rischio, nonostante il regime giuridico relativamente liberistico: non vi sono ostacoli giuridici agli IED né all'acquisto di azioni da parte di stranieri, né sono previste restrizioni al rimpatrio di profitti e di capitali. |
5. Politica monetaria L'indipendenza della Banca nazionale è assicurata dalla legge in misura ragionevole. In pratica, sino a metà 2000 la BNT ha svolto funzioni di tipo pressoché fiscale, dettate da più ampie considerazioni economiche e politiche. |
6. Finanze pubbliche Secondo le stime, nel 2000 le entrate e le spese di bilancio erano pari rispettivamente al 14% e al 15% del PIL. Nuovo Codice tributario e rafforzamento del Tesoro. |
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese La privatizzazione delle piccole imprese è completa. Progressi più lenti per quanto riguarda le imprese di maggiori dimensioni. Successo nella privatizzazione di tutte le ginnatrici per il cotone. È in mani private il 55% del territorio rurale. Il processo di riforma fondiaria non è esente da corruzione. Pubblici funzionari continuano a intervenire nelle operazioni delle nuove aziende agricole e imprese private. |
8. Riforma del settore finanziario Vi sono 19 banche commerciali. Notevoli progressi nel migliorare la normativa e la vigilanza bancarie. Accordi di ristrutturazione tra la BNT e le quattro banche principali. Molto frequenti i mutui a interni e il non recupero di prestiti. La fiducia nel sistema è ancora scarsa e resta limitata la capacità di mobilitare risparmi. |
1. Compendio
Nei primi otto mesi del 2000 il PIL è cresciuto del 9,6% (su base annua) in termini reali. Alla crescita ha contribuito in misura determinante il settore manifatturiero. Tuttavia, una grave siccità ha arrecato enormi danni alla produzione cerealicola (i raccolti sono stati inferiori della metà rispetto al 1999) e si prevede che la crescita del PIL ne risulterà ridotta al 5% per l'intero 2000. I progressi nell'attuazione delle riforme strutturali sono stati accettabili. Iniziative di rilievo si sono intraprese nella riforma fiscale e si è progredito nella privatizzazione delle imprese più piccole. Sono migliorate anche la normativa e la vigilanza nel settore bancario e si sono compiuti progressi nella sua ristrutturazione. Maggiore lentezza si è riscontrata invece nella privatizzazione delle imprese di maggiori dimensioni.
Il 27 gennaio 2000 il Consiglio di amministrazione dell'FMI ha concluso con esito favorevole il primo e il secondo esame nell'ambito del secondo anno del programma PRGF. In marzo, tuttavia, il terzo esame non ha dato risultati favorevoli e non sono state versate le ultime quote previste per il secondo anno del programma. Tuttavia, l'FMI (Consiglio di amministrazione del 3 novembre 2000) ha deciso di accordare al Tagikistan una nuova agevolazione annuale.
La Commissione ha concluso con il Tagikistan un accordo per un'assistenza finanziaria eccezionale, che il Consiglio ha adottato nel marzo 2000 (doc. 2000/244/CE).
2. Risultati macroeconomici
Nei primi otto mesi del 2000 il PIL è cresciuto del 9,6% (su base annua) in termini reali. Alla crescita ha contribuito in misura determinante il settore manifatturiero, nel quale la produttività è aumentata grazie al maggiore utilizzo delle capacità. Tuttavia, una grave siccità ha arrecato enormi danni alla produzione cerealicola (i raccolti sono stati
inferiori della metà rispetto al 1999) e si prevede che la crescita del PIL ne risulterà ridotta al 5% per l'intero 2000.
Nel 2000 si è raggiunto il risanamento finanziario migliorando l'esazione delle entrate, il che ha portato nella prima metà dell'anno a un risultato eccedentario di circa l'1,7% del PIL. Verso la fine dell'anno i recenti aumenti dei prezzi internazionali del petrolio e dei prezzi delle sostanze alimentari e il deprezzamento della nuova moneta nazionale hanno causato un considerevole aggravarsi dell'inflazione. La moneta tagica si è deprezzata del 18% tra fine marzo e metà settembre 2000, e il deprezzamento si è accelerato verso la fine dell'anno.
Il disavanzo delle partite correnti nella prima metà del 2000 (6% del PIL) è risultato inferiore a quello del medesimo periodo nel 1999. Tuttavia, la siccità e il rincaro del petrolio hanno accentuato le pressioni sulla bilancia dei pagamenti. Inoltre, sono stati inferiori del previsto gli afflussi di capitali da fonti ufficiali e private (specialmente il finanziamento del settore cotoniero), con conseguenti pressioni sulle riserve valutarie lorde (pari a meno di due mesi d'importazioni).
A fine 1999 il debito estero del Tagikistan era pari al 103% del PIL, molto gravoso se misurato in termini di quozienti rispettivamente tra l'esposizione debitoria e tra il servizio del debito ed il gettito fiscale.
3. Riforme strutturali
La legge assicura alla Banca nazionale una ragionevole autonomia, ma in pratica sino al marzo 2000 la BNT ha svolto funzioni di tipo pressoché fiscale, dettate da più ampie considerazioni economiche e politiche. Si prevede nondimeno di far cessare il finanziamento diretto del settore cotoniero da parte della BNT e di ridurne il cointeressamento indiretto dopo la privatizzazione del settore. Si era previsto che nel 2000 il raccolto di cotone sarebbe stato finanziato mediante prestiti d'importo limitato da parte delle banche commerciali, finanziati a loro volta mediante aste di crediti organizzate dalla BNT, e inoltre mediante gli utili non distribuiti del settore cotoniero risultanti dalle esportazioni e ricorrendo a nuovi prestiti di creditori privati esterni.
Con l'adozione del nuovo Codice tributario e con il rafforzamento del Tesoro si sono compiuti rilevanti progressi nel trasformare il sistema tributario in uno strumento di politica governativa basato su norme moderne: tutte le entrate fiscali, compreso il gettito delle operazioni di esazione del Comitato doganale fiscale, sono ormai soggette al controllo del Tesoro, si sono costituiti Tesori regionali, si è avviata la ristrutturazione del Tesoro centrale e si sono prese iniziative per rafforzare l'audit e il controllo interni.
Per quanto riguarda le privatizzazioni, quella delle piccole imprese è stata quasi completata (sono state vendute 5.286 piccole imprese su un totale di 5.400), ma in tale contesto è molto preoccupante la scarsa trasparenza. Maggiore lentezza ha mostrato il Tagikistan nel privatizzare le imprese più grandi, che in massima parte (733 su 750) sono divenute società registrate, mentre meno di un terzo di esse (214) risultavano vendute a fine agosto 2000. Il ritmo relativamente lento va attribuito all'esistenza de facto di un prezzo minimo. Un altro problema sono stati i ritardi nei pagamenti integrali delle imprese dopo la firma del contratto di vendita. L'insuccesso nel privatizzare la fonderia di alluminio Xxxxxxxxxx è indicativo dei problemi che sperimentano le maggiori imprese tagiche. L'inefficienza dell'impianto, le basse quotazioni dei metalli a livello mondiale e il gravoso debito dell'impresa (120 milioni USD) hanno tenuto alla
larga gli investitori. Data l'importanza del settore cotoniero per l'economia tagica, è particolarmente lodevole che sia stata completata con successo la privatizzazione, a lungo ritardata, delle ginnatrici cotoniere e che si siano riscossi i pagamenti per tutte le ginnatrici. A fine settembre 2000 erano state privatizzate circa 290 (su 600) aziende agricole statali e collettive. A fine luglio 2000 il processo di privatizzazione aveva convertito in aziende agricole private il 55% di tutti i fondi agricoli (2,6 milioni di ettari). Questo processo, tuttavia, non è stato esente da episodi di corruzione.
Le autorità tagiche hanno compiuto notevoli progressi nel migliorare la normativa e la vigilanza nel settore bancario. In particolare, dal 1° gennaio 2000 il capitale minimo necessario per aprire una banca è stato portato da 300.000 USD a un milione USD. È migliorata la vigilanza bancaria: la BNT ha ampliato e ristrutturato il proprio dipartimento di vigilanza bancaria ed ha rafforzato i propri regolamenti prudenziali. Nondimeno, il sistema bancario è rimasto debole e molto concentrato: la maggior parte delle banche registravano prestiti in sofferenza; la gestione operativa si mostrava spesso carente e il sistema finanziario risentiva di un contesto normativo inadeguato e della mancanza di mercati dei capitali. Di conseguenza, la fiducia generale nel sistema era ancora scarsa e sono rimaste limitate le capacità delle banche di mobilitare risparmi. Il numero di banche è sceso da 28 nel 1997 a 19 nel 2000.
La Banca nazionale del Tagikistan ha firmato accordi di ristrutturazione con le quattro maggiori banche commerciali che, subentrando alle banche specializzate del periodo sovietico, raccolgono la massima parte dei depositi (70%) e concedono la massima parte dei prestiti (75%). Queste banche sono state sottoposte ad audit, secondo le norme contabili internazionali, da agenzie internazionali, stavano preparando i loro primi piani di affari e alcune di esse sono riuscite a farsi rimborsare prestiti in misura lievemente superiore al previsto. Con alcune delle banche più piccole si sono concordati piani di ristrutturazione. Non sono emerse sinora altre istituzioni finanziarie, tranne poche società di assicurazioni.
4. Assistenza macrofinanziaria
Nel marzo 2000 il Consiglio ha deciso di estendere al Tagikistan l'assistenza finanziaria eccezionale già approvata a favore dell'Armenia e della Georgia. La parte di quest'assistenza da erogare a titolo di prestiti a favore dei tre paesi in questione è stata portata a un massimo di 245 milioni EUR, con scadenza massima di 15 anni e periodo di grazia di 10 anni. La parte di quest'assistenza da erogare a titolo di sovvenzioni dovrebbe avere l'importo massimo di 130 milioni EUR per il periodo 1997-2004, in quote annuali massime di 24 milioni EUR. L'erogazione dell'assistenza era subordinata alla condizione che il Tagikistan rimborsasse integralmente i suoi arretrati nei confronti della Comunità (78 milioni EUR al 31 dicembre 2000), continuasse a soddisfare alle condizioni del programma FMI e procedesse a sostanziali riduzioni annuali della sua esposizione debitoria netta nei confronti della Comunità.
Una missione della Commissione ha visitato il Tagikistan nel maggio 2000 per negoziare i termini, gli importi e le condizioni inerenti all'assistenza finanziaria eccezionale della Comunità e ha concluso un accordo di principio con le autorità tagiche sugli importi di un nuovo prestito e di una nuova sovvenzione da versare nel periodo 2000-2004 e sulla riduzione, richiesta dal Tagikistan, della sua esposizione debitoria netta nei confronti della Comunità. Le autorità tagiche hanno firmato formalmente l'accordo nel dicembre 2000.
XIV. UCRAINA
Situazione delle riforme economiche |
1. Liberalizzazione dei prezzi Sono stati liberalizzati la maggior parte dei prezzi. Le tariffe dei servizi comunali (gas, elettricità, riscaldamento e canoni d'affitto) sono soggette a controllo amministrativo e in genere non consentono il pieno recupero dei costi. |
2. Liberalizzazione degli scambi Il regime delle importazioni è esente da restrizioni quantitative, con poche eccezioni dovute a motivi sanitari e di sicurezza. A metà 1999 l'aliquota media dei dazi doganali sulle importazioni, ponderata su base commerciale, era del 7,5%. Una soprattassa sulle importazioni, ad aliquota uniformata del 2%, è stata imposta nel luglio 1999 per sei mesi. Poche restrizioni alle esportazioni (sono previsti dazi all'esportazione per cuoi e pelli e per i semi di girasole). L'APC con l'UE è entrato in vigore il 1° marzo 1998, ma nel 1999 l'Ucraina ha introdotto varie restrizioni agli scambi, incompatibili con l'APC. |
3. Regime valutario Piena convertibilità dei conti correnti (articolo VIII, FMI) dal settembre 1996. Per difendere la moneta nazionale, tra il settembre 1998 e l'agosto 1999 sono state reintrodotte per le operazioni correnti alcune restrizioni di cambio. |
4. Investimenti esteri diretti Sono previsti sgravi fiscali per alcuni investimenti pari ad almeno il 20% del capitale di un'impresa e per investimenti nell'industria automobilistica d'importo superiore a 100 milioni USD. L'afflusso di IED è pur sempre molto scarso su base pro capite (nel 1998, soltanto 747 milioni USD, pari a 15 USD pro capite). |
5. Politica monetaria Si ricorre in misura crescente a strumenti monetari indiretti. La Banca centrale concede crediti alle banche commerciali perlopiù in forma di credito Lombard o mediante aste di crediti e vendite con patto di riacquisto. La percentuale delle riserve obbligatorie è stata unificata all'11% nell'aprile 1997, aumentata al 16,5% nel 1997-98 e ridotta al 15% nel gennaio 1999. |
6. Finanze pubbliche Le spese delle pubbliche amministrazioni si sono ridotte da circa il 70% del PIL nel 1992 a circa il 38% nel 1998. Tra il 1994 e il 1998 il numero di pubblici dipendenti è stato ridotto di un milione (a 4,7 milioni). Il disavanzo statale consolidato è diminuito dal 5,2% del PIL nel 1997 all'1,5% del PIL nel 2000. Le fonti principali delle entrate, da cui proviene circa il 70% delle entrate statali consolidate, sono i contributi di sicurezza sociale, l'IVA e l'imposta sui profitti. |
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese La privatizzazione delle piccole imprese è praticamente completa: oltre 9.500 imprese sono state privatizzate mediante un piano di privatizzazione in massa (voucher) avviato all'inizio del 1995. Sono state privatizzate oltre un quarto delle 200 grandi imprese. La presenza d'investitori stranieri o strategici è limitata. Secondo fonti governative, nel 1998 il settore privato ha contribuito alla produzione industriale nella misura di circa il 60%. |
8. Riforma del settore finanziario Dal 1997 si è fatto molto per rafforzare la vigilanza e la normativa bancarie: nel luglio 1999 si è adottata una nuova legge sulla banca centrale, si sono introdotte le norme contabili internazionali e un nuovo sistema per la presentazione di relazioni da parte delle banche. Per la maggior parte, le banche sono di proprietà privata. Tuttavia, il sistema bancario è tuttora carente e molte delle maggiori banche sono in situazione difficile. I mercati dei capitali sono tuttora poco sviluppati. |
1. Compendio
Dopo un decennio di crescita negativa, l'economia ucraina si è avviata alla ripresa verso la fine del 1999 e, secondo le stime, ha registrato nel 2000 una crescita del 6%. L'inflazione si è accelerata nel 2000, in seguito al forte deprezzamento del grivna tra la fine del 1999 e l'inizio del 2000 ed anche per il rincaro del petrolio e altri fattori, ma se ne prevede un calo nel 2001. In seguito all'incidenza positiva che la ripresa economica ha esercitato sulle entrate, il disavanzo statale consolidato si è ridotto nel 2000 all'1,5%.
La posizione finanziaria dell'Ucraina nei confronti dell'estero si è rafforzata in misura considerevole. Grazie a una rassicurante crescita delle esportazioni, il saldo delle partite correnti ha registrato nel 2000 una forte eccedenza. Nell'aprile 2000, inoltre, l'Ucraina ha ristrutturato con successo il suo debito estero di circa 2,6 miliardi USD nei confronti del settore privato.
Per quanto riguarda le riforme strutturali, anche se il Governo riformista costituitosi nel 1999 ha intrapreso iniziative di rilievo in campi quali la privatizzazione, la normativa del settore bancario, la riforma fondiaria e le riforma del settore dell'energia (decidendo tra l'altro di chiudere la centrale di Chernobyl il 15 dicembre 2000), molto rimane da fare. In particolare, i progressi nella riforma del settore del gas sono stati deludenti e molto debole è rimasta la situazione di alcune grandi banche. Inoltre, l'Ucraina ha continuato a imporre varie restrizioni agli scambi commerciali che non soltanto sono sconsigliabili sotto il profilo economico, ma violano le norme del suo Accordo di partenariato e di cooperazione (APC) con l'UE.
Dopo oltre un anno di difficili dibattiti, complicati da segnalazioni di utilizzo irregolare dei fondi dell'FMI da parte della Banca nazionale dell'Ucraina (BNU) nel 1997-98, l'FMI ha approvato nel dicembre 2000 la riattivazione dell'agevolazione ampliata di credito (EFF). Nello stesso mese, una missione della Commissione si è recata a Kiev per concordare i provvedimenti politici a cui sarebbe stato subordinato il versamento della seconda quota dell'assistenza macrofinanziaria di 150 milioni EUR approvata dall'UE nell'ottobre 1998.
2. Risultati macroeconomici
Dopo un altro calo (dello 0,4%) nel 1999, l'economia ha registrato una forte ripresa nel 2000, dovuta soprattutto al ragguardevole andamento delle esportazioni. Il PIL si è accresciuto del 6% in termini reali e la produzione industriale si è incrementata del 12%. Sono i primi tassi annuali positivi dopo la proclamazione dell'indipendenza.
Su base annuale, l'inflazione in termini d'IPC si è accelerata dal 18,4% nell'ottobre 1999 al 28,9% nel novembre 2000 in seguito al forte deprezzamento del grivna nel periodo delle elezioni presidenziali di ottobre/novembre 1999 e in seguito anche al rincaro del petrolio, ai ritocchi dei prezzi amministrativi e alla crescita monetaria relativamente rapida. La massa monetaria si è accresciuta al tasso annuale di circa il 36%, il che riflette in parte la rimonetazione strutturale dell'economia, ma anche l'incidenza che ha avuto sulla moneta nazionale l'insuccesso del Governo di assicurare il proprio servizio del debito nei confronti della BNU. Questa, dal canto suo, non è stata in grado di controbilanciare tale situazione con operazioni di riduzione della liquidità.
Il disavanzo statale consolidato, misurato in denaro contante e compresi i proventi in conto capitale derivanti dalle privatizzazioni, si è ridotto dal 2,4% del PIL nel 1999 all'1,5% del PIL, secondo le stime, nel 2000, il che riflette in parte l'effetto positivo esercitato sul gettito fiscale da un'attività economica più vigorosa del previsto, ma anche i ritardi nei pagamenti del servizio del debito alla BNU e l'accumularsi di certi arretrati nel settore dell'energia.
Il saldo delle partite correnti in Ucraina è balzato da un disavanzo di circa il 3% del PIL nel 1998 a un'eccedenza del 2,7% del PIL nel 1999, il che si spiega per il fatto che un nuovo calo delle esportazioni è stato ampiamente controbilanciato dall'effetto negativo che il ridursi della produzione ha esercitato sulle importazioni. Tuttavia, in seguito al deprezzamento del grivna e all'aumento della domanda da parte dei principali partner commerciali dell'Ucraina, dagli ultimi mesi del 1999 le esportazioni hanno registrato un considerevole incremento. Sebbene si sia accelerato anche l'incremento delle importazioni, come conseguenza della ripresa della domanda interna, il saldo delle partite correnti ha registrato una considerevole eccedenza nei primi tre trimestri del 2000.
Nell'aprile 2000, circa 2,6 miliardi USD di debito estero, perlopiù eurobbligazioni detenute da investitori privati ma anche una parte del debito ucraino nei confronti della società russa di distribuzione del gas Gazprom, sono stati convertiti in obbligazioni a sette anni, in euro o in dollari. L'Ucraina, che ha smesso di onorare il servizio dei propri debiti al Club di Parigi nel gennaio 2000, ha cercato di ottenere la ritempificazione di questi debiti (che ammontano a circa 700 milioni USD). In seguito alla decisione dell'FMI di riprendere a concedere prestiti all'Ucraina, si prevede che il Club di Parigi prenderà in considerazione la possibilità di ritempificare i debiti dell'Ucraina nei confronti dei suoi membri.
Nonostante il miglioramento del saldo delle partite correnti e la ritempificazione del debito obbligazionario con i privati, la bilancia dei pagamenti resta vulnerabile. Gli afflussi di IED hanno continuato a essere deludenti e le riserve ufficiali in valuta estera sono rimaste esigue (1,15 miliardi USD a fine novembre 2000, ossia l'equivalente di 3¾ settimane d'importazioni). Secondo le previsioni, inoltre, il fabbisogno d'ingenti importazioni di carburante avrà avuto un effetto negativo sulla bilancia dei pagamenti nell'inverno 2000/20018. Nel gennaio 2000 la Moody's, in base alla sua percezione di un maggiore rischio d'inadempienza, ha retrocesso l'Ucraina dalla classificazione B3 alla Caa1 (un grado di rating corrispondente a inadempienza).
Dopo un deprezzamento di circa il 20% tra il luglio 1999 e il gennaio 2000, il grivna è rimasto relativamente stabile. Tale relatività stabilità nei confronti del dollaro, con il concomitante apprezzamento del dollaro USA e con l'ampio differenziale d'inflazione tra l'Ucraina ed i suoi principali partner commerciali, ha portato dal febbraio 2000 a un considerevole apprezzamento del corso di cambio in termini reali, soprattutto nei confronti della zona euro (dato il grave deprezzamento dell'euro rispetto al dollaro). Quest'apprezzamento in termini reali va considerato tuttavia, in ampia misura, una rettifica dell'eccessivo deprezzamento registrato tra la fine del 1999 e l'inizio del 2000: si ritiene che il corso di cambio sia tuttora competitivo.
3. Riforme strutturali
Benché il Governo riformista costituitosi nel dicembre 1999 abbia intrapreso iniziative di rilievo nel settore delle riforme strutturali, i progressi al riguardo non sono stati tutti positivi e resta molto da fare.
Per il settore agricolo, il Presidente della Repubblica aveva emanato nel dicembre 1999 un decreto che consentiva la vendita effettiva di singoli appezzamenti delle aziende agricole collettive e gettava le basi per lo sviluppo di un mercato fondiario privato. Un successivo decreto presidenziale del giugno 2000, tuttavia, ha ripristinato in parte il controllo statale sul mercato delle granaglie.
Per quanto riguarda le privatizzazioni, nel dicembre 1999 il Presidente della Repubblica aveva emanato un decreto relativo a provvedimenti prioritari intesi ad accelerare le privatizzazioni e all'inizio del 2000 il Parlamento aveva approvato un programma di privatizzazioni per il periodo 2000-2002, nel quale si prevedeva la vendita di grandi imprese. I proventi delle privatizzazioni sono più che raddoppiati nel 2000, arrivando a oltre 2 miliardi di grivna, ma in alcune vendite è mancata la trasparenza: vi sono stati alcuni casi d'imprese escluse dalla gara d'appalto senza chiara motivazione.
La normativa e la vigilanza nel settore bancario sono state rafforzate in misura considerevole negli ultimi anni, con l'assistenza tecnica di donatori esteri. Tuttavia, resta molto debole la situazione di alcune delle maggiori banche. Nel 2000 si sono adottati programmi di ristrutturazione di queste banche, la cui attuazione è un elemento fondamentale delle condizioni alle quali è subordinata l'assistenza macrofinanziaria della Banca mondiale, dell'FMI e dell'UE. Due di tali banche, la Banka Ukrainia e la
8 Nell'ottobre 2000, le riserve di combustibile dell'Ucraina erano di gran lunga insufficienti rispetto al fabbisogno della produzione per l'inverno. Lo stesso mese la BERS ha approvato una linea di credito di 100 milioni USD a titolo di prestito per l'acquisto di combustibile, per aiutare le imprese statali di produzione dell'elettricità a pagare le importazioni di combustibile per l'inverno.
Cassa statale di risparmio, hanno compiuto scarsi progressi nell'attuazione dei programmi e presentano debolezze molto gravi. Per queste banche si stavano adottando peraltro piani riveduti di ristrutturazione. Inoltre, nel dicembre 2000 il Parlamento ha adottato una nuova legge sulle banche e sulle attività bancarie, che ha rafforzato i poteri di vigilanza della BNU e definito meglio le linee generali da seguire in caso di fallimento di una banca.
Nella riforma del settore dell'energia i progressi sono stati lenti, ma sin dalla fine del 1999 si stavano prendendo varie iniziative incoraggianti. Il 15 dicembre 2000, finalmente, è stata chiusa la centrale di Chernobyl, il che ha spianato la strada per un pacchetto finanziario internazionale, con la partecipazione predominante dell'UE e della BERS, inteso a completare secondo accettabili norme di sicurezza gli impianti nucleari di Khmelnitsky e Rovno (il cosiddetto progetto K2R4). Inoltre, vi è stato qualche progresso nella riforma del settore dell'elettricità: in particolare, in ottobre/novembre si sono bandite gare d'appalto per sette imprese di distribuzione dell'energia ed era in fase avanzata di organizzazione una gara d'appalto intesa a scegliere un consulente per la privatizzazione di un terzo lotto di sei-sette imprese. Nella seconda metà del 2000, nel settore dell'elettricità si è riscontrato anche un considerevole miglioramento nel livello di esazione dei canoni.
Nel campo della liberalizzazione degli scambi, dalla primavera 2000 l'Ucraina sta compiendo qualche progresso nell'abolire varie restrizioni agli scambi commerciali incompatibili con l'APC, ma deve ancora far di più. Nello stabilire le condizioni alle quali è subordinato il versamento dell'assistenza macrofinanziaria UE, le autorità ucraine hanno discusso con la Commissione un calendario per l'abolizione delle rimanenti restrizioni (vedasi più oltre).
4. Assistenza macrofinanziaria
Nel settembre 1998 l'FMI aveva approvato a favore dell'Ucraina un'EFF di 2,2 miliardi USD, aumentata poi a 2,6 miliardi USD. Un paio di mesi dopo l'approvazione, l'EFF era stata interrotta a causa di slittamenti di ordine fiscale e strutturale riscontrati in Ucraina, ma era stata ripresa nella primavera 1999 nell'ambito di un programma economico riveduto. Tuttavia, il rilassarsi delle politiche macroeconomiche, l'inattuazione di varie riforme strutturali e il blocco generale delle iniziative in attesa delle elezioni presidenziali aveva portato a una seconda interruzione dell'EFF nell'autunno 1999. Dopo oltre un anno di difficili trattative, nel dicembre 2000 l'FMI ha deciso di riattivare l'EFF a sostegno di un nuovo programma economico concordato con le autorità ucraine9.
9 Un fattore che ha complicato il riavvio dei prestiti dell'FMI sono state le segnalazioni di utilizzo irregolare dei fondi FMI da parte della BNU nel 1997/998. Un audit indipendente commissionato all'inizio del 2000 a richiesta dell'FMI ha constatato che la BNU aveva sopravvalutato le proprie riserve, il che le aveva consentito di ottenere dall'FMI vari versamenti che altrimenti non le sarebbero stati accordati. L'audit non ha riscontrato invece prove di appropriazione indebita di fondi FMI. A fine agosto, l'Ucraina ha rimborsato all'FMI, in anticipo rispetto alla scadenza, i fondi (72,5 milioni DSP) da essa ottenuti irregolarmente in seguito alla sopravvalutazione delle proprie riserve. Inoltre, nel settembre 2000 l'Ucraina ha acconsentito a intraprendere provvedimenti correttivi per evitare il ripetersi di simili irregolarità.
Nell'ottobre 1998 il Consiglio aveva concesso all'Ucraina, a titolo di assistenza macrofinanziaria, un terzo prestito dell'importo massimo di 150 milioni EUR10. Il prestito doveva esser versato in almeno due quote e avere la scadenza massima di 10 anni. Il versamento della prima quota fu ritardato per il palesarsi dei problemi relativi all'EFF dell'FMI. Dopo la ripresa dell'EFF e l'ottemperanza a varie condizioni concordate tra l'UE e le autorità ucraine, nel luglio 1999 fu versata la prima quota (58 milioni EUR). Nel contempo, gli incaricati della Commissione concordarono in linea di principio con le autorità ucraine le condizioni di ordine politico per l'erogazione della seconda quota del prestito, definendole in un memorandum supplementare d'intesa. La prima versione di tale documento, tuttavia, non fu mai firmata, per l'insistenza di alcuni ministri ucraini nel chiedere alcune lievi modifiche del testo e in seguito alla nuova interruzione dell'EFF nell'autunno 1999.
Nel dicembre 2000, quando sembrava vicina la riattivazione dell'EFF, una missione della Commissione si è recata a Kiev per riprendere le discussioni inerenti all'erogazione della seconda quota di tale assistenza. La missione della Commissione ha raggiunto l'accordo con le autorità ucraine, ad referendum, su pressoché tutti i provvedimenti politici compresi in un memorandum supplementare d'intesa riveduto, incentrati sull'abolizione delle restrizioni agli scambi commerciali contrarie all'APC, sulla riforma del settore dell'energia, sulla privatizzazione delle grandi imprese, sul rafforzamento del sistema bancario e sulla creazione di condizioni concorrenziali omogenee e di un clima favorevole agli investimenti esteri. Gli incaricati della Commissione hanno proposto, sempre ad referendum, una seconda quota di 42 milioni EUR.
10 Decisione 98/592/CE del Consiglio del 15 ottobre 1998. Il Consiglio aveva approvato la prima e la seconda operazione di assistenza macrofinanziaria rispettivamente nel dicembre 1994 e nell'ottobre 1995. Il primo prestito, dell'importo di 85 milioni EUR, era stato versato nel corso del 1995; il secondo, dell'importo di 200 milioni EUR, nel 1996 e nel 1997.
Allegato 1 A: Assistenza macrofinanziaria della Comunità ai paesi terzi secondo la data della decisione del Consiglio
Situazione dei versamenti effettivi al dicembre 2000 (in milioni di euro)
Autorizzazioni | Versamenti | ||||||
Paese | Data decis. Consiglio | Riferimento decis. Consiglio | Importo massimo | Date dei versamenti | Importi dei versamenti | Totali | Non versati |
Ungheria I | 22.02.90 | 90/83/CE | 870 | apr. 1990 | 350 | 610 | 260 |
(prest. aggiust. strutt.) | febb. 1991 | 260 | (sospesi) | ||||
Cecoslovacchia | 25.02.91 | 91/106/CE | 375 | mar. 1991 | 185 | 375 | |
(prest. bil. pag.) | mar. 1992 | 190 | |||||
Ungheria II | 24.06.91 | 91/310/CE | 180 | ag. 1991 | 100 | 180 | |
(prest. bil. pag.) | genn. 1993 | 80 | |||||
Bulgaria I | 24.06.91 | 91/311/CE | 290 | ag. 1991 | 150 | 290 | |
(prest. bil. pag.) | mar. 1992 | 140 | |||||
Romania I | 22.07.91 | 91/384/CE | 375 | genn. 1992 | 190 | 375 | |
(prest. bil. pag.) | apr. 1992 | 185 |
Israele1
(prest. agevolato aggiust. strutt.)
Algeria I
(prest. bil. pag.)
Albania I
(sovv. bil. pag.)
Bulgaria II
(prest. bil. pag.)
Paesi baltici (prest. bil. pag.) di cui a::
22.07.91 91/408/CE
188 | mar. 1992 | 188 | 188 | |
400 | genn. 1992 | 250 | 400 |
23.09.91 91/510/CE
28.09.92 92/482/CE 70
19.10.92 92/511/CE 110
23.11.92 92/542/CE 220
ag. 1994
dic. 1992
ag. 1993
dic. 1994 ag.1996
150
35
35
70
40
70
110
135
85
(sospesi)
Estonia Lettonia Lituania
(40)
(80)
(100)
mar. 1993
lu. 1993
lu. 1993
ag. 1995
20 (20)
40 (40)
50 (75)
25
(20)
(40)
(25)
Romania II
(prest. bil. pag.)
27.11.92 92/551/CE 80
febb. 1993 80 80
(prest. bil. pag.) | ag. 1995 | 20 | ||||
Romania III | 20.06.94 | 94/369/CE | 125 | nov. 1995 | 55 | 125 |
(prest. bil. pag.) | sett. 1997 | 40 | ||||
dic. 1997 | 30 | |||||
Albania II | 28.11.94 | 94/773/CE | 35 | giu. 1995 | 15 | 35 |
(sovv. bil. pag.) | ott. 1996 | 20 |
Moldova I
13.06.94 94/346/CE 45
dic. 1994
25 45
Moldova II
(prest. bil. pag.)
25.03.96 96/242/CE 15
Algeria II (prest. bil. pag.) Slovacchia | 22.12.94 22.12.94 | 94/936/CE 94/939/CE | 200 130 | nov. 1995 | 100 | 100 annullati | 100 (sospesi) 130 |
(prest. bil. pag.) | (lu. 1996) | annullati | |||||
Ucraina I (prest. bil. pag.) | 22.12.94 | 94/940/CE | 85 | dic. 1995 | 85 | 85 | |
Bielorussia (prest. bil. pag.) | 10.04.95 | 95/132/CE | 55 | dic. 1995 | 30 | 30 | 25 (sospesi) |
Ucraina II | 23.10.95 | 95/442/CE | 200 | ag. 1996 | 50 | 200 | |
(prest. bil. pag.) | ott. 1996 | 50 | |||||
sett. 1997 | 100 |
dic. 1996 15 15
1 L'assistenza a Israele comprende un prestito dell'importo in capitale di 160 milioni ECU e sovvenzioni dell'importo di 27,5 milioni ECU in forma di agevolazione dei tassi d'interesse.
Allegato 1 A: Assistenza macrofinanziaria della Comunità ai paesi terzi secondo la data delle decisioni del Consiglio
SEGUITO
Autorizzazioni | Versamenti | ||||||
Paese | Data decis. Consiglio | Riferimento decis. Consiglio | Importo massimo | Date dei versamenti | Importi dei versamenti | Versati | Non versati |
FYROM | 22.07.97 | 97/471/CE | 40 | sett. 1997 | 25 | 40 | |
(prest. bil. pag.) | febb. 1998 | 15 | |||||
Bulgaria III | 22.07.97 | 97/472/CE | 250 | febb. 1998 | 125 | 250 | |
(prest. bil. pag.) | dic. 1998 | 125 | |||||
Armenia, Georgia, Tagikistan2 (prest. e sovv. aggiust. strutt.) di cui a: | 17.11.97 28.03.2000 | 97/787/CE modif. da 00/244/CE | 375 | 169 | 206 | ||
Armenia | (58) | dic. 1998 dic. 1998 dic. 1999 | 28 (prest.) 8 (sovv.) 4 (sovv.) | (40) | (18) | ||
Georgia | (165) | lu. 1998 ag. 1998 sett. 1999 | 110 (prest.) 10 (sovv.) 9 (sovv.) | (129) | (36) | ||
Tagikistan | (110) | (110) | |||||
Ucraina III (prest. bil. pag.) | 15.10.98 | 98/592/CE | 150 | lu. 1999 | 58 | 58 | 92 |
Albania III (prest. bil. pag.) | 22.04.99 | 99/282/CE | 20 | 20 | |||
Bosnia I3 (prest. e sovv. bil. pag.) | 10.05.99 | 99/325/CE | 60 | dic. 1999 dic. 1999 | 15 (sovv.) 10 (prest.) | 45 | 15 |
genn. 2001 genn. 2001 | 10 (sovv.) 10 (prest.) | ||||||
Bulgaria IV | 08.11.99 | 99/731/CE | 100 | dic. 1999 | 40 | 100 | |
(prest. bil. pag.) | sett. 2000 | 60 | |||||
FYROM II4 (prest. e sovv. bil. pag.) | 08.11.99 | 99/733/CE | 80 | dic. 2000 genn. 2001 | 20 (sovv.) 10 (prest.) | 30 | 50 |
Romania IV (prest. bil. pag.) | 08.11.99 | 99/732/CE | 200 | giu. 2000 | 100 | 100 | 100 |
Kosovo5 | 19.02.00 | 00/140/CE | 35 | mar. 2000 | 20 | 35 | |
(sovv. sostegno bilancio) | ag. 2000 | 15 | |||||
Montenegro5 | 22.05.00 | 00/355/CE | 20 | ag. 2000 | 7 | 20 | |
(sovv. sostegno bilancio) | genn. 2001 | 13 | |||||
Moldova III (prest. bil. pag.) | 10.07.00 | 00/452/CE | 15 | 15 | |||
TOTALE | 5393 | 4295 | 1098 |
2 Assistenza finanziaria eccezionale, comprendente prestiti per l'importo massimo di 245 milioni ECU e sovvenzioni per l'importo massimo di 130 milioni ECU.
3 Comprende un prestito dell'importo in capitale di 20 milioni EUR e sovvenzioni dell'importo di 40 milioni EUR.
4 Comprende un prestito dell'importo in capitale di 50 milioni EUR e sovvenzioni dell'importo massimo di 30 milioni EUR.
5 Assistenza finanziaria eccezionale.
Allegato 1 B: Assistenza macrofinanziaria della Comunità ai paesi terzi per regione
Situazione dei versamenti effettivi al dicembre 2000 (in milioni di euro)
Autorizzazioni | Versamenti | ||||||
Paese | Data | Riferimento | Importo | Date dei | Importi dei | Versati | Non |
decis. Consiglio | decis. Xxxxxxxxx | xxxxxxx | versamenti | versamenti | versati | ||
A. Candidati adesione UE | |||||||
Paesi baltici (prest. bil. pag.) di cui a: Estonia | 23.11.92 | 92/542/CE | 220 (40) | mar. 1993 | 20 | 135 (20) | 85 (sospesi) (20) |
Lettonia | (80) | lu. 1993 | 40 | (40) | (40) | ||
Lituania | (100) | lu. 1993 | 50 | (75) | (25) | ||
ag. 1995 | 25 | ||||||
Bulgaria I | 24.06.91 | 91/311/CE | 290 | ag. 1991 | 150 | 290 | |
(prest. bil. pag.) | mar. 1992 | 140 | |||||
Bulgaria II | 19.10.92 | 92/511/CE | 110 | dic. 1994 | 70 | 110 | |
(prest. bil. pag.) | ag. 1996 | 40 | |||||
Bulgaria III | 22.07.97 | 97/472/CE | 250 | febb. 1998 | 125 | 250 | |
(prest. bil. pag.) | dic. 1998 | 125 | |||||
Bulgaria IV | 08.11.99 | 99/731/CE | 100 | dic. 1999 | 40 | 100 | |
(prest. bil. pag.) | sett. 2000 | 60 | |||||
Cecoslovacchia | 25.02.91 | 91/106/CE | 375 | mar. 1991 | 185 | 375 | |
(prest. bil. pag.) | mar. 1992 | 190 | |||||
Ungheria I | 22.02.90 | 90/83/CE | 870 | apr. 1990 | 350 | 610 | 260 |
(prest. aggiust. strutt.) | febb. 1991 | 260 | (sospesi) | ||||
Ungheria II | 24.06.91 | 91/310/CE | 180 | ag. 1991 | 100 | 180 | |
(prest. bil. pag.) | genn. 1993 | 80 | |||||
Romania I | 22.07.91 | 91/384/CE | 375 | genn. 1992 | 190 | 375 | |
(prest. bil. pag.) | apr. 1992 | 185 | |||||
Romania II (prest. bil. pag.) | 27.11.92 | 92/551/CE | 80 | febb. 1993 | 80 | 80 | |
Romania III | 20.06.94 | 94/369/CE | 125 | nov. 1995 | 55 | 125 | |
(prest. bil. pag.) | sett. 1997 | 40 | |||||
dic. 1997 | 30 | ||||||
Romania IV (prest. bil. pag.) | 08.11.99 | 99/732/CE | 200 | giu. 2000 | 100 | 100 | 100 |
Slovacchia (prest. bil. pag.) | 22.12.94 | 94/939/CE | 130 | annullati (lu. 1996) | 130 annullati | ||
TOTALE A | 3305 | 2730 | 575 | ||||
B. Balcani occidentali | |||||||
Albania I | 28.09.92 | 92/482/CE | 70 | dic. 1992 | 35 | 70 | |
(sovv. bil. pag.) | ag. 1993 | 35 | |||||
Albania II | 28.11.94 | 94/773/CE | 35 | giu. 1995 | 15 | 35 | |
(sovv. bil. pag.) | ott. 1996 | 20 | |||||
Albania III (prest. bil. pag.) | 22.04.99 | 99/282/CE | 20 | 20 |
Bosnia I1 (prest. e sovv. bil. pag.) | 10.05.99 | 99/325/CE | 60 | dic. 1999 dic. 1999 genn. 2001 genn. 2001 | 15 (sovv.) 10 (prest.) 10 (sovv.) 10 (prest.) | 45 | 15 |
FYROM I | 22.07.97 | 97/471/CE | 40 | sett. 1997 | 25 | 40 | |
(prest. bil. pag.) | febb. 1998 | 15 | |||||
FYROM II2 (prest. e sovv. bil. pag.) | 08.11.99 | 99/733/CE | 80 | dic. 2000 genn. 2001 | 20 (sovv.) 10 (prest.) | 30 | 50 |
Kosovo3 | 19.02.00 | 00/140/CE | 35 | mar. 2000 | 20 | 35 | |
(sovv. sostegno bilancio) | ag. 2000 | 15 |
1 Comprende un prestito dell'importo in capitale di 20 milioni EUR e sovvenzioni dell'importo di 40 milioni EUR.
2 Comprende un prestito dell'importo in capitale di 50 milioni EUR e sovvenzioni dell'importo massimo di 30 milioni EUR.
Allegato 1 B: Assistenza macrofinanziaria della Comunità ai paesi terzi per regione
SEGUITO
Autorizzazioni | Versamenti | ||||||
Paese | Data decis. Consiglio | Riferimento decis. Consiglio | Importo massimo | Date dei versamenti | Importi dei versamenti | Versati | Non versati |
Montenegro3 | 22.05.00 | 00/355/CE | 20 | ag. 2000 | 7 | 20 | |
(sovv. sostegno bilancio) | genn. 2001 | 13 | |||||
TOTALE B | 360 | 275 | 85 | ||||
C. Nuovi Stati indipendenti | |||||||
Armenia, Georgia, Tagikistan4 (prest. e sovv. aggiust. strutt.) di cui a: | 17.11.97 28.03.00 | 97/787/CE modif. da 00/244/CE | 375 | 169 | 206 | ||
Armenia | (58) | dic. 1998 dic. 1998 dic. 1999 | 28 (prest.) 8 (sovv.) 4 (sovv.) | (40) | (18) | ||
Georgia | (165) | lu. 1998 ag. 1998 sett. 1999 | 110 (prest.) 10 (sovv.) 9 (sovv.) | (129) | (36) | ||
Tagikistan | (110) | (110) | |||||
Bielorussia (sovv. bil. pag.) | 10.04.95 | 95/132/CE | 55 | dic. 1995 | 30 | 30 | 25 (sospesi) |
Moldova I
(prest. bil. pag.)
13.06.94 94/346/CE 45
dic. 1994
ag. 1995
25 45
20
Moldova II
(prest. bil. pag.)
Moldova III
(prest. bil. pag.)
Ucraina I
(prest. bil. pag.)
25.03.96 96/242/CE 15
10.07.00 00/452/CE 15
22.12.94 94/940/CE 85
dic. 1996 15 15
15
dic. 1995 85 85
Ucraina II
(prest. bil. pag.)
23.10.95 95/442/CE 200
ag. 1996
ott. 1996
sett. 1997
50
50
100
200
Ucraina III
(prest. bil. pag.)
TOTALE C
D. Paesi mediterranei
15.10.98 98/592/CE 150
940
lu. 1999 58 58 92
602 338
Algeria I
(prest. bil. pag.)
23.09.91 91/510/CE 400
genn. 1992
ag. 1994
250
150
400
Algeria II (prest. bil. pag.) | 22.12.94 | 94/936/CE | 200 nov. 1995 | 100 100 | 100 (sospesi) |
Israele5 (prest. agevolato aggiust. strutt.) | 22.07.91 | 91/408/CE | 188 mar. 1992 | 188 188 | |
TOTALE D | 788 | 688 | 100 | ||
TOTALE A+B+C+D | 5393 | 4295 | 1098 |
3 Assistenza finanziaria eccezionale.
4 Assistenza finanziaria eccezionale, comprendente prestiti per l'importo massimo di 245 milioni ECU e sovvenzioni per l'importo massimo di 130 milioni ECU..
5 L'assistenza a Israele comprende un prestito dell'importo in capitale di 160 milioni ECU e sovvenzioni dell'importo di 27,5 milioni ECU in forma di agevolazione dei tassi d'interesse.
Allegato 2: Sostegno alla bilancia dei pagamenti dei beneficiari dell'assistenza macrofinanziaria UE, per donatore, 1990-2000 (1)
2a) In milioni USD
1990 | 1991 | 1992 | 0000 | 0000 | 0000 | 1997 | 1998 | 1999 | 2000 | |
IFI FMI Banca mondiale Bilaterali UE (2) Altri bilaterali (3), di cui: USA Giappone Abbuono del debito Club di Parigi Club di Londra Altri (0) | 000 | 0000 | 0000 | 0000 | 0000 | 250 | 732 | 2800 | 1751 | 36 |
219 | 4177 | 909 | 3206 | 1477 | 195 | 584 | 2200 | 1009 | 12 | |
200 | 1430 | 655 | 880 | 400 | 55 | 148 | 600 | 742 | 24 | |
1618 | 5600 | 708 | 11202 | 3885 | 67 | 582 | 336 | 872 | 238 | |
1108 | 2190 | 000 | 000 | 000 | 19 | 329 | 168 | 556 | 189 | |
511 | 1406 | 000 | 000 | 000 | 10 | 73 | 264 | 49 | ||
35 | 100 | 10 | 15 | 75 | 13 | |||||
200 | 850 | 120 | 350 | 150 | 54 | 22 | 7 | |||
2004 | 9645 | 3405 | 38 | 180 | 52 | |||||
554 | 4920 | 52 | ||||||||
4380 | ||||||||||
1450 | 345 | 3405 | 38 | 180 |
2.b) In percentuale degli impegni totali, compreso l'abbuono del debito
1990 | 1991 | 1992 | 0000 | 0000 | 0000 | 1997 | 1998 | 1999 | 2000 | |
IFI FMI Banca mondiale Bilaterali UE (2) Altri bilaterali (3), di cui: USA Giappone Abbuono del debito Club di Parigi Club di Londra Altri (0) | 00 | 00 | 00 | 00 | 00 | 79 | 56 | 94 | 67 | 13 |
11 | 37 | 40 | 21 | 26 | 62 | 44 | 74 | 38 | 4 | |
10 | 13 | 29 | 6 | 7 | 17 | 11 | 20 | 28 | 9 | |
79 | 50 | 31 | 73 | 67 | 21 | 44 | 6 | 33 | 87 | |
54 | 20 | 19 | 6 | 6 | 6 | 25 | 6 | 21 | 69 | |
25 | 13 | 13 | 5 | 3 | 3 | 5 | 10 | 18 | ||
0 | 1 | 3 | 1 | 3 | 5 | |||||
10 | 8 | 5 | 2 | 3 | 4 | 1 | 3 | |||
18 | 63 | 59 | 12 | 14 | 2 | |||||
5 | 32 | 2 | ||||||||
29 | ||||||||||
13 | 2 | 59 | 12 | 14 |
2c) In percentuale degli impegni totali, escluso l'abbuono del debito
1990 | 1991 | 1992 | 0000 | 0000 | 0000 | 1997 | 1998 | 1999 | 2000 | |
IFI FMI Banca mondiale Bilaterali UE (2) Altri bilaterali (3), di cui: USA Giappone | 21 | 61 | 69 | 72 | 80 | 90 | 65 | 92 | 68 | 13 |
11 | 45 | 40 | 57 | 63 | 70 | 52 | 59 | 39 | 4 | |
10 | 16 | 29 | 16 | 17 | 20 | 13 | 33 | 29 | 9 | |
79 | 39 | 31 | 28 | 20 | 10 | 35 | 8 | 32 | 87 | |
54 | 24 | 19 | 15 | 14 | 7 | 29 | 8 | 22 | 69 | |
25 | 15 | 13 | 12 | 6 | 4 | 7 | 10 | 18 | ||
0 | 2 | 4 | 1 | 3 | 5 | |||||
10 | 9 | 5 | 6 | 6 | 5 | 1 | 3 |
1 Nella presente Tabella, s'intendono per beneficiari dell'AMF comunitaria tutti i paesi elencati nella Tabella 1. Nel 1993 non è stata decisa nessuna operazione.
2 Assistenza macrofinanziaria UE.
3 Compresi gli Stati membri UE.
4 Prestito all'Algeria da parte di un consorzio di banche commerciali nel 1991; abbuono del debito dell'Ucraina da parte della Russia e del Turkmenistan nel 1994 e nel 1995 e accordi di ritempificazione con banche internazionali nel 1998 e nel 1999; ritempificazione del debito della Moldova da parte della Russia nel 1996; ritempificazione del debito della Bulgaria e della FYROM nel 1997.
Allegato 2.1: Sostegno alla bilancia dei pagamenti dei beneficiari dell'assistenza macrofinanziaria UE, per donatore, 1999-20001
(in milioni di USD e come percentuale del totale degli impegni e dei versamenti)
Sostegno alla bilancia dei pagamenti nel 1999
Totale | Albania III | Bosnia I | |||||||||||
mio | Impegni USD | % | Versamenti mio USD | % | Impegni mio USD | % | Versamenti mio USD | % | Impegni mio USD | % | Versamenti mio USD | % | |
IFI | 1751 | 67 | 964 | 67 | 108 | 53 | 88 | 67 | 206 | 62 | 133 | 65 | |
XXX | 0000 | 38 | 472 | 33 | 58 | 28 | 38 | 29 | 84 | 25 | 56 | 28 | |
BM (base politica) | 742 | 28 | 492 | 34 | 50 | 24 | 50 | 38 | 122 | 37 | 77 | 38 | |
Bilaterali | 872 | 33 | 478 | 33 | 97 | 47 | 43 | 33 | 128 | 38 | 71 | 35 | |
UE | 556 | 21 | 297 | 21 | 87 | 43 | 33 | 25 | 64 | 19 | 45 | 22 | |
USA | 75 | 3 | 48 | 3 | 22 | 7 | 17 | 8 | |||||
Giappone | 22 | 1 | |||||||||||
Altri bilaterali | 167 | 6 | 100 | 7 | 4 | 2 | 4 | 3 | 38 | 11 | 5 | 2 | |
Abbuono del debito | 52 | 2 | 34 | 2 | 6 | 3 | 6 | 5 | 4 | 1 | 4 | 2 | |
Club di Londra | |||||||||||||
Club di Parigi | 52 | 2 | 34 | 2 | 6 | 3 | 6 | 5 | 4 | 1 | 4 | 2 | |
Altri | |||||||||||||
Totale | 2624 | 100 | 1442 | 100 | 205 | 100 | 132 | 100 | 334 | 100 | 204 | 100 | |
Bulgaria IV | FYROM II | Romania IV | |||||||||||
Impegni | Versamenti | Impegni | Versamenti | Impegni | Versamenti | ||||||||
mio USD % | mio USD % | mio USD % | mio USD % | mio USD % | mio USD % | ||||||||
IFI | 465 | 69 | 461 | 70 | 125 | 35 | 59 | 43 | 847 | 80 | 223 | 71 | |
FMI | 290 | 43 | 286 | 44 | 30 | 9 | 19 | 14 | 547 | 52 | 73 | 23 | |
BM (base politica) | 175 | 26 | 175 | 27 | 95 | 27 | 40 | 29 | 300 | 28 | 150 | 48 | |
Bilaterali | 207 | 31 | 193 | 30 | 227 | 65 | 79 | 57 | 213 | 20 | 92 | 29 | |
UE | 107 | 16 | 98 | 15 | 85 | 24 | 28 | 20 | 213 | 20 | 92 | 29 | |
USA | 25 | 4 | 25 | 4 | 28 | 8 | 6 | 4 | |||||
Giappone | 22 | 6 | |||||||||||
Altri bilaterali | 75 | 11 | 70 | 11 | 50 | 14 | 21 | 15 | |||||
Abbuono del debito | 42 | 12 | 24 | 17 | |||||||||
Club di Londra | |||||||||||||
Club di Parigi | 42 | 12 | 24 | 17 | |||||||||
Altri | |||||||||||||
Totale | 672 | 100 | 654 | 100 | 352 | 100 | 138 | 100 | 1060 | 100 | 315 | 100 |
Sostegno alla bilancia dei pagamenti nel 2000
Totale | Kosovo | Moldova | |||||||||||
mio | Impegni USD | % | Versamenti mio USD | % | Impegni mio USD | % | Versamenti mio USD | % | Impegni mio USD | % | Versamenti mio USD | % | |
IFI | 36 | 13 | 36 | 23 | 5 | 6 | 5 | 6 | 31 | 57 | 31 | 76 | |
FMI | 12 | 4 | 12 | 48 | 12 | 22 | 12 | 29 | |||||
BM (base politica) | 24 | 9 | 24 | 15 | 5 | 6 | 5 | 6 | 19 | 35 | 19 | 47 | |
Bilaterali | 238 | 87 | 120 | 77 | 81 | 94 | 78 | 94 | 24 | 43 | 10 | 24 | |
UE | 189 | 69 | 74 | 47 | 42 | 49 | 42 | 50 | 14 | 25 | |||
USA | 13 | 5 | 13 | 8 | 13 | 15 | 13 | 16 | 8 | ||||
Giappone | 7 | 3 | 7 | 4 | 7 | 8 | 7 | 8 | |||||
Altri bilaterali | 29 | 11 | 26 | 17 | 19 | 22 | 16 | 19 | 10 | 18 | 10 | 24 | |
Abbuono del debito | |||||||||||||
Club di Londra | |||||||||||||
Club di Parigi | |||||||||||||
Altri | |||||||||||||
Totale | 275 | 100 | 156 | 100 | 86 | 100 | 83 | 100 | 55 | 100 | 41 | 100 |
1 I versamenti sono indicati secondo l'anno degli impegni corrispondenti.
Montenegro | Tagikistan | |||
Impegni mio USD % | Versamenti mio USD % | Impegni mio USD % | Versamenti mio USD % | |
IFI | ||||
FMI | ||||
BM (base politica) | ||||
Bilaterali UE | 32 100 32 100 | 32 100 32 100 | 102 100 102 100 | |
USA | ||||
Giappone | ||||
Altri bilaterali | ||||
Abbuono del debito | ||||
Club di Londra | ||||
Club di Parigi | ||||
Altri | ||||
Totale | 32 100 | 32 100 | 102 100 |
Allegato 3: Indicatori economici scelti
1997 | 1998 | 1999 | 2000 | |
PIL a prezzi costanti | (variazione | percentuale) | Programma (1) Stime | |
Albania | -7.0 | 8.0 | 7.3 | 7.0 7.8 |
Armenia | 3.1 | 7.2 | 3.3 | - 6.0 |
Bosnia-Erzegovina | 30.0 | 18.0 | 9.0 | 12.0 10.0 |
Bulgaria | -7.4 | 4.5 | 2.4 | 4.0 5.3 |
FYROM | 1.4 | 2.9 | 2.7 | 6.0 6.0 |
Georgia | 10.7 | 2.9 | 2.9 | 1.2 1.9 |
Kosovo | - | - | - | - - |
Moldova | 1.3 | -6.5 | -4.4 | - 0.0 |
Montenegro | 30.5 | 46.0 | 112.6 | - 48.5 |
Romania | -6.1 | -5.4 | -3.2 | 1.5 2.0 |
Tagikistan | 1.7 | 5.3 | 3.7 | 5.0 8.3 |
Ucraina | -3.0 | -1.9 | -0.4 | 4.2 4.5 |
Prezzi al consumo (a fine anno) | (variazione | percentuale) | ||
Albania | 42.1 | 8.7 | -1.0 | 3.0 4.0 |
Armenia | 21.9 | -1.3 | 2.0 | - 0.4 |
Bosnia-Erzegovina Federazione | 14.0 | 5.0 | 3.0 | - 3.0 |
Repubblica serba | 3.0 | 38.0 | 5.0 | - 3.0 |
Bulgaria | 579.7 | 1.0 | 6.2 | 3.5 11.4 |
FYROM | 4.5 | -2.4 | 2.6 | 4.9 4.9 |
Georgia | 7.2 | 10.7 | 10.9 | 6.8 4.6 |
Kosovo | - | - | - | - - |
Moldova | 11.1 | 18.2 | 43.8 | - 21.0 |
Xxxxxxxxxx | - | 00.0 | 000.0 | - 00.0 |
Xxxxxxx | 151.4 | 40.6 | 54.9 | 30.0 41.3 |
Tagikistan | 163.6 | 2.7 | 31.3 | - 61.0 |
Ucraina | 10.0 | 22.0 | 19.1 | 27.1 27.0 |
Bilancio fiscale | (% del PIL) | |||
Albania | -12.6 | -10.4 | -11.5 | -9.4 -9.5 |
Armenia | -5.8 | -4.9 | -7.3 | - -7.2 |
Bosnia-Erzegovina Federazione | -1.9 | -1.7 | -1.3 | -3.0 -2.8 |
Repubblica serba | 0.0 | -5.2 | -5.1 | -4.0 -3.8 |
Bulgaria | -2.6 | 1.4 | -1.0 | -1.4 -0.6 |
FYROM | -0.4 | -1.7 | 0.0 | 2.2 2.2 |
Georgia 24 | -7.0 | -6.4 | -6.9 | -4.6 -3.9 |
Kosovo | - | - | - | - -7.3 |
Moldova | –7.5 | -8.6 | -2.6 | - -1.5 |
Montenegro | - | - | -5.8 | - -8.3 |
Romania | -3.6 | -4.0 | -4.1 | -3.5 -3.7 |
Tagikistan | -11.7 | -3.8 | -3.1 | -1.2 0.2 |
Ucraina | -5.4 | -3.5 | -2.4 | -1.5 -1.5 |
Partite correnti | (% del PIL) | |||
Albania | -12.1 | -6.1 | -8.0 | -8.4 -7.0 |
Armenia | -28.0 | -27.1 | -21.7 | - -19.7 |
Bosnia-Erzegovina | -43.3 | -31.5 | -22.0 | -20.0 |
Bulgaria | 4.4 | -0.5 | -5.3 | -4.0 -5.4 |
FYROM | -7.4 | -9.6 | -5.9 | -8.5 -8.5 |
Georgia | -16.5 | -17.2 | -14.9 | -13.7 -13.7 |
Kosovo | - | - | - | - -34.0 |
Moldova | -14.8 | -16.7 | -2.6 | - -7.9 |
Montenegro | -4.2 | -6.0 | -19.3 | - -14.6 |
Romania | -6.1 | -7.2 | -3.8 | -3.4 -4.3 |
Tagikistan | -9.3 | -3.4 | -5.7 -3.9 | |
Ucraina | -2.7 | -3.1 | 2.7 | 4.8 4.0 |
Riserve valutarie ufficiali (a fine anno)
(mesi d'importazioni)
Albania | 3.8 | 4.2 | 4.1 | 4.6 | 4.4 |
Armenia | 3.1 | 3.6 | 3.7 | - | 3.5 |
Bosnia-Erzegovina | 1.3 | 1.4 | 2.0 | - | 2.3 |
Bulgaria | 4.0 | 5.7 | 6.4 | 6.0 | 8.2 |
FYROM | 1.7 | 2.0 | 3.0 | 3.5 | 3.5 |
Georgia | 1.5 | 1.0 | 1.3 | 1.2 | 1.0 |
Kosovo | - | - | - | - | - |
Moldova | 3.1 | 1.4 | 2.9 | - | 2.7 |
Montenegro | - | - | - | - | - |
Romania | 3.6 | 3.6 | 6.4 | 4.2 | 3.7 |
Tagikistan | 0.6 | 1.5 | 1.7 | 1.9 | 1.9 |
Ucraina | 1.4 | 0.6 | 0.8 | 0.8 | 0.8 |
(1) Obiettivi stabiliti nell'eventuale rispettivo programma dell'FMI.
(2) Su base cumulativa.
(3) Esclusi i trasferimenti ufficiali.
Fonti: Autorità nazionali, FMI.