SCHEDE DI LETTURA
INDICE
Legge di bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022
SCHEDE DI LETTURA
3
Articolo 1 comma 127 Integrazione del Fondo contratti del personale dello Stato – Rinnovo contrattuale 3
4
Articolo 1 comma 7 Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti 4
5
Articolo 1 comma 249 “Bonus docenti” 5
Articolo 1 comma 266 Stabilizzazione dell’organico dell’autonomia – posti di sostegno 6
Articolo 1 comma 279 Incremento dell’organico di potenziamento – scuola dell’infanzia 7
Articolo 1 comma 256 Formazione docenti in materia di inclusione scolastica, prevenzione e contrasto al bullismo e al cyberbullismo 8
Articolo 1 comma 257 Incremento risorse Piano Nazionale Scuola Digitale 9
Articolo 1 comma 272 Proroga dei comandi fuori ruolo docenti e dirigenti – ex art. 26
Articolo 1 comma 280 Stabilizzazione dei lavoratori che svolgono funzioni di collaboratore scolastico in provincia di Palermo 11
Articolo 1 comma 281 Modifiche al DLgs 65/17 12
Articolo 1 commi 389, 390, 391, 392 Contributi alle scuole e agli studenti per l’acquisto di abbonamenti a quotidiani, periodici e riviste scientifiche e di settore 13
Articolo 1 comma 605 Riduzione spese per garantire gli esoneri o i semi-esoneri dal servizio per i supervisori di tirocinio 14
Articolo 1, comma 255 Incremento fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici 15
Articolo 1 commi da 29, lett. b) e fino al comma 37; art. 1 commi 51-58; art. 1 commi 63- 64 Risorse a comuni, province e città metropolitane per interventi per l’adeguamento e la
messa in sicurezza e l’efficientamento energetico di scuole 16
Articolo 1 commi 59, 60 e 61 Fondo per edifici destinati ad asili nido e scuole dell’infanzia 17
Articolo 1 commi 258, 259 e 260 Interventi di edilizia scolastica e norme di semplificazione delle procedure 18
Articolo 1 commi 261 e 262 Completamento “scuole innovative” e costruzione Poli per
Articolo 1 commi 263 e 264 Efficientamento energetico edifici scolastici 20
21
Aumento del fondo per il finanziamento ordinario delle università 21
Articolo 1 comma 265 Diritto allo studio universitario 22
23
Articolo 1 commi da 240 a 248 e da 250 a 252 Istituzione Agenzia Nazionale della Ricerca 23 Articolo 1 comma 467 Stabilizzazione del personale precario del CREA 25
ALTA FORMAZIONE ARTISTICA E MUSICALE
26
Articolo 1 commi 282-285 Disposizioni in materia di istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica 26
ISTITUTI TECNICI SUPERIORI (ITS)
28
Articolo 1 commi 410-412 Interventi per gli Istituti tecnici superiori 28
DISPOSIZIONI DI CARATTERE TRASVERSALE
29
Articolo 1 commi da 473 a 478 Ape Sociale e Commissioni Lavori Gravosi/Spesa Previdenziale, Opzione Donna, Rivalutazione pensioni 29
Articolo 1 commi 339, 340, 341, 343 e 344 Disposizioni a favore della famiglia 30
Articolo 1 comma 342 Congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente 31
Fondo per le pari opportunità 32
Articolo 1 comma 353 Incremento del Fondo per le pari opportunità al fine di finanziare il
Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere 32
Articolo 1 commi 357 e 358 Bonus cultura diciottenni - 18app 33
Sostegno allo studio e pratica della musica per ragazzi fra i 5 e i 18 anni 34
Articolo 1 commi 346 e 347 Sostegno allo studio e alla pratica della musica per i contribuenti a basso reddito 34
Articolo 1 commi 14, 15, 24, 25 e 27 Fondo investimenti delle Amministrazioni centrali 35
Articolo 1 commi 85-89 e 92-96 Green new deal 36
Mezzogiorno e Fondi Europei 37
Articolo 1 commi 310, 311 e 312 Rafforzamento clausola investimenti 34% al Mezzogiorno e fondo infrastrutture sociali 37
Articolo 1 comma 314 Rifinanziamento strategia nazionale aree interne 38
Pubblica amministrazione e acquisti 39
Articolo 1 comma 583 Acquisti e negoziazioni della Pubblica Amministrazione 39
Accantonamento risorse del bilancio dello Stato 40
Articolo 1 commi 624 e 625 Accantonamento di 1 miliardo di euro per il 2020 e
monitoraggio dei saldi di finanza pubblica 40
Integrazione del Fondo contratti del personale dello Stato – Rinnovo contrattuale
Sintesi contenuto | Il comma 127 incrementa di 325 milioni di euro per il 2020 e di 1,6 milioni di euro dal 2021 i finanziamenti per rinnovare i contratti nazionali per il triennio 2019- 2021 del pubblico impiego e del personale statale in regime di diritto pubblico. In particolare, gli importi degli oneri già stabiliti dalla precedente Legge di Bilancio sono cosi modificati: 1.750 milioni di euro per il 2020 (in luogo dei 1.425 milioni attualmente previsti); 3.375 milioni di euro annui dal 2021 (in luogo dei 1.775 milioni attualmente previsti). Tali risorse comportano un incremento delle retribuzioni medie complessive del personale appartenente al settore Stato pari all’1,3 per cento per il 2019, all’2,01 per cento per il 2020 e al 3,72 per cento a decorrere dal 2021. Gli incrementi contrattuali relativi al personale dipendente delle amministrazioni, istituzioni ed enti pubblici diversi dall’amministrazione statale, quantificabili in complessivi 940 milioni di euro per il 2019, 1.418 milioni per il 2020 e 2.689 milioni dal 2021 sono posti a carico dei rispettivi bilanci. Detti importi sono comprensivi dell’indennità di vacanza contrattuale e dell’elemento perequativo una tantum previsto per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche nonché dei fondi accessori al personale del comparto Sicurezza-Difesa. |
Il nostro giudizio | Si tratta di stanziamenti largamente insufficienti che consentono a regime un incremento delle retribuzioni poco superiore l’inflazione. Inoltre, la percentuale effettiva di aumento delle retribuzioni medie scenderebbe al 3% se ai 3,375 miliardi di euro stanziati a regime dovesse essere sottratto (oltre quanto predestinato alle forze di sicurezza), quanto necessario per mantenere l’elemento perequativo attribuito a circa il 43 % dei lavoratori del comparto visto che il valore medio delle retribuzioni del comparto istruzione e ricerca è significativamente inferiore a quello medio delle altre pubbliche amministrazioni. Le conseguenze sarebbero evidenti: l’aumento medio di meno di 80 euro medi mensili diminuirebbe di oltre 10 euro. In altre parole siamo lontanissimi dall’obiettivo di equiparazione dei salari del comparto Istruzione e Ricerca a quelli dei colleghi europei. Non sono previste risorse per la valorizzazione del personale, aspetto qualificante delle linee guida unitarie per il rinnovo del CCNL. Allo stato attuale non vi è traccia degli impegni assunti nell’accordo del 24 aprile che prevedeva per l’università e la ricerca anche un intervento normativo per consentire maggiore flessibilità nella costituzione e utilizzo dei fondi del salario accessorio (cosa invece che è stata prevista per altri comparti). È da tener presente che, analogamente a quanto verificatosi nello scorso rinnovo contrattuale, non è previsto alcun finanziamento aggiuntivo al FFO e FOE per coprire le spese che verranno sostenute dagli atenei e dagli Enti di Ricerca per l’adeguamento delle retribuzioni. |
Le nostre proposte | Al fine di conseguire un “aumento a tre cifre” degli stipendi, necessita, per il comparto, un significativo finanziamento aggiuntivo. Al tempo stesso devono essere: - individuate specifiche risorse per la valorizzazione del personale del comparto; - incrementate le risorse per la contrattazione integrativa; - apportate modifiche al DLgs 165/01 che consentano di contrattare l’organizzazione del lavoro e superare le grandi difficoltà di applicare nelle università e negli enti di ricerca diversi istituti del contratto vigente. |
Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti
Sintesi contenuto | Viene costituito un «Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti» con una dotazione di 3 miliardi di euro per l’anno 2020 e di 5 miliardi di euro annui a decorrere dal 2021. L’attuazione della riduzione del carico fiscale viene demandata a successivi interventi normativi. |
Il nostro giudizio | La riduzione del cosiddetto cuneo fiscale, ossia la differenza tra il costo del lavoro sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta percepita dal lavoratore, per il lavoro dipendente, insieme alle misure per la lotta all’evasione fiscale, rappresenta senza dubbio uno degli aspetti più rilevanti di discontinuità della manovra di bilancio 2020 rispetto alle politiche dei governi degli ultimi anni. Si tratta pertanto di un intervento sicuramente positivo: per la prima volta si prevede un alleggerimento del carico fiscale a favore del lavoro dipendente, a differenza del recente passato in cui incentivi e riduzioni erano solitamente a vantaggio dei datori di lavoro. |
Le nostre proposte | Come sostenuto dalla CGIL negli incontri politici con il Presidente del Consiglio, oltre a difendere da possibili incursioni le risorse stanziate, occorre entrare nel merito dell’attuazione della norma. Premesso che le risorse devono essere progressivamente incrementate, a tal fine per il 2021 il fondo dovrebbe essere aumentato da 5 a 6 miliardi, occorre definire meglio la platea dei beneficiari che deve essere ampliata ai lavoratori con un reddito fino a 35.000 euro annui di reddito. |
Sintesi contenuto | Le risorse de cosiddetto “bonus docenti”, già presenti nel fondo per il miglioramento dell’offerta formativa delle singole scuole e destinate alla valorizzazione del personale docente, sono utilizzate dalla contrattazione integrativa in favore del personale scolastico (docente e ATA), senza ulteriore vincolo di destinazione. |
Il nostro giudizio | È sicuramente positivo il fatto che le risorse dapprima finalizzate al “bonus docenti”, poi confluite – per effetto del CCNL 2018 - nel fondo per il miglioramento dell’offerta formativa di scuola per la valorizzazione del personale docente, confluiscano nel fondo delle istituzioni scolastiche senza vincolo di destinazione. Questo comporta che dette risorse (circa 142 mln) potranno essere utilizzate sulla base dei criteri definiti nella contrattazione integrativa di scuola a beneficio del personale scolastico, sia docente che ATA. Di conseguenza viene meno il ruolo che il Comitato di valutazione di scuola era chiamato a svolgere nel definire i criteri per la valorizzazione dei docenti. In questo modo si annullano definitivamente gli effetti di un aspetto della legge 107/15, ovvero il bonus premiale, che è stato fortemente avversato dai docenti. |
Le nostre proposte | Alla luce delle modifiche intervenute circa la diversa finalizzazione delle risorse del “bonus”, occorre modificare anche la norma sulla composizione e le competenze del Comitato di valutazione di scuola che vanno ricondotte a come erano definite nel TU della scuola prima delle modifiche effettuate dalla legge 107/15. In particolare, la composizione va limitata al solo personale docente e la competenza va circoscritta essenzialmente alla valutazione dell’anno di prova dei docenti neo-assunti. |
Stabilizzazione dell’organico dell’autonomia – posti di sostegno
Sintesi contenuto | Il comma prevede lo stanziamento di 116,08 milioni nel triennio 2020-2022 (di cui 12.06 milioni per l’anno 2020, 54,27 milioni per il 2021 e 49,75 milioni per il 2022) che vanno ad aggiungersi a quelli già definiti dalle leggi di bilancio 2017 (legge 232/16) e 2018 (legge 205/17): lo stanziamento serve alla stabilizzazione di posti di sostegno in organico di diritto. Saranno distribuiti territorialmente per ottemperare ai provvedimenti giudiziari notificati al MIUR entro il 31 agosto 2019. |
Il nostro | Il provvedimento va sicuramente nella giusta direzione, perché la Scuola, ed in |
giudizio | particolare l’insegnamento sui posti di sostegno, ha bisogno di stabilità. La |
didattica sui posti di sostegno incrocia esigenze della persona che sono tutelate | |
da legge, pertanto l’Amministrazione è spesso soccombente nel momento in cui | |
non ottempera alle disposizioni in materia di organici. Negli ultimi anni la scelta | |
è stata quella di agire sempre in “organico di fatto” attraverso l’autorizzazione | |
di decine di migliaia di posti (mediamente 40.000 nell’ultimo triennio, addirittura | |
più di 70.000 ad ottobre di quest’anno). | |
Appare evidente che lo stanziamento messo in legge di bilancio, in una | |
prospettiva triennale, non può soddisfare le reali richieste dal momento che | |
potranno essere garantite soltanto 1.090 stabilizzazioni di posti di | |
sostegno, poca cosa se raffrontata al necessario contingente annuale. | |
Le nostre | È necessario stabilizzare tutti i posti autorizzati sull’organico di fatto |
proposte | (corrispondente ad un adeguamento di circa 15.000 di posto comune + |
mediamente 50.000 di posti di sostegno). | |
La stabilizzazione sul sostegno deve essere inoltre sostenuta dall’attivazione di | |
percorsi di specializzazione per la didattica su posti di sostegno, dal momento | |
che, all’atto delle immissioni in ruolo, negli ultimi due anni soltanto il 10% dei | |
posti messi a disposizione ed autorizzati è stato coperto da titolari (circa 1.500 | |
posti all’anno), vista la carenza di docenti specializzati. |
Incremento dell’organico di potenziamento – scuola dell’infanzia
Sintesi contenuto | Il comma prevede un incremento pari a 390 unità della dotazione dell’organico di potenziamento della Scuola dell’Infanzia, da ripartirsi tra le regioni. |
Il nostro | Si tratta di un’operazione necessaria: la definizione di un adeguato organico di |
giudizio | potenziamento dell’Infanzia è consequenziale al passaggio all’organico |
dell’autonomia. L’operazione, iniziata dalla “Buona Scuola” (2015), ha | |
interessato l’organico dei docenti della Scuola Primaria e Secondaria di I e II | |
grado. Solo lo scorso anno si è provveduto a dare inizio all’adeguamento | |
dell’organico dell’Infanzia con un primo contingente di 800 posti ricavati però | |
dai posti dell’organico della Scuola Secondaria di II grado destinati al | |
potenziamento, dunque lasciando inalterato il tetto definito dalla tabella A della | |
legge 107/15 che definisce l’organico del potenziamento per tutti i gradi di scuola | |
e per il sostegno a 48.812 unità. | |
Non è ancora chiaro se anche quest’anno l’operazione avverrà con la stessa | |
modalità. | |
Le nostre | A fronte di queste disponibilità di superamento di uno dei tanti limiti della “Buona |
proposte | Scuola”, è necessario guardare all’intero percorso di studio e predisporre |
l’adeguamento dell’organico-docenti di ogni grado di scuola, ma anche del | |
personale educativo e del personale ATA, per rispondere ai bisogni di | |
funzionamento degli istituti, alla qualità dell’insegnamento, ma soprattutto per | |
garantire una adeguata risposta alle reali necessità espresse dal contesto | |
formativo dei territori. |
Sintesi contenuto | L’autorizzazione di spesa per l’attuazione del Piano Nazionale di Formazione è incrementata di 12 milioni di euro per l’anno 2020 e di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022 al fine di prevedere: a) misure volte al potenziamento della qualificazione dei docenti in materia d’inclusione scolastica, nel limite di spesa di 11 milioni di euro per l’anno 2020; b) misure volte al potenziamento della qualificazione dei docenti in materia di prevenzione e contrasto al bullismo cyberbullismo, nonché in materia di insegnamento dell’educazione al rispetto e della parità dei sessi per sensibilizzare gli studenti sui temi della non violenza e del contrasto ad ogni forma di discriminazione, nel limite di spesa di 1 milione di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2022. |
Il nostro giudizio | L’obiettivo di fornire ai docenti gli strumenti necessari per sostenere l’inclusività della comunità scolastica, sviluppare potenzialità e competenze, in particolare quelle di cittadinanza attiva, garantendo il rispetto delle pari opportunità per tutti, contrastando fenomeni di bullismo e ogni altra forma di violenza o discriminazione, è auspicabile e condivisibile. |
Le nostre proposte | Lo stanziamento di risorse per la sola componente docente non tiene conto della complessità dei processi di inclusione e della relazione educativa che riguardano l’intera comunità educante. È opportuno includere il personale ATA nei progetti formativi in materia di inclusione e affidare i criteri di ripartizione e destinazione delle risorse alla contrattazione nazionale ai sensi delle specifiche disposizioni previste dal CCNL “Istruzione e Ricerca”. |
Incremento risorse Piano Nazionale Scuola Digitale | |
Sintesi contenuto | Per l’anno 2020, è previsto l’aumento delle risorse, pari a 2 milioni di euro, destinate all’innovazione digitale nella didattica nell’ambito del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD). Le risorse nazionali del PNSD sono le seguenti: - fondo per l’innovazione digitale e la didattica laboratoriale: 15 milioni di euro annui; - spese per l’innovazione digitale e la didattica laboratoriale: 9,9 milioni di euro incrementati a 11,9 milioni di euro per il 2020, 11,34 milioni per il 2021, 13,5 milioni di euro per il 2022. A tali risorse si aggiungono per il triennio 2019-2021, 10 milioni di euro all’anno per le spese per la digitalizzazione dei laboratori nelle scuole provenienti dal riparto del Fondo per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato (qui un approfondimento). |
Il nostro giudizio | Largamente insufficienti sono gli interventi previsti in tema di Piano nazionale Scuola Digitale che si riducono unicamente a un incremento di due milioni di euro per il solo 2020 delle risorse relative alle spese per l’innovazione digitale e la didattica laboratoriale, che si aggiungono all’attivazione di équipe a supporto delle istituzioni scolastiche introdotta dalla Legge di Bilancio 2019. In perfetta continuità con il recente passato si conferma che il PNSD ha come riferimento quasi esclusivo i fondi strutturali e di investimento europei e in particolare il PON Per la Scuola. |
Le nostre proposte | Tenuto conto che l’attuale Piano Nazionale Scuola Digitale adottato con il Decreto Ministeriale 851/15 termina la sua vigenza nel 2020, riteniamo indispensabile: - modificare profondamente le norme previste dalla legge 107/15 e rivedere l’intero impianto del documento a partire dalle criticità emerse in questi anni in cui sono prevalsi fondamentalmente gli aspetti amministrativi/gestionali/organizzativi rispetto all’attivazione di processi di condivisione degli obiettivi e delle attività; - consentire un’ampia partecipazione delle scuole all’elaborazione del documento e superare la prassi di gruppi di lavoro ristretti a autoreferenziali; - incrementare in maniera significativa le risorse nazionali evitando che gran parte dell’attuazione del Piano avvenga a valere sui finanziamenti europei; - mettere la parola fine a interventi estemporanei e scoordinati che tanto disorientamento hanno creato nelle istituzioni scolastiche; - supportare le scuole in difficoltà, al fine di evitare che aumentino le distanze tra istituzioni che già per conto proprio hanno attivato processi di innovazione digitale nella didattica e scuole in ritardo nella realizzazione di questi processi; - utilizzare la formazione diffusa utilizzando personale della scuola che quotidianamente opera su tematiche legate ai processi di digitalizzazione. |
Proroga dei comandi fuori ruolo docenti e dirigenti – ex art. 26 legge 448/98 | |
Sintesi contenuto | Il comma prevede la sospensione fino al 1° settembre 2021 degli effetti dell’art.1 comma 330 della legge 190/14, dunque permette anche per l’anno 2020/2021 la possibilità di conferire 150 comandi a docenti e dirigenti di ruolo, 100 dei quali presso gli enti e le associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psico-sociale e 50 presso associazioni professionali ed enti che operano nel campo della formazione e ricerca educativa e didattica. |
Il nostro giudizio | La proroga è senza dubbio un fatto positivo. Tuttavia per dare più importanza ai contesti in cui vengono collocati in comando questi docenti / dirigenti e il valore del loro operato occorre rendere meno precaria la ragione dell’azione prestata. |
Le nostre proposte | Un lavoro proficuo, soprattutto se imperniato sulla progettualità di interventi, deve avere una prospettiva temporale utile e non può prescindere da una durata certa e pluriennale all’atto dell’incarico. |
Sintesi contenuto | Il comma 280 (inserito nel corso dell’esame al Senato) reca l’autorizzazione di spesa volta all’immissione in ruolo, a decorrere dall’a.s. 2020/2021, di ulteriori unità di personale - rispetto a quelle previste nel DL 126/2019 (art. 2, comma 5, lett. f) per 45 unità) - che hanno superato la procedura di selezione per la stabilizzazione avviata con la Legge n. 205/2017 (art. 1, commi 622-627 per 305 unità) e che svolgevano funzioni corrispondenti a quelle di collaboratori scolastici, titolari di contratti attivati dall’Ufficio Scolastico provinciale di Palermo (prorogati ininterrottamente). Al contempo, si prevede un incremento dell’organico dei collaboratori scolastici pari a 119 unità nella regione Sicilia. L’autorizzazione di spesa è pari a € 1,135 mln nel 2020 ed € 3,405 mln annui dal 2021. |
Il nostro giudizio | Riteniamo giusta la misura che prevede l’ulteriore internalizzazione per coloro che avevano superato la procedura selettiva e che non erano rientrati nelle assunzioni previste dalla legge di bilancio 2018. |
Le nostre proposte | È indispensabile che la stabilizzazione sia completata per tutto il personale esternalizzato, prevedendo la trasformazione a tempo pieno dei contratti part- time per tutto il personale ATA ex xx.xx.xx. che già è stato assunto nelle scuole. Non è tollerabile che, a parità di mansioni all’interno delle istituzioni scolastiche, permangano condizioni lavorative e trattamenti economici diversificati che creano disuguaglianze e disparità tra i lavoratori. |
Sintesi contenuto | Viene confermata, per l’accesso ai posti di coordinatore di struttura educativa, la validità dei titoli conseguiti entro la data di entrata in vigore del DLgs 65/17, istitutivo del sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita a 3 anni. |
Il nostro giudizio | La norma interviene a integrare e chiarire l’art. 14 del DLgs 65/17, che riconosce per l’accesso ai posti di educatore dei servizi per l’infanzia la validità dei titoli conseguiti nell’ambito delle specifiche normative regionali entro l’entrata in vigore del decreto stesso (31 maggio 2017), senza menzionare il ruolo di coordinatore. Ricordiamo che, con la circolare del 08/08/18, il MIUR ha rimediato al “vuoto temporale” creatosi dalla data di entrata in vigore del Decreto fino all’anno scolastico 2019/2020, confermando la validità dei titoli conseguiti prima dell’attivazione da parte delle Università degli indirizzi specifici della Laurea L- 19 e dei corsi di specializzazione per i laureati in Scienze della formazione primaria. |
Articolo 1 commi 389, 390, 391, 392
Contributi alle scuole e agli studenti per l’acquisto di abbonamenti a quotidiani, periodici e riviste scientifiche e di settore
Sintesi contenuto | Dall’anno 2020, - le scuole pubbliche di ogni ordine e grado, che acquistano uno o più abbonamenti a quotidiani e periodici, riviste scientifiche e di settore, anche in formato digitale, riceveranno un contributo fino all’90% della spesa sostenuta entro l’anno precedente. Il contributo verrà assegnato, tramite un bando annuale, emanato con decreto del Capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio - le istituzioni scolastiche statali e paritarie che adottano programmi per la promozione della lettura critica e l’educazione ai contenuti informativi, nell’ambito dei Piani per l’offerta formativa rivolti ai frequentanti la scuola secondaria di primo grado, riceveranno un contributo fino al 90 per cento della spesa per l’acquisto di uno o più abbonamenti a quotidiani, periodici e riviste scientifiche e di settore, anche in formato digitale. Il contributo verrà assegnato, tramite un bando annuale, emanato con decreto del Capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio - gli studenti frequentanti le scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie che partecipano a programmi per la promozione della lettura critica e l’educazione ai contenuti informativi nell’ambito dell’istituzione scolastica di appartenenza, possono concorrere, per il tramite delle istituzioni scolastiche, all’assegnazione di un contributo per l’acquisto di abbonamenti a quotidiani o periodici, anche in formato digitale, accessibile mediante piattaforma di erogazione voucher in forma virtuale associata alla Carta dello Studente “IoStudio”. In via sperimentale, per il primo anno scolastico di applicazione, i contributi sono destinati agli studenti frequentanti la prima classe della scuola secondaria superiore di secondo grado I contributi sono concessi per un importo non superiore a 20 milioni di euro annui a decorrere dal 2020. |
Il nostro giudizio | Riteniamo positiva l’erogazione di questo contributo a favore delle scuole e degli studenti della secondaria di II grado, nonostante l’insufficienza del budget e le modalità di attribuzione. |
Le nostre proposte | Siamo del parere che tutti i fondi destinati all’attività didattica e amministrativa delle scuole dovrebbero confluire nel fondo di funzionamento assegnato annualmente dal MIUR, con parametri nazionali. Così si eviterebbe la parcellizzazione dei fondi e la loro attribuzione su bandi/progetti che comportano un inutile lavoro compilativo per le segreterie e docenti. |
Riduzione spese per garantire gli esoneri o i semi-esoneri dal servizio per i supervisori di tirocinio
Sintesi contenuto | Le Legge di Xxxxxxxx interviene sulle previsioni di spesa relative agli esoneri dal servizio destinati ai supervisori di tirocinio, figure coinvolte sia nei corsi di Scienze della Formazione Primaria, che nei percorsi abilitanti per la scuola secondaria. L’importo per il 2020 è ridotto da 25,8 a 11,6 milioni. |
Il nostro giudizio | La riduzione di spesa per i supervisori di tirocinio prevista per il 2020, anno in cui secondo l’intesa stipulata con il Ministro Fioramonti il 1° ottobre dovranno essere avviati i percorsi abilitanti a regime per la scuola secondaria è un segnale molto negativo, che smentisce gli impegni assunti dal MIUR. I supervisori di tirocinio hanno un ruolo centrale anche nei percorsi di Scienze della formazione primaria e nei TFA su sostegno, tutti ambiti formativi su cui come FLC CGIL abbiamo chiesto di aumentare i posti disponibili in accesso, un obiettivo evidentemente incompatibile con una riduzione della spesa prevista dalla Legge di Bilancio. |
Le nostre proposte | Ripristinare la spesa prevista originariamente e se possibile incrementarla, in quanto le attività laboratoriali di tirocinio indiretto coordinate dai supervisori hanno un ruolo centrale nei percorsi formativi in ingresso dei futuri insegnanti, che va a nostro avviso rafforzato. |
Incremento fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici
Sintesi contenuto | Il comma prevede lo stanziamento di 30 milioni di euro lordo stato (pari a 21.679433,4 lordo dipendente) da iscrivere in un’apposita sezione del fondo del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) per i contratti delle amministrazioni statali da destinare al Fondo Unico Nazionale (FUN) dei dirigenti scolastici. |
Il nostro giudizio | Il MEF (Ufficio Centrale di Bilancio, UCB, presso MIUR) ha contestato le modalità con le quali è stato applicato l’art. 23 del Decreto Legislativo 75/2017 per la costituzione del FUN 2017/2018 dei dirigenti scolastici, imponendo al MIUR una interpretazione estremamente restrittiva, dopo un lungo e infruttuoso periodo di interlocuzione che ha ritardato di due anni il decreto di costituzione del fondo. Il comma 255 prevede, infatti, che l’ammontare complessivo delle risorse annualmente destinate al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, non possa superare l’importo determinato per il 2016. Il FUN 2016 ammonta a 158.285.355,14 lordo dipendente il rilievo UCB ha imposto invece una rideterminazione di quel fondo a 140.199.447,06. In tal modo sono stati sottratti al fondo circa 18 milioni di euro annui a partire dal 2017/2018. Tale decurtazione, unita al maggiore fabbisogno di risorse a seguito dell’assunzione di 2000 neo dirigenti dal 1° settembre 2019, provocherà al FUN 2019/2020 un’incapienza di circa 38 milioni di euro lordo stato (pari a 27.460.615,70 lordo dipendente). La situazione è stata oggetto di una specifica richiesta unitaria dei segretari generali della FLC CGIL, CISL, UIL e SNALS in una lettera al Ministro del 16 ottobre scorso e di un impegno sottoscritto nell’Intesa firmata dal vice ministro Xxxxxx con le organizzazioni sindacali rappresentative della dirigenza scolastica il 29 ottobre 2019. Lo stanziamento, giustificato nel testo come “incremento della retribuzione di posizione parte variabile e di risultato dei dirigenti scolastici”, non è in realtà un incremento ma lo stanziamento necessario ad evitare l’arretramento delle retribuzioni dei dirigenti scolastici. |
Le nostre proposte | Incrementare lo stanziamento di ulteriori 8 milioni di euro, come da impegni presi dalla vice ministro Xxxxxx, per mantenere gli attuali livelli retributivi medi annuali dei dirigenti scolastici. |
Edilizia scolastica
Articolo 1 commi da 29, lett. b) e fino al comma 37; articolo 1 commi 51-58;
articolo 1 commi 63-64
Sintesi contenuto | I commi indicati prevedono interventi in materia di messa in sicurezza ed efficientamento degli edifici pubblici in particolare anche degli edifici scolastici, di proprietà dei comuni, delle province, delle Città Metropolitane. Le norme approvate indicano le risorse complessive, le modalità di accesso ai fondi, la tempistica di ricevimento ed i controlli che lo Stato esercita su questi fondi. In particolare vengono destinate risorse anche per lo “sviluppo territoriale sostenibile”, cioè per finanziare la mobilità pubblica, abbassando utilizzo di mezzi propri e per finanziare interventi sugli asili nido. |
Il nostro giudizio | Indubbiamente risorse importanti vengono destinate all’edilizia scolastica e all’efficientamento energetico, ma nel tentativo di dare qualcosa a tutti in realtà non si assegnano risorse sufficienti a risolvere in maniera strutturale i problemi. Ad esempio ad un comune con popolazione tra 20 e 50 mila abitanti si può assegnare una cifra pari a 130.000 euro: con questa cifra rispetto ai 7/10 edifici scolastici che possono essere presenti in quel comune si potrà effettuare interventi di modesta entità, rispetto ai problemi strutturali esistenti. Se i comuni stessi non sono nelle condizioni di fare investimenti integrativi, questi risulteranno insufficienti per dare risposte strutturali. Infatti la costruzione di una nuova scuola costa da 1/1,5 milioni in su, mentre la ristrutturazione di un edifico esistente potrà costare 500/700 mila €. Le modalità di accesso ai fondi e la loro erogazione passa spesso attraverso il parere di almeno 2 ministeri in più sequenze, a distanza di mesi/anni tra l’avvio dei lavori e la loro rendicontazione. Si rischia la dispersione dei fondi e quindi la loro inefficacia. |
Le nostre proposte | Occorre che l’osservatorio sull’Edilizia Scolastica renda trasparente l’anagrafe degli edifici, fotografandone le condizioni. L’osservatorio in questa maniera potrà individuare le priorità in base alla gravità della situazione e alle effettive risorse messe a disposizione. Regione per regione le risorse statali potranno essere integrate dagli EE.LL. programmando interventi davvero risolutivi. Devono essere individuate modalità più semplici seppur rigorose nella attribuzione dei fondi: i troppi passaggi rendono talvolta non utilizzabili i fondi stessi. Non ci sono fondi specifici sulla produzione delle certificazioni di agibilità degli edifici pubblici e comunque dei provvedimenti necessari a metterli a norma: tale esercizio sarebbe opportuno per una adeguata programmazione degli interventi. Chiediamo lo stanziamento di specifici finanziamenti per la formazione sulla sicurezza e restiamo impegnati per la modifica del DLgs 81/08. |
Fondo per edifici destinati ad asili nido e scuole dell’infanzia | |
Sintesi contenuto | È istituito nello stato di previsione del Ministero degli Interni un fondo di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2023 e di 200 milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2034 per il finanziamento degli interventi relativi ad opere pubbliche di messa in sicurezza, ristrutturazione o costruzione di edifici di proprietà dei comuni destinati ad asili nido, scuole dell’infanzia e centri polifunzionali per i servizi alla famiglia. Entro il 30 giugno 2020 è prevista l’istituzione di una cabina di regia per il monitoraggio dello stato di realizzazione dei singoli progetti. La cabina - istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell’ambito delle risorse (umane, strumentali e finanziarie) disponibili a legislazione vigente - è presieduta dal Capo del Dipartimento per le politiche della famiglia ed è composta da un rappresentante del Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie, da un rappresentante per ciascuno del Ministero dell’interno, del Ministero dell’economia e delle finanze, del Ministero dell’istruzione, dell’Università e della ricerca, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e da un componente designato dalla Conferenza unificata. |
Il nostro giudizio | Bene, come avevamo già detto, che su questo settore si destini risorse importanti, non solo per attenuare i costi del servizio ma anche per implementare l’offerta e costruire ambienti accoglienti didatticamente. Occorre definire priorità di intervento, affinché la destinazione delle risorse ai servizi integrativi avvenga in subordine rispetto alla diffusione e qualificazione di scuole dell’infanzia e asili nido, che rappresentano le uniche istituzioni a garanzia del diritto all’educazione e all’istruzione delle bambine e dei bambini dalla nascita a sei anni. Bene anche l’istituzione di una cabina di regia presso la presidenza del consiglio che effettui un monitoraggio sugli interventi e ne segua il percorso facilitandone gli adempimenti. Era una richiesta della FLC CGIL la costituzione di una cabina di regia, ma non solo per interventi relativi a questo settore. È vero le competenze di questi ordini di scuola sono molteplici: enti locali, ministeri vari, personale con varie professionalità. Ma questi intrecci caratterizzano tutti gli ordini di scuola: noi chiedevamo una cabina di regia che monitorasse tutti gli interventi sulle opere pubbliche destinate ai settori della conoscenza a partire dai luoghi dove permangono gli studenti, piccoli o grandi. Importante che la cabina di regia supporti gli enti proprietari nelle procedure di realizzazione delle gare, nella progettazione, nella realizzazione dei lavori. Solo la presidenza del consiglio può realizzare queste condizioni. Per questo tale modalità va estesa a tutti gli interventi in materia di sicurezza e efficientamento degli edifici. |
Le nostre proposte | L’urgenza di affrontare il problema della carenza delle istituzioni educative per l’infanzia richiederebbe tempi di intervento ben più rapidi. Il progetto, a così lunga distanza, rischia di trascurare nell’immediato intere generazioni di bambine e bambini, aggravando disuguaglianze e povertà educativa che rappresentano le nuove emergenze sociali del nostro Paese. |
Articolo 1 commi 258, 259 e 260
Interventi di edilizia scolastica e norme di semplificazione delle procedure
Sintesi contenuto | Assegnati al MIUR 10 milioni di euro per l’annualità 2023 provenienti dal fondo di finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Al fine di accelerare gli interventi di progettazione, per il periodo 2020-2023, gli incarichi di progettazione sono affidati secondo le procedure di affidamento diretto previste dal codice dei contratti pubblici, in relazione ai contratti sotto soglia, fino alle soglie comunitarie previste per le forniture e i servizi. Inoltre vengono introdotte norme per l’accelerazione e la semplificazione delle procedure per ottenere pareri, visti e nulla osta. |
Il nostro giudizio | Ci sembra una norma corretta che obbliga ad evadere le pratiche in tempi certi, senza blocchi strumentali della realizzazione dei progetti. |
Completamento “scuole innovative” e costruzione Poli per l’Infanzia
Sintesi contenuto | Le economie derivanti dalle risorse non assegnate ai fini della messa in sicurezza degli edifici scolastici di cui alla legge 98/13 sono destinate, su segnalazione dell’INAIL, per favorire il completamento delle scuole innovative di cui all’articolo 1, commi 153 e 154, della legge 13 luglio 2015, n. 107, per la costruzione di scuole, nonché in favore di progetti finanziati solo parzialmente con le risorse attribuite alle singole regioni in attuazione della richiamata normativa. Tali risorse possono inoltre essere utilizzate anche per eventuali progetti in graduatoria non interamente finanziati, con riguardo alla realizzazione dei poli per l’infanzia di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65. |
Il nostro giudizio | È condivisibile il recupero delle economie per incrementare le risorse per la sicurezza, la qualificazione, l’efficientamento energetico degli edifici scolastici, la cui condizione richiede un impegno finanziario di entità straordinaria. Riteniamo auspicabile la realizzazione dei poli per l’infanzia nell’ottica di un potenziamento strutturale che favorisca l’accesso delle bambine e dei bambini agli asili nido e alle scuole dell’infanzia e la qualificazione dell’offerta formativa di cui gli spazi e gli ambienti costituiscono elemento imprescindibile. Condividiamo l’obiettivo di garantire la continuità progettuale ed educativa tra 0-3 e 3-6, senza correre il rischio di una separazione anche fisica dalle scuole successive. In questo senso gli interventi sui poli per l’infanzia non possono mortificare o dimenticare le esperienze di curriculum verticale tipiche degli istituti comprensivi. Tali processi devono inevitabilmente tenere insieme l’esperienza di prospettiva del segmento 0-6, in cui finalmente anche il nido rappresenta un percorso educativo, con l’esperienza di continuità didattica 3- 14. |
Le nostre proposte | È urgente prevedere un’anagrafe degli edifici, che ne fotografi le condizioni e fornisca gli elementi per definire le priorità di intervento, evitando la dispersione dei fondi e, quindi, la loro inefficacia. Per quanto riguarda i poli per l’infanzia, è opportuno che la loro costruzione concorra all’obiettivo di diffusione dei nidi e alla generalizzazione/valorizzazione della scuola dell’infanzia all’interno del sistema pubblico di istruzione. Riteniamo pertanto che le risorse debbano essere destinate per l’attivazione di nuove sezioni di nido comunali a gestione diretta e di scuola dell’infanzia statale e/o comunale, preferibilmente allocate presso le direzioni didattiche e gli istituti comprensivi. |
Articolo 1 commi 263 e 264 Efficientamento energetico edifici scolastici | |
Sintesi contenuto | Con decreto del Ministro dell’istruzione, è definito un piano nazionale di interventi di efficientamento energetico degli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico che abbiano già tutti i requisiti della sicurezza strutturale, individuati anche in base a criteri che tengano conto - del consumo energetico - della stima del risparmio energetico - della riduzione dei costi di gestione per gli enti locali proprietari o gestori; - della popolazione scolastica presente; - dell’ampiezza degli edifici. Le risorse disponibili sono pari a 40 milioni (20 milioni per il 2022 e altrettanti per il 2023) e l’attuazione avviene con il supporto della Banca Europea degli investimenti, anche attraverso la costituzione di Energy Service Company (ESCo). |
Il nostro giudizio | Ci sembra corretta la determinazione di assegnare questi fondi specifici solo alle scuole già a norma sulle certificazioni di agibilità e sul rispetto delle norme edilizie. Il provvedimento permette di realizzare strutture a norma sotto tutti gli aspetti: riteniamo auspicabile la filosofia che mentre si interviene sulle emergenze si valorizzino realtà già parzialmente a norma. L’efficientamento energetico non solo valorizza il patrimonio pubblico in termini di sicurezza, ma può essere un esempio di edilizia ecosostenibile su cui allineare tutte le strutture |
Aumento del fondo per il finanziamento ordinario delle università
Sintesi contenuto | Il comma 861 prevede un aumento per il Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO) di € 5 mln nel 2021, € 15 mln nel 2022, € 25 mln nel 2023, € 26 mln nel 2024, € 25 mln per ciascuno degli anni 2025 e 2026 ed € 46 mln annui a decorrere dal 2027. Il comma 354 prevede un ulteriore incremento del FFO, a decorrere dal 2020 di € 1 mln dal 2020, finalizzato alla promozione di corsi di studi di genere nelle università. |
Il nostro | Si tratta di un aumento assolutamente inadeguato, irrisorio, un “incremento” |
giudizio | per modo di dire, visto che coprirà e solo dal 2027, a malapena il 25% |
dell’incremento delle spese del personale determinato dal rinnovo del CCNL | |
2016-2018! | |
Il sistema universitario italiano ha attraversato la grande crisi iniziata nel 2007 | |
non solo con una trasformazione normativa (legge 240 del 2010), ma anche con | |
un radicale definanziamento. Il solo FFO dell’Università negli ultimi 10 anni ha | |
complessivamente subito tagli per oltre 5,2 miliardi di euro, quasi il 7,5% delle | |
risorse complessive. Un taglio che è corrisposto alla sostanziale riduzione del | |
personale di ruolo negli Atenei (tra il 15 ed il 20% sia di quello docente che di | |
quello tecnico amministrativo), con lo sviluppo di un precariato strutturale, la | |
diffusione di appalti ed esternalizzazione dei servizi, una contrazione | |
complessiva della comunità universitaria (i dottorandi sono passati da quasi | |
14.000 a circa 9.000; gli studenti erano quasi 1.800.000 nel 2010 ed oggi non | |
hanno ancora raggiunto quella cifra). | |
L’Italia è stato tra i pochissimi paesi (più della Spagna e seconda solo alla Grecia) | |
a rispondere alla crisi mondiale riducendo con questa costanza ed entità i fondi | |
pubblici per la formazione e la ricerca. Una scelta miope ed irresponsabile, | |
in una fase storica dove lo sviluppo è sempre più intrecciato con la conoscenza | |
e la ricerca. E, soprattutto, dove la crescita delle disuguaglianze è sempre più | |
determinata dall’accesso ai saperi, cioè proprio alle conoscenze ed ai titoli di | |
studio superiori. Questa scelta, infatti, protratta per lunghi anni rischia di | |
incidere profondamente sia sulla struttura economica italiana sia sulla sua | |
coesione sociale. | |
Il FFO si colloca oggi intorno ai 7,5 miliardi di euro: sostanzialmente lo stesso | |
importo di dieci anni fa. Se teniamo conto dell’inflazione complessiva dell’ultimo | |
decennio (intorno al 12%, secondo l’indice CPI) il taglio delle risorse è ancor più | |
evidente: per tornare alle risorse reali del 2009, il FFO dovrebbe oggi arrivare | |
ad almeno 8,4 mld di euro. | |
Le nostre | A nostro parere non solo è imprescindibile tornare a finanziare il sistema |
proposte | universitario come un decennio fa, garantendo agli atenei i fondi di base |
indispensabili per garantire un corretto ed adeguato funzionamento ma è | |
altrettanto necessario porsi l’obbiettivo di aumentare progressivamente le | |
risorse a disposizione per arginare i danni prodotti da un decennio di mancato | |
sviluppo. Per questo è necessario assumere l’ottica di un piano straordinario | |
pluriennale di rilancio del sistema universitario nazionale, parallelo ad una | |
ridefinizione della sua struttura e della sua normativa di riferimento (a partire | |
dalla legge 240/10) in grado di corregge i disequilibri e le divergenze introdotte | |
in questi anni dalla scarsità delle risorse a disposizione e dall’implementazione | |
di una logica competitiva nel sistema universitario. Si ritiene quindi | |
indispensabile segnare una netta discontinuità nelle politiche sulla conoscenza, | |
cambiando decisamente rotta rispetto al finanziamento ordinario e alle modalità | |
(competitive e disequilibranti) con cui viene ripartito agli atenei (tornando ad | |
ampliare la quota base del FFO). Servirebbe quindi un incremento del FFO di un | |
miliardo e cinquecento milioni di euro a regime, da inserire nella quota base | |
degli Atenei per permettere di investire sui servizi legati alla didattica, all’edilizia | |
e al personale, anche relativamente alla copertura degli oneri derivanti | |
dall’aumento della retribuzione prevista da CCNL o leggi. |
Sintesi contenuto | Il comma 265 prevede un incremento di 31 milioni di euro per l’anno 2020, del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio. |
Il nostro giudizio | Si tratta di un incremento insufficiente e per di più limitato al solo anno 2020, che lascia sostanzialmente inalterato il grande ritardo del nostro Paese: in Italia circa il 10% di studenti beneficia di una borsa di studio, contro il 25% della Germania, il 30% della Spagna, il 40% della Francia. oltre a porre fine alla vergognosa situazione dell’idoneo-non beneficiario. Inoltre, data l’emergenza abitativa, sempre più evidente, e il numero sempre più crescente di non beneficiari di posto alloggio, si ritiene necessario implementare i finanziamenti statali per la costruzione di nuovi alloggi per la ristrutturazione delle strutture esistenti. |
Le nostre proposte | È urgente invertire la rotta che ha visto l’Italia scivolare verso l’ultimo posto tra i 28 paesi dell’UE come numero di giovani laureati. Serve pertanto una vera politica di investimenti sul diritto allo studio! Va incrementato il Fondo Integrativo Statale di almeno 200 milioni di euro in modo da poter cominciare ad ampliare il numero di borse oltre a porre fine alla vergognosa situazione dell’idoneo-non beneficiario. Inoltre, data l’emergenza abitativa e il numero sempre più crescente di non beneficiari di posto alloggio, si devono implementare i finanziamenti statali per la costruzione di nuovi alloggi e per la ristrutturazione delle strutture esistenti. Andrebbe anche elevato significativamente il limite ISEE della notax area. |
Articolo 1 commi da 240 a 248 e da 250 a 252 Istituzione dell’Agenzia Nazionale della Ricerca | |
Sintesi contenuto | Questi diversi commi prevedono e normano l’istituzione di un Agenzia Nazionale della Ricerca. In particolare, il comma 240 assegna le risorse in un apposito fondo del MIUR, da 25 milioni nel 2020 sino a 300 milioni annui dal 2022 (da 400mila euro a 4 milioni per il personale). Il comma 241 istituisce l’ANR, sotto la vigilanza del PdCM e del MIUR, con compiti generali di coordinamento delle attività di ricerca tra università, enti e istituti di ricerca pubblici (anche in funzione dell’internalizzazione e della partecipazione a iniziative europee), ma con lo specifico obbiettivo di sviluppare sinergie con il sistema economico-produttivo, pubblico e privato, anche in relazione con agli obiettivi di politica economica del Governo. Il comma 242 articola tre specifici obbiettivi dell’Agenzia: la promozione ed il finanziamento di progetti di ricerca (attuati anche da soggetti stranieri) su due ambiti particolari, lo sviluppo sostenibile e l’inclusione sociale; valuta l’impatto dell’attività di ricerca, tenendo conto dei risultati ANVUR; definisce un piano di semplificazione delle procedure amministrative e contabili relative ai progetti di ricerca. I commi da 243 a 248, ed il comma 250, definiscono gli organismi dell’Agenzia: il direttore (scelto dal PdCM), il comitato direttivo (8 membri, 4 scelti dai Ministeri, 4 da vari organismi come CRUI, CUN, Consulta Enti Ricerca e Accademia Lincei), il comitato scientifico (5 membri nominati dal Direttore, in una rosa di 25 proposta da una commissione), il collegio dei revisori (3 effettivi e 2 supplenti). Il comma 251 stabilisce che entro 90 giorni deve esser approvato lo statuto dell’Agenzia, tramite DPCM su proposta MIUR e di concerto con il MEF, in cui si definisca anche la dotazione organica dell’Agenzia, nel limite massimo di trentaquattro unità complessive. Il comma 252 stabilisce che entro 60 giorni devono esser definite alcune procedure di semplificazione delle procedure amministrative e contabili, con DPCM su proposta MIUR e di concerto con il MEF (e che l’ANR deve tener conto del suo piano a partire da queste semplificazioni). |
Il nostro giudizio | L’istituzione di questa Agenzia in una legge di Xxxxxxxx e con queste specifiche caratteristiche la riteniamo non solo un grave errore, ma anche un concreto rischio per l’autonomia, l’indipendenza e la libertà di ricerca in questo paese. Come sottolineato nei mesi scorsi durante la fase di discussione della Legge di Xxxxxxxx, riconosciamo in generale non solo l’utilità, ma anche la necessità di un coordinamento delle politiche di ricerca, come si ritiene urgente promuovere momenti e strutture di coordinamento dei finanziamenti alla ricerca provenienti dai diversi ministeri e dalle diverse agenzie governative (sulla falsariga anche di quello che avviene in altri paesi europei). Tali esigenze, però, devono prioritariamente salvaguardare la libertà della ricerca scientifica e della produzione dei saperi, che non è solo uno dei principi basilari della nostra Costituzione per le istituzioni di alta cultura, ma anche una condizione essenziale per la loro fioritura ed il loro reale sviluppo. L’agenzia invece, come definita da questi commi, è costruita sotto un diretto controllo ed un’esplicita subordinazione politica: sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con un direttore scelto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e con ben quattro su otto componenti del direttivo individuati da ministeri (e tra gli altri quattro si potrebbe a lungo discutere i criteri che hanno portato ad individuare come organismi di riferimento la Consulta dei direttori degli enti di ricerca, il CUN, l’Accademia dei Lincei ma anche un’associazione privata come la CRUI). Il Comitato scientifico, aggiunto nella discussione parlamentare come supposto organismo di garanzia e salvaguardia, non solo non ha previsto per legge un ruolo definito e conseguenti poteri, ma si presenta |
inserito nel quadro generale di una subordinazione gerarchica (con una nomina diretta da parte del Direttore dell’Agenzia), che mantiene saldamente al suo vertice la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Non solo: tra i compiti dell’Agenzia è stato esplicitamente inserito l’obbiettivo di sviluppare il rapporto tra ricerca e sistema produttivo in relazione alle politiche economiche definite dal governo. E non è posto nessun elemento di salvaguardia della libertà della ricerca e, in questo quadro, dei finanziamenti alla ricerca generale e di base. Per di più il finanziamento di trecento milioni, a fronte dell’assenza di risorse per i bilanci ordinari di enti di ricerca e università aggrava il giudizio negativo sul disegno dell’agenzia. Incredibile come in questo Paese sia difficile far capire che nessun credibile piano della ricerca può prescindere dalla necessità di finanziare una robusta infrastruttura di base. | |
Le nostre proposte | Riteniamo di conseguenza che qualunque intervento sulla regolazione e il coordinamento delle attività di ricerca, considerata la delicatezza e l’importanza della questione che interessa anche principi e libertà costituzionali, dovrebbe esser previsto in un intervento legislativo specifico (e non un articolo di una legge di bilancio). Permettendo così di sviluppare un ampio confronto e consenso nel suo iter parlamentare, a partire proprio dal coinvolgimento della comunità universitaria e scientifica a cui si rivolge. In ogni caso, qualunque organismo od Agenzia, dovrebbe esser strettamente connessa con gli organi di rappresentanza della comunità scientifica e garantire una quota fondamentale delle proprie risorse alla libera ricerca in ogni ambito disciplinare. Tale struttura di coordinamento potrebbe quindi dotarsi anche di uno strumento agenziale di “gestione” delle priorità e delle risorse, ma a partire dall’esplicito riconoscimento di queste salvaguardie e da una forte impronta di indipendenza e autonomia, con una governance che affidi ampio spazio alle componenti elettive della comunità scientifica di Università e Enti di Ricerca. Di conseguenza, i suoi organismi e la sua direzione dovrebbero esser indipendenti e totalmente sganciati dagli indirizzi e dalle scelte del Governo e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per questo riteniamo che le risorse attualmente destinate all’agenzia per la ricerca debbano essere utilizzate all’interno di un più ampio e significativo aumento del al finanziamento dei bilanci di enti di ricerca e università e una parte di essi vincolata ai piani straordinari di reclutamento, al completamento del processo di stabilizzazione ai sensi dell’art. 20 del DLgs 75/17 e alla valorizzazione del personale, come previsto dall’intesa sottoscritta con il Governo il 24 aprile del 2019. |
Articolo 1 comma 467 Stabilizzazione del personale precario del CREA | |
Sintesi contenuto | Il comma 467, introdotto nel corso dell’esame in Senato, incrementa da 20 milioni a 22,5 milioni di euro la spesa autorizzata a decorrere dal 2020 per consentire la realizzazione del piano di stabilizzazione del personale precario del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria). |
Il nostro giudizio | Si tratta di un buon risultato frutto di un lungo lavoro sindacale di sensibilizzazione del parlamento sulla improrogabile necessità di chiudere il percorso di stabilizzazione del Crea garantendo l’immissione in ruolo degli aventi diritto. Quanto ottenuto resta in ogni caso insufficiente perché non garantisce l’assunzione di tutto il personale precario compresi gli operai agricoli. |
Le nostre proposte | Il finanziamento ordinario del Crea ha necessità di crescere in modo costante per essere adeguato alla qualità dei progetti e dei piani di ricerca già messi in campo dall’ente. Questa legge di bilancio è un’occasione persa per fare chiarezza sul fondo di stabilizzazione contenuto nella Finanziaria 2018 che può e deve essere utilizzato per intero con l’obiettivo primario di terminare il percorso di stabilizzazione e immettere nei ruoli dell’Istituto anche gli operai agricoli |
ALTA FORMAZIONE ARTISTICA E MUSICALE
Articolo 1 commi 282-285 Disposizioni in materia di istituzioni dell’alta | |
Sintesi contenuto | - Stanziati 1,5 milioni di euro per iniziative in favore degli studenti con disabilità e con certificazione di disturbo specifico dell’apprendimento (art. 1 comma 282) - il fondo per il funzionamento e per le attività didattiche delle istituzioni AFAM è ulteriormente incrementato di 10 milioni di euro a decorrere dall’anno 2020 ed è finalizzato a consentire il rimborso del mancato introito derivante alle istituzioni dell’AFAM dagli effetti attuativi della no tax area (art. 1 comma 283) - in deroga all’art. 7 comma 5bis del DLsg 165/01, possono essere conferiti incarichi di insegnamento di durata di un anno accademico per esigenze didattiche cui non si possa far fronte con il personale di ruolo o con contratto a tempo determinato nell’ambito delle dotazioni organiche. I contratti sono rinnovabili annualmente per un periodo massimo di tre anni (art. 1 comma 284) - gli incarichi d’insegnamento non sono comunque conferibili al personale in servizio di ruolo e sono attribuiti previo espletamento di procedure pubbliche che assicurino la valutazione comparativa dei candidati e la pubblicità degli atti. (art. 1 comma 285). |
Il nostro giudizio | Consideriamo una norma di civiltà quella che prevede l’ampliamento delle risorse a favore degli studenti con disabilità e con disturbo specifico di apprendimento (DSA) che frequentano percorsi AFAM. I diritti di questi studenti sono stati spesso trascurati dalla normativa di settore lasciando sostanzialmente alle singole istituzioni l’onere di affrontare e risolvere le problematiche quotidiane, senza alcun quadro di riferimento nazionale, se non quello rappresentato dalle leggi generali su disabilità e DSA. La norma che prevede la deroga al divieto per le pubbliche amministrazioni di conferire contratti di collaborazione coordinata e continuativa e che stanzia risorse per il fondo di funzionamento finalizzate a rimborsare la diminuzione delle entrate per gli effetti della no tax area, giunge dopo una lunga mobilitazione nelle istituzioni AFAM, sia dei docenti che degli studenti, che la FLC CGIL ha sostenuto con convinzione e le cui rivendicazioni ha portato nelle sedi di discussione della legge di bilancio. Come è noto dal 1° luglio 2019, dopo una lunga serie di rinvii è diventato operativo il divieto previsto dall’art. 7 comma 5bis del Decreto legislativo n. 165/2001 che dispone quanto segue: ”È fatto divieto alle amministrazioni pubbliche di stipulare contratti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative e le cui modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro. I contratti posti in essere in violazione del presente comma sono nulli e determinano responsabilità erariale....”. Pertanto, non possono essere più stipulati contratti che, pur non instaurando un rapporto di subordinazione tra datore di lavoro e lavoratore, risultano caratterizzati - dall’individuazione unilaterale da parte del committente del luogo, degli orari e delle modalità di svolgimento della prestazione - dalla reiterazione nel tempo della prestazione oggetto del contratto. Pertanto, dal 1° luglio 2019 non sono più utilizzabili nelle pubbliche amministrazioni i contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Questa vicenda ha fatto finalmente emergere una situazione che si è sviluppata in maniera abnorme e preoccupante nelle istituzioni AFAM. Negli ultimi anni si sono moltiplicati percorsi di studio (diplomi accademici di I e II livello) erogati dalle istituzioni AFAM statali, regolarmente autorizzati dal MIUR, fuori dalle |
dotazioni organiche e sostanzialmente finanziati con i contributi degli studenti. Questi processi di strisciante privatizzazione del sistema sono stati accompagnati dal proliferare di contratti di lavoro atipici in particolare contratti di collaborazione coordinata e continuativa per lo svolgimento di attività di docenza. Ovviamente si tratta di norme finalizzate a tamponare una situazione che deve essere affrontata con ben altre soluzioni: ampliamente delle dotazioni organico, utilizzo dei contratti a tempo indeterminato o determinato, forte riduzione della contribuzione studentesca. Non mancano criticità, come quella del limite dei tre anni per il rinnovo dei contratti, o aspetti da chiarire, come la norma sul divieto per i docenti di ruolo in presenza, però, di una norma contrattuale, tuttora vigente, che prevede la possibilità per i docenti delle istituzioni AFAM di accettare contratti di insegnamento presso altre istituzioni (art. 24 del CCNL 16 febbraio 2005). | |
Le nostre proposte | Come riconosciuto e valorizzato dallo stesso ministero, in questi anni vi è stato un vero e proprio boom di iscrizioni alle istituzioni AFAM e una profonda trasformazione e potenziamento dell’offerta didattica. Tutto questo è avvenuto senza alcun incremento della dotazione organica, ma attraverso l’attivazione di contratti atipici totalmente finanziati dai contributi delle studentesse e degli studenti. Al fine di porre fine a questa situazione, abbiamo proposto di ampliare la dotazione organica del personale docente e tecnico amministrativa, con un costo equivalente alla contribuzione studentesca per l’anno accademico 2017/2018 relativa alle istituzioni AFAM statali, sul quale conferire contratti a tempo determinato e indeterminato. Da segnalare che come FLC CGIL avevamo proposto norme finalizzate a - chiarire in maniera dettagliata le procedure per la stabilizzazione del personale non titolare di contratti a tempo indeterminato delle istituzioni oggetto di statizzazione - accelerare i processi di inquadramento dei docenti di II fascia nella prima fascia - istituire l’abilitazione artistica nazionale. |
ISTITUTI TECNICI SUPERIORI (ITS)
Articolo 1 commi 410-412 Interventi per gli Istituti tecnici superiori | |
Sintesi contenuto | - A decorrere dal 2020 con frequenza biennale sono attualizzati gli standard organizzativi delle strutture e dei percorsi e i criteri di valutazione dei piani di attività realizzati. Lo specifico decreto prevede il concerto anche dell’Autorità politica delegata per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, - 15 milioni dei 48 milioni di euro del fondo statale per gli ITS sono destinati per l’anno 2020 a investimenti in conto capitale non inferiori a euro 400 mila per la infrastrutturazione di sedi e laboratori coerenti con i processi di innovazione tecnologica 4.0. Le risorse sono ripartite con decreto del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, previa intesa della Conferenza unificata |
Il nostro giudizio | La frequenza biennale con cui saranno attualizzati gli standard organizzativi delle strutture e dei percorsi e i criteri di valutazione dei piani di attività realizzati, in assenza, però, di una specifica tempistica sulla definizione del provvedimento che richiederà, comunque, un ulteriore passaggio concertativo (l’Autorità politica delegata per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione), rischia di creare una situazione di perenne di incertezza per gli ITS. Nulla si dice sull’autoreferenzialità delle Regioni nella programmazione e delle Fondazioni legate ad imprese importanti e a territori con un sistema produttivo forte, sulla proliferazione di Fondazioni, sull’assenza di luoghi di concertazione stabili con le parti sociali sia a livello nazionale che regionale. Piuttosto singolare è invece la norma che prevede investimenti in conto capitale per la infrastrutturazione di sedi e laboratori coerenti con i processi di innovazione tecnologica 4.0 con un decreto del MISE che utilizza fondi del MIUR, che sembrerebbe prefigurare l’opzione di una possibile fuoriuscita degli ITS dal sistema educativo. |
Le nostre proposte | Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di uscita degli Istituti Tecnici Superiori dall’alveo del sistema educativo nazionale. Chiediamo da tempo un reale investimento nella costruzione di un grande sistema di formazione tecnica superiore fortemente finanziato e con regia pubblica di cui il nostro Paese ha assolutamente bisogno. |
DISPOSIZIONI DI CARATTERE TRASVERSALE
Pensioni
Ape Sociale e Commissioni Lavori Gravosi/Spesa Previdenziale, Opzione Donna, Rivalutazione pensioni
Sintesi contenuto | I commi confermano la permanenza dell’Ape Sociale, definiscono la costituzione delle due commissioni individuando le modalità e le risorse messe a disposizione, confermano “opzione donna” e definisce le rivalutazioni delle pensioni |
Il nostro giudizio | Riteniamo positivo aver inserito nella legge di Xxxxxxxx la proroga dell’ape sociale e opzione donna (comma 476 con le nuove date requisito posseduto entro il 31 Dicembre 2019, domanda cartacea entro il 29 Febbraio 2020), aver mantenuto quota 100 fino alla scadenza prevista, aver istituito nuovamente la Commissione tecnica per lo studio della gravosità dei lavori e per la separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale |
Le nostre | Ribadiamo la necessità di dare delle risposte più ampie in linea con i punti |
proposte | indicati nella nostra piattaforma unitaria per una vera riforma del sistema |
previdenziale, mentre, per alcune problematiche, abbiamo chiesto un impegno | |
cogente al Ministro, per farle inserire durante l’iter parlamentare della prossima | |
legge di bilancio. | |
È stato chiesto di trovare una soluzione relativa all’aumento dei redditi dei | |
pensionati, considerando l’intervento esiguo nella legge di bilancio che alza la | |
perequazione piena al 100% fino a quattro volte il trattamento minimo, di | |
superare il contenzioso in essere per il mancato riconoscimento della | |
contribuzione piena per tutti i lavoratori a part-time verticale o ciclico, di | |
superare il problema della prescrizione dei contributi previdenziali per i | |
lavoratori pubblici, di intervenire sul problema dei codici ISTAT per il | |
riconoscimento dei lavori gravosi, di trovare una modalità di funzionamento delle | |
Commissioni istituite nella legge di bilancio che possano presentare un lavoro di | |
studio già utile per la prossima legge di bilancio (e non al 31 dicembre 2020 | |
come attualmente previsto) di trovare una soluzione definitiva per gli esodati e | |
sulla non autosufficienza. | |
Il Governo, negli incontri avuti nei giorni scorsi proprio sulla finanziaria ha | |
condiviso questi punti, e si è impegnata a trovare una soluzione durante l’iter di | |
approvazione della legge di bilancio per quanto riguarda il part time e la | |
prescrizione dei dipendenti pubblici, di fare un approfondimento tecnico in | |
merito alle problematiche dei codici ISTAT per i gravosi, di trovare una soluzione | |
per le Commissioni tecniche di cui sopra e a lavorare sulla non autosufficienza | |
per un tavolo ad hoc anche per una legge quadro. | |
Per quanto concerne invece l’obiettivo di una riforma organica della previdenza, | |
che superi realmente la Legge Fornero, si è impegnata a convocare tavoli | |
specifici su 4 temi: | |
giovani e pensione di garanzia (nei prossimi giorni), flessibilità (con all’interno il | |
tema gravosi e lavoro di cura), pensioni in essere (rivalutazione e | |
quattordicesima) e previdenza complementare. | |
È importante che il confronto prosegua con questo metodo in particolare sui 4 | |
temi specifici dei tavoli che verranno convocati e sulle disponibilità seppur | |
generiche ma di prospettiva per una vera riforma previdenziale. |
Famiglia
Articolo 1 commi 339, 340, 341, 343 e 344 Disposizioni a favore della famiglia | |
Sintesi contenuto | Nello stato di previsione del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, è istituito un fondo denominato “Fondo assegno universale e servizi alla famiglia” con una dotazione pari a 1.044 milioni di euro per il 2021 e a 1244 milioni di euro annui a decorrere dal 2022(comma 339). Per il 2020 viene confermato il cosiddetto “bonus nascita” per ogni figlio nato o adottato nel 2020, corrisposto fino al compimento del primo anno di età ovvero del primo anno di ingresso nel nucleo familiare a seguito dell’adozione (comma 340). Agli oneri derivanti dalla voce di cui al comma 340 (348 milioni di euro per il 2020, 410 milioni di euro per il 2021), si provvede mediante corrispondente riduzione di spesa di cui al comma 339 (comma 341). I commi 343 e 344 modificano la normativa relativa al Bonus asilo nido e forme di supporto presso la propria abitazione. |
Il nostro giudizio | Viene rinviata a successivi provvedimenti normativi la specificazione degli interventi da attuare. Il provvedimento ha il merito di superare la logica dei bonus per creare una misura strutturale a sostegno del welfare familiare. In assenza della specificazione degli interventi da attuare, guardiamo con preoccupazione al rischio che nel “pacchetto famiglia” vengano ricompresi stanziamenti e contributi per gli asili nido, riportando questo aspetto in una logica di welfare e di servizio a domanda individuale, anziché concepirlo più opportunamente come diritto individuale delle bambine e dei bambini, all’interno di un più ampio sistema educativo e di istruzione. A tal fine per la FLC CGIL le risorse per nidi e scuole infanzia devono essere in capo al MIUR. |
Le nostre proposte | Riteniamo che occorra prevedere un capitolo specifico relativo alle politiche per l’infanzia, con lo stanziamento di finanziamenti, ulteriori rispetto al Fondo di cui al DLgs 65/17, per raggiungere la copertura del 33% per quanto concerne gli asili nido, incrementando i posti nel settore pubblico, e generalizzare la scuola dell’infanzia, qualificando l’offerta formativa dell’intero segmento. |
Congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente | |
Sintesi contenuto | Viene prorogato anche per le nascite, le adozioni e gli affidamenti avvenuti nel 2020 il congedo obbligatorio per i padri lavoratori dipendenti, aumentandolo da cinque a sette giorni. |
Il nostro giudizio | Il provvedimento, pur del tutto insufficiente, va verso l’affermazione della condivisione delle responsabilità genitoriali. Nonostante la norma identifichi il soggetto fruitore nel “lavoratore dipendente”, senza specificare se pubblico o privato, il Dipartimento della Funzione pubblica, con parere n. 8629 del 20 febbraio 2013 ha precisato in merito che “… la normativa in questione non è direttamente applicabile ai rapporti di lavoro dei dipendenti della pubbliche amministrazioni (…), atteso che come disposto dall’art. 1, commi 7 e 8, della (…) l. n. 92 del 2012, tale applicazione è subordinata all’approvazione di una apposita normativa su iniziativa del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione”. |
Le nostre proposte | Riteniamo che, alla luce delle preclusioni sopra richiamate, i lavoratori del pubblico impiego siano soggetti a un trattamento discriminatorio. È necessario che, in tempi brevi, le istituzioni interessate procedano alla promulgazione della norma che permetta l’estensione dell’istituto s tutti i lavoratori padri, al fine di un equo trattamento tra dipendenti pubblici e privati. |
Fondo per le pari opportunità
Sintesi contenuto | È incrementato di 4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per il finanziamento del Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, di cui all’articolo 19, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248 |
Il nostro giudizio | In un clima di minacce e attacchi continui ai diritti e agli spazi delle donne, che affonda le sue radici nella società patriarcale, l’incremento del fondo è un segnale positivo, ma del tutto insufficiente per aggredire il fenomeno in modo efficace, dal potenziamento dei centri antiviolenza e dei servizi destinati alle donne vittime di violenza, agli interventi di inserimento socio-lavorativo, ad azioni culturali, di formazione e informazione. Denunciamo inoltre i gravi ritardi e l’inefficienza nel sistema di erogazione dei fondi, fino ad oggi registrati. |
Le nostre proposte | È necessario un segnale forte di presa di responsabilità su un problema che richiede interventi strutturali e continuativi nel tempo per attuare politiche di prevenzione e di protezione delle vittime, oltre che di punizione dei colpevoli. Occorre garantire che le risorse stanziate vengano effettivamente destinate allo scopo, snellendo i passaggi e le procedure burocratiche tra i vari livelli e prevedendo una programmazione più vicina alle necessità dei territori e delle donne. |
Bonus cultura
Articolo 1 commi 357 e 358 Bonus cultura diciottenni - 18app | |
Sintesi contenuto | L’app 18, nota anche come “bonus cultura” è un contributo di 500 euro destinato a giovani italiani e stranieri residenti in Italia che abbiano compiuto 18 anni, nel rispetto del limite massimo di spesa 160 milioni di euro per l’anno 2020. Scaricando l’applicazione, i ragazzi possono acquistare libri, biglietti per concerti, spettacoli teatrali, mostre, fiere. |
Il nostro giudizio | In un paese segnato da marcate disuguaglianze (dispersione scolastica e incidenza dei NEET con dieci punti percentuali in più al Sud rispetto alla media nazionale), fortemente impoverito sul piano del diritto all’istruzione, con l’evidente, significativa riduzione della spesa su scuola, università e ricerca che dal 2009 a oggi è passata dal 4,6% del PIL al 3,6% del 2016, a fronte di una spesa che in altri paesi europei raggiunge il 5%, il problema è che siamo ancora purtroppo molto lontani dallo stanziare le risorse che sarebbero effettivamente necessarie. Sarebbe importante non disperderle, ma finalizzarle tutte a garantire il dettato costituzionale della garanzia di accesso per tutti e a tutti i livelli di istruzione. |
Le nostre proposte | Al fine di garantire gli strumenti e i servizi per il pieno successo formativo agli studenti capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, si propone di integrare il fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio in modo da poterne garantire l’effettiva copertura e porre fine al dramma dell’idoneo-non beneficiario. |
Sostegno allo studio e pratica della musica per ragazzi fra i 5 e i 18 anni
Sostegno allo studio e alla pratica della musica per i contribuenti a basso reddito
Sintesi contenuto | Al fine di sostenere le attività di contrasto alla povertà educativa minorile, è introdotta la detraibilità del 19 per cento di un importo non superiore a 1.000 euro delle spese sostenute, anche nell’interesse dei familiari fiscalmente a carico, per l’iscrizione annuale e l’abbonamento di ragazzi di età compresa tra 5 e 18 anni a Conservatori di musica statali, a istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica (AFAM) legalmente riconosciute, a scuole di musica iscritte nei registri regionali nonché a cori, bande, e scuole di musica riconosciute da una pubblica amministrazione, per lo studio e la pratica della musica, a favore di contribuenti con reddito complessivo non superiore a 36.000 euro. La detrazione spetta dall’anno di imposta in corso al 1° gennaio 2021. |
Il nostro giudizio | Si tratta di una disposizione positiva in quanto finalizzata a fornire un sostegno allo studio e alla pratica della musica anche per le famiglie con reddito medio basso quale strumento per la lotta alla povertà educativa e strumento di crescita culturale, intellettuale e affettivo dei giovani |
Le nostre proposte | Riteniamo necessario che lo studio della musica debba far parte a pieno titolo del curricolo di tutti i gradi di scuola a partire dal ripristino della disciplina nella scuola secondaria di II grado. Infatti, se la prospettiva disegnata dagli atti normativi degli ultimi anni su questo segmento del sistema educativo è orientata a superare la curricularità dell’insegnamento della musica a favore della opzionalità o dell’appalto a soggetti esterni, i processi concretamente in atto riguardano solamente la cancellazione di tale insegnamento dai piani orari. |
Investimenti
Articolo 1 commi 14, 15, 24, 25 e 27 Fondo investimenti delle Amministrazioni centrali | |
Sintesi contenuto | È istituito un Fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese, anche in riferimento all’economia circolare, alla decarbonizzazione dell’economia, alla riduzione delle emissioni, al risparmio energetico, alla sostenibilità ambientale, e, in generale, ai programmi di investimento e ai progetti a carattere innovativo, anche attraverso contributi ad imprese, ad elevata sostenibilità e che tengano conto degli impatti sociali. Il fondo ha una dotazione complessiva di circa 20,8 miliardi di euro per gli anni dal 2020 al 2034: 435 milioni di euro per l’anno 2020, di 880 milioni di euro per l’anno 2021, di 934 milioni di euro per l’anno 2022, di 1.045 milioni di euro per l’anno 2023, di 1.061 milioni di euro per l’anno 2024, di 1.512 milioni di euro per l’anno 2015, 1.513 milioni per l’anno 2026, 1.672 milioni per ciascuno degli anni dal 2027 al 2032 e di 1.700 milioni di euro per ciascuno degli anni 2033 e 2034. |
Il nostro giudizio | La costituzione di fondi pluriennali finalizzati delle amministrazioni centrali dello Stato rappresenta una costante degli interventi delle ultime leggi di bilancio. Un analogo fondo è stato costituito con la Legge di Bilancio del 2019 (articolo 1 comma 95) con una dotazione di oltre 43,6 miliardi di euro in un orizzonte temporale che va dal 2019 al 2033. Inoltre vi è Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, istituito dall’articolo 1, comma 140, della legge 232/16 con una dotazione di 47 miliardi dal 2017 al 2032 e rifinanziato dalla legge di bilancio 2019 (art. 1 comma 1072) per ulteriori 36 miliardi dal 2028 al 2033. La novità positiva di quest’anno è la decisa finalizzazione verso politiche legate agli investimenti verdi e che tengano conto degli impatti sociali. |
Le nostre proposte | Per la FLC CGIL gli investimenti delle Amministrazioni centrali non devono riguardare solo le infrastrutture materiali ma anche quelle sociali, tra cui vi è l’istruzione. È necessario prevedere già nella Legge di Bilancio la finalizzazione di quota parte di questo, come degli altri fondi, verso interventi relativi alla lotta alla dispersione scolastica e universitaria, all’effettività del diritto allo studio, al superamento delle diseguaglianze territoriali, ad esempio, in tema di funzionamento del sistema universitario, ecc. |
Sintesi contenuto | La legge di bilancio 2020 prevede la realizzazione di un piano di investimenti pubblici per lo sviluppo di un Green new deal italiano, in linea con il Green new deal annunciato dalla Commissione europea. A tal fine viene istituito un apposito fondo con la dotazione di 470 milioni di euro per il 2020, 930 milioni di euro per il 2021, 1.420 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Una parte di tale dotazione, non meno di 150 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2022, sarà destinata ad interventi volti alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Tra gli interventi previsti vi è la possibilità che il Ministero dell’Economia e delle finanze possa concedere una o più garanzie a titolo oneroso e nella misura massima dell’80%, per sostenere specifici programmi di investimento e operazioni, anche in partenariato pubblico/privato, volti a realizzare progetti economicamente sostenibili con i seguenti obiettivi: - decarbonizzazione dell’economia; - economia circolare; - rigenerazione urbana; - turismo sostenibile; - adattamento e mitigazione dei rischi derivanti dal cambiamento climatico; compresi programmi e progetti innovativi, con elevata sostenibilità ambientale che tengano conto degli impatti sociali. |
Il nostro giudizio | L’individuazione di interventi e programmi innovativi accompagnati da risorse stanziate in un arco temporale pluriennale, rappresentano indubbiamente un primo passo rispetto all’assoluta necessità di evitare il rischio del collasso degli equilibri ecosistemici causato dal riscaldamento globale da gas serra. Appare altrettanto evidente che, pur a fronte di una situazione finanziaria ereditata dai precedenti governi, manca una visione di insieme dello sviluppo del Paese che metta insieme transizione ecologica, innovazione e vere politiche industriali di respiro pluriennale in grado di orientare le scelte per i prossimi anni. |
Le nostre proposte | Il mondo della conoscenza può dare un apporto insostituibile per risalire la china rispetto alla crisi climatica ed ecologica cui rischiamo di assistere inermi: la ricerca, la formazione delle giovani generazioni sui temi ambientali, l’apprendimento di stili di vita rispettosi dei limiti imposti dalla natura, sono tutte direttrici da seguire, da un lato, per evitare il collasso del nostro ecosistema e dall’altro per spingere i governi a fare grandi investimenti finalizzati alla transizione ecologica, rispettosa dei principi di giustizia sociale, ambientale e climatica. Crediamo, quindi, che una parte consistente nella realizzazione di un grande piano di transizione ecologica non possa che vedere un ruolo essenziali e forti investimenti nel mondo della conoscenza. |
Mezzogiorno e Fondi Europei
Articolo 1 commi 310, 311 e 312 Rafforzamento clausola investimenti 34% al Mezzogiorno e fondo infrastrutture sociali | |
Sintesi contenuto | La disposizione normativa prevede che il riparto delle risorse dei programmi di spesa in conto capitale finalizzati alla crescita o al sostegno degli investimenti da assegnare sull’intero territorio nazionale, che non abbia criteri o indicatori di attribuzione già individuati, deve essere disposto anche in conformità all’obiettivo di destinare agli interventi nel territorio delle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna un volume complessivo di stanziamenti ordinari in conto capitale almeno proporzionale alla popolazione residente. A tal fine entro il 30 giugno di ogni anno le amministrazioni centrali trasmettono al Ministro per il Sud e la coesione territoriale e al Ministro dell’economia e delle finanze, l’elenco dei programmi di spesa ordinaria in conto capitale Inoltre, a valere sul Fondo sviluppo e coesione programmazione 2014-2020, per ciascuno degli anni 2020-2023, è assegnato ai comuni situati nel territorio delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia un contributo pari a 75 milioni di euro annui da destinare a investimenti in infrastrutture sociali (istruzione, salute e altri servizi per la comunità). |
Il nostro giudizio | Si tratta di una misura positiva poiché sancisce e rafforza un principio, peraltro presente in altre norme, secondo cui le risorse finalizzate alla crescita o al sostegno degli investimenti devono essere assegnate alle regioni del Mezzogiorno in ragione della popolazione (clausola del 34%). Ricordiamo che la CGIL chiede da tempo che nelle aree più arretrate occorre aumentare i trasferimenti in conto capitale dello Stato - ad esempio nel Mezzogiorno - almeno al 45% del totale per un quinquennio. Quindi non sarà il DEF che annualmente definirà i programmi di spesa soggetti alla clausola, ma si introduce una sorta di automatismo che dovrebbe comportare un aumento delle risorse per queste regioni pari a 3,5 miliardi. |
Le nostre proposte | Chiediamo che una parte importante delle risorse aggiuntive vengano investite in infrastrutture sociali e che in questo ambito siano stanziate specifiche risorse per la lotta alle diseguaglianze nel Mezzogiorno nel campo dell’istruzione: abbandono e dispersione scolastica e universitaria, diritto allo studio, qualificazione delle strutture educative e universitarie, ecc. |
Articolo 1 comma 314 Rifinanziamento strategia nazionale aree interne | |
Sintesi contenuto | Le risorse destinate alla strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne sono incrementate di 60 milioni di euro per il 2021 e per 70 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Con questo intervento le risorse complessive per la Strategia per il periodo 2015-2023 ammontano a 481,2 milioni di euro. |
Il nostro giudizio | L’incremento delle risorse rappresenta una proposta positiva. Segnaliamo, tuttavia, che in questi anni sono stati insufficienti gli interventi in tema di istruzione che, come è noto, rappresenta uno dei servizi di base essenziale per la permanenza dei cittadini nelle aree periferiche o ultraperiferiche del nostro Paese. |
Le nostre proposte | Chiediamo che le quota parte delle risorse stanziate vengano effettivamente utilizzate per alcuni interventi già previsti nelle cosiddette aree progetto: incentivare la permanenza dei docenti nelle aree interne e apertura pomeridiana delle scuole |
Pubblica amministrazione e acquisti
Acquisti e negoziazioni della Pubblica Amministrazione | |
Sintesi contenuto | La proposta normativa prevede l’obbligo per le scuole di ogni ordine e grado, le istituzioni educative e le istituzioni universitarie di approvvigionarsi attraverso gli accordi quadro stipulati da Consip SpA o il sistema dinamico di acquisizione realizzato e gestito da Consip. |
Il nostro giudizio | L’intento è quello di estendere l’utilizzo di strumenti centralizzati di acquisto (come Consip) per ragioni di razionalizzazione della spesa pubblica. Quindi, la norma generalizza l’obbligo di ricorso a tali strumenti, che già attualmente sussiste solo per determinate categorie merceologiche. Ricordiamo come nel corso dell’ultimo decennio in tutto il mondo universitario, come in tutte le istituzioni di ricerca, è stato sottolineato come per le attività di ricerca l’imposizione di questi vincoli alle procedure di acquisto abbia determinato non solo fastidiosi processi burocratizzazione, ma anche veri e propri rallentamenti ed ostacolo alle attività anche con una moltiplicazione degli stessi costi e delle inefficienze di sistema. Proprio per questo, il recente decreto- legge 29 ottobre 2019 n. 126, in via di conversione, ha previsto all’art. 4 che le disposizioni di cui all’articolo 1, commi 450 e 452, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, in tema di ricorso al mercato elettronico e di utilizzo della rete telematica, non si applicano alle università statali e alle istituzioni di alta formazione per l’acquisto di beni e servizi funzionalmente destinati all’attività di ricerca. |
Le nostre proposte | Settore scuola Sulle procedure di acquisto tramite Xxxxxx avevamo evidenziato già in passato le difficoltà da parte delle scuole al ricorso del mercato elettronico e alle procedure di utilizzo Consip. Chiediamo ancora una volta la predisposizione di linee guida nazionali per dare indicazioni univoche alle scuole sulla procedura per gli acquisti di beni e servizi. Settori Università, Ricerca e AFAM Chiediamo che le disposizioni previste dal comma 583 non si applichino alle università statali, agli enti di ricerca e alle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, per l’acquisto di beni e servizi funzionalmente destinati all’attività di ricerca. |
Accantonamento risorse del bilancio dello Stato
Articolo 1 commi 624 e 625 Accantonamento di 1 miliardo di euro per il 2020 e monitoraggio dei saldi di finanza pubblica | |
Sintesi contenuto | Al fine di assicurare il conseguimento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica per l’anno 2020, sono accantonate e rese indisponibili dal bilancio dello Stato risorse pari a 1 miliardo di euro. Tali risorse, verificato l’andamento tendenziale dei conti pubblici, come risulterà dal Documento di economia e finanza (DEF) 2020, potranno essere rese disponibili, in tutto o in parte, in sede di presentazione del provvedimento di assestamento del bilancio dello Stato L’accantonamento è posto a garanzia anche della ulteriore riduzione delle dotazioni di bilancio, per 300 milioni nel 2020, prevista dal comma 609 in relazione alla revisione delle stime di spesa per l’attuazione delle norme sulla cosiddetta Quota 100. |
Il nostro giudizio | Il governo ripropone un meccanismo di accantonamento analogo a quello previsto dalla Legge di Bilancio 2019 (art. 1 commi da 1117 a 1120). Sappiamo come è andata a finire: le risorse, pari a 2 miliardi di euro, sono state rese definitivamente indisponibili con il DEF 2019. |
Le nostre proposte | Chiediamo che Scuola, Università, Ricerca e AFAM che in questi anni hanno subito tagli pesantissimi, non vengano toccate dagli accantonamenti che saranno definiti con successivi provvedimenti. |