CONTRASTO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE
CONTRASTO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE
VADEMECUM PER OPERATORI
contrASTO
AllA
vAdemecum PER OPERATORI
sulle
donne
Questo documento è stato elabo- rato nell’ambito del “Tavolo interi- stituzionale per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto del fe- nomeno della violenza nei confronti delle donne”, costituito in Prefettu- ra - Ufficio Territoriale del Governo di Treviso - al quale partecipano: Procura della Repubblica di Trevi- so, Provincia di Treviso, Commis- sione Provinciale Pari Opportunità, Commissione Realizzazione Pari Opportunità tra uomo e donna del- la Regione del Veneto, i Comuni di Treviso, Asolo, Castelfranco Vene- to, Conegliano, Mogliano Veneto, Montebelluna, Oderzo, Preganziol, Xxxxxxxx Veneto, Questura di Trevi- so, Comando Provinciale dei Cara- binieri di Treviso, Comando Provin- ciale Guardia di Finanza di Treviso, Azienda ULSS 2 Marca Trevigiana, Ufficio Scolastico Territoriale di Treviso, Ordine degli Avvocati di Treviso, FIMMG - Medici di famiglia di Treviso, Associazione Italiana Donne Medico sezione di Treviso, Telefono Rosa di Treviso, Caritas Tarvisina - Diocesi di Treviso, Sorop- timist Club di Treviso, Osservatorio Nazionale Violenza Domestica di Verona, Consigliera di Parità della Provincia di Treviso, Commissione P.O.I., Centro Antiviolenza Stella Antares, Centro Antiviolenza del Comune di Castelfranco Veneto, Centro Antiviolenza del Comune di Xxxxxxxx Veneto, Cambiamento Maschile, Cooperativa La Esse -
Immagini tratte dal libro “Nel Buio” di Xxxxxx Xxxxx e Xxxxxxx Xxxx edito da “Valentina Edizioni”
Spazio Donna di Treviso, Comita- to Sindaci dei distretti dell’Azienda ULSS 2 Marca Trevigiana
PREFAZIONE
La violenza contro le donne è un fenomeno antico, comples- so e purtroppo molto diffuso. Gli effetti devastanti sulle vittime, sui minori e sulle famiglie sono drammatici ed hanno una ricadu- ta profonda sulle comunità, nelle quali rimangono tracce sotterra- nee che spesso rischiano di pro- vocare una frattura nella stessa tenuta della coesione sociale.
Si tratta di un fenomeno flui- do, insidioso che non conosce barriere di ceto e di censo, ma è trasversale, opaco e spesso sommerso. L’attenzione al tema è oggi fortemente cresciuta a te- stimonianza della generale con- sapevolezza della gravità della situazione, anche alla luce dei drammatici fatti di cronaca, che hanno contribuito a far maturare una maggiore nuova sensibilità.
Assicurare una capacità di rispo- sta efficace, decisa e corale rap- presenta pertanto ormai un’esi- genza imprescindibile ed impone la messa in campo di un’azione di prevenzione e di contrasto se- vera.
La Prefettura di Treviso da anni si è fatta promotrice dell’atti- vazione di un “Tavolo interisti- tuzionale per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto
del fenomeno della violenza nei confronti delle donne”, nel cui ambito sono state coinvolte le Istituzioni ed i servizi territoriali anche del privato sociale, al fine di garantire un impegno corale, concreto e fattivo sul tema.
Il confronto ha evidenziato come a fronte di un impegno quotidia- no e qualificato di tutti gli opera- tori a partire dalle Forze di Poli- zia, ci sia l’esigenza di assicurare il massimo coordinamento per evitare risposte organizzative ed operative a volte frammentate e non omogenee in tutto il terri- torio provinciale, promuovendo l’investimento nello sviluppo di strumenti e buone prassi per af- frontare questo dilagante feno- meno.
Il Tavolo ha quindi fatto emer- xxxx l’urgenza di implementare innanzitutto la piena conoscenza e fiducia reciproche, di confron- tare le proprie visioni e prassi operative, di collaborare e con- dividere obiettivi comuni.
In buona sostanza, si è eviden- ziato come un primo passo effi- cace per dare risposta concreta al fenomeno, sia quello di “met- tere a sistema” l’azione di tut- te le componenti Istituzionali e sociali, assicurando così, nel ri- spetto delle competenze e delle
responsabilità di ciascuno, una capacità di risposta organica e quindi più efficiente per chi è in stato di bisogno.
In quest’ottica, la Prefettura di Treviso ha puntato a garantire strategie comuni di intervento, attraverso il varo di un proces- so straordinario di impegno co- mune e di condivisione che ha portato all’elaborazione di uno strumento di lavoro condiviso che punta ad allineare l’azione delle varie componenti chiamate ad operare con donne e minori vittime di violenza.
La finalità di questa iniziativa è stata quella di incentivare una nuova modalità di lavoro che preveda un intervento maggior- mente integrato e una più for- te collaborazione delle agenzie pubbliche sia tra loro che con il privato sociale per ottimizzare ed estendere idonee modalità di accoglienza e presa in carico delle donne e dei minori vittime di violenza e maltrattamenti.
Desidero ringraziare per il lavoro svolto tutte le numerose com- ponenti presenti al Tavolo che dal 2016 hanno assicurato con il loro impegno la realizzazione di un progetto significativo per il territorio che testimonia la capa- cità di fare sistema per inseguire
un obiettivo comune e fonda- mentale per la Comunità.
Un ringraziamento particolare al Procuratore della Repubblica di Treviso dr. Xxxxxxx Xxxxx Xxxxx, alle Forze di Polizia, al Diretto- re Generale della AULSS2 dr. Xxxxxxxxx Xxxxxxx, al Comune di Treviso per l’azione di coordi- namento svolta, nonché a tutti i soggetti presenti al Tavolo che hanno garantito con il loro pre- zioso lavoro la riuscita di que- sto progetto. Ringrazio altresì la Provincia di Treviso per il contri- buto offerto nella fase editoriale.
Il Prefetto di Xxxxxxx Xxxxx Xxxx
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INTRODUZIONE
Il presente “vademecum” è frut- to condiviso del lavoro di rete tra istituzioni e servizi territoriali e intende rappresentare uno stru- mento agevole che permetta:
• di individuare le varie tipologie di violenza (capitolo 1)
• di prestare le opportune at- tenzioni quando si intercet- ta una possibile situazione di violenza domestica o maltrat- tamento (capitolo 2)
• di conoscere le procedure e gli strumenti per la valutazione del rischio (capitolo 3) e la co- struzione di un piano di prote- zione (capitolo 4)
• di accedere agevolmente alle procedure da attivare sulla base della specifica situazione della donna (capitolo 5)
• di conoscere i servizi che pos- sono ricoprire un ruolo signifi- cativo nella relazione di aiuto nei confronti di una donna e de- gli eventuali figli minori presen- ti, che si trovano in situazioni di violenza/maltrattamento (capitolo 6)
• di avere una panoramica sul quadro normativo di riferi- mento (capitolo 7)
• di avere i riferimenti per un contatto diretto con i servizi del territorio provinciale (capitolo 8)
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INDICE
1. COS’È LA VIOLENZA | 6.3 | Presentazione dei | 8.4 | Elenco riferimenti dei | |
SULLE DONNE | pag. 10 | Centri Antiviolenza | Centri Antiviolenza | ||
1.1 Definizioni e tipologie | 6.4 | Descrizione della Casa | della Provincia di Treviso | ||
di violenza | Rifugio di Treviso e | 8.5 | Elenco riferimenti | ||
1.2 La differenza tra le | modalità di accoglienza | dei contatti delle | |||
relazioni conflittuali | 6.5 | Descrizione della Casa | Forze di Polizia | ||
e la violenza nelle | ad indirizzo segreto | 8.6 | Il servizio per gli | ||
relazioni intime | di secondo livello | uomini maltrattanti: | |||
6.6 | Presentazione delle | Cambiamento Maschile |
2. QUANDO UNA
XXXXX CHIEDE AIUTO
3. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
4. IL PIANO
DI PROTEZIONE
pag. 18
pag. 22
pag. 26
6.7
6.8
Forze di Polizia Descrizione del Servizio per gli uomini maltrattanti:
Cambiamento Maschile Presentazione degli Sportelli Donna
8.7
8.8
Elenco riferimenti
Sportelli Donna della Provincia di Treviso Elenco riferimenti degli Organismi che si occupano di violenza sul posto di lavoro della Provincia di Treviso
5. PROCEDURE
5.1 Accesso al
Pronto Soccorso
pag. 28
7. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
8. APPENDICI
pag. 50
pag. 56
8.9
Elenco riferimenti dei principali
reati perseguibili a querela e d’ufficio
5.2 Accesso diretto
ai Servizi
6. LA RETE DEI SERVIZI TERRITORIALI
pag. 32
8.1
8.2
Numero di pubblica utilità 1522 “Contro la violenza sessuale e di genere”
Elenco riferimenti dei
6.1
6.2
Descrizione del Servizio Sociale Presentazione dei Servizi AULSS 2
8.3
Servizi Sociali della Provincia di Treviso Elenco riferimenti dei Servizi AULSS 2
1. COS’E’
LA VIOLENZA SULLE DONNE
1.1 Definizioni
e tipologie di violenza
La violenza contro le donne è considerata dalla Comunità Internazionale una violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali e una forte minaccia o compromissione del loro pieno godimento.
La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Istanbul 11.05.2011, art. 3) riporta le seguenti definizioni:
a. con l’espressione “violenza nei confronti delle donne” si intende designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata;
b. l’espressione “violenza domestica” designa tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano
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all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima;
c. con il termine “genere” si riferisce a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini;
d. l’espressione “violenza contro le donne basata sul genere” designa qualsiasi violenza diretta contro una donna in quanto tale, o che colpisce le donne in modo sproporzionato;
e. per “vittima” si intende qualsiasi persona fisica che subisce gli atti o i comportamenti di cui ai precedenti commi a e b;
f. con il termine “donne” sono da intendersi anche le ragazze di meno di 18 anni.
La violenza si manifesta in diverse forme: di seguito si riportano diverse esemplificazioni per ciascuna tipologia.
Per violenza fisica si intende ogni forma di intimidazione o azione che mette a rischio l’integrità fisica. Sono compresi comportamenti
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quali schiaffeggiare, spingere, dare calci, pugni, morsicare, sputare, dare pizzicotti, minacciare, tirare i capelli, costringere nei movimenti, sovrastare fisicamente, colpire con oggetti o armi, mutilare i genitali femminili, bruciare con le sigarette, ustionare, privare di cure mediche, privare del sonno, tentare di strangolare, pugnalare, uccidere, ecc.
Per violenza sessuale si intende ogni forma di imposizione di rapporti e pratiche sessuali non desiderate che facciano male fisicamente e/o psicologicamente, sotto minacce di varia natura. Sono compresi comportamenti quali essere insultata, umiliata o brutalizzata durante un rapporto sessuale, essere costretta ad assistere ad atti sessuali, subire un tentato stupro, subire uno stupro.
Ricordiamo che l’imposizione di un rapporto sessuale o di intimità non desiderata è un crimine di umiliazione, di sopraffazione e di soggiogazione, che provoca nella vittima profonde ferite fisiche e psichiche. Lo stupro non deve essere visto soltanto come un atto “prettamente sessuale”, è un reato contro la libertà della persona, non è un “raptus” sessuale, è sempre l’esercizio di un “potere” (Xxxxxx, L. 1983).
Per violenza psicologica si intendono tutti quei comportamenti che ledono la dignità, e l’identità della donna. La violenza psicologica ha un grande potere distruttivo soprattutto quando si manifesta in sottili meccanismi comunicativi all’interno dei rapporti di intimità. Si tratta di comportamenti che danneggiano l’identità e l’autostima della donna e la sua possibilità di benessere. Spesso si manifesta attraverso: umiliazioni e svalorizzazioni sistematiche, induzione di paura cronica, minacce e in particolare minacce di violenza, di morte, di suicidio o di allontanamento dei figli, controllo delle relazioni e isolamento, insulti e denigrazioni, minacce di agire violenza sugli animali domestici, danneggiamento di oggetti personali e di valore affettivo, ricatti. Il maltrattante mette in atto un sistema di controllo sistematico dei comportamenti della donna fino a giungere ad azioni persecutorie, andando ad incidere fortemente sulle libertà di azione della donna (stalking).
Per violenza economica si intende ogni forma di privazione, sfruttamento e controllo che tende a produrre dipendenza economica o ad imporre impegni economici non voluti. Si tratta di comportamenti quali, ad esempio, impedire alla
donna di lavorare, obbligarla a lasciare il lavoro o a non trovarne uno, controllare lo stipendio, controllare gli estratti conto, sequestrare bancomat e carte di credito, obbligarla a versare lo stipendio sul conto corrente dell’uomo, sfruttarla come forza lavoro nell’azienda familiare senza dare nessun tipo di contribuzione, escluderla dalla gestione economica della famiglia, costringerla a fare debiti, non adempiere ai doveri di mantenimento stabiliti dalla legge anche nei confronti dei/ delle figli/figlie, limitare l’accesso alle cure mediche, tenerla in una situazione di privazione economica continua. Se l’uomo limita l’accesso al cibo, ai vestiti, al denaro, alle cure mediche o al lavoro della donna, o impedisce che la donna diventi o possa diventare economicamente indipendente, esercita su di lei un controllo diretto molto efficace, soprattutto nel momento in cui la donna decide di allontanarsi dalla relazione distruttiva di maltrattamento.
La violenza domestica nasce all’interno di quello che per la donna è un rapporto di amore e fiducia. Nella storia della coppia non ha un inizio preciso, non è facile riconoscerla e determinare quando è cominciata. In realtà nella violenza si “scivola” quasi inconsapevolmente.
In genere la violenza nelle relazioni d’intimità inizia con l’innamoramento, quando la coppia condivide alcune premesse sui ruoli maschile e femminile. Si sviluppa nel corso del tempo, spesso in modo graduale attraverso litigi che diventano sempre più frequenti e pericolosi. Non sempre si caratterizza subito con i maltrattamenti di tipo fisico, ma intenzionalmente vengono messe in atto violenze di tipo emotivo e psicologico meno evidenti, più subdole.
La violenza domestica è ciclica, per questo si parla di “ciclo della violenza” e generalmente si caratterizza attraverso:
• periodi di violenza agita che si alternano a periodi di falsa rappacificazione;
• disponibilità della donna a dare una nuova opportunità al proprio partner nella speranza di riuscire ad ottenere un cambiamento
• puntuale disattesa delle aspettative della donna e il ripresentarsi dei comportamenti violenti del partner.
Di seguito si riporta uno schema che riassume le fasi ciclo della violenza esplicitando le dinamiche che contribuiscono alla costruzione della tensione, alla successiva esplosione della violenza che generalmente è seguita poi dal pentimento/
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Fig. 1
Accumulo della tensione
La violenza si manifesta anche sul posto di lavoro con comportamenti indesiderati, anche a connotazione sessuale, espressi in forma fisica, verbale o non verbale, da colleghi di lavoro, che occupano in genere una posizione di comando, che sono percepiti dalla lavoratrice come violazioni della propria dignità e come pressioni intimidatorie, ostili, degradanti, umilianti o offensive. Dal punto di vista giuridico questo tipo di violenza viene normata come molestie/molestie sessuali, ovvero discriminazioni.
1.2 La differenza tra le relazioni conflittuali e la violenza nelle relazioni intime
DIFFERENZE TRA CONFLITTO E VIOLENZA | |
Conflitto | Violenza |
Possibilità e consenso ad affrontare lo scontro da parte di entrambe le parti | Non c’è consenso e una parte è costretta in modo coercitivo ad affrontare la situazione |
Forze simili in campo (relazione simmetrica) | Forze dispari (relazione asimmetrica) |
Esiti alterni (ora prevale l’uno, ora può prevale l’altro) | Prevale sempre una parte: esito sempre prevedibile |
Non c’è sottomissione, umiliazione o annientamento della parte perdente | Xxx xxxxxxxx riceve un danno all’incolumità fisica/psicologica/ sessuale/economica |
Permette la mediazione | Una delle due parti è controllata costantemente dall’altra e la teme: non permette quindi la mediazione |
È necessario per gli operatori
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focalizzare l’attenzione sugli
indicatori che contraddistinguono una relazione conflittuale da una relazione violenta.
Il conflitto è un aspetto inevitabile delle relazioni umane che può presentarsi secondo diverse modalità. Nel conflitto ciascun partner ha la possibilità di svolgere un proprio ruolo e non c’è asimmetria relazionale. Nella violenza c’è chi agisce il predominio, il controllo sulla vittima che viene degradata con il fine ultimo di annientarla.
Nelle coppie caratterizzate da violenza nei legami intimi vi è l’impossibilità a dialogare e comunicare.Diseguitopresentiamo uno schema riassuntivo delle principali differenze.
perdono fino ad un ritorno momentaneo della coppia all’affettività (“luna di miele”). (Fig. 1)
La violenza non si interrompe durante la gravidanza. Una corposa letteratura internazionale evidenzia che esiste un legame fra gravidanza e violenza, considerato che, in questo periodo, la violenza maschile contro le donne può
iniziare o inasprirsi. La gravidanza rende infatti la donna più concentrata su sé stessa e sui cambiamenti che il suo corpo sta vivendo. Tutto questo molto spesso non è capito e accettato dal partner. Egli vive la relazione con la donna come un possesso e nutre nei confronti del nascituro un sentimento di gelosia, perché percepito come un oggetto che si interpone tra lui e la donna.
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I rischi della mediazione familiare nei casi di violenza e maltrattamento
Per le situazioni di violenza è vietata la mediazione, come indicato anche nella Convenzione di Istanbul all’Articolo 48 – “Divieto di metodi alternativi di risoluzione dei conflitti o di misure alternative alle pene obbligatorie” al comma
1 “Le Parti adottano le misure legislative o di altro tipo destinate a vietare i metodi alternativi di risoluzione dei conflitti, tra cui la mediazione e la conciliazione, per tutte le forme di violenza che rientrano nel campo di applicazione della presente Convenzione.”
La mediazione familiare è uno strumento possibile nei casi di relazione conflittuale non connotata da violenza, strumento che ha la finalità di ridurre il conflitto e facilitare l’accordo tra le parti. Uno degli obiettivi principali della mediazione familiare è il raggiungimento della co‐genitorialità, ovvero la salvaguardia della responsabilità genitoriale individuale nei confronti dei figli, in special modo se minori. La mediazione è un processo volontario che presuppone che la relazione sia simmetrica laddove, invece, nei casi di violenza domestica, il maltrattante gode di un potere enormemente superiore sulla vittima.
Perché la mediazione è vietata nei casi di violenza?
perché...
durante la mediazione, il maltrattante può facilmente continuare a controllare la vittima attraverso segnali che sono solo conosciuti dalla coppia. Inoltre, se c’è una lunga storia di maltrattamento, la vittima sarà facilmente riluttante a dar voce alle sue preoccupazioni
perché...
la mediazione si focalizza sul futuro e molti mediatori non permettono di menzionare il passato di violenza, rivolgendosi alle parti come se fossero sullo stesso piano
Attenzione
Gli studi dicono che nei casi di violenza la separazione rappresenta il momento più pericoloso per le vittime perché il maltrattante avverte che sta perdendo il suo potere sulla vittima. In considerazione di ciò, la mediazione risulta pericolosa
perché:
- viene richiesto alla vittima di trovarsi nella stessa stanza con il suo ex senza nessuna misura di sicurezza
- è molto probabile che il partner violento riprenda a utilizzare
quelle tattiche per manipolare o intimidire la vittima, portandola ad accettare accordi non corrispondenti alla sua volontà e al suo interesse
- tali tattiche potrebbero essere non comprese dal mediatore, per esempio non comprenden- do delle richieste che sembra- no irragionevoli
- il mediatore può incoraggiare la donna ad arrivare ad accor- di che non tengono conto della sua sicurezza né di quella di chi le è vicino (figli, parenti, amiche, ecc.).
I 3 punti chiave dell’accoglienza: “ti accolgo, ti credo, e condanno ogni forma di violenza”.
Sono molti i motivi che rendono difficile affrontare la situazione di una donna che ha subito violenza: le convinzioni personali o gli stereotipi possono rappresentare un ostacolo nel riconoscere ed intercettare la violenza. Alcuni dei principali pregiudizi legati alla violenza riguardano il considerarla un fatto privato e non diffuso trasversalmente tra tutta la popolazione indipendentemente dal ceto sociale, etnia, età, professione e istruzione. In questi casi si può trasmettere un messaggio, anche inconsapevolmente, che viene percepito dalla donna che sta cercando aiuto e si trasforma in un’implicita giustificazione della violenza.
QUANDO UNA DONNA CHIEDE AIUTO È UTILE RICORDARE CHE:
• ha già cercato aiuto fra le 5 e le 12 volte prima di ricevere una risposta appropriata e di supporto
• viene aggredita più e più volte prima di cercare l’aiuto delle Forze dell’Ordine
• cercare aiuto all’esterno è un passaggio di un lungo percorso
• familiari, amici e parenti sono generalmente i primi soggetti a cui la donna chiede aiuto
• lei sceglie la relazione, non la violenza
• non c’è mai nessuna giustificazione alla violenza
• le strategie messe in atto da una donna per uscire dalla violenza riflettono le circostanze in cui si trova, la sua situazione specifica
• lei conosce i suoi bisogni di sicurezza e l’autore della violenza meglio di chiunque altro
QUANDO UNA DONNA CHIEDE AIUTO È UTILE SAPERE CHE:
• nella maggioranza dei casi la violenza avviene all’interno delle mura domestiche. I luoghi più pericolosi per le donne sono la casa e gli ambienti familiari. Gli aggressori più probabili sono il partner, un ex partner o altri uomini conosciuti: amici, insegnanti, vicini di casa
• la violenza domestica è ciclica: all’inizio le donne segnalano un progressivo peggioramento degli atteggiamenti del partner che diventa sempre più aggressivo intensificando tutte le forme dell’abuso abituale. Poi si assiste ad uno scoppio della tensione, che può assumere forme diverse:
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azioni che costituiscono un pericolo di vita per le donne, ricorso alle percosse o alla loro intensificazione, minacce di aggressioni verbali, umiliazioni
• la speranza che il partner xxxxx, che tutto «torni come prima», è spesso la ragione principale che tiene per anni le donne maltrattate nella relazione
• dopo l’episodio eclatante di rottura, il partner in genere entra in una fase di calma in cui apparentemente si ravvede, xxxx «farsi perdonare»
• la violenza provoca nelle donne ansia, depressione, disorientamento
QUANDO UNA DONNA CHIEDE AIUTO È IMPORTANTE:
• non giudicare le strategie di sopravvivenza che ha scelto
• essere chiari sul fatto che lei non ha colpa della violenza subita
• individuare insieme dei xxxx che le permettano di trovare aiuto in caso di emergenza
• esplorare con lei le possibilità di azione, senza pretendere di sapere in partenza che cosa dovrebbe fare
• starle vicino il più possibile
• non perdere fiducia nelle sue possibilità di cambiamento
• riconoscere quanto è stato
2. QUANDO UNA DONNA CHIEDE AIUTO
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difficile per lei decidere di andarsene e valorizzare la sua capacità di sopravvivere
• aiutarla il più possibile nel risolvere i tanti problemi concreti che si presentano quando si inizia una nuova vita
• essere consapevoli che nei primi tempi ricorderà soprattutto le cose positive che c’erano nella relazione con il partner
• Dedicarle il tempo necessario per parlare ed affrontare insieme i problemi: se non è possibile, essere chiari sulla propria mancanza di disponibilità e indicarle dove può trovare aiuto
INDICAZIONI
DI CARATTERE GENERALE
• quando si decide di parlare con il partner violento assicurarsi di avere il consenso esplicito della donna
• discutere con la donna la possibilità che il partner voglia punirla per il fatto di avere parlato della situazione con una persona esterna richiedendone l’aiuto
• se si parla con il partner violento è necessario dire molto chiaramente che la violenza è inaccettabile, qualunque sia la ragione che lo ha portato ad esercitarla
• essere consapevoli del fatto
che il partner negherà o minimizzerà la violenza e cercherà in tutti i modi di biasimare i comportamenti della donna
• ricordarsi che non esiste una tipologia precisa di uomini violenti e che possono essere persone affascinanti, sicure di sé, convincenti nel negare l’esistenza della violenza e nel portare gli operatori o le operatrici dalla “loro parte”
• ricordarsi che gli uomini violenti possono mostrarsi preoccupati e partecipi della situazione, affettuosi con la compagna e non lasciarla un momento, xxxxxxxxxx, estremamente gentili e corretti, rendendo difficile il riconoscimento dell’esistenza di una situazione di violenza
• evitare, in ogni caso, di dare al partner violento informazioni che la donna ha rivelato in via confidenziale
• indicare al partner violento la necessità di cercare aiuto, per cambiare il suo comportamento fornendo informazioni/indicazioni sui servizi presenti sul territorio dedicati agli uomini che agiscono violenza nelle relazioni affettive;
• se la donna se n’è andata di casa, non indicare mai la zona in cui si trova e farle sempre sapere quando il partner chiede di lei
• non insistere per incontrare la donna insieme al partner violento, a meno che non sia lei stessa a richiederlo. Se l’incontro avviene, non lasciarli mai soli
• ricordarsi sempre che il partner può essere un uomo pericoloso
OSTACOLI AL RICONOSCIMENTO DELLA VIOLENZA DA PARTE
DI CHI OFFRE AIUTO
• scarsa conoscenza della diffusione e gravità del fenomeno
• insufficienti strumenti per identificare il problema
• ritenere che non si tratti di un problema di propria pertinenza
• non sentirsi in grado di intervenire e fornire aiuto
• diffidenza nei confronti della donna, ad esempio perché si pensa che potrebbe essere lei a provocare la violenza
• mancanza di tempo per verificare la presenza di violenza
• difficoltà a gestire il proprio vissuto emotivo
• ritrosia a farsi carico di situazioni che possono implicare l’attivazione, spesso faticosa e difficile, del sistema della giustizia civile e penale
MOTIVI PER I QUALI LA DONNA HA
DIFFICOLTÀ A PARLARE DELLA VIOLENZA SUBITA
• paura che svelare la situazione di violenza possa mettere a repentaglio la propria sicurezza e quella delle/dei figlie/i
• paura di perdere i figli
• paura di subire vergogna e umiliazioni di fronte ad atteggiamenti giudicanti
• credersi responsabile della violenza e quindi ritenere di non meritare aiuto
• sentimenti di protezione nei confronti del partner e speranza in un suo cambiamento
• dipendenza economica dal maltrattante
• senso di impotenza rispetto alla possibilità di trovare risorse efficaci per cambiare la situazione
• credere che i suoi problemi non siano abbastanza gravi da nominarli
Aspetti generali
I 3 punti chiave dell’accoglienza:
“ti accolgo, ti credo,
e condanno ogni forma di violenza”.
Sono molti i motivi che rendono difficile affrontare la situazione di una donna che ha subito violenza: le convinzioni personali o gli stereotipi possono rappresentare un ostacolo nel riconoscere ed intercettare la violenza. Alcuni dei principali pregiudizi legati alla violenza riguardano il considerarla un fatto privato e non diffuso trasversalmente tra tutta la popolazione indipendentemente dal ceto sociale, etnia, età, professione e istruzione. In questi casi si può trasmettere un messaggio, anche inconsapevolmente, che viene percepito dalla donna che sta cercando aiuto e si trasforma in un’implicita giustificazione della violenza.
QUANDO UNA DONNA CHIEDE AIUTO È UTILE RICORDARE CHE:
ha già cercato aiuto fra le 5 e le 12 volte prima di ricevere una risposta appropriata e di supporto
viene aggredita più e più volte prima di cercare l’aiuto delle
Gli operatori coinvolti nell’accoglienza e nella protezione delle donne che subiscono violenza sono chiamati a valutare e a gestire il rischio attraverso metodi e strumenti finalizzati ad individuare i casi a rischio di escalation o di recidiva. La valutazione del rischio di violenza è un delicato processo volto ad individuare i fattori di rischio in modo da prevedere, circoscrivere e possibilmente evitare il verificarsi degli eventi violenti. Una adeguata valutazione del rischio offre elementi fondamentali per organizzare gli interventi di protezione della donna.
La valutazione del rischio è una STIMA per individuare la probabilità che si perpetri la violenza. Qualsiasi atto violento (inclusa la violenza domestica) deriva dalla scelta di agire con violenza; infatti, non esistono CAUSE della violenza, ma CIRCOSTANZE legate alle caratteristiche dell’individuo, alla sua storia pregressa, al contesto sociale.
La valutazione permette di prendere in esame i fattori che concorrono all’individuazione del rischio:
• La natura della violenza (quale tipo di violenza può verificarsi?)
• La gravità (quanto grave può essere la violenza?)
• La frequenza (quanto spesso avviene?)
• L’imminenza (fra quanto tempo si ripresenterà?)
• La possibilità (con quale probabilità si verificherà?)
OBIETTIVO GENERALE PREVENIRE NON PREVEDERE
La valutazione del rischio (risk assessment) comporta conseguentemente la gestione del rischio (risk management), cioè l’individuazione dell’intervento più appropriato per quel caso, finalizzato a prevenire la recidiva, per proteggere le vittime, per evitare l’escalation dei maltrattamenti che potrebbero sfociare anche in omicidi.
Risk management significa:
• individuare / discutere possibili
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO:
perché?
per individuare i fattori presenti in passato, e determinare se questi o altri siano predisponenti
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strategie di gestione del rischio
• valutare gli scenari del rischio tenendo conto della probabilità, della natura e della gravità della imminenza, frequenza, durata
• effettuare un monitoraggio costante
La rilevazione:
• si concentra sulla recidiva del maltrattante NON si focalizza solo sulla vittima; NON è un test sulla personalità
• è un promemoria concepito come check-list per evidenziare i fattori di rischio rilevanti
per adottare appropriate strategie di intervento determinate in base alla valutazione del rischio al fine di allontanare la donna dal pericolo
3. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
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PROCEDURE
PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Esistono diversi strumenti per individuare il rischio di maltrattamento e stalking: il metodo S.A.R.A. – Spousal Assault Risk Assessment, l’ISA (Increasing Self Awareness), il metodo EVA (Esame delle Violenze Agite), il XXXXXX (Stalking Inventory per Xxxxxxx e Autori), il THAIS (Treat Assessment of Intimate Stalking) e altri ancora.
Tra i metodi citati, il metodo
S.A.R.A. è quello riconosciuto a livello nazionale (come viene esplicitato anche nel documento preliminare “Quadro strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne” del Dipartimento per le Pari Opportunità).
Di seguito si descrivono le aree di indagine e i fattori di rischio del metodo S.A.R.A. ma è importante sottolineare come sia opportuna una adeguata formazione per poter applicare correttamente ed efficacemente tale strumento.
Le aree di indagine prese in esame dal metodo S.A.R.A. attraverso uno o più colloqui sono le seguenti:
a) la storia della violenza
b) la percezione della vittima
c) forme e dinamiche della violenza
d) xxxxxxxxxxxxx e convinzioni dell’autore
e) i fattori aggravanti
E’ importante sottolineare come questo strumento possa essere utilizzato anche con l’autore del reato e con altre persone informate sui fatti.
Vengono presi in esame 10 fattori di rischio (di seguito elencati) e per ognuno dei 10 fattori il valutatore procede assegnando un punteggio (0 = basso 1 = medio 2 = alto).
Non si tratta di sommare punteggi: si tratta di una valutazione “soggettiva” fatta su fattori di rischio.
I fattori di rischio presi in esame sono raggruppati in due macro aree:
1) Violenza agita nei confronti del partner (o ex‐partner)
1.1. gravi violenze fisiche/ sessuali (consumate o tentate, incluso la violenza sessuale e l’uso di armi)
1.2. gravi minacce di violenza, ideazione o intenzione di agire violenza
1.3. escalation della violenza fisica/sessuale vera e propria delle minacce/ideazioni o intenzioni di agire tali violenze
1.4. violazione delle misure cautelari o interdittive
1.5. atteggiamenti negativi nei confronti delle violenze interpersonali e intra‐familiari
2) Adattamento psicosociale
2.1 precedenti penali/condotte antisociali
2.2 problemi relazionali (separazione dal partner, elevata conflittualità nella relazione attuale o in quelle pregresse, ecc.)
2.3 status occupazionale o problemi finanziari
2.4 abuso di sostanze (abuso di sostanze stupefacenti, alcol o medicinali che hanno portato alla compromissione delle funzioni sociali quali la salute, le relazioni, il lavoro, problemi con la giustizia)
2.5. disturbi mentali
E’ evidente che il metodo SARA
– come tutte le metodologie di valutazione del rischio
‐ non risolve il problema dei maltrattamenti e non costituisce l’unica strategia di prevenzione, ma rappresenta una procedura scientificamente valida che si è rivelata utilissima negli ultimi dieci anni per contribuire all’interruzione dei comportamenti violenti.
Una volta individuato il livello di rischio è importante disporre un piano di protezione che consenta alla donna e ai suoi figli il miglior livello possibile di protezione.
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Il principio imprescindibile del nostro ordinamento costituzionale riconosce che la donna ha diritto all’integrità personale.
LA DONNA SI TROVA IN
UNA SITUAZIONE DI PERICOLO E DEVE LASCIARE IMMEDIATAMENTE L’AMBIENTE VIOLENTO
È ASSOLUTAMENTE NECESSARIO TROVARE OSPITALITA’:
- presso rete familiare
- presso rete amicale
- presso persona di fiducia
- presso strutture di accoglienza
- casa rifugio
LA DONNA NON CONVIVE CON L’AUTORE DI VIOLENZA MA È VITTIMA DI PERSECUZIONI
ALCUNI CONSIGLI UTILI
- cambiare la serratura del domicilio della donna;
- predisporre un sistema di sicurezza più adeguato, come barre alle finestre, maggiore illuminazione;
- considerando i provvedimenti attuati dal Tribunale a tutela dei/lle bambini/e assicurarsi che gli/le insegnanti abbiano chiaro chi è autorizzato al prelevamento dei bambini dalla scuola;
- individuare insieme alla donna un legale competente;
- contattare il Centro Antiviolenza più vicino ed allertarlo circa la possibilità che possa essere accolta all’interno di una struttura ad indirizzo segreto per donne vittime di violenza;
- verificare la possibilità che qualcuno possa temporaneamente andare ad abitare con lei o che possa essere ospitata da qualcuno.
4. PIANO DI PROTEZIONE
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5.1 Accesso al Pronto Soccorso
FORZE DELL’ORDINE
• Accogliere 29
LA VITTIMA ARRIVA AL
PRONTO SOCCORSO
-‐ Accogliere
-‐ Valutare
(prognosi e referto)
-‐ Informare la persona sui propri diritti ed attivare il Codice
Xxxx Xxxxxxxxxxx
-‐ Contattare il Servizio Sociale Ospedaliero (ove esistente)
-‐ Segnalare alle Forze dell’Ordine nei casi di obbligo di legge (vedasi art. 365 c.p.)
-‐ Invitare la donna a prendere contatto con il Servizio che si ritiene più adeguato
al caso ed eventualmente le Forze dell’Ordine (Polizia Locale)
-‐ Se fuori orario d’apertura dei Servizi: invitare la vittima a presentarsi
al più presto ai Servizi (di persona o telefonicamente) durante gli orari d’apertura
(*)In relazione alla pubblicazione delle “Linee guida nazionali di indirizzo e orientamento per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e di assistenza socio- sanitaria alle (G.U. 30 gennaio 2018) potranno essere apportate modifiche alle procedure in essere
• Informare
• Valutare
• Recupero e lettura delle DAG provenienti dal PS
• Sostenere la donna ad attivare la propria rete familiare o amicale anche in vista di un eventuale collocamento
• Accogliere l’eventuale querela/denuncia
• Contatto servizi sociali del comune di residenza della donna e dei minori (se diverso)
• Contattare il centro antiviolenza e/o il Consultorio familiare
• Fuori dall’orario d’ufficio, invitare la vittima a presentarsi ai Servizi (di persona o telefonicamente) durante gli orari d’apertura fornendo tutti i numeri e le informazioni utili in tal senso
SERVIZIO SOCIALE DI BASE
• Accogliere
• Informare
• Xxxxxxxx e sostenere attraverso il metodo S.A.R.A. e colloqui
• Presa in carico/invio servizio dedicato (Consultorio Familiare (C.A.V.) per consulenza legale, sostegno psicologico, sostegno/ sostegno alla genitorialità/ psicoterapia breve
• Eventuale segnalazione alla competente Autorità Giudiziaria
• Eventuale collocamento in protezione
CENTRO ANTIVIOLENZA
• Accogliere
• Xxxxxxxx e sostenere attraverso il metodo S.A.R.A. e colloqui clinici
• Informare la vittima dei propri diritti e possibilità al gratuito patrocinio
• Invio ai servizi sociali, Forze di polizia, Pronto soccorso, case rifugio
• Progettare un percorso di uscita dalla violenza e di sostegno in rete nel territorio
• Reinserire e/o ampliare la rete sociale e relazionale della vittima (gruppo A.M.A.)
• Accompagnare la vittima attraverso un percorso psicologico di sostegno durante l’iter legale e giudiziario
CONSULTORIO FAMILIARE
• Accogliere
• Informare
• Valutare
• Offrire supporto psicosociale
• Inviare al Centro Antiviolenza e/o alla casa rifugio (accompagnare alla denuncia o attivare una segnalazione)
• Individuare e contattare la struttura, attivare le procedure per l’inserimento e il coinvolgimento del Servizio Sociale del Comune per l’assunzione di spesa
• Contattare i Servizi sociali del comune di residenza della donna e dei minori (se diverso) per la progettazione degli interventi di sostegno
5. procedure
5.2 Accesso diretto ai Servizi
FUORI ORARIO D’UFFICIO
IN ORARIO D’UFFICIO
LA VITTIMA SI PRESENTA AI SERVIZI
-‐ Accogliere
SERVIZI SOCIALI COMUNALI
-‐ Informare la vittima dei propri diritti, sulla possibilità di usufruire del gratuito patrocinio e sugli obblighi di legge
RETE DI SERVIZI
-‐ Valutare (attraverso il metodo S.A.R.A. o altri strumenti).
-‐ Presa in carico / Invio a servizio dedicato (Consultorio, Centro Antiviolenza,…)
-‐ Accompagnare alla denuncia e/o attivare una segnalazione alla Procura Minorile (se sono presenti minori) e/o alla Procura della Repubblica per tutti i casi
-‐ Contattare l'Ufficio Tutela Minori qualora il/i minore/i siano soggetti ad un provvedimento di affido da parte dell'Autorità Giudiziaria
-‐ Accogliere
-‐ Informare la vittima dei propri diritti e della possibilità del gratuito patrocinio
-‐ Valutare
-‐ Invio a servizio dedicato (Pronto soccorso/Xxxxxx Xxxx)
-‐ Accettare la denuncia
-‐ Contattare i Servizi Sociali del Comune di residenza della donna e dei minori (se diverso)
-‐ Procedere con l’eventuale allontanamento della vittima e minori o del maltrattante
SERVIZI
(Consultori, Comuni, Centro antiviolenza, Polizia Locale, …)
FORZE DELL’ORDINE
Polizia di Stato, Carabinieri Polizia Locale
FORZE DELL’ORDINE
Polizia di Stato Polizia Locale Carabinieri
Garantiscono la copertura del servizio 24 ore su 24:
Procedere come indicato dalla freccia, contattando il comune appena possibile
Esporre in posizione ben visibile una locandina con i numeri utili (112, Centro antiviolenza, caserma dei carabinieri più vicina o altre Forze dell’Ordine) e le procedure d’emergenza in caso di maltrattamento
-‐ Procedere ad un eventuale collocamento della vittima e dei minori in situazione protetta, informando le Forze dell’Ordine
CENTRO ANTIVIOLENZA
-‐ Accogliere
-‐ Xxxxxxxx e sostenere attraverso il metodo S.A.R.A. e colloqui clinici
-‐ Informare la vittima dei propri diritti e della possibilità del gratuito patrocinio
-‐ Invio ai servizi sociali, forze di polizia, pronto soccorso, case rifugio (informando le Forze dell’Ordine)
-‐ Progettare un percorso di uscita dalla violenza e di sostegno in rete nel territorio
-‐ Reinserire e/o ampliare la rete sociale e relazionale della vittima (gruppo A.M.A.)
CONSULTORIO ALTRI SERVIZI AULSS 2
-‐ Accogliere
-‐ Informare la vittima dei propri diritti e della possibilità del gratuito patrocinio
-‐ Valutare
-‐ Accompagnare: il Consultorio individua e contatta la struttura, attiva le procedure per l'inserimento e coinvolge il Servizio Sociale del Comune per l'assunzione di spesa e la progettazione degli interventi di sostegno
-‐ Offrire supporto psicologico e psicosociale
6.1 Descrizione del Servizio Sociale di Base
Il Servizio Sociale di Base accoglie e decodifica i bisogni dell’utenza che spontaneamente vi accede offrendo un servizio di orientamento alle risorse e ai servizi presenti nel territorio. Rappresenta il punto d’accesso per richiedere consulenze, erogazioni di servizi/prestazioni rivolti a sostenere cittadini in situazioni di difficoltà nell’ambito delle proprie competenze. Fornisce informazioni ed orientamento sui servizi sociali e sanitari anche specialistici, sulle opportunità del territorio, sulla possibilità di accedere a contributi e/o finanziamenti previsti dalla normativa vigente. Opera in un’ottica di prevenzione del disagio promuovendo interventi ed azioni atte ad aumentare le potenzialità sia dei singoli cittadini sia promuovendo forme di associazione degli stessi, con lo scopo di promozione del benessere rimuovendo situazioni che ostacolano/impediscono la piena realizzazione della persona.
Attiva servizi/aiuti in favore di cittadini attuando una eventuale presa in carico con elaborazione di progetti individualizzati collaborando con i servizi specialistici presenti nel territorio e le agenzie del privato sociale.
Attività del Servizio Sociale di Base in situazioni di maltrattamento e violenza Nell’ambito dell’attività svolta dal Servizio Sociale di Base gli operatori possono incontrare persone vittime di situazioni di maltrattamento/violenza in favore delle quali è opportuno che vengano garantite azioni minime uniformi per tutto il territorio provinciale.
Garantisce l’accoglienza ed un primo colloquio finalizzato ad ascoltare la persona per conoscere e approfondire la situazione di maltrattamento/ violenza presentata. E’ opportuno che il colloquio avvenga in un contesto che garantisca la necessaria privacy. Fornisce alla donna le informazioni sui servizi del territorio che si occupano di situazioni di maltrattamento/ violenza e sulle prestazioni/ consulenze di cui può beneficiare (supporto psicologico, consulenza legale, interventi socio-assistenziali), valutando un eventuale accompagnamento a Centri Antiviolenza, Servizi Sanitari, Consultori Familiari, Forze di Polizia.
Valutacon la donna la complessiva situazione presentata, con particolare attenzione rispetto all’esistenza di situazioni di impedimento o rischio al rientro nel proprio domicilio (anche attraverso l’utilizzo di strumenti
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di valutazione del rischio e
l’eventuale coinvolgimento delle competenti Autorità di Pubblica Sicurezza).
In caso di valutazioni di alto rischio avvierà il collocamento immediato in protezione della donna e degli eventuali figli minori presenti, segnalando alla competente Autorità Giudiziaria.
È auspicabile, qualora sia necessario un collocamento in protezione e le condizioni lo consentano, un rientro della donna al proprio domicilio nel più breve tempo possibile, anche attraverso l’adozione di provvedimenti restrittivi a carico dell’autore di violenza richiesti dalla vittima in sede di denuncia. Tale azione consentirebbe alla vittima di violenza e agli eventuali figli, di non allontanarsi dal proprio contesto di vita, se non per il periodo strettamente necessario a garantire una loro tutela, anche con conseguente risparmio per la spesa pubblica. Per le donne lavoratrici esiste la possibilità inoltre di usufruire del congedo previsto dall’art. 24 del D. L.vo. n. 80 del 15.06.2015
“congedo indennizzato delle donne vittime di violenza di genere” per un periodo di 90 giorni.
Qualora non si ravvisi la necessità di un intervento d’urgenza il servizio sociale di
6. LA RETE DEI SERVIZI TERRITORIALI
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base accompagnerà la donna alla rete più ampia dei servizi per la costruzione di un progetto di aiuto condiviso (consultorio familiare, centro antiviolenza, sportello donna…).
RACCOMANDAZIONE PER I COMUNI
In Italia è aumentato il numero delle donne vittime di violenza attuata da mariti, ex mariti o partner o ex partner, così come è aumentata la gravità delle conseguenze di tali azioni che, a volte, hanno avuto come esito la morte della donna.
Spesso gli atti di violenza avvengono in nuclei familiari ove sono presenti minori; la sofferenza indotta dal maltrattamento, se non viene adeguatamente affrontata ed elaborata, può indurre nella vittima una carica negativa che potrà ripercuotersi nell’evoluzione di questo soggetto, con esiti non facilmente prevedibili.
Si ritiene pertanto opportuno prendersi cura dei minori attivando interventi psicologici e sociali adeguati, precisando che il concetto di violenza assistita và ben oltre la mera presenza fisica del minore all’atto violento, quanto piuttosto al clima che la violenza crea nell’intero ambiente familiare in cui il minore è inserito.
“Per violenza assistita intrafamiliare si intende
l’esperire da parte del bambino/a qualsiasi forma di maltrattamento compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulte o minori. Il bambino può farne esperienza direttamente (quando essa avviene nel suo campo percettivo), indirettamente (quando il minore è a conoscenza della violenza), e/o percependone gli effetti. Si include l’assistere a violenze di minori su altri minori e/o su altri membri della famiglia e ad abbandoni e maltrattamenti ai danni di animali domestici.
E’ una forma di maltrattamento la cui rilevazione necessita del preliminare riconoscimento della violenza familiare diretta.” (Documento sui requisiti minimi degli interventi nei casi di violenza assistita da maltrattamenti sulle madri CISMAI 15.10.2005)
Si ritiene altrettanto importante che le azioni di protezione ed aiuto vengano messe in atto in favore di tutte le vittime di violenza di un determinato nucleo familiare, ivi compresi i figli maggiorenni. Si raccomanda, fatta salva l’obbligatorietà per gli Enti Locali di tutelare i minori vittime di violenza, che il progetto di protezione coinvolga tutto il nucleo familiare, compresi quindi
gli eventuali figli di maggiore età, in quanto la separazione dei vari componenti il nucleo, in questa delicata e difficile fase di vita, può produrre un ulteriore ampliamento dello stato di sofferenza dei suoi membri.
NOTA BENE:
In ottemperanza a quanto previsto dal “PROTOCOLLO D’INTESA PER LA PROMOZIONE DI STRATEGIE CONDIVISE FINALIZZATE ALLA PREVENZIONE ED AL CONTRASTO DEL FENOMENO DELLA VIOLENZA NEI CONFRONTI DELLE DONNE”
sottoscritto in Prefettura in data 25/05/2010 l’Ordine degli Avvocati di Treviso provvede, nelle forme e nei modi compatibili con i disposti del proprio Codice deontologico professionale, a fornire alle parti firmatarie del citato protocollo un elenco di nominativi di avvocati iscritti all’albo di Treviso disponibili a prestare volontariamente e gratuitamente alle donne vittime di violenza attività di consulenza ed informazione circa i mezzi, gli strumenti e le modalità per la tutela, in via giudiziaria, dei propri diritti. Tali avvocati, i loro soci, associati, collaboratori e membri dello stesso studio non potranno assumere incarichi da parte di donne cui è stata offerta l’attività di consulenza ed informazione.
6.2 Presentazione dei Servizi territoriali dell’AULSS 2
CONSULTORI FAMILIARI
Descrizione del servizio:
Il Consultorio Familiare è un servizio pubblico ad alta integrazione socio sanitaria a sostegno di una politica sociale per la famiglia. Si occupa del benessere dei singoli, delle coppie e delle famiglie secondo le indicazioni delle Legge nazionale
n. 405/75 e Legge regionale n 28/77. L’Equipe del Consultorio è costituita da: ginecologo, psicologo, assistente sociale, ostetrica.
Gli interventi dei Consultori Familiari sono definiti all’interno del Piano Sociosanitario Regionale 2012-2016 che indica le priorità nelle azioni seguenti:
• sostegno della genitorialità,
• prevenzione e trattamento delle situazioni di disagio e di tutela,
• supporto alle famiglie in caso di crisi coniugali,
• sostegno alle responsabilità genitoriali nelle famiglie in difficoltà, anche per prevenire l’allontanamento dei figli minorenni.
La donna (o la persona) vittima di violenza sessuale o domestica si può rivolgere ai Consultori per chiedere direttamente un aiuto e un sostegno di tipo psico-socio- sanitario, al fine di elaborare un
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percorso condiviso di protezione rispetto alla condizione di violenza subita o per avviare un percorso di emancipazione dalla situazione violenta, attraverso il raggiungimento di una progressiva autonomia nella gestione di sé e dei propri figli.
Attività consultoriali:
1. Accompagnamento della persona che ha subito violenza in percorsi di consapevolezza e di responsabilizzazione;
2. Facilitazione della riflessione della stessa sulle dinamiche familiari e di coppia, sul disagio vissuto dai figli, valutando, anche confrontandosi con gli altri componenti della rete, l’opportunità di una loro maggiore protezione, per quanto di competenza;
3. Partecipazione alla co- costruzione di progetti condivisi con gli altri componenti della rete, mantenendo contatti con gli stessi, ed in particolare, con il Servizio Sociale del Comune di residenza;
4. Attivazione di percorsi professionali psico-sociali, individuali, familiari con le persone coinvolte nella situazione, ed eventuali interventi di psicoterapia breve concordati con la vittima e condivisi con la rete;
5. Collaborazione con i servizi
sociali comunali per l’avvio di un progetto per l’inserimento della donna in struttura protetta, quando necessario.
I Consultori Familiari non solo inviano la donna vittima alle case rifugio o centri antiviolenza ma collaborano alla fase di ricerca della disponibilità, attivano il contatto con la struttura, avviano le procedure per l’inserimento coinvolgendo fin dall’inizio il Servizio Sociale del Comune per la progettazione e per l’assunzione di spesa.
Modalità accesso: La donna, o la persona vittima di violenza, può presentarsi direttamente al servizio avendo garantita la priorità dell’accoglienza o telefonare negli orari di apertura. Le prestazioni professionali (visite, informazioni, consulenze) sono GRATUITE (esenti da ticket) e non è richiesta la prescrizione del Medico di Medicina Generale.
PRONTO XXXXXXXX XXXXXXXXXXX 0
Descrizione del servizio:
Il Pronto Soccorso garantisce accoglienza e trattamento anche alle persone vittime di violenza sessuale o domestica. L’accesso al Pronto Soccorso non è legato all’ordine di arrivo, ma alla gravità del problema di salute, che si definisce attribuendo un codice colore. Nel caso di vittime di violenza sessuale o domestica, la priorità di presa in carico deriva anche dalla specifica condizione di fragilità legata alle situazioni di violenza, codificata con il codice “ROSA”. Il percorso del codice rosa in Pronto Soccorso prevede: anamnesi, esame obiettivo, accertamenti strumentali e di laboratorio. Nei casi di violenza sessuale si richiede inoltre la consulenza del ginecologo per la visita specialistica; vengono raccolti materiali e campioni biologici, utili alla prevenzione di malattie trasmesse sessualmente e per le indagini. A seconda dei casi, si attiva il
1 In relazione alla pubblicazione delle “Linee guida nazionali di indirizzo e orientamento per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e di assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza (G.U.
30 gennaio 2018) potranno essere apportate modifiche alle procedure in essere
supporto di ulteriori operatori: psichiatra, infettivologo, neuropsichiatra infantile, psicologo, assistente sociale.
Concluso l’iter di Pronto Soccorso, la persona potrà essere ricoverata, dimessa o inviata ai servizi sociali territoriali; se minore, può essere temporaneamente presa in carico dalla Unità Operativa di Pediatria.
Modalità accesso:
Con mezzi propri o ambulanza 118
Orario di apertura al pubblico: 24 ore su 24
Per vittime violenza il servizio è GRATUITO, non è previsto ticket (DGR Veneto 1513/14)
RACCOMANDAZIONE PER I MEDICI DI FAMIGLIA, I PEDIATRI DI LIBERA SCELTA E I MEDICI DI CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
Si raccomanda al medico, quando con una sua sensazione esperienziale avverte un problema sommerso di violenza, di invitare la donna a rivolgersi ai servizi territoriali dell’azienda ULSS 2, anche offrendosi di creare il collegamento.
40 41
6.3 Presentazione
dei Centri Antiviolenza
I Centri Antiviolenza sono luoghi di ascolto ed accoglienza per donne che subiscono violenza e maltrattamento.
In linea con le indicazioni nazionali e internazionali, i Centri Antiviolenza impiegano per ogni loro attività solo personale di sesso femminile con pregressa esperienza nel lavoro sul tema della violenza contro le donne. La metodologia di lavoro dei centri si basa sull’accoglienza delle donne e sulla creazione di una relazione empatica con loro. I Centri lavorano con le donne su temi quali: consapevolezza, autonomia, l’uscita dall’isolamento e dal senso d’impotenza che spesso provano nelle situazioni di violenza. Il percorso di uscita della violenza verrà negoziato in un continuo processo di reciprocità, senza giudizio e senza sostituirsi alla donna, ma nel rispetto delle sue scelte e dalla sua autonomia.
I Centri si impegnano a garantire alle donne anonimato e segretezza e ad intraprendere azioni che le riguardano solo con il loro consenso.
Modalità di accesso
Le donne possono accedere spontaneamente ai Centro Antiviolenza previo contatto telefonico, o possono essere
invitate a rivolgersi ai Centri dai Servizi territoriali Socio Sanitari, da altri centri antiviolenza, da associazioni di volontariato, da privati, chiamando la rete nazionale del 1522 etc.
Cosa offrono
Tutte le attività sono offerte gratuitamente:
ascolto telefonico:
Le attività di ascolto consistono in una linea telefonica sempre attiva durante gli orari di apertura del Centro e dotata di segreteria telefonica attiva negli orari di chiusura. Lo spazio offerto si concretizza in un ascolto attivo, non giudicante, rispettoso dei tempi della donna.
L’ascolto delle donne è orientato a:
• fare una prima analisi della domanda
• accogliere la richiesta d’aiuto
• sostenere la donna in difficoltà
• orientare la donna verso i servizi territoriali
• attivare i dispositivi del Centro Antiviolenza
• rafforzare il lavoro di rete con gli operatori dei servizi territoriali
colloqui di prima accoglienza:
Il Centro offre ad ogni donna un primo colloquio di accoglienza utile a definire i suoi bisogni e le sue necessità. Per le donne che si rivolgono al centro rappresenta
il primo passo per prendersi cura di sé. Alle donne viene garantito uno spazio riservato dove possano sentirsi a proprio agio e tutelate nel raccontare la propria storia.
Il colloquio di accoglienza serve a definire e concordare con la donna un percorso personalizzato di uscita dalla situazione violenta.
sostegno psicologico:
I percorsi di sostegno psicologico vengono proposti alla donna e attivati su sua richiesta. Si tratta di una serie di incontri in cui alla donna viene dato lo spazio e il tempo per affrontare quanto subito. Il percorso ha l’obiettivo di sostenere e rafforzare la donna restituendole dignità e autonomia così che possa scegliere consapevolmente il suo percorso di vita.
Obiettivi:
• Sostenere la donna nel suo percorso di uscita dalla violenza
• Promuovere l’empowerment
• Valorizzare le risorse
• Accrescere la consapevolezza
Consulenza legale:
Viene attivata la consulenza legale attraverso la possibilità di incontrare un’avvocata formata e specializzata nella violenza di genere da cui avere tutte le informazioni legali di cui la donna ha bisogno.
Obiettivi:
• Informare sui diritti di cittadinanza
• Orientare nel percorso legale
• Fornire strumenti di tutela legale
• Favorire l’accesso al patrocinio a carico dello Stato
Orientamento ai servizi del territorio:
All’interno del percorso di uscita dalla violenza, concordato con la donna attraverso i colloqui di accoglienza, si prevede l’affiancamento della donna anche nella strutturazione di relazioni con altri servizi (pubblici e privati) presenti sul territorio e funzionali alla realizzazione del percorso di uscita dalla violenza. Il Centro è infatti in rete con le forze dell’ordine, le aziende sanitarie di appartenenza e limitrofe, i servizi sociali, scuole etc.
Tra le varie attività alcuni centri offrono anche:
Gruppo di Auto Mutuo Aiuto: L’attività relazionale e sociale è il primo tassello per riprendere fiducia in sé e nel mondo esterno. Il gruppo offre a ciascuna donna la possibilità di rispecchiarsi nella storia di un’altra sua pari, ritrovando la capacità di accogliere, di fidarsi e di confrontarsi, perché la principale caratteristica di questo locus relazionale è l’assenza di giudizio. I propri vissuti condivisi
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e l’ascolto di quelli altrui aiuta ad uscire dalla solitudine. Inoltre la regolarità degli incontri permette di promuovere nuove relazioni stabili su cui poter contare nel corso del tempo. La donna matura la capacità di ampliare la rete delle proprie relazioni sociali. Poter verbalizzare in un contesto protetto dal segreto reciproco e riconoscere i propri cambiamenti nel tempo, è il vero strumento per il raggiungimento del benessere.
• Mediazione linguistico culturale: da attivare, ove necessario con le donne straniere.
• Attività d’informazione e sensibilizzazione rivolta alla cittadinanza rispetto ai temi della violenza sulle donne
• Rilevazione del fenomeno della violenza a livello locale: Raccolta e sistematizzazione dei dati attraverso database dedicato
6.4 Descrizione della Casa Rifugio di Treviso e modalità di accoglienza
PROGETTO PER LA GESTIONE DELLA PRONTA ACCOGLIENZA E INSERIMENTO IN CASA
RIFUGIO DI DONNE, SOLE O CON FIGLI MINORI, VITTIME DI VIOLENZA
Descrizione del Servizio
Ai sensi della Legge regionale
n. 5 del 23 aprile 2013, art. 4 “Le case rifugio sono strutture, pubbliche o private, in grado di offrire accoglienza e protezione alle donne vittime di violenza e loro figlie e figli minori nell’ambito di un programma personalizzato di recupero e di inclusione sociale, che assicuri, inoltre, un sostegno per consentire loro di ripristinare la propria autonoma individualità, nel pieno rispetto della riservatezza e dell’anonimato”.
Nel territorio di Treviso è stata attivata una Casa Rifugio ad indirizzo segreto che fornisce alloggio sicuro alle donne (e ai loro figli) vittime di violenza di genere, per sostenerle e accompagnarle, mediante l’intervento di operatrici adeguatamente formate, nella costruzione di un percorso personalizzato di empowerment e autonomia.
La Casa Rifugio è collocata in
un complesso condominiale che garantisce condizioni di segretezza e protezione. È stata avviata usufruendo degli specifici finanziamenti regionali. Il capofila è il Comune di Treviso.
Beneficiari: donne vittime di violenza e i loro figli minori che vogliano intraprendere un percorso di protezione e di fuoriuscita dalla violenza.
Modalità di accesso:
L’accesso in Casa Rifugio può avvenire attraverso due modalità:
• pronta accoglienza (accesso indiretto);
• accoglienza programmata (accesso diretto).
Modalità di pronta accoglienza Tale richiesta può essere attivata dai seguenti soggetti:
• Centri antiviolenza,
• Pronto Soccorso o altro servizio dell’AULSS,
• Forze dell’ordine,
• Servizi Sociali dei Comuni.
L’accesso in pronta accoglienza si attiva qualora venga rilevata la necessità di un immediato allontanamento della donna vittima di violenza (e dei figli qualora presenti) dalla propria abituale abitazione.
I soggetti sopra indicati avranno a disposizione un numero telefonico dedicato e disponibile h24, 7 giorni su 7.
La pronta accoglienza avviene presso una struttura collocata nell’hinterland di Treviso.
E’ prevista una permanenza della donna (e dei suoi figli) per un massimo di 10 giorni. Potranno essere accolte contemporaneamente un massimo di 2 donne (o 1 donna con figli).
In tale periodo viene effettuata la valutazione del rischio da parte di operatori adeguatamente formati, viene altresì valutato l’eventuale ingresso in Casa Rifugio mediante la convocazione di un tavolo tecnico composto dagli operatori del Comune Capofila e della Casa Rifugio, dagli operatori comunali interessati, dal personale dell’Azienda Ulss, dagli operatori del Centro Antiviolenza.
In caso di inserimento in pronta accoglienza viene tempestivamente contattato il servizio sociale del Comune di residenza della donna.
Modalità di accesso con accoglienza programmata L’accesso in Casa Rifugio avviene su richiesta dei soggetti invianti sopra indicati, in situazioni che non rivestono carattere di emergenza, da indirizzare al soggetto gestore, che attiverà il tavolo tecnico preposto alla valutazione.
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In favore delle donne accolte in Casa Rifugio è prevista l’elaborazione di un piano di protezione e di un progetto personalizzato sviluppato in tre fasi: messa in sicurezza, empowerment/autonomia e fase di sgancio/reintegrazione.
La permanenza in Casa è prevista fino ad un massimo di quattro mesi (eventuali proroghe saranno valutate con i servizi coinvolti).
Condizione prioritaria per l’elaborazione del progetto di accoglienza è la collaborazione del servizio comunale territoriale competente, che sarà chiamato anche ad intervenire nelle situazioni in cui si renda necessario garantire l’erogazione di un intervento economico a sostegno delle donne prive o con limitate risorse reddituali.
Le operatrici della Casa Rifugio assicurano una reperibilità telefonica h24, non essendo presenti nell’intero arco della giornata. Sono garantiti incontri periodici con le donne accolte.
I riferimenti telefonici per l’attivazione in emergenza (attivi 24h su 24, 7 giorni su 7) saranno forniti ai Centri Antiviolenza, alle Forze dell’Ordine, ai Servizi sociali comunali, ai Pronto Soccorso e ai Servizi dell’AULSS 2.
6.5 Descrizione della Casa ad indirizzo segreto di secondo livello
PROGETTO PER LA GESTIONE
DELL’ACCOGLIENZA E L’INSERIMENTO IN CASA DI SECONDO LIVELLO
DI DONNE, SOLE O CON FIGLI MINORI, VITTIME DI VIOLENZA
Descrizione del Servizio
La Casa di secondo livello è una struttura ad indirizzo segreto che fornisce alloggio sicuro alle donne (e i loro figli) vittime di violenza di genere, attiva dal 2013.
“Le case di secondo livello sono strutture di ospitalità temporanea per le donne vittime di violenza e le loro figlie e figli minori, che non si trovano in situazioni di pericolo immediato a causa della violenza e che necessitano di un periodo limitato di tempo per compiere il percorso di uscita dalla violenza e raggiungere l’autonomia, come espresso al comma 1, art. 5 della Legge
regionale 23 aprile 2013, n. 5.
Nel periodo in cui viene ospitata nella Casa di secondo livello la donna viene sostenuta e accompagnata da operatrici formate nella costruzione di un percorso personalizzato di empowerment e autonomia.
La Casa di secondo livello è un’unità abitativa autonoma dislocata nel territorio dell’ex distretto n. 2 Valdobbiadene- Montebelluna che garantisce condizioni di segretezza e protezione. La struttura, gestita dalla Cooperativa Una Casa per l’Uomo, in convenzione con l’Azienda Ulss n. 2, è censita dalla Regione Veneto come “Casa di secondo livello” in base alla L.R. 5/2013 art. 5
Beneficiari: donne vittime di violenza e i loro figli minori che vogliano intraprendere un percorso di protezione e di fuoriuscita dalla violenza.
Modalità di accesso:
La richiesta di accoglienza in Casa di secondo livello può essere effettuata:
• direttamente dalla donna
• su segnalazione da parte dei centri antiviolenza, forze dell’ordine, servizi socio sanitari, servizi sociali comunali
Successivamente alla richiesta di accoglienza viene effettuato un primo colloquio di conoscenza con la donna e con i Servizi invianti, durante il quale viene compilata una scheda per la raccolta di dati utili alla valutazione del caso da parte dell’equipe.
Se la struttura viene ritenuta idonea a rispondere ai bisogni della donna e dei suoi figli si procede alla costruzione condivisa del Progetto di accoglienza individualizzato (PAI) con la donna e con i Servizi invianti. Il PAI, attraverso l’individuazione di obiettivi, modalitàe tempi dell’accoglienza, prende in considerazione i bisogni della donna e dei suoi figli, accompagnandola in un processo che le consenta di rielaborare il proprio vissuto di violenza, di valorizzare risorse e competenze e di raggiungere l’autonomia sociale e abitativa.
La permanenza è temporanea, fino ad un periodo massimo di 120 giorni, prorogabile su richiesta della donna e previa valutazione dell’équipe di lavoro in condivisione con i servizi invianti.
Riferimenti:
email: xxxx.xxxxxx@xxxxxxxxxxxxxxx.xx telefono:
000 0000000 / 0423615252
Reperibilità telefonica attiva dal lunedì al venerdì
h. 9.00/12.00–15.00/18.00
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6.6. Presentazione delle Forze di Polizia
6.6.1 Polizia di Stato, Questura
Cos’è:
• Tipologia del servizio: Polizia di Stato
• Contatto: Numero riservato al soccorso pubblico 113 (provvede ad inviare equipaggi della Volante nell’arco di 24 ore) – centralino della Questura 0422 248111
Breve descrizione delle attività in situazioni di maltrattamento e violenza: attività di prevenzione e repressione dei reati in generale e di contrasto della vi ol enz a/mal tr attamenti alle donne; ricezione della richiesta di ammonimento e attività conseguente, acquisizione delle notizie di reato e trasmissione all’autorità giudiziaria competente; attività di indagine; interventi di emergenza, ricezione denunce- querele; ricezione referti medici del Pronto Soccorso; attivazione delle procedure che mettano la vittima in contatto con i servizi del territorio fornendo tutte le informazioni utili; collaborazione con la rete dei servizi territoriali.
E’ utile sapere che
• All’interno della Squadra Mobile
(Ufficio investigativo di carattere generale) vi è una apposita Sezione dedicata al contrasto dei reati “contro la persona, in pregiudizio di minori e reati sessuali” che si occupa anche delle problematiche relative alla violenza di genere. Detta Sezione è composta da personale adeguatamente formato, che viene interessato anche dagli uffici di Polizia periferici e dalle specialità in caso di necessità.
• Nel caso giunga in un Ufficio della Polizia di Stato una donna vittima di violenza residente al di fuori del territorio coperto, la Polizia acquisirà comunque la querela, poiché gli uffici di Polizia Giudiziaria sono tenuti sempre ad accettare le notizie di reato a prescindere dal luogo della consumazione.
Sito: xxx.xxxxxxxxxxxxxx.xx
6.6.2 Carabinieri Cos’è:
• Tipologia del servizio: Stazioni dei carabinieri presenti nel territorio
Breve descrizione delle attività in situazioni di maltrattamento e violenza: attività di prevenzione e repressione dei reati in generale e di contrasto della violenza alle donne; ricezione della richiesta e attività conseguente, acquisizione delle notizie di
reato e trasmissione all’autorità giudiziaria competente; attività di indagine; interventi di emergenza, ricezione denunce- querele; attivazione delle procedure che mettano la vittima in contatto con i servizi del territorio fornendo tutte le informazioni utili; collaborazione con la rete dei servizi territoriali. Si fa presente che presso le Compagnie ed i Comandi Provinciali dei Carabinieri sono presenti alcune unità specializzate sulle problematiche relative alla violenza di genere.
Contatto pronto intervento: 112
Sito web: xxx.xxxxxxxxxxx.xx Informazioni utili sulla violenza e sul suo contrasto dal sito dei carabinieri: xxx.xxxxxxxxxxx.xx/ cittadino/consigli/tematici/ questioni-di-vita/violenza
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6.7 Descrizione del Servizio per gli uomini maltrattanti: CAMBIAMENTO MASCHILE
È uno “spazio di ascolto per uomini che usano violenza (fisica, psicologica, economica, sessuale….) e comportamenti di maltrattamento nelle relazioni affettive”.
L’obiettivo generale del lavoro rimane la messa in sicurezza delle vittime (donne e minori). Tale finalità è perseguita lavorando con gli uomini, tramite la messa a loro disposizione di un percorso strutturato, gestito da operatori specializzati nelle tematiche della violenza maschile sulle donne e nelle relazioni affettive. Tale percorso è finalizzato a promuovere il cambiamento e la cessazione dei comportamenti violenti e maltrattanti.
Ente gestore
“Una Casa per l’Uomo” – Società cooperativa Sociale – Montebelluna
6.8 Presentazione degli Sportelli Donna
Nella provincia di Treviso sono attivi, presso i Servizi Comunali, diversi sportelli che da molti anni operano per la promozione della parità uomo-donna.
Si tratta di servizi a bassa soglia e non connotanti all’interno dei
quali operano operatrici formate rispetto alle tematiche delle pari opportunità come ad esempio: conciliazione vita-lavoro, tutela della maternità, sviluppo professionale e riqualificazione, difficoltà personali connessi ai cambi di vita, diritto di famiglia, discriminazioni legate al genere.
Lo sportello si caratterizza per essere un servizio territorializzato, con una identità propria che viene definita in base anche agli altri servizi/progetti già presenti in quel contesto. Lo sportello è inoltre un servizio del territorio e non offre percorsi di psicoterapia.
È un collante tra i servizi esistenti, sa fare rete perché l’operatore ha un approccio sistemico e non prende in carico solo il singolo bisogno. È un servizio che opera per attivare le risorse dell’utente e che propone una presa in carico “non specialistica”.
L’operatrice si occupa delle fasi di analisi dei bisogni, orientamento, sostegno/accompagnamento, invio ad altri servizi di taglio specialistico, tiene le fila e monitora il percorso attivato. Il colloquio, caratterizzato da un atteggiamento accogliente e non giudicante nei confronti della donna, costituisce uno degli elementi metodologici fondanti per favorire un aggancio e
una relazione positiva con la donna. Si tratta di un ascolto professionale (counselling) che rispetta i vissuti e gli aspetti emotivi, ma permette di personalizzare il colloquio e farlo evolvere nei diversi possibili sviluppi affinché la donna possa individuare azioni in linea con i propri valori ed obiettivi di vita.
Il lavoro di rete è fondamentale al fine di garantire un’efficace relazione e collaborazione con gli altri enti e servizi che operano a favore delle donne. Le operatrici incaricate pertanto operano attraverso un approccio sistemico che permette di non prendere in carico solo il singolo bisogno espresso dalla donna che accede allo Sportello in modo circoscritto, ma consente di attivare più connessioni proficue e utili a dare risposte collettive (ad esempio attivando percorsi di gruppo qualora si rilevino bisogni similari tra più donne).
Lo sportello diviene una risorsa per le donne che subiscono violenza:
• sia come “antenna nel territorio”, in grado di entrare in contatto con donne in disagio che possono presentare tratti riconducibili alla violenza domestica seppur senza alcuna consapevolezza in merito;
• sia come luogo dove è possibile fare un “aggancio” della donna, con un primo ascolto, e successivo orientamento ai servizi specifici della rete di cui nel presente vademecum (quando le donne non sono ancora pronte ad accedere a servizi più specialistici ed hanno bisogno di ascolto empatico, informazioni sul ciclo della violenza, terminologie, ecc.);
• sia dopo la fase emergenziale (fase in cui è prioritario e necessario agire per la messa in sicurezza della donna stessa). Dopo questa fase l’operatrice dello Sportello può essere coinvolta da parte dei Centri antiviolenza perché vengano attivati percorsi ad hoc per:
1. supportare le donne nel loro percorso di empowerment e autonomia ad esempio per un lavoro sulla motivazione, il bilancio di competenze utili a impostare la ricerca di lavoro, di corsi professionalizzanti, per una mappatura delle opportunità e delle possibilità abitative, etc.
2. supportare le donne per la creazione di reti di prossimità per far fronte al sentimento di solitudine che spesso è proprio uno dei fattori che mantengono il ciclo della violenza.
I DIRITTI DI INFORMAZIONE DELLA PERSONA OFFESA1
Con il D.L. 93/2013 convertito con Xxxxx 119/2013, nonché con X.Xxx. 212/2015, sono stati potenziati nel nostro ordinamento i diritti e le facoltà della persona offesa dal reato.
In particolare, oggi è previsto:
- L’obbligo per la polizia giudiziaria ed il P.M. di fornire informazioni, al momento dell’acquisizione della notizia di reato, della facoltà per la persona offesa di nominare un difensore di fiducia (il nostro ordinamento prevede la designazione del difensore d’ufficio solamente per l’indagato/imputato) e della possibilità di accedere al patrocinio a spese dello Stato, con la specifica che la vittima può usufruire di tale beneficio indipendentemente dai limiti di reddito imposti dal D.P.R. 115/2002 limitatamente ai delitti di maltrattamenti contro familiari e conviventi, pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili, violenza sessuale, atti persecutori,
1 A cura di Ordine degli Avvocati di Treviso e avv. Marin, Centro antiviolenza Telefono Rosa di Treviso - O.N.L.U.S.
oltre a specifici reati in danno di minori (art. 76 comma 4 ter D.P.R. 115/2002).
- L’obbligo di preventiva e tempestiva notifica alla persona offesa (o al suo difensore) e di preventiva e tempestiva informazione ai servizi territoriali socio- assistenziali di ogni richiesta e/o provvedimento di applicazione, sostituzione o revoca delle misure cautelari personali disposte nei confronti dell’autore del reato (obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, allontanamento dalla casa familiare, divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, arresti domiciliari, custodia cautelare in carcere, custodia cautelare in luogo di cura), con espressa facoltà per la persona offesa (o il suo difensore) di presentazione di memorie difensive al riguardo.
- La notifica dell’avviso della conclusione delle indagini preliminari anche alla persona offesa (oltreché all’indagato) quando si procede per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi e di atti persecutori.
- La notifica alla persona offesa della richiesta di archiviazione formulata dal P.M. nell’ipotesi di delitti commessi con violenza alla persona, con facoltà di prendere visione
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degli atti e presentare motivata opposizione entro il termine di 20 giorni.
- La misura amministrativa dell’ammonimento, disposta dal Questore, relativa a due fattispecie legislative, finalizzate a garantire una tutela rapida ed anticipata rispetto al procedimento penale, applicabile sino a quando non è proposta querela. Tali fattispecie sono le seguenti:
- Ammonimento ex art.8 D.L.11/2009 relativo ai casi di atti persecutori (cd Stalking), per il quale è necessaria la richiesta da parte della vittima; l’emanazione del provvedimento fa sì che il reato, se reiterato, diventi perseguibile d’ufficio.
- Ammonimento ex art.3 L. 119/2013, relativo ai casi dei reati sentinella (per reati sentinella si intendono lesioni personali non aggravate consumate o tentate con prognosi non superiori ai
20 giorni) o di violenza domestica nell’ambito di una convivenza o relazione (per violenza domestica si intende violenza fisica, sessuale, psicologica o economica). In questo caso non vi è la necessità di richiesta da parte della persona offesa, ma si può procedere su iniziativa delle Forze dell’Ordine, o su
7. QUADRO NORMATIVO
DI RIFERIMENTO
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segnalazione di terze persone in forma non anonima.
- La facoltà di ottenere informazioni: sull’intero iter del procedimento penale; sulla facoltà di ottenere eventuali misure di protezione; sulla possibilità di chiedere il risarcimento dei danni derivanti dal reato e di ottenere il rimborso delle spese sostenute per la partecipazione al procedimento penale; sulle strutture sanitarie, le case famiglia, i centri antiviolenza e le case rifugio presenti sul territorio; sulla possibilità che il procedimento sia definito con remissione di querela, mediazione, sospensione del procedimento con messa alla prova dell’imputato, applicazione della causa di estinzione del reato per particolare tenuità del fatto (art. 90 bis c.p.p.).
- La facoltà di richiedere l’immediata comunicazione alla persona offesa dell’evasione e/o della scarcerazione e della cessazione della misura di sicurezza detentiva dell’autore di delitti commessi con violenza alla persona (art. 90 ter c.p.p.).
- Il diritto all’assistenza dell’interprete per la presentazione di denuncia o querela se la persona offesa non conosce la lingua italiana (art. 107 ter c.p.p.).
Denuncia
E’ l’atto con cui si porta a conoscenza dell’Autorità ‐ pubblico ministero o ufficiale di polizia giudiziaria un fatto-reato perseguibile d’ufficio del quale ha notizia.
Nella generalità dei casi la denuncia è facoltativa, è obbligatoria nei casi e per i soggetti espressamente indicati dalla legge.
La denuncia può essere presentata in forma orale o scritta.
La legge impone ai pubblici ufficiali ed agli incaricati di pubblico servizio (tra i quali sono annoverati insegnati, dirigenti scolastici, educatori, assistenti sociali, psicologi, medici e tutti gli altri operatori che prestano un servizio pubblico) di denunciare tempestivamente le notizie di reato di cui sono a conoscenza e relative a delitti perseguibili d’ufficio.
In tali casi, l’insegnante, educatore, operatore sociale o sanitario, è tenuto alla segnalazione con una relazione- comunicazione che deve riportare tutti gli elementi conosciuti in modo chiaro e con la massima obiettività, evitando iniziative di tipo investigativo.
La denuncia deve indicare, ove note, le generalità complete della persona offesa e dell’autore del fatto.
La comunicazione va consegnata al proprio responsabile o dirigente, per l’inoltro alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario per l’apertura di un’indagine penale; ove siano coinvolti soggetti minorenni, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, per l’apertura di un procedimento civile a protezione del minore.
In assenza del responsabile o se questi manifesti di non ravvisare l’opportunità dell’inoltro, permane in capo ai singolo, pubblico ufficiale o incarico di pubblico servizio, l’obbligo di inoltrare comunque la comunicazione di ipotesi di reato direttamente alle succitate Procure della Repubblica.
Qualora più operatori siano a conoscenza dei fatti è possibile l’invio di un’unica comunicazione a più firme.
Al fine di non pregiudicare le indagini la comunicazione deve essere redatta e trasmessa senza ritardo anche qualora i fatti da segnalare necessitino di accertamenti e approfondimenti. Nei casi di elevata complessità è consigliabile rivolgersi al Magistrato di turno esterno della Procura della Repubblica o al Magistrato afferente al Gruppo Tutela Soggetti Deboli della Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Treviso.
Querela
La querela è la dichiarazione con la quale ‐ personalmente o a mezzo di procuratore speciale
‐ la persona offesa dal reato o il suo legale rappresentante chiede espressamente che si proceda in ordine ad un fatto previsto dalla legge come reato (ossia fa richiesta di punizione) per il quale non debba procedersi d’ufficio.
La querela configura una condizione di procedibilità ma, contestualmente, contiene l’informazione sul fatto‐reato.
La querela va fatta, oralmente o per iscritto, in alternativa al pubblico ministero, ad un ufficiale di polizia giudiziaria o, all’estero, ad un agente consolare.
Non sono dettate regole particolari in ordine al contenuto dell’atto di querela.
E’ sufficiente, ma anche essenziale, che, oltre ad essere indicato il fatto‐reato (con ulteriori eventuali notizie circa il suo autore e le fonti di prova), risulti dal testo la manifestazione non equivoca del querelante.
In caso di flagranza di delitto che impone o consente l’arresto (art. 380 comma 3 e art. 381 comma 3 c.p.p.), la querela può essere proposta con dichiarazione orale all’agente/ufficiale di polizia giudiziaria intervenuto sul fatto. Il diritto di querela spetta alla
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persona offesa dal reato e deve essere esercitato, a pena di decadenza, entro tre mesi dal giorno della notizia del fatto che costituisce reato.
Prima della condanna può intervenire la remissione (= ritiro) della querela, con dichiarazione processuale o extraprocessuale espressa o tacita, direttamente da parte della persona offesa o tramite procuratore speciale.
In via eccezionale i delitti di violenza sessuale puniti dagli artt. 609 bis, 609 ter e 609 quater c.p. (salve le eccezioni di cui all’art. 609 septies c.p.) sono punibili a querela della persona offesa proposta entro il maggior termine di sei mesi e la querela è irrevocabile.
Altra eccezione è prevista dalla disciplina del reato di così detto stalking; querela entro il temine di sei mesi, remissione solo processuale, casi di irrevocabilità e procedibilità d’ufficio vedere art. 612 bis ultimo comma c.p..
NORMATIVA A TUTELA DELLA LAVORATRICE VITTIMA DI VIOLENZA:
Decreto Legislativo 15
giugno 2015 n. 80 : “Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita
e di lavoro, in attuazione dell’articolo 1, commi 8 e
9, della legge 10 dicembre
2014 n. 183” art. 24
Per il 2015 (in forza del decreto legislativo n. 148 del
14 settembre 2015, la misura è stata estesa anche per gli anni successivi, salve eventuali rideterminazioni da parte del Ministeri vigilanti (art. 26, commi
2 e 3 del decreto legislativo n. 80/2015) le vittime di violenza di genere (individuate ai sensi del D.L. 93/2013 convertito nella legge 119/2013), lavoratrici dipendenti o parasubordinate sia del privato che del pubblico, potranno richiedere un’astensione retribuita per un periodo massimo di tre mesi dall’attività lavorativa, per motivi legati al percorso di protezione. La fruizione del congedo potrà avvenire su base giornaliera od oraria nell’arco di tre anni, secondo modalità stabilite dagli accordi collettivi; in loro assenza, si avrà riguardo alle esigenze della lavoratrice stessa. Le lavoratrici vittime di violenza potranno inoltre richiedere la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, ove disponibili in organico. Il part time concesso dovrà essere trasformato nuovamente in full time su richiesta della lavoratrice.
IL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO
Cos’è:
Il cittadino non abbiente
(sia indagato/imputato, sia persona offesa) può usufruire dell’assistenza di un legale, in giudizi civili, amministrativi, contabili, tributari o penali e nei procedimenti di volontaria giurisdizione, senza dover corrispondere la parcella all’avvocato, le cui competenze giudiziali per l’attività difensiva nel giudizio sono a carico dello Stato, in esito al provvedimento di liquidazione da parte dell’Autorità Giudiziaria.
Come si richiede:
L’interessato presenta apposita istanza, debitamente compilata e sottoscritta; i modelli sono reperibili sul sito internet dell’Ordine degli Avvocati di Treviso. L’istanza può essere presentata personalmente o tramite avvocato iscritto agli elenchi del così detto gratuito patrocinio, compilati dal medesimo Consiglio dell’Ordine degli Avvocati secondo criteri di competenza per materia.
Requisiti necessari per l’ottenimento:
Fermo restando il contenuto dell’art. 76 comma 4 ter del
D.P.R. 115/2002, per le vittime di talune tipologie di reato, di cui sopra si è detto, ai fini dell’ammissibilità della domanda il reddito annuo del soggetto istante, sommato a quello dei soggetti risultanti dallo stato di
famiglia, di cui alle rispettive ultime dichiarazioni, non deve superare (allo stato – ultima modifica luglio 2014) l’importo di Euro 11.369,24.
Occorre precisare che viene tenuto in considerazione solamente il reddito del soggetto istante quando oggetto della causa risultano essere diritti della personalità, ovvero con riferimento ai procedimenti nei quali gli interessi del richiedente sono in conflitto con quelli degli altri componenti il nucleo familiare con lui conviventi.
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8. APPENDICI 8.1. NUMERO DI PUBBLICA UTILITÀ 1522 “CONTRO LA VIOLENZA SESSUALE
E DI GENERE”
Il Numero di pubblica utilità 1522 è attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo. Le operatrici telefoniche dedicate al servizio forniscono una prima risposta ai bisogni delle vittime di violenza di genere e stalking, offrendo informazioni utili e un orientamento verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati presenti sul territorio nazionale.
Il servizio mediante l’approccio telefonico sostiene l’emersione della domanda di aiuto, consentendo un avvicinamento graduale ai servizi da parte delle vittime con l’assoluta garanzia dell’anonimato ed i casi di violenza che rivestono carattere di emergenza vengono accolti con una specifica procedura tecnico-operativa condivisa con le forze dell’ordine.
8.2 ELENCO RIFERIMENTI DEI SERVIZI SOCIALI DELLA PROVINCIA DI TREVISO
COMUNE | INDIRIZZO E RECAPITI |
ASOLO | Indirizzo: Via J. Da Ponte n. 8 Telefono: 0000 000000 Email: xxxxxxx@xxxxxx.xxxxx.xx.xx Sito internet: xxx.xxxxxx.xxxxx.xx.xx Giorni ed orari di apertura al pubblico lunedì dalle 15.00 alle 18.00 mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 12.45 |
CASTELFRANCO VENETO | Indirizzo: Via F.M. Preti n. 36 (presso il Municipio) Telefono: 0000 000000 735518 Email: xxxxxxxxxxxxxxx@xxxxxx.xxxxxxxxxxxx-xxxxxx.xx.xx Sito Internet: xxxx://xxx.xxxxxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx.xx/ Giorni ed orari di apertura al pubblico: lunedì dalle ore 10.00 alle ore 12.30; martedì dalle ore 9.00 alle ore 12.30; mercoledì: chiuso giovedì dalle ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle ore 15.45 alle ore 17.15; venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30 |
CONEGLIANO | Indirizzo: Xxxxxxxx Xxxxxxxx x. 0 Telefono: - Servizi Sociali 0438 413210 - Sportello Donna 0438 413387 Email: xxx.xxxxxxx@xxxxxx.xxxxxxxxxx.xx.xx Email: xxxxxxxxxxxxxx@xxxxxx.xxxxxxxxxx.xx.xx Giorni e orari di apertura al pubblico: dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 13.00 e lunedi e giovedì pomeriggio dalla 14.30 alle 16.30 |
MOGLIANO VENETO | Indirizzo: sede ex scuola Xxxxx - Xxx Xxxxxxxxx x. 0 Telefono: 000 0000000 Email: xxxxxxxxx.xxxxxxx@xxxxxx.xxxxxxxx-xxxxxx.xx.xx Sito internet: xxxx://xxx.xxxxxx.xxxxxxxx-xxxxxx.xx.xx Giorni ed orari di apertura al pubblico: lunedì dalle ore 10:00 alle ore 12:30 giovedì dalle ore 10:00 alle ore 12:30 |
MONTEBELLUNA | Indirizzo: Largo X Martiri, n. 2 Telefono: 0423 617590-617589 Sito Internet: xxx.xxxxxx.xxxxxxxxxxxx.xx.xx Servizio di Reperibilità Telefonica: attivo negli orari di servizio indicati sopra e il sabato mattina dalle ore 8.00 alle ore 12.00 Giorni e Orari di Apertura al Pubblico: lunedì dalle 8.30 alle 13.00 mercoledì dalle 8.30 alle 18.00 venerdì dalle 8.30 alle 13.00 chiuso il martedì e giovedì |
58 8.3 ELENCO RIFERIMENTI DEI SERVIZI AULSS2 59
SERVIZIO CONSULTORI FAMILIARI - indirizzi e recapiti
Distretto Treviso Nord ODERZO via X. Xxxxx n. 46 - tel 0000 000000
orario di apertura del Servizio: da Lunedì a Giovedì ore 08.00-18.00 Venerdì ore 08.00-13.00
QUINTO DI TREVISO via X. Xxxxxxx n. 3 - tel 0000 000000 int. 3 orario di apertura del Servizio: da Lunedì a Giovedì ore 08.00-13.00 Venerdì ore 08.00-12.00
VILLORBA via X. Xxxxxxx 16 - tel 0000 000000 orario di apertura del Servizio:
da Lunedì a Giovedì ore 08.00-13.00 | Venerdì ore 08.00-12.00
Distretto Xxxxxxx Xxx XXXXXXXX X.XX Xxx XXXX Xxxxxx x. 00 - tel 000 0000000
orario apertura del Servizio: Lunedì, Martedì e Giovedì
ore 08. 00-13.00 e 14.00-18.00 | Mercoledì e Venerdì ore 08.00 -13.00
PREGANZIOL Via Xxxxxx Xxxxxxxx n. 36 - tel 0000 000000 orario apertura del Servizio: Lunedì e Venerdì ore 08.00-13.00 Martedì, Mercoledì e Giovedì ore 08.00-13.00 e 14.00-18.00
RONCADE Via X.Xxxxx n. 8 - tel. 0000 000000
orario apertura del Servizio: Lunedì e Mercoledì ore 08.00-13.00 e 14.00-18.00 Martedì, Giovedì e Venerdì ore 08.00-13.00
TREVISO Via Montello n. 4 - tel 0000 000000 orario di apertura del Servizio:
da Lunedì a Giovedì ore 08.00-18.00 | Venerdì ore 08.00-13.00
Distretto Pieve di Soligo
CONEGLIANO via Galvani n. 4 - tel 0000 000000 orario di apertura del Servizio:
da Lunedì a Giovedì ore 08.30-17.00 | Venerdì ore 08.30-13.00
PIEVE DI SOLIGO via Lubin n. 16 - tel. 0000.000000
orario di apertura del Servizio:
da Lunedì a Giovedì ore 08.30-17.00 | Venerdì ore 08.30-13.00
VITTORIO VENETO piazza Foro Boario - Serravalle - tel 0000.000000 orario di apertura del Servizio:
da Lunedì a Giovedì ore 08.30-17.00 | Venerdì ore 08.30-13.00
ODERZO | Indirizzo: Xxx Xxxxxxxxx 00 Telefono: 0000 000000 Telefono Sportello del Cittadino Centralino: 0422 8121 Email: xxxxxxxxxx@xxxxxx.xxxxxx.xx.xx Sito Internet: xxx.xxxxxx.xxxxxx.xx.xx Le Assistenti Sociali ricevono solo su appuntamento e i numeri di telefono sono i seguenti: 0422 812233 0422 812265 0422 812236 Giorni e orari di apertura al pubblico dell’Ufficio Servizi Sociali lunedì, mercoledì e venerdì: dalle ore 9.00 alle ore 12.15 Il mercoledì anche dalle ore 15.00 alle ore 18.00 |
PREGANZIOL | Indirizzo Via A. Gramsci n. 2 Telefono 0000000000 Telefono Sportello del Cittadino 0422632333 Email: xxxxxxxxxxxxxx@xxxxxx.xxxxxxxxxx.xx.xx Sito Internet: xxxxxx.xxxxxxxxxx.xx.xx Per informazioni i cittadini si possono rivolgere al servizio U.R.P.COMUNICO aperto nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30 martedì dalle ore 15.00 alle ore 17.30 giovedì: orario continuato dalle ore 9.00 alle ore 17.30 |
TREVISO | Indirizzo del Servizio Sociale: Xxxxx Xxxxxxxx Xxxxxx, 00 con accesso veicolare da Xxx Xxxxxx, 00 (xxxxxxxx Via Montello) Servizio Interventi di Protezione ed aiuto alle persone Sito internet: xxxx://xxx.xxxxxx.xxxxxxx.xx/ Email: xxxxxxxxxx@xxxxxx.xxxxxxx.xx Apertura al pubblico: Servizio Sociale Territorio: mercoledì e venerdì 9.00 - 12.30 (anche su appuntamento) lunedì pomeriggio su appuntamento Segreteria Servizio Sociale Tel. 0000 000000, 658363 lunedì 15.30 – 17.00 mercoledì e venerdì 9.00 – 12.30 |
XXXXXXXX VENETO | Indirizzo: Xxx Xxxxxxxx x. 00 - 00000 Xxxxxxxx Xxxxxx Telefono: 0438/569305 Email: xxxxxxx@xxxxxx.xxxxxxxx-xxxxxx.xx.xx Sito internet: xxx.xxxxxxxxxxxxxx.xxx.xx Orari di apertura al pubblico: lun - mar - gio – ven dalle 9.00 alle 12.45 Giovedì dalle 15.00 alle 17.30 Mercoledì chiuso |
60 8.4 ELENCO RIFERIMENTI DEI CENTRI ANTIVIOLENZA 61
DELLA PROVINCIA DI TREVISO
NOME CENTRO ANTIVIOLENZA | INDIRIZZO, RECAPITI E SERVIZI OFFERTI |
Telefono Rosa di Treviso | Treviso, xxx Xxxx Xx 00 - 00000 XX Ente Gestore: Centro antiviolenza Telefono Rosa di Treviso - O.N.L.U.S. Mail: xxxxxxxxxxxxxxxxxxx@xxxxxx.xx Sito: xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx Tel.: 0000 000000 Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30 Reperibilità telefonica con segreteria telefonica 24 ore su 24 Servizi offerti: Accoglienza, Sostegno psicologico, Consulenza legale, Gruppi A.M.A. |
Stella Antares | Il servizio ha 4 sedi: Montebelluna, via Pastro N°1/5 Vedelago, xxx Xxxx Xxxxx Xx0, xxxxxx Xxxxx Xxxxxxx Xxxxx: xxx Xxxxxxxxxx, Xx0 Xxxxxxxxxxxxx: via Piva N°53, presso Palazzo Piva Ente Gestore: Società Cooperativa Sociale “Una Casa per l’Uomo” Mail: xxxxxx.xxxxxx.xxxxxxx@xxxxx.xxx Tel.: 389/9134831 Orari: la reperibilità telefonica viene garantita lunedì martedì e mercoledì dalle 9.30 alle 12.30; martedì e giovedì dalle 15.30 alle 18.30 segreteria telefonica attiva 24 ore su 24 Servizi offerti: Accoglienza, Consulenza psicologica, Consulenza Legale, Mediazione linguistico-culturale |
N.I.L.D.E. | Castelfranco Veneto Ente Gestore: Cooperativa Iside Mail: xxxxxxxxxxxxxxxxx@xxxxxxxxx.xxx Tel.: 0000000000 Orari: lunedì e venerdì dalle 9 alle 13; martedì dalle 10 alle 13; mercoledì dalle 13 alle 17; giovedì dalle 11 alle 12. Gli orari possono subire variazioni a seconda delle esigenze delle donne. Reperibilità telefonica con segreteria telefonica 24 ore su 24 Servizi offerti: Accoglienza, Sostegno psicologico, Consulenza legale, orientamento ai servizi del territorio |
Xxxxxx xxxxxxxxxxxx Xxxxxxxx Xxxxxx | Xxxxxxxx Xxxxxx, Xxxxxx xxx Xxxxxx Xx00 Mail: xxxxxxxxxxxxxxxxxx@xxxxxx.xxxxxxxx-xxxxxx.xx.xx Tel.: 0000 000000/450 Fax: 0000 000000 Orari: Lunedì 9.00 - 12.00 Martedì 16.00 - 18.00 Mercoledì 9.00 - 12.00 Giovedì 17.00 - 19.00 Venerdì 9.30 - 12.30 Reperibilità telefonica con segreteria telefonica 24 ore su 24 Servizi offerti: Accoglienza, Sostegno psicologico, Consulenza legale |
Distretto Asolo ASOLO - tel 0000.000000 orario di apertura del Servizio: Lunedì ore 08.30-11.00 | Mercoledì e Giovedì ore 08.30-13.00 CASTELFRANCO VENETO - tel. 0000 000000 orario di apertura del Servizio: Lunedì Mercoledì e Venerdi ore 08.30-13.30 Martedì e Giovedì ore 08.30-12.30 e 14.30-17.30 GIAVERA DEL MONTELLO contattare l'Ufficio cassa del Distretto che offre indicazioni sulla reperibilità degli operatori del Consultorio Familiare tel. 0000 000000 MONTEBELLUNA presso Ospedale Vecchio - tel 0000 000000 orario di apertura del Servizio: Lunedì ore 9.00-13.00 e 14.00-17.00 Mercoledì ore 9.00-13-00 | Giovedì ore 9.00-13.00 e 14.00-17.30 VALDOBBIADENE – Tel. 0000 000000 orario di apertura del Servizio: Lunedì ore 09.00-13.00 e 14.00-15.00 Martedì e Venerdì ore 09.00-13.00 | Mercoledì ore 09.00-13.00 e 14.00-17.00 Giovedì ore 09.00-13.00 e 14.00-16.00 |
SERVIZIO PRONTO SOCCORSO OSPEDALIERO - indirizzi e recapiti |
XXXXXXXXXXXX XXXXXX, xxx xxx Xxxxxxx 00 - xxx.0000 000000 Email: xxxxxxxxxxxxxx.xxxxxxxxxxxx@xxxxx0.xxxxxx.xx XXXXXXXXXX Xxx Xxxxxxx Xxxxxxx, 0 - tel 0000.000000 Email: xxxxxxxxxxxxxxxx@xxxxx0.xxxxxx.xx MONTEBELLUNA, via X. Xxxxxxxxx 1 - tel. 0000 000000 Email: xxxxxxxxxxx@xxxxx0.xxxxxx.xx ODERZO, via Luzzati 33 Tel Segreteria 0000 000000, tel. Pronto Soccorso 0422 715315 Email: xxxxxxx@xxxxx0.xxxxxx.xx REFERENTE: Responsabile dr. Xxxxx Xxxxxx XXXXXXX, Xxxxxxxx Xxxxxxxx 0, Xxxxxxxx 0, Xxxxx 0 Tel Segreteria 0000 000000, tel. Pronto Soccorso 0422 322411 Email: xxxxxxx@xxxxx0.xxxxxx.xx XXXXXXXX VENETO Via Forlanini, 71 - tel 0000 000000 Email: xxxxxxxxxxxxxxxx@xxxxx0.xxxxxx.xx |
62
8.5 ELENCO RIFERIMENTI DEI CONTATTI DELLE FORZE DI POLIZIA
Polizia di Stato
Contatto: Numero riservato al soccorso pubblico 113 (provvede ad inviare equipaggi
della Volante nell’arco di 24 ore) Centralino della Questura
0422 248111
Carabinieri
Contatto pronto intervento: 112
Sito: xxx.xxxxxxxxxxx.xx Informazioni utili sulla violenza e sul suo contrasto dal sito dei carabinieri: xxxx://xxx.xxxxxxxxxxx.xx/ cittadino/consigli/tematici/ questioni-di-vita/violenza
8.6 UN SERVIZIO PER GLI UOMINI MALTRATTANTI: CAMBIAMENTO MASCHILE
Ente promotore
Comune di Montebelluna
Ente gestore del servizio “Una Casa per l’Uomo” – Società Cooperativa Sociale – Montebelluna
Come si accede
Chiamando il numero:
000 0000000
Xxxxxx e orari
per contattare il servizio
Martedì
dalle ore 18.30 alle ore 20.30 Giovedì
dalle ore 12.00 alle ore 14.00
Modalità di contatto Contattando il numero 000 0000000
Scrivendo all’indirizzo mail cambiamentomaschile@ xxxxx.xxx
Servizio di reperibilità telefonica
345 952868
Quanto costa
Gli incontri individuali (5) sono gratuiti.
Per gli incontri di gruppo (4 al mese) è possibile venga richiesto un piccolo rimborso spese.
8.7 ELENCO RIFERIMENTI SPORTELLI DONNA
DELLA PROVINCIA DI TREVISO 63
COMUNE | NOME, LUOGO, ORARI E RECAPITI |
Treviso | SPAZIO DONNA Xxxx Xxxxxxx Sportello a bassa soglia che offre accoglienza, ascolto, supporto per l’empowerment delle donne operando in rete coi servizi e le associazioni del territorio (ambiti: conciliazione, diritti, difficoltà personali/ relazionali, solitudine, famiglia, fasi di vita, formazione e lavoro) Xxx Xxxxxx 000, Xxxxxxx martedì dalle 14.00 alle 16.30 e venerdì dalle 9.30 alle 13.00 Tel. 0000 0000000 - Cell. 000 0000000 Mail. xxxxxxxxxxx@xxxxxx.xxxxxxx.xx FB: SPAZIO DONNA Treviso |
Istrana (TV) | SPAZIO PARI OPPORTUNITÀ Sportello a bassa soglia che offre accoglienza, ascolto, supporto per l’empowerment delle donne operando in rete coi servizi e le associazioni del territorio (ambiti: conciliazione, diritti, difficoltà personali/ relazionali, solitudine, famiglia, fasi di vita, formazione e lavoro) Presso Ca Celsi lunedì 14.00 – 15.30 Tel. 340.5792652 |
Progetto di AREA: Maserada Povegliano (TV) | SPAZIO PARI Sportello a bassa soglia che offre accoglienza, ascolto, supporto per l’empowerment delle donne operando in rete coi servizi e le associazioni del territorio (ambiti: conciliazione, diritti, difficoltà personali/ relazionali, solitudine, famiglia, fasi di vita, formazione e lavoro) MASERADA Presso Municipio, difronte alla sala Consiliare MERCOLEDI’ 9.00-11.00 Cell: 0000000000 |
POVEGLIANO Presso Biblioteca comunale su appuntamento Cell: 0000000000 | |
Mogliano | CENTRO DONNA MOGLIANO VENETO |
Veneto (TV) | Sportello a bassa soglia che offre accoglienza, ascolto, supporto per |
l’empowerment delle donne operando in rete coi servizi e le associazioni | |
del territorio (ambiti: conciliazione, diritti, difficoltà personali/ | |
relazionali, violenza, solitudine, famiglia, fasi di vita, formazione e | |
lavoro) | |
Politiche Sociali (ex scuola media Rossi) | |
xxx Xxxxxxxxx 0 - Xxxxxxxx Xxxxxx (XX) | |
mercoledì 9.00 / 11.00 e lunedì 14.00-16.30 su appuntamento | |
cell.:000 0000000 | |
64 65
Progetto di AREA: Cornuda, Crocetta del Montello, Maser, Pederobba | CORNUDA CIVICO 5 - Connessione Lavoro Sportello a bassa soglia che offre accoglienza, informazione, orientamento, ri-orientamento, sostegno nella ricerca, accompagnamento nella rete territoriale Xxxxxx Xxxxxxxx XXXXX, 0 Martedì 16.30- 18.00 (anche su appuntamento) |
XXXXXXXX XXX XXXXXXXX Xxx X. Xxxxxx, 0 CIVICO 1 – Connessione famiglia e Connessione Lavoro Sportello a bassa soglia che offre accoglienza, ascolto, supporto alla genitorialità, informazione, orientamento, ri-orientamento, sostegno nella ricerca, accompagnamento nella rete territoriale e promuove azioni di educazione alle pari opportunità Area Famiglia: su appuntamento PROGETTO LAVORO: mercoledì 17.00- 18.30 (anche su | |
appuntamento) | |
Tel: 0000000000 | |
MASER CIVICO 9– Connessione Lavoro Sportello a bassa soglia che offre accoglienza, informazione, | |
orientamento, ri-orientamento, sostegno nella ricerca, | |
accompagnamento nella rete territoriale | |
Xxxxxxxx Xxxxxxxxx, 0 Mercoledì 9.00-10.30 (anche su appuntamento) | |
PEDEROBBA Piazza Case Rosse, 14 CIVICO 14 – Connessione famiglia e Connessione Lavoro Sportello a bassa soglia che offre accoglienza, ascolto, supporto alla genitorialità, informazione, orientamento, ri-orientamento, sostegno nella ricerca, accompagnamento nella rete territoriale e promuove azioni di educazione alle pari opportunità Area Famiglia: su appuntamento PROGETTO LAVORO: giovedì dalle 9.00 alle 10.30 | |
Tel: 0000000000 | |
I riferimenti per gli sportelli CIVICO dei 4 comuni sono: tel. 0000000000 |
Progetto di AREA: Carbonera, San Xxxxxx di Callalta (TV), Silea, Xxxxxxxxx | XXXXXXXXX, Xxx Xxxx, 00 SPORTELLO DONNA Sportello a bassa soglia che offre accoglienza, ascolto, supporto per l’empowerment delle donne operando in rete coi servizi e le associazioni del territorio (ambiti: conciliazione, diritti, difficoltà personali /relazionali, solitudine, famiglia, fasi di vita, formazione e lavoro) Venerdì dalle 9.00 alle 10.00 tel. 0000 000000 / Mail xxxxxxxxxxxxxx@xxxxxxxxx-xx.xx SAN XXXXXX DI CALLALTA, Presso Biblioteca Comunale, via 2 Giugno n°45 SPAZIO PARI OPPORTUNITÀ Sportello a bassa soglia che offre accoglienza, ascolto, supporto per l’empowerment delle donne operando in rete coi servizi e le associazioni del territorio (ambiti: conciliazione, diritti, difficoltà personali /relazionali, solitudine, famiglia, fasi di vita, formazione e lavoro) Venerdì ore 10.30-12.00 Cell. 000 0000000 / Mail xxxxxxxxxxxxxx@xxxxxx.xxxxxxxxx.xx.xx SILEA, Xxxxxx Xxxxxxxxx, xxx xxx Xxxxxxx, 00. SPORTELLO DONNA Percorsi individualizzati per donne segnalate dai servizi sociali. Attivazione di un gruppo che si occupa della cura dell’anziano, a seguito di percorso formativo. Su appuntamento Tel. 0000 000000 / Cell. 000 0000000 / Mail xxxxxxxxxxxxxx@xxxxxx.xxxxx.xx.xx SPRESIANO, Presso Biblioteca comunale SPORTELLO DONNA Sportello a bassa soglia che offre accoglienza, ascolto, supporto per l’empowerment delle donne operando in rete coi servizi e le associazioni del territorio (ambiti: conciliazione, diritti, difficoltà personali /relazionali, solitudine, famiglia, fasi di vita, formazione e lavoro) Lunedì dalle 8.30 alle 9.30 |
Giavera del Montello | SPORTELLO DONNA Sportello che offre ascolto, informazione e orientamento ai servizi territoriali competenti. Promozione di attività aggregative nell’ottica dell’empowerment Presso Xxxxxx Xxxxxxxx xxx Xxxxxx, Xxxxxxx xxx Xxxxxxxx (XX) Giorni e Orari di Servizio: Martedì 15.30-16.30 |
66 67
Trevignano | SPORTELLO DONNA Sportello che offre ascolto, informazione e orientamento ai servizi territoriali competenti. Promozione di attività aggregative nell’ottica dell’empowerment Xxxxxx Xxxxxx Xxxxxxxxx 0 Giorni e Orari di Servizio: Giovedì 8.00-9.00 Sito internet: xxxx://xxx.xxxxxx.xxxxxxxxxx.xx.xx/xxxx.xxx?xxxxx0000000000&xxx =1260373092&opened=1260875000 |
Loria | CENTRO DONNA Sportello che offre ascolto, informazione e orientamento ai servizi territoriali competenti. Promozione di attività aggregative nell’ottica dell’empowerment Xxxxxx Xxxx Xxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxx, Xxxxx (XX) Giorni e Orari di Servizio: Lunedì 10.00-11.00 Giorni e Orari di Apertura al Pubblico: Lunedì 11.00-12.30 Tel.: 0000000000 / MAIL: xxxxxxxxxxx@xxxxxxxxxxx.xx Sito Internet: xxxx://xxx.xxxxxxxxxxxxx.xx.xx/xxxxxxxxx.xxx?xx_xxxxxxxxxx000 |
Oderzo | Centro d’ascolto AIUTO DONNA la persona viene accolta telefonicamente e viene concordato anche un colloquio presso la sede. In tale contesto viene valutata la situazione e, se del caso, l’utente viene accompagnato per una consulenza legale civile e penale. A tale primo contatto possono susseguirsi anche colloqui per sostegno psicologico. Non vi sono orari di apertura al Pubblico in quanto le modalità di contatto, al fine di garantire il massimo anonimato anche degli operatori, vengono attraverso contatto telefonico o posta elettronica. Tel.: 0000000000 - Quando l’operatore richiamerà non verrà visualizzato il numero ma solo la scritta “privato” |
Riese Xxx X | CENTRO DONNA Sportello che offre ascolto, informazione e orientamento ai servizi territoriali competenti. Promozione di attività aggregative nell’ottica dell’empowerment Presso Xxx Xxxxxxxx Xxxxx 00, Xxxxxxxxx Xxxxx Xxxxxx e Orari di Servizio: Lunedì 14.30-15.30 Giorni e Orari di Apertura al Pubblico: Lunedì 15.30-17.00 Telefono: 0000.000000 / mail: xxxxxxxxxxx@xxxxxx.xxxxxxxxx.xx.xx Sito internet: xxxx://xxx.xxxxxx.xxxxxxxxx.xx.xx/x000000/xx/xxxxx.xxx/xxxxxx/xxxxx/x etail/categoria/80/id/25 |
Vedelago | CENTRO DONNA Sportello che offre ascolto, informazione e orientamento ai servizi territoriali competenti. Promozione di attività aggregative nell’ottica dell’empowerment Presso Villa Binetti Giorni e Orari di Servizio: Lunedì 16.00-17.00 Sito internet: xxxx://xxx.xxxxxxxx.xxx.xx/xxxxxx/Xxxxxx/Xxxxxx- Comunali/Socio/Servizi/Centro-Donna.html |
Valdobbiadene | SPORTELLO DONNA Sportello che offre ascolto, informazione e orientamento ai servizi territoriali competenti. Promozione di attività aggregative nell’ottica dell’empowerment Xxxxxx Xxxxxxxxx xx Xxxxxxxxxxxxx, Xxxxxx X. Xxxxxxx 0 Giorni e orari di Servizio: Lunedi 9.00-10.00 Giorni e Orari di Apertura al Pubblico: Lunedì 10.00-11.30 Tel.: 0000.000000 / mail: xxxxxxxxx.xxxxx@xxxxxx.xxxxxxxxxxxxx.xx.xx Sito internet: xxxx://xxx.xxxxxx.xxxxxxxxxxxxx.xx.xx/xx/xxxxx.xxx/xxxxxxx- aggiuntivi/index/index/idtesto/20214 |
San Fior Codognè Godega S. U. Xxxxxxxx Xxx Xxxxxxxxxx Orsago Cordignano | SPORTELLO DONNA Sportello a bassa soglia che offre accoglienza, ascolto, orientamento, informazione, consulenza legale alle donne che si trovano temporaneamente in situazioni di difficoltà sul piano personale, psicologico, relazionale, nella dimensione lavorativa, familiare affettiva, operando in rete con i servizi e le associazioni del territorio. |
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COMUNE | NOME, LUOGO, ORARI E RECAPITI |
Treviso | CONSIGLIERA DI PARITÀ Pubblico ufficiale che interviene, su delega della lavoratrice/del lavoratore, nei casi di presunta discriminazione di genere sul posto di lavoro. Sono considerate discriminazioni anche le molestie e le molestie sessuali (art. 26 del Codice delle pari opportunità) Xxx Xxx xx Xxxxx 000, Xxxxxxx presso: edificio 1, piano terra, stanza 1.A.19, Provincia di Treviso, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.30 Tel. 0000 000000 Mail: xxxxxxxxxxxxxxxxx@xxxxxxxxx.xxxxxxx.xx Sito web: xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx |
Treviso | COMMISSIONE PROVINCIALE PER LE PARI OPPORTUNITÀ DELLA PROVINCIA DI TREVISO Dal 2014, a seguito della riforma Xxxxxx, le Province si occupano di controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale (art. 1, comma 85, lettera f), legge n. 56/2014). Xxx Xxx xx Xxxxx 000, Xxxxxxx presso: edificio 1, piano terra, stanza 1.A.18, Provincia di Treviso, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.30 Tel. 0000 000000 Mail: xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx@xxxxxxxxx.xxxxxxx.xx Sito web: xxx.xxxxxxxxx.xxxxxxx.xx |
8.8. ELENCO RIFERIMENTI DEGLI ORGANISMI CHE SI OCCUPANO DI VIOLENZA SUL POSTO DI LAVORO DELLA PROVINCIA DI TREVISO
8.9 ELENCO RIFERIMENTI DEI PRINCIPALI REATI PERSEGUIBILI A QUERELA E D’UFFICIO
In Italia tutti i reati sono perseguibili d’ufficio, tranne quelli per i quali è prevista espressamente dalla legge la perseguibilità a querela (art. 50 c.p.p.).
In particolare, sono perseguibili a querela:
- percosse (art. 581 c.p.)
- ingiuria (art. 594 c.p.) - reato depenalizzato con D.lgs 15 gennaio 2016, n. 7
Sempre perseguibili d’ufficio:
- maltrattamenti contro familiari e conviventi art. 572 c.p.
- abbandono di persona minore o incapace art. 591 c.p.
- omissione di soccorso art. 593 c.p.
- sequestro di persona art. 605 c.p.
- violenza privata art. 610 c.p.
- stato di incapacità procurato mediante violenza art. 613 c.p.
- estorsione art. 629 c.p.
- aborto di xxxxx non consenziente art. 18 L n. 194/1978
- molestia o disturbo alle persone art. 660 c.p.
Perseguibili a querela, ma d’ufficio solo in talune ipotesi:
- atti persecutori (stalking) art. 000 xxx x.x. (x’ufficio se nei confronti di un minore o persona con disabilità e quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio,
quando il delitto è commesso da soggetto ammonito)
- violazione di domicilio art. 614
c.p. (ufficio solo il 2° comma: se il fatto è commesso con violenza sulle cose o alle persone o se il colpevole è palesemente armato)
- minaccia art. 612 c.p. (“minaccia ad altri un ingiusto danno”, ufficio solo il 2° comma: minaccia grave o (art. 339 c.p.) con armi, più persone riunite, ecc.)
- violazione degli obblighi di assistenza familiare art. 570 c.p. (ufficio se nei confronti di xxxxxx)
- art. 12 sexies Legge 898/70 (nel divorzio) (ufficio se nei confronti di xxxxxx)
- danneggiamento art. 635 c.p. (uff. il 2° comma, se con violenza alla persona o con minaccia). La legge n° 67 del 2014 delega al Governo l’emanazione di un Decreto Legislativo per l’abrogazione dell’art.635 c.p. 1° comma.
Ideazione e sviluppo grafico
Ufficio Comunicazione - Direzione Generale
Stampa Ufficio Stamperia
(marzo 2018)
Supporto e collaborazione Xxxxxxx Xxxx Opportunità