Contract
PROCEDURA SELETTIVA PER LA COPERTURA DI N. 1 (uno) POSTO DI PROFESSORE UNIVERSITARIO DI RUOLO, SECONDA FASCIA, MEDIANTE CHIAMATA AI SENSI DELL’ART. 18, COMMA 4, LEGGE 30
DICEMBRE 2010, N. 240, PER IL SETTORE CONCORSUALE 12/H1, SETTORE SCIENTIFICO-DISCIPLINARE IUS/18 PRESSO IL DIPARTIMENTO DI SCIENZE AZIENDALI E GIURIDICHE, INDETTA CON D.R. N. 1594 DEL 23/10/2020.
VERBALE N. 2
ESAME DELLA DOCUMENTAZIONE COMPLESSIVA E VALUTAZIONE DELLE PUBBLICAZIONI
SCIENTIFICHE, DEL CURRICULUM E DELL’ATTIVITA’ DIDATTICA DEI CANDIDATI
CANDIDATA Xxxxxxx Xxxxxxxx
VALUTAZIONE DEL CURRICULUM, DELLA PRODUZIONE SCIENTIFICA E DELL’ATTIVITA’ DIDATTICA
Giudizio del Xxxx. Xxxx Xxxxxxxx:
Presa visione del curriculum presentato dalla candidata, il giudizio complessivo su di esso è positivo. La candidata ha dichiarato la conoscenza della lingua inglese. Si procede ora alla valutazione dell’attività didattica e dell’attività di ricerca scientifica.
Valutazione dell'attività didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti
• a) numero dei moduli/corsi tenuti e continuità della tenuta degli stessi:
Assegnazione dell’insegnamento di Storia romana (30 ore), per l’a.a. 2012/2013, nel corso di laurea in Studi letterari, linguistici e storico-filosofici, presso l’Università della Basilicata.
Professore incaricato, per l’a.a. 2020/2021, dell’insegnamento di Diritto romano, presso la Facoltà di diritto canonico della Pontificia Università Gregoriana.
• b) esiti della valutazione da parte degli studenti, con gli strumenti predisposti dall'ateneo, dei moduli/corsi tenuti;
NON PRESENTE
• c) partecipazione alle commissioni istituite per gli esami di profitto;
Collaborazione con le cattedre di Diritto romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Firenze, dal 1° maggio 2005 al 31 dicembre 2012.
Cultore delle materie romanistiche presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Siena, dal settembre 2006 a oggi.
• d) quantità e qualità dell'attività di tipo seminariale, di quella mirata alle esercitazioni e al tutoraggio degli studenti, ivi inclusa quella relativa alla predisposizione delle tesi di laurea, di laurea magistrale e delle tesi di dottorato.
Attività di collaborazione, di cui al punto precedente.
Svolgimento di cicli di lezioni e seminari sulla storia giuridica tardoantica nei corsi di Storia del diritto romano presso l’Università di Siena e di Storia del pensiero giuridico romano presso l’Università di Firenze.
Valutazione dell'attività di ricerca scientifica
• a) organizzazione, direzione e coordinamento di gruppi di ricerca nazionali e internazionali, ovvero partecipazione agli stessi:
Partecipazione al Progetto di ricerca nazionale PRIN 2009.
Partecipazione ai Progetti di ricerca internazionali ERC Sinergy Grant 2013, ERC Advanced Grant 2013, REDHIS,
Rediscovering the hidden structure. A new appreciation of juristic text and patterns of thought in late Antiquity (P.I. Xxxx.
X. Xxxxxxxxx) e ERC Advanced Grant 2014 SIR, Scriptores Iuris Romani (P.I. Prof. X. Xxxxxxxxx).
Titolare, dal 2009 al 2012, di un assegno di ricerca presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Siena.
Titolare, nel 2013, di una borsa di ricerca nell’ambito del Progetto Arma et Iura presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari.
Titolare, nel 2014, di un assegno di ricerca presso l’Università di Roma La Sapienza.
Titolare, nel 2016, di un assegno di ricerca presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Siena. Vincitrice, nel 2017, di un assegno di ricerca presso l’Università di Roma La Sapienza.
• c) partecipazione in qualità di relatore a congressi e convegni nazionali e internazionali:
9 partecipazioni, con relazione, a congressi, convegni e seminari nazionali e internazionali, tra il 2011 e il 2019. 2 partecipazioni, con discussione, a seminari e workshop nell’ambito del Progetto SIR ERC 2014, nel 2017
(v. curriculum vitae allegato alla domanda)
• d) conseguimento di premi e riconoscimenti nazionali e internazionali per attività di ricerca. NON PRESENTE
La candidata XXXXXXX XXXXXXXX sottopone al giudizio della Commissione n. 12 pubblicazioni, che intende far valere ai fini della chiamata. Esse consistono in:
1 monografia: I. Xxxxxxxx, Ricerche sulle Pauli Sententiae. Quaderni di Studi Senesi 145, p. 0-000, Xxxxxx, Xxxxxxx Editore, 2017, ISBN: 978-88-14-22503.
5 saggi inseriti in opere collettanee:
Iol. Xxxxxxxx, Il Fragmentum Leidense di Xxxxx (B.P.L. 2589), in X. Xxxxxxxxx e X. Xxxxxxxx (a cura di), Giurisprudenza romana nei papiri. Tracce per una ricerca, p. 163 – 168, Pavia, University Press, 2018, ISBN: 9788869520839.
Iol. Xxxxxxxx, De poenis militum. Su alcuni regolamenti militari romani, in X. Xxxxx e X. Xx Xxxxxxx (a cura di), Civitas, Iura, Arma. Organizzazioni militari, istituzioni giuridiche e strutture sociali all’origine dell’Europa (secoli III – VIII). Atti del Seminario internazionale, Cagliari 5-6 ottobre 2012, p. 259-279, Lecce, Edizioni Grifo, 2015, ISBN: 9788869940132.
Iol. Xxxxxxxx, Gli Stemmata cognationum: Pauli Sententiae ed Etymologiae, in X. Xxxxxxxxxx Sommariva e X. Xxxxxxx (a cura di) Ravenna Capitale. Uno sguardo ad Occidente. Romani e Goti – Xxxxxxx xx Xxxxxxxx, p. 101-116, Sant’Arcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2012, ISBN: 9788838765839.
Iol. Xxxxxxxx, Il maestro delle Pauli Sententiae: storiografia romanistica e nuovi spunti ricostruttivi, in Dogmengeschichte und historische Individualität der römischen Juristen. Storia dei dogmi e individualità storica dei giuristi romani. Atti del Seminario internazionale (Montepulciano, 14-17 giugno 2011), p. 485-531, Trento, Università di Trento, 2012, ISBN: 9788884434531.
Iol. Xxxxxxxx, Immagini di ius receptum nelle Pauli Sententiae, in Studi in onore di Xxxx Xxxxxxx, III, p. 425-471, Milano, Xxxxxxx Editore, 2009, ISBN: 88-14-15335-3.
6 articoli editi su riviste in formato cartaceo o digitale, di cui 3 articoli di ricerca, 2 cronache e 1 recensione:
Iol. Xxxxxxxx, Una breve nota sulla condizione dei liberti Latini e dei loro discendenti in età tardoantica, in Koinonia 41, 2017, p. 461-473, ISSN: 0393-2230.
Iol. Xxxxxxxx, I privilegi dei militari in tema di successioni dalle costituzioni imperiali alle leges barbarorum, in BIDR 113, 2019, p. 237 – 257, ISSN: 0391-1810.
Iol. Xxxxxxxx, Alcune osservazioni attorno agli alimenta Italiae, in SDHI 84, 2018, p. 425-436, ISSN: 1026-9169.
Iol. Xxxxxxxx, Giornate di studio per i cent’anni dalla nascita di Xxxx Xxxxxxxxx Xxxxx, in SDHI 76, 2010, p. 871-877, ISSN: 1026-9169.
Iol. Xxxxxxxx, Xxx controversum e processo fra tarda repubblica ed età dei Severi (Firenze, 21-23 ottobre 2010), in IURA
59, 2011, p. 488-497, ISSN: 0021-3241.
Iol. Xxxxxxxx, Recensione a X. Xxxxxx, Rome et l’Occident (II siècle av. J.C. – II siècle apr. J.C.). Gouverner l’Empire, in
Seminarios Complutenses de Derecho Romano 25, 2012, p. 461-465, ISSN: 1135-7673.
La consistenza complessiva della produzione scientifica della candidata risulta adeguata, l'intensità e la continuità temporale della stessa - fatti salvi i periodi, adeguatamente documentati, di allontanamento non volontario dall'attività di ricerca, con particolare riferimento alle funzioni genitoriali – sono apprezzabili positivamente, essendosi sviluppata dal 2009 al 2020 senza soluzione di continuità.
La valutazione delle pubblicazioni scientifiche di cui sopra viene ora svolta sulla base degli ulteriori seguenti criteri:
• a) originalità, innovatività, rigore metodologico e rilevanza di ciascuna pubblicazione:
• b) congruenza di ciascuna pubblicazione con il profilo di professore universitario di seconda fascia da ricoprire oppure con tematiche interdisciplinari ad esso strettamente correlate;
• c) rilevanza scientifica della collocazione editoriale di ciascuna pubblicazione e sua diffusione all'interno della comunità scientifica;
• d) determinazione analitica, anche sulla base di criteri riconosciuti nella comunità scientifica internazionale di riferimento, dell'apporto individuale del ricercatore nel caso di partecipazione del medesimo a lavori in collaborazione.
Per nessuna delle pubblicazioni presentate dalla candidata è stato necessario ricorrere all’applicazione del criterio, di cui alla lettera d) (determinazione analitica, anche sulla base di criteri riconosciuti nella comunità scientifica internazionale di riferimento, dell'apporto individuale del ricercatore nel caso di partecipazione del medesimo a lavori in collaborazione).
La ricorrenza dei rimanenti criteri viene valutata in rapporto ad ogni singola pubblicazione sottoposta a giudizio nei termini seguenti:
1) La monografia I. Xxxxxxxx, Ricerche sulle Pauli Sententiae. Quaderni di Studi Senesi 145 (p. 0-000, Xxxxxx, Xxxxxxx Editore, 2017, ISBN: 978-88-14-22503) si articola in due parti distinte. La prima parte si suddivide in tre capitoli: la storiografia (capitolo I), le vicende della tradizione testuale (capitolo II) e la fortuna tardoantica (capitolo III), mentre la seconda è composta da due capitoli: una prospettiva trasversale (capitolo I) e un primo bilancio con rilettura critica di due ipotesi fondamentali (capitolo II). Il capitolo I della parte prima prende le mosse dalla domanda se le Pauli Sententiae siano un’opera da ascrivere all’omonimo giurista oppure una compilazione redatta successivamente e, per trovare una risposta, si avvia la ricerca con l’esame di come la Cancelleria di Xxxxxxxxxx in CTh. 1.4.2 l’abbia considerata. Ciò fornisce
all’Autrice l’occasione di passare in rassegna il vastissimo dibattito che le Pauli Sententiae hanno suscitato, legittimando diverse ipotesi, differenziate soprattutto riguardo al problema dell’attribuzione o del luogo di composizione. Tale rassegna si ritiene funzionale agli obiettivi generali dell’indagine, consistenti in una valutazione dell’aderenza dell’opera ai principî giuridici e alla realtà sociale d’epoca severiana. Per procedere in tale direzione, l’Autrice si propone preliminarmente di compiere una serie di operazioni di pulizia concettuale, che hanno inizio con l’esposizione delle discussioni novecentesche sulla genuinità o falsità della paternità delle Sententiae (tesi di Xxxxxxx, Xxxx, Xxxxxx, Volterra, Liebs), cui fa seguito, nel capitolo II, l’analisi delle vicende salienti relative alla tradizione testuale, fino a giungere al confronto fra le edizioni più recenti. La prima parte termina con una retrospettiva, nel capitolo III, sullo stato della cultura giuridica tra la fine della dinastia dei Severi e l’epoca di Xxxxxxxxxxx, con particolare riferimento alla prassi della recitatio degli iura nei tribunali e nell’insegnamento all’interno delle scuole di diritto durante il III secolo. In tale ottica si svolgono delle riflessioni intorno al titolo completo dell’opera (Xxxxx Xxxxx Sententiarum receptarum ad filium libri quinque), spiegandone sia la destinazione che il carattere di sintesi tra pareri dei giuristi e costituzioni imperiali.
Nel capitolo I della seconda parte della monografia si circoscrivono i contenuti sui quali l’Autrice svolge il proprio lavoro di verifica, delimitando un insieme di passi di argomento eterogeneo, ma comunque criminalistico, accomunati da un riferimento, più o meno esplicito, alla dicotomia honestiores/ humiliores. Si spazia tra alcuni testi del titolo De sepulchris et lugendis del Libro primo (PS. 1.21.4, 5, 12 = Liebs 1.33.5, 6, 13) e numerosi altri racchiusi nel Libro quinto: 1.3.1 PS.
5.18.1 = Liebs 5.24.1 (De abactoribus); 1.3.2 PS. 5.19.1 = Liebs 5.25.1 (De sacrilegis); 1.3.3 PS. 5.19a.1 = Liebs 5.28.1 (De
poenis); 1.3.4 PS. 5.20.2, 5, 6 = Liebs 5.26.2, 5, 6 (De incendiariis); 1.3.5 PS. 5.21.2, 4 = Liebs 5.27.2, 4 (De vaticinatoribus
et mathematicis); 1.3.6 PS. 5.22.1, 2, 5 (De seditionis) = Liebs 5.28.4, 5, 8 (De poenis); 1.3.7 PS. 5.23.1, 4, 13, 14, 16, 18,
19 = Liebs 5.29.1, 4,13, 14, 16, 18, 19 (Ad legem Corneliam de sicariis et veneficis); 1.3.8 PS. 5.25.1, 2, 7, 8, 9(10), 10(9),
12 (Ad legem Corneliam testamentariam) = Liebs 5.31.1, 3, 9, 10, 11, 12, 15 (Ad legem Corneliam testamentarium); 1.3.9 PS. 5.26.1, 3 = Liebs 5.32.1, 3 (Ad legem Iuliam de vi publica et privata); 1.3.10 PS. 5.29.1 = Liebs 5.35.1 (Ad legem Xxxxxx xxxxxxxxxx); 1.3.11 PS. 5.30b.1 = Liebs 5.37.1 (Ad legem Fabiam). All’esito, nel capitolo II, si vaglia la nota tesi sul volgarismo giuridico proposta d X. Xxxx, sottolineandone le aporie ed i limiti e adducendo come esempio paradigmatico di ciò quanto lo studioso tedesco ha scritto circa i due testi che compongono il titulus primus B delle Sententiae, privo di una rubrica. Dalla loro esegesi l’Autrice fa discendere una secca smentita della tesi di Xxxx, che si estende anche alle ipotesi successivamente avanzate da Xxxxxx Xxxxx. Si giunge, dunque, alla conclusione che i contenuti specificamente indagati dell’opera racchiudano materiali effettivamente risalenti a Xxxxx o comunque alla generazione della giurisprudenza immediatamente successiva (forse allievi dello stesso).
La monografia tratta un argomento non nuovo, come emerge dall’ampia rassegna della moderna bibliografia condotta nella prima parte; tuttavia, la prospettiva con cui l’indagine si svolge nella seconda parte presenta interessanti profili di originalità, innovatività e rilevanza, che si possono ampliare anche ai risultati raggiunti. Il metodo adottato è rigoroso, traducendosi in un’accurata esegesi delle fonti e in discussioni attente della principale bibliografia novecentesca. La monografia, inoltre, è pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e la rilevanza scientifica della collocazione editoriale all’interno della comunità scientifica nazionale ed internazionale è molto buona.
2) Il contributo I. Xxxxxxxx, Immagini di ius receptum nelle Pauli Sententiae, in Studi in onore di Xxxx Xxxxxxx, III, p. 425- 471 (Milano, Xxxxxxx Editore, 2009, ISBN: 88-14-15335-3) trae spunto dal ritrovamento di un’iscrizione nel porto di Rodi nel 1995, dove si riporta un noto testo xxxxxxx relativo al contenuto della lex Rhodia de iactu, per riprendere la questione dell’autenticità delle Pauli Sententiae. Dopo aver accennato all’attività letteraria ed alla cultura giuridica della seconda metà del III secolo d.C., con le scuole dove si insegnava e la prassi della recitatio giudiziale, l’Autrice si sofferma sul dibattito relativo alla paternità e tradizione testuale dell’opera, passando in rassegna le opinioni degli studiosi novecenteschi e le più recenti edizioni proposte. L’indagine si conclude con un’analisi della fondatezza della tesi, che vede nel contenuto delle Sententiae il riflesso del diritto classico xxxxxxxxx, dando un particolare rilievo alla lettura critica delle ipotesi di X. Xxxx, con particolare riferimento al titulus primus B.
Il contributo si configura come un lavoro ‘preparatorio’ per la successiva monografia, di cui al punto 1). Le tematiche trattate non sono apprezzabilmente originali ed innovative, come si può vedere dalle ampie citazioni delle teorie altrui, ma appare di una certa rilevanza il modo con cui sono esposte ed analizzate. Il metodo è comunque rigoroso sia nelle esegesi dei testi antichi che nelle discussioni della dottrina. Piena è la congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
3) Il contributo I. Xxxxxxxx, Il maestro delle Pauli Sententiae: storiografia romanistica e nuovi spunti ricostruttivi, in Dogmengeschichte und historische Individualität der römischen Juristen. Storia dei dogmi e individualità storica dei giuristi romani. Atti del Seminario internazionale (Montepulciano, 14-17 giugno 2011), p. 485-531 (Trento, Università di Trento, 2012, ISBN: 9788884434531), prendendo atto del dilemma della paternità delle Pauli Sententiae, critica metodo e risultati raggiunti dall’indagine di X. Xxxx apparsa nel 1945. Per dimostrarne i limiti, si procede ad isolare alcuni nuclei di ius receptum nel titulus sextus A del primo Libro, non prima però di aver accennato alla recitatio processuale ed all’insegnamento del diritto nella seconda metà del III secolo d.C. L’indagine si incentra su PS. 1.6A.1 = Ves. = Liebs 1.13.1; PS. 1.6A.2 = Ves. = Liebs 1.13.2; PS. 1.6A.3 = Ves. = Xxxx. 1 sent. D. 11.4.4 = Liebs 1.13.3; PS. 1.6A.4 = Ves. = Xxxx 1 sent. D. 11.4.4 i.f. = Liebs 1.13.4; PS. 1.6A.5 = Ves. = Liebs 1.13.5; PS. 1.6A.6 = Ves. = Liebs 1.13.6; PS. 1.6A.7 = Ves. = Liebs
1.13.7. All’esito, si indicano una serie di motivi ricorrenti che evidenziano la personalità dell’ignoto maestro, mediante
le sue scelte di selezionare solo materiali di ius receptum, evitando ogni riferimento ad aspetti ‘controversiali’.
Il contributo, pur anticipando taluni aspetti, che saranno poi ripresi nella successiva monografia, di cui al punto 1), presenta apprezzabili elementi di originalità ed innovatività nell’esaminare i diversi testi raccolti nel titulus sextus A del primo Libro. Il metodo è rigoroso sia nelle esegesi dei testi antichi che nelle discussioni della dottrina. Piena è la congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e buona è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
4) Il contributo I. Xxxxxxxx, Gli Stemmata cognationum: Pauli Sententiae ed Etymologiae, in X. Xxxxxxxxxx Sommariva e
X. Xxxxxxx (a cura di) Ravenna Capitale. Uno sguardo ad Occidente. Romani e Goti – Xxxxxxx xx Xxxxxxxx, p. 101-116 (Sant’Arcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2012, ISBN: 9788838765839) intende confrontare i libri V (De legibus et temporibus) e IX (De linguis, gentibus, regnis, militia, civibus, affinitatibus) delle Etymologiae di Xxxxxxx xx Xxxxxxxx con le Pauli Sententiae, cercando di individuare, all’interno delle prime, lemmi o definizioni riferibili a precisi contenuti delle seconde. A tal fine si esaminano quei passi dell’opera del Vescovo Hispalensis, dove ricorre la menzione del giurista Xxxxx, per poi soffermarsi, in particolare, su PS. 4.11.1A (De gradibus) = D. 38.10.9 = Liebs 4.10.1 (De gradibus), relativo agli stemmata cognationis. In esso sembra ricorrere un riferimento al liber singularis de gradibus di Xxxxx, di cui un ampio squarcio è riportato in D. 38.10.10, uno dei frammenti più lunghi del Digesto. Proprio tale riferimento è spesso utilizzato nell’ambito del dibattito circa la paternità delle Pauli Sententiae. Premesse una serie di considerazioni sul contenuto del liber singularis xxxxxxx, se ne delineano alcune corrispondenze sia nelle Sententiae che nelle Etymologiae, a dimostrazione dell’esistenza di un filo che collega il giurista tardoclassico, l’ignoto maestro della seconda metà del III secolo d.C. e il dotto spagnolo degli inizi del VII secolo.
Il tema affrontato nel contributo esprime interessanti profili di originalità ed innovatività, collegati non solo alla più ampia questione della paternità delle Pauli Sententiae, ma anche alla loro circolazione in Occidente dopo la caduta dell’Impero. Il lavoro presenta, pertanto, una sua rilevanza, con un metodo di analisi rigoroso nelle esegesi dei testi antichi e nella discussione della letteratura moderna. È pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18, mentre appare modesta la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
5) Il contributo I. Xxxxxxxx, Il Fragmentum Leidense di Xxxxx (B.P.L. 2589), in X. Xxxxxxxxx e X. Xxxxxxxx (a cura di), Giurisprudenza romana nei papiri. Tracce per una ricerca, p. 163 – 168 (Pavia, University Press, 2018, ISBN: 9788869520839) ha ad oggetto questo noto frammento, proveniente da un codice di pergamena, rinvenuto in Egitto e acquistato dall’Università di Leida nel 1954, di cui si descrivono in apertura caratteristiche ed edizioni. In esso sono contenute 12 sententiae dell’omonima opera attribuita a Xxxxx, 9 delle quali non ci sono pervenute altrimenti, offrendoci così preziose informazioni sul crimen repetundarum e sul crimen maiestatis. Confrontando il frammento leidense con il testo delle Sententiae pseudo-paoline tradito dal Breviario Xxxxxxxxxx, l’Autrice ritiene che vadano riconsiderate le opinioni più diffuse in dottrina, secondo cui il primo dovrebbe collocarsi a brevissima distanza di tempo dalla data di composizione delle seconde, ossia l’età dioclezianea. Una tale riconsiderazione è destinata ad investire, come è ovvio, anche la dibattuta questione della paternità e cronologia delle stesse Sententiae.
Il tema affrontato nel contributo non è nuovo, ma la prospettiva di un confronto ai fini di stabilire datazione ed autore delle Sententiae presenta elementi apprezzabili di originalità ed innovatività, che conferiscono un’indubbia rilevanza all’indagine. Il suo metodo è rigoroso, pur mancando di specifiche esegesi di testi. Totale è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e buona è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
6) Il contributo I. Xxxxxxxx, De poenis militum. Su alcuni regolamenti militari romani, in X. Xxxxx e X. Xx Xxxxxxx (a cura di), Civitas, Iura, Arma. Organizzazioni militari, istituzioni giuridiche e strutture sociali all’origine dell’Europa (secoli III – VIII). Atti del Seminario internazionale, Cagliari 5-6 ottobre 2012, p. 259-279 (Lecce, Edizioni Grifo, 2015, ISBN: 9788869940132) si focalizza sulla presenza nelle Pauli Sententiae di un nucleo di norme riferibili al ius militare, attestate dalla specifica rubrica, De poenis militum (PS. 5.31 = PV. 5.33 = Liebs 5.38), la cui esegesi, per singole disposizioni, rivela contenuti assai più scarni di quelli tramandati da altre fonti (in particolare, la raccolta delle ex Xxxxx leges militares), circa i crimini commessi dai militari, puniti con la morte. Certi collegamenti con il liber singularis de poenis militum attribuito a Xxxxx xxxxxxxxxx, da un lato, l’autenticità di quest’ultimo e, dall’altro, la probabile datazione delle Sententiae, collocabile non molto lontano da quel progressivo processo di ‘consolidamento’ del diritto militare, avvenuto nel corso del III secolo d.C.
Il tema affrontato nel contributo non è nuovo, ma la prospettiva di un confronto incrociato con le fonti giurisprudenziali tardoclassiche, ai fini di aggiungere ulteriori elementi per stabilire datazione ed autore delle Sententiae, presenta aspetti apprezzabili di originalità ed innovatività, che conferiscono un’indubbia rilevanza all’indagine. Il suo metodo è rigoroso tanto nelle esegesi dei testi quanto nelle discussioni della dottrina. Piena è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e buona è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
7) L’articolo I. Xxxxxxxx, I privilegi dei militari in tema di successioni dalle costituzioni imperiali alle leges barbarorum, in BIDR 113, 2019, p. 237 – 257 (ISSN: 0391-1810) intende esaminare la tesi sostenuta nel libro di X. Xxxxxxxx ‘Testamentum militis e diritto germanico’ pubblicato nel 1927, muovendo dal presupposto, basato su Tacito, per cui presso le popolazioni barbariche non sarebbe esistita l’idea di successione testamentaria. A suo avviso, nel processo di osmosi tra la cultura romana ed il barbaricum si ravviserebbero elementi di continuità fra il testametum militis (le cui tracce risalirebbero ai diritti italici pre-romani) e l’affermazione del principio della successione testamentaria, che si
sarebbe in tal modo fatto strada progressivamente fra la pluralità di gentes, che popolavano i territori oltre il Reno e il Danubio. Dopo aver passato in rassegna i privilegi concessi ai militari in materia successoria nelle costituzioni imperiali, a cominciare da Xxxxxxx, e la posizione di Franchi e Alamanni nell’esercito romano, l’autrice focalizza la propria attenzione, in particolare, sul titolo 46 del Pactus legis Salicae (De adfathamire), nel quale Xxxxxxxx individua un’analogia con il fideicomissum romano, pervenendo ad una soluzione in senso positivo, se ci si pone nella prospettiva del diritto militare come ius singulare.
L’articolo affronta un argomento non nuovo, dal momento che costituisce l’oggetto di una monografia pubblicata da oltre novanta anni, ma lo fa con un taglio abbastanza originale ed innovativo, verificando l’attendibilità delle tesi di allora alla luce dell’evoluzione attuale dei metodi di ricerca. L’analisi presenta dunque una sua rilevanza ed è condotta con apprezzabile rigore. L’articolo è congruo pienamente al profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale in una rivista, che ne favorisce la circolazione all’interno della comunità scientifica internazionale.
8) L’articolo I. Xxxxxxxx, Una breve nota sulla condizione dei liberti Latini e dei loro discendenti in età tardoantica, in Koinonia 41, 2017, p. 461-473 (ISSN: 0393-2230) muove dalla presenza in PS. 4, 9, 8 del termine Latina ingenua, che costituisce un hapax legomenon di tutta la letteratura giurisprudenziale romana. Il passo, proveniente dal testo delle Pauli Sententiae tradito dal Breviarium Alaricianum, allude probabilmente alla Latina figlia o discendente di Latini Iuniani. Da ciò si evince che la condizione di questo genere di Latini, ai quali non era stata attribuita la cittadinanza romana con la constitutio Antoniniana del 212, si trasmetteva nel tempo da generazione a generazione. Benché non si dispongano di notizie circa i loro diritti in epoca tardoantica, in quanto le fonti tacciono sul punto, l’Autrice ipotizza che a stabilizzare il colonato, in quanto modo di impiego della proprietà terriera, contribuissero anche i liberti rientranti fra i Latini Iuniani ed i loro discendenti.
L’articolo rivisita il tema della latinitas Xxxxxxx dopo l’editto di Xxxxxxxxx in una prospettiva dall’indubbio carattere originale ed innovativo, con conseguente rilevanza nella letteratura in materia. Il metodo di analisi è rigoroso sia nelle esegesi dei testi che nell’approfondimento delle discussioni dottrinarie. Piena è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
9) L’articolo I. Xxxxxxxx, Alcune osservazioni attorno agli alimenta Italiae, in SDHI 84, 2018, p. 425-436 (ISSN: 1026-9169), dopo aver commentato il contenuto del recente libro di X. Xxxxxxxx (Institutum Traiani. Alimenta Italiae obligatio praediorum sors et usura. Ricerche sull’evergetismo municipale e sull’iniziativa imperiale per il sostegno all’infanzia nell’Italia Romana, Roma 2017), l’Autrice avanza qualche ulteriore riflessione, che nasce dal confronto anche con un altro studio monografico, il celebre Il pane e il circo di X. Xxxxx, dove si affronta anche il tema degli alimenta. In esse si manifesta prudenza sia nell’attribuire gli interventi imperiali in questo campo alla ragion di stato o alla volontà di condizionare l’economia, sia nel significato da attribuire alle testimonianze artistiche o alla monetazione, che riflettono la propaganda ‘ufficiale’.
Trattasi sostanzialmente di una recensione di carattere prevalentemente ricognitivo, con qualche spunto di riflessione autonoma solo quando si opera un collegamento con l’opera di X. Xxxxx e se ne traggono alcune deduzioni. È un lavoro condotto con rigorosa diligenza, ma privo di originalità, innovatività e solo di un qualche rilievo in letteratura. Tuttavia, è pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
10) L’articolo I. Xxxxxxxx, Giornate di studio per i cent’anni dalla nascita di Xxxx Xxxxxxxxx Xxxxx, in SDHI 76, 2010, p. 871-877 (ISSN: 1026-9169) consiste in una breve cronaca delle due giornate, 11 e 12 gennaio 2008, presso la Facoltà di Giurisprudenza di Siena, per celebrare i cento anni dalla nascita dell’eminente studioso. Il contenuto delle relazioni ed il dibattito svolto intorno ad esse è riportato con rigorosa diligenza, ma il lavoro risulta privo di originalità, innovatività e di un qualche rilievo. Tuttavia, è pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
11) L’articolo I. Xxxxxxxx, Xxx controversum e processo fra tarda repubblica ed età dei Severi (Firenze, 21-23 ottobre 2010), in IURA 59, 2011, p. 488-497 (ISSN: 0021-3241) consiste in una cronaca del relativo Convegno, tenutosi presso la sede del SUM di Firenze. In essa si espongono con rigorosa diligenza il contenuto delle relazioni ed il dibattito suscitato a latere. Il lavoro si presenta privo di originalità, innovatività e di un qualche rilievo. Ma è totale la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
12) L’articolo I. Xxxxxxxx, Recensione a X. Xxxxxx, Rome et l’Occident (II siècle av. J.C. – II siècle apr. J.C.). Gouverner l’Empire, in Seminarios Complutenses de Derecho Romano 25, 2012, p. 461-465 (ISSN: 1135-7673) consiste in una breve recensione di carattere prevalentemente ricognitivo dell’opera citata, con un rapido spunto di riflessione critica solo nelle battute di chiusura, dove si sottolinea come il volume sfati un mito consolidato della storiografia antichistica, secondo cui Roma in età repubblicana non sarebbe stata in grado di edificare un apparato adeguato alla vastità e alla complessità dell’Impero.
È un lavoro condotto con rigorosa diligenza, ma risultano assenti elementi di originalità, innovatività e particolare rilevanza. Appare, però, pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
La candidata presenta, inoltre, i giudizi ottenuti sulla propria attività scientifica, in esito alla procedura di Abilitazione
Scientifica Nazionale come Professore di II fascia. Sia il giudizio collegiale che i giudizi individuali dei Commissari sono ampiamente positivi e, all’unanimità, la candidata è ritenuta pienamente idonea a svolgere le funzioni di Professore universitario di II fascia.
Xxxxxxxx complessivo della candidata XXXXXXX XXXXXXXX
Le attività didattiche della candidata sono alquanto deboli, è invece molto positiva la valutazione delle sue attività scientifiche in merito alla partecipazione a gruppi di ricerca, mentre è buona la partecipazione in qualità di relatrice a congressi. Il livello delle pubblicazioni, rapportato ai criteri di valutazione sopra indicati, è elevato, benché manchi una particolare varietà negli argomenti trattati. Tutte sono congruenti con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e la rilevanza scientifica della loro collocazione editoriale è per lo più molto buona. Ciò premesso, all’esito dell’attività valutativa, si ritiene la candidata XXXXXXX XXXXXXXX qualificata per il settore concorsuale e per il settore scientifico disciplinare, per il quale è stato bandito il posto.
Giudizio della Prof.ssa Xxxxx Xxxxxxxx Xxxxx:
Valutazione dell'attività didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti
• a) numero dei moduli/corsi tenuti e continuità della tenuta degli stessi; 2012/2013 Storia romana presso l’Università della Basilicata
2020/2021 Diritto romano alla Pontificia Università Gregoriana
• b) esiti della valutazione da parte degli studenti, con gli strumenti predisposti dall'ateneo, dei moduli/corsi tenuti;
Non Presente
• c) partecipazione alle commissioni istituite per gli esami di profitto;
• 2005/2012 collaborazione con le cattedre di diritto romano dell’università di Firenze
• 2006/2020 collaborazione con la facoltà di Giurisprudenza dell’università di Siena
• d) quantità e qualità dell'attività di tipo seminariale, di quella mirata alle esercitazioni e al tutoraggio degli studenti, ivi inclusa quella relativa alla predisposizione delle tesi di laurea, di laurea magistrale e delle tesi di dottorato.
Attività di collaborazione di cui al punto precedente
Lezioni e seminari nei corsi di Storia del diritto romano all’università di Siena e Storia del pensiero giuridico romano all’università di Firenze
Valutazione dell'attività di ricerca scientifica
• a) organizzazione, direzione e coordinamento di gruppi di ricerca nazionali e internazionali, ovvero partecipazione agli stessi;
2009 partecipazione progetto PRIN 2013-4 partecipazione progetti ERC
• c) partecipazione in qualità di relatore a congressi e convegni nazionali e internazionali; varie relazioni dal 2011 al 2019
9 partecipazioni, con relazione, a convegni e seminari tra il 2011 e 2019
2 partecipazioni con discussione a seminari, nel progetto SIR ERC 2014, nel 2017
• d) conseguimento di premi e riconoscimenti nazionali e internazionali per attività di ricerca.
Non presente
e) consistenza complessiva della produzione scientifica del candidato, l'intensità e la continuità temporale della stessa, fatti salvi i periodi, adeguatamente documentati, di allontanamento non volontario dall'attività di ricerca, con particolare riferimento alle funzioni genitoriali.
Anni di pubblicazione opere: 2009, 2010, 2011, 2012, 2015, 2017, 2018, 2019
La consistenza complessiva della produzione scientifica della candidata è adeguata, e l'intensità e la continuità temporale della stessa sono valutabili positivamente
La valutazione delle pubblicazioni scientifiche di cui sopra sarà svolta sulla base degli ulteriori seguenti criteri:
• a) originalità, innovatività, rigore metodologico e rilevanza di ciascuna pubblicazione;
• b) congruenza di ciascuna pubblicazione con il profilo di professore universitario di seconda fascia da ricoprire oppure con tematiche interdisciplinari ad esso strettamente correlate;
• c) rilevanza scientifica della collocazione editoriale di ciascuna pubblicazione e sua diffusione all'interno della comunità scientifica;
• d) determinazione analitica, anche sulla base di criteri riconosciuti nella comunità scientifica internazionale di riferimento, dell'apporto individuale del ricercatore nel caso di partecipazione del medesimo a lavori in collaborazione.
Per nessuna delle pubblicazioni è stato necessario ricorrere all’applicazione del criterio della determinazione analitica dell'apporto individuale
Tra i titoli specificati, costituiscono titoli valutabili ma non vincolanti per la Commissione, i giudizi ottenuti dai candidati sulla propria attività scientifica, in esito alla procedura di Abilitazione Scientifica Nazionale
La candidata ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale all’unanimità
La candidata presenta 1 monografia, 4 articoli su rivista, 5 contributi in volume, 1 recensione, 1 cronaca
1)Nella monografia, Ricerche sulle Pauli Sententiae, del 2017, la candidata inquadra la complicata questione della paternità dell'opera, chiedendosi se il materiale compreso nel testo sia interamente attribuibile - sia pure in forma alterata o rimaneggiata - al giurista xxxxxxxxx, e se in esso siano presenti anche brani di diversa provenienza, ricondotti al nome di Xxxxx. Partendo da X.Xx. 1.4.2, con cui si sarebbe data la possibilità di avvalersi di quest’opera nei tribunali dell’impero, e dopo aver ripercorso, in maniera approfondita e puntuale, le tesi dei numerosissimi autori che si sono dedicati al tema, l’autrice si pone il problema della verifica della aderenza delle Pauli Sententiae “ai principi giuridici e alla realtà sociale d’epoca severiana”, analizzando, nella seconda parte della monografia, un insieme di passi accomunati dal riferimento alla dicotomia “honestiores” “humiliores”, che, posti a confronto con altri brani della realtà giuridica classica, dimostrano, a suo avviso, come tale dicotomia sarebbe ascrivibile ad una età più risalente di quella comunemente ritenuta, probabilmente già agli anni di Xxxxxxx e di Xxxxxxxx Xxx. La Xxxxxxxx non esclude, dunque, l’utilizzo in quest’opera di materiale xxxxxxx, né che lo stesso Xxxxx abbia potuto comporre un’opera intitolata “Sententiae”. La conclusione è nel senso che i materiali utilizzati nell’opera sarebbero stati raccolti per la pubblicazione nel corso della generazione immediatamente successiva a quella del giurista, forse ad opera dei suoi stessi allievi. La monografia presenta caratteri di originalità, innovatività e rilevanza. Il metodo è corretto. La collocazione editoriale buona. Il lavoro è pienamente congruente col settore scientifico disciplinare IUS 18.
L’autrice si occupa di brani tratti dalle Pauli Sententiae anche in una parte degli scritti minori.
2) Una breve nota sulla condizione di liberti latini e dei loro discendenti in età tardoantica, incentrato su P.S. 4.9.8 (ad senatus consultum Xxxxxxxxxxxx), in cui si trova l’espressione Latina ingenua, da intendere non, secondo la Xxxxxxxx, come latina colonaria, ma come figlia di un libertus iunianus, status, come è noto, creato dalla lex Xxxxx Xxxxxxx che, secondo le più recenti ricostruzioni, sarebbe ascrivibile al 19 d.C. Ai latini Xxxxxxx non fu concessa, nel 212 d.C., la cittadinanza romana, a cui sempre aspiravano. Non stupisce per la Xxxxxxxx che la sententia sia stata inserita dai giuristi visigoti nel Breviarium Alaricianum; P.S. 4,9.8 fornisce un ulteriore elemento per ritenere che occorra molta cautela nel concludere che nell’età tardoantica la cittadinanza avrebbe perso ogni rilievo. Il lavoro, pienamente congruente col settore scientifico disciplinare IUS 18, metodologicamente corretto, con un’ottima collocazione editoriale, ha caratteri di originalità.
3) De poenis militum Su alcuni regolamenti militari romani, in cui si fa un raffronto tra alcuni passi delle Pauli Sententiae relativi alla poena militum e altri contenuti nel “Liber singularis de poenis militum” attribuito a Xxxxx. Da tale raffronto si evince l’autenticità del liber singularis nonché una probabile datazione delle Sententiae non molto lontana dal processo di ‘consolidamento’ del diritto militare, avvenuto nel corso del III secolo d.C. Il lavoro, congruente con il SSD IUS/18, presenta aspetti di innovatività. Il metodo è rigoroso. Buona la collocazione editoriale.
4) Gli stemmata cognationum: Pauli Sententiae ed Etymologiae, ove la Xxxxxxxx approfondisce il confronto tra il libro V delle Etymologiae di Xxxxxxx xx Xxxxxxxx con lemmi o definizioni riferibili a precisi contenuti nelle Sententiae, soffermandosi in particolare su P.S. 4.11.1A= D. 38.10.9, relativi agli stemmata cognationum, nei quali sembra ricorrere un riferimento al liber singularis de gradibus di Xxxxx, riferimento spesso utilizzato nel dibattito sulla paternità delle Pauli Sententiae. Il lavoro, congruente con il SSD IUS/18, presenta aspetti di innovatività. Il metodo è rigoroso. Buona la collocazione editoriale
5) Immagini di ius receptum nelle Pauli Sententiae, incentrato sul ritrovamento a Rodi di una colonna di marmo bianco su cui è iscritto un brano corrispondente a Pauli Sententiae 2.7.1, ad legem Rhodiam, che sembrerebbe databile alla fine del II o agli inizi del III secolo d.C., cioè una data in contrasto con quella che la dottrina prevalente ritiene la datazione delle Pauli Sententiae Il lavoro, congruente con il SSD IUS/18, non presenta particolari aspetti di innovatività. Il metodo è rigoroso. Buona la collocazione editoriale
6) Il maestro delle Pauli Sententiae: storiografia romanistica e nuovi spunti ricostruttivi, ancora sulla paternità delle Pauli Sententiae, e in particolare sulla tesi del Xxxx. Il metodo è rigoroso. Buona la collocazione editoriale. Il lavoro, congruente con il SSD IUS/18, presenta alcuni aspetti di innovatività
7) Il Fragmentum Leidense di Xxxxx, tratta del noto frammento che contiene 12 sententiae dell’opera attribuita a Xxxxx. Nove di queste non sono tradite né dal Breviarium Alaricianum né dal Digesto, due coincidono con passi del Xxxxx Xxxxxxxxxx, mentre una è riferita dal Xxxxx Xxxxxxxxxx e da D. 48.19.38.10. Dall’esame del frammento si riscontrano importanti informazioni sul crimen repetundarum e sul crimen maiestatis. Il lavoro, congruente con il SSD IUS/18, presenta alcuni aspetti di originalità. Buoni il rigore metodologico e la collocazione editoriale
8) Del 2018 Alcune osservazioni attorno agli alimenta Italiae, in cui l’autrice discute il libro di X. Xxxxxxxx, Institutum Traiani. Alimenta Italiae obligatio praediorum sors et usura, sul programma di assistenza pubblica in favore dell’infanzia, istituito o perfezionato da Xxxxxxx. Il lavoro, congruente con il SSD IUS/18, presenta rigore metodologico e un’ottima collocazione editoriale, ma senza spunti di originalità.
9) Del 2019 I privilegi dei militari in tema di successioni dalle costituzioni imperiali alle leges barbarorum, in cui l’autrice discute la tesi del Tamassia, in Testamentum militis e diritto germanico, circa l’assenza presso le popolazioni germaniche dell’idea di successione testamentaria, focalizzando l’attenzione in particolare sul titolo 46 del Pactum legis Salicae. Il lavoro, congruente con il SSD IUS/18, presenta aspetti di originalità, un metodo rigoroso e un’ottima collocazione
editoriale
La candidata presenta inoltre una recensione e due cronache di convegno
10) Rec. a X. Xxxxxx, Rome et l’Occident 0XX xxxxxx xx. X.-X. – II siècle apr. J.-C.) Gouverner l’Empire
11) Giornate di studio per i cent’anni dalla nascita di G.G. Archi, cronaca sul Convegno organizzato per il Prof. Archi nel 2008.
12) Ius controversum e processo fra tarda repubblica ed età dei Severi, cronaca del convegno tenutosi dal 21 al 23 ottobre 2010 a Firenze
I lavori, congruenti col settore scientifico disciplinare Ius 18, non presentano caratteri di originalità.
L’attività didattica svolta dalla candidata Xxxxxxx Xxxxxxxx è limitata, mentre apprezzabile la partecipazione a gruppi di ricerca nazionali e internazionali e la partecipazione in qualità di relatrice a convegni nazionali e internazionali. La produzione scientifica è congrua col settore scientifico disciplinare IUS 18, ben collocata sul piano editoriale, metodologicamente corretta e i risultati a cui perviene appaiono convincenti e spesso originali, benché manchi una particolare varietà negli argomenti trattati. Il giudizio è pertanto più che positivo.
Giudizio del Xxxx. Xxxxxx Xxxxxxxxxx:
La candidata, abilitata all'unanimità per la seconda fascia dal 2018, ha conseguito il dottorato di ricerca in Teoria e storia del diritto presso l’Università di Firenze, è stata assegnista di ricerca presso vari Atenei, ha seguito il corso di Alta formazione in Diritto romano presso l’Università di Roma La Sapienza, ha soggiornato all’estero per motivi di studio, è socia della Società Italiana della Storia del diritto, partecipa a comitati editoriali di due riviste, ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato. La candidata ha dichiarato nel curriculum la conoscenza della lingua inglese.
Il giudizio complessivo sul curriculum della candidata è positivo.
La candidata, ai fini della presente procedura selettiva presenta dodici contributi scientifici (tra i quali una recensione e due cronache), tutti congruenti con il profilo di cui alla presente procedura, collocati per lo più in sedi editoriali di rilievo e in riviste anche di fascia superiore.
La produzione scientifica della candidata, caratterizzata da una certa costanza, è incentrata in maggior misura sull'opera del giurista Xxxxx o a lui in vario modo ricondotta; gli studi più recenti sono invece dedicati agli alimenta e ai privilegi militari. Riconducibile a Xxxxx o a testi pseudopaolini è la sola monografia presentata dalla candidata (2017), che rappresenta in buona sostanza l'ottima sintesi di un lungo e articolato percorso di studi, destinato comunque a dare ancora frutti, come dimostra la recente pubblicazione di un contributo sul cd. frammento Leidense di Paolo (2018). Come sopra accennato, agli alimenta e ai privilegi militari sono dedicati due contributi pubblicati rispettivamente in SDHI nel 2018 e in BIDR nel 2019.
Appare chiara la speciale attenzione che la candidata riserva alla giurisprudenza romana e ai testi tardo antichi, pur se al momento l'attenzione sembra privilegiare l'opera di Xxxxx. La candidata dimostra grande sensibilità, talvolta eccessiva, per le ricostruzioni dottrinarie, ma è al contempo rigorosa negli approcci testuali ed esegetici; al contempo, non è trascurato lo studio del contesto storico e giuridico degli istituti oggetto di indagine.
Particolarmente apprezzabile è la monografia dedicata al dibattuto tema delle Pauli Sententiae. La candidata, non senza spunti di originalità e innovatività, concentrati soprattutto nella seconda parte del testo, tratta l'argomento con rigore e precisione, dando conto delle svariate tesi dottrinarie che si sono succedute nel tempo, senza trascurare la letteratura minore. Si tratta di uno studio basato su attenta analisi testuale, solida ed equilibrata, che perviene a risultati importanti di cui tener conto nello studio delle Pauli Sententiae.
Riconducibili in buona parte a tale filone di studi sull'opera di Xxxxx, appaiono molti dei lavori minori della candidata. Il poderoso saggio su ius receptum (2009), in cui la candidata concentra la propria attenzione sul confronto tra un'epigrafe rodia e un brano delle Pauli Sententiae; il contributo sul maestro delle P.S. (2012), nel quale la candidata presenta alcuni temi che saranno poi sviluppati nella sua monografia; lo studio su stemmata cognationum (2012), in cui la candidata pone a confronto alcune parti dell'opera di Xxxxxxx xx Xxxxxxxx con le P.S.; il testo de poenis militum (2015), in cui la candidata prosegue il suo percorso di indagine sulle origini e sui caratteri delle P.S., concentrandosi particolarmente sul tema delle pene militari, in un confronto tra le medesime P.S. e il libro sulle pene militari attribuito a Xxxxx; il contributo sui liberti latini (2017), incentrato anch'esso sul tema delle origini delle P.S., con particolare attenzione alle parti relative alle condizioni dei latini. Infine il breve saggio sul frammento Leidense di Xxxxx, in cui la candidata si concentra sulle sententiae paoline ivi contenute ed espone qualche sintetica riflessione sui crimina repetundarum e maiestatis.
Senz'altro interessante è il contributo sugli alimenta Italiae, pur se il tema della “propaganda imperiale”, specialmente collegato a Xxxxxxx e all'Arco di Benevento, avrebbe meritato maggiore attenzione.
Altrettanto interessante è lo studio relativo a uno specifico tema riconducibile alla successione mortis causa dei militari, organizzato come una sorta di lettura critica di un 'antico' testo di Xxxxxxxx su testamento militare e diritto germanico. La recensione critica, pubblicata nel 2012, dà alla candidata l'occasione per presentare brevi riflessioni sull'amministrazione provinciale romana, soprattutto in età repubblicana.
Nelle due cronache, pubblicate nel 2010 e nel 2011, la candidata ha offerto una ricostruzione chiara e puntuale di due incontri romanistici dedicati, rispettivamente, al centenario della nascita di Xxxx Xxxxxxxxx Xxxxx e al complesso tema
del ius controversum.
Da segnalare, infine, la partecipazione, quale relatrice, a vari convegni e congressi, nonché a gruppi di ricerca, tra i quali si evidenziano particolarmente PRIN 2009 e SIR 2016.
Il giudizio complessivo sulla produzione e ricerca scientifica della candidata è più che positivo.
Non particolarmente impegnativo appare il carico didattico della candidata (Storia romana, presso Università della Basilicata 2012/2013; Diritto romano, presso Università Gregoriana 2020/2021), per il quale non sono stati indicati gli esiti delle valutazioni da parte degli studenti. Più consistente appare invece l'attività di collaborazione con insegnamenti romanistici, localizzati particolarmente nelle Università di Firenze (2005/2012) e di Siena (2008/2020).
Il giudizio complessivo sull'attività didattica della candidata è abbastanza positivo.
Giudizio collegiale della Commissione:
L’esperienza didattica della candidata si presenta abbastanza limitata: le è stato assegnato l’insegnamento di Storia romana (30 ore), per l’a.a. 2012/2013, nel corso di laurea in Studi letterari, linguistici e storico-filosofici, presso l’Università della Basilicata, e solo dal corrente a.a. 2020/2021, le è stato affidato l’incarico dell’insegnamento di Diritto romano, presso la Facoltà di diritto canonico della Pontificia Università Gregoriana. Mancano valutazioni da parte degli studenti. Tali mancanze sono parzialmente compensate dalla continuità delle attività di collaborazione come cultrice della materia in vari insegnamenti romanistici presso le Università di Firenze e Siena.
Risulta invece altamente apprezzabile la valutazione dell’attività scientifica della candidata in riferimento alla partecipazione a gruppi di ricerca nazionali e internazionali (compresa la vincita di assegni e borse di ricerca). Buona è anche la partecipazione, in qualità di relatrice, a congressi e convegni nazionali e internazionali. Elevato, inoltre, è il livello della produzione scientifica, che si connota per la sua consistenza, intensità e continuità, peccando però di varietà. La monografia e tutti i contributi in opere collettanee, sottoposti a giudizio, ruotano intorno alle Pauli Sententiae, trattandone a volte identici argomenti, a volte argomenti in cui esse si collegano ad altre opere. Solo nei lavori più recenti si denota un’apertura verso altre tematiche (i privilegi dei militari nelle successioni, la condizione dei Latini Iuniani dopo il 212 d.C., gli alimenta Italiae). Le pubblicazioni non sempre presentano un sufficiente taglio giuridico; otto tra quelle sottoposte a giudizio sono dotate di caratteri medio-alti di originalità, innovatività e rilevanza. Tutte sono pienamente congruenti con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e la rilevanza scientifica della loro collocazione editoriale è per lo più molto buona.
Ciò premesso, all’esito dell’attività valutativa, si ritiene la candidata XXXXXXX XXXXXXXX qualificata per il settore concorsuale e per il settore scientifico disciplinare, per il quale è stato bandito il posto.
CANDIDATA Xxxxx Xxxxxxxx
VALUTAZIONE DEL CURRICULUM, DELLA PRODUZIONE SCIENTIFICA E DELL’ATTIVITA’ DIDATTICA
Giudizio del Xxxx. Xxxx Xxxxxxxx:
Presa visione del curriculum presentato dalla candidata, il giudizio complessivo su di esso è positivo. La candidata non ha dichiarato la conoscenza della lingua inglese. Si procede ora alla valutazione dell’attività didattica e dell’attività di ricerca scientifica.
Valutazione dell'attività didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti
• a) numero dei moduli/corsi tenuti e continuità della tenuta degli stessi: NON PRESENTE
• b) esiti della valutazione da parte degli studenti, con gli strumenti predisposti dall'ateneo, dei moduli/corsi tenuti:
NON PRESENTE
• c) partecipazione alle commissioni istituite per gli esami di profitto:
Cultrice della materia negli insegnamenti di Istituzioni di diritto romano, Diritto romano, Fondamenti romanistici del diritto europeo, Diritto penale romano e Storia della costituzione romana) della LMG in Giurisprudenza presso l’Università di Salerno dall’ottobre del 2009 al 2020.
• d) quantità e qualità dell'attività di tipo seminariale, di quella mirata alle esercitazioni e al tutoraggio degli studenti, ivi inclusa quella relativa alla predisposizione delle tesi di laurea, di laurea magistrale e delle tesi di dottorato:
Contratto per attività didattiche integrative nel corso di Istituzioni di diritto romano della LMG in Giurisprudenza presso l’Università di Napoli ‘Xxxxxxxx XX’ negli a.a. 2007/2008 (50 ore) e 2008/2009 (45 ore).
Collaborazione come cultrice della materia negli insegnamenti di cui al punto precedente.
Valutazione dell'attività di ricerca scientifica
• a) organizzazione, direzione e coordinamento di gruppi di ricerca nazionali e internazionali, ovvero partecipazione agli stessi:
Partecipazione al Progetto PRIN su: I diritti degli altri in Grecia e a Roma, cofinanziato dal MIUR, nel biennio 2007-2009. Titolarità di una borsa post-dottorato per lo svolgimento di attività di ricerca su: Modelli processuali romani, presso il Dipartimento di Diritto pubblico generale e teoria delle istituzioni dell’Università di Salerno dal 20.10.2009 al 20.10.2011.
Titolare, nel maggio del 2015, di un assegno di ricerca annuale presso l’Università di Salerno nell’ambito del progetto di ricerca su: La voluntaria iurisdictio: origini, inquadramento dogmatico ed evoluzione storica; assegno rinnovato per un anno, una prima volta, nel 2016 e, una seconda volta, nel 2017.
Titolare, nel luglio del 2020, di un assegno di ricerca annuale presso l’Università di Salerno nell’ambito del progetto di ricerca: Patristica, giurisprudenza e legislazione imperiale nella regolamentazione dei rapporti successori ab intestato tra madre e figli.
Partecipazione, dal 2012, a vari progetti di ricerca FARB (Fondi di Ateneo per la Ricerca di Base) dell’Università di Salerno, di cui sono state o sono responsabili le Prof.sse X. Xxxxxxxx, X. Xxxxxxxxxxx e X. Xxxxxxxxxxxx.
• c) partecipazione in qualità di relatore a congressi e convegni nazionali e internazionali:
6 partecipazioni con relazioni/ interventi a congressi, convegni e seminari nazionali e internazionali, tra il 2014 ed il 2019.
5 partecipazioni con presentazione di una ricerca o di un progetto di ricerca, tra il 2011 e il 2016. (v. curriculum vitae allegato alla domanda)
• d) conseguimento di premi e riconoscimenti nazionali e internazionali per attività di ricerca: NON PRESENTE
La candidata XXXXX XXXXXXXX sottopone al giudizio della Commissione n. 12 pubblicazioni, che intende far valere ai fini della chiamata. Esse consistono in:
1 monografia: Xxxxxxxx X., 'Sed voluntariam'. Ricerche in tema di 'iurisdictio', Napoli, Satura Editrice, 2020, ISBN: 978- 88-7607-2L2-3.
7 saggi inseriti in opere collettanee:
Pasquino P., I 'decemviri legibus scribundis': miti, similitudini, allegorie, in Magistrature e ordinamenti istituzionali nei secoli V e IV a.C. Roma e l’Italia tirrenica tra interazioni e specificità locali, a cura di X. Xxxxxxx e X. Xxxxxxx, Edizioni dell’Orso, Alessandria, 2020, pp. 103-127, lSBN: 978-88-3613-053-5;
Pasquino P., 'Scientia iuris' and 'architecture'. A focus on Buildings for Shows, in History of Law and other Humanities, edited by X. Xxxxxxx x X. X. Xxxxxx, Xxxxxxxx, Xxxxxx, 0000, pp. 141-156, ISBN: 9-788413-24239- 2;
Xxxxxxxx X., ll 'dictator': un magistrato irresponsabile?, in La dittatura romana, ll, a cura di X. Xxxxxxxx, Jovene, Napoli, 2018, pp. 89-136, ISBN : 978-88-243-2597 -4;
Xxxxxxxx X., Gli edifici per spettacoli in Roma antica quali 'res publicae', in I beni di interesse pubblico nell'esperienza giuridica romana, ll, a cura di X. Xxxxxxxx, Jovene, Napoli, 2016, pp. 81-12O, ISBN:9'788824-32449-6;
Xxxxxxxx X., 'Cognitor", 'procurator' e 'actio iudicati': riflessioni in tema di legittimazione passiva, in 'Res iudicata' , I, a cura di X. Xxxxxxxx, Jovene, Napoli, 2015, pp. 453-475,ISBN: 978-88-243-2399-4;
Xxxxxxxx X., Rapporti tra 'patroni' e giudice, in ll giudice privato nel processo civile romano. Omaggio ad Xxxxxxx Xxxxxxx, lll, a cura di X. Xxxxxxxx, CEDAM, Padova, 2015, pp. 697-739, ISBN: 978-88- 00-00000-0;
Xxxxxxxx X., La condizione dell'usuraio nella società dell'antica Roma, in I diritti degli altri in Grecia e a Roma, a cura di
X. Xxxxx e X. Xxxxxxxxx, Academia Verlag, Sankt Xxxxxxxx, 2011, pp. 302-318, ISBN: 978-3-89565-557-8; 4 articoli editi su riviste in formato cartaceo o digitale, di cui 2 articoli di ricerca e 2 recensioni:
Xxxxxxxx X., La fortuna della 'Omnem' in età medievale: i luoghi di insegnamento del diritto, in Teoria e Storia del Diritto Privato, VII, 2014, sez. 'Contributi', pp. 1-39 (xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx) ISSN: 2036-2528;
Xxxxxxxx X., Rimedi pretori in alcuni casi di accessione, in Teoria e Storia del Diritto Privato, IV, 2011, sez. 'Contributi', pp. 1-105 (xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx) ISSN:2036-2528;
Pasquino P., Recensione di X. Xxxxxxxxxxx, Saggi di diritto romano, Napoli, 2018 (dal titolo 'Tra la 'responsabilità' e l’ ‘equità', ovvero della buona salute del diritto romano. Minime riflessioni intorno a X. Xxxxxxxxxxx, Saggi di diritto romano, Napoli, 2018), in Teoria e Storia del Diritto Privato, XI, 2018, sez. 'Pubblicazioni recenti', pp. 1-9 (xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx) ISSN: 2036-2528;
Xxxxxxxx X., Recensione di X. Xxxxx, Aspetti dell'autonomia negoziale dei Romani. Dalla 'fides' ai 'nova negotia’, Napoli, 2015, in Teoria e Storia del Diritto Privato, X, 2015, sez. 'Pubblicazioni recenti', pp. 1- 11 (xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx) ISSN: 2036-2528.
La consistenza complessiva della produzione scientifica della candidata risulta adeguata, l'intensità e la continuità temporale della stessa - fatti salvi i periodi, adeguatamente documentati, di allontanamento non volontario dall'attività di ricerca, con particolare riferimento alle funzioni genitoriali – sono apprezzabili positivamente, essendosi sviluppata dal 2009 al 2020 senza soluzione di continuità.
La valutazione delle pubblicazioni scientifiche di cui sopra viene ora svolta sulla base degli ulteriori seguenti criteri:
• a) originalità, innovatività, rigore metodologico e rilevanza di ciascuna pubblicazione:
• b) congruenza di ciascuna pubblicazione con il profilo di professore universitario di seconda fascia da ricoprire oppure con tematiche interdisciplinari ad esso strettamente correlate;
• c) rilevanza scientifica della collocazione editoriale di ciascuna pubblicazione e sua diffusione all'interno della comunità scientifica;
• d) determinazione analitica, anche sulla base di criteri riconosciuti nella comunità scientifica internazionale di riferimento, dell'apporto individuale del ricercatore nel caso di partecipazione del medesimo a lavori in collaborazione.
Per nessuna delle pubblicazioni presentate dalla candidata è stato necessario ricorrere all’applicazione del criterio, di cui alla lettera d) (determinazione analitica, anche sulla base di criteri riconosciuti nella comunità scientifica internazionale di riferimento, dell'apporto individuale del ricercatore nel caso di partecipazione del medesimo a lavori in collaborazione).
La ricorrenza dei rimanenti criteri viene valutata in rapporto ad ogni singola pubblicazione sottoposta a giudizio nei termini seguenti:
1) La monografia Pasquino P., 'Sed voluntariam'. Ricerche in tema di 'iurisdictio' (Napoli, Satura Editrice, 2020, ISBN: 978- 88-7607-2L2-3) si articola in tre capitoli, preceduti da una Premessa e seguiti dalle Riflessioni conclusive sui risultati raggiunti. Il primo capitolo (‘…ut ecce manumitti apud eos possunt tam liberi quam servi et adoptiones fieri’) prende le mosse dal passo di Marciano 1 inst. D. 1.16.2 pr., per illustrare la differenza tra giurisdizione contenziosa e volontaria ed esaminare poi gli atti di volontaria giurisdizione in esso indicati: manomissioni, emancipazioni e adozioni, tutti caratterizzati dall’elemento comune della in iure cessio, che terminava con una addictio, analizzata durante le diverse epoche storiche (le XII Tavole, le Istituzioni gaiane, le opere dei giuristi severiani, gli interventi imperiali, fino a Giustiniano, per rendere più snello il procedimento). Il secondo capitolo (‘Magistratum, apud quem legis actio est…’) è dedicato agli organi competenti per tali atti (proconsole, legato del proconsole, governatore della provincia, console, iuridici e magistrati municipali). Nel terzo capitolo (‘Ius dicentis officium latissimum est…’), infine, si prende in considerazione una serie ulteriore di atti in cui si ravvisano profili di volontaria giurisdizione (datio tutoris, alienazione e dazione in garanzia di immobili pupillari, transazioni sugli alimenti,), mentre si propende ad escluderli per la bonorum possessio, la insinuatio donationis ed il testamentum apud acta o principi oblatum. L’indagine si conclude con un’indagine nella prospettiva della c.d. iurisdictio mandata, in riferimento alla iurisdictio voluntaria, cogliendo nelle fonti un allentamento dei rigorosi principi originari in materia.
La monografia presenta un forte carattere di originalità ed innovatività nel taglio dato all’indagine e nella sua sistematica, il metodo adottato si basa su un’accurata esegesi delle fonti e su una discussione attenta della principale bibliografia, acquisendo uno spessore ed una rilevanza notevole in campo nazionale ed internazionale. La stessa si rivela pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18. La rilevanza scientifica della collocazione editoriale è buona e con una discreta diffusione all’interno della comunità scientifica.
2) Il contributo Pasquino P., I 'decemviri legibus scribundis': miti, similitudini, allegorie, in Magistrature e ordinamenti istituzionali nei secoli V e IV a.C. Roma e l’Italia tirrenica tra interazioni e specificità locali, a cura di X. Xxxxxxx e X. Xxxxxxx (Edizioni dell’Orso, Alessandria, 2020, pp. 103-127, lSBN: 978-88-3613-053-5) si propone l’obiettivo di discernere quanto delle notizie sul decemvirato legislativo sia frutto dell’invenzione annalistica e quanto corrisponda invece ad elementi di realtà, un’impresa resa complicata dalla disomogeneità delle tradizioni. Dopo aver isolato il nucleo dei dati storicamente attendibili, l’Autrice si sofferma su quelli da ritenere racconti sostenuti da una tradizione autorevole, di grande valore per la città ed i suoi abitanti, ma distinti dalla storia. Dall’analisi condotta emerge che il carico allegorico di tutti i miti gravitanti intorno al nucleo storico del decemvirato rivela un’indubbia realtà: nel primo secolo della repubblica la plebe guarda alla Grecia, per mutuare la centralità di norme scritte ed il risultato è la legislazione decemvirale, definita fons omnis publici privatique iuris.
Dal momento che il tema trattato non è nuovo, il contributo presenta profili solo di parziale originalità ed innovatività, che si manifestano soprattutto nell’esaminare i miti. Il metodo, con cui l’analisi è condotta, si presenta corretto e rigoroso sia nell’esegesi dei dati antichi che nella discussione della moderna letteratura, con una potenziale rilevanza a livello nazionale ed internazionale. Il contributo appare pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e la rilevanza scientifica della collocazione editoriale è buona e con una discreta diffusione all’interno della comunità scientifica.
3) Il contributo Pasquino P., Gli edifici per spettacoli in Roma antica quali 'res publicae', in I beni di interesse pubblico nell'esperienza giuridica romana, ll, a cura di X. Xxxxxxxx (Jovene, Napoli, 2016, pp. 81-12O, ISBN:9'788824-32449-6) comincia osservando come i ludi dell’antica Roma avessero perduto progressivamente l’originario carattere religioso per trasformarsi in vere e proprie occasioni mondane, dove le manifestazioni diventano strumento di propaganda elettorale, controllo politico delle masse e luogo di confronto tra classe dirigente e cittadini. Si passa poi all’inquadramento degli edifici destinati agli spettacoli pubblici tra le res publicae, prendendo spunto da quanto contenuto in un passo delle Istituzioni di Giustiniano (I. 3.19.2), per procedere quindi a ritroso. Il profilo di destinazione all’usus publicus che emerge dal passo viene colto anche in altri testi appartenenti ai giuristi classici, come Pomp. 9 ad Sab. D. 18.1.6 pr., Xxxx. 3 inst. D. 1.8.6.1, Ulp. 57 ad ed. D. 47.10.13.7, ai quali si aggiungono anche Cic. off. 2.60 e Vitr.
1.3.1. Si elencano in seguito le diverse tipologie di edifici per spettacoli, accomunati dalla destinazione all’uso pubblico su iniziativa del potere centrale: circhi, teatri, anfiteatri, stadi, ricostruendone la disciplina giuridica, ruotante intorno al loro carattere di res publicae in usu publico.
Il tema affrontato nel contributo non è nuovo, ma apprezzabili aspetti di originalità ed innovatività si denotano nella ricostruzione del regime giuridico, dove è rilevabile uno sforzo proficuo per offrire un quadro di sintesi con dati provenienti da fonti eterogenee. Il metodo di analisi è rigoroso con persuasive esegesi dei testi antichi ed appropriate discussioni della principale bibliografia moderna, così da dotare il contributo di una notevole rilevanza a livello nazionale ed internazionale. Piena è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale, che ne assicura la diffusione all’interno della comunità scientifica.
4) Il contributo, in lingua inglese, Pasquino P., 'Scientia iuris' and 'architecture'. A focus on Buildings for Shows, in History of Law and other Humanities, edited by X. Xxxxxxx e V. M. Minale (Xxxxxxxx, Madrid, 2019, pp. 141-156, ISBN: 9- 788413-24239- 2) riprende l’argomento di quello, di cui al n. 3), con numerose coincidenze. Si analizzano, nello specifico, alcuni testi del De architectura di Xxxxxxxx ed uno del De officiis di Xxxxxxxx (quest’ultimo, peraltro, già esaminato nel precedente contributo), che vengono messi a confronti con quelli dei giuristi Xxxxxxx e Xxxxxxxx e delle Istituzioni giustinianee (anche essi già trattati nel precedente contributo). La disciplina giuridica, che si traccia, si incentra soprattutto su Xxxxxx, Xxx. 4.62-63 e su Macro 2 de off. praes. D. 50.10.3 pr. (anch’esse fonti già prese in considerazione nel precedente contributo). In conclusione, si mettono in luce i nessi tra l’architettura come espressione del comportamento umano e la scientia iuris e la forte connotazione politica che assume la normativa relativa agli edifici dove si svolgono gli spettacoli pubblici.
Il contributo non presenta aspetti di originalità ed innovatività, perché riprende, modificandone solo il taglio, il contenuto di quello del precedente n.3. La metodologia resta comunque rigorosa e l’uso della lingua inglese assicura una notevole rilevanza a livello internazionale. La congruenza risponde pienamente al profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale, che ne favorisce la diffusione all’interno della comunità scientifica internazionale.
5) Il contributo Xxxxxxxx X., ll 'dictator': un magistrato irresponsabile?, in La dittatura romana, ll, a cura di X. Xxxxxxxx (Xxxxxx, Napoli, 2018, pp. 89-136, ISBN : 978-88-243-2597 -4) si colloca nel più vasto tema della responsabilità dei magistrati romani per gli atti compiuti durante il loro periodo di carica. Punto di partenza è la tesi sostenuta da Xxxxxxx Xxxxxxx nel suo Römisches Staatsrecht, secondo il quale il dictator sarebbe sempre irresponsabile per tali atti anche dopo aver abdicato dalla carica, diversamente da quanto avveniva per le altre magistrature. L’Autrice si propone di valutare la fondatezza di tale tesi e se un’eventuale esenzione valesse per tutti i suoi atti o solo per quelli di governo ed in che misura se ne possa parlare. Si comincia dunque con il ripercorrere i testi usualmente richiamati in letteratura per provare l’irresponsabilità del dictator, muovendo da quelli provenienti da fonti storico – letterarie in lingua greca, in particolare Xxxxxxx xx Xxxxxxxxxxx, Xxxxxxxx e Xxxxxx Xxxxx (nella versione conservatasi in Zonara). Si passa quindi a vagliare, avendo come riferimento centrale l’ab Urbe condita di Xxxx Xxxxx, le notizie sui processi dove risultano coinvolti
dittatori o ex-dittatori (X. Xxxxxx Xxxxxxxxxx Xxxxxxxxx, nel 363 a.C.; X. Xxxxx Xxxxxxx, nel 391 a.C.; X. Xxxxx, nel 314 a.C.; ancora X. Xxxxx Xxxxxxx, nell’anno della sua quarta dittatura, il 368 a.C.). Interessanti deduzioni sono tratte anche dalla lex epigraphica repetundarum delle Tabulae Bembinae. In conclusione, si avanza una risposta in chiave di evoluzione storica: la dittatura nasce come magistratura del tutto esente da responsabilità, ma, in prosieguo di tempo, tale caratteristica viene limitata, traducendosi in una assoluta ‘immunità processuale’ soltanto per gli atti inerenti all’esercizio delle sue funzioni. Le accuse diventano possibili a seguito delle pressanti esigenze politiche di equilibrio tra le varie componenti sociali e di buon funzionamento della res publica, quando anche il dictator, dopo l’abdicatio, avrebbe potuto essere processato per qualsiasi atto inteso a minare le basi della libera civitas.
Il tema affrontato nel contributo non è nuovo, ma la ricostruzione del quadro delle fonti esprime profili apprezzabili di originalità ed innovatività. Il metodo di analisi è rigoroso nelle esegesi dei testi antichi e nella discussione della principale bibliografia moderna, assegnando al contributo una notevole rilevanza a livello nazionale ed internazionale. Xxxxx è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale per la sua diffusione all’interno della comunità scientifica.
6) Il contributo Xxxxxxxx X., 'Cognitor", 'procurator' e 'actio iudicati': riflessioni in tema di legittimazione passiva, in 'Res iudicata', I, a cura di X. Xxxxxxxx, (Xxxxxx, Napoli, 2015, pp. 453-475, ISBN: 978-88-243-2399-4) affronta il tema della legittimazione passiva all’actio iudicati in riferimento alle due tipologie di rappresentanti processuali: il cognitor e il procurator. Dopo aver esaminato il contenuto di Vat. Fragm. 317 e di vari passi Institutiones di Gaio (4. 89 ss.) e sottolineato la corrispondenza tra legittimazione nell’actio iudicati e prestazione della cautio iudicatum solvi, si espongono gli argomenti sostenuti dalla dottrina dominante, secondo cui la legittimazione, sia attiva che passiva, all’actio iudicati spettante al cognitor sarebbe stata trasferita in capo al dominus soltanto grazie all’intervento del pretore. All’esito, l’autrice avanza una propria congettura alternativa, in base alla quale, date le formalità per la nomina del cognitor e la necessità per il dominus di esser presente, sarebbe stato proprio quest’ultimo a prestare la cautio iudicatum solvi, spingendo così il pretore ad investirlo direttamente della fase successiva alla conclusione del processo di accertamento, denegando l’actio iudicati al cognitor (o contro di lui), in modo da superare il problema della menzione del cognitor medesimo nella condemnatio della formula. Si affronta poi la diversità di regime sulle questioni di legittimazione tra il procurator praesentis ed il procurator apud acta alla luce ancora dei Vaticana Fragmenta, terminando con una disamina delle deroghe alla corrispondenza tra legittimazione nell’actio iudicati e prestazione della cautio iudicatum solvi e con la spiegazione della loro intrinseca ratio.
Le tematiche trattate nel contributo non sono nuove, ma il taglio espositivo e la ricostruzione del quadro delle fonti esprimono positivi elementi di originalità ed innovatività. Il metodo di analisi è condotto con rigore tanto nelle esegesi dei dati giuridici antichi quanto nella discussione della letteratura moderna, garantendo una debita rilevanza al contributo. Piena è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale ai fini della diffusione all’interno della comunità scientifica.
7) Il contributo Xxxxxxxx X., Rapporti tra 'patroni' e giudice, in ll giudice privato nel processo civile romano. Omaggio ad Xxxxxxx Xxxxxxx, lll, a cura di X. Xxxxxxxx (CEDAM, Padova, 2015, pp. 697-739, ISBN: 978-88- 13-35097-0) circoscrive preliminarmente, sul piano processuale, le nozioni di patroni e cliente, distinguendo la figura dei primi da quelle degli oratores (in cui progressivamente confluirà) e degli iuris periti, avvalendosi da una ricca serie di dati tratti dalle fonti storico – letterarie. L’attenzione quindi si focalizza sul ruolo dei patroni nella fase apud iudicem, incentrata sull’accertamento dei fatti tramite l’assunzione, la discussione e la valutazione delle prove, per le quali erano fondamentali le abilità retoriche e le capacità di persuasione. La funzione dei patroni come anello di congiunzione fra giuristi e iudices privati viene presa in considerazione alla luce del De officiis di Xxxxxxxx e con particolare riferimento ai giudizi centumvirali. All’esito si svolgono alcune osservazioni finali sul ruolo di intermediazione, che i patroni assolvevano tra le interpretazioni dei giuristi e le decisioni dei giudici, nelle quali si doveva rispecchiare il sistema di valori, non solo morali, ma anche tecnico-giuridici, espressi dalla collettività.
Anche l’argomento affrontato in questo contributo non è nuovo, ma si rivelano originali ed innovativi alcuni aspetti dell’ottica data all’indagine soprattutto nella ricostruzione delle attività realizzate dai patroni nei giudizi davanti ai centumviri. Il metodo di analisi è rigoroso con persuasive esegesi delle fonti ed appropriate discussioni delle tesi dottrinarie moderne, dotando della dovuta rilevanza il contributo. Pienamente congruo, inoltre, risulta essere con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale, atta a favorirne la diffusione all’interno della comunità scientifica.
8) Il contributo Pasquino P., La condizione dell'usuraio nella società dell'antica Roma, in I diritti degli altri in Grecia e a Roma, a cura di X. Xxxxx e X. Xxxxxxxxx (Academia Verlag, Sankt Xxxxxxxx, 2011, pp. 302-318, ISBN: 978-3-89565-557-8) chiarisce, in via preliminare, i vari significati assunti dai termini ‘usura’ e ‘usuraio’ nell’esperienza giuridica romana, intermedia e moderna. In riferimento alla prima, si evidenzia l’ambiguità che si rifletteva sulla figura dell’usuraio, in quanto difforme dal modello romano del buon cittadino, identificato con un’attività che lo conduceva ai margini della sfera del lecito. Malgrado ciò, l’ordinamento ha reagito soltanto allorché il confine tra prestito di danaro ad interesse e prestito usurario veniva varcato in modo eclatante e socialmente inaccettabile. Nel tentativo di circoscrivere l’individuazione dell’usuraio, si opera una distinzione fra lo stesso e le altre categorie professionali coinvolte nella feneratio pecuniae, quali argentarii, nummularii, coactores argentarii, mensarii, negotiatores, mercatores, ripercorrendo
i dati testuali contenuti negli Annali di Xxxxxx (6.16.1), nelle commedie di Xxxxxx, nella praefatio del De agri cultura catoniano e nel De officiis di Xxxxxxxx. In chiusura si tratta delle leges fenebres e della scarsa incidenza sul fenomeno usurario delle sanzioni in esse contenute.
Malgrado l’argomento non sia nuovo, l’Autrice si forza di presentarlo sotto la diversa luce della condizione riservata all’usuraio sul piano giuridico e sociale, con risultati di una qualche originalità ed innovatività. Fonti e letteratura moderna sono analizzate in modo rigoroso, il che consente una certa rilevanza dei suoi risultati all’interno di una ricerca collettanea. Il contributo presenta piena congruità con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e buona è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale, al fine di favorirne la diffusione all’interno della comunità scientifica.
9) L’articolo Pasquino P., La fortuna della 'Omnem' in età medievale: i luoghi di insegnamento del diritto, in Teoria e Storia del Diritto Privato, VII, 2014, sez. 'Contributi', pp. 1-39 (xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx ISSN: 2036-2528) descrive il contenuto della costituzione in oggetto, suddividendosi in una prima parte, dove si critica il sistema vigente di educazione giuridica, e in una seconda, in cui si espone minuziosamente l’impostazione del nuovo percorso quinquennale di studi e nel § 7 i luoghi di insegnamento. Proprio di quest’ultimo si approfondisce l’interpretazione data dai giuristi medievali per giustificare le attività di docenza anche a Bologna (oltre a Roma, Costantinopoli e Berito) e poi in altre città. Si sottolinea quindi quanto la disposizione imperiale abbia inciso sulla formulazione della nozione di Studium generale da parte dei glossatori canonisti, che sono andati ben oltre il significato letterale del summenzionato
§ 7.
L’articolo offre un’interessante prospettiva su un argomento non nuovo e lo fa con un taglio abbastanza originale ed innovativo, confrontando il valore originario della disposizione con quello dato ad essa dall’interpretazione della scienza giuridica medievale, civilistica e canonistica. Il metodo non manca di rigore ed i contenuti presentano una loro rilevanza nell’ambito di un incontro di studi interdisciplinare. L’articolo è congruo pienamente al profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale in una rivista, che ne favorisce la circolazione all’interno della comunità scientifica internazionale.
10) L’articolo Pasquino P., Rimedi pretori in alcuni casi di accessione, in Teoria e Storia del Diritto Privato, IV, 2011, sez. 'Contributi', pp. 1-105 (xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx ISSN:2036-2528) presenta una notevole estensione, prendendo le mosse da un testo di Xxxxxxx (16 ad ed. D. 6.1.5.3) in tema di implantatio, dove viene riportata l’opinione di Xxxxxx Xxxx e Xxxxx, secondo i quali sarebbe spettata un’actio in rem utilis al proprietario di un albero, che avesse messo radici sul suolo altrui. Questa fattispecie offre all’Autrice l’occasione di esaminare i vari rimedi previsti per il proprietario della cosa accessoria, che ne avesse perso il dominio per incorporazione in un’altra ritenuta principale. Dall’analisi dei singoli casi si evince l’assenza di una trattazione sistematica della questione, ma, allo stesso tempo, soprattutto con riguardo al caso controverso della tabula picta (di cui ci parla Gai. 2.78 e D. 41.1.9.2), si può individuare una tendenza di fondo nelle soluzioni date da alcuni giuristi (Xxxxxxxx, Xxxxx, Ulpiano): per mitigare le perdite patrimoniali subite dal proprietario della cosa accessoria a seguito della rigida applicazione del principio civilistico dell’accessione, venivano suggeriti ai pretori rimedi ‘equitativi’, come exceptiones doli, actiones in factum e rei vindicationes utiles, al fine di ristabilire un equilibrio con le acquisizioni ottenute dal proprietario della cosa principale. L’articolo rivisita il tema dell’accessione nell’ottica particolare del ristoro patrimoniale del proprietario della cosa accessoria, conferendo alla trattazione un indubbio carattere originale ed innovativo. Il metodo di analisi è rigoroso sia nelle esegesi dei testi antichi che nella discussione della bibliografia moderna, con conseguente rilevanza dell’articolo a livello nazionale ed internazionale. Piena è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale in una rivista, che ne permette la diffusione all’interno della comunità scientifica.
11) Pasquino P., Recensione di X. Xxxxxxxxxxx, Saggi di diritto romano, Napoli, 2018 (dal titolo 'Tra la 'responsabilità' e l’ ‘equità', ovvero della buona salute del diritto romano. Minime riflessioni intorno a X. Xxxxxxxxxxx, Saggi di diritto romano, Napoli, 2018), in Teoria e Storia del Diritto Privato, XI, 2018, sez. 'Pubblicazioni recenti', pp. 1-9 (xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx ISSN: 2036-2528). Trattasi di una recensione di carattere prevalentemente ricognitivo, con qualche spunto di riflessione autonoma solo quando si parla dei due fili che legano i cinque saggi recensiti: l’elemento della volontà e la vitalità del diritto romano. È un lavoro condotto con rigorosa diligenza, ma privo di originalità, innovatività e particolare rilevanza. Tuttavia, è pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
12) Pasquino P., Recensione di X. Xxxxx, Aspetti dell'autonomia negoziale dei Romani. Dalla 'fides' ai 'nova negotia’, Napoli, 2015, in Teoria e Storia del Diritto Privato, X, 2015, sez. 'Pubblicazioni recenti', pp. 1- 11 (xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx ISSN: 2036-2528). Si tratta di una recensione di carattere prevalentemente ricognitivo, con uno spunto di riflessione critica in riferimento all’uso del lemma ‘volontaria giurisdizione’. È un lavoro condotto con rigorosa diligenza, ma privo di originalità, innovatività e particolare rilevanza. Xxxxxxx, però, pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
La candidata presenta, inoltre, i giudizi ottenuti sulla propria attività scientifica, in esito alla procedura di Abilitazione Scientifica Nazionale come Professore di II fascia. Sia il giudizio collegiale che i giudizi individuali dei Commissari sono
molto positivi e, all’unanimità, la candidata è ritenuta pienamente idonea a svolgere le funzioni di Professore universitario di II fascia.
Giudizio complessivo della candidata XXXXX XXXXXXXX
Le attività didattiche della candidata sono piuttosto deboli, mentre è apprezzabile la valutazione delle sue attività scientifiche in merito alla partecipazione a gruppi di ricerca ed alla partecipazione in qualità di relatrice a congressi. Il livello della maggior parte delle pubblicazioni, rapportato ai criteri di valutazione sopra indicati, è molto elevato, caratterizzandosi per la varietà degli argomenti trattati. Tutte sono congruenti con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e la rilevanza scientifica della loro collocazione editoriale è per lo più molto buona. Ciò premesso, all’esito della mia attività valutativa, si ritiene la candidata XXXXX XXXXXXXX molto qualificata per il settore concorsuale e per il settore scientifico disciplinare, per il quale è stato bandito il posto.
Giudizio della Prof.ssa Xxxxx Xxxxxxxx Xxxxx:
Valutazione dell'attività didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti
• a) numero dei moduli/corsi tenuti e continuità della tenuta degli stessi non presente
• b) esiti della valutazione da parte degli studenti, con gli strumenti predisposti dall'ateneo, dei moduli/corsi tenuti;
non presente
• c) partecipazione alle commissioni istituite per gli esami di profitto
• 2007/2009 collaborazione con l’università di Napoli
• 2009/2020 collaborazione con l’università di Salerno
• d) quantità e qualità dell'attività di tipo seminariale, di quella mirata alle esercitazioni e al tutoraggio degli studenti, ivi inclusa quella relativa alla predisposizione delle tesi di laurea, di laurea magistrale e delle tesi di dottorato.
Attività di collaborazione di cui al punto precedente
Contratto per attività didattiche integrative nel corso di Istituzioni di diritto romano dell’università di Xxxxxx Xxxxxxxx XX negli anni 2007/2008 e 2008/2009
Valutazione dell'attività di ricerca scientifica
• a) organizzazione, direzione e coordinamento di gruppi di ricerca nazionali e internazionali, ovvero partecipazione agli stessi;
2007 partecipazione PRIN
• c) partecipazione in qualità di relatore a congressi e convegni nazionali e internazionali; partecipazione a convegni nazionali e internazionali tra il 2011 e il 2019
• d) conseguimento di premi e riconoscimenti nazionali e internazionali per attività di ricerca.
Non presente
e) consistenza complessiva della produzione scientifica del candidato, l'intensità e la continuità temporale della stessa, fatti salvi i periodi, adeguatamente documentati, di allontanamento non volontario dall'attività di ricerca, con particolare riferimento alle funzioni genitoriali.
- Dal 2009 al 2020 senza soluzione di continuità. La consistenza complessiva della produzione scientifica della candidata è adeguata, l'intensità e la continuità temporale sono apprezzabili positivamente
La valutazione delle pubblicazioni scientifiche di cui sopra sarà svolta sulla base degli ulteriori seguenti criteri:
• a) originalità, innovatività, rigore metodologico e rilevanza di ciascuna pubblicazione;
• b) congruenza di ciascuna pubblicazione con il profilo di professore universitario di seconda fascia da ricoprire oppure con tematiche interdisciplinari ad esso strettamente correlate;
• c) rilevanza scientifica della collocazione editoriale di ciascuna pubblicazione e sua diffusione all'interno della comunità scientifica
• d) determinazione analitica, anche sulla base di criteri riconosciuti nella comunità scientifica internazionale di riferimento, del ricercatore nel caso di partecipazione del medesimo a lavori in collaborazione.
Per nessuna delle pubblicazioni è stato necessario ricorrere all’applicazione del criterio della determinazione analitica dell'apporto individuale
Tra i titoli specificati, costituiscono titoli valutabili ma non vincolanti per la Commissione, i giudizi ottenuti dai candidati sulla propria attività scientifica, in esito alla procedura di Abilitazione Scientifica Nazionale
La candidata ha avuto l’abilitazione alla seconda fascia all’unanimità
La candidata Xxxxx Xxxxxxxx presenta una monografia, sette contributi in volume, due articoli in rivista, due recensioni
1)È del 2020 il lavoro monografico “Sed voluntariam. Ricerche in tema di ‘iurisdictio”, nel quale l’autrice prende le mosse da D. 1.16.2pr., in cui Xxxxxxxx contrappone una iurisdictio contentiosa a una iurisdictio voluntaria: Omnes proconsules statim quam urbem egressi fuerint habent iurisdictionem, sed non contentiosam, sed voluntariam: ut ecce manumitti apud eos possunt tam liberi quam servi et adoptiones fieri. Nella Premessa l’autrice ricostruisce lo stato dell’arte sul
passo, nel primo capitolo analizza gli atti di voluntaria iurisdictio, cioè manomissioni, emancipazioni e adozioni, e in particolare il procedimento con cui tali atti venivano posti in essere. Dalla parte finale del passo ut ecce manumitti apud eos possunt tam liberi quam servi et adoptiones fieri, emerge, infatti, il filo conduttore, l’in iure cessio, e il ruolo del magistrato. L’autrice indaga dunque la valenza dell’addictio nelle varie epoche e il ruolo del magistrato nei procedimenti di manomissione emancipazione adoptio, trattando nel secondo capitolo dei magistrati ai quali è riconosciuto il potere di compiere tali atti, ed estendendo l’indagine nel terzo capitolo ad una serie di atti assimilati a manomissioni, emancipazioni, adozioni. Se, come è noto, per il Solazzi la contrapposizione fra iurisdictio contentiosa e iurisdictio voluntaria non può essere classica, negli studi successivi si è giunti al progressivo ampliamento del significato di iurisdictio, con una portata pressoché onnicomprensiva di tutte le attività svolte dal magistrato; per la classicità del testo di Xxxxxxxx si è di recente schierato Xxxxxxxxx de Xxxxx. La Pasquino guarda alla iurisdictio voluntaria come espressione delle tendenze classificatorie della giurisprudenza severiana, quella della iurisdictio mandata, alla luce della quale rilegge l’intera tematica. La monografia è congrua col settore scientifico disciplinare IUS 18 e metodologicamente corretta; la collocazione editoriale è buona. I risultati a cui la candidata perviene appaiono convincenti e a volte originali.
2) Sempre del 2020 I decemviri legibus scribundis: miti, similitudini, allegorie, in cui si analizza il racconto dell’invio dell’ambasceria in Grecia e quello che vede protagonista Xxxxxxxx di Xxxxx, per poi concentrare l’attenzione sulla figura di Virginia e su quella di Xxxxx Xxxxxx Xxxxxxx, cercando di comprendere quanto i racconti corrispondano a elementi reali. Il metodo è corretto, la collocazione editoriale buona, vi è congruità col settore scientifico disciplinare IUS 18, i risultati sono solo in parte innovativi.
3-4) Del 2019, ‘Scientia iuris’ and ‘architectura’. A focus on buildings for shows, in cui si approfondisce il rapporto tra scientia iuris e architectura, sviluppando alcuni aspetti tralasciati nell’articolo precedente, del 2016, Gli edifici per spettacoli in Roma antica quali ‘res publicae’, nel quale, partendo da I. 3.19.2, in cui si parla del teatro come res ‘in publico usu’, si analizza il significato di tale espressione, concludendo per una ‘dimensione pubblicistica’ di circhi, teatri, anfiteatri e stadi già dall’ultima età repubblicana, ed evidenziando le problematiche connesse con il loro carattere di ‘beni di interesse pubblico’. I due articoli presentano un metodo corretto, la collocazione editoriale è buona, vi è congruità col settore scientifico disciplinare IUS 18, i risultati sono solo in parte innovativi, in particolare per l’articolo del 2019, che riprende quello del 2016.
5) Del 2018 Il ‘dictator’: un magistrato ‘irresponsabile’? in cui la Pasquino si concentra sulla sottrazione del dictator, anche dopo la sua abdicatio, alla responsabilità per gli atti compiuti durante l’esercizio della carica, esaminando le fonti che lo definiscono irresponsabile. Si esaminano casi di processi contro dictatores, giustificati quali reazioni ad un sovvertimento dell’ordine costituito, in cui poteva trovare ragion d’essere la sua ‘irresponsabilità’. Il metodo è corretto, la collocazione editoriale è buona, vi è congruità col settore scientifico disciplinare IUS 18, i risultati presentano alcuni profili innovativi
6) Del 2015 Cognitor, procurator’ e ‘actio iudicati’: riflessioni in tema di legittimazione passiva’, in cui si discute l’opinione prevalente di una costante connessione tra la legittimazione passiva all’actio iudicati e la prestazione, in un giudizio di accertamento in cui fosse intervenuto un cognitor o un procurator, della cautio iudicatum solvi: alla luce delle differenze tra i due ‘sostituti processuali’, la candidata ricostruisce nel loro divenire le regole previste per l’esercizio dell’actio iudicati là dove si fosse agito alieno nomine, tenendo nel debito conto anche le peculiarità legate a figure particolari, quali il procurator praesentis e il cognitor in rem suam. Il metodo è corretto, la collocazione editoriale è buona, vi è congruità col settore scientifico disciplinare IUS 18, i risultati presentano elementi di originalità
7) Sempre del 2015 Rapporti tra ‘patroni’ e giudice, nel quale in una prima parte si delinea l’evoluzione del patronato nell’ epoca arcaica, nella seconda, attraverso l’analisi sia di fonti giuridiche come quelle di Xxxxxxxx e Xxxxxxxx, sia letterarie come quelle di Xxxxxxxx e Xxxxxxxxxxx, ci si occupa del ruolo dei patroni nella fase apud iudicem, con una particolare attenzione alle cause centumvirali. Il metodo è rigoroso, la collocazione editoriale buona, vi è congruità col settore scientifico disciplinare IUS 18, i risultati presentano sotto alcuni aspetti elementi di originalità
8) Del 2014 ‘La fortuna della ‘Omnem’ in età medievale: i luoghi di insegnamento del diritto’, in cui l’autrice illustra le disposizioni della costituzione giustinianea, approfondendo l’interpretazione che venne elaborata da Glossatori e Commentatori del § 7 (in cui vengono indicati i luoghi ove potessero essere insegnati i tria volumina: le regiae urbes e la pulcherrima civitas di Berito). Si analizzano quindi i passi maggiormente salienti dai quali risultano le intuizioni dei giuristi medioevali, volte a legittimare l’esistenza di Studia ubicati in città diverse da quelle contemplate nella Omnem; infine, qualche riflessione viene formulata in ordine al valore della disposizione imperiale nell’elaborazione del concetto di ‘Studium generale’ dei glossatori canonisti. Il metodo è rigoroso, la collocazione editoriale buona, vi è congruità col settore scientifico disciplinare IUS 18, il taglio e i risultati appaiono originali.
9) Del 2011 La condizione dell’usuraio nella società dell’antica Roma, in cui la candidata, attraverso l’esame di alcune commedie plautine, del De agri cultura catoniano, di un passo del De officiis, nonché il richiamo agli interventi volti a disciplinare il fenomeno dell’indebitamento e a regolamentare il prestito ad interesse, mette in evidenza l’ambivalenza dell’atteggiamento nei riguardi dei feneratores, da un lato disprezzati per il loro infimo livello morale, dall’altro non adeguatamente contrastati sul piano giuridico. Il metodo è rigoroso, la collocazione editoriale buona, vi è congruità col settore scientifico disciplinare IUS 18, il taglio presenta qualche profilo di originalità.
10) Sempre del 2011 'Rimedi pretori in alcuni casi di accessione', in cui si parte da D. 6.1.5.3, in cui Xxxxxxx attribuisce
ad Xxxxxx Xxxx e a Xxxxx il riconoscimento di un’actio in rem utilis nel caso della implantatio, per indagare più in generale sulla tutela fornita dal ius honorarium a colui che perdeva la proprietà del bene accessorio. L’articolo si occupa dunque della tutela offerta al proprietario che viene privato del suo bene, con un taglio originale. Il metodo è rigoroso, la collocazione editoriale buona, vi è congruità col settore scientifico disciplinare IUS 18
La candidata presenta inoltre due recensioni
11) Rec. di X. Xxxxxxxxxxx, Saggi di diritto romano
12) Rec. di X. Xxxxx, Aspetti dell’autonomia negoziale dei Romani. Dalla fides ai nova negotia
Le due recensioni, di carattere ricognitivo, congrue col settore scientifico disciplinare IUS 18, con una buona collocazione editoriale, non presentano caratteri di originalità e innovatività
L’esperienza didattica della candidata è piuttosto limitata, mentre è apprezzabile la partecipazione a gruppi di ricerca e la partecipazione in qualità di relatore a convegni nazionali e internazionali. La produzione scientifica della candidata è congrua col settore scientifico disciplinare IUS 18, ben collocata sul piano editoriale, metodologicamente corretta. I risultati a cui la candidata perviene appaiono convincenti e spesso originali. Il giudizio è pertanto più che positivo.
Giudizio del Xxxx. Xxxxxx Xxxxxxxxxx:
La candidata, assegnista di ricerca presso l'Università di Salerno, abilitata all'unanimità per la seconda fascia nel 2020, ha conseguito il dottorato di ricerca in Diritto romano presso l’Università di Palermo, ha ottenuto assegni e borse di ricerca in vari Atenei, ha soggiornato all’estero per motivi di studio, ha conseguito diplomi attestanti la conoscenza della lingua tedesca, è socia della Società Italiana della Storia del diritto, partecipa alla redazione di due riviste, ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato. La candidata non ha espressamente dichiarato la conoscenza della lingua inglese.
Il giudizio complessivo sul curriculum della candidata è positivo.
La candidata, ai fini della presente procedura xxxxxxxxx presenta dodici contributi scientifici (tra i quali due recensioni), tutti congruenti con il profilo di cui alla presente procedura, collocati per lo più in sedi editoriali di rilievo e in riviste anche di fascia superiore.
La produzione scientifica della candidata, caratterizzata da una certa costanza, è molto varia; essa spazia entro argomenti riconducibili ad entrambe le posizioni di studio: diritto pubblico e privato. Dedicata alla volontaria giurisdizione è la sola monografia presentata dalla candidata (2020), mentre i lavori, per dir così, minori sono concentrati su svariati temi, come sopra accennato.
Appare chiara la speciale attenzione che la candidata dimostra per il diritto romano nel suo sviluppo storico e nella varia articolazione delle sue fonti testuali. La candidata dimostra ottima conoscenza delle ricostruzioni dottrinarie; è al contempo rigorosa negli approcci esegetici, dimostrando particolare sensibilità per gli aspetti terminologici emergenti dai testi, soprattutto giuridici.
Particolarmente apprezzabile è la monografia. La candidata, non senza spunti di originalità e innovatività, tratta l'argomento con rigore e precisione, concentrandosi strutturalmente sulla distinzione tra giurisdizione contenziosa e giurisdizione volontaria, dedicando altresì considerevole attenzione alle figure istituzionali che si sarebbero occupate delle varie tipologie di giurisdizione. Si tratta di uno studio basato su attenta analisi testuale, non senza considerazione per il contesto storico-giuridico, come esemplarmente dimostra la trattazione circa la genuinità del testo marcianeo dal quale la ricerca della candidata prende le mosse.
I contributi minori dimostrano la varietà degli interessi e confermano il buon approccio esegetico, l'ottima conoscenza della letteratura, l'apprezzabile originalità di talune conclusioni.
Senz'altro interessante è lo studio sulla condizione dell'usuraio (2011), incentrato soprattutto su aspetti sociali ed economici collegati al fenomeno dell'usura, a cui forse avrebbe giovato un approfondimento dei temi più prettamente giuridici.
Altrettanto interessante è il contributo relativo ai rimedi pretori in materia di accessione (2011), organizzato intorno a un testo ulpianeo che offre alla candidata l'occasione di interessarsi ai grandi temi del sistema giuridico romano, quali il diritto naturale e l'equità.
Dedicato alla costituzione giustinianea 'Omnem' (2014) è il successivo studio della candidata, ove è senz'altro apprezzabile l'interesse dimostrato per la lettura datane in età medievale.
Nello stesso anno (2015) sono stati pubblicati due contributi dedicati a temi di natura processuale. In quello incentrato su cognitor e procurator, la candidata mostra padronanza nell'uso dei testi e nella conoscenza della letteratura in una materia complessa quale la legittimazione nell'actio iudicati. In quello incentrato su patroni e giudice, la candidata traccia lucidamente il percorso dello sviluppo, in senso processuale, del rapporto patrono-cliente.
Dedicate al rapporto tra diritto, potere, cose pubbliche e spettacoli sono due studi pubblicati nel 2016 e (in lingua inglese) nel 2019. Senz'altro interessante l'esame di fonti giurisprudenziali relative a spettacoli e luoghi destinati allo spettacolo e per certi versi originale la tesi del collegamento del potere imperiale ai luoghi di spettacolo. Probabilmente, avrebbe giovato all'impianto giuridico delle due ricerche una maggiore attenzione al rapporto giuristi-potere imperiale-res publicae.
Al dittatore è dedicato un contributo del 2018, con interessanti conclusioni, pur non particolarmente originali, circa una
possibile interpretazione di una parte della lex repetundarum, secondo la quale in determinate occasioni sarebbe emersa la responsabilità del dittatore per gli atti compiuti durante il periodo di carica.
Infine lo studio sui decemviri legibus scribundis (2020), nel quale la candidata, ponendosi nel solco di una consolidata letteratura, ripercorre la tradizione decemvirale sforzandosi di collocarla all'interno delle ideologie plebee.
Due recensioni critiche sono pubblicate nel 2017 e nel 2018. Nella prima, la candidata mette a fuoco alcuni concetti che saranno poi esposti diffusamente nella sua successiva monografia; nella seconda, la candidata presenta alcune brevi riflessioni sulle “ragioni della sopravvivenza del diritto romano”.
Da segnalare, infine, la partecipazione, quale relatrice, ad alcuni convegni e congressi, nonché a gruppi di ricerca, tra i quali si evidenzia particolarmente PRIN 2012.
Il giudizio complessivo sulla produzione e ricerca scientifica della candidata è ampiamente positivo.
Non particolarmente significativo appare il carico didattico della candidata (per il quale non sono stati indicati gli esiti delle valutazioni da parte degli studenti), concentrato per lo più in attività di collaborazione con insegnamenti romanistici, localizzati particolarmente nelle Università di Napoli (2007/2009) e di Salerno (2009/2020).
Giudizio collegiale della Commissione:
L’esperienza didattica della candidata si presenta alquanto limitata: non le sono stati assegnati moduli o corsi di insegnamento e conseguentemente mancano le valutazioni da parte degli studenti. Tali mancanze sono solo parzialmente compensate dai due contratti per lo svolgimento di attività didattiche integrative presso l’Università Xxxxxxxx XX di Napoli, peraltro riferiti agli a.a. 2007/2008 e 2008/2009, e dalle attività di collaborazione come cultrice della materia in vari insegnamenti romanistici, presso l’Università di Salerno.
Per contro, è del tutto apprezzabile la valutazione dell’attività scientifica della candidata in riferimento sia alla partecipazione a gruppi di ricerca nazionali e internazionali (compresa la vincita di assegni e borse di ricerca) che alla partecipazione, in qualità di relatrice, a congressi e convegni nazionali e internazionali. Molto elevato, inoltre, è il livello della produzione scientifica, che si connota per la sua consistenza, intensità e continuità. Gli argomenti trattati sono estremamente vari, spaziando dal diritto pubblico al privato ed al processuale. Tutti le pubblicazioni presentano un forte taglio giuridico e dieci tra quelle sottoposte a giudizio sono dotate di caratteri medio-alti di originalità, innovatività e rilevanza. Tutte sono pienamente congruenti con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e la rilevanza scientifica della loro collocazione editoriale è per lo più ottima.
Ciò premesso, all’esito dell'attività valutativa, si ritiene la candidata XXXXX XXXXXXXX molto qualificata per il settore concorsuale e per il settore scientifico disciplinare, per il quale è stato bandito il posto.
CANDIDATA Xxxx Xxxxx
VALUTAZIONE DEL CURRICULUM, DELLA PRODUZIONE SCIENTIFICA E DELL’ATTIVITA’ DIDATTICA
Giudizio del Xxxx. Xxxx Xxxxxxxx;
Presa visione del curriculum presentato dalla candidata, il giudizio complessivo su di esso è molto positivo. La candidata ha dichiarato la conoscenza della lingua inglese. Si procede ora alla valutazione dell’attività didattica e dell’attività di ricerca scientifica.
Valutazione dell'attività didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti
• a) numero dei moduli/corsi tenuti e continuità della tenuta degli stessi:
È stata affidataria, nel 2001, di un corso propedeutico alle materie storico-giuridiche (40 ore), presso l’Università di Lecce.
In qualità di ricercatrice (dal 2000 al 31.10.2014) e di professore associato (dal 1.11.2014) di diritto romano (SSD IUS/18), presso il Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale, ha tenuto regolarmente, dall’a.a. 2001/ 2002 ad oggi, corsi di Istituzioni di diritto romano, Storia del diritto romano, Diritto romano, Storia delle istituzioni giuridiche e politiche del mondo romano, Storia del pensiero giuridico romano.
• b) esiti della valutazione da parte degli studenti, con gli strumenti predisposti dall'ateneo, dei moduli/corsi tenuti:
Sono stati presentati i questionari degli studenti sulla valutazione della didattica degli a.a. 2013/2014 – 2018/2019, con ottimi riscontri per ogni materia insegnata.
• c) partecipazione alle commissioni istituite per gli esami di profitto:
Collaborazione, dal 1992/93 al 2011, con le cattedre di Storia del diritto romano e Epigrafia giuridica (fino al 1995), presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Xxxxxx Xxxxxxxx XX.
Collaborazione, dal 1994 al 2000, con la cattedra di Storia romana, presso l’Università Orientale di Napoli.
Cultrice della materia di Istituzioni di diritto romano, presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cassino, nel 1996/1997.
• d) quantità e qualità dell'attività di tipo seminariale, di quella mirata alle esercitazioni e al tutoraggio degli studenti, ivi inclusa quella relativa alla predisposizione delle tesi di laurea, di laurea magistrale e delle tesi di dottorato:
Attività di collaborazione, di cui al punto precedente.
Lezioni di dottorato e di specializzazione (graduate e post-graduate) in Italia e all’estero, dal 2002 al 2020.
Componente del Collegio dei docenti dei Dottorati di ricerca ‘Formazione del diritto europeo’ (dal 2002 al 2012) e ‘Scienze economiche, giuridiche e comportamentali’ (dal 2012 ad oggi), presso l’Università di Cassino.
Valutazione dell'attività di ricerca scientifica
• a) organizzazione, direzione e coordinamento di gruppi di ricerca nazionali e internazionali, ovvero partecipazione agli stessi:
1993-2000: partecipazione a équipe internazionale per la pubblicazione di un Catalogo di iscrizioni del MAN di Napoli. 2001: progetto di ricerca individuale nell’ambito del ‘Progetto giovani ricercatori’, finanziato dall’Università di Cassino. 2003: partecipazione a PRIN.
2005-2007: partecipazione al Progetto SIR presso il SUM di Firenze.
2009: partecipazione a PRIN come responsabile scientifico di Unità di Ricerca.
2014-2020: partecipazione al Progetto di ricerca internazionale ERC Advanced Xxxxx XXXXXX, Rediscovering the hidden structure. A new appreciation of juristic text and patterns of thought in late Antiquity (P.I. Xxxx. X. Xxxxxxxxx).
2015-2020: componente del Senior Staff del Progetto internazionale ERC Advanced Grant 2014 SIR, Scriptores Iuris Romani (P.I. Prof. X. Xxxxxxxxx).
2017: partecipazione a PRIN.
2017: finanziamento annuale individuale ricerca FFABR.
• c) partecipazione in qualità di relatore a congressi e convegni nazionali e internazionali:
19 partecipazioni, con relazione, a congressi, convegni e seminari nazionali e internazionali, tra il 2004 e il 2020.
Partecipazione, con discussione, a tutti i seminari e workshop nell’ambito del Progetto SIR ERC 2014, tra il 2016 e il
2020.
(v. curriculum vitae allegato alla domanda)
• d) conseguimento di premi e riconoscimenti nazionali e internazionali per attività di ricerca: NON PRESENTE.
La candidata FARA NASTI sottopone al giudizio della Commissione n. 12 pubblicazioni, che intende far valere ai fini della chiamata. Esse consistono in:
4 monografie:
Nasti F., L’attività normativa di Xxxxxx Xxxxxxxxxx. I. Politica di governo, riforme amministrative e giudiziarie, Pubblicazioni del Dipartimento di Diritto romano e storia della scienza romanistica ‘Xxxxxxxxx De Xxxxxxx’, Napoli, Satura Editrice, 2006, pp. I-270, ISBN 88-7607-021-4.
Nasti F., Papyrus Hauniensis de legatis et fideicommissis. Pars prior (PHaun. III 45 recto + CPL 73 A, B recto), Pubblicazioni del Dipartimento di Diritto romano e storia della scienza romanistica ‘Xxxxxxxxx De Xxxxxxx’, Napoli, Satura Editrice, 2010, pp. I-292, ISBN 978-88-7607-076-1.
Nasti F., Papyrus Hauniensis de legatis et fideicommissis. Pars altera.II.1 Pubblicazioni del Dipartimento di Diritto romano e storia della scienza romanistica ‘Xxxxxxxxx De Xxxxxxx’, Napoli, Satura Editrice, 2013, pp. VII-192; ISBN 9788876071409.
Nasti F., Studi sulla tradizione giurisprudenziale romana. Età degli Xxxxxxxx e dei Severi, Napoli, Editoriale Scientifica, Napoli 2013, II ediz. pp. X-190, ISBN 9788863425604.
5 saggi inseriti in opere collettanee:
Nasti F., Ancora sulla giurisdizione fedecommissaria e la riforma di Xxxxxxx. Brevi riflessioni sulla datazione e la natura del provvedimento, in Philía. Scritti per Xxxxxxx Xxxxxxxxx, Napoli, Jovene 2007, vol. III, pp. 1815-1828.
Nasti F., Riflessioni sui matrimoni diseguali delle clarissimae feminae fra II e III sec. d.C., in Fides, humanitas, ius. Studii in onore di Xxxxx Xxxxxxx, Napoli, Jovene 2007, pp. 3739-3763.
Nasti F., Pensiero greco e giuristi romani: ricerche sull'Enchiridion di Xxxxxxxx, in Giuristi romani e storiografia moderna. Dalla Palingenesia iuris civilis agli Scriptores Iuris Romani, Atti Convegno internazionale Roma ott. 2016 (progetto ERC AdG, SIR) a c. di X. Xxxxxxxxx, Torino, Xxxxxxxxxxxx, 2017, pp. 161-181.
Nasti F., Pensiero giuridico romano e tradizione europea nei Prinzipien di Xxxxx Xxxxxx, in Pensiero giuridico occidentale e giuristi romani. Eredità e genealogie (a cura di X. Xxxxx, X. Xxxxx, X. Xxxxx, X. Xxxxxxxxx), Torino, Xxxxxxxxxxxx, 2019, p. 225 ss. ISBN 978 88 921 1933 8.
Nasti F., Q. Mucius Xxxxxxxx, praet. 215, pp. 259 ss.; P. Xxxxxxxx Xxxxxxx dives, pp. 267 ss.; *X. Xxxxxx Xxxxxx, p. 167 s., in
X. Xxxxxxxxxxx, A. M. Xxxxx, X. Xxxxx, X. Xxxxxxxx, Antiquissima iuris sapientia. Saec. VI-III a.C., Roma, L’Xxxx, 0000, ISBN
978 88 913 1741.
3 articoli editi su riviste in formato cartaceo o digitale:
Xxxxx F., M. Cn. Xxxxxxxxx Xxxxxxx ed i suoi Regularum libri: osservazioni sulla carriera del giurista, sulla datazione e
sull'impianto dell’opera, in Index 33 (2005), pp. 263-292.
Nasti F., Papiniano perduto? Una nuova testimonianza sull'estensione della lex Falcidia alle donationes mortis causa, in Index 44 (2016) 113-122.
Nasti F., Xxxxxx, detrahere, transferre: considerazioni sui senatusconsulta Osidiano, Xxxxxxxx e l'ad Sabinum di Ulpiano, in SDHI 83 (2017) 591-602.
La consistenza complessiva della produzione scientifica della candidata risulta adeguata, l'intensità e la continuità temporale della stessa - fatti salvi i periodi, adeguatamente documentati, di allontanamento non volontario dall'attività di ricerca, con particolare riferimento alle funzioni genitoriali – sono apprezzabili positivamente, essendosi sviluppata dal 1993 al 2020 senza soluzione di continuità.
La valutazione delle pubblicazioni scientifiche di cui sopra viene ora svolta sulla base degli ulteriori seguenti criteri:
• a) originalità, innovatività, rigore metodologico e rilevanza di ciascuna pubblicazione:
• b) congruenza di ciascuna pubblicazione con il profilo di professore universitario di seconda fascia da ricoprire oppure con tematiche interdisciplinari ad esso strettamente correlate;
• c) rilevanza scientifica della collocazione editoriale di ciascuna pubblicazione e sua diffusione all'interno della comunità scientifica;
• d) determinazione analitica, anche sulla base di criteri riconosciuti nella comunità scientifica internazionale di riferimento, dell'apporto individuale del ricercatore nel caso di partecipazione del medesimo a lavori in collaborazione.
Per nessuna delle pubblicazioni presentate dalla candidata è stato necessario ricorrere all’applicazione del criterio, di cui alla lettera d) (determinazione analitica, anche sulla base di criteri riconosciuti nella comunità scientifica internazionale di riferimento, dell'apporto individuale del ricercatore nel caso di partecipazione del medesimo a lavori in collaborazione).
La ricorrenza dei rimanenti criteri viene valutata in rapporto ad ogni singola pubblicazione sottoposta a giudizio nei termini seguenti:
1) La monografia Nasti F., L’attività normativa di Xxxxxx Xxxxxxxxxx. I. Politica di governo, riforme amministrative e giudiziarie, Pubblicazioni del Dipartimento di Diritto romano e storia della scienza romanistica ‘Xxxxxxxxx De Xxxxxxx’, Napoli, Satura Editrice, 2006, pp. I-270, ISBN 88-7607-021-4, risulta composta di quattro capitoli e si propone l’obiettivo di valutare alcune innovazioni e tendenze nella politica di questo imperatore, idonee a mettere in luce il suo rapporto in ambiti significativi con le aristocrazie e i sudditi. Il primo capitolo (Xxxxxx Xxxxxxxxxx tra gli Xxxxxxxx e il tardo antico: un’introduzione necessaria) svolge delle considerazioni preliminari sulla figura dell’ultimo dei Severi, sui suoi rapporti con il senato, sugli storici antichi che l’hanno descritto (soprattutto Xxxxxx Xxxxx ed Xxxxxxxx) e sulla storiografia moderna che se ne è occupata, sul panorama complessivo della sua produzione normativa e sugli apporti da parte della giurisprudenza tardo-severiana. Il secondo capitolo (In tema di appellatio) si incentra su questo istituto nella tarda età dei Severi e sulla sua differenza dalla supplicatio nel corso della controversia, prendendo le mosse dalle teorie di Xxxxxxx Xxxx ed Orestano ed esaminando le fonti più significative al riguardo. In tale contesto, nella prospettiva di favorire il ricorso al principe da parte dei sudditi, si prende in esame una lettera dell’imperatore al koinòn dei Greci in Bitinia, pervenutaci nella doppia tradizione, di due papiri di Ossirinco (P.Ox. 17.2104 = 43.3106) e del Digesto (D. 49.1.25), affrontandone le principali problematiche e proponendone alcune integrazioni. Si passa quindi ad analizzare il testo di CI. 7.16.4, che, pur non trattando di problematiche direttamente connesse all’appello, getta una luce sull’evoluzione del procedimento contumaciale nelle liberales causae. Il capitolo si chiude con un’appendice dove si tratta la tematica della legittimazione ad appellare in Ulpiano e Xxxxx. Nel terzo capitolo (Tra crimen maiestatis e crimen falsi) si discutono alcune problematiche in ordine al primo crimen, nella particolare prospettiva del crescente riconoscimento della sacralità della persona dell’imperatore. In tale ottica si analizza la posizione dei giudici che avessero pronunciato una sentenza contra constitutiones, le conseguenze derivanti dallo spergiuro in CI. 4.1.2, la configurazione della perduellio in età Xxxxxxxxx e la repressione di chi si avvaleva di falsi rescritti, stabilita in CI. 9.22.3.
Il quarto ed ultimo capitolo (Politica edilizia e cura urbis) muove da un’ampia panoramica dell’interesse imperiale, durante la dinastia dei Severi, per il patrimonio urbanistico in Italia e nelle province, allargando lo sguardo ai committenti ed alle risorse finanziarie. Esamina quindi una serie di provvedimenti normativi, consistenti in deroghe ai SSCC Hosidianum e Acilianum, nella configurazione di una iusta causa nel rei publicae polliceri e nell’applicazione della Falcidia al legato ad opus publicum faciendum, terminando con alcune considerazioni sui curatores operum publicorum e regionum urbis.
La monografia tratta l’argomento con un taglio innovativo ed originale, benché, a volte, certi profili giuridici risultino trascurati. Il metodo adottato è rigoroso, traducendosi in un’accurata esegesi delle fonti e in discussioni attente della principale bibliografia. Ne deriva un’opera di rilievo all’interno della letteratura in materia e pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18. La rilevanza scientifica della collocazione editoriale è buona.
2) Nella monografia Nasti F., Papyrus Hauniensis de legatis et fideicommissis. Pars prior (PHaun. III 45 recto + CPL 73 A, B recto), Pubblicazioni del Dipartimento di Diritto romano e storia della scienza romanistica ‘Xxxxxxxxx De Xxxxxxx’, Napoli, Satura Editrice, 2010, pp. I-292, ISBN 978-88-7607-076-1, oggetto di studio è un lungo frammento giurisprudenziale in tema di legati e fedecommessi, racchiuso nel papiro indicato nel titolo. L’indagine si articola in due parti: nella prima si descrive il testo del recto del papiro e se ne dà un’edizione critica, mentre nella seconda si sviluppa, in quattro capitoli, il suo commento esegetico. Nel primo (Un parere di Xxxxxxxxx e una sconosciuta constitutio di Xxxxxxxx Xxxxxx in tema di alienazione della res legata) si parte da un inquadramento delle linee del papiro, dove sembrerebbe trattarsi della questione della vendita di una cosa lasciata in legato, riportando un parere di Xxxxx, secondo il quale la res legata spetterebbe comunque al legatario o fedecommissario, salvo che l’interessato non riuscisse a dimostrare la volontà del de cuius di revocare il lascito. Fa quindi seguito un parere di Xxxxxxxxx, in parte differente, come sembrerebbe emergere dalla discussione sul pretium conventum e sull’ademptio legati; alle ragioni del giurista si sarebbe, però, opposto un rescritto di Xxxxxxxx Xxxxxx, riferito in una nota di Xxxxxxx, dove il principe avrebbe confermato l’orientamento a noi noto in altri testi della compilazione: il prezzo pattuito era dovuto al legatario o fedecommissario in alternativa alla res legata, nel caso in cui il testatore, prima del decesso, l’avesse venduta spinto dalla necessità. Il secondo capitolo (In secundo testamento: sostituzione pupillare e disposizioni fedecommissarie?) si apre con un’ipotesi di lettura delle linee 64-72 del papiro, dove si farebbe riferimento ad una prima quaestio e ad una successiva collegata alla precedente. Una luce sulle possibili fattispecie prese in considerazione, secondo l’Autrice, potrebbe discendere dal confronto con un frammento di Xxxxxxxx 4 inst. D. 36.1.30, dove si contempla il caso di un secondo testamento, con il quale si revoca il primo, effettuando però una heredis institutio ex certa re e formulando delle espressioni fedecommissarie in rapporto a disposizioni contenute nel primo testamento. Il giurista fornisce una soluzione ad entrambe le problematiche attraverso un richiamo ad un rescritto di Xxxxxxxx Xxxxxx e Xxxxxxxxx, che considera valide sia l’istituzione di erede (omettendo la menzione delle certae res) sia le richieste fedecommissarie. Tenendo conto di questo testo e delle deduzioni derivanti da altri testi giuridici, si giunge a supporre che nelle le due questioni affrontate nelle linee 64-72 del papiro riguardassero l’istituzione di un postumo nel secondo testamento con una sostituzione pupillare e la validità delle disposizioni fedecommissarie ordinate nel primo testamento. Il terzo capitolo (Fedecommesso universale e restituzione di eredità da/a un impubere) si focalizza sull’interpretazione delle linee 73-87, con la formulazione della congettura per cui in esse si parlerebbe della restitutio hereditatis richiesta ad un impubere, che l’Autrice ritiene di poter comprovare con il confronto con altri testi giuridici. Al termine si riporta un’appendice su una serie di problematiche relative ad un decreto di Xxxxxxxx Xxxxxx (citato in D. 36.1.38.1 e D. 36.1.1.13), con il quale si pose fine alla questione della restitutio hereditatis del pupillo Xxxxx Xxxxxxx. Nel quarto capitolo (Trasmissione e utilizzazione dei pareri giurisprudenziali in PHaun. De legatis et fideicommissis) si parte dall’assunto che le riflessioni giurisprudenziali contenute nel papiro fossero note ai compilatori giustinianei, per poi analizzare il metodo di citazione dei giuristi da parte dell’ignoto autore dell’opera riprodotta nel papiro e giungere alla conclusione che sia stata proprio la controversialità dei pareri a motivarne l’esclusione dai Digesta.
La monografia tratta un argomento nuovo, confrontando il contenuto del papiro con le evidenze emergenti dalle opere giurisprudenziali romane. Benché le mie competenze non mi permettano di esprimere un giudizio sulla correttezza dell’edizione del papiro, la prospettiva con cui l’indagine si svolge nella seconda parte è dotata di interessanti profili di originalità, innovatività e rilevanza. Il metodo adottato è rigoroso, le esegesi delle fonti sono accurate, così come le discussioni sulla principale bibliografia. La monografia è pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e la rilevanza scientifica della collocazione editoriale è buona.
3) la monografia Nasti F., Papyrus Hauniensis de legatis et fideicommissis. Pars altera. II.1 Pubblicazioni del Dipartimento di Diritto romano e storia della scienza romanistica ‘Xxxxxxxxx De Xxxxxxx’, Napoli, Satura Editrice, 2013, pp. VII-192; ISBN 9788876071409, è una prosecuzione della precedente (di cui al punto 2), suddividendosi anch’essa in una prima parte, concernente l’edizione del verso del papiro, e in una seconda di commento esegetico delle sue linee 1-37. Quest’ultima si compone di due capitoli. Il capitolo primo (Papiniano, Ulpiano, Xxxxxxxx sulla manomissione fedecommissaria di schiavi in un legato a favore di un municipio o colonia) si articola in tre sezioni, dedicate, nell’ordine, alla lettura e ricomposizione delle linee 1-21 del papiro, alla capacità ereditaria di colonia, municipi e civitates ed alle citazioni e annotazioni di giuristi nelle linee 1-21 del documento. Il discorso muove dalla problematica dell’incerta persona come destinataria di un legato e del suo progressivo superamento in favore degli ‘enti pubblici territoriali’ attraverso i provvedimenti di Xxxxxxx, gli spunti di riflessione di Xxxxxxxx e le testimonianze di Papiniano ed Ulpiano. Si confrontano poi le loro posizioni in tema di manomissione fedecommissaria menzionate nel Digesto con quelle emergenti dal papiro, fornendo all’Autrice l’occasione per compiere alcune riflessioni sia su una nuova nota di Xxxxxxx a Papiniano, non conosciuta altrimenti, sia sui motivi dell’esclusione dell’opera riprodotta dal documento nella compilazione giustinianea. Il capitolo secondo (Heredis institutio ex certa re e disposizioni codicillari: una nuova quaestio papinianea in tema di restituzione fedecommissaria) si occupa dell’interpretazione delle linee 22- 37 del papiro, esponendo le posizioni innovative di Papiniano (D. 28.5.78; D. 31.77.33) sulle problematiche relative all’istituzione di erede ex certa re in rapporto alle disposizioni codicillari e confrontandole poi con l’interpretazione del contenuto di queste linee.
La monografia procede nel confronto tra il contenuto del papiro e le evidenze emergenti dalle opere giurisprudenziali romane su argomenti diversi da quelli discussi nella precedente monografia, con la sola parziale eccezione della tematica della heredis institutio ex certa re. Benché rinnovi la mia riserva per esprimere giudizi sulla correttezza anche dell’edizione del verso del papiro, la prospettiva con cui l’indagine si svolge nella seconda parte continua a caratterizzarsi per gli interessanti profili di originalità, innovatività e rilevanza, già evidenziati per quella al punto 2). La metodologia si presenta rigorosa, con esegesi delle fonti attente ed ampie discussioni della dottrina moderna. La monografia è pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e la rilevanza scientifica della collocazione editoriale è buona.
4) La monografia Nasti F., Studi sulla tradizione giurisprudenziale romana. Età degli Xxxxxxxx e dei Severi, Napoli, Editoriale Scientifica, Napoli 2013, II ediz. pp. X-190, ISBN 9788863425604, è la seconda edizione di un’opera edita nel 2012, costituita da una raccolta di saggi, pubblicati in precedenza su riviste o opere collettanee. Si suddivide in quattro capitoli. Il primo (La memoria della prima giurisprudenza nell’Enchiridion di Xxxxxxxx (D. 1.2.2.35-38)), dopo aver descritto l’andamento narrativo dei §§ 35-38 del manuale di Xxxxxxxx ed aver affrontato il problema della ricostruzione prosopografica della figura di Xxxxxxxx Xxxxxx xxx menzionata, formula delle considerazioni sulla struttura della sezione dell’opera dedicata alla successione dei giuristi, alla luce di un confronto con qualche brano del De grammaticis di Xxxxxxxx, terminando con il ruolo fondamentale che Xxxxxxxx riconosce ai giuristi nella trasmissione e divulgazione del diritto. Nel secondo capitolo (Dispute giurisprudenziali e codificazione giustinianea. PHAUN. III 45 + CPL 73 A, B RECTO e gli interventi dei Compilatori in tema di alienazione della res legata) si riversano gran parte dei contenuti del capitolo I della seconda parte della monografia del 2010 (di cui al punto 2), senza apprezzabili novità. Il terzo capitolo (Sull’uso di testi giurisprudenziali nella Historia Augusta (Vita Pertinacis 7-9)) muove da un esame di alcuni passi della biografia di Xxxxxxxxx sui provvedimenti adottati nel caso di un nuovo testamento non ancora perfezionato e di persistente validità del precedente in rapporto all’ereptio da parte del fisco per indegnità, confrontandoli con quanto si dice al riguardo in I. 2.17.7-8 de testamentis, per proseguire con le linee della politica di questo imperatore nei confronti dei delatori al fisco e terminare con le fonti giuridiche dei capitoli 7-9 della biografia e con i dubbi su Xxxxx Xxxxxxx come possibile fonte della Historia Augusta. Infine, il quarto capitolo (L’attribuzione delle constitutiones di Xxxxxx e Xxxxxxxxx nelle Institutiones Iustiniani) affronta problemi di attribuzione e identità non solo in riferimento alle Istituzioni imperiali, suscitati dall’analisi del contenuto delle linee 38-50 del PHaun. de legatis et fideicommissis, ma anche al Codice, al Digesto ed alle fonti esterne alla compilazione giustinianea (come i Fragmenta Vaticana e lo stesso papiro), offrendo, all’esito, un quadro di sintesi, da cui emerge la necessità di essere cauti nell’attribuire la paternità delle costituzioni imperiali menzionate al solo Xxxxxxxx Xxxxxx, al solo Xxxxxxxxx o ad entrambi gli imperatori.
La monografia, in quanto fondamentalmente consistente in una raccolta di saggi già pubblicati, tratta argomenti non nuovi, presentando, di conseguenza, scarsi profili di originalità, innovatività e rilevanza. Il metodo adottato è comunque rigoroso, le esegesi delle fonti risultano accurate, così come esaurienti appaiono le discussioni sulla principale bibliografia. La monografia è pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e la rilevanza scientifica della collocazione editoriale è molto buona.
5) Il contributo Nasti F., Ancora sulla giurisdizione fedecommissaria e la riforma di Xxxxxxx. Brevi riflessioni sulla datazione e la natura del provvedimento, in Philía. Scritti per Xxxxxxx Xxxxxxxxx, Napoli, Jovene 2007, vol. III, pp. 1815- 1828, si incentra sulla rilettura di alcuni noti passi sull’istituzione della iurisdictio de fideicommissis e sulle sue successive riforme, cominciando da I. 2.23.1, D. 1.2.2.32 (Pomp. l. sing. ench.) e Suet. Vita Claudii 23.1, per proseguire poi con i dati emergenti da Quint. Inst. or. 3.6.70, Gai. 2.278 e Xxxxx in D. 31.29 pr. Ad essi si aggiungono ulteriori dati, tratti dal Digesto, su una specifica competenza dei consoli nella giurisdizione fedecommissaria quando si trattava di questioni attinenti ai senatori e per determinati importi, differenziandosi così da quella ordinaria spettante al pretore fideicommissarius. L’istituzione di questa duplice competenza si fa risalire all’imperatore Xxxxxxx sulla base di un testo di Xxxxx Xxxxxx (60.24.3) e, all’esito dell’indagine, si cerca di definire con maggior precisione la portata del suo intervento.
Il tema affrontato nel contributo non è nuovo, ma la prospettiva di un confronto tra fonti eterogenee ai fini di stabilire la portata della riforma di Xxxxxxx presenta profili apprezzabili di originalità ed innovatività, che attribuiscono un’indubbia rilevanza all’indagine. Il metodo seguito è rigoroso e puntuali appaiono le esegesi dei testi e le citazioni bibliografiche. Totale è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
6) Il contributo Nasti F., Riflessioni sui matrimoni diseguali delle clarissimae feminae fra II e III sec. d.C., in Fides, humanitas, ius. Studii in onore di Xxxxx Xxxxxxx, Napoli, Jovene 2007, pp. 3739-3763, muove dal carattere non del tutto innovativo del contenuto della costituzione di Xxxxxxxx I in CTh. 2.1.7 sull’elevazione delle mogli alla dignità dei mariti, dal momento che, tra la fine del II secolo e l’età severiana, doveva essere stato approvato un provvedimento, che aveva inciso sullo status delle clarissimae feminae a seguito del matrimonio, come si evince da un rescritto di Xxxxxxxxxx Xxxxxx, contenuto in C. 12.1.1 e da D. 1.9.8 (Ulp. 6 fideicomm.). Si trattava, ad avviso dell’Autrice, di un provvedimento, che tendeva a mantenere rigidamente distinti gli ordini sociali maggiori scoraggiando i matrimoni tra clarissimae e cavalieri, e che risulta sfavorevole per le donne del ceto senatorio, dal momento che a nulla valeva, per esse, né la nascita all’interno dell’ordine sociale privilegiato, né un precedente matrimonio con un clarissimus. Si passa quindi ad esaminare come già per l’età classica fosse indiscutibile la connessione, da un lato, tra il domicilio e l’imposizione dei munera, dall’altro, per la donna, tra matrimonio e mutamento di domicilio, analizzandosi così le conseguenze a carico delle clarissimae feminae coniugate secondo iustae nuptiae. L’indagine prosegue con l’analisi della situazione di queste ultime in riferimento alla loro posizione nella bonorum venditio e ad alcune questioni attinenti alla giurisdizione fedecommissaria, per poi concludersi con la trattazione di certe problematiche relative al ‘clarissimato’ femminile nella legislazione matrimoniale di Xxxxx Xxxxxxx.
La prospettiva con cui si affrontano le tematiche del contributo presenta aspetti apprezzabili di originalità ed innovatività, che conferiscono un’indubbia rilevanza all’indagine. Il suo metodo si rivela rigoroso sia nelle esegesi dei testi che nella trattazione delle questioni sollevate in dottrina. Piena è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
7) Il contributo Nasti F., Pensiero greco e giuristi romani: ricerche sull'Enchiridion di Xxxxxxxx, in Giuristi romani e storiografia moderna. Dalla Palingenesia iuris civilis agli Scriptores Iuris Romani, Atti Convegno internazionale Roma ott. 2016 (progetto ERC AdG, SIR) a c. di X. Xxxxxxxxx, Torino, Xxxxxxxxxxxx, 2017, pp. 161-181, affronta fondamentalmente due problematiche. La prima è quella del rapporto tra l’Enchiridion di Xxxxxxxx e le Storie di Xxxxxxx sulla posizione ed il ruolo dei re romani, con una cesura tra Xxxxxx e quelli di una fase pre-romulea ed un evidente collegamento del giurista alle teorie dello storico greco. La seconda affronta il tema dell’ispirazione di Xxxxxxxx alle opere di Xxxxxxxxxx Sulla politica e La costituzione degli Ateniesi, al fine di distribuire in tre parti la trattazione degli argomenti nel suo Enchiridion.
Il tema affrontato nel contributo non è del tutto nuovo, ma il taglio del confronto tra Xxxxxxxx e gli autori greci considerati presenta elementi apprezzabili di originalità ed innovatività, che conferiscono un’indubbia rilevanza all’indagine. Il suo metodo è rigoroso, sia nelle esegesi che nell’esame della letteratura sul tema. Totale è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
8) Il contributo Nasti F., Pensiero giuridico romano e tradizione europea nei Prinzipien di Xxxxx Xxxxxx, in Pensiero giuridico occidentale e giuristi romani. Eredità e genealogie (a cura di X. Xxxxx, X. Xxxxx, X. Xxxxx, X. Xxxxxxxxx), Torino, Xxxxxxxxxxxx, 2019, p. 225 ss. ISBN 978 88 921 1933 8, dopo aver inquadrato l’opera di Xxxxxx nel contesto storico e culturale in cui fu scritta, svolge alcune riflessioni, suscitate dalla sua ‘improvvisa’ pubblicazione, in ordine sia
all’esigenza, che lo studioso doveva aver fortemente avvertito, in quegli anni, di mettere in luce «le idee fondamentali, in tema di diritto e giustizia», desumibili dall’esperienza di Roma, sia al peso del passato, della formazione, dell’impostazione metodologica che aveva ricevuto, e sulla difficoltà di liberarsi da essa. In tale ambito, si sottolinea il particolare rilievo attribuito da Xxxxxx all’esperienza del diritto romano vista come fondamento della statualità moderna, in un percorso in cui reciprocamente il nuovo e l’antico si illuminano e si completano a vicenda. Una riflessione molto coraggiosa nel clima di quegli anni, alla luce dei proclami del movimento del ‘Los von Rom’ e del § 19 del Programma del partito nazionalsocialista del 1920, che rifiutavano l’impero romano come modello di cultura e civilizzazione. Ulteriori considerazioni si dedicano al metodo seguito da Xxxxxx ed ai suoi collegamenti con la Scuola Storica e soprattutto con Xxxxxxx.
Il tema affrontato nel contributo non è nuovo, ma il taglio con il quale l’indagine si espone si caratterizza per alcuni elementi di originalità ed innovatività, che le conferiscono una certa rilevanza. Il metodo adottato è rigoroso ed attento nel commento della letteratura esaminata. Totale è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
9) Il contributo Nasti F., Q. Mucius Xxxxxxxx, praet. 215, pp. 259 ss.; P. Xxxxxxxx Xxxxxxx dives, pp. 267 ss.; *X. Xxxxxx Xxxxxx, p. 167 s., in X. Xxxxxxxxxxx, A. M. Xxxxx, X. Xxxxx, X. Xxxxxxxx, Antiquissima iuris sapientia. Saec. VI-III a.C., Roma, L’Xxxx, 0000, ISBN 978 88 913 1741, consiste in un’indagine prosopografica separata di ciascuno dei tre antichi giuristi menzionati, volta a ricostruirne la figura e le opere attraverso le testimonianze antiche (testimonia). Di Xxxxxxx Xxxxxx Xxxxx si riportano anche frammenti dei responsa ed un breve commento degli stessi.
Il contributo si inserisce nel Progetto internazionale ERC Advanced Grant 2014 SIR, Scriptores Iuris Romani e risponde alle finalità dello stesso. Conseguentemente, i profili di originalità ed innovatività si concentrano nella scelta dello schema espositivo relativo a ciascun giurista, ma gli aspetti prosopografici sono nettamente prevalenti rispetto allo scarsissimo contenuto giuridico dei commenti sulla loro opera. In tale contesto il metodo si rivela comunque rigoroso, conferendo un certo rilievo all’indagine, che appare del tutto congrua con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e con un’ottima rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
10) L’articolo Nasti F., X. Xx. Xxxxxxxxx Xxxxxxx ed i suoi Regularum libri: osservazioni sulla carriera del giurista, sulla datazione e sull'impianto dell’opera, in Index 33 (2005), pp. 263-292, prendendo spunto da un’iscrizione ritrovata in tempi recenti in Xxxxx, patria del giurista Xxxxxxxx Xxxx, affronta innanzitutto la questione della cronologia delle sue Regulae, in rapporto al riferimento contenuto in D. 24.1.41, dove si riporta una deroga al divieto di donazione tra coniugi. Non ritenendolo probante, l’Autrice passa a vagliare le notizie sulla carriera di questo giurista e ne ricostruisce i momenti salienti. Affronta quindi la specifica questione della vendita di un uomo libero, presa in considerazione dal giurista Xxxxx (12 quaest.) D. 40.13.4, in quanto ci viene tramandata come un responso dato ad un quesito che gli pone proprio Xxxxxxxx Xxxxxx; dall’esegesi di tale testo si traggono importanti deduzioni sulla datazione delle Regulae di quest’ultimo e sull’eventuale suo rapporto di allievo-maestro con Xxxxx. Sono poi affrontati i problemi dell’impianto dell’opera di quest’ultimo e della collocazione palingenetica di alcuni frammenti della stessa. L’indagine si conclude con alcune considerazioni sulla citazione che si fa dei giuristi anteriori da parte di Xxxxxxxx e delle problematiche emergenti dal suo testo in D. 42.1.34.
Il tema affrontato nell’articolo non è nuovo, ma il taglio con il quale l’indagine si svolge è originale ed innovativo, benché talora gli aspetti giuridici, che progressivamente emergono, non siano debitamente approfonditi. Il metodo adottato è rigoroso ed attento nelle esegesi e nel commento della letteratura esaminata, conferendo all’articolo una sua rilevanza. Piena è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
11) L’articolo Nasti F., Papiniano perduto? Una nuova testimonianza sull'estensione della lex Falcidia alle donationes mortis causa, in Index 44 (2016) p. 113-122, prende avvio dal contenuto del papiro X.Xxxx.xxx. 3, di cui si riporta la lettura datane da Xxxxxx nel 1979, poi ripresa nel 1981. In essa, secondo l’Autrice, si può cogliere una delle poche attestazioni di un provvedimento di Xxxxxxxx Xxxxxx, con il quale si estendeva il regime della legge Falcidia alle donazioni per causa di morte. Il contenuto di tale provvedimento ci viene documentato in maniera esplicita da due costituzioni, rispettivamente di Xxxxxx Xxxxxxxxxx e di Xxxxxxxx (in C. 6.50.5 e C. 8.56.2), a cui devono aggiungersi una decina di brani giurisprudenziali, anteriori ai due rescritti, per lo più di Papiniano, di Ulpiano e, in un caso, di Xxxxxxxx (che però sembra riprendere un parere di Xxxxxxxxx). Nell’affrontare le questioni della datazione dell’intervento di Xxxxxxxx Xxxxxx e del giurista che l’abbia ispirato si arriva alla conclusione che il periodo sia da porre tra il 193 ed il 197/198 e l’ispiratore sia da identificarsi con Xxxxxxxxx.
Benché l’argomento trattato non sia del tutto nuovo, l’articolo presenta elementi originali ed innovativi, con attente esegesi dei testi e un diligente commento della letteratura moderna. Il rigore metodologico conferisce all’articolo un indubbio rilievo. Piena è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
12) L’articolo Nasti F., Xxxxxx, detrahere, transferre: considerazioni sui senatusconsulta Xxxxxxxx, Xxxxxxxx e l'ad Sabinum di Ulpiano, in SDHI 83 (2017) p. 591-602, intende svolgere una rinnovata riflessione su C. 8.10.2 di Xxxxxxxxxx Xxxxxx, in cui si individua un riferimento sicuro al SC Hosidianum del 47 d.C. ed uno implicito al SC Acilianum del 122, con successive deroghe introdotte da costituzioni di Xxxxxxxx Xxxxxx e Xxxxxxxxx e dall’interpretazione giurisprudenziale. Xxxx deroghe, fondandosi sulla clausola finale del SC Osidiano, che permetteva di mutare parte degli edifici, rendevano possibili detrahere e/o transferre qualcosa, purché ciò non avvenisse negotiandi causa e chi svolgesse queste attività restasse in possesso dei materiali. Alla base dell’allentamento della normativa dell’Osidiano vi sarebbe stata l’emanazione del secondo SC, l’Xxxxxxxx, la cui interpretazione, stando almeno a quanto emerge da Xxxxxxx, nel libro XXI del suo commento ad Xxxxxxx (D. 30.41.5), avrebbe favorito un’applicazione più permissiva del primo SC, soprattutto nel caso di interventi finalizzati ad accrescere le opere pubbliche. Indizi in tal senso si traggono anche dall’analisi della vita Hadriani 18.2 all’interno degli SHA.
Benché le normative edilizie contenute nei SSCC menzionati siano state ampiamente esplorate nella dottrina, anche recente, l’articolo presenta spunti di originalità ed innovatività, che gli conferiscono un suo rilievo. Il rigore metodologico si manifesta in accurate esegesi dei testi e in una soddisfacente discussione della letteratura moderna. Piena è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
La candidata presenta, inoltre, i giudizi ottenuti sulla propria attività scientifica, in esito alla procedura di Abilitazione Scientifica Nazionale come Professore di II fascia e di I fascia. In entrambi i casi il giudizio collegiale ed i giudizi individuali dei Commissari sono ampiamente positivi e, all’unanimità, la candidata è ritenuta pienamente idonea a svolgere le funzioni tanto di Professore universitario di II fascia quanto di Professore universitario di I fascia.
Giudizio complessivo della candidata XXXX XXXXX
La candidata è dotata di una lunga e consolidata esperienza didattica, di cui si hanno ottimi riscontri anche nelle valutazioni degli studenti. Tale esperienza è rafforzata anche dalle lezioni di dottorato e di specializzazione svolte in Italia e all’estero. Xxxxxx è anche la valutazione delle sue attività scientifiche in merito alla partecipazione a gruppi di ricerca, nazionali ed internazionali, nonché alla partecipazione in qualità di relatrice a congressi e seminari. Il livello delle pubblicazioni, rapportato ai criteri di valutazione sopra indicati, è molto elevato, benché si concentri prevalentemente su imperatori e giuristi di un certo periodo storico (II e III secolo d.C.) e talvolta gli aspetti giuridici restino un po’ in ombra. Tutte sono congruenti con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e la rilevanza scientifica della loro collocazione editoriale è per lo più molto buona. Ciò premesso, all’esito dell’attività valutativa, si ritiene la candidata FARA NASTI altamente qualificata per il settore concorsuale e per il settore scientifico disciplinare, per il quale è stato bandito il posto.
Giudizio della Prof.ssa Xxxxx Xxxxxxxx Xxxxx;
Valutazione dell'attività didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti
• a) numero dei moduli/corsi tenuti e continuità della tenuta degli stessi;
dal 2002 al 2021 corsi di Istituzioni di diritto romano, Storia del diritto romano, Diritto romano, Storia delle istituzioni giuridiche e politiche del mondo romano, Storia del pensiero giuridico romano
• b) esiti della valutazione da parte degli studenti, con gli strumenti predisposti dall'ateneo, dei moduli/corsi tenuti;
dal 2013 al 2019 ottimi risultati in ogni materia insegnata
• c) partecipazione alle commissioni istituite per gli esami di profitto; vedere punti a e b
d) quantità e qualità dell'attività di tipo seminariale, di quella mirata alle esercitazioni e al tutoraggio degli studenti, ivi inclusa quella relativa alla predisposizione delle tesi di laurea, di laurea magistrale e delle tesi di dottorato.
Dal 1992 al 2011 seminari a Napoli
Dal 1994 al 2000 collaborazione Napoli 2
Valutazione dell'attività di ricerca scientifica
• a) organizzazione, direzione e coordinamento di gruppi di ricerca nazionali e internazionali, ovvero partecipazione agli stessi;
2003 partecipazione PRIN
2005/2007 partecipazione SIR Firenze
2009 partecipazione PRIN come responsabile Unità 2014/2020 partecipazione ERC
2017 partecipazione PRIN
• c) partecipazione in qualità di relatore a congressi e convegni nazionali e internazionali; 2004/2020 numerose relazioni
• d) conseguimento di premi e riconoscimenti nazionali e internazionali per attività di ricerca.
Non presente
consistenza complessiva della produzione scientifica del candidato, l'intensità e la continuità temporale della stessa, fatti salvi i periodi, adeguatamente documentati, di allontanamento non volontario dall'attività di ricerca, con particolare riferimento alle funzioni genitoriali.
- La consistenza complessiva della produzione scientifica della candidata è adeguata, l'intensità e la continuità temporale sono apprezzabili positivamente
La valutazione delle pubblicazioni scientifiche di cui sopra sarà svolta sulla base degli ulteriori seguenti criteri:
• a) originalità, innovatività, rigore metodologico e rilevanza di ciascuna pubblicazione;
• b) congruenza di ciascuna pubblicazione con il profilo di professore universitario di seconda fascia da ricoprire oppure con tematiche interdisciplinari ad esso strettamente correlate;
• c) rilevanza scientifica della collocazione editoriale di ciascuna pubblicazione e sua diffusione all'interno della comunità scientifica;
• d) determinazione analitica, anche sulla base di criteri riconosciuti nella comunità scientifica internazionale di riferimento, dell'apporto individuale del ricercatore nel caso di partecipazione del medesimo a lavori in collaborazione.
Per nessuna delle pubblicazioni presentate è stato necessario ricorrere all’applicazione del criterio, di cui alla lettera d
Tra i titoli specificati, costituiscono titoli valutabili ma non vincolanti per la Commissione, i giudizi ottenuti dai candidati sulla propria attività scientifica, in esito alla procedura di Abilitazione Scientifica Nazionale
Il candidato ha avuto l’abilitazione alla seconda fascia e alla prima fascia all’unanimità
La candidata Xxxx Xxxxx, già professoressa associata presso l’Università di Cassino, e abilitata per la prima fascia, presenta 12 pubblicazioni, edite tra il 2005 e il 2019, tra cui quattro monografie, 3 articoli in rivista, 5 contributi in volume
0.Xx monografia più risalente, del 2006, L’attività normativa di Xxxxxx Xxxxxxxxxx, I, Politica di governo, riforme amministrative e giudiziarie, ha ad oggetto la legislazione di Xxxxxxxxxx Xxxxxx, ricostruendone l'aspetto amministrativo e giudiziario, con particolare attenzione all’influenza esercitata dalla giurisprudenza. Sono oggetto di particolare analisi il tema dell'appellatio, il tema del crimen maiestatis e del crimen falsi, quello della politica edilizia e della cura urbis.
Il tema è pienamente congruente col settore scientifico disciplinare IUS 18, buona la collocazione editoriale e il metodo.
I risultati cui l’autrice perviene presentano caratteri di originalità
0.Xx seconda monografia, Papyrus Hauniensis de legatis et fideicommissis. Pars prior (PHaun. III 45 recto + CPL 73 A e B recto), del 2010, contiene l'edizione critica del documento papiraceo denominato dalla Nasti Papyrus Hauniensis de legatis et fideicommissis, ampio frammento di un foglio di papiro custodito a Copenaghen, databile tra il IV e V secolo d.C., che l’autrice collega con i frammenti pubblicati dall’Xxxxxxx Xxxx nel 1951, e che testimoniano di un caso di ius
controversum con i pareri di Xxxxx e Xxxxxxxxx. Viene presentato il testo, si procede poi a un commento esegetico operato attraverso l'esame puntuale delle varie linee del papiro, per porsi, in conclusione, il problema dei motivi per cui PHaun. de legatis et fideicommissis non sia stato inserito nel Corpus Iuris.
Il tema è congruente col settore scientifico disciplinare IUS 18, buona la collocazione editoriale e il metodo. I risultati
cui l’autrice perviene presentano caratteri di originalità, così come per la
3. terza monografia, Papyrus Hauniensis de legatis et fideicommissis. Pars altera, del 2013, in cui l’autrice porta avanti l’edizione e il commento del papiro, con la trascrizione e l’edizione critica del verso di PHaun. de legatis et fideicommissis e dei quattro frammenti di Copenaghen, esaminando questioni di carattere ereditario e della incerta persona.
4.L’ultima monografia, Studi sulla tradizione giurisprudenziale romana. Età degli Xxxxxxxx e dei Severi, II edizione del 2013, contiene una raccolta di saggi in parte inediti, in parte già editi, che pone a fuoco alcuni temi dell’età tra gli Xxxxxxxx e i Xxxxxx. Il primo analizza i paragrafi 35-38 dell'Enchiridion di Xxxxxxxx (D. 1.2.2.35-38), il secondo si occupa del Papyrus Hauniensis III 45 (2) de legatis et fideicommissis, il terzo studio è dedicato all’esame di alcuni brani della Vita di Pertinace contenuti nell'Historia Augusta, il quarto studio riguarda problemi relativi alla cronologia delle costituzioni imperiali di Xxxxxxxx Xxxxxx e Xxxxxxxxx riportate nelle Istituzioni di Xxxxxxxxxxx, e all’attribuzione a questo o a quell'imperatore: l’autrice ritiene che i commissari avrebbero, specie nei casi di dubbia attribuzione, attribuito, insieme, a Xxxxxxxx Xxxxxx e Xxxxxxxxx leggi che invece erano state promulgate separatamente.
Il tema è congruente col settore scientifico disciplinare IUS 18, buona la collocazione editoriale e il metodo. I risultati
cui l’autrice perviene non sempre presentano caratteri di originalità in quanto alcuni lavori sono già editi
Tra la produzione minore
5.del 2019 Pensiero giuridico romano e tradizione europea nei Prinzipien di Xxxxx Xxxxxx, in cui l’autrice si occupa del forte significato politico dei Prinzipien, tradotti in italiano nel 1946 dall’Arangio-Ruiz, con delle scelte, a suo avviso, non facilmente spiegabili per quanto riguarda gli argomenti e lo stesso metodo. É necessario, per la Nasti, dare risalto al fatto che in un momento in cui il partito nazionalsocialista proclamava il rifiuto dell’impero romano come modello di cultura e civilizzazione, lo Xxxxxx vedeva l’esperienza del diritto romano come fondamento della statualità moderna.
Il tema è congruente col settore scientifico disciplinare IUS 18, buona la collocazione editoriale e il metodo. Non mancano spunti di originalità
6.Sempre del 2019 X. Xxxxxx Xxxxxx, Q. Mucius Xxxxxxxx, P. Xxxxxxxx Xxxxxxx Xxxxx, con profilo e traduzione dei testi. Il tema è congruente col settore scientifico disciplinare IUS 18, buona la collocazione editoriale. Non sono presenti caratteri di originalità
7.del 2017 Mutare, detrahere, transferre: considerazioni sui senatusconsulta Xxxxxxxx, Xxxxxxxx e l'ad Sabinum di Ulpiano. Prendendo le mosse dalle parole iniziali del senatoconsulto Osidiano del 22 settembre 47, col quale furono vietate o dichiarate nulle le compravendite di immobili realizzate a scopo di speculazione, per tutelare il patrimonio edilizio, si ricorda il richiamo in C. 8.10.2 di un senatoconsulto, identificato nel sc. Osidiano. La candidata ritiene che il senatoconsulto sarebbe stato trasformato dalle deroghe disposte dalle costituzioni di Xxxxxx e Xxxxxxxxx e dall’interpretazione giurisprudenziale. Il processo di interpretazione dell’Osidiano sarebbe stato stimolato dall’emanazione del sc. Xxxxxxxx, nel commento del quale Xxxxxxx sembra dare dell’Osidiano una lettura più permissiva.
Il tema è congruente col settore scientifico disciplinare IUS 18, buona la collocazione editoriale e il metodo. I risultati
cui l’autrice perviene presentano caratteri di originalità
8.Sempre del 2017 Pensiero greco e giuristi romani: ricerche sull'Enchiridion di Xxxxxxxx. Dopo aver posto in evidenza che gli studi sul rapporto fra pensiero greco e giurisprudenza romana hanno lasciato in ombra i primi secoli di Roma, la Nasti parte dal notissimo D. 1.2.2.1 e in particolare dall’altrettanto nota espressione omnia manu a regibus gubernabantur, ravvisandovi l’idea di Polibio della regalità – basileia – solo come conseguenza della prima forma di governo. Xxxxxx rappresenterebbe, dunque, l’origo iuris, ma anche la nascita della basileia. Xxxxxxxx avrebbe avuto presente, oltre a Xxxxxxx, l’Aristotele della Politica e l’autore della Costituzione degli Ateniesi.
Il tema è congruente col settore scientifico disciplinare IUS 18, buona la collocazione editoriale e il metodo. I risultati cui l’autrice perviene presentano spunti di originalità
9.Del 2016 Papiniano perduto? Una nuova testimonianza sull'estensione della lex Falcidia alle donationes mortis causa, in cui l’autrice esamina X. Xxxx. Lat.3, un frammento di rotolo di papiro, mutilo su tre lati, conservato nella raccolta papiracea di Heidelberg: brano di letteratura giurisprudenziale, il cui contenuto riconduce almeno indirettamente al pensiero di Xxxxxxxxx. Per la Nasti il frammento costituisce una delle poche attestazioni di un provvedimento di Xxxxxxxx Xxxxxx col quale il principe estenderebbe il regime della Falcidia alle donazioni per causa di morte.
Il tema è congruente col settore scientifico disciplinare IUS 18, buona la collocazione editoriale e il metodo. I risultati
cui l’autrice perviene presentano qualche spunto di originalità
10.Di nove anni precedente, del 2007, Ancora sulla giurisdizione fedecommissaria e la riforma di Xxxxxxx. Brevi riflessioni sulla datazione e la natura del provvedimento. Partendo da I. 2.23.1, D. 1.2.2.23, Xxxxxxxx Xxxx Xxxxxx 23, ed esaminando una serie di altre testimonianze, fra cui Xxxxxx Xxxxx, l’autrice ritiene che la riforma di Xxxxxxx sui fedecommessi, o almeno una tappa di essa, si possa datare al 44 d.C., e sarebbe consistita nella distinzione delle competenze dei consoli e dei pretori ripartite sia per l’entità della somma sia per la dignitas dei richiedenti.
Il tema è congruente col settore scientifico disciplinare IUS 18, buona la collocazione editoriale e il metodo. I risultati
cui l’autrice perviene presentano caratteri innovativi.
11.Riflessioni sui matrimoni diseguali delle clarissimae feminae fra II e III sec. d.C., in Fides, humanitas, ius. Studi in onore di Xxxxx Xxxxxxx, in cui la candidata pone l’attenzione sulla circostanza che le clarissimae feminae, titolo che spettava alle figlie e alle mogli dei senatori, se sposate, invece, con un cavaliere, avrebbero perso il loro status in base a un provvedimento probabilmente di Xxxxx Xxxxxxx. Tale matrimonio con un uomo di rango inferiore le avrebbe rese capaci ai fini dei diritti di successione ma le avrebbe private della dignitas e degli altri privilegi connessi al loro status. Il tema è congruente col settore scientifico disciplinare IUS 18, buona la collocazione editoriale e il metodo. I risultati cui l’autrice perviene presentano qualche spunto di originalità
12.Del 2005 M. Cn. Xxxxxxxxx Xxxxxxx ed i suoi Regularum libri: osservazioni sulla carriera del giurista, sulla datazione e sull'impianto dell’opera. Alla luce della scoperta di una completa iscrizione-cursus (AE 1997, 1425), l’autrice ritiene possibile ripensare alla presumibile data di composizione delle Regulae di Xxxxxxx Xxxxxx e alle possibili modalità di redazione Il tema è congruente col settore scientifico disciplinare IUS 18, buona la collocazione editoriale e il metodo. I risultati cui l’autrice perviene presentano qualche spunto innovativo
La candidata ha maturato una significativa esperienza didattica, ha presentato relazioni in numerosi convegni nazionali e internazionali, ha preso parte a rilevanti progetti di ricerca.
La produzione scientifica della candidata è ampia, congrua col settore scientifico disciplinare IUS 18 e ben collocata sul piano editoriale. A spiccate competenze nell'ambito della ricerca papirologica si affianca l’utilizzo di un corretto metodo giuridico. I risultati delle ricerche presentano significativa originalità. Il giudizio è pertanto pienamente positivo.
Giudizio del Xxxx. Xxxxxx Xxxxxxxxxx;
La candidata, professoressa associata dal 2014 e abilitata all'unanimità per la prima fascia dal medesimo anno, è stata borsista presso l’Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia antica presso l’Università di Bologna, è stata ricercatrice di diritto romano presso l'Università di Cassino, è socia della Società Italiana della Storia del diritto, partecipa al comitato editoriale di una collana, ha ricoperto vari incarichi istituzionali presso l'Università di Cassino. La candidata ha dichiarato nel curriculum la conoscenza della lingua inglese.
Il giudizio complessivo sul curriculum della candidata è ampiamente positivo.
La candidata, ai fini della presente procedura selettiva presenta dodici contributi scientifici, tutti congruenti con il profilo di cui alla presente procedura, collocati per lo più in sedi editoriali di rilievo e in riviste anche di fascia superiore.
La produzione scientifica della candidata, caratterizzata da costanza nel lungo periodo, si concentra essenzialmente sulle fonti normative e giurisprudenziali, con particolare attenzione ai testi contenuti in epigrafi e papiri. Dedicate all'attività normativa di Xxxxxxxxxx Xxxxxx, al Papiro Hauniensis su legati e fedecommessi e alla tradizione giurisprudenziale (dagli Xxxxxxxx ai Severi) sono le quattro monografie presentate dalla candidata; anche i lavori, per dir così, minori sono concentrati soprattutto su giurisprudenza e attività normativa in età imperiale.
Appare chiara la speciale attenzione che la candidata dimostra per le fonti nel loro sviluppo storico, con una particolare tendenza alla ricerca nell'ambito delle fonti papirologiche ed epigrafiche, che conduce a indagare temi non molto frequentati dalla romanistica degli ultimi anni. Le qualità esegetiche della candidata sono elevate, come anche le modalità ricostruttive del pensiero giuridico romano, con ampio e capace uso del metodo prosopografico.
La monografia su Xxxxxxxxxx Xxxxxx (2006), indagando l'attività normativa riconducibile all'imperatore e il coevo pensiero giruridico, dimostra una buona padronanza soprattutto delle fonti papirologiche ed epigrafiche, unita a una notevole sensibilità storica.
Le due monografie sui legati e fedecommessi dal Papiro Hauniensis (2010 e 2013) mostrano l'interesse della candidata per il pensiero giuridico romano e l'elevata capacità cognitiva circa le fonti papirologiche, in un ottimo equilibrio di sintesi e una non comune capacità di padronanza della letteratura. Apprezzabile la seconda trattazione per ciò che concerne gli istituti collegati al diritto di successione.
La quarta monografia (2013) è strutturata in una raccolta organica di saggi (in parte inediti) che indagano il pensiero giuridico in relazione col potere imperiale e con la struttura delle costituzioni, confermando il maturato interesse per la giurisprudenza romana e la padronanza delle fonti, soprattutto papirologiche ed epigrafiche.
I contributi minori confermano gli interessi e le qualità mostrati dalla candidata nelle monografie.
Da rilevare l'approccio storiografico al tema del pensiero giuridico romano, come mostrato nel primo studio non monografico presentato alla commissione e incentrato sul giurista Xxxxxx (2005).
Approccio storiografico e, per certi versi, anche prosopografico nei contributi sulla giurisdizione fedecommissaria (2007) e sui matrimoni disuguali (2007), in cui, soprattutto nel secondo, si apprezza il livello di indagine circa le fonti giurisprudenziali.
Attenzione per il diritto delle successioni, ampiamente manifestato in altri lavori, si evidenzia anche nel contributo su 'Papiniano perduto?' (2016), nel quale la candidata conferma la padronanza delle fonti papirologiche.
Molto interessanti le considerazioni terminologiche avanzate dalla candidata nello studio dedicato ai senatoconsulti Osidiano e Xxxxxxxx e alle relative interpretazioni giurisprudenziali (2017).
Altrettanto interessante lo studio sull'influenza del pensiero greco nell'opera del giurista Xxxxxxxx, con riferimento all'enchiridion (2017), nel quale la candidata mostra la maturazione del suo interesse per il pensiero giuridico romano in senso storiografico e, per dir così, culturale, muovendosi con perizia tra le fonti greche. Impostazione storiografica riaffermata nel contributo sull'opera di X.Xxxxxx, con particolare riferimento a 'Prinzipien des römischen Rechts' (2019).
Completa il quadro delle pubblicazioni presentate dalla candidata l'apporto dato dalla stessa alla ricostruzione della giurisprudenza più antica nel volume collettaneo Antiquissima iuris sapientia (2019). Anche in questa occasione, si evidenzia l'impostazione storiografica e prosopografica oltre che un'ottima padronanza delle fonti letterarie.
Da segnalare, infine, la partecipazione, quale relatrice, a numerosi convegni e congressi, nonché a gruppi di ricerca, tra i quali si evidenziano particolarmente PRIN 2003, 2009 (come responsabile unità di ricerca) e 2017, nonché SIR 2015 (quale membro di senior staff).
Il giudizio complessivo sulla produzione e ricerca scientifica della candidata è ampiamente positivo.
Poderoso appare il carico didattico della candidata (per il quale sono stati indicati gli ottimi esiti delle valutazioni da parte degli studenti), con riferimento agli insegnamenti di Istituzioni di diritto romano, Storia del diritto romano, Diritto romano, Storia delle istituzioni giuridiche e politiche del mondo romano, Storia del pensiero giuridico romano presso l'Università di Cassino, e a pregresse attività di collaborazione con insegnamenti romanistici, localizzati particolarmente a Napoli.
Alla luce della poderosità dell'esperienza didattica della candidata, il giudizio complessivo sull'attività didattica è ampiamente positivo.
Giudizio collegiale della Commissione:
L’esperienza didattica della candidata è lunga e consolidata, dal momento che svolge regolarmente corsi di insegnamento di varie materie romanistiche presso l’Università di Cassino e del Lazio meridionale dall’a.a. 2201/2002. Ne costituiscono un’attendibile dimostrazione i questionari degli studenti sulla valutazione della didattica degli a.a. 2013/2014 – 2018/2019, con ottimi riscontri per ogni materia insegnata. La sua esperienza è rafforzata anche dalle lezioni di dottorato e di specializzazione (graduate e post-graduate), tenute in Italia e all’estero dal 2002 al 2020.
Risulta anche ottima la valutazione dell’attività scientifica della candidata in riferimento alla partecipazione a gruppi di ricerca nazionali e internazionali (PRIN 2003, 2009 e 2017, Progetto SIR presso il SUM di Firenze, Progetto ERC Advanced Grant REDHIS, Progetto ERC Advanced Grant 2014 SIR, Scriptores Iuris Romani, progetto FFABR 2017) dal 2003 ad oggi. Molto positiva è anche la partecipazione, in qualità di relatrice, a congressi e convegni nazionali e internazionali. Elevato, inoltre, è il livello della produzione scientifica, che si connota per la sua consistenza, intensità e continuità, concentrandosi però su tematiche ricadenti prevalentemente nel periodo II – III secolo d.C. Le tre monografie ‘pure’, la monografia, che raccoglie saggi precedenti, i contributi in opere collettanee e gli articoli su rivista, sottoposti a giudizio, se non sempre denotano un taglio particolarmente giuridico, sono quasi tutte dotate di caratteri medio-alti di originalità, innovatività e rilevanza. Tutte sono pienamente congruenti con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e la rilevanza scientifica della loro collocazione editoriale è per lo più molto buona.
Ciò premesso, all’esito dell’attività valutativa, si ritiene la candidata FARA NASTI la più qualificata per il settore
concorsuale e per il settore scientifico disciplinare, per il quale è stato bandito il posto.
CANDIDATO Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx Xxxxx Xxxxxxx
VALUTAZIONE DEL CURRICULUM, DELLA PRODUZIONE SCIENTIFICA E DELL’ATTIVITA’ DIDATTICA
Giudizio del Xxxx. Xxxx Xxxxxxxx;
Presa visione del curriculum presentato dal candidato, il giudizio complessivo su di esso è positivo. Il Candidato ha dichiarato la conoscenza della lingua inglese. Si procede ora alla valutazione dell’attività didattica e dell’attività di ricerca scientifica.
Valutazione dell'attività didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti
• a) numero dei moduli/corsi tenuti e continuità della tenuta degli stessi:
Professore a contratto di Storia del diritto romano presso l’Università LUM Xxxx Xxxxxx di Casamassima nell’a.a. 2012- 2013.
Professore a contratto di Fondamenti di diritto europeo presso l’Università LUM Xxxx Xxxxxx di Casamassima negli a.a. 2013-2014, 2014-2015, 2015-2016, 2016-2017 e 2018-2019 e dall’a.a. 2015-2016 anche presso la sede della Facoltà di Giurisprudenza di Trani.
Professore a contratto di Roman Law of Obligations presso l’Università LUM Xxxx Xxxxxx di Casamassima e presso la
sede della Facoltà di Giurisprudenza di Trani negli a.a. 2016-2017 e 2017-2018.
Professore a contratto di Istituzioni di diritto romano presso l’Università LUM Xxxx Xxxxxx di Casamassima e presso
la sede della Facoltà di Giurisprudenza di Trani negli a.a. 2017-2018 e 2019-2020 e 2020-2021.
• b) esiti della valutazione da parte degli studenti, con gli strumenti predisposti dall'ateneo, dei moduli/corsi tenuti:
NON PRESENTE
• c) partecipazione alle commissioni istituite per gli esami di profitto:
Cultore delle materie romanistiche presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania, nel 2008.
Collaborazione con la cattedra di Istituzioni di diritto romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania e con le cattedre di Istituzioni di diritto romano e di Fondamenti di diritto europeo presso l’Università LUM Xxxx Xxxxxx di Casamassima.
• d) quantità e qualità dell'attività di tipo seminariale, di quella mirata alle esercitazioni e al tutoraggio degli studenti, ivi inclusa quella relativa alla predisposizione delle tesi di laurea, di laurea magistrale e delle tesi di dottorato:
Attività di collaborazione, di cui al punto precedente.
Svolgimento di cicli di lezioni e seminari per la cattedra di Istituzioni di diritto romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania e per le cattedre di Istituzioni di diritto romano e di Fondamenti di diritto europeo presso l’Università LUM Xxxx Xxxxxx di Casamassima.
Valutazione dell'attività di ricerca scientifica
• a) organizzazione, direzione e coordinamento di gruppi di ricerca nazionali e internazionali, ovvero partecipazione agli stessi:
Partecipazione al Progetto di ricerca nazionale PRIN 2007 su: Il Codice Veronese di Gaio. Stato, letture, apografi e nuove prospettive di indagine.
• c) partecipazione in qualità di relatore a congressi e convegni nazionali e internazionali:
5 partecipazioni con relazioni/ interventi a congressi, convegni e seminari nazionali e internazionali su materie romanistiche, tra il 2014 ed il 2019.
3 partecipazioni con relazioni/ interventi per il CSM nel 2005, 2006 e 2009 su materie civilistiche (danno esistenziale, Codice del consumo e danno non patrimoniale).
(v. curriculum vitae allegato alla domanda)
• d) conseguimento di premi e riconoscimenti nazionali e internazionali per attività di ricerca.
Vincitore nel 2007 di un premio di ricerca, bandito dal CNR, per svolgere uno studio su: Le radici giuridiche della iniuria. La tutela della dignità della persona tra offesa morale e lesione materiale.
Il candidato XXXXXXXX XXXXXXXXXX XXXXX XXXXXXX sottopone al giudizio della Commissione n. 12 pubblicazioni, che intende far valere ai fini della chiamata. Esse consistono in:
3 monografie:
Milazzo A., Iniuria. Alle radici dell'offesa morale come categoria giuridica, Roma, Aracne, 2011.
Xxxxxxx X., Xxxxxx procurator. Ricerche sull'evoluzione del concetto di falso rappresentante, Bari, Xxxxxxx, 2012. Xxxxxxx X., Il contratto di comodato. Modelli romani e disciplina moderna, Torino, Giappichelli, 2018.
4 saggi inseriti in opere collettanee:
Xxxxxxx X., Causa funeris e causa religionis: spunti ricostruttivi sui sacra praticati dai collegia funeraticia, in X. Xxxxxxxx (a cura di), Religione e diritto romano. La cogenza del rito, Lecce, Libellula, 2014, pp. 305 - 333.
Xxxxxxx A., Iniuria iudicis. Ingiustizia della sentenza e riflessi sulla cosa giudicata, in X. Xxxxxxxx (a cura di), Res iudicata, Napoli, Jovene, 2015, pp. 67 - 90.
Xxxxxxx X., Sul carattere ‘straordinario’ della magistratura del dittatore: alcune riflessioni su emergenza e periodicità
nella sua nomina, in X. Xxxxxxxx (a cura di), La dittatura romana, Napoli, Jovene, 2017, pp. 231 - 256.
Xxxxxxx X., Appunti sulla partecipazione ai sacrifici pagani ed eretici dal Teodosiano alla regolamentazione giustinianea: le ragioni di un'assenza nel Breviarium Alaricianum, in Ravenna Capitale. Dopo il Teodosiano. Il diritto pubblico in Occidente nei secoli V-VIII, Rimini, Maggioli, 2017, pp. 177-190.
5 articoli editi su riviste in formato cartaceo o digitale:
Xxxxxxx X., La fattispecie materiale della lex Licinia de sodaliciis e le origini del reato associativo, in SDHI 79, 2013, pp. 481-499.
Xxxxxxx A., La configurazione e l'evoluzione della distinzione tra res in commercio e res extra commercium, in Legal Roots online 5, 2016, pp. 1-30.
Xxxxxxx X., Obbligazione del comodante e sinallagmaticità del comodato: riflessioni in margine a D.13.6.17.3, in JusOnline V, 3, 2019.
Xxxxxxx X., Manente societate agi pro socio: nuove riflessioni su consenso, recesso, esercizio dell'azione e prosecuzione della società, in TSDP 13, 2020, pp. 1-30.
Xxxxxxx X., Mors socii: il problematico rapporto tra scioglimento della società e sua prosecuzione tra heres socii e soci superstiti, in Seminarios Complutenses de derecho romano 33, 2020, p. 273.
La consistenza complessiva della produzione scientifica del candidato risulta adeguata, l'intensità e la continuità temporale della stessa - fatti salvi i periodi, adeguatamente documentati, di allontanamento non volontario dall'attività di ricerca, con particolare riferimento alle funzioni genitoriali – sono apprezzabili positivamente, essendosi sviluppata dal 2011 al 2020 senza soluzione di continuità.
La valutazione delle pubblicazioni scientifiche di cui sopra viene ora svolta sulla base degli ulteriori seguenti criteri:
• a) originalità, innovatività, rigore metodologico e rilevanza di ciascuna pubblicazione:
• b) congruenza di ciascuna pubblicazione con il profilo di professore universitario di seconda fascia da ricoprire oppure con tematiche interdisciplinari ad esso strettamente correlate;
• c) rilevanza scientifica della collocazione editoriale di ciascuna pubblicazione e sua diffusione all'interno della comunità scientifica;
• d) determinazione analitica, anche sulla base di criteri riconosciuti nella comunità scientifica internazionale di riferimento, dell'apporto individuale del ricercatore nel caso di partecipazione del medesimo a lavori in collaborazione.
Per nessuna delle pubblicazioni presentate dal candidato è stato necessario ricorrere all’applicazione del criterio, di cui alla lettera d) (determinazione analitica, anche sulla base di criteri riconosciuti nella comunità scientifica internazionale di riferimento, dell'apporto individuale del ricercatore nel caso di partecipazione del medesimo a lavori in collaborazione).
La ricorrenza dei rimanenti criteri viene valutata in rapporto ad ogni singola pubblicazione sottoposta a giudizio nei termini seguenti:
1) La monografia Milazzo A., Iniuria. Alle radici dell'offesa morale come categoria giuridica, Roma, Aracne, 2011, si articola in quattro capitoli. Il primo (Iniuria nell’editto e nelle XII Tavole. Lo stato della dottrina), dopo aver brevemente commentato le notizie delle fonti sulla configurazione del delictum nell’editto pretorio e nelle XII Tavole (Tabb. 8.2, 8.3 e 8.4), si espongono i principali orientamenti dottrinari, soffermandosi in particolare su quelli di Xxxxxxx, con riferimenti alla letteratura precedente, Pugliese e Xxxxxxxxxx, senza però trascurare anche quelli più recenti. In conclusione, si sottolineano le diversità ed i punti di collegamento tra le due normative e si avanza il proposito di approfondire il punto se nella disciplina arcaica rientrassero nella nozione di iniuria anche offese, che non avessero carattere materiale. Nel secondo capitolo (Le offese personali nelle XII Tavole. Materialità e offensività nelle norme decemvirali) si analizzano le figure del membrum ruptum, dell’os fractum e del malum xxxxxx all’interno del ‘codice decemvirale’, approfondendo, con riferimento a quest’ultimo, le nozioni di incantare e occentare, per comprovare l’unitarietà della nozione di iniuria, riscontrabile ancora in PS. 5.4.6, dove si accosta il xxxxxx famosum con il membrum ruptum e l’os fractum. Conseguentemente si critica la communis opinio sul carattere ‘magico’ delle formule, che avrebbero sostanziato il malum xxxxxx e se ne sottolinea il carattere di offensività. Il terzo capitolo (L’uso di iniuria nel linguaggio corrente. Le testimonianze letterarie del III e del II secolo a.C.) si focalizza su come sia intesa la nozione di questo delitto in Nevio, nelle commedie di Plauto e di Xxxxxxxx, in Xxxxx, Xxxxxxx e Xxxxxxx Xxxxxx, in Xxxxxx e nell’oratoria a lui successiva. All’esito, si evidenzia come nel linguaggio comune il termine iniuria avesse un significato morale, oltre ad un’accezione materiale. Infine, nel capitolo quarto (L’origine della regolamentazione pretoria del delitto di iniuria) si mette in discussione la ricostruzione tradizionale della normativa edittale, secondo la quale solo nell’editto del pretore si era ampliata la sostanza dell’illecito fino a comprendervi le offese morali, introducendo, allo stesso tempo, un nuovo sistema sanzionatorio. Le conclusioni, cui perviene invece l’Autore soprattutto sulla base di Coll. 2.5.4-5 e di PS. 5.4.1 e 6, sono nel senso di negare il carattere di cesura della disciplina pretoria rispetto alla configurazione assunta dal delitto nei secoli precedenti, incidendo, al contrario, solamente sulla poena prevista.
L’argomento della monografia non è nuovo, con taluni spunti di originalità solo nel voler dimostrare il carattere di offesa morale che l’iniuria poteva comprendere già in epoca antica. Il metodo adottato non si rivela particolarmente rigoroso: le esegesi delle fonti sono spesso sbrigative e non sufficientemente motivate (come si evince già da quelle del § 1 del capitolo I), a volte le argomentazioni della dottrina non sono chiaramente distinte dal commento dei testi, gli accostamenti tra fonti di epoche anche molto distanti fra loro non appaiono sempre adeguatamente motivati (ad es., l’accostamento tra le norme decemvirali del V secolo a.C. ed Ulpiano D. 47.10.3.1, che scrive nel secondo decennio del III secolo d.C., circa la presenza dell’animus iniurandi) e ricorrono notevoli ripetizioni e sovrapposizioni nella trattazione della moderna letteratura (ad es., nel § 1 del capitolo I si riportano le discussioni dottrinarie più rilevanti, che vengono poi riprese e più volte ripetute nei paragrafi successivi del medesimo capitolo e nei capitoli successivi). Da ciò consegue una modesta rilevanza dell’opera. La stessa è invece pienamente congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18, mentre discreta è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
2) La monografia Xxxxxxx X., Xxxxxx procurator. Ricerche sull'evoluzione del concetto di falso rappresentante, Bari, Xxxxxxx, 2012, si compone di tre capitoli. Il primo (Il falsus procurator: concetto moderno e sua evoluzione. Impostazione del problema e stato della dottrina) muove dalla nozione ricorrente nella civilistica moderna, presa in considerazione nei formanti dottrinario e giurisprudenziale, soffermandosi poi sulla distinzione dalla diversa nozione di procurator apparente e sulla ratifica come procura successiva. Si rivolge, poi, con un passaggio alquanto brusco, lo sguardo alla considerazione che i giuristi romani dell’età classica hanno avuto della figura del falsus procurator, partendo dalla constatazione che l’argomento non ha formato oggetto di studi monografici specifici. Il che porta l’Autore ad effettuare una disamina dello stato della dottrina sulla figura del falsus procurator nelle fonti giuridiche romane, contrapponendo alle tesi interpolazionistiche un altro indirizzo interpretativo sul binomio verus/ falsus procurator più favorevole alla genuinità dei testi, sia pure con prese di posizione non univoche. Il capitolo secondo (Il verus procurator: il procuratore nel pensiero dei giuristi classici) è consacrato all’approfondimento della prima figura nelle opere della giurisprudenza classica, che però nella questione delle origini viene soppiantata dalle fonti letterarie (Xxxxxx, scrittori de re rustica, Xxxxxx xx Xxxxxxx e soprattutto la Pro Caecina di Xxxxxxxx), solo inframmezzate da riferimenti a testi di legge epigrafici (lex Baebia agraria, Tabula Heracleensis) e passi del Digesto (D. 21.1.1.1 Ulp. 1 ad ed.). Anche nella questione della distinzione tra procuratore e mandatario si comincia con l’esame di fonti letterarie (ancora Xxxxxxxx, Xxxxxx, Xxxxxxxxxxx), cui però fanno seguito diversi testi delle opere dei giuristi classici (Xxxxx, Xxxxxxxx, Xxxxxxxx, Xxxxxxxx,
Xxxxx ed altri). Si procede quindi alla definizione di procurator offerta da D. 3.3.1 pr., confrontata con altri testi delle Pandette e alla luce del vivace dibattito dottrinario, che ha suscitato. Accertata la sostanziale genuinità della definizione di D. 3.3.1 pr., si analizzano altri passi della Compilazione, in cui ricorre la locuzione verus procurator, per giungere alla conclusione che in Ulpiano (ed anche in Paolo) essa viene a coincidere con quella di mandatario. Nel terzo capitolo (Il falsus procurator) si approfondiscono taluni aspetti di questa figura in D. 47.2.43 e D. 47.2.44 pr., in rapporto: ad ipotesi di furto; alla ratifica del dominus; alla posizione processuale del falsus procurator ed alla simulazione della identità altrui in D. 47.2.81(80)6. All’esito, si trova conferma che le fonti in nostro possesso non definiscono mai il falsus procurator, non specificando né la sua condotta sul piano materiale, né lo stato del suo elemento soggettivo, così come non definiscono il verus procurator, che si identifica con il mandatario. La ricerca termina con qualche spunto di comparazione fra disciplina romana e moderna sugli argomenti trattati.
Il proposito della monografia di trattare unitariamente l’argomento del falsus procurator, di solito preso in considerazione nell’ambito di studi più ampi e/o dai diversi contenuti, appare di per sé uno spunto originale ed innovativo. Tuttavia, la sistematica ed il metodo per realizzare tale proposito appaiono discutibili, a cominciare dall’impostazione iniziale dell’indagine, dove non si rinviene alcuna spiegazione delle motivazioni per cui si parte dalla trattazione delle problematiche civilistiche moderne e degli agganci tra le stesse e i dati emergenti nelle fonti giurisprudenziali romane. Inoltre, sia nel secondo che nel terzo capitolo il filo del discorso è spesso confuso per la mescolanza dei riferimenti a fonti eterogenee di diverse epoche, che rendono la lettura poco amichevole. Le esegesi dei testi sono quasi sempre sommarie e poco approfondite. Ne deriva perciò una modesta rilevanza dell’opera, che, per contro, risulta congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18, con una rilevanza scientifica della collocazione editoriale molto buona.
3) La monografia Milazzo A., Il contratto di comodato. Modelli romani e disciplina moderna, Torino, Giappichelli, 2018, si suddivide in quattro capitoli. Nel primo (LE ORIGINI DEL COMODATO: GLI ELEMENTI CHE INTEGRANO LA GIURIDICITÀ DEL VINCOLO. COINCIDENZA TRA SIGNIFICATO SOCIALE E RICONOSCIMENTO GIURIDICO DEL COMMODUM DARE) si premette una serie di problemi relativi a questo contratto, che, ad avviso dell’Autore, non hanno ancora trovato una soluzione definitiva nella dottrina moderna: le origini della tutela, la duplicità delle azioni, in factum e in ius, il carattere della responsabilità del comodatario. Queste problematiche vengono poi intersecate con quelle affrontate dalla civilistica moderna con riferimento a tale contratto. Terminata una siffatta premessa, per tentare una risposta all’interrogativo sulle origini della tutela, si ripercorre il contenuto delle fonti letterarie (Xxxxxx, Xxxxxxxx, Xxxxxxxx) relative alla più risalente pratica del prestito gratuito di oggetti e di edifici, esaminando le tesi formulate in proposito da Xxxxxxx e Xxxxxxxxxx circa la protezione del comodato prima dell’intervento pretorio. All’esito, l’autore avanza alcune critiche ad esse, proponendo una sua ipotesi, per cui, sulla base di alcuni pareri riconducibili a Xxxxxx Xxxxx, l’actio commodati risalirebbe già al II secolo a.C., ben prima cioè della datazione che si suppone in dottrina (fine I secolo a.C. – inizi I secolo d.C.).
Il secondo capitolo (LA TUTELA DEL COMODANTE NEL DIRITTO CLASSICO: IL FURTUM USUS E LA QUESTIONE DELLA DUPLICITÀ FORMULARE. LA SUCCESSIONE DELLE DUE FORME DI TUTELA E L’INTERPRETAZIONE ‘DIACRONICA’ DI GAI
4.47) parte dall’ipotesi del furtum usus commesso dal comodatario, che forniva la prima forma di tutela del comodante, per riprendere il discorso sulle opinioni di Xxxxxx Xxxxx sull’esigenza di estendere la sua protezione anche in tutte quelle situazioni di prestito di cortesia, dove era ravvisabile una negligenza del comodatario. L’indagine prosegue con il commento del contenuto di D. 13.6.1 pr. (Ulp. 28 ad ed.) circa il primo riconoscimento di una tutela edittale, per poi focalizzarsi su Gai. 4.47, dove si parla di un’actio in factum e di una formula in ius concepta nascenti dal comodato. A proposito di questa duplice tutela, l’Autore espone le ricostruzioni avanzate dalla dottrina, ritenendole insufficienti ed offrendo, perciò, una propria possibile spiegazione della duplicità formulare: a suo avviso, la formula in factum, introdotta in un primo momento, sarebbe stata soppiantata già nel I secolo a.C. da quella in ius, negando una convivenza tra le due azioni in epoca classica ed interpretando così il dato delle Istituzioni di xxxx in una prospettiva diacronica.
Nel terzo capitolo (LA TUTELA DEL COMODATARIO NEL DIRITTO CLASSICO: L’OBBLIGAZIONE DEL COMODANTE DI
MANTENERE IL BENE PRESTATO PER CONSENTIRE L’USO CONTRATTUALE E IL COMODATO QUALE CONTRATTO
BILATERALE NELLA RIFLESSIONE DELLA GIURISPRUDENZA SEVERIANA) l’Autore si propone di dimostrare il carattere sinallagmatico del contratto di comodato, “rivoluzionando” l’opinione da secoli pacifica in dottrina, secondo la quale tale contratto si caratterizzerebbe per la sua bilateralità imperfetta. La strada scelta per dimostrarlo è quella di qualificare finis e usus della res commodata quali requisiti essenziali del commodatum in età classica, formando oggetto di un’obbligazione incombente sul comodante. In tale prospettiva si valutano i mezzi di tutela complementari del comodatario (ius retentionis e compensatio) ed il iudicium contrarium, il cui campo di applicazione andrebbe al di là del rimborso delle spese e del risarcimento dei danni, includendo anche le ipotesi nelle quali il comodante avrebbe impedito
l’usus della cosa. In tal modo, questa azione si configurerebbe come lo strumento di chiusura del sistema, a conferma del carattere bilaterale del comodato.
Il quarto capitolo (LA RESPONSABILITÀ CONTRATTUALE DEL COMODATARIO NEL DIRITTO CLASSICO: LA CAUSA E LA SUA INFLUENZA SULL’IMPUTAZIONE SOGGETTIVA DELL’INADEMPIMENTO IN FUNZIONE DELL’INTERESSE PREVALENTE DELLA PARTE. LA CULPA QUALE CRITERIO CENTRALE DI DETERMINAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ DEL COMODATARIO) è
finalizzato ad indagare la ratio della responsabilità del comodatario, che l’Autore qualifica come una responsabilità di tipo soggettivo, avente a fondamento l’elemento dell’utilitas. A riprova si esaminano i testi di D. 13.6.5.10 sul rilievo della causa nell’applicazione concreta del criterio di imputazione soggettiva, di D. 13.6.10 pr. e D. 13.6.23 sulla centralità del criterio della culpa del comodatario, di D. 13.6.18 sulla violazione del programma negoziale nell’interpretazione di Xxxx ed infine di quei passi (come D. 13.6.5), dove la condotta del comodatario è valutata in rapporto alla sua diligentia, a suggellare la stessa come cardine della definitiva costruzione giurisprudenziale della sua responsabilità. In conclusione, ribaltando ancora una volta la communis opinio, l’Autore giunge a riconoscere una connotazione soggettiva originaria della responsabilità del comodatario, fondata sulla culpa, e a negare, parallelamente, l’accezione ‘oggettiva’ del suo custodiam praestare in Gai. 3.206, visto come una mera obbligazione di diligenza.
L’argomento della monografia non è nuovo, come ammette lo stesso Autore, il quale punta comunque a voler raggiungere risultati originali ed innovativi nella soluzione delle inveterate questioni esposte nella premessa. L’obiettivo, però, non appare raggiunto, perché le ricostruzioni alternative proposte risultano piuttosto il frutto di idee preconcette, che si vogliono a tutti i costi dimostrare, piegando a tal fine i dati delle fonti e minimizzando le opinioni contrarie. L’andamento del ragionamento non sempre è lineare e frequenti sono le ripetizioni di testi e di ragionamenti. Conseguentemente la rilevanza dell’opera è modesta, mentre risulta congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18. La rilevanza scientifica della collocazione editoriale è ottima.
4) Il contributo Xxxxxxx X., Causa funeris e causa religionis: spunti ricostruttivi sui sacra praticati dai collegia funeraticia, in X. Xxxxxxxx (a cura di), Religione e diritto romano. La cogenza del rito, Lecce, Libellula, 2014, pp. 305 – 333, parte da un testo di Xxxxxxxx (3 inst.) D. 47.22.1 pr. in tema di permesso ai tenuiores di associarsi in collegia, pagando una quota mensile e a condizione di non potersi riunione più di una volta al mese, in deroga alle autorizzazioni previste dalla lex Iulia de collegiis. Oggetto di attenzione è, in particolare, il fattore della causa religionis e del suo rapporto con la causa funeris. A tal fine si analizzano alcune linee dell’iscrizione di CIL 14.2112, di età adrianea (133 d.C.), relativa ad un collegio lanuvino di cultores di Xxxxx e Xxxxxxx, dove, nonostante le forti analogie con il passo di Xxxxxxxx, si riscontra la differenza tra causa religionis e causa funeris. Dopo aver passato in rassegna varie teorie della dottrina moderna, tra cui anche quella che parla di un’identità funzionale tra le due causae, basandosi sull’accezione del termine religiosus nelle fonti giuridiche. All’esito di una propria ricostruzione, l’Autore giunge alla conclusione che la prima causa abbia un contenuto ben più ampio rispetto alla seconda, che comunque si può considerare assorbita in essa. Alla luce di questo, il dato contenuto alla fine del testo marcianeo rivelerebbe l’ampiezza del diritto di associazione concesso in deroga al sistema autorizzatorio vigente.
Il contributo, pur toccando un tema non inesplorato, presenta taluni profili di originalità ed innovatività, che gli conferiscono una sua rilevanza. Il rigore del metodo è talvolta carente per alcune lacune nella trattazione delle posizioni della dottrina sul tema dei sacra. Piena è la congruenza del contributo con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18, mentre modesta è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
5) Il contributo Xxxxxxx A., Iniuria iudicis. Ingiustizia della sentenza e riflessi sulla cosa giudicata, in X. Xxxxxxxx (a cura di), Res iudicata, Napoli, Jovene, 2015, pp. 67 – 90, muove dall’inquadramento del concetto e delle implicazioni della iniuria iudicis, sottolineando come la stessa consista sostanzialmente nell’emissione di una sentenza che rappresenta una realtà differente da quella effettiva, in un’accezione concettuale, pertanto, che oltrepassa i limiti della mera ingiustizia della sentenza. Dopo aver rilevato che tale problematica interessa solo limitatamente gli studiosi del moderno sistema processuale civile italiano, in quanto in esso opera il principio della conversione dei vizi di nullità della sentenza in motivi di gravame, l’Autore concentra la propria attenzione sulle due forme di processo civile romano, in cui non si ammetteva l’appello: il procedimento per legis actiones ed il procedimento formulare. Il postulato che si vuole dimostrare è che l’iniuria iudicis racchiudeva varie cause di ingiustizia sostanziale della sentenza, dolosamente occasionate dal giudicante, con l’enucleazione di singole fattispecie in cui concretamente si manifestava e con gli effetti pratici che essa produceva. In tale prospettiva si esaminano una serie di testi giurisprudenziali (come Ulp. 31 ad ed. D. 17.2.52.18; Xxxx. 3 ad Nerat. D. 46.1.67; Pomp. 18 ad Quint. Muc. D. 40.7.29.1; Marc. 17 dig. D. 41.3.17; Xxxx. 32 ad ed.
D. 12.6.28; Xxxx. 3 quaest. D. 12.6.60 pr.), al fine di valutare le conseguenze rispetto ai terzi della sentenza xxxxxxxx e le sue ricadute sull’assetto dei rapporti tra le parti. Il contributo termina con alcune considerazioni sull’operatività del principio della cosa giudicata nel processo formulare, negando che si possa trasporre ad esso in modo rigido quello
moderno, data la spregiudicatezza con cui i giuristi romani classici affermano che una sentenza xxxxxxxx non possa fare stato non solo in relazione ai terzi, ma soprattutto fra le stesse parti. Pertanto, il secondo giudice, chiamato a rimediare, risulta sciolto da un legame positivo con la prima sentenza, affrontando il giudizio vertente sulla eadem res con la libertà di potersi distaccare da quanto affermato dal primo giudice.
Il contributo tocca un tema poco trattato e, come tale, è dotato di profili di originalità ed innovatività, idonei a conferirgli una sua rilevanza. Il metodo appare rigoroso nelle esegesi dei testi e nelle discussioni della dottrina, per quanto determinati aspetti sarebbero stati meritevoli di un maggior approfondimento. Piena è la sua congruenza con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
6) Il contributo Xxxxxxx X., Sul carattere ‘straordinario’ della magistratura del dittatore: alcune riflessioni su emergenza e periodicità nella sua nomina, in X. Xxxxxxxx (a cura di), La dittatura romana, Napoli, Jovene, 2017, pp. 231 – 256, parte da una rassegna dello stato della dottrina sul significato della ‘straordinarietà’, che si attribuisce solitamente alla dittatura, valutando gli elementi a sostegno della tesi della natura ‘emergenziale’ di tale magistratura. Le conclusioni, che la communis opinio trae da tali elementi, sono criticate dall’Autore; al centro della sua critica sul dictator quale organo deputato a governare l’emergenza, vi è l’utilizzo della categoria moderna dello ‘stato di emergenza’, o dello ‘stato d’assedio’, appartenente al diritto costituzionale moderno e quindi inidonea a rappresentare la realtà romana della prima età repubblicana, soprattutto in riferimento al requisito della imprevedibilità degli eventi. A riprova si adducono i diversi casi, riportati nelle fonti, in cui si ricorre alla nomina del dittatore per esigenze ordinarie (come clavi figendi causa, ludorum faciendorum causa). Al termine, si formulano talune considerazioni conclusive sulla categoria convenzionale della ‘straordinarietà’ della dictatura, che non risulterebbe mai al di fuori dell’ordito sostanziale della costituzione romana repubblicana arcaica.
Il contributo tratta una tematica non nuova, senza particolari profili di originalità ed innovatività, dal momento che le conclusioni circa la coerenza della dittatura con l’assetto costituzionale proto-repubblicano sono del tutto pacifiche e le critiche dell’Autore si appuntano sul solo uso della categoria moderna di Notstand. Conseguentemente anche la sua rilevanza risulta alquanto limitata. Il metodo di indagine è sufficientemente rigoroso, anche presenta evidenti lacune nella trattazione della dottrina sul tema. Pienamente congruente è invece con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
7) Nel contributo Xxxxxxx X., Appunti sulla partecipazione ai sacrifici pagani ed eretici dal Teodosiano alla regolamentazione giustinianea: le ragioni di un'assenza nel Breviarium Alaricianum, in Ravenna Capitale. Dopo il Teodosiano. Il diritto pubblico in Occidente nei secoli V-VIII, Rimini, Maggioli, 2017, pp. 177-190, il discorso prende l’avvio dal contesto politico, sociale e religioso che si trova davanti Xxxxxxxx XX nel suo progetto del Codex, da cui si comprende il retroterra delle costituzioni imperiali particolarmente rigorose nei confronti del paganesimo contenute nel titolo decimo del libro XVI. Dopo aver accennato a quelle sui templi ed i giochi pagani, un maggiore spazio si dedica agli interventi dei figli di Xxxxxxxxxx per reprimere i sacrifici pagani. Si passano, infine, a considerare i motivi per cui questo titolo non è stato riprodotto nel Breviarium Alaricianum, trovando invece una corrispondenza nel titolo undicesimo del I libro del Codice giustinianeo. Essi si individuano nella decisa flessione delle manifestazioni esteriori del paganesimo, avvenuta nella seconda metà del V secolo, e nell’accoglimento nel Breviarium della Novella di Xxxxxxxx II 2.3.8, diretta a punire i sacrifici di vittime ed ogni forma di superstizione.
Il tema del contributo non è nuovo e non presenta particolari profili originali ed innovativi. Le esegesi dei testi sono minime e scarna è la citazione della bibliografia moderna. Il che rende l’indagine scarsamente rilevante ed il suo metodo non sufficientemente rigoroso. Pienamente congruente è invece con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18, mentre limitata è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
8) L’articolo Xxxxxxx X., La fattispecie materiale della lex Licinia de sodaliciis e le origini del reato associativo, in SDHI 79, 2013, pp. 481-499, espone in xxx xxxxxxxxxxx xx xxxxxxxx xxxxxxxxxxxx xxxxx xxxxx xxxxxxxxxx romana in materia di collegia e sodalitates, ripercorsa attraverso le testimonianze ciceroniane e di Asconio, a riprova della loro progressiva trasformazione in associazioni di carattere più spiccatamente politico a sostegno dei vari candidati delle fazioni in lotta. In tale contesto l’Autore rivolge la propria attenzione alla lex Licinia de sodaliciis, attestata da Cic. Pro Plancio 36, della quale si sa poco se non che era diretta a realizzare una repressione più articolata del crimen ambitus. Rileggendo i passi della Pro Plancio, alla luce anche di un testo della Pro Caelio e di un commento di Xxxxxxx, si giunge alla diversa conclusione che il suo vero obiettivo sarebbe stato quello di reprimere il reato associativo.
L’articolo affronta un argomento non nuovo, ma nemmeno troppo esplorato in dottrina, con l’obiettivo di verificare l’attendibilità della tesi più accreditata circa la lex Licinia de sodaliciis. Nelle sue conclusioni si ravvisano alcuni elementi originali ed innovativi, che danno una certa rilevanza alla ricerca. Tuttavia, la metodologia appare lacunosa per le esegesi
spesso troppo affrettate e per le limitate citazioni dottrinarie. L’articolo è comunque pienamente congruo al profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale in una rivista, che ne ha favorito la circolazione all’interno della comunità scientifica.
9) L’articolo Milazzo A., La configurazione e l'evoluzione della distinzione tra res in commercio e res extra commercium, in Legal Roots online 5, 2016, pp. 1-30, si propone di riesaminare la vexata quaestio se si possa davvero configurare presso i giuristi romani la distinzione fra res in commercio e res extra commercium, prendendo spunto da una recente presa di posizione di X. Xxxxxxxx. L’attenzione si focalizza su quelle testimonianze, diverse dalle Istituzioni di Xxxx e di Giustiniano, in cui si riporta un significato assoluto di incommerciabilità di una res, che prescinde dalla specificità del negozio o dalle condizioni personali del soggetto. Si comincia con Pomp. 9 ad Sab. D. 18.1.6 pr. e Xxxx. 33 ad ed. D. 18.1.34.1, per proseguire con Xxxxxxx. l. s. ad form. hypoth. D. 20.3.1.2; Ulp. 21 ad Sab. D. 30.39.8 e D. 30.39.8, e terminare con I. 2.20.4. All’esito, si giunge alla conclusione che i giuristi abbiano configurato una categoria di res extra commercium, ampliandone progressivamente il contenuto attraverso un costante lavorio di interpretazione in stretto rapporto con il concetto stesso di commercio.
L’articolo affronta un argomento molte volte affrontato in dottrina, come evidenziano anche le più recenti indagini citate dall’Autore. Nelle sue conclusioni non si ravvisano apprezzabili elementi di originalità ed innovatività, che diano una certa rilevanza alla ricerca. L’esegesi appare a volte troppo sbrigativa e le citazioni dottrinarie non complete, condizionando il rigore metodologico complessivo. L’articolo è comunque pienamente congruo al profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
10) L’articolo Xxxxxxx X., Obbligazione del comodante e sinallagmaticità del comodato: riflessioni in margine a D.13.6.17.3, in JusOnline V, 3, 2019, mette in discussione la dottrina dominante, che qualifica il comodato come un contratto imperfettamente bilaterale, attraverso una rimeditazione del contenuto del passo di Xxxxx (29 ad ed.) D.
13.6.17.3. All’esito, si ritiene che esso provi il carattere sinallagmatico di questo contratto, con la nascita di un’ulteriore obbligazione a carico del comodante, oltre a quelle del rimborso delle spese e del risarcimento dei danni: quella di garantire al comodatario l’usus della cosa data in comodato.
Il contributo riprende fondamentalmente alcuni contenuti del capitolo III della monografia, di cui al n. 3) e pertanto non presenta profili né di originalità né di innovatività, risultando conseguentemente carente di una sua rilevanza. L’esegesi del testo e l’esame della dottrina ricalcano quelle svolte nello studio monografico. L’articolo è comunque del tutto congruente con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e buona è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
11) L’articolo Milazzo A., Manente societate agi pro socio: nuove riflessioni su consenso, recesso, esercizio dell'azione e prosecuzione della società, in TSDP 13, 2020, pp. 1-30, si propone di intraprendere una rinnovata riflessione sulla complessa tematica dell’esercizio dell’actio pro socio manente societate, molto discussa dalla dottrina, dal momento che il ricorso a tale strumento giudiziario, determinando il venir meno della fiducia reciproca tra i soci, fa cessare il vincolo sociale, data la sua incompatibilità con il requisito necessario del consensus perseverans. Una rimeditazione della disciplina di quest’ultimo e della renuntiatio, alla luce soprattutto dell’affermazione contenuta in Xxxx. 32 ad ed. D.
17.2.65.15 (Nonnumquam necessarium est et manente societate agi pro socio, veluti cum societas vectigalium causa coita est propter que varios contractus neutri expediat recedere a societate nec refertur in medium quod ad alterum pervenerit), porta, però, l’Autore ad avanzare l’ipotesi che lo scioglimento della società non avvenga automaticamente con l’esperimento dell’azione, ma vada accertato caso per caso in relazione all’intento del socio agente.
L’articolo affronta un argomento ampiamente dibattuto in dottrina, come lo stesso Autore sottolinea nella prima parte dell’indagine. Le sue conclusioni non evidenziano apprezzabili elementi di originalità ed innovatività, che diano una certa rilevanza alla ricerca; anzi ricalcano in notevole misura quelle già raggiunte recentemente da altri studiosi, come X. Xxxxxx, soprattutto nel capitolo III della prima parte del manuale di diritto commerciale romano (ed. 2010) e nel lungo articolo in IURA 2014, ricerche che non vengono citate. Questi limiti, unitamente ad esegesi non troppo approfondite dei testi, rendono insufficiente il rigore metodologico complessivo. L’articolo è comunque pienamente congruo al profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
12) L’articolo Xxxxxxx X., Mors socii: il problematico rapporto tra scioglimento della società e sua prosecuzione tra heres socii e soci superstiti, in Seminarios Complutenses de derecho romano 33, 2020, p. 273-286, riprende la questione, anch’essa ampiamente trattata dagli studiosi moderni, dello scioglimento di una societas alla morte di uno dei socii. Dopo aver nuovamente passato in rassegna i dati delle fonti (in particolare, Gai. 3.152; I. 3.25.5; D. 17.2.65.9 e 10; D.
17.2.4 pr.; D. 17.2.59 pr.; D. 17.2.60 pr.), il risultato cui perviene l’Autore è che, al verificarsi di un tale evento, si scioglie solo il rapporto tra lui e la societas, senza incidere sulla permanenza del vincolo tra gli altri soci anche in assenza di un esplicito passo ad hoc, come emergerebbe dai testi (D. 17.2.65.2 ; D. 3.5.20.2; D. 17.2.40), dove si parla della
permanenza dell’attività sociale per imputare gli effetti della gestione ante mortem all’erede del socio scomparso e/o
per portare a termine la gestione cominciata prima del decesso.
L’articolo affronta un argomento non nuovo, che la dottrina ha da lungo tempo dibattuto, come lo stesso Autore sottolinea nella prima parte dell’indagine. Le sue conclusioni non evidenziano apprezzabili elementi di originalità ed innovatività, in quanto seguono sostanzialmente il solco di un orientamento già diffuso. Le rapide esegesi dei testi e la mancata citazione di alcuni studi recenti (ad es. quelli di Cerami ricordati con riferimento al precedente articolo di cui al
n. 11) incidono negativamente sul rigore metodologico complessivo e sulla rilevanza dell’indagine. L’articolo è comunque pienamente congruo al profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 ed ottima è la rilevanza scientifica della collocazione editoriale.
Il candidato presenta, inoltre, i giudizi ottenuti sulla propria attività scientifica, in esito alla procedura di Abilitazione Scientifica Nazionale come Professore di II fascia, con cui la Commissione, a maggioranza di 4/5, lo ritiene idoneo a svolgere le funzioni di Professore universitario di II fascia.
Xxxxxxxx complessivo del candidato XXXXXXXX XXXXXXXXXX XXXXX XXXXXXX
Il candidato appare dotato di una solida esperienza didattica, come risulta dai corsi che svolge e dalle attività di collaborazione realizzate nell’Università di Catania e LUM Xxxx Xxxxxx di Casamassima. Positiva è la valutazione delle sue attività scientifiche in merito alla partecipazione a gruppi di ricerca e ad attività congressuali in qualità di relatore. Degna di nota è la vincita nel 2007 di un premio di ricerca, bandito dal CNR. Il livello delle pubblicazioni, rapportato ai criteri di valutazione sopra indicati, è limitato, benché si caratterizzi per la varietà degli argomenti trattati. Tutte sono congruenti con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e la rilevanza scientifica della loro collocazione editoriale è per lo più buona. Ciò premesso, all’esito dell’attività valutativa, si ritiene il candidato XXXXXXXX XXXXXXXXXX XXXXX XXXXXXX sufficientemente qualificato per il settore concorsuale e per il settore scientifico disciplinare, per il quale è stato bandito il posto
Giudizio della Prof.ssa Xxxxx Xxxxxxxx Xxxxx;
Valutazione dell'attività didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti
a) numero dei moduli/corsi tenuti e continuità della tenuta degli stessi;
Professore a contratto presso la Università Mediterranea Lum dal 2012/13 al 2020/21 per Storia del diritto romano, Fondamenti del diritto europeo, Roman law of obligations, Istituzioni di diritto romano
• b) esiti della valutazione da parte degli studenti, con gli strumenti predisposti dall'ateneo, dei moduli/corsi tenuti;
Non presente
• c) partecipazione alle commissioni istituite per gli esami di profitto; vedi punto a
• d) quantità e qualità dell'attività di tipo seminariale, di quella mirata alle esercitazioni e al tutoraggio degli studenti, ivi inclusa quella relativa alla predisposizione delle tesi di laurea, di laurea magistrale e delle tesi di dottorato.
Seminari a Catania seminari a Bari
Valutazione dell'attività di ricerca scientifica
• a) organizzazione, direzione e coordinamento di gruppi di ricerca nazionali e internazionali, ovvero partecipazione agli stessi;
2007 partecipazione PRIN
• c) partecipazione in qualità di relatore a congressi e convegni nazionali e internazionali; 2014 seminario Bressanone relatore
2014, 2016 e 2019 relatore a convegni
• d) conseguimento di premi e riconoscimenti nazionali e internazionali per attività di ricerca.
Premio CNR
consistenza complessiva della produzione scientifica del candidato, l'intensità e la continuità temporale della stessa, fatti salvi i periodi, adeguatamente documentati, di allontanamento non volontario dall'attività di ricerca, con particolare riferimento alle funzioni genitoriali.
2004 (1) – 2008 (1) – 2009 (1) – 2011 (1) – 2012 (1) – 2013 (1) 2014 (2) – 2015 (3) – 2016 (2) – 2017 (2) – 2019 (3) –
2020 (3)
La consistenza complessiva della produzione scientifica del candidato è adeguata, l'intensità e la continuità temporale sono apprezzabili positivamente
La valutazione delle pubblicazioni scientifiche sarà svolta sulla base degli ulteriori seguenti criteri:
• a) originalità, innovatività, rigore metodologico e rilevanza di ciascuna pubblicazione;
• b) congruenza di ciascuna pubblicazione con il profilo di professore universitario di seconda fascia da ricoprire oppure con tematiche interdisciplinari ad esso strettamente correlate;
• c) rilevanza scientifica della collocazione editoriale di ciascuna pubblicazione e sua diffusione all'interno della comunità scientifica;
d) determinazione analitica, anche sulla base di criteri riconosciuti nella comunità scientifica internazionale di riferimento, dell'apporto individuale del ricercatore nel caso di partecipazione del medesimo a lavori in collaborazione.
Per nessuna delle pubblicazioni presentate è stato necessario ricorrere all’applicazione del criterio di cui alla lettera d
Tra i titoli specificati, costituiscono titoli valutabili ma non vincolanti per la Commissione, i giudizi ottenuti dai candidati sulla propria attività scientifica, in esito alla procedura di Abilitazione Scientifica Nazionale
Il candidato ha avuto l’abilitazione alla seconda fascia con quattro voti su cinque
Il candidato Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx Xxxxx Xxxxxxx presenta tre monografie, 5 articoli in rivista 4 contributi in volume.
0.Xx ‘Iniuria. Alle origini dell'offesa morale come categoria giuridica’, del 2011, dopo una descrizione in termini generali del delitto di iniuria, l’autore prende in esame la sterminata bibliografia sul tema e passa al tentativo di ricostruzione della fattispecie prevista nelle XII Tavole. Nel terzo capitolo dedicato al significato di iniuria nel «linguaggio corrente» tra il III e il II sec. a.C., l’autore ritiene di poter dedurre da uno scarno frammento di Xxxxx e dalle commedie di Xxxxxx che l’iniuria potesse consistere in un atteggiamento anche solo offensivo. Nel quarto capitolo critica l’idea della dottrina dominante che esistesse un editto generale, che avrebbe ricompreso nell’iniuria, oltre le lesioni fisiche già precedentemente sanzionate, quelle morali: la diffamatio sarebbe stata, infatti, già compresa nel delitto di iniuria, che avrebbe avuto già in origine ampia portata.
La pubblicazione è congrua col settore scientifico-disciplinare IUS 18, la collocazione editoriale buona; le conclusioni dell’autore, indubbiamente originali, sembrano, però, difficilmente condivisibili in quanto non adeguatamente supportate dalle fonti.
2.Del 2012 la seconda monografia, ‘Falsus Procurator. Ricerche sull'evoluzione del concetto di falso rappresentante’, il cui primo capitolo è dedicato al «concetto moderno e sua evoluzione; impostazione del problema e stato della dottrina»: si parte dal ‘concetto moderno’, con un esame di una serie di problemi della civilistica moderna, e non dalle fonti romane, come apparirebbe metodologicamente più corretto. Nel secondo e terzo capitolo, si esamina la figura del verus procurator e del falsus procurator; per quanto riguarda la prima, il candidato attribuisce grande rilevanza alla definizione di Xxxxxxxx, secondo cui è procurator chi si occupa degli affari del dominus a suo nome o a seguito di una sua richiesta, senza però essere né un mandatario né un mero amministratore. Solo con Xxxxxxx, il verus procurator sarebbe il procuratore fornito di mandato, mentre il falsus procurator sarebbe il procuratore sprovvisto di mandato.
La pubblicazione è congrua col settore scientifico-disciplinare IUS 18, la collocazione editoriale buona; il metodo non del tutto corretto e le conclusioni non adeguatamente supportate dalle fonti.
3.Anche nella terza monografia, del 2018, ‘Il contratto di comodato. Modelli romani e disciplina moderna’, si parte, con una dubbia impostazione metodologica, dalla dottrina civilistica. Si passa poi ad analizzare gli usi di commodare e utendum dare nelle fonti letterarie, per concludere che nel linguaggio comune la prima espressione si riferirebbe
soltanto a quello che poi sarà chiamato comodato, la seconda anche al mutuo; si propone, inoltre, la retrodatazione dell’actio commodati al III-II sec. a.C. Nel secondo capitolo l’autore si occupa della tutela del comodante, nel terzo capitolo della tutela del comodatario in età classica, affermando che per i romani il comodato sarebbe un contratto non solo perfettamente bilaterale, ma sinallagmatico. Il iudicium contrarium sarebbe «strumento di chiusura del sistema» perché avrebbe proiettato «l’intervenuta bilateralità della tutela processuale sul piano sostanziale, individuando una bilateralità di obbligazioni».
La pubblicazione è congrua col settore scientifico-disciplinare IUS 18, la collocazione editoriale buona; il metodo anche in questo caso non del tutto corretto e le conclusioni non sempre condivisibili.
4.Anche in un lavoro minore, legato al tema dell’ultima monografia, ‘Obbligazione del comodante e sinallagmaticità del comodato: riflessioni in margine a D. 13.6.17.3’, si parla espressamente sin dal titolo della sinallagmaticità del comodato, tesi non condivisibile se intendiamo il συνάλλαγμα come interdipendenza dei rapporti obbligatori scaturiti dal contratto. L’ avverbio ‘invicem’ di D. 13.6.17.3, su cui si basa il Milazzo, sembra da intendere in termini generici come vicendevolmente e non porta necessariamente a concludere nel senso della sinallagmaticità: il fatto che entrambe le parti abbiano invicem un’actio non significa che le obbligazioni siano collegate da un nesso di interdipendenza, altrimenti, in ogni caso di iudicia contraria ci troveremmo in presenza di contratti sinallagmatici.
La pubblicazione è congrua col settore scientifico-disciplinare IUS 18, la collocazione editoriale buona; le conclusioni difficilmente condivisibili.
0.Xx ‘La fattispecie materiale della Lex Licinia de sodaliciis e le origini del reato associativo’, l’autore, basandosi prevalentemente su testi ciceroniani, ritiene che la lex Licinia de sodaliciis avrebbe di fatto introdotto la repressione del reato associativo. Basandosi principalmente su Cic. Pro Planc. 36, il candidato ritiene, infatti, che con la lex sarebbe stato introdotto il crimen sodaliciorum.
La pubblicazione è congrua col settore scientifico-disciplinare IUS 18, la collocazione editoriale buona; le conclusioni in qualche modo congetturali
0.Xx ‘Causa funeris e causa religionis: spunti ricostruttivi sui sacra praticati dai collegia funeraticia’, il candidato si sofferma sul fine di culto dei collegi funerari nell’ambito dei ‘collegia tenuiorum’. Partendo dall’analisi dell’iscrizione di Lanuvio del 133 d.C., contenente lo statuto di un’associazione dedicata al culto di Xxxxx e Xxxxxxx, il candidato arriva alla conclusione che la causa funeris riguardasse solo scopi funerari, mentre la causa religionis implicasse lo svolgimento di sacra rivolti specificamente alle divinità.
La pubblicazione è congrua col settore scientifico-disciplinare IUS 18, la collocazione editoriale buona; le conclusioni presentano pochi spunti di originalità.
0.Xx ‘Iniuria iudicis: ingiustizia della sentenza e riflessi sulla cosa giudicata’, si analizzano i vari profili di ‘ingiustizia’ sostanziale che la sentenza del giudice poteva presentare, e che non le facevano acquistare il valore di giudicato, con conseguente autonomia del secondo giudice.
La pubblicazione è congrua col settore scientifico-disciplinare IUS 18, la collocazione editoriale buona; le conclusioni non adeguatamente supportate dalle fonti.
0.Xx La configurazione e l’evoluzione della distinzione tra res in commercio e res extra commercium, il candidato sostiene una ampia estensione della categoria delle res extra commercium, nella quale sembra far rientrare tutti i beni che non possono essere oggetto di compravendita.
La pubblicazione è congrua col settore scientifico-disciplinare IUS 18, la collocazione editoriale ottima, le conclusioni non adeguatamente supportate dalle fonti.
0.Xx ‘Sul carattere “straordinario” della magistratura del dittatore: alcune riflessioni su emergenza e periodicità nella sua nomina’, il candidato afferma la configurazione della dittatura romana come ‘magistratura costituzionale’, prevista normativamente e ordinariamente all’interno della costituzione romana. Nelle fonti emergono, infatti, con una certa frequenza nomine di dittatori per ragioni ordinarie.
La pubblicazione è congrua col settore scientifico-disciplinare IUS 18, la collocazione editoriale buona; le conclusioni condivisibili ma non originali
00.Xx ‘Appunti sulla partecipazione ai sacrifici pagani ed eretici dal Teodosiano (X.Xx. 16.10.12.3) alla regolamentazione giustinianea (C. 1.11.7.2): le ragioni di un’assenza nel Breviarium Alaricianum, Milazzo esamina, senza un adeguato approfondimento, il titolo decimo del libro 16 del X.Xx., ponendo in evidenza le conseguenze della vittoria del Cristianesimo sugli antichi riti pagani, che la maggior parte delle costituzioni del Teodosiano impediscono o perseguono.
La pubblicazione è congrua col settore scientifico-disciplinare IUS 18, la collocazione editoriale buona; le conclusioni non presentano particolari elementi di originalità.
00.Xx ‘Manente societate agi pro socio’: nuovi spunti interpretativi su consensus sociorum e
solutio societatis’, il candidato si sofferma sulla tematica delle actiones manente societate, che per dottrina consolidata determinerebbero il venir meno della società. Dall’esame di D. 17.2.65.15 si ricaverebbe, per il candidato, che la rinuncia di uno dei soci non comporterebbe necessariamente l’estinzione della società, così come l’esperimento dell’actio pro socio.
La pubblicazione è congrua col settore scientifico-disciplinare IUS 18, la collocazione editoriale buona; le conclusioni non si presentano sufficientemente suffragate dalle fonti; la bibliografia non del tutto aggiornata
00.Xx Mors socii: il problematico rapporto tra scioglimento della società e sua prosecuzione tra heres socii e soci superstiti, il candidato ritorna sul problema se la morte di un socio porti necessariamente all’estinzione della società, come ritenuto dalla dottrina prevalente sulla base di Gai. 3.152: Solvitur adhuc societas etiam morte socii, quia qui societatem contrahit certam personam sibi eligit, e I. 3.25.5: Solvitur adhuc societas etiam morte socii, quia qui societatem contrahit, certam personam sibi elegit. Sed et si consensu plurium societas coita sit, morte unius socii solvitur etsi plures supersint, nisi si in coeunda societate aliter convenerit. Il candidato avanza l’idea che la mors socii possa non comportare l’estinzione della società, ma solo il divieto di subentro dell'erede del defunto.
La pubblicazione è congrua col settore scientifico-disciplinare IUS 18, la collocazione editoriale buona; le conclusioni non si presentano sufficientemente suffragate dalle fonti.
Il candidato ha maturato una buona esperienza didattica, ha presentato relazioni in numerosi seminari e convegni, ha preso parte a progetti di ricerca.
Sebbene il candidato presenti una mole di pubblicazioni quantitativamente corposa, i risultati non appaiono spesso supportati da una convincente esegesi dei testi. Il metodo non appare a volte corretto e le conclusioni raggiunte a volte non condivisibili. Il giudizio è pertanto appena positivo.
Giudizio del Xxxx. Xxxxxx Xxxxxxxxxx;
Il candidato, abilitato a maggioranza per la seconda fascia dal 2017, ha conseguito il dottorato di ricerca in Diritto romano presso l’Università di Palermo, ha vinto un premio di ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, è stato borsista e assegnista di ricerca presso vari Atenei, ha partecipato e partecipa a comitati editoriali di due riviste, è avvocato e giudice onorario. Il candidato ha dichiarato nel curriculum la conoscenza della lingua inglese.
Il giudizio complessivo sul curriculum del candidato è positivo.
ai fini della presente procedura xxxxxxxxx presenta dodici contributi scientifici, tutti congruenti con il profilo di cui alla presente procedura, collocati per lo più in sedi editoriali di rilievo e in riviste anche di fascia superiore.
La produzione scientifica del candidato, caratterizzata da costanza, è varia; essa spazia entro argomenti riconducibili a entrambe le posizioni di studio: diritto pubblico e privato. Dedicate all'iniuria, al falsus procurator e al comodato sono le tre monografie presentate dal candidato; i lavori, per dir così, minori sono concentrati su svariati temi, di cui alcuni riconducibili all'ambito degli argomenti trattati nelle monografie, come Iniuria iudicis del 2015 e Obbligazione del comodante del 2019.
Appare chiara la speciale attenzione che il candidato dimostra per il diritto romano nel suo sviluppo storico, con una speciale tendenza alla ricerca della originalità, che conduce spesso a trascurare l'apporto della dottrina sui vari temi affrontati, e del confronto con il diritto contemporaneo, che conduce talvolta a sovrapposizioni concettuali.
La monografia sull'iniuria (2011), con qualche spunto di originalità, ma altresì con qualche carenza esegetica (con esemplare riferimento ai testi di Xxxxx e di Plauto) e bibliografica, è basata sulla tesi che tale delitto fosse già da intendere quale offesa morale fin da tempi risalenti, ritenendo che si trovino addentellati in tal senso entro le XII Tavole. Avrebbe probabilmente giovato alla ricerca una più accurata indagine sui molteplici aspetti giuridico-religiosi rilevabili in questo specifico tema.
Maggiormente curata, quanto a esegesi e conoscenza della letteratura, appare la monografia sul falsus procurator (2012) che, procedendo da un'ampia ricostruzione dell'istituto in età contemporanea, tale però da suscitare dubbi sulla sua effettiva funzionalità in ottica romana, indaga sugli istituti della procura e del mandato.
La terza monografia (2018), incentrata sul comodato, presenta spunti di originalità e innovatività, pur se approda a conclusioni non sempre condivisibili circa l'assetto strutturale del contratto, la bilateralità delle obbligazioni e i mezzi di tutela processuale. È comunque apprezzabile lo sforzo di ricostruire l'istituto procedendo dal diritto contemporaneo, pur se talvolta il candidato sembra eccedere in sovrapposizioni concettuali.
I contributi minori dimostrano la varietà degli interessi del candidato.
Suggestiva, ma in verità non adeguatamente fondata su solide basi testuali, l'ipotesi avanzata dal candidato nel contributo sulla lex Licinia de sodaliciis (2013) circa la repressione del reato associativo negli ultimi decenni della repubblica.
Anche il contributo su causa funeris e causa religionis (2014), con buona impostazione esegetica, è incentrato sulla materia associativa e, in particolare, sul diritto dei tenuiores di associarsi per i loro scopi.
Molto interessante e ben organizzato appare lo studio sullo statuliber (2014), nel quale il candidato vuole sostanzialmente dimostrare la genuinità del pensiero di Xxxxx circa la struttura della manomissione testamentaria.
Il contributo su ‘Iniuria iudicis’ (2015) si prefigge di dimostrare l'ampiezza del concetto sotteso alla formulazione 'iniuria iudicis' e di porre in discussione la definizione concettuale di cosa giudicata nel processo formulare.
Sostanzialmente ricognitivo, pur con qualche spunto di originalità, appare lo studio sulla distinzione tra res in commercio e extra commercium (2016), nel quale il candidato riafferma l'esistenza di tale distinzione giurisprudenziale in età imperiale, sforzandosi di dimostrare l'ampiezza della classificazione res extra commercium, come una sorta di classe residuale basata sulla esclusione dello scambio.
Non particolarmente originale appare il contributo sui sacrifici pagani ed eretici (2017), organizzato intorno ad alcune costituzioni imperiali ampiamente discusse nella letteratura, a cui, però, non si dà la dovuta considerazione.
Nello studio sulla figura del dittatore (2017), il candidato evidenzia i caratteri peculiari della dittatura romana, partecipando così, con presa di posizione, a un antico dibattito sulle distanze tra i concetti romani e contemporanei di dittatura e dittatore.
Il contributo sulla bilateralità del comodato (2019) riprende coraggiosamente, pur non convincendo xxxxxxx, alcuni temi trattati nella monografia sul comodato, nel tentativo di ribaltare le posizioni scientifiche ampiamente consolidate circa la struttura di contratto bilaterale imperfetto.
Lo studio su consenso dei soci e scioglimento della società (2020) costituisce un suggestivo tentativo, non sempre riuscito in verità, di porre in discussione i risultati delle elaborazioni scientifiche circa la persistenza del consenso nel contratto di società e le cause di scioglimento.
Sempre alla società e alla sua persistenza e scioglimento è dedicato l'ultimo contributo (2020), il quale costituisce un approfondimento del tema della morte del socio quale causa di scioglimento della società, già affrontato nel precedente studio sul consenso dei soci.
Da segnalare, infine, la partecipazione, quale relatore, ad alcuni convegni e congressi, nonché a gruppi di ricerca, tra i quali si evidenzia particolarmente PRIN 2007. Si segnala, altresì, il riconoscimento di un premio CNR nel 2007.
Il giudizio complessivo sulla produzione e ricerca scientifica del candidato è sufficientemente positivo.
Apprezzabile appare il carico didattico del candidato (per il quale non sono stati indicati gli esiti delle valutazioni da parte degli studenti), con riferimento a incarichi di docenza a Bari dal 2012 al 2021 per Storia del diritto romano,
Fondamenti del diritto europeo, Roman law of obligations e Istituzioni di diritto romano, e ad attività di collaborazione con insegnamenti romanistici, localizzati particolarmente a Bari e a Catania.
Il giudizio complessivo sull'attività didattica del candidato è positivo.
Giudizio collegiale della Commissione:
L’esperienza didattica del candidato risulta solida, essendo Professore a contratto per l’insegnamento di varie materie romanistiche presso l’Università LUM Xxxx Xxxxxx di Casamassima e la sede della Facoltà di Giurisprudenza di Trani, con continuità dall’a.a. 2012-2013. La sua esperienza è inoltre corroborata dalle attività di collaborazione presso le Università di Catania e LUM Xxxx Xxxxxx di Casamassima.
Meno positiva è la valutazione complessiva dell’attività scientifica del candidato. Se apprezzabile è la sua partecipazione al PRIN 2007 e a congressi, convegni e seminari nazionali e internazionali come relatore e degna di nota si presenta la sua vincita nel 2007 di un premio di ricerca bandito dal CNR, non altrettanto elevato risulta il livello della sua produzione scientifica, pur connotandosi per la varietà di argomenti, per la consistenza, intensità e continuità. Le tre monografie e tutti i contributi ed articoli, sottoposti a giudizio, presentano evidenti limiti metodologici (esegesi insufficienti, citazioni dottrinarie incomplete, trattazioni diacroniche non adeguatamente motivate), che ne condizionano negativamente l’originalità, innovatività e rilevanza. Tutti i lavori sono però pienamente congruenti con il profilo di professore di seconda fascia del SSD IUS/18 e la rilevanza scientifica della loro collocazione editoriale è per lo più buona.
Ciò premesso, all’esito dell’attività valutativa, si ritiene il candidato XXXXXXXX XXXXXXXXXX XXXXX XXXXXXX sufficientemente qualificato per il settore concorsuale e per il settore scientifico disciplinare, per il quale è stato bandito il posto.