PIANO INTEGRATO DI SALUTE
CONSORZIO PUBBLICO tra:
Comuni di: Xxxxxxxx, Xxxxxxxxx, Xxxxxxxxxxx XX, Xxxxxxxxxxx XX e Azienda USL n. 5 di Pisa
PIANO INTEGRATO DI SALUTE
della Zona
ALTA VAL DI CECINA
TRIENNIO 2006 - 2008
Società della Salute dell’Alta Val di Cecina – Consorzio pubblico – Codice Fiscale 90036660505 - Sede legale: Xxxxx Xxx Xxxxxxx
x. 0, 00000 Xxxxxxxx (XX) – Tel. centralino 0000-00000, Segreteria Tecnica 0000-00000 – Fax 0000-00000
PIANO INTEGRATO DI SALUTE DELLA ZONA ALTA VAL DI CECINA
TRIENNIO 2006-2008
INDICE
PREMESSA INTRODUZIONE
CAPITOLO I – GLI SCENARI DI RIFERIMENTO
1.1 I principi ispiratori: dalla Carta di Ottawa alla Carta per la Cittadinanza Sociale dell’Alta Val di Cecina.
1.2 Il contesto istituzionale e normativo
1.3 Gli strumenti di programmazione in materia di salute
1.4 Il nuovo strumento locale di programmazione integrata
CAPITOLO II - IL PIANO INTEGRATO DI SALUTE DELL’ALTA VAL DI CECINA
2.1 Struttura, contenuti
2.2 Il processo di costruzione
2.3 Gli attori
2.4 La partecipazione
2.5 Raccordo con altre programmazioni settoriali influenti sulla salute
CAPITOLO III - GLI STRUMENTI BASE PER LA CONOSCENZA DEI BISOGNI DI SALUTE
3.1 Profilo di Salute: una fotografia della comunità e del territorio
3.2 Immagine di Salute: i problemi di salute percepiti
CAPITOLO IV – LA PROGRAMMAZIONE
4.1 Le strategie della programmazione
4.2 Indicazioni per le priorità
4.3 Schemi di Programmazione: programmi di intervento e linee di progettazione
CAPITOLO V - LE RISORSE DISPONIBILI
5.1 Il Budget Virtuale: definizione e riferimenti normativi
5.2 Il Budget Virtuale 2006 della Società della Salute dell’Alta Val di Cecina
CAPITOLO VI – LA COMUNICAZIONE
6.1 Le strategie
6.2 Il Piano di Comunicazione
ALLEGATI
All. A - PROFILO DI SALUTE: Una fotografia della comunità e del territorio All. B – IMMAGINE DI SALUTE: I problemi di salute percepiti
All. C – Schema di convenzione per la delega alla Azienda USL 5 di Pisa della gestione associata delle funzioni sociali della zona Alta Val di Cecina.
All. D – La Carta per la Cittadinanza Sociale della Zona Alta Val di Cecina All. E – PROTOCOLLO DI INTESA con le Organizzazioni Sindacali
All.F – Schema di ACCORDO di PROGRAMMA fra Enti ed Istituzioni per l’attuazione del Piano Integrato di Salute
All. G – Schema di PATTO per la SALUTE sottoscritto dalla Società della Salute dell’Alta Val di Cecina e dalle Organizzazioni che partecipano alla realizzazione del PIS
All. H – Osservazioni e integrazioni sull’Immagine di Salute da parte degli organismi di partecipazione (Consulta terzo settore, Comitato di Partecipazione, Organizzazioni Sindacali)
All. I - Proposta di progetto operativo per la comunicazione GLOSSARIO
PREMESSA
Il presente documento costituisce il Xxxxx Xxxxxxxxx xx Xxxxxx xxxxx xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx.
Il Piano si riferisce, in linea generale, al triennio 2006-2008 e rappresenta la prima elaborazione di un nuovo strumento per il governo delle politiche per la salute in ambito locale.
Il documento sarà oggetto di modifiche e/o integrazioni alla luce sia dei futuri indirizzi regionali, con particolare riguardo al Piano Integrato Sociale Regionale, che al procedere dei lavori di sviluppo della progettazione.
Il documento è composto, dopo un breve inquadramento introduttivo dell’argomento, dai seguenti capitoli:
1. GLI SCENARI DI RIFERIMENTO
2. IL PIANO INTEGRATO DI SALUTE DELL’ALTA VAL DI CECINA
3. GLI STRUMENTI BASE PER LA CONOSCENZA DEI BISOGNI DI SALUTE
4. LA PROGRAMMAZIONE
5. LE RISORSE DISPONIBILI
6. LA COMUNICAZIONE e da alcuni allegati.
Negli allegati vengono riportati, oltre che i testi dei documenti citati, gli schemi degli atti amministrativi attraverso i quali le organizzazioni interessate, sia pubbliche che del privato sociale, aderiscono e si impegnano ad attuare, per quanto di rispettiva competenza, la programmazione prevista dal Piano Integrato di Salute dell’Alta Val di Cecina.
I primi due capitoli descrivono in forma sintetica il nuovo strumento di programmazione integrata, i principi ispiratori ed il contesto istituzionale e normativo in cui si inserisce il Piano Integrato di Salute ed il percorso fatto in Alta Val di Cecina per arrivare alla sua definizione.
Nel terzo capitolo vengono riportati gli strumenti necessari all’analisi del contesto e dei bisogni, elaborati secondo le indicazioni regionali, e che costituiscono le basi conoscitive ed interpretative propedeutiche al percorso di programmazione, da implementarsi progressivamente con analisi più mirate in rapporto ad obiettivi specifici.
Nel quarto capitolo, in base alle strategie e alle indicazioni per l’individuazione delle priorità, sono rappresentanti gli schemi di programmazione triennale, che potranno essere successivamente aggiornati, sia in rapporto al procedere del processo di programmazione sia in relazione a nuove impostazioni concordate tra le tre diverse Società della Salute che insistono sull’Azienda USL n.5 di Pisa.
Gli ultimi due capitoli descrivono le risorse disponibili per la programmazione delle attività socio-assistenziali, socio-sanitarie e sanitarie territoriali della zona e la comunicazione, come elemento indispensabile per promuovere l’informazione, la condivisione e la partecipazione sul percorso intrapreso dalla zona Alta Val di Cecina con la sperimentazione della Società della Salute e per stimolare la riflessione sulla cultura del concetto di “salute”.
INTRODUZIONE
Il Piano Integrato di Salute dell’Alta Val di Cecina, di seguito indicato più brevemente PIS, si inserisce in un quadro normativo in evoluzione, che disegna una modificazione profonda del sistema del welfare toscano.
La riforma costituzionale (L. n.3/2001), le leggi regionali 40 e 41 del 2005, il Piano Sanitario Regionale ed il Piano Integrato Sociale Regionale hanno delineato un sistema di welfare che ha come obiettivo quello di assicurare il diritto alla salute, intendendo come salute uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”.
Gli obiettivi che si pongono sono quelli di assicurare il miglioramento della salute e del benessere della popolazione, a partire dai soggetti più deboli, in un quadro di soddisfazione e di partecipazione dei cittadini e di efficienza e sostenibilità del sistema.
In questo quadro viene affermata con chiarezza l’integrazione del sistema sanitario con gli altri settori del governo del territorio.
I cambiamenti sono così riconoscibili nei nuovi equilibri di potere tra la Regione e i Comuni: con molta più responsabilità dei Comuni, cercando nuovi equilibri tra scelte regionali e scelte locali. Il Comune si riconferma protagonista della tutela della salute e del benessere sociale.
In particolare infatti ad una popolazione che sta progressivamente invecchiando (per una diminuzione dei nuovi nati ed un allungamento degli anni di vita), con più malati cronici, con un disagio crescente e presente fin dall’infanzia, risponde oggi un assetto sociale individualista, una famiglia meno salda del passato, ritmi di vita sempre meno umani ed una minore capacità di far fronte come comunità ai bisogni di salute. Spesso, a questi bisogni si cercano risposte nei servizi, in modo univoco e non integrato, inducendo un aumento del numero di interventi che nella maggior parte dei casi non riescono a risolvere i problemi di fondo, ma che spesso destabilizzano ancora di più un sistema le cui risorse sono sempre più limitate.
La sfida che ci poniamo e alla quale vorremo rispondere con il nuovo strumento di programmazione integrata, deve da un lato affrontare i cambiamenti sopra descritti, anche riconsiderando i modelli sociali e produttivi e gli stili di vita che la società propone e dall’altro, deve promuovere ogni sforzo organizzativo che riduca gli effetti negativi dei fattori sopra descritti, avvicinandoli alle esigenze di questo nuovo contesto sociale e ai nuovi bisogni che esso induce e propone.
Tutelare la salute significa quindi impegnarci a progettare e realizzare gli interventi necessari a favorire il cambiamento di tali stili insieme a chi costruisce le strade, le case, a chi lavora nei settori dell’istruzione e dell’educazione, ai cittadini, alle famiglie e tutto il mondo associativo.
La scelta delle Società della Salute è imperniata proprio in questo ragionamento ed è caratterizzata da quattro obiettivi qualificanti:
- coinvolgimento delle comunità locali, delle parti sociali e del terzo settore, nell’individuazione dei bisogni di salute e nel processo di programmazione;
- garanzia di qualità e di appropriatezza, dando risposte integrate e complesse da parte dei servizi;
- controllo e certezza dei costi, usando in modo appropriato le risorse disponibili, per riuscire ad assicurare un livello di salute equo ed universale;
- avvicinarsi ai cittadini con messaggi comprensibili, partendo dalla percezione che essi hanno della loro salute ed aiutandoli ad essere sempre più informati e capaci di scegliere liberamente di fronte ad aspettative ed offerte di ogni tipo.
La Società della Salute, quindi, come affermato dal Piano Sanitario Regionale, ha come fine istituzionale la salute ed il benessere sociale e non solo l’offerta delle prestazioni, e ha come
presupposto quello di favorire la partecipazione alle scelte in merito ai servizi socio-sanitari dei cittadini che attraverso le loro rappresentante istituzionali e associative ne fanno parte.
Per questo il PSR prevede che nell’ambito della sperimentazione, il comune non assume solo funzioni di programmazione e controllo, ma “compartecipa” ad un governo comune del territorio finalizzato ad obiettivi di salute e diviene a tutti gli effetti “cogestore” dei servizi socio- sanitari territoriali. Si intende così realizzare appieno l’integrazione sociale e sanitaria, e promuovere l’integrazione fra tutela dell’ambiente e tutela della salute.
“Fare sistema” deve diventare parola d’ordine della Società della Salute se questa nuova soluzione organizzativa vorrà diventare protagonista della tutela della salute e del benessere sociale. La Società della Salute deve costituire quindi una opportunità per raggiungere la massima espressione e realizzazione attraverso una vera partecipazione, e non a parole, e favorire il senso della comunità evitando che si ripropongono vecchi mai sopiti conflitti fra gli attori anche istituzionali. Ecco allora che una programmazione concertata e condivisa deve diventare non solo parte fondamentale del PIS, ma un elemento di garanzia per il cittadino-utente.
L’attività della Società della Salute è impostata utilizzando lo strumento dei Piani Integrati di Salute.
In questo quadro il Piano Integrato di Salute, anche nella fase di avvio, assolve alla mission della Società della Salute, programmando l’offerta delle prestazioni sanitarie e sociali, a partire dalle priorità dell’alta integrazione e operando per obiettivi di salute e benessere, con il coinvolgimento di tutte le componenti della società nel processo di programmazione.
CAPITOLO I – GLI SCENARI DI RIFERIMENTO
1.1 I principi ispiratori: dalla Carta di Ottawa alla Carta per la Cittadinanza Sociale dell’Alta Val di Cecina.
Il Piano Integrato di Salute dell’Alta Val di Cecina ha come scenario ideale di riferimento i principi e gli obiettivi strategici indicati nella Carta di Ottawa e nelle Linee di Indirizzo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: al tempo stesso, mettendo a frutto il percorso avviato nel 2000 nell’ambito del progetto di sperimentazione regionale “La Carta per la Cittadinanza Sociale: un’opportunità per la comunità locale”, il Piano riconferma le finalità perseguite dalla Carta per la Cittadinanza, facendo propri i principi ispiratori del welfare locale in essa contenuti.
Il punto centrale su cui si sviluppa tutta la strategia del Piano Integrato di Xxxxxx è il concetto di salute intesa come risultanza dell’azione complessa di molteplici fattori in grado di influenzarla: seguendo la definizione dell’OMS, la salute viene concepita come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità”. Questa definizione rimanda il concetto di salute alle tre dimensioni di cui si compone la vita degli individui: la dimensione fisica, la dimensione psichica e quella relazionale. E’ nell’equilibrio e nella relazione tra queste tre dimensioni che il concetto di salute o benessere trova la sua massima espressione.
La salute dipende, quindi, da molti determinanti, gran parte dei quali sono condizionati da scelte economiche, ambientali, dall’organizzazione sociale complessiva, dall’integrazione sociale e culturale, ecc…
E’ evidente, pertanto, che alla tutela della salute concorrono diversi sistemi oltre a quello sanitario: tutto ciò rende indispensabile l’interazione del PIS con gli strumenti di programmazione e di indirizzo locali e con quelli amministrativi relativi ad ambiti di intervento di competenza degli Enti Locali territoriali (sviluppo economico, ambiente, formazione, trasporti).
La Carta di Ottawa, inoltre, riprendendo con forza il concetto di salute promosso dall’OMS, ha auspicato un ruolo attivo dei cittadini nella promozione della salute, in modo da evitare la delega della tutela della salute al solo sistema sanitario: la comunità locale, pertanto, viene ad assumere un ruolo centrale nella definizione delle politiche per il benessere della collettività.
L’ambito territoriale, oltre che come ambiente in cui possono emergere disagi e in cui vivono cittadini che richiedono servizi in risposta ai loro bisogni, è considerato come realtà che mette a disposizione risorse, idee, percorsi di solidarietà e di inclusione sociale. I cittadini, pertanto, non sono concepiti solo come destinatari dei servizi, ma come protagonisti dello sviluppo locale, soggetti attivi da coinvolgere nella definizione del Piano Integrato di Salute.
La Zona Alta Val di Cecina, già negli anni passati, ha avviato percorsi consultivi e di concertazione volti a promuovere una partecipazione attiva della comunità locale.
Negli anni 2000-2001 ha partecipato alla prima sperimentazione regionale del progetto “La Carta per la Cittadinanza Sociale: un’opportunità per la Comunità Locale”, avviando un percorso progettuale che ha molte affinità col percorso per la definizione del Piano Integrato di Salute: anche questa sperimentazione, infatti, aveva il proprio obiettivo centrale nella promozione di esperienze di cittadinanza attiva in vista della stipula di un “Patto” fra istituzioni e cittadini, nell’intento di ottenere un innalzamento della qualità della vita con il concorso di tutti i soggetti del territorio.
A monte di tale percorso, sono stati fissati quelli che possono essere ancora oggi considerati i “principi ispiratori del welfare locale”, principi ancora validi e condivisi, che fissano diritti e doveri delle parti coinvolte e che definiscono le finalità delle politiche e dei servizi territoriali rivolti alla persona.
Tali principi, riportati di seguito, vengono assunti come guida anche dal presente Piano, riconoscendone l’attualità e la validità come punti di riferimento cui ispirarsi nelle strategie di programmazione.
1. Informazione e comunicazione
Gli utenti dovranno poter disporre di un unico punto di riferimento per l’accesso ai servizi alla persona.
Gli operatori devono rivolgersi agli utenti utilizzando un linguaggio semplice e comprensibile.
Le procedure e i regolamenti devono essere semplificati, trasparenti e accessibili agli utenti, così come devono essere chiari e comprensibili i diritti definiti come esigibili.
E’ importante mettere i cittadini in condizione di verificare la qualità ed i risultati dei servizi. Questo principio risulta strategico per garantire un approccio corretto ai servizi specialmente verso i soggetti che più facilmente possono essere esclusi dai rapporti diretti.
La comunicazione e l’informazione sono compiti istituzionali per tutti gli operatori dei servizi e, pertanto, gli operatori devono ricevere una adeguata formazione per svolgere questa funzione e per verificarne gli esiti.
2. Umanizzazione
Il rapporto fra cittadini e servizi deve essere finalizzato a valorizzare la persona-utente nella sua individualità, al di sopra degli adempimenti burocratici che sono imposti dalla struttura e dalle esigenze delle procedure amministrative. I servizi devono essere in grado di creare con i cittadini un rapporto di reciproca fiducia: l’operatore del servizio deve essere un “alleato” e non percepito dai cittadini come un ostacolo alla risoluzione dei propri problemi.
3. Accessibilità e Territorio
Il principio dell’accessibilità presuppone la pari opportunità di accesso ai servizi (equità). Dobbiamo evitare che la domanda non espressa lasci un bisogno presente senza risposta: a tale scopo è necessario creare le condizioni affinché i punti di ascolto e di accoglienza agiscano in maniera coordinata.
La Carta della Cittadinanza rende indispensabile l’attenzione alla collocazione delle risposte in base alle specifiche caratteristiche della zona in cui queste devono essere erogate. Il principio deve consentire di accogliere tutte le istanze provenienti dal territorio così come si configura, permettendo sia l’avvicinamento dei servizi alla persona (decentramento), sia la caratterizzazione rispetto al contesto comunitario in cui vivono i cittadini (relazioni formali ed informali).
4. Tempestività
Si possono presentare bisogni che richiedono risposte immediate ed indifferibili (es. stati di abbandono, ecc.) ed altri che richiedono interventi tempestivi per garantire la non cronicizzazione dello stato di difficoltà e la promozione di condizioni di migliore autonomia possibile (libertà dal bisogno).
Talvolta le procedure per l’accesso ai servizi rallentano notevolmente la presa in carico del bisogno assistenziale con un inutile aumento dello stato di disagio. Si devono pertanto rendere possibili risposte rapide anche attraverso la messa a disposizione di risorse specifiche (economiche, professionali, strutturali).
5. Flessibilità
I rapidi mutamenti sociali impongono ai servizi la capacità di adeguarsi ai bisogni senza sclerotizzare risorse e prestazioni. Occorre, inoltre, che si perseguano modalità innovative di organizzazione e di sfruttamento della tecnologia come strumenti indispensabili anche nei servizi alla persona.
6. Integrazione
Il bisogno si esprime generalmente in forma complessa e richiede l’unificazione degli interventi mirati a soddisfarlo e l’incontro di responsabilità ai seguenti livelli: 1) Istituzionale fra i soggetti
pubblici titolari di funzioni; 2) Gestionale fra i soggetti sociali pubblici e privati che attuano servizi alla persona; 3) Professionale fra le competenze necessarie per garantire l’unitarietà della risposta . Queste forme di integrazione portano ad una presa in carico comunitaria dei problemi ed all’impegno di ricercare le risposte laddove i problemi stessi sorgono. In questo principio trova uno spazio determinante il Volontariato, sia per la produzione di servizi, sia per i valori che lo animano e che lo rendono protagonista nella cultura della solidarietà.
7. Partecipazione
Il rapporto fra cittadini ed istituzioni si sta rapidamente evolvendo ed agli erogatori di servizi viene richiesto dai cittadini e dalle loro formazioni sociali, un coinvolgimento sulle scelte da praticare e sulle modalità di soddisfare i bisogni. Occorre migliorare i canali della comunicazione, dell’ascolto, del dialogo, della concertazione tra Amministratori, operatori socio-sanitari e cittadini-utenti, in maniera da promuovere una cittadinanza attiva.
8. Efficienza – Efficacia – Qualità
Occorre che le risorse impiegate siano utilizzate in maniera oculata nel rispetto dei risultati che si intendono raggiungere e che inoltre si svolgano sistematiche verifiche sul rapporto prestazioni/risorse/esiti. Conseguentemente il lavoro dovrà essere articolato per progetti individualizzati, integrati e formalizzati con il coinvolgimento e la corresponsabilizzazione della famiglia, individuando altresì un referente del progetto.
9. Diritti esigibili e tutela
La Carta per la Cittadinanza deve prevedere livelli essenziali di servizi esigibili per tutti i cittadini superando le categorizzazioni (uguaglianza di prestazioni a parità di bisogno). Risulta necessario che la prestazione sia caratterizzata da un piano individualizzato di intervento. Questa modalità, infatti, consente di attivare un preciso percorso assistenziale con una presa in carico che responsabilizza l’Ente erogatore e che deve definire anche la responsabilità dell’operatore referente. E’ necessario che i cittadini, anche attraverso le proprie organizzazioni vengano messi in condizione di poter verificare la qualità dei servizi sulla base di chiari e predefiniti criteri di valutazione.
1.2 Il contesto istituzionale e normativo
Il Piano Sanitario Regionale 2005 – 2007 afferma che i sistemi socio-sanitario a carattere universalistico, nella loro generalità, stanno andando incontro a sfide di sostenibilità economica per l’effetto congiunto di tre fattori principali:
• L’aumento dei consumi sanitari dovuto principalmente al progressivo invecchiamento della popolazione e all’incremento di malati cronici
• La tendenza a medicalizzare tutte le problematiche di salute, che potrebbero trovare migliori risposte in altri ambiti di intervento
• L’utilizzo crescente di tecnologie sempre più avanzate e onerose nelle pratiche mediche.
La Regione, alla luce di tale valutazioni, ha sviluppato un’impostazione del modello toscano che vede da una parte il rafforzamento di logiche di razionalità economica con il rafforzamento dei Consorzi di Area Vasta e dall’altra lo sviluppo di processi di governo locale attraverso l’attribuzione alle zone socio-sanitarie di un ruolo e di una maggiore responsabilità nella programmazione dei servizi.
E’ in questo contesto che si inseriscono le Società della Salute, e quindi i Piani Integrati di Salute, attraverso i quali potranno essere sviluppate efficaci politiche integrate per la salute, non
affidate esclusivamente al sistema sanitario, e quindi si spera possano essere affrontate e risolte gran parte delle criticità presenti nell’attuale sistema.
Il percorso di avvio dei Piani Integrati di Salute si inserisce nel quadro normativo di seguito elencato:
- La L.R. 24 Febbraio 2005 n.40 “Disciplina del Servizio Sanitario Regionale” prevede all’articolo 21 che:
• Comma 1.”Il piano integrato di salute, di seguito denominato PIS, è lo strumento partecipato di programmazione integrata delle politiche sociali e sanitarie a livello di zona distretto, che si coordina, attraverso i suoi progetti, con gli strumenti di programmazione e d’indirizzo locali e con gli strumenti amministrativi di competenza dei comuni nei settori che incidono sulle condizioni di benessere della popolazione”.
• Comma 2. “Nel caso di sperimentazione della Società della Salute di cui all’articolo 65, il PIS costituisce lo strumento unico di programmazione socio-sanitaria di zona-distretto”.
• Comma 5. “L’avvio del processo di realizzazione del PIS è determinato da un atto deliberativo dell’articolazione zonale della conferenza dei sindaci che sancisce l’accordo in merito con l’azienda unità sanitaria locale; l’accordo ha ad oggetto, in particolare, le risorse rese disponibili dagli enti locali e dalle aziende sanitarie; queste ultime quantificano tali risorse con riferimento al documento economico di cui all’articolo 120, comma 2”.
• Comma 7. “Il PIS è approvato dalla articolazione zonale della conferenza dei sindaci; nel caso di sperimentazione delle Società delle salute, la competenza all’avvio del processo e all’approvazione del PIS è attribuita all’organo di governo della medesima”.
- Parallelamente la L.R 24 Febbraio 2005 n.41 “ Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale”, nell’art 36 “sostiene ed incentiva forme innovative di gestione unitaria dei servizi sociali e sanitari denominate Società della Salute” e, all’art 29 ribadisce che “nel caso di sperimentazione delle società della salute, di cui all’articolo 65 della LR 40/2005,…il piano integrato di salute costituisce lo strumento unico di programmazione locale della zona-distretto”.
- La deliberazione della Giunta Regionale n. 682 del 12 Luglio 2004, in cui vengono individuati, tra gli elementi necessari del Piano Integrato di Salute, l’adozione di un primo Profilo di Salute e l’individuazione dei problemi, dei bisogni e delle opportunità del territorio, attraverso gli strumenti della partecipazione, ovvero l’Immagine di Salute.
- La deliberazione 827 dell’8 Agosto 2005 della Regione Toscana sulla “identificazione di percorsi di avvio del piano integrato di salute” che riassume i fattori indispensabili per l’avvio del processo e più in particolare:
a. il principio di gradualità in ordine alla scelta di obiettivi di salute iniziali da sviluppare e potenziare nel tempo, con la finalità di promuovere la salute attraverso la programmazione di politiche settoriali integrate, secondo la disciplina recata dall’articolo 6 della richiamata L.R. 40/2005;
b. Gli elementi minimali costitutivi del PIS;
c. I raccordi con gli altri strumenti di programmazione locale nelle materie sanitarie e sociali territoriali, nonché con gli atti di programmazione esecutiva degli enti locali.
Sulla base di tali linee guida regionali, la Giunta della Società della Salute dell’Alta Val di Cecina, con deliberazione n. 11 del 25 luglio 2005 ha approvato gli indirizzi per la predisposizione del PIS, con cui si è avviata la fase di costruzione del medesimo.
L’atto di avvio, in coerenza con le indicazioni regionali e gli atti costitutivi della Società della Salute, contiene in particolare il percorso ed il metodo di lavoro scelto dalla zona Alta Val di
Cecina per la costruzione del PIS nonché le modalità di coinvolgimento e partecipazione dei soggetti istituzionali e sociali presenti nel territorio nonché dei rappresentanti della società civile locale, degli operatori e dei MMG e PLS.
Una volta definiti in tutti i loro aspetti i programmi di cui si compone il Piano, il presente documento unitario, in quanto atto fondamentale, deve essere sottoposto agli organismi di partecipazione del consorzio prima della sua approvazione definitiva da parte della Giunta.
1.3 Gli strumenti di programmazione in materia di salute
In materia di tutela della salute gli strumenti di programmazione in cui si inserisce il PIS sono articolati su due livelli: regionale e locale.
Livello regionale:
• Il programma regionale di sviluppo
• Il Piano Sanitario Regionale (PSR), in raccordo con il piano sanitario nazionale ed i relativi strumenti di attuazione (art. 18 LR 40/’05)
• Il Piano Integrato Sociale Regionale (PISR), in raccordo con il Piano Sanitario Regionale (art. 27. LR 41/’05)
L’Art. 18 comma 4 LR 40/’05 afferma che: “La Regione opera per la progressiva unificazione delle disposizioni del PSR e del PISR, individuando le procedure per il coordinamento delle politiche socio-sanitarie con quelle degli altri settori regionali al fine di perseguire le politiche di cui all’articolo 6”;
così come l’Art. 26 comma 2 LR 41/’05 cita: “ La programmazione regionale e zonale del sistema integrato di interventi e servizi sociali è attuata secondo i principi dell’integrazione con gli atti di programmazione sanitaria e del coordinamento con quelli delle altre materie di cui all’art.3, comma 2, lettera b (politiche abitative, dei trasporti, dell’educazione, dell’istruzione, della formazione professionale e del lavoro, culturali, ambientali ed urbanistiche, dello sport e del tempo libero, della ricerca), nonché con tutti gli altri interventi finalizzati al benessere della persona ed alla prevenzione delle condizioni di disagio sociale”.
Livello locale:
• I Piano Integrati di Salute (PIS)
• I Piano attuativi delle aziende sanitarie locali (PAL), articolati in programmi di attività per zona-distretto
• I Piani Attuativi delle Aziende Ospedaliere-Universitarie (PAO)
• I piani di zona (PdZ)
Il PIS, di cui all’art. 21 della LR 40/’05 è lo strumento con il quale sono integrate le politiche sociali di ambito zonale con le politiche sanitarie a livello di zona-distretto (art.29 comma 3 LR 41/’05).
Il Piano Attuativo Locale (PAL) è lo strumento di programmazione con il quale le Aziende Unità Sanitarie Locali programmano le attività da svolgere recependo, per le attività sanitarie e socio-sanitarie territoriali, il PIS di zona-distretto (art. 22 comma 5 LR 40/’05).
Il Piano di zona (PdZ) è lo strumento della programmazione locale del sistema integrato ed è elaborato tenendo conto delle indicazioni e degli obiettivi contenuti nel Piano Integrato Sociale Regionale (art. 29 comma 1 LR 41/’05).
Nel caso di sperimentazione della Società della Salute il PIS costituisce lo strumento unico di programmazione socio-sanitaria di zona-distretto (art. 21 comma 2 LR 40/’05 e art. 29 comma 4 LR 41/’05).
I Piani Attuativi Ospedalieri (PAO), infine, costituiscono lo strumento con il quale le Aziende Ospedaliere-Universitarie programmano le attività di propria competenza (art.23 comma 1 LR 40/’05).
Il procedimento di formazione del PIS, formulato sulla base delle linee guida regionali sopra richiamate, tiene conto della programmazione e degli atti fondamentali di indirizzo regionali e comunali, prevedendo momenti di raccordo e forme di rapporto con gli altri enti pubblici interessati, con le organizzazioni di volontariato e le strutture del terzo settore.
Nel caso di sperimentazione della Società della Salute, la competenza all’avvio e all’approvazione del PIS è attribuita all’organo di governo della medesima (art. 21 comma 7 LR 40/’05).
1.4 Il nuovo strumento locale di programmazione integrata
Il Piano Integrato di Salute (PIS) rappresenta dunque il nuovo strumento locale di programmazione integrata a livello della zona-distretto e per le Società della Salute, espressione delle funzioni di governo delle stesse. Ha durata triennale e si attua attraverso programmi operativi annuali che ne possono anche costituire aggiornamento. Il PIS, una volta approvato, vincola per la sua realizzazione i successivi atti di programmazione dei soci afferenti il Consorzio della Società della Salute.
Il PIS è quindi lo strumento e il luogo centrale dove sono elaborate azioni di miglioramento per realizzare una strategia globale della salute per tutti.
La vera novità dei Piani Integrati di Salute è rappresentata proprio dal fatto che tutte le Istituzioni che potenzialmente hanno un ruolo nella promozione della salute, sono chiamate ad impegnarsi su un percorso comune e, per questo, dovranno trovare strumenti, modalità e linguaggi condivisi. Un ruolo molto importante può essere giocato anche dai cittadini che hanno la possibilità di partecipare a questo percorso sia come singoli che in forme associate: essi possono dare, infatti, un contributo essenziale nel mettere in luce i bisogni di salute della popolazione e, non da ultimo, adottando comportamenti che tutelano la salute propria ed altrui, astenendosi dall’uso di sostanze che minacciano la salute (fumo di tabacco, sostanze alcoliche e tossiche, sostanze stupefacenti; adottando una sana alimentazione in famiglia, praticando una costante attività fisica, ecc.; aiutando i più deboli, i portatori di disabilità, i malati, interessandosi degli emarginati).
Al fine di conferire al PIS l’efficacia necessaria, è indispensabile attuare la più ampia concertazione interistituzionale tra i diversi attori del sistema, con riferimento al potenziale impatto che le loro decisioni assumono sulla salute della Comunità: è importante dunque promuovere la massima partecipazione, informazione e decisione delle comunità locali ai processi decisionali che possono efficacemente realizzarsi potenziando l’integrazione settoriale anche attraverso il coordinamento delle risorse professionali, strumentali e finanziarie.
Per capire quanto sia importante l'impegno forte da parte di tutti, si può pensare a cosa succederebbe se, ad esempio, si provasse ad ideare un progetto per diminuire gli incidenti stradali
fondato unicamente sull'aumento del numero di pattuglie di vigili posti a controllare le strade e pronti a fare multe agli automobilisti imprudenti. Certo questa soluzione potrebbe avere qualche esito positivo, ma sicuramente non aiuterebbe molto a far diminuire la quantità degli incidenti che avvengono sulle strade: innanzitutto perché essa si limita ad una sola delle cause degli incidenti (l'imprudenza degli automobilisti) ma non modifica per niente tutte le altre (come le cattive condizioni della strada, l'eccessivo traffico, ecc.) e, in secondo luogo, perché è diretta solo a punire comportamenti scorretti senza assicurarne il miglioramento. Sono necessari invece contributi da più parti: le Aziende Sanitarie devono mettere a punto e diffondere dati sul rapporto tra stato psicofisico e incidenti stradali, le scuole guida devono insegnare ai futuri guidatori quali sono le fonti di rischio sulle strade, e, quali invece i modi per diminuire tale rischio, i singoli cittadini devono impegnarsi a utilizzare maggiormente i mezzi di trasporto pubblici, gli Enti Locali proprietari delle strade devono migliorare la viabilità e curare la manutenzione delle strade stesse, ecc.
Quindi progettare e realizzare un Piano Integrato di Salute è molto complesso ma sembra essere la risposta più adeguata ai processi innovativi posti in essere dalla Regione e dai Comuni.
CAPITOLO II - IL PIANO INTEGRATO DI SALUTE DELL’ALTA VAL DI CECINA
2.1 Struttura, contenuti
Secondo la delibera della Giunta regionale 827/2005 per le zone che sperimentano la Società della Salute, il PIS anche se in fase di avvio e di sviluppo graduale, deve contenere come elementi minimali costitutivi almeno i seguenti componenti:
➢ definizione di un primo Profilo di Salute;
➢ individuazione delle risorse complessive (Comuni, Regione e ASL) costituenti il budget di riferimento per questa fase della programmazione;
➢ individuazione dei problemi, dei bisogni e delle opportunità, attraverso gli strumenti della partecipazione;
➢ scelta delle priorità;
➢ definizione delle azioni;
➢ stesura dei programmi.
Il PIS basa la sua efficacia su una conoscenza adeguata della realtà sociale, sanitaria, ambientale della zona, espressa dal “Profilo di salute” che, attraverso un processo graduale di valutazione delle evidenze epidemiologiche, dei problemi diffusamente percepiti o espressi da gruppi specifici di popolazione nel confronto tra i soggetti istituzionali ed i soggetti della partecipazione, si trasforma in una “Immagine di salute”. Dalla selezione e gerarchizzazione dei problemi e delle opportunità contenute nell’Immagine di salute si decidono le azioni di intervento e per ciascuna azione si definiscono poi uno o più progetti con obiettivi misurabili. Attuazione e valutazione dei risultati chiudono il ciclo programmatorio del PIS.
In coerenza alle indicazioni degli atti di programmazione regionali, la Giunta della Società della Salute dell’Alta Val di Cecina, con delibera n.11 del 25/07/2005 ha approvato l’Atto di indirizzo per la costruzione del Piano Integrato di Salute.
Il PIS dell’Alta Val di Cecina, come prodotto documentale, risulta composto dai seguenti elementi costitutivi, tra loro distinti ma coordinati e correlati:
➢ Principi e criteri ispiratori del sistema di welfare locale contenuti nella Carta per la Cittadinanza Sociale dell’Alta Val di Cecina;
➢ Profilo di Salute, una fotografia della comunità e del territorio, contenente dati oggettivi sui principali determinanti di salute individuati in ambito locale;
➢ Immagine di Salute, analisi critica e partecipata del Profilo, con evidenza delle coppie “problema-possibile soluzione” e “risorse-possibili sviluppi” presenti sul territorio;
➢ Programmazione e linee di progettazione dei servizi, contenente i programmi di azione per il raggiungimento di macro-obiettivi di salute misurabili;
➢ Piano di Comunicazione, cioè la strategia e le modalità per la diffusione di informazioni corrette, comprensibili, organizzate, tempestive, aggiornate ed accessibili da tutti i punti della rete locale.
➢ Le risorse: budget virtuale, dove sono indicati i bilanci di provenienza degli enti partecipanti alla gestione del PIS e quindi il budget di zona dell’Azienda USL 5 e le risorse messe a disposizione dai Comuni per le attività sociali.
➢ Accordo di programma con gli enti e le istituzioni disponibili per l’attuazione del Piano Integrato di Salute
➢ Patto per la Salute della zona Alta Val di Cecina, documento che impegna i singoli soggetti firmatari ad assumere i programmi ed i progetti previsti dal PIS ed i relativi oneri.
La stesura dei progetti operativi viene demandata alla fase successiva di realizzazione del PIS. Ovviamente i Progetti operativi, conseguenti e correlati alle azioni e obiettivi strategici contenuti nel PIS, dovranno indicare:
▪ un responsabile tecnico per la sua stesura e realizzazione;
▪ obiettivi generali e obiettivi operativi;
▪ le risorse tecnologiche, umane e finanziarie allocate e loro provenienza;
▪ le attività necessarie, la loro successione temporale, i risultati ottenuti, i soggetti realizzatori;
▪ il tipo e la scansione temporale delle verifiche in itinere;
▪ soggetti responsabili di eventuali atti amministrativi necessari al superamento di fase;
▪ modalità operative degli interventi, organizzate in un piano di lavoro che identifichi le fasi logiche e temporali delle attività;
▪ indicatori di valutazione del raggiungimento degli obietti
2.2 Il processo di costruzione
Nel presente paragrafo si intende fornire uno strumento di lettura e diffusione di quanto è stato fatto dalla Società della Salute dell’Alta Val di Cecina nell’intento di predisporre ed attuare il “ primo tentativo” Piano Integrato di Salute.
Il percorso compiuto, le strategie e gli obiettivi indicati e definiti, impongono una visione schematica e riassuntiva d’insieme che permetta una lettura integrata di quanto destinato ad incidere sui diversi determinanti che influiscono sulla salute e sul benessere della popolazione dell’Alta Val di Cecina.
L’esperienza fin ora maturata ci permette di :
- migliorare le conoscenze sui fenomeni in essere e da affrontare;
- mettere a fuoco le cause che determinano disuguaglianze di salute e sofferenze;
- evidenziare e riassumere le azioni censite e intraprese per migliorare la situazione esistente.
L’obiettivo è di offrire molteplici possibilità di utilizzo: favorire l’adozione di politiche e di interventi atte a migliorare la salute dei cittadini interessati dai diversi fenomeni evidenziati; facilitare l’individuazione di priorità su cui destinare ulteriori risorse; migliorare il coordinamento dei soggetti che intervengono facilitando altresì le sinergie tra di essi ed evitando inutili sovrapposizioni; stimolare la partecipazione di quanti interessati a proporre azioni che siano dirette a raggiungere gli obiettivi programmati; descrivere succintamente quanto programmato fornendo così un quadro di riferimento su cui basare le verifiche di raggiungimento degli obiettivi prefissati.
L’obiettivo prioritario resta comunque quello di socializzare, con uno strumento facilmente leggibile ed utilizzabile; per questo, la definizione della realizzazione del PIS su questa zona è stata condivisa con assemblee pubbliche in ogni comune con tutti i soggetti presenti sul territorio in modo da creare, fin dall’inizio, una relazione diretta con i cittadini.
Gli incontri si sono svolti nel mese di luglio, rispettivamente:
✓ 15/07/2005: Comune di Montecatini V.C.;
✓ 18/07/2005: Comune di Volterra;
✓ 21/07/2005: Comune di Castelnuovo V.C.;
✓ 22/07/2005: Comune di Pomarance.
ed hanno rappresentato un primo importante momento di confronto con la cittadidanza, a cui è stato direttamente illustrato che cos’è la Società della Salute, quali sono le sue finalità e le modalità per raggiungerle ed è stato illustrata l’ipotesi di percorso per la costruzione del PIS.
Al fine di conferire al PIS l’efficacia necessaria, il percorso di partecipazione avviato dalla Società della Salute, è stato rispettato fedelmente in tutte le fasi di realizzazione del PIS stesso.
La realizzazione del PIS implica il compimento delle seguenti fasi:
1. Costruzione del PIS:
1.1 elaborazione del Profilo di Salute e dell’Immagine di Salute, con individuazione dei problemi, dei bisogni e delle opportunità;
1.2 scelta delle priorità;
1.3 elaborazione del Piano: programmazione (definizione delle azioni);
2. Attuazione dei Programmi
2.1. Progettazione (stesura dei progetti)
2.2. Attuazione dei progetti
COSTRUZIONE:
➢ Individuazione problemi, bisogni e opportunità
➢ Scelta delle priorità
➢ Definizione dei programmi e delle azioni
3. Monitoraggio e valutazione dei risultati
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE
ATTUAZIONE
( a partire dalla progettazione)
Fig.1 Fasi di realizzazione del PIS
Il percorso di costruzione del PIS si caratterizza, per la sua natura sperimentale e partecipata, come:
- processo aperto perché suscettibile di modifiche in corso d’opera, in relazione ai risultati ed ai problemi che andranno a formarsi;
- processo sistematico perché i diversi elementi che comporranno il PIS nella sua forma definitiva dovranno essere fra loro coerenti e coordinati.
Fase 1 - Costruzione del PIS
Fase 1.1: Elaborazione del Profilo e dell’Immagine di Salute con individuazione dei problemi, dei bisogni e delle opportunità
La prima fase ha avuto come obiettivo l’individuazione dei problemi, dei bisogni e delle opportunità che caratterizzano il territorio e la popolazione della zona Alta Val di Cecina; questa fase ha avuto una funzione generativa e, sulla validità delle sue conclusioni, poggia l’efficacia dell’intero processo di realizzazione del PIS.
Il Profilo di Salute rappresenta una fotografia della comunità e del territorio in quanto è la descrizione oggettiva del territorio e delle comunità dell’Alta Val di Cecina, È ripartito per aree tematiche comprendenti gli aspetti che influenzano maggiormente i determinanti di salute.
Il Profilo è stato elaborato dalla Segreteria Tecnica tramite il reperimento di dati e la loro rielaborazione. Con deliberazione del 5 Ottobre 2005 la Giunta della Società della Salute ha preso atto della prima stesura del Profilo di Salute che è stato successivamente presentato alle rappresentanze della partecipazione, allo Staff di Direzione e al Gruppo Tecnico di Coordinamento, appositamente costituito per seguire lo sviluppo dell’intero percorso per la costruzione del PIS.
Gli incontri si sono svolti con il seguente calendario:
✓ 12/10/2005: Presentazione alla Consulta del terzo settore e al Comitato di Partecipazione presso la Foresteria dell’Auxilium vitae –Volterra;
✓ 14/10/2005: Presentazione alle Organizzazioni Sindacali presso la Sala riunioni dell’Azienda Usl 0, Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx;
✓ 14/10/2005: Presentazione alla Conferenza dei Capigruppo presso la Sala riunioni dell’Azienda Usl 0, Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx;
✓ 14/10/2005: Presentazione allo Staff di Direzione presso la Sala riunioni dell’Azienda Usl 0, Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx;
✓ 14/10/2005: Presentazione al Gruppo Tecnico di Coordinamento presso la Sala riunioni dell’Azienda Usl 0, Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx.
Per integrare i dati oggettivi delineati nel Profilo di Salute, è stata realizzata una prima Immagine di Salute della Zona, che è sinteticamente riportata in un documento che costituisce, insieme al Profilo, un allegato del PIS.
L’Immagine di Salute è la percezione soggettiva che i cittadini hanno della loro qualità di vita, del loro stato di salute e di ciò che può influenzarlo. Ciò che soggettivamente viene ritenuto importante, non sempre coincide con l’opinione dei tecnici, ma, proprio perché il benessere e la qualità della vita riguardano principalmente la sfera della soggettività, “la parola alla cittadinanza” deve essere un elemento imprescindibile nella definizione delle principali linee di intervento. L’Immagine di Salute è stata quindi il risultato dell’analisi critica della situazione emersa dal Profilo di Salute ed è finalizzata alla costruzione di una mappa dettagliata delle risorse e delle criticità della zona, alla formulazione di proposte di risoluzione e di priorità di intervento per
VALUTAZIONE CONDIVISA
PROBLEMI BISOGNI OPPORTUNITA’
espressi dalla PARTECIPAZIONE
singole aree tematiche. Rappresenta quindi un importante strumento a supporto della presa di decisione.
PROFILO DI SALUTE
IMMAGINE DI SALUTE
Fig.2 Processo di Costruzione dell’Immagine di Salute
Per la creazione dell’Immagine di Salute sono stati costituiti Gruppi Tecnici di Xxxxxx che hanno visto insieme tante figure eterogenee tra loro.
Chiaramente ciascun gruppo si è modellato ed ha previsto i propri membri con le opportune variazioni in funzione dell’area di lavoro a cui era dedicato.
Le aree tematiche proposte sono state tali da coprire tutte le categorie sociali, con particolare attenzione a quelle che presentano problematiche specifiche.
Il lavoro prodotto dai gruppi tecnici ( 2-3 incontri per area tematica), pur essendo realizzato in tempi rapidi, ha visto il coinvolgimento diretto di oltre 120 persone.
Successivamente il lavoro dei gruppi è stato confrontato e presentato sul territorio per recepire osservazioni e/o integrazioni attraverso consultazioni con i cittadini, secondo il seguente calendario:
✓ 02/12/2005: presentazione Profilo di Salute e lavoro svolto dai Gruppi sull’Immagine di Salute alla cittadinanza del Comune di Volterra;
✓ 05/12/2005: presentazione Profilo di Salute e lavoro svolto dai Gruppi sull’Immagine di Salute alla cittadinanza del Comune di Montecatini V.C;
✓ 07/12/2005: presentazione Profilo di Salute e lavoro svolto dai Gruppi sull’Immagine di Salute alla cittadinanza del Comune di Castelnuovo V.C;
✓ 12/12/2005: presentazione Profilo di Salute e lavoro svolto dai Gruppi sull’Immagine di Salute alla cittadinanza del Comune di Pomarance.
Si sono svolti anche incontri con i Capigruppo Consiliari e con i rappresentanti tecnici dell’Azienda USL e dei Comuni, dove sono stati forniti ulteriori importanti e preziosi contributi che hanno integrato il lavoro dei gruppi:
✓ 13/12/2005: Conferenza dei Capigruppo Consiliari a cui è stato presentato il lavoro dei Gruppi sull’Immagine di salute;
✓ 14/12/2005: Rappresentanti tecnici di Comuni e Azienda USL 5 a cui è stato presentato il lavoro dei Gruppi sull’Immagine di Salute;
Il 14/12/2005 è stato organizzato un incontro con i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali, a cui è stato fornito, secondo gli accordi sottoscritti nel protocollo d’intesa, il documento relativo all’Immagine di Salute. Le stesse XX.XX, in data 26/01/2006, hanno presentato le proprie considerazioni e valutazioni: sostanzialmente è stata condivisa la rappresentazione delle problematiche di ordine socio-assistenziale della Val di Cecina nell’articolazione delle 7 aree tematiche, e anche la individuazione e la elencazione degli ambiti di intervento delle politiche per
l’integrazione socio-sanitaria, per una migliore informazione e accessibilità dei servizi per il cittadino e per l’integrazione dei MMG e PLS con l’assistenza domiciliare sociale e sanitaria.
Riguardo al Comitato di Partecipazione e alla Consulta del Xxxxx Xxxxxxx, va detto che oltre al loro coinvolgimento nei Gruppi Tecnici di Lavoro, si sono realizzati altri due incontri, rispettivamente:
✓ il 21/11/2005: Consulta del Terzo Settore per presentare e discutere il lavoro dei Gruppi sull’Immagine di Salute.
✓ Il 6/12/2005: Comitato di Partecipazione per presentare e discutere il lavoro dei Gruppi sull’Immagine di Salute.
Il 16 Dicembre 2005, quando la Giunta ha preso atto del documento relativo all’Immagine di Salute, e sono state poste le basi per le fasi successive di realizzazione del PIS.
Fase 1.2: Scelta delle Priorità
La definizione delle priorità di intervento è compito della Giunta in quanto organo preposto all’attività di programmazione; tale scelta è effettuata sulla base delle indicazioni preliminari emerse dall’Immagine di Salute, tenuto conto anche delle linee programmatiche regionali.
Fase 1.3: Elaborazione del Piano: Programmazione (definizione delle azioni)
Questa fase vede la traduzione delle priorità in obiettivi di salute e questi poi in azioni articolate in uno o più programmi che verranno successivamente sviluppati in progetti operativi.
I programmi, nell’ambito dei necessari equilibri di bilancio, sono orientati a coordinare le risorse disponibili, coerentemente agli obiettivi di salute individuati.
Programmazioni dei singoli Enti
Mappa dei servizi e degli attori
Priorità derivanti dall’Immagine di Salute e dal Profilo di Salute
Indicazioni PSR
Indicazioni PISR
Programmazione PIS
Per questo, sulla base del lavoro svolto, la Società della Salute ha approvato le schede di programmazione propedeutiche per la progettazione futura.
2. Attuazione dei Programmi
Nella fase di attuazione si prevede prima di tutto di trasformare le linee di azione emerse dalla fase di programmazione in progetti operativi, che saranno orientati alla realizzazione degli interventi necessari a perseguire i singoli obiettivi previsti dai programmi di riferimento.
La progettazione potrà prevedere anche:
▪ tavoli di co-progettazione;
▪ bandi di progettazione.
Ogni progetto operativo dovrà contenere:
- un responsabile tecnico per la sua stesura e realizzazione;
- obiettivi generali e obiettivi operativi;
- le risorse tecnologiche, umane e finanziarie allocate e loro provenienza;
- le attività necessarie, la loro successione temporale, i risultati ottenuti, i soggetti realizzatori;
- il tipo e la scansione temporale delle verifiche in itinere;
- soggetti responsabili di eventuali atti amministrativi necessari al superamento di fase;
- modalità operative degli interventi, organizzate in un piano di lavoro che identifichi le fasi logiche e temporali delle attività;
- indicatori di valutazione del raggiungimento degli obiettivi.
Alla stesura seguirà quindi l’attuazione dei progetti che dovranno realizzare i programmi previsti per le azioni definite in fase di programmazione e quindi poter raggiungere gli obiettivi specifici di miglioramento di salute della popolazione previsti.
3. Monitoraggio e valutazione dei risultati
Il processo di valutazione avrà la finalità di accertare il grado di raggiungimento degli obiettivi specifici e la loro congruità con gli obiettivi di salute del PIS stesso.
Tale processo si realizzerà attraverso momenti di analisi tecnica dei risultati e delle modalità realizzative del PIS e anche attraverso una informazione ed una comunicazione diretta con la popolazione.
2.3 Gli attori
Gli attori coinvolti a vario titolo nel percorso di costruzione e attuazione del Piano Integrato di Salute dell’Alta Val di Cecina sono:
I Comuni
I Comuni di Castelnuovo Val di Cecina, Montecatini Val di Cecina, Pomarance e Volterra costituiscono, insieme alla Azienda USL n. 5, gli attori principali della Società della Salute dell’Alta Val di Cecina. Oltre alle competenze nelle attività sociali territoriali, che confluiscono nell’ambito del Consorzio, ai Comuni fanno capo le competenze relative all’ urbanistica, all’ambiente, alla cultura, allo sport, alla casa, alla istruzione, alle attività commerciali, alla mobilità, alla polizia urbana ecc.
La quasi totalità delle politiche che influiscono sulla salute ed il benessere della popolazione prevedono un elemento unificante nel livello comunale come elemento di programmazione locale: le varie politiche trovano quindi il centro propulsore e unificatore nei Comuni.
La Società della Salute quindi, attraverso il Piano Integrato di Salute, promuove la “contaminazione” degli strumenti di programmazione a livello comunale, attraverso modalità di lavoro che coordinano le diverse competenze.
L’Azienda USL
L’Azienda USL n.5 è l’altro attore fondamentale della Società della Salute dell’Alta Val di Cecina. Oltre alle attività sanitarie territoriali che confluiscono nel campo del Consorzio, alla USL fanno capo le competenze relative alla prevenzione ed alla assistenza ospedaliera.
La Società della Salute concorda con il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Unità Sanitaria Locale le modalità di integrazione delle attività del Dipartimento con il Piano Integrato di Salute, sulla base delle priorità individuate.
La Società della Salute, nell’esercitare la funzione di governo della domanda complessivamente espressa dal territorio, è chiamata a collegarsi alle attività sanitarie, socio-sanitarie e sociali non realizzate direttamente. In particolare provvede a definire, in riferimento agli obiettivi della propria programmazione e nel rispetto dei parametri e dei criteri definiti dalla programmazione regionale e locale (appropriatezza, linee guida, percorsi assistenziali), accordi con i presidi ospedalieri di riferimento finalizzati a:
- assicurare la continuità dei percorsi assistenziali;
- garantire l’integrazione nell’erogazione delle prestazioni e nell’organizzazione dei servizi ad alta integrazione socio-sanitaria;
- assicurare volumi e tipologie di prestazioni, in regime di ricovero e ambulatoriale, necessarie per il fabbisogno della zona;
La Società della Salute, inoltre, al fine di monitorare e governare l’andamento della domanda e dell’offerta dei servizi, provvede a stipulare accordi con i soggetti prescrittori ed erogatori delle prestazioni sanitarie e sociali (MMG, PLS, farmacie, Terzo Settore).
Resta ferma la competenza dell’Azienda Unità Sanitaria Locale sui rapporti contrattuali con gli Istituti di Ricovero accreditati.
La Provincia
La Provincia di Pisa è coinvolta per le materie di propria competenza, in particolare lavoro, formazione professionale, viabilità, trasporti e sviluppo economico.
In questo quadro assumono particolare importanza gli interventi di preformazione, di formazione e di integrazione lavorativa dei soggetti disabili e delle categorie svantaggiate: sempre in tema di azioni per l’integrazione dei soggetti disabili, è opportuno ricordare che è in atto un Accordo di Programma, promosso dalla Provincia stessa, che coinvolge tutti i Comuni del territorio, le USL presenti ed il Centro di Servizi Amministrativi, volto a promuovere l’integrazione scolastica.
E’ inoltre da approfondire il tema della interrelazione fra i livelli di pianificazione provinciale su tematiche di impatto per i determinanti di salute (Piano Territoriale di Coordinamento Territoriale, Piano provinciale di gestione dei rifiuti, Gestione integrata della mobilità sull’area vasta, Patto per lo Sviluppo Locale ecc.).
La collaborazione con la Provincia è, inoltre, attiva per quanto attiene le relazioni con l’Osservatorio delle Politiche Sociali, partner privilegiato per l’elaborazione del Profilo di Salute della Zona: un importante supporto, infine, viene dalla Provincia rispetto al ruolo svolto nell’ambito della promozione del Terzo Settore e alla tenuta degli Albi Provinciali.
La Comunità Montana
La Comunità Montana Val di Cecina è coinvolta per le materie di propria competenza, attinenti, in particolare, lo sviluppo economico, la valorizzazione delle risorse ambientali, la difesa del suolo e la protezione dell’ambiente.
In questa ottica di promozione di uno sviluppo armonioso e globale del territorio, la Comunità Montana può dare un contributo importante nella programmazione di politiche per il benessere della collettività.
L’Università e CNR
L’Università e il CNR di Pisa costituiscono partner importanti della Società della Salute per il raggiungimento di obiettivi di salute.
Una forte base culturale, scientifica e universitaria, è necessaria per cogliere le opportunità che si aprono con l’avvio del Piano Integrato di Salute.
In questo quadro, la rete universitaria è una risorsa fondamentale per la Società della Salute.
L’Arpat
Nell’ambito degli Obiettivi di Salute particolare importanza assumono quelli derivanti da azioni nei confronti dei determinanti ambientali.
In questo quadro gli obiettivi di salute che operano sui determinanti ambientali necessitano di un coinvolgimento in primo luogo degli attori dell’Amministrazione Comunale (Assessorato all’Ambiente) e dell’Azienda USL n.5 (Dipartimento della Prevenzione), per lo sviluppo delle politiche ambientali.
La Società della Salute intende promuovere accordi con l’ARPAT in particolare in relazione ai compiti dell’Agenzia relativamente a:
• supporto tecnico al Servizio Sanitario per le attività di prevenzione e controllo sulla tutela della salute della collettività;
• Sistema Informativo Regionale ambientale e sistemi di contabilità ambientale ed attività tecniche connesse all’ambiente, in relazione con il Profilo di Salute;
• effettuazione delle analisi di laboratorio di rilevo ambientale e di prevenzione sanitaria collettiva;
• informazione, educazione e formazione in campo ambientale, con particolare attenzione alle tematiche di particolare interesse per la salute.
L’ Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “S.Chiara”
La L. 328/00 e il successivo D.L. 207/01 hanno riconsiderato profondamente il ruolo delle IPAB e la loro collocazione nel percorso socio-assistenziale del territorio.
La Regione Toscana con la legge n. 43/2004 recepisce e qualifica gli indirizzi normativi nazionali, insistendo su un ruolo attivo delle Aziende di Servizi alla Persona considerate parte integrante del sistema regionale integrato degli interventi e dei servizi sociali e come tali inserite fra gli attori che partecipano alla programmazione zonale. ( vedi L.R. 43/04 art.12 “Partecipazione al sistema integrato dei servizi sociali” comma 1: “L’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona fa parte del sistema regionale integrato degli interventi e dei servizi sociali e partecipa alla programmazione zonale”).
L’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana
L’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) della Toscana, con funzioni di supporto e consulenza tecnico scientifica al Consiglio e alla Giunta regionale in materia di organizzazione e programmazione sanitaria si propone di fornire informazioni e strumenti a supporto della programmazione regionale, dei processi decisionali e di rinnovamento organizzativo di livello sia regionale che locale, dell’attività professionale degli operatori sanitari, promuovendo il continuo miglioramento della salute e della qualità degli interventi di prevenzione e dell’assistenza sanitaria per i cittadini della Regione. In questo quadro, l’Agenzia Regionale di Sanità rappresenta una risorsa fondamentale per la Società della Salute.
La comunità locale
La progettazione per obiettivi di salute ha la necessità di attivare tutte le risorse presenti nella comunità, di metterle “in rete” per rispondere ai bisogni e rafforzare le “opportunità” del territorio.
In questo senso va interpretato quanto previsto dalla Legge Regionale 41/2005 art.2 (comma 3):“La Regione e gli enti locali, nell’ambito delle rispettive competenze, riconoscono e agevolano il ruolo che il volontariato, gli organismi della cooperazione sociale, le associazioni e gli altri soggetti privati senza scopo di lucro, operanti nel settore, svolgono nella organizzazione e nella gestione del sistema integrato.”
In questo quadro, nell’applicazione del principio di sussidiarietà, in un sistema fortemente ancorato alla dimensione locale dei bisogni, delle opportunità, delle risorse e delle risposte, la programmazione pubblica avverrà con il più ampio coinvolgimento della comunità locale, in un’ottica che non considera i cittadini solo come destinatari dei servizi, ma come protagonisti dello sviluppo locale, soggetti attivi da coinvolgere nella definizione del Piano Integrato di Salute.
Di seguito vengono descritte le forme più strutturate adottare dalla Società della Salute per assicurare il coinvolgimento della comunità locale.
2.4. La partecipazione
La Società della Salute dell’Alta Val di Cecina ha cercato e continuerà a favorire e promuovere la partecipazione attiva dei cittadini nei processi decisionali allo scopo di fornire risposte più efficaci ai bisogni e ai diritti delle persone e della comunità locale.
Le linee di indirizzo regionali e lo Statuto della Società della Salute designano infatti due organismi di partecipazione, la Consulta del Terzo Settore e il Comitato di Partecipazione, che permettono al mondo dell’associazionismo e a tutto il terzo settore di condividere le linee delle azioni pubbliche in campo socio-sanitario e integrare la pianificazione locale con le esperienze e le progettualità del tessuto associativo.
Inoltre, per favorire la massima partecipazione in Alta Val di Cecina, è stato previsto un ulteriore organismo partecipativo, la “Conferenza dei capigruppo”, per la trattazione in xxx xxxxxxxxxxx x xxxxxxxxxx xxx xxxxxxxxxx xxxx (XXX, Bilancio, Relazione Annuale sullo Stato di Salute ecc..) e di tutti gli argomenti di particolare rilevanza. Per quanto riguarda infine le “Relazioni sindacali” è stato sottoscritto con le Organizzazioni Sindacali un protocollo di intesa, in base al quale, sono stati fissati impegni e specifici momenti di confronto e verifica sulla sperimentazione in atto.
Consulta del Terzo Settore
L’Articolo 25 dello Statuto della SdS prevede:
1. La “SdS AVC” favorisce e valorizza la massima partecipazione degli organismi non lucrativi di utilità sociale, degli organismi della cooperazione, delle associazioni e degli enti di promozione sociale, delle fondazioni e degli enti di patronato, delle organizzazioni di volontariato, degli enti riconosciuti delle confessioni religiose e delle istituzioni presenti nel proprio territorio e coinvolti, a vario titolo, nel campo dell’assistenza socio-sanitaria mediante la costituzione della Consulta del Terzo Settore.
2. La Consulta del Terzo Settore è composta da soggetti nominati della Giunta, rappresentativi degli organismi di cui al punto 1), che andranno a costituire i tavoli mediante i quali la “SdS AVC” organizza la partecipazione struttura ai propri processi di programmazione e di verifica dei risultati.
3. Nella logica di una governance sempre più orientata a raccogliere le istanze ed i contributi
attivi della società civile, la Consulta partecipa alla definizione dei Piano Integrato di Salute, fin dalla fase di formazione degli indirizzi, nell’ambito delle direttive impartite dalla Giunta. La partecipazione si realizza in particolare attraverso l’attività di Tavoli di Concertazione, quali strumenti di consultazione e di confronto con carattere di continuità, nonché attraverso
riunioni plenarie finalizzate particolarmente alla graduazione dei bisogni settoriali ed all’integrazione delle politiche.
4. La consulta si dota di un proprio regolamento di funzionamento ed è chiamata a formulare un parere sui diversi aspetti del PIS prima della sua approvazione. Di tale parere viene tenuto conto in modo espresso nel PIS approvato, sia in caso di accoglimento che di rigetto
delle eventuali proposte in esso contenute .
5. La partecipazione alla predisposizione del PIS non comporta né esclude il coinvolgimento
nel PIS stesso, in qualità di erogatori di prestazioni e servizi, delle organizzazioni presenti nella Consulta. Le organizzazioni rappresentate in Consulta che partecipano con proprie risorse di valore significativo alla realizzazione della rete di interventi socio-sanitari hanno titolo per partecipare alle fasi di programmazione operativa secondo le modalità determinate nell’atto di indirizzo per la formazione del PIS.
La Consulta del Terzo Settore della SdS dell’Alta Val di Cecina risulta costituita da 48 Associazioni/Enti/Cooperative, nominate dalla Giunta con deliberazione n.13 del 19/09/2005, le cui candidature sono state raccolte attraverso uno specifico bando pubblico.
Le 48 componenti della Consulta sono così rappresentate: 6 soggetti della Cooperazione Sociale, 4 Associazioni Sportive, 10 Associazioni di Volontariato, 22 Associazioni di promozione sociale, culturale,….,l’Azienda dei servizi alla persona”Santa Chiara”, l’”Istituto religioso “Sacro Cuore”, la Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra e 3 Istituti Scolastici Comprensivi della zona.
La Consulta della SdS dell’Alta Val di Cecina è dotata di un proprio Regolamento approvato con delibera n.20 del 16/12/2005 che ne disciplina l’organizzazione ed il funzionamento: ha nominato al suo interno il Presidente ed il Vice-Presidente con funzioni vicarie. Come previsto dal Regolamento la Consulta del Terzo Settore, nella seduta del 22 febbraio 2006, si è articolata in tavoli di concertazione che ricalcano sostanzialmente le 7 aree tematiche dell’Immagine di Salute.
I coordinatori di tali tavoli, insieme al Presidente, Vice-Presidente e 3 rappresentanti nel Gruppo Tecnico di Coordinamento, costituiscono il Coordinamento della Consulta che si riunisce periodicamente sulla base di obiettivi definiti, in base a quanto previsto nel regolamento stesso.
Comitato di Partecipazione
In base all’Articolo 26 dello Statuto:
1. Il Consorzio costituisce un organismo di partecipazione e consultazione denominato “Comitato di partecipazione” composto da membri nominati dalla Giunta tra i rappresentanti della comunità locale, espressione di soggetti della società rappresentativi dell’utenza, dell’associazionismo di tutela, delle organizzazioni di volontariato, purché non siano erogatori di prestazioni.
2. Il Comitato, che si dota di un proprio regolamento autonomo di funzionamento, elegge al proprio interno un Presidente con il compito, tra gli altri, di convocare le riunioni del Comitato medesimo.
3. Il Comitato, in particolare:
• elabora e presenta alla Giunta proposte per la predisposizione degli atti di programmazione e di governo generale di sua competenza;
• esprime pareri sulla qualità e quantità delle prestazioni erogate e sulla relativa rispondenza tra queste ed i bisogni dell’utenza, sull’efficacia delle informazioni fornite agli utenti, sul grado di integrazione socio-sanitaria del servizi resi e su ogni altra tematica attinente al rispetto dei diritti dei cittadini e alla loro dignità. In tale ambito esprime parere obbligatorio sia sulla bozza di PIS che sullo schema di relazione annuale della SdS AVC predisposti dal Direttore. Detti pareri potranno anche contenere
indicazioni e proposte di integrazione e modifica di tali documenti, nonché la proposta dl specifici progetti. La Giunta, qualora si discosti dal parere espresso dal Comitato di partecipazione, deve darne idonea motivazione nell’atto di approvazione;
• accede ai dati statistici di natura epidemiologica e di attività che costituiscono il quadro
di riferimento degli interventi sanitari e sociali della zona-distretto e, su tali elementi, può richiedere specifiche analisi e approfondimenti al Direttore della SdS AVC;
• redige, anche formulando specifiche osservazioni e proposte, un proprio rapporto annuale sulla effettiva attuazione del PIS e sullo stato dei servizi locali, che trasmette agli organi di amministrazione della SdS AVC, alle istituzioni coinvolte e alle organizzazioni sindacali;
• può essere coinvolto attivamente nell’azione di governo della domanda, organizzando e/o partecipando a campagne di orientamento e sensibilizzazione della comunità locale;
• può chiedere di incontrare la Giunta per un confronto sulle politiche in atto.
E' attraverso tale organismo che i cittadini partecipano alla Società della Salute, beneficiando di un meccanismo di tutela che supera il tradizionale sconfinamento agli aspetti gestionali (nelle forme del reclamo e della rimostranza), per affermarsi anche nell'ambito della progettazione, della vigilanza e della verifica dei risultati, dell'accesso ai dati, ecc..
In seguito alle richieste di adesione al Comitato di Partecipazione pervenute tramite apposito bando pubblico, con deliberazione n.14 del 19/09/2005 la Giunta della SdS dell’Alta Val di Cecina, ha istituito il Comitato di Partecipazione che è composto da 13 organizzazioni, che nello specifico vedono coinvolti 5 rappresentanti delle Consulte presenti sul territorio, un rappresentante della Commissione Pari Opportunità, un rappresentante delle Associazioni di Categoria e 6 rappresentanti del mondo dell’Associazionismo.
Il Comitato di partecipazione della SdS dell’Alta Val di Xxxxxx ha redatto un proprio Regolamento, approvato con deliberazione n.21 del 19/12/2005 che ne disciplina l’organizzazione e il funzionamento ed ha nominato un Presidente, che garantisce il buon andamento dei lavori, e un Vice-Presidente.
Conferenza dei Capigruppo
Secondo l’Articolo 26bis dello Statuto, “al fine di favorire la partecipazione degli organi consiliari dei comuni che partecipano al Consorzio, Il Presidente convoca la conferenza in cui tutti i capigruppo dei consigli dei comuni consorziati incontrano la Giunta della Società della Salute per la trattazione in via preliminare e consultiva dei seguenti argomenti:
- Piano integrato di salute;
- Bilancio di Previsione;
- Rendiconto della gestione;
- Relazione annuale sullo stato di salute.
La conferenza può essere convocata dal Presidente anche per la trattazione di altri argomenti giudicati dalla Giunta di particolare rilevanza.
Organizzazioni Sindacali
La Società della Salute ha stipulato un protocollo di intesa (Allegato C) con le rappresentanze dei sindacati confederali CGIL, CISL e UIL di cui la Giunta ha preso atto con delibera n.10 del 25/07/2005. Con tale protocollo si conviene di regolamentare il confronto sulle scelte e sugli indirizzi che la SdS provvederà ad adottare, nell’ambito delle proprie competenze.
Tale intesa risulta utile per dare attuazione a quanto previsto dallo Statuto e per definire le modalità del confronto e della verifica sull’attività di programmazione, data l’importanza delle
questioni da affrontare, riguardante il complesso dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari territoriali afferenti alla zona alta Val di Cecina.
2.4 Raccordo con altre programmazioni settoriali influenti sulla salute
Il Piano Integrato di Salute deve collocarsi in un quadro organico di scelte programmatiche e strategiche per la zona. Le scelte strategiche della zona devono diventare nei confronti della salute un tutto unico in cui ambiente, sviluppo, servizi, tempo libero, lavoro costituiscono insieme l’infrastrutturazione sociale del welfare della zona. Pertanto ad esempio dovrà esserci un raccordo tra gli obiettivi dei Piani Strutturali, in corso di predisposizione in alcuni comuni della zona, e le tematiche affrontate dal Piano Integrato di Salute
Molte importante sarà anche il collegamento con le programmazioni attuative a valle del PIS; è necessario quindi che sia i Comuni, nei propri piani di gestione, che l’Azienda Sanitaria, nel proprio Piano Attuativo Locale e nei budget di zona, riprendano in modo operativo le indicazioni emerse nel PIS.
CAPITOLO III - GLI STRUMENTI BASE PER LA CONOSCENZA DEI BISOGNI DI SALUTE
3.1 Profilo di Salute: una fotografia della comunità e del territorio
Come già detto, la salute di una comunità dipende da molteplici fattori spesso esterni all’organizzazione sanitaria (detti determinanti di salute). In particolare si tratta di fattori che definiscono le condizioni soggettive individuali (età, sesso e nazionalità), socio-economiche (istruzione, lavoro, pensioni, povertà) e legate agli stili di vita (alimentazione, attività fisica, fumo alcool, attività sessuale, uso dei farmaci) della popolazione e di fattori oggettivi ambientali (qualità di aria, acqua, suolo, altre forme di inquinamento) e connessi all’accesso ai servizi (sistema sanitario, servizio sociale, sistema scolastico, trasporti, attività ricreative).
Conoscere lo stato di salute della comunità è una attività complessa, ma estremamente importante in quanto consente agli attori sociali (amministratori, operatori dei Servizi, ecc.) di orientare appropriatamente le proprie azioni e di valutarne l’efficacia.
Il Profilo di Salute ha lo scopo di rispondere a questa esigenza conoscitiva e rappresenta una raccolta organizzata di dati epidemiologico-statistici di base, provenienti da fonti di varia natura, relativi ai diversi determinanti di salute che agiscono sulla comunità.
L’elaborazione del Profilo di Salute dell’Alta Val di Cecina è stata effettuata dalla Segreteria Tecnica tramite l’attivazione di un sistema di flussi informativi in grado di consentire la raccolta e l’integrazione tra le numerose fonti, molte delle quali non sanitarie. In questo senso, il Profilo di Salute può essere considerato come un primo esempio di rete integrata per la condivisione dei dati sui determinanti di salute.
I dati raccolti sono stati riorganizzati e talvolta rielaborati in modo da poter effettuare, quando possibile, confronti temporali (relativi generalmente al triennio 2002-2004) e spaziali (in particolare fra i territori di competenza della xxxx xxxxx-xxxxxxxxx, xxxxx X.X.X. 0 x xxxxx Xxxxxxx Xxxxxxx).
Laddove le elaborazioni effettuate hanno prodotto risultati di incerta interpretazione, sono stati interpellati i tecnici del singolo settore di competenza per avere spiegazioni in merito ai dubbi emersi.
La definizione del Profilo di Salute ha comportato quindi un grosso lavoro non esente da criticità fra le quali le principali sono state l’incompletezza, la qualità e l’integrabilità delle informazioni ottenute dalle fonti.
.
Per questo ci teniamo a sottolineare che il Profilo di Xxxxxx qui presentato vuole essere una prima rappresentazione della realtà e del terrtorio dell’Alta Val di Cecina e deve essere inteso come un documento dinamico in continuo aggiornamento; vista l’importanza che il quadro conoscitivo ricopre nei percorsi di programmazione, l’individuazione di modalità strutturate per l’integrazione del Profilo di Salute rappresenterà uno degli obiettivi del Piano Integrato di Salute
3.2 Immagine di Salute: i problemi di salute percepiti
Secondo la Regione Toscana, la definizione di un quadro conoscitivo adeguato ad una programmazione integrata, richiede che le informazioni oggettive siano condivise con la popolazione per poterne valutare collettivamente la pertinenza al territorio e che siano poi accolte quelle soggettive, frutto dell’esperienza e della percezione di cui i soggetti della partecipazione sono portatori. Un quadro informativo siffatto, sintetico, integrato, connotato, dei problemi per la salute peculiari della zona può definirsi una Immagine di Salute della Zona.
L’Immagine di Salute rappresentata in questo documento è, quindi, in estrema sintesi, l’interpretazione dello stato di salute percepito dalla popolazione che vive nel territorio dell’Alta Val di Cecina. Il lavoro, pur essendo realizzato in tempi rapidi, ha visto il coinvolgimento diretto delle varie espressioni della comunità che hanno lavorato in gruppi di lavoro appositamente costituiti. di
Pur consapevoli che il lavoro non è esaustivo, esso costituisce una buona base su cui la Società della Salute dell’Alta Val di Cecina può sviluppare la programmazione delle attività per il prossimo triennio.
L’Immagine di Salute integra i dati oggetti rilevati nel Profilo di con informazioni relative “alla salute percepita” ossia cerca di rappresentare quali problemi di salute sono percepiti come maggiormente sentiti dalle persone che vivono in questo territorio.
La conoscenza dei problemi oggettivi sullo stato di salute (profilo) e di quelli percepiti dalla popolazione che vive sul territorio (immagine) costituiscono elementi essenziali del Piano Integrato di Salute.
La metodologia di lavoro seguita per la costruzione dell’Immagine di Salute dell’Alta Val di Cecina è stata quella di individuare 7 aree tematiche rappresentative di tutte le categorie sociali, con particolare attenzione a quelle che presentano problematiche specifiche:
1. Infanzia, adolescenza e famiglia
2. Disabilità
3. Salute Mentale
4. Dipendenze
5. Adulti e categorie a rischio di esclusione sociale
6. Anziani
7. Immigrazione.
Per ogni area tematica è stato costituito un gruppo di lavoro.
In ciascun gruppo erano rappresentati le diverse componenti del “sistema salute” in modo da integrare una visione strategica con una visione sul campo dei problemi. Ogni gruppo aveva il compito di individuare, per la tipologia di popolazione di riferimento, le problematiche di salute prioritarie ed emergenti sul territorio dell’Alta Val di Cecina.
Ogni gruppo tecnico era composto da:
Un rappresentante del Servizio Sanitario Territoriale Un rappresentante del Servizio Sociale
Un rappresentante dei Dipartimenti interessati all’area di lavoro
Un medico di medicina generale o un pediatra
Un funzionario in rappresentanza di tutti i Comuni
Un amministratore in rappresentanza di tutti i Comuni Un rappresentante della Provincia
Un rappresentante delle associazioni di categoria
Un rappresentante di altre istituzioni interessate all’area di lavoro Fino a cinque rappresentanti della Consulta del Xxxxx Xxxxxxx
Un rappresentante Comitato di Partecipazione Un membro della Segreteria Tecnica
I risultati del lavoro dei 7 gruppi tecnici, integrato con le osservazioni emerse nelle consultazioni con i cittadini, con gli organi di partecipazione e con gli operatori degli enti aderenti al Consorzio, sono contenuti nell’allegato B). Mentre nell’allegato G) sono riportate le osservazioni e le integrazioni prodotte attraverso documenti scritti dagli organismi di partecipazione previsti nello statuto.
I contributi derivanti dall’Immagine di Salute completano quindi il quadro del Profilo di Salute e, insieme, consentono di raggiungere l’obiettivo di fondare la programmazione su una base di criticità e punti d forza delineati in maniera oggettiva ma anche partecipata e condivisa con un ampio numero di cittadini, testimoni del territorio.
Siamo tuttavia consapevoli che gli elementi del Profilo e dell’Immagine di Salute possono dare un quadro sicuramente sintetico e ancora imperfetto ma in ogni caso rappresentano una base di partenza attendibile e utile per ulteriori approfondimenti e linee di ricerca e per l’impostazione di un sistema di programmazione dei servizi maggiormente rispondente ai bisogni dei cittadini.
CAPITOLO IV – LA PROGRAMMAZIONE
4.1 Le strategie della programmazione
Con il PIS la Società della Salute dell’Alta Val di Cecina si pone degli obiettivi che intendono promuovere:
▪ una maggiore integrazione fra i settori della programmazione che si occupano delle varie categorie di “determinati della salute” dei cittadini;
▪ un nuovo ruolo di governo integrato per tutti gli interventi di sostegno alle persone (sociali, socio-sanitari e sanitari territoriali) in ambito zonale;
▪ un pieno coinvolgimento dei cittadini e delle varie espressioni sociali, attraverso il coinvolgimento del Terzo Settore (Volontariato, associazionismo, Cooperazione Sociale), dei rappresentanti dell’utenza e dei gruppi consiliari e la concertazione con le Organizzazioni Sindacali nelle modalità previsto dallo Statuto;
▪ una programmazione unitaria e condivisa che si orienti alla verifica dell’offerta, che si incroci con i bisogni rilevati, e consenta una valutazione di esito dei servizi, nonché la definizione degli obiettivi di salute e benessere individuati attraverso relazioni formali e sistematiche fra tutti coloro che si occupano delle azioni riconducibili ai vari determinati di salute;
▪ un modello di impiego delle risorse che sappia unire i punti di forza presenti nei Comuni e nell’Azienda USL e metta, allo stesso tempo, in luce i punti di debolezza per consentire una “mappatura delle disuguaglianze” e sia capace di orientare l’organizzazione al loro superamento, consentendo, attraverso una visione pienamente unitaria, il raggiungimento di una maggiore appropriatezza delle prestazioni e una razionalizzazione dell’uso delle risorse;
▪ la valorizzazione di un nuovo approccio culturale di tutti gli attori coinvolti, per orientare le azioni verso una integrale “promozione della salute” ( benessere fisico, psichico e sociale dei cittadini) secondo i seguenti orientamenti:
a) difendere la causa della salute dei cittadini affinché vengano modificati in senso favorevole i fattori politici, economici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali e biologici che hanno influenza sulla salute
b) mettere in grado le persone e la comunità di esprimere il loro massimo potenziale di salute
c) costruire un patto mediando fra i diversi interessi della società, affinché la salute sia considerata un valore centrale da tutti i settori della società stessa.
4.2 Indicazioni per le priorità
Il processo di sviluppo del PIS segue il principio di gradualità nel triennio con le finalità di promuovere la salute attraverso la programmazione integrata di politiche settoriali, che fino ad oggi vedevano specifici percorsi e modalità programmatorie ,e che non attengono ai soli ambiti sanitario e sociale, bensì a tutte le tematiche che incidono sul benessere e sulla coesione sociale.
L’avvio graduale del PIS, come previsto dalle “Linee Guida per la realizzazione dei Piano Integrati di Salute” (del. GRT n. 682/’94) implica una fase nella quale il piano assume alcune tematiche come parte effettiva di programmazione, mentre altre attività, fanno ancora riferimento alla programmazione preesistente dell’Azienda USL e dei Comuni.
La gradualità dell’avvio del PIS fa così salvi i processi programmatori in atto assicurando così la continuità dei servizi nel territorio in rapporto alle risorse previste dagli Enti consorziati.
Il progressivo completamento del PIS avverrà con successivi atti di integrazione del medesimo.
Dall’esame dei dati emersi dalla prima stesura del Profilo di Salute e sulla base dei problemi, dei bisogni e delle opportunità espressi dal mondo della partecipazione sono stati individuati gli ambiti prioritari di intervento e gli obiettivi da raggiungere in questa prima fase di programmazione triennale.
I problemi da affrontare e la ricerca delle relative soluzioni ci ha portato a definire i programmi e le linee da cui scaturiranno specifici progetti.
E’ evidente che il processo è dinamico per cui potrà essere necessario aggiornare la programmazione alla luce di nuovi bisogni o nuove indicazioni che potranno scaturire dalla programmazione regionale o da nuovi accordi con le altre Società della Salute.
Nello stesso tempo occorre prevederne la sostenibilità economica percui è evidente che i programmi di intervento che richiedono risorse aggiuntive potranno essere attuati solo dopo aver individuato le modalità di reperimento delle risorse necessarie, che potranno scaturire anche da processi di riconversione o riorganizzazione interna.
Pertanto, oltre a recepire pienamente le indicazioni del PSR e del PISR, la programmazione della Società della Salute dell’Alta Val di Cecina sarà orientata, oltre che a migliore governo della domanda e a un più efficiente sistema di servizi, verso un più strutturato e incisivo livello di integrazione tra i diversi soggetti, sia pubblici che del privato sociale, cercando di intervenire sulle categorie di popolazione più fragili o a rischio di esclusione sociale e a sostegno della famiglia, nelle sue varie fasi di evoluzione, in quanto uno dei pilastri essenziali del sistema.
4.2 Schemi di Programmazione: programmi di intervento e linee di progettazione
L’impostazione della programmazione è stata articolata per aree d’intervento, che ricalcano quelle individuate per l’Immagine di Salute e che corrispondono sostanzialmente ai soggetti portatori dei problemi di salute e che divengono i principali destinatari delle azioni. Pertanto le aree di programmazione sviluppate sono le seguenti:
▪ Area di interventi trasversali
▪ Infanzia, adolescenza e famiglia
▪ Disabilità
▪ Salute Mentale
▪ Dipendenze
▪ Adulti e categorie a rischio di esclusione sociale
▪ Anziani
▪ Immigrazione
Per ciascuna area vengono poi definiti i seguenti punti:
- Problema: dove si evidenziano le particolari criticità e problematiche emerse dall’esame del Profilo di Salute e/o dall’Immagine di Salute;
- Obiettivo di Salute: che esprime il fine che si auspica raggiungere attraverso la realizzazione delle azioni previste;
- Azioni: che individuano le “mosse” attraverso le quali articolare la programmazione per raggiungere quel dato obiettivo di salute e che vanno a risolvere il problema evidenziato. Ogni Azione a sua volta è composta da uno o più programmi di intervento.
- Programmi di intervento: che rappresentano l’insieme di attività che - se realizzate - forniscono un significativo contributo per la soluzione o il miglioramento del problema di salute.
Ogni programma di intervento è a sua volta strutturato prevedendo un obiettivo, che è specifico per il programma, una breve descrizione, i tempi necessari per la sua attuazione e i risultati attesi. Inoltre vengono evidenziati i progetti, già attivi o in corso di definizione, che possono avere una qualche relazione con il programma in questione, e i determinanti di salute che vengono ad essere migliorati con l’attuazione delle azioni previste dal programma medesimo. Infine ogni programma prevede la definizione di indicatori attraverso i quali misurare e verificare la realizzazione del medesimo nonché la tipologia di risorse necessarie e i soggetti interessati alla sua attuazione.
Sicuramente l’impostazione data presenta dei limiti e criticità, anche perché la realizzazione del processo di programmazione previsto dalle linee giuda regionali richiede un tempo di maturazione e radicamento territoriale più ampio di quanto fatto in questi mesi. Tuttavia è comunque un primo esempio di programmazione che cerca di sviluppare scelte e strategie nella organizzazione e progettazione degli interventi sempre più adeguate e appropriate ai bisogni di salute delle persone che vivono in Alta Val di Cecina.
AREA DI INTERVENTI TRASVERSALI
PROBLEMA | Si rileva la necessità di: 1. migliorare e strutturare le modalità di interazione tra: ▪ Servizi sociali e servizi sanitari ▪ Ospedale e territorio ▪ Medici di medicina generale e servizi 2. potenziare gli strumenti di comunicazione e tutela del cittadino 3. creare opportunità di trasporto per raggiungere i servizi che rispondano alle necessità delle fasce sociali più deboli | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Migliorare l’accessibilità al sistema dei servizi | ||
AZIONE | N.1 | Accesso | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 Attivazione Punto Unico di Accesso (P.U.A.) | |||
Obiettivo | Facilitare l’accesso e la presa in carico delle persone che si rivolgono ai servizi sanitari, sociali, socio-sanitari e sanitari territoriali. | ||
Descrizione Programma | Attivazione di uno sportello unico per la presa in carico del cittadino e per l’avvio di percorsi assistenziali appropriati. Valorizzare il ruolo del MMG nella definizione del percorso assistenziale e come interfaccia fra cittadini/e e servizi. | ||
Tempi | Fase di sperimentazione: 2006 A regime: 2007 | ||
Risultati attesi | 1. garantire al cittadino un accesso immediato al percorso assistenziale evitando il “girovagare negli uffici dei diversi servizi sociali, sanitari e amministrativi 2. creazione delle condizioni per rendere operativa l’integrazione fra servizi territoriali e ospedalieri | ||
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | ||
Indicatori | Numero cittadini/e presi in carico con accesso al P.U.A. / Numero totale cittadini/e presi in carico nel periodo | ||
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 Finanziamento specifico della Regione Toscana | ||
AZIONE | N.2 | Informazione e comunicazione | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 Piano di comunicazione |
Obiettivo | 1. creare occasioni e modalità di comunicazione rivolte alla cittadinanza relative alla rete dei servizi 2. facilitare la tutela dei diritti dei/delle cittadini/e 3. elaborare strumenti che consentano la comunicazione interna fra gli operatori degli enti consorziati. | |
Descrizione Programma | Creazione di strumenti informatici, cartacei, di confronto diretto e altri mezzi di comunicazione per potenziare ed integrare l’attuale sistema di comunicazione con particolare attenzione alle diversità linguistiche. Favorire una comunicazione efficace fra operatori e cittadini/e, anche attraverso la valorizzazione di punti informativi. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Garantire un’informazione aggiornata e facilmente reperibile sui servizi, sulle modalità di accesso e sui diritti dei/delle cittadini/e e promuovere la cultura e la consapevolezza dell’operare per la “Salute” | |
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | Attivazione degli strumenti individuati | |
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 Comuni Comunità Montana Società della Salute Regione Toscana | |
AZIONE | N.3 | Trasporti |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 Trasporti per le categorie deboli | ||
Obiettivo | Favorire l’implementazione di un sistema di trasporti rivolto alle fasce deboli della popolazione per facilitare l’accesso ai servizi. | |
Descrizione Programma | Attuare un’indagine conoscitiva sulla rete locale dei trasporti per razionalizzare l’esistente e valutare eventuali forme innovative. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Superare le difficoltà di spostamento legate alle distanze, alle caratteristiche del territorio, al sistema viario e alla scarsa presenza di servizi di trasporto pubblico. | |
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | Numero cittadini/e che utilizzano il servizio | |
Tipologia di Risorse | Regione Toscana Provincia di Pisa Comuni |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2 Riordino servizio trasporti sociale e sanitario | ||
Obiettivo | Rendere maggiormente appropriato e uniforme il servizio di trasporto sociale e sanitario a livello zonale. | |
Descrizione Programma | Predisporre un’indagine conoscitiva sui servizi di trasporto a carico dei servizi sociali gestiti dell’Azienda U.S.L. 5 e su quelli eventualmente attivati dai Comuni. Eventuale riformulazione di un regolamento per l’accesso al servizio con eventuale creazione di un coordinamento a livello territoriale. Attivare azioni per migliorare l’appropriatezza dei trasporti sanitari. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Regolamentazione dei trasporti,’appropriatezza delle prestazioni e razionalizzazione delle risorse | |
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | ||
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 Comuni Associazioni di Volontariato | |
AZIONE | N.4 | Barriere architettoniche e sensoriali |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Accesso ai servizi per tutti e muoversi liberamente nella propria abitazione | ||
Obiettivo | 1) Garantire a tutti/e i/le cittadini/e di muoversi liberamente nelle abitazioni private 2) Garantire a tutti/e i/le cittadini/e di poter accedere autonomamente ai servizi pubblici e agli esercizi privati di pubblica utilità. | |
Descrizione Programma | 1)Promuovere l’informazione per garantire l’applicazione della normativa vigente in materia di abbattimento delle barriere architettoniche. 2)Prevedere iniziative che favoriscono l’abbattimento delle barriere architettoniche dagli esercizi privati di pubblica utilità. 3)Prevedere una programmazione degli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche per gli Enti Pubblici | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Maggiore autonomia di movimento dentro e al di fuori delle mura domestiche | |
Determinanti di Salute | Socio-economici, organizzazione della rete dei servizi | |
Indicatori | N. iniziative e/o interventi realizzati |
Tipologia di Risorse | Comuni Regione Toscana Terzo settore |
PROBLEMA | La famiglia rappresenta l’anello debole della società e il nodo centrale verso cui dirigere i servizi e le azioni di sostegno. Dall’analisi del fenomeno è emerso: ▪ aumento di famiglie di piccole dimensioni ▪ aumento di famiglie monoparentali ▪ aumento di famiglie in carico al servizio sociale (con minori, disabili, anziani,…) ▪ crescenti difficoltà economiche per le famiglie, con particolare riferimento alle famiglie immigrate ▪ immaturità nella educazione dei figli e difficoltà dei genitori a trasmettere ai propri figli le certezze necessarie per la crescita ▪ tendenza all’isolamento e alla chiusura nell’affrontare i grandi problemi legati a disabilità, salute mentale e dipendenze. ▪ necessità di incrementare le attività di sostegno alla famiglia che permettano di conciliare le attività quotidiane con ritmi di vita frenetici. ▪ ricorso alle interruzioni volontarie di gravidanza | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Miglioramento della qualità della vita e del benessere della famiglia | ||
AZIONE | N.1 | Prevenzione primaria e secondaria e sviluppo di competenze genitoriali | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 Attività consultoriali e supporto alla famiglia | |||
Obiettivo | 1. Promuovere e favorire le competenze della coppie, dei genitori e del sistema familiare. 2. Accompagnare e tutelare le donne nei percorsi di protezione a loro rivolti. 3. Potenziare l’attività di prevenzione per ridurre il ricorso alle IVG, con particolare attenzione alle donne immigrate. 4. Sostenere la famiglia in particolari situazioni di disagio |
Descrizione Programma
1. Ri-valorizzare il ruolo del consultorio familiare attraverso lo sviluppo di una strategia più articolata in favore della famiglia, della coppia e del singolo - visto il contesto di problematiche connesse al tessuto sociale: presenza consolidata di donne straniere, riduzione della natalità, procreazione in età avanzata, sterilità ecc.. - che preveda una equipe multiprofessionale e la strutturazione di percorsi di invio a servizi in un approccio che non sia esclusivamente sanitario ed ambulatoriale. E’ fondamentale che il consultorio familiare abbia una connotazione fortemente orientata alla prevenzione, informazione ed educazione nelle seguenti aree:
o Tutela della salute della donna e della maternità
o Tutela del neonato, bambino ed adolescente
o Valorizzazione e sostegno delle responsabilità familiari
2. Prevedere all’interno del consultorio un servizio di mediazione culturale rivolto alle donne straniere, in particolare per l’attività di prevenzione delle IVG.
3. Attivare sostegno e presa in carico con staff multi-professionale, dando particolare rilevanza all’aspetto psicologico e alla continuità ospedale- territorio, in relazione ad aborti spontanei e IVG
4. Elaborazione di un programma integrato di interventi di sostegno, consulenza e formazione per quelle famiglie che presentano al loro interno situazioni di disagio (disabilità, dipendenze, salute mentale, non autosufficienza, violenza intra-familiare).
5. Promozione dell’affidamento familiare per arricchire le risorse del territorio a supporto dei minori e delle famiglie in condizioni di temporanea difficoltà.
6. Ri-valorizzare il ruolo del consultorio adolescenti e favorire la percezione dello stesso come luogo familiare e informale.
7. Integrazione dei servizi socio-sanitari con gli sportelli CIC degli Ist. Scol. Superiori.
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Tempi | Triennio 2006-2008 | |||||
Risultati Attesi | Valorizzazione della prevenzione primaria orientata ad un incremento delle competenze educative delle famiglie, di una maggiore tutela della salute della donna e di una procreazione responsabile. Miglioramento della qualità della vita per le famiglie con situazioni di disagio | |||||
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi, Socio- economico, Ambientale | |||||
Indicatori | Numero effettivo di cittadini/e che si rivolgono al servizio / numero potenziale soggetti coinvolti per ogni iniziativa promossa | |||||
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 Comuni Istituzioni scolastiche | |||||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2: Sviluppo delle competenze genitoriali | ||||||
Obiettivo | Rafforzare famiglie. | le | competenze | educative | delle | |
Descrizione Programma | Predisporre un progetto organico di educazione familiare da sviluppare a due livelli: o Iniziative di sensibilizzazione e orientamento rivolte ai genitori (comunicazione genitori-figli, creazione di gruppi di condivisione fra genitori..) o Promozione di momenti di confronto fra scuole – famiglie - associazioni (sportive, volontariato..), al fine di condividere messaggi educativi comuni. | |||||
Tempi | Triennio 2006-2008 | |||||
Risultati Attesi | Riduzione delle condizioni di disagio adolescenziale e della famiglia | |||||
Determinati di Salute | Socio-economico, Ambientale | |||||
Indicatori | Numero nuclei familiari coinvolti / numero nuclei familiari potenziali | |||||
Tipologia di Risorse | Azienda USL 5 Comuni Istituti Scolastici Associazioni Sportive Associazioni di volontariato | |||||
AZIONE | N.2 | Sostegno economico e nelle attività quotidiane | ||||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 Sostegno nelle attività quotidiane | ||||||
Obiettivo | Fornire alle famiglie con genitori impegnati nel lavoro forme di sostegno all’espletamento delle attività quotidiane. |
Descrizione Programma | Programmazione di attività e servizi di sostegno ai genitori che prevedono ad esempio il mantenimento dei posti in asili nido e ludoteche e maggiore flessibilità nell’orario di accesso alle strutture con eventuale apertura anche ai bambini al di sotto dei 18 mesi, promozione di attività di sostegno extra-scolastico per ragazzi che hanno necessità di essere seguiti anche fuori dalla scuola (in particolare bambini immigrati), promozione dell’attività sportiva che prevedano la possibilità di armonizzare tempi e spazi per più membri della famiglia,… | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Permettere ai genitori di portare avanti le attività quotidiane garantendo loro un supporto per l’educazione dei figli. | |
Determinanti di Salute | Socio-economico, Stili di Vita, Organizzazione del Sistema dei Servizi | |
Indicatori | Numero di partecipanti ai progetti di sostegno attivati | |
Tipologia di Risorse | Comuni Regione Toscana Terzo settore | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2 Sostegno economico | ||
Obiettivo | Fornire sostegno e agevolazioni economiche secondo criteri che perseguano la sostenibilità, l’adeguatezza e l’omogeneità a livello di zona. | |
Descrizione Programma | Elaborazione di regolamenti che individuino criteri chiari e omogenei per l’erogazione dei contributi. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Rispondere in modo più omogeneo alle richieste di sostegno delle famiglie che vivono situazioni di grave indigenza economica. | |
Determinanti di Salute | Socio-economico | |
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 (Settore Sociale) Comuni |
PROBLEMA | ▪ Si evidenzia una generale emergenza abitativa, spesso correlata a canoni di locazione elevati. Tale difficoltà è particolarmente evidente nei casi di specifiche categorie sociali come ex-detenuti, cittadini/e extra-comunitari, anziani e donne sole e/o separate con figli a carico. ▪ Emerge il problema della precarietà del lavoro legato alle odierne tipologie contrattuali e la difficoltà a realizzare inserimenti lavorativi per categorie deboli. | ||||
OBIETTIVO DI SALUTE | Promuovere condizioni esclusione sociale | per arginare | forme di | disagio e di | |
AZIONE | N.1 | Casa | |||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 Collocamento abitativo | |||||
Obiettivo | Agevolare particolare esclusione. | il per | collocamento le categorie | abitativo, in a rischio di | |
Descrizione Programma | -Attivare strumenti per l’intermediazione abitativa e come punto di incontro fra domanda e offerta; -Favorire l’incremento dell’edilizia residenziale pubblica; -Favorire la realizzazione di appartamenti in proprietà indivisa; -Garantire nei piani strutturali la possibilità di costruire nuovi appartamenti privati; - Attivare forme di contratto concordato; -Attivare interventi volti a scoraggiare il fenomeno delle case sfitte. | ||||
Tempi | Triennio 2006-2008 | ||||
Risultati attesi | Rispondere efficacemente al bisogno abitativo delle persone fragili | ||||
Determinanti di Salute | Socio-economico | ||||
Indicatori | Numero di collocazioni abitative / Numero delle richieste | ||||
Tipologia di Risorse | Comuni Terzo Settore | ||||
AZIONE | N.2 | Lavoro | |||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 Percorsi per il lavoro | |||||
Obiettivo | Favorire l’inserimento lavorativo e l’occupazione delle categorie deboli attraverso la promozione di modalità di lavoro interistituzionali (Provincia/USL/Comuni ecc..). Favorire la risocializzazione, il trattamento e l’inserimento lavorativo dei detenuti attraverso la formazione professionale. |
Descrizione Programma | Creare forme di sinergia tra le istituzioni interessate (scuola, servizi, provincia, sindacati, associazioni di categoria) per favorire l’incontro tra domanda, offerta e formazione. Formare figure di “facilitatori” interne alle aziende. Promuovere la creazione di percorsi di studio e formazione professionale volti al reinserimento e alla risocializzazione del detenuto. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati attesi | Reale inserimento lavorativo di persone fragili; effettivo inserimento lavorativo dei detenuti in regime di semilibertà (ex art.21), semiliberi o degli ex-detenuti. Restituire alla società il detenuto. | |
Determinanti di Salute | Socio-economico, Organizzazione del Sistema dei Servizi, Stili di vita | |
Indicatori | Numero di soggetti collocati / Numero totale delle richieste N. di soggetti coinvolti nei progetti attivati N. inserimenti lavorativi di detenuti, con diverso tipo di regime di detenzione, attivati nel territorio Grado di soddisfazione dei soggetti coinvolti. Grado di soddisfazione delle imprese che hanno effettuato l’inserimento | |
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 Provincia di Pisa Terzo settore Comuni Ministero della Giustizia-Dipart.nto Xxx.xx Penitenziaria Ministero Beni e Attività Culturali Regione Istituzioni scolastiche Carcere di Volterra Centro di Formazione Professionale Volterra | |
AZIONE | N.3 | Inclusione sociale |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 Sviluppo delle reti | ||
Obiettivo | Sostenere e promuovere la solidarietà sociale | |
Descrizione Programma | 1.Attivare un’indagine conoscitiva sull’associazionismo della zona; 2.Sostenere le attività integrate del volontariato che rispondono a bisogni presenti sul territorio. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 |
Risultati Attesi | Rendere maggiormente efficace la rete attiva di solidarietà di supporto a persone in situazione di difficoltà e disagio. | |
Determinanti di Salute | Socio-economico | |
Indicatori | Numero di progetti integrati attivati | |
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 Terzo settore Comuni | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N. 2 : Lotta al pregiudizio | ||
Obiettivo | Combattere qualsiasi forma di pregiudizio nei confronti di coloro che vivono una situazione di sofferenza psichica (soggetti con problemi di salute mentale) e di disagio sociale (immigrati, ex-detenuti) con l’obiettivo di sviluppare l’integrazione e l’inclusione sociale. Promuovere un’educazione all’integrazione tesa a favorire la reciproca conoscenza. | |
Descrizione del programma | Realizzazione di progetti specifici rivolti ai soggetti con problemi di salute mentale che, attraverso lo sviluppo di sinergie con il territorio e il coinvolgimento di molti/e cittadini/e, favoriscono la crescita della stima di sé, la creazione di legami con la socialità ma soprattutto evitino la cronicizzazione di giovani e adulti con disturbi psichici e nello stesso tempo permettano anche la prevenzione del disagio giovanile e un eventuale presa in carico precoce. Realizzazione di attività e iniziative con la collaborazione delle strutture professionali e associazioni presenti sul territorio (attività teatrali, sportive, scolastiche ecc.). Creazione di iniziative che portino ad una “apertura” del Carcere verso la comunità esterna. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati attesi | Rendere i soggetti a rischio di esclusione sociale protagonisti attivi e inseriti nella società evitando ogni forma di assistenzialismo. Recuperare e inserire nella società i soggetti detenuti. Mettere a disposizione della comunità le attività artistiche e artigianali svolte all’interno dei vari progetti del carcere (teatro, sartoria, pittura, ecc.) Crescita culturale e civile della comunità. | |
Determinanti di salute | Socio-economico, ambientale, accesso dei servizi, stili di vita | |
Indicatori | N. cittadini/e coinvolti per ogni progetto |
Tipologia di risorse | Azienda USL n.5 Comuni Provincia Regione Fondazione CRVolterra Terzo settore (es: società sportive) |
PROBLEMA | Gli stili di vita rappresentano uno degli aspetti più importanti per la salute di una comunità. Infatti si evidenziano: ▪ Problemi legati all’obesità con particolare riferimento ai bambini delle scuole dell’obbligo ▪ Aumento del consumo di alcolici e di sostanze stupefacenti fra gli adolescenti ▪ Scarsa consapevolezza della sessualità negli adolescenti ▪ Uso inappropriato dei farmaci ▪ Eccessiva sedentarietà degli adulti ▪ Elevato tasso di mortalità per incidenti stradali Inoltre dal Profilo di salute sono emerse alcune caratteristiche legate all’ambiente: ▪ Presenza di aree di elevato pregio ambientale ▪ Elevata percentuale di attività estrattive ▪ Siti in corso di bonifica ▪ Approfondimento degli effetti a lungo termine dell’idrogeno solforato e progetto AMIS ▪ Piani di gestione della risorsa idrica: valutazione relativa all’eccessivo sfruttamento degli acquiferi sotterranei ▪ Controllo sulle acque superficiali: Fiume Cecina ▪ Incrementare l’attività di sensibilizzazione per la raccolta differenza ▪ I Comuni di Pomarance e Castelnuovo V.C sono maggiormente interessate dalla presenza di linee elettriche | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Promuovere salute | ||
AZIONE | N.1 | Prevenzione | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Promuovere la crescita individuale e collettiva e corretti stili di vita | |||
Obiettivo | Promuovere nella comunità “benessere” e stili di vita sani |
Descrizione Programma | Attività di formazione e informazione progettata da gruppi di lavoro appositamente costituiti (es. alimentazione, fumo, alcool, uso corretto di farmaci, guida sicura, ecc…); in particolare per l’alcol prevedere azioni di coinvolgimento degli esercenti addetti alla vendita di alcolici e superalcolici. Creazione di un portale rivolto agli adolescenti per la prevenzione del consumo di alcool e stupefacenti; campagne di educazione alimentare; completamento dell’indagine sull’obesità a tutte le scuole dell’Alta Val di Cecina; sviluppo territoriale dei centri anti- fumo; promozione dell’attività sportiva in tutte le età anche prevedendo la possibilità di armonizzare tempi e spazi per più membri della famiglia. Prevedere iniziative di sensibilizzazione verso problematiche spesso sommerse legate ai disturbi dell’alimentazione (bulimia e anoressia). Promuovere percorsi integrati tra la scuola e i servizi per la prevenzione e l’educazione alla salute. Valorizzazione delle attività culturali, sociali ed educative orientate a favorire la crescita individuale e collettiva. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Sviluppare nelle persone la consapevolezza dell’importanza di abitudini di vita sane e l’adozione di comportamenti conformi a tali abitudini. | |
Determinanti di Salute | Stili di vita | |
Indicatori | Numero di iniziative/progetti promossi | |
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 (U.O. Educazione Sanitaria, MMG e PLS, SerT, Dip. Prevenzione, Dip. Farmaco, Consultori, Dip. Salute Mentale) Scuole Provincia (Consulta Provinciale Dipendenze) Terzo Settore | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2: Promozione dell’ Ambiente (naturale, culturale e sociale) | ||
Obiettivo | 1. Promuovere uno sviluppo sostenibile e il rispetto dell’ambiente nella sua interezza. 2. Valorizzare la ruralità caratteristica del nostro territorio e le tradizioni ad essa correlate. |
Descrizione Programma | 1. Promuovere la diffusione dell’ educazione ambientale nella dimensione ecologica. 2. Diffondere la conoscenza dell’attività svolta all’interno dei centri polivalenti (L’Agresto, Le Spighe, …) | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati attesi | Creare la consapevolezza dell’importanza dell’ambiente nel miglioramento della qualità della vita. | |
Determinati di Salute | Ambientale | |
Indicatori | ||
Tipologia di Risorse | Comuni Comunità Montana Azienda U.S.L. 5 (Servizio Sociale, Dip. Prevenzione) Terzo Settore | |
AZIONE | N.2 | Monitoraggio dei determinati e degli stati di salute |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1: Sviluppo Profilo di Salute | ||
Obiettivo | Implementare attraverso rilevazioni finalizzate il Profilo e l’Immagine di Salute dell’Alta Val di Cecina | |
Descrizione Programma | Sviluppo di analisi ed indagini epidemiologiche | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Maggiore disponibilità di dati oggettivi per adeguare la programmazione dei servizi ai bisogni specifici di salute del particolare contesto territoriale | |
Determinanti di Salute | ||
Indicatori | N. indagini di approfondimento attivate | |
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 (U.O. Epidemiologia e Sistema Informativo, Dip.Prevenzione) Comuni Provincia ARPAT Agenzia Regionale di Sanità |
OBIETTIVO DI SALUTE | Promuovere nella comunità un’azione di conoscenza e sensibilizzazione verso la malattia mentale | |
AZIONE | N.1 | Valorizzazione e recupero del patrimonio storico culturale e scientifico dell’ Ex. Ospedale Psichiatrico di Volterra |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Creazione di un Centro di Documentazione sulla storia della sanità Volterrana |
Obiettivo | Realizzare una testimonianza di una particolare fase storica della sanità volterrana riconoscendone il valore formativo per le generazioni future e che consenta di acquisire una maggiore conoscenza e consapevolezza ai ragazzi sulla salute mentale e sulle condizioni di disagio psichico. | |
Descrizione Programma | Messa a punto di una proposta progettuale, attraverso il coinvolgimento, oltre che di soggetti e delle istituzioni locali, di specifiche competenze, anche in stretto raccordo con l’Università e gli Istituti di ricerca nazionali e internazionali e la Commissione Tecnica di Area Vasta. Il progetto deve prevedere la catalogazione e studio della documentazione storica esistente (anche attraverso l’istituzione di apposite borse di studio) e la promozione di iniziative di divulgazione della cultura scientifica, in un quadro di evoluzione storica, rivolta agli operatori, ai/alle cittadini/e e al mondo della scuola. Il progetto dovrà contenere anche modalità, oltre che per la realizzazione, anche per la gestione delle iniziative previste. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati attesi | Rendere fruibile il patrimonio culturale sulla presenza dell’Ex Ospedale Psichiatrico di Volterra | |
Determinati di Salute | Ambientale (ambiente culturale) | |
Indicatori | Realizzazione delle iniziative previste nel programma | |
Tipologia di Risorse | Azienda USL 5 Regione Toscana Comuni Fondazioni e altri soggetti pubblici e/o privati |
INFANZIA, ADOLESCENZA e FAMIGLIA
Dal Profilo di Salute emerge che la zona dell’Alta Val di Cecina si caratterizza per:
✓ Una bassa natalità;
✓ Progressiva riduzione della popolazione tra 0 e anni, con conseguente riduzione del numero di iscritti sia alle scuole dell’obbligo che alle scuole secondarie di secondo livello
PROBLEMA | ▪ Stili di vita inappropriati: alimentazione e ritmi frenetici ▪ Aumento del consumo di alcolici e di sostanze stupefacenti fra gli adolescenti ▪ Scarsa consapevolezza della sessualità negli adolescenti | |
OBIETTIVO DI SALUTE | Promuovere la salute | |
AZIONE | N.1 | Cfr. “Prevenzione – Corretti stili di vita” area di interventi trasversali |
PROBLEMA | La famiglia rappresenta l’anello debole della società e il nodo centrale verso cui dirigere i servizi e le azioni di sostegno. Fra i principali problemi rilevati si evidenziano: ▪ aumento famiglie monoparentali ▪ aumento di famiglie in carico al servizio sociale (con minori, disabili, anziani,…) ▪ difficoltà economica per le famiglie con particolare riferimento alle famiglie immigrate ▪ immaturità nella educazione dei figli e difficoltà dei genitori a trasmettere ai propri figli le certezze necessarie per la crescita ▪ tendenza all’isolamento e alla chiusura nell’affrontare i grandi problemi legati a disabilità, salute mentale e dipendenze. | |
OBIETTIVO DI SALUTE | Miglioramento qualità della vita e del benessere della famiglia | |
AZIONE | N.1 | Cfr. “Prevenzione primaria e secondaria e sviluppo competenze genitoriali” area di interventi trasversali |
PROBLEMA | Fra i problemi che interessano l’infanzia, l’adolescenza e la realtà giovanile si evidenziano in particolare: ▪ l’assenza di servizi per bambini al di sotto dei 18 mesi ▪ insufficiente disponibilità di posti negli asili nido ▪ carenza di luoghi e attività per l’aggregazione giovanile ▪ incapacità dei giovani di essere protagonisti delle scelte che li riguardano. ▪ carenza di opportunità formative adeguate alle risorse e alle nuove opportunità offerte dal territorio, che soddisfino i nuovi interessi e le esigenze dei giovani in età scolare. | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Far crescere meglio | ||
AZIONE | N.1 | Cfr. “Sostegno economico e nelle attività quotidiane” area di interventi trasversali | |
AZIONE | N.2 | Promuovere opportunità per un completo sviluppo di crescita nell’età evolutiva e favorire il protagonismo dei giovani come soggetti attivi della società | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Favorire e sostenere le aggregazioni giovanili e i servizi per i giovani. | |||
Obiettivo | Creare le condizioni ambientali, culturali e sociali per far crescere meglio i giovani | ||
Descrizione Programma | -Favorire le aggregazioni giovanili, anche informali -Messa a disposizione di spazi per i giovani -Sostenere quelle aggregazioni giovanili, anche informali, che condividono interessi specifici e che valorizzano il tempo libero -Incentivare l’informazione, l’orientamento scolastico e lavorativo e la cittadinanza attiva dei giovani. | ||
Tempi | Triennio 2006-2008 | ||
Risultati Attesi | Disporre di spazi diversi dai bar per i giovani anche attraverso il supporto del volontariato e/o di figure professionali specializzate nel campo giovanile. | ||
Determinati di Salute | Socio-economico, Stile di vita, Ambientale | ||
Indicatori | N° spazi e aggregazioni giovanili presenti | ||
Tipologia di Risorse | Comuni. Istituzioni Scolastiche Terzo Settore | ||
AZIONE | N. 3 | Adeguare l’offerta formativa del territorio | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1: Definizione di nuovi percorsi formativi |
Obiettivo | Favorire la formazione dei giovani in funzione delle opportunità offerte dal territorio | |
Descrizione Programma | Promuovere e favorire nuove opportunità formative (turismo, energie rinnovabili, agricoltura, sanità, beni culturali….) coinvolgendo le Istituzioni scolastiche e la Formazione professionale. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Favorire la permanenza scolastica e lavorativa dei giovani sul territorio | |
Determinati di Salute | Socio Economico – Organizzazione del Sistema dei Servizi | |
Indicatori | N. di studenti che frequentano le scuole superiori del territorio N. di frequentanti i corsi di Formazione professionale Attività imprenditoriali attivate da giovani sul territorio. Grado di soddisfazione dei soggetti Presenza dei giovani nel tessuto economico del territorio | |
Tipologia di Risorse | Istituti scolastici Università Centro di formazione professionale Comuni |
PROBLEMA | Emergono alcune criticità per quanto riguarda l’assistenza sanitaria di base e specialistica per l’infanzia. In particolare: ▪ Poca soddisfazione, in alcuni casi, dei/delle cittadini/e per l’assistenza pediatrica di base, per la presenza di un unico PLS ▪ incremento degli accessi al servizio di Salute Mentale Infanzia Adolescenza ▪ carenza di attività di prevenzione secondaria per alcune patologie e disturbi del comportamento ▪ necessità di una maggiore stabilità e continuità del personale specialistico (NPI) | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Migliorare l’offerta dei servizi di assistenza sanitaria di base e specialistica per l’infanzia e l’adolescenza | ||
AZIONE | N.1 | Integrazione dei servizi | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Integrazione PLS – MMG - specialisti ospedalieri | |||
Obiettivo | Miglioramento della qualità dell’assistenza |
Descrizione Programma | Definizione di percorsi integrati fra PLS, MMG e pediatri ospedalieri e attivazione di protocolli di lavoro comuni anche attraverso l’attivazione di soluzioni specifiche per la zona, data la sua peculiarità. | |
Tempi | 2006 | |
Risultati Attesi | Incrementare la soddisfazione dei/delle cittadini/e | |
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | Riduzione del numero di segnalazioni da parte dei/delle cittadini/e. | |
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 Regione Toscana | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2: Prevenzione secondaria per patologie e disturbi del comportamento | ||
Obiettivo | Riduzione del grado di disabilità e del carico assistenziale a lungo termine | |
Descrizione Programma | Definizione di percorsi integrati fra U.F.S.M.I.A. PLS, MMG, pediatri ospedalieri e servizi sociali e attivazione di protocolli di lavoro | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Presa in carico precoce dell’utenza | |
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | Numero di cittadini/e presi in carico precocemente/Numero cittadini/e che hanno avuto contatti con il servizio | |
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 |
PROBLEMA | Si rilevano alcune criticità sulla zona Alta Val di Cecina legate al percorso materno / infantile ed più particolare: - basso numero di nascite - alta incidenza dei cesarei - elevata presenza di donne immigrate | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Tutelare la nascita e la maternità | ||
AZIONE | N.1 | Riqualificazione del percorso materno – infantile | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1: Ri-organizzare i servizi dedicati al percorso materno – infantile in modo da rispondere ai bisogni della donna in gravidanza e nel puerperio e tutelare la salute del bambino garantendo la massima sicurezza | |||
Obiettivo | Miglioramento della qualità dei servizi dedicati al percorso materno-infantile in modo da tutelare il benessere della madre e del bambino accompagnandoli nel percorso nascita. |
Descrizione Programma | Rivedere l’attuale organizzazione dei servizi al fine di: -Rafforzare l’attività nelle strutture consultoriali -Garantire il percorso della gravidanza nell’ambito della rete consultoriale rafforzandone l’equipe nelle sue figure professionali e adeguando la strumentazione a disposizione -Prevedere la strutturazione di percorsi assistenziali, facilitati e esenti da fattori ostacolanti, classificati in base alla complessità, e che consentono anche la continuità ospedale- territorio (prima e dopo l’evento “nascita”) - Favorire interventi di rispetto e di promozione della fisiologicità dell’evento “parto” per garantire la necessaria attenzione agli aspetti umani e relazionali - Attivare azioni sul territorio per una maggiore consapevolezza della donna ed il recupero del suo ruolo di soggetto attivo nella gestione dell’evento nascita - Prevedere la collaborazione dei “mediatori culturali” per tutela le donne immigrate e le loro esigenze e per aiutare le strutture sanitarie ad adottare sempre più un approccio multi etnico e multi culturale - Prevedere iniziative a sostegno delle donne nella fase delicata del post-partum anche per prevenire e/o diagnosticare precocemente situazioni psicologiche di disagio ( ad es. assicurare a tutte le donne almeno una visita domiciliare, attivare un servizio telefonico a chiamata e opportunamente pubblicizzato con il quale la donna può richiedere il servizio ostetrico domiciliare, istituire “punti puerperali” ambulatoriali ai quali la donna può accedere liberamente e ai quali può rivolgersi per qualsiasi problema suo o del neonato) | |
Tempi | Triennio: 2006-2008 | |
Risultati attesi | Maggiore soddisfazione dei/delle cittadini/e e incremento delle esperienze positive nel percorso nascita; presa in carico precoce di situazioni difficili e di disagio | |
Progetti correlati | Attività Consultoriali | |
Determinati di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | Soddisfazione dell’utenza | |
Tipologia di Risorse | Azienda USL n. 5 |
DISABILITÀ
In base ai dati riportati nel Profilo di Salute il fenomeno della disabilità nella zona si può inquadrare come segue:
✓ al 2004 i soggetti riconosciuti disabili ai sensi della legge 104/92 sono 177 e di questi
o 61 risultano essere in stato di gravità
o il 38% interessa le fasce di età fra 40-64; il 28% interessa quelle fra 26-39 anni;
o nel 47% dei casi si tratta di disabilità di tipo psichico e nel 45% di disabilità di tipo fisico
o nelle scuole della zona sono inseriti 43 alunni disabili (di cui 10 ai sensi del DPR/94)
✓ nel 59% dei casi sono stati attivati piani riabilitativi (PARG)
PROBLEMA | Si rileva in generale la necessità di garantire ai soggetti disabili opportunità di svolgere la vita quotidiana nelle condizioni di migliore autonomia possibile, cosa che ad oggi non è garantita. Infatti: ▪ nonostante l’incremento dell’attenzione per il problema delle barriere architettoniche e sensoriali si continuano a riscontrare limitazioni negli accesi a servizi o strutture destinate all’uso pubblico; ▪ carenza di strumenti utili per vivere la quotidianità (informazione sui diritti e i servizi per i disabili, sistema dei trasporti, attività extra- lavorative o extra-scolastiche, consegna farmaci…) che prevengano il rischio di isolamento ed emarginazione. ▪ insufficienti risultati relativi agli inserimenti lavorativi per persone disabili | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Costruire percorsi di autonomia | ||
AZIONE | N.1 | Cfr. Azione N.4 “Abbattimento barriere architettoniche e sensoriali” – area di interventi trasversali | |
AZIONE | N.2 | Autonomia personale | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1: Informazione sui diritti e i servizi per i disabili e per coloro che afferiscono all’area della salute mentale. | |||
Obiettivo | Favorire l’autonomia attraverso un’informazione aggiornata sui servizi e i diritti dei soggetti disabili e per coloro che afferiscono all’area della salute mentale. | ||
Descrizione Programma | Attivazione di strumenti informativi che forniscano indicazioni sulle agevolazioni previste dalla normativa vigente e le attività presenti sul territorio e che indirizzino i/le cittadini/e ai diversi servizi in funzione delle necessità (formazione, lavoro, ecc.) (ad es. Istituzione di un numero verde informativo handicap). | ||
Tempi | Triennio 2006-2008 |
Risultati Attesi | Aumentare la consapevolezza nei soggetti disabili relativamente ai servizi e alle attività a loro rivolti. | |
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | Numero di cittadini/e che si rivolgono al servizio | |
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 Provincia Istituzioni Scolastiche Comuni Terzo settore | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2: Pre-formazione e formazione professionale | ||
Obiettivo | Incremento delle competenze specifiche funzionali all’inserimento lavorativo | |
Descrizione Programma | Creare un coordinamento sistematico e sinergico fra scuola, pre-formazione, formazione, collocamento mirato. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Migliorare la preparazione dei soggetti disabili o con problemi di salute mentale all’inserimento lavorativo. | |
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | Numero di inserimenti lavorativi conseguenti ad un percorso formativo | |
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 (Settore Sociale) Scuola Provincia Terzo settore | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.3: Percorsi di lavoro – Cfr. “Lavoro – Percorsi di lavoro” area di interventi trasversali | ||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.4: Inclusione sociale – Cfr. “Inclusione sociale – Sviluppo delle reti” area di interventi trasversali | ||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.5: Trasporti – Cfr. “Trasporti – Trasporti per categorie deboli” area di interventi trasversali | ||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.6: Centri diurni | ||
Obiettivo | Fornire una riposta più adeguata alle esigenze e caratteristiche dei soggetti disabili in tutti i periodi dell’anno. | |
Descrizione Programma | Analisi ed eventuale riorganizzazione delle attività dei centri diurni della zona modulando le attività in base all’età/abilità e ai bisogni con il coinvolgimento delle famiglie e delle associazioni preposte in modo da dare risposte diversificate. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 |
Risultati Attesi | Mantenimento e/o potenziamento delle capacità residue del cittadino disabile, delle capacità relazionali, di gestione delle emozioni. Raggiungimento di maggiore soddisfazione delle famiglie con eventuale aumento dei soggetti che si rivolgono al servizio. | |
Determinati di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | Numero di utenti dei centri diurni | |
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 Terzo settore | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.7: Vita indipendente | ||
Obiettivo | Mantenere, migliorare e sviluppare l’autonomia personale nella vita quotidiana | |
Descrizione Programma | Consolidare e potenziare esperienze di vita autonoma attraverso lo svolgimento di attività di utilità quotidiana, conoscenza dell’ambiente e di capacità relazionale, con il coinvolgimento delle famiglie per condividere gli obiettivi ed il relativo percorso | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Acquisizione di capacità individuali per una vita autonoma | |
Determinati di Salute | Socio-economico, Ambientale | |
Indicatori | Numero di soggetti disabili che partecipano all’iniziativa | |
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 Comuni Terzo settore | |
AZIONE | N.3 | Creazione di soluzioni per il supporto ai soggetti disabili dopo la morte dei familiari |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1: Dopo di noi… | ||
Obiettivo | Offrire risposte residenziali alternative alle tradizionali strutture esistenti che garantiscano un’indipendenza protetta. | |
Descrizione Programma | Analisi della potenziale utenza e studio di fattibilità anche di forme innovative di gestione del “Dopo di noi” (es: Fondazioni di partecipazione) | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Definizione di un progetto specifico | |
Determinati di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | ||
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 Terzo Settore Provincia Comuni Fondazioni |
SALUTE MENTALE
PROBLEMA | Fra i principali problemi emergono: ▪ l’insufficienza di soluzioni abitative adeguate agli effettivi bisogni dei soggetti con problemi di salute mentale (alloggi e casa-famiglia); ▪ l’esigenza di offrire risposte residenziali ai/alle cittadini/e della zona che presentano problematiche di elevata necessità assistenziale e riabilitativa, tenendo conto che attualmente le strutture presenti offrono una risposta sovra-zonale ▪ difficoltà nell’integrazione sociale ▪ scarsa efficacia degli inserimenti lavorativi ▪ necessità di rivedere l’attuale organizzazione dei centri diurni in funzione dello sviluppo di competenze per la vita autonoma | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Favorire l’ autonomia delle persone con problemi di salute mentale | ||
AZIONE | N.1 | Autonomia personale | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Strutture residenziali | |||
Obiettivo | Offrire risposte residenziali ai/alle cittadini/e della zona che presentano problematiche di elevata necessità assistenziale e riabilitativa, tenendo conto che attualmente le strutture presenti offrono una risposta sovra-zonale. | ||
Descrizione Programma | Attivazione di un tavolo di confronto a livello aziendale e con le altre Società della Salute, per una analisi dei bisogni finalizzata ad una programmazione a lungo termine dell’offerta. | ||
Tempi | Anno 2006-2007 | ||
Risultati attesi | Realizzare una programmazione a lungo termine delle risposte residenziali. | ||
Determinati di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | ||
Indicatori | |||
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 | ||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2 : Cfr. “Casa – collocamento abitativo” area di interventi trasversali | |||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.3 : Cfr. “Lavoro – Percorsi di lavoro” area di interventi trasversali | |||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.4: Cfr. “Inclusione sociale – Sviluppo delle reti” area di interventi trasversali | |||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.5: Cfr. “Autonomia personale - Centri diurni” area disabilità | |||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.6: Cfr. “Autonomia personale - Informazione sui diritti e i servizi per i disabili e per coloro che afferiscono alla salute mentale” area disabilità |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.7: Cfr. “Autonomia personale – Pre-formazione e formazione professionale” area disabilità | |||
AZIONE | N.2 | Cfr “Creazione di soluzioni per il supporto ai soggetti disabili dopo la morte dei familiari - Dopo di noi” area disabilità | |
OBIETTIVO DI SALUTE | Promuovere nella comunità un’azione di conoscenza e sensibilizzazione verso la malattia mentale | ||
AZIONE N.1 | Cfr. “Valorizzazione e recupero del patrimonio storico culturale e scientifico dell’ex-ospedale psichiatrico di Volterra” area di interventi trasversali | ||
AZIONE | N.2 | Sviluppare azioni volte a diffondere nella popolazione una corretta conoscenza dei disturbi mentali e della loro curabilità | |
Cfr. “Lotta al pregiudizio” area di interventi trasversali | |||
OBIETTIVO DI SALUTE | Promuovere l’integrazione e tutela dei diritti | ||
AZIONE | N.1 | Terapia per adulti | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 Progetti terapeutici individualizzati | |||
Obiettivo | Diagnosi e cura delle persone con problemi di salute mentale, secondo progetti terapeutici individuali. | ||
Descrizione Programma | Interventi clinici su progetti individuali a livello ospedaliero, ambulatoriale, domiciliare, nelle residenze, mediante interventi farmacologici, visite cliniche, valutazioni diagnostiche, interventi psicoterapici. Per i ricoveri di pazienti con patologie impegnative il SPDC di riferimento è quello della VDE; per le situazioni cliniche in cui è possibile, il ricovero viene fatto nella divisione di medicina dell’ospedale di Volterra, in cui vengono riservati 2 letti da attivare al bisogno. | ||
Tempi | Triennio 2006-2008 | ||
Risultati attesi | Miglioramento dello stato di salute psichica e della qualità di vita delle persone con patologie psichiatriche. | ||
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | ||
Indicatori | n. utenti/ popolazione adulta n. casi seguiti con progetti terapeutico- riabilitativi individuali formalizzati | ||
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 Terzo settore (volontariato, associazioni) |
DIPENDENZE
PROBLEMA | Nella Zona Alta Val di Cecina sono presenti fenomeni di poli- tossicodipendenza comuni ad altre zone di Italia, sia per tipologia che per entità del fenomeno. In particolare: ▪ aumento del consumo di alcolici nei giovani; ▪ aumento degli utenti alcoldipendenti in carico al Servizio Tossicodipendenze ▪ aumento del consumo di cocaina e del poliabuso fra i giovani | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Ridurre il numero di persone con problemi legati alla dipendenza da sostanze. | ||
AZIONE | N.1 | Prevenzione | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Cfr. “Prevenzione primaria e secondaria e sviluppo delle competenze genitoriali – Attività consultoriali e supporto alla famiglia” area di intereventi trasversali | |||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2: Cfr. “Prevenzione – Corretti stili di vita” area di intereventi trasversali | |||
AZIONE | N.2 | Cfr “Promuovere opportunità per un completo sviluppo di crescita nell’età evolutiva e favorire il protagonismo dei giovani come soggetti attivi della società” Area Infanzia, Adolescenza e Famiglia | |
AZIONE | N.3 | Cura e percorsi di autonomia | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Cfr. “Casa – Collocamento abitativo” area di interventi trasversali | |||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2: Strutture per l’autonomia | |||
Obiettivo | Piena valorizzazione delle strutture per il raggiungimento dell’autonomia | ||
Descrizione Programma | Mantenimento delle strutture esistenti | ||
Tempi | Triennio 2006-2008 | ||
Risultati Attesi | Continuità nell’utilizzo delle strutture esistenti | ||
Determinati di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | ||
Indicatori | Numero di soggetti che utilizzano le strutture | ||
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 | ||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.3: Cfr. “Lavoro – Percorsi di lavoro” area di interventi trasversali | |||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.4: Cfr. “Inclusione sociale – Sviluppo delle reti” area di interventi trasversali |
ADULTI e CATEGORIE a RISCHIO di ESCLUSIONE SOCIALE
Le criticità relative a questa area di intervento ricalcano per gran parte quelle emerse nell’area di interventi trasversali (integrazione e comunicazione sul sistema dei servizi, famiglia, stili di vita, politiche abitative e lavorative). Tuttavia si evidenziano alcuni punti meritevoli di attenzione.
Dal profilo di salute si rileva:
✓ una riduzione progressiva della popolazione residente (dal 1951 al 2004 si è registrata una riduzione di circa il 42% della popolazione residente);
✓ la popolazione in fasce di età più deboli risulta a carico della sempre più residua popolazione attiva e produttiva (indice di dipendenza totale molto più elevato rispetto alle realtà provinciali e regionali);
✓ una presenza in zona solo del 10% delle attività produttive presenti nell’intera provincia, tra le quali si evidenziano, come principali settori produttivi (in termini di numero di azienda), l’agricoltura, il commercio e l’edilizia mentre in termini di numero di addetti, si ha: energia, commercio e sanità, edilizia, istruzione e turismo.
✓ Una disoccupazione che interessa principalmente le fasce di età tra i 30 e 49 anni (prevalentemente donne).
✓ 75% di contratti di lavoro attivati attraverso il Centro per l’Impiego sono a tempo determinato e parziale
✓ un uso dell’ospedale più elevato rispetto all’andamento provinciale con particolare riferimento alle fasce di età fra 0 e 4 anni e in quelle superiori ai 65 anni.
PROBLEMA | Fra i problemi sanitari principali percepiti dalla popolazione vi è: ▪ necessità di riorganizzare il Pronto Soccorso e più in generale il Servizio di Emergenza/Urgenza della zona ▪ necessità di riqualificare i servizi ospedalieri della zona al fine di renderli più adeguati ai nuovi bisogni ▪ migliorare l’accoglienza ospedaliera ed il rispetto della privacy ▪ necessità di migliorare l’ integrazione fra le varie strutture e UU.FF. della zona ▪ eccessiva burocratizzazione del sistema dei servizi per i malati cronici ▪ migliorare il percorso per il malato oncologico ▪ necessità di definire percorsi per la continuità assistenziale successiva alla dimissione ospedaliera, con particolare riferimento alle persone sole ▪ necessità di coordinare meglio le prestazioni infermieristiche e assistenziali domiciliari ▪ scarso ricorso al servizio di Guardia Medica ▪ necessità di una maggiore informazione sull’uso dei farmaci e sulle modalità di erogazione tramite le strutture ASL, soprattutto per le malattie croniche e necessità di consegna farmaci a domicilio per particolari categorie di cittadini/e ▪ scarsa diffusione dell’informazione all’utenza sui servizi e sui diritti ▪ carenze nella rete di trasporti per raggiungere i servizi , soprattutto per le persone sole ▪ necessità di avere una sede unica su Volterra per la Medicina Generale, integrata con le attività territoriali ▪ necessità di promuovere stili di vita corretti per il mantenimento delle potenzialità cognitive e per particolari categorie di cittadini/e (es. diabetici) ▪ necessità di favorire l’accesso alle visite specialistiche almeno per i/le cittadini/e provenienti dalle frazioni e accompagnati dalle AA.VV. in forma raggruppata così da ottimizzare le risorse | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Cfr. “Migliorare l’accessibilità al sistema dei servizi” area di interventi trasversali | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Cfr. “Promuovere salute” area di interventi trasversali | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Cfr. “Miglioramento qualità della vita e del benessere della famiglia” area di interventi trasversali | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Migliorare l’organizzazione dei servizi sanitari per una risposta più adeguata ai bisogni | ||
AZIONE | N.1 | Continuità di cure ospedale-territorio | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Continuità Assistenziale | |||
Obiettivo | Garantire all’utenza, in caso di dimissione ospedaliera, la continuità dei servizi sul territorio, se necessaria |
Descrizione Programma | Realizzazione ed attuazione di protocolli per garantire la continuità delle cure nella fase di dimissione ospedaliera in stretto raccordo con il MMG , figura centrale nel percorso (pazienti ortopedici, affetti da ictus, oncologici ecc…) | |
Tempi | Anni 2006 – 2007 | |
Risultati Attesi | Disporre di percorsi assistenziali che integrano i servizi ospedalieri con quelli territoriali | |
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | N. protocolli attivati, soddisfazione dei/delle cittadini/e | |
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 (Servizio Sanitario e Sociale Territoriale, Salute Mentale, Ospedale) MMG | |
AZIONE | N.2 | Riabilitazione - assistenza protesica e integrativa |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Riorganizzazione attività di riabilitazione | ||
Obiettivo | Garantire livelli di cura più appropriati | |
Descrizione Programma | Riorganizzazione delle attività ambulatoriali e domiciliari a diversa intensità di cura così come previsto dalla delibera G.R. 595/05 | |
Tempi | Anni 2006-2007 | |
Risultati Attesi | Appropriatezza degli interventi riabilitativi territoriali con riduzione delle liste di attesa e gestione alternativa delle patologie croniche - in particolare dell’anziano - con la valorizzazione delle risorse del territorio e interventi sugli stili di vita | |
Determinanti di Salute | Organizzazione sistema dei servizi | |
Indicatori | Riduzione lista attesa; utenti seguiti | |
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 Enti / Associazioni Sportive Terzo settore Utenza | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2 : Percorsi mirati per particolari patologie | ||
Obiettivo | Favorire l’accesso e la cura per alcune tipi patologie | |
Descrizione Programma | Realizzazione di specifici percorsi riabilitativi per le maggiori patologie presenti sulla zona | |
Tempi | Anno 2006 – 2007 | |
Risultati Attesi | Migliorare la soddisfazione dei/delle cittadini/e e l’appropriatezza degli interventi | |
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | Presenza di percorsi | |
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.3 : Assistenza protesica e integrativa |
Obiettivo | Miglior utilizzo delle risorse | |
Descrizione Programma | Realizzazione di procedure codificate con il coinvolgimento dei medici di medicina generale e degli specialisti per omogeneizzare le scelte degli ausili | |
Tempi | Anni 2006 – 2007 | |
Risultati Attesi | Migliorare l’appropriatezza | |
Determinati di Salute | Organizzazione sistema dei servizi | |
Indicatori | Presenza di procedure per le maggiori categorie di cittadini/e | |
Tipologia di Risorse | Azienda USL n. 5 | |
AZIONE | N.3 | Sistema Emergenza/Urgenza territoriale e continuità assistenziale |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Revisione modello organizzativo territoriale | ||
Obiettivo | Migliorare le risposte territoriali nei casi di emergenza - urgenza e l’utilizzo delle risorse disponibili | |
Descrizione Programma | Rivedere l’attuale organizzazione del sistema allo scopo di rendere più efficaci gli interventi in emergenza/urgenza attraverso anche la definizione e la revisione dei principali protocolli operativi per le più importante patologie (infarto, ictus, embolia polmonare, politraumatizzato ecc..), con eventuale utilizzo di sistemi di telemedicina. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Rendere i servizi di emergenza – urgenza e continuità assistenziali più rispondenti alle necessità dei/delle cittadini/e | |
Determinati di Salute | Organizzazione sistema dei servizi | |
Indicatori | Soddisfazione dei/delle cittadini/e | |
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 Associazioni di Volontariato | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2 : Defibrillazione precoce | ||
Obiettivo | Ridurre la mortalità per Infarto Miocardio Acuto | |
Descrizione Programma | Sviluppare un programma di “Defibrillazione Precoce” sul territorio affidato a laici, ossia a figure non professionali, che dislocate capillarmente sul territorio si trovano in condizioni di intervenire precocemente in caso di arresto cardio-circolatorio in modo da creare una rete di soccorso sul territorio | |
Tempi | Anni 2006-2007 | |
Risultati Attesi | Disporre di una capillare rete di soccorso sul territorio | |
Determinati di Salute | Organizzazione sistema dei servizi |
Indicatori | Riduzione morti per IMA | |
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 Associazioni di Volontariato Fondazioni | |
AZIONE | N.4 | Promuovere il territorio quale sede primaria per l’assistenza ed il governo dei percorsi sanitari e socio-sanitari |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Sperimentazione di un modello di “Unità di Cure Primarie” nei comuni di Castelnuovo VC e Pomarance | ||
Obiettivo | Riqualificare e riorganizzare i presidi territoriali per una maggiore aderenza ai bisogni della popolazione al fine di consentire ai/alle cittadini/e una più adeguata e puntuale continuità assistenziale e prestazioni di primo soccorso | |
Descrizione Programma | Garantire un assistenza primaria nelle 12 ore diurne tra i due presidi di Pomarance e Larderello con attività di primo soccorso ed un’ effettiva integrazione tra le diverse professionalità presenti attraverso la strutturazione di un sistema di comunicazione che sia realmente efficace | |
Tempi | Anni 2006-2007 | |
Risultati Attesi | Realizzare una risposta sanitaria e socio-sanitaria di livello più complesso con il coinvolgimento di tutte le figure professionali che operano a livello distrettuale, anche attraverso l’utilizzo di una più adeguata strumentazione tecnologica e uno stretto raccordo con gli specialisti ospedalieri. | |
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | Ridurre accessi al Pronto Soccorso e i ricoveri ospedalieri | |
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 Regione Toscana Fondazione Cassa Risparmio di Volterra | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2: Verso forme più evolute per la Medicina Generale a Volterra | ||
Obiettivo | Migliorare l’integrazione dei MMG di Volterra tra loro e con i servizi sanitari e sociali della zona | |
Descrizione Programma | Realizzare uno studio di fattibilità per individuare una sede unica per la MMG a Volterra che possa integrarsi con i servizi territoriali | |
Tempi | Anni 2006-2007 | |
Risultati Attesi | Fornire all’utente risposte di livello più complesso sul territorio | |
Determinati di Salute | Organizzazione sistema dei servizi | |
Indicatori |
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 Altri Enti/Fondazioni |
PROBLEMA | Uno dei problemi che è emerso dal Profilo di Salute è l’alta incidenza di alcuni tipi di tumore che si registra in questa zona (stomaco, colon retto, ovaio e utero). Per questo si evidenzia la necessità di approfondire lo studio relativo anche alla possibile presenza di altre patologie legate a fattori ambientali e occupazionali (morbo di Hodking, mesotelioma pleurico,…) | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Ridurre il numero di morti per patologie tumorali in Alta Val di Cecina | ||
AZIONE | N.1 | Analisi del fenomeno | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Approfondimento dei dati emersi dal Profilo di Salute | |||
Obiettivo | Programmare interventi di prevenzione dei tumori sulla base di dati epidemiologici approfonditi | ||
Descrizione Programma | Realizzazione di uno studio specifico sulla mortalità per tumore nella Zona in collaborazione con tecnici dedicati da effettuare in collaborazione con ARS e Istituto di Fisiologia Clinica del CNR. | ||
Tempi | 2006-2007 | ||
Risultati Attesi | Verificare l’effettiva incidenza di alcune patologie tumorali e identificare i fattori ad esse correlati | ||
Determinanti di Salute | |||
Indicatori | Effettiva realizzazione del progetto di ricerca | ||
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 ARS CNR Fondazione CRV | ||
AZIONE | N.2 | Promuovere specifiche iniziative di prevenzione primaria e secondaria | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1: Cfr. “Prevenzione – Corretti stili di vita” area di interventi trasversali | |||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2: Favorire la partecipazione ai programmi aziendali di screening oncologici | |||
Obiettivo | Consentire una diagnosi precoce delle neoplasie | ||
Descrizione Programma | Attivare azioni per promuovere ulteriormente, anche attraverso specifiche campagne, la partecipazione dei/delle cittadini/e alle attività di screening con il coinvolgimento dei MMG, delle Associazioni di Volontariato e con le rappresentanze dell’utenza della zona | ||
Tempi | Triennio: 2006-2008 |
Risultati Attesi | Incrementare le procedure sanitarie meno invasive nel trattamento delle neoplasie | |
Determinanti di Salute | Organizzazione sistema dei servizi | |
Indicatori | Rispetto degli indicatori previsti dal PSR 2005- 2007 | |
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 | |
AZIONE | N.3 | Percorso oncologico |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1: Revisione del percorso per il paziente oncologico | ||
Obiettivo | Assicurare al cittadino uno specifico percorso assistenziale | |
Descrizione Programma | Realizzazione anche nella realtà della zona Alta Val di Cecina del modello organizzativo previsto dalle linea giuda regionali in modo da disporre di un centro con spazi idonei per l’accoglienza, l’orientamento diagnostico, l’indirizzo terapeutico e i follow-up dei pazienti oncologici. Il centro avrà il compito di attivare e programmare percorsi specifici e di raccordo con il territorio - e quindi anche con i MMG - per garantire e programmare la continuità dell’assistenza. Inoltre, conseguentemente, attraverso la definizione di procedure standardizzate di accoglienza dei/delle cittadini/e positivi allo screening, potrà essere migliorata l’integrazione sul piano della presa in carico tra screening e successivo percorso di approfondimento diagnostico e di terapia. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Favorire la presa in carico precoce e l’assistenza al paziente oncologico | |
Determinati di Salute | Organizzazione Sistema dei Servizi | |
Indicatori | N. soggetti seguiti secondo percorso oncologico | |
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 |
PROBLEMA | Come ovunque in Italia, anche in Alta Val di Cecina si segnala l’aumento di disturbi di tipo ansioso e disturbi della personalità in particolare fra gli adulti. Questi sono spesso legati ai percorsi di crescita affettiva (allungamento della permanenza nella famiglia di origine e incapacità di assumersi le responsabilità della vita indipendente), ai cambiamenti della società (precarietà lavorativa e conseguenze correlate) e a fattori culturali (pregiudizi, discriminazioni, ecc.). |
OBIETTIVO DI SALUTE | Cfr “Promuovere condizioni per arginare forme di disagio e di esclusione sociale” area di interventi trasversali |
PROBLEMA | Dal Profilo di Xxxxxx emergono criticità legate in particolare alla sicurezza sui luoghi di lavoro: ▪ aumento degli infortuni (16%) nell’anno 2004 rispetto al 2003. Questi interessano in particolare il settore agricolo ed edile. I soggetti maggiormente colpiti sono i lavoratori subordinati (77,3% dei casi) ▪ leggero aumento delle denunce dei casi di malattia professionale, in particolare patologie asbesto-correlate e ipoacusie da rumore. | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro | ||
AZIONE | N.1 | Attivare interventi per ridurre i rischi nei settori quali l’agricoltura e l’edilizia | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Informazione/Formazione e sostegno ai lavoratori | |||
Obiettivo | Ridurre gli infortuni sul lavoro | ||
Descrizione Programma | Realizzare specifiche iniziative, anche in collaborazione con le associazioni di categoria, rivolte soprattutto ai giovani e alle categorie più deboli (extracomunitari e lavoratori con contratti precari e/o temporanei ) e finalizzate a favorire la consapevolezza dei rischi lavorativi per la propria salute e una maggiore conoscenza del sistema della prevenzione. | ||
Tempi | Triennio 2006-2008 | ||
Risultati Attesi | Sviluppare maggiore conoscenza e consapevolezza dei rischi lavorativi | ||
Determinanti di Salute | Ambientale | ||
Indicatori | N. iniziative realizzate Incidenza N.infortuni sul lavoro | ||
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 Associazioni di categoria | ||
AZIONE | N.2 | Individuare e programmare interventi specifici per ridurre gli infortuni e le patologie da lavoro | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1: Adesioni a specifici piani mirati | |||
Obiettivo | Diminuire l’insorgenza di malattie professionali e di infortuni sul lavoro | ||
Descrizione Programma | Qualificare e rendere più incisivi gli interventi di prevenzione attraverso l’adesione a specifici piani mirati nei settori lavorativi a maggior rischio individuati sulla zona | ||
Tempi | Triennio 2006-2008 | ||
Risultati Attesi | Miglioramento degli ambienti di lavoro | ||
Progetti correlati | |||
Determinati di Salute | Ambientale | ||
Indicatori | Incidenza malattie professionali e di infortuni sul lavoro |
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 |
PROBLEMA | Un problema emerso nell’Immagine di Salute e che riveste una particolare importanza anche per l’impatto sociale che esso comporta riguarda la richiesta dei lavoratori ex esposti all’amianto – in pensione - di poter essere sottoposti a visite periodiche di controllo. Il numero complessivo di pensionati ENEL tra il 1980 e il 2005 è di 922, dei quali circa 600-700 sono residenti nei Comuni dell’Alta Val di Cecina. La stima dei soggetti ex-esposti si aggira intorno al 50%, dei quali circa il 20% sono deceduti. Il numero dei lavoratori ex-esposti si dovrebbe aggirare intorno ai 250-300. | ||
OBIETTIVO DI SALUTE | Prevenzione tutela della salute per i lavoratori ex-esposti | ||
AZIONE | N.1 | Individuare ed attuare azioni concernenti specifici protocolli di intervento e programmi di sorveglianza sanitaria | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1: Sorveglianza sanitaria | |||
Obiettivo | Fornire risposte alle numerose istanze sociali | ||
Descrizione Programma | Realizzazione di iniziative mirate e rivolte a lavoratori ex esposti (dimessi da ogni attività lavorativa o non più esposti a rischio amianto sebbene ancora in servizio) attraverso l’applicazione delle linee di indirizzo per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex-esposti a cancerogeni occupazionali, approvate con D.G.R. n°692 del 26/06/2001. | ||
Tempi | Triennio 2006-2008 | ||
Risultati Attesi | Fornire ai lavoratori interessati il più appropriato e qualificato livello di assistenza | ||
Determinanti di Salute | |||
Indicatori | Numero di malattie professionali denunciate / n° lavoratori controllati | ||
Tipologia di Risorse | Azienda U.S.L. 5 Comuni Fondazioni |
PROBLEMA | I principali problemi riscontrati per l’inserimento dei detenuti nel tessuto sociale sono: ▪ Scarse opportunità di inserimento lavorativo ▪ Difficoltà nel trovare una casa una volta usciti dal carcere ▪ Diffidenza e pregiudizi Vista l’importanza che il Carcere ha nel territorio, si riscontrano: - l’esigenza di sviluppare iniziative tese a promuovere l’integrazione del carcere con la città e il territorio - la necessità di prevedere progetti volti al recupero, trattamento e alla risocializzazione dei detenuti sia all’interno che all’esterno del carcere; - la peculiarità della presenza dei detenuti immigrati . |
OBIETTIVO DI SALUTE | Cfr. “Promuovere condizioni per arginare forme di disagio e di esclusione sociale” area di interventi trasversali |
OBIETTIVO DI SALUTE | Cfr. “Favorire l’integrazione dei/delle cittadini/e stranieri/e nel tessuto sociale” area immigrazione |
ANZIANI
La popolazione dell’Alta Val di Cecina si caratterizza per:
✓ un maggiore progressivo invecchiamento: si registra un aumento doppio dell’incidenza in percentuale negli ultimi 4 anni rispetto alla realtà provinciale e regionale
✓ una incidenza in percentuale di popolazione anziana (ultra65anni) molto più elevata rispetto alla situazione provinciale e regionale: il 28% contro il 22% della Provincia e il 22,94% della Regione.
✓ presenza rilevante di anziani soli, prevalentemente donne (rapporto 5 a 1 di vedove/vedovi)
✓ le pensioni sociali rappresentano l’11% sul totale delle pensioni erogate nella Zona e le donne risultano essere le principali destinatarie di questo tipo di prestazioni.
✓ tassi specifici di intervento per bypass coronario, sostituzione dell’anca e del ginocchio maggiori rispetto a quelli aziendali
✓ tassi specifici per influenza, polmonite e malattie del sistema respiratorio maggiori rispetto a quelli aziendali
PROBLEMA | I principali problemi legati al mondo degli anziani “fragili” e non- autosufficienti sono relativi alla necessità di agevolare l’accesso ai servizi e alle informazioni ad essi relative. Xxxxxxx “fragile” ▪ impossibilità per il personale infermieristico garantire l’assistenza domiciliare sanitaria per interventi leggeri (ad es. iniezioni a domicilio ecc…) ▪ crescita del fenomeno delle badanti come soluzione per l’assistenza domiciliare e attività di assistenza diretta alla persona spesso percepita come “intervento infermieristico” ▪ necessità di supporto nell’espletamento delle incombenze quotidiane ▪ difficoltà legate agli spostamenti sul territorio per accedere ai servizi ▪ carenza di occasioni di socializzazione che prevengano l’esclusione sociale. Xxxxxxx “non-autosufficiente” ▪ costante aumento del numero di anziani non autosufficienti che hanno necessità di assistenza domiciliare integrata ▪ garantire la continuità assistenziale dopo la dimissione ospedaliera ▪ ricoveri ripetuti di anziani per la stessa patologia ▪ percezione di tempi di attesa lunghi per accedere ai servizi di riabilitazione (Auxilium vitae) ▪ necessità di attivazione di gruppi multidisciplinari che operino sul territorio, nelle RSA e nell’ospedale, nei quali il MMG rappresenti il punto di riferimento per la famiglia ▪ necessità di equipe di terapia antalgica e per le cure palliative che operi nel territorio e in ospedale | |
OBIETTIVO DI SALUTE | Favorire una vecchiaia serena nel proprio ambiente di vita e mantenere l’autosufficienza | |
AZIONE | N.1 | Prevenzione dell’isolamento e del rischio di emarginazione |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Xxxxxxx attivo |
Obiettivo | Promuovere l’attività delle persone anziane nei diversi contesti sociali per favorire la socializzazione ed il mantenimento delle competenze | |
Descrizione Programma | Realizzazione di iniziative che valorizzano e mantengono le competenze degli anziani, ne sollecitino l’esercizio ed il coinvolgimento attivo divenendo una risorsa a disposizione per la comunità | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Maggiore coinvolgimento delle persone anziane, intese come risorsa, nella comunità e riduzione dei fattori di rischio che conducono a condizioni di isolamento e solitudine | |
Determinati di Salute | Socio-economico, Ambientale | |
Indicatori | N. iniziative attivate con n. soggetti interessati | |
AZIONE | N.2 | Sviluppare interventi / azioni nei confronti degli “anziani fragili” per prevenire e/o ritardare la “non autosufficienza” |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Servizi domiciliari e di sorveglianza attiva e di mantenimento di capacità e abilità residue. | ||
Obiettivo | Creare opportunità per gli anziani soli e in difficoltà di poter usufruire di aiuti e sostegni per continuare a vivere nel proprio contesto di vita | |
Descrizione Programma | Attivazione di programmi che prevedono la collaborazione ed il coinvolgimento del terzo settore e della costruzione, sviluppo ed il sostegno di reti locali allo scopo di fornire aiuto nelle azioni di vita quotidiana. Prevedere, come azione di promozione, prevenzione e sostegno, anche l’attivazione di una linea telefonica dedicata. Sviluppare la rete di sostegno e supporto alla persona anziana e alla sua famiglia che veda la partecipazione solidale delle risorse formali e informali della comunità locale prevedendo un offerta di risposte differenziate e flessibili | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Riduzione dei ricoveri impropri e del ricorso all’istituzionalizzazione e dei disagi nel periodo invernale | |
Determinati di Salute | Socio-economico, Organizzazione Sistema dei sevizi | |
Indicatori | N. anziani reclutati | |
Tipologia di Risorse | Comuni Regione Toscana Terzo Settore | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2 : Attività motoria adattata |
Obiettivo | Migliorare la qualità della vita e prevenire la disabilità | |
Descrizione Programma | Promuovere su tutto il territorio l’attività motoria adattata intesa come risorsa relazionale e di “benessere” | |
Tempi | Anni 2006 – 2007 | |
Risultati Attesi | Rallentare l’evoluzione di problemi causati da precedenti patologie o stili di vita non corretti e favorire l’aggregazione e la socializzazione della persona anziana | |
Determinati di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | N. utenti partecipanti a progetti AMA | |
Tipologia di Risorse | Utenza Enti e Associazioni Sportive Terzo Settore | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.3: Sviluppo sistema integrato delle cure domiciliari | ||
Obiettivo | Coordinare ed integrare i diversi tipi di interventi e cure domiciliari per mantenere gli anziani nel proprio contesto familiare e di vita | |
Descrizione Programma | Organizzare l’offerta dei servizi domiciliari in forma integrata in base alla valutazione del bisogno individuale in modo da migliorare anche l’utilizzo delle risorse disponibili, in sinergia con le associazioni di volontariato. | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Riduzione ricorso all’istituzionalizzazione | |
Determinanti di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi | |
Indicatori | Utenti assistiti a domicilio /N. ultra65_enni Utenti assistiti a domicilio / utenti in strutture | |
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 Comuni Terzo settore | |
OBIETTIVO DI SALUTE | Cfr. “Migliorare l’accessibilità al sistema dei servizi” area di interventi trasversali | |
OBIETTIVO DI SALUTE | Migliorare l’organizzazione dei servizi sanitari rivolti agli anziani per una risposta più adeguata ai bisogni | |
AZIONE | N.1 | Cfr. “Continuità di cure ospedale-territorio” – Area di interventi Adulti e categorie a rischio di esclusione sociale |
AZIONE | N.2 | Cfr. “Riabilitazione - assistenza protesica e integrativa “ Area di interventi Adulti e categorie a rischio di esclusione sociale |
AZIONE | N.3 | Sviluppare i servizi offerti alla popolazione anziana |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 Studio di Fattibilità per eventuale utilizzo di nuovi spazi di proprietà dell’Azienda Pubblica di Servizi alla persona “S. Chiara” per integrare le risposte ai bisogni della popolazione anziana | ||||||
Obiettivo | Valutare la possibilità di utilizzo dei locali dell’ex Scuola “S. Chiara” per la realizzazione di interventi a favore della popolazione anziana | |||||
Descrizione Programma | Realizzazione di uno studio di fattibilità che tenga conto dei bisogni da soddisfare e preveda le risorse necessarie e l’integrazione con i servizi già esistenti | |||||
Tempi | Anni 2006 –2007 | |||||
Risultati Attesi | Disporre di uno studio tecnico necessario al supporto di decisioni | |||||
Determinanti di Salute | Organizzazione del Sistema dei Sevizi | |||||
Indicatori | Presenza di un progetto di fattibilità | |||||
Tipologia di Risorse | Azienda USL n.5 Comuni Azienda Pubblica Xxxxxx” | Servizi | alla | persona | “S. |
PROBLEMA | Le famiglie che hanno anziani non autosufficienti a carico, con patologie gravi come il morbo di Parkinson o di Alzheimer, spesso non sono capaci di affrontare la complessità delle situazioni che si trovano a vivere. |
OBIETTIVO DI SALUTE | Fornire sostegno alle famiglie che hanno a carico anziani con patologie gravi - Cfr. “Prevenzione e sostegno – Attività consultoriali e supporto alle famiglie” area di interventi trasversali |
PROBLEMA | Sempre più spesso gli anziani, in particolare quelli soli, vivono situazioni di difficoltà economica e non riescono ad avere un ruolo attivo nel tessuto sociale della comunità in cui vivono. |
OBIETTIVO DI SALUTE | Cfr. “Promuovere condizioni per arginare forme di disagio e di esclusione sociale – casa e inclusione sociale” area di interventi trasversali |
IMMIGRAZIONE
PROBLEMA | Il fenomeno della immigrazione, in aumento sulla zona, è caratterizzato da: ✓ Aumento della componente femminile, legato al fenomeno delle badanti e del ricongiungimento familiare ✓ Aumento di minori stranieri, soprattutto nei Comuni di Pomarance e Castelnuovo V.C. ✓ una maggiore presenza di cittadini/e provenienti dall’Europa dell’est (Albania, Macedonia, Ucraina), del Nord Africa (Marocco) e da altre nazioni europee (Germania e Svizzera) ✓ una percentuale più alta rispetto alle altre aree della provincia di studenti stranieri iscritti nelle scuole dell’infanzia e dell’obbligo, con scarso fenomeno della evasione scolastica ✓ elevata presenza di immigrazione clandestina strettamente legato alla domanda di manodopera irregolare da parte di titolari di aziende che operano nei settori agricoli (pastorizia e allevamento). I/Le cittadini/e immigrati/e devono affrontare problemi legati a: ▪ Scarsa integrazione socio-culturale, linguistica e di mediazione ai vari livelli ▪ Carenza di modalità aggregative che prevengano il rischio di ghettizzazione ▪ Difficoltà nella ricerca della casa e del lavoro, con conseguenti situazioni di disagio economico ▪ Necessità di assistenza sanitaria continuativa anche nei periodi di rinnovo del permesso di soggiorno ▪ Necessità di mantenere la propria identità culturale ▪ Difficoltà di spostamento sul territorio e di accesso ai servizi, soprattutto per le donne | ||||||
OBIETTIVO DI SALUTE | Favorire l’integrazione dei/delle cittadini/e stranieri/e nel tessuto sociale | ||||||
AZIONE | N.1 | Strumenti per l’integrazione | |||||
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.1 : Mediazione culturale | |||||||
Obiettivo | Fornire sociale. | strumenti | per | il | pieno | inserimento | |
Descrizione Programma | Valorizzare il percorso di mediazione culturale intesa non solo come mediazione linguistica ma anche culturale, all’interno della rete dei servizi, anche mediante percorsi formativi appropriati. Creare e favorire opportunità di scambio e incontro culturale. Presenza della mediazione linguistica e culturale all’interno del carcere | ||||||
Tempi | Triennio 2006-2008 | ||||||
Risultati Attesi | Superamento dei disagi derivanti dalla diversità di lingua e cultura |
Determinati di Salute | Socio-Economico, Ambientale, Organizzazione sistema dei servizi | |
Indicatori | N° di soggetti coinvolti nei progetti attivati. N° di mediatori che hanno seguito un percorso formativo | |
Tipologia di Risorse | Comuni Provincia Terzo settore | |
PROGRAMMA DI INTERVENTO N.2: Sportelli immigrati | ||
Obiettivo | Supportare i/le cittadini/e stranieri/e nel rapporto con le istituzioni (Questura, Comuni, U.S.L., …), con il lavoro e con tutti gli aspetti della vita quotidiana. Fornire ai detenuti immigrati strumenti per l’indispensabile tutela giuridica | |
Descrizione Programma | Miglioramento del servizio degli sportelli per l’immigrazione attualmente esistenti, con eventuale supporto di mediatori linguistici. Creazione di uno sportello immigrati all’interno del carcere | |
Tempi | Triennio 2006-2008 | |
Risultati Attesi | Creazione di strumenti per facilitare il ruolo attivo del cittadino immigrato nella comunità | |
Determinati di Salute | Organizzazione del sistema dei servizi, socio- economico | |
Indicatori | N° stranieri che si rivolgono al servizio | |
Tipologia di Risorse | Comuni Azienda U.S.L. 5 Carcere di Volterra Terzo Settore | |
AZIONE | N.2 | Crf. “Casa – Collocamento abitativo” area di interventi trasversali |
AZIONE | N.3 | Cfr. “Lavoro – Percorsi per il lavoro” area di interventi trasversali |
AZIONE | N.4 | Cfr. “Inclusione sociale – Sviluppo delle reti” area di interventi trasversali |
AZIONE | N.5 | Cfr. “Prevenzione primaria e secondaria e sviluppo di competenze genitoriali” area di interventi trasversali |
AZIONE | N.6 | Cfr “Sostegno economico e nelle attività quotidiane” area di interventi trasversali |
CAPITOLO V - LE RISORSE DISPONIBILI
5.1 Il Budget virtuale: definizione e riferimenti normativi
L’ Atto di indirizzo Regionale per la sperimentazione della Società della Salute al punto 7 “Finanziamento delle Società della Salute” stabilisce che:
“…. Il bilancio delle Società della Salute è costituito dalle risorse ad essa conferite dagli enti associati e necessarie all’espletamento delle funzioni di programmazione e governo di propria competenza…… . Per i servizi socio-sanitari di competenza della Società della Salute si esprime nella definizione del budget di zona (budget virtuale in quanto costituito da risorse che restano degli enti) e delle conseguenti procedure di negoziazione che costituiscono vincolo ai budget delle diverse strutture organizzative. Il budget è definito sulla base dei costi storici rilevati delle attività
…….”.
Tenuto conto di quanto sopra occorre distinguere quindi tra il bilancio della Società della Salute ed il Budget virtuale.
Il primo, ossia “il Bilancio della Società della Salute dell’Alta Val di Cecina”, è relativo alle risorse conferite dagli Enti partecipanti al Consorzio per le attività di governo dei processi di salute e dalla Regione Toscana a supporto dei costi di funzionamento. A riguardo la scelta fatta dalla Società della Salute AVC è quella di mantenere il più possibile snella la struttura operativa del Consorzio in modo da contenere i costi della nuova organizzazione e non creare pesanti sovrastrutture onerose. Pertanto i beni intermedi ed i fattori di produzione necessari a tale scopo sono forniti dall’Azienda USL e dai Comuni, con imputazione delle spese ai fondi regionali specificamente assegnati per la sperimentazione.
Il Consorzio è quindi privo di fatto, in questa fase, di qualsiasi responsabilità gestionale, pur operando a tutti gli effetti; infatti il Consorzio non gestisce nessun fondo, motivo percui non è stato al momento ancora istituito il Collegio dei Revisori dei Conti.
Il secondo invece, previsto dalle disposizioni regionali sopra citate, è definito virtuale in quanto non si riferisce ad entrate e uscite effettive, ma al complesso di risorse governate dalla Società della Salute, e afferenti a diversi bilanci effettivi.
Il Budget virtuale si ottiene quindi componendo assieme una porzione dei bilanci dei comuni (inizialmente quella delle funzioni sociali delegate, successivamente estendibile ad altri settori quali l’ambiente, l’educazione, lo sport ecc…) e della Azienda USL ( bilancio delle funzioni sanitarie territoriali riclassificate secondo quanto previsto dalla L.R. 40/’05).
Quindi in questa prima fase il budget virtuale della Società della Salute rappresenta la fotografia, in termini finanziari, delle risorse in campo sociale e sanitario a livello territoriale (con esclusione quindi delle attività ospedaliere) della zona Alta Val di Cecina.
L’indicazione delle risorse disponibili è elemento fondamentale del PIS e fornisce il quadro di riferimento per la sua attuazione.
L’insieme delle risorse individuate costituisce vincolo per ciascuno dei soggetti coinvolti per il complesso delle attività della Società della Salute.
5.2 Il Budget virtuale 2006 della Società della Salute dell’Alta Val di Cecina
Il Budget virtuale 2006 rappresenta una prima definizione del quadro delle risorse di riferimento ed è stato elaborato come sommatoria dei budget messi a disposizione dagli Enti consorziati per lo svolgimento delle attività sanitarie territoriali e di quelle socio-sanitarie e socio- assistenziali, attività che saranno tuttavia materialmente erogate dalle strutture appartenenti ai rispettivi enti, i quali rimangono responsabili, sotto l’aspetto operativo e contabile, delle risorse individuate nel budget virtuale.
Le risorse economiche del PIS sono quindi identificabili nei bilanci di riferimento degli enti consorziati, competenti alla gestione delle attività e sono composte da risorse proprie, nonché risorse conferite dallo Stato, dalla Regione, da enti o da organismi che partecipano alla realizzazione dei progetti, da quote di compartecipazioni e da altre eventuali fonti.
Le risorse di competenza degli enti associati derivano dalle quote storiche assegnate a livello zonale per i servizi sanitari e per le attività socio-assistenziali dei comuni, nonché dalle quote di compartecipazione. Le risorse sono organizzate in forma associata per le competenze comunali e con l’individuazione del budget di zona-distretto per le competenze sanitarie.
In particolare la riduzione del 50% fondo nazionale per le politiche sociali nel 2005 ha determinato una conseguente riduzione del 25% del trasferimento del fondo sociale regionale e quindi una possibile riduzione di risorse anche per le future attività sociali della zona da realizzare nel 2006.
Il Budget è stato costruito sulla base dei dati storici ricavati dai bilanci degli enti secondo il seguente schema:
Budget virtuale Società della Salute
Risorse attività Sociali delegate Azienda USL | Risorse Bilancio parte Sanitaria (fonte: Controllo di Gestione) |
Il riferimento per i bilanci, sia di parte sociale che sanitaria, è la previsione 2006.
Il quadro delle risorse così delineato dovrà essere ulteriormente definito attraverso una disarticolazione dei costi che afferiscono alle singole macro voci tale da fornire una visione integrata per ambiti di intervento (al di là quindi della distinzione tra attività proprie dell’assistenza sanitaria territoriale o del settore socio-sanitario e assistenziale).
La disarticolazione delle macro voci di budget potrà inoltre meglio specificarsi nel percorso di progettazione operativa dei programmi contenuti nel PIS. In tale percorso, almeno per alcuni ambiti di intervento, potrà essere individuata in maniera più puntuale l’allocazione delle risorse storiche impiegate da ASL e Comuni.
Occorre precisare che i programmi di intervento che richiedono risorse aggiuntive verranno sviluppati allorché individuate le risorse necessarie alla loro attuazione.
La programmazione con le relative schede rappresenta un impegno per gli enti consorziati che, nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio, dovranno prevedere l’allocazione delle risorse e la redazione degli strumenti gestionali (schede di Budget per l’Azienda USL, Piano Esecutivi di Gestione per i Comuni) in coerenza con gli indirizzi programmatici contenuti nel presente piano.
Nelle tabelle seguenti è riportato il Budget virtuale 2006 della Società della Salute.
Tab. 1.1: Risorse Bilancio 2006 – Parte Sociale
RICAVI DELLA PRODUZIONE 2006
Totale Dettaglio
81 01101010 | Contributi in C/Esercizio | |||||
81 01 101010 | Contributi dalla Regione: | |||||
€ | 840.591,91 | Quota Budget 2006 | € | 119.971,88 | ||
Quota a Parametro 2006 | € | 232.777,29 | ||||
Gestione Associata 2006 | € | - | ||||
Risorse natalità 2006 | € | 7.550,25 | ||||
Minor Spesa 2005 | € | 480.292,49 | ||||
81 01 201010 | Comune di Volterra | € | 297.539,79 | Comune di Volterra | € | 297.539,79 |
81 01 201020 | Comune di Pomarance | € | 161.253,99 | Comune di Pomarance | € | 161.253,99 |
81 01 201030 | Comune di Castelnuovo V. C. | € | 64.722,60 | Comune di Castelnuovo V. C. | € | 64.722,60 |
81 01 201040 | Comune di Montecatini V. C. | € | 51.094,02 | Comune di Montecatini V. C. | € | 51.094,02 |
81 01 202000 | Contributi dalla Provincia | € | 20.000,00 | Contributi per progetti | € | 20.000,00 |
81 02 102010 | Rimborso CDH e CDA | € | 116.157,48 | C.D.H. Xxxx | € | 66.929,01 |
C.D.H. Il Sole Castelnuovo V.C. | € | 19.778,01 | ||||
C.D.A. Castelnuovo VC | € | 29.450,46 | ||||
82 02 202010 | Compartecipazioni privati Rette degenze RSA | € | 303.000,00 | |||
Conc. Privati Rette di degenza RSA Castelnuovo | € | 213.000,00 | ||||
Conc. Privati Rette di degenza RSA Xxxxx | € | 90.000,00 | ||||
81 02202020 | Altre compartecipazioni da privato | € | 110.000,00 | varie | € | 110.000,00 |
81 03 604000 | Rimborsi Vari | € | 148.000,00 | |||
DSM | € | 148.000,00 | ||||
Totale € 2.112.359,79 € 2.112.359,79
Totale Ricavi | € 2.112.359,79 |
Totale Costi | € 2.112.359,79 |
-
€
Differenza
Tab. 1.2: Compartecipazione Sanitaria ai Servizi Socio Assistenziali
Conto economico | Descrizione | Pre-Consuntivo 2005 | PREVENTIVO 2006 (versione 15/11/2005) | Differenza Preventivo 2006 – Pre Consuntivo 2005 | Differenza % |
Totale RR.SS.AA. Convenzionate | € 1.307.992,80 | € 1.328.360,95 | € 20.368,15 | 1,56% | |
12 02 216010 | RSA aziendali per anziani gestiti da cooperative | € 508.480,32 | € 478.545,03 | -€ 29.935,29 | -5,89% |
Totale RR.SS.AA. | € 1.816.473,12 | € 1.806.905,99 | -€ 9.567,13 | -0,53% | |
12 02 211000 | Prest. Riabilitative da CDH | € 0,00 | € 0,00 | € 0,00 | 0,00% |
12 02 105051 | Costo Centri Diurni Anziani a gestione convenzionata | € 20.788,56 | € 10.394,28 | -€ 10.394,28 | -50,00% |
12 02 216060 | Costo Centri Diurni Anziani gestite da coop. Soc. - gestione diretta USL 5 | € 29.450,46 | € 29.450,46 | € 0,00 | 0,00% |
Totale Centri Diurni Anziani | € 50.239,02 | € 39.844,74 | -€ 10.394,28 | -20,69% | |
12 02 216040 | Casa famiglia disabili gest. Da cooperative | € 0,00 | € 0,00 | € 0,00 | 0,00% |
12 02 216070 | Costi Cd Disabili gestiti da coop. | € 86.707,84 | € 86.707,84 | € 0,00 | 0,00% |
12 02 216100 | Altri serv. San. Forniti da coop. (ADI e ABUSO) | € 192.177,81 | € 192.177,81 | € 0,00 | 0,00% |
12 02 227010 | Contributi enti ed associazioni | € 0,00 | 0,00% | ||
12 02 227020 | Contributi ad anziani | € 5.000,00 | € 0,00 | -€ 5.000,00 | -100,00% |
12 02 227040 | Contributi portatori di Handicap | € 0,00 | € 0,00 | € 0,00 | 0,00% |
12 02 227060 | Contributi a Popol. Bisognosa | € 0,00 | € 0,00 | € 0,00 | 0,00% |
12 02 416040 | Portineria axis | € 0,00 | € 0,00 | € 0,00 | 0,00% |
TOTALE Complessivo | 2.150.598 | 2.125.636 | -€ 24.961,42 |
Tab. 2.1: Risorse Bilancio 2006 – Parte Sanitaria
Libera Professione
4.653.058
TOTALE
824.950
262.846
2.373.118
3.460.914
732.366
- 459.778
Personale medico e veterinario Altri laureati ruolo sanitario Operatori professionali
Tot. Personale ruolo sanitario Tot. Personale ruolo tecnico
Tot. Personale ruolo professionale Tot. Personale ruolo amministrativo
Personale Dipendente (liquidato)
Personale - lavoro autonomo | 33.164 |
Personale comandato | - |
Medicina dei Servizi | - |
Ambulatoriali interni | 256.051 |
Consulenze | - |
TOTALE | 289.216 |
BUDGET “ATTIVITA' TERRITORIALI”
(Valori in €)
Parametro
Zona AVC
Libera Professione | 202.777 | |
TOTALE | 202.777 | |
Altro Personale |
Beni di Consumo SANITARI | ||
Prodotti farmaceutici | 742.628 | |
Ossigeno, sacche nutrizionali | - | |
Prodotti dietetici | 3.262 | |
Sieri e vaccini | 63.999 | |
Materiale uso diagnostico | 14.181 | |
Materiale uso radiologico | 777 | |
Presidi chirurgici e materiale sanitario | 146.386 | |
Strumenti chirurgici | 2.236 | |
Materiale per disinfestazione | 6.957 | |
Materiali per emodialisi | 11.670 | |
Plasmaderivati | 67.656 | |
Altri beni sanitari | 3.226 | |
TOTALE | 1.062.979 |
Alimentari/Materiali guardaroba e pulizie Combustibili, carburanti e lubrificanti Supporti informatici e cancelleria Materiale per manutenzioni Altri beni non sanitari | 3.135 30.283 18.317 169 35.237 | |
TOTALE | 87.140 | |
Manutenzioni e Riparazioni | ||
Manuten. e riparaz. immobili eloro pertinenze Manuten. e riparaz. mobili e macchinari Manutenz. e riparaz. attrezature sanitarie e chir. Manutenz. e riparaz. Automezzi | 2.688 2.465 43.847 22.627 | |
TOTALE | 71.628 | |
Servizi Alberghieri | ||
Lavanderia Pulizie Ristorazione - Mensa dipendenti Riscaldamento | 54.150 149.867 37.699 176.527 | |
TOTALE | 418.243 | |
Altri Servizi NON Sanitari | ||
Smaltimento rifiuti Trasporti non sanitari Servizio facchinaggio Servizio lettura ottica Personale religioso non sanitario Altri servizi appaltatati | 4.949 - 17.780 14.056 - 136.351 | |
TOTALE | 173.135 | |
Utenze |
Telefono - Elaborazione dati | 41.954 | |
Energia Elettrica | 24.892 | |
Acqua | 3.075 | |
Gas | - | |
TOTALE | 69.921 | |
Godimento Beni di Terzi |
Noleggio e leasing Altri costi godimento beni di terzi Fitti immobiliari | 12.516 71 12.647 |
TOTALE | 25.234 |
Beni di Consumo NON Sanitari
Prestazioni Sanitarie | ||
Ricoveri in convenzione AOP (SPDC) Ospedale di Comunità Prestaz. specialistiche in convenz. (AOP) Prestaz. specialistiche c/o Auxilium Vitae Prestaz. specialistiche c/o Istituti Accreditati Prestaz. diagnostiche c/o Istituti Accreditati Terme Riabilitazione ex art. 26 Farmaceutica convenzionata Assistenza Integrativa Assistenza Protesica Altre prestazioni sanitarie / Prestaz. Riabilitat. Costi per non residenti in strutture zonali | - - 23.986 21.000 000 000 8.969 36.412 4.094.582 363.214 63.948 4.906 - | |
TOTALE | 4.617.896 |
Mobilità Passiva
Assistenza Specialistica Terme Riabilitazione ex art. 26 Farmaceutica Assistenza Sanitarie di Base Elisoccorso | 990.460 39.720 13.144 124.120 19.215 2.010 | |
TOTALE | 1.188.669 | |
Prestazioni Residenziali /Semiresid. SERT |
Assistenza residenziale convenzionata Costi x gest.strutt.res. (La Bianca - Case Famiglia - Olter il Muro) Costi x gest. CD (Passo di Barca) | 18.000 73.734 - | |
TOTALE | 91.734 | |
Prestazioni Residenziali /Semiresid. DSM | ||
Assistenza residenziale (Strutt. psichiatriche - RSA) Asistenza semiresidenziale (CD) convenzionata Costi x gest. strutture residenz. RSA Costi x gest. Case Famiglia/ Centro Bisaglia Costi x gest. (CD) Psichici | 118.661 - 83.641 - 34.492 | |
TOTALE | 236.793 |
Prestazioni Residenziali /Semiresid.
DISABILI
Costi x gest. Case Famiglia | - |
Costi x gest. (CD) Handicap | 86.708 |
TOTALE | 86.708 | |
Prestazioni Residenziali /Semiresid. ANZIANI |
Assistenza residenziale convenzionata | 1.328.360 |
Assistenza semiresid. (CD) convenzionata | - |
Costi x gest. RSA Anziani | 441.276 |
Costi x gest. CD Anziani | 39.845 |
TOTALE | 1.809.481 |
Prestazioni Residenziali /Semiresid. ALTRO | ||
Assistenza residenziale convenzionata altri pazienti Altri servizi forniti da cooperative | - 56.300 | |
TOTALE | 56.300 | |
Formazione Profess. / Trasporti | ||
Formazione Professionale Trasporti | - 497.178 | |
TOTALE | 497.178 | |
Convenzioni |
Medicina Generica Medicina Pediatrica Guardia Medica Guardia Turistica Emergenza/Urgenza | 1.742.760 129.000 542.493 - 776.572 | |
TOTALE | 3.190.825 | |
Rimborsi e Contributi | ||
Contributi Associazioni di volontariato Rimborso prestazioni sanitarie Contributi , assegni e sussidi vari Contributi Tossicodipendenti Contributi Psichici Contributi Anziani Contributi Handicap Contributi popolazione bisognosa | 33.958 123 - 5.000 40.000 - 1.000 - | |
TOTALE | 80.082 | |
Oneri Diversi |
Retribuzioni organi direttivi Oneri diversi di gestione | 5.734 485 |
TOTALE | 6.218 |
Ammortamenti | 152.099 |
TOTALE | 152.099 |
Totale costi diretti | 19.067.315 |
Ribaltamenti Servizi Intermedi
Laboratorio Analisi | 64.072 |
Centro Trasfusionale | 2.768 |
Radiologia | - |
Neurofisiopatologia | - |
Prestazioni da altri CdR | - |
Farmacia | 14.927 |
Pronto Soccorso | - |
Centrale di Sterilizzazione | - |
Rianimazione VDE | - |
Cucina AVC | 52.266 |
TOTALE | 134.033 |
Totale costo pieno | 19.201.348 |
Ribaltamenti Costi Comuni e Generali | ||
Costi Comuni di Dipartimento Altri Costi Comuni Costi Generali | - | |
1.220.521 506.751 | ||
TOTALE | 1.727.272 |
TOTALE COSTI | 20.928.620 |
XXXXXX | ||
Xxxxxx Xxxxxxxxxxxxxx ex art 26 (Casciana T.) Ricavi Riabilitazione ex art. 26 (Xxxxxx Xxxxx) Ricavi DRG degenza ordinaria Ricavi DRG degenza dh Ricavi Prestazioni ambulatoriali x esterni Ricavi Prestazioni ambulatoriali x interni | - - 90.040 - | |
TOTALE RICAVI | 90.040 |
UTILE/PERDITA CdC | - 20.838.580 |
Ammortamenti
Tab. 2.2 : Risorse Bilancio 2006 – Parte Sanitaria
BUDGET “ATTIVITA' AMMINISTRATIVE di ZONA”
Zona AVC | |
Parametro (Valori in €) |
Personale Dipendente (liquidato)
Tot. Personale ruolo tecnico Tot. Personale ruolo professionale Tot. Personale ruolo amministrativo | 607.317 - 308.970 |
TOTALE | 916.287 |
Altro Personale
Personale - lavoro autonomo Personale comandato | - 6.000 |
TOTALE | 6.000 |
Beni di Consumo SANITARIO
Prodotti farmaceutici Materiali protesici | - 2.451 |
TOTALE | 2.451 |
Beni di Consumo NON SANITARI
Alimentari/Materiali guardaroba e pulizie | 16 |
Combustibili, carburanti e lubrificanti | 19.537 |
Supporti informatici e cancelleria | 5.118 |
Materiale per manutenzioni | 46.914 |
Altri beni non sanitari | 1.208 |
TOTALE | 72.793 |
Manuten. e riparaz. immobili eloro pertinenze Manuten. e riparaz. mobili e macchinari Manutenz. e riparaz. attrezature sanitarie e chir. Manutenz. e riparaz. Automezzi | 84.250 - 30.566 - | |
TOTALE | 114.816 | |
Servizi Alberghieri |
Lavanderia | - |
Pulizie | 53.456 |
Ristorazione - Mensa dipendenti | 177.913 |
Riscaldamento | 45.621 |
TOTALE | 276.990 |
Altri Servizi NON Sanitari
Smaltimento rifiuti | - |
Trasporti non sanitari | 24.960 |
Servizio facchinaggio | 1.250 |
Altri servizi appaltatati | 16.893 |
TOTALE | 43.103 |
Utenze | ||
Telefono - Elaborazione dati Energia Elettrica Acqua Gas Altre utenze | 10.201 298 - - - | |
TOTALE | 10.499 |
Godimento Beni di Terzi
Noleggio e leasing Altri costi godimento beni di terzi Fitti immobiliari | - 100.000 3.190 |
TOTALE | 103.190 |
Formazione Professionale / Trasporti
Formazione Professionale Trasporti | 7.056 - |
TOTALE | 7.056 |
Rimborsi e Contributi
Manutenzioni e Riparazioni
Contributi Associazioni di volontariato Contributi , assegni e sussidi vari | - 1.409 |
TOTALE | 1.409 |
Oneri Diversi
Assicurazioni Oneri diversi di gestione | - 10.790 |
TOTALE | 10.790 |
Ammortamenti
Ammortamenti | 159.018 |
TOTALE | 159.018 |
Totale costi diretti | 1.724.401 |
Totale costo pieno | 1.724.401 |
Ribaltamenti Costi Comuni e Generali
Costi Comuni di Dipartimento Altri Costi Comuni Costi Generali | - 188.113 131.940 |
TOTALE | 320.053 |
TOTALE COSTI | 2.044.454 |
Ricavi
Ricavi DRG degenza ordinaria Ricavi DRG degenza dh Ricavi Prestazioni ambulatoriali x esterni Ricavi Prestazioni ambulatoriali x interni | |
TOTALE RICAVI | - |
UTILE/PERDITA | - 2.044.454 |
CAPITOLO VI – LA COMUNICAZIONE
6.1 Le strategie
La Società della Salute dell’Alta Val di Cecina ha l’obiettivo di promuovere l’informazione, la condivisione e la partecipazione sul percorso di sperimentazione intrapreso dalla zona e stimolare la riflessione sulla cultura del concetto di “Salute”.
La comunicazione riveste infatti un importanza strategica all’interno del percorso di sperimentazione della Società della Salute: è possibile integrarsi purchè ci sia la conoscenza e nello stesso tempo si può partecipare se si è efficacemente informati.
Pertanto sarà necessario prevedere un efficace Piano di Comunicazione rivolto sia al cittadino-utente che agli operatori degli enti aderenti. I punti qualificanti del Piano di comunicazione riguardano sia la comunicazione istituzionale ( informare la comunità locale sulle attività della Società della Salute) che la comunicazione sui servizi e quella a supporto di particolari iniziative e/o azioni attivate.
In particolare aggiornare la comunità locale circa le attività e sullo stato dei lavori della sperimentazione della Società della Salute, presentare gli aspetti principali previsti nel PIS e i singoli programmi di intervento è essenziale per lo sviluppo del sistema e per una effettiva partecipazione di tutta la comunità locale al governo della salute.
6.2 Il Piano di Comunicazione
Il presente Piano di Comunicazione si riferisce alle competenze previste dalla fase di sperimentazione della Società della Salute e per questo non sostituisce i Piani di Comunicazione dei soggetti consorziati ma va ad aggiungersi e ad integrarsi con questi ultimi.
Per questo si pone l’obiettivo anche di costruire un percorso di comunicazione integrata, in particolare sui servizi, coordinando i singoli strumenti di comunicazione già attivati (come le Carte dei Servizi Sociale e Sanitario dell’Azienda U.S.L. 5).
Il Piano si articola su due livelli: quello interno, rivolto agli operatori degli enti consorziati, e quello esterno rivolto alla cittadinanza in genere. Nell’allegato I è schematicamente riportato una proposta di azioni da attivare in funzione dei targets di riferimento che confluirà in un più ampio progetto in corso di elaborazione, denominato “Reti a sostegno del welfare locale”.
Quest’ultimo nasce dalla necessità di realizzare strumenti di sostegno alla programmazione delle politiche sociosanitarie locali che utilizzino e sfruttino le possibilità generate dall’uso di nuovi mezzi di sostegno allo scambio informativo ed alla comunicazione. Il progetto sperimentale è conseguenza del protocollo d’intesa tra UNCEM TOSCANA, le Società della Salute delle zone montane della Toscana, ANCI e Federsanità che prevede la realizzazione di un modello ed una campagna di comunicazione istituzionale in materia sociosanitaria che possa risultare particolarmente incisiva.
Premesse fondanti del protocollo sopra citato, in linea con le necessità che hanno spinto alla realizzazione del progetto, ed in particolar modo delle sperimentazioni da esso previste, sono:
• l’emergere sia di una forte specificità della comunicazione pubblica relativa ai temi della salute e della cittadinanza sociale che di una rilevante sensibilità per i temi della comunicazione della salute e dei diritti di cittadinanza sociale da parte della popolazione ed in particolar modo degli utenti diretti dei servizi sanitari e sociali;
• l’aumento dell’attenzione anche da parte del contesto normativo rispetto al problema della comunicazione nella pubblica amministrazione attestato anche dalla direttiva del Ministro per la Funzione Pubblica del 7 Febbraio 2002;
• la presa d’atto che le Società della Salute nelle zone montane presentano problematiche simili per l’esercizio della propria funzione istituzionale, dettate dalla particolare condizione geografica che determina oggettive condizioni di svantaggio per i cittadini anche per l’esercizio dei propri diritti in materia sanitaria e di cittadinanza sociale;
• il ruolo forte che dovrebbe essere esercitato dalla comunicazione istituzionale a favore dei cittadini con l’obiettivo non solo di informarli dei diritti sociali e sanitari, del modo di esercitarli, dei servizi presenti sul territorio, ma anche di creare interazione con gli utenti in modo da incidere decisamente sulla qualità ed efficacia dei servizi medesimi.
Nel protocollo d’intesa sono previsti: un tavolo di lavoro con coordinamento UNCEM, riunioni periodiche dei presidenti e direttori delle Società della Salute, l’identificazione di un coordinatore e di un rappresentante UNCEM delle società della salute montane per realizzare in concreto il progetto.
Sono inoltre individuati una serie di strumenti a rete per permettere alle società della salute:
• di informare, dialogare e interagire con gli operatori dei settori coinvolti, con gli utenti, i cittadini, il terzo settore e il mondo del volontariato;
• di procedere alla costruzione concertata di un percorso condiviso per la redazione e i necessari aggiornamenti del Piano Integrato di Salute (PIS);
• di gestire il patrimonio informativo e l’intero sistema sviluppando le banche dati ed i processi di gestione dei servizi;
• di formare gli operatori delle Società della Salute coinvolti, nell’ottica della specificità della comunicazione della salute;
• di definire modalità e tecniche di relazione con i cittadini che possano migliorare i rapporti tra le strutture sanitarie, sociosanitarie e l’utenza;
• di attivare strumenti condivisi di “customer satisfaction”;
• di attuare qualsiasi altra attività, ricerca e studio finalizzati al miglioramento dei rapporti con il pubblico e l’efficacia della comunicazione istituzionale, così come disciplinata dalla normativa vigente.
Gli strumenti richiamati dal protocollo d’intesa saranno declinati operativamente sui territori individuati dalla sperimentazione e dovranno obbligatoriamente raccordarsi con quelli già esistenti, con lo scopo che possano rappresentare un futuro patrimonio conoscitivo per il miglioramento delle prassi e della programmazione anche in altre Società della Salute della Regione Toscana.
PIS ALTA VAL DI CECINA 2006-2008 – ALLEGATO A
“Mi scusi…cosa intende lei quando dice di voler descrivere
la realtà?”
“Appunti per un film” Compagnia della Fortezza Regia di X. Xxxxx
Festival VolterraTeatro ‘05
Introduzione
Il Profilo di Salute: una fotografia della comunità e del territorio.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la “salute” come “uno stato di completo benessere fisico, sociale e mentale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità”. In questo senso la salute di una comunità dipende da molteplici fattori spesso esterni all’organizzazione sanitaria (detti determinanti di salute). In particolare si tratta di fattori che definiscono le condizioni soggettive individuali (età, sesso e nazionalità), socio-economiche (istruzione, lavoro, pensioni, povertà) e legate agli stili di vita (alimentazione, attività fisica, fumo alcol, attività sessuale, uso dei farmaci) della popolazione e di fattori oggettivi ambientali (qualità di aria, acqua, suolo, altre forme di inquinamento) e connessi all’accesso ai servizi (sistema sanitario, servizio sociale, sistema scolastico, trasporti, attività ricreative).
Per questo la Regione Toscana intende programmare per la salute non solo attraverso i tradizionali strumenti di programmazione, quali il PISR e il PSR, ma attraverso i Piani Integrati di Salute, nuovi strumenti che hanno l’obbiettivo di creare sinergie fra tutti i soggetti che, con le loro azioni, possono incidere sullo stato di salute di una comunità.
Conoscere lo stato di salute della comunità è una attività complessa, ma estremamente importante in quanto consente agli attori sociali (amministratori, operatori dei Servizi, ecc.) di orientare appropriatamente le proprie azioni e di valutarne l’efficacia.
Il Profilo di Salute ha lo scopo di rispondere a questa esigenza conoscitiva e rappresenta una raccolta organizzata di dati epidemiologico-statistici di base, provenienti da fonti di varia natura, relativi ai diversi determinanti di salute che agiscono sulla comunità.
L’elaborazione del Profilo di Salute dell’Alta Val di Cecina è stata effettuata dalle opratrici della Segreteria Tecnica tramite l’attivazione di un sistema di flussi informativi in grado di consentire la raccolta e l’integrazione tra le numerose fonti, molte delle quali non sanitarie. In questo senso, il Profilo di Salute può essere considerato come un primo esempio di rete integrata per la condivisione dei dati sui determinanti di salute.
I dati raccolti sono stati riorganizzati e talvolta rielaborati in modo da poter effettuare, quando possibile, confronti temporali (relativi generalmente al triennio 2002-2004) e spaziali (in particolare fra i territori di competenza della xxxx xxxxx-xxxxxxxxx, xxxxx X.X.X. 0 x xxxxx Xxxxxxx Xxxxxxx).
Laddove le elaborazioni effettuate hanno prodotto risultati di incerta interpretazione, sono stati interpellati i tecnici del singolo settore di competenza per avere spiegazioni in merito ai dubbi emersi.
La definizione del Profilo di Salute ha comportato quindi un grosso lavoro non esente da criticità fra le quali le principali sono state l’incompletezza, la qualità e l’integrabilità delle informazioni ottenute dalle fonti.
Per questo ci teniamo a sottolineare che il Profilo di Salute qui presentato vuole essere un documento dinamico in continuo aggiornamento; vista l’importanza che il quadro conoscitivo ricopre nei percorsi di programmazione, l’individuazione di modalità strutturate per l’integrazione del Profilo di Salute rappresenteranno uno degli obbiettivi del Piano Integrato di Salute.
INDICE
SEZIONE I TERRITORIO pag. 1
SEZIONE II QUADRO DEMOGRAFICO
Popolazione residente | pag. | 3 |
Cittadini stranieri | pag. | 12 |
Famiglie | pag. | 16 |
SEZIONE III QUADRO AMBIENTALE
Qualità del suolo, dell’aria e dell’acqua | pag. | 19 |
Rifiuti | pag. | 33 |
Rumore | pag. | 36 |
Inquinamento elettromagnetico | pag. | 37 |
Qualità degli alimenti | pag. | 37 |
Qualità delle abitazioni | pag. | 39 |
SEZIONE IV QUADRO SOCIO-ECONOMICO
Asili nido | pag. | 41 |
Scuola e istruzione | pag. | 43 |
Lavoro | pag. | 49 |
Previdenza | pag. | 56 |
Criminalità | pag. | 59 |
SEZIONE V STILI DI VITA
Alimentazione | pag. | 60 |
Alcol, fumo e sostanze stupefacenti | pag. | 62 |
SEZIONE VI STATO DI SALUTE
I grandi indicatori di salute | pag. | 65 |
Le più importanti malattie e cause di morte | pag. | 68 |
Malattie del sistema circolatorio | pag. | 68 | |
Tumori | pag. | 71 | |
• Tumore allo stomaco | pag. | 73 | |
• Tumore al colon retto | pag. | 75 | |
• Tumore al polmone | pag. | 77 | |
• Tumore alla mammella • Tumore all’ovaio | pag. | pag. 82 | 79 |
Malattie del sistema respiratorio | pag. | 84 | |
Malattie del sistema digerente | pag. | 86 | |
Traumatismi e avvelenamenti | pag. | 88 | |
Malattie infettive | pag. | 90 | |
Malattie delle ghiandole endocrine e del metabolismo | pag. | 93 | |
Malattie del sangue | pag. | 95 | |
Disturbi psichici | pag. | 97 | |
Malattie del sistema nervoso | pag. | 99 | |
Malattie dell’apparato osteo-articolare | pag. | 101 | |
Malattie dell’apparato genito-urinario | pag. | 103 | |
La salute nelle fasce vulnerabili | pag. | 105 | |
La gravidanza e il parto | pag. | 105 | |
• IVG e aborti spontanei | pag. | 106 | |
• Le nascite | pag. | 107 | |
Gli anziani | pag. | 109 | |
Infortuni sul lavoro e malattie professionali | pag. | 110 | |
Handicap | pag. | 114 | |
Zoonosi | pag. | 118 |
Il presente documento è stato redatto a cura della Dr.ssa Xxxxxx Xxxxxxx e della Dr.ssa Xxxxxxx Xxxxxxx della Segreteria Tecnica della Società della Salute.
Hanno inoltre fornito la loro preziosa:
− Le anagrafi comunali
− Il Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxx dell’Osservatorio per le Politiche Sociali della Provincia di Pisa
− La Dott.ssa Xxxxxxxx Xxxxxxxx e la Dott.ssa Xxxxx Xxxxxx del Centro Direzionale per l’Impiego della Provincia di Pisa
− Il Signor Barboni dell INPS di Pisa
− L’Istituto Superiore “X. Xxxxxxxx”
− Il Capitano Maretto e il Comandante Xxxxxx dell’Arma dei Carabinieri, Compagnia di Volterra
− La Dott.ssa Xxxxxxxx Xxxxxxxxx dell’ARPAT
− Il Xxxx. Xxxxxx Xxxxx e il Xxxx. Xxxxxxxx Xxxx dell’ASA s.p.a.
− Xxxxxxxx Xxxxxx della U.O. Riabilitazione Funzionale della Zona Alta Val di Cecina
− La Dott.ssa Xxxxxxxx Xxxxxxx, responsabile del Servizio Sociale della Zona Alta Val di Cecina
− L’Xxx. Xxxxx Xxxxxxxx e tutti gli operatori delle U.F. PISSL e ISPAN, Dipartimento Prevenzione della Zona Alta Val di Cecina
− Il Xxxx. Xxxx Xxxxx e il Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxx del SerT, Dipartimento Dipendenze Azienda U.S.L. 5
− Il Xxxx. Xxxxxxx Xxxxx della U.O. Sanità Pubblica Veterinaria della Zona Alta Val di Cecina
− Il Xxxx. Xxxxxxxxxx Xxxxxxx e la Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxx della U.O. Sistema Informativo dell’Azienda U.S.L. 5
− Il Xxxx. Xxxxxxx Xxxxx della U.F. Medicina Legale e dello Sport, Dipartimento Prevenzione Azienda U.S.L. 5 di Pisa
− Il Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxxxx del Centro per lo Studio e la Prevenzione Oncologica di Firenze
Un particolare ringraziamento va alla Dott.ssa Xxxxx Xxxxx, responsabile della U.O. Epidemiologia dell’Azienda U.S.L. 5, per il prezioso supporto fornito nelle varie fasi della stesura del presente documento.
TERRITORIO
La Zona Alta Val di Cecina, area rurale che occupa un ‘estensione territoriale pari a 724,55 Kmq, (equivalente al 38% del territorio dell’Azienda U.S.L. 5), comprende i Comuni di Volterra, Pomarance, Castelnuovo V.C. e Montecatini V.C.
VOLTERRA
MONTECATINI V.C.
CASTELNUOVO V.C.
POMARANCE
Zona Alta Val di Cecina
La popolazione residente nei Comuni della Zona Alta Val di Cecina al 31/12/2004 ammontava a 21.840 abitanti.
Il peso demografico dei comuni sul totale di zona e la densità di abitanti per Kmq, si distribuiscono come segue:
Comuni | Altitudine | % Territorio occupato da ciascun comune sul totale di Zona | Densità (abitanti per Kmq) | Residenti |
Volterra | 555m s.l.m | 51,45 | 44,6 | 11.309 |
Pomarance | 370m s.l.m | 28,3 | 27,3 | 6.129 |
Xxxxxxxxxxx X.xx X. | 000x s.l.m | 11,2 | 27,8 | 2.460 |
Montecatini X. xx X. | 000x s.l.m | 8,9 | 12,5 | 1.942 |
La Zona fa capo alla Comunità Montana della Alta Val di Cecina che include nel proprio territorio anche il Comune di Monteverdi Marittimo appartenente alla Zona socio-sanitaria della Val di Cornia.
Il territorio della Comunità Montana costituisce la porzione meridionale della provincia di Pisa, di cui copre circa un terzo di estensione.
Gran parte dell'area è tipicamente collinare, con rilievi modesti e pendii generalmente dolci che assumono tratti pre-appenninici nella parte meridionale (Comune di di Castelnuovo V.C).
Dal punto di vista climatico, questo vastissimo territorio appartiene ad una fascia di transizione tra il clima mediterraneo e quello continentale, caratterizzato da un periodo invernale freddo ma non molto esteso e da un lungo periodo estivo caldo ed assai secco. In relazione alla disposizione dei rilievi ed all'orientamento delle valli si rilevano tuttavia differenze significative da zona a zona , con la presenza di caratteri climatici di tipo sub-montano nell' area di Castelnuovo V.C.
Il sistema idrografico principale è quello costituito dal fiume Cecina e dai suoi affluenti, in un bacino esteso più di 900 Kmq.
Fra le caratteristiche di rilievo della zona Alta Val di Cecina, oltre ai comprensibili problemi di mobilità e di viabilità (gran parte dell’area è collinare), si ricordano quelli che derivano dall’assetto produttivo locale che è fortemente condizionato dal tipo di territorio e dalle risorse naturali (bosco, geotermia, pascoli), storiche e paesaggistiche presenti, o implementate (come quelle sanitarie, sociali, formative); si tratta quindi di un territorio composito.
Le attività agricole contraddistinguono gran parte di questo territorio: nei coltivi predominano i cereali ( con prevalenza di grano duro e avena ), con ampie zone utilizzate per il pascolo ovino ( gli allevamenti contano circa 30.000 capi), mentre le colture arboree (olivo, vite, fruttiferi ) risultano più diffuse in prossimità dei centri abitati, dove sono ancora presenti i caratteri tipici del paesaggio agrario tradizionale (con piccoli appezzamenti, alberature, siepi, boschetti).
Le risorse del sottosuolo hanno da sempre segnato le attività antropiche: le miniere di rame e lignite sono ormai abbandonate , ma la ricerca e l' estrazione del salgemma costituiscono ancora la base di complessi industriali come Solvay e Salina di Stato. I fluidi geotermici presenti nell'area meridionale, alimentano la produzione di energia elettrica da parte di Enel Produzione, con la fitta ragnatela di vapordotti e le singolari architetture delle centrali che denotano il paesaggio in modo peculiare. Dalla presenza di depositi di gesso con inclusioni di alabastro, prese infine origine la lavorazione artistica di questa pietra che ha reso famoso l'artigianato volterrano nel mondo.
Lo sforzo di adeguamento ai grandi cambiamenti nazionali ed internazionali per la zona Alta Val di Cecina sono di particolare intensità e possono essere rilevate significative prospettive nell’area del turismo, dell’agriturismo, della promozione culturale.
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QUADRO DEMOGRAFICO
La zona dell’Alta Val di Cecina si caratterizza per:
1. Riduzione progressiva della popolazione residente.
2. Progressivo invecchiamento della popolazione residente (maggiore di quello regionale e provinciale).
3. Presenza di popolazione immigrata da altri paesi.
4. Famiglie di piccole dimensioni
Popolazione residente
La popolazione residente è costituita dalle persone, di cittadinanza italiana e straniera aventi dimora abituale nel territorio nazionale.
La popolazione residente nei Comuni della Zona della Alta Val di Cecina al 31/12/2004 ammontava a 21.840 residenti.
Il peso demografico dei comuni sul totale di Zona e la densità di abitanti per Kmq, si distribuiscono come segue:
Comuni | % Territorio occupato da ciascun comune sul totale di Zona | Densità (abitanti per Kmq) | Residenti |
Volterra | 51,45 | 44,6 | 11.309 |
Pomarance | 28,3 | 27,3 | 6.129 |
Castelnuovo V.di C. | 11,2 | 27,8 | 2.460 |
Montecatini V. di C. | 8,9 | 12,5 | 1.942 |
Riduzione della popolazione residente
La lettura del quadro demografico della Zona della Alta Val di Cecina e della sua evoluzione, offre importanti punti di riflessione: se si osserva infatti l’evoluzione della popolazione residente dal 1951 al 31 Dicembre 2004 (elaborazione dati censuali ISTAT), è evidente un costante e rilevante decremento della popolazione residente nella Zona, infatti si passa dai 37.609 residenti dell’anno 1951, ai 21.840 residenti nell’anno 2004. Tale decremento interessa in modo analogo tutti i comuni della zona.
Tab2 - Popolazione residente dal 1951 al 2004
Comune | 1951 | 1961 | 1971 | 1981 | 1991 | 2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 |
Volterra | 17.840 | 17.938 | 15.888 | 14.110 | 12.879 | 11.549 | 11.267 | 11.377 | 11.348 | 11.309 |
Pomarance | 9.371 | 9.719 | 8.175 | 7.662 | 7.120 | 6.613 | 6.309 | 6.191 | 6.130 | 6.129 |
Castelnuovo V.di C. | 5.022 | 4.460 | 3.336 | 2.898 | 2.678 | 2.477 | 2.489 | 2.452 | 2.476 | 2.460 |
Montecatini V.di C. | 5.376 | 4.089 | 2.719 | 2.388 | 2.178 | 2.002 | 2.002 | 2.007 | 1.978 | 1.942 |
Totale di Zona | 37.609 | 36.206 | 30.118 | 27.058 | 24.855 | 22.641 | 22.067 | 22.027 | 21.968 | 21.840 |
Andamento popolazione dal 1951 al 2004
40.000
35.000
30.000
25.000
20.000
15.000
10.000
5.000
0
anni
Volterra Pomarance
Castelnuovo V.di C. Montecatini V.di C. Totale di Zona
popolazione
Grafico 1- Andamento popolazione residente dal 1951 al 2004
1951
1961
1971
1981
1991
2000
2001
2002
2003
2004
Lo spopolamento dalla Zona Alta Val di Cecina può essere dovuto tra i vari fattori socio-culturali, economici ed ambientali, alla carenza di posti di lavoro che ha indotto la popolazione giovanile a cercare altrove possibilità.
Vediamo di capire meglio le motivazioni di tale decremento, analizzando gli indicatori di movimento della popolazione.
Indicatori di movimento della popolazione
Il Saldo Naturale: rappresenta la differenza tra il numero dei nati e dei deceduti
Il Saldo Migratorio: rappresenta la differenza tra il numero di immigrati ed emigrati nella Zona.
Tab3 - Movimento popolazione residente per Comune anno 2002
Comune | Popolazione al 1/01/2002 | Nati vivi | Morti | Saldo Naturale | Iscritti | Cancellati | Saldo migratorio | Popolazione al 31/12/2002 |
CastelnuovoV.di C. | 2460 | 13 | 47 | -26 | 54 | 36 | 18 | 2452 |
Montecatini V.di C. | 2012 | 12 | 27 | -15 | 57 | 47 | 10 | 2007 |
Pomarance | 6303 | 32 | 116 | -84 | 83 | 111 | -28 | 6191 |
Volterra | 11247 | 58 | 175 | -117 | 345 | 98 | 247 | 11377 |
Zona Alta Val di C. | 22022 | 115 | 365 | -242 | 539 | 292 | 247 | 22027 |
Tab4 - Movimento popolazione residente per Comune anno 2003
Comune | Popolazione al 1/01/2003 | Nati vivi | Morti | Saldo Naturale | Iscritti | Cancellati | Saldo migratorio | Popolazione al 31/12/2003 |
CastelnuovoV.di C. | 2452 | 16 | 33 | -17 | 94 | 53 | 41 | 2476 |
Montecatini V.di C. | 2007 | 18 | 31 | -13 | 52 | 68 | -16 | 1978 |
Pomarance | 6191 | 39 | 98 | -59 | 105 | 107 | -2 | 6130 |
Volterra | 11377 | 75 | 172 | -97 | 231 | 127 | 104 | 11384 |
Zona Alta Val di C. | 22027 | 148 | 334 | -186 | 482 | 355 | 127 | 21968 |
Tab5 - Movimento popolazione residente per Comune anno 2004
Comune | Popolazione al 1/01/2004 | Nati vivi | Morti | Saldo Naturale | Iscritti | Cancellati | Saldo migratorio | Popolazione al 31/12/2004 |
CastelnuovoV.di C. | 2476 | 8 | 33 | -25 | 80 | 71 | 9 | 2460 |
Montecatini V.di C. | 1978 | 11 | 29 | -18 | 63 | 81 | -18 | 1942 |
Pomarance | 6130 | 37 | 76 | -39 | 140 | 000 | 00 | 0000 |
Volterra | 11384 | 80 | 164 | -84 | 195 | 186 | 9 | 11309 |
Zona Alta Val di C. | 21968 | 136 | 302 | -166 | 406 | 440 | 38 | 21840 |
Il decremento della popolazione della Zona dell’Alta Val di Cecina è quindi dovuto ad una progressiva diminuzione del Saldo Migratorio che, pur risultando positivo, non riesce a compensare la negatività del Saldo Naturale.
La variazione che colpisce maggiormente è la diminuzione del saldo migratorio avvenuta nel comune di Volterra che, avendo una popolazione maggiore rispetto agli altri centri, influenza enormemente l’andamento totale della zona: si passa da un saldo migratorio di 247 nel 2002, ad un saldo pari a 9 nel 2004, che pur positivo che sia, è molto ridotto.
Questo fenomeno è supportato anche da un altro indicatore di movimento della popolazione, il Quoziente di Incremento Migratorio (equivale al saldo migratorio per 1000 residenti).
Tab6 - Quoziente di incremento migratorio (anni 2001-2004)
Anno | Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx | Xxxxxxxxx Xxxx | Xxxxxxx Xxxxxxx |
0000 | - 1,31 | 4,05 | 5,34 |
2002 | 11,21 | 8,16 | 8,64 |
2003 | 5,77 | 15,36 | 17,79 |
2004 | 1,73 | 9,38 | 11,05 |
Nell’anno 2002 l’incremento migratorio è aumentato sia a livello di Zona Alta Val di Cecina che di Regione e Provincia: questo risultato è certamente legato alla applicazione della normativa sull’immigrazione (Legge Bossi-Fini del 30 Luglio 2002). Negli anni 2003-2004 tale incremento ha subito un calo notevole nella Zona Alta Val di Cecina, (11,21 vs 1,73), a differenza di Regione e Provincia dove si sono registrati ulteriori aumenti.
A conferma di questa tendenza, il quoziente di incremento naturale, si mostra più negativo nella Zona dell’Alta Val di Cecina rispetto a Provincia e Regione, pur risultando negativo in tutti e tre i casi.
Tab7 - Quoziente di incremento naturale (anni 2002-2004)
Anno | Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx | Xxxxxxxxx Xxxx | Xxxxxxx Xxxxxxx |
0000 | -10,99 | -3,68 | -3,15 |
2003 | -8,45 | -3,33 | -3,74 |
2004 | -7,75 | -1,85 | -2,06 |
Quoziente di incremento naturale negativo implica una bassa natalità che viene espressa dal Tasso di Natalità.
Il tasso di natalità nella Zona dell’Alta Val di Cecina, pur aumentando nel corso del triennio 2002- 2003, risulta inferiore a quello Regionale e Provinciale.
Tab8 - Tasso di Natalità (periodo 2002 – 2004)
Anno | Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx | Xxxxxxxxx Xxxx | Xxxxxxx Xxxxxxx |
0000 | 5,58 | 7,66 | 8,38 |
2003 | 6.67 | 8.10 | 8.10 |
2004 | 6.64 | 7.90 | 8.10 |
Il Quoziente di Incremento Totale, dato dalla somma dei quozienti di incremento migratorio e naturale, risulta positivo nella Zona dell’Alta Val di Cecina solo nel 2002, anno in cui il saldo migratorio ha compensato la negatività del saldo naturale (247 vs -242).
La situazione a livello di Provincia di Pisa e di Regione è invece sempre positiva, con aumenti piuttosto evidenti negli anni 2003-2004.
Tab9 - Quoziente di incremento totale (anni 2002-2004)
Anno | Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx | Xxxxxxxxx Xxxx | Xxxxxxx Xxxxxxx |
0000 | 0,23 | 0,76 | 5,49 |
2003 | -2,68 | 12,03 | 14,05 |
2004 | -5,84 | 7,53 | 8,99 |
Progressivo invecchiamento della popolazione residente
Nel corso del triennio 2002-2004 si è verificato un calo della popolazione più giovane (fasce di età che vanno da 0 a 40 anni), mentre si è verificato un graduale aumento della popolazione ultra- quarantenne, con particolare incremento degli ultra-sessantacinquenni.
Invecchiamento popolazione 2002-2004
16000
14000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0
2002
2003
anni
2004
0-40
40e +
65 +
popolazione
Grafico2 - Invecchiamento popolazione
Il rapporto tra la popolazione “giovane” e quella “anziana” è fondamentale per capire le caratteristiche della struttura generazionale e i fenomeni sociali, economici e culturali connessi.
Se si riporta in termini percentuali la struttura per classi di età (considerando le fasce comprese tra 0-14 anni, 15-64 anni e ultra 65 anni) e si confrontano i dati con quelli della Regione Toscana e
Provincia di Pisa (dati ISTAT aggiornati al 1 Gennaio 2004), si osserva che nella Zona dell’Alta Val di Cecina la percentuale di anziani che hanno più di 65 anni è decisamente più alta rispetto a quella regionale e provinciale mentre per la popolazione compresa tra 0-14 anni e 15-64 anni, la percentuale risulta leggermente inferiore.
Tab10 - Struttura per classi di età (percentuali)
Struttura per classi di età (anno 2004) | %0-14 | %15-64 | %65+ |
Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx | 0,00% | 00,00% | 00.00% |
Xxxxxxxxx xx Xxxx | 11,94% | 66,03% | 22.06% |
Regione Toscana | 11,87% | 65.18% | 22.94% |
Le fasce di età comprese tra 15-64 anni sono considerate come popolazione attiva, mentre ultra65 anni è una convenzione per indicare le persone anziane.
Le variazioni all’interno delle classi possono essere analizzate meglio considerando le piramidi delle età della popolazione, suddivise per sesso e classi quinquennali.
In realtà il termine “piramide”, adatto per popolazioni in forte crescita, non risulta in questo caso adeguato, in quanto le frequenze nelle classi di età più alte non si restringono (dando appunto una forma piramidale), ma anzi si allargano, con un visibile sbilanciamento verso le donne.
Osservando infatti la piramide delle classi di età della popolazione residente nella Zona, si nota chiaramente una lieve predominanza maschile fino alla classe di età compresa tra i 40 e i 44 anni, un sostanziale equilibrio tra i sessi nelle classi di età comprese tra i 45 e i 69 anni, dopo di che la predominanza numerica delle donne si fa sempre più accentuata fino a raggiungere il suo massimo nella fascia di età superiore agli 80 anni (1148 donne – 662 uomini).
popolazione maschile
85 e +
240
45-49
40-44
767
762
ALTA V.di C.
popolazione femminile
85 e + 499
80 -84 649
7
45-49
40-44
35-39
30-34
25-29
20-24
15-19
10-14
5-9
0-4
7
733
795
721
685
586
436
352
394
361
320
ALTA V.di C.
classi di età
classi di età
80 -84 | 422 | |
75-79 | 615 | |
70-74 | 710 | |
65-69 | 772 | |
60-64 | 663 |
55-59 | 000 | 00-00 | 786 | ||||
50-54 | 7 | 17 | 50-54 | 38 | |||
35-39 | 783 | |
30-34 | 727 | |
25-29 | 666 | |
20-24 | 499 | |
15-19 | 441 | |
10-14 | 415 | |
5-9 | 366 | |
0-4 | 326 |
Graf 3 e 4 - Piramide della classe di età della popolazione residente al 31/12/2004
75-79 | 762 | ||||
70-74 | 783 | ||||
65-69 | 800 | ||||
60-64 | 44 |
In prospettiva, la piramide di età dell’Alta Val di Cecina riflette in modo speculare gli andamenti delle altre zone e i trends provinciali e nazionali, che lasciano registrare una contrazione della base della piramide nelle fasce di età da 0 a 24 anni restringendo dunque, la quota complessiva di persone che entreranno nella fascia produttiva.
Grafico5: Piramide delle classi di età della popolazione residente
-Provincia di Pisa-
6.891 | 13.561 | |||||
7.580 | 11.102 | |||||
9.414 | 11.727 | |||||
10.589 | 11.842 | |||||
12.321 | 13.316 | |||||
11.365 | 12.183 | |||||
13.990 | 14.693 | |||||
12.321 | 12.378 | |||||
13.822 | 13.335 | |||||
15.505 | 15.052 | |||||
15.722 | 14.813 | |||||
15.179 | 14.495 | |||||
11.342 | 10.566 | |||||
8.682 | 8.084 | |||||
7.976 | 7.564 | |||||
7.944 | 7.396 | |||||
7.698 | 7.218 |
Età F
X
Xxxx 6 e 7 - Situazione Italia (2001), piramide delle età; a destra, i maschi, e, a sinistra, le femmine.
Questo da una parte testimonia il buon stato di salute generale della popolazione, che porta molte persone a vivere a lungo, ma fa assumere particolare rilevanza alle necessità assistenziali della popolazione anziana, sia sul versante sanitario che sociale.
La Zona presenta quindi una percentuale di anziani (ultra 65anni) molto elevata: si passa dal 27,01% nel 2001, al 28.02% nel 2004, aumento molto più accentuato rispetto a quello Regionale e Provinciale.
Tab11 - Popolazione > 65 anni (espressa in percentuale)
Anno | Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx | Xxxxxxxxx Xxxx | Xxxxxxx Xxxxxxx |
0000 | 27,01 | 21,53 | 22,47 |
2002 | 27,40 | 21,96 | 22,78 |
2003 | 27,39 | 21,85 | 22,46 |
2004 | 28,02 | 22,06 | 22,94 |
La popolazione con età superiore a 65 anni nella Zona (dati ISTAT al 1 Gennaio 2004) è pari a
6.119 unità, il 28,02% della popolazione totale residente: degli ultrasessantacinquenni il 43,5% è di sesso maschile, mentre il 56,5% di sesso femminile (3456 donne e 2.663 maschi).
Tab12 - Popolazione >65 anni, suddivisa in maschi e femmine (valori assoluti)
Comuni | Maschi | Femmine | Anziani ultra65 |
Castelnuovo V.C | 322 | 411 | 733 |
Montecatini V.C | 000 | 000 | 000 |
Pomarance | 746 | 1.013 | 1.759 |
Volterra | 1.356 | 1.730 | 3.086 |
Zona Alta Val di Cecina | 2.663 | 3.456 | 6.119 |
Da dati ISTAT risulta che a livello Provinciale, al 1 Gennaio 2004 si registrava un’assoluta prevalenza numerica delle vedove sui vedovi con una proporzione di 5 ad 1 (vedove 24257 – vedovi 4566).
Questa proporzione, che si conferma a livello di Zona alta Val di Cecina (vedove 1.969 – 377 vedovi), si distribuisce come segue:
Tab13 - Rapporto vedove-vedovi
Comune | Vedovi | Vedove | rapporto vedove-vedovi |
Volterra | 204 | 1.019 | 4,9 |
Castelnuovo X. xx X. | 00 | 000 | 0,0 |
Xxxxxxxxxxx X. xx X. | 00 | 000 | 6,6 |
Pomarance | 109 | 575 | 5,3 |
TOTALE di ZONA | 377 | 1.969 | 5,2 |
Un aumento progressivo si osserva anche per quanto riguarda la popolazione di età superiore ai 74 anni: è sempre la Zona Alta Val di Cecina a mostrare la percentuale più elevata, rispetto a Zona Pisana e Regione Toscana.
Tab14 - Popolazione > 74 anni (espressa in percentuale)
Anno | Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx | Xxxx Xxxxxx | Xxxxxxx Xxxxxxx |
0000 | 13,62 | 10,58 | 11,14 |
2003 | 14,88 | 11,57 | 12,22 |
2004 | 15,17 | 11,67 | 12,31 |
Significativa è la suddivisione per ulteriori classi di età della popolazione con più di 65 anni (aggiornata al 1 Gennaio 2004)
Tab15 - Suddivisione classi di età ultra-sessantacinquenni (valori assoluti)
Comuni | 00-00 | 00-00 | 00-00 | 00-00 | 85 e oltre | Totale |
Castelnuovo V.C | 160 | 170 | 164 | 152 | 87 | 733 |
Montecatini V.C | 139 | 124 | 127 | 86 | 65 | 541 |
Pomarance | 415 | 433 | 398 | 286 | 227 | 1.759 |
Volterra | 843 | 787 | 653 | 456 | 347 | 3.086 |
Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx | 0.000 | 1.514 | 1.342 | 980 | 726 | 6.119 |
Valori percentuali | 25,4% | 24,7% | 21,9% | 16,0% | 11,8% | 28,02% |
Si nota che la popolazione più numerosa appartiene alla fascia di età 65-69 anni (1.557 abitanti): la percentuale complessiva degli ultra sessantacinquenni risulta pari al 28,02% sulla popolazione totale.
Altri indicatori di struttura della popolazione che è necessario considerare per capire lo stato di una popolazione sono:
Indice di Vecchiaia.
L’indice di vecchiaia è dato dal rapporto tra le persone che anno più di 65 anni e le persone che hanno meno di 15 anni: ci dice quanti anziani oltre i 64 anni sono presenti nella popolazione ogni 100 giovani tra 0-14 anni.
La Provincia di Pisa presenta un dato simile a quello regionale, mentre in Alta Val di Cecina il valore dell’indice di vecchiaia è tra i più elevati della Regione.
Tab16 - Indice di vecchiaia
Anno | Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx | Xxxxxxxxx Xxxx | Xxxxxxx Xxxxxxx |
0000 | 266,86 | 189,20 | 189,78 |
2002 | 271,36 | 193,90 | 192,63 |
2004 | 287.72 | 184.40 | 191.40 |
Tra i 4 Comuni, Montecatini Val di Cecina è quasi doppiamente anziano rispetto al Comune di Volterra, nonostante la popolazione sia maggiore.
Tab17- Indice di vecchiaia per singoli Comuni
Comuni | Indice di Vecchiaia (anno 2004) |
Castelnuovo V.C | 390,90 |
Montecatini V.C | 438,97 |
Pomarance | 314,90 |
Volterra | 258,08 |
Indice di Dipendenza
L’indice di dipendenza degli anziani, che è dato dal rapporto tra popolazione di età superiore ai 65 anni e popolazione attiva (15-64): tanto più basso è l’indice, tanto più giovane è la popolazione in età lavorativa.
Risulta piuttosto elevato nella Zona Alta Val di Cecina, mentre nella Provincia ha un valore di poco inferiore a quello Regionale.
Tab18 - Indice di dipendenza
Anno | Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx | Xxxxxxxxx Xxxx | Xxxxxxx Xxxxxxx |
0000 | 42,56 | 31,36 | 33,28 |
2002 | 43,83 | 32,91 | 34,84 |
2004 | 44.87 | 33.34 | 35.10 |
Anche l’indice di dipendenza totale, che è dato dal rapporto tra popolazione di età inferiore ai 15 anni sommata alla popolazione di età superiore ai 65 anni e popolazione attiva, è più elevato nella Zona Alta Val di Cecina rispetto a Provincia e Regione.
Tab19 - Indice di dipendenza totale
Anno | Xxxx Xxxx Xxx xx Xxxxxx | Xxxxxxxxx Xxxx | Xxxxxxx Xxxxxxx |
0000 | 58,51 | 47,93 | 50,82 |
2002 | 59,99 | 49,89 | 52,92 |
2004 | 61,10 | 51,43 | 53,40 |
Quindi la popolazione appartenente alle fasce di età più deboli (0-14 e ultr65) risulta a carico della sempre più residua popolazione attiva e produttiva.
La Speranza di vita, ovvero il numero medio di anni che restano da vivere ad una determinata età, è aumentata per i maschi e per le femmine pressoché in ugual misura.
Tab20 - Speranza di vita alla nascita
Anno | U.S.L. 5 | Regione Toscana | ||
Maschi | Femmine | Maschi | Femmine | |
2000 | 76,9 | 82,7 | 76,7 | 82,4 |
2002 | 77,6 | 83,2 | 77,6 | 83,1 |
Tab21- Speranza di vita a 65 anni
Anno | U.S.L. 5 | Regione Toscana | ||
Maschi | Femmine | Maschi | Femmine | |
2000 | 16,5 | 20,5 | 16,6 | 20,7 |
2002 | 17,0 | 20,9 | 17,2 | 21,3 |