CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
(Norme Tecniche)
Il presente capitolato, per quanto non meglio esplicato negli altri elaborati di progetto, riporta tutte le specifiche tecniche cui si deve fare riferimento per la realizzazione delle opere come da progetto.
Realizzazione dei Gabbioni Rinverditi
Anzitutto vengono di seguito riportate le caratteristiche che identificano il tipo di rete da utilizzare per la realizzazione dell’opera.
Rete metallica a doppia torsione con maglia esagonale tipo 8x10 in accordo con le UNI- EN 10223-3, tessuta con trafilato di ferro, conforme alle UNI EN 10223-3 per le caratteristiche meccaniche e UNI-EN 10218 per le tolleranze sui diametri, avente carico di rottura compreso fra 350 e 500 N/mm² e allungamento minimo pari al 10%, avente un diametro pari 2.70 mm interno, galvanizzato con lega eutettica di Zinco - Alluminio (5%) - Cerio - Lantanio conforme alla EN 10244 – Classe A con un quantitativo non inferiore a
245 g/m²; XXX- XX 00000-0 ed in accordo con le “Linee Guida per la redazione di Capitolati per l’impiego di rete metallica a doppia torsione” emesse dalla Presidenza del Consiglio Superiore LL.PP., Commissione Relatrice n°16/2006, il 12 maggio 2006. La galvanizzazione inoltre dovrà superare un test di invecchiamento accelerato in ambiente contenente anidride solforosa (SO2) secondo la normativa UNI EN ISO 6988 (KESTERNICH TEST) per un minimo di 28 cicli. Oltre a tale trattamento il filo sarà ricoperto da un rivestimento di materiale plastico di colore grigio che dovrà avere uno spessore nominale non inferiore a 0,5 mm, in conformità con UNI- EN 10245-2, portando il diametro esterno ad almeno 3,70 mm. Gli scatolari metallici saranno assemblati utilizzando sia per le cuciture sia per i tiranti un filo con le stesse caratteristiche di quello usato per la fabbricazione della rete ed avente diametro pari a 2.20/3.20 mm e quantitativo di galvanizzazione sul filo non inferiore a 230 g/m².
Modalità di realizzazione dei gabbioni:
Qualora non esaurientemente specificato negli elaborati grafici di progetto o nella descrizione dei prezzi per la stima delle opere, il riempimento per gabbioni deve essere costituito da materiale litoide proveniente da cava o da materiale d’alveo, non friabile né gelivo e quindi non deteriorabile dagli agenti atmosferici, di elevato peso specifico (non
inferiore a 22 kN/m3) e di pezzatura superiore alla dimensione della maglia (minimo 1,5 D) in modo da non permettere alcuna fuoriuscita del riempimento né in fase di posa in opera né in esercizio. Il materiale di riempimento dovrà essere messo in opera con operazioni meccanizzate e/o manuali in modo da raggiungere sempre una porosità del 30-40% in modo da ottenere un idoneo peso di volume, nel rispetto delle ipotesi di progetto.
Qualora i materiali non rispondessero alle caratteristiche di cui sopra la Direzione Lavori ne ordinerà l'allontanamento dal cantiere.
Il rinverdimento del gabbione si attua mediante una speciale tasca preassemblata al Gabbione Rinverdibile avente la funzione di realizzare un elemento "vivo" frontale.
Le tasche del Gabbione Rinverdibile devono essere rivestite internamente con materiale geotessile ritentore del terreno ed esternamente con biotessili naturali (i materiali dovranno essere sottoposti all’approvazione della Direzione Lavori).
Vengono riempite in fase realizzativa con terreno vegetale.
Per favorire ed accelerare lo sviluppo vegetativo devono essere effettuate semine erbacee con la congiunta messa a dimora di piantine in fitocella e talee di essenze vegetali arbustive autoctone, secondo quanto imposto dalla Direzione dei Lavori.
Di seguito vengono riportati alcuni esempi fotografici che sono esemplificativi del tipo di opera da realizzare:
Dimensioni standard da assegnare ai moduli da realizzare:
l – w – h = 0,30 – 1,00 – 0,30
L – W – H = 2,00 -1,00 -1,00
Controlli di qualità:
Le reti metalliche a doppia torsione devono essere prodotte con un sistema di gestione della qualità del prodotto, che sovrintende al processo di fabbricazione del produttore, predisposto in coerenza con le norme UNI EN 9001.2000 (controllo permanente della produzione in fabbrica) che deve assicurare il mantenimento della costanza e la affidabilità delle prestazioni indipendentemente dal processo di produzione. Pertanto ciascuna fornitura deve essere accompagnata da rapporti prova, forniti dal produttore, relativi a tutte le caratteristiche sopramenzionate, effettuati da specifici laboratori secondo le vigenti norme di legge.
Inoltre ogni fornitura di materiale deve essere accompagnata dal “certificato di origine” rilasciato in originale, nel quale vengono specificati:
- il tipo e nome commerciale del prodotto
- descrizione del prodotto (identificazione, impiego previsto, ecc);
- condizioni particolari applicabili all'uso del prodotto (per esempio disposizioni per l'impiego del prodotto in determinate condizioni, ecc.);
- le sue caratteristiche dimensionali e tecniche ( dimensioni, maglia tipo, caratteristiche meccaniche e diametro del filo, tipo e quantita’ del rivestimento in zinco e/o lega di zinco, resistenza nominale della rete e riferimenti normativi inclusa questa Linea Guida )
- il nome della Ditta produttrice
- la Ditta a cui viene consegnato il prodotto
- la località del cantiere e le quantità fornite
Ciascun prodotto, nella confezione fornita dal produttore, deve chiaramente e costantemente essere riconoscibile attraverso idonea etichettatura dalle quale risultino, in modo inequivocabile, il riferimento all'Azienda produttrice, allo stabilimento di produzione ed al lotto di produzione, alle caratteristiche tecniche tipologiche e prestazionali del materiale.
La accettazione dei materiali, oltre che alla verifica della completezza della documentazione di accompagnamento, può essere subordinata all’esito di prove specifiche su campioni di filo ed elementi di rete, secondo quanto previsto dalle vigenti norme relativamente ai materiali da costruzione. Le prove debbono essere eseguite in laboratori abilitati.
Ai fini dell’accettazione i valori delle caratteristiche tecniche riscontrate nelle prove dovranno essere confrontati con quelli dichiarati dai produttori nella documentazione di accompagnamento.
Qualora i materiali non rispondessero alle caratteristiche di cui sopra la Direzione Lavori ne ordinerà l'allontanamento dal cantiere.
Rivestimento delle scarpate con il Sistema Geocomposito
Il rivestimento della scarpata con il sistema di seguito descritto consiste nella realizzazione di opere di protezione, conservazione e rinverdimento del suolo. I geocompositi possono essere preaccoppiati in fase di produzione e sono costituiti da rete metallica a doppia torsione e biotessili in cocco di grammatura minima 300 g/m2. Il sistema si completa di opere accessorie quali chiodatura, tirantatura in funi d’acciaio, picchettature, idrosemine, etc… al fine di realizzare sistemi antierosivi e rinforzi corticali.
Nello specifico, a integrazione degli aspetti già esplicati negli elaborati progettuali allegati alla presente, la lavorazione prevede il rivestimento di superfici in rocce sciolte o compatte più o meno degradate superficialmente, mediante stesura di biotessili di grammatura minima 300 g/m2, eventualmente preseminati e preconcimati su disposizione della Direzione dei Lavori, cuciti con punti in filo di ferro zincato ad una rete metallica a doppia torsione di maglia minima 8x10 cm e filo di diametro minimo 2,7 mm. Le superfici da trattare per il rivestimento dovranno essere liberate da radici, pietre, ecc. ed eventuali vuoti andranno riempiti con terreno vegetale in modo da ottenere una superficie uniforme affinchè la biostuoia e la rete metallica possano adagiarsi perfettamente al suolo.
Prima si stenderà sulla pendice la biostuoia che verrà picchettata a monte. Successivamente verrà fissata al terreno (in sommità e poi a valle della pendice) la rete metallica per mezzo di un reticolo di cavi d’acciaio opportunamente tesati e collegati tra loro, secondo le disposizioni imposte dalla Direzione Lavori.
La rete dovrà essere ancorata al terreno con picchetti d’acciaio a T della lunghezza di 100 cm e dello spessore di 14 mm (in funzione della consistenza del terreno di posa); la picchettatura sulla rete metallica sarà in ragione di 1-2 picchetti/m2 a seconda della regolarità della superfice del terreno, inclusa l’eventuale perforazione e boiaccatura con miscela acqua e cemento, compreso il fissaggio in testa e al piede a mezzo fune d’acciaio;
il tutto nelle quantità tali da garantire la stabilità e l’aderenza della rete alla scarpata, secondo quanto disposto dalla Direzione Lavori.
Nel caso di rocce particolarmente friabili verranno operate delle legature in fune d’acciaio anche tra i chiodi lungo la superficie a miglioramento dell’aderenza delle rete al substrato.
In sommità gli ancoraggi dovranno avere un’interdistanza paria a 1.50 m, garantendo un ancoraggio al terreno non inferiore a 100 cm, e la rete, per essere saldamente ancorata al terreno stesso, dovrà essere ripiegata su se stessa per 30 cm. I singoli ancoraggi, sia in sommità che a valle della scarpata, dovranno essere dotati di una anello per poter essere collegati con un cavo di acciaio che dovrà essere legato alla rete.
Il Cavo d’acciaio dovrà essere del tipo da 12 mm di diametro – anima tessile – DIN 3060.
Di seguito viene riportata una scaletta esplicativa delle modalità esecutive:
1) regolarizzazione della scarpata con allontanamento di radici, massi;
2) stesura per file parallele dei teli di geostuoia tridimensionale, avendo cura di sovrapporre lateralmente i teli per almeno 10 cm;
3) fissaggio della geostuoia a monte e lungo la sponda mediante picchetti in acciaio, secondo quantità variabili dipendenti dalla pendenza della sponda stessa;
4) stesura e fissaggio della rete metallica a doppia torsione al disopra della geostuoia (esistono materiali in cui la rete a doppia torsione e la geostuoia tridimensionale sono preassemblate in fase di fabbricazione; in questo caso la posa avviene in un’unica soluzione);
5) qualora si renda necessario per motivi di ancoraggio dei tondini, gli stessi dovranno essere posti in opera previa perforazione e successiva boiaccatura con miscela di acqua e cemento;
6) legatura dei tondini, dotati di anello, mediante fune di acciaio sia a monte che a valle della sponda;
7) idrosemina a spessore in quantità idonea al riempimento degli spazi della geostuoia;
8) messa a dimora di talee e arbusti, previo taglio di alcune maglie della rete metallica e taglio della stuoia;
Qualora i materiali non rispondessero alle caratteristiche di cui sopra la Direzione Lavori ne ordinerà l'allontanamento dal cantiere.
Fornitura e Sistemazione di Terreno Vegetale
Le scarpate ed in genere tutte le aree destinate a verde, dovranno essere rivestite con manto vegetale appena ultimata la loro sistemazione superficiale. Eventuali erosioni, solcature, buche od altre imperfezioni dovranno essere riprese con terreno agrario.
Il terreno vegetale dovrà avere caratteristiche fisiche e chimiche atte a garantire un sicuro attecchimento e sviluppo di colture erbacee, arbustive od arboree.
Dovrà risultare di reazione neutra, sufficientemente dotato di sostanza organica e di elementi nutritivi, di medio impasto, privo di pietre, ciottoli, detriti, radici, erbe infestanti.
Dovrà provenire da scotico di terreno a destinazione agraria, fino alla profondità massima di un metro.
Qualora il prelievo venga fatto da terreni non coltivati, la profondità di prelevamento dovrà essere contenuta allo strato esplorato dalle radici delle specie erbacee presenti ed in ogni caso non dovrà superare il mezzo metro.
L'Impresa prima di effettuare il prelevamento e la fornitura della terra, dovrà darne avviso alla Direzione Lavori, affinché possano venire prelevati, in contraddittorio, i campioni da inviare ad una stazione di chimica agraria riconosciuta, per le analisi di idoneità del materiale secondo i metodi ed i parametri normalizzati di analisi del suolo, pubblicati dalla Società Italiana della Scienza del Suolo - S.I.S.S.
Il terreno dovrà essere posto in opera in strati uniformi, ben sminuzzato, spianato e configurato in superficie secondo le indicazioni di progetto.
Qualora il prelievo venga fatto da terreni non coltivati, la profondità di prelevamento dovrà essere contenuta allo strato esplorato dalle radici delle specie erbacee presenti ed in ogni caso non dovrà superare il mezzo metro.
L'Impresa prima di effettuare il prelevamento e la fornitura della terra, dovrà darne avviso alla Direzione Lavori, affinché possano venire prelevati, in contraddittorio, i campioni da inviare ad una stazione di chimica agraria riconosciuta, per le analisi di idoneità del
materiale secondo i metodi ed i parametri normalizzati di analisi del suolo, pubblicati dalla Società Italiana della Scienza del Suolo - S.I.S.S.
Il terreno dovrà essere posto in opera in strati uniformi, ben sminuzzato, spianato e configurato in superficie secondo le indicazioni di progetto.
Idrosemina e posa di Talee
Terminata la fase di sistemazione del Geocomposito, l'impresa procederà al rivestimento mediante idrosemina impiegando una speciale attrezzatura in grado di effettuare la proiezione a pressione di una miscela di seme, fertilizzante, collante ed acqua.
Tale attrezzatura, composta essenzialmente da un gruppo meccanico erogante, da un miscelatore-agitatore, da pompe, raccordi, manichette, lance, ecc., dovrà essere in grado di effettuare l'idrosemina in modo uniforme su tutte le superfici da rivestire, qualunque sia l'altezza delle scarpate.
I materiali da impiegare dovranno essere sottoposti alla preventiva approvazione della Direzione Lavori che disporrà le prove ed i controlli ritenuti opportuni.
Per il fissaggio della soluzione al terreno e per la protezione del seme, dovranno essere impiegati in alternativa 1200 kg/ha di fibre di cellulosa, oppure 150 kg/ha di collante sintetico, oppure altri materiali variamente composti che proposti dall'Impresa, dovranno essere preventivamente accettati dalla Direzione Lavori.
Per l'idrosemina l'Impresa è libera di effettuare il lavoro in qualsiasi stagione tenuto conto naturalmente del tempo previsto per la ultimazione dei lavori, e restando a suo carico le eventuali operazioni di risemina nel caso che la germinazione non avvenga in modo regolare ed uniforme.
Nello specifico, per la scelta dei materiali costituenti la miscela per l’Idrosemina, si dovrà fare riferimento alla seguente tabella:
Tipo di Materiale | Quantità (gr/m2) |
Semente | 50 |
Concimi | |
Minerale NPK 12.12.17 | 50 |
Concime Organico | 150 |
Sostanze Miglioratrici del Terreno | |
Argille e Limi | 250 |
Lava Schiumosa, pomice, salicati | 1000 |
Sostanze Organiche (torba, cellulosa) | 1500 |
Terriccio | 3000 |
Idrosilicati | 150 |
Leganti | |
Bitumi | 250 |
Dispersioni Sintetiche | 40 |
Emulsioni Sintetiche | 30 |
Concentrato Sintetico | 10 |
Colle | 75 |
Sulfonati Ligninici | 200 |
Cellulosa | 40 |
Sulle superfici preparate e concimate, come già indicato nei precedenti punti del presente Capitolato, l’Impresa procederà all’impianto di talee, secondo le previsioni di progetto o le disposizioni impartite dalla Direzione Lavori, disposte a quinconce su file parallele.
L'Impresa è libera di effettuare l'impianto nel periodo che riterrà più opportuno tenuto conto naturalmente del tempo previsto per la ultimazione dei lavori, restando comunque a suo carico l'onere della sostituzione delle fallanze.
L'impianto potrà essere fatto a mano od a macchina, comunque in modo tale da poter garantire l'attecchimento ed il successivo sviluppo regolare e rapido.
Prima della messa a dimora delle piantine a radice nuda, l'Impresa avrà cura di regolare l'apparato radicale, rinfrescando il taglio delle radici ed eliminando le ramificazioni che si presentassero appassite, perite o eccessivamente sviluppate, impiegando forbici a doppio taglio ben affilate.
Sarà inoltre cura dell'Impresa trattare l'apparato radicale con una miscela di terra argillosa e letame bovino, diluita in acqua.
L'Impresa avrà cura di approntare a piè d'opera il materiale vivaistico perfettamente imballato in maniera da evitare fermentazioni e disseccamenti durante il trasporto.
Le piantine o talee dovranno presentarsi in stato di completa freschezza e con vitalità necessarie al buon attecchimento.
Negli impianti di talee, queste dovranno risultare del diametro minimo di 1,5 cm, di taglio fresco ed allo stato verde e tale da garantire il ripollonamento.
Qualora i materiali non rispondessero alle caratteristiche di cui sopra la Direzione Lavori ne ordinerà l'allontanamento dal cantiere.
Esempi Fotografici:
Di seguito vengono riportati alcuni esempi fotografici che sono esemplificativi del tipo di opera da realizzare:
Xxxx iniziali di stesa e posa in opera;
Realizzazione del sistema di chiodatura
Reticolo di rinforzo in funi d’acciaio ultimato prima della tesatura (La posa del reticolo di rinforzo è prevista solo nel caso sia ritenuta necessaria per la stabilità del pendio, secondo le disposizioni della Direzione Lavori)
Lavoro ultimato e prime fasi di rinverdimento
Caratteristiche tecniche dei materiali:
La rete metallica del sistema geocomposito deve essere a doppia torsione con maglia esagonale tipo 8x10 (UNI – EN 10223-3); per cui valgono tutte le prescrizioni già illustrate per il tipo di rete da utilizzare per la realizzazione dei gabbioni rinverditi.
I tondini di ferro per effettuare la picchettatura dovranno essere in Acciaio del tipo Feb44 K
Qualora i materiali non rispondessero alle caratteristiche di cui sopra la Direzione Lavori ne ordinerà l'allontanamento dal cantiere.
Messa a Dimora di Essenze Arboree e Arbustive
Gli alberi devono avere la parte aerea a portamento e forma regolare, simile agli esemplari cresciuti spontaneamente, a sviluppo robusto, non filato e che non dimostri una crescita troppo rapida per eccessiva densità di coltivazione in vivaio, in terreno troppo irrigato o concimato.
Gli alberi dovranno rispondere alle specifiche indicate nell'elenco dei prezzi per quanto riguarda le seguenti voci (da utilizzare tutte o in parte, conformemente alle caratteristiche proprie delle diverse specie):
• circonferenza del tronco, misurata ad un metro dal colletto;
• altezza totale;
• altezza di impalcatura, dal colletto al ramo più basso;
• diametro della chioma in corrispondenza delle prime ramificazioni per le conifere, a due terzi dell'altezza per tutti gli alberi, in corrispondenza alla proiezione della chioma per i cespugli;
• densità della chioma, numero medio di ramificazioni laterali su cm di tronco.
L'apparato radicale, che dovrà essere ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari sane, sarà racchiuso in contenitore (vaso, cassa, mastello) con relativa' terra di coltura o in zolla rivestita (paglia, plan plast, juta, rete metallica, fitocella).
Spostamento di piante:
Se non possono essere subito ripiantate, le piante dovranno essere collocate in depositi provvisoriamente allestiti per assicurare la loro protezione contro le avversità atmosferiche e in genere contro tutti i possibili agenti di deterioramento.
L'Impresa ha l'onere della manutenzione dei depositi e delle piante messe a deposito. Resta a carico dell’Impresa la garanzia dell’attecchimento.
Quando lo spostamento delle piante presenta il rischio di una cattiva ripresa dopo il trasferimento, l'Impresa interrompe le operazioni di spostamento e ne informa il Direttore dei Lavori, affinché si possano prendere le misure di salvaguardia per i vegetali interessati.
Estrazione dal vivaio e controllo delle Piante:
a) l'estrazione delle piante dal vivaio deve essere effettuata con tutte le precauzioni necessarie per non danneggiare le radici principali e secondo le tecniche appropriate per conservare l’apparato radicale capillare ed evitare di spaccare, scortecciare o danneggiare la pianta. L’estrazione non deve essere effettuata con vento che possa disseccare le piante o in tempo di gelata. L’estrazione si effettua
a mano nuda o meccanicamente; le piante potranno essere fornite a radice nuda o collocate in contenitori o in zolle. Le zolle dovranno essere imballate opportunamente con involucro di juta, paglia, teli di plastica o altro;
b) Prima della messa a dimora lo stato di salute e la conformazione delle piante devono essere verificate in cantiere e, le piante scartate, dovranno essere immediatamente allontanate;
c) Per ciascuna fornitura di alberi , sia adulti che giovani, un'etichetta attaccata deve dare, attraverso una iscrizione chiara ed indelebile, tutte le indicazioni atte al riconoscimento delle piante (genere, specie, varietà e numero, nel caso la pianta faccia parte di un lotto di piante identiche);
d) La verifica della conformità dell'esemplare alla specie ed alla varietà della pianta si effettua, al più tardi, nel corso del primo periodo di vegetazione che segue la messa a dimora.
Qualora i materiali non rispondessero alle caratteristiche di cui sopra la Direzione Lavori ne ordinerà l'allontanamento dal cantiere.
Epoca di messa a dimora:
La messa a dimora non deve essere eseguita in periodo di gelate né in periodi in cui la terra é imbibita d'acqua in conseguenza di pioggia o del disgelo.
Salvo diverse prescrizioni del Capitolato speciale d'appalto, tenuto conto naturalmente del tempo previsto per la ultimazione dei lavori, la messa a dimora degli alberi si effettua tra metà ottobre e metà aprile.
La DL potrà indicare date più precise, secondo il clima, funzione della regione e/o dell'altitudine.
La messa a dimora delle piante a radice nuda s'effettua comunque in un periodo più ristretto, da metà novembre a metà marzo, mentre per le piante messe a dimora con zolla o per le conifere il periodo può essere esteso dall'inizio di ottobre a fine aprile o anche all’inizio di maggio.
Alcune tecniche di piantagione permettono di piantare in tutte le stagioni (contenitori, zolle imballate in teli di plastica saldati a caldo, ecc.).
Per le piante messe a dimora a stagione avanzata, dovranno comunque essere previste, cure particolari per assicurarne l'attecchimento.
Preparazione delle piante prima della messa a dimora:
Prima della messa a dimora le eventuali lesioni del tronco dovranno essere curate nei modi più appropriati; le radici, se nude, dovranno essere ringiovanite recidendo le loro estremità e sopprimendo le parti traumatizzate o secche.
E' tuttavia bene conservare il massimo delle radici minori soprattutto se la messa a dimora é tardiva.
Se si dovesse rendere necessaria la potatura della parte aerea della pianta, questa dovrà essere eseguita in modo da garantire un equilibrio fra il volume delle radici e l'insieme dei rami.
Messa a dimora delle piante:
• Tutori: i tutori sono conficcati nella buca di piantagione prima della messa a dimora delle piante. In rapporto alla pianta, il tutore é posto in direzione opposta rispetto al vento dominante. Il tutore deve affondare di almeno 30 cm oltre il fondo della buca;
• collocazione delle piante e riempimento delle buche: sul fondo della buca dovrà essere disposto uno strato di terra vegetale, con esclusione di ciottoli o materiali impropri per la vegetazione, sulla quale verrà sistemato l'apparato radicale. La pianta deve essere collocata in modo che il colletto si trovi al livello del fondo della conca di irrigazione. L'apparato radicale non deve essere né compresso, sarà spostato.
La buca di piantagione é poi colmata di terra fine. La compattazione della terra deve essere eseguita con cura in modo da non danneggiare le radici, non squilibrare la pianta, che deve restare dritta e non lasciare sacche d'aria. Il migliore compattamento é ottenuto attraverso un'abbondante irrigazione, che favorisce inoltre la ripresa del vegetale;
• legature e colletti: legature e colletti circondano il tronco e sono disposti in modo che attraverso la loro azione il tutore serva d'appoggio alle piante. La legatura più alta é posta
a circa 20 cm al di sotto delle prime ramificazioni, la più bassa ad 1 m dal suolo. In queste misure occorre tenere conto del compattamento successivo del suolo;
• potature di formazione: la potatura dì formazione ove richiesta dal capitolato speciale d'appalto, si effettua conformemente alle prescrizioni di questo;
• conche di irrigazione : la terra va sistemata al piede della pianta ìn modo da formare intorno al colletto una piccola conca; l'impresa effettua una prima irrigazione che fa parte dell'operazione di piantagione e non va quindi computata nelle operazioni di manutenzione.
Salvo diverse prescrizioni della DL , le quantità approssimative d'acqua per l'irrigazione sono:
- 40/50 litri per albero;
- 15/20 litri per arbusti.
Prima dell'impianto l’Impresa ,dopo aver provveduto, ove necessario, alle opere idonee a garantire il regolare smaltimento delle acque onde evitare ristagni, dovrà eseguire una lavorazione agraria del terreno consistente in un'aratura a profondità variabile da 50 cm a
100 cm, a seconda della situazione, e nell'erpicatura ripetuta fino al completo sminuzzamento o, su superfici di limitata estensione, in una vangatura, avendo cura in ogni caso di eliminare xxxxx, pietre o materiali che possano impedire la corretta esecuzione dei lavori.
In occasione delle lavorazioni di preparazione del' terreno e prima della messa a dimora delle piante saranno effettuate, a cura e spese dell'Impresa, le analisi chimiche del terreno in base alle quali la D.L. indicherà la composizione e le proporzioni della concimazione di fondo da effettuarsi con la somministrazione di idonei concimi minerali e/o organici.
Oltre alla conciliazione di fondo l’Impresa dovrà effettuare anche le opportune concimazioni in copertura.
Prima dell'inizio dei lavori d'impianto, la D.L. indicherà all’Impresa le varie specie arboree ed arbustive da impiegare nei singoli settori.
Nella preparazione delle buche l’Impresa dovrà assicurarsi che non ci siano ristagni d'acqua nella zona di sviluppo delle radici, nel qual caso provvederà con idonee opere idrauliche (scoli, drenaggi).
Nel caso che il terreno scavato non sia adatto alla piantagione l’Impresa dovrà riempire le buche con terra vegetale idonea.
Si dovrà comunque verificare che le piante non presentino radici allo scoperto o internate oltre il livello del colletto.
Apertura di buche e fosse per la messa a dimora delle piante:
I lavori per l'apertura di buche e fosse per la futura messa a dimora delle piante sono effettuati dopo i movimenti di terra a carattere generale prima dell'eventuale apporto di terra vegetale.
Questi lavori riguardano:
• buche individuali per i soggetti isolati;
• buche e fosse per la messa a dimora di piante raggruppate.
Salvo diverse prescrizioni della DL, le dimensioni delle buche dovranno essere le seguenti:
• alberi adulti (con circonferenza del tronco di almeno 18÷20 cm) e conifere di almeno 3 m di altezza: 0 x x 0 x x 0x;
• giovani piante: 0,7 m x 0,7 m x 0,7 m
• arbusti: 0,50 m x 0,50 m x 0,50 m;
• siepi continue: 0,50 m x 0,50 m x 1 m di profondità;
• piantine forestali: 0,40 m x 0,40 m x 0,40 m;
• piante da fìoritura: 0,30 m x 0,30 m x 0,30 m.
I materiali impropri che appaiono nel corso delle lavorazioni sono eliminati attraverso la discarica.
Se necessario, le pareti ed il fondo delle buche o fosse sono opportunamente spicconati perché le radici possano penetrare in un ambiente sufficientemente morbido ed aerato.
Salvo diverse prescrizioni della DL , buche e fosse potranno essere aperte manualmente o meccanicamente e non dovranno restare aperte per un periodo superiore ad otto giorni.
Cure colturali:
Sino a quando non sia intervenuto con esito favorevole il collaudo definitivo dei lavori l'impresa dovrà effettuare a sua cura e spese la manutenzione degli impianti a verde curando in particolare:
a) lo sfalcio di tutte le superfici del corpo autostradale e sue pertinenze, seminate o rivestite da vegetazione spontanea, ogni qualvolta l'erba abbia raggiunto l'altezza media di 35 cm.
La Direzione Lavori potrà prescrivere all'Impresa di effettuare lo sfalcio in dette aree anche a tratti discontinui e senza che questo possa costituire motivo di richiesta di indennizzi particolari da parte dell'Impresa stessa.
L'erba sfalciata dovrà venire prontamente raccolta da parte dell'Impresa e trasportata fuori dall’area interessata dai lavori.
b) la sostituzione delle fallanze, le potature, sarchiature, concimazioni in copertura, trattamenti antiparassitari, risemine, ecc. nel numero e con le modalità richieste per ottenere un regolare sviluppo degli impianti a verde e le scarpate rivestite dal manto vegetale.
E’ compreso nelle cure colturali anche l'eventuale annacquamento di soccorso delle piantine in fase di attecchimento e pertanto nessun compenso speciale, anche per provvista e trasporto di acqua, potrà per tale operazione essere richiesto dall'impresa, oltre a quanto già previsto.
Rivestimento vegetativo a tasche in rete zincata e geostuoia sintetica
Il rivestimento di scarpate con il sistema delle tasche di rete dovrà essere costituito da un supporto in rete metallica a doppia torsione con maglia esagonale tipo 6x8 (conforme alle UNI EN 10223-3), tessuta con trafilato di ferro (conforme alle UNI EN 10218), di diametro 2,2 mm protetto con lega Zn-Al 5% (conforme alle UNI EN 10244-2 Classe A tab. 2, minimo 255 gr/m2) e ricoperta da un rivestimento plastico (conforme alle EN 10245-2 e/o 3) di spessore minimo 0,4 mm, rivestita internamente da una stuoia sintetica, debitamente tesa ed ancorata al substrato a mezzo di chiodi in tondino di ferro acciaioso, ad aderenza migliorata di diametro minimo 14 mm, aventi lunghezza infissa non inferiore a 100 cm e con l'estremità' libera sagomata a T o comunque adatta per il fissaggio della rete, inclusa l'eventuale perforazione.
La stabilità della tasca vegetativa sarà garantita, oltre che dalle chiodature descritte, dalle legature (comprese nel prezzo) da effettuarsi alla sovrastante rete metallica (da computarsi a parte) da stendere successivamente , mediante filo di ferro in acciaio zincato dello spessore minimo di 2,7 mm.
Il rivestimento con il sistema in oggetto dovrà essere realizzato nei punti della scarpata indicati dalla Direzione Lavori e nelle quantità riportate nel Computo Metrico.
Realizzazione del Sistema di Viminate
La stabilizzazione della scarpata mediante il sistema delle viminate deve essere garantita in prossimità del piede della scarpata, secondo quanto indicato negli allegati di progetto e le disposizioni impartite dalla Diezione Lavori.
Una viminata dovrà essere formata formata da paletti di legno (castagno o altro materiale purchè sottoposto all’approvazione della Direzione Lavori) di ø 5 cm di lunghezza 70 ÷ 80 cm infissi nel terreno per ½ della loro lunghezza, alla distanza di 0.50 m uno dall'altro.
I paletti saranno intrecciati con filagne di legno (castagno o altro materiale purchè sottoposto all’approvazione della Direzione Lavori) della lunghezza di 3 m circa per un’altezza fuori terra pari a 30 cm, tali da creare una sorta di sponda per il terreno vegetale che dovrà essere sistemato a tergo.
Le viminate verranno disposte sui pendii a file parallele con interdistanza pari a quanto indicato negli allegati elaborati di progetto o secondo quanto diversamente indicato dalla Direzione Lavori.
Movimento Terra
I movimenti di terra comprendono le seguenti categorie di lavoro:
- Diserbamento e scoticamento
- Scavi
- Rinterri
Nei paragrafi seguenti sono definite le prescrizioni relative a ciascuna categoria di lavoro nonché le prescrizioni ed oneri di carattere generale ed i controlli da eseguire
DISERBAMENTO E SCOTICAMENTO
Il diserbamento consiste nella rimozione ed asportazione di erbe, radici, cespugli, piante e alberi.
Lo scoticamento consiste nella rimozione ed asportazione del terreno vegetale, di qualsiasi consistenza e con qualunque contenuto d'acqua.
Nella esecuzione dei lavori l’Impresa dovrà attenersi a quanto segue:
a) il diserbamento e lo scoticamento del terreno dovranno sempre essere eseguiti prima di effettuare qualsiasi lavoro di scavo;
b) tutto il materiale vegetale, inclusi ceppi e radici, dovrà essere completamente rimosso, alterando il meno possibile la consistenza originaria del terreno in sito.
c) Il materiale vegetale scavato, se riconosciuto idoneo dalla D.L., previo ordine di servizio, potrà essere utilizzato per il rivestimento delle scarpate; diversamente il materiale scavato dovrà essere trasportato a discarica.
Rimane comunque categoricamente vietato la posa in opera di tale materiale per la Realizzazione delle opere in progetto.
d) La larghezza dello scoticamento ha l’estensione dell’intera area di appoggio e potrà essere continua od opportunamente gradonata secondo i profili e le indicazioni che saranno date dalla DL in relazione alle pendenze dei siti di impianto. Lo scoticamento sarà stabilito di norma alla quota di cm 20 al di sotto del piano campagna e sarà ottenuto praticando i necessari scavi di sbancamento tenuto conto della natura e
consistenza delle formazioni costituenti i siti di impianto preventivamente accertate anche con l’ausilio di prove di portanza.
SCAVI
Si definisce scavo ogni movimentazione di masse di terreno dal sito originario finalizzata all’impianto di opere costituenti il nastro stradale e le sue pertinenze, quali:
• impianti di rilevati;
• impianti di opere d’arte (Gabbionate);
• cunette, accessi, passaggi e rampe, etc.
Gli scavi si distinguono in :
• scavi di sbancamento;
• scavi di fondazione.
Gli scavi potranno essere eseguiti a mano, con mezzi meccanici e, ove previsto, con l'impiego di esplosivi.
Nella esecuzione dei lavori di scavo l’Impresa dovrà scrupolosamente rispettare le prescrizioni assumendosene l’onere, e farsi carico degli oneri di seguito elencati a titolo descrittivo e non limitativo:
a) Profilare le scarpate degli scavi con inclinazioni appropriate in relazione alla natura ed alle caratteristiche fisico-meccaniche del terreno, la cui stabilità dovrà essere accertata con apposite verifiche geotecniche a carico dell’Impresa.
Rifinire il fondo e le pareti dello scavo non provvisionale secondo quote e pendenze di progetto.
Se il fondo degli scavi risultasse smosso, l’Impresa compatterà detto fondo fino ad ottenere una compattazione pari al 95% della massima massa volumica del secco ottenibile in laboratorio (Prova di compattazione AASHO modificata) (CNR 69 - 1978 ), (CNR 22 - 1972).
Se negli scavi si superano i limiti assegnati dal progetto, non si terrà conto del maggior lavoro eseguito e l’Impresa dovrà, a sua cura e spese, ripristinare i volumi scavati in più, utilizzando materiali idonei.
b) Eseguire, ove previsto dai documenti di progetto e/o richiesto dalla D.L., xxxxx campione con prelievo di saggi e/o effettuazione di prove ed analisi per la definizione delle caratteristiche geotecniche ( a totale carico dell’impresa).
c) Recintare e apporre sistemi di segnaletica diurna e notturna alle aree di scavo.
d) Provvedere, a proprie cure e spese, con qualsiasi sistema (paratie, palancolate, sbadacchiature, puntellamenti, armature a cassa chiusa, etc.), al contenimento delle pareti degli scavi, in accordo a quanto prescritto dai documenti di progetto, ed in conformità alle norme di sicurezza e compensate con i prezzi relativi (sicurezza).
e) Adottare tutte le cautele necessarie (indagini preliminari, sondaggi, scavi campione, etc.) per evitare il danneggiamento di manufatti e reti interrate di qualsiasi natura; inclusa, ove necessario, la temporanea deviazione ed il tempestivo ripristino delle opere danneggiate o provvisoriamente deviate.
f) Segnalare l'avvenuta ultimazione degli scavi, per eventuale ispezione da parte della D.L.
, prima di procedere a fasi di lavoro successive o ricoprimenti.
In caso di inosservanza la D.L. potrà richiedere all’Impresa di rimettere a nudo le parti occultate, senza che questa abbia diritto al riconoscimento di alcun maggior onere o compenso.
g) Nel caso di impiego di esplosivi, saranno a carico dell’Impresa:
• Il rispetto delle Leggi e normative vigenti, la richiesta e l'ottenimento dei permessi delle competenti Autorità.
• Polvere, micce, detonatori, tutto il materiale protettivo occorrente per il brillamento delle mine, compresa l'esecuzione di fori, fornelli, etc.
• Xxxxx, materiali e personale qualificato occorrente, per l'esecuzione dei lavori nel rispetto delle norme di sicurezza vigenti.
• Coordinamento nei tempi di esecuzione, in accordo al programma di costruzione e nel rispetto dei vincoli e delle soggezioni derivanti dalle altre attività in corso e dalle situazioni locali.
h) I materiali provenienti dagli scavi, in genere, dovranno essere reimpiegati nella formazione delle scarpate o di altre opere in terra.
Il reimpiego sarà subordinato all’esito di prove di idoneità, eseguite a cura dell’Impresa , e sotto il controllo della D.L..
I materiali ritenuti idonei dovranno essere trasportati, a cura e spese dell’Impresa, al reimpiego o, ove necessario, in aree di deposito e custoditi opportunamente.
Se necessario saranno trattati per ridurli alle dimensioni prescritte dalle presenti norme secondo necessità, ripresi e trasportati nelle zone di utilizzo.
I materiali , che, invece, risulteranno non idonei al reimpiego, dovranno essere trasportati, a cura e spesa dell’Impresa, a rifiuto nelle discariche indicate in progetto o individuate in corso d’opera, qualunque sia la distanza, dietro formale autorizzazione della D.L.(ordine di servizio), fatte salve le vigenti norme di legge e le autorizzazioni necessarie da parte degli Enti preposti alla tutela del territorio e dell’ambiente .
L’Impresa, a sua cura e spesa, dovrà ottenere la disponibilità delle aree di discarica e/o di deposito, dei loro accessi, e dovrà provvedere alle relative indennità, nonché alla sistemazione e alla regolarizzazione superficiale dei materiali di discarica secondo quanto previsto in progetto e/o prescritto dall’Ente Concedente la discarica.
Scavi di sbancamento:
Sono così denominati i movimenti terra di grande entità eseguiti generalmente all’aperto senza particolari limitazioni sia fuori che in acqua, ovvero gli scavi non chiusi ed occorrenti per:
• apertura dei piazzali e delle opere accessorie;
• gradonature di ancoraggio delle opere previste;
• bonifica del piano di posa delle Opere d’Arte;
• spianamento del terreno;
• impianto di opere d’arte;
• taglio delle scarpate di trincee o rilevati;
• formazione o approfondimento di cunette, di fossi e di canali;
Scavi di fondazione:
Sono così denominati gli scavi chiusi da pareti, di norma verticali o subveriticali, riproducenti il perimetro dell’opera, effettuati al di sotto del piano orizzontale passante per il punto più depresso del terreno lungo il perimetro medesimo.
Questo piano sarà determinato, a giudizio della D.L. , o per l’intera area di fondazione o per più parti in cui questa può essere suddivisa , a seconda sia della accidentalità del terreno, sia delle quote dei piani finiti di fondazione.
Gli scavi saranno, a giudizio insindacabile della D.L., spinti alla necessaria profondità, fino al rinvenimento del terreno avente la capacità portante prevista in progetto.
I piani di fondazione saranno perfettamente orizzontali o disposti a gradoni con leggera pendenza verso monte per quelle opere che ricadessero sopra falde inclinate; le pareti saranno verticali od a scarpa.
Gli scavi di fondazione potranno essere eseguiti, ove ragioni speciali non lo vietino, anche con pareti a scarpa aventi la pendenza minore di quella prevista, ma in tal caso, non sarà computati né il maggiore scavo di fondazione e di sbancamento eseguito di conseguenza né il conseguente maggior volume di riempimento..
E’ vietato all’Impresa, sotto pena di demolire il già fatto, di porre mano alle murature o ai getti prima che la D.L. abbia verificato ed accettato i piani di fondazione.
L’Impresa dovrà provvedere, a sua cura e spese , al riempimento con materiali idonei dei vuoti residui degli scavi di fondazione intorno alle murature ed al loro costipamento fino alla quota prevista.
Per gli scavi di fondazione si applicheranno le norme previste dal D.M. 11/3/1988 ( S.O. alla G.U. 1/6/1988n. 127; Circ. Serv. Tecnico Centrale LL. PP. del 24/09/1988 n° 30483) e successivi aggiornamenti.
Gli scavi di fondazione saranno considerati scavi subacquei , solo se eseguiti a profondità maggiore di 20 cm sotto il livello costante a cui si stabilizzano le acque eventualmente esistenti nel terreno.
Gli esaurimenti d’acqua dovranno essere eseguiti con i mezzi più opportuni per mantenere costantemente asciutto il fondo dello scavo e tali mezzi dovranno essere sempre in perfetta efficienza, nel numero e con le portate e le prevalenze necessarie e sufficienti per garantire la continuità del prosciugamento.
Resta comunque inteso che, nell’esecuzione di tutti gli scavi, l’Impresa dovrà provvedere di sua iniziativa ed a sua cura e spese, ad assicurare il naturale deflusso delle acque che
si riscontrassero scorrenti sulla superficie del terreno , allo scopo di evitare che esse si versino negli scavi.
Provvederà, a sua cura e spesa, a togliere ogni impedimento, ogni causa di rigurgito che si opponesse così al regolatore deflusso delle acque, anche ricorrendo alla apertura di canali fugatori ;analogamente l’Impresa dovrà adempiere agli obblighi previsti dalle leggi (Legge 10/5/1976 n. 319 e successivi aggiornamenti ed integrazioni , leggi regionali emanate in applicazione della citata legge) in ordine alla tutela delle acque dall’inquinamento, all’espletamento delle pratiche per l’autorizzazione allo scarico nonché all’eventuale trattamento delle acque .
RINTERRI E/O BONIFICHE
Per rinterri si intendono i lavori di:
- bonifica di zone di terreno non idoneo, al disotto del piano di posa di manufatti, effettuata mediante sostituzione dei terreni esistenti con materiale idoneo;
- riempimento di scavi relativi a fondazioni, trincee, cunicoli, pozzetti, etc. eseguiti in presenza di manufatti;
- sistemazione superficiale eseguita con o senza apporto di materiale.
Bonifica:
a) La bonifica del terreno di appoggio della gabbionata, nell’accezione più generale, dovrà essere eseguita in conformità alle previsioni di progetto, ed ogni qualvolta nel corso dei lavori si dovessero trovare zone di terreno non idoneo e/o comunque non conforme alle specifiche di progetto.
Pertanto il terreno in sito, per la parte di scadenti caratteristiche meccaniche o contenente notevoli quantità di sostanze organiche, dovrà essere sostituito con materiale selezionato appartenente ai gruppi (CNR-UNI 10006):
- A1, A3 se proveniente da cave di prestito; nel caso in cui il materiale appartenga al gruppo A3, deve presentare un coefficiente di uniformità (D60/D10) maggiore o uguale a 7;
- X0, X0-0 , X0-0, X0, xx proveniente dagli scavi; il materiale appartenente al gruppo A3 deve presentare un coefficiente di uniformità (D60/D10) maggiore o uguale a 7;
Il materiale dovrà essere messo in opera a strati di spessore non superiore a 50 cm (materiale sciolto) e compattato fino a raggiungere il 95% della massa volumica del secco
massima ottenuta attraverso la prova di compattazione AASHO modificata (CNR 69 - 1978), (CNR 22 - 1972).
Per il materiale dei gruppi X0-0 x X0-0 , gli strati dovranno avere spessore non superiore a 30 cm (materiale sciolto).
Il modulo di deformazione dovrà risultare non inferiore a 20 MPa (nell’intervallo di carico compreso tra 0.05 e 0.15 N/mm2)
b) Nel caso in cui la bonifica di zone di terreno di cui al punto a) debba essere eseguita in presenza d'acqua, l’Impresa dovrà provvedere ai necessari emungimenti per mantenere costantemente asciutta la zona di scavo da bonificare fino ad ultimazione dell'attività stessa.
Rinterri:
a) Per il rinterro degli scavi relativi a fondazioni e manufatti in calcestruzzo dovrà utilizzarsi materiale selezionato appartenente esclusivamente ai gruppi A1 ed A3 (UNI-CNR 10006) opportunamente compattato; il materiale appartenente al gruppo A3 dovrà presentare un coefficiente di uniformità (D60/D10) maggiore o uguale a 7;
b) Il rinterro di scavi relativi a tubazioni interrate e cavi elettrici sarà effettuato con materiali sabbiosi (o comunque con materiali che durante l'operazione di rinterro non danneggino dette installazioni).
In linea di massima i materiali da utilizzare in detti rinterri saranno specificati sui disegni costruttivi.
Sistemazione superficiale:
La sistemazione delle aree superficiali dovrà essere effettuata con materiali selezionati appartenenti esclusivamente ai gruppi A1 ed A3 (UNI-CNR 10006), , con spandimento a strati opportunamente compattato fino a raggiungere il 95% della massa volumica del secco massima ottenuta con energia AASHO modificata (CNR 69 - 1978), (CNR 22 - 1972), procedendo alla regolarizzazione delle pendenze secondo le indicazioni del progetto.
Il materiale appartenente al gruppo A3 dovrà presentare un coefficiente di uniformità (D60/D10) maggiore o uguale a 7.