PROTOCOLLO DI INTESA
PROTOCOLLO DI INTESA
TRA
SCUOLA CAPOFILA PER LA FORMAZIONE AMBITO 27 SCUOLA CAPOFILA PER LA FORMAZIONE AMBITO 28 CPIA “X. Xxxx” VITERBO
USR LAZIO-AT di VITERBO E
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA TUSCIA
per la
Costituzione del Polo per la Formazione dei Formatori Progetto Pilota
L’Istituto Tecnico Economico “Xxxxx Xxxx”, con sede legale in xxx X. Xxxxxxx 00, 00000 Xxxxxxx - Codice Fiscale 800135330565, rappresentato dal Dirigente Prof.ssa Xxxxx Xxxxxxxx Xxxxx di seguito indicato come Scuola capofila per la formazione ambito 28
L'Istituto IISS Xxxxx Xxxxxxx Xxxxx Xxxxxx, con sede legale in Xxx X. Xxxx x. 0, 00000 Xxxxxxxxxxxxx XX - Codice Fiscale: 80013690567, rappresentato dal Dirigente Prof.ssa Xxxxx Xxxx Xxxxx di seguito indicato come Scuola capofila per la formazione ambito 27;
Il Centro provinciale per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) “Xxxxxxxx Xxxx” di Viterbo, con sede legale in Xxx xxx Xxxxxxx 0, 00000 Xxxxxxx - Codice Fiscale 90117940560, appresentato dalla Dirigente Prof.ssa Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx di seguito indicato come CPIA Viterbo;
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, Ambito Territoriale di Viterbo, con sede legale in xxx xxx Xxxxxxxx 0, 00000 Xxxxxxx - Codice Fiscale 80011930569, rappresentato dal Dirigente Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxx, di seguito indicato come USR-AT Viterbo;
e
l’Università degli Studi della Tuscia, con sede e domicilio fiscale in Viterbo, Via Santa Xxxxx in Gradi, 4, Codice Fiscale 80029030568, rappresentata dal Rettore Xxxx. Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx, di seguito indicata come Unitus
insieme indicati come “le Parti”
CONSIDERATO CHE
- Il quadro normativo relativo al sistema nazionale di istruzione e formazione, nonché la delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti ed il quadro normativo italiano ed europeo sull'Istruzione degli Adulti nella prospettiva dell'Apprendimento Permanente;
- la Legge 9 maggio 1989 n. 168, che ha dato attuazione al principio costituzionale dell’autonomia universitaria, prevedendo il riconoscimento dell’autonomia didattica, scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile degli Atenei;
- la Legge 2 dicembre 1991, n. 390, recante norme sul diritto agli studi universitari, come modificata dal Decreto Legislativo 29 marzo 2012, n. 68;
- il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, recante il “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione”;
- la Legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modifiche ed integrazioni, ed in particolare l’art. 21 recante norme in materia di autonomia delle Istituzioni scolastiche;
- la Legge 18 dicembre 1997 n. 440 contenente disposizioni in materia di arricchimento dell'offerta formativa;
- il Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, con cui è stato emanato il regolamento recante norme in materia di autonomia delle Istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della Legge 15 marzo 1997, n. 59;
- la Legge delega 28 marzo 2003, n. 53, per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale;
- il Decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 22 ottobre 2004, n. 270 ed in particolare l’art. 3 e l’art. 7;
- il Decreto Legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 recante "Norme generali e livelli essenziali delle prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, a norma dell'articolo 2 della Legge 28 marzo 2003, n. 53";
- il Decreto Ministeriale, 22 agosto 2007 n. 139 “Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione”.
- la Legge 11 gennaio 2007, n. 1, recante “Disposizioni in materia di esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e delega al Governo in materia di raccordo tra la scuola e le università”, ed in particolare l'articolo 2;
- il Decreto Legislativo 14 gennaio 2008, n. 22 sulla "Definizione dei percorsi di orientamento finalizzati alle professioni e al lavoro, a norma dell'articolo 2, comma 1, della Legge 11 gennaio 2007, n. 1";
- i Regolamenti di cui ai Decreti del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, nn. 87-88- 89, concernenti rispettivamente il riordino degli Istituti professionali, degli Istituti tecnici e dei Licei;
- le Direttive ministeriali n. 57 del 15 luglio 2010 contenente Linee Guida per gli Istituti Tecnici; n. 65 del 28 luglio 2010 contenente Linee Guida per gli Istituti Professionali; n. 4 del 16 gennaio 2012 contenente Linee Guida per il secondo biennio e quinto anno per i percorsi degli Istituti Tecnici; e n. 5 del 16 gennaio 2012 contenente Linee Guida per il secondo biennio e quinto anno per i percorsi degli Istituti Professionali;
- il Decreto interministeriale n. 211 del 7 ottobre 2010, recante “Indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento concernenti le attività e gli insegnamenti compresi nei piani degli studi previsti per i percorsi liceali di cui all'articolo 10, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89, in relazione all'articolo 2, commi 1 e 3, del medesimo regolamento”;
- il Decreto Legislativo 14 settembre 2011, n. 167 recante il “Testo Unico dell’apprendistato”, a norma dell’articolo 1, comma 30, della Legge 24 dicembre 2007, n. 247;
- la Legge 28 giugno 2012, n. 92, sulle “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in prospettiva di crescita”;
- l'Intesa del 20 dicembre 2012 tra Governo, Regioni ed Enti Locali concernente le politiche per l'apprendimento permanente e gli indirizzi per l'individuazione di criteri generali e priorità per la promozione e il sostegno alla realizzazione di reti territoriali, ai sensi dell'art. 4, commi 51 e 55, della legge 28 giugno 2012, n. 92;
- il Xxxxxxx xxx Xxxxxxxxxx xxxxx Xxxxxxxxxx 00 ottobre 2012, n. 263, Regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei Centri d'istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali;
- il Decreto Legislativo 16 gennaio 2013, n. 13, “Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l'individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze”;
- l'Accordo del 10 luglio 2014 tra Governo, Regioni ed Enti Locali sul documento recante “Linee strategiche di intervento in ordine ai servizi per l'apprendimento permanente e all'organizzazione delle reti territoriali”;
- la Legge 13 luglio 2015, n. 107, “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”;
- la Guida operativa per la Scuola sulle attività di alternanza scuola-lavoro dell’8 ottobre 2015, predisposta dal M.I.U.R. Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione - Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione;
- la Nota M.I.U.R. – Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione, n. 2805 del 11 dicembre 2015 – Orientamenti per l’elaborazione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa;
- la Nota M.I.U.R. – Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione, n. 35 del 7 gennaio 2016 – Indicazioni e orientamenti per la definizione del Piano triennale per la formazione del personale; visti gli atti e le risoluzioni dell’Unione europea in materia di istruzione, formazione e lavoro;
- il Decreto Ministeriale del 19 ottobre 2016, 797 con cui è stato adottato il Piano nazionale di Formazione del personale docente per il triennio 2016-2019.
TENUTO CONTO CHE
In riferimento al contesto nazionale e internazionale:
Da più di un decennio il mondo della formazione, in tutte le sue declinazioni - iniziale, secondaria, universitaria, continua e permanente - è sollecitato a discutere e ripensare gli obiettivi dell'apprendimento in direzione di traguardi complessi: sviluppare competenze, sviluppare in forma integrata saperi e capacità/abilità di utilizzo efficace dei saperi stessi, a tutte le età e a tutti i livelli di formazione.
Il quadro delle competenze di cittadinanza indicato nel 2006 dalla Comunità Europea, (8 dicembre 2006 – Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea “Raccomandazione del Parlamento Europeo relativa a Competenze Chiave per l'Apprendimento Permanente”), recepito nel 2007 dal legislatore italiano (“Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione”, D.M. n. 139 del 22/10/2007) e il successivo Quadro europeo delle qualifiche per
l'apprendimento permanente, (3 aprile 2008 - Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea - C 111/1 del 06.05.2008) costituiscono la 'pista comune' per la riprogettazione dei percorsi di formazione e di istruzione da parte di tutti i soggetti, istituzionali e non, della comunità formativa.
La Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 2012 sulla “Validazione dell’apprendimento non formale e informale” (2012/C - 398/01) sottolinea l'esigenza di individuare dispositivi e procedure per la validazione dell'apprendimento non formale e informale, in termini di valutazione e riconoscimento delle competenze, processo che la stessa Unione Europea chiede di essere portato a compimento dagli stati membri entro l'anno corrente 2018.
La progettazione di percorsi formativi sulla base delle competenze da acquisire, la modularizzazione degli apprendimenti, le qualifiche basate sui crediti, la validazione degli apprendimenti non formali e informali, la certificazione e spendibilità delle competenze costituiscono i nuclei funzionali attraverso cui possono essere collegate ed integrate, in un sistema flessibile ed aperto, le strutture gerarchiche e segmentate dei sistemi di istruzione e di formazione. per promuovere la crescita, l'autonomia e l'esercizio della cittadinanza attiva di ogni individuo ad ogni età.
"Il ruolo del formatore, che sia una risorsa della scuola, un esperto del settore pubblico o privato, un docente universitario o un professionista di un ente di formazione, è uno dei pilastri fondamentali per una formazione di qualità....". “...risulta fondamentale investire prioritariamente sulla formazione dei formatori affinché tutte le figure coinvolte nella formazione possano seguire percorsi efficaci e intraprendere proficuamente lo sviluppo professionale richiesto..". "...il formatore deve essere una figura professionale che idealmente accompagna, anche in un tempo lungo quando possibile (1-2 anni), un gruppo di docenti impegnati in una azione di innovazione didattica o nella soluzione di problemi relativi alla vita della scuola o nel suo miglioramento, con un approccio che rende residuale l’esperienza tipica di 'lezione frontale' ". (Piano per la formazione dei docenti, cap. 2.3 – 8.2)
In riferimento al contesto locale:
Le scuole che compongono le reti scolastiche territoriali degli ambiti 27 e 28, della provincia di Viterbo, collaborano con Unitus alla formazione iniziale e in servizio degli insegnanti dall'anno 2013, in virtù di apposite convenzioni stipulate tra le parti;
Il CPIA Viterbo, a seguito di partecipazione a bando ai sensi del DM 663 del 1-9-2016” (art 28, c 2, lettera b del DM 663/2016) a decorrere da gennaio 2017 è aggiudicatario del progetto per il Centro Ricerca Sperimentazione e Sviluppo del Lazio con funzioni di coordinamento. Unitus- Labform, tramite apposita Convenzione, è partner scientifico del Centro CR&S per la realizzazione del progetto “Elaborazione di un modello operativo di servizi integrati per la “presa in carico” dei cittadini adulti per innalzarne i livelli di istruzione e potenziarne le competenze di base, ai fini dell’esercizio attivo del diritto all’apprendimento permanente”.
L’Unitus dall’anno 2012 è impegnata nella formazione iniziale degli insegnanti di ogni ordine e grado; (D.M. 10 settembre 2010, n. 249, D.D.G. 25 luglio 2013, n. 58, Decreto Dipartimentale 22
novembre 2013, n. 45, D.M. 16 maggio 2014, n. 312, Dlg. 13 aprile 2017, n. 59 D.M. n. 616 del
10 agosto 2017; Nota MIUR 25 ottobre 2017 n. 29999)
L’Unitus nel 2015 ha costituito il LABFORM (Laboratorio per la Formazione degli Insegnanti Decreto Rettorale n. 465/15, del 06 maggio 2015), per rispondere alla richiesta della formazione iniziale e in servizio degli insegnanti, e in seguito ha collaborato con tutte le scuole della provincia di Viterbo, in virtù di apposite convenzioni stipulate tra le parti, realizzando percorsi formativi su tematiche condivise con gli istituti del territorio, e sulle priorità indicate dal Miur, per la formazione d'ambito 2016/17.
L’Unitus ha stipulato, in data 28.5.2015, una Convenzione triennale con Indire-Firenze per attività di collaborazione nella formazione on-line iniziale e in servizio degli insegnanti.
L’Unitus, anche in risposta alle funzioni previste dalla cosiddetta Terza Missione (D.M. Miur, n. 47, 30 gennaio 2013) ha:
- sottoscritto un accordo con il XXXX Xxxxxxx (X.X. x. 000, del 26 ottobre 2016) per l'attivazione di un Centro di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo Regionale, finanziato dal Miur;
- stipulato accordi con il Miur-Usr Lazio, per l'Alternanza Scuola-Lavoro;
- aderito alla Rete Tuscia Lavoro costituita insieme ai soggetti istituzionali territoriali: Camera di Commercio, Provincia e Comune di Viterbo, e LazioDisu.
Le suddette azioni, e gli accordi già in essere tra Unitus e gli enti di formazione territoriali, costituiscono un contesto virtuoso per promuovere una start-up educativa di sistema territoriale, come previsto anche dal Piano per la formazione 2016/2019 ed in particolare:
- “Il sistema della formazione in servizio si alimenta anche attraverso la elaborazione e messa in opera di pratiche innovative, capaci di alimentare la ricerca di modelli formativi innovativi, di stimolare un rapporto produttivo con Università, centri di ricerca, organismi professionali e altri partner del territorio, di riconoscere e valorizzare le esperienze di eccellenza presenti nel sistema” … “Saranno individuate scuole e reti di scuole, in partenariato con strutture scientifiche e professionali, compresi attori internazionali, anche al fine di consolidare azioni di rete e legami scuola-ricerca, ” (Piano per la formazione degli insegnanti, cap. 8.2: 'Startup della formazione e leadership educativa') e ancora: “Sostenere lo sviluppo di una cultura dell’autonomia tra gli operatori scolastici e nella comunità sociale, per favorire le azioni di rete, i partenariati, la progettazione partecipata, la governance territoriale dell’offerta formativa” (Piano per la formazione degli insegnanti, cap. 4.1: “Autonomia organizzativa e didattica. Linee strategiche”)
PREMESSO CHE
Le Scuole Capo fila per la formazione, ambito 28 e ambito 27, con le reti territoriali di propria competenza (reti di ambito e di scopo ai sensi dell' art. 1 commi 00-00-00-00 della legge
107/2015) curano la progettazione e l'organizzazione della formazione dei docenti e del personale, tenendo conto delle esigenze delle singole scuole e delle azioni di sostegno e coordinamento promosse dall' USR Lazio, così come previsto dal DM 797 del 19 ottobre 2016, Piano per la Formazione Docenti 2016-2019.
Il XXXX 0 -Xxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxxxxxxxxx Xxxxxxx -Roma per L'istruzione degli Adulti si rivolge a gli adulti che non hanno assolto l'obbligo di istruzione o che non sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione; attraverso l'erogazione di:
1) percorsi di primo livello finalizzati al conseguimento del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione e della certificazione che attesta l'acquisizione delle competenze di base connesse all'obbligo di istruzione;
2) percorsi di secondo livello finalizzati al conseguimento del diploma di istruzione tecnica, professionale e artistica;
3) percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana, destinati agli adulti stranieri e finalizzati alla conoscenza della lingua a livello non inferiore a A2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue.
Il CPIA Viterbo è aggiudicatario del progetto del Centro di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo
per il Lazio, con funzioni di coordinamento
L’USR-AT Viterbo
svolge, tra le altre, funzioni di:
1) supporto e consulenza agli istituti scolastici per la progettazione e innovazione della offerta formativa e integrazione con gli altri attori locali;
2) supporto e sviluppo delle reti di scuole;
3) stato di integrazione degli alunni immigrati;
4) utilizzo da parte delle scuole dei fondi europei in coordinamento con le direzioni generali competenti;
5) raccordo ed interazione con le autonomie locali per la migliore realizzazione dell'integrazione scolastica dei diversamente abili, promozione ed incentivazione della partecipazione studentesca;
Le Parti, nell’ambito delle proprie competenze, e nel rispetto dei princìpi di autonomia scolastica e delle deliberazioni delle Istituzioni scolastiche, si impegnano a:
- implementare la costituzione di una governance territoriale dell'offerta formativa, a partire dal nucleo già costituito del Labform-Unitus;
- condividere e diffondere i principi di una cultura delle Competenze per il XXI secolo;
- individuare il profilo professionale e le competenze del formatore per la formazione iniziale, continua e permanente dei docenti in tutti gli ambiti di istruzione/formazione;
- studiare e ricercare approcci innovativi alla formazione dei formatori;
- individuare esperienze/agenzie di formazione (Università, enti accreditati, formatori dei soggetti partner, ecc.) per ricognizione buone pratiche nazionali/internazionali;
- mettere a valore le competenze specifiche, in tema di formazione, di ogni soggetto partner per il mutuo impiego delle risorse professionali;
- co-progettare e realizzare/sperimentare le attività formative per i formatori/soggetti del Polo;
- co-progettare e implementare modalità/procedure di interfaccia con il mondo del lavoro e dell'alta professionalità;
- sperimentare e monitorare il sistema-rete Polo territoriale per la verifica/validazione del modello;
- promuovere lo scambio e la collaborazione tra istituzioni scolastiche/formative di diversi Paesi al fine della condivisione di pratiche innovative e alla creazione di comunità di apprendimento internazionali.
TUTTO CIÒ PREMESSO, LE PARTI CONVENGONO E STIPULANO QUANTO SEGUE
Articolo 1
(Oggetto dell’Intesa)
Oggetto del presente Protocollo è instaurare un rapporto di collaborazione continuativo tra le Parti finalizzato a:
- attivare, implementare e sviluppare una comunità di pratiche formative che possa coinvolgere tutti i soggetti impegnati nell'istruzione/formazione in direzione di un approccio integrato alla formazione permanente;
- adottare l'orientamento proprio della formazione situata per enfatizzare le dimensioni pratiche e le conoscenze distribuite secondo una prospettiva sociale dell’apprendimento;
- progettare e sperimentare azioni condivise in relazione ai seguenti ambiti tematici:
Competenze trasversali e ruoli funzionali (coaching, tutoring, mentoring, counselling) del formatore nei percorsi di apprendimento per obiettivi formativi, nella formazione iniziale, continua, professionale, formale e non formale;
Criteri, parametri di qualità e strumenti per il monitoraggio/valutazione dei processi/percorsi formativi del formatore;
Modelli e metodologie dei percorsi formativi per la qualificazione dei formatori sui seguenti temi: progettazione didattica, valutazione formativa, orientamento formativo, tutoraggio per tirocinanti, formazione iniziale (percorsi Fit), neo-assunti, alternanza scuola- lavoro, comunicazione intra- extrascolatica, organizzazione e gestione scolastica, coordinamento per l'inclusione e supporto tecnologico.
Articolo 2
(Modalità attuative)
Le attività indicate all'Art.1 del presente Protocollo saranno realizzate secondo la successione:
- individuazione dei soggetti da coinvolgere nell'azione di sistema e negoziare, con gli interlocutori direttamente coinvolti, interessi e centrature sulle quali diventa sensato e rilevante portare l’attenzione conoscitiva e operativa;
- mappatura dei bisogni e delle criticità che emergono all'interno delle strutture formative coinvolte in termini di 'competenze dei formatori';
- co-progettazioni di possibili sperimentazioni per la formazione dei formatori;
- implementazione e monitoraggio delle azioni sperimentali;
- messa in evidenza degli esiti e dell'impatto delle sperimentazioni;
- individuazione delle prospettive di trasferimento adattivo delle esperienze;
Accanto agli attori operativamente coinvolti nell'implementazione del suddetto processo è prevista anche la partecipazione di referenti di altri contesti (soggetti istituzionali, interlocutori di altre Regioni) opportunamente selezionati, che fungeranno da osservatori partecipanti dell’esperienza condivisa (boundary spanners), da attivare successivamente nei propri contesti in termini di disseminazione e trasferimento adattivo.
L'implementazione di moduli e esperienze formative sperimentali sarà effettuata solo a seguito del reperimento di risorse professionali e/o economiche messe a disposizione dai partner o da soggetti/finanziamenti esterni.
Nella fase Pilota del nascente Polo Formativo, di cui il presente Protocollo d'Intesa, si ritiene opportuno realizzare un percorso di accompagnamento delle attività, articolato in azioni di facilitazione, monitoraggio in itinere e valutazione complessiva di impatto, al fine di rendere evidente e condiviso il processo e consentire eventuali correttivi e riformulazioni.
L'azione di accompagnamento potrà essere affidata ad un soggetto-valutatore esterno qualificato previo reperimento delle risorse economiche e/o professionali necessarie.
Articolo 3
(Durata dell'Intesa)
La presente Intesa ha la durata di 36 mesi a decorrere dalla data di sottoscrizione e potrà essere rinnovata mediante accordo scritto tra le Parti entro tre mesi dalla scadenza.
Le Parti potranno recedere dal e/o risolvere il Protocollo in qualsiasi momento, previa comunicazione scritta da inviarsi all’altra Parte, con avviso di ricevimento e con preavviso di almeno tre mesi.
Resta inteso l’obbligo di portare a termine le attività già avviate e concordate nell’ambito del presente Protocollo.
Articolo 4
(Impegni)
L’USR Lazio-AT di Viterbo si propone di diffondere i dati relativi alle esperienze del Progetto Pilota per la costituzione del Polo Formativo, ai fini della disseminazione delle attività nell’ambito del forum educativo nazionale.
Le Scuole Capofila per la formazione ambito 27 e ambito 28, e il CPIA Viterbo si impegnano a rendere partecipi del processo e delle attività della fase Pilota le scuole e gli altri soggetti che compongono le rispettive reti, allo scopo di incrementare la comunità di apprendimento coinvolta.
Unitus si impegna a predisporre e gestire uno spazio web per la diffusione delle attività del Polo, in fase Pilota, e l'attivazione di un’area Forum per il confronto con la comunità dei formatori.
Articolo 5
(Risorse per l'Intesa)
Per il conseguimento delle finalità e il raggiungimento degli obiettivi del presente Protocollo di Intesa le Parti renderanno disponibili le proprie risorse strutturali e il personale necessario alla realizzazione dei progetti.
Articolo 6
(Governance)
Per il raggiungimento degli obiettivi previsti le Parti convengono di costituire un Tavolo Tecnico, composto da uno o più delegati dei soggetti partner.
Il tavolo tecnico si interfaccia con il Comitato Scientifico del Labform-Unitus, composto da un rappresentante per ogni dipartimento di Unitus (n. 6 componenti), per condividere priorità, strategie, sperimentazioni e risultati di processo.
Il tavolo tecnico progetta/pianifica le azioni, le condivide in sede plenaria (gruppo tecnico- scientifico) e si interfaccia con gli uffici di Unitus preposti per l'implementazione dei progetti formativi.
Articolo 7
(Oneri finanziari)
Il presente Protocollo d'Intesa non prevede oneri finanziari a carico delle Parti. Nel caso di finanziamenti esterni, le Parti potranno concordare una ripartizione.
La realizzazione delle attività formative progettate dal Polo è a carico dei finanziamenti/risorse eventualmente messi a disposizione dagli stessi partner e/o da soggetti esterni e/o acquisiti tramite bandi nazionali e internazionali.
La partecipazione dei componenti del tavolo tecnico è a carico degli stessi partner.
Articolo 8
(Foro competente)
Le Parti si impegnano a risolvere in via amichevole qualsiasi controversia dovesse sorgere dalla interpretazione o applicazione della presente Intesa. In caso di mancato accordo, la competenza sarà del Foro di Viterbo.
Viterbo,
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI
della TUSCIA IL RETTORE
Xxxx. Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx
MIUR - UFFICIO SCOLASTICO
REGIONALE per il LAZIO-AT Viterbo Il DIRIGENTE
Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxx
ISTITUTO X. XXXX-CAPOFILA FORMAZIONE
Firmato digitalmente da XXXXXX XXXXXXX
C=IT
O=MINISTERO ISTRUZIONE UNIVERSITA' E RICERCA/80185250588
AMBITO 28
Il DIRIGENTE
Prof.ssa Xxxxx Xxxxxxxx Xxxxx
ISTITUTO C.A. DALLA CHIESA CAPOFILA FORMAZIONE AMBITO 27 Il DIRIGENTE
Prof.ssa Xxxxx Xxxx Xxxxx
CPIA “X. Xxxx” VITERBO Il DIRIGENTE
Prof.ssa Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx
Firmato digitalmente da
XXXXX XXXXXXXX XXXXX
CN = XXXXX XXXXX XXXXXXXX
O = non presente C = IT
Firmato da:
Xxxxx Xxxx Xxxxx Xxxxxx:
Data: 09/04/2018 10:01:16