Senato della Repubblica XVII Legislatura
Senato della Repubblica XVII Legislatura
Fascicolo Iter
DDL S. 322
Norme per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati
18/03/2018 - 19:11
Indice
1. DDL S. 322 - XVII Leg. 1
1.1. Dati generali 2
1.2. Testi 4
1.2.1. Testo DDL 322 5
1.3. Trattazione in Commissione 7
1.3.1. Sedute 8
1.3.2. Resoconti sommari 14
1.3.2.1. 7^ Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) 15
1.3.2.1.1. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 24 (pom.) del
07/08/2013 16
18/09/2014 22
1.3.2.1.3. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 119 (pom.) del 24/09/2014 25
1.3.2.1.4. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 121 (pom.) del 30/09/2014 26
1.3.2.1.5. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 127 (pom.) del 30/09/2014 27
1.3.2.1.6. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 122 (pom.) del 01/10/2014 31
1.3.2.1.7. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 128 (pom.) del 01/10/2014 32
1.3.2.1.8. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 124 (ant.)
dell'08/10/2014 53
1.3.2.1.9. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 130 (pom.) dell'08/10/2014 54
1.3.2.1.10. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 126 (pom.) del 14/10/2014 63
1.3.2.1.11. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 127 (pom.) del 15/10/2014 64
1.3.2.1.12. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 132 (pom.) del 15/10/2014 65
1.3.2.1.13. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 136 (pom.) del 29/10/2014 75
1.3.2.1.14. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 143 (pom.) del 19/11/2014 78
1.3.2.1.15. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 146 (pom.) del 02/12/2014 83
1.3.2.1.16. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 203 (pom.) del 07/07/2015 88
1.3.2.1.17. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 236 (pom.) del 01/12/2015 94
1.3.2.1.18. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 261 (pom.) del 16/03/2016 98
1.3.2.1.19. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 264 (pom.) del 05/04/2016 105
1.3.2.1.20. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 249 (pom.) del 04/05/2016 109
1.3.2.1.21. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 274 (pom.) del 04/05/2016 110
1.3.2.1.22. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 253 (pom.) dell'11/05/2016 121
1.3.2.1.23. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 278 (pom.) del 17/05/2016 122
1.3.2.1.24. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 256 (ant.) del 18/05/2016 136
1.3.2.1.25. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 279 (pom.) del 18/05/2016 138
1.3.2.1.26. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 260 (pom.) del 24/05/2016 145
1.3.2.1.27. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 280 (pom.) del 24/05/2016 146
1.3.2.1.28. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 263 (pom.) del 07/06/2016 170
1.3.2.1.29. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 282 (pom.) del 07/06/2016 171
1.3.2.1.30. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 305 (pom.) del 05/10/2016 186
1.3.2.1.31. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 306 (pom.) dell'11/10/2016 203
1.3.2.1.32. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 307 (pom.) del 12/10/2016 212
1.3.2.1.33. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 308 (pom.) del 18/10/2016 220
1.3.2.1.34. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 309 (pom.) del 19/10/2016 226
1.3.2.1.35. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 310 (pom.) del 25/10/2016 234
1.3.2.1.36. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 311 (pom.) del
26/10/2016 283
1.3.2.1.37. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 313 (pom.) del 03/11/2016 285
1.3.2.1.38. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 317 (pom.) del 16/11/2016 299
1.3.2.1.39. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 318 (pom.) del 22/11/2016 310
1.3.2.1.40. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 323 (pom.) del 10/01/2017 318
1.3.2.1.41. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 359 (ant.) del 10/05/2017 324
1.3.2.1.42. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 386 (pom.) del 20/09/2017 327
1.3.2.1.43. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 387 (pom.) del 26/09/2017 333
1.3.2.1.44. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 389 (pom.) del 03/10/2017 347
1.3.2.1.45. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 391 (pom.) del 10/10/2017 396
1.3.2.1.46. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 404 (pom.) del 05/12/2017 409
1.4. Trattazione in consultiva 414
1.4.1. Sedute 415
1.4.2. Resoconti sommari 417
1.4.2.1. 1^ Commissione permanente (Affari Costituzionali) 418
1.4.2.1.1. 1ªCommissione permanente (Affari Costituzionali) - Seduta n. 167 (pom., Sottocomm. pareri) del 18/10/2016 419
1.4.2.1.2. 1ªCommissione permanente (Affari Costituzionali) - Seduta n. 176 (pom., Sottocomm. pareri) del 17/01/2017 422
1.4.2.2. 5^ Commissione permanente (Bilancio) 427
1.4.2.2.1. 5ªCommissione permanente (Bilancio) - Seduta n. 651 (ant.) del 27/10/2016 428
1. DDL S. 322 - XVII Leg.
1.1. Dati generali
collegamento al documento su xxx.xxxxxx.xx
Disegni di legge Atto Senato n. 322 XVII Legislatura
Norme per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati
Titolo breve: statizzazione ex istituti musicali pareggiati
Iter
10 ottobre 2017: in corso di esame in commissione
Successione delle letture parlamentari
S.322 in corso di esame in commissione
Iniziativa Parlamentare Xxxxxxx Xxxxxxxxx ( PD ) Cofirmatari
Xxxxxxx Xxxxx ( PD ) (aggiunge firma in data 7 giugno 2013) Xxxxx Xxxxxxx ( PD ) (aggiunge firma in data 7 giugno 2013) Xxxxxx Xxxxxxxx ( PD ) (aggiunge firma in data 7 giugno 2013) Xxxxx Xxxxxxx ( PD ) (aggiunge firma in data 7 giugno 2013) Xxxxxxx Xxxxxxxxx ( PD ) (aggiunge firma in data 7 giugno 2013)
Natura ordinaria
Include relazione tecnica.
Relazione tecnica richiesta il 27 ottobre 2016 Presentazione
Presentato in data 26 marzo 2013; annunciato nella seduta pom. n. 5 del 26 marzo 2013. Classificazione TESEO
Articoli
ACCORDI E CONVENZIONI (Art.1), MINISTERO DELL' ISTRUZIONE, DELL' UNIVERSITA' E DELLA RICERCA (Art.1), DECRETI MINISTERIALI (Art.1), PERSONALE IN SOPRANNUMERO (Art.1)
Relatori
Relatore alla Commissione Sen. Xxxxxxx Xxxxxxx (PD) (dato conto della nomina il 7 agosto 2013) . Assegnazione
Assegnato alla 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) in sede referente
il 2 luglio 2013. Annuncio nella seduta pom. n. 55 del 2 luglio 2013.
Pareri delle commissioni 1ª (Aff. costituzionali), 5ª (Bilancio)
1.2. Testi
1.2.1. Testo DDL 322
collegamento al documento su xxx.xxxxxx.xx
Senato della Repubblica XVII LEGISLATURA
N. 322
DISEGNO DI LEGGE
d'iniziativa dei senatori XXXXXXXXX , XXXXX , XXXXXXX , XXXXXXXX , XXXXXXX e
VALENTINI
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 26 MARZO 2013
Norme per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati
Onorevoli Senatori. -- Le Accademie di belle arti, l'Accademia nazionale di arte drammatica, l'Accademia nazionale di danza, gli Istituti superiori per le industrie artistiche, i Conservatori di musica, e gli Istituti musicali pareggiati costituiscono il sistema dell'Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM).
La legge 21 dicembre 1999, n. 508, ha riformato l'intero settore dell'educazione artistica definendola definitivamente come formazione superiore di livello universitario e di natura specialistica.
Il decreto del Presidente della Repubblica 28 febbraio 2003, n. 132, ha dotato le istituzioni AFAM di autonomia statutaria, regolamentare, e organizzativa; il successivo decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 212, ha indicato i princìpi e criteri generali della loro autonomia didattica, prevedendo l'articolazione degli studi in tre cicli, secondo il modello già adottato dal sistema universitario e ispirato dalla Dichiarazione di Bologna. I corsi di studio sono ora strutturati in crediti (è stato adottato il sistema di crediti europeo ECTS), e in coincidenza con il rilascio dei nuovi diplomi accademici è previsto anche il rilascio del nuovo tipo europeo di certificazione, noto come Supplemento al diploma (Diploma Supplement).
A seguito della suddetta riforma le istituzioni AFAM, pur appartenendo tuttora al settore non universitario e di conseguenza non assumendo il termine «università» nelle proprie denominazioni, sono state elevate di rango, e sono pertanto definite «istituzioni di livello universitario».
L'articolo 1 commi da 102 a 107 della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (stabilità 2013) ha aggiornato le precedenti norme che equiparavano i diplomi accademici dei diversi livelli alle equipollenti lauree rilasciate dal sistema universitario nazionale.
Tale norma tuttavia non ha risolto i problemi posti dalla mancata approvazione nel dicembre 2012 da parte della Camera dei deputati della proposta di legge (atto Camera n. 4822) che avviava il percorso di statizzazione degli istituti musicali pareggiati trasformatisi in istituti superiori di studi musicali ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge 27 dicembre 1999, n. 508.
Si rende quindi urgente la presa in carico da parte dello Stato degli oneri degli istituti che attualmente gravano sui bilanci degli enti locali già molto provati dai mancati trasferimenti da parte del Governo centrale.
Esistono regioni, come il Veneto, che possono contare su ben sette istituti finanziati dallo Stato mentre in Toscana ne esiste solo uno, l'Istituto Cherubini di Firenze. È doveroso ricordare che, come previsto dalla legge di riforma n. 508 del 1999, non esistono differenze tra istituti statali e istituti non statali né sul piano didattico per i titoli di studio rilasciati, né sul piano normativo e legislativo per le modalità di gestione e gli organi di rappresentanza. Purtroppo la situazione in cui versano province e comuni
rischia di far precipitare la situazione degli Istituti AFAM non statali.
Questa prospettiva porterebbe a breve all'impossibilità da parte degli istituti di deliberare il bilancio ed aprirebbe la strada al commissariamento, anticamera di esiti drammatici per i circa 7500 allievi e per gli 800 operatori, tra docenti e personale non docente.
Molti allievi degli istituti provengono da altre province per cui una crisi di questi istituti colpirebbe non solo l'utenza dei territori di competenza ma farebbe perdere un essenziale servizio di formazione culturale e professionale a tanti giovani italiani.
Per tale ragione il presente disegno di legge riprende un emendamento alla proposta di legge atto Camera n. 4822, che non ha avuto esito positivo a causa della fine della XVI legislatura.
Si tratta di una norma che prevede la graduale statizzazione degli istituti musicali pareggiati trasformatisi in istituti superiori di studi musicali ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge 27 dicembre 1999, n. 508. La statizzazione avviene su richiesta degli istituti interessati, quali istituzioni autonome ovvero come sedi decentrate dei Conservatori di musica statali presenti nel medesimo territorio, i quali subentrano ad essi in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi con specifici e differenziati tempi e modalità, sulla base di apposite convenzioni tra il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e gli enti finanziatori degli istituti esistenti; il relativo personale docente, amministrativo e ausiliario con contratto a tempo indeterminato è posto gradualmente in sovrannumero nei ruoli dello Stato con assorbimento sui posti dell'organico che si rendono vacanti e disponibili.
DISEGNO DI LEGGE
Art. 1.
1. Gli istituti musicali pareggiati trasformatisi in istituti superiori di studi musicali ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge 21 dicembre 1999, n. 508, sono statizzati, previa loro richiesta, come istituzioni autonome ovvero come sedi decentrate dei Conservatori di musica statali presenti nel medesimo territorio, i quali subentrano ad essi in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi con specifici e differenziati tempi e modalità, sulla base di apposite convenzioni tra il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e gli enti locali finanziatori degli istituti esistenti; il relativo personale docente, amministrativo e ausiliario con contratto a tempo indeterminato è posto gradualmente in sovrannumero nei ruoli dello Stato con assorbimento sui posti dell'organico che si rendono vacanti e disponibili.
2. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti tempi e modalità della statizzazione di cui al comma 1. Dall'attuazione delle disposizioni del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
1.3. Trattazione in Commissione
1.3.1. Sedute
collegamento al documento su xxx.xxxxxx.xx
Disegni di legge Atto Senato n. 322 XVII Legislatura
Norme per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati
Titolo breve: statizzazione ex istituti musicali pareggiati
Trattazione in Commissione
Sedute di Commissione primaria
Seduta Attività
7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) in sede referente
7 agosto 2013
18 settembre 0000
24 settembre 2014
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi
30 settembre 2014
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi
30 settembre 0000
1 ottobre 2014
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi
1 ottobre 2014
Congiunzione di X.000, X.000
Proposto ciclo di audizioni
Proposto ciclo di audizioni
Audizione informale
Audizione informale
(Dato conto di documenti acquisiti nel corso di audizioni informali)
(rinvio dell'esame)
Audizione informale
(rinvio dell'esame)
8 ottobre 2014
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi
8 ottobre 0000
14 ottobre 2014
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi
15 ottobre 2014
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi
Audizioni informali
Audizione informale
Audizioni informali
7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) (sui lavori della Commissione)
15 ottobre 2014
Discusso congiuntamente: X.000, X.000, X.0000
Sulla pubblicazione di documentazioni acquisite nel corso delle audizioni
7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) in sede referente
29 ottobre 2014
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi
29 ottobre 0000
19 novembre 0000
2 dicembre 0000
7 luglio 0000
1 dicembre 0000
16 marzo 0000
5 aprile 2016
Discusso congiuntamente: X.000, X.000, X.0000
Audizioni informali
(Proposto ciclo di audizioni)
Proposto ciclo di audizioni
(proposto ciclo di audizioni)
4 maggio 2016
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi
Audizione informale
7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) (sui lavori della Commissione)
4 maggio 2016
Discusso congiuntamente: X.000, X.000, X.0000
Sulla pubblicazione di documentazioni
7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) in sede referente
11 maggio 2016
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi
17 maggio 2016
18 maggio 2016
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi
18 maggio 0000
24 maggio 2016
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi
24 maggio 0000
7 giugno 2016
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi
7 giugno 2016
Discusso congiuntamente: X.000, X.000, X.0000
Audizioni informali
Audizione informale
Audizioni informali
Pubblicazione di documenti acquisiti
Audizioni informali
5 ottobre 2016
Adottato testo base T.U. del relatore (testo allegato al resoconto).
11 ottobre 0000
12 ottobre 0000
18 ottobre 0000
19 ottobre 0000
25 ottobre 2016
Xxxxxxx termine per la presentazione degli emendamenti: 20
ottobre 2016 alle
ore 12:00
(rinvio dell'esame) Pubblicazione di documenti acquisiti
Xxxxxxx termine per la presentazione degli emendamenti: 21
ottobre 2016 alle
ore 18:00 (pubblicazione documentazione acquisita nel corso delle audizioni)
Allegatro al resoconto testo emendamenti e ordini del giorno
7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) (sui lavori della Commissione)
26 ottobre 2016
Discusso congiuntamente: X.000, X.000, X.0000
7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) in sede referente
3 novembre 0000
16 novembre 0000
22 novembre 0000
10 gennaio 2017
Discusso congiuntamente: X.000, X.000, X.0000
Testo emendamento allegato al resoconto
(Emendamento allegato al resoconto)
7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) (sui lavori della Commissione)
10 maggio 2017
Discusso congiuntamente: X.000, X.000, X.0000
audizione
7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) in sede referente
20 settembre 0000
26 settembre 0000
3 ottobre 0000
10 ottobre 2017
Discusso congiuntamente: X.000, X.000, X.0000
Fissato termine per la presentazione degli emendamenti: 28
settembre 2017
alle ore 12:00 Gli emendamenti
sono da riferire al nuovo testo che il relatore si impegna a presentare entro il 21/9 alle h. 14
Adottato testo base Nuovo testo unificato del relatore (testo allegato al resoconto).
Fissato termine per la presentazione degli emendamenti: 29
settembre 2017
alle ore 12:00
Allegato al resoconto testo ordini del giorno ed emendamenti
7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) (sui lavori della Commissione)
5 dicembre 2017
Discusso congiuntamente: X.000, X.000,
(sulla proposta di affare assegnato relativo all'alta formazione artistica, musicale e coreutica - Afam)
1.3.2. Resoconti sommari
1.3.2.1. 7^ Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali)
1.3.2.1.1. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 24 (pom.) del 07/08/2013
collegamento al documento su xxx.xxxxxx.xx
ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
MERCOLEDÌ 7 AGOSTO 2013
24ª Seduta
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Toccafondi.
La seduta inizia alle ore 14.
SULLA COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE
Il PRESIDENTE dà il benvenuto alla senatrice Xxxxxxx che è entrata a far parte della Commissione.
PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazioni
Il sottosegretario TOCCAFONDI risponde all'interrogazione n. 3-00133 del senatore Compagna sul rinvio delle prove di ammissione a corsi universitari, premettendo che il decreto ministeriale n. 449 del 12 giugno 2013 ha sostituito il precedente decreto n. 334 del 24 aprile 2013 e ha definito nuovamente
le modalità di svolgimento e i contenuti delle prove di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato a livello nazionale, di cui all?articolo 1, comma 1, lettera a), della legge 2 agosto 1999, n. 264.
Dopo aver segnalato come con tale provvedimento si sia voluto intervenire sulle modalità di attribuzione del cosiddetto bonus maturità, introdotto sulla base di una disposizione di legge alla quale, a partire dall?anno accademico 2013-2014, occorreva dare attuazione, per eliminare le criticità che erano emerse sulla base del precedente decreto, afferma che ciò ha inciso anche sui tempi di svolgimento delle prove di accesso ai corsi di laurea; ricorda infatti che, ai sensi dell?articolo 4, comma 1, del citato decreto legislativo n. 264 del 1999, la pubblicazione del bando deve avvenire almeno sessanta giorni prima della effettuazione delle prove medesime. Riferisce quindi che con il decreto n. 449 del 2013, unitamente alla revisione dei criteri di attribuzione del bonus maturità, si è dovuto necessariamente fissare la data di svolgimento delle prove al mese di settembre secondo il seguente calendario: il 10 settembre per i corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico finalizzati alla formazione di architetto; il 4 settembre per i corsi di laurea delle professioni sanitarie; il 9 settembre per i corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria; il 3 settembre per il corso di laurea in medicina veterinaria.
Fornisce infine i dati richiesti, precisando che al 7 giugno 2013, alla chiusura delle iscrizioni on line a norma del decreto n. 334, si sono registrate: 72.488 domande di partecipazione per il corso di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria, a fronte delle 68.426 per l?anno accademico 2012-2013 e delle
69.306 per l?anno 2011-2012;
8.668 domande di partecipazione per il corso di laurea in veterinaria a fronte delle 7.811 per l?anno accademico 2012-2013 e delle 7.305 per l?anno 2011-2012; 15.180 domande di partecipazione per i corsi di laurea in architettura, a fronte delle 20.193 per il 2012-2013 e delle 23.075 per il 2011-2012.
Il senatore COMPAGNA (GAL) si dichiara soddisfatto della risposta del Sottosegretario, che ha svolto un'attenta ricognizione. Manifesta tuttavia una certa delusione, pur precisando di non aver messo in dubbio la rigorosa attuazione della normativa vigente. Ritiene infatti che la modifica del calendario ha avuto inevitabilmente effetti destabilizzanti su coloro i quali avevano organizzato diversamente le proprie esigenze di studio. Nel ringraziare comunque per i dati forniti, che consentono una maggiore comprensione dei corsi ad accesso programmato, rileva un aumento degli studenti in tali corsi. Ciò dovrebbe a suo avviso motivare il Governo a rivedere la normativa, al fine di riscrivere gli ordinamenti delle università e nelle università, tanto più che detta operazione non comporta oneri.
Il sottosegretario TOCCAFONDI risponde indi all'interrogazione n. 3-00229 della senatrice Xxxxx Xxxxxxx, sull'attuazione del processo di informatizzazione e dematerializzazione nelle scuole italiane, ricordando che con il decreto-legge n. 95 del 2012 è stato dato impulso a tale processo attraverso una serie di previsioni che riguardano sia l?Amministrazione e le sue articolazioni territoriali, sia le istituzioni scolastiche. Precisa infatti che i commi da 27 a 32 dell?articolo 7 del decreto-legge n. 95 individuano diversi interventi che si inquadrano in un percorso di cambiamento graduale a partire dall?anno scolastico 2012-2013, senza comunque stabilire termini perentori per la loro messa a regime.
Osserva al riguardo che, in ambito scolastico, alcune attività e procedure risultano già dematerializzate o in via di dematerializzazione, anche grazie all?utilizzo di strumenti che variano dal registro elettronico alla gestione integrata della segreteria scolastica e della comunicazione alle famiglie. Il Ministero ha reso inoltre disponibili una pluralità di servizi, quali il portale SIDI, il protocollo informatico, la posta elettronica ordinaria e certificata, la firma digitale e l?albo on line. Chiarisce pertanto che, in considerazione di questi elementi e dell?esigenza di rapida attuazione del processo di dematerializzazione, il Ministero non ritiene di doversi attivare per un intervento normativo di proroga, peraltro a suo avviso difficile.
Riferisce altresì che, per quanto concerne gli interventi previsti dai commi 28 e seguenti dell?articolo 7, il Ministero ha messo a disposizione un applicativo per le iscrizioni on line ed ha erogato alle scuole nel mese di dicembre 2012 una somma complessiva di 40 milioni di euro, ripartita in base al numero delle classi, per il processo di dematerializzazione.
Pur nella consapevolezza che gli investimenti necessari per completare tali processi sono rilevanti, ritiene che le somme assegnate, unitamente alle dotazioni di cui le scuole già dispongono e alle sinergie intercorrenti tra le stesse e gli enti locali, costituiscano un primo significativo supporto, soprattutto in quelle realtà che risultano ancora all?inizio del percorso d?innovazione delineato dal decreto. Dopo aver rammentato che il comma 32 dell?articolo 7 prevede che il processo deve avvenire senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, segnala che in tale contesto, tenuto conto delle finalità della norma in termini sia di efficienza che di economicità, il Ministero sta considerando possibili soluzioni per la messa a punto di strumenti applicativi, organizzativi e gestionali dedicati a tale scopo.
Comunica infine che il Dicastero ha già avviato uno specifico monitoraggio su tutto il territorio nazionale attraverso l?Osservatorio tecnologico, strumento integrato nel sistema informatico dell?istruzione (SIDI), che permette di realizzare rilevazioni periodiche sulla presenza di dotazioni multimediali per la didattica, di infrastrutture di rete e della connettività internet e, per quanto riguarda i processi di dematerializzazione, sulla disponibilità di servizi on line di comunicazione scuola- famiglia e sulle modalità di erogazione degli stessi.
La senatrice Xxxxx XXXXXXX (PD) desume dalla risposta che i dirigenti scolastici potranno contare sull'assistenza del Dicastero data la non perentorietà dei termini previsti. Fa presente infatti che in molte scuole, soprattutto secondarie di primo grado, è stato necessario mettere a disposizione delle famiglie una parte del personale di segreteria onde coadiuvarle nelle operazioni di iscrizione. Nella consapevolezza delle difficoltà di utilizzare a pieno tali nuovi strumenti, fa presente che in molte scuole non sarà a disposizione un computer per ogni classe. Si dichiara comunque soddisfatta della risposta del Sottosegretario.
Il PRESIDENTE dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
IN SEDE REFERENTE
(322) GRANAIOLA ed altri. - Norme per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati (934) XXXXXXX ed altri. - Disposizioni per la statizzazione degli ex Istituti Musicali Pareggiati (972) XXXXXXXX. - Disposizioni per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati
(Esame congiunto e xxxxxx)
Riferisce alla Commissione il relatore MARTINI (PD) che ripercorre la normativa sui cosiddetti ex Istituti musicali pareggiati, equiparati quanto a funzioni svolte ai conservatori. Essi differiscono solo per il canale di finanziamento, rappresentato dagli enti locali e fanno parte pienamente dell'Alta formazione artistica e musicale (AFAM) affiancando le istituzioni statali. Chiarisce inoltre che attualmente vi sono 54 Conservatori e 20 Istituti musicali pareggiati, che esercitano analoghi compiti.
A fronte di una riduzione delle disponibilità economiche degli enti locali, è diventato sempre più difficile sostenere tali istituti e dunque da tempo è in atto un processo di statizzazione, mai realizzato del tutto. Fa presente infatti che l'ultimo istituto ad essere statizzato è quello di Udine nel 1981; ciò in quanto il processo è oneroso e comporta una serie di difficoltà. Resta il fatto, prosegue, che i comuni non riescono a finanziare detti istituti i quali sono a rischio di commissariamento.
Dà indi conto dei tre disegni di legge presentati, precisando di aver rinunciato a presentare una propria proposta onde lavorare sui testi in esame con l'obiettivo comune di realizzare la statizzazione. Descrive poi i principali problemi connessi all'attuazione del processo, tra cui anzitutto la disponibilità di risorse anche per stabilizzare il personale in esubero, che può tuttavia essere assorbito in maniera progressiva. Invoca dunque un chiarimento su detta possibilità e sulla tempistica possibile, tenuto conto che l'Esecutivo si è dichiarato disponibile purché non vi siano oneri aggiuntivi.
L'altro profilo critico attiene alla necessità di riorganizzare tutti gli istituti di studi superiori musicali nel momento in cui sarà compiuta la statizzazione, atteso che coesisteranno circa 74 enti diversi per consistenza e tradizioni. Occorre dunque un rilancio complessivo dell'istruzione musicale, non a caso menzionata dal ministro Xxxxx Xxxxxx Xxxxxxxx durante le dichiarazioni programmatiche.
Segnala peraltro che l'Esecutivo ha preannunciato la volontà di reperire fondi straordinari, presumibilmente nella prossima legge di stabilità, onde governare l'emergenza ed impedire la chiusura degli enti in difficoltà. Il Governo stesso ha istituito un tavolo tecnico con l'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI), il coordinamento degli Istituti musicali pareggiati e la Direzione generale per l'Alta formazione artistica e musicale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca con i seguenti compiti: effettuare una ricognizione degli enti al fine di conoscere l'entità delle risorse necessarie; prefigurare una ragionevole tempistica per il turn over del personale ed individuare le situazioni più gravi, nonché le eventuali forme di finanziamento ulteriori; aggiornare la banca dati dell'offerta formativa al fine di una sua razionalizzazione.
Dopo aver segnalato che sussistono situazioni assai diversificate, anche svincolate dalla consistenza della popolazione, sottolinea la necessità di salvaguardare e razionalizzare tale patrimonio culturale. In ultima analisi suggerisce di avviare un ciclo di audizioni, a partire da settembre, e domanda all'Esecutivo se intende presentare una propria proposta legislativa.
Il PRESIDENTE assicura che sarà svolta un'approfondita istruttoria e che le audizioni saranno discusse in Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi.
Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.
(316) XXXXXXX ed altri. - Abrogazione dei commi 13, 14 e 15 dell'articolo 14 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, in materia di transito del personale docente dichiarato permanentemente inidoneo e di insegnanti tecnico-pratici nei ruoli di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA)
(728) CENTINAIO. - Abrogazione dei commi 13, 14 e 15 dell'articolo 14 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, in materia di transito del personale docente dichiarato permanentemente inidoneo e di insegnanti tecnico-pratici nei ruoli di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA)
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta del 24 luglio scorso.
Il PRESIDENTE riferisce che in Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi è stata sollecitata l'urgenza di proseguire nell'esame dei provvedimenti in titolo, tenuto conto che la situazione degli inidonei sta creando difficoltà anche sul piano sociale. Ricorda dunque che la Commissione è in attesa di ulteriori chiarimenti dall'Esecutivo con riferimento alle risorse occorrenti per la copertura dei disegni di legge in esame.
Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.
SULL'IMMINENTE PRESENTAZIONE DI UN PROVVEDIMENTO URGENTE IN MATERIA DI BENI CULTURALI
Il PRESIDENTE fa presente che il 2 agosto scorso l'Esecutivo ha adottato un decreto-legge concernente i beni culturali, che - laddove presentato in prima lettura in Senato - potrà essere esaminato già nelle prossime settimane, compatibilmente con i tempi di pubblicazione.
Prende atto la Commissione.
SULLA PUBBLICAZIONE DI DOCUMENTAZIONI
Il PRESIDENTE comunica chel'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, ha svolto giovedì 1° agosto l'audizione del presidente dell'Istituto per la tutela di diritti degli artisti interpreti esecutori (nuovo IMAIE), in relazione all'esame dell'affare assegnato n. 62, il quale ha consegnato una documentazione che sarà resa disponibile per la pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.
Prende atto la Commissione.
La seduta termina alle ore 14,25.
1.3.2.1.2. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 124 (ant.) del 18/09/2014
collegamento al documento su xxx.xxxxxx.xx
ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE 2014
124ª Seduta
Presidenza del Presidente
La seduta inizia alle ore 9.
IN SEDE REFERENTE
(322) Xxxxxxx XXXXXXXXX ed altri. - Norme per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati
(934) XXXXXXX ed altri. - Disposizioni per la statizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati (972) Xxxxxxxx XXXXXXXX. - Disposizioni per la statizzazione degli Istituti musicali pareggiati (Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta del 7 agosto 2013 nel corso della quale - ricorda il PRESIDENTE - era stata svolta la relazione introduttiva. Comunica indi che il relatore designato, senatore Xxxxxxx, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna per concomitanti impegni politici, ha rappresentato l'esigenza di svolgere un ciclo di audizioni sui provvedimenti in titolo. In quest'ambito, il relatore proporrebbe l'audizione di rappresentanti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dei presidi e dei direttori degli ex istituti musicali pareggiati, dei sindacati confederali (tenuto conto delle problematiche del personale), nonché dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI), dell'Unione province italiane (UPI) e della Conferenza delle regioni, in relazione alle rispettive competenze. A tali soggetti, il relatore suggerisce di aggiungere i rappresentanti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, per le parti di interesse.
Il Presidente fa presente pertanto che, qualora la Commissione convenga su tali proposte di audizioni, già dalla settimana prossima potrebbero essere calendarizzate.
La Commissione conviene.
Il PRESIDENTE invita comunque tutti i rappresentanti dei Gruppi a far pervenire proprie proposte ed integrazioni a tale elenco di audizioni entro martedì 23 settembre.
Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.
(1569) Deputato DISTASO ed altri. - Istituzione del "Premio biennale di ricerca Xxxxxxxx Xx Xxxxx" e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Xx Xxxxx, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921, approvato dalla Camera dei deputati
(Esame e rinvio)
Il relatore XXXXXX (FI-PdL XVII) osserva che il disegno di legge n. 1569, approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati, istituisce il "Premio di ricerca Xxxxxxxx Xx Xxxxx", intitolato alla memoria del deputato vittima del fascismo il 25 settembre 1921. Dopo aver ricordato che il deputato Xx Xxxxx, nato a Conversano in provincia di Bari, ha da sempre rappresentato il simbolo della lotta contadina contro il fascismo, segnala che l'esame presso l'altro ramo del Parlamento ha registrato l'approvazione con 314 voti a favore, 108 contrari e 12 astenuti.
Riferisce quindi che la data prescelta per il conferimento di tale Premio è proprio il 25 settembre di ogni biennio, a partire dal 25 settembre di quest'anno. A tal proposito, fa notare che i tempi di approvazione in seconda lettura non consentono di rispettare tale data, poichè anche se fosse approvato in tempi rapidissimi, manca nel disegno di legge una norma che ne preveda l'entrata in vigore immediatamente dopo la pubblicazione; pertanto, dal momento della pubblicazione, decorranno i canonici 15 giorni della cosiddetta vacatio legis, ai sensi dell'articolo 73 della Costituzione, trascorsi i quali entrerà in vigore la legge. Reputa dunque opportuno modificare la data di prima assegnazione del suddetto Premio, come del resto segnalato anche nel parere reso dalla Commissione affari costituzionali.
Evidenzia poi che l'organizzazione del Premio, anche a livello di redazione del bando, è rimessa alla esistente Fondazione Di Vagno, già destinataria di contributi dal parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo all'interno della tabella triennale delle istituzioni culturali ammesse al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2012-2014, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 534 del 1996. Sottolinea altresì che il tema del Premio è deciso da un Comitato scientifico, composto da tre studiosi di chiara fama di storia contemporanea o di scienza politica, nominati dal Presidente del Consiglio dei ministri con proprio decreto. Le tematiche di riferimento, prosegue il relatore, attengono al socialismo, ai conflitti sociali e politici, ai cambiamenti istituzionali del Mezzogiorno, alla violenza politica, agli ideali di giustizia e solidarietà, al riformismo e alla democrazia.
Segnala inoltre che la Commissione affari costituzionali ha espresso un parere non ostativo a condizione che all'articolo 1, comma 3, e all'articolo 2, comma 2, sia soppressa la previsione dell'intesa, rispettivamente, tra la Fondazione e il Comitato scientifico, da un lato, e la Presidenza del Consiglio, dall'altro, giudicata uno strumento improprio a regolare i rapporti tra privati e soggetti istituzionali.
Per la scelta dei vincitori, fa presente che l'articolo 3 prevede una giuria di sei componenti, di cui: il presidente, scelto dal Ministro dei beni culturali tra studiosi di chiara fama di scienze politiche; un rappresentante della Presidenza del Consiglio e uno della presidenza della Regione Puglia; tre studiosi di chiara fama. Al riguardo, rileva che non sono indicate le modalità di nomina dei componenti della giuria, l'atto con cui si procede alla nomina e, con particolare riferimento agli studiosi, il soggetto che procede alla nomina stessa come evidenziato anche nel parere reso ieri dalla Commissione affari costituzionali. Parimenti - puntualizza il relatore - non viene specificato in che modo la giuria procederà alla valutazione dei vincitori, salvo quanto previsto all'articolo 1, comma 4, secondo cui nel rispetto dei principi di trasparenza, imparzialità e meritocrazia, le valutazioni svolte e i criteri adottati per la selezione sono resi pubblici anche con la pubblicazione sul sito internet del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Dà indi conto dell'ammontare del Premio, pari a 40.000 euro, precisando che può discrezionalmente essere ripartito in più premi. A ciò si aggiunge un contributo una tantum per il 2014, pari a 100.000 euro, per la biblioteca e l'archivio collocati nella Fondazione. Riferisce indi che la copertura finanziaria del provvedimento ammonta a 140.000 euro per il 2014 e 40.000 euro a decorrere dall'anno 2016, data la cadenza biennale del Premio, ipotizzando peraltro che, ove fosse modificata la data di prima assegnazione, andrebbe eventualmente modificata anche la copertura. In ultima analisi, illustra brevemente il parere reso dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali, che suggerisce di coinvolgere la regione Puglia anche nell'individuazione dei componenti del Comitato scientifico e della giuria.
Il PRESIDENTE, alla luce delle considerazioni esposte dal relatore rispetto ai pareri delle Commissioni consultate, ritiene inevitabile la modifica del testo, anche per definire meglio le modalità di nomina dei componenti summenzionati. Propone pertanto di fissare a mercoledì 24 settembre, alle ore 18, il termine per la presentazione degli emendamenti.
Conviene la Commissione.
Il seguito dell'esame è rinviato.
La seduta termina alle ore 9,20.
1.3.2.1.3. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 119 (pom.) del 24/09/2014
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ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari
Riunione n. 119
MERCOLEDÌ 24 SETTEMBRE 2014
Presidenza del Vice Presidente
indi del Presidente
Orario: dalle ore 14,30 alle ore 15,10
AUDIZIONE INFORMALE IN MERITO ALL'ESAME DEI DISEGNI DI LEGGE N. 322 E CONNESSI (STATIZZAZIONE EX ISTITUTI MUSICALI PAREGGIATI)
1.3.2.1.4. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 121 (pom.) del 30/09/2014
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ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari
Riunione n. 121
MARTEDÌ 30 SETTEMBRE 2014
Presidenza del Presidente
Orario: dalle ore 14,05 alle ore 14,45
AUDIZIONE INFORMALE IN MERITO ALL'ESAME DEI DISEGNI DI LEGGE N. 322 E CONNESSI (STATIZZAZIONE EX ISTITUTI MUSICALI PAREGGIATI)
1.3.2.1.5. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 127 (pom.) del 30/09/2014
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ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
MARTEDÌ 30 SETTEMBRE 2014
127ª Seduta
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Toccafondi.
La seduta inizia alle ore 14,50.
IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2012/28/UE su taluni utilizzi consentiti di opere orfane (n. 105)
(Parere al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell'articolo 1 della legge 6 agosto 2013, n. 96. Seguito dell'esame e rinvio)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 24 settembre.
Il relatore CONTE (NCD) illustra uno schema di parere favorevole con osservazioni, pubblicato in allegato, nel quale dichiara di aver recepito anche le indicazioni delle Commissioni consultate. Al riguardo, segnala anzitutto l'esigenza di specificare che la ricerca diligente deve essere effettuata anteriormente all'utilizzo dell'opera, come previsto dalla direttiva. Pone altresì l'accento sulla necessità di chiarire il procedimento di determinazione dell'equo compenso.
Il seguito dell'esame è rinviato.
IN SEDE REFERENTE
(322) Xxxxxxx XXXXXXXXX ed altri. - Norme per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati
(934) XXXXXXX ed altri. - Disposizioni per la statizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati (972) Xxxxxxxx XXXXXXXX. - Disposizioni per la statizzazione degli Istituti musicali pareggiati (Rinvio del seguito dell'esame congiunto)
Il PRESIDENTE comunica che i rappresentanti dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI), auditi oggi dall'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi con riferimento ai disegni di legge in titolo, hanno consegnato una documentazione che sarà resa disponibile per la pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.
Rende altresì noto che i rappresentanti dell'Unione delle province italiane (UPI), impossibilitati a partecipare all'audizione prevista lo scorso 25 settembre, hanno trasmesso una documentazione che sarà anch'essa resa disponibile per la pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.
Prende atto la Commissione.
Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.
La seduta termina alle ore 14,55.
SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DAL RELATORE SULL'ATTO DEL GOVERNO N. 105
La Commissione, esaminato, ai sensi dell'articolo 1 della legge 6 agosto 2013, n. 96,lo schema di decreto legislativo in titolo,
premesso che:
- si definiscono "opere orfane" quelle per cui i titolari dei diritti non sono stati individuati oppure nessuno di loro è stato rintracciato al termine di una ricerca diligente;
- la proposta di direttiva sulle opere orfane, poi sfociata nella summenzionata direttiva 2012/28/UE, nella scorsa legislatura è stata preliminarmente trasmessa alla 7a Commissione da parte della Commissione europea, per il parere sul rispetto del principio di sussidiarietà;
considerato che, sul piano dei contenuti:
- l'atto introduce sei nuovi articoli (da 69-bis a 69-septies) alla legge n. 633 del 1941, sulla disciplina del diritto d'autore, menzionando anzitutto i soggetti che hanno facoltà di utilizzare le
cosiddette "opere orfane", quali le biblioteche, gli istituti di istruzione, i musei accessibili al pubblico, gli archivi, gli istituti per il patrimonio cinematografico o sonoro e le emittenti di servizio pubblico;
- tali organismi possono riprodurre l'opera orfana ai fini della digitalizzazione, indicizzazione, catalogazione, conservazione e restauro nonché mettere a disposizione del pubblico l'opera, unicamente per scopi connessi alla loro missione di interesse pubblico;
- eventuali ricavi registrati nel corso di detti utilizzi devono essere impiegati solo per coprire i costi della digitalizzazione e della messa a disposizione;
- le opere interessate, di prima pubblicazione o di prima diffusione in uno Stato membro, sono: libri, riviste, quotidiani, rotocalchi o altre pubblicazioni conservati nelle collezioni di biblioteche, istituti di istruzioni o musei accessibili al pubblico nonché collezioni di archivi o di istituti per il patrimonio cinematografico o sonoro; opere cinematografiche o audiovisive e fonogrammi conservati sempre dai suddetti soggetti; opere cinematografiche o audiovisive e fonogrammi prodotti da emittenti di servizio pubblico fino al 31 dicembre 2002, ovvero quelle commissionate da emittenti di servizio pubblico per uso proprio esclusivo o per uso di altre emittenti;
rilevato che, per considerare effettivamente "orfane" le suddette opere, occorre che i soggetti sopraindicati svolgano una "ricerca diligente", consultando fonti di informazione appropriate ed espressamente elencate all'articolo 1, capoverso articolo 69-septies, a cui possono aggiungersi ulteriori fonti di informazioni individuate dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con proprio decreto;
osservato che le organizzazioni devono comunicare al Ministero - presso cui è costituita una banca dati delle ricerche effettuate - l'inizio della ricerca diligente, i suoi esiti e l'eventuale modifica dello status di opera orfana;
giudicata positivamente la previsione di un termine per considerare conclusa la ricerca, pari a novanta giorni dalla data di pubblicazione, su una apposita pagina del sito del Dicastero, dell'esito della consultazione delle fonti senza che la titolarità sia rivendicata da nessuno;
considerato altresì che gli utilizzi si applicano alle opere e ai fonogrammi depositati entro il 29 ottobre 2014, termine formale di scadenza della delega, che non sono mai stati pubblicati o diffusi ma che siano stati resi pubblicamente accessibili dai predetti organismi con il consenso dei titolari;
reputato corretto che il titolare dei diritti su un'opera o su un fonogramma possa porre fine in qualsiasi momento allo status di opera orfana e quindi decidere se autorizzare o meno gli utilizzi che sono stati fino a quel momento consentiti e che a tali titolari dei diritti spetti un equo compenso, la cui entità è definita tramite accordi stipulati tra le associazioni di categoria maggiormente rappresentative dei titolari dei diritti e le associazioni dei soggetti utilizzatori;
valutato con favore che, in ossequio al principio del mutuo riconoscimento, siano considerate orfane le opere e i fonogrammi già considerati opere orfane in un altro Stato membro dell'Unione europea;
esaminate le osservazioni rese dalle Commissioni consultate; esprime parere favorevole con le seguenti osservazioni:
1. con riferimento all'articolo 1, capoverso articolo 69-quater, si ritiene necessario specificare che la ricerca diligente deve essere effettuata anteriormente all'utilizzo dell'opera o del fonogramma, come è chiaramente indicato all'articolo 3, paragrafo 1, della direttiva 2012/28/UE;
2. in merito all'articolo 1, capoverso articolo 69-quinquies, si sollecita un chiarimento in merito alla
determinazione dell'equo compenso, specificando che i "soggetti interessati" di cui al comma 4, chiamati ad esperire il tentativo di conciliazione o ad adire l'autorità giudiziaria in assenza di accordo, sono i titolari dei diritti o i soggetti utilizzatori.
1.3.2.1.6. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 122 (pom.) del 01/10/2014
collegamento al documento su xxx.xxxxxx.xx
ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari
Riunione n. 122
MERCOLEDÌ 1° OTTOBRE 2014
Presidenza del Presidente
Orario: dalle ore 14,35 alle ore 15,15
AUDIZIONE INFORMALE IN MERITO ALL'ESAME DEI DISEGNI DI LEGGE N. 322 E CONNESSI (STATIZZAZIONE EX ISTITUTI MUSICALI PAREGGIATI)
1.3.2.1.7. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 128 (pom.) del 01/10/2014
collegamento al documento su xxx.xxxxxx.xx
ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
MERCOLEDÌ 1° OTTOBRE 2014
128ª Seduta
Presidenza del Presidente
indi del Vice Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Toccafondi.
La seduta inizia alle ore 15,20.
PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazioni
Il PRESIDENTE avverte che i sottosegretari del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo sono impossibilitati a partecipare alla seduta odierna. Considerato che la risposta all'interrogazione n. 3-01088 rivolta a tale Dicastero era stata sollecitata con urgenza dalla senatrice Xxxxxx, propone di consentire comunque lo svolgimento di tale atto di sindacato ispettivo, ove l'interrogante sia d'accordo, essendo presente il sottosegretario per l'istruzione, l'università e la ricerca Xxxxxxxxxx.
La senatrice BLUNDO (M5S) concorda con tale proposta.
Il sottosegretario TOCCAFONDI risponde quindi all'interrogazione n. 3-01111 della senatrice Blundo sul ripristino dei poteri e delle funzioni del Consiglio nazionale della pubblica istruzione (CNPI) sull'immissione in ruolo degli insegnanti precari inseriti nelle graduatorie provinciali, rammentando che il decreto legislativo n. 233 del 1999, nell?ambito della riforma degli organi collegiali territoriali della scuola, ha istituito il Consiglio superiore della pubblica istruzione (CSPI) in luogo del CNPI. Il
decreto legislativo ha previsto, quindi, al comma 9 dell?articolo 2 che, con ordinanza del Ministro della pubblica istruzione, sono stabiliti i termini e le modalità per le elezioni, che si svolgono su liste unitarie comprensive del personale delle scuole statali di ogni ordine e grado, nonché per le designazioni e le nomine dei componenti dei Consiglio.
Dopo aver ricordato che la sentenza del Consiglio di Stato n. 00866/2014 - di conferma della pronuncia del TAR Lazio n. 8843/2013 - ha accertato l?inottemperanza del Ministero all?obbligo di adottare la predetta ordinanza, comunica che il Dicastero stesso è stato condannato ad emanarla nel termine di sessanta giorni dalla notifica della sentenza stessa, per regolare l?elezione e la composizione dei membri del Consiglio superiore della pubblica istruzione.
Precisa peraltro che, nelle more dell?attuazione della predetta sentenza, è intervenuto l?articolo 23- quinquies del decreto-legge n. 90 del 2014, secondo cui le elezioni dello stesso Consiglio superiore della pubblica istruzione devono essere bandite entro il 31 dicembre 2014. Inoltre, prosegue il Sottosegretario, il primo comma della medesima disposizione ha stabilito, da una parte, che nelle more del riordino e della costituzione degli organi collegiali della scuola, sono fatti salvi tutti gli atti e i provvedimenti adottati in assenza del parere dell'organo collegiale consultivo nazionale della scuola e, dall?altra, che fino alla ricostituzione dei suddetti organi, comunque non oltre il 30 marzo 2015, non sono dovuti i relativi pareri obbligatori e facoltativi.
Riferisce conclusivamente che il Ministero intende quanto prima addivenire ad una riforma complessiva di tutti gli organi collegiali della scuola e sta già lavorando in tal senso.
La senatrice BLUNDO (M5S) prende atto che il Ministero ha fornito una risposta indiretta, tenuto conto che le previsioni citate sono già contenute nel decreto-legge n. 90 del 2014. Afferma poi che il CNPI, in qualità di alta rappresentanza del mondo professionale della scuola, avrebbe dovuto essere ascoltato prima della elaborazione delle norme citate, in modo da consentirgli lo svolgimento delle funzioni. Ravvisa pertanto una sorta di irregolarità procedimentale nell'emanazione dei sopraccitati provvedimenti legislativi e si dichiara insoddisfatta.
Il sottosegretario TOCCAFONDI, come concordato, risponde poi all'interrogazione n. 3-01088 della senatrice Blundo sul restauro e la valorizzazione di Porta Barete a L'Aquila, ritenendo anzitutto corretta la sintesi delle complesse vicende relative a Porta Barete, tenuto conto che l?azione mirata alla tutela e alla valorizzazione dell?area in oggetto è stata sin dall?inizio caratterizzata dal confronto costante tra gli istituti regionali coinvolti e non ha mancato di essere divulgata in occasioni pubbliche e attraverso gli organi d?informazione.
Riferisce quindi che con la convenzione siglata nel 2012 tra il Comune dell?Aquila e la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell?Abruzzo è stato possibile avviare il recupero dell?intero perimetro delle Mura storiche dell?Aquila, finanziato tramite accordo di programma- quadro tra la Regione Abruzzo e il Comune dell?Aquila. Sottolinea tuttavia che il complesso restauro delle Mura cittadine, seriamente danneggiate dal sisma del 2009, può essere meglio compreso nell?ambito di un più ampio processo attraverso il quale riaffermarne il valore culturale e identitario. Per questo motivo, la Direzione regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha promosso un progetto di conoscenza e valorizzazione dedicato all?intera cinta muraria, nel cui ambito non poteva mancare una speciale attenzione dedicata a Porta Barete. Si tratta, difatti, di una realtà monumentale decisamente emergente nell?ambito della struttura urbica dell?Aquila, anche se fortemente compromessa da scelte urbanistiche risalenti agli ultimi decenni del secolo scorso, ma già ampiamente sacrificata agli inizi del XIX secolo con la nuova viabilità urbana.
Precisa quindi che l?attuale prospettiva della conservazione e della valorizzazione del luogo sembrerebbe scontrarsi con l?autorizzazione alla ricostruzione che il Comune dell?Aquila, nonostante il palese interesse culturale dell?area, ha rilasciato ai residenti del condominio di xxx Xxxx 000. Nel tentativo di valutare un?adeguata linea d?intervento che tenesse in equilibrio il diritto alla ricostruzione
acquisito dalla proprietà con una rimodulazione del progetto edilizio ispirato alla qualità architettonica, sono stati organizzati numerosi incontri con il Comune dell?Aquila e con i rappresentanti dei residenti del condominio di xxx Xxxx 000. Puntualizza in merito che questi tentativi non sono finora andati a buon fine, a causa dell?apparente o presunta indisponibilità a rivedere il progetto originario da parte della proprietà.
Sottolinea altresì che le indagini archeologiche sono state avviate in seguito al sopralluogo del 18 settembre 2013, con l?assistenza archeologica della competente Soprintendenza alle fasi di messa in sicurezza del cantiere. Evidenzia poi che, nel gennaio 2014, la stessa Soprintendenza proponeva la prosecuzione dell?intervento di assistenza archeologica alle ultime fasi di demolizione della palazzina dell?ex civico 207 di via Roma e segnalava la necessità dell?avvio dell?intervento archeologico stratigrafico per la scoperta di un piano basolato pertinente alla Porta. La relazione inviata i primi di febbraio del 2014 alla Direzione regionale annunciava la necessità di una sospensione del cantiere di demolizione e di ricostruzione in atto, per la scoperta di ulteriori strutture murarie nell?ambito dell?antiporta.
Rende noto quindi che attualmente gli interventi risultano conclusi solo nell?area che era occupata dalla palazzina, mentre devono essere proseguiti a ridosso della porta. Rileva pertanto che, al termine della prima fase delle indagini archeologiche nel marzo 2014, si restituiva parte dell?area del cantiere, riservando la zona a ridosso delle mura per la prosecuzione degli scavi stratigrafici, di fatto ancora sospesi. La sospensione dei lavori in questo ultimo ambito è dovuta a motivi tecnico-amministrativi; si attende perciò la ripresa di tali scavi nella zona a ridosso dell?antiporta, per gli ulteriori accertamenti necessari all?avvio del procedimento di dichiarazione dell?interesse culturale delle preesistenze, ai sensi dell?articolo 13 del Codice dei beni culturali.
Tiene comunque a precisare che tutti gli interventi sopradescritti sono stati condotti in collaborazione tra la Direzione regionale, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici e la Soprintendenza per i beni archeologici. L?attività svolta - prosegue il Sottosegretario - ha consentito di riportare alla luce le testimonianze di quanto resta della parte interna della Porta monumentale e del relativo spazio urbano antemurale.
Si sofferma indi sul percorso amministrativo della tutela dei beni culturali di proprietà pubblica avviato dalla Direzione regionale, che ha previsto la verifica dell?interesse culturale dell?intero perimetro delle Mura storiche, quindi anche del tratto di Porta Barete, rinviando ad altro momento - al termine degli accertamenti in corso - l?eventuale attivazione di procedimenti di dichiarazione di interesse culturale. Al riguardo, specifica comunque che la Direzione ha avviato la procedura di verifica di interesse culturale della cinta muraria, nel marzo scorso, proprio a partire dal tratto compreso tra via Vicentini e viale Xxxxxx, che comprende anche l?area di Porta Barete e i terreni individuati al foglio 93, particella n. 3, del catasto del Comune dell?Aquila. Nell?ambito di tale procedimento, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici dell?Abruzzo e la Soprintendenza per i beni archeologici hanno espresso i pareri di competenza, in cui sono contenute le raccomandazioni volte ad indirizzare gli interventi in modo corretto e compatibile con l?interesse culturale della cinta muraria e la sua conservazione, tra cui la fissazione di un?area di rispetto di almeno cinque metri all'interno e all?esterno della cinta monumentale. A questa potranno aggiungersi ulteriori indicazioni definite con un altro strumento di tutela indiretta, da emanarsi a seguito del completamento della verifica di interesse culturale. Segnala peraltro che il risultato di tali procedimenti potrà avere conseguenze sulla ridefinizione del progetto per l?edificio di cui si discute da parte della proprietà.
Riferisce inoltre che la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici dell?Abruzzo ha sempre ribadito la sua posizione relativa all?opportunità di conservare e valorizzare tutte le preesistenze rinvenute, lasciando all?Amministrazione comunale la decisione sulla possibilità di valorizzare l?intera area dell?antiporta e sull?opportunità di valutare la delocalizzazione dell?edificio, utilizzando anche le forme partecipative previste dal decreto-legge n. 83 del 2012, all?articolo 67-quater, e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 febbraio 2013. In subordine, menziona l'eventualità di
consentire la ricostruzione della palazzina, purché in modo conforme alle prescrizioni e alle indicazioni di distanza e rispetto, restituendo in parte la percorribilità della sola Porta Barete.
Per quanto riguarda gli organi del Ministero, assicura l?impegno a concludere celermente il procedimento di verifica dell?interesse culturale del tratto di mura sopradescritto, di competenza del Direttore regionale, figura per la quale è in corso un avvicendamento. Riconosce comunque le molte aspettative culturali che si sono concentrate sui resti del monumento architettonico, dovute all?accesa sensibilità della comunità aquilana sviluppatasi nel periodo post sisma. Dopo aver segnalato che Porta Barete è solo uno dei casi di tutela e valorizzazione di contesti urbani da attuare in modo sistematico in occasione della ricostruzione, fa presente che si è ritenuto di coinvolgere, oltre al Comune dell?Aquila, anche l?Ufficio speciale per la ricostruzione di L?Aquila (USRA) chiamato a coordinare le attività post sismiche.
Ciò, integrato dall?indispensabile coordinamento con le attività di pianificazione di competenza dell?Amministrazione comunale, potrebbe a suo giudizio consentire di definire un percorso di valorizzazione di grande interesse per la città, che possa contemperare l?indiscutibile diritto dei cittadini al rientro nelle proprie abitazioni dopo i danni e le sofferenze causati dal sisma del 2009 con l?altrettanto legittima - e fortemente sentita a livello locale - richiesta dei cittadini per una piena tutela, valorizzazione e accessibilità del patrimonio culturale cittadino.
Comunica tuttavia che ad oggi non sembrano profilarsi accordi tra le parti tali da consentire una soluzione immediata in quanto permangono, da un lato, le sollecitazioni da parte del condominio per la ripresa dei lavori e la realizzazione del progetto così come approvato nel 2013 e, dall'altro, le richieste di salvaguardia, fruibilità e valorizzazione dei manufatti da parte di associazioni culturali cittadine e nazionali. Afferma però che la prossima conclusione dell?iter di verifica di interesse culturale del tratto di mura comprendente Porta Barete, e la eventuale adozione di provvedimenti di tutela indiretta sui lotti adiacenti, potranno fornire le indicazioni utili ad indirizzare la ricostruzione in modo corretto e compatibile con la tutela e la valorizzazione.
Reputa conclusivamente che una soluzione idonea a garantire il pieno recupero e godimento dell?area e della cinta muraria vada oltre la semplice definizione di prescrizioni di rispetto e tutela e debba individuare ipotesi di intervento capaci tanto di salvaguardare i diritti legittimi dei residenti quanto di assicurare la migliore sistemazione e valorizzazione del luogo, anche in funzione di una più generale e necessaria riqualificazione urbana della zona. Ciò dovrebbe avvenire a suo avviso attraverso il coinvolgimento del Comune dell?Aquila e dell?Ufficio speciale della ricostruzione nella formulazione di ipotesi sulle quali ricercare la disponibilità e il consenso dei proprietari interessati.
La senatrice BLUNDO (M5S) ringrazia il Sottosegretario per l'esame approfondito della questione, che denota a suo giudizio un'attenzione seria e sincera del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Precisa peraltro che il Comune ha tentato un percorso partecipativo e rileva criticamente l'assenza della figura del Direttore regionale. Dopo aver chiesto chiarimenti circa i candidati a ricoprire tale incarico, puntualizza che Porta Barete è la porta d'ingresso principale della città ed ha una indiscutibile valenza storica. Nel riconoscere l'esigenza di bilanciare la posizione dello Stato rispetto a quella dei privati, fa notare che attualmente tale porta storica risulta al servizio di un palazzo privato.
Ritiene pertanto che essa non sia adeguatamente tutelata e che non venga garantito il diritto al godimento di tale bene. Si dichiara dunque parzialmente soddisfatta.
Il PRESIDENTE dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2012/28/UE su taluni utilizzi consentiti di opere orfane (n. 105)
(Parere al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell'articolo 1 della legge 6 agosto 2013, n. 96. Seguito e conclusione dell'esame. Parere favorevole con osservazioni)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta di ieri nel corso della quale - ricorda il PRESIDENTE - il relatore ha illustrato uno schema di parere favorevole con osservazioni.
Non essendoci interventi in dichiarazione di voto, dopo che il PRESIDENTE ha accertato la presenza del numero legale ai sensi dell'articolo 30, comma 2, del Regolamento, la Commissione approva all'unanimità lo schema di parere favorevole con osservazioni del relatore, allegato al resoconto della seduta di ieri.
AFFARI ASSEGNATI
Enti pubblici di ricerca (n. 235)
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, primo periodo, e per gli effetti di cui all'articolo 50, comma 2, del Regolamento e rinvio)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 24 settembre.
Il relatore BOCCHINO (Misto-ILC) illustra un ulteriore nuovo schema di risoluzione, pubblicato in allegato, esprimendo viva soddisfazione per il lungo cammino intrapreso finora, a dimostrazione della complessità del tema. Preferendo evitare di utilizzare il termine "riforma", ritiene comunque che tale schema di risoluzione rappresenti un cambiamento di direzione. Afferma altresì che detto testo potrebbe per certi versi essere assimilato al documento conclusivo di un'indagine conoscitiva, in quanto sintetizza anche il contenuto delle numerose audizioni svolte, che a loro volta fotografano lo stato della ricerca pubblica in Italia. Ricorda peraltro che la VII Commissione della Camera dei deputati svolse, nella scorsa legislatura, un'indagine conoscitiva sulla ricerca conclusasi a ridosso dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 213 del 2009 di riordino del settore. In quella sede, non è stata dunque compiuta a suo avviso una riflessione sull'attuazione di tale normativa.
Nel richiamare il suo intervento svolto oggi in Assemblea in merito al disegno di legge n. 1428, ribadisce l'auspicio che gli investimenti in ricerca e innovazione costituiscano il volano della ripresa e che il Governo si impegni realmente su tale fronte.
Precisa a tale riferimento che lo schema di risoluzione menziona un piano di rifinanziamento della ricerca che, seppur di modesta entità, rappresenta a suo avviso una vera rivoluzione.
L'approvazione della risoluzione costituirebbe dunque a suo giudizio un impegno della maggioranza e del Governo verso un cambio di rotta.
Manifesta tuttavia forte preoccupazione per le dichiarazioni del ministro Xxxxxxxx Xxxxxxxx apparse su articoli di stampa, in base alle quali il Dicastero parteciperà ai tagli lineari dei Ministeri con conseguente decurtazione di circa 400 milioni di euro solo per la ricerca. Invita pertanto il Governo a chiarire tale aspetto, tenuto conto che ciò si configurerebbe come una regressione drammatica per il comparto.
Venendo alle modifiche apportate allo schema di risoluzione rispetto alla versione già illustrata l'8 luglio scorso, fa notare che nell'impegno n. 3 ha accolto un suggerimento del Ministro circa l'esigenza di chiarire l'accesso ai fondi da parte dei ricercatori degli enti di ricerca. In merito al precariato, ha ritenuto invece preferibile menzionare detto fenomeno con riferimento al programma di assunzioni che dovrebbe nei fatti arginare tale problema.
Quanto all'impegno n. 9, ha accolto i rilievi del Ministro circa la previsione di un'unica tipologia contrattuale costituita dalla tenure track. In proposito, ha dunque invitato il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, in aggiunta al precedente, una forma contrattuale di lavoro a tempo determinato con tutele paragonabili a quelle della tenure track.
In relazione all'impegno n. 10, relativo alla governance, sottolinea di aver proposto, alla lettera a), la costituzione di una cabina di regia interministeriale la cui composizione è evidentemente rimessa al Governo. Reputa altresì necessario prevedere un "programma obbligatorio" di finanziamento alla ricerca libera. In merito alla lettera b), evidenzia di aver specificato che l'Agenzia nazionale della ricerca (ANR) - su cui il Ministro si è peraltro dichiarato favorevole - dovrebbe essere dotata di finanziamenti suppletivi rispetto a quelli oggi dedicati alla ricerca, in mancanza dei quali i benefici della costituzione di un organismo siffatto rischiano di essere annullati.
Nel ringraziare nuovamente tutti i commissari per i suggerimenti avanzati e coloro i quali si sono espressi favorevolmente sullo schema di risoluzione, si rallegra del fatto che il tema della ricerca si presta ad essere considerato in maniera trasversale in Parlamento. In ultima analisi, si augura che lo schema di risoluzione, con le modifiche testè avanzate, venga accolto all'unanimità.
Il sottosegretario XXXXXXXXXX dà a sua volta atto al relatore di aver compiuto un approfondito lavoro di sintesi rispetto alle molteplici audizioni, alle posizioni di tutti gli schieramenti e alle dichiarazioni svolte dal Ministro, proprio con l'obiettivo di giungere ad un nuovo testo. Riferisce tuttavia che, sul nuovo schema di risoluzione poc'anzi illustrato, pur essendoci una generale convergenza dell'Esecutivo, sono emerse alcune questioni critiche di carattere formale e sostanziale. Domanda quindi di rinviare la votazione a martedì prossimo e consegna una griglia recante le modifiche richieste sul nuovo schema di risoluzione, che mette a disposizioni di tutti i senatori.
Il PRESIDENTE esprime un certo imbarazzo per la richiesta di rinvio, tenuto conto che è stata compiuta finora un'analisi lunga e condivisa. Prende atto perciò di tale esigenza, chiedendo tuttavia al Governo di assicurare un confronto più tempestivo. Rivolge pertanto le proprie scuse al relatore, con il quale si era impegnato a giungere ad una votazione nella seduta in corso. Nel rimettere pertanto alla valutazione del relatore la possibilità di accogliere o meno le richieste avanzate dal Governo, fa presente che la documentazione consegnata sarà immediatamente messa a disposizione di tutti i senatori.
La senatrice MONTEVECCHI (M5S) ringrazia il Presidente per la posizione espressa e sollecita il Sottosegretario a farsi interprete presso il Ministro delle esigenze avanzate, tanto più che la Commissione si aspettava un'attenzione maggiore e più costante su tale tema. Rimarca perciò la necessità che il Governo manifesti una posizione chiara onde evitare un ulteriore slittamento della votazione.
La senatrice DI XXXXXX (PD) si dichiara perplessa per la richiesta del Sottosegretario, ritenendo che la Commissione aveva già espletato tutte le fasi di confronto e di interlocuzione, anche con l'Esecutivo. Avrebbe peraltro ritenuto preferibile un'illustrazione delle richieste di modifica già in questa sede e chiede a nome del suo Gruppo di votare comunque il testo nella seduta di martedì prossimo.
Il relatore XXXXXXXX (Misto-ILC) condivide la posizione del Presidente, tanto più che il testo appena illustrato era stato informalmente messo a disposizione di tutti i Capigruppo e del Governo già nella giornata di giovedì 25 settembre. Ritiene pertanto ci sia stato tempo sufficiente per un ulteriore confronto sulle richieste dell'Esecutivo prima della seduta odierna. Ribadisce pertanto la volontà di procedere alla conclusione dell'esame entro martedì prossimo.
Il senatore XXXXXX (FI-PdL XVII) ritiene legittima la richiesta di rinvio nel momento in cui il Ministro ha intenzione di proporre ulteriori modifiche, tanto più che l'intento della Commissione è di giungere ad una risoluzione il più possibile condivisa. Manifesta invece forte preoccupazione per i tagli lineari annunciati dal ministro Xxxxxxxx, che a suo avviso contrastano con il contenuto dello schema di risoluzione.
Il senatore CONTE (NCD) reputa condivisibile l'opinione della senatrice Xx Xxxxxx, tenuto conto che sarebbe stata opportuna quantomeno una illustrazione dei rilievi del Governo, fermi restando i contenuti già condivisi. Afferma comunque che il rinvio di una settimana non pregiudicherà il buon esito della procedura laddove si giunga ad un voto unanime.
La senatrice XXXXXXXXX (Misto-SEL) invita a prendere atto che l'Esecutivo sembra non avere più una maggioranza in Commissione. Chiede a sua volta come lo schema di risoluzione - ampiamente concordato - si concili con gli annunci in merito alle imminenti riduzioni di risorse. Invoca pertanto un chiarimento all'interno della maggioranza in vista del voto di martedì.
Il PRESIDENTE, preso atto dell'orientamento generale, rinvia a martedì la votazione sull'ulteriore nuovo schema di risoluzione del relatore.
Il seguito dell'esame è rinviato.
IN SEDE REFERENTE
(1569) Deputato DISTASO ed altri. - Istituzione del "Premio biennale di ricerca Xxxxxxxx Xx Xxxxx" e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Xx Xxxxx, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito dell'esame e rinvio)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 24 settembre.
Il PRESIDENTE avverte che si procederà all'illustrazione degli emendamenti presentati, pubblicati in allegato. Comunica poi che è appena pervenuto il parere della Commissione affari costituzionali sulle proposte emendative, che è di tenore non ostativo tranne sull'emendamento 1.6, a condizione che venga soppresso il riferimento all'intesa, come peraltro già segnalato rispetto al testo.
In sede di articolo 1, il relatore XXXXXX (FI-PdL XVII) dà conto dell'emendamento 1.1 che posticipa la data di prima assegnazione del Premio, come preannunciato nella relazione introduttiva e segnalato dalla Commissione affari costituzionali. Stante tale modifica, occorre dunque anche posticipare la relativa copertura prevista all'articolo 4, comma 1.
Dà conto altresì dell'1.2, che recepisce una condizione della 1a Commissione circa il carattere improprio dello strumento dell'intesa per regolare i rapporti tra soggetti pubblici e privati.
La senatrice MONTEVECCHI (M5S) riconosce che l'emendamento 1.6 a sua firma reca una dizione non corretta. Illustrando poi complessivamente le altre proposte emendative a sua firma presentate all'articolo 1, rileva che esse sono volte alla riduzione delle risorse del Premio nonché del contributo una tantum alla Fondazione. Tale obiettivo è motivato dalle criticità emerse in prima lettura con riferimento alla carriera del presidente della Fondazione Xx Xxxxx e anche alle esigenze di spending review che impongono maggiore morigeratezza.
Si passa indi all'illustrazione degli emendamenti all'articolo 2.
La senatrice MONTEVECCHI (M5S) si sofferma in particolare sull'emendamento 2.3, finalizzato a favorire il rispetto dei principi di trasparenza e imparzialità per le nomine del comitato scientifico, nell'ottica di avviare una pratica virtuosa.
Dà conto anche del 2.5, sottolineando l'esigenza di introdurre, tra i temi del Premio, anche la tutela del patrimonio paesaggistico del Mezzogiorno. Dà infine per illustrate le restanti proposte emendative.
Il relatore XXXXXX (FI-PdL XVII) illustra il 2.4 che, analogamente all'1.2, sopprime lo strumento dell'intesa, come richiesto dalla 1a Commissione.
Si passa indi all'illustrazione degli emendamenti all'articolo 3.
La senatrice MONTEVECCHI (M5S) illustra il 3.1, che richiama nuovamente i principi di trasparenza e imparzialità nella scelta dei componenti della giuria di cui all'articolo 3.
Il relatore XXXXXX (FI-PdL XVII) dà conto del 3.2, volto a specificare le modalità di nomina dei componenti della giuria.
Conclusa l'illustrazione degli emendamenti, si passa all'espressione dei pareri.
Il relatore XXXXXX (FI-PdL XVII) raccomanda l'approvazione dei propri emendamenti 1.1 e 1.2, esprimendo poi parere contrario su tutti i restanti emendamenti all'articolo 1.
Il sottosegretario TOCCAFONDI manifesta un avviso conforme al relatore.
In merito all'articolo 2, il relatore XXXXXX (FI-PdL XVII) raccomanda l'approvazione del 2.4 ed esprime un parere favorevole sul 2.3, 2.5, 2.6 e 2.7. Manifesta invece parere contrario sugli emendamenti 2.1 e 2.2.
Il sottosegretario TOCCAFONDI esprime un parere conforme al relatore sugli emendamenti 2.1, 2.2 e
2.4. Si rimette invece alla Commissione sul 2.3, 2.5, 2.6 e 2.7.
In sede di articolo 3, il relatore XXXXXX (FI-PdL XVII) esprime un parere contrario sull'emendamento
3.1 e favorevole sul 3.2.
Il sottosegretario TOCCAFONDI manifesta un avviso conforme al relatore.
Il seguito dell'esame è rinviato.
(322) Xxxxxxx XXXXXXXXX ed altri. - Norme per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati
(934) XXXXXXX ed altri. - Disposizioni per la statizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati (972) Xxxxxxxx XXXXXXXX. - Disposizioni per la statizzazione degli Istituti musicali pareggiati (Rinvio del seguito dell'esame congiunto)
Il PRESIDENTE comunica che i rappresentanti del Coordinamento dei presidenti degli istituti musicali pareggiati, auditi oggi dall'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi con riferimento ai disegni di legge in titolo, hanno consegnato una documentazione che sarà resa disponibile per la pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.
Prende atto la Commissione.
Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.
POSTICIPAZIONE DELL'ORARIO DELLA RIUNIONE DI OGGI DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Il PRESIDENTE avverte che la riunione dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei
Gruppi avente ad oggetto la programmazione dei lavori, prevista per oggi, mercoledì 1° ottobre, al termine della seduta plenaria, è posticipata alle ore 18, compatibilmente con i lavori dell'Assemblea.
Prende atto la Commissione.
La seduta termina alle ore 16,25.
NUOVO SCHEMA DI RISOLUZIONE PROPOSTO DAL RELATORE SULL'AFFARE ASSEGNATO N. 235
La Commissione, premesso che:
gli enti pubblici di ricerca (EPR) sono, insieme alle università, i pilastri fondamentali su cui poggia la ricerca pubblica in Italia sicché, considerata la valenza strategica della ricerca e dell?innovazione per un Paese, il Parlamento ha il preciso obbligo di creare le migliori condizioni affinché gli EPR possano operare senza difficoltà;
purtroppo però, di fatto, gli EPR sono considerati un?appendice del tutto marginale del comparto della pubblica amministrazione da un lato e dell?università dall?altro, con il risultato che azioni strategiche e coordinate spesso non assumono la giusta priorità nelle agende dei lavori parlamentari e governativi;
nel corso della XVI legislatura, il settore della ricerca in Italia è stato oggetto di un?indagine conoscitiva della VII Commissione della Camera, deliberata il 7 aprile 2009 e conclusasi con l?approvazione di un documento conclusivo il 30 marzo 2011. Secondo tale documento, "gli interventi legislativi degli ultimi anni, adottati al fine di innescare processi virtuosi di semplificazione e ottimizzazione, non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati. Le principali criticità, che derivano dalla progressiva riduzione delle risorse, ma soprattutto dalla mancanza di una strategia capace di coinvolgere tutti i potenziali attori, a livello nazionale e locale, impediscono il decollo e l?attrattività del sistema, che rappresenta un volano della crescita del Paese. E?, dunque, necessario razionalizzare e semplificare le norme, concentrare e coordinare programmi, interventi e risorse disponibili, superando i limiti vigenti nell?erogazione dei finanziamenti, favorire l?autonomia responsabile delle strutture di ricerca e l?investimento privato, intervenire sul rapporto ricerca-sistema produttivo. Infine, il percorso di qualificazione e ottimizzazione del sistema deve essere costantemente monitorato e valutato, mutuando modalità e strumenti anche dalle migliori esperienze internazionali";
le audizioni della indagine conoscitiva della XVI legislatura si sono svolte in un periodo compreso fra il maggio del 2009 ed il marzo del 2010, mentre il decreto legislativo di riordino degli EPR (n. 213) reca la data del 31 dicembre 2009. E? chiaro dunque che l?indagine conoscitiva portata avanti dalla Camera dei deputati ha rappresentato una situazione pre-riforma ormai datata di 4 anni e richiede perciò un aggiornamento alla luce dei cambiamenti che sia il sistema dell?alta formazione e della ricerca sia il "sistema Paese" hanno sperimentato durante questo intervallo di tempo. Vista l?ampiezza e la portata della riforma del decreto legislativo n. 213 del 2009, i tempi sono infatti ormai maturi per fare un momento di riflessione, un bilancio della riforma stessa, individuarne criticità e
positività ed attuare le dovute xxxxxxx xxxxxxxxxx;
la Commissione ha ritenuto necessario riportare il tema della ricerca nuovamente sotto i riflettori del dibattito parlamentare, ed è quanto mai opportuno che questo sia seguito da una risoluzione, cioè da un preciso atto di indirizzo al Governo, cosa che invece non è avvenuta a conclusione dell?indagine conoscitiva della precedente legislatura, atteso che detta procedura termina per definizione con l'elaborazione di un documento sostanzialmente ricognitivo;
il Governo attualmente in carica ha manifestato, tramite varie comunicazioni sia a mezzo stampa sia con interventi in Commissione, la volontà di intervenire con provvedimenti normativi al fine di mettere ordine nel comparto della ricerca, ed in particolare negli EPR, ma solo dopo la conclusione di questo affare assegnato, al fine di recepire le indicazioni della Commissione;
una delle critiche più accese che è stata rivolta al Governo in occasione del riordino degli EPR del 2009 è stata quella di non aver interpellato le parti oggetto della riforma, i ricercatori, i tecnici, il mondo delle imprese e tutte le persone che, a vario titolo, collaborano con gli EPR e con il settore della conoscenza;
la Commissione ritiene invece che il Parlamento debba giocare un ruolo fondamentale sia di "ascolto" che di "indirizzo" e proprio in quest?ottica ha effettuato, nell?ambito del presente affare assegnato, un ampio programma di audizioni, 32 in tutto, coinvolgendo gli EPR vigilati dal Ministero dell?istruzione, università e ricerca (MIUR), quelli vigilati da altri Ministeri, sindacati ed associazioni di categoria, reti e libere associazioni di personale (tra cui anche quelle dei lavoratori precari) e organizzazioni internazionali. Sono altresì intervenuti la Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI), l?Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) e Confindustria.
I soggetti auditi sono stati invitati ad esprimere le proprie considerazioni su cinque temi ritenuti dalla Commissione particolarmente rilevanti:
1. Finanziamento alla ricerca. Qualità e quantità dei finanziamenti pubblici. Finanziamenti privati. Ricerca di base e ricerca applicata: vi è reale distinzione?
2. Status giuridico dei ricercatori. I ricercatori sono inquadrati in modo diverso a seconda che si trovino nelle università, negli EPR o nel settore privato. Diversi contratti, diversi trattamenti, diverse opportunità di progressione della carriera, diverse modalità di assunzione, difficoltà di mobilità all?interno del settore. Si può considerare questo aspetto in accordo con la Carta europea dei ricercatori? Quali sono le iniziative da adottare per recepire interamente la Carta?
3. Sistema nazionale della ricerca. Gli EPR come pubblica Amministrazione. Il problema del precariato. Fare sistema fra università e EPR. Dottorati.
4. Valutazione della ricerca. La valutazione della qualità della ricerca (VQR), che ha riguardato le università e gli enti, rispecchia le specificità degli EPR? Come collegarla ai finanziamenti premiali?
5. Governance ed altri aspetti della riforma degli EPR. Difficoltà gestionali ed operative incontrate. E? realmente assicurata l?autonomia degli EPR? E? assicurata la rappresentanza di tutte le componenti negli organi direttivi e consultivi degli EPR?
I 5 temi sono evidentemente e profondamente correlati fra di loro e la loro distinzione è stata solo una guida per i soggetti auditi.
Al termine delle audizioni, il relatore Xxxxxxxx ha predisposto una griglia sintetica, depositata agli atti della Commissione, delle posizioni di tutti gli auditi sui summenzionati temi, di cui qui di seguito si dà una rassegna tematica con particolare riferimento alle opinioni maggiormente condivise:
per quanto riguarda il tema "Finanziamento della ricerca", l?auspicio di investimenti pubblici maggiori per la ricerca è stato quasi unanime da parte degli auditi, ma regna un atmosfera di rassegnazione ed impotenza. Il raggiungimento degli obiettivi Horizon 2020 (fra cui un rafforzamento dell?impegno pubblico, fino a portarlo allo 0,7 per cento del rapporto fra investimenti pubblici in ricerca e PIL) è ritenuto una condizione imprescindibile per assicurare competitività nel settennio, anche se appare impegnativa. Altresì forti sono le richieste da parte degli auditi di stabilità e programmazione pluriennale dei fondi (3 o 5 anni), richieste che sembrerebbero accoglibili più facilmente e a breve termine. Sono state poi manifestate forti critiche sui Progetti bandiera e soprattutto sui fondi premiali, che vengono accantonati dal Fondo ordinario degli enti (FOE) e indi ridistribuiti, non costituendo quindi risorse aggiuntive e subendo pesantemente l'eterodirezione del MIUR. Gli auditi hanno infine denunciato la percezione che l?Italia voglia fare delle risorse a valere sui fondi comunitari un sostitutivo dell?impegno pubblico statale, meccanismo ritenuto pericoloso che implicherebbe, tra le altre cose, un?ulteriore eterodirezione degli interventi strategici (con conseguente perdita di autonomia);
per quanto riguarda il tema "Status giuridico dei ricercatori", la maggior parte degli auditi si è soffermata sulla disomogeneità di status, trattamento, diritti e doveri dei ricercatori nei comparti dell'università (non contrattualizzati), degli EPR (soggetti al CCNL della ricerca) e del privato, vista generalmente come un problema serio che aumenta la frammentarietà e rende difficoltosa la mobilità. La situazione nell?Istituto nazionale di astrofisica (INAF) e nell?Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) è ancor più paradossale, in quanto il personale in servizio è diviso in due diversi comparti (non contrattualizzati provenienti da ex Osservatori e contrattualizzati CCNL preesistenti o provenienti da ex istituti CNR inglobati in INAF). Tale dicotomia è uno dei motivi per i quali vi è un?anomala e più sfavorevole sproporzione fra ricercatori, primi ricercatori e dirigenti di ricerca dentro l'INAF rispetto a tutti gli altri EPR e le corrispondenti posizioni universitarie, tanto più che le recenti procedure di progressione di carriera sono state bloccate da contenziosi amministrativi del personale non contrattualizzato escluso. Sindacati e universitari hanno peraltro espresso contrarietà ad applicare lo status giuridico universitario agli EPR ed hanno suggerito regole di mobilità per favorire l?interscambio. La Carta europea dei ricercatori risulta variamente recepita. L?Associazione nazionale professionale per la ricerca (ANPRI) e l?Unione italiana del lavoro (UIL), nelle loro rispettive audizioni, hanno annunciato la predisposizione di una proposta per la realizzazione di uno statuto della ricerca unico, che affronti i temi dei principi, dello stato giuridico, del trattamento economico, delle aree scientifiche, del reclutamento, della progressione di carriera e della mobilità. E? generalmente unanime l?opinione che la politica di reclutamento è fondamentale per la qualità; si chiede dunque più autonomia, uno snellimento delle procedure, il superamento delle piante organiche, l?abolizione immediata del blocco del turnover e limiti solo di budget. Diversi soggetti auditi hanno poi rimarcato il fatto che la piaga del precariato negli EPR è più grave che nel privato o nel resto della pubblica Amministrazione. Xxxxx xxxxxxx, quindi, un piano straordinario di assunzioni ed a regime ricorso solo a contratti a tempo determinato (TD) + tenure-track (misura già prevista dall?istituto contrattuale in vigore), a scapito di assegni di ricerca, borse di studio ed altre forme contrattuali che presentano tutele di gran lunga inferiori ai contratti a TD. E? stato evidenziato, infatti, che il ricorso a tali forme contrattuali sfavorevoli al lavoratore (che si configura come un vero abuso, peraltro già sanzionato dall?Unione europea), è stato favorito dal combinato disposto della contrazione dei finanziamenti e del
blocco delle assunzioni. L?Istituto italiano di tecnologia (IIT) ha segnalato anche come forma contrattuale molto attrattiva quella del xx.xx.xxx di durata quinquennale con contributi previdenziali ed assicurativi. Molti soggetti auditi hanno infine posto l'accento sull?imminente scadenza dei pervasivi assegni di ricerca quadriennali non rinnovabili ex legge n. 240 del 2010, che causeranno a breve un devastante problema occupazionale negli EPR non senza ricadute su tutte le attività;
per quanto riguarda il tema "Sistema nazionale della ricerca", tutti gli auditi hanno riferito due problematiche che ritengono gravissime e che inficiano l?efficienza del sistema ricerca in Italia: la frammentazione degli EPR in svariati Ministeri vigilanti e la non completa indipendenza del comparto ricerca da quello della pubblica Amministrazione. Si reputa invece necessaria una qualche forma di coordinamento che renda possibile una visione strategica comune all?atto della definizione della politica della ricerca, delle priorità e dell?allocazione dei finanziamenti. Tre le tipologie di soluzioni proposte, in ordine di apparente gradimento:
1) istituzione di una Agenzia nazionale della ricerca - ANR (sul modello francese, suggerita ad esempio nelle audizioni del Consiglio nazionale delle ricerche - CNR, dell'INAF e del Gruppo 2003), che si interfacci direttamente con la Presidenza del Consiglio. Contemporaneamente, i soggetti auditi hanno sottolineato l?assoluta necessità che tale Agenzia sia adeguatamente dotata di finanziamenti aggiuntivi rispetto al volume attuale e che sia coadiuvata da un board scientifico di altissimo livello;
2) cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio. Molto articolata la proposta di USB PI Ricerca al riguardo, che ha illustrato una proposta sull?istituzione del Sistema nazionale degli EPR e di un Dipartimento per il coordinamento della ricerca pubblica presso la Presidenza del Consiglio, con compiti di programmazione a medio e lungo termine, un nuovo dispositivo di finanziamento ordinario e comunitario, una definizione del modello di funzionamento degli EPR e lo sviluppo di una legislazione che assicuri la terzietà degli EPR;
3) istituzione del Ministero per la ricerca (a tal proposito alcuni soggetti auditi hanno citato come positiva l?esperienza del MURST del ministro Xxxxxxx Xxxxxxx).
Per quanto riguarda l?assimilazione alla pubblica Amministrazione, essa è ritenuta lesiva dell?autonomia fondamentale degli EPR e gravemente limitante nelle procedure, sia in quelle di reclutamento, sia in quelle di ordinaria amministrazione, come ad esempio gli acquisti. Molti soggetti auditi hanno segnalato le difficoltà che hanno i laboratori nell?acquisizione di beni e servizi attraverso le procedure standardizzate della PA, ribadendo come spesso le offerte ricevute tramite questi canali non sono compatibili con le richieste. Hanno chiesto invece di optare per un sistema più flessibile e basato sull?autonomia responsabile.
In merito ad eventuali ipotesi di accorpamento fra EPR, i soggetti auditi vi hanno fatto pochi cenni, e sempre in tono sfavorevole. A seguito anche del dibattito svolto in Commissione, è emersa la necessità che le eventuali esigenze di razionalizzazione del numero degli EPR debbano essere affrontate solo dopo che sia stato posto in essere l?imprescindibile coordinamento interministeriale nelle forme e nei modi già esposti. A tal proposito, è stato messo in evidenza come gli accorpamenti e le soppressioni già avvenute in passato (sono state citate, tra le altre, la chiusura dell?Istituto nazionale di fisica della materia - INFM, l?inglobamento dell?INRAN nel CRA, dell?ISPESL nell?INAIL, dell?ISAE nel ISTAT/MEF e la fusione di alcuni istituti del CNR con gli Osservatori astronomici), a fronte di un modesto o nullo risparmio, abbiano generato una notevole serie di problemi gestionali, operativi, perdita di autonomia, depauperamento delle attività di ricerca in alcuni settori e, non da ultimo, problemi occupazionali. Emerge perciò forte e chiara l?esigenza di non ripetere gli errori del passato.
Alcuni degli EPR auditi hanno dichiarato infine che le loro attività non si configurano di fatto come quelle di un vero e proprio ente pubblico di ricerca, pur essendo annoverati fra gli EPR vigilati dal MIUR (Agenzia spaziale italiana - ASI e Consorzio per l?area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste);
per quanto riguarda il tema "Valutazione degli EPR", tutti i soggetti auditi ritengono che la valutazione è parte fondamentale di un sistema sano ed è stato ripetutamente fatto riferimento alla valutazione della qualità della ricerca (VQR) 2004-2010 completata dall?ANVUR nel luglio 2013. Secondo molti dei soggetti auditi, tra i quali la stessa ANVUR (come dichiarato dal presidente Xxxxxxx nell'incontro del 12 marzo 2014), la parte della VQR relativa agli EPR è tuttavia sub-ottimale, perché essa valuta solo le attività di ricerca scientifica e non le attività strumentali e/o di servizio, attività che in varia misura sono presenti in tutti gli EPR, anche in quelli vigilati dal MIUR. Molti auditi hanno poi rivolto critiche alla VQR degli EPR anche per la parte relativa alla valutazione della ricerca scientifica, esprimendo un giudizio che va da un generico "migliorabile" a proposte di ristrutturazione complessiva basate sul modello inglese, dove non si usano indici bibliometrici, non si fanno rankings e le università di diverse macroregioni non competono fra loro (ad esempio, audizione Gruppo ROARS). Alcuni auditi hanno invece suggerito il metodo peer review e, soprattutto, quello delle visiting committees (commissioni itineranti di esperti internazionali esterni), sulle quali anche l'ANVUR si è dichiarata favorevole ma che non ha potuto usare a causa dei vincoli legislativi. Dalle audizioni è altresì scaturita una generale e condivisa atmosfera di seria preoccupazione per il modo in cui si lega la VQR ai meccanismi di distribuzione dei fondi premiali degli EPR. A tal proposito, la norma contenuta nel decreto-legge n. 104 del 2013 è troppo vaga ed ha generato un acceso dibattito sia interno agli EPR sia nelle competenti Commissioni parlamentari in sede di prima applicazione, con il decreto ministeriale concernente il riparto della quota del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2013 destinata al finanziamento premiale di specifici programmi e progetti proposti dagli enti (atto n. 85) nell?aprile di quest?anno, a seguito del quale il Ministro, convocato in un?audizione ad hoc, si è dichiarato favorevole ad un intervento legislativo. Si segnala infine che gli EPR non soggetti alla vigilanza del MIUR non sono valutati dall'ANVUR ed hanno meccanismi di valutazione propri e differenti tra loro. Tra questi, l?Istituto italiano di tecnologia (IIT) si avvicina maggiormente a standard internazionali, avendo meccanismi di peer review, visite ai siti e un comitato tecnico-scientifico formato da stranieri;
per quanto riguarda il tema "Governance ed altri aspetti della riforma Gelmini", è stato rilevato dalle audizioni che il decreto di riordino n. 213 del 2009 sembra aver generato una situazione piuttosto variegata per quanto riguarda gli organi di governance degli EPR. Vi sono EPR che vantano una forte elettività dei membri dei propri organi, in alcuni casi estesa addirittura ai ruoli apicali, ed una discreta partecipazione del personale. Di norma, questo è percepito positivamente ed auspicato laddove non presente perché ritenuto segnale di autonomia responsabile e terzietà, nonché di indipendenza dalla politica. Del resto, è stato evidenziato che basterebbe semplicemente dare attuazione all?articolo 12, comma 2, del XXXX 0000-0000, secondo cui gli EPR dovrebbero favorire la presenza dei ricercatori negli organi di governo e nei consigli scientifici, o ulteriori organi elettivi a carattere consultivo. Di contro, vi sono EPR che presentano poche o nulle componenti elettive o di personale interno negli organi di governance. I meccanismi per i quali si sono generate queste differenze non sono del tutto chiari. La natura più marcatamente "funzionale" di alcuni EPR, specialmente (ma non solo) quelli non vigilati dal MIUR ma da altri Ministeri, pone poi un problema maggiore di terzietà, in quanto è stato evidenziato che spesso questi EPR svolgono delle attività che li configurano come vere e proprie authority in alcuni settori, esponendoli ad un rischio maggiore di condizionamento da parte della politica o più in generale di situazioni conflittuali con il rispettivo Ministero vigilante. Tali rischi si sono concretizzati, a parere di alcuni soggetti auditi, in un vero e proprio tentativo di "agenzificazione" di alcuni EPR non vigilati dal MIUR (ad es. ISFOL e, in parte,
ISPRA, come è emerso nel corso dell'audizione di Rete Ricerca Pubblica). Vista la varietà di situazioni createsi, si ritiene opportuno un intervento a garanzia dell?autonomia e terzietà di tutti gli EPR, in concomitanza con le proposte avanzate nel tema "Sistema nazionale della ricerca". Tra i casi particolarmente negativi, è stato segnalato quello dell?ENEA, commissariato da ben 5 anni ed ancora in attesa del decreto ministeriale previsto dalla legge istitutiva 23 luglio 2009, n. 99, che ponga in essere tutti gli organi di controllo. Il lungo ed immotivato periodo di commissariamento, accompagnato da un deciso taglio ai finanziamenti, ha posto infatti l'ente di fronte ad una serie di difficoltà.
Considerato infine che:
nel documento "Potenziare l?istruzione e il capitale umano", prodotto nel 2013 dai dieci saggi nominati dal Presidente della Repubblica, essi individuano lo "stato giuridico dei ricercatori degli EPR" come strumento essenziale per "consentire una totale mobilità anche temporanea dei ricercatori tra EPR e università", valutando che ciò "consentirebbe di creare in analogia a quanto avviene in altri Paesi europei un Sistema nazionale della ricerca";
nelle linee programmatiche illustrate nel giugno 2013 dall?allora Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Xxxxx Xxxxxx Xxxxxxxx, nonché nell?atto di indirizzo dello stesso Ministro per l?individuazione delle priorità politiche del MIUR per l?anno 2014, è stata sottolineata l?assoluta necessità di creare un efficiente Sistema nazionale della ricerca che garantisca "mediante una stretta collaborazione tra Ministeri a vario titolo competenti un governo unico del processo e quindi una coesione delle politiche sulla ricerca", e che l?atto di indirizzo prosegue invitando a procedere con "il riconoscimento della specificità del lavoro nella ricerca e la definizione dello status giuridico del personale degli EPR", assicurando nel contempo "al ricercatore la gestione diretta e autonoma dei fondi acquisiti e la loro portabilità in casi di mobilità";
nelle linee programmatiche illustrate nell?aprile 2014 dall?attuale Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Xxxxxxxx Xxxxxxxx è stato rimarcato che "gli strumenti di programmazione a disposizione del MIUR sono tendenzialmente deboli, mirando più al coordinamento che ad una efficace politica d?indirizzo". Il Ministro si è soffermata anch?essa sul Sistema nazionale della ricerca, per la realizzazione del quale occorre "rendere efficace il coordinamento degli enti di ricerca e tra questi e le università semplificando le norme che oggi ne ostacolano il colloquio e la collaborazione reale", e ha ribadito che la programmazione non deve riguardare i soli EPR vigilati dal MIUR ma deve anche prevedere "un raccordo strutturale con gli altri enti di ricerca che non dipendono dal MIUR, eventualmente attraverso la forma stabile di un Coordinamento nazionale degli enti di ricerca" e che " c?è bisogno di un nuovo strumento programmatorio agile ma, soprattutto, c?è bisogno di un livello stabile di risorse su base pluriennale con cui alimentare la ricerca di base e applicata";
in data 2 giugno 2014, la Commissione europea ha presentato il documento programmatico di sintesi "Semestre europeo 2014: raccomandazioni specifiche per Paese. Costruire la crescita" (COM (2014) 400), che contiene un quadro valutativo generale dell?UE, nel quale si precisa che "Per risultare competitiva a livello mondiale e rispondere alle aspettative dei cittadini, l'UE nel suo complesso deve investire maggiormente nella R&S, nell'innovazione, nell'istruzione e nello sviluppo delle competenze, nelle politiche attive per il mercato del lavoro, nell'energia, nei trasporti e nell'economia digitale";
sulla base delle audizioni svolte nell?ambito di questo affare assegnato, della discussione generale avvenuta in seno alla Commissione, delle linee programmatiche espresse dai Governi della legislatura in corso, nonché dell?orientamento della Commissione europea, si ritiene dunque
opportuno affrontare al più presto le criticità emerse con provvedimenti legislativi ad ampio respiro miranti al rilancio, alla semplificazione, al coordinamento ed all?internazionalizzazione della ricerca;
la Commissione impegna il Governo ad intraprendere tutte quelle iniziative, anche di carattere normativo, finalizzate:
1. a varare un piano pluriennale di rifinanziamento pubblico in ricerca e sviluppo con l?obiettivo di passare dall?attuale 0,52 per cento allo 0,7 per cento nel 2020 (circa 3 miliardi di euro in 7 anni, corrispondente alla media OCSE riferito al 2010), definendo allo stesso tempo, nell?ambito del Documento di economia e finanza (DEF), gli indirizzi e le priorità strategiche per gli interventi a favore della ricerca scientifica e tecnologica ed il quadro delle risorse finanziarie complessive (quelle già attivate e da attivare), e assicurando il coordinamento con le altre politiche nazionali;
2. ad indicare e descrivere le azioni innovative volte alla realizzazione degli indirizzi e delle priorità strategiche ed al raggiungimento degli obiettivi H2020 nel Piano nazionale della ricerca (PNR), anche avvalendosi per specifici interventi di particolare rilevanza strategica o di particolare urgenza di un apposito Fondo integrativo speciale per la ricerca;
3. a rifinanziare, nell?ambito del piano pluriennale di cui al punto 1, il Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), che contiene i programmi di interesse nazionale (PRIN) nonché specifici interventi a sostegno dei giovani ricercatori, facendo in modo da assicurare l'accesso a questi fondi su base competitiva indipendentemente dall?ente o università di appartenenza, rimuovendo dunque il divieto per i ricercatori e tecnologi EPR di partecipare alle selezioni come responsabili di progetto;
4. a prevedere un unico Fondo ordinario per gli enti pubblici di ricerca (FOE), riassorbendo i finanziamenti a progetti specifici (come i Progetti bandiera ed i cosiddetti "progetti premiali", ed esclusi i progetti internazionali) all?interno delle assegnazioni ordinarie, con l?obbligo per gli enti di emanare bandi annuali di Progetti di rilevante interesse nazionale (PRIN interni) dedicando ad essi almeno il 2 per cento della quota parte del FOE loro assegnato, con valutazione esclusivamente ex post da parte dell'ANR. Il riparto del FOE dovrà avvenire su base triennale e dovrà assicurare che, per ogni ente, la nuova ripartizione ordinaria al netto delle premialità aggiuntive e dell'inflazione non sia inferiore a quella precedente;
5. a dedicare alla premialità una quota parte delle risorse aggiuntive di cui al punto 1, ed a distribuirle fra gli enti su base triennale e allineata al riparto del FOE di cui al punto 4. La distribuzione della quota premiale deve avvenire sulla base della valutazione complessiva dell?ente stesso fatta dall?ANVUR, dei progetti PRIN interni di cui al punto 4, delle attività dei neo assunti;
6. all?abolizione di ogni limite sul turnover già dal 2015, all?abolizione delle piante organiche e all'implementazione di meccanismi di controllo sul volume delle assunzioni esclusivamente di tipo "a budget", introducendo conseguentemente la possibilità per gli EPR di avvalersi di procedure di reclutamento basate sulla flessibilità del numero e delle caratteristiche delle posizioni bandite a parità di budget e contemporaneamente prevedendo dei meccanismi di valutazione dei neoassunti che rientrino nella valutazione complessiva e concorrano alla determinazione delle quote premiali;
7. a sviluppare una cornice comune per i ricercatori ed i tecnologi degli EPR, definita da solidi principi di stato giuridico, che consenta l?effettiva circolarità tra gli EPR, con le università e con le istituzioni di ricerca nazionali ed internazionali, assicurando le specificità professionali che caratterizzano gli EPR. Tale normativa deve intervenire sul ruolo dei ricercatori e tecnologi degli EPR,
i relativi principi di stato giuridico, l?ambito contrattuale specifico per la definizione del trattamento economico, le aree scientifiche e i settori tecnologici di inquadramento, i meccanismi di reclutamento e progressione di carriera, i percorsi di mobilità, le procedure per accertare il merito, le modalità di partecipazione agli organi di condotta e di governo scientifico degli EPR e le regole di condotta al fine di garantire altresì il recepimento della Carta europea dei ricercatori ed il documento European Framework for Research Careers, ed in particolare la libertà di ricerca, l?autonomia professionale, la titolarità e la "portabilità" dei propri progetti di ricerca e relativi finanziamenti ad essi correlati, il riconoscimento come autore delle ricerche svolte, la formazione e l?aggiornamento professionale;
8. a prevedere un piano straordinario di assunzioni negli EPR che riporti i livelli di precariato dall?attuale valore medio del 50 per cento almeno alla soglia del 20 per cento, riallineandolo quindi ad altri settori occupazionali, peraltro recentemente sanciti dalla normativa dei contratti di lavoro temporaneo;
9. a semplificare e razionalizzare le forme di contratto di lavoro temporaneo negli EPR, in modo tale da prevederne solo un?unica tipologia: un contratto di lavoro a tempo determinato con possibilità di trasformazione a tempo indeterminato previa verifica e controllo da parte dell'ente stesso (tenure track); a valutare l?opportunità di prevedere anche, in aggiunta al precedente, un forma contrattuale di lavoro a tempo determinato con tutele paragonabili a quelle della tipologia precedente ma con l'incarico e durata legati ad un progetto di ricerca specifico, insieme a flessibilità nella determinazione della retribuzione; a favorire, anche con provvedimenti di carattere fiscale, l'assunzione di giovani ricercatori da parte degli EPR e la riduzione del divario dei salari con i Paesi europei, in modo tale da creare le condizioni sia per ridurre il fenomeno della cosiddetta "fuga dei cervelli" sia per rendere competitivo il lavoro in Italia da parte di meritevoli ricercatori stranieri, scongiurando così l'inevitabile esodo che si verificherebbe, stante la situazione attuale, qualora fosse implementato lo Spazio europeo della ricerca (obiettivo ERA Vision 2020).
10. a realizzare, al fine di definire una politica unitaria della ricerca che sia realmente coordinata con le altre politiche nazionali, una governance del Sistema nazionale della ricerca che superi la distinzione fra EPR vigilati dal MIUR e quelli vigilati da altri Ministeri, nonché la distinzione artificiale fra EPR che svolgono attività di servizio ed EPR che svolgono attività di ricerca cosiddetta non strumentale, sancendo invece per tutti gli EPR la doppia natura di ente di ricerca, terzo ed indipendente, e la natura strumentale relativamente ad alcuni obiettivi che appartengono alla mission dei diversi Ministeri a vario titolo interessati o correlati con specifici enti. Tale governance unitaria, che deve comprendere anche la ricerca universitaria e quella privata, si deve realizzare attraverso tre livelli:
a. la definizione delle politiche della ricerca e dei relativi stanziamenti, tramite la costituzione una cabina di regia interministeriale che determini gli indirizzi e le priorità strategiche per gli interventi a favore della ricerca scientifica e tecnologica, definendo il quadro delle risorse finanziarie da attivare e assicurando il coordinamento con le altre politiche nazionali, nell?ambito del Documento di economia e finanza (DEF). Gli interventi devono includere un "programma obbligatorio" di finanziamento della ricerca libera (o curiosity-driven)il cui ammontare in percentuale sul finanziamento totale in R&S è stabilito annualmente al di sopra di un valore minimo di soglia definito da norma primaria.
La cabina di regia, per l?esercizio delle funzioni di indirizzo e programmazione, e le funzioni ad esse correlate, si avvale di un organo consultivo indipendente composto esclusivamente da membri scelti tra personalità di altissima e comprovata qualificazione del mondo scientifico, tecnologico, culturale, produttivo e delle parti sociali, assicurando l'apporto di competenze diverse. Tale organo sostituisce l?attuale Comitato di esperti per la politica della ricerca (CEPR);
b. la gestione degli strumenti di finanziamento, tramite l?Agenzia nazionale della ricerca (ANR) con compiti di gestione centralizzata di tutti i finanziamenti dedicati alla ricerca, elaborazione bandi, assegnazione, supporto alla pianificazione e realizzazione di domande di accesso ai fondi europei, valutazione dei progetti di ricerca con referee esterni e study sessions, adottando meccanismi e schemi di organizzazione e valutazione simili a quelli dell'European Research Council (ERC). L?ANR, autonoma, dovrebbe non solo essere dotata dell?intero portafoglio ricerca ma dovrebbe essere anche capace di aderire alla richiesta di flessibilità e di drastica riduzione dei vincoli burocratici tipici della Pubblica amministrazione e, nel contempo, essere svincolata da ogni interesse politico. Sulla base di esperienze internazionali, si reputa necessario dotare l?ANR di finanziamenti suppletivi rispetto al volume totale finanziario ad oggi dedicato alla ricerca, in mancanza dei quali i benefici della costituzione di un organismo intermedio rischiano di essere annullati;
c. i soggetti attuatori delle politiche di ricerca, cioè il sistema unitario degli EPR, delle università, dei consorzi, delle imprese e degli altri soggetti attuatori, che, in piena autonomia responsabile, implementano le linee programmatiche e gli obiettivi generali.
11. ad istituire uno statuto speciale per il comparto della ricerca pubblica rispetto al resto della pubblica Amministrazione, che inquadri gli EPR in un sistema di regole più snello e più appropriato a gestirne i tempi e le esigenze particolari, come ad esempio gli acquisti, le partecipazioni internazionali, le missioni per la ricerca, o lo stesso reclutamento. Le regole del nuovo comparto devono essere improntate a principi di autonomia responsabile, con la minimizzazione dei controlli ex ante ed il rafforzamento di quelli ex post, l?imposizione di vincoli esclusivamente di tipo a budget e l?adozione di best practices internazionali;
12. a potenziare le attività di valutazione dell?ANVUR specifiche per gli EPR, prevedendo una graduale diminuzione di peso degli indici bibliometrici a fronte di un rafforzamento del peso dell?attività di revisione tra pari, anche avvalendosi di commissioni di esperti internazionali itineranti con visite ai siti; a prevedere specifici meccanismi di quantificazione delle attività strumentali degli EPR, in modo tale da tenerne conto nella valutazione finale; ad estendere la valutazione a tutti gli EPR;
13. a promuovere tutte le opportune modifiche agli statuti degli EPR, in modo tale da armonizzarli rispetto alla nuova cornice delineata da questa risoluzione, con particolare riferimento alla normativa dello status giuridico dei ricercatori, del comparto della ricerca pubblica, dei nuovi organi di governance unitaria della ricerca e della gestione dei fondi di ricerca, nonché della valutazione; a prevedere nello stesso tempo la più ampia partecipazione dei ricercatori e tecnologi degli EPR negli organi di governo e consultivi degli stessi enti;
14. a recepire le proposte della Carta europea dei ricercatori e del documento della Commissione europea European Framework for Research Careers.
La Commissione impegna altresì il Governo a intervenire con sollecitudine, anche con provvedimenti normativi aventi carattere di necessità ed urgenza, finalizzati a:
a. risolvere ed eliminare la dicotomia del personale dell?Istituto nazionale di astrofisica (INAF) e dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) che vede il personale di questi enti diviso fra ricercatori provenienti da ex Osservatori aventi lo status giuridico dei ricercatori e professori universitari, e ricercatori provenienti da ex Istituti CNR confluiti o preesistenti nell'ente con CCNL degli EPR, anche avvalendosi della possibilità di bandire dei concorsi riservati a norma di legge con
riconoscimento dell?anzianità di servizio, nonché della possibilità per il personale avente status giuridico universitario di optare per il nuovo status giuridico previsto da questa risoluzione o per il regime contrattualizzato;
b. promuovere una ricognizione di eventuali ulteriori criticità presso gli EPR soggetti ad accorpamenti negli ultimi anni, al fine di effettuare gli interventi correttivi che si rendessero necessari per risolverle;
c. nelle more della riforma dei contratti di lavoro a tempo determinato negli EPR di cui al punto 9, ampliare immediatamente, e prima che cominci ad andare in scadenza, l'arco temporale massimo di durata degli assegni di ricerca di cui all'articolo 22, comma 3, della legge n. 240 del 30 dicembre 2010 da quattro ad almeno sei anni, vista l?attuale mancanza di un piano di assunzioni e considerata l'attuale urgenza ed emergenza che, a fronte di una brusca interruzione del contratto, vedrebbe gli assegnisti avere basse probabilità di un'opportunità lavorativa con un contratto di lavoro di ricercatore a tempo determinato o indeterminato, sicché già si potrebbe ipotizzare un massiccio esodo verso migliori possibilità occupazionali anche e soprattutto al di fuori dei confini nazionali, sottraendo ai progetti di ricerca già avviati dei ricercatori altamente specializzati e contribuendo così al deplorevole fenomeno della cosiddetta "fuga di cervelli" o, ancor peggio, all'abbandono del settore della ricerca pubblica;
x. xxxxx fine entro e non oltre il 31 dicembre 2014 al commissariamento dell?ENEA ed a provvedere alla nomina di tutti gli organi di governance e consultivi dell?ente;
e. riconoscere la diversa natura degli enti che sono impropriamente qualificati come EPR, in particolare l?Agenzia spaziale italiana (ASI) ed il Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste, e prevedere l?adozione di misure di governance, vigilanza, finanziamento e valutazione più appropriate e rispondenti alle rispettive missioni.
EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE
1.1
XXXXXX, RELATORE
Art. 1
Al comma 2 sostituire le parole: «la prima assegnazione è fissata il 25 settembre 2014» con le seguenti: «la prima assegnazione è fissata il 25 settembre 2015».
Conseguentemente, al comma 6, sostituire le parole: «per l'anno 2014», con le seguenti: «per l'anno 2015».
Conseguentemente ancora, all'articolo 4, sostituire il comma 1 con il seguente: «Per l'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo l è autorizzata la spesa di 140.000 euro per l'anno 2015 e di 40.000 euro ad anni alterni a decorrere dall'anno 2017. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, nell'ambito del programma ''Fondi di riserva e speciali'' della missione ''Fondi da ripartire'' dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2015, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero».
1.2
XXXXXX, RELATORE
Al comma 3 sopprimere le parole: «d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri e».
1.3
Sopprimere il comma 5.
1.4
Al comma 5, primo periodo, sostituire le parole: «40.000 euro» con le seguenti: «20.000 euro».
Conseguentemente, al comma 6, primo periodo, sostituire le parole: «100.000 euro» con le seguenti: «80.000 euro».
Conseguentemente ancora, all'articolo 4, comma l, sostituire rispettivamente le parole:
«140.000» e «40.000» con le seguenti: «100.000» e «20.000».
1.5
Al comma 5, primo periodo, sostituire le parole: «40.000 euro» con le seguenti: «20.000 euro».
Conseguentemente, al comma 6, sostituire le parole: «100.000 euro», con le seguenti: «50.000 euro».
Conseguentemente ancora, all'articolo 4, comma l, sostituire rispettivamente le parole:
«140.000» e «40.000» con le seguenti: «70.000» e «20.000».
1.6
Al comma 5 sostituire il secondo periodo con il seguente: «La Fondazione Xxxxxxxx Xx Xxxxx, d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ripartisce tale somma in più premi erogabili secondo criteri di merito».
1.7
Al comma 6 sopprimere il primo periodo.
Conseguentemente, nel secondo periodo, sostituire le parole: «di cui al precedente periodo» con le seguenti: «previste dallo statuto».
1.8
Al comma 6, primo periodo, sostituire le parole: «100.000 euro» con le seguenti: «50.000 euro».
Conseguentemente all'articolo 4, comma 1, sostituire le parole: «di 140.000 euro» con le seguenti: «di 90.000 euro».
1.9
Al comma 6, primo periodo, dopo le parole: «100.000 euro» inserire le seguenti: «, non cumulabile con il contributo ordinario annuale dello Stato, che la Fondazione riceve,».
Art. 2
2.1
Al comma 1 sopprimere le parole: «Su proposta della Fondazione Xxxxxxxx Xx Xxxxx,».
2.2
Al comma 1 sostituire la parola: «tre» con la seguente: «cinque».
2.3
Al comma 1, aggiungere, infine, il seguente periodo: «Al fine di favorire il rispetto dei principì di trasparenza e imparzialità, le valutazioni svolte e i criteri adottati per le nomine di cui al precedente periodo sono rese pubbliche, anche mediante pubblicazione sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri».
2.4
XXXXXX, RELATORE
Al comma 2, sopprimere le parole: «d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri,».
2.5
Al comma 2, dopo la lettera g), aggiungere la seguente:
«g-bis) tutela del patrimonio paesaggistico del Mezzogiorno».
2.6
Al comma 2, dopo la lettera g) aggiungere la seguente:
«g-bis) le trasformazioni storiche, culturali e politiche del Mezzogiorno d'Italia nel XX secolo e prospettive per il XXI secolo».
2.7
Al comma 2, dopo la lettera g), aggiungere la seguente:
«g-bis) il ruolo storico del Mezzogiorno d'Italia nell'Occidente».
Art. 3
3.1
Sostituire il comma 1 con il seguente:
«1. I vincitori del Premio Di Vagno sono individuati da un'apposita giuria, composta da cinque componenti scelti dalla Presidenza del Consiglio dei ministri tra studiosi di chiara e comprovata fama di storia contemporanea. Al fine di favorire il rispetto dei principì di trasparenza e imparzialità, le valutazioni svolte e i criteri adottati per la scelta dei componenti la giuria sono rese pubbliche, anche mediante pubblicazione sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri».
3.2
XXXXXX, RELATORE
Al comma 1, apportare le seguenti modificazioni:
? «alla lettera a), sostituire le parole: ''scelto dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo'', con le seguenti: ''nominato con proprio decreto dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo'';
? alla lettera c), aggiungere, infine, il seguente periodo: ''nominati con proprio decreto dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo''».
1.3.2.1.8. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 124 (ant.) dell'08/10/2014
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ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari
Riunione n. 124
MERCOLEDÌ 8 OTTOBRE 2014
Presidenza del Presidente
Orario: dalle ore 9 alle ore 9,30
AUDIZIONI INFORMALI IN MERITO ALL'ESAME DEI DISEGNI DI LEGGE N. 322 E CONNESSI (STATIZZAZIONE EX ISTITUTI MUSICALI PAREGGIATI)
1.3.2.1.9. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 130 (pom.) dell'08/10/2014
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ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
MERCOLEDÌ 8 OTTOBRE 2014
130ª Seduta
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Xxxxxx X'Xxxxxx.
La seduta inizia alle ore 14,35.
IN SEDE CONSULTIVA
(1577) Riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche
(Parere alla 1a Commissione. Esame e rinvio)
La relatrice Xxxxx XXXXXXX (PD) premette che il disegno di legge in titolo reca una complessiva riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche, impattando pertanto anche sui settori di riferimento. Riferisce peraltro che la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (DEF), attualmente all'esame della Commissione, qualifica il disegno di legge in titolo come un "collegato" alla imminente manovra di bilancio 2015-2017. Nel ritenere assai vasto l'ambito di azione, rende noto che la 1a Commissione ha avviato anche un'apposita indagine conoscitiva sull'istruttoria legislativa.
In via generale, segnala che l'articolo 1 delega il Governo ad adottare decreti legislativi inerenti le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini, in modo da assicurare la totale accessibilità delle informazioni e dei documenti in possesso presso le pubbliche Amministrazioni. Dopo aver brevemente elencato i principi e criteri direttivi della delega, sottolinea che tutte le Amministrazioni, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge, effettuano una ricognizione dei procedimenti amministrativi di propria competenza, indicandone le fasi, i responsabili, la durata e il livello di digitalizzazione. Parallelamente, le Amministrazioni elaborano, aggiornano e pubblicano, sui propri
siti, manuali delle procedure che descrivono le modalità del relativo svolgimento. Segnala in merito che, ove esse non adempiano a tali prescrizioni (ricognizione e manuali delle procedure), non possono procedere a nuove assunzioni a tempo indeterminato. Fa notare del resto che tali previsioni sono in linea con gli obiettivi di digitalizzazione, semplificazione e snellimento annunciati dal ministro Xxxxxxxx Xxxxxxxx nelle Linee guida sulla scuola, in cui si annuncia la predisposizione di un unico provvedimento "sblocca scuola", che dovrebbe anche portare all'adozione di un nuovo Testo unico sulla scuola. Ritiene pertanto che, sul fronte scolastico, il Dicastero stia già procedendo nella direzione enunciata dal disegno di legge in titolo, mentre analogo percorso non pare emergere con riguardo all'università e alla ricerca.
Illustra poi gli articoli 2 e 3, recanti modifiche in materia, rispettivamente, di conferenza di servizi e di silenzio assenso tra Amministrazioni. A tale ultimo riferimento, precisa che il termine generale per l'acquisizione di eventuale assenso, concerto o nulla osta è di trenta giorni, mentre nel caso in cui siano coinvolte Amministrazioni preposte, fra l'altro, alla tutela dei beni culturali, tale termine è di sessanta giorni, decorso il quale l'assenso, il concerto o il nulla osta si intende acquisito. Evidenzia però che in via ordinaria il termine decorre "dal ricevimento del provvedimento, compiutamente istruito, da parte dell'Amministrazione procedente", mentre nel secondo caso il termine di sessanta giorni decorre "dal ricevimento della richiesta". Domanda pertanto se tale diversa formulazione testimoni un volontà precisa o se si tratti di una fattispecie analoga: in tale ultima ipotesi, andrebbe a suo avviso allineata la terminologia impiegata.
Si sofferma indi anche sugli articoli 4, 5 e 6, che riguardano la segnalazione certificata di inizio attività, l'autotutela e le disposizioni sull'anticorruzione, nonchè sull'articolo 7 concernente la riorganizzazione dell'Amministrazione dello Stato, a livello sia centrale che periferico, inclusi gli enti pubblici non economici nazionali.
Invita poi a prestare particolare attenzioneall'articolo 8, che reca le definizioni di pubblica Amministrazione, secondo una precisa diversificazione di livelli di governo e di funzioni. Si interroga preliminarmente se dette definizioni sostituiscano, dalla data di entrata in vigore della legge, quella di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, che inseriva tra le Amministrazioni pubbliche, per quanto di interesse della 7a Commissione, anche le scuole, le università e gli enti pubblici non economici. La relatrice è dell'opinione per cui andrebbe anzitutto chiarito il rapporto con il decreto legislativo del 2001, tanto più che proprio la definizione di Amministrazioni pubbliche in esso prevista è usata quale parametro per individuare i soggetti di cui all'articolo 1, sottoposti - come si è detto - a precisi adempimenti. Ciò è ancor più necessario se si considera che il comma 4 dell'articolo 8 in commento mantiene espressamente ferme alcune definizioni di Amministrazioni pubbliche a fini contabili.
Dà indi conto della definizione ad hoc di "amministrazioni di istruzione e cultura", prevista all'articolo 8, che include: scuole statali di ogni ordine e grado; università statali; istituti di istruzione universitaria ad ordinamento speciale; istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM); istituzioni educative pubbliche (in proposito la relatrice si domanda se siano inclusi i nidi); enti pubblici nazionali di ricerca; archivi, musei, biblioteche dello Stato e delle amministrazioni territoriali.
Rileva che queste "amministrazioni di istruzione e cultura" rientrano più in generale nella categoria di "amministrazioni pubbliche", mentre si distinguono dagli "organismi privati di interesse pubblico" i quali, per quanto di interesse, includono fra l'altro: scuole paritarie; università non statali; istituzioni non statali dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM); soggetti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria; federazioni sportive; consorzi cui aderiscono amministrazioni pubbliche e privati.
Da un confronto tra la definizione di "amministrazioni di istruzione e cultura" e quella di "organismi privati di interesse pubblico" emergono a suo giudizio alcune perplessità. Innanzitutto, ella osserva che nella prima definizione non è compresa la ricerca, che nei fatti connota invece l'attività delle università statali e degli enti pubblici nazionali di ricerca, espressamente menzionati. Ne deriva dunque una definizione non del tutto inclusiva delle fattispecie in essa previste.
Ritiene tuttavia che, a monte, non sia del tutto coerente la separazione tra istituti scolastici, universitari e dell'AFAM in ragione del loro finanziamento: da un lato si trovano quelli statali e dall'altro quelli non statali, mentre ormai essi vanno annoverati come autonomie funzionali, svolgenti tutti la medesima funzione. Non si spiega pertanto la presunta volontà di creare un trattamento separato, che potrebbe preludere ad un diverso inquadramento giuridico, tanto più che la legislazione vigente con riferimento sia alla scuola che all'università e all'AFAM parla di un unico sistema, indipendentemente dalla provenienza delle risorse. Per evitare il rischio di un trattamento differenziato, segnala che, in merito alle università, il Consiglio universitario nazionale (CUN), la Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) e il Coordinamento delle università non statali, nelle audizioni svolte presso la 1a Commissione, hanno chiesto di assimilare le categorie. Afferma peraltro che, ove si mantenesse la distinzione, si dovrebbe quantomeno specificare che tra le prime rientrano le istituzioni dell'AFAM statali, analogamente a quanto precisato per le università. Pone inoltre un interrogativo circa la collocazione delle scuole paritarie pubbliche, come quelle di proprietà dei comuni, che difficilmente potrebbero essere inserite tra gli "organismi privati di interesse pubblico", mentre più correttamente rientrerebbero a suo avviso nelle "amministrazioni di istruzione e cultura". Se così fosse, reputa necessario colmare tale lacuna specificando eventualmente che tra gli "organismi privati di interesse pubblico" rientrano le scuole paritarie private, benché - ribadisce - tale distinzione non giova all'unitarietà del sistema. Si stabilisce comunque che con successivo regolamento è redatto un elenco per ciascuna delle definizioni suesposte, aggiornato annualmente.
Dà altresì conto dell'articolo 9, sulle camere di commercio, nonchè dell'articolo 10 che delega il Governo ad adottare decreti legislativi in materia di dirigenza pubblica, sotto molteplici profili. Per le competenze della 7a Commissione, segnala l'esclusione della dirigenza scolastica dall'istituendo ruolo unico della dirigenza; la dirigenza scolastica non viene neanche menzionata nella parte relativa all'accesso, che prevede il corso-concorso e il concorso gestiti dalla Scuola nazionale dell'amministrazione. Invita pertanto il Governo a chiarire se la disciplina della dirigenza scolastica sarà oggetto di un provvedimento ad hoc, tenuto conto che nelle Linee guida su "La buona scuola" il Ministero ha espressamente annunciato il corso-concorso gestito dalla Scuola nazionale dell'amministrazione per il reclutamento dei presidi, che lascerebbe presupporre un'uniformità di trattamento con il resto della dirigenza. Reputa in effetti che la dirigenza scolastica, benché assai tipizzata, rientri a pieno titolo nella dirigenza pubblica. Fa notare inoltre che tutti i dirigenti avranno obblighi formativi annuali che potranno essere adempiuti anche presso istituzioni universitarie.
Illustra poi l'articolo 11, dedicato alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro nelle Amministrazioni pubbliche, anche attraverso la stipula di convenzioni tra le amministrazioni e asili nido, nonché l'organizzazione di servizi di supporto alla genitorialità aperti nei periodi di chiusura scolastica.
In ultima analisi, segnala l'articolo 12, che delega il Governo ad adottare decreti legislativi in materia, fra l'altro, di lavoro alle dipendenze delle Amministrazioni pubbliche, e l'articolo 13 che detta principi e criteri direttivi specifici per l'attuazione della predetta delega. A tale riguardo, appare a suo giudizio opportuno esplicitare meglio se tale disciplina comprende anche il personale della scuola.
Il seguito dell'esame è rinviato.
IN SEDE REFERENTE
(322) Xxxxxxx XXXXXXXXX ed altri. - Norme per la statizzazione degli istituti musicali
pareggiati
(934) XXXXXXX ed altri. - Disposizioni per la statizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati (972) Xxxxxxxx XXXXXXXX. - Disposizioni per la statizzazione degli Istituti musicali pareggiati (1616) XXXXXXXX. - Norme per la statalizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati
(Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge nn. 322, 934 e 972, congiunzione con l'esame del disegno di legge n. 1616 e rinvio)
Prosegue l'esame congiunto, da ultimo rinviato nella seduta del 1° ottobre scorso con riferimento ai disegni di legge nn. 322, 934 e 972.
Il relatore MARTINI (PD), nel ricordare che è in corso un ciclo di audizioni relative ai disegni di legge nn. 322, 934 e 972, comunica che è stato assegnato alla Commissione il disegno di legge n. 1616 a firma del presidente Xxxxxxxx. Tale testo presenta temi analoghi ai disegni di legge già all'esame e prospetta soluzioni in parte diverse e in parte simili. Propone perciò di abbinare l'esame del predetto disegno di legge al seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge nn. 322, 934 e 972.
Con riferimento alle ulteriori audizioni da svolgere, ritiene opportuno sentire un'unica rappresentanza dei Conservatori e acconsente all'audizione del Coordinamento 15 maggio 1930, benché esso abbia una composizione alquanto variegata. Reputa peraltro che, dopo tali soggetti, debbano essere concluse le audizioni onde individuare una soluzione normativa efficace per il prosieguo dell'iter.
La Commissione conviene quindi sulla proposta di abbinare l'esame del disegno di legge n. 1616 al seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge nn. 322, 934 e 972.
Il PRESIDENTE comunica infine che i rappresentanti dei sindacati FLC CGIL, CISL Università e UIL RUA, auditi oggi dall'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi con riferimento ai disegni di legge in titolo, hanno consegnato una documentazione che, unitamente agli ulteriori materiali che perverranno in un secondo momento, sarà resa disponibile per la pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.
Prende atto la Commissione.
Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.
(361) XXXXXXX e XXXXXXX. - Modifiche al decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242, in materia di limiti al rinnovo dei mandati degli organi del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e delle federazioni sportive nazionali
(Seguito dell'esame e rinvio)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 23 settembre, nel corso della quale - ricorda il PRESIDENTE -- erano stati illustrati tutti gli emendamenti, pubblicati in allegato al resoconto di quella seduta, su cui la relatrice e il rappresentante del Governo avevano reso il loro parere.
Riferisce peraltro che, a seguito delle decisioni assunte in Ufficio di Presidenza integrato dai
rappresentanti dei Gruppi, era stata formalmente avanzata la richiesta a tutti i Capigruppo di acquisire il relativo consenso al trasferimento del disegno di legge alla sede deliberante. In proposito, rende tuttavia noto che il Gruppo Movimento 5 Stelle ha manifestato la propria contrarietà a procedere in sede deliberante e pertanto l'esame proseguirà in via ordinaria.
La relatrice IDEM (PD) presenta i nuovi emendamenti 1.2, 2.6 e 3.4 a sua firma, pubblicati in allegato, che recepiscono questioni emerse durante la fase istruttoria. Le prime due proposte emendative estendono infatti il limite dei due mandati anche alle strutture territoriali tanto del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), quanto delle federazioni sportive nazionali e delle discipline sportive associate. La proposta 3.4 prevede invece che anche le federazioni sportive nazionali e le discipline sportive associate adeguino i loro statuti a seguito delle modifiche statutarie del CONI.
Il PRESIDENTE fa presente che su tali emendamenti dovrà essere acquisito l'orientamento del Governo.
Il seguito dell'esame è rinviato.
IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. LVII, n. 2-bis) Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 e connessi allegati
(Parere alla 5a Commissione. Esame e rinvio)
Il relatore CONTE (NCD) riferisce che l'atto in titolo dà conto dello stato di avanzamento delle misure previste e/o avviate rispetto al Documento di economia e finanza (DEF) presentato lo scorso aprile. In via generale, rileva che la crescita moderatamente positiva ipotizzata per il 2014 va rivista al ribasso, come recita l'atto, per una molteplicità di ragioni. Per far fronte a tale circostanza, il Governo punta ad una serie di riforme strutturali, il cui orizzonte di attuazione coincide con l'Agenda "Mille giorni". Per gli ambiti di interesse, segnala l'intenzione dell'Esecutivo di puntare all'investimento nel capitale umano, con particolare riferimento alla riforma del sistema educativo e al sostegno dell'attività di ricerca e sviluppo.
Invita poi a prestare particolare attenzione all'individuazione dei provvedimenti che l'Esecutivo qualifica come "collegati" alla prossima manovra di bilancio 2015-2017, essendo dunque funzionali alla sua realizzazione: tra questi è annoverato un imminente disegno di legge di riforma dei settori del cinema e dello spettacolo dal vivo. In proposito, chiede al Governo di esplicitare meglio le tempistiche e i contenuti di tale proposta legislativa, che del resto ha sempre rappresentato per la 7a Commissione, nelle diverse legislature, un tema di indubbio rilievo.
Senza soffermarsi sullo scenario macroeconomico descritto nel Documento, che certifica comunque una fase di stagnazione, evidenzia che l'Esecutivo intende avvalersi della flessibilità concessa dalla legislazione nazionale e dai regolamenti europei per attuare alcuni interventi strutturali, quali, fra l'altro, l'istruzione e gli incentivi alla ricerca. Riepiloga inoltre i provvedimenti finora attuati dal
Governo che, come è noto, hanno impattato direttamente o indirettamente sui comparti di competenza, introducendo ad esempio misure per l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, l'esclusione dal patto di stabilità delle spese che i Comuni destinano all'edilizia scolastica, nonché gli incentivi fiscali per chi effettua erogazioni liberali in cultura.
Fa presente peraltro che l'Europa ha rivolto specifiche "raccomandazioni" all'Italia, unitamente ad altri Paesi dell'Unione, in base a ciascuna situazione macroeconomica e di bilancio. Dopo aver precisato che l'Italia è stata destinataria di un monitoraggio "rafforzato", perchè i suoi squilibri sono stati ritenuti eccessivi, sottolinea che ad ogni raccomandazione il Governo ha risposto con precise azioni, che fanno parte di un periodo almeno triennale e riguardano il profilo sia istituzionale che amministrativo. Per quanto concerne le materie di interesse della 7a Commissione, pone in luce l'obiettivo istituzionale della cosiddetta "sfida educativa", che include gli interventi sulla cultura e soprattutto sulla scuola.
Illustra quindi la raccomandazione rivolta all'Italia inerente l'istruzione e la formazione, finalizzata a: rendere operativo il sistema nazionale di valutazione degli istituti scolastici; accrescere l'apprendimento basato sul lavoro e rafforzare l'istruzione terziaria professionalizzante; istituire un registro nazionale delle qualifiche; assicurare che i finanziamenti pubblici premino la qualità dell'istruzione superiore e della ricerca. In risposta a tale raccomandazione, rende noto che, ai fini della valutazione, a luglio 2015 ogni scuola realizzerà, con il sostegno del Ministero e la collaborazione dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione (INVALSI), il proprio rapporto di autovalutazione, realizzato sulla base di un format unitario e reso pubblico sulla piattaforma on line del Ministero "Scuola in Chiaro". Dopo aver menzionato anche l'avvio di percorsi rivolti a dirigenti scolastici e docenti referenti per la valutazione di istituto, puntualizza che, per l'attuazione del piano di miglioramento, le scuole potranno avvalersi dell'aiuto dell'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE). Riferisce altresì che alla fine del triennio (anno scolastico 2016-2017) le scuole diffonderanno i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi di miglioramento programmati e che, entro dicembre 2014, l'INVALSI definirà gli indicatori per la valutazione dei dirigenti scolastici. Sottolinea poi che, a partire dall'anno scolastico 2015-2016, nuclei di valutazione formati da ispettori ministeriali ed esperti di settore visiteranno ogni anno fino ad un massimo del 10 per cento di istituti. Ricorda peraltro che a settembre 2014 è stato presentato il piano "La Buona Scuola", sottoposto alla consultazione pubblica dal 15 settembre al 15 novembre, su cui anche la 7a Commissione sta valutando un'eventuale iniziativa di indirizzo al Governo.
In merito all'apprendimento basato sul lavoro, fa presente che è stato introdotto un regime di apprendistato sperimentale sul posto di lavoro per gli studenti del quarto e quinto anno delle scuole secondarie. E' stato inoltre previsto il finanziamento delle ore di apprendimento sul posto di lavoro obbligatorio negli ultimi tre anni di ogni scuola tecnica e professionale, nell'ottica di migliorare il rapporto scuola-industria e di ridurre gli oneri amministrativi delle imprese. Sono stati elaborati anche programmi di formazione professionalizzante "scuola-bottega" (scuole in collaborazione con gruppi di artigiani) e "scuola-impresa" (scuole che vendono i loro prodotti). Ad agosto 2014 - prosegue il relatore - è stato peraltro approvato in sede di Conferenza Unificata un accordo inerente la definizione dei criteri del sistema di monitoraggio nazionale degli esiti dei percorsi di istruzione tecnica superiore (ITS).
In ordine alle qualifiche, ricorda che già nel 2013 è stato introdotto il diritto all'apprendimento permanente e la certificazione delle competenze, per garantire alla formazione maggiore pertinenza e spendibilità, nazionale e comunitaria, in rapporto ai fabbisogni professionali. Riepiloga in proposito gli elementi centrali di tale misura quali: l'implementazione del Repertorio nazionale delle qualificazioni, riferimento unitario per la certificazione delle competenze acquisite dalle persone, organizzato in 24 settori economico-professionali e articolato negli 8 livelli del Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF); la definizione di standard minimi di certificazione validi per tutte le Amministrazioni centrali e regionali, che hanno titolarità nel rilascio di titoli di studio e qualificazioni professionali. Rileva del resto che l'operatività della certificazione delle competenze, nell'ambito dei sistemi della formazione professionale regionale, è una delle condizioni ex ante per l'avvio dei programmi operativi dei fondi
strutturali europei per il periodo 2014-2020. A tal fine, comunica che è stato condiviso e avviato un cronoprogramma di lavoro interistituzionale volto ad assicurare, entro novembre 2014, un riferimento unitario e operativo per il riconoscimento a livello nazionale delle qualificazioni regionali e delle relative competenze. Rende noto altresì che, a settembre 2014, 11 Regioni risultano essersi dotate di un proprio repertorio regionale di qualificazioni, in 8 Regioni e province autonome il repertorio è in corso di definizione, mentre in 2 Regioni la definizione non risulta essere stata avviata.
Sul fronte dei finanziamenti pubblici nel mondo della scuola, dell'università e della ricerca, richiama l'elaborazione, da parte del Governo, di una politica della ricerca coerente con le necessità e potenzialità di sviluppo competitivo italiano e in linea con Horizon 2020. Al riguardo, è in fase di pubblicazione il Programma nazionale della ricerca (PNR), che tiene insieme coerentemente i documenti di programmazione già elaborati: le Strategie nazionale e regionali di specializzazione intelligente, il Piano operativo nazionale della ricerca e il Piano per le infrastrutture di ricerca.
Nella Nota di aggiornamento, precisa il relatore, si pone l'accento anche sulla prossima emanazione del decreto di riparto del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) delle università per il 2014, che prevede l'allocazione di una parte dei fondi (18 per cento) in base alla valutazione dei risultati raggiunti.
Rammenta altresì che sono stati messi a disposizione 3,7 milioni di euro a favore di iniziative per la diffusione della cultura scientifica, per l'attivazione di nuove istituzioni e città-centri delle scienze e delle tecniche e per attività di formazione ed aggiornamento professionale necessarie per la gestione dei musei. Segnala inoltre che il Ministero dell'economia e delle finanze e la Banca europea degli investimenti (BEI) hanno firmato un accordo per attivare progetti in ricerca e sviluppo e un accordo quadro per sostenere la realizzazione di infrastrutture, promuovere il credito a studenti universitari e favorire l'occupazione giovanile. La prima iniziativa consiste nell'impiego di 100 milioni del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese (PMI) per coprire i rischi di prima perdita in progetti di ricerca e sviluppo di imprese di qualunque dimensione, grazie ai quali la BEI attiverà un portafoglio di prestiti di 500 milioni.
Sottolinea peraltro che, al fine di promuovere l'innovazione diffusa, tramite l'agevolazione di progetti di ricerca e sviluppo di piccola e media dimensione nei settori tecnologici individuati nel programma quadro comunitario Horizon 2020, si prevede di utilizzare il nuovo Fondo per la crescita sostenibile, per un ammontare di 300 milioni, nonchè l'agevolazione di progetti di ricerca e sviluppo, di importo compreso fra 800.000 e 3 milioni di euro.
Fa presente che la Nota di aggiornamento è corredata di tre Allegati, il primo riguardante le relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali, il secondo sul piano di rientro verso l'Obiettivo di medio periodo, e il terzo sul programma strategico delle infrastrutture. Dei tre, l'Allegato I ha dei margini di interesse anche per la 7a Commissione, in quanto reca un quadro di sintesi dei Dicasteri di riferimento. I contenuti dell'Allegato I riguardano quindi, per ciascuna Amministrazione: le relazioni programmatiche sulle spese di investimento per ogni missione di spesa; le relazioni sullo stato di attuazione delle relative leggi pluriennali; i quadri riassuntivi delle leggi di spesa a carattere pluriennale; la ricognizione dei contributi pluriennali iscritti nel bilancio dello Stato.
Per quanto riguarda i Ministeri di riferimento, segnala in sintesi che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha censito 2 relazioni programmatiche sulle spese di investimento, 5 autorizzazioni di leggi pluriennali e 32 contributi pluriennali, mentre per il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo si registrano 3 relazioni programmatiche sulle spese di investimento, 5 leggi pluriennali e 35 contributi pluriennali. Riferisce poi sinteticamente che per il 56 per cento dei programmi di cui si dà conto nelle relazioni dei Ministeri si ritiene adeguata l'entità delle risorse assegnate da autorizzazioni di spesa di natura pluriennale, mentre per il 44 per cento dei programmi risultano necessari ulteriori stanziamenti: tra questi, rileva che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo reputa indispensabili nuovi finanziamenti, con particolare riguardo alla missione
n. 21, "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali e paesaggistici".
Sul piano dello stato di avanzamento delle attività descritte nelle relazioni programmatiche, evidenzia che per la missione n. 23, "Istruzione universitaria", non vi sono ritardi, mentre nella missione n. 17,
"Ricerca e innovazione", si sconta un 17 per cento di attività ancora da avviare. Quanto alla sopracitata missione n. 21, vi è la totalità delle misure avviate.
Volendo richiamare alcune indicazioni emerse nelle relazioni programmatiche, sottolinea che il Dicastero dell'istruzione, pur prevedendo la piena realizzazione delle risorse assegnate, ha auspicato il rifinanziamento dei fondi per la missione "Ricerca e innovazione", per assicurare la prosecuzione delle attività del programma "Ricerca scientifica e tecnologica di base anche per una più efficace partecipazione alle iniziative dei Programmi Quadro dell'Unione europea. Il Dicastero dei beni culturali ha invece posto l'accento sulla inadeguatezza e sul progressivo impoverimento del complesso dei finanziamenti.
Avviandosi alla conclusione, precisa che in merito alle leggi pluriennali, solo l'1,388 per cento delle risorse è attribuito al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo lo 0,005 per cento e che, relativamente alla distribuzione dei contributi pluriennali, all'Istruzione è attribuito l'1,02 per cento delle risorse e ai Beni culturali lo 0,7 per cento.
Il seguito dell'esame è rinviato.
IN SEDE REFERENTE
(1569) Deputato DISTASO ed altri. - Istituzione del "Premio biennale di ricerca Xxxxxxxx Xx Xxxxx" e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Xx Xxxxx, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito dell'esame e rinvio)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 1° ottobre nel corso della quale - ricorda il PRESIDENTE -- erano stati illustrati tutti gli emendamenti, pubblicati in allegato al resoconto di quella seduta, su cui il relatore e il rappresentante del Governo avevano reso il loro parere. Comunica altresì che non è ancora pervenuto il parere della Commissione bilancio sul testo e sulle proposte emendative; preannuncia pertanto l'intenzione di sollecitare il Presidente della 5ª Commissione affinché sia reso il prescritto parere e invita anche il relatore e i Capigruppo ad intervenire in tal senso.
Si riserva infine di verificare con tutti i Capigruppo la possibilità di richiedere il trasferimento alla sede deliberante.
Il seguito dell'esame è rinviato.
La seduta termina alle ore 15,15.
ULTERIORI EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE
1.2
IDEM, RELATRICE
Art. 1
Al comma 1, capoverso "2", aggiungere infine il seguente periodo: "Le previsioni di cui al presente comma si applicano anche agli organi direttivi delle strutture territoriali del CONI".
Art. 2
2.6
IDEM, RELATRICE
Al comma 1, capoverso "2", aggiungere infine il seguente periodo: "Le previsioni di cui al presente comma si applicano anche agli organi direttivi delle strutture territoriali delle federazioni sportive nazionali e delle discipline sportive associate".
Art. 3
3.4
IDEM, RELATRICE
Dopo il comma 1, inserire il seguente:
"1-bis. Entro quattro mesi dalla data di approvazione delle modifiche statutarie del CONI, le federazioni sportive nazionali e le discipline sportive associate adeguano i loro statuti alle disposizioni di cui all'articolo 2".
1.3.2.1.10. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 126 (pom.) del 14/10/2014
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ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari
Riunione n. 126
MARTEDÌ 14 OTTOBRE 2014
Presidenza del Presidente
Orario: dalle ore 14,40 alle ore 15
AUDIZIONE INFORMALE IN MERITO ALL'ESAME DEI DISEGNI DI LEGGE N. 322 E CONNESSI (STATIZZAZIONE EX ISTITUTI MUSICALI PAREGGIATI)
1.3.2.1.11. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 127 (pom.) del 15/10/2014
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ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari
Riunione n. 127
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
Presidenza del Presidente
Orario: dalle ore 14,05 alle ore 15
AUDIZIONI INFORMALI IN MERITO ALL'ESAME DEI DISEGNI DI LEGGE NN. 322 E CONNESSI (STATIZZAZIONE EX ISTITUTI MUSICALI PAREGGIATI)
1.3.2.1.12. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 132 (pom.) del 15/10/2014
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ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
132ª Seduta
Presidenza del Presidente
Intervengono i sottosegretari di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx e per l'istruzione, l'università e la ricerca Xxxxxx X'Xxxxxx.
La seduta inizia alle ore 15,05.
IN SEDE CONSULTIVA
(1577) Riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche
(Parere alla 1a Commissione. Seguito dell'esame e rinvio)
Riprende l'esame, sospeso nella seduta di ieri, nel corso della quale - ricorda il PRESIDENTE - si era concluso il dibattito.
Sull'ordine dei lavori prende la parola il senatore XXXXXXXX (Misto-ILC), il quale domanda quale sia il termine per la presentazione degli emendamenti nella Commissione di merito. Ove esso fosse fissato alla settimana prossima, potrebbe a suo avviso essere presa in considerazione l'ipotesti di rinviare la votazione dello schema di parere.
Risponde il PRESIDENTE, precisando che formalmente il termine è fissato a venerdì 17 ottobre alle ore 12, anche se potrebbe essere decisa una posticipazione. Laddove la Commissione volesse esprimere un parere più incisivo per indirizzare l'attività emendativa, sarebbe dunque a suo giudizio opportuno votare nella giornata odierna. Invita pertanto la relatrice ad illustrare lo schema di parere,
fermo restando che acquisirà l'orientamento dei Capigruppo sull'ipotesi di rinviare la votazione.
La senatrice Xxxxx XXXXXXX (PD) premette di aver svolto un assiduo confronto informale con i Dicasteri di riferimento in relazione alle criticità sollevate nella relazione introduttiva. Dà indi conto di uno schema di parere favorevole con osservazioni, pubblicato in allegato, che invita la Commissione di merito a chiarire i principali aspetti problematici per quanto di interesse della 7a Commissione.
Richiamando il dibattito svolto ieri, domanda al Governo maggiori delucidazioni sull'articolo 10, nella parte in cui esclude la dirigenza scolastica dal riordino della dirigenza pubblica, come peraltro richiesto dalla senatrice Blundo.
In merito alla proposta del senatore Xxxxxxxx di istituire, all'articolo 8, una categoria dell'alta formazione e della ricerca scientifica e tecnologica, comprensiva delle istituzioni universitarie, AFAM e degli enti pubblici di ricerca, precisa che non vi è alcuna preclusione da parte sua ma ritiene che ciò non risolverebbe il problema dell'impropria classificazione delle scuole. Reputa perciò preferibile lasciare in sospeso la questione, rimarcando comunque che nello schema di parere vengono chiaramente esposte le criticità. Afferma pertanto che una nuova definizione per il comparto universitario e della ricerca, benché in linea con l'obiettivo di distinguere tali enti dalla pubblica Amministrazione, manterrebbe inalterata l'esigenza di riunificare a livello classificatorio anche le scuole statali rispetto a quelle paritarie, ora distinte in due diverse categorie.
Il sottosegretario Xxxxxx X'XXXXXX precisa che la dirigenza scolastica è già disciplinata da misure specifiche che prevedono il corso-concorso e non può essere assimilata a quella amministrativa per profili riguardanti tanto i requisiti quanto l'inquadramento giuridico ed economico.
Si riserva comunque di effettuare un approfondimento in merito alla proposta del senatore Xxxxxxxx, qualora si propendesse per il rinvio della votazione.
Il sottosegretario Xxxxxxxxx XXXXXXXXX condivide il tenore dello schema di parere, che contempera a suo avviso adeguatamente le esigenze del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Il senatore XXXXXXXX (Misto-ILC) ritiene che il provvedimento sia assai più complesso di quanto inizialmente previsto, tenuto conto dei numerosi profili che impattano sulle competenze della Commissione. Reputa perciò preferibile rinviare la votazione, auspicando che la Commissione di merito posticipi il termine per la presentazione degli emendamenti.
Tiene peraltro a precisare che l'istituzione di una nuova definizione di amministrazioni di alta formazione e ricerca scientifica e tecnologica inciderebbe su quella dicotomia presente nel testo in merito alla distinzione degli istituti in base al canale di finanziamento. Essa verrebbe pertanto superata proprio grazie ad una categoria aggiuntiva che includa le università, le istituzioni AFAM e gli enti pubblici di ricerca. Prende comunque atto delle spiegazioni della relatrice, sollecitandola ad un ulteriore approfondimento.
Fa notare altresì che l'articolo 7 assegna alla Presidenza del Consiglio un ruolo di coordinamento più forte sulle politiche pubbliche; sottolinea al riguardo il collegamento tra tale previsione e uno dei contenuti della risoluzione conclusiva dell'affare assegnato sugli enti pubblici di ricerca (Doc. XXIV,
n. 36) laddove si ipotizzava l'istituzione di una cabina di regia che fungesse da raccordo per le politiche sulla ricerca. Invita pertanto la relatrice ad inserire un esplicito riferimento a ciò nello schema di parere.
La senatrice BLUNDO (M5S) ringrazia anzitutto per l'attenzione dimostrata rispetto ad una sua richiesta di chiarimento, che testimonia un atteggiamento collaborativo. Onde chiarire ulteriormente le questioni in sospeso, si dichiara d'accordo con l'ipotesi di rinviare il seguito dell'esame.
Anche la senatrice XXXXXXX (PD) condivide la proposta di rinvio.
La relatrice Xxxxx XXXXXXX (PD) segnala a sua volta che, in merito all'articolo 7, vi è una esplicita osservazione volta ad evitare che le strutture periferiche del Dicastero dei beni culturali confluiscano nell'Ufficio territoriale dello Stato. Si interroga in proposito se un'analoga esigenza possa essere manifestata anche dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, in relazione alla sua articolazione territoriale.
Si riserva comunque di valutare gli ulteriori aspetti sollevati, precisando al senatore Xxxxxxxx di aver posto una mera questione di opportunità.
Il PRESIDENTE, preso atto dell'opinione dei Capigruppo, rinvia la votazione dello schema di parere a martedì prossimo, dichiarando che rappresenterà tale esigenza anche alla Commissione di merito affinché sia posticipato il termine per la presentazione degli emendamenti. Chiede comunque alla relatrice di predisporre entro martedì mattina una versione aggiornata dello schema di parere onde poter giungere celermente alla conclusione dell'esame.
Il seguito dell'esame è rinviato.
PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazioni
Il sottosegretario Xxxxxx X'XXXXXX risponde all'interrogazione n. 3-01195 dei senatori Xxxxxx e altri sulla tutela della minoranza linguistica slovena in Friuli-Venezia Giulia, precisando che, sulla base dell?informazioni assunte presso il competente Ufficio scolastico regionale per il Friuli-Venezia Giulia, l?organico dei dirigenti scolastici delle scuole con lingua di insegnamento slovena è di quattordici unità, corrispondenti ai quattordici istituti scolastici autonomi con lingua di insegnamento slovena (Trieste e Gorizia) e con insegnamento bilingue sloveno-italiano (Udine). Comunica poi che, nell?anno scolastico 2014-2015, risultano in servizio dieci dirigenti scolastici, di cui uno distaccato presso l'Ufficio scolastico regionale del Friuli-Venezia Giulia. Considerato che una scuola è retta da un preside incaricato, puntualizza che il totale delle scuole affidate in reggenza è di quattro unità e ciò è in linea con la media nazionale e delle altre Regioni. Afferma comunque che tale situazione è destinata a risolversi a breve, considerato che il corso-concorso per le scuole con lingua di insegnamento slovena e con insegnamento bilingue sloveno-italiano, previsto dalla nuova normativa emanata in materia di reclutamento dei dirigenti scolastici, ex articolo 17 del decreto-legge n. 104 del 2013, verrà bandito annualmente, contestualmente al corso-concorso nazionale.
Per quanto riguarda i direttori dei servizi generali e amministrativi, i cosiddetti DSGA, puntualizza in primo luogo che gli istituti autonomi di lingua slovena nella provincia di Gorizia sono quattro e non cinque; inoltre negli istituti dove non è in carica un direttore di ruolo, il servizio è comunque garantito con il ricorso agli assistenti amministrativi, così come previsto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro del comparto scuola e dalla contrattazione decentrata a livello generale.
In ordine, poi, alle organizzazioni sindacali che svolgono la loro attività nelle scuole con lingua di insegnamento slovena, evidenzia che ad esse sono estesi i diritti riconosciuti dalla legge alle associazioni e alle organizzazioni aderenti alle confederazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale; a riprova di ciò, risulta al Ministero che, alle convocazioni relative al personale delle scuole in questione, sia sempre invitata l?organizzazione sindacale di lingua slovena che invia, per l?occasione, un proprio rappresentante.
In merito, inoltre, allo "sportello" provinciale di Gorizia dell?Ufficio per le scuole con lingua di insegnamento slovena, comunica che esso non risulta affatto soppresso, come sostenuto dall?interrogante, ma è comunque operante, anche se con orario ridotto. Segnala infatti che il relativo personale, già previsto in distacco ai sensi dell?articolo 7 della legge n. 932 del 1973, attualmente non è in servizio perché si è in attesa del parere richiesto all?Avvocatura generale dello Stato, in merito alla validità della suddetta disposizione normativa a seguito dell?entrata in vigore della legge n. 38 del 2001.
Alla luce di quanto esposto, assicura infine che l?attività del Ministero è orientata a garantire la tutela della minoranza linguistica slovena e ad evitare l'abbassamento del livello di istruzione per le giovani generazioni. Riferisce infatti che il Ministero, in occasione della definizione degli organici di diritto per l?anno scolastico 2014-2015, nel provvedere alla redistribuzione su base regionale dei posti per i docenti, ha aumentato la dotazione organica di diritto nel Friuli-Venezia Giulia di quattro posti con riferimento agli istituti di lingua slovena.
Replica il senatore PALERMO (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) in qualità di firmatario dell'interrogazione, dichiarandosi soddisfatto. Tiene tuttavia a precisare che la procedura prevista per il personale risulta inusuale oltre che dubbia dal punto di vista giuridico.
Il PRESIDENTE dichiara quindi concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
IN SEDE REFERENTE
(1349) XXXXXXXX ed altri. - Disposizioni per la commemorazione del novantesimo anniversario della morte di Xxxxxxx Xxxxxxxxx
(Seguito dell'esame e rinvio)
Riprende l'esame, sospeso nella seduta di ieri.
Il PRESIDENTE, come preannunciato ieri, avverte che sottoporrà ai Capigruppo la possibilità di richiedere alla Presidenza del Senato il trasferimento del disegno di legge alla sede deliberante.
Prende atto la Commissione.
Il seguito dell'esame è rinviato.
IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto ministeriale concernente il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2014 (n. 114)
(Parere al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ai sensi dell'articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204. Esame e rinvio)
La relatrice DI XXXXXX (PD) riferisce sul decreto di riparto del Fondo ordinario per gli enti di ricerca (FOE) per il 2014, giudicandolo vitale per l'attività di tali enti. Pur rilevando con rammarico che esso è presentato quasi al termine dell'anno di corresponsione delle risorse, rammenta in premessa che il tema ritenuto essenziale dalla Commissione è sempre stata la previsione di fondi aggiuntivi per il finanziamento premiale, che non gravassero sulle assegnazioni ordinarie disposte dall'atto in esame. Registra quindi che anche per il 2014 ciò non è avvenuto, ma invita a valutare con favore l'impegno annunciato dal Governo affinché nella prossima manovra di bilancio si reperiscano risorse ulteriori, in modo da rendere realmente efficace il meccanismo della premialità, senza pregiudicare l'attività ordinaria.
Dopo aver segnalato che l'ammontare del FOE per il 2014 è sostanzialmente inalterato rispetto al 2013, essendo pari a 1.754.828.000 euro, contro 1,768 miliardi di euro circa dello scorso anno, rammenta che ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo n. 213 del 2009, come modificato dal decreto-legge n. 104 del 2013 (cosiddetto "decreto scuola"), il FOE è distribuito sulla base della programmazione strategica preventiva, considerando la specifica missione dell'ente, nonchè tenendo conto, per la ripartizione di una quota non inferiore al 7 per cento del Fondo e soggetta ad incrementi annuali, dei risultati della valutazione della qualità della ricerca scientifica (VQR) condotta dall'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) e di specifici programmi e progetti, anche congiunti, proposti dagli enti. A tal fine, rende noto che il Dicastero, nel febbraio 2014, ha emanato una direttiva recante le indicazioni per i Piani triennali di attività (PTA) 2014-2106 degli enti, valutati i quali sono state dunque decise le assegnazioni finanziarie ordinarie.
Ricorda peraltro che il FOE si ripartisce annualmente ma si danno indicazioni anche per i due anni successivi. In proposito rammenta che, l'anno scorso, nel parere reso al Governo sul riparto del FOE 2013, la 7a Commissione chiese di considerare già per il 2014 la previsione di assegnazione dei fondi pari al 100 per cento dell'ammontare fissato per il 2013, contribuendo così a modificare lo schema di decreto che invece inizialmente prevedeva il 98 per cento. Riscontra pertanto con favore che anche nel provvedimento in esame si dà la possibilità agli enti di considerare per il 2015 e 2016 il 100 per cento dell'assegnazione 2014.
Rileva inoltre che è stata mantenuta l'ulteriore finalità, già prevista dal 2011, di destinare una quota non superiore all'8 per cento del Fondo per i progetti bandiera e progetti di interesse inseriti nel PNR 2011-2013. In proposito, il Dicastero riferisce di aver avviato un monitoraggio dei predetti progetti, predisponendo un apposito modello di rendicontazione. Successivamente, è stata nominata una commissione di valutazione chiamata a valutare i progetti stessi alla luce delle attività rendicontate da ciascun ente; in seguito, sulla base di tali valutazioni, si è provveduto al riparto della quota dei progetti rendicontati per gli anni 2011 e 2012. Relativamente a ciò, rammenta che la 7a Commissione, nel 2013, chiese al Governo anzitutto di limitare le assegnazioni non ordinarie, ossia proprio quelle inerenti i progetti bandiera e di interesse, i progetti premiali e le progettualità straordinarie, alle quali
propose peraltro di estendere il monitoraggio ex post già previsto - come si è detto - per i progetti bandiera. Sempre con riferimento alle progettualità straordinarie, evidenzia comunque che per il 2014 esse spettano solo al Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), all'Istituto nazionale di astrofisica (INAF), all'Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale (OGS), alla Stazione zoologia
X. Xxxxx e all'Istituto nazionale di alta matematica (INDAM).
Sul piano dei finanziamenti premiali, mette in risalto alcune novità: in ottemperanza ad una delle condizioni contenute nel parere reso dalla 7a Commissione sui premiali 2013, l'Esecutivo ha ridotto la quota destinata ai progetti premiali, fissata all'8 per cento dal precedente decreto e ora invece stabilita nel 7 per cento, in deroga alla normativa vigente, che peraltro prevede incrementi progressivi. Ciò consente dunque di non ridurre eccessivamente la quota ordinaria, tenendo conto che in più occasioni (non da ultima la risoluzione conclusiva dell'affare assegnato sugli enti pubblici di ricerca), la Commissione ha ribadito il carattere aggiuntivo delle risorse premiali.
Sul piano dei criteri per il riparto della quota premiale, rammenta che per il 2013 essi erano stati inseriti direttamente nel decreto di distribuzione dei fondi premiali, mentre la 7a Commissione ne aveva chiesto una definizione univoca valida a regime. Puntualizza che, questa volta, già l'atto in titolo che ripartisce la quota ordinaria del FOE 2014 reca anche i criteri per il finanziamento dei progetti premiali, demandando la concreta assegnazione delle somme ad un successivo decreto del Direttore generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca. Pertanto, si stabilisce, in primo luogo, che la proposta di distribuzione sia elaborata dal Comitato di esperti per la politica della ricerca (CEPR) e che l'ammontare del 7 per cento, pari a circa 99,5 milioni di euro, sia così suddiviso: una quota del 70 per cento sulla base della VQR 2004-2010 - Rapporto finale 30 giugno 2013, non solo basata sui prodotti attesi e sugli indicatori di qualità della ricerca di Area e struttura (come l'anno scorso), ma anche rispetto alla valutazione complessiva dell'ente, come indicato nella relazione introduttiva al provvedimento, e alla confrontabilità dei parametri dimensionali; il restante 30 per cento in base a specifici programmi e progetti predisposti in collaborazione tra gli enti, privilegiando quelli a favore di infrastrutture di valenza internazionale. Sottolinea poi che per l'assegnazione della suddetta quota, con decreto del Direttore generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca è emanato un apposito avviso per la presentazione delle domande e ciascun ente non può presentare più di due programmi o progetti come capofila e non può partecipare a più di tre programmi o progetti come partecipante.
Sulla vicenda dei progetti premiali, che comunque saranno oggetto di un prossimo decreto di riparto, registra criticamente ancora una volta la mancata corrispondenza della VQR rispetto all'anno di assegnazione delle risorse, con l'effetto - lamentato in passato dalla Commissione - che quei risultati potrebbero non essere più attuali. Riconosce invece una maggiore attenzione del Ministero per attenuare l'eterogeneità della classificazione degli enti, visto che terrà conto delle caratteristiche e delle dimensioni di ciascun ente. Manifesta altresì apprezzamento per la volontà di emanare un prossimo bando per la quota basata sui programmi, che permetterà una maggiore rispondenza dei dati rispetto all'annualità in corso, bilanciando così la "storicizzazione" della VQR e disponendo di prodotti "più aggiornati". Ciò è ancor più necessario a suo giudizio se si considera che per il riparto dei fondi premiali 2013 i progetti valutati come parametro erano riferiti al 2011 e 2012. Pur dando atto al Dicastero di aver effettuato uno sforzo per una maggiore attualità delle valutazioni, nota comunque che il finanziamento premiale verrà sempre ripartito con ritardo, dato che a fine 2014 si distribuirà la quota ordinaria e poi dovrà essere emanato il bando per la valutazione dei progetti. Sul punto, rileva criticamente che non è previsto alcun termine per l'emanazione dell'avviso per la presentazione delle domande; sarebbe invece più opportuna una limitazione temporale rispetto alla data di entrata in vigore del riparto del FOE 2014.
Fa presente inoltre che l'articolo 7 del decreto legislativo n. 204 del 1998 prevede il parere delle Commissioni parlamentari sul riparto del FOE, distinto dall'articolo 4 del decreto legislativo n. 213 del 2009 in una quota ordinaria e in una premiale. Non è ben chiaro pertanto a suo avviso se la concreta assegnazione dei finanziamenti premiali - demandata per il 2014, come si è detto, ad un successivo
decreto del Direttore generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca - verrà sottoposta al parere delle Commissioni parlamentari. Domanda perciò un chiarimento al Governo, affermando la volontà della Commissione di esprimersi anche sul riparto premiale, tanto più che essa va ricondotta a determinate linee strategiche.
Riferisce infine che anche per l'anno 2014 viene stanziata una quota destinata all'assunzione per chiamata diretta, con contratto a tempo indeterminato, nell'ambito del 3 per cento dell'organico dei ricercatori e tecnologi italiani o stranieri dotati di altissima qualificazione scientifica negli ambiti disciplinari di riferimento, che si sono distinti per merito eccezionale o che siano stati insigniti di alti riconoscimenti scientifici in ambito internazionale. Preannuncia al riguardo l'intenzione di inserire un richiamo nel parere all'esigenza di immettere nuovo capitale umano nella ricerca; per il superamento dell'attuale crisi, ritiene infatti necessario non solo mantenere elevati i finanziamenti, ma anche rinnovare il personale per dare agli enti di ricerca la possibilità di essere competitivi.
Venendo al dettaglio della ripartizione, fa presente che la somma di 1.622.381.075 euro è attribuita agli enti, mentre la cifra restante è rivolta al finanziamento di iniziative fissate per legge o altre disposizioni. Rende noto in particolare che: 99.495.475 euro sono destinati al finanziamento premiale;
14.000.000 di euro sono destinati alla Società Sincrotrone di Trieste; 8.700.923 euro sono destinati al funzionamento ordinario dell'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE); 5.551.000 euro sono destinati al finanziamento dell' Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI); 1.500.000 euro sono destinati al finanziamento dell'ANVUR; 1.613.045 euro e 1.052.482 euro riguardano le assunzioni per chiamata diretta, come sopra accennato; 534.000 euro sono destinati a enti di ricerca non vigilati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, appositamente accantonati per essere attribuiti con provvedimento del Direttore generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca. In conclusione, si augura uno sforzo dell'Esecutivo per dare impulso a quei cambiamenti necessari anche in vista di un riordino del Sistema nazionale della ricerca.
Il seguito dell'esame è rinviato.
SULLA PUBBLICAZIONE DI DOCUMENTAZIONI ACQUISITE NEL CORSO DELLE AUDIZIONI
Il PRESIDENTE comunica che l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, in merito all'esame congiunto dei disegni di legge nn. 322 e connessi (statizzazione ex istituti musicali pareggiati) ha svolto oggi le audizioni di rappresentanti dei Conservatori e del Coordinamento 15 maggio 1930, i quali hanno consegnato documentazioni che - unitamente ad eventuali integrazioni che perverranno in seguito - saranno rese disponibili per la pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.
Prende atto la Commissione.
POSTICIPAZIONE DELL'ORARIO DELLA RIUNIONE DI OGGI DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Il PRESIDENTE avverte che la riunione dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi avente ad oggetto la programmazione dei lavori, prevista per oggi, mercoledì 15 ottobre, al termine della seduta plenaria, è posticipata alle ore 18, compatibilmente con i lavori dell'Assemblea.
Prende atto la Commissione.
La seduta termina alle ore 16.
SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DALLA RELATRICE SUL DISEGNO DI LEGGE N.
1577
La Commissione, esaminato il disegno di legge in titolo,
premesso che il disegno di legge in titolo reca una complessiva riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche, impattando pertanto anche sui settori di riferimento;
quanto alle norme di carattere generale, tenuto conto che:
- l'articolo 1 delega il Governo ad adottare decreti legislativi inerenti le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini, in modo da assicurare la totale accessibilità delle informazioni e dei documenti in possesso presso le pubbliche Amministrazioni;
- gli articoli 4, 5 e 6 riguardano, rispettivamente, la segnalazione certificata di inizio attività, l'autotutela e le disposizioni sull'anticorruzione;
- l'articolo 7 concerne la riorganizzazione dell'Amministrazione dello Stato, a livello sia centrale che periferico, inclusi gli enti pubblici non economici nazionali;
- l'articolo 11 è dedicato alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro nelle Amministrazioni pubbliche, anche attraverso la stipula di convenzioni tra le Amministrazioni e asili nido, nonché l'organizzazione di servizi di supporto alla genitorialità aperti nei periodi di chiusura scolastica;
- l'articolo 12 delega il Governo ad adottare decreti legislativi in materia, fra l'altro, di lavoro alle dipendenze delle Amministrazioni pubbliche, e l'articolo 13 detta principi e criteri direttivi specifici per l'attuazione della predetta delega;
esaminate le norme di più stretto interesse, tra cui l'articolo 3, in base al quale il termine generale per l'acquisizione di eventuale assenso, concerto o nulla osta è di trenta giorni, mentre nel caso in cui siano coinvolte Amministrazioni preposte, fra l'altro, alla tutela dei beni culturali, tale termine è di sessanta giorni, decorso il quale l'assenso, il concerto o il nulla osta si intende acquisito;
ritenuto che l'articolo 3 pare superare il principio dell'eccezione culturale previsto dall'articolo 20 della legge n. 241 del 1990, quantomeno nei rapporti fra Amministrazioni pubbliche;
valutato l'articolo 8, che reca le definizioni di pubblica Amministrazione, includendo tra le
"amministrazioni di istruzione e cultura": scuole statali di ogni ordine e grado; università statali; istituti di istruzione universitaria ad ordinamento speciale; istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM); istituzioni educative pubbliche; enti pubblici nazionali di ricerca; archivi, musei, biblioteche dello Stato e delle amministrazioni territoriali;
osservato inoltre che, sempre all'articolo 8, tra gli "organismi privati di interesse pubblico", per quanto di interesse, sono menzionati: scuole paritarie; università non statali; istituzioni non statali dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM); soggetti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria; federazioni sportive; consorzi cui aderiscono amministrazioni pubbliche e privati; manifestate perplessità per le due categorie di "amministrazioni di istruzione e cultura" e di "organismi privati di interesse pubblico" sotto vari profili, quali:
- l'esclusione della ricerca dalla definizione di "amministrazioni di istruzione e cultura", che nei fatti connota invece l'attività delle università statali e degli enti pubblici nazionali di ricerca, espressamente menzionati;
- la non coerente separazione tra istituti scolastici, universitari e dell'AFAM in ragione del loro finanziamento: da un lato si trovano quelli statali e dall'altro quelli non statali, mentre ormai essi vanno annoverati come autonomie funzionali, svolgenti tutti la medesima funzione. Sembrerebbe pertanto emergere la presunta volontà di creare un trattamento separato, che potrebbe preludere ad un diverso inquadramento giuridico, nonostante la legislazione vigente con riferimento sia alla scuola che all'università e all'AFAM si riferisca ad un unico sistema, indipendentemente dalla provenienza delle risorse;
- l'incerta collocazione delle scuole paritarie pubbliche, come quelle di proprietà dei comuni, che non sono espressamente citate e difficilmente potrebbero essere inserite tra gli "organismi privati di interesse pubblico", mentre più correttamente rientrerebbero nelle "amministrazioni di istruzione e cultura";
considerato altresì che l'articolo 10 delega il Governo ad adottare decreti legislativi in materia di dirigenza pubblica, sotto molteplici profili, escludendo tuttavia la dirigenza scolastica dall'istituendo ruolo unico della dirigenza e dalla parte relativa all'accesso, che prevede il corso-concorso e il concorso gestiti dalla Scuola nazionale dell'amministrazione;
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole con le seguenti osservazioni:
1. in merito all'articolo 3, si ricorda il principio dell'eccezione culturale di cui all'articolo 20 della legge n. 241 del 1990, in virtù del quale le disposizioni del silenzio assenso non si applicano, fra l'altro, agli atti e ai procedimenti riguardanti il patrimonio culturale e paesaggistico. Peraltro, va considerato che l'obiettivo di snellimento e di semplificazione sotteso al disegno di legge in titolo è in parte già soddisfatto, con riferimento all'autorizzazione paesaggistica, dall'articolo 12, comma 2, del decreto-legge n. 83 del 2014, come modificato dal decreto-legge n. 133 del 2014, in quanto si integrano le ipotesi di interventi di lieve entità che non richiedono l'autorizzazione paesaggistica o per i quali è prevista una procedura semplificata di rilascio. Inoltre, sul piano tecnico, si sottolinea l'esigenza di uniformare il termine di decorrenza "dal ricevimento del provvedimento, compiutamente istruito, da parte dell'Amministrazione procedente";
2. con riferimento all'articolo 7, comma 1, lettera c), considerato che il Dicastero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha già provveduto alla sua riorganizzazione in virtù del decreto-legge n. 95 del 2012, si invita a valutare l'opportunità di escludere le strutture periferiche del predetto Ministero dalla confluenza nell'Ufficio territoriale dello Stato di tutti gli uffici periferici delle amministrazioni civili dello Stato, dati i compiti particolari attribuiti alle Sovrintendenze;
3. quanto all'articolo 8:
a) si invita a chiarire se le definizioni recate nella norma in questione sostituiscano, dalla data di entrata in vigore della legge, quella di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del
2001, che inseriva tra le Amministrazioni pubbliche, per quanto di interesse della 7a Commissione, anche le scuole, le università e gli enti pubblici non economici;
b) si reputa necessario evitare di distinguere le scuole, le università e le istituzioni dell'AFAM in ragione del meccanismo di finanziamento, inserendole in due categorie differenti (nelle "amministrazioni di istruzione e cultura" quelle statali e negli "organismi privati di interesse pubblico" quelle private), in quanto ciò non giova all'unitarietà del sistema. Inoltre, appare opportuno tener conto che le scuole paritarie possono essere tanto private quanto pubbliche e fanno parte a pieno titolo del sistema pubblico di istruzione, disciplinato dalla legge n. 62 del 2000;
c) nella definizione di "amministrazioni di istruzione e cultura" sono comprese anche le istituzioni educative pubbliche: al riguardo si suggerisce di esplicitare se siano inclusi i nidi;
4. in ordine all'articolo 10, si prende atto che la disciplina della dirigenza scolastica è già oggetto di provvedimenti specifici,che prevedono il corso-concorso gestito dalla Scuola nazionale dell'amministrazione per il reclutamento dei presidi;
5. con riguardo agli articoli 12 e 13, si invita a chiarire se la relativa disciplina si applichi anche al personale della scuola.
1.3.2.1.13. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 136 (pom.) del 29/10/2014
collegamento al documento su xxx.xxxxxx.xx
ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
MERCOLEDÌ 29 OTTOBRE 2014
136ª Seduta
Presidenza del Presidente
La seduta inizia alle ore 15,15.
IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto ministeriale concernente il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2014 (n. 114)
(Parere al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ai sensi dell'articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204. Seguito dell'esame e rinvio)
Riprende l'esame, sospeso nella seduta del 22 ottobre.
Il PRESIDENTE comunica che la relatrice Xx Xxxxxx è impossibilitata a partecipare alla seduta odierna per motivi familiari. Non essendoci richieste di intervento in discussione generale, dichiara indi conclusa tale fase procedurale. Dopo aver ricordato che il termine di scadenza per l'espressione del parere è fissato al 7 novembre, preannuncia infine che la settimana prossima potrebbe essere presente il ministro Xxxxxxxx Xxxxxxxx.
Il seguito dell'esame è rinviato.
IN SEDE REFERENTE
(1349) XXXXXXXX ed altri. - Disposizioni per la commemorazione del novantesimo anniversario della morte di Xxxxxxx Xxxxxxxxx
(Seguito dell'esame e rinvio)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta di ieri.
Il PRESIDENTE, come preannunciato, fa presente di aver acquisito, per le vie brevi, anche l'assenso di tutti i Gruppi non presenti sulla proposta di richiedere il trasferimento del disegno di legge alla sede deliberante. Comunica pertanto di aver sottoposto alla Presidenza del Senato la richiesta di trasferimento alla sede deliberante del disegno di legge in titolo, ai sensi dell'articolo 37, comma 1, del Regolamento.
Avverte quindi che si passerà alla illustrazione degli emendamenti presentati, pubblicati in allegato, su cui sono stati richiesti i pareri delle Commissioni affari costituzionali e bilancio.
Il relatore XXXXX (PD) dà conto dell'emendamento 1.2 che modifica la dizione "museo virtuale", ritenuta inappropriata. Si riserva peraltro la facoltà di recepire attraverso proposte emendative i pareri che verranno resi dalle Commissioni consultate.
La senatrice SERRA (M5S) dà per illustrati gli emendamenti 1.1 e 2.1. Il seguito dell'esame è rinviato.
(322) Xxxxxxx XXXXXXXXX ed altri. - Norme per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati
(934) XXXXXXX ed altri. - Disposizioni per la statizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati (972) Xxxxxxxx XXXXXXXX. - Disposizioni per la statizzazione degli Istituti musicali pareggiati (1616) XXXXXXXX. - Norme per la statalizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati (Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Prosegue l'esame congiunto, sospeso nella seduta dell'8 ottobre.
Il PRESIDENTE rende noto che nella giornata di oggi si sono concluse le audizioni. Invita pertanto il relatore Xxxxxxx a scegliere quale disegno di legge adottare a base per il prosieguo dell'iter oppure ad elaborare un testo unificato che raccolga le istanze di tutte le iniziative legislative presentate. Ciò, al fine di fissare quanto prima il termine per la presentazione degli emendamenti.
Comunica poi che i rappresentanti dell'Unione Artisti UNAMS, auditi oggi dall'Ufficio di
unitamente ad eventuali integrazioni - sarà resa disponibile per la pubblica consultazione sulla pagina
web della Commissione.
Prende atto la Commissione.
Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.
SULLA PUBBLICAZIONE DI DOCUMENTAZIONI ACQUISITE NEL CORSO DELLE AUDIZIONI
Il PRESIDENTE comunica che l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, in merito all'esame dell'affare assegnato Scuola (atto n. 386), ha svolto oggi l'audizione di rappresentanti dell'Associazione italiana maestri cattolici (AIMC), del Centro iniziativa democratica insegnanti (CIDI), del Movimento di cooperazione educativa (MCE) e dell'Unione cattolica italiana insegnanti, dirigenti, educatori, formatori (UCIIM),i quali hanno consegnato documentazioni che - unitamente ad eventuali integrazioni - saranno rese disponibili per la pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.
Prende atto la Commissione.
La seduta termina alle ore 15,25.
EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE
1.1
Art. 1
Al comma 1, sostituire, ovunque ricorrano, le parole «150.000 euro» con le seguenti: «100.000 euro».
1.2
XXXXX, RELATORE
Al comma 1, lettera d), sostituire le parole: «museo virtuale», con le seguenti: «archivio virtuale».
Art. 2
2.1
Al comma 1, sopprimere le parole «allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo».
1.3.2.1.14. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 143 (pom.) del 19/11/2014
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ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
MERCOLEDÌ 19 NOVEMBRE 2014
143ª Seduta
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Xxxxxx X'Xxxxxx.
La seduta inizia alle ore 15,50.
PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazioni
Il sottosegretario Xxxxxx D'ONGHIArisponde all'interrogazione n. 3-01318 del presidente Xxxxxxxx sull'approvazione dei piani triennali di attività (PTA) degli enti di ricerca, comunicando anzitutto che il 28 ottobre scorso è stato emanato il decreto direttoriale che disciplina la nomina della commissione di valutazione dei suddetti piani. Dopo aver richiamato l?articolo 5, commi 2 e 4, del decreto legislativo
n. 213 del 2009, evidenzia che, per la maggior parte degli enti, il Ministero è ancora in attesa del parere richiesto, nel mese di marzo, alle altre Amministrazioni vigilanti, ovvero il Ministero dell?economia e delle finanze e il Dipartimento delle funzione pubblica; rileva che detto parere è necessario in base alla normativa vigente ai fini dell?approvazione del fabbisogno del personale, della consistenza e delle variazioni di organico.
Precisa inoltre che l?autorizzazione all?avvio delle procedure concorsuali e alle assunzioni è concessa nel rispetto di quanto previsto dall?articolo 35, comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001. Alla luce di quanto esposto, nel ribadire che i piani triennali di attività non potranno essere integralmente approvati se non previa acquisizione dei pareri del Ministero dell?economia e delle finanze e del Dipartimento della Funzione pubblica, comunica conclusivamente che entro il 30 novembre prossimo il Dicastero dell'istruzione concluderà la valutazione scientifica, di propria competenza, degli stessi.
Il presidente XXXXXXXX (PD) si dichiara parzialmente soddisfatto. Pur essendo infatti chiare la ricostruzione dei fatti e le aspettative, afferma che la variabile "tempo" riveste un ruolo rilevante, tanto più che non è la prima occasione nella quale si verifica un allungamento o addirittura un non rispetto delle tempistiche. Xxxxxx peraltro criticamente come spesso decisioni che danno vita a processi virtuosi vengano nei fatti ritardate. Nel chiedere pertanto al Ministero di prestare la massima attenzione a tali processi, reputa altresì che la data del 28 ottobre per la nomina della commissione di valutazione dei PTA impedisca una celere adozione dei piani stessi.
Riconoscendo che in molti casi è necessario attendere risposte da altre Amministrazioni, ritiene che il Dicastero procedente debba farsi parte attiva affinché tali atti siano acquisiti in tempi utili. Rimarca peraltro che, essendo la scuola, l'università e la ricerca divenute centrali nell'azione di governo, occorre un'azione concreta per rendere effettiva tale centralità.
Il sottosegretario Xxxxxx X'ONGHIArisponde infine all'interrogazione n. 3-01290 della senatrice Xxxxxxx sull'attivazione di corsi di tirocinio formativo attivo (TFA) da parte dell'università telematica E-Campus, precisando che con i decreti ministeriali n. 312 del 16 maggio 2014 e n. 487 del 20 giugno 2014 il Ministero ha autorizzato l?attivazione per l?anno accademico 2014-2015 del secondo ciclo di tirocini formativi attivi. Chiarisce in particolare che, diversamente da quanto avvenuto per l?avvio del primo ciclo, il Ministero ha stabilito il numero di posti per ciascuna classe di abilitazione a livello regionale, invitando gli atenei di ciascuna regione a concordarne la ripartizione tra le diverse sedi e stabilendo la scadenza del 10 luglio 2014 per l?acquisizione, da parte delle università interessate, dell?offerta formativa potenziale sulle diverse classi di abilitazione. Specifica altresì che, ai sensi dell?articolo 5, comma 1, del decreto ministeriale n. 139 del 2011 e dell?articolo 2, comma 1, del decreto ministeriale n. 487 del 2014, l?attivazione dei percorsi di TFA è subordinata, peraltro, all?acquisizione del parere favorevole del Comitato regionale di coordinamento universitario (CORECO), d?intesa con il direttore dell?Ufficio scolastico regionale.
Fa presente inoltre che le università telematiche, ai sensi dell?articolo 1, comma 2, del citato decreto ministeriale n. 312 del 2014, nella loro qualità di università non statali, potevano presentare la propria offerta formativa nelle sole sedi accreditate dall?Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), dichiarando la disponibilità di strutture e laboratori per ogni sede didattica. Dopo aver ricordato che alla regione Lombardia sono stati assegnati per il TFA complessivamente 3.064 posti distribuiti tra 79 classi di concorso, rende noto che entro la prescritta scadenza le università hanno fatto pervenire al Comitato le loro proposte di attivazione dei percorsi di TFA, con indicazione del numero massimo di posti ammissibili. Gli stessi atenei (compresa l?E- Campus) hanno caricato le offerte sul sito del CINECA dando luogo ad una disponibilità formativa che, complessivamente, per la Lombardia risultava superiore a quella autorizzata.
Comunica poi che, con lettera del 15 settembre 2014, il Ministero ha richiamato l?attenzione della Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) sul problema del disallineamento dell?offerta formativa in alcune Regioni e ha richiesto che venisse concordata tra gli Uffici scolastici regionali e i rispettivi Comitati regionali di coordinamento una modifica di tale offerta, in modo da allinearla perfettamente al numero di posti programmato, facendo esplicito riferimento alle università non statali.
Segnala peraltro che, con successiva nota del 24 ottobre 2014, trasmessa a tutte le istituzioni coinvolte, il Ministero ha ribadito la necessità di equilibrare l?offerta formativa rispetto ai contingenti, suddivisi per Regione e per classi di concorso. In caso di mancato rispetto del contingente regionale, come nella circostanza in esame, il Ministero ha chiesto ai Comitati di avviare, d?intesa con i direttori degli Uffici scolastici regionali, un?interlocuzione con tutti i soggetti coinvolti, tesa a ricondurre l?offerta formativa all?esatto contingente dei posti disponibili, ponendo come termine inderogabile entro cui concludere tale operazione il 29 ottobre 2014. A seguito di ciò, prosegue il Sottosegretario, il CORECO per la Lombardia ha audito i rappresentanti dell?università E-Campus. Alla luce di quanto emerso dall?audizione e preso atto della documentazione fatta pervenire dalla stessa università, di
intesa con il direttore dell?Ufficio scolastico regionale, il Comitato ha dichiarato di non poter esprimere una valutazione positiva in ordine alle proposte della suddetta università di istituzione e attivazione per l?anno accademico 2014-2015 dei corsi di TFA.
Dopo aver ribadito che, ai sensi della normativa vigente, l?attivazione dei percorsi è subordinata all?acquisizione del preventivo parere e della positiva valutazione del Comitato regionale di coordinamento, in accordo con il direttore dell?Ufficio scolastico regionale, puntualizza infine che non è stata autorizzata per il corrente anno accademico l?attivazione dei percorsi TFA presso l?università E-Campus.
La senatrice XXXXXXX (PD) afferma che la quota di posti per i TFA attribuiti all'università telematica in questione è apparsa a suo giudizio alquanto strana, tenuto conto che sarebbero stati attivati corsi che prevedono solo una parte marginale di e-learning. Assicura quindi che presterà molta attenzione all'attività delle università telematiche e si dichiara molto soddisfatta della risposta.
Il PRESIDENTE, su richiesta degli interroganti, rinvia lo svolgimento dell'interrogazione n. 3-01342 alla settimana prossima.
IN SEDE REFERENTE
(1349) XXXXXXXX ed altri. - Disposizioni per la commemorazione del novantesimo anniversario della morte di Xxxxxxx Xxxxxxxxx
(Seguito dell'esame e rinvio)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta di ieri nel corso della quale - ricorda il PRESIDENTE - è stato presentato l'emendamento 2.100, pubblicato in allegato al resoconto di quella seduta. Comunica altresì che non è ancora pervenuto il parere della Commissione bilancio, dati i molteplici impegni della Commissione stessa, segnalando comunque che esso potrebbe essere reso nella giornata di martedì prossimo.
Il seguito dell'esame è rinviato.
(322) Xxxxxxx XXXXXXXXX ed altri. - Norme per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati
(934) XXXXXXX ed altri. - Disposizioni per la statizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati (972) Xxxxxxxx XXXXXXXX. - Disposizioni per la statizzazione degli Istituti musicali pareggiati (1616) XXXXXXXX. - Norme per la statalizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Prosegue l'esame congiunto sospeso nella seduta del 29 ottobre.
Il relatore MARTINI (PD) fornisce alcuni elementi informativi propedeutici rispetto all'esame delle proposte legislative in titolo. Fa presente infatti che nel disegno di legge di stabilità, attualmente all'attenzione della Camera dei deputati, erano previsti finanziamenti per tutto il sistema dell'Alta formazione artistica e musicale (AFAM) per circa 15 milioni di euro per il 2014 e il 2015, con i quali sarebbe stato garantito un ulteriore anno di transizione agli ex istituti musicali pareggiati (IMP) nonché il sostegno al resto del comparto. Risulta tuttavia che tali disposizioni siano state stralciate e i numerosi emendamenti presentati in tale ambito dai diversi Gruppi politici siano stati conseguentemente dichiarati inammissibili. Riferisce altresì che il Governo si è impegnato a trovare un'altra modalità di finanziamento, esperita la quale senza esito positivo non resterebbe che tentare di modificare il disegno di legge di stabilità durante l'esame al Senato.
Ritiene pertanto che, mancando tale intervento finanziario, il prosieguo dell'esame dei disegni di legge in titolo rischi di diventare aleatorio, in quanto senza le adeguate risorse nessuno degli attuali istituti potrà proseguire l'attività e dunque intraprendere il cammino della statizzazione. Giudica perciò prioritario sciogliere il nodo delle risorse, prima di proseguire le fasi successive dell'iter.
Reputa dunque indispensabile adoperarsi affinché la Camera dei deputati ripristini tali finanziamenti e, auspicando che ciò accada, sollecitare l'intervento del Ministro sulle proposte normative in discussione, al fine di comprendere la posizione del Governo. Manifesta quindi una forte preoccupazione per la sorte di tali istituti che necessitano delle condizioni economiche minime per affrontare il percorso immaginato dai disegni di legge in questione.
Il PRESIDENTE reputa opportuno capire anzitutto le motivazioni che hanno portato, in prima lettura, allo stralcio di tali norme di finanziamento, fermo restando che dette risorse risultano di vitale importanza. Invita pertanto i Gruppi a svolgere gli opportuni approfondimenti anche con gli omologhi schieramenti della Camera dei deputati. Preannuncia comunque l'intenzione di presentare proposte emendative di ripristino degli stanziamenti necessari durante l'esame del disegno di legge di stabilità in seconda lettura, laddove essi non siano nuovamente inseriti dalla Camera dei deputati.
Condivide infine la proposta di sollecitare il Ministro ad esprimere il proprio orientamento sui disegni di legge all'esame e si adopererà per verificare le disponibilità in tempi rapidi.
Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.
SULLA PUBBLICAZIONE DI DOCUMENTAZIONI ACQUISITE NEL CORSO DELLE AUDIZIONI
Il PRESIDENTE comunica che l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, in merito all'esame dell'affare assegnato Scuola (Atto n. 386), ha svolto oggi l'audizione di rappresentanti del Coordinamento dell'orientamento musicale, della Confindustria, della Rete nazionale dei licei musicali e coreutici, del Forum nazionale per l'educazione musicale,delCoordinamento dei docenti di didattica della musica nonché di esperti sulla formazione musicale, i quali hanno consegnato
documentazioni che - unitamente ad eventuali integrazioni - saranno rese disponibili per la pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.
Prende atto la Commissione.
La seduta termina alle ore 16,15.
1.3.2.1.15. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 146 (pom.) del 02/12/2014
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ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
MARTEDÌ 2 DICEMBRE 2014
146ª Seduta
Presidenza del Presidente
La seduta inizia alle ore 16,10.
AFFARI ASSEGNATI
Valutazione del riordino della scuola secondaria di secondo grado, impatto del precariato sulla qualità dell'insegnamento e recenti iniziative del Governo concernenti il potenziamento di alcune materie e la situazione del personale (n. 386)
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, primo periodo, e per gli effetti di cui all'articolo 50, comma 2, del Regolamento e rinvio)
Prosegue l'esame, da ultimo rinviato il 26 novembre.
La relatrice XXXXXXX (PD) espone una sintesi delle audizioni svolte, premettendo che sugli ambiti tematici oggetto di esame risulta assai difficile valutare, in tempi ristretti, tutte le osservazioni e i materiali consegnati alla Commissione, tanto più che sull'affare assegnato concernente gli enti pubblici di ricerca l'iter si è protratto per oltre sei mesi. Intende dunque preannunciare fin d'ora le linee di indirizzo che saranno poi contenute nello schema di risoluzione, anche al fine di stimolare una discussione da cui trarre ulteriori suggerimenti, fermo restando che il testo sarà predisposto in un secondo momento secondo i tempi che deciderà la Commissione.
Reputa quindi positivamente l'approfondimento inerente gli esiti del riordino della scuola secondaria di secondo grado, tenuto conto che nell'estate 2015 ci saranno i primi diplomati della cosiddetta "riforma Gelmini". Nell'opinione dei soggetti auditi, quella riorganizzazione ha dato un ordine alle numerose sperimentazioni avviate tempo addietro, istituendo ad esempio una volta per tutte il liceo delle scienze umane e il liceo linguistico e dando vita ai licei musicali, su cui - rammenta - si
sono concentrate alcune mirate audizioni. Dopo aver ricordato che il riordino del secondo ciclo per gli istituti tecnici e professionali si basava sul lavoro della commissione De Xxxx, descrive i punti di debolezza riscontrati, quali il taglio delle ore di lezione, specialmente quelle laboratoriali, la mancanza di nuove risorse e l'impoverimento di quelle fra l'altro destinate al piano dell'offerta formativa (POF), la mancata attenzione alla formazione dei docenti, nella prospettiva di introdurre una vera didattica per competenze. Ne consegue pertanto che, mentre l'assetto dei licei risulta pressoché invariato, gli istituti tecnici e professionali sono stati di fatto indeboliti nelle loro connotazioni professionalizzanti, proprio a partire dai laboratori.
Con riferimento alla possibile valorizzazione di alcune materie, sulla scia di quanto affermato nel documento "La buona scuola", afferma che tali discipline sono indiscutibilmente rilevanti per la formazione dei ragazzi, anche se esse vanno inquadrate nella vera attuazione dell'autonomia scolastica. Rammenta infatti che l'introduzione dell'autonomia avrebbe dovuto consentire alle scuole di disporre di un 20 per cento di flessibilità oraria, divenuto in realtà irrealizzabile a causa, da un lato, della scarsità del fondo di istituto e, dall'altro, da una eccessiva rigidità nell'attribuzione dell'organico. Non è un caso dunque che sia stata da più parti sollecitata la piena realizzazione dell'organico dell'autonomia e dell'organico funzionale, anche per rispondere ai bisogni del territorio. Si è pertanto riscontrato un forte collegamento tra la volontà delle scuole di definire i propri curricula, gli indirizzi delle Regioni sulla formazione professionale e la definizione dell'organico predeterminata a livello centrale.
Riferisce in proposito che le stesse autonomie locali hanno chiesto di rimodulare il rapporto tra Governo, autonomie scolastiche e enti locali.
Rende noto altresì che molte associazioni hanno ritenuto positiva l'esperienza del content and language integrated learning (CLIL), tenuto conto che padroneggiare la lingua inglese è indispensabile per essere cittadini. Lamenta tuttavia la diminuzione degli investimenti nella formazione dei docenti, al punto che il Dicastero ha dovuto abbassare il livello di certificazione richiesto, portandolo da C1 a B2. Riconosce comunque l'esistenza di buone pratiche, fermo restando che occorre anzitutto assicurare un'attività di formazione tra pari, che punti allo scambio di esperienze e alla diffusione di modelli positivi già sperimentati.
In merito alla musica, si riserva di compiere una valutazione successivamente, tenuto conto che i contributi offerti durante le audizioni risultano per certi versi contrastanti. Concorda comunque con la necessità di rimettere a sistema l'insegnamento non solo della cultura musicale ma soprattutto della pratica musicale, a partire dalla scuola dell'infanzia, differenziandola per ogni ordine e grado di istruzione.
Rileva poi che è stata affrontata anche la questione degli scatti di anzianità e della valutazione, nell'ambito della quale è emerso un giudizio sostanzialmente positivo sulla volontà del Ministero di valutare le scuole, purché sia mantenuta l'equità. Accoglie peraltro con favore anche la richiesta di famiglie e studenti di far parte dei nuclei interni di valutazione, a dimostrazione di un desiderio diffuso di partecipazione. Fa presente invece che molti soggetti auditi hanno espresso la preoccupazione che si generi un sistema basato solo sulla competizione tra insegnanti, mentre sarebbe più opportuno valorizzare il lavoro collegiale dei docenti. Dopo aver evidenziato che l'Italia è l'unico Paese ad utilizzare solo l'anzianità come parametro per l'aumento stipendiale, ritiene essenziale promuovere l'impegno dei docenti nella scuola, prevedendo un sistema misto che bilanci anzianità e valutazione, differenziando così le carriere degli insegnanti e remunerando concretamente le attività che questi ultimi svolgono oltre alla didattica.
Quanto all'autonomia, si dichiara d'accordo sulla possibilità di permettere a ciascun ragazzo di trovare a scuola la propria strada. In tal senso, annuncia l'intenzione di voler mettere al centro del sistema gli studenti, tanto più che una delle critiche mosse al documento "La buona scuola" riguarda la scarsa attenzione dedicata a questi ultimi in favore degli insegnanti. In questo contesto, il tema dell'orientamento resta una criticità, per superare la quale è necessario a suo giudizio creare maggiore sinergia, anche in termini di organico, tra scuola secondaria di primo e di secondo grado.
In merito all'alternanza scuola-lavoro, sottolinea l'esigenza di inserirla anche nei licei, tenuto
conto che l'Italia sconta non solo uno dei più bassi livelli di laureati ma anche un'alta dispersione ed un elevato tasso di abbandono all'univeristà dovuto a scelte di studio sbagliate.
Preannuncia altresì di voler recepire le indicazioni degli studenti circa la possibilità di predisporre un ristretto nucleo di discipline obbligatorie su cui costruire un curriculum personale con altre materie opzionali, assecondando così passioni ed interessi. Richiamando nuovamente l'audizione degli studenti, pone l'accento sul potenziamento del diritto allo studio e sul rafforzamento del life long learning, che dovrebbe coprire tanto la fascia 0-6 anni quanto l'educazione degli adulti. In proposito, ricorda infine che la Commissione è impegnata proprio sul riassetto del segmento 0-6 anni attraverso i disegni di legge nn. 1260 e abbinati, su cui potrebbe essere utile un richiamo nello schema di risoluzione che si accinge ad elaborare.
Il PRESIDENTE, in considerazione dell'esposizione della relatrice, reputa utile acquisire ulteriori contributi ferma restando l'esigenza di conoscere i tempi per la presentazione formale di uno schema di risoluzione.
La senatrice IDEM (PD) rivolge un apprezzamento sentito alla relatrice per il lavoro svolto, ritenendo che le audizioni abbiano rappresentato un utile momento per acquisire conoscenze e recepire suggerimenti. Coglie quindi l'occasione per richiamare il progetto "Sport di classe", rispetto al quale sono stati espressi, al contempo, critiche e apprezzamenti. Fa notare infatti che il carattere strutturale di tale progetto, che prevede la partecipazione dei laureati in scienze motorie a partire dalla scuola primaria, in continuità con le iniziative di alfabetizzazione motoria, rende evidente di fatto la necessità di riconoscere tali figure professionali in maniera permanente. La bontà dell'iniziativa costituisce dunque a suo giudizio solo un rimedio transitorio e non una soluzione. Dopo aver segnalato che presenterà un'interrogazione volta a capire se nei futuri concorsi sarà prevista la figura del laureato in scienze motorie, al fine di ovviare all'attuale mancanza, tiene a precisare che si tratta di professionisti altamente qualificati in possesso di una laurea quinquennale, pagati peraltro assai poco dalle scuole con cui avviano i predetti progetti.
Il senatore XXXXXXX (PD) ritiene estremamente interessati gli ambiti di esame, che dovrebbero a suo giudizio indurre ad un proficuo confronto anzitutto all'interno della Commissione. In proposito, nel precisare di aver partecipato a numerose audizioni nonché ad iniziative specifiche sul territorio, domanda come sia possibile coordinare il materiale acquisito nelle diverse sedi onde offrire un contributo ulteriore alla relatrice.
La senatrice BLUNDO (M5S) si sofferma sulla valutazione, che il documento "La buona scuola" attribuisce anzitutto al dirigente scolastico e al docente mentor con un approccio a suo avviso pericoloso. Lamentando l'assenza di un codice della docenza che possa fungere da parametro, rimarca l'esigenza di individuare riferimenti oggettivi e di assegnare i compiti di valutazione ad un organo diverso dal dirigente scolastico.
Reputa altresì indispensabile non demolire il ruolo della scuola come istituzione e concorda con l'idea di mettere al centro gli studenti, anche puntando al diritto allo studio.
Dopo aver richiamato alcune situazioni preoccupanti verificatesi nelle scuole superiori, raccoglie a sua volta l'appello degli studenti affinché l'Esecutivo recepisca le proposte avanzate in tema di alternanza scuola-lavoro.
La senatrice XXXXX (M5S) ringrazia la relatrice per aver promosso una grande riflessione sulla scuola, che permetterà alla Commissione di partecipare in via preventiva alla stesura dei provvedimenti normativi attuativi de "La buona scuola".
Pone indi l'accento sul problema dell'organico, superato il quale le scuole potrebbero contare su
insegnanti specializzati e a disposizione per numerose attività. Enfatizza altresì l'esigenza di valorizzare l'integrazione, specialmente nei contesti periferici. In ultima analisi, mette in risalto il tema degli scatti stipendiali, concordando con la proposta di remunerare l'impegno che i docenti assicurano in tutte le attività svolte per arricchire le scuole.
La senatrice Xxxxx XXXXXXX (PD) riconosce che, sul piano della formazione musicale, risulta difficile realizzare una sintesi fra i diversi punti di vista. Afferma comunque che la Commissione dovrebbe valutare alcune soluzioni proposte e decidere se possano costituire o meno linee di indirizzo al Governo. In merito ai contributi consegnati dalle diverse associazioni, invita a prestare particolare attenzione a quello di Xxxxx Xxxxxx, che riepiloga le criticità e prospetta delle modalità per superarle.
Suggerisce quindi di utilizzare tale materiale come uno spunto per la riflessione collettiva, che riassume le diverse questioni inerenti la musica.
Il PRESIDENTE, stante le numerose osservazioni emerse, propone di indicare venerdì 5 dicembre come termine ultimo per avanzare contributi alla relatrice, nella prospettiva di consentire a quest'ultima di elaborare un testo definitivo entro martedì 9 dicembre. In tal senso, potrebbe essere opportuno individuare una nuova data per la presenza del ministro Xxxxxxxx, già dalla settimana prossima, tenuto conto che si procederà alla votazione dello schema di risoluzione solo dopo che il Governo avrà manifestato il suo orientamento al riguardo. Fa presente comunque che i tempi saranno organizzati compatibilmente con la sessione di bilancio.
Sulla proposta del Presidente conviene la Commissione.
Il PRESIDENTE comunica infine che i rappresentanti dell'Associazione professionale e sindacale (ANIEF), dell'Associazione nazionale per la scuola della Repubblica e dell'Associazione delle scuole autonome dell'Xxxxxx Xxxxxxx (ASAER), auditi la scorsa settimana dall'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti con riferimento all'atto in titolo, hanno consegnato documentazioni che saranno rese disponibili per la pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.
Prende atto la Commissione.
Il seguito dell'esame è rinviato.
IN SEDE REFERENTE
(322) Xxxxxxx XXXXXXXXX ed altri. - Norme per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati
(934) XXXXXXX ed altri. - Disposizioni per la statizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati (972) Xxxxxxxx XXXXXXXX. - Disposizioni per la statizzazione degli Istituti musicali pareggiati (1616) XXXXXXXX. - Norme per la statalizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati (Seguito dell'esame congiunto rinvio)
Prosegue l'esame congiunto, sospeso nella seduta del 19 novembre.
Il relatore MARTINI (PD), riallacciandosi a quanto esposto nell'ultima seduta con riferimento alle misure sugli istituti pareggiati contenute nel disegno di legge di stabilità e poi stralciate in prima lettura, segnala che nei documenti di bilancio non sono state più stanziate risorse per tali istituti nella fase di transizione. Ritiene dunque essenziale affrontare nuovamente il tema dei finanziamenti durante l'esame del disegno di legge di stabilità in Senato ed eventualmente sollecitare il Governo ad affrontare tale questione.
Il PRESIDENTE condivide le preoccupazioni del relatore e preannuncia che presenterà un'apposita proposta emendativa al disegno di legge di stabilità.
Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.
La seduta termina alle ore 16,55.
1.3.2.1.16. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 203 (pom.) del 07/07/2015
collegamento al documento su xxx.xxxxxx.xx
ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
MARTEDÌ 7 LUGLIO 2015
203ª Seduta
Presidenza del Presidente
Intervengono i sottosegretari di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo Xxxxxx Xxxxx Xxxx Xxxxxxxx Xxxx'Xxxxx e per l'istruzione, l'università e la ricerca Toccafondi.
La seduta inizia alle ore 15,10.
PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazioni
Il sottosegretario TOCCAFONDI risponde all'interrogazione n. 3-01514 della senatrice Idem sulla sul potenziamento dell'insegnamento dell'educazione motoria nella scuola primaria.
Preliminarmente precisa che, nella prospettiva unitaria dello sviluppo della persona, ben delineata nelle Indicazioni Nazioni per il curricolo della scuola dell?infanzia e del primo ciclo d?istruzione, il Ministero ha sempre riconosciuto l?apporto fondamentale dell?educazione fisica nella formazione di altre aree della personalità, avendo piena coscienza che il corretto stile di vita si acquisisce proprio in età giovanile, attraverso l?educazione al movimento e alla sana alimentazione.
Premesso ciò, rappresenta che il progetto "Sport di Classe", rivolto alle classi del secondo ciclo della scuola primaria, rappresenta un?attività sperimentale realizzata in collaborazione con il CONI, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ? Dipartimento per gli Affari Regionali, le Autonomie e lo Sport- e il Comitato Italiano ParaOlimpico (CIP), per l?anno scolastico 2014/2015, volta ad introdurre la figura del "Tutor" a supporto del docente titolare di classe nella realizzazione delle attività motorie e sportive.
A differenza del passato, in cui è stato interessato dalle sperimentazioni un limitato numero di
istituzioni scolastiche sedi di scuola primaria, la soluzione adottata per il corrente anno scolastico, vale a dire un "Tutor" per ogni istituzione, ha consentito, a parità di risorse economiche disponibili, di proporre il progetto a tutte le scuole, registrando un sensibile aumento del coinvolgimento delle stesse (il progetto "Sport di Classe" al 27 febbraio 2015 registra un coinvolgimento di: 5.546 plessi, 42.605 classi, circa 852.100 alunni, 2.432 Tutor).
Per quanto concerne i laureati in scienze motorie e i diplomati ISEF coinvolti come figure "Tutor" nel progetto "Sport di Classe", precisa che essi sono stati individuati in base ad una procedura ad evidenza pubblica ed hanno sottoscritto con il CONI un contratto di prestazione sportiva dilettantistica.
I "Tutor", in particolare, collaborano, in stretto raccordo con il dirigente scolastico e con il docente curricolare, alla progettazione delle attività didattiche, alla programmazione e realizzazione delle attività motorie e sportive scolastiche, garantendo periodicamente esemplificazioni operative in orario curricolare.
Pertanto, ribadisce che i Xxxxx non sostituiscono il docente titolare ma cooperano al raggiungimento delle finalità scolastiche nell?ambito di un progetto sperimentale.
In riferimento alla questione della promozione, almeno in fase progettuale, di una procedura concorsuale ordinaria riservata ai laureati in Scienze Motorie o ai diplomati ISEF ai fini dell?insegnamento dell?educazione motoria, fa presente che il disegno di legge recante "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti", attualmente in discussione in terza lettura presso la Camera dei deputati, prevede che le istituzioni scolastiche individuino il fabbisogno dei posti dell?organico dell?autonomia, in relazione all?offerta formativa che intendono realizzare, al fine di raggiungere prioritariamente alcuni obiettivi formativi, tra i quali il "potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati a uno stile di vita sano, con particolare riferimento all'alimentazione, all'educazione fisica e allo sport, e attenzione alla tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica" stabilendo, inoltre, che "per l?insegnamento della lingua inglese, della musica e dell'educazione motoria nella scuola primaria sono utilizzati, nell?ambito delle risorse di organico disponibili, docenti abilitati all?insegnamento per la scuola primaria in possesso di competenze certificate, nonché docenti abilitati all?insegnamento anche per altri gradi di istruzione in qualità di specialisti, ai quali è assicurata una specifica formazione."
Ciò concorrerà a rendere più stabile e continuo l?insegnamento dell?educazione fisica nelle classi di scuola primaria superando, di fatto, la precarietà e la discontinuità che si sono registrate in passato.
La senatrice IDEM (PD) si dichiara soddisfatta della risposta fornita dal rappresentante del Governo, dal momento che è evidente la necessità di aggiornare la normativa vigente, che pure reca elementi molto utili ai fini dell'avviamento allo sport. Rappresenta poi la necessità di procedere ad un monitoraggio effettivo e costante della nuova disciplina, al fine di valutarne l'efficacia.
Il PRESIDENTE rinvia, quindi, a domani lo svolgimento dell'altra interrogazione all'ordine del giorno.
IN SEDE REFERENTE
(361) XXXXXXX e Xxxxxxxxx XXXXXXX. - Modifiche al decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242,
in materia di limiti al rinnovo dei mandati degli organi del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e delle federazioni sportive nazionali
(Rinvio del seguito dell'esame)
La relatrice IDEM (PD) fa presente di aver preso contatti per le vie brevi con il Governo, al fine di favorire la rapida approvazione del disegno di legge in titolo. Stante peraltro la necessità di compiere ulteriori approfondimenti, chiede di rinviarne il seguito dell'esame ad una prossima seduta.
Il seguito dell'esame è, quindi, rinviato.
IN SEDE DELIBERANTE
(1349) XXXXXXXX ed altri. - Disposizioni per la commemorazione del novantesimo anniversario della morte di Xxxxxxx Xxxxxxxxx
(Seguito della discussione e rinvio)
Riprende la discussione, sospesa nella seduta del 21 aprile.
Il relatore XXXXX (PD), nel riepilogare le precedenti fasi dell'iter del disegno di legge in titolo, presenta l'ulteriore emendamento 1.100 (testo 2), pubblicato in allegato, che, nel sostituire interamente l'articolo 1 del provvedimento, al fine di affinarne alcuni aspetti connessi alla digitalizzazione degli archivi, reca ulteriori interventi volti a coordinare il disegno di legge con le iniziative intraprese dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, ai fini della attuazione della legge n. 255 del 2004, recante la disciplina di un premio annuale intitolato a Xxxxxxx Xxxxxxxxx.
La senatrice MONTEVECCHI (M5S) chiede chiarimenti sulla portata dell'emendamento 1.100 (testo
2) testè formalizzato dal relatore.
Il relatore XXXXX (PD) ribadisce come tale proposta emendativa risulti, analogamente alle altre già presentate in precedenza, frutto di un'intesa tra la maggioranza e le opposizioni volta al miglioramento del testo originario del disegno di legge, sia per migliorarne i profili normativi sia per coordinarne l'implementazione con la legge n. 255 del 2004 e con il relativo decreto attuativo del Presidente del Consiglio dei ministri che disciplinano le modalità di celebrazione del premio annuale intitolato a Xxxxxxx Xxxxxxxxx.
La senatrice MONTEVECCHI (M5S), nel sottolineare di non avere alcuna intenzione dilatoria volta a ritardare l'approvazione del disegno di legge, rimarca le proprie perplessità sia sul rischio di duplicare le iniziative celebrative sia per quanto attiene alla destinazione delle risorse stanziate a copertura del provvedimento.
Il PRESIDENTE propone quindi di fissare il termine per la presentazione di eventuali
subemendamenti riferiti all'emendamento 1.100 (testo 2) del relatore alle ore 12 di martedì 14 luglio. La Commissione conviene.
Il seguito della discussione è, quindi, rinviato.
IN SEDE REFERENTE
(322) Xxxxxxx XXXXXXXXX ed altri. - Norme per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati
(934) XXXXXXX ed altri. - Disposizioni per la statizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati (972) Xxxxxxxx XXXXXXXX. - Disposizioni per la statizzazione degli Istituti musicali pareggiati (1616) XXXXXXXX. - Norme per la statalizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati (Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 2 dicembre.
Il PRESIDENTE ricorda come i disegni di legge in titolo siano finalizzati ad implementare il processo di statizzazione già previsto dalla vigente normativa. Peraltro, il disegno di legge n. 1934 (riforma del sistema nazionale di istruzione), attualmente all'esame della Camera dei deputati, ha previsto un finanziamento "ponte" per garantire la continuità del funzionamento di tali istituti.
Il relatore MARTINI (PD), nel rammentare come la riforma del sistema nazionale di istruzione non abbia risolto in maniera definitiva il problema degli ex istituti musicali pareggiati, evidenzia la necessità di chiarire se il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca voglia procedere con un'autonoma iniziativa legislativa: in caso contrario, sarebbe necessario proseguire nell'esame dei disegni di legge all'attenzione di questa Commissione.
Sottolinea, inoltre, come sia necessario approfondire le criticità di carattere finanziario, attivando le opportune interlocuzioni con il Ministero dell'economia e delle finanze.
Il senatore XXXXXXXX (Misto-ILC) concorda con il relatore Xxxxxxx sulla necessità di proseguire in tempi ravvicinati l'esame dei disegni di legge, qualora perduri la latitanza del Governo ad attivare proprie autonome iniziative legislative. Peraltro, la situazione è resa ancor più urgente dalla pesante situazione finanziaria in cui versano gli istituti musicali, in quanto essi, dipendendo dagli enti locali, subiscono le sofferenze economiche di questi ultimi, con rischi legati anche all'impossibilità di pagare gli stipendi degli insegnanti. Nell'evidenziare, poi, l'insufficienza delle risorse stanziate dal disegno di legge n. 1934, giudica indispensabile concludere rapidamente il processo di statizzazione degli ex istituti musicali pareggiati.
Il sottosegretario TOCCAFONDI ribadisce l'intenzione del Governo di completare il processo di statizzazione degli ex istituti musicali pareggiati, ferma restando la necessità di avviare sul punto
un'interlocuzione con il Ministero dell'economia e delle finanze, stante il fatto che l'implementazione di tale processo comporta un costo annuale compreso tra i 40 e i 50 milioni di euro.
Il PRESIDENTE, nel preannunciare che si farà carico delle iniziative necessarie a favorire il rapido prosieguo dell'esame dei disegni di legge, invita il rappresentante del Governo ad acquisire gli opportuni contatti con il Ministero dell'economia e delle finanze.
Il seguito dell'esame congiunto è, quindi, rinviato.
SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
Il PRESIDENTE avverte che la prossima settimana la Commissione inizierà l'esame dei disegni di legge n. 1871 (tesseramento dei minori stranieri residenti in Italia nelle società sportive) e n. 1892 (interventi per il sostegno della formazione e della ricerca nelle scienze geologiche), già approvati entrambi in prima lettura dalla Camera dei deputati.
Prende atto la Commissione.
La seduta termina alle ore 16.
EMENDAMENTO AL DISEGNO DI LEGGE
1.100 (testo 2)
IL RELATORE
Sostituire l'articolo 1 con il seguente:
"Articolo 1
Art. 1
Al fine di curare la memoria di Xxxxxxx Xxxxxxxxx celebrata nel 2014, in occasione del novantesimo anniversario della morte, attraverso lo svolgimento di attività continuative organizzate uniformemente su tutto il territorio nazionale, la tutela dei beni archivistici e la ricerca storica, è concesso, per l'anno 2015, un contributo di 300.000 euro da destinare al finanziamento di progetti relativi allo studio del pensiero matteottiano e alla sua diffusione.
I progetti finanziabili di cui al comma 1 hanno ad oggetto l'erogazione di borse di studio, la digitalizzazione e catalogazione di materiale bibliografico di rilevante valore culturale, la digitalizzazione, il riordinamento e l'inventariazione di materiale archivistico di rilevante valore culturale, la cura ed il restauro delle strutture museali, il finanziamento di pubblicazioni inedite relative allo studio del pensiero politico di Xxxxxxxxx, nonché le iniziative didattiche e formative, attraverso il coinvolgimento diretto degli istituti scolastici dell'intero territorio nazionale, in collaborazione con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Ai fini dell'attuazione del presente articolo, la Presidenza del Consiglio dei ministri, sentito il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, provvede, con proprio decreto e mediante l'utilizzo delle sole risorse umane e strumentali disponibili a legislazione vigente, all'istituzione di un bando di selezione per la realizzazione di progetti relativi alle finalità indicate nel comma 2.
I progetti di cui al presente articolo devono essere presentati da istituti culturali dotati di personalità giuridica, attivi almeno da cinque anni e privi di scopo di lucro. Tali progetti sono esaminati dalla Commissione di cui all'articolo 8 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 luglio 2009,
n. 126, allo scopo appositamente integrata da un rappresentante della Direzione generale Biblioteche e istituti culturali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e da un rappresentante della Direzione generale Archivi del medesimo ministero, ai quali non spetta alcun compenso, rimborso spese, gettone di presenza o emolumento comunque denominato."
1.3.2.1.17. 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) - Seduta n. 236 (pom.) del 01/12/2015
collegamento al documento su xxx.xxxxxx.xx
ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
MARTEDÌ 1 DICEMBRE 2015
236ª Seduta
Presidenza del Vice Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Xxxxxx X'Xxxxxx.
La seduta inizia alle ore 15,30.
IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 14 settembre 2011, n. 222, concernente il conferimento dell'abilitazione scientifica nazionale per l'accesso al ruolo dei professori universitari (n. 221)
(Parere al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400 e dell'articolo 16 della legge 30 dicembre 2010, n. 140. Esame e rinvio)
Riferisce la relatrice DI XXXXXX (PD) evidenziando preliminarmente che l'intervento di regolamentazione nasce dall'esigenza di sostituire l'attuale disciplina prevista dal decreto del Presidente della Repubblica 14 settembre 2011, n. 222, concernente le modalità di espletamento delle procedure per il conseguimento dell'abilitazione scientifica nazionale per l'accesso alla prima e seconda fascia dei professori universitari, a seguito della nuova disposizione di cui all'articolo 14, comma 3, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 agosto 2014, n. 114. Tale norma, infatti, ha conferito al Governo il potere di operare una revisione del precedente regolamento, il citato decreto del Presidente della Repubblica n. 222 del 2011, il quale dava
attuazione all'articolo 16, comma 2, della legge n. 240 del 2010.
La revisione del vigente regolamento si basa, in particolare, sulle indicazioni fornite dal legislatore con l'articolo 14, comma 3-bis, del citato decreto-legge n. 90 del 2014 il quale, intervenendo sul citato articolo 16, comma 3, della legge n. 240 del 2010, ha introdotto una serie di modifiche alle modalità di svolgimento dell'abilitazione scientifica nazionale.
Tali modifiche scaturiscono dalla necessità di incidere su alcuni aspetti delle attuali procedure per il conseguimento dell'abilitazione nazionale scientifica, in considerazione delle criticità emerse in occasione dello svolgimento delle prime due tornate della procedura; l'intervento del legislatore del 2014 è diretto, quindi, a risolvere tali criticità, quali emerse anche in occasione dei diversi ricorsi giurisdizionali presentati dai soggetti coinvolti dalle precedenti procedure, attraverso l'introduzione dei necessari correttivi alla disciplina legislativa di riferimento.
In particolare, le più importanti criticità riscontrate a seguito dell'espletamento delle prime due tornate della procedura di cui trattasi riguardano: le modalità di presentazione della domanda di partecipazione alla procedura, attualmente basate su un sistema simile aquello utilizzato nelle procedure concorsuali (è prevista una sessione ogni anno), piuttosto che su un meccanismo finalizzato al conseguimento diun'abilitazione professionale; la durata limitata dell'abilitazione conseguita (attualmente ha la durata di quattro anni), la quale incide negativamente sul rinnovo degli organici universitari; la valutazione analitica dei titoli, che non permette un'adeguata valutazione qualitativa della produzione scientifica; la scarsa specificità dei criteri e dei parametri di valutazione e la necessità di introdurre un meccanismo di revisione degli stessi; i notevoli costi legati all'attuale composizione delle commissioni. Sotto tale ultimo profilo la relatrice sottolinea che, attualmente, fanno parte di esse quattro professori ordinari in servizio in università italiane più un commissario OCSE. In particolare, per ogni componente OCSE, si registra un costo complessivo (calcolato in relazioni alle attuali 184 commissioni) pari ad euro
1.472.000 per ciascun anno. La relatrice fa presente che tali incrementi dei costi, tuttavia, non giustificano pienamente la soppressione integrale della figura del commissario OCSE, in grado di conferire una valenza di più ampio respiro alle selezioni in questione.
La relatrice si sofferma poi sull'inefficienza del meccanismo attuale di conoscibilità, da parte dei candidati, del valore degli indicatori di attività scientifica, i quali vengono portati a conoscenza dei singoli partecipanti alle procedure anche a distanza di sei mesi dalla presentazione delle domande. L'intervento di cui al provvedimento in titolo ha lo scopo di adeguare la disciplina normativa secondaria al mutato quadro normativo primario, che ha evidenziato l'esigenza di una revisione delle modalità di espletamento delle procedure per il conseguimento dell'abilitazione nazionale scientifica nazionale. L'obiettivo primario è soprattutto quello di raggiungere un criterio di selezione altamente qualificato teso a garantire un elevato grado di preparazione e di competenza dei professori universitari che sia, altresì, in linea con i parametri e gli standard europei. Nello specifico, tra gli obiettivi legati alle innovazioni recate dal presente regolamento, si indicano: la trasformazione dell'abilitazione scientifica nazionale da procedura basata su un meccanismo di funzionamento analogo a quello che si riscontra nelle procedure concorsuali a procedura cosiddetta "a sportello". Essa consiste in un sistema (a ciclo continuo) di accertamento della qualificazione scientifica che, una volta attivato, non vede soluzioni di continuità. Altro elemento importante è la modifica della durata dell'abilitazione, la quale passa da quattro anni a sei anni. Con riguardo ai criteri di valutazione che le commissioni nazionali dovranno seguire per la valutazione dei candidati, la sostituzione del riferimento all'area disciplinare con quello al settore concorsuale è maggiormente conforme all'ottica di una maggiore specificità dei criteri e parametri di valutazione. Significativa risulta poi la verifica, almeno quinquennale, dell'adeguatezza e della congruità dei criteri, dei parametri, degli indicatori e dei valori-soglia.
Importante è anche l'introduzione di nuovi parametri di rappresentatività dei settori scientifico- disciplinari compresi in ciascun settore concorsuale nonché l'esclusione dalla partecipazione alle commissioni dei docenti in quiescenza e dei titolari dei contratti di cui all'articolo l, comma 12, della legge n. 230 del 2005.
Infine la relatrice pone l'accento sulla modifica dei tempi di valutazione dei singoli candidati, che